La Gazzetta della Torre

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Giugno 2018 ANNO I - n. 1 a cura della Classe V

PERIODICO

Classe I

SCOLASTICO

Realizzazione grafica: Stefania Paglialunga e Paula De Loyzaga Stampa: Grafiche Diemme - Bastia Umbra

Classe V

Classe III

Classe II

Classe IV

Un saluto dalla QUINTA Le alunne e gli alunni di classe QUINTA, a.s. 2017/2018, ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo giornale. “La Gazzetta della Torre” da voce ad alcuni dei percorsi e degli avvenimenti che hanno accompagnato o determinato la vita scolastica non solo della quinta, ma dell’intero plesso scolastico, da settembre a maggio. Mille grazie agli sponsor senza i quali non potreste ora leggere il nostro giornale; grazie a tutti quelli che hanno creduto in noi.

Un saluto alla QUINTA “In prima, nella bocca, quasi ancora il sapore del latte...- così narra Roberto Piumini lo scorrere della vita scolastica - In seconda, occhi spalancati ascoltando parole, storie... In terza un salto avanti, ragionare, ricordare, dividere...In quarta che bellezza! E poi in quinta: il corpo si fa un po’ diverso e qualche volta la fronte si corruga. SI VA ALLE MEDIE, perchè il mondo gira, le maestre fanno i professori, i libri grossi, i compiti diversi, e altri amori verranno nella mente e occorrerà essere cittadini, imparare le REGOLE DI OGNI LIBERTÀ”. R. Piumini, Si va alle medie


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I Lettori in erba di CLASSE PRIMA

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bambini della classe prima hanno aderito al progetto Giunti “AIUTACI A CRESCERE, REGALACI UN LIBRO”. Per questo il giorno 27 marzo, accompagnati dalle insegnanti di classe, i bambini hanno effettuato l’uscita didattica alla Biblioteca Comunale “Dante Alighieri” di Foligno, dove hanno assistito alla lettura animata da parte di un’esperta, del libro “La grande fabbrica delle parole” di V. Docampo e A. de Lestrade. La lettura ha catturato l’attenzione e l’interesse dei bambini che successivamente hanno visitato i bellissimi locali affrescati. La biblioteca è riccamente fornita di diverse sezioni, tra queste spiccano quella relativa alla CAA “comunicazione aumentativa-alternativa” e quella “braille”. Gli alunni hanno potuto visitare, nel locale sotterraneo, gli archivi della biblioteca stessa, osservando e ammirando le antiche stampe di libri e giornali. Alla fine della visita hanno ricevuto in dono numerosi libri per l’infanzia che sono andati ad arricchire la nostra biblioteca di plesso “La Torre Narrante”. Concetta Cangelosi, Antonella Fiorucci

LO SPLENDORE DELL’ANTICA GRECIA Memorie di un viaggio

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ssieme alla mia famiglia, lo scorso dicembre ho fatto un viaggio su una nave da crociera ed ho visitato l’Acropoli di Atene. Al suo interno c’è un grande tempio dedicato agli dei impreziosito da tante statue che li rappresentano. Girando per l’Acropoli si possono notare alcuni bellissimi disegni che ricostruiscono, grazie all’uso dei computer, Atene quando era al suo antico splendore. Nelle ricostruzioni è ben visibile anche la statua della dea Atena, alta circa cinque metri e mezzo. Tanti anni fa la statua è stata rubata ma gli storici non hanno idea di chi sia stato e dove sia finita. Al centro dell’Acropoli c’è il Partenone che è sicuramente il monumento più importante dell’antica

Grecia, uno dei più famosi al mondoSotto l’Acropoli ci sono alcuni teatri, uno di questi è il teatro di Dioniso: è il più importante del mondo greco e risale al V e IV secolo a.C. Intorno alla città ci sono i templi degli dei e ognuno aveva il suo, io però mi sono interessato più di tutti al tempio di Zeus, che tra gli dei è il mio preferito, perché era il loro “leader” e aveva i poteri maggiori. Nonostante il fiatone per la scarpinata e le cadute tra le rocce, vedere Atene dall’alto è stata una sensazione da capogiro, ho avuto l’impressione che tutta la città mi ruotasse intorno. Non dimenticherò mai tanto splendore… P.S. Ho saltato la scuola. Damiano Aisa


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FRANCESCA DOMINICI:

Scienziata e dirigente geniale alla Harvard University

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bbiamo avuto l’onore di poter conoscere ed intervistare una grande scienziata: Francesca Dominici. La professoressa Dominici insegna Biostatisca all’Università di Harvard ed è direttrice del Data Science di Harvard, un importantissimo centro di ricerca dati che monitora e studia i livelli di inquinamento atmosferico in tutti gli Stati Uniti, insomma è lei che cerca di far ragionare Trump sugli effetti negativi per la salute che l’inquinamento dell’aria comporta. Lei ha studiato a Roma e a Padova e poi si è trasferita negli Stati Uniti. È stata da poco eletta “donna del mese” dalla associazione americana di studi statistici. È considerata una delle migliori al mondo nel campo della statistica applicata alla medicina. Da sempre combatte contro le discriminazioni che devono subire le donne soprattutto nel campo della ricerca universitaria e delle scienze.

Cosa si prova quando si riceve una proposta di lavoro da una delle più importanti università del mondo? È stata una grandissima soddisfazione, quando per la prima volta l’Università di Harvard mi ha chiamata proponendomi un posto di lavoro. Ho dovuto rifiutare perché io e mio marito avevamo programmato di avere un figlio e quel lavoro non sarebbe stato compatibile con il bisogno di cure e tempo che richiede un bambino piccolo. Fortunatamente dopo qualche anno, quando nostra figlia Enrica aveva ormai 4 anni, mi hanno richiamato e a quel punto ho accettato, ho chiesto che assumessero me e mio marito. C’è mai stato un professore o una materia che la mettevano in difficoltà a scuola? Ho sempre avuto delle difficoltà con il francese, non azzeccavo un accento; con la geografia era difficile ricordare tutti quei dati. Ora apprezzo molto la storia, ma all’epoca non capivo perché bisognasse studiarla. Lei si batte molto per le pari opportunità fra uomini e donne. Ci racconta un episodio in cui si è sentita discriminata perché donna?

