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Lettere 23
L'ARENA
Venerdì 25 Gennaio 2019
LEGRANDI INIZIATIVE. Ilsettimanaledomani saràin edicola inabbinamento conL’Arena. Ilnuovo amore diHollywood
Inprimopiano ancheil flirt fraGiancarlo Magalli ela 22enne GiadaFusaro oltrea Belen Rodriguez Nuova storia d'amore per Giancarlo Magalli? Il conduttore televisivo, 71 anni, è stato immortalato con Giada Fusaro, 22 anni. Il settimanale «Gente», in edicola con L’Arena domani 26 gennaio, racconta i dettagli della coppia, che ha quasi 50 anni di diffe-
renza: dall'incontro con la mamma e i nonni di lei, fino alla suite sulla sponda bresciana del Garda. Nel frattempo però la giovane su alcuni giornali smentisce la love story: «Siamo solo amici». Il mondo del gossip è in fibrillazione per quella che è già definita la coppia dell’anno: Brad Pitt e Charlize Theron sono insieme da almeno un mese. Pare che l’amore galeotto sia scoppiato sul set di uno spot pubblicitario, sebbe-
ne c'è chi tenti di smentire la notizia affermando solo che i due attori abbiano semplicemente trascorso del tempo insieme. Ma intanto Angelina Jolie, ex della star di Hollywood, non vede di buon occhio la nuova storia d’amore del suo ex e ancora sex symbol planetario, anche per l’eterna rivalità con la Theron. «Gente» è andato a trovare Gino Sorbillo, titolare della storica pizzeria di Napoli in cui un ordigno nei giorni scor-
si aveva sventrato la saracinesca all'ingresso. Il pizzaiolo coraggio rivela: «Con la denuncia Napoli si risolleva». E alla riapertura ha offerto la pizza a tutti i passanti. Novità importanti nel mondo della scienza e della ricerca: il biologo Davide Ruggero ha avuto un’intuizione geniale e sta mettendo a punto una nuova cura anti tumori. Foto esclusive di Romina Power con il nipotino croato. Passano gli anni ma non
per Belen Rodriguez, che sembra non «cedere» nel fisico ancora perfetto, a partire dal suo celebre «lato b», a dir poco scultoreo. Che sotto ci sia qualche trucco? Nella pagine del settimanale uno speciale su Sanremo dedica ampio spazio alla storica kermesse musicale con tutte le novità e le curiosità, la decima apparizione di Patty Pravo al teatro Ariston e il quiz per vincere una serata del Festival. • EM.ZAN.
Lettereal Direttore TORRICELLE
Queltraforo già previstonel’44 Il 10 settembre 1944, durante gli ultimi travagliati mesi del conflitto bellico, le autorità municipali di Verona, d’intesa con il Comando militare delle Forze di occupazione, avevano deliberato due importanti provvedimenti riguardanti la sicurezza e la viabilità. Il primo riguardava il Traforo delle Torricelle, per il quale veniva data la notizia che sarebbe stata «autorizzata dal ministero dell’Interno la costruzione di gallerie-ricovero tra Porta Vescovo e Porta San Giorgio». La notizia proseguiva informando che dopo la guerra i «due cunicoli che vengono ora costruiti come ricovero potranno diventare una galleria aperta al traffico automobilistico». L’altro importante provvedimento riguardava la nuova Galleria Rifugio sotto San Zeno in Monte, per la quale era previsto che «da domani 11 corrente verrà aperto l’accesso della nuova galleria-rifugio sotto il Colle dal lato città (Piazza Bernardi) ed il pubblico potrà accedere durante gli allarmi»... mentre rimane «non ancora ultimato invece il traforo dal lato circonvallazione esterna (Biondella) per il quale sarà necessario ancora una decina di giorni». Eravamo nel 1944, in piena guerra ed il traffico, in quei tempi era rappresentato da qualche bicicletta (per chi la possedeva), da qualche carro trainato dai cavalli, per il trasporto di merci o prodotti agricoli e diretto al mercato ortofrutticolo di Piazza Isolo, oppure dai primo torpedoni provenienti dalla provincia, per il trasporto delle persone. Mentre negli anni 1960 venne completata la «Galleria» di via Volta, che collega una parte della città con Borgo Venezia, attraverso il quartiere della Biondella, il progetto originario annunciato il 10 settembre 1944 di trasformare le gallerie-rifugio in un vero e proprio traforo, per collegare due importanti zone della città - Porta Vescovo o Quinto di Valpantena con San Giorgio o altra località a Nord di Verona - è rimasto ancora sulla carta. E ciò nonostante siano stati predisposti negli anni una infinità di progetti, costati alla collettività un mare di quattrini. Sono trascorsi da allora 75 anni e non circolano più le biciclette o i carretti di un tempo trainati da cavalli o da somari, ma decine di migliaia
di mezzi a motore al giorno, che hanno trasformato Veronetta ed altre parti della città in una vera ed ormai non più tollerabile camera a gas: che va da Porta Vescovo a San Giorgio, e sino al centro della città. Per cui, credo che sia arrivato il tempo di prendere in via definitiva e senza indugio le necessarie decisioni. Giuseppe Braga VERONA
VENETO
Lagrande sfida dell’autonomia Sarebbe opportuno che in molti cominciassimo a chiedere «cosa possiamo fare per il Veneto?». L’affermazione, di chiara ispirazione kennediana, indica un’esigenza ormai irrimandabile: per riuscire a rientrare finalmente nella stagione dello sviluppo, occorre trovare la disponibilità «a fare» di tutti i veneti, nessuno escluso; aggiungendo che la sola Regione non è sufficientemente attrezzata per invertire la rotta ed impedire il declino. Certo, occorre che ci sia, prima ancora che un impegno comune, un’identità di obiettivi da perseguire insieme. Ed è poi questa la difficoltà principale, proprio perché rimane tuttora indistinta e confusa l’idea di Veneto che si vorrebbe prediligere. Una confusione determinata soprattutto dalla dicotomia che s’è venuta a creare fra società politica e società civile, fra una guida politica ritenuta debole ed inadeguata e una comunità di cittadini oppressa da difficoltà crescenti ed impedimenti d’ogni genere. Per superare questa contrapposizione, bisognerebbe partire innanzitutto con il ridare al termine «autonomia» il suo pieno ed autentico significato. Che non può esaurirsi nella semplice richiesta di maggiori poteri e maggiori risorse dallo Stato, ma deve contenere un progetto credibile di cosa fare e di come realizzare, con le proprie forze, il ritorno del Veneto ad una crescita felice, solidale, rispettosa delle persone, dei loro valori e dell’ambiente. Perché una piena autonomia la si conquista con il saper vivere del proprio, nel non dover dipendere da aiuti o assistenze esterne. L’attuazione dell’autonomia regionale significa quindi ritrovare quelle solidarietà con la politica nazionale e, insieme, le motivazioni per ridare quantità e sostanza alle nostre capacità interne, diminuendo così quella aspettati-
LA TUA POLTRO
E DI SANR NA ALLA FINAL
EMO
Gente + L'Arena di Verona € 2,00
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ESCLUSIVO NI MAGALLI, 71 AN, 22 E GIADA
LE UNICHE FOTOGRAFIE
NNA ROMINAOTNINOO CROATO CON IL NIP
SI AMANO DA UN
NUOVA
MESE COPPIA
BRAD PITT THERON E CHARLIZE
1. 4 n. 46) art. 1 comma (conv. in L. 27/02/200 7,00. D.L. 353/2003 CH, CH CT: Chf 4,00; USA: $ Sped. in Abb. Post. dal 25 gennaio. 3,60;D, GR: € 3,80; U.K.: £ 3,00; ANNO LX. In edicola OTÊD'AZUR D'AZUR: € DI ATTUALITÀ E: € 3,30; F: € 3,50;COTÊ SETTIMANALE LUX, PTE CONT, Lo/Mi. AUT, BE,
Brad e Charlize, super coppia su «Gente»
BITO GIOCA E VINCI SU
O DOPO L’ATTENTAT ESPLOSIVO
ILLO A CASA DI SORBCORAGGIO IL PIZZAIOLO-
LA VERITÀ SULLA LORO STORIA
A A MAMM RO CON L RDA L’INCONTNI DI LEI L SUL GA E I NON SUITE ALL’HOTE LA 22/01/19 16:19
Per inviare una lettera Corso Porta Nuova, 67 - 37122 - Verona lettere@larena.it
va artificiosamente creata che vorrebbe una autonomia del tipo di quella, specialissima, dell’Alto Adige-Suedtirol. Rifondare la coscienza autonomistica va di certo al di là dei contenuti statutari, che saranno aggiornati con la trattativa in corso: presuppone quindi il risveglio di quelle aspirazioni di riscatto sociale che alimentarono il sogno di quei padri fondatori, di quei validi pionieri che negli anni '60 seppero, con grande lungimiranza, gettare le basi per lo sviluppo degli ultimi cinquant’anni, trasformando così una terra che costringeva all’emigrazione i suoi figli in una delle regioni a maggior sviluppo dell’Europa. Ora è tempo di rimettere al centro del nostro futuro l’idealità dell’autonomia, autenticamente federalista. Perché essere dei convinti autonomisti significa soprattutto voler decidere del proprio futuro, sapersi governare con efficacia e competenza, trovare determinazione ed impegno per recidere ogni vincolo di dipendenza. Ma questo è un compito che spetta alla Politica, quella che la «P» maiuscola, troppo spesso scesa nella considerazione di tanti che pensano che invece la politica sia sottogoverno, corruttela e nepotismo. Ritrovare i valori che ci aiutino a superare questa triste e improduttiva visione spetta a noi tutti. Lorenzo Dalai VERONA
BENICULTURALI
Queitesori degradati Ho avuto l’opportunità, ma direi il privilegio, di poter seguire il percorso organizzato appunto da Verona Mimor Jerusalem lungo un tratto della via Postumia da San Zeno in oratorio fino ai Portoni Borsàri. Veramente quanto don Signoretto, Vicario della Cultura per la Diocesi Veronese, ed i suoi collaboratori (tra i quali bisogna segnalare i numerossimi volontari) ha organizzato si può definire solamente, senza esagerazione, magnifico. Il livello delle presentazioni fornite dagli accompagnatori e dalle persone coinvolte (la direttrice dei Musei di Verona dottoressa Rossi, il professor Bevilacqua, per citarne solo alcune) è stato molto elevato e di pieno soddisfacimento per chi ha avuto la fortuna di partecipare a questo avvenimento. Tuttavia mi corre l’obbligo
di alcune mie personali considerazioni: mentre il patrimonio di pertinenza della Curia Veronese presenta un livello di conservazione eccellente, non altrettanto si può dire di alcuni esempi di pertinenza «pubblica» (fa eccezione il museo di Castelvecchio). Infatti quando siamo entrati nel cortile di palazzo Bevilacqua ho provato un colpo allo stomaco nel momento in cui, salite le scale, sono entrato nella loggia Sammichelliana, sede della collezione cinquecentesca del Conte Mario Bevilacqua (ora purtroppo dispersa): questa magnifica sala versa in condizioni che definire vergognose trovo sia alquanto riduttivo. È ridotta ad una specie di stalla, con una improbabile fila di lampade al neon che attraversano tutto il soffitto, un degrado nelle suppellettili che la «arredano», con gli affreschi che meriterebbero un restauro indispensabile. Quale stridore con la perfetta conservazione delle chiese e con la passione con la quale questi monumenti ci sono presentati e sono illustrati in un opuscolo che ho acquistato all’inizio del percorso. Altro colpo, quando, seguendo questo citato opuscolo, sono andato a cercare quello che viene decritto come l’unico esempio di architettura palladiana a Verona, una dimora commissionata dalla famiglia veronese dei Della Torre al celebre architetto e non completata per la morte del committente. Vero che questa casa non è stata completata e che è stata danneggiata dalla guerra, tuttavia quanto si vede indica un degrado indecente. Io credo che vantare le bellezze della nostra città, piccola Gerusalemme, Atene d’Italia eccetera, e poi mostrare ai turisti quale monumento più celebre, il falso storico della casa di Giulietta, lasciando parte del restante patrimonio in condizioni pietose (vedi per esempio gli scavi scaligeri) non sia un buon messaggio. Vero che pecunia non olet e probabilmente la casa di Giulietta rende più quattrini di tutto il resto, ma fare del turismo di qualità dovrebbe anche dire fare opera di educazione ed indirizzare il gusto. Ultima cosa, che mi angoscia da anni: nella nostra città vi sono decine, centinaia di palazzi più o meno noti, molto belli, molti anche bene restaurati, dei quali nulla si sa. Dico nel senso che quando un turista, ma non solo, vi passa davanti, non sa nulla di questo manufatto, non vi è una targa che dica il nome della famiglia che lo ha commissionato, l’architetto e l’e-
FOTO DEL GIORNO
MissioneAriel, acaccia della vitasuipianeti «esterni» Dare la caccia a possibili tracce di vita osservando l’atmosfera di un migliaio di pianeti esterni al Sistema solare: è questol’obiettivoambiziosodellamissioneeuropea Ariel, inprogrammanel2028eguidata dall’italiana GiovannaTinetti, chedal2007lavora nell’UniversityCollegedi Londrae checoordinala missionedell’Agenzia SpazialeEuropea (Esa).Ilrisultatodiuna ricercasimilepotràessereuna«seconda rivoluzionecopernicana», ha dettoTinetti,amarginedelciclo dilezionisullafisicadegliesopianetiorganizzatodalla SapienzadiRoma.
poca nel quale è stato costruito. Non sarebbe auspicabile colmare questa lacuna per il duecentesimo anniversario del congresso di Verona (9-14 ottobre 1822), quando la nostra città fu, per la durata del congresso, la capitale d’Europa? Naturalmente questa mia sarà una voce che andrà via inascoltata, purtroppo, ma mi piacerebbe che invece qualcuno la raccogliesse e con poco lavoro rendesse ancora più bella e meritevole di interesse questa meravigliosa città che ancora oggi ci racconta la sua millenaria e gloriosa storia. Carlo Mazza VERONA
POLITICA
I5Stelle elasinistra «Due dozzine di rose scarlatte» è il titolo di un’opera, che fa pensare a quante dozzine di rose scarlatte (carissime) sono state messe in conto agli italiani con quattro governi di sinistra il cui solo esito, rimarcato dalla conclusiva bocciatura elettorale, è l’aver consegnato il Paese nelle mani di avventurieri della politica. Infatti, se si esclude Salvini, che a tutt’oggi non lascia ben capire le proprie intenzioni ultime, i 5 Stelle, come dice Bruno Vespa nel suo libro «Rivoluzione», si propongo-
no di cambiare tutto senza mai precisare in che modo; ma soprattutto, senza dar notizia neanche vaga di come intendono por mano all’agognato sviluppo produttivo e occupazionale di cui il Paese ha estremo bisogno. Unici punti certi sono il cosiddetto reddito di cittadinanza, che probabilmente altro non sarà che una forconata di fieno ad animali affamati ma sfaticati, e il ricorso, prima o poi, ma con ogni probabilità più prima che poi, alla patrimoniale, per reperire fondi che alla luce del sole non esistono e che la pesantezza del debito pubblico non consente d’inventare. Infatti, partendo dalla comparazione percentuale dei voti persi dal Pd con quelli acquisiti dai 5 Stelle, è abbastanza semplice capire non solo che i 5 Stelle provengono da sinistra, ma che quella parte di sinistra passata all’altra riva è la frangia peggiore, la più radicale, quella cioè rimasta delusa di non aver potuto lucrare abbastanza nella posizione in cui prima si trovava. Quindi, alla fin fine, se di patrimoniale si tratterà, mentre paradossalmente dovremmo in parte ringraziare il Pd per il danno non fatto, i progetti dell’attuale Governo potrebbero tradursi nel completamento di un’opera che il Pd ha lasciato solo a mezzo, non dimenticando mai che la sinistra nel mondo è sempre nata bene ma nella maggior parte dei casi è andata a finir male, perchè di avere raggiunto
perequazioni, giustizie sociali e quan’altro non si è mai accontentata, ha sempre voluto andare oltre, arrivare a mordere dove la polpa era più grossa. E non le è mai importato tener conto che per diventar grossa, in fatiche e lacrime, quella polpa aveva già lasciato sul terreno parte di sé. Tali considerazioni potrebbero, se valide, fornire all’amico avvocato Guariente Guarienti ulteriori indizi onde illuminare certi suoi dubbi. Ma questa è solo una parentesi conclusiva scevra da ambizioni di voler correggere un’ideologia. Roberto Zanesi VERONA
«ADRIAN»INTV
Civoleva ilprotagonista Tanto rumore per nulla. Dalla commedia di Shakespeare al programma di Celentano. Ha tanto rotto la pubblicità dell’evento del nuovo spettacolo «Adrian» con quel suo volume fastidioso e scorretto, quanto hanno annoiato queste prime serate trasmesse. La ricerca di suspense e imprevedibilità tipiche del personaggio, senza una sua fattiva presenza, mi sembra rendano lo spettacolo più adatto ad una platea da teatro che considerarlo come un evento televisivo. Roberto Bassi CAVALCASELLE
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PRIMO PIANO
Venerdì 25 Gennaio 2019 Corriere del Veneto
Confindustria L’assemblea di Venezia
Autonomia, nuovo duello Zaia-Boccia Zoppas: «Vogliamo tutte le 23 materie»
I punti di forza
Illeadernazionaledicenoa«neocentralismi»,quellovenetosischieraperlariformatotale E il governatorerassicurasulleinfrastrutture:analisicosti-benefici?Leggendametropolitana Le nuove norme e i dati di Veneto Lavoro
Gli industriali insistono «Il decreto Dignità è un disastro totale» VENEZIA Decreto Dignità bestia nera degli imprenditori. Un dato di fatto che ieri pomeriggio all’assemblea di Confindustria Venezia-Rovigo rimbalzava da un capannello all’altro. «Prima di entrare in sala – conferma Luciano Vescovi, presidente di Confidustria Vicenza – ho parlato con almeno tre imprenditori che snocciolavano il loro personalissimo rosario: 37, 25, 15 dipendenti formati, con contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati. In una parola il decreto Dignità è un disastro». Interrogato sull’impatto del provvedimento voluto dal governo, il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia spiega: «Se si confrontano i dati occupazionali del Veneto del 2018 sul 2017 si vede che complessivamente le cose sono andate peggio nel 2018 e proprio nel secondo semestre si è registrato il dato peggiore. Questo vuol dire che il decreto Dignità non ha avuto gli effetti attesi e pretesi dal governo perché la crescita dell’occupazione complessiva non c’è stata. Infine, la crescita dei contratti a tempo indeterminato, come riconoscono tutti (Veneto Lavoro ma oggi anche Inps), è frutto delle trasformazioni di contratti a termine, fenomeno che è stato consistente per tutto il 2018 arrivando a scadenza i contratti a termine accesi negli Industriali Sopra, anni precedenti». Una Vincenzo Boccia; sotto, bocciatura netta su Luciano Vescovi tutta la linea. E del «caso staff leasing» di cui molto si è discusso in questi giorni come escamotage per aggirare le causali capestro del decreto Dignità, Boccia conferma: «Per quanto riguarda lo staff leasing appare evidente che il decreto abbia messo nel mirino la flessibilità buona (contratti a termine e somministrazione). I lavoratori con questi contratti, infatti, sono protetti a differenza di altri rapporti come le collaborazioni e le false partite Iva. La parziale retromarcia del governo che si intravede in alcuni provvedimenti è positiva. Guardare alle agenzie di lavoro private senza pregiudizi può essere molto utile al governo per raggiungere i propri obiettivi, anche sul fronte politiche attive e reddito di cittadinanza».Il muro contro muro lascia spazio appena a qualche spiraglio. Sul tema, il governatore Luca Zaia ha detto ieri: «Dialogo difficile fra imprese e governo? Non mi risulta, il dialogo c’è, ci sono tavoli attivi sia a livello nazionale che territoriale. Ed è bene che sia così perché l’ascolto dei territori è fondamentale». Eppure, a sentire gli industriali, l’ascolto non basta, il tempo stringe e serve una correzione di rotta in corsa. «Bisogna chiedersi quali sono i fini che il governo si pone dopo la manovra economica – ha spiegato Boccia –. È opportuno che il governo abbia un piano per non ricorrere al deficit, ma aprire cantieri che creino nuovi posti di lavoro. Bisogna rimettere al centro il lavoro come obiettivo del Paese, e in tal senso abbiamo serie proposte, a livello locale e nazionale». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Alla Marittima, ieri pomeriggio, solo posti in piedi per l’assemblea di Confindustria Venezia-Rovigo. Di politici, però, ce n’erano pochini. Dal governo, erano stati invitati Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Tria: non era presente nessuno. Il governatore Luca Zaia, però, c’era eccome. Mattatore sul palco e inflessibile autonomista ai microfoni. E nonostante la bordata di poco prima di Vincenzo Boccia. Il presidente nazionale di Confindustria, infatti, sull’autonomia ha le idee precise: «Va bene ma non per materie come infrastrutture ed energia». Il tasto è dolente perché proprio le infrastrutture sono state al centro dell’intervento dal palco del governatore: «Pedemontana e Tav vanno finite. Punto e a capo». La «questione meridionale» declinata in salsa autonomista, insomma, aleggia sugli industriali veneziani come la grande incompiuta. È storia degli ultimi mesi. Il dilatarsi dei tempi governativi ha lasciato spazio ad altre posizioni critiche, in primis quelle dalla Confindustria campana che con il suo presidente Vito Grassi (corregionale di Boccia) ha attaccato duramente il progetto autonomista di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. L’accusa: una «secessione mascherata». La risposta di Zaia è stata una lunga lettera aperta ai cittadini del Sud in cui la tesi era opposta: «Chi non vuole l’autonomia intende perpetuare un malgoverno che nuoce alle risorse del Meridione». «Quello dell’autonomia del Veneto è un percorso positivo, - ha detto ieri Boccia - purché elemento di maggiore competitività. La clausola di supremazia rimane determinante in certi ambiti, come quello dell’energia e delle infrastrutture, per cui l’autonomia va vista all’interno della questione italiana». Per poi concludere con un monito: «Occorre evitare di costruire nuovi centralismi, e l’autonomia non deve essere merce di scambio che porti a non avere provvedimenti a favore dell’economia reale del Paese». Poche parole
