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Maurizio Pelli: Paolo Corvo – Università di Pollenzo

Professore Associato di Sociologia Generale Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di

Pollenzo.

Maurizio Pelli editore - Fotografia: Paolo Corvo - Università di Pollenzo

Paolo Corvo, bergamasco, classe 1962, è professore associato presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, dove insegna nella Laurea Triennale in Scienze e Culture Gastronomiche Culture del viaggio e dinamiche sociali e “nuovi trend” nel settore alimentare e nella ristorazione. Si occupa di tematiche relative al cibo e ai consumi, al turismo enogastronomico sostenibile, agli indicatori di qualità della vita, benessere e felicità. Ha svolto attività di ricerca e di formazione per enti pubblici e privati su temi riguardanti il turismo e lo sviluppo socioeconomico del territorio, i processi di globalizzazione e la società civile.

L’Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nata e promossa nel 2004 dall’associazione internazionale Slow Food con la collaborazione delle Regioni Piemonte e della Emilia Romagna, è un’università non statale legalmente riconosciuta dallo stato italiano. Nella sua ultradecennale attività, l’ateneo ha accresciuto costantemente i suoi corsi di studio, e conseguentemente il numero degli studenti, giungendo a proporre un’offerta didattica completa e unica nel suo genere in Italia e all’estero, affermandosi come un’istituzione dinamica, flessibile e di impronta fortemente internazionale. La peculiarità dei suoi corsi attrae studenti da decine di paesi diversi, interessati all’originale progetto formativo che, coniugando studio, pratica e viaggi didattici in tutto il mondo, consente loro di operare per sviluppare i futuri scenari del cibo. Questo approccio metodologico e didattico fornisce agli studenti una visione globale dei sistemi di produzione del cibo sia passati che presenti, permettendo inoltre di apprezzare la ricchezza delle diversità culturali. L’ateneo forma i “gastronomi”, nuove figure professionali che hanno conoscenze e competenze interdisciplinari nell’ambito delle scienze, cultura, politica, economia ed ecologia del cibo e sono in grado di sviluppare valori come la sostenibilità e la sovranità dei sistemi alimentari globali, comprendendone tutte le fasi, dalla produzione al consumo. La chiave di volta di quello che può essere definito gastronomo è la profonda comprensione del cibo come valore e del suo ruolo importante nel creare e modellare la società. Ad oggi gli studenti che hanno frequentato e frequentano l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo sono oltre 3000.

La ricerca in Unisg. L’attività di ricerca dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche è finalizzata ad aumentare la conoscenza e a promuovere l’innovazione nel campo degli studi gastronomici e si sviluppa attraverso collaborazioni a livello nazionale ed internazionale, con atenei ed enti di ricerca, con I patner di UNISG, e altri attori terzi (privati o pubblici) che possono stipulare idonei accordi o convenzioni con l’Ateneo.La ricerca UNISG si articola su tre aree interdisciplinari denominate: Ambiente, Percezione e Qualità, Mobilità. I progetti di ricerca, afferenti ad una o più di tali aree, coinvolgono competenze specifiche dei ricercatori e professori di UNISG e degli esperti che collaborano con UNISG (docenti a contratto, visiting professor, ecc.) e assicurano risultati in termini scientifici, economici, di visibilità e di rafforzamento del network di UNISG rilevanti per la comunità scientifica, gli stakeholder e la società tutta.UNISG per la ricerca è: progetti di ricerca finanziati, dottorati e assegni di ricerca, attività di disseminazione scientifica.

Ambiente. L’area Ambiente analizza il rapporto bidirezionale tra uomo e ambiente declinato in ambito gastronomico. In particolare, da una parte si indaga l’effetto dell’ambiente, dei sistemi ecologici e dei suoi cambiamenti sulla cultura gastronomica e sui comportamenti alimentari. Dall’altra parte, si studia l’impatto dei sistemi socioculturali e delle produzioni agro alimentari sull’ambiente, sul territorio e sulle risorse economiche e naturali. Particolare attenzione è rivolta all’analisi della relazione tra ambiente urbano e rurale, all’applicazione dell’agro-ecologia ed alle relazioni tra cibo e spazio e paesaggio, e allo sviluppo di strategie per la sostenibilità alimentare.

