La famiglia è sempre al centro del nostro lavoro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
FEBBRAIO 2012 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.lavalsabbina.it
ANNO 11- N. 2 FEBBRAIO 2012 - Mensile
EDITORIALE
Scuola professionale o licei? di Adelino Amistadi Il 15 febbraio scadono i termini per l’iscrizione alla Scuola superiore per i ragazzi che, finita la scuola media, intendono proseguire gli studi. Vorrei fare , da uomo di scuola e da padre, alcune considerazioni in proposito, probabilmente ininfluenti sulle scelte, in gran parte già effettuate. Liceo nelle sue varie specialità, o Istituto tecnico? Scuola umanistica o scuola tecnica? Ormai da qualche anno sembra che la preferenza delle nostre famiglie sia rivolta verso una formazione scientifica e culturale rispetto alle scuole di carattere tecnico operativo. Siamo in linea con il resto d’Italia, ma assai lontano dalle scelte effettuate nella maggior parte dei paesi europei, dove più del 50% si rivolge a scuole di formazione professionale per assecondare la richiesta delle imprese e delle aziende che sono alla costante ricerca di bravi tecnici che non sempre sono disponibili sul mercato del lavoro. Continua a pag 11
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Pensando al futuro custodiamo i vostri stessi valori
Stella e Il Sole 24 Ore “rovinano la festa” del 40esimo anniversario dello Statuto
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ole 24 Ore e Gianantonio Stella. Nei giorni in cui l’Autonomia trentina festeggia i 40 anni del secondo statuto di autonomia del 20 gennaio del ‘72 (vedi corsivo a fianco) la “specialità” trentina si trova a fronteggiare gli attacchi di due voci autorevoli: il quotidiano di Confindustria e il noto editorialista del Corriere, entrambi convinti che il Trentino e l’Alto Adige debbano essere ridimensionati. In sintesi: meno soldi alle autonomie speciali. “531mila abitanti con la disponibilità di 4,5 miliardi di euro” e “sei livelli per la struttura politico amministrativa” queste le critiche principali arrivate via giornale nei giorni scorsi. A pagina 4
Un gioellino a Bersone
PERITO OTTICO
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Autonomia, “compleanno” e attacchi
Il museo della guerra nella Valle del Chiese A Bersone nel centro storico, c’è un gioiellino che merita di essere conosciuto. Si tratta del Museo della Grande guerra in Valle del Chiese, un concentrato di piccole e grandi chicche di materiali recuperati negli anni sulle trincee delle Giudicarie. A pag. 20
BAITONI LODRONE STORO BONDONE
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La testimonianza dei giudicariesi naufraghi
Dal 18 al 25 febbraio a tutto Carnevale
“Un incubo finito bene”
Storo e Tione in maschera
C’era anche una famiglia giudicariese sulla Costa Concordia, la nave da crociera protagonista del tragico naufragio davanti all’isola del Giglio nel quale hanno perduto la vita 17 persone. A pag. 7
Storo e Tione, c’è grande attesa per i due carnevali principali delle Giudicarie. Otto giorni tra feste, sfilate, grostoi e divertimento, senza dimenticare il carnevale dei più piccoli con le sfilate delle mascherine. Alle pagine 16-17-18-19
ALL’INTERNO ECONOMIA Liberalizzazioni e semplificazioni per ripartire A pag. 6 ATTUALITÀ Bersone contesta i dati della provincia: «Non siamo un “Comune spendaccione” A pag. 12 SOCIETÀ Africa Rafiki: Solidarietà sulla linea Giudicarie-Kenya A pag. 27
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Rassegna Stampa
FEBBRAIO 2012
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2012
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA GIUDICARIE. L’Associazione geometri delle Giudicarie amplia la propria attività a favore dei cittadini aprendo anche a Storo, presso il Municipio, uno sportello dell’iniziativa “Amico Geometra”. Fin’ora l’unico sportello funzionante era presso la Comunità di Valle a Tione, e l’iniziativa è stata molto apprezzata dai cittadini. Questo è un servizio promosso dal Collegio dei Geometri della Provincia di Trento che offre gratuitamente consulenze di prima informazione riguardanti normative tecniche ed indirizzi operativi. Tra le consulenze più richieste ci sono quelle riguardanti la vita condominiale, controversie fra proprietari, problemi di confine, usucapioni e successioni, ma anche informazioni riguardanti agevolazioni fiscali, problemi di compravendita, divisione dei beni e questioni ereditarie, nonché assistenza nella compilazione di domande volte ad ottenere contributi per l’edilizia residenziale. In totale i tecnici che offrono la loro consulenza gratuita sono 25 professionisti: 8 del Bleggio-Lomaso,3 della Val Rendena, 4 della Busa di Tione e 8 della Val del Chiese. COMANO TERME. E’ entrato in funzione regolarmente l’impianto di depurazione di Ponte dei Servi. Il depuratore biologico centralizzato, realizzato sulla sinistra orografica del fiume Sarca, servirà in questo inizio anno tutta una serie di frazioni di Comano Terme, la dorsale Lundo-Poia- Godenzo, oltre a Ponte Arche, inoltre sono state collegate anche la dorsale di Comighello e Villa Banale, nel comune di Stenico. Per il solo impianto del Ponte dei Servi la spesa complessiva sarà, a fine lavori, di 5.738.000 euro, i lavori sono affidati alla Preti e Scalfi, quale ditta appaltatrice. TIONE. Lorenzo Maturi, operatore ai servizi all’impresa, Dana Zambotti, operatore ai servizi di vendita, e Lamiae Tapiri, tecnico dei servizi all’impresa, sono gli studenti più virtuosi del Centro di Formazione Professionale – Università Popolare di Tione nell’anno scolastico 2010- 2011. Sono stati premiati dal presidente del CfpUpt, Ferruccio Pisoni e da Paolo Bronzini, responsabile dell’Ufficio relazioni esterne della cassa Rurale AdamelloBrenta di Tione. A loro è andato un assegno in denaro offerto dalla Cassa Rurale ed un orologio da polso regalato dal centro scolastico di Tione. Il Cfp-Upt del capoluogo comprensoriale si è guadagnato,
VILLA RENDENA. Al momento di andare in stampa arriva la notizia della morte di Carlo Eligio Valentini, personaggio che ha rappresentato un punto di riferimento politico in Giudicarie, specie negli anni ‘80. Già sindaco di Villa Rendena, è stato primo presidente del Parco naturale Adamello-Brenta dall’88 al 1995 e presidente del Bim del Sarca. Grande appassionato di calcio, è stato l’anima del G.s. Javrè, con tanti anni di presidenza nella squadra nero-verde. Alla famiglia va la vicinanza della redazione e sul prossimo numero del Giornale delle Giudicarie vi sarà un ricordo di questo personaggio. anno dopo anno, l’attenzione delle imprese e delle famiglie delle Giudicarie, che numerose iscrivono i loro figli al centro, che garantisce accanto ad una buona formazione professionale, la certezza di un sicuro sbocco lavorativo. STORO. Prima li hanno abbattuti e squarciati, poi hanno lasciato le carcasse dei due cervi adulti ai margini della statale tra Storo e Tiarno. Accanto ai resti dei due animali c’era anche un cormorano, un volatile che di solito si alimenta di pesce. Si tratta di una azione di misteriosi bracconieri sulle cui tracce sono al lavoro i forestali di stanza a Condino e il locale corpo di polizia. Il rinvenimento è avvenuto nei primi giorni del mese scorso, da parte di due passanti che avevano notato uno strano involucro appena sotto la strada, ad una manciata di chilometri da Storo. DAONE. Per due domeniche al mese i bambini di Daone potranno recarsi al “Puntomio”, la nuova ludoteca inaugurata recentemente nel piccolo paese chiesano. Lo spazio destinato ai più piccoli si trova all’ultimo piano del municipio e viene tenuto aperto ed animato grazie al lavoro della cooperativa “l’Ancora” e con il supporto del comitato direttivo composto dai rappresentanti che hanno sostenuto l’iniziativa, ovvero i genitori, il Comune di Daone, le associazioni del paese, la cooperativa e numerosi giovani volontari. Durante l’apertura saranno infatti presenti, accanto agli animatori professionali, anche i volontari che supporteranno l’attività ludica ed aiuteranno nella sorveglianza dei bambini. VIGO LOMASO. L’annuncio della chiusura dell’Ufficio postale di Vigo Lomaso è stato un autentico colpo di fulmine a ciel sereno, per gli abitanto del piccolo paese del Lomaso. La comunicazione è giunta al Comune di Comano Terme nelle settimane scorse, dopo la decisione presa a Roma di tagliare otto uffici in varie parti del trentino. Se tutto avverrà come annunciato, la Piana del Lomaso perderà un altro servizio dopo che ne-
gli anni scorsi sono stai chiusi, via via, la macelleria, gli alimentari, la trattoria el ‘unico bar esistente. Ormai nel centro pievano sembra rimanga solo lo sportello della Cassa Rurale don Lorenzo Guetti, banca intitolata al fondatore della cooperazione trentina che nacque proprio in zona. COMANO TERME. La Giunta Provinciale ha delegato al Comune di Comano Terme la realizzazione dell’opera pubblica di collegamento ciclo-pedonale tra gli abitati di Vigo Lomaso e Campo Maggiore. Si tratta della pista per pedoni e biciclette, quindi “mista”, che correrà a fianco della SS 421, per circa due chilometri, la cifra stanziata è di circa 400.000 euro. Dopo il via libera e il finanziamento, il Comune dovrà pensare al progetto esecutivo ed all’appalto dei lavori. E’ intenzione del Comune attuare l’opera nei più breve tempo possibile, possibilmente entro la stagione estiva. COMUNITA’ DI VALLE. L’incontro dei giorni scorsi fra i responsabili della sanità giudicariese e di quella provinciale ha portato notizie rassicuranti. C’erano tutti, l’ass. Prov. Ugo Rossi, il direttore dell’Azienda, Luciano Flor, i responsabili del Distretto e la presidente della Comunità,Patrizia Ballardini. L’ass. Rossi è stato chiaro e ha dato ampie rassicurazioni: non ci sarà nessun commissario liquidatore per l’ospedale di Tione, entro febbraio saranno nominati, da concorso, i tre primari vacanti, ginecologia e ostetricia, chirurgia ed anestesia, e entro marzo il nuovo direttore sanitario. Per tamponare l’emergenza, anche perchè nessuno s’aspettava il pensionamento dei tre primari in questione, è stato affidato temporaneamente l’incarico a medici di altri ospedali in modo da garantire la continuità delle prestazioni, ma in un paio di mesi tutto rientrerà nella normalità. In quanto al Punto Nascite, a febbraio in ostetricia prenderà servizio un ulteriore ginecologo in aggiunta ai tre già presenti, questo permetterà di rispondere in modo adeguato ad ogni esigenza del settore.
