UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "LA SAPIENZA" DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA ED ANALISI DELLA CITTÀ
ACHILLE M. IPPOLITO
L'ANALISI DEI CARATTERI DEGLI EDIFICI COME STRUMENTO PER LA PROGETTAZIONE
NOTOMIA DI SETTE OPERE il Bolton Market Piace di Chapman Taylor & Partners - la Chiesa su ll'acqua di Tadao Ando - la Bibl ioteca Com unale a Biberach di Boris Podrecca - il Guggenhaim Museum di Fran k O. Gehry - il Co mplesso Residenziale Rokko I di Tadao Ando - il Morton H. Meyerson Symphony Center di leo Ming Pe i - l'Hong Kong and Shangai Bank ing di Norman Foster
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GROMA QUADERNI DIDATTICI n.2 anno 2000 UN IVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "LA SAPIENZA" FACOLTÀ DI ARCH ITETIURA DIPARTIMENTO DI ARCH ITETIURA ED ANALI SI DELLA CITIÀ Via A. Gramsci, 53 - 00197 Roma Tel. (39) 06.499 1.9273 - fax (39) 06.4991.9271 Direttore prof. Raffaele Panella CURATORI DELLA COLLANA Gianfranco Moneta Giancarlo Rosa Roberto Secchi Livia Toccafond i CORSO DI LAUREA DI VIA GRAMSCI Presidente: prof. Sergio Lenci CORSO B DI CARATIERI DISTRIBUTIVI DEGLI EDIFICI Titolare a.a. 1997/98: prof. Achi lle M . Ippol ito Ricercatore: arch. Laura Bertoni Collaboratore: arch. Cristiano Tavani I SETIE CAPITOLI SULLE OPERE SONO STATI CURATI DA: Laura Bertoni, capitolo I Lucilla Ventura, capitolo Il Rosa di Nuzzo, capitoli lii e VII Cristiano Tavani, capitol i IV e VI Massimo Va lente, capito lo V I SETIE LAVORI SELEZIONATI SONO STATI ESEGUITI DAGLI STUDENTI: Laura Massara, capito lo I Giusy Mazzeo, capitolo Il Alesssandra Scardaoni, capitolo lii Eloisa Saldari, capitolo IV Nicole Ruscica, capitolo V Giovanni Porzio, capitolo VI Savio Susca, capito lo VII Le f igure che illustrano il testo introduttivo sono state tratte dai lavori degl i studenti: Michele Antone ll i Camposarcuno Federica lannone Marilia La Marca Stefano Loia Francesca Lubrano Di Giunno Hanna Manassa Luni ngning Martini Paolo Marzu llo Miche la Massimi Laura Mauro
2 · NOTOl."IA DI SEHE Of>EIU'
Gi ulia Menegotto Katia Mozzetta Giandomenico Paradiso Adriana Patriarca Alessandra Pedrucca Valeria Pennesi Simona Perinetti Caterina Piscopo Giorgio Piselli Lucia Pisicoli Giulio Renzi Immacolata Resta Marco Romani Nicole Ruscica Stefano Salari Roberta Salemi Raffaele Salvi Giacomo Sanna Vittorio Sanna Rossella Scaramuzzi Alessandra Scardaoni Sabrina Scavo Francesco Sgaramella Savio Susca Orazio Vigliotti Carla Visocchi Laura Zere lla Le fotog rafie orig inali de ll'opera sono di: Federico Gigli, capitolo IV A lessandro Mazzoli, capitolo VII Le fonti delle immagini sono quelle riportate nella bibliografia di ogni singolo capitolo PROGETIO GRAFICO Orazio Carpenzano Assistenza grafica e redazione a cura della Casa Editrice
© 2000 Tutti i diritti spettano alla Fratelli Palombi S.r.l. Via dei Gracchi, 183 - 00192 Roma In copertina un disegno di Daniel Libeskind per il Museo ebraico di Be rlino ISBN 88-7621-049-0 La collana pubblica i risultati dei lavori didattici relativi alla teoria e alla pratica della progettazione architettonica e urbana. Suo obiettivo primario è lo scambio di esperienze al l'interno della comunità scientifica. Con esso si propone un particolare impegno nella comunicazione per consenti re al lavoro didattico di uscire dall'ambito ristretto dei corsi di insegnamento e confrontarsi con il dibattito attuale sull'architettura e la città.
Sommario
L'ana lisi dei caratteri degl i edifici come strumento per la progettazione Achille M. Ippolito
5
Le sette opere
Cristiano Tavani
15
I. Edifici per il commercio: Bolton Market Piace a Bolton in Gran Bretagna, Chapman Taylor & Partners
17
Il. Edifici per il culto: Chiesa sull'acqua a Tomamu in Giappone, Taclao Anelo
23
li i. Edifici per la conservazione, bibl ioteche: Bibl ioteca Comunale a Biberach in Germania, Boris Podrecca
30
IV. Ed ifici per la conservazione, musei: Museo Guggenheim a Bilbao in Spagna, Frank O. Gehry
37
V. Edifici per la residenza: Complesso residenziale Rokko I a Kobe in Giappone, Taclao Anelo
44
VI. Edifici per lo spettacolo: Centro sinfonico Morton H. Meyerson a Dal las negli USA, leo Ming Pei
50
VII. Ed ifici per uffici: Hong Kong and Shangai Banking Corporati on a Honk Kong in Cina, Norman Foster
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3
1. Dalla copertina della tesina degli studenti Federica /annone, Adriana Patriarca e Caterina Piscopo sugli Edifici per lo spettacolo
2. La copertina della tesina degli studenti Mari/la La Marca e Rossella Scaramuzzi sugli Edifici per il Commercio
3. Dalla tesina dello studente Alessandra Pedrucca sugli Edifici per il culto Cl.ASS IFICAZ!O:-IE UEGLI W IFln l'ER LA CONSF.l!\-1\Z IONE t'l>ll·ICl l'Elt I ..\ CO/\Sl-:lt\',\/.10:"111.
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4. Dalla tesina degli stodenti Michele Antone//ì Camposarcuno, Marco Romam; Raffaele Salvi, Alessandra Scardaoni sugli Edifici per la conservazione: biblioteche
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5. Dalla tesina degli studenti Carla Visocchi, Francesca Lobrano Di Giunno, Giulia Menegotto, Paolo Marzullo sugli Edifici per la conservazione: musei
L'analisi dei caratteri degli edifici come strumento per la progettazione Achille M. Ippolito
Sono passati dodici anni da quando ho terminato la cura dell'edizione italiana di A Histo1y of Buiding Types cli Nikolaus Pevsne1;1 testo che ritengo fondamentale per chiunque debba progettare nell'ambito di uno dei tipi edilizi ivi trattati. Il lavoro di Nikolaus Pevsner non è un manuale di progettazione, non è un libro di storia, non è un testo didattico, non è un volume sulla metodologia della progettazione, oppure forse è la somma e la sintesi di tutte. Non ha importanza. Sicuramente però il suo contenuto serve al progettista architetto. Serve in quanto l'autore ci fa entrare, attraverso la storia, nell'essenza di ogni tipo architettonico, andando a far emergere i caratteri significativi di ciascun'opera, distinguendo nettamente la complessità dei caratteri dalla funzione specifica, riletta nella sua evoluzione storica. Quando con l'ausilio di Pasquale Carbonara decidemmo il titolo italiano da proporre all'editore, innanzitutto facemmo sparire la parola tipo, per i diversi contraddittori significati che essa ha assunto, in Italia, riferita ali' architettu ra, mentre ritenemmo, per inquadrare precisamente l'apporto scientifico dell'opera, di dover introdurre la parola caratteri. Parlando di architettura, anche quest'ultima, in Italia, specialmente negli anni Sessanta e Settanta, ha acquisito significati diversi e contrapposti, positivi e negativi, con una differenza fondamentale: il significato del termine è diversificato dall'aggettivo che ne consegue. I caratteri distributivi, legati alla utilitas2 di Vitruviana memoria, fanno pensare al funzionalismo. I caratteri costruttivi, legati alla firmitas 3 coinvolgono tutti i problemi strutturali e tecnici del costruire. I caratteri stilistici, legati alla venustas1, affrontano i problemi della forma in termini accademici, adeguatamente per la lettura di alcuni periodi della storia dell'Architettura, forse non adatti all'attuale periodo. l'architettura è sintesi di molteplici aspetti. Non dobbiamo selezionare e delimitare i diversi aspetti. «/caratteri sono il
risultato dello studio condotto da/l'architetto per arrivare alla definizione del progetto secondo le sue intenzioni figurative, dopo aver riflettuto sul programma tracciato dal committente ed avere ascoltato i consigli degli esperti, nonché dopo aver consultato le opere e le pubblicazioni più significat1Ve, che possano, a suo giudizio, se1vire da esempia5!!. Lo studio degli esempi è fondamentale per una corretta progettazione. Partendo dal presupposto che leggere significa valutare e scegliere; e che valutare e scegliere è già un'operazione progettuale, si ritiene che la lettura cieli'architettura, attraverso i caratteri dei singoli edifici, con approccio omogeneo e unitario, cosi carne si sono
