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PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Martedì 15 Gennaio 2019
CIPE
mentari vicentini di ogni schieramento per parlarne». Perché, va sottolineato, la Vicenza-Padova al momento, è giusto una suggestione. «Peggio - si inalbera Marangoni - a oggi è solo un tratto di penna su una cartina. E ricordiamo che per quella tratta non c’è un solo euro di risorse allocate a differenza dei tratti precedenti. Da Verona al bivio di Altavilla siamo alla progettazione definitiva, per il nodo di Vicenza, da Altavilla a Borgo Berga, invece, a quella preliminare: si potrebbe pensare a un riaccorpamento dei progetti, sentiti i tecnici di Rfi. Se domani si sbloccasse la situazione ci vorrebbero comunque dai 7 agli 8 anni per realizzare la Tav fra Verona e Vicenza. Continuiamo a perdere tempo prezioso». E da Padova, il sindaco Sergio Giordani, annuncia che si muoverà già nelle prossime settimane per chiedere un confronto con Rfi. Pressing territoriale, si diceva. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
VE
A Treviso
● L’acronimo Le fasi di progettazione di un’opera, inclusa la Tav, partono da uno studio di fattibilità, una valutazione complessiva dell’impatto di una infrastruttura. Si passa poi, alla progettazione preliminare che inizia a definire i dettagli dell’opera. A partire da questo step viene coinvolto il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica. Si passa, poi, al progetto definitivo. Ed è in questa fase che il progetto passa, ad esempio per la Tav, dagli uffici di Rfi, rete ferroviaria italiana, a Cepav che realizza l’esecutivo e l ’opera.
3
Tutto si gioca sul filo dei minuti all’arrivo. Quaranta, per esattezza. Tanti ne trascorrono in più da quando il Frecciarossa «direttissimo» Venezia-Padova-Roma delle 6.06 del mattino è stato rimpiazzato dal fratello minore Frecciargento che, dal 10 dicembre, parte da Santa Lucia alle 6.25 (da Padova alle 6.53) e raggiunge la stazione Termini alle 10.10 anziché alle 9.30, facendo tappa pure a Bologna e Firenze. Fermate, queste, prima non previste. Quaranta minuti ritenuti uno spreco di tempo, «un danno, un’ulteriore penalizzazione per il Veneto», e sufficienti ad innescare una polemica virulenta che ieri ha raggiunto anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. A lui, infatti, si sono rivolti quattro parlamentari: Andrea Ferrazzi (capogruppo del Pd nella Commissione Territorio e Ambiente del Senato), Vincenzo D’Arienzo e Daniela Sbrollini, nonché Antonio De Poli dell’Udc. Con i primi che chiedono il ripristino della corsa operata dal Frecciarossa delle 6.06, mentre De Poli vuole conoscere le motivazioni che hanno indotto Trenitalia alla variazione. Troppi - esclamano deputati e senatori - i disagi patiti da chi si sposta soprattutto per lavoro, imprenditori in primis.«Il Frecciarossa non-stop Venezia-Roma ha sempre rappresentato un indispensabile servizio per chi deve raggiungere la Capitale nella prima mattinata», scrivono Ferrazzi, D’Arienzo e Sbrollini in una interrogazione a Toninelli. E le imprese confermano: «Quei minuti di viaggio in meno - spiega Antonio Santocono, imprenditore e presidente della Camera di Commercio di Padova - permettevano di gestire almeno un paio di appuntamenti prima di pranzo, ora non più. Si tratta di una ulteriore penalizzazione rispetto a una Regione co-
Bloccati a bordo Il figlioletto resta solo in stazione
VENEZIA
La vicenda ● Con l’orario invernale entrato in vigore a dicembre, Trenitalia ha sostituito il Frecciarossa delle 6.06 da Venezia a Roma con il Frecciargento in partenza alle 6.25 ● Il primo treno fermava solo a Padova per poi raggiungere la Capitale alle 9.30, quello nuovo ferma anche a Bologna e Firenze giungendo a destinazione non prima delle 10.10 ● Secondo imprenditori e parlamentari, la variazione danneggia il Veneto, allontanandolo da Roma. Trenitalia, però, ha preferito destinare lo «slot» (vale a dire la fascia oraria) all’istituzione di un treno in più fra Milano e Roma
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1 Alcune delle auto e camion coinvolti nel maxi incidente di ieri mattina, causato dal ghiaccio formatosi durante la notte 2 Due dei feriti sistemati nella tendopoli allestita dalla Protezione Civile 3 Un’auto finita nella scarpata dopo lo schianto con gli altri mezzi 4 Gli automobilisti protetti dal freddo con coperte termiche
Al binario I due genitori stavano aiutando alcuni parenti a sistemare i bagagli nel vagone
Venezia-Roma, il Veneto rivuole la Freccia scippata
Politici e imprese: un danno. Interviene Zaia
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I minuti che servono, ora, da Padova a Roma al mattino: prima bastavano meno di tre ore
me l’Emilia Romagna che, grazie anche alle infrastrutture ferroviarie, è collegata con Milano in un’ora e con Roma in poco più di due». Ma perché il Frecciarossa direttissimo è stato rimpiazzato? Semplice, fa sapere Trenitalia: con l’orario invernale è stato introdotto un altro convoglio fra Milano e Roma, e quel treno sfrutta lo «slot» (fascia oraria) prima occupato dal Venezia-Roma sulla già trafficata tratta ad alta velocità Bologna-Firenze-Termini. Fra Veneto e Lombardia, in sostanza, sono state privilegiate le esigenze di quest’ultima regione. Motivi di mercato. E
to sfondandomi la ruota. E dietro avevamo tre camion: è solo grazie all’Altissimo se siamo ancora qui» racconta un operaio musulmano 50enne residente a Grigno. L’amico Mauro Voltolin l’ha raggiunto dal paese poco dopo lo scontro: «Sembrava un’apocalisse – osserva -. Sul ghiaccio non si camminava. Allo stesso tempo, però, mi chiedo se nel tratto veneto fosse stato sparso o no il sale». È un dubbio avanzato da molti ieri, anche se alle forze dell’ordine risulta che alle sei di mattina uno spargisale era passato. L’Anas comunque ieri ha annunciato verifiche interne per accertare «se sono state svolte le attività antigelo, attraverso mezzi spargisale, previste». Nella Valsugana - da decenni oggetto di dibattito fra Veneto e Trentino per una nuova progettazione – nell’inevitabile coda che si è formata dietro agli incidenti c’era anche il sindaco di Cismon, Luca Ferrazzoli. «Sono sceso a dare una mano. Polemiche sulla manutenzione? Nutro dei dubbi, non si rimaneva in piedi né di qua né di là del confine». Le polemiche però sono destinate a montare. «Il ghiaccio sull’asfalto non è certo una causa difficile da prevedere – accusa il consigliere regionale della Lega Nicola Finco, pure lui ieri rimasto imbottigliato in coda - significa che, come al solito, dallo Stato non c’è stata nessuna manutenzione né intervento preventivo. Basta: chiediamo al ministro Danilo Toninelli di sbloccare la situazione o di concedere ampia autonomia alla Regione». E il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano Fracasso, aggiunge: «Questa arteria deve avere la priorità negli investimenti anche rispetto alla Valdastico Nord. Qui abbiamo centri urbani, traffico pesante, pendolari: una mobilità mista più vulnerabile di altre». Andrea Alba © RIPRODUZIONE RISERVATA
non che il Venezia-Roma delle 6.06 non fosse utilizzato, tutt’altro. Ma - secondo da Trenitalia - le fermate di Bologna e Firenze permettono di soddisfare un’ulteriore fascia di clientela, ossia quella in partenza dai capoluoghi emiliano e toscano. Margini di ripensamento, almeno per ora, non esistono. Tuttavia il governatore Luca Zaia ritiene la partita tutt’altro che chiusa: «Quel treno deve tornare - spiega interpellato dal Corriere del Veneto - e sono fiducioso che ciò accada. Sto lavorando per questo». Nel frattempo il Veneto (anche a Treviso monta la prote-
Stavano aiutando alcuni parenti a sistemare i bagagli sul treno che li avrebbe condotti a Udine e, da lì, in Austria. Ma marito e moglie trevigiani hanno calcolato male i tempi, le porte si cono chiuse e il convoglio è partito. E il loro figlio di 7 anni è rimasto da solo sulla banchina del binario. È accaduto alla stazione di Treviso. Il piccolo è stato assistito dalla Polfer fino al ritorno di mamma e papà, scesi a Conegliano. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sta) insorge: «Mi sto confrontando con i parlamentari veneti e friulani di tutte le forze politiche per arrivare a una petizione condivisa», dice Roberto Caon, deputato padovano di Forza Italia. «Padova e il Veneto - aggiunge - non sono lontani possedimenti coloniali, ma aree produttive verso cui il Paese ha un debito di riconoscenza». E qui si innesta un’altra questione: quella relativa all’alta velocità, non solo fra Venezia e Milano ma fra Padova e Bologna, linea sulla quale i treni viaggiano a «soli» 180 chilometri all’ora. I parlamentari chiedono al governo di elaborare un progetto, e Antonio Santocono concorda: «Non c’è dubbio che serva. L’Emilia Romagna ci ha superati grazie agli investimenti sulle infrastrutture, malgrado la Bassa Padovana presenti la più alta concentrazione di imprese d’Europa. Come possiamo crescere con strade e ferrovie del secolo scorso?». Stefano Bensa © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’editoriale Venete-Carige, la differenza SEGUE DALLA PRIMA
Q
uest’ultima è banca di sistema e, in quanto tale, «too big to fail» (troppo grande per fallire). Invece le banche venete erano non troppo piccole, ma di certo sufficientemente piccole per fallire. L’esito sembra quello per cui Monte Paschi e Carige, sebbene assai malandate, resistono e resisteranno, mentre delle banche venete rimangono, per l’appunto, soltanto le ombre sbiadite delle vecchie insegne. Il nodo fondamentale cui occorre risalire se si vuole impostare una riflessione – con il senno di poi, che di regola abbonda – intorno alla questione degli istituti veneti è pertanto rappresentato dall’essere state banche non troppo piccole, ma non abbastanza grandi; e inoltre banche per azioni, ma non quotate in Borsa. Che poi gli azionisti fossero anche correntisti (e tanto peggio se con cospicui affidamenti «baciati») ha fatto il resto. Viene in mente il paradosso di Münchhausen, ossia la storia di quel barone che avrebbe voluto salvarsi acciuffandosi lui stesso per i capelli: proprio così avrebbero dovuto fare le banche venete. E infatti non accadde. Ma torniamo all’oggi. In una prospettiva nella quale possa profilarsi qualche pacificazione sociale – e ciò in specie nella misura in cui gli indennizzi arriveranno davvero nelle tasche degli ex azionisti – una riflessione più pacata bisognerà pur che venga sviluppata intorno a una seria riprogettazione dell’assetto bancario-finanziario di un territorio composto di tre regioni economicamente rilevanti, però rimaste a corto di istituti di credito «nel» territorio. Beninteso, nulla v’è di male in ciò (verrebbe anzi da soggiungere che sia un bene), purché si vedano operare davvero istituti di credito «per» il territorio. Tommaso Dalla Massara
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GIORNO&NOTTE Star internazionali in passerella
È made in Belluno il festival londinese che mette in vetrina i film indipendenti Ancora un successo per il Gold Movie Adwards ideato e portato avanti da Marco Recalchi e Antony Reolon Gianluca Da Poian FELTRE. Un Red Carpet londinese ma con l’anima, e non solo, bellunese. Cinema protagonista ai Gold Movie Awards, nella capitale inglese. Una passerella per molte star internazionali, tra le quali Sadie Frost (Dracula di Francis Ford Coppola) e Billy Zane (Titanic) nel cinema più antico del mondo: il Regent Street Cinema. Nulla di nuovo per una città come Londra, se non fosse che questo festival è stato creato tre anni fa da due bellunesi: il regista e produttore feltrino Marco Recalchi e il suo collaboratore sospirolese Antony Reolon. Evento di una certa importanza, come dimostrato dai varie media accreditati: si parla di testate internazionali tra le quali il Daily Mail, The Sun, Vanity Fair, Variety, la Rai e tante altre. Molti, naturalmente, i film in concorso. Vincitore assoluto il film spagnolo “Madre”. Miglior attore Billy Zane e miglior attrice Marisa Tomei. Anche film e corti italiani hanno partecipato all’evento, potendo camminare sul tappeto rosso assieme a star internazionali.
I Gold Movie Awards sono nati tre anni fa quando Marco Recalchi ha distribuito il suo ultimo film “Ciò che le nuvole non dicono”. «Nella ricerca dei festival mi sono accorto», spiega lo stesso Recalchi, «che ne esistevano di due tipi: quelli di grande fame, dove sono accettati solo film con grande distribuzione o che comunque coinvolgono attori, storie o registi famosi, oppure i festival minori, dove non è data la giusta visibilità ai film me-
L’after party si è svolto al Cuckoo Club tra vini e formaggi del nostro territorio ritevoli. Se un film non partecipa ai grandi appuntamenti, ed è indipendente, non significa che il suo valore sia minore rispetto ad altri, anzi». Così Recalchi e Reolon hanno ideato un concorso rivolto appunto al cinema indipendente, investendo in particolare nei media e nella visibilità. «Abbiamo coinvolto il mio socio di Londra, Jason Matthewson, con il quale abbiamo dato il via ad alcune grandi partnership
aderiscono lumière ed eden
Domani al cinema per aiutare gli alluvionati BELLUNO. Al cinema per aiutare i veneti colpiti dal maltempo. Questa l’iniziativa promossa da Regione e Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e programmata nella giornata di domani. Parte dell’incasso delle sale aderenti verrà devoluto a sostegno delle popolazioni maggiormente danneggiate dagli eventi di fine ottobre. Saranno 27 i cinema coinvolti in tutto il Veneto, di cui due bellunesi: il multisala La Petite
Lumière Belluno e il cinema Eden a Cortina d’Ampezzo. «Le imprese associate all’Agis si sono affiancate all’iniziativa della Regione del Veneto», sottolinea il presidente Unione Agis Triveneta, Franco Oss Noser, «confermando la stretta vicinanza del mondo dello spettacolo ai bisogni, problemi ed emozioni del territorio». «Ringrazio l’Agis e le tante imprese del settore che hanno confermato una volta di più la propria sensibilità e generosità»,
qui a nel Regno Unito. Abbiamo lavorato tantissimo per creare un grande festival e ci siamo riusciti. Un sito specializzato ha classificato il Gma come quinto festival più importante in Gran Bretagna, dopo Bafta e Bfi». «Questa è un’incredibile soddisfazione per noi», spiega Recalchi, «perché parliamo di una realtà creata tre anni fa ma con sole due edizioni all’attivo. Non vi dico l’emozione nell’incontrare molte celebrità ed è stato bello sentirmi ringraziare per l’invito e per la serata». La serata dei Gold Movie Awards si è svolta nel cuore di Londra, proseguendo poi con un after party al Cuckoo Club, locali tra i più rinomati della città londinese. «Ora dobbiamo continuare a crescere, trovando spazio per altri grandi film da lanciare a livello internazionale». Molti i partner che hanno collaborato al festival e tra questi anche l’associazione Via Claudia Augusta, che ha fornito all’evento vini locali, come quello della cantina De Bacco di Fonzaso, e il formaggio Piave. D’altronde ve l’avevamo detto che l’anima e non solo di questi Gma era made in Belluno. —
il premio
Billy Zane votato come miglior attore Sopra Marco Recalchi intervistato dalla Rai nel corso dei Gma. A fianco Billy Zane col trofeo dei GM, sotto Antony Reolon, Marco Recalchi, Billy Zane e Jason Matthewson al Cuckoo Club per l’after Party.
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ha affermato Cristiano Corazzari, assessore regionale alla cultura, «con il loro aiuto sarà possibile far confluire nel conto corrente della Regione ulteriori risorse che serviranno a finanziare interventi di sostegno alle aree colpite dall’alluvione di fine ottobre». Il cinema Lumière, domani, propone una vasta gamma di scelte. Alle 17.25, in 3D, ecco il film d’animazione Ralph Spacca Internet. Alle 18 Aquaman, alle 19.50 Benvenuti a Marwen, alle 21 Bohemian Rhapsody, infine, alle 21.15, Attenti al gorilla. Per quanto riguarda l’Eden di Cortina, alle 17.30 proiezione di “Spider man: un nuovo universo” e alle 19 e alle 22 la commedia “Un piccolo favore”. — DAPO
limana
Torna a febbraio la Festa del bambino con il benvenuto ai nuovi nati LIMANA. Limana festeggia i più piccoli. La Pro loco e Il coro Arcobaleno organizzano l’11ª Festa del bambino, che si svolgerà domenica 10 febbraio. Lo scopo dell’evento è, come sempre, di creare momenti di aggregazione tra tutti gli abitanti del comune di Limana, iniziando dai più piccoli di varie estrazioni sociali ed etnie. Anche quest’anno la gli alunni delle classi prime della locale scuola elementare
esporranno una mostra sulle maschere da loro realizzate con la supervisione dello scultore Paolo Moro. Come ogni anno si festeggerà il Carnevale, a cura del gruppo parrocchiale giovani e della “Baby Dance” di Limana di Debora Da Canal, l’esibizione degli allievi della ginnastica ritmica di Limana-Mel e diversi laboratori dove i bambini potranno essere interpreti e protagonisti. Il programma della giorna-
ta prevede, alle 10.30 la messa per tutti i bambini con presentazione alla comunità e sarà consegnata la preghiera del bambino ai bambini e bambine nati nell’anno 2018 e residenti a Limana. Alle 14.30, al Palimana, proseguirà la festa dove, ai neonati nel 2018, sarà donato un ricordino di benvenuto, offerto dalla Pro loco e consegnato dai propri capi frazione. — F.R.