PROVINCIA. Lega Nord, referendum: sono state consegnate in questi giorni alla segreteria generale della Presidenza del Consiglio provinciale le 9.192 firme a sostegno del referendum per abolire le Comunità di valle. I promotori si sono detti sicuri che si andrà al voto domenica 22 aprile. Ora gli uffici della PAT avranno dieci giorni a disposizione per valutare la correttezza delle sottoscrizioni, poi la Commissione dei Garanti esaminerà la regolarità della raccolta firme ed infine il presidente Dellai, entro 45 giorni, dovrà indicare la data dell’appuntamento referendario, da scegliere nel periodo dal 1 marzo al 30 aprile, pena il rinvio al 2013, anno delle elezioni. Nella Lega c’è anche chi teme un ‘golpe’ per impedire lo svolgimento del referendum: “se ci permetteranno di votare – ha detto l’on. Fuganti – questo referendum passerà sicuramente senza problemi,ma non ci stupiremmo se qualcuno cercasse in qualche modo di bloccarci”. TRENTO. Cooperazione: vanno avanti le consultazioni per la successione al presidente Schelfi, in scadenza del mandato. Già si sono pronunciati i poteri forti dei consorzi che hanno confermato la loro fiducia al presidente dando il nulla-osta da parte loro per un quarto mandato, in deroga al tetto dei tre che proprio Schelfi aveva voluto e dopo che lo stesso aveva ribadito la necessità di un ricambio anche generazionale. Ma le consultazione dei saggi, guidate dal giovanissimo P.L. Angeli (?), vanno avanti come se niente fosse. Per ora sembrano rimanere in gara anche altri candidati, in particolare Arrigo Dalfovo, presidente delle Acli, Geremia Gios, sindaco di Vallarsa e Herman Bona presidente della Cassa Rurale di Mori. TRENTO. PDL e il congresso: una candidatura “per unire e non per dividere”, così presenta la propria candidatura a guidare il Partito della Libertà del Trentino, Nicola Degaudenz, avvocato di 37 anni, consigliere comunale di Pergine. Degaudenz, appoggiato dai moderati del partito, Morandini, Viola e Borga, è in alternativa a Giorgio Leonardi, consigliere provinciale, sostenuto da Cristiano de Eccher. “Nel momento in cui le monarchie sono al tramonto, c’è lo spazio per un mutamento generazionale ed innovativo sul piano del metodo. Non dico che la democrazia sia in pericolo in Trentino, ma qualcosa che non funziona c’è...” così ha motivato la sua discesa in campo Degaudenz che auspica un partito territoriale per un Trentino, seppur auto-
nomo, appartenente all’Italia ed all’Europa. TRENTO. UpT a congresso: quando la spaccatura del partito stava diventando una voragine, il candidato”naturale” Vittorio Fravezzi ha dovuto fare un passo indietro lasciando spazio alla candidata super-partes Flavia Fontana, consigliere comunale di Trento e già presidente del partito in un recente passato. A sorpresa si è candidata all’ultimo momento anche la battitrice libera Eleonora Angeli, 34 anni, dipendente dell’Azienda Sanitaria e anch’essa consigliere comunale di Trento. “ Con Flavia sarà un confronto fra due generazioni, io sono per un partito più snello, senza ingessamenti, più aperto al confronto con la comunità anche attraverso le nuove tecnologie”. Così si è espressa l’Angeli nel presentare la propria candidatura. Sarà una bella lotta fra donne, e comunque vada, sarà una donna il futuro dell’UpT, ma sono in molti a chiedersi come saranno gestiti i “veri” poteri forti all’interno, nella stagione in cui Dellai non sarà più Presidente. TRENTO. Agricoltura: i contadini e gli agricoltori trentini hanno espresso nel corso delle loro assemblee notevoli preoccupazioni per la situazione in essere ed in prospettiva dell’agricoltura trentina. Gabriele Calliari, presidente della Coldiretti ha detto che l’anno appena trascorso è stato un buona anno sia nel settore ortofrutticolo, sia in quello caseario, ma purtroppo ha precisi segnali che il 2012 non sarà altrettanto favorevole. Sulla stessa linea Diego Pezzi, presidente Confagricoltura che auspica un maggior coinvolgimento di San Michele nella ricerca applicata per la frutticoltura nonesa. Flavio Pezzi, presidente Cia invece se la prende con la cooperazione che nel 2011 ha dimostrato di non saper gestire al meglio alcune situazioni preoccupanti. PROVINCIA. Elezioni americane: Rik Santorum, ex senatore ultraconservatore della Pennsylvania, candidato alla Casa Bianca, è di origine trentina e precisamente di Riva del Garda. La strada verso le elezioni presidenziali di novembre è ancora lunga e tutta in salita, ma questo sembra non spaventare il “trentino-americano” In un suo recente comizio ha ricordato il nonno, Pietro Santorum, dipendente delle poste di Riva che nel 1923 decise di emigrare in America. La sua storia incarna il successo dei nostri emigranti che all’inizio del secolo cercarono fortuna altrove. E’ singolare il legame che di solito rimane con la terra d’origine, anche il candida-
to Santorum lo ha dimostrato in più occasioni. TRENTO: autonomia: Dellai sembra davvero arrabbiato per le continue critiche al suo operato e per gli insistenti attacchi all’autonomia della nostra terra da parte dei mass media nazionali e degli organi di informazione in ogni parte d’Italia, per cui ha pensato di passare all’attacco e ha indetto “gli stati generali” dell’Autonomia trentina. Non si è ancora capito bene cosa in effetti siano, ma dalle prime indiscrezioni sembra che il Presidente voglia proporre una sorta di analisi collettiva per rimarcare da dove siamo partiti, e dove vogliamo arrivare. “Dobbiamo dare l’idea che l’Autonomia non è una congettura istituzionale, ma un grande collettivo che abbiamo ereditato e che vogliamo passare alle future generazioni” ha detto Dellai nell’annunciare la nuova iniziativa. L’ultima versione, però, si è tramutata in una grande festa di piazza, “una settimana di popolo in piazza, sotto le bandiere di San Venceslao, a declinare l’autonomia con i linguaggi diversi degli artisti, degli studenti, dei ricercatori e degli operai, sono convinto che sarà una grande cosa e la faremo a fine marzo.” Dellai dixit. TRENTO. I sindacati e la festa dell’Autonomia. Ermanno Monari, segretario dell’UIL è piuttosto perplesso sull’ultima uscita di Dellai: “Non c’è bisogno di una nuova ASAR, sarebbe difficile da far capire agli stessi trentini, il tutto ha un senso se fosse anche un modo di fare autocritica, per rispondere alle critiche di come abbiamo speso i soldi, sugli sprechi, sulle Comunità, sull’economia. Non parlerei di Stati Generali perchè l’espressione ha un sapore un po’ sovietico”. Lorenzo Pomini, segretario della CISL provinciale, ha rincarato: “Una chiamata in piazza, oggi, mi sembra sproporzionata e non corretta. Le critiche che ci sono state rivolte non mettono in discussione l’Autonomia, ma attaccano un certo tipo di gestione delle risorse, dai costi della politica agli investimenti immobiliari, è dunque evidente che venga chiamato in causa Dellai. Dobbiamo uscire dalla logica per cui chi critica è un nemico, non è il momento di prove muscolari, molto meglio la proposta di Dorigatti.” Infine Paolo Burli, segretario della CGIL : “Non è questo il momento delle contrapposizioni, non ci si deve chiudere a riccio, le difese d’ufficio non servono, l’autonomia deve essere ragionata non in chiave celebrativa, ma con lo sguardo rivolto al futuro”.
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Attacco all’autonomia, 40 anni di autonomia dalla demagogia alla proposta Gennaio ‘72 – 2012, il cammino del secondo statuto di Mauro Lando
Dieci novembre 1971, 20 gennaio 1972, 31 agosto 1972: sono tre date da cui ci separa un quarantennio e che fissano il giorno di partenza dell’attuale Autonomia retta dal secondo Statuto regionale. Quelle tre date sono tutte “giuste”, ma quella che, a parere di chi scrive, segna davvero la partenza della seconda Autonomia è quella del 20 gennaio 1972. Perché è da festeggiare la data del 20 gennaio 1972 e non le altre due? Perché proprio in quel giorno entrò concretamente in vigore il secondo Statuto e si avviò la sua di Roberto Bertolini attuazione. Il 10 novembre 1971 è invece il giorno, certamente ole 24 Ore e Gianantonio Stella. Nei giorni in cui re, entrambi convinti che il Trentino e l’Alto Adige debdi rilievo, in cui il Parlamento approvò in via definitiva la legge l’Autonomia trentina festeggia i 40 anni del se- bano essere ridimensionati. In sintesi: meno soldi alle di riforma costituzionale del primo Statuto di autonomia, quello condo statuto di autonomia del 20 gennaio del ‘72 autonomie speciali. “531mila abitanti con la disponibidel 1948. La legge però fu pubblicata sulla Gazzetta ufficiale due (vedi corsivo a fianco) la “specialità” trentina si trova a lità di 4,5 miliardi di euro” e “sei livelli per la struttura mesi più tardi, ossia il 5 gennaio 1972 e pertanto entrò veramente fronteggiare gli attacchi di due voci autorevoli: il quoti- politico amministrativa” queste le critiche principali in vigore dopo 15 giorni, cioè il 20 gennaio 1972. Prima di quel diano di Confindustria e il noto editorialista del Corrie- arrivate via giornale nei giorni scorsi. giorno il nuovo Statuto era rimasto sulla carta per quasi tre mesi. L’altra data, quella del 31 agosto 1972 indica la pubblicazione In realtà queste critiche non to anche sui giornali il cui del decreto del Presidente della Repubblica con cui si pubblicò il tengono conto – o con ma- contenuto, però, continua “testo unico” del secondo Statuto. Si procedette cioè ad un collizia eludono – un fattore a risultare un po’ nebuloso. lage tra quello del 1948 e quello approvato nel novembre 1971 determinante, ossia che con In realtà in quegli articoli togliendo le parti revocate e aggiungendo quelle nuove. In più, nel questi 4,5 miliardi annui (ripresi nella “Finanziaria” “testo unico” dell’agosto 1972 si tenne conto anche di una legge il Trentino deve far fronte l. 23 dicembre 2009, N°191 costituzionale, approvata il 23 febbraio 1972, che riguardava tutalla responsabilità su com- in particolare agli art. 74 te le cinque Regioni a statuto speciale: vi si stabiliva che la durata petenze vaste e costose, in ss.) stanno scritte alcune delle legislature non sarebbe più stata di quattro anni, come fino primis sanità e scuola, che cose davvero importanti per a quel momento, bensì di cinque come avviene tutt’ora. Al di là nelle altre realtà regionali le “casse” trentine; la più dell’intreccio legislativo e burocratico, 40 anni fa, il giorno 20 sono (in alcuni casi attra- significativa è che viene rigennaio, partiva concretamente l’attuazione del secondo Statuto, verso un meccanismo di definito il sistema di finanquello che ha cambiato radicalmente l’assetto istituzionale del concorrenza) a carico delle ziamento locale, con la soterritorio ed è stato il mezzo per lo sviluppo economico e sociale casse dello Stato. stanziale abrogazione della della comunità. Non va dimenticato che fino alla metà degli anni La situazione finanziaria cosiddetta “quota variabiSettanta il Trentino era inserito nelle “aree depresse del centro del Trentino e dell’Alto le” (una complicata quota nord” d’Italia. Adesso è il luogo dove si sta meglio. Adige è molto peculiare e perequativa che lo Stato Ed ora il quesito: come si avviò l’attuazione del secondo Statumerita di essere conosciuta versava alle autonomie per to? L’ingresso nella nuova forma di Autonomia per alcuni mesi Gianantonio Stella a fondo, onde evitare stru- la gestione delle compeprocedette con il freno tirato, tanto che il bilancio di previsione mentalizzazioni. Sempli- tenze) che viene sostituita della Provincia venne approvato solo nel mese di giugno, in conficando al massimo si può dalla più lineare previsione delle due finanziarie esti- responsabilizzate e potrebtemporanea con i rimpasti delle Giunte regionale e provinciali dire che negli ultimi due dei “nove decimi”, ossia del ve del 2011 e della “Stan- bero gestire direttamente di Trento e di Bolzano. Protagonisti in Trentino di questa fase anni la finanza provinciale 90% delle risorse prodotte gata” Monti dello scorso i soldi prodotti sul terrifurono il presidente della Regione Giorgio Grigolli ed il presidenè molto cambiata, a partire in provincia che “restano” dicembre, il “contributo” torio, destinando un 10% te della Provincia Bruno Kessler. In Alto Adige in primo piano dalla Legge 5 maggio 2009 sul territorio. Parte inte- dell’Autonomia al risana- allo Stato, che dovrebbe fu il presidente della Provincia Silvius Magnago. Passate “sulla N° 42, “Delega al Governo grante dell’”accordo”, poi, mento dello Stato. In totale, divenire giocoforza più carta” le competenze statutarie dalla Regione alla Provincia, il in materia di Federalismo erano gli “interventi a fa- tra tagli e nuove competen- “leggero”. Questo dovreb20 giugno 1972 prese vita una nuova Giunta provinciale Kessler, fiscale” che ha portato, nella vore dei comuni confinanti ze assunte, siamo sui 500 be essere il mutamento di rigidamente monocolore con la Dc al 58 per cento. In quel giorno sua attuazione, al cosiddet- con le province di Trento e milioni annui a provincia. prospettiva. E’ chiaro, però, gli assessori regionali Enrico Pancheri (industria e commercio) e to “Accordo di Milano” del Bolzano” e le “deleghe di Una cifra non indifferente, che alcune regioni, specie Aldo Ongari (agricoltura e foreste) si dimisero e contemporanea30 novembre 2009, firmato ulteriori funzioni” alle due dunque è ingiusto dire che del Sud, non ce la possono mente il Consiglio provinciale li nominò assessori della Provincia dall’allora ministro Tre- Province, tra cui quella del- il Trentino non abbia fatto fare. Per questo ci sarebbe portando in dote le competenze ex regionali. Da quel momento monti, da Lorenzo Dellai e la gestione dell’Università la sua parte nel “salvare” un fondo perequativo, che quindi la Giunta provinciale era “entrata” di fatto nella nuova Luis Durnwalder. Un testo e della cassa integrazione. la barca italiana nei marosi però dovrebbe durare al Autonomia e gli effetti non tardarono. Nel mese di agosto, su che spesso viene richiama- Questo, assieme ai tagli della crisi. massimo 10 anni. In quel proposta della Giunta Kessler, il Consiglio provinciale approvò Piuttosto, vale la pena di periodo tutti dovrebbero un primo blocco di una decina di leggi in applicazione del nuotornare sul concetto di “fe- imparare ad “autogestirsi”. vo statuto. Riguardavano artigianato, commercio, finanziamenderalismo fiscale”, richia- Questa sarebbe la risposta ti agli impianti funiviari, sviluppo del turismo, parchi naturali, mando la regola del 9/10. dell’autonomia che non case di riposo, opere pubbliche. Il segno evidente che tanto era Si tratta di una prospettiva deve chiudersi, ma aprirsi cambiato e stava ancora per cambiare quanto ad autogoverno molto significativa e – in- (come dice il presidente arrivò il 20 gennaio dell’anno dopo. Le prime norme di attuavece di demonizzarla – sa- Dellai); in questo modo si zione emesse con decreto del presidente della Repubblica portarebbe opportuno chiedersi: valuterebbe, infine, quano infatti la data del 20 gennaio 1973. Furono norme di grande non sarebbe meglio esten- li realtà lavorano bene, e peso anche simbolico. Riguardano la cessione alla Provincia derla a tutte le realtà regio- spendono correttamente sia dei beni storici e monumentali statali (da allora, ad esempio, nali e provinciali? i soldi che arrivano dalla il Buonconsiglio è passato all’amministrazione provinciale), sia Tutte le regioni si trove- tassazione e chi li butta. del demanio e patrimonio della Regione e dello Stato. Della merebbe così maggiormente Senza demagogia. desima data è la norma di attuazione sull’ordinamento scolastico della Provincia di Bolzano: questo assai deli argomento cato. Da questa coincidenza di date (20 gennaio 1972 e 20 gennaio 1973) ci si avvicina ora, 40 anni dopo, al 20 gen naio 2012 in un momento di Autonomia largamente com piuta con il secondo Statuto forse “esaurito”. La prospet tiva? Il terzo Statuto di Auto nomia, ma nessuno ancora sa né come né quando arrivarci. Accontentiamoci quindi di valorizzare il secondo e di mi gliorare quanto è stato fatto.