storicamente configurati, rappresenti la premessa essenziale alla progettazione. La finalità cli un'analisi degli obiettivi e dei metodi è comunque una operazione progettuale in quanto rileggere quanto è stato progettato, e soprattutto costruito, è il punto di partenza di un corretto iter metodologico del fare architettura. I caratteri di un determinato edificio, assieme agli altri aspetti, concordando con Pasquale Carbonara, contribuiscono a definire il risultato dello studio per arrivare alla definizione del progetto. Appa1tengono quindi alla sfera individuale, in quanto soggettivi e parte integrante dell'ideazione del progetto. La loro lettura sistematica se1ve per entrare nella metodologia operativa della progettazione. Il corso di Caratteri distributivi degli Edifici', in linea con quanto fin qui esposto, ampliando lanalisi dai caratteri distributivi, ad ogni individuabile altro carattere, oltre anche quelli costruttivi e formali, ha posto la lettura del!'architettura di valore, possibilmente realizzata e quindi l'analisi dei caratteri degli edifici come strumento per la progettazione. l'obiettivo minimo è stato quello di fornire una base di conoscenze preliminari alla progettazione. Il corso, nell'attuale ordinamento degli studi è posto al primo semestre del primo anno, unico del!'area progettuale. Fondamentale nel percorso progettuale, oltre ali' esperienza personale, è la conoscenza delle esperienze analoghe che provengono dalla storia e dal lavoro degli altri progettisti. Èimprntante far comprendere il ruolo storico, nella rilettura dell'architettura, degli edifici con destinazioni analoghe, evitando qualsiasi minima confusione tra tipo e modello, tra strumenti di analisi e progettazione. Durante le lezioni teoriche sono state esposte ed illustrate importanti opere moderne, e soprattutto contemporanee, nell'ambito di diversi tipi edilizi. Gli studenti hanno ricercato, prima in gruppi di studio, quindi singolarmente, opere significative. Ognuno ne ha analizzata una e quindi l'ha confrontata con un'opera che ha potuto visitare, di tipo analogo. Èstata l'iniziazione all'architettura. l'obiettivo completo è stato finalizzato ali' acquisizione di un metodo di analisi atto a divenire, sia pure nelle diverse operazioni progettuali, un punto cli riferimento metodologico per la progettazione consci che l'analisi di quanto progettato e realizzato attraverso l'individuazione e lo studio dei caratteri rappresenta solo una parte di quell'insieme complesso che è il fare architettura. All'inizio del!'analisi è stata posta l'individuazione del programma di partenza. Ogni progetto cli architettura, per essere concreto, deve basarsi su di un programma che tra
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L'edizione italiana Storia e Caratteri degli Edifici è edita dai Fratelli Palombi Editori in Roma. ' V1rnuv10 POLLIONl, De Architectura (I sec. a. C.) 3 Idem nota 2 1 • Idem nota 2 >Pasquale Carbonara nella Prefazione all'edizione italiana di N. PEVsNER A Histo1y of Building types (vedi nota 1) " Corso B di Caratteri distributivi degli Edifici, tenuto durante l'a.a. 1997/98 presso la Facoltà di Architettura, Corso di Laurea Gramsci, Università degli Studi di Roma " La Sapienza"
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7. Dalla tesina degli studenti Federica /annone, Adriana Patriarca e Caterina Piscopo sugli Edifici per lo spettacolo
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9. Dal lavoro dello studente Laura Zere/la, Edifici per lo spettacolo: Centro Culturale Kursaa/ a San Sebastian in Spagna. 11 Concorso del 7989, ultimo di una serie di tre rappresenta il nuovo telltativo per restituire ad un luogo di particolare bellezza naturale una adeguata qualità architettonica ed urbana. I sei architetti invitati hanno presentato quanto ci si aspettava da loro, ... tranne Rafae/ Moneo!
6 · 'JOTOl.'IA 01 IETTE OPERE
B. Dalla tesina dello studente Savio Susca sugli Edifici per uffici
l'altro deve necessariamente contenere gli elementi funzionali e gli aspetti costruttivi. Il passo successivo è stato rivolto ali' acquisizione di tutti quegli elementi conoscitivi legati alle esigenze distributive e costruttive necessarie non solo per iniziare, ma per proseguire l'iter progettuale. Successivamente sono state studiate le interrelazioni per capire il rapporto tra le esigenze distributive e l'intero processo progettuale, cosi come di ciascuna parte con le altre. li lavoro pratico dello studente è stato articolato in diverse fasi propedeutiche e successive. Dopo aver scelto un tipo edilizio, ogni singolo studente ha selezionato un'opera di importanza internazionale, appartenente alla categoria precedentemente individuata, e la ha analizzata andando ad estrapolarne tutte le caratteristiche. Strumento base di analisi è stata la rielaborazione, il ridisegno personalizzato dell'opera con la sovrapposizione di schemi, ideogrammi e quant'altro necessario all'interpretazione ed al commento esemplificativo. Oltre alle acquisizioni teoriche, alle ricerche sul tipo ed alle analisi in loco su edifici romani, nell'ambito di sette categorie di edifici, sono state analizzate le più significative opere di architettura progettate e possibilmente realizzate da grandi architetti internazionali contemporanei. Preliminarmente gli studenti, anche in collaborazione con altri studenti, hanno scelto, tra quelli proposti dal corso, un
tipo edilizio. Lo hanno definito ed analizzato a fondo; ne hanno studiato le origini e l'evoluzione storica, ma soprattutto hanno individuato ed approfondito le caratteristiche omogenee e tipiche, illustrandole con l'ausilio di schemi ed esempi. Conclusa la prima fase preliminare, che è stata svolta contemporaneamente agli studi teorici e di impostazione metodologica, il lavoro è proseguito nell'analisi delle caratteristiche di un edificio rappresentativo della categoria scelta e studiata. Ogni singolo studente, individualmente, nell'ambito degli esempi precedentemente selezionati, ha scelto un'opera di importanza internazionale, appartenente alla categoria precedentemente individuata, e l'ha completamente analizzata, estrapolandone tutte le caratteristiche più importanti. Uno degli strumenti presi come base per l'analisi è il ridisegno personalizzato dell'opera, con la sovrapposizione di schemi, ideogrammi e quant'altro necessario all'interpretazione ed al commento esemplificativo. Gli studenti hanno rielaborato, attraverso un materiale innovativo e personale, l'opera scelta, spesso rielaborando graficamente l'intera opera, con metodi tradizionali oppure informatici. Le categorie proposte agli studenti sono state scelte tra quelle oggi più usuali nell'iter progettuale innanzitutto di uno studente, ma anche di un professionista. Prima di tutto la residenza, forse alla base di ogni studio sulla metodologia progettuale: per il chiaro riferimento funzionale, per il facile confronto, per la diversificazione in tipi e sottotipi. I cosiddetti centri commerciali e gli edifici per il commercio in genere: per la continuità del tipo nella storia, la sua evoluzione, gli aspetti innovativi, l'importanza nel tessuto urbano, forse pari solo alla residenza. Le chiese ed i luoghi di culto per l'importanza anche simbolica dell'architettura, nella storia ed oggi. Musei e biblioteche: soprattutto per l'evoluzione continua del tipo, accomunato nella conservazione, ma anche per l'importanza nell'attuale contesto sociale. Gli uffici: per il rapporto con il mondo produttivo, per il rapporto diretto tra conformazione e funzione differenziata, per la sempre maggiore impo11anza che stanno acquisendo nella città contemporanea. In ultimo, ma non per importanza, e l'elenco potrebbe continuare, i luoghi per lo spettacolo nell'ampiezza dei diversi possibili sottotipi: per il rapporto con il tempo libero e con la cultura, in una forte specificità. Prima di iniziare l'analisi degli edifici, per ogni tipo è stato specificato l'ambito, inquadrata la definizione, individuata e studiata la storia, enunciata la classificazione con i
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sottotipi; elaborato lo schema distributivo anche per i più importanti sottotipi. Nel tipo Edifici per il Commercio, abbiamo inteso inserire ogni luogo costruito finalizzato alla commercializzazione di merci ed altro in cambio di valuta o corrispettivi. Se nell'ambito di questi luoghi pensiamo ai «negozi, constatiamo che /'evoluzione nella progettazione è stata molto lenta. Non esiste alcuna sostanziale differenza tra i negozi del Foro di Traiano (inizio del I! secolo a. C.) oppure di Ostia (metà del Il secolo) ed il negozio dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel 1338-39 nel suo affresco di "vita
