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MENSILE DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE COLTIVATORI DIRETTI DI FERRARA

L’ARATRO

Speciale Ortofrutta

È ora di dare una

SVOLTA Stampa ORIGRAF Ferrara - Via Sgarbata, 170/172 - Tel. 0532 712991 - Reg. Trib. Ferrara n. 21 del 21/03/1951 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - DL. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1. DCB Ferrara

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Settembre Ottobre 2011


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L’Aratro Stampa: Origraf s.rl. Via Sgarbata, 170/172 San Bartolomeo in Bosco (FE) Edito da Coldiretti Ferrara Direttore: Luigi Zepponi Direttore Responsabile: Riccardo Casotti Comitato di Redazione: Marco Baldon, Alessandro Ballarini, Riccardo Casotti, Ida Dalla Libera, Alessandra Mariotti, Beatrice Tagliaferri, Valeriano Tagliati. Realizzazione Editoriale: Impresa Verde Ferrara Via Bologna, 67 - Ferrara Redazione: Via Bologna 637 Chiesuol del Fosso (Ferrara) Tel. 0532.979.711 Fax 0532978.458 email: ferrara@coldiretti.it Registro al Tribunale di Ferrara al numero 21 del 21/3/1951 - Iscritto al R.N.S. Pubblicato a Ferrara Questo numero è stato chiuso in redazione il 7/10/2011

“Missione Impresa Giovani” con Coldiretti. Marco Baldon pag. 11 Impianti fotovoltaici, dopo il nuovo conto energia sono ancora fonte di reddito. Marco Baldon pag. 12 Condizionalità: cos’è e come si gestisce in azienda. Alessandra Mariotti pag. 12 Mercatino.

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Leggermente Atletici 2011: un grande successo.

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Creditagri: aumentano i prodotti dedicati ai giovani. pag. 19

Abbonamento annuale per i soci Euro 3,50 Numero 5 - Settembre - Ottobre 2011

Informazioni epaca. Beatrice Tagliaferri

Sommario Ortofrutta, ragionare e lavorare sui dati per cambiare a fondo il settore. Mauro Tonello pag. 3 Cernobbio, l’agricoltura in vetrina. pag.

Macfrut, i dati dell’ortofrutta italiana. pag. 6 Frutta sorpasso vino, è prima voce export. pag. 9 Il Presidente Marini: quali sono le vere cause della crisi ortofrutticola? Riccardo Casotti pag. 10

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Filiera agricola italiana, unica risposta per la nostra ortofrutticoltura. Luigi Zepponi pag. 5

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Decreto siccità, richiesta supplementi carburante agricolo. pag. 22 Un’estate sotto il segno di Campagna Amica. Riccardo Casotti pag. 23


ORTOFRUTTA, RAGIONARE E LAVORARE SUI DATI PER CAMBIARE A FONDO IL SETTORE

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Al Macfrut di Cesena Coldiretti ha voluto dare informazioni e spunti di

Perchè Coldiretti a Cesena? Perchè un convegno sulla “filiera” dell’ortofrutta italiana? Dopo il pesante esito del mercato di praticamente tutti i nostri prodotti ortofrutticoli, vuoi per problemi di prezzo, vuoi per problemi di mercato, vuoi per l’ennesimo, infondato, scandalo dell’E. Coli, si impone un cambiamento vero. Le motivazioni utilizzate sino ad ora per giustificare annate pessime negli scorsi anni hanno mostrato la loro insufficienza di fronte a qualcosa che è una crisi profonda, strutturale, radicata nel modello italiano del settore ortofrutticolo. Di fronte alla necessità, cui tutti dicono di essere convinti, di fare una vera inversione di marcia, ci è sembrato necessario offrire elementi seri di riflessione e spunto per immaginare una rivoluzione dell’ortofrutta nazionale. Lo abbiamo fatto affidandoci a dati e numeri la cui provenienza non fosse strumentalizzabile. Lo studio presentato il 5 ottobre in una sala

decisamente gremita ed attenta, viene da Gian Luca Bagnara, assessore all’Agricoltura della provincia di Forlì-Cesena, da anni impegnato come studioso di problematiche del settore agro-alimentare, sia a livello nazionale che comunitario. E dalla sua relazione sono emerse diverse cose, decisamente interessanti e per certi versi inaspettate. Nelle prossime pagine ne diamo un sunto, speriamo efficace, per contribuire anche nei confronti di chi non ha potuto essere presente, a fornire quegli spunti necessari per poter considerare le questioni con cognizione e non solo con considerazioni, sia pure rispettabili, “da bar”. Però alcuni spunti meritano una sottolineatura, che sarà anche l’oggetto principale dei nostri prossimi incontri territoriali nelle nostre sezioni. Quello che si è fatto in passato non è stato sufficiente per dare stabilità al settore e soprattutto redditività ai produttori. E queste considerazioni Coldiretti non le ha fatte oggi, ma già nel 2006, quando siamo stati accusati

e colpevolizzati di voler distruggere il sistema della rappresentanza e delle organizzazioni di prodotto e quindi le nostre osservazioni su come scrivere quell’O.C.M. valutate scorrettamente ed anche con bugie che continuano a viaggiare su diversi tavoli. Dobbiamo, tutti quanti, poter parlare liberamente e di come affrontarli, compreso il modo in cui il mondo associativo deve svolgere il suo ruolo, tenendo però sempre in conto che il soggetto principale per noi deve essere l’impresa agricola, il coltivatore. Dobbiamo ritrovare, attraverso nuove regole nell’O.C.M. e nuove modalità di vivere le situazioni organizzative la convenienza per gli agricoltori ad associarsi. Visti i numeri e le statistiche dobbiamo chiederci quanto c’è di vero e concreto nelle O.P., quante sono davvero espressione degli agricoltori e quanti “altra cosa”; dobbiamo ripensare dalla A alla Z, cioè rivoluzionare, il modo in cui il settore si esprime in modo associato, pren-

Ortofrutta: l’aggregazione. sopratttutto commerciale non esiste o quasi

EDITORIALE

riflessione per poter trovare strade diverse per la nostra filiera ortofrutticola.


EDITORIALE

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dendo coscienza (e quindi traendone le successive conclusioni) che oggi in Italia è aggregata solo il 38% circa della produzione; che il nostro livello di competitività come agricoltori, nonostante i costi in continua ascesa, tiene rispetto ai nostri competitori (Francia e Spagna in primis), con un differenziale di pchi centesimi, mentre quello che pesa è tutto quello che è al di fuori dell’impresa agricola (costi di filiera, di lavorazione esterna, finanziari); che le aggregazioni delle strutture, sommando magazzini e costi non hanno prodotto effetti positivi, anzi, sono meno efficienti e più onerose per i produttori agricoli associati, mentre manca ancora la vera aggregazione utile, anzi necessaria: quella degli uffici commerciali, attravero i quali poter parlare con voce univoca e realmente potersi confrontare con gli acquirenti dei nostri prodotti. Ultimo punto: la G.D.O. è importante, ma anche in questo caso in Italia il dato relativo al volume commercializzato attraverso questo canale arriva a poco più del 50-55%. E il resto? Rimane quasi la metà che segue altri sistemi e che non abbiamo nel frattempo presidiato, cercando un confronto che ci pure visti perdenti con la G.D.O. sotto molti aspetti.

Altro mito che la relazione ha sfatato: non è vero che si importino prodotti a basso costo e scarsa qualità: quest’anno le pesche spagnole arrivavano in Italia, portando via spazio alle nostre, a prezzi maggiori di quelle italiane. E allora? Allora dobbiamo avere l’onestà di riconoscere che bisogna cambiare a fondo, che non possiamo permetterci di mantenere un sistema che punta più alla propria conservazione che all’interesse dei soci, che i piccoli colpi di belletto non bastano più ed occorre incidere in modo drastico per recuperare quello che davvero serve ai produttori italiani. Se è vero che siamo i primi produttori europei con circa il 29% della produzione, seguiti al 26% dalla Spagna ed al 14% dalla Francia, ci deve far riflettere che chi aggrega di più in Europa non sono i Paesi produttori ma chi sa commercializzare, come Belgio ed Olanda. Il nodo vero è quello della redditività, delle cose concrete da fare per evitare che sullo stesso prodotto in Italia gravino quasi il doppio dei costi esterni all’azienda rispetto ai nostri colleghi di altri Paesi europei, mettendoci fuori gioco sui mercati. Ed anche recuperare quella qualità

che dovrebbe distinguere i nostri prodotti ma che non si esprimere finchè prevalgono logiche di pezzature scarse o di mercati dove anche lo scarto serve a qualcuno per giustificare certi costi. Di cose da fare quindi ce ne sono e non poche. A nostro avviso il percorso deve mirare ad una filiera dell’ortofrutta italiana che rimanga agricola, dunque probabilmente alternativa a quanto esistente oggi, dato che pare così difficile una riforma dall’interno. Un progetto che proponiamo a chi vorrà sostenerlo, che presuppone anche l’onestà di ammettere che non sono i documenti firmati da tutti o i tavoli dove tutti, anche non ne capisce, devono dire qualcosa a risolvere i problemi, problemi che esistono e che non possiamo ignorare di non essere stati in grado, attraverso l’attuale modello organizzativo italiano di gestire e risolvere: per cui bisogna fare un passo avanti, ragionare di cosa serve realmente alle imprese e di quale percorso intraprendere per arrivare all’obiettivo. Mauro Tonello Presidente Coldiretti Ferrara.