In platea Luca Zaia, a sinistra, e dalla pare opposta Vincenzo Boccia
ma taglienti, che mettono il dito nella piaga aperta del do ut des alla base del contratto di governo fra Lega e Cinque Stelle. La risposta del governatore, a stretto giro, è cordiale ma ferma: «Rispetto le opinioni di tutti, - ha detto Zaia inclusa quella di Boccia, ma fa fede la Costituzione che elenca 23 materie, e noi chiediamo che ci siano tutte. In caso contrario, non firmerò. E anzi credo che a quel punto sarebbe più semplice chiedere la modifica della Costituzione. Parlo volentieri anche ai cittadini
del Sud: se oggi sono in difficoltà, la colpa è di qualche amministratore che non ha governato bene, non di chi oggi chiede l’autonomia». Non a caso Zaia, dal palco di Confindustria Venezia-Rovigo, ha ribadito le posizioni della Regione sulle infrastrutture. Sono delle scorse settimane le sue dichiarazioni sulla necessità di una gestione territoriale della rete autostradale. E di ieri quelle sulla Valdastico Nord, il collegamento con l’A22 del Brennero oggetto due giorni fa di un incontro
● L’editoriale
Tav, tafazzismo ferroviario
A
SEGUE DALLA PRIMA
lla fine dal Mit ci viene detto che abbiamo la febbre solo perché usano un termometro rotto. Un paradosso che è ancora nulla rispetto al provincialismo «europeo » che esso rappresenta. La Tav Brescia-Padova (ma lo stesso vale per il Terzo Valico di Genova, la Torino-Lione, la Mestre- Trieste, la Trieste -Divaccia, il nodo ferroviario di Firenze, la Messina-Palermo, etc,) è solo uno dei 642 progetti in corso di costruzione/adeguamento della rete Transeuropea di trasporto Ten-T. Nel resto d’Europa si contano sulle dita di una mano i casi di contestazione locale « nimby » o di dispute tra stati confinanti (il Fehmarn Belt tra Germania e Danimarca; tratte della Rail Baltica tra Estonia, Lettonia e Lituania; la stazione di Stoccarda in
*Fonte: Confindustria, ISTAT
al Mit, il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti. «La Valdastico va fatta e la Tav veneta completata – ha attaccato Zaia – che poi l’analisi costi-benefici sembra ormai una leggenda metropolitana, nessuno l’ha vista. Poi, per carità, se qualcuno vuole fermale quest’opera si deve anche assumere la responsabilità di firmare un atto formale per fermarla. E, comunque, non succederà, nessuno riuscirà a fermarci». Fame di autonomia che cresce. E i «confindustriali», soprattutto a Nord, si cavano d’impaccio, fra un cuore che batte per l’autonomia e una lealtà per la propria associazione, con dichiarazioni acrobatiche. Carlo Bonomi presidente di Assolombarda, presente ieri a Venezia, ha dichiarato: «L’autonomia deve essere un valore aggiunto, quindi non con una visione “scissionistica” del Paese, per carità, ma deve esaltare il valore aggiunto dei propri terri-
Germania; la tratta tra Bordeaux in Francia e i Paesi Baschi in Spagna e pochi altri) e tutti relativi al «come» realizzare la nuova infrastruttura non il «se». In nessun caso gli interventi approvati in sede europea nel 2013 (se non fin dal 1996 come la TorinoLione) sono contestati dal governo nazionale interessato. Il tafazzismo ferroviario è fenomeno tutto italiano. Che in questo modo rinuncia alla sua quota dei 22.3 miliardi di euro con i quali l’UE cofinanzia quasi 46 miliardi di lavori degli stati membri. Con una diversa politica capace di rivendicare il « comune interesse europeo » delle tratte dei quattro corridoi Ten-T che attraversano il nostro Paese un governo più attento alle dinamiche comunitarie avrebbe potuto contare fin da subito anche su svariati miliardi di euro di fondi comunitari capaci di sostenere nel breve il reddito e l’occupazione con investimenti che adeguano il capitale infrastrutturale il in Italia. Una manna per un Paese oggi accreditato di sviluppi del PIL da zero virgola. Paolo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA
No vax alla Camera, la Grillo bacchetta Cunial
Il ministro alla Salute: «Doveva invitare l’Agenzia del farmaco, come controparte» VENEZIA Alle fine la bacchettata
Sara Cunial La deputata bassanese ier ha invitato i no vax veneti alla Camera
dal suo stesso movimento, per la deputata grillina Sara Cunial, è arrivata. Ma non dai probiviri, per un’espulsione che era nell’aria, ma dal ministro della Salute. Giulia Grillo si è pubblicamente dissociata dall’iniziativa della parlamentare bassanese che ha prenotato la sala delle conferenze stampa della Camera per il Corvelva, il coordinamento dei no vax veneti ieri approdati a Roma per illustrare analisi da loro pagate sui vaccini esavalente, quadrivalente e contro il papilloma virus. «Per incontri
del genere è sempre opportuna la presenza di una controparte — ha scandito il ministro — come l’Agenzia italiana del farmaco». Dal canto suo la Cunial, che su Facebook paragonò i vaccini a un «genocidio gratuito», aprendo l’incontro con la stampa ha precisato: «Come deputati siamo chiamati ad essere portavoce dei cittadini e il Parlamento deve tornare ad essere la casa dei cittadini, il luogo dove tutte le istanze possano tornare ad essere ascoltate e accolte. Questo è lo spirito con cui questa conferenza
stampa è stata organizzata e va ben al di là di qualsiasi divisionismo o polemica, molto più cari alla propaganda che alla democrazia». Quanto alla firma del suo leader Beppe Grillo sul «Patto per la scienza», Cunial ha commentato: «Grillo è libero di fare ciò che vuole». Nel corso dell’incontro Loretta Bolgan,ricercatrice in Chimica e Tecnologie farmaceutiche da 15 anni collabora con il Corvelva, ha spiegato: «Dalle analisi chimiche e biologiche condotte in ambulatori indipendenti con metodologie nuove non ancora adottate
dalle case farmaceutiche, ferme ancora all’esame delle materie prime dei vaccini e di alcuni parametri-target ma non del prodotto finito, è emersa la poca affidabilità in termini di efficacia e sicurezza degli stessi sieri. Dentro non ci abbiamo trovato antigeni, ma tracce di Dna di scimmia, di topo, di genoma umano e di retrovirus potenzialmente contaminanti non segnalati nella scheda tecnica e nemmeno nel foglietto illustrativo». Il Corvelva chiede che tali risultati siano vagliati dal ministero. (m.n.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Venerdì 25 Gennaio 2019
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MORTI IN MARE E SGOMBERI LA POLEMICA PADOVA Un parallelo tra i nostri giorni e quelli del Terzo Reich. Tra gli indifferenti di ieri e quelli di oggi, le vittime dei campi di sterminio e quelle del mare. E, più velata, sottintesa, una similitudine tra i responsabili del massacro antisemita e quelli della mattanza delle migrazioni africane. Sono un caso le parole pronunciate dal sindaco di Padova Sergio Giordani ieri, durante la cerimonia della posa di sei pietre d’inciampo nella sua città, in ricordo di Giuseppe e Italo Parenzo, e di Rodolfo e Luisa Hoffman Ducci e dei figli Eva e Teo. «C’è un’agghiacciante similitudine in quello che è accaduto allora e nelle vicende che oggi vedono morire nel Mediterraneo migliaia di persone» ha detto Giordani, che dopo aver ricordato come molti italiani «si resero complici» dei nazifascisti e molti altri «girarono la testa dall’altra parte», ha aggiunto: «Altri si opposero come potevano all’orrore e chissà se anche allora li deridevano chiamandoli buonisti». Quindi si è soffermato sui migranti «deportati e annegati in mare; non hanno più una identità, sono solo dei numeri, entità astratte senza un volto, che oltre a non avere un futuro non hanno più neppure una storia. Chissà, forse anche tra i bambini morti nei campi di concentramento ce n’era uno che aveva nascosto in tasca una pagella piena di bei voti, pensando che potesse essere un lasciapassare per un futuro migliore» (il riferimen-
IlsindacodiPadovaparagona imigrantiaimortidellaShoah LaLegainsorge:«Vergognoso»
Giordaniallaposadellepietred’inciampo:comealloramoltigiranolatesta
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Giordani Chissà se anche allora deridevano e chiamavano “buonista” chi si opponeva
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Marcato Gli hub che il governo sta svuotando, quelli sì sono luoghi che violano la dignità umana
to è alla storia tragica raccontata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo alcuni giorni fa). Giordani ha quindi concluso: «Comunque la pensiamo, stiamo parlando di persone: donne, uomini e bambini rispetto ai quali non possiamo semplicemente dire non mi riguarda. Il Giorno della Memoria è l’occasione per riflettere sul fatto che quando parliamo della vita di un essere
umano, nessuno di noi si può chiamare fuori». Un discorso che ha scosso le coscienze di quanti hanno preso parte alla cerimonia e suscitato l’indignata reazione della Lega, che l’ha interpretato, a ragione, come un attacco diretto al ministro dell’Interno Matteo Salvini e alla sua politica dei porti chiusi. Per giunta nel giorno in cui il Tribunale dei Ministri ha richie-
Un discorso molto duro Sergio Giordani, sindaco di Padova, durante la cerimonia per la posa delle pietre d’inciampo
sto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei suoi confronti per il caso Diciotti. «Quella di Giordani è una similitudine fuori luogo, vergognosa e anti storica - attacca il segretario regionale Gianantonio Da Re - farebbe meglio a ragionare con la sua testa anziché con quella dell’estrema sinistra che tiene in piedi la sua giunta. Così si banalizza la tragedia dell’Olocausto, per quanto mi riguarda vada a rileggersi i miei discorsi da sindaco di Vittorio Veneto in occasione del 25 aprile». Furibondo anche Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico: «Siamo davanti ad una sparata inopportuna e offensiva ma soprattutto strampalata, sotto tutti i punti di vista. Se Giordani si riferisce alle migrazioni, sta parlando di una vicenda tutta africana: africani sono quelli che fuggono, africana è la terra che attraversano, africani sono i lager in cui vengono rinchiusi, africani i loro aguzzini, africani gli scafisti che li lasciano in mezzo al mare a morire. Che c’entrano gli
ebrei vittime della follia nazista e fascista? Se invece Giordani, come altri prima di lui, pensa alle deportazioni guardando allo svuotamento dei Cara di Castelnuovo, o di Bagnoli, o di Cona - prosegue Marcato - forse avrebbe fatto bene a farsi un giro in quegli hub, per rendersi conto di persona che parliamo di stalle, di accampamenti quelli sì in violazione della dignità umana. Il governo li sta chiudendo assicurando protezione adeguata a chi ne ha diritto e il rimpatrio a chi non ne ha diritto». E rincara Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione: «Giordani sta sfruttando una tragedia immane come quella della Shoah per fare polemica politica su un tema delicato come quello dell’accoglienza. Una caduta di stile che si sarebbe potuto risparmiare». Va detto che durante l’incontro in occasione del Giorno della Memoria al Teatro alla Scala di Milano, anche la senatrice a vita Liliana Segre aveva accostato le due vicende, come poi avrebbe fatto Giordani: «Io sono stata clandestina e richiedente asilo, so cosa vuol dire essere nella terra di nessuno quando nessuno ti vuole, come si sta quando le frontiere sono chiuse e si ergono muri. Ma come faccio a gridarlo a chi erge muri? So cosa vuol dire vedersi negare l’asilo e sentirsi dire che non è vero che si è perseguitati e che non c’è posto per nessuno». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Venerdì 25 Gennaio 2019
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LE DUE CANDIDATURE I TESORI DEL VENETO
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La decisione La commissione ha ufficializzato la decisione di candidare Padova Urbs Picta per il prossimo anno PADOVA Nessuna guerra tra Giotto e Prosecco. È finalmente arriva l’ufficialità: Padova Urbs Picta è la candidata italiana a sito Unesco per il 2020. Al contempo, la commissione italiana ha deciso che i due siti candidati a patrimonio dell’umanità per il 2019 sono le Colline del Prosecco e le Alpi del Mediterraneo. Il Parco della Sila, che gareggiava per il 2019 alla conquista di uno dei due posti disponibili, non sarà presentato a Parigi perché ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’International Union for Conservation of Nature, l’organo di valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale competente per i siti naturali, in quanto già nel 2014 aveva ricevuto il riconoscimento di Riserva della Biosfera dall’Unesco.Niente confronto all’ultimo sangue per il Veneto, quindi, che nel giro di soli due anni potrebbe ricevere uno dei maggiori riconoscimenti culturali mondiali. Padova Urbs Picta comprende gli affreschi trecenteschi situati alla Cappella degli Scrovegni, a Palazzo della Ragione, alla Basilica del Santo, alla cappella della Reggia carrarese, all’oratorio di San Giorgio, alla chiesa degli Eremitani, al Battistero del Duomo e all’oratorio di San Michele. «Dal Consiglio direttivo della Commissione
Febbraio, la data di inizio del percorso di valutazione a Parigi da parte di trenta esperti. Seguirà il sopralluogo di un valutatore
Arte e territorio
A sinistra, la Cappella degli Scrovegni. Qui sopra, le colline del Prosecco
Unesco,dopoicollidelProsecco l’ItaliaschieralaPadovadiGiotto Marca nel 2019, la città del Santo nel 2020. Sgarbi: ha vinto il «pro-affresco»
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Zaia Un duplice obiettivo che ci qualificherà come territorio
nazionale italiana per l’Unesco esce un risultato che mi rende particolarmente orgoglioso e felice: ben due candidature venete andranno a Parigi per concorrere a entrare nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità - spiega il governatore Luca Zaia, grande sostenitore della candidatura delle Colline del Prosecco –. Ora avanti verso un duplice obiettivo che ci qualifica e, spero ci qualifi-
cherà, come territorio dalle tante unicità culturali». Parole di soddisfazione arrivano anche dal governo per bocca del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani: «Voglio ringraziare il sottosegretario ai Beni culturali Lucia Borgonzoni per il lavoro che ha svolto. Vedere il paesaggio culturale delle colline del Valdobbiadene e il sito artistico della cappella degli
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Stefani Paesaggio e arte candidati. È un grande riconoscimento
Scrovegni di Padova che concorrono per diventare patrimonio culturale Unesco è un grande (e giusto) riconoscimento per il Veneto». Si unisce al coro il sindaco di Padova Sergio Giordani che sottolinea come il risultato sia frutto di un lavoro comune tra amministrazione, Università, Diocesi e tantissime altre realtà culturali cittadine. «Sono felice per Padova, ma sono felice anche per
il Veneto che vede confermata per quest’anno la candidatura di un’altra eccellenza della nostra terra, il Prosecco. La conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno di quanto il nostro Veneto sia una terra davvero unica e speciale» ha detto il primo cittadino. Una battuta di spirito arriva dallo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, che già precedentemente aveva rigettato l’idea della guerra tra Giotto e il Prosecco. «È il primo segnale dell’importanza di Lino Banfi all’interno della commissione italiana – ironizza Sgarbi –. Era evidente che non ci fosse una competizione. Giotto è per sua natura un bene Unesco, mentre il Prosecco ha un valore popolare innegabile. Un bel risultato per il Veneto ma era logico che la commissione decidesse in quel senso, a favore del “pro-affresco”, chiamiamolo così. Resta il fatto - sottolinea Sgarbi - che pur essendo un passo importante non è l’ultimo. Bisogna aspettare la decisione di Parigi prima di cantare vittoria». Dal primo febbraio inizierà il percorso di valutazione a Parigi da parte di trenta esperti internazionali a cui seguirà il sopralluogo di un valutatore. La decisione finale arriverà nel luglio 2020. Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 25 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
AGORDINO
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Il dopo alluvione
«Nessun ritardo alcuni sindaci si muovono altri invece no» Il subcommissario Stella replica alle polemiche sui ritardi e loda chi ha scelto di farsi nominare soggetto attuatore Francesco Dal Mas AGORDO. «Tre mesi di ritardo? Ma quali? Ci sono sindaci che si sono mobilitati per tempo. E che sono già soggetti attuatori. Perché qualche loro collega dell’Agordino è rimasto alla finestra?». Nei giorni scorsi Fabrizio Stella, direttore Avepa, nella sua veste di subcommissario ai boschi schiantati, è stato preso di mira da alcuni sindaci dell’Agordino che gli imputano di aver perso tempo. Stella è tentato di rispondere con la polemica, ma si trattiene. E lo fa da tecnico. Dunque, Stella, i ritardi ci sono o no? «No, assolutamente. L’operazione è estremamente complessa. Abbiamo, nel solo Veneto, 30 mila ettari di bosco da rimuovere, per evitare che venga assalito dal bostrico (un parassita molto aggressivo soprattutto per gli abeti rossi, ndr). Dovevamo pianificare interventi efficaci e rapidi. Bene, ci sono sindaci che hanno avuto la pazienza di aspettare e che hanno chiesto di essere nominati soggetti attuatori per decidere loro come meglio intervenire». Il federalismo forestale, finalmente. Qual è stato il risultato? «Il presidente della Regione ha nominato l’altro ieri 11 soggetti attuatori nella persona di altrettanti sinda-
ci. Citiamo le sindache di San Pietro di Cadore e Santo Stefano di Cadore, che devono vedersela con un autentico disastro, quello della Val Visdende. E poi ci sono il sindaco di Pieve di Cadore e di San Tommaso Agordino. Nei prossimi giorni sarà la volta di San Vito di Cadore, di Cibiana, di Val di Zoldo e di Selva di Cadore. E altri loro colleghi
«Rimuovere gli alberi schiantati a ottobre è un’operazione lunga e complessa» dell’Altopiano di Asiago». Le donne sindaco, dunque, sono in prima fila? «Sono le più determinate. Se penso alla situazione in cui operano Casanova Borca di San Pietro e Buzzo di Santo Stefano, devo riconoscere che hanno dimostrato coraggio. Le relazioni non sono sempre facili tra le Regole ed i Comuni». Le Regole, appunto. C’è chi è andato avanti e chi ha preferito aspettare… «Sì, ma adesso, da Cortina alla Val Visdende, le Regole stanno operando efficacemente. Sono numerose le aste che sono già andate a buon termine. E non è che in Trentino, dove c’è più organizzazione nella gestione forestale, si sia andati meglio o più in fretta».
A quanto si vende, in questo momento, il legname schiantato al metro cubo? «Tra i 15 ed i 35 euro». È un po’ poco. «Attenzione, in Slovenia, Croazia, in Svizzera ed in altri Paesi vicini ci sono ben 53 milioni di metri cubi di legname che stanno facendo pressing sul mercato. E, in ogni caso, buona parte di questo legname è da brucio». Ma torniamo alle critiche dei sindaci dell’Agordino. Questi riportano fatti inoppugnabili. «Intanto mi lasci dire che alla riunione dell’altra sera non c’erano tutti i sindaci. E tra quelli che c’erano, alcuni ci hanno scritto prendendo le distanze dai colleghi. Io li invito a prendere l’esempio dai sindaci citati, quelli che hanno deciso di gestire in proprio quest’emergenza. Certo, noi siamo pronti a farci carico di ogni evenienza. Ma preferiremmo accompagnare quelli che accetteranno di diventare loro stessi soggetti attuatori. Ricordiamo, al riguardo, che avranno poteri in deroga per operare come fossero in stato di emergenza». D’accordo, ma i soldi? «È evidente che le risorse, appena arriveranno in Regione, saranno immediatamente redistribuite. Immediatamente, lo ripeto. E tutte».
