WePhoto Master Stroke - Giulio Montini

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Master Stroke: Giulio Montini - Novembre 2018 Con “Masters Stroke” Inauguro una nuova serie di edizioni dedicata ai “Maestri”. Autori che con le loro immagini raccontano se stessi attraverso le proprie fotografie; immagini di qualità che ci raccontano di luoghi, lontani o vicini, a cui spesso non prestiamo attenzione. Il loro sguardo ci trasmette emozioni che non verranno mai cancellate., emozioni che rimangono dentro di noi. Grazie a tutti coloro che ci affascinano con i loro racconti e con le immagini; sensazioni scolpite nel tempo. Ho conosciuto Giulio Montini in occasione dell’Evento Organizzato dal Comune di Dalmine (BG) “Dalmine maggio Fotografia” nel 2018 dove WePhoto esponeva una mostra e Giulio presentava la sua “ Portatori di Zolfo”. Sono stato colpito dalle sue immagini che trasportano in un altro Mondo, ricco di colore, ad alto impatto. Si percepisce quasi l’odore acre dello zolfo che brucia i polmoni di quelle persone, schiavi in questo Mondo che considera poco la salute e la vita umana dove pochi si arricchiscono sfruttando senza pietà la miseria dei molti. Queste immagini fanno riflettere e compito di un Fotografo come Giulio non è solo quello di scattare, ma di documentare e denunciare, attraverso le sue immagini, la Realtà. Mario Bunčuga Editorial Board Mario Bun!uga: Editor & Art Director Pankaj Anand: Review Associate Priyanka Agrawal: Review Associate Germana De Chellis: Chief Graphic Designer

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Siamo molto contenti e felici di presentare queste bellissime immagini e, soprattutto, di condividerle con una vasta gamma di spettatori. Vi invitiamo a condividere e raccomandare a quanti più visitatori è possibile di visitare questi eBook dalle nostre pagine Web e dai collegamenti forniti in futuro. Vii invitiamo anche a lasciare un feedback positivo sugli eStores, in questo modo puoi aiutarci a crescere e condividere la nostra passione per la fotografia! Di seguito puoi trovare anche i link al nostro gruppo Facebook “WePhoto”. Unisciti al gruppo, invita i tuoi amici a condividere il loro lavoro e ad ammirare alcune delle migliori immagini da tutto il mondo.

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Copyright Tutti i diritti sono riservati a WePhoto e Mario Bunčuga per questo intero eBook e ai singoli autori per il loro lavori. Questo libro può essere scaricato gratuitamente e distribuito gratuitamente solo nel suo complesso. Le immagini e il testo sono di proprietà esclusiva degli autori che potrebbero autorizzarne l'uso altrove, a loro discrezione, se contattati personalmente in anticipo. È inoltre possibile ordinare un "coffee table" con la versione di stampa dal nostro collegamento tramite il servizio di stampa online Peecho. Qualsiasi uso improprio o altro sarà perseguito attraverso le regole prevalenti in materia di diritto d'autore.

© 2018 WePhoto

© 2018 Mario Buncuga

© 2018 Giulio Montini

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INTRODUCTION: Reportage

Since the time Photography started, an important, if not the most important, use of this form of communication has been the documentation of events. From sports to war, from political events and trade to the narration of common life events, in the streets, in cities, in villages or in the fields, it is all about the description of life in its numerous forms. Sometimes it makes a story or a news, at others it creates a basis for a protest or a reporting. But nothing has ever made a greater impact on the mind of its viewers than a pictorial coverage of an instance. We sincerely hope that you will have the same feelings by the time you flip through the last page of this eBook

Mario BunÄ?uga May 2018

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GIULIO MONTINI

Giulio Montini nasce a Como nel 1961, vive e lavora a Casnate con Bernate (CO). Si avvicina alla fotografia a metà degli anni 80.
 Le prime fotografie sono di tipo creativo, naturalmente con metodo analogico, filone che è proseguito dal 2000 in poi con l'ausilio del computer. Il primo viaggio in India è del 94 e da quel momento inizia la passione per il reportage, che lo porterà a fare l a v o r i i n M a r o c c o , Tu n i s i a , C i n a , E t i o p i a , Romania,Islanda, Qatar, Emirati Arabi, Turchia, Sud Corea, Oman, diverse capitali europee, ancora India nel 2005 e 2016 e Nepal nel 2010 e 2011. Nel 2013 ha fotografato il grande evento del Kumba Mela ad Allahabad (India). Nel 2015 in Indonesia per fotografare i portatori di zolfo dell'isola di Giava.


