Stile Italiano - n. 1

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si MA-ST MEDIA AND PUBLISHING S.A.S. – V.LE FULVIO TESTI 80 – 20126 MILANO – WWW.MA-ST.NET

STILE ITALIANO – THE ITALIAN MADE MAGAZINE

N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2012

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MAGAZINE DI PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2012


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n. 1 | January-February 2012

Editoriale Questo è l’inizio. Oggi prende vita il progetto Stile italiano - The Italian Made Magazine, il primo magazine dedicato alle aziende made in Italy, studiato «su misura» per i media più attuali, come web, social network, smartphone, tablet, ebook. Senza comunque dimenticare il supporto cartaceo. Io e Manuela siamo orgogliose di poter presentare il nostro NUMERO 1, il primo progetto editoriale di MA-ST. Un progetto indipendente, realizzato con coraggio, sincerità, forza. Con questo primo editoriale voglio ringraziare coloro che collaborano con me alla realizzazione di questo progetto: la mia socia Manuela, i redattori, i traduttori, la nostra fotografa e i partner che ci affiancano: tutte persone di grosso spessore. Un ringraziamento speciale ai miei genitori e a Vidheya. E soprattutto grazie a voi lettori. Sì, proprio voi, che, se vorrete, potrete instaurare un "filo diretto" con la redazione e le aziende attraverso il sito www.stileitalianomagazine.it. Sono certa che questo magazine crescerà e con il tempo, spero, verrà premiato il nostro amore per quest'Italia fatta di persone che con passione producono e creano ogni giorno. This is the beginning of StileItaliano - The Italian Made Magazine, the first magazine dedicated to companies that are 'made' in Italy. It has been especially "tailored" for the mainstream media of today, such as the web, social networks, smartphones, tablet, and e-book. Of course, the magazine is also available in print form. Manuela and I are proud to present our NUMBER 1, our first publishing project, an independent project carried out with courage, sincerity and strength. With this first editorial, I want to thank all those people who have collaborated with me for the realization of this project: my business partner Manuela, the editors, the translators, our photographers and associates. A special thanks goes to my parents and to Vidheya. And, above all, thanks to you readers. Yes, to you. If you like, you can create a "direct line" with the editorial and business through the site www.stileitalianomagazine.it. I'm sure this magazine will grow, in time. I hope that our love for Italy and the Italian people, who produce and create with passion every day, will be recognized. Stefania Gaia Paltrinieri Co-founder MA-ST Media & Publishing S.A.S.

Cercherò di essere breve. StileItaliano vuole essere la voce di tutti quegli Italiani che si definiscono lavoratori onesti, attaccati alla Patria. La voce di un popolo ricco di risorse e fantasia, di musica, di artisti e di gente orgogliosa e onesta. Penso a chi tanti anni fa è partito per destinazioni lontane con la valigia di cartone legata con lo spago, e che con fatica e sacrificio è riuscito ad elevare il proprio nome e quello dell'Italia intera. Penso agli "italiani veri", a Nassirya, a Falcone e a Borsellino, a coloro che sono partiti per aiutare dei popoli in difficoltà. Ricordiamoci che in ogni Italiano c'è un pezzo di loro e che in ogni Italiano c'è "un pezzetto" di Raffaello, di Leonardo, di De Sica, di Antonioni, di Pavarotti e Bocelli. Ricordiamoci, cari lettori, che la parola Italia è sinonimo di bellezze artistiche e naturali, di musica, di moda, di enogastronomia ecc. Ringrazio La Socia e tutti quelli che mi sono stati vicino. Ringrazio chi ha aiutato a realizzare StileItaliano. Un grazie particolare a chi è sempre vicino a me anche se non si vede. Sono Italiana, Milanese e sono orgogliosa di esserlo. I'll try to be brief. StileItaliano wants to be the voice of all those Italians who consider themselves honest workers who are bonded to their homeland. It wants to be the voice of a people rich in resources and imagination, such as musicians, artists, and proud and honest people. I think of those that, many years ago, left for distant destinations with a cardboard suitcase tied with string. With hard work and sacrifice, they have been able to raise their name and that of Italy. I think about the "real Italian", like those that lost their lives in Nassirya, about Falcone and Borsellino. I think about those who left to help other people in difficulty. Let us also remember that in every Italian there is a piece of them and that in every Italian there is "a piece" of Raphael, Leonardo, De Sica, Antonioni, Pavarotti and Bocelli. Let's remember, dear readers, that the word Italy is synonymous with artistic and natural beauty, music, fashion, gastronomy, and much more. I thank my business partner Stefania and all those who have supported me with their presence. I thank all those people who helped make StileItaliano. Finally, a special thanks to those who are always close to me even when I do not see them. I'm Italian, I am 'Milanese', and I am proud of it. Manuela Barbara Lattuada Co-founder MA-ST Media & Publishing S.A.S.

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sommario Summary 10 Una vetrina per le imprese (Intervista a Roberto Formigoni) A showcase for businesses (Interview with Roberto Formigoni) 20 La realtà del territorio (Intervista a Stefano Maullu) Lombardy’s local reality (Interview with Stefano Maullu) 28 Incontro tra due epoche (Grand Hotel et de Milan) An encounter between two eras 42 Il golf? Per molti anzi per tutti (International Golf Holding) Playing golf? It is for many, if not for everybody 53 Creare sogni (12, Roses and Bubbles) Creating dreams 63 Piccole imprese crescono (Feel Rouge) Small businesses grow 69 Una cantina di qualità (Pellegrini) A wine of quality 78 Veramente falso (Linea Verde) Truly false 92 I vettori dello sviluppo (Montecolino) Carriers of the development

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L’indirizzo giusto per trovare casa a Berlino




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Mentre prosegue il conto alla rovescia verso Expo 2015 (la soglia dei ‘-1.000 giorni’ si avvicina rapidamente), la Regione Lombardia intensifica le attività finalizzate alla promozione del territorio: dal sostegno alle imprese locali e dalla tutela occupazionale alle opere infrastrutturali e al Piano per una Lonbardia Sostenibile. As the countdown to the World Expo 2015 is underway (the threshold of minus 1,000 days is approaching fast), the regional government of Lombardy is intensifying its actions to promote the local area. It has launched a ‘Plan for sustainability in Lombardy’, while it is supporting local businesses, protecting jobs, and building new infrastructure.

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introduzione di Mauro Murero traduzioni Alessia Monti e Gilda Zucolella

Una vetrina per le imprese A showcAse for businesses

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In una fase storica in cui ai problemi concreti dello scenario socio-economico si affiancano, a detta di molti analisti, complicazioni ‘emotive’ quasi altrettanto gravi – a livello di percezione della gravità della situazione da parte degli individui -, ascoltare dichiarazioni all’insegna di un motivato ottimismo è sempre un fatto positivo. E ‘ottimismo’ è l’espressione scelta da Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, nel fare il punto sullo stato dell’arte di Expo 2015, a circa tre anni da un evento su cui Milano e la Lombardia (ma, in generale, tutto il Paese) ripongono grandi aspettative. In questa intervista Formigoni, al suo quarto mandato consecutivo alla guida della principale regione italiana, analizza i punti cardine del percorso di ripresa, soffermandosi su temi come il Sistema Impresa, l’occupazione, le infrastrutture e le iniziative varate sul fronte della green economy.

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According to many analysts, we live in a historical time in which the real problems of the gloomy socio-economic scenario are compounded by “emotional complications” that are almost as serious (i.e. people’s perception of the current situation’s gravity). To listen to somebody inspired by a well-founded optimism is definitely positive. “Optimism” is the word that summarizes the attitude of Roberto Formigoni, president of the regional government of Lombardy, in taking stock of the work done in the run-up to the World Expo 2015, an event in which Milan and Lombardy (but more generally the all country) place high expectations. In this interview Mr. Formigoni, who is serving his fourth consecutive term as president of the leading Italian region, analyses the key points of the recovery, focusing on enterprise, employment, infrastructure, and the initiatives launched to green the economy.

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Quali sono le principali iniziative con cui la Regione Lombardia persegue l’obiettivo della promozione del territorio di competenza in particolare e del Made in Italy in generale? Abbiamo appena messo in cantiere una serie di misure eccezionali, dettate proprio da questo momento eccezionale, perché l’obiettivo principale del governo lombardo è lo sviluppo, non la rassegnazione alla crisi. La nostra regione rappresenta il Made in Italy e con le misure che stiamo per mettere in campo vogliamo rilanciare gli investimenti, aiutare la crescita, tutelare e far crescere l'occupazione. Infatti, dopo aver messo a disposizione, con la Banca Europea di Investimenti, 500 milioni per sostenere il bisogno di liquidità delle imprese, abbiamo individuato nuovi percorsi di crescita del capitale umano e di riqualificazione, nuove forme di contrattazione; semplificazione, informatizzazione e sviluppo della banda ultra larga, un piano di risanamento ambientale connesso alla green economy e all'uso razionale dell'energia, interventi in materia di infrastrutture e territorio. E tutto questo senza che sia previsto alcun tipo di onere o di tassa per i cittadini e per le imprese.

What are the main initiatives launched by Lombardy’s government to promote the local area and, more generally, products made in Italy? We have just adopted some extraordinary measures with the specific objective of responding to the needs of the unprecedented situation that we are now facing. Our primary purpose is to deliver development, not to succumb to the crisis. The region Lombardy represents ‘Made in Italy’. The measures we are about to adopt will enable us to boost investment and growth, and to protect and increase jobs. With the help of the European Investment Bank, we have allocated €500m to respond to the liquidity needs of businesses, and we have studied new ways to enhance human capital, including an upgrade of skills. We have introduced new forms of collective bargaining and have streamlined the relationship with citizens through computerization and the spreading of ultra-fast broadband. In addition to these measures, we have designed an environmental recovery plan to green the economy, save energy, and taken actions to build infrastructure and promote the local area. Furthermore, we don’t anticipate any extra cost for citizens or enterprises.

Expo 2015. A meno di 1200 giorni dall’evento, facciamo il punto sulla strada già percorsa e su quella da percorrere: obiettivi raggiunti, progetti, eventuali ostacoli da superare… Stiamo lavorando intensamente sul progetto e sono sicuro che sarà una vera occasione di ripresa economica e di uscita dalla crisi, non solo per la Lombardia, ma anche per l’Italia. Sono ottimista, tutto sta procedendo secondo i programmi che ci eravamo fissati e il Bie (Bureau of International Expositions) si esprime positivamente nei confronti del nostro lavoro. Sul versante delle infrastrutture stiamo realizzando opere enormi come la Pedemontana, la Brebemi, la tangenziale esterna di Milano; saranno realizzate le linee metropolitane M5 e M4 e il prolungamento della M1, oltre ad alcune linee ferroviarie e a un’infinità di opere locali, per un investimento complessivo pari a 11 miliardi di euro. Ci attendiamo anche significative ricadute occupazionali: da qui al 2020 ci sarà una media di 60mila persone occupate a tempo pieno sul territorio in seguito ad Expo e negli anni a ridosso l'evento, vale a dire nel 2014 e nel 2015, saranno 130 mila. Inoltre, puntiamo a coinvolgere sempre di più il sistema delle imprese e le realtà produttive, che avranno nell'Expo la possibilità di una grande vetrina.

It is now less than 1,200 days to go to the World Expo 2015. Could you take stock of the preparation work: what are the objectives that have already been achieved, future projects, challenges to tackle, if any...? We are working with great determination to organise the World Expo 2015. I’m convinced it will be a real opportunity to both revitalise the economy and get out of the current crisis, not just in Lombardy, but also throughout Italy. I’m optimistic because everything is going according to our scheduled plans. Also, we have already received positive comments on our work from the Bureau of International Expositions. As for infrastructure, we are carrying out large works: We are building the Autostrada Pedemontana, the Autostrada Brebemi, Milan outer circular highway. In Milan, soon we will add two new underground lines, the M4 and the M5, and we will extend the existing M1line as well as some railway lines. A high number of local works have also been planned, for a total investment of about €11 m. We expect all this to have a positive effect in terms of job creation: it is estimated that from now to 2020 an average of 60,000 more people will be working full-time in the region because of the World Expo. Then, in 2014 and 2015, the World Expo is expected to give full time work to 130,000 people. Besides boosting employment, we aim to increasingly involve the manufacturing and trading system, which will have a great opportunity to be showcased internationally in the World Expo 2015

Sul fronte della green economy, quali sono le linee guida del ‘Piano per una Lombardia sostenibile’? Il ‘Piano per una Lombardia Sostenibile’ rappresenta una grande opportunità di crescita economica e occupazionale:

What are the guidelines of the Plan for sustainability in Lombardy in the area of green economy?

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stimolerà oltre due miliardi d’investimento sul territorio e metterà in circolo risorse per circa un miliardo di euro. Il Piano si articola in ‘azioni verticali’ (imprese, edifici, mobilità, reti e infrastrutture-territorio), che prevedono un investimento pubblico di 900 milioni di euro, attiveranno risorse per 2,2 miliardi e comporteranno un risparmio di emissioni di CO2, e in ‘azioni trasversali’ (enti locali, mobilità, edifici, territorio, assorbimento CO2, reti e infrastrutture, imprese). Oltre al piano edilizio, ricordo la semplificazione normativa per la diffusione della geotermia, la definizione di criteri ambientali per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni, i nuovi criteri di progettazione per la realizzazione degli edifici, la promozione della diffusione degli impianti a metano, gli interventi di forestazione e gestione delle aziende agricole, la riforma del trasporto pubblico locale e gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Our ‘Plan for a sustainable Lombardy’ represents yet another great opportunity for economic and employment growth. It will boost more than €2bn of investments and will bring in financial resources of approximating €1bn. The Plan comprises “vertical actions” (enterprises, buildings, mobility, networks and infrastructure) that will be funded by a public investment of €900m. They will generate €2.2bn and will cut CO2 emissions. “Cross-cutting actions” are also on the agenda. They will focus on local agencies, mobility, buildings, the local area, CO2 absorption, networks and infrastructure, and businesses. Besides the building Plan, I would like to remind you that we have simplified the legal framework to spread the use of geothermal energy, we established environmental criteria for public procurement, introduced new planning criteria for buildings, promoted natural gas distribution facilities, launched forestation and farm management schemes, reformed local public transport, and invested in research and development.

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La necessità di correlare gli interventi istituzionali alle concrete e specifiche esigenze degli operatori locali è alla base del ‘tour fra le province lombarde’ organizzato dell’Assessorato al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia. Un viaggio fra i Comuni che fornisce a tutti gli interessati un’occasione per confrontarsi su temi importanti e attuali, primo fra tutti quello delle liberalizzazioni. “A tour through the provinces of Lombardy” is the initiative launched by the Department of Trade, Tourism and Services of the regional government of Lombardy in order to connect its actions to the specific needs of local authorities and business operators. It provides an opportunity to exchange views on the most topical issues, first and foremost the liberalisation plan proposed by the Government.