Uno dei boschi schiantati in Agordino a causa dell’alluvione di fine ottobre
A proposito, avete calcolato quali somme serviranno per bonificare i boschi? «Ci vorranno 150 milioni solo di strade, di piste forestali. E, a questo riguardo, chi meglio del sindaco, nella sua veste di soggetto attuatore, potrà decidere dove è più opportuno aprire questi percorsi?». È vero che saranno necessari altri 250 milioni per mettere in sicurezza il territorio dalle frane? «Non è un settore di mia competenza. Mi risulta, però, che l’Arpav abbia quantificato la cifra in 300 milioni circa». I sindaci dicono che non sono in grado di fare tutto
selva di cadore
Cestaro si smarca: «Mi assumo la delega inutile combattere battaglie perse» La sindaca “assolve” la Regione e il subcommissario, imputando lo stallo ai colleghi agordini «Speravo che avremmo reagito da comunità unita» SELVA DI CADORE. Anche il sin-
daco di Selva di Cadore ha deciso di fare in proprio e di assumersi la delega di soggetto attuatore per il suo comune per il recupero del bosco. La prospettiva di una vallata che si muove unita per far
fronte all’emergenza data dai 643 mila metri cubi di legname a terra sembra tramontare. Dopo la decisione di fare da sé comunicata martedì sera in Unione montana dal sindaco di San Tomaso, Moreno De Val, arriva quella della collega di Selva di Cadore, Silvia Cestaro. «Ho appena comunicato che farò da soggetto attuatore», spiega, «ho aspettato due mesi e mezzo, adesso è ora di interveni-
re. Tra l’altro i boschi del comune di Selva danneggiati sono tutti sul versante cadorino e, da quella parte, i Comuni di San Vito e di Borca di Cadore hanno già deciso di diventare soggetti attuatori. Sul versante verso Alleghe, invece, non abbiamo grossi problemi». A differenza dei suoi colleghi agordini che martedì hanno duramente criticato il sub-commissario Fabrizio Stella e il presidente
della Regione, Luca Zaia, per l’inerzia dimostrata sulla questione del recupero del legname, Cestaro (che martedì era andata via prima della trattazione del punto) imputa lo stallo proprio agli enti agordini. «Speravo che l’Agordino prendesse in mano la cosa come una comunità unita», dice, «e così si potesse dare anche un segnale di unione. Ma non si può combattere battaglie perse. Ciò non toglie che
da soli. Che deve muoversi la Regione… «Non usi il plurale. Alcuni sindaci portano avanti questa problematica, i più assolutamente no». Tutte le zone di schianto saranno accessibili per la raccolta del legname schiantato e quindi per la sua successiva vendita? «Assolutamente no. Uno studio dell’Università di Padova, condotto in collaborazione anche con Luxottica, dimostra che su 650 mila metri cubi di legname caduto in Agordino, 150 mila metri cubi non sono recuperabili». Quanto tempo resta per fare pulizia? «Il bostrico ha pianificato
alcuni Comuni possano ancora operare insieme, se vogliono». Selva, però, non ci sarà perché per la pulizia del suo bosco si arrangerà. «Nel nostro caso», spiega Cestaro, «la Regola, a cui va il mio plauso, ha già pulito e venduto a ditte austriache buona parte del legname a prezzi discreti (30-35 euro al metro cubo). Resta da operare nella parte privata. Fra due mesi si deve iniziare e non è pensabile fare una riunione ogni 15 giorni per decidersi». Infine, per quanto riguarda la vendita del legname, Cestaro attenderà le proposte dell’Unione montana. «Se l’Uma ci darà i nomi di ditte disponibili», conclude, «non dirò di no». — Gianni Santomaso
il suo assalto sino a fine 2020. Lo certificano gli studi compiuti. Dalla primavera 2021 comincerà a dare l’assalto alle piante in piedi. Ecco perché le Regole del Cadore, del Comelico e di Cortina sono già all’opera. Ed ecco perché si sono mobilitati i sindaci, senza tentennamenti. Encomiabile, ad esempio, è il lavoro che si sta facendo in Val Visdende, dove i forestali sono all’opera anche in condizioni proibitive. Per dire come e quanto noi li assistiamo, abbiamo messo in sicurezza 100 metri della strada di accesso, un problema che ci avevano posto proprio i sindaci». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
de menech (Pd)
«Da Venezia nessun sostegno economico o pratico agli agordini» «I sindaci agordini hanno ragione e confermano i timori nei confronti di Venezia e del presidente Zaia. Dopo l’uragano di fine ottobre, nulla è stato fatto dalla Regione per rimuovere i milioni di alberi abbattuti», dice il deputato del Pd Roger De Menech. «Ricordo che nessuna misura è stata varata dalla Regione per alleviare le popolazioni colpite o contribuire ai bilanci dei comuni. Non la sospensione delle tasse, come il bollo auto, non contributi straordinari, non un programma di interventi. La finanziaria regionale è stata votata come se nulla fosse successo».
10 • 25 gennaio 2018
la Cronaca di Verona.com
EPILESSIA, UN TRATTAMENTO INNOVATIVO Implementata una nuova tecnologia che riduce le crisi. Sul Journal Neuroscience UNA RICERCATRICE DELL’UNIVERSITÀ DI VERONA
Un trattamento innovativo sperimentato a livello preclinico riduce le crisi epilettiche del 75% in due settimane e del 93 % in tre mesi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Neuroscience. Prima autrice del lavoro Giovanna Paolone, ricercatrice del dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica dell’università di Verona diretto da Albino Poli, in collaborazione con Gloriana Therapeutics, l’azienda biotech americana che ha sviluppato la metodica e con l’università di Ferrara dove era assegnista di ricerca. La nuova tecnologia è stata applicata a un modello di epilessia del lobo temporale nell’animale da laboratorio. Cellule umane, nello specifico ARPE - 19, ingegnerizzate per rilasciare la proteina GDNF, Glial cell-Derived Neurotrophic Factor, sono state incapsulate in una membrana semiper-
meabile e biocompatibile e impiantate nell’ippocampo, un’area cerebrale coinvolta nell’epilessia. Questo permette il rilascio continuo della sostanze terapeutiche direttamente nell’area danneggiata. I risultati suggeriscono che il trattamento sia non soltanto sintomatico, ma anche potenzialmente risolutivo. Gli scienziati, infatti, hanno dimostrato che gli effetti
Giovanna Paolone e qui sopra la rappresentazione schematica delle componenti principali e del funzionamento della microcapsula impiantata
sulla frequenza delle crisi epilettiche persistono anche dopo la rimozione della microcapsula suggerendo che il trattamento agisca sulle alterazioni neurobiologiche sottostanti la malattia stessa in modo sicuro e senza eventi avversi. “La sperimentazione - aggiunge Paolone - ha evidenziato effetti positivi anche sui modelli di comorbidità spesso associate
CISONOTROPPIMORTISULLAVORO “BISOGNA ASSUMERE ISPETTORI” RICHIESTA ALLA REGIONE PER LO SPISAL
Ancora una volta Verona ha il primato veneto di incidenti e morti nei luoghi di lavoro, in una regione che è ai primi posti (subito dopo la Lombardia) in questo campo. I dati forniti dall' Osservatorio Vega, da fonte Inail, sono drammatici per Verona, da gennaio a novembre 2018 gli incidenti non mortali sono risultati 14.959 e quelli mortali 28, di più dello stesso periodo dell'anno scorso e quelli non mortali nel Veneto sono passati nello stesso periodo da 68.963 a 70.837. “ Non solo la Regione Veneto”, dicono Giorgio Gabanizza, Marco De Pasquale, Michela
Giorgio Gabanizza
Faccioli di Sinistra Italiana di Verona, “con la sua giunta e il suo presidente Zaia, resta insensibile a questo tragico fenomeno che colpisce lavoratrici e lavoratori, ma addirittura non ha ancora assunto i 30
nuovi ispettori Spisal, cui assegnare funzioni di ufficiali di polizia giudiziaria, che si era impegnata ad assumere, da trattativa con le organizzazioni sindacali, per rimpolpare un organico tecnico che è tra i più scarsi in Italia. Per Verona sarebbero previste 8 assunzioni”. Nel Veneto ora ci sono "ufficiali di polizia giudiziaria" in rapporto al numero delle imprese con dipendenti 1 ogni 1.203, mentre in Regioni meno insensibili i dati sono i seguenti: Piemonte 1 ogni 890; Emilia Romagna 1 ogni 601; Lombardia 1 ogni 590 e Toscana 1 ogni 448.
alla malattia e che complicano il quadro clinico del paziente. I ratti trattati hanno infatti manifestato una performance migliore nei test comportamentali che monitorano la capacità cognitive e i disturbi dell’ansia. I risultati ottenuti sono molto promettenti; tuttavia è necessario approfondire ulteriormente le conoscenze sugli effetti del trattamento proposto e prima di passare all’uso vero e proprio del trattamento è necessario effettuare una validazione clinica dell’efficacia e sicurezza del trattamento stesso sull’uomo”.
ALL’ULS 9
LA FIGURA DELL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
E’ stata istituita la figura dell’amministratore di Sostegno che nel codice civile costituisce un efficace strumento per la protezione delle persone prive in tutto o in parte dell’autonomia di agire. La presentazione avviene oggi 25 gennaio alle 11 nella sede di via Valverde. Alla presenza di Raffaele Grottola, direttore Servizi socio sanitari Ulss 9 Scaligera, sono invitati alla conf. Stampa: Albino Poli, Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica - Università Vr, Stefano Troiano, Dipartimento di Scienze Giuridiche - Università Verona, Antonella Magaraggia presidente Tribunale di Verona e i rappresentanti della Conferenza dei Sindaci.
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Albignasego
DAVANTI AL LOCALE La lite al parcheggio dall’Hashtag 222 Un uomo ha affrontato i clienti poi è scappato, ma è stato intercettato dai carabinieri
Noventa
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Federdistribuzione, respinto il ricorso al Consiglio di Stato `Bertin: «Speranze
per la cancellazione del megacentro» DUE CARRARE
MINACCE Un uomo di 43 anni ha aggredito due giovani con una pistola risultata poi giocattolo. È stato denunciato
Con la pistola minaccia due ragazzi, denunciato La scena di fronte a numerosi testimoni `Durante la perquisizione in casa che hanno memorizzato la targa dell’auto è stata trovata l’arma giocattolo `
NOVENTA PADOVANA Momenti di paura l’altra notte nel parcheggio di un noto locale di Noventana. Un individuo ha minacciato con una pistola due clienti nel parcheggio e non ha esitato a puntargli contro un’arma risultata poi giocattolo. Nei guai è finito S.Z. di 43 anni di Noventa Padovana che è stato denunciato per minacce aggravate. La lite si è consumata fuori dall’Hashtag 222 di via Maestri Calzaturieri, uno dei locali più noti della zona. Anche l’altra notte, pur essendo un giorno feriale, centinaia di clienti si trovavano all’interno del locale. Ad un tratto S.Z. ha lasciato il bar e si è diretto verso la sua auto, una Bmw Z3 parcheggiata all’esterno. Mentre era in procinto di allontanarsi si è incrociato con due ragazzi. Non è dato sapere al momento cosa ab-
bia fatto scatenare la rabbia. Forse è volata qualche parola di troppo. Sta di fatto che S.Z. è sceso dall’abitacolo e ha puntato contro i due un’imitazione senza tappo rosso di una Walther Ppk. Ai malcapitati, entrambi del posto, identificati in A.M., 18 anni, e G.Z., 21 anni, si è letteralmente gelato il sangue. Dopo la minaccia a cui sono seguite offese verbali, il proprietario del Bmw Z3 si è rimesso al volante e si è defilato in tutta fretta. Sfortuna per lui la scena è
È PROBABILE CHE L’AGGRESSORE FOSSE UBRIACO LE VITTIME NON LO AVEVANO MAI INCONTRATO
avvenuta davanti agli occhi di numerosi testimoni. Qualcuno ha avuto la lucidità di memorizzare numero di targa e modello dell’auto. Poi è stato dato l’allarme al 112. Sul posto alle 22,30 in pochi minuti sono arrivati i carabinieri della locale stazione del maresciallo Enzo Callegaro. I militari dell’Arma si sono messi a caccia del fuggitivo. Il pericolo concreto era che l’uomo, probabilmente alterato dall’assunzione di bevande alcoliche, potesse andare a creare scompiglio anche in altri luoghi di ritrovo della zona. Ieri mattina i carabinieri sono risaliti al conducente del Bmw e si sono recati al suo domicilio. Durante la perquisizione domiciliare è spuntata la pistola giocattolo che è stata sequestrata. Il 43enne è stato invece accompagnato in caserma e denunciato. L’indagine è tutt’altro che chiusa. Resta infatti da capire come mai
l’individuo girasse in auto con l’arma. Le due vittime delle minacce, che hanno formalizzato regolare denuncia, avrebbero riferito di non aver mai visto quell’automobilista e di non aver messo in atto comportamenti provocatori nei suoi confronti a tal punto da scatenare una reazione così spropositata. Negli spazi esterni dell’Hashtag 222, completamente estraneo ai fatti, è la seconda volta in meno di un mese che si verificano episodi gravi. In precedenza i carabinieri avevano arrestato un avventore residente nel Veneziano che, in compagnia di un’amica che se l’è cavata con una denuncia, dopo aver ingurgitato un numero considerevole di cocktail aveva cominciato a disturbare la clientela e successivamente aveva anche offeso e minacciato i militari intervenuti in tutta fretta. Cesare Arcolini
Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Federdistribuzione: legittimi i “paletti” posti dalla Regione quando gli insediamenti possono creare possibili danni a salute, ambiente, paesaggio e patrimonio artistico. La sentenza è stata accolta con favore dal presidente di Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin: «E’ una sentenza che fa ben sperare per la definitiva cancellazione dell’ipotesi di megacentro a Due Carrare, contro il quale abbiamo intrapreso una battaglia che, fin dal primo momento, ci ha visti tra gli oppositori più convinti». E ancora: «Non ce l’abbiamo con la grande distribuzione, che è giusto che faccia il suo lavoro, ma non si può pensare che forme diverse di commercio come la Gdo e i negozi dei centri storici possano convivere nello stesso territorio e operare nello stesso mercato, senza che siano stabilite regole di equilibrio. Quelle regole la Regione Veneto le ha stabilite nel 2013 con gli indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale, stabilendo una serie di principi sacrosanti, che come sistema di Confcommercio Veneto abbiamo proposto, poi abbiamo condiviso ed oggi continuiamo a sostenere». Bertin ha proseguito: «E’ la vittoria dei piccoli negozi di paese che hanno un valore sociale enorme. Mi batterò sempre contro la cementificazione del territorio per la costruzione di megastore. La popolazione su scala nazionale sta invecchiando anno dopo anno. E’ inammissibile che un anziano debba fare chilometri di strada per acquistare un litro di latte o una cassa d’acqua. Bisogna centellinare i centri commerciali e favorire
il commercio di quartiere». Sulla vicenda si è pronunciato anche il sindaco di Due Carrare Davide Moro: «Siamo fiduciosi nella Magistratura e rispettosi della Costituzione che ne è il faro ispiratore. Bisognerebbe capire meglio a quale provvedimento si riferisce la sentenza. Se davvero si riferisce alle autorizzazioni, ho l’impressione che non c’entri nulla con noi. L’area incriminata di Due Carrare porta il bollino Gs, grande struttura di vendita, da parecchi lustri ormai. A conferma - ha concluso - basta pensare che la Gdo,grande distribuzione organizzata, sta continuando ad aprire a Monselice, Cadoneghe e altri territori provinciali spesso sulla base di autorizzazioni pregresse e quindi inalienabili. Rinnovo la mia vicinanza a tutti i commercianti e operatori del settore che continuano a soffrire le conseguenze di una crisi ormai insostenibile». C. Arc.
IL SINDACO MORO: «SIAMO FIDUCIOSI NELLA MAGISTRATURA BISOGNEREBBE CAPIRE A QUALE PROVVEDIMENTO SI RIFERISCE LA SENTENZA»
MEGA CENTRO Respinto il ricorso di Federdistribuzione
Caccia aperta a chi abbandona i rifiuti “I sordi e la società d’oggi”, incontri DUE CARRARE In paese è caccia aperta a chi abbandona i rifiuti lungo gli argini dei fossati. Gli ultimi episodi della serie sono accaduti nella notte fra martedì e mercoledì in via Gorghizzolo e via Campolongo, due strade che si incuneano nella campagna più fitta. Ignoti hanno lasciato nelle canalette sacchetti pieni zeppi di spazzatura di ogni tipo. «Si tratta di incivili – commenta il vicesindaco Andrea Rosina – Lanciano le scoasse dalle auto in corsa. Non credo siano residenti». Il Comune intende stroncare sul nascere questo particolare fenomeno. «Invitiamo gli abitanti ad annotare il numero di targa di chi si rende autore di gesti simili – aggiunge lo stesso vicesindaco – Non reste-
ranno impuniti: il nostro territorio non è un immondezzaio a cielo aperto. In un caso il sacco con dentro i rifiuti era particolarmente pesante. Questa è gente che scientemente viene fino a qui, scarica e fugge a gambe levate credendo di passare inosservata. Sappiano che ci stiamo mettendo sulle loro tracce». Peraltro, per legge i costi di smaltimento della spazzatura abbandonata nelle aree pubbliche devono essere spalmati su tutti i contribuenti. «Oltre che un atto vandalico, è un comportamento che ha delle ricadute economiche sull’intera popolazione». Così com’è accaduto con l’inquinamento della scorsa settimana nella canaletta di via Saleto nord. Ignoti hanno sversato del liquido biancastro, che si è poi esteso su una superficie di oltre un chilo-
metro. «La bonifica dovrà essere eseguita dal Municipio – spiega rammaricato Rosina – Ancora una volta a pagare saranno i carraresi onesti». Va detto che Arpav (i cui tecnici hanno prelevato dei campioni di acqua subito dopo la scoperta della “macchia” da parte di un privato) non ha ancora divulgato i risultati delle analisi. Sul fatto che il fosso sia stato inquinato, però, vi sarebbero pochi dubbi. «In ogni caso mi sento di assicurare con ragionevole certezza che non stiamo parlando di idrocarburi – chiosa l’amministratore locale – Mi preme infine sottolineare che il comprensorio di Due Carrare va preservato, non deturpato». Su quest’ultimo fatto stanno indagando i forestali di Montegrotto e i carabinieri di Battaglia. Francesco Cavallaro
su strategie comunicative ed educative VIGONZA Promuovere nuovi metodi di comunicazione per le persone sorde superando stereotipi e pregiudizi. È questo l’obiettivo del ciclo di conferenze che prende il via domani alle 15 nella sala consiliare del castello dei Da Peraga, dal titolo “I sordi e la società d’oggi: strategie comunicative ed educative”. L’iniziativa è organizzata dall’Area Università Famiglia Scuola dell’Ente Nazionale Sordi Sezione Provinciale di Padova per promuovere, sui temi legati alle differenze di comunicazione ed educazione, un cambiamento nella capacità di persone e bambini sordi di orientarsi a livello personale, fa-
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miliare, scolastico e sociale, liberandosi da stereotipi e pregiudizi legati alla sordità, ancora purtroppo vivi e presenti. I seminari rappresentano quindi un’occasione di confronto culturale al fine di favorire una maggiore consapevolezza sulle “divers-abilità comunicative”. «L’ENS di Padova (Ente Nazionale Sordi, ndr) intende promuovere questo tipo di tematiche non solo in città ma anche nei paesi della provincia – spiega Rocco Roselli, vigontino e vicepresidente del Consiglio Regionale ENS Veneto -. Di solito infatti è Padova la città privilegiata dove vengono organizzati eventi simili, ma ora si vuole far conoscere queste tematiche anche alle amministrazioni locali e soprattutto ai cittadini degli al-
tri Comuni». I seminari saranno presenziati da esperti e professionisti udenti e sordi e sono rivolti a tutti i cittadini, non solo alle persone con disabilità uditive, linguistiche e comunicative, alle loro famiglie anche a logopedisti, operatori e figure professionali inquadrate nella scuola, nel settore socio-sanitario-assistenziale, nei plessi ospedalieri, nelle università, negli ambiti di lavoro, nelle associazioni, negli enti e nelle istituzioni. Il tema del primo appuntamento di sabato è “Lingue dei segni e impianti cocleari: ipotesi per una convivenza” e sarà tenuto da Francesco Pavani, Professore Ordinario di Psicologia Generale all’Università di Trento. L.Lev.
