Le buone azioni
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Le buone azioni per la crescita del nostro territorio Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
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Mensile di informazione e di approfondimento
EDITORIALE
Una stretta di mano di Adelino Amistadi Negli ultimi mesi, tutto preso da eventi ed incontri piacevoli con conoscenti venuti da lontano, ho avuto motivo di meditare su alcuni comportamenti che rimpiango con nostalgia e che sono segni evidenti del nostro cambiamento comportamentale degli ultimi anni. Comincio con la “mostra delle vacche” che si svolge ogni anno a Roncone e da qualche tempo reclamizzata come “Il mondo contadino”, evento organizzato dal Consorzio Turistico del Chiese, che a dir il vero, ultimamente a me sembra stia perdendo sempre più colpi. Più che la mostra delle vacche, i Ronconesi la ricordano come la “fiera di settembre” dove in effetti si svolgeva il mercato del bestiame appena “smalgato” e con i contadini bisognosi di vendere qualche capo per pagare i conti in sospeso dell’intero anno. C’erano anche allora palizzate in legno per il bestiame in vendita, con mercanti e sensali che arrivavano da ogni parte, per lo più dalla Bresciana e dal Lomaso. Era una festa di quelle all’antica con copiose bevute di vino e la trippa servita nei vari ristoranti a cui nessuno dei protagonisti rinunciava facilmente. Di quelle fiere ho molti ricordi dato che mio padre faceva il “mediatore” e quindi a sua volta ne era protagonista. E di allora ricordo soprattutto un segno di fedeltà e di rispetto della parola data oggi andato in disuso: la stretta di mano. Ogni transizione di bestiame veniva siglata con una stretta di mano, venditore ed acquirente siglavano l’accordo con una stretta e l’affare era fatto. Continua a pagina 4
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ANNO 15 - NOVEMBRE 2017 - N. 11 - MENSILE
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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Trenta milioni per le Giudicarie: viabilità e opere turistiche in primis Approvato in Comunità il piano per realizzare 33 interventi
EUROPA
APinzolo, una clinica privata
I pigri non fermeranno i volonterosi
A pagina 11 Sanità
Movember: il mese della prevenzione al maschile A PAGINA 18
Cultura
Pagine d’autunno apre con Francesco Vidotto A PAGINA 15
SALUTE Sole, amico nemico Pag. 24 SOCIETÀ Le vacanze dei giudicariesi Pag. 12 ARTE Romaniche Giudicarie A Pag. 22
A pag. 4
di Paolo Magagnotti La recente affermazione in Austria nelle elezioni per il rinnovo del “Nationalrat”, il ramo del Parlamento austriaco con maggiori poteri, di una linea fortemente conservatrice, anti-emigrazione e, seppur con tonalità diverse, anti-Unione europea, aggiunge, dopo la forte avanzata in Germania dei nazionalisti estremisti lo scorso settembre, nuove, pesanti, preoccupazioni per il futuro dell’unificazione europea. A pagina 20
Cultu
Ch A PAGINA 14
Ciclismo - Lego
Italian A PAGINA 35
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093
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Rassegna Stampa
NOVEMBRE 2017
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2017
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA
Debora Andreolli
Ecco le campionesse e le riserve delle razze Bruna e Frisona della mostra Mondo Contadino dello scorso settembre. Razza Bruna: -Campionessa: LISSI (nella foto) dell’azienda agricola Fioroni Adriano di Bondo -Riserva: ANNABEL dell’azienda agricola Fioroni Adriano di Bondo Razza Frisona: -Campionessa: DORICE dell’azienda agricola Fioroni Adriano di Bondo -Riserva: MANILA dell’azienda agricola Amistadi S.S.A. di Roncone Giudicarie - Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e Saone, firmato il protocollo d’intesa per la fusione - Firmato il protocollo d’intesa per la fusione fra le 2 Casse Rurali giudicariesi, attivando così un percorso di aggregazione che ha coinvolto sinora tutte le zone del Trentino ad eccezione proprio del comprensorio delle Giudicarie dove operano ancora 6 Casse Rurali (entro il 2017 le Casse Rurali trentine passeranno da 35 a 26). I Presidenti delle due Casse, Andrea Armanini e Sandro Dipré, esprimono soddisfazione sull’operazione. “Si tratta di una decisione maturata dopo un percorso di condivisione degli scenari futuri del credito cooperativo che con l’arrivo del nuovo gruppo di Cassa Centrale pone a tutte le Casse Rurali nuove sfide e la necessità di guardare avanti con la responsabilità di fare delle scelte”. Cristiano Trotter è il nuovo Direttore del Parco naturale Adamello Brenta - Il Comitato di Gestione del Parco ha nominato il dott. Cristiano Trotter nuovo Direttore dell’Ente. Come da procedura, la Giunta aveva proposto al Comitato una rosa di tre candidati, invitando il Presidente a richiamare l’attenzione sul nome del dott. Trotter, indicato come il più adatto a ricoprire il ruolo in questo momento. In platea, Claudio Ferrari, Dirigente del Servizio Aree Pro-
tette, in rappresentanza della Provincia, ha voluto sostenere convintamente la proposta del dott. Trotter da parte della Giunta, sottolineandone la professionalità, la sua personalità solida ed equilibrata e la profonda conoscenza del sistema delle aree protette provinciali, nonché dei meccanismi tecnico-burocratici della provincia: “La sua figura potrà offrire al Parco gli strumenti necessari a ripartire, facendogli riassumere quel ruolo di faro culturale e di locomotiva dell’intero sistema”. Con espressione di voto per alzata di mano, Trotter ha ottenuto 46 voti dei 48 presenti. Trotter ha 53 anni, è trentino, ha una laurea in giurisprudenza e dal ‘99 è Direttore dell’ufficio amministrativo del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, ente presso il quale lavora da 26 anni.
sitatori hanno visitato i 200 stand - Si è chiusa anche la 18^ edizione di Ecofiera di Montagna, con un incredibile successo sotto tutti i punti di vista ed un bilancio assolutamente positivo. La kermesse si è riaffermata come evento top dell’autunno trentino e riconfermata come una grande festa a cui ormai è difficile mancare e ciò è testimoniato sia dai 200 espositori che dal pubblico sempre in crescita, che per questa edizione ha registrato il numero record di 34.750 visitatori. Numeri davvero importanti in un momento in cui per molte manifestazioni diventa difficile confermare i dati delle edizioni precedenti. Ma Ecofiera è ormai una festa, una festa di tutti, ed è sentita dai molti che nei tre giorni si sono alternati per le vie del paese per essere presenti all’evento.
Dalla Val Rendena a Verona per partorire. Santa Chiara saturo - Ha fatto parlare il caso della donna di Villa Rendena costretta a partorire a Verona. La donna in attesa di due gemelli essendo il reparto di neonatologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento “saturo”, è stata trasferita a Verona con l’elicottero. Il caso ha sollevato molte polemiche anche in ragione della recente chiusura dei Punto nascite di Tione e di Arco.
Pieve di Bono - Per i cento anni di Padre Remo Armani presentato il libro del missionario. Presente ad Agrone anche l’arcivescovo Lauro Tisi Grande festa ad Agrone per ricordare i 100 anni dalla nascita di Padre Remo Armani, missionario comboniano di Agrone, nato a Balbido il 7 ottobre 1917 e ucciso a Paulis, nel Congo Belga, il 24 novembre 1964. L’evento è stato curato dal Consiglio parrocchiale e dal Circolo culturale di Agrone che porta il nome del martire.
Tione - Bilancio positivo per la 18esima edizione dell’Ecofiera di Montagna. 34750 vi-
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Ringiovanire la pubblica amministrazione: 42 nuove assunzioni in Provincia e 15 all’Azienda sanitaria E’ quanto previsto dal progetto Pat4Young, che partirà a dicembre, terminata la prevista fase concorsuale che ha visto la presentazione di oltre 1700 candidature. Parliamo di 42 giovani - fino ai 32 anni di età non compiuti – che saranno assunti con contratto di formazione lavoro di 24 mesi. Le delibere con le relative graduatorie sono state approvate stamani dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente Ugo Rossi. Assieme al personale provinciale saranno assunte anche 15 unità presso di personale l’Azienda provinciale per i servizi sanitari. In totale, quindi i neoassunti saranno 57. I neo assunti dovranno svolgere un percorso formativo di 200 ore e, nello svolgimento del lavoro d’ufficio, saranno affiancati da un tutor, il dirigente o il direttore della struttura all’interno della quale ogni nuova unità lavorativa è inserita, nonché da un mentor, individuato in un dipendente appositamente formato per le mansioni di “accompagnamento” e trasmissione delle competenze al collega più giovane. Al termine del percorso formativo e lavorativo vi sarà una valutazione finale, propedeutica ad un’eventuale trasformazione del rapporto di lavoro in un tempo indeterminato. Tutto ciò, è in linea con il Piano strategico per la pianificazione e lo sviluppo del capitale umano, messo a punto dalla Provincia da un lato per valorizzare il personale già presente e dall’altro per favorire un migliore inserimento lavorativo del personale più giovane. Mobilità: al via gli incentivi su autoveicoli elettrici Sono 300.000 euro le risorse stanziate sul 2017 per la prima fase dell’iniziativa. L’incentivo varia da 4.000 a 6.000 euro, a seconda che si tratti rispettivamente di autoveicoli ibridi plug-in o elettrici. I cittadini e gli enti privati, tra i quali le ONLUS, che non svolgano attività d’impresa e residenti in Trentino, possono rivolgersi direttamente ai concessionari di autoveicoli che abbiano sottoscritto la convenzione con la Provincia autonoma di Trento. Allo stato attuale in provincia di Trento sono oltre
1000 i veicoli elettrici e ibridi (la quasi totalità degli autoveicoli è ibrida). L’obiettivo è quello di raggiungere oltre 10.000 veicoli fra elettrici e ibridi plug-in nel 2025. Le persone fisiche ed enti privati, con o senza personalità giuridica, tra i quali gli organismi non lucrativi di utilità sociale (ONLUS), residenti in Trentino e che non svolgano attività d’impresa, possono rivolgersi direttamente al concessionario di autoveicoli che abbia sottoscritto la convenzione con la Provincia autonoma di Trento. Se, invece, l’acquisto dell’autoveicolo è avvenuto dopo il 16 giugno 2017 e prima del 1 novembre 2017, i soggetti beneficiari possono presentare domanda direttamente alla Provincia autonoma di Trento – Agenzia provinciale incentivazione attività economiche (APIAE). Concessionari convenzionati: www.provincia. tn.it/mobilitasostenibile. Dal 1 novembre 2017 50 anni di Pup Approvato l’11 agosto 1967, su spinta dell’allora presidente della Provincia Bruno Kessler, il primo Piano urbanistico provinciale compie cinquant’anni, e continua a fare parlare di sé. L’iniziativa si articola in una serie di incontri tematici sul territorio, aperti a tutta la popolazione, supportati anche da una robusta mole di dati che aiutino a capire come il Trentino, in questi anni, è cambiato, e dove sta andando. Dall’”Industrializzazione e sviluppo economico” all’ “Ambiente, paesaggio, aree protette” e “Agricoltura e territorio” sono solo alcuni dei temi che, di volta in volta, in questo tour itinerante per ragionare su questo importante strumento sono stati affrontati da assessori provinciali e esperti dei vari settori in giro per il Trentino. I prossimi appuntamenti: 8/11 al Buonconsiglio “La pianificazione per lo sviluppo del Trentino”; 17/11 Terme di Levico “Dall’analisi delle dinamiche alle prospettive per il futuro” e il 1/12 al Muse “Il piccolo Trentino nella grande Europa e il nuovo quadro territoriale”. Trentino Lavoro: il nuovo portale di Agenzia del Lavoro Nel mese di settembre ha registrato 110.655 accessi, effettuati da 34.499 personal computer, raddoppiando i numeri,
già alti, di inizio estate: stiamo parlando di Trentino Lavoro, il nuovo portale dei servizi offerti dall’Agenzia del Lavoro, attivo dal 1° luglio. Con un semplice click, anche dal proprio smartphone, il portale, accessibile dal sito www. agenzialavoro.tn.it consente a lavoratori ed aziende di incontrarsi ancora più facilmente che in passato. I cittadini possono consultare le offerte di lavoro impostando dei filtri di ricerca in base alle proprie caratteristiche ed esigenze, contattare direttamente il datore di lavoro, inviare il proprio curriculum vitae, consultare la borsa delle professioni, il catalogo dei corsi di formazione provinciali e i concorsi pubblici. I datori di lavoro, dal canto loro, possono inserire direttamente le loro ricerche di lavoratori, acquisire i CV, e comunque avvalersi dell’assistenza dei centri per l’impiego per l’utilizzo del portale in tutte le sue potenzialità. Attualmente le posizioni ricercate sono più di 900, provenienti dai Centri per l’impiego, da agenzie per il lavoro e ricerca e selezione, e direttamente dalle aziende. Effettuando la registrazione, inoltre, si ha accesso ad un’ulteriore serie di servizi mirati nonché ad un’area di lavoro riservata: sono usufruibili la compilazione guidata del curriculum vitae, (salvabile in cinque versioni diverse), lo studio della compatibilità del proprio CV con le offerte pubblicate, l’invio di candidature spontanee alle aziende registrate (anche senza la presenza di annunci) e la redazione della lettera di presentazione. Qualora si riscontrasse la necessità di rinforzare le proprie competenze, è possibile cercare nella pagina Formazioexte il corso adatto alle proprie caratteristiche professionali nel catalogo delle offerte formative. Attraverso il portale, infine, ci si può rivolgere agli operatori del Centro per l’impiego senza uscire di casa: è possibile infatti richiedere una consulenza su qualunque tema inerente il mondo del lavoro e usufruire di alcuni servizi amministrativi, come la visualizzazione e la stampa del Percorso Lavoratore, la sottoscrizione della Dichiarazione di immediata Disponibilità al lavoro (DID) nonché inviare la propria adesione al progetto Garanzia Giovani.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
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Primo Piano
NOVEMBRE 2017
Approvato in Comunità il piano per realizzare 33 interventi
Trenta milioni per le Giudicarie: I passaggi dell’operazione fondo strategico non sono stati brevi, le contrattazioni dei singoli comuni al loro interno e fra di loro sotto il coordinamento della Comunità di Valle nemmeno, ma finalmente il 10 ottobre 2017 si è svolta presso la Comunità la conferenza dei sindaci decisiva per verificare la possibilità di approvazione dell’accordo di programma sul budget destinato dalla Provincia agli interventi per lo sviluppo territoriale. Per l’occasione, dal presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini sono arrivati anche l’Assessore alla coesione territoriale, Carlo Daldoss, i Presidenti dei BIM locali, Gianfranco Pederzolli e Severino Papaleoni e tutti i sindaci o vicesindaci dei Comuni giudicariesi. La riunione ha costituito il momento conclusivo di un percorso molto prolungato ed organico, che ha contemplato anche vari momenti di partecipazione civica, finalizzato all’individuazione delle opere finanziabili con uno stanziamento iniziale da parte della provincia di 5.919.176 euro. Ciò che ha reso questo piano diverso, e forse unico in
di Denise Rocca Trenta milioni di euro per gli investimenti pubblici, di progetti giudicati di importanza sovracomunale, ovvero cn un occhio alle intere Valli Giudicarie invece che solo al proprio orticello. E’ questo l’ammontare del piano di opere del Fondo Strategico approvato dagli amministratori locali e da quelli provinciali. In soldoni, circa 14 milioni di euro vanno nel miglioramento della viabilità – non è una sorpresa, considerando le condizioni non proprio eccelse dei collegamenti interni e Trentino, è stata l’idea della Comunità, avanzata nel giugno scorso, di integrare significativamente il budget con risorse del territorio, condizione funzionale per richiedere alla Provincia un raddoppio della quota di competenza. L’obiettivo era quello di finanziare tutte le opere emerse nel percorso partecipato, oltre a una dozzina di interventi ritenuti prioritari rispetto alla viabilità. La proposta, condivisa all’unanimità, prevede in sostanza una partnership finanziaria triennale tra numerosi soggetti istituzionali: la PAT interverrà con circa 11.919.000 euro (ovvero il doppio di quanto inizialmente previsto), la Comunità con 10.000.000 di euro, il due BIM con 2.672.000 euro, i Comuni
con 6.069.000 euro; l’ammontare complessivo degli interventi supera i 30.675.000 euro. Ora il medesimo piano verrà portato all’approvazione di tutti i consigli, dopodiché i sog-
verso il capoluogo e il bresciano – poi ci sono infrastrutture pubbliche di attrazione anche per il turismo, dalla piscina per Madonna di Campiglio, al Parco del Lago Roncone, la valorizzazione di Idroland, la creazione del percorso Forrà del Limarò a Ponte Arche e la copertura della pista di pattinaggio sul ghiaccio di Fiavè, la realizzazione del Parco faunistico a Giustino, la ristrutturazione della casa sociale e della cultura a Spiazzo, per citare solo alcuni esempi sparsi per la vallata.
getti coinvolti sottoscriveranno formalmente l’accordo di programma. Il Presidente Butterini, che ha pazientemente condotto la regia dell’intera operazione, è soddisfatto della conclusione
di un iter lungo e complesso: “Si tratta di un progetto che ha richiesto importanti energie e numerosissimi incontri tra gli amministratori, ma che può determinare grandi benefici per le Giudicarie e i giudicariesi; l’obiettivo è quello di promuovere uno sviluppo organico in riferimento ad alcuni settori strategici, favorendo anche un rilancio dell’economia, che necessita fortemente dell’immissione di risorse: oggi non è facile reperire e mettere in circolo simili disponibilità finanziarie. La partecipazione convinta di molte istituzioni locali ha sostanzialmente prodotto una quintuplicazione del budget iniziale; l’accordo di programma coinvolge infatti 29 enti e garantirà stanziamenti di circa
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi
Una stretta di mano Continua dalla Prima La stretta di mano veniva usata anche in altre occasioni e rappresentava il suggello per la parola data che non doveva essere rinnegata da nessuno, salvo perdere la credibilità ed essere di conseguenza escluso da altri affari. C’era una regola chiara che tutti conoscevano e condividevano, chi non la rispettava era tagliato fuori. Gran parte delle trattative in ogni campo, industriale, immobiliare, sociale, veniva conclusa con una stretta di mano che valeva più di un qualsiasi altro documento. Oggi le negoziazioni sono tutt’altra cosa. Capisco che le cose sono cambiate e le contrattazioni sono di tutt’altro valore, ma il modo di concludere gli affari di oggi rispecchia in pieno la società ingarbugliata, priva responsabilità individuale, di senso dell’onore, in balia di ondate di malaffare, di disonestà e di “furbate” a cui bisogna porre attenzione. Infatti oggi, per ogni trattativa, bisogna ricorrere almeno a tre avvocati (si fa per dire…), che discutono sull’interpretazione dei cento cavilli previsti dalle leggi e dal comportamento dei giudici. Infatti si può perdere una causa, ma poi si vince il ricorso e via di seguito...provate ad immaginare tutte le volte che oggi si assumono impegni senza mantenerli nella politica e nei piccoli e grandi affari quotidiani. Perché, tanto, le parole volano, non contano più niente. I voltagabbana e i disonesti ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma una volta venivano isolati e disprezzati, oggi appaiono, ai più, dei “furbacchioni” da giustificare se non proprio
da imitare. Mantenere la parola data è un principio che è stato fondamentale per centinaia di anni. Per tanto tempo con una semplice lettera privata, uno si impegnava a restituire anche consistenti somme di denaro senza alcun rischio, senza che ci fosse una legge, uno stato, un legale, un notaio, ma solo la fiducia reciproca. C’è da rimpiangere davvero la vecchia stretta di mano. L’altro episodio che mi ha fatto meditare è avvenuto anch’esso in piena estate. Ho avuto ospiti a Roncone un gruppo di Francesi di cui sono amico da molti anni. Stare con loro è sempre piacevole, ma pur non parlando una parola della loro lingua, mi piace sentirne i suoni leggiadri ed eleganti. Mi piace sentir ripetere in ogni occasione di difficoltà quel “pardon” che vuol
dire “chiedo perdono”. Per i francesi chiedere scusa è abituale ed è piacevole sentirli. Purtroppo da noi l’abitudine a chiedere scusa sembra (oltre a quella di salutare, a dire per favore, prego, grazie) ormai in via d’estinzione. Chiedere scusa perché si è commesso un errore, perché si è fatto del male a qualcuno, perché si è stati maleducati, perché ci si è intromessi in cose che non ci riguardano, non è più nei nostri comportamenti. Più facile considerarsi perfetti e non mettersi mai in discussione: tirar dritti come le ruspe. Si è sempre più convinti che l’essere cortesi, usare le buone maniere, sia roba da deboli, da gente senza “palle”. E’ quanto succede in auto, ad esempio, quando un idiota sconosciuto si sente Vettel o Raikkonen, ti sorpassa sottoponendoti a rischi non da poco, di certo non si scusa, ma alza la mano con il dito teso che ha tutt’altro significato. Così come quando ti sorpassano nella fila davanti a qualche sportello dove sei in attesa da ore, se osi proferire parola, corri il rischio d’essere preso a spintoni. Il loro truce sguardo parla chiaro: io sono io, tu non sei nessuno, non rompere...Non c’è niente da fare, le giovani generazioni hanno ben altro a cui pensare. E così ci dobbiamo rassegnare. Il mondo sembra andare alla rovescia, per noi che ormai ci vediamo poco, ma per chi ci vede ancora bene il mondo va anche troppo dritto. Ognuno pensa ai fatti propri e degli altri chi se ne frega. Così è oggi, immaginiamoci domani.
30 milioni per la realizzazione di 33 opere pubbliche, che interesseranno quasi tutti i comuni. Questo non è però che l’inizio di un percorso che vorrei si caratterizzasse per celerità e concretezza: è auspicabile che gli interventi vengano realizzati o comunque iniziati in questa legislatura”. Una considerazione concreta, guardando al punto di vista dei cittadini che di proclami ne sentono sempre tanti e la fiducia nelle istituzioni scema ad ogni promessa non mantenuta, ma anche uno sguardo al valore politico dell’iniziativa: “Il senso di questa azione dal punto di vista politico non è da sottovalutare: l’accordo di programma ha portato tutti gli amministratori della Comunità a condividere un progetto complesso e molto articolato, utile anche a rafforzare quella coesione che per il nostro territorio diventa sempre più imprescindibile”. Anche l’Assessore provinciale Carlo Daldoss esprime grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “Con il percorso che abbiamo intrapreso in questi mesi si è realizzata una sinergia positiva tra Provincia, che ha avuto il ruolo di coordinamento e indirizzo e le istituzioni locali che hanno effettuato le scelte delle opere strategiche per lo sviluppo del proprio territorio. Con il supporto quindi della Provincia e la partecipazione determinante della Comunità, dei Sindaci e degli amministratori locali, e dopo un percorso di partecipazione che ha interessato singoli cittadini, associazioni, istituzioni e rappresentanti di categorie economiche e sociali, si è giunti a condividere un elenco di opere pubbliche che diventeranno un volano per lo sviluppo economico di tutte le Giudicarie. Un risultato positivo che permetterà a breve di procedere con l’appalto e la realizzazione delle opere”.
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Integrato il budget provinciale con risorse del territorio per un raddoppio della quota di competenza
viabilitàeopereturisticheinprimis ALLEGATO (A1) DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA DI CUI AL TITOLO PRIMO (VIABILITÀ PROVINCIALE NEL TERRITORIO DELLA COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE) MESSA IN SICUREZZA STRADE Rotatoria Madonna di Campiglio € 1.000.000,00 Ponte Nambrone € 500.000,00 Allargamento ponte S. Nicolò di Carisolo sulla S.S. 239 € 900.000,00 Messa in sicurezza parete rocciosa presso Carisolo S.S. 239 - KM 26.800 Messa in sicurezza attraversamento centro abitato Pinzolo € 300.000,00 Messa in sicurezza attraversamento centro abitato Vigo Rendena € 300.000,00 Messa in sicurezza attraversamento centro abitato Javrè € 650.000,00 Messa in sicurezza attraversamento centro abitato Breguzzo* € 380.000,00 Messa in sicurezza curve S.S. 237 al KM 78+800 c/o lago di Roncone € 300.000,00 Miglioramento galleria Ponte Pià € 1.000.000,00 Messa in sicurezza curva S.S. 237 in prossimità galleria Ponte Pià € 250.000,00 Rettifica viabilità Villa Banale - Ponte Arche € 6.000.000,00 Totale (al netto intervento Breguzzo) € 11.200.000,00 * l’intervento risulta già finanziato sul Fondo strategico territoriale, come risulta dalla Tabella A2) appresso riportata. ALLEGATO (A2) DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA DI CUI AL TITOLO SECONDO (IMPIEGHI DELLE RISORSE DEL FONDO EX ART. 9, COMMA 2 QUINQUIES, DELLA L.P. 3/2006) COMUNE su cui in- INTERVENTO Importo Comples- Risorse Fondo Stra- Fondo Strategico Altre Risorse Co- Canoni Ambien- Finanziamento Bim siste l’opera sivo dell’opera tegico Quota B Quota A munali tali Comunita Sarca E Chiese Comano Terme Creazione percorso forrà del Limarò € 400.000,00 € 278.464,84 € 121.535,16 Comano Terme Area camper € 720.000,00 € 400.000,00 € 320.000,00 Comune di Fiavè Copertura pista di pattinaggio su ghiaccio € 700.000,00 € 500.000,00 € 200.000,00 Comune di San Lo- Locale magazzino deposito per ospitare € 245.000,00 € 150.000,00 € 95.000,00 renzo Dorsino nuovo sistema generazione calore piscina Comune di Sella Intervento su strada provinciale in loc. Bre- € 380.160,14 € 380.160,14 Giudicarie guzzo Comune di Bondone Sistemazione e riqualificazione Idroland 1° € 820.000,00 € 720.000,00 € 100.000,00 lotto (2° a carico del Comune) Comune di Borgo Area camper e Impianto Fotovoltaico sulla € 750.000,00 € 695.000,00 € 55.000,00 Chiese copertura piscina ed adiacente centro polivalente Comune di Storo Sistemazione pista di atletica € 439.200,00 € 295.000,00 € 144.200,00 Comune di CaderRealizzazione campo da calcio in sintetico € 500.000,00 € 250.000,00 € 250.000,00 zone 2° lotto (1° a carico del Comune) Comune di Giustino Realizzazione Parco faunistico € 650.000,00 € 475.000,00 € 175.000,00 Comune di Bocena- Messa in sicurezza della strada alternativa a € 379.000,00 € 185.153,95 € 193.846,05 go/Massimeno quella Provinciale Comune di Spiazzo Ristrutturazione della casa sociale e della € 365.951,40 € 200.000,00 € 165.951,40 cultura Comune di Carisolo Miglioramento della pista da sci di fondo € 545.000,00 € 475.000,00 € 70.000,00 Comune di Tre Ville Realizzazione dell’accesso per lo sviluppo € 352.520,70 € 231.099,18 € 121.421,52 dell’area agricola situata ad est dell’abitato di Ragoli Comune di Borgo Parcheggio pista da sci in località Coste a € 168.530,95 € 110.257,84 € 58.273,11 Lares Bolbeno Comune di Tione di Realizzazione struttura ricettiva in loc. “Le € 650.000,00 € 574.193,78 € 75.806,22 Trento sole” Comune di Comano Interramento strada presso Sibilla Cumana € 1.488.000,00 € 9.993,86 € 446.400,00 € Terme 1.031.606,14 Comune di Sella Parco Lago Roncone € 800.000,00 € 240.000,00 € 560.000,00 Giudicarie Comune di Castel Valorizzazione turistica Boniprati € 1.622.477,00 € 486.743,10 € 244.905,17 € 890.828,73 Condino/Pieve di Bono Prezzo/Valdaone Comune di Pinzolo Straordinaria manutenzione, sopraelevazio- € 5.000.000,00 € 1.500.000,00 € € 531.657,47 ne ed ampliamento della piscina 3-TRE a 2.968.342,53 Madonna di Campiglio 1° lotto Pieve di Bono Realizzazione nuovo feeder per conduttura € 2.500.000,00 € 1.250.000,00 € 1.250.000,00 Prezzo metano all’esterno dell’abitato di Pieve di Bono TOTALI € 19.475.840,19 € 5.919.329,73 € 9.993,86 € 6.069.176,56 € 4.804.853,84 € 2.672.486,20 RISORSE DEL FONDO STRATEGICO ASSEGNATE QUOTA A e B € 5.919.329,73 € 9.993,86 ALTRE RISORSE COMUNALI € 6.069.176,56 ALTRE RISORSE COMUNITA’/B.I.M. € 7.477.340,04 TOTALE FINANZIAMENTI € 19.475.840,19
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Opportunità
NOVEMBRE 2017
Fino all’11 dicembre per presentare domanda in Comunità di Valle
Aperti i termini perchiedere assegni di studio e facilitazioni di viaggio Gli assegni di studio. Si tratta di contributi in denaro che la Comunità eroga agli studenti, che devono uscire dalle Giudicarie per frequentare l’indirizzo di studi prescelto, promossi al termine dell’anno scolastico precedente, con un’età non superiore ai 20 anni, e che appartengono ad un nucleo familiare la cui situazione reddituale e patrimoniale, sulla base dell’indicatore ICEF, non superi determinati limiti. L’assegno può arrivare fino ad un importo di 3.500,00 €, e viene concesso a sostegno delle spese, con un minimo di 50,00 €, relative a tasse di iscrizione e frequenza, libri di testo, trasporti, mensa, convitto e alloggio. Al fine del riconoscimento delle spese di convitto ed alloggio, deve essere valutata la distanza della scuola dal luogo di residenza, tenuto
L
a Comunità delle Giudicarie ha emesso i bandi per la presentazione delle domande di contributo per sostenere economicamente le famiglie con figli iscritti a scuole supeconto delle obiettive difficoltà di trasporto. Per quanto riguarda invece le spese relative a libri di testo, trasporti e mensa, esse sono riconosciute solamente per la frequenza di percorsi di istruzione non attivati sul territorio provinciale, in quanto esse godono già di importanti agevolazioni nella nostra Provincia. L’assegno è concesso presentando agli uffici della Comunità la dichiarazione ICEF e la documentazione delle spese sostenute, ed è determinato tenendo conto, in pari misura, della condizione economica famigliare e del merito scolastico. Le facilitazioni di viaggio. Le facilitazioni di viaggio
sono contributi destinati agli studenti delle superiori e della formazione professionale, nei casi di impossibilità di fruizione del servizio di trasporto pubblico.
riori fuori delle Giudicarie, che frequentano indirizzi di studio non presenti sul nostro territorio e quindi costretti a dimorare presso convitti o appartamenti privati.