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REGIONE
Le sfide del welfare Barone, direttore di Veneto Lavoro, rilancia la discussione avviata dallo studioso Dalla Zuanna Mancano numerose figure professionali richieste dalle imprese, il mercato favorirà la mobilità
«La crisi demografica riaccenderà i flussi migratori verso il Nordest» L’INTERVISTA
Nicola Brillo a riforma Fornero ha determinato una crescita media dell’età degli occupati e la struttura del mercato del lavoro è invecchiata. In demografia si fa riferimento alla “piramide dell’età”, più si sale più si restringe la popolazione. Oggi in Veneto si sta ingrossando la parte centrale e si assottiglia la base dei giovani. È un fenomeno grave, che priva di “benzina” del Paese. Nel mondo del lavoro questo riapre la questione dei flussi migratori, un fenomeno già conosciuto nella nostra regione e destinato a proseguire». Parole di Tiziano Barone, 60 anni, laureato in Scienze statistiche demografiche: dal 2015 guida Veneto Lavoro, l’ente della Regione che monitora l’andamento dell’occupazione al servizio delle politiche sul lavoro e formazione. E non solo». Sul questo giornale il demografo Gianpiero Dalla Zuanna ha aperto il confronto sulle cifre e gli effetti della crisi demografica. Qual è il suo pensiero? «La questione demografica è cruciale per l’equilibrio di uno Stato, purtroppo nel nostro Paese non se ne parla mai e bene ha fatto il professor Dalla Zuanna a porre l’attenzione in Veneto sul tema e ad aprire una discussione a più voci». Direttore Barone, perdu-
«L
La rivoluzione digitale investe sia i giovani che gli adulti occupati prossimi alla pensione
La manifattura industriale non trova figure specifiche; in basso: Tiziano Barone direttore di Veneto Lavoro
rando il calo demografico in Veneto ci sarà più necessità di importare lavoratori? «La mobilità all’interno del Paese e a livello internazionale verso il Veneto c’è sempre stata negli ultimi decenni. L’emigrazione per ragioni economiche è regolata dalle quote. Questo meccanismo dovrà essere mantenuto per garantire la produzione veneta, ora su livelli bassi, vista la necessità delle aziende. E ormai consuetudine la mobilità di lavoratori da altre regioni d’Italia: quando mancano determinate figure sul territorio veneto, si cercano altrove».
Come si è chiuso il 2018 sul versante lavorativo? «Complessivamente, con un tasso di disoccupazione intorno al 5,5%. Dal punto di vista dell’occupazione abbiamo raggiunto la quota di lavoratori persi nella crisi successiva al 2008 e siamo tornati abbondantemente in positivo. Ma abbiamo evidenziato anche una polarizzazione, con maggiore richieste di alte e basse qualifiche, mentre si riducono quelle intermedie. A questo aggiungiamo l’irruzione del digitale, che coinvolge sia i giovani che gli adulti prossimi alla pensione, le alte e le basse qualifiche.
Troppi abusi: una rete di telecamere a tutela di bambini, anziani e disabili
Filippo Tosatto VENEZIA. Bimbi maltrattati, ves-
sazioni a minori che versano in situazioni di disagio, anziani messi alla gogna, disabili sottoposti ad angherie umilianti: la cronaca documenta il susseguirsi di episodi di violenza fisica e morale a danno dei soggetti più fragili (circostanza che rende ancor più gravi e vergognosi i comportamenti illeciti) ed è convinzione diffusa che denunce e indagini riveli-
no solo la punta di un iceberg, in larga parte occultato da reticenze, timori di ritorsione, complicità. Così la politica veneta prova a battere un colpo e lo fa attraverso il progetto di legge statale presentato dal consigliere regionale Alberto Semenzato. Prevede l’allestimento di impianti di videosorveglianza in asili nido, scuole d’infanzia, case di riposo e istituti socio-assistenziali (pubblici e privati): oggi sarà discusso, e con ogni probabilità approvato, dall’assemblea di Palazzo Ferro- Fini. «Il ricorso alle telecamere a circuito chiuso», commenta l’esponente leghista «mira anzitutto a garantire la sicurezza dei bambini e degli ospiti, garantendo maggiore tranquilli-
tà ai loro familiari e fungendo da deterrente contro ogni eventuale tipo di abuso commesso da chi opera in tali strutture o, addirittura, da soggetti esterni. Ma è anche una forma di garanzia verso il personale
La visione dei filmati riservata a investigatori e autorità giudiziaria Vietato l’uso di webcam
Il consigliere Alberto Semenzato
rebbero disponibili a farlo a determinate condizioni. Così i disoccupati salgono in regione al 12, 7%. Una delle sfide da affrontare è anche quella di far lavorare queste persone». Che tipo di professionalità oggi sono maggiormente richieste? «Le imprese dichiarano di non trovare figure specifiche, in particolare per la manifattura. Occorre che le nuove generazioni e i disoccupati vengano avviati verso le tipologie più richieste. E vanno convertite le figure professionali obsolete. Secondo Unioncamere nei prossimi mesi le aziende venete assumeranno soprattutto in ambito industriale (un assunto su due), commerciale e vendita, logistica e progettazione. Assai poco nell’amministrazione e dirigenziale». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
oGGi il Via liBera del consiGlio reGionale
La proposta di legge del leghista Semenzato riguarda asili, scuole d’infanzia, case di riposo, centri socio-assistenziali e si profila un sì unanime dei gruppi politici
Bisogna trovare le modalità per aiutare tutti i lavoratori ad acquisire le competenze digitali necessarie, è una questione fondamentale da risolvere». Con il tasso di occupazione si valuta la “qualità” dell’economia. Come va il Veneto? «Più alto è il tasso di occupazione meglio è per l’economia di un territorio. A fine anno il numero di lavoratori nostrani tra 15 e 64 anni si attesta al 67%, tra i migliori in Italia. Il nostro sistema si confronta con le grandi realtà italiane come Lombardia ed Emilia-Romagna, e quelle più competitive in Europa, come Monaco o Francoforte». Spesso però molti sono scoraggiati dal cercare attivamente un lavoro. «Noi monitoriamo anche questo dato, definito “disoccupazione allargata”, che considera anche gli scoraggiati, persone che pur non lavorando sa-
che agisce correttamente, senz’altro la maggioranza degli addetti, che non dev’essere bersaglio di insinuazioni o accuse ingiustificate. Obiezioni sindacali? Spero di no, chi agisce nel rispetto delle regole
non ha nulla da temere». A riguardo, allertati dalle segnalazioni di genitori e parenti, più volte gli investigatori sono riusciti ad individuare gli autori delle violenze - e anche a scagionare persone ingiustamente sospettate - grazie alle “sentinelle tecnologiche” preventivamente piazzate in luoghi strategici. E tale circostanza, emersa nel confronto in commissione, ha favorito una convergenza pressoché totale di tutti i gruppi politici (unica astensione quella di Patrizia Bartelle) intorno alla proposta. Con un’avvertenza, dettata dal diritto alla privacy: la visione di filmati e immagini sarà rigorosamente ristretta alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria mentre è espressamente vietato l’utilizzo delle webcam. Scontata così l’approvazione in consiglio, la proposta sarà immediatamente inoltrata al Parlamento: il sostegno biparistan promesso da deputati e senatori veneti di ogni colore lascia intendere che diventerà presto legge dello Stato. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
oGGi l’esame dell’aula
La Giornata del ricordo per le vittime del Vajont VENEZIA. Oggi, nell’aula dell’assemblea del Veneto, ha inizio l’esame del progetto di legge che istituisce la Giornata in ricordo della tragedia del Vajont e il riconoscimento Memoria Vajont, riservato alla migliore tesi di laurea sull’argomento. «L’onda lunga di quella tragedia è, purtroppo, ancora viva nel cuore e nel ricordo della nostra gente perché ogni volta che si nomina il Vajont, il pensiero va a quella notte, e nessuno deve mai dimenticare la sofferenza dei bellunesi», le parole del consigliere regionale Gabriele Michieletto (Lista Zaia Presidente), primo firmatario della proposta legislativa in materia. «Non c’è dubbio sul fatto che la notte del 9 ottobre del 1963 sia stata tragicamente consegnata alla storia. Così come non c’è dubbio che la cittadinanza di Longarone, di tutti i paesi colpiti da quella sciagura e dell’intero Veneto, meritino una giornata dedicata al ricordo», afferma l’amministratore. L’iniziativa non guarda soltanto al passato: «Il ricordo può limitarsi alla commemorazione delle vittime, ma deve diventare soprattutto un monito per le generazioni future. Perché chi opera e progetta le infrastrutture metta sempre al centro, prima di ogni altra cosa, la sicurezza della comunità locale e il rispetto dell’ambiente». —
palaZZo Ferro-Fini
Corsi subentra a Coletto, oggi l’insediamento
VENEZIA. Nuovo ingresso in consiglio regionale, quello del leghista veronese Enrico Corsi (nella foto), già assessore a Verona e attualmente presidente dell’Ater locale, che oggi sostituirà formalmente Luca Coletto, dimessosi dall’assemblea per migrare a Roma dove ha assunto l’incarico di sottosegretario alla Salute.
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
il colosso navale
Fusione tra Fincantieri e Stx la Francia confida nell’accordo Il ministro Le Maire non è preoccupato per la decisione della Commissione Ue «Continuo a credere che si andrà fino in fondo, sono favorevole all’operazione» VENEZIA. La Francia continua a confidare nella buona riuscita dell’integrazione tra Fincantieri ed Stx France, operazione sulla quale nei giorni scorsi l’Antitrust Ue ha acceso un faro. Parlando ai cronisti riunitisi a Bercy, il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire ha detto di «essere fovorevole all’operazione» di fusione, auspicando che si vada «fino in fondo». Un messaggio distensivo, dopo che nei giorni scorsi erano arrivate critiche da esponenti del governo italiano su un presunto trattamento differente da parte di Bruxelles quando in ballo ci sono operazioni che vedono nel ruolo di aggregatori operatori francesi o tedeschi e quando invece tocca agli italiani. Parigi ricorda che siamo in una «procedura classica, forse sovrainterpetata da alcuni, in cui il dossier viene affidato alla Commissione». Quindi ha aggiunto: «Non ho inquietudini su Stx-Fincantieri, non sono preoccupato», per una eventuale
decisione negativa della Commissione Ue. E ha aggiunto sulla necessità di avere «oggi dei progetti industriali franco-italiani». Intanto ieri Fincantieri ha siglato un accordo preliminare con Cdp e Snam per «individuare, definire e realizzare progetti strategici di medio periodo in alcuni settori chiave per l’innovazione in Italia». Le aree dell’intesa vanno dai porti e aree costiere all’ingegneria, dall’efficienza energetica alle tecnologie innovative. Tornando a Stx, le parole del ministro francese fanno il paio con la nota diffusa nei giorni scorsi dal ministero delle Finanze francese in cui si esprimeva fiducia sul fatto che «non ci sarà alcuna preoccupazione di concorrenza». A queste rassicurazioni si è aggiunto anche il chiarimento che a chiedere all’Antitrust Ue di approfondire i contorni dell’operazione, per valutare eventuali restrizioni del mercato su scala europea, è stata
La Fincantieri a Porto Marghera
l’analoga autorità francese, che è autonoma dal governo transalpino. Ed è anche stato fatto notare che la segnalazione francese risale all’inizio di dicembre, per cui non è corretto leggere questo passo alla luce delle successive tensioni tra i due governi, conseguenti all’endorsement di Luigi Di Maio alle proteste dei gillet gialli. Intanto Fincantieri sta lavorando alla prenotifica da presentare nei prossimi giorni all’Antitrust Ue. L’analisi dei tecnici di Bruxelles inizierà subito ed è probabile che all’azienda cantieristica triestina venga richiesta una documentazione di dettaglio che darà il là alla notifica vera e propria. La pronuncia definitiva dovrebbe arrivare entro la primavera. Anche se uno stop all’operazione apre poco probabile, sta di fatto che questa procedura rallenterà la conclusione dell’accordo. Con danni importanti al gruppo italiano e alla stessa Ue in uno scenario che vede i big americani e asiatici sempre più agguerriti. Il cammino per l’acquisto di Stx France da parte di Fincantieri è stato fin qui incidentato. L’intesa di massima raggiunta tra il governo Renzi e il presidente francese Francois Hollande due primavere fa, è stato rimesso in discussione dalla vittoria di Emmanuel Macron. Fino all’accordo del febbraio scorso, in virtù del quale il gruppo triestino ha rilevato il 50% (più l’1% in prestito dallo Stato transalpino) di Stx France, fermo restando il via libera delle autorità antistrust. – Luigi Dell’Olio
la produzione in veneto: più 48,8%
Vendemmia, il 2018 è anno da record Raccolti 16,4 milioni di quintali di uva VICENZA. Ci sono almeno due
spiegazioni al record senza precedenti della vendemmia 2018 in Veneto, che passerà alla storia per gli oltre 16,4 milioni di quintali d’uva raccolta, il +48,87% in più rispetto all’anno precedente. Anzitutto il netto recupero sul 2017, un’annata decisamente scarsa, ferma a 11 milioni di quintali d’uva, circa il 15-20 per cento in meno sulla media degli ultimi anni. Secondo fattore è l’entrata in produzione dei nuovi im-
pianti, l’8,45% in più di nuovo vigneto per il primo anno coinvolto nella vendemmia. Del resto il vino ottenuto nel Veneto grazie all’ultima abbondante vendemmia sfonda i 13,4 milioni di ettolitri, contro i 9,5 del 2017, gli oltre 10 del 2016 e i 9,8 del 2015. Il quadro è ancora più chiaro se a questo aggiungiamo l’inarrestabile ascesa del Prosecco, che da solo ormai copre un quarto della produzione, con quasi 4,7 milioni di quintali d’uva e un balzo in
avanti del 37,4% rispetto al 2017. Questa super produzione apre anche dei nuovi interrogativi sulla direzione che sta prendendo la viticoltura veneta, come è stato sottolineato a Lonigo, alla Cantina Collis, in occasione della presentazione del rapporto sulla vendemmia elaborato da Veneto Agricoltura. La nostra regione tiene ben saldo il primato di produzione grazie al “sistema Prosecco”, che nel 2018 ha superato i 6 milioni di quintali di uva, e
management
Contratti di rete, nel Nordest oltre 4.100 aziende coinvolte Negli ultimi tre anni le imprese interessate sono più che raddoppiate: una ricerca di Ca’ Foscari ha analizzato la diffusione della formula VENEZIA. Crescono a Nordest i
contratti di rete tra imprese, qui è dove c’è una maggior propensione, rispetto ad altre aree regionali, a cercare alleanze con imprese di altri settori e altri territori. Negli ultimi tre
anni sono più che raddoppiate quelle protagoniste, arrivando a superare la soglia di 4.100 aziende coinvolte. Ciascuna rete riunisce mediamente 15 imprese (con una forte presenza di reti composte da 5-6 realtà), che hanno in media 25 dipendenti ognuna. E ancora, contano oggi 1,65 anni di vita e attività (contro i 2-3 della media nazionale). Questo è il risultato della crisi, ma non solo. Una recente ricerca è
stata sviluppata dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha analizzato il fenomeno dei contratti di rete a livello nazionale concentrandosi poi su specifici temi, come l’accesso al credito o l’attenzione all’innovazione, per analizzarne efficacia e funzionamento. A livello nazionale sono 4.992 i contratti di rete siglati da 30.559 imprese (dati Infocamere, settembre 2018): di
il “Sistema Verona”, con il Valpolicella, Soave, Bardolino, Bianco di Custoza e Garda, che ha toccato i 2,32 milioni di quintali di uva. Insieme hanno prodotto ben 8,48 milioni di quintali di uva, ovvero la metà della produzione. Significativo anche il primato dell’export del vino veneto, al primo posto in Italia anche nei primi 9 mesi del 2018, con un valore di 1,6 miliardi di euro (+3,4% rispetto al 2017) in un contesto nazionale che vale complessiva-
queste 13,5% sono imprese del Nordest e circa il 7,4% del Veneto. E stanno interessando sempre più ambiti strategici per le imprese, come la trasformazione digitale 4.0 e l’innovazione, l’internazionalizzazione, la promozione territoriale e l’economia circolare. «Le ultime analisi effettuate mostrano che nel Nordest, come del resto in Italia, le imprese entrano in rete principalmente per aumentare la propria competitività, innovare il prodotto o servizio, innovare processi aziendali, aumentare la propria capacità di penetrare nuovi mercati, in particolare quelli internazionali, partecipare ad appalti e gare, fare massa critica nella relazione con la pubblica amministrazione», spiega Anna Cabigiosu, coordi-
Vendemmia in Veneto
mente 4,4 miliardi di euro (+3,4%). Ben lontane troviamo le regioni Piemonte, Toscana e Trentino-Alto Adige. L’anno prima le esportazioni di vino veneto avevano superato quota 2,1 miliardi di euro, con prezzi in continua ascesa. Il Prosecco, in partico-
natrice scientifica del neocostituito Osservatorio con Anna Moretti, entrambe del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari. Istituito nel 2009, il contratto di rete è uno strumento normativo unico nel suo genere nel panorama internazionale, che consente alle imprese di formalizzare una
Anna Cabigiosu «Funzionano meglio in presenza di strumenti di coordinamento» collaborazione interorganizzativa. Ma allo stesso tempo lasciano autonomia a ciascuna, con l’obiettivo di sviluppare sinergie e complementarietà tra
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credito cooperativo
Fracalossi e Antiga al vertice del polo Ccb TRENTO. Il gruppo bancario cooperativo che fa capo a Cassa centrale banca ha scelto la propria governante. L'assemblea dei soci, riunita ieri a Milano, ha confermato Giorgio Fracalossi nel ruolo di presidente e del trevigiano Carlo Antiga in quello di vicepresidente vicario. In tutto sono stati nominati 15 amministratori, 10 espressione delle banche affiliate, 4 gli indipendenti e un rappresentate esterno. Il nuovo Cda, che si è riunito al termine dell'assemblea, ha nominato Mario Sartori amministratore delegato. «Il nostro - ha sottolineato Fracalossi - è un progetto di sviluppo originale e condiviso che valorizza le competenze e promuove i territori e le Bcc, Cr e Raika. Non c'è stato nulla di scontato nella nascita della nostra aggregazione e nulla sarà scontato in futuro». «Le banche locali - ha aggiunto Sartori - sono e resteranno un valore fondamentale del nostro Paese. Il Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca si presenta solido, efficiente e orientato al mercato». —
lare, fino allo scorso settembre ha fatturato all’estero 634 milioni di euro a partire dai mercati di Regno Unito, Stati Uniti e Germania, che da soli coprono il 64% degli acquisti. Il predominio dei vini bianchi in Veneto ormai è schiacciante: le 29.565 aziende vitivinicole coltivano il 74% di vigneti con uve a bacca bianca, percentuale che supera l’89 per cento in provincia di Treviso, mentre i rossi resistono nel Veronese grazie ad Amarone e Valpolicella. «Per far fronte a questa abbondanza il settore dovrà necessariamente rivedere la propria programmazione» osserva l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan «che non significa limitare i produttori ma individuare nuovi mercati per il vino veneto». — Nicola Stievano
partner aziendali per realizzare progetti innovativi, internazionalizzare e crescere sul mercato. E i dati della ricerca veneziana suggeriscono un miglioramento della performance delle imprese che operano in rete da qualche anno. Il Dipartimento è tra i fondatori del neocostituito Osservatorio nazionale sulle Reti d’impresa. «Perché una rete possa dispiegare i propri esiti positivi nel medio termine – continua Cabigiosu –, non è sufficiente affidarsi solo al contratto, ma è necessario che le imprese pongano in essere un sistema articolato e coerente di strumenti per il coordinamento interaziendale che renda operative e fattive le funzioni stesse del contratto di rete». — N.Br.