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70. Dal lavoro dello studente Hanna Manassa, Edifici per il commercio: Europark a Salisburgo di Massimiliano Fuksas 11. Dal lavoro dello studente Laura Mauro, Edifici per il commercio: Galleria Paseo del Caminante a Cordoba in Argentina, di Miguel Angel Roca
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12. Dal lavoro dello studente Marilia La Marca, Edifici per il commercio: Horton Plaza Centre a San Diego negli USA, del gwppo The lerde Partnership !ne. In rottura con la trama ortogonale delle strade, lon lerde traccia una diagonale che divetTa la circolazione principale, pedonale a/l'aperto, dei complesso. . . ed anche /'elemento geometrico configura11te. 13. Dal lavoro dello studente Immacolata Resta, Edifici per la conse1Vazione, musei: Museo della Cultura a Gojyo in Giappone, di Tadao A11do 14. Dal lavoro dello studente Luning11Ji1g Ma11i11i, Edifici per la conse1Vazione, musei: Vitra Desig11 MuseLJl)J a Weil am Rhein in Germania, di Frank O. Gehty 15. Dal lavoro dello studente Lucia Pisicoli, Edifici per la conse1vazio11e, musei: Museo dell'Acropoli di Atene, di Manfredi Nico/etti e Lucio Passerei/i
Da: N. PEVSNER, Storia e Caratteri degli Edifici, edizione italiana a cura di A. M. ippolito, Roma 1986; 8 Da N. PEVSNER, op. cit., cap. XVI a pag. 326 9 Da P. CARBONARA, Architettura Pratica, nel voi. lii, tomo I, a pag. 4 e 7, Torino 1958, ristampa 1979
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sotto il Buon Governo". Proprio come nella Roma imperiale, una fifa di negozi si estendeva sia a destra che a sinistra dell'ingresso di una casa a più piani,· lo stesso si verificava ancora nell'Alto Rinascimento. Anche il bancone che funge da separazione( ... ) oggi (.. .} è dello stesso tipo di quello che si usava sin dai tempi dell'impero Romano7». La novità è nel superamento del negozio, o nel suo accorpamento, nella modificazione del rapporto tra città e luoghi per la vendita. « T1a le più recenti forme di vendita, ne ricordiamo in special modo tre: i centri commercia/i; i supermercati e le succursali suburbane dei grandi magazzm1, tutte scaturite dall'avvento dell'automobill!3». (vedere figura 2) Nella categoria degli Edifici per il culto sono da inserire tutti i luoghi edificati destinati alla pratica della religione, di qualsiasi fede e di qualsiasi luogo. La ricerca specifica è stata limitata alle Chiese. «La nascita della chiesa come edificio ca1atteristico risale al periodo in cui la comunità cristiana si trovò costretta dalle persecuzioni a distinguersi dal conso1zio civico. (. .. } L'organismo della chiesa e le sue divme pa11i, pur potendosi schematizzare per 1agioni pratiche, non per ciò si uniformano a un tipo. Sono anzi di volta in volta diversi a seconda delle pa11icolari esigenze 8. 110101.llA or ltllE QPrnE
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che ciascuna chiesa intende soddisfare. ( .) Per la chiesa, come per qualsiasi altro edificio, è da escludere che si possa parlare di "tipo" e tanto meno di umco tipo costante nel tempo9». La ricerca storica ha però riguardato nell'insieme il gruppo degli Edifici per il culto; è stata evidenziata, nell'evoluzione storica, la morfologia mettendo a punto ed inquadrando ogni elemento. (vedere figura 3) Col termine generale di biblioteca sono definiti tutti quegli edifici o pa1ti di essi adatti alla raccolta, custodita ed ordinata, catalogata per la consultazione, di testi, indipendentemente dal tipo di materiale di supporto. Nella storia della biblioteca, dall'antichità ai nostri giorni, ne troviamo molteplici: argilla, legno, corteccia, papiro, carta, nastro magnetico, pellicola e disco plastico, cd rom ed altro ancora. Il primo edificio adibito alla conse1vazione ed alla consultazione di scritti di cui la storia dell'architettura fa menzione lo troviamo nel 668~626 a.C. a Ninive, antica città Assira . La nascita della biblioteca moderna può essere identificata con quella di Karlsruhe, dove nel 1765 sono definite le grandi innovazioni che caratterizzeranno tutte le biblioteche successive separazione del deposito libri dalla sala di lettura; suddivisione tematica del deposito;
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I 6. Dal lavoro dello siudente Simona Perinet/1~ Edifici per la conservazione, musei: Museo della Letteratura ad 1-/imeji in Giappone, di Tadao Ando
18. Dal lairoro dello studente Sabrina Scavo, Edifici per lo spettacolo: Teatro e Centro Artistico a San Francisco, di James Stewart Polshek
separazione del percorso dei libri da quello delle persone (vedere figura 4). Con la massiccia introduzione della tecnologia informatica, si arriva alla nascita di biblioteche in cui scompare il rappD110 fisico con il libro e la consultazione dello stesso avviene filtrata dall'utilizzo dell'elaboratore elettronico. È una vera rivoluzione fu nzionale che coinvolge in pieno, mutandolo sostanzialmente, il tipo edilizio. Il termine mediateca sostituisce quello tradizionale di Biblioteca.
«La raccolta di opere d'arte nei templi, nei salltuari e nelle polis del mondo antico ed il collezionismo privato e pubblico sviluppatosi dall'epoca romana in poi con dive1si aspetti e finalità, a seconda del clima sociale e cultwale dei vari periodi storici, costituiscono l'origine del museo tradizionale»w È del XVIII secolo la nascita dell'organizzazione funzionale e distributiva del museo moderno. Leonard Cristoph Sturn nel 1704 disegna la pianta di un museo ideale, con la separazione delle sale per tipi dì esposizioni 11. Da quel momento, per piC1di due
17. Dal lavoro dello studente Immacolata Resta, Edifici per la conservazione, musei: Museo della Cultura a Gojyo in Giappone, di Tadao Ando
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19. Dal lavoro dello studente Katia Mozzetta, Edifici per la conservazione, musei: The High Museum of Art ad Ai/anta, di Richard Meier
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20. Dal lavoro dello studente Stefano Loia, Edifici per lo spettacolo: Teatro Chassè a Breda in Olanda, di Herman Hertzberger
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21. Dal lavoro dello studente Roberta Salemi, Edifici per uffici: Palazzo per Uffici a Praga, di Frank O. Gehry
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22. Dal lavoro dello studente Paolo Marzullo, Edifici per la conservazione, musei: Nuova Galleria di Stato a Stoccarda di James Stirling e Michael Wilford
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23. Dal lavoro dello studente Laura Zerella, Edifici per lo spettacolo. Centro Culturale Kursaal a San Sebastian in Spagna di Rafael Moneo
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24. Dal lavoro dello studente Alessia Rossi, Edifici per la conservazione, musei: Edificio per Riunioni Comunali ed Esposizioni Pubbliche ad Ulm in Germania, di Richard Meier
secoli non vi sono stati profondi mutamenti concettuali (vedere figura 5). Negli ultimi anni sono stati edificati alcuni edifici che nell'organizzazione funzionale e nella architettura hanno rivoluzionato il concetto stesso di museo: in modo particolare ci riferiamo al Museo 10 • ~QTQ:.llA DI IEHE OPERE
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Guggenheim a Bilbao di Frank O. Gehry 12 ed al Berlin Museum -Judisches Museum di Daniel Libeskind, ultimato nel 1998. Ad essi sono da aggiungere le sperimentazioni per le città museo e peri musei divulgativi, essenzialmente telematici.
In merito agli edifici per la residenza non è il caso di riportare definizioni o classificazioni, la pubblicistica e la manualistica ne è piena. Èopportuno però precisare che in questo gruppo di edifici sono stati inseriti tutti i tipi dove è presente la funzione dell'abitare, anche temporanea, ad eccezione di quella forzata, come Ospedali e prigioni. lmpo1tante nell'approccio tematico, per uno studente del 1° anno, la sintetizzazione schematica dell'evoluzione del tipo (vedere figura 6).