Percezione e Qualità. L’area Percezione e Qualità studia i fattori socioculturali, storico e ambientali, fisiologici e genetici che influenzano la percezione del cibo attraverso un metodo interdisciplinare che tenga conto di diversi approcci: da quello filosofico-estetico a quello delle scienze sensoriali, dalle neuroscienze cognitive e il neuromarketing alle scienze psicologiche e sociali. Questa area analizza la qualità del cibo, definendola in prospettiva sincronica e diacronica. Inoltre, l’area Percezione e Qualità intende approfondire lo sviluppo di metodologie per una comunicazione etica e giusta, che consenta ai consumatori di conoscere i prodotti e di compiere scelte di acquisto consapevoli.

Mobilità. L’area Mobilità è caratterizzata dallo studio degli impatti sociali ed economici dello spostamento di gruppi di persone, beni -inclusi ingredienti e cibi-, capitali, ideali e immaginari sociali sulle culture gastronomiche, sui sistemi alimentari e sulle scelte e i comportamenti dei consumatori. Inoltre, l’area Mobilità analizza gli adattamenti culturali all’interno dei processi co-evolutivi che hanno dato origine alle gastronomie del mondo ivi inclusi i comportamenti alimentari che hanno caratterizzato determinati contesti sociali e le tendenze di consumo emergenti che qualificano l’era attuale.

La Terza Missione. L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, come esplicitato nel Piano Strategico

2018-2020, considera le attività di Terza Missione come una responsabilità istituzionale fondamentale della sua missione. Per UNISG la Terza Missione è l’insieme delle attività con le quali l’Ateneo, affiancando le missioni tradizionali di insegnamento e di ricerca, entra in interazione diretta con la società e favorisce il trasferimento e la condivisione della cultura e dell’innovazione nell’ambito delle Scienze Gastronomiche. Trattandosi di attività rivolte all’esterno, particolarmente capaci di favorire la creazione di valore per la società intera, per le imprese e per il territorio in cui è sinergicamente e strategicamente collocata, l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche persegue adeguate politiche per la Terza Missione e mette in atto una serie di azioni finalizzate ad assicurarne la qualità.L’ateneo monitora e valuta costantemente le attività di Terza Missione, ritenute parte integrante delle politiche di assicurazione della qualità (AQ) dell’Ateneo, attraverso precise Linee Guida e alla realizzazione dei suoi obiettivi strategici.

Insegnamenti:

Culture del Viaggio e Dinamiche Sociali [Laurea Triennale in Scienze e Culture Gastronomiche] - Pratiche di Viaggio ed Esperienze sul Campo -II Anno [Laurea Triennale in Scienze e Culture Gastronomiche] - Pratiche di Viaggio ed Esperienze sul Campo – III Anno [Laurea Triennale in Scienze e Culture Gastronomiche] - Media and Visual Sociology of Food [Laurea Triennale in Scienze e Culture Gastronomiche]

Temi Specifici di Ricerca:

Cibo e società - Pratiche di consumo e innovazione - Modelli turistici e dinamiche sociali - Sviluppo socioeconomico e culturale del territorio - Felicità e benessere - Indicatori di qualità della vita.

Progetti di Ricerca effettuati con UNISG:

SASS (Sustainable Agri-Food System Strategies) BIOESSaNS (Biodiversity and Ecosystem Services in Sacred Natural Sites). FOOD-DRUG-FREE (Portable platform for the identification of drugs in food products) . Il curriculum del Prof Paolo Corvo tra titoli, appartenenze, attività didattiche, attività di ricerca e pubblicazioni è infinito, consumerebbe tutte le pagine di questa edizione. Google, più preciso, dettagliato e informativo vi sarà definitivamente più utile.

Con la tua lista infinita di titoli accademici, pubblicazioni, attività didattiche e di ricerca, avresti potuto sceglie tra molte carriere diverse. Docente, fu per scelta, per passione o per caso?

In effetti scelsi la laurea in Lettere moderne perché mi sarebbe piaciuto fare il giornalista e lo scrittore di romanzi. Il servizio civile sviluppò i miei interessi sociali e da lì il dottorato in sociologia, che mi ha condotto a scegliere la carriera accademica. L’insegnamento e la ricerca sociale costituiscono i due elementi fondamentali del mio lavoro. Mi ritengo una persona fortunata perché mi piace molto insegnare e mi diverto a fare ricerca. Il contatto con gli studenti ti mantiene giovane e la sociologia non ti fa perdere il contatto con la realtà. Ma quello che può sembrare un percorso lineare e razionale è stato in parte anche frutto della causalità, come spesso accade nella vita. Incontri, viaggi, persone ti portano là dove non pensavi di andare...

