EcoTurismo per Machu Picchu: ambiente e società come elementi morfogenetici per un’architettura sostenibile Ecotourism for Machu Picchu: environment and society as morphogenetic elements for a sustainable architecture
G. Formentin, M. Gatti, G. Stefani
Università IUAV di Venezia Facoltà di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Architettura per la sostenibilità Tesi di laurea
Giovanni Formentin, Massimo Gatti, Gianluca Stefani EcoTurismo per Machu Picchu: ambiente e società come elementi morfogenetici per un’architettura sostenibile Ecotourism for Machu Picchu: environment and society as morphogenetic elements for a sustainable architecture anno accademico 2012|2013 relatori prof. Benno Albrecht e prof.ssa Sara Marini
Il Perù Stato dell’America meridionale il Perù è il terzo Paese del Sud America per estensione del territorio (dopo Brasile e Argentina) con una superficie complessiva di 1.285.220 km². Il suo territorio può essere suddiviso in tre categorie di aree: Costa, ad Ovest, Sierra (cioè la regione montuosa delle Ande) e Selva (cioè la foresta pluviale amazzonica). La Costa è una zona arida e semidesertica, ad eccezione delle rigogliose vallate dei fiumi. La Sierra è costituita da altipiani con vette che superano spesso i 6000 metri di altezza. La Selva è formata da un vastissimo altopiano attraversato da grandi fiumi che, confluendo, danno origine al Rio delle Amazzoni; questa regione, dal clima caldo e umido, è costituita da foreste impenetrabili, ed è la zona meno abitata del Perù (meno di 1 abitante per chilometro quadrato). Sul confine con la Bolivia si trova il lago Titicaca, che è il secondo più vasto dell’America meridionale, nonché il più alto lago navigabile del mondo (3800 m s.l.m.). E’ sicuramente questo il luogo dal quale nacque e si diramò la cultura incaica. Il clima varia da regione a regione ed in base all’altitudine. In generale il clima è temperato lungo la costa, tropicale nelle giungle, freddo nelle zone montuose. In particolare nelle highlands peruviane si riscontrano due stagioni: la stagione secca da aprile ad settembre, e la stagione delle piogge da ottobre a marzo soprattutto nell’area orientale e settentrionale. Popolazione Con una popolazione di oltre 29.216.405 abitanti secondo l’INEI (Istituto Nazionale di Statistica e Informatica del Perù, pubblicato sul quotidiano di Lima El Comercio, il 9 gennaio 2011), il Perù è il quarto paese più popolato del Sudamerica. La densità di popolazione è di 22 abitanti per km² e il tasso di incremento medio annuo è 1,6%. Il 54,6% della popolazione peruviana vive sulla costa, il 32,0% nella regione andina e il restante 13,4% nella selva amazzonica. La popolazione urbana equivale al 76% del
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Perù State of South America, Peru is the third largest country in South America by extension the territory (after Brazil and Argentina) with a total area of 1,285,220 km ². Its territory can be divided into three categories of areas: Costa, to the west, Sierra (that is, the mountainous region of the Andes) and Selva (that is the Amazon rainforest). The Costa is an arid and semi-arid, with the exception of the lush valleys of the rivers. The Sierra consists of plateaus with peaks often exceed 6,000 meters in height. The Selva consists of a vast plateau crossed by great rivers, flowing, giving rise to the Amazon, this region, from the hot and humid climate, consists of dense forests, and is the least populated area of Peru (less than 1 inhabitants per square kilometer). On the border with Bolivia lies Lake Titicaca, which is the second largest in South America and the highest navigable lake in the world (3800 m). It ‘s definitely the place from which grew and branched Inca culture. The climate varies from region to region and depending on the altitude. In general, the climate is temperate along the coast, tropical jungles, cold in the mountainous areas. Particularly in the Peruvian highlands are found two seasons: the dry season from April to September, and the rainy season from October to March especially in the eastern and northern Europe.
in questa pagina il Perù nel mondo nella pagina a fianco suddivisione delle otto regioni naturali del Perù in this page Perù in the world in the next page subdivision of the eight natural regions of Perù
Population With a population of over 29,216,405 inhabitants according to the INEI (National Institute of Statistics and Informatics of Peru, published in the newspaper El Comercio of Lima, January 9, 2011), Peru is the fourth most populous country in South America. The population density is 22 inhabitants per km ² and the average annual growth rate is 1.6%. 54.6% of the Peruvian population lives on the coast, 32.0% in the Andean region and the remaining 13.4% in the Amazon jungle. The urban population is equivalent to 76% of the total. The capital of Peru is Lima, and with its
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totale. La capitale del Perù è Lima, che con i sui 8.472.935 abitanti, risulta una delle metropoli più popolose dell’America latina. Tra le altre citta principali, ricordiamo Cuzco (1.208.000 ab.), la quinta per popolazione. E’ stato riscontrato dalle analisi statistiche del governo peruviano che la popolazione della Sierra sta gradualmente spostandosi verso la costa oceanica del paese, dove maggiore è la possibilità di lavoro. Una percentuale più bassa invece si dirige nella Selva, per migliori rendimenti agricoli e maggiori risorse. La lingua ufficiale è lo Spagnolo, ma molto sviluppata è anche la lingua dei nativi, il Quechua. Economia e settori produttivi Forte è il legame dell’economia peruviana con le materie prime. Il Perù risulta essere il primo produttore al mondo di argento, il secondo di zinco e il terzo di rame e stagno, quarto di piombo e il sesto di oro. L’industria mineraria è particolarmente importante per la bilancia dei pagamenti del Perù, dal momento che i suoi prodotti costituiscono il 48% circa delle entrate dell’export. L’altro comparto industriale di rilievo è quello manifatturiero, che è notevolmente diversificato; comprende prodotti alimentari derivanti da un’agricoltura diversificata, quelli ittici, metalli, prodotti tessili e prodotti derivati della raffinazione del petrolio. Importante settore è anche il turismo in notevole espansione sia quello culturale, con la sua massima espressione nella provincia di Cusco (il santuario storico di Machu Picchu e la Valle Sacra rimangono luoghi altamente attrattivi), sia il turismo ricreativo e di svago, che si sta sviluppando lungo la fascia costiera. Anche se stanno aumentando notevolmente le esportazioni di prodotti e risorse, alta rimane la percentuale di popolazione sotto la soglia di povertà, che si attesta sul 31,3% (2010) e si registra in tutto il paese un salario minimo mensile di 187 US$. Dalle nozioni geografico-ambientali si può facilmente dedurre che l’economia del Perù si caratterizza per un dualismo accentuato: si
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8,472,935 inhabitants, is one of the most populous cities in Latin America. Among the other main cities, remember Cuzco (1,208,000 inh.), the fifth in terms of population. It was found from statistical analysis of the Peruvian government that the people of Sierra is gradually moving towards the ocean coast of the country, where the greater the chance of working. A lower percentage instead goes in Selva, for better crop yields and increased resources. The official language is Spanish, but is also highly developed native language, Quechua.
in questa pagina suddivisione dei settori economici nella pagina a fianco popolazione nelle principali città in this page subdivision of the economic sectors in the next page Population of major cities
Economic and productive sectors Stronger is the bond of the Peruvian economy with raw materials. Peru appears to be the world’s largest producer of silver, second in zinc, third largest copper and tin, fourth in lead and sixth in gold. The mining industry is particularly important for the balance of payments in Peru, since its products are approximately 48% of export revenue. Another important industrial sector is the manufacturing sector, which is considerably diversified and includes food products of diversified agriculture, fish products, metals, textiles and products of petroleum refining. Important tourism sector is also expanding significantly both the cultural, with its highest expression in the province of Cusco (the historic sanctuary of Machu Picchu and the Sacred Valley sites remain highly attractive), as well as entertainment and leisure, which is developing along the coast. Although they are significantly increasing exports of products and resources, remains the high percentage of the population below the poverty line, which still stands at 31.3% (2010) and is registered in the country a minimum monthly salary of U.S. $ 187 . By geographical and environmental concepts one can easily deduce that the economy of Peru is characterized by a pronounced dualism: we observe a relatively advanced development located on the rich coastal plains (where there are major Peruvian cities and lives most of the population) and instead a subsistence economy in the mountainous interior, isolated by lack of transport infra-
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sotto evoluzione della distribuzione della popolazione nelle tre diverse aree del Perù nella pagina a fianco mappe demografiche del Perù: popolosità e crescita demografica (fonte: istituto nazionale di statistica e informazione del Perù) below evolution of the distribution of the population in three different areas of Peru in the next page Demographic maps of Perù: populous and population growth (source: National Institute of Statistics and Information of Peru)
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osserva uno sviluppo relativamente avanzato localizzato sulle ricche pianure costiere (dove vi sono le maggiori città peruviane e risiede la maggior parte della popolazione) ed invece un’economia di sussistenza nelle zone montuose dell’interno, isolate dalla carenza di infrastrutture di trasporto e comunicazione. Il potere economico è distribuito in maniera ineguale, con una forte concentrazione tradizionalmente collocata nelle mani di un’elite, di origine indio-europea. Tradizionalmente, le attività agricole, l’allevamento e la pesca sono svolte dalla fascia più povera della popolazione, sebbene 1’industria ittica e della lavorazione dei prodotti del pesce ponga il Perù tra i maggiori produttori al mondo, collocato al secondo posto dopo la Cina già a partire dal 1994. C’è inoltre da sottolineare che, soprattutto nel settore dei servizi, c’è una larga fascia di occupazione informale e precaria, che va dal commercio di oggetti di basso valore alla guida di taxi senza licenza. Cambiamenti climatici Il paese, come ormai più o meno tutto il mondo, sta gia’ subendo gli effetti del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. L’aumento della frequenza delle piogge, che ormai raggiungono spesso soglie da record, devastano i raccolti, compromettendo le esportazioni (un caso palese sono le mancate esportazioni di caffè). “Se non facciamo qualcosa, avremo problemi con i rifornimenti d’acqua lungo le coste. Sappiamo che ci saranno piu’ siccità, più piogge e stiamo già assistendo a drastici cambiamenti di temperatura”, sostiene Felipe Mariano Soldan, capo dell’ufficio di pianificazione strategica del governo. In assenza di un patto globale vincolante per affrontare i cambiamenti climatici, il Perù sta comunque cercando di adottare strategie per la riduzione delle emissioni di CO2 . Nel piano adottato, sono inclusi l’utilizzo di fonti rinnovabili, il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio e la riduzione del disboscamento illegale della foresta amazzonica. Piani analoghi sono in corso di attuazione anche in Sudafrica, Cile, Argentina, Colombia e Brasile.
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structure and communication. Economic power is distributed unequally, with a strong focus traditionally placed in the hands of an elite group of Indian-European origin. Traditionally, agriculture, livestock and fishing are carried out by the poorest section of the population, although the fishing industry and processing of fish products put Peru among the largest producers in the world, located on the second place after China as early as 1994. It should also be noted that, especially in the service sector, there is a wide range of informal and precarious employment, which goes by the trade in objects of low value to taxi driving without a license.
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l’alluvione del 2010 ad Agua Calientes
the flood of 2010 in Agua Calientes
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il ghiacciaio Qori Kalis ed il lago
the Qori Kalis glacier and lake
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il progressivo scioglimento del ghiacciaio Qori Kalis
the progressive melting glacier Qori Kalis
Climate change The country, as now more or less the entire world, is already suffering the effects of global warming and climate change. The increased frequency of rainfall, which is now often reach thresholds to record, devastating crops, compromising exports (a clear case is the deficit of exports of coffee). “Unless we do something, we will have problems with the water supply along the coast. We know that there will be more drought, more rains and we are already seeing drastic changes in temperature, “says Felipe Mariano Sultan, head of the strategic planning of the government. In the absence of a binding global deal to tackle climate change, Peru is still trying to adopt strategies for the reduction of CO2 emissions. The plan adopted included the use of renewable sources, the transition to a low carbon economy and the reduction of illegal logging in the Amazon rainforest. Similar plans are being implemented in South Africa, Chile, Argentina, Colombia and Brazil. Climate change is arguably the most serious problem that affects all of humanity. Since 1990, there have been 10 years with the highest average temperatures around the world and Peru is one of the countries most vulnerable to this temperature increase. Its glaciers account for 70% of the surface of the ice in the tropics, but because of these temperature retire at a rate ranging from 20
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Il cambiamento climatico è senza dubbio il problema più grave che affligge l’intera umanità. Dal 1990, sono stati registrati i 10 anni con le più alte temperature medie di tutto il mondo e il Perù è uno dei paesi più vulnerabili di fronte a questo aumento di temperatura. I suoi ghiacciai rappresentano il 70% della superficie del ghiaccio nei tropici, ma a causa dell’aumento della temperatura questi si ritirano con un ritmo che va dai 20 ai 30 metri all’anno, causando la perdita di fonti idriche preziose di acqua potabile, oltre che per la produzione di energia elettrica e per l’irrigazione nell’agricoltura. Il 70% della popolazione peruviana è concentrata nella costa desertica del Perù, dove si trovano solo il 2% delle risorse idriche nazionali. Lima è la seconda città più grande nel deserto dopo il Cairo, mentre il Nilo trasporta 2800 metri cubi di acqua al secondo, il fiume Rimac non raggiunge nemmeno l’1% di questo flusso. Cultura andina nel Perù Il Perù, come tutta l’area del centro e del sud America, risente, a livello socio-culturale, della colonizzazione e dell’egemonia dell’Impero Spagnolo, dalla conquista delle Americhe fino all’indipendenza e alla successiva Costituzione (1860). Forte è stata la pressione esercitata dai conquistadores per debellare tradizioni, usi, religioni dei sottomessi. Piegare la popolazione con l’obiettivo di sfruttare al massimo risorse e forza lavoro. Ciò nonostante si possono tuttora ritrovare in quelle zone scarsamente popolate e considerate povere e degradate, persino sistemi sociali sopravvissuti nel tempo che riescono a trasmetterci tradizioni e modelli di vita riconducibili a quella che possiamo definire cultura andina. Possiamo quindi identificare una dualità anche nel tipo di popolazione divisa tra gli abitanti della città, parlanti spagnolo e che seguono uno stile di vita occidentale, e le popolazioni delle montagne, che prediligono la lingua chechua e che conducono una vita povera e semplice, con cultura indigena, andina per l’appunto. La diversità sociale è netta, come anche l’asprezza dei rapporti tra le due parti: il senso di nazionalismo è molto radicato, frutto indubbiamente delle vicende
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to 30 meters per year, resulting in the loss of precious water sources of drinking water, as well as for the production of electricity and for irrigation in agriculture. 70% of the Peruvian population is concentrated in the desert coast of Peru, where there are only 2% of all water resources. Lima is the second largest city in the desert after Cairo, and while the Nile carries 2800 cubic meters of water per second, the Rimac river does not reach even 1% of this flow.
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la tessitura
weaving
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la raccolta e la pulizia delle patate
Potato harvesting
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l’agricoltura è spesso praticata ancora con metodi antichi
agriculture is still practiced often with ancient methods
un agricoltore ringrazia il dio Sole per il raccolto
a farmer would like to thank the Sun god for the harvest
Andean culture in Peru Peru, as the whole area of Central and South America, was affected by the socio-cultural, colonization and hegemony of the Spanish Empire, the conquest of the Americas until independence and the subsequent Constitution (1860). Strong was the pressure exerted by the conquistadors to eradicate traditions, customs and religions of the subject. Fold the population in order to maximize resources and labor force. However you can still find in the sparsely populated and considered poor and degraded, even social systems survived over time they can send traditions and ways of life due to what we might call the Andean culture. We can then identify a duality also in the type of population divided among the inhabitants of the city, and Spanish speakers who follow a Western lifestyle, and the mountain people, who prefer the language chechua and leading a poor and simple life, with culture indigenous Andean precisely. Social diversity is clear, as well as the harshness of the relationship between the two parties: the sense of nationalism is deeply entrenched, undoubtedly the result of the historical events of the country. To better understand the social situation in Peru is inevitably a more detailed study of Andean culture, its origins, its development, evolution has had a moment of maximum expression of the Inca period. The origins of the Incas The history of ancient Peru finds its origins in 12,000 BC with the first prehistoric populations. In Central and South America man creates cultures that have arisen and flouri-
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storiche del paese. Per comprendere al meglio la situazione sociale peruviana è inevitabile uno studio più approfondito della cultura andina, delle sue origini, del suo sviluppo, dell’evoluzione che ha avuto come momento di massima espressione il periodo incaico. Le origini degli Inca La storia dell’antico Perù trova le sue origini nel 12.000 a.C. con le testimonianze preistoriche delle prime popolazioni. Nel centro e sud America l’uomo dà vita a culture che sono nate e fiorite senza quei parametri, basilari per la nascita della civiltà in Europa. Se paragonate a quelle europee, si potrebbero considerare culture della pietra. Quando l’uomo del centro e del sud America scoprì il bronzo (il ferro non venne mai conosciuto) le culture che aveva fondato erano già complesse e definite; non usò in maniera pratica la ruota (probabilmente per mancanza di animali da traino possenti). Solo in Perù sviluppò la pastorizia (senza per altro sfruttare il latte di lama) ma non coniò il denaro, nè conobbe la scrittura fonetica, usando come registro contabile e per appuntare messaggi, un insieme di cordicelle colorate e annodate dette quipu. Ciononostante creò il più grande impero dell’epoca del bronzo di tutta la storia dell’umanità: l’impero Inca. L’impero Inca, con la sua notevole espansione, assoggettò popoli e regni che avevano a loro volta lunghe tradizioni e notevoli tecniche costruttive (come testimoniano i resti di acquedotti e strade lungo le coste peruviane) nonchè organizzazioni sociali definite, con dèi e religioni pienamente formate. E’ da queste culture che si sviluppa quella incaica continuando a praticare gli stessi culti, utilizzando le stesse tecniche costruttive o reinterpretando. Le principali tra queste culture sono quella di Chavin (900 a.c. – 200 a.c.), Nazca (300 a.c. – 500 d.c.), la cultura Mochica (100 a.c. - 700 d.c.), sostituita poi dalla cultura Chimù (1100 d.c. - 1470 d.c.).
shed without those parameters fundamental to the birth of civilization in Europe. If compared to European ones, could be considered cultures of the stone. When the man in the center and south America discovered the bronze (the iron was never known) cultures that had founded were already complex and defined, not used in a practical way the wheel (probably due to lack of strong draft animals). Only in Peru developed sheep-farming (without, however, take advantage of the llama milk) but no coined money, nor knew the phonetic writing, using as a logbook and write down messages, a set of colored and knotted cords called quipu. Nevertheless, he created the largest empire the Bronze in the history of humanity: the Inca Empire. The Inca empire, with its remarkable expansion, subjugated peoples and kingdoms that had in turn long traditions and remarkable building techniques (as evidenced by the remains of aqueducts and roads along the Peruvian coast) as well as social organizations defined, with gods and religions fully formed. It’s from these cultures that develops the Inca continued to practice the same worship, using the same construction techniques or reinterpreting. The most important among these cultures are that of Chavin (900 BC - 200 BC), Nazca (300 BC - 500 AD), the Mochica culture (100 BC - 700 AD), later replaced by the Chimu culture (1100 AD - 1470 AD).
in questa pagina espansione impero Inca nella pagina a fianco zone di influenza ed espansione delle culture pre-incaiche e massima espansione impero Inca in this page expansion of the Inca Empire in the next page influence and expansion zones of preInca cultures and maximum expansion of the Inca Empire
The search of the mysterious people An aura of mystery hovering around the Andean and Peruvian cultures when the conquistadores began the march to conquer the New World. Were painted as the ‘El Dorado by the natives of Central America that somehow had sporadic contact with these people away and almost unknown but apparently very rich. Pushed his way the myth of the mysterious people of the Amazons (distorting the reality of the community of virgins of the Sun, in populations of woAlla ricerca del popolo misterioso men-warrior). The illusion of having to deal Un alone di mistero aleggiava intorno alle with a civilization or a series of rich civilizaculture peruviane e andine quando i conqui- tion led the conquistadors to their hunting. stadores cominciarono la marcia di conquista
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Cultura Chimù: la città di Chan Chan
Cultura Chavin: il Lanzon, monolite di granito all’interno del “Castillo” a Chavin de Huantar
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Cultura Nazca: raffigurazione geoglifa di una scimmia (135m) nel deserto di Nazca nella pagina a fianco Cultura Mochica: acquedotto di Ascope
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Chavin culture: the Lanzon, granite monolith in the “Castillo” in Chavin de Huantar Nazca culture: geoglifa depiction of a monkey (135m) in the desert of Nazca in the next page Mochica culture: acquduct Ascope Chimù culture: the city of Chan Chan
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del Nuovo Mondo. Vennero dipinte come l’ El Dorado dai nativi del centro America che in qualche modo avevano avuto sporadici contatti con questi popoli lontani e pressochè sconosciuti ma apparentemente ricchissimi. Si fece largo anche il mito del misterioso popolo delle Amazzoni (distorcendo la realtà delle cominità delle vergini del Sole, in popolazioni di donne-guerriero). L’illusione di avere a che fare con una civiltà o una serie di civiltà ricchissime spinse i conquistadores alla loro caccia. La storia degli inca Luogo d’origine della popolazione incaica è Paccarictambo (vicino a Cuzco). L’origine divenne mitologica: uscirono dalla centrale di tre caverne, quattro fratelli con quattro sorelle-spose. Uno dei quattro fratelli ebbe la meglio sugli altri e fondò molte città incaiche. Lo stato contadino incaico ben presto si espanse e venne a contatto con due popolazioni limitrofe: i quecha, innocui e gli agguerriti chanca. Gli incaici vennero invasi, sotto il regno di Virachoca dai chanca. L’imperatore pensò di essere perduto ma il suo figlio non erede Yupanqui, che successivamente si farà chiamare Pachacuti (il trasformatore) resistette a Cuzco senza aiuto del padre e riuscì ad uccidere il capo avversario, annettendosi così l’intera popolazione avversaria, divenne imperatore. Aumentando i possedimenti, nuove tribù vennero ad essere confinanti con l’impero incaico in espansione. E’ il caso della tribù dei Colla, del bacino del lago Titacaca. Pachacuti riuscì a conquistarli grazie all’aiuto delle nuove forze miliziane chaca annesse all’esercito. Prosegù quindi la conquista e ben presto si arrivò al mare. Pachacuti costruì palazzi, fortezze, templi, istituendo strutture legislative ed amministrative; fece ricostruire Cuzco e il tempio del dio Sole. Figlio ed erede Topa Inca Yupanqui sottomise il popolo Canari (i quali successivamente si allearono con gli spagnoli contro gli Inca). A Topa Inca successe Huayna Capac il cui regno cominciò a vacillare e alla sua morte vi fu guerra civile. Gli inca erano quindi divisi in fazioni che vedevano capeggiare due rivali, Huascar (che aveva Cuzco) e
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The history of the Incas Place of origin of the Inca population is Paccarictambo (near Cuzco). The origin became mythological: came out of the central of three caves, four brothers and four sisters-wives. One of the four brothers prevailed over others and founded many cities Inca. The state peasant Inca soon expanded and came into contact with two neighboring populations: the Quechua, harmless, and aggressive Chanca. The Inca were invaded, under the reign of Viracocha by the Chanca. The emperor thought to be lost but his son no heir Yupanqui, who later will call Pachacuti (the transformer) resisted Cuzco without help of his father and succeeded in killing the chief opponent, thus annexing the entire population opposing became emperor . Increasing possessions, new tribes came to be bordering on the Inca empire expanding. It ‘s the case of the tribe of Colla, the basin of the lake Titacaca. Pachacuti was able to win them over with the help of the new militia forces chaca attached to the army. Then continued the conquest and soon came to the sea. Pachacuti built palaces, forts, temples, establishing legislative and administrative structures; rebuilt Cuzco and the temple of the Sun God. The son and heir Topa Inca Yupanqui subjected the people Canari (which later allied with the Spanish against the Inca). A Topa Inca Huayna Capac succeeded whose reign began to falter and his death there was civil war. The Incas were then divided into two rival factions who saw head, Huascar (who Cuzco) and Atahualpa. It was at this historical moment that appeared Pizarro and the conquistadores. Hoping for a hypothetical and fruitful alliance against his rival, Atahualpa left the Spanish approach, planning a meeting to ratify the pact. On November 15, 1532 Pizarro and his arrived in Cajamarca where they murdered the Inca leader Atahualpa, making the massacre of his court and the army. Gave way for the disintegration of the empire. It was after the last abuse even to his person that Manco Huayna Campac, puppet em-
in questa pagina la civiltà Colla, sulle sponde del lago Titicaca nella pagina a fianco Sviluppo e conquiste dell’impero Inca in this page the Colla civilization, on the shores of Lake Titicaca in the next page Development and conquests of the Inca Empire
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Atahualpa. Fu in questo momento storico che comparve Pizarro e i conquistadores. Sperando ad una ipotetica e fruttuosa alleanza contro il rivale, Atahualpa lasciò avvicinare gli spagnoli, pianificando un incontro per sancire il patto. Il 15 novembre 1532 Pizarro e i suoi arrivarono a Cajamarca dove uccisero il capo Inca Atahualpa, compiendo il massacro della sua corte e di parte dell’esercito. Diedero così il via alla disintegrazione dell’impero. Fu dopo l’ultimo sopruso perfino alla sua persona che Manco Huayna Campac, imperatore fantoccio sostenuto dagli spagnoli, esortò il suo popolo, ridotto a subire ogni tipo di angheria, a ribellarsi e a combattere l’invasore. Con un esercito enorme riuscì ad asserragliare gli spagnoli a Cuzco, e diede fuoco alla città-capitale. Lo scontro seppur impari per numero di guerrieri lo era anche per tecnica e mezzi. Se gli indiani erano un numero infinitamente maggiore, il loro esercito era formato solo da soldati inesperti e contadini che avvicinandosi il periodo della semina, disertarono in massa per tornare alle loro terre. Non era così per gli Spagnoli, esigui di numero ma tecnologicamente avanzati come mezzi e come tecniche di combattimento. Mancando la vittoria definitiva, il capo inca intraprese una guerra più logorante e continuativa. Si trasferì con l’esercito a Ollantaytambo e poi più in profondità nelle Ande a Victos che divenne per quasi quarant’anni la capitale dei dissidenti. Fu esattamente per la ricerca di questa sperduta e sconosciuta città che, nel 1908, il senatore americano Hiram Bingham si imbattè nelle rovine di Machu Picchu, attualmente il sito Inca più famoso e visitato. Manco Campac continuò a intralciare in tutti i modi i conquistadores, fomentando rivolte, distruggendo i raccolti, interrompendo le vie di comunicazione e rifornimento. Allorquando tra i conquistadores si crearono due fazioni discordi e cominciarono guerre intestine tra Pizarro e Almagro, Mancho pensò che era giunto il momento della vendetta. Ma non fu così. Venne infatti assassinato. A lui successero uno dopo l’altro i figli che continuarono più o meno a rivaleggiare ed opporsi in maniera sempre meno efficace contro l’invasore. Fu all’uccisione del missionario padre Diego
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peror supported by the Spanish, exhorted his people, reduced to undergo any kind of oppression, to rebel and fight the invader. With a huge army managed to barricade the Spaniards in Cuzco, and set fire to the capital city. The clash though unequal in number of warriors it was also for technique and equipment. If the Indians were an infinitely greater number, their army was formed only by inexperienced soldiers and peasants approaching planting time, deserted in droves to return to their land. It was not so for the Spanish, meager in number, but as a means and as technologically advanced fighting techniques. Since there is no final victory, the chief Inca began a more intensive and ongoing war. He moved with the army to Ollantaytambo and then deeper into the Andes to Victos that for nearly forty years became the capital of dissidents. It was exactly to search for these remote and unknown city that, in 1908, U.S. Senator Hiram Bingham came upon the ruins of Machu Picchu, the Inca site currently most famous and visited. Manco Campac continued to hinder in any way the conquistadors, fomenting revolt, destroying crops, disrupting lines of communication and supply. When the conquistadors were created between two factions divided and began fighting between Pizarro and Almagro, Mancho thought it was time for revenge. But it did not. It was in fact murdered. He succeeded one after the other children who continued more or less a rival and oppose in an increasingly less effective against the invader. It was the killing of the missionary Father Diego Ortiz’s relentless Viceroy Francisco de Toledo decided to exterminate the last stronghold of the Incas, starting with the conquest of the region Vincabamba. The Inca empire dies with the beheading of Tupac Amaru, the last Inca emperor, at the behest of Francisco de Toledo. Years of abuse led to a decline in population. According to official figures in Spain, for the jurisdictions of Lima and Charcas, the population grew from 1,490,137 in 1561 to 608,894 in 1796. The Inca population was reduced in only three years after the conquest, little more than half. The decrease is
in questa pagina Francisco Pizarro nella pagina a fianco la conquista del Perù da parte dei Conquistadores comandati da Pizarro in this page Francisco Pizarro in the next page the conquest of Peru by the Conquistadores commanded by Pizarro