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Alto
ADIGE Nella zona dell’Alto Polesine stanno aumentando le iniziative di recupero delle aree golenali a scopo naturalistico e di visita
Polesine
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
rovigo@gazzettino.it
Un “paradiso” a Boscovecchio `Il 16 febbraio ci sarà una festa durante la quale La riqualificazione dell’area naturalistica pronta a partire grazie all’unione di varie realtà verranno messi a dimora circa 300 alberi `
BADIA POLESINE Una golena da ammirare e vivere apprezzandone la bellezza. È conto alla rovescia per l’iniziativa che porterà alla riqualificazione dell’area di Boscovecchio, lungo il fiume Adige. La zona, di grande pregio naturalistico, verrà fatta rinascere nel corso di una giornata di festa, già programmata per il 16 febbraio, quando verranno messi a dimora un gran numero di alberi, come querce, frassini e meli per un totale di circa 300 piante. Un’operazione nata nell’ambito di una sinergia che ha unito volontari Wwf, Comune, Corpo forestale dello Stato e privati vogliosi di dare una mano. L’obiettivo principale è quello di perseguire il miglioramento naturalistico del sito e in secondo luogo, puntare a una visitazione sostenibile e a basso impatto ambientale. Aspetti del paesaggio tradizionale come le risorgive, i fossi, i maceri, le strade bianche, i sentieri inerbati, i prati stabili, i filari di piante e siepi e altre peculiarità, ancora esistenti nel corridoio ecologico del Boscovecchio, dovrebbero essere riproposti unitamente a strutture in legno idonee sia alla riproduzione di rapaci notturni, che all’osservazione della fauna. In presenza delle aree boscate dovrebbe essere favorito anche lo sviluppo del sottobosco, un microsistema ricco di biodiversità dove trovano riparo anfibi e insetti. Il tutto considerando le esperienze già effettuate nella Valle della Buora a Salvaterra o nella golena di Villa d’Adige.
LA DECISIONE Le basi per la rinascita di Boscovecchio erano state gettate poco meno di un anno fa, durante un incontro finalizzato a definire un percorso progettuale per una maggior tutela della golena, area di pregio ambientale ricadente nel Sito di importanza comunitaria “Fiume Adige da Verona a Badia Polesine”, inserito nella Rete Natura 2000 della Regione, dichiarata Zona di protezione speciale a causa della presenza di
L’istituto comprensivo Costa di Rovigo e Fratta ospita una mostra dedicata al Giorno della memoria. Gli studenti della scuola media hanno partecipato numerosi all’iniziativa organizzata dalla dirigenza scolastica in collaborazione con il Comune e il comitato di gestione della biblioteca, con l’apporto dell’associazione Il Fiume di Stienta. “Le leggi razziali”, questo il titolo dato alla mostra documentaria, è a cura del Centro documentazione polesana e sarà visitabile nell’edificio scolastico di viale Vittorio Emanuele fino a domani. Nel corso dell’inaugurazione, si è parlato di nazismo e fasci-
(F.Ros.) A quasi un mese da Natale, è tempo di rimozione per luminarie e addobbi che hanno abbellito il centro storico. Con apposita ordinanza, il comando della Polizia locale ha comunicato che potrebbero esserci disagi nelle strade sulle quali sono state installate le luci delle feste. Le strade del centro che potrebbero essere momentaneamente chiuse per consentire le operazioni di rimozione sono le vie Pinzon, D’Espagnac, San Rocco, Dente, degli Estensi, Carducci, Sant’Alberto, Filippi, San Giovanni, Danieli, Roma, Don Minzoni, Cigno, Monte dei pegni, Piana e XX Settembre. Sono ovviamente coinvolte pure le piazze Marconi, Vittorio Emanuele e Madonna della Salute. La rimozione potrebbe svolgersi in un orario compreso tra le 8 e le 19 a esclusione del mercoledì e del venerdì mattina.
BADIA POLESINE ARCIPRETALE GREMITA PER L’ULTIMO SALUTO A VANNI BETTONI
VILLA D’ADIGE La golena è stata recuperata in passato e l’obiettivo per Boscovecchio è identico, con nuove piante e strutture
specie vegetali e animali di interesse comunitario. Il confronto tra le parti aveva unito volontari, associazioni, agricoltori, enti e rappresentanti dei Comuni di Badia e Masi. Lo forma attuale del sito è la conseguenza dell’intervento umano. L’area golenale, compresa nel tratto da Legnago a Rovigo, era, sino alla fine del XVII secolo, caratterizzata da numerose tortuosità, sulle quali la Repubblica di Venezia intervenne forse già dal 1400. Fu soprattutto nel XVII secolo che le anse fluviali vennero eliminate attraverso la creazione di nuovi canali che nell’arco di alcuni decenni, si sarebbero sostituiti al percorso naturale del fiume creando così nuove zone, utilizzabili oltretutto come bacini di contenimento in caso di piena, che costituiscono le golene. Federico Rossi
Interrogazione di Bartelle in Regione sui contributi per il maltempo negati BADIA - LENDINARA La denuncia del senatore Udc Antonio De Poli circa l’assenza di contributi per il maltempo a Badia e Lendinara, suscita la reazione dei due consiglieri regionali Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Piero Ruzzante di Liberi e uguali. «La decisione del Governo è gravissima e inspiegabile - afferma Bartelle - ho presentato un’interrogazione regionale per chiedere al Governatore Luca Zaia e alla Lega, che governa da vent’anni in Veneto,
quali siano i motivi che hanno impedito il riconoscimento dello stato di emergenza e l’erogazione dei contribuiti che ne consegue». L’interrogazione a risposta immediata è stata presentata ieri. «Ancora una volta - attac-
«ANCORA UNA VOLTA LA LEGA TRADISCE IL POLESINE» Patrizia Bartelle
ca l’esponente di Italia in Comune - la Lega tradisce il territorio del Polesine, dove continua a chiedere voti promettendo attenzione da parte dei governi regionale e nazionale. Questi sono i risultati: zero contributi per i paesi colpiti dai nubifragi del 21 e 22 luglio. Adesso la Lega ci deve spiegare perché». Bartelle chiude tirando in ballo la parlamentare polesana Antonietta Giacometti. “Cosa faceva - è la domanda della consigliere regionale - mentre il suo Governo negava lo stato di emergenza?».
Shoah, una mostra per ricordare gli orrori COSTA DI ROVIGO
BADIA POLESINE VIA LE LUMINARIE, POSSIBILI DISAGI SULLE STRADE
smo, in maniera molto delicata, visto che si aveva a che fare non solo con un pubblico di adulti, ma anche e soprattutto di giovani adolescenti. «Parlare di razze, sterminio e razzismo per far capire che l’umanità non è immune da questo modo di pensare e giudicare, è veramente tanto impegnativo - spiega Chiara Fabian, presidente di Il Fiume - bisogna parlare ai ragazzi della
È OSPITATA DALL’ISTITUTO COMPRENSIVO, CURATA DAL CDP E DALL’ASSOCIAZIONE “IL FIUME”
storia, in modo che tutti riescano a collegare i vari avvenimenti, bisogna smontare i luoghi comuni, bisogna catturare la loro attenzione, bisogna dire tutto quello che serve ma in maniera semplice e non troppo lunga». I ragazzi hanno poi iniziato a fare domande, interessanti e appropriate che si possono collegare al presente, come quando chiedono se esistono ancora i campi di concentramento. «Ebbene, tocca rispondergli che in Libia esistono ancora e le persone vengono trattate come bestie, e anche se il progetto non è quello di farle morire, ma di farle fruttare soldi, tuttavia questo non ci rende migliori dei nazisti o dei fascisti di tutta l’Europa di allora». M.Sca,
PRESENTAZIONE Chiara Fabian spiega l’Olocausto agli studenti
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(F.Ros.) Chiesa gremita per il saluto a Vanni Bettoni. In tanti si sono recati nell’arcipretale per il funerale del 68enne morto sabato sera mentre si trovava sulla pista da ballo del “Tropical” di Lusia. Il parroco don Torfino
Pasqualin, durante l’omelia, ha letto un pensiero della moglie Anna Maria, una lettera toccante che ha emozionato. “Abbiamo trascorso 50 anni insieme ha scritto la vedova - dopo tanto tempo ti sei deciso a cominciare l’avventura del ballo, per farmi contenta. Così come hai sempre fatto. Eri inizialmente dubbioso, ma poi ti sei lasciato andare. Sabato sera con la compagnia della scuola di ballo avevamo deciso di andare al ‘Tropical’, dove 50 anni prima ci eravamo innamorati. Mi hai detto che ero bellissima. Siamo entrati in sala, la pista era vuota e mi hai invitato a ballare. E dopo due o tre giri mi hai guardato e sei scivolato a terra. Il mio mondo in quel momento si è fermato e ora non posso che dirti grazie per la vita trascorsa insieme». Bettoni era stato a lungo responsabile del bar “La rosa del deserto” di via Roma. Aveva anche due figli, Massimiliano e Michele. La morte è sopraggiunta per un malore improvviso che lo ha colto in una serata che come raccontato dalla moglie, avrebbe dovuto essere di spensieratezza e all’insegna dei bei ricordi.
XIV
Occhiobello Polesella
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Polizia locale a “lezione” di incidenti `Sempre
più delicato il compito di eseguire i rilievi dei sinistri POLESELLA
IL CENTRO Occhiobello e Santa Maria Maddalena hanno iniziato ad avere un grande sviluppo con il boom economico degli anni ‘60
Superata quota dodicimila La popolazione continua a crescere `Dal 1961 i residenti sono raddoppiati e il comune resta il quarto in Polesine Gli stranieri sono meno del 10 per cento `
OCCHIOBELLO Cresce ancora la popolazioneo. Di poco rispetto all’anno scorso, ma si conferma un trend che è ormai in chiara controtendenza rispetto a quanto emerge nella stragrande maggioranza dei comuni polesani.
I NUMERI Allo scadere del 31 dicembre, la cifra raggiunta è pari a 12.001 abitanti. Un numero non solo simbolico, dato che si tratta di un leggero aumento rispetto al consuntivo 2017, quando era stato raggiunto il livello di 11.993 persone. La popolazione è ora composta da 6.160 femmine (51,3%) e 5.841 maschi (48,7%). Il saldo naturale, cioè la differenza tra nascite e morti, si è chiuso invece in negativo, a causa di un numero di nuovi nati inferiore rispetto alla media degli ultimi anni, mentre i decessi sono rimasti sostanzialmente invariati. Nel 2018, infatti, si sono registrate solo 75 nascite, quasi in equilibrio tra maschi (38) e femmine (37). Di questi nuovi nati, 19 sono di nazionalità straniera (10 maschi e 9 femmine) e 7 sono stati i parti gemellari. Il numero dei decessi ha raggiunto quo-
ta 102, 48 maschi e 54 femmine, dei quali solo due di nazionalità straniera. Il saldo del movimento naturale nel 2018 ha quindi registrato un passivo di 27 unità.
IMMIGRAZIONE L’incidenza degli stranieri tende ad accentuare il suo peso, anche se in maniera lieve. Le nuove iscrizioni di stranieri sono state pari a 142, mentre i cancellati hanno toccato le 130 unità. Di conseguenza, la popolazione residente con nazionalità diversa da quella italiana, ha raggiunto alla fine del 2018 l’en-
SINDACO Daniele Chiarioni sostiene da sempre le fusioni
tità complessiva di 1.152 individui, pari al 9,6% del totale della popolazione residente, rispetto al 9,4% dell’anno precedente. Tra le diverse nazionalità presenti, i più numerosi si confermano i rumeni (316), seguiti dagli albanesi (183) e dai marocchini (151).
CRESCITA POST ALLUVIONE La crescita demografica di Occhiobello si può far coincidere con il periodo del boom economico degli anni Sessanta. Da allora la città ha recuperato i numeri della popolazione che aveva perduto a seguito degli eventi legati all’alluvione del 1951 e successivamente ha scalato diverse posizioni nella classifica dei territori più numerosi del Polesine. Dal 1961, quindi, la popolazione di Occhiobello è più che raddoppiata, considerato che 6.536 cittadini si sono aggiunti agli abitanti originali, con un incremento che segna il 120% di maggiorazione. In una speciale graduatoria dei comuni più popolosi della provincia, Occhiobello si conferma saldamente nella quarta posizione, conquistata solamente nel 2015. La città alle porte col Ferrarese si colloca dopo Rovigo, Adria, Porto Viro e alle spalle di Occhiobello ven-
gono rispettivamente Lendinara, Badia e Porto Tolle.
FUSIONI L’analisi dei numeri è anche spunto di riflessione sul tema delle aggregazioni tra comuni. «L’ipotetica, e al momento tramontata, fusione di Occhiobello con Stienta, Canaro e Gaiba, avrebbe portato alla costituzione di un nuovo Comune composto da 18.899 abitanti - afferma l’amministrazione - rimanendo nel campo della geografia fantapolitica, un nuovo centro composto assieme a Canaro e Polesella avrebbe un totale di 18.587 residenti. E il possibile coinvolgimento di Fiesso Umbertiano, sempre in triangolazione con Canaro, costituirebbe una nuova realtà di 18.663 cittadini». «In tutte e tre queste ipotesi commenta il sindaco Daniele Chiarioni - il processo di semplificazione amministrativa condurrebbe all’individuazione di un nuovo ente che andrebbe a posizionarsi nella terza posizione demografica, a poca distanza dalla seconda, con la evidente prospettiva di contare di più nel panorama provinciale e nei rapporti con Regione e Stato». Federico Rossi
Partecipazione oltre le aspettative alla giornata di studio gratuita sulla Polizia giudiziaria, attinente all’infortunistica stradale e al rilievo degli incidenti stradali, svoltasi nella sala degli Agostiniani a Polesella. Un centinaio gli agenti e ufficiali partecipanti, provenienti dai vari comandi di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Il corso è stato organizzato da Infocds, Comune di Polesella e Polizia locale associata del Medio Polesine. A fare gli onori di casa è stato il comandante Silvio Trevisan, che ha moderato l’incontro stesso. A seguire i saluti del sindaco Leonardo Raito: «Siamo sempre più convinti che la formazione per la Polizia locale non sia qualcosa di accessorio, in quanto di fondamentale importanza per l’operatività degli agenti. Anche nell’ambito degli incidenti stradali sono sempre più chiamate le Polizie locali a intervenire e la formazione è imprescindibile. Gli agenti di Polizia locale sono obbligati a fare molte più cose rispetto al passato».
stito di ulteriori responsabilità, in funzione delle severe condanne penali e sanzioni accessorie. Per tale motivo l’attività di Polizia giudiziaria e la relativa redazione dei verbali deve essere ineccepibile e inattaccabile. Nella seconda parte del corso si è svolta una prova pratica su strada con la simulazione del rilievo dell’incidente stradale.
RILIEVI FONDAMENTALI L’obiettivo della giornata è stato quello di eliminare la superficialità nei rilievi degli incidenti stradali, per il dovuto rispetto delle persone coinvolte e in considerazione delle severe pene di carattere penale e accessorie di carattere amministrative imposte dalla legge. Sono state anche presentate le proposte degli sponsor, con l’ultimo modello di telelaser Trucam di Eltraff, le innovative tecnologie per la sicurezza di Traffic tecnology, le procedure informatizzate per la verbalizzazione e il rilievo di sinistro direttamente su strada proposte da Incloudteam, le nuove barriere certificate antiintrusione proposte dalla Cross controll, gli apparati di rilievo elettronico di lettura targa e velocità con tecnologia radar di Velocar e il servizio di recupero crediti stranieri EasyServ. Marco Scarazzatti
LA “LEZIONE” Il corso è stato tenuto dall’ufficiale Paolo Costa, responsabile del Settore sicurezza operativa del Comando di Polizia municipale di Piacenza, che ha illustrato la normativa in tema di omicidio stradale e lesioni personali stradali, dove l’organo di polizia è inve-
UN CENTINAIO DI AGENTI SONO ARRIVATI DA TUTTO IL VENETO ALLA SALA AGOSTINIANI
IL CORSO Gli agenti di Polizia locale hanno affrontato il tema dei rilievi degli incidenti alla luce delle nuove leggi
I big della pedagogia italiana ospiti due giorni Una interrogazione a Zaia OCCHIOBELLO Educatori e insegnanti provenienti da tutta Italia si confrontano a Santa Maria Maddalena oggi e domani sulle tematiche e le sfide più attuali nella scuola dei piccoli, asili nido e materne, grazie al Meeting nazionale degli operatori 0-6 anni promosso da Associanimazione, in collaborazione con la rivista Bambini e la cooperativa sociale rodigina Il Raggio verde. La due giorni dedicata ai temi dell’educazione sarà anche l’occasione per insegnanti, famiglie e bambini di partecipare a una serie di eventi, organizzati insieme alla parrocchia di Santa Maria Maddalena e alla scuola dell’infanzia Nanetti. Il teatro Don Gino Tosi, oggi dalle 20.45,
ospiterà l’incontro-spettacolo con Luigi Dal Cin per bambini dai 5 anni in su “Piccoli voti di scuola, piccoli trucchi per difendersi”, mentre domani gli eventi e gli spettacoli dedicati alle famiglie inizieranno alle 14.30. Al teatro Tosi aprirà la serie di appuntamenti l’azione teatrale a cura di Enrico Gentina “Fare inclusione tra scuola, famiglia, servizi, comunità”, con l’intervento del professor Lino Rossi, picologo dell’età evolutiva dell’Istituto universitario salesiano Venezia. Seguiranno alle 16.15 lo spettacolo di Teatro Telaio “Mappe”, alla scuola Nanetti, e alle 17 nel piazzale della chiesa parrocchiale “Artist’in piazza”. Alla Nanetti chiuderà il programma di eventi il laboratorio musicale da zero a 5 anni “Music together”, con Carpemira Ferrara.
TEATRO DON GINO TOSI Ospiterà i convegni con gli esperti
Il valore dell’inclusione sarà il filo conduttore del Meeting nazionale degli operatori 0-6 anni a Santa Maria Maddalena teatrale, che vedrà protagonisti nel programma dedicato a incontri e conferenze docenti universitari, esperti di sociologia, antropologia e arte, insieme a scrittori, attori teatrali, registi, media educatori e filosofi. Tra i nomi più importanti, oltre a quelli già indicati, Andrea Canevaro, Vincenza Pellegrino, Marco Dallari, Giulia Innocenti Malini, Federica Gentile e Luigi Dal Cin. Alle parti convegnistiche saranno affiancati laboratori di pratiche e progettazione per l’inclusione, che vedranno gli educatori lavorare insieme, fianco a fianco, confrontandosi e condividendo esperienze. Nicola Astolfi
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per l’acqua in sala operatoria TRECENTA Anche Patrizia Bartelle è intervenuta in merito al problema idraulico che ha portato alla chiusura precauzionale delle sale operatorie dell’ospedale San Luca. La consigliere regionale ha presentato ieri un’interrogazione a risposta immediata, attraverso la quale chiede alla giunta regionale di verificare con la Ulss 5 le cause del malfunzionamento dell’impianto di condizionamento, che sembra essere il motivo che ha provocato l’infiltrazione d’acqua negli ambienti che ospitano le sale operatorie. L’esponente del gruppo Italia in Comune chiede anche
che venga verificato se sussistano, ed eventualmente a chi siano imputabili, eventuali responsabilità, quali siano l’entità dei danni e i tempi necessari al ripristino delle sale operatorie chiuse. L’interrogazione è stata depositata dalla consigliere Bartelle insieme al collega Piero Ruzzante, appartenente al gruppo Liberi e uguali. Dopo le prime verifiche predisposte dall’Ulss 5, delle sei sale operatorie dell’ospedale altopolesano, quattro sono state immediatamente ripristinate, mentre le altre due lo saranno dopo le opportune verifiche e i successivi interventi che si rendessero necessari. Francesco Romani
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Treviso
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Polveri sottili: la città tra le 10 peggiori d’Italia ` I dati di Legambiente
in due mesi si sono registrati 53 sforamenti IL REPORT
AL LAVORO Dalla Coldiretti la decisione di monitorare l’inquinamento del territorio: attivato un tavolo per soluzioni coordinate
Parola d’ordine: sostenibilità Polveri sottili, erbicidi, inquinamento ` I produttori incontrano il prefetto Le risposte della Coldiretti ai comitati «Saremo noi a monitorare l’ambiente» `
LA TUTELA TREVISO Polveri sottili, uso di erbicidi, inquinamento delle acque: anche i produttori vivono il territorio. «Respiriamo la stessa aria, beviamo la stessa acqua: basta con il proliferare dei comitati. Ora saremo noi ad effettuare il monitoraggio dei luoghi in cui vive ed opera la comunità». Il cambio di passo non è stato immediato, ma è evidente. Anche i coltivatori e tutte le professionalità che operano intorno all’agricoltura e alla viticoltura vogliono affermare il proprio interesse ad operare in un ambiente pulito. Per questo Coldiretti ha scelto di dare vita ad un tavolo dedicato alla sostenibilità ambientale che coinvolge come attori principali Usl, reparto di Oncologia, Consorzi Doc e Docg, Regione Veneto, Prefettura. E che, nelle intenzioni delle associazioni, vuole essere la risposta oggettiva ai diversi comitati spontanei che sensibilizzano il territorio ma a volte rischiano di veicolare informazioni ideologizzate.