Sono tanti gli episodi di discriminazione. Quando c’è una riunione per esempio, se a parlare è un maschio tutti lo ascoltano, mentre se parla una donna non è lo stesso. Anche lo stipendio è differente. Sono sicura che lo stipendio di un professore maschio con la mia stessa esperienza è diverso dal mio. Qual è il suo motto? Il mio motto è: “embrace the uncomfortable”; vuole dire di non avere mai paura delle situazioni in cui non ci si sente adeguati, invita ad affrontare le proprie paure o debolezze. Ringraziamo la Professoressa Dominici per aver risposto alle nostre domande, per averlo voluto fare realizzando un video. Ringraziamo Enrica, la figlia della professoressa, per aver letto le domande nostre. Enrica ci ha confessato, a conclusione dell’intervista, che da grande non farà il lavoro di sua madre perché ha altri interessi, che sua madre lavora molto solo quando è in giro per il mondo e che da grande vorrebbe essere proprio come lei. Gli alunni della classe V


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CORRIERE DELL’UMBRIA, Mercoledì 28 marzo 2018

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l primo giorno di primavera presso la Scuola Primaria “Francesco A. Frondini” di Tordandrea di Assisi è stata inaugurata “La Torre delle Scienze”, un laboratorio scientifico, spazio gemello della deliziosa biblioteca scolastica “La Torre Narrante”, aperta due anni or sono. Il laboratorio nasce dalla volontà delle insegnanti del plesso che non si sono lasciate intimidire da difficoltà logistiche o economiche. Instancabili e propositive, le coordinatrici Marianna Barbanera e Maria Grazia Bovi hanno ritenuto opportuno condividere questo sogno con la comunità; alla loro “chiamata” hanno risposto in tanti: insomma “quelli della Torre” non si sono fatti certo pregare. Sono bastati pochi mesi per vedere il sogno divenire realtà: un laboratorio

accogliente, funzionale, magistralmente decorato, è ora pronto ad accogliere giovani scienziati in erba che, tra alambicchi, provette, microscopi, software innovativi, potranno persino cimentarsi nella divertente scienza della meteorologia: il laboratorio infatti è dotato di una stazione meteo con webcam che a breve sarà connessa con un sistema dati nazionale. La meteorologia è stata il leitmotiv della giornata del 21 marzo; il Colonnello dell’Aeronautica Militare Francesco Laurenzi, meteorologo della trasmissione della Rai “Uno mattina in famiglia”, è stato l’ospite d’onore che ha presenziato al taglio del nastro, anche se a dirla tutta, sicuramente si è divertito di più a condurre esperimenti in classe con gli alunni. Gli studenti hanno chiesto autografi per i loro qua-

derni di scienze a lui e alla sua Signora, la Dott.ssa Laura Patrioli, sua assistente per l’occasione. La giornata si è arricchita della partecipazione di altri esperti delle scienze in senso più ampio: l’agronomo Gianluca Massei, gli esperti di meteorologia Massimiliano Squadroni e Pierluigi Gioia, l’esperta di robotica educativa Ilenia Repola, dulcis in fundo, due insegnanti del plesso che in un’accattivante versione “maestre in camice bianco” hanno letto e animato racconti scientifici. Fra i tanti commenti positivi dei genitori e cittadini che hanno varcato la soglia del nuovo laboratorio, quello più frequente e significativo è stato: ”Vorrei tornare piccolo per frequentare io stesso una scuola con un laboratorio così!”. Questa dunque è l’unica vittoria che conta. Una SCUOLA amata e da amare. Una SCUOLA per la quale genitori e cittadini si sono sporcati le mani anche facendo tardi la notte, perché non ci sono problemi insormontabili se si è comunità. Ci sono storie le cui parole sono scritte con la testa, altre con il cuore, altre ancora con entrambi. Questa storia narrata “con la testa” racconta di una COMUNITÀ EDUCANTE, quella di TORDANDREA, impegnata nella costruzione del futuro e dell’identità dei suoi bambini e delle sue bambine. La stessa storia raccontata “con il cuore” rievoca tradizioni antiche, traman-


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date da un’umanità agli albori della sua evoluzione e passate indenni attraverso i millenni. Così raccontava Nelson Mandela nel 2008: “In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu: il senso profondo dell’essere UMANI solo attraverso l’UMANITA’ degli altri… se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri…”. Con queste parole il premio Nobel spiegava cosa fosse l’Ubuntu, l’espressione di una COMUNITÀ che è capace di migliorarsi. Lo stesso Papa Francesco ricorda il proverbio africano: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio” e lo fa proprio parlando della Scuola e della Comunità che la circonda. TORDANDREA si pone come piccolo e calzante esempio di “Comunità Educante”, di “intero villaggio” che cresce i suoi giovani. Una COMUNITÀ

che esorta al sostenersi, all’aiuto reciproco, adotta le buone pratiche della scuola e le trasforma in spazi fisici e oggetti concreti. Come hanno ricordato le insegnanti Barbanera e Bovi, ognuno nel paese ha risposto all’appello della scuola con i mezzi che aveva a disposizione e per quel che ha potuto: “In tanti hanno messo a disposizione tempo e risorse per la realizzazione de “La Torre delle Scienze”. In molti, esercizi commerciali ed imprese, hanno offerto un contributo immediato, altri si sono aggiunti durante il viaggio, ma la sensazione raccolta da noi insegnanti è che anche chi non ha fattivamente potuto contribuire ed essere in prima linea, è stato parte della visione, l’ha tifata e ci ha creduto.” Gli assessori Veronica Cavallucci e Simone Pettirossi, presenti all’evento,

hanno lodato l’attività non solo dell’istituzione scolastica tutta, partendo dall’attenta e illuminata dirigenza del Prof. Carlo Menichini e dello staff delle insegnanti, ma hanno soprattutto messo in luce quanto l’operato della cittadinanza di Tordandrea, collaborativo e aperto, permetta al paese non solo di non morire, ma addirittura di erigersi a modello di comunità che è artefice del suo futuro. Per tali ragioni l’Amministrazione Comunale ha promesso un suo fattivo sostegno per le future iniziative che scuola e territorio vorranno realizzare. Grazie a tutte e tutti. Grazie anche alla redazione del Tgr Umbria che ha scelto di realizzare un servizio e documentare la nostra bella giornata! Maria Papa


