Stile Italiano - n. 0

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n. 1 | January 2012

Editoriale Quando più di vent’anni fa cominciai a lavorare nelle redazioni e nelle case editrici, non avrei mai immaginato di trovarmi ora a scrivere il mio primo editoriale, frutto di un progetto pensato più di tre anni fa. Stile Italiano Magazine nasce soprattutto dalla consapevolezza che le aziende sono il cuore di quest’Italia maltrattata e sottovalutata. Ma anche con la consapevolezza che le aziende non sono numeri, sono persone. Persone che con il lavoro, l’intuito, la caparbietà e la tenacia realizzano ogni giorno i loro prodotti tramutando l’idea in oggetto, la necessità in servizio. L’Italia è fatta di Persone (con la P maiuscola) che ogni giorno si svegliano ed escono di casa con la voglia di far vedere al mondo cosa riescono a “fare”. Non è un caso che la testata si chiami proprio Stile Italiano - The Italian Made Magazine. Perché questo vuole essere uno spazio dedicato a chi ogni giorno “fà”. A loro quindi la parola e i “fatti”. Appuntamento a gennaio con il primo numero dedicato alla Lombardia. When more than twenty years ago I started working in newsrooms and publishing houses, I never imagined to find myself now to write my first editorial, the result of a project conceived more than three years ago. Italian Style Magazine comes mainly from the knowledge that businesses are the heart of this Italy mistreated and underappreciated. But even with the knowledge that companies are not numbers, they are people. People with work, intuition, perseverance and tenacity realize their products every day transforming the concept at issue, the need to service. Italy is made up of people (with a capital P) that every day you wake up and leave home with the desire to show the world what they can "do". It is no coincidence that the head is called its Italian Style - The Italian Made Magazine. Because this is supposed to be a space dedicated to those who every day "makes". To them and then the word "facts". See you in January with the first issue dedicated to Lombardy.

Stefania Gaia Paltrinieri Co-founder MA-ST Media & Publishing S.A.S.

Contatti | Get in touCh redazione@stileitalianomagazine.it info@ma-st.net web www.stileitalianomagazine.it www-ma-st.net rinGraziamenti | speCial thanks Un grazie a tutti coloro che sono presenti su questo numero. Credits Direttore Responsabile: Stefania Gaia Paltrinieri | Comunicazione, Pubblicità e PR: Manuela Barbara Lattuada | Collaboratori: Mauro Murero, Stefano Ruberti, Silvia Arosio | Traduttori: Gilda Zucolella, Alessia Monti | Art director e Progetto: Stefania Gaia Paltrinieri | Servizi fotografici: Caterina Ylajali Celada | Responsabile del trattamento dati: Manuela Barbara Lattuada | Amministrazione/Traffico: | Stampa: FRAM, Milano Consegna materiale 20 gg prima del mese di copertina Direzione - Amministrazione - Redazione - Pubblicità MA-ST Media & Publishing S.a.s. di Manuela Lattuada e C. | Viale Fulvio Testi 80, 20125 Milano e-mail: info@ma-st.net – Sito: www.ma-st.net La testata è registrata presso il Tribunale di Milano, n° 000/00.00.00 - MA-ST Media & Publishing S.a.s. di Manuela Lattuada e C. è iscritta nel Registro Nazionale della Stampa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Servizio dell’Editoria, Divisione X - Legge 5/8/1981 n. 416, Art. 11 con il N° 00000 Vol. 00 - Foglio 0000 in data 00/00/00. È inoltre iscritta al ROC n. 0000. Tutti i diritti sono riservati.

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n. 1 | Gennaio 2012

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sommario Summary 06 Incontro tra due epoche (Grand Hotel et de Milan) An encounter between two eras 21 Creare sogni (12, Roses and Bubbles) Creating dreams 30 Parola d’ordine: innovazione (B&B Italia) Password: innovation 44 Veramente falso (Linea Verde) Truly false 58 I vettori dello sviluppo (Montecolino) Carriers of the development 72 L’oro (bianco) di Napoli (Pasta Garofalo) The gold (white) of Naples 72 Una cantina di qualità (Pellegrini) A wine of quality 92 Antonio Lupi Design 94 Ballarini Paolo & Figli SpA

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Da un lato tutti i comfort di un albergo di lusso a cinque stelle in una grande metropoli come Milano; dall’altro il fascino immortale di un secolo e mezzo di storia. Nel cuore del capoluogo lombardo c’è un luogo in cui questo connubio, apparentemente impossibile, diventa realtà: è il Grand Hotel et de Milan. On the one hand all the comforts of a luxury five-star hotel in a big city like Milan, on the other hand the immortal charm of a century and a half of history. In the heart of Milan there is a place where this union, seemingly impossible, becomes reality: it is the Grand Hotel et de Milan.

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Photo by Caterina Ylajali Celada

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Incontro tra due epoche

di Mauro Murero traduzioni Gilda Zucolella

EncountEr bEtwEEn two Eras

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n. 1 | gennaio 2012

Qual è il filo conduttore che lega fra loro personalità come Giuseppe Verdi e Gabriele d’Annunzio, Renato Guttuso e Giorgio de Chirico, Enrico Caruso e Vittorio De Sica? Premesso che l’elenco potrebbe continuare a lungo (ad esempio con i nomi di Maria Callas e Giorgio Strehler o di Rudolph Nureyev e Ernest Hemingway), c’è una risposta che salta subito all’occhio: sono stati tutti degli autentici mostri sacri nei rispettivi ambiti di competenza e anche dopo la loro scomparsa hanno lasciato al mondo - come solo chi è realmente ‘immortale’ sa fare - l’eterna memoria della loro arte. Ma di trait d’union ce n’è anche un altro: per periodi più o meno lunghi della loro vita hanno tutti soggiornato a Milano, nello storico palazzo di via Manzoni 29 in cui, da quasi un secolo e mezzo, ha sede il Grand Hotel et de Milan. Un soggiorno che non poteva non essere a sua volta immortalato: ancora oggi una parte degli storici appartamenti dell’hotel porta il nome di un illustre ospite del passato, consentendo anche ai clienti del ventunesimo secolo di soggiornare, ad esempio, nella stessa camera in cui Giuseppe Verdi lavorò alla composizione dell’Otello e del Falstaff e dove addirittura concluse la sua esistenza, dopo avervi trascorso gli ultimi trent’anni della sua vita. What is the thread that connects personalities like Giuseppe Verdi and Gabriele D’Annunzio, Renato Guttuso and Giorgio de Chirico, Enrico Caruso and Vittorio De Sica? Given the list could go on (for example with the names of Maria Callas and Giorgio Strehler or Rudolf Nureyev and Ernest Hemingway), an answer is immediately evident: they were all true sacred superstars in their respective area of competence and even after their disappearance, they have left to the world – as only those who are truly ‘immortal’ can – the eternal memory of their art, whether is was expressed in music or painting, in dance or literature, cinema or theater. However there is another link between them: for shorter or longer periods of their lives all of them have stayed in Milan, in the historical building in Via Manzoni 29 which, for nearly a century and half, is the home of the Grand Hotel et de Milan. Visits that have been immortalized: still today a part of the historical apartments are named after an illustrious guest of the past, allowing clients of the twenty-first century to stay, for example, in the same room in which Giuseppe Verdi worked on the composition of Othello and Falstaff, and even where he concluded his life, after spending – alternating living in the city and his home in the country – the last thirty years of his life.

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Del resto, la storia del Grand Hotel et de Milan non è meno gloriosa di quella dei suoi celebri ospiti. Basti pensare che, dal punto di vista anagrafico, l’hotel è più giovane dell’Italia di soli ventisei mesi: l’anniversario del primo secolo e mezzo di vita ricorrerà nel maggio 2013, poco più di due anni dopo quel 17 marzo 2011 che ha rappresentato l’epicentro delle recenti celebrazioni per i 150 anni dell’Unità nazionale. Certo, dal 23 maggio del 1863, quando fu portato a compimento il progetto affidato all’architetto Andrea Pizzala (già noto per aver ‘firmato’ altre importanti opere nel cuore del capoluogo lombardo, ad esempio la realizzazione della Galleria de Cristoforis), tanta acqua è passata sotto i ponti… e tanti ospiti nelle camere dell’hotel, che oggi, contando anche le suite e le junior suite, sono un centinaio. Fin dai primi anni le ridotte dimensioni dell’‘Albergo di Milano’ – era questa la denominazione originale della struttura – vennero progressivamente aumentate e a meno di vent’anni dall’inaugurazione era già stato aggiunto un ulteriore piano; il tutto in sintonia con la dichiarata volontà di rendere l’hotel idoneo ‘ai bisogni e ai comodi richiesti dal progresso’, come recitava un sintetico ma esaustivo annuncio pubblicitario dell’epoca! Moreover, the history of the Grand Hotel et de Milan is no less glorious than that of its famous guests. Suffice it to say that from the records, the hotel is younger than Italy by only twenty-six months: the anniversary of the first century and a half of its life will recur in May 2013, just over two years after the historical March seventeenth of 2011 which has been the epicenter of the recent celebrations for the 150th anniversary of the National Unity. Of course, from May twenty-third 1863, when the project was completed by architect Andrea Pizzala, (already known for having 'signed' other major works in the heart of Milan, for example the construction of the Galleria de Cristoforis), a lot of water has passed under the bridge ... and many guests in those hotel rooms that now, counting also the suites and junior suites number one hundred. Since the beginning, the small size of the Hotel of Milan - this was the original name of the structure - was gradually increased and less than twenty years after its inauguration a further floor had been added, all in harmony with the declared desire to make the hotel suitable 'to the needs and comfort required by progress', as was declared in a brief but comprehensive advertisement of the time!

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Il lusso degli arredi, l’ecletticità dello stile e la collocazione nel centro storico di Milano, in una via celebre e valorizzata fin dai tempi dell’età romana, contribuirono immediatamente a farne un punto di riferimento per il ‘bel mondo’ che risiedeva in città o che amava frequentarla. Verso la fine del XIX secolo, sotto la gestione di Giuseppe Spatz (suocero del compositore Umberto Giordano, uno dei primi nomi nella lunghissima lista degli ospiti famosi), il suo sviluppo e la sua notorietà furono ulteriormente accentuati dalla capacità di essere l’unico grande albergo della città a mettere a disposizione dei clienti un servizio postale e telegrafico. Non a caso, proprio in quel periodo la pluricitata ‘lista’ degli ospiti illustri si arricchì ulteriormente con i nomi dell’Imperatore del Brasile Dom Pedro II e della consorte, l’Imperatrice Teresa Cristina di Borbone. Anche nel Novecento, ovviamente, non mancano né i nomi prestigiosi né una serie di tappe fondamentali nella storia dell’albergo, che per certi versi è anche quella della città in cui esso sorge: tale storia, ad esempio, si è sempre intersecata con quella del vicinissimo Teatro alla Scala, considerato in ogni angolo del mondo uno dei massimi simboli della metropoli meneghina (e, anzi, una scheggia della stessa bomba che danneggiò il Teatro durante la guerra colpì proprio il Grand Hotel et de Milan, a testimoniare un destino comune… nella buona e nella cattiva sorte!). È datata 1931 la realizzazione di un grande progetto di rinnovamento radicale, sfociato anche nella possibilità di offrire servizi oggi ritenuti ‘scontati’ ma che ottanta anni fa erano decisamente innovativi, come l’apertura dell’American Bar e l’introduzione dell’acqua corrente e della linea telefonica in tutte le camere.

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The elegance of the furnishings, the versatility of the style and location in the historical center of Milan, in a famous and appreciated street since the days of the Roman age, contributed immediately to make it a point of reference for the 'beautiful world' for those who resided in the city or loved to be part of it. Towards the end of the nineteenth century, under the management of Joseph Spatz (father in law of the composer Umberto Giordano, one of the first names in the long list of famous guests), its development and its good reputation was further enhanced by it being the only large hotel in the city to provide customers with postal service and telegraph: an ' added value' particularly useful for the business and diplomatic world. Not surprisingly, at that time, the already mentioned 'list' of celebrities was further enriched with the names of the Brazilian Emperor Dom Pedro II and his consort, the Empress Teresa Cristina of Bourbon. Even in the twentieth century, of course, there is neither lack of prestigious names - those mentioned in the opening are only a representation – or of a series of milestones in the history of the hotel, which in some ways are the same of the city in which it arises: its history, for example, has always intersected with that of the nearby Theater la Scala, in every corner of the world considered one of the greatest symbols of the Milanese city (and, indeed, a sliver of the same bomb that damaged the theater during the war struck also Grand Hotel et de Milan, to witness a common destiny ... in good times and bad!). The year 1931 saw the construction of a major project of radical renovation, resulting in the possibility of offering services now deemed as ‘ordinary' but that eighty years ago were quite innovative, such as the opening of the American Bar and the introduction of running water and telephone lines in all rooms.

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n. 1 | gennaio 2012

Qualche anno dopo, la tragedia della seconda guerra mondiale lascia segni indelebili anche nel cuore di Milano: l’hotel paga un pesante tributo ai bombardamenti e viene anche requisito dall’esercito americano. Ma un altro ‘grande nome’ entra nella sua storia: è quello dell’architetto Giovanni Muzio, autorevole esponente dello ‘stile Novecento’ (a titolo di esempio è a lui che si deve, sempre a Milano, il progetto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore). Risorgere dalle macerie reali e metaforiche di un simile evento non è certamente facile: ci si riesce con un’intensa trasformazione a livello strutturale e di impiantistica, che restituisce al Grand Hotel et de Milan il suo splendore esteriore e ne conserva un prestigio che, da tempo, aveva ormai assunto dimensioni sovranazionali. Analogamente a quanto era avvenuto nell’Ottocento, anche nei vari decenni del ventesimo secolo… non ci si ferma. A cavallo fra gli anni sessanta e settanta – dopo che ha preso il via la gestione di Manlio Bertazzoni, successivamente affiancato dalla figlia Daniela con suo fratello Gerardo – l’opera di riammodernamento si concentra nella hall e nei grandi e lussuosi saloni dell’hotel: è il preludio a un altro connubio che si aggiunge a quello con il Teatro alla Scala, ossia il legame fra l’albergo di via Manzoni e la moda. Stilisti, fotografi e modelle diventano frequentatori abituali; si organizzano sfilate ed eventi; le camere, i saloni, la hall si adeguano per diversi periodi dell’anno a questa nuova tendenza – non dimentichiamo che gli anni settanta sono quelli del ‘boom’ del prêt-à-porter italiano – e il Grand Hotel et de Milan conosce una delle sue stagioni mondane più floride. All’inizio degli anni novanta la gestione Bertazzoni con la proprietà immobiliare optano per un ulteriore lavoro di ripristino conservativo, particolarmente rilevante per le sue ripercussioni in termini di restauro delle parti momumentali, di migliorie sintoniche con lo sviluppo delle tecnologie e di adeguamenti normativi. Risale a quel periodo anche il ritrovamento di una muraglia romana eretta nel 250 d.C., ai cui resti si può oggi accedere direttamente scendendo nelle “Cave” del Don Carlos, uno dei ristoranti dell’albergo. Tanti anni, tanti sforzi, un solo obiettivo: consentire al cliente del ventunesimo secolo di avere a disposizione tutti i vantaggi concessi dall’inesorabile progresso e dell’era moderna ma, al contempo, di respirare il fascino e il prestigio ‘senza tempo’ di una nobile e lussuosa dimora milanese dell’Ottocento.