La facilitazione è ammessa se il percorso non coperto da servizio pubblico è superiore a 3 chilometri e viene concessa sia che il trasporto venga effettuato con i mez-
zi del genitore, sia a mezzo vettore. I bandi per la concessione dei benefici ed i relativi moduli sono disponibili presso i Comuni delle Giudicarie ed il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie, a Tione, oppure sono scaricabili dal sito Internet della Comunità www.comunitadellegiudicarie.it. Per fruire di queste opportunità, gli interessati, muniti della “domanda unica 2017” (ICEF), devono completare il modulo raccolta dati e presentarsi personalmente presso il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie per la compilazione a mezzo di supporto informatico, richiedendo un appuntamento entro il 20 novem-
bre p.v. (prenotazione al numero: 0465/339512). Le domande dovranno essere presentate entro le 17 di lunedì 11 dicembre 2017. «Un valido aiuto per le famiglie che sono obbligate a dover pagare costi talora particolarmente onerosi - informa l’Assessore all’Istruzione e Assistenza scolastica Michela Simoni –. Un’iniziativa che, oltre a sostenere le famiglie, a partire da quelle con i redditi più bassi, premia anche il merito degli studenti, andando a valorizzare l’impegno di quei ragazzi che ottengono nel loro percorso di studi buoni risultati. Lo scorso anno la Comunità ha accolto 82 domande per un importo complessivo di contributo erogato di oltre 170mila euro ed anche per l’anno scolastico 20172018 la disponibilità è rimasta inalterata».
Formazione e sostegno economico dalla Comunità di Valle e dalle casse rurali giudicariesi
Con InPrendi opportunità per l’imprenditoria giovanile A fine novembre il termine per presentare la propria candidatura Si chiama InPrendi - Fai fiorire la tua idea d’impresa, l’iniziativa che si propone di favorire e sostenere i giovani che vogliono avviare un’impresa. E’ stata presentata nelle scorse settimane l’iniziativa sostenuta dalla Comunità di Valle e dalle sei Casse Rurali delle Giudicarie. Un segno di attenzione da parte degli enti preposti a sostenere lo sviluppo economico del territorio delle Giudicarie, con un occhio di riguardo alle giovani generazioni. “Le finalità del progetto sono quelle di dare un’opportunità concreta ai giovani del territorio favorendo e supportando nuove idee imprenditoriali in grado di creare occupazione nel territorio delle Giudicarie”, spiega il Presidente della Comunità Giorgio Butterini. L’iniziativa si rivolge
ai giovani che hanno intenzione di avviare un’impresa, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti nel territorio delle Giudicarie, oppure non residenti ma che abbiano l’intenzione di avviare l’attività nelle Giudicarie. Molteplici le opportunità offerte da InPrendi: in primis la possibilità di partecipare ad un percorso formativo di 7 incontri nei quali saranno fornite tutte le conoscenze necessarie per attivarsi in direzione dell’avvio d’impresa e finalizzato alla redazione di un Business Plan. A seguire la possibilità di partecipare ad un concorso di idee volto a selezionare le 3 migliori idee d’impresa. I vincitori del concorso potranno usufruire di un contributo a fondo perduto di 5.000 euro da parte degli enti promotori per
sostenere i costi d’avviamento dell’idea d’impresa; un percorso di accompagnamento svolto dai professionisti di Impact Hub Trentino della durata di 6 mesi, finalizzato all’apprendere tutti gli strumenti per implementare e sviluppare la propria idea d’impresa; un finanziamento per un massimo di 10.000 euro a tasso zero da parte della Cassa Rurale che opera nel medesimo territorio di riferimento della neo impresa. Tutte le informazioni ed il bando sono disponibili sul sito della Comunità delle Giudicarie e di tutte le Casse Rurali aderenti all’iniziativa. Per partecipare è necessario inviare la propria adesione compilando il form al sito bit-ly/InPrendi entro e non oltre il 30 novembre 2017.
Parco
NOVEMBRE 2017 - pag.
GIUDICARIE A T E AT R O
Con Be
28 OTTOBRE 2017 ore 20.30
domenica
PIRATESSE
Teatro Ragazzi
con Laura Mirone e Federica Chiusole drammaturgia, canzoni e regia di Massimo Lazzeri
ore 17.30
9 DICEMBRE 2017 ore 17.30
TEATRO PARROCCHIALE DI RONCONE - SELLA GIUDICARIE
5 NOVEMBRE 2017
TEATRO COMUNALE DI GIUSTINO
sabato
Teatro delle Quisquilie
UNA STORIA A TEMPO DI JAZZ
Teatro Ragazzi
IL JAZZ RACCONTATO AI BAMBINI
di e con Pino Costalunga; musica dal vivo: Vittorio Pozzato (pianoforte), Leonardo Frattini (banjo e chitarra), Gabriele Bolcato (tromba)
9 DICEMBRE 2017 ore 21.00
PALESTRA CENTRO SCOLASTICO DI PIEVE DI BONO - PREZZO
sabato
11 NOVEMBRE 2017 ore 21.00
Mismaonda
QUESTIONI DI CUORE
Prosa
di Aldo Balzanelli con Lella Costa
26 DICEMBRE 2017
18 NOVEMBRE 2017 ore 21.00
domenica
The Singing Family s.r.l.s.
SON TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO
di Gabriele Benucci, Isabella Cecchi e Francesca Censi con Isabella Cecchi e Francesca Censi
29 DICEMBRE 2017
ore 17.30
IL MERAVIGLIOSO CIRCO LUNA
di Michela Embriaco con Chiara Bampi, Diego Boarin, Emanuela Carli, Daiana Iacob, Lorenza Lunelli, Francesca Pallaoro, Alexis Paoli, Giulia Spadaro, Daniele Zeni e Michele Zeni regia di Michela Embriaco
Teatro Ragazzi
I Burattini di Luciano Gottardi
PENTOLINA, PENTOLETTA, PENTOLACCIA di e con Luciano Gottardi
Teatro Ragazzi
ore 21.00
PERLASCA - IL CORAGGIO DI DIRE NO
Prosa
ore 18.00
scritto e interpretato da Alessandro Albertin a cura di Michela Ottolini
domenica
TEATRO COMUNALE DI SAN LORENZO DORSINO
venerdì
26 GENNAIO 2018 ore 21.00
Prosa
2 FEBBRAIO 2018
scritto e diretto da Ivana Ferri con Laura Curino - montaggio immagini di Gianni De Matteis
Prosa
domenica
11 FEBBRAIO 2018 ore 17.30
Accademia Perduta Romagna Teatri
LA GALLINELLA ROSSA
Teatro Ragazzi
di Danilo Conti e Antonella Piroli con Danilo Conti
CASA MONDRONE DI PREORE - TRE VILLE
sabato
24 FEBBRAIO 2018 ore 20.30
GIAN BURRASCA
riduzione e adattamento Pino Costalunga e Pino Loperfido con Andrea Dellai, Silvia Rizzi e Jacopo Zera - musiche interpretate dalla Scuola Musicale SMAG di Trento - regia di Pino Costalunga
Teatro Ragazzi
!ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI DI PROSA! Ingresso unico € 25,00 !ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI! Ingresso unico € 12,00
Comune di Borgo Chiese
Comune di Bleggio Superiore
Comune di Carisolo
Comune di Castel Condino
Comune di Fiavé
Comune di Giustino
Comune di Massimeno
Gianna Coletti
MAMMA A CARICO - MIA FIGLIA HA NOVANT’ANNI
LA DIVINA COMMEDIOLA
LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO
Prosa
Teatro Ragazzi
Prosa
reading de l’Inferno tratto dalla Divina Commedia di Ciro Alighieri con Giobbe Covatta
Giulia Pont
TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L’OSSITOCINA
ore 21.00
Prosa
di e con Giulia Pont regia di Francesca Lo Bue - disegno luci Luca Carbone
TEATRO COMUNALE DI BERSONE - VALDAONE
18 MARZO 2018 ore 17.30
Fondazione Aida
CAMILLA GIORGIO E IL DRAGO Una leggenda per chi ama e rispetta la natura
Teatro Ragazzi
con Gioele Peccenini e Stefania Carlesso musiche originali di Ugo Moro - drammaturgia e regia di Pino Costalunga
!INGRESSO BIGLIETTI PROSA! Intero € 8,00 - Ridotto per i giovani fino ai 14 anni € 6,00 !INGRESSO BIGLIETTI TEATRO RAGAZZI! Ingresso unico € 4,00 Comune di Pieve di Bono - Prezzo
Comune di Pinzolo
Comune di San Lorenzo Dorsino
CIRCUITO TEATRALE TRENTINO
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Phone: (+39) 0465 50.30.38 Mob.: (+39) 348 85.26.52.8 corrado.ceschinelli@gmail.com www.corradoceschinelli.com
CORRADO CESCHINELLI Via San Rocco, 32 38080 Carisolo (TN)
Papero srl
Assessorati alla promozione culturale COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE
Prosa
di Fabrizio Coniglio con la collaborazione drammaturgica di Bebo Storti e Stefano Masciarelli - diretto e interpretato da Bebo Storti, Stefano Masciarelli e Fabrizio Coniglio
drammaturgia e regia di Monica Mattioli e Monica Parmagnani con Alice Bossi e Monica Mattioli
10 MARZO 2018
domenica
Fondazione Aida
Linee guida per lo sviluppo del Progetto BEEPIC
BANCHE - UN LADRO IN CASA
CENTRO SOCIO CULTURALE DI CIMEGO - BORGO CHIESE
sabato
AUDITORIUM - PALAZZETTO DELLO SPORT DI CARISOLO
Teatro Ragazzi
Tangram Teatro
UN AMICO ACCANTO
ore 21.00
di e con Andrea Castelli
ore 21.00
BABBO NATALE E LA POZIONE DELLE 13 ERBE
Compagnia Teatrale Mattioli
9 MARZO 2018
Trento Spettacoli srl
Fondazione Aida – Ricola – Assessorato all’Istruzione del Comune di Verona
CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO
venerdì
LA MIA ILIADE
di e con Luciano Gottardi
Teatro Ragazzi
TEATRO ORATORIO PARROCCHIALE DI STORO
ore 17.30
TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE
venerdì
L’AMORE DELLE TRE MELARANCE
di e con Gianna Coletti regia di Gabriele Scotti
4 MARZO 2018
Tangram Teatro
MARGHERITA HACK - una stella infinita
I Burattini di Luciano Gottardi
PALESTRA CENTRO SCOLASTICO DI PIEVE DI BONO - PREZZO
25 FEBBRAIO 2018
CENTRO POLIVALENTE DI CONDINO - BORGO CHIESE
24 GENNAIO 2018
di Fausto Paravidino - regia di Fausto Paravidino scene di Laura Benzi - costumi di Sandra Cardini - musiche di Enrico Melozzi maschere di Stefano Ciammitti con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Barbara Ronchi, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con Gianluca Bazzoli, Giuliano Comin, Marianna Folli, Emilia Piz, Sara Rosa Losilla, Maria Giulia Scarcella, Giacomo Dossi, Veronika Lochmann
Vivere la Natura TEATRO ORATORIO DI STORO per PARROCCHIALE migliorare la Vita
ore 21.00
domenica Produzione Teatro de Gli Incamminati e Teatro di Roma - Teatro Nazionale in collaborazione con Overlord Teatro e col patrocinio della Fondazione Giorgio Perlasca
Prosa
con Carlo Alberto Montorio, Marco Gabrielli, Danny Bignotti, Agnese Fallongo partecipazione straordinaria di Luca Condello ed Elisa Cipriani drammaturgia Pino Costalunga e Raffaele Latagliata regia di Raffaele Latagliata
20 GENNAIO 2018
ore 17.30
mercoledì
ore 17.30
sabato
domenica SALA COMUNALE DI MASSIMENO
21 GENNAIO 2018
IL SENSO DELLA VITA DI EMMA
CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO
venerdì
Multiverso Teatro con il contributo di
Teatro Stabile di Bolzano – Coordinamento Teatrale Trentino – Centro Servizi Culturali Santa Chiara
ore 17.30
Prosa
CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO
19 NOVEMBRE 2017
di Gianni Rodari con Marina Fresolone, Rossella Terragnoli e Sabrina Carletti regia di Catia Pongiluppi
Teatro Ragazzi
SALONE DELLE FESTE DI CASTEL CONDINO
martedì
TEATRO PARROCCHIALE DI FIAVÉ
sabato
LA FRECCIA AZZURRA Racconto di Natale
CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO
sabato
Fondazione Aida
Fondazione Aida
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo
Comune di Sella Giudicarie
Comune di Storo
Comune di Comune di Tione di Trento Tre Ville
Comune di Valdaone
Publistampa Arti grafiche / Pergine Valsugana
TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE
sabato
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Politica
NOVEMBRE 2017
I movimenti dei partiti verso le provinciali, con la variabile delle nazionali in mezzo
La collaborazione “rafforzata” fra Upt e Pd pertagliare fuori Rossi Di certo c’è che, con l’approvazione della nuova legge elettorale del 25 ottobre, il cosiddetto Rosatellum bis, occorre fare i conti anche con i nuovi parametri di assegnazione dei seggi romani, che per il Trentino vedono una sostanziale riconferma dei tre seggi senatoriali uninominali (più un quarto, e questa è una novità, che è assegnato su base proporzionale regionale), mentre alla Camera si torna per certi versi al Mattarellum, con questa volta 3 collegi uninominali (che ricalcheranno i confini di quelli senatoriali) e 5 eletti con il proporzionale su base regionale. Per questo c’è un particolare movimento nei partiti trentini, specie in vista delle elezioni provinciali. L’Unione per il Trentino ha siglato un patto di “collaborazione rafforzata” con il Partito Democratico: niente fusioni, niente scivolamenti a sinistra, assicura il segretario Tiziano Mellarini, solo la necessità di posizionar-
Manca giusto un anno alle elezioni provinciali dell’ottobre 2018 ed ecco che l’appuntamento elettorale tiene banco nelle stanze della politica trentina. Con una complicazione: nel mezzo della corsa vi saranno
si specie guardando alla nuova legge elettorale delle politiche, che richiede un partito di riferimento nazionale. Non è un mistero che su questa direttrice si inserisce la questione delle leadership del centrosinistra autonomista per le provinciali del 2018: l’accordo in questione Upt-Pd sottintende la
voglia di mettere in discussione la riconferma a presidente di Ugo Rossi, costringendo il Patt sulla difensiva. Due i nomi che circolano con maggior frequenza, archiviato quello di un ritorno di Lorenzo Dellai: il primo è quello di Giorgio Tonini, senatore uscente del Pd e nome forte
anche le elezioni politiche – probabilmente tra fine marzo metà aprile del prossimo anno – ed ecco che i partiti sono alla ricerca di alleanze e strategie per gestire al meglio il doppio impegno alle urne.
in ambiente renziano. L’altro, quello caldeggiato da più parti e che avrebbe una base di appoggio forse più ampia, è quello di Francesco Valduga, sindaco di Rovereto e leader riconosciuto dei sindaci “civici”, che stanno dialogando con il centrosinistra autonomista e soprattutto con l’Upt che pro-
pone una costituente aperta a civici, ex-Progetto Trentino come Simoni e Fasanelli, e centristi come Giovanazzi. Per questo il Patt cerca nuove sponde: tramontato il progetto dell’assessore Carlo Daldoss di mettersi a capo di una lista “dei sindaci” a sostegno della rielezione di Ugo Rossi, ecco che l’assessore tecnico torna nei ranghi autonomisti, e sarà lui il capolista nel 2018, assieme all’ex-PT Walter Viola, che porta in dote i voti di Comunione Liberazione. Ipotesi B che circola negli ambienti trentini ma smentita in un’intervista da Rossi stesso: Patt che tiene le “mani libere” alle politiche (appoggiando la SVP) e sfida il centrosinistra autonomista assieme ad un’aggregazione di centro con Daldoss candidato presidente.
Fantapolitica? Nel centrodestra si cerca di trovare la quadra di un’alleanza, tra Agire di Claudio Cia, Lega Nord e Forza Italia, oltre alla Civica Trentina: Il Carroccio rivendica il candidato presidente per sé (in pole Maurizio Fugatti, anche se molto è legato alla non scontata rielezione di Sergio Divina in Senato), mentre prende quota il nome di Rodolfo Borga quale elemento unificante dell’aggregazione. Occorre però che tutti rinuncino alla cavalcata solitaria a candidato presidente che - a certe condizioni - è una maggiore garanzia di assicurarsi un nuovo mandato in Consiglio Provinciale. Per il Movimento 5 stelle, invece, si prospetta una corsa solitaria, con la conferma come candidato presidente di Filippo Degasperi, attuale consigliere provinciale indicato da Beppe Grillo in persona a Trento in occasione della cena a margine dello spettacolo “Fake”.
La castagna al Festival della Polenta
NOVEMBRE 2017 - pag.
La prima stagione di progetto Full Care: dal bagno alla crema e la cura idropinica
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Terme di Comano sempre piĂš a misura di bambino Il pediatra Ermanno Baldo nuovo direttore sanitario di Francesca Cristoforetti
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Volontariato
NOVEMBRE 2017
Si occupa di due case che accolgono giovani e adulti con disabilità
Daniela non ha paura di inseguire i suoi sogni: in missione da 14 anni sulleAnde Una collaborazione anche con la Scuola Musicale delle Giudicarie
Quest’anno però non è venuta sola, ma si è portata Emily, una deliziosa bimba di 16 mesi, affetta da sindrome di Down, che ride, gioca, batte le manine e si protende con fiducia verso la sua “mamma”, Daniela appunto. Una giovane donna che ha saputo trovare la sua strada quando arrivò per la prima volta in Perù, volontaria con l’Operazione Mato Grosso, in una parrocchia ad Encanada, a 3.000 metri sulle Ande, dove da pochi mesi operava il sacerdote bresciano Alessandro Facchini. L’impatto con la povertà estrema, con la mancanza di tutto quello che per noi è scontato, ma soprattutto l’incontro con una bambina affetta da una dolorosissima artrite reumatoide segnarono la vita di Daniela: si sarebbe presa cura lei di quella bambina, Blanca, e poi di tanti altri come lei. Don Facchini la incoraggiò, le promise aiuto, e così nacque la prima casa per ammalati, una casetta di fango e paglia. Nel 2008, grazie agli aiuti di associazioni ed amici che furono coinvolti, aprì i battenti la “casa Beata Madre Teresa”, che ora ospita 64 persone malate e povere, con difficoltà fisiche o psichiche. Molti sono abbandonati e soli, o provengono da famiglie poverissime che non riescono a seguire il loro caro, lasciato solo in casa perché i parenti devono lavorare tutto il giorno. Tutti sono accolti con cura ed amore, forse la cosa di cui hanno più bisogno. La casa è come una famiglia, e tre anni fa è stata aperta un’altra struttura, la “Casa San Giuseppe Cottolengo”, nella vicina località Pariamarca, che accoglie i maschi: una trentina di ragazzi ed adulti con varie disabilità, che sono coinvol-
di Chiara Garroni Daniela Salvaterra, infermiera tionese da 14 anni volontaria in Perù, a metà ottobre è tornata dai suoi malati sudamericani, dopo due mesi trascorsi a casa. L’abbiamo incontrata il giorno prima della sua partenza, impegnatissima negli ultimi preparativi per il lungo viaggio, continuamente cercata al telefono e a casa da amici e parenti che la volevano salutare, instancabile e disponibile verso tutti. Allegra, solare, realizzata. Ogni due anni circa torna a casa un paio di mesi, per stare un po’ con la famiglia, e per vedere amici, parenti, volontari e persone che la aiutano e la seguono nella sua missione.
ti in piccoli lavori agricoli ed attività manuali, in modo che vengano valorizzate le capacità di ognuno. La piccola località di Encanada è a circa 40 km dalla città di Caiamarca, mentre la capitale Lima è molto lontana, infatti occorrono 14 ore di corriera per raggiungerla. L’attività assistenziale di Daniela è inserita in un più ampio contesto, infatti sono stati aperti un oratorio, scuole, laboratori di falegnameria e tessitura, per educare ed insegnare una professione. La casa “San Giuseppe Cottolengo” è seguita da una infermiera volontaria di Faenza, Stefania Facella, ma sono tanti i volontari coinvolti, sia in maniera continuativa, che per poche settimane. Ad esempio in questo 2017 sono stati 15 i volontari trentini che hanno donato alcune settimane della loro attività ad Encanada, soprattutto medici, infermieri e maestre. E nel luglio scorso sono stati laggiù tre musicisti della Scuola Musicale delle
Giudicarie, Gabriella, Carlo e Florence, per insegnare la musica, e coinvolgere gli ospiti delle case di accoglienza in attività ludiche. La Scuola Musicale ha preso parte anche all’incontro pubblico dello scorso 13 ottobre, quando Daniela ha incontrato tutta la comunità tionese presso il teatro, offerto dalla amministrazione comunale di Tione, che ogni tanto dà anche un contributo economico alla casa di accoglienza di Encanada. Alla rete di aiuti ha aderito anche la associazione “Speranza di vita” di Tione, nata molti anni fa a sostegno dei bambini bielorussi, che suggerisce l’idea di contribuire mensilmente per far fronte alle necessità delle case “Madre Teresa” e “San Giuseppe Cottolengo” con 25 euro al mese, nel progetto “Adozione a distanza”. Non si adotta un bambino, ma tutta la struttura, ed il conto su cui fare i versamenti è il c/c Cassa Rurale Adamello Brenta, iban: IT53H080243566000
0004088055 con la causale “Erogazione liberale”. Naturalmente si può effettuare una offerta libera allo stesso conto,
ed il contributo è detraibile fiscalmente. E’ possibile anche destinare il 5 x mille dell’Irpef alle case della carità, indicando
il codice fiscale 95010190221, nella fase di compilazione della dichiarazione dei redditi. Nel suo viaggio di ritorno ad Encanada, oltre alla piccola Emily, ha accompagnato Daniela don Olivo Rocchetti, ex parroco di Tione, che starà in Perù per officiare la Prima Comunione ai bambini e ragazzi della missione. Le abbiamo chiesto se si è mai scoraggiata, se ha avuto dubbi per una scelta di vita così difficile. No, ci ha detto, solo a volte si devono affrontare momenti più faticosi del solito, quasi sopraffatti da tanta sofferenza. Ma poi affida tutto alla Provvidenza, e finora la generosità di tanta gente ha sempre aiutato, e sorretto in questa grande avventura di vita. Anche mamma Rinalda e papà Francesco sono sempre stati dalla sua parte, l’ hanno appoggiata fin dall’inizio, e continuano a sostenerla. Sono andati anche a trovarla in Perù, una volta la mamma, alcune il papà. All’inizio del suo pontificato papa Wojtyla disse ai giovani: “Non abbiate paura”. Daniela l’ha preso alla lettera. Non ha avuto, e non ha, paura. E’ coraggiosa e generosa: ha scelto gli ultimi, e dà loro ogni giorno affetto e serenità.