CERNOBBIO, L’AGRICOLTURA IN VETRINA Il 21 e 22 ottobre a Villa d’Este Coldiretti presenta l’XI edizione del Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione L’edizione 2011 del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, si terrà a Villa d’Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 21 al 22 ottobre. Il Forum, giunto all’undicesima edizione, costituisce l’appuntamento annuale del settore che riunisce i maggiori esperti, opinionisti, ed esponenti del mondo accademico nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere. Al

centro dei lavori della due giorni il contributo del made in Italy agroalimentare alla crescita del Paese con la presentazione di studi, esperienze concrete ed esposizioni innovative. L’edizione di quest’anno si apre alle ore 10,00 di venerdi’ 21 ottobre con la presentazione della prima indagine sull’impatto della crisi su consumi, qualità e sicurezza dei cibi acquistati dagli italiani, elaborata dalla Coldiretti in collaborazione con l’Swg.


L’edizione 2011 di Macfrut ci piacerebbe pensare possa essere ricordata per la “svolta”, per l’aver preso coscienza e cognizione dello stato di un settore fondamentale per la nostra economia agricola, caratterizzante il nostro made in Italy ma fortemente in crisi, una crisi che non nasce dal problema sia pur grave delle pesche o anche delle pere del 2011. Una crisi che è strutturale, cioè che non si risolve con un intervento straordinario una-tantum, con un contributo che aiuti nella contingenza di un problema (anche se maggiori risorse e più incisività dei programmi operativi o meglio ancora una diversa interpretazione dell’O.C.M. avrebbe comunque reso meno duro l’impatto della crisi sulle nostre imprese) ma che richiede un ripensamento profondo. E di questo devono essere convinti, serenamente, prima di tutto i nostri soci. Quegli stessi che stanno subendo i contraccolpi di una commercializzazione incoerente con la qualità delle proprie

produzioni e soprattutto con tutto quanto un intero mondo ha fin qui predicato di aver ben costruito, trascinando in realtà a fondo anche chi non è mai entrato nelle strutture organizzate ma che sul mercato si vede trattare allo stesso modo, ovvero non ripagato delle proprie produzioni in modo dignitoso. Abbiamo toccato ancora una volta con mano l’effetto della speculazione e della rivalsa dei commercianti e dei mediatori nei nostri confronti e della pochezza di strumenti di salvaguardia per il reddito dei produttori agricoli. E’ bastata una annata buona dal punto di vista produttivo, senza calamità atmosferiche, con produzioni nella norma o appena oltre per ribaltare ogni aspettativa ed indurre tanti un una spirale al ribasso che non si è potuta contrastare: i conferimenti vuoi propri (alle cooperative), vuoi impropri (ai commercianti) saranno ulterioremente gravati oltre che da un basso prezzo anche dai costi aggiuntivi delle strutture. I consumi, nonostante una stagione estiva calda e senza piogge in modo straordinario, non sono decollati, sfavoriti da prezzi al negozio comunque alti, rappresentando ancora una volta una forbice tra campo e tavola che appiattisce i consumi interni e non agevola, come ci è stato ricordato dai relatori a Cesena, neppure le esportazioni, dato il costo “accessorio” della filiera italiana. Con questi presupposti dobbiano rimarcare la forza con la quale la nostra organizzazione ha posto

in modo chiaro, senza ipocrisie o finzioni di ruolo, la questione: sia Tonello, sia Marini sono stati molto chiari. E sarà motivo di confronto con molti di voi che speriamo di incontrare nelle assemblee per ragionare su dati e numeri del settore per costruire con i diretti interessati la nostra proposta per ridisegnare il settore, suggerire le modifiche più necessarie all’O.C.M., costruire una filiera nuova, tutta agricola per la nostra ortofrutta che non può continuare ad essere delegata a soggetti che badano all’interesse delle proprie strutture e proprio e non a quello dei soci. Se è vero e giusto che ognuno deve giocare il proprio ruolo, il nostro è quello di rappresentare gli interessi dei nostri soci e denunciare le cose che non funzionano per poter migliorare redditività e prospettiva di lavoro per i produttori agricoli. Ma poi tocca anche ad altri darsi da fare e cambiare il proprio agire mettendo effettivamente al centro le imprese ed operando di conseguenza. La filiera agricola tutta italiana non è solo lo slogan dei mercatini e delle Botteghe, è la proposta di un vero (e sinora unico) progetto per la nostra agricoltura, scritto dagli agricoltori per tutti gli agricoltori. Luigi Zepponi Direttore Coldiretti Ferrara

SINDACATO

FILIERA AGRICOLA ITALIANA, UNICA RISPOSTA PER LA NOSTRA ORTOFRUTTICOLTURA

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MACFRUT, I DATI DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA

I primati della nostra produzione ortofrutticola sono a rischio e soprattutto le imprese agricole stanno pagando per inefficienze soprattutto al di fuori della propria azienda e di un “sistema aggregato” che non incide positivamente

SINDACATO

Sintesi relazione dr. Gian Luca Bagnara A livello europeo (UE a 27) l’agroalimentare rappresenta un valore aggiunto di oltre 750 miliardi euro con una occupazione di 48 milioni di persone. Nella catena alimentare, il segmento agricolo rappresenta quasi l’82% delle imprese con il 55,5% dell’occupazione ma raccoglie appena il 25,6% del valore aggiunto. Il resto del valore (74%) è ripartito nel restante 18% delle imprese. lo studio voluto da Coldiretti Emilia Romagna e realizzato dall’economista Gianluca Bagnara, presentato al Macfut di Cesena, ha preso le mosse da questi dati, che rilevano un disequilibrio profondo nella redistribuzione del valore lungo la filiera. E’ un fenomeno ben evidenziato anche dal trend dell’andamento del valore aggiunto: dal 1995 al 2005 il prezzo dei prodotti ortofrutticoli è diminuito ogni anno del 2,6%, mentre nello stesso periodo i prezzi degli ortofrutticoli sono aumentati, sempre su base annua, dell’1,1% nell’industria e di quasi l’1% nel commercio. Secondo lo studio, questo è avvenuto perché l’agricoltura ha perso il controllo del prodotto. Le continue crisi di mercato soprattutto nel comparto delle produzioni frutticole, fanno riemergere l’importanza ma allo stesso tempo la non sufficiente organizzazione e gestione della

filiera. In questo contesto gioca un ruolo fondamentale l’organizzazione dei produttori (OP). Tuttavia, questa istituzione rappresenta appena il 33% del valore della produzione ortofrutticola nazionale e tale percentuale è ripartita fra oltre 260 OP con forti differenze territoriali: al Nord il 70% della produzione è commercializzato in OP con oltre 50 milioni di valore; mentre al Sud appena il 50% è in OP fra 10 e 50 milioni di valore: A fronte di questa strutturazione organizzativa della produzione si colloca la Distribuzione Moderna (supermercati, ipermercati, piccole superfici e discount) che rappresenta il 55% degli acquisti delle famiglie italiane, mentre il 45% è rappresentato dai canali tradizionali i quali basano la propria logistica sui mercati annonari. A fronteggiare l’andamento di mercato dovrebbero essere i piani operativi delle Op, ma le oscillazioni del mercato stesso sembrano non trovare reazioni in questi strumenti, che in Italia

Solo il 33 % della nostra frutta è organizzata.

si basa spesso sui costi storici, piuttosto che sulle esigenze dei canali di marketing, sulla situazione di mercato e relative crisi. Il capitolo della gestione dei rischi, in particolare, è attivato per la promozione (8% del totale del piano) e, negli anni difficili, per la sola azione di ritiro del prodotto. Lo studio ricorda che il ruolo delle Op è dare valore alla base agricola. Per migliorare i margini, occorrerebbe una integrazione verticale fino ad avere rapporti diretti con la rete di vendita finale, saltando i diversi intermediari. Rispetto a Paesi di riferimento come Francia e Spagna, le Op italiane hanno puntato d una maggiore crescita delle dimensioni (crescita del fatturato) piuttosto che in una differenziazione di mercato (misurata sulle redditività delle vendite). Nonostante fusioni e integrazioni, le Op italiane evidenziano un ritorno degli investimenti decisamente più basso. Dallo studio risulta che in Italia il margine delle aziende per ogni euro di frutta fresca venduta si aggira mediamente attorno all’1,1%, ben al di sotto di Francia (4%) e Spagna (3,1%). Guardando agli esempi in Europa e negli Stati Uniti, lo studio rileva che la concentrazione dell’offerta, ma non basta la concentrazione orizzontale, che deve invece essere uno strumento per raggiungere un coordinamento verticale con i canali del-


di nuova generazione” con una governance basata sul principio di “una testa un voto”, combinandolo però con i diritti del socio sul capitale con due aspetti caratteristici: a - attrazione di capitali legati ai diritti su titoli azionari collegati alla quantità di prodotto conferito (questo permette di affrontare il problema della sotto-capitalizzazione). b - la funzione di socio è collegata non solo al conferimento del prodotto ma anche alla sottoscrizione di azioni per il capitale di rischio collegato al patrimonio. Questo meccanismo permette di gestire e, dall’altra parte, valorizzare il flusso di prodotto agricolo separatamente dal prezzo, sostenendo così un maggiore interesse e spinta verso l’integrazione di segmenti di maggior valore aggiunto. Secondo lo studio, in Italia di fronte alla crisi c’è un atteggiamento culturale che porta più a ricercare le responsabilità e colpevoli che non a definire obiettivi strategici e relative azioni per conseguirle. Sul piano strategico e operativo, lo studio prevede una serie di interventi verso il mercato e l’organizzazione aziendale.