Stella e Sole 24 Ore attaccano le risorse trentine, “dimenticando” le competenze. La provocazione: “Nove decimi a tutti”
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Dal “Trentino” del 21 gennaio 2012
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Autonomia, la nostra “casa”
L’autonomia si difende facendo un investimento sul futuro, attualizzando e promuovendo quel patto di comunità che ha segnato l’inizio della nostra specialità Dobbiamo uscire dalla dinamica di difesa di ciò che abbiamo per riscoprire le ragioni più profonde della nostra autonomia, quelle che la hanno generato ed alimentato. Tornare a quel patto di cittadinanza che ha fatto di questo territorio una comunità viva e solidale, capace di resistere a sirene localiste che pure hanno irretito molte regioni alpine. Dobbiamo rinnovare il nostro specifico patto di cittadinanza basato sulla mutualità, sul riconoscimento reciproco nelle differenze, sulla chiamata di tutti alla coesione, alla tolleranza, alla responsabilità. Le motivazioni storiche e
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di Mattia Civico*
a rappresentazione che viene fatta della nostra Autonomia è spesso quella di un territorio privilegiato, un po’ sprecone ed arrogante. Come stessimo seduti sui nostri danari a guardar le fatiche altrui con disinteresse e superiorità. Non è questa la nostra specialità ed è inaccettabile che venga caricaturata e distorta a tal punto l’identità nostra e del territorio che abitiamo. Di fronte ai ciclici attacchi nei confronti della nostra autonomia, ora dalla stampa nazionale, ora da qualche gruppo politico locale o nazionale, ci sarebbe bisogno di una risposta di comunità. Perché l’autonomia del nostro territorio non è un patrimonio della maggioranza o del solo presidente della giunta, ma è molto semplicemente la nostra casa.
politiche della nostra autonomia sono ampiamente note, ma non bastano a raccontare quello che siamo e a ribadire la nostra specialità. Ci dicono da dove veniamo, ma non chiariscono fino in fondo le ragioni per cui camminiamo e la direzione del nostro cammino futuro. Non basta quindi ribadire la legittimità della nostra autonomia, e non è neppure sufficiente ricordare che le scelte che facciamo si fondano sulla nostra responsabilità, a fronte di deleghe e competenze che possiamo e dobbiamo esercitare. Insomma: non possiamo difendere l’autonomia guardando al passato.
L’autonomia si difende facendo un investimento sul futuro, attualizzando e promuovendo quel patto di comunità che ha segnato l’inizio della nostra specialità. E questo lo dobbiamo fare almeno in tre ambiti. Il primo ambito è quello locale: è importante (ri)consegnare ai Trentini la loro Autonomia, perché possa essere davvero patrimonio di tutti e perché tutti siano chiamati ad esercitare la propria responsabilità. Superare quindi la centralità della Provincia quale luogo esclusivo di regia e di governo, sprigionando le forze presenti nella società civile. Realizzare le
Comunità di Valle vuol dire proprio questo: diffondere l’idea e la pratica dell’autonomia, consegnando competenze e responsabilità dal livello provinciale a quello delle Comunità. Ma dobbiamo farlo veramente, con convinzione e rapidità, in costante ed aperto dialogo. Anche rivedendo dove necessario alcune impostazioni, snellendo organismi di rappresentanza e cogliendo il momento che stiamo vivendo come una opportunità per riflettere sulla necessaria sobrietà. Il secondo ambito è quello regionale. Perché la Regione non è morta e non possiamo rassegnarci alla sua inesora-
Mattia Civico
bile agonia. Dobbiamo riflettere sul nostro rapporto con Bolzano e con Innsbruck, ripensare alla Regione e al nostro ruolo in quanto territorio alpino transfrontaliero. Siamo “speciali” nella misura in cui siamo europei, capaci di dialettica nuova ed aperta con i Länder vicini a noi. Condividere competenze, progetti, visioni di futuro. Prepararci ad un rapporto innovativo con l’Europa, in quanto regione europea. E chiudendo una volta per tutte i conti in sospeso con la storia passata, possibilmente prima che il tempo li chiuda da sé. Il terzo ambito è quello del rapporto con la Mitteleuropa ma
anche con il Mediterraneo: la nostra autonomia deve poter avere un senso non solo per noi. Deve essere patrimonio di tutti, spazio di incontro, scambio, formazione, sviluppo. Tenere viva la curiosità per ciò che è fuori dai nostri sottili confini, senza paura di ciò che non conosciamo, ma con la certezza che possiamo essere “speciali” nella dimensione in cui sapremo essere “comunità aperta”. Questa l’Autonomia che vorrei: meno preoccupati nel difenderla,più impegnati nel condividerla. *consigliere provinciale del Partito Democratico
Il parere della Cup nella relazione sull’ex “area Ille”
Nuovo supermercato “elemento di squilibrio” Diciassette pagine per un parere sono un bel malloppo, d’altronde la Commissione Urbanistica Provinciale (Cup) si è espressa sulla variante al Piano regolatore generale di Spiazzo con una risposta che vuole salvare capra – ossia la riqualificazione dell’area Ex-Ille in stato di abbandono da un ventennio - e cavoli – ossia l’attuale sistema economico dell’intera valle fortemente sostenuto dalle cooperative. E’ una promozione con gli esami di riparazione a settembre quella sottoscritta dalla Cup: tecnicamente ha dato parere positivo alla variante richiesta dall’amministrazione di Spiazzo – infatti la proposta rispetta le indicazioni della delibera 177 del 4 febbraio 2011 che autorizza, in deroga, nuove superfici commerciali attraverso la demolizione e ricostruzione di volumi esistenti , previa compensazione al Comune sotto forma di interventi pubblici - ma con una serie di riserve, richieste, modifiche e specifiche che nella sostanza obbligano a cambiare l’accordo pubblico-privato siglato con Poli che permetterebbe al colosso commerciale di
Ma Poli: «Faremo una superficie commerciale di 1050 m2, in linea con i supermercati presenti in zona»
«L’insediamento di una nuova grande struttura di vendita del settore alimentare/misto su una superficie così importante può costituire per l’intera valle un elemento di squilibrio e sbilanciamento soprattutto nei confronti degli esercizi commerciali di modeste dimensioni che presidiano i piccoli comuni e le località e frazioni svantaggiate; a tal fine sarà
necessario approfondire stimolando, ove possibile un ridimensionamento dell’iniziativa per non generare conseguenze negative sul tessuto sociale delle comunità interessate». Questo il passaggio chiave nella relazione presentata dalla Commissione Urbanistica Provinciale sulla proposta di variazione al Prg richiesta dal comune di Spiazzo.