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A few years later, the tragedy of the Second World War leaves indelible marks even in the heart of Milan: the hotel pays a high tribute under heavy bombardments and it is also required for use by the U.S. Army. However, another 'big name' enters into its history: it is the architect Giovanni Muzio, a prominent exponent of the 'Twentieth Century-style' (as an example, we owe to him the project of the Catholic University of Sacred Heart, also in Milan). To rise from the real and metaphorical rubble of such an event is certainly not easy: it happens following an intense structural transformation and plant design that brings back to the Grand Hotel et de Milan its external splendor and allows it to retain a prestige that, since time, had grown into supranational scale. Similar to what occurred in the nineteenth century, also in the various decades of the twentieth century ... we continue. Between the sixties and seventies - after Manlius Bertazzoni left the management of the hotel, taken later by his daughter Daniela with her brother Gerardo - the refurbishment work is concentrated in the lobby as well as in the large and luxurious halls of the hotel: it is the prelude to another union since that with the Theatre alla Scala, i.e. the bond (also natural, since we're talking about an industry that has in Milan one of the undisputed world capital) between the hotel in Via Manzoni and the fashion industry. Designers, photographers and models become regulars, parades and events are organized; the rooms, the halls, and the lobby are adjusted for different periods of the year to this new trend - do not forget that the seventies are those of the 'boom' of the Italian prêt–à-porter. The Grand Hotel et de Milan experiences one of its most prosperous social seasons. In the early nineties, the Bertazzoni management with the real estate opt for a more conservative restoration work, particularly relevant because of its impact in terms of restoration of monumental parts, improvements in tune with the development of technologies and regulatory changes. It goes back to this period the discovery of a Roman wall built in 250 AD, that can be reached by going directly down through in the "Cave" of Don Carlos, one of the hotel’s restaurants. Many years, many efforts, only one objective: to allow the customer of the twenty-first century to have all the advantages granted by the inexorable progress and modern era, but at the same time, to breathe the ‘timeless’ charm and prestige of a noble and magnificent house of the nineteenth century Milan.

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n. 1 | January 2012

IntervIsta a danIela BertazzonI

tradIzIone ‘InnovatIva’ 'InnovatIvE' tradItIon Quasi 150 anni di storia, un numero incalcolabile di ospiti illustri: è egualmente possibile citare quelli che più hanno lasciato il segno nella storia del Grand Hotel et de Milan? Visto che, in effetti, il compito è arduo, si possono citare i primi due cui abbiamo intitolato per sempre uno dei nostri appartamenti. Nella vita di Giuseppe Verdi sono innumerevoli gli aneddoti – a volte reali e comprovati, a volte sconfinanti nella ‘leggenda’ – legati al suo soggiorno presso l’albergo. È doveroso ricordare l’episodio della prima dell’Otello al Teatro alla Scala, con il popolo milanese in delirio che staccò i cavalli e trainò a braccia la carrozza che riportava il compositore nella sua camera; quello stesso popolo che quasi tre lustri dopo, nel gennaio del 1901, cosparse di paglia tutta via Manzoni per far sì che il rumore delle carrozze non disturbasse il ‘cigno di Busseto’ nei giorni della malattia che lo accompagnò alla morte, proprio nella stanza che oggi porta il suo nome. Sono forse più conditi di leggenda altri racconti tramandati nel tempo, che lo vedono incapace di accettare sportivamente una sconfitta a carte e anche di resistere alle lusinghe della buona cucina; sembra invece certo il suo carattere sanguigno e un po’ scorbutico, tipico di quella ‘gente della Bassa’ così ben tratteggiata dai racconti di Giovanni Guareschi e in cui mi posso riconoscere personalmente, visto che è anche la terra d’origine della mia famiglia. Merita una menzione, pur essendo decisamente meno famoso, anche il nome dell’imperatore Dom Pedro II di Braganza (oggi ‘titolare’ dell’appartamento 123), che fu ospite dell’albergo nel 1888.

Almost 150 years of history, countless illustrious guests: is it also possible to mention those that have left their mark in the history of the Grand Hotel et de Milan? Because, in fact, the task is difficult, we can mention the first two after whom we have forever named one of our apartments. In the life of Giuseppe Verdi there are countless anecdotes - sometimes real and proven, sometimes straddling into 'legend' - related to his stay at the hotel. We must remember the episode of the opening night of Otello at the Theatre alla Scala, Milan. The people were delirious; they detached the horses and they hauled in their arms the carriage that was bringing back the composer to his room; the same people who almost fifteen years later, in January 1901, covered all of Via Manzoni with straw to ensure that the noise of the carriages did not disturb the 'Swan of Busseto' in the days of the illness that led him to death, right in the room that now bears his name. Perhaps are most seasoned with legend the other tales handed down over time, who see him incapable of accepting defeat in the play of cards or to resist the lure of good food; it seems certain his character, full-blooded and a little 'cranky’, typical of the ‘people of the Plain’ so well outlined in the stories of Giovanni Guareschi. I recognize myself in that, as it is also the land of my family. Also, worth a mention, though decidedly less famous in the history of Italy, the name of Emperor Dom Pedro II of Braganza (now the 'owner' of the apartment 123), who was a guest of the hotel in 1888 and is considered the 'father' of the law on the abolition of slavery in Brazil.

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A un secolo e mezzo di distanza, qual è la tipologia del cliente che può continuare a respirare queste atmosfere… anche a terzo millennio abbondantemente iniziato? È una tipologia molto variegata, che nel corso del tempo si è spesso modificata. Nel passato anche recente, abbiamo sempre avuto moltissimi clienti americani e giapponesi; ora i primi sono ancora numerosi, anche se in modo meno marcato, mentre l’incidenza dei secondi in questo periodo è diventata irrilevante. Lavoriamo invece molto con i clienti russi e, in generale, con i Paesi europei e occidentali. In una fase in cui tutto si evolve, si amalgama e si contamina, anche l’etichetta di ‘albergo della moda’ può essersi ridimensionata ma non è certo stata cancellata; si è sicuramente integrata con l’aumento delle presenze legate al mondo bancario, finanziario e del business in generale. Resta il fatto che il nostro cliente tipo, oggi come in passato, è comunque una persona che ama gli alberghi storici: e da noi può percepire tutto il fascino e il prestigio della storia, con la garanzia di un’autenticità e di una precisa identità che – al contrario di quanto hanno fatto altri grandi alberghi della città, che hanno ‘rinnegato’ le loro origini per indirizzarsi verso nuovi stili che non gli appartenevano – non abbiamo mai voluto tradire. In quest’epoca di innovazioni ‘alla velocità della luce’ la forza della tradizione, anche e soprattutto in un settore come quello del turismo e dell’industria alberghiera, rimane dunque un primario vantaggio competitivo? Sicuramente sì, anche se va precisato che la tradizione va rispettata ma non sfruttata, altrimenti si corre il rischio concreto di cadere nel ‘museale’. È un concetto che teniamo sempre presente durante le opere di rinnovo e di restauro che avviamo periodicamente: conserviamo intatta la gloriosa storia delle camere e dei saloni, ma non andiamo certo a riempirli di damaschi solo perché questi erano tipici dell’Ottocento! L’equilibrio fra il rispetto della storia e della tradizione e la necessità di adeguarsi a un mondo che viaggia ad alta velocità rimane il nostro punto di forza; e, a proposito di guardare avanti, mi fa piacere evidenziare una nota di ottimismo, nel senso che da qualche mese a questa parte ho notato confortanti segnali di ripresa in un settore come il nostro, sicuramente non esentato dal pagare dazio a questi difficili anni che stiamo vivendo. L’auspicio è che non sia un fuoco di paglia, ma un preciso segnale della volontà di ‘ricominciare’ che dovrebbe accomunarci tutti.

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n. 1 | January 2012

A century and a half away, what is the type of customer who can continue to breathe this atmosphere ... as we are already into the third millennium? It is a variegated type, which has also changed often through time. In the recent past we have always had a lot of American and Japanese customers; now the former are more numerous, although less markedly, while the incidence of the second during this time has become irrelevant. Instead we work a lot with Russian clients and, in general, with the European and Western countries. At a time where everything evolves, blends and becomes somehow contaminated, even the label 'fashion hotel' may have to be resized, but surely not deleted, as surely we experience the increase of attendance related to the banking, financial and business in general. The fact remains that our typical customer, today as in the past, is a person who loves historic hotels: and from us one can receive all the charm of history and prestige, with the guarantee of authenticity and a clear identity that - contrary to what other great hotels of the city have done, who have 'disowned' their origins in order to direct their attention toward new styles that do not belong to them - we never wanted to betray. Can the force of tradition remain a major competitive advantage in this age of innovation, and especially in a sector such as the tourism and the hotel industry? Definitely yes, although it should be noted that the tradition should be respected but not exploited, otherwise one runs the real risk of falling into an 'archaic state’. It is a concept that we always keep in mind during the work of renewal and restoration that we begin on a regular basis: to keep intact the glorious history of the bedrooms and halls. We certainly do not fill them with damasks just because they were typical of the nineteenth century! The balance between respect for history and tradition and the need to adapt to a world that runs at high speed is our strength. Looking forward, I am pleased to highlight a note of optimism in the sense that, for some months now, I have noticed encouraging signs of recovery in our sector, one certainly not exempt from the challenges of these difficult years in which we live. The hope is that it is not just a flash in the pan, but also a clear sign of the will to 'start again' that should unite all.

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n. 1 | gennaio 2012

arrIva daglI statI unItI la maggIor parte deI vIsItatorI che prIvIlegIano Il grand hotel et de mIlan. Il loro numero supera anche quello deI clIentI ItalIanI, mentre è In calo la tradIzIonale presenza deI gIapponesI

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la scoperta dI mIlano Il grande Alberto Sordi, vecchio amico rimasto sempre nel cuore di Daniela Bertazzoni, ha incentrato più di un film (si pensi a ‘Un italiano in America’) sul rapporto fra il Bel Paese e gli Stati Uniti. Gli farebbe probabilmente piacere sapere che sono proprio a ‘stelle e strisce’ i bagagli della maggior parte dei viaggiatori stranieri che quando soggiornano nel capoluogo lombardo, per affari o per diporto, scelgono di pernottare Grand Hotel et de Milan. Lo stereotipo del turista giapponese, che nell’immaginario collettivo è quello che invade i centri storici delle grandi metropoli armato di macchine e videocamere digitali di ultima generazione, si è invece ridimensionato, “soprattutto”, sottolinea Daniela Bertazzoni, “nei mesi successivi al doppio dramma – che non poteva non lasciare il segno – dello tsunami e dell’incidente alla centrale nucelare di Fukushima”. Tali indicazioni emergono dal confronto fra l’andamento dei primi tre trimestri del 2011 e quello del corrispondente periodo dell’anno precedente: un confronto che, per inciso, evidenzia per l’anno in corso un incremento del numero di camere occupate e, dunque, del giro d’affari correlato a una voce primaria quale è il cosiddetto ‘reparto notte’. Sul fronte delle presenze per nazionalità i dati forniti dalla direzione amministrativa dell’hotel rivelano, come detto, che il mercato principale è quello statunitense: da esso proviene più di un visitatore su cinque (22,76%). Anche i clienti italiani rappresentano ovviamente una fascia di utenza importante: la loro quota d’incidenza sul numero totale di visitatori è del 13,66%. Alle spalle dei clienti ‘di casa’ si collocano quelli russi: sono poco meno di uno su dieci (9,17%), in sintonia con il costante aumento (il fenomeno non è nuovo, visto che ha preso il via poco dopo la caduta dell’ex Unione Sovietica, ma appare sempre più accentuato) del numero di businessman e imprenditori che rappresentano la nuova classe dirigente nazionale. È buono anche il tasso d’incidenza del Regno Unito (7,79%), mentre in relazione ad altri mercati importanti le quote sono più contenute: è il caso della Francia (3,10%) e del Brasile (2,99%). Il Giappone va doverosamente citato, se non altro per la sua rilevanza storica, ma il dato – come detto in precedenza – non è eclatante: il Paese del Sol Levante è stato rappresentato solo dal 2,75% dei visitatori. Per quanto concerne le presenze totali, va premesso che il Grand Hotel et de Milan dispone complessivamente di 95 camere, 23 delle quali sono suite e junior suite: il totale è dunque di 25.935 camere disponibili (il dato si ottiene moltiplicando il numero delle stanze per 273, ovvero il numero dei giorni compresi fra il 1° gennaio e il 30 settembre). Chiarito questo, l’aumento del numero di camere vendute sfiora l’8%, visto che si passa dalle 14.072 del gennaio/settembre del 2010 alle 15.192 di quest’anno, per una percentuale di occupazione delle camere stesse salita dal 54,26% al 58,58%; il numero di presenze clienti è in crescita di oltre 10 punti (da 20.933 a 23.159, sempre nei due suddetti periodi). L’incidenza di tutto questo sul giro d’affari non è ovviamente di poco conto: il fatturato del reparto notte registra a sua volta un incremento a doppia cifra.