Da Macfrut un segnale chiaro per tutti: anche l’eccellenza se non organizzata è perdente.

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L’intervento del prof. Bagnara a Macfrut.

Il Mercato - Regolazione e gestione dei rapporti mercati Obiettivo specifico: • Semplificazione dell’aggregazione: le cooperative di produttori sono OP • Rafforzare il ruolo dell’impresa cooperativa specializzata nella filiera attraverso regole di mercato e specializzazione dell’OP per prodotto (esempio:peschenettarine IGP) Azioni: Revisione Dlgs 102/1005 mirata ad introdurre i seguenti principi: a - i soci dell’OP devono essere solo imprese agricole. Verificato questo parametro, la cooperativa deve essere riconosciuta di fatto OP. Le società commerciali partecipate dalle cooperative sono riconducibili all’OP solo se la coop ne detiene il controllo direttamente o in compartecipazione con i propri soci agricoltori. b - obbligo del contratto di fornitura con la grande distribuzione all’inizio della campagna produttiva (in base al Reg.CE 593/2008 in particolare art.9). Il contratto deve essere poi garantito da un sistema di controlli sui punti vendita (prezzi, esposizione del prodotto) effettuato dallo Stato (esempio: ruolo del Corpo forestale). La norma deve imporre il contratto con i seguenti parametri: quantità e tipologia

SINDACATO

la commercializzazione. Il potere contrattuale verso la grande distribuzione passa attraverso il controllo del prodotto il quale può essere misurato non dall’obiettivo della dimensione maggiore del fatturato ma dalla specializzazione dell’impresa: filiere specializzate per prodotto ma capaci di lavorare a dimensione europea. La competitività deve essere poi trasferita anche all’impresa agricola socia attraverso la riduzione dei costi di transazione al mercato (misurati dagli ammortamenti e costi finanziari dell’impresa agricola) e l’attrazione di capitali per investimenti necessari all’ammodernamento dell’impresa. La moderna impresa cooperativa non può quindi limitarsi solo a portare in modo efficiente il prodotto dei soci sul mercato, fornendo cioè solo garanzia di vendita e prezzo minimo, ma deve, a monte, anche ridurre il rischio di produzione, sostenere le imprese agricole negli investimenti e, a valle, migliorare la produttività attraverso una maggiore specializzazione di prodotto combinata con economie di scala nelle strutture logistiche e di commercializzazione. Lo studio, parla di “cooperative


SINDACATO

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merceologica; prezzi e tempi di pagamento (massimo 60 giorni); trasparenza degli sconti, ristorni e premi e termini delle promozioni; impegni minimi di esposizione del prodotto a marchio comunitario sullo scaffale c - introduzione del “diritto di scaffale“ per i prodotti a marchio comunitario collegato alla licenza commerciale, in base a tale principio deve essere riservato almeno il 30% di “facing” cioè dello spazio sullo scaffale per i prodotti a marchio rispetto alla categoria merceologiche; d - programmazione della produzione in funzione dei mercati e gestione dei ritiri di prodotto non di qualità, attribuendo poteri Erga Omnes, alle OP specializzate in categorie specifiche di prodotto (esempio: peschenettarine), per la gestione della qualità del prodotto immesso sul mercato Il Mercato Programmazione e riduzione variabilità dei prezzi Obiettivo specifico: - Migliorare la chiarezza del rapporto dell’impresa cooperativa con la base produttiva - Migliorare l’elasticità del piano operativo per affrontare la programmazione e la gestione delle criticità di mercato - Ammodernare le strutture di supporto ai canali distributivi tradizionali Azioni: Programmazione: 1 - attivazione di una Commissione regionale (di interesse pubblico) di monitoraggio per verificare per la standardizzazione e pubblicazione dei listini di liquidazione (stesso schema per categoria di prodotto) per poter confrontare in modo trasparente i valori di remunerazione 2 - dopo la pubblicazione delle previsioni di produzione (metà

maggio per le pesche-nettarine), la stessa Commissione regionale deve monitorare (entro maggio di ciascun anno) la revisione e l’adeguamento dei piani operativi alle prospettive di mercato dell’annata. 3 - potenziare gli strumenti di

risk management nei piani operativi per tutelare il valore del prodotto ed il reddito anche contro i rischi di mercato. Gestione crisi: polizze multi rischio, fondi di mutualizzazione (per stabilizzare i ricavi ed assicurare il reddito); 4 - Revisione del Reg. (CE) 1580/2007 della Commissione europea per migliorare gli strumenti di gestione collettiva e non singola Organizzazione dei Produttori (OP) dei ritiri di mercato di prodotto non di qualità sufficiente 5 - Piattaforme di servizio per il dettaglio tradizionale: piano mercati annonari/generali per l’approvvigionamento dei canali commerciali tradizionali L’organizzazione aziendale le OP per costruire valore nelle imprese agricole Obiettivo specifico: • specializzazione delle imprese cooperative per prodotto, riavvicinandole al produttore, ed integrazione commerciale e logistica per affrontare i mercati • i piani di riorganizzazione

sono attuati attraverso le persone perciò è necessario collegare la gestione all’efficienza della filiera premiando il management in base ai risultati Azioni: Avviare un piano di riorganizzazione delle OP mirato a rafforzare la competitività sul mercato ma dando più valore alla base agricola: a - separazione della gestione dal capitale b - specializzazione delle OP per linee di prodotto (esempio: pesche-nettarine) rafforzando il rapporto con i territori: dimensionamento del piano operativo delle OP sul valore della produzione per singola specie. c - integrazione delle strutture logistiche e commerciali rafforzando così il potere commerciale per linea di prodotto (esempio: pesche-nettarine). d - Promuovere l’internazionalizzazione delle Organizzazioni dei produttori per poter svolgere un ruolo di programmazione delle produzioni nel bacino del Mediterraneo ed aggregazione dei flussi commerciali per poter competere sui mercati europei. e - Efficienza della gestione: contratti dei dirigenti cooperative legati alle performance dell’impresa coop e del listino di liquidazione (cash flow di filiera oppure: oneri finanziari/ produzione + reddito operativo/ produzione + valore medio/kg di liquidazione); proposta: 50% direttamente come compenso + 25% a disposizione del Consiglio di amministrazione della coop come premio di raggiungimento obiettivi + 25% a disposizione della Commissione Regionale, controllata dalla Regione, da assegnare alla miglior performance manageriale fra tutte le OP f - L’innovazione deve essere uno strumento di competizione


La produzione - riduzione costi e rischi dell’azienda agricola Obiettivo specifico: • Ridurre i costi finanziari (oneri

e ammortamenti) delle imprese agricole • Ridurre il rischio di reddito delle imprese agricole Azioni: 1 - attivare una procedura di “esdebitazione” cioè di sospensione di tutti i pagamenti dovuti dall’impresa agricola entro l’anno (rate operazioni creditizie, versamenti tributari, pagamenti contributi) e successiva rateizzazione e medio periodo (5 anni) con interessi legali: gli agricoltori in settori in stato di crisi o di insolvenza potranno accedere agli accordi di ristrutturazione dei debiti ed alla transazione

(tali operazioni possono essere supportate dalla garanzia fornita da Ismea, la quale va però rivista nelle procedure attuative per una semplificazione) 2 - Rafforzamento dei consorzi di garanzia per accompagnare gli investimenti in innovazione delle imprese 3 - Nelle coop attivare azioni di servizio alle imprese agricole socie per ridurre i costi finanziari ed ammortamenti 4 - Fondo mutualistico sostenuto dal piano operativo dell’OP

FRUTTA SORPASSA VINO, È PRIMA VOCE EXPORT L’ortofrutta sorpassa il vino e diventa la prima voce dell’export agroalimentare nazionale nel 2011. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell’incontro su “Una filiera agricola per l’ortofrutta italiana”, presentata in occasione del Macfrut di Cesena, che evidenzia la storica conquista del primato sulla base dei dati Istat relativi ai primi sei mesi del 2011. Il valore delle esportazioni di frutta e verdura è risultato pari a 2,028 miliardi di euro, superiore di qualche migliaio di euro a quello del vino che, seppur in crescita, si ferma a 2,025 miliardi di euro, nel semestre. Il risultato è stato ottenuto nonostante la psicosi ingiustificata nei consumi determinata dal batterio killer Escherichia coli. Sono arrivati sulle tavole degli stranieri ben il 75 per cento della produzione nazionale di kiwi, il 50 per cento delle mele e del 40 per cento dell’uva Made in Italy. Le performance sui mercati esteri sono state accompagnate a livello nazionale da un aumento degli acquisti familiari di frutta del 6,4 per cento in valore (ma un calo in quantità del 2,7 per cento), che devono essere però confermate nella seconda metà dell’ anno. Quello che è certo è però che i riscontri positivi sul mercato non si sono trasferiti ai produttori ortofrutticoli italiani per i quali il 2011 è stato uno degli anni peggiori. Per i

produttori italiani di pesche nell’estate si è verificato un crack da 300 milioni di euro per effetto del crollo dei prezzi pagati ai produttori che sono scesi sotto i 30 centesimi al chilo, un valore inferiore a quello di dieci anni fa, mentre le importazioni in Italia di pesche dalla Spagna sono praticamente raddoppiate (+78 per cento) a giugno. Se Italia e Spagna hanno pressoché gli stessi costi di produzione all’impresa agricola (appena 0,05 centesimi al chilo di differenza), il costo della lavorazione dopo la raccolta è per l’Italia pari a 0,40 euro al chilo, quasi il doppio dei 0,25 euro al chilo dei concorrenti spagnoli. Le ragioni - riferisce la Coldiretti - vanno ricercate nella maggiore rigidità degli investimenti con una sottoutilizzazione delle immobilizzazioni dovuta anche a una mancanza di pianificazione e qualificazione dell’offerta. Per semplificare, dall’analisi emergono troppi frigoriferi mezzi vuoti, basso valore aggiunto e scarsa programmazione. In Italia, negli ultimi dieci anni, è scomparso circa un terzo del frutteto italiano, con effetti sull’economia, l’occupazione e il paesaggio della campagna italiana.