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CLASSE SECONDA

in “Al Tempo Dei Nonni: A Scuola Di Sostenibilità”

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a classe seconda, durante l’arco di questo anno, ha seguito il progetto didattico “Al tempo dei nonni: a scuola di sostenibilità”. Con questo percorso i bambini hanno scoperto e valorizzato la cultura, gli usi e i costumi dei nonni. Ci sono tradizioni del passato a noi sconosciute e sarebbe un peccato perderle. Sono stati fortunati gli alunni della classe seconda ai quali, nonni eccezionalmente generosi, hanno raccontato storie del passato. Vorremmo presentarvele tutte ma sono troppe, così vi rendiamo partecipi di alcuni di questi racconti. Una festa tipica a Tordandrea è sempre stata quella di San Bernardino, celebrata il 20 maggio con una processione in paese e la distribuzione di dolci chiamati “roccioletti”, un tempo il parroco celebrava in questa data Prime Comunioni e Cresime. Non mancano i piatti tradizionali nel nostro paese: i maccheroni dolci per la Festa dei Defunti, il primo novembre; la rocciata a Pasqua e per la colazione pasquale sono previsti: uova sode, sale, torta al formaggio e vernaccia benedetti. Il mestiere più svolto a Tordandrea era quello del POLLAIOLO. C’erano delle signore che di mestiere face-

vano le PELATRICI: si alzavano alle due di notte e toglievano le piume ai polli che alle cinque di mattina potevano essere portati a Roma per essere venduti. Un lavoro di una volta per i bambini era quello di pigiare l’uva al momento della vendemmia. “La tradizione che mi è rimasta più nel cuore è quella del “fare i pomodori” – racconta Simonetta Piobbico nonna di Emma Capponi - solo in quel giorno era tradizione mangiare la pannoc-

chia di mais cotta sulla brace”. Con un po’ di rammarico, ha confessato che le dispiace che certe tradizioni siano svanite. Come quando qualcuno in occasione di un matrimonio, le amiche dello sposo o della sposa andavano a preparare il letto degli sposi. Serenella Tomassetti, nonna di Kenya De Falco, ha ricordato che il suo gio-

co preferito era quello con le bambole, le costruiva con le sue mani utilizzando la paglia: disegnava gli occhi con il carbone, con la velina rossa bagnata tracciava la bocca. Con gli amici si divertiva a giocare a nascondino, campana e “scricchio vale, scricchio non vale” un gioco che si faceva con i sassi. Amava anche cantare e per ascoltare le canzoni del festival di Sanremo andava alla casa padronale perché la Tv in casa non c’era. Le piaceva molto studiare e ricorda come all’asilo le suore le dessero un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo ogni giorno! Scriveva con un pennino e calamaio, per comprare le matite e i pastelli si barattavano uova e grano. Questi racconti fanno riflettere sulla grande differenza tra la nostra infanzia e quella dei nostri nonni. La classe seconda ringrazia TUTTI I NONNI e le NONNE per la disponibilità e la partecipazione mostrata, ciascuno in modo originale e unico. Grazie alle foto inviate, alle ricette, ai documenti presentati, sono riusciti ad arricchire l’anno scolastico dei loro nipotini. Crystal Esposito, Killa Inei, Sara Sorignani, Linda Zatti


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GIOCOSPORT Edizione 2018 a Perugia,

TORDANDREA vince la Coppa delle Scuole

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stata ancora una volta la palestra di Montegrillo a Perugia la sede della manifestazione provinciale promozionale “GIOCOSPORT” dedicata alle scuole primarie della provincia di Perugia che svolgono attività di tennistavolo a scuola con i loro alunni. L’edizione 2018 ha visto la chiara prevalenza della scuola “Francesco Frondini” di Tordandrea, che si è aggiudicata tre titoli sui 4 in palio, monopolizzando praticamente il podio in ogni gara. Nella gara di singolare maschile delle classi Quarte successo finale per Damiano Betti, che supera in finale il fratello gemello Carlo. Al terzo posto ancora un compagno di classe di Tordandrea, Giovanni Francesco Piobbico, che precede Filippo Bazzucchi (Anna Frank Valtopina). Nel Singolare femminile en-plein della Frondini che piazza quattro atlete sul podio: vince Benedetta Parini in fi-

Come raggiungerla

nale su Maddalena Betti (gemella dei vincitori in campo maschile), mentre si piazzano sul gradino più basso del podio Lucia Inei Asiri e Chiara Gargaglia. Nel Singolare femminile delle classi Quinte va in scena la stessa finale dell’anno precedente, ed il successo va ancora ad Arianna Picchiarelli (Anna Frank) su Morgana Carla Battistini (Frondini) al termine di una partita equilibrata. Medaglia di bronzo alle due semifinaliste, entrambe alunne della Frondini, con Sara Sorignani che supera la compagna Killa Martina Inei in un match molto combattuto. Tra i coetanei maschi, ancora dominio pieno della Frondini con la conferma della netta supremazia

di Leone Pettenò, che regola in finale Alessandro Frau. Completano il podio Riccardo Sorignani e Giovanni Paolo Santoni, autori di un exploit ai quarti di finale, dove hanno estromesso i perugini Kirill Volpini e Filippo Martini, che sono tesserati per la locale A.S.D. come il compagno di club Raul Stir, battuto sempre ai quarti da Frau. La Coppa delle Scuole, istituita quest’anno e che premia l’Istituto Scolastico che ottiene i migliori piazzamenti, va chiaramente alla Frondini, seguita a notevole distanza dalla “Anna Frank”. John Ippoliti Presidente del Comitato Regionale Umbria F.I.Te.T.