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most of the vIsItors who prefer the grand hotel et de mIlan arrIve from the unIted states. theIr numBer exceeds even that of ItalIan customers, whIle the tradItIonal presence of the Japanese has Been declInIng.

the dIscovery of mIlan The great Alberto Sordi, an old friend that has remained always in the heart of Daniela Bertazzoni, based more than one movie (think of ‘An Italian in America’) on the relationship between the Beautiful Country and the United States. It would probably please him to know that it is precisely ‘Stars and Stripes’ the luggage of the majority of the foreign travelers that, when passing by the capital of Lombardy, for business or pleasure, choose to spend the night at the Grand Hotel et de Milan. The stereotypical Japanese tourist, the one that in the collective imagination invades the historical centers of large cities equipped with the latest digital cameras, is shifting, especially, underlies Daniela Bertazzoni, “in the months that followed the double drama – which could not but leave its mark – of the tsunami and the accident at the nuclear power plant of Fukushima”. These indications emerge from the comparison between the performance of the first three quarters of 2011 and that of the corresponding period of the preceding year: a comparison which, incidentally, shows for the current year an increase in the number of rooms occupied and, therefore, that of the turnover related to a primary budget heading, the so called ‘sleeping area’. In terms of presence by nationality, data provided by the administrative direction of the hotel reveals, as mentioned, that the main market is the USA: from it comes more than one visitor in five (22.76%). Italian customers, also, represent obviously an important range of users: the incidence of their impact on the total number of visitors is 13.66%. Behind the customers “from home”, there are the Russian: just under one in ten (9.17%), in line with the steady increase (this phenomenon is not new, since it began shortly after the fall of the former Soviet Union, but it seems to become more marked) of the number of businessman and entrepreneurs who represent the new national leadership. It is also good the incidence rate of the United Kingdom (7.79%) while in relation to other important markets the quotas are smaller: it is the case of France (3.10%) and of Brazil (2.99%). Japan is duly mentioned, if only for its historical relevance, but the data – as previously remarked- is not striking: the Land of the Rising Sun was represented by only 2.75% of visitors. With regards to the total attendance, it should be pointed out that the Grand Hotel et de Milan has a total of 95 rooms, of which 23 are suites and junior suites: the total is therefore 25,935 rooms available (the figure is obtained by multiplying the number of rooms by 273, or the number of days between January 1st and September 30th). Having clarified this, the increase in the number of rooms sold is nearly 8%, as we move from 14, 072 in January/September 2010 to 15,192 of this year, for a room occupancy rate increase from 54.26% to 58.58%. The number of client’s attendance has risen by over 10 points (from 20.933 to 23.159, in the mentioned two periods). The impact of this turnover is obviously not trivial: the sales proceeds of the department ‘sleeping area’ register consequently as double digits increase.

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quella volta che… Per Daniela Bertazzoni ricordare aneddoti che hanno visto protagonisti alcuni degli illustri ospiti dell’hotel crea il classico ‘imbarazzo della scelta’, visto l’infinito elenco di personalità che hanno frequentato lo storico palazzo di via Manzoni. Non esita però a parlare con particolare stima di Clio Napolitano, “una donna semplice… pur essendo ‘semplicemente’ la moglie del Presidente della Repubblica Italiana! Una donna che in un’occasione in cui doveva venire a Milano ma il marito, per impegni istituzionali, non poteva accompagnarla, non esitò a prendere un treno da sola e a presentarsi nella hall chiedendo se c’era una camera per lei. Quando le facemmo notare che non era opportuno che viaggiasse senza scorta, ci rispose con la massima naturalezza: ‘io con la scorta? Ma io non sono nessuno!’”. È stata indubbiamente singolare la richiesta – regolarmente esaudita - dell’attore Giorgio Albertazzi, che smentisce la tesi in base alla quale il mondo del teatro è ricco di superstizioni: “frequentava l’albergo già da anni”, ricorda Daniela Bertazzoni, “e un giorno mi disse che voleva avere la soddisfazione di entrare ‘da vivo’ in una camera che portasse il suo nome. Ci pensammo un po’, poi decidemmo di accontentarlo: la sua è tuttora l’unica camera dell’albergo (e non credo ci siano molti esempi simili anche al di fuori del nostro hotel…) chiamata con il nome di una celebrità di cui si sa soltanto la data di nascita…”. I ricordi sono tanti, la parola chiave è una sola: “semplicità, ossia la capacità di essere anche nel privato quello che si è di fronte alle platee di ogni genere. Una dote che ha contribuito, ad esempio, alla grandezza di Alberto Sordi; e fra chi l’ha ereditata posso citare Roberto Benigni, tra l’altro persona spiritosissima e dotata di un grande senso dell’umorismo. Quest’ultima precisazione non è affatto scontata: posso garantire che, fuori dalla scena, molti grandi comici della storia si sono invece distinti per la loro scontrosità!”.

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the tIme ...… For Daniela Bertazzoni, to remember some anecdotes that saw as protagonists some of the great guests of the hotel, it creates the classic ‘spoiled for choice’, considering the long list of personalities that have attended the historic building on Via Manzoni. She does not hesitate, however, to speak with particular esteem of Clio Napolitano, “a simple woman…even if she was ‘only’ the wife of the President! A woman that on a particular occasion, when she had to come to Milan, but her husband could not accompany her for institutional commitments, did not hesitate to take the train by herself and then showed up in the lobby asking if there was a room available. When we pointed out that it was not appropriate to travel unescorted she replied quite naturally: “I with an escort? But I am nobody!” It was certainly a peculiar request – properly granted – that of Giorgio Albertazzi, who denies the thesis on the basis that the world of theatre is filled with superstitions: “he had already been a frequenter of the Hotel for years” recalls Daniela Bertazzoni, “and one day said that he would have liked the satisfaction of entering‘ while alive’ in a room bearing his name. We thought a bit about it, then we decided to please him: still now his room is the only one in the hotel (and I don’t think there are many similar examples, even outside our hotel…) called after a celebrity of whom we only have his date of birth. The memories are many, the key word here is only one: “‘simplicity’, that is the capacity to be in private as one is in front of audiences of all kinds. A talent that has contributed, for example, to the greatness of Alberto Sordi; and among those for whom this is hereditary I can cite Roberto Benigni, who is among other things a witty person with a great sense of humor. This final point is not to be taken for granted: I can say with assurance that out of the scene, many great comedians of history have distinguished themselves by their unfriendliness”.

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di Silvia Arosio traduzioni Alessia Monti

Creare sogni creating dreams

Elena Sirtori, artista e designer, ha creato una collezione di “oggetti sognanti”, Made in Italy for the World, dedicata alle donne, agli uomini e ai bambini di tutto il mondo. The artist and designer Elena Sirtori has created a collection of “dreamy objects” dedicated to men, women and children all around the world, called Made in Italy for the World.

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intervista a elena sirtori

la vita al servizio dell’arte life to the service of art Elena Sirtori, artista e designer. Chi è in realtà Elena? Quando ha scoperto che l'Arte sarebbe stata la sua vita? Sono una donna del mio tempo, che ama Angeli e Madonne, ma poi una creativa pragmatica ed esigente. Credo che l’arte sia nel mio DNA. Da che ho memoria, nella casa e nell’azienda tessile della mia famiglia c’è sempre stato un fermento di persone che facevano arte: stilisti, pittori, architetti, designer, scultori. Sono orgogliosa di avere avuto il privilegio di una scultura fattami dal Maestro Mongini; all’epoca trovavo noiosa stare in posa. Col tempo, ringrazi e capisci il valore delle cose e dei gesti. Mio padre è sempre stato un innovatore pragmatico e mia mamma un’eccellente assemblatrice di cromatismi, ma casalinga per scelta. Di certo sono cresciuta senza sapere cosa significasse la parola noia. Elena, you are an artist and a designer. Tell us more about yourself: when did you realise that art would become your life? I’m a woman of my generation, with a passion for angels and the Virgin Mary as art subjects, as well as being creative, practical and demanding. I think art is part of my DNA. As far as my memories go, my family’s house and textile factory were always buzzing with people working in the arts: fashion designers, painters, architects, industrial designers and sculptors. I feel privileged to possess a sculpture of myself made by Costanzo Mongini. I remember finding posing very boring. But over time one understands the true value of gestures and things and learn to be grateful. My father has always been a pragmatic innovator and my mother a talented colour combiner, though she decided to devote her life to her family. I definitely didn’t have any chance to be bored while I was growing up.

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Una passione per sempre 2010, Tecnica mista – 80x100 cm

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1 - Cuore di latte 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di latte e zafferano – 80x80 cm 2 - I bambini dei Gemelli 2009, Tecnica mista con pietra “agata bianca” – 100x70 cm 3 - Il sole rosa 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di brillantini e aggiunta di oro spray colato a caldo – 80x100 cm 4 - Scarpe con un cuore 2011, Tecnica mista più brillantini, scarpe verniciate con tecnica ad immersione. Pietre: angelo in ametista e Shivalingam – 100x70 cm

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Elena è una creativa a 360 gradi: quali sono i settori dell'arte che tocca? Per me è semplicemente impensabile trovare un settore che non abbia possibilità di essere approcciato: occorre essere umili, ma consapevoli delle proprie capacità. Io amo le sfide. Certamente sono ben consapevole che occorre valutare ogni settore in maniera differente e ponderata. Con quali materiali lavora? La contrapposizione che diventa fusione di materiali in apparenza durissimi e rigidi, metallici, con altri morbidi, malleabili, è la mia ricerca continua; il nostro mondo richiede soluzioni innovative, che possono mantenere e possibilmente accrescere il delicato sistema della Terra: amo utilizzare materiali preziosi e materiali di scarto, farli convivere. L'amore lega tutto quello a cui lei mette mano. In che senso intende il termine “Amore”? Amore significa emozionare: mi affascina il mondo dell’amore, perché appartiene a tutti noi, parlarne diventerebbe impegnativo e risulterebbe piuttosto scontato, preferisco trasferirlo nelle mie creazioni. C’è molto da fare, praticamente parlando: i talenti creativi che mi sono stati donati sono anche al servizio di importanti progetti benefici, ovviamente con serie finalità e questo mi fa stare bene. A quali tipologie di persone si rivolge il suo lavoro? Questa volta un tocco di mistero: la rimando al film “Hollywood Ending”, di quel genio di Woody Allen. La sua risposta alla domanda “a chi è rivolta la pellicola?”, ascolti la risposta, è la mia stessa. Ma ovviamente creare in rosa mi fa pensare alle bambine e in blu a qualcosa di marittimo.

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You are a total creative. What art sectors are you in? For me there is no art sector that is unapproachable: one must always be humble, but aware of one’s skills. I like challenges, always keeping in mind that every sector must be given specific and reasoned consideration. Which materials do you work with? My focus has always been the combination and ultimately fusion of materials that are seemingly very hard, rigid and metallic with soft and plastic ones. The world we live in requires innovative solutions, capable of sustaining and possibly improving the Earth’s delicate system. I love combining precious materials with waste ones, making them coexist in the same work. Love is the common denominator of everything you make. What’s “love” for you? Love means triggering emotions. The world of love fascinates me because it belongs to us all. Talking about it would be difficult and rather predictable, so I prefer to transfer it into my works. From a practical point of view there’s a lot we should do: I also put the creative talent I was given to the service of major charity projects with serious objectives. This makes me feel good. What kind of people is your art designed for? This I am going to leave as a mystery. Watch Hollywood Ending by the genius Woody Allen. He is asked the same question about his movie. Listen to his answer. It’s the same as mine. The only difference, quite obviously, is that pink makes me think of little girls and blue of something connected with the sea.

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Come va incontro alle esigenze dei clienti? Come si unisce la sua fantasia e quella delle persone che ricercano i suoi lavori? Credo all’importanza di ascoltare le persone di capire profondamente e velocemente cosa vogliono. Ogni progetto ha una finalità, ma ancor prima, dietro, c’è un bisogno e ogni individuo è differente: credo che il massimo si raggiunga quando al susseguirsi di mille idee, riesci a mettere “pausa”, farne un riassunto e trovare la maniera, la migliore, di metterlo in pratica. Altrimenti non ha senso. Vogliamo parlare di qualche collezione in particolare? Ci faccia qualche esempio delle sue installazioni... Sono molto legata, in realtà, ad ogni progetto che ho portato avanti e sono realmente tanti, ma potrei citare la messa a punto dei tessuti laminati: quella è stata una meravigliosa sfida, voler applicare il metallo sul lino. Ricordo anche di aver fatto importare da Arequipa un numero imprecisato di piccoli “alpaca” per la collezione delle lane. Poi, l’evento del 50° anniversario della nostra società è stato meraviglioso: organizzare velocemente un evento per più di 500 persone, inventandomi di tutto e mantenendo un alto livello, è stato fantastico e un grande regalo a mio padre, che stimo e ammiro profondamente. Mi piace anche ricordare i primi due quadri esposti alla Galleria Brehova di Praga o la mia istallazione nella sede del Sole 24 Ore, tramite Arte Accessibile. Negli ultimi due anni ho ricevuto veramente molti premi e riconoscimenti; ogni tanto li guardo e mi dico: bravina. Niente di più. Recentemente, è nato il marchio 12 Roses and Bubbles: con quale finalità? Il marchio della 12, come amo chiamarlo io, è nato in un momento molto particolare e un po’ per gioco: volevo avere un marchio che fosse depositato nel mondo, che contenesse la mia “impronta creativa” in toto. Ho brevettato e depositato persino le culle e i letti creati da me, con grandi spese, ma era un sogno che avevo e l’ho fatto. Di certo, questi sono veri e propri oggetti da design e, al di là del lato stupendamente fiabesco e surreale, lo studio dietro l’utilizzo, che deve essere ‘perfetto’, è stato portato avanti con artigiani che praticamente sanno fare un cassetto che scorra magnificamente e possa contenere cose. Mai dimenticarsi della funzione pratica. Su questo non transigo.

29 Cuore ubriaco 2010, Tecnica mista con applicazione alchemica di cera e Vino – 80x80 cm How do you try to meet your client’s needs? How do you combine your imagination with that of people who are interested in your creations? I believe that it’s important to listen to people, to understand quickly and fully what they want. Every project has a purpose, but first of all it responds to a need. We are all different. I think the best result is reached when, after giving consideration to a thousand ideas, you are able to pause for a moment, sum them up in one, and find the most effective way to put it into practice. Otherwise there’s no point. Then let’s talk about your collections. Why don’t you describe to us some of your installations... I care a great deal about each and every project I carried out and there are many. Having said that, I could mention the laminated fabrics: applying metal to linen was an exciting challenge. I also remember arranging the import of several little alpacas from Arequipa for the wool collection. The 50th anniversary celebration of our company was wonderful. I had a short time to organise an event for more than 500 people. I remember using all my ingenuity in order to keep it high profile. The result was fantastic. It was also a special present for my father, for whom I have great admiration. Then there are the first two paintings I exhibited in the Brehova Gallery in Prague and the installation I made at the headquarters of Il Sole 24 Ore in Milan for the contemporary art event Arte Accessibile. Indeed, in the last two years I received many prizes and awards. Once in a while I look at them and think: not bad. But that’s it. Recently you have launched 12 Roses and Bubbles, a new brand. What are its aims? I created 12 Roses and Bubbles at a very particular moment, partly out of a personal desire. I wanted an internationally registered trademark containing my “creativity footprint”. I even patented and registered the cradles and beds I made. It cost me a lot of money, but it was one of my dreams and I fulfilled it. These are genuine design products, fwith a fairy-tale and surreal look, but perfect functionality. They were designed together with a team of craftsmen who are able to make a drawer that you can pull in and out with absolute ease and keep things in. One must never neglect the practical use of things. This is something on which I accept no compromise.