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Attualità
L’EMERGENZA VICENZA Auto incastrate una nell’altra, o finite ruote all’aria dentro un fossato, scivolate a causa di un perfido filo di ghiaccio formatosi di prima mattina. Sono state sette ore di disagi pesanti quelle vissute ieri lungo la trafficata Statale 47 della Valsugana, all’altezza di Cismon del Grappa, a causa di un maxi-tamponamento che ha visto coinvolti una cinquantina di mezzi, fra cui non solo macchine e camion ma pure un’ambulanza, con 40 feriti e il blocco dell’arteria che collega la provincia di Vicenza a quella di Trento. Tutta colpa del gelicidio, che ha causato una raffica di sinistri pure nel Bellunese, anche se meno gravi.
Martedì 15 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Ghiaccio, schianti a catena 40 feriti sulla Valsugana Coinvolti 50 mezzi tra le province di Trento `Un’ambulanza si scontra con i carabinieri e Vicenza. Sinistri in serie pure nel Bellunese Strada chiusa 7 ore, Anas avvia un’indagine `
La parola
Gelicidio: la pioggia si solidifica a terra
PIÙ PUNTI L’incidente si è innescato in più punti, nel tratto fra le località di Primolano (Vicenza) e Grigno (Trento). Già nelle ultime settimane in zona si erano verificati numerosi schianti, ma non di questa portata. A causare la carambola, il ghiaccio che ha tradito automobilisti e camionisti, che hanno perso il controllo dei mezzi; nemmeno dopo essere usciti dai veicoli riuscivano a stare in piedi. Persino un’ambulanza, arrivata per i soccorsi, è finita contro un mezzo dei carabinieri. La polizia locale di Bassano del Grappa e i carabinieri di Borgo Valsugana hanno subito chiuso la strada. I soccorsi sanitari sono intervenuti con tre elicotteri, cinque ambulanze e tre mezzi di servizio. Per diminuire i disagi è stata allestita una sorta di tendopoli, dove di volta in volta sono stati ospitati e medicati i feriti più lievi. Tra i più gravi, invece, tre persone sono state trasportate al pronto soccorso Santa Chiara di Trento, sei a quello di Borgo Valsugana, altri sei sono stati portati all’ospedale di Feltre
`Il gelicidio è un fenomeno
I SOCCORSI Anche un’ambulanza è rimasta coinvolta nel maxi-tamponamento a Cismon del Grappa (ANSA)
BLOCCATO IN CODA IL LEGHISTA FINCO: «LO STATO FACCIA PIÙ MANUTENZIONE O CI DIA L’AUTONOMIA» CRITICO ANCHE IL PD
(Belluno).
LA COMMISSIONE L’arteria è stata riaperta lungo entrambe le carreggiate alle ore 13.30, secondo quanto riferito da Anas. La stessa società, che fa parte del gruppo Ferrovie dello Stato, ha reso noto di aver nomi-
nato una commissione interna «per verificare le eventuali responsabilità, in particolare se sono state svolte correttamente le attività antigelo (attraverso mezzi spargisale) previste dal piano neve delle quali è incaricata la ditta responsabile del trattamento invernale della sede stradale».
IL MALORE Dopo i drink, invece, la ragazza si è sentita male e non ce l’ha fatta. Poco prima delle undici all’improvviso le risate, in strada, sono state soppiantate da grida di disperazione. Due baristi ora rischiano di rispondere per la sua morte improvvisa. Era allergica Fede, come la chiamavano a scuola. Ed è probabile che, seppure abbia avuto la premura di avvertire chi l’ha servita, la giovane ha ingerito qualche sostanza che le ha provocato lo
INDAGATI I DUE BARISTI CHE L’HANNO SERVITA: LA RAGAZZA AVEVA AVVERTITO DI STARE ATTENTI
LA POLITICA Ma proprio nei confronti dell’azienda è scoppiata la polemica politica in Consiglio regionale. Anche il bassanese Nicola Finco, capogruppo della Lega, è infatti rimasto imbottigliato nelle code: «Su questa strada la brina si trova da novembre a maggio e non serve chissà quale capacità di predizione per capire che, a gennaio, nei giorni più freddi dell’anno, c’è un forte e concreto rischio ghiaccio. In questi casi Anas avrebbe dovuto mettere in opera le più elementari norme di prevenzione, ma come purtroppo abbiamo visto, la manutenzione in questo tratto è sempre stata minima. Uno dopo l’altro, i ministri hanno fatto le loro passerelle in Valsugana, promettendo migliorie, ma ad oggi non hanno risolto nulla. Chiediamo quindi al ministro alle Infrastrutture Toninelli di sbloccare questa situazione oppure di concedere ampia autonomia alla Regione in questo settore, affidando risorse e competenze a Venezia». Critico anche il vicentino Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico: «L’incidente sulla Valsugana ripropone il tema della messa in sicurezza di questa via di collegamento con il Trentino. Il ghiaccio ci ha messo del suo, ma la Valsugana attende da troppo tempo un intervento di adeguamento a nord e a sud del confine tra le due regioni. Questa arteria deve avere la priorità negli investimenti anche rispetto alla Valdastico Nord. Qui abbiamo centri urbani, traffico pesante, pendolari: una mobilità mista più vulnerabile di altre». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ischia, i gamberetti morti per corrente
LA TRAGEDIA ROMA Nemmeno il salvavita, tenuto sempre in borsa, le ha dato scampo. È crollata in strada, in preda a una crisi respiratoria. E nulla ha potuto salvarla. Né i tentativi degli amici di rianimarla. Né la corsa in ambulanza verso l’ospedale. Rubata alla vita a 16 anni, per uno shock anafilattico. Liceale e sportiva, Federica Stiffi, promettente campionessa del beach volley romano, sabato sera è uscita per trascorrere una serata con la migliore amica, e non è più rientrata: a ucciderla una crisi allergica causata da più shortini, i mini cocktail a base di rum, whisky e creme di frutta che si bevono tutti d’un fiato. Un giro a Centocelle, dove abitava, l’ingresso in due bar in piazza delle Gardenie e, poi il previsto rientro a casa a mezzanotte. Dove i genitori l’aspettavano.
che si verifica quando la pioggia (o la pioviggine), che rimane in forma liquida anche quando la temperatura superficiale delle gocce o goccioline è inferiore a 0 °C, si solidifica istantaneamente a contatto con il suolo formando uno strato di ghiaccio trasparente e molto scivoloso. La causa è dovuta alla sopraffusione, cioè al processo di raffreddamento di un liquido al di sotto della sua temperatura di solidificazione.
Anas ha comunque colto l’occasione per raccomandare «prudenza nella guida» e ricordare che l’evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito web www.stradeanas.it e sull’app Vai.
Avvelenato il cane di Susanna Tamaro
IL MISTERO
SHOCK ANAFILATTICO Federica Stiffi, 16 anni, era una promettente campionessa di beach volley
Allergia al latte, 16enne muore Sotto accusa i cocktail bevuti shock anafilattico e in pochi minuti la morte. Il caso così è finito sotto la lente della procura di Roma. Morte evitabile? Il pm Clara De Cecilia e il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia hanno aperto una inchiesta. Procedono per omicidio colposo. E per ora nel registro degli indagati hanno iscritto due baristi. Federica era sensibile a diversi prodotti. Al lattosio in particolare. È per questo che, secondo quanto raccontato dall’amica agli investigatori, si era preoccupata di domandare se nei mini-cocktail ci fosse in particolare del latte vaccino. «Solo latte di cocco», le sarebbe stato assicurato. Tant’è che la giovane, in un locale in particolare, ne avrebbe approfittato per fare più di un bis. Quali fossero le effettive componenti
dei drink serviti sarà accertato da specialisti incaricati dall’autorità giudiziaria. I carabinieri delegati alle indagini hanno sequestrato nei due locali diverse bottiglie. L’esame cruciale resta, però, quello autoptico. I magistrati hanno incaricato un medico legale per accertare le cause della morte improvvisa.
LA FAMIGLIA I genitori della ragazza, nella mattinata di ieri hanno raggiunto piazzale Clodio per seguire l’avvio dell’inchiesta e dare dei chiarimenti al magistrato, titolare del fascicolo. «Sono devastati», ha detto un legale che li ha accompagnati, «un dolore sconfinato. E troppi gli interrogativi». Federica era consapevole della sua forte allergia. Anche
l’amica che ha trascorso con lei la serata l’ha confermato. «Era sempre attenta, scrupolosa». «È per questo», ha specificato agli investigatori, che ha chiesto specificatamente chiarimenti sugli ingredienti. Niente latte? Ed era stata rassicurata». Non si esclude che sia stato proprio il latte di cocco, sommato all’alcol, a provocare la reazione allergica e la crisi respiratoria. Nel mirino ci sono i componenti della bevanda, a quanto pare non confezionata in Italia. I baristi, subito ascoltati, hanno assicurato di prestare sempre la massima attenzione ai clienti che segnalano allergie. «Non riesco a darmi una spiegazione», ha spiegato uno dei gestori. Adelaide Pierucci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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NAPOLI Una mareggiata, con una improvvisa corrente ascensionale che ha spiaggiato migliaia di gamberetti sull’arenile di San Montano, provocandone la morte. È questa la ricostruzione più plausibile, al momento, dell’evento «anomalo ed episodico», come lo definiscono gli esperti, verificatosi a Ischia: le analisi sono ancora in corso, ma perde peso l’ipotesi di una moria provocata da elementi inquinanti nel mare, visto che non sono state rilevate morti di altri organismi viventi.
LA SPECIE Una cosa è certa: quei gamberetti, appartenenti alla specie «Krill Mediterraneo», a prescindere dalle cause del decesso non possono assolutamente essere mangiati, vista l’elevata concentrazione di fluoro in una specie non commestibile. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sta seguendo personalmente la vicenda, su cui sono al lavoro la Guardia costiera di Ischia e i ricercatori della stazione zoologica marina Anton Dohrn di Napoli. Si è stabilito che si tratta di crostacei adulti, di circa 5 cm, appartenenti alla specie «Meganyctiphane norvegica», meglio conosciuta come il «Krill Mediterraneo», fonte di nutrimento privilegiata per la balenottera comune.
LA SCRITTRICE ROMA L’aveva adottata in un canile sei mesi fa. Era diventata parte della sua famiglia, un affetto profondo, e sperava di invecchiare con lei. Invece, un boccone avvelenato gliel’ha portata via. Come succede a tanti cani in Italia. Susanna Tamaro ha raccontato su Facebook il dramma della sua cagnetta, Pimpi. Una cagnolina fantasia dal pelo nero e marrone e le grandi orecchie, trovata nel canile di Orvieto, dove la scrittrice triestina vive oggi, in una grande casa in campagna. Una vicenda che ha suscitato grande impressione fra le associazioni animaliste, che hanno chiesto a governo e parlamento di inasprire le pene per questo reato. «Pimpi è morta ieri, uccisa da un boccone avvelenato ha scritto l’autrice di “Và dove ti porta il cuore” - Era con me da appena sei mesi. Addio, piccolo raggio di luce, meraviglioso arcobaleno che hai allietato un tempo purtroppo così breve».
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Portogruaro
IL CASO Gli albergatori dovranno sborsare cento euro per la singola struttura e non per stanza mentre gli altri devono versare per ogni alloggio
Martedì 15 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
“Venice Sands” piace Entra anche Eraclea `Il piano di promozione dapest, Bolzano) e la realizza-
turistica tra Caorle, Bibione e Jesolo si amplia PROGETTO
TURISMO Polemiche a Caorle sull’applicazione delle sanzioni relative al versamento della tassa di soggiorno
Caos sull’imposta di soggiorno Partono le multe ed è protesta `I proprietari di appartamenti lamentano Notificate circa 160 sanzioni agli operatori turistici per ritardata o mancata comunicazione disparità di trattamento rispetto agli hotel `
CAORLE Pioggia di sanzioni per il mancato rispetto del regolamento comunale sull’imposta di soggiorno. Nei giorni scorsi, sono state notificate circa 160 sanzioni amministrative a proprietari di strutture ricettive o alloggi per aver ritardato o per non aver effettuato le comunicazioni previste dalla disciplina comunale dettata in materia di tassa di soggiorno. Si tratta, in sostanza, del mancato o ritardato invio ad Abaco, il concessionario che gestisce per conto del Comune di Caorle le pratiche di incasso dell’imposta di soggiorno, delle informative relative al numero di presenze registrate dalla struttura ed all’ammontare della tassa incassata. La sanzione notificata ai tra-
sgressori è stata di 100 euro sto indirizzo sono stati l’assesper ciascuna violazione. sore al turismo Alessandra Zusso ed il Comando della poLA POLEMICA lizia locale di Caorle che ha Proprio sull’individuazione emesso, per conto dell’ammidel numero di violazioni si è nistrazione comunale, le sanscatenata una polemica che ha zioni. Nello specifico il regolacoinvolto i proprietari che af- mento comunale sull’imposta fittano appartamenti a turisti. di soggiorno ha recepito la I titolari di più alloggi che han- normativa regionale sul turino ritardato le comunicazioni smo che distingue le strutture si sono visti recapitare una ricettive come alberghi, villagmulta per ciascun apparta- gi ed apart-hotel, ritenute comento, ravvisando una dispa- me “centri unitari d’interesrità di trattamento rispetto a se”, dalle locazioni turistiche, quanto previsto per i titolari di ovvero gli appartamenti affitalberghi. Per questi ultimi (co- tati ai vacanzieri. sì come per altre tipologie riQuesti ultimi, anche in caso cettive) è previsto invece che, di pluralità di alloggi in capo in caso di trasgressione avente ad un unico soggetto (come caad oggetto anche più di una ca- pita ad esempio con le agenmera, la sanzione sia comun- zie), devono invece intendersi come strutture indipendenti, que unica. con la conseguenza che le riLE RAGIONI DEL COMUNE tardate comunicazioni su una A spiegare le ragioni di que- pluralità di alloggi comporta-
no anche una pluralità di sanzioni. Si è inoltre appreso che per agevolare i titolari di strutture ricettive le sanzioni hanno riguardato le omissioni relative ai soli mesi di luglio, agosto e settembre, essendoci stata una sorta di “tolleranza” per i primi mesi della stagione balneare.