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La reaLtà deL territorio

di Mauro Murero traduzioni Alessia Monti

Lombardy’s LocaL reaLity

Incontrare i sindaci dei Comuni facenti capo ad ogni provincia lombarda e i rappresentanti delle varie Associazioni di categoria, con l’obiettivo primario di illustrare i progetti dell’Assessorato, di affrontare tematiche particolarmente attuali e complesse come quella delle liberalizzazioni e, last but not least, di recepire le richieste e le specifiche esigenze di chi opera quotidianamente sul territorio. È questa l’essenza del tour tra le province lombarde ideato e organizzato dall’Assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia, Stefano Maullu. Stefano Maullu, head of the Department of Trade, Tourism and Services of the regional government of Lombardy, wanted to meet the local mayors and trade association representatives to set out the Department’s projects, to debate current complex issues such as the liberalisation plan and, last but not least, to listen to their needs and requests. That is how the idea of “A Tour through the provinces of Lombardy” was born. The initiative was launched in mid January. The province of Milan was first one to be visited, followed by Brescia, Ber-

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Il tour ha preso il via a metà gennaio dal capoluogo regionale; dopo la tappa di Milano il calendario ha previsto, nell’ordine, quelle di Brescia, Bergamo, Pavia-Lodi, Monza e Brianza, Mantova-Cremona, Como-Lecco, Varese e infine Sondrio. “L’operato e gli obiettivi strategici dell’Assessorato al Commercio, Turismo e Servizi devono essere strettamente correlati alle reali necessità che emergono sul territorio a livello locale”, spiega Stefano Maullu: “è da questo presupposto di base che deriva la decisione di dare il via al tour, occasione ideale per confrontarsi e interloquire su temi come le liberalizzazioni, i ‘distretti commerciali’, i bandi finalizzati a sostenere l’attività delle piccole e micro imprese o, ancora, le innovazioni in materia di logistica e mobilità sostenibile delle merci e gli interventi attuati nell’ambito del sistema turistico”. Il commercio. A proposito di innovazione, i ‘distretti commerciali’ cui ha fatto riferimento Maullu rappresentano una delle più significative novità introdotte di recente dalla Regione Lombardia. La loro costituzione, avvenuta tramite quattro bandi regionali (per Milano e provincia l’investimento è stato nell’ordine dei 35 milioni di euro), ha di fatto permesso di creare luoghi di aggregazione la cui rilevanza non chiama in causa solo gli aspetti commerciali, ma anche quelli sociali. “Si tratta di veri e propri strumenti di riqualificazione del tessuto urbano”, conferma a riguardo l’Assessore al Commercio, Turismo e Servizi: “allo stato attuale esistono solo in Lombardia, ma sono stati già riconosciuti anche a livello nazionale – tramite una Legge del 2011 – all’interno dello ‘Statuto delle Imprese’”. Autentici canali preferenziali per le azioni di valorizzazione del territorio e del contesto urbano di riferimento, solo nella provincia di Milano i distretti sono già una trentina e sono in grado di coinvolgere una cinquantina di comuni. Tra l’altro, dal punto di vista delle competenze dell’Assessorato fanno capo anche la rete di distribuzione dei carburanti e, a riguardo, la Regione Lombardia – in sintonia con lo spirito delle direttive comunitarie in materia – ha inteso allinearsi sempre di più al principio di tutela dell’ambiente e della salute. “È proprio per questa ragione”, sottolinea ancora Stefano Maullu, “che nel territorio regionale abbiamo già superato la soglia dei 120 impianti di distribuzione del metano: si tratta di un traguardo eccezionale e di una cifra incomparabile a quelle delle altre regioni. Ho anche avuto la soddisfazione, nell’estate dello scorso anno, di recarmi personalmente a San Donato Milanese per inaugurare un impianto di distribuzione a metano dotato di self service, il primo di questo genere non solo in Lombardia ma anche fra tutte le regioni italiane a statuto ordinario”.

Il turismo. Sul fronte della recettività turistica, altro ambito fondamentale di competenza dell’Assessorato, va innanzitutto ricordato che in una città come Milano esso si lega molto più alla componente affari/business (in termini numerici la quota è addirittura dell’85,2%) che al classico ‘diporto’. A parere di Stefano Maullu, “il territorio deve essere proposto come un luogo dotato di un’identità propria e ben definita: in quest’ottica è necessario mettere sul piatto un’offerta turistica che sappia sostenere la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio provinciale, con particolare riferimento alle straordinarie opportunità offerte dal nostro patrimonio storico-culturale”. Per citare qualche dato, ricordiamo che nel suo complesso il sistema turistico della città di Milano chiama direttamente in causa poco meno di 50 Comuni (dislocati nelle tre grandi aree territoriali dell’Abbiatense-Magentino, dell’Adda-Martesana e del Nord Milano-Alto Milanese), ciascuno dei quali ha potuto usufruire di una serie di interventi pubblici e privati – per un finanziamento che, per il capoluogo e la provincia, è stato di circa 66 milioni di euro – aventi lo scopo di mettere in risalto le potenzialità dell’offerta turistica. I servizi. Insieme a commercio e turismo ecco infine i servizi, nell’ambito dei quali è ovviamente il sistema fieristico a svolgere un ruolo fondamentale. Basti ricordare, a riguardo, che nel corso del solo anno solare 2012 saranno organizzate nel territorio regionale lombardo ben 146 manifestazioni fieristiche, poco meno della metà delle quali (una settantina) avrà carattere e interesse internazionale; saranno numerose anche le fiere locali (il calendario ne prevede 67), mentre è più esiguo (rispettivamente 10 e 15) il numero di quelle di risonanza nazionale e regionale. Su questo versante l’Assessore Stefano Maullu sottolinea l’avvenuta attivazione “dei tavoli di confronto con i quartieri fieristici di livello nazionale ed internazionale, allo scopo di ascoltare esigenze e orientamenti degli operatori e di condividere proposte e indirizzi inerenti il settore in esame. L’intento è ovviamente quello di agevolare lo sviluppo delle sinergie di rete nell’ambito del sistema fieristico regionale”. Inoltre, è attualmente in fase di rilancio l’apposito sito Lombardiafiere.it, soggetto a un rinnovamento che riguarda sia la veste grafica sia i contenuti e che prevede anche una maggior partecipazione degli operatori e l’implementazione di applicazioni scaricabili su mobile. Tramite una serie di iniziative comunicazionali, l’offerta fieristica lombarda è stata adeguatamente promossa anche in alcuni mercati internazionali, sia in Europa (ad esempio in Germania) sia nel continente americano (Brasile) e in quello africano (Egitto, Marocco, Tunisia). Per quanto concerne i bandi e i fondi a sostegno dei comparti citati si può citare, a titolo di esempio, il ‘Fondo per l’innovazione delle imprese del terziario–Finter’, che con una dotazione iniziale di 6 milioni di euro si propone, dalla fine dello scorso anno, di promuovere interventi di innovazione di processo, di prodotto e di organizzazione aziendale; dal canto suo, il ‘Fondo di aggregazione commercio, turismo, servizi’ ha un valore di 5 milioni di euro e rappresenta una misura trasversale sul terziario riguardante le micro, piccole e medie imprese.

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gamo, Pavia-Lodi, Monza e Brianza, Mantova-Cremona, Como-Lecco, and Varese. The last one will be Sondrio. “The Department’s activity and strategic objectives must address local needs”, explains Mr Maullu. “This is why we decided to do this tour. It’s an excellent opportunity to exchange views and discuss topics such as the Government’s liberalisation plan, the so-called “commercial districts”, tenders to support small and micro enterprises, innovation in logistics and sustainable movement of goods, and actions taken in the regional tourist industry.”

Tourism. As far as the tourist industry is concerned, it’s worth recalling that Milan is more a business tourism destination than a leisure tourism one (with business tourism accounting for as much as 85.2% of the total). According to Mr Maullu, the province of Milan’s unique identity should be enhanced by its tourism efforts, particularly the extraordinary richness of its historic and cultural heritage.The provincial tourist system comprises almost 50 municipalities. They have all benefitted from €66 m of public and private financing aimed at boosting their tourist potential.

Trade. The “commercial districts” mentioned by Mr Maullu represent one of the most significant innovations recently introduced by Lombardy’s government. They were esta-

Services. Along with trade and tourism, services play a major role, particularly fairs and shows. In 2012 alone, Lombardy will host as many as 146 fairs, which range from

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blished through four regional tenders (€35 m was invested in the province of Milan) and provided places of congregation with a commercial as well as a social value. “Their purpose is urban renewal. At present they exist only in Lombardy, but have already been acknowledged in the national Statute of undertakings through an act adopted in 2011. They are genuine preferential routes for actions to develop the local area and the relevant urban environment. In the province of Milan alone there are already 30 such districts, involving about 50 municipalities. Among the powers of the Department of Trade, Tourism and Services we find the fuel supply of distribution grid. Lombardy’s government, in line with the spirit of the relevant EU directives, has decided to strengthen its commitment to health and environmental protection. “That explains why we have already installed more than 120 natural gas distribution facilities. It’s a major achievement, one that can’t be matched by any other Italian region”, remarks Mr Maullu. “I had the privilege to go to San Donato Milanese last summer to inaugurate a new natural gas distribution facility equipped with self-service, the first of its kind not only in Lombardy but in all the Italian regions of ordinary status.

an international (about 70) or national profile (10) to a regional (15) or local one (67). The Department has finally started talks with national and international fair districts in order to understand the needs of trade fair operators and share proposals and ideas. The ultimate aim is to facilitate the development of network synergies within the regional fair system. Furthermore, the dedicated website Lombardiafiere.it will soon be relaunched, once its graphics has been renewed and its content updated. The new website will allow for more participation by trade fair operators, and feature mobile applications available for download. Lombardy’s fairs and shows have also been promoted internationally through a series of communication initiatives: in Europe (Germany), Latin America (Brazil) and Africa (Egypt, Morocco and Tunisia). As for tenders and funds to support businesses operating in trade, tourism or services, we can mention Finter (fund for innovation in the tertiary sector businesses). It’s a €6 m fund which was created last year to promote innovation in processes, products and business organisation. Another one is the €5 m Trade, Tourism and Services Fund, which aims to help micro, small and medium-sized enterprises in the service industry.

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L’ecceLLenza dietro aL bancone

Ha preso il via da Milano e provincia il progetto della Regione Lombardia finalizzato a conferire idonei riconoscimenti ai negozi e alle attività che contribuiscono da almeno mezzo secolo a scrivere la storia del commercio locale.

L’iniziativa si propone di conferire un riconoscimento a quei punti vendita al dettaglio che hanno saputo mettersi in luce dal punto di vista della continuità gestionale nel corso del tempo, della qualità e unicità dei prodotti offerti, della collocazione del punto vendita stesso in strutture architettoniche di pregio e, ancora, della capacità di utilizzare attrezzature storiche che diventano un elemento primario e caratterizzante dell’arredo. In sostanza, al centro dell’attenzione ci sono i negozi storici in grado di testimoniare, in modo significativo, il valore dell’attività commerciale in Lombardia per un periodo non inferiore al mezzo secolo. Anche in questo caso la prima tappa si è concentrata sulla città di Milano e sui Comuni della relativa provincia. Sono stati selezionati tredici negozi e locali storici, sette dei quali situati proprio nel capoluogo regionale: ad essi se ne affiancano uno di Legnano, uno di Gorgonzola e quattro di Parabiago. ‘Il Gioiello’, situato in viale Campania a Milano (dove opera nell’ambito del commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria), è l’unico premiato come ‘negozio storico’; negli altri dodici casi il riconoscimento chiama in causa la ‘storica attività’. Sotto il profilo della durata nel tempo, spiccano date davvero degne di nota. È il caso de ‘La Stilografica’ di Milano (commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per l’ufficio), delle ‘Calzature Nebuloni’ di Parabiago (calzature e accessori) e della ‘Farmacia Muzio’ (anch’essa di Parabiago). Milano può vantare tradizioni storiche d’eccellenza in numerosissimi settori (si pensi alla moda, alla lirica, allo sport): e fra questi non poteva mancare la ristorazione: la Trattoria Veneta di via Giusti somministra prelibatezze da quasi tre quarti di secolo – per la precisione dal 1938 –, mentre è dal 1951 che milanesi e turisti possono sfamarsi ai tavoli del ristorante pizzeria Dogana.

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ExcEllEncE bEhind thE countEr

The government of Lombardy launched a scheme to award the shops that have been making the region’s retail trade history for at least 50 years. The recognition started in Milan and the surrounding province.

An award was given to those shops which stood out because, for example, they have been run by the same family for a long time, sell unique premium products, are located inside historic buildings or use historic facilities which have become a distinctive element of their furniture. The focus has been on those shops that have been testifying to the high value of retail trade in the region for no less than 50 years. Once again, the scheme was started in the province of Milan.13 shops won the award: 7 in Milan, 1 in Legnano, 1 in Gorgonzola and 4 in Parabiago. Il Gioiello, a jewellery, silverware and watch shop located on Viale Campania in Milan, was the only one to receive the historic building award. The others were awarded because of their long-standing family management, which for some dates back as far as to the 1920s. That is the case for La StilograďŹ ca, a stationery and ofďŹ ce supplies store in Milan, Calzature Nebuloni, a shoe and accessory shop, and Farmacia Muzzo, a pharmacy in Parabiago. The scheme involved shops selling a wide range of products: linen, knitwear, telephony and telecommunication devices, crystalware and household implements, small pets, and cars (in addition to those mentioned above). Milan truly boasts historic excellence in many industries, typically fashion, opera and sport, but also gastronomy and cuisine. That is why restaurants were also involved: Trattoria Veneta, on Via Giusti, has been serving delicacies since 1938, and Ristorante-Pizzzeria Dogana has been delighting locals and tourists since 1951.

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Da un lato tutti i comfort di un albergo di lusso a cinque stelle in una grande metropoli come Milano; dall’altro il fascino immortale di un secolo e mezzo di storia. Nel cuore del capoluogo lombardo c’è un luogo in cui questo connubio, apparentemente impossibile, diventa realtà: è il Grand Hotel et de Milan. On the one hand all the comforts of a luxury five-star hotel in a big city like Milan, on the other hand the immortal charm of a century and a half of history. In the heart of Milan there is a place where this union, seemingly impossible, becomes reality: it is the Grand Hotel et de Milan.

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Photo by Caterina Ylajali Celada

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Incontro tra due epoche

di Mauro Murero traduzioni Gilda Zucolella

EncountEr bEtwEEn two Eras

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

Qual è il filo conduttore che lega fra loro personalità come Giuseppe Verdi e Gabriele d’Annunzio, Renato Guttuso e Giorgio de Chirico, Enrico Caruso e Vittorio De Sica? Premesso che l’elenco potrebbe continuare a lungo (ad esempio con i nomi di Maria Callas e Giorgio Strehler o di Rudolph Nureyev e Ernest Hemingway), c’è una risposta che salta subito all’occhio: sono stati tutti degli autentici mostri sacri nei rispettivi ambiti di competenza e anche dopo la loro scomparsa hanno lasciato al mondo - come solo chi è realmente ‘immortale’ sa fare - l’eterna memoria della loro arte. Ma di trait d’union ce n’è anche un altro: per periodi più o meno lunghi della loro vita hanno tutti soggiornato a Milano, nello storico palazzo di via Manzoni 29 in cui, da quasi un secolo e mezzo, ha sede il Grand Hotel et de Milan. Un soggiorno che non poteva non essere a sua volta immortalato: ancora oggi una parte degli storici appartamenti dell’hotel porta il nome di un illustre ospite del passato, consentendo anche ai clienti del ventunesimo secolo di soggiornare, ad esempio, nella stessa camera in cui Giuseppe Verdi lavorò alla composizione dell’Otello e del Falstaff e dove addirittura concluse la sua esistenza, dopo avervi trascorso gli ultimi trent’anni della sua vita. What is the thread that connects personalities like Giuseppe Verdi and Gabriele D’Annunzio, Renato Guttuso and Giorgio de Chirico, Enrico Caruso and Vittorio De Sica? Given the list could go on (for example with the names of Maria Callas and Giorgio Strehler or Rudolf Nureyev and Ernest Hemingway), an answer is immediately evident: they were all true sacred superstars in their respective area of competence and even after their disappearance, they have left to the world – as only those who are truly ‘immortal’ can – the eternal memory of their art, whether is was expressed in music or painting, in dance or literature, cinema or theater. However there is another link between them: for shorter or longer periods of their lives all of them have stayed in Milan, in the historical building in Via Manzoni 29 which, for nearly a century and half, is the home of the Grand Hotel et de Milan. Visits that have been immortalized: still today a part of the historical apartments are named after an illustrious guest of the past, allowing clients of the twenty-first century to stay, for example, in the same room in which Giuseppe Verdi worked on the composition of Othello and Falstaff, and even where he concluded his life, after spending – alternating living in the city and his home in the country – the last thirty years of his life.

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Del resto, la storia del Grand Hotel et de Milan non è meno gloriosa di quella dei suoi celebri ospiti. Basti pensare che, dal punto di vista anagrafico, l’hotel è più giovane dell’Italia di soli ventisei mesi: l’anniversario del primo secolo e mezzo di vita ricorrerà nel maggio 2013, poco più di due anni dopo quel 17 marzo 2011 che ha rappresentato l’epicentro delle recenti celebrazioni per i 150 anni dell’Unità nazionale. Certo, dal 23 maggio del 1863, quando fu portato a compimento il progetto affidato all’architetto Andrea Pizzala (già noto per aver ‘firmato’ altre importanti opere nel cuore del capoluogo lombardo, ad esempio la realizzazione della Galleria de Cristoforis), tanta acqua è passata sotto i ponti… e tanti ospiti nelle camere dell’hotel, che oggi, contando anche le suite e le junior suite, sono un centinaio. Fin dai primi anni le ridotte dimensioni dell’‘Albergo di Milano’ – era questa la denominazione originale della struttura – vennero progressivamente aumentate e a meno di vent’anni dall’inaugurazione era già stato aggiunto un ulteriore piano; il tutto in sintonia con la dichiarata volontà di rendere l’hotel idoneo ‘ai bisogni e ai comodi richiesti dal progresso’, come recitava un sintetico ma esaustivo annuncio pubblicitario dell’epoca! Moreover, the history of the Grand Hotel et de Milan is no less glorious than that of its famous guests. Suffice it to say that from the records, the hotel is younger than Italy by only twenty-six months: the anniversary of the first century and a half of its life will recur in May 2013, just over two years after the historical March seventeenth of 2011 which has been the epicenter of the recent celebrations for the 150th anniversary of the National Unity. Of course, from May twenty-third 1863, when the project was completed by architect Andrea Pizzala, (already known for having 'signed' other major works in the heart of Milan, for example the construction of the Galleria de Cristoforis), a lot of water has passed under the bridge ... and many guests in those hotel rooms that now, counting also the suites and junior suites number one hundred. Since the beginning, the small size of the Hotel of Milan - this was the original name of the structure - was gradually increased and less than twenty years after its inauguration a further floor had been added, all in harmony with the declared desire to make the hotel suitable 'to the needs and comfort required by progress', as was declared in a brief but comprehensive advertisement of the time!