«Gli spettacoli possono essere di genere contemplativo o attivo. Gli uni, fatti per dilettare, sono la poesia, la musica, la rappresentazione scenica; di tipo guerresco sono la lotta, il pugJ/ato, il cesto, il lancio, la corsa con i carri, e altrettanti giuochi preparatorii al combattimento, che Platone raccomandava di tenere annualmente, riuscendo essi di straordinario giovamento alla sicurezza dello stato e alla gloria della città. (.. ) Per gli spettacoli si richiedono differenti tipi di costruzioni, che pertanto si designano con differenti nomi13 ». Oggi pur potendo essere sempre divisi in contemplativi ed attivi, gli spettacoli hanno mutato oppure ampliato la casistica. Vi è la possibilità di edifici per lo spettacolo pluriuso, ad esempio il teatro tradizionalmente inteso, ed edifici altamente specializzati, come l'auditorium. In alcuni paesi si costruiscono città della musica, luoghi comprensivi di spazi polivalenti, comprendenti, oltre alla rappresentazione, lo studio, la storia, lo svago (vedere figura 7). Ad essi sono da aggiungere i luoghi per la produzione di spettacoli cinematografici o televisivi ed anche quelli per l'effimero ed il temporaneo.
''Per edificio destinato ad ufficio possiamo intendere, nelle varie classificazioni funzionali, un edificio all'interno del quale, in un ambito pubblico o privato, con o senza un rapporto diretto con l'utente, vi sia un'attività lavorativa, nei diversi ruoli, soprattutto "a tavolino'', dietro una scrivania 14». Per questo tipo è impo1tante analizzare il rapporto tra forma e funzione, nell'ambito non solo delle diverse destinazioni, ma anche di come possano essere organizzate in modo diverso le medesime destinazioni (vedere figura 8) Ogni singolo studente, tra gli esempi incontrati nell'analisi del tipo, ne ha scelto uno e lo ha analizzato a fondo, cercando di individuare e studiare un ampio numero di caratteristiche. Per facilitare il compito i diversi possibili caratteri da individuare sono stati suddivisi in sei gruppi: nel primo è compreso tutto il riguardante il programma e quindi l'idea progettuale, nel secondo le caratteristiche legate al contesto, quindi la forma, poi la funzione ed a seguire la struttura, nell'ultimo gruppo oltre alla texture, i materiali in genere ed eventualmente caratteristiche,
molto tecniche, estremamente specifiche al tipo. A conclusione del lavoro di analisi sull'edificio, vi è l'opportunità di commentare il linguaggio usato dal progettista e confrontarlo con la ricerca e la sperimentazione contemporanea. Prima di iniziare il lavoro di analisi lo studente ha dovuto individuare il programma di partenza che ha dato inizio all'elaborazione progettuale dell'opera scelta. Innanzitutto le domande del committente, pubblico o privato che sia, le procedure, se trattasi di incarico o di concorso pubblico, andandone ad individuare le richieste specifiche e particolari, le necessità e le aspirazioni. Nel caso dei concorsi è utile ed opportuno l'analisi ed il confronto con le proposte progettuali dei più importanti architetti che vi hanno pa1tecipato (vedere figura 9). Ancora in una fase di pre-analisi è opportuno riuscire a carpire la nascita dell'idea progettuale, selezionando, riproducendo, studiando, analizzando e commentando i primi schizzi, gli ideogrammi. Fondamentale è capire l'iter progettuale, l'inizio dell'ideazione, tutto ciò che è compreso nel "metaprogetto" (vedere figura 1O). Consci che un progetto nasce per un sito, dopo la verifica dei presupposti e degli elementi teorici ed ideali, l'analisi parte dall'individuazione dei caratteri legati all 'inquadramento urbano e paesaggistico cercando di estrapolarne le motivazioni progettuali in riferimento al luogo specifico ed all'ambiente in senso lato (vedere figura 11). Nei rapporti con il contesto urbano vi è l'inserimento nella struttura urbana preesistente con l'individuazione delle matrici che hanno ispirato o addirittura determinato la geometria urbana del progetto (vedere figura 12). Owiamente le medesime analisi, in un ambito diverso, riguardano i rapporti con il luogo, quando trattasi di un ambiente naturale non edificato, addirittura fuori del contesto urbano (vedere figura 13). I rapporti con il contesto sono da verificare non solo immaginando il lotto vuoto per capirne le considerazioni progettuali, ma l'analisi è nella verifica dei risultati, almeno a progetto completato se non ad opera realizzata (vedere figura 14). L'inserimento dell'edificio nel contesto permette l'analisi delle visuali e tutte le caratteristiche percettive, (vedere figura 15) tra queste un ruolo particolare è nel percorso di awicinamento (vedere figura 16) e di penetrazione (vedere figura 17). L'analisi formale dell'opera prescelta inizia dalla scomposizione dei volumi per individuarne gli elementi compositivi volumetrici (vedere figura 18) e quindi capire la geometria complessiva dell'edificio (vedere figura 19) estrapolando gli aspetti caratteristici e generatori (vedere figura 20). È da analizzare anche la trasformazione
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museografia nel voi. IV a pag. 164 del Dizionario Enciclopedico di Architettura e urbanistica diretto da P. Portoghesi, Roma 1969 11 La pianta è stata pubblicata in Der geoffnte Ritterplatz, Amburgo 1704, di cui non è noto l'autore 12 Analizzato nel capitolo IV 13 L. B. ALBERT I, L'Architettura De re aedificatoria, edizione con testo latino e traduzione, a cura di G. ORLANDI, Milano 1966 1 ~ Definizione di A. M. Ippolito nel capitolo di aggiornamento de Il Nuovo Manuale dell'Architetto, a cura di B. ZEVI, Roma 1999
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25. Dal lavoro dello studente Giulia Menegotto, Edifici per la conservazione, musei: Museo d'Arte Coll/emporanea a Naoshima in Giappone, di Tadao A11do
26. Dal lavoro dello studente Orazio Vigliolli, Edifici per il commercio: Centro Commerciale Be Pop a Pori in Finlandia, del gruppo degli archiretti Nurmela, Raimoranta e T,1sa
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27. Dal lavoro dello studente Francesco Sgaramella, Edifici per la residenza. Casa Giova11nitti a Pittsburgl1, di Richard Meier
Percorsi e Schemi
28. Dal lavoro dello studente Michela Massimi, Edifici per uffici: Il Nuovo Palazzo di Giustizia di Grenoble, di Claude Vasconi
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29. Dal lavoro dello studente Giulio Renzi, Edifici per lo spettacolo: Sala Confere11ze per la Libera U11iversita cli Bruxelles ad Anderlecht, di Samyn et Associès
30. Dal lavoro dello s/lldente Marilia La Marca, Edifici per il commercio: Horton Plaza Centre a San Diego negli USA. del gruppo The Jerde Partnership /ne.
