Quaderno didattico Salvo

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In viaggio con Salvo tra gli antichi Romani UNIONE EUROPEA

Piano di Azione e Coesione P.O.C. Puglia 2007/2013 Asse VI - Linea 4.2 “Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale” Azione 4.2.2

FESR FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE “Investiamo nel vostro futuro” REGIONE PUGLIA

PROVINCIA DI FOGGIA

Comune di Ascoli Satriano

Comune di Foggia

Comune di Ordona


Storia di Giovanna Baldasarre Didattica di Elena Musci Illustrazioni di Kanjano

Materiale realizzato con finanziamenti POC Puglia 2007-2013 - Piano di azione e coesione - linea 4.2.2 - SAC "Sistemi ambientali e culturali”

Il progetto nasce da un'ampia idea di valorizzazione di una parte del territorio di Foggia costituita dal Sistema Ambientale Culturale denominato Apulia fluminum. Esso, sin dal nome, intende recuperare la profondità storica di questo territorio e il suo stretto legame con i fiumi che lo solcano e che ne hanno condizionato il popolamento e l’evoluzione. Interlocutori privilegiati sono i giovani del territorio, soprattutto in età scolare, e le famiglie per i quali il SAC costituirà un vero e proprio laboratorio, uno spazio di apprendimento multidisciplinare.

UNIONE EUROPEA

Piano di Azione e Coesione P.O.C. Puglia 2007/2013 Asse VI - Linea 4.2 “Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale” Azione 4.2.2

FESR FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE “Investiamo nel vostro futuro” REGIONE PUGLIA

PROVINCIA DI FOGGIA

Comune di Ascoli Satriano

Comune di Foggia

Comune di Ordona


IL foro dI HerdonIa

Quando incontri questi simboli vuol dire che hai la possibilità di aiutare Salvo e di scoprire qualcosa di nuovo: Se sei in uno dei siti puoi guardarti attorno e cercare di persona le risposte alle domande.

Indica, sulla pianta, la collocazione di un edificio all’interno del sito archeologico di riferimento.

Leggi le parole del testo, osserva le immagini e risolvi i giochi proposti.

Per orientarti all’interno degli scavi puoi utilizzare questa pianta. Come puoi vedere, di alcuni edifici è indicato il nome, mentre di altri dovrai scriverlo tu quando incontri questo simbolo durante la lettura dell’avventura di Salvo.

La vILLa romana dI faragoLa

Per orientarti all’interno degli scavi puoi utilizzare questa pianta. Puoi riconoscere la cenatio e le terme. La prima è la grande sala da pranzo rettangolare in cui c’è lo stibadium, il triclinio in muratura a forma di semicerchio, mentre puoi riconoscere le terme per il grande mosaico che decorava la palestra e per le piscine con il bordo ad arco.

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AL MUSEO DI FOGGIA

Le parole di elisa, l’archeologa conosciuta al muSeo dI foggIa qualche giorno prima, riecheggiano nella sua testa. Intanto suo padre e sua madre discutono del dolce per il pranzo della domenica a casa della nonna e Teresa, sua sorella, chiacchiera con il suo dinosauro di pezza come se davvero potesse ascoltarla.

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Il vento agita i capelli e sferza le guance arrossate dal sole. Con la testa fuori dal finestrino dell’auto, Salvo chiude gli occhi e sente forte nelle narici il profumo dell’aria, un misto di odori e sapori che preannuncia l’arrivo dell’estate. La sensazione di stordimento che avverte è così piacevole che quasi non si accorge che il vento smuove gli occhiali sul suo naso e minaccia di trascinarli via con sé. riapre gli occhi, rialza il finestrino e resta con lo sguardo incollato al vetro a fissare le immagini che scorrono veloci: distese di campi gialli di grano, ampi spazi verdi punteggiati del rosso dei papaveri, colline che si stagliano sullo sfondo e si mescolano con l’azzurro del cielo. Sta attraversando la valle del Carapelle, un territorio che per millenni è stato scenario di tante storie e che si è lentamente trasformato nel corso del tempo.