Sanità A metà ottobre il consiglio comunale a Pinzolo ha dato il via libera, all’unanimità, al protocollo d’intesa tra la società Amber srl e il Comune rendenese per la realizzazione del prospettato “Centro cardiaco” internazionale. La struttura, autorizzata all’inizio di ottobre dal Dipartimento della Salute della Pat, sarà costruita tra via Manci e via Genova. Totalmente privata, non peserà sul sistema sanitario provinciale. Piuttosto, se le premesse del progetto saranno rispettate, sarà un’occasione di sviluppo per il territorio in grado di offrire lavoro altamente qualificato e rappresentare un elemento di attrattiva nell’ambito del turismo sanitario. Con la firma del protocollo, la Amber srl si è impegnata a realizzare il “Centro cardiaco”, il Comune di Pinzolo ad adeguare il proprio Piano urbanistico generale (Prg) destinando l’area individuata alla costruzione della clinica. Il progetto, illustrato alla popolazione subito dopo la firma del protocollo, è ambizioso come confermano i 30 milioni e 200 mila euro stimati per l’investimento complessivo che sarà coperto da un pool di importanti finanziatori, europei e trentini, con i quali la Amber è in trattativa. Il dottor Karl Kronsteiner, manager austriaco, amministratore unico e rappresentante della Amber, ha fornito anche il timing della realizzazione: la firma dei contratti con i finanziatori entro Natale 2017, gli acquisti dei terreni sui quali costruire il “Centro cardiaco” da concludere nella primavera 2018, la “prima pietra” da posare l’estate prossima, l’entrata in funzione al più tardi nei primi mesi del 2021. Si prospetta, ogni anno, l’effettuazione di 600 operazioni di chirurgia cardiaca (dal baypass al trapianto di cuore) e 1.200 ricoveri nell’ambito più generico della cardiologia. La gestione sarà affidata all’americana Cleveland Clinic Foundation, con sede in Ohio, già proprietaria e gestrice della Cleveland Clinic, uno degli ospedali accademici multi specialità miglior del mondo. E i pazienti? Arriveranno prevalentemente dall’Italia e dall’Europa centrale attraverso accordi con assicurazioni sociali volontarie. Il personale? Centotrenta persone impiegate tra tempo pieno e part time: dai medici di primo livello agli infermieri, dai tecnici agli amministrativi che, tutti altamente specializzati e plurilingue, saranno selezionati anche in zona, ma dovranno formarsi presso la Cliveland Clinic. Un progetto gemello a quello di Pinzolo, ma tre volte più grande, come ha spiegato il dottor Kronsteiner, è in corso di realizzazione vicino a Vienna e altri due progetti simili stanno sorgendo a Barcellona e Lione. Già stipulate sono alcune part-
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Presentato l’ambizioso progetto. Firmati i protocolli d’intesa con Pat e Comune
APinzolo, una clinica privata Costerà 30 milioni di euro. La gestione alla Cleveland Clinic Foundation
I
di Alberta Voltolini
l progetto è ambizioso e complesso. Non solo per i costi, fissati in 30 milioni e 200mila euro, ma per l’idea imprenditoriale stessa: la realizzazione a Pinzolo di una clinica 100% privata. Nello specifico, il “Centro cardiaco” che la società
nership di grane spessore e qualità, ad esempio quella con Philips Spa che fornirà al “Centro cardiaco Pinzolo” l’attrezzatura. Dal punto di vista costruttivo, sono al lavoro gli ingegneri Michele Flor e Giuseppe Pellegri di Tione che hanno elaborato un primo progetto preliminare. Secondo la proposta attuale la clinica sorgerà su una superfice di 5.400 metri quadrati e sarà distribuita su 4 piani, due dei quali fuori terra. Perché la scelta di Pinzolo? “Tre anni fa – ha spiegato Karl Kronsteiner – ho conosciuto tre grandi aziende, tra le quali Philips Spa, con le quali è nata l’idea di realizzare 10 cliniche in tutta Europa, compresa l’Italia del nord. Attraverso contatti personali sono poi venuto a sapere che a Pinzolo c’era un terreno disponibile, che poteva essere adatto a questo progetto. La Philips e gli altri partner sono stati entusiasti del luogo: zona tranquilla, turistica, con la possibilità di atterraggio per gli elicotteri. Un paese anche facilmente raggiungibile considerando che gli interventi presso la clinica saranno tutti programmati e non eseguiti d’urgenza. Finora c’è stata una grande collaborazione da parte di Comune e Provincia”. L’adeguamento urbanistico al quale il Comune di Pinzolo lavorerà nei prossimi mesi sarà subordinato ad un accordo pubblico-privato che – ha affermato il primo cittadino di Pinzolo Michele Cereghini – “offrirà una grande opportunità di pubblico interesse”. “Potremo dare un nuovo assetto – ha specificato il primo cittadino – a tutta quell’area tra
Amber srl, rappresentata dal manager austriaco Karl Kronsteiner, intende costruire e poi far gestire dalla Cleveland Clinic, specializzato e prestigioso centro cardiologico americano dove anni fa si fece operare pure Silvio Berlusconi. I dubbi dei medici Dopo la presentazione del progetto, i medici trentini Mario Cristofolini, già primario del Santa Chiara, e Marco Ioppi, presidente dell’Ordine provinciale dei medici, hanno espresso le loro perplessità e i loro dubbi. In primis sul fatto che la clinica in futuro non sia totalmente privata come oggi affermato. Kronsteiner ha assicurato che non ci
via Manci e via Genova che oggi è veramente caotica. Forse ci sarà la possibilità di demolire la struttura del “Garden” e di allargare l’attuale strettoia; realizzeremo, poi, un parcheggio pubblico di testata in via Pineta, pedonalizzeremo l’area sportiva e studieremo una nuova
viabilità verso il centro”. Occasione, questa, per Cereghini, di richiamare l’attenzione della Provincia sul progetto di circonvallazione di Pinzolo “affinché non rimanga un’incompiuta”. “La circonvallazione sarà il vero risultato per Pinzolo”, ha detto il sindaco.
sarà alcun accreditamento al sistema della sanità pubblica provinciale e che in caso di necessità di un reparto di rianimazione ci si appoggerà alle altre cliniche private che nel progetto di Kronsteiner saranno realizzate in Europa. È stato annunciato che sono già stati sottoscritti
7 contratti preliminari con cardiologi e cardiochirurghi di punta interessati a lavorare presso la clinica di Pinzolo. Fermento imprenditoriale a Pinzolo Il progetto del “Centro cardiaco” a Pinzolo è al momento sulla carta, ma dall’ultimo anno a questa parte si registra, a Pinzolo, una decisa vivacità imprenditoriale, legata soprattutto al settore turistico. La scorsa estate è stata la prima stagione di operatività del Dolomeet Boutique Hotel, mentre sono iniziati da qualche mese i lavori per la costruzione dell’Hotel di lusso in località “Campicioi”. I proprietari dell’Hotel Canada stanno inoltre concludendo la realizzazione di un nuovo volume che ospiterà alcune prestigiose suite. Rinnovato anche l’interno dell’Hotel Palù con alcuni importanti interventi che ne hanno cambiato il volto all’interno. Nel progetto della clinica era inizialmente prevista anche la realizzazione di un hotel, ma l’Amministrazione comunale di Pinzolo ha preferito stoppare fin da subito l’iniziativa. Prima il potenziale indotto creato dalla presenza della clinica si appoggerà agli hotel esistenti. Solo in futuro, se le necessità cambieranno, si prenderà in esame l’eventuale costruzione di un nuovo hotel.
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Il Personaggio
NOVEMBRE 2017
Una vita fra le piante iniziata davanti a un pioppo di Sclemo, il suo paese di origine
Botanico per passione, Marco Merli scopre il Salix marchettii Lui che iniziò da autodidatta, oggi è interpellato dai maggiori esperti europei
Nel 2010 rilevò la presenza, vicino ad Andalo, del salice a orecchiette (Salix aurita), che mai era stato visto in Italia, e nel 2012 ha vinto il premio Giorgio Battaglia come persona che ha fatto tanto per territorio ed ambiente. Inoltre nel 2013 ha vinto il primo premio “Pollice verde” al concorso nazionale dei Comuni fioriti a Savigliano di Cuneo, per le sue ricerche floristiche connesse con studi scientifici, e per la manutenzione del giardino botanico di Stenico. Marco si è formato da solo dopo un’infinità di escursioni di studio e di ore di ricerca sui libri di botanica, senza nessun maestro che gli abbia insegnato questa difficile materia. Diplomato all’Enaip, la vastissima conoscenza della botanica è frutto solo della sua passione e volontà di imparare. E’ diventato uno dei maggiori esperti europei dei salici, specie particolarmente complicata da classificare. La sua collaborazione alla sezione botanica del Museo Civico di Rovereto, le sue consulenze (ha valutato 936 piante dell’erbario del Muse, scoprendo che il 10% era stato classificato in modo sbagliato), e le richieste per confermare la classificazione dei salici che arrivano da mezza Europa, sono tutte attività che fa gratuitamente. E d’inverno lavora presso gli impianti di risalita di Andalo per poter sbarcare il lunario, perché l’attività al Parco è stagionale. In casa Marco ha un erbario con oltre 4.350 piante, in costante aumento, dato che non sta fermo un giorno. Tutti i fine settimana è in giro per prati e boschi a cercare, studiare, scoprire. In Trentino, Alto Adige, Veneto, Val d’Aosta, Svizzera, Austria, Francia ecc. Ha anche un centinaio di bloc-notes fitti di appunti e disegni di piante, scritti con una grafia armoniosa e regolarissima, che iniziò a compilare fin dal ’95, anno in cui fu incuriosito da un bellissimo e maestoso pioppo nero che sorgeva a Sclemo, il suo paese. Cercò sui libri, capì che era un Populus nigra, e così iniziò la sua vita da botanico. Ci ha detto, con comprensibile orgoglio: “La specie che mi ha dato più soddisfazione è stato il Salix aurita, soddisfazione perché la classificazione era talmente com-
di Chiara Garroni
Ha recentemente scoperto una nuova specie di salice sulle Alpi Apuane, che ha denominato Salix marchettii in onore del botanico toscano Dino Marchetti che lo accompagnava. Parliamo di Marco Merli di Sclemo, botanico per passione, che lavora a Stenico presso l’area natura Rio Bianco del
plicata, come scalare il k2 in inverno, e nessuno ci capiva qualcosa e io, deciso, ho detto: è Salix aurita”. Naturalmente per confermare la veridicità delle classificazioni si rivolgeva agli esperti ufficiali delle università e del mondo accademico, ma ora è lui stesso considerato una vera autorità in campo botanico. Oltre alla recente scoperta del Salix marchettii sulle Alpi Apuane, gratificante è stata la classificazione di Ononis arvensis (una pianta della prima guerra mondiale) o altre rarissime in Italia (Orobanche bohemica e Orobanche arenaria). Alcune orchidee (prime segnalazioni per il Trentino occidentale) o il bellissimo Iris sibirica (prima ed unica segnalazione per il gruppo di Brenta, iris dai fiori azzurri di 8 cm). Molte altre sono state le prime segnalazioni assolute per il Trentino: “Ho ritrovato piante date per estinte per la provincia (Shoenoplectus mucronatus), e appena possibile ho intenzione di andare sulla penisola scandinava a studiare i salici e il loro habitat. Studio la biodi-
Parco Adamello Brenta, dove accompagna i visitatori lungo il percorso botanico. Una persona che dedica tutta la sua vita alle piante, con un entusiasmo ed un impegno encomiabili, specie se si pensa che macina anche 1000 km in un fine settimana per cercare e studiare le piante.
versità”. La sua passione lo mette in contatto con i massimi botanici Italiani, come Fabrizio Martini di Trieste, o Filippo Prosser del museo civico di Rovereto, che rappresentano l’ eccellenza della botanica italiana, Giorgio Perazza specialista di orchidee, Francesco Festi, Alessio Bertolli, Giulia Tomasi. “E io faccio parte di questo insuperabile team!”, esclama Marco con orgoglio e passione. Ora si dedica a progetti quali quello della Biosfera Unesco, dell’Ecomuseo delle Giudicarie, sui cambiamenti climatici ed il loro impatto sulla flora, che hanno de-
terminato un innalzamento dei boschi fino a 2300 metri, ed alle piante alloctone, ovvero quelle non originarie, ma importate. Proliferano troppo, diffondono insetti ed iniziano a scalzare quelle autoctone. Piantate nei giardini ad uso estetico, purtroppo si propagano, ed alcune danno anche allergie, come la Ambrosia artemisifolia, arrivata a Comano, o l’Heracleum mantegazzinianum, che provoca vesciche se toccato. Nelle sue frequenti uscite in montagna ha visto almeno una cinquantina di orsi, alcuni dei quali a pochi metri di distanza. Tra gli altri uno che stava seppellendo con dei sassi una pecora uccisa, una femmina che si è avvicinata al suo cucciolo ad una velocità che avrebbe dato la polvere al campione Usain Bolt, un orso albino che si accoppiava con la femmina, e nel settembre scorso un enorme maschio nero, con garrese bianco. Non ha paura? “Non molto, sono sempre riuscito a stare fermo, ed ho notato che è l’orso ad aver paura dell’uomo, e si allontana”. Tutti gli avvistamenti sono stati segnalati a Claudio Groff, del servizio foreste e fauna della Provincia. La zona in cui ha fatto la gran parte degli avvistamenti è il monte Valandro, sopra Seo e Sclemo, nel Brenta meridionale, ma tutto il territorio fra Ragoli e Molveno è quello preferito dagli orsi. Attualmente Merli è in contatto con lo scienziato Stefano Mancuso, uno dei massimi esponenti mondiali di neurobiologia vegetale. Marco ha notato infatti delle cose straordinarie sull’intelligenza delle piante, argomento affascinante che andrebbe approfondito scientificamente. Siamo sicuri che l’occhio estremamente attento di Marco ci riuscirà.
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Dall’emigr di Chiara Garroni
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Il caso Rolle deve diventare un paradigma con cui affrontare la programmazione economica dell’intera regione perché se apparentemente sono comprensibili tutte tre le posizioni, solo una potrà essere applicata con la necessità di essere non solo sostenibile, ma anche “produttiva”. Sono comprensibili le preoccupazioni di Delladio, che cerca di mantenere un benessere basato sullo status quo, ma che deve fare i conti con il turismo sciistico vede modificarsi la sua geografia verso i grandi poli “naturalmente” sostenibili anche in termini di cambiamenti climatici; è’ comprensibile la prospettiva del consigliere Borgonovo Re, che rappresenta quell’afflato naturalista con cui il cittadino guarda in modo ideale alla montagna come ad una cartolina; è comprensibile quella del presidente Rossi, che da una parte deve sostenere economicamente il progetto e dall’altra è conscio come in questi anni altre regioni montane come Austria, Svizzera e Baviera a vocazione turistica stanno diversificando l’offerta valutando non solo la sostenibilità dei progetti, ma anche la produttività e la ricchezza di quanti vi abitano e lavorano. La percezione di questa differenza si osserva passando i confini tra le varie regioni, in particolar modo tra la
Il paradigma Passo Rolle di Marco Zulberti
Le leggi migliori nascono quando comprendono anche le eccezioni. Per eccezioni s’intendono quegli eventi che si collocano sul perimetro dei casi previsti dalla legge. Il dibattito che ha innescato il destino degli impianti sciistici tra le varie prese di posizione rappresentate da quelle montagna lombarda, ormai abbandonata e incolta e quella della svizzera italiana curata e messa a “rendita”, grazie a fiscalità favorevoli, fino ad alta quota. Seguire il progetto Delladio vuol dire continuare a perseguire un percorso di sfruttamento della montagna che in molti casi ha mostrato forti carenze finanziarie. Qui ha ragione la Borgonovo, sull’insistenza di quel “durare più possibile”, che mostra una ristrettezza di vedute e programmazione che incute qualche timore. Vi sono ormai intere zone dove gli impianti sono stati smontati penso a Tremalzo, Boniprati, Val Breguzzo, ma dove in alcuni casi le aree sono tornate solo par-
zialmente in mano ai contadini. Ma l limite anche della proposta della Borgonovo Re è proprio questa mancanza di futuro economico: una volta smontati gli impianti lo facciamo tornare “selvatico”, naturale. Ma prima cosa c’era a Pas-
potremmo sintetizzare come “interventiste” di Lorenzo Delladio, “wilderness” di Donata Brogonovo Re e “sospensive” di Ugo Rossi, ci permette di utilizzare questo caso per riflettere su tutto il futuro non solo del turismo del Trentino Alto Adige, ma della sua intera economia.
so Rolle? Malghe e pascoli dove si allevava il bestiame, dai quali ricavare formaggi e salumi; quell’economia di sussistenza che ha reso la montagna bella perché addomesticata dalla mano dei pastori e dei boscaioli. Il bello da cartolina che
oggi osserviamo è frutto del brutto del lavoro secolare agricolo, che si è svolto tra letamai, accumuli di legna, di sabbia, di balle di fieno, di attrezzi, di trattori. Fame, fumo e freddo; i nonni dicevano che la vita di montagna era la vita delle tre “effe”. Oggi la vita degli agricoltori di montagna, dei bauer, è assai più facilitata dall’energia elettrica, dalle comunicazioni, dai trasporti, dalle stesse tecniche di coltivazione e allevamento Ecco perché ripristinare il “wilderness” mi appare sostenibile ma dettato da un afflato ideale, senza progetto economico, che è invece in modo istintivo quello che interessa Delladio e quanti
Attualità
sostengono il “durare più possibile”, ma il vecchio modello non è sostenibile. L’intervento di Rossi per un’ulteriore riflessione sulla destinazione finale di “Passo Rolle” offre al Trentino Alto Adige un tema concreto, e non astratto, su come pensare al futuro economico del nostro territorio montano, che per secoli ha offerto vita e rifugio alla sua popolazione, grazie alla vastissima rete di masi, stalle, malghe, frazioni, paesi, dove ad ogni ora del giorno e della notte, si sentiva aprirsi la porta di una stalla, il battito di una campana, il muggire di una mucca, mentre oggi si sono divisi tra il silenzio inquietante di alcune aree “wilderness” senza più economia e i luccicanti poli sciistici pieni di ricchi cittadini felici venuti a riposare, ma che alla fine dell’anno devono rivelarsi economicamente sostenibili.
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Cultura
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Si parte il 10 novembre con “Meraviglia” di Francesco Vidotto
Libri e chiacchiere con “Pagine d’Autunno”dellabibliotecadiTione di Francesca Cristoforetti Pagine d’Autunno è a tutti gli effetti una seria – ma serenamente familiare - rassegna culturale nata principalmente con lo scopo di promuovere libri di autori, in particolare locali, dando spazio sia a quelli già affermati che in cerca di una nicchia di pubblico. Anche per questa terza edizione verranno proposti tre nuovi libri, presentati dagli autori stessi in date diverse. Gli incontri con l’autore da segnarsi sul calenda-
Nuovi appuntamenti in programma per l’edizione 2017 di “Pagine d’Autunno”, evento organizzato dalla Biblioteca comunale di Tione che si riconferma per il terzo anno consecutivo a partire dal 2015 uno degli appuntamenti informali e leggeri che, abbinando una chiacchierata che sa essere sempre intima con gli autori, la cui presenza è di indiscutibile fascino per ogni lettore, e i musicisti della Scuola Musicale delle Giudicarie che spesso improvvisano la colonna sonora adatta alla serata, fanno parte del panorama culturale dell’autunno giudicariese. rio sono quindi: venerdì 10 novembre con la presentazione di Meraviglia (Mondadori) di Francesco Vidotto, giovedì 16 novembre con Fantasie di Stefania Riccadonna e giovedì 23 novembre con MDC Marco da Caderzo-
ne di Enrico Gasperi. Tutti gli incontri si terranno nella Sala riunioni del Municipio di Tione, sempre alle ore 20:30. Negli anni scorsi si è riso, e parecchio, con il giovane Giacomo Mazzariol che ha parlato del suo rappor-
to con il fratello down, si è ritrovata la verve di Gabriele Biancardi (sì, il Gabriele di Radio Dolomiti) al suo primo libro tratto da una storia vera, ma anche la delicatezza del libro fra musica e amore di Paolo Ghezzi e
della moglie Emanuela Artini sulla storia della figlia Alessia, e ancora il tema del bullismo con Marino Buzzi. Tante sto-
rie, tanti modi di leggere e pensare, che hanno preso vita nell’interazione con il pubblico.
La selezione di quest’anno
Meraviglia, Francesco Vidotto. Mondadori, 2017.
Fantasie, Stefania Riccadonna. Saturnia, 2017.
MDC, Enrico Gasperi. Curcu & Genovese, 2017.
Francesco Vidotto, già vincitore della prima Edizione di “eLEGGERE LIBeRI”, tenutasi a Tione nel 2013, ritorna nelle Giudicarie con il suo romanzo edito quest’anno per Mondadori. L’autore pone come protagonista della sua storia un ragazzino che viene catapultato in fase adolescenziale dai suoi monti alla grigia città, in un ambiente e in una scuola di cui non si sente parte. Un po’ per il suo carattere, un po’ per il suo senso di spaesamento, Lorenzo inizia le superiori con fatica, percependo la distanza tra lui, i professori ed i compagni. L’unica persona che riuscirà a salvarlo da questo abisso sarà Lavinia, con cui nascerà una grande amicizia e forse qualcosa di più.
Stefania Riccadonna è una poetessa e un’artista appassionata di fotografia, disegno e pittura, in particolare quella ad acquerello. Fantasie è la sua raccolta di poesie e di dipinti creati da lei stessa, un concentrato di carica artistica sia a livello visivo che verbale, sprigionata sia dalle parole delle sue poesie che dai colori dei suoi dipinti. Dopo una serie di riconoscimenti sia a livello locale che nazionale a partire dal 2001, Riccadonna sceglie di pubblicare nel corrente anno un’opera che già dal titolo premette tutto il suo potenziale creativo.
Dopo il successo di ben sei libri, il vulcanico Enrico Gasperi prosegue con la sua attività letteraria con la pubblicazione del suo nuovo romanzo storico MDC Marco da Caderzone, incentrato sulle vicende dell’omonimo personaggio vissuto tra il 1439 e il 1490. La storia è quella di un uomo cinico, spietato e scorretto, abituato sin da giovane a compiere azioni spregevoli. Il suo incontro con la coetanea Bianca però gli farà mettere da parte il suo lato oscuro, rivelando la parte gentile, cortese e romantica del suo carattere. L’autore aggiunge alla trama anche una storia parallela, quella di un professore universitario e di una sua studentessa alle prese con delle ricerche su questa figura storica, nell’anno 1954. Si crea quindi un intreccio tra due storie diverse, ambientate in epoche differenti, ma che misteriosamente si riveleranno parallele e strettamente legate tra di loro.
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Economia
NOVEMBRE 2017 La crisi dei grandi stati nazionali dilaga in Europa
Il futuro è nello stato federale di Marco Zulberti Di fronte alla storia recente che partendo dal referendum in Catalogna, a quello del Kurdistan, si retrocede alla Brexit del 2016, alla Crimea del 2015, a quello scozzese del 2014, al dramma balcanico degli anni Novanta con la dissoluzione della Jugoslavia, è sempre più evidente come la concezione dei grandi stati nazionali uscita dalla Prima Guerra mondiale oggi stia attraversando un serio momento di crisi che vede le regioni rivendicare maggiore autonomia rispetto ai governi centrali. Ma non è più una questione nazionale o di lingua, ma prettamente economica, potremmo quasi dire di costi degli apparati e delle tassazioni che penalizzano non solo regioni le più attive, ma anche quelle più periferiche, intese anche come situazione geografica. Oggi gli abitanti delle Alpi
Nel convegno “Riabituare le Alpi”, che si è appena tenuto a Corna Imagna e S. Omobono Terme in provincia di Bergamo, nel suo intervento magistrale “Ripensare la montagna come spazio di vita, fra tradizione e innovazione” Annibale Salsa ha posto un serio interrogativo sul come far rivivere la montagna indicanfrancesi, italiane, austriache, svizzere hanno problemi analoghi che i rispettivi governo centrali faticano a governare. Lo stesso vale per le zone costiere e marittime più periferiche. Gli abitanti marittimi della Normandia e della Scozia più estrema hanno bassi livelli di reddito come quelli della Grecia che ha un altro clima. Se osserviamo a dieci anni dalla grande crisi scoppiata nell’ottobre del 2007, gli stati che sono usciti meglio dalla crisi sono quelli federali come la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera,
do nel modello federale svizzero l’unico che appare si riuscito a superare le prove della storia. “Dobbiamo tornare al 1200? A quel modello scritto tra le rivolte dei montanari e i vescovi? - si è interrogato lo studioso -. L’unico modello che è riuscito a superare le prove geopolitiche e economiche della storia?”.
oppure quelli di dimensioni medie, si può dire regionali come l’Islanda, l’Irlanda, l’Olanda, il Belgio e l’Austria. Gli altri che hanno mantenuto un assetto centrale come la Francia, l’Italia, l’Inghilterra e la Spagna, registrano tensioni interne tra nord e sud, tra la montagna e la costa, tra le città metropolitane e la campagna. E’ indubbio che la rarefazione della circolazione monetaria e gli alti livelli del debito abbiano premiato le economie più efficienti, quelle situazioni federali che
si sono riformate più rapidamente, dove ogni regione aveva forme d’autogoverno e autonomia profonda. Ma questo vale anche per la morfologia dei territori come quelli montani che si sono distinti solo nei casi dove sono rimaste situazioni d’autonomia legislativa, produttiva e anche nel mondo del credito. Anche le banche regionali partecipate dalle istituzioni pubbliche come quelle tedesche delle Landsbank, o quelle cantonali svizzere, concentrate maggiormente sui propri territori hanno avu-
Per classi con i propri insegnanti e singoli partecipanti dai 17 ai 27 anni
Aperte le iscrizioni al Treno della Memoria
Son aperte le iscrizioni al Treno della Memoria 2018, con la novità di una tappa che approfondisce la storia di Giorgio Perlasca, a Budapest. Il Progetto Treno della Memoria mira a creare una rete di giovani che, da testimoni consapevoli di quanto resta degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, si mettano in gioco nella società civile nelle varie forme di impegno verso una cittadinanza attiva e nasce dalla convinzione che la costruzione di una tale cittadinanza attiva e consapevole non possa prescindere dalla conoscenza della Storia e della Memoria dei momenti che hanno cambiato il volto dell’Europa in cui viviamo e dall’ascolto delle Testimonianze dei protagonisti di questi cambiamenti. In tal senso non c’è dubbio che i fatti avvenuti ad Auschwitz rappresentino uno snodo fondamentale: seguendo le tracce dei legami e dei contrasti tra le azioni eroiche di chi a questo orrore si oppose con forza e chi invece si nascose nella propria “zona grigia”, ripercorrendo i vicoli del ghetto ebraico e le sale - oggi trasformate in museo - della fabbrica di
Schindler di Cracovia verrà composto un quadro storico completo che servirà ai ragazzi a meglio comprendere i fatti e le dinamiche di quel periodo. Il programma, che vede il proprio culmine nella visita dei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau, quest’anno prevede una tappa a Budapest sulle tracce di
Giorgio Perlasca “Giusto tra le Nazioni” - prima di giungere a Cracovia. Il Treno della Memoria è quindi un viaggio articolato, in grado di fare i conti con la necessità di Memoria del passato e un’accresciuta complessità del presente, non quindi un semplice viaggio della durata di sette giorni, ma uno spazio di conoscenza,
un’esperienza nella storia e nella memoria guidata da un percorso educativo capace di coniugare attività didattiche, testimonianze dirette della storia, visite ai luoghi della memoria, incontri e laboratori verso la finalità, chiara e condivisa con i partecipanti, di formare nuovi cittadini attivi nel costruire la realtà che li circonda. Al ritorno dal viaggio, i giovani partecipanti saranno chiamati ad essere testimoni e moltiplicatori dell’esperienza vissuta attraverso la “restituzione” alla propria scuola e, ove possibile, ai territori di provenienza dell’esperienza del Treno e del messaggio che esso vuole lanciare attraverso una varietà di forme espressive scelte dai ragazzi in un processo guidato con gli accompagnatori. Proprio il gruppo di ragazze giudicariesi che partecipò all’edizione del Treno di qualche anno fa realizzò uno spettacolo teatrale che arrivò fino ad essere portato in scena all’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, in occasione della Giornata della Memoria del 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz, nel 2015.
to un ruolo di salvaguardia importante in questi anni difficili della crisi. I livelli di tassazione agevolata, a chi s’impegna a vivere sopra un certo livello d’altitudine ad esempio, favorisce il ritorno della popolazione a vivere in montagna. Ma dove lo stato centrale non comprende queste esigenze delle periferie, la situazione è destinata a peggiorare. Non è sufficiente come molti commentatori vanno scrivendo in questi giorni sui giornali essere favorevoli o contrari allo stato centrale, quanto riconoscere la capacità del modello federale, come ad esempio quello tedesco, di velocizzare i processi di riforma e quindi di lasciare che ogni regioni trovi il suo assetto migliore sempre nel rispetto del bilancio. E’ innegabile che la forma dello stato centrale nazionale, laico, basato sul concetto di “una lingua, un popolo, una nazione” costruito dopo la prima Guerra mondiale oggi è in profonda crisi, perché i problemi economici dei popoli alpini non sono gli stessi dei popoli marittimi, o della collina e della pianura. Le leggi fatte nelle capitali degli stati nazione Madrid, Roma, Parigi, Londra, non riescono più a permettere il mantenimento dei livelli di benessere che si godono in città anche nelle zone periferiche disagiate dall’altitudine e dall’isolamento,
fuori dalle rotte commerciali delle autostrade. Ecco perché la domanda di Annibale Salsa al convegno: “Dobbiamo tornare a riscoprire il modello cantonale svizzero steso nel 1200?” oggi di fronte al dramma spagnolo della Catalogna, alle utopiche pretese della Gran Bretagna di separarsi dall’Europa, ma nel contempo di tenere come ostaggio la Scozia, da sempre filo europea, o l’Irlanda del Nord, il modello dello stato federale appare l’unico in grado di riportare le regioni ad autogovernarsi mantenendo comunque una configurazione unitaria di Stato nei rapporti con gli altri stati. Se la Jugoslavia avesse subito permesso alle regioni balcaniche autonomie speciali, probabilmente non si sarebbe arrivati al dramma delle guerre degli anni Novanta. Oggi dopo la crisi finanziaria di questi dieci anni, gli stati federali sono quelli che hanno superato per primi la crisi. Non si tratta quindi di essere più o meno favorevoli alle autonomie, quanto di comprendere che la vecchia carta geografica tracciata in modo ideale dai geografi illuminati del primo Novecento oggi non regge più alle spinte e alle richieste economiche dei popoli che non si possono più permettere apparati statali centrali, costosi e poco efficienti.