tridimensionale della forma, il rapporto tra geometria piana e volumi (vedere figura 21 ), nonché, attraverso lo studio della volumetria complessiva, la composizione dei singoli volumi ed il rapporto tra ognuno di essi (vedere figura 22). Il primo risultato è nell'individuazione delle 12 · f.0101·1A0t s1 m"opr~r
forme geometriche semplici (vedere figura 23), quelle che caratterizzano il progetto e probabilmente lo hanno fatto scaturire (vedere figura 24) Segue lo studio delle proporzioni, l'individuazione, quando c'è, di un modulo base e delle matrici geometriche, quindi l'analisi dei
rapprnti tra pieni e vuoti con l'individuazione dei diversi tipi di ape1ture. In questa fase è possibile mettere a punto il sistema dell'involucro in relazione al sistema spaziale. i:analisi formale si conclude con l'approfondimento delle caratteristiche geometriche fondamentali, in rapporto alla composizione ed al linguaggio: l'attacco a terra, la soluzione d'angolo, il coronamento. Per quanto concerne l'analisi funzionale la prima operazione è nell'individuazione, nell'ambito della destinazione d'uso dell'edificio, tutti i gruppi di funzioni, con la precisa collocazione in ogni ambiente (vedere figura 25) ed in ogni diverso livello dell'edificio, evidenziandone i collegamenti orizzontali e soprattutto verticali (vedere figura 26) visualizzando il tutto in uno schema funzionale. Lo schema aiuta nell'individuazione e nella verifica delle interrelazioni, nei rapprnti tra le diverse funzioni per passare allo schema distributivo, che determina il sistema della circolazione interna (vedere figura 27) con i diversi tipi di percorsi ai vari livelli (vedere figura 28), orizzontali e verticali (vedere figura 29) e nel rapporto con l'esterno (vedere figura 30) in una precisa configurazione dei percorsi dove sono specificate le relazioni del percorso con lo spazio. La sintesi dell'analisi funzionale, nel rapprnto tra le singole destinazione d'uso e gli ambienti può essere graficizzata in uno schema distributivo che caratterizza in maniera precisa il funzionamento dell'edificio analizzato (vedere figura 31 ). Nell'analisi strutturale è compreso l'altro principale grande gruppo di caratteri che, assieme alla forma ed alla funzione, rende possibile l'architettura. Per la ricerca effettuata dagli studenti del Corso di Caratteri Distributivi degli Edifici, è da ricordare ed evidenziare che trattasi cli un lavoro effettuato nel primo semestre del primo anno, quindi senza alcuna nozione specifica. Ciò non toglie che alcune caratteristiche base sono state evidenziate per ciascuna opera studiata. Innanzitutto il sistema della struttura (vedere figura 32), con le sue regole e l'eccezione, i principi, la differenziazione tra struttura puntiforme e struttura lineare, gli elementi verticali e la struttura orizzontale, travi e solai (vedere figura 33), l'individuazione della griglia strutturale bidimensionale (vedere figura 34) e quindi della griglia spaziale (vedere figura 35), nonché i materiali adoperati. Sui materiali l'analisi con la ricerca dei caratteri si estende da quelli strutturali ai materiali costruttivi in genere. Oggetto di approfondimento sono soprattutto le divisioni interne e le tamponature esterne, con i rispettivi materiali di rivestimento (vedere figura 36). Tra i caratteri scaturiti: il cromatismo, la percezione ed il colore. A volte è possibile aprire un capitolo sull'arredo, quando è
1'
essenziale e complementare al progetto architettonico. Un altro possibile capitolo, specialmente per studiosi e ricercatori più esperti, riguarda l'impiantistica con particolare attenzione alla climatizzazione, all'illuminotecnica, all'acustica, essenziale per alcuni tipi. La conclusione, in linea con le premesse, condividendo l'affermazione cli Pasquale Carbonara riportata all'inizio: «i caratteri sono il risultato dello studio condotto da/l'architetto per arrivare alla definizione del progetto secondo le sue intenzioni figurative 15», è sintetizzabile nell'individuazione del linguaggio adoperato dall'architetto (vedere figura 37). La preparazione di questa pubblicazione, attraverso la lettura di tutti i lavori svolti dagli studenti, ha fornito anche la possibilità di una meditazione critica. I sette lavori, così come tutti gli altri da cui sono state selezionate ed estrapolate alcune parti, cercano di esemplificare il metodo di analisi.Tutto è discutibile e migliorabile, ritengo però che l'utilità di un'analisi dei caratteri degli edifici, così organizzata, per impostare una corretta metodologia progettuale sia evidente ed inconfutabile.
BUTIVO
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Vedere le precedenti note 5 ed 1
31. Dal lavoro dello studente Vittorio Sanna, Edifici per la conservazione, musei: Museo Suntory a Osaka, di Tadao Ando
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32. Dal lavoro dello studente Giacomo Sanna, Edifici per lo spettacolo: Teatro del Cubo a Chateaubriant, di Haumont e Rattier
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35. Dal lavoro dello studente Stefano Salari, Edifici per il culto: No/re Dame de /'Arche d'Alliance a Paigi, dell'Architecture Studio
MATERIALI
33. Dal lavoro dello studente Gi0tgio Piselli, Edifici per la conservazione, musei: Museo della Scienza e della Tecnica nel Parco della Villette a Parigi, di Adrien Fainsilber
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36. Dal lavoro dello studente Michela Massimi, Edifici per uffici: Il Nuovo Palazzo di Giustizia di Grenoble, di Claude Vasconi
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34. Dal lavoro dello studente Giandomenico Paradiso, Edifici per il commercio: Centro Commerciale a Naha in Giappone, di Tadao Ando
14 - 1m1m.11A DI IEnE OPERE
37. Dal lavoro dello studente Luningning Martini, Edifici per la conservazione, musei: Vitra Design Museum a Weil am Rhein 1i1 Germania, di Frank O. Geluy
Le sette opere Cristiano Tavani
Le sette opere, molto differenti tra loro, non solo per destinazione d'uso, portano la firma di architetti conosciuti sul campo internazionale. La maggior parte di esse sono risultate vincitrici di concorsi internazionali e sono state realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta. La rilettura delle opere, ha messo in evidenza le caratteristiche non solo legate al tipo, ma anche quelle formali, distributive, del linguaggio e dei materiali utilizzati. Tra gli edifici analizzati, la Biblioteca di Podrecca a Biberach 1, è l'unico che deriva dalla sistemazione di un edificio preesistente. Si tratta della trasformazione di un antico deposito di grano dalla forma archetipa, a padiglione, sul quale l'architetto ha posto come unico segno esterno una "superfetazione" tecnologica costituita da una bussola di ingresso, mentre all'interno è intervenuto, alla maniera scarpiana, di cui Podrecca è profondo conoscitore, attraverso un uso misurato e raffi nato dei materiali, sposando legno, acciaio e cemento armato. L'analisi formale condotta dalla studentessa Alessandra Scardaoni ha messo in luce l'approccio progettuale di Podrecca, tutto basato sulla suddivisione geometrica della pianta in rettangoli più piccoli, lasciando al centro un vuoto a più altezze, all'interno del quale ha collocato gli elementi verticali di risalita, in sintonia con l'edificio originario che è impostato su di una matrice geometrica basata su un rettangolo aureo sormontato da un triangolo isoscele. Gli schizzi prospettici aiutano a leggere l'utilizzo dei diversi materiali e dei nodi tecnologici. Si nota, come sottolinea Rosa di Nuzzo, l'intenzione progettuale di conservare i connotati storici dell'antico edificio e allo stesso tempo la volontà di cambiarne la concezione spaziale al suo interno non solo a causa del soprawenuto utilizzo, ma soprattutto per ottenere una diversa percezione della luce e della conseguente spazialità interna. Il Museo Guggenheim2, il capolavoro di Gehry di fine millennio, è frutto di un'operazione a tavolino della municipalità basca, che ha deciso, investendo nella cultura, di rilanciare la città nel circuito del turismo internazionale, con un opera che è un mix di architettura ad alto livello, scultura, spettacolo, nuovi materiali, performance. Nonostante l'apparente difficoltà di rilettura di un edificio cosi complesso, si nota come dallo studio dei caratteri elaborato dalla studentessa Eloisa Saldari, l'inserimento planimetrico segue la linea del fiume, si allinea all'asse del ponte esistente che lo collega al centro della città, e come gli schemi funzionali e distributivi rispondano invece ad
una logica di semplicità, chiarezza e razionalità cui si basa tutta l'architettura di Gehry. L'intero museo ruota, infatti, intorno all'atrio, alto 50 m., nodo funzionale vertiginoso su cui si affacciano le varie sale espositive per le opere d'arte contemporanea. Anche la forma dell'edificio deriva, così come si evince dall'analisi, da una geometria più semplice riconducibile a solidi euclidei che sono poi stati resi più complessi attraverso l'ausilio di modelli e sofisticati programmi elettronici. Oltre alla forma, anche i materiali concorrono alla spettacolarità del museo: soprattutto il titanio, sapientemente sfalsato nei giunti contraddice la natura tettonica dell'edificio confe rendogli leggerezza e dinamismo. L'Auditorium Morton Meyerson3 a Dallas di Pei, un altro grande contenitore urbano per la cultura, si presenta invece con un'immagine di straordinaria intelligibilità e semplicità cui corrisponde un funzionamento interno altrettanto rigoroso e lineare. Il foyer ci rcolare abbraccia, isola e distribuisce il pubblico attorno alla sala da concerti sinfonici ai vari livelli: quest'ultima "un gioiello per la musica" studiata dall'ingegnere acustico R. Johnson è ispirata alla antiche sale rettangolari. La geometria diviene in quest'opera l'elemento generatore del progetto: un parallelepipedo e un conoide iperbolico racchiudono le due funzioni principali del progetto: la sala e il foyer. Dall'analisi dello studente Giovanni Porzio oltre alle diverse matrici geometriche, si nota come anche l'acustica sia stata un elemento che sin dall'inizio ha influito sulle scelte progettuali di Pei. Forma, dispositivi e materiali rendono perfetta la resa acustica della sala, nella quale non mancano citazioni Wrightiane e secessioniste. Il Bo/ton Market Place'1, dello studio Chapman Taylor, vincitore di un concorso internazionale negli anni Ottanta e realizzato nel 1988 risente dell'influsso delle correnti "revivaliste" di questi anni. È difficile dall'esterno quasi riconoscere il nuovo intervento rispetto alla preesistenza, costituita da un antico mercato coperto in ferro e vetro; il progetto, nei confronti del quale si sarebbe dovuto confrontare, si inserisce attraverso un accostamento di mimesi. È all'interno che il gruppo inglese, specializzatosi ormai nella realizzazione di centri commerciali, dato il gran numero di edifici di questo tipo costruiti in tutta l'Inghilterra, riesce a guidarci in una spazialità a misura d'uomo, in piena integrazione con le vie commercia li limitrofe ricreando l'effetto città attraverso strade e slarghi. Dall'analisi funzionale elaborata dalla studentessa Laura Massara si nota l'operazione cli
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15
1
Vedere il capitolo lii a pag. 30: Edifici per la conservazione: biblioteche Biblioteca Comunale a Biberach in Germania di B. Podrecca.
