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18 Cronaca
L'ARENA
Giovedì 24 Gennaio 2019
LAVORIPUBBLICI. Lastruttura checosterà piùdi 5milioni, sorgerà vicinoalle piscine LaGrazie
BorgoRoma,cantiere alviaperilpalasport Conclusionedei lavori perlafine del2020.Comprenderà anche unristorante.Rando: «Gioiello dell’impiantisticasportiva»
Interventiper50milaeuro in22parchigioco
È un’opera attesa da anni a Borgo Roma e finalmente, a fine gennaio, partirà il cantiere. Si tratta del palazzetto dello sport che sorgerà su un’area di ottomila metri quadrati in via delle Grazie a Borgo Roma. La struttura - la posa della prima pietra dovrà avvenire, secondo contratto, entroil 28 febbraio - verrà ultimata, assicura l’assessore all’edilizia sportiva Filippo Rando, entro il 2020 e avrà un impianto polivalente dotato di palestre, bar e campi esterni. «E soprattutto», sottolinea Rando, «sarà accessibile a tutti, in quanto privo di barriere architettoniche». Il nuovo palasport, che sarà raggiungibile anche da una serie di percorsi pedonali e ciclabili, sorgerà su un terreno adiacente le piscine comunali. La palestra da mille metri quadrati potrà essere utilizzata per la pallacanestro, il volley, il calcetto e altre discipline sportive. Il costo preventivato per la realizzazione dell’impianto sportivo è di 4 milioni e 270mila euro, cifra interamente stanziata da Palazzo
Laprossima primavera, tra marzoeaprile, saranno eseguitiinterventi di manutenzione,sostituzione, riparazionee inserimentodi nuovestrutturedi divertimentoper i bambini, il costoprevistoèdiquasi 50milaeuro, in22dei 106 parchidiquestogenera chesi trovanodelterritorio comunale.I lavori,sollecitati a piùripresedacircoscrizioni e cittadini,interesseranno quasi tuttii quartieri. «Attraversogli operatori dell’Amia»,fasapere Padovani, «sitolgono già i giochi pericolosiper i bambinioppure perchérottio vetusti. Tuttii giochidevono essere anorma e certificati»sottolinea l’assessoreastrade egiardini MarcoPadovani.«Purtroppo poi»,prosegue, «dobbiamofare iconti con continui attidi vandalismoeimbrattamento.E ripararei danniassorbe molte risorseedèun peccatoperché conquestisoldi potremmo garantireai bambininuovi spazi didivertimento».Tragli interventipiùrilevanti previsti cisono l’installazione diuna nuovaaltalena nelcampo
Barbieri. Sarà dotato anche di altre due sale più piccole e di una zona spogliatoi. Una tribuna della capienza di 300 spettatori, inoltre, consentirà al palazzetto di poter essere utilizzato sia per manifestazioni sportive sia per spettacoli, concerti e iniziative pubbliche. La struttura ospiterà anche un’area destinata a bar-ristorante, con cucina, plateatico e servizi igienici. All’esterno, invece, saranno realizzati due campi da beach volley e un parcheggio di 1.200 metri quadrati, separato da quello a servizio delle piscine. È prevista, inoltre, la piantumazione di alberi e arbusti lungo tutto il perimetro dell’edificio. L’impianto, si sottolinea a Palazzo Barbieri, sarà costruito con criteri antisismici dotato di impianto termico per il risparmio energetico. La copertura della struttura, per ridurne anche visivamente l’impatto, sarà costruita in legno lamellare. Sarà inoltre fornito di impianto fotovoltaico per la produzione di energia da fonte rinnovabile. I lavori sono stati presentati
Inprimavera
Vandalismiin un parcogiochi giochidivia Locchia Ponte Crencano,ilriposizionamento dei cestellidelcampo dibasketche eranostati rubatinel parcodivia BrigataAostaa SanMassimo,una nuovatorretta con scivolo nella scuoladell’infanziaPascoli invia Pirandello,zona Stadio, riparazionieinstallazionidi nuovi giochitra via FratelliCervi evia Calderaraa BorgoMilano, il rifacimentodellacopertura per la piattaformadel teatronel GiardinodellaPace a SantaLucia, riparazioniesostituzionidigiochi nelparcodiSantaTeresaa Borgo Roma,la fornituradidue tavoli da pic-nicallaprimaria Cesari inviaa Ca’di David.«Si tratta»,aggiunge l’assessorePadovani,«delprimo stepdiinterventi perchécontiamo compiereun’operazione analoga inautunno». E.S.
•
L’edificiodelnuovo palazzettodellosport, vistodatre angolazioni,secondo ilprogetto delComune
nella sala Arazzi del municipio dall’assessore Rando, insieme al presidente della quinta Circoscrizione Raimondo Dilara e ai responsabili degli uffici comunali che hanno curato l’intera progettazione dello stabile. «Questo palazzetto, una volta ultimato, sarà un gioiello dell’impiantistica sportiva veronese», sottolinea Rando.
ILSALUTO. Incontro tra ilsindacoSboarina eil prefetto cheil 4febbraio assumerà l’incaricodiCapo deiVigili del fuoco
«Nessunmigrante buttatoin strada»
Mulas sulle nuove norme del decreto sicurezza. E torna a lanciare l’allarme ’ndrangheta Enrico Santi
La commozione è reale, quello di ieri mattina in municipio, nei confronti del prefetto Salvatore Mulas non è stato certo un saluto di circostanza. Dopo tre anni a capo della prefettura scaligera, il 4 febbraio Mulas traslocherà a Roma per assumere l’incarico di Capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile. «Per Verona è una grave perdita, ma la colpa è anche mia», sdrammatizza il sindaco Federico Sboarina, «visto che nei miei incontri istituzionali al ministero dell’Interno ne ho sempre parlato bene... E come non avrei potuto farlo», aggiunge, «visto che si tratta di uno dei migliori prefetti che Verona abbia mai avuto: non si è mai tirato indietro e insieme abbiamo vissuto situazioni molto delicate». E, sorridendo, confessa: «L’esordio non è stato dei più felici, ma forse è servito a creare quel rapporto di franchezza, stima e fiducia che ha contraddistinto la nostra collaborazione». Parla di inizi «tumultuosi» anche lo stesso prefetto. Complici una telefonata di congratulazioni dalla Sardegna al sindaco appena insediato raccolta però a Palazzo Barbieri da qualcuno che, spacciandosi per il sindaco, pensava si trattasse di
uno scherzo. E qualche giorno dopo il malinteso scoppiò il caso dei richiedenti asilo alloggiati in uno stabile della prefettura a San Zeno. A Palazzo Barbieri andarono su tutte le furie. «Il sindaco mi telefonò stizzito», ricorda divertito, «dicendomi che non era stato informato non sapendo che dalla Sardegna aveva preannunciato la questione al misterioso interlocutore...». Al prefetto qualcuno chiede di dar un consiglio al suo successore. «Di Mulas ce ne sono tanti, mi auguro che chi verrà dopo di me ci metta lo stesso impegno, con cuore e coraggio. Da servitore dello Stato mi sono sempre assunto le mie responsabilità, prendendo anche decisioni impopolari. Chi verrà», sottolinea in riferimento alla lotta contro la criminalità organizzata, «troverà la strada aperta, un gruppo di grandi professionisti che hanno scandagliato “personaggi“ che scorrazzavano nel Veronese. Per una vita ho fatto il poliziotto e l’investigatore, ma senza una squadra non si va da nessuna parte». Nell’eredità che il prefetto lascia ci sono ben 17 interdittive antimafia. «Da zero che erano prima», evidenzia il sindaco Sboarina. «Ma bisogna continuare a lavorare», insiste Mulas, «perché soprattutto in provincia proble-
Ilsindaco Sboarina consegna unatarga dellacittà alprefettoSalvatore Mulas,in partenzaper Roma
mi ce ne sono e c’è la necessità che questi signori capiscano che la pacchia è finita, come si dice adesso. Agli imprenditori ripeto: state attenti a chi propone denaro facile perché gratis, dicono in Sardegna, non ti danno neanche le bastonate». E sottolinea: «La ’ndrangheta ha disponibilità di denaro infinita, è l’organizzazione criminale più forte in assoluto e di difficilissima permeabilità, non si può far finta di niente perché una comunità infiltrata è una comunità piegata». Un altro fronte caldo è stato quello dei richiedenti asilo.
«Abbiamo dovuto affrontare situazioni di emergenza, con arrivi di centinaia di persone cui dare una sistemazione, abbiamo cercato di distribuirli a piccoli gruppi, evitando che si formassero delle banlieu, perché prima si integrano meglio è per tutti». Quanto alle nuove normative del decreto sicurezza, assicura: «Non abbiamo mai lasciato nessuno per strada, i sindaci e le associazioni lo sanno, e le fasce deboli, donne e bambini, le proteggiamo in collaborazione con la Caritas e altre strutture. Tuttavia, dopo un certo periodo qualcuno deve
uscire dal programma, era così anche prima, ma», aggiunge, «le uscite non sono tantissime, meno di un centinaio in tutta la provincia, ad ogni modo c’è un piano che tiene conto di tutte le situazioni». Mulas non nasconde il dispiacere. «Qui», spiega, «ho vissuto un periodo esaltante, tanto che avevo deciso di chiudere a Verona la mia carriera... Non avrei mai pensato di ricoprire questo ruolo, avere la responsabilità di 30mila vigili del fuoco. Quando mi hanno telefonato ho detto solo “questa volta lo dico prima a mia moglie“». •
Che aggiunge: «Si tratta di un impegno, anche economico, di grande rilevanza per l’amministrazione comunale, che regalerà al quartiere di Borgo Roma, e a tutta la città, una struttura polivalente, a servizio sia dagli atleti sia dalle numerose associazioni presenti sul territorio». Il presidente Dilara, da parte sua, mette in evidenza che
si tratta di «un intervento che il quartiere aspettava da molto tempo e che finalmente parte». E aggiunge: «Grazie a questo palazzetto potremmo soddisfare le esigenze di tanti gruppi sportivi che per allenarsi hanno bisogno di strutture nuove e adatte ad ospitare anche le persone con disabilità». • E.S. © RIPRODUZIONERISERVATA
Inbreve CONSIGLIERIDEL PD
«A22investaintreni, nonnelnuovocasello» «Se i consiglieri trentini vogliono prolungare la ferrovia fino a Dossobuono allora potrebbero spiegare alla cassaforte finanziaria di cui sono soci, la A22, che invece di spendere soldi in un nuovo casello, potrebbero investire in trasporto ferroviario, o almeno valutare quale delle due opzioni sia la più vantaggiosa per i rispettivi territori». A dirlo sono i consiglieri comunali del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani e il consigliere provinciale Stefano Ceschi. «Se il Brennero deve essere il nuovo corridoio merci», proseguono gli esponenti del Pd, «non è più saggio investire i 3 miliardi della Valdastico Nord per le infrastrutture ferroviarie necessarie a collegare i vari territori lungo l’asse del Brennero, dal Lago al Catullo?».
SINISTRAITALIANA
«Lavoro,Venezia nominigliispettori» «Da gennaio a novembre 2018 nel Veronese gli incidenti sul lavoro non mortali sono stati 14.959 e quelli mortali 28. Ancora una volta Verona ha il primato veneto di incidenti e morti nei luoghi di lavoro, in una regione che è ai primi posti (subito dopo la Lombardia) in questo cam-
po». La denuncia è di Giorgio Gabanizza, Marco De Pasquale e Michela Faccioli di Sinistra Italiana. «La Regione Veneto», aggiungono, «resta però insensibile e addirittura non ha ancora assunto i 30 nuovi ispettori Spisal, cui assegnare funzioni di ufficiali di polizia giudiziaria, che si era impegnata ad assumere con le organizzazioni sindacali, per rimpolpare un organico tecnico che è tra i più scarsi in Italia. Per Verona sarebbero previste 8 assunzioni».
BERTUCCO
«Smogallestelle, mobilitàdarivedere» «I dati del rapporto Mal’Aria 2019 di Legambiente mettono a nudo la strategia fallimentare di Comuni e Regioni della pianura padana, Veneto in primis, che hanno messo in campo protocolli antismog privi di alcuna efficacia pratica». Lo afferma Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune. «Per Verona», continua Bertucco, «niente di nuovo: da che sono stati istituiti i controlli sulle polveri sottili nel 2001 la nostra città ha sempre sforato i limiti annuali posizionandosi alla testa delle città più inquinate. E così continuerà ad essere finchè Comune e Regione non si decideranno a cambiare il sistema della mobilità urbana ed interurbana puntando su ferrovia e trasporto pubblico».
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
ACCETTAZIONE TELEFONICA NECROLOGIE
800.700.800 Il servizio è operativo TUTTI I GIORNI COMPRESI I FESTIVI DALLE 10 ALLE 19
PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ
Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)
Ci ha lasciati con un caro ricordo nel cuore
MARIA VITTORIA CAPPELLO VED. DALLA ROSA di anni 75 Ne danno il triste annuncio i figli Maurizio e Tamara, le sorelle, i cognati, le cognate, i nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo venerdì 25 gennaio alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Meano. Si proseguirà poi per la cremazione. Oggi, giovedì 24 gennaio alle ore 18.30 si reciterà il Santo Rosario nella chiesa parrocchiale di Meano.
Si ringraziano fin d'ora quanti onoreranno la sua memoria. Meano di Santa Giustina - 24 gennaio 2019. I.O.F. DALLE GRAVE Via Roma, 5 - S. GIUSTINA - Tel. 0437/86006
È mancato all'affetto dei suoi cari
LUIGI TERENZIANI di anni 85 Addolorati lo annunciano la moglie, i figli e i parenti tutti. Le esequie avranno luogo venerdì 25 gennaio alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Penna in Teverina (Terni) e proseguiranno per il cimitero di Penna in Teverina ove la salma verrà tumulata. Lentiai - 24 gennaio 2019 of. FABRIZIO GELISIO MEL Belluno - Ponte nelle Alpi - Longarone - tel. 0437/950521 Condoglianze online: www.gelisio.it
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allo shadows
negli ospedali
Spray al peperoncino dopo il concerto due titolari a processo
Adeguamento sismico, un milione dalla Regione
La sera prima avevano suonato i Sud Sound System Oltre alle lesioni gravi è contestata anche la minaccia BELLUNO. Spray al peperoncino dopo il concerto. I titolari di allora del disco-bar Shadows, Marco e Paola Vecchiato, sono in tribunale con l’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e lesioni e l’uomo anche i minacce. Il 16 febbraio, nel locale di via Tiziano Vecellio, c’era stato il concerto dei Sud Sound System e l’aggressione sarebbe avvenuta il giorno dopo nei confronti di Marco e Daniel Zoldan. Si tratta di due collaboratori che avevano venduto circa 400 biglietti al prezzo di 13 euro ciascuno, per lo spettacolo del gruppo salentino di reggae e ragamuffin. Un buon successo, ma secondo quanto si è sentito in tribunale entrambi sono stati attirati nel locale con il pretesto di smontare delle luci e qui avrebbero patito un’aggressione fisica premeditata: prima spruzzate in faccia di spray urticante, poi calci e pugni. Marco Zoldan ha subito un’iperemia (arrossamen-
Amorevolmente assistita, è mancata all'affetto dei suoi cari, lasciando un vuoto incolmabile
LEA LAGUNA ved. LAGUNA di anni 89 Dolorosamente lo annunciano i figli Angelo, Ilario e Gian Antonio, la sorella Antonietta, le nuore, i nipoti, i pronipoti ed i parenti tutti. I funerali saranno celebrati oggi, giovedì 24 gennaio alle ore 14.30 partendo dall'abitazione dell'estinta in via Col Vidal 298. Si ringraziano il personale infermieristico ed il dott. Borca per le cure prestate e quanti vorranno onorarne la memoria. Lozzo di Cadore - 24 gennaio 2019
to) congiuntivale agli occhi con abrasione da spray al peperoncino e traumi alla spalla destra e al polpaccio sinistro per una prognosi di otto giorni. Daniel un’iperemia congiuntivale bilaterale e contusione al bacino. Nel suo caso, una malattia di cinque giorni. I fatti sono aggravati perché commessi con l’uso di un’arma: la bomboletta della sostanza. Non contento, Marco Vecchiato avrebbe impugnato una catena e si sarebbe rivolto a Marco Zoldan con una
frase del tipo «se mi denunci, te la farò pagare. So dove vivi». I due imputati sono difesi dall’avvocato trevigiano Guglielmini, mentre le vittime si sono costituite parte civile con Xaiz. L’udienza davanti al giudice Riposati e al pubblico ministero Gulli è stata piuttosto movimentata, ma non si è ancora arrivati alla sentenza di primo grado. Bisognerà sentire anche i due imputati e se riparlerà più avanti. — Gigi Sosso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
truffa
Falsificato il bonifico ci rimette la macchina BELLUNO. Persa una macchina all’agenzia. Quasi senza accorgersene. Maicol Bertuzzi deve rispondere di truffa davanti al tribunale di Belluno. La Procura della Repubblica gli addebita, tanto per cominciare, un falso in scrittura privata, perché avrebbe cambiato un bonifico in favore di un privato con la somma di 19 mila 300 euro che do-
vevano servire a comprare una Volkswagen Golf. In questo modo avrebbe raggirato il proprietario sulla propria capacità di affrontare la spesa e, quindi, sulla serietà di una trattativa piena di speranze. In sostanza, si è intestato la macchina facendo il passaggio di proprietà in un’agenzia di pratiche auto cittadina. Alla fine, ha
BELLUNO. Un milione di eu-
ro per il miglioramento sismico degli ospedali dell’Usl 1. Il finanziamento arriva direttamente dalla Regione Veneto. Lo scorso mese di ottobre è stato sottoscritto con l’ associazione temporanea con capogruppo l’ingegnere Vitaliani di Padova il contratto di appalto per la realizzazione del servizio tecnico di verifica e vulnerabilità sismica e progettazione di fattibilità tecnica ed economica di miglioramento sismico per alcune strutture aziendali. Nei giorni scorsi l’Usl ha aggiudicato alla ditta Gemmo spa di Vicenza l’esecuzione dei lavori di modifica e adeguamento degli impianti elettrici e di rilevazione incendi negli atri de padiglione “Dalla Palma” di Feltre, per un importo di oltre 17 mila euro. Per quanto riguarda gli ospedali di Belluno, Pieve di Cadore, Auronzo e Agordo si realizzeranno varie opere per rendere più sicuri gli arredi contro il terremoto. Inoltre, è stato autorizzato l’ufficio tecnico a programmare e affidare l’esecuzione di altri interventi riferibili a elementi non strutturali ed impiantistici, da eseguirsi nel corso del 2019. —
avuto l’auto e non ha pagato nemmeno un euro, grazie al bonifico taroccato. Apparentemente sembrava tutto a posto, in realtà era carta straccia. Oltre tutto l’attuale imputato avrebbe aspettato soltanto pochi giorni per rivendere l’auto, incassando quello che avrebbe voluto. Ormai era diventata sua e nessuno poteva portargliela via. Bertuzzi è difeso d’ufficio dall’avvocato Conte e il processo si sta svolgendo davanti al giudice onorario Riposati e al pubblico ministero Gulli. La prossima udienza si svolgerà in primavera. — G.S.
