Il Piroscafo "Lombardo"

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150° anniversario dell’affondamento 1864 > 2014


Un frammento della storia d’Italia che il destino ha regalato ai fondali delle Isole Tremiti: il

“Lombardo�


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Della nave che ha fatto l’unità d’Italia si erano perse le tracce. Poi alle Isole Tremiti... il ritrovamento.

dopo lo studio dei reperti, analisi e ricerche di archivio, l’identificazione.

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Giuseppe Garibaldi e la spedizione dei Mille


E' noto a tutti che il 6 maggio 1860, Giuseppe Garibaldi, partì da Quarto, assieme a 1089 avventurieri, per la conquista del Regno delle Due Sicilie. L'avventura iniziò su due vapori, il Piemonte ed il Lombardo, concessi dalla Compagnia di Raffaele Rubattino e, regolarmente acquistate (con un regolare atto segreto), stipulato a Torino la sera del 4 maggio 1860 tra il venditore Raffaele Rubattino e Giacomo Medici (in rappresentanza di Giuseppe Garibaldi), alla presenza del notaio Gioacchino Baldioli. Garanti, per il debito contratto dall'eroe dei due mondi, furono il re Vittorio Emanuele II e Camillo Benso, conte di Cavour. Risolti i problemi burocratici, nella notte successiva, quella tra il 5 ed il 6 maggio, Nino Bixio con una trentina dei suoi uomini, prese possesso dei due vapori (Piemonte e Lombardo) e li condusse a Quarto dove si imbarcò Garibaldi con parte degli uomini. Le due navi salparono per Sori ove avevano appuntamento con un certo Selle di Genova (noto contrabbandiere di seta) che avrebbe dovuto consegnare due chiatte cariche di munizioni e di fucili moderni. Nessuno si presentò all'appuntamento ed i Mille partirono per la Sicilia con pochissime munizioni, 1019 vecchi fucili a canna liscia e definiti da Garibaldi "catenacci"; mancavano anche le famose camicie rosse (ne imbarcarono soltanto 250). I due vapori (erano navi a ruote), con Stefano Castiglia al comando del Piemonte (vi era imbarcato Garibaldi) e con Nino Bixio al comando del Lombardo, fecero rotta per il Canale di Piombino, ove furono imbarcati, a Talamone, una settantina di volontari livornesi guidati da Andrea Sgarallino. Contemporaneamente furono sbarcati un centinaio di uomini che raggiunsero i duecento toscani che, guidati da un certo Zambianchi, effettuarono un attacco diversivo contro le frontiere dello Stato Pontificio. Tutto questo per far credere al mondo che il vero scopo della spedizione fosse la liberazione di Roma. Furono tutti catturati dai soldati del Papa, ma si distolse l'attenzione dal vero obbiettivo: la Sicilia. Il giorno 7 furono consegnati a Garibaldi dal maggiore Giorgini, il comandante delle locali truppe piemontesi, quattro cannoni ed alcune centinaia di fucili moderni (con la dotazione delle relative cartucce) ed alla mattina del giorno 8, a Porto Santo Stefano, per rifornire le navi dei garibaldini, fu prelevata l'acqua ed il carbone dal deposito destinato al piroscafo che collegava la terraferma con l'isola del Giglio. Nella tarda mattina le due navi si misero in rotta per le Egadi, le isole poste di fronte alla costa occidentale della Sicilia. Alla sera dell'8 maggio, durante la navigazione, il Piemonte rimase attardato rispetto al Lombardo poiché dovette recuperare un volontario caduto in mare. Le due navi si persero di vista e, quando si incontrarono, casualmente, durante la notte, si prepararono al combattimento credendo entrambe di trovarsi davanti ad una nave da guerra borbonica. Poi avvenne il reciproco riconoscimento ed il Lombardo ed il Piemonte proseguirono assieme la navigazione tenendosi a portata di voce.

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Verso Marsala alla garibaldina Il Lombardo e il Piemonte in rotta verso la Sicilia in un’incisione

Documenti dell’epoca che celebrano e illustrano lo storico sbarco di Garibaldi in Sicilia.

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Mentre la flotta Sarda, al comando dell'ammiraglio Persano incrociava a Sud della Sardegna, tra Capo Carbonara e l'Isola di Sant Antioco per poi portarsi su Livorno, le navi della Reale Marina Borbonica, pattugliavano l'intero perimetro della Sicilia. Fuori Marsala vi era una piccola squadra napoletana al comando del Capitano di vascello Tommaso Cossovich, che era imbarcato sulla fregata Partenope, un vascello a vela da 2.583 tonnellate, costruita nel lontano 1834 ed armata con 50 cannoni. Vi erano inoltre la pirocorvetta a ruote Stromboli, da 580 tonnellate, armata con 10 obici e costruita nel 1843 (al comando del Tenente di vascello Guglielmo Acton) ed un piroscafo a vapore, il Capri (comandante Marino Caracciolo) che, proprio la mattina dell'11 maggio era stato armato con alcuni cannoni, trasbordati dallo Stromboli. Le navi borboniche avvistarono con grave ritardo il Piemonte ed il Lombardo ed invece di entrare subito

in azione non trovarono di meglio che prendere a rimorchio la grossa fregata Partenope (a vela ed immobilizzata dalla bonaccia) per presentarsi al gran completo davanti al porto di Marsala. Le navi dei garibaldini, quando alla mattina dell'11 maggio 1860 giunsero davanti al porto di Marsala, videro due navi da guerra all'ancora ed uno strano andare venire. Erano due cannoniere a ruote britanniche: la prima, l'Argus (comandante Winnington) era stata incaricata di proteggere i consistenti interessi inglesi

nella città (gli inglesi avevano investito molto denaro nel vino siciliano e, proprio a Marsala, vi era lo stabilimento di lavorazione ed i depositi dell'Ingham). La seconda era l'Intrepid (comandante Marryat) che, ufficialmente era in sosta di trasferimento da Palermo a Malta con messaggi urgenti del contrammiraglio Mundy, ma in realtà doveva raccogliere informazioni sull'evolversi della situazione. Immediatamente il Piemonte ed il Lombardo puntarono a tutta forza verso il porto di Marsala inalberando il tricolore con lo stemma sabaudo e passando vicinissimi ad un grosso mercantile britannico all'ancora. Raggiunto il porto, i garibaldini iniziarono velocemente lo sbarco con i canotti (il primo comandato da Andrea Rossi ed il secondo da Gastaldi) e l'unico reale ostacolo fu posto dalla famosa burocrazia borbonica poiché l'ufficiale sanitario di Marsala si precipitò a controllare se i nuovi arrivati avevano i necessari nulla osta (medici) per poter scendere ed accedere a terra. Mentre i garibaldini scendevano a terra giunsero davanti al porto le tre navi borboniche che avrebbero potuto disturbare in modo pesante lo sbarco ma, per il timore di recar danno agli ufficiali britannici che si erano recati a far visita al console inglese e creare un incidente internazionale, aspettarono ad aprire il fuoco che essi si fossero reimbarcati. Trascorse circa un'ora ed infine lo Stromboli di Acton ed il Capri iniziarono il fuoco con i cannoni ed un garibaldino fu ferito, un povero cane zoppo ucciso. Il Piemonte, ormai vuoto, fu devastato dai colpi di cannone ed andò in secca; il Lombardo rimase semi affondato nel porto di Marsala. Le navi inglesi che dovevano proteggere il loro vino, protessero (forse involontariamente) lo sbarco degli uomini di Garibaldi. Il giorno 12 maggio, lo Stromboli prese a rimorchio il Piemonte che era arenato ed abbandonato e lo portò prima a Palermo e poi a Napoli ove restò inutilizzato nella darsena militare. Anche se inservibile


fu iscritto il 17 marzo 1861 nei quadri del naviglio da guerra del Regno d'Italia (con classifica "trasporto di 2° ordine a ruote) per venir offerto in vendita all'asta pubblica, per la demolizione, il 16 settembre 1865. Il Lombardo ebbe una differente storia: restò in secca, semi affondato, a Marsala fino all'11 luglio 1860 finché un certo Napoleone Santocanale provvide al recupero utilizzando duecento operai e ben trenta pompe. Rimorchiato a Palermo fu iscritto nella Marina da Guerra Sarda. L'arsenale di Palermo provvide a ripararlo, restaurarlo ed a metterlo

Nella notte fra il 12 ed il 13 marzo 1864 investì una secca dell'isola Domino del gruppo delle Tremiti. I tentativi di salvataggio del piroscafo durarono fino al 19 marzo 1864 quando la forza del mare gli ruppe la chiglia. E la nave, ormai irrecuperabile, fu abbandonata al suo destino.

a nuovo. I lavori terminarono nell'agosto del 1861. Era ancora una splendida, robusta nave e svolse innumerevoli viaggi tra i porti italiani per trasferire truppe, consegnare detenuti ai bagni penali, trainare draghe. Il 10 febbraio 1864 passò al comando del Luogotenente di vascello Giuseppe Deista ed il 3 marzo lasciò Ancona carico di truppe destinate a Manfredonia e detenuti per le isole Tremiti.

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Piroscafo (pirovapore)

“Lombardo”

DATI TECNICI Varato a Venezia (Austria) il 1° maggio 1841 per conto dell'I.I.R.R. Amministrazione dei Piroscafi Privilegiati, società anonima per l'esercizio della navigazione fluviale e lacuale con sede in Milano, galleria De Cristoforis. Dislocamento: 729 tonn. Stazza: 239 tonn. registro nette. Scafo: in legno con un ponte di coperta. Due alberi: trinchetto a vele quadre, maestra a vele auriche, bompresso. Due macchine a vapore Maudsley & Field da 220 cavalli nominali. Propulsione a ruote (articolate). Armamento nel 1860: due cannoni da 80 di ferro liscio ad avancarica. Provenienza: 1° armamento - Acquisto da estero. Direzione Marittima d'iscrizione: Genova. Data di costruzione: varato 10 maggio 1841 (Radogna). Luogo di costruzione: Venezia (Radogna) - sulla Clyde (Gropallo). Costruttore: non noto. Caratteristiche: in legno a ruote; un ponte e due alberi. Dimensioni: 48,35 x 7,40 x 4,23 m. Portata in tonn: 238,96. Apparato motore: 208 cav., costruito dalla Maudsley di Londra. Velocità: 13 nodi Proprietari: Raffaele Rubattino & c., Genova. Acquistato al pubblico incanto a Trieste nel giugno 1846.