ENJOY VENEZIA • Se

volete andare a Venezia con la vostra famiglia vi consiglio di alloggiare fuori città e raggiungerla in treno perché in macchina potreste trovare problemi di traffico e anche di parcheggio.

• Partendo

dalla stazione fino a piazza San Marco il percorso è stupendo, ci sono enormi chiese e palazzi d’epoca decorati con dipinti stupendi. La piazza principale è piazza San Marco ed è l’unica che si chiama così perché quelle più piccole si chiamano “campi” e le vie “calle”.

Cose da non perdere

Isole intorno a Venezia

il vaporetto si possono raggiungere: Murano, Burano e Torcello. • Murano è conosciuta per la lavorazione del vetro soffiato. Qui ci sono delle fabbriche dove i maestri vetrai fanno vedere a tutti  come lavorano il vetro per realizzare bellissimi oggetti. • Burano è famosa per i merletti e le case colorate. • Torcello è l’isola più piccola: ha un piazza, due chiese e un piccolo ponte divenuto famoso per il video di “Like a Virgin” girato da Madonna negli anni ‘80. • Con

• Potrete

Piccole bontà

mangiare tante cose buone tra cui RISI E BISI (risotto con pisellini freschi e cipolle), SARDE IN SOAR (sardine fritte con cipolle in agrodolce, uva sultanina e pinoli). Infine deliziate il palato con i BUSSOLAI, tipici biscotti veneziani. Linda Zatti


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EXPERT BRAIN

In esclusiva: intervista al neuroscienziato vincitore dell’ultima edizione del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica del CNR.

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osa c’entrano dei bambini di quinta con le neuroscienze, vi chiederete? La stessa cosa se l’è chiesta il Dott. Antonio Cerasa, psicologo esperto in neuroscienze del CNR di Cosenza, a proposito delle sue ricerche sulla plasticità mentale e il corso di cucina a cui sua moglie lo aveva iscritto. Coincidenze. Il nostro territorio, vive molto di turismo. Ogni anno migliaia di turisti vengono a visitare Assisi. Molti dei nostri familiari e conoscenti sono impiegati in alberghi e ristoranti. Quando abbiamo scoperto che il Dottor Cerasa aveva vinto il primo premio di un concorso così importante per aver scritto un libro SCIENTIFICO che parlava del cervello degli CHEF, e noi di chef ne conosciamo molti, non abbiamo resistito. Antonio Cerasa nel suo volume “Expert Brain. Come la passione per il lavoro modella il nostro cervello” della Franco Angeli, racconta che le cellule del nostro cervello si modificano anche in età adulta e a questo “modellamento” ci pensa il LAVORO che svolgiamo. Le sue ricerche hanno subito una svolta fondamentale quando è entrato in una cucina di un grande chef, per un corso che gli aveva regalato sua moglie, e ha visto una brigata all’opera. Da allora il cervello degli chef è stato una meravigliosa fonte di ispirazione e di studio. Riportiamo di seguito alcuni passi dell’intervista che abbiamo realizzato via Skype, in collegamento dal suo laboratorio presso l’Università di Cosenza. Per gli aspetti scientifici delle sue scoperte vi rimandiamo alla lettura del suo libro, noi ci siamo incuriositi all’uomo e allo scienziato.

Ci racconterebbe qualche aneddoto accaduto durante il corso di cucina che le ha regalato sua moglie e che le ha fatto “scoprire” il cervello esperto degli chef? Semplicemente mia moglie, con la sua associazione di supporto alle mamme, un giorno decise di organizzare un corso di cucina per noi poveri mariti. Prendemmo la notizia un po’ sottogamba perché ci sembrava ridicolo. Quando però siamo entrati in una vera cucina di un vero ristorante importante abbiamo subito capito che tutto quello che si sa o si racconta sulle cucine è totalmente falso. Respirare l’aria della BRIGATA è fantastico. E’ come entrare in un laboratorio di ricerca dove tutti sono intenti a lavorare con un unico scopo: dare piacere al palato della gente!

Come ha fatto a scegliere il suo lavoro? Cosa la diverte di più? Il cervello! Da bambino prendevo delle povere lucertole e le sottoponevo ad esperimenti di neurobiologia per vedere come fosse il loro cervello. Ero estasiato dall’idea che un organo così brutto fosse così potente. Da ragazzo le cose cambiarono e cominciai a pensare sempre alla cosa più comoda da fare da grande, poi però un giorno fui attratto da un libro “L’interpretazione dei sogni” di S. Freud. Lì la mia vita cambiò.

Le piace studiare? Che media aveva a scuola? Ha mai preso una nota? E la sua materia preferita? Mi spiace dirlo ma a scuola andavo molto male. Alle elementari fui un vero problema per i miei genitori per non parlare di medie e superiori. Ero

sempre a rischio bocciatura sia perché non riuscivo a stare fermo e composto sia perché avevo difficoltà nell’apprendere. Diventando neuroscienziato capii che il mio era un problema di neurosviluppo. Ognuno di noi cresce e sviluppa la propria mente e facoltà con tempi diversi e modalità diverse. Non a caso i grandi geni avevano tutti piccoli ritardi comportamentali durante l’infanzia. Non ho mai incontrato un insegnante che capisse che non è biologicamente possibile uniformare delle abilità tutte allo stesso anno, c’è chi ci arriverà prima e chi dopo. Infatti, la scuola si basa su un approccio educativo improntato prevalentemente sull’intelligenza verbale. Ma la corteccia temporale (l’area del cervello che controlla ed interpreta le parole) cresce con ritmi molto diversi da persona a persona. Questo significa che


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un bambino può capire la lezione nello stesso modo di un altro, semplicemente raccontando la storia con un altro canale di accesso sensoriale: visivo, vedendo un film per esempio. Ora abbiamo le neuroscienze che possono aiutare i nuovi insegnanti a non fare gli errori del passato.