Tra gli oltre 1200 premi vinti vale la pena ricordareUndici partecipazioni alla coppa del mondo con la federazione italiana, delle quali 5 volte campione del mondo e tre volte secondo

1 ° a l R o y a l P h o t o g r a p h i c S o c i e t y ( U K )

Risale al '92 l'iscrizione alla FIAF (Federazione Italiana Asso-

1 ° p i ù v o l t e a l l’A u s t r i a n S u p e r C i r c u i t

c i a z i o n i F o t o g r a f i c h e ) e l a p a r t e c i p a z i o n e a

1 ° I n t e r n a t i o n a l P h o t o g r a p h i c o f Ta i p e i

concorsi nazionali ed internazionali.

1° assoluto al Gran tour delle colline in Toscana

Per gli ottimi risultati ottenuti gli vengono conferite sette

1 ° a s s o l u t o a l S i c i l i a i n t e r n a t i o n a l c i r c u i t

onorificenze:

3 ° a l N i k o n P h o t o C o n t e s t ( G i a p p o n e )

1 ° n e l A l -T h a n i p h o t o g r a p h i c a w a r d i n Q a t a r

3° nel Emirates Photographi Competition ad Abu Dhabi

AFI

Artista Fotografo Italiano

AFIAP

Artista Fotografo Internazionale

IFI

Insigne Fotografo Italiano

EFIAP

Excellence de la federation international de l'art photographique

EFIAP/p

Excellence de la federation international de l'art photographique/bronze,silver, gold e platino.

1° per due volte al Gran Prix di fotografia italiana 3° Indonesia Salon of Art Photographic 1° assoluto Budapest Salon Photographic 1° assoluto concorso internazionale “ Giuliano Carrara” – Italia 1° assoluto Gran tour delle colline “Trophy Pratomagno “ – Italia 1° assoluto Natura World 2017 - Italia 1° assoluto sez.Travel-68° Bristol Salon of Photography – Inghil-

Attualmente è al primo posto assoluto nella classifica di tutti

terra

i tempi della FIAF.

1° assoluto 1st International exhibition of art photography BRID-

Nella sua carriera ha avuto diverse decine di pubblicazioni su

GE 2014 – Macedonia

riviste e libri fotografici nazionali ed esteri.

1° HIPA CONTEST 2016 - The Challange - Dubai - Emirati Arabi 12


India


L’India è in assoluto il paese più affascinante che io abbia visitato. Il paese delle contradizioni dove il sacro e il profano, la vita e la morte, la ricchezza e la povertà sono separate da una sottile e spesso impercettibile linea. Ho fatto il mio primo viaggio nel 1994 e poi ci sono tornato ancora tre volte e l’ultimo nel 2016. Gli stati che ho visto sono il Rajasthan, il Gujarat,l ’Uttar Pradesh, il Madhya Pradesh, in pratica l’India centrale. Durante i viaggi avevo a disposizione un auto con autista e poi seguivo un itinerario già stabilito, fermandomi ovunque vedessi qualcosa di interessante. Le mete preferite erano i piccoli villaggi che si incontravano lungo la strada, dove la vita era ancora genuina e le possibilità di scattare buone foto infinita. Purtoppo negli ultimi anni queste vie sono state bypassate da autostrade e di conseguenza risulta più difficile raggiungere i villaggi che a loro volta si sono evoluti e hanno più l’aspetto di paesini, perdendo naturalmente il fascino iniziale. Nel 2013 andai appositamente per fotografare la festa del grande Kumba Mela, un evento che si svolge ogni 12 anni. In questa occasione si svolse ad Allahbad, una città 650 km a sud di Dehli. La confluenza del Gange e dello Yamuna,rendono sacro quel luogo. Ho vissuto per undici giorni in un campo tenda e ogni giorno attraversavo il fiume con una barca per fotografare nella zona del Sangam. Una esperienza unica che ha avuto il suo culmine con una delle notti dei bagni reali dei Naga Shadu. Non può mancare in tutti i miei viaggi in India la città di Varanasi, In assoluto il luogo più magico del paese. Impagabile la sensazione che si prova a percorrere le scalinate sui Gate, a piedi oppure con una piccola barca vedere l’alba sul Gange o attendere la Puja, la preghiera della sera. 14


