Piccole storie

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MARTINA BUZIO

Piccole storie


Di questo volume sono state stampate duecento copie numerate da 1 al 200. Firenze, 14 settembre 2015

n.

/200

Due


I testi che accompagnano le opere raccolte in questo libro sono di Luciano Marcelli.

Tre



MARTINA BUZIO 17 - 29 ottobre 2015 Gruppo Donatello - Firenze

Piccole storie

“E gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti e gli enormi

flutti del mare, le vaste correnti dei fiumi, e il giro dell’Oceano, e le rotazioni degli astri, e non si curano di se stessi.”

[da Sant’Agostino, Confessioni libro X 8.15]

Cinque


7 su 7

Quando passa nei giorni di calma (come il mio respiro), quando avanza immobile nell’ora rosata (come il mio cerchietto), puntuale nelle giornate serene (come certe volte il mio cuore), il fumaiolo senza un filo (come la mia veste senza pieghe). Quando tutto è in bilico eppure procede (come ogni vita): allora la vedo meglio. Meglio non posso, perchĂŠ non ci sono lenti per le mie retine, medicine per il mio cuore, sostegno per le mie gambe. 7 giorni su 7 aspetto di vederla e lei passa. 7 giorni su 7 aspetto la vita e lei passa. E siamo a giovedĂŹ.

Sei


Sette


Nell’acqua della baia

Gli aveva detto male questa volta a Nicco. Gli si era annebbiata la vista e il cervello. Gli pareva che una manta avesse saltato come un delfino. Gli sembrava di aver sempre lottato. Gli risultava che nessun uomo l’avesse mai vinto, sul ring o fuori, che nessuna donna l’avesse addomesticato, che nessun disastro l’avesse sconfitto. Gli scocciava di trovarsi in ammollo, ascella su un bidone, testa china di lato, braccia appena vive e gambe flaccide. Gli bruciava una tempia, come dopo un colpo e anche lo zigomo. Non capiva se questa volta se la sarebbe cavata e intanto faceva giorno.

Otto


Nove


Elbana

La 18 ha preso il posto della 16; la 17 si è rimpicciolita; dalla 11 alla 16 sono avanzate disciplinate rimanendo cuccioli di dalmata, tranne la 12 che è diventata una pecorella; la 9 e la 10 si sono unite e hanno formato l’Elbana, come chiamo sempre la più grossa, che oggi è un delfino gigantesco. La 8, che era un ferro da stiro, è diventata un ombrello senza manico e la 7 è passata da frisbee a pastiglia della nonna. Dalla 1 alla 6 sono uscite dal riquadro della finestra. I miei minuti sono finiti e tocca a Michele.

Dieci


Undici


Camargue

Grani grossi, spuma, vento a settanta chilometri, luce che acceca, terrapieni, l’amore accanto, il mondo a portata. Visita agli stagni, saline a distesa nell’aria pulita e accanto il mio amore. Chi mangia, chi fischia, sui cinque sedili; io guido, l’amore mio di fianco. Un belvedere, poi una rocca, il giorno seguente lungo un canale: sempre saline e per mano il mio tesoro, con i capelli che profumano di aria, i denti grandi e bianchi come i grani più grossi, le labbra saporite più rosa della salina più bella. Si è fasciata di una veste bianca e i seni poderosi sussultano.

Dodici


Tredici


Pesci rossi

In principio eravamo terra, ora siamo pesci. Un tempo mosci, ci siamo induriti. Siamo nati crudi e poi migliorati in forno. Grigi in origine, siamo qua, divenuti rossi. Adoriamo la Mano che clemente ci ha plasmato, veneriamo l’Occhio che vigile l’ha diretta e siamo devoti al Pensiero che oculato Mano e Occhio guida. Verrà un giorno in cui terra torneremo. Nel frattempo saremo stati giudicati; ripetutamente trasportati, esposti e giudicati. Siamo nati senza peccato, viviamo senza errore e periremo in pace. Ciò che ci accade non ci riguarda e semplicemente stiamo, come Pensiero comanda, Occhio vigila e Mano dispone.

Quattordici


Quindici


memoria porto cittadella spiaggia porto lapislazzuli scintille braci tizzoni proiettati colorati congelati decollati indaco agosto calma immobili strada cittadina tornando arazzi cortine corpi pomate calca granelli vento spruzzi solleone attesi rinforzi sudest pronti decollo pericolo ombrelli memoria babbo (bruno) intercettato decollato bambino protetto chi interrogativo quando decenni dove interrogativo

Ombrelli

stempiato bruno (babbo) decenni calvo presente calvo discendente ignari rinforzi incuranti rinforzi rassegnati cinetica colorata congelata animata rilassata obiettivo sensore oculare scatto stadio solido cinetica animata rilassata colorata congelata elaborato composto stampato memoria congelata chi cinque quando settimane dove camarga pedale cono gelato pedale tornando rinforzi sudest attesi mancati tranquilli ombrelli

Sedici


Diciassette


Opere

Pag. sette - Nave digitale, carta fotografica su pannello, 50 x 70 Pag. nove - L’Êtranger terracotta dipinta, 35 x 40 x 30 Pag. undici - Elba digitale, carta fotografica su pannello, 80 x 80 Pag. tredici - Camargue digitale, carta fotografica su pannello, 80 x 80 Pag. quindici - Pesce terracotta smaltata e vetro, 20 x 25 x 25 Pag. diciassette - Ombrelli digitale, carta fotografica su pannello, 65 x 70

Diciotto


Martina Buzio

Luciano Marcelli

Guardo sempre e fotografo ogni tanto; sogno di continuo e talora mi sveglio; di rado sono felice e tutti i giorni sorrido.

Immagino sempre e scrivo ogni tanto; penso di continuo e talora agisco; non di rado sono felice e qualche volta sorrido.

Da sempre avversa all’idea di staticità proposta della fotografia d’autore, amo creare lavori che si sviluppano tramite elementi sovrapposti, con un gioco di accostamenti di immagini che formano una realtà dinamica.

Sto compilando un volume di racconti da cento parole e quindi ho accettato al volo quando Martina mi ha invitato a scrivere dei brevi testi per queste sue sei opere, ottima occasione per alimentare la raccolta.

La scultura? Il modo più semplice di sentirmi libera.

Lo scrivere? Il modo più divertente di comunicare.

www.martinabuzio.it

www.luciano-marcelli.it

Diciannove



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