A DOLOMITICA 0435/32428 - De Dea, Martini, Nardi, Cadore Comelico.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Amorevolmente assistito dai suoi cari è mancato al loro affetto
MARISA MODOLO ved. COSTANTINI "BEPI MOSTACIO"
LUCIANO PANIZ di anni 87
di anni 83 Ne danno il triste annuncio le figlie Giuliana, Renata e Dolores, i generi Valerio, Giovanni e Ferruccio, i nipoti con i pronipoti, il fratello, la cognata, i parenti tutti. I funerali avranno luogo venerdì 25 gennaio alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Soverzene. Per espressa volontà la salma verrà cremata. La famiglia porge un sentito ringraziamento al medico di famiglia, dott.ssa Michela Mazzorana per l'assistenza prestata.
Ne danno il triste annuncio la moglie Rina, i figli Bruna con Claudio, Franca con Eligio e Stefano con Catia, i nipoti, i pronipoti, la sorella, le cognate e parenti tutti. I funerali saranno celebrati nella chiesa arcipretale di Santa Giustina, venerdì 25 gennaio alle ore 14.30. Dopo le esequie si proseguirà per la cremazione. Il Santo Rosario verrà recitato oggi, giovedì 24 gennaio alle ore 19 nella chiesa di Formegan.
Si ringraziano fin d'ora quanti in ogni modo vorranno onorarne la memoria.
La famiglia rivolge un ringraziamento particolare al personale dei reparti di Geriatria e Lungodegenza dell'ospedale di Feltre per le cure e l'assistenza prestata al caro Luciano. Si ringraziano sin d'ora quanti vorranno onorarne la memoria.
Soverzene - 24 gennaio 2019
Santa Giustina - Formegan - 24 gennaio 2019
CALDART di Antonio e Walter - Belluno - Longarone - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437/944754
BRANDALISE - GANZ Santa Giustina - V.le Stazione, 6 - tel. 0437/858323
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
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Il post alluvione san tomaso
allerta valanghe
Moreno De Val «Non si sono resi conto del problema»
Rocca Pietore, se nevica rischio evacuazione per duecento persone
AGORDO. «Ho parlato con i
Boschi schiantati in Agordino, i sindaci premono per ppoter partire con i lavori e contestano la Regione
per capire se è interessato. Lunedì ho incontrato un’altra cordata di imprenditori che si dicono disponibili a portare qui un impianto per produrre pellet. Loro chiedono una capacità produttiva dai 70 mila ai 100 mila metri cubi all’anno per 10 anni. Dobbiamo dare risposte immediate». Per questo i sindaci hanno deciso di contattare sia Stella che Zaia, pure lui finito sul banco degli imputati, per chie-
dere indicazioni, indirizzi e ordinanze. «Nella parte privata – dice Nino Deon, sindaco di Rivamonte - non siamo in grado di entrare. Zaia a Longarone disse che si assumeva la responsabilità di fare un’ordinanza e che poi gli avvocati sarebbero andati da lui. Ma di questa ordinanza non c’è traccia e io stamattina mi trovo un privato che mi minaccia mentre toglievamo delle piante vicino alla strada». —
sub-commissari ai boschi e ai servizi forestali e mi sono reso conto che la situazione sta loro sfuggendo di mano e che non si sono resi conto del problema. Per questo, come Comune, ho deciso di prendermi in carico il soggetto attuatore». L’inerzia ravvisata nel direttore di Avepa dagli amministratori agordini sta spingendo qualcuno ad arrangiarsi. È il caso del sindaco di San Tomaso, De Val. «È una scelta ponderata abbiamo la possibilità di agire anche in zone valanghive e sappiamo come intervenire, dove e quando. Conosco il nostro bosco, so quali sono le zone da ripulire anche dalle ceppaie. Non metterò, però, a repentaglio il bilancio comunale». Fretta di intervenire ce l’hanno anche gli altri che, tuttavia, hanno atteso la serata di martedì. «Su abbiamo una situazione che può diventare delicata con le valanghe - ha detto il sindaco di Colle Santa Lucia, Paolo Frena – i regolieri hanno contattato delle ditte e mi hanno chiesto la disponibilità a fare da soggetto attuatore perché stanno facendo progetti per mettere le funi. Devo dare loro una risposta». Altri sindaci non ci pensano nemmeno alla prospettiva di fare da soggetti attuatori e nemmeno l’Uma. Di certo occorrerà essere tutti assieme per la futura vendita, per dare alle grosse ditte un motivo per muoversi. «Subito dopo l’alluvione – ha detto Colcergnan – avevo venduto un lotto, poi mi sono fermato, rinunciando a un sicuro introito, per fare le cose assieme. Se ora ciascuno va per i fatti suoi non mi sta più bene». —
nella vallata
Danni a 643mila metri cubi di patrimonio forestale AGORDO. In Agordino sono circa 643 mila i metri cubi di bosco danneggiato dal maltempo del 29 ottobre scorso. Lo dice lo studio “Tempesta Vaia e gli effetti sul patrimonio forestale in Agordino” effettuato da Stefano Grigolato, Emanuele Lingua, Francesco Pirotti e Carlo Zanrosso del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova. Uno studio compiuto riela-
borando i dati delle prime stime fatte dalla Regione Veneto (e presentato ai sindaci agordini) che mette in luce le proporzioni del problema, ma che invita anche a procedere secondo delle priorità d’intervento ben definite. La quantità e l’estensione dei danni variano da comune a comune. Il più danneggiato in termini di volume è Rocca Pietore (oltre 120 mila metri cubi di legname), seguito da
Taibon (circa 95 mila), Livinallongo (80 mila). Quindi nell’ordine Colle Santa Lucia, Rivamonte, Voltago, La Valle, Gosaldo, San Tomaso, Alleghe, Agordo, Cencenighe, Selva di Cadore, Vallada, Falcade e Canale d’Agordo. L’università ha anche calcolato i volumi di legname che sono stati utilizzati nella vallata negli ultimi dieci anni. I dati parlano di 11.210 metri cubi (dato medio) di legname nella par-
La zona di Sottoguda subito dopo il disastro Una affollata assemblea con gli abitanti del paese Dai 70 ai 100 centimetri di manto nevoso possono provocare la discesa di piante ROCCA PIETORE. L’Arpav an-
nuncia l’aumento del numero dei siti valanghivi e a Rocca Pietore potrebbero essere a rischio di evacuazione più di un centinaio di immobili. Per la popolazione di Rocca Pietore è stata una serata drammatica quella di martedì. Erano stati convocati nella sala “Teaz” del paese per un incontro col sindaco Andrea De Bernardin, con il responsabile della protezione civile regionale, Luca Soppelsa, dell’Arpav, Alberto Luchetta, del Centro valanghe di Arabba, Anselmo Cagnati, e del redattore della nuova carta valanghiva, Michele Martinelli. Non pensavano che lo scenario che sarebbe stato loro delineato sarebbe stato così pesante. «Se dovesse nevicare in abbondanza – questo il succo del discorso che hanno sentito – si renderà necessaria l’evacuazione di molte perso-
te pubblica e 7.626 metri cubi nella parte privata. Significa che, in media, ogni anno in Agordino vengono utilizzati 18.836 metri cubi di legname. Un dato a cui si devono aggiungere i circa 4000 metri cubi di legna da ardere. Dal confronto tra i due dati (legname utilizzato e legname danneggiato) si evince che a Taibon è a terra 130 volte il legname che annualmente viene utilizzato; a Rivamonte 125 volte; a Rocca 75 volte; a Voltago 65 volte. Seguono nell’ordine San Tomaso, Colle Santa Lucia e Cencenighe. Quindi La Valle, Agordo, Gosaldo, Livinallongo, Alleghe. Infine Vallada, Selva, Falcade e Canale dove, comunque, è a terra il legname che sarebbe stato tagliato in
ne». Un discorso che ha a monte lo studio effettuato dall’Arpav sul pericolo valanghe, aumentato sensibilmente per la presenza sui versanti degli alberi a terra. «Laddove gli schianti hanno interessato un terreno con notevoli pendenze – dice Anselmo Cagnati del Centro valanghe di Arabba - è venuta meno la protezione che il bosco solitamente fa in caso di valanghe o caduta massi. La combinazione tra la mancanza del bosco e la pendenza del versante presuppone che si siano prodotti nuovi siti valanghivi anche a ridosso o a monte degli abitati». Secondo il censimento effettuato su venti comuni (17 della provincia di Belluno e tre di quella di Vicenza) l’aumento dei siti valanghivi si registra laddove il maltempo ha colpito maggiormente e cioè nell’Alto Agordino (comuni di Rocca Pietore, Livinallongo, Alleghe, San Tomaso, Colle Santa Lucia), di Sovramonte e Zoppè di Cadore. «Sono siti che si sono creati ex novo – spiega Cagnati – poi come si comporteranno è tut-
5-10 anni. Gli altri due aspetti della questione sono la pendenza dei pendii che “ospitano” gli alberi a terra e il grado di accessibilità per il recupero del legname. Per quanto riguarda il primo, lo studio dell’Università di Padova evidenzia come la pendenza media dei
Di norma in un anno vengono utilizzati 18.000 metri cubi in tutto il territorio versanti vari dal quasi 80% di Cencenighe al 40% di Voltago. Sono solo tre i comuni sotto il 50%. Circa il secondo è stata calcolata la distanza
to da vedere non essendoci una documentazione storica. Noi ragioniamo sulla base di modellistiche e di simulazioni e osserviamo che in caso di precipitazioni nevose inferiori all’altezza delle piante a terra queste costituirebbero ancora una forma di protezione per le valanghe. Se la quantità di neve fosse invece superiore all’altezza delle piante si verrebbe a formare un piano di scivolamento che faciliterebbe la caduta delle valanghe». Di fronte a queste prospettive il sindaco ha spiegato ai suoi concittadini, accorsi numerosi al Teaz, che, in caso di abbondanti nevicate, si sta pensando a un’evacuazione di parte dell’abitato. «Stiamo cercando di quantificare le persone che potrebbero essere interessate – ha detto De Bernardin – fino a 70-80-100 centimetri di neve le piante non saranno coperte, da lì in poi inizieranno i problemi». Gli scenari potrebbero essere di vario tipo, di certo il numero degli immobili interessati a una possibile evacuazione supera il centinaio, con circa 200 persone. «C’è la necessità – spiega Marco Nardini, residente a Digonera – di far sì che in ogni frazione ci sia un generatore di corrente messo al sicuro e che vengano messi a disposizione dei sistemi per la comunicazione via radio. Per il prossimo futuro c’è da capire cosa è meglio fare con le piante a terra: toglierle senza fare degli interventi di consolidamento del terreno diventerebbe molto rischioso». Sul futuro si sono interrogati anche gli enti. «Per fare degli interventi sui siti valanghivi – dice Anselmo Cagnati – servono finanziamenti che non arriveranno subito. Per questo l’unica soluzione possibile al momento è quella di fare un piano di gestione per monitorare le aree a rischio». — G.SAN.
(planimetrica) media di esbosco alla prima strada silvo-pastorale o pubblica. Si va dagli oltre 200 metri di Cencenighe e Selva, ai poco più di 50 di Colle e Livinallongo. In generale, tenendo conto della pendenza e dell’accessibilità, lo studio ha calcolato che su 642.806 metri cubi di bosco danneggiato 404.144 metri cubi necessitano di intervento con gru a cavo, 148.823 prevedono un esbosco complesso o impossibile, 78.318 un esbosco via terra agevole, 11.521 un esbosco da effettuare preferibilmente a terra. «Non si potrà recuperare tutto il legname in un anno – dice Stefano Grigolato – serve agire secondo le priorità date dai vari soggetti attuatori». — G.SAN.
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GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
il caso
Decreto dignità, è scontro sui numeri dei posti di lavoro Veneto Lavoro sottolinea l’aumento del tempo indeterminato (più 22 mila e 300) Ma da ottobre a dicembre 2018 crollo delle posizioni lavorative: meno 59 mila sore Regionale al Lavoro Elena Donazzan: «Noi volevamo misurare le trasformazioni per capire l’impatto del decreto. I dati rilevano che l’irrigidimento dovuto al Decreto, che non mi vede favorevole in origine, ha prodotto un aumento dei contratti. Quindi io dico che guardo l’esito e l’esito è questo: sono aumentate le trasformazioni da tempo deter-
Roberta Paolini PADOVA. Meglio avere 59 mila
300 posti di lavoro in meno o 22 mila e 300 contratti a tempo indeterminato in più? Sembra la domanda di un folle, ma non lo è. Questa è esattamente la questione su cui si sta dibattendo da qualche giorno. Veneto Lavoro ha pubblicato qualche giorno fa le sue anticipazioni con la periodica Bussola. Un’analisi molto precisa in cui emerge chiaramente che da quando è entrato in vigore il Decreto Dignità i contratti a tempo indeterminato in Veneto sono aumentati. Di più. Esplosi. Da ottobre a dicembre del 2017 le trasformazione da determinati a indeterminati riguardavano solo 10 mila e 700 contratti. Nello stesso periodo 2018 questi sono diventati 22 mila e 300. Si tratta di cifre assolute, non è una tendenza. Quindi come giustamente fa notare l’Asses-
Donazzan: «Noi abbiamo voluto misurare in primis le trasformazioni»
Un giovane lavoratore che controlla una linea industriale
ASOLO. Diego Bolzonello, ex
nuova governance
La famiglia Parisotto dà il timone di Scarpa all’ex Geox Bolzonello
Bolzonello: al timone di Scarpa un manager esternoalla famiglia
occhialeria
Marcolin Group, accordo con Barton Perreira BELLUNO. Marcolin Group, una delle più importanti aziende nel settore dell’occhialeria, e Barton Perreira, marchio di eyewear indipendente con sede a Los Angeles, annunciano di aver siglato un accordo in esclusiva per la distribuzione su scala internazionale di occhiali da sole e da vista Barton Perreira. Tale accordo avrà inizio il 1° febbraio 2019. Marcolin Group inizierà a distribuire le collezioni
eyewear maschili e femminili presso rivenditori selezionati e negozi di ottica nel Sud Europa (tra cui Spagna, Portogallo, Grecia e Italia), in Medio Oriente, nell’Europa dell’Est (Russia inclusa), nei Paesi dell’area Asia-Pacifico (tranne Giappone), nel Sud-Est asiatico, in Sud America e in Messico. Barton Perreira continuerà ad occuparsi del design e della produzione degli occhiali, oltre alla gestione del-
amministratore delegato di Geox, è stato nominato amministratore delegato di Scarpa, azienda di Asolo tra i leader mondiali nella produzione di calzature da montagna e le attività outdoor. In questo modo l'azienda ha snellito la sua governance e, per la prima volta dalla sua fondazione, ha nominato un amministratore delegato esterno alla proprietà. Cambiamenti anche nella compagine societaria e di proprietà con Cristina, Sandro e Davide Parisotto, proprietari di Scarpa che rilevando le quote messe in vendita da Andrea e Piero Parisotto. Nello specifico, Andrea e Piero cedono le partecipazioni detenute in Calzaturificio Scarpa Spa alla nuova holding Cornaro Srl controllata al 100% da Cristina, Sandro e Davide Parisotto.