aprire un grande punto vendita in Val Rendena. Anzitutto, il documento chiede chiaramente il ridimensionamento dell’intervento concordato fra Ongari e Poli: 1500 metri quadri di spazi commerciali e 4300 mq di spazi per accessi, parcheggi e manovre sono troppi e non giustificabili, dicono alla Cup, e serve “un deciso ridimensionamento”. Di quanto? La proposta, paventata dai sindaci questo autunno e sponsorizzata dalle coop, è che si passi da 1500 mq commerciali a 1200 e in questi il supermercato Poli resti nell’ordine degli 800 mq. Mauro Poli, direttore affari generali del gruppo, rispondendo alla stampa locale fa sapere che una tale ipotesi “sarebbe una mediazione improponibile, impari rispetto a Tione, dove la Famiglia cooperativa amplia il supermercato a 1050 mq, o all’ampliamento
fica che la compensazione proposta da Poli è legittimamente a vantaggio dell’ente pubblico poiché il privato è chiamato a realizzare opere per 1.600.000 euro a fronte di una differenza
concesso all’Ingrosso della Famiglia cooperativa di Pinzolo”. La Cup boccia l’ipotesi di mantenere l’edificio a ridosso del centro storico di Spiazzo e del Sarca, e da rivalutare la questione parcheggi: nessuna riduzione di posti macchina come ipotizzato dalla proposta Ongari-Poli, ma si chiede al comune di “utilizzare gli stessi per altre funzioni complementari”. Qualche appunto anche sulla viabilità: la Cup chiede a Spiazzo di effettuare i rilievi idrici per garantire la sicurezza della passerella sul fiume, studiare in modo adeguato il raccordo con la viabilità esistente e il nuovo accesso all’area, nonché approfondire le problematiche di smaltimento dei rifiuti e di inquinamento acustico. Nonostante le numerose ammende un punto a favore di Ongari e Poli c’è: la commissione certi-
fra il valore delle aree private oggetto di cambio di destinazione (2.093.500€) e quello delle aree cedute da Poli al Comune (1.116.429,70€) di 977.070 euro. Capra e cavoli si
diceva: non si impedisce l’insediamento di Poli sul territorio, e ben venga il recupero di un’area centrale di Spiazzo, ma si salvaguardia anche la Cooperazione che temeva di dover chiudere punti vendita in Rendena. L’accordo torna ora al comune di Spiazzo che dovrà apportare le modifiche richieste riaprendo la negoziazione con Poli e approvare la proposta in consiglio. Denise Rocca
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Primo Piano
FEBBRAIO 2012
Liberalizzazioni e semplificazioni per ripartire I
di Roberto Bertolini
l mese scorso fu “la Stangata” del governo Monti a tenere banco. Ora arrivano le liberalizzazioni e le semplificazioni, argomenti molto più interessanti per imprese e cittadini, certamente meno “lacrime e sangue”. E’ ben vero che soprattutto le liberalizzazioni hanno scontentato un po’ tutte le categorie interessate: sintomo probabilmente che qualche “privilegio” è stato toccato. Questo non mette certo in secondo piano proteste anche giuste, di persone come alcuni tassisti, hanno investito decine di migliaia di euro in una licenza che ora vale la metà, o camionisti, penalizzatissimi dal caro-gasolio. O la considerazione – giustamente da fare – che si può e si deve fare di più guardando ai grandi “interessi” come banche, assicurazioni, settore energia. Detto questo i cittadini possono salutare con soddisfazione l’arrivo delle liberalizzazioni e delle semplificazioni. Cerchiamo in primis di fare un riassunto schematico del Dl. 1 del 24 gennaio 2012. Questo primo intervento è focalizzato su ordini professionali e imprese. Nei 98 articoli troviamo misure per la semplificazione delle attività economiche, saldo delle fatture arretrate per le Pmi che vantano crediti con le Pubbliche Amministrazioni, nuove tutele per le microimprese, diversi interventi per quanto riguarda professioni taxisti, farmacie, avvocati, notai, banche e assicurazioni (conti correnti, Rc auto) e Srl semplificate a un euro di capitale per i giovani che vogliono diventare imprenditori. Restrizioni all’attività imprenditoriale La pubblica amministrazione si impegna a eliminare tutte le autorizzazioni preventive, i cosiddetti “lacci e lacciuoli” che gravano sulla libertà di impresa, tolte quelle che tutelano un “pubblico interesse”. Entro il 31 dicembre 2012 il governo deve emettere i regolamenti per stabilire quali sono le restrizioni che vengono abrogate e quali le procedure che continueranno a richiedere l’assenso delle amministrazioni. Dal 2013 l’adeguamento a questi regolamenti costituirà inoltre elemento di valutazione della “virtuosità” amministrativa di Regioni, Province e Comuni. Tribunale delle imprese Vengono ampliate le funzioContinua dalla Prima Qualcosa del genere, se non peggio, succede anche in Italia. Secondo i dati Confindustria, l’anno scorso, le imprese italiane cercavano 235.000 diplomati tecnici o professionali, trovandone solo la metà (125.000), questo è il segno che non sempre sono oculate le scelte dei ragazzi, e delle loro famiglie che, molto spesso, ne condizionano le decisioni. Quando si sceglie la scuola per continuare gli studi è opportuno partire dal presupposto che, appena ottenuto il diploma o la laurea, si possa facilmente trovare lavoro compatibile con gli studi effettuati. Nessuno, credo, studi dieci anni, tanto per passare il tempo. E allora cominciamo col dire che non esiste una scuola migliore in assoluto e più garantista di sbocchi lavorativi, esiste però la scuola più adatta all’indole ed alle esigenze di ognuno e, soprattutto, più rispondente alle esigenze del mercato del lavoro. E’ quindi fondamentale conoscere le proprie esigenze, ma anche le proprie attitudini e le proprie speranze. Ci sono materie in cui si
ni delle sezioni già esistenti, istituite in 12 tribunali (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia), che erano competenti solo in tema di proprietà industriale e intellettuale mentre ora diventano sezioni specializzate in materia di impresa (concorrenza sleale, diritto d’autore, class action, controversie fra soci). Una “corsia preferenziale” per le imprese. Le società dei giovani Una novità per i giovani al di sotto dei 35 anni che vogliono intraprendere un’attività imprenditoriale è prevista dall’art. 3: ecco la forma semplificata che richiede un semplice atto costitutivo, e un capitale sociale di un solo euro (senza
bisogno del notaio). Pagamenti dalla PA alle imprese Il Dl. prevede un totale di 5,7 miliardi di euro a favore delle imprese che vantano ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Circa 2 miliardi, potranno essere restituiti alle imprese (a quelle che opteranno esplicitamente per questa forma di risarcimento) sotto forma di titoli di stato. Un modo per mettere in circolo denaro e alleviare la situazione di scarsa liquidità di tante imprese. Pratiche ingannevoli: tutela a microimprese L’articolo 7 prevede la tutela delle microimprese da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive, al pari di quanto previsto per
i consumatori nel Codice a loro dedicato. Infrastrutture: I project bond Per finanziare le grandi opere l’articolo 41 prevede la possibilità di emettere project bond, da destinare a investitori qualificati, per «le società costituite al fine di realizzare e gestire una singola infrastruttura o un nuovo servizio di pubblica utilità». Le obbligazioni possono essere garantite da banche, fondazioni e fondi privati. Capitale di rischio a nuove imprese L’articolo 90 prevede “interventi per favorire l’afflusso di capitale di rischio verso le nuove imprese”. Si tratta di una serie di piccole modifiche a quanto già
EDITORIALE
Scuola professionale o licei? Il 20 febbraio scade la preiscrizione/tempi di scelta per giovani e famiglie riesce meglio e altre in cui si fatica, ci sono cose per cui si è portati ed altre meno, queste sono valutazioni da tener presenti così come il progetto che magari si è già delineato nella testa del ragazzo, cosa gli piacerebbe fare da grande, quale futuro sogna. Ignorare queste riflessioni per puntare al Liceo, ad esempio, come la scuola che qualifichi più di altre la propria vita, si rivela spesso un errore. I Licei (classico, scientifico...) hanno l’obiettivo di dare una formazione a livello generale e culturale, ma non offrono alcuna preparazione tecnica specialistica. La loro finalità è quella di lasciare agli studenti un metodo di studio rigoroso e necessario per affrontare l’Università, chi fa tale scelta deve sapere che
l’aspetta un lungo corso di studi per giungere alla laurea. Gli Istituti tecnici e le Scuole professionali hanno invece l’obiettivo di preparare lo studente ad una specifica professione e di apprendere le tecniche per svolgere al meglio un mestiere. E allora? Come comportarci. Il ragazzo di oggi, finite le medie, sa già quello che vorrebbe fare da grande, è quindi opportuno seguirne, con comprensione, le inclinazioni e i desideri. Talvolta possono nascere conflitti con i genitori, più attenti alle proprie aspettative che a quelle dei figli, è normale, ma la scelta finale deve essere dello studente perchè è sulla sua pelle che si decide. Una scelta sbagliata a quindici anni può condannare ad una vita inadeguata e fru-
strante. Ormai sono migliaia i neolaureati disoccupati o assunti in posizioni precarie. E prima di arrivare alla laurea sono una miriade gli studenti che si perdono nell’iter lungo e faticoso dell’Università, che vanno ad ingrossare un esercito di senza arte né parte, un vero problema per la comunità. La laurea è per molte famiglie un mito, il un riscatto dalla banale normalità del proprio ambiente, quello che non si è potuto avere, lo si è ottenuto per i figli. Purtroppo poi arrivano le delusioni del posto che non si trova, della sfiducia e della rassegnazione a mansioni che si potevano ottenere anche prima, senza tanti sacrifici. Come vedete non è facile decidere, scegliere, perchè ne va della vita dei giovani di oggi
previsto dalla manovra finanziaria di luglio (art 31 del decreto 6 luglio 2011 n.98 convertito con la legge 15 luglio 2011 n.111) per finanziare la crescita delle nuove imprese. Capitolo semplificazione Con il decreto «semplifica Italia», approvato giovedì 26 gennaio, il governo Monti si propone di sfoltire gli oneri burocratici incombenti su cittadini e imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Il web è grande protagonista, con la possibilità di trasferire decine di certificazioni e autorizzazioni dal cartaceo a Internet tagliando code, burocrazia e gli inevitabili ritardi; ad esempio arriva la possibilità di cambi di residenza in tempo reale, che avranno valore già dopo la che saranno uomini domani, bisognosi di lavorare con dignità e sicurezza per potersi formare una famiglia e condurre serenamente la propria esistenza. L’importante è che quello che si decide di fare sia una scelta meditata, consapevole, senza pregiudizi, ma anche senza rivalse sentimentali, con l’attenzione massima agli sbocchi lavorativi per non vanificare tutti i sacrifici dello studente e della sua famiglia per giungere ai risultati agognati. Alla fine, quale che sia la decisione, è fondamentale per ogni studente approfittare degli studi per sviluppare temperamento e personalità, approfittando dell’agilità mentale propria dell’età, per sviluppare capacità di agire, di versatilità e di adattamento sempre più necessarie nel mercato del lavoro che si profila. L’adattamento sarà, per il futuro, la parola magica che potrà risolvere gran parte dei problemi delle future generazioni. Non sarà più, come per il passato, la vita ad adeguarsi all’uomo, ma sarà l’uomo che si dovrà adattare alla vita. Se vorrà sopravvivere. Adelino Amistadi
Dopo la “stangata” il governo Monti propone una serie di misure che dovrebbero “slegare” le forze vive e dare impulso alla crescita. semplice comunicazione via web al Comune, e trascrizioni di tutti gli atti di stato civile solo per via telematica. La Pa dovrà abbattere i tempi di attesa dei cittadini attraverso l’obbligo di scambio di informazioni via web tra un ufficio e l’altro. Importante per le imprese l’arrivo della banca dati nazionale dei contratti pubblici, che le sgraverà dall’obbligo di produrre una folta documentazione in occasione della partecipazione ai bandi di appalto. Il governo stima che il risparmio annuo stimato di questa misura sarà nell’ordine di 1,3 miliardi per le amministrazioni e di 140 milioni per le piccole medie imprese. Per quanto riguarda il commercio, significativo il “taglio” degli adempimenti per la vendita diretta di prodotti agricoli e la somministrazione di cibi e bevande durante gli eventi, le fiere e gli expo di settore. Dal 2013 sarà infine operativo il meccanismo della «burocrazia a crescita zero» che obbliga le amministrazioni a tenere un bilancio degli oneri procedurali (quelli nuovi e quelli cancellati). Il saldo dovrà essere in pareggio . Dal punto di vista normativo questo intervento di semplificazione taglia 330 leggi.