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n. 1 | January-February 2012

Il lusso degli arredi, l’ecletticità dello stile e la collocazione nel centro storico di Milano, in una via celebre e valorizzata fin dai tempi dell’età romana, contribuirono immediatamente a farne un punto di riferimento per il ‘bel mondo’ che risiedeva in città o che amava frequentarla. Verso la fine del XIX secolo, sotto la gestione di Giuseppe Spatz (suocero del compositore Umberto Giordano, uno dei primi nomi nella lunghissima lista degli ospiti famosi), il suo sviluppo e la sua notorietà furono ulteriormente accentuati dalla capacità di essere l’unico grande albergo della città a mettere a disposizione dei clienti un servizio postale e telegrafico. Non a caso, proprio in quel periodo la pluricitata ‘lista’ degli ospiti illustri si arricchì ulteriormente con i nomi dell’Imperatore del Brasile Dom Pedro II e della consorte, l’Imperatrice Teresa Cristina di Borbone. Anche nel Novecento, ovviamente, non mancano né i nomi prestigiosi né una serie di tappe fondamentali nella storia dell’albergo, che per certi versi è anche quella della città in cui esso sorge: tale storia, ad esempio, si è sempre intersecata con quella del vicinissimo Teatro alla Scala, considerato in ogni angolo del mondo uno dei massimi simboli della metropoli meneghina (e, anzi, una scheggia della stessa bomba che danneggiò il Teatro durante la guerra colpì proprio il Grand Hotel et de Milan, a testimoniare un destino comune… nella buona e nella cattiva sorte!). È datata 1931 la realizzazione di un grande progetto di rinnovamento radicale, sfociato anche nella possibilità di offrire servizi oggi ritenuti ‘scontati’ ma che ottanta anni fa erano decisamente innovativi, come l’apertura dell’American Bar e l’introduzione dell’acqua corrente e della linea telefonica in tutte le camere.

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The elegance of the furnishings, the versatility of the style and location in the historical center of Milan, in a famous and appreciated street since the days of the Roman age, contributed immediately to make it a point of reference for the 'beautiful world' for those who resided in the city or loved to be part of it. Towards the end of the nineteenth century, under the management of Joseph Spatz (father in law of the composer Umberto Giordano, one of the first names in the long list of famous guests), its development and its good reputation was further enhanced by it being the only large hotel in the city to provide customers with postal service and telegraph: an ' added value' particularly useful for the business and diplomatic world. Not surprisingly, at that time, the already mentioned 'list' of celebrities was further enriched with the names of the Brazilian Emperor Dom Pedro II and his consort, the Empress Teresa Cristina of Bourbon. Even in the twentieth century, of course, there is neither lack of prestigious names - those mentioned in the opening are only a representation – or of a series of milestones in the history of the hotel, which in some ways are the same of the city in which it arises: its history, for example, has always intersected with that of the nearby Theater la Scala, in every corner of the world considered one of the greatest symbols of the Milanese city (and, indeed, a sliver of the same bomb that damaged the theater during the war struck also Grand Hotel et de Milan, to witness a common destiny ... in good times and bad!). The year 1931 saw the construction of a major project of radical renovation, resulting in the possibility of offering services now deemed as ‘ordinary' but that eighty years ago were quite innovative, such as the opening of the American Bar and the introduction of running water and telephone lines in all rooms.

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

Qualche anno dopo, la tragedia della seconda guerra mondiale lascia segni indelebili anche nel cuore di Milano: l’hotel paga un pesante tributo ai bombardamenti e viene anche requisito dall’esercito americano. Ma un altro ‘grande nome’ entra nella sua storia: è quello dell’architetto Giovanni Muzio, autorevole esponente dello ‘stile Novecento’ (a titolo di esempio è a lui che si deve, sempre a Milano, il progetto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore). Risorgere dalle macerie reali e metaforiche di un simile evento non è certamente facile: ci si riesce con un’intensa trasformazione a livello strutturale e di impiantistica, che restituisce al Grand Hotel et de Milan il suo splendore esteriore e ne conserva un prestigio che, da tempo, aveva ormai assunto dimensioni sovranazionali. Analogamente a quanto era avvenuto nell’Ottocento, anche nei vari decenni del ventesimo secolo… non ci si ferma. A cavallo fra gli anni sessanta e settanta – dopo che ha preso il via la gestione di Manlio Bertazzoni, successivamente affiancato dalla figlia Daniela con suo fratello Gerardo – l’opera di riammodernamento si concentra nella hall e nei grandi e lussuosi saloni dell’hotel: è il preludio a un altro connubio che si aggiunge a quello con il Teatro alla Scala, ossia il legame fra l’albergo di via Manzoni e la moda. Stilisti, fotografi e modelle diventano frequentatori abituali; si organizzano sfilate ed eventi; le camere, i saloni, la hall si adeguano per diversi periodi dell’anno a questa nuova tendenza – non dimentichiamo che gli anni settanta sono quelli del ‘boom’ del prêt-à-porter italiano – e il Grand Hotel et de Milan conosce una delle sue stagioni mondane più floride. All’inizio degli anni novanta la gestione Bertazzoni con la proprietà immobiliare optano per un ulteriore lavoro di ripristino conservativo, particolarmente rilevante per le sue ripercussioni in termini di restauro delle parti momumentali, di migliorie sintoniche con lo sviluppo delle tecnologie e di adeguamenti normativi. Risale a quel periodo anche il ritrovamento di una muraglia romana eretta nel 250 d.C., ai cui resti si può oggi accedere direttamente scendendo nelle “Cave” del Don Carlos, uno dei ristoranti dell’albergo. Tanti anni, tanti sforzi, un solo obiettivo: consentire al cliente del ventunesimo secolo di avere a disposizione tutti i vantaggi concessi dall’inesorabile progresso e dell’era moderna ma, al contempo, di respirare il fascino e il prestigio ‘senza tempo’ di una nobile e lussuosa dimora milanese dell’Ottocento.

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A few years later, the tragedy of the Second World War leaves indelible marks even in the heart of Milan: the hotel pays a high tribute under heavy bombardments and it is also required for use by the U.S. Army. However, another 'big name' enters into its history: it is the architect Giovanni Muzio, a prominent exponent of the 'Twentieth Century-style' (as an example, we owe to him the project of the Catholic University of Sacred Heart, also in Milan). To rise from the real and metaphorical rubble of such an event is certainly not easy: it happens following an intense structural transformation and plant design that brings back to the Grand Hotel et de Milan its external splendor and allows it to retain a prestige that, since time, had grown into supranational scale. Similar to what occurred in the nineteenth century, also in the various decades of the twentieth century ... we continue. Between the sixties and seventies - after Manlius Bertazzoni left the management of the hotel, taken later by his daughter Daniela with her brother Gerardo - the refurbishment work is concentrated in the lobby as well as in the large and luxurious halls of the hotel: it is the prelude to another union since that with the Theatre alla Scala, i.e. the bond (also natural, since we're talking about an industry that has in Milan one of the undisputed world capital) between the hotel in Via Manzoni and the fashion industry. Designers, photographers and models become regulars, parades and events are organized; the rooms, the halls, and the lobby are adjusted for different periods of the year to this new trend - do not forget that the seventies are those of the 'boom' of the Italian prêt–à-porter. The Grand Hotel et de Milan experiences one of its most prosperous social seasons. In the early nineties, the Bertazzoni management with the real estate opt for a more conservative restoration work, particularly relevant because of its impact in terms of restoration of monumental parts, improvements in tune with the development of technologies and regulatory changes. It goes back to this period the discovery of a Roman wall built in 250 AD, that can be reached by going directly down through in the "Cave" of Don Carlos, one of the hotel’s restaurants. Many years, many efforts, only one objective: to allow the customer of the twenty-first century to have all the advantages granted by the inexorable progress and modern era, but at the same time, to breathe the ‘timeless’ charm and prestige of a noble and magnificent house of the nineteenth century Milan.

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IntervIsta a DanIela BertazzonI

traDIzIone ‘InnovatIva’ 'InnovatIve' tradItIon Quasi 150 anni di storia, un numero incalcolabile di ospiti illustri: è egualmente possibile citare quelli che più hanno lasciato il segno nella storia del Grand Hotel et de Milan? Visto che, in effetti, il compito è arduo, si possono citare i primi due cui abbiamo intitolato per sempre uno dei nostri appartamenti. Nella vita di Giuseppe Verdi sono innumerevoli gli aneddoti – a volte reali e comprovati, a volte sconfinanti nella ‘leggenda’ – legati al suo soggiorno presso l’albergo. È doveroso ricordare l’episodio della prima dell’Otello al Teatro alla Scala, con il popolo milanese in delirio che staccò i cavalli e trainò a braccia la carrozza che riportava il compositore nella sua camera; quello stesso popolo che quasi tre lustri dopo, nel gennaio del 1901, cosparse di paglia tutta via Manzoni per far sì che il rumore delle carrozze non disturbasse il ‘cigno di Busseto’ nei giorni della malattia che lo accompagnò alla morte, proprio nella stanza che oggi porta il suo nome. Sono forse più conditi di leggenda altri racconti tramandati nel tempo, che lo vedono incapace di accettare sportivamente una sconfitta a carte e anche di resistere alle lusinghe della buona cucina; sembra invece certo il suo carattere sanguigno e un po’ scorbutico, tipico di quella ‘gente della Bassa’ così ben tratteggiata dai racconti di Giovanni Guareschi e in cui mi posso riconoscere personalmente, visto che è anche la terra d’origine della mia famiglia. Merita una menzione, pur essendo decisamente meno famoso, anche il nome dell’imperatore Dom Pedro II di Braganza (oggi ‘titolare’ dell’appartamento 123), che fu ospite dell’albergo nel 1888.

Almost 150 years of history, countless illustrious guests: is it also possible to mention those that have left their mark in the history of the Grand Hotel et de Milan? Because, in fact, the task is difficult, we can mention the first two after whom we have forever named one of our apartments. In the life of Giuseppe Verdi there are countless anecdotes - sometimes real and proven, sometimes straddling into 'legend' - related to his stay at the hotel. We must remember the episode of the opening night of Otello at the Theatre alla Scala, Milan. The people were delirious; they detached the horses and they hauled in their arms the carriage that was bringing back the composer to his room; the same people who almost fifteen years later, in January 1901, covered all of Via Manzoni with straw to ensure that the noise of the carriages did not disturb the 'Swan of Busseto' in the days of the illness that led him to death, right in the room that now bears his name. Perhaps are most seasoned with legend the other tales handed down over time, who see him incapable of accepting defeat in the play of cards or to resist the lure of good food; it seems certain his character, full-blooded and a little 'cranky’, typical of the ‘people of the Plain’ so well outlined in the stories of Giovanni Guareschi. I recognize myself in that, as it is also the land of my family. Also, worth a mention, though decidedly less famous in the history of Italy, the name of Emperor Dom Pedro II of Braganza (now the 'owner' of the apartment 123), who was a guest of the hotel in 1888 and is considered the 'father' of the law on the abolition of slavery in Brazil.

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A un secolo e mezzo di distanza, qual è la tipologia del cliente che può continuare a respirare queste atmosfere… anche a terzo millennio abbondantemente iniziato? È una tipologia molto variegata, che nel corso del tempo si è spesso modificata. Nel passato anche recente, abbiamo sempre avuto moltissimi clienti americani e giapponesi; ora i primi sono ancora numerosi, anche se in modo meno marcato, mentre l’incidenza dei secondi in questo periodo è diventata irrilevante. Lavoriamo invece molto con i clienti russi e, in generale, con i Paesi europei e occidentali. In una fase in cui tutto si evolve, si amalgama e si contamina, anche l’etichetta di ‘albergo della moda’ può essersi ridimensionata ma non è certo stata cancellata; si è sicuramente integrata con l’aumento delle presenze legate al mondo bancario, finanziario e del business in generale. Resta il fatto che il nostro cliente tipo, oggi come in passato, è comunque una persona che ama gli alberghi storici: e da noi può percepire tutto il fascino e il prestigio della storia, con la garanzia di un’autenticità e di una precisa identità che – al contrario di quanto hanno fatto altri grandi alberghi della città, che hanno ‘rinnegato’ le loro origini per indirizzarsi verso nuovi stili che non gli appartenevano – non abbiamo mai voluto tradire. In quest’epoca di innovazioni ‘alla velocità della luce’ la forza della tradizione, anche e soprattutto in un settore come quello del turismo e dell’industria alberghiera, rimane dunque un primario vantaggio competitivo? Sicuramente sì, anche se va precisato che la tradizione va rispettata ma non sfruttata, altrimenti si corre il rischio concreto di cadere nel ‘museale’. È un concetto che teniamo sempre presente durante le opere di rinnovo e di restauro che avviamo periodicamente: conserviamo intatta la gloriosa storia delle camere e dei saloni, ma non andiamo certo a riempirli di damaschi solo perché questi erano tipici dell’Ottocento! L’equilibrio fra il rispetto della storia e della tradizione e la necessità di adeguarsi a un mondo che viaggia ad alta velocità rimane il nostro punto di forza; e, a proposito di guardare avanti, mi fa piacere evidenziare una nota di ottimismo, nel senso che da qualche mese a questa parte ho notato confortanti segnali di ripresa in un settore come il nostro, sicuramente non esentato dal pagare dazio a questi difficili anni che stiamo vivendo. L’auspicio è che non sia un fuoco di paglia, ma un preciso segnale della volontà di ‘ricominciare’ che dovrebbe accomunarci tutti.

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n. 1 | January-February 2012

A century and a half away, what is the type of customer who can continue to breathe this atmosphere ... as we are already into the third millennium? It is a variegated type, which has also changed often through time. In the recent past we have always had a lot of American and Japanese customers; now the former are more numerous, although less markedly, while the incidence of the second during this time has become irrelevant. Instead we work a lot with Russian clients and, in general, with the European and Western countries. At a time where everything evolves, blends and becomes somehow contaminated, even the label 'fashion hotel' may have to be resized, but surely not deleted, as surely we experience the increase of attendance related to the banking, financial and business in general. The fact remains that our typical customer, today as in the past, is a person who loves historic hotels: and from us one can receive all the charm of history and prestige, with the guarantee of authenticity and a clear identity that - contrary to what other great hotels of the city have done, who have 'disowned' their origins in order to direct their attention toward new styles that do not belong to them - we never wanted to betray. Can the force of tradition remain a major competitive advantage in this age of innovation, and especially in a sector such as the tourism and the hotel industry? Definitely yes, although it should be noted that the tradition should be respected but not exploited, otherwise one runs the real risk of falling into an 'archaic state’. It is a concept that we always keep in mind during the work of renewal and restoration that we begin on a regular basis: to keep intact the glorious history of the bedrooms and halls. We certainly do not fill them with damasks just because they were typical of the nineteenth century! The balance between respect for history and tradition and the need to adapt to a world that runs at high speed is our strength. Looking forward, I am pleased to highlight a note of optimism in the sense that, for some months now, I have noticed encouraging signs of recovery in our sector, one certainly not exempt from the challenges of these difficult years in which we live. The hope is that it is not just a flash in the pan, but also a clear sign of the will to 'start again' that should unite all.