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“Siamo quasi arrivati ad ordona. È una bellissima giornata, l’ideale per una passeggiata all’aria aperta, vero bambini?” Sua madre è entusiasta di questa gita archeologica. Lei e suo padre, come le altre famiglie in visita al museo, avevano accolto all’istante la proposta di elisa di fare un piccolo tour alla scoperta di alcuni dei siti archeologici più noti, come Herdonia e la villa romana di faragola. Salvo invece avrebbe preferito che l’invito fosse rivolto solo ai bambini; i grandi, si sa, a volte non hanno abbastanza immaginazione per viaggiare nel tempo. Quando scende dall’auto ad accoglierlo c’è un cane che gli si avvicina scodinzolando. “Che strano” pensa “questa sembra una fattoria di animali”. “guardate, c’è elisa laggiù con le altre famiglie. andiamo!” Sua madre si affretta a raggiungere il gruppo mentre suo padre recupera Teresa che corre dietro ad una gallina col suo dinosauro in mano. “Bentrovati! Se ci siamo tutti possiamo iniziare il giro. Proseguiamo!”

ANFITEATRO O TEATRO? a b

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Salvo supera tutti e si accosta ad elisa, non vuole perdersi neppure una parola di quello che racconterà. Il sentiero che dalla masseria Cacciaguerra ˗ l’edificio che hanno visto all’ingresso ˗ conduce all’area archeologica è stretto e pieno di erbacce. “fermiamoci qui. vedete questa conca nel terreno alle vostre spalle? Qui un tempo c’era l’anfITeaTro dove si svolgevano le lotte dei gladiatori. anche Herdonia aveva il suo Colosseo in miniatura. Probabilmente agli spettacoli assistevano spettatori provenienti anche dalle campagne intorno e le grida dei combattenti e le urla degli animali risuonavano lungo le strade fino alla piazza”.

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Proseguendo il percorso, elisa mostra ciò che resta delle mura che circondavano la città. Per quanto si sforzi di usare la fantasia, Salvo avverte un senso di spaesamento: attorno a sé vede solo pietre insignificanti che spuntano in mezzo all’erba. nessuna traccia di vita, nessun segno dell’uomo facilmente riconoscibile.

SULLA VIA TRAIANA

Poi, all’improvviso, davanti ai suoi occhi si apre uno scenario così bello da togliere il fiato: un enorme spazio verde circondato da resti di edifici su ogni lato e dominato, sullo sfondo, dagli appennini.

“Wow!!!”. I grandi scattano una foto dopo l’altra e i piccoli scalpitano come indemoniati; vogliono andare a vedere da vicino quegli enormi blocchi di pietra adagiati sull’erba: capitelli e basi di colonne, come ha spiegato loro elisa.

Tutti si muovono verso il centro della piazza camminando sui basoli della vIa TraIana. Sono ancora visibili i solchi lasciati dai carri che l’hanno attraversata. Salvo si incanta a guardarli: chissà quanti uomini e animali ci hanno camminatosopra prima di lui…

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arrivati nella piazza si è colti da un irrefrenabile desiderio di libertà e movimento. I più piccoli, come Teresa, si liberano dalla stretta dei genitori e cominciano a rincorrersi tra i capitelli.

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UN VIAGGIO NEL TEMPO: A SPASSO NEL FORO

“Quello che vedete è il foro, la piazza principale della città romana di Herdonia. era circondata da edifici di tutti i tipi: templi, botteghe, case, statue. Il foro era il cuore di Herdonia: si veniva qui per vendere o acquistare merci, per concludere affari e discutere di politica, per incontrare un amico, per pregare diana, dea della caccia, in uno dei due templi e portare sacrifici o statuette votive, o, ancora, per tenere i processi e amministrare la giustizia in quella che era la basilica. Se provate a concentrarvi e chiudete gli occhi potete quasi sentire il rumore dei passi e delle ruote dei carri, lo schiamazzo dei bambini, le grida dei venditori, l’eco delle preghiere rivolte alle statue degli dei”.

Salvo non ha bisogno di chiudere gli occhi. Quello che elisa sta raccontando lo vede chiaro nella sua mente e riflesso nella realtà.

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elisa intanto si sposta da un punto all’altro della piazza e racconta instancabile la storia di quelli che sembrano soltanto ruderi dimenticati da tutti. C’è emozione e passione nelle sue parole, ma anche l’amarezza di chi non si rassegna all’idea che un sito così straordinario possa ridursi in quello stato di abbandono.