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esecuzione dell’Inca Atahualpa (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
execution of the Inca Atahualpa (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
incontro tra Pizarro, Valverde e Atahualpa (Francisco de Xerez, Siviglia 1535)
encounter between Pizarro, Atahualpa and Valverde (Francisco de Xerez, Seville 1535)
nella pagina a fianco battaglia di Cajamarca 1532 (Theodor de Bry, 1596) una donna spagnola, un’aristocratica Inca, alcuni meticci indio-spagnoli (la classe media del XVIII secolo), un uomo e una donna del popolo (Relacion historica del viajo a la America meridional, Jorge Juan Antonio de Ulloa, 1748)
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in the next page Battle of Cajamarca 1532 (Theodor de Bry, 1596) a Spanish woman, an aristocrat Inca, some Indian-Spanish mestizos (the middle class in the eighteenth century), a man and a woman of the people (Relacion historica del viajo a la America meridional, Jorge Juan Antonio de Ulloa, 1748)
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Ortiz che l’implacabile vicerè Francisco de Toledo decise di sterminare l’ultimo baluardo di inca, partendo alla conquista della regione del Vincabamba. L’impero incaico muore con la decapitazione di Tupac Amaru, l’ultimo imperatore inca, per volere di Francisco de Toledo. Anni di soprusi portarono ad una contrazione della popolazione. Secondo le cifre ufficiali spagnole, per le giurisdizioni di Lima e Charcas, gli abitanti passarono da 1.490.137 nel 1561 a 608.894 nel 1796. La popolazione incaica fu ridotta, in soli tre anni dalla conquista, a poco più della metà. La diminuzione si deve alle malattie come il vaiolo portato dagli Spagnoli, oppure all’influenza o al morbillo, oltre che a massacri, carestie, schiavitù. Cominciò una politica di sfruttamento intensivo al quale si affiancò ben presto una politica di oppressione, soppressione religiosa, degli usi e costumi. Vennero vietati persino balli e canti tradizionali. Parte della aristocrazia incaica, appoggiò lo strapotere Spagnolo e ne entrò a far parte, assimilata completamente dallo stile di vita e dalla religione. Essa faceva parte ormai della classe dirigente e partecipava in certa misura ai suoi privilegi. Ma durante la metà del XVII secolo i nobili cominciano a cambiare atteggiamento nei confronti del popolo abbandonandolo completamente a se stesso. E’ in questo periodo che il folclore e il nuovo sentimento patriottico rinvigoriscono il popolo incaico e favoriscono le prime sommosse. La prima rivolta seria scoppia nel 1737 seguita da anni di sporadiche e sanguinarie rivolte. Nel 1815 il Perù conquistò l’indipendenza ma l’aristocrazia creola fu pronta a prendere il potere e difendere i suoi privilegi, liberandosi dal giogo spagnolo ma mantenendo il potere sulle masse. Erano i proprietari terrieri ora a disprezzare i nativi indiani. Il decreto Bolivar (8 aprile 1824) mirava a dividere le terre comunitarie per fare degli indiani, dei piccoli proprietari terrieri, ma la legge si rivelò favorevole principalmente ai grandi latifondisti. Spesso con raggiri le terre vennero cedute ai bianchi possidenti. Gli indiani, privati di terre, si trasformano in colonos delle grandi haciendas; erano legati al padrone da
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due to diseases such as smallpox brought by the Spaniards, or grippe or measles, as well as massacres, famine, slavery. Began a policy of intensive exploitation to which they soon joined by a policy of oppression, religious suppression, customs and traditions. Were banned even dances and traditional songs. Part of the Inca aristocracy, supported the Spanish superpower and it became a part, completely assimilated by the lifestyle and religion. It was now part of the ruling class and participated to a certaint extent its privileges. But during the mid-seventeenth century the nobles begin to change attitudes towards people leaving him completely to himself. Is during this period that the folklore and the new patriotism invigorate the Inca people and promote the first riots. The first serious revolt broke out in 1737, followed by years of sporadic and bloody riots. In 1815, Peru won independence but the Creole aristocracy was ready to seize power and defend its privileges, freed from the yoke of Spanish but maintaining power over the masses. They were landowners now despise the Indians. The decree Bolivar (8 April 1824) was designed to divide the communal lands to the Indians, the small landowners, but the law turned out to be favorable mainly to large landowners. Often with fake lands were ceded to the white landowners. The Indians, deprived of land, they become colonos of the large haciendas, were related to the owner by a tacit agreement that agreed to provide their work and that of their family in exchange of being able to build a hut on the ground of ‘haciendas, put culture or lead to something grazing his animals. In 1919, Peru signed its constitution. Since that time the indigenous communities obtain legal personality. The remaining strong attachment to traditions, solidarity and cohesion of the Andean populations has meant that modern communities assimilate and tended to the organization of the ancient ayllu. Refusing to take advantage of the outside world, the Indians are trying to preserve as far as possible the social order and their value system, transforming poverty into virtue. Easy to clothing and home are moral im-
un tacito contratto che obbligava a fornire il loro lavoro e quello della loro famiglia ottenendo in cambio di poter costruire una capanna sul terreno dell’ haciendas, mettervi a cultura qualcosa o condurvi al pascolo i suoi animali. Nel 1919 il Perù firma la sua costituzione. E’ da allora che le comunida des indigenas ottengono una personalità giuridica. Il forte attaccamento alle rimanenti tradizioni, solidarietà e coesione delle popolazioni andine ha fatto si che le comunità moderne, assimilassero e tendessero all’organizzazione degli antichi ayllu. Rifiutatisi di trarre profitto dal mondo esterno, gli indiani cercano di preservare nella misura del possibile il loro ordine sociale ed il loro sistema di valori, trasformando la povertà in virtù. Semplicità di abbigliamento e dimora sono imposizioni morali che inevitabilmente rallentano lo sviluppo. Ogni qual volta la spesa eccede la capacità di produzione la comunità ristabilisce l’equilibrio con una riduzione del consumo. L’economia è realizzata sul soddisfacimento dei loro bisogni. Organizzazione e struttura sociale L’organizzazione sociale inca era rigida e accuratamente organizzata. L’impero era diviso in quattro parti, ciascuna avente un capo (apo) facente parte del consiglio dell’imperatore. Sotto di loro gli amministratori (tukrikuk), quindi le comunità locali. Molte di queste, soprattutto quelle delle vallate andine chiamate Ayllu (gruppo umano discendente da uno stesso antenato) avevano una organizzazione altamente democratica che si basava sul principio di reciprocità. Differente era la situazione in altre zone dove i capi (curaca) si comportavano come principotti, sottomettendo la comunità stessa. Gli Inca poggiavano le loro basi sociali sul lavoro e sull’unione di popoli differenti per lingua e genere di vita ma facenti parte di una civiltà sensibilmente uniforme. Quando il sovrano conquistava una provincia nuova, adottava la stessa tecnica organizzativa che caratterizzava lo Stato incaico: i frutti provenienti dalla produzione agricola e la forza lavoro, venivano divisi in tre par-
positions that inevitably slow down the development. Whenever the expense exceeds the capacity of the production community restores the balance with a reduction in consumption. The economy is built on the satisfaction of their needs. Social Organization The social organization of the Inca was strict and carefully organized. The empire was divided into four parts, each of them ruled by a chief (apo) from the emperor‘s council. The place below was occupied by directors (tukrikuk) and local communities. Many of these, especially those of the Andean valleys called Ayllu (group of people descending from the same ancestor) had a highly democratic organization which was based on the principle of reciprocity. Circumstances were much different in other areas, where the leaders (curaca) behaved like princes, subjecting the community. The Incas founded their social bases on work and on the union of different people speaking the same language and sharing a similar lifestyle as part of a substantially uniform civilisation. When the king conquered a new province, he chose to adopt the same organizational technique that characterized the Inca state. The agricultural production and the labour force were divided into three parts: a portion was donated to meet the needs of the worship of the sun god and the clerks, while another went to the Emperor and the Inca government these resources were accumulated and their sorting was globalized, so that the goods could be directed to any region of the empire in case of disaster or famine. They could also be destined to the maintenance of the Army, or to the Emperor himself. The last part was assigned to the local community, which was in total charge of administrating the arable lands. It is worth to highlight the fact that the private property of each and every one was limited to the possession of a hut, a fence and a few pets, clothes and tools. Each family actually had rights to the community: the plots of farmland were divided and redistributed annually, according to the
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ti. Una parte veniva devoluta per soddisfare le necessità del culto del dio Sole e del clero. Una parte veniva destinata a vantaggio dell’imperatore e del governo incaico (queste risorse venivano accumulate e il loro smistamento era globalizzato: venivano dirette in qualsiasi regione dell’impero qualora si trovasse in situazioni di calamità o carestia, oppure per il sostentamento dell’esercito, o dell’imperatore stesso). L’ultima parte veniva assegnata alla comunità locale che gestiva autonomamente la suddivisione dei lotti coltivabili. Importante è sottolineare infatti che la proprietà privata di ciascuno era limitata al possesso di una capanna, di un recinto e pochi animali domestici, abiti, attrezzi. Ogni famiglia in effetti possedeva diritti nei confronti della comunità: gli appezzamenti di terreno coltivabile venivano suddivisi e annualmente ridistribuiti a seconda del numero e dei bisogni di ciascun gruppo familiare, considerando inoltre anche il grado di produttività di ogni singolo lotto. Nelle comunidades peruviane, si procede tutt’ora ad una cerimonia simbolica della divisione dei terreni. Raramente vi erano terreni privati, riservati alle concubine dell’imperatore, a generali o a sacerdoti particolarmente importanti. Spesso le terre delle comunità ribelli, per punizione, venivano completamente confiscate oppure, agli indiani colpevoli di delitti, veniva affidata la coltivazione della coca eseguita nelle vallate calde e insalubri. Per famiglie o intere comunità “turbolente” o con spirito di rivolta, v’era la deportazione. Si trapiantava una famiglia più obbediente in un gruppo negligente, oppure veniva deportato un gruppo negligente in terre considerate molto obbedienti. Queste tecniche favorivano l’integrazione di tutti i popoli sottomessi rendendo l’impero una massa omogenea di popolazione. Oro e argento erano solo materiali per ornare oggetti rituali o sacri e come per l’agricoltura, anche il metallo estratto veniva ceduto in parte al governo Inca, in parte alla comunità locale. Per gli Inca la ricchezza più preziosa erano le braccia e l’energia dei popoli. Il tributo all’impero non era in moneta (in quanto non esisteva), ma in prestazione. Il maschio
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needs of the family members and the degree of productivity of each lot. In comunidades Peruvians still have a symbolic ceremony of the division of the land. Lands were rarely private if so, they happened to be reserved for the royal concubines, the priests or particularly important people in general. As a punishment for the communities which rose up against the Emperor, their lands were completely confiscated, whereas the Indians convicted of crimes were sent to hot and unhealthy climates to grow coca. For families or entire communities rallied to revolt, the solution was deportation. An obedient family was transferred into a rebellious or negligent group, while the conspirators were forced to move to lands considered to be very obedient. These techniques favoured the integration of all the conquered populations, making the empire a rather homogeneous entity. Gold and silver were only worthy as materials to adorn sacred ritual objects and farming tools the metal extracted was sold both to the Inca government and to the local community. Incas considered the arms and the power of the people as the most valuable good. The tribute to the Empire could not be quantified with money (because it did not exist), but in professional services. The adult male of the rebellious community, married to the will and the obligation of the Inca institutions, had to respect the honour of corvee work for the government. Only families and couples were relevant from an economic point of view. People were monogamous, as polygamy was a prerogative of the higher ranks of society. All products from the fields were deposited in warehouses along the streets or in easily accessible places. The army was supplied thanks to these deposits of the State, which provided food in abundance and various pieces of equipment. The rural community watched over the maintenance of the roads and kept the irrigation system working. The roads, of an estimated overall length of about 16,000 km, were paved to allow the passage of pedestrians and llamas. As the principle of the arch had yet
nella pagina a fianco suddivisione dell’impero incaico nelle quattro grandi province in the next page subdivision of the Inca Empire in the four largest provinces
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adulto (sposato con il volere e l’obbligo delle istituzioni incaiche) della popolazione sottomessa doveva rispettare l’onore di corvee di lavoro per il governo. L’unità economica era la coppia o la famiglia, non l’individuo singolo. Il popolo era monogamo mentre la poligamia era prerogativa dei ranghi più alti della società. Tutti i prodotti dei campi erano depositati nei magazzini situati lungo le strade o in siti facilmente accessibili. L’esercito era approvvigionato grazie anche a questi depositi dello Stato, riforniti con viveri in abbondanza e pezzi vari di equipaggiamento. La comunità rurale vegliava al mantenimento delle strade (limitrofe) e al buon funzionamento dell’irrigazione. Le strade, calcolate complessivamente in una lunghezza di circa 16.000 km, erano lastricate per favorire il passaggio di pedoni e lama. Non essendo stato scoperto il principio dell’arco, i ponti non potevano essere eretti in pietra ma dovevano essere sospesi: cavi di fibre di cabuya, tesi da una sponda all’altra fissate a travi, su pilastri di pietra. Le popolazioni vicine al ponte dovevano mantenerlo in buono stato e rinnovarlo (ponte sull’Apurimac del XV secolo venne abbandonato nel 1890). Ogni 15- 25 km i viaggiatori trovavano un Tambo, una specie di locanda. Una capanna o edifici intorno ad una corte o un recinto. L’Inca o i funzionari vi prendevano alloggio trovando provviste e combustibile in quanto le comunità vicine rifornivano e mantenevano questi ricoveri (gli spagnoli, ritenendo utilissime queste infrastrutture le censirono e conservarono). Speciale era anche il servizio di posta. I Chasui, o messaggeri , risiedevano in capanne a breve distanza: questa veniva coperta di corsa, dando origine ad una staffetta orale (non esisteva la scrittura) che poteva percorrere 1250 miglia in 5 giorni. Al fine di determinare con maggiore o minore precisione i periodi delle semine, probabilmente Pachacuti fece costruire sulla cresta di una montagna a ovest di Cuzco quattro torri di pietra visibili da una piattaforma al cento della grande piazza di Cuzco; l’allineamento di queste pietre col sole determinava i giusti
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to be discovered, bridges could not be built in stone they had to be suspended instead, consisting in Cabuya fibres, stretched and eventually attached to stone pillars. Those who lived close to a bridge had to keep it in good condition (The Mauca Chaca, an historic suspension bridge over the Apurimac River from the fifteenth century, did not fall into disuse before 1890). Every 9-15 miles, wanderers could rest at a Tambo, a kind of inn chic consisted in a hut or some buildings around a courtyard or a fence. The Inca or officials there took accommodation finding supplies and fuel provided by the neighboring communities in charge with their conservation (Spaniards took a census of these infrastructures and preserved them, understanding their importance). The mail service was also peculiar. The Chasui, or messengers, lived close to each other a distance which was covered by running. This way, messages were “orally relayed” (since there were no written documents) by runners who covered even 1250 miles in 5 days. In order to determine the sowing periods accurately, Incas built four stone towers visible from a platform situated in the main square of Cuzco. Aligned with the sunlight, these towers, built on a mountain to the west of Cuzco, determined the correct periods of sowing or harvest, even though it is unknown whether this technique could fix the exact date of the solstices and equinoxes.
in questa pagina i magazzini dell’Inca (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) nella pagina a fianco la rete stradale e la distribuzione di grandi aziende statali e impianti di stoccaggio nel regno Inca in this page the Inca storage (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) in the next page the road system and the distribution of major state farms and storage facilities
Religion Religion was based on agricultural cycles. The Sun God Inti was the most powerful of the gods and Incas offered him gifts and a huge part of the female population dedicated their life to him, even from a young age: the convents of virgins of the Sun gave birth to the myth of the warrior-women, the Amazons. Pacha-mama (Mother Earth) is still deeply venerated and probably considered the greatest sacred entity, followed by Viracocha. It must not be taken for granted that each region of the pre-Columbian Peru had its own gods in the Olympus of Inca gods, with Inti in the highest position. Jewelry re-
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un chasqui, o staffetta porta-messaggi in cammino: nella mano sinistra regge un quipu (Nueva Cor贸nica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
a chasqui, or courier messenger on the way: in his left hand holding a quipu (Nueva Cor贸nica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
il ponte san luis rey, ad Apurimac, lungo 44 metri (George Squier 1864)
the bridge san luis rey, ad Apurimac, lungo 44 metri (George Squier 1864)
nella pagina a fianco
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il fondo di una strada Inca
a inca road
il Queswachaca, ponte sospeso ricostruito fedelmente nel 2006
il Queswachaca, hanging bridge rebuilt faithfully nel 2006
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periodi di semina o raccolto. Probabilmente presented the personification of spirits. The non riuscivano a fissare la data esatta di sol- emperor, formally the son of the Sun, was worshiped almost as a god and at his death stizi ed equinozi. his mum became the object of worship. The clergy was a fundamental and important part Religione La religione si basava sui cicli agrari. Il Dio of the community and received gifts and goSole Inti, era il più potente degli dèi, a lui ods. venivano offerti doni e ad esso si votava par- Today, the main religion is Roman Catholicite della popolazione femminile già da gio- sm, although some divinities are still venevane età: i conventi delle vergini del Sole rated. portarono alla nascita del mito delle donneguerriero, le Amazzoni. Venerazione profon- Inca cities and villages da ha tutt’ora Pacha-mama (la Madre Terra) The Incas were great builders of cities, in the probabilmente la divinità maggiore, seguita conquered provinces clustered in urban cenda Viracocha. Bisogna comunque tenere in ters of the population. considerazione che ogni regione del Perù Surely the triumph of the regular pattern precolombiano possedeva le sue divinità che characterizing the Inca city does not imply a comunque rimasero nell’olimpo degli dèi in- deliberate planning it is the result of the very caici, avente come capo Inti. Molti erano i nature of the architecture and the way of monili venerati, essendo la personificazione formation of the city itself. Many cities were degli spiriti. L’imperatore, che si imperso- nothing more than a set of kancha, groups nificava nel figlio del Sole, veniva venerato of three or four houses arranged in a rectanquasi come un Dio e alla sua morte la sua gular enclosure formed by the development mummia diventava oggetto di culto. Il clero of other random agglomerations. Many cities era un componente fondamentale e impor- were made up of public buildings inhabited tantissimo della comunità, a cui andavano by the clergy and officials, while the rest of the houses were simple huts. The complexity doni e risorse. Oggigiorno la religione principale è quella of the impressive walls is often surprising, as cristiana cattolica, anche se alcune divinità they turned out to be polygonal blocks wedged into each other, or rectangular blocks arrimangono tutt’ora venerate. ranged in a regular basis (according to Rowe, this pattern reproduces sod cut in a chalky La citta’ inca e il villaggio inca Gli inca sono stati grandi costruttori di città; soil). These two styles do not imply that the nelle province sottomesse raggruppavano in larger and irregular walls are the remains of a prior megalithic empire: the technique was centri urbani parte della popolazione. Sicuramente il trionfo del reticolo regolare only chosen regarding the intended use of che caratterizza le città incaiche non è l’ef- the wall. Large irregular blocks were used fetto di una urbanistica voluta, ma il risulta- for walls, terraces, fences, for short and sorto del tipo stesso di architettura e del modo ting regular structures of buildings. Then stesso di formazione delle città. Molte città there was a mixture of styles in the building non erano altro che un insieme di kancha, to decorate a door or passage. The quarries gruppi di tre o quattro case disposte all’in- were distant between seven and thirty-five terno di un recinto rettangolare, altre forma- kilometers from each other, the blocks were te dallo sviluppo casuale dell’agglomerato. then moved by hand with the help of rollers Molte città erano formate da edifici pubblici (the wheel was not used, nor were draft aniabitati da clero e funzionari, mentre il resto mals). The blocks were processed with stone delle abitazioni erano semplici capanne. La chisels or copper or bronze (the iron had yet complessità delle mura spesso ciclopiche stu- to be found). pisce; l’ordinamento è costituito da blocchi As far as the Andean villages are concerned, poligonali incastrati gli uni negli altri, oppu- there were two construction techniques for
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Viracocha una delle principali divinità incaiche
Viracocha, one of the major inca god
nella pagina a fianco Mama Ocllo, figlia di Viracocha e Mama Cocha, contribuì alla fondazione di Cusco (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) il convento delle vergini del Sole (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) il tempio di Wiracocha a Raqchi (92m x 25,5m e fino a 20m d’altezza)
in the next page Mama Ocllo, daughter of Viracocha and Mama Cocha, contributed to the foundation of Cusco (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) the Convent of the Virgins of the Sun (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615) the temple of Wiracocha to Raqchi (92m x 25,5m still at 20m height)
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re da blocchi rettangolari disposti in maniera regolare (secondo Rowe riproducono i muri di zolle ritagliate in un suolo cretoso). Le differenze tra questi due stili, non derivano dal fatto che quelli più grandi e irregolari siano resti di un impero megalitico antecedente, ma solo da due tradizioni differenti, per la destinazione d’uso del muro. Grossi blocchi irregolari per mura, terrazze, recinti per corti e l’ordinamento regolare per le strutture degli edifici. Vi era poi mescolanza di stili nell’edificio, per ornare una porta o un passaggio. Le cave erano distanti tra i sette e i trentacinque chilometri, i blocchi quindi trasportati a mano con l’ausilio di rulli o ghiaie (non era utilizzata la ruota, ne tantomeno esistevano animali da traino). I blocchi erano lavorati con la pietra o scalpelli di rame o bronzo (il ferro non fu mai scoperto). Per quanto riguarda i villaggi andini, le tecniche costruttive erano principalmente due e differenti per area climatica: i villaggi nelle zone piovose dove le abitazioni erano di pietra (più complesse e faticose da erigere ma lungamente più resistenti alle intemperie) , e quelli nelle zone aride con abitazioni in adobe e paglia (elementi poveri ma facili da reperire e altrettanto facili da lavorare, garantivano un riparo minimo ma sufficiente). Risentivano comunque dell’influenza delle due tecniche sia le zone climatiche intermedie, sia le grandi città. In quest’ultime la differenza tra le tecniche dipendeva dal prestigio dell’abitante che vi risiedeva. Nel resto del territorio le case erano isolate o raggruppate in casali o villaggi che occupavano in genere i terreni rocciosi o sterili per economizzare le superfici coltivabili; erano posti preferibilmente a mezza strada tra il fondo delle vallate (calde e temperate) e i pascoli delle cime. Palazzi templi e case riproducono in scala l’umile capanna del contadino quechua. Quattro mura di pietra a secco o di terra grassa con paglia sminuzzata, un tetto a padiglione coperto di stoppie, una porta, finestre e nicchie interne che fungevano da armadiature con la tradizionale forma trapezoidale, la caratteristica dell’architettura incaica. I piccoli ma visibili aggetti osservabili all’esterno,
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two different climatic areas: villages in rainy areas where the houses were made of stone (more complex and hard to build but more resistant to the weather), and those in arid areas, with adobe and straw (poor elements but easy to find and just as easy to work, which guaranteed a minimum but sufficient shelter). However, resented the influence of the two techniques is the intermediate climatic zones, both big cities. In the latter the difference between the techniques depended on the prestige of the person who lived there. In the rest of the territory, the houses were isolated or grouped in hamlets or villages occupying generally rocky or sterile lands in order to preserve the arable land, preferably placed midway between the bottom of the valleys, where the climate was naturally warm, and the pastures of the peaks. Temples and palaces reproduced the humble hut of the peasant Quechua four walls of dry stone or loam with chopped straw, a hip roof covered with stubble, a door, windows and niches that served as internal cupboards with the traditional trapezoidal shape which was the characteristic Inca architecture. The small but visible external projections were probably used to anchor the roof with ropes. Most of the houses only had the ground floor, even though two storey houses were a reality in some cases, such as in Machu Picchu. Only the temple of Viracocha had three floors. The closely related families lived around a courtyard and houses which were disposed this way formed a household named kancha. This group was rather irrecular to fit the morphology of the ground, while big cities had a flat rectangular shape as mentioned above. The kancha included houses which were nothing more than individual large rooms where Incas cooked and ate in rainy days. These rooms also served as berdooms and deposits for a few tools and supplies that every family had. There was also the court, a common place for the whole family where they spent most of the time working, cooking and eating, and a few small fences for pets. A clear example of the structure of an Inca
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dettaglio della perfetta lavorazione nelle detail of perfect workmanship in the inca walling murature a secco incaiche sotto
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la fortezza di Sacsayhuaman, Cusco
the Sacsayhuaman fortress, Cusco
nella pagina a fianco
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Cuzco, la cosiddetta “Pietra dei dodici angoli”, inserita in una costruzione dell’ultimo periodo incaico
Cuzco, the “Stone of twelve angles”, inserted in a construction of the last period of Inca
la caratterisctica forma trapezoidale di finestre, porte e nicchie
the characteristic trapezoidal shape of windows, doors and niches
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ricostruzione di una tipica abitazione incaica
reconstruction of a typical Inca house
Una attuale abitazione andina: stesse tecniche nella pagina a fianco l’attuale vilaggio di Qeros l’attuale villaggio di Uros
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A current Andean house: the same techniques in the next page the current village of Qeros the current village of Uros
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ricostruzione ipotetica della doppia kancha di Ollantaytambo (Gasparini e Margolies, Arquitectura Inka, Centro de investigaciones Historicas y Esteticas, Facultad de Arqhitectura y Urbanismo, Universidad Central de Venezuela, Caracas 1977)
hypothetical reconstruction of buble kancha of Ollantaytambo (Gasparini e Margolies, Arquitectura Inka, Centro de investigaciones Historicas y Esteticas, Facultad de Arqhitectura y Urbanismo, Universidad Central de Venezuela, Caracas 1977)
sotto
below
tipologia, forme con varianti e raggruppamenti di edifici
type, forms and variants with clusters of buildings
probabilmente servivano per ancorare i tetti con cordame. La maggior parte delle case era ad un piano, in alcuni casi perfino due come a Machu Picchu. Solo il tempio di Viracocha presenta tre piani. Le famiglie imparentate strettamente abitavano intorno ad una corte e le case così disposte formavano un nucleo abitativo detto kancha. Questo nucleo era nei villaggi a forma irregolare per adattarsi alla morfologia del terreno mentre nelle grandi città pianeggianti assumeva forma rettangolare come sopracitato. Il kancha comprendeva: le abitazioni, che non erano altro che singoli stanzoni nei quali si cucinava e si mangiava in caso di pioggia, si dormiva e fungevano da depositi dei pochissimi attrezzi e vettovaglie che ogni famiglia possedeva. La corte, luogo comune all’intera famiglia, dove si passava la maggior parte del tempo a lavorare, cucinare e mangiare; infine piccoli recinti per i pochi animali domestici utili per un minimo di sussistenza. Un esempio chiaro della struttura di una città incaica è sicuramente quella che fu la capitale dell’impero: Cuzco. Inizialmente un unico villaggio, si espanse come agglomerato di villaggi e di borghi dispersi intorno a templi e palazzi reali. Poi la zona centrale divenne più rappresentativa del potere dell’impero aumentando il suo prestigio. Ai conquistadores apparve infine piena di palazzi signorili, priva di gente povera dove s’incontravano solo nobili. Le case erano per la maggior parte di pietra, e quelle rimanenti avevano almeno la facciata in pietra. Molte case in terra battuta, disposte in maniera molto ordinata erano collocate in periferia. Le strade a scacchiera, molto strette, tutte pavimentate, al cui centro v’era un canale di scolo in pietra. Dopo la conquista da parte dei conquistadores, la città si espanse e gli edifici vennero via via modificati secondo gli usi degli stranieri, evolvendo i tipi edilizi. La suddivisione incaica del tessuto urbano diede origine a parrocchie indipendenti, trasformatisi infine negli attuali quartieri.
city is definitely Cuzco, which once was the capital city. Initially a single village, it was expanded as agglomerations of villages and towns were built near temples and royal palaces; then, the central area became more representative of the power of the empire by increasing its prestige. When Spaniards came, poor people did not live in Cuzco anymore, since only nobles were still granted palaces. The majority of the houses were made of stone, and the remaining ones had the stone façade at least. Many houses in clay were located in the suburbs. The roads to the board, very narrow, all paved, with a stone gutter in the middle. After the Spaniards conquered the city, it was expanded and buildings were gradually modified according to the customs of foreigners, evolving building types. The Inca urban division gave birth to independent churches, which were then turned into the current districts.