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La testimonianza
“Una brutta avventura, ma ci siamo salvati” Il racconto di una famiglia di Roncone che ha vissuto il naufragio della Costa Concordia
“Ho ancora davanti agli occhi quegli istanti – spiega la signora Lorena – ricordo che ci trovavamo tutti e quattro al 3° ponte, e con i nostri figli stavamo seguendo lo spettacolo di un mago. Ad un certo punto la bambina mi fa “guarda mamma, il pavimento che pende”ma ancora faticavamo a capire perché e a renderci conto di quanto stesse accadendo. In pochi istanti, però, piatti, bicchieri, tavoli; tutto finì per terra ed è allora che la gente ha cominciato a capire che c’era qualcosa che non andava. Da lì sono partiti minuti convulsi, di grande agitazione”. Che cosa avete fatto, allora? In quel momento suonò la sirena di emergenza. Prima di iniziare la crociera avevamo partecipato ad una simulazione di incidente durante la quale ci erano state date delle indicazioni sul come comportarci. Ricordandole, ci siamo recati subito nelle nostra cabina a prendere i giubbotti
di Roberto C’era anche una famiglia giudicariese sulla Costa Concordia, la nave da crociera protagonista del tragico naufragio davanti all’isola del Giglio nel quale hanno perduto la vita 17 persone. Quel 13 gennaio 2012 i coniugi Fiore e Lorena Amistadi di Ron-
Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco
salvagente e poi, su, veloci, al ponte 4, quello indicato per radunarsi in casi del genere. Che cosa avete pensato in quei momenti? Sono stati dei minuti lunghissimi, nei quali nessuno
sembrava avere l’idea di cosa era successo né di cosa si dovesse fare. Ricordo che mio marito voleva scendere ancora in cabina a prendere le nostre giacche e giubbotti, ma io avevo paura che tornando
Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco
Bertolini
cone e i loro due figli non lo scorderanno probabilmente mai. La nave inclinata, i tavoli che “ballavano” sul pianale, la gente che strillava in preda al panico e quei lunghissimi minuti prima di prendere la via della scialuppa, la salvezza verso la terraferma.
sotto avrebbe potuto rimanere bloccato e l’ho pregato di non farlo. Poi? Noi quattro siamo sempre rimasti uniti e questa era la cosa che ci dava maggiore forza. Penso cosa sarebbe accaduto se l’incidente ci avesse sorpreso distanti.. Fatto sta che il motivo di maggiore inquietudine era di non sapere in che posizione fossimo esattamente, “quanto mare” avessimo davanti. Dietro le scialuppe di salvataggio ancorate a mezz’aria, infatti, c’erano dei grossi teloni che ci impedivano di vedere le luci dell’isola e dunque non sapevamo nemmeno orientarci. Questo ci angosciava. Quanto tempo siete stati in quel punto? Un’ora e dieci circa, un tempo
che pareva interminabile, nel quale pensavamo a che cosa fare, senza essere rassicurati da nessuno. Del personale di bordo c’erano solo cuochi e camerieri che ne sapevano quanto noi e come noi angosciati e in preda al panico. In quei momenti ho chiesto ad un tedesco che era lì davanti a noi se sapesse nuotare; abbiamo pensato di affidare a lui i nostri figli se le cose fossero andate male. Poi? Un’ora e dall’altoparlante dicevano che non era nulla ma nell’aria si sentiva che c’era qualcosa di grave, di irreparabile. Ricordo che fu un cuoco a prendere l’iniziativa: era tesissimo, stufo di attendere chissà cosa in quella posizione. Fu lui, di fatto, a “decidere” di salire in scialuppa
e di andarcene. Siamo scesi a terra fra i primi e alle 11.20 eravamo sull’Isola del Giglio a seguire angosciati quanto avveniva sulla nave; ci hanno portato dapprima in una Chiesa, poi abbiamo passato la notte in un pullmann verso Porto Santo Stefano, lasciandoci alle spalle il teatro del disastro. La mattina dopo eravamo a Savona. Ha riguardato nei giorni seguenti in Tv le immagini della sciagura e il “processo mediatico” al comandante Schettino? Devo dire che l’ho seguita molto poco in Tv, perché mi faceva molta impressione vedere la nave in quella posizione, e – nel ricordo della notte – anche l’acqua alta mi mette un certo senso di agitazione. La domanda è quasi d’obbligo. Tornerà in futuro in crociera? Ora come ora dico di no. La paura è stata tanta
History Lab: nasce il canale televisivo dedicato alla storia e alla memoria locale Visibile sul Canale 602 del digitale terrestre è curato dal Museo storico del Trentino e parla di tematiche legate alle valli della provincia e delle Giudicarie Direttore Ferrandi, ci spiega in breve il progetto History Lab? History Lab è un canale televisivo dedicato alla storia e alla memoria, nonché un ambito di riflessione sulla divulgazione di questi temi. Si tratta di un progetto sperimentale a vocazione laboratoriale della durata di tre anni. Chi coinvolge? Obiettivo del progetto è coinvolgere il territorio e, in particolare, associazioni o istituzioni che in Trentino si occupano di storia e memoria. Nello specifico, tra le prime produzioni, ci sono i Lab, pensati come un’esplorazione dietro le quinte del lavoro di tanti volontari e professionisti che ospita anche brevi contenuti autoprodotti dalle associazioni stesse. Come avviene la pro-
di Paola Bodio Da poco è in onda sul canale 602 del digitale terrestre History Lab. un canale televisivo dedicato alla storia e alla memoria del Trentino e delle sue valli. Intervistiamo Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico di Trento. grammazione e quali sono i contenuti? In questa prima fase di attivazione, History Lab sta sperimentando una programmazione composta da una sequenza di frammenti audiovisivi e fotografici. Contenuti realizzati rielaborando materiali presenti negli archivi della Fondazione Museo storico del Trentino. Brevi biografie, super 8, aneddoti estratti dalle interviste ai testimoni, fotografie si alternano alle letture tratte dall’Archivio della Scrittura popolare. L’idea è quella di dar vita ad una narrazione composita che mescola il parlato
con il linguaggio televisivo e lo stile del web. La programmazione varia ogni settimana, attraverso l’inserimento di nuovi materiali. Ma non solo. Il continuum visivo e sonoro è interrotto ogni volta da un diverso documentario a carattere storico oppure da una puntata dei Lab. Come è possibile vedere il canale History Lab in Giudicarie? Per vederlo è necessario avviare una sintonizzazione automatica del televisore: History Lab viene trasmesso sul 602 del digitale terrestre o - in alcuni apparecchi - su un altro canale che riceve il
segnale. La programmazione è iniziata lo scorso lunedì 17 ottobre 2011. Ci fa un esempio di un programma che è andato in onda relativo alla zona giudicariese? Lo scorso dicembre è andato in onda in più programmazioni il documentario “Spinale e manez: le antiche regole ritrovate”, oltre ai filmati d’epoca e alle interviste ai personaggi che hanno vissuto particolari momenti significativi della storia del Trentino. Il documentario, realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino nel 2010 con la regia di Lorenzo Pevarello, attraverso
la testimonianza di alcuni regolieri (Zeffirino Castellani, Miriam Endrizzi, Elisa Fedrizzi, Pio Ferrari, Livio Giovanella, Angelo Cipriano Leonardi, Battista Leonardi, Clemente Lorenzi, Cornelio Lorenzi, Giovanni Paoli, Livio Paoli), ripercorre la storia recente della “Comunità delle Regole di Spinale e Manez”. Una storia fatta di battaglie che questa piccola comunità ha dovuto sostenere nel corso del secolo scorso per far sopravvivere il suo “altro modo di possedere”. Associazioni o istituzioni del nostro territorio che si occupano di storia
e memoria che volessero partecipare con proprio materiale d’archivio come possono fare? History Lab è un progetto della Fondazione Museo storico del Trentino realizzato con l’editore televisivo OP.IM s.r.l., aperto ad idee e proposte che possono essere inviate a hl@museostorico. it. Verranno poi valutate e discusse assieme alla redazione. Informazioni e contenuti: Tutti gli aggiornamenti sono disponibili su sito www. museostorico.it e sulla pagina Facebook dedicata ad History Lab.
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Economia
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Un fatto importante successo alla vigilia di Natale è il prestito della BCE, Banca Centrale Europea, agli istituti di credito europei. Cosa significa e a cosa serve questa misura? La crisi ha subito più fasi l’ultima delle quali ha contagiato il debito sovrano degli stati dell’area euro. Le banche hanno sempre investito in titoli di stato, considerati fino a poco tempo fa molto sicuri, ma ora in questa fase non sono liquidabili nell’immediato senza di fatto portare delle perdite in conto capitale. La BCE ha posto in essere dei finanziamenti, meglio sarebbe dire rifinanziamenti, per le banche prendendo a garanzia i titoli che esse hanno in portafoglio. Queste operazioni di rifinanziamento all’inizio avevano durata settimanale e mensile ma a dicembre il neo eletto governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, ha esteso i finanziamenti fino alla durata di 3 anni al tasso dell’1%. Si è assistito a un fortissimo utilizzo di questo strumento, ed in primavera ci sarà un’altra asta, sempre a 3 anni. Questo è stato un segnale deciso ai mercati: in pratica è come se si fosse detto che se le banche hanno bisogno di soldi, la BCE è disponibile a prestar loro denaro. Bisogna comunque tener presente che la fonte principale di approvvigionamento per la banca è il risparmio delle famiglie. Le banche locali stanno beneficiando di questi prestiti? Come verranno usati? Le casse rurali intermediano il risparmio e mano a mano che lo intercettano lo utilizzano per reinvestirlo sul territorio: in questo momento siamo vicini ad una percentuale di impiego del 100% cioè si raccoglie 100 e si reinveste 100. Altre banche hanno usato una modalità più aggressiva: hanno raccolto 100 e poi hanno prestato magari 110 o anche 150 contando sul fatto che la liquidità fosse una risorsa senza fine, ma ora si sono dovute ricredere. Le casse rurali però, per loro missione e natura, non possono che usarli come hanno sempre fatto: la nostra politica non è cambiata, continuiamo a sostenere l’economia delle Giudicarie, ovviamente facendo come sempre molta attenzione alla qualità del credito erogato e alle garanzie collegate Parliamo delle imprese locali, com’è il quadro della situazione? Non si può dire che il quadro generale sia tutto deteriorato, la situazione ora è a macchia di leopardo: ci sono aziende che continuano ad andare bene e magari vanno anche meglio di altri periodi storici. E’ anche vero che si prospetta un nuovo modello in cui il consumo non sarà l’unico driver. Fin’ora si è
Ruolo delle Casse Rurali sempre più fondamentale
Mariotti, Cr. Adamello-Brenta: “La difficile situazione della finanza pubblica evidenzia la centralità degli istituti di credito cooperativo
Marco Mariotti
di Denise Rocca Marco Mariotti, direttore della Cassa Rurale Adamello Brenta, prosegue il nostro tentativo di spiegare i passaggi di una crisi economica che arriva nelle case ma corre troppo veloce per essere afferrata immediatamente nella sua complessità. Mariotti, fersempre pensato che tutta la produzione sarebbe stata assorbita dal mercato, ora invece si pone molta attenzione alla sostenibilità, cioè le imprese producono pensando a quanto effettivamente venderanno. Le Giudicarie sono un territorio che aveva un basso tasso di fallimenti ed occupazione piena ma oggi qualche azienda ha chiuso, inutile negarlo, però non c’è nessun settore in crisi permanente, come magari è accaduto in altre zone. E il sistema economico locale nel suo insieme come sta affrontando la crisi? Intanto bisogna dire che sul mercato del lavoro non incidono solo i fallimenti, ma anche la cassa integrazione,
con i dipendenti che vengono lasciati a casa o che subiscono una diminuzione del loro salario e di conseguenza del loro potere di acquisto. Le casse rurali dal 2008 hanno attivato alcuni strumenti di aiuto e facilitazioni: rinegoziazione dei mutui, allungamento delle scadenze, sospensione delle rate….Il nostro territorio ha la fortuna di avere un’economia mista e differenziata che si sta difendendo meglio di altre zone anche in un periodo di crisi, anche se come dicevo prima ci sono situazioni innegabili di sofferenza. In che modo la cassa rurale Adamello Brenta si sta spendendo per sostenere l’economia locale? Cosa è cambiato dopo la crisi fi-
rarese classe 1965, vive in Giudicarie dal 1976; dopo parecchi anni di esperienza alla Trento e Bolzano è diventato nel 2005 direttore generale della Cassa Rurale Adamello Brenta che conta oggi 14 filiali e 70 dipendenti. nanziaria di quest’estate e ancora in seguito alla manovra? Stiamo continuando a fare il nostro mestiere ma non nascondo che qualcosa va rimodellato: abbiamo l’obbligo di fare più selezione; non esistono risorse disponibili per tutti. Le nostre politiche di credito rimangono sostanzialmente inalterate, ma le aziende devono sviluppare un rapporto di fiducia bilaterale con la Cassa: mai come in questo periodo siamo in forte relazione con i nostri clienti sulle problematiche reali che attanagliano il nostro territorio per essere in grado di fare un quadro della situazione futura il più realistico possi-
bile. Per esempio si sta dando particolare attenzione ai finanziamenti nei settori delle energie rinnovabili, agricoltura , bioedilizia sia sul nuovo che sulle ristrutturazioni , cioè quelle scelte che seguono la direzione della sostenibilità, verso la quale il mercato economico si sta evolvendo. La manovra finanziaria di assoluta emergenza attuata fino ad ora dal governo Monti che ha imposto nuove tasse, come inciderà, nel concreto, sui risparmiatori? Abbiamo alcune preoccupazioni sugli sviluppi che la manovra porterà in quanto modificherà la propensione al risparmio della nostra gente. Non c’era mai stata
una tassazione separata, al 20 per cento sulle obbligazioni e sui depositi nelle banche e al 12,50 per cento per i titoli di stato. La cosa che preoccupa maggiormente è il fatto che lo stato diventa più attraente per il risparmiatore, quindi i fondi potrebbero venir dirottati altrove rispetto all’essere messi in cassa rurale. Dobbiamo capire se ci saranno dei cambiamenti nell’orizzonte del risparmio ma fino ad oggi segnali evidenti non ce ne sono stati, anche se si può intuire che questo accadrà. Le banche sapranno comunque adattarsi, dovranno farlo. Oggi un socio o un cliente risparmiatore che viene in Cassa Rurale ha la possibilità di trovare tutto quanto necessita per la salvaguardia del suo risparmio, prodotti sicuri e soprattutto la nostra disponibilità ad assisterlo in scelte importanti e consapevoli.