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Oltre 750 punti vendita specializzati, accordi commerciali con grandi player in oltre cinquanta Paesi, una ventina di monobrand in ogni parte del mondo, una serie di store nel cuore delle più importanti metropoli europee, americane e asiatiche: con questi numeri, valorizzati dalla costante attenzione all’innovazione e alla ricerca tecnologica, B&B Italia ha conquistato il mercato internazionale dell’arredo di design. With over 750 specialty shops, including commercial agreements with great representatives in over fifty countries and twenty brand names in every part of the world. These include stores in the heart of the major European, American and Asian cities. Enhanced by a constant attention to innovation and technological research, B&B Italia has conquered the international market of furniture design.

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Parola d’ordine innovazione

di Mauro Murero traduzioni Gilda Zucolella

Password: innovation

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Operativa sul mercato da ben 45 anni – la sua costituzione risale infatti al 1966 –, B&B Italia è ai vertici nello scenario internazionale dell’arredo di design, in ambito sia retail sia corporate. La sua produzione è valorizzata dal contributo di designer di indiscusso prestigio a livello mondiale (solo per fare qualche esempio eloquente, si va da Antonio Citterio e Patricia Urquiola a Zaha Hadid e Gaetano Pesce o, ancora, a Naoto Fukasawa e Jeffrey Bernett) e viene commercializzata tramite i brand B&B Italia e Maxalto. Nel 2010 il giro d’affari consolidato dell’azienda (il cui quartier generale si trova a Novedrate, in provincia di Como, in un edificio progettato da Renzo Piano e Rogers all’inizio degli anni settanta) ha superato i 156 milioni di euro, risultato ottenuto grazie a una forza lavoro di circa 500 addetti e a quegli elementi chiave che, fin dall’inizio della sua attività, le hanno consentito di assumere una posizione da leader: fra essi spiccano, ad esempio, la capacità di rappresentazione della cultura contemporanea, la volontà di non limitarsi ad adeguarsi alle tendenze ma di essere in prima fila nel dettarle e anticiparle, la sintonia con l’evoluzione delle esigenze abitative e di gusto. Come accade quasi sempre alle aziende di vertice, indipendentemente dal loro settore di competenza, l’obiettivo di creare e lanciare prodotti ‘senza tempo’ non sarebbe stato raggiunto se a monte non vi fosse stata la consapevolezza di quanto sia importante puntare costantemente all’innovazione e investire in ricerca tecnologica: nel caso di B&B Italia, che la vocazione innovativa sia un perno strategico primario è testimoniato anche dal Centro Ricerche e Sviluppo interno, al quale viene dedicato oltre il 3% del fatturato annuo.

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Up5_Up6, design Gaetano Pesce (1969 - riedizione 2000) Diventuta celebre icona del design italiano, la poltrona è realizzata con schiuma di poliuretano flessibile a freddo e rivestimento in tessuto elastico nei colori nero, rosso, giallo, blu, verde scuro, oltre a una soluzione a righe beige e arancio. This armchair has become the icon of Italian design. It is made of foam of flexible, cold polyurethane and is upholstered with elastic cloth in the colors black, red, yellow, blue, dark green, and a solution of beige and orange stripes.

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Canasta, design Patricia Urquiola Divano circolare caratterizzato dal macro-intreccio di nastri in fibra di polietilene bianca e struttura in alluminio verniciato a polvere poliestere resistente agli agenti atmosferici Interessante ed esclusiva la proposta dei rivestimenti in tessuto che prevedono tinte unite, mèlange e fantasie in diverse varianti cromatiche Circular Sofa is characterized by a macro-weaving of ribbons of fibers of white polythene and an aluminum structure that is varnished with powder of polyester and resistant to atmospheric agents. The proposals of the textiles for the covering are interesting and exclusive, suggesting monochromatic hues, mélange and patterns in many chromatic variations.

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B&B Italia is at the forefront of the international markets of retail and corporate furniture design. Founded in 1966, they have led the market for over 45 years. Their production is enhanced by the contribution of designers whose achievements are acknowledged at international levels-Antonio Citterio, Patricia Urquiola, Zaha Hadid, Gaetano Pesce, Naoto Fukasawa and Jeffrey Bernett, to name just a few. The products are marketed through B&B Italia and Maxalto. Their headquarters are located in Novedrate, in the province of Como, (in a building designed by Renzo Piano and Rogers in the early 1970’s). The 2010 consolidated turnover of the company exceeded 156 million euros. These results were obtained with a workforce of about 500 employees. From the very beginning of their activity, they have assumed a leading position. They both lead and represent contemporary culture with boldness. They don’t just adapt to trends; they create them. They always strive to go beyond present limitations. Standing in the forefront, they anticipate and dictate style and design, always in tune with needs and taste, in the ongoing evolution of furnishings. As is always the case with top companies, regardless of their field of expertise, the objective to create and launch ‘timeless’ products would not have been reached without the awareness of the importance of innovation and the willingness to invest in technological research. Innovation is a primary strategic focus for them. This is confirmed by their Center for Research and Internal Development to which we devote more than 3% of the annual sales.

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Nel mese di marzo del 2011 la famiglia Busnelli è tornata ad essere l’azionista di maggioranza assoluta, attraverso un’operazione effettuata con l’assistenza del Gruppo Banca Profilo (nonché dello Studio Legale Chiomenti nel ruolo di advisor) e dichiaratamente finalizzata a ‘riportare la visione imprenditoriale al centro dello sviluppo strategico dell’azienda’. Rilevando la quota del 51,4% dal Fondo Opera, i fratelli Giorgio ed Emanuele Busnelli, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di B&B Italia, hanno dunque ripreso il controllo societario dell’impresa di famiglia, dopo aver comunque già mantenuto la responsabilità della gestione operativa anche nel periodo di partnership.

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n. 1 | January 2012

Bend-Sofa, design Patricia Urquiola Bend-Sofa che sembra plasmato da una mano d'artista, in realtà nasce dallo studio dei modelli 3D e dalle ricerche digitali. La sua sinuosità è ottenuta dall’alternanza dei pieni e dei vuoti e le cuciture a contrasto ne sottolineano disegno e movimento. Lo schienale ha un andamento irregolare senza che venga meno il comfort; i moduli ondulati, assemblati a partire da elementi seduta, pouf ed elementi angolari, sviluppano soluzioni compositive flessibili: versioni lineari di dimensioni contenute o soluzioni angolari. Bend-Sofa in versione spettacolare, non necessariamente domestica, può svilupparsi in composizioni che creano lunghe sedute bifacciali. Bend-Sofa, which seems molded by the hands of an artist, is born, in reality, from the study of 3D models and from digital research. Its sinuosity is obtained from the alternation of empty and a full space, while the seaming, instead, underlines its design and sense of movement. The backrest has an irregular flow without taking away from the comfort. The undulating units, pouf and angular, which are assembled by beginning with the seating elements, develop into flexible compositions and linear versions of contained dimensions or angular solutions. BendSofa in a spectacular version, not necessarily domestic, can be used in compositions that create long two-faced seats.

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In March of 2011, the Busnelli family, once again became the majority shareholder, through a transaction carried out with the assistance of Gruppo Banca Profilo (as well as of the Studio Legale Chiomenti in the role of adviser). They seek to ‘bring back the entrepreneurial vision at the centre of the strategic development of the company’.

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intervista a GiorGio Busnelli

una traccia nella storia a land-mark in our history Quali sono state le tappe principali che hanno caratterizzato i primi anni di attività di B&B Italia nel settore di competenza? All’inizio dell’attività operativa, nella seconda metà degli anni sessanta, la denominazione dell’azienda era C&B Italia, acronimo derivante dalle iniziali dei cognomi di Cesare Cassina e Piero Ambrogio Busnelli: è infatti dal connubio tra le loro personalità e, più specificamente, tra l’esperienza di Cassina nel campo del design contemporaneo e la volontà di nostro padre di dar vita a un processo di industrializzazione tramite l’adozione di tecniche produttive innovative, che prese il via la storia di B&B Italia. Una storia partita con il piede giusto, visto che già nel 1966 venne ideato e commercializzato un divano destinato a lasciare il segno: si tratta di Coronado, progettato da Afra e Tobia Scarpa e tuttora ritenuto – in virtù del ricorso alla tecnologia del poliuretano schiumato e dell’utilizzo del telaio in acciaio per la struttura – un classico del design italiano e un precursore dell’era What were the milestones that have marked the early years of activity of B&B Italia? In the beginning of operations in the second half of the 1960’s, the name of the company was C&B Italia, (an acronym derived from the initials of the last names of Cesare Cassina and Piero Ambrogio Busnelli). Proceeding from the combination of our personalities and, more specifically, from the experience of Cassina in the field of contemporary design, along with the strong desire of our father to implement a process of industrialization through the adoption of innovative production techniques, which initiated the story of B&B Italia. It was a story that began on the right foot, considering that early on, in 1966, we devised and marketed a couch that was destined to leave a mark: it is the Coronado, designed by Afra and Tobia Scarpa, still considered today a classic of Italian design and a precursor of industrialized production te-

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della produzione industrializzata. Nel 1972, quando il successo dell’azienda, dopo poco più di un lustro di attività, era già consolidato, Piero Ambrogio Busnelli ne rilevò integralmente le quote, dando ‘ufficialmente’ il via alla storia di B&B Italia con l’attuale denominazione. Quali sono le caratteristiche che definiscono il posizionamento di B&B Italia nello scenario del terzo millennio? Oggi come allora, l’azienda è ai vertici nel settore dell’arredo di design a livello internazionale. Essa opera nel campo dell’arredamento domestico con i marchi B&B Italia e Maxalto, accomunati dalla medesima filosofia: la volontà di creare un’alchimia d’innovazione e design, finalizzata all’ideazione di prodotti dallo stile inconfondibile e, dunque, al lancio di una collezione di arredi in grado di lasciare una traccia fondamentale nella storia del design italiano. Per raggiungere tali obiettivi, operiamo con due apposite divisioni: più specificamente, la Divisione Casa è attiva nell’ambito dell’arredamento domestico con i due marchi suddetti, mentre la Divisione Contract è focalizzata sulle commesse – con formula ‘chiavi in mano’ – relative agli ambiti hospitality, retail, office e marine.

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Nelle politiche strategiche di B&B Italia, l’attività di ricerca rappresenta da sempre un asset di prioritaria importanza. In quest’ottica, qual è il ruolo del Centro Ricerche & Sviluppo costituito all’interno dell’azienda? Il Centro Ricerche & Sviluppo è l’autentico fiore all’occhiello di B&B Italia. È una struttura interna di cui siamo particolarmente orgogliosi (non a caso vi investiamo ogni anno una quota non indifferente del giro d’affari aziendale) e che, fin dalla sua nascita, ha svolto in pieno il suo ruolo istituzionale: ovvero quello di essere una fonte inesauribile di idee, di intuizioni, di iniziative innovative. All’atto pratico, si tratta di un team composto da una trentina di specialisti che hanno una funzione primaria in ogni nostro progetto, a partire dall’idea di base degli stessi progettisti fino ad arrivare, passando attraverso la realizzazione del prototipo, alla fase finale del processo produttivo. Per certi versi, si può dire che il Centro Ricerche e Sviluppo funge da ‘filtro attivo’, mettendo sul piatto una consolidata capacità critica a livello di selezione delle idee e dei progetti che interpretano i differenti gusti e le diverse esigenze dei consumatori. In termini di riorganizzazione strutturale e di prospettive future, quali sono le conseguenze primarie dell’operazione che ha recentemente permesso alla vostra famiglia di tornare a possedere il pacchetto azionario di maggioranza? Premesso che, dal punto di vista strategico, la responsabilità della gestione operativa l’avevamo comunque mantenuta anche durante la partnership con il Fondo Opera, al centro dell’operazione c’era la volontà di riprendere il pieno controllo sullo sviluppo a medio e lungo termine, mettendo l’accento sulla nostra capacità di trasferire sui prodotti i valori, le competenze tecniche e le capacità progettuali che per oltre 40 anni hanno generato collezioni apprezzate in tutto il mondo. Il piano d’azione si inserisce in un quadro strategico più ampio, che si pone ambiziosi obiettivi di sviluppo soprattutto sul fronte dell’export, con particolare riferimento ai mercati in forte crescita economica e che presentano interessanti prospettive di sviluppo.

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chnique (by virtue of the use of polyurethane foam technology and the use of a loom of steel for the frame). In 1972, after more than five years of operations, with the company’s success well established, Piero Ambrogio Busnelli took over completely, ‘officially’ beginning the story of B&B Italia with our current name. What are the characteristics that define the placement of B&B Italia in the scene of the third millennia? Today as always, the company is an international leader in the field of furniture design. It operates in the area of home furnishings under the brand names B&B Italia and Maxalto. Both have in common the same philosophy: the desire to create an alchemy of innovation and design, aimed at the creation of products whose style is unmistakable and unique and to launch a collection of furniture that will leave a ‘indelible mark’ in the history of Italian design. To obtain our objectives, we have two special divisions: The Home Division, which specializes in the area of home furnishings, selling the above-mentioned two brands (B&B Italia and Maxalto), and the Contract Division, which is focused on special orders relative to the areas of hospitality, retail, office and marine. In the strategy policy of B&B Italia, research has always been an asset of primary importance. With this in mind, what is the role of the Center for Research & Development established within the company? The Center for Research & Development is the ‘jewel in the crown’ of B&B Italia. It is an internal structure of which we are particularly proud (it is not a coincidence that we invest it with a considerable proportion of the company annual turnover). Since its creation, it has carried out its intended role: that of being an inexhaustible source of ideas, intuitions and innovations. In practice, it is a team of about thirty specialists who have fundamental functions in each of our projects. These range from coming up with the initial ideas, through the realization of the prototype, to the final phase of production. In some ways it can be said that the Center for Research and Development serves as an active filter, delivering a well-established critical capacity in the selection of ideas and projects that interpret and fulfill the different tastes and needs of the consumers. In terms of structural reorganization and future prospects, what are the primary consequences of the operation that has recently allowed your family to be again the largest shareholder? From the strategic point of view, we maintained the responsibility of the operational management even during our partnership with Fondo Opera. At the core of the operation, there was always the desire to take back the full control of its development. In the long term, we placed the emphasis on our ability to transfer to the products, our values, technical competency, and planning capacity, that for over 40 years has produced collections appreciated all over the world. This plan of action is a part of a broader strategic picture that envisions more ambitious objectives of development, especially in regards to export, with particular reference to markets that are developing strong economies and present interesting and promising perspectives for development.

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Charles, design Antonio Citterio (1997) Il sistema di divani si caratterizza per il design essenziale dei piedini a forma di "L"rovesciata in fusione d'alluminio spazzolato lucido. La struttura è realizzata con telaio d'acciaio e schiuma di poliuretano. Rivestimento in tessuto o pelle. The system of the sofas is characterized by the essential design of the feet shaped as an 'L" turned back to front, made by a fusion of shining polished aluminum. The structure of the sofas is made with a steel frame and foam of polyurethane.