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tutta la

Quarto

Ultimo Viaggio Ancona

Quarto

Isole Tremiti

Spedizione dei Mille

Marsala

Il piroscafo Lombardo fu costruito per conto dell'Amministrazione degli I.I.R.R. Piroscafi Privilegiati di Milano, che volle ampliare la sua attività, anche sul mare. Per usufruire della più favorevole legislazione doganale degli Stati Italiani del Tirreno, fu iscritto nelle matricole del Porto di Livorno. 15/9/1841, con bandiera del Granduca di Toscana lasciò Livorno per Genova. 20/9/1841, primo approdo a Napoli (Capitano Luigi Sforzini). +15/10/1841, "...il Charlemagne procedente da Napoli e diretto a Livorno, trovandosi ieri sera, alle ore 10 e 50 minuti nel Canale di Piombino, si investì con il Lombardo il quale andava da Livorno a Civitavecchia e Napoli. I loro danni furono fortunatamente leggeri e le due navi poterono proseguire nel loro viaggio". + 26/1/1842, "Questo famoso piroscafo dall'esperimentata celerità di 13 miglia l'ora, comandato dal Capitano Cavaliere Carlo Martellini partirà per Genova e Marsiglia quest'oggi ad ore 5 pomeridiane e per Civitavecchia e Napoli il 4 febbraio (1842). Indirizzo ai suoi raccomandatari Beniamino e Fratelli Coen, via San Francesco del Paradiso n°1116, al primo piano. Aprile 1842, noleggiato per conto di S.M. la Regina di Sardegna. + Il GCPFL (n°29 del 3 aprile 1842) pubblica: "Piroscafo toscano Lombardo: il suddetto piroscafo, essendo stato posto per due corse a disposizione di S.M. la Regina vedova di Sardegna, l'Amministrazione si fa un dovere di prevenire che l'itinerario dell'andante mese sarà combinato nel seguente modo: 14 da Genova per Livorno; 15 da Livorno per Civitavecchia; 16 da Civitavecchia per Napoli; 21 da Napoli per Civitavecchia; 23 da Civitavecchia per Genova; 26 da Genova per Livorno; 27 da Livorno per Civitavecchia; 28 da Civitavecchia per Napoli. 28/11/ 1842, messo in vendita per Franchi 50.000 presso l'ufficio dell'Amministrazione della Società. Asta disattesa.

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28/11/1842, fino a giugno 1845, in disarmo. 1845, passato in gestione all'Amministrazione della Compagnia del Regno delle Due Sicilie. 31/3/1845, lettera del Console Generale Sardo a Livorno che comunica al suo Governo che il Lombardo viene fatto sequestrare, su istanza dei creditori, nel porto di Marsiglia, ove dovrà essere venduto all'asta pubblica per espropriazione forzata. Luglio 1845 al Dicembre 1845, affittato dal Governo francese per trasporto truppe da Marsiglia ad Algeri. +Carteggio tra i Consoli toscano ed austriaco a Marsiglia, il Governatore e l'Uffizio di Marina Mercantile di Livorno (ASL - Affari del Governo Civile 1845 - Filza 242 - Prat. n. 717): risulta che il Lombardo nell'ottobre - novembre 1845 essere sempre a Marsiglia sotto sequestro. Il Grassi, rappresentante dell'Amministrazione dei Piroscafi Privilegiati di Milano, ottiene la dismissione della bandiera toscana (Sovrane Rivoluzioni - 30 ottobre 1845) onde inalberare la bandiera austriaca e fa partire il battello per Trieste. +Il Lombardo posto all'incanto in seguito a sentenza in data 8/8/1845 dall'I.R. Tribunale Mercantile di Milano, confermata il 13 novembre 1845 dall'I.R. Tribunale di appello generale della Lombardia e dall'I.R. Tribunale Supremo di Giustizia di Verona il 26 febbraio 1846. 26/2/1846, offerto in pubblica asta. 25/5/1846, Il Lombardo viene acquistato dal Rubattino e la Società de' vapori sardi della Ditta Raffaele Rubattino & C. di Genova per £. 420.000. +Avviso 18 giugno 1846 sul GCPFL: "essendosi alla pubblica Subasta resasi acquirente e proprietaria del P.fo il Lombardo fa noto che questo conosciuto e grandioso bastimento assumerà, quanto prima, regolare servizio fra Marsiglia e gli scali d'Italia". Partenza Trieste e il 1/7/1846 è a Livorno. 2/7/1846 a Genova. 5/7/1846. Dal Corriere Mercantile di Genova (8 luglio) "Venne inaugurato con un ricevimento a bordo, durante il quale ai 300 circa invitati era offerto una gita in mare tra Voltri e Punta Chiappa, sul più bello tra i battelli italiani, che si unisce al Castore, il solo battello che lo superasse sotto questo rispetto" (Comandante Capitano Rocci). Luglio 1849, (al comando di Luigi Dodero) trasporta i superstiti della Legione Garibaldina a Civitavecchia. 1/8/1851, diventa il postale nella linea Genova - Cagliari. 1853, diventa postale nella linea Genova - Cagliari - Tunisi. Luglio 1855 - Dicembre 1855, noleggiato dal Governo Sardo per il trasporto del Corpo di spedizione in Crimea. 5/5/1860, ceduto dalla Rubattino a Giuseppe Garibaldi. 6/5/1860, responsabilità di Nino Bixio e (Comandante Andrea Rossi). 11/5/1860, sbarca truppe di Garibaldi a Marsala; si arena per agevolare lo sbarco e non fu possibile disincagliarlo; colpito dal fuoco borbonico 11/7/1860, recuperato e rimorchiato a Palermo dal costruttore navale Santocanale (inviato dal Castiglia a Marsala con tecnici e 200 uomini). Incorporato nella Marina Dittatoriale Siciliana. 17/11/1860, entra a far parte della Marina da Guerra Sarda. 17/3/1861, classificato come trasporto a ruote entra a far parte della Marina del Regno


Raffaele Rubattino ritratto

D'Italia. Agosto 1861, rimesso a nuovo nell'arsenale di Palermo. 28/7/1862, trasporta truppe da Palermo a Genova. 12/1862 - 4/3/1863 viene disarmato. 5/3/1863, (al comando dell'L.T.V. Luigi Matteo Civita). 21/3/1863, da Genova per Trapani, Agrigento per imbarco reclute. 28/3/1863, ritorno a Genova. 1/4/1863, per La Spezia per traino draga. 3/4/1863, a Napoli. 8/4/1863, a Palermo per imbarco truppe. 10/4/1863, da Palermo per Livorno. 14/4/1863, a Napoli. 21/4/1863, da Napoli per Genova con truppe. 28/4/1863, da Genova per Ancona: 29/4 a Portoferraio, 1/5 a Napoli con draga per Messina, 5/5 a Messina. 19/5/1863, da Bari per Trani con draga e poi, con detenuti, alle Tremiti. 21/5/1863, ad Ancona. 13/6/1863, partenza per Manfredonia e Bari con truppe. 6/8/1863, a Manfredonia per carico detenuti per le Tremiti. 24/8/1863, ad Ancona. 14/9/1863, partenza per Ortona, Manfredonia, Barletta, Molfetta (17/9). 24/9/1863, a Taranto; poi Reggio, Pizzo, Paola, Salerno il 29/9. Ottobre, rientro ad Ancona. 18/11/1863, da Ancona con detenuti per Tremiti; poi Trani e Manfredonia. 16/12/1863, ad Ancona. 18/12/1863, partenza per Termoli con rientro ad Ancona il 23/12 10/2/1864, (passa al comando dell'L.T.V. Giuseppe Deista). 3/3/1864, partenza da Ancona con truppe e detenuti per Manfredonia ed Isole Tremiti. notte 12/13 marzo 1864, urta ed incaglia in una delle secche dell'isola Domino delle Tremiti. 19/3/1864, la nave è distrutta; affonda ed è perdita totale.

Bibliografia: -"Cronistoria delle UnitĂ da Guerra delle Marine Preunitarie". Lamberto Radogna - Ufficio Storico dela Marina Militare. Roma 1981. -"Il Piemonte sul Mare". Pierangelo Manuele - Edizioni L'Arciere. Cuneo 1997. -"A.I.D.M.E.N." - Associazione Italiana di Documentazione Marittima - Milano.

Andrea Rossi ritratto

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Le cause dell’affondamento del Lombardo

Il sito archeologico è sul lato nord-ovest dell’Isola di San Domino e più precisamente a Cala degli Inglesi. Qui il fondale si presenta di natura rocciosa che degrada da 7 metri a 18 metri per poi scendere su un pianoro di sabbia a 25 metri di profondità. Gli elementi più imponenti e metallici del relitto si trovano localizzati ad una profondità compresa tra gli 8 e 15 metri. E’ qui che troviamo i resti delle ruote a pale, gli organi meccanici, parti del motore, catene e le ancore. Sparsi a profondità superiori, fino al pianoro a 25 metri, fogli di rame, parti lignee, chiodi e bulloni di assemblaggio. L’affondamento Dopo accurate indagini, rilievi subacquei e ricostruzioni storiche si è potuto definire le cause dell’affondamento e che ne spiegano anche la bassa profondità in cui si trova il relitto. Per far questo dobbiamo tornare indietro nel tempo e precisamente nella notte tra il 12 e il 13 Marzo 1864. Note: il 10/2/1864 il Lombardo passa al comando dell'L.T.V. Giuseppe Deista. e il 3/3/1864, parte da Ancona con truppe e detenuti per Manfredonia ed Isole Tremiti.