Ecco la nuova tariffa rifiuti Più omogenea, sostituisce le 40 in vigore fino al 31 dicembre 2011
La Comunità di Valle ha cancellato in un colpo solo le 40 tariffe diverse che i 39 comuni giudicariesi applicavano allo smaltimento rifiuti. Complice il raggiungimento dell’incentivo provinciale per le Comunità che avessero attivato il sistema con il primo gennaio 2012 – quantificato in 300.000 euro annui - si è superato a fine gennaio l’insidioso scoglio della conferenza dei sindaci che ha approvato all’unanimità la convenzione e il relativo regolamento per l’introduzione di una tariffa unica sui rifiuti per tutte le Giudicarie. Non si tratta solo di una notevole semplificazione burocratica e l’accentramento di un servizio che ha decisamente più senso se organizzato in maniera sovracomunale, ma la misura dovrebbe portare anche più equità fra i cittadini giudicariesi. D’altronde ben quaranta tariffe diverse per trentanove amministrazioni – non è un errore, le tariffe sono una in più dei comuni perché Ragoli ne aveva due, una per l’abitato e un’altra per i territori di sua competenza dislocati a Madonna di Campiglio – per di più calcolate su dati del 2008 che poco tenevano conto dell’ingente sforzo di alcuni comuni messo in campo in anni più recenti per attivare una raccolta differenziata significativa, non potevano che provocare delle
I NUMERI 3.120.000 euro i costi fissi del trattamento dei rifiuti 1.600.000 euro i costi variabili del trattamento dei rifiuti 120 kg di rifiuto “secco” annuale a testa: l’obiettivo da raggiungere 124.000 euro i costi per la sola cernita della plastica 145 € il costo di smaltimento, al netto del trasporto, di una tonnellata di “umido” -20% sulla quota fissa in bolletta per chi effettua il compostaggio domestico -50% sulla quota fissa in bolletta per le Ca’ da Mont disparità di trattamento assurde. Ne risultava quindi, che a parità di componenti e superficie abitata, un nucleo famigliare pagava un conto molto diverso se risiedeva, per esempio, a Praso rispetto a Tione. I tecnici della comunità di valle ben si guardano dal rivelare chi pagava di più e chi meno – pare vi siano state differenze fino al 25% - quello che si sa dalle simulazioni sulla prossima bolletta rispetto alla precedente è che il 42% degli utenti non vi troverà
grosse variazioni, un 28% avrà una riduzione, un 22% di utenti troverà una bolletta leggermente più salata e un 6% decisamente più cara. Qualche ritocco potrebbe esserci dal 2013 quando le chiavette elettroniche sveleranno dati precisi sui conferimenti di ognuno di noi. Un’unificazione alla quale si è arrivati per gradi, partendo un anno fa da una percentuale di raccolta differenziata in Giudicarie fra le più basse del Trentino – solo il 59%, roba da
maglia nera - e passando per l’intera riorganizzazione del sistema. Lo scorso anno sono arrivate le calotte sui bidoni del “secco”, i controlli più serrati dei vigili, qualcuno ha pensato alle telecamere per pizzicare i furbetti e la discarica di Zuclo ha montato un impianto per creare energia dal biogas prodotto dai rifiuti. Il 2012 porterà la nuova bolletta, alla quale hanno contribuito tutti questi cambiamenti. In comunità promettono che il sistema è più efficiente e sarà anche più equo; la prima e più immediata conseguenza è che la responsabilità sulla salvaguardia del territorio viene demandata direttamente ai cittadini, che riusciranno a risparmiare se questo potere se lo prenderanno a carico. Come? Facendo due cose: differenziando di più, quindi riducendo il “secco” e di conseguenza le aperture della calotta, che gravano sulla parte variabile della bolletta; attivando il compostaggio domestico che verrà premiato con una riduzione del 20% sulla quota fissa della tariffa. L’obiettivo in Comunità è ridurre a una media di 120 chili di residuo a persona quei 148 chili misurati nel 2011, dopo aver cancellato il dato orribile registrato nel 2010: quasi 180 chili di rifiuto secco a testa. Denise Rocca
Sanità
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“OspedalediTioneall’abbandono”
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La critica di Ermanno Sartori, assessore di Condino: “Situazione preoccupante, nel silenzio dei nostri rappresentanti locali Cogo e Bombarda”
L’
Ospedale di Tione va verso un rapido declino, nel disinteresse dei rappresentanti politici giudicariesi a Trento. Ne è convinto Ermanno Sartori, assessore alla salute del comune di Condino e “cittadino preoccupato della china presa dalla situazione della sanità giudicariese”. “Prendiamo ad esempio i parti verificatisi a Tione nel 2011, che sono stati 222, in calo di 14 unità dal 2010, e di 80 se raffrontati ai dati del 2004”– spiega Sartori in un documento che farà girare nelle prossime settimane nei consigli comunali delle Giudicarie. Ma questo, secondo Sartori, è solo un dettaglio che ancora non spiega la situazione generale di disagio del nosocomio tionese. L’assessore di Condino - “ferrato” sulla tematica sanità per essere Allora Sartori, la sua tesi è che la Provincia tenda a depotenziare progressivamente la struttura di Tione? Guardando all’attuale situazione viene da pensare di sì. Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Rossi, mi sembra che su Tione si vada avanti alla giornata, senza una vera prospettiva di medio o di lungo periodo. Ora infatti vanno fatte scelte, dobbiamo capire che cosa fare di questa struttura e uscire dal limbo attuale: vogliamo potenziarla credendoci e investendo sulle professionalità o vogliamo farla diventare solo un grande pronto soccorso per poi riferirci a Trento e Rovereto per tutto il resto? Ma sembra che si preferisca restare “a mezza via”. Pensa che l’attuale fase di costruzione del Not (Nuovo ospedale Trentino) a Trento influisca su questo “disinteresse” verso Tione? Può darsi, perché di certo assorbe energie e risorse e questo è comprensibile. Però, meno comprensibile è che si parli continuamente di “rete” provinciale di ospedali con un “centro” forte e gli ospedali periferici specializzati ciascuno in un particolare settore, una prospettiva anche condivisibile, quando poi nella realtà si fa tutto il contrario. Tione, ad esempio, essendo vicino a Pinzolo e Campiglio, potrebbe specializzarsi in ortopedia,
ma anche da questo punto di vista non vi sono segnali incoraggianti. Ma questa situazione di “presunto ridimensionamento” è propria solo di Tione o è comune anche ad altri ospedali periferici? Si tratta certo di problemi comuni, penso a Cavalese, o a Borgo, con la chiusura del punto nascite, è chiaro che in un clima di minori risorse ci
stato segretario di Remo Andreolli, nella scorsa legislatura assessore provinciale alla Salute – punta il dito sulla mancata sostituzione di 4 “pezzi da 90” dell’ospedale di Tione, ossia i primari Papa, Gallucci, Picone, Battaia, recentemente andati in pensione (senza dimenticare l’addio di Pongetti, primario di ginecologia, a maggio del 2010) che ha lasciato secondo Sartori l’ospedale “sguarnito” di figure dirigenziali. “Ora – dice - c’è un primario a scavalco, che garantisce l’amministrazione della struttura e lo svolgimento delle sue funzioni, e si tratta certo di una professionalità forte, ma tutto ciò ci segnala solamente la mancanza di programmazione a livello provinciale sugli ospedali periferici. Mi sembra più un commissario liquidatore della struttura”. siano problematiche di questo tipo e quanto sia difficile convincere le “professionalità” a lavorare in periferia. Certo però in Giudicarie la situazione è peggiore anche perché i rappresentanti politici della zona sono del tutto disinteressati al problema. Pensi che di questa situazione che ho segnalato si è occupato con un’interrogazione Giorgio Leonar-
di, consigliere provinciale del Pdl che è di Rovereto, mentre Margherita Cogo e Roberto Bombarda, che rappresentano le Giudicarie in Consiglio provinciale, non se ne sono neanche interessati. Anche a livello di Comunità di Valle non si fa più di tanto. L’assessore Olivieri dice che va tutto bene, ma di fatto la Comunità non conta niente nel settore sa-
Ermanno Sartori
nità perché è Trento che decide. Il “Consiglio per la salute” costituito dalla presidente e dai sindaci, poi, serve a poco; infatti, avendo inserito i sindaci e non gli assessori alla sanità, accade che questo organismo venga affrontato spesso in maniera sbrigativa come “appendice” della Conferenza dei sindaci, sminuendone di fatto la portata.
Dunque qual’è l’appello che proporrà ai suoi colleghi assessori comunali alla salute? Usciamo da questa situazione di “provvisorietà permanente” dell’ospedale di Tione, facciamoci sentire compatti dall’assessore Rossi, rimarchiamo l’importanza del servizio sanitario in periferia e non solo sull’Asta dell’Adige. In sanità non devono esistere cittadini di serie A e di Serie B. (r.b.)
«Non vi sarà alcun commissario liquidatore per l’Ospedale di Tione!» A ribadirlo l’assessore provinciale alla Salute Ugo Rossi «Non vi sarà alcun commissario liquidatore per l’Ospedale di Tione». A ribadirlo l’Assessore alla Salute e alle Politiche Sociali della Pat Ugo Rossi alla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. A rafforzare le parole di Rossi l’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra i vertici dell’azienda sanitaria provinciale nella persona di Luciano Flor, del Distretto sanitario - Patrizio Caciagli e dell’Assessore competente Luigi Olivieri, che ha confermato gli impegni già presi con
amministratori e cittadini nell’assemblea pubblica tenutasi nella Casa della Comunità delle Giudicarie nel settembre 2011. «Sono già stati banditi i concorsi per i tre primariati (ginecologia ed ostetricia, chirurgia e anestesia): a febbraio ci sarà la loro elezione ed a marzo verrà nominato il direttore sanitario», scandisce i tempi l’Assessore Rossi che puntualizza: «Quando facemmo l’anno scorso, l’incontro pubblico inerente al futuro dell’Ospedale nessuno pensava che tre primari, di cui uno rive-
stiva pure il ruolo di direttore sanitario, si sarebbero pensionati». Sta di fatto che c’è stata un’accelerazione, forse propiziata anche dall’incedere della riforma delle pensioni varata dal governo Monti, che ha indotto anche nella classe medica alcuni primari a propendere per l’anticipo dell’uscita dal lavoro. «Pertanto, è stato temporaneamente affidato l’incarico per tamponare questa emergenza, a medici di altri ospedali in modo da garantire la continuità nelle prestazioni e per permettere all’Azienda Sanitaria di porre in essere gli atti amministrativi necessari per ricoprire i posti vacanti». Quindi, non “abbandono della periferia”, ma una soluzione temporanea che traghetterà ad una situazione stabile nella quale ogni reparto potrà contare su un nuovo primario. Con riferimento poi nello specifico al punto nascita di Tione, a febbraio prenderà servizio un ulteriore ginecologo in ostetricia che andrà ad affiancare i tre già operanti, per potenziare un reparto che, pur negli avvicendamenti degli ultimi anni, ha visto un calo delle nascite
legato di fatto al trend demografico ed in linea con la tendenza provinciale. «Prospettive e risultati confortanti – fa sapere la Comunità delle Giudicarie ottenuti soprattutto grazie alla dedizione del Consiglio della Salute della Comunità delle Giudicarie, con cui la Presidente Patrizia Ballardini, i Sindaci delle Giudicarie e l’Assessore Luigi Olivieri hanno lavorato per monitorare la “questione Ospedale” e per farsi carico di una serie di istanze provenienti dal territorio, pur non avendo una delega specifica in materia di sanità». A questi va aggiunta la buona notizia che «i lavori di ammodernamento dell’Ospedale proseguono secondo quanto previsto nel secondo lotto e la Giunta provinciale ne ha già garantito il finanziamento necessario». Uno dei progetti più ambiziosi della Comunità di valle che porterà benefici evidenti ai giudicariesi sarà il PUA, il Punto Unico di Accesso, che permetterà a tutti i cittadini di avere un referente unico per quanto riguarda salute e assistenza
L’assessore Ugo Rossi
sociale, che indirizzerà gli utenti, secondo i bisogni, ai servizi più appropriati. Un modo per semplificare e per razionalizzare il sistema che si sta delineando grazie al lavoro del Comitato di Programmazione sociosanitaria, impegnato anche nel risolvere al meglio la richiesta pervenuta dalle Giudicarie Esteriori di avere un efficiente Centro Diurno per anziani. Inoltre «costruire una rete con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i farmacisti, sta diventando basilare per poter monitorare il territorio e per valorizzare le risorse umane che già vi operano» sottolinea l’Assessore Olivieri. In questo modo diventa più semplice affrontare le questioni particolari aperte su più fronti, che vanno dalla Casa della Salute di Storo alla richiesta di un centro poliambulatoriale di Pinzolo, dalla dislocazione delle Guardie Mediche ai rapporti di collaborazione con le Rsa. Molti aspetti che verranno vagliati dal Consiglio della Salute della Comunità, che sarà convocato il 20 febbraio.