1
Vedere il capitolo IV a pag. 37: Edifici per la conservazione: musei, Guggenhaim Museum a Bilbao 111 Spagna d1F. Gehry.
3
Vedere il capitolo VI a pag. 50: Edifici per lo spettacolo: Morton Meyerson Symphony Center a Dallas negli USA dello studio Pei & partners.
4
Vedere 11 capitolo I a pag. 17: Edifici per il commercio: Bolton Market Piace a Boston in Gran Bretagna di Chapman Taylor & Partners.
~
Vedere il capitolo Il a pag. 23: Edifici per il culto: Cappella Sull'acqua ad Hokaido in Giappone di T. Ando.
&
Vedere il capitolo V a pag. 44: Edifici per la residenza: Complesso Residenziale a Kobe in Giappone di T
7
Ando. Vedere il capitolo VII a pag. 57: Edifici per uffici: Hong Kong & Shangai Bank ad Honk Kong in Cina di N. Foster.
saldatura del progetto al vecchio mercato coperto attraverso un atrio circolare, che immette su una galleria commerciale con negozi al dettaglio e che conduce al ristorante e ai grandi magazzini, volume quest'ultimo che si contrappone all'impianto basilicale della galleria e al mercato coperto preesistente. Dell'architetto Tadao Ando sono state analizzate una chiesa e una residenza. Minimalista essenziale e meditativo, Ando raggiunge l'apice della propria spiritualità nella Cappella sull'acqua5 a Hokaido. Un muro che si ripiega su se stesso guida il visitatore verso l'interno dell'aula, racchiude il fedele in un recinto sacro ma al tempo stesso non lo separa dalla natura, lasciando alla luce il compito di protagonista principale. Non c'è mimesi, tra architettura e natura piuttosto osmosi: l'edificio ritaglia scorci di paesaggio e mette a fuoco inquadrature specifiche; il sito dal canto suo esalta le linee rigorose e essenziali delle membrature architettoniche che si riflettono nello specchio d'acqua del lago. Gli schizzi elaborati dalla studentessa Giusy Mazzeo ben colgono il carattere meditativo e sensibile dell'architettura di Ando, in cui le proporzioni geometriche si fondono con quelle naturali dell'orizzonte e del cielo e i materiali artificiali dell'edificio, il cemento e il vetro, si intrecciano con quelli naturali del contesto. Anche il Complesso residenziale Rokko I a Kobe6 è inserito in un contesto naturale, un grappolo di solidi geometrici nasce e si incastra nelle pendici del monte con una pendenza di 60°, determinando al tempo stesso variabili effetti di spazialità interna. Ben 20 unità abitative diverse costituiscono le cellule del grappolo, apparentemente simili ma in realtà tutte diverse; esse hanno un punto in comune: godono della medesima vista sull'oceano. Se nella cappella sull'acqua Tadao sottolinea le linee orizzontali, a Kobe tutto il complesso si sviluppa sulla linea verticale, desiderio continuo del maestro giapponese di realizzare l'unione tra cielo e terra, tra materiale e immateriale. Anche qui, come si nota dall'analisi formale condotta dalla studentessa Nicole Ruscica, emerge il tema della geometria: attraverso la semplicità e la ripetizione di solidi semplici Ando mette in atto uno scenario frammentato caratterizzato da percorsi e scorci prospettici mutevoli. La Hong Kong Shangai Bank1 è uno degli edifici degli anni Ottanta che passerà alla storia non solo per la sua altezza, per il suo originale sistema costruttivo basato su quattro giganteschi pilastri, o per il vuoto centrale all'interno che sostituisce il tradizionale nucleo centrale portante, o per I' aweniristico sistema di captazione 16
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della luce naturale, ma soprattutto per il linguaggio High Tech, termine coniato proprio per l'architettura di Foster, che in epoca storicista e post-moderna si rifà invece alle origini dell'architettura del ferro e del vetro dell'Ottocento. Un filone che, da Paxton a Eiffell, da Chareau a Fuller, presso il quale Foster ha lavorato, è trasmigrato fino nella baia della città asiatica, con un congegno spettacolare e scenografico che esibisce l'ossatura strutturale costituita da tubi incrociati, piani appesi e impianti in vista. Il secondo aspetto che più colpisce è la dialettica tra struttura e spazialità interna e di conseguenza di benessere ambientale. È vero, la struttura è esibita e ingigantita, ma è portata all'esterno, non più un nucleo centrale buio e non aerato il centro dell'edificio è un cavo inondato di luce, sul quale si affacciano gli uffici attraverso una varietà di soluzioni complesse e sorprendenti.
Bo/ton Market Piace. Veduta esterna su Knowsley Street. Le caratteristic/1e architettoniche tipiche della città di Bo/ton, sono messe in risalto in questa veduta prospeuica, dalla quale si possono evidenziare sia il frazionamento delle coperture, sia /'adeguamento della scala al contesto esistente. consentendo a/l'edificio di integrarsi al massimo con /'ambiente che lo circonda
Complesso residenziale Rokko I a Kobe in Giappone
L'AUTORE
Tadao Ando nasce ad Osaka in Giappone nel 1941 ed inizia la sua carriera nel 1969, con la fondazione dello studio Tadao Anelo Architect & Associates. Autodidatta per formazione rappresenta un uomo di successo per il suo paese e per il mondo intero, successo reso concreto dall'assegnazione di numerosi premi a carattere nazionale ed internazionale, tra i quali il Japanese Cultura! Prize, la Medaille d'or de l'Academie d'Architecture francese, l'Arnold Brunner Memoria! Prize e l'ambito Pritzker Prize nel 1995.
1
T.Ando in http://dir.yahoo.com/Arts/Design-
Arts/Architecture/Architects/Master/T adao-Ando/
Docente in alcune delle più prestigiose universita americane, tra le quali Yale, Columbia ed Harvard, la sua architettura si pone a metà tra lo spazio occidentale caotico e quello tutto riflessivo della cultura orientale, da cui prende forma la sua poetica in continua contrapposizione tra la rigorosa semplicità formale e la complessa distribuzione interna. Relativamente all'edilizia residenziale, tutto lo sforzo dell'architetto si rivolge verso la valutazione degli spazi interni, sempre diversi in funzione dell'essenza di chi usufruisce di quella spazialità. All'esterno, infatti, i suoi volumi sono generati da
Il rapporto dell'edificio con la citta
Grafico di studio
44 - NOIOi.llADI SETIE O»ERE
geometrie elementari che danno vita a solidi puri apparentemente semplici - come il cubo (casa Kidosaki, casa Umemiya), il parallelepipedo (casa Ogura, casa Nayakama, casa Hata) - o ad articolazione di questi, che vengono successivamente manipolati al solo fine di migliorare la spazialità interna, volumi che denunciano quindi un'architettura introversa che evoca quella delle opere di Louis lsadore Kahn, dove i vuoti rispetto ai pieni sono «ferite nel muro» . A mettere in evidenza questa semplicità di forma interviene l'uso quasi ossessivo degli stessi materiali e del calcestruzzo armato, che viene utilizzato come se fosse un «materiale leggero, come una parete di carta» e che lui stesso definisce «liscio come seta». All' interno lo spazio si articola come a negazione del rigido modello con soluzioni che presentano motivi comuni, quali l'uso di cortili e terrazze che servono ogni spazio del l'alloggio, ma che di volta in volta variano per «creare un posto per l'individuo, una
zona per se stesso all'interno della societa (.. .) quando i fattori esterni de/l'ambiente delle città richiedono pareti prive di aperture, l'interno deve essere particolarmente pieno e soddisfacente 1».