Nella foto alcuni chiodi di rame

...durante la navigazione e in avvicinamento alle Tremiti il comandante del “Lombardo” viene sorpreso da un forte Maestrale, ciò ritarda l’ora di arrivo alle Tremiti, che verranno così raggiunte a notte fonda, il 12 Marzo. Le pessime condizioni meteo marine e la scarsa illuminazione dell’Isole porta sicuramente il comandante a sbagliare la rotta e ad avvicinarsi pericolosamente all’Isola di San Domino. Purtroppo all’altezza di Cala degli Inglesi l’urto con una secca semi affiorante. (è stato calcolato il livello del mare che questo aveva sopra la secca nel 1864 e che risulta di circa 1,20 metri più basso rispetto a quello attuale, oggi di 4, 5 metri).

L’urto causa la rottura degli organi di manovra (timone) e una falla importante. Da questo momento il piroscafo diventa ingovernabile e totalmente in balia del vento e del forte moto ondoso. Nonostante gli sforzi dell’equipaggio, dei militari e dei detenuti che si trovavano a bordo e che dovevano essere trasferiti nella Colonia Penale delle Tremiti, il piroscafo alla fine viene spinto fino alla costa. L’impatto sarà così forte e violento che il Lombardo “salira” per circa 10 metri della sua lunghezza (48,35 metri) sulle rocce. Per 6 giorni provarono in tutti i modi a riporatare in sicurezza il piroscafo, ma le condizioni avverse del mare non diedero scampo al “Lombardo” e il 19 Marzo 1864, la nave è distrutta, affonda e ne viene dichiarata la perdita totale.


In quel periodo... Buona parte della parte lignea che costituiva la struttura del piroscafo fu recuperata e utilizzata come legna da ardere e la restante, galleggiado, si disperse in mare. Ciò nonostate oggi, sul fondale sabbioso a 25 metri di profondità (sotto la sabbia), sono stati individuati alcune parti di ordinate ben conservate. L’incidente ha portato quindi il piroscafo per buona parte fuori dall’acqua (sull’isola) e adagiato sul basso fondale, ecco perchè tutte le componenti metalliche e di propulsione si trovano oggi tra i 7 e i 15 metri di profondità e così vicine alla costa.

dal 1864 al 2005

Negli anni 60/70... Il relitto viene depredato di molte componenti metalliche come fogli di rame, chiodi di rame e bulloneria di ottone che in quel periodo erano molto ricercate. Fogli di rame: rivestivano la chiglia e le murate di dritta e di sinistra e consentivano, in questo tipo di piroscafi, di avere meno attrito in acqua e quindi una maggiore velocità. Chiodi di rame: servivano a tenere unite tutte le parti in legno. Bulloneria di ottone: per le parti meccaniche. Nel 2005... Studi, rilievi subacquei, investigazioni e ricerche storiche portano Pietro Faggioli e il MARLINTREMITI alla identificazione del piroscafo e alla scoperta del suo nome: il “Lombardo”. 12 Aprile 2012... Attraverso uno studio e analisi dello stato del relitto sono stati studiati 2 reperti.

Nella foto alcuni reperti lignei con chiodi

Nella foto alcuni fasi di monitoraggio e rilievo

Reperto

A

Il passa catena di prua e/o possibile “arrestatoio”

Reperto

B

Il grosso bilancere in ferro che trasmetteva il moto del vapore a una biella collegata all’albero della ruota a pale.

23


A

89

-9,80 mt

23

-10,00 mt

0


Reperto A Il passa catena di prua e/o possibile “arrestatoio” - Sulla base alle dimensioni si stima un Peso di 400 Kg. - Il reperto si trova a 10,00 metri di profondità.

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A

Planimetria dello scafo

Sezione dello scafo

A

A

Possibile collocazione del reperto A nella struttura di prua del piroscafo


A

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B -9,80 mt

19 0

-10,20 mt

-10,00 mt

220

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50


Reperto B Il grosso Bilancere in ferro che trasmetteva il moto del vapore a una biella collegata all’albero della ruota a pale. - Sulla base alle dimensioni si stima un Peso di 1200 Kg. - Il reperto si trova a 10 metri di profondità .

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B

A


Apparato motore: 208 cav., costruito dalla Maudsley di Londra.

Henry Maudsley

Motore con asta laterale Le officine di Maudslay nel quartiere londinese di Lambeth cominciarono a specializzarsi nella produzione di motori marini a vapore. La novità in questo motore consisteva nel aver posto il braccio di trasmissione del moto a fianco al cilindro. Questo accorgimento riduceva l'altezza del motore negli angusti locali macchina dei piroscafi. Il primo motore marino di Maudslay venne costruito nel 1815, aveva una potenza di 17cv e fu montato sul piroscafo Richmond in servizio sul Tamigi. Nel 1823, un motore Maudslay fu installato sul Lightning, la prima nave a vapore della Marina inglese. Nel 1829 venne allestito un motore da 400cv per la H.M.S. Dee, all'epoca questo era il più grande motore per navi esistente. Nel 1838, dopo la morte di Maudslay, dalle officine Lambeth uscì un motore da 700cv per il primo transatlantico, la famosa SS Great Western di Isambard Kingdom Brunel. A tutto il 1850 le officine Maudslay avevano fornito motori a più di duecento navi tra cui il “Lombardo”.

B

Possibile collocazione del reperto B nella struttura meccanica dell’apparato motore

B

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Sito Archeologico: relitto del “Lombardo” Stato: Italia Regione: Puglia Provincia: Foggia Località: Arcipelago delle Isole Tremiti - Riserva Marina Isola: Isola di San Domino Localizzazione: Cala degli Inglesi Coordinate: 42° 07’ 03,6” N - 15° 28’ 57,4” E Profondità: da 8 metri a 25 metri Riserva Marina: Zona C Relitto: Pirovapore (nave a ruote) Indagini: subacquee e ricostruzione storica Indentificato: nel 2005 come “il Lombardo” Cenni storici: il “Lombardo” e il “Piemonte” furono i piroscafi che Garibaldi utilizzò per trasportare i “Mille” da Quarto, vicino a Genova a Marsala in Sicilia. “Lombardo” Dopo essere stato semi affondato nel porto Siciliano dai cannoni Borbonici, il piroscafo venne recuperato e restaturato, tanto da venire impiegato dalla Marina da Guerra Sarda, che lo adoperò per trasportare truppe e detenuti fino alla data del suo affondamento definitivo avvenuto nella notte del 12 e 13 marzo 1864 dopo aver urtato una secca affiorante di San Domino.

Lombardo

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Piemonte


Riserva Marina delle Isole Tremiti

Cala degli Inglesi

Relitto del “Lombardo�

Isola di San Domino

N



Come“toccare con mano” la Storia

Il sito d’immersione è sul lato nord-ovest dell’Isola di San Domino e più precisamente a Cala degli Inglesi. Il percorso archeologico subacqueo si sviluppa tra i 9 e i 25 metri di profondità. Tanti gli elementi del piroscafo a ruote e tanti reperti che si possono osservare e non solo... Il destino ha voluto, che sullo stesso punto affondasse e ben 2000 anni prima una nave oneraria romana con il suo carico di anfore. Ed è così che l’immersione si trasforma in un vero tuffo nel passato ed il subacqueo in un “Indiana Jones” del futuro pronto a catturare con gli occhi i preziosi frammenti di storia. L’immersione, inserita dal MARLINTREMITI in una serie di percorsi archeologici subacquei, è adatta anche a chi in possesso di brevetto di primo livello. Data la bassa profondità di alcuni elementi del piroscafo il sito può essere visitato con maschera e pinne e spesso proposto come parte integrante di alcuni percorsi snorkeling.

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19 marzo 1864

150 anni dopo

la collisione con

una secca e successivo affondamento sul fondo del mare delle Tremiti a 9 metri di profondità giace ancora la struttura principale del Lombardo.

Siamo a Cala degli Inglesi, sull’isola di San Domino, e ci apprestiamo a descrivere una delle tante affascinati immersioni delle Tremiti e nello stesso tempo un vero tuffo: “indietro nel tempo!”. L’immersione la possiamo definire facile nel suo percorso anche se la profondità massima che si raggiunge è di 25 metri. Straordinaria particolarità e tragica fatalità... sullo stesso sito troviamo due relitti: il Lombardo e una nave oneraria Romana, che ben 2000 anni prima subisce la stessa sorte. Ingoiata dal mare lascia sul fondale anfore e vasellame. Errori o fatalità, oggi solo i subacquei possono vedere i segni di un glorioso passato.

L’Immersione Arrivati sul punto si inizia con una ricostruzione storica degli eventi e a seguire con la descrizione minuziosa di come si svilupperà il percorso subacqueo e dei reperti che si potranno osservare. 45 minuti d’immersione, di cui 15 a 25. Tutti pronti, uno scambio di Ok e si entra in acqua. La discesa sta per iniziare, ma prima uno squardo verso il fondo. La fotografia descrive a pieno ciò che

i subacquei possono vedere semplicemente affondando il viso . Sono i resti delle grandi ruote a pala del piroscafo, adagiate sul fondo a soli 9 metri di profondita. Aiutati dalla limpidezza dell’acqua subito si ha la visone dello sviluppo dell’immersione. Inizia la discesa e dopo pochi istantisi arriva quasi a toccare il relitto. Si esegue una perlustrazione veloce e si inizia subito ad affondare verso i -25. Durante il percorso si osservano frammenti, fogli di rame (che rivestivano le murate del piroscafo con lo scopo di ridurre l’attrito in acqua e


45 minuti d’immersione, di cui 15 a -25 per passare dal I° sec. a.C. al 1864 e riemergere nel 2010.