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pianta di Patallacta, di immediata comprensione le diverse piante dei tipi edilizi (Gasparini e Margolies 1977)
Patallacta plant, easy to understand the different plants of building types (Gasparini and Margolies 1977)
Cusco al tempo dei Conquistadores: si comprendono chiaramente le varie zone residenziali e le murature originali incaiche
Cusco at the time of the Conquistadores: is easy to understand the various residential areas and the original Inca walls
nella pagina a fianco l’odierna Cusco
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in the next page Cusco today
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La cittĂ paesaggio The city landscape
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in questa pagina Cusco in una incisione di Dapper del 1963 Machu Picchu in this page Cusco in an engraving by Dapper, 1963 Machu Picchu
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La crisi della città compatta La nascita delle città, risalente a circa 5000 anni fa, deriva dalla formazione di una società complessa e di una documentazione scritta. E proprio in questo momento infatti che viene introdotta una discontinuità spaziale fra un esterno, dove vigono le grandi dimensioni comandate dal quadro naturale e un interno che è uno spazio artificiale, ugualmente complesso e continuo ma compresso. Da allora gli spazi della vita umana sono due, contrapposti e complementari. Il confine tra i due spazi acquista una speciale importanza, ed è proprio la città medievale , che tiene a battesimo la civiltà europea, a portare al massimo grado la contrapposizione tra città e ambiente esterno. Con il rinascimento e l’evoluzione della tecnologia militare le cinta murarie vengono demolite e con loro anche i confini tradizionali. Le espansioni successive si caratterizzano per la rarefazione spaziale e funzionale aprendo un problema difficile, proprio del nostro tempo e non ancora risolto. Da allora la perdita del confine viene indicata come l’origine della disgregazione e la compattezza ci sembra il paradigma dell’urbanità da riconquistare in tutta la città. Ma siamo certi che la città compatta contrapposta alla campagna sia la soluzione ideale? Una recente ricerca del Senseable City dell’MIT di Boston ha constato che oggi solo il 2% della superficie terrestre è occupata dalle città, che il 50% della popolazione mondiale vive in territorio urbano, che il 75% dell’energia globale è consumata nei centri urbani e che l’80% delle emissioni globali sono prodotte nelle città. Sono luogo di produzione e consumo della maggior parte dei beni industriali e sono diventate parassiti terrestri: enormi organismi che vivono prosciugando risorse con il loro consumo sfrenato ed il loro sfrenato inquinamento. E’ una scoperta sconvolgente, soprattutto per un architetto rendersi conto che sono proprio le nostre città a determinare questa crisi ambientale. Negli Stati Uniti l’inquinamento proveniente dagli agglomerati urbani ha già diminuito la produzione agricola di circa il 10%. In Giappone i rifiuti prodotto da Tokyo ammonta-
The crisis of the compact city The origin of cities is dated 5000 years ago and derives from the formation of a complex society and a written paperwork. It is in this very moment that a spatial discontinuity starts to rise separating the “outside”, where large spatial dimensions are subject to the natural setting, and the “inside”, that is an artificial space, equally complex and continuous but compressed. Since then, two are the stages of human life, conflicting but complementary. The edge between the two spaces is gifted with a special importance, namely the medieval city, as it holds the origins of European civilization, to bring to the highest degree the contrast between city and environment. With the Renaissance and the evolution of military technologies, defensive walls are knocked down and, together with them, the same happened to the boundary of the traditional city. Further expansions are characterized by a spatial and functional rarefaction opening a difficult problem, characteristic of our time and not yet resolved. Since then, the loss of the boundary is pointed out as the origin of disaggregation and compactness seems the paradigm of urbanity to be regained throughout the city. But are we so sure that the compact city, as opposite to the country is the ideal solution? A recent study by Boston MIT Senseable City found out that today only 2% of planet Earth surface is occupied by cities and that 50% of world population lives in urban territory, that 75% of global energy is consumed by urban centers and that 80% of global emissions are produced within the cities. They are place of production and consumption of the greatest part of industrial goods and they became parasites for the Earth; huge organisms that live draining resources with their unbridled consumption and pollution. For an architect more than anybody else, it is upsetting to realize that our cities are the very cause of this worldwide environmental crisis. In the United States pollution arising from urban areas has decreased agricultural production by about 10%. In Japan, the waste produced by Tokyo amount to about 20 million tons per year almost com-
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no a circa 20 milioni di tonnellate ogni anno saturando quasi completamente la baia. Città del Messico sta letteralmente prosciugando i suoi due fiumi, mentre le massicce congestioni di traffico di Londra causano un inquinamento peggiore oggi di quello provocato dall’uso del carbone combustibile prima del Clean Air Act del 1956. Dobbiamo invece renderci conto che il nostro pianeta è come una navicella spaziale, un sistema chiuso con risorse finite. La vita della terra proviene infatti interamente da un ciclo alimentato esclusivamente dal sole. La città dovrebbe essere considerata come un organismo ecologico e questa convinzione deve improntare il nostro approccio alla sua progettazione ed alla gestione delle risorse necessarie al suo sostentamento. L’ecologo urbano Herbert Girardet sostiene che la soluzione al problema si trova nella città mirata ad un metabolismo circolare, dove il consumo è ridotto aumentando l’efficienza dei vari processi e dove è massimo il riutilizzo delle risorse. Il processo lineare che caratterizza la città di oggi deve essere sostituito da un metabolismo circolare di uso e riuso. Non possono esistere città con ambiente sostenibile fino a quando l’ecologia urbana, l’economia e la sociologia non vengano integrate nella pianificazione urbana. Le piccole cittadine possono dimostrarsi campioni ideali poiché offrono la possibilità di integrare strategie sia urbane che agricole. Per costruire una città a sviluppo sostenibile è necessaria una disciplina progettuale olistica che, considerati i fabbisogni fisici, sociali ed economici di una comunità, li metta in rapporto con l’ambiente circostante, analizzando e confrontando popolazione, energia, acqua, trasporti, topografia, occupazione e soprattutto la tecnologia e la cultura locale. Alla luce di queste considerazioni ci sembra lecito chiederci se il modello urbano oggi diffuso in tutto il mondo sia compatibile con la capacità di carico del pianeta e con le sfide della sostenibilità o se possa esistere una via diversa, nella quale l’ambiente abitato dall’uomo [la città] non sia in contrapposizione con l’ambiente naturale ma integrato con esso. Ci chiediamo quindi se sia possibile superare l’inefficiente dicotomia città e cam-
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pletely saturating the bay. Mexico City is literally draining its two rivers, while the massive traffic congestion in London today is causing a state of pollution far worse than that caused by the use of coal fuel before the Clean Air Act in 1956. We have to realize instead that our planet is like a spaceship, an closed system with finite resources. Earth’s life entirely comes from a cycle powered solely by the Sun. A city should be considered as an ecological organism and this assumption has to permeate our approach to its design and to the management of the resources necessary to its maintenance. The urban ecologist Herbert Girardet believes that the solution to the problem can be found by looking to a city organized according to a circular metabolism, where consumption is reduced and efficiency of the diverse processes is increased and where we have the highest reuse of resources. The linear process characterizing the city of today needs to be replaced by a circular metabolism of use and reuse. It is not possible to achieve environmentally sustainable cities as long as urban ecology, economics and sociology are not integrated into urban planning. Small cities are ideal samples as they offer the chance to integrate urban as well as rural strategies. In order to build a sustainably developed city an holistic design approach is necessary which, once the social, physical and economics needs of a community are accounted, can link them all to the surrounding environment, analyzing and comparing population, energy, water, transport systems, topography, occupation and, above all, technology and local habits. Knowing all the above, we find legitimate to ask ourselves if the urban model currently spread all over the world is compatible to the load capacity of the planet and with the challenges of sustainability or if it is feasible to imagine a different trail, where the human inhabited environment (namely the city) is not in contraposition with the natural environment but, instead integrated with it. We ask ourselves if it is therefore possible to overcome the inefficient city/countryside dichotomy that in the latest decades caused a
pagna che negli ultimi decenni ha alimentato un progressivo depauperamento del paesaggio rurale a vantaggio di un urbanizzazione monocorde e totalmente refrattaria alle relazioni territoriali. La nostra proposta vuole essere una visione alternativa al dualismo tra città e campagna che ci consenta di riconquistare la dimensione paesistica dell’ambiente umanizzato andata perduta con l’avvento della città compatta. In cui il disegno delle strutture urbane e territoriali riduca al minimo il la contrapposizione con la natura. Le città precolombiane: una storia interrotta Ripercorrendo la storia della città ci siamo resi conto che un’alternativa esiste già e và ricercata nelle città dell’America precolombiana. Qui infatti la nascita delle città non prelude un cambiamento radicale, come avvenne nell’Europa orientale, qui l’architettura conserva un rapporto diretto col paesaggio infinito e le città sono centri di servizi per una popolazione sparsa e centri visivi di un’intera porzione geografica. L’anomalia di queste città rispetto al resto del mondo è probabilmente dovuta al ritardo o alla mancanza di un sistema di scrittura. Nelle due Americhe il libero approccio alla dimensione territoriale conduce a una vasta gamma di modelli urbani che fanno vedere la possibilità, altrove scartata 5000 anni prima, di un’alternativa rispetto alla precoce distinzione tra spazio interno ed esterno, ai recinti urbani, oggi profondamente in crisi. Lo studio storico e sistematico di questi insediamenti è cominciato da non più di un secolo ed è quanto mai istruttivo per la cultura architettonica di oggi. La dimostrazione fondamentale che ne viene è che la contrapposizione tra città e territorio (fondamentale in Eurasia) non è inevitabile. La nostra proposta vuole partire dall’insegnamento di questa esperienza, stroncata con l’arrivo dei conquistatori spagnoli 500 anni fa, per proporre una conurbazione che sia un nuovo paesaggio umanizzato dotato della complessità della città storica estesa nella dimensione paesistica.
progressive depletion of the rural environment for the benefit of a monotonous and absolutely indifferent to territorial relations urbanization. Our proposal wants to be a new vision, alternative to the dualism city/countryside that allows us to gain back a territorial overview on the humanized environment that was lost with the advent of the compact city, where the design of urban and territorial structures makes it felt as little as possible the contraposition with Nature.
The Precolumbian city: an interrupted story By tracing back the city’s history we realized that a viable alternative already exists and it must be seeked in the Precolumbian American settlements. Here, in fact, the origin of the city does not lead to radical changes, as it has happened instead in the Eastern Europe. Here architecture holds a direct relationship with the endless landscape and cities are like service centers for a sparse population and visual reference points for a whole geographic territory. The anomaly of those cities with respect of the rest of the world is probably related to the delay or in some cases lack of a proper writing system. In the Americas the free approach to the territorial dimension leads to a wide range of urban models illustrating a chance, elsewhere discarded 5000 years before, of a viable alternative to the early distinction between interior and exterior space, to the urban precincts, today in deep state of crisis. The historical and systematic study of these settlements began not more than a century ago and it appeared highly meaningful to the architectural culture of today. The important evidence that can be witnessed is that the contraposition between city and landscape (a milestone in Eurasia), is hardly necessary. Our proposal wants to start from what this kind of experience has to teach, experience abruptly ended with the arrival of the Spanish Conquerors 500 years ago, to bring forward the idea of a conurbation that is a new humanized environment, equipped with the complexity of the historical city and extended to the landscape dimension.
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in questa pagina cittĂ Inca di Choquequirao Moray, Cusco Terrazzamenti Machu Picchu Machu Picchu in this page Inca city of Choquequirao Moray, Cusco Terraces Machu Picchu Machu Picchu
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La valle dell’Urubamba L’esperienza più significativa ed estrema in questo senso ci sembra la valle dell’Urubamba, dalla quale gli Inca fondano un vasto impero che si estende dal mare alle Ande fino alla foresta amazzonica sul versante opposto. La valle, che collega Cusco a Machu Picchu, è costellata da insediamenti di notevole importanza come Pisac, Ollantaytambo, Patallaqta e molti altri. In essa i terrazzamenti piuttosto che la loro funzione di ordine agricolo, o di stabilizzazione del suolo per l’insediamento di edifici sui pendii, evidenziano il criterio estetico che ha portato alla modellazione quasi scultorea del paesaggio, integrando al suo interno gli insediamenti e la volumetria degli edifici. Dall’integrazione dell’ insediamento umano con il paesaggio deriva il fatto che questi due elementi non possono essere visti separatamente l’uno dall’altro, ma fanno parte dello stesso disegno del territorio, che investiva l’intera valle. Questo ci consente di dire che il terrazzamento a ben oltre la semplice funzione produttiva o di consolidamento dei pendii, rappresentando una parte integrante e fondamentale della concezione dell’insediamento Inca. La concezione della perfetta integrazione tra paesaggio naturale e insediamento umano ha portato gli Inca a creare scenari artificiali dominati dall’adattamento agli scenari naturali, nei quali la fantasia geometrica dei costruttori ha incontrato il grandioso paesaggio andino e il sistema insediativo si è adattato all’intero ambiente geografico. Ma questa nozione di città, formata da insediamenti sparsi autosufficienti a livello alimentare e da centri di servizio complementari tra loro, era incomprensibile ai conquistatori europei ed è per questo che questi scenari formati da ecosistemi ripetitivi, sono stati distrutti e dimenticati. Con una visione storica più distanziata, è proprio la nozione europea di città compatta, contrapposta alla campagna, a diventare problematica qualche secolo dopo. Per questo la volontà di trovare un modello urbano alternativo rende nuovamente attuali gli esempi americani.
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The Urubamba valley The most significant and extreme experience in this context, seems, in our opinion, that of the Urubamba valley, which the starting point of the vast Inca empire, extending from the sea to the Andes, up to the Amazon rainforest on the opposite side. The valley, linking Cuzco to Machu Picchu, is dotted with quite important settlement, such as Pisac, Ollantaytambo, Patallaqta and many others. Therein the terraces reveal, rather than a mere function of agricultural order, or soil stabilization for the settlement of buildings on the slopes, the aesthetic criteria that led to the almost sculptural modeling of the landscape, able to integrate settlement and building volumetry. From the blend of human settlement and landscape we can understand how those two elements can not be grasped separately one from another, but they are part of the same territorial configuration that used to characterize the whole valley. This allows us to say that the terrace has so much more than a mere productive or slopes control function, being a crucial part of the fundamental concept of Inca settlement. The design of seamless integration between the natural landscape and human settlement has led Inca to create artificial settings dominated by adaptation to the natural scenery in which the geometric creativity of manufacturers has met the great Andean landscape and settlement system has adjusted the whole geographical environment. Anyway this notion of city made up by scattered settlements, self-sufficient for food and level by service centers complementary to each other was inconceivable to the European conquerors, which is why these scenarios formed by repetitive ecosystems have been destroyed and forgotten altogether. With a more objective historical overview, it is the European concept of the compact city opposed to the countryside that, a few centuries later, has become problematic. For this reason the willingness to find an alternative urban model makes once again up-to-date the American examples.
sistema di drenaggio dell’acqua stratigrafia dei terrazzamenti agricoli nella pagina a fianco terrazzamenti di Machu Picchu in this page water drainage system stratigraphic of agricultural terracing in the next page terraces of Machu Picchu
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Agricoltura nella Valle Sacra del Rio Urubamba
Agriculture in the Sacred Valley of the Urubamba river
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L’origine e lo sviluppo dell’agricoltura Secondo i più recenti studi antropologici ed evolutivi della specie umana, si sostiene che la nascita e lo sviluppo delle civiltà americane sia collegato con la peregrinazione di tribù asiatiche; piccole tribù arrivarono dall’Asia attraversando lo Stretto Di Bering più di 10 000 anni fa e si insediarono nel nord America per poi espandersi verso sud. La quantità di individui dipendeva fortemente dalla loro abilità nel procurare il cibo necessario e continua era la competizione con le avversità climatiche. Inizialmente le tribù erano formate da cacciatori e da raccoglitori, ma fu la domesticazione di piante selvatiche, che ebbe inizio tra i 6000 e gli 8000 anni fa, a dare inizio all’attività agricola nel Sud America. La risorsa agricola venne quindi prodotta in larga scala: si iniziò a coltivare dapprima le pianure delle valli poi, gradualmente, il terreno più elevato. Le Civiltà andine del passato, si sono basate su una agricoltura indigena ben organizzata, con un uso rispettoso del bene comune principale che era la terra. L’importanza di tale bene per la società è tutt’ora percepibile: la terra era ed è venerata con l’appellativo di Pachamama, la Madre Terra, la principale divinità che dona la vita. L’agricoltura praticata dai popoli indigeni del Nord e Sud America non è stata importata quindi dal Vecchio Mondo, ma ha avuto uno sviluppo autonomo; in realtà fu il Vecchio Mondo ad usufruire delle migliorie genetiche apportate dalle popolazioni del sud America. Il 60% dei vegetali commestibili, ora presenti nel mondo, sono frutto della ricerca e selezione andina. La patata, per esempio, una pianta tossica per l’alto contenuto di solanina, fu trasformata in un tubero commestibile, dal quale si crearono più di 2.500 varietà. Lo sviluppo dell’agricoltura nelle colline, valli e altipiani delle Ande centrali ha inizio con la domesticazione delle piante, ma si è evoluta grazie a lavorazioni in continuo miglioramento, all’organizzazione del lavoro e con la creazione di attrezzi e infrastrutture agricole. Questi fattori consentirono agli agricoltori di produrre, alimenti in condizioni climatiche
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Origin and enviroment of the agricolture As far as the most recent anthropological and evolutionary studies about the human species are concerned, it is sustained that the birth and the development of American society is linked to the peregrination of some Asian tribes. They were small clans that came from Asia, they passed through the Bering strait more than 10000 years ago and they settled down in North America, then they extended in the South. The number of individuals was strictly connected to their ability to procure the necessary food to survive. There was a continuous fight against the weather adversity. Originally they were tribes made of hunters and pickers. The domestication of wild plants, that started between 6000 and 8000 years ago, allowed the beginning of the agricultural activity in South America. Agricultural resources were so produced on a large scale. First of all they started to farm the level ground of the valleys, then, gradually, the higher fields. The former Andean civilization were based on a well-organized native agriculture, with a respectful use of the major good, which was the soil. The importance of that good for the society is still perceivable. The earth was venerated with the epithet of Pachamama, Mother Earth, the main divinity that gives the life. The agriculture practiced by the indigenous people from North and South America was not imported from the world-old, it had an independent progression. It was actually the world-old that benefited from the genetic improvement that were produced by the populations from South America. 60% of the edible plants, which are now developed worldwide, come from the Andean research and selection. Potatoes are for example, which is a toxic plant because of his high contents of saline, has been turned into a edible tuber, from which it has been created more than 2500 variety. The improvement of the agriculture in the hills, valleys and uplands of the central Andes started with the domestication of plants, but it has developed thanks to the continuous renovation of the production, the organization of the work and the creation of tools and agricultural facilities. Those factors allowed the
assai difficili. Nicholas Vavilov, genetista russo a capo dell’Istituto per le Colture Industriali (VIR) di Leningrado e primo ricercatore che si occupò della riduzione della biodiversità genetica in agricoltura, grazie ai suoi studi sulla teoria dei centri di origine delle specie coltivate, tra il 1923 e il 1939 scopri che la regione andina centrale, è stata uno dei cinque principali centri di domesticazione di piante alimentari di tutto il mondo, con 45 specie autoctone economicamente utili. Espansione e affermazione dell’agricoltura in sud America L’affermazione dei metodi agricoli in sud America, portò allo stanziamento delle tribù, alla formazione di nuclei abitati di importanza sempre crescente e allo sviluppo conseguente di società complesse. Possiamo sostenere inoltre, che persino l’espansione dell’impero Inca, fu sicuramente favorita da un sistema agricolo comune ed efficiente ed in alcuni casi l’agricoltura funse proprio da propellente espansionistico. L’ipotesi è relazionata con l’espansione della frontiera agricola andina verso Oriente, un passo spontaneo iniziato dalle popolazioni montane verso la Selva Alta già nel XV secolo. La conquista e la successiva gestione di queste regioni corrisponde allo sfruttamento intensivo delle risorse naturali. Inizialmente questa colonizzazione agricola era sporadica e non troppo radicata, ma fu sotto l’impero incaico che queste terre videro il nascere di centri abitati e di produzione stabili e progrediti. Certamente non fu l’unica via espansionistica incaica, ma in alcune regioni le popolazioni native si legarono al regime imperiale che garantì loro la conservazione delle proprie tradizioni, ma soprattutto un sistema agricolo efficiente. Le tecniche di gestione e organizzazione delle colture incaiche, si basavano su connubio dell’esperienza e delle tradizioni delle popolazioni andine annesse o sottomesse e il grado di efficienza fu tale da convincere le popolazioni limitrofe a piegarsi alla colonizzazione. Nell’impero degli Inca la coltivazione del mais era fortemente incoraggiata e destinata
farmers to produce food in hard climatic conditions. Nicholas Vavilov, a Russian geneticist chef of the Institute for the Industrial Cultivation (VIR) of Leningrad and the first researcher who dealt with reduction of the agricultural genetic biodiversity, thanks to his study of the center of origin of the cultivate species, discovered between 1923 and 1939 that the Central Andean region was one of the five major centers of domestication of dietary plants of the world, with 45 economically useful native species.
Expansione and archievement of the agricolture in south America The achievement of the agricultural methods in South America brought to the settlement of the tribes, to the development of housing cluster with a great importance and to the consequent improvement of complex societies. Furthermore it is sustained that even the expansion of the Inca Empire was definitely promoted by a common and efficient agricultural system. In some cases agriculture worked exactly as an expansive propellant. This theory is connected with the expansion toward East of the agricultural Andean frontier. It has been a spontaneous step which started from the mountain populations to the Selva Alta already in the XV century. The conquer and the further management of these areas correspond to the intensive exploitation of natural resources. Initially this agricultural colonization was sporadic and not really well-established. Under the Inca Empire in those lands grew new residential areas and stable and advance production zone. It has not certainly been the only Inca expansive way, but in some regions native inhabitants were linked to the imperial regime that guaranteed the preservation of their traditions and especially an efficient agricultural system. The management and organization techniques of Inca cultivation were based on a bond between the experience and the traditions of submitted or annexed Andean populations, there have been such an high level of efficiency that convinced the bordering populations to yield to the colonization. In the Inca Empire the cultivation of corn was
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rappresentazione di Pachamama, la Madre Terra
representation of Pachamama, Mother Earth
la semina e il dissodamento del terreno con l’attrezzo tradizionale detto chaquitaqlla (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
planting and Soil Loosening with the traditional tool said chaquitaqlla (Nueva Corónica y Buen Gobierno, Felipe Guaman Poma de Ayala 1615)
nella pagina a fianco un esempio delle innumerevoli varietà di tuberi Il sito archeologico di Moray, un complesso sistema per la domesticazione delle sementi, e per la coltivazione in condizioni climatiche più favorevoli
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in the next page one example of the countless varieties of tubers The archaeological site of Moray, a complex system for the domestication of seed, and growing in more favorable climatic conditions
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ai terrazzamenti; era considerato l’alimento nobile, destinato all’organizzazione gerarchicamente elevata dell’impero e degno di essere offerto agli dei. Il cereale principale degli altipiani, la quina (riso delle montagne), era destinato invece alla popolazione di ceto medio basso. Oltre a queste due importanti coltivazioni, si possono elencare un’infinità di prodotti e variazioni di specie che facevano parte della dieta della popolazione. L’acqua per l’irrigazione veniva raccolta in cisterne e serbatoi per essere poi gestita tramite acquedotti. Si raccoglieva l’acqua piovana e si sfruttavano i corsi d’acqua che in alcuni casi venivano deviati per garantire il sufficiente rifornimento dei nuclei abitati. Nell’impero incaico il concetto di proprietà era riservato a pochi piccoli oggetti e piccoli animali: il bene comune era la terra. L’assegnazione delle aree agricole coltivabili avveniva secondo le ferree regole degli Ayllu e le risorse che se ne ricavavano suddivise equamente. La ripartizione delle risorse garantiva il sostentamento dei tre macro gruppi in cui era suddiviso l’impero inca: l’apparato politico amministrativo (di cui faceva parte l’imperatore, i ministri, l’esercito), l’apparato ecclesiastico ed infine la popolazione. Mancando un sistema commerciale basato sulla moneta, il bene di scambio era la forza lavoro. Per saldare il debito con lo Stato, ogni adulto era tenuto a dedicare parte del suo tempo al servizio dell’impero, spesso dovendo coltivare quei terreni il cui prodotto era destinato proprio a Stato o clero. Le aree il cui prodotto era destinato alla popolazione venivano periodicamente ridistribuite in base alle necessità di ogni singolo nucleo familiare. Così accadeva che alla nascita di un nuovo individuo veniva assegnata alla famiglia una porzione maggiore di terreno da coltivare in modo da garantire cibo al nascituro. Le bestie da soma erano lama e alpaca, ma i loro servigi erano limitati rispetto a quelli dati dagli animali di più grossa taglia disponibili nel vecchio continente: la loro costituzione non permetteva ad essi di portare più di 25 kg di carico e percorrere più di 15 km al giorno. Le aree dedicate al pascolo solitamente erano quelle più alte e non coltivabili.