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Rubrica
FEBBRAIO 2012
di Ettore Zampiccoli
olitologi di razza, a partire da Galli della Loggia, hanno evidenziato come uno dei mali di questo paese italiano sia lo spirito di conservazione e di difesa strenua dello status quo. Da qui, di conseguenza, la forza delle caste ( non c’è solo quella politica ) e più in generale la scarsa propensione all’innovazione, quella culturale e politica, innanzitutto. Il Trentino non è meno del resto d’Italia. E chi pensa che l’Autonomia sia strumento e stimolo per orizzonti migliori una riflessione critica la dovrebbe fare. Qualche esempio. Il Governo Monti impone una forte purga con sacrifici per tutti ( o quasi ) ed il Trentino subito protesta perché si mettono in discussione alcune decine di milioni. “ Le tasse sono nostre “ si strilla in piazza Dante quasi che non si imponesse anche per noi un dovere di solidarietà nazionale. La concessione dell’Autostrada del Brennero scade e le normative europee impongono la gara pubblica. Ma figuriamoci! Anche qui una cagnara politica e istituzionale, quasi che il Trentino fosse un libero Stato all’interno dell’Europa. Il Governo Monti prospetta più in generale l’esigenza di “ liberalizzare”, dai trasporti al commercio. Levate di scusi a non finire. Per i trasporti guai a toccare il monopolio della Trentino Trasporti, dimenticando che il piccolo ma coraggioso Comune di Lavis quando qualche anno fa sfidando i poteri forti andò a gara per il servizio urbano risparmiò qualcosa come mezzo milione di euro all’anno. Per il commercio la stessa musica. Il Trentino non deve diventare Las Vegas – hanno detto in Provincia. C’è lo spauracchio dell’invasione dei grandi centri commerciali. Ma in questi anni la Provincia che ha fatto per evitare le politiche espansionistiche dei grandi gruppi commerciali ? Di liberalizzazioni tutti parlano, a cominciare dal presidente della Provincia Dellai, ma
poi – come ha scritto Luisa Patruno dell’Adige, una delle poche giornaliste trentine che ogni tanto riesce a dare un pizzicotto, ma piccolo piccolo, ai nostri governanti, si fa di tutto per affossarle o perlomeno evitarle. “Non siamo l’ombelico del mondo” ha scritto il collega Toni Visentin parlando dell’Autonomia dell’Alto Adige. Il discorso vale anche per
PORTO FRANCO
Resistere, resistere, resistere stabilito, resistere in nome di interessi personali e di lobby.
il Trentino. Però a forza di guardare l’ombelico dell’Autonomia alcuni politici – anzi parecchi, forse troppi – si sono auto convinti di essere i Migliori e di dover, proprio in nome dell’Autonomia, derogare da norme e situazioni comuni nel resto del Paese. Da questi atteggiamenti emerge una forte volontà di conservare posizioni di potere e di non mettere a rischio
gli equilibri, i meccanismi, le scatole cinesi che la politica trentina negli ultimi dieci anni ha creato, in una parola di non mettersi in discussione. Parafrasando una famosa frase del giudice Borrelli si potrebbe dire che la parola d’ordine di molti trentini è ormai questa : “ Resistere, resistere, resistere”. Resistere ai cambiamenti, resistere alle norme se queste arrecano scompensi all’ordine
CIRCOSCRIZIONI: facile prendersela con i più piccoli Questa querelle sui costi delle circoscrizioni, quelle di Rovereto e di Trento, è penosa. Si fa presto e ci vuole poco coraggio a prendersela con i più piccoli, cioè le circoscrizioni, quasi che gli sprechi della politica fossero annidati dentro questi organismi democratici. Su questo siamo d’accordo col presidente Dellai. Probabilmente queste circoscrizioni costano meno dei fondi “senza controllo” assegnati ai gruppi consiliari provinciali e regionali, ma qualcuno, sindaci di Trento e Rovereto, nonché il presidente del Consiglio comunale di Trento, fanno coro per dire : tagliamo le indennità alle circoscrizioni o comunque riduciamole. Nel momento in cui la crisi dei partiti non permette ai cittadini di avere canali di partecipazione e comunicazione, nelle città di medie dimensioni come Rovereto e Trento, le circoscrizioni rappresen-
IL CASO Malumori e contrasti stanno destabilizzando il clima all’interno del Val Rendena Ski Club di Pinzolo, in particolare i rapporti tra i vertici sociali e alcuni genitori i cui figli, fino a poche settimane fa, si allenavano e gareggiavano con lo sci club presieduto da Marco Povinelli. Il motivo? L’allontanamento, i primi giorni di dicembre, alla vigilia della stagione agonistica, del maestro di sci Mauro Armani, dall’autunno 2008 stimato e apprezzato allenatore dei giovani atleti delle categorie “allievi” e “ragazzi”. Il cambiamento, improvviso e inaspettato, non è stato accettato da alcuni genitori che hanno appoggiato l’operato di Armani e sostenuto il suo reintegro, fino all’estrema decisione di lasciare il “Val Rendena”, chiedendo lo svincolo dalla società dei figli-atleti. L’allontanamento dell’allenatore, secondo molti genitori ingiustificato e ingiusto, si inserisce in una vicenda complessa che vede, sullo sfondo, l’arrivo a Pinzolo di una nuova scuola di sci: l’Italian Ski Academy che ha aperto i battenti lungo viale Bolognini all’inizio dell’inverno, interrompendo il “monopolio” della Scuola Italiana Sci Pinzolo. Proprio le pressioni esercitate da quest’ultima sul direttivo del Val Rendena Ski Club, “reo” di far lavorare un allenatore di sci, Mauro Armani, appartenente
Spaccatura all’interno delVal Rendena Ski Club Contrasti tra genitori e vertici del sodalizio
alla scuola concorrente, sarebbero state la vera causa del licenziamento. Da parte sua, il presidente Povinelli, con l’intento di fare chiarezza sulla vicenda, nei giorni scorsi, sul sito dello sci club www.vrsc.it, ha pubblicato una lettera nella quale imputa l’allontanamento di Armani a “frizioni con altri tecnici”, a un “rapporto logoratosi nel tempo”e a “manchevolezze” da parte dell’allenatore che non avrebbero nulla a che fare con le pressioni, tuttavia ammesse dallo stesso Povinelli, della Scuola Italiana Sci Pinzolo. Il presidente del Val Rendena, all’inizio della lettera, esordisce scrivendo di “un periodo travagliato e sofferto per la nostra società” e poi aggiunge: “Mauro Armani comunicò lo scorso ottobre la sua decisione di interrompere il rapporto con la Scuola Italiana Sci Nazionale di Campiglio per passare all’Italian Ski Academy che aveva aperto una nuova filiale a Pinzolo.
Tale cambio di casacca, nonché l’apertura di una nuova scuola concorrente, creò non poco scompiglio negli ambienti “Pinzoleri”, soprattutto quelli legati alla Scuola Italiana Sci Pinzolo, la quale, alla fine di novembre, espresse tutto il proprio disappunto per il fatto che collaboratori della Italian Ski Academy prestassero la loro opera anche per il Val Rendena Ski Club. Tale insoddisfazione da parte della Scuola Italiana Sci Pinzolo si manifestò con minacce e pressioni su tutto il direttivo dello Ski Club affinché venisse “rimosso” l’allenatore Mauro Armani. Non condividendo né le tesi né tanto meno i metodi della Scuola Italiana Sci Pinzolo, la nostra società, dopo vivace e ponderata discussione, decise di riconfermare la piena fiducia all’allenatore Mauro Armani schierandosi in sua difesa e in difesa del principio della libera e leale concorrenza. Purtroppo proprio in quei “giorni caldi” di inizio stagione e con una si-
tuazione di notevole tensione, successe l’ennesimo spiacevole episodio riconducibile al comportamento di Mauro Armani”. Quest’ultimo chiese di farsi sostituire all’allenamento per motivi di lavoro con la nuova scuola. Per i genitori la questione rimane aperta. Anche perché, alcuni giovani promettenti sciatori si trovano alla vigilia della prima gara con l’allenatore, ma senza squadra. “Questa sarebbe stata la quarta stagione con Mauro – spiega Aldo Amadei, uno dei genitori che non ha accettato l’allontanamento da un giorno all’altro dell’allenatore – i ragazzi si trovavano molto bene con lui e se sono emersi alcuni problemi si potevano risolvere senza arrivare al licenziamento. Il cambiamento avvenuto ad inizio stagione non è stato fatto per il bene dei ragazzi, ma solamente per interessi di parte, che non c’entrano nulla con l’attività del Val Rendena Ski Club. Dieci giorni
prima delle gare i nostri figli si sono trovati con allenatori mai visti, ma soprattutto senza il loro allenatore, con il quale hanno sempre lavorato ottimamente. In un secondo tempo – aggiunge Amadei – abbiamo chiesto che i nostri ragazzi potessero continuare ad allenarsi con Mauro, sostenendo noi le spese del maestro, ma continuando a gareggiare con i colori del Val Rendena e ad utilizzare le piste di allenamento gestite dallo sci club. La richiesta ci è stata negata. L’unica cosa che ci hanno concesso è stata lo svincolo dei nostri figli dal Val Rendena. A questo punto abbiamo chiesto la collaborazione dello Sci Club Bolbeno, che ringraziamo, ma anche in questo caso devo rilevare che dopo una prima risposta positiva e favorevole, Bolbeno, con un cambiamento all’ultimo minuto di cui non comprendiamo il motivo, è tornato sui suoi passi e ci ha detto no. Alla fine di questa spiacevole vicenda i ragazzi sono stati tesserati dallo Sporting Campiglio, che ringraziamo, e così possono allenarsi con Armani e partecipare alle gare. Mi sovviene però una domanda – conclude Amadei – ma perché non guardiamo mai al bene dei ragazzi, dei giovani, degli atleti, ma solo e soltanto agli interessi personali? Il futuro è nei giovani, ma con l’insegnamento adeguato degli adulti”.
tano un valido strumento per coinvolgere i cittadini. Non si capisce allora l’accanimento contro questi soggetti, né tanto meno il sindaco di Rovereto Miorandi, che proclama “ Via tutti i compensi “. Sì ma compreso il suo, quello del suo collega di Trento Andreatta e pure quello del presidente del Consiglio comunale di Trento Pegoretti. Quelle di Pegoretti, Miorandi ed Andreatta sì che sono indennità pesanti e costose. LA BUROCRAZIA PROVINCIALE Giampaolo Andreatta, grande dirigente all’epoca creativa di Bruno Kessler, ha scritto di recente che i trentini amano sempre meno la Provincia e la sua burocrazia. Non stentiamo a crederlo. Come si fa ad amare una burocrazia che si è fatta “casta” con stipendi pari o superiori a quelli dei politici e che si auto perpetua con ricchi incarichi che il governo provinciale non esita a distribuire ai suoi fedelissimi. Il Pd ha proposto ora, attraverso il giovane e bravo Luca Zeni, un disegno di legge per velocizzare la burocrazia provinciale che prevede – tra l’altro – anche la possibilità che il dirigente paghi di tasca sua i ritardi previsti per l’istruttoria nelle pratiche. Dobbiamo dire che comincia a piacerci questo Pd, anche perché ci pare ultimamente l’unico partito all’interno dell’attuale maggioranza in grado di uno scatto in direzione della trasparenza, dell’efficienza, della moralizzazione della politica. A suo merito registriamo la richiesta di trasparenza nell’assegnazione di incarichi pubblici, dentro e fuori le molto società partecipate della Provincia. E ancora la richiesta di riduzione di queste stesse Società partecipate. Ora mette nel mirino la burocrazia provinciale. Bene. Vorremmo suggerire a Luca Zeni qualche altra iniziativa, come ad esempio il divieto per i dirigenti provinciali che vanno in pensione di avere, per almeno cinque anni, incarichi o consulenze dalla Provincia o dalle Società partecipate. E ancora vietare che i dirigenti in carica possano avere incarichi di rilievo nelle Società controllate dalla Provincia. E ancora un disegno di legge che vieti a chi ha avuto condanne penali passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione di potersi candidare. Il discorso vale a Roma ma anche a Trento e sarebbe un bel segno per fare un po’ di pulizia.