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B&B Italia Store Milano

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B&B Italia Store Parigi

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B&B Italia Store Londra

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Da oltre vent’anni Linea Verde realizza piante artificiali di altissima qualità, che diventano veri componenti di arredo grazie ai vasi disegnati dai più grandi designer mondiali per la biellese Serralunga. Per questo hotel di lusso, showroom e set cinematografici le preferiscono a quelle naturali. For more than twenty years, Linea Verde has been making high-quality artificial plants that become real furniture pieces thanks to the vases that the best designers in the world create for the company Serralunga, in Biella. That’s why luxury hotels, showrooms and movie sets prefer them to real plants.

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Photo by Caterina Ylajali Celada

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di Stefano Ruberti traduzioni Alessia Monti

Veramente falso A reAl fAke

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Certo, magari non sarà necessario essere esperti in botanica. Di certo, però, solo un occhio attento può distinguere da una pianta vera un prodotto artificiale realizzato da Linea Verde, piccola azienda di Erba (CO) nata nel 2000 proprio con l'intento di offrire composizioni di altissimo livello, veri e propri “falsi d'autore” lontani anni luce da quelli che siamo abituati a vedere in vendita (e a riconoscere a un primo sguardo) nei centri commerciali. A portare avanti l'attività sono un gruppo di persone con diversi anni di esperienza nel settore: sui tronchi realizzati in materiali naturali, selezionati e trattati, viene assemblato il fogliame artificiale realizzato artigianalmente con materiali di qualità. I clienti sono per lo più grandi hotel, ristoranti, showroom, sedi di banche e uffici, ma non mancano i privati che desiderano arredare le proprie abitazioni con piante pressoché uguali a quelle vere, ma che non richiedono le stesse (impegnative) cure. Anche perché, da qualche anno a questa parte, Linea Verde non si limita a realizzare piante artificiali “ospitate” in vasi generici: dal 2003 è stata infatti avviata una collaborazione con Serralunga, storica azienda biellese – nata nel 1825 come conceria e successivamente evolutasi nella lavorazione prima del cuoio e poi della plastica – leader nella produzione di vasi, arredi e lampade in materiale plastico, disegnati da alcuni dei più importanti esponenti del design internazionale. Qualche nome? Basta citare “mostri sacri” come Ron Arad, Philippe Starck, Aldo Cibic, Sottsass Associati, Karim Rashid... Forte di questa partnership, Linea Verde lavora così a stretto contatto con architetti e aziende di arredamento per far fronte alle più disparate esigenze di arredo dei propri clienti in tutta Italia e non solo. Perché, se un tempo il vaso era un semplice accessorio, oggi è un vero e proprio componente d'arredo, da armonizzare e valorizzare nel contesto in cui viene collocato.

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Maybe not all of us are botany experts, but for sure only a watchful eye can spot the difference between a real plant and an artificial one produced by Linea Verde. Linea Verde is a small firm located in Erba (Como, Italy) which was set up in 2000; its purpose is to offer high-level plant arrangements and perfect fakes, extremely different from the ones we are used to see (and recognize at a single glance) in shopping centers. The company is made up of a group of people with many years of experience in the field. The artificial leaves, crafted from high-quality materials, are assembled on the trunks, made of natural materials that have previously been selected and processed. The main customers are hotels, restaurants, showrooms, bank branches and offices, along with individuals who want to furnish their houses with plants that look exactly like real ones, but don’t require the same care. Also, in the last few years, Linea Verde hasn’t just been making artificial plants for any kind of vase: in fact, in 2003, it started a collaboration with Serralunga, a historic firm set in Biella. When it was founded, in 1825, Serralunga was a tannery; it later started to process at first leather, and then plastic. It is a leader in the production of plastic vases, furniture and lamps, designed by some of the most important international designers. Any examples? It should be enough to name some big shots like Ron Arad, Philippe Starck, Aldo Cibic, Sottsass Associati, Karim Rashid…and many more. Thanks to this partnership, Linea Verde works closely with architects and other furniture companies to respond to any need of its Italian and foreign customers. Because even if in the past vases were just accessories, today they’re real furniture pieces that must be shown off and connected to their surroundings.

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InterVIsta a DanIele CesatI

Il “maDe In Italy” Che non teme la ConCorrenza The “mAde in iTAly” doesn’T feAr compeTiTion “Ho iniziato a occuparmi di piante artificiali in maniera del tutto casuale quando, nei primi anni Ottanta, iniziai a lavorare in un'azienda milanese che trattava questo tipo di prodotti. Successivamente, dopo un 'intermezzo' in cui ho fatto l'agente per varie società, ho deciso di aprire una mia attività chiamando accanto a me alcune persone che pure lavoravano da diversi anni in questo settore”. Daniele Cesati (titolare) spiega così l'idea di dare vita a una produzione tanto particolare, quella di piante artificiali di alta qualità destinate a un mercato di nicchia ma di alto profilo. “Da allora – aggiunge – le difficoltà sono state molte, perché non è facile fare impresa in Italia, ma allo stesso tempo sono state numerose anche le soddisfazioni”.

“I began to deal with artificial plants by chance, in the early ‘80s, when I started working for a firm in Milan that traded this kind of products. Later on, after working as an agent for different companies, I decided to set up my own business with some people that had years of experience in the field». That’s how Daniele Cesati, the owner of Linea Verde, explains his idea of starting such a special production: highquality artificial plants for a high-profile niche market. «Since then – he adds – we faced many difficulties, because it’s not easy to run a business in Italy, but at the same time, we were really satisfied”.

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Oggi risentite della crisi che ha colpito i mercati internazionali un po' a tutti i livelli? Sicuramente. Non occupandoci della produzione di beni primari abbiamo inevitabilmente risentito della crisi: pur rivolgendoci a una clientela di alto livello, il taglio dei costi operato da molte aziende si ripercuote a catena anche sulla nostra attività. Come avete reagito a questa situazione? Da un lato abbiamo cercato di rispondere al maggior numero di richieste, sia proponendo nuove linee di prodotto sia differenziando l’attività con l’introduzione della possibilità di noleggiare le nostre realizzazioni. Dall’altro abbiamo contenuto al massimo i prezzi. Temete la concorrenza dei mercati in via di sviluppo? No. Il nostro è un prodotto molto particolare, che viene realizzato su misura per il cliente, quindi non può risentire di questo tipo di concorrenza. Anche a livello nazionale, peraltro, sono davvero in pochi a operare al nostro livello. Insomma, il vostro è un settore in cui “made in Italy” vuol dire davvero qualcosa... È così: anche quando ci serviamo di materiali provenienti dall’estero, la produzione e l’assemblaggio dei nostri prodotti vengono eseguiti nella nostra azienda con la cura e il gusto tipicamente italiani. E poi nella realizzazione di componenti di arredo utilizziamo solo prodotti esclusivi made in Italy come quelli di Serralunga.

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Today, are you affected by the crisis that hit the international markets? For sure. Since we don’t produce essential goods, we were inevitably affected by the crisis. Even if we deal with high-level customers, many companies are cutting the costs and this also rebounds on our business. How did you react? On the one hand, we tried to respond to as many demands as possible, proposing new product lines and differentiating our activity, giving the opportunity to borrow our products. On the other hand we held down prices as much as we could. Do you fear the competition of developing markets? No. Our products are unique and customized, so they can’t be affected by this kind of competition. Moreover, even in Italy very few companies can reach our level. So, yours is a field in which “made in Italy” really means something… Exactly. Even when we buy materials abroad, our products are created and assembled in our firm, according to the typical Italian care and taste. Moreover, to design our furniture pieces we only use exclusive “made in Italy” products, like the ones by Serralunga.

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pIante fInte per Vere fICtIon Se è vero che, per un attore, sentirsi dire che “recita come un tronco d'albero” non è proprio un complimento, è pur vero che ci sono tronchi, quelli delle piante artificiali prodotte da Linea Verde, che sono stati protagonisti di serie televisive di successo come “Don Matteo” e “Un medico in famiglia” per la Rai o “Distretto di Polizia” e la storica “Casa Vianello”, con gli indimenticabili Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, per Mediaset. Non solo: le realizzazioni dell'azienda di Erba fanno la loro comparsa anche in diversi spot pubblicitari in programmazione sulle reti televisive nazionali.

fake plants for real tV serIes Telling an actor that he’s as expressive as a tree trunk is not exactly a compliment; however, some trunks, the ones of the Linea Verde plants, had a role in many successful Italian TV series. For example “Don Matteo” and “Un medico in famiglia” on the Rai channels, or, on the Mediaset channels, “Distretto di polizia” and the historic “Casa Vianello”, with the unforgettable Raimondo Vianello and Sandra Mondaini. But there’s more: the Linea Verde arrangements are also visible in many commercials on the national TV channels.

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I suoi 3.000 clienti, i suoi fornitori, il centinaio di persone che compongono la forza lavoro: sono le tre componenti che hanno portato Montecolino, attraverso quattro decenni di crescita, a diventare un punto di riferimento a livello europeo nel settore di competenza. Un traguardo raggiunto puntando sempre sull’innovazione e sulla qualità della produzione e del servizio, con un occhio di riguardo per il tema dell’impatto ambientale. 3,000 customers, one hundred employees and their suppliers are the three key factors that have led Montecolino through four decades of growth and made it a point of reference at European level in its field of competence – a target achieved while always focusing on production and service quality, innovation, and a special attention to the environment.

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I vettorI dello svIluppo di Mauro Murero traduzioni Alessia Monti

Development Drivers

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Ai vertici del mercato continentale nel campo della produzione di pavimentazioni, rivestimenti e materiali tessili per uso industriale e residenziale, Montecolino è in grado di fare quello che solo le grandi aziende possono vantare: far parlare la storia… e far parlare i numeri. Per la prima vi rimandiamo all’intervista all’Amministratore Delegato Nico Fontana, che illustra alcune delle tappe principali di un cammino che ha preso il via nel 1971 (quando Carlo Fontana, padre di Nico e dell’attuale Presidente Luca Fontana, individuò proprio a Montecolino il luogo idoneo per avviare una nuova attività produttiva) e che, dunque, ha già portato l’azienda ad attraversare quattro decenni; per i secondi sono eloquenti, per cominciare, quelli che definiscono la ‘carta d’identità’ dell’azienda all’inizio del secondo decennio del secolo. Allo stato attuale, infatti, Montecolino può vantare una struttura di 54.000 metri quadri su un area di 120.000, con un potenziale produttivo di oltre 15 milioni di metri quadri e oltre 3.000 clienti, considerati dall’azienda – insieme ai fornitori e, ovviamente, al centinaio di persone che compongono la forza lavoro – come un vettore di sviluppo fondamentale. La composizione della clientela è decisamente variegata: si va dalla grande distribuzione ai piccoli dettaglianti, dai posatori di pavimenti agli allestitori fieristici, dalle agenzie pubblicitarie agli architetti, dalle industrie calzaturiere ai cantieri navali e, ancora, dai garden center ai tappezzieri. La collezione di pavimenti e rivestimenti è particolarmente ampia: siamo nell’ordine dei 250 articoli, tra i quali spiccano moquette, tappeti, erbe sintetiche, tessuti e stampe personalizzate. Nel magazzino dell’azienda, lo stock di sicurezza oscilla tra 1 e 1,5 milioni di metri quadri di prodotti finiti, tra i 500.000 e i 700.000 metri quadri di prodotti semilavorati e, in materie prime, l’equivalente necessario per produrre 500.000 metri quadri di pavimenti.

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At the top of the European market in the production of flooring, wall-covering and textile materials for both industrial and residential usage, Montecolino is able to do what only leading firms can boast: make history and figures speak for themselves. As regards history, we report here an interview with Managing Director Nico Fontana. He set out some of the main steps of a four-decade activity dating back to 1971, when Carlo Fontana – Nico and current President Luca Fontana’s father – found in Montecolino the ideal place to start his business. As for the figures, they account for Montecolino’s success in the 21st century. Indeed, Montecolino currently boasts a 54,000 square meter structure, based on a 120,000 square meter area, and a potential output amounting to 15 million square meters. It has more than 3,000 customers, a major development driver, along with its suppliers and its roughly one hundred employees. The customer base is extremely varied, ranging from wholesalers to small retailers, from floor-layers to equipment providers for trade fairs, as well as advertising agencies, architects, footwear businesses, shipyards, garden centers and decorators. The floor and carpeting collection is particularly vast, including some 250 high-quality items, among which fitted carpets, rugs, artificial grass, fabrics and personalised prints. In the firm’s warehouse, the safety stock covers between 1 and 1.5 million square meters of end products, 500,000-700,000 square meters of semi-processed products and an amount of raw materials such as to produce 500,000 square meters of floors.

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In linea con una vision strategica di base che l’ha sempre portata a concepire ogni singola fase dell’attività – dalla progettazione alla produzione e alla vendita – sempre all’insegna della qualità, l’azienda di Provaglio d’Iseo non si è impegnata solo sul fronte dello sviluppo di nuove tecnologie e di prodotti particolarmente innovativi, ma anche su quello dei servizi: lo hanno confermato, nel corso del tempo, la creazione e il progressivo consolidamento dei reparti di taglio a misura, di orlatura, di gommatura e di personalizzazione tramite stampa. The firm, based in Provaglio d’Iseo (Lombardy), relies on a quality-oriented strategic vision for its whole operational process, from design to production and selling. The business is committed to developing new technologies for highly innovative products and services alike. It offers customised services, such as cutting to size, hemming, rubberising and personalised printing.

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Lo stesso Nico Fontana, con una definizione forse inusuale ma sicuramente esaustiva e idonea a descrivere il peculiare posizionamento di Montecolino, parla esplicitamente di “una via di mezzo tra la fabbrica, ovvero il ‘normale’ sito produttivo, e… il supermercato della moquette”: una definizione non certo sminuente ma, al contrario, una conferma della volontà di avere sempre i prodotti pronti in magazzino e della conseguente disponibilità a soddisfare le specifiche esigenze ‘personali’ di ogni singolo cliente. Così come è varia la composizione della clientela, lo è anche il novero delle modalità d’impiego dei prodotti: si va dall’allestimento di fiere, eventi e manifestazioni al ‘contract’ (hotel, uffici, negozi e cantieristica), dalla casa all’outdoor (è il caso delle erbe sintetiche, decorative e da giardinaggio), dalle personalizzazioni a fini pubblicitari allo sport e all’utilizzo in ambito industriale.