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strongly encouraged and it was designed for the terracing. Corn was believed to be a noble food, it was appropriated for the high hierarchical classes and it was so worthy to be offered to Gods. The main cereal of the uplands, the “quina” (the mountain rice), was appropriated to the middle low class population. In addition to these two main plantations we can mention thousands of products and variations of species that took part to the diet of the population. Water for irrigation was collected in cisterns and tanks to be managed with water mains. They collected rainwater and took advantage to water streams that sometimes were diverted to guarantee the adequate provisions to the housing clusters. In the Inca Empire the concept of propriety was reserved to some small objects and animals; the ground was a common good. The assignment of cultivable farming soil was done according to the strict rules of the Ayllu and the resources that were obtained from the ground were equally shared. The allocation of the resources guaranteed the sustenance of the three macro groups, which the Inca Empire were divided in: the administrative and political body(Emperor, ministers and the army), the ecclesiastic body and in the and the population. Because of the lack of a trade system based on money, the medium of exchange was the man power. Every adult had to spent part of his time being of service of the Empire to settle with the State, often he had to cultivate the common soil whose products were addressed to the State or the clergy. The areas in which the product was addressed to the population were periodically redistributed based on the need of the each single nuclear family, so that at the birth of a child in a family they were given a bigger portion of soil to be cultivated to guarantee some food to the soonto-be-born baby. Beasts of burden were the lama and the alpaca, however their services were limited compared to those given by the bigger animals in the oldcountry. Lama and alpaca’s constitution did not allowed them to carry more than 25 kilos and walk through more than 15 km a day. The areas addressed to the grazing were generally the highest and the one which cannot be cul-
I frutti della pastorizia delle grandi greggi era prerogativa dei capi incaici e quindi del governo, mentre nelle comunità locale vi erano solo piccole greggi e la lana ottenuta veniva ripartita equamente tra i cittadini. Raramente all’esterno delle abitazioni, in appositi recinti, venivano tenute quelle poche bestie (lama e alpaca) a disposizione delle famiglie. Piccoli maialini (chiamati “cui”), liberi di muoversi all’interno delle case, rientravano nella dieta della popolazione di basso rango. Attualmente, in Perù, agricoltura e allevamento coprono il 21% del PIL grazie al commercio con il resto del mondo delle risorse provenienti da questo settore, soprattutto con il Nord America. L’attività commerciale è assai fiorente e negli ultimi anni è aumentata notevolmente. Tradizionalmente, le attività agricole, l’allevamento e la pesca sono praticate dalla fascia più povera della popolazione. Lo spazio agricolo andino Nelle Ande le aree agricole, che punteggiano il territorio, si differenziano fortemente in base alle condizioni del terreno, all’altitudine, alla direzione geografica predominante ed al numero di ore di esposizione solare. Al variare delle condizioni ambientali, individuabili con le otto regioni, variano i tipi di colture e le tecniche di coltivazione, che valorizzano anche i piccoli spazi. La suddivisione in zone agro-ecologiche che ne consegue, consente di ottimizzare l’uso del territorio puntando su una più estesa gamma di produttività colturale Andina. Questa strategia, che fu utilizzata già dalle popolazioni pre-incaiche, torna utile alla comunità: la coltivazione di diverse specie in diverse fasce altimetriche e produttive, facenti riferimento alla stessa comunità, garantisce una più variegata e completa alimentazione, evitando altresì l’eventuale perdita dei singoli raccolti in caso di calamità, carestia o malattie date dai parassiti. La diversificazione colturale e le scarse vie di comunicazione, dipendenti dall’orografia dei luoghi, supportano l’ipotesi che in passato, come ancora oggi in alcune zone, le comunità fossero autosufficienti e si verificassero po-
tivated. The profit of the sheep farming of the big flocks were a prerogative of the Inca heads, therefore of the government, while in the local community there were only small flocks and the wool that they got was equally shared among the citizens. Rarely outside the household, in appropriate fences, were hold few beasts (lama and alpaca) at the families disposal. Small pigs (called “cui”) were free to move along, inside the houses. Those pigs were involved in the diet of the lowest rank of the population. Nowadays, in Peru, agriculture and livestock farming cover the 21% of the GNP thanks to the trade of the resources that come from this sector, especially with the North America. The trade is rather flourishing and in those last years is considerably increasing. Traditionally agriculture, farm animals and fishing are carried out by the poorest part of the population.
The andean agricultural area In the Andes , the agricultural areas that studs the tract, are deeply different because of the ground conditions, the altitude, the main geographic way and the amount of hours of solar exposition. The great variety of cultivations and farming techniques that value even the smallest areas are due to the variation of the environmental conditions which could be identified with the eight regions. As a consequence the partition into agro-ecological areas allowed the populations to optimize the use of the area working for a more extended choice of Andean farming production. This strategy, which was already used by the pre-Andean tribes, is still useful to the community. The cultivation of different species in different altimetric and productive belts, which refer to the community, guarantee a more variegated and complete diet , avoiding the possible loss of the single harvest in case of calamity, famine and diseases due to pinworms. The farming diversification and the scarce landlines that depends on the land orography, support the theory that in the past, but even today in some areas, the communities were selfsufficient and there were little trades. Thanks to the organization of the Inca Empire, a politic
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chi scambi commerciali con i vicini. Grazie all’organizzazione dell’impero incaico, si sviluppò una politica di scambi di beni alimentari tra le regioni, con il fine di sostenere le emergenze alimentari dovute alle differenti situazioni climatiche. Caratteristiche del sistema agricolo andino Nelle Ande, il nome comune per l’area dedicata alla produzione agricola è “la chacra”. Le colture prodotte sono differenziabili in base alla loro quota ideale di produzione, in base all’irrigazione che necessitano, alla qualità e resa del suolo, al sistema di produzione (individuale o collettivo). Possiamo quindi individuare sei sistemi di produzione: - gli appezzamenti intorno alla casa con le colture alimentari semplici come il frutteto, - i singoli e sparsi appezzamenti sugli altopiani, coltivati in condizioni di rainfed (ricevono solo l’acqua piovana, non irrigua), - le piantagioni nelle pianure irrigue o “maway”, nella zona Quechua a Cusco, - le piantagioni con sistema collettivo o “aynoka layme” (Puno e Altiplano della Bolivia), - le piantagioni con appezzamenti per il commercio a più grande estensione (cooperative, Perù), - i frutteti (Cajamarca, Cochabamba). Viene da se che la produzione agricola andina di montagna, a causa della difficoltà oggettive riscontrabili durante il processo di semina e di raccolto, non può essere paragonata a quella di colture commerciali praticate in zone pianeggianti a livello del mare, dotate di più ampi margini di produttività e di un inferiore impiego di manodopera. Nella Ande centrali (Ecuador, Perù e Bolivia), l’agricoltura di montagna si pratica da 1500 a oltre 4000 metri, grazie a contadini portatori di conoscenze tradizionali che utilizzano tecnologie alternative per la produzione di una grande diversità di colture, ma anche ad una differenziazione di specie autoctone frutto di secoli di domesticazione colturale. Di seguito sono elencate le principali caratteristiche agronomiche dei sistemi agricoli Andini.
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of buying and selling of food goods developed among the regions with the aim to sustain the food emergency due to the different climatic situation.
Carachteristics of the agricultural Andean system In the Andes, the common name for the area dedicated to the agricultural production is “chacra”. The cultivations that are produced can be distinguished through their ideal production’s share, through the irrigation they need, through the quality and the yield of the soil, and through the manufacturing system (which can be individual or collective). We can identify six manufacturing systems:
in questa pagina I camelidi, gli animali da soma più diffusi nella regione andina nella pagina a fianco Mappa delle ecoregioni del Perù in this page The camels, the most common pack animals in the Andean region in the next page Map of the ecoregions of Peru
- the plots surrounding the houses with their basic food cultivations like groves, - the single and strewn plots on the uplands, cultivated thanks to the rainfed (they receive only rain water, and not water given with an irrigation system), - the plantations in the level grounds with an irrigation system or “maway”, in the area of Quechua in Cusco, - the plantations with a common system or “aynoka layme” (in Puno and in the Bolivian Plateau), - the plantations with plots used for the bigger trade (cooperatives in Peru), - the groves (in Cajamarca, Cochabamba). It is obvious that the agricultural Andean mountain production, due to objective difficulties, which occur during the sowing process and the harvest time, cannot be compared to the production of commercial cultivations, which are followed in flat areas at sea level and provided with wider margins of productivity and an inferior use of labour. In the central Andes (Ecuador, Peru and Bolivia), the mountain agriculture is practised from 1500 to over 4000 meters, thanks to farmers who transmit their traditional knowledge using alternative technologies for the production of a great multiplicity of cultivations, but also for the differentiation of native species, that are the result of centuries of domestication. Shown below are listed the main agronomical characteristics of the agricultural Andean sy-
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Uso del Suolo I sistemi tradizionali di preparazione del terreno per la semina sono molto diversi a seconda della struttura del terreno, l’altezza in cui si trovano gli appezzamenti e degli strumenti utilizzati ma sono tutti rigorosamente lavori manuali. Nelle Ande si usa ancor’ oggi la tradizionale chaquitaqlla, uno strumento manuale per preparare il terreno, indicato per le condizioni di forte pendenza e nelle economie di sussistenza. La preparazione del terreno con i buoi è una tecnica che trova spazio solo nelle valli più pianeggianti e ampie, così come si usano trattori in zone pianeggianti vicine alle città. L’efficacia e l’utilità di ciascuna di queste alternative è legata alla tradizione, all’economia locale e alla comunità che le utilizza. Consociazioni L’agricoltura andina è caratterizzata da un gran numero di specie coltivate da ogni famiglia di contadini (a volte più di dieci): questa particolarità la rende unica. Un chiaro esempio è riscontrabile a Cusco, dove si constata che più del 50 per cento delle aree coltivate sono associate: ciò significa che in un appezzamento di terreno non si individua una unica coltura, ma a fianco di una coltura predominante si tende a piantare colture compatibili che possono apportare migliorie alla produzione generale (il mais viene affiancato da fagioli e piselli, il granturco dalla patata). I vantaggi che ne derivano sono molteplici: questi sistemi influenzano le dinamiche della popolazione di insetti (che in genere diventano meno dannosi per le colture), si riduce al minimo l’insorgere e la diffusione delle malattie, si aumenta l’apporto nutritivo dal terreno, fino al miglioramento e diversificazione del gusto dei tuberi. La rotazione delle coltivazioni Nelle Ande peruviane e negli altipiani della Bolivia, è praticata la rotazione delle colture nelle terre comunali con la partecipazione collettiva del villaggio. Sono definite geograficamente le aree agricole e definiti i periodi di riposo che si devono osservare per ridare
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stem.
The use of the ground The usual systems of the ground’s preparation for sowing are very different, depending on the soil structure, the heights in which the plots of land are, and the work instruments used, but they are severely hand labors. Still today the traditional “chaquitaqlla” is used in the Andes, which is a work instrument for preparing the ground and which is indicated for the subsistence economies. The preparation of the ground using oxen is a technique that can be found only in the more level and wide valleys, as well as the tradition to use tractors in flat lands next to the cities. The efficacy and the usefulness of each of these choices is tied to tradition, to local economy and to the community that uses them.
in questa pagina
in this page
Piccolo allevatore di camelidi, per la produzione della lana
Small breeder of camels, for the production of wool
nella pagina a fianco
nella pagina a fianco
Alcune varietà di mais della regione andina
Some varieties of maize in the Andean region
La raccolta delle colture, tuttora viene praticata a mano
The harvesting of crops, is still practiced by hand
sotto
sotto
Esempio dell’inserimento paesaggistico dei terrazzamenti dedicati in passato come attualmente per la coltivazione, nei pressi si Pisac
Example of the inclusion in the landscape of the terraces devoted in the past, as now, for cultivation, near Pisac
Intergroppings The Andean agriculture is characterized by a large number of species, which are cultivated by every farmers’ family ( sometimes they may be more than ten): this peculiarity makes it unique. A clear example is traceable in Cusco, where it has been noticed that more than 50% of the cultivated areas is associated. This means that in a plot of land you cannot find only one type of cultivation, but alongside of one predominant cultivation you tend to plant compatible crops, which can improve the general production (the corn is cultivated near to beans and peas, the Indian corn near to potatoes). The advantages that result from this method are numerous: these systems condition the dynamics of the insects population (that generally becomes less damaging for the cultivations), the onset and the spread of diseases are decreasing to the minimum and the nutritional intake from the ground is increasing. Moreover, the tubers’ flavor is improving and changing. The crop rotation In the Peruvian Andes and in the Bolivian tablelands the crop rotation is used in the local lends with the involvement of the village. The agricultural areas are geographically defined and the rest periods that have to be followed to
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in questa pagina La raccolta, evento a cui partecipa gran parte della comunità sotto La lunga Valle Sacra del rio Urubamba, l’aera agricola in this page Gathering, an event that involved most of the community below The long Sacred Valley of the Urubamba river, the agricolture area
prosperità alla terra (variano tra tre a sette anni). Queste terre sono chiamate aynoqa (in lingua aymara) e layme, “suertes” o Muyuy (in lingua quechua e sono campi comunali di una rilevante lunghezza, a volte 30-40 ettari). Sono sistemi ampiamente distribuiti, variano da zone agroecologiche e sono importanti sia come riserva alimentare, sia come metodo di distribuzione sociale della terra. Semina e coltivazione sono attività compiute comunitariamente come anche comuni sono le decisioni su quali specie si possono coltivare. Ci sono anche singoli appezzamenti affidati alle singole unità familiari, detti anche Sayana in aymara. Intorno alle case si trova generalmente un piccolo recinto con mura di fango, su cui si seminano le colture che richiedono più cura, come le varietà di frutta, piante medicinali e aromatiche. L’attività economico-agricola nella valle Sacra dell’Urubamba Nell’attività economica agricola, coesistono due distinte unità economiche, l’economia delle famiglie native e quella dei coloni o meticci. L’agricoltura è la più importante attività produttiva economica per le comunità indigene. Le famiglie dei nativi sviluppano un’agricoltura di sussistenza, integrando con attività affini come la caccia e la pesca, mentre i gruppi di coloni sviluppano un’agricoltura in gran parte orientata al mercato e all’esportazione. Secondo gli studi condotti, i terreni adatti all’agricoltura nella zona della Valle Sacra del rio Urubamba, hanno medio-bassa fertilità, pH più fortemente acido, e mostrano anche un moderato se non buon drenaggio, ma nelle zone pianeggianti a causa della elevata piovosità si verificano allagamenti che interessano colture e pascoli. La superficie coltivabile per ciascuna famiglia è relativamente piccola tra la metà e un intero ettaro che è gestito per tre, quattro anni. Passato questo periodo il normale esaurirsi delle sostanze nutritive e la rapida usura a causa dell’alta piovosità della zona, obbliga gli agricoltori a lasciarlo per la realizzazione ed il recupero nuovi campi. L’agricoltura
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give again the prosperity to the land are determined (these periods vary from three to seven years). These lands are called “aynoqa” (in the Aymara language) and “layme”, “suertes” or “Muyuy” (in the Quechua language and these are local lands that have a considerable length, sometimes they can reach 30-40 hectares). These are systems which are extensively allocated, they vary with the agricultural and ecological areas and are important both as food reserve and as a method of social allocation of land. Sowing and growing are community activities as well as the decisions on what type of species can be cultivated. Furthermore, there are also individual plots of land in the care of the single familiar units called also Sayana in the Aymara language. Surrounding the house there is usually a little fence with walls of mud, on which the more fragile cultivations are sowed, as some fruit varieties, some herbs and some aromatics.
The economic and agricultural activity in the Holy valley of Urubamba In the economic and agricultural activity two different economic units coexist: the economy of the native families and that of the colonists or the half-caste. Agriculture is the most relevant economic and productive activity for the indigenous communities. The native families develop a subsistence economy, adding similar activities as hunting and fishing, whereas the colonists’ groups develop an agriculture which is mainly geared to the market and the exportation. According to the studies, the suitable plots for the agriculture in the area of the Holy Valley of Urubamba river have lower-middle fertility, acid pH, and they also have a moderate and good drainage. However, in the flat lands it could happen that, due to the heavy rainfall, flooding can damage cultivations and grazing. The cultivable land for each family is relatively small: it could be between a half hectare and an entire hectare, which is managed for three, four years. When this period of time is over the normal depletion of the nutritious substances and the speedy wear caused by the heavy rainfall of the area, force the farmers to lie the land fallow for the realization and the recycling of
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tradizionale si basa quindi sul taglia e brucia della foresta; l’operazione permette il rilascio immediato della biomassa nutriente accumulata dalla vegetazione. La tecnologia sviluppata per l’agricoltura è di tipo tradizionale, priva di sementi migliorate, fertilizzanti e agrochimici, nonché assistenza tecnica e formazione. La conoscenza dei contadini viene mantenuta e tramandata nei nuclei abitati, il lavoro viene svolto con la piena partecipazione della famiglia oppure, alle volte, può essere anche interfamiliare. In alcune comunità, le scuole hanno promosso la produzione agricola di ortaggi, pomodori, cetrioli, cavoli, ravanelli, lattuga, con buoni risultati; c’è interesse da parte delle scuole e delle famiglie per rafforzare, sostenere questa pratica con la distribuzione dei semi e soprattutto con la formazione per implementare nuove metodologie. Le attività produttive sono interamente svolte dalla famiglia, senza stipendio, riducendo drasticamente l’impatto dei costi di produzione, sul valore del bene prodotto. L’economia che predomina è quella della piccola fattoria con una produzione prevalentemente orientata al consumo proprio, in effetti utilizzando tecnologie prevalentemente tradizionali, si ottiene una produttività molto bassa. Ogni famiglia può ottenere in casi rari un piccolo surplus, venduto ai commercianti a prezzi nettamente inferiori alla norma. Al fine di perseguire un certo grado di sicurezza alimentare, si applica la diversificazione delle colture native; tra queste le principali sono manioca, tuberi in genere, fagioli, mais e cereali in genere. Va ricordato che a causa delle elevate precipitazioni nella regione, vi è una forte concorrenza tra le colture e le piante o erbe spontanee che crescono vigorosamente, compromettendo spesso la resa o la resistenza delle piantagioni in quanto si crea competizione per l’assorbimento dei nutrimenti dal terreno e la captazione della radiazione solare. Questo porta ad un ulteriore lavoro da parte di famiglie indigene, che nel periodo di maggiore presenza di pioggia, si dedicano alla pulizia delle colture. Nelle zone agricole spesso manca sia un sito di stoccaggio che
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new fields. The traditional agriculture is based on cutting and burning the forest; this procedure permits the immediate emission of the nutritious biomass which has been stored up by vegetation. The technology developed for agriculture is a traditional one: it is free from modified seeds, from fertilizers and agrochemicals, as well as from technical services and training. The farmers’ knowledge is kept and handed down in the inhabited family units, the work is done with the full participation of the family or, sometimes, it also may be among more families. In some communities, schools have encouraged the agricultural production of vegetables, tomatoes, cucumbers, cabbages, radishes, lettuce, with good results; schools and families have a great interest in strengthening and supporting this practice through the seeds’ distribution and, especially, through the training for implementing new methods. The productive activities are entirely done by the family, without any wage, reducing drastically the impact of manufacturing costs on the price of the produced goods. The predominating economy is that of the small farm, whose production is geared to household consumption; as a matter of fact , using technologies which are mostly traditional, you have a very reduced productivity. In rare cases, every family can obtain a small surplus that is sold to merchants at really cheap prices. In order to pursue a certain level of food security, the diversification of the local cultivations is applied; among them the main cultivations are manioc, tubers, beans, corn and cereals. it is to remember that, due to the heavy precipitations in this area, there is a remarkable competition between cultivations and plants or natural herbs, which grow vigorously, often compromising the yield or the resistance of plantations. As a matter of fact they cause a competition for the absorption of nutriments form the ground and the catchment of solar radiation. That brings to another work for the indigenous families, who, in the period of more rainfall, dedicate themselves to the cleanliness of cultivations. Often the agricultural areas lack wheter a storage area or infrastructures as silos, farm machinery and tools, as well as
nella pagina a fianco la parte centrale della Valle Sacra del rio Urubamba, nell’area di Ollantaytambo in the next page the central part of the Sacred Valley of the Rio Urubamba, in the Ollantaytambo area
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in questa pagina Le principali colture individuabili nell’area di progetto sotto la parte finale della Valle Sacra del rio Urubamba, nell’area di Agua Calientes in this page The main crops identified in the project area below the final part of the Sacred Valley of the Urubamba river, in the Agua Calientes area
infrastrutture come silos, non vi sono macchine o attrezzature agricole, come scarso è il trasporto delle merci. Non viene praticato il compostaggio e c’è ignoranza per quanto riguarda i fertilizzanti organici, o lo sviluppo delle pratiche di conservazione del suolo. Attualmente l’allevamento è prevalentemente costituito da bestiame di piccolo taglio, lama, alpaca e pecore principalmente governati da mogli e figli, oltre che animali da cortile come polli, anatre e porcellini (cui) in piccole quantità. La presenza di animali di più grossa taglia, importati dal vecchio continente o dal nord America, è diminuita per la mancanza di conoscenza da parte della comunità per la gestione della salute degli animali stessi. I capi allevati, di qualsiasi dimensione, sono utilizzati sia per il consumo che per la vendita, diventando un reddito importante per l’economia domestica.
the transport of goods. The composting is not practiced and the inhabitants are ignorant as for the use of organic fertilizers, or the development of practices of soil preservation. Nowadays the livestock farming is mainly made up by small-sized animals such as llamas, alpaca and sheep, which are mostly tended by wives and sons. Moreover, you can also find farmyard animals as chickens, ducks and piglets in a small quantity. The presence of largesized animals imported from the Old World or form North America has decreased due to the lack of knowledge of the community regarding the health management of animals. The raised heads , of every size, are used wheter for consumption or for sale, becoming an important income for home economics. Conclusions What seems to be very interesting as far the food sources management in the Incaic world are concerned, is the idea of food self-sufficiency of community. The lands’ allocation designed for agriculture is managed so that every family can have a portion of ground that can assure it the food supply necessary for its sustenance. It means that through the increase of the community members’ number increased also the cultivated land. That introduces the concept, which today is very current, of the balance between the load capacity of the area and the anthropic pressure applied by the community. Our project would like to use this traditional practice to create a self-sufficient agricultural
Conclusioni Ciò che ci appare particolarmente interessante nella gestione delle risorse alimentari nel mondo incaico è il concetto di autosufficienza alimentare della comunità. L’assegnazione dei terreni da destinare all’agricoltura veniva infatti gestita in modo da mettere a disposizione di ciascuna famiglia una porzione di territorio capace di garantirle l’approvvigionamento alimentare necessario al proprio sostentamento. Ciò significa che all’aumentare del numero dei membri della comunità aumentava anche il terreno coltivato. Questo introduce il concetto, oggi più che mai attuale, dell’equilibrio tra la capacità di carico del community thanks to the local food proterritorio e la pressione antropica esercitata ducts. dalla comunità. Il nostro progetto vuole far tesoro di questa pratica originaria per dare vita a una comunità agricola autosufficiente con prodotti alimentari a chilometro 0.