Attualità
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Da tre generazioni la “botega dei Baldrach” resiste ai grandi supermercati
La Botega da Strada compie 170 anni di Marco Maestri Gli successe quindi il nonno Luigi, che morì nel 1954. Infine, nella dinastia dei Baldracchi, arrivò il papà Antonio. «Io sono del ‘55 – commenta orgoglioso Pietro Baldracchi - perciò non ho conosciuto il nonno. Il papà aveva quattro fratelli e una sorella, morta a 17 anni de döia (polmonite). I cinque fratelli sono venuti grandi in bottega, dando una mano al papà Luigi». Poi si sa come vanno le cose nelle famiglie, ognuno prende la sua strada: lo zio Alberto ha studiato da geometra, lo zio Fabio ha messo su un allevamento di vitelli, e via così. Riavvolgendo il nastro storico, nel 1962 moriva il papà Antonio, perciò la sorella Diomira a tredici anni cominciò a fare la commessa in bottega, unico sostegno della famiglia. Pierino aveva 7 anni. «Quando ho compiuto i diciotto, per non deludere la mamma, ho deciso di entrare in società con lo zio Giovanni per andare avanti col negozio e dal 1990, quando lo zio andò in pensione, c’è stata l’ennesima ed ultima spartizione.» E due erano le soluzioni. «O tenevo questa – ricorda Pierino – oppure potevo acquistare la bottega del Gardumi a Creto. Alla fine, per la felicità di tutti, siamo andati d’accordo e così, dopo ventisette anni, gestisco tuttora la bottega.» Nel frattempo però la primogenita Giulia è entrata in società. «Dopo aver terminato il percorso di studi alle scuole superiori ha provato a frequentare l’università ma - commenta Pietro - sarà per il mal del campanile, ha preferito stare in bottega». Com’è cambia-
Centosettant’anni al servizio della comunità. Con tanta passione, tramandata di generazione in generazione. È questo il traguardo che la “Botega da Strada”, gestita oggi da Pietro (meglio conosciuto come Pierino) Baldracchi e famiglia, ha raggiunto nei mesi scorsi. Siamo a Strada, frazione del Comu-
ne di Pieve di Bono-Prezzo. Né è trascorso di tempo dal lontano 1847, quando il trisnonno Domenico Pietro aprì in una cantina del paese un’attività commerciale. Domenico morì nel 1895. In seguito gli subentrò il figlio Giovanni Amadio che morì nel 1936.
Tra questi merita una citazione particolare il famoso “salam del baldrach” ovvero il salame prodotto da Pierino. «Ho la licenza per lavorarlo e venderlo. Sicuramente è un prodotto che arricchisce la mia attito il commercio da quando gestisce il negozio? E qui Pierino non usa mezzi termini. «Moltissimo. Quando ho comperato il negozio si poteva investire. In vent’anni è cambiato il mondo: facevamo e facciamo ancora il servizio a domicilio, per dirne una. Ma anche lì è cambiata: una volta la donna che faceva la spesa non aveva la macchina. Avevamo molti clienti a Por e a Praso. Una volta o due alla settimana, quando chiamavano, si saliva. Oggi hanno tutti la macchina e quando c’è bisogno di fare la spesa si parte.» Oltre ai prodotti generici però la “Botega da Strada” è nota anche per i diversi prodotti nostrani che Pierino, grazie all’esperienza maturata, produce nel corso dell’anno.
vità.» L’altro prodotto che si trova sempre sul banco freschi è la “Cioncada”, il formaggio tipico della Pieve di Bono. «Vado a comperare la “cioncada” dal contadino, la faccio stagionare e la vendo. Me la cercano perché è buona». «Al giorno d’oggi, per poter combattere contro i grandi supermercati, bisogna puntare sulla qualità e sulla disponibilità del servizio. Io purtroppo non posso fare, anche se settimanalmente ci diamo da fare, i sottocosti. Però ogni mattina alle 7 sono in botega e la sera non me ne vado prima delle 7 e mezza. In Valle non credo ci siano punti vendita aperti prima delle otto di mattina». Per il centosettantesimo compleanno Pierino e la famiglia hanno offerto alla comunità la polenta carbonera in piazza.
Taglio del nastro con le autorità e commozione per il comandante Giovanni Piolini
Una nuova caserma peri pompieri diVilla Rendena
Clima festoso a Villa Rendena per l’inaugurazione della nuova Caserma dei Vigili del Fuoco, un corpo formato da ben 41 elementi dei quali 28 effettivi e 13 allievi. Proprio l’investimento sui giovani è la caratteristica peculiare del Corpo di Villa che già da molti anni ha creato un gruppo di giovani mol-
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to dinamico, prima con Preore e adesso con gli allievi di Ragoli. La nuova caserma, situata al piano seminterrato adiacente al municipio, è stata progettata dall’ing. Massimiliano Zenari e ospita a piano terra spogliatoi, magazzini e garage e a piano superiore uffici e sala riunioni. Giovanni Piolini, Comandante da oltre 25 anni, ha voluto ringraziare tutti i presenti per la nuova opera che consente ai Vigili di poter lavorare in una struttura adeguata e funzionale. Ha ringraziato inoltre, con commozione, tutti i vigili per il loro impegno gratuito a favore della comunità. Molto soddisfatto anche il sindaco di Porte di Rendena, Enrico Pellegrini, che ha elogiato i vigili del
fuoco e ha consegnato una targa di ringraziamento a nome di tutta la comunità che verrà collocata nella nuova sede. In rappresentanza della Provincia sono intervenuti l’Assessore Michele Dallapiccola ed il Consigliere provinciale Mario Tonina, sottolineando l’importanza dei Vigili del Fuoco per il Trentino e l’orgoglio di poter contare su volontari preparati, presenti su tutto il territorio e che lavorano con passione e responsabilità. Giorgio Butterini. in rappresentanza della Comunità delle Giudicarie si è unito ai ringraziamenti e agli elogi per l’impegno encomiabile dei vigili. Parole di ringraziamento e plauso dal neo vicepresidente della Federazione provinciale dei Vigili del Fuoco del Trentino, Luigi Maturi, e dall’Ispettore Distrettuale Giampiero Amadei. La benedizione del parroco, don Marcello Mengarda, ed il taglio del nastro hanno concluso la cerimonia ufficiale alla quale è seguito un allegro pranzo a base di polenta carbonera. (E.B.)
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Salute
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“Movember “ il mese della prevenzione del tumore alla prostata
Facciamoci crescere i baffi Lo stile di vita resta cruciale nel diminuire i rischi “No”, lo tranquillizzai, “oggi ci sono cure valide che una volta non avevamo”. Ed è proprio così - oggi ci sono le cure – ma bisogno inserire nel contesto anche il discorso della prevenzione. Ottobre è il mese della mammella, il mese Rosa; novembre è il mese della prostrata, il “Movember” da mo-ustache (baffi) e no-vember (novembre). L’acronimo l’hanno inventato gli australiani nel 1999, si diventa Mo Bro (fratelli di baffo) per tutto il mese. Chi partecipa alla campagna di prevenzione si può far crescere i baffi e pubblicizzare l’attenzione alla prevenzione per il cancro della prostata. E’ una campagna di prevenzione mondiale e la LILT-Italia l’ha fatta sua da qualche anno. Purtroppo, la sensibilità dei “maschietti” non è pari a quella femminile, la percentuale delle persone che approfittano di questa opportunità gratuita non è molto alta, come accade invece per la mammella. E poi bisogna dirlo: la visita è un “po’disagevole” perché la prostata , grande come una noce, è situata sotto la vescica al davanti della parete anteriore del retto, circonda la porzione iniziale dell’uretra e …. si valuta molto bene entrando col dito dall’ano. Quindi, è come una “visita ginecologica … al maschile”. La funzione principale della ghiandola è quella di partecipare al meccanismo dell’eiaculazione ( secerne il liquido seminale ) per il trasporto degli spermatozoi. Produce inoltre una sostanza che si chiama PSA ( antigene prostatico specifico) che, come vedremo in seguito, è molto utile per fare diagnosi di malattia prostatica. Le dimensioni non restano costanti nel tempo ma possono variare e aumentare per effetto di un ormone tipicamente maschile, il testosterone, che può portare a quella malattia chiamata IPB ( ipertrofia prostatica benigna) che non è un tumore, non si trasforma in tumo-
di Gianni Ambrosini - oncologo Giuseppe era avanti con gli : “ dottore mio … sto male….. anni e aveva sempre fatto il non riesco quasi più a pisciacontadino. D’estate arrivava in paese col suo carico di re”. Aveva parlato in fretta, quasi con vergogna e si ortaggi ma nei mesi freddi si muoveva poco. Lo si ve- era accasciato sulla prima poltrona della sala di attesa. deva di rado. Quel pomeriggio bussò alla porta del Aspettava la mia risposta come una condanna. “… è la mio ambulatorio ( mi ero appena laureato e sostituivo prostata Giuseppe che quando si ammala può dare proil collega titolare per un breve periodo ) prima con di- blemi”. “ Come mio nonno che portava il catetere nel screzione poi con veemenza facendo vibrare il portone cappello… non voglio fare quella fine”. quando la neoplasia è ancora in forma latente nel 15% dei casi oltre i 50 anni e nel 70% dei casi oltre i 70 anni. Questo perché si è molto diffuso il dosaggio del PSA e perché sono emerse delle forme definite “silenti”, biologicamente “poco aggressive” che hanno cambiato la valutazione complessiva del problema. I fattori di rischio correlati in passato al cancro della prostata erano e restano il consumo eccessivo di carne rossa, di latte, di formaggi, una dieta ricca di calcio e fattori genetici (alto livello di ormoni androgenici ); lo stile di vita resta comunque sempre cruciale e sono da tenere presenti le raccomandazione solite.
re e non aumenta il rischio di tumore ma dà solo sintomi legati all’ostacolo del deflusso dell’urina. La prostata circonda la parte iniziale dell’uretra, che è quel condotto che porta l’urina all’esterno attraverso il pene. Quindi i disturbi del povero Giuseppe ( difficoltà ad urinare, a trattenere le urine , ad urinare con frequenza e necessità di “spingere e aspettare “ per iniziare il flusso) erano probabilmente tutti dovuti a IPB. Il fatto poi che suo nonno portava il “catetere nel cappello” era purtroppo dovuto al fatto che quando le dimensioni della ghiandola diventano importanti si può avere quella che si chiama “ritenzione acuta dell’urina” ( non si urina ) e allora l’unica soluzione è mettere il catetere. Non c’erano farmaci
efficaci una volta e chi ne soffriva “si auto-medicava”. Oggi, con alcune attenzioni quotidiane e farmaci appropriati assunti di solito alla sera, il problema si gestisce egregiamente. Diverso è il discorso relativo al carcinoma della prostata. E’ la neoplasia più frequente nel sesso maschile, interessa la parte più esterna della ghiandola , può crescere localmente ma anche a distanza dando problemi alle ossa ( nella fasi avanzate ). Nel mese di settembre sono stati presentati a Roma i dati nazionali dei Registri Tumori (AIRTUM ). I nuovi casi attesi per il 2017 sono circa 34.800. Mentre i dati relativi alla mortalità e alla sopravvivenza sono del 2014 : 7.174 decessi, il 90%
a 5 anni dalla diagnosi è in vita. I dati relativi al TT/ AA: attesi 550 nuovi casi per il 2017, la sopravvivenza a 5 anni ( dati ISTAT del 2014 ) è del 91%, mentre i decessi sempre nel 2014 sono stati 131. Nei paesi occidentali è diventata la neoplasia più frequente nel sesso maschile per tutta una serie di comportamenti più che per un aumento effettivo dei fattori di rischio. C’è più probabilità di diagnosi
La ripetizione ossessiva del PSA per “autodiagnosi personale” pone l’accento anche sul rischio di “sovradiagnosi “, tenuto conto delle forme poco aggressive non necessarie di terapie ma solo di controlli organizzati nel tempo. L’incidenza ha mostrato un trend in crescita continua fino al 2003 in concomitanza con la maggior diffusione del test del PSA quale strumento per la diagnosi precoce. Vi sono differenze significative fra nord, centro e sud Italia in relazione alla diffusione del Test. Dal 2004 il trend è in diminuzione costante di un 1,9% annuo . In considerazione delle diverse forme di aggressività del tumore,
pur trovandosi al primo posto per incidenza, è al terzo posto per la mortalità e riguarda nella quasi totalità dei casi maschi al di sopra dei 70 anni, in cui concorrono molte altre cause di decesso. E comunque anche la mortalità è in costante diminuzione (- 2,6% annuo) da oltre 20 anni. Allora che comportamento tenere? Resta valido lo screening spontaneo legato all’esecuzione del dosaggio del PSA e dell’esame digitorettale ( l’esame dura pochi secondi ed è assolutamente indolore … coraggio !!!) accompagnato e completato eventualmente dell’ecografia prostatica “trans-rettale” con biopsia eventuale. Ricordiamoci che come per altre neoplasie la fase iniziale è il più delle volte silente !!! Poi possono comparire disturbi legati alla minzione e dolore nella zona perineale. Due studi sono stati pubblicati relativi allo screening: uno nordamericano (PLCO) ed il secondo europeo (ERSPC); quello americano non ha mostrato benefici quello europeo ha evidenziato una riduzione della mortalità del 20% per gli uomini che si sottoponevano alla visita e al test del PSA. Le opzioni terapeutiche sono sempre legate alla valutazione complessiva che dipende dai fattori biologici del tumore (quelli che noi addetti chiamiamo fattori prognostici). Nei pazienti con tumore in fase iniziale le terapie sono molteplici e la sopravvivenza ottima : 91,4% e valori ancora più elevati ci sono per i pazienti più giovani con un massimo di 96,4% a 5 anni per età tra i 65 e 74 anni.
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Attualità
NOVEMBRE 2017 Lo psicologo Leonardo Milani e l’attore Francesco Riva per parlare di giovani
Seminari su autostima e dislessia con il Quadrifoglio Relatore dell’incontro sarà lo psicologo Leonardo Milani, che oltre ad essere mental trainer della pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori, gestisce anche lo sportello di ascolto dell’Istituto Gardascuola di Arco. In questa occasione Milani tratterà principalmente del valore che ha l’autostima per ogni ragazzo, di ciò che può aumentarla o sminuirla in relazione ai modelli genitoriali e di quali siano i passi da compiersi per riuscire a studiare in modo ottimale. Nella seconda serata, che si terrà invece sabato 25 novembre a partire dalle 20,30 presso il Palazzetto Polifunzionale a Condino, l’associazione “Quadrifoglio” proporrà ancora lo spettacolo dal titolo “Dislessia… Dove sei Albert?”. Un bellissimo monologo, come afferma la Presidente dell’as-
Dopo aver presenziato lo scorso mese all’Ecofiera di Tione con un proprio stand con laboratori e presentazione di materiali per contrastare i disturbi specifici dell’apprendimento, con la stagione autunnale l’Associazione “Quadrifoglio” riprende con gran verve la programmazione delle nuove iniziative da proporre al pubblico. Nel mese di novembre ha infatti organizzato due serate per diffondere la conoscenza dei metodi e sociazione “Quadrifoglio” Silvia Dapreda, portato in scena dal giovane ma già affermato attore Francesco Riva e già presentato in cinquantotto altri teatri in tutta Italia, su quanto davvero di buono e bello possa in realtà fare una persona dotata di questa particolare disposizione caratteriale (disposizione che tra il resto aveva anche il famoso scienziato Albert Einstein, da cui il titolo dello spettacolo). “Riva è un ragazzo dislessico, che verrà a raccontare la propria storia; vogliamo però coglie-
re questa occasione per far presentare ai nostri ragazzi più grandi anche la loro esperienza personale, cioè come hanno vissuto e superato le loro personali difficoltà. Il fine è proprio quello di far vedere che è possibile e questo può aiutare anche altri”, commenta Dapreda. Ragazzi che nel condividere le proprie criticità assieme, ribadisce la presidente del “Quadrfoglio”, hanno anche sviluppato contestualmente una grande voglia di stare assieme anche nelle tante cose belle della vita,
dei mezzi con cui si possono affrontare le difficoltà che minano la capacità di vivere serenamente la propria vita da parte di tanti ragazzi anche nelle nostre valli. La prima, organizzata in collaborazione con l’Istituto Comprensivo del Chiese “Don Lorenzo Milani”, ha il titolo “Allevare il futuro. Autostima e metodo di studio” e si terrà martedì 7 novembre alle 20,30 presso l’Aula Magna della Scuola Media di Storo. e magari di aiutare anche i più piccoli o nuovi che si avvicinano loro. La volontà dell’associazione è di passare ad altri genitori e ragazzi la certezza che molti dei problemi che complicano vita di persone con disturbi dell’apprendimento, una volta accettati per quel che sono e condivisi, possono essere sostanzialmente superati. Oltre all’aiuto degli psicologi e di altre figure professionali, esistono infatti comunque tutta una serie di “strumenti compensativi” utili: la riga delle tabelline
con colori diversi o il segnariga per la lettura, che appoggiato fa leggere unicamente la riga che si deve affrontare nascondendo le altre, o il piccolo formulario che racchiude tutte le regole di matematica, o ancora il planning settimanale, sempre a colori diversi, per aiutare i ragazzi ad organizzare efficacemente le attività e i compiti, che semplificano l’approccio allo studio e all’organizzazione personale di chi ha qualche problema. Forte è la collaborazione dell’associazione con le
scuole giudicariesi: “Stiamo tenendo molti contatti con la scuola; molti insegnanti si avvicinano a noi per offrire la loro esperienza nel campo - ricorda Dapreda -. Adesso con il cambio dei dirigenti ci stiamo presentando loro per creare nuova collaborazione e sostegno reciproco”. A gennaio infine il “Quadrifoglio” ha invitato il dottor Barone a fare una serata in cui sarà invitato a rispondere ai tanti interrogativi che i genitori di bambini con problemi si pongono. “Quel poco che abbiamo fatto finora abbiamo visto che ha sempre dato - conclude Dapreda -. Parlando ai genitori che hanno le nostre difficoltà vorrei dire di avvicinarsi a noi; solo mettendo a confronto la sofferenza con altri riesci a capire che non sei solo, l’abbiamo provato anche noi”. Mariachiara Rizzonelli
EUROPA
I pigri non fermeranno i volonterosi La recente affermazione in Austria nelle elezioni per il rinnovo del “Nationalrat”, il ramo del Parlamento austriaco con maggiori poteri, di una linea fortemente conservatrice, anti-emigrazione e, seppur con tonalità diverse, anti-Unione europea, aggiunge, dopo la forte avanzata in Germania dei nazionalisti estremisti lo scorso settembre, nuove, pesanti, preoccupazioni per il futuro dell’unificazione europea. Ciò che maggiormente mi ha sorpreso in Austria è il fatto che il partito popolare, con una importante tradizione pro Unione europea si sia lasciato trascinare sulle posizioni nazionaliste che abbiamo visto dal giovane Sebastian Kurt. Questi, come ministro degli Esteri ha usato in maniera palesemente strumentale per fini elettorali un inesistente problema migratorio al Brennero, decidendo, minacciando e rivedendo l’invio dell’esercito per bloccare il nulla; notoriamente, al tempo delle sue minacce i migranti al valico italo-austriaco si potevano contare, quando c’erano, sulle dita di una mano. Purtroppo molti austriaci, che non sono venuti al Brennero per controllare la verità dei fatti, hanno creduto all’ambizioso ministro. E poi le sue incomprensibili posizioni nel confronti dell’Unione europea. Sembra purtroppo che siano lontani anni luce i tempi in cui un suo predecessore leaderpopolare si spendeva con tutte le proprie forze ed il suo grande prestigio personale, internazionalmente riconosciuto e apprezzato, per fare entrare l’Austria nell’Unione. Il ministro degli Esteri Alois Mock, recentemente scomparso, vedeva un ruolo importante dell’Austria nel
sostenete in processo di integrazione europea: storia, posizione geografica molteplicità di componenti nazionali che convivono da sempre pacificamente nel Paese e stabilità economica e democratica dovevano fare dell’Austria un mattone molto importante nella struttura dell’unità europea. Ho incontrato varie volte il ministro Mock ed in ogni conversazione non mancavano mai sue entusiaste riflessioni sui popoli europei che si dovevano unire. Ora, il cancelliere in pectore Sebastian Kurt, impegnato nel mettere assieme un governo con gli ultranazionalisti, dice che il suo sarà un esecutivo filo-UE. Il fatto che ora dica di avere nei confronti dell’Unione europea una posizione più favorevole rispetto a certe affermazioni elettorali lo possiamo cogliere in termini positivi, anche se non è apprezzabile il comportamento, purtroppo molto diffuso in politica, di fare in campagna elettorale proclami solo per avere consensi e poi decidere altrimenti. Ma sappiamo che la coerenze non è più una virtù molto diffusa in politica. Escludendo la collaborazione con i socialisti, Kurz ha la necessità di comporre un’alleanza di governo anche con il partito di estrema destra fortemente nazionalista e anti-EU di Heinz-Christian Strache. Quello che ora può e deve preoccupare è il fatto che nel centro dell’Europa si sta consolidando un gruppo di Paesi tutt’altro che sostenitori dell’integrazione europea basata sui sani principi che ispirarono i Padri fondatori, fra cui la solidarietà. L’Austria potrebbe aggiungersi ai quattro Paesi del Visegrad per rafforzare ulterior-
mente una posizione di solo “sfruttamento” dei benefici dell’Unione senza sostenerne un avanzamento significativo sul piano dell’integrazione. ll Gruppo di Visegrád si è costituito a seguito di un vertice dei capi di Stato e di governo di Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia tenutosi nella città ungherese di Visegrád il 15 febbraio 1991, per avere una posizione unitaria nei confronti dell’Unione europea. I Paesi sono divenuti quattro il primo gennaio del 1993 con la divisione consensuale della Cecoslovacchia e la formazione della Repubblica Ceca e delle Slovacchia. Ora, il gruppo del Visegrad, con capi di governo marcatamente nazionalisti, è purtroppo compatto nel respingere i migranti e interpretare la solidarietà a senso unico, ciò nel concepire un’Unione europea utile essenzialmente per avere soldi da utilizzare come meglio credono e rafforzare competenze nazionali indebolendo peso e ruolo politico dell’Unione. Purtroppo su questa linea i capi sono seguiti da ampie fasce delle popolazione e da molti media, i quali poco o nulla fanno per informare i cittadini su storia, significato e grandi vantaggi dell’Unione europea. Se l’Austria dovesse stabilire alleanze con il gruppo Visegrad condividendone linea europea, il che sarà molto probabile soprattutto per le richieste della componente estremista di Strache, vi sarebbe un negativo rafforzamento di una linea politica molto problematica per il cammino dell’unificazione del Vecchio continente. Anche di fronte a tale situazione, con l’aggiunta di altri Paesi sempre più invoglia-
ti dal nazionalismo, sarà inevitabile che l’inarrestabile Progetto europeo vada avanti secondo un metodo a più velocità: chi vuol procedere lungo un percorso di maggiore integrazione andrà avanti e gli altri si “agganceranno” al gruppo in avanzamento se lo vorranno e avranno realizzato condizioni compatibili per proseguire il cammino in comune. Non si tratta certamente del miglior modo per procedere lungo la via dell’integrazione europea, ma giunti a questo punto i pigri e i seduti in attesa di aiuto non possono fermare i volonterosi. Per rendere possibili l’avanzamento dei volonterosi è peraltro necessaria una forza motrice, come quella che può essere ancora rappresentata dal “motore franco-tedesco”. Sappiamo che, purtroppo, dopo il successo in settembre dell’”Alleanza per la Germania” (AfD) il pistone tedesco del motore non potrà avere la forza propulsiva di prima. Si potrebbe pensare ad un rafforzamento nel traino da parte del Paese fondatore Italia e di un altro grande Paese come la Spagna. Nei mesi scorsi abbiamo visto “prove di alleanza” fra i quattro Paesi. Tuttavia, prima di nutrire speranze, dobbiamo attendere l’esito delle incerte elezioni nazionali in Italia e l’evoluzione dell’incertissima ed imprevedibile evoluzione della crisi generata in Spagna dal caso Catalogna. Comunque vada, sono certo che vi saranno a sufficienza anticorpi capaci di rendere inoffensivi gli attacchi patologici contro l’unità europea. Paolo Magagnotti
Attualità
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A lui intitolata la sala conferenze della coopeativa Ascoop, di cui è stato cofondatore
Una targa per ricordare Carlo Eligio Valentini
Il presidente Ascoop Emilio Salvaterra ha sottolineato i forti ideali e la grande coerenza che hanno ispirato sempre Carlo Eligio “persona genuina, impegnata e generosa”. Hanno poi preso la parola Luca Carli, Lorenzo Dellai e Tiziano Mellarini. Carli ha definito Valentini “maestro di vita, entusiasta seguace di Bruno Kessler, costruttore della autonomia trentina, pieno di inventiva e di coraggio”. Ha ricordato che negli anni ’60 si girava nei paesi a parlare di Piano Urbanistico Provinciale, di piano economico, di sanità, di infrastrutture, di scuole, di industria, artigianato, di lavoro. Si coinvolgeva e si ascoltava la gente, e Carlo Eligio raccoglieva pareri e richieste. Spesso arrivava a Trento al lavoro, con la cartella piena di pratiche da espletare per aiutare chi ne aveva bisogno. Dellai si è detto “onorato della sua amicizia”, ed ha definito Valentini “persona perbe-
E’ stata intitolata a Carlo Eligio Valentini la sala conferenze della sede Ascoop a Borgo Lares, cooperativa di cui è stato cofondatore. Scomparso nel 2012 a 72 anni, Valentini aveva ricoperto diversi incarichi pubblici: sindaco di Villa Rendena, presidente del Bim del Sarca e poi del
ne, fautore della cultura della responsabilità, vero cooperatore, montanaro adulto, cioè non con idee stereotipate ma lungimirante, un sindaco di altri tempi, ovvero un pater familias anziché un burocra-
te, ed un militante democristiano, parte della storia della Dc trentina, sensibile ed attento, costruttore di comunità”. Mellarinibha sottolineato anche l’uomo di sport che era, per “aver portato nel calcio i valori
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Parco Adamello Brenta, cofondatore della Cooperativa Ascoop, fondatore del gruppo sportivo Javrè. La cerimonia di intitolazione della sala è stata un momento di ricordo e di nostalgia, ma anche una occasione per parlare di lavoro, di Ascoop ed in generale di cooperazione.