LA POLIZIA LOCALE «E’ stato messo a disposizione di tutti i titolari di strutture ricettive un gestionale che facilita le comunicazioni al concessionario – ha infine spiegato il comandante della polizia locale Armando Stefanutto – ed è stata curata un’adeguata formazione degli operatori, anche in merito alle conseguenze relative alle trasgressioni». Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritorna anche nel 2019 il progetto “Venice Sands” che punta a promuovere in via unitaria le spiagge della costa veneta. L’iniziativa, avviata nel 2018 da Jesolo, Caorle e Bibione, vede quest’anno aggiungersi Eraclea. Gli obbiettivi di “Venice Sands” sono stati illustrati ieri mattina nel municipio di Caorle alla presenza del vicepresidente del Veneto Gianluca Forcolin, dell’assessore regionale al turismo Federico Caner, del direttore generale di Atvo Stefano Cerchier (altro partner del progetto) e dei presidenti dei consorzi di promozione turistica delle quattro località. Raggiungere mercati consolidati, avviare rapporti commerciali con nuovi mercati, garantire la presenza delle spiagge anche nelle fiere alle quali la Regione non partecipa e creare economie di scala: a questo punta la progettualità 2019 di “Venice Sands” che si svilupperà attraverso la partecipazione a sei fiere del turismo (Stoccarda, Amburgo, Bruxelles, Monaco, Bu-
zione di una campagna promozionale editoriale in grado di raggiungere un ampio bacino di utenti potenzialmente interessati alle spiagge venete. Sono previste anche attività correlate alle fiere, come conferenze con i giornalisti del posto, workshop ed incontri con i tour operator. «La Regione crede in questo progetto – ha detto il vicepresidente Forcolin – Si tratta di un piano triennale finanziato dalla Regione e dai consorzi di promozione: ciò non toglie che, se le località aderenti cresceranno, aumenterà anche l’importo inizialmente stabilito in 150mila euro. Mi auguro, quindi che questi siano i primi tasselli che porteranno in futuro ad un brand unico tra tutte le spiagge venete». L’assessore Caner, oltre ad aver sottolineato l’importanza del lavoro congiunto delle spiagge, si è soffermato sulla strategia di promozione legata alle fiere «ancora fondamentali, soprattutto quando si parla di fiere tra imprese. Comunque non solo promozione, ma anche creazione di prodotti turistici, infrastrutture comuni, salvaguardia delle coste, trasporti e sanità. Stiamo già lavorando con la Regione Friuli per una collaborazione anche con le loro spiagge». R.Cop.
Incontro sui fondi di aiuto allo sviluppo delle aziende PORTOGRUARO Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle, in collaborazione con Vegal, ha organizzato per martedì 15 gennaio, alle 14.30, un incontro per illustrare alle imprese del territorio i contenuti di un bando di prossima pubblicazione, che mette a disposizione fondi per le imprese che vogliono creare e sviluppare l’attività. L’agevolazione consta in un aiuto a fondo perduto pari al 40 per cento per interventi di ristrutturazione e ammodernamento e del 35 per cento per l’acquisto di attrezzature, macchinari, programmi informatici e realizza-
zione siti internet della spesa rendicontata e ammissibile, che può raggiungere un massimo di centoquarantamila euro. L’incontro si svolgerà nella sede di Confcommercio Portogruaro, in Borgo Sant’Agnese. «Sono misure decisamente importanti - ha commentato il presidente della delegazione di Portogruaro, Francesco Fratto - questi aiuti permettono di sostenere investimenti finalizzati alla creazione di nuova occupazione, quindi alla rivitalizzazione socio-economica del territorio, anche attraverso la nascita e lo sviluppo di attività sia produttive che di servizio». t.inf.
Gaiatto, 7 ore di interrogatorio. Il difensore: «Precise risposte al procuratore» PORDENONE Quasi sette ore di interrogatorio. Il trader portogruarese Fabio Gaiatto, 43 anni, ieri non si è sottratto alle domande del procuratore Raffaele Tito. Il magistrato è arrivato nel carcere di Tolmezzo alle 10 del mattino, affiancato da due investigatori della Guardia di Finanza di Portogruaro. Erano tante le questioni da chiarire: ruoli degli indagati, modalità di raccolta del denaro, somme investite e rendimenti mai accreditati. La Procura di Pordenone si è concentrata fino alle 17 sulla colossale truffa ai danni dei risparmiatori che hanno investito nel mercato valutario attraverso la Venice Investment
Group. Le presunte estorsioni croate in odor di Casalesi sono, infatti, di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Trieste. È la seconda volta che Gaiatto si trova a confronto con i magistrati pordenonesi. Il 27 aprile dello scorso anno, quando il fascicolo d’inchiesta era ancora incompleto, Gaiatto aveva chiesto di essere sentito per far chiarezza su accuse che riteneva lontane dalla realtà. Ieri mancava il sostituto procuratore Monica Carraturo. A incalzarlo c’era soltanto il procuratore, e Gaiatto, dalle poche notizie che trapelano, avrebbe fornita piena collaborazione.
UN UOMO PROVATO «È stato un interrogatorio
lungo e completo - afferma l’avvocato Guido Galletti - E forse, prima dell’imminente arrivo della richiesta di rinvio a giudizio, potrebbe non essere l’ultimo». Sui contenuti il legale non si sbilancia. «Sarà il procuratore a valutarli - osserva - Gaiatto ha risposto a tutte le domande entrando nel dettaglio. Ha affrontato l’interrogatorio con un atteggiamento collaborativo, consapevole degli errori commessi, desideroso di chiarire tutto, anche ciò che ha subìto, e dispiaciuto per coloro che hanno avuto effetti negativi investendo in Venice». È un Gaiatto che sente il peso della responsabilità quello che ieri Tito ha interrogato. Un uomo provato dalla esperienza in carcere, molto preoc-
cupato per la sua famiglia (alla vigilia di Natale la compagna Najima Romani ha avuto un aggravamento della misura cautelare: era ai domiciliari, adesso è in carcere a Trieste).
IL NODO RESTITUZIONI
TRADER Fabio Gaiatto
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Gaiatto ha risposto a tutte le domande con precisione. Avrebbe dato spiegazioni anche sui quei conteggi che, a suo avviso, non tornerebbero. Non ha avuto nulla da ridire sulla raccolta totale di risparmi ricostruita dalla Guardia di Finanza (67 milioni di euro sono stati contestati nel capo di imputazione), ma ha indicato discrepanze sul denaro che, secondo la Procura, non avrebbe restituito ai suoi clienti. È un particolare sul quale il trader
portogruarese aveva insistito anche in occasione del primo interrogatorio, quando svelò di essere stato a sua volta vittima di una truffa che gli aveva fatto perdere 12 milioni di euro. L’inchiesta è stata chiusa a dicembre: associazione per delinquere, abusivismo finanziario e autoriciclaggio sono le accuse, a vario titolo, contestate a 17 persone e tre società. Le richieste di rinvio a giudizio sono imminenti ed entro fine febbraio è attesa la prima udienza preliminare davanti al gup Eugenio Pergola, che sarà fissata in tempo per non lasciar scadere i termini (sei mesi) della misura cautelare eseguita l’11 settembre scorso. Cristina Antonutti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cadore Comelico
Martedì 15 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Ex Villaggio Eni: «Un’occasione per le Olimpiadi» `D’Incà Levis è certo
del potenziale offerto: «Un vero patrimonio» BORCA DI CADORE
A PEZZI La passerella realizzata sul torrente Molinà dopo la furia delle acque: era nuovissima e va rifatta per intero
Maltempo, «c’è tanto da fare» `Già spesi 200mila euro per le urgenze Il vice sindaco Da Vià è preoccupato: «Per l’estate tutto dovrà essere sistemato» «Evitiamo di farci trovare impreparati» `
CALALZO Il lago del Centro Cadore ora è in secca, «ma quando a primavera tornerà al consueto livello l’acqua porterà a galla le tante piante cadute» assicura il vice sindaco di Calalzo Gaetano Da Vià che guarda con preoccupazione a questo fenomeno e ai tanti danni subiti dal territorio in ottica turistica. Il tempo si sa passa molto velocemente quando ci sono problemi da risolvere e l’estate «non ci deve trovare impreparati -spiega Da Vià- dobbiamo fare tutto il possibile per garantire ai turisti un territorio sicuro».
L’ELENCO Di lavoro da fare ce n’è tanto e va ben oltre la rimozione delle piante crollate o schiantate al suolo dalla tempesta Vaia. Il comune di Calalzo ha già inviato alla Regione l’elenco dettagliato dei danni subiti a seguito dell’evento di fine ottobre. Per i primissimi interventi ha già speso 200mila euro: «Abbiamo usato allo scopo l’avanzo di bilancio», precisa il vice sindaco. Fra le priorità la sistemazione della condotta principale dell’acquedotto danneggiata in località Le Piazze, ma molto, se non moltissimo, resta da fare per mettere
in ordine quel territorio tanto bello e a tanto frequentato, per garantire a tutti la sicurezza di una passeggiata. L’auspicio di Da Vià è di poter fare presto: «Con la primavera bisognerà sistemare e ripristinare le strade silvo pastorali che sono state interessate da più frane e smottamenti ma anche mettere in sicurezza gli alvei dei torrenti che sono pieni di materiale portato a valle dalla furia del maltempo».
IN VAL VEDESSANA La strada è stata distrutta, intere porzioni di carreggiata sono state erose dal torrente, per il momento è stata aperta una pista in alveo , «ma va rifatta di sana pianta». Non una strada qualsiasi ma la direttrice verso i rifugi della zona, Chiggiato e Baion, e le tante “casere”, un tempo ricoveri di attrezzi per gli alpeggi estivi, in epoca attuale diventate mete di escursionisti, richiamo per i turisti. Stessa situazione
DA RIFARE LA STRADA DI VAL VEDESSANA, DIRETTRICE VERSO I RIFUGI DELLA ZONA, E LA PASSERELLA SUL TORRENTE MOLINÀ
verso Praciadelan e le altre località, fra le vittime delle avversità anche la nuovissima passerella realizzata sul torrente Molinà per raggiungere la borgata di Rizzios; non ancora inaugurata è già da rifare. Danni anche al cantiere che sta realizzando il collegamento boschivo fra Grea, frazione di Domegge, e Rizzios.
I TIMORI «La nostra preoccupazione è che arrivi l’estate e che il comprensorio di Calalzo non sia pronto ad accogliere gli ospiti ma anche i residenti devono po-
tersi muovere, abbiamo segnalato la situazione alla Regione, siamo in attesa di risposte e di interventi» spiega Da Vià. Fortunatamente Lagole è uscita indenne, l’antico sito non ha subito danni, salvi anche i rifugi alpini la missione ora è di far tornare il territorio alle condizioni precedenti l’evento meteo più devastante che si ricordi. E nel descrivere i tanti problemi alla Regione Calalzo scrive: «Si chiede di procedere il più celermente possibile all’esecuzione degli interventi». Giuditta Bolzonello
Valle de Boite
Navetta skibus, servizio da 13mila euro Costa 12.677,65 euro, oneri fiscali inclusi, l’intensificazione del servizio di trasporto pubblico locale nella Valle del Boite. Per la precisione si tratta della quota che il comune di San Vito sostiene per il servizio di navetta skibus. Anche per la corrente stagione invernale è stata infatti attivata l’intensificazione del servizio in collaborazione con la Dolomiti Bus di Belluno per il trasporto principalmente dei
turisti sulle piste da sci. La spesa in passato era stata sostenuta dall’Unione Montana della Valle del Boite che non era più disponibile a garantire la copertura economica del servizio che viene così diviso fra i comuni interessati. Si è stabilito di ripartire la spesa in maniera proporzionale alle attuali quote tra i comuni di Cortina D’Ampezzo, San Vito di Cadore e Borca di Cadore. (gb)
Senza voler mettere in antitesi Borca con Cortina nel dibattito sulla candidatura per le Olimpiadi del 2026 entra Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee e Progettoborca. Borca, a soli 17 chilometri dalla Regina delle Dolomiti, con il suo villaggio turistico potrebbe diventare protagonista nella logistica dell’evento. Spiega D’Incà Levis: «L’ex Villaggio Eni dispone di strutture inutilizzate, o solo parzialmente utilizzate, per diverse decine di migliaia di metri quadri. Come l’ex Colonia o l’attuale Residence Corte. Lo stesso Gellner elaborò un progetto di adeguamento di alcune di esse nella prospettiva di una futura Olimpiade».
L’INVITO A ZAIA Dunque perchè non riproporre la questione in vista del 2026? D’Incà Levis: «Qualche settimana fa il presidente Zaia ha accolto il nostro invito a venire a visitare l’ex Villaggio Eni, appunto per valutarne il potenziale nella prospettiva di Cortina 2026. In quell’occasione, abbiamo proposto le nostre idee ai suoi emissari, avviando forse un ragionamento insieme a loro. In realtà, avevamo iniziato a farlo sei anni fa. Il ragionamento è complesso, e difficilmente sintetizzabile. E’ tuttavia evidente che l’ex Colonia in particolare, con i suoi oltre 20.000 metri quadri disponibili, originariamente dimensionata per ospitare 1.000 persone, e attiva fino al 1991, è la struttura principale su cui ragionare».
attenti oppure distratti). La cultura d’attivazione poi, è un motore». Culla del modernismo e di una visione innovativa d’Italia, il villaggio, straordinaria creatura di Enrico Mattei che l’ha voluto e di Edoardo Gellner che l’ha progettato, è ancora oggi perlomeno tre cose. Le sintetizza così D’Incà Levis: «Il simbolo di un’epoca in cui il nostro Paese funzionava e innovava davvero, imprendendo nel mondo, nella cultura, nell’architettura e nel design, nel business. Un’opera d’arte, d’architettura e di sensibilità ambientale; una notevole volumetria disponibile, che potrebbe ospitare migliaia di persone, e sulla quale è già attivo, dal 2014, un importante cantiere di rigenerazione, attivato da Dolomiti Contemporanee insieme alla proprietà Minoter. Ora ci domandiamo, riprendendo quei temi cari a tutti, quelli dell’economia di spesa e di suolo, della sostenibilità reale, della compatibilità ambientale, dell’opportunità responsabile della rigenerazione di una simile gemma del Patrimonio culturale, storico e d’architettura: non sarebbe il caso di compiere una valutazione approfondita e accurata di questo sito unico e del potenziale che esso può mettere effettivamente a disposizione in questa circostanza? La valutazione va compiuta ora. Il potenziale va valutato ora, prima di prendere altre strade».
ZAIA HA GIÀ PRESO IN CONSIDERAZIONE LA PROPOSTA DEL CURATORE DI DOLOMITI CONTEMPORANEE
IL PATRIMONIO Colonia che con “Progettoborca” è divenuta un grande cantiere della produzione artistica e culturale, uno dei più sperimentali e rinnovativi d’Italia. «La cultura è uno dei grandi elementi storicamente costitutivi di questo luogo -assicura l’architetto D’Incà Levis- il cui valore è pubblico e non privato. L’ex Villaggio Eni di Corte, un po’ come le Dolomiti Unesco, è Patrimonio comune, che appartiene al territorio, e quindi ad ognuno di noi, e ad ogni uomo attento (gli uomini sono
SUGGESTIVA L’ex Colonia attiva fino al 1991: potra riaprire?
Nuovi impianti: Mountain Wilderness chiede il confronto col Comelico SANTO STEFANO In una risoluta lettera aperta ai cittadini del Comelico, il Consiglio direttivo di Mountain Wilderness Italia onlus interviene sullo sviluppo del territorio. Tre sono le questioni principali che vengono sollevate: l’impatto sull’ambiente del collegamento sciistico tra Sesto e Padola, la porta chiusa che non considera le proposte dell’associazione, l’ennesimo appello al confronto. «L’impatto sull’ambiente di quel collegamento è un aspetto oggettivo che non può essere sminuito e sottovalutato in ragione di interessi economici particolari – afferma MWI – Anche le associazioni Avs e Dachverband sono intervenute presentando una se-
rie di osservazioni sul forte impatto ambientale del progetto su un’area tanto bella e delicata. Analoghe osservazioni erano state presentate contro l’impianto di Croda Rossa in provincia di Bolzano e la stessa Soprintendenza di Venezia ha espresso più volte parere negativo».
percorsi enogastronomici, itinerari con le ciaspole e scialpinistici. Sull’Alpe Devero una parte degli operatori economici si sta battendo per conservare quegli aspetti naturalistici che caratterizzano la zona e ne costituiscono l’attrattiva. MWI propone così di costruire insieme a tutti gli interessati un percorso condiviso per individuare un’offerta turistica tagliata sulla realtà del Comelico.