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La societĂ Ayllu Ayllu society
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in questa pagina Sayaña, terreno a disposizione dell’unità familiare, per le proprie necessità produttive Organizzazione territriale dell’Ayllu in this page Sayana, land available for family unity, for their production needs Ayllu territorial organization
Comunità indigene Valle Urubamba Le comunità indigene che occupano la valle dell’Urubamba, come gran parte delle popolazioni andine, soprattutto quelle che appartengono ai gruppi etnici quechua e aymara, utilizzano ancora la forma tradizionale di comunità che viene definita Ayllu: un’istituzione preincaica e incaica di organizzazione del territorio che costituiva un’unità autosufficiente dal punto di vista politico, sociale, economico e religioso. Essa raggruppava al suo interno più nuclei familiari con rapporti di parentela, esercitava la proprietà in comune e gestiva le risorse in modo collettivo. Al centro del pensiero quechua e aymara c’e un concetto, quello di pacha, da cui forse conviene partire per avvicinarsi alla comprensione dell’ayllu. Pacha è un termine che, oltre al più noto significato di “terra”, condensa le nozioni generiche di spazio e di tempo. Infatti l’ayllu è una “unita spaziotemporale” che comprende un determinato territorio (inteso come insieme del suolo e di ciò che e al di sopra e al di sotto di esso), tutti gli esseri viventi e non viventi che vi si trovano e inoltre tutti gli antenati comuni della gente che vi vive. Occorre dunque isolare due aspetti fondamentali dell’ayllu, quello di un territorio con le sue risorse naturali e quello di una società umana formata da parenti che vivono nell’aldi-qua o sono trapassati nell’al-di-la. Organizzazione territoriale L’organizzazione territoriale si articola generalmente su tre livelli ecologici: suni, comprendente i pascoli situati alle altitudini maggiori; antipampa, la zona intermedia in cui si situano le abitazioni e i terreni principali; qhirwa, composta dai terreni vallivi da cui la comunità ricava quei prodotti indispensabili per la propria sussistenza (ad esempio il mais e la coca) che non potrebbe ottenere nelle più ostili condizioni climatiche dell’antipampa. Suni, antipampa e qhirwa costituiscono nel loro insieme l’uraqpacha, il territorio di pertinenza dell’ayllu, il cui legittimo possesso spetta esclusivamente alla comunita in quanto tale. Tuttavia, mentre suni e qhirwa si tro-
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Urubamba Valley’s indigenous communities The indigenous communities that are settled in the Urubamba Valley, not unlikely the vast majority of the Andean people, especially those who belong to the Quechua and Aymara ethnic groups, still use the traditional community hierarchy known as Ayllu: it consists in a pre-Inca and Inca form of territorial organization self-sufficient in political, social, economic and religious terms. It brought together many different families bond by kinship, applied common property and managed resources collectively. At the core of Quechua and Aymara way of thinking there is a concept, that of Pacha, which perhaps should be the starting point to get closer to understanding Ayllu. Pacha is a word that in addition to the most widely known meaning of “earth”, condenses more generic concepts of space and time. In fact, Ayllu is a “space-time unit” encompassing a given territory (understood as a set made of a portion of earth surface and of all what stands above and below it), all the living and non-living organisms therein and, furthermore, all the common ancestors of its inhabitants. It is therefore necessary to isolate two fundamental aspects of Ayllu, that of a territory and its natural resources and that of a human society made up of relatives which can both live in the current world and have passed away in the afterlife. Territorial organization Territorial organization is generally systematized on three ecological levels: -Suni, including the pastures located at higher elevations; -Antipampa, the intermediate zone where most of the houses and grounds are located; -Qhirwa, a combination of several valleys from which the community derives all those products indispensable for their livelihoods (e.g. corn and coca) that would otherwise impossible to cultivate in the most hostile conditions of Antipampa. Suni, Antipampa and Qhirwa together form
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vano in genere sotto la diretta amministrazione delle autorita comunali, l’antipampa è suddivisa in appezzamenti di dimensioni variabili riservati alle singole unita familiari, che sono tenute a gestirli secondo le direttive e i ritmi colturali stabiliti dalla comunità. Ogni unita familiare dispone inoltre in forma esclusiva di un terreno, detto sayaña, commisurato alle sue esigenze e corrispondente al suolo occupato dall’abitazione e alle terre limitrofe, che la famiglia può utilizzare liberamente per le proprie necessita produttive purché ciò avvenga senza pregiudizio alcuno della comunità. La cellula fondamentale dell’ayllu è l’unità familiare, composta da una coppia sposata con la rispettiva prole (mediamente 3 figli). La coppia costituisce la persona (jaqi) cui la comunità riconosce obblighi e diritti, e su cui quindi ricade la responsabilità della conduzione della famiglia, dell’uso delle risorse che le sono state assegnate e dell’adempimento dei doveri verso la collettività. Le famiglie vivono solitamente in modeste abitazioni spesso in una sola stanza non più grande di 20 metri quadri realizzata in adobe, pietra naturale e canne di Quincha. Queste sono realizzate intorno a Kanchas (cortili) che ospitano una zona dedicata alla cottura dei cibi. Un Kancha e le sue case possono ospitare una famiglia allargata. Le unità familiari che si riconoscono come appartenenti a un medesimo patrilignaggio si riuniscono in gruppi più ampi, detti ali, che gravitano su un determinato spazio territoriale e nominano autorita proprie. In ultimo, l’ayllu è un gruppo di discendenza formato da più ali che condividono l’uraqpacha e riconoscono alcune autorità somme, jilaqata e mallku.
the Uraqpacha, the territory pertaining to the Ayllu, whose legitimate ownership solely belongs to the community itself. Nevertheless, while Suni and Qhirwa are usually under the direct administration of the local authorities, Antipampa is divided into plots of various sizes and destined to be used by single-family units, which are required to manage them according to the guidelines and the agricultural rhythms established by the community. Every family units has exclusive rights over a portion of land, called Sayaña, tailored to its own needs and corresponding to the ground occupied by the house and neighboring lands, that the family can use freely to satisfy its own production needs, as long as this is done without any prejudice coming from the community. Ayllu basic cell is the “family unit”, consisting of a married couple and its progenity (3 children on average). The couple is the unitary organism (Jaqi) to which the community recognizes rights and obligations, and which therefore is responsible for the family behavior, for the use of the allocated resources and the discharge of the duties towards the community. The families usually live in small houses, often in one room no bigger than 20 square meters made of adobe, natural stone and Quincha reeds. They surround Kanchas (yards) hosting an area dedicated to cooking. A Kancha and its houses can accommodate an extended family. Family units who identify themselves as belonging to a same patrilineage gather in larger groups, called “wings”, which revolve on a particular territorial space and appoint its own authorities. Finally, the Ayllu is a group of descendants Le pratiche di reciprocità formed by more “wings” that share the same Una delle caratteristiche più appariscenti e Uraqpacha and recognize some sums high significative dell’organizzazione dell’ayllu è authorities, Jilaqata and Mallku. la pratica della reciprocità nelle relazioni tra i suoi membri e nei rapporti fra l’ayllu-societa Reciprocity practices e l’ayllu-territorio. Nel primo caso, non sono One of the most striking and significant tanto le singole persone o unità familiari che aspects in Ayllu organization is the practisi scambiano favori, piuttosto è la comuni- ce of reciprocity, both in the relationship tà tutta che ora da ora riceve un beneficio, between its members and in that occurring e le persone che partecipano a questo scam- between the Ayllu-society and the Ayllu-
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bio di prestazioni agiscono ora in qualità di rappresentanti del gruppo ora come singoli membri ad esso riconoscenti. Il meccanismo di reciprocità è messo in moto da un beneficio originario di valore inestimabile, tale da non poter mai essere contraccambiato: è la comunità che concede la terra e le sue risorse, e con queste la possibilità di vivere. Ogni membro può mantenersi in vita, oltre che esistere socialmente, solo in virtù della benevolenza della comunità, e questa consapevolezza crea un legame indissolubile e un sentimento di gratitudine inestinguibile tra ciascuno e tutti. Tale vincolo è riconosciuto, rinnovato e rafforzato dalle pratiche di reciprocità, che consistono essenzialmente nello scambio di prestazioni lavorative (ad esempio mutuo aiuto nelle attività agricole e pastorizie e nella costruzione di abitazioni, assistenza a invalidi, vedove e orfani, cura delle qallpas di chi si allontana dal territorio) e nell’adempimento dei doveri comunitari (ad esempio prestazione delle mit’a - turni di lavoro nelle terre e nei pascoli comunali oppure servizi artigianali a vantaggio del gruppo -, partecipazione alle pubbliche assemblee, assolvimento di incarichi politici e religiosi). Le pratiche di reciprocità fra ayllu-societa e ayllu-territorio discendono invece direttamente dalla relazione di dipendenza che tiene unito l’uomo alla terra. La Pacha Mama (Madre Terra) e la fonte ultima del ben-vivere della comunità. Ad essa i comunarios si affidano per la buona riuscita del raccolto come pure per la salute di uomini e animali; in cambio le dedicano riti e sacrifici propiziatori, difendono le frontiere territoriali e curano il benessere del suolo attraverso la pratica delle rotazioni colturali.
territory. In the first case, those who exchange favors are not so much the individuals or the single family units, rather it is the entire community that time after time receives a benefit, and the people who participate in this exchange of services act both as representatives of the group and as individual members very obliged to it. The reciprocity mechanism is set in motion by an original benefit of inestimable value, such that it can never be reciprocated: it is the community that concedes the land and its resources and, together with them, the chance to live. Each member can stay alive, as well as exist socially only thanking to the benevolence of the community, and this awareness creates an unbreakable tie and a feeling of unquenchable gratitude between each individual and everyone else. This bond is recognized, renewed and strengthened through the practice of reciprocity, which essentially consist in the exchange of job performance (e.g. mutual help in agricultural and pastoral activities and in the construction of housing, in assisting to the disabled, widows and orphans, in taking care of Qallpas of those who moves away from the area) and in performing the Community’s duties (e.g. participation in the Mit’a - workshifts in municipal lands and pastures or craft services for the benefit of the group involvement in public assembly, completion of political and religious assignments). The practices of reciprocity between Ayllusociety and Ayllu-territory, instead, directly descended, the dependency relationship that holds man to the earth. The Pacha Mama (Mother Earth) is the ultimate source of well-living for the community. Only in her the comunarios rely for the success of the harvest as well as for the health of people and animals; in return, they dedicate to her propitiatory rites and sacrifices, defend the territorial boundaries and take care of the wellbeing of the soil through the practice of crop rotation.
L’organizzazione politica L’organizzazione politica dell’ayllu si impernia sull’assemblea dei capifamiglia, che si autoconvoca ogniqualvolta vi sia la necessita di prendere decisioni di una certa rilevanza per l’intera comunita, in genere almeno una volta al mese secondo il procedere dei lavori comunali. Poichè i capifamiglia sono rappre- Political organization sentati dalla parte maschile della persona- Ayllu political organization dell’ayllu re-
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volves on the assembly householders, who self convenes whenever there is the need to make significant calls for the whole community, usually at least once a month following the schedule of the council activities. As the householders are represented by the male side of the person-Jaqi, only men are asked to attend the meeting, that can often expose viewpoints previously discussed and agreed with their wives. The assembly also acts as a highly effective means of social control, as it evaluates the conduct of authorities as well as individual members, issuing penalties for behavior deemed not responding to the system of values pursuit by the community. Whoever takes part to the assembly is entitled to express his opinion on all the issues discussed: as a rule, all positions are held in the same account and the final decision is not the one that gets more acclaim, but the one that is built through an often very fought comparison between different positions, receiving he final approval of all. One of the highlights of which the assembly must give a ruling periodically is the member appointment to the various local positions. The local positions have both civic and religious relevance. In theory, every person in the course of his social life is required to play in succession all the positions. Each of them requires effort and material resources, but help increasing the social status of individuals. Nowadays the social prestige is not merely acquired only on the basis of public offices held within the community, but also through other mechanisms arising from the increasingly frequent interactions of the comunarios with the external society. The spreading of scholarization, the voluntary of forced inclusion to the market economy, the periodic transfer or permanent emigration to the city of a more or less significant amount of members, the opportunity to join of academic organizations, trade unions and policies, the conversion to new religions are all factors that have contributed to determine new opportunities for social Una disuguaglianza controllata Tuttavia non è vero che l’ayllu sia un perfet- advancement. to modello di società ugualitaria. La stratifi- Broadly speaking the two systems, the one jaqi, a partecipare all’assemblea sono gli uomini, che spesso pero vi espongono punti di vista precedentemente discussi e concordati con le rispettive spose. L’assemblea funge anche da efficientissimo mezzo di controllo sociale, in quanto essa valuta la condotta delle autorità e dei singoli membri, emettendo sanzioni nel caso di comportamenti giudicati non consoni al sistema di valori comunitari. Chiunque partecipi all’assemblea ha la facoltà di esprimere la propria opinione su tutte le questioni discusse; in genere tutte le posizioni sono tenute nello stesso conto e la decisione finale non è quella che ottiene un maggior numero di consensi, bensì quella che si viene costruendo attraverso il confronto, spesso assai acceso, tra posizioni distinte, ricevendo in ultimo l’approvazione di tutti. Uno dei punti salienti su cui l’assemblea deve pronunciarsi periodicamente è la nomina dei membri alle varie cariche comunali. Le cariche comunali hanno allo stesso tempo contenuti civici e religiosi. In teoria, ogni persona nel corso della sua vita sociale e tenuta a ricoprire in successione tutte le cariche. Ogni carica richiede impegno e risorse materiali, ma fa avanzare le persone nel prestigio sociale. Al giorno d’oggi il prestigio sociale non si acquisisce più soltanto sulla base degli incarichi pubblici svolti all’interno della comunità, ma anche attraverso altri meccanismi sorti dalle sempre più frequenti interazioni dei comunarios con la società esterna. La diffusione della scuola, l’inclusione volontaria o coatta nell’economia di mercato, il trasferimento periodico o la definitiva emigrazione in città di un numero più o meno consistente di membri, la possibilità di entrare a far parte di organizzazioni accademiche, sindacali o politiche, la conversione a nuove religioni sono tutti fattori che hanno concorso a determinare nuove opportunità di ascesa sociale. Di norma i due sistemi, quello del cammino thaki interno all’ayllu e quello del riconoscimento per i meriti acquisiti nella societa esterna, coesistono.
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in questa pagina gruppo di donne mentre filana la lana nella pagina a fianco Organizzazione sociale dell’Ayllu in this page group of women that spins the wool in the next page Ayllu social organization
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cazione sociale è strettamente correlata con la diversa possibilità che ogni famiglia ha di accedere alla terra, che dipende sia dalle strategie di alleanza matrimoniale e dai meccanismi successori, sia dalla capacita di ottenere vantaggi negli scambi di beni e di disporre di introiti monetari. All’interno degli ayllu, però, sono attivi dei meccanismi di controllo della disuguaglianza che fanno si che questa non diventi insostenibile dal punto di vista economico e sociale. Ad esempio, i più ricchi sono tenuti ad accettare gli incarichi più onerosi, come l’organizzazione delle feste comunitarie più importanti. La combinazione dei processi di differenziazione e di bilanciamento genera nel complesso una situazione di “disuguaglianza controllata”. Situazione attuale Negli anni gli ayllu hanno conosciuto un’evoluzione molto differenziata da una zona all’altra delle Ande ma in generale non rappresentano piccole comunità in via di estinzione ma, al contrario, estendono il controllo su gran parte del territorio andino e hanno una considerevole consistenza demografica e una spiccata identità sociale. Oggi gli ayllu sono comunità/villaggio di dimensione variabile, che si pongono ad un livello intermedio rispetto a quello della sola parentela, da un lato, e rispetto allo stato dall’altro. Il rapporto tra le varie unità familiari è legato soprattutto al principio di reciprocità che, in estrema sintesi, consiste nello scambio di prestazioni lavorative tra i membri della comunità. Da questa organizzazione del lavoro nasce quella che è diventata, nel tempo, un’istituzione: la “prestazione d’opera” (mit’a). Il modo con cui la prestazione d’opera è organizzata fa di questa istituzione il perno del sistema ayllu e ne costituisce “il valore economico”6. Si può parlare quindi di un modello andino di economia rurale11 basato sullo scambio di lavoro. Le prestazioni non sono fornite automaticamente ma devono essere sollecitate ed espressamente richieste perché il lavoro agricolo è concepito come un sistema di reciprocità, come parte di uno scambio di energia. Il fondamento di tutte le relazioni sociali e
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of the Thaki inner journey inside the Ayllu and the recognition of merits acquired in the external society, do coexist. A controlled inequity Anyway it is hardly true that Ayllu is a perfect model of egalitarian society. Social stratification is strictly related to the different possibilities that each family has to access to the earth, which depends both on the strategies of matrimonial alliance and the mechanisms of inheritance, and on the ability to obtain advantages in the trade of goods and to have monetary income. Within the Ayllu, anyway, mechanisms for inequality control are used so as to help not to make it unsustainable from an economic and social point of view. For example, the richest are expected to accept and fund the most burdensome tasks, such as the organization of the major community celebrations. The combination of the differentiation and balancing process generates an overall situation of “controlled inequity”.
in questa pagina principali attività economiche della valle: agricoltura, allevamento e artigianato in this page principal economic activities of the valley: agriculture, farm and crafts
The current situation Over the years the Ayllu have evolved very differently from region to region of the Andes. However in general they do not constitute small communities facing extinction but, on the contrary, they extend control over much of the Andean territory and have a substantial population consistency and a strong social identity. Ayllu are today village/communities very diverse in size which can be placed at an intermediate level between those based on mere kinship and those based on the state institutions. The relationship between the various family units is mainly due to the reciprocity principle that, in a nutshell, consists in the exchange of work performance among members of the community. From this work organization, took place what has now become, over time, an institution: the “work performance” (Mit’a). The way the the work performance is organized makes this institution the pivot of the ayllu system and constitutes its “economic value”6.
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dello stesso processo di produzione sta, perciò, nella legittima richiesta di aiuto sia nella fornitura di mezzi di produzione sia nella prestazione di lavoro. Conclusioni La ricerca, fatta da Michele Distaso e Margherita Ciervo su progetti di sviluppo che hanno coinvolto alcune comunità Ayllu nella regione di La Platz in Bolivia, ci ha permesso di osservare che se non si considerano i fattori sociali e culturali fortemente radicati nelle comunità andine, tali progetti si riveleranno poi fallimentari. Il principale errore, individuato dai due studiosi, consiste nell’affidarne l’esecuzione solo ad alcuni membri e non all’intera comunità. Questa procedura, come è evidente, non solo non è in sintonia con le norme sociali degli ayllu ma nel lungo periodo, demolisce lo stesso principio di reciprocità e la loro dimensione comunitaria. La ricerca si conclude dimostrando che l’economia di reciprocità degli ayllu delle Ande può essere, senza enfasi, qualificata come un tipo alternativo di economia esportabile in altri settori. Il progetto prevede un nuovo modello di Ecoturismo che oltre a considerare la sostenibilità ambientale (pressione antropica rispetto alla capacità di carico dell’ambiente) considera lo studio delle caratteristiche sociali delle comunità locali come un elemento fondamentale. La struttura organizzativa sviluppata deriva direttamente da quella delle comunità rurali ayllu che si caratterizza per avere tre livelli di gestione: 1. La famiglia, che rappresenta l’unità di base che si occupa della coltivazione e della manutenzione della terra che gli è stata assegnata dalla comunità. Ad essa nella nuova organizzazione agrituristica verrebbero assegnati periodicamente dalla comunità dei compiti legati alla gestione del turismo. 2. Le singole famiglie si riuniscono poi in gruppi più ampi detti Ali, che si occupano di un determinato spazio territoriale e nominano periodicamente autorità proprie appartenenti alle famiglie. Ad essi verrà affidata la gestione del singolo EcoResort, si occuperan-
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It is indeed possible to refer to an Andean model of rural economy11, based on work exchange. The services are not provided automatically but must be expressly solicited and required for agricultural work is conceived as a system of reciprocity, as part of an exchange of energy. The foundation of all social relations and of production process itself is, therefore, in the legitimate call for help both in the supply of production means and in job performance. Conclusion The research, carried out by Michele Distazio and Margherita Ciervo on development projects involving some Ayllu communities in the region of La Platz, Bolivia, allowed us to observe that if we do not take into account the social and cultural factor, which is deeply rooted in the Andean communities, such projects will hardly be successful. The main error, identified by the two researchers, is to assign the project execution to only a few members and not to the entire community. This procedure, obviously, is not only out of tune with the social norms of Ayllu but, over the long term, it destroys the principle of reciprocity itself and the Ayllu community based structure. The research claims to prove that the economy of reciprocity of the Andean Ayllu can be, without emphasis, described as an alternative type of economy exportable to other sectors. The project foresees a new model of Ecotourism that, in addition to considering environmental sustainability (human pressure with respect to environmental carrying capacity) takes into account the the study of the social characteristics of local communities as a key element. The organizational structure developed is a direct offshoot of the rural Ayllu communities that is characterized by three levels of management: 1. The family, which is the basic unit responsible for the cultivation and maintenance of the land assigned by the community. To it, in the new organization, tasks related to the management of tourism would be assigned
no, come per l’agricoltura di assegnare i compiti alle singole famiglie. 3. L’Ayllu, è un gruppo di discendenza formato da più ali (solitamente dieci) che condividono lo stesso territorio e nominano proprie autorità. Essi sono costituiti dall’insieme di Ecoresort che fanno riferimento alla stessa stazione del treno che porta a Machu Picchu.
periodically by the community. 2. Individual families then gather in larger groups said Wings, dealing with a particular territorial space and periodically nominating its own authorities within the families. They will be responsible for managing the single EcoResort, they will deal with, such as agriculture, to assign tasks to individual households. 3. The Ayllu, is a group of descendants consisting of several Wings (usually ten) sharing the same territory and nominating its own authorities. Each consists of a set of Ecoresorts that refers to a same Railway Station leading to Machu Picchu.
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Il turismo Il turismo è una risorsa che ricopre un ruolo sempre maggiore nell’economia peruviana. E‘ infatti il settore in più rapida crescita, ad un tasso annuale del 25% negli ultimi cinque anni, con un impatto annuo pari al 7% del PIL (il più alto tasso di crescita dei paesi del Sud America). Secondo le stime governative in media vi è all’anno un visitatore ogni 39 abitanti. Il settore impiega l’11% della popolazione economicamente attiva del Perù (484.000 posti di lavoro diretti e 340.000 indiretti), per lo più in ospitalità e trasporti. Il turismo è soprattutto di tipo culturale, diretto verso i siti archeologici pre-colombiani e coloniali, nonché le riserve naturali. Oltre ad esso, si possono riconoscere l’ecoturismo nell’Amazzonia peruviana, il turismo gastronomico, turismo d’avventura e il turismo balneare soprattutto nella zona costiera nord occidentale. Secondo uno studio del governo peruviano, il tasso di soddisfazione per i turisti dopo aver visitato il Perù è del 94%. La maggior parte dei turisti che visitano il Perù proviene dall’America Latina, quindi Usa ed Europa. L’intero settore è regolato e stimolato dalla Commissione per la Promozione del Perù (PromPeru) del Ministero del Commercio Estero e del Turismo (MINCETUR). Il complesso archeologico di Machu Picchu è l’attrazione turistica più importante di Cusco. Portata a fama mondiale nel 1911 dall’esploratore Hiram Bingham, la cittadella è considerata uno degli esempi più straordinari dell’architettura paesaggistica del mondo. Machu Picchu (in lingua quechua significa “montagna vecchia”) è arroccata sulla cresta di una montagna che domina la profonda gola del fiume Urubamba, a 2.430 m.s.l.m, (400 metri più alta della valle), in piena foresta tropicale. Era sia un centro di culto sia un osservatorio astronomico, sia residenza invernale della famiglia dell’imperatore inca Pachacútec. È formata da due grandi aree: una agricola costituita da terrazzamenti, recinti per gli animali e magazzini per il deposito di alimenti e l’altra urbana, sia residenziale sia sociale sia di culto. In quest’ultima, la zona sacra assumeva notevole valore: vi si
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Tourism Tourism is a resource that plays an increasingly important role in the economy of Peru. It is indeed the fastest growing sector at an annual rate of 25% over the last five years, with an annual impact of 7% of GDP (the highest rate of growth among the countries of South America). According to what thee Government estimates, there is a visitor every 39 inhabitants each year. 11% of the economically active population of Peru is employed in the sector, including 484,000 direct jobs and 340,000 indirect, mostly in hospitality and transportation. Tourism is mainly cultural - pre-Columbian and colonial archeological sites take the spotlight, in joint place with nature reserves. In addition to it, ecotourism is recognizable in the Peruvian gastronomic tourism, as well as adventure tourism and beach tourism, especially in the north-west coastal area. According to a study by the Peruvian government, the satisfaction rate for tourists after visiting Peru is 94%. Most tourists who visit Peru come from Latin America, the U.S. and Europe. The entire sector is regulated and stimulated by the Commission for the Promotion of Peru (PromPeru) of the Ministry of Foreign Trade and Tourism (MINCETUR). The archaeological complex of Machu Picchu is the most important tourist attraction of Cusco. Brought to worldwide fame in 1911 by Hiram Bingham, the place is considered one of the most extraordinary examples of landscape architecture in the world. Machu Picchu (which means “old mountain” in Quechua) is on top of a mountain overlooking the deep gorge of the Urubamba River, at 2,430 meters above the sea level (400 meters higher than the valley), in the middle of the tropical forest. It was both a center of worship and an astronomical observatory, and of course the winter residence of the family of the emperor Inca Pachacutec. It consists of two main areas: a farm made up of terraces, enclosures for the animals and warehouses for the storage of food and a residential, urban, social and religious site. In the latter, the sacred area took considerable
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Hiram Bingham, the one who brought Hiram Bingham, colui che ha portato alla luce della comunità scentifica il sito the light of the Scientific community Inca site of Machu Picchu incaico di Machu Picchu nella pagina a fianco
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i maggiori siti d’interesse turistico del Perù
the major tourist attractions of Peru
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in questa pagina domanda ricettiva del Per첫 (Ministero del turismo) nella pagina a fianco flussi turistici in cifre sotto flusso turistico mondiale per il Per첫 in this page accommodation request of Peru (Ministry of Tourism) in the next page tourist flows in numbers below worldwide tourist flow for Peru
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in questa pagina il percorso della ferrovia che attraversa una parte della valle del Rio Urubamba: da Cusco ad Aguas Caliente percorre 110 Km sotto Machu Picchu in this page the path of the train crossing a part of the Urubamba River Valley: from Cusco to Aguas Caliente along 110 Km below Machu Picchu
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trovano templi, piazze e mausolei reali costituiti da enormi blocchi di granito lavorati con straordinaria abilità. Le scalinate e i canali di pietra sono una costante in tutto il sito archeologico. Di fronte alla cittadella si erge il Huayna Picchu (in quechua, “montagna giovane”), prosecuzione più ardita del complesso monumentale, al quale si accede per un ripido sentiero. Per visitare Machu Picchu è quasi d’obbligo partire da Cusco (patrimonio dell’umanità dal 1983), la “Città Sacra” e capitale dell’impero inca. La città offre numerose testimonianze dell’arte costruttiva incaica nel suo centro storico. Da visitare v’è la fortezza di Sacsayhuamán, il sito Inca che sovrasta tutta la città, con le sue possenti mura. Da qui, l’unica via d’accesso all’area archeologica del santuario di Machu Picchu è la ferrovia che collega Cusco (3400 m) ad Aguas Caliente (2090 m): il tragitto passa per Ollantaytambo, attraversa gran parte della Valle Sacra discendendola e costeggiando il rio Urubamba. La ferrovia fu costruita dal 1914 e finita nel 1925 collegando Cusco a Santa Ana (stazione di Chaullay). Nel 1978 venne inaugurata la prosecuzione del tragitto che arrivava fino a Quillabamba. A causa delle forti piogge e degli smottamenti il percorso venne interrotto ad Aguas Caliente. Attualmente il suo tragitto viene costantemente minacciato dalle piene del rio Urubamba che, nella stagione delle piogge, esonda crescendo fino a 12 metri. I treni a disposizione per compiere il tragitto di lunghezza complessiva di 110 km, sono differenti a seconda del livello di comfort che si desidera. La stazione di arrivo è Aguas Caliente, cittadina prettamente turistica che conta circa 3.000 abitanti; fu fondata nel 1901 (con il nome di Maquinachayoq) per ospitare gli impiegati alla costruzione della strada ferrata. Attualmente è costituita quasi interamente da hotels e strutture ricettive. Da qui, per arrivare a Pachu Picchu, è quasi d’obbligo utilizzare i pullman che regolarmente svolgono servizio navetta e che in circa 30 minuti portano i turisti all’ingresso del santuario.