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renderlo quindi più veloce), chiodi, bulloni e ancora fasciame di legno. Si arriva così ai piedi della dorsale rocciosa che muore su un piano di sabbia e ghiaia. Si prosegue verso nord, per i subacquei un ambiente piatto, senza rifermenti, apparentemente nulla di tutto ciò che era stato descritto nel breafing. Negli occhi dei subacquei quasi delusione, sul fondo in verità non mancano invece segni del presente, qualche bottiglia, qualche lattine ed un copertone di una

ruota. Percorso sbagliato? Niente affatto... Siamo arrivati sopra la nave oneraria romana, che in realtà è stata igoiata anche dalla sabbia, ma è li. Ci basta muovere ritmicamente la mano a un palmo dal fondo. La turbolenza che si genera agisce come una sorbona, sposta la sabbia, poi la ghiaia e piano piano ecco comparire un anfora, poi un’altra, ci si sposta un po e ancora frammenti e tappi fittili.

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2000 anni a -25 metri che si possono sfiorare con le mani. Tante le cosa da vedere, anche frammenti lignei, ma questi sono del Lombardo. Per i nostri ospiti subacquei quasi un gioco di magia, e per loro l’emozione di aver scoperto un tesoro. Il tempo vola ed è importante rispettare la pianificazione. E’ ora di abbandonare questa quota è cominciare la fase di ritorno. Ma prima, così come scoperto, con la stesso metodo si provvede a nascondere il tutto. Gli stessi sub si adoperano, consci dell’importanza di proteggere il nostro straordinario bene archeologico. Un controllo degli strumenti e dei manometri. E’ tutto Ok. Ora lo sguardo dei sub è diverso, nei loro occhi c’è soddisfazione e si comicia la fase di risalita lungo la dorsale. In questo momento per loro non esistono più murene, polpi, gronghi, scorfani, che pure popolano tutto il fondale. Tutti i sub sono diventati degli Indiana Jones del mare. L’immersione non è comunque terminata, in questa fase non manca l’opportunità di apprezzare la ricchezza di vita che l’ambiente regala, fino a ritornare nei pressi delle parti più imponenti del Lombardo. Qui si dedica la parte finale dell’immersione, tra i 10 e gli 8 metri di profondità. Perlustrando tutta la zona si possono osservare con attenzione alcune parti meccaniche del piroscafo, le ruote, la caldaia, la gigantesca biella ed ormai quasi inglobate nell’ambiente roccioso la catena dell’ancora e l’ancora stessa, chiodi di fasciame e bulloni ancora perfetti. Il tempo inesorabile passa ed è ora di ritornare in superficie. con la sosta di sicurezza a 5 metri si ha l’opportunità di dare l’ultimo sguardo ai resti del Lombardo e poi via, si ritorna al presente, ma pronti per una nuova avventura subacquea.!!!

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Memoriale

Il Memoriale Garibaldi non è un museo come gli altri perché non contiene solo delle opere d'arte e dei documenti: il visitatore è viaggiatore e non spettatore. Percorre, attraversando le 13 sale dei 4 edifici, tutti i mondi di Garibaldi: il Sudamerica delle lotte per la libertà, l'Africa e la Cina dei viaggi commerciali, gli Stati Uniti dell'esilio e dell'attesa. E poi l'Europa, l'intera Europa. Prima tra tutte le nazioni, naturalmente, l'Italia: dal tempo delle rivoluzioni e delle battaglie, fino a Caprera, luogo dell'esilio ma anche polo di sperimentazione esistenziale e sociale, un centro di pensiero, azione ed attività politica, non a caso tenuto sotto stretta osservazione da simpatizzanti, sostenitori, nemici. Il racconto è quindi ricco. Una ricostruzione che non poteva essere che "poli-media". A vere e proprie "cronache" illustrate su pannelli - come pagine di un libro - o a mappe aggiornate e frutto degli studi più recenti, si incrociano apparati multimediali, suoni, voci, video e postazioni interattive. All'esposizione di giornali, riviste, racconti, libri illustrati, stampe, cimeli d'epoca si affiancano tavoli multi-touch per spiegare ai giovani una delle vite più intense, libere e avventurose dei nostri tempi. I binari della storia, della cronaca, della critica, della fortuna popolare, si intrecciano in un'avventura intellettuale e sensoriale che si propone come obiettivo il rigore della narrazione storica e il fascino della narrazione romanzesca, per ricostruire, con esattezza e con emozione, la vita e le azioni di Garibaldi, eroe dell'Unità d'Italia ma soprattutto "cittadino del mondo". Esempio sovranazionale e universale di un'unica, coerente e disinteressata fede nella libertà dei popoli e dell'individuo.

www.memorialegaribaldi.it



da Caprera un percorso

in 4 edifici e 13 sale

di fondazione ottocentesca - ospitava fino alla II guerra mondiale strutture a difesa della flotta italiana; era infatti destinato a battere le navi davanti al Canale della Moneta, incrociando i tiri con la batteria di Punta Villa, cosĂŹ da proteggere l'Arsenale militare. Una fortificazione, quindi, di grande importanza strategica. Il Memoriale Giuseppe Garibaldi trova nel recupero del Forte la sua unicitĂ e peculiaritĂ , attraverso l'integrazione tra lo spazio storico e lo spazio espositivo, tra il restauro e la conservazione.

www.memorialegaribaldi.it



Conoscere e far conoscere il nostro patrimonio storico è il primo passo per poterlo proteggere


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Special English language



The dive: “The Lombardo” The steamship which Garibaldi used for the 1000’s expedition in 1860 The dive site is on the north-west side of San Domino island . It is exactly by Cala degli Inglesi. The archeological way runs between the 9 and the 25 meters of depth. There are many pieces of the pedal steamer, a lot of archeological find and much more...

The destinity wanted that a roman ship loaded with amphoras, sunk in the same point 2000 years before. This is why the dive becomes a dive into the past and the diver becomes the “Indiana Jones” of the future ready to catch precious pieces of history with his eyes. Marlin Tremiti has included this dive among these for the Open Waters divers as well. Due to the low depth of some part of the wrenck, this site, can also be visited with the mask and the fins and therefore, it is frequently consider an integral part of the snorkling runs.


19th March 2014 The main structure of the Lombardo still lies on the bottom of the sea at 9 meter of depth after it collided with a rock and after it sunk 150 years ago We are at Cala degli Inglesi , on San Domino Island, and we are about to describe one of the most fascinating dive of the Tremiti and, at the same time, a real plunge “ back into the past”!

The dive As we get to the point, we start reconstructing the history and the past events. Then we describe meticulously how the dive will develope and what will be the archeological findings the divers will see in the 45 minutes of dive at at a maximum depth of -25 meters. All ready, exchange the OK sign and enter the water The descent is about to start but first look underneath The photography can well describe what the divers can see just by looking through their mask. These are the large wheel of the steamship, laying on the bottom 9 meters deep. Thanks to the clearness of the waters, we can immediately

see how the whole dive will develope. The dive starts and in a moment we can almost touch the wreck. After checking quickly the area, we immediately start deeping down at – 25 meters. As we dive we can see parts of the ship, sheets of copper (which were used to cover the sides of the vassel and reduce its friction with the water in order to make it sail faster), studs, bolts and gain wood planking. We come to bottom where the dorsal slowly dies on sandy, rocky plain We continue going north but the landscape look flat without refering marks for the divers who won’t see anything that was previously descibed in the briefing. Wrong way? Absolutly not.... We just got on top of the roman ship which , in reality, it sunk into the sand although we know for sure is there. It is sufficient to move the hand at a close distance from the bottom to create a turbolence that move away the sand and gravel. Little by little we discover an amphora , and then another one. We move a bit away and we find pieces of corks and other fragments. It’s ama-


zing. 200 years at – 25 meters can be touched with a hand. Many thinghs can be seen including pieces of wood which belong to theLombardo. For our guests a magic play and the feeling they have found a treasure. Time flys and we must respect what was planned. It’s time to leave that depth and start our way back. Before we leave though, with the same method we used to find thinghs, we cover again to hide them away. All divers who recognize the importance of protecting our extraordinary archeological enviroment, help us. We check the instruments and the pressure gauge. All is Ok. Now their eyes look different and you can see how happy they are. We can start emerging along the dorsal. At this time, they are not interested in moray, octopus, conger, scorpiofish any more although they are all around us. All the divers became the Indiana Jones of the sea. Howeverv the dive is not finished yet and at this stage you can not miss the opportunity to find out how rich is marine life all around before we go back to the most important parts of the Lom-

bardo . Here, at 8/10meters of depth, is where we dedicate the final part of our dive. As we search the area we can see some of the mechanical parts of the ship such as the wheels, the steam boiler, the gigant connecting rod, the chain, which is almost part of the rocky surroundings and the anchor itself. Again studs of planking and bolts perfectely maintained. Times relentlessly passes and we must emerge and at -5 meters do the safety stop. A quick glance at the rest of the Lombardo and then ready for a new underwater adventure !!!!!!