PRESSO IL MACELLUM

La curiosità di Salvo è attratta dal MACELLUM, quello che un tempo era il mercato per la vendita di pesce, carne, frutta. fermo, in mezzo al cortile centrale, ruota su se stesso e guarda i piccoli vani che vi si affacciano e quegli strani muri fatti di tanti blocchetti di pietra romboidali.

Se prova ad avvicinarsi, come gli ha suggerito elisa, sui lembi di intonaco ancora intatti può vedere ciò che resta degli affreschi che decoravano le pareti: figure animali e forme geometriche.

avvicinandosi ancora un po’, Salvo intravede degli strani segni: si tratta dei numeri e dei calcoli graffiti sulle pareti che antichi commercianti hanno realizzato tanto tempo fa durante le frenetiche giornate di lavoro.

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“C’era bellezza ovunque in questa città, anche al mercato. Passeggiare per il foro era un po’ come visitare un museo a cielo aperto”. La visita alla città di Herdonia si conclude nel foro. delle terme, l’edificio destinato al relax e alla cura del corpo, si riescono ad intravedere solo le creste dei muri. Impossibile poi raggiungere il castello in cima alla collina.

Ricostruzione 3D realizzata da Fabio Gagliardi.

“Per studiare la storia degli antichi romani basterebbe venire qui” dice elisa rivolgendosi ai più piccoli. “I siti archeologici come questo assomigliano un po’ alle vostre scuole: sono dei luoghi in cui si va per imparare qualcosa di più su noi stessi e sulla terra in cui viviamo. ma se permettiamo che queste scuole crollino o vengano abbandonate, saremo tutti più poveri”.

Salvo rimugina sulle parole di elisa mentre, a ritroso, ripercorrono la strada verso l’ingresso della masseria e poi, di nuovo in macchina, si spostano per raggiungere la villa di faragola.

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VILLA O DOMUS?

Il sito di faragola è diverso da quello di ordona; anche qui l’erba è alta ma non si ha la sensazione di giungere in un luogo dimenticato, semmai si è colti alla sprovvista perché non ci si aspetterebbe una struttura così grande, un’enorme scatola di legno, in mezzo ai campi e agli uliveti.

“Questa un tempo è stata la vILLa di campagna di un ricco proprietario di terre che qui trascorreva il tempo libero in compagnia della sua famiglia e degli amici. Proprio lungo la strada che noi abbiamo percorso, passava l’antica via Aurelia Aeclanensis detta anche Herdonitana, che da ordona proseguiva verso ascoli Satriano. Lungo il tracciato della strada vi erano molte altre ville grandi come questa”.adulti e bambini seguono elisa verso l’interno della grande struttura.

Tutti si guardano attorno con stupore e incredulità, impressionati dalla maestosità della sala, dominata su uno dei lati corti da uno strano emiciclo in pietra.

“Questa è la sala da pranzo della villa; qui il proprietario accoglieva i suoi ospiti e banchettava in loro compagnia. I banchetti erano allietati da spettacoli di danza, musica, recitazione, insomma il signore – il dominus come direbbero i romani – era un amante del buon cibo e del divertimento, piaceri che condivideva con amici e parenti”.

Salvo ascolta rapito le parole di elisa mentre si sposta su e giù osservando con attenzione ognI ParTICoLare: i muri e le strane cavità visibili in cresta, una strana vaschetta lungo uno dei lati della sala, le lastre del pavimento e i vuoti rettangolari al centro di esso, la struttura in pietra decorata sulla fronte. Si scorgono, all’interno di un medaglione circolare, le gambe di una fanciulla e un serpente…

I DETTAGLI DELLA CENATIO

appena varcata la soglia della cenatio, come l’ha chiamata elisa, Salvo fatica a mettere a fuoco l’interno dell’enorme scheletro di legno; i suoi occhi, accecati dal sole, hanno bisogno di tempo per abituarsi alla penombra. Pian piano comincia a distinguere i contorni di un ambiente assai vasto e interamente circondato da passerelle.