I suoi figli sanno qualcosa del suo libro, ne pensano bene? Come spiegare ai bambini una cosa così complessa? Uno dei motivi per cui ho scritto il libro è proprio perché i miei figli non sapevano spiegare a scuola il lavoro del padre. Ho cercato di scriverlo in maniera semplice e spero che ora sappiano qualcosa in più di cosa sia un neurone o a cosa serve la corteccia frontale. Quali strumenti ha usato per fare le sue ricerche? Quali sono le persone che l’hanno aiutata di più? La risonanza magnetica che ci aiuta a vedere il cervello dall’interno. Tutti i colleghi, amici, che lavorano con me e con cui discutiamo e litighia-

mo quando parliamo delle nostre idee. Ma una grande mano me la dà l’uomo della strada con cui parlo e a cui cerco di spiegare quello che faccio. Se non capisce significa che non sono stato abbastanza bravo.

Se le offrissero un lavoro lontano dalla sua famiglia, sceglierebbe di andare o restare con loro? Ho avuto tante possibilità di andare fuori e ho rifiutato tante offerte. Ho visto molti miei amici lasciare il nostro paese facendo diventare ricche altre nazioni con la nostra intelligenza. L’ho fatto perché i miei figli devono crescere con un padre al fianco e soprattutto perché credo, nonostante tutto, nell’idea di resistere. E’ troppo facile vincere lo scudetto giocando con il Barcellona. Diventa un’impresa eroica vincerlo con il Leicester!! Ha un motto nella sua vita? Quello di Auguste Escoffier, il padre di tutti gli Chef del mondo. Nel 1903 lui disse: “Non si finisce mai di imparare, più impariamo, più ci accorgiamo di dover imparare ancora,

e lo studio, spalancando la mente dell’esecutore, gli apre l’agevole via del perfezionamento attraverso la pratica della nostra arte”.

Lei è un expert brain? Magari lo fossi Se dovesse fare una classifica di “expert brain” quali metterebbe ai primi posti? Che domande, i MIEI AMICI CHEF!!!

Gli alunni della classe V


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“TEMPO-RALE”:

in CLASSE TERZA è l’ACQUA la chiave di volta della SOSTENIBILITÀ!

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l progetto di plesso della classe terza intitolato “TEMPO-RALE” coinvolge tutti gli alunni. Il tema centrale è L’ACQUA e, attraverso l’osservazione, la conoscenza e le problematiche legate a questo argomento, le insegnanti hanno promosso nei bambini una maggiore attenzione nei confronti del pianeta, aiutandoli così a diventare CITTADINI RESPONSABILI. Gli obiettivi del progetto riguardano principalmente l’importanza dell’acqua nell’equilibrio degli ecosistemi e nella vita dell’uomo. Sono stati analizzati: il CICLO DELL’ACQUA, l’uso consapevole di un bene così prezioso; l’energia idrica, i sistemi di depurazione, la flora marina. Nel mese di maggio a conclusione del percorso realizzato c’è stata un’uscita a RASIGLIA, paese nel comune di Foligno, anche chiamata “la Venezia umbra”. Un tempo questo luogo ospitava tanti laboratori tessili che funzionavano proprio grazie ai numerosi ruscelli che la circondavano. Per concludere questo percorso, i bambini hanno realizzato vari disegni raffiguranti momenti di vita sottomarina. Damiano Aisa, Nina Battistini, Alessandro Frau, Sofia Sorignani

IL SOLE IN CLASSE: noi sosteniamo ANTER

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l 2030 sarà il punto DI NON RITORNO della TERRA. Non vogliamo essere catastrofici, ma realistici e non ingenui. Lo scorso dicembre, alla “F. A. Frondini” di Tordandrea è venuto il signor Stefano Menichini, ambasciatore di “ANTER” che vuol dire Associazione Nazionale Tutela Energia Rinnovabile. Ci è stato spiegato quali siano le fonti rinnovabili e non rinnovabili. Le prime sono cinque: energia solare, idroelettrica, eolica, biomasse e geotermica ognuna di loro ha un’importante funzione. Queste fonti sono davvero fondamentali per non inquinare il nostro pianeta. Le fonti non rinnovabili sono: petrolio, carbone fossile, scorie radioattive, gas serra… Abbiamo scoperto che ci sono alcuni obbiettivi che l’ONU ha proposto per migliorare l’ambiente nel mondo: sconfiggere la povertà e la fame, promuovere la salute e il benessere, fornire istruzione di qualità per tutti, garantire parità di genere, acqua pulita e fra questi anche promuovere un’energia pulita e accessibile. In tutto sono 17 gli obiettivi dell’Agenda del 2030 delle Nazioni Unite.

Sono pensati per favorire città e comunità sostenibili. “Per garantire al nostro pianeta un futuro possibile e sostenibile si possono fare grandi cose - ci ha detto l’ambasciatore di ANTER - ma anche piccole e di competenza di ciascuno di noi”. Se tu, caro lettore, dovessi fare un tragitto breve, useresti la macchina o andresti a piedi? Noi abbiamo capito quanto sia indispensabile ripensare tutte le nostre azioni quotidiane. Ogni azione, buona ed ecologica che compi, sarà importante per la salvaguardia del mondo. L’associazione ANTER ci vuole aiutare in questo. Il signor Stefano Menichini dopo una lunga spiegazione, ci ha fatto vedere alcuni video e abbiamo compreso che per essere amici dell’ambiente ci vuole sì uno sforzo ma questo è di vitale importanza. Tanto per cominciare la nostra scuola ha aderito al progetto “Il sole in classe” di ANTER e questo è solo l’inizio di una nuova amicizia… chissà dove ci porterà questo incontro!!! Gli alunni della classe V A


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Il campione ANDREA RANOCCHIA Intervista in esclusiva

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ndrea Ranocchia è il più grande talento calcistico “made in Bastia”. Nato ad Assisi nel 1988, partito dal campo di Borgo Primo Maggio dello Sporting Club di Bastia, ha calcato poi il palcoscenico del calcio nazionale e internazionale vestendo la maglia azzurra. Difensore dell’Inter, è per tutti i giovani appassionati di calcio del nostro territorio, un mito e un modello cui aspirare, indipendentemente dal credo calcistico di ciascuno.