How to be surprised by the Adriatic Sea and by a small archipelago suspended between Nature and Legend

Tremiti Islands


THE HISTORY OF TREMITI ISLANDS The main information on TREMITI Islands during the ancient Classic times, were reported by authors such as TOLOMEO, Strabome, and Plinio il Vecchio. They used to call the island INSULAE DIOMEDEE as they were linked to the mithic events of the homonym greek hero Diomede. Tacito in his “ANNALES� was the one who changed the name into TRIMERIUM, when he reported of Giulia who was exiliated by the Emperor Augusto. The documentation of the arcipelago during the Christian era is poor. This lack of information was

filled by the blooming of the legends on the Saint Heremit. The great number of apparitions of the Saint Vergin lead to found a treasure on the San Nicola Island which was then used to built the church of Santa Maria Assunta a Mare. The church became the destination of many pelgrims. Around the first years of 1000, the Pope incharged the Benedectins of taking care of the sanctuary. The Benedectins founded the famous Abbey. Around the year 1236 the Cistercensi took on but in the first half the XIV century they soffered an heavy raid from the Pirates , who first killed all of them and then distroyed both the church and the majority of the walls. In 1412 were the Canonici Lateranesi who bought back the monestry to


its old splendor and sourround it with strong bastions and walls so strong that they could resist the attak of the Turkish army which could count on 300 galleys in the month of August in 1567. In 1780 though, Ferdinando IV di Borbone, forced the Canonici Lateranensi to leave the Tremitis which became again the land of exiliated people and hosted many “coatti” coming from Naples and Calabria. These people were given “ five tomoli of land, the place for a house, tools for working and 5 grana a day for the first three years”. People continued to be deported even after the national reunion. In 1863 the colony was reorganized according to new rulesand even during the Libia war on the island were exiliated many priso-

ners who then died because of an epidemic of tifo petecchiale. After this unique situation, the islands were managed by The Chief of the criminal colony wich became again land of exiliated people during the Fascism until 1932 when the Arcipelago became city Council with the name of “Isole Tremiti”.


An Archipelago not well known but for sure... a real paradise for the divers.

The Tremiti is a spectacular site for those who love the sea. On top of the typical fascination of islands, here there is also the athmosfere of a land of banishment maybe due to its position, which is located on the limit between the deep waters of the Adriatic sea and those up north more usual and famous with shallow sandy waters. For sure is a magic place . Alsmost a meeting point of all the creatures who populate the waters of this portion of the sea and at a certain point they decided to meet here and give the divers special excitement. It is impossible not to resurface full of excitment and wish to take the rugulator off the mouth to comment with a friend of with the master all what you have seen as if the time for resurfacing could cancell from the memory all what you saw. Every island has its own unique morphology and gives a big variety and a large number of dives that fit perfectly every different level of experience and capability.

The Island of San Domino, as an example, it’s characterized by depths and underwater paths. These runs along the coast an inside the creeks. Almost the whole island is contained inside the C area of the Marine Reserve (*see box) and on the south-east side these creeks glides up to a depth of 25 meters with places full of seaweeds,posidonia, rock’s groups, gravel and sand, ideal to obseve octopus, opisthobranchs In the ravins you can see, litte lobsters, congers and scorpion-fish. On the rocky depth live red mullets, rhombus, priest-fish which are masters of mimicry. Inside the posedonia there are many Pinne nobilis and if you look up in the open waters you can see sargos,damselfish and cow bream. Among

all the dives we suggest the Scoglio del Sale, the cave of Sale, Punta Elefante and the creek of the Murene. Only when going on the south side of the island, named Punta Secca B area of the Marine Park, the waters change is aspect and it opens up to a rocky dorsal that fall immediately into the deep,it goes down to even 45 meters and gives the opportunity to those export divers, to see fishes of lage size such as dentex, barracuda and amberjacks. The San Nicola island, on the other hand, presents itself with waters full of agglomarates and


massive rocks which make the dives articolated and fun. Even on San Nicola, the most interesting side is the one on the south-east. The difference between this side and the southeast side of San Domino, is that the San Nicola side has a line at 25 meters deep which determines a net passage from an enviroment rich with splits and fissures to an sedimenary enviroment (there aren’t any Posidonia) which go down to very deep waters with few interesting banks but yet very demanding. For 2° level divers the bank of Ferraio is surely the dive that can offer a lot of special encounters. The Ferraio bank is a concentration of


huge standing blocks within a desert area that offer good shelter, a good hiding-place and great place for huting to many fishes. This is the reason why at the Ferraio, it is easy to meet big size scorpion-fish, octopus, congers, morays, common lobster and large sized and numbers of lobster. In certain particular times of the year it is possible to see also some giant angler fish. This sight will satisfy even the most demanding divers, but at Ferraio it is impossible not to notice the soft coral, opisthobranchs, sponges that make the rocks very colourfull. In such a rich enviroment the predators could not be missed. As a matter of fact dentexes, gilthead breams and bonito seems to patrol regularly the whole area in an obsessive way so that they can be seen even at a close distance.

The queen of the Island is surely Caprara due to its spectacular enviroment. The nature of this island , is without any compromise. Dives are exceptionally beautiful and among all of them, the dive called Secca di Punta Secca leaves everyone breathless and it is counted as one of the 10 most beautiful dives in the Mediterranean sea. Part of its side is completely colonized by spectacular bicoulored, red and yellow gorgonias (Paramuricea clavata) of big dimension. The area is always busy with schools of damselfishs,silversides,striped bream, cow bream and saddled bream wich constantly challenge the agility and agressivity of dentexes, barracuda, bonitos and tunas. In this whirl and fights to survive, the divers are spectators of actions, strategies of attacks or defense which are normally peculiarities of filmed documentaries. Sometime huge scorpion-fish which lays on gorgonias, soffer for the fact that divers don’t even care about them as their attention is captured by the rest of the scenery. However Caprara is more than this...the plateau with groupers, the bank with black coral, Cala Caffè, Cala dei Turchi or the peaks of Elena or the Secca della Vedova are just few of the exciting dives the Tremiti can offer, difficult to forget.


The Tremiti islands were appointed Marine Reserve with a DM of July the 14th 1989. Since 1996 the area is part of the Gargano National Park. The restriction of the laws doesn’t limit the divers and the opportunity that they may have to explore the island.

Area A: This limits the entire area of Pianosa Island. In this area is strictly forbidden to swim, to enter and stop with all boats that are not authorized by the park patrol managment for scientific research pourposes and for guided tours. All forms of fishing are absolutely forbidden. Area B: It is the area delimited by the lighthouse of Punta Provvidenza and Punta Secca, and the isobath of 70 meters of San Domino. On Caprara island the area B includes also the territory from Cala Sorrentino to the rock of Caciocavallo. In this area is forbidden the underwater fishing, both amatorial and professional, boating except if authorized by the park’s patrol. Dives are allowed only with the permission of the Authority. AREA C: it is the remaining area of San Domino, Caprara and the whole island of San Nicola were dives and amatorial fishing are allowed. For additional information is necessarry to call the Manfredonia harbour-office.



Island floating in the blu between nature and history


San Nicola, The Fortress isle: the 42 hectare, suspended on top of high rocky coasts overlooking the sea, holds within its stately walls , the most impressive abbey ever built in the middle of the sea. The abbey is an historical symbol of the entire archipelago, a distinctive tug of this true fortress standing in the open waters. The San Nicola island is the administrative capital of the Tremiti archipelago. It is built on an upland 1600 metrs long, 450 meters wide which stands 70metrs above the sea level. On the island, there are more towers than three. There are stately fortalices, walls, strongholds, churches and cloisters of the abbey which was occupied by three differents religious comunities: the Benedettini Cassinesi in the IX century, the Cistercensi from 1237 through 1313 and the Canonici Lateranensi from 1413 until the begining of ‘700.

Five emerald and gold color islets, floating in the blu constantly shaped by the waves that seems to walk toward the heart of the Adriatic sea. The Tremiti archipelago reflects their immage in the most clear water the Adriatic sea has to offer. Located 12 miles away from the Gargano coast and 24 from the coast of Molise, the Tremiti is an authentic concentration of natural beauties and historical monuments that are suspended in the blue of the sky and sea.

San Domino and its caves: it is the largest and most populated. It spread for a lenght of 3km and a width of 1,7km and with its Colle dell’ Eremita , San Domino rises 116 meters above the sea level. The island is wrapped up by the maditerranean chaparral and by a forest of ilex and pine of Aleppo which hide the hotels and accomodations for the turists. This is the only island thatb can host a true street that connect the little port and the San Domino village located in the central part of the island. The street is to be used by just few private cars and little busses that drive the turists from the marina to the different hotels located around the main rural village centre which hides inside the forest. In these enchanting places, the sourranding peace is unique and the frangrance of the forest is really intense. The rocky coasts of San Domino enhance natural arches and caves of variuous depths. The island is rich with these natural beauties made by the erosive action of the water and wind. The most suggestive of all of them, is the cave of the Bue Marino, aproximately 70 meters deep, dominated by very high cliffs the Alpicco and the Ripa dei Falconi, where flocks of Falchi del Pellegrino, Falchi of the Queen and Berte (the famous Diomedee) fly around.


The untouched charm of Caprara: Caprara, or Capraia or Capperaia, used to be a wood but nowadays is just a hipe of stones and vegetation is thin and is made by just few cappers bushes, thistle and grass. A large colony of gulls live on Caprara, which matain untouched the charm of nature masterpieces. The Architello which appears on the surface, is the most beautiful of all of them. A monument carved in the calcareous rock by the nature opens into a little lake formed by the sea. Only the north-west side offer the view to high cliffs while the the rest of the island is a flat land laying down toward San Nicola. All along the cost there are many creeks and little creeks. The only sign of human presence on the island is a farmhouse where shepherds used to live and today is occupied by the only inhabitant of Caprara.

The Scoglio del Cretaccio: located in the centre of the archipelago, the Cretaccio is shaped like a half moon of yellowish colour and it is a natural bridge between San Domino and San Nicola. As a matter of fact the Cretaccio was a real “pier” of a bridge which used to connect the marinas of the two major islands. The bridge was built at the end of the ‘700 by deported people of San Nicola for the will of King of Naples Ferdinando IV di Borbone. Next to the Cretaccio going toward San Nicola Island, the black reef of Scoglio della Vecchia emerges. The reef is a funny presence, misted over with mystery. An old tradition tells the story of an old hoary widow ghost who appears sitting on the rock while she spins, few hours before the storms and during the full moon nights.