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ArrivA dAgli StAti Uniti lA mAggior pArte dei viSitAtori che privilegiAno il grAnd hotel et de milAn. il loro nUmero SUperA Anche qUello dei clienti itAliAni, mentre è in cAlo lA trAdizionAle preSenzA dei giApponeSi

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lA ScopertA di milAno Il grande Alberto Sordi, vecchio amico rimasto sempre nel cuore di Daniela Bertazzoni, ha incentrato più di un film (si pensi a ‘Un italiano in America’) sul rapporto fra il Bel Paese e gli Stati Uniti. Gli farebbe probabilmente piacere sapere che sono proprio a ‘stelle e strisce’ i bagagli della maggior parte dei viaggiatori stranieri che quando soggiornano nel capoluogo lombardo, per affari o per diporto, scelgono di pernottare Grand Hotel et de Milan. Lo stereotipo del turista giapponese, che nell’immaginario collettivo è quello che invade i centri storici delle grandi metropoli armato di macchine e videocamere digitali di ultima generazione, si è invece ridimensionato, “soprattutto”, sottolinea Daniela Bertazzoni, “nei mesi successivi al doppio dramma – che non poteva non lasciare il segno – dello tsunami e dell’incidente alla centrale nucelare di Fukushima”. Tali indicazioni emergono dal confronto fra l’andamento dei primi tre trimestri del 2011 e quello del corrispondente periodo dell’anno precedente: un confronto che, per inciso, evidenzia per l’anno in corso un incremento del numero di camere occupate e, dunque, del giro d’affari correlato a una voce primaria quale è il cosiddetto ‘reparto notte’. Sul fronte delle presenze per nazionalità i dati forniti dalla direzione amministrativa dell’hotel rivelano, come detto, che il mercato principale è quello statunitense: da esso proviene più di un visitatore su cinque (22,76%). Anche i clienti italiani rappresentano ovviamente una fascia di utenza importante: la loro quota d’incidenza sul numero totale di visitatori è del 13,66%. Alle spalle dei clienti ‘di casa’ si collocano quelli russi: sono poco meno di uno su dieci (9,17%), in sintonia con il costante aumento (il fenomeno non è nuovo, visto che ha preso il via poco dopo la caduta dell’ex Unione Sovietica, ma appare sempre più accentuato) del numero di businessman e imprenditori che rappresentano la nuova classe dirigente nazionale. È buono anche il tasso d’incidenza del Regno Unito (7,79%), mentre in relazione ad altri mercati importanti le quote sono più contenute: è il caso della Francia (3,10%) e del Brasile (2,99%). Il Giappone va doverosamente citato, se non altro per la sua rilevanza storica, ma il dato – come detto in precedenza – non è eclatante: il Paese del Sol Levante è stato rappresentato solo dal 2,75% dei visitatori. Per quanto concerne le presenze totali, va premesso che il Grand Hotel et de Milan dispone complessivamente di 95 camere, 23 delle quali sono suite e junior suite: il totale è dunque di 25.935 camere disponibili (il dato si ottiene moltiplicando il numero delle stanze per 273, ovvero il numero dei giorni compresi fra il 1° gennaio e il 30 settembre). Chiarito questo, l’aumento del numero di camere vendute sfiora l’8%, visto che si passa dalle 14.072 del gennaio/settembre del 2010 alle 15.192 di quest’anno, per una percentuale di occupazione delle camere stesse salita dal 54,26% al 58,58%; il numero di presenze clienti è in crescita di oltre 10 punti (da 20.933 a 23.159, sempre nei due suddetti periodi). L’incidenza di tutto questo sul giro d’affari non è ovviamente di poco conto: il fatturato del reparto notte registra a sua volta un incremento a doppia cifra.

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Most of the visitors who prefer the Grand hotel et de Milan arrive froM the United states. their nUMber exceeds even that of italian cUstoMers, while the traditional presence of the Japanese has been declininG.

the discovery of Milan The great Alberto Sordi, an old friend that has remained always in the heart of Daniela Bertazzoni, based more than one movie (think of ‘An Italian in America’) on the relationship between the Beautiful Country and the United States. It would probably please him to know that it is precisely ‘Stars and Stripes’ the luggage of the majority of the foreign travelers that, when passing by the capital of Lombardy, for business or pleasure, choose to spend the night at the Grand Hotel et de Milan. The stereotypical Japanese tourist, the one that in the collective imagination invades the historical centers of large cities equipped with the latest digital cameras, is shifting, especially, underlies Daniela Bertazzoni, “in the months that followed the double drama – which could not but leave its mark – of the tsunami and the accident at the nuclear power plant of Fukushima”. These indications emerge from the comparison between the performance of the first three quarters of 2011 and that of the corresponding period of the preceding year: a comparison which, incidentally, shows for the current year an increase in the number of rooms occupied and, therefore, that of the turnover related to a primary budget heading, the so called ‘sleeping area’. In terms of presence by nationality, data provided by the administrative direction of the hotel reveals, as mentioned, that the main market is the USA: from it comes more than one visitor in five (22.76%). Italian customers, also, represent obviously an important range of users: the incidence of their impact on the total number of visitors is 13.66%. Behind the customers “from home”, there are the Russian: just under one in ten (9.17%), in line with the steady increase (this phenomenon is not new, since it began shortly after the fall of the former Soviet Union, but it seems to become more marked) of the number of businessman and entrepreneurs who represent the new national leadership. It is also good the incidence rate of the United Kingdom (7.79%) while in relation to other important markets the quotas are smaller: it is the case of France (3.10%) and of Brazil (2.99%). Japan is duly mentioned, if only for its historical relevance, but the data – as previously remarked- is not striking: the Land of the Rising Sun was represented by only 2.75% of visitors. With regards to the total attendance, it should be pointed out that the Grand Hotel et de Milan has a total of 95 rooms, of which 23 are suites and junior suites: the total is therefore 25,935 rooms available (the figure is obtained by multiplying the number of rooms by 273, or the number of days between January 1st and September 30th). Having clarified this, the increase in the number of rooms sold is nearly 8%, as we move from 14, 072 in January/September 2010 to 15,192 of this year, for a room occupancy rate increase from 54.26% to 58.58%. The number of client’s attendance has risen by over 10 points (from 20.933 to 23.159, in the mentioned two periods). The impact of this turnover is obviously not trivial: the sales proceeds of the department ‘sleeping area’ register consequently as double digits increase.

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Quella volta che… Per Daniela Bertazzoni ricordare aneddoti che hanno visto protagonisti alcuni degli illustri ospiti dell’hotel crea il classico ‘imbarazzo della scelta’, visto l’infinito elenco di personalità che hanno frequentato lo storico palazzo di via Manzoni. Non esita però a parlare con particolare stima di Clio Napolitano, “una donna semplice… pur essendo ‘semplicemente’ la moglie del Presidente della Repubblica Italiana! Una donna che in un’occasione in cui doveva venire a Milano ma il marito, per impegni istituzionali, non poteva accompagnarla, non esitò a prendere un treno da sola e a presentarsi nella hall chiedendo se c’era una camera per lei. Quando le facemmo notare che non era opportuno che viaggiasse senza scorta, ci rispose con la massima naturalezza: ‘io con la scorta? Ma io non sono nessuno!’”. È stata indubbiamente singolare la richiesta – regolarmente esaudita - dell’attore Giorgio Albertazzi, che smentisce la tesi in base alla quale il mondo del teatro è ricco di superstizioni: “frequentava l’albergo già da anni”, ricorda Daniela Bertazzoni, “e un giorno mi disse che voleva avere la soddisfazione di entrare ‘da vivo’ in una camera che portasse il suo nome. Ci pensammo un po’, poi decidemmo di accontentarlo: la sua è tuttora l’unica camera dell’albergo (e non credo ci siano molti esempi simili anche al di fuori del nostro hotel…) chiamata con il nome di una celebrità di cui si sa soltanto la data di nascita…”. I ricordi sono tanti, la parola chiave è una sola: “semplicità, ossia la capacità di essere anche nel privato quello che si è di fronte alle platee di ogni genere. Una dote che ha contribuito, ad esempio, alla grandezza di Alberto Sordi; e fra chi l’ha ereditata posso citare Roberto Benigni, tra l’altro persona spiritosissima e dotata di un grande senso dell’umorismo. Quest’ultima precisazione non è affatto scontata: posso garantire che, fuori dalla scena, molti grandi comici della storia si sono invece distinti per la loro scontrosità!”.

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n. 1 | January-February 2012

The Time ...… For Daniela Bertazzoni, to remember some anecdotes that saw as protagonists some of the great guests of the hotel, it creates the classic ‘spoiled for choice’, considering the long list of personalities that have attended the historic building on Via Manzoni. She does not hesitate, however, to speak with particular esteem of Clio Napolitano, “a simple woman…even if she was ‘only’ the wife of the President! A woman that on a particular occasion, when she had to come to Milan, but her husband could not accompany her for institutional commitments, did not hesitate to take the train by herself and then showed up in the lobby asking if there was a room available. When we pointed out that it was not appropriate to travel unescorted she replied quite naturally: “I with an escort? But I am nobody!” It was certainly a peculiar request – properly granted – that of Giorgio Albertazzi, who denies the thesis on the basis that the world of theatre is filled with superstitions: “he had already been a frequenter of the Hotel for years” recalls Daniela Bertazzoni, “and one day said that he would have liked the satisfaction of entering‘ while alive’ in a room bearing his name. We thought a bit about it, then we decided to please him: still now his room is the only one in the hotel (and I don’t think there are many similar examples, even outside our hotel…) called after a celebrity of whom we only have his date of birth. The memories are many, the key word here is only one: “‘simplicity’, that is the capacity to be in private as one is in front of audiences of all kinds. A talent that has contributed, for example, to the greatness of Alberto Sordi; and among those for whom this is hereditary I can cite Roberto Benigni, who is among other things a witty person with a great sense of humor. This final point is not to be taken for granted: I can say with assurance that out of the scene, many great comedians of history have distinguished themselves by their unfriendliness”.

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Chi ha detto che è uno sport per anziani snob? International Golf Holding apre il green ai giovani puntando sulla community con la Green Pass Card e su iniziative di comunicazione a 360 gradi. E lancia la prima catena di campi da golf italiana. Who said that Golf is a sport for old snobs? The International Golf Holding opens the ‘green field’ to young people with the Green Pass Card, directing its aim to the community by a 360-degree communication initiative. It is launching the first Italian chain of golf courses.

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di Stefano Ruberti traduzioni Gilda Zucolella

Il golf? Per moltI anzI Per tuttI

Playing golf? it is for many, if not for everybody

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

Dall’organizzazione di eventi e circuiti allo sviluppo di servizi per il golfista; dalla consulenza per la progettazione, la costruzione e l’avviamento di nuovi impianti alla gestione diretta degli stessi; dallo sviluppo del turismo golfistico, alla progettazione di strategie di marketing e comunicazione per aziende, hotel e golf club: International Golf Holding offre soluzioni a 360° nel mondo del golf. Nasce 17 anni fa con l’organizzazione di eventi golfistici, curando ogni aspetto: dalla scelta delle location al coordinamento logistico, dalla gestione di servizi accessori alla comunicazione integrata. Fondata a Milano nel 1994 da Carlo Carozza, CEO dell’azienda, oggi si avvale di 65 dipendenti diretti e vanta un fatturato annuale di 7 milioni di euro. Nell’headquarter strategico, basato nel capoluogo lombardo, lavora una ventina di professionisti che si occupano di tutti gli aspetti strategici e gestionali. Nel 2011 International Golf Holding ha registrato ben 3.300 soci nei Golf Club gestiti, oltre 70mila partecipanti ai 500 eventi organizzati in Italia, Germania, Austria e Svizzera e 500mila visitatori sul portale web. La chiave di un successo ormai quasi ventennale? La perenne capacità di adattarsi ai cambiamenti socio-economici e l’impegno costante nell’investimento in innovazione e ricerca. Così oggi la società cerca di ampliare e ringiovanire il target, incrementando i servizi e offrendo opportunità per i neofiti. Green Pass Card è stato il primo prodotto nato in International Golf Holding, dando vita negli anni ad una community supportata da un piano di eventi e comunicazione attivo 360 giorni all’anno. Dal 2011 la gestione dei campi da golf ha preso il sopravvento ed è diventato il nuovo core business dell’azienda, tanto che a fine marzo verrà presentata ufficialmente a opinion leader, giornalisti e operatori del settore, la prima catena di campi da golf italiana: International Golf Corporation.

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n. 1 | January-February 2012

International Golf Holding offers 360-degree solutions to the world of golf. It organizes events and circuits, develops services for golfers, and offers consulting for the construction and commissioning of new plants. It directs the management of those new plants, including the development of golf tourism, planning of marketing strategies, and communication for companies, hotels and golf clubs. Founded seventeen years ago, it takes care of every aspect of the management of golf events, such as the target audience, the management of competitions, the organization of the dinner, and communication with the media. Charles Carozza, Managing Director and CEO of the company, founded it in Milan in 1994. The company now employs 65 direct employees and has annual sales totaling 7 millions Euros. Twenty professionals, who deal with all aspects of strategic management, work in its headquarters, based in Milan. In 2011, the International Golf Holding had 3,300 registered members in the Golf Clubs under its management, over 70,000 participants in the 500 events held in Italy, Germany, Austria and Switzerland, and 500,000 visitors to its web portal. What is the key to this constant success of almost twenty years? It is the ability to adapt constantly to socio-economic changes and a continuous investment in innovation and research. Today, the company seeks to expand and rejuvenate its target audience, increase services, and provide opportunities for newcomers. Green Pass Card was the ďŹ rst product of Golf International Holding, giving life, through the years, to a growing community supported by a plan of events and active communication 360 days a year. Since 2011, the management of golf courses has taken over and it has become the new core business so much so, that by the end of March, it will be ofďŹ cially presented to opinion leaders, journalists and industry professionals, the ďŹ rst Italian chain of golf courses: the International Golf Corporation.

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n. 1 | January-February 2012

IntervIsta a Carlo Carozza

Il self-made man del golf The self-made man of golf “Ho cominciato a fare il caddie al Golf Club Bergamo l’Albenza, nel lontano 1956”. Così Carlo Carozza, CEO di International Golf Holding, parla degli inizi di una carriera inarrestabile, sempre sul green: “È grazie all’ingegnere Riccardo Pisa che la passione è diventata un lavoro: all’inizio degli anni ’80 mi coinvolse nella realizzazione di due impianti golfistici, il Gardagolf & Country Club di Soiano del Lago e il Golf Castelgandolfo di Roma. In seguito divenni direttore del Gardagolf & Country Club e fondai la International Golf Holding, arrivando a organizzare fino a 600 eventi internazionali all’anno e a gestire 8 location golfistiche: Gardagolf Country Club (BS), Golf Club Ambrosiano (MI), Golf Villa Paradiso (MI), Golf Club Crema (CR), Golf Club Jesolo (VE), Salsomaggiore Golf & Thermae (PR), Golf Rimini Villa Verucchio (RN), Golf Dolomiti (TN)”. "I started doing the caddy at the Albenza Golf Club Bergamo, in 1956." So Charles Carozza, CEO of International Golf Holding, speaks of the beginnings of his unstoppable career, one that kept him always on the green field: "It was thanks to the engineer Richard Pisa that this passion became my work. In the early 80's, he got me involved in the construction of two golf facilities: the Gardagolf & Country Club in Soiano del Lago and the Golf Castelgandolfo in Rome. Later, I became director of Gardagolf & Country Club and I founded the International Golf Holding, organizing up to 600 events per year and operating 8 international golf venues: Gardagolf Country Club (BS), Golf Club Ambrosiano (MI), Golf Paradise Villa (MI), Golf Club Crema (CR), Golf Club Jesolo (VE), Salsomaggiore Golf &Thermae (PR), Golf Rimini Villa Verucchio (RN), Golf Dolomites (TN). "

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

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Oggi il mondo del golf rappresenta ancora un’opportunità di business? “Sì, senza dubbio: è un fattore importante per lo sviluppo del settore turistico nazionale. Basti pensare che in Italia il giro d’affari legato al golf, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero del Turismo nell’aprile 2010, si aggira intorno ai 350 milioni di euro di introito diretto, ovvero prodotto unicamente dalle attività dei circoli e che su scala europea il business si attesta mediamente sui 50 miliardi di euro. Non solo: oggi nella vecchia Europa si contano oltre sette milioni di giocatori di golf, mentre in Italia ad amare questo sport sono sempre più persone: le più recenti statistiche parlano di 100.317 giocatori tesserati contro i circa 5.500 del 1999”.

Can the world of golf still provide business opportunities today? "Yes, without a doubt. Golf is an important aspect of the development of the national tourism industry. Suffice it to say, in Italy, golf related income, according to the latest figures released by the Ministry of Tourism in April 2010, is around 350 million Euros in direct revenue. This revenue is produced exclusively by the activities of the various clubs. On a European scale, the business amounts to an average of about 50 billion Euros. Furthermore, today, in old Europe, there are over seven million golfers, while in Italy, more and more people are beginning to love this sport. The most recent statistics report shows that we have 100,317 licensed players compared to about 5,500 in 1999".

Quali strategie suggerisce per dare ulteriore impulso al settore? “Occorre far capire che il golf non è un’attività solo per anziani snob, ma al contrario uno sport per tutti, adatto a ogni età e disponibilità economica. È essenziale pensare a un ricambio generazionale, altrimenti tra pochi anni, invece di crescere, il numero di giocatori diminuirà drasticamente. Bisogna quindi puntare su tutti quelli che potranno dare un futuro a questo sport”.