L'OPERA
ANTOLOGIA CRITICA
- Ubicazione: Kobe, Giappone - Progettista: Tadao Ando Architect & Associates -Annodiprogettazione: 1011978- 1011981 - Anno di esecuzione: 12/1981-05/1983 - Note e caratteristiche di base: Area del lotto 1853 mq, area costruita 668 mq, superficie complessiva degli alloggi variante dagli 80 ai 170 mq Il complesso residenziale si erge lungo le pendici del monte Rokko, nel quale si inserisce con il fronte rivolto verso Sud su di un pendio di circa 60°, offrendo una vista pa11icolarmente interessante sul porto di Kobe e la baia di Osaka. L'edificio, che presenta una simmetria formale molto evidente, è costituito dall'aggregazione di cellule disegnate sulla base di uno stesso modulo (5,40 x 4,80 ml) che si presta però, grazie alla topografia irregolare del sito, ad una molteplicità di configurazioni variabili tra le venti differenti unità abitative. Di particolare interesse risulta il rappoi1o che l'edificio ha con la natura del luogo. Questo, infatti, si inserisce all'interno della montagna scavata interrando parzialmente l'edificio lungo il declivio naturale, in modo da risultare completamente integrato nella vegetazione. Formalmente il complesso residenziale presenta una distribuzione caratteristica per ciascuna unità abitativa, nonostante facciano tutte parte di un unico modulo di aggregazione e, come spesso accade nel linguaggio dell'architetto, ad una apparente rigorosità formale corrisponde una complessa distribuzione degli alloggi tutti diversi, particolare compromesso tra l'espressione individuale all 'interno cli un modello rigido. Ciascuna unità è inoltre dotata di una propria terrazza, dalla quale si gode una piacevole vista sull'oceano. Il frame principale è diviso in due parti dal vano scala, conferendo al prospetto una asimmetria nella parte inferiore del complesso che si oppone alla sùnmetria speculare della parte superiore. Attorno alla scala vengono inoltre 01ganizzati una serie di spazi vuoti, gap che articolano maggiormente la costruzione ed assumono la funzione di piazze, spazi di relazione tra le unità abitative e permettono una migliore distribuzione della luce solare. Agli estremi del complesso, con la presenza di muri ciechi a contatto con i fianchi della montagna, è riservata la zona per il posizionamento degli impianti tecnologici serventi le unità residenziali.
Scheda dello studente Taclao Anelo appartiene alla ristretta cerchia di architetti giapponesi il cui lavoro può essere definito cri tico, nel senso che ha opposto un rifiuto cultura le allo sviluppo delle megalopoli contemporanee. In questo edificio, situato in una zona residenzia le della periferia di Kobe, lungo le pendici del monte Rokko, Tadao Anelo ha voluto affrontare in modo nuovo il rapporto fra la costruzione e l'ambiente naturale; infatti la struttura è immersa nel verde circostante ed è stato scavato un declivio per contenerne l'altezza. Questo tipo di operazione ha comportato non pochi problemi di carattere costruttivo in quanto, in seguito ai sondaggi effettuati, la roccia, che risultò pi(1 consistente del previsto, è stata tagliata il meno possibile, al fine di contenere i costi; ciò ha permesso all'archi tetto di seguire il profilo originario della montagna, caratteristica che possiamo notare nella differenziazione delle abitazioni ottenuta grazie all'asimmetria risultante dalla topografia irregolare del terreno. L' intero complesso è costruito secondo una architettura "giapponesizzante"; infatti , senza andare al di là delle classiche forme giapponesi, come il tetto, la gronda, l'uso di griglie e del corridoio esterno, l'archi tetto ha composto strutture tradizionali, concepite sulla base di uno stesso modulo, alle quali vengono attribuiti i
UOTOl.llA DI IE11l OPERE ·
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Veduta d'insieme del complesso che evidenzia /'inserimento nel monte
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L'ANALISI DEI CARATTERI
L'inquadramento urbano e paesaggistico
Il lotto è orientato a Sud e presenta una pendenza di 60 gradi. Dall'area si gode di una vista panoramica che si estende dalla baia di Osaka al porto di Kobe. Nei pressi di Kobe le montagne sono vicine al mare fattore che, sotto il profilo paesaggistico, favorisce eia una parte il contatto diretto con la natura del monte e dall'altra una vista panoramica sull'oceano. L'acqua, la terra e l'aria, elementi della natura, si fondono cosi in un tutt'uno con l'opera
1 T. ANDO
in http:llwww.greatbuilclings.comlbuildi ngs/Rokko_Housing_One.html
materiali ereditati dall'arch itettura del movimento moderno. Lo studio di questo progetto, caratterizzato dai vari aspetti esterni ed interni, mi ha permesso di capire, studiare ed apprendere meglio il «concetto di lotta» presente in Tadao Ando. Infatti, vi è una specie di all!agonismo fra muro e colonna, quadrato e cerchio, calcestruzzo e vetro, oswro e luminoso, luce e volumi, ma questi opposti sono da Ando abilmente riuniti in un ideale architettonico che è proprio del suo progetto.
Scheda del curatore «Mi aspetto che la vita in queste unità si concentri intorno alla terrazza, nell'opportunità che offre di comunicare con la natura7 ». La scelta di questa frase è dovuta al fatto che da sola è in grado di sintetizzare in generale i principi fondamentali dell'architettura residenziale di Tadao Ando ed in particolare le scelte operate nella realizzazione del complesso residenziale Rokko I. La comunicazione della costruzione con la natura assume in questo contesto valenze particolarmente
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Sezione longitudinale: il vettore visuale, la verticalità dell'edificio in rapporto con il contesto urbano
Vista sulla baia di Osaka
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Sezione longitudinale sulla scala
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suggestive, integrandosi con essa come se ne facesse parte da sempre. Diversamente da quanto avviene nell'architettura classica giapponese, nella Rokko Housing I la direttrice di sviluppo è quella verticale; questa, non solo non pregi udica il rapporto di armonia con la natura tradizionalmente ottenuto attraverso l'uso di tipologie tipicamente estensive, ma esprime al contempo il desiderio di comunione tra cielo e terra, sentimento da sempre presente nell'animo umano e che ha portato alla realizzazione delle più belle architetture nella storia dei tempi. Una architettura in cui la massa svanisce a favore di una spiritualità, elevazione dell'uomo al modello divino. Ai lati del complesso la montagna abbraccia l'edificio lungo le pareti cieche, aldilà delle quali si sviluppano i locali per il posizionamento degli impianti tecnologici, scelta che permette di sfruttare pienamente le superfici residenziali. Longitudinalmente la sezione dell'edificio accompagna la configurazione del monte, in modo da sembrare un tutt'uno con esso secondo un principio che ricorda il concetto di relazione tra natura e costruzione presente nell'architettura organica di Frank Lloyd Wright.
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La vegetazione invade l'architettura e viceversa. Nonostante ciò il carattere artificiale del complesso risulta comunque evidente, sottolineando
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La forma
Il complesso residenziale Rokko I è composto da venti unità residenziali, costituite su di uno stesso modulo di progetto ma che presentano al loro interno diverse tipologie, a causa delle caratteristiche topografiche del terreno il cui lotto insiste, sulle pendici della montagna che dà il nome al complesso. Il modulo, la cui forma è assimilabile ad un quadrato (figura geometrica che sara utilizzata nella Rokko Housing Il), ha dimensioni di 4, BxS,4 ml
La distribuzione
Legenda: 1 Ingresso 2 Camera 3 Soggiorno 4 Terrazza 5 Ripostiglio
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La funzione
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K. f RAMPTON, Tadao Ando's Criticai Modemism, in Tadao Ando. Buildings, Projects, Writings, New
York 1984 • R. PIANO, Architecture and Poetry, in «Japanese Architecture• n. 01/91
inconsapevolmente l'importanza della natura nel luogo. Né vincitori, né vinti: le diverse gerarchie si fondono in un'unica forza che tende a raggiungere un equilibrio statico. Tadao Ando punta così alla realizzazione di un nuovo fukei, parola di origine giapponese che significa paesaggio, modificando la natura al solo scopo di renderla più vicina all'uomo, senza entrare in competizione con essa, una natura più umana. L'uso delle terrazze, invece, è uno degli elementi caratterizzanti del progetto e sempre presenti, generalmente, nelle sue architetture residenziali; la terrazza, in modo particolare nelle residenze unifamiliari, diventa un elemento generato da trasformazioni spaziali di sottrazione di volumi, per
ottenere spazi vuoti che mettono in relazione i diversi ambi ti della casa (casa Hogura, casa Kaneto, casa Nayakama, etc.) o, come in questo caso, costituiscono il coronamento delle singole unità abitative, permettendo il contatto diretto con la natura, della montagna da una parte e dell'oceano dall'altra. In più nel complesso residenziale Rokko I le terrazze assumono particolare importanza anche in funzione dello sviluppo dell'edificio, lungo il solo fronte che guarda verso la Baia cli Osaka, integraranclosi con le aperture del prospetto e generando maggiori superfici utili sfruttando la copertura delle abitazioni. Sempre sul fronte principale, ma anche in pianta, l'edificio viene diviso trasversalmente e longitudinalmente dagli elementi di collegamento verticale. Il vano scala diventa cosi il principio ordinatore dell'intero progetto, conferendo al fronte principale una asimmetria parziale che, sebbene in contrasto con il rigoroso modulo costruttivo, crea un equilibrio perfetto tra gli elementi del progetto e tra questi e la natura. Infine gli spazi vuoti, che articolano la volumetria del complesso alternandosi in un gioco perfetto con i pieni dei moduli strutturali, individuano gli spazi di relazione tra le differenti unità abitative, diventano piazza, connettivo, luogo d'incontro. Stralcio delle maggiori critiche pubblicate su libri e riviste
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Ingresso Stanza
Soggiorno Terrazza Ripostiglio
Analisi delle unità tipologiche A e B
48 • "0101.llA DI IETI[ OPCRE
«Per Ando, /'architettura deve sempre incarnare un duplice movimento, deve accogliere la vita quotidiana ed allo stesso tempo rimanere aperta al simbolo(. .. ). Insiste nel trattare il cemento come se fosse un materiale leggero, come un pezzo di carta, dove tutta /'energia è concentrata in superficie3». «Penso che per un architetto creare qualcosa per l'eternità sia il suo sogno segreto. Ciò che Tadao fa, ed anche io provo a fare, è creare frammenti, pezzi, elementi che sono parte dell'esperienza creativa. La bellezza della poesia è una delle poche cose che rimangono per sempre. Non pietra, né marmi. È qualcosa che mi tocca profondamente nell'architettura di Ando 4 ».