Pianosa the inaccessible: it is almost invisible as the surface that emerge is really modest. Pianosa is located 12 miles north-west of San Nicola and it is a comprehensive reserve were it is absolutely forbidden any kind of access. Pianosa is free from all forms of arboreous vegetation and keeps her natural treasures under the water. Many marine species which populate the southcentre of the Mediterranean sea, find in Pianosa the best conditions for reproduction being a true ecological niche.

An unexpected Adriatic sea



The history on the depth of the sea: Amphoras, anchor, planking of old ships

There are 13 areas of historical interest to gift Tremiti with another primacy.


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Специальный выпуск на русском языке



Погружение на пароход «Иль Ломбардо»: судно, использованное Джузеппе Гарибальди в экспедиции «1000» 1860 года.

Место погружения: северо-западный склон острова Сан Домино, а точнее бухта Cala degli Inglesi. Этот подводный маршрут заинтересует любителей рэкдайвинга и археологических находок. Он разворачивается на глубине от 9-ти до 25-ти метров. К счастью, множество частей затонувшего корпуса парохода хорошо сохранились, но не только они. Волей судьбы, на том же месте на 2000 лет раньше, потерпело крушение древнеримское судно, похоронив с собой на многие века ценный груз амфор. И вот, погружение становится похожим на путешествие во времени, а наши дайверы ощущают себя как Индиана Джонс под водой и с нетерпением ждут волнующей встречи с историей. Экскурсия на «Иль Ломбардо» по разработанному MARLINTREMITI маршруту доступно как опытным ныряльщикам, так и обладателям сертификата первой степени OWD. Это всего лишь один из многочисленных вариантов погружения на археологические подводные объекты. Поскольку часть «Иль Ломбардо» лежит на небольшой глубине, некоторые уцелевшие детали корпуса можно наблюдать при помощи обыкновенных маски, трубки и ласт, что нередко предлагается любителям сноркелинга.


19 марта 2014, 150 лет спустя после кораблекрушения, корпус парохода «Иль Ломбардо» лежит на глубине 9-ти метров на дне Тремити Мы находимся на острове Сан Домино, а точнее в бухте Cala degli Inglesi, и постараемся рассказать вам об одном из самых увлекательных погружений архипелага, окунувшись, как по волшебству, в прошлое.. Маршрут не вызывает затруднений, даже когда максимальная глубина достигает 25-ти метров. Какое необычное и трагическое совпадение... На одном и том же месте затонуло сразу два корабля: «Иль Ломбардо» лежит бок о бок с останками грузового судна эпохи Древнего Рима, ставшего жертвой той же коварной отмели, но на 2000 лет раньше. Море поглотило судно вместе с его ценным грузом из амфор и всевозможной посуды, лежащими и по сей день на дне. Отныне только дайверы могут любоваться следами далёкого прошлого.

Погружение: Прибыв на место, мы даём краткую историческую справку местоположения, описываем предстоящий подводный маршрут и наиболее интересные детали для наблюдения. В нашем распоряжении 45 минут времени на глубине от 15-ти до 25-ти метров. Итак, все готовы.. Мы обмениваемся сигналами “OK” и ныряем. Всё уже готово к спуску, но для начала стоит просто окинуть взглядом дно.. Снимок полностью отражает картину того, что можно увидеть всего лишь опустив лицо в воду... На глубине 9-ти метров хорошо видны остатки лопастных колёс парохода. Идеальная видимость позволяет чётко представить весь дальнейший ход нашего погружения. Мы


начинаем спускаться и уже через несколько секунд оказываемся на месте. Осмотревшись, продолжаем спуск до 25-ти метров. По пути нам попадаются обломки и целые листы меди (остатки обшивки фальшборта используемой для снижения трения между водой и корпусом судна, а следовательно и для развития большей скорости), а также гвозди, болты и остатки деревянной обшивки. Вот мы и добрались до подножья скалистого хребта, словно выросшего из песчаного грунта. Мы продвигаемся дальше, на север.. Для наших дайверов эта пологая, пустынная местность, без какихлибо опознавательных знаков, совсем непохожа на описание во время брифинга.. Во взглядах мелькает разочарование, зато как хорошо различимы на дне следы наших современников: несколько бутылок, банок, да вот и автомобильная покрышка.. Мы что-то перепутали в пути? Ничего подобного!.. Прямо под нами лежит поглощённое песком грузовое судно времён древнего Рима.. Достаточно пошевелить ладонью в десятке сантиметров от поверхности дна.. И вот, словно под воздействием импровизированного груноторазмывочного насоса, освобождается от песка и гальки одна амфора, затем другая, а вскоре рядом появляются осколки глиняных пробок. Вот так, на глубине 25-ти метров лежат предметы 2000-летней истории, до которой можно дотянуться рукой. Находок очень много, среди них встречаются и древесные обломки, но эти принадлежат «Иль Ломбардо». Эта увлекательная игра в поиск сокровищ дарит всем ныряльщикам незабываемые впечатления. Время летит быстро и мы должны придерживаться согласованного на брифинге плана. Настал момент начинать подъём. Но прежде всего необходимо вновь закопать наши находки в грунт, пользуясь всё тем же нехитрым приёмом. Вся группа участвует в этой операции с чётким сознанием её важности. Наконец-то и наши дайверы повеселели! Контрольный взгляд на приборы и на манометр. Всё “OK”. Начинается всплытие вдоль знакомого скалистого хребта. В эти минуты остаются почти незамеченными местные мурены, конгеры, скорпены и осьминоги... Наша прогулка подходит к концу, но и на этом этапе ещё осталась возможность оценить по достоинству разнообразие населяющих воду живых организмов. Вернувшись к верхней части затонувшего парохода, мы проводим заключительную часть нашего исследования на 8-10 метровой глубине.. Если хорошо присмотреться, то можно разглядеть некоторые механические детали судна, лопастные колеса, котельную, огромный шатун, и, почти полностью слившихся со скалами, якорь и цепь, гвозди от деревянной обшивки судна и прекрасно сохранившиеся гайки. Время летит неумолимо и вот мы готовы к подъёму. Обязательная остановка безопасности на 5-метровой глубине дарит нам возможность взглянуть в последний раз на останки «Иль Ломбардо» и всплыть, вынырнув из прошлого в настоящее, мечтая о новых подводных приключениях!.. *****





Острова Тремити - Апулия


История Основная информация об Островах Тремити дошла до нас от Толомея, Страбоне и Плиния Старшего, когда они были известны как “Insulae Diomedeae” (Диомедовы острова) из-за их мифологической связи с одноимённым греческим героем. Лишь впоследствии, благодаря Корнелию Тациту и его «Анналес», книге, в которой было описано изгнание Джулии императором Августом на острова, маленький архипелаг стал именоватьса Тримериум. С начала нашей эры небогатая информация об островах была щедро приукрашена историей о святом Отшельнике, которому, следуя легенде, явившийся образ Девы Марии указал место захоронения сокровищ на острове Сан Никола. На добытые средства была выстроена Церковь Святой Марии на море (Santa Maria Assunta a Mare), ставшей вскоре местом паломничества верующих. В начале ХI века Папа Римский доверил ведение дел храма монахам ордена Св. Бенедикта. Они

стали основателями знаменитого Аббатства на острове Сан Никола, но уже около 1236 года правление перешло в руки Цистерцианцам, которые в начале XIV века подверглись нападению пиратов. Враги жестоко расправились с монахами и разрушили церковь и большую часть её укреплений. В 1412 году настала очередь Латеранских каноников вернуть монастырю былую славу и блеск. Их стараниями монастырь окружили крепостными стенами с бастионами, выдержавшими в августе 1567 года нападение турецкого флота из 300 галер. В 1780 году по указу Фердинанда IV Бурбонского, Латеранские каноники были вынуждены покинуть Тремити. Уже с 1752 года острова вновь превратились в обитель для изгнанников и дали крышу многочисленным ссыльным, в основном неаполитанцам, а также выходцам из Абруццо, Апулии и Калабрии. Каждому ссыльному были пожалованы, по словам учёного и писателя Франческо Делли Мути, «пять тумолов* земли, участок для постройки жилья, рабочие инстументы и пять червонцев в день на первые три года..» После объединения Италии острова Тремити продолжали служить местом тюремного заключения.


Так в 1863 году колония была переорганизована по новым правилам и в годы итало-турецкой войны стала местом заключения пленных ливийцев, погибших здесь в результате разыгравшейся эпидемии сыпного тифа. По причине своей удалённости от берега островами управлял тюремный комендант, а сама тюрьма стала популярным местом заключения в годы фашизма и правления Муссолини вплоть до 1932 года. Лишь тогда архипелагу был присвоен статус независимого административного округа под названием «Isole Tremiti». *единица

измерения в сельском хозяйстве


Малоизвестный архипелаг и...... настоящая райская обитель для любителей подводных прогулок. Для каждого, кто влюблён в море, Тремити становится незабываемым по красоте и разнообразию местом. Здесь природную прелесть небольших островов дополняет атмосфера покоя и уединённости. Острова служат невидимой границей между глубокими водами южной Адриатики и более северным мелководьем с песчаным дном и бесконечными пляжами. Архипелаг похож на место встречи самых разнообразных видов жизни, которыми переполнены здешние глубины. В отдельные периоды рождается ощущение, что всё живое устремляется сюда с единственной задачей - подарить незабываемые впечатления нам, дайверам.. Всплыв на поверхность, трудно устоять перед желанием поскорей поделиться впечатлениями с товарищами, словно опасаясь, что всё увиденное ускользнет из нашей памяти.. Каждый остров обладает собственной природной индивидуальностью. Это даёт возможность планировать разные по сложности погружения, включая глубокие и ночные.