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SINDACATO

di mercato così come previsto dalla privativa comunitaria del 1994 (Reg. CE 2100/94). Per integrare la filiera dell’innovazione con la produzione ed il mercato, l’innovazione deve essere perciò remunerata attraverso royalties sul prodotto venduto, e non sulla pianta, e gestita da consorzi di produttori organizzati: la caratterizzazione commerciale del prodotto o varietà deve essere basata sulla istintività genetica.


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IL PRESIDENTE MARINI: QUALI SONO LE VERE CAUSE DELLA CRISI ORTOFRUTTICOLA?

SINDACALE

“Sono molte le concause del problema strutturale della nostra ortofrutta, ma quello vero è il costo che si aggiuunge ai nostri prodotti dopo la raccolta”. ti. E’ un meccanismo Qual’ è il problema deldeleterio che dobbiamo la nostra ortofrutta? Il smontare, dobbiamo Presidente Marini nel finirla di pagare come concludere il convegno produttori, come agrial Macfrut ha affrontato coltori i costi di aggrecon schiettezza e lucidigazioni che per fare tà la questione, evidennumero accumulano ziando prima di tutto lo strutture ma anche mustato di generale crisi tui, oneri passivi, mega che di fatto ha congelato stipendi per un manala propensione di spesa gemt che non è mai ledei cittadini e dunque gato all’andamento dei rallentato complessivaprodotti e che a fine mente il quadro econoMarini: diciamoci chiare le cose, è il momento di cambiare pagina. anno bisogna sempre mico. “A questo punto - ha continuato Marini - occorre il pagare e sempre di più. coraggio di andare al cuore del problema e parlare Quest’anno tra riduzione dei prezzi in campagna ed chiaro. Tutti sono d’accordo che per l’ortofrutta il aumento al consumo, sulle pesche, qualcuno ha guaproblema è strutturale, ma è un problema dentro o dagnato anche 50-60 centesimi, non certo gli agricoltori però! fuori casa nostra? Ci sono una serie di concause, di elementi che contri- Allora forse il problema è in casa del mondo agricolo, viene da chi chiamato a rappresentare gli interessi dei buiscono alla crisi, ma che non sono il motivo vero. Pensiamo a quest’anno: il problema è stata l’infezione soci finisce per fare quelli della struttura e non lascia da E. Coli? Non è stato solo un problema italiano, al- il suo posto o non denuncia quello che succede sulle spalle dei soci. tri Paesi lo hanno subito, ma da noi è costato di più. I maggiori costi di produzione? No, la relazione di O che oltre che lamentarsi non agisce, non fa seguire oggi ci dice che in campagna siamo ancora bravi a i fatti alle opinioni. far quadrare le spese (certo se fossero minori sarebbe Dobbiamo avere il coraggio di cambiare le persone molto meglio, ma non è questo che ci mette fuori gio- che non hanno fatto e non fanno i nostri interessi, ma co). Le dimensioni delle strutture? L’O.C.M. che non ce la facciamo a riprendere in mano le strutture? O funziona? La G.D.O., (che pure non controlla tutto il forse non è il momento di cambiare pagina e fare cose mercato e che comunque non riusciamo ad affrontare nuove, lasciando perdere l’illusione di cambiare l’esistente, costruendo realmente una filiera ortofrutticola in modo organizzato) . Il mancato rinnovamento varietale, la scarsa innova- italiana fatta dagli agricoltori. zione? E’ forse allora il problema quello che non sono Se i documenti unitari servono solo a coprirsi la faccia d’accordo le rappresentanze agricole? Beh abbiamo per non dire di avere sbagliato è il momento di dire sottoscritto quest’anno un documento unitario tra Or- basta e di mandare a casa qualcuno, troppo comodo! ganizzazioni ma non per questo il mercato è tornato Poi c’è da chiarire anche quelle previsioni di produpositivo. Un documento che ha messo in evidenza la zione, guarda caso sempre sbagliate nel momento in non volontà di ammettere di avere fatto qualche erro- cui si trattano i prezzi per gli agricoltori e da anni: o re in passato, altrimenti ora non saremmo in questa non sono capaci di farle, e allora è giusto che vadano a casa, o lo fanno apposta ed allora è ancora più giusto situazione se tutti avessimo fatto le cose per bene. La questione vera e fondamentale è stata detta nella che se ne vadano !” relazione del prof. Bagnara: se i costi di produzione Riccardo Casotti sono simili in campo, è fuori dal campo che in Italia Capo Area Sindacale ci graviamo di costi di quasi il doppio dei concorren-


“MISSIONE IMPRESA GIOVANI” CON COLDIRETTI

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Con il presente articolo si informa che si sta avviando la fase operativa di realizzazione di percorsi formativi per i Giovani Imprenditori nell’ambito del progetto “Missione Impresa – capaci di farsi grandi”. Si tratta di una iniziativa che consentirà di ampliare l’ambito di coinvolgimento di Giovani Impresa Coldiretti e di trasferire ai giovani partecipanti, finalità, contenuti, significato e potenziale di crescita della Filiera Agricola Italiana firmata dagli agricoltori. Il Progetto è realizzato da INIPA e Coldiretti Giovani Impresa con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali. I percorsi, pianificati all’interno dell’OIGA ( osservatorio Imprenditoria Giovanile in Agricoltura ), sono suddivisi in 6 moduli tematici: Sindacale e Fiscale; Bilancio e accesso al credito; Accesso ai finanziamenti nazionali e comunitari per le imprese agricole; Agricoltura, ambiente, energia e sicurezza alimentare; Marketing agroalimentare e Informatica per le imprese. Nel rispetto dei contenuti indicati dal MIPAAF, INIPA ha sviluppato gli argomenti secondo le

logiche del Progetto di Coldiretti e con meccanismi e strumenti di presentazione utili per far conoscere e apprezzare il valore della Filiera Agricola Italiana e del suo potenziale di sviluppo per le imprese. In particolare ciascun modulo / corso offrirà ai partecipanti la possibilità di confronto e acquisizione di conoscenze nei seguenti contesti operativi: 1) Il nuovo modello d’impresa agricola: dalla normativa alla gestione (apprendere i principali orientamenti e gli strumenti normativi, fiscali e gestionali, per trasformare la propria azienda in una moderna impresa agricola) 2) I numeri dell’impresa agricola: ricomincio da 3 (sviluppare la consapevolezza imprenditoriale attraverso la lettura dei dati economici e finanziari aziendali) 3) Impresa e territori: come finanziare lo sviluppo (fornire elementi conoscitivi sui principali incentivi comunitari e nazionali e sui principali strumenti di credito e finanza agevolata) 4) Ambiente ed energia a sostegno della Filiera Agricola Italiana (fornire riferimenti e indicazioni su

un’agricoltura sostenibile e responsabile, tutela dell’ambiente, servizi alla società e produzione di energia pulita e rinnovabile) 5) Conquistare il consumatore, conquistare il mercato (fornire ai partecipanti le principali tecniche di marketing e di vendita diretta) 6) Informatica per le imprese del futuro (fornire opportunità di innovazione attraverso l’utilizzo e la conoscenza dei sistemi in rete e delle tecnologie informatiche). La finalità dell’iniziativa è di offrire una formazione concreta, traducibile e spendibile nella quotidianità delle attività aziendali sui molteplici aspetti che riguardano l’impresa multifunzionale, ed essere in grado di intercettare e rispondere positivamente ad una nuova domanda di beni e servizi. Tutti i Giovani interessati a partecipare ai corsi formativi sono pregati di contattare il sottoscritto ( 0532/979753)o i segretari di zona, per organizzare al meglio questo tipo di attività. Marco Baldon Segretario Provinciale Giovani Impresa

GIOVANI

Opportunità formative per giovani imprenditori nel periodo invernale.


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IMPIANTI FOTOVOLTAICI, DOPO IL NUOVO CONTO ENERGIA SONO ANCORA FONTE DI REDDITO?

C.A.A.