value: there are temples, squares and royal mausoleums made of huge blocks of granite worked with extraordinary skill. The stone staircases and canals are a constant throughout the archaeological site. The Huayna Picchu (in Quechua, “young mountain”), a more daring monumental complex, is in front of Macchu Picchu and can be reached crossing a steep path. Cusco, the “Holy City”, capital of the Inca empire and World Heritage Site since 1983, is a must-see. The city offers many examples of Inca architecture in its historic center. The fortress of Sacsayhuaman is worth a visit: it is the Inca site overlooking the entire city, with its massive walls. From here, the only entrance to the archaeological site of the Sanctuary of Machu Picchu is the railway that connects Cusco (3400 m) to Aguas Calientes (2090 m): the route passes through Ollantaytambo, crosses most of the Sacred Valley going downhill in the same direction of Rio Urubamba. The railway was built in 1914 and it was completed in 1925, linking Cusco to Santa Ana (station Chaullay). In 1978 the continuation of the road was inaugurated, all the way up to Quillabamba. Due to heavy rains and landslides the path was interrupted in Aguas Caliente. Currently, the track is constantly threatened by the floods of Rio Urubamba, in the rainy season, which overflows growing up to 12 meters. Trains available to cover a total length of 110 km are different, depending on the level of comfort required. The last station is Aguas Caliente, a purely tourist town with about 3,000 inhabitants which was founded in 1901 under the name of Maquinachayoq, to host employees during the construction of the railroad. Nowadays, hotels and accommodation facilities can be found everywhere in the town. From here, in order to get to Pachu Picchu, it is almost compulsory to use the bus which regularly takes the tourists to the entrance of the sanctuary in about 30 minutes. The transport alternatives can cover long distances, but only partially. For example, a traveller can get to Ollantaytambo by bus through streets which run along other im-
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in questa pagina sotto distanze e quote dei percorsi di avvicinamento a Machu Picchu nella pagina a fianco flussi di arrivo dei turisti in this page below distances and altitudes of the approach routes to Machu Picchu in the next page flows arrival of tourists
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Le alternative di trasporto non sostituiscono completamente il percorso ferrato ma possono solo integrarlo, e solo in parte. Si può ad esempio arrivare ad Ollantaytambo in pullmann, attraverso strade che toccano altri importanti siti archeologici e città storiche quali Pisac, Calca, Chinchero, Urubamba con la visita ai cerchi di Moray e alle saline di Maras. Per i turisti più allenati, la possibilità d’accesso all’area può essere quella costituita dalle antiche vie incaiche, ripristinate e tutt’ora percorribili. Questo dedalo di sentieri si diramano da tre piccole ed improvvisate stazioni lungo la via ferrata sopraindicata, salgono lungo le pendici dei monti, attraversano valli e passi montuosi sino a sfiorare i 4200 metri di altitudine. Il percorso principale, detto Inca Trail, è composto da un tragitto a tappe quasi forzate che richiede quattro giorni di marcia; in campi base attrezzati è possibile accamparsi per la notte. Per l’accesso al sistema di sentieri è obbligatorio la registrazione, e quasi obbligatoria anche una guida del posto che spesso svolge il compito di portatore. Solo grazie a questi sentieri è possibile visitare siti archeologici di più recente scoperta, che in nessun altro modo possono essere raggiunti, come Sayacmarca, Intipata, Runkurakay, Patallacta. Percorrere questi sentieri impegna il turista in una marcia lunga e faticosa, calandolo in una realtà esperienziale completamente differente rispetto alla quella vivibile utilizzando il più comodo e veloce treno. Machu Picchu ha registrato 972.000 turisti nel 2011 (poco meno del 20% ha scelto di percorrere l’Inca Trail), con un trend di crescita annuo stimato del 6% (fonte:MINCETUR). Il turista medio sosta in Perù per circa 3 notti, anche se è in aumento il numero di visitatori che alloggiano dalle 8 alle 14 notti. Dalle analisi è stato riscontrato che un numero sempre maggiore di turisti desidera visitare le comunità locali, alloggiare presso queste per conoscerne gli usi, i costumi, la gastronomia, partecipare e imparare le tecniche artigianali e agricole. Nel 2008 il 77% dei turisti in visita a Cusco includeva nel pacchetto viaggio anche la visita guidata alle comunità rurali,
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portant archaeological sites and historic cities such as Pisac, Calca, Chinchero, Urubamba with a visit to the circles of Moray and the salt pans of Maras. For the more trained, the area can be visited choosing to walk ancient Inca streets, restored and still viable. This maze of trails branches out from three small and improvised stations, climbs up the slopes of the mountains through valleys and mountain up to 4200 meters of altitude. The main route, called Inca Trail, is composed of a route almost forced in stages, which requires a march lasting at least four days; however, it is possible to camp for the night. These paths are the only way to visit the archaeological sites of more recent discovery, that in no other way can be achieved, as Sayacmarca, Intipata, Runkurakay, Patallacta. These paths engage the tourist in a long and tiring march, providing an experiential reality completely different from the regurar one which includes the fastest and most convenient train. Machu Picchu has recorded 972,000 tourists in 2007 (just under 20% chose to walk the Inca Trail), with an estimated annual growth trend of 6% (source: MINCETUR). The average tourist stops in Peru for about 3 nights, although it the number of visitors staying from 8 to 14 nights is constantly increasing. The analysis brought to light that an increasing number of tourists visit local communities and get to know the customs, costumes and cuisine, while learning agricultural and artisan techniques. In 2008, 77% of tourists visiting Cusco included in the travel package also guided tours to rural communities, indicating an important resource for the development of these communities. Currently, the services offered are also very poor in hygiene and do not follow the standard European and North American, limiting the attractiveness of certain of its accommodation. Difficult and sometimes not recommended to tour the community and archaeological sites in the Urubamba Valley. The excessive flow of tourists, especially masses concentrated in the most characteristic places, is a threat to the integrity of archaeological sites, with its impact on the
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Winay-wayna
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Llactapata
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Runkurakay
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Sayamarca
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indice di un’importante risorsa per lo sviluppo di queste comunità. Attualmente i servizi, anche igienici offerti sono molto carenti e non seguono gli standard europei e nord americani, limitando l’appetibilità di alcune realtà ricettive. Difficile e alle volte sconsigliato visitare autonomamente le comunità e i siti archeologici nella valle dell’Urubamba. L’eccessivo flusso turistico, specie quello di massa concentrato nei luoghi più caratteristici, oggigiorno rappresenta una minaccia per l’integrità dei siti archeologici, per l’impatto sulla natura e sui nativi. Un esempio è proprio Machu Picchu: l’UNESCO voleva cancellare il santuario dalla lista dei siti protetti. Le limitazioni che le autorità hanno imposto per la visita del suddetto, 2.500 persone al giorno, secondo l’UNESCO sono comunque troppe per garantirne un’adeguata conservazione.
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nature and natives. UNESCO even wanted to cancel the sanctuary from the list of protected sites - the limitation imposed by the authorities is of 2,500 visits a day, which according to UNESCO are still too many to ensure proper preservation.
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l’eccessiva pressione turistica a Machu Picchu in numero di visitatori
excessive tourism pressure to Machu Picchu by number of visitors
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preferenze multiple dei turisti sul motivo del viaggio in Perù
multiple preferences of the tourists on the reason for the trip to Peru
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aspetti che influenzano il turista che sceglie Cusco
aspects that influence the tourist who chooses Peru
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Minacce e opportunità del Turismo Come già precedentemente analizzato, il turismo rappresenta uno dei settori più importanti dell’economia peruviana, incide per il 7% sul PIL nazionale e occupa l’11% della popolazione economicamente attiva. Con una crescita straordinaria è il settore in più rapida espansione. Il santuario storico di Machu Picchu è stato visitato da 972.000 turisti nel 2011 (nello stesso anno Venezia contava 3,5 mln di arrivi) ed aumentano mediamente del 6% ogni anno. I visitatori generano annualmente un giro d’affari di circa 40 milioni di dollari, rappresentando una fonte di reddito fondamentale, specie per la popolazione rurale che vive praticando ancora l’agricoltura di sussistenza. Già nel 2000, a causa dell’eccesiva pressione turistica e del conseguente degrado, l’UNESCO ha dichiarato il Santuario in pericolo, minacciando di togliere il patrocinio al sito, al fine di sensibilizzare il governo ad una migliore salvaguardia. Come riportato da Dourojeanni nel 1985, l’aumento della pressione turistica, agevolata da una proliferazione di operatori turistici non regolamentati, ha intaccato l’integrità del sito e del Cammino Inca, causando sovraffollamento, dispersione di rifiuti solidi, erosione del terreno e sfruttamento della popolazione locale che si presta a servire e ad accompagnare i turisti. Il Santuario, inizialmente accessibile solo a piedi, oggi viene raggiunto prevalentemente con veicoli a motore (pullman organizzati dalle agenzie che quotidianamente e con assidua frequenza coprono la tratta tra il santuario e la sottostante cittadina di Agua Calientes) causando un aumento del numero di accessi. Il traffico degli autobus causa inquinamento e vibrazioni dannose all’intero patrimonio. La principale minaccia all’integrità ambientale e paesaggistica della valle è costituita dall’espansione incontrollata di Agua Calientes, che oltre a produrre 3 tonnellate di rifiuti solidi all’anno, ogni giorno scarica nel fiume una grande quantità di reflui rendendo l’Urubamba uno dei dieci fiumi più contaminati del Perù. La pressione turistica, in alta stagione, arriva
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Threats and opportunities of Tourism As we previously analyzed, tourism represents one of the most important sectors of the Peruvian economy, it engraves for 7% on the national PIL and it occupies the 11% of the economically active population. With its amazing growth it is the sector with the most rapid expansion. The historical sanctuary of Machu Pichu has been visited by 972.000 tourists in 2011 (in the same period Venice counted 3,5 mlns of arrivals) and they increase on average around 6% every year. Visitors induce a turnover of about 40 millions dollars yearly, they represent a fundamental source of income, especially for rural inhabitants who live employing subsistence agriculture, yet. As it is in 2000, because of an excessive tourist pressure and the consequent decline of the Sanctuary, UNESCO declared it in danger and threatened to take away to the community the patronage on the site, trying to sensitize the government to a better protection. As it is said in Dourojeanni in 1985, the increasing of the tourist pressure, facilitated by a spread of not-regulated touristic operators, has damaged the entirety of the site and of the Inca Way. It has caused an overcrowding of people, a leakage of solid waste, the soil erosion and the mistreatment of local people who lend themselves to serve or follow tourists. At the beginning people could reach the Sanctuary just on foot, nowadays it is mainly reached by motor vehicles (bus rides organized by tour operators cross daily and regularly the way from the Sanctuary to the nearby village Agua Caliente) causing an increasing of visitors. Bus traffic creates pollution and damaging vibrations to the whole heritage. The main risk for the valley environment and landscape is represented by the rampant expansion of Agua Caliente. The village produces 3 tons of solid waste a year and it dumps into the river a plenty of waste water every day, which makes the Urubamba river one of the ten most polluted rivers in Perù. In high season tourist pressure reaches the
in questa pagina situazione attuale e di progetto della ricezione turistica in this page current situation and project of tourist accommodation
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a punte di 3.000 turisti al giorno. Rappresentando uno dei problemi più urgenti da risolvere. Il Piano di Gestione informa che per ridurre il degrado ambientale, il sito archeologico dovrebbe avere una capacità massima di 2.000 visitatori al giorno, il governo invece indica un numero di 3.400. Il limite raccomandato è di 2.500 visitatori (UNESCO, 2002). Sarà quindi di fondamentale importanza individuare una strategia per i prossimi anni, che riesca a favorire la crescita economica garantendo la conservazione dell’ambiente biologico e culturale.
highpoint of 3.000 people a day. It represents one of the most urgent problems to solve. The management plan said that, in order to reduce the environment decline, the archaeological site should have a maximum capacity of 2.000 visitors a day, but the government indicates 3.400 people a day as a limit. The recommended limit is 2.500 visitors. (UNESCO, 2002). To identify a strategy for next years will be of prime importance, in order to support the economic growth and ensure, at the same time, the preservation of the biological and cultural environment.
Potenzialità dell’ecoturismo Una valida soluzione al problema può derivare dall’Ecoturismo: un modo di viaggiare più responsabile che aspira alla conservazione dell’ambiente e al coinvolgimento della comunità locale nello sviluppo e nella gestione del turismo. Con l’ecoturismo, la maggior parte dei benefici restano alla comunità stessa, incentivata alla protezione e alla conservazione dei beni attrattivi. Da numerose analisi, emerge la tendenza, riscontrata sia in Perù sia nel resto del pianeta, della costante crescita di un turismo più consapevole e rispettoso dell’ambiente in cui si inserisce. Una grande opportunità per la valle dell’Urubamba (che collega Cusco a Machu Picchu) ma anche per i numerosi altri siti con importanti caratteristiche ambientali e culturali, sarà quella di riuscire ad attrarre questa nuova domanda turistica, che consenta alla comunità di beneficiare dei proventi senza compromettere l’integrità sociale e ambientale del luogo ma anzi valorizzandole.
Potentiality of ecotourism Ecotourism could be a valid solution for this problem: a more responsible way to travel which aims for the environment conservation and the rural community involvement in tourism development and management . With ecotourism most of the benefits stay to the community itself who is motivated to protect and preserve the cultural heritage. From extensive analyses it arises the tendency of a stable growth of a kind of tourism more aware and responsible towards the environment, both in Peru and in the rest of the Planet. The Urubamba valley (that one which connects Cusco to Machu Pichu) and several others sites, with important environmental and cultural traits, have the big opportunity to attract this new tourist request. It allows to the local community to benefit from proceeds without compromising the social and environmental integrity of the site, in fact enhancing
L’idea di progetto L’obiettivo del progetto è trasformare l’eccessiva pressione turistica, in una preziosa occasione di sviluppo sostenibile. Il progetto prevede la creazione di centri ecoturistici, gestiti e organizzati dalle comunità rurali, il più possibile autosufficienti a livello alimentare, energetico e delle risorse, diminuendo così l’impatto ambientale. Dato che questi centri aspirano alla resilienza e all’armonizzazione col paesaggio e la natura, possono
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sotto una camera all’ecovillaggio Posada Amazonas nella pagina a fianco schema dell’organizzazione dell’ecovillaggio di Posada Amazonas sotto Posada Amazonas below a bedroom in the Ecovillage Posada Amaz in the next page scheme of the organization of Ecovillage Posada Amazonas below Posada Amazonas
Concept The project’s main goal is to turn the overstressing touristic pressure in a precious chance for sustainable development. The project foresees the creation of eco-touristic centers, managed and organized by local communities, as self-sufficient as possible for food, energy and resources, reducing the environmental impact. Since these centers aspire to resilience and harmony with landscape and nature, they can be placed in protected areas, such as the
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essere collocati anche in zone protette, come il parco del santuario Inca di Machu Picchu. Diventa indispensabile sfruttare tutte le opportunità date dal luogo, siano esse derivate dal clima, dall’ambiente e dalle infrastrutture antropiche esistenti (come per esempio il prezioso percorso ferrato, maggiormente sfruttabile). L’integrazione paesaggistica ed ambientale dovrà basarsi sulla conoscenza ricavata dallo studio sulle popolazioni locali, sulle tradizioni, sulle condizioni ambientali. E’ per questo che si è scelto di approfondire lo studio della cultura andina, prendendo a riferimento i principali caratteri architettonici e sociali. Per quel che concerne il carattere architettonico, il terrazzamento diventa inevitabilmente il protagonista del progetto. La rilettura delle “andenes”, i tipici terrazzamenti che modellano il paesaggio mettendo in simbiosi artificio e natura, diventano l’elemento generatore dell’intero progetto. Il muro a secco diventa per noi l’assoluto protagonista, non solo nella modellazione del terreno ma anche nella costruzione dell’insediamento. Esso è stato concepito in una logica sostenibile che si avvale di materiali e manodopera locali facendo tesoro delle tecniche costruttive tradizionali. Grazie al terrazzamento i nuclei abitati possono essere posti, come tradizionalmente facevano gli Inca, nei terreni impervi e nei declivi delle montagne, aree difficilmente coltivabili ma protette dalle esondazioni dei fiumi. Le valli e i terrazzamenti più ampi possono essere impegnati per l’agricoltura di sussistenza dei nuovi centri. La proporzione tra zona abitata e aree coltivate sarà costante per avere l’autosufficienza alimentare. Il difficile accesso all’abitato sarà facilitato da una infrastruttura efficiente e a basso impatto ambientale. Per quel che concerne il carattere sociale, la struttura di riferimento, è di nuovo quella andina degli Ally e Ayllu. Gli ecoresort saranno organizzati per dare pari opportunità e garantire una maggiore qualità della vita a tutta la popolazione della valle, a tutte le fasce sociali, utilizzando l’antichissimo sistema di reciprocità che caratterizza la cultura andina.
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Inca’s sanctuary park of Machu Picchu. It is foremost indispensable to take advantage of all possible opportunities provided by the location, such as climate, landscape and existing manmade infrastructure (such as the valuable railway, still mostly usable). Landscape and environmental integration will be based on the deep knowledge achieved by studying the local population, traditions and environmental conditions. This is the reason why to deepen the research on Andean culture, referring to the main architectural and social features. Regarding the architectural character, the terracing inevitably becomes the protagonist of the project. The reinterpretation of the “andenes”, the typical terraces that shape the landscape combining artifice and nature, become the generating element of the whole project. The drywall plays for us the leading role, not only in the terrain modeling but even in the construction of the settlement. It was conceived in a sustainable key and it take advantage of local material and manpower through ancient traditional manufacturing techniques. Thanks to the terracing, residential areas can be placed, as traditionally Incas used to do, in impervious geographies and in mountain’s slopes, areas otherwise hard to cultivate but protected from river flooding. Larger valleys and terraces can be used for subsistence agriculture of the new centers. The ratio of the inhabited versus cultivated areas will be constant for food self-sufficiency. The difficult access to the village will be facilitated by an efficient and low environmental impact infrastructure. For what concerns the social character, the reference frame is again that of the Andean Ally and Ayllu. The eco-resort will be arranged to give equal opportunities and to ensure a better quality of life for the entire population of the valley, for all segments of society, using the old system of reciprocity that characterizes the Andean culture.
Sviluppo del progetto: l’infrastruttura di trasporto Il progetto prevede il recupero e il potenziamento dell’Inca Train, il treno che percorre l’intera valle dell’Urubamba. La ferrovia fu iniziata nel 1914 e finita nel 1925, collegando Cusco a Santa Ana. Nel 1978 venne inaugurata la prosecuzione del tragitto che arrivava fino a Quillabamba. Oggi è utilizzata quasi esclusivamente per portare i turisti a Machu Picchu, ma il percorso è sottoutilizzato e costantemente minacciato delle forti piogge e smottamenti. Attraverso il potenziamento e la messa in sicurezza, l’antica linea ferroviaria potrà esprimere pienamente le sue potenzialità diventando una metropolitana di superficie che faciliterà i collegamenti della valle. Il nuovo Inca Train si trasformerà in un’esperienza percettiva di avvicinamento e scoperta del territorio. Contribuirà inoltre a contrastare la concentrazione delle masse turistiche su Cusco ed Aguas Caliente, permettendo la dispersione dei turisti su tutta la valle grazie alla realizzazione di una serie di fermate intermedie a cui corrisponderanno nuovi sistemi ricettivi. Collegati alle nuove fermate nasceranno quindi i nuovi Ecoresort il cui modello di occupazione del territorio sarà riproducibile sull’intera valle garantendo tanto la prossimità ai principali siti archeologici che costellano l’intero territorio, attualmente difficili da raggiungere, quanto l’occupazione di aree non adatte all’agricoltura e non minacciate dalle piene periodiche del fiume. La linea potenziata sarà così capace di trasportare, in modo più capillare, 168 perone/ ora. Ciascuna delle stazioni che nasceranno, servirà l’aggregazione di più Ayllu-Ecoresort che sono disposti a quote differenti dei pendii della valle. La scelta migliore per la connessione tra Ayllu e ferrovia è la funicolare terrestre. Le sue qualità sono numerose: basso livello sonoro, emissioni di CO2 azzerate, vibrazioni al terreno ridotte, basso impatto paesaggistico e agevole superamento di elevate e sempre diverse pendenze (da 20 a 40 gradi). Ha il miglior rapporto tra flessibilità delle fermate e portata per senso di marcia.
Development of the project: transport infrastructure The project considers the salvage and the development of the Inca Train, which covers the whole Urubamba valley. The railway was built between 1914 and 1925. It connects Cusco to Santa Ana. The continuation of the track which reaches Quillabamba was inaugurated in 1978. Nowadays it is used just for carrying tourists to Machu Pichu, but it is bad servicedand constantly threatened by heavy rains and landslides. By making the railway safe and its development, the ancient railway- line will be completely able to achieve its potentialities and will become a surface tube which will ease the connections through the valley. New Inca train will turn into a perceptive approach and discovery of the area. Moreover, it will contribute to oppose the confluence of tourists in Cusco and in Agua Caliente, allowing their scattering across the valley thanks to the realization of a range of intermediate stops which correspond to a new receptor system. New Ecoresort villages will be built in connection with new train stops, which example of land occupation will be played over the whole valley, ensuring both the proximity to the main archaeological sites that dot the entire area, which are currently difficult to achieve, and the occupation of areas that are not suitable for agriculture or that are not threatened by the periodic floods of the river. The reinforced line will be able to seat about 168 people per hour. Each new born station will be used for an aggregation of more Ecoresort, which are positioned at different hights on the slope of the mountain which set up the valley. The best choice for the connection between Ayullu and the railway is the land funicular. Its own features are copious : low sound level, zero CO2 emission, reduction land vibrations, low environmental impact and easy crossing of high and various gradients (from 20 to 40 degrees). It has the best connection between stops flexibility and cargo. The moving system will be made of a main
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L’impianto di movimentazione sarà costituito a monte da un motore principale, composto da un argano elettrico e da un sistema di messa in tensione a valle. L’argano, attraverso le funi, movimenterà la cabina posizionata su un carrello che compenserà i continui cambi di inclinazione, in modo automatico. I binari, sospesi e sostenuti a intervalli regolari da appositi piedini in acciaio, daranno origine ad una corsia di marcia larga 4 metri e leggermente scavata nei terrazzamenti. La cabine saranno interamente in vetro, per garantire una libera visuale sul paesaggio; la salita lungo il pendio diventerà un percorso veloce, efficiente ma soprattutto esperienziale e percettivo. Per verificare il grado di soddisfacimento della scelta compiuta, si è proceduto al calcolo della reale portata e quindi dell’efficienza del sistema. Presa ad esempio una sezione della Valle dell’Urubamba, si è cercato di inserirvi il progetto degli Ayllu-Ecoresort. Si ottiene che, su una lunghezza in pianta di circa 800 m, con un dislivello di 400 m (il percorso che ne deriva medio inclinato è di 900 m, con una pendenza media del 50%), possono essere realizzati 4 Ayllu, per un ammontare di circa 2750 persone, divisi tra turisti e abitanti. Seguendo la normativa UNI 8999 del 2006, si deve garantire un servizio minimo quantificabile con il 14% della popolazione. Le dimensioni della cabina scelta consentiranno una capienza di 25 persone e, considerando la velocità di esercizio di 5 m/s e due cabine-funicolari, si garantirà una portata complessiva di 375 persone per ora (tempo di attesa 4 min). Il dato copre appieno le esigenze del flusso della ferrovia e garantisce un servizio ottimale agli abitanti che ne usufruiranno. Al di là delle esigenze funzionali il progetto dovrà necessariamente rapportarsi con la concezione della perfetta integrazione tra paesaggio naturale e insediamento umano che portò gli Inca a creare scenari artificiali adattati agli scenari naturali. Nello scenario da noi immaginato l’ambiente artificiale si fonde con l’ambiente naturale in una ritrovata armonia tra uomo e natura, facendo del sistema dei terrazzamenti l’elemento gene-
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engine upstream, composed by an electric winch and a tensioned system downstream. By the ropes, the winch will move the cabin which will be placed on a trolley that will balance continuous incline changes, automatically. The rail, hanging and supported by steel pins in regular intervals, will originate a 4 meters long lane dug in terracing. Cabins will be completely made of glass in order to ensure a clear view of the landscape. The hill along the slope will become a rapid, an efficient, but above all, an emotional and a perceptual route. In order to verify the level of appreciation of the complete choice we proceeded to evaluate the real range and thus the efficiency of the system. Taking as an example a section of Urubamba valley, they tried to insert in it the project of Ayllu-Ecoresort. On a length on flat land of about 800 m, with an altitude gap of 400 m ( the resulting average slope is of 900 m, with an average gradient of 50%) they obtained that 4 Ayllu can be realized for about 2750 people in all, including tourists and inhabitants. Complying with UNI 8999 norm of 2006, they have to guarantee a minimum service for about the 14% of the population. Dimensions of the selected cabin allow a capacity of 25 people and, considering the speed of about 5 m/s and 2 funicular-cabs, they will vouch for a total range of 375 people per hour ( waiting time 4 minutes). The fact totally insures the demand of the railway stream and it guarantees an optimal service to the inhabitants who enjoy it. In addition to the functional requirements, the project must necessarily deal with the concept of the perfect integration between natural environment and the human settlement that induced Inca to harmonize artificial landscapes with natural views. In the scenery we imagined, the artificial environment merges with the natural one in a newfound harmony between human beings and nature; so the terracing system will be the generating element of the whole project. This overlapping levels perched on the steep Andean slopes acquire, different functions, depending on your needs: making
in questa pagina le qualità della funivia di terra nella pagina a fianco confronto con altre soluzioni sotto progetto in this page the quality of the ground cablecar in the next page comparison with other solutions below section and project
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input
nella pagina a fianco
output
il metabolismo del sistema villaggio in this page
water
synthesis of the metabolism of the system village
metabolic ecoresort
in the next page the metabolism of the system village
fertilizers
plants
hydroele.
green
farming
compost seed refuse
organic waste
fertilizers
firep.
wool
food
hot water heating emissions
water/food electricity hot water heating tools
handicraft wetlands
ecotourism residential
farming
organic waste sewage handcraft
inorganic waste
tourism
recycle
inorganic waste emissions
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sintesi del metabolismo del sistema villaggio
emisssions waste
1. La gestione dell’agricoltura L’obiettivo generale dello sviluppo sostenibile è passato dalla mitigazione del cambiamento climatico dovuto a cause antropiche, a quello di un allargamento del benessere degli esseri umani. Tra le prerogative della qualità della vita ci sono ovviamente il rispetto della natura e la tutela del clima, ma prima di tutto l’alimentazione e la salute. Il ruolo dell’agricoltura diventa quindi fondamentale. Il punto a cui il progetto mira per quanto riguarda l’ambito agricolo, è l’autosufficienza alimentare della comunità. Per il sostenta-
Environmental sustainability of new settlement Environmental sustainability is understood as the ability to value the environment as a “distinctive element” of the area, while ensuring the protection and the management of its natural resources and of the heritage. The planning of the new settlement pattern and of cycles of necessary resources for its sustenance induces to consider the new Ecotouristic Resort as an ecological organism inserted into the natural cycles that govern the ecosystems of the valley. The goal is to achieve a circular metabolism where the resources consumption is reduced, the efficiency of the different natural processes is increased, and where the use of these resources is the best. The linear process which characterize villages and receptive traditional models will be replaced by a circular metabolism to use and reuse. The fundamental issues to achieve this new model are: 1. Management of agriculture The main goal of supportable development has passed from the mitigation of the climate change due to anthropological causes, to the increase of the wealth of human beings. The quality of life is obviously made of respect for nature and protection of climate, but firstly of nutrition and health. So, the role of agriculture becomes fundamental. The aim for the project, as for agricultural range, is the food autonomy for the community. To the sustenance of the urban center it is necessary an area which produces food resources in sufficient quantity for all the people. If the supply equals the request, removing the timing of storage, the packaging materials and the energy for the transport, it
in questa pagina
water tools
Sostenibilità ambientale del nuovo insediamento La sostenibilità ambientale viene intesa come la capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e la gestione delle risorse naturali e del patrimonio. La progettazione del nuovo modello di insediamento e dei cicli delle risorse necessarie al suo sostentamento, portano a considerare il nuovo Resort Ecoturistico come un organismo ecologico inserito all’interno dei cicli naturali che regolano gli ecosistemi della valle. L’obbiettivo è quello di raggiungere un metabolismo circolare dove il consumo di risorse è ridotto, aumentando l’efficienza dei vari processi e dove è massimo il loro riutilizzo. Il processo lineare che caratterizza le città e i tradizionali modelli ricettivi verrà quindi sostituito da un metabolismo circolare di uso e riuso. Le questioni fondamentali necessarie al raggiungimento di questo nuovo modello sono:
the ground stable for agriculture, or giving support for stable foundations for buildings in inhabited places. The goal is to shift future investments from current receptive models imposed by international hotel chains, to a new receptive model which can value and protect the area, making the cultural diversity a potentiality for the future of the valley.
tools
ratore dell’intero progetto. Essi, intesi come piani sovrapposti arroccati sui ripidi pendii andini assumono, a seconda delle esigenze, la funzione di stabilizzazione del suolo per l’agricoltura o di supporto per l’edificazione dello spazio abitato. L’obbiettivo è quello di spostare gli investimenti futuri dagli attuali modelli ricettivi imposti dalle catene alberghiere internazionali, ad un nuovo modello ricettivo che valorizzi e tuteli il territorio facendo della diversità culturale una potenzialità per il futuro della valle.
