La Farmacia dei Servizi, il punto di svolta per una professione molto antica A cura della Dott.ssa Maria Diana Naturale Coordinatore Osservatorio Nazionale sulla Farmacia dei Servizi Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari Università Cattolica del sacro Cuore di Roma Un tempo i farmacisti chiamati speziali, o alchimisti, alla continua ricerca dei poteri curativi delle piante, grazie alle quali cercavano di lenire i malesseri delle persone che desideravano aiuto e conforto. Nei secoli più recenti però la farmacia ha acquisito indipendenza e pur continuando a ricevere e ad amalgamare in sé i contributi delle conoscenze scientifiche disponibili, si è concentrata su un settore specifico, quello della dispensazione del farmaco al pubblico (dal greco antico phàrmakon, vocabolo con la duplice traduzione di “veleno” ma anche “rimedio”). Parlare oggi della farmacia significa valutare tutti i rapporti ed aspetti tecnologici, culturali, filosofici, economici e sociologici perché da dispensatori di farmaci diventerà erogatrice di “servizi”. Quello a cui stiamo assistendo dal 2009 è difatti una nuova evoluzione del sistema farmacia, un cambio epocale paragonabile a quello avvenuto nella seconda metà del 1800, quando da drogherie e/o negozi di spezie le farmacie sono diventate laboratori galenici per la dispensazione di specialità medicinali “su misura”, sempre più focalizzate su la cura delle patologie. Anche all’atto dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, con la Legge n. 833/78, la farmacia è stata incardinata dal Legislatore come servizio pubblico preordinato alla tutela della salute con lo scopo di assicurare un’adeguata distribuzione dei farmaci ai cittadini, in applicazione dell’art. 32 Costituzionale. L’assistenza farmaceutica, ai sensi dell’art. 28, comma 1, della l. n. 833/1978, è qualificata come attività erogata dalle aziende sanitarie locali “attraverso le farmacie di cui sono titolari enti pubblici e le farmacie di cui sono titolari enti privati, tutte convenzionate secondo i criteri e le modalità di cui agli artt. 43 e 48”, e poi “accreditate” in base alla normativa successiva. Dopo circa 40 anni di stasi e crisi anche economiche il vero salto di qualità è rappresentato dall’ideazione di un nuovo modo di fare il farmacista tramite la cosiddetta Farmacia dei Servizi. Le basi legislative della Farmacia dei Servizi risiedono nell’approvazione della Legge n. 69 del 18 giugno 2009, e successiva approvazione del D. Lgs. n. 153 del 3 ottobre 2009 e dalla seguente emanazione dei decreti attuativi che hanno individuato nuovi servizi a forte valenza socio-sanitaria erogabili dalle farmacie di comunità poi configurate come "strutture di servizio", da effettuare nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale Il contesto in cui si può muovere il farmacista di comunità è stato ben delineato dai Decreti Attuativi emanati dal Governo, successivamente al D.Lgs 153/2009, qui riassunti brevemente e che elencano i “servizi” erogabili dalle farmacie di comunità. Il Decreto del 16 dicembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 del 10 marzo 2011 (4) fa riferimento ai test "autodiagnostici", test gestibili direttamente dai pazienti in funzione di autocontrollo a domicilio, o che possono, in caso di condizioni di fragilità di non completa autosufficienza, essere utilizzati mediante il supporto di un operatore sanitario, presso le farmacie territoriali pubbliche e private. Il medesimo Decreto fornisce indicazioni tecniche relative all’uso in farmacia di dispositivi strumentali. In particolare determina che per l’erogazione dei servizi di secondo livello possano essere utilizzati direttamente in