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LO STIBADIUM

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“La storia di questa sala è lunga e complessa; divenne addirittura una stalla quando ormai la villa non era più abitata! all’inizio non aveva questo pavimento ma un grande mosaico. Successivamente si decise di coprirlo e realizzare il piano che vedete oggi, fatto di lastre di marmo di dimensioni diverse e con al centro tre ‘tappetini’ in tessere di vetro e marmo colorati. fu in questo periodo che venne aggiunto lo stibadium: un divano in muratura su cui i commensali si sdraiavano per mangiare. ma la cosa più straordinaria era l’acqua che sgorgava direttamente dalla fronte dello STIBADIUM e che, ricoprendo le lastre di marmo, ne faceva brillare i colori”.

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IL PAVIMENTO IN CIOTTOLI DI FIUME

“una piscina in sala da pranzo!”

Salvo è sorpreso e si accorge che lo sbigottimento è generale: tutti confabulano tra di loro e si scambiano sorrisi complici. una volta, quando era più piccolo, il bagno di casa sua si era allagato; sua sorella Teresa aveva riempito la vasca per fare il bagno con il suo dinosauro e si era dimenticata il rubinetto aperto.

“Salvo! a cosa pensi? dobbiamo andare!”. La voce di sua madre lo riporta alla realtà. mentre esce dalla cenatio, si accorge che in un angolo c’è uno strano PavImenTo faTTo dI CIoTToLI.

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NELLE TERME fuori tutti si accalcano vicino a quelle che erano le Terme; non vi si può accedere ma da lontano si scorgono le strane colonnine in mattoni che, come spiega elisa, reggevano i pavimenti dei vari ambienti sotto cui circolava il calore.

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“La villa continuò ad essere occupata molti secoli dopo la fine del suo periodo di massimo splendore. gente del posto si trasferì qui vivendo all’interno di capanne e dedicandosi all’allevamento e ad attività artigianali come la lavorazione dei metalli. una storia lunghissima che oggi posso raccontarvi solo grazie al lavoro degli archeologi che hanno saputo pazientemente riscriverla”.

Salvo si sente stanco ed emozionato come dopo un lungo viaggio. nel corso di un’intera mattinata ha attraversato secoli ed epoche. È frastornato: troppe parole e immagini si affastellano nella sua testa.

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SOLUZIONI

In fin dei conti deve essergli riconoscente, a volte non riesce proprio a capirli ma se oggi è così incredibilmente eccitato lo deve a loro. ora però l’unica cosa che avverte con chiarezza è il brontolio del suo stomaco. “Salvo ti lasciamo qui o vieni con noi a comprare i dolci alla crema?” “arrivo!”

museo: [b] - [c] - [a] - [d] anfiteatro: [b] Teatro - [c] anfiteatro - [d] attori - [a] gladiatori. La X va su [c] Sulla via traiana: tutti foro: asellina si reca alla basilica e indossa uno spillone per capelli - Il papà di marcello si reca al tempio di diana con una statuetta votiva felice si reca al macellum - Caio rubrio, che indossa una fibula, alle terme Macellum: La statua è quella di nettuno, riconoscibile dal tridente villa: si trovava fuori dalle mura cittadine Stibadium di faragola: [a] mosaico: [a] Terme: [b] o [c]

Si è fatto davvero tardi. Le altre famiglie cominciano a disperdersi. mentre ancora si guarda attorno, quasi volesse fotografare ogni cosa nella sua mente per l’ultima volta, sente la voce dei suoi genitori che ringraziano elisa per la bella esperienza e si ripromettono di ripeterla al più presto.


REFERENZE ICONOGRAFICHE

Pag. 5 anfiteatro flavio, noto come Colosseo, roma (I sec. d.C.); Teatro romano di mèrida, Spagna (I sec. a. C.); attori: part. di mosaico proveniente da Pompei, museo archeologico nazionale, napoli (I. sec. d.C.?); gladiatori: part. del mosaico del gladiatore, galleria Borghese, roma (Iv sec. d.C.). Pag. 10 ricostruzione tridimensionale della statua di nettuno di fabio gagliardi.

Pag 15 Stibadium: villa di faragola (v sec. d.C.), villa di el ruedo (Spagna), III-Iv sec. d.C.; ricostruzione grafica dello stibadium di faragola; affresco del pranzo di didone nel codice vaticano vergilius romanus (fine v sec.).


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