San Domino: Например, самый крупный остров, Сан Домино, предлагает в основном погружения вдоль берегового склона и в небольших бухтах. Почти весь остров находится в зоне «С» морского заповедника и юго-восточные склоны уходят под воду максимум на 25 метров. Здесь жизнь богата растительностью. Заросли посидонии, галька, песок и скалистые нагромождения - идеальные условия для встречи с осьминогом, с голожаберными моллюсками, с большим и малым раком-медведкой (Scyllarides latus, Scyllarus arctus), креветками, а также с морскимим угрями (Conger Conger) и скорпеной. А на галечном грунте вы встретите султанок, а также ромба и европейского звездочёта (Uranoscopus scaber), двух чемпионов по мас-


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кировке. Из кустов посидонии выглядывают приоткрытые створки Pinna Nobilis, повсюду шныряют тёмные стайки морских ласточек, в синеве проплывает губан, пестрят любопытные радужники, а шустрые сальпы поблескивают, передвигаясь как по невидимой команде в поисках пищи. Среди наиболее интересных подводных маршрутов нужно отметить «Scoglio del Sale» (Соляной выступ), «Grotta del Sale» (Соляной грот), «Punta Elefante» (мыс Слона), «Cala delle Murene» (бухта Мурен). Лишь на южном склоне острова Сан Домино, находящемся в зоне «В» заповедника, дайверам предлагается маршрут «Punta Secca» (мыс Отмели). Здесь дно резко меняет свой облик, открывая взгяду скалистый хребет, резко спускающийся на глубину более 45 метров. Наиболее опытных дайверов здесь ждут встречи с обитетелями пелагиали вроде барракуд, большой сериолы и зубана (Dentex dentex)

San Nicola: Вокруг острова Сан Никола дно богато скоплениями крупных валунов. И снова юго-восточный склон самый интересный, но в отличие от Сан Домино, здесь 25-метровая батиметрическая линия определяет чёткий переход от каменистого грунта, ущелий и проёмов к илистому осадочному дну (при полном отсутствии Посидонии). Спуск тянется на значительную глубину, где попадаются интересные, но труднодоступные подводные отмели. Для дайверов с сертификатом второй степени маршрут «Ferraio» (Феррайо) наверняка станет самым богатым необычными встречами. На пустынном дне собрание крупных валунов предоставляет надежное убежище и территорию для охоты многим видам как бентосных обитателей, так и жителей пелагиали. Это наилучшее место для встречи с крупными конгерами,


скорпеной, муренами, нитепёрым налимом (Phycis phycis), осьминогами, омарами и многочисленными лангустами, а в определённые периоды нередко можно увидеть и гигантского удильщика, известного ещё как «морской чёрт». Даже если все вышеперечисленные виды уже могли бы удовлетворить любопытство требовательного дайвера, нельзя не упомянуть коралловые колонии Paramuricea clavata, разноцветный ковер губок, брюхоногих и голожаберных моллюсков - как причудливо раскрасили они скалистые выступы и гроты. Такой кишащий жизнью подводный мир не бывает без хищников.. И вот группы зубанов, золотистых дорад и пеламид неустанно патрулируют пространство, позволяя максимально приблизиться к ним. Caprara: Но несомненное первенство по красоте нужно отдать необитаемому острову Капрара (зона «В» заповедника), где природа не пошла на компромиссы. «Secca della Punta Secca» справедливо находится в первой десятке самых известных по своей красоте погружений Средиземноморья. Скалистый хребет полностью заселили горгонарии (Paramuricea clavata). Крупные двуцветные, красные и жёлтые веера оживают выхваченные из синего полумрака лучём света. Неустанно лавируют в зарослях морские ласточки, смариды (Spicara maena), сальпы, сагры, облады и карась-многозуб, все они ежесекундно рискуют стать обедом хищников вроде барракуд, тунцов, зубана и пеламид. В этом вихре борьбы за выживание очень часто становишься наблюдателем эпизодов необычной тактики нападения и защиты, пригодных для съёмок документального фильма. Наверное, по этой причине гигантские скорпены, похоже, впали в депрессию, пристроившись под ветками горгонии, так и незамеченные ныряльщиками. Это только часть погружений около о. Капрара, и стоит добавить в их число “Pianoro delle Cernie ” (плато Черны), “Secca del Corallo Nero” (отмель Черного Коралла), “Cala Caffè” (Кофейная Бухта), “Cala dei Turchi” (Турецкая Бухта), “Picchi di Elena” (Пики Елены) “Secca della Vedova” (Вдовья Отмель) и многие другие. Pianosa: На расстоянии 22 км находится остров Пианоза частично затопленный водой. Остров является частью морского заповедника островов Тремити.

Его можно посетить только с предварительного разрешения руководящих органов с целью научных исследований или в сопровождении уполномоченных лиц.

***** Острова Тремити в провинции Фоджиа расположены в 12 милях от побережья Гаргано и объявлены морским заповедником 14 июля 1989. С 1996 года заповедник стал частью Национального Парка Гаргано в Апулии. Зона «А»: включает остров Пианоза, где полностью запрещена швартовка, навигация и рыбалка на расстоянии менее 500 метров. Зона «В»: запрещена подводная охота, спортивная и промысловая рыбалка, навигация, дайвинг допускается с разрешения руководящих органов. Зона «С»: разрешена подводная охота и дайвинг.



Острова Тремити - Апулия


Знакомьтесь: Адриатическое море полное сюрпризов


Острова бегущие по волнам: между историей и природой. Пять изумрудных в золоте островков плывут по синим волнам словно пытаясь достигнуть сердца Адриатического моря. На расстоянии 12-ти миль от побережья Гаргано и 24-х от региона Молизе, в прозрачных морских водах отражается сказочный архипелаг Тремити, одинаково богатый природной красотой и историческими памятниками как на глубине, так и на суше.

Сан Никола, остров-крепость: 42 га суши выступают из воды. Обрывистые, неприступные берега уходят в самую глубину, а на плато, в объятии крепостных стен, высится самый значительный монастырь когда-либо воздвигнутый посреди моря. Остров является административным центром архипелага. Его протяженность достигает 1600 метров, средняя ширина 450 метров и 70 метров над уровнем моря. Здесь численность оборонительных строений, наблюдательных башен, церквей и часовен значительно превышает количество деревьев. На протяжении веков в монастыре побывали три религиозных ордена: Орден кассинских Бенедиктинцев в IХ веке, Цистерцианцы с 1237 г. по 1313 г., а Латеранские каноники с 1413 г. вплоть до начала XVIII века. Сан Домино и морские гроты: Самый крупный по размерам и численности населения остров протянулся на 3 километра, достигая 1700 метров в ширину. Наиболее высокая точка (“Colle dell’Eremita”) поднимается на 116 метров над уровнем моря. В плотном облаке сридиземноморской растительности, состоящей в основном из алеппских сосен и каменного дуба, расположились небольшие отели и всевозможные строения для отдыха и развлечений. Единственная асфальтированная дорога соединяет пристань Сан Домино с посёлком в центальной части острова. Поскольку провоз на архипелаг собственного автомобиля туристам запрещён, движение по ней практически несущественно, в основном это небольшие гостиничные автобусы, сопровождающие приезжих. Здесь по-настоящему можно насладиться полным покоем и вдохнуть терпкий аромат средиземноморского леса. Скалистые берега Сан Домино характеризуются наличием большого количества природных арок, морских гротов и уютных скалистых бухточек. Возникшие под длительным воздействием ветра и воды они являют собой редкой красоты творения природы. Глубина самой завораживающей морской пещеры “Grotta del Bue Marino” достигает 70-ти метров, а над водой грозно высятся крутые скалы Альпикко и Рипа деи Фалькони, охраняемые стаями средиземноморских буревестников (Calonectris diomedea) и сапсанов (Falco peregrinus) с чеглоками (Falco eleonorae) из семейства соколиных.


Нетронутая красота острова Капрара: Капрара (Капрайа или Капперайа) – когда-то в прошлом украшенный лесами, сегодня больше напоминает скопление камней покрытых тонким слоем скудной растительности, состоящей, в основном, из кустарников каперсника, зарослей осота, полыни и многолетнего пырея. Но остров, давший приют бесчисленной колонии морских чаек, тем не менее не утерял своё природное очарование. Подтверждение тому Аркитьелло (Architiello) – подлинная скульптура в форме гигантской арки из известняка. Она возвышается над водой словно торжественные ворота, открывающие взгляду чудесную синюю бухту, напоминающую маленькое солёное озеро. Высокие и изрезанные склоны характерны для северо-западной части острова, тогда как остальная его часть слегка наклонена в плоскости и постепенно снижается по направлению к соседнему острову Сан Никола. Единственными следами человеческого присутствия на Капрара являются маяк и остатки старого полуразрушенного жилища, где в прошлом находили приют местные пастухи. Сегодня на острове числится лишь один постоянный житель.

Кретаччо: в самом центре архипелага небольшой Кретаччо. Островок в форме полумесяца с жёлтой глинистой почвой похож на природный мост, соединяющий Сан Домино и Сан Никола. В прошлом он действительно послужил опорой для настоящего моста. Построенный в XVIII веке трудами ссыльных по приказу короля Неаполя Фердинанда IV, он соединял пристани двух наиболее крупных островов. Непосредственно рядом с Кретаччо и Сан Никола выступает из воды чёрная скала, Скольо делла Веккиа. Странное, окутанное тайной, предание гласит о том, как незадолго до начала бури или в полнолуние, здесь появляется призрак седовласой старухи, прядущей, сидя на камнях..

Недоступная Пьяноза: едва выступающий из воды, и потому незаметный, остров Пьяноза находится в 12-ти милях к северо-западу от Сан Никола и является закрытой заповедной зоной. Полностью лишенный растительности, остров бережно хранит под водой свои сокровища. Здесь многие виды морских организмов, населяющих средний и южный бассейны средиземноморья, нашли оптимальные условия для размножения.



Немного истории на морском дне Тремити: затонувшие суда

История на морском дне: амфоры, якоря, деревянная обшивка древних судов.. Эти следы славного прошлого могут рассказать вам историю длиной 2000 лет.

Всего 11 объектов историко-археологического характера выдвигают Тремити на одно из первых мест.