Che sensazione ha provato quando per la prima volta ha giocato in Serie A? “Un’emozione fortissima, è sempre stato il mio sogno e l’obiettivo per cui ogni giorno ho lottato. Posso dire di aver coronato un impegno lungo anni”. Come si è adattato quando ha cambiato ruolo? “È stato abbastanza facile perché il tutto è avvenuto per gradi, sono passato da attaccante a centrocampista a difensore. La mia fortuna è di aver sempre avuto allenatori molto bravi e pazienti”. Sappiamo che lei e sua moglie state per avere un bambino, le piacerebbe un maschio o una femmina? Avete preparato la stanza per il bambino/a? “Abbiamo scoperto di aspettare un maschio che si chiamerà Lorenzo (lo sapete in anteprima!), siamo entrambi molto contenti e in effetti abbiamo già fatto tutto per accoglierlo al meglio”. Per essere un bravo calciatore si allena, cosa sta facendo per prepararsi a diventare un bravo papà?

Nuove Tendenze Moda.

Quando le novità traggono origine da tradizioni lontane e antiche.

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a pianta dell’henna o come dicono i francesi henné, viene usata per fare

“Rispondere è difficile quando non si sa cosa succederà… e poi non si nasce imparati: piano piano impareremo e miglioreremo il nostro modo di essere genitori”. Di cosa si occupa nello specifico all’interno dell’associazione “ANDREA RANOCCHIA ONLUS”, da lei fondata? “Ho fondato la mia Onlus più di un anno fa, in questo breve lasso di tempo abbiamo aiutato molte altre associazioni: Bindun, Angsa Umbria, l’ospedale Buzzi di Milano ed altre ancora. Mi sono sempre preoccupato di tutto quello che riguarda bambini ed infanzia e spero di continuare a farlo ancora a lungo”. Qual è il suo piatto umbro preferito? Lo sa cucinare? “Io impazzisco per l’amatriciana, anche se non è un piatto umbro, se parliamo dell’Umbria diciamo che le penne alla norcina le cucino e le mangio bene!”. Qual era la materia o il professore che la metteva in difficoltà? tatuaggi o per tingere i capelli. Tatuarsi mani e piedi usando questa polvere è diventata una moda, seguita dalle ragazze arabe, indiane, nordafricane, albanesi ma anche italiane, insomma è una tendenza che appartiene a tanti paesi del mondo. Il mehndi, così si chiama il tatuaggio fatto con l’henna, è temporaneo, dura 4-6 settimane. Questo tipo di decorazione del corpo umano ha però una storia antica. E’ sempre stato usato nei paesi indiani, turchi, nordafricani per abbellire il corpo degli sposi. Le spose fanno il tatuaggio su mani e piedi, mentre lo sposo fa solo un puntino al centro del palmo della mano. Esistono tanti tipi di disegni per i tatoo: egiziani, marocchini ecc… Può essere preparato in casa, utilizzando le foglie di henna essiccate e macinate fino ad ottenere una polvere verde che può

“Ho sempre avuto delle difficoltà in matematica. Ho una mente e un modo di pensare molto creativo e con la matematica, che è fatta di regole, non si trova molto bene!”. SALUTO E ABBRACCIO I BAMBINI E LE BAMBINE DELLA QUINTA E DELLA SCUOLA TUTTA! FATE I BRAVI! FORZA INTER! Intervista ideata da: Vinicio Benedetti, Alessandro Frau, Leone Pettenò, Giovanni Paolo Santoni

essere conservata a lungo. Al momento del bisogno, basta aggiungere dell’acqua calda e il gioco è fatto, si mescola e si ottiene una crema. Per disegnare le decorazioni su mani e piedi si può riempire con il preparato una siringa senza ago e procedere con i motivi prescelti. I tatuatori esperti spesso inventano i loro motivi decorativi, oppure li copiano dai libri. Un accorgimento importante da ricordare è lasciare asciugare il mehndi per un’ora e solo dopo questo tempo sciacquarlo; andrà via il superfluo e rimarrà la colorazione rossa. Si può utilizzare anche dell’henné già pronto, per acquistarlo bisogna cercarlo nei negozi che vendono prodotti etnici e fare attenzione che sia del tutto naturale. Io e la mia maestra adoriamo il mehndi! Nisrine Ed Dardari, Maria Papa


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La “Torre di Andrea”

La CLASSE QUARTA alla scoperta dei documenti del passato

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a classe quarta della Scuola Primaria “F. A Frondini”, in collaborazione con il signor Baldoni Antonello, presidente della Proloco di Tordandrea, ha svolto un percorso di approfondimento storico riguardante la vita di campagna del nostro paese. Sono state narrate loro interessanti storie su Tordandrea. Documenti risalenti all’anno 1395, ritrovati dallo storico Francesco Antonio Frondini, menzionano un certo “palazzo di Andrea”. Dall’analisi di tali documenti si è scoperto che il proprietario fosse Andrea di Paolo degli Abati, egli fece costruire un castello a cui fu dato il nome “Torre di Andrea”. Nel corso del Quattrocento questo edificio subisce un incastellamento, viene cioè costruita una cinta muraria a scopo difensivo. Questa cinta fu realizzata collegando tra loro i muri esterni delle case, ricavando un solo ingresso (ancora oggi esistente), munito di ponte levatoio. Il castello all’epoca era circondato da un fossato. Il territorio di Tordandrea, interamente pianeggiante, era caratterizzato dalla presenza del fiume Ose e da una serie di fossi che vi confluivano e dalla presenza di acque superficiali.

Vi sono oggi delle località con toponimi o vocaboli che richiamano la presenza di acque: la Fonte Ritorta, la Pescaia, il Pozzuolo, il Riale, la Fonte Vecchia, l’Acqua Calda, la Fonte di Pietruccio, il Padule, il Rialicchio o Riale Piccolo, il Fosso della Torre, il Fosso di San Simone, il fosso di Trevigliano e altri. Ci sono luoghi che si ispirano a vie: la Via Cupa, la Via di Vallecchia, la Via Larga, la Via vecchia; altri toponimi sono ispirati a situazioni abitative come: l’Alloggiamento, la Casa Vecchia, il Giardino, la Torre, la Vigna dei Frati. L’analisi dei documenti e delle testimonianze della storia della Torre di Andrea prosegue sino ai fatti di cronaca del 24 maggio del 1886 quando il cielo del paese è sconquassato dal passaggio di un meteorite caduto su un campo di grano di Tordandrea e ritrovato da tre contadini in un cratere di 25 cm di diametro a 60 cm di profondità. Il meteorite, denominato “Assisi”, è stata spedito a Vienna e sottoposto ad esami scientifici, attualmente i suoi pezzi sono sparsi in vari musei italiani e il frammento più grande è conservato al British Museum di Londra.