IN ALTERNATIVA Per il Consiglio direttivo di MWI esistono anche le alternative allo sci da discesa ed esse permetterebbero di scaglionare il turismo non solo nei mesi invernali, bensì su tutto l’arco dell’anno, sull’esempio di quanto accaduto nelle Alpi occidentali, come a Balme e in valle Maira, puntando su un turismo “dolce” che ama soggiornare per periodi lunghi (diversamente dall’attuale “mordi e fuggi”) con passeggiate,
SESTO-PADOLA Il collegamento sciisticvo è più che un progetto
«LASCIAMOCI ALLE SPALLE LE INCOMPRENSIONI E RIPARTIAMO INSIEME NEL NOME DI UN TURISMO SOSTENIBILE E DELLA CULTURA DELLA BELLEZZA»
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L’APPELLO «Siamo venuti ad incontrarvi alcune volte nella speranza di creare un dialogo – affermano i membri del Consiglio direttivo –. Ci siamo resi disponibili ad organizzare un incontro con chi già da anni vive con successo questa scelta in altri luoghi; fino ad ora la nostra offerta, che rimane valida, non è stata colta se non in termini provocatori. Siamo certi che un simile percorso verrebbe sostenuto anche dalla Fondazione Dolomiti Unesco: grazie a questa si potrebbe lanciare un’operazione di marketing a favore del turismo sostenibile». Da qui l’idea di lasciarsi alle spalle le incomprensioni passate e di ripartire. «L’importante è farlo, magari con un primo passaggio istituzionale, assieme agli amministratori sia comunali che rego-
lieri, per poi confrontarci con le categorie economiche e sociali coinvolte. Abbiamo opinioni sulla gestione dello sviluppo del territorio montano diverse da quelle di chi ci attacca. Crediamo che la strada da seguire sia la promozione del turismo sostenibile e della cultura della bellezza, per offrire ai giovani le condizioni per rimanere nelle aree montane, contrastando la tendenza allo spopolamento». Da qui la convinzione di Mountain Wilderness Italia che «non è lungimirante investire in grandi impianti e in pesanti infrastrutture che consumano la montagna lasciando i cittadini, nei lunghi tempi, sempre più poveri, specialmente nella prospettiva ormai evidente dei cambiamenti climatici». Yvonne Toscani
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Nordest
Martedì 15 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Chiuse le indagini sui Pfas nell’acqua: gli indagati sono 13
I numeri
40 euro mensili di canone minimo: con la garanzia, però, che per i nuclei familiari in situazioni di indigenza intervenga il fondo di solidarietà come previsto dalla legge
`La Procura di Vicenza condo quanto precisato dallo
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chiama in causa gli ex dirigenti della Miteni
mesi di rinvio dei nuovi canoni deciso dalla Regione Veneto per rivedere i criteri di calcolo previsti dalla nuova legge: l’adeguamento degli affitti scatterà a marzo
L’INQUINAMENTO
42.000 gli alloggi pubblici in Veneto. Il 70 per cento di questi rischia un aumento dell’affitto, ma la misura massima non potrà superare il 25 per cento dell’attuale canone
«Case popolari, caro affitti non oltre il 25 per cento» L’associazione delle Ater rassicura gli inquilini: «Dipende dal reddito» `
IL CASO VENEZIA «Canoni degli alloggi popolari, i rincari non saranno superiori a 25%». Lo assicura l’assessore al Sociale e alla Casa della Regione Veneto, Manuela Lanzarin. E lo ribadisce l’Arav, l’Associazione regionale tra le Ater del Veneto. Per i mesi di gennaio e febbraio gli inquilini dei 42mila alloggi pubblici continueranno a pagare il solito canone. Il correttivo ci sarà a marzo, quando la legge - dopo il rinvio di due mesi deciso in questi giorni - entrerà in vigore. L’allarme sulla “stangata” degli affitti è arrivato da Venezia dove il ricalcolo dei canoni, in base ai parametri forniti dalla
Regione, ha visto gli affitti schizzare. Più che l’algoritmo utilizzato dalla società di incaricata dalla Regione di seguire l’applicazione della nuova normativa, a far aumentare i prezzi sarebbero stati i valori dell’Omi, l’Osservatorio del mercato immobiliare. Tant’è, quando si sono accorti che con la nuova legge sulle case popolari, la numero 39 del 2017, ci sarebbero stati aumenti incredibili, è stato messo uno stop. «Posso assicurare - ha ribadito l’assessore Lanzarin che gli aumenti non saranno superiori al 25%. I canoni saranno calcolati in base all’Indicatore della situazione economica del nucleo famigliare (Ise-erp) e dunque chi più ha, più paga. Ma non oltre un quarto del vecchio affitto».
Ruzzante (LeU): «Rifaranno i conti ma 7 famiglie su 10 pagheranno di più» `
calcolato e graduato in funzione della situazione economica del nucleo familiare. Il canone dev’essere sopportabile per ogni nucleo familiare assegnatario. Il canone minimo è fissato in 40 euro mensili con la garanzia che, per i nuclei familiari in situazioni di indigenza, interviene il fondo di solidarietà come previsto dalla legge. Le percentuali da applicare non possono superare il 25% dell’Indicatore della situazione economica del nucleo famigliare (Ise-erp)». Ma quando saranno comunicati i nuovi canoni? «Nel momento in cui sarà completato e testato il software applicativo per il calcolo dei canoni - spiegano all’Arav - saranno inviate a tutti gli assegnatari le comunicazioni inerenti l’attuazione della nuova legge ed allegata la scheda di calcolo del nuovo canone».
IL RICALCOLO «QUESTA I presidenti delle Ater si sono GIUNTA affidati alla loro associazione, SI CONFERMA l’Arav, per calmare inquilini e LA DENUNCIA DALLA PARTE sindacati. «L’articolo 7 del Rego- Dura la critica del consigliere DEI RICCHI» lamento regionale n. 4 del 10 regionale Piero Ruzzante (LeU): Piero Ruzzante
agosto 2018 - recita una nota dell’Arav - stabilisce che il canone di locazione da applicare sia
«Si cominciano a vedere i primi effetti della nuova legge sull’edilizia residenziale pubblica, a cui
ci siamo opposti con forza fin da subito. La rivisitazione dei canoni, prevista dalla nuova legge con il riferimento all’Ise-erp e non più al reddito, si tradurrà in un aumento del canone per il 70% circa delle famiglie residenti nelle case Ater. Il fatto che l’assessore al Sociale dica che l’entrata in vigore della legge è rinviata di due mesi, al fine di correggere dei presunti errori di calcolo, è l’ennesima conferma dell’incapacità della Giunta e delle Ater di gestire una questione così delicata. Mentre gli aumenti vengono rinviati solo di un paio di mesi, l’amministrazione regionale colleziona un’altra figuraccia e genera confusione e preoccupazione tra le famiglie che vivono nelle case di edilizia residenziale pubblica. Comunque sia, quando avranno sistemato l’algoritmo, rimarrà il dato politico: il 70% degli inquilini Ater pagherà di più. Con questo attacco al diritto alla casa, la Giunta Zaia si conferma ancora una volta dalla parte dei più ricchi e contro i più deboli». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
VICENZA Sono 13 gli indagati per l’inquinamento da Pfas nelle acque del Vicentino e in altre tre province venete, ossia Verona, Padova e in maniera più ridotta Rovigo. La Procura della Repubblica di Vicenza ha concluso le indagini preliminari relative all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche causato dalla Miteni di Trissino, esteso su un territorio molto vasto, capace di coinvolgere una popolazione stimata di oltre 300 mila residenti. La chiusura del fascicolo, ufficializzata ieri dal Procuratore Antonino Cappelleri, con il deposito degli atti a favore delle difese, è arrivata dopo oltre due anni di perizie, indagini, ricerche e approfondimenti da parte della Procura berica sulla contaminazione delle acque. Tra i 13 indagati, vi sono 4 manager giapponesi di Mitsubishi, 4 di Icig (la multinazionale subentrata a quella nipponica) e 5 direttamente collegati alla Miteni, che nei mesi scorsi ha chiuso i battenti, con tutti i lavoratori finiti in casa integrazione. Per i 13 indagati il sospetto è che, almeno fino al 23 luglio 2013, abbiano saputo del rischio di inquinamento, ma non abbiano fatto nulla per evitarlo. «Questa è la nostra tesi ha spiegato ieri il procuratore Antonino Cappelleri - e infatti viene contestato il reato nella sua forma dolosa». Tutti gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo per domandare di essere ascoltati, poi la Procura chiederà il rinvio a giudizio.
stesso Procuratore, la consapevolezza in capo agli indagati deriva dalle indagini e dalle consulenze, trovando una “spia” soprattutto nel passaggio di mano da Mitsubishi a Icig, una compravendita che a suo tempo mostrò un accordo davvero singolare: la Miteni, valutata circa 15 milioni di euro, passò infatti di mano al prezzo simbolico di 1 euro. L’indagine condotta dai sostituti Roderik Blattner e Barbara De Munari ha puntato molto su questo aspetto, che dimostrerebbe la consapevolezza di un problema molto grave da risolvere sul piano ambientale. Ma la vicenda giudiziaria, come peraltro auspicato nei giorni scorsi dalle Mamme No Pfas, potrebbe non limitarsi a questo. Da ambienti giudiziari si apprende che per gli sversamenti più recenti è aperto un secondo fascicolo, riguardante le contaminazioni da “Gen X” e altre sostanze: è ancora in fase di indagine preliminare ma potrebbe essere riunito al primo durante il dibattimento. In questo secondo filone si dovrebbe procedere con l’ipotesi di reato colposo, dal momento che l’inquinamento sarebbe derivato da perdite accidentali. Luca Pozza © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL SOSPETTO È CHE ABBIANO SAPUTO DEL RISCHIO DI AVVELENAMENTO, MA NON ABBIANO FATTO NULLA PER EVITARLO
I REATI Nello specifico i reati sono quelli di avvelenamento delle acque e di disastro innominato. Alla fine non si è arrivati a contestare il disastro ambientale, perché quella previsione normativa è stata introdotta solo nel 2015, dopo il limite del 2013, quando la Miteni si autodenunciò, iniziando a cooperare per la bonifica del proprio sito. E infatti il luglio 2013 è anche l’orizzonte temporale nel quale i reati di contaminazione da pfas e pfoa si ritengono terminati, pur essendo iniziati addirittura negli Anni Sessanta e proseguiti per decenni. Se-
TRISSINO La sede della Miteni
Prosecco-Unesco, ristretti i confini delle colline da tutelare LA PROCEDURA TREVISO Nuova accelerazione per la candidatura Unesco delle colline del prosecco. Il dossier, completamente riscritto, è arrivato a Roma venerdì. Depositato, pare, dalle mani del capo di gabinetto regionale Fabio Gazzabin al ministero delle Politiche Agricole. Ora i funzionari governativi avranno qualche giorno per studiare il documento e spedirlo a Parigi entro i primi di febbraio. Poi si attende una prima lettera da parte di Icomos, organo scientifico di Unesco, utile a capire se il nuovo documento abbia chiarito le criticità che avevano portato al rinvio lo scorso luglio.
Mauro Agnoletti, nuovo mister Unesco, ha ritarato la candidatura secondo le osservazioni formulate dopo Abu Dhabi. Già consulente per Onu e Fao, l’accademico fiorentino (scelto su indicazione proprio di Icomos) ha ridisegnato anzitutto i confini delle zone d’eccellenza con un drastico restringimento alla parte nord delle colline dell’Altamarca trevigiana, poi ha focalizzato l’unicità del paesaggio su due elementi: oltre ai ciglioni inerbiti, caratteristica tipica delle colline della Docg che sono in pendenza e non hanno i terrazzamenti, il cosiddetto mosaico agrario, ossia l’ampia porzione di boschi all’interno del territorio viticolo, in grado di mantenere una rete ecologica connessa.
IL DISCIPLINARE Nel frattempo la Regione sta chiudendo la redazione del cosiddetto disciplinare unico, che uniformerà i paesaggi agrari e i piani urbanistici dei comuni coinvolti nell’area candidata a Patrimonio dell’Umanità e dovrà essere il documento tecnico della futura legge regionale 403 “iniziative di sostegno alla candidatura delle colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene”. Tra i requisiti considerati indispensabili da Parigi anche un solido asse con le amministrazioni. Dopo 10 anni e un rinvio ufficiale, pare che oggi la partita Unesco abbia acquisito una fisionomia definitiva. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il boom della produzione 2018
Pan: in Veneto vendemmia record Azzalin avverte: attenti alla “bolla” «Siamo ai vertici della classifica nazionale per produzione di uve, imbottigliamento e capacità di esportazione. Il 2018 è stato un anno record in Veneto: +48% la produzione rispetto al 2017, 16 milioni di tonnellate raccolte. Ma non possiamo cullarci sugli allori: l’andamento climatico di questi mesi ci preoccupa, ma ancor più è la sostenibilità della viticoltura ad interrogarci». L’assessore
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regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, a Lonigo, ha fatto il punto con i produttori sull’ultima vendemmia. Due i “focus” di attenzione indicati dall’assessore: le produzioni bio e il rispetto dell’ambiente. «La superficie vitata investita a biologico rappresenta il 5% del totale regionale (4.500 ettari) - ricorda Pan - il valore è in continua crescita, ma è tuttavia sotto alla media nazionale (16%). Quanto all’uso di prodotti fitosanitari
e a sistemi di coltura più sostenibili, la Regione finanzia con i fondi del Psr investimenti per sistemi e strumenti di meccanizzazione rispettosi dell’ambiente». Ma Graziano Azzalin (Pd), vicepresidente della commissione Agricoltura in Regione, mette in guardia dal boom: «Finora il settore ha beneficiato di incentivi generosi che hanno provocato un’espansione sconsiderata: la sovrapproduzione 2018 è un segnale, non il primo né l’ultimo. Di questo passo la bolla del Prosecco rischia di scoppiare e il botto non sarà indolore».
II
PrimoPiano
Martedì 15 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Il Patrimonio dell’Umanità
IL PAESAGGIO SUGGESTIVO La zona delle colline di Conegliano e Valdobbiadene ha le carte in regola per diventare Patrimonio dell’Umanità: ora il dossier dovrà essere vagliato e promosso dall’Unesco
Colline, il nuovo dossier «Pronti per l’Unesco» Il documento è già stato inviato al ministero ` Via la parte meridionale, ristretta la “core zone” L’assessore: «Siamo alla fine, abbiamo fiducia» e garantito il 40 per cento di territorio boschivo `
OBIETTIVO RAGGIUNTO VALDOBBIADENE Venerdì mattina il nuovo dossier per la candidatura Unesco delle colline del prosecco è stato depositato al Ministero delle Politiche agricole.Un funzionario della Regione Veneto ha personalmente recapitato il plico a Roma. Ora l’incartamento sarà visionato e spedito a Parigi entro i primi di febbraio. Per dirla alla francese: “les jeux sont faits”. «Abbiamo cercato di profondere tutte le energie possibili per riscrivere
il documento secondo le indicazioni ricevute da Icomos superando così gli aspetti di criticità rilevati- afferma soddisfatto Cristiano Corazzari, assessore regionale a territorio, cultura e sicurezza- L’atteggiamento oggi è di estrema fiducia. Siamo all’ultimo chilometro, abbiamo operato con il massimo scrupolo in due direzioni: oltre alla revisione completa del dossier abbiamo creato una grande alleanza intorno a questa candidatura. Una filiera forte che non ci deluderà». Ottimista per la tempistica anche Innocente Nardi, presi-
dente della Docg. «Tutto è stato realizzato con il massimo impegno. Ora non ci resta che attendere».
CORSA CONTRO IL TEMPO Il rush è stato possibile grazie al superlavoro del nuovo presidente del comitato scientifico Mauro Agnoletti e del suo staff che in meno di due mesi sono riusciti a riscrivere e rivedere tutti gli aspetti della candidatura secondo le indicazioni ricevute in Bahrein. Unesco aveva chiesto al nuovo dossier di ridefinire e focalizzare il valore uni-
versale delle colline della Docg, suggerito un restringimento dei confini della core zone (zona d’eccellenza) ma soprattutto prescritto di completare la norma tecnica per garantire un adeguato livello di tutela del paesaggio esattamente come avvenne per le Langhe e per il territorio dello Champagne. In sostanza la richiesta principale è stata l’esclusione della parte meridionale delle colline, dove l’antropizzazione è più evidente, per concentrare la tutela sui paesaggi a nord. Qui gli elementi di tipicità sono in particolare due: ol-
tre ai ciglioni inerbiti, caratteristica tipica delle colline della Docg che sono in pendenza e non hanno i terrazzamenti, il cosiddetto mosaico agrario, ossia l’ampia porzione di boschi all’interno del territorio viticolo, in grado di mantenere una rete ecologica connessa. Un 40% di natura boschiva particolarmente importante. La novità d’interesse rispetto ai timori di una revisione in senso restrittivo è che alle due aree di pertinenza, la cosiddetta zona d’eccellenza e quelle attigue, Unesco ha poi aggiunto una com-
mitment area (zona di impegno) composta da comuni limitrofi che possono mettere in atto azioni urbanistiche, turistiche ed economiche a rafforzamento della candidatura.