Which strategies would give further impetus to the industry? "We need to make people understand that golf is not just for old snobs, but rather a sport for everyone, suitable for every age and budget. It is essential to think of the next generations, otherwise, in a few years, the number of players will decrease dramatically. We must therefore focus on all of those who can give a future to this sport".

E come si avvicinano i giovani? “Rinnovando l’ambiente, incrementando i servizi e pensando a formule speciali. Come la Green Pass Card, per esempio, la prima ‘golf utility card’ che garantisce sconti e convenzioni e che ha conquistato 15mila golfisti. O il Golf Club Italia, un circolo virtuale con servizi reali ed esclusivi che funziona bene: dai 500 membri del 2009 siamo arrivati a 1500 nel 2011”.

How can young people be approached? "By renewing the environment, improving the services, and by thinking of special formulas. Like the Green Pass Card, for example, the first 'golf utilities card,' which provides discounts and conventions and has acquired 15 thousand golfers. Or like Golf Club Italia, a virtual circle with real and exclusive services, which functions well. For example, in 2011, it had 1500 members compared to 500 members in 2009".

La sua ricetta contro la crisi? “Pensare positivo, continuare a investire e a credere fino in fondo nelle mie idee. A fare la differenza, alla fine, sono la determinazione e l’entusiasmo”.

What is your recipe against the crisis? "To keep on thinking positively, to continue investing, and to have full confidence in my own ideas. What makes the difference, ultimately, are determination and enthusiasm".

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Il golf In concerto Carlo Carozza, Direttore di Gardagolf Country Club, dichiara: “Per celebrare insieme ai nostri soci l’importante traguardo dei 25 anni, abbiamo organizzato un evento molto speciale domenica 3 luglio 2011: una serata piena di emozioni e ricordi, ambientata sulla splendida e panoramica terrazza del golf, accompagnata dalle note della famosa cantante Cheryl Porter, artista internazionale che ha collaborato con personaggi famosi del calibro di Luciano Pavarotti, Bono degli U2 e Katia Ricciarelli. È stato un compleanno indimenticabile e i complimenti raccolti dai Soci entusiasti mi hanno commosso! Abbiamo addirittura concluso con uno spettacolo pirotecnico che ha lasciato tutti senza fiato”.

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GolfinG in concert Charles Carozza, Director of Gardagolf Country Club, says: “To celebrate together with our partners the important 25th anniversary, we organized a very special event on Sunday, July 3, 2011: it was an evening full of emotions and memories. The setting was the beautiful terrace and panoramic golf course with live music by the famous Cheryl Porter, a singer who has collaborated with artists such as Luciano Pavarotti, U2's Bono and Katia Ricciarelli. It was an unforgettable birthday celebration. I was deeply touched by the enthusiastic congratulations expressed by the members. We even ended with a ďŹ reworks display that left everyone breathless".

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ITALIAN UNIQUE FOOD EXCELLENCE Feel Rouge is the Ideal Partner for Food Importers, Distributors and Agents to provide qualified Destination with the best Italian food selection ever: Gastronomy and Delicatessen Shops, Restaurants, Catering and Hotels. An original Catalogue of Italian Traditional Recipes and Products: Vegetables in oil and Tomato specialities, Natural sauces, Balsamic Vinegar and Special Dressing, Pastries and Biscuits Jams and Mustards, Wine and… … Many other delicious regional goodies. NOT the usual recipes, nor the same Italian products everyone knows. They are “uncommon” artisan products, for example local vegetables impossible to be found elsewhere, or special recipes that give the ordinary ones a new taste: same fine ingredients but different mix (for example jams prepared from 150% fresh fruit)! Feel Rouge is a Team of esteemed Marketing and Trading consultants specialized in International Exchange: goods, cultures and opportunities. Feel Rouge, based in Italy, is now selecting the Highest Quality Manufacturers and Food Producers, as far as raw materials, careful of safety standards all along the production chains and the maximum respect for the integrity of Food. Feel… Free to ask for any further information: our consultants are at your disposal for every detail, business meetings, proposals and sampling. Contact us: Milan (Italy) www.feelrouge.eu info@feelrouge.eu +39 338 4752670

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di Silvia Arosio traduzioni Alessia Monti

Creare sogni

creating dreams

Elena Sirtori, artista e designer, ha creato una collezione di “oggetti sognanti”, Made in Italy for the World, dedicata alle donne, agli uomini e ai bambini di tutto il mondo. The artist and designer Elena Sirtori has created a collection of “dreamy objects” dedicated to men, women and children all around the world, called Made in Italy for the World.

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IntervIsta a elena sIrtorI

la vIta al servIzIo dell’arte life to the service of art Elena Sirtori, artista e designer. Chi è in realtà Elena? Quando ha scoperto che l'Arte sarebbe stata la sua vita? Sono una donna del mio tempo, che ama Angeli e Madonne, ma poi una creativa pragmatica ed esigente. Credo che l’arte sia nel mio DNA. Da che ho memoria, nella casa e nell’azienda tessile della mia famiglia c’è sempre stato un fermento di persone che facevano arte: stilisti, pittori, architetti, designer, scultori. Sono orgogliosa di avere avuto il privilegio di una scultura fattami dal Maestro Mongini; all’epoca trovavo noiosa stare in posa. Col tempo, ringrazi e capisci il valore delle cose e dei gesti. Mio padre è sempre stato un innovatore pragmatico e mia mamma un’eccellente assemblatrice di cromatismi, ma casalinga per scelta. Di certo sono cresciuta senza sapere cosa significasse la parola noia. Elena, you are an artist and a designer. Tell us more about yourself: when did you realise that art would become your life? I’m a woman of my generation, with a passion for angels and the Virgin Mary as art subjects, as well as being creative, practical and demanding. I think art is part of my DNA. As far as my memories go, my family’s house and textile factory were always buzzing with people working in the arts: fashion designers, painters, architects, industrial designers and sculptors. I feel privileged to possess a sculpture of myself made by Costanzo Mongini. I remember finding posing very boring. But over time one understands the true value of gestures and things and learn to be grateful. My father has always been a pragmatic innovator and my mother a talented colour combiner, though she decided to devote her life to her family. I definitely didn’t have any chance to be bored while I was growing up.

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Una passione per sempre 2010, Tecnica mista – 80x100 cm

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1 - Cuore di latte 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di latte e zafferano – 80x80 cm 2 - I bambini dei Gemelli 2009, Tecnica mista con pietra “agata bianca” – 100x70 cm 3 - Il sole rosa 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di brillantini e aggiunta di oro spray colato a caldo – 80x100 cm 4 - Scarpe con un cuore 2011, Tecnica mista più brillantini, scarpe verniciate con tecnica ad immersione. Pietre: angelo in ametista e Shivalingam – 100x70 cm

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Elena è una creativa a 360 gradi: quali sono i settori dell'arte che tocca? Per me è semplicemente impensabile trovare un settore che non abbia possibilità di essere approcciato: occorre essere umili, ma consapevoli delle proprie capacità. Io amo le sfide. Certamente sono ben consapevole che occorre valutare ogni settore in maniera differente e ponderata. Con quali materiali lavora? La contrapposizione che diventa fusione di materiali in apparenza durissimi e rigidi, metallici, con altri morbidi, malleabili, è la mia ricerca continua; il nostro mondo richiede soluzioni innovative, che possono mantenere e possibilmente accrescere il delicato sistema della Terra: amo utilizzare materiali preziosi e materiali di scarto, farli convivere. L'amore lega tutto quello a cui lei mette mano. In che senso intende il termine “Amore”? Amore significa emozionare: mi affascina il mondo dell’amore, perché appartiene a tutti noi, parlarne diventerebbe impegnativo e risulterebbe piuttosto scontato, preferisco trasferirlo nelle mie creazioni. C’è molto da fare, praticamente parlando: i talenti creativi che mi sono stati donati sono anche al servizio di importanti progetti benefici, ovviamente con serie finalità e questo mi fa stare bene. A quali tipologie di persone si rivolge il suo lavoro? Questa volta un tocco di mistero: la rimando al film “Hollywood Ending”, di quel genio di Woody Allen. La sua risposta alla domanda “a chi è rivolta la pellicola?”, ascolti la risposta, è la mia stessa. Ma ovviamente creare in rosa mi fa pensare alle bambine e in blu a qualcosa di marittimo.

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You are a total creative. What art sectors are you in? For me there is no art sector that is unapproachable: one must always be humble, but aware of one’s skills. I like challenges, always keeping in mind that every sector must be given specific and reasoned consideration. Which materials do you work with? My focus has always been the combination and ultimately fusion of materials that are seemingly very hard, rigid and metallic with soft and plastic ones. The world we live in requires innovative solutions, capable of sustaining and possibly improving the Earth’s delicate system. I love combining precious materials with waste ones, making them coexist in the same work. Love is the common denominator of everything you make. What’s “love” for you? Love means triggering emotions. The world of love fascinates me because it belongs to us all. Talking about it would be difficult and rather predictable, so I prefer to transfer it into my works. From a practical point of view there’s a lot we should do: I also put the creative talent I was given to the service of major charity projects with serious objectives. This makes me feel good. What kind of people is your art designed for? This I am going to leave as a mystery. Watch Hollywood Ending by the genius Woody Allen. He is asked the same question about his movie. Listen to his answer. It’s the same as mine. The only difference, quite obviously, is that pink makes me think of little girls and blue of something connected with the sea.

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Come va incontro alle esigenze dei clienti? Come si unisce la sua fantasia e quella delle persone che ricercano i suoi lavori? Credo all’importanza di ascoltare le persone di capire profondamente e velocemente cosa vogliono. Ogni progetto ha una finalità, ma ancor prima, dietro, c’è un bisogno e ogni individuo è differente: credo che il massimo si raggiunga quando al susseguirsi di mille idee, riesci a mettere “pausa”, farne un riassunto e trovare la maniera, la migliore, di metterlo in pratica. Altrimenti non ha senso. Vogliamo parlare di qualche collezione in particolare? Ci faccia qualche esempio delle sue installazioni... Sono molto legata, in realtà, ad ogni progetto che ho portato avanti e sono realmente tanti, ma potrei citare la messa a punto dei tessuti laminati: quella è stata una meravigliosa sfida, voler applicare il metallo sul lino. Ricordo anche di aver fatto importare da Arequipa un numero imprecisato di piccoli “alpaca” per la collezione delle lane. Poi, l’evento del 50° anniversario della nostra società è stato meraviglioso: organizzare velocemente un evento per più di 500 persone, inventandomi di tutto e mantenendo un alto livello, è stato fantastico e un grande regalo a mio padre, che stimo e ammiro profondamente. Mi piace anche ricordare i primi due quadri esposti alla Galleria Brehova di Praga o la mia istallazione nella sede del Sole 24 Ore, tramite Arte Accessibile. Negli ultimi due anni ho ricevuto veramente molti premi e riconoscimenti; ogni tanto li guardo e mi dico: bravina. Niente di più. Recentemente, è nato il marchio 12 Roses and Bubbles: con quale finalità? Il marchio della 12, come amo chiamarlo io, è nato in un momento molto particolare e un po’ per gioco: volevo avere un marchio che fosse depositato nel mondo, che contenesse la mia “impronta creativa” in toto. Ho brevettato e depositato persino le culle e i letti creati da me, con grandi spese, ma era un sogno che avevo e l’ho fatto. Di certo, questi sono veri e propri oggetti da design e, al di là del lato stupendamente fiabesco e surreale, lo studio dietro l’utilizzo, che deve essere ‘perfetto’, è stato portato avanti con artigiani che praticamente sanno fare un cassetto che scorra magnificamente e possa contenere cose. Mai dimenticarsi della funzione pratica. Su questo non transigo.

61 Cuore ubriaco 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di cera e Vino – 80x80 cm How do you try to meet your client’s needs? How do you combine your imagination with that of people who are interested in your creations? I believe that it’s important to listen to people, to understand quickly and fully what they want. Every project has a purpose, but first of all it responds to a need. We are all different. I think the best result is reached when, after giving consideration to a thousand ideas, you are able to pause for a moment, sum them up in one, and find the most effective way to put it into practice. Otherwise there’s no point. Then let’s talk about your collections. Why don’t you describe to us some of your installations... I care a great deal about each and every project I carried out and there are many. Having said that, I could mention the laminated fabrics: applying metal to linen was an exciting challenge. I also remember arranging the import of several little alpacas from Arequipa for the wool collection. The 50th anniversary celebration of our company was wonderful. I had a short time to organise an event for more than 500 people. I remember using all my ingenuity in order to keep it high profile. The result was fantastic. It was also a special present for my father, for whom I have great admiration. Then there are the first two paintings I exhibited in the Brehova Gallery in Prague and the installation I made at the headquarters of Il Sole 24 Ore in Milan for the contemporary art event Arte Accessibile. Indeed, in the last two years I received many prizes and awards. Once in a while I look at them and think: not bad. But that’s it. Recently you have launched 12 Roses and Bubbles, a new brand. What are its aims? I created 12 Roses and Bubbles at a very particular moment, partly out of a personal desire. I wanted an internationally registered trademark containing my “creativity footprint”. I even patented and registered the cradles and beds I made. It cost me a lot of money, but it was one of my dreams and I fulfilled it. These are genuine design products, fwith a fairy-tale and surreal look, but perfect functionality. They were designed together with a team of craftsmen who are able to make a drawer that you can pull in and out with absolute ease and keep things in. One must never neglect the practical use of things. This is something on which I accept no compromise.

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Photo by Caterina Ylajali Celada

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Piccole imPrese crescono

di Stefano Ruberti traduzioni Gilda Zucolella

Small buSineSSeS grow

Nata dall’esperienza di professionisti del marketing, Feel Rouge aiuta le Microimprese italiane a guardare al di là dei confini nazionali. Perché nell’era della globalizzazione la risposta alla crisi economica passa da molte strade. Come quella dell’internazionalizzazione. Born from the experience of marketing professionals, Feel Rouge helps Italian Microenterprises reach beyond the national borders. In the era of globalization, the answer to the economic crisis passes by many roads, one such road is internationalization.

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Parola d’ordine: internazionalizzazione. Un imperativo che, nell’era della globalizzazione, non tocca solo colossi industriali come Fiat, ma anche le aziende di medie e piccole dimensioni. Comprese quelle piccolissime, le cosiddette Microimprese, spesso costituite dal fondatore (o dai suoi eredi) e da cinque-otto dipendenti sono le realtà più numerose in Italia ma di norma escluse dai servizi di supporto all’export, focalizzati sulle PMI, e troppo spesso auto-emarginate perché – semplicemente – non organizzate per affacciarsi in modo concreto, con i propri prodotti, oltre i confini nazionali. Ci sono poi le Piccole imprese che talvolta si affidano a un “export manager”, una figura commerciale di rilievo che però, di per sé, non rappresenta la soluzione ideale: un export manager, tipicamente, cerca acquirenti e vende prodotti ma raramente conosce la supply chain, le normative fiscali e tributarie dei potenziali mercati d’esportazione, le certificazioni necessarie, né è chiamato a definire la cosiddetta “market access strategy”, così come difficilmente è in grado di cercare partner d’affari muovendosi tra istituzioni, reti d’impresa, consorzi e importatori. Per questo a Milano è nata Feel Rouge, con l’obiettivo di fornire consulenza per sostenere le Micro e le Piccole imprese, a diversi livelli, nell’affrontare i mercati esteri: dagli aspetti normativi a quelli fiscali, dalla contrattualistica alle problematiche commerciali, logistiche e di marketing. Nulla di nuovo dal punto di vista dei servizi, già offerti da Camere di commercio, associazioni di categoria e (poche) società di consulenza private, benché queste siano tradizionalmente orientate a società più strutturate. La vera novità è appunto il target a cui Feel Rouge si rivolge, circoscrivendo il raggio di azione alle Micro e alle Piccole imprese, per focalizzare l’attenzione sui loro bisogni specifici. Che non sono quelli delle PMI, acronimo di per sé generico, usato (e abusato) per semplificare la classificazione delle imprese italiane ma che mette insieme, sotto un’unica sigla, società che impiegano da 15 a più di 200 addetti: realtà completamente diverse a livello di organizzazione interna, strategie di marketing, rapporti con il mercato, accesso al credito e ai finanziamenti pubblici, solo per fare qualche esempio. In particolare, Feel Rouge si rivolge attualmente alle Micro e Piccole imprese del settore agroalimentare, che possano puntare sui mercati internazionali attraverso prodotti fortemente caratterizzati da originalità, tipicità, qualità e tradizione. Vale a dire, in sostanza, i valori fondanti del concetto di “made in Italy”.