di socializzazione e di crescita per i giovani non di solo il business”. Valentini ha ottenuto ben due volte la “Stella al merito sportivo”, nel 1977 e nel 2000. Il momento di ricordo si è concluso con l’intervento
dell’amico Pasquale Bazzoli, che ha evidenziato il carisma di Carlo Eligio, la sua visione, il suo sognare il cambiamento della società, ed anche la sofferenza per le critiche che gli venivano mosse. La cerimonia, dopo
che è stata scoperta la targa col nome di Carlo Eligio, è proseguita con la storia della cooperativa Ascoop, illustrata dal suo presidente Emilio Salvaterra. Nata nel ’79 come servizio in campo edilizio, con 12 soci fondatori, si aprì via via per servizi di pulizia, nei progetti speciali (il “Progettone” nato nell’86), nei servizi socio-assistenziali, pasti a domicilio, assistenza a persone in stato di bisogno, fino alla creazione di altre 2 cooperative: sociale-lavoro e sociale-assistenza. Infine servizi per giovani (multiservizi e formazione), e sempre attenzione per disoccupati e persone in stato di bisogno. Dal ’79 ad oggi sono state occupate 4500 persone, a fine 2016 i lavoratori Ascoop erano 255, di cui il 70% donne. Le ore lavorate, sempre nel 2016, sono state 290 mila, con un incremento del 6% rispetto al 2015. Chiara Garroni
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Arte
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Il Tintoretto dei ferraresi in Giudicarie
Da Palazzo dei Diamanti di Ferrara alle pale di Santa Croce e diTione: l’arte raffinata di Carlo Bononi di Giacomo Bonazza L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese”, doveroso omaggio ad uno dei protagonisti del Seicento ferrarese, brillante precursore della stagione barocca. Un evento, quello della mostra emiliana, che non può lasciarci indifferenti come giudicariesi; anzi un’occasione unica per riscoprire alcuni tra i pezzi più pregiati del nostro patrimonio artistico e magari spingerci a un viaggio verso la città estense. Non sappiamo quanto i curatori dell’esposizione ferrarese abbiano conosciuto del Bononi “giudicariese”, come già è capitato con il Ligozzi giovanile di Bivedo, probabilmente sfuggito all’attenzione degli organizzatori della grande mostra di Palazzo Pitti del 2014 a Firenze, dedicata al pittore veronese. Ritornando alle “nostre” tele, è indubbia la qualità pittorica altissima che le connota: l’uso magistrale del chiaroscuro, un colore dai caldi accenti veneziani, la studiata teatralità della messinscena, non priva di una gestualità drammatica; tutto in funzione emozionale, per creare empatia e pathos, secondo lo schema del “delectare, docere, movere”(dilettare, insegnare, muovere all’affetto), tipico della spiritualità controriformistica e di una sensibilità ormai barocca. Tito Prisciani, priore della chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara, dove Carlo Bononi vi eseguì gli affreschi più belli intorno al 1617, diceva ammirato: “Il signor Carlo merita di essere stimato, perché li colori che lui adopera sono impastati di cuore liquefatto”. La stessa dolcezza, intrisa di malinconia, che ritroviamo sui volti dei titolari della chiesa pievana del Bleggio, Dionigi, Eleuterio e Rustico, affiancati dal diacono Sisinio, in estatica contemplazione della Vergine gloriosa, nella stupenda pala di Santa Croce, già posizionata sull’altare maggiore, ora trasferita sulla parete del presbiterio sopra la sacristia. Nella parte superiore di quel dipinto
Anche se le grandi tele di Tione e di Santa Croce non sono di certissima attribuzione, una questione complessa da lasciare agli specialisti, ci piace pensare che l’ “Assunta” del capoluogo giudicariese e il trittico bleggiano - “Madonna in gloria e i Santi Dionisio, Rustico, Euleterio e Sisinio”, “Martirio di Santa Barbara”, “Martirio di Santa Giustina”- siano effetuna Madonna dall’abito rosso vivo ascende al cielo, sorretta da un nugolo di angeli mobilissimi, quasi frenetici, che rimandano alle Assunte più famose dei Carracci e di Correggio. Pure l’Assunta di Tione ricalca questa iconografia, dove il tributo non solo stilistico di Bononi all’amato Ludovico Carracci è evidente nel vorticoso dinamismo della composizione, mai comunque esasperato come in certo manierismo, ma soprattutto nella tensione spirituale che esprimono le figure in scena, suscitatrici di un profondo ed intimo fervore devozionale. L’abilità luministica viene dalla lezione tintorettiana - Bononi è soprannomina-
to il “Tintoretto dei ferraresi”- e dalle suggestioni caravaggesche, derivanti dal suo soggiorno romano sulle tracce del geniale lombardo. I due teleri con il martirio delle sante Barbara e Giustina, nel coro dietro il sontuoso altare barocco, sempre nella chiesa di Santa Croce, sono altrettanto brani di grande pittura seicentesca, di forza narrativa straordinaria, dentro scenografie e scorci prospettici assolutamente accattivanti e coinvolgenti. Improvvisamente anche noi veniamo risucchiati nel dramma delle due giovani vergini cristiane che vanno alla morte violenta, mantenendo lo sguardo della mansuetudine e della bontà.
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Nel caso del “Martirio di Santa Giustina” Bononi si rifà letteralmente alla pala omonima del Veronese (1572) collocata nella basilica padovana, depurandola dallo sfarzo cromatico e decorativo tipico dell’illustre predecessore. A completamento di questo piccolo contributo, mi sembra utile riportare le parole, ben più autorevoli, di due eminenti storici dell’arte riferite alla figura di Carlo Bononi, che fanno intuire la grandezza del personaggio. Nel suo monumentale “Disegno della
pittura italiana”, il grande scopritore della meravigliosa “Officina ferrarese” (il Rinascimento a Ferrara tra XV e XVI sec.), Roberto Longhi scrive: “Ed anche il Bonone,sebbene traesse da Venezia e da Bologna parecchi legami per l’arte sua, non per questo rimane meno ferrarese, e, intendo contrastato e dossesco; distinguendosi, così, dai bolognesi contemporanei. In una pala del Louvre il pittore accomoda appena alla carraccesca i chiari ricordi della vecchia Ferrara, passio-
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1 -Saltare maggiore, Santa Croce - Bleggio Superiore 2 - Assunta - Tione
tivamente opera di Carlo Bononi, o almeno della sua bottega, tantopiù in questo frangente dove al nostro viene dedicata un’importante mostra monografica, la prima in assoluto, proprio nella sua città natale. Dal 14 ottobre scorso al 7 gennaio 2018, nel magnifico contenitore del Palazzo dei Diamanti di Ferrara, va in scena “Carlo Bononi (1569-1632) .
nale e cavalleresca, e non manca di spargere al suolo gli ultimi frammenti delle celebri armerie di Alfonso d’Este”. Anche Vittorio Sgarbi nella sua ultima fatica letteraria - “Dall’ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo”- traccia un profilo di Carlo Bononi: “Tra i grandi pittori del Seicento vi è certamente Carlo Bononi, oggi dimenticato, dimenticatissimo…Si muove tra gli stimoli bolognesi, nell’orbita stretta del suo più diretto maestro, Ludovico Carracci, al quale non è impari, e la suggestione di Caravaggio del quale è non allievo ma emulo...Bononi ha un retrogusto veneziano, essendo, come nessuno, sensibile alla lezione teatrale e scenografica di Paolo Veronese...”.
Attualità
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I comuni devono decidere se fondere o meno le due realtà di servizi
Esco e Geas: sodalizio mancato di Giuliano Beltrami
Si pensi solo al controllo degli acquedotti e della gestione della qualità dell’acqua. Fu fondata così la Geas, che sta per Giudicarie Energia Acqua e Servizi: primo presidente Adelino Amistadi. Fu fondata a Tione, davanti al notaio Franceschetti. I soci fondatori erano 45: le allora quaranta Amministrazioni comunali giudicariesi, i due Bim del Sarca e del Chiese e le tre aziende produttrici di energia operanti sul territorio comprensoriale (la Municipalizzata di Tione, il Consorzio Elettrico Industriale di Stenico ed il Consorzio Elettrico di Storo). Capitale sociale di partenza della nuova società, 250.000 euro: 55% in mano ai Comuni e 45% diviso in parti uguali (9% a testa) fra Bim e aziende. Ne passò di acqua sotto i ponti, e pure negli acquedotti (controllati dai tecnici della Geas), fino al 2009, quando il Bim del Chiese (da sempre definito piccolo Comprensorio, perché da anni agisce come tale sfruttando la fortuna di un territorio omogeneo) decise, in accordo con i Comuni, che era giunto il
Ambizioni personali? Visioni ristrette? O viceversa strategie di sviluppo e visioni ampie per il futuro? Cosa c’è dietro quello che sta accadendo alle due società giudicariesi di servizi ai Comuni? La domanda non è angosciante, per carità (c’è di peggio al mondo), tuttavia il rapporto fra la E.S.Co. Bim del Chiese e la Geas la dice lunga sulla difficoltà di relazioni fra le Amministrazioni pubbliche delle Giudicarie. momento di darsi una società (precisamente una Esco, in base alle nuove normative) per sviluppare energia in base al protocollo di Kyoto, con l’obiettivo di ridurre gli elementi inquinanti nell’ambiente. In realtà le società (oggi unificate) erano due: Esco 1, di esclusiva proprietà del Bim; Esco 2, a partecipazione minoritaria dei Comuni. Dal 2002 la prima, dal 2009 le seconde, hanno vissuto più o meno gloriosamente la loro esistenza. Senza voler fare preferenze, di certo le Esco del Chiese (sotto la presidenza di Vigilio Nicolini) hanno dimostrato una grande intraprendenza. Vero, la Esco 1 è partita da un punto di forza: l’acquisto della centrale della Maffei di Darzo, capace di rendere un milio-
ne di euro all’anno, dopo un investimento di circa cinque milioni fra acquisto, spostamento e ricostruzione. Ma da lì la società è partita per un ambizioso progetto (insieme ai Comuni) di 15 milioni di euro di investimenti per le energie rinnovabili: pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici, teleriscaldamento di Valdaone e centraline sugli acquedotti. La cronaca di oggi. Gli ultimi avvenimenti dicono che la confusione regna sovrana. Anzitutto i Comuni hanno deciso che la Geas diventi una società “in house”, ossia ad esclusiva partecipazione pubblica, com’è la Esco. Così sono stati “incoraggiati” i due soggetti privati (Consorzi elettrici di Stenico e di Storo) ad uscire dalla
Ma chi sono Geas ed Esco? Facciamo un po’ di storia. La prima nacque nel 2002, quando fra le amministrazioni giudicariesi ci si interrogò rispetto ad un’esigenza: in un mondo sempre più complesso è opportuno, è utile che nasca una società capace di gestire i servizi in nome e per conto dei Comuni? La risposta non tardò a venire e fu positiva. E’ utile, perché le normative sempre più stringenti sul piano ambientale e le esigenze energetiche hanno bisogno di risposte efficienti. base sociale. Solo che a questo punto nasce un problema: è stata varata una legge dal Governo Renzi, a firma ministro Marianna Madia, secondo cui una pubblica amministrazione non può essere socia di due società “in house”. Se la Esco “in house” lo era già, quando lo diventa la Geas cosa devono fare i Comuni del Chiese? Hanno due alternative: uscire dalla Geas, oppure convincere i colleghi degli altri diciotto Comuni a fondere le due società in una unica “in house” delle Giudicarie. Grande dibattito, inutile sottolinearlo, con una conclusione. Finora la scelta prevalente dice: Esco del Chiese per conto suo, Geas per conto suo. Con un rischio oggettivo: creare due debolezze. In verità pochi si sono presi la briga di dirlo.
E’ vero che la Esco del Chiese può usufruire delle entrate della centrale che serviva lo stabilimento della Maffei, mentre la Geas di entrate non ne ha, ma per quanto? E’ la domanda che si è fatto Franco Bazzoli, sindaco di Sella Giudicarie, il quale si è dato pure la risposta: “Fino alla scadenza della concessione, che non è lontana”. Così Bazzoli si è trasformato nell’unica voce fuori dal coro, o meglio, nell’unica voce concreta: infatti altri hanno proclamato che sarebbe meglio la fusione, ma senza riuscire a fare un’azione. Il sindaco di Sella Giudicarie, invece, ha portato la sua Amministrazione a non uscire (almeno per il momento, poi si vedrà) dalla Geas. Per la società presieduta da Walter Paoli non si annun-
MeTe da leggere Monotasking o multitasking? Lo stile di vita iperattivo del nostro tempo e il multitasking a cui siamo continuamente esposti ci porta ad una modalità che rischia di diventare un modo di essere, facendoci però diventare meno produttivi e più nervosi. Non soltanto l’ambiente lavorativo o domestico odierno è troppo accelerato per troppo tempo, ma in genere cerchiamo di gestire troppi stimoli sensoriali e mentali contemporaneamente. Sì, perché quella di saper fare più cose contemporaneamente in realtà è solo un’illusione. Ciò che avviene realmente quando si parla di multitasking, è che a volte spostiamo l’attenzione così velocemente che abbiamo l’impressione di eseguire più compiti in modo simultaneo, ma di fatto non facciamo che passare continuamente dall’uno all’altro. Quando facciamo questo, come esseri umani e non come macchine, risulta inefficiente, perché dobbiamo azzerare i dati continuamente (perdendone una parte!) ogni volta che passiamo ad altro. Contrariamente a noi esseri umani, il pc, che lavora sempre in multitasking, ha la capacità di registrare tutte le informazioni relative
a quello che stava facendo per riprendere esattamente da dove aveva lasciato grazie ad un meccanismo che determina i ‘cambi di contesto’, il passare cioè da un compito all’altro. Però, fa sempre e solo una cosa alla volta! Affrontare più compiti contemporaneamente di fatto ne rallenta l’attività, moltiplicando la perdita di tempo (e noi che pensavamo di fare prima!) e aumentando la distraibilità. Quindi, oltre a rischiare di fare più errori, stiamo facendo tutto, peggio, più lentamente e in modo meno efficace. I pc lo possono fare, noi no! Abbiamo già letto ovunque i risultati delle ricerche che riportano come un’attivazione prolungata dello stress diventa un fattore non solo indesiderabile ma anche potenzialmente pericoloso. Contrariamente a quello che suggerisce il senso comune e a quelle che sono ormai le richieste del mondo lavorativo (e domestico!), la ricerca scientifica si trova per una volta concorde sul fatto che il multitasking non giova alla produttività. Questo uno dei motivi per cui è sempre più al centro dell’interesse della ricerca scientifica in medicina, nelle neuroscienze, in psicoterapia e in
ciano tempi facili. Vediamo, infatti, la composizione della base sociale. Attualmente la Comunità di Valle possiede il 17,53% del capitale, l’Asm di Tione ha l’11%, il Bim del Sarca ed il Bim del Chiese hanno un 9% a testa. I Comuni possiedono azioni per 424.000 euro. Con l’uscita del Bim del Chiese, la Geas dovrà restituire poco più di 100.000 euro, corrispondenti al 9% delle azioni detenute dal Consorzio. Se i sette Comuni del Chiese abbandoneranno la Geas dovranno avere, in cambio delle loro azioni, 103.226 euro così ripartiti: 1.600 euro a Bondone, 30.500 a Borgo Chiese, 4.934 a Castel Condino, 3.820 a Pieve di Bono-Prezzo, 28.221 a Sella Giudicarie, 9.940 a Storo e 24.211 a Valdaone. La domanda più banale del mondo è la seguente: ha i soldi? Deve cercare altri partner per sostituire i sette Comuni del Chiese? Invece di cercare altri partner (magari in terre vicine come l’altopiano della Paganella) non sarebbe più semplice fondere le due società?
Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione ambito educativo lo studio di quel particolare stato di presenza mentale che si apprende grazie alla Mindfulness. Uno stato mentale che ci permette di imparare ad abitare di più il presente della nostra vita (in & out) con la conseguenza di saper affrontare al meglio il futuro. Ebbene si possono fare più cose insieme, certo, ma non possiamo farle bene come pensiamo. Secondo le pubblicazioni delle ricerche di settore, la meditazione aiuta a stabilizzare le aree cerebrali coinvolte nell’attenzione e nella memoria di lavoro, come il lobo frontale, ovvero: è un modo per allenare l’attenzione, migliorando le capacità di concentrazione. E senza attenzione non c’è memoria. Semplificando di molto...come possiamo ricordarci dove abbiamo messo le chiavi se prima non facciamo attenzione a dove le posiamo? La memoria di lavoro corrisponde alla memoria immediata di ciò che sta accadendo al momento. Se portiamo dunque più consapevolezza momento per momento, potremo così migliorare la nostra MDL. Quindi, anche per quanto riguarda la guerra tra i sessi su chi sa fare più o meno cose nello stesso momento.. possiamo deporre le armi! Il multitasking non esiste. Le nostre
povere teste incalzate da richieste multiple e dalla velocità possono al massimo fare slalom tra un compito e l’altro.. al massimo ce la giochiamo in velocità! Ciò però può essere possibile se una delle due attività che svolgiamo è quasi automatica e quindi non richiede un particolare sforzo mentale.. non volevo riaprire la guerra però! Infatti il problema rimane: il costante passare da un’attività all’altra incoraggia il nostro cervello a sviluppare pessime abitudini.. come quella di divenire inconsapevoli di ciò che accade momento per momento e ritrovarci in una vita vissuta nel fare e non nell’essere. Il fatto è che ci sentiamo tutti bravi quando riusciamo a gestire più cose insieme, ma la verità è che quando ciò accade ci stiamo concentrando su una cosa soltanto, confidando nel pilota automatico per l’altra, portando quindi poca attenzione su entrambe e risultando così meno efficaci in ciascuno dei compiti svolti. In sostanza, si può dire che gli esseri umani, uomini, donne o bambini che siano, sono programmati per fare una cosa sola alla volta con eccellenza e...consapevolezza! di Aglaja Masè
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Associazioni
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Una nuova associazione in aiuto dei piccoli di Enzo Ballardini
In seguito, una serie di contatti che hanno permesso all’Associazione di collaborare con gli organizzatori della manifestazione del 20 agosto, presso il Lago di Roncone, in memoria degli amici Alfio e Michele: anche in questo caso sono stati raccolti fondi per aiutare altri bambini e famiglie. In collaborazione con i commercianti di Tione è stata organizzata una serata benefica. Il 26 Agosto è stata la volta del Tour Dolomiti di Brenta, la manifestazione itinerante di auto e moto d’epoca organizzata dal Comune di Tre Ville e nella quale sono stati raccolti altri fondi a scopi benefici. Altri aiuti sono arrivati dai Comuni ed altri Enti ed in pochi mesi si è arrivati ad un bel gruzzolo che servirà per aiutare chi è in situazioni di bisogno. Tutta questa attività ha permesso di mettere in campo
E’ nata da pochi mesi ma ha già dimostrato la sua grande dinamicità in favore dei bambini con disabilità. E’ l’Associazione “Amici del Paolin”, fondata dai genitori del piccolo Paolo Giardini di Preore, Moreno e Silvia, che insieme ad un gruppo di amici si sono attivati per aiutare chi ne ha più bisogno. Fin da questa estate la nuova associazione ha organizzato manifesta-
zioni e ha raccolto fondi proprio per sostenere le famiglie che accolgono bambini con difficoltà. La prima uscita ufficiale è stata il 15 luglio scorso con una festa per tutti al Parco al Poz di Preore; la risposta è stata positiva sia per quanto riguarda i tanti volontari che hanno collaborato sia per la numerosa partecipazione di pubblico.
azioni concrete ed inoltre ha consentito al direttivo dell’Associazione di consegnare al Presidente dell’Associazione Comunità Handicap, Fabio Bazzoli, un sostanzioso assegno di 7.000 euro per sostenere le attività a favore di bambini in età evolutiva con disabilità. Comunità Handicap Onlus opera su tutto il territorio delle valli Giudicarie e del Trentino, nata nel 1991, è un’associazione di gruppi di famiglie con handicap e difficoltà. La forza di Comunità Handicap è data da un mix integrato di operatori qualificati che gestiscono i progetti personalizzati e fanno lavoro di rete e nu-
merosi volontari che mettono a disposizione il loro tempo libero e le loro capacità promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni delle persone con difficoltà. Una cifra significativa, raccolta in poco tempo e con un impegno encomiabile da parte di tutti i membri dell’Associazione. Fabio Bazzoli, Presidente di Comunità Hancacap, si è complimentato con i genitori di Paolo, per il loro coraggio e la loro determinazione e ha ringraziato tutti i collaboratori per la grande sensibilità dimostrata nei confronti di numerose famiglie che hanno bisogno di essere sostenute e di sentire la vicinanza di tanti amici. Per essere il primo anno di attività gli “Amici del Paolin” hanno raggiunto i loro obiettivi e stanno già organizzando altre iniziative benefiche per il prossimo anno.
Gianni Salvadori a 87 anni riunisce la band
Il concerto dei nonni riunisce le due Rsa di Tione e Spiazzo E’ nata un po’ per gioco e un po’ sul serio l’idea di invitare Gianni Morandi alla RSAo di Tione. Però, come è facile che succeda con tutti i grandi miti, fra il desiderio di arrivarli e il riuscire ad arrivare, c’è un abisso. Ma i sogni non si spengono mai e quello di poter avere come ospite un artista famoso ha continuato ad aleggiare nell’aria, portando speranza ed entusiasmo, incredulità mista ad attesa. E, fortunatamente, qualche volta i sogni si avverano! Così, alla RSAo, invece di Gianni Morandi, è arrivato il grande ed inimitabile Giovanni Salvadori, di Roncone: “il Gianni”, sarto di professione, musicista per passione. Classe 1930, ora ospite all’Apsp di Spiazzo, negli anni ha diretto molte bande delle Giudi-
carie, fra cui la Banda e la Fanfara di Pieve di Bono, la Banda di Cimego, quella di Ragoli e quella di Caderzone, senza dimenticare il suo importante ruolo di direttore del Coro Presanella di Pinzolo. I più, probabilmente, lo ricordano per le sue doti musicali al pianoforte e alla fisarmonica: Gianni infatti, insieme a molti artisti locali, ha suonato per parecchi anni (c’è chi dice per più di quaranta!) alle feste paesane e a moltissimi eventi in tutte le Giudicarie. Spesso, le suonate duravano per ore e ore e ore: raccontano che un anno, il giorno dell’ultimo di Carnevale, al Bene, Gianni e la sua band hanno iniziato a suonare alle quattro del pomeriggio per finire alle sei del mattino successivo, quando “la Elena”, la padrona di casa, ha offer-
to loro l’ultimo drink, accompagnato da un incontestabile “Adesso è ora di andare a casa”. Pare che eventi di questa durata siano stati molto frequenti perché, si sa, quando la musica scorre nelle vene, è difficile limitarsi! E Gianni la musica ce l’ha proprio nel sangue, tanto che, alla veneranda età di 87 anni, all’invito
della RSAo di Tione, non ha saputo dire di no. In un soleggiato giovedi di fine ottobre è approdato a Tione dove, con grande sorpresa e gioia, si è riunito a due dei suoi musicisti di allora, invitati per l’occasione: Diego Zamboni, trombettista, e Felice Ventura, batterista. Un tuffo nei ricordi, emozionanti e festosi, e via si suona!
La sintonia è quella di sempre: pur essendo passati parecchi decenni dall’ultima volta, basta una sguardo e la complicità si accende, sotto gli occhi di tutti i presenti, compresa Corina, moglie di Gianni, che si è unita a questa grande festa. Da Spiazzo, insieme a Gianni, sono arrivati alcuni residenti che, tempo fa, erano stati ospiti nella struttura di Tione: oltre a un pomeriggio di musica, spensieratezza e gioia, si è rivelato un pomeriggio di incontri, di ritrovi, di sorrisi. Ma anche un pomeriggio di condivisione, di collaborazione e di armonia fra due strutture importanti del territorio. E quando all’arte dei suoni si aggiunge l’arte culinaria, con la dolcezza e la golosità dei sapori autunnali, il mix diventa
sorprendentemente unico e indimenticabile: strudel di mele e cannella, torta alla crema di marroni, castagne e un buon bicchiere di vino rosso hanno reso cuori e animi più caldi di quello che già, la musica, aveva scaldato di suo. Questo è il sogno che diventa realtà: la gioia, la voglia e il desiderio di condividere momenti d’incanto, sentire l’animo leggero e il cuore che sorride. Uniti nell’amicizia e nella serenità che la musica sa regalare. E se, a guidare le note, c’è un artista famoso, conosciuto e benvoluto come Gianni, allora non si tratta solo di un sogno, ma di un grande sogno che si fa realtà. E ci auguriamo con tutto il cuore che di sogni cosi belli se ne possano vivere ancora.
Attualità
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A Fiavè un percorso sulla torbiera e cinque capanne
Primo passo per il parco delle Palafitte Si racconterà anche la lavorazione della torba «La straordinaria mescolanza fra risorse ambientali (habitat di torbiera, caratterizzato da un alto grado di biodiversità) e culturali (sito di reperti archeologici) rendono la torbiera di Fiavé un luogo unico in tutto l’arco alpino», spiega il dirigente della Soprintendenza nella determinazione con cui è stata approvata la costituzione del gruppo misto di progettazione e direzione lavori, ai fini dell’allestimento del Parco. La Soprintendenza ha accertato la necessità di provvedere all’allestimento del Parco delle palafitte di Fiavè, comprensivo della realizzazione di palificazione nel lago della Torbiera Carera, di passerella per il
Dopo il Museo delle Palafitte di Fiavè, che sta raccogliendo ampio gradimento soprattutto nelle iniziative dedicate ai piccoli e alle famiglie, ben inserito nelle attività della locale Por loco e dell’associazionismo, la Soprintendenza per i beni cul-
turali della Provincia ha deciso di completare la valorizzazione dell’area archeologica che, assieme a quella di Ledro e ad altri 109 siti palafitticoli dei sei Paesi dell’arco alpino, è entrata a far parte del patrimonio Unesco. percorso di visita e di cinque palafitte. Già un ampio lavoro di sistemazione e recupero della vegetazione e dell’habitat della torbiera è stato fatto in questi anni, ora si pensa di creare una ricostruzione di un villaggio palafitticolo che permetta di ammirare dal vivo le antiche costruzioni e offrire al visitatore un’esperienza di visita completa. Nel caso del sito archeologico di Fiavè le capanne più antiche vengono fatte risalire al 38003600 a.C e verranno ri-
create secondo l’impianto originale: la palificazione sulla base dei ritrovamenti archeologici, una capanna attrezzata all’interno come allora, il percorso di visita con vari punti informativi legati ai ritrovamenti (ad esempio l’elemento legno e sua lavorazione, le ceramiche, il ferro, ecc.), ma anche orti e animali, selvatici e domestici, che diano l’idea della vita del tempo. Un parco didattico «vivo», quindi, i cui contenuti saranno diversi da quelli del Museo delle palafit-
te presente in paese e che completeranno un’area dedicata a questi temi. In vista della realizzazione del parco, l’amministrazione comunale di Fiavé sta pensando a collegare l’area archeologica al Museo, sia da punto di vista concreto di una viabilità segnalata e chiara, ma si pensa anche ad un collegamento ciclopedonale fra l’area archeologica e il museo, che diventi un bel modo di trascorrere qualche sul territorio facendo un balzo indietro nel tempo. Fra le idee per la valorizzazione del sito della torbiera, anche quella di proporre un percorso dedicato alla lavorazione della torba, che fino al Novecento è stata estratta da queste zone.