Tordandrea non sarà più la stessa per gli studenti della classe quarta, non dopo averla vista nei documenti che testimoniano il suo passato e non dopo averla sentita dai racconti di chi ne custodisce memorie uniche: grazie sig. Baldoni e grazie alla nostra Proloco!

Nina Battistini, Riccardo Sorignani, Sofia Sorignani


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INCONTRO CON L’AUTRICE:

LOREDANA FRESCURA

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oredana Frescura è un’autrice umbra, vive a Papiano nei pressi di Marsciano. Scrive romanzi per un pubblico prevalentemente giovanile e insegna in una scuola primaria. Ha scritto circa quaranta libri. La carriera della Frescura è iniziata quando la dirigente della scuola in cui lavorava, che ben conosceva le sue doti letterarie, le ha suggerito di partecipare ad un concorso letterario. Si è così classificata al secondo posto nel concorso de “Il Battello a Vapore”, con “Il Segreto di Icaro” nel 1994. La sua carriera ha spiccato il volo e nel 2006 ha vinto il premio Andersen, uno dei più grandi riconoscimenti che possa ricevere un autore italiano. I suoi libri narrano di bambini e ragazzi, delle loro vite e delle difficoltà che incontrano durante la crescita, rispecchiando sofferenze e gioie della realtà di tutti i giorni. “Sono ladra di immagini, suoni, odori… osservo le cose che accadono attorno a me – così precisa l’autrice a proposito della sua motivazione a scrivere – La curiosità mi spinge ad approfondire. Il sapere nasce dall’essere curiosi e dal chie-

dersi da dove vengano le storie”. “Come mai molti dei suoi libri sono stati scritti insieme a Marco Tomatis? – hanno chiesto gli alunni della classe quinta – E’ più facile o complesso scrivere con un altro autore?” “Molte delle mie storie sono state scritte a quattro mani, collaboro con lui da oltre dodici anni, siamo molto simili e diamo importanza agli stessi valori: onestà, giustizia e rispetto.” Frescura e Tomatis sono attualmente impegnati nella stesura di una saga storica. L’autrice ha sottolineato l’importanza della ricerca e dello studio necessari per scrivere un libro che sia dettagliato e accurato. “Per mettere cento in un libro devi avere mille”.

Loredana Frescura ci ha lasciato svelandoci il rito segreto che accompagna la scrittura di tutti i suoi libri. Siamo bravi a carpire e custodire segreti ma da curiosi giornalisti vi forniamo un indizio: in ogni suo libro una parola sempre si ripete: se la vorrai trovare, leggi con attenzione e la potrai scovare. Gli alunni della classe V

Byrek: tradizione da leccarsi i baffi. Ricetta albanese.

Il byrek è un piatto tradizionale albanese, un tempo si mangiava soprattutto quando era festa: durante il Bajram o il Capodanno; ai giorni d’oggi si mangia molto di frequente. Il byrek è una torta salata fatta di pasta fillo che in Albania si fa in casa e ripiena di formaggio o altri prodotti. La pasta fillo però si può anche acquistare già pronta. I condimenti del byrek variano, quelli tradizionali sono il formaggio “djathë i bardh”, formaggio tipico dei balcani simili alla feta, in sostituzione si può usare il pecorino. Il condimento può essere anche di carne tritata e cipolla o con spinaci o porro, pomodoro, cipolla e patate. Si procede spalmando il burro sulla teglia, si stende la pasta fillo (due fogli per strato) e si ricopre con il condimento preferito. Dopo aver completato otto strati di pasta fillo si inforna la torta salata a 180 ° per mezz’ora circa. In Albania il byrek è accompagnato da una bevanda chiamata “Dhalle” composta da yogurt bianco allungato con acqua e sale, in estate bevuta fredda è proprio dissetante. Admila Salia


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A cena con lo chef Vissani

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Cannara, dove abito, tutti gli anni a settembre si organizza la FESTA della CIPOLLA: ci sono tanti stand e le persone vengono a mangiare pietanze a base di cipolla. Lo stand dove vado sempre io è quello dell’AVIS, dei volontari che donano il sangue. Siccome ha sempre tanto successo, gli organizzatori hanno avuto l’idea di organizzare la festa della CIPOLLA anche d’inverno. L’ ospite d’onore dello stand dell’AVIS è stato il grande chef VISSANI che ha anche suggerito il MENU’ ma mi sa che non ha cucinato perché l’ho visto sempre seduto o in giro a salutare le persone. Non appena arrivato già sapevo che la mia mamma, che fa le foto sempre a tutto, ne avrebbe fatta una anche con Vissani. Eravamo seduti al tavolo in attesa della cena quando mamma ha chiesto a due sue amiche dell’Avis, Monia e Annalisa, se ci potevano portare in cucina a conoscere Vissani. Così è stato: c’era tanta gente a lavorare, mente lui era seduto su una sedia. Lo chef è altissimo, molto robusto e ha un’aria molto stanca ma con me è stato molto gentile. Ci ha mostrato la cucina, mi ha portato davanti ad un pentolone pieno di cipolle. Mi ha scompigliato i capelli, ha chiesto il mio nome e abbiamo fatto la foto insieme. Ho provato tanta emozione perché ero vicino ad un personaggio famosissimo. Qualche giorno dopo era in televisione su Rai1 al programma “I Soliti Ignoti”, portava le stesse scarpe rosse, sono stato felice di rivederlo, anche quella sera era molto stanco. Davide Becattini