The keyword here is internationalization. This is a must that, in the era of globalization, not only touches the industrial giants like Fiat, but also medium and small companies. It includes the smallest, so-called Microenterprises, often formed by the founder (or his heirs) and by 5 to 8 employees. They are, in fact, the majority in Italy, but will normally be excluded from export support services that, for the most part, focus their attention on SMEs. Furthermore, too often they are self-marginalized because - simply – they are not organized in a concrete way to bring their products across national borders. In addition, there are the small businesses that sometimes rely on an "export manager", a major business figure in the company. By itself this is not the ideal solution: an export manager, typically, finds buyers and sells products, but rarely knows the supply chain, tax laws and tax of potential export markets, or the necessary certifications. Rarely, he is called to define the so-called "market access strategy" and it is unlikely that he is able to search for business partners by moving about between institutions, networks of companies, consortium and importers. Feel Rouge was formed in Milan with the aim to support micro and small enterprises in dealing with foreign markets: from regulatory issues to tax issues, from commercial contracts to the problems of logistics and marketing. This is nothing new in terms of services that are already offered by chambers of commerce, trade associations and (few) private consultants, although these are traditionally oriented toward societies that have already have structure in place. The real difference in the purpose of Feel Rouge is that it has narrowed its range of action to the micro and small enterprises, concentrating its attention on their specific needs. Their needs are not those of SMEs, which is a generic acronym, used (and abused) to simplify the classification of Italian firms, and which brings together, under one group, businesses that employ from 15 to more than 200 employees: these represent completely different realities at the level of internal organization, marketing strategies, market relations and access to credit and public funding, just to name a few. At this particular time, Feel Rouge has turned to Micro and Small Enterprises in the agro-food sector, to direct them toward the international markets through products that are strongly characterized by originality, authenticity, quality and tradition; that is to say, in essence, the core values of the concept of "Made in Italy".

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IntervIsta a valerIa Bodanza

nIente speculazIonI, sIamo serI No speculatioN, we are serious

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“Non occorre essere economisti per rendersi conto del fatto che stiamo attraversando una crisi non passeggera ma strutturale, in cui entrano in gioco fattori micro e macroeconomici, finanziari, politici e culturali, e per capire che le strategie più efficaci per affrontarla poggiano sui fondamentali: qualità di prodotto e di processo, serietà gestionale, conti economici sostenibili in termini di controllo dei costi e proiezioni, flessibilità”. È una buona dose di realismo quella con cui Valeria Bodanza, titolare della Feel Rouge con alle spalle oltre un decennio da libera professionista nel marketing e nella comunicazione integrata, risponde alla domanda un po’ scontata: l’internazionalizzazione può essere, per le Microimprese, una delle possibili risposte alla crisi economica? “Non saprei: le Microimprese italiane sono oltre un milione e mezzo e non credo esista una risposta indistintamente valida. Di certo – prosegue – la nostra proposta è interessante perché è seria: non ci sono azzardi né speculazioni, si valorizza il lavoro sui fondamentali, come la qualità del prodotto e della lavorazione, la tradizione e la serietà. Non offriamo business milionari ma piccole operazioni che tuttavia il piccolo produttore, da solo, non sarebbe in grado di condurre per mancanza di tempo, di struttura, perché sa tutto di mercati locali ma non abbastanza di mercati esteri, o infine perché anche la semplice partecipazione a una fiera, se gestita in autonomia, richiede un investimento economico oneroso che diventa invece sostenibile se condiviso. È la logica, vincente quando si è piccoli, delle reti d’impresa”. Come è organizzata Feel Rouge? “Attualmente è un gruppo di lavoro formato da tre persone, che si costituirà come Società a Responsabilità Limitata (ci auguriamo che tra gli incentivi allo sviluppo siano previste semplificazioni non circoscritte agli under 35!). Accanto a me, un senior marketing che gestisce i contatti con i potenziali clienti e un marketing più giovane che si occupa della parte operativa, dall’organizzazione delle fiere alla logistica”. Perché avete scelto di dedicarvi al settore agroalimentare? “Un po’ per attitudine professionale: provengo da una famiglia di ristoratori con un’importante tradizione enogastronomica. E poi per questioni squisitamente di marketing: è uno dei settori merceologici del made in Italy che meglio resistono alla crisi e mostrano il maggiore potenziale nei confronti dei mercati esteri. Un’alternativa potrebbe essere il manifatturiero: non escludo che ce ne occuperemo in futuro”.

"You do not need to be an economist to realize that we are facing a crisis that is not temporary, but structural. We are dealing with factors that are micro and macro economic, financial, political and cultural. The most effective strategies to deal with the crisis are based on the fundamentals: quality of products and processes, reliable management, sustainability in terms of cost control and projections, and flexibility." It is with a good dose of realism that Valeria Bodanza, owner of Feel Rouge, with more than a decade of freelance marketing and corporate communication, answers to the somewhat obvious question: could the internationalization be, for the Microenterprises, one of the possible responses to the economic crisis? "I do not know: there are over one million and a half Italian Microenterprises, and I do not think there is a standard response for all of them. Of course” - she continues – “our proposal is interesting because it is serious: there are no hazards or speculation. It boosts up the fundamentals, such as product quality and workmanship, tradition and professionalism. We do not offer millions, but, instead, small operations. The small producer, due to lack of time, structure, or because he knows everything about the local markets, but not enough of foreign markets, would not be able to manage on his own. Lastly, because even the mere participation in a fair, if operated independently, requires a financial investment that becomes rather expensive, yet sustainable, if shared.” This is a valid reasoning of business network and a winning one for small businesses. How is Feel Rouge organized? "Feel Rouge, which consists of three people, will be established as a limited liability company. Besides me, there is a senior marketing manager that handles the contacts with potential customers, and a younger marketing manager, in charge of operation, organization of fairs and logistics." Why did you choose to cater to the food industry? "To some extent, I chose it because of my professional background: I come from a family of restaurateurs with an important culinary tradition. Also, I chose it for purely marketing issues: the food industry is one of the sectors of Made in Italy that best withstands the crisis, while showing the greatest potential in markets abroad. An alternative would be the manufacturing sector: there is a possibility that we will look into it the future."

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n. 1 | January-February 2012

Quali sono i mercati verso i quali state puntando l’attenzione? “Abbiamo escluso quelli che presentano un quadro normativo troppo complesso. Come gli Stati Uniti, che apprezzano molto la cultura alimentare italiana ma richiedono certificazioni e controlli economicamente insostenibili per un microproduttore. Per il momento evitiamo anche il Far East, troppo oneroso sul piano del trasporto e della logistica. Al contrario, in ambito europeo, molto interessanti sono Ungheria, Romania, Ucraina, anche come testa di ponte verso la Russia: un’area che mostra – è vero – trend preoccupanti dal punto di vista politico, ma che d’altro canto presenta notevoli potenzialità di business. Ed è molto vicina all’Italia, con tutti i vantaggi che questo comporta in termini di costi di trasporto e tempi di rifornimento”.

On which markets are you focusing your attention? "We excluded those with a regulatory framework that is too complex. The United States, for instance, where Italian food culture is greatly appreciated, requires certifications and inspections that are unsustainable for a micro-producer. Furthermore, we avoid the Far East, which is too costly in terms of transporting and logistics. In contrast, in Europe, Hungary, Romania, Ukraine very interesting are, even as a bridgehead to Russia: an area that shows worrisome trends in terms of politics, but, on the other hand, has considerable business potential. In addition, it is very close to Italy, which presents advantages in terms of transport costs and supply time "

Il vostro primo obiettivo? “Realizzare entro il 2012 almeno due network operativi per partecipare ad altrettante importanti fiere, con l’adesione di almeno una quindicina di aziende, così da arrivare a disporre a fine anno di un catalogo originale composto da una quarantina di referenze di qualità e non comuni, non concorrenziali fra loro e al giusto prezzo”.

What is your first goal? "To create, by 2012, at least two operating networks so that we can participate in many important exhibitions, with the support of at least fifteen companies. To have at our disposal, by the end of the year, a catalog consisting of about forty unique and quality products, which are not competitive with each other and offered at the right price."

la lezIone del salame

Quando si parla di export, i problemi da tenere in considerazione non sono solo di natura legale, logistica e distributiva. “In una mia precedente esperienza con uno dei più importanti salumifici italiani, ricordo che l’export manager lamentava il fatto di non riuscire a imporre il salame sul mercato statunitense, dove al contrario si vendevano benissimo prosciutto crudo, cotto e mortadella. E questo nonostante la qualità del prodotto, accompagnato da tutte le certificazioni richieste negli Usa. Poi ebbero l’idea di metterlo in tubetto e fu così che lo squeezable salami riuscì a conquistare il mercato americano. Come dire: per esportare un prodotto non sono sempre sufficienti la qualità, un brand solido e una buona distribuzione ma occorre una localizzazione integrata a più livelli, in questo caso un intervento sul packaging rispettoso di una diversa modalità di consumo.”

the lesson of the sausage When it comes to exports, the issues to consider can be outside the legal, logistics and distribution sphere. "In my previous experience with one of the most important Italian producers of salami, I remember that the export manager complained of not being able to introduce the salami on the U.S. market, where cured and cooked ham and Bologna sausage sold very well. He encountered this issue despite the quality of the product, which had received all of the required certifications in the U.S. However, eventually, they had the idea of putting the salami in a tube. This was how the squeezable salami conquered the American market. In other words, quality, a strong brand, and a good distribution are not always sufficient to export a product. It requires an integrated localization of the product at multiple levels, in this case, an intervention on the packaging, which respects a different mode of consumption."

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n. 1 | January 2012

una cantina di qualità

di Stefano Ruberti traduzioni Alessia Monti

In the wIne cellar, qualIty Is the wInner

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Da oltre cent’anni l’azienda della famiglia Pellegrini distribuisce alcuni fra i migliori vini e distillati della produzione nazionale ed estera. E nel 2011 il fatturato cresce ancora, nonostante la crisi. Il segreto? Puntare sulla qualità di prodotti e fornitori e investire nell’innovazione. Pellegrini Ltd is a family-run company which has been distributing some of the finest Italian and international wines and spirits for over a century. In 2011, its turnover is still growing, in spite of the crisis. What is its strategy? It focuses on high-quality products and suppliers, and invests in innovation.

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

Parola d’ordine: qualità. Quella che contraddistingue la miglior produzione vinicola italiana (e non solo) e che da oltre un secolo ispira l’attività di distribuzione della famiglia Pellegrini. Era infatti la fine dell’Ottocento quando Pietro Pellegrini, bisnonno degli attuali titolari, iniziò a vendere vino nella sua osteria ai piedi del castello di Cisano Bergamasco, a una ventina di chilometri da Bergamo (e a una trentina da Milano). Qualche anno più tardi, nel 1904, fu costruita quella che ancora oggi è la sede dell’azienda, una casa dotata di cantine per lo stoccaggio dei vini sfusi, cui seguì l’inizio della distribuzione all’ingrosso in Lombardia. Quality, the key word of the best Italian and international wine production, is the guiding principle that has inspired Pellegrini Ltd for over a century. Pietro Pellegrini – the current owners’ great grandfather – started selling wine in his tavern located at the foot of the castle of Cisano Bergamasco (20 km from Bergamo and 30 km from Milan) in the late 19th century. Some years later, in 1904, the firm’s current base was built: a house equipped with wine cellars to store wine on tap, which paved the way for wholesale distribution in Lombardy.

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n. 1 | January-February 2012

Negli anni ’50 Angelo Pellegrini, figlio di Pietro, aprì a Sava (Taranto) una filiale dell’azienda e iniziò a occuparsi anche della vinificazione di vini pugliesi con l’aiuto dei figli Gian Pietro ed Emanuele. Nel 1962 l’attività vitivinicola e olivicola viene ulteriormente sviluppata con l’acquisizione di un’azienda agricola a Montelupo Fiorentino (Firenze) e la costruzione di una nuova cantina, dando vita alla Fattoria di Petrognano, azienda vinicola produttrice di vini dalla forte tradizione toscana. Oggi la Pellegrini SpA ha una dimensione, relativa ai locali coperti, intorno ai 4mila metri quadrati, dieci collaboratori fissi in azienda e più di 110 collaboratori commerciali esterni; l’attività è specializzata nella distribuzione e commercializzazione di vini e distillati di alta qualità, con un catalogo che propone in esclusiva le etichette di oltre 80 aziende vitivinicole italiane ed estere con offerte riservate al canale Ho.re.ca e super Ho.re.ca che vanno dai vini rossi e bianchi, ai distillati e agli champagne.

In the 1950s, Angelo Pellegrini – Pietro’s son – opened a branch in Sava, near Taranto (Apulia), where he started producing wines characteristic of the region with his sons Gian Pietro and Emanuele. In 1962, the acquisition of a farm in Montelupo Fiorentino, near Florence, and the building of a new wine cellar, allowed the further development of vine and olive growing as well as wine production. This led to the establishment of a winery in Petrognano, where traditional Tuscan wines are made. Today, Pellegrini Ltd’s indoor premises cover 4,000 square meters, and its staff is made up of ten in-house permanent employees and more than 110 sales representatives. The firm specialises in the distribution and marketing of highquality wines and spirits, offering a selection of more than 80 Italian and international fine wine labels. The hotel and catering industry can benefit from special offers ranging from red and white wines to spirits and sparkling wines.

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

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n. 1 | January-February 2012

Le bottiglie commercializzate sono poco meno di un milione all’anno per un fatturato che dovrebbe raggiungere nel 2011 i 7 milioni di euro rispetto ai 6,5 milioni del 2010. Nei locali di Cisano Bergamasco l’attuale generazione dei Pellegrini porta avanti la tradizione familiare con un occhio costante all’innovazione: così, accanto agli antichi vasi vinari (oggi non più utilizzati) e alla scala che porta ancora i segni dei barili che un tempo vi venivano fatti scivolare, troviamo il modernissimo magazzino climatizzato a 18 gradi destinato allo stoccaggio dei vini in attesa di trovare collocazione ideale all’interno delle cantine sotterranee. Anche se a suscitare vera emozione fra gli intenditori è la zona in cui vengono conservate le ultime bottiglie di etichette che non saranno più messe in vendita: veri pezzi da collezione ormai introvabili.

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Total sales account for almost a million bottles a year, with an expected turnover of €7 million in 2011, against €6.5 million in 2010. In the premises of Cisano Bergamasco, the Pellegrini family carries on their ancestors’ traditions with a special focus on innovation. So, next to the antique wine pots – no longer in use – and the stairs that still show the marks left by the barrels which were rolled down them, we find a really modern storage room. Inside, the temperature is kept at 18° C (64.4° Fahrenheit). Wines are kept here until they are stored in the underground cellars in ideal conditions. But what fascinates wine connoisseurs most is the area where the last not-for-sale bottles are kept. These are collectors' items that are now impossible to find on the market.

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n. 1 | gennaio 2012

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n. 1 | January-February 2012

IntervIsta a PIetro PellegrInI

InsIeme Per battere la crIsI TogeTher To defeaT The crisis “Non solo i prodotti: anche le persone e il progetto sono fondamentali, per noi, nella scelta delle etichette da distribuire in esclusiva. Per persone intendo la proprietà dell’azienda che deve seguire direttamente tutte le fasi di produzione, dalla vigna alla cantina, e deve avere come attività principale, se non unica, la produzione di vini (o distillati) di qualità. È altrettanto essenziale che il produttore sia estremamente convinto della distribuzione come strumento di vendita per i suoi prodotti. Importante è anche che l’azienda da distribuire abbia un progetto ‘vero’ e a lungo termine, rispettoso dell’ambiente nella conduzione dei vigneti e il più sano e naturale possibile nelle scelte di cantina. Non solo: i prodotti devono essere espressione della filosofia del produttore e della terra d’origine”. Così Pietro Pellegrini, presidente della Pellegrini SpA, spiega i motivi del successo della sua azienda in un mercato sempre più selettivo. Quali sono i prodotti più richiesti? Parlando di vini, sicuramente gli spumanti. Le ‘bollicine’ si bevono tutto l’anno, non più solo nelle occasioni speciali, in occasione di festeggiamenti e in particolari periodi. E non solo al momento dell’aperitivo o a fine pasto, ma anche per accompagnare i cibi. Fra i distillati, i più richiesti sono gli invecchiati, più ricchi, complessi e variegati, soprattutto rum con un discreto ritorno del whisky di malto scozzese. Chi sono i vostri clienti? Ci rivolgiamo essenzialmente al mercato nazionale Ho.re.ca e super Ho.re.ca, tra i nostri clienti troviamo soprattutto operatori appassionati della media, medio-alta e alta ristorazione, delle enoteche e delle mescite di vini di qualità. Non mancano inoltre distributori specializzati locali.