Il Tuo Viaggio nei colori della Puglia Mare azzurro, verde natura, terra rosso intenso, tramonti dorati... Da Porto Cesareo a Peschici, da Bari a Taranto, da Vieste a Brindisi, da Otranto alle Isole Tremiti, le vacanze in Puglia sono emozioni multicolore per tutto l’anno. Cerca tutte le informazioni turistiche su località balneari, castelli, luoghi di culto, prodotti tipici, cattedrali e parchi naturali pugliesi‌

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Isole Tremiti 94


Viste dal Mare Ed è proprio dal mare che si può apprezzare tutta la spettacolarità della forza della natura. Costa alta a falesia, con strapiombi che in alcuni casi superano anche i sessanta metri di altezza, costa rocciosa bassa degradante verso il mare, spesso con una linea di costa finemente frastagliata ed articolata in ampie insenature e costa sabbiosa bassa, di cui l'unica presenza è a S. Domino, nella Cala delle Arene.

Da un'isola all'altra, in un virtuale periplo delle Tre Isole più grandi


Isola di San Domino: Cala delle Arene è l'unica vera spiaggetta sabbiosa presente sull'isola, con fondali prospicienti anch'essi di natura sabbiosa. Durante l'estate, essa è quasi sempre presa d'assalto dai turisti. Lateralmente alla spiaggetta si apre Grotta dell'Arenile, una piccola grotta lunga circa 10 m e larga un paio di metri, con acque quasi sempre calme essendo la grotta alquanto riparata. Poco distanti Cala dello Spido e la successiva Cala Matano sono invece due splendide insenature naturali che scendono a strapiombo sul mare lasciando una piccola caletta sul fondo, facilmente raggiungibile dall'alto grazie ad un sentiero. Proseguendo incontriamo lo Scoglio dell'Elefante un promontorio di roccia sul mare, dalla forma morfologica curiosamente simile a quella di un elefante che inevitabilmente gli ha conferito il nome. Subito dopo si apre la Grotta delle Pecore completamente emersa, una volta adibita al ricovero di ovini. Proseguendo lungo il versante sud-orientale di S. Domino si incontra la Grotta del Sale costituita da una nicchia, vagamente emisferica e a pianta semicircolare, di circa venti metri quadrati. Più famosa e visitata è la Grotta delle Viole detta anche, anticamente, Grotta Minichello. Questa grotta è costituita da un corridoio, vagamente angolato, che si congiunge con un ampio pozzo carsico la cui volta è interamente crollata lasciando allo scoperto il tratto terminale della grotta e favorendo in tal modo, la presenza di splendidi riflessi bluastri nella parte semioscura del corridoio. Il pozzo, con le pareti a picco di altezza superiore ai 10 metri e rivestite, a tratti, di vegetazione spontanea. La grotta ha una lunghezza di circa una trentina di metri per circa sei metri di larghezza.


Tra la Grotta delle Viole e Punta del Diavolo, la costa si presenta alta a falesia, ricca di fessurazioni e di incisioni, tra cui la Grotta delle "Tre Senghe" con continue franate di massi che si affondano nelle limpide e profonde acque presenti in questa zona. Su tale punta è presente il Faro di S. Domino. La Grotta del Bue Marino è senza dubbio la grotta più famosa delle Isole Tremiti. Essa prende il nome dalla foca monaca (Monachus albiventer) che secondo la tradizione, era solita trascorrere una parte della propria vita in questa grotta, riproducendosi su una piccolissima spiaggia interna. La grotta è la più grande dell'isola, misurando una lunghezza di circa 70 m e una larghezza di circa 10 m che va restringendosi verso la parte terminale, piegata ad angolo retto. Anche in questo caso la luminosità è estremamente ridotta, soprattutto nella parte terminale, per cui i riflessi azzurri del cielo determinano una colorazione delle acque e dell'ambiente di grande effetto visivo.


Superato questo tratto di costa, si arriva a Punta Secca, laddove la morfologia costiera si modifica passando dall'alta falesia alla roccia lentamente degradante nel mare. Lungo la fascia costiera di Nord-Ovest di S. Domino si apre la Grotta delle Rondinelle, ampia caverna con duplice apertura. Questa grotta è larga circa una ventina di metri per circa dieci e si sviluppa lungo l'asse Est-Ovest. La Cala degli Inglesi è un'ampia insenatura con le rocce degradanti nel mare e con un fondo sabbioso-detritico almeno nei primi dieci metri d'acqua. L'ampia fascia rocciosa è attualmente adibita alla balneazione soprattutto da parte degli ospiti del prospiciente villaggio turistico. Essa è preceduta dalla Cala dei Benedettini anch'essa rocciosa. La Cala di Tramontana, riparata dalla Punta del Vùccolo, presenta al fondo una piccola insenatura cosparsa di massi e ciottoli e costituisce una zona frequentata dal turismo balneare. La Grotta di Cala Tonda, situata al fondo dell'omonima cala, si apre verso occidente ed è lunga circa una trentina di metri per circa 3 m di larghezza. Il fondo è posizionato a non oltre due metri di profondità ed anche la volta si presenta molto bassa, per cui la quasi totalità della grotta è in condizioni di oscurità. Le Grotte del Coccodrillo, sono particolarmente esposte verso settentrione e risultano intercomunicanti tra di loro; tali grotte risultano poco profonde e maggiormente aperte all'esterno con ampie imboccature. La luminosità di queste grotte è elevata sino al fondo delle stesse. Da Punta del Coccodrillo e sino a Punta Diamante la costa si presenta alta e frastagliata alternata a tratti rocciosi bassi, degradanti lentamente nel mare. A partire da Punta Diamante e sino a Cala degli Schiavoni (l'attuale zona di attracco di S. Domino), la costa torna ad essere alta a falesia e soggetta a continui fenomeni di crollo. Alcuni giganteschi massi sono rimasti isolati dalla linea di costa e costituiscono meravigliosi faraglioni denominati per la forma, i Pagliai. Uno di questi è anche forato, formando un arco navigabile per circa una ventina di metri. Al di là della spiaggia dei Pagliai si arriva allo Scalo Marittimo di S. Domino.



Isola di San Nicola: L'isola di S. Nicola presenta una costa molto alta, a picco sul mare, con tratti di falesia anche di sessanta metri di altezza. La mancanza di grotte va spiegata soprattutto con la scarsa durezza della roccia marnosa che, sottoposta al moto ondoso, frana continuamente verso il mare. Fortunatamente imponenti lavori di consolidamento della sua costa hanno evitato danni irreparabili alle strutture monumentali presenti sull'isola. Oltre allo spettacolo delle Mura, della fortezza, realizzata a strapiombo sul mare, punti importanti da un punto di vista paesaggistico, partendo dallo Scalo Marittimo e spostandosi in direzione NE, sono costituiti dalla zona detta dell' Acquedotto, e dello Scoglio Segato, dove i fenomeni erosivi legati alle mareggiate di scirocco, sono particolarmente intensi. A Punta del Cimitero la scogliera a strapiombo presenta una piccola zona di approdo con spiaggetta. Il versante Nord-Ovest di S. Nicola, dalla Spiaggia Marinella fino allo Scalo Marittimo si presenta a strapiombo sul mare; lungo la stretta fascia costiera sono presenti massi sparsi, franati dall'alto. Lungo questo tratto di mare sono presenti scogliere di protezione e nello stretto corridoio fra il Cretaccio e S. Nicola sono presenti i corpi morti per ancoraggio delle barche, molto utili soprattutto durante i periodi di tempo cattivo. 16 Magazine M - Number Ten


Isola di Caprara: L'isola che secondo alcuni prenderebbe il suo nome dalla presenza di numerose piante selvatiche di cappero (da cui l'antica denominazione di Capperaia) e da altri dalla presenza delle capre (così come per altre isole omonime presenti nel Mediterraneo), è attualmente disabitata e poco frequentata dai turisti essendo zona di riserva. Il versante meridionale esposto a scirocco si presenta con una costa piuttosto bassa nella quale si aprono numerose piccole calette rocciose con fondi sabbiosi e poco profondi. Spostandosi verso Nord-Est, superato l'attracco per piccole imbarcazioni a servizio del faro, si giunge a Punta Secca, all'estremità orientale di Caprara, al disotto del quale è presente uno dei più spettacolari fondali delle Tremiti. Da Punta Secca sino a Cala dei Turchi, l'isola di Caprara presenta una zona costieraesposta e battuta dai forti venti di maestrale e tramontana, con una falesia scoscesa che precipita rapidamente anche in acqua. In questo tratto di costa troviamo: il famoso Architiello di Caprara, un ponte naturale di circa 6 m di lunghezza; in prossimità si apre l'ampia Cala del Grottone detta anche della Madonna poichè in essa fu rinvenuta la statua ora venerata durante la festa patronale di Tremiti. Proseguendo, Punta Romito e il Grosso, caratterizzato da una ripida parete a strapiombo sul mare. Cala dei Turchi è una vasta e profonda insenatura, rivolta verso Nord-Ovest, ben protetta dai venti e pertanto caratterizzata quasi sempre da mare calmo. Punta della Stracciona rappresenta la punta meridionale dell'isola di Caprara ed è così chiamata poichè a causa delle correnti e della presenza di scogli sommersi, le reti da posta immerse in questa zona facilmente si impigliano sul fondo e si rompono. Lungo il versante meridionale è da segnalare la presenza degli Scoglietti lateralmente ai quali è stata immersa la statua di San Pio.


Tra fotografie e parole riemergono come da una immersione lunga 2000 anni, preziose testimonianze di antiche navigazioni custodite gelosamente dal mare delle Tremiti. www.marlintremiti.it info@marlintremiti.it Giannini Editore www.gianninieditore.it


Libri

12 sono le aree di interesse storico archeologico che regalano alle Tremiti un grande primato




1864 > 2014

150° anniversario dell’affondamento del piroscafo “Lombardo”


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