Servono 200 adesioni entro fine anno per far partire il progetto
Fibra ottica: il Ceis raccoglie interesse L’opportunità di scambiare dati, di fare impresa e business, di sfruttare i vantaggi della rete alla velocità massima che offre oggi la tecnologia è a disposizione dei cittadini e delle imprese turistiche e produttive di Ponte Arche e Cares. E’ infatti stata aperta in questi giorni la possibilità di aderire al progetto Fibra Ottica portato avanti dal Consorzio elettrico di Stenico. E la partecipazione è di vitale importanza per l’avvio concreto del progetto: senza un numero minimo di utenti interessati alla connessione – e si parla nello specifico di una soglia di 200 utenze entro fine anno - il progetto non potrà partire. Per questo, giò in questi giorni e fino alla fine dell’anno, Ceis ha attivato un apposito sportello per raccogliere le adesioni e dare le informazioni necessarie a quanti intendessero aderire all’iniziativa. Cosa si
vuole fare? Il Ceis intende sviluppare, in collaborazione con Brennercom, un progetto per il cablaggio in fibra ottica degli abitati di Ponte Arche e Cares, fibra ottica che garantisce una trasmissione dei dati molto più veloce rispetto alla Adsl, efficiente ed affidabile, oltre ad essere in grado di supportare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie che arriveranno nei prossimi anni. Il consorzio si occuperebbe di posare la fibra ottica spenta utilizzando, per quanto possibile, i propri cavidotti in modo tale da ridurre i costi di investimento, dal punto di accesso fino all’armadio del contatore dell’utenza elettrica. Brennercom, in quanto info-provider, ovvero società autorizzata dal Ministero delle Telecomunicazioni per fornire servizi nell’ambito delle telecomunicazioni, si occuperebbe di offrire il servizio e gli
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installatori elettrici locali collegherebbero il tratto di fibra ottica dall’armadio all’interno di case, uffici, esercizi e alberghi. Il costo per chi intende aderire all’iniziativa è composto da tre voci, sostanzialmente: il costo una-tantum per la realizzazione della verticale che dovrà essere corrisposto all’installatore autorizzato, previo sopralluogo; il costo una-tantum per l’attivazione del servizio. A tale proposito l’accordo tra Ceis e Brennercom prevede che per chi aderisce all’iniziativa, sottoscrivendo apposita adesione vincolante entro fine anno potrà godere dell’azzeramento del costo di attivazione del servizio; infine, il canone mensile per la fornitura del servizio e anche in questo caso è previsto un costo agevolato per i soci del Consorzio. C’è da ricordare che tutte le Giudicarie Esteriori – dove non è escluso che, se dovesse par-
tire il progetto a Ponte Arche e Cares, ci sia un ampliamento dell’area servita anche al resto della vallata - sono una zona considerata dagli operatori “a fallimento di mercato”, ovvero non appetibile dal punto di vista economico come mercato di espansione, salvo progetti e accordi come quelli attivati dall’amministrazione con Ceis e il fornitore del servizio. E’ l’eterno problema delle piccole aree di montagna, rispetto alle città: poca popolazione, in un territorio complesso dal punto di vista orografico e dell’espansione, rendono poco appetibili gli investimenti. Quindi si è reso necessario mettere una soglia di avviamento progetto, i 200 utenti entro fine anno appunto, e se venisse raggiunta le previsioni sono di arrivare nel giro di un anno alla quasi totalità degli allacci. (D.R)
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Il Saltaro delle Giudicarie
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
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Cani, gatti e bambini...
assù regna ponderatezza e serietà, non sono ammesse gazzarre e blasfemie di nessun tipo, ma clementi come sempre, i nostri Protettori, accettano anche rappresentanze al limite dell’espulsione, d’altronde si sa, l’ordine del buon Dio è di perdonare sette volte sette , e con i populisti italiani s’è deciso di usare clemenza anche perché non sempre sanno quel che si fanno, né quel che dicono, né quel che vorrebbero dire. L’ordine del giorno è presto detto, lo annuncia il burbero San Pietro che modera l’assemblea con le maniche della tunica rimboccate, non si mai. I guai dell’Italia sono infiniti, sono tanti quanti le specie di pesci nell’oceano, e sono per gran parte colpa degli Italiani stessi. Ma un guaio più guaio degli altri preoccupa l’Empireo, la denatalità che impera, gli Italiani non generano più figli, ne muoiono di più di quelli che nascono, e la popolazione sta calando a vista d’occhio creando preoccupazione non solo a livello sociale, ma soprattutto economico. Chi lavorerà in futuro quando non ci saranno più giovani disponibili? Vabbè che i robot stanno trasformando le nostre fabbriche in scatole di giocattoli, ma l’uomo sarà sempre indispensabile, eccome! Così, da buon Saltaro, ammesso al convegno purché non parli e solo ascolti, ho cercato di riassumere l’O.d.G. dettato con il suo vocione minaccioso da San Pietro che è riuscito con una sola occhiata a zittire migliaia di Santi e Sante,
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rande movimento nel più alto dei cieli, sono a convegno i Santi Protettori dell’Italia nostra, patria di Santi, poeti e navigatori, per i secoli trascorsi, oggi sempre più patria di lavativi, sbruffoni e imbonitori. Le vie del cielo sono intasate più che a Milano, le piazze celesti sono invase da anime in pena, gli angeli armati di eterei sorrisi cercano di riportare calma e buon senso, ma non è per niente facile, anche lassù hanno preso piede Leghisti e Pentastellati che non sanno darsi pace, vorrebbero anch’essi partecipare al convegno con striscioni e parolacce a non finire, tutto nei limiti s’intende, il Paradiso non è Pontida e men che meno il teatro di Grillo. quest’ultime particolarmente pettegole e ciarliere. La relazione è affidata a sant’ Egidio, il sociologo del Cielo, che il tema l’ha studiato a fondo che premette di parlare senza peli sulla lingua. Strano perché a me non risulta che crescano peli sulla lingua...mah! - Cari confratelli, cercherò d’essere breve e di farmi capire. Si tratta di parlare di bambini che nascono sempre di meno e, voglio aggiungere, di cani che sono sempre più diffusi nelle famiglie italiane. Che c’entrano i cani? Mi direte...c’entrano, c’entrano, abbiate pazienza. Provate a girare i parchi di città e le piazze di paese, capita sempre più spesso di vedere genitori che trattano i cani da figli e i figli da cani. E mi spiego. Credo siamo tutti d’accordo che gli animali meritano rispetto e protezione. Sanno essere di compagnia, sanno farsi voler bene e, tutto sommato sono meno impegnativi dei bambini, cosicchè sembra che gli Italiani oggi, gaudenti ed egoisti, preferiscano i cani ai bambini, come validi sostituti. Ormai ne sono convinti in molti, basta fare un giro in un
parco pubblico. Noterete come gli adulti riempiano i cani di affetto, carezze e sorrisi, mentre li sentirete guardare con sguardo torvo i loro bambini, con la solita raccomandazione severa tipo: “Non farti male, non gridare, non ti sporcare...”, o provate a girare la città il paese, peggio ancora la città, con un bel cagnolino, seppur invadente e fastidioso, riceverà molta più attenzione e simpatia di un bambino in carrozzina. In certi locali, di quelli di lusso, i bambini non sono ammessi perché disturbano, sempre meno invece si vieta l’accesso ai cani. Persino in chiesa si comincia a vedere qualche cane, anche se nei paesi la cosa non è per niente vista bene. Già in qualche supermercato delle grandi città, esistono dog parking (parco per cani), è il colmo: prima di andare a fare la spesa non è a disposizione un’area per i giochi dei bambini, ma un’area più o meno attrezzata per i cani, con degli addetti pronti a farli giocare e coccolare. Addirittura arriva la Brambilla, beniamina del Berlusca, animalista di lusso, che annuncia spavalda: “Candiderò
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un animale nella nostra lista, lo farò entrare in Parlamento...”. E siamo al ridicolo, come se non ci fossero già a sufficienza di animali della più svariata natura in Parlamento. D’altronde non sarebbe la prima, anche Caligola fece senatore il suo cavallo, potrebbe essere uno splendido esempio di storia (farsa!) che si ripete. Così è spiegata la denatalità italiana, per stringere, molte nuove famiglie, preferiscono i cani ai bambini, più comodi, meno impegnativi, altrettanto affettuosi, simpatici e che, sicuramente, danno e daranno molti meno problemi nella crescita e nella loro maturazione, in un mondo difficile e complesso come quello
d’oggi….allibiti, silenti, i Santi tutti e tutti convenuti non possono che convenire. Oibò! Il mondo è davvero cambiato, come abbia fatto a non accorgersene, sembra la considerazione comune. Aboliamo la razza canina, dice qualcuno. E no! Potrebbero sostituire i cani con i maialini, già qualcuno lo fa...dicono altri. Ma poi Sant’Egidio riprende il ragionamento per concludere: - ...va a finire che questa storia non è da considerare solo come grande peccato di edonismo contro Dio, contro la santa Madre di tutti noi e conto il volere dell’intero Empireo, ma il culto sacrilego dell’animale reca e recherà sempre più dan-
ni all’economia e all’intera collettività italiana perché cani e gatti non sostituiranno mai tutti quei bambini a cui viene impedito di nascere perché eliminati con l’aborto (più di 6.000.000, solo in Italia da quando la Legge lo permette), e di certo non saranno cani e gatti che porteranno avanti le nostre fabbriche, la nostra industria. Arriveranno da ogni parte del mondo e prenderanno in mano la nostra società, la nostra nostra vita. Non ce ne rendiamo conto, ma stiamo avviandoci verso un’Italia fatta di nonni senza nipotini, con poche carrozzine e molte carrozzelle, dove i bambini saranno sostituiti da gatti e cani e buona notte. Secondo indagini accurate, già ora. Sono più di 21 milioni le famiglie che posseggono animali domestici. E allora, meditiamo fratelli, meditiamo. Diamoci da fare. Impegniamoci tutti nel promuovere con rinnovato fervore la cultura della vita, riscoprendo il meraviglioso valore della maternità e della famiglia naturale. La civiltà di un popolo si misura sulla sua capacità di servire e difendere la vita. Diamoci dentro. Ritorniamo missionari nelle nostre comunità, c’è ancora tanto lavoro da fare! - I convenuti con le lacrime agli occhi applaudivano senza sosta, poi rimboccandosi le maniche come San Pietro, si sono detti subito pronti a partire, redimere il mondo e l’Italia in particolare è la loro nuova missione. Speriamo in bene... Amen e così sia.
Cooperando Parallelamente l’industria sta trasformando i sistemi produttivi facendo interagire robotica, intelligenza artificiale, sensoristica evoluta e adottando metodi che possano portare attraverso l’analisi dei dati forniti da tutti questi dispositivi, delle informazioni di interesse. Dopo quella del vapore e dell’elettricità, la terza rivoluzione (oppure quarta?) industriale passa per il digitale e alimenta nuove forme di condivisione di beni e servizi, da parte di privati che si auto-organizzano, mediata da enti che gestiscono piattaforme digitali dove domanda e offerta si incontrano. Quella che viene chiamata l’economia della condivisione. Quello che sta accadendo a livello mondiale è impressionante. La catena Hilton è proprietaria di 610.000 camere in 88 nazioni dopo 93 anni di attività; con Airbnb in 6 anni di vita sono state messe a disposizione 650.000 camere in 192 nazioni. Vodafone puo’ contare su 443 milioni di utenti e 98.000 dipendenti; Whatsapp possiede 450 milioni di utenti con solo 55 dipendenti e 5 anni di vita. Queste sono forme capitalistiche di economia della collaborazione. Esistono anche esempi basati su logiche cooperative, come Up & go, una piattaforma che mette in rete servizi di pulizia; Stocksy, dove circa 100 fotografi mettono in rete i loro servizi attraverso una cooperativa; Midata è
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Cooperando
La trasformazione digitale del lavoro: il ruolo della cooperazione di Alberto Carli La quarta rivoluzione industriale è quella indotta dall’innovazione digitale: non a caso il Piano nazionale Industria 4.0 si pone come obiettivo quello di rafforzare e integrare la produzione di beni e servizi con lo sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate. Se facciamo una scansione temporale delle rivoluzioni industriali nel mondo occidentale, ne possiamo contare tre: nel 1784 con la nascita della macchina a vapore attraverso cui si è poi meccanizzata la una cooperativa in ambito sanitario che raccoglie dati e li mette a disposizione di enti di ricerca . Vi sono oltre 200 esperienze rilevanti nel mondo, trasversali a tutti i settori economici. A stima del Parlamento europeo che ha provato a quantificare la spesa pro capite annua che potrebbe essere “rimpiazzata” con l’utilizzo di queste nuove forme di economia, il calcolo va dai 1.100 euro l’anno in Bulgaria, ai 14.600 euro in Lussemburgo, passando per i 7.200 euro l’anno per l’Italia. Un economia che non cancella le forme di produzione del lavoro che cono-
sciamo ma che per certi versi le ridefinisce e rimodella anche il sistema del welfare, del sociale. La cooperazione
produzione, nel 1870 con l’avvento dell’elettricità e la produzione di massa e da ultimo il 1970 con la nascita dell’informatica dalla quale si è generata l’era digitale, destinata a incrementare i livelli di automazione. I numeri ci dicono che sono oltre 2,5 miliardi le sottoscrizioni di un contratto di telefonia mobile nel mondo e che fra pochi anni aumenteranno a 8 miliardi. Tutti avremo un cellulare in tasca collegato a internet (e forse più d’uno).
può essere uno straordinario strumento per aggregare e tutelare gli utenti che su queste forme di economia vogliono
integrare un reddito, sopperire alle esigenze famigliari in riferimento alla cura dei figli o degli anziani, costruire piattaforme di comunità per alimentare ad esempio, un turismo “esperienziale” che non sia limitato alla prenotazione dell’hotel ma a questa offra percorsi di incontro con i prodotti tipici, la cultura locale le specificità del territorio. Il rischio nei prossimi anni e al contempo la nuova sfida della cooperazione è quella legata al tutelare la nostra libertà di scelta, che sempre più è legata a una ricerca che operiamo su internet. Tra 5 anni la rete sarà
piena di cose che ci riguardano. Inserendo una ricerca in google, l’algoritmo che decide cosa farci vedere e quindi scegliere, è impostato su criteri che noi non consociamo, probabilmente finalizzati a vendere un prodotto. Per non cedere ai grossi player mondiali la nostra libertà di scelta, dovremmo abilitare la cooperazione ad essere cinghia di trasmissione per favorire un cambio culturale che ricostruisce o ri-definisce i nostri criteri di scelta in modo trasparente. La realizzazione di una piattaforma digitale cooperativa basata sulla nostra comunità territoriale, potrebbe abilitare un cambiamento culturale e di generazione di valore. Non solo fibra, ma una infrastruttura collaborativa territoriale abilitata dalla tecnologia, dove possano collaborare imprese, persone, istituzioni.
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Attualità
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Viabilità più fluida per i Giudicariesi che si recano a Trento Sarche, Terlago e il viadotto Montevideo: miglioramenti tangibili
Le interrogazioni del consigliere provinciale Tonina migliorano tre nodi critici della viabilità nel Trentino occidentale
Negli ultimi mesi inoltre i lavori di recupero urbanistico ambientale dell’area di Piedicastello, hanno accentuato ulteriormente il traffico nel tratto in questione, favorendo la formazione di code. L’assessore provinciale Gilmozzi, in risposta all’interrogazione del consigliere Tonina, ha dichiarato che nel corso del mese di ottobre il Comune di Trento avrebbe provveduto alla riapertura del collegamento in corrispondenza di Piedicastello verso la tangenziale, «assicurando in questo modo il ripristino di una connessione che da quando sono iniziati i lavori è venuta a mancare». Sarà anche predisposto un progetto attraverso il Servizio Gestione strade che garantirà l’utilizzo di tre corsie verso la città, inve-
Nel Consiglio provinciale di ottobre il consigliere provinciale Mario Tonina ha presentato un’interrogazione a risposta diretta in cui ha messo in evidenza il disagio che incontrano in prossimità del viadotto i pendolari che si recano quotidianamente a Trento provenienti dalle Giudicarie e dall’Alto Garda e Ledro. Sempre più spesso infatti e in particolare con l’avvio del nuovo anno scolastico, l’acceso
ce delle attuali due corsie, in raccordo con la rotatoria di Via Berlino. Per questo intervento, salvo le verifiche con il Comu-
ne di Trento, è prevista la realizzazione per questo mese di novembre. «Due azioni che dovrebbero aiutare nella risoluzione
alla città di Trento, per gli automobilisti provenienti dalla Strada Statale Gardesana occidentale, è caratterizzato da lunghe code in prossimità del viadotto Montevideo che di frequente, soprattutto durante le prime ore del mattino, arrivano fino a Cadine. Paradossalmente ci si impiega più tempo a percorrere l’ultimo tratto di strada che porta in città che non dalle Giudicarie o dall’Alto Garda a Cadine. dei problemi segnalati» commenta Tonina. Si tratta del terzo atto politico presentato in pochi mesi dal consigliere giudicariese per chiedere alla Provincia una soluzione ai problemi di viabilità incontrati quotidianamente dagli utenti della strada che arrivano a Trento dall’Alto Garda e Ledro e dalle Giudicarie. La prima interrogazione, presentata nel luglio del 2016, riguardava la richiesta di interventi per l’adeguamento della viabilità a Sarche di Madruzzo. A
seguito della richiesta di soluzioni per limitare il disagio e garantire maggiore sicurezza, proprio in questi giorni si stanno ultimando i lavori iniziati per la sistemazione definitiva della rotatoria di Sarche che, predisposta in forma provvisoria a seguito dell’interrogazione di Tonina, ha comportato un netto miglioramento in quel tratto di strada. Sono già iniziati anche, nella prima decade di ottobre, i lavori di miglioramento e messa in sicurezza dell’innesto della
A due anni dalla scomparsa, rimane un esempio da seguire per la redazione del Giornale delle Giudicarie
Ettore e quella sua visione del tutto
Ricordare Ettore Zini, per me, non è volerlo “commemorare” negli anniversari che si sogliono prendere come occasione di un momentaneo ricordo, per poi lasciarLo ancora abbandonato nelle giornate della dimenticanza. Per me è sentirlo vivo e presente accanto alla mia tastiera, a farmi cara e prorompente compagnia, a suggerirmi ciò che lui avrebbe detto e fatto nelle diverse circostanze ed eventi che si alternano sotto le dita di una tastiera lungo il trascorrere del tempo. È sentirlo vivo dentro di me, con quella sua ansia di scrivere, di voler affrontare argomenti, di voler intervenire con la sua penna là dove vi era qualcosa da rilevare e soprattutto da correggere. Se i ricordi non si fanno vita, credo, che valgano ben poco. Io mi sento di dover “vivere coi morti”, ossia di sentire chi è scomparso fisicamente ancora accanto a me, come attorno a me si agitano le onde magnetiche ed invisibili, ma che sono talmente presenti che basta un cellulare per carpire voci, musiche, immagini, volti, parole con un solo tocco di un dito su una superficie lucida, ed istantaneamente in ogni arte del globo e da chiunque lo voglia. Per me i morti sono come le ode telematiche: basta che schiacci il tasto della mente e del cuore e voci e volti sono con me e per me a darmi tutto il sostegno di cui io ho bisogno.
sua quasi incapacità di stabilire e di raggiungere il giusto rapporto fra ciò che lui scrive e ciò che il lettore legge.
Per questo anche Ettore lo sento con me con quell’entusiasmo, con quella sua visione di tutto e di tutto, sospinto da un’energia insolita che solo poche persone, anche nel giornalismo, sanno sentire in se stesse così da essere quasi proiettate verso la “notizie” da conoscere e da far conoscere come la si vede e personalmente la si sente e la si commenta. Lavoro non facile e non sempre compreso e condiviso; anzi il più delle volte dagli stessi lettori contrastato o perché non capito o perché non condiviso. Conseguente il rammarico che preme sull’intimo del pubblicista nella
Nessuno ha mai saputo e mai descritto ciò che Ettore ha dovuto provare in amarezza nella sua potenzialità di comunicatore; dietro al suo entusiastico impegno; dietro alla sua prosa precisa ed a volte tagliente non vi era solo la gioia dello scrivere, ma anche ansia e sofferenza mai palesate, mai lasciate venire a galla, mai condivise neppure con gli amici più intimi. Siamo tutti troppo superficiali e ci limitiamo a vedere solo ciò che ci troviamo sotto il naso, senza mai pensare alla “persona” come è e a che cosa ha dovuto provare nel vergare quello scritto, a scegliere quei vocaboli, ad esprimere quei giudizi creduti opportuni e necessari per la crescita di altre persone tutte impegnate - direttamente od indirettamente - al bene comune. Che anche l’odierno ricordo dell’amico che troppo presto ci ha lasciato, sia una carezza per lui, un pensiero dovuto ma di eloquente comprensione nel riconoscimento che la sua attività nel mondo della comunicazione - dalla Rai, alla TvC8, ai quotidiani, ai periodici - è stata sempre animata da grande onestà intellettuale e sempre protesa al bene dell’umana convivenza. Almeno questo è l’affettuoso augurio del suo amico Mario Musón
Strada provinciale 18 con la Statale 45-bis all’altezza di Terlago; intervento richiesto dallo stesso Tonina con un’interrogazione in Consiglio provinciale dello scorso maggio. Una curva ad angolo retto che compromette la visibilità e il flusso continuo di veicoli verso Trento nelle ore di punta (20.000 passaggi nell’arco della giornata media), rendono difficoltosa e pericolosa la svolta da Terlago in direzione del capoluogo, creando rallentamenti dei veicoli e improvvise code per gli utenti provenienti dalle Giudicarie, da Riva del Garda e dalla Valle dei Laghi e, in senso opposto, per quelli provenienti da Trento. Pertanto il cons. Tonina aveva chiesto se si intendessero adottare degli interventi al fine di rendere più sicura la viabilità e più fluido il traffico nel tratto stradale in questione, in particolare tenendo conto dell’innesto dei due tratti della rete viaria, valutando anche l’adozione di soluzioni utilizzando l’area adiacente alla carreggiata che potessero, mettere in sicurezza l’intersezione tra le due strade. Soddisfazione quindi da parte del consigliere Tonina sia per i lavori di realizzazione definitiva della rotatoria di Sarche che per l’inizio dei lavori di adeguamento della viabilità all’altezza del bivio di Terlago e per la soluzione proposta in merito alla criticità di accesso alla città di Trento in prossimità del viadotto. “Nonostante ci siano meno risorse disponibili per realizzare grandi opere stradali” conclude, “questi interventi dimostrano come si possa comunque, se c’è la volontà, migliorare la viabilità esistente.” È indubbio che tutte e tre le soluzioni proposte, garantiscono migliore fluidità al traffico veicolare per tutti quelli che dal Trentino sud-occidentale si recano verso Trento, rendendo così più agevole recarsi nel capoluogo il cui accesso è, in particolar modo, rallentato e penalizzato per chi proviene dalle nostre valli.
Attualità Esattamente un anno fa, con amministratori e cittadini della Busa di Tione abbiamo visitato l’impianto di compostaggio del Comune di Campo Tures che utilizza da più di dieci anni i microrganismi effettivi nel trattamento dei rifiuti organici/umido; la giornata era umida e piovosa , nonostante ciò dai cumuli delle varie fasi di compostaggio non fuoriusciva cattivo odore. Lì i cittadini conferiscono al centro di raccolta tutte le “pattumiere casalinghe” , suddivise nel riciclo dei vari materiali, plastica, carta, vetro, lattine etc. e scarti di cucina, questi consegnati con secchi o sacchetti di carta. Sono circa 7000 cittadini (3 comuni) il bacino di utenza che si serve di questo impianto, per un totale di 800 tonnellate di umido, dal quale, circa 500 famiglie, acquistano il prodotto finito/compost per i propri orti e giardini a 10 euro al metro cubo; compost che il comune utilizza per il confinante campo sportivo e per tutti i giardini comunali. Ciò che avanza viene dato a chi gestisce le piste da sci per rigenerare il terreno. Una famiglia di 4 persone paga una tassa di circa 38/40 euro all’anno per la gestione rifiuti, giardini, pulizia strade e sgombero neve. L’impianto è gestito da 2 persone a tempo pieno e un part time; in 13 anni con questo tipo di gestione hanno potuto risparmiare circa 2 milioni di euro; hanno iniziato questa pratica partendo da due condomìni, per poi arrivare a togliere tutte le “campane” di raccolta dei rifiuti; inizialmente qualche multa è stata comminata, ma poi i cittadini hanno imparato ed hanno capito anche la loro convenienza economica e ambientale. La realtà di Campo Tures ci ha dimostrato che è possibile avviare un sistema virtuoso della raccolta dei rifiuti e in particolare dell’umido. Nel frattempo, a livello provinciale, è in previsione l’’ampliamento dello stabilimento/biodigestore di Cadino
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Compostaggio: fare meglio è possibile e non rinviabile Il futuro è nella Blue Economy
A Ecofiera di Montagna la conferenza “Il compostaggio di comunità” ha aperto una finestra su un ampio panorama di soluzioni virtuose per il compostaggio della frazione organica dei rifiuti urbani, dall’utilizzo della lombricoltura - tecnologia “semplice, inodore, a basso costo, a chilometro zero, metodo facile, economico e sostenibile per trasformare rifiuti organici in terriccio fertile e, se praticata su larga scala, aiuta a ridurre il volume della frazione organica (umido, sfalci e potature) del rifiuto solido urbano, fornendo valida alternativa a concimi e fertilizzanti chimici” - alla tecnologia con utilizzo dei microrganismi effettivi EM - “soluzione spruzzata sui rifiuti organici che, oltre a per poter trattare il 100% del rifiuto umido trentino (in sinergia con l’impianto provinciale di Rovereto) e supportare l’accordo sui rifiuti stipulato dalla Provincia autonoma di Trento e da quella di Bolzano. In particolare, come già noto, Bio Energia Trentino accoglierà anche una parte dell’umido di Bolzano a fronte del conferimento di una parte di rifiuto secco trentino all’inceneritore di Bolzano. Attraverso la lavorazione del rifiuto umido BioEnergia Trentino produce ammendante di qualità che viene utilizzato nell’intera Valle dell’Adige per la concimazione dei vigneti e dei meleti sostituendo i concimi chimici con un prodotto biologico. Ma l’attività va oltre: con la fermentazione del rifiuto umido si produce il biogas, che altro non è che una miscela di metano e altri gas, che consente di produrre energia elettrica rinnovabile e calore…Il biogas fermentato sarà infatti purificato e, in accordo con la SNAM, inserito nella rete di trasporto del
metano che passa a 100 metri dall’impianto di Cadino in direzione nord. Il metanodotto SNAM con pressione a 70 bar consentirà di gestire tutta la produzione attuale e futura portando il metano biologico fino all’autorimessa di Trentino Trasporti di Gardolo a solo 10 km dall’impianto di produzione. Il biometano prodotto da BioEnergia Trentino sarà utilizzato dalla Trentino Trasporti per alimentare, appunto, i mezzi di tra-
togliere i cattivi odori, crea fermentazione producendo ottimo fertilizzante biologico pieno di nutrienti, che favorisce la crescita delle piante incrementandone qualità e quantità” - e alla tecnologia delle “compostiere comunitarie” , di diverse dimensioni, che permettono di smaltire “in modo sicuro ed a norma di legge, la frazione organica del rifiuto solido urbano e di ricavarne ottimo ammendante per il terreno e, cosa da non poco conto, abbattere i costi per lo smaltimento del rifiuto organico urbano”. Il rimando immediato è al sistema della raccolta differenziata in Giudicarie che, per stessa ammissione degli amministratori della Comunità di Valle è sì di quantità, ma non di qualità.