le vendite nel resto dell’Europa, negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone. Massimo Renon, CEO di Marcolin Group, ha commentato: «Barton Perreira è simbolo di eccellenza e qualità ineccepibile. Questa partnership a lungo termine offre l’opportunità unica a Marcolin Group di distribuire, iniziando da una selezione di Paesi, collezioni eyewear fortemente creative caratterizzate da un’eleganza senza tempo. Questo nuovo marchio ci permette di valorizzare ulteriormente il nostro portafoglio e di aprire Marcolin Group a nuove opportunità di diversificazione del suo modello di business commerciale». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
minato a tempo indeterminato». L’assessore Donazzan risponde così alla critica che ha mosso dalle colonne del nostro giornale Gianpiero Dalla Zuanna, professore ordinario Dipartimento di Scienze Statistiche all’Università di Padova ed ex senatore. Il quale invece non è interessato a vede-
Nasce così una struttura proprietaria più snella che vede l'inserimento di un manager esterno, strumenti che consentiranno al gruppo di cogliere nuove opportunità di mercato pur rimanendo nelle mani dei rappresentanti della famiglia. Bolzonello, uno dei maggiori conoscitori dei mercati mondiali delle calzature sportive, è stato nominato ad lo scorso luglio. «Questo cambio nella governance - ha spiegato il presidente Sandro Parisotto - è un passaggio molto importante ed emozionante. Segna l’inizio di una nuova fase di sviluppo e crescita, e la struttura che ci siamo dati consentirà a Scarpa di avere quel cambio di passo che è imprescindibile per continuare ad avere successo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
re il di cui del Decreto Dignità, cioè la trasformazione da contratti a tempo determinato a indeterminato, ma guarda invece al saldo totale dei posti di lavoro nel periodo di entrata in vigore del decreto. Nel quarto trimestre, dicono i dati (sempre gli stessi della bussola di Veneto Lavoro) sono svaniti 59 mila e 300 posti (il numero dell’inizio). Niente di strano, per carità, a fine anno capita ci sia un picco negativo. Ci fu anche nel 2017, ma era più basso –47 mila e 700. Quindi dal Decreto Dignità quanti posti di lavoro si sono creati in più? Neppure uno, o meglio 59 mila e 300 in meno, circa 600 posti di lavoro al giorno. «Un dato aritmetico– spiega Tiziano Barone di Veneto Lavoro – che si basa sul saldo totale». Mentre l’obiettivo dell’analisi era comprendere l’impatto dell’irrigidimento della normativa sul lavoro: «Io non do un giudizio, ma racconto con i numeri quello che è successo. Per dare un giudizio serve un po’ di tempo, certo se tra tre mesi rifacciamo l’analisi e vediamo che i tempi indeterminati scendono mi preoccuperò. Quello che abbiamo visto è stata un’inversione di tiraggio con dei segnali importanti sui tempi determinati». Poi che ci siano quasi meno 60 mila posti di lavoro nel quarto trimestre 2018 e che questo sia il risultato di 65 mila e 600 mancati rinnovi di contratti a tempo determinato e di 6 mila e 200 trasformazioni in tempo indeterminato, è un’altra questione. Aritmetica. Per l’appunto. –
Nel 2019 si cederanno 50 miliardi di sofferenze VENEZIA. Proseguirà anche
quest'anno la cessione di npl anche se con un rallentamento. Sulla base delle operazioni annunciate si stimano - afferma l'ottava edizione del Market Watch NPL di Banca Ifis - transazioni per 50 miliardi lordi entro fine 2019, in flessione rispetto ai 66 miliardi lordi transati nel 2018. Sul totale, evidenzia la ricerca, circa il 39% potrebbe essere scambiato sul mercato secondario con un balzo a due cifre rispetto l'anno appena trascorso, quando la percentuale delle transazioni sul mercato secondario si era fermata al 2%. Circa il 18% dei crediti deteriorati potrebbe essere coperto dalle garanzie statali su Npl ovvero la Gacs: la percentuale è inferiore al 2018 ed è calcolata sulla base della deadline fissata dal legislatore al 6 marzo per la copertura statale. Ma qualora ci fosse una proroga, com'è nelle intenzioni del Governo, la percentuale potrebbe aumentare. In Italia ci sono 266 miliardi di Npl lordi da gestire. Di questo stock 118 miliardi lordi sono ancora nelle banche. —
IN BREVE Community Primo comunicatore italiano nel mondo
Generali Del Vecchio arrotonda la partecipazione
Community, gruppo di reputation management fondato e guidato da Auro Palomba, si posiziona come prima realtà italiana nel mondo per valore delle operazioni finanziarie seguite come advisor di comunicazione. Ad affermarlo è il Global Report 2018 di Mergermarket. Con 38 operazioni per un controvalore di circa 67,7 miliardi euro Community conquista infatti il primato fra le società italiane nella classifica complessiva, che prende in considerazione tutte le operazioni realizzate nel mondo.
Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone con nuovi acquisti di azioni Generali arrotondano le loro quote rispettivamente al 4,45 e al 4,84 per cento. Delfin, la finanziaria di Del Vecchio, ha comprato nel complesso 780.000 titoli il 21 gennaio e il giorno seguente pari allo 0,049% del capitale. Sempre il 21 gennaio Vm 2006 Caltagirone ha acquistato 250.000 azioni del Leone a un prezzo medio di 15,38 pari allo 0,015%. Nella stessa giornata e il 18 gennaio tramite Fincal e Fge Finanziaria ha ceduto opzioni Generali.
vernici
San Marco Group cresce nel 2018 fatturato a più 7% VENEZIA. Internazionalizzazione ed evoluzione distributiva: su queste due direzioni strategiche è incentrato il piano di sviluppo di San Marco Group, leader storico in Italia nel mondo delle pitture e vernici per l’edilizia professionale. Il Gruppo con sede a Marcon (VE) continua ad archiviare successi e non arresta la sua crescita, come confermano i dati preliminari del bilancio dell’anno appena
banca ifis
concluso che fanno registrare un +7% di fatturato e un EBITDA margin che supera il 15%. Un risultato ancora più significativo se confrontato con le performance del mercato italiano che ha accusato una contrazione dei consumi delle pitture per l’edilizia di quasi -5% a valore rispetto al 2017 (fonte: Assovernici). «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel
2018 – sottolinea Pietro Geremia, Vicepresidente di San Marco Group – che confermano la vitalità e la forza del Gruppo determinato a raggiungere la quota dei 100 milioni prevista dal piano industriale per il 2020. La posizione finanziaria rafforzata ci consente di valutare nuove acquisizioni sia nel settore delle pitture e vernici per l’edilizia che nei settori adiacenti non ancora presenti nel nostro portfolio». Per sancire in modo ancora più forte la volontà di crescere come Gruppo, da gennaio Colorificio San Marco SpA ha cambiato la propria denominazione sociale in San Marco Group SpA. —
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Longarone PontenelleAlpi Alpago
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Media di Lamosano, premio dal Miur `La scuola è tra le 1.115
di tutta Italia a ricevere soldi: 20mila euro CHIES D’ALPAGO L’innovazione entra in classe, alla scuola media di Lamosano. La secondaria di primo grado, infatti, è tra le 1.115 scuole che riceveranno un finanziamento dal Miur per l’allestimento di spazi di apprendimento innovativi. Non è ancora chiara la cifra che arriverà, non si sa se coprirà
per intero il progetto proposto del valore di 20mila euro o se contribuirà solo in parte. Ad ogni modo grazie al finanziamento ottenuto dal Ministero, grazie al gruzzolo assicurato dal Comune di Chies e alla disponibilità a collaborare raccolta tra gli altri Comuni della conca e tra i ragazzi della Consulta Giovani, si attrezzeranno spazi facilmente riconfigurabili e fruibili: tavoli spostabili ed assemblabili, armadietti, panche con contenitori per il materiale da riciclare e piccole arene per stimolare il dibattito. Le aule assumeranno una forma nuova, in questo mo-
do si potrà rafforzare negli alunni la scoperta in autonomia, dare forma alla loro immaginazione con spazi e arredi che facciano vivere l’apprendimento in modo più divertente, attivo, incoraggiando l’interazione tra alunni e insegnanti, tra gruppi di alunni di più classi e tra gli stessi alunni con partner di progetti in rete già attivi. Verranno anche acquistati strumenti multimediali, kit di robotica, set per l’apprendimento attivo delle lingue e per lo storytelling, materiali per approfondire esperienze nell’ambito delle discipline tecnologiche. Un pacchetto di novi-
tà utili ai ragazzi della media, ma che verrà messo a disposizione anche dei bambini della primaria e della materna. L’obiettivo è non solo evitare lo spopolamento, ma anche attrarre ragazzi da altre zone della provincia qualificando la didattica e offrendo agli studenti strumenti all’altezza di una vera scuola 2.0. A Lamosano si sta lavorando da tempo, a questo. Il plesso già da alcuni anni sta sperimentando azioni che portino gli alunni ad apprendere tramite esperienze reali e significative, come la semplice coltivazione di un orto. (atr)
Giornata della Memoria: un libro per riflettere TAMBRE Tambre celebra la Giornata della memoria. Tanto è vero che domenica, alle ore 18, il Centro sociale accoglierà la presentazione del libro “Treblinca” di Gloria Pianon. L’evento è organizzato dal Comune: «Per riflettere - spiega l’assessore Lucia Della Libera e soprattutto per non dimenticare la Shoah. Ma anche per dare il giusto valore alla giovane scrittrice di casa». Oltre all’autrice interverranno l’avvocato Erminio Mazzucco, lo studente
Ludovico De March e la giornalista Martina Reolon, mentre l’assessore Della Libera modererà la serata: «In media arrivavano a Treblinka fino a 20mila deportati al giorno. Pur essendo un noto luogo di morte, però, non risulta tra i lager più tristemente famosi. Il motivo è che solo 57 persone riuscirono a salvarsi e le testimonianze sono rare e parziali. Non c’era la tipica selezione per gli abili e inabili al lavoro, una volta scesi dai treni. La direzione era sempre e solo una: la morte. Chi entrava a Treblinka doveva morire subito». (MdI)
Ferrate a rischio: indagine avviata da Dolomiticert `Alpinismo in crescita: scutere di ulteriori e nuovi pro-
avviato un progetto per limitare le cadute LONGARONE
Tralicci a ridosso del Piave: nuovo incontro e polemiche `Il sindaco Vendramini: «Bene riunirsi Domani politici e sindaci in Provincia dopo l’accordo siglato fra Terna e Regione ma perché è stata invitata Limana?» `
PONTE / SOVERZENE È arrivata ieri la convocazione ufficiale da parte della Provincia e firmata dal presidente Roberto Padrin, per un incontro che si terrà domani (ore 10.30, sala Piloni) per “affrontare le tematiche relative alle ricadute che l’accordo tra Regione Veneto e Terna ha sul nostro territorio provinciale”. All’incontro sono convocati i politici bellunesi che siedono in Parlamente e in Regione e i sindaci di Limana, Belluno, Ponte nelle Alpi, Soverzene, Longarone, Ospitale e Perarolo. Un tavolo, quello convocato dal presidente Padrin, annunciato lunedì dal sindaco di Belluno Jacopo Massaro che in quella occasione aveva detto: «Se l’accordo prelude all’interramento sul Piave, non potremo che
esprimere soddisfazione. Se invece non è così, speriamo che queste nuove intese ottengano l’effetto di poter riprogettare tutto e riaprire la questione». Due osservazioni, quelle fatte da Massaro, che trovano la replica da parte di altri territori.
LE PERPLESSITÀ Ma anche la convocazione della Provincia suscita perplessità. «Da questo incontro non mi aspetto di certo che sia utilizzato per aprire altre questioni - dice Gianni Burigo, sindaco di Soverzene - perché adesso è tempo di procedere con i lavori. Il progetto arriva sino ad Andreane e la soluzione dell’interramento di un nuovo tratto supera definitivamente le problematiche di sicurezza dell’aeroporto. Rispetto all’attraversamento del Piave che
Massaro auspica avvenga con interramento, vanno dette due cose: innanzitutto che il progetto approvato si ferma prima del Piave; poi mi pare che gli eventi dello scorso ottobre e la violenza del Piave mostrino che questa è una soluzione da escludere. E poi: quanto in profondità bisognerebbe interrare i cavi sub-alveo?»
LA POLEMICA Infine circa la convocazione
SOVERZENE AUSPICA CHE SI PASSI SUBITO AI LAVORI E NON CI SIA ALTRO DA DISCUTERE, PONTE RICORDA I 500 IN ATTESA DA ANNI
del Comune di Limana Burigo osserva: «L’accordo firmato da Terna e Regione coinvolge i Comuni da Perarolo a Belluno, perché quindi Limana?». Anche da Ponte nelle Alpi si sottolineano due aspetti: «Ora si passi agli atti concreti – invita il sindaco Paolo Vendramini - riunirsi è sempre importante, ma questo tavolo serva per spiegare il progetto, non a rivederlo. Ci sono 550 famiglie che vivono sotto i tralicci e che aspettano da anni, Sono state fin troppo pazienti». Posizione confermata anche dall’assessore Ezio Orzes: «Il tavolo va bene perché risponde ad una necessità di organizzarsi della Provincia. Ma bisogna essere chiari sull’oggetto, perché se c’è qualcuno che ancora pensa che bisogna riscrivere tutto, allora non ci siamo». Giovanni Santin
La pratica dell’alpinismo è in continua crescita. Ma a crescere, parallelamente, è anche il numero di incidenti in montagna. Per questo, Dolomiticert ha deciso di dare il “la” al progetto “Ffr (Fall Factor reduction) - Riduzione del fattore di caduta per gli utilizzatori delle vie ferrate”. Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, lo studio ha coinvolto pure il Soccorso Alpino dell’Alta Val Pusteria e la Micado Smart Engineering. Lo scopo è semplice: ridurre i rischi in quota. In che modo? Attraverso due dispositivi tecnici: uno per le attività di soccorso e uno per gli utenti. Come hanno confermato i vertici del Soccorso alpino, «la prima causa di incidenti, registrata dalle statistiche, è la fatica, seguita dagli scivolamenti, mentre la fascia d’età più colpita è quella tra i 36 e i 50 anni». L’indagine, presentata ieri nella sede longaronese, ha portato così alla realizzazione di un prototipo, rivolto a chi va in montagna. E allo studio di una “longe” per i soccorritori: ovvero, una sorta di corda che collega l’arrampicatore alla sosta di discesa (oppure a una sosta che si trova lungo l’ascensione). «L’analisi si è rivelata promettente - ha affermato Leano Viel, responsabile Europrogettazione in Dolomiticert - tanto è vero che siamo pronti a di-
poste all’interno della stessa programmazione. E con la stessa partnership». Fondamentale pure il ruolo del Soccorso alpino: «Se da un lato siamo riusciti a dare il nostro contributo - è il commento di Robert Sartori, legato alla squadra dell’Alpenverein Sudtirol - dall’altro lato, noi per primi abbiamo imparato molto in termini di sviluppo di attrezzature. L’esperienza, quindi, è stata interessante e proficua». Sulla stessa frequenza di pensiero, Sergio Albarello di Dolomiti Vertical Service (consulente di Dolomiticert): «Mettere insieme diversi enti, competenze e conoscenze, è un arricchimento. Il dispositivo messo a punto avrà sicuramente una sua applicazione e un suo sviluppo, anche perché c’è stata la possibilità di testare vari materiali. E tutto ciò ci potrà portare a compiere ulteriori ragionamenti in vista del futuro». Insomma, a Longarone la sicurezza non è un concetto astratto: anzi, si lavora senza sosta per riempirlo di contenuti. Non a caso, il pool di esperti approfondirà la serie di ricerche condotte negli ultimi mesi. E presenterà un secondo progetto, con l’obiettivo di rendere la montagna e le vie ferrate alla portata del più alto numero possibile di appassionati. Marco D’Incà
FATICA PRIMA CAUSA DEGLI INCIDENTI, PRESENTATI IERI DUE DISPOSITIVI: UNO PER SOCCORRITORI E UNO PER GLI UTENTI
Marcolin: patto per la distribuzione internazionale LONGARONE
IL CEO Massimo Renon
Marcolin e Barton Perreira stringono un accordo per la distribuzione su scala internazionale di occhiali da sole e da vista. Dal primo febbraio, il Gruppo che ha sede a Longarone inizierà a distribuire le collezioni maschili e femminili nei rivenditori e negozi di ottica del Sud Europa (tra cui Spagna, Portogallo, Grecia e Italia), in Medio Oriente, nell’Europa dell’Est (Russia inclusa), nei Paesi dell’area Asia-Pacifico (tranne Giappone), nel
Sud-Est asiatico, in Sud America e in Messico. Creato nel 2007 da Bill Barton e Patty Perreira, il brand Barton Perreira è noto per il binomio fra tecnologie innovative e maestria artigianale: «Ogni montatura viene scolpita come una vera e propria opera architettonica, da artigiani di altissimo livello che utilizzano materiali di elevata qualità. Attraverso l’esperienza di generazioni e un meticoloso processo di lavorazione focalizzato sul perfezionamento di ciascun dettaglio (dalla montatura alla finitura lucida), ogni singolo occhiale è
realizzato con lo scopo di raggiungere la perfezione». Soddisfatto Massimo Renon, amministratore delegato di Marcolin: «Barton Perreira è simbolo di eccellenza e qualità. E questa partnership a lungo termine offre al nostro Gruppo l’opportunità unica di distribuire collezioni fortemente creative, caratterizzate da un’eleganza senza tempo. Il nuovo marchio, inoltre, ci permette di valorizzare ulteriormente il nostro portafoglio e di aprire ulteriori opportunità di diversificazione del modello di business commerciale». (MdI)
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CERTOTTICA Il progetto “made in Dolomiticert”
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Nordest
A BELLUNO LA FESTA DEI VIGILI Cerimonia annuale per la ricorrenza del Patrono delle Polizie Locali del Triveneto, San Sebastiano. Premiati 10 agenti che si sono distinti in attività di servizio. Nel 2018 a Nordest 23.000 incidenti Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
L’impresa impossibile di dare lavoro `Siti Inps che respingono le password, call center a pagamento, La tragicomica avventura di un imprenditore trevigiano che voleva usare il Libretto di famiglia per pagare un operaio conti correnti solo online: un percorso a ostacoli per 200 euro `
re occasionale, ma non viene riconosciuto dal sistema - sbotta In quel momento capisco che anche il prestatore deve fare la stessa trafila e crearsi un conto on line per riscuotere il compenso. Tutti e due infatti dobbiamo avere un conto on line, chi paga e chi riscuote. Non solo: il datore deve versare il denaro all’Inps con il modello F24, quindi chi non ha un conto on line deve recarsi anche in banca. Senza dimenticare che solitamente i lavoratori saltuari sono pensionati o stranieri ai quali i soldi servono subito e non possono attendere la contabilizzazione Inps di qualche decina di euro che viene fatta entro il 15 del mese successivo (es.: se lavoro oggi, 24 gennaio, riscuoto dopo il 15 febbraio)».