Le modifiche introdotte dal nuovo provvedimento del Governo e alcuni esempi per capire la convenienza di un investimento importante per l’azienda Dal mese di giugno scorso e operativo il Decreto sul 4 conto energia; per il Ministro Romani il provvedimento pone le basi per lo sviluppo di medio-lungo periodo del comparto, accompagnandolo al raggiungimento dell’autosufficienza economica. Attraverso la razionalizzazione e una progressiva riduzione delle tariffe, sarà possibile controllare e impiegare con maggiore efficacia l’onere a carico di cittadini e imprese. In questo periodo transitorio ( fino alla fine del 2012 ) è previsto un calo progressivo delle tariffe percepite per allineare il nostro Paese ai livelli comunitari e la salvaguardia degli investimenti in corso. La tariffa percepita viene determinata dal momento dell’entrata in esercizio dell’impianto, con la garanzia del rispetto dell’iter di connessione da parte del gestore di rete, in conformità con i tempi e le relative sanzioni previste dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Con questo decreto si definiscono i criteri e le modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Gli incentivi vengono erogati in conto energia e cioè sono basati su una tariffa incentivante per kWh di energia elettrica prodotta. Il conto energia costituisce la fonte di ricavo principale per il soggetto responsabile dell’impianto fotovoltaico poiché comporta l’erogazione di un incentivo proporzionale alla produzione

di energia elettrica. La tariffa incentivante è riconosciuta per un periodo di venti anni a decorrere dalla data di entrata in esercizio dell’impianto ed è costante in moneta corrente per tutto il periodo di incentivazione. In aggiunta all’incentivo, il soggetto responsabile dell’impianto può contare su un ulteriore vantaggio economico, utilizzando l’energia prodotta per: 1)la cessione in rete, 2)lo scambio sul posto con la rete elettrica. Lo scambio sul posto è un servizio che viene erogato dal GSE su istanza degli interessati. Consente all’utente che abbia la titolarità o la disponibilità di un impianto, la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione. Altra novità è il premio fisso di 5 centesimi di euro per kwh in caso di impianti fotovoltaici che vanno a sostituire coperture in eternit e un premio del 10% per gli impianti che hanno un costo di investimento di materiali riconducibile per almeno il 60% ad una produzione realizzata all’interno dell’Unione Europea. Si riportano le tariffe incentivanti per il periodo transitorio fino alla fine del 2012 delle due categorie che interessano le aziende nostre socie.

Ottobre

Novembre

Dicembre

1°sem2012

2°sem2012

Edif.

Edif.

Edif.

Edif.

Edif.

€/kwh

€/kwh

€/kwh

€/kwh

€/kwh

3<P≤20

0,310

0,288

0,268

0,247

0,227

20<P≤200

0,293

0,272

0,253

0,233

0,214

Porto ora il caso di 2 impianti per dimostrare che ancora oggi è conveniente fare questo tipo di investimento: 1) Cessione totale dell’energia di un impianto di 20 Kwp

Costo di realizzo impianto circa € 55.000 + iva al 10%: 60.500 Produzione energia stimata KwH/anno: 21.300 Incentivo GSE per Kwh mese di ottobre: 0,310 Uso materiale europeo + 10%: 0,031


FINANZIAMENTO PREVISTO: Prodotto: Medioprestito energie da fonti rinnovabili Forma tecnica: mutuo chirografario Importo finanziato: €. 55.000,00 Durata: anni 7 Rata: trimestrale Rata prevista TV: €. 2.223,27 Spese pratica: €. 850,00 Garanzie richieste: Garanzie personali richiedente Cessione del credito GSE Polizza assicurativa a favore della banca Garanzia confidi 2) Scambio sul posto dell’energia con le stesse caratteristiche Costo di realizzo impianto circa € 55.000 + iva al 10% = 60.500 Produzione energia stimata KwH/anno: 21.300 Incentivo GSE per Kwh mese di ottobre: 0,310 Uso materiale europeo + 10%: 0,031 Prezzo di acquisto energia: 0,180 RICAVI INCENTIVO GSE (0,310+0,031): 21.300 * 0,341 = € 7.263,3 RICAVI DOVUTI ALL’ENERGIA risparmiata : 21.300 * 0,18 = € 3.834

TOTALE RICAVI LORDI ANNUI € 11.097,3 SPESE MANUTENZIONE E ASSICURAZIONE ANNUI: € 960 RICAVO NETTO ANNUO : € 10.137,3 TEMPO MEDIO DI RIENTRO: 6 ANNI FINANZIAMENTO PREVISTO: Prodotto: Medioprestito energie da fonti rinnovabili Forma tecnica: mutuo chirografario Importo finanziato: € 55.000,00 Durata: anni 6 Rata: trimestrale Rata prevista TV: € 2.550,68 Spese pratica: €. 850,00 Garanzie richieste: Garanzie personali richiedente Cessione del credito GSE Polizza assicurativa a favore della banca Garanzia confidi Come riportano i due esempi sopra analizzati si può vedere che realizzare degli impianti fotovoltaici è ancora conveniente, questo è dovuto nonostante il calo delle tariffe incentivanti al calo del prezzo di acquisto dei materiali che in pochi mesi sono calati in media dal 20 al 30%. I soci interessati all’argomento che vogliono maggiori informazioni possono contattare il sottoscritto (0532/979753) o i segretari di zona, per prendere appuntamento e verificare le opportunità di credito collegate. Marco Baldon Capo Area Tecnica, Certificazioni aziendali

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C.A.A.

Prezzo di vendita energia prodotta: 0,11 RICAVI INCENTIVO GSE (0,310+0,031): 21.300 * 0,341 = € 7.263,3 RICAVI DOVUTI ALLA VENDITA DI ENERGIA: 21.300 * 0,11 = € 2.343 TOTALE RICAVI LORDI ANNUI € 9.606,3 SPESE MANUTENZIONE E ASSICURAZIONE ANNUI € 960 RICAVO NETTO ANNUO € 8.646,3 TEMPO MEDIO DI RIENTRO 7 ANNI


C.A.A.

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CONDIZIONALITÀ: COS’È E COME SI GESTISCE IN AZIENDA

Con “condizionalità” si intendono una serie di impegni che le aziende devono rispettare per poter beneficiare degli aiuti previsti dalla domanda unica e da tutte le misure che finanziano il piano di sviluppo rurale. Con l’approvazione del decreto ministeriale 10346 del 13/05/2011 sono state apportate alcune modifiche rispetto il precedente decreto del 2009 . Di seguito riportiamo per praticità solo alcuni dei requisiti minimi che le aziende sono tenute ad osservare e che possono essere approfonditi con i tecnici di riferimento negli uffici zona del territorio. PRODOTTI FITOSANITARI Tenuta e compilazione del registro dei trattamenti (quaderno di campagna) deve essere aggiornato entro 30 giorni dall’esecuzione di ogni trattamento. Devono essere rispettate le prescrizioni di utilizzo previste in etichetta del prodotto impiegato , utilizzando dei dispositivi di protezione individuale (DPI) previsti (es. guanti, maschere con filtri, tuta, ecc.) reperibili in azienda in caso di controllo. Lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari deve essere effettuato in appositi locali (o in armadi) , da tenere chiusi a chiave, areati , adeguati per evitare la dispersione nell’ambiente (es. pavimento lavabile) ed il cui contenuto sia segnalato in maniera opportuna con cartelli di segnalazione per sostanze pericolose. Nel caso in cui il trattamento fosse effettuato da un contoterzista, egli dovrà annotarlo direttamente sul registro dell’azienda conservando la scheda

del trattamento , controfirmando ogni intervento fitosanitario effettuato . Nel caso in cui il titolare aziendale e l’utilizzatore dei prodotti fitosanitari non coincidano e tale circostanza non possa essere configurata come un servizio offerto da contoterzista - situazione diffusa soprattutto nelle piccole aziende agricole - deve essere presente in azienda una delega scritta all’utilizzatore firmata dal titolare aziendale. Disponibilità e validità dell’autorizzazione per l’acquisto e l’utilizzazione dei prodotti fitosanitari (patentino) e che nel documento di trasporto dei prodotti sia contenuto il modulo di acquisto riportante le informazioni sul prodotto, generalità dell’acquirente e gli estremi del patentino . Il registro dei trattamenti ( quaderno di campagna ) deve riportare: • elenco cronologico dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture, oppure in alternativa, una serie di moduli distinti, relativi ciascuno ad una singola coltura agraria; • prodotto fitosanitario utilizzato e quantità; • superficie della coltura a cui si riferisce il singolo trattamento; • avversità per la quale si è reso necessario il trattamento; • registrazione della fasi fenologiche/agronomiche principali di ogni coltura: semina o trapianto, inizio fioritura e raccolta. Le aziende che hanno impegni agro ambientali relativi il rispetto dei disciplinari di produzione integrata devono inoltre sottoporre le attrezzature utilizzate per le irrorazioni ad una verifica funzionale ogni 5 anni da parte di personale tecnico abilitato per la taratura degli impianti . MISURE PER LA PROTEZIONE DEL SUOLO La corretta gestione del suolo viene di seguito sintetizzata con le principale regole che prevede il decreto vigente . Divieto di effettuare livellamenti non autorizzati , fatto salvo i livellamenti ordinari per la sistemazione dei terreni a risaia.