TAVOLO DI LAVORO E’ per questo che mercoledì
il Prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, ha trascorso 3 ore in casa Coldiretti ospite della prima riunione ufficiale del Comitato Scientifico. Anche la Prefettura aveva attivato un protocollo sul tema, oggi quel tavolo di lavoro potrebbe saldarsi all’azione Coldiretti. «Stiamo lavorando da alcuni mesi per la sua costituzione al fine di dar vita ad un organismo sopra le parti che possa accompagnare in modo autorevole il processo di sostenibilità in atto – spiega Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – Un comitato scientifico a garanzia dei consumatori e del patto con i produttori in cui crediamo in modo fermo e senza eccezioni di alcun tipo». L’esigenza di un percorso di questo tipo, che ponesse sullo stesso piano produttori e residenti era
GIORGIO POLEGATO: «UN DOSSIER SUI PROCESSI DELLE AZIENDE AGRICOLE A FAVORE DELLA COMUNITÀ»
alta, a giudicare dai soggetti che hanno firmato l’accordo. Nella sede provinciale di Paese al tavolo del Comitato scientifico per la sostenibilità ambientale si sono seduti i rappresentanti di: Regione Veneto, Ulss 2 Marca trevigiana, Camera di commercio di Treviso e Belluno, Crea-Ve, Valoritalia, Fondazione Altre parole onlus, Fondazione di Comunità Sinistra Piave, Condifesa Treviso, Consorzio di tutela Prosecco Doc, Consorzio di Tutela Prosecco docg, IPA Montebelluna, Gal Alta Marca, ITIS Cerletti. Per i prossimi incontri ha dato adesione anche il Corpo Forestale.
OBIETTIVI COMUNI Salute, scuola, associazioni e onlus unite nel comune intento di promuovere un innalzamento costante della qualità della vita nella provincia di Treviso. Perchè produttività non fa sempre rima con inquinamento. Il dossier messo in campo nei diversi incontri verrà poi acquisito a livello regionale. «Nel concreto - prosegue Polegato - il Comitato darà vita ad un lavoro certosino che concretamente vuol arrivare alla compilazio-
ne di un dossier che metta chiarezza sui processi sostenibili delle aziende agricole, su quelli di tutti i comparti produttivi, andando a monitorare eventuali criticità, ma soprattutto promuovendo le buone pratiche e le soluzioni attese dalla comunità. Noi riteniamo che la campagna sia alleata e amica del territorio. Un comitato super partes diventa una guida sicura per tutti. Intanto di sicuro c’è che il tema della sostenibilità è la nostra priorità».
I MONITORAGGI Monitoraggi scientifici giustamente prudenziali ma senza falsi allarmismi: questo chiedono anche le famiglie, disorientate dalla molteplicità di informazioni che arrivano su ambiente e futuro. «Questo comitato sarà patrimonio della comunità – aggiunge Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - La nostra gratitudine va anche a tutte le componenti del nuovo organismo che si sono messe a disposizione per garantire le proprie competenze e professionalità per la sicurezza delle famiglie che vivono e lavorano nella Marca trevigiana». Elena Filini © riproduzione riservata
TREVISO Treviso è nella top ten nazionale. Peccato che per una volta sarebbe stato meglio essere nelle retrovie, se non proprio in fondo alla classifica. La graduatoria in questione è infatti quella delle città d’Italia risultate le più inquinate nel corso del 2018, stilata all’interno di “Mal’Aria di città”, l’ultimo dossier pubblicato da Legambiente. L’incubo del capoluogo della Marca è composto da due parole: polveri sottili. Le famigerate Pm10. L’anno scorso la centralina di Treviso, zona Sant’Agnese, ha registrato lo sforamento del limite dettato dalla legge per 53 giorni. Quasi due mesi.
BOLLINO ROSSO “La campagna “Pm10 ti tengo d’occhio” monitora i superamenti giornalieri delle centraline di fondo e di traffico delle città capoluogo di provincia per ciò che concerne le polveri sottili – si legge nel report – e nel 2018 ha visto 26 città, circa un capoluogo su quattro, oltrepassare il limite quotidiano del Pm10 fissato per legge a 50 microgrammi per metro cubo d’aria, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno”. Treviso ha sforato questo tetto di quasi il 60 per cento. E’ arrivata a 53 giorni di sforamenti. Più di Modena e allo stesso livello di Pavia. Solo dieci città, al netto dei pari merito, sono risultate più inquinate. Il podio è formato da Torino (87 sforamenti), Frosinone (83)
e Lodi (78). Poi c’è Milano (74). Ma per il capoluogo della Marca non è finita qui. Il numero dei giorni da bollino rosso sale addirittura a 116 nel corso del 2018 se oltre alle polveri sottili si prende in considerazione anche il superamento del livello limite giornaliero previsto per l’ozono. In questa classifica Treviso risulta essere la tredicesima città più inquinata d’Italia. Si è fuori dalla top ten. Ma non è che una magra consolazione.
I RILIEVI Nel dettaglio, la centralina di via Lancieri l’anno scorso ha registrato lo sforamento del tetto dell’ozono per 63 giorni. Oltre due mesi. «La classifica riporta i capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina urbana l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute – spiega Legambiente ricapitolando i risultati della campagna “Ozono ti tengo d’occhio” – la legge prevede un numero massimo di 25 giorni all’anno, come media su tre anni, con concentrazioni superiori a 120 microgrammi per metro cubo come media massima giornaliera calcolata su otto ore». Qui Treviso è in 19esima posizione. Con più sforamenti di Pavia, Lucca e anche di Milano. Per fortuna, però, non mancano alcune note positive che fanno ben sperare per il futuro. Il capoluogo della Marca è definito da Legambiente come “amico della bicicletta”. “Più di un cittadino su cinque utilizza preferibilmente la bici per i propri spostamenti”, è la spiegazione data dall’associazione. Assieme a Treviso nella classifica delle due ruote ci cono Bolzano, Pesaro, Ferrara e Reggio Emilia. Mauro Favaro
ARIA IRRESPIRABILE Treviso, secondo i dati di Legambiente, è tra le dieci città più inquinate d’Italia a causa delle polveri sottili
Agevolazioni ai camionisti: «Ma servono nuove leve» L’INCONTRO TREVISO Ogni tanto è anche tempo di buone notizie per il mondo del lavoro italiano: nella giornata di ieri sono state illustrate le grandi novità (e i vantaggi concreti) tratte dalla Legge di Stabilità 2019 e dal nuovo contratto collettivo regionale in materia di autisti. Alla presenza di un nutrito pubblico di addetti ai lavori, nella sede trevigiana della Confartigianato è stato presentato il possibile futuro del lavoro su strada, che solo nel trittico Veneto-Lombardia-Emilia Romagna genera la metà del movimento commerciale del settore. Hanno partecipato al dibattito Vendemiano Sartor e Danilo Vendrame, rispettivamente
presidenti dell’associazione e del gruppo trasporti, con l’appoggio degli interventi di Stefano Garibbo, responsabile area lavoro e contrattuale, e del referente gruppo trasporti Giancarlo Milanese.
sul carburante per il settore autotrasporti, incentivi per gli under 35 desiderosi di intraprendere tale percorso lavorativo, maggior flessibilità in fase di revisione dei mezzi pesanti con possibilità di rivolgersi a centri privati e l’apertura delle Ztl a camion a trazione ibrida ed elettrica.
GLI INVESTIMENTI «Dobbiamo favorire gli investimenti nel settore per rafforzare i collegamenti con il resto del mondo, lavorando sulla difficile situazione in cui versa la mobilità su strada in Italia». Parole preoccupate, ma con uno spiraglio di fiducia nei confronti di ciò che cambierà anche grazie ai nuovi provvedimenti che entreranno in vigore grazie alla Legge di Stabilità 2019: conferma dei 240 milioni di euro adibiti a fondi strutturali, congelamento delle accise
IL RICAMBIO
TRASPORTO SU GOMMA La Legge di Stabilità ha confermato 240 milioni di euro per fondi strutturali, agevolazioni e incentivi
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Questi cambiamenti, soprattutto quelli incentrati sulle figure giovani in introduzione alla professione, vogliono rispondere a un grosso problema sollevato da Vendrame: «Stiamo andando tutti in pensione. Non c’è ricambio generazionale e non basta più nemmeno la manovalanza che attingiamo dall’estero». Formare giovani leve, è questo il vero
futuro del trasporto su gomma. E gli incentivi posti in essere per i neoassunti copriranno il 50% delle spese per l’ottenimento della patente (fino a 1500 euro), mentre altri mille euro arriveranno grazie al nuovo contratto collettivo regionale sottoscritto lo scorso novembre tra Confartigianato e Cgil, Cisl e Uil Veneto. Praticamente una formazione professionale a costo zero, con assunzione garantita. Contratto collettivo che, tra le varie disposizioni tecniche, agirà anche sulle assunzioni a tempo indeterminato, rendendole più semplici rispetto alle norme del Decreto Dignità e con sostanziosi risparmi per i datori di lavoro, sulla nuova soglia dello straordinario a partire dalla 47esima ora. Tommaso Campion
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Economia
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
IL RAPPORTO PADOVA Cresce l’agricoltura in Veneto, trainata dal settore vitivinicolo, bene le esportazioni, calano però gli occupati e la Regione è pronta ad effettuare interventi di sostegno: sono questi i dati più rilevanti presentati ieri mattina nella sede di Veneto Agricoltura, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan. «Nonostante le difficoltà climatiche dello scorso anno il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nel 2018 ha sfiorato i 6,4 miliardi di euro, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente - ha detto Pan -. Siamo vicini al mondo agricolo e per questo abbiamo in programma per il 2019 un intervento sulla barbabietola e sulla cimice asiatica per la difesa fito-sanitaria del comparto orticolo, ma chiediamo al Governo misure che consentano anche la soluzione dei problemi derivanti dalla crescita del numero dei cinghiali, che secondo noi dovrebbero essere contenuti consentendo la caccia per tutto l’arco dell’anno». Da parte sua, il Direttore dell’Agenzia regionale, Alberto Negro, ha evidenziato che la buona performance raggiunta nel 2018 dall’agroalimentare veneto è legata ad una serie di fattori quali, innanzitutto, l’aumento delle quantità prodotte di numerose colture (uva su tutte), mentre l’andamento dei prezzi di mercato ha inciso in maniera positiva sul valore delle colture erbacee e ha influito negativamente sulle coltivazioni legnose e sugli allevamenti.
I NUMERI Le imprese agricole attive in Veneto sono 63.400, un numero ancora in leggero, ma costante calo (-0,7%) e in linea con l’andamento registrato dal settore a livello nazionale, un dato legato al cam-
Agroalimentare veneto primato da 6,4 miliardi
ROVIGO Cantiere Navale Vittoria, l’azienda veneta specializzata nella progettazione e costruzione di imbarcazioni militari, paramilitari, da lavoro e commerciali, debutta nel settore delle unità veloci per il trasporto passeggeri con la realizzazione della prima imbarcazione del tipo Hsc, High Speed Craft. L’unità, ordinata da Navigazione Libera del Golfo srl di Napoli, è stata varata ieri nelle acque del Canal
Annata climatica tutto sommato favorevole per le frutticole, che ha permesso un incremento delle rese e della produzione di mele (+24%) e di kiwi (+46%) anche se al di sotto dei livelli standard considerati normali per le colture. Annata eccezionale per la vitivinicoltura, con la produzione di uva pari a 16,4 milioni di quintali raccolti (+48,9% rispetto al 2017). Il vino prodotto si stima essere pari a quasi 13,4 milioni di ettolitri (+40,1% rispetto al 2017). La superficie vitata regionale è aumentata nel corso del 2018 fino a 94.414 ettari (+3,4%). Continua ad andare a gonfie vele l’export di vino veneto con un valore di esportato, nel periodo gennaio-settembre 2018, di circa 1,58 miliardi di euro.
(-12,5%), mentre i dipendenti agricoli sono diminuiti del -3,3%. Per quanto riguarda il commercio con l’estero dei prodotti agricoli e agroalimentari nei primi tre trimestri del 2018, i risultati sembrano in linea con quelli conseguiti nello stesso periodo nel 2017. In pratica, il saldo negativo della bilancia dei pagamenti è rimasto sostanzialmente invariato a circa 318 milioni di euro.
LE COLTURE
VENDEMMIA Il settore vitivinicolo continua a trainare l’agroalimentare del Veneto
ALBERTO NEGRO, DIRETTORE DI VENETO AGRICOLTURA: «REGISTRATO UN INCREMENTO DELLA PRODUZIONE»
bio generazionale. Anche l’occupazione del settore evidenzia un decremento, il -9,5% rispetto allo stesso periodo del 2017; una perdita in controtendenza rispetto alla media italiana, dove gli addetti sono invece in leggera crescita (+1,1%). In calo soprattutto gli occupati indipendenti
ANNO NERO PER CEREALI E BARBABIETOLE. L’OCCUPAZIONE DEL SETTORE REGISTRA UN -9,5%
`Prima imbarcazione Bianco alla presenza dell’Armato- te sicurezza e confort. «La conse- L’AZIENDA
ARMATORI
PIANTE DA FRUTTA
Nel report 2018 il vitivinicolo fa da traino `Pan: «Ottimi risultati malgrado il clima bene soia e girasole, stabili latte e carne servono azioni contro cimici e cinghiali» `
Cantieri Vittoria: debutto nel “civile” per passeggeri dell’azienda di Adria
chero e del sostegno comunitario accoppiato. L’andamento climatico ha favorito problemi fitosanitari anche per le principali colture orticole che hanno segnato rese negative con diminuzione della produzione per patata e lattuga, in aumento la produzione di radicchio.
re e dei suoi rappresentanti. Il mezzo lungo 56 metri e largo 9 metri è costruito interamente in alluminio ed è ideato per ospitare fino a 700 passeggeri e raggiungere la velocità massima di 29 nodi. La propulsione dell’unità è assicurata da tre motori diesel. Caratteristiche tecniche che coniugano la necessità di garantire condizioni di comfort elevato agli ospiti durante il viaggio e importanti prestazioni in termini di velocità.
LE NOVITÀ La prima unità Hsc di Casa Vittoria è stata costruita sotto la sorveglianza della società di classificazione Rina, che ha conferito la classe più alta, Croce di Malta, sul fron-
gna di questa imbarcazione è per noi motivo di doppio orgoglio - dichiara Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria - da un lato certifica la capacità di portare avanti un percorso di potenziamento, espansione e diversificazione della nostra flotta e dall’altro consente di misurarci con un settore, come quello delle unità veloci per il trasporto passeggeri, finora per noi inesplorato ma altamente competitivo. L’unità è all’avanguardia per qualità dei materiali e dotazione tecnologica, in particolare per quel che riguarda l’isolamento acustico e la gamma di servizi pensati per assicurare il massimo comfort ai passeggeri durante il viaggio».
Cantiere Navale Vittoria è un’azienda che è stata fondata ad Adria (Rovigo) nel 1927 dalla famiglia Duò. Da sempre progetta e realizza imbarcazioni militari, paramilitari da lavoro, commerciali e da trasporto fino a 100 metri di lunghezza. Dalla sua fondazione il Cantiere Navale Vittoria ha costruito oltre 870 unità navali, vedendosi assegnate nel tempo diverse forniture da Guardia costiera italiana, Vigili del fuoco, Guardia di finanza e Marina militare. L’azienda si è aggiudicata inoltre numerose commesse internazionali da Malta, Cipro, Libia, Croazia, Slovenia, Tunisia, Algeria, Russia e Romaniaei trasporti e dei lavori marittimi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Passando alle colture, nei cereali andamento climatico sfavorevole per il grano per le sfavorevoli condizioni meteo che si sono ripercosse nella diminuzione delle rese ad ettaro (-12% per il grano tenero, -10% per il grano duro). È andata meglio per il mais che ha visto un aumento delle rese del 11%, ma il calo degli investimenti del 15% ha comunque comportato una perdita di produzione del 6%. La soia invece segna una resa in aumento del +20% rispetto al 2017, anno particolarmente negativo in termini produttivi, nonostante la cimice asiatica e alcune anomalie dovute al caldo notturno nel mese di agosto. Tutti segni negativi a due cifre per la barbabietola da zucchero (superficie -10%, resa -13%, produzione -21% e prezzo -14%), per la quale si intravede un recupero nel 2019 considerato l’aumento del prezzo internazionale dello zuc-
ZOOTECNICO Stabile il settore zootecnico, con la produzione di latte che tiene, in aumento la produzione di molti formaggi. Veneto, con una media annua pari a 36,05 euro per 100 litri. In aumento le produzioni dei principali formaggi. All’aumento delle macellazioni di capi di allevamenti veneti del +2,7% è corrisposto un andamento leggermente sfavorevole del mercato (-1,5%). Da evidenziare il crollo della produzione di conigli (-22%), di cui il Veneto è leader a livello nazionale. Continua infine la fase di calo della produzione della pesca marittima, che segna un ulteriore -12% rispetto all’anno precedente. Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ferrazzi: «Emendamento per i rifiuti industriali» IMPIANTI VENEZIA «Il tema posto dal mondo delle imprese venete è serio» introduce il veneziano Andrea Ferrazzi, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta Ecomafie e Capogruppo Pd in Commissione Ambiente che ha presentato un emendamento dedicato agli Impianti speciali al Decreto Semplificazione che andrà al voto lunedì in aula al Senato. A lanciare l’allarme era stata Assindustria Veneto che aveva denunciato come «il sistema di gestione dei rifiuti industriali in Veneto sia prossimo al collasso. Filiere
strategiche come meccanica, tessile-calzature, gomma-plastica, legno e cartario sono in affanno per la carenza di impianti in cui smaltire gli scarti di lavorazione». Considerata la carenza di impianti per rifiuti speciali nell’emendamento si chiede «la possibilità che gli impianti per rifiuti pericolosi, così come avviene per i rifiuti urbani, possano operare a pieno carico termico spiega Ferrazzi - al tempo stesso, però, limitando le immissioni inquinanti». Questo comporta che per gli impianti vengano fatti investimenti a tutela dell’ambiente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
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ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Denaro
Lettera
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Min. anno
Max anno
Quantità trattate Generali
FTSE MIB A2a
1,564
-0,29
1,641
688618
2,028
-0,54
Quantità trattate
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Ubi Banca
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-2,04
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Unicredito
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Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
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Italgas
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228633
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9,455 10,415
476731
Leonardo
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-1,69
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2,053 3055205
Mediaset
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1,99
2,758
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146927
Ascopiave B. Ifis
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Banca Mediolanum Banco Bpm
18,115
Mediobanca
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7,890
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Moncler
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0,30
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Brembo
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Buzzi Unicem
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Bper Banca
Intesa Sanpaolo
-0,20
Max anno
20,30
1,15
Azimut H.
1,565
15,350
Min. anno
Unipol
20,31
Atlantia
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
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0,24
18,400
0,44
7,617
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16,847 18,674
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87066
Campari
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Prysmian
Cnh Industrial
8,780
-0,11
7,786
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287930
Recordati
30,17
-1,73
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Enel
5,180
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5,057
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Fca-fiat Chrysler A
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Min. anno
Max anno
Quantità trattate
2,312
2,617
937693
0,78
9,700 10,673
1699310
1,66
3,438
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2,220
622828
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10520
NORDEST 3,210
0,16
16,480
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Carraro
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Cattolica Ass.