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Nepal


Il solo pensiero di pronunciare la parola “Kathmandu” suscitava in me emozioni e fantasie. Appena scesi dall’aereo si inizia a respirare quell’aria pregna di profumi che solo in Nepal o in India puoi sentire. Il mio primo viaggio nel 2010 era impostato per visitare la valle di Kathmandu, intesa come tutta quella zona intorno alla grande città, che comprendeva le vecchie capitali, gli Stupa di Boudhanath e di Swayambhunath e tutta una serie di villaggi molto caratteristici. Un sito importante come Pashupatinath, dove si svolgono ogni giorno le cremazioni e una serie di templi e tra questi quello di Dakshinkali dove si fanno ancora sacrifici di animali. Nell’aprile del 2015 ci fu un grande terremoto e molti di questi siti sono stati distrutti o gravemente danneggiati. Il mio pensiero è andato a tutte quelle persone che ho conosciuto e che non so se si sono salvate, soprattutto nella Durban Square, la famosa piazza dove andavo verso sera per bere un buon Thai e godermi un po' di vita nepalese, seduto in cima alla piramide che ora non c’è più. Passavo le mie giornate fotografando, con l’unico scopo di ottenere l’immagine adatta per fare colpo nei concorsi. In effetti ho raggiunto il mio obbiettivo, ma una volta tornato a casa mi sono reso conto che potevo ampliare molto il mio lavoro fotografico. Così ritornai l’anno successivo con in mente tre progetti ben definiti. Uno sulle cremazioni, uno sui monsoni e uno che può sembrare strano, sulla Pepsi Cola. Questi lavori si possono vedere sul mio sito, www.giuliomontini.com 52


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Indonesia


Nel fui contattato da una fotografa di Bali, presidente della federazione fotografica indonesiana, la quale per conto del ministero della cultura era stata incaricata di organizzare un workshop in Indonesia, scegliendo fotografi provenienti da diverse parti del mondo. Io ero l’unico italiano presente in un gruppo di 25 fotografi. Fu un viaggio molto bello dove il mio unico pensiero era scattare. Non avevo l’incombenza di organizzare nulla, era già tutto pronto. Un itinerario variegato mi portò dalle spiagge turistiche ai pescatori che all’alba arrivavano con il pesce, dalle lotte tra i galli ai giochi d’acqua dei ragazzi in un villaggio. D’obbligo per me entrare nelle scuole e curiosare in ogni angolo dei villaggi e poi a cavallo fino sul vul 2015 cano Bromo, una forza della natura con le sue nebbie solfuree e le fumate che ci ricordano che è ancora attivo. Non ultima l’esperienza con i portatori di zolfo dell’isola di Giava che descrivo in un altro capitolo di questo libro. 74