LA STORIA MESTRE L’impresa impossibile di dare lavoro, oggi. L’“avventura” in cui è incappato Giuseppe Unghietti, imprenditore di Susegana (Treviso), è la conferma di come anche le migliori intenzioni possano finire spiaggiate nelle secche delle procedure e della fantasmagorica burocrazia italiana. La storia inizia quando l’imprenditore trevigiano ha necessità di fare alcuni lavori di manutenzione della propria casa, roba da tre-quattro giorni, e per questo vuole regolarizzare una persona che ha individuato, disoccupata da sei anni, extracomunitaria. Insomma, niente soldi in nero - anche se parliamo di 200 euro al massimo - e le cose fatte per bene. Cosa deve fare il nostro imprenditore? Dotarsi del libretto di famiglia, lo strumento introdotto dal governo Gentiloni nel 2017 per utilizzare prestazioni di lavoro occasionale, in sostituzione dei “vecchi” voucher aboliti dallo stesso governo dal mese di marzo 2018. Il libretto famiglia è un libret-
IL PROCESSO NECESSARIO DOPO L’ABOLIZIONE DEI VOUCHER COSTRINGE CHI VUOL ESSERE IN REGOLA A UN PERCORSO BUROCRATICO ASSURDO
LE REGOLE A destra un voucher, strumento sostituito dal “Libretto di famiglia”
to nominativo prefinanziato, composto da “titoli di pagamento” del valore di 10 euro (il lavoratore ne percepisce netti otto per un’ora) pensato per pagare piccoli lavori domestici, tra cui manutenzioni e giardinaggio, ripetizioni scolastiche, babysitter, assistenza ad anziani o disabili. L’interessato, singolo o famiglia che sia, deve prima acquistare il libretto tramite Poste o Inps, caricare la somma di denaro desiderata, inviare comunicazione all’Inps e solo dopo sarà “autorizzato” a pagare la prestazione.
COMPLICAZIONI Ma è proprio nelle pieghe di questa lunga trafila che, fatalmente, le cose si complicano. «Per avere il libretto di famiglia bisogna collegarsi al sito internet dell’Inps - racconta Unghietti - però ci vuole il codice Spid necessario ad entrare in MY INPS in tempi brevi senza attendere l’invio del codice Pin per cui si dovrebbero invece aspettare 15 giorni. Allora mi sono registrato
RISULTATO
al sito Poste ID. Operazione abbastanza veloce: 20 minuti circa. Dopodiché sono andato all’ufficio postale per il riconoscimento. Faccio tutto in 30 minuti, neanche male. Torno a casa e mi “loggo“ ma le credenziali non vengono accettate». E qui comincia la vera odissea: «Cambio la password - prosegue l’imprenditore - ma ancora niente. Chiamo allora il call center delle Poste per due volte: nume-
ro a pagamento, spendo 10 euro. Tra il solito scaricabarile di competenze dopo quasi due ore riesco ad accedere al sito Poste ID». Complicato sì, ma almeno è finita bene... «Non direi. Vado avanti e adesso mi si chiede di scaricare la App delle Poste sul telefonino per generare il codice - continua Unghietti -. Faccio anche questo e finalmente, anche se la mattina ormai è andata, accedo al sito dell’Inps».
Pronti, via? Macché. «Entro nella sezione “Prestazioni occasionali Inps - Libretto di Famiglia” - continua l’imprenditore compilo tutti i dati richiesti, l’operazione è veloce, senza problemi, a parte il fatto che bisogna avere un indirizzo di PEC che non tutti i cittadini hanno». E anche questo servizio è quasi sempre a pagamento. Dài, ci siamo quasi... «Inserisco il codice fiscale del lavorato-
Altro che promesse di semplificazione e lotta al lavoro nero. «I voucher, almeno - rimarca Unghietti - si compravano in tabaccheria e permettevano al lavoratore di incassare la paga il giorno dopo la prestazione». Ma la faccenda come è finita? «Ditemi voi cosa avrei dovuto fare... Considerato che anche il mio consulente del lavoro non fa consulenza per il libretto di famiglia - in effetti mi costerebbe più lui della prestazione del lavoratore - dopo aver tentato di tutto per tutelare il lavoratore e rispettare le leggi, ho lasciato perdere. Nell’era digitale questo offre la nostra pubblica amministrazione». E per la manutenzione della sua casa? «Mi sono arrangiato». Paolo Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Confindustria: rifiuti, sistema veneto vicino al collasso IL CASO MESTRE Il sistema di gestione dei rifiuti industriali in Veneto è prossimo al collasso. Filiere strategiche come meccanica, tessile-calzature, gomma-plastica, legno e cartario sono in affanno per la carenza di impianti in cui smaltire gli scarti di lavorazione, cioè i rifiuti speciali (classificati come “non pericolosi”). E per le regole che paralizzano sia gli impianti sia il mercato, i rifiuti e i materiali da rigenerare non trovano destinazione e si accumulano nei capannoni. A lanciare l’allarme è Assindustria Venetocentro, che descrive una situazione ormai diffusa a livello nazionale, ma che anche nel Veneto sta assumendo le dimensioni di una vera e propria emergenza, che incide sulla competitività dell’intero comparto manifatturiero della regione e assume proporzioni ogni giorno più gravi. Il problema riguarda i rifiuti prodotti dalle imprese, 14,6 milioni di tonnellate l’anno (18,8% della produzione totale delle regioni settentrionali). Negli ultimi mesi sono state centinaia le segnalazioni delle aziende associate, inizialmente relative a incrementi dei costi,
che per alcune tipologie di rifiuti sono raddoppiati. E poi con ancora maggiore preoccupazione per i ritardi, e in alcuni casi addirittura i blocchi, nel normale servizio di ritiro dei rifiuti, da parte dei soggetti terzi autorizzati.
LE CAUSE «La situazione ha varie concause - dichiara Massimo Finco, Presidente di Assindustria Venetocentro -. La prima è che, a causa del prevalere della politica del “no”, gli impianti presenti nel Veneto e destinati alla gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti prodotti dalle aziende sono insufficienti. Fino a poco tempo fa, a questa carenza si è posto rimedio ricorrendo in larga parte al conferimento dei rifiuti in altre regioni o all’estero. Adesso, purtroppo anche gli impianti nazionali sono insufficienti e le soluzioni estere sono diventate sempre più difficili, anche a seguito di scelte operate da paesi come Germania, Austria, Francia, Olanda che hanno limitato i conferimenti. A questo si aggiungono una burocrazia e normative sempre più complesse che rendono più difficile la gestione dei rifiuti». Se fino ad oggi l’attenzione si è prevalentemente concentrata
sui rifiuti urbani, la cui produzione in Veneto è di 2.219 milioni di tonnellate (fonte: Arpav 2017), è evidente che il problema dei rifiuti prodotti dalle imprese va affrontato con altrettanta urgenza. Da qui l’appello di Assindustria Venetocentro alla Regione, fermi restando gli interventi attesi di stretta competenza del ministero dell’Ambiente. «In attesa di un piano strategico sulla dotazione di impianti aggiunge Antonella Candiotto, Vicepresidente di Assindustria
Venetocentro con delega all’Ambiente - e di un ripensamento del Piano regionale sui rifiuti che, se ha portato a questa situazione, è evidentemente da rivedere, ci sono alcune scelte che si possono attuare nell’immediato per dare risposte alle aziende e al territorio. Vanno agevolate e velocizzate le pratiche autorizzative per poter conferire i rifiuti nei Paesi esteri che ancora li accettano, vanno rimossi ostacoli burocratici e restrizioni aggiuntive, come la norma sulla miscelazione,
SEPARATI I rifiuti industriali seguono percorsi diversi da quelli urbani
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imposti solo dalla Regione Veneto alla gestione dei rifiuti negli impianti. Bisogna autorizzare con urgenza il prolungamento degli stoccaggi “temporanei” ad almeno 12 mesi in attesa dell’avvio a recupero o smaltimento e consentire alle attività produttive di utilizzare nelle lavorazioni i sottoprodotti provenienti da altre imprese».
IL TAVOLO Confindustria Veneto da parte sua ha ha aperto da tempo un tavolo di lavoro con l’Assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Giampaolo Bottacin, coinvolgendo tutte le proprie Associazioni Territoriali, e ha affidato a Fondazione Nord Est una indagine – condotta su un campione di oltre 500 imprese – da cui è emerso che quasi il 60% delle aziende intervistate ha registrato nel 2018 difficoltà per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti indu-
ALLARME DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI IMPRENDITORI: COSTI RADDOPPIATI, RITARDI E BLOCCHI DEI RITIRI. «SUBITO SOLUZIONI»
striali prodotti in Veneto. Di queste, il 26% segnala tempi medi di attesa dello smaltitore compresi tra 31 e 90 giorni e il 10% dichiara di attendere addirittura oltre i 90 giorni. In particolare si evidenziano difficoltà di intere filiere produttive strategiche per il nostro territorio quali la meccanica/metallurgia, la chimica/farmaceutica, la plastica, il vetro/ceramica, il legno/arredo. «A fronte dell’ampia disponibilità della Regione - dice Matteo Zoppas, Presidente di Confindustria Veneto – abbiamo identificato diverse proposte di natura urgente: semplificazione degli indirizzi tecnici sulle attività di miscelazione e gestione dei rifiuti; favorire l’utilizzo di rifiuti in lista verde negli impianti industriali con AIA; variazione di destinazione dei rifiuti; allungamento dei tempi di deposito temporaneo dei rifiuti presso gli stabilimenti dei produttori prima di avviarli al recupero o smaltimento. Confidiamo che l’attività del Tavolo di Lavoro congiunto Regione-Confindustria porti ad una rapida attuazione di misure concrete per affrontare la situazione non solo evitando la paralisi ma anche identificando soluzioni nella direzione di recuperare competitività del nostro tessuto produttivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Attualità
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Muore a 14 anni dopo tre giorni di febbre alta per una miocardite
quando il ragazzo è arrivato al pronto soccorso la situazione era ormai compromessa. Non c’era più nulla da fare.
LA TRAGEDIA TREVIGNANO (TREVISO) Tre giorni di febbre alta e i classici sintomi dell’influenza. Non sembrava esserci nulla di strano. Nemmeno per i dottori del pronto soccorso di Montebelluna che lo avevano visitato sabato scorso, nè per il medico di base, ai quali i genitori del ragazzo, Luigi Martignago, 14enne di Musano di Trevignano, in provincia di Treviso, si sono rivolti lunedì mattina, preoccupati per le condizioni di salute del figlio. Poche ore dopo però la situazione è precipitata. Luigi, a metà pomeriggio, ha cominciato a dare di stomaco e il suo cuore ha sussultato a più riprese. Erano
degli attacchi cardiaci. È morto poco dopo in ospedale a Treviso. A tradirlo, stando alle prime ipotesi dei medici del Ca’ Foncello, è stata una miocardite di origine virale sviluppata come complicanza dell’influenza. Nessuno, a quanto pare, avrebbe potuto diagnosticarla preventivamente. L’usl ha comunque disposto ulteriori accertamenti clinici, già in corso, e domani verrà effettuata sul corpo del ragazzino l’autopsia.
FORTE E SANO Luigi non soffriva di alcuna patologia. Era un ragazzino forte e in salute, uno sportivo. Frequentava il primo anno del Centro di Formazione Professionale di
Fonte, suonava la chitarra e giocava a calcio. Era il portiere del Ponzano. Giovedì pomeriggio aveva partecipato all’allenamento. Aveva qualche linea di febbre ma aveva stretto i denti fino all’indomani, quando l’influenza lo aveva costretto a casa. Nulla di particolare. Sembrava una semplice influenza stagionale. Ma sabato i genitori, papà Giacinto e mamma Naomi, di origini giapponesi, hanno deciso di portarlo in pronto soccorso a Montebelluna. Sentivano in cuor loro che c’era qualcosa che non andava. Ma la diagnosi dei medici non è andata oltre il riscontro di un’influenza virale, da curare con qualche farmaco e tanto riposo. Lunedì mattina Luigi stava anco-
ASINTOMATICA
PORTIERE Luigi Martignago, il ragazzo morto dopo alcuni giorni di febbre alta
ra male, ma pure per il suo medico di base non c’era che aspettare il normale decorso della malattia. Sarebbe presto passato tutto. E invece, a metà pomeriggio, il 14enne ha cominciato ad accusare delle fitte al petto. «Stava malissimo - racconta papà Giacinto - e abbiamo chiamato il 118». Ma
IL RAGAZZO, CHE GIOCAVA A CALCIO, ERA STATO DIMESSO UNA PRIMA VOLTA DALL’OSPEDALE DI MONTEBELLUNA
IL DECRETO
La deputata e il Corvelva annunciano un incontro a Montecitorio L’Ordine dei medici: sospenderlo. E la ministra Grillo lo condanna `
VENEZIA Ci sarà davvero, oggi, nella sala stampa di Montecitorio, l’annunciata conferenza stampa del Corvelva, il Coordinamento Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni? La sala viene concessa su semplice richiesta di un deputato, ed è sempre stata concessa a tutti. Ma stavolta è diverso. Perché ad aver prenotato la sala è la deputata bassanese Sara Cunial, le cui posizioni free-vax, per la «libertà vaccinale», sono note a tutti. E il tema della conferenza stampa sono analisi, fatte eseguire dal Corvelva da laboratori scientifici indipendenti, sulle sostanze contenute in alcuni vaccini. Apriti cielo. Ha cominciato un deputato siciliano del Pd, Michele Anzaldi, chiedendo l’intervento del presidente della Camera, Roberto Fico: «La Camera non può diventare palcoscenico della propaganda contro i vaccini s’indigna Anzaldi - Chi ha dato l’autorizzazione? Che c’entra il Corvelva con il Parlamento? Il presidente Fico intervenga al più presto, blocchi questa vergogna». Anzaldi e la collega pd Alessia Morani esortano addirittura i cronisti parlamentari a «disertare la conferenza stampa del Corvelva».
LA CENSURA Anche l’Ordine dei Medici si muove, e in una lettera a Fico chiede di «sospendere l’evento». L’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intima: «La ministra Grillo intervenga immediatamente sul presidente della Camera Fico per bloccare un evento che non è altro che disinforma-
IL PARTITO PRENDE LE DISTANZE «È UNA INIZIATIVA PERSONALE, NOI SIAMO FAVOREVOLI AI VACCINI»
zione e megafono per le posizioni no-vax». Ad essere messo in imbarazzo - ancora una volta - dalle posizioni free-vax della deputata veneta, è naturalmente il Movimento 5stelle, che già in campagna elettorale la sospese dalle liste per aver sostenuto che il vaccino anti-influenza per i bimbi è una pratica accostabile a un «genocidio», e la riammise dopo le scuse. L’ufficio stampa di Montecitorio dirama una nota, ricordando che la conferenza non si terrà nelle sale di rappresentanza, ma solo nella sala stampa, la quale, fa notare informalmente la presidenza della Camera, viene concessa ai deputati senza alcuna valutazione di merito sulle iniziative, e la concessione non è mai stata revocata. Un modo per far capire Fico non sarebbe favorevole a sospendere l’iniziativa, tanto che il presidente si prende subito le sue da Anzaldi: «Non faccia il Ponzio Pilato». La prima tra i 5stelle a prendere le distanze da Sara Cunial è la ministra della Salute Giulia Grillo: «Non so cosa vadano a raccontare ai cittadini e sono totalmente contraria a questi incontri fatti senza la controparte dell’Agenzia italiana del farmaco».
SCONFESSIONE
Poi è lo stesso Movimento Cinquestelle a sconfessare la deputata veneta: «Prendiamo le distanze dall’iniziativa della deputata Sara Cunial - dichiara Francesco D’Uva, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera - Cunial ha prenotato la sala in completa autonomia e a titolo personale, senza informare il MoVimento 5 Stelle, che sulle politiche vaccinali ha già avuto modo di chiarire la sua posizione. Abbiamo infatti detto più volte che il MoVimento 5 Stelle è favorevole alle vaccinazioni e chi, al suo interno, mette in dubbio il valore della scienza, non rispecchia il comune sentire». Anche Alessandra Moretti, consigliera regionale veneta del Pd, insiste per la cacciata dei no-vax da Montecitorio: «La Camera dei Deputati non può diven-
FREE-VAX La deputata Sara Cunial, di Bassano, storica esponente della “libertà vaccinale” e il presidente della Camera Roberto Fico
La sperimentazione su animali
Tumori, artrite e diabete: per batterli arrivano cavie con il Dna modificato Scimmie “fotocopia” col Dna modificato e topi dall’ereditarietà pilotata: sono gli ultimi nati nell’affollato zoo degli animali da laboratorio. Progettati a tavolino per facilitare lo studio di malattie umane complesse come tumori, artrite e diabete, sono stati ottenuti rispettivamente in Cina e in California grazie alla tecnica che taglia e incolla il Dna. Presentati sulle riviste National Science Review e Nature, promettono di mettere il turbo alla ricerca, riducendo costi e tempi delle sperimentazioni. «È un risultato molto
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Danneggiati da trasfusioni, 15 milioni dalla Regione
No-vax alla Camera La veneta Cunial imbarazza i 5stelle IL CASO
«La probabilità che un ragazzo sano possa contrarre una miocardite virale è bassissima, sotto l’uno per cento - spiega Roberto Rigoli - direttore del reparto di Microbiologia del Ca’ Foncello ma sarà l’autopsia a chiarire cos’è successo. È difficilissimo accorgersi di una cosa del genere e quando il ragazzo si è presentato al pronto soccorso di Montebelluna non vi era in corso la miocardite. L’esame ha chiarito che era in corso un’influenza A del tipo H3N2: si è probabilmente sviluppata una forma particolarmente acuta che ha prodotto un’alterazione del battito». Alberto Beltrame
importante - sottolinea il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata - perché finora non abbiamo mai avuto modelli animali adatti a studiare malattie multifattoriali: pensiamo ad esempio agli insuccessi registrati negli esperimenti fatti sui topi contro l’Alzheimer». Proprio questi fallimenti avevano spinto a intraprendere una via alternativa, «quella delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), che permettono di ricreare la malattia in provetta usando le cellule dello stesso paziente per testare i farmaci più efficaci».