L’ESPERTO Dopo la bocciatura del 2018 che ha rimandato le colline a giugno 2019, Regione Veneto e Docg hanno puntato tutto sull’esperienza di Mauro Agnoletti. «Abbiamo voluto il migliore» aveva confermato Innocente Nardi «questa volta non possiamo fallire». Poi il Consorzio ha messo sul piatto altri 100 mila euro e fatto un deciso passo indietro per consentire agli specialisti di lavorare in tempi serratissimi. Mauro Agnoletti conosce bene gli iter di Unesco e Fao. Ed è stato per molto tempo consulente di Icomos. «Queste colline hanno i requisiti per essere inserite nel patrimonio immateriale Unesco. I tempi sono serrati, non lo nego. Ma c’è fiducia». Studi sui boschi del Cadore, già vincitore al Gambrinus Mazzotti, l’accademico fiorentino è un conoscitore del Veneto rurale. Così ha dettato i due perni principali del nuovo dossier: paesaggio (caratteristica che ha escluso l’intero comune di Susegana) e restringimento della zona d’eccellenza. Elena Filini
Norme uniche nei comuni nodo ancora da sciogliere L’ITER NORMATIVO TREVISO (ef) «Il documento unico è a buon punto: lunedì avremo un nuovo tavolo con Coldiretti su questioni di tipo tecnico-agricolo». E il progetto di legge regionale? «É in seconda commissione. Abbiamo approvato il patto di stabilità e procrastinato il piano casa. Affronteremo appena possibile anche la nuova legge». Maurizio De Gennaro, responsabile della direzione per la pianificazione territoriale della Regione, fa il punto sull’iter burocratico che consentirà al Veneto di disporre di una legge per sostenere la candidatura Unesco delle colline. «I tempi tecnici si sono un po’ dilatati. Prima dell’estate avremo sicuramente il disciplinare tecnico -conclude- Ma io spero anche la legge». Il progetto di legge 403 “iniziative di sostegno alla candidatura delle colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene”, nasce con lo scopo di rispondere alle osservazioni che hanno motiva-
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to, lo scorso anno ad Abu Dhabi, il rinvio. «Gli ispettori Icomos che hanno fatto in ottobre un nuovo sopralluogo sulle colline dopo il rinvio -ribadisce De Gennaro- hanno chiarito che senza un disciplinare da far adottare ai comuni con norme urbanistiche condivise, le possibilità che le colline accedano alla tutela Unesco scendono sensibilmente». Da qui l’esigenza di una misura non stringente, ma compatta e condivisa. Per l’Unesco e per il futuro. «Quello che ora dobbiamo fare è garantire a Parigi che il territorio ha imboccato questa strada». Così la direzione per la pianificazione si è mossa per costruire un documento che met-
LA LEGGE REGIONALE PER SOSTENERE LA CANDIDATURA STA SEGUENDO UN PERCORSO TRAVAGLIATO
tesse insieme amministratori, settori produttivi e portatori d’interesse con il fine di capire come porre limitazioni di tipo urbanistico senza snaturare nel concreto il lavoro agricolo sulle colline. Il tempo dato per entrare a regime è 18 mesi. Per questo la Regione ha stilato un calendario di incontri pubblici e privati sul documento unico. «É fondamentale per noi che certi processi avvengano con la massima condivisione -ribadisce l’architetto Giorgio Doria della segreteria dell’osservatorio sul paesaggio regionale- e che si possa approdare a norme urbanistiche che incontrino anche l’approvazione di sindaci e comuni». Che il progetto di legge non abbia fatto significativi passi avanti da dicembre pare non essere un problema, al momento. «Unesco dice: elaborate una struttura normativa -aveva spiegato Leopoldo Saccon, memoria storica della candidatura e parte del comitato scientifico- le colline della Docg devono intanto chiarire che questo iter è in evoluzione».
Regione 11
IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 15 Gennaio 2019
VERONA.Valigiadicocainasottoilletto
Nascondevanosottoillettounavaligiapienadicocaina(6,5etti)e5400euro incontanti:duecittadinialbanesiincensuratisonostatiarrestatidaiCc:avevanoaffittatoperunmeseunalloggioaSanPietroinCariano,inValpolicella.
Area rossa: area massima esposizione sanitaria Area arancio: area captazioni autonome Area gialla: area di attenzione Area verde: area di approfondimento Area ombreggiata: plume di contaminazione
TREVISO.Famiglia sultreno, ilbimboaterra Salgonosultrenoperaiutareparentiacaricarelevaligie,mailconvoglioparte eilfigliodi7annirestaaterra,dasolosullapensilina.Iltrenointernazionale,in ritardo,èripartitosubito.IduetrevigianihannotelefonatosubitoallaPolfer.
BELLUNO.SparitosulNevegal:stopricerche Unsummitinprefetturacontutteleforzeimpegnateinquestigiorninella ricercadiRiccardoTacconi,sparitoil4gennaiodalvillaggiodivacanzasul Nevegal,hastabilitodifermaretuttoeanalizzareleinformazionisulcaso.
EMERGENZA. Dell’Acqua, incaricato dal Governo per il bypass alle falde contaminate, va a tutto gas: «Ruspe entro l’anno»
Nuovitubiperl’acqua pulita IlCommissariodà i primi via Approvatidue progetti: quellinel Veronese(gara afinemese)e nel Padovano(mancaVia nazionale) Entroil meseanchequello berico Cristina Giacomuzzo
Plume di contaminazione
Lacessione del2009
Ilpernodell’accusa: ladittavendutaa1euro «Valeva15milioni»
Nel giorno in cui la Procura di Vicenza chiude una delle due indagini sull’inquinamento da Pfas, il Commissario governativo per l’emergenza da sostanze perfluoroalchiliche, Nicola Dell’Acqua, approva due importanti passaggi per la costruzione del bypass di tubi per smettere di prelevare dai pozzi dove la falda è inquinata. Pozzi che si trovano a Madonna di Lonigo, Brendola e Sarego. Da lì la centrale di Almisano smista l’acqua portandola ai rubinetti di tredici Comuni veronesi, ma anche padovani e vicentini, ovviamente. Praticamente la cosiddetta “zona rossa”. Il lavoro del Commissario è quello di riuscire a creare in fretta nuovi tubi per far bere acqua non contaminata. Ad oggi chi abita nella zona rossa continua ancora a
bere l’acqua pescata da Almisano (potenzialità: 500 litri a secondo) ma è “ripulita” dai Pfas grazie a potenti e costosi filtri. L’obiettivo è di usare acqua non contaminata. Per far questo serve mungerla da fonti sicure. Spiega il commissario: «Abbiamo a disposizione dal Governo 56,8 milioni. Con questi fondi abbiamo dato priorità a tre interventi distinti che consentiranno di raggiungere livelli di portata tali da assicurare acqua senza Pfas a chi abita nella zona rossa. Entro l’anno tutti i lavori saranno iniziati. Consegna: giugno 2020». PRIMA OPERA NEL VERONESE.
Il primo progetto è stato approvato ieri dal Commissario e vale 21 milioni di euro: si tratta di realizzare nuovi pozzi a Belfiore, da circa 250 litri a secondo, e una condotta di una quindicina di chilometri fino ad Almisano. Il piano è
tratta fino a Lonigo. «Per questi progetti sono in attesa dagli enti gestori dei preliminari che arriveranno entro fine del mese. Poi anche per questo stralcio si potrà bandire una gara che avrà tempi ridotti rispetto alla norma, circa un mese. Quindi, il via alle ruspe entro il 2019». E NEL PADOVANO. L’ultima IlCommissario ha dato l’ok alprogetto daBelfiore adAlmisano
stato studiato e realizzato da Acque Veronesi. «È stato dato via libera al progetto che richiederà più tempo, cioè quello dei tubi. Entro il mese avvieremo la gara - dice il commissario -. Sarà di tipo emergenziale per cui salteremo delle procedure per ridurre i tempi». Per l’escavazione dei pozzi serve la Via, valutazione di impatto ambientale regionale, che dovrebbe esprimersi entro la settimana. POI NEL VICENTINO. L’altra
azione decisa e finanziata dal Governo è nel Vicentino. Si tratta di portare acqua pulita da Recoaro ad Almisano. Anche questa ha carattere emergenziale. È stata affidata a ViAcqua e Veneto Acque. La
NicolaDell’Acqua,commissario
prima società con 2,9 milioni di euro dovrà scavare un nuovo pozzo a Recoaro da circa 100 litri al secondo, e realizzare nuove condotte fino a Trissino. Da lì la seconda società, quella in house di proprietà della Regione, Veneto Acque, con 17,9 milioni di euro dovrà realizzare il resto della
tratta finanziata dal Governo da realizzare urgentemente è tutta nell’Area Berica. Il progetto, sempre affidato a Veneto Acque, prevede di sfruttare i tubi già esistenti nel Padovano, partendo da Ponso con 15 milioni per realizzare una condotta da 150 litri al secondo e un serbatoio a Montagnana. Questi tubi consentiranno di portare acqua a Noventa Vicentina, Pojana Maggiore e da lì, appunto, alla rete dei tubi esistenti. Anche questo progetto ieri è stato approvato dal commissario Dell’Acqua. «Ora il piano dovrà ottenere l’ok dalla Via, Valutazione di impatto ambientale nazionale - conclude -. E dopo questo passaggio si potrà partire con la gara. Anche queste opere inizieranno entro l’anno». • © RIPRODUZIONERISERVATA
LEREAZIONI. Comitatodi genitori:«Lemultinazionali dovrannopagare labonifica ei danni»
MammeNoPfas:«Avantitutta con le firme per la class action» Èilpassaggio dagiapponesi a tedeschiacontenere, per la procuradiVicenza,un elementochiave per dimostrarechechi comandava aTrissinosapeva cheaveva l’ufficiosoprauna bomba ecologica.A segnalarloagli inquirentifu Greenpeace:la cessione,formalizzata a partiredal 5febbraio 2009, da MitsubishiCorporationa Icig, avvenneper la cifrasimbolica diuneuro.Eppure, contestano gliinquirenti cheneimesi scorsi,con i carabinieriecon il pubblicoministero Blattner, effettuaronounaperquisizione induestudi diprofessionisti milanesiper acquisirela documentazionediquell’affare, leparti avevanoinmanouna consulenzacheattribuivaalla Miteniunvalore dimercato compresofrai 10 ei 15milioni dieuro.Ese un’azienda, attiva, diquelvalore,è ilsospetto dellaprocura,viene regalata, significachechi la vendeechi l’acquistasono consapevoliche haungrosso problema.Quello dellabonificaambientale daun lato,edi unaproduzioneche liberaancheinquinanti dall’altro. Ilprocuratore Cappellerilo lasciòintenderedavantialla Commissioneparlamentare
«Finalmente». La chiusura delle indagini da parte della Procura di Vicenza sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche era molto attesa dal Comitato Genitori No Pfas. Parla per tutti la vicentina Michela Piccoli: «Siamo contenti di questa svolta. L’attendavamo da tempo - esordisce -. Il fatto poi che si tirino in ballo i colossi, cioè la giapponese Mitsubishi e la multinazionale tedesco-lussemburghese Icig, che non sono fallite come Miteni, ci fa ben sperare per riuscire ad avere la sicurezza che la bonifica si farà coi loro soldi. L’indagine è, invece, ancora in corso per l’altro filone, quello per i nuovi contaminanti come il GenX: ci auguriamo che si possa concludere a breve. In ogni caso non molliamo e continuiamo a chiedere, tutti uniti, solo una cosa: giustizia. Quella con “g“ maiuscola. Una giustizia esemplare perché il caso Pfas sia da monito a tutte le aziende: chi inquina paga. Ad oggi a pagare siamo solo noi, sulla nostra pelle e con effetti pesanti. Posto che non abbiamo ancora visto i documenti, da quanto appreso secondo la Procura i Pfas interferirebbero solo sul
d’inchiestaallora presieduta da AlessandroBratti delPd, nel settembre2017(orane sarà avviataunaseconda, aguida 5 stelle):«Nonsiamosicuri dichi sia l’attualeproprietà dellaMiteni. Potrebbeanche essereun mutamentoformalecon le medesimecomponenti diprima, mainquestomomentonon lo sappiamo».All’epoca,il cambiodi proprietàpareva formale,visto cheicarabinieri spiegarono cheun indagato,l’irlandeseBrian AnthonyMcGlynn, eranelcda di Mitenidal 2007enedivenne l’ad (epoi il presidente)dopoil passaggiodiproprietà, dal febbraio2009fino al2017, quandodiventò amministratoredi IciItalia(gruppo Icig). Prima di vendereai tedeschilussemburghesi,i giapponesi chieseroa Ermunastimadi costi persmantellamento ebonifica «proprioinprevisionedella vendita»,efuronoindicati circa 20 milionidieuro. AntonioNardone,ultimoaddi Miteni,hasempresmentitola circostanzacheIcig sapesse, sottolineandochesi erafidatadi Mitsubishi,perchèirapporti fra partnereranoottimi ele problematicheemersero soloin unsecondomomento. Perla procuranonècosì. D.N. © RIPRODUZIONERISERVATA
colesterolo. In realtà, il recente report dell’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, sostiene che i danni si ripercuotano sul fegato, sulla tiroide, sui feti e per i maschi con una riduzione della fertilità in età adulta. Speriamo ne tengano conto. In ogni caso non ci fermiamo. Anzi, con la chiusura delle indagini verrà potenziata la raccolta delle nomine per la causa collettiva, una sorta di class action. A Lonigo in una sola serata abbiamo raccolto oltre 150 firme di persone che intendono farsi rappresentare dal nostro legale come parte offesa nel processo. Il 22 gennaio, a grande richiesta, si terrà un’altra riunione a Lonigo dove poter sottoscrivere la delega». Si sono costituiti parte offesa anche i sindaci del bacino di Acque del Chiampo e la Regione. L’assessore della Provincia di Vicenza, Matteo Macilotti, sta seguendo da tempo la vicenda e la chiusura delle indagini rappresenta sicuramente un punto importante. «È prematuro però ogni pronostico - dichiara -. Sarà un processo lungo e articolato. Intanto, prendiamo atto del buon lavoro fatto dalla Procura che ha preferito prendersi del tempo in più per preparare con dovizia un’accusa che non sia facilmente smontabile. L’assenza di limiti naziona-
li sui Pfas non è un problema dal punto di vista giuridico perché se sai che sversi, qualsiasi cosa, sei nel torto perché è vietato. Quanto al ruolo della Provincia restiamo attenti e operativi sul fronte del piano di svuotamento, attualmente in corso, e quello futuro della bonifica del sito». Con una nota interviene anche Legambiente Veneto: «La Procura chiude le indagini con le accuse di avvelenamento delle acque e disastro
FA_09439
Impiantidi stoccaggio sulretrodello stabilimentoMiteni
Provincia:«Sarà processo lungoemolto difficile» Legambiente:«Delusi per ilnon usodegli eco-reati»
Ungruppodi MammeNoPfas
innominato. Bene l’avvio del processo - si legge -. Ma siamo delusi dalla mancata applicazione della legge sugli eco-reati. La nostra associazione approfondirà i motivi per cui, allo stato attuale, non siano state applicate tali fattispecie tra cui quella di disastro ambientale che, a differenza di quella di “disastro innominato“ ha tempi di prescrizione ben più lunghi e rende meno difficoltosa l’identificazione dei responsabili. Auspichiamo che il prosieguo dell’iter investigativo nei confronti di Miteni sullo sversamento di nuovi inquinanti come il GenX prenda in considerazione, appunto, questa fattispecie di reati». • CRI. GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
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MARTEDÌ 15 GENNAIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
La sfida delle Regioni l’azzurro Bendinelli
LA SCHEDA LA SPESA DELLO STATO NELLE REGIONI Valori in euro pro capite-media 2013-2015
Lazio* Abruzzo Molise Calabria Basilicata Campania Liguria Puglia Umbria Piemonte Toscana Marche Veneto Emilia Romagna Lombardia
6.045 4.414 4.382 4.150 3.931 3.679 3.654 3.417 3.254 3.194 3.075 2.988 2.816 2.772 2.384
LA SPESA STATALE NELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE 8.092 Trentino Alto Adige 7.746 Valle d’Aosta 5.337 Sardegna 5.034 Friuli Venezia Giulia 4.301 Sicilia 3.443 Media Regioni Ordinarie 4.512
4.020
LE REGIONI CHE HANNO FINANZIATO LA PEREQUAZIONE NEL 2001-2015 milioni distribuzioone di euro percentuale
2.816€ per abitante abitant in Venet Veneto
3.689
3.084
NORD
CENTRO*
SUD
MEDIA ITALIA
Lombardia
56.054
50,30%
Lazio
19.788
17,70%
Veneto
13.470
12,10%
Emilia Romagna
13.420
11,90%
Piemonte
6.655
6,00%
Toscana*
2.320
2,10%
Somma risorse cedute 111.527
100%
4.150€ per abitante in Calabria
* il dato risente dei costi derivanti dalla presenza dei Ministeri
FONTE: CGIA Mestre
l’analisi del centro studi di mestre
Autonomia, la Cgia lancia l’allarme «La spesa storica penalizza il Veneto» Mason e Zabeo: «Sì al trasferimento delle 23 materie, ma parte del residuo fiscale deve tornare a casa» Albino Salmaso MESTRE. Ma davvero il Mezzo-
giorno finisce con un tozzo di pane e in bancarotta se il governo concede l’autonomia a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna? A lanciare l’allarme sono i parlamentari di Campania, Sicilia e Puglia, che stanno organizzando le truppe nel M5S per bloccare la riforma con un consenso che divide i partiti per aree geografiche. Eppure in Veneto, tra le categorie economiche, si respira un clima di cautela se non di velata preoccupazione e se ne fa interprete la Cgia di Mestre, con il suo ufficio studi: «C’è il fondato sospetto che non cambi assolutamente nulla, in termini di risorse, per cinque anni: se le 23 materie concorrenti, previste dall’articolo 117 della Costituzione, verranno trasferite sulla base della spesa storica, il Veneto e le altre due regioni non riceveranno un solo
centesimo in più», dichiara Renato Mason, segretario Cgia. «Dalle nostre analisi risulta che lo Stato spende mediamente 2.800 euro per abitante in Veneto e 4.150 in Calabria per garantire gli stessi servizi. In testa alla classifica c’è il Trentino con 8.100 euro procapite, seguito dalla Valle D’Aosta con
Il segretario: «Grandi vantaggi sotto il profilo delle norme contrattuali» Renato Mason, segretario Cgia e a destra Paolo Zabeo, dell’ufficio studi
7.700, realtà che godono dello statuto speciale, poi arriva il Lazio con 6 mila euro grazie alla presenza dei ministeri. In coda la Lombardia con 2.380 euro: queste ingiustizie vanno colmate» spiega Paolo Zabeo, dell’ufficio studi Cgia. Cifre difficili da contestare, ricavate dai bilanci del Mef al netto della spesa sanitaria, di-
ventate uno dei parametri con cui il ministro Erika Stefani conta di chiudere la prima fase con la consegna dei dossier al premier Conte. Il governatore Zaia ha chiesto tutte le 23 materie ma l’unica che fa la differenza è la pubblica istruzione che vale 2,5 miliardi di euro con 70 mila dipendenti da trasferire dal
Miur al Veneto e Renato Mason, leader della Cgia, mette le mani avanti: «Nell’intesa che verrà firmata tra febbraio e marzo si prevede di passare ai costi standard nell’arco di cinque anni, ma il vero nodo sta nell’abbattimento del residuo fiscale di cui non si fa cenno: il Veneto nel 2015 ha lasciato 15 miliardi al Mef che diventano
Il presidente nazionale di Confindustria tira il freno e avvisa il governo Immediata la replica dell’assessore lombardo Galli: “Game over”
caratterizzarci come territorio per aprirci e non per chiuderci, questa è l’Italia». Boccia ha evidenziato la necessità «di evitare errori dall’una e dall'altra parte. Dico al Governo di essere attento alle clausole di supremazia, alla coesione tra le Regioni, all'efficienza e non al neocentralismo. Sono elementi essenziali per noi», ha concluso Boccia. Il suo intervento non ha convinto Stefano Bruno Galli, assessore alla Cultura e all’autonomia della Lombardia. «Mi trovo in dissenso rispetto alla proposta lanciata dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, di aprire un grande dibattito tra tutte le Regioni italiane sul tema del regionalismo differenziato. In Lombardia, come nelle altre Regioni
Boccia: «Energia e infrastrutture vanno gestite solo dallo Stato» LA QUERELLE
C
onfindustria tira il freno. «L’autonomia non deve diventare un’idea dei nuovi centralismi. Ritengo che alcuni temi devono avere una clausola di supremazia del Governo come ad esempio l’energia e le in-
frastrutture così da evitare che qualche Regione possa bloccare opere di interesse nazionale». Lo ha detto Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, in relazione al tema delle autonomie differenziate. Secondo Boccia, il tema delle autonomie «deve essere una politica che va verso l'efficienza di tutti e non contro
Conto alla rovescia fino il 15 febbraio con l’orologio di FI
qualcuno o a danno della coesione sociale. L’ autonomia deve essere una grande questione nazionale». Il leader di Confindustria ha sottolineato l’esigenza «di aprire un dibattito con tutte le Regioni del Paese e non solo con quelle che hanno chiesto l'’autonomia differenziata, affinché il Paese abbia un’identità forte. Dobbiamo
8 se togliamo la quota di interessi del debito pubblico. Su un pil di 150-160 miliardi, ne abbiamo versati 72 di tasse e quindi la nostra richiesta al governo è precisa: il residuo fiscale di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va distribuito e abbattuto. Deve cioè tornare nei territori che lo producono a sostegno dell’economia locale, con una quota decisamente superiore rispetto a quella attuale. Non c’è fretta, ma il gap va colmato e credo sia compito della futura commissione paritetica avviare la vera trattativa con il governo». La Cgia solleva anche un secondo interrogativo: «I risparmi generati dai fabbisogni standard tra 5 anni, resteranno al Veneto o finiranno a Roma, con la stessa prassi del residuo fiscale? Quali tutele sono previste nell’intesa?» chiede Mason. «Sarebbe un oltraggio all’intelligenza se quel tesoretto dovesse rientrare al Mef». Quanto tempo ci vorrà per
VINCENZO BOCCIA: IL LEADER DI CONFINDUSTRIA È MOLTO PERPLESSO SULL’AUTONOMIA
Il leader italiano degli imprenditori «Un errore creare un nuovo centralismo Si bloccano opere di valore strategico»
Forza Italia passa all’attacco e con il segretario regionale, Davide Bendinelli, mette sotto accusa il governo dopo la manifestazione di Verona. Il deputato ha avviato il conto alla rovescia che scade il 15 febbraio. «Ogni giorno chiederemo conto al governo dell’#Autonomia. Fin quando non darà risposte chiare e certe. Non vogliamo una riforma annacquata», ricorda Bendinelli che sulla sua pagina Facebook ha installato un orologio per il conto alla rovescia.