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nella pagina a fianco studi sull’agricoltura e le colture: produzione e quantità necessarie in the next page studies on agriculture and crops: production and quantity required
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mento di un nucleo urbano è indispensabile un’area che produca risorse alimentari in quantità sufficiente per tutti gli individui. Se la fornitura avviene quasi simultaneamente alla richiesta, eliminando le tempistiche dello stoccaggio, i materiali dell’imballo e l’energia per il trasporto, si abbattono costi, tempi e inquinamento derivato, ottenendo un risultato che può definirsi qualitativamente eccellente, sia in termini di prodotto che in termini di impatto ambientale: cibo sano a km 0. Partendo da questo semplice presupposto, per capire quale è la superficie agricola necessaria al sostentamento di un nucleo urbano, la logica porta a cercare di valutare la quantità di cibo necessaria ad un essere umano, per poi rapportare l’area coltivata con il numero di abitanti. Il bisogno energetico giornaliero di un adulto, per una corretta alimentazione, lo si ricava da fonti FAO. Non otteniamo solo le kilocalorie che un uomo adulto consuma in generale ma, grazie agli studi approfonditi commissionati dal Ministero della Salute del Perù, abbiamo a disposizione i dati dell’energia consumata da un adulto che vive e lavora nelle aree montuose peruviane: vivere in questa zona richiede un più alto dispendio energetico a causa dei dislivelli da coprire a piedi e della differente percentuale di ossigeno presente nell’aria. Sempre attraverso i dati della FAO e del Ministero dell’agricoltura, possiamo stilare una lista di prodotti agricoli coltivati esattamente nella Valle in esame. Questi dati ci permettono di definire qual è l’ipotetica dieta media disponibile per gli abitanti, senza dover importare nuove specie da coltivare. Si deve perseguire una politica per il mantenimento dell’habitat e delle specie autoctone atta a non creare squilibri ecologici. Attualmente la dieta reale della popolazione montana, non è sufficiente a garantire un giusto apporto calorico: il calcolo della dieta dovrà prendere in considerazione un aumento o un adattamento dell’offerta quantitativa e qualitativa delle risorse agricole autoctone disponibili nella valle in esame, fino a soddisfare le richieste energetiche che garantirebbero una dieta corretta e completa. Bisogna considerare inoltre che l’agricoltura della valle
minimizes costs, waisting-time and derived pollution, achieving a result which can be defined qualitatively excellent, both for the product and for the environmental impact: healthy food at zero kilometers. Proceeding by this simple requirement, in order to understand how much agricultural surface is necessary for the sustenance of the urban center, we try to value the quantity of food essential for a human being, then we relate the cultivated area with the number of inhabitants who live there. For a proper diet, the daily food requirement for an adult is found in FAO sources. We do not get just the kilo-calories that are consumed by an adult man but, thanks to the studies ordered by the Peruvian Board of Health, we have the data of the energy that is consumed by a Peruvian adult man who lives and works in mountainous Peruvian areas. Living in this region requires more high squandering of energy caused by the considerable inclines to walk through and by the different percentage of oxygen in the air. Still thanks to FAO data and the Agricultural Department we can profile a list of agricultural products grown exactly in that Valley. These data allow us to define which is the hypothetic diet available for the inhabitants, without importing new species to cultivate. It is fundamental to pursue a policy for the maintenance of the habitat and the native species, in order not to create ecological imbalances. Presently, the actual diet of mountain people is not sufficient to ensure a right calorie count: the calculation of the diet should be considered an increase or adjustment of supply, in terms of quantity and quality, of the native agricultural resources available in the valley, up to satisfy energetic requests that would ensure a proper and complete diet. Moreover, it is necessary to consider that agriculture of the Urubamba valley is not intensive and is founded on traditional and local elements, without the help of complex or expansive techniques, in terms of water and energy and without chemical sophistications. We know that techniques such as composting, natural fertilization of the land or the simple use of
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nella pagina a fianco studi sull’agricoltura e le colture: produttività, spazio necessario, manodopera necessaria in the next page studies on agriculture and crops: productivity, space required, labor required
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dell’Urubamba non è intensiva ed è fondata su elementi tradizionali e autoctoni, senza l’ausilio di tecniche complesse o dispendiose in termini idrici ed energetici e senza sofisticazioni chimiche. Sappiamo che tecniche quali il compostaggio, la concimazione naturale dei terreni o il semplice utilizzo di serre, sono tecniche per nulla impiegate in questa zona, ma il cui utilizzo potrebbe aumentare la redditività dei terreni senza compromettere la qualità e genuinità del prodotto. Piccole accortezze progettuali o piccoli espedienti possono dunque apportare un incremento anche notevole della produttività che può raggiungere persino un aumento del 30%. Il progetto prevede quindi l’applicazione di alcuni di questi espedienti, come l’irrigazione costante nell’arco dell’anno (e non solo durante il periodo delle piogge, che sono tra l’altro troppo abbondanti) ottenibile mediante la progettazione di piccoli bacini di raccolta idrica a monte che ne tratterrebbero il defluire violento delle acque durante i copiosi acquazzoni (limitando così erosione e quindi alluvioni). Un altro espediente è l’utilizzo delle acque reflue e rifiuti organici trattati naturalmente (compostaggio) derivanti dagli usi domestici e dell’allevamento, per aumentare gli apporti delle sostanze nutritive al terreno: una concimazione naturale. Un ulteriore accorgimento è l’utilizzazione di piccole serre per la gestione migliorata e più produttiva delle piantine, potenziando la resa della semina e dello sviluppo nel primissimo periodo di crescita delle piante. Possiamo quindi facilmente ottenere un elenco di colture biologiche altamente ecologiche con una resa definita e già migliorata. Dalla resa di ogni coltura, possiamo calcolare quanta produzione e consumo, su base annua, si potranno avere di ogni singolo prodotto e, in relazione alla “dieta ottimale”, possiamo dedurre di quanto territorio necessita ogni singola coltura per garantire l’idoneo apporto calorico ad una persona. I prodotti agricoli devono essere studiati e deve essere considerata una componente importante: la disponibilità annua. La disponibilità di un prodotto agricolo dipende dalla sua conservazione che, oltre a dipendere
the greenhouses, are not in the least used in this area; but their use could increase the profitability of land without compromising the quality and authenticity of the products. Little attentions or small expedients can produce a considerable increasing in productivity, which can reach even an increase of 30%. So, the project imagines the application of some of these devices, such as constant irrigation throughout the year (not just during the rainy season, when rain is already too much rich ) that is obtained through the project of small basins where water is collected upstream, which would retain the violent flow of water during the copious heavy shower (thus limiting erosions and floods). Another device is the use of wastewater and organic waste naturally processed (composting) deriving from domestic uses, in order to increase the supply of nutrients to the soil: a natural fertilizer. Another more expedient is the use of small greenhouses for improved and productive management of plants, upgrading the yield of the seeding and of the development at the earliest period of the growth of plants. Therefore, we can easily get a list of biological crops highly ecological with a defined and improved yield. From the yield of each cultivation, we can calculate how much production and consumption can be in every single product yearly, and, in relation with the “optimal diet”, we can deduce how much soil is necessary to each one crop to ensure the right calorie count to a person. Agricultural products must be studied and it should be considered an important element: annual availability. The availability of an agricultural product depends on its conservation that depends on its organic characteristics and, in addition, on the storage. In order to solve the problem of the availability of the products without the introduction of conservative techniques energetically and economically expansive, you can simply draft the seeding and harvesting calendar of native crops, with which you can plan and choose the most productive cultivations or those with the longest conservation, in order to ensure a stable caloric count throughout
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dalle caratteristiche organiche dello stesso, dipende dallo stoccaggio e dall’immagazzinamento. Per ovviare al problema della disponibilità dei prodotti senza l’introduzione di tecniche conservative energeticamente ed economicamente dispendiose, si può semplicemente redigere il calendario di semina e raccolta delle colture autoctone, con il quale si può pianificare e scegliere le colture maggiormente produttive o a più lunga conservazione per garantire un apporto calorico costante tutto l’anno. In realtà nel calcolo della disponibilità alimentare, va considerato che la presenza della popolazione durante tutto l’anno non è costante. Se ci trovassimo con la presenza di soli abitanti, il problema non sussisterebbe, ma gli insediamenti saranno costituiti da abitanti e turisti. Bisogna quindi considerare il flusso turistico. Essendo il numero degli abitanti costante, al contrario del flusso turistico, dovremo far coincidere la curva del grafico delle presenze con la curva della disponibilità alimentare. Riusciremo così a garantire copertura alimentare non solo alla popolazione ma anche ai turisti presenti nei vari periodi dell’anno. 2. La gestione del ciclo dell’acqua. La quantità delle precipitazioni varia fortemente nei vari periodi dell’anno concentrandosi nei mesi compresi tra novembre e marzo, in questo periodo il bacino idrografico dell’Urubamba incanala il flusso d’acqua nel torrente Vilcanota (Rio Urubamba) che periodicamente esonda, causando gravi danni alle abitazioni, ai raccolti e all’unico sistema di collegamento che percorre valle, la linea ferroviaria. L’episodio più grave risale al 2010 quando in un giorno il livello del fiume è cresciuto di 5 metri inondando la valle circostante. In questa circostanza 10 persone sono morte, 500 ferite e 37.000 persone hanno perso la casa e il raccolto. Per evitare il ripetersi di situazioni simili abbiamo previsto: a. una serie di bacini per la raccolta dell’acqua disposti sul territorio di pertinenza dei villaggi che, accumulando l’acqua nei periodi più piovosi, garantiscono la disponibilità
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the year. Actually in the calculation of the food availability it should be considered that the presence of population during the year it is not stable. If we were in the presence of just the inhabitants, the problem would not exist, but settlements will be occupied by inhabitants and tourists. As the number of inhabitants is constant, in contrast to the tourist stream, we should have to match the curve of the presences graph with the one of the food availability. So, we will succeed to ensure food cover, not only for the inhabitant, but also for tourists who are there in the different periods of the year.
in questa pagina organizzazione e pianificazione de: semina raccolta stoccaggio non pianificato stoccaggio pianificato per soddisfare la richiesta degli ecoresort in this page organization and planning of: seeding agricultural harvesting storage unplanned storage planned to satisfy the request of ecoresort
2. The management of the water cycle. The amount of rainfall varies greatly throughout the year concentrating in the months between November and March, during which time the river basin dell’Urubamba channels the flow of water in the Vilcanota River (Rio Urubamba) that periodically overflows, causing serious damage the houses, crops and to the only connection system that runs through the valley, the railway line. The most serious incident dates back to 2010 when one day the river level is increased by 5 meters, flooding the surrounding valley. On this occasion, 10 people were killed, 500 injured and 37,000 people have lost their homes and crops. To prevent the recurrence of similar situations we have planned: a. a series of basins to collect water placed on the land pertaining the villages, which store water during rainy periods, to ensure the availability of the same for irrigation throughout the year. So it severely limits the flow of water that contribute to the flood of the river. b. the construction of new EcoResort down the slopes, leaving the valleys most fertile and easily cultivated to agriculture, while providing buffer zones for landslide risk areas and basins for possible expansion for the exceptional floods. c. the construction of terracing, following the tradition Inca, which avoids the slope erosion and slows the flow of water through
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sotto
average rainfall
piovosità
53 mm/month
in questa pagina gestione idrica below rainfall in this page water management
water captures and purification 29 m2/person
storage water 6 m3/person
sedimentation tank gray water purification 20 m2/person
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della stessa per l’irrigazione durante tutto l’arco dell’anno. Cosi facendo si limita drasticamente l’afflusso di acqua che contribuirebbe alla piena del fiume. b. la realizzazione dei nuovi EcoResort lungo i pendii, in modo da lasciare le valli più fertili e facilmente coltivabili all’agricoltura, garantendo al contempo fasce di rispetto per il rischio idrogeologico e aree per eventuali bacini d’espansione per le piene eccezionali. c. la realizzazione dei terrazzamenti, seguendo la tradizione incaica, che evita l’erosione dei pendii e rallenta il flusso dell’acqua attraverso un sistema che ne garantisce il rilascio graduale, per mezzo della composizione granulometrica dei materiali usati per la loro realizzazione e degli appositi canali di scolo per il deflusso superficiale, Altro aspetto fondamentale è la gestione dell’acqua per usi domestici. Nel progetto l’acqua necessaria al sostentamento della popolazione proviene in parte dai ruscelli che scendono dalle cime delle montagne circostanti e in parte direttamente dalle precipitazioni, dopo essere stata accumulata in apposite vasche fitodepuranti poste a monte delle abitazioni. L’acqua qui contenuta viene riservata agli usi domestici. Le acque reflue vengono convogliate in un sistema di fitodepurazione a flusso superficiale, posto a valle dell’abitazione. I fanghi derivati dal pre-trattamento verranno periodicamente prelevati dagli agricoltori e utilizzati per la fertilizzazione naturale del terreno. Alla fine del processo l’acqua, ricca di nutrienti, viene fatta confluire nei canali di irrigazione situati alla base dei terrazzamenti e dopo essere stata miscelata con l’acqua proveniente dai torrenti viene utilizzata per l’irrigazione dei raccolti. 3. L’energia Il fabbisogno energetico necessario a soddisfare le funzioni ricettive si può dividere in due categorie: a. L’energia sotto forma di calore, necessaria al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua calda sanitaria. Il calore necessario sarà dato da un caminetto a legna, integrato nella parete perimetrale orientata verso il patio/
a system that ensures the gradual release, by means of the granulometric composition of the materials used for their realization and the appropriate channels drainage for runoff, Another fundamental aspect is the management of water for domestic use. In the project the water needed the maintenance of the population comes in part from the streams that descend from the surrounding mountain peaks and in part directly by precipitations, after being stored in special tanks for the phytodepuration located upstream of the villages. The water contained here is reserved for domestic use. The wastewater is conveyed into a phytodepuration system to surface flow, placed downstream of the dwellings. The sludge derived from the pre-treatment will be periodically taken by farmers and used for fertilization natural ground. At the end of the process water, rich in nutrients, is made to flow into the irrigation channels located at the base of the terraces and after being mixed with the water coming from the streams is used for the irrigation of crops. 3. The energy The energy required to meet the accommodation functions can be divided into two categories: a. The energy in the form of heat, which is necessary to space heating and domestic hot water. The heat required will be given by a wood burning fireplace, built in the perimeter wall oriented to patio / terrace. The room air will be circulate inside the fireplace, and it will warming the room. It will also act as thermal power plant since inside it will pass the piping to heat the sanitary water; so will offset the gap thermal water coming from the solar panels on the roof and the accumulated heat in a boiler positioned at the side of the fireplace. b. The electricity generated from renewable sources. In order to minimize the environmental impact of energy production works, we analyze the potential energy of the Urubamba Valley. In 1965 came into operation a hydroelectric power plant, with two dams,
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terrazzamento. L’aria della stanza circolerà all’interno del caminetto riscaldando il locale. Esso fungerà anche da centrale termica poiché al suo interno passeranno le tubazioni per riscaldare l’acqua sanitaria; verrà così compensato il gap termico dell’acqua proveniente dai pannelli solari posti sulla copertura e accumulato il calore in un boiler posizionato a fianco del caminetto. b. L’energia elettrica, proveniente da fonti rinnovabili. Per limitare al massimo l’impatto ambientale di opere per la produzione energetica, analizziamo le potenzialità energetiche della Valle dell’Urubamba. Nel 1965 è entrata in funzione una centrale idroelettrica, dotata di due sbarramenti, posti uno al di qua e uno al di là di Agua Calientes; la produzione media di energia elettrica è di 90 MW/h annui, soddisfando le regioni di Cusco, Puno e Apurimac. Si può intuire quindi l’enorme potenzialità che ha il Rio Urubamba. Con una portata media annuale di 1.200 m³/s, e con picchi di 2.191 m³/s, rappresenta una risorsa energetica sostenibile, ma che pone due questioni collegate tra loro: l’impatto ambientale di carattere visivo e quello di carattere biotico, in quanto gli sbarramenti impediscono il normale decorso dell’acqua. A tale proposito, una proposta plausibile potrebbe essere quella di adottare mini centrali idroelettriche con il sistema “ad acqua fluente”: un tipo che utilizza essenzialmente la portata del corso d’acqua. Le strutture di derivazione hanno, infatti, la funzione di intercettare la portata in alveo per deviarne una parte verso un canale o un condotto diretto all’edificio della centrale. Esistono modelli di turbine dette “Kaplan” adatte alle basse cadute e con forti variazioni della portata, capaci di generare mediamente 20 kW/h, che applicate al nostro caso porterebbero una produzione media di 12 MW/h annui, più che sufficienti al mantenimento dell’intera area abitata. La centrale dovrebbe essere collocata nelle adiacenze della stazione del treno. Il percorso ferrato, infatti, segue parallelamente il Rio Urubamba e delimita gli spazi di sicurezza entro i quali il fiume è libero di esondare. Per equilibrare e migliorare l’apporto di
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placed one on this side and one on the other side of Agua Calientes, the average output power is 90 MW / h per year, satisfying the regions of Cusco, Puno and Apurimac. It can be seen then the enormous potential that the Rio Urubamba. With a range of annual average of 1,200 m³ / s, with peaks of 2,191 m³ / s, is a sustainable energy resource, but it has two interlinked issues: the environmental impact of visual character and the character of biotic, as the barriers preventing the normal course of the water. In this regard, a plausible proposal would be to adopt mini hydropower plants with the “flowing water” means a type that uses essentially the flow of the river. Derived structures have, in fact, the function of intercepting the flow in the river bed in order to divert a part towards a channel or a duct directed to the building of the plant. There are models of turbines called “Kaplan” suitable for low heads and large flow rate variations, able to generate an average of 20 kW / h, which is applied to our case would lead an average production of 12 MW / h per year, more than enough for the maintenance of ‘whole inhabited area. The plant would be located adjacent to the train station. The path shod, in fact, runs parallel to the Rio Urubamba and defines security clearances within which the river is free of overflow. To balance and improve the supply of electricity, you can use PV systems, as there is a solar radiation of 6 W / m² on average per day. The small hydroelectric plants, as well as photovoltaic, represent an opportunity for sustainable development and energy access in remote areas, are a method of producing widespread but localized areas of actual consumption by promoting energy independence and therefore the resilience at the local level, especially in areas where catastrophic events occur daily. Social sustainability of the new settlements For social sustainability we intend the ability of the involved subjects within the territorial system to act together, effectively and
energia elettrica, si posso utilizzare impianti fotovoltaici, essendoci una radiazione solare di 6 W/m² media al giorno. I piccoli impianti idroelettrici, come anche quelli fotovoltaici, rappresentano un’opportunità di sviluppo sostenibile e di accesso all’energia anche in zone remote, costituiscono un metodo di produzione diffusa ma localizzata nelle aree di effettivo consumo favorendo l’indipendenza energetica e quindi la resilienza a livello territoriale, soprattutto in zone dove eventi catastrofici sono quotidiani. Sostenibilità sociale del nuovo insediamento Si intende la capacità dei soggetti coinvolti nel sistema territoriale di intervenire insieme, efficacemente ed in base ad una stessa concezione per seguire il progetto. Per raggiungere questo obbiettivo il nuovo Ecoresort dell’Urubamba si avvale di un modello organizzativo che deriva direttamente da quello tipico delle comunità rurali andine raggruppate negli “Ayllu”. Queste sono unità territoriali autosufficienti che raggruppano al loro interno più nuclei familiari con rapporti di parentela, esercitano la proprietà in comune e gestiscono le risorse in modo collettivo. L’dea è quella di offrire agli Ayllu la possibilità di estendere la gestione comunitaria dell’attività agricola anche all’attività ricettiva. Si distinguono quindi tre livelli di gestione: 1. La famiglia, l’unità di base (in media di 5 componenti) che si occupa della coltivazione e della manutenzione della terra assegnatale dalla comunità. Ad essa, nella nuova organizzazione agrituristica, verrebbero assegnati periodicamente dalla comunità dei compiti legati alla gestione del turismo e alla coltivazione delle terre comuni. 2. Le singole famiglie si riuniscono poi in gruppi più ampi detti Ali (10 famiglie), che si occupano di un determinato spazio territoriale e nominano periodicamente autorità proprie. Ad essi verrà affidata la gestione delle unità minime di accoglienza, si occuperanno inoltre di assegnare i compiti alle singole famiglie.
seeking for a same conception to carry on the project. To archive this goal, the new Urubamba ecoresort relies on an organizational model that comes directly from that typical of Andean rural communities, namely “Ayllu.” Those are self-sufficient territorial units grouping several families bond with kinship, exercising common properties and manage the resources in a collective manner. The idea is to offer Ayllu the possibility of extending their community-based management of agricultural activity also to receptive activity. We distinguish then three levels of management: 1. The family, the very basic unit (5 people on average) involved in cultivation and management of the lands assigned by the community. To it, in the new agritouristic organization, tasks related to the management of tourism and the cultivation of common land would be periodically assigned by the community. 2. Individual families gather then in larger groups called Ali (10 families), dealing with a particular territorial space and periodically appointing their own authorities. They will be responsible for managing small receptive units and will also take care of assigning specific tasks to individual families. 3. The Ayllu, is a group of descendants consisting of several Ali (namely 10 Ali) sharing the same territory and nominate its own authorities. Each Ayllu is composed by those Ali who refer to the same core of welcome and reception facilities and therefore represents the individual eco-resort, managed at Community level. The involvement of the entire community rather than part of it is crucial to the success of the project. Previous development projects that involved some of the communities in the region of La Plaz, Bolivia, proof that unless you consider the Andean communities’ strongly rooted cultural and social factors, those projects are doomed to fail. The main error detected in these cases lies in the fact that the execution of the project was assigned only to some members and not the
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in questa pagina generazione dell’abitato in base ad agricoltura e distanze percorribili a piedi sotto steps costruttivi e distanze in this page generating of the town according to agriculture and distances covered on foo below constructive steps and distances
3. L’Ayllu, è un gruppo di discendenza formato da più Ali (10 Alì) che condividono lo stesso territorio e nominano proprie autorità. Ogni Ayllu è composto dagli Ali che fanno riferimento allo stesso nucleo di servizi di accoglienza e ricezione e rappresenta i singoli Ecoresort gestiti a livello comunitario. Il coinvolgimento dell’intera comunità piuttosto che parte di essa è molto rilevante ai fini della buona riuscita del progetto. Precedenti progetti di sviluppo che hanno interessato alcune comunità nella regione di La Plaz in Bolivia, rappresentano la testimonianza che se non si considerano i fattori sociali e culturali fortemente radicati nelle comunità andine, tali progetti sono destinati al fallimento. Il principale errore individuato in questi casi, consiste nell’aver affidato l’esecuzione del progetto solo ad alcuni membri e non all’intera comunità. Questa procedura, come è evidente, non solo non è in sintonia con le norme sociali degli Ayllu ma, nel lungo periodo, demolisce lo stesso principio di reciprocità, concetto estremamente radicato nella cultura andina, che caratterizza la dimensione comunitaria della società. Ecco perché il nuovo modello di EcoResort coinvolge l’intera comunità nella gestione dell’agricoltura (a cui è tradizionalmente legata) e della funzione ricettiva, garantendo uno sviluppo sostenibile che rispetti il patrimonio culturale della valle. Sostenibilità sociale come elemento morfogenetico Dalla stazione a valle, attraverso la funivia di terra, si raggiungono i vari Ecoresort, differenti per dimensione, servizi e comodità. Appena scesi dalla funivia terrestre si incontra subito l’area ricettiva della struttura. Questa è composta dalla hall (un grande parallelepipedo rivestito di paglia che racchiude la reception, il bar e una sala d’aspetto a disposizione dei visitatori), e da tutte le funzioni comunitarie destinate al villaggio, come le sale polifunzionali, l’area per laboratori, negozi, uffici. A partire da questo nucleo di servizi, l’insediamento si sviluppa lungo un intero terrazzamento pubblico che funge da elemento distributivo e percorso panorami-
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community as a whole. This procedure, as is evident, not only is out of tune with the social norms of Ayllu but in the long run, destroys the principle of reciprocity itself, a concept deeply rooted in Andean culture that characterizes the community aspect of society. That is why the new model of eco-resort involves the entire community in the management of agriculture (to whom is traditionally linked) and the receptive function, ensuring a sustainable development which complies with the cultural heritage of the valley. Social sustainability as morphogenetic element From the station to the valley, across the ground cableway, it is possible to reach the different eco-resort, different one another for size, facilities and comfort. As soon as you get off the ground cableway you immediately meet the receptive area of the structure. It consists of a hall (a large parallelepiped covered with straw enclosing the reception, bar and a waiting room available for visitors), and all communal facilities for the village, such as multi-purpose rooms, laboratories, shops, offices. From this core service, the settlement spread along an entire public terrace that serves as a distributional and scenic route. The morphological structure is nothing more than the physical translation of the social structure that for centuries ruled the relationship between population and territory. It consists of three hierarchical levels: 1. The Ayllu, public space that hosts the Hall and all the spaces devoted to touristic facilities and, community utilities. 2. The Ali a semipublic-axis perpendicular to the common path that allows to overcome the gap between the terraced floors. Around it the minimal units arise with variables geometry and growth ratio. 3. The minimal unit is the private space, consisting of the accommodation for tourists and residents. Its structure directly derives from the traditional “Kancha” and consists of two spaces
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co. La struttura morfologica non è altro che la traduzione fisica della struttura sociale che da secoli regola i rapporti tra abitanti e territorio. Essa si compone di tre livelli gerarchici: 1. L’Ayllu, lo spazio pubblico che ospita la Hall e tutti gli spazi destinati alle funzioni ricettive e di servizio alla comunità. 2. L’Ali, un’asse semipubblico perpendicolare al percorso comune che permette di superare il dislivello tra i piani terrazzati. Attorno ad esso nascono, con geometria e crescita variabili, le unità minime. 3. L’unità minima è lo spazio privato costituito dall’alloggio di turisti e residenti. La sua struttura deriva direttamente dai tradizionali “Kancha” e si compone di due ambienti che si affacciano su una corte comune, uno spazio introverso integrato nel terrazzamento che si oppone all’immenso paesaggio andino. L’alternanza di corti e spazi abitati si sviluppa parallelamente al pendio adattandosi alla topografia dell’ambiente. Da questa morfologia di base derivano i tre tipi edilizi che aggregati con geometrie variabili compongono i singoli Ali. L’alloggio dei residenti ripropone le caratteristiche delle abitazioni tradizionali composte di un unico grande spazio polifunzionale (compreso tra i 20 e i 30 metri quadri) che ospita la famiglia ed è dotato di caminetto affacciato sulla corte. Gli spazi destinati alla cucina e ai servizi sono comuni a due famiglie e si collocano nella parte più esterna dell’alloggio. La camera singola per i turisti è dotata di armadio e bagno. Si affaccia direttamente sul terrazzamento: uno spazio privato esterno che si apre sullo straordinario paesaggio della valle. La camera doppia deriva dalla semplice aggiunta di una corte privata seguita dal secondo ambiente. La diversificazione dell’offerta (una, tre o cinque stelle) viene raggiunta dalla variazione del livello di privacy dell’accesso ai vari alloggi, ottenuta tramite una diversa distribuzione e aggregazione delle tipologie destinate alternativamente ai turisti o ai residenti. Ovviamente cambiano anche la dimensione
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both overlooking a common court, an introverted space integrated in the terracing, in contrast with the immense Andean landscape. The alternation of courts and inhabited spaces runs parallel to the slopes adapting to the topography. From this very basic morphology, three building types are designed and aggregated with the most diverse geometries to create the single Ali. Residents accommodation shows the typical features of traditional houses made of a single large multi-purpose space (between 20 and 30 square meters) that hosts the family, and is equipped with a fireplace overlooking the courtyard. Spaces for the kitchen and services are common to the two families and are located in the most outer part of the house. Single rooms for tourists are instead en-suite solution with wardrobe. They directly overlook the terracing: a private external space that opens up on the extraordinary outlook on the valley. The double room comes from the simple addition of a private courtyard followed by a second space. The diversification of the offer (namely one, three or five stars) is achieved by the variation in the level of privacy in accessing the accommodation, through a different distribution and aggregation of building types for either tourists or residents. Obviously size and facilities that each room offers also change and above all changes the relationship between the number of tourists and the number of residents to support the receptive function. This report comes from the analysis of a case study, the eco-resort Posada Amazonas, at about 300 km away from the project, one of the first examples of ecotourism in Peru based on involving the local community in the management of the resort.