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Portatori di zolfo


Indonesia, isola di Giava. E’ ancora buio quando scendo tra le rocce, nel cratere del vulcano Kawah Ijen. Alle prime luci dell’alba mi appare uno spettacolo mozzafiato: un lago acido (ph 0,5) e intorno un inferno dantesco. Tra blocchi giallo fluorescente spaccati e trasporti a mani nude, seguo la vita pericolosa dei minatori. Circa 350 persone lavorano qui ma è difficile dire quanti ogni giorno salgano e scendano le pareti del vulcano. Ognuno raccoglie per sé, così sta a ciascuno decidere quando e quanto lavorare. ma la fatica massacrante non permette a un portatore di scendere per più di due settimane al mese. Le ceste colme di zolfo possono pesare anche 80 kg. Il dislivello è di circa 250 mt e viene colmato da una sorta di catena umana. Una volta sul colmo si scende fino alla stazione di pesa dove i minatori lasciano il carico e vengono pagati. Un minatore guadagna circa 12 $ al giorno ma deve fare almeno due carichi. Alla lunga i polmoni vengono colpiti in modo irreparabile; i fumi di zolfo li disfano poco alla volta, così acidi da attaccare anche pelle e denti. A questo consumo lento si sommano gli incidenti; nel Kawah Ijen sono morte 74 persone negli ultimi quarant’anni. Accade quando la pressione dei gas che brucia sotto la crosta dal cratere è troppo forte e ventate improvvise di zolfo spaccano le pietre e investono i lavoratori. Allora non c’è scampo. La mia caratteristica di usare il grandangolo e avvicinarmi il più possibile ai soggetti ha reso difficili le riprese a causa delle continue esalazioni di zolfo, per questo è stato necessario l'uso di una maschera antigas. In queste pagine ci sono 10 immagini ma il lavoro completo è composto da circa 50 foto che compongono una mostra itinerante. Mi rendo conto di aver rischiato ma il risultato permette a chi guarda la foto di immergersi a pieno in questo inferno dantesco. 86


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Etiopia


Questo è il mio primo viaggio in Africa centrale. Sono partito da Addis Abeba e sono sceso verso la valle dell’Omo river. Lo scopo del viaggio era fotografare alcune etnie che vivono intorno al fiume Omo, in particolare le tribù dei Mursi,Surma, Karo, Hamer, Dassanech, Erbore e i villaggi dei Konso e dei Dorze. A bordo di una jeep ho percorso 3000 km e mi sono accorto che la vita in Africa scorre lungo la strada. Il mio sguardo era attento a cogliere tutte le situazioni possibili e fermare subito l’auto per poterle fotografare. Purtroppo non era così semplice come poteva sembrare, perchè appena venivo visto tutti correvano verso di me e le scene meravigliose svanivano in un istante. Inoltre il turismo ha insegnato a questa gente a chiedere denaro in cambio delle fotografie e quindi spesso è necessario pagare una sorta di tariffa per poter scattare altrimenti si rischia di incorre in discussioni animate, fino a veri e propri litigi. 100


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Gente del Maramures


Il Maramures è una regione a nord-ovest della Romania che confina con l’Ukraina. Il mio primo viaggio risale al 1996 dopo aver visto delle fotografie che ritraevano questa gente in atteggiamenti e luoghi dove il tempo pareva essersi fermato. Quando arrivai ad Oncesti, il primo villaggio che si incontra nella valle,mi resi conto che era tutto vero. Il tempo si era fermato; sembrava di essere nei primi anni del dopo guerra. La gente viveva di agricoltura e pastorizia, i villaggi erano delle piccole comunità dove tutti si conoscevano, le tradizioni erano profondamente radicate, dagli anziani fino ai più giovani. Le case erano ancora costruite di legno con dei portali stupendi intagliati da veri e propri artisti. Per le strade passavano solo carretti trainati da buoi o cavalli e in ogni villaggio c’era una o forse due auto, vecchie Dacia. Ricordo che camminavo tra le case ed ero costantemente invitato ad entrare, mi veniva offerto da mangiare, pane, polenta, frutta e l’immancabile zuika, una grappa fatta in casa. Le foto di questo breve lavoro sono state realizzate su pellicola, stampate in camera oscura e digitalizzate. Sono stato quattro volte nel Maramures, l’ultima nel 2004. Purtroppo nell’ultimo viaggio ho potuto notare il cambiamento che il progresso ha inevitabilmente, ma giustamente portato e ripensando agli anni passati ho avuto molti rimpianti. 122


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Master Stroke: Giulio Montini - Novembre 2018

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