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De’ Longhi
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1,00
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Ovs
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1,77
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Stefanel
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Zignago Vetro
5,332
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623
DAL 1887
il Quotidiano
€ 1,20
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del NordEst
ANNO 133- N° 21
VENEZIA MESTRE
Venerdì 25 Gennaio 2019
Venezia Stroncato da infarto choc in vaporetto
Tempo libero Come suona bene quel vecchio vinile A Pordenone la mostra-mercato
Calcio Club più ricchi, la Juve scivola fuori dalla “top 10” E il Real Madrid riconquista il primo posto Liviero a pagina 24
Marchiori a pagina 17
Munaro a pagina VII
www.gazzettino.it
Zaia: la Tav si farà, e fra un mese apre la Pedemontana `E sull’autonomia:
«Si chiude la partita o cade il governo» Angela Pederiva ì all’autonomia e sì alla Tav: secondo i sussurri di Palazzo, sarebbe questo il cambio di passo che Matteo Salvini pretende da Luigi Di Maio, per tenere in piedi l’alleanza tra Lega e Cinquestelle. Due “sì” che Luca Zaia non si limita a bisbigliare, ma afferma anzi ad alta
S
voce, ospite dell’assemblea generale di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. E già che c’è, intervistato da Roberto Papetti direttore del Gazzettino, il governatore ne aggiunge pure un terzo: sì alla Pedemontana, «perché vi annuncio che finalmente i privati si sono messi d’accordo e tra quattro settimane sarà aperto il primo tratto». L’agenda della Regione è fitta di scadenze. «Il 15 febbraio – ricorda Zaia – è la deadline per chiudere quella che definirei la roadshow tra i ministeri. Segue a pagina 5
Il caso
Brugnaro: ho ascoltato il governatore, a Venezia niente tassa di sbarco ai veneti La tassa di sbarco non si applicherà ai Veneti. Lo ha assicurato ieri in due occasioni il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ribadendo che «Venezia è la capitale del Veneto». Ha accolto così l’invito pubblico del governatore Zaia. Il sindaco l’aveva detto ieri mattina all’incontro con i rap-
presentanti di Confcommercio dell’Unione metropolitana di Venezia. Brugnaro l’ha poi ripetuto di fronte agli imprenditori riuniti al porto turistico della Marittima a Venezia per l’assemblea generale annuale di Confindustria Venezia e Rovigo. Trevisan a pagina 5
Diciotti, il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a procedere. E il voto imbarazza il M5s
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Il commento
Il blitz mette alla prova l’autonomia delle toghe Carlo Nordio a decisione del Tribunale dei ministri di Catania di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini arriva inattesa, perché, dopo la motivata richiesta di archiviazione della locale Procura e l’assenza di fatti nuovi, la questione sembrava, almeno giuridicamente, risolta. Ora invece viene riaperta nel modo più incerto perché le sottostanti problematiche giuridiche sono complesse, e nel momento (...) Segue a pagina 27
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Il miracolo di Alex, il trapianto è riuscito
INCONTRO Zaia con Marinese
Processo a Salvini, sfida in Senato Il tribunale dei ministri di Catania chiede di processare Salvini per la vicenda di nave Diciotti. La procura aveva chiesto l’archiviazione. «Sono colpevole, ma non si cambia. La politica sui migranti non la fanno i giudici», dice il ministro. Ma sul voto della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama c’è imbarazzo nel M5s. Una pattuglia di senatori si è già dichiarata favorevole all’autorizzazione ricordando quanto stabilito nel programma del Movimento. Il problema per Di Maio è che Salvini ne fa una questione politica: «Se come ministro dell’Interno non posso mettere in atto ciò che insieme abbiamo stabilito nel contratto di governo, si crea un precedente pericoloso». Intanto si apre un nuovo caso Sea Watch in navigazione verso Lampedusa a causa di un ciclone. Per Salvini, è una «ennesima provocazione». Errante e Conti alle pagine 2 e 3
La storia
Il mistero. Per chiarire i dubbi il pm ha dato 60 giorni a due esperti
Caso Sissy, pistola e pc al microscopio IL GIALLO Due consulenti per chiarire i misteri sulla morte dell’agente Sissy. Munaro a pagina 10
GUARIGIONE Alex, salvato da un trapianto di midollo
Mauro Evangelisti lex è un bimbo di 22 mesi che finalmente uscirà dalla camera isolata dell’ospedale Bambino Gesù e potrà vedere il sole. «Aspettiamo che si alzino le temperature - racconta il padre Paolo, 40 anni - e poi per la prima volta lo porteremo in un parco, qui a Roma. Quando sarà grande ad Alex chiederò di non fare nessuna marachella, altrimenti, visto che ora abbiamo lo stesso Dna, verranno a cercare me». Sì, perché Paolo ha donato il midollo osseo al figlio, salvandogli la vita. Alex è Alessandro Maria Montresor, il piccolo affetto da una rarissima malatia genetica, che ha commosso tutta l’Italia e che ha provocato una reazione di generosità perché a migliaia sono corsi a donare il midollo osseo. Ci furono lunghe code in tutta Italia, ma alla fine il donatore non compatibile non si è trovato. Ma un intervento, con una tecnica innovativa al Bambino Gesù, ha consentito di ricorrere alla donazione di uno dei genitori (...) Segue a pagina 11
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Prosecco e Scrovegni, nomination Unesco La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito a sorpresa. Passano all’unanimità “Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene” per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. Filini a pagina 13
L’intervista
Lino Banfi: «All’Unesco sosterrò il Prosecco ma per quelli come me serve il “Prograsso”» on mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco, Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sosterrà le due candidature ve-
«N RAPPRESENTANTE Lino Banfi, all’Unesco per l’Italia
nete Unesco? «Eh si, con grande convinzione. Anche se il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, servito in ogni ristorante del mondo... quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto. E posso fare una richiesta ai viticoltori veneti? Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello vorrei il pro-grasso...». Filini a pagina 13
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Nordest
INFLUENZA, NUMERI RECORD L’influenza in Veneto ha già raggiunto 138mila persone, 36.200 nell’ultima settimana. Il dato emerge dal quinto rapporto epidemiologico della Regione Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Il Veneto rilancia: doppietta all’Unesco Il Consiglio direttivo ha accolto le due candidature avanzate: ` Zaia: «Un risultato importante che mi rende orgoglioso Colline del prosecco nel 2019, Padova e i suoi affreschi nel 2020 e ci qualifica come territorio dalle tante unicità culturali» `
LE LOCALITÀ VENEZIA Chi lo considerava un mero passaggio tecnico non aveva fatto bene i conti. La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito che gli addetti ai lavori non ritengono affatto scontato. Passano all’unanimità Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. La doppia candidatura è un obiettivo di prestigio per la Regione Veneto e amplia, grazie all’iscrizione nella World Heritage List dell’Unesco le potenzialità economiche e turistiche di una regione che ambisce ad accrescere il suo appeal (grazie anche al marchio the land of Venice) ben oltre Venezia. «Nel 2019 le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene, nel 2020 la Cappella degli Scrovegni: dal Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco esce un risultato che mi rende particolarmente orgoglioso e felice: ben due candidature venete andranno a Parigi - afferma Luca Zaia -. Ora, pancia a terra e avanti verso un duplice obiettivo che ci qualifica e, spero ci qualificherà, come territorio dalle tante unicità culturali».
IL NUOVO TESTO Se “Padova e Giotto” rappresenta una positiva novità, è su
LE DUE PROPOSTE INVIATE A PARIGI PER CONCORRERE A DIVENTARE PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
La scheda /1
La scheda /2
Paesaggio Conegliano-Valdobbiadene La «città dipinta» tra Giotto e il Santo TREVISO Le colline del Prosecco che sono candidate ad entrare a far parte del Patrimonio dell’umanità Unesco, sono le verdi terre della Docg, comprese tra Conegliano e Valdobbiadene, passando per Colle Umberto, Tarzo, Refrontolo, Solighetto, Farra di Soligo. Si tratta delle terre storicamente legate alla coltura, e alla cultura, della vite e del vino denominato Prosecco: e che nei secoli sono state plasmate dalle vigne e dalle cantine, arrivando ad
essere un paesaggio culturale unico, figlio dei vini che da secoli si fanno in questi territori: la Docg Conegliano-Valdobbiadene, la Docg Superiore di Cartizze, la Doc Refrontolo Passito, le due Doc Colli di Conegliano Bianco e Rosso. Qui la viticoltura è attestata sin dalla più remota antichità. Nel 1574 a Conegliano fu realizzata una fontana da cui sgorgava l’allegro bianco dei Colli, e già nel 1754 compare il nome di Prosecco.
PADOVA Fu il miglior affare di Enrico Scrovegni, nobilomo e “banchiere” padovano del Trecento. Affidata alla mano di Giotto, la cui presenza è documentata nel cantiere nei primi decenni del Trecento, la Cappella dove ancor oggi il corpo di Enrico riposa è celebrata in tutto il mondo come uno dei capolavori dell’arte occidentale. Ma insieme alla Cappella degli Scrovegni, Padova candida al Patrimonio Unesco altri sette siti nel centro storico,
che ne fanno un caso unico nella storia della pittura. Sono il duecentesco Palazzo della Ragione, con la sala pensile più grande del mondo, la Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, la cappella della Reggia carrarese, il Battistero della cattedrale, l’oratorio di San Giorgio e quello di San Michele, e infine la Basilica di sant’Antonio, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.
Treviso che gli occhi sono puntati. L’aspettativa è molta e il Governatore sottolinea il superlavoro dei tecnici. «Ringrazio tutti gli esperti e gli enti che, per conto del Veneto, hanno seguito e istruito i dossier che, in particolare per quanto riguarda le colline di Conegliano Valdobbiadene, arriverà a Parigi rafforzato dall’accoglimento e sviluppo delle ulteriori raccomandazioni che Icomos aveva avanzato». Se la novità riguarda il balzo in avanti di Padova, l’esito sul prosecco fa tirare un sospiro di sollievo. «Il consiglio direttivo – si legge in una nota della Commissione italiana – ha stabilito che la candidatura delle “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, che il Comitato del Patrimonio Mondiale nell’agosto del 2018 aveva rinviato allo Stato proponente con alcune raccomandazioni al fine di migliorare il dossier di candidatura, è pronta per essere nuovamente sottoposta alla valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale 2019». L’esito positivo è dipeso in larga parte dalla riscrittura integrale del dossier a cura di Mauro Agnoletti, nuovo presidente del comitato scientifico, e del suo staff. Questa mattina il capo di gabinetto Fabio Gazzabin consegnerà il dossier originale alla segreteria dell’Unesco e una copia alla direzione Icomos. «Abbiamo atteso l’esito in silenzio perché vi era anche la possibilità che la commissione nazionale decidesse, dopo il rinvio di Abu Dhabi, di attendere un anno prima di ripromuovere le colline della Docg - ammette il presidente Innocente Nardi Oggi abbiamo la consapevolezza di aver compiuto un passo decisivo verso il riconoscimento». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMPLETAMENTE RISCRITTO IL DOSSIER SU TREVISO CHE ERA STATO IN PRECEDENZA RESPINTO
Banfi: «Fiero dell’incarico, sostengo Treviso e Padova» L’INTERVISTA «Non mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco: Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Luigi Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo fatto di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sorridere, insomma, potrebbe non bastare. Pasquale Zagaria, alias Lino Banfi, alias Oronzo Canà dalla fiction sta planando in un universo meraviglioso, ma esigente. Un giorno dopo la sua nomina, càpita il primo atto ufficiale con la ratifica dei tre siti italiani che a Parigi concorreranno
al titolo di Patrimonio dell’Umanità. «Non posso e non voglio entrare nel merito di dossier che non conosco» ripete l’attore. Sì, ma il prosecco lo beve però. «Altroché, e mi piace da pazzi». È ancora felice della nomina alla luce delle polemiche? «Felicissimo. Ora sto barricato a casa, ma una cosa la voglio dire: sosterrò i prodotti italiani e l’Italia del sapore». Nel caso del prosecco è un’affermazione confortante. «Ma il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, in ogni ristorante del mondo viene proposto come aperitivo. Lo trovo buonissimo, giovane, fresco. Dobbiamo riuscirci quest’anno, perché è un prodotto di valore e di successo. Ma posso fa-
re una richiesta ai viticoltori veneti?»
tizzato». Prosecco o champagne? «Sono due filosofie diverse. Il prosecco quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto»
Prego... «Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello e vorrei il pro-grasso. Magari due pianticine tanto per cominciare: un piccolo vitigno dedicato a chi ama le bollicine ma è un po’ sovrappeso. Sennò mi sento ghet-
«BUONO IL PRO-SECCO MA PER QUELLI CICCIOTTELLI COME ME BISOGNEREBBE FARE IL PRO-GRASSO»
Come commissario Unesco cosa le piacerebbe promuovere? «I gemellaggi alimentari tra Nord e Sud: le orecchiette con i ravioli, le olive taggiasche con le olive leccesi: magari una bella campagna con la foto mia e di Giovanni Rana. Io tengo i ravioli, lui le orecchiette. E scriviamo solo: due primi buoni».
L’ATTORE Lino Banfi
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Quale altro prodotto veneto le piace? «Il radicchio. Anni fa ho ricevuto il premio Radicchio D’oro, ricordo di aver fatto un itinerario a
Treviso. Ci tenevo perché una vostra grande artista lirica, Toti Dal Monte, ha sposato un tenore del mio paese, Canosa, Enzo De Muro Lomanto». Anche Padova è in corsa, con la cappella degli Scrovegni. «A Padova sono stato un paio di volte. Una città che dà una bella lezione di civiltà con la sua pulizia». Promette che sosterrà le due candidature venete Unesco? «Eh sì, con grande convinzione. Il Veneto ci insegna tante cose, anche come i comici possano fare cultura. Penso al mio grande amico Lino Toffolo: non solo un talento della risata, ma un grande attore». e.fil. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Economia
«IL DECRETO LEGGE SU CARIGE FAVORISCE IL RISANAMENTO DELLA BANCA» Anna Genovese Presidente vicario Consob
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
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«Zona franca tra Venezia e Rovigo per 2,4 miliardi di investimenti» Confindustria chiede all’esecutivo di sbloccare Marinese: «Potremmo creare un posto di lavoro ogni l’attuazione della “Zona Economica Speciale” 320mila euro impegnati. Ma la scadenza è a fine anno» `
L’ASSEMBLEA VENEZIA Il conto alla rovescia scorre inesorabilmente sul maxi-schermo allestito alla Stazione Marittima: 341 giorni, 5 ore, 25 minuti, 59 secondi (58, 57, 56...). È il tempo che manca al 31 dicembre 2019, scadenza fissata dalla normativa europea per l’attivazione di agevolazioni e supporti alle aziende di specifiche aree, ricomprese in un’unica Zona economica speciale. E così diventa inevitabilmente Zes la parola d’ordine dell’assemblea di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo, determinata attraverso il presidente Vincenzo Marinese a dimostrare che davvero «il futuro è nelle nostre mani» come recita il titolo dell’evento, proponendo un piano industriale basato sull’idea che valorizzando 385 ettari di aree industriali attualmente improduttive collocate fra le due province, sia possibile generare 26.600 nuovi posti di lavoro e 2,4 miliardi di investimenti: ossigeno puro, nella ventata di recessione che va spirando.
LA PROPOSTA Illustrata nei dettagli tecnici da Marco Daviddi dell’advisor EY, la proposta riguarda i siti in cui «si potrebbe incentivare l’investimento d’impresa, conceden-
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do crediti d’imposta, esenzioni e riduzioni sui contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori, il tutto insieme a semplificazioni amministrative che rendano meno burocratica l’acquisizione delle autorizzazioni necessarie agli insediamenti produttivi». Traduce Marinese: «Potrebbe essere creato un posto di lavoro ogni 320.000 euro impegnati. Abbiamo stimato che l’importo necessario per coprire gli incentivi dello Stato è solo di 250 milioni di euro che, dal secondo anno, potrebbero sviluppare un gettito quattro volte superiore. Anche dal solo punto di vista del ritorno economico non esiste investimento con una tale redditività». I tempi però stringono, come ricorda il countdown: affinché la Regione possa attuare la Zes, bisogna che il Governo la istituisca con un provvedimento entro fine anno: «Come dire domani mattina», chiosa il numero uno degli Industriali veneziani e polesani.
IL RALLENTAMENTO Già, l’esecutivo. «Bisogna chiedersi – dice Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria – quali sono i fini che il Governo si pone dopo la manovra economica. È evidentemente utile aprire un dibattito all’interno del Paese ed è opportuno che il Governo abbia un piano per non
IN SALA La platea degli imprenditori di Venezia e Rovigo riuniti ieri all’assise di Confindustria
ricorrere al deficit, ma aprire cantieri che creino nuovi posti di lavoro. C’è un rallentamento dell’economia globale e occorrono misure competitive: bisogna rimettere al centro il lavoro come obiettivo del Paese». E la Zes può essere una delle leve su cui agire: «La proposta avanzata è nello spirito di Confindustria: quello di fare proposte nell’interesse della comunità e dello sviluppo del Paese. Venezia è lo specchio dell’Italia e questo progetto ha un impatto sull’economia reale». Ma secondo Carlo Bo-
nomi, leader di Assolombarda, la previsione governativa di crescita dell’1,5% è ottimistica: «L’auspicio sarebbe di crescere anche del 2%, saremmo tutti contenti, purtroppo i numeri non stanno dando questa proiezione. Noi speriamo che si possa crescere dell’1,5%, ma è poco verosimile che si possa farlo in questo momento, con questa manovra, con questi interventi. Se mettiamo in campo dei nuovi strumenti e ridiamo fiducia agli imprenditori, può anche essere che raggiungiamo questo obiettivo, ma lo dob-
biamo fare subito». Ma questo territorio ha la forza di rimettersi in piedi, come evidenzia Renzo Simonato direttore di Intesa San Paolo per il Nordest: «Nei primi nove mesi dello scorso anno abbiamo erogato credito a medio e lungo termine per 5,2 miliardi e riportato in bonis da incaglio 1.750 aziende. Ben venga il piano industriale per Venezia Metropolitana, prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area». Angela Pederiva
VENEZIA La sala al padiglione 103 del Venezia Terminal Passeggeri è gremita fino alle ultime file. Tutta imprenditoria, zero politica: al di là dei rappresentanti delle istituzioni (il sindaco Luigi Brugnaro, il governatore Luca Zaia, l’euro-presidente Antonio Tajani, tutti invitati ad intervenire dal palco), non c’è sfilata dei partiti alla Marittima, per quella che è sì l’assemblea generale della Confindustria territoriale, ma anche la vetrina del piano industriale per Venezia Metropolitana. Soprattutto non è presente alcun esponente del Governo gialloverde, un’assenza che inevitabilmente fa rumore, visti i chiassosi precedenti sull’asse imprese-esecutivo.
IL DIALOGO In qualità di padrone di casa,
il leader confindustriale Vincenzo Marinese parla con garbo e ironia: «Mi sembra che il ministro Di Maio in questo momento, per ragioni sue che posso anche condividere, sia più concentrato su altre iniziative. Vedo con piacere che gira l’Italia e l’Europa in macchina... Quando si vorrà confrontare con le proposte dell’industria, noi saremo ben felici di farlo. Non lo dico con spirito critico, ma costruttivo». Ma è possibile un dialogo sempre a distanza, sempre mediato da giornali e televisioni? «Il dialogo per definizione viene da due parti, uno parla e l’altro risponde, fino a quando si trova la sintesi – risponde Marinese. – Ovvio che sarebbe preferibile un contatto personale, ma non lo chiede il presidente Boccia o il presidente Marinese, lo chiede una classe produttiva importante, che porta 40 miliardi di attivo
nell’export a questo Paese, la cui produzione di fatto è la linfa vitale del nostro bilancio. Se il ministro sente tre imprenditori e dice che gli imprenditori vogliono una cosa, magari si sbaglia: conviene che si confronti con chi è stato scelto dagli imprenditori». Ma il presidente di Venezia-Rovigo non vuole farne una questione pentaleghista, per questo a proposito della Zona economia speciale, chiama in causa anche le responsabilità del centrosinistra: «Attualmente la legge italiana con-
TAJANI: «NON SERVE URLARE IN EUROPA, MEGLIO UNA COALIZIONE TRA IL FRONTE DEL SUD E I PAESI DELL’EST PER CAMBIARE GLI EQUILIBRI»
sente le Zes soltanto per le Regioni del Sud Italia. Il Governo precedente non ha voluto dare la possibilità di istituire le Zes al Nord, poiché concesse al Sud. Come se in questo Paese ci fosse un problema del Sud e del Nord o come se non fossimo tutti italiani. Come se non dovessimo fare squadra o come se avessimo tutti obiettivi diversi».