sporto a metano che funzioneranno con metano rinnovabile sostituendo quindi il metano fossile attualmente in uso. Pur apprezzando, perlomeno in parte, il fine di tale operazione, ci domandiamo se sia davvero questa la soluzione più virtuosa della gestione dei rifiuti organici: quanti saranno i camion carichi di “umido” in giro per il Trentino che inevitabilmente produrranno inquinamento, o saranno anch’essi alimentati con metano rinnovabile e questo, fino a quando potrà essere prodotto? Crediamo invece in una gestione più virtuosa dei rifiuti organici, attraverso una filiera corta, rappresentata dal loro trattamento il più possibile in loco. E propriamente per quanto concerne la produzione di energia, la visione politica deve essere, a nostro avviso, più ampia. In questo senso è importante l’appello , promosso e firmato da un folto numero di scienziati e liberi cittadini,che vogliono stimolare il Governo ad organizzare la Conferenza Nazionale sul
cambiamento climatico e a mettere in atto i provvedimenti necessari. Nell’appello possiamo leggere: “Si parla anche della necessità di sviluppare la produzione di biocombustibili, ignorando che nel settore dei trasporti si va verso un mondo “elettrico” perché l’efficienza di conversione dei fotoni del sole tramite la filiera che dal fotovoltaico porta alle auto elettriche è almeno 50 volte maggiore dell’efficienza della filiera basata sulla produzione e uso di biocombustibili. Bisogna anche rendersi conto che la transizione dall’uso dei combustibili fossili a quello delle energie rinnovabili, pur essendo una condizione necessaria, non è di per sé sufficiente per mitigare il cambiamento climatico e tanto meno per costruire un futuro sostenibile”. Si può leggere l’intero appello sul sito http://www. e n e rg i a p e r l i t a l i a . i t / a ppello-2/. Per fortuna il processo tecnologico in questo senso progredisce velocemente e vi sono realtà che testimoniano, ad esempio, l’esistenza di
veicoli/auto a energia solare, oggi non accessibili a tutti, ma in un futuro non troppo lontano si può facilmente prevedere lo diventeranno. Questi sono ormai i tempi della blue economy “che si basa sull’imitazione dei sistemi naturali, riutilizza continuamente le risorse e produce zero rifiuti e zero sprechi”, come ben descrive nel suo libro Gunter Pauli (economista, imprenditore e scrittore belga, iniziatore dell’economia blu). “Diversamente dalla green economy, secondo l’autore, la blue economy non richiede alle aziende di “investire di più” per salvare l’ambiente. Anzi, con minore impiego di capitali è in grado di creare maggiori flussi di reddito e di costruire al tempo stesso capitale sociale. I risultati ci sono, e in tutto il mondo laboratori di ricerca, aziende e innovatori hanno adottato questi princìpi per aumentare la loro competitività dando nuova forma alle nostre economie”. C’è tanto lavoro da fare ma informazione, tecnologia e competenze non mancano: ciò che serve è responsabilizzarci tutti per avviare un processo virtuoso che abbia l’obiettivo di risanare l’ambiente in tutte le sue forme, diversamente andremo incontro a danni incalcolabili per noi e per le future generazioni. La pratica che abbiamo visto presso l’impianto di compostaggio rifiuti di Campo Tures è significativa; ci hanno ben spiegato il valore aggiunto, anche in termini di bonifica ambientale, della tecnologia utilizzata. Loro ci sono riusciti, potremmo riuscirci anche noi, basta volerlo. Essere lungimirante e imparare a prevenire è demandato alla politica e agli amministratori pubblici che hanno il dovere di pensare alle prossime generazioni e non solo alle prossime elezioni. Anna Pironi, Giovanna Scandolari, Adriano Accili, Alessandro Rognoni, Michele Malacarne
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Rubrica Legale
NOVEMBRE 2017 L’avvocato risponde
Separarsi quando si è una coppia non sposata gnifica che la potestà genitoriale, per legge, viene esercitata da entrambi i genitori. Discorso diverso deve essere fatto per la collocazione fisica del figlio presso l’abitazione di uno dei due genitori. Si ritiene infatti che, per l’equilibrio psico-fisico del minore, sia preferibile che costui dorma e trascorra le proprie giornate presso l’abitazione del genitore detto “collocatario” capace cioè (per ragioni di lavoro e/o tempo) di assicurare una maggiore presenza e cura. La giurisprudenza post-riforma tende a incoraggiare il pernottamento di una o due notti presso il genitore non collocatario, che in genere è il padre (anche se tale tendenza non è più né automatica né scontata). Quindi, se al momento della separazione della coppia di fatto sono presenti figli che siano ancora minorenni o maggio-
Buongiorno Avv. Gottardi, io e la mia compagna abbiamo deciso di lasciarci ed io tra qualche giorno me ne andrò di casa. Non siamo sposati ma abbiamo un figlio minorenne. Mi hanno detto che le regole per i genitori non sposati sono diverse sull’affidamento dei minori rispetto alle coppie sposate…è vero? Come mi devo comportare? (lettera firmata) Buongiorno, il suo caso è piuttosto comune tenuto conto del calo renni non autosufficienti, è necessario avviare una pratica di regolazione dell’affido degli stessi. Per ottenere l’affidamento deve essere fatto ricorso al Tribunale ordinario che è competente in materia. Se viene raggiunta un’intesa fra i genitori sulle questioni principali (affidamento, assegno, visite, ecc.) non è necessario ricorrere al Tribunale per i minorenni. Questo viene adito soltanto quando può verificarsi un grave pregiudizio per la prole oppure manchi l’accordo sul mantenimento, affidamento, ecc. Nel 2013, secondo l’ultimo dato ISTAT
endemico dei matrimoni anche nel nostro Trentino. Le norme del Codice Civile che regolamentano l’affido dei figli sono state oggetto di una recente riforma che, di fatto, ha parificato la condizione giuridica di tutti i figli (sia che questi siano nati all’interno del matrimonio che fuori dallo stesso). La parificazione dei figli naturali a quelli legittimi comporta l’applicazione della disciplina sull’affido condiviso, che ha stabilito il principio della “bigenitorialità”. Ciò sicongiunta. I genitori ovviamente devono provvedere alle necessità dei figli in misura proporzionale alle rispettive capacità reddituali ed economiche. Il Giudice dopo aver confrontato le diverse posizioni dei genitori deciderà chi tra i due è tenuto a corrispondere l’assegno di mantenimento e la misura dello stesso. Nella determinazione dell’entità dell’assegno il Magistrato dovrà tenere conto altresì
reperibile, l’affido è stato per il 90.3% condiviso ovvero l’affidamento è stato dato ad entrambi genitori con conseguente potestà
CURIOSITÀ DAL MONDO In Pennsylvania (USA), una vecchia norma prevedeva che nessun uomo potesse acquistare alcolici senza il permesso scritto della moglie.
del tenore di vita goduto dai figli durante la convivenza. Altra questione da regolare è quella relativa alle spese straordinarie, stabilite solitamente nella misura del 50% a carico di entrambi i genitori. Questi costi sono correlati alle esigenze di crescita del bambino e si caratterizzano per la loro imprevedibilità e occasionalità (gite, spese dentistiche, concerti, sport, corsi musicali, ecc). Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it
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Bim del Chiese
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Che risposta hanno avuto i bandi? Sicuramente più elevata rispetto a quanto ci saremmo potuti aspettare. Il bando per l’abbellimento urbano e la sicurezza delle abitazioni ha avuto 225 domande; per l’energia ne sono pervenute 140, mentre le richieste a sostegno di iniziative volte al recupero e allo sviluppo agricolo del territorio sono state 17. Nel complesso, quasi 400 istanze raccolte, segno di un grande interesse. Sono numeri alti, inaspettati. Questi bandi, quindi, hanno avuto successo? Di certo possiamo dire che i bandi hanno incontrato un bisogno diffuso e sono serviti da stimolo. Molte famiglie hanno deciso di intraprendere dei lavori proprio in conseguenza di questi bandi. Qualcuno lo avrebbe fatto comunque, ma questi incentivi sono stati l’innesco che ha portato molte famiglie alla decisione di effettuare concretamente una buona percentuale degli interventi. Questo è un indicatore interessante che ci racconta di una lieve ripresa economica anche nella nostra valle e della fiducia che molte persone hanno ora nell’affrontare un investimento. Alcuni lavori sono di entità limitata, alcuni arrivano anche a
I bandi del BIM del Chiese smuovono l’economia Casa, energia e territorio. A questi tre ambiti facevano riferimento i bandi promossi dal Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese i cui termini per la presentazione delle domande scadevano a settembre.
Mentre la commissione di valutazione è ora al lavoro per analizzare le numerose istanze pervenute, il Presidente dell’ente, Severino Papaleoni, traccia un primo bilancio dell’iniziativa.
qualche decina di migliaia di euro. Fiducia delle famiglie e ricadute sull’economia locale. Sì credo che sia così, questi bandi penso diano un loro contributo all’economia locale e possano diventare volano di processi economici per il territorio. Ci saranno ditte impegnate in lavori più o meno grandi e piccoli artigiani coinvolti. Supponendo, giusto per fare un esempio, che ogni intervento possa essere in media di 10 mila euro, possiamo dire che nei prossimi mesi saranno movimentati 3 o 4 milioni di euro. E questa è una situazione per la quale possiamo esprimere soddisfazione.
Con tutte queste domande, il BIM come le se cava? La disponibilità messa oggi a bilancio non è sufficiente a soddisfare tutte le domande dei primi due bandi. Per il terzo non ci sono problemi. Vogliamo verificare quante risorse possiamo recuperare
e mettere a disposizione sui capitoli interessati con l’assestamento di bilancio. L’obiettivo è quello di riuscire a rispondere positivamente a tutte le domande, ma non sono in grado ora di darne garanzia. Intanto dobbiamo procedere con l’esame delle domande. È un lavoro impegnativo e
lungo, lo stiamo facendo con molta serietà e rigorosità. Le commissioni sono al lavoro da diverse settimane per la valutazione delle domande che devono rispondere ai requisiti e ai criteri dei bandi ed avere correttezza formale. E anche il personale è molto impegnato. Ci vorrà comunque un po’ di tempo per dare risposte agli interessati, pensiamo entro la fine dell’anno. Inutile nasconderlo: dalle parole del presidente Papaleoni emerge in modo evidente, seppure prudente, la soddisfazione per i risultati raggiunti. È anche attraverso simili iniziative che il BIM persegue la propria finalità principale, ovvero promuovere e so-
stenere lo sviluppo locale e il benessere delle popolazioni del territorio. E quella dei bandi non è l’unica strada. Per questo il BIM si interfaccia in modo continuativo con altri soggetti per raccogliere stimoli, coordinare progetti, sostenere idee e definire la sua strategia di azione, che segue due diverse modalità di intervento. Da una parte si promuovono iniziative che vedono l’Ente entrare in diretto contatto con i cittadini; dall’altro si supportano progetti che sono promossi e gestiti da altri soggetti (in primis i Comuni, con i quali il BIM ha una forte convergenza di intenti e responsabilità). Il tutto, in ogni caso, seguendo sempre una logica di valle caratterizzata da una forte ottica sovracomunale. È in questo modo che il BIM del Chiese vuole essere una risorsa strategica e uno strumento di sistema per lo sviluppo locale.
Una cabina di regia unica per il Chiese Massimo Valenti, Presidente del Consorzio Turistico della Valle del Chiese sottolinea come: “il 2017 sia stato un anno particolarmente positivo: la stagione estiva ha registrato un netto segno in più sia in termini di arrivi che di presenze, con una sempre più importante destagionalizzazione in autunno spinta dalle importanti manifestazioni focalizzate sul mondo rurale e sulla gastronomia. Le importanti sinergie con Trentino marketing e con la Comunità di valle delle Giudicarie, hanno permesso un notevole contributo di idee portando sia alla nascita di Trentino Food Festival (seconda edizione nel 2017), sia alla stesura del programma di promozione Giudicarie 2020, oggi diventato riferimento in campo provinciale. Un progetto importante capace di proiettarci in
appuntamenti televisivi di punta, sui media nazionali e di moltiplicare le azioni di promozione da noi svolte sul mondo web. Tra le iniziative da citare sicuramente i ritiri di calcio con Pisa prima squadra, primavera del Milan di mister Gattuso e allievi nazionali sempre del Milan, primavera dell’Hellas Verona, ma anche la collaborazione con l’Adac (Aci tedesco), la promozione dei Mercatini di Natale e degli eventi legati all’Avvento, del Festival della Polenta, del Carnevale di Storo, delle attività di bouldering in valle di Daone con Gramitico, Mondo Contadino a Roncone, la Desmalgada, Albe in malga e i concerti di Chiese all’Alba fino alla collaborazione con il Parco Naturale Adamello – Brenta, la presenza su media prestigiosi internazionali primo fra tutti
la rivista tedesca Geo” In poche parole una fotografia del territorio che presiede. “L’attività del Consorzio Turistico abbraccia l’intera Valle del Chiese, e punta a promuovere un territorio come un unicum, cercando di valorizzarlo, ad iniziare dal branding, da rimarcare in ogni singola iniziativa il nome della località, la Valle del Chiese e il Trentino. Il vasto programma
del Consorzio - al quale, da maggio, si è aggiunta anche la parte culturale con l’assorbimento dell’Ecomuseo della Valle del Chiese - è sicuramente una nostra peculiarità. Il BIM del Chiese, le nostre Pro Loco e le amministrazioni comunali per la loro preziosa collaborazione in questi anni, ci ha fatto fare veramente la differenza rispetto ad altri territori”.
Quali i progetti in corso e in cantiere per il futuro? “Il 2017 è stato un anno cruciale sotto molti punti di vista, con molti progetti determinanti per il futuro turistico della nostra valle: su tutti cito quelli della MTB (che ha portato a poter proporre ufficialmente agli appassionati italiani e stranieri una decina di tracciati di grande attrattività turistica, prima tranche di un progetto triennale ben più articolato), di Trentino Fishing con la nascita di una prodotto turistico ad hoc che ha portato il Chiese e i suoi laghetti a poter competere con le destinazioni top a livello internazionale. Il progetto legato al mondo del trekking che vedrà la luce nel 2018 e naturalmente più in generale di tutte le attività outdoor legate alla nostra specificità, all’ambiente e alla na-
tura che sono il nostro tesoro. Ma quest’anno è stato cruciale anche per l’accorpamento dell’Ecomuseo Valle del Chiese nella struttura del Consorzio Turistico. In conseguenza a ciò ne è derivata una sola entità, in un’unica sede dove poter trovare accoglienza, informazione e supporto su tutto che si propone in Valle del Chiese indipendentemente che siano attività rivolte al turista o al residente. Unica dunque la cabina di regia, che spazia dal turismo - pur sempre nucleo fondamentale - alla cultura e alla didattica. Si è trattato senz’altro di un passaggio delicato, importante e oserei dire anche storico, ma già in questi pochi mesi, sta dando positive soddisfazioni: questa unione di forze qualifica ancor più la nostra proposta turistica a beneficio di tutti”.
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80.000 euro per la realizzazione di progetti in ambito formativo, culturale, sociale e per investimenti materiali Questo l’investimento della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella per il sostegno ad enti ed associazioni del proprio territorio
Continua l’impegno della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella per favorire l’ideazione e la realizzazione di progetti promosAttraverso un primo bando la Cassa erogherà un contributo dedicato a progetti formativi-culturali e di utilità sociale come percorsi formativi, iniziative di qualificazione e aggiornamento delle figure professionali, attività educative e azioni rivolte a persone bisognose o svantaggiate. Con il secondo, invece, si sosterranno opere di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, storico ed ambientale, interventi di costruzione e ristrutturazione di edifici, acquisto di attrezzature e automezzi. Attraverso i due bandi verranno complessivamente destinati alle associazioni del territorio 80.000 euro. “L’obiettivo dei bandi promossi dalla nostra Cassa è quello di favorire l’ideazione di iniziative sostenibili che
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sappiano rispondere in modo innovativo ai bisogni specifici del territorio, favorendo la collaborazione degli enti e delle associazioni ed il coinvolgimento delle comunità”, spiega Andrea Armanini Presidente della Cassa. Al fine di supportare le associazioni che intendono aderire al bando, la Cassa Rurale ha inoltre previsto la possibilità di un incontro individuale con esperti in progettazione, per una consulenza sul progetto ed una verifica delle modalità di stesura della domanda. “Un’attenzione in più che vogliamo riservare alle nostre associazioni, con l’obiettivo di sostenerle non solo economicamente ma anche dal punto di vista formativo offrendo loro l’occasione per migliorare le proprie compe-
tenze su come si progetta e come si compila la domanda di un bando” aggiunge il Vicepresidente Luca Martinelli. La partecipazione all’incontro individuale consentirà di acquisire un punteggio maggiore in fase di valutazione delle proposte progettuali per le quali si chiede un contributo attraverso i due bandi. Le associazioni interessate a ricevere informazioni a tal proposito possono rivolgersi alla segreteria di direzione, contattando il numero 0465/709360 oppure scrivendo un’email all’indirizzo risor seattive@lacassarurale.it. La documentazione relativa ai due bandi è scaricabile dal sito internet della Cassa Rurale (www.lacassarurale.it) ed i progetti dovranno essere presentati entro il 06/11/2017.
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si dagli enti e dalle associazioni in risposta ai bisogni del territorio. Infatti anche per il 2017 la Cassa Rurale propone due bandi.
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Attualità
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Nicolò Bleggi approda in A2 con il Mosca Bruno di Bolzano Fra pallavolo e ingegneria la vita piena di passioni di un giovane campione di Francesca Cristoforetti
Partiamo dalla notizia più recente, l’avanzamento di categoria in A2 con il Mosca Bruno Bolzano. È la mia prima esperienza in A2. Fino all’anno scorso ho giocato in serie B: sono l’unico che da 5 anni è rimasto nella società, che 5 anni fa era neonata. Abbiamo iniziato il nostro cammino in B2, poi due anni in B1, un anno di B unica e quest’anno poi mi è stata data questa opportunità. Sei soddisfatto di essere arrivato in serie A? Sì, sono contento e la cosa che mi rende più orgoglioso è che ci sono arrivato grazie alla mia società che me lo ha permesso. Avevo rinunciato a questo possibile scenario futuro quando ho lasciato la Trentino Volley, era una cosa abbastanza insperata per me. A che età hai iniziato a giocare? Ero in seconda superiore. Premettiamo che ho iniziato a Tione, quando ero molto giovane. Facevo sia calcio che pallavolo. Ho fatto qualche partita in Under 13 e Under 14 con il Tione. Per la pallavolo gli anni più importanti sono stati dopo i 16 anni. Poi quindi ho lasciato il calcio. Ho visto che sei partito inizialmente con la Trentino
Nicolò Bleggi, classe 1992, altezza 195 cm, ruolo centrale. Originario del Bleggio, gioca nella squadra di pallavolo Mosca Bruno Bolzano ed è da poco entrato in serie A2, riuscendo a conciliare studio e sport. ApVolley. Sì, ho fatto le Giovanili in Trentino Volley, sono arrivato il secondo anno di Under 16. Poi per motivi di studio ho dovuto fare una scelta: ho preferito rimanere qui a Trento e mettere lo studio in primo piano. E lo studio? Sì. Frequento Ingegneria Edile-Architettura a Mesiano. Hai studiato a Trento anche alle superiori? No, alle superiori ero a Tione, al liceo scientifico Guetti. La pallavolo è decisamente importante per te, ma da quanto ho capito non la consideri la tua unica professione. In questi anni pur mettendo in primo piano lo studio, è stato un lavoro per me, allenandomi tutti i giorni, praticamente da 4-5 anni a questa parte. Anche prima quando ero in Trentino Volley le trasferte sono state sempre minimo nel Nord Italia. Diciamo che la fetta più importante della mia giornata è ricoperta dalla pallavolo. Sono stato abbastanza in grado di ge-
stire e di incastrare i tempi che rimanevano anche per lo studio.
pena rientrato da una trasferta a Cantù, ci concede un’intervista che ripercorre la sua passione, la sua carriera sportiva, ma anche la sua crescita a livello personale.
I primi risultati e le prime soddisfazioni quando sono arrivati nella tua carriera?
Nella Trentino Volley, perché a livello giovanile in quegli anni era una società all’apice della pallavolo mondiale quindi noi avevamo come esempio i giocatori della serie A. Poi con lo studio ho dovuto fare delle scelte, però quegli anni sono stati bellissimi. Ho vissuto delle esperienze indimenticabili [...], siamo riusciti anche a vincere lo scudetto Under 20. Quindi ho mosso i primi passi, diciamo seri, in Trentino Volley e ne sono grato perché mi ha formato come giocatore. Quali progetti hai per il futuro? Dico subito che lo sport è stato fondamentale per me perché è stato una palestra di vita, nel senso che mi ha insegnato molte cose. È una palestra di vita sana perché ti mette sempre in competizione anche con te stesso ed questo che mi ha reso forte. E mi ha reso forte anche il fatto di capire che niente è impossibile. Io quando ho intrapreso il mio percorso di studi, ho capito di potercela fare pur portando avanti queste due cose.
È stata difficilissima, però con l’impegno, la tenacia e una gran determinazione si riesce a fare tutto. Il mio desiderio sarebbe quello di portare avanti entrambe le cose, però adesso è ora di entrare nel mondo del lavoro, mi dovrò dare da fare per finire con l’università. Ambirei a trovare un lavoro e a tenere la pallavolo come seconda passione, che chiaramente non può mancare perché ha contraddistinto questi anni della mia vita e non mi ci vedo senza. Pensi che praticare uno sport possa aiutare i ragazzi? Sì, moltissimo. All’inizio viene vissuto quasi come un gioco, ma poi anche inconsciamente ti insegna delle cose molto positive. Insegna appunto a stare con le persone, con i compagni, a “condividere” con persone che hanno anche personalità molto diverse, così come persone di culture diverse. Ma soprattutto, una cosa che mi sento di consigliare ai giovani, è di crederci sempre, credere nelle proprie potenzialità ed essere sempre determinati, perché con la determinazione si può realizzare qualsiasi cosa.
Per il terzo anno, sabato 7 e domenica 8 luglio i campioncini taglieranno il traguardo alle Terme di Comano
Gli Italiani Esordienti eAllievi tornano nelle Esteriori nel 2018 Non c’è due senza tre. Dopo le positive esperienze del 2016 e del 2017, le Terme di Comano torneranno a ospitare i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada anche nel 2018. Gli organizzatori della Società Ciclistica Grafiche Zorzi di Storo e dell’Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta, promossi a pieni voti al termine dell’edizione della rassegna tricolore del luglio scorso, hanno dunque visto premiato il proprio impegno ed è arrivata la conferma del tris dal consiglio federale della Federciclismo na-
zionale, che ha assegnato l’evento alla località trentina. Le date della manifestazione, salvo rivoluzioni nel calendario nazionale giovanile, dovrebbero essere quelle di sabato 7 e domenica 8 luglio, quando nella valle delle Terme di Comano arriveranno per il terzo anno consecutivo le migliori 800 promesse delle due ruote dai 13 ai 16 anni, provenienti da tutta Italia. «Già all’indomani della seconda edizione dei Campionati Italiani del luglio scorso, avevamo cominciato a lavorare in ottica della terza – spiega il presidente
del comitato organizzatore Angelo Zambotti, comprensibilmente soddisfatto per lo storico risultato raggiunto – Se è vero che dopo il primo anno non pensavamo di poter ambire al bis, dopo il secondo speravamo invece nel tris, perché atleti, tecnici e addetti ai lavori ci avevano regalato conferme in tal senso, riconoscendo la nostra valle come adatta a ospitare manifestazioni ciclistiche di respiro nazionale come un Campionato Italiano». Proprio per questo, già all’indomani della conclusione della rassegna tricolore 2017, il
gruppo di lavoro coordinato da Zambotti si era già messo all’opera in ottica 2018, per farsi trovare pronto all’eventualità del tris. «Ora che è arrivata la conferma, ci impegneremo ancora di più per migliorare quei dettagli che sono migliorabili - aggiunge Zambotti - Il tris tricolore chiude un percorso partito tre anni fa e premia un gruppo di lavoro che si è impegnato a fondo per raggiungere questo risultato, reso possibile dalla fiducia dimostrataci dalla Federciclismo del presidente Renato Di Rocco e dalla importante
sinergia in atto con l’Assessorato allo Sport della Provincia di Trento, la Comunità delle Giudicarie, il Consorzio Bim del Sarca e le amministrazioni locali, senza dimenticare il fondamentale appoggio del Comitato Trentino della Fci presieduto da Dario Broccardo. Mi auguro che dopo il successo dei primi due anni, nel 2018 vi sia una collaborazione ancora maggiore con associazioni e operatori locali, realtà che hanno avuto modo di capire la portata di un evento capace di portare innegabili benefici al nostro territorio».
Memoria
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Alla fame e abbandonati a loro stessi
Prigionieri di guerra russi in Giudicarie Ormai nelle nostre valli durante l’ultimo anno di guerra la fame, le privazioni e il dissesto sociale avevano raggiunto rari livelli di sopportazione, infondendo anche nei più convinti ed accesi patrioti della duplice monarchia sentimenti di aperto rifiuto e una serpeggiante simpatia per l’esercito italiano, ormai visto non più come nemico invasore ma come liberatore da una condizione di fame e miseria mortale (scriverà Don Perli: “le popolazioni tra per questo e per quell’altro sono tribulatissime e oltremodo esasperate, vittime della prepotenza e delle più potenti ed odiose ingiustizie; nessuno vuol più udire nemmeno il titolo di patria”). In pratica, si desiderava sempre più la fine della guerra. Non solo a livello di popolazione civile, ma anche nei ranghi dell’esercito imperversava l’insofferenza verso la propria misera condizione (anche il rancio della truppa era diventato via via più scarno e scadente), il che portava spesso ad episodi di indisci-
di Aldo Gottardi Fine 1917-inizio 1918: con l’uscita di scena dell’Impero Russo dalla Grande Guerra, a seguito della Rivoluzione d’Ottobre nella quale presero il potere i rivoluzionari comunisti di Lenin e della conseguente pace con gli eserciti degli Imperi Centrali, la situazione degli ormai numerosi prigionieri di guerra russi plina ed attriti con i civili. Scrive Don Perli il 12 marzo 1918: “ I nostri soldati sparsi qui e dove più dove meno in tutti i nostri paesi, spinti dalla fame, girano le case in traccia di polenta o d’altro da mangiare, e talora anche a rubare dove possono. I furti d’ogni specie sono quotidiani: qui di galline, là d’una capra, altrove d’un vitello ecc. ecc. “ E continua “Oggi vidi alcuni prigionieri russi a raccogliere da terra i resti della verdura e delle patate gettati insieme coll’acqua fecciosa dalla finestra d’una cucina.” La fame dei prigionieri di guerra stanziati in zona, che spesso non ottenevano nemmeno il misero rancio destinato alla truppa, era indicibile. Sempre dal Diario di Don Perli: “ I prigionieri russi ieri nel condurre un
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carretto di pelli di vacche macellate, vi tagliarono le orecchie e le labbra boccali e le mangiarono crude: visitano presso le case i versamenti dei secchiai per cercarvi qualche rifiuto della cucina; un dì che furono presenti allo sventramento di un ronzino se ne pigliarono il sacco del ventricolo, se lo divisero e lo mangiarono senza nemmeno nettarlo nell’acqua sebbene lì vicina.” Non mancavano i momenti di tensione, nei quali gli esausti prigionieri tentavano di ribellarsi agli ordini impartiti: 5 luglio 1918 “Ieri a Brevine si ammutinò un gruppetto di Russi, che stanchi e affamati domandavano pane per recarsi fino a Bondo e fu loro rifiutato, anzi furono chiamati i gendarmi militari per costringerli colla violenza a continuare il viag-
presenti in Giudicarie non migliorò. Formalmente non più considerati come “prigionieri” data la mutata situazione politica e militare tra le nazioni, di fatto questi continuarono le loro usuali mansioni di fatica al servizio dell’esercito austro-ungarico, quando addirittura non furono abbandonati a loro stessi.
gio, ed i gendarmi passarono alle vie di fatto percuotendo i Russi col calcio del fucile alla presenza del pubblico.”. Per non morire di fame, sia soldati che prigionieri si davano a ruberie ed espedienti di vario tipo, spesso con tristi
conseguenze. E’ il caso, narrato nelle memorie di Romeo Dorna, dei prigionieri russi adibiti alla manutenzione della linea teleferica da Trento a Breguzzo, che nell’estate del 1918 arrivò a Tione e poi al suo capolinea a Breguzzo.