nella pagina a fianco evoluzione ed espansione dell’abitato in the next page evolution and expansion of the village
Realization Starting from a mountain slope with a gradient of around 50% two furrows are dug on the ground, one meter deep and equally wide, at a distance of 6x3 meters one ano-
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e i servizi che ogni stanza offre e soprattutto il rapporto tra il numero di turisti e il numero si residenti che faranno da supporto alla funzione ricettiva. Questo rapporto deriva dall’analisi di un caso studio, l’Ecoresort Posada Amazonas distante circa 300 km dall’area di progetto, uno dei primi esempi in Perù di Ecoturismo basato sul coinvolgimento della comunità locale nella gestione del resort. Realizzazione Partendo da un declivio di montagna con una pendenza di circa il 50% si scavano due solchi sul terreno per una profondità di un metro e larghi altrettanto, ad un interasse tra loro di circa 6 metri di larghezza e 3 m di altezza. Il fondo dello scavo lo si riempie per pochi centimetri di sabbia e ghiaia. Si comincia la costruzione del muro a secco appoggiando e incastrando l’una sull’altra le pietre locali e si procede verso l’alto per 5 metri, rastremando man mano il muro sino ad uno spessore di 50 centimetri. Dal basso verso l’altro vi sono: rocce, ghiaia e terra ricca di sostanze organiche (preferibilmente prelevata nei pressi del fiume), per uno spessore di circa un metro ciascuno. I primi strati contribuiscono a far defluire l’acqua mantenendo il terreno soprastante asciutto e favoriscono la permeabilità, così da limitare la pressione idrostatica contro il muro; infatti ai piedi dei muri, appena sopra lo zoccolo di “fondazione”, e per la lunghezza del terrazzamento, parallelo ad essi vi è una canaletta, larga pochi centimetri ma profonda 20 cm, che raccoglie l’acqua di infiltrazione per farla defluire. La canaletta, che può essere di metallo, è sostenuta da mensole di roccia squadrata infisse alla base del muro al momento della sua costruzione. Se il terrazzamento non è coltivato, ma diventa un percorso pedonale, alla stessa altezza della canaletta viene realizzata una pavimentazione di terra battuta mista a ghiaia e sabbia, così da garantirne la percorribilità e la permeabilità anche nei giorni di pioggia. La quota di questa pavimentazione deve restare a meno 20 cm dalla testa del muro verso valle. A sua volta, se il terrazzamento deve diven-
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ther. The bottom of the excavation is filled with a few centimeters of sand and gravel. The building of the drywall is carried out by laying and fitting one over the other local stones, proceeding up to 5 meters, gradually tapering the wall up to a thickness of 50 cm. From the bottom-up are: rocks, gravel and soil rich in organic matter (preferably taken near the river) to a depth of about one meter each. The first layers contribute to water drainage, keeping dry the ovelying soil and facilitating permeability, so as to limit the hydrostatic pressure against the wall in fact at the lower part of the walls, just above the foundation plinth and for the length of the terrace, runs in parallel a gutter, a few centimeters wide and 20 cm deep, that collects infiltrations of water and makes it flow. The gutter, that may be made of steel, is supported by brackets of rock squared, nailed at the base of the wall during its construction. If the terrace is not cultivated but becomes instead a footpath, at the same height of the gutter, a floor made of a mix of clay, gravel and sand is realized, so as to ensure walkability and permeability even on rainy days. The altitude of this floor shouldn’t be more than 20 cm from the top of the wall looking towards the valley. Furthermore, if the terracing is meant to become inhabited, the retaining wall further downstream will be raised at least for the length of the dwelling, including the roof, so as to make ita s tall as the one parallel to it further upstream. The extension is meant to reinforce the top part of the existing wall to get a much solid support, as the addition will be 3 meters high with a 60 to 50 cm thickness. Before completing this part, precautions need to be undertaken. At the hight of 2.2 metres squared rocks, previously located at the base of the wall, are to be wedged at a distance of 60 cm one another. Those special stones should preferably be sized as follows: 50x25x20 cm, and fitted inside the wall for the depth of 30 cm; the leftover 20 cm is the cantilever required for
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CHIUSURA VERTICALE ESTERNA FRONTALE R= 0,74 m2K/W U= 1,35 W/m2K attenuation: 0,04 phase displacement: 15h 51’
CHIUSURA ESTERNA VERTICALE LATERALE R= 0,58 m2K/W U= 1,72 W/m2K attenuation: 0,2 phase displacement: 9h 40’
PARTIZIONE INTERNA
sezione dell’alloggio tipo e riferimenti numerici dei pacchetti costruttivi nella pagina a fianco pacchetti costruttivi di un alloggio tipo in this page section housing type and numerical references packet construction in the next page packages construction of a dwelling type
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CHIUSURA ORIZZONTALE DI FONDAZIONE R= 0,70 m2K/W U= 1,43 W/m2K attenuation: 0,08 phase displacement: 11h 3’
CHIUSURA ORIZZONTALE DI COPERTURA R= 5,77 m2K/W U= 0,17 W/m2K attenuation: 0,05 phase displacement: 18h 44’
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in questa pagina il progetto in this page the project
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tare abitato allora, almeno per la lunghezza dell’abitazione, compresa la copertura, verrà sopraelevato il muro di contenimento più a valle affinché sia della stessa altezza di quello ad esso parallelo e più a monte. La sopraelevazione dovrà rinforzare la testa del precedente muro per un miglior appoggio dato che si dovrà liberare per altri 3 metri in altezza, mantenendo uno spessore dai 60 ai 50 cm. Prima di completarlo ci sono degli accorgimenti da osservare. All’altezza di 2,20 m devono essere incastrate le rocce squadrate, precedentemente viste alla base del muro, ad un interasse di 60 cm. Queste pietre speciali dovranno preferibilmente avere le seguenti dimensioni: 50x25x20 cm, alloggiate all’interno del muro per 30 cm; i 20 cm di sbalzo sono l’appoggio per le travi in legno della copertura. Sopra a queste deve essere preventivamente appoggiata una membrana impermeabilizzante larga circa un metro e lunga come il muro stesso, successivamente risvoltata sopra il tavolato di copertura. Sugli opposti limiti del muro rialzato, quindi della lunghezza della casa, sopra allo spazio dei 30 cm delle penultime rocce d’appoggio devono essere posizionate con cura dei particolari doccioni che possono essere di roccia o di metallo, idonei al deflusso dell’acqua meteorica che proviene dal pluviale. Tra i doccioni e su questi sarà alloggiato il pluviale scatolare di metallo, forato in alto servirà a raccogliere l’acqua meteorica proveniente della lamiera grecata. Posizionati questi quattro importanti elementi si finisce il muro nuovamente con rocce di varie dimensioni ben incastrate tra loro. Al di sopra del terreno vegetale e solo nella sagoma della futura abitazione, viene stesa della terra battuta mista a ghiaia e sabbia per uno spessore di 20 cm, quindi si realizza la copertura a tetto-verde (o tetto giardino). Si appoggiano le travi di legno a metà delle mensole precedentemente incastrate al muro, ad un interasse di 60cm, così da lasciare lateralmente alle travi 5 cm per parte, su cui verranno appoggiati i telai di “quincha”. Questi sono costituiti da travetti di legno che formano un telaio tamponato con un intreccio di canne di fiume (cannucciato). Tra que-
the timber beams of the roofing. On top of those a protective waterproof foil is to be placed, about 1 meter large and as long as the wall itself and finally bent over the wooden planks of the roof. On the extreme sides of the extended wall, long as much as the wall house, on top of the 30 cm of the second last supporting rocks, metal or rock gargoyles must be positioned with care of the details, as they have to be suitable for helping the outflow of rainwater coming from he pluvials. Between the gargoyles and on top of them a box-shaped metal pluvial will be located and drilled at the top, to help collecting rainwater from the corrugated sheet. Once those four massive elements are in position, the wall’s construction has to be completed, once again using rocks of different size and properly interlocked. Above the ground and only within the footprint of the new accommodation, a 20 cm thick layer of clay mixed with gravel and sand is spread, and therefore the gardenroof is realized. The wooden beams are placed in the middle of the shelves previously stuck to the wall, at a distance of 60 cm, so as to leave laterally to the beams 5 cm per side, on which the frames of “quincha” will be propped. These are made up of wooden joists forming a frame buffered with a mixture of river reeds. Among these “quinchas” and the top edge of the beam, there are approximately 20 cm of space that is filled with llama wool as thermal insulation (Winter temperatures drop at night, sometimes reaching -1 ° C); the llama, just like the alpaca, is present in abundantly in Peru and in our project area in the Urubamba Valley; it is bred for wool for transporting material. The support structure is completed by nailing on the beams a double planking with the boards positioned first in one direction and then in the other. Afterward the calamine must be positioned (a trapezoid molded metal sheet), so that its slope go along with the valley, with the joists
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sti quincha e il bordo superiore della trave, rimangono circa 20 cm di spazio che viene riempito dalla lana di lama come isolamento termico. (Le temperature invernali scendono di notte anche a -1°C); il lama, come l’alpaca, è presente in abbondanza in Perù e nella nostra zona di progetto della Valle dell’Urubamba; viene allevato per la lana e come animale da trasporto di materiale. La struttura di sostegno viene completata inchiodando sulle travi un doppio tavolato con le tavole posizionate prima in un senso e poi nell’altro. A seguire si posiziona la calamina (lamiera sagomata a trapezi), conferendole la pendenza verso la valle con i travetti di sezione 5x10cm e altri supporti idonei al caso. Questa deve appoggiarsi anche al pluviale scatolare, precedentemente infisso nel muro, in tutta la sua larghezza, assicurandosi che l’acqua defluisca agevolmente e senza impedimenti in esso. Con ciò è stata garantita l’impermeabilità della copertura e si può passare ai lavori interni all’abitazione, ma per creare una continuità visiva sul paesaggio andino abbiamo ritenuto opportuno mitigare anche il quarto prospetto, realizzando un tetto-giardino. I canali formati dai trapezi concavi vengono riempiti di ghiaia, per tutta la loro altezza, così da formare una superficie di appoggio piana a livello dei trapezi convessi e per garantire una certa traspirabilità alla copertura. Sopra alla calamina e alla ghiaia viene steso un telo filtrante. Il passaggio successivo consiste nel sistemare la terra per uno spessore di circa 20 cm, così da lasciare scoperta la testa del muro e accentuare il disegno architettonico dei terrazzamenti sul paesaggio. Il solaio di calpestio era rimasto “al grezzo” con lo strato di terra battuta e le canalette laterali lungo i muri di pietra, quindi, proseguendo, viene posizionato un angolare a L lungo la canaletta e fatto il massetto di sottofondo in ghiaia mista a sabbia per uno spessore di 10 cm. A seguire vengono posizionate in aderenza, e lungo il perimetro della casa, delle piastrelle di roccia levigata da 30x30 cm di superficie e 5 cm di spessore. Dopo aver creato questo bordo, l’interno viene pavimentato con piastrelle di argilla (preferibilmente prima cotte al sole), in caso ci fosse
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of the section of 5x10cm and other media suitable for the case. This must also lean on the pluvial box, previously fixed in the wall, in all its width, making sure that the water flows smoothly and without obstruction in it. With these precautions, the tightness of the cover is guaranteed and you can move to work inside the house, but in order to create a visual continuity to the Andean landscape we felt it appropriate to mitigate the fourth façade, creating a roof garden. The channels formed by the concave trapezoids are filled with gravel, for their entire height, so as to form a support surface at the level of the convex trapezoids and to ensure a certain degree permeability to the cover. Above the calamine and the gravel is spread a cloth filter. The next step is to place the earth to a depth of about 20 cm, so as to leave uncovered the head of the wall and accentuate the architectural design of the terraces on the landscape. The decking floor, was previously left “unfinished” with the layer of clay and the side channels running along the stone walls, then, continuing, a L shaped corner piece is placed along the channel and a 10 cm high screed is realized in pebbles and sand. Are subsequently positioned in adherence, and along the perimeter of the house, tiles of 30x30 cm polished rock surface, 5 cm thick. After creating this edge, the interior is paved with clay tiles (preferably previously cooked in the sun), while, in the event of an abundance of wood boards can be laid. Now it is only left to take care of the curtain of the accommodation, perpendicular to the stone-walls and to create the internal partitions. The vertical external walls are made from a mixture of clay, straw and water, created near the site. It is at all similar to concrete and in its same way it is thrown into wooden formwork. This is realized in phases, increasing the height by 50 cm at a time in. The rock walls that create the terraces are drybuilt and then there may be crevices that allow the passage of air, so it is advisable to create a counter wall.
nella pagina a fianco gestione degli spazi in the next page organization of the spaces
semipublic spaces
semiprivate spaces
private spaces
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abbondanza di legno possono essere posate delle tavole (o listoni). Non rimane che tamponare l’alloggio con pareti perpendicolari ai muri di roccia e creare le partizioni interne. I tamponamenti esterni verticali sono realizzati con un impasto di argilla, paglia e acqua, creato vicino al sito. E’ simile al calcestruzzo e come questo viene gettato in casseforme di legno. Questo viene realizzato in altezza per fasi di 50 cm alla volta. I muri di roccia che creano i terrazzamenti sono a secco e quindi possono esserci dei pertugi che fanno passare aria, è quindi opportuno creare un tamponamento interno. Questo viene realizzato con i telai di quincha, posti in verticale, questa volta però hanno un interasse tra loro di 60 cm. Per creare una superficie omogenea, il cannucciato fa da supporto ad uno strato di intonaco argilloso allineandosi con il bordo esterno del telaio in legno. Per coprire anche il telaio si realizza un altro strato di intonaco, ma questa volta di calce. Il doppio tamponamento lungo i muri di roccia è tenuto distante da questi per evitare il contatto con l’umidità di infiltrazione con delle rocce più sporgenti o con dei pezzi di legno. I tamponamenti laterali e le partizioni interne sono, quindi, realizzati con i telai di quincha, ricoperti di argilla e intonaco di calce per uno spessore complessivo di 12 cm. Il sistema impiantistico base si compone di un caminetto a legna che funge anche da caldaia e da pannelli solari per l’acqua calda. Gli alloggi per i turisti sono costituiti solo da camere e bagni, perché per mangiare vi è il ristorante a fianco della hall, mentre i residenti hanno un volume all’esterno della casa per cucinare. Gli alloggi così pensati vengono realizzati per step in base alle reali necessità degli abitanti e all’afflusso turistico medio. Sono composti da una struttura durevole, i muri in roccia del terrazzamento e da una struttura precaria che è l’intero alloggio, perché è composto da elementi facilmente assemblabili e smontabili. La copertura potrebbe anche restare, una volta tolti i tamponamenti, e diventare un ricovero attrezzi/animali o un magazzino temporaneo per i raccolti. Si garantisce così al
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This is accomplished with frames of “quincha”, placed vertically, this time, however, at a distance between them of 60 cm. To create a homogeneous surface, the reeds act as a support to a layer of loamy plaster aligning with the outer edge of the wooden frame. To cover the frames, another layer of plaster is realized, this time out of lime. The double infilling along the rock walls is kept away from these to avoid moisture infiltration caused by contact with the more protruding rocks or with fragments of wood. The side panels and interior partitions are, therefore, made with quincha frames, covered with clay and lime plaster for a total thickness of 12 cm. The plant system base consists of a woodburning fireplace that also acts as a boiler and by solar panels for hot water. Accommodation for tourists only consists of bedrooms and bathrooms. Food is provided by the a restaurant next to the lobby, while residents have a volume outside the house for cooking. The accommodations are designed realized step by step according to the real needs of its inhabitants and to the average tourist flow. They consist of a durable structure, the rock walls of the terrace and a precarious structure, which is the entire accommodation, as it is made up of components can be easily assembled and disassembled. The coverage may possibly stay, once removed the cladding panels, and become a shelter for equipment or animals or rather a temporary warehouse for crops. This ensures to the whole construction sustainability over time.
costruito una sostenibilità anche temporale. Conclusioni Ci immaginiamo quindi un futuro in cui l’ecoturismo diventerà uno strumento fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico della valle dell’Urubamba. Un futuro in cui le comunità locali potranno partecipare direttamente ai processi decisionali facendo degli usi e delle tradizioni locali un punto di forza nel coinvolgimento dei visitatori: ci immaginiamo un nuovo modello di “Eco-resort” che mira ad uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Il sistema insediativo lungo la valle seguirà i principi della trasformazione del territorio iniziati e perpetrati dalle civiltà andine precolombiane ed interrottesi con l’arrivo degli europei. L’intento è quello di riconnettere quella relazione tra ambiente naturale e antropizzato, andando a riconquistare la dimensione paesaggistica degli antichi insediamenti incaici, dove la natura era considerata l’elemento fondamentale per l’uomo, elemento generoso da cui attingere e beneficiare. Il rispetto per la natura porta a maggiori benefici del suo sfruttamento ed è per questo che sarà fondamentale adottare un modo di vivere più simbiotico con essa.
follow the principles of territorial transformation initiated and perpetrated by the preColumbian Andean civilizations and bury with the arrival of Europeans. The intent is to reconnect the relationship between the natural and man-made environment, going to regain the landscape dimension of the ancient Incan settlements, where nature was seen as the key to the man, generous element to draw on and benefit from. Respect for nature leads to higher benefits of its exploitation and that is why it is essential to adopt a way of living symbiotically with it.
Conclusion We then imagine a future where eco-tourism will become a major instrument for social and economic development for the Urubamba Valley. A future in which local communities can become directly involved in decision-making processes by taking advantage of local customs and traditions in involving visitors: we imagine a new model of “Ecoresort” aimed at sustainable development in terms of social, environmental and economic wellbeing. The settlements along the valley
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Bibliografia - Leonardo Benevolo e Benno Albrecht, 2002, Le origini dell’architettura, Editori Laterza, Roma. - Leonardo Benevolo e Benno Albrecht, 1994, I confini del paesaggio umani, Editori Laterza, Roma. - Leonardo Benevolo, 1996, Venezia il nuovo piano urbanistico, Editori Laterza, Roma. - Leonardo Benevolo, 2011, La fine della città, Editori Laterza, Roma. - Benno Albrecht, 2012, Conservare il futuro, Il Poligrafo, Padova. - Benno Albrecht e Anna Magrin, 2011, Strumenti e tecniche per l’architettura sostenibile, Università IUAV di Venezia, Venezia. - Jared Diamond, 2006, Armi, acciaio e malattie, Einaudi, Torino. - Jared Diamond, 2007, Collasso, Einaudi, Torino. - William Mc Donough & Michael Braungart, 2009, Cradle to Cradle, Vintage, London. - Giedion Sigfried, 1984, Spazio, tempo e architettura, Hoepli, Milano. - R. Roger, 2000, Città per un piccolo pianeta, edizioni Kappa, Roma. - Ian L. McHarg, 2007, Progettare con la natura, Franco Muzzio Editore, Padova. - Giovanni Leoni, 2013, Manifesto per l’Agrivillaggio, Alkemia Books. - F. L. Wright, 1991, La città Vivente, Einaudi, Torino. - R. Lebeau, 1972, Les grands types de structures agraires dans le monde, Chez Le Meme editeur, Parigi. - Miguel Ruano, 2010, Ecourbanismo, entornos humanos sostenibles, Gustavo Gili, Barcellona. - UNESCO, 2012, Il patrimonio dell’umanità, Touring, Milano. - Fabio Caporali, 1991, Ecologia per l’agricoltura, UTET Università, - Dario Delendati, 2009, Tesi di laurea: studio della dieta ottimale per la popolazione residente in un villaggio ecosostenibile, università degli studi di parma, Parma. - Sonia Carolina Sanchez, 2011, Tesi di laurea: Machu Picchu: Reconnecting the landscape, University of Louisiana at Lafayette School of Architecture and Design, United States of America
www.peru.gob.pe www.ecotourism.org sustainabilityalbrecht.blogspot.it www.peruviaggi.info www.machupicchu-inca.com www.machupicchutrek.com www.globalbasecamps.com peruinsideout.com www.unep.org hiddentreasures.peru.travel strategiesforsustainability.blogspot.it www.perunature.com/posada-amazonas.html circe.iuav.it www.agrivillaggio.com Consulenza - prof. Valeria Tatano, docente università IUAV di Venezia settore Tecnologia - Massimo Mazzanti, CIRCE Università IUAV di Venezia - Giovanni Leoni, impreditore agricolo e fondatore dell’Agrivillaggio a Parma.
- L. Laurencich Minelli, 2007, I regni preincaici e il mondo inca, Jaca Book, Milano. - José Canziani Amico, 2012, Ciudad y territorio en los andes, Fondo Editorial, Pontificia Universidad Catolica, Perù. - Marilyn Bridges, 1990, Planet Perù, Kodak, Perù. - Victor W. Von Hagen, 1973, La grande strada del sole, Eianudi, Torino. - Alfred Métraux, 1998, Gli Inca, Einaudi, Torino. - Michele Zampili, 2012, Progetto Perù, Aracne editrice, Roma. - Michael Coe, Dean Snow, Elizabeth Benson, 1986, Atlas of Ancient America, Facts on File, New York. Sitografia www.unesco.it www.sitiunesco.it www.unescodess.it whc.unesco.org www.unesco.beniculturali.it www.fao.org www.mincetur.gob.pe (Ministero del Commercio e del Turismo del Perù) www.minag.gob.pe (Ministero dell’Agricoltura del Perù)
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ACCESSIBILITA’ FERROVIARIA stato attuale e di progetto della linea ferroviaria 3
1
2012
Aguas Calientes Machu Picchu Town Station
Km 104
Qorihuaraychina
Km 82
linea ferroviaria
Aguas Calientes
collegamenti in bus luoghi raggiungibili in treno
Ollantaytambo
4
fermata a richiesta stazioni chiuse
2 Aguas Calientes
Huarocondo
Izcuchaca
Anta
Poroy 2 3 4
3
1
2030
Aguas Calientes Machu Picchu Town Station
Km 104
Qorihuaraychina
Km 82
2 Aguas Caliente
Huarocondo
Izcuchaca
Anta
Poroy
Chachabamba
Aguas Calientes
collegamenti in bus percorsi pedonali nuovi collegamenti pedonali
Machu Q’ente
Pinkuylluna
Patallacta
Cachiquata Quarries
Piscacucho Km 82 Qorihuaraychina
luoghi raggiungibili a piedi in un giorno stazioni principali
Urubamba
Ollantaytambo
Rapchi
Huarocondo
Salines Moray de Maras
Izcuchaca
fermata a richiesta stazioni chiuse luoghi di interesse non raggiungibili in un giorno luoghi di interesse raggiungibili in un giorno
Maras
Anta
Poroy
Cusco Cusco San Pedro station Wanchaq station
Poroy
Cusco Cusco San Pedro station Wanchaq station
Llactapata
Wayllabamba camp
Three Rocks
Lulluchapampa
Pancamayu camp
Runkurakay
Sayaqmarca
Torontoy
Chaquicocha
Phuyupatamarca
Winay Wayna camp
Machu Picchu
Temple of the moon
Urubamba
linea ferroviaria
Camino a Pumamarca
Huyna Picchu
Cusco Cusco San Pedro station Wanchaq station
Ollantaytambo
ACCESSIBILITA’ E NODI INTERMODALI stato attuale e di progetto della rete dei collegamenti Llactapata
Three Rocks
Wayllabamba camp
Lulluchapampa
Pancamayu camp
Runkurakay
Sayaqmarca
Chaquicocha
Phuyupatamarca
Winay Wayna camp
Machu Picchu
Temple of the moon
Huyna Picchu
4
Km 104
Aguas Calientes
Ollantaytambo
3
Aguas Calientes Machu Picchu Town Station
Urubamba
Aguas Calientes
2
2012
Cusco Cusco San Pedro station Wanchaq station
Ollantaytambo
Urubamba
Ollantaytambo
Rapchi
Intipunku
ore necessarie (andata) Stazioni principali
Urubamba
Ollantaytambo
Camino a Pumamarca
Intipunku
2030
Aguas Calientes Machu Picchu Town Station
Chachabamba
Km 104
Torontoy
Machu Q’ente
Pinkuylluna
Patallacta
Cachiquata Quarries
Piscacucho Km 82 Qorihuaraychina
Urubamba
Ollantaytambo
Rapchi
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Huarocondo
Salines Moray de Maras
Izcuchaca
Maras
Anta
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Ayllu
Ayllu
Ayllu
EcoResort
EcoResort
EcoResort
60%
60%
3
10
employees
4
3,3
10
employees
10
5
craftsmen
6
Total settled
Total settled
154
tourists
guide
1,7
craftsmen
6
Staff for tourists
tourists
guide
1
500
34
34
34
2,5
%
6%
201
6%
6%
employees
89%
Farmers (with family)
Staff for tourists
10
Total settled
6
%
Farmers (with family)
tourists
%
Administration
6
%
Staff for tourists
craftsmen
89%
Administration
Farmers (with family)
guide
%
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11
89%
% 40
% 40
% 40
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%
Administration
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60% Profit
Profit
Profit
500
73
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pannelli di quincha, con argilla e intonacati di calce. spessore totale 12,5 cm e larghi 45 cm travi di legno. 30x15x500 cm pannelli di quincha: telai in legno con travetti 10x5 cm e canne di fiume lana di lama. 30 cm doppio tavolato. 4 cm inerti/ghiaino sistemato negli avvallamenti/canali della lamiera lamiera grecata. 15 cm telo filtrante antiradice camino di espulsione dei fumi strato vegetale. spessore medio di 25 cm angolare a L in acciaio per contenere lo strato vegetale muro a secco in roccia di contenimento. spessore medio di 60 cm
doccione in pietra scavata a U. 20x50 cm pluviale scatolare estruso in acciaio. 30x30 cm elemento di protezione in membrana impermeabilizzante pietra speciale di appoggio alle travi. 20x50 cm pannelli solari per l’acqua calda sanitaria, su piedini in acciaio ad omega tamponamento interno in moduli di quincha, riempiti di argilla ed intonacati 230 x 60 cm. spessore 12,5 cm pietra speciale di appoggio al massetto. 20x50 cm battiscopa in pietra. 10 x 2 cm canaletta a U in profilato estruso di acciaio. 20 cm pavimento in lastre di argilla cotta. 5 cm (nei resort a 5 stelle ci può essere sopra la moquette o dei listoni di legno lamiera grecata. 15 cm ghiaino e sabbia nei canali della grecata. 10 cm massetto in ghiaia e argilla pressate. 20 cm tamponamento esterno con impasto di argilla e paglia. 25 cm intonaco a base di calce e argilla. 2 cm pavimento esterno in lastre di roccia. 5 cm strato omogeneo di terra. strato omogeneo di ghiaia. strato omogeneo di roccie a diversa granulometria.
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