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tare il palcoscenico per gli apprendisti stregoni e i seguaci delle loro pericolose teorie. L’incontro organizzato a Montecitorio deve essere assolutamente annullato, è inaccettabile ascoltare in Parlamento fake news o veri e propri deliri sull’abolizione dell’obbligatorietà e diritto alla libertà di cura. È grazie all’obbligatorietà che possiamo raggiungere l’immunità di gregge, fondamentale per tutelare i bambini immunodepressi o affetti da malattie ematologiche, che non possono essere vaccinati». «I Cinque Stelle dicono che la deputata Cunial ha agito a titolo personale? Bene intervengano con il ministro Grillo e il presidente della Camera Fico per cancellare questo incontro», conclude Moretti. Sa bene che sarebbe la prima volta: mai l’uso della sala stampa di Montecitorio è stato negato a un deputato in carica, quali che fossero le idee che propagandava. Alvise Fontanella © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA La Regione Veneto, con decreto a firma del direttore regionale della sanità veneta Domenico Mantoan, ha dato mandato all’Azienda Zero di anticipare 15 milioni di euro di indennizzi statali dovuti a cittadini che hanno contratto danni gravi e irreversibili a seguito di trasfusioni. Ad essere interessate in Veneto sono 1330 pazienti che hanno contratto infezioni da Hiv o epatiti a seguito di trasfusioni di sacche di sangue infetto o di emoderivati contaminati. Tali persone hanno diritto a ricevere un assegno permanente dallo Stato a parziale risarcimento delle menomazioni irreversibili. «È una storia datata e dolorosissima che risale ancora agli ultimi decenni del secolo scorso - precisa il presidente del Veneto, Luca Zaia -. Ma in questa vicenda la Regione ha voluto essere sempre dalla parte dei cittadini, prima sollecitando con ogni mezzo l’erogazione di indennizzi statali, e poi decidendo di anticipare con soldi del proprio bilancio le somme dovute dallo Stato alle vittime. Una scelta sulla quale il Veneto ha condotto quasi un braccio di ferro con la Corte dei Conti e con il Governo per giungere ad un accordo nazionale tra Stato e Regioni e farsi così autorizzare a non far pagare alle vittime il conto amaro di un errore della sanità e dei ritardi del Ministero della Salute. La nostra - spiega - è stata una lunga battaglia di solidarietà e di responsabilità, intrapresa per alleviare, anche se in maniera parziale, i danni incommensurabili patiti da queste persone». Lo stanziamento deliberato è relativo agli indennizzi dovuti per il 2019. Lo scorso anno la Regione Veneto ha anticipato, sempre con i fondi della gestione accentrata del fondo sanitario regionale, 13.573.017 euro, per il pagamento di vitalizi ed arretrati a 1340 emotrasfusi. Nel 2017 la Regione Veneto ha anticipato 13.414.540 euro a 1363 emotrasfusi per il pagamento delle indennità previste dalla legge nazionale. A giugno 2016 furono pagati altri 14 milioni di euro a titolo di anticipo.
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CONSIGLIO COMUNALE
Portogruaro
È stato chiesto al sindaco Senatore di prendere posizione contro gli attacchi del vicepresidente del Veneto e del sindaco di Fossalta di Piave Sensini
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Ospedale, scontro nella Lega La deputata Ketty Fogliani sul progetto sandonatese `Sulle stesse posizioni il consigliere regionale caro al collega di partito Forcolin: «È solo un’ipotesi» Barbisan: «Non si penalizzi il Portogruarese» `
Elettrodotto, M5S accusa il Comune: «Pochi fatti» PORTOGRUARO
PORTOGRUARO Sul nuovo ospedale la Lega portogruarese frena: «È solo una ipotesi». La deputata Ketty Fogliani e il consigliere regionale Fabiano Barbisan intervengono sul dibattito legato al nuovo ospedale nel sandonatese, contenendo l’entusiasmo del loro collega di partito, Gianluca Forcolin.
PERPLESSITA’ «Un ospedale nuovo? In Conferenza dei sindaci sanità – ha sottolineato Fogliani - non mi risulta se ne sia mai accennato. Per ora il tema è apparso solamente sui giornali, mentre è la Conferenza dei Sindaci sanità il soggetto istituzionale preposto ad esaminare questioni di tale portata per il territorio e a valutarne le conseguenze. Se il Sandonatese ha delle proposte da avanzare in materia sanitaria che non pregiudicano i progetti e le prospettive di sviluppo portogruaresi, allora ben vengano. La Conferenza dei sindaci ne discuterà e si aprirà il dibattito nell’interesse di tutti i cittadini del Veneto Orientale». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere regionale Fabiano Barbisan, che ha evidenziato come la realizzazione di una nuova struttura che unisca due ospedali ed una casa di cura nel sandonatese è per ora «solo un’ipotesi». «Sulla vicenda – ha detto il consigliere Barbisan - mi pare si sia alzato un polverone sul nulla. Ad occuparsene deve essere la Conferenza dei Sindaci in quanto soggetto istituzionale riconosciuto e preposto ad esaminare e valutare le specifiche soluzioni. Quella di un’unica struttura sanitaria nell’area jesolana/sandonatese è una proposta meritevole di un adeguato confronto tra i sindaci e le rispettive comunità, tale però da non pregiudicare in alcun modo una realtà ospedaliera come quella di Portogruaro che rappresenta oggi un importante punto di riferimento, sulla qua-
SANITA’ Scontro interno alla lega sul progetto relativo alla creazione del nuovo ospedale sandonatese. In alto il Municipio
le l’Ulss e la Regione hanno investito e investiranno. Per lo più per un’area di confine come quella del Portogruarese dove, se non si presta la dovuta attenzione, si va a creare un notevole disagio tra la popolazione con un’insicurezza che porta inevitabilmente ad una fuga verso altri ospedali, soprattutto del vicino Friuli Venezia Giulia».
CONSIGLIO COMUNALE Del tema si è parlato anche al consiglio comunale di lunedì. Il consigliere dei Cinque Stelle, Claudio Fagotto, e il capogruppo di “Noi siamo Portogruaro” Giorgio Barro hanno chiesto al sindaco Senatore di prendere posizione contro gli attacchi, «offensivi verso il Portogruarese», del vicepresidente del Veneto Gianluca Forcolin e del sindaco di Fossalta di Piave Massimo
Sensini. Forcolin aveva invitato i sindaci del portogruarese a «non interferire nella scelta dell’ospedale nuovo» mentre Sensini li aveva criticati «per la loro ristretta e miope mentalità». «I sindaci – ha detto Senatore – hanno il dovere di garantire che il malato venga curato al meglio e che la famiglia possa essergli vicino. Non esiste più la logica del piccolo campanile. Anche noi abbiamo la necessità di interventi edilizi e i sindaci devono confrontarsi per una politica sanitaria di territorio. Gli stessi interventi economici che si vorrebbero fare nel Sandonatese andrebbero fatti nel Portogruarese. È con questa logica che dovremo ragionare in Conferenza Sanità». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
San Michele al Tagliamento
Vizzon: «L’amministrazione è ferma» SAN MICHELE «Nessun cantiere, l’amministrazione comunale è ferma». Lo ribadisce il consigliere comunale Giorgio Vizzon, che lamenta a San Michele al Tagliamento il blocco dei cantieri dei lavori pubblici in tutto il Comune. Nell’ultimo Consiglio comunale è stata discussa proprio l’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare “Lista Vizzon” sul “Programma triennale dei lavori pubblici – annualità 2018”. «E’ emerso inconfutabilmente che nessuna delle opere pubbliche previste per l’anno 2018 è stata realizzata - spiega il cosigliere
di minoranza Giorgio Vizzon ciò, nonostante l’aumento del gettito dell’imposta di soggiorno e degli incassi derivanti dagli autovelox fissi che ne fornivano le relative coperture finanziarie». Vizzon si riferisce ai lavori pubblici che erano stati approvati con deliberazione n. 43 del 20 febbraio dello scorso anno per l’ allestimento del Faro di Bibione, la riqualificazione della sala congressi della delegazione comunale di Bibione, la realizzazione del primo stralcio della pista ciclabile su via Baseleghe. M.Cor.
Casa di riposo, la struttura al “Don Moschetta” CAORLE A due anni di distanza dall’approvazione della delibera da parte del consiglio comunale di Caorle, sta per essere definito il trasferimento dell’immobile che ospita la casa di riposo “Don Moschetta” all’omonima azienda speciale. Il fabbricato di proprietà del Comune di Caorle sarà ceduto gratuitamente all’azienda speciale Don Moschetta che già gestisce la struttura di ricovero per anziani e numerosi altri servizi per conto dell’amministrazione comunale. Sulla “Don Moschetta” graverà comunque la tassazione prevista per le operazioni di
cessione immobiliare che è stata quantificata in circa 130mila euro. Nel corso di una recente riunione del consiglio di amministrazione della Don Moschetta, il presidente del cda Giovanni Carrer ha annunciato che si prevede di completare entro marzo l’operazione che sgraverà l’azienda speciale dal pagamento del canone di locazione fino ad oggi corrisposto alle casse comunali. Sempre secondo quanto riferito da Carrer ai consiglieri, il trasferimento dovrebbe rendere più agevole il reperimento di fonti di finanziamento anche per l’esecuzione di lavori di straordinaria manutenzione da tempo in programma.
Un’altra novità che riguarda la Don Moschetta consiste nella volontà di aprire il campeggio comunale (altra struttura gestita dall’azienda speciale per conto del Comune) durante il periodo di Carnevale 2020. Questa ipotesi è stata formulata in seguito alla diffusione dei dati relativi alla presenze turistiche registrate durante le recenti festività natalizie. A questo proposito v a quindi ricordato che per la prima volta, infatti, il campeggio Santa Margherita è rimasto aperto dall’1 dicembre al 6 gennaio, ospitando circa 1500 persone di cui 279 la notte di Capodanno. Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sull’elettrodotto di Portogruaro silenzio e zero fatti». Dopo la sottoscrizione dell’accordo di programma tra il governatore della Regione, Luca Zaia, e l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, finalizzato a realizzare degli interventi straordinari per la sicurezza del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio regionale, il Movimento Cinque Stelle va all’attacco degli amministratori leghisti di Portogruaro per non essere riusciti far valere la richiesta dell’interramento dell’elettrodotto di San Nicolò. Nell’accordo di programma spicca in particolare la realizzazione, in cavo interrato, dell’elettrodotto Dolo – Camin, per la quale anche la deputata portogruarese Ketty Fogliani si era fortemente spesa. «Nonostante la presenza a Portogruaro dell’ex vicesindaco e deputato leghista Fogliani, del consigliere regionale della Lega Barbisan, di un sindaco appoggiato dalla Lega, di tre consiglieri comunali, Zanutto, Barbisan e Furlanis, tutti della Lega, – ha detto il consigliere dei Cinque Stelle, Claudio Fagotto - Portogruaro non beneficerà dei contributi stanziati per l’interramento di molte linee nel Veneto per un valore complessivo di 1 miliardo. 20 anni di discussioni, di battaglie, di azioni anche eclatanti per tenere alta l’attenzione sulla vicenda dell’elettrodotto di San Nicolò, per liberare l’area da un vero e proprio freno allo sviluppo di quest’area portogruarese e sanare definitivamente la questione di salute e ambiente, e quando finalmente Terna si mette a discutere con i territori – ha aggiunto Fagotto - la voce di chi amministra Portogruaro è rimasta muta». Fagotto ha ricordato le numerose azioni di sollecito fatte al Comune, anche nel 2018, per risolvere la problematica che investe il quartiere e che interessa lo sviluppo di tutta la città. «Sono circa sette mesi – ha concluso Fagotto - che in Regione si parla di riorganizzazione delle linee elettriche e in tutto questo tempo il silenzio di questa amministrazione ha condannato la nostra città a restare ancora una volta ai margini della scena politica. Si poteva e si doveva fare molto di più. Abbiamo perso un’altra occasione e il problema resta ancora una volta irrisolto». T.I. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAORLE Il Comune ha ceduto gratuitamente la proprietà del centro “Don Moschetta”
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FAGOTTO: «LA CITTA’ NON BENEFICERÀ DEI CONTRIBUTI PER L’INTERRAMENTO DI MOLTE LINEE NELLA REGIONE»
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Nordest
LO SCENARIO VENEZIA Il 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e probabilmente anche per le Amministrative che in Veneto interesseranno 326 Comuni su 563, di cui 20 con più di 15mila abitanti (ma nessun capoluogo). A neanche tre mesi dalla presentazione delle liste, la partita delle candidature è in alto mare. La Lega aspetta di capire cosa farà Luca Zaia, se resterà a Palazzo Balbi per ricandidarsi per l’ultimo mandato nel 2020 o se, come qualcuno vorrebbe, farà il capolista alle Europee, aprendo così il toto-governatore, anzi, toto-(bionda)-governatrice. Il Pd attende l’esito delle primarie del 3 marzo e non è un dettaglio da poco perché il capolista per la corsa per Bruxelles lo indica solitamente il segretario nazionale che, appunto, ancora non c’è. Nel frattempo Forza Italia si interroga se ha senso darsi da fare per mandare a Bruxelles probabilmente un solo eletto e cioè un bolzanino della Sudtiroler Volkspartei stante l’accordo raggiunto tra i due partiti. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora reso noto le regole per candidarsi in Europa (il posto più ambito per i pentastellati, non c’è nemmeno l’obbligo di restituire parte dell’indennità), ma intanto pensa alle Comunali e organizza un incontro a Treviso il 2 febbraio, mentre i pizzarottiani di Italia in Comune lanciano l’Onda Verde con gli ambientalisti.
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Europee, Zaia “corteggiato” Pd, corsa a 5 per un posto Nella Lega, che punta a raddoppiare `Tra i dem in lizza Baretta, Fracasso, gli eletti, qualcuno lo vorrebbe capolista Variati e Moretti. O il “civico” Calò `
Verso il voto
PD Alessandra Moretti, tra i volti più presenti in tv, vorrebbe tornare in Europa. Nel 2014 aveva preso oltre 230mila voti
L’INCUBO AZZURRO
LEGHISTI Il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro agli Affari regionali Erika Stefani
FI Elisabetta Gardini rischia di scontare l’accordo con Spv. Gli azzurri però contano di arrivare all’11%
di amministratori) o ad accordi successivi in aula. Quanto al successore di Zaia sarebbe una rivoluzione, se non altro di genere: le favorite sono l’attuale ministro Erika Stefani, l’assessore al Sociale (e ad ore anche alla Sanità) Manuela Lanzarin, l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti. Tutte e tre zaiane di ferro e stimate (curiosamente, tutte e tre bionde). Nel frattempo, al di là di quel che deciderà Zaia, la Lega sembra immersa in una palude: poche o nulle iniziative politiche, nessu-
FDI Maria Cristina Caretta, da poco eletta alla Camera. Giorgia Meloni vuole tutti i big in corsa per superare la soglia del 4%
I DILEMMI LEGHISTI Il quesito che tiene banco a Palazzo (e non solo) riguarda il governatore Luca Zaia. I rumors dicono che nella Lega qualcuno lo voglia capolista alle Europee nella circoscrizione Nordest (Veneto, Friuli, Trentino, Emilia Romagna), prima di tutto perché Zaia è una macchina da voti e la Lega vuole fare cappotto, in secondo luogo perché potrebbe poi entrare nell’esecutivo come commissario all’Agricoltura. Una partenza per Bruxelles del governatore che ovviamente nega - aprirebbe una serie di incognite nel 2020: senza Zaia difficilmente il Carroccio farà da solo il 40% in Regione Veneto, soglia minima per avere il premio di maggioranza, obbligando quindi il partito o a coalizioni elettorali come nel 2015 (che invece Zaia, se si ricandiderà, potrebbe disdegnare presentandosi con la lista della Lega, la sua personale e magari una terza
na indicazione su come saranno fatte le liste e scelti i candidati europei, zero dibattito interno. Un paradosso se si pensa che la Lega nel 2014 ha eletto due europarlamentari (Salvini e Tosi, che poi, dimessisi, hanno lasciato il posto a Mara Bizzotto e Lorenzo Fontana e quando quest’ultimo è diventato ministro è subentrato Giancarlo Scottà), mentre adesso la previsione è di farne 5/6 nella circoscrizione, di cui 3 o forse 4 solo in Veneto. È così che gli uscenti (a partire da Bizzotto, attivissima
sui social) ci contano, ma non direbbero no il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, Federico Caner (che è in Regione dal 2000, ora al quarto mandato pur da assessore esterno), forse lo stesso segretario Toni Da Re (dato però anche per papabile candidato sindaco a Vittorio Veneto), mentre i più spingerebbero per l’assessore Roberto “Bulldog” Marcato, volto noto in tutta la circoscrizione.