Nico Fontana himself gives an unusual, but certainly exhaustive definition to explain the firm’s unconventional nature. He explicitly defines it as “a halfway point between a factory, thus a traditional production site, and… a carpeting supermarket”. His description confirms Montecolino’s vast offer and availability of products, and its willingness to satisfy any specific need of each and every customer. The products’ uses are as diversified as the customers, ranging from trade fairs, events and exhibitions to contracted services for hotels, offices, shops and shipyards, but also sports activities and advertising. Products are suitable for private and industrial usage, both indoor and outdoor, as in the case of artificial, ornamental and gardening grass.

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IntervIsta a nIco Fontana, a.d. dI MontecolIno

tecnologIa ‘creatIva’

in un settore in cui la capacità innovativa ha una valenza prioritaria, l’azienda di provaglio d’iseo è anche riuscita a progettare e sviluppare nelle proprie officine macchinari che nessun altro competitor ha oggi a disposizione.

Possiamo ripercorrere le prime pagine di questa storia che dura ormai da quarant’anni? La storia della nostra azienda ha preso il via nel 1971, quando mio padre Carlo Fontana, insieme a un imprenditore belga intenzionato a insediarsi in Italia, individuò proprio in un preesistente stabilimento di Montecolino (il nome deriva dall’omonimo promontorio sul lago d’Iseo), poi rilevato dalla famiglia Bettoni, il luogo adatto per avviare una nuova attività di produzione. Se la storia parte comunque da quell’anno non è solo perché esso coincide con l’entrata in scena della mia famiglia, ma anche perché da quel momento la svolta data all’attività produttiva dello stabilimento è stata radicale, a cominciare da una vision sempre più ampia e sempre meno circoscritta al solo mercato locale. Oltre a mettere le basi per quella che sarebbe poi diventata la più variegata offerta – in ambito europeo – nel campo dei pavimenti e rivestimenti, si iniziò subito a incrementare le vendite oltre confine, con particolare riferimento al mercato francese e a quello iraniano; fu un’autentica rivoluzione e ancora oggi il mercato internazionale (Spagna e Francia in primis) incide sul nostro giro d’affari complessivo con una quota compresa fra il 15% e il 20%. Grazie alla loro mentalità imprenditoriale, Carlo Fontana e il suo socio belga – dal quale mio padre acquisì successivamente il pacchetto azionario di controllo – estesero da uno a tre i turni di lavoro, per ottimizzare lo sfruttamento degli impianti, e già nel 1976, resisi conto che in quel sito non c’era spazio per un ulteriore sviluppo, optarono per l’acquisto di terreni nel vicino comune di Provaglio d’Iseo, dove venne edificato – mantenendo invariata la ragione sociale dell’azienda – il nuovo stabilimento.

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IntervIew wIth nIco Fontana, ceo oF MontecolIno

‘creatIve’ technology

in a field where innovation is a top priority, the firm based in provaglio d’iseo has managed to design and develop in its plant exclusive machinery that no other competitor can boast

How would you retrace the first steps of this 40-year success story? Our firm was set up in 1971, when Carlo Fontana, my father, and a Belgian entrepreneur willing to move to Italy found the ideal place to start a new business in a pre-existing plant in Montecolino (whose name comes from the promontory overlooking Lake Iseo), subsequently taken over by the Bettoni family. The firm’s story starts from there, not only because 1971 coincides with my family’s entering into business, but also because from then on the production activity changed radically. We adopted a wider vision, going beyond the local market. We laid the ground for the most varied flooring and carpeting production in Europe, and immediately started to increase foreign sales, especially on the French and Iranian markets. It was a real revolution, and today the international market still accounts for 15-20% of our total sales, with Spain and France being the biggest share. Carlo Fontana and his Belgian partner – from whom my father acquired the majority shareholding later on – had a far-sighted entrepreneurial mindset. They extended the work shifts from one to three, to maximise the plant’s operation, and soon realised that more room was needed for further developments. In 1976, they bought more land in the neighbouring municipality of Provaglio d’Iseo, where the new plant was built under the same corporate name.

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Quattro decenni vissuti anche e soprattutto all’insegna dell’innovazione, fattore determinante per uno sviluppo costante e su certi livelli… La parola ‘innovazione’ è sempre stata vitale, per un’azienda che ha una grande capacità di adattamento all’evoluzione dei gusti e dei mercati. Per inciso, se si pensa che la moquette sia un prodotto in crisi, non in grado di ripetere le performance registrate dagli anni settanta in poi, si sbaglia: fortunatamente, le destinazioni d’uso di questa tipologia di prodotti continuano a non mancare. Basti pensare che siamo nell’ordine dei 10 milioni di metri quadri prodotti ogni anno: una quantità significativa, in un mercato che nel corso degli anni si è evoluto o comunque modificato. Poco meno di una decina di anni fa c’è stato un altro importante momento di svolta: partendo dal presupposto che il vero, grande patrimonio dell’azienda era rappresentato da un lato dai suoi clienti e dall’altro dalla solidità e dal know-how progressivamente acquisiti e maturati, abbiamo deciso di ampliare ulteriormente la gamma d’offerta inserendovi prodotti che fino a quel momento, per mancanza di macchinari adeguati e di competenze specifiche, non avevamo proposto. Abbiamo dunque affiancato alla nostra gamma abituale altri prodotti che abbiamo reperito sul mercato, attraverso collaborazioni e accordi finalizzati a far sì che i nostri partner li realizzassero per noi in esclusiva. Tale scelta non è assolutamente andata a discapito dei nostri prodotti: non ne abbiamo cercati di nuovi o di economici per sostituire quelli vecchi bensì per integrarli, facendo in modo che i primi supportassero l’andamento dei secondi e viceversa.

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Anche in un settore apparentemente molto ‘tecnico’ come quello in cui operate, la creatività italiana ha comunque il suo peso rilevante… Certamente: per quanto concerne, ad esempio, i suddetti articoli ‘aggiuntivi’ non ci limitiamo a comprarli e rivenderli tout court, ma li lavoriamo e li commercializzamo ‘su misura’ in funzione delle specifiche necessità e dei bisogni effettivi dei clienti. Lo dimostrano, fra gli altri, anche i prodotti personalizzati con la stampa, da quella serigrafica a quella a getto d’inchiostro e a quella digitale: pure su questo fronte siamo riusciti a creare un autentico valore aggiunto. Inoltre, il fatto di essere nati e di esserci sviluppati in una zona non tessile ha fatto sì che… la necessità aguzzasse l’ingegno: abbiamo sempre potuto contare su un reparto produttivo talmente all’avanguardia che, nel corso degli anni, i nostri tecnici si sono anche ‘inventati’ alcuni macchinari che non esistevano e che oggi, avendoli costruiti e sviluppati nelle nostre officine, siamo gli unici a poter utilizzare. Proprio nel caso specifico della stampa, ad esempio, possiamo sfruttare una macchina da noi elaborata e che… non ha fratelli gemelli in giro per il mondo! Anche il green deve essere considerato una componente importante della ‘quotidianità’ aziendale? Il rispetto dell’impatto abientale è un elemento molto importante del ciclo produttivo. Non mi è mai piaciuto sentire i responsabili di un’impresa, di qualunque settore, definirsi ‘benefattori’ perché hanno tale elemento come priorità assoluta. Se siamo imprenditori, è ovvio che l’obiettivo primario deve essere sempre quello di ottenere risultati e di massimizzare i profitti: se poi si è in grado di perseguire e raggiungere questo traguardo anche prestando la dovuta attenzione alla sostenibilità ambientale… si è ancora più bravi. Nel nostro caso specifico, mixare fra loro lo sviluppo, la capacità innovativa e la tutela ambientale è sicuramente un punto fermo della filosofia operativa. Nel 2010, ad esempio, abbiamo eseguito un’analisi di efficienza energetica degli impianti produttivi, finalizzata a far emergere i punti in cui si poteva intervenire per attuare un’ulteriore riduzione dei consumi. Risalgono invece al 2011 l’entrata in funzione di un impianto fotovoltaico di 255.99

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Your firm has always focused on innovation, a major development driver for a constant and high-level growth. “Innovation” has always been a key word for a business with a great capacity to adapt according to changing tastes and markets. By the way, those who think that the demand for carpeting is declining and unable to match the performances recorded from the 1970s on are wrong. Fortunately, this kind of product is still largely used for a variety of purposes. Our production is in the order of 10 million square meters a year, a considerable amount in a market that has evolved and changed throughout the years. Less than 10 years ago, the firm underwent another major turning point. We decided to further expand our offer with new products that we hadn’t previously proposed – because of lack of adequate machinery and specific skills – starting from the assumption that the firm’s greatest asset was its customers, its soundness and its gradually acquired expertise. Therefore, we enhanced our traditional offer by including new products exclusively manufactured for us by our partners through cooperation agreements. This decision didn’t damage our products in the least. We didn’t mean to find new or cheaper products in order to replace the existing ones, but rather to complement them, so that they could mutually reinforce their performances on the market. Although your sector is apparently extremely technical, Italian creativity plays an important role. Of course. As for the additional products, for example, we don’t merely buy and sell them. We shape and market them according to the specific needs of every single customer, as proved by products personalised through inkjet, digital or screen printing. Even in this field we created a real added value. Moreover, as we started and developed our business in a non-textile area, we had to sharpen our wits. We have always counted on such a cutting-edge shop floor that our technicians were even able to “invent” some machinery. Because we designed and built it anew, it belongs exclusively to our firm. As regards printing, for example, we ourselves developed a machine that has absolutely no equal. Is attention to the environment another important component in your firm’s daily activities? Respect for the environment is an essential part of the production cycle. It always annoyed me to hear business leaders, of any sector, calling themselves “benefactors” because they see it as a top priority. Of course, an entrepreneur’s main goal is to get good results and maximise profits, but if you manage to achieve this target while caring about environmental sustainability you are even better. In our case, combining development, innovation and environmental care is certainly at the core of our way of thinking. In 2010, for example, we carried out an energy efficiency analysis to detect where interventions were needed to cut energy waste. In 2011 we installed a 255.99 kWp photovoltaic plant and allocated €100,000 for energy-saving plans. In general terms, respect for the environment is well rooted in all of our daily activities. Our products are designed to be as light as possible without affecting their effectiveness, in order to use fewer raw materials and cut energy costs. Besides, let me remind you, half-jokingly, that the colour green appears on our corporate logo, and that “eco” stands in the middle of the word Montecolino…

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kWp e uno stanziamento di 100.000 euro, a loro volta destinati al risparmio energetico. In generale, comunque, il tema è ben presente in tutta l’attività quotidiana, visto che i nostri prodotti spiccano anche per una leggerezza che, senza intaccarne le capacità di prestazione, consente di utlizzare meno materia prima e di ridurre i costi energetici. E poi, tra il serio e il faceto, posso anche ricordare che il colore verde compare nel logo aziendale e che al centro della parola Montecolino ci sono le tre lettere ‘eco’… Il 2011 non è stato solo l’anno dell’entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico, ma anche quello della celebrazione di una ricorrenza importante… Oggettivamente, 40 anni sono un bel traguardo. Per festeggiare degnamente l’anniversario abbiamo organizzato, alla fine di giugno, un grande evento che si è protratto per tre giorni e che ha coinvolto tutte le parti interessate: dai clienti ai fornitori (li abbiamo sempre ritenuti entrambi un vettore di sviluppo fondamentale, come dimostra la volontà di privilegiare il rapporto sistematico rispetto alle collaborazioni estemporanee e ‘mordi e fuggi’), dalla stampa alla nostra straordinaria forza lavoro, senza la quale i risultati ottenuti in questi quattro decenni non sarebbero stati possibili. Abbiamo dunque aperto a tutti le porte dello stabilimento di Provaglio d’Iseo, allestendo un apposito ‘palcoscenico’ per mostrare collezioni e fotografie, proiettare video e, in sostanza, ripercorrere le fasi salienti della storia dell’azienda, dei suoi prodotti e anche dei valori che abbiamo inteso trasmettere in questo lungo periodo, un periodo che ci ha visti assumere e consolidare il ruolo di punto di riferimento nello scenario europeo del nostro settore. L’ultima delle tre giornate abbiamo voluto dedicarla interamente al centinaio di dipendenti dell’azienda e alle loro famiglie: ripeto, senza l’impegno che ognuno di essi ha costantemente profuso nel corso del tempo, certi obiettivi sarebbero stati inevitabilmente preclusi. L’espressione ‘grande famiglia’, quando viene utilizzata per definire un’azienda, può sembrare enfatica e retorica: nel caso di Montecolino, ci è sinceramente sembrato che ogni dipendente abbia sempre ritenuto un motivo di orgoglio personale far fare bella figura al ‘nucleo familiare’ in cui lavorava. E questo vale sia per chi è con noi praticamente da sempre (ed è stato doverosamente premiato in occasione dell’evento celebrativo), sia per chi collabora con l’azienda da poco tempo ma ha già messo sul piatto altrettanta intensità in termini di serietà e competenza professionale, di passione, di ‘senso di appartenenza’.

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In 2011 not only did you install the photovoltaic plant, but you also celebrated an important anniversary… 40 years is undoubtedly a great achievement. At the end of June we organised a big three-day event to properly celebrate our anniversary. We involved all the parties concerned: from our customers to our suppliers – both an essential development driver, as proved by our preference for steady relations rather than provisional cooperation –, from the press to our outstanding staff, without whom the results we achieved in these 40 years would not have been possible. We welcomed them in our plant in Provaglio d’Iseo, where we set up a stage to show collections, photos and videos. We retraced the most important steps of the firm’s history, its products and the values we wanted to convey during this period. It is a long success story indeed, during which we acquired and consolidated our role as a point of reference at European level in this field. We decided to dedicate the third and last day entirely to our employees and their families. As I said, without their unwavering commitment throughout the years, some of the goals we set would have been unattainable. Using the expression “big family” to define a firm can sound exaggerated and pretentious. In the case of Montecolino, though, we really felt that every employee took pride in contributing to the success of this “family”. This holds true for both our long-standing employees – who were appropriately rewarded during our celebrations – and for the newcomers, who nonetheless are already showing their reliability, professionalism, enthusiasm and a sense of belonging.

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Prodotta da oltre due secoli secondo la tradizione partenopea, la Pasta Garofalo è oggi più che mai un “bene rifugio” per le famiglie di mezzo mondo. Perché, nonostante la crisi, un buon piatto di maccheroni resta un “lusso” accessibile a tutti. Produced in accord with the Neapolitan tradition for over two centuries, Pasta Garofalo is now, more then ever, the ‘comfort food’ for half of the world’s families. Despite the economic crisis, a good plate of pasta is still a ‘luxury’ accessible to everyone.