LA GUERRA La battaglia invece dev’essere combattuta da tutti, sottolinea l’azzurro Tajani, presidente del Parlamento Europeo: «L’Italia oggi dichiara guerra al mondo intero però è isolata. Non serve urlare, non serve fare dichiarazioni roboanti, ma serve contare di più al tavolo della politica e del confronto internazionale. Invece di parlare io organizzerei una coalizione del fronte del Sud che si può alleare al fronte dell’Est per andare poi
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Alitalia, così Fs punta a farla decollare con tre soci IL PIANO ROMA Trenta giorni ancora. Il cda delle Fs ha ottenuto un altro mese di tempo per mettere a punto la proposta destinata a offrire una chance di salvezza ad Alitalia: nuovi soci, nuovo progetto, dimensione globale. Dopo che mercoledì Lufthansa si è di fatto autoesclusa dalla gara, ribadendo di non avere alcuna intenzione di entrare in minoranza nel capitale della compagnia italiana e soprattutto non in partnership con il governo, alle Fs non resta che accelerare la trattativa con Delta Airlines che ha preteso e ottenuto di coinvolgere anche Air France-Klm, puntando soprattutto sulla componente olandese. Di là delle questioni di governance tuttora sul tavolo degli advisor - sebbene sia implicito che l’amministratore delegato della compagnia sarà espressione della maggioranza italiana mentre la guida operativa affidata agli americani restano alcuni nodi non proprio semplici da sciogliere. A cominciare dagli esuberi che, sebbene in numero decisamente minore rispetto alle pretese dei tedeschi, sono comunque un tema sul quale un punto fermo non è ancora stato trovato.
LA CRESCITA
a trattare con Francia e Germania per una Europa più equilibrata. È un grande mercato dove le imprese italiane esportano 250 miliardi di euro e un valore così alto significa che la nostra economia ha bisogno del mercato interno europeo». Il governatore Zaia cerca di stemperare la polemica: «È fondamentale ascoltare i territori, questa è la base di ogni forma di governo. Per quel che mi riguarda, gli imprenditori e i cittadini sono tutti ascoltati». A.Pe.
E se sui piani di crescita interna e di sviluppo globale le posizioni sono assai più vicine rispetto ai tagli drastici proposti da Lufthansa, ancora non sono chiari i pesi azionari. Assodato che Delta e AF-Klm avranno insieme il 40%, l’idea che Fs disponga del 20 o anche del 30% e il resto sia in mano a una cordata disomogenea lascia perplessi se l’obiettivo è di una partecipazione-presidio del sistema Paese. Di qui l’idea maturata in ambito governativo che Fs debba possedere almeno una quota pari a quella dei soci industriali, ovvero il 40%. Il resto sarà nelle mani del Tesoro, che avrebbe già deciso di convertire una parte (fino al 15%) del prestito-ponte da 900 milioni, e di qualche partecipata dello Stato sinergica all’attività della compagnia. Ma qual è la situazione attuale dei conti Alitalia? Posto che è opinione unanime che la gestione commissariale sia stata inappuntabile, i risultati dell’esercizio 2018 ne sono la prova ultima. I ricavi, in crescita per il secondo anno consecutivo e a parità di flotta, si sono incrementati del 6,9% superando abbondantemente 3 miliardi. Notevole il balzo delle vendite digitali, cresciute del 18,2% (del 27,6% rispetto al 2016). Naturalmente il bilancio chiude ancora in rosso, ma con una perdita dimezzata (154 milioni contro 312 nel 2017) e ridotta a un terzo rispetto al 2016. o.d.p.
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L’assenza del governo all’assemblea Gli industriali: «Concentrati su altro» IL RETROSCENA
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EUROPARLAMENTO Antonio Tajani
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Jesolo San Donà
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Nuovo ospedale, tocca ai sindaci Accolta la richiesta del primo cittadino di Musile, ` Il presidente Andrea Tamai annuncia che verrà Silvia Susanna, a pronunciarsi sulla struttura convocata al più presto la conferenza Sanità `
Caso foibe L’Anpi pensa di uscire da Assoarma JESOLO
SAN DONÀ Il tema dell’ospedale nuovo sarà trattato nella Conferenza dei sindaci sulla Sanità tra due settimane. Ad attivarsi è stata la sindaca di Musile Silvia Susanna che ieri ha inviato una specifica richiesta per avviare una valutazione sulla nuova struttura, accolta dal presidente della Conferenza Andrea Tamai, che garantisce: «tra due settimane sarà affrontato questo argomento».
IL PROGETTO Il progetto del nuovo ospedale è stato rilanciato di recente dal direttore generale dell’Ulss 4 Carlo Bramezza che ha invitato i sindaci a decidere sulla questione. Tra le ipotesi si è parlato di Caposile o Passarella, un punto equidistante per un ospedale che andrebbe a sostituire le strutture di San Donà e Jesolo. Susanna ieri mattina con una lettera ha presentato una richiesta formale per discutere della struttura e del futuro della sanità in Conferenza, dopo le esortazioni della deputata leghista Ketty Fogliani e del consigliere regionale Fabiano Barbisan (lista Zaia) pubblicate ieri sul Gazzettino. «Tramite la stampa locale – scrive Susanna - ho potuto apprezzare la disponibilità economica dell’Ulss 4 per la realizzazione di un nuovo ospedale. Ritengo che questo tema debba essere affrontato con urgenza in sede di Conferenza dei sindaci. Chiedo sia convocata per parlare in modo serio di questa opportunità per il territorio». Susanna, dunque, ha rotto gli indugi, per prima, «poiché - spiega su questo argomento tutti gli altri sindaci erano fermi. In passato questa opportunità non è stata colta, quando si parlava di ospedale unico del Veneto orientale.
LA DISCUSSIONE Ma le problematiche di allora sono state superate, è chiaro che non sarà eliminato il presidio di Portogruaro. Nonostante siano stati fatti numerosi investimenti e interventi, serve un nuovo ospedale per San Donà. La stes-
L’OPERA DOVRÁ SOSTITUIRE I NOSOCOMI DI JESOLO E SAN DONÁ SI TRATTA DI INDIVIDUARE LA ZONA IN CUI COSTRUIRLA
IN PENSIONE Il vecchio ospedale di San Donà di Piave dovrebbe essere sostituito da una nuova più efficiente struttura
sa ubicazione in centro città risponde ad esigenze esistenti in passato, quando il traffico era minore. Anche i parcheggi sono insufficienti, spesso si fa fatica a trovare posto. Servono strutture moderne da raggiungere in modo agevole, per questo l’argomento va affrontato quanto prima». L’incontro, dunque, verrà convocato dal presidente Tamai. «Avevamo parlato della questione lunedì scorso – precisa Tamai – con l’organo esecutivo della Conferenza composto dai sindaci Mirco Mestre di Eraclea, Maria Teresa Senatore di Portogruaro, Ada Toffolon di Annone Veneto, per San Donà era presente la vicesindaca Silvia Lasfanti. Viste le voci circolate tutti hanno concordato sull’opportunità di affrontare la questione nella prossima riunione, che sarà convocata a breve. In questi giorni sto contattando i sindaci della zona, per arrivare preparati e poterci esprimere sul tema in maniera più completa». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Con la semplificazione amministrativa certificati e documenti rapidi e gratuiti JESOLO Prosegue l’ azione di semplificazione amministrativa. La giunta ha approvato l’eliminazione dei diritti di segreteria che si applicano a certificati, documenti ed atti pubblici per il cui rilascio, fino ad oggi, era previsto da parte dei cittadini il pagamento di diritti, tasse o contributi. Tra i provvedimenti interessati dal procedimento ci sono atti di notorietà, nulla osta, nonché stati di famiglia e autenticazione di firme sia in carta semplice che soggetti ad imposte di bollo. In questo modo i cittadini potranno beneficiare di una riduzione nei tempi d’attesa per ottenere i documenti richiesti, assieme ad un risparmio economico legato all’abolizione dei costi che saranno variabili in
base al tipo di documento richiesto. I riscontri positivi non mancheranno nemmeno per gli uffici comunali che saranno in grado di migliorare la qualità del servizio erogato al cittadino, eliminando l’appesantimento burocratico dovuto, ad esempio, alla rendicontazione delle riscossioni. «La decisione di attuare questo ulteriore passaggio di semplificazione - spiega l’assessore ai Servizi demografici, Flavia Pastò
- guarda prima di tutto ai nostri cittadini e ad offrire loro un servizio più snello: è stato introdotto un modo più semplice per ottenere certificati, documenti e atti con un occhio anche ai costi. Per l’amministrazione pubblica, significa strizzare l’occhio alla riduzione della burocrazia a un miglioramento delle attività del personale. Tradotto significa servizi più semplici e più risparmio». Giuseppe Babbo
LA GIUNTA HA APPROVATO L’ELIMINAZIONE DEI DIRITTI DI SEGRETERIA SUGLI ATTI PUBBLICI
«I pennelli a mare in pineta bloccati dalla Regione» JESOLO «La realizzazione dei pennelli a mare in pineta non dipende dal Comune, ma è un intervento legato all’accordo tra Regione e i privati». Sviluppo urbanistico sempre in primo piano. Soprattutto dopo che il capogruppo della Lega Alberto Carli ha messo in discussione i tanti interventi avviati negli ultimi anni, confrontando i benefici pubblici ottenuti rispetto a quelli delle precedenti amministrazioni. Nel mirino anche il tanto atteso intervento di realizzazione dei quattro nuovi pennelli a mare nel tratto di spiaggia antistante la pineta, più volte annunciato ma non ancora avviato. «Il consigliere Carli dovrebbe sapere – risponde il sinda-
co Valerio Zoggia – che noi ci siamo fatti promotori di questa iniziativa che potrà essere attuata solo quando verrà formalizzato l’accordo tra la Regione e i privati. Speravamo che i tempi fossero più brevi, ma la Regione ha voluto avviare un nuovo accordo e richiedere una Valutazione di impatto ambientale. Ci auguriamo che l’opera possa essere avviata entro alcuni mesi». Per quanto riguarda i benefici pubblici ottenuti dal 2012 ad oggi, da quando l’attuale Amministrazione governa la città, il sindaco ha previsto che gli interventi avviati hanno permesso di ottenere opere pubbliche e benefici per un totale di 15 milioni di euro. «Circa un milione e 500 mila euro derivano dal progetto nell’ex colonia Stella Maris – dice sempre Zoggia - che
porterà al rifacimento della viabilità di quasi un chilometro di via Levantina compresa una pista ciclabile e la sistemazione del parcheggio e della viabilità fronte ospedale. Negli ultimi anni sono diminuiti i grandi interventi di riqualificazione degli “anni d’oro” ricordati da Carli: se vuole trovare la vera causa, vada a chiedere lumi alla Regione. La gran parte dei cantieri aperti in città, sono
IL SINDACO ZOGGIA REPLICA A CARLI, CAPOGRUPPO DELLA LEGA, SULLE QUESTIONI URBANISTICHE
SPIAGGIA Il litorale antistante la pineta di Jesolo
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infatti legati al Piano Casa, strumento introdotto dalla Regione che, pur incentivando gli investimenti con premi volumetrici, non prevede il beneficio pubblico. In città ci sono tanti cantieri dai quali il Comune non può ottenere alcunché. In Regione è in corso la revisione dello strumento». «Per quanto riguarda piazza Trieste – aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Otello Bergamo il progetto, proposto da chi ha guidato la città qualche anno fa è naufragato. Noi ci siamo impegnati con una nuova proposta di riqualificazione che non ha potuto essere sviluppata perché uno dei soggetti privati coinvolti nel piano, ha sfruttato le norme regionali del Piano Casa che non prevedono beneficio pubblico». G.Bab.
Monumento ai Martiri delle Foibe, ancora nessun accordo sulla targa da apporre sulla statua. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e la rimozione della targa che indicava “1920-1945”, inizialmente concordata da tutte le 11 associazioni aderenti ad AssoArma, la riunione di mercoledì sera non ha dato esito positivo. «Non c’è ancora nessun accordo – spiega Roberto Ambrosin, presidente dell’Anpi di Jesolo – ci sono alcune proposte che devono essere nuovamente valutate, anche da parte dell’artista che ha realizzato l’opera e per questo lunedì prossimo è stato convocato un nuovo incontro. Valuteremo la situazione, per quanto ci riguarda stiamo pensando di uscire da AssoArma, l’iniziale targa era stata condivisa da tutti, poi qualcuno ha inspiegabilmente cambiato idea». Il monumento verrà inaugurato il 10 febbraio, ma intanto a gettare ulteriore benzina sul fuoco ci pensa Alberto D’Andrea, responsabile del Pci Venezia: «Questa vicenda vede contrapposti Anpi, AssoArma e lo scultore - dice – noi non ci troviamo d’accordo con nessuno dei tre, come non ci troviamo d’accordo con la ricorrenza del “Giorno del ricordo” che ha avuto il senso di recuperare un concetto legato al revisionismo storico. Tutti i morti meritano il rispetto di chi resta e ognuno ha combattuto in nome di un ideale in cui credeva, ma la storia dice altro: invitiamo perciò le istituzioni jesolane a studiare la storia vera». G.Bab.
Jesolo Lavori socialmente utili, 7 nuovi assunti Sostegno alle persone in difficoltà attraverso programmi di inserimento in attività utili alla collettività. È il progetto “Lavori più utili per sé e la città”, promosso dalla Regione, che offre ai Comuni la possibilità di assumere fino a quindici persone svantaggiate da impiegare per iniziative di pubblica utilità con contratti della durata di sei mesi per venti ore settimanali. Il Comune di Jesolo si è attivato individuando sette persone cui assegnare l’attività di controllo del quartiere, suddivisa per tutte le frazioni. I cittadini sono stati assunti a partire dallo scorso 17 dicembre da parte di due cooperative sociali e tra le mansioni rientrano la segnalazione al servizio sociale di anomalie come lampioni non funzionanti, marciapiedi sconnessi, presenze di situazioni di disturbo e schiamazzi, eventualmente riscontrate nelle zone. Una volta comunicate, le anomalie sono trasmesse agli uffici di competenza con l’obiettivo di risolvere il problema. I sette operatori sono attivi dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, con possibili variazioni di orario in base alle necessità e sono riconoscibili per il giaccone giallo fosforescente che indossano con il relativo cartello di riferimento. G.Bab.
II
Primo Piano
Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
L’assemblea di Confindustria IL CONFRONTO MESTRE Il sindaco Luigi Brugnaro dice che da sempre il suo motto è quello del titolo dell’assemblea annuale di Confindustria tenutasi ieri al terminal 103 di Marittima: «Il futuro è nelle nostre mani. Anzi nelle nostre e soprattutto in quelle dei giovani ai quali dico di restare a Porto Marghera, a Mestre, a Venezia, sarà la città che darà le migliori performance nel prossimo futuro». Ieri il primo cittadino di Venezia e della Città metropolitana è intervenuto dopo il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese che l’aveva ringraziato per l’aiuto e gli aveva assicurato il pieno appoggio nell’organizzazione del Salone Nautico che finalmente torna in una sede degna, all’Arsenale. Con Brugnaro c’erano il governatore del Veneto Luca Zaia, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, i presidenti di Assolombarda Carlo Bonomi e Veneto Matteo Zoppas, il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia e il direttore regionale Veneto Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, Renzo Simonato che ha elogiato il Piano industriale di Confindustria Venezia e Rovigo: «È un progetto importante anche perché mette a sistema i diversi attori del territorio prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area. Intesa Sanpaolo svolgerà il proprio ruolo di banca per l’economia reale, sostenendo progetti che prevedono crescita e occupazione».
L’”IMPRESA” COMUNE Il sindaco ha detto agli imprenditori giunti da ogni parte del territorio che il Comune di Venezia, al pari di quel che stanno facendo gli industriali, sta sviluppando un lavoro enorme, ricordando la riduzione del debito consolidato da 800 a 740 milioni di euro (efficientando il Comune e le società partecipate) che permetterà dal 2019 di ridurre la Tari ai cittadini e soprattutto ai negozi di vicinato che sono un presidio di sicurezza importante
RENZO SIMONATO (INTESA SAN PAOLO): «SIAMO PRONTI A SOSTENERE PROGETTI DI CRESCITA E OCCUPAZIONE»
IL CONVEGNO MARTELLAGO L’asse europeo per Marghera e il tema migranti: fermezza sì ma anche solidarietà tenendo conto delle nostre radici cristiane. Al convegno di ieri a Ca’ della Nave sulla “Europa che verrà” promosso da Politic@Informazione (oltre 300 persone in platea tra cui tanti politici), i due protagonisti più attesi, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, e il sindaco metropolitano Luigi Brungaro arrivano alla fine, “reduci” dall’assemblea di Confindustria. E il secondo attacca subito con un annuncio. «Si è parlato di una Zona Economica speciale, un investimento di 2,4 miliardi incentrato su Marghera e Rovigo, e Tajani su Marghera ci sta aiutando nei tavoli europei» ha esordito “l’europeista convinto” Brugnaro che poi, tra i vari, ha affrontato il tema dell’immigrazione, «che non è ineluttabile. I flussi vanno gestiti (il sindaco è per il blocco navale, ndr). È anche una questione di sicurezza e politica industriale perché, se non si è sicuri, non si
CONFINDUSTRIA I partecipanti all’assemblea e, sotto, un momento del dibattito moderato dal direttore del Gazzettino, Roberto Papetti
Sebastiano Casellati/Fotoattualità
Patto per lo sviluppo con banche e imprese Il sindaco: «Venezia sarà la città che darà più garanzie di progressi in futuro Ai giovani dico di crederci, vogliamo sviluppare aree a vocazione industriale» `
del territorio. «Tutto questo, assieme alla lotta al degrado, fa il paio con il rilancio economico della città: le fabbriche si sono messe in moto, l’Eni ha convertito la sua raffineria in bioraffineria costruendosi la possibilità di sfruttare l’olio fritto, uno dei maggiori inquinanti del mare, per produrre un additivo al combustibile, la Pilkington ha riaperto il suo stabilimento». A Confindustria ha detto che si devono «ascoltare sempre più i corpi intermedi della società e quindi anche gli imprenditori, difendendo il lavoro e rendendo efficiente la macchina dello Stato. Noi, per esempio, la burocrazia l’abbiamo già snellita a Venezia: avevamo 3.200 dipendenti, ora sono 2.700, tra cui 200 vigili
neo assunti».