I TRAVAGLI DEM
Le primarie del Pd in Veneto GIACHETTI
MARTINA
Voti
%
BOCCIA
Voti
%
ZINGARETTI Voti
%
CORALLO
Voti
%
%
SALADINO
Voti
%
Voti
Forza Italia nel 2014, con il 14,7%, ha avuto due eletti, Elisabetta Gardini e Remo Sernagiotto (quest’ultimo passato con i Conservatori Riformisti di Fitto ora federati con Fratelli d’Italia), stavolta rischia di restare a secco. Avendo fatto l’accordo con la Sudtiroler Volkspartei, l’ultimo seggio della circoscrizione andrà alla minoranza linguistica, il che significa che se FI farà un solo eletto il seggio spetterà a un bolzanino. Gli azzurri, però, sono fiduciosi: un sondaggio ieri li dava all’8,4% rispetto al 5% di qualche mese fa e se arrivano all’11% sono convinti di eleggere due eurodeputati. Per inciso: lo stesso sondaggio dà la Lega al 42% nella circoscrizione e il M5s all’11%. Contano di fare un eletto i Fratelli d’Italia che, con Giorgia Meloni capolista, sono orientati a schierare non solo l’uscente Sernagiotto, ma tutti i cinque parlamentari De Luca, Maschio, Bertacco, Urso, Caretta e il capogruppo in Regione Sergio Berlato. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Venezia
17,35
266
39,53
606
0,20
3
42,47
651
0,07
1
0,39
6
Belluno
13,22
30
45,81
104
0,44
1
39,21
89
1,32
3
0,00
0
Padova
9,05
111
49,31
605
0,33
4
40,83
501
0,16
2
0,33
4
Rovigo
6,22
39
26,95
169
30,94
194
34,93
219
0,80
5
0,16
1
Treviso
12,03
106
36,89
325
0,91
8
48,47
427
0,34
3
1,36
12
Verona
11,53
123
47,24
504
0,47
5
38,43
410
0,56
6
1,78
19
I NUMERI
Vicenza
13,01
103
41,29
327
0,76
6
41,41
328
2,90
23
0,63
5
VENEZIA Per il Pd quello in corso si annuncia come il congresso del record: negativo, perché secondo i dati ufficiali, fino alle 18 di ieri avevano votato poco più di 120mila iscritti. In tutta Italia. Tant’è che il partito ha fatto slittare a sabato il termine per il voto nelle sezioni. Anche nelle Venezie l’affluenza non esprime precisamente entusiasmo da parte dei tesserati Pd. Nell’intera provincia di Venezia, che ha le sue belle zone rosse storiche, hanno votato appena 1.500 persone, nel Bellunese poco più di 200, in tutto il Friuli circa 1.200. In tutto il Veneto, poco più di 6.000 tesserati votanti. Ciò nonostante, nell’assemblea nazionale del Pd il peso del Veneto e delle regioni del Nord crescerà, e chissà che non faccia del bene a un partito tradizionalmente legato allo zoccolo duro delle Regioni centrali “rosse”. Ex rosse, verreb-
TOTALE
12,24
778
41,55 2.640
3,48
221
41,31 2.625
0,68
43
0,74
47
I DEMOCRATICI ATTENDONO L’ESITO DELLE PRIMARIE. VERTICE A TREVISO DEL M5S PER LE COMUNALI
Opposto il ragionamento in casa del Pd che nel 2014 fece 6 eletti a Nordest tra cui Alessandra Moretti con il record di 230.814 preferenze (svanite l’anno successivo alle Regionali contro Zaia) e Flavio Zanonato. Stavolta la prospettiva è di eleggerne in tutta la circoscrizione 2, ben che vada 3, e visto che il capolista lo sceglie il segretario nazionale, che un eletto lo farà sicuramente l’Emilia Romagna (in corsa la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini) e che l’uscente Paolo De Castro può contare sul sostegno del mondo agricolo, ai veneti restano poche possibilità, a meno che non facciano squadra e puntino su un solo, unico candidato. Chi? Circolano i nomi di Achille Variati, Stefano Fracasso, Pier Paolo Baretta e, da civico, Antonio Calò, il professore trevigiano diventato famoso per ospitare i profughi a casa. Ma c’è anche Alessandra Moretti che, presentissima nelle tv nazionali, viene data per autocandidata, oltre che per insolitamente “neutrale”: dopo l’addio di Minniti non ha ancora detto chi appoggia alle primarie tra Martina, Zingaretti, Giachetti. Tra l’altro non è detto che il Pd abbia una lista del Pd: potrebbe esserci un “listone” e in tal caso non è escluso un ritorno, come candidato, dell’ex dem ora LeU Zanonato.
REGGENTE Maurizio Martina
Martina e Zingaretti testa a testa in Veneto nelle primarie dem
AFFLUENZA BASSA ANCHE NEL NORDEST IN TUTTA ITALIA APPENA 123MILA ISCRITTI SONO ANDATI A VOTARE
be da dire: ed è proprio questo il motivo che ha fatto aumentare da 73 a 75 il numero di delegati veneti, da 158 a 168 quelli lombardi, e diminuire da 89 a 86 quelli dell’Emilia, da 81 a 75 quelli della Campania, da 65 a 60 quelli siciliani. Al Nord, solo il Friuli non aumenta i delegati: 20 erano e 20 saranno.
I CANDIDATI Per quanto riguarda i voti di lista, nel Veneto è un testa a testa tra Maurizio Martina, il “commissario” del dopo-Renzi, e Nicola Zingaretti, il nome “alternativo” e primo sceso in lizza. A livello regionale, tra i due balla uno zerovirgola: Martina 41,55% e Zingaretti 41,31%, che dati i numeri
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D’ANTICIPO Nicola Zingaretti
dell’affluenza, vale appena 15 voti di distacco. Martina è in vantaggio a Belluno (104 voti contro 89, 45% contro 39%), Padova (605 voti contro 501, 49% contro 41%) e Verona (504 voti contro 410, 47% contro 38%), mentre Zingaretti vince a Venezia (651 voti contro 606, 42% contro 40%), a Rovigo (219 contro 169, 35% contro 27%),
SE FORZA ITALIA ELEGGE UN SOLO PARLAMENTARE IL SEGGIO ANDRÀ A UN BOLZANINO. FDI SCHIERA TUTTI a Treviso (427 voti contro 325, 48% contro 37%) e a Vicenza per un solo voto (328 contro 327, sul 41% entrambi). In Friuli Venezia Giulia prevale nettamente Zingaretti, che supera la maggioranza assoluta con 630 voti, che gli valgono il 51,4% mentre Martina si ferma a 427 voti, il 34,8%. Notevole la performance dell’outsider, Roberto Giachetti, sceso in campo all’ultimo momento. Giachetti, dopo aver faticato a scrollarsi dalle spalle l’ombra di Renzi, pare aver convinto i delusi dalla “grande rinuncia” di Minniti, e spunta così anche nelle sezioni percentuali dignitose (12,2 in Veneto, 12,3 in Friuli). E ottiene nella capitale del Veneto il 22,4%. Gli altri candidati restano nelle Venezie sempre ampiamente sotto la soglia del 5% che vale l’ammissione alla seconda tornata del voto, quella dei simpatizzanti, che il 3 marzo deciderà il segretario. Al.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA NOTIZIA PIÙ LETTA SUL GAZZETTINO.IT
IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT
Studente-calciatore di 14 anni muore in seguito a un’influenza Luigi, 14 anni, è morto per complicanze di un’influenza. Il giovane giocava a calcio e venerdì aveva accusato febbre alta, in ospedale era stato subito dimesso. Poi la miocardite e, l’altra sera, l’infarto
Allarme a Venezia: «Alcuni minori vivono da soli nelle case Ater» Certa gente non sa rispettare le regole del quieto vivere: per loro ci sono solo diritti, ma mai un dovere. Con la scusa della fragilità gli altri devono sopportare i soprusi di questi disadattati (elisefr)
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L’analisi
Parigi-Berlino asse che non ha mai portato nulla di buono Giulio Sapelli
segue dalla prima pagina
(...) quando quelle due grandi nazioni erano dirette da giganti come De Gaulle e Adenauer. La mossa del cavallo francese, allora, fu di rendere autonoma dalla Nato la force de frappe nucleare che proiettava la Francia nell’agone mondiale della guerra fredda aumentando il plusvalore politico dell’impegno atomico francese, mentre invece la Germania divisa altro non poteva fare che contare sulla benevolenza delle nazioni fondatrici dell’Europa per essere reintegrata nel novero delle potenze di medio raggio europeo. La caduta dell’Urss da un lato (un evento con il quale si fa i conti da molti anni ormai) e la Brexit dall’altro (un processo invece in corso e che ha al suo centro un ulteriore distacco del Regno Unito dalla potenza condivisa europea), collocano il Trattato di Aquisgrana di oggi in tutt’altra luce. La Germania, infatti, ha dal canto suo la necessità di trovare una proiezione internazionale del suo peso economico nell’arena mondiale. La Francia le offre due strumenti, con il Trattato. Il primo: un riconoscimento in sede Onu in cui si dovrebbe condividere (questo sarebbe l’irrealizzabile disegno) un seggio nel Consiglio di Sicurezza, sconvolgendo gli equilibri sanciti dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il secondo: porre a disposizione della forza economica tedesca l’industria degli armamenti francesi, protesa sempre più al distacco dall’anglo-sfera in polemica sempre più marcata con gli Usa. Questi ultimi, infatti, sono il convitato di pietra del Trattato: essi non possono che essere infastiditi da una scelta simile, perché pone le basi per una disgregazione di fatto delle relazioni transatlantiche europee indebolendo il ruolo di comando americano con grande evidenza. Il tutto, naturalmente, nasconde una finzione: l’unico interlocutore possibile delle forze armate francesi non può essere e non è la Germania, ma il Regno Unito, e questo lo sa tutto il mondo della difesa e soprattutto lo sanno i Paesi dell’“Oriente europeo” (come li definì Timothy Garton Ash), ossia la Polonia (dove gli Usa stanno allestendo una base Nato di impressionante potenza) e gli Stati baltici e scandinavi che riconoscono nella Russia l’avversario geopolitico fondamentale. Anch’essi da questa alleanza franco-tedesca non possono che sentirsi minacciati e isolati. Un altro colpo, dunque, inferto all’unità europea: Francia e Germania si arroccano in una posizione di potenza invece che distribuire il peso
della potenza medesima tra tutti gli interlocutori del’Unione, contribuendo in tal modo all’indebolimento dell’Europa su scala globale. Non parliamo delle conseguenze dell’idea della condivisione franco-tedesca del seggio nel Consiglio di Sicurezza: la Cina non può non allarmarsi temendo che ciò costituisca un passo avanti nell’inclusione dell’India nel novero delle grandi potenze e la Russia non può che veder traditi i suoi disegni di rafforzare la sua posizione mondiale dopo la vittoria conseguita in Siria, con il suo ritorno in grande stile in un Mediterraneo sempre più contendibile. E ciò avviene non attraverso una “entente cordiale” europea, ma attraverso una decisa proiezione di potenza che non può non essere che anti-russa. L’Italia, in questo rapido mutare dei giochi di potenza, rimane immobile, incapace di esprimere quello che Dino Grandi chiamava il “peso determinante”, ossia il grado di potenza di cui è in grado di produrre una nazione non abbastanza forte da decidere motu proprio la propria politica estera, ma nel contempo abbastanza forte per potersi inserire nel gioco di potenza in atto (la lezione di Camillo Benso di Cavour, insuperabile stratega) districandosi volta a volta negli
equilibri esterni di potenza tra nazioni più potenti, così da perseguire i propri interessi e dar vita a un “peso determinante” nel contesto internazionale. È l’ora di esprimerlo, questo “peso determinante”. E per l’Italia esso si esprime solo mantenendo fermo l’asse del rapporto transatlantico contribuendo a fare di questo rapporto un tutto europeo e non frammentato o dimidiato. Da ciò deriva la difesa calma ma risoluta dei nostri interessi strategici: nella politica per la difesa, che è al centro del Trattato di Aquisgrana, essi sono innervati in un’alleanza di lungo periodo con le nazioni dell’anglo-sfera e non nei rapporti troppo a noi sfavorevoli tra le potenze europee, Francia e Germania in primis. Il Trattato di Aquisgrana confligge con i nostri interessi fondamentali, il nostro ”peso determinante”. In questo senso, infatti, il Trattato aggrava la nostra posizione internazionale perché accresce i nostri gradi di dipendenza subalterna nell’equilibrio europeo. Guai a seguire il corso degli eventi e, per esempio, nella politica per la difesa abbandonare l’asse di riferimento del Regno Unito. Scegliere la dominazione franco-tedesca come riferimento industriale sarebbe la fine della nostra politica di difesa come politica di mantenimento delle posizioni di potenza economica e diplomatica che ancora conserviamo a fatica nel Mediterraneo e nei Balcani. Occorre uno scatto di reni e di consapevolezza diplomatica di lungo respiro. Un respiro non demagogico o affannato e non condizionato, come invece accade in Germania e in Francia, per il prossimo agone elettorale europeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La vignetta
Il commento
Dal soggiorno allo sbarco: tutti tassati e scontenti Sara Moretto* ome noto con il maxi-emendamento alla legge di Bilancio è stata data la possibilità al Comune di Venezia di introdurre un contributo di sbarco, in alternativa all’imposta di soggiorno, per chiunque arrivi in città senza pernottare. Un obolo che certamente porterà cifre consistenti nelle casse comunali e che mi auguro verrà impegnato per valorizzare il patrimonio storico e per potenziare i servizi pubblici, ma che a mio avviso non contribuirà in alcun modo ad una migliore gestione dei flussi turistici, vera questione aperta della città lagunare. Non dobbiamo dimenticare che l’unicità di Venezia non è da ricercare solo nello straordinario patrimonio artistico che custodisce, nel suo fascino e nella sua poetica di città costruita sull’acqua, nel suo ruolo di centro di scambi culturali e commerciali. Venezia è capoluogo di Regione e come tale è centro di servizi, quali il tribunale, l’università, gli uffici regionali e metropolitani. È dunque importante riflettere bene e a fondo su come si intende regolamentare l’applicazione di questa tassa di sbarco. Sul fronte turistico, il brand Venezia è utilizzato per promuovere anche le località del litorale. Da anni si sottolinea l’importanza di
un’offerta turistica territoriale, integrata. La costa veneta come unico ambito turistico in cui ogni località ha la sua specialità ma risponde agli stessi standard qualitativi in termini ambientali e ricettivi. Un’attenzione va quindi posta anche ai turisti del litorale, che pur alloggiando nelle strutture delle nostre spiagge potrebbero decidere di trascorrere una giornata a Venezia. Come verrebbero considerati? Chi paga già la tassa di soggiorno, fuori Comune sì ma pur sempre nello stesso ambito turistico, dovrà pagare comunque la tassa di sbarco? In attesa di vedere come il Comune di Venezia imposterà il nuovo regolamento, sottolineo il fallimento di questo Governo sul fronte turistico. Nel contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle era prevista la creazione di un Ministero del Turismo e l’abolizione della tassa di soggiorno. Oggi ci troviamo senza Ministero, le cui competenze sono state assegnate, in maniera miope e improvvisata, al Ministero delle Politiche agricole, e con una tassa di soggiorno che non solo non è stata abolita ma ne è stata addirittura autorizzata la possibilità di aumento. E il turista che non paga questa tassa, a Venezia ma forse presto in altre città d’arte italiane, dovrà pagare la tassa di sbarco. Tutti tassati e scontenti. *deputata Pd
gno sociale. Continuiamo a considerare i coefficienti ISEE legati solo alle erogazioni dei sostegni aggiuntivi delle indennità di invalidità e di accompagnamento, la situazione patrimoniale di un disabile o della sua famiglia deve essere depurata dell’accantonamento al fondo indennità di licenziamento se assistito da un caregiver dipendente, o da un accantonamento prudenziale a titolo “pensionistico” se assistito da caregiver familiare. Si riconosca ai caregiver familiari un accantonamento pensionistico strutturato e gestito da un ente previdenziale, dando dignità e prospettive future a chi sacrifica una vita per accudire un suo familiare, e regaliamo loro un po’ di serenità implementando gli stanziamenti in favore della legge 112/2016 (Dopo di noi) e, sempre secondo quanto stabilito dall’articolo 16 del Contratto di Governo, le politiche per una
vita indipendente. Affidiamoci ancora una volta all’articolo 16 che prevede di evitare di pensionarci a vita, garantendo invece l’inclusione scolastica a tutti i livelli e conseguentemente un’applicazione sempre più estensiva della legge 68/99 relativa al collocamento delle categorie protette. L’evoluzione delle moderne tecnologie comunicative e la diffusione del telelavoro sono ormai in grado di trasformarci, per le aziende, da obbligo in opportunità, per lo Stato e/o le Regioni, da codici di costo a soggetti in grado di generare un reddito proprio. Le opportunità di lavoro non vanno date solamente a chi è seduto in un divano ma anche a chi lo è in una carrozzina. *componente direttivo associazione La Colonna Onlus e coordinatore Comitato Melograno
C
L’intervento
Indennità di invalidità e coefficienti Isee ecco cosa serve davvero a noi disabili Daniele Furlan* l reddito di cittadinanza è un provvedimento un po’ avulso da quella che è la cultura del popolo Veneto e delle genti del Nord in generale, e non potrebbe essere altrimenti se sin da piccolo in famiglia ti insegnano principi quali onestà, rettitudine eccetera ma soprattutto lavoro, lavoro, lavoro. Non a caso i big della Lega alle cene nostrane con i loro elettori si sentono spesso in dovere di giustificare tale concessione al M5S con il cambio il conseguimento di risultati quali la legge sulla sicurezza e l’immigrazio-
I
ne, l’abolizione della Fornero, prossimamente quella sulla legittima difesa e, si spera, l’agognata autonomia per la quale il presidente Zaia si sta spendendo molto anche a livello epistolare bypassando il governo e rivolgendosi direttamente ai cittadini del Sud. In tutto questo per noi disabili di positivo c’è che finalmente ci si è resi conto che € 280 mensili di indennità di invalidità sia al Sud che al Nord suonano quasi come un’offesa, che il reddito di cittadinanza così come impostato avrebbe pregiudicato le fami-
glie con disabili rispetto a quelle senza, tanto che Salvini sta portando avanti una trattativa in nostro nome e per conto. Ed è proprio su questo tema che vorrei sommessamente suggerire, visto che la presenza di un disabile è uno dei maggiori fattori di impoverimento di una famiglia, di non mescolare le cose complicando ulteriormente la vita di chi già la vive complicata di suo. Lasciamo perdere i coefficienti aggiuntivi per ogni disabile se poi devono essere conteggiati come indicatori reddituali in contrasto con quanto stabilito
dall’articolo 16 del Contratto di Governo. Atteniamoci a quanto previsto dal medesimo articolo che si prefigge di equiparare l’indennità di invalidità civile alla pensione sociale, anzi all’asse-
AI FAMILIARI CHE CI ACCUDISCONO SIA RICONOSCIUTO UN ACCANTONAMENTO PENSIONISTICO STRUTTURATO
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Attualità
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Muore a 14 anni dopo tre giorni di febbre alta per una miocardite
quando il ragazzo è arrivato al pronto soccorso la situazione era ormai compromessa. Non c’era più nulla da fare.