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L’oro (bianco) di napoLi

di Stefano Ruberti traduzioni Gilda Zucolella

The WhiTe Gold of Naples

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Correva l’anno 1789 quando il Consiglio delle Municipalità di Gragnano assegnò a Michele Garofalo e Salvatore Montella la concessione esclusiva per la produzione e la commercializzazione di “maccheroni di buona qualità”. Già nel Seicento, del resto, gli abitanti della cittadina del Napoletano avevano compreso come le acque sorgive che alimentavano i mulini nella valle giocassero un ruolo fondamentale nel conferire un gusto caratteristico all’impasto, mentre il clima caldo, mai troppo umido e accarezzato dalla brezza marina, era ideale per l’essiccazione della pasta. It was the year 1789, when the Town Council of Gragnano assigned to Michele Garofalo and Salvatore Montella the exclusive concession for the production and the commercialization of ‘pasta of good quality’. Already, in the seventeenth century, the inhabitants of this small Neapolitan city had understood how the spring water that fed the mills in the valley played a fundamental role in conferring a characteristic taste to the dough, while the warmer climate, never too damp and caressed by the sea breeze, was ideal for the drying of pasta.

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Da allora Gragnano è diventata “la città della pasta”, tanto che fra il 1843 e il 1847 la via principale fu ricostruita in funzione delle esigenze di produzione dei maccheroni, che proprio in quegli anni erano stati accolti ufficialmente alla corte di Re Ferdinando di Borbone. Oggi, a più di due secoli dalla nascita, il Pastificio Garofalo è uno dei più importanti produttori di pasta a livello mondiale: dal suo stabilimento, dove lavorano circa 130 addetti, escono ogni giorno prodotti destinati ai mercati di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Giappone, Austria, Benelux, Brasile, Corea, Portogallo, paesi Scandinavi e Spagna. E naturalmente all’Italia, dove il marchio è stato protagonista di un’importante operazione di rilancio dal 2002. Since then, Gragnano has become “the city of pasta”, so much that between 1843 and 1847 the main street was reconstructed according to the specifications for the production of pasta that, already in those years, had been officially welcomed at the court of King Ferdinand of Borbone. Today, more than two centuries from its birth, Pastificio Garofalo is one of the most important producers of pasta worldwide. From the plant, where some 130 operators are employed, every day, products are shipped for the markets of the United States, England, France, Japan, Austria, Benelux, Brazil, Korea, Portugal, the Scandinavian countries, Spain, as well as Italy, where in 2002 this brand-name has been at the center of an important operation of re-launch.

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Così, su un fatturato che nel 2010 ha toccato i 96,7 milioni di euro con oltre 98.600 tonnellate di pasta prodotta, in crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente, 46,4 milioni di euro sono stati generati dal mercato domestico (+10.7% sul 2009), mentre le vendite sui mercati esteri, che hanno raggiunto le 66.600 tonnellate, sono state pari a 50,3 milioni di euro (+2,5%). E l’andamento della prima parte del 2011 lascia intendere che questi numeri importanti saranno confermati anche quest’anno. I segreti di un successo di dimensioni planetarie? Qualità ed esperienza, certo, ma anche flessibilità delle linee produttive, grazie alla quale il Pastificio Garofalo è in grado di produrre su ogni mercato prodotti che, reinterpretando la tradizione partenopea, rispondono al gusto e alle richieste locali attraverso una ricca gamma di formati, diversi fra loro per gusto e consistenza ma accomunati dagli stessi standard qualitativi. Fra le novità più recenti introdotte in Italia, la linea denominata “La Giostra dei Bambini”, composta da prodotti dedicati ai più piccoli, fin dalla delicata fase dello svezzamento.

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Of the 2010 sales of about 96,7 million Euros, and the production of more than 98.600 tons of pasta, a growth of 6,3% was realized, compared to the previous year, when 46,4 millions of Euros were generated from the domestic market (+10.7 % than in 2009), while the sales in the foreign markets, that now have reached 66.600 tons, have produced 50,3 millions of Euros (+2,5%). The first part of 2011 shows that similar, impressive numbers will be confirmed this year. What are the secrets of such worldwide success? Quality and experience, of course, but also the flexibility of their production lines, thanks to which Pastificio Garofalo is able to bring products to every market, reinterpreting the Neapolitan tradition and making items that respond to local taste and requirements, through a rich range of styles, differing in flavor and consistency, but united by the same standards of quality. Among the most recent novelties introduced in Italy is “La Giostra dei Bambini”, composed of products devoted to small children, beginning even from the time of weaning.

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intervista a emidio mansi

La pasta non sente La crisi pasTa doesN’T feel The crisis “Dopo tanti anni passati a lavorare a Milano in grandi multinazionali, l’approdo al Pastificio Garofalo è stato per me una sorta di ritorno alle origini: mio nonno, molto tempo fa, aveva a Gragnano un pastificio che, per dimensioni, era secondo proprio a Garofalo”. Per Emidio Mansi, responsabile commerciale Italia del Pastificio Lucio Garofalo, la pasta è una vera e propria “passione di famiglia”, riscoperta dopo quasi un decennio trascorso fra detersivi, prodotti per l’igiene personale e colle. “After many years spent working in Milan in large multinational companies, to land at Pastificio Garofalo was for me a sort of going back to my origins: a long time ago, my grandfather had a pasta shop which was second in size only to Garofalo”. For Emidio Mansi, commercial manager in Italy for Pastificio Lucio Garofalo, pasta is a real “family passion” that he re-discovered after almost a decade working with cleansers, products for personal hygiene and glue. He graduated from the Federico II University of Naples in 1991.

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Laureato all’Università Federico II di Napoli nel 1991, un anno dopo si è trasferito infatti nel capoluogo lombardo con in tasca un master di specializzazione in marketing per iniziare a lavorare nel colosso Henkel, dove ha ricoperto varie posizioni prima di approdare nel 1998 in Bolton. Poi, nel luglio 2001, il ritorno in Campania: “Ho scelto il Pastificio Garofalo perché mi dava la possibilità di costruire un progetto partendo da zero”, spiega Mansi a Stile Italiano. “Una sfida enorme per chi, come me, aveva lavorato in aziende multinazionali, dove ognuno opera a comparti stagni e difficilmente può occuparsi di un progetto nel suo complesso”. La sfida (vinta) era quella di riportare Garofalo fra i marchi di pasta premium leader non solo all’estero, ma anche in Italia.

After one year he moved to Milan with a Master in Marketing under his belt, and began his employment in the multinational Henkel, where he worked in various positions before going in 1998 in Bolton. Then, in July 2001, he returns to Campania: “I have chosen Pastificio Garofalo because it gave me the opportunity to build a project starting from zero”, explains Mansi to Stile Italiano. “An enormous challenge for one, who, like myself, had worked in multinational firms, where each person operates in watertight compartments and rarely has the opportunity to deal with a project as a whole”. The challenge for Mansi was to bring Garofalo back, to take its place among the premium leading brands of pasta, not only in the foreign market, but also in Italy.

E oggi? La crisi che sta frenando i consumi sui mercati occidentali si sta facendo sentire anche nel vostro settore? No. La pasta è quasi un ‘prodotto rifugio’: economico, nutriente e saporito. Tanto che i consumi, nei periodi di crisi, tendono ad aumentare anziché a diminuire. E questo vale anche per un prodotto premium come quello di Garofalo: un ‘lusso’ che le famiglie possono continuare a permettersi.

And today? Is the economic crisis that is holding back the consumers of the western markets also felt in your sector? No. Pasta is comfort food: economical, nutritious and tasty. So much so, that its consumption, in times of crisis, tends to increase rather than decrease. And this applies also to a premium product like that of Garofalo: a ‘luxury’ that families can keep on affording.

Questo significa che, in generale, le aziende italiane possono reagire alla crisi posizionandosi sul mercato dei prodotti premium nei rispettivi settori? Non necessariamente: questo porterebbe a chiudersi in una nicchia. Piuttosto, credo che si debba offrire il prodotto migliore in relazione alle possibilità del mercato. Ad esempio nel caso della pasta, che è composta di sola semola, la materia prima incide sul 90% del costo del prodotto: cambiando la materia prima, ma lavorandola con la medesima maestria, posso ottenere prodotti di diversi livelli, ma che rappresentino sempre e comunque l’eccellenza per ogni livello. Il segreto sta quindi nel valutare quale sia il prodotto migliore che si possa offrire rispetto alla capacità di spesa dei consumatori nei diversi mercati.

Does this mean that, generally, the Italian companies can respond to the crisis by positioning themselves in their respective markets? Not necessarily: this could shut one into a niche. Instead, I think that one should offer the best product in relation to the demands of the market. For example, in the case of pasta, which is made only of durum wheat, the raw material determines 90% of the cost of the product. Without changing the raw material, but by working it with mastery, I can obtain different types of products that always offer excellence. The secret consists of being able to evaluate the best product that can be offered, keeping in mind the spending capacity of the different markets.

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protagonisti aL cinema Il grande produttore cinematografico Dino De Laurentiis era figlio di un pastaio. E difficilmente chiudeva un accordo economico senza suggellarlo con un piatto di spaghetti. A confermare questo felice connubio fra pasta e grande schermo, il Pastificio Garofalo ha scelto di investire buona parte del proprio budget di comunicazione proprio nel cinema. E non solo nel product placement (sono una decina le pellicole in cui il brand Garofalo è stato inserito nel contesto narrativo): l’azienda ha infatti commissionato e prodotto dal 2008 cinque cortometraggi d’autore, uno dei quali ha segnato il fortunato debutto di Valeria Golino dietro la macchina da presa, premiato con il prestigioso Nastro d’Argento.

a protagonist in cinematography The great movie producer Dino De Laurentis was the son of a baker. He rarely closed a financial deal without sealing it with a plate of spaghetti pasta. As a way to confirm this happy union between pasta and the movie screen, Pastificio Garofalo has decided to invest a good part of their budget reserved for marketing, in making movies, themselves; not only in the placement of the product (there are about ten films that inserted the Garofalo brand in their narrative context). The company has, in fact, commissioned and produced five independent short features since 2008. One of them marked the debut of Valeria Golino behind the movie camera, for which she received the prestigious Nastro D’Argento.

iL ‘Facebook’ dei buongustai The ‘facebook’ of The epicureaN

Non solo pasta. Da qualche mese il Pastificio Garofalo ha dato vita a un interessante progetto per la valorizzazione delle eccellenze gastronomiche d’Italia attraverso la Rete. Si chiama “Gente del Fud” (dall’unione di “food” e “sud”): una sorta di “social food network” in cui i migliori food blogger italiani selezionano prodotti e produttori di qualità delle regioni d’Italia, condividendo con gli appassionati di cucina la propria esperienza e la propria competenza. Al progetto hanno già aderito 150 blogger, che ogni giorno pubblicano schede informative, ricette e segnalazioni. In the last few months, Pastificio Garofalo began an interesting online project to boost the excellent foods of Italy. It is called “Gente (people) del Fud” (from the union of ‘food’ and ‘sud’ (south). This is a ‘social food network’ in which the best Italian food bloggers choose quality products and producers from the different Italian regions and share with food lovers their experience and knowledge. Already 150 bloggers have joined this project and every day publish information, recipes and recommendations.

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una cantina di qualità

di Stefano Ruberti traduzioni Alessia Monti

In the wIne cellar, qualIty Is the wInner

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Da oltre cent’anni l’azienda della famiglia Pellegrini distribuisce alcuni fra i migliori vini e distillati della produzione nazionale ed estera. E nel 2011 il fatturato cresce ancora, nonostante la crisi. Il segreto? Puntare sulla qualità di prodotti e fornitori e investire nell’innovazione. Pellegrini Ltd is a family-run company which has been distributing some of the finest Italian and international wines and spirits for over a century. In 2011, its turnover is still growing, in spite of the crisis. What is its strategy? It focuses on high-quality products and suppliers, and invests in innovation.

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Parola d’ordine: qualità. Quella che contraddistingue la miglior produzione vinicola italiana (e non solo) e che da oltre un secolo ispira l’attività di distribuzione della famiglia Pellegrini. Era infatti la fine dell’Ottocento quando Pietro Pellegrini, bisnonno degli attuali titolari, iniziò a vendere vino nella sua osteria ai piedi del castello di Cisano Bergamasco, a una ventina di chilometri da Bergamo (e a una trentina da Milano). Qualche anno più tardi, nel 1904, fu costruita quella che ancora oggi è la sede dell’azienda, una casa dotata di cantine per lo stoccaggio dei vini sfusi, cui seguì l’inizio della distribuzione all’ingrosso in Lombardia. Quality, the key word of the best Italian and international wine production, is the guiding principle that has inspired Pellegrini Ltd for over a century. Pietro Pellegrini – the current owners’ great grandfather – started selling wine in his tavern located at the foot of the castle of Cisano Bergamasco (20 km from Bergamo and 30 km from Milan) in the late 19th century. Some years later, in 1904, the firm’s current base was built: a house equipped with wine cellars to store wine on tap, which paved the way for wholesale distribution in Lombardy.

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Negli anni ’50 Angelo Pellegrini, figlio di Pietro, aprì a Sava (Taranto) una filiale dell’azienda e iniziò a occuparsi anche della vinificazione di vini pugliesi con l’aiuto dei figli Gian Pietro ed Emanuele. Nel 1962 l’attività vitivinicola e olivicola viene ulteriormente sviluppata con l’acquisizione di un’azienda agricola a Montelupo Fiorentino (Firenze) e la costruzione di una nuova cantina, dando vita alla Fattoria di Petrognano, azienda vinicola produttrice di vini dalla forte tradizione toscana. Oggi la Pellegrini SpA ha una dimensione, relativa ai locali coperti, intorno ai 4mila metri quadrati, dieci collaboratori fissi in azienda e più di 110 collaboratori commerciali esterni; l’attività è specializzata nella distribuzione e commercializzazione di vini e distillati di alta qualità, con un catalogo che propone in esclusiva le etichette di oltre 80 aziende vitivinicole italiane ed estere con offerte riservate al canale Ho.re.ca e super Ho.re.ca che vanno dai vini rossi e bianchi, ai distillati e agli champagne.

In the 1950s, Angelo Pellegrini – Pietro’s son – opened a branch in Sava, near Taranto (Apulia), where he started producing wines characteristic of the region with his sons Gian Pietro and Emanuele. In 1962, the acquisition of a farm in Montelupo Fiorentino, near Florence, and the building of a new wine cellar, allowed the further development of vine and olive growing as well as wine production. This led to the establishment of a winery in Petrognano, where traditional Tuscan wines are made. Today, Pellegrini Ltd’s indoor premises cover 4,000 square meters, and its staff is made up of ten in-house permanent employees and more than 110 sales representatives. The firm specialises in the distribution and marketing of highquality wines and spirits, offering a selection of more than 80 Italian and international fine wine labels. The hotel and catering industry can benefit from special offers ranging from red and white wines to spirits and sparkling wines.