Per le superfici invece ritirate dalla produzione volontariamente (superfici a buona pratica agricola) devono essere appunto adottate specifiche pratiche agronomiche atte a limitare il rischio di propagazione degli incendi e l’incontrollato sviluppo delle piante infestanti , tutelando però la fauna selvatica durante i delicati periodi della nidificazione e riproduzione. Infatti deve essere eseguito uno sfalcio per le zone di tutela ambientale e massimo 2 sfalci per le altre

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zone , evitando quindi la rottura del cotico erboso, escludendo però il periodo che intercorre dal 01 marzo al 31 luglio per effettuare i suddetti interventi. Ricordiamo quali possono essere le altre destinazioni delle superfici ritirate volontariamente della coltivazione: • pratica del sovescio in presenza di specie da sovescio o piante biocide; • terreni interessati da ripristino degli habitat e biotopi; • colture a perdere per la fauna; • interventi di miglioramento fondiario ruspature, drenaggi ecc.. ( precedentemente comunicare all’ente pagatore ) • lavorazioni del terreno eseguite per ottenere una produzione agricola nella successiva annata agraria, comunque da effettuarsi non prima del 15 luglio dell’annata agraria precedente all’entrata in produzione. Alessandra Mariotti Responsabile Provinciale Area Tecnica C.A.A.

SISTRI, PER I RIFIUTI RIPARTENZA A FEBBRAIO 2012 Dopo la cancellazione contenuta nei primi provvedimenti delle manovre finanziarie estive, l’obbligo di attivare il sistema di rintracciabilità dei rifiuti è stato ripristinato con decorrenza da febbraio 2012. Coldiretti sta continuando a perseguire sistemi di semplificazione per ridurre il più possibile l’impatto delle nuove normative sulle imprese, assicurando nel contempo un adeguato servizio ed il rispetto della legge. Maggiori informazioni presso tutti gli uffici zona.

C.A.A.

Garantire l’efficienza e la funzionalità nello sgrondo delle acque attraverso la manutenzione della rete idraulica aziendale e della baulatura, rivolta alla gestione e alla conservazione delle scoline e dei canali collettori, presenti ai margini dei campi. Anche la corretta gestione dei residui colturali fa parte del capitolo della protezione del suolo , è vietata la bruciatura delle stoppie e delle paglie salvo per le deroghe consentite quali : • per le superfici investite a riso; • nel caso di interventi connessi ad emergenze di carattere fitosanitario prescritti dall’Autorità competente, preventivamente autorizzate dalla stessa. Inoltre l’avvicendamento delle colture di cerealicole è normata dal capitolo gestione suolo; la monosuccessione , cioè la coltivazione dello stesso cereale, sul medesimo appezzamento, per 2 o più anni consecutivi di cereali quali : frumento tenero e duro, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo non può essere effettuata per più di 5 anni a decorrere dall’anno 2008 in deroga rimane il riso escluso dal divieto. Nel contempo si ricorda che non interrompono la monosuccessione le colture intercalari in secondo raccolto.



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MERCATINO

Gli annunci sono gratuiti. Contattate la redazione dell’Aratro. Servizio riservato ai soci. Si prega avvertire quando non più validi.

U/1 Vendo per inutilizzo vasca con tettoia per cisterna da l 1.000, comprensiva di cisterna zincata da l 500. Pompa per gasolio con gomme e pistole in alluminio, il tutto in ottime condizioni. Vendo anche separatamente, Tel. 339/1875551 U/2 Vendo franzer “Celli” m 2,10 semi nuovo; 2 ruote strette per Fiat 640; 2 gabbie per Fiat 640; un frangizolle “spedo” portante 16 dischi; una barra falciante Gaspardo; un rimorchio in ferro portata 40 q. Per informazioni chiamare ore pasti al numero 0532/724379. U/3 Vendo barra 6 file pieghevole a 75 cm, marca Olimac Drago, attacco Claas, anno 2005. Tel. 0532/814116 U/5 Vendo rotolone Marani tutto zincato, tubo diametro 100, lunghezza m 280, con motorino di recupero, getto su 4 ruotine, pompa con telaio per sollevamento, perfetto, sempre al chiuso, a euro 6.000 trattabili. Tel. 0532/327195 U/6 Vendo muletto Porter 12.4. D.S.C., altezza 275, 2 pistoni, completo centralina funzionante. Tel. 347/5397752 U/7 Vendo causa inutilizzo, anche singolarmente: pala Benfra 215 snodata; Fiat Allis 14B, completa di ruspa; aratro bivomere Comas q 25; Fiat 880; coclea Milani, diametro 20. Il tutto in ottime

condizioni. Tel. 348/3263265 U/8 Vendo fresa sarchiatrice m 2,5, n. 6 file; seminatrice carraro m 2,5; trattore Ford 5000 con muletto e forca per rotoballe. Tel. ore pasti 0532/712655 U/ 9 Vendo estirpatore, a 9 ancore m 2,5; affilatrice per sega da legna. Telefono 0532/427052 U/10 Affitto e/o vendo un negozio di 100 mq + garage di 20 mq sito in Copparo, via XX settembre, 33; vendo una bascula. Telefonare al n. 0532/736934 V/2 Agricoltore disponibile per vari lavori in campagna, tra cui sfalcio e trinciatura dell’erba su argini, scoline, aratura, estirpatura, ripperatura, erpicatura, semina, trasporti, diserbi/trattamenti. Tel. ore pasti Giampietro 348/8520788. V/3 Vendo rotolone marca Marani, diametro 110, lunghezza metri 330; macchina praticamente nuova, interamente zincata e tamburata, motore Ruggerini diesel per il riavvolgimento, carrello a quattro ruote con zavorra autoriempiente, prolunga per mais e prolunga per frutteto, gettone Rainbird. A chi compra l’irrigatore regalo 500 m di tubi. Per informazioni tel. 338/9327866. V/4 Vendo Caterpillar D5 B, turbo, 150 cv, ore 4.217, anno 1981, catene lubrificate, ottime

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N.B. La pubblicazione, per dare spazio a tutti i soci, è garantita per soli tre numeri.


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inutilizzo, motozappa Pasquali, alimentazione benzina, carrellata con posto guida,avviamento a batteria, dotata di ruote gommate e gabbiette in ferro, corredata di sega tagliaerba, aratro e altri accessori vari, ideale per lavori anche sottoserra. Ottimo stato. Prezzo interessante. Tel. 0532 754026 ore pasti sig.ra Graziella A/2 Vendesi fresa pasquali , motore nuovo diesel , larga 50 cm . Cisterna in vetroresina da qli 5 nuova mai usata . Prezzo interessante 333 2961634 A/3 Vendo Spedo idraulico, interfilare, 4 dischi, attacco al sollevatore, buone condizioni; fresa OMAS, idraulica, interfilare, uso sia automatico sia manuale, buone condizioni. Prezzi interessanti. Tel. 0532/848332 A/4 Vendo trattore Fendt 614, 160 cv. Tel. 347/8832685 A/5 Vendo caricatore Colmart T7. Tel. 338/8533946 A/6 Vendesi terreno edificabile loc. Circonvallazione Mezzogoro. Mq 1.900 circa. Tel ore pasti 340/9560002 A/7 Cerco operaio per azienda frutticola per lavori vari quali: trattamenti, diserbi e raccolta frutta, zona Ferrara. Tel. 347/5817369 A/8 Causa inutilizzo vendo trattore Fiat 70CI in buono stato; livella americana Eversmann;

spandiconcime da 60 q, marca New Star. Per informazioni contattare Samuele al 335/6574262 A/9 Vendo per cessata attività trattore cingolato Fiat 70 CL completo di ruspa, con aratro Schiavina monovomere q. 10; trattore Fiat 666 2 RM; rimorchio agricolo marca Negrizzolo N50R; botte diserbo q 6; trinciastocchi m 1,80; spandiconcime Lely q 3. A/10 Vendo aratro marca “MIPRA”, monovomere entrosolco voltaorecchio, con ruota di profondità per trattrici da cv 70 circa. Buone condizioni. Tel. 333/4656086

Mendes Bertazza N. 14/11/1928 M. 22/9/2011 La Redazione si unisce al cordoglio dei familiari nel ricordo di una persona buona e sempre vicina a Coldiretti.

Emanuele Bassi N. 22/5/1925 M. 28/7/2011 Padre diBassi Maurizio, Luigi e Giancarlo, nostri soci di Comacchio

Emanuele Lavezzo N. 27/2/1940 M. 30/5/2011

LEGGERMENTE ATLETICI 2011: UN GRANDE SUCCESSO Grazie al consueto impegno ed alle grandi doti del personale della cooperativa Giro giro tondo di Comacchio, anche nel 2011 si è tenuta l’edizione di Leggermente Atletici, competizione sportiva che ha visto il suo epilogo allo stadio Raibosola di Comacchio lo scorso 20 settembre con le gare di atletica. Oltre 200 gli ospiti delle strutture socio riabilitative e sociali che hanno partecipato, animando con genuino spirito agonistico e sportivo la manifestazione che è giunta alla sua sesta edizione,

con un crescendo di consensi. È particolarmente soddisfacente per Coldiretti aver potuto dare un pic-

colo contributo alla riuscita della manifestazione con la fornitura delle magliette e soprattutto con la condivisione della volontà di dare opportunità anche a chi ha più difficoltà di altri ad inserirsi nella nostra società per far sentire il meno possibile l’emarginazione a queste persone ed alle loro famiglie. Con l’auspicio che ogni giorno si trovino le motivazioni per dedicarsi ai meno fortunati ed accompagnarli in un cammino di vita e di relazione dove contano davvero le persone ed i valori profondi.