“When we choose which products we want to sell, we give great importance not only to their features, but also to our staff and mission. Our staff check directly every production step, from the vineyard to the cellar. Our mission is to produce high-quality wines and spirits. We firmly believe that wholesale distribution is the best way for us to market them. Furthermore, we have a long-term business plan. We think it is essential to manage our vineyards in a sustainable way and to apply procedures that are as natural and healthy as possible. Every product must reflect the philosophy of the producer and the tradition of the region it comes from. This is the strategy that has enabled us to succeed in an increasingly selective market”. What are the most requested products? If we refer to wines, definitely sparkling wines. Nowadays people drink sparkling wines all year round, not only for special occasions or celebrations as they used to. Besides, sparkling wines now accompany meals, whereas not a long ago they were reserved for aperitifs or desserts. The most requested spirits are the aged ones, which offer a variety of rich and complex tastes. The top of the list is rum. Scotch is regaining some popularity . Who are your clients? Mainly the businesses which are members of Ho.re.ca and super Ho.re.ca (the Italian trade association of the hotel and catering industry and its luxury version). They are either companies providing medium, medium-high or high quality catering, or premium wine shops and bars. We sell to local specialised distributors too.

L’attuale momento di crisi si sta facendo sentire anche nel vostro settore? È normale che sia così, le crisi determinano sempre un calo dei consumi. Tutti i nostri clienti, salvo rare eccezioni, lamentano di lavorare di meno. Questa situazione, però, in parte ci favorisce perché il nostro ruolo di servizio diventa ancora più importante: dal distributore si possono fare acquisti di diversi prodotti senza appesantire le scorte, in quantità limitate. Sottolineo che noi vendiamo a prezzo azienda, cioè allo stesso prezzo dei produttori, quindi i nostri clienti non pagano di più i prodotti, anzi molto spesso i distributori dimostrano di essere più ‘elastici’ dei produttori stessi.

Is the current economic crisis affecting the industry? Yes. It’s logical: crises always cause a decline in consumption. Almost all our clients report a decrease in their business. However, we could say that in a way we benefit from this situation: wholesale distribution means that a client can buy limited amounts of different products, without building up excessive stocks. I would like to point out that we sell our products at the same price as producers. Our clients would not pay more than if they were to go directly to producers. Very often distributors have an even more flexible approach to price.

Quali sono, sulla base della vostra esperienza, le strategie per reagire alla crisi? I distributori italiani con la D maiuscola non sono tanti e quando si è in pochi è più facile pensare di interagire, anche e soprattutto con lo scopo di reagire a questa crisi. Qualcosa è in atto, ma per il momento non posso dire altro.

Considering your company’s experience, what are the strategies to cope with this crisis? There are only a few big Italian wine distributors. This makes it easier for us to interact, particularly in response to the downturn. We are reacting to it, but for the moment I can’t give you any details.

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

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il Giro del mondo in 80 etichette

A journey Around the world through 80 wine lAbels

Fra vini e distillati, il catalogo dei prodotti distribuiti da Pellegrini spazia per quattro continenti. Partendo dalle eccellenze della produzione italiana: sono rappresentate quasi tutte le regioni, selezionate sempre secondo il criterio della qualità. Fra le etichette rappresentate si segnalano Quintodecimo, azienda campana nata nel 2001 e gestita da Luigi e Laura Moio (vedi le foto in queste pagine); Paitin che, nel cuore delle Langhe, produce il Barbaresco Sorì, un grande rosso complesso e corposo; Ronco Calino dalla Franciacorta, che offre un Franciacorta Brut Satèn dal perlage finissimo; mentre Le Vigne di San Pietro (Verona) si segnala per l'Amarone Classico, vino importante da meditazione ma ideale anche con carni arrosto e formaggi stagionati. E per gli amanti dei bianchi, da non perdere il siciliano Giglio Bianco da uve Insolia e Grillo prodotto dalla Masseria del Feudo di Caltanissetta. The Pellegrini Ltd’s wine and spirit list covers 4 continents. First, it offers a selection of excellent Italian wines, which are chosen depending on their quality from almost all the Italian regions. Among the selected wineries, we find: Quintodecimo, which is located in Campania and has been run by Luigi and Laura Moio since 2001(see pictures); Paitin, which is based in the Langhe area (Piedmont) and makes the Barbaresco Sorì, a complex full-bodied red wine; Ronco Calino dalla Franciacorta, which produces Franciacorta Brut Satèn, a softly bubbly wine; Le Vigne di San Pietro, in the province of Verona, which is famous for its Amarone Classico, a “meditation wine” that matches perfectly with roast meats and aged cheeses; and Masseria del Feudo di Caltanissetta. White wine lovers should make sure they taste its Giglio Bianco, made from the Sicilian insolia and grillo grape varieties.

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Da oltre vent’anni Linea Verde realizza piante artificiali di altissima qualità, che diventano veri componenti di arredo grazie ai vasi disegnati dai più grandi designer mondiali per la biellese Serralunga. Per questo hotel di lusso, showroom e set cinematografici le preferiscono a quelle naturali. For more than twenty years, Linea Verde has been making high-quality artificial plants that become real furniture pieces thanks to the vases that the best designers in the world create for the company Serralunga, in Biella. That’s why luxury hotels, showrooms and movie sets prefer them to real plants.

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Photo by Caterina Ylajali Celada

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di Stefano Ruberti traduzioni Alessia Monti

Veramente falso

A reAl fAke

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Certo, magari non sarà necessario essere esperti in botanica. Di certo, però, solo un occhio attento può distinguere da una pianta vera un prodotto artificiale realizzato da Linea Verde, piccola azienda di Erba (CO) nata nel 2000 proprio con l'intento di offrire composizioni di altissimo livello, veri e propri “falsi d'autore” lontani anni luce da quelli che siamo abituati a vedere in vendita (e a riconoscere a un primo sguardo) nei centri commerciali. A portare avanti l'attività sono un gruppo di persone con diversi anni di esperienza nel settore: sui tronchi realizzati in materiali naturali, selezionati e trattati, viene assemblato il fogliame artificiale realizzato artigianalmente con materiali di qualità. I clienti sono per lo più grandi hotel, ristoranti, showroom, sedi di banche e uffici, ma non mancano i privati che desiderano arredare le proprie abitazioni con piante pressoché uguali a quelle vere, ma che non richiedono le stesse (impegnative) cure. Anche perché, da qualche anno a questa parte, Linea Verde non si limita a realizzare piante artificiali “ospitate” in vasi generici: dal 2003 è stata infatti avviata una collaborazione con Serralunga, storica azienda biellese – nata nel 1825 come conceria e successivamente evolutasi nella lavorazione prima del cuoio e poi della plastica – leader nella produzione di vasi, arredi e lampade in materiale plastico, disegnati da alcuni dei più importanti esponenti del design internazionale. Qualche nome? Basta citare “mostri sacri” come Ron Arad, Philippe Starck, Aldo Cibic, Sottsass Associati, Karim Rashid... Forte di questa partnership, Linea Verde lavora così a stretto contatto con architetti e aziende di arredamento per far fronte alle più disparate esigenze di arredo dei propri clienti in tutta Italia e non solo. Perché, se un tempo il vaso era un semplice accessorio, oggi è un vero e proprio componente d'arredo, da armonizzare e valorizzare nel contesto in cui viene collocato.

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Maybe not all of us are botany experts, but for sure only a watchful eye can spot the difference between a real plant and an artificial one produced by Linea Verde. Linea Verde is a small firm located in Erba (Como, Italy) which was set up in 2000; its purpose is to offer high-level plant arrangements and perfect fakes, extremely different from the ones we are used to see (and recognize at a single glance) in shopping centers. The company is made up of a group of people with many years of experience in the field. The artificial leaves, crafted from high-quality materials, are assembled on the trunks, made of natural materials that have previously been selected and processed. The main customers are hotels, restaurants, showrooms, bank branches and offices, along with individuals who want to furnish their houses with plants that look exactly like real ones, but don’t require the same care. Also, in the last few years, Linea Verde hasn’t just been making artificial plants for any kind of vase: in fact, in 2003, it started a collaboration with Serralunga, a historic firm set in Biella. When it was founded, in 1825, Serralunga was a tannery; it later started to process at first leather, and then plastic. It is a leader in the production of plastic vases, furniture and lamps, designed by some of the most important international designers. Any examples? It should be enough to name some big shots like Ron Arad, Philippe Starck, Aldo Cibic, Sottsass Associati, Karim Rashid…and many more. Thanks to this partnership, Linea Verde works closely with architects and other furniture companies to respond to any need of its Italian and foreign customers. Because even if in the past vases were just accessories, today they’re real furniture pieces that must be shown off and connected to their surroundings.

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IntervIsta a DanIele CesatI

Il “maDe In Italy” Che non teme la ConCorrenza The “made in iTaly” doesn’T fear compeTiTion “Ho iniziato a occuparmi di piante artificiali in maniera del tutto casuale quando, nei primi anni Ottanta, iniziai a lavorare in un'azienda milanese che trattava questo tipo di prodotti. Successivamente, dopo un 'intermezzo' in cui ho fatto l'agente per varie società, ho deciso di aprire una mia attività chiamando accanto a me alcune persone che pure lavoravano da diversi anni in questo settore”. Daniele Cesati (titolare) spiega così l'idea di dare vita a una produzione tanto particolare, quella di piante artificiali di alta qualità destinate a un mercato di nicchia ma di alto profilo. “Da allora – aggiunge – le difficoltà sono state molte, perché non è facile fare impresa in Italia, ma allo stesso tempo sono state numerose anche le soddisfazioni”.

“I began to deal with artificial plants by chance, in the early ‘80s, when I started working for a firm in Milan that traded this kind of products. Later on, after working as an agent for different companies, I decided to set up my own business with some people that had years of experience in the field». That’s how Daniele Cesati, the owner of Linea Verde, explains his idea of starting such a special production: highquality artificial plants for a high-profile niche market. «Since then – he adds – we faced many difficulties, because it’s not easy to run a business in Italy, but at the same time, we were really satisfied”.

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n. 1 | gennaio-febbraio 2012

Oggi risentite della crisi che ha colpito i mercati internazionali un po' a tutti i livelli? Sicuramente. Non occupandoci della produzione di beni primari abbiamo inevitabilmente risentito della crisi: pur rivolgendoci a una clientela di alto livello, il taglio dei costi operato da molte aziende si ripercuote a catena anche sulla nostra attività. Come avete reagito a questa situazione? Da un lato abbiamo cercato di rispondere al maggior numero di richieste, sia proponendo nuove linee di prodotto sia differenziando l’attività con l’introduzione della possibilità di noleggiare le nostre realizzazioni. Dall’altro abbiamo contenuto al massimo i prezzi. Temete la concorrenza dei mercati in via di sviluppo? No. Il nostro è un prodotto molto particolare, che viene realizzato su misura per il cliente, quindi non può risentire di questo tipo di concorrenza. Anche a livello nazionale, peraltro, sono davvero in pochi a operare al nostro livello. Insomma, il vostro è un settore in cui “made in Italy” vuol dire davvero qualcosa... È così: anche quando ci serviamo di materiali provenienti dall’estero, la produzione e l’assemblaggio dei nostri prodotti vengono eseguiti nella nostra azienda con la cura e il gusto tipicamente italiani. E poi nella realizzazione di componenti di arredo utilizziamo solo prodotti esclusivi made in Italy come quelli di Serralunga.

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Today, are you affected by the crisis that hit the international markets? For sure. Since we don’t produce essential goods, we were inevitably affected by the crisis. Even if we deal with high-level customers, many companies are cutting the costs and this also rebounds on our business. How did you react? On the one hand, we tried to respond to as many demands as possible, proposing new product lines and differentiating our activity, giving the opportunity to borrow our products. On the other hand we held down prices as much as we could. Do you fear the competition of developing markets? No. Our products are unique and customized, so they can’t be affected by this kind of competition. Moreover, even in Italy very few companies can reach our level. So, yours is a field in which “made in Italy” really means something… Exactly. Even when we buy materials abroad, our products are created and assembled in our firm, according to the typical Italian care and taste. Moreover, to design our furniture pieces we only use exclusive “made in Italy” products, like the ones by Serralunga.

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piante Finte per vere Fiction Se è vero che, per un attore, sentirsi dire che “recita come un tronco d'albero” non è proprio un complimento, è pur vero che ci sono tronchi, quelli delle piante artificiali prodotte da Linea Verde, che sono stati protagonisti di serie televisive di successo come “Don Matteo” e “Un medico in famiglia” per la Rai o “Distretto di Polizia” e la storica “Casa Vianello”, con gli indimenticabili Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, per Mediaset. Non solo: le realizzazioni dell'azienda di Erba fanno la loro comparsa anche in diversi spot pubblicitari in programmazione sulle reti televisive nazionali.

Fake plants For real tv series Telling an actor that he’s as expressive as a tree trunk is not exactly a compliment; however, some trunks, the ones of the Linea Verde plants, had a role in many successful Italian TV series. For example “Don Matteo” and “Un medico in famiglia” on the Rai channels, or, on the Mediaset channels, “Distretto di polizia” and the historic “Casa Vianello”, with the unforgettable Raimondo Vianello and Sandra Mondaini. But there’s more: the Linea Verde arrangements are also visible in many commercials on the national TV channels.

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Deodati

Prisco parrucchieri

Viale Bezzi 5 • 20146 Milano • g_gparrucchieri@hotmail.it • 02-4699688


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I suoi 3.000 clienti, i suoi fornitori, il centinaio di persone che compongono la forza lavoro: sono le tre componenti che hanno portato Montecolino, attraverso quattro decenni di crescita, a diventare un punto di riferimento a livello europeo nel settore di competenza. Un traguardo raggiunto puntando sempre sull’innovazione e sulla qualità della produzione e del servizio, con un occhio di riguardo per il tema dell’impatto ambientale. 3,000 customers, one hundred employees and their suppliers are the three key factors that have led Montecolino through four decades of growth and made it a point of reference at European level in its field of competence – a target achieved while always focusing on production and service quality, innovation, and a special attention to the environment.

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I vettorI dello svIluppo di Mauro Murero traduzioni Alessia Monti

Development Drivers

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Ai vertici del mercato continentale nel campo della produzione di pavimentazioni, rivestimenti e materiali tessili per uso industriale e residenziale, Montecolino è in grado di fare quello che solo le grandi aziende possono vantare: far parlare la storia… e far parlare i numeri. Per la prima vi rimandiamo all’intervista all’Amministratore Delegato Nico Fontana, che illustra alcune delle tappe principali di un cammino che ha preso il via nel 1971 (quando Carlo Fontana, padre di Nico e dell’attuale Presidente Luca Fontana, individuò proprio a Montecolino il luogo idoneo per avviare una nuova attività produttiva) e che, dunque, ha già portato l’azienda ad attraversare quattro decenni; per i secondi sono eloquenti, per cominciare, quelli che definiscono la ‘carta d’identità’ dell’azienda all’inizio del secondo decennio del secolo. Allo stato attuale, infatti, Montecolino può vantare una struttura di 54.000 metri quadri su un area di 120.000, con un potenziale produttivo di oltre 15 milioni di metri quadri e oltre 3.000 clienti, considerati dall’azienda – insieme ai fornitori e, ovviamente, al centinaio di persone che compongono la forza lavoro – come un vettore di sviluppo fondamentale. La composizione della clientela è decisamente variegata: si va dalla grande distribuzione ai piccoli dettaglianti, dai posatori di pavimenti agli allestitori fieristici, dalle agenzie pubblicitarie agli architetti, dalle industrie calzaturiere ai cantieri navali e, ancora, dai garden center ai tappezzieri. La collezione di pavimenti e rivestimenti è particolarmente ampia: siamo nell’ordine dei 250 articoli, tra i quali spiccano moquette, tappeti, erbe sintetiche, tessuti e stampe personalizzate. Nel magazzino dell’azienda, lo stock di sicurezza oscilla tra 1 e 1,5 milioni di metri quadri di prodotti finiti, tra i 500.000 e i 700.000 metri quadri di prodotti semilavorati e, in materie prime, l’equivalente necessario per produrre 500.000 metri quadri di pavimenti.

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At the top of the European market in the production of flooring, wall-covering and textile materials for both industrial and residential usage, Montecolino is able to do what only leading firms can boast: make history and figures speak for themselves. As regards history, we report here an interview with Managing Director Nico Fontana. He set out some of the main steps of a four-decade activity dating back to 1971, when Carlo Fontana – Nico and current President Luca Fontana’s father – found in Montecolino the ideal place to start his business. As for the figures, they account for Montecolino’s success in the 21st century. Indeed, Montecolino currently boasts a 54,000 square meter structure, based on a 120,000 square meter area, and a potential output amounting to 15 million square meters. It has more than 3,000 customers, a major development driver, along with its suppliers and its roughly one hundred employees. The customer base is extremely varied, ranging from wholesalers to small retailers, from floor-layers to equipment providers for trade fairs, as well as advertising agencies, architects, footwear businesses, shipyards, garden centers and decorators. The floor and carpeting collection is particularly vast, including some 250 high-quality items, among which fitted carpets, rugs, artificial grass, fabrics and personalised prints. In the firm’s warehouse, the safety stock covers between 1 and 1.5 million square meters of end products, 500,000-700,000 square meters of semi-processed products and an amount of raw materials such as to produce 500,000 square meters of floors.