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Le bottiglie commercializzate sono poco meno di un milione all’anno per un fatturato che dovrebbe raggiungere nel 2011 i 7 milioni di euro rispetto ai 6,5 milioni del 2010. Nei locali di Cisano Bergamasco l’attuale generazione dei Pellegrini porta avanti la tradizione familiare con un occhio costante all’innovazione: così, accanto agli antichi vasi vinari (oggi non più utilizzati) e alla scala che porta ancora i segni dei barili che un tempo vi venivano fatti scivolare, troviamo il modernissimo magazzino climatizzato a 18 gradi destinato allo stoccaggio dei vini in attesa di trovare collocazione ideale all’interno delle cantine sotterranee. Anche se a suscitare vera emozione fra gli intenditori è la zona in cui vengono conservate le ultime bottiglie di etichette che non saranno più messe in vendita: veri pezzi da collezione ormai introvabili.

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Total sales account for almost a million bottles a year, with an expected turnover of €7 million in 2011, against €6.5 million in 2010. In the premises of Cisano Bergamasco, the Pellegrini family carries on their ancestors’ traditions with a special focus on innovation. So, next to the antique wine pots – no longer in use – and the stairs that still show the marks left by the barrels which were rolled down them, we find a really modern storage room. Inside, the temperature is kept at 18° C (64.4° Fahrenheit). Wines are kept here until they are stored in the underground cellars in ideal conditions. But what fascinates wine connoisseurs most is the area where the last not-for-sale bottles are kept. These are collectors' items that are now impossible to find on the market.

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intervista a Pietro Pellegrini

insieme Per battere la crisi together to defeat the crIsIs “Non solo i prodotti: anche le persone e il progetto sono fondamentali, per noi, nella scelta delle etichette da distribuire in esclusiva. Per persone intendo la proprietà dell’azienda che deve seguire direttamente tutte le fasi di produzione, dalla vigna alla cantina, e deve avere come attività principale, se non unica, la produzione di vini (o distillati) di qualità. È altrettanto essenziale che il produttore sia estremamente convinto della distribuzione come strumento di vendita per i suoi prodotti. Importante è anche che l’azienda da distribuire abbia un progetto ‘vero’ e a lungo termine, rispettoso dell’ambiente nella conduzione dei vigneti e il più sano e naturale possibile nelle scelte di cantina. Non solo: i prodotti devono essere espressione della filosofia del produttore e della terra d’origine”. Così Pietro Pellegrini, presidente della Pellegrini SpA, spiega i motivi del successo della sua azienda in un mercato sempre più selettivo. Quali sono i prodotti più richiesti? Parlando di vini, sicuramente gli spumanti. Le ‘bollicine’ si bevono tutto l’anno, non più solo nelle occasioni speciali, in occasione di festeggiamenti e in particolari periodi. E non solo al momento dell’aperitivo o a fine pasto, ma anche per accompagnare i cibi. Fra i distillati, i più richiesti sono gli invecchiati, più ricchi, complessi e variegati, soprattutto rum con un discreto ritorno del whisky di malto scozzese. Chi sono i vostri clienti? Ci rivolgiamo essenzialmente al mercato nazionale Ho.re.ca e super Ho.re.ca, tra i nostri clienti troviamo soprattutto operatori appassionati della media, medio-alta e alta ristorazione, delle enoteche e delle mescite di vini di qualità. Non mancano inoltre distributori specializzati locali.

“When we choose which products we want to sell, we give great importance not only to their features, but also to our staff and mission. Our staff check directly every production step, from the vineyard to the cellar. Our mission is to produce high-quality wines and spirits. We firmly believe that wholesale distribution is the best way for us to market them. Furthermore, we have a long-term business plan. We think it is essential to manage our vineyards in a sustainable way and to apply procedures that are as natural and healthy as possible. Every product must reflect the philosophy of the producer and the tradition of the region it comes from. This is the strategy that has enabled us to succeed in an increasingly selective market”. What are the most requested products? If we refer to wines, definitely sparkling wines. Nowadays people drink sparkling wines all year round, not only for special occasions or celebrations as they used to. Besides, sparkling wines now accompany meals, whereas not a long ago they were reserved for aperitifs or desserts. The most requested spirits are the aged ones, which offer a variety of rich and complex tastes. The top of the list is rum. Scotch is regaining some popularity . Who are your clients? Mainly the businesses which are members of Ho.re.ca and super Ho.re.ca (the Italian trade association of the hotel and catering industry and its luxury version). They are either companies providing medium, medium-high or high quality catering, or premium wine shops and bars. We sell to local specialised distributors too.

L’attuale momento di crisi si sta facendo sentire anche nel vostro settore? È normale che sia così, le crisi determinano sempre un calo dei consumi. Tutti i nostri clienti, salvo rare eccezioni, lamentano di lavorare di meno. Questa situazione, però, in parte ci favorisce perché il nostro ruolo di servizio diventa ancora più importante: dal distributore si possono fare acquisti di diversi prodotti senza appesantire le scorte, in quantità limitate. Sottolineo che noi vendiamo a prezzo azienda, cioè allo stesso prezzo dei produttori, quindi i nostri clienti non pagano di più i prodotti, anzi molto spesso i distributori dimostrano di essere più ‘elastici’ dei produttori stessi.

Is the current economic crisis affecting the industry? Yes. It’s logical: crises always cause a decline in consumption. Almost all our clients report a decrease in their business. However, we could say that in a way we benefit from this situation: wholesale distribution means that a client can buy limited amounts of different products, without building up excessive stocks. I would like to point out that we sell our products at the same price as producers. Our clients would not pay more than if they were to go directly to producers. Very often distributors have an even more flexible approach to price.

Quali sono, sulla base della vostra esperienza, le strategie per reagire alla crisi? I distributori italiani con la D maiuscola non sono tanti e quando si è in pochi è più facile pensare di interagire, anche e soprattutto con lo scopo di reagire a questa crisi. Qualcosa è in atto, ma per il momento non posso dire altro.

Considering your company’s experience, what are the strategies to cope with this crisis? There are only a few big Italian wine distributors. This makes it easier for us to interact, particularly in response to the downturn. We are reacting to it, but for the moment I can’t give you any details.

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il giro del mondo in 80 etichette

a journey around the world through 80 wIne labels

Fra vini e distillati, il catalogo dei prodotti distribuiti da Pellegrini spazia per quattro continenti. Partendo dalle eccellenze della produzione italiana: sono rappresentate quasi tutte le regioni, selezionate sempre secondo il criterio della qualità. Fra le etichette rappresentate si segnalano Quintodecimo, azienda campana nata nel 2001 e gestita da Luigi e Laura Moio (vedi le foto in queste pagine); Paitin che, nel cuore delle Langhe, produce il Barbaresco Sorì, un grande rosso complesso e corposo; Ronco Calino dalla Franciacorta, che offre un Franciacorta Brut Satèn dal perlage finissimo; mentre Le Vigne di San Pietro (Verona) si segnala per l'Amarone Classico, vino importante da meditazione ma ideale anche con carni arrosto e formaggi stagionati. E per gli amanti dei bianchi, da non perdere il siciliano Giglio Bianco da uve Insolia e Grillo prodotto dalla Masseria del Feudo di Caltanissetta. The Pellegrini Ltd’s wine and spirit list covers 4 continents. First, it offers a selection of excellent Italian wines, which are chosen depending on their quality from almost all the Italian regions. Among the selected wineries, we find: Quintodecimo, which is located in Campania and has been run by Luigi and Laura Moio since 2001(see pictures); Paitin, which is based in the Langhe area (Piedmont) and makes the Barbaresco Sorì, a complex full-bodied red wine; Ronco Calino dalla Franciacorta, which produces Franciacorta Brut Satèn, a softly bubbly wine; Le Vigne di San Pietro, in the province of Verona, which is famous for its Amarone Classico, a “meditation wine” that matches perfectly with roast meats and aged cheeses; and Masseria del Feudo di Caltanissetta. White wine lovers should make sure they taste its Giglio Bianco, made from the Sicilian insolia and grillo grape varieties.

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antoniolupi è un’azienda toscana che dal 1950 si distingue sul mercato italiano e internazionale per la progettazione e realizzazione di arredi per il bagno. È una realtà in continuo sviluppo, riconosciuta per la sua capacità di creare innovazione, per la continua ricerca su materiali e sul design degli elementi e per i suoi investimenti in tecnologia e creatività. La sua specializzazione è partita dagli specchi e accessori da bagno ed è arrivata ad abbracciare l’intero spazio abitativo, forte della collaborazione con designer importanti come Carlo Colombo, Nevio Tellatin, Riccardo Fattori, Mario Ferrarini, Domenico de Palo e molti altri. Forti gli investimenti sostenuti per lo sviluppo e la ricerca su innovazione, materiali, tecnologia e soprattutto altissima è la qualità del prodotto offerto; la cura del cliente e la vasta gamma di collezioni offerte sono per antoniolupi argomenti da sempre vincenti. Antoniolupi ha sede nel cuore della toscana a Stabbia, frazione di Cerreto Guidi, è un’azienda guidata da una famiglia storica, dalle radici antiche e ben solide, ma proiettata al futuro e al progetto. Quattro fratelli – Patrizia, Andrea, Nello e Sergio – dirigono l'antoniolupi, impegnata nella ricerca e nella produzione di arredi e sistemi per il bagno, creando tendenza, non seguendola. La qualità è per antoniolupi l’unico obiettivo da perseguire. Tecnologia d’avanguardia, materie prime selezionatissime e attenzione ai dettagli sono le caratteristiche che distinguono ogni fase dell’attività produttiva dell’azienda. Una tecnologia e una ricerca che non dimenticano la tradizione, la memoria di un saper fare unico, l’artigianalità che viene dai maestri del territorio che ancor oggi collaborano con entusiasmo con l’azienda per scoprire materiali e forme nuove, per sviluppare lavorazioni innovative, per migliorarne altre già consolidate. antoniolupi is a Tuscan from 1950 stands on the Italian and international design and manufacture of furniture for the bathroom. A continuously developing recognized for its ability to create innovation, continuous research on materials and design elements and its investment in technology and creativity. A specialization that is playing by mirrors and bathroom accessories and came to embrace the entire living space of the strong collaboration of designers as important as Carlo Colombo, Nevio Tellatin, Richard Factors, Mario Ferrarini, Domenico de Palo and many others. Strong investment sostenutiper development and research on innovation, materials, technology and above all is the high quality of the product, customer care and the wide range of collections provided antoniolupi topics are always winners. Antoniolupi is located in the heart of the Tuscan Stabbia village of Cerreto Guidi, is a company run by a family history, with ancient roots and firmly established, but looking to the future and the project. Four brothers: Pat, Andrea, and Sergio In directing the antoniolupi, engaged in the research and manufacture of furniture and bathing systems, creating trends, not follow it. Quality is antoniolupi the only goal. Innovative technology, selected raw materials and attention to detail are the characteristics that distinguish each stage of the production company. Technology and research that they do not forget the tradition, the memory of a unique know-how, the craftsmanship that comes from the masters of the territory that still work with enthusiasm with the company to discover new forms and materials, to develop innovative processes, to improve other well-established.

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antonio lupi design spa Via Mazzini 73/75 _ 50050 Stabbia Cerreto Guidi (Firenze) - Italy T +39 0571 586881 F +39 0571 586885 Contatti | get in touCh lupi@antoniolupi.it web www.antoniolupi.it

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showRooM stabbia milano p.le Biancamano, 2 - 20121 Milano T +39 02 63470619 F +39 02 63118154 chicago 516 North Wells, Chicago IL 60610 T (312) 329-1550 F (312) 329-1556 miami 4100 N. Miami Ave. - Miami, Fl 33137 T (305) 432-3933 - F (305) 432-5442 monaco Das Bad studio – Martina Nageli Frauenstrabe 30 - 80469 Munchen T 089 21023777-0 - F 089 21023777-7 FieRe ed eVenti | eVents dal 20/01/2012 al 24/01/2012 MAISON & OBJET - Parigi PAD. 8 Stand A13 designeRs carlo colombo nevio tellatin mauro carlesi riccardo fattori anne e patrick poirier domenico de palo victor vasilev paolo armenise e silvia nerbi gabriele e oscar buratti gabriele rosa mario ferrarini daniel debiasi e federico sandri massimo broglio

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Ballarini è il marchio leader nella fascia alta degli strumenti di cottura antiaderenti. Le caratteristiche distintive del brand sono il forte legame con la tradizione culinaria italiana e internazionale, e l’innovazione tecnologica e creativa del prodotto. Da qui il pay-off “Il futuro della tradizione”. Recentemente il brand Ballarini è al centro di un innovativo progetto di brand communication, il cui scopo è rafforzarne il posizionamento quale moderno interprete della cucina di qualità. Da questo progetto nasce, ad esempio, il Circolo della Qualità, un club formato da gastronomi, cuochi e degustatori, ma anche da artisti, scrittori e scienziati, che organizza mostre, eventi e incontri per la promozione della cultura culinaria ad ampio raggio. Prodotti e pensieri sempre migliori per quanti amano la buona cucina e la bella tavola. La Ballarini S.p.A. è una delle realtà di maggior rilievo in Europa dal punto di vista produttivo (oltre 12 milioni di pezzi l’anno), ed è leader nell’innovazione, sia per tecnologie applicate, sia per modelli proposti. La proprietà è famigliare, l’organizzazione è manageriale, strutturata in aree di business e di profitto.

Ballarini is the leading brand in the high end of the non-stick cookware. The distinctive features of the brand is a strong link with the traditional Italian and international, and technological innovation and creative product. Hence the tagline "The future of the tradition." Recently the brand Ballarini is at the heart of an innovative brand communication project, which aims to strengthen its positioning as a modern interpreter of quality cuisine. From this project is, for example, the Quality Circle, a club formed by food critics, chefs, wine tasters, but also artists, writers, scientists that organizes exhibitions, events, meetings for the promotion of wide-ranging culinary culture. Products and thoughts always best for those who love good food and beautiful table. Ballarini S.p.A. is one of the most important in Europe in terms of production (more than 12 million pieces per year), and is a leader in innovation, both for applied technologies, for both proposed models. The property is family, the management organization is structured into areas of business and profit.

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Ballarini Paolo & Figli SPa Via Risorgimento 3 Rivarolo Mantovano (Mantova) - Italy T +39 F +39 Contatti | get in touCh info@ballarini.it weB www.ballarini.it dealerS Ballarini è presente in oltre 1100 negozi in tutta Italia. eSPerti ALLAN BAY PIETRO LEEMAN EUGENIO MEDAGLIANI SIMONE MEDAGLIANI PAOLO PARISI ORLANDO BORTOLAMI LORENZO COGO MICHELE MARCUCCI

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