L’articolato percorso di unificazione dei 38 confidi agricoli regionali presenti sul territorio con il conseguente processo finale di fusione per incorporazione ha dato vita a CreditAgri Italia che, nella veste di società cooperativa per azioni, costituisce il più articolato ente di garanzia fidi italiano operante in agricoltura con i requisiti formali e sostanziali dei Confidi ex art. 107 del Testo Unico Bancario. Infatti, grazie all’iscrizione ex art. 107 TUB quale intermediario vigilato, CreditAgri Italia oltre al rilascio di garanzie sussidiarie può accordare anche garanzie a prima richiesta che, rispettando i requisiti previsti da Basilea 2, consentono di abbassare il livello di rischio delle operazioni sostenute dal Confidi, con evidenti vantaggi per le Banche dovuti alla riduzione degli accantonamenti patrimoniali previsti in assenza di garanzia. Per ottenere l’iscrizione all’ex articolo 107 del TUB, CreditAgri Italia si è data una struttura operativa in grado di rispondere alle esigenze determinate dalla vigilanza di Banca d’Italia. Tutti i processi interni che portano alla valutazione e al rilascio della garanzia sono improntati alla più assoluta trasparenza e corrispondono alle necessità di certificazione di qualità e controllo di Banca d’Italia. Nella pratica, la rete CreditAgri a livello di sede provinciale istruisce la domanda e raccoglie i corredi documentali necessari a supporto della richiesta. Ultimata l’istruttoria, la pratica passa all’analisi della Direzione crediti e, ottenuto parere tecnico favorevole, passa al Comitato esecutivo. Una volta deliberata, si invia alla Banca la comunicazione di concessione garanzia, che ha validità per 120 giorni. Assunta la delibera, l’Istituto bancario lo comunica a CreditAgri Italia che provvede a rilasciare formale fidejussione a favore della stessa a valere sui fondi rischi del Confidi. Ricevuta la fidejussione si potrà procedere all’erogazione finale del finanziamento e al contestuale accredito delle commissioni a favore del Confidi. In questi ultimi mesi di attività, la rete di mediazione creditizia CreditAgri Emilia Romagna, grazie al fondamentale apporto della Cooperativa di garanzia fidi, ha potuto ulteriormente rafforzare e potenziare la propria offerta di servizi, favorendo l’accesso al credito ordinario e agevolato e incentivando lo sviluppo del settore agricolo con prodotti dedicati e un servizio di consulenza personalizzata volto al sostegno dei progetti di investimento. Ulteriore e recente vantaggio a disposizione delle aziende clienti di CreditAgri è rappresentato dal fatto che la nostra Cooperativa di garanzia fidi è altresì partner di SGFA-Ismea, Ente di diritto pubblico attivo nel rilascio di garanzie con controgaranzia dello Stato. Inoltre, poiché il problema del credito è una criticità

emersa sia durante l’ultima Assemblea nazionale di Giovani Impresa Coldiretti che in occasione del recente Comitato regionale tenutasi il 19 settembre a Bologna, CreditAgri ha aggiunto alla propria offerta un apposito pacchetto di prodotti finanziari dedicato ai giovani imprenditori (max 40 anni)i, affinché questi ultimi, anche in momenti di difficoltà come quelli attuali, possano essere stimolati ad approcciare il mercato e l’innovazione con un rinnovato entusiasmo e maggiori strumenti. Il prodotto Start Up, per esempio, comprende finanziamenti per l’avvio dell’impresa con un plafond massimo di 50.000 euro. Invece la copertura del 100%, iva compresa, delle spese relative all’acquisto hardware e software per il miglioramento della gestione aziendale costituiscono l’asse della misura denominata Prestito informatizzazione Aziendale. Le agevolazioni sono previste i giovani agricoltori ma anche per le società di persone o capitali che abbiano almeno un giovane di età inferiore ai 40 anni nella compagine sociale. La misura sulla Formazione è particolarmente attenta alle esigenze di un mercato in continua evoluzione: in questo caso, vengono coperti il 100% dei costi, iva compresa, sostenuti per prendere parte ad attività formative; durata massima del finanziamento 12 mesi. Fideiussione a favore di Ismea prevede, invece, finanziamenti per i progetti destinati al subentro in agricoltura con l’importo fissato al massimo al 100% di quanto previsto dal decreto di concessione Ismea. Conto corrente tutto compreso Agricoltura è destinato alle imprese associate CreditAgri Italia riconosciute tramite apposita convenzione con un canone pari a zero nei primi 6 mesi che arriva poi a 9 euro. Infine, la misura del Subentro aziendale è destinata alle imprese associate CreditAgri Italia e, al fine di garantire la continuità aziendale, prevede investimenti finanziabili per acquisto e subentro per imprenditoria giovanile anche in qualità di socio dove la componente giovanile rappresenta la maggioranza della compagine sociale.

Per informazioni: CreditAgri Emilia Romagna Referente Impresa Verde Ferrara: Alessandro Ballarini Tel. 0532.979734 alessandro.ballarini@coldiretti.it www.creditagri.com

CREDITAGRI

CREDITAGRI: AUMENTANO I PRODOTTI DEDICATI AI GIOVANI

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EPACA

INFORMAZIONI EPACA MALATTIE PROFESSIONALI AGRICOLE A seguito di diverse sentenze della Corte di Cassazione e di specifiche disposizioni di legge, è stata recentemente ampliata la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo. Il riconoscimento della malattia professionale può dare origine, come per gli infortuni, ad una indennità giornaliera per astensione temporanea assoluta dal lavoro, e al riconoscimento di postumi permanenti indennizzabili in capitale o, se superiori ad un grado percentuale del 15%, alla costituzione di una rendita mensile. Ci sembra opportuno evidenziare di seguito alcune malattie professionali piuttosto frequenti in agricoltura (ma anche in altri ambiti lavorativi) per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio potranno rivolgersi all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione, anche attraverso una consulenza medica completamente gratuita. TUNNEL CARPALE La sindrome del tunnel carpale viene riconosciuta come malattia professionale nei confronti di coloro che sono impegnati in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impegno di forza: è il caso, ad esempio, di coloro che sono impegnati nella potatura ovvero coloro che svolgono l’attività di mungitura senza l’ausilio di mezzi tecnici. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. DIMINUZIONE DELLA CAPACITÀ UDITIVA I lavoratori che sono affetti da ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica per essere stati esposti a lavorazioni rumorose nell’industria, nei trasporti o in agricoltura hanno diritto alla richiesta di indennizzo per il riconoscimento della malattia professionale: a titolo esemplificativo, in ambito agricolo, è una patologia che colpisce frequentemente i trattoristi o coloro che, comunque, utilizzano in modo frequente macchinari piuttosto rumorosi. Può essere richiesto l’indennizzo entro 4 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia.

ERNIE E PROTUSIONI DISCALI DELLA COLONNA LOMBO SACRALE I lavoratori affetti da patologie della colonna lombo sacrale, per avere svolto lavorazioni quali conduzione abituale di trattori agricoli, movimentazioni manuali di carichi svolte in modo non occasionale ed in assenza di ausilii efficaci, posture incongrue. Può essere richiesto l’indennizzo entro 1 anno dall’abbandono delle lavorazioni che hanno causato la malattia. TENDINITI Sono malattie professionali tabellate le tendiniti della spalla, del gomito, del polso e della mano se coloro che ne risultano affetti svolgono lavorazioni, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, posture incongrue ed impegno di forza: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la raccolta di frutti pendenti, la cernita di frutta e verdura o la sessatura del pollame. Può essere richiesto l’indennizzo entro 1 anno dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. PATOLOGIE DEL GINOCCHIO Le borsiti per chi svolge o ha svolto lavorazioni con appoggio prolungato del ginocchio e le meniscopatie degenerative o le tendinopatie del quadricipite per chi svolge o ha svolto lavorazioni con movimenti ripetuti del ginocchio o mantenimento di posture incongrue sono state inserite tra le malattie professionali tabellate: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la semina o raccolta di frutti od ortaggi a terra, viticoltori ed in genere coloro che sono costretti all’utilizzo prolungato della gamba come punto di appoggio per far leva su attrezzi di lavoro. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli interessati a rivolgersi al Patronato Epaca della Coldiretti dove personale qualificato saprà fornire le corrette indicazioni del caso.