LA TRAGEDIA TREVIGNANO (TREVISO) Tre giorni di febbre alta e i classici sintomi dell’influenza. Non sembrava esserci nulla di strano. Nemmeno per i dottori del pronto soccorso di Montebelluna che lo avevano visitato sabato scorso, nè per il medico di base, ai quali i genitori del ragazzo, Luigi Martignago, 14enne di Musano di Trevignano, in provincia di Treviso, si sono rivolti lunedì mattina, preoccupati per le condizioni di salute del figlio. Poche ore dopo però la situazione è precipitata. Luigi, a metà pomeriggio, ha cominciato a dare di stomaco e il suo cuore ha sussultato a più riprese. Erano
degli attacchi cardiaci. È morto poco dopo in ospedale a Treviso. A tradirlo, stando alle prime ipotesi dei medici del Ca’ Foncello, è stata una miocardite di origine virale sviluppata come complicanza dell’influenza. Nessuno, a quanto pare, avrebbe potuto diagnosticarla preventivamente. L’usl ha comunque disposto ulteriori accertamenti clinici, già in corso, e domani verrà effettuata sul corpo del ragazzino l’autopsia.
FORTE E SANO Luigi non soffriva di alcuna patologia. Era un ragazzino forte e in salute, uno sportivo. Frequentava il primo anno del Centro di Formazione Professionale di
Fonte, suonava la chitarra e giocava a calcio. Era il portiere del Ponzano. Giovedì pomeriggio aveva partecipato all’allenamento. Aveva qualche linea di febbre ma aveva stretto i denti fino all’indomani, quando l’influenza lo aveva costretto a casa. Nulla di particolare. Sembrava una semplice influenza stagionale. Ma sabato i genitori, papà Giacinto e mamma Naomi, di origini giapponesi, hanno deciso di portarlo in pronto soccorso a Montebelluna. Sentivano in cuor loro che c’era qualcosa che non andava. Ma la diagnosi dei medici non è andata oltre il riscontro di un’influenza virale, da curare con qualche farmaco e tanto riposo. Lunedì mattina Luigi stava anco-
ASINTOMATICA
PORTIERE Luigi Martignago, il ragazzo morto dopo alcuni giorni di febbre alta
ra male, ma pure per il suo medico di base non c’era che aspettare il normale decorso della malattia. Sarebbe presto passato tutto. E invece, a metà pomeriggio, il 14enne ha cominciato ad accusare delle fitte al petto. «Stava malissimo - racconta papà Giacinto - e abbiamo chiamato il 118». Ma
IL RAGAZZO, CHE GIOCAVA A CALCIO, ERA STATO DIMESSO UNA PRIMA VOLTA DALL’OSPEDALE DI MONTEBELLUNA
IL DECRETO
La deputata e il Corvelva annunciano un incontro a Montecitorio L’Ordine dei medici: sospenderlo. E la ministra Grillo lo condanna `
VENEZIA Ci sarà davvero, oggi, nella sala stampa di Montecitorio, l’annunciata conferenza stampa del Corvelva, il Coordinamento Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni? La sala viene concessa su semplice richiesta di un deputato, ed è sempre stata concessa a tutti. Ma stavolta è diverso. Perché ad aver prenotato la sala è la deputata bassanese Sara Cunial, le cui posizioni free-vax, per la «libertà vaccinale», sono note a tutti. E il tema della conferenza stampa sono analisi, fatte eseguire dal Corvelva da laboratori scientifici indipendenti, sulle sostanze contenute in alcuni vaccini. Apriti cielo. Ha cominciato un deputato siciliano del Pd, Michele Anzaldi, chiedendo l’intervento del presidente della Camera, Roberto Fico: «La Camera non può diventare palcoscenico della propaganda contro i vaccini s’indigna Anzaldi - Chi ha dato l’autorizzazione? Che c’entra il Corvelva con il Parlamento? Il presidente Fico intervenga al più presto, blocchi questa vergogna». Anzaldi e la collega pd Alessia Morani esortano addirittura i cronisti parlamentari a «disertare la conferenza stampa del Corvelva».
LA CENSURA Anche l’Ordine dei Medici si muove, e in una lettera a Fico chiede di «sospendere l’evento». L’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intima: «La ministra Grillo intervenga immediatamente sul presidente della Camera Fico per bloccare un evento che non è altro che disinforma-
IL PARTITO PRENDE LE DISTANZE «È UNA INIZIATIVA PERSONALE, NOI SIAMO FAVOREVOLI AI VACCINI»
zione e megafono per le posizioni no-vax». Ad essere messo in imbarazzo - ancora una volta - dalle posizioni free-vax della deputata veneta, è naturalmente il Movimento 5stelle, che già in campagna elettorale la sospese dalle liste per aver sostenuto che il vaccino anti-influenza per i bimbi è una pratica accostabile a un «genocidio», e la riammise dopo le scuse. L’ufficio stampa di Montecitorio dirama una nota, ricordando che la conferenza non si terrà nelle sale di rappresentanza, ma solo nella sala stampa, la quale, fa notare informalmente la presidenza della Camera, viene concessa ai deputati senza alcuna valutazione di merito sulle iniziative, e la concessione non è mai stata revocata. Un modo per far capire Fico non sarebbe favorevole a sospendere l’iniziativa, tanto che il presidente si prende subito le sue da Anzaldi: «Non faccia il Ponzio Pilato». La prima tra i 5stelle a prendere le distanze da Sara Cunial è la ministra della Salute Giulia Grillo: «Non so cosa vadano a raccontare ai cittadini e sono totalmente contraria a questi incontri fatti senza la controparte dell’Agenzia italiana del farmaco».
SCONFESSIONE
Poi è lo stesso Movimento Cinquestelle a sconfessare la deputata veneta: «Prendiamo le distanze dall’iniziativa della deputata Sara Cunial - dichiara Francesco D’Uva, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera - Cunial ha prenotato la sala in completa autonomia e a titolo personale, senza informare il MoVimento 5 Stelle, che sulle politiche vaccinali ha già avuto modo di chiarire la sua posizione. Abbiamo infatti detto più volte che il MoVimento 5 Stelle è favorevole alle vaccinazioni e chi, al suo interno, mette in dubbio il valore della scienza, non rispecchia il comune sentire». Anche Alessandra Moretti, consigliera regionale veneta del Pd, insiste per la cacciata dei no-vax da Montecitorio: «La Camera dei Deputati non può diven-
FREE-VAX La deputata Sara Cunial, di Bassano, storica esponente della “libertà vaccinale” e il presidente della Camera Roberto Fico
La sperimentazione su animali
Tumori, artrite e diabete: per batterli arrivano cavie con il Dna modificato Scimmie “fotocopia” col Dna modificato e topi dall’ereditarietà pilotata: sono gli ultimi nati nell’affollato zoo degli animali da laboratorio. Progettati a tavolino per facilitare lo studio di malattie umane complesse come tumori, artrite e diabete, sono stati ottenuti rispettivamente in Cina e in California grazie alla tecnica che taglia e incolla il Dna. Presentati sulle riviste National Science Review e Nature, promettono di mettere il turbo alla ricerca, riducendo costi e tempi delle sperimentazioni. «È un risultato molto
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Danneggiati da trasfusioni, 15 milioni dalla Regione
No-vax alla Camera La veneta Cunial imbarazza i 5stelle IL CASO
«La probabilità che un ragazzo sano possa contrarre una miocardite virale è bassissima, sotto l’uno per cento - spiega Roberto Rigoli - direttore del reparto di Microbiologia del Ca’ Foncello ma sarà l’autopsia a chiarire cos’è successo. È difficilissimo accorgersi di una cosa del genere e quando il ragazzo si è presentato al pronto soccorso di Montebelluna non vi era in corso la miocardite. L’esame ha chiarito che era in corso un’influenza A del tipo H3N2: si è probabilmente sviluppata una forma particolarmente acuta che ha prodotto un’alterazione del battito». Alberto Beltrame
importante - sottolinea il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata - perché finora non abbiamo mai avuto modelli animali adatti a studiare malattie multifattoriali: pensiamo ad esempio agli insuccessi registrati negli esperimenti fatti sui topi contro l’Alzheimer». Proprio questi fallimenti avevano spinto a intraprendere una via alternativa, «quella delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), che permettono di ricreare la malattia in provetta usando le cellule dello stesso paziente per testare i farmaci più efficaci».
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tare il palcoscenico per gli apprendisti stregoni e i seguaci delle loro pericolose teorie. L’incontro organizzato a Montecitorio deve essere assolutamente annullato, è inaccettabile ascoltare in Parlamento fake news o veri e propri deliri sull’abolizione dell’obbligatorietà e diritto alla libertà di cura. È grazie all’obbligatorietà che possiamo raggiungere l’immunità di gregge, fondamentale per tutelare i bambini immunodepressi o affetti da malattie ematologiche, che non possono essere vaccinati». «I Cinque Stelle dicono che la deputata Cunial ha agito a titolo personale? Bene intervengano con il ministro Grillo e il presidente della Camera Fico per cancellare questo incontro», conclude Moretti. Sa bene che sarebbe la prima volta: mai l’uso della sala stampa di Montecitorio è stato negato a un deputato in carica, quali che fossero le idee che propagandava. Alvise Fontanella © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA La Regione Veneto, con decreto a firma del direttore regionale della sanità veneta Domenico Mantoan, ha dato mandato all’Azienda Zero di anticipare 15 milioni di euro di indennizzi statali dovuti a cittadini che hanno contratto danni gravi e irreversibili a seguito di trasfusioni. Ad essere interessate in Veneto sono 1330 pazienti che hanno contratto infezioni da Hiv o epatiti a seguito di trasfusioni di sacche di sangue infetto o di emoderivati contaminati. Tali persone hanno diritto a ricevere un assegno permanente dallo Stato a parziale risarcimento delle menomazioni irreversibili. «È una storia datata e dolorosissima che risale ancora agli ultimi decenni del secolo scorso - precisa il presidente del Veneto, Luca Zaia -. Ma in questa vicenda la Regione ha voluto essere sempre dalla parte dei cittadini, prima sollecitando con ogni mezzo l’erogazione di indennizzi statali, e poi decidendo di anticipare con soldi del proprio bilancio le somme dovute dallo Stato alle vittime. Una scelta sulla quale il Veneto ha condotto quasi un braccio di ferro con la Corte dei Conti e con il Governo per giungere ad un accordo nazionale tra Stato e Regioni e farsi così autorizzare a non far pagare alle vittime il conto amaro di un errore della sanità e dei ritardi del Ministero della Salute. La nostra - spiega - è stata una lunga battaglia di solidarietà e di responsabilità, intrapresa per alleviare, anche se in maniera parziale, i danni incommensurabili patiti da queste persone». Lo stanziamento deliberato è relativo agli indennizzi dovuti per il 2019. Lo scorso anno la Regione Veneto ha anticipato, sempre con i fondi della gestione accentrata del fondo sanitario regionale, 13.573.017 euro, per il pagamento di vitalizi ed arretrati a 1340 emotrasfusi. Nel 2017 la Regione Veneto ha anticipato 13.414.540 euro a 1363 emotrasfusi per il pagamento delle indennità previste dalla legge nazionale. A giugno 2016 furono pagati altri 14 milioni di euro a titolo di anticipo.
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 24 Gennaio 2019
VENETO
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
EMERGENZA. LaRegioneel’Istituto superioredi sanitàstanno analizzandoleconcentrazioni
UovaepomodoriaiPfas Sugli alimenti una nuova valutazionedelrischio Le concentrazioni dei cibi in zona rossa vanno rilette allalucedelle nuovedosipiùrestrittive dell’Efsa: sipotrebbearrivareavietareolimitarneilconsumo Cristina Giacomuzzo
«Per uova, pesce, pomodori e polli della zona rossa che contengono Pfas va eseguita una nuova analisi del rischio alla luce delle nuove indicazioni di Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare». Lo ha annunciato ieri Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, all’incontro che si è tenuto a Vicenza organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto (titolo: “I media e l’inquinamento dell’ambiente. Il caso Pfas”) a cui ha partecipato, tra gli altri, Luca Lucentini, direttore qualità dell’acqua e salute dell’Iss, Istituto superiore di sanità. IL QUADRO. La Regione ha da
tempo gli esiti delle concentrazioni di Pfas su cibi coltiva-
“
Letteraal ministeroperché valutiilimitia livellonazionale: siamotuttiesposti alivelliminimi
ti o allevati in zona rossa, la più esposta all’inquinamento. Ma da quel numero non si può capire se può far male o meno alla salute. Serve avere dei riferimenti, cioè le indicazioni di dosi giornaliere tollerabili (Tdi) per poter esprimere una valutazione. Finalmente queste indicazioni ci sono: le ha emesse a fine anno l’Efsa. Spiega Russo: «Sul tema dei Pfas abbiamo molti fronti aperti. Sul monitoraggio degli alimenti stiamo rifacendo in questi giorni la valutazione del rischio rispetto al database che avevamo a disposizione dei campionamenti dei cibi alla luce dei risultati di Efsa che ha emanato delle Tdi provvisorie. L’Autorità europea nella sua “opinion”, quindi per ora non è una direttiva, offre indicazioni importanti che sono più restrittive delle precedenti». A livello Ue, però, alcuni Paesi (Germania e Olanda) hanno chiesto di rivederle. E l’Efsa sta effettuando degli approfondimenti tecnici per dare poi una versione blindata. CAMPIONI O PROVVEDIMENTI.
«In attesa - continua Russo Regione e Iss stanno rivedendo la valutazione del rischio del paniere di alimenti per-
ché le Tdi sono più basse rispetto alle precedenti. A fine gennaio saremo in grado di capire se servirà effettuare dei nuovi campionamenti o emanare provvedimenti verso qualche alimento». Come, per esempio, il divieto di consumo del pesce pescato. La prima ordinanza è del 2017, quando sono state rilevate concentrazioni elevatissime di Pfas su esemplari di pesce. Nelle scorse settimane la Giunta ha prolungato il divieto per altri 6 mesi. «Questo in attesa della revisione del rischio su tutti gli alimenti», ha precisato Russo rispondendo alle accuse del Coordinamento “Acqua libera” dei giorni scorsi. LETTERA AL MINISTERO. «Nel
frattempo - conclude Russo abbiamo scritto al Ministero della Salute per sapere cosa intenda fare dopo il documento Efsa e per chiedere di superare la logica dei confini del Veneto, iper esposto ai Pfas. Quei nuovi dosaggi vanno letti nell’ottica di una valutazione alimentare nazionale visto che tutti noi, che non abitiamo in zona rossa, siamo esposti e contaminati da Pfas ad un livello minimo». •
Nuovibond permigliorare l’acquedotto Sono stati i primi in Italia. Ha funzionato ed entro il 2019 partirà la terza emissione di Hydrobond con Bei: con 200 milioni di euro in obbligazioni si punta ad ottenerne 600 per gli investimenti. È questo uno dei progetti di Viveracqua, il Consorzio di 12 gestori del servizio idrico pubblici tra Veneto e Friuli. Gestori che fin dal 2013 stanno affrontando l’emergenza Pfas. Ieri, al convegno organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, era presente anche il presidente del Consorzio, Fabio Trolese. Ha spiegato come sia già stato definito il progetto che risolverà il problema inquinamento delle falde in modo definitivo: si metteranno in rete tutti gli acquedotti. Il primo passo serve per evitare i pozzi contaminati di Almisano. Su questo è già al lavoro il commissario governativo con 53 milioni di fondi statali.