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In linea con una vision strategica di base che l’ha sempre portata a concepire ogni singola fase dell’attività – dalla progettazione alla produzione e alla vendita – sempre all’insegna della qualità, l’azienda di Provaglio d’Iseo non si è impegnata solo sul fronte dello sviluppo di nuove tecnologie e di prodotti particolarmente innovativi, ma anche su quello dei servizi: lo hanno confermato, nel corso del tempo, la creazione e il progressivo consolidamento dei reparti di taglio a misura, di orlatura, di gommatura e di personalizzazione tramite stampa. The firm, based in Provaglio d’Iseo (Lombardy), relies on a quality-oriented strategic vision for its whole operational process, from design to production and selling. The business is committed to developing new technologies for highly innovative products and services alike. It offers customised services, such as cutting to size, hemming, rubberising and personalised printing.

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Lo stesso Nico Fontana, con una definizione forse inusuale ma sicuramente esaustiva e idonea a descrivere il peculiare posizionamento di Montecolino, parla esplicitamente di “una via di mezzo tra la fabbrica, ovvero il ‘normale’ sito produttivo, e… il supermercato della moquette”: una definizione non certo sminuente ma, al contrario, una conferma della volontà di avere sempre i prodotti pronti in magazzino e della conseguente disponibilità a soddisfare le specifiche esigenze ‘personali’ di ogni singolo cliente. Così come è varia la composizione della clientela, lo è anche il novero delle modalità d’impiego dei prodotti: si va dall’allestimento di fiere, eventi e manifestazioni al ‘contract’ (hotel, uffici, negozi e cantieristica), dalla casa all’outdoor (è il caso delle erbe sintetiche, decorative e da giardinaggio), dalle personalizzazioni a fini pubblicitari allo sport e all’utilizzo in ambito industriale.

Nico Fontana himself gives an unusual, but certainly exhaustive definition to explain the firm’s unconventional nature. He explicitly defines it as “a halfway point between a factory, thus a traditional production site, and… a carpeting supermarket”. His description confirms Montecolino’s vast offer and availability of products, and its willingness to satisfy any specific need of each and every customer. The products’ uses are as diversified as the customers, ranging from trade fairs, events and exhibitions to contracted services for hotels, offices, shops and shipyards, but also sports activities and advertising. Products are suitable for private and industrial usage, both indoor and outdoor, as in the case of artificial, ornamental and gardening grass.

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IntervIsta a nIco Fontana, a.D. DI MontecolIno

tecnologIa ‘creatIva’

In un settore in cui la capacità innovativa ha una valenza prioritaria, l’azienda di Provaglio d’Iseo è anche riuscita a progettare e sviluppare nelle proprie officine macchinari che nessun altro competitor ha oggi a disposizione.

Possiamo ripercorrere le prime pagine di questa storia che dura ormai da quarant’anni? La storia della nostra azienda ha preso il via nel 1971, quando mio padre Carlo Fontana, insieme a un imprenditore belga intenzionato a insediarsi in Italia, individuò proprio in un preesistente stabilimento di Montecolino (il nome deriva dall’omonimo promontorio sul lago d’Iseo), poi rilevato dalla famiglia Bettoni, il luogo adatto per avviare una nuova attività di produzione. Se la storia parte comunque da quell’anno non è solo perché esso coincide con l’entrata in scena della mia famiglia, ma anche perché da quel momento la svolta data all’attività produttiva dello stabilimento è stata radicale, a cominciare da una vision sempre più ampia e sempre meno circoscritta al solo mercato locale. Oltre a mettere le basi per quella che sarebbe poi diventata la più variegata offerta – in ambito europeo – nel campo dei pavimenti e rivestimenti, si iniziò subito a incrementare le vendite oltre confine, con particolare riferimento al mercato francese e a quello iraniano; fu un’autentica rivoluzione e ancora oggi il mercato internazionale (Spagna e Francia in primis) incide sul nostro giro d’affari complessivo con una quota compresa fra il 15% e il 20%. Grazie alla loro mentalità imprenditoriale, Carlo Fontana e il suo socio belga – dal quale mio padre acquisì successivamente il pacchetto azionario di controllo – estesero da uno a tre i turni di lavoro, per ottimizzare lo sfruttamento degli impianti, e già nel 1976, resisi conto che in quel sito non c’era spazio per un ulteriore sviluppo, optarono per l’acquisto di terreni nel vicino comune di Provaglio d’Iseo, dove venne edificato – mantenendo invariata la ragione sociale dell’azienda – il nuovo stabilimento.

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IntervIew wIth nIco Fontana, ceo oF MontecolIno

‘creatIve’ technology

In a field where innovation is a top priority, the firm based in Provaglio d’Iseo has managed to design and develop in its plant exclusive machinery that no other competitor can boast

How would you retrace the first steps of this 40-year success story? Our firm was set up in 1971, when Carlo Fontana, my father, and a Belgian entrepreneur willing to move to Italy found the ideal place to start a new business in a pre-existing plant in Montecolino (whose name comes from the promontory overlooking Lake Iseo), subsequently taken over by the Bettoni family. The firm’s story starts from there, not only because 1971 coincides with my family’s entering into business, but also because from then on the production activity changed radically. We adopted a wider vision, going beyond the local market. We laid the ground for the most varied flooring and carpeting production in Europe, and immediately started to increase foreign sales, especially on the French and Iranian markets. It was a real revolution, and today the international market still accounts for 15-20% of our total sales, with Spain and France being the biggest share. Carlo Fontana and his Belgian partner – from whom my father acquired the majority shareholding later on – had a far-sighted entrepreneurial mindset. They extended the work shifts from one to three, to maximise the plant’s operation, and soon realised that more room was needed for further developments. In 1976, they bought more land in the neighbouring municipality of Provaglio d’Iseo, where the new plant was built under the same corporate name.

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Quattro decenni vissuti anche e soprattutto all’insegna dell’innovazione, fattore determinante per uno sviluppo costante e su certi livelli… La parola ‘innovazione’ è sempre stata vitale, per un’azienda che ha una grande capacità di adattamento all’evoluzione dei gusti e dei mercati. Per inciso, se si pensa che la moquette sia un prodotto in crisi, non in grado di ripetere le performance registrate dagli anni settanta in poi, si sbaglia: fortunatamente, le destinazioni d’uso di questa tipologia di prodotti continuano a non mancare. Basti pensare che siamo nell’ordine dei 10 milioni di metri quadri prodotti ogni anno: una quantità significativa, in un mercato che nel corso degli anni si è evoluto o comunque modificato. Poco meno di una decina di anni fa c’è stato un altro importante momento di svolta: partendo dal presupposto che il vero, grande patrimonio dell’azienda era rappresentato da un lato dai suoi clienti e dall’altro dalla solidità e dal know-how progressivamente acquisiti e maturati, abbiamo deciso di ampliare ulteriormente la gamma d’offerta inserendovi prodotti che fino a quel momento, per mancanza di macchinari adeguati e di competenze specifiche, non avevamo proposto. Abbiamo dunque affiancato alla nostra gamma abituale altri prodotti che abbiamo reperito sul mercato, attraverso collaborazioni e accordi finalizzati a far sì che i nostri partner li realizzassero per noi in esclusiva. Tale scelta non è assolutamente andata a discapito dei nostri prodotti: non ne abbiamo cercati di nuovi o di economici per sostituire quelli vecchi bensì per integrarli, facendo in modo che i primi supportassero l’andamento dei secondi e viceversa.

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Anche in un settore apparentemente molto ‘tecnico’ come quello in cui operate, la creatività italiana ha comunque il suo peso rilevante… Certamente: per quanto concerne, ad esempio, i suddetti articoli ‘aggiuntivi’ non ci limitiamo a comprarli e rivenderli tout court, ma li lavoriamo e li commercializzamo ‘su misura’ in funzione delle specifiche necessità e dei bisogni effettivi dei clienti. Lo dimostrano, fra gli altri, anche i prodotti personalizzati con la stampa, da quella serigrafica a quella a getto d’inchiostro e a quella digitale: pure su questo fronte siamo riusciti a creare un autentico valore aggiunto. Inoltre, il fatto di essere nati e di esserci sviluppati in una zona non tessile ha fatto sì che… la necessità aguzzasse l’ingegno: abbiamo sempre potuto contare su un reparto produttivo talmente all’avanguardia che, nel corso degli anni, i nostri tecnici si sono anche ‘inventati’ alcuni macchinari che non esistevano e che oggi, avendoli costruiti e sviluppati nelle nostre officine, siamo gli unici a poter utilizzare. Proprio nel caso specifico della stampa, ad esempio, possiamo sfruttare una macchina da noi elaborata e che… non ha fratelli gemelli in giro per il mondo! Anche il green deve essere considerato una componente importante della ‘quotidianità’ aziendale? Il rispetto dell’impatto abientale è un elemento molto importante del ciclo produttivo. Non mi è mai piaciuto sentire i responsabili di un’impresa, di qualunque settore, definirsi ‘benefattori’ perché hanno tale elemento come priorità assoluta. Se siamo imprenditori, è ovvio che l’obiettivo primario deve essere sempre quello di ottenere risultati e di massimizzare i profitti: se poi si è in grado di perseguire e raggiungere questo traguardo anche prestando la dovuta attenzione alla sostenibilità ambientale… si è ancora più bravi. Nel nostro caso specifico, mixare fra loro lo sviluppo, la capacità innovativa e la tutela ambientale è sicuramente un punto fermo della filosofia operativa. Nel 2010, ad esempio, abbiamo eseguito un’analisi di efficienza energetica degli impianti produttivi, finalizzata a far emergere i punti in cui si poteva intervenire per attuare un’ulteriore riduzione dei consumi. Risalgono invece al 2011 l’entrata in funzione di un impianto fotovoltaico di 255.99

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Your firm has always focused on innovation, a major development driver for a constant and high-level growth. “Innovation” has always been a key word for a business with a great capacity to adapt according to changing tastes and markets. By the way, those who think that the demand for carpeting is declining and unable to match the performances recorded from the 1970s on are wrong. Fortunately, this kind of product is still largely used for a variety of purposes. Our production is in the order of 10 million square meters a year, a considerable amount in a market that has evolved and changed throughout the years. Less than 10 years ago, the firm underwent another major turning point. We decided to further expand our offer with new products that we hadn’t previously proposed – because of lack of adequate machinery and specific skills – starting from the assumption that the firm’s greatest asset was its customers, its soundness and its gradually acquired expertise. Therefore, we enhanced our traditional offer by including new products exclusively manufactured for us by our partners through cooperation agreements. This decision didn’t damage our products in the least. We didn’t mean to find new or cheaper products in order to replace the existing ones, but rather to complement them, so that they could mutually reinforce their performances on the market. Although your sector is apparently extremely technical, Italian creativity plays an important role. Of course. As for the additional products, for example, we don’t merely buy and sell them. We shape and market them according to the specific needs of every single customer, as proved by products personalised through inkjet, digital or screen printing. Even in this field we created a real added value. Moreover, as we started and developed our business in a non-textile area, we had to sharpen our wits. We have always counted on such a cutting-edge shop floor that our technicians were even able to “invent” some machinery. Because we designed and built it anew, it belongs exclusively to our firm. As regards printing, for example, we ourselves developed a machine that has absolutely no equal. Is attention to the environment another important component in your firm’s daily activities? Respect for the environment is an essential part of the production cycle. It always annoyed me to hear business leaders, of any sector, calling themselves “benefactors” because they see it as a top priority. Of course, an entrepreneur’s main goal is to get good results and maximise profits, but if you manage to achieve this target while caring about environmental sustainability you are even better. In our case, combining development, innovation and environmental care is certainly at the core of our way of thinking. In 2010, for example, we carried out an energy efficiency analysis to detect where interventions were needed to cut energy waste. In 2011 we installed a 255.99 kWp photovoltaic plant and allocated €100,000 for energy-saving plans. In general terms, respect for the environment is well rooted in all of our daily activities. Our products are designed to be as light as possible without affecting their effectiveness, in order to use fewer raw materials and cut energy costs. Besides, let me remind you, half-jokingly, that the colour green appears on our corporate logo, and that “eco” stands in the middle of the word Montecolino…

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kWp e uno stanziamento di 100.000 euro, a loro volta destinati al risparmio energetico. In generale, comunque, il tema è ben presente in tutta l’attività quotidiana, visto che i nostri prodotti spiccano anche per una leggerezza che, senza intaccarne le capacità di prestazione, consente di utlizzare meno materia prima e di ridurre i costi energetici. E poi, tra il serio e il faceto, posso anche ricordare che il colore verde compare nel logo aziendale e che al centro della parola Montecolino ci sono le tre lettere ‘eco’… Il 2011 non è stato solo l’anno dell’entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico, ma anche quello della celebrazione di una ricorrenza importante… Oggettivamente, 40 anni sono un bel traguardo. Per festeggiare degnamente l’anniversario abbiamo organizzato, alla fine di giugno, un grande evento che si è protratto per tre giorni e che ha coinvolto tutte le parti interessate: dai clienti ai fornitori (li abbiamo sempre ritenuti entrambi un vettore di sviluppo fondamentale, come dimostra la volontà di privilegiare il rapporto sistematico rispetto alle collaborazioni estemporanee e ‘mordi e fuggi’), dalla stampa alla nostra straordinaria forza lavoro, senza la quale i risultati ottenuti in questi quattro decenni non sarebbero stati possibili. Abbiamo dunque aperto a tutti le porte dello stabilimento di Provaglio d’Iseo, allestendo un apposito ‘palcoscenico’ per mostrare collezioni e fotografie, proiettare video e, in sostanza, ripercorrere le fasi salienti della storia dell’azienda, dei suoi prodotti e anche dei valori che abbiamo inteso trasmettere in questo lungo periodo, un periodo che ci ha visti assumere e consolidare il ruolo di punto di riferimento nello scenario europeo del nostro settore. L’ultima delle tre giornate abbiamo voluto dedicarla interamente al centinaio di dipendenti dell’azienda e alle loro famiglie: ripeto, senza l’impegno che ognuno di essi ha costantemente profuso nel corso del tempo, certi obiettivi sarebbero stati inevitabilmente preclusi. L’espressione ‘grande famiglia’, quando viene utilizzata per definire un’azienda, può sembrare enfatica e retorica: nel caso di Montecolino, ci è sinceramente sembrato che ogni dipendente abbia sempre ritenuto un motivo di orgoglio personale far fare bella figura al ‘nucleo familiare’ in cui lavorava. E questo vale sia per chi è con noi praticamente da sempre (ed è stato doverosamente premiato in occasione dell’evento celebrativo), sia per chi collabora con l’azienda da poco tempo ma ha già messo sul piatto altrettanta intensità in termini di serietà e competenza professionale, di passione, di ‘senso di appartenenza’.

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In 2011 not only did you install the photovoltaic plant, but you also celebrated an important anniversary… 40 years is undoubtedly a great achievement. At the end of June we organised a big three-day event to properly celebrate our anniversary. We involved all the parties concerned: from our customers to our suppliers – both an essential development driver, as proved by our preference for steady relations rather than provisional cooperation –, from the press to our outstanding staff, without whom the results we achieved in these 40 years would not have been possible. We welcomed them in our plant in Provaglio d’Iseo, where we set up a stage to show collections, photos and videos. We retraced the most important steps of the firm’s history, its products and the values we wanted to convey during this period. It is a long success story indeed, during which we acquired and consolidated our role as a point of reference at European level in this field. We decided to dedicate the third and last day entirely to our employees and their families. As I said, without their unwavering commitment throughout the years, some of the goals we set would have been unattainable. Using the expression “big family” to define a firm can sound exaggerated and pretentious. In the case of Montecolino, though, we really felt that every employee took pride in contributing to the success of this “family”. This holds true for both our long-standing employees – who were appropriately rewarded during our celebrations – and for the newcomers, who nonetheless are already showing their reliability, professionalism, enthusiasm and a sense of belonging.

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rinGraziamenti | speCial thanks TRE MARIE InTERnATIonAL GoLF hoLDInG REGIonE LoMBARDIA LAnCIA TISETTAnTA EquEnT CoMMunICATIon CASE A BERLIno nECESSoRI G&G FEEL RouGE LILT SECRETARY.IT –– FRAM DIGITAL ASSET MAnAGEMEnT SERVICE P.R.T. MILAno

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