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Questi prigionieri, seguendo l’esempio di molti civili, con lunghe pertiche facevano cadere i sacchi di farina trasportati dai carrelli della linea non appena questi fossero passati in luoghi nascosti e abbastanza vicini al suolo, per poi arraffare quello che si poteva (oltretutto con grande rischio: i gendarmi avevano l’ordine di fucilare sul posto chiunque sorpreso ad eseguire tali furti). Ma una volta l’esito fu drammatico. Racconta Romeo Dorna: “en dì iera arent a sto cavalett (palo di sostegno della teleferica) e ia vist che sal carrél ghera su en sacc che ei ia credù el fudess de farina. I la tot giù da sto carrél e ia cominzià a magnar sta roba; enveze de farina l’era en sacc de gess: podè enmaginarve che effetto el gavarà fatt quant che l’era en tel stomech!...Infatti ie morc tucc!...”. Storie di rara disperazione, all’interno di una guerra che ormai aveva fiaccato irrimediabilmente lo spirito e il corpo di tutti. (segue nel prossimo numero)
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Centenario Grande Guerra
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Guerra 1914-18 mese per mese - Novembre 1917
Non cessa la recrudescenza dei combattimenti Sul fronte italiano la prima battaglia del Piave Mancavano quasi del tutto lo zucchero, il burro, la carne. Il pane, la pasta, la verdura vennero razionati. Al malcontento dei famigliari dei soldati si univa il morale bassissimo di quest’ultimi che trascorrevano il tempo nell’attesa di sanguinosi assalti di cui non si scorgeva lo scopo, visto che non ottenevano alcun risultato. Numerosi furono episodi di diserzione, di automutilazione e di ammutinamento; molti giovani richiamati si rendevano colpevoli di renitenza alla leva. Numerosi furono i processi e le fucilazioni di militari». Tutto ciò è comprovato dalle cronache del di novembre 1917, quarantesimo mese di guerra. 1-7 novembre 1917. - Fronte ottomano. Vittoria britannica nella terza battaglia di Gaza: il fronte ottomano è rotto e gli Alleati dilagano nella Palestina meridionale. L’offensiva britannica era iniziata nell’ottobre: la vittoria nella battaglia di Beersheba consentì ai Britannici di aggirare la linea difensiva ottomana, poi crollata dopo la sconfitta terza battaglia di Gaza (31 ottobre-7 novembre), proseguita dall’avanzata fino al 9 dicembre con l’occupazione di Gerusalemme. 2 novembre. - Londra. Dichiarazione Balfour: il governo britannico si dichiara favorevole alla creazione di un “focolare ebraico” in Palestina. 7-8 novembre. - Russia. La
di Mario Antolini Musón In queste mie ricerche mensili trovo scritto: «Nel 1917 l’orrendo macello era ormai sotto gli occhi di tutti e non si vedevano sbocchi. Niente poteva giustificare tante stragi e sofferenze. Papa Benedetto XV continuava a lanciare appelli per la pace e per far finire la guerra da lui definita “vergogna dell’umanità”. La popolazione “Rivoluzione d’ottobre”: i bolscevichi abbattono il Governo Provvisorio e di impadroniscono dl potere, istituendo la Repubblica Socialista Federativa Russa (RSFS) con a capo del governo Vladimir Lenin, rientrato in Russia dalla Svizzera con il permesso dei Tedeschi che ne avevano esattamente stimato l’impatto politico sull’avversario. 8 novembre. - Fronte italiano. Il generale Luigi Cadorna viene esonerato dal comando dell’esercito italiano e sostituito con il generale Armando Diaz. Cadorna, venuto a sapere della caduta di Cornino il 2 novembre e di Codroipo il 4 novembre, aveva ordinato all’intero esercito di ripiegare sul fiume Piave,; la disfatta di Caporetto, oltre al crollo del fronte italiano e alla caotica ritirata delle armate schierate dall’Adriatico fino alla Valsugana, comportò la perdita di 350.000 uomini fra morti, feriti, dispersi e prigionieri; altri 400.000 si sbandarono verso l’interno del Paese[. L’avanzata degli austro-tedeschi fu infine bloccata sulle rive del Piave a metà novembre, dopo una dura battaglia di-
fensiva. 10 novembre. - Fronte occidentale. A causa delle pessime condizioni meteo ha termine la battaglia di Passchendaele: i Britannici conquistano alcune importanti posizioni nei dintorni di Ypres , ma al prezzo di pesanti perdite e senza riuscire a spezzare il fronte
europea era stanca per la fame e le sofferenze; inoltre aveva visto le migliaia di profughi tornati a casa orrendamente mutilati. Mancavano i contadini nei campi e gli operai nelle fabbriche; le donne, i vecchi ed i bambini dovevano occuparsi di tutto. Non c’era una famiglia che non lamentasse qualche vittima della guerra.
tedesco. 11 novembre. - Russia. Prime sommosse anti-bolseviche nella zona di Pietrogrado; inizia la guerra civile russa. 12 novembre. - Russia. A partire dal 12 novembre, nel pieno dell’insurrezione bolscevica, fu convocata l’elezione per l’Assemblea
Costituente. Ad essa si presentarono quattro differenti liste; in ordine: bolscevichi, menscevichi, Partito cadetto e socialisti rivoluzionari (Kerenskij). Le elezioni si svolsero a suffragio universale, ma ciò non evitò un forte astensionismo che provocò un’esigua partecipazione alle stesse:; i voti risultarono inferiori al 50 per cento degli aventi diritto. Nell’esito prevalsero i socialisti rivoluzionari con un netto 58 per cento, seguirono i bolscevichi con 25 per cento, il Partito Cadetto a quota 14 percento ed infine i menscevichi con un misero 4 per cento. 13 novembre. - Fronte italiano. Inizia la prima battaglia del Piave, proseguita fino al 26 novembre. Dopo aver dilagato in Friuli e nel Veneto settentrionale, le forze austro-tedesche sono bloccate dagli Italiani sulle rive del fiume Piave. - Fronte ottomano. Il 13 novembre una forza d’occupazione alleata si stabilì a Costantinopoli. 17 novembre. Fronte del Sinai. Inizia la battaglia di Gerusalemme, proseguita fino al 30 dicembre seguente. Le forze britanniche lanciano una massiccia offensiva nella Palestina
centrale e travolgono le difese ottomane. - Fronte del nord. Battaglia di Helgoland: indecisivo scontro navale tra Tedeschi e Britannici nel Mare del Nord. 22 novembre. - Russia. La Repubblica Popolare Ucraina si proclama indipendente dall’ormai ex impero zarista russo. 25 novembre. - Fronte occidentale. Inizia la battaglia di Cambrai. Una grande offensiva britannica n Francia porta alla rottura del fronte nemico, ma una serie di efficaci contrattacchi tedeschi annulla rapidamente la magior parte delle conquiste territoriali ottenute e lo scontro si conclude per il 6 dicembre con un nulla di decisivo. Il 25 novembre Haig attaccò il fronte tedesco davanti a Cambrai: appoggiati da quasi 500 carri armati, i Britannici penetrarono nelle trincee tedesche, ma la carenza di riserve impedì di sfruttare il successo. Pochi giorni dopo i Tedeschi contrattaccarono sfruttando le nuove tattiche di infiltrazione e riconquistarono gran parte del terreno perduto. La battaglia si concluse il 6 dicembre, quando l’inverno impose nuovamente un arresto alle operazioni su vasta scala. - Fronte africano. I resti della guarnigione dell’Africa Orientale Tedesca invadono il Mozambico portoghese per sfuggire alla caccia dei reparti britannici nel Tanganica.
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Novembre 1917 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
Si fa sempre più sentire la presenza del “fronte italiano” In Giudicarie la mancanza di trasporti accentua la carenza di cibo
«8 novembre 1917. - Caddero in nostra mano (austroungarica) 17.000 prigionieri italiani, 80 cannoni e aeroplani. L’ammontare complessivo dei prigionieri crebbe finora a 250.000, e quello dei cannoni conquistati a 2.300. 12 novembre. - Il capo dello stato maggiore, il Conte Luigi Cadorna, è stato destituito da generalissimo dell’esercito italiano. Al suo posto venne nominato il generale Diaz. I giornali più accreditati riconoscono al Cadorna delle rari doti strategiche. / In Russia gli operai e soldati di Pietroburgo afferrarono i supremi poteri con a capo Lenin, sbarazzandosi di Karenki e di tutti i componenti il Comitato provvisorio. Lenin fece proposte di pace a tutte le potenze belligeranti. La Chiesa cattolica, durante l’interregno del Comitato provvisorio, ebbe in Russia delle ampie libertà di azione sotto l’aspetto religioso. / Sull’offensiva austro-tedesca tolgo dal “Lavoratore” di Trieste 7 novembre n. 697: «L’Intesa ha riconosciuto in tempo il pericolo che la minacciava nell’ottobre 1917; tentò anche di fronteggiarlo provocando una decisione al fronte occidentale. Donde gli sforzi inglesi per sfondare il fronte germanico nelle Fiandre; e il generale francese ad onta delle gravissime perdite all’Aisne e nella Champagne e dinanzi a Verdun, il 23 ottobre, quindi un giorno prima dell’inizio della nostra offensiva contro l’Italia, attaccò con grande impeto il baluardo prominente della nostra posizione ad ambo i lati della strada Soisson-Laon. Un brillante successo colà avrebbe pareggiato, anzi compensato esuberantemente i nostri successi contro l’Italia». / La campagna del Veneto, lungi dall’essere terminata, si sviluppa verso maggiori obbiettivi. / Nella corrente settimana ci mancò affatto l’arrivo di farine da Trento per la deficienza di mezzi di trasporto. Ci arrivarono 176 quintali di patate, che vennero distribuite agli affatto sprovvigionati. / Le ferrovie e strade sono tutte
di Mario Antolini Musón
Fra le pagine a mia disposizione, per il mese di novembre 1917 trovo: «8 novembre. A Villa Lagarina viene bombardata dagli Italiani la sede del comando austroungarico; il bilancio delle vittime parla di 24 morti. / 18 novembre. Viene istituito in Italia l’Alto Commissariato per i profughi di guerra». Da alal servizio militare. 19 novembre. - Gl’Italiani sul Piave oppongono ostinata resistenza ai nostri. / In Russia regna l’anarchia. Kerenski tentò alla testa delle truppe di riprendere il potere contro quelle schierate per Lenin, ma ebbe la peggio. / Qui, a Tione, in questi giorni si è insediato il Comando di divisione col generale Steinart riunendo in un solo comando la mezza divisione comandata da Bondo e l’altra mezza dell’Adamello. Arrivarono, in pari tempo, molta ufficialità e soldati. Si preparano quartieri per altri arrivi di soldati. / Col 1° del corrente mese furono aperte queste scuole popolari, ma la frequentazione è meschinissima; in tal modo anche l’educazione morale della gioventù non può a meno di peggiorare, e peggiora in realtà a vista d’occhio. I genitori, che prendevano poca cura dei loro figli prima della guerra, ora non ne hanno nissuna per quanto riguarda l’istruzione e l’educazione religiosa. / La Lega di Provvidenza provinciale per l’educazione della gioventù si è fatta organo dei Tedeschi per iscopi politici. Pubblicò un Almanacco patriottico pro 1918, e lo va cacciando forzosamente in tutti i buchi minacciando di guai ai preti se non ne fanno il panegirico e non ne promuovono la diffusione “longe lateque”. A questi scopi i pantedeschi stanno fondando la lega dinastica per preparare fin d’ora il terreno alle prossime future elezioni politiche. E con queste e simili arti tentano la produzione dei patrioti: fra il resto inseriscono una qualche idea religiosa, che si adatti però benissimo tanto ai cristiani come ai turchi. / Ieri ad un’asta d’affittanza di stabili del Beneficio parrocchiale ed uno della Chiesa i prezzi di delibera salirono vertigi-
nosamente; lo stabile della Chiesa per il [...] finora si pagavano annualmente 17 corone, salì a 170 e più ancora quelli del Beneficio parrocchiale. Il denaro non conta più nulla, ma il genere alimentare... 27 novembre. - L’offensiva austro-ungarica-germanica contro l’Italia si è arenata al fiume Piave, dove pare si tramuti anch’essa in guerra di posizione. / Gl’Inglesi intensificano i loro sforzi nelle Fiandre. / Nella Russia, il capo rivoluzionario Lenin vuole la pace ad ogni costo, ma finora non sono che pii desideri di un demagogo, ma non di un governo che possa garantire in futuro eventuali patti con altri Stati, per cui le sue proposte non sono prese sul serio. La Russia si agita nel caos. Chi sono i Bolsceviki, i Mensceviki, i Massimalisti che ora in Russia si disputano il potere? I primi sono quei socialisti che, nel 1903, quando avvenne una scissione del partito, restarono in maggioranza con tendenze radicali; e Lenin sta ora a capo dei medesimi; i secondi sono quei che nel 1903 rimasero in minoranza con tendenze socialiste moderate; i terzi, detti oggi anche “i rivoluzionari”, costituiscono l’ala che più sta all’estrema si-
tra fonte: «30 novembre. La Camera dei Deputati di Vienna approva una legge che detta norme più umane per i profughi: concede ad essi una sovvenzione e la possibilità di scelta tra un baraccamento o una libera colonia». Nelle pagine del Perli, invece, la sempre più dettagliata sequenza mensile.
nistra, i quali s’avvicinano e in massima si accordano ai bolsceviki. Ognuno però dei suddetti partiti si suddivide in chiesuole. / Onore al merito. Durante la guerra presente la sifilide fra i soldati s’è fatta largo, ed oggi è la padrona che domina la posizione, contro la quale al Parlamento austriaco fu istituita la “Commissione per l’igiene”. A Vienna il numero dei quindicenni affetti da malattie veneree è salito durante la guerra dall’1 all’8 per cento; quella dei diciottenni dal 27 al 68. Il professor Finger al congresso dei tedeschi dell’Austria per l’igiene pubblica, nel marzo 1916, calcolò a 800.000 i soldati
affetti da dette malattie, e il maggior numero dei quali proviene dalle campagne. Godi, Europa, che intanto il tuo nome per lo inferno si spande e la broda delle tue vergogne infiorerà le pagine della storia e le foglie dei tuoi moderni allori! / Le navi nemiche affondate dai sottomarini nell’ottobre furono di 674 mila tonnellate. 28 novembre. - Oggi l’imperial regio Capitanato riferì ai Comuni, che siccome non arrivano farine da Vienna in quantità sufficiente per tutte le tessere, col giorno 17 dicembre le famigli, che produssero grano (mais) nella propria campagna, non riceveranno
farina dal Comitato e, quindi, dal 1° dicembre in poi è dato loro libertà di far macinare il grano, previo certificato di macinazione del Comune rispettivo di volta in volta pel bisogno di un mese in ragione di 10 chili a testa. Sinistri conforti per l’avvenire! / Tione si va riempiendo di soldati come pure tutto il fronte delle nostre Alpi. Si incomincia ad evacuare nuovamente Roncone e Lardaro. / Lo scrivente, munito d’un permesso speciale di caccia grossa, fu più volte a tentare la sorte sui nostri monti, ma sempre invano. Si sperava che dopo tre anni dacché la selvaggina non è molestata dai cacciatori si fosse moltiplicata, invece è sparita quasi affatto. Vi è qualche lepre, ma né qui né sui monti di Preore-Ragoli non trovi né pernici, né cotorni, né gallinette. Il monte di Tione quest’autunno fu caricato di circa mille e cinquecento archetti (di contrabbando) e non pigliarono in media venti uccelletti al giorno. Perché tanta mancanza di selvaggina? Probabilmente perché ci manca affatto anche il burro per farsi cucinare. / Oggi, dopo molte precauzioni, mi giunsero da Arco due quintali di castagne, che poste qui mi costano 500 corone, e dovranno sostituire il pane e la polenta. Un chilogrammo di farina da polenta si paga 7-8 corone. Anche il filo da cucire è salito a prezzi favolosi: a 3, a 5, a 6 centesimi al metro. Stoffe per vestiti non se ne trovano più».
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Attualità / Lettere
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Nel dossier di Skipass Panorama Turismo, la Perla delle Dolomiti prima nella classifica generale delle località sciistiche
Madonna di Campiglio sulla vetta delle destinazioni montane
Questo il risultato anticipato oggi sul “Corriere della Sera” e frutto della ricerca condotta da JFC per conto di Skipass Panorama Turismo. L’indagine ha preso in considerazione 61 destinazioni montane d’Italia analizzate attraverso rilevazioni dirette e indirette nei mesi di settembre e ottobre. Nella classifica generale, che considera tutti gli aspetti valutati dal dossier in modo complessivo, la destinazione montana maggiormente apprezzata dagli italiani è Madonna di Campiglio, che registra una votazione pari a 7,92, seguita da Livigno (7,82) e Ortisei (7,45). Ottimi i risultati raggiunti anche nelle classifiche che considerano aspetti specifici. Madonna di Campiglio-Pinzolo, con
Madonna di Campiglio con Pinzolo in terza posizione tra i comprensori sciistici. Dai dati proposti dall’indagine preparata proposti dall’indagine preparata per lo Skipass di Modena, buone notizie per l’inverno che si preannuncia in crescita. Madonna di Campiglio
prima nella classifica generale del dossier di Skipass Panorama Turismo, il centro di ricerca specializzato sul mercato del turismo montano di Skipass, il salone del turismo e degli sport invernali che si apre oggi a Modena Fiere.
Pasti a domicilio, servizio prezioso Per ragioni di salute, che opponevano notevoli difficoltà nella normale confezione giornaliera del cibo, si è dovuto chiedere aiuto al Servizio socio-assistenziale della Comunità delle Giudicarie, per un periodo di 90 giorni, utilizzando, quale diretto fornitore, la cucina operante presso la casa per anziani di Roncone. Oltre al modico costo richiesto (rapportato alla disponibilità di ogni singolo utente!) si è constatato l’offerta di menù di prim’ordine (con la possibilità di variazioni a seguito di comprovate esigenze individuali), vario (nel vero senso della parola!) dal gusto
squisito, genuino, abbondante, fornito in particolari contenitori termici, come fosse cucinato in casa. Un’istituzione veramente “vitale” che aiuta a vivere chi non è più autonomo in materia, governata da una regia accorta e capace di scegliere operatori validi. Al caso, è doveroso ricordare che anche i fautori dello stabile ospitante la mensa, ovvero i nostri ex amministratori locali di un tempo (non tanto lontano visto che l’inaugurazione avvenne il giorno 11 giugno 2000) che, con saggia lungimiranza e ferrea volontà, superando difficoltà di ogni genere,
hanno saputo dare “vita nuova” ad un agglomerato edilizio vetusto, ricavandone, mercè la genialità di un tecnico locale, un complesso multi servizi denominato Centro Sociale per Anziani, usufruiito anche da non residenti. Un’opera altamente meritoria, che dà lustro al nostro amato paese e a coloro che ne sono stati gli artefici, di cui è doveroso fare memoria ai posteri, perché sia loro di esempio e sprone per ulteriori iniziative in campo sociale. Lorenzina Collini e Egidio Rizzonelli
un punteggio di 7,48, è sul terzo gradino del podio nella classifica dei comprensori sciistici, alle spalle della Val Gardena (prima con 7,59) e di Plan del Corones (seconda con 7,57). Terzo posto, per Campiglio, anche nella graduatoria degli alberghi migliori dove la “Perla delle Dolomiti di Brenta”, con un punteggio di 7,70, è superata solo da Livigno (prima con 7,82) e Ortisei (seconda con 7,71). Il dossier afferma anche che è in crescita del +2,5%/3% la percentuale di italiani che ricerca località turistiche note e famose, le cosiddette “blue chip” dove Madonna di Campiglio è al fianco di Cortina d’Ampezzo, Courmayeur, Madonna di Campiglio, Sestriere, Bormio e Livigno.
Grazie a chi mi ha aiutato dopo l’incidente Desidero tramite questo nostro giornale fare un grosso ringraziamento. Domenica 17 settembre mi recavo da Cares col mio pandino blu, io tionese di origine, alla S. Messa alla Madonna del mont alla sagra. A Ponte Pià ho perso il controllo della macchina causa la strada bagnata e .... Miracolo!! Sono uscita quasi indenne. Solo tante botte e due costole rotte. Ai ragazzi del pulmino che mi hanno soccorso e insieme a loro una coppia, che con la loro premura e gentilezza sono stati meravigliosi, ad Alberto e Igor dell’ambulanza, al dottor Appolloni e l’equipe del pronto soccorso e a tutti coloro intervenuti sul luogo dell’ incidente... grazie a tutti voi... Sarebbe un piacere festeggiare con tutti la mia quasi incolumità. Maria Luisa Bonazza
Opinioni a confronto
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L’erba del vicino...
BOTTA E RISPOSTA
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Caro Adelino, noi viviamo in una bella valle, godiamo della bellezza delle nostre montagne, della serenità dei nostri paesi, di un benessere accettabile rispetto ad altre zone, tutte cose che dovrebbero farci sentire più sereni ed in pace col mondo. Ma così non è, c’è un qualcosa che ci rode dentro, un male che ormai si è insinuato nel nostro modo di vivere, nel nostro modo di rapportarsi, un male che si chiama invidia. In città è molto meno diffuso, la gente non si conosce ed ognuna pensa ai fatti propri, ma nei paesini ci conosciamo tutti, ognuno si confronta con il vicino, e se
al vicino le cose vanno bene, ecco che scatta l’invidia. Si comincia a parlarne male, a “sputtanarlo”, spesse volte con insinuazioni false e risibili, aspettando che ricada in basso per poter dire:”Visto? C’era d’aspettarselo, con un tipo così...”. Credo che anche tu sia d’accordo, l’invidia è molto più diffusa di quanto si possa credere, talvolta la si coltiva inconsapevolmente, proprio perché ormai fa parte del nostro vivere in comunità, è una palle al piede che talvolta frena la voglia di fare, la voglia di migliorare... che ne dici? Gli amici del bar
Vi ringrazio, a ben pensarci avete un sacco di ragioni. Sono andato a cercare sul mio vecchio Palazzi la definizione di invidia: “ Ignobile sentimento per cui si ha dispiacere del bene altrui”. A dir il vero c’è anche una forma buona di invidia. In America quando a qualcuno le cose vanno alla grande, non c’è dispiacere da parte di nessuno, c’è invidia sì, ma come incentivo all’emulazione. Incentivo a darsi da fare per arrivare ai traguardi dell’altro, per esserne per lo meno alla pari o sopravanzarlo. L’emulazione è il mantra alla base della forza e della grandezza degli Stati
Uniti. Da noi all’emulazione si preferisce l’invidia, la demolizione e la diffamazione. Purtroppo è difficile per una persona riconoscere di essere invidiosa, l’invidia è frutto di frustrazione che nessuno accetterebbe di ammettere. L’invidioso, visto da fuori, appare normale, addirittura a suo modo saggio, ma facendo attenzione al tono delle sue conversazioni, la modo in cui giudica le cose, alle insinuazioni che gli escono dalla bocca con ironia e malanimo, ci si accorge di avere di fronte una persona triste e scontenta. L’invidioso infatti, nonostante le apparenze ed i toni cortesi, cova senti-
menti negativi che sfiorano il rancore, l’ostilità e, talora, anche l’odio verso chi si trovi in posizione lavorativa, economica o sociale migliore della sua. Così pensa di rifarsi cercando di demolire con tutti i mezzi chi è causa della sua frustrazione. Lo è in particolare nei nostri piccoli paesi dove ci si conosce un po’ tutti e dove il successo di qualcuno è facilmente confrontabile con la piattezza di altri. Cosa invidiamo degli altri? Niente di particolare, ma tutto quello che ci fa sentire “meno”, “inferiori”, “meno arrivati”, “meno riconosciuti”, “meno protagonisti” nella piccola comunità
in cui viviamo. E i confronti sono quotidiani: nella scuola, nel lavoro, nella professione, nella politica, persino nella famiglia. L’invidia è la bestia nera dei nostri paesi, così diffusa che talvolta passa i limiti e allora diventa imbecillità. Proviamoci a cambiare, per noi anziani non sarà facile, ma l’appello è rivolto ai giovani, cambiate l’invidia in emulazione e cominciate a pensare in grande, avrete una vita diversa, più serena e più ricca di soddisfazioni. Ne sono certo. Adelino Amistadi
Voltagabbana di casa nostra Sig. Amistadi, ho letto in questi giorni una notizia che riguarda i nostri parlamentari che mi ha colpito, non ci avevo mai pensato, ma leggere che in questa legislatura in 524 hanno cambiato casacca, mi ha infastidito non poco. Tutti parlamentari che. eletti in un partito, poi lo hanno cambiato quasi tutti per convenienza. Complimenti per la loro onestà intellettuale, ma soprattutto per la coerenza. Io ho iniziato a far politica con la Prima Repubblica, che avrà avuto tanti difetti, ma dove i cambi di ca-
sacca erano davvero rari. I partiti erano improntati a serietà, granitici, che rimanevano comunque compatti. La DC aveva mille correnti, ma al momento del voto in Parlamento non sgarrava nessuno, era questione di onestà. Oggi i partiti sono tutt’altra cosa, si spaccano, si scindono, ne scompaiono alcuni, e ne nascono di nuovi con simboli e nomi talvolta patetici. La stesso nostro Dellai è uno specialista in proposito. Così si agevolano i saltimbanchi, quelli che saltano da una parte all’altra alla ricerca di poltrone e riconferme, in barba al bene comune che dovrebbe essere la stella cometa dei nostri politici. L’attuale legislatura
Avanzano le destre Caro Adelino, come avrai letto anche tu, in Europa avanzano le destre: vedi i Paesi dell’Est, l’Austria, la stessa Germania. Le sinistre stanno perdendo terreno ovunque, compresa l’Italia. Anche perché si sono dimostrate incapaci di gestire i problemi veri dei cittadini. L’immigrazione che è ormai insostenibile, è una delle ragioni di questi risultati elettorali. Il mondo e l’Italia sta cambiando radicalmente, io, che ho più o meno la tua età, non vedrò i risultati delle scelte che il nostro Paese sta facendo, ma sono preoccupato per i nostri figli e nipoti che dovranno prepararsi a difficoltà enormi che a noi per fortuna sono state risparmiate.
Sembra anche a me che ormai la sinistra non si occupi più, o lo faccia solo marginalmente, dei problemi reali di quel mondo che per decenni ha rappresentato con orgoglio. Basta guardare le battaglie che sta conducendo con caparbietà in questi ultimi tempi. Oggi è lo “ius soli”, “i Gender”, ieri sono state le unioni civili o il fine vita. La stessa immigrazione, prima della venuta di Minniti, considerata una ricchezza, porte aperte, baci ed abbracci. Che saranno anche cose importanti dal punto di vista sociale ed etico, ma un vecchio comunista le avrebbe definite, “robe da ricchi...”. Perchè non servono a chi non arriva alla fine del mese, a chi non trova lavoro, a chi vede crescere i propri figli senza prospettive. Per la sinistra c’è stato un mutamento di rotta im-
pensabile fino a qualche anno fa, non più lavoro e lavoratori, non più attenzione agli ultimi, ai poveri, al “proletariato”, ma ormai rappresenta la classe privilegiata dei garantiti, degli pseudo-intellettuali, dei “fighetti” di città che hanno abbandonato le periferie. Basta vedere quel che è successo anche in Trentino, PD ormai è Trento e Rovereto, la loro azione è quella di accentrare tutto in città, aumentandone la ricchezza ed il benessere, a scapito di chi viene defogliato di servizi e di dignità. Le periferie servono solo quale prateria da setacciare in tempo di elezioni e nient’altro. E così le classi più povere si sentono abbandonate, proprio quelle che la sinistra fa sempre più fatica a rappresentare. (a.a.)
SEGNALAZIONI. Diventa giornalista per quindici giorni. Segnala anche tu una notizia, raccontaci una storia, mandaci una vignetta su un fatto a te accaduto
sembra essere la più ballerina nella storia della Repubblica: hanno cambiato gruppo 296 onorevoli (si fa per dire…!) e 228 senatori, con molti cambi multipli, alcuni hanno sfiorato la decina. Il 35,37% dei membri del Parlamento ha cambiato almeno una volta gruppo. Certo, uno può anche cambiare idea, ma se io voto un candidato nelle cui idee mi identifico e di un partito a cui io ho aderito, pretendo che costui non cambi squadra alla prima occasione. Poi, magari, ci chiediamo perché la gente abbia sempre meno fiducia nei nostri politici e nella politica in generale. (a.a.)
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 15 n° 11 novembre 2017 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 2 novembre 2017 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
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NOVEMBRE 2017
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