Una giovane guida turistica per un tour in un’antica meraviglia: FIRENZE

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amma e papà hanno preparato una sorpresa a me e mio fratello: una gita di due giorni a Firenze. Passeggiare per le vie di questa città significa osservare edifici, case e negozi, decorati con finte colonne, statue di leoni, angeli, fiori… La nostra prima tappa è stata al Duomo dedicato a Santa Maria del Fiore. Il campanile di Giotto, che si trova affianco, purtroppo era chiuso e non siamo potuti entrare. Il Duomo è davvero bello! Sembra fatto di pizzi e merletti. Vicino al Duomo c’è Piazza San Giovanni e lì mi ha colpito molto “La Porta del Paradiso” del Battistero in cui Michelangelo ha raffigurato le storie del Vecchio Testamento, come la creazione di Adamo ed Eva. Procedendo poco più avanti, in Piazza della Repubblica affianco alla chiesa di Orsanmichele si trova la fontana “del Porcellino” sotto la Loggia del Mercato Nuovo. La leggenda narra che se getti una monetina attraverso la bocca del cinghiale e questa entra nella grata allora ritornerai presto a Firenze. Il secondo giorno ci siamo organizzati usando i mezzi pubblici per spostarci e abbiamo raggiunto Ponte Vecchio, il ponte più antico della città. Sopra Ponte Vecchio passa il corridoio Vasariano. Cosimo Primo de’ Medici voleva riunire in un

unico palazzo tutti gli uffici che servivano al governo, per questo incaricò il suo architetto di fiducia, Giorgio Vasari, di realizzare un edificio: Palazzo Vecchio all’Arno “sul fiume e quasi in aria”. Il figlio di Cosimo doveva sposare una principessa, così chiese a Vasari di costruire un passaggio per permettere agli sposi di raggiungere comodamente la loro nuova casa, Palazzo Pitti: questo spericolato passaggio sopra i tetti di Firenze è il corridoio Vasariano. Nel pomeriggio abbiamo fatto visita al posto più bello secondo me: la Galleria degli Uffizi! Un posto spettacolare, pieno di quadri, statue e dipinti mozzafiato: “La Venere” e “La Primavera” di Botticelli, “La Famiglia de Medici”, “Bacco”. A differenza del padre Cosimo, il figlio Francesco de’ Medici, più che di politica si occupava di arte: collezionava quadri, statue e ogni opera degna di attenzione. Cosimo fece realizzare la Tribuna degli Uffizi, una sala nella quale conservare il meglio del meglio: una stanza meravigliosa! Per finire con la macchina stavolta, abbiamo raggiunto Fiesole che è un comune di Firenze, da qui si può ammirare tutta la città di Firenze, belvedere unico al mondo. Nina Battistini


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A TEATRO RAGAZZI!!!!!

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on grande entusiasmo il 20 gennaio 2018 la Scuola Primaria “F.A. Frondini” ha assistito allo spettacolo teatrale: “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” al teatro Lyrick di Assisi. Questa fiaba è stata liberamente tratta dal racconto di Lewis Carrol “Alice in Wonderland”, con testo e regia di Chiara Noschese. La nostra partecipazione al matinee a teatro è il risultato della adesione della nostra scuola al progetto dell’associazione “ATEATRORAGAZZI” di Assisi che nella sua dodicesima edizione ha promosso la cultura teatrale nelle scuole. Il racconto è una storia nella storia: Alice sta per compiere 18 anni, è arrivato il momento di fare un passo importante e diventare grande. Sul palco sono presenti 8 personaggi: Alice “grande”, Alice “piccola”, il Brucaliffo, il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, lo Stregatto, la Regina dei Cuori e alcuni bambini del pubblico ai quali sono stati consegnati all’inizio della rappresentazione degli oggetti misteriosi che sono serviti durante lo spettacolo. Il compito della regia è affidato a Chiara Noschese, che ha trasformato la classica favola in uno show tecnologico e interattivo usando la musica dei Queen. La storia narra di Alice che, attraverso un viaggio nel “sottomondo”, il Paese delle Meraviglie, riesce a superare le sue paure, con l’aiuto del suo amico Bianconiglio e con la guida del Cappellaio Matto. Il “sottomondo” è un luogo dove le cose appaiono in maniera differente da come siamo abituati a vederle.

Il motto ripetuto dal Cappellaio Matto, per sollevare Alice da tutte le sue paure è: “Tutti i migliori sono matti”. È questo un modo per incitare chi si sente diverso dagli altri a considerarsi comunque una bella persona. Non vi raccontiamo come finisce il viaggio di Alice, né se riesce a diventare grande, speriamo abbiate l’occasione di scoprirlo direttamente a teatro. L’esibizione è stata entusiasmante, gli attori sono stati attivi, rappresentando per-

sonaggi ben costruiti, buono anche il coinvolgimento del pubblico. Esso ha mandato un messaggio profondo, quello di non spaventarsi ad ogni minaccia della vita, anche se si deve contare su un unico amico. Domiano Aisa, Vinicio Benedetti, Giovanni Paolo Santoni, Riccardo Sorignani


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10 COSE DA SAPERE PER SOPRAVVIVERE A SCUOLA 1 2 3 4 5

Studia divertendoti.

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Utilizza un codice per parlare: i tuoi segreti saranno al sicuro.

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Cerca di avere sempre un compagno vicino: non ti sentirai solo.

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Non mancare l’ultimo giorno di scuola: c’è sempre il gelato!

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A carnevale, in quarta e quinta, si gioca a “RUBA STELLE FILANTI”.

Se hai un problema chiama Salì. Aiuta i compagni in difficoltà. Porta sempre una buona merenda. Se vuoi far durare di più la ricreazione lunga, chiedi a qualcuno di intrattenere la maestra.

10 Sorridi sempre: gli altri non potranno che

risponderti con un altro sorriso.

Nina Battistini, Davide Becattini, Alessandro Frau, Leone Pettenò.

Si ringraziano:

PARRUCCHIERA M.ANTONIETTA TAGLIONI VIA POZZO S. BERNARDINO, 19 TORDANDREA DI ASSISI

TEL. 075-7826043

CELL.-339-7274549

VERONICA CELL. 331-5309715


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