Cos’è cambiato nella docenza universitaria della gastronomia dai tempi della facoltà di “Scienze della preparazione alimentare” alla quale iscrissi il secolo scorso ai giorni nostri?

La presenza dell’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dove lavoro, ormai da quindici anni, ha modificato profondamente la riflessione scientifica e l’approccio al mondo del cibo. La dimensione olistica e multidisciplinare ha fatto compiere un salto di qualità allo studio della gastronomia, come dimostrano le numerose attestazioni di interesse da parte di molte realtà accademiche internazionali. A Pollenzo stiamo cercando di innovare anche la metodologia didattica, rendendola più adeguata ad un mondo che cambia ogni giorno e a studenti che sono a tutti gli effetti nativi digitali. Una sperimentazione complessa ma necessaria per assicurare qualità ed efficacia all’insegnamento universitario.

Internet, informazione online e digitalizzazione nel metodo di studio odierno, pro e contro?

Durante la pandemia è stato necessario ricorrere alla didattica a distanza. In quel contesto l’utilizzo delle tecnologie è stato fondamentale per assicurare la continuità dell’insegnamento. Ora la situazione è cambiata e a Pollenzo siamo tornati alle lezioni svolte in aula. Ritengo che in alcuni contesti sia importante ricorrere alla Dad, specie quando si tratti di assicurare la formazione agli studenti lavoratori, creando percorso specifici. E credo sia utile avvalersi della digitalizzazione per supportare la formazione, anche utilizzando i social network. Ma penso che non verranno mai meno la didattica in presenza e l’interazione diretta tra docenti e studenti. Il rapporto umano che si instaura è fondamentale per la formazione e l’apprendimento.

Perché l’Università degli Studi di Scienze

Gastronomiche di Pollenzo oggi è considerata una tra le migliori università gastronomiche italiane?

Unisg è stata la prima università in Europa, forse nel mondo, a utilizzare il termine di Scienze Gastronomiche.

Quando nel 2004 Carlin Petrini e un gruppo di docenti e collaboratori diedero vita ad una nuova accademia non vi era ancora la consapevolezza dell’importanza del cibo nella vita sociale ed economica. Pollenzo ha dato una nuova dignità agli studi sul cibo, puntando sulla multidisciplinarietà e sul carattere internazionale, con studenti provenienti da ogni parte del mondo. Unisg riesce 18

a coinvolgere una vasta gamma di contesti appartenenti al mondo del cibo: ha uno stretto legame con un’associazione no profit come Slow Food e nutre un significativo rapporto di collaborazione con molte realtà imprenditoriali del settore agroalimentare.

Una delle più discusse e problematiche lacune della cucina italiana è la mancanza della codificazione, l’enorme quantità di ricette e le innumerevoli varianti hanno sempre ostacolatolo la realizzazione. Sarebbe possibile oggi con tecnologia informatica avanzata?

È un tema di cui conosco l’importanza, ma che non ho approfondito molto, riguarda maggiormente i colleghi giuristi e storici. Certamente la tecnologia informatica dovrebbe favorire forme di codificazione, anche se ormai è difficile identificare in modo dettagliato un certo tipo di cucina. Come ho scritto nel libro Il cibo nel futuro, edito da Carocci e curato con il collega di Unisg Michele Filippo Fontefrancesco, siamo in presenza di tante forme diverse di food anche in Italia. Credo sarebbe importante creare un gruppo di lavoro multidisciplinare per studiare questa tematica e verificare le possibili iniziative da intraprendere. Sono convinto che in questa prospettiva Pollenzo possa fornire un contributo importante.

Mancanza di tempo a parte, quale altra carriera ti garberebbe intraprendere oggi?

Il tempo non basta mai ma si arriva a un punto della vita in cui si impara a gestirlo meglio. Sono quasi giunto all’apice della mia carriera accademica e posso permettermi di scegliere i temi su cui fare ricerca. Mi pongo l’obiettivo di lavorare sempre più su ciò che mi piace e che può contribuire a risolvere le problematiche sociali. Traggo ispirazione da quello che diceva Zygmunt Bauman: il sociologo ha una funzione sociale importante, sempre nell’ambito di una riflessione di carattere scientifico. Poi mi piacerebbe tornare ai desideri giovanili ed esprimermi a livello creativo, con un romanzo e magari una regia teatrale. Intanto ho scritto un soggetto per una serie televisiva con due esperti del settore. È un nuovo inizio, vedremo...

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