digerire il boccone amaro dell’autonomia a costo zero, senza i nove decimi di tasse chiesti a Roma per essere parificati a Bolzano? Mason ricorda che la Svp, prima di firmare con la Lega il patto della nuova giunta provinciale, ha strappato a Calderoli un grande impegno: le Casse Raiffeisen non entreranno nel gruppo unico delle Bcc grazie a una norma ad hoc nel dl Fisco. «Anche il Veneto attende un provvedimento analogo in materia di credito, perché dopo il crac di Bpvi e Veneto Banca, ottenere un mutuo è impresa disperata per gli artigiani» dice la Cgia. «Mettiamo fine al pessimismo delle cifre e guardiamo in-
Il ricercatore: «Ci sono delle profonde ingiustizie che vanno colmate» vece agli aspetti positivi dell’intesa sull’autonomia. Per il Veneto si apre un capitolo nuovo per la formazione professionale, la previdenza complementare e anche per la gestione del credito, una delle 23 materie della devolution. Si potranno firmare i contratti di lavoro su base regionale, senza snaturare l’ossatura della contrattazione collettiva, ma adeguandoli alle singole specificità» conclude Mason . Basta per brindare al “new deal” chiesto dal referedum? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che hanno avviato il percorso costituzionale, il tema è stato adeguatamente dibattuto e approfondito, anche confrontandosi con le categorie produttive che in Lombardia hanno esplicitamente appoggiato la richiesta. Game over. Il tempo dei dibattiti approfonditi e delle riflessioni teoriche è terminato. Ora andiamo verso i fatti - verso l’applicazione concreta delle maggiori forme di autonomia per arrivare a un regionalismo differenziato maturo e responsabile, che gioverà a tutto il sistema nazionale. Rassicuro il presidente Boccia sul fatto che l’autonomia non produrrà nuovi centralismi e andrà nella logica dell’efficienza di tutti i livelli istituzionali, senza alcun danno alla coesione nazionale», ha concluso. —
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CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
piazzola sul brenta
Gara di solidarietà per curare la malformazione di un bimbo Scatta l’operazione “Diamo il meglio a Giovanni”: l’intera comunità si mobilita e raccoglie fondi per il piccolo, al quale va impiantata una tibia artificiale in 3D
to da un mondo tutto da scoprire. «Ci siamo tutti affezionati a Giovanni e vogliamo vederlo correre a piedi e in bicicletta», ha ammesso il sindaco Enrico Zin, che ha partecipato attivamente all’iniziativa benefica. «Abbiamo letto bene la storia di questo piccolino. In Italia ci sono 3 casi. Uno, in Toscana, ha avuto anche il supporto della Regione. Chiederò anche al Governatore veneto Luca Zaia di valutare il caso e, se possibile, di appoggiare la famiglia per far effettuare l’intervento». FAMIGLIA COMMOSSA
Paola Pilotto PIAZZOLA SUL BRENTA. Una ca-
tena di solidarietà per Giovanni, il piccolo di 2 anni affetto da emimelia tibiale, una malattia rarissima che colpisce una persona su un milione e che consiste nell’assenza totale o parziale della tibia. Dopo l’appello della mamma, Erika Molinarolo, che ha lanciato la raccolta fondi “Go fund me” su Facebook facendo conoscere la sua storia attraverso il mattino di Padova, è partita la gara di solidarietà, sia online che con iniziative sul territorio del Destra Brenta.
GARA DI SOLIDARIETÀ
Piazzola sul Brenta, con l’amministrazione comunale e le associazioni locali, si è completamente mobilitata. Alla cena dello sport di Natale, la polisportiva “Piazzola sportiva” è riuscita a raccogliere per Giovanni 3.500 euro. Altrettanti ne sono stati messi
La consegna alla mamma di Giovanni dei contributi raccolti per operare il piccolo in America
insieme su Facebook. E numerosi sono gli eventi benefici in cantiere per raggiungere l’obiettivo di 300.000 euro, necessari per la visita specialistica in America dal luminare di Ortopedia Paley, per l’allungamento del perone e per la
camposampiero
Bancarotta fraudolenta ex titolare di Systemlife condannato a tre anni CAMPOSAMPIERO. Systemlife srl, con sede a Camposampiero in via Visentin, era fallita il 24 luglio 2013. Cinque anni e mezzo più tardi è arrivata la condanna per l’allora legale rappresentante, Angelo Brichese, 69enne di Camposampiero, imputato di bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita. Ieri il tribunale di Padova gli ha inflitto 3 anni di carcere oltre alle pene accessorie: una sentenza che è andata
oltre alle richieste della procura che aveva sollecitato una pena di due anni. Systemlife era specializzata nella produzione di tecnologie innovative per il miglioramento della qualità ambientale in contesti urbani come stazioni filtranti dell’aria da installare nelle città in grado di trattenere il 95% delle particelle inquinanti ma anche apparecchiature indoor per metropolitane e centri commerciali, per
tombolo
Preleva con il bancomat poi finge che lo rubino TOMBOLO. Aveva raccontato ai carabinieri che degli abilissimi ladri le avevano rubato il bancomat, alleggerendole il conto della bellezza di 700 euro. Tutto inventato: non c'era mai stato nessun furto della card e il prelievo lo aveva fatto lei stessa. Ad incastrare la donna sono state le immagini, inequivocabili, del sistema di videosorveglianza. Il Grande Fratello ancora una volta contribuisce in modo determinante alla soluzio-
Prelievo al bancomat
realizzazione di una tibia artificiale con stampa in 3D. La strada è ancora lunga, ma la speranza e la generosità sono grandi. SECONDO INTERVENTO
Giovanni è già stato sottopo-
fabbriche, parcheggi e aeroporti. Un sistema innovativo testato dai centri di ricerca a livello universitario. Nel 2008 Systemlife era arrivata a 10 addetti raggiungendo un fatturato di 4 milioni di euro con la previsione di triplicarlo nel 2009. Lo stesso anno aveva ricevuto ottenuto il premio “Qualità nello sviluppo”. Poi la difficile situazione economica ha fatto piazza pulita di tante (troppe) realtà aziendali che, pur altamente specializzate in settori innovativi, non hanno resistito al vento della crisi. In seguito al fallimento è stata avviata l’inchiesta: a carico di Brichese è stata rilevata la sparizione di un’apparecchiatura (valore di 395 mila euro) acquisita in base a un contratto di leasing. —
ne di un caso, che ha portato alla denuncia da parte degli uomini dell'Arma della stazione di Tombolo nei confronti di una 28enne residente a Rossano Veneto, nel vicentino. La giovane, casalinga, il 21 novembre scorso si era rivolta alle forze dell'ordine per segnalare che le era stato sottratto il bancomat e che i malviventi erano riusciti a prelevare qualcosa come 700 euro allo sportello della Crédit Agricole di Tombolo. I fotogrammi, nell'ora del movimento bancario, hanno però fatto emergere una qualcosa di ben diverso. E la donna, di fronte all'evidenza, ha ammesso di aver denunciato il falso per portarsi a casa il rimborso della somma da parte della banca. —
sto ad un intervento in Italia per allineare tutta la gambina destra e, dopo tanta fisioterapia, a 22 mesi ha cominciato a camminare con un supporto su misura. Alla festa dello sport, coccolato da tutti, sgattaiolava tra i tavoli incuriosi-
«Siamo molto riconoscenti a tutta la comunità», ha detto mamma Erika, commossa ma tenace nell’aiutare il suo bambino a correre. «Non ci aspettavamo tanta vicinanza, che ci riempie di gioia. Grazie di cuore a tutti». «Si può continuare ad aiutare Giovanni con la sottoscrizione Facebook», ha aggiunto l’assessore allo sport Cristian Tonello. «Ringrazio la polisportiva e il suo presidente Claudio Cabrele per il grande lavoro fatto in occasione della cena di Natale, con oltre 800 persone riunite in una festa di solidarietà. È un grande gesto di generosità di una organizzazione che è nata da un paio di anni, ma che ha saputo mettere insieme le 11 società sportive piazzolesi e che ora gestisce in convenzione con il Comune tutte le strutture, palestre e impianti sportivi, garantendo maggiore efficienza ed economicità». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
trebaseleghe
Il sindaco Lorenzo Zanon ricoverato in ospedale dopo un malore a casa TREBASELEGHE. C'è apprensione per lo stato di salute del sindaco Lorenzo Zanon. Colto da malore, il primo cittadino è ricoverato all’ospedale di Camposampiero per alcuni controlli. Zanon si è sentito male sabato mattina nella propria casa di Fossalta. I familiari hanno immediatamente chiamato il 118 facendo accorrere sul posto un’ambulanza, che lo ha trasportato a sirene spiegate all’ospedale Pietro Cosma, dov’è stato accolto in codice rosso. Dopo i primi accertamenti eseguiti al Pronto soccorso, Zanon è stato trasferito nel reparto di Medicina del “Cosma” per proseguire gli accertamenti. È’ lui stesso, raggiunto per telefono, a rassicurare sulle sue reali condizioni, anche se ammette che ha passato momenti di paura quando si è sentito mancare. Fortunatamente è subito scattato l’allarme con l’immediato trasferimento in ospedale. «Come sto? Bene», risponde. «Gli esami non dicono così, ma io mi sento bene. Purtroppo dovrò rimanere ricoverato alcuni giorni». In Comune, durante la degenza di Zanon, c’è il vice sindaco Otello Mason. Zanon, 60 anni, docente di ruolo, è sindaco di Trebaseleghe dal maggio 2014, eletto con la civica “Trebase-
Lorenzo Zanon
leghe Cresce”. Si tratta del suo secondo mandato: vinse infatti le elezioni anche nel 2009 con il Popolo delle Libertà. Ma è in politica da oltre 30 anni, perché entrò in Consiglio comunale nel 1985 come semplice consigliere. In ambito amministrativo ha rivestito e riveste importanti ruoli e da anni è un punto di riferimento per il Camposampierese. Una mole di lavoro impressionante che, evidentemente, ha pesato. Fra pochi mesi Trebaseleghe torna al voto ma Zanon ha espresso la volontà di non candidarsi come consigliere. Bisogna vedere se la passione per la politica e l'amore per il proprio paese prevarranno. — Giusy Andreoli
fontaniva
L’appalto per le scuole finisce in tribunale FONTANIVA. La ditta esegue i
lavori nelle scuole e in palestra, ma qualcosa nel corso dei cantieri non va per il verso giusto, si accumulano "riserve" e alla fine l'Unione Brenta viene citata in giudizio civile per 336 mila euro. La Metalsud sas si era aggiudicata i lavori di riqualificazione energetica della scuola primaria Cesare Battisti e della secondaria Leon Battista Alberti, compresa la palestra, per un importo di 553 mila euro. Il contratto d'appalto era stato sottoscritto il 5 luglio 2017 e i lavori sarebbero dovuti terminare a inizio novembre dello stesso anno. Ma le previsioni non sono state rispettate: nell'atto di citazione firmato dall'avvocato Elena Conte, l'azienda di costruzioni si è confrontata con le «limitazioni spaziali e temporali dovute alla non interferenza con le attività scolastiche. Senza che ciò fosse previsto nel capitolato speciale e nel contratto la Metalsud è stata costretta a organizzare tutto il proprio lavoro adeguandosi alle esigenze scolastiche». Le conseguenze: «Dilatazione dei tempi e aggravamento dei costi». Inizia un'escalation: a ottobre 2017 vengono sollevate le prime riserve, chiedendo quasi 30 mila euro in più rispetto all'importo contrattuale, che intanto era diventato di 580 mila euro. A marzo 2018 nuove riserve, tra l’altro si contestano i criteri di ricalcolo delle superfici dei serramenti, dei rivestimenti termici del cappotto esterno e si ribadiscono i maggiori costi dovuti allo svolgimento del cantiere in contemporanea con l'attività didattica di ragazzi e insegnanti di medie ed elementari. Si arriva agli inizi di giugno, quando Metalsud comunica la fine dei lavori. Ma anche questo passaggio non fila liscio, secondo il privato le contestazioni del direttore dei lavori per lo più riguardavano «lavorazioni già terminate e consegnate, utilizzate durante l'anno scolastico e soggette all'usura dell'utilizzo». Il braccio di ferro continua e la stazione appaltante applica una detrazione per «irregolarità di esecuzione» di oltre 40 mila euro. Metalsud non ci sta e insiste presentando riserve, in particolare richiede 80 mila euro per costi di sicurezza e ponteggi esterni e 63 mila per «maggiori oneri, mancato utile, risarcimento del danno derivante dall'inadempimento della stazione appaltante». Alla fine, 18 le riserve presentate da Metalsud per un totale di 336 mila euro: 259 mila riguardano una serie di lavorazioni, 77 mila sono le "illegittime" penali per il ritardo e le detrazioni. L'udienza in tribunale civile a Padova il 26 marzo. — Silvia Bergamin
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2019 LA NUOVA
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il futuro dell’ateneo
Ca’ Foscari a Treviso Dal rettore uno stop al nuovo campus Fondazione Cassamarca vuole portare i corsi a Preganziol Ma Bugliesi dice no: «Villa Franchetti senza logica per noi» Ca’ Foscari boccia l’ipotesi della proposta della Fondazione Cassamarca su un nuovo campus a Preganziol. L’edificio sul Terraglio è infatti della Provincia, ma in comodato a Fondazione, quindi a disposizione per un eventuale polo universitario. Nei giorni scorsi, emerse le criticità di Cassamarca, era spuntata l’idea di puntare su Villa Franchetti a Preganziol e sul complesso Appiani a Treviso. L’ateneo veneziano non ritiene però che sia una scelta che vada incontro alle esigenze dell’Università. «Ci sono tanti modi per trovare una mediazione, ma escludiamo Preganziol perché non ha una logica per noi» ha detto il rettore Michele Bugliesi «So delle criticità di Cassamarca, ma sono convinto che possiamo trovare una soluzione sedendoci tut-
ti attorno a un tavolo. Il modo migliore è che i soggetti interessati valutino che cos’è meglio per territorio, che cos’è meglio per Cassamarca e per ogni parte interessata». La scorsa settimana il presidente di Fondazione Luigi Garofalo aveva accennato alla proposta. Tuttavia sembra che il piano andrebbe più incontro all’esigenza di Fondazione di mettere a posto il proprio bilancio che a quella, più volte rappresentata dai due atenei di Venezia e Padova, di confluire in un’unica sede. Una soluzione che pareva condivisa anche dalla politica trevigiana e non solo. «Le difficoltà del bilancio di Cassamarca non sono una novità», fa notare il direttore del Campus di Treviso Giancarlo Corò, «Per tale ragione è da almeno due anni che stiamo studiando assieme alla
stessa Cassamarca e all’amministrazione comunale possibili soluzioni che possano assicurare un futuro dell’Università a Treviso. Ma non si può ogni volta ripartire da zero. Vorrei osservare che sul progetto del nuovo Campus (in comune fra Padova e Venezia) nel complesso San Paolo si erano espressi a favore non solo i rettori delle due Università, ma anche il nuovo sindaco della città e il presidente della Regione. I trasferimenti di sede all’Appiani o a Villa Franchetti ipotizzano un modello di Università che non è quello che ci eravamo impegnati a far crescere a Treviso». All’inizio dell’anno però, come riportato proprio dalla Tribuna di Treviso, il numero uno di Fondazione Luigi Garofalo e il suo vice Gianpaolo Gobbo sembravano
Villa Franchetti. Qualche giorno fa era emersa l’ipotesi di un nuovo campus, bocciato da Ca’ Foscari
aver rimesso gli occhi sull’area antistante e sulla villa che si trova proprio sul Terraglio, nel comune di Preganziol. Nei piani pare ci siano edilizia residenziale molto verde, il raddoppio del parco di Villa Franchetti e un pacchetto di volumetria da destinare a vocazione culturale, oltre che a destinazione direzionale e commerciale. Gli studenti di entrambi gli atenei a Treviso a oggi sono infatti 2.200 (1500 per Ca’ Foscari e 700 per Padova).