VENEZIA SI MERITA LA ZES Sul Piano industriale e in particolare sulla richiesta al Governo di istituire una Zes, Zona economica speciale nell’area metropolitana, Brugnaro ha dato il pieno sostegno del Comune, e al Governo ha mandato a dire che, riguardo alla Zes, «è un nostro diritto sviluppare aree che sono prettamente di natura industriale e portuale. È un diritto di Venezia mettersi in moto e dei veneziani metropolitani avere un lavoro e un futuro per i giovani, e credo che ci verrà riconosciuto. D’altro canto i numeri stanno dimostrando che grandi investimenti si sono messi in moto, altri arriveranno e altri ancora sono alla finestra per capire cosa
La politica Il confronto a Martellago
Brugnaro e l’asse europeo con Tajani «Ci sta aiutando nei tavoli importanti» può pensare di attrarre investimenti». Ed è stato proprio questo l’argomento forse più sviluppato nell’intervento di Tajani. «L’Europa serve a tutelare i cittadini quando Stato, Regione o sindaci non sono in grado di farlo – ha premesso il presidente - Immigrazione, terrorismo, protezione delle frontiere e delle nostre produ-
IL DIBATTITO ORGANIZZATO A CA’ DELLA NAVE DA POLITIC@INFORMAZIONE TRA I TEMI TRATTATI ANCHE L’IMMIGRAZIONE
zioni dalla concorrenza sleale, penso ai prodotti cinesi, il lavoro: sono questioni che non possiamo affrontare da soli. Certo l’Europa deve essere diversa, a cominciare dalla gestione dei flussi migratori: nel 2050 in Africa ci saranno due miliardi e mezzo di abitanti, non possiamo accoglierli tutti. Dobbiamo fare in modo che possano vivere nelle loro terre». Tajani propone un piano Marshall di aiuti da parte dell’Europa di 50 miliardi dal 2021 al 2027 e pensa anche a una redistribuzione interna dei migranti, vedi in Angola, e a partnership con le nostre imprese, «ma non è una forma di neo-colonialismo». Tajani infatti ha battuto molto anche su sussidiarietà e solidarietà. «L’Europa
MARTELLAGO Il confronto tra Luigi Brugnaro, Antonio Tajani e il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini
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sta avvenendo. Il porto sta andando benissimo e lo stiamo facendo con la nostra dignità e il nostro orgoglio, passo dopo passo. Abbiamo combattuto due guerre mondiali per difendere la libertà e la democrazia liberale e continueremo ad essere un presidio inflessibile». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
«I GRANDI INVESTIMENTI SI SONO MESSI IN MOTO, ALTRI NE ARRIVERANNO IL PORTO VA BENE» ha garantito la pace, la libertà e al centro c’è sempre la persona. Anche sull’immigrazione occorre una linea della fermezza, ma non possiamo dimenticare che queste persone non fuggono dalle galere ma da violenze e guerre. Le radici dell’Europa sono cristiane, è la “croce” il comune denominatore di tutte le città europee: non possiamo andare in chiesa, batterci il petto, e poi rifiutarci di accogliere i siriani che fuggono dall’Isis». In conclusione, Tajani ammette che «l’Europa va cambiata, ma bisogna crederci: la Brexit stessa dimostra quanto sia dannoso uscire dall’Europa, alla Gran Bretagna senza accordo costerà il 9,3% del Pil. Allo stesso modo uscire dall’euro per l’Italia significherebbe un indebolimento enorme» ha concluso il presidente, sintetizzando la serata pro-Europa di Martellago, che ha visto anche gli interventi dei presidenti delle Acli nazionale, Roberto Rossini, e della neonata associazione organizzatrice, l’ex vicesindaco di casa Marco Garbin. Con relativi appelli al voto di maggio. (n.der.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL 1887
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del NordEst
ANNO 133- N° 21
VENEZIA MESTRE
Venerdì 25 Gennaio 2019
Venezia Stroncato da infarto choc in vaporetto
Tempo libero Come suona bene quel vecchio vinile A Pordenone la mostra-mercato
Calcio Club più ricchi, la Juve scivola fuori dalla “top 10” E il Real Madrid riconquista il primo posto Liviero a pagina 24
Marchiori a pagina 17
Munaro a pagina VII
www.gazzettino.it
Zaia: la Tav si farà, e fra un mese apre la Pedemontana `E sull’autonomia:
«Si chiude la partita o cade il governo» Angela Pederiva ì all’autonomia e sì alla Tav: secondo i sussurri di Palazzo, sarebbe questo il cambio di passo che Matteo Salvini pretende da Luigi Di Maio, per tenere in piedi l’alleanza tra Lega e Cinquestelle. Due “sì” che Luca Zaia non si limita a bisbigliare, ma afferma anzi ad alta
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voce, ospite dell’assemblea generale di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. E già che c’è, intervistato da Roberto Papetti direttore del Gazzettino, il governatore ne aggiunge pure un terzo: sì alla Pedemontana, «perché vi annuncio che finalmente i privati si sono messi d’accordo e tra quattro settimane sarà aperto il primo tratto». L’agenda della Regione è fitta di scadenze. «Il 15 febbraio – ricorda Zaia – è la deadline per chiudere quella che definirei la roadshow tra i ministeri. Segue a pagina 5
Il caso
Brugnaro: ho ascoltato il governatore, a Venezia niente tassa di sbarco ai veneti La tassa di sbarco non si applicherà ai Veneti. Lo ha assicurato ieri in due occasioni il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ribadendo che «Venezia è la capitale del Veneto». Ha accolto così l’invito pubblico del governatore Zaia. Il sindaco l’aveva detto ieri mattina all’incontro con i rap-
presentanti di Confcommercio dell’Unione metropolitana di Venezia. Brugnaro l’ha poi ripetuto di fronte agli imprenditori riuniti al porto turistico della Marittima a Venezia per l’assemblea generale annuale di Confindustria Venezia e Rovigo. Trevisan a pagina 5
Diciotti, il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a procedere. E il voto imbarazza il M5s
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Il commento
Il blitz mette alla prova l’autonomia delle toghe Carlo Nordio a decisione del Tribunale dei ministri di Catania di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini arriva inattesa, perché, dopo la motivata richiesta di archiviazione della locale Procura e l’assenza di fatti nuovi, la questione sembrava, almeno giuridicamente, risolta. Ora invece viene riaperta nel modo più incerto perché le sottostanti problematiche giuridiche sono complesse, e nel momento (...) Segue a pagina 27
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Il miracolo di Alex, il trapianto è riuscito
INCONTRO Zaia con Marinese
Processo a Salvini, sfida in Senato Il tribunale dei ministri di Catania chiede di processare Salvini per la vicenda di nave Diciotti. La procura aveva chiesto l’archiviazione. «Sono colpevole, ma non si cambia. La politica sui migranti non la fanno i giudici», dice il ministro. Ma sul voto della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama c’è imbarazzo nel M5s. Una pattuglia di senatori si è già dichiarata favorevole all’autorizzazione ricordando quanto stabilito nel programma del Movimento. Il problema per Di Maio è che Salvini ne fa una questione politica: «Se come ministro dell’Interno non posso mettere in atto ciò che insieme abbiamo stabilito nel contratto di governo, si crea un precedente pericoloso». Intanto si apre un nuovo caso Sea Watch in navigazione verso Lampedusa a causa di un ciclone. Per Salvini, è una «ennesima provocazione». Errante e Conti alle pagine 2 e 3
La storia
Il mistero. Per chiarire i dubbi il pm ha dato 60 giorni a due esperti
Caso Sissy, pistola e pc al microscopio IL GIALLO Due consulenti per chiarire i misteri sulla morte dell’agente Sissy. Munaro a pagina 10
GUARIGIONE Alex, salvato da un trapianto di midollo
Mauro Evangelisti lex è un bimbo di 22 mesi che finalmente uscirà dalla camera isolata dell’ospedale Bambino Gesù e potrà vedere il sole. «Aspettiamo che si alzino le temperature - racconta il padre Paolo, 40 anni - e poi per la prima volta lo porteremo in un parco, qui a Roma. Quando sarà grande ad Alex chiederò di non fare nessuna marachella, altrimenti, visto che ora abbiamo lo stesso Dna, verranno a cercare me». Sì, perché Paolo ha donato il midollo osseo al figlio, salvandogli la vita. Alex è Alessandro Maria Montresor, il piccolo affetto da una rarissima malatia genetica, che ha commosso tutta l’Italia e che ha provocato una reazione di generosità perché a migliaia sono corsi a donare il midollo osseo. Ci furono lunghe code in tutta Italia, ma alla fine il donatore non compatibile non si è trovato. Ma un intervento, con una tecnica innovativa al Bambino Gesù, ha consentito di ricorrere alla donazione di uno dei genitori (...) Segue a pagina 11
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Prosecco e Scrovegni, nomination Unesco La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito a sorpresa. Passano all’unanimità “Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene” per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. Filini a pagina 13
L’intervista
Lino Banfi: «All’Unesco sosterrò il Prosecco ma per quelli come me serve il “Prograsso”» on mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco, Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sosterrà le due candidature ve-
«N RAPPRESENTANTE Lino Banfi, all’Unesco per l’Italia
nete Unesco? «Eh si, con grande convinzione. Anche se il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, servito in ogni ristorante del mondo... quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto. E posso fare una richiesta ai viticoltori veneti? Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello vorrei il pro-grasso...». Filini a pagina 13
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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CULTURA & SOCIETÀ Il premio
I testimoni della condivisione nel tempo dei nazionalismi Il Nonino celebra a Percoto Applebaum e Prenz voci molto lontane da un mondo che si divide in enclave Sergio Frigo Come al solito il Premio Nonino va in direzione ostinata e contraria, per citare Fabrizio De André, di cui si è appena commemorata la scomparsa. Il mondo torna a dividersi in enclave sempre più piccole, ossessionate dalla purezza identitaria e dall’interesse particulare? Ecco che la giuria del prestigioso premio in programma sabato a Percoto (Ud) – quest’anno orfana di due componenti storici come Ermanno Olmi e V. S. Naipaul – estrae dal cappello due nomi che più lontani non potrebbero essere da queste istanze, la giornalista polacco-americana Anne Applebaum e lo scrittore jugo–italo–argentino Juan Octavio Prenz, le cui stesse biografie sono una smentita vivente di ogni tentazione sovranista-localista. Assieme a loro sabato riceverà il Risit d’Aur il viticoltore friulano di minoranza slovena Damijan Podversic, nato a Gorizia nel 1967 e da sempre impegnato nella valorizzazione della Ribolla gialla e nel recupero alla viticoltura di terreni abbandonati. “Anne Applebaum è una delle più grandi testimoni morali del nostro tempo –
scrive la giuria – e una fra i più importanti intellettuali pubblici internazionali”.
messo in guardia sulla disinformazione on line diffusa in particolare dalla Russia e dalle forze razziste e populiste.
TESTIMONE MORALE
Storica e giornalista, nata 54 anni fa a Washington da famiglia ebrea, naturalizzata polacca e sposata col politico e scrittore polacco Radoslaw Sikorski, è autrice di opere fondamentali sulla storia dei totalitarismi nel XX secolo e sulla rinascita del nazionalismo e del populismo nel XXI, come il libro “Gulag: Storia
Il monito: «La paura dell’altro ha sempre portato a grandi tragedie» dei campi di concentramento sovietici”, che le è valso il Premio Pulitzer. In un recente articolo sul Washington Post – uno dei prestigiosi giornali sui quali scrive o ha scritto – ha invitato i leader mondiali riuniti a Parigi per commemorare la fine della Grande Guerra a “non permettere ai nazionalismi di impossessarsi del patriottismo”; in altri articoli recenti ha reso omaggio ai tanti giornalisti uccisi per aver svelato verità sgradite al potere oppure ha
Protagonisti
L’UOMO CON LE ALI
Juan Octavio Prenz è nato invece a Ensenada (Argentina) nel 1932, da genitori istriani, ma nel 1975 ha dovuto lasciare il paese per ragioni politiche, trasferendosi dapprima a Belgrado e poi, dal 1979, a Trieste. In questi giorni La nave di Teseo sta mandando in libreria “Figure di Prua”, una raccolta di liriche e il romanzo di sapore kafkiano “Il signor Kreck”, ambientato ai tempi della dittatura; fra le altre sue opere pubblicate in Italia “Solo gli alberi hanno radici” mutua il titolo da una frase con cui Prenz è solito rispondere a chi lo incita a definire unilateralmente la sua identità: «Se una facile metafora fa dell’uomo un essere con radici, perché non pensarlo con le ali? Perché non pensare, cioè, che l’identità possa anche definirsi in funzione di un futuro da condividere, piuttosto che di un passato da contemplare? Come un progetto di comunità concepita all’insegna della giustizia e dell’eguaglianza, piuttosto che un percorso di separazione?». Eppure, ovunque sembra
Lo scrittore la giornalista e il difensore della Ribolla In alto Juan Octavio Prenz, Premio Internazionale Nonino 2019; a sinistra Anne Applebaum, Premio Nonino a “Un maestro del nostro tempo». Sotto, Damijan Podversic, riceverà il Risit d’Aur.
prevalere nei popoli la volontà di dividersi e di arroccarsi. «Sono le insicurezze che portano la gente ad attaccarsi alle cose più elementari e conosciute, come il legame con le proprie origini» dice. «Ma la paura dell’altro, il rifiuto del confronto, oltre a renderci impossibile il riconoscersi come noi stessi, hanno sempre portato a grandi tragedie». Come si districa allora una persona con la sua storia e le sue idee nel conflitto tipico della modernità fra aspirazione alla libertà individuale e
la fondazione
Veneto Film Commission la Regione nomina il cda Bacialli è il presidente editoria
L’arte vista dagli indipendenti Dall’1 al 3 febbraio torna a Bologna Fruit Exhibition, il market internazionale dell’editoria d’arte indipendente che raccoglie le più interessanti pubblicazioni cartacee e digitali (libri d’artista, cataloghi, progetti grafici, riviste, cartotecnica). Si terrà , a Palazzo Isolani, 100 i partecipanti. L’evento è aperto al pubblico.
Il giornalista Luigi Bacialli è stato nominato presidente della Veneto Film Commission, la fondazione istituita poco più di un anno fa con il compito di attrarre e facilitare la produzione di opere cinematografiche, televisive e audiovisive nel territorio regionale. La ha annunciato l’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari. Il board è composto, oltre che da Ba-
cialli, dal consulente editoriale Giacomo Brunoro, dalla responsabile di Rai Movie Cecilia Valmarana, dall’imprenditore Vittorio Dalle Ore e dalla ricercatrice dell’Università di Padova Giulia Lavarone; revisore dei conti è Massimo Venturato. Sostenuta dalla Regione e aperta alla partecipazione di camere di commercio, imprenditori privati e istituzioni
appartenenza ad una comunità, di per sé condizionante? «In questa dialettica, che investe anche il diritto individuale e la sicurezza collettiva, individuo un concetto chiave nella responsabilità: anche la libertà deve essere circoscritta entro determinati limiti, e in ogni circostanza siamo chiamati a scegliere secondo questo criterio, tenendo presente anche che certe volte a una maggiore libertà corrisponde anche una maggiore solitudine». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
locali, la commissione dovrà promuovere il patrimonio storico e paesaggistico, le risorse professionali e le imprese del Veneto che operano nel settore del cinema e dell’audiovisivo e assicurare accoglienza e supporto gratuito alle produzioni italiane e estere. «Il cinema, le fiction televisive e, più in generale, gli audiovisivia» commenta Corazzari « rappresentano un eccezionale veicolo di promozione culturale nonché turistica di un territorio. Il Veneto è stato e continuerà ad essere un set ideale e poliedrico per accogliere il meglio della produzione filmica nazionale e internazionale. Con queste nomine si potrà finalmente mettere in moto la macchina regionale della Film Commis-
sion che offrirà assistenza gratuita e supporto logistico alle imprese produttrici, aiuterà la filiera delle nostre imprese a fare rete e sosterrà i nostri territori nel diventare set ancora più attrattivi». La fondazione è retta dal cda composto da cinque membri nominati dalla Giunta regionale, all’interno dei quali la Giunta ha scelto il presidente. Ai bandi aperti nel maggio scorso per selezionare amministratori e revisori dei conti della Commissione hanno concorso rispettivamente 40 e 24 candidati. Il budget di 5 milioni di euro per la realizzazione di produzioni cinematografiche in Veneto è stato reperito grazie ai fondi della Programmazione Por Fesr 2014-2020. —
PRIMO PIANO
VENERDÌ 25 GENNAIO 2019 LA NUOVA
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L’assemblea di Confindustria il presidente boccia
«Venezia specchio del Paese con proposte concrete» Crescita, sviluppo e occupazione: «La sfida è con i Paesi extra europei» Bono (Fincantieri): «Mancano persone, la bassa demografia è un problema»
Nicola Brillo VENEZIA. «Venezia diventa lo specchio del Paese con proposte concrete su come rilanciare l’area di Porto Marghera con crescita, sviluppo ed occupazione, è questo lo spirito di Confindustria, fare proposte concrete per lo sviluppo del territorio: la proposta di Venezia è la nostra». Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, ieri a Venezia era ospite all’assemblea generale della territoriale di Venezia e Rovigo al Terminal Passeggeri. «L’Italia sta registrando un rallentamento dell’economia del Paese, che va ricompensata con l’immediata apertura dei cantieri delle grandi opere, utilizzando risorse già stanziate», ha proseguito Boccia. «Per il rapporto tra Italia-Francia serve una diplomazia economica all’altezza: la sfida non è tra Paesi europei, ma extra europei». Il tema cruciale è quello dell’Europa, luogo ideale per discutere con le grandi potenze economiche come Usa e Cina, evitando «l’alibi della questione europea, per non risolvere le questioni italiane». Poi la discussione si sposta sull’autonomia per il Veneto: «È un percorso positivo, purché elemento di maggiore competitività. La clausola di supremazia rimane determinante in certi ambiti, come quello dell’energia, per cui l’autonomia va vista all’interno della questione italiana». Il presidente di Confindustria ricorda che «occorre evitare di costruire nuovi centralismi, e l’autonomia non deve essere merce di scambio che porti a non avere provvedimenti a favore dell’economia reale del Paese». Tra le critiche di Boc-
La platea all’assemblea, con Boccia e Marinese; sotto, Tajani con Zaia
FOTO INTERPRESS
cia al Governo le recenti misure introdotte contro 14 modelli di auto prodotte in Italia e la manovra economica «potenzialmente recessiva». Nella tavola rotonda Giuseppe Bono, presidente di Fincantieri, ricorda l’importanza del fattore umano per le aziende e la demografia piatta che sta vivendo il Veneto è una delle maggiori preoccupazioni: «Mancano le persone, se continua la bassa demografia, l’Italia ha un problema, per chi fa un’impresa è un argomento importante, è la questione principale». Bono appoggia Marinese nella proposta della Zes: «Dobbiamo concentrarci sul core business del
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territorio, serve un’alta specializzazione per vincere le sfide della globalizzazione». Un tema dell’assemblea è il nuovo triangolo economico Milano-Venezia-Bologna. Esiste una fabbrica diffusa tra Lombardia, Veneto ed Emilia, dove siamo stati capaci di sviluppare i fattori abilitanti dei diversi territori», dichiara Carlo Bonomi, presidente Assolombarda. Dobbiamo guardare alle “big cities” mondiali, che si sviluppano attorno a grandi competenze umane. Purtroppo il Paese parla di declino, io da imprenditore non li accetto, sono fuori dal nostro vocabolario. Dobbiamo investire sulla nostra storia,
lo sviluppo delle grandi aree e una nuova infrastruttura amministrativa». Bonomi appoggia la “Zes” di Marinese: «Questo piano industriale indica il futuro del proprio territorio» Per Renzo Simonato, direttore Veneto-Friuli-Trentino di Intesa Sanpaolo, «il piano industriale per Venezia metropolitana è un progetto importante perché mette a sistema i diversi attori del territorio prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area. Intesa Sanpaolo svolgerà il proprio ruolo di banca per l’economia reale, sostenendo progetti che prevedono crescita e occupazione». —
il presidente della regione
Zaia: «Ecco un piano vincente per Porto Marghera» Il sindaco Brugnaro: «È un diritto dei cittadini avere un lavoro, i giovani veneziani restino qui, nasceranno nuove opportunità tecnologicamente avanzate» VENEZIA. «Venezia è una delle città più belle del mondo, non solo per vivere, ma anche per fare impresa, per la sua storia e la sua tecnologia». Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è uno degli ospiti dell’assemblea generale di Confindustria Venezia-Rovigo, al Terminal Passeggeri di Venezia. «È un di-
ritto dei veneziani metropolitani avere un lavoro, la proposta di Confindustria verrà riconosciuta dall’Italia e dall’Europa: investitori sono pronti a venire, altri hanno dichiarato la disponibilità», spiega Brugnaro. «Dico ai giovani veneziani di rimanere, qui nasceranno nuove opportunità economiche tecnologicamente avanzate in tema ambientale e non solo. Porto Marghera sta già lavorando in questo senso, si stanno mettendo in moto». A fianco di Confindustria Venezia-Rovigo per la realizza-
zione della zona economica speciale c’è la Regione Veneto. «Il piano promosso da Confindustria è interessante», spiega Luca Zaia, presidente della Regione, «entra a pieno titolo nelle nostre proposte per Porto Marghera, porterà qui investimenti e posti di lavoro». Poi una risposta a Boccia sulle competenze regionali richieste dell’energia: «Rispetto le opinioni di tutti, ma fa regola la Costituzione che elenca 23 materie, e noi chiediamo che ci siano tutte. In caso contrario, non firmerò. E anzi credo
che a quel punto sarebbe più semplice chiedere la modifica della Costituzione». «Noi vogliamo l’autonomia e questa sta prendendo forma come confermano, non ultime, le parole del ministro Stefani», sottolinea ancora Zaia. «E parlo volentieri anche ai cittadini del Sud: se oggi sono in difficoltà, la colpa è di qualche amministratore che non ha governato bene e non di chi oggi chiede l’autonomia». Zaia poi scommette sulla vittoria di Milano-Cortina per organizzare le olimpiadi invernali del
2026. Sulla nave Diciotti, invece, difende il ministro i degli Interni: «Salvini ha fatto il ministro e non il delinquente. Non ha commesso reati e mi sorprende che ci sia questo accanimento». Il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, è a Venezia, ma con l’attenzione anche alla questione del Venezuela. «Il presidente Juan Guaidó è l'unico interlocutore istituzionale in Venezuela perché è colui che gode della legittimità democratica», commenta Tajani, «sono in contatto con lui e
stiamo seguendo da vicino gli eventi in Venezuela». Poi, critiche al decreto di cittadinanza: «Quei 5 miliardi, meglio investirli per pagare i contributi dei giovani, per politiche a favore dei neoassunti oppure a sostegno degli espulsi dal mondo del lavoro». «La “Zes” a Venezia è un’opportunità che il governo deve approvare», conclude Tajani, « l’occupazione creata al nord farà bene a tutta l’Italia, anche ai giovani del Sud. È un’opportunità da cogliere assolutamente». — Nicola Brillo