«Dal mio punto di vista l'architettura diventa interessante quando ha un doppio carattere, ossia quando è il più semplice possibile ma allo stesso tempo il più complessa possibile(. .. ). Le strutture della Rokko Housing I, possono sembrare semplici da/l'esterno, ma internamente ogni unità è stata
La costruzione e la struttura
progettata come abitazione movimentata individualistica 5». «Nel lavoro di Ando la rappresentazione non ha alcun peso( ... ) il lavoro di Ando si avvale di segni sospesi, i quali non hanno una valenza formale e coincidono con ciò che egli defl't1isce naturale( ... ). Ciò rappresenta l'essenza del carattere informale e testuale di Andrh. «Egli cerca un personalissimo punto di equilibrio nella condizione primordiale, in quella "logica della parte" che è il simbolo stesso del suo rapporto con la natura. Tale rapporto generalissimo si ottiene proprio affrontando, con la massima attenzione alle piccolissime differenze, in caso del luogo specifico. Solo così è possibile accedere alla grande semplicità che è porta di accesso a gesti elementari ed eterni: cioè alla natura1». BIBLIOGRAFIA - M. ZANARDINI, Tadao Ando Rokko Housing, Milano 1986 - K. FRAMPTON, The Work of Tadao Ando, in Y. Futagawa, Tokyo 1987 - M. KAWAMUKAI, Tadao Ando: A Oialogue Between Architecture and Nature, in Tadao Ando, London 1990
- TADAO, Rokko Housing I, Il, lii, Tadao Ando. Tokyo, ShinkechikuSha 1993 - F. Ru1z DELA PuERTA, Lo Sagrado y lo Profano en Tadao Ando, Josemia Hervas y Heras 1994 - F. DAL Co, Le opere, gli scritti, la critica, Milano 1995 - P. Joo1010, Tadao Ando, Koln 1995 - M. FuRUYAMA, Tadao Ando, Bologna 1995 - K. RuooLF, Architect between Est and West, Geza 1996 -«Architectural monographs» n. 14/90 - «Casabella» n. 484182 - «El Croquis» n. 44/90, n. 58/92 - «Forum lnternational» n. 10/91 - «G.A. Document» n. 7/83, n. 1190 · «The Japan Architect» n. 1/91 - «The Japan Architect» n. 332/84 http://www.greatbuildings.com/buildings/Rokko_Hou sing_One.html http:/lwww.geocities.com/Athens/Parthenon/67 1O/An do.html http:/Idi r. ya hoo.comlArts/Design_Arts/Arch itecture/Ar chitects/Masters/Ando_Tadao/
L'edificio è composto da moduli strutturali totalmente corrispondenti a quelli della griglia di aggregazione formale, realizzati in calcestruzzo armato. La sezione longitudinale è quella che permette la lettura·della tipologia del sito, il cui pendio presenta particolari problemi costruttivi; prima di inziare i lavori sono stati fatti sondaggi sulla roccia, orizzontalmente e verticalmente. La roccia si presenta molto dura e viene tagliata il meno possibile, a causa dell'alto costo dell'operazione, in tal modo larchitetto segue il profilo originario del terreno
I materiali Come nella gran parte delle sue architetture. strutture e tamponature sono realizzate rispettivamente in calcestruzzo armato e con pannelli di calcestruzzo, materiale che lui stesso cosi definisce: «lo intendo realizzare spazi sull'estetica essenziale di cui mi sono nutrito perché sono un giapponese, spazi che creo usando i materiali di oggi come il cemento armato per realizzare semplici muri. Oggi il calcestruzzo è il materiale migliore per realizzare un'architettura composta di luce e di spazio. Il calcestruzzo che uso io non dà l'impressione né di solidità né di peso. Il mio calcestruzzo dovrebbe formare la superficie con omogeneità e leggerezza. Quando il calcestruzzo realizzato coincide con la mia immagine estetica, la superficie del muro diventa astratta, si trasforma nel nulla e si awicina al limite infinito. L'esistenza del muro come sostanza sparisce, per la percezione fisica resta soltanto lo spazio delimitato. La qualità della luce e dello spazio acquistano forza soggettiva per comporre lambiente. Allora la composizione geometrica ha il suo significato. La forza geometrica universale chiarisce l'ordine spaziale ed indirizza l'insieme dell'architettura»
5
Dalla intervista di Yoshio Futagawa
(«G.A. document extra» n. 01/95) a Tadao Ande 6
7
P. E1sENMAN, The StOly Ando, in TAoAO ANDO, The Yale Studio & Current Works, New York 1989 V. GREGOTTI, Tadao Ando, in «Casabella» n.484/82
Vista frontale dell'intero complesso
NOTOl.'.IA DI smE OPERE -
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s La Hong and Shangay Bank di Norman Foster è probabilmente la più conosciuta e ampiamente pubblicizzata costruzione della decade, in gran parte per il fatto di essere costata più di ogni altro edificio costruito. Nonostante questo tipo di pubblicità e il successivo oscuramento dell'edificio da rivali di gran lu n~a inferiori, esso rimane un'eccezionale impresa architettonica e una piccola meraviglia dell'età moderna. D. 5HARP, Twenty Century Architecture: a visual history, New York 1990 6 Tuttavia /'essenziale è che questa
costruzione bancaria sia non solamente un luogo umano e civilizzato dove si lavora, ma anche un popolare punto focale il cui impatto è comparabile a 9.uello della sede della Chrysler o del/ Empire State Building, benché la leggerezza del suo trattamento architettonico ne faccia un gigante amabile e per niente intimidante. In un'epoca in cui /'architettura assume un cinismo e uno scetticismo senza precedenti, questo è senza dubbio il più grande merito di questa realizzazione di Foster. D. Suo11c in «L'Architecture d'aujourd'hui» n. 243186
overshadowing by far inferior competitors, it remains a unique architectural achievement and small wonder of the age511. «L 'essentiel reste cependant que ce batiment bancaire sait, non seulement un lieu humain et civilise où l'ou travail/e, mais aussi un point foca/ populaire don 't l'impact est camparab/e at celui du siège de curysler on de /'Empire State Building, bieu que la /egerete de son traitement architectural eu fasse un gèant aimable et pas du tout intimidant. A une epoque où /'architecture revet un cynisme et un scepticisme sans precedent, c'est sans doute là le plus grand mèrite de cette rèalisation de Fosteh .
- A. CAMPIOLI, Il contesto del progetto. Il costruire contemporaneo tra sperimentalismo high-tech e diffusione delle tecnologie industriali, Milano 1993 - P. Joo1010, Sir Norman Foster, Koln 1997
BIBLIOGRAFIA - N. FosTER, The Hong Kong and Shangai Banking Corporation. Hong Kong 1979-86, Tokio 1986
- http:/www.inform stone.es/n1.html - http:/www.great buildings.com/architects/ Norman_Foster. html
Finito di stampare nel mese di febbraio 2000 Fratelli Palombi srl, Roma
64 - NOTOMIA 01 sem OPERE
Foster Tower: Hong kong Bank. A revaluat.ion of tal/ building, Tokyo 1986 -A. BENEDETTI, Norman Foster, Bologna 1988 - N. FosTER, Building and Projects, volumi Il, lii, IV,
- FOSTER ASSOCIATES,
Londra 1989
- «Architectural Review» numero speciale del 1986 - «A+U» extra edition n. 5/88 - «Domus» n. 674/87 - «L'Arca» n. 3/87 - «L'Arca Plus» n. 15/97, numero monografico - «L'Architedure d'aujourd'hui» n. 243/86