«Se si pensa di investire su Villa Franchetti», prosegue Corò, «è chiaro che si sta pensando alla creazione di un’università d’élite, fatta di pochi iscritti e costi elevati. Una sede pregiata dal punto di vista architettonico, ma inadeguata, anche per evidenti problemi di accessibilità, a ospitare il numero di studenti che attualmente frequentano i corsi di Treviso». A pesare sull’ipotesi Appiani sarebbe soprattutto la logistica. Alla fine Ca’Foscari chiede
per l’università
Aziende piccole penalizzate il Tar boccia il bando portineria Rubina Bon I requisiti, così come definiti dal bando, «comportano un considerevole restringimento del numero delle possibili partecipanti alla gara». Nella fattispecie escludendo la Clever Facility Management srl, che avrebbe voluto partecipare al bando di Ca’ Foscari per l’aggiudicazione dell’appalto del servizio di portierato per le varie sedi dell’Ateneo. Parole, queste, dei giudici del Tar che hanno
accolto il ricorso della ditta, annullando il bando sul quale peraltro il Consiglio di Stato lo scorso giugno aveva messo la sospensiva, dopo che la domanda cautelare era stata respinta in primo grado. Un bando, quello del servizio di portierato, a cui si aggiungevano anche mansioni di facchinaggio leggero, da 7 milioni di euro per quattro anni, con possibilità di proroga fino a sette anni, con relativo importo cresciuto a 12 milioni di euro. I criteri, così
come determinati da Ca’ Foscari, «comportano la sicura preclusione della partecipazione della ricorrente che invece, in caso di suddivisione in lotti e del conseguente proporzionato abbassamento del requisiti, potrebbe concorrere». Ca’ Foscari aveva aperto la selezione mettendo a bando un unico maxi lotto e chiedendo che le ditte partecipanti avessero già svolto un servizio analogo per oltre 5 milioni di euro ed avessero un fatturato triennale, sem-
Il Campus di Ca’ Foscari in via Torino
pre per servizi analoghi, di 10,5 milioni. La ditta ricorrente, si legge nella sentenza, «è una piccola impresa di recente costituzione che opera nel settore degli appalti di portierato, pulizie, logistica e facility management, ed è priva degli eccessivamente
selettivi requisiti di capacità tecnica-professionale richiesti dalla procedura di gara». Ca’ Foscari si è costituita in giudizio sostenendo tra le altre cose che la Clever Facility Management srl non avesse presentato domanda di partecipazione alla gara e che le
a Cassamarca di discuterne seriamente con gli attori interessati, a partire dalle due Università, il Comune, la Camera di Commercio e la Regione Veneto. «Potrebbe essere l’occasione per rilanciare un progetto di sviluppo dell’Università a Treviso» conclude Corò «Magari con nuovi corsi di laurea e post-laurea. Treviso è un territorio nel quale la formazione universitaria non può che crescere. Ma le Università non possono farlo da sole». —
clausole impugnate non avessero carattere escludente, I giudici amministrativi, nell’accogliere il ricorso della ditta, richiamano tra l’altro una direttiva europea che «indica espressamente la necessità di garantire la partecipazione delle piccole e medie imprese alle gare pubbliche attraverso la suddivisione in lotti». Ca’ Foscari si è giustificata sostenendo che solo la gestione unitaria dell’appalto permette l’intercambiabilità delle postazioni da controllare. Motivazione, questa, che il Tar definisce «generica ed insufficiente» perché nulla spiega in relazione al bando con un unico maxi lotto. La sentenza potrà essere impugnata davanti al Consiglio di Stato. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nuovi vertici
Coldiretti, valzer dei segretari di zona Funzionari più vicini alle imprese Quattro su sette zone territoriali vedranno un cambio nel coordinamento di Coldiretti. Le novità riguardano la gestione delle zone di Cavallino Treporti, Mirano Mestre, Dolo e Portogruaro che avranno un nuovo responsabile. A prendere le redini di Mirano Mestre che comprende 700 aziende agricole tra Mirano, Noale, Scorzè, Salzano, Spinea, Santa Maria di Sala, Martellago, Mestre, Marcon e
Quarto d’Altino, sarà Antonio Tessari. Per Cavallino Treporti c’è l’agronoma Marica Mazzaro, prima donna in Coldiretti Venezia a ricoprire questo ruolo. Mazzaro coordina 300 associati provenienti dalle sezioni di Cavallino Treporti e Sant’Erasmo. Fabio Livieri, già sindaco di Campagnia Lupia per due mandati, invece prenderà la guida di Dolo rappresentando
circa 800 associati con attività dislocate nella Riviera tra Dolo, Fossò, Mira, Strà, Fiesso d’Artico, Vigonovo, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore e Pianiga. La nuova sfida arriverà per il giovane Michele Terrin che guiderà Portogruaro, uno dei più grandi uffici con oltre 1300 soci e 11 sezioni da coordinare: Portogruaro, Annone Veneto, Caorle, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagitta-
ria, Fossalta di Portogruaro, Teglio Veneto, Gruaro, Pramaggiore, San Michele e Santo Stino di Livenza. «Nell’ augurare buon lavoro a tutti» afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla «specifichiamo che tali cambi hanno l’obiettivo di avvicinare ciascuno dei segretari al paese di provenienza, in un’ottica di risparmio e di miglioramento. Ribadiamo la dedizione e disponibilità per una
I nuovi segretari di zona di Coldiretti
Coldiretti sempre più rappresentativa nell’ambito sindacale e pronta al rilancio e sviluppo dei servizi alle imprese». Il direttore Giovanni Pasquali ha aggiunto che «è determinante per la comprensio-
ne dei bisogni dei soci la conoscenza del territorio «per trasmettere quel senso di appartenenza e di valore d’uso che fa della Coldiretti, prima organizzazione agroalimentare d’Europa». —
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2019 LA TRIBUNA
REGIONE
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La sfida delle Regioni l’azzurro bendinelli
LA SCHEDA LA SPESA DELLO STATO NELLE REGIONI Valori in euro pro capite-media 2013-2015
Lazio* Abruzzo Molise Calabria Basilicata Campania Liguria Puglia Umbria Piemonte Toscana Marche Veneto Emilia Romagna Lombardia
6.045 4.414 4.382 4.150 3.931 3.679 3.654 3.417 3.254 3.194 3.075 2.988 2.816 2.772 2.384
LA SPESA STATALE NELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE 8.092 Trentino Alto Adige 7.746 Valle d’Aosta 5.337 Sardegna 5.034 Friuli Venezia Giulia 4.301 Sicilia 3.443 Media Regioni Ordinarie 4.512
4.020
LE REGIONI CHE HANNO FINANZIATO LA PEREQUAZIONE NEL 2001-2015 milioni distribuzioone di euro percentuale
2.816€ per abitante abitant in Venet Veneto
3.689
3.084
NORD
CENTRO*
SUD
MEDIA ITALIA
Lombardia
56.054
50,30%
Lazio
19.788
17,70%
Veneto
13.470
12,10%
Emilia Romagna
13.420
11,90%
Piemonte
6.655
6,00%
Toscana*
2.320
2,10%
Somma risorse cedute 111.527
100%
4.150€ per abitante in Calabria
* il dato risente dei costi derivanti dalla presenza dei Ministeri
FONTE: CGIA Mestre
l’analisi del centro studi di mestre
Autonomia, la Cgia lancia l’allarme «La spesa storica penalizza il Veneto» Mason e Zabeo: «Sì al trasferimento delle 23 materie, ma parte del residuo fiscale deve tornare a casa» Albino Salmaso MESTRE. Ma davvero il Mezzo-
giorno finisce con un tozzo di pane e in bancarotta se il governo concede l’autonomia a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna? A lanciare l’allarme sono i parlamentari di Campania, Sicilia e Puglia, che stanno organizzando le truppe nel M5S per bloccare la riforma con un consenso che divide i partiti per aree geografiche. Eppure in Veneto, tra le categorie economiche, si respira un clima di cautela se non di velata preoccupazione e se ne fa interprete la Cgia di Mestre, con il suo ufficio studi: «C’è il fondato sospetto che non cambi assolutamente nulla, in termini di risorse, per cinque anni: se le 23 materie concorrenti, previste dall’articolo 117 della Costituzione, verranno trasferite sulla base della spesa storica, il Veneto e le altre due regioni non riceveranno un solo
centesimo in più», dichiara Renato Mason, segretario Cgia. «Dalle nostre analisi risulta che lo Stato spende mediamente 2.800 euro per abitante in Veneto e 4.150 in Calabria per garantire gli stessi servizi. In testa alla classifica c’è il Trentino con 8.100 euro procapite, seguito dalla Valle D’Aosta con
Il segretario: «Grandi vantaggi sotto il profilo delle norme contrattuali» Renato Mason, segretario Cgia e a destra Paolo Zabeo, dell’ufficio studi
7.700, realtà che godono dello statuto speciale, poi arriva il Lazio con 6 mila euro grazie alla presenza dei ministeri. In coda la Lombardia con 2.380 euro: queste ingiustizie vanno colmate» spiega Paolo Zabeo, dell’ufficio studi Cgia. Cifre difficili da contestare, ricavate dai bilanci del Mef al netto della spesa sanitaria, di-
ventate uno dei parametri con cui il ministro Erika Stefani conta di chiudere la prima fase con la consegna dei dossier al premier Conte. Il governatore Zaia ha chiesto tutte le 23 materie ma l’unica che fa la differenza è la pubblica istruzione che vale 2,5 miliardi di euro con 70 mila dipendenti da trasferire dal
Miur al Veneto e Renato Mason, leader della Cgia, mette le mani avanti: «Nell’intesa che verrà firmata tra febbraio e marzo si prevede di passare ai costi standard nell’arco di cinque anni, ma il vero nodo sta nell’abbattimento del residuo fiscale di cui non si fa cenno: il Veneto nel 2015 ha lasciato 15 miliardi al Mef che diventano
Il presidente nazionale di Confindustria tira il freno e avvisa il governo Immediata la replica dell’assessore lombardo Galli: “Game over”
caratterizzarci come territorio per aprirci e non per chiuderci, questa è l’Italia». Boccia ha evidenziato la necessità «di evitare errori dall’una e dall'altra parte. Dico al Governo di essere attento alle clausole di supremazia, alla coesione tra le Regioni, all'efficienza e non al neocentralismo. Sono elementi essenziali per noi», ha concluso Boccia. Il suo intervento non ha convinto Stefano Bruno Galli, assessore alla Cultura e all’autonomia della Lombardia. «Mi trovo in dissenso rispetto alla proposta lanciata dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, di aprire un grande dibattito tra tutte le Regioni italiane sul tema del regionalismo differenziato. In Lombardia, come nelle altre Regioni
Boccia: «Energia e infrastrutture vanno gestite solo dallo Stato» LA QUERELLE
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onfindustria tira il freno. «L’autonomia non deve diventare un’idea dei nuovi centralismi. Ritengo che alcuni temi devono avere una clausola di supremazia del Governo come ad esempio l’energia e le in-
frastrutture così da evitare che qualche Regione possa bloccare opere di interesse nazionale». Lo ha detto Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, in relazione al tema delle autonomie differenziate. Secondo Boccia, il tema delle autonomie «deve essere una politica che va verso l'efficienza di tutti e non contro
Conto alla rovescia fino il 15 febbraio con l’orologio di FI
qualcuno o a danno della coesione sociale. L’ autonomia deve essere una grande questione nazionale». Il leader di Confindustria ha sottolineato l’esigenza «di aprire un dibattito con tutte le Regioni del Paese e non solo con quelle che hanno chiesto l'’autonomia differenziata, affinché il Paese abbia un’identità forte. Dobbiamo
8 se togliamo la quota di interessi del debito pubblico. Su un pil di 150-160 miliardi, ne abbiamo versati 72 di tasse e quindi la nostra richiesta al governo è precisa: il residuo fiscale di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va distribuito e abbattuto. Deve cioè tornare nei territori che lo producono a sostegno dell’economia locale, con una quota decisamente superiore rispetto a quella attuale. Non c’è fretta, ma il gap va colmato e credo sia compito della futura commissione paritetica avviare la vera trattativa con il governo». La Cgia solleva anche un secondo interrogativo: «I risparmi generati dai fabbisogni standard tra 5 anni, resteranno al Veneto o finiranno a Roma, con la stessa prassi del residuo fiscale? Quali tutele sono previste nell’intesa?» chiede Mason. «Sarebbe un oltraggio all’intelligenza se quel tesoretto dovesse rientrare al Mef». Quanto tempo ci vorrà per
VINCENZO BOCCIA: IL LEADER DI CONFINDUSTRIA È MOLTO PERPLESSO SULL’AUTONOMIA
Il leader italiano degli imprenditori «Un errore creare un nuovo centralismo Si bloccano opere di valore strategico»
Forza Italia passa all’attacco e con il segretario regionale, Davide Bendinelli, mette sotto accusa il governo dopo la manifestazione di Verona. Il deputato ha avviato il conto alla rovescia che scade il 15 febbraio. «Ogni giorno chiederemo conto al governo dell’#Autonomia. Fin quando non darà risposte chiare e certe. Non vogliamo una riforma annacquata», ricorda Bendinelli che sulla sua pagina Facebook ha installato un orologio per il conto alla rovescia.
digerire il boccone amaro dell’autonomia a costo zero, senza i nove decimi di tasse chiesti a Roma per essere parificati a Bolzano? Mason ricorda che la Svp, prima di firmare con la Lega il patto della nuova giunta provinciale, ha strappato a Calderoli un grande impegno: le Casse Raiffeisen non entreranno nel gruppo unico delle Bcc grazie a una norma ad hoc nel dl Fisco. «Anche il Veneto attende un provvedimento analogo in materia di credito, perché dopo il crac di Bpvi e Veneto Banca, ottenere un mutuo è impresa disperata per gli artigiani» dice la Cgia. «Mettiamo fine al pessimismo delle cifre e guardiamo in-
Il ricercatore: «Ci sono delle profonde ingiustizie che vanno colmate» vece agli aspetti positivi dell’intesa sull’autonomia. Per il Veneto si apre un capitolo nuovo per la formazione professionale, la previdenza complementare e anche per la gestione del credito, una delle 23 materie della devolution. Si potranno firmare i contratti di lavoro su base regionale, senza snaturare l’ossatura della contrattazione collettiva, ma adeguandoli alle singole specificità» conclude Mason . Basta per brindare al “new deal” chiesto dal referedum? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
che hanno avviato il percorso costituzionale, il tema è stato adeguatamente dibattuto e approfondito, anche confrontandosi con le categorie produttive che in Lombardia hanno esplicitamente appoggiato la richiesta. Game over. Il tempo dei dibattiti approfonditi e delle riflessioni teoriche è terminato. Ora andiamo verso i fatti - verso l’applicazione concreta delle maggiori forme di autonomia per arrivare a un regionalismo differenziato maturo e responsabile, che gioverà a tutto il sistema nazionale. Rassicuro il presidente Boccia sul fatto che l’autonomia non produrrà nuovi centralismi e andrà nella logica dell’efficienza di tutti i livelli istituzionali, senza alcun danno alla coesione nazionale», ha concluso. —