NUOVI TICKET PER FARMACI, VISITE ED ESAMI SPECIALISTICI Da lunedì 29 agosto sono stati introdotti in EmiliaRomagna i nuovi ticket sanitari su farmaci, visite ed


I nuovi ticket su farmaci, visite, esami specialistici • non sono applicati a tutte le persone già esenti: in base al reddito e all’età, alla patologia e alle altre condizioni previste • si pagano per farmaci, visite, esami erogati da lunedì 29 agosto 2011 • sono modulati per fasce di reddito familiare lordo fiscale • ogni cittadino è tenuto a compilare un modulo di autocertificazione del reddito familiare lordo fiscale • chi fa visite, esami o ritira farmaci dal 29 agosto al 17 settembre ha 60 giorni di tempo per mettersi in regola e presentare la propria autocertificazione • dal 18 settembre chi non ha autocertificato la sua fascia di reddito, e deve ottenere prestazioni soggette a pagamento ticket, paga il ticket massimo, come per i redditi familiari fiscali sopra i 100.000 euro Esenti dal ticket Bambini fino a 6 anni e persone anziane dai 65 anni, con reddito familiare lordo inferiore a 36.152, persone con invalidità o con malattie croniche, donne in gravidanza, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione e loro famigliari. Autocertificazione del reddito familiare lordo fiscale - un modulo per ogni persona I nuovi ticket sono differenziati in base a fasce di reddito che ogni cittadino dovrà autocertificare, attraverso un modulo che dovrà essere compilato per ogni componente del nucleo familiare una sola volta (salvo modifiche di fascia di reddito familiare). Per la valutazione del reddito viene considerato, come prevede la legislazione nazionale del ‘93 sulla compartecipazione alla spesa, il reddito del nucleo familiare lordo fiscale. Il nucleo familiare fiscale Il nucleo familiare fiscale è composto dai coniugi (anche se non sono a carico), non separati legalmente, e dai familiari a carico.

In caso di separazione, ogni coniuge compilerà il modulo facendo riferimento al proprio nucleo familiare fiscale. Sono familiari a carico quelli non fiscalmente indipendenti, per i quali l’interessato gode di detrazioni fiscali, perché il loro reddito è inferiore a € 2.840,51. Sono: il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, i figli anche naturali e/o adottati, affidati o affiliati con reddito non superiore a € 2.840,51, senza limiti di età anche se non conviventi e residenti all’estero. Le persone, pur conviventi, che dispongono di un proprio reddito annuo che supera € 2.840,51 costituiscono, con l’eccezione del coniuge, nuclei familiari autonomi. IL DETTAGLIO DEI NUOVI TICKET PER I NON ESENTI Farmaci Per la prima volta in Emilia-Romagna anche per i farmaci erogati a carico del Servizio sanitario regionale viene introdotto un ticket in base al reddito lordo del nucleo familiare fiscale. Tale ticket non riguarda chi ha un reddito inferiore ai 36.152 euro e chi già usufruisce di un’esenzione. Questi i ticket e le relative fasce di reddito: 1 euro a confezione (con tetto di 2 euro per ricetta) per un reddito compreso tra 36.153 e 70.000 euro; 2 euro a confezione (con tetto di 4 euro per ricetta) per un reddito tra 70.001 e 100.000 euro; 3 euro a confezione (con tetto di 6 euro per ricetta) per redditi superiori ai 100.000 euro. Visite specialistiche, prestazioni di chirurgia ambulatoriale Il ticket per le viste specialistiche aumenta di 5 euro per tutti, indipendentemente dal reddito. Chi è esente continuerà ad esserlo. Per la prima visita il ticket sarà pertanto di 23 euro, per quelle di controllo di 18 euro. Viene introdotto anche un ticket di 46,15 euro per le prestazioni di chirurgia ambulatoriale della cataratta e della sindrome del tunnel carpale.

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21 esami specialistici, decisi dal Governo con la legge 111 del 15 luglio 2011, e che la Regione Emilia-Romagna, con delibera di Giunta n. 1190, ha scelto di applicare con un sistema di ticket ritenuto più equo, rispetto a quanto previsto dalla manovra finanziaria che ha disposto un ticket di 10 euro per ogni prescrizione e per tutti i cittadini. La Regione ha confermato tutte le attuali esenzioni: chi è già esente dal pagamento del ticket, continua ad esserlo. Per le persone non esenti, il ticket è stato differenziato in base alla fascia di reddito del nucleo familiare fiscale.


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Risonanza magnetica e Tac Per la risonanza magnetica e la Tac la compartecipazione del cittadino viene rimodulata con questi importi e le relative fasce di reddito: 36,15 euro (resta dunque invariato) per redditi fino a 36.152 euro; 50 euro per redditi tra 36.153 e 100.000 euro; 70 euro oltre i 100.000 euro. Esami specialistici Viene introdotto, e modulato in base al reddito, un ulteriore ticket sulla ricetta con esami che hanno un valore tariffario superiore a 10 euro. La misura non riguarda i redditi fino a 36.152 euro. Tale quota non si applica alle ricette che prescrivono solo la visita e a quelle che prescrivono Tac e risonanza magnetica. Se la ricetta contiene la visita e altre prestazioni, il costo della visita non concorre a determinare il valore tariffario.

Ecco dunque ticket e corrispondenti fasce di reddito: 0 euro fino a 36.152 euro; 5 euro tra 36.153 e 70.000 euro; 10 euro tra 70.001 a 100.000 euro; 15 euro oltre i 100.000 euro. Per quanto riguarda le prestazioni di Pronto Soccorso non cambia nulla, restano in vigore i ticket e le esenzioni attuali. Gli uffici della Federazione Coldiretti/Impresa Verde sono a disposizione per la verifica, compilazione e consegna presso l’AUSL dei modelli di autocertificazione, che dovranno essere corredati da copia del documento di identità valido del soggetto che firma la dichiarazione. “SGRAVI CALAMITÀ 2009” Stanno pervenendo in questi giorni dall’Ufficio Agricoltura della Provincia di Ferrara i nulla osta relativi ai danni per calamità subiti nel 2009 dalle aziende agricole interessate. Nel ricordare che in caso di calamità accertata superiore al 30% spetta anche uno sgravio dei contributi previdenziali agricoli autonomi e quali datori di lavoro, invitiamo tutti coloro che hanno ricevuto il nulla osta a presentarsi presso gli uffici del patronato EPACA per la compilazione e l’inoltro delle apposite domande di sgravio e ricalcolo contributivo. Beatrice Tagliaferri Responsabile Provinciale EPACA

DECRETO SICCITÀ, RICHIESTA SUPPLEMENTI CARBURANTE AGRICOLO Il perdurante periodo di tempo caldo e soleggiato, con assenza di precipitazioni (l’autunno più caldo degli ultimi 180 anni), ha significato anche la necessità di utilizzare nelle pratiche agrarie più carburante dell’ordinario, soprattutto per interventi irrigui, tanto che la Regione Emilia-Romagna ha rilevato un incremento di quasi il 50% dei consumi idrici in tutti i comprensori regionali, ritenendo pertanto di riconoscere la fondatezza delle richieste delle associazioni agricole per attivare la possibilità di integrare le assegnazioni di carburante ad accisa ridotta per le necessità di talune colture ed allevamenti estensivi in acque salmastre (itticoltura), già dichiarati entro lo scorso 30 giugno ai fini

della assegnazione ordinaria. Pertanto entro il prossimo 31 ottobre, alle aziende agricole che presenteranno apposita richiesta di integrazione potranno essere assegnati quantitativi di carburante agevolato sino al massimo del 100% della originaria assegnazione, a condizione che i prodotti petroliferi “ordinari” siano stati esauriti antecedentemente la data della delibera regionale che consente l’integrazione in oggetto, ovvero il 3 ottobre 2011. Avranno la possibilità di richiedere l’integrazione le aziende con colture orticole, mais, vivai, pomodoro, frutteti, viti, kiwi, fragole, colture sementiere. Maggiori informazioni presso gli Uffici Zona.


UN’ESTATE SOTTO IL SEGNO DI CAMPAGNA AMICA

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Tra i Sapori da Mare, Spiaggia e Sapori, la festa dell’Ospitalità, le tante occasioni costruite per far conoscere i nostri prodotti ed anche il territorio, Campagna Amica Ferrara ha sviluppato un intenso programma di attività che ha animato l’estate ferrarese. Tra le principali iniziative sottolineiamo le “cicloscampagnate” che hanno fatto conoscere le aziende agricole coinvolte ai turisti, guidati alla scoperta “in campo” dei prodotti tipici di stagione. A Ferragosto tradizionale appuntamento con la cocomerata sul molo di Portogaribaldi, ed a Lido Estensi, chiusura della stagione con Sapori tra Terra e Mare all’inizio di settembre. Appuntamento ora con i mercati e con il progetto dei Punti Vendita accreditati e le Botteghe di Campagna Amica, oltre che con il grande appuntamento della Giornata del Ringraziamento. Alla ribalta ancora i prodotti ed i nostri produttori, all’insegna del marchio Campagna Amica, che quest’anno ha debuttato anche alla Fiera di Codigoro, oltre che con i banchi di vendita degli agricoltori, anche come supporter delle gare di nuoto. Pubblichiamo alcune foto degli eventi per ricordare una intensa stagione vissuta sempre al massimo! Riccardo Casotti Responsabile provinciale Campagna Amica

CAMPAGNA AMICA

Si è conclusa una stagione che ha visto il nostro impegno per far conoscere i nostri prodotti ed il nostro territorio ai turisti della nostra costa. Con successo.


DAL CONSORZIO AGRARIO DI FERRARA Le varietĂ di grano consigliate per la semina 2011 GRANO DURO Dakter n ew Isildur n ew Levante Orobel PR22D66 GRANO TENERO w

Altamira n e Aubusson Bandera n ew Bologna Kalango Masaccio Palesio Tiepolo n ew Valbona n ew

Prenotabili presso le rappresentanze CAP


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