© RIPRODUZIONERISERVATA
SABATOAPADOVA. Maxi-dibattito con“PadovaLegge” eUniversità
Gentiloni,Calenda,Tremonti eiltemadelleclassidirigenti PADOVA
L’avv.FabioPinelli
nei e all’avanguardia. E va respinta con fermezza l’idea che al merito, alla preparazione e alla professionalità si possano sostituire un finto sapere tuttologo e un consenso che è puramente virtuale, tanto più se quest’ultimo è guadagnato attraverso il web e le sue innegabili deviazioni: lì troppo spesso la condivisione diviene totalmente autoreferenziale, priva di autentico confronto, e quindi nel complesso dis-informativa».
più in politica: «Ma è veramente questa la realtà alla quale vogliamo arrenderci? Gli atenei italiani e la ricerca devono tornare al centro del dibattito pubblico». La mattina, con Ferruccio De Bortoli come moderatore, previsti interventi di Luciano Violante e la prof. Veronica De Romanis, l’ex premier Paolo Gentiloni, il rettore Rosario Rizzuto, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 Rai. Il pomeriggio, con moderatore Maurizio Molinari (direttore de La Stampa) intervento dell’ex ministro Francesco Profumo e poi parola all’ex ministro Carlo Calenda, Stefano Lucchini manager di Intesa Sanpaolo, il prof. Gaetano Manfredi e l’ex ministro Giulio Tremonti. PadovaLegge coinsegnerà anche 5 borse di studio a studenti meritevoli. •
Analisidelsangue: si vaverso unanuova sperimentazioneper“ripulirlo” daiPfas
SANITÀ. Sivoglionobasi scientifiche perapplicare il metodoaiPfas
Plasmaferesipuliscisangue Verso lo studio sperimentale EArpavdovrà effettuare un’analisiapprofondita dellaqualitàdell’aria nella“zona arancione” La Regione non si arrende. E forte dei primi parziali risultati intende proseguire. «Stiamo cercando di avviare uno studio sperimentale su plasmaferesi e altri trattamenti per costruire le basi scientifiche per poter capire quali strumenti usare per eliminare dal sangue le grandi concentrazioni di Pfas», spiega Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, ieri a Vicenza per un incontro formativo dell’Ordine dei giornalisti. La plasmaferesi è comunemente usata come strumento meccanico terapeutico per separare il plasma da altre parti del sangue. La procedura in Veneto era già stata usa-
LADENUNCIA. DanieleGiordano della FpCgil
ta negli anni scorsi in via sperimentale per abbassare le concentrazioni di Pfas in soggetti super esposti e stava dando i risultati sperati. Nel dicembre del 2017, però, l’allora ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, bloccò tutto in attesa di approfondimenti. Da allora, però, nulla è più stato fatto. Con il nuovo governo la Regione è tornata alla carica per riavviare la procedura. La risposta ottenuta («Massima disponibilità a collaborare») non ha tuttavia ottenuto concretezza. Di qui la decisione di dare una base scientifica all’applicazione di una prassi nota, la plasmaferesi, per “lavare” dal sangue i Pfas, sostanze tossiche che vanno ad interferire sul sistema endocrino e non solo. Il progetto di ricerca è già stato steso e a breve sarà valutato dal Comitato etico e, se tutto filerà liscio, per metà an-
no si potrà avviare l’arruolamento dei volontari, cioè degli esposti con elevate concentrazioni di Pfas nel sangue. Intanto, proprio oggi si riunirà il team di scienziati che hanno vinto la gara indetta dal Coris per l’Area sanità sociale della Regione che dovrà determinare la relazione tra esposizione sistemica ai Pfas e tossicità e le conseguenze sui parametri endocrinologi. Da segnalare, infine, che nei giorni scorsi la Regione ha chiesto ad Arpav di avviare una nuova analisi sulla qualità dell’area della zona arancione, quella cioè dove l’acqua del rubinetto è sempre stata buona, ma rientra nel plume inquinato. Da una prima analisi effettuata negli anni scorsi non c’erano stati risultati rilevanti. Adesso si ritenta ampliando il panel delle sostanze da ricercare. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
L’INTERVENTO. A Radio24: «Giornate cruciali»
«La Finanziaria ritarda Zaia:«Sìall’autonomia le assunzioni sanitarie» Il termine è il 21 marzo»
«Ilconcorso èfisso per queipostiele graduatorie Le competenze - osservano gli organizzatori - sembrano nonsiscorrerannopiù non contare più nulla, tanto Mancaprogrammazione»
Pinelli:«Va ricostruitoun equilibrio tra il consenso e la competenza.Noalsapere tuttologodelleviedelweb»
È il tema delle “Classi dirigenti” quello proposto dalla nuova rassegna di incontri promossi dall’Associazione PadovaLegge (organizzato con l’Università di Padova e accreditato dall’Ordine degli avvocati) sabato, dalle 9.30, nella sala dei Giganti dell’ateneo in piazza Capitaniato, 3/5. «Il criterio della selezione della classe dirigente di un Paese - spiega il presidente di “PadovaLegge” avv. Fabio Pinelli - deve essere il prodotto della ricerca di una attento equilibrio tra consenso e competenza. Il percorso formativo e la preparazione che gli Atenei italiani sono in grado di offrire sono sicuramente ido-
Viveracqua
«Il governatore Luca Zaia sostiene che l’introduzione della quota 100 non sia la causa della mancanza dei medici? No, il problema è la mancanza di programmazione». Così Daniele Giordano, segretario generale della Fp Cgil del Veneto. E spiega: «Nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Vuol dire che se le Ulss bandiranno un concorso per un infermiere ne potranno assumere uno solo e non potranno poi più usare quella graduatoria. Così facendo si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come chi sceglie di licenziarsi, per
esempio. Il rischio è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi. Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, sia su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi. Questa non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali. Non possiamo che denunciare come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione, ma una realtà». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Massimasolidarietàconle RegionidelSud,masonoin difficoltàoggi,quindinon dipendedaquesterichieste» VENEZIA
«Non rinunciamo a nessuna solidarietà e sussidiarietà con le Regioni del Sud. Ma va detto anche che se oggi sono in difficoltà, ciò avviene senza l’autonomia chiesta da Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia. Se ad esempio a parità di spesa per la sanità ci sono Regioni che hanno servizi d’eccellenza e altre che fanno buchi ed esportano malati, è colpa di qualcuno che si è distratto quando doveva amministrare. O sbaglio?». Così il governatore Luca Zaia in diretta su Radio24. «Siamo ai giorni cruciali per l’intesa tra Veneto e Governo per l’autonomia: il ministro Erika Stefani sta chiudendo i dovuti passaggi delicati e doverosi con i Ministe-
LucaZaia edErika Stefani
ri», dice Zaia che ricorda che le 23 materie richieste sono quelle scritte in Costituzione. In che tempi? «C’è un termine chiaro - risponde Zaia - il 21 marzo, spesso ricordato anche dal vicepremier Matteo Salvini. Ma questa è una settimana cruciale. L’accordo passa attraverso l’analisi della nostra proposta presentata il 2 ottobre scorso e le risposte e osservazioni dei Ministeri. E in caso contrario al Governo verrebbe meno la sua mission perché è nel suo contratto. Il 15 febbraio è il termine per la fine della ricognizione tecnica delle osservazioni. Ma non è una questione di date: il passaggio è epocale, conta arrivarci». •
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 24 Gennaio 2019
VENETO
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EMERGENZA. LaRegioneel’Istituto superioredi sanitàstanno analizzandoleconcentrazioni
UovaepomodoriaiPfas Sugli alimenti una nuova valutazionedelrischio Le concentrazioni dei cibi in zona rossa vanno rilette allalucedelle nuovedosipiùrestrittive dell’Efsa: sipotrebbearrivareavietareolimitarneilconsumo Cristina Giacomuzzo
«Per uova, pesce, pomodori e polli della zona rossa che contengono Pfas va eseguita una nuova analisi del rischio alla luce delle nuove indicazioni di Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare». Lo ha annunciato ieri Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, all’incontro che si è tenuto a Vicenza organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto (titolo: “I media e l’inquinamento dell’ambiente. Il caso Pfas”) a cui ha partecipato, tra gli altri, Luca Lucentini, direttore qualità dell’acqua e salute dell’Iss, Istituto superiore di sanità. IL QUADRO. La Regione ha da
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Letteraal ministeroperché valutiilimitia livellonazionale: siamotuttiesposti alivelliminimi
ti o allevati in zona rossa, la più esposta all’inquinamento. Ma da quel numero non si può capire se può far male o meno alla salute. Serve avere dei riferimenti, cioè le indicazioni di dosi giornaliere tollerabili (Tdi) per poter esprimere una valutazione. Finalmente queste indicazioni ci sono: le ha emesse a fine anno l’Efsa. Spiega Russo: «Sul tema dei Pfas abbiamo molti fronti aperti. Sul monitoraggio degli alimenti stiamo rifacendo in questi giorni la valutazione del rischio rispetto al database che avevamo a disposizione dei campionamenti dei cibi alla luce dei risultati di Efsa che ha emanato delle Tdi provvisorie. L’Autorità europea nella sua “opinion”, quindi per ora non è una direttiva, offre indicazioni importanti che sono più restrittive delle precedenti». A livello Ue, però, alcuni Paesi (Germania e Olanda) hanno chiesto di rivederle. E l’Efsa sta effettuando degli approfondimenti tecnici per dare poi una versione blindata. CAMPIONI O PROVVEDIMENTI.
«In attesa - continua Russo Regione e Iss stanno rivedendo la valutazione del rischio del paniere di alimenti per-
ché le Tdi sono più basse rispetto alle precedenti. A fine gennaio saremo in grado di capire se servirà effettuare dei nuovi campionamenti o emanare provvedimenti verso qualche alimento». Come, per esempio, il divieto di consumo del pesce pescato. La prima ordinanza è del 2017, quando sono state rilevate concentrazioni elevatissime di Pfas su esemplari di pesce. Nelle scorse settimane la Giunta ha prolungato il divieto per altri 6 mesi. «Questo in attesa della revisione del rischio su tutti gli alimenti», ha precisato Russo rispondendo alle accuse del Coordinamento “Acqua libera” dei giorni scorsi. LETTERA AL MINISTERO. «Nel
frattempo - conclude Russo abbiamo scritto al Ministero della Salute per sapere cosa intenda fare dopo il documento Efsa e per chiedere di superare la logica dei confini del Veneto, iper esposto ai Pfas. Quei nuovi dosaggi vanno letti nell’ottica di una valutazione alimentare nazionale visto che tutti noi, che non abitiamo in zona rossa, siamo esposti e contaminati da Pfas ad un livello minimo». •
Nuovibond permigliorare l’acquedotto Sono stati i primi in Italia. Ha funzionato ed entro il 2019 partirà la terza emissione di Hydrobond con Bei: con 200 milioni di euro in obbligazioni si punta ad ottenerne 600 per gli investimenti. È questo uno dei progetti di Viveracqua, il Consorzio di 12 gestori del servizio idrico pubblici tra Veneto e Friuli. Gestori che fin dal 2013 stanno affrontando l’emergenza Pfas. Ieri, al convegno organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, era presente anche il presidente del Consorzio, Fabio Trolese. Ha spiegato come sia già stato definito il progetto che risolverà il problema inquinamento delle falde in modo definitivo: si metteranno in rete tutti gli acquedotti. Il primo passo serve per evitare i pozzi contaminati di Almisano. Su questo è già al lavoro il commissario governativo con 53 milioni di fondi statali.
© RIPRODUZIONERISERVATA
SABATOAPADOVA. Maxi-dibattito con“PadovaLegge” eUniversità
Gentiloni,Calenda,Tremonti eiltemadelleclassidirigenti PADOVA
L’avv.FabioPinelli
nei e all’avanguardia. E va respinta con fermezza l’idea che al merito, alla preparazione e alla professionalità si possano sostituire un finto sapere tuttologo e un consenso che è puramente virtuale, tanto più se quest’ultimo è guadagnato attraverso il web e le sue innegabili deviazioni: lì troppo spesso la condivisione diviene totalmente autoreferenziale, priva di autentico confronto, e quindi nel complesso dis-informativa».
più in politica: «Ma è veramente questa la realtà alla quale vogliamo arrenderci? Gli atenei italiani e la ricerca devono tornare al centro del dibattito pubblico». La mattina, con Ferruccio De Bortoli come moderatore, previsti interventi di Luciano Violante e la prof. Veronica De Romanis, l’ex premier Paolo Gentiloni, il rettore Rosario Rizzuto, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 Rai. Il pomeriggio, con moderatore Maurizio Molinari (direttore de La Stampa) intervento dell’ex ministro Francesco Profumo e poi parola all’ex ministro Carlo Calenda, Stefano Lucchini manager di Intesa Sanpaolo, il prof. Gaetano Manfredi e l’ex ministro Giulio Tremonti. PadovaLegge coinsegnerà anche 5 borse di studio a studenti meritevoli. •
Analisidelsangue: si vaverso unanuova sperimentazioneper“ripulirlo” daiPfas
SANITÀ. Sivoglionobasi scientifiche perapplicare il metodoaiPfas
Plasmaferesipuliscisangue Verso lo studio sperimentale EArpavdovrà effettuare un’analisiapprofondita dellaqualitàdell’aria nella“zona arancione” La Regione non si arrende. E forte dei primi parziali risultati intende proseguire. «Stiamo cercando di avviare uno studio sperimentale su plasmaferesi e altri trattamenti per costruire le basi scientifiche per poter capire quali strumenti usare per eliminare dal sangue le grandi concentrazioni di Pfas», spiega Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, ieri a Vicenza per un incontro formativo dell’Ordine dei giornalisti. La plasmaferesi è comunemente usata come strumento meccanico terapeutico per separare il plasma da altre parti del sangue. La procedura in Veneto era già stata usa-
LADENUNCIA. DanieleGiordano della FpCgil
ta negli anni scorsi in via sperimentale per abbassare le concentrazioni di Pfas in soggetti super esposti e stava dando i risultati sperati. Nel dicembre del 2017, però, l’allora ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, bloccò tutto in attesa di approfondimenti. Da allora, però, nulla è più stato fatto. Con il nuovo governo la Regione è tornata alla carica per riavviare la procedura. La risposta ottenuta («Massima disponibilità a collaborare») non ha tuttavia ottenuto concretezza. Di qui la decisione di dare una base scientifica all’applicazione di una prassi nota, la plasmaferesi, per “lavare” dal sangue i Pfas, sostanze tossiche che vanno ad interferire sul sistema endocrino e non solo. Il progetto di ricerca è già stato steso e a breve sarà valutato dal Comitato etico e, se tutto filerà liscio, per metà an-
no si potrà avviare l’arruolamento dei volontari, cioè degli esposti con elevate concentrazioni di Pfas nel sangue. Intanto, proprio oggi si riunirà il team di scienziati che hanno vinto la gara indetta dal Coris per l’Area sanità sociale della Regione che dovrà determinare la relazione tra esposizione sistemica ai Pfas e tossicità e le conseguenze sui parametri endocrinologi. Da segnalare, infine, che nei giorni scorsi la Regione ha chiesto ad Arpav di avviare una nuova analisi sulla qualità dell’area della zona arancione, quella cioè dove l’acqua del rubinetto è sempre stata buona, ma rientra nel plume inquinato. Da una prima analisi effettuata negli anni scorsi non c’erano stati risultati rilevanti. Adesso si ritenta ampliando il panel delle sostanze da ricercare. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
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«La Finanziaria ritarda Zaia:«Sìall’autonomia le assunzioni sanitarie» Il termine è il 21 marzo»
«Ilconcorso èfisso per queipostiele graduatorie Le competenze - osservano gli organizzatori - sembrano nonsiscorrerannopiù non contare più nulla, tanto Mancaprogrammazione»
Pinelli:«Va ricostruitoun equilibrio tra il consenso e la competenza.Noalsapere tuttologodelleviedelweb»
È il tema delle “Classi dirigenti” quello proposto dalla nuova rassegna di incontri promossi dall’Associazione PadovaLegge (organizzato con l’Università di Padova e accreditato dall’Ordine degli avvocati) sabato, dalle 9.30, nella sala dei Giganti dell’ateneo in piazza Capitaniato, 3/5. «Il criterio della selezione della classe dirigente di un Paese - spiega il presidente di “PadovaLegge” avv. Fabio Pinelli - deve essere il prodotto della ricerca di una attento equilibrio tra consenso e competenza. Il percorso formativo e la preparazione che gli Atenei italiani sono in grado di offrire sono sicuramente ido-
Viveracqua
«Il governatore Luca Zaia sostiene che l’introduzione della quota 100 non sia la causa della mancanza dei medici? No, il problema è la mancanza di programmazione». Così Daniele Giordano, segretario generale della Fp Cgil del Veneto. E spiega: «Nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Vuol dire che se le Ulss bandiranno un concorso per un infermiere ne potranno assumere uno solo e non potranno poi più usare quella graduatoria. Così facendo si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come chi sceglie di licenziarsi, per
esempio. Il rischio è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi. Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, sia su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi. Questa non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali. Non possiamo che denunciare come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione, ma una realtà». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Massimasolidarietàconle RegionidelSud,masonoin difficoltàoggi,quindinon dipendedaquesterichieste» VENEZIA
«Non rinunciamo a nessuna solidarietà e sussidiarietà con le Regioni del Sud. Ma va detto anche che se oggi sono in difficoltà, ciò avviene senza l’autonomia chiesta da Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia. Se ad esempio a parità di spesa per la sanità ci sono Regioni che hanno servizi d’eccellenza e altre che fanno buchi ed esportano malati, è colpa di qualcuno che si è distratto quando doveva amministrare. O sbaglio?». Così il governatore Luca Zaia in diretta su Radio24. «Siamo ai giorni cruciali per l’intesa tra Veneto e Governo per l’autonomia: il ministro Erika Stefani sta chiudendo i dovuti passaggi delicati e doverosi con i Ministe-
LucaZaia edErika Stefani
ri», dice Zaia che ricorda che le 23 materie richieste sono quelle scritte in Costituzione. In che tempi? «C’è un termine chiaro - risponde Zaia - il 21 marzo, spesso ricordato anche dal vicepremier Matteo Salvini. Ma questa è una settimana cruciale. L’accordo passa attraverso l’analisi della nostra proposta presentata il 2 ottobre scorso e le risposte e osservazioni dei Ministeri. E in caso contrario al Governo verrebbe meno la sua mission perché è nel suo contratto. Il 15 febbraio è il termine per la fine della ricognizione tecnica delle osservazioni. Ma non è una questione di date: il passaggio è epocale, conta arrivarci». •