Politica
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Simone Marchiori di Saone è il nuovo segretario del movimento giovanile del Patt
Gli autonomisti “pescano” in Giudicarie Dal 22 gennaio il movimento giovanile del Patt ha un nuovo segretario, Simone Marchiori. La notizia è che si tratta di un giudicariese, e che il Partito di Ugo Rossi e Franco Panizza abbia “pescato” fuori dalle abituali “roccaforti” autonomiste come Val di Non e Alta Valsugana, scegliendo un ragazzo di Saone. “Si tratta, penso – spiega Simone – di un riconoscimento A lui il compito di riorganizzare la sezione giovanile del Patt, che conta oggi circa 300 tesserati in tutto il Trentino. “Un mandato che mi accingo a svolgere con grande impegno e a cui tengo molto – spiega Simone – in un partito che negli ultimi anni ha visto avvicinarsi molti giovani, che sono passati dai 50 del 2008 ai 300
di oggi, e molti nuovi tesserati anche fuori dagli ambiti territoriali “storici” degli autonomisti”. Come ti sei avvicinato al Patt? La politica mi ha sempre interessato fin dalle superiori; però all’inizio anche con gli amici si discuteva e si seguiva sui giornali soprattutto del piano nazionale. Con le
anche al lavoro che abbiamo fatto come sezione giudicariese, che abbiamo ampliato fuori dalle consuete aree di Pinzolo e Val del Chiese, coinvolgendo nuovi tesserati anche nella Busa di Tione e nelle Esteriori”. 24 anni, laureando nella specialistica in Scienze Storiche, Simone è consigliere nell’assemblea della Comunità di Valle. provinciali del 2008 ho avuto modo di conoscere il Patt e la politica trentina, tramite Ugo Rossi e Franco Panizza e Daiana Boller, allora segretaria del gruppo giovani. Così ho partecipato nel 2009 alla stesura della tesi congressuale e nello stesso anno sono diventato tesoriere; questo l’ingresso “ufficiale” nel partito. Quali sono stati i passi suc-
Viaggiare, un’opportunità imperdibile per i giovani
L’esperienza indimenticabile che può offrire un interscambio culturale nelle terre dove emigrarono i nostri avi Perù, Argentina, Messico, Uruguay, Brasile, Stati Uniti, Sud Africa. Sono solo alcuni dei territori “colonizzati” dai trentini nel corso delle loro migrazioni verso terre più floride con il bagaglio della speranza e la voglia di migliorare la propria condizione di povertà. In più di un secolo di migrazioni la popolazione trentina ha avuto la necessità di abbandonare la propria terra alla ricerca di lidi che offrissero maggiore sicurezza per se e per la propria prole. In qualche circostanza le condizioni sono migliorate, in altre la delusione ha caratterizzato un viaggio di sola andata nel quale erano riposte maggiori aspettative. Che si trattasse della terra promessa o di una scatola di sabbia, gli intrepidi migranti hanno cercato in ogni modo di condurre una vita decorosa e degna di tale nome, spesso facendosi forza a vicenda. Si sono sviluppati un po’ ovunque circoli di trentini, luoghi di ritrovo per individui di ogni età accomunati dalle medesime radici e da un pizzico di nostalgia per la terra d’origine. La Provincia autonoma di Trento da tempo si adopera a favore dell’emigrazione trentina sostenendola e implementando iniziative culturalmente efficaci e di grande interesse ed adesione. In tale ambito si ricorda l’interscambio culturale che ogni anno viene promosso per permettere a giovani ragazzi trentini di soggiornare nei luoghi che hanno accolto i loro conterranei e ai figli e nipoti dei trentini emigrati di poter tornare a casa, spesso per la prima volta. Questa iniziativa raccoglie ogni anno grandi consensi da parte di partecipanti, istituzioni e persone esterne. Io stesso posso portare la mia testimonianza a corollario di questa iniziativa ricordando ancora con piacere il mio soggiorno nelle vicinanze di Syracuse (NY) nei pressi della quale è presente una nostalgica comunità di trentini che si ritrova in un allegro circolo. Parlano il dialetto i nonnini d’oltreoceano
e un inglese con un marcato accento trentino, con l’italiano litigano parecchio. I figli si arrangiano e si fanno capire come possono nella nostra lingua, mentre, purtroppo, i nipoti utilizzano solo qualche parola mal pronunciata. L’occasione per loro consiste nella scoperta di quella terra all’apparenza così lontana e figlia di racconti ormai dimenticati che, magari, non avrebbero la possibilità di raggiungere mai nella loro esistenza. Per i giovani trentini l’opportunità di un viaggio che racchiude un così elevato tasso di esperienza di vita è un occasione che va sfruttata fintanto che se ne presenta l’occasione. Il programma di interscambio prevede l’arrivo dei ragazzi oriundi per tre settimane nel corso dell’estate, mentre l’esperienza dei giovani trentini all’estero, presso le famiglie di origini trentine, avviene in data da concordarsi nel corso dell’anno successivo. Per quanto riguarda le spese di viaggio, la Provincia sostiene la quasi totalità di esse. Per quanto riguarda le adesioni, con lo scoccare del nuovo anno si sono aperte le iscrizioni per una nuova avventura. Chi fosse interessato può trovare la modulistica e le informazioni necessarie sul sito internet www.mondotrentino.net. Il termine ultimo è fissato per la fine del mese di febbraio. Un’esperienza riservata ai giovani maggiorenni di età non superiore ai trentasei anni. E’ un’occasione per arricchire il proprio bagaglio culturale, per conoscere nuovi amici, per incontrare nuove culture, per divertirsi in compagnia.Questa imperdibile opportunità è scarsamente pubblicizzata soprattutto a livello giudicariese ed è per questo che pochi giovani delle nostra zona hanno la possibilità di parteciparvi. Qualcuno l’ha fatto e ne è rimasto entusiasta. Andrea Tomasini
cessivi? Abbiamo guardato con alcuni amici alla situazione in Giudicarie. A parte a Pinzolo e Val del Chiese non c’era molto, dunque abbiamo pensato di dare vita ad una sezione unitaria della nostra zona, anche grazie ad alcune persone conosciute nell’assemblea in Comunità di Valle. In un anno l’abbiamo fondata con successo, con forte presenza di giovani (a Tione metà del direttivo è under 30) e questo è un bel segnale; siamo circa 80 e il coordinatore locale è Ruben Bellotti, di 20 anni. Ok, ma perché il Patt e non un altro partito? Mi sono avvicinato a questo movimento perché sono sempre stato legato alla storia e alle tradizioni, al mio paese
Da sinistra: Simone Marchiori, Giorgia Pezzi, due rappresentanti della Jeunesse Valdotaine e Nicola Fioretti
Saone e al mondo del volontariato trentino; sono tutti valori che non si ritrovano nei partiti nazionali, ma nel Patt sì. Un discorso a parte merita il tema autonomia; si tratta di un concetto forte e radicato che nasce attraverso un percorso storico molto significativo. Questa storia, però, a scuola non te la insegnano e l’ho conosciuta veramente solo nel Patt, me ne sono appassionato e ho deciso di dare il mio contributo per portarla avanti. Il Patt dunque si rafforza anche in Giudicarie. Sì, ora finalmente c’è un gruppo, che vogliamo rafforzare col tempo. Alle elezioni della Comunità di Valle abbiamo superato la soglia “psicologica” del 10% e questo è già un bel segnale che ci dà fiducia. Parlaci un po’ del gruppo del giovani del Patt a livello trentino. Ok. Si tratta di un gruppo cresciuto fortemente negli ultimi 3 anni, dai 50 del 2008 ai 300 attuali, distribuiti su tutto il territorio trentino, con il qua-
le lavoriamo per dare delle proposte importanti e significative al partito, soprattutto pensando ai giovani, alle loro esigenze ed aspirazioni. Schematizzando in pochi punti pensiamo che rispetto ai giovani la politica provinciale debba mettere al centro della propria azione: in primis un’attenzione più forte rispetto al piano nazionale, puntando su formazione e scuola e meritocrazia; incentivare esperienze di apprendimento all’estero; favorire però l’opportunità di spendere le conoscenze acquisite fuori provincia sul territorio, e dunque soprattutto nelle valli più periferiche; accentuare in questo senso le politiche che guardano al territorio come risorsa da rispettare. Questi in estrema sintesi i punti su cui lavoreremo per dare il nostro contributo. Ma ci saremo anche per dire che il Patt è sì storia e tradizione, ma porta un messaggio assolutamente attuale e che guarda al futuro, reinterpretando la realtà attraverso il Dna del Trentino. r.b.
Viaggio con pulmino da TIONE il Giovedì e la Domenica
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Attualità
FEBBRAIO 2012
Bersone contesta i dati della provincia: «Non siamo un “Comune spendaccione”» Il sindaco Bugna contesta l’immagine data dalla Pat sui quotidiani di Enzo Ballardini
«Graziati i Comuni spendaccioni» così titolava la prima pagina del Trentino di 26 gennaio 2012. Un titolo ad effetto che metteva in risalto i 34 Comuni definiti addirittura “fuorilegge” per aver speso più soldi Con sorpresa abbiamo appreso che Bersone è in testa all’elenco dei “Comuni spendaccioni”. Il giorno dopo lo stesso giornale riportava un’intervista al Sindaco, Lener Bugna, al quale si chiede conto di questa classifica. Il Sindaco appare sorpreso di queste notizie ed anche molto contrariato. Non è bello vedersi additare come Comune spendaccione direttamente dalla prima pagina del giornale senza che nessuno te lo avesse mai comunicato e senza un motivo che possa essere valido, ci tiene a sottolineare. Stesso trattamento era successo qualche mese fa al Comune di Pieve di Bono, con un articolo sulla stampa locale che lo classificava come Comune poco virtuoso. Attilio Maestri in quell’occasione si scagliò contro la Provinciali che aveva fornito dati errati. In quel-
rispetto alle loro possibilità. Nell’articolo l’Assessore Gilmozzi precisava “sarà l’ultima volta che questi Comuni verranno graziati in quanto dovranno mettersi in regola velocemente”.
l’occasione aveva dimostrato con un articolo dettagliato al Giornale delle Giudicarie, che il comportamento del suo Comune era stato ineccepibile e che i problemi che erano stati evidenziati si riferivano semmai a comportamenti della Provincia di Trento e non del suo Comune. Questo non ha evitato al Comune di Pieve di Bono e ai suoi amministratori un’ingiusta immagine negativa sulla stampa. Vedremmo anche se nel caso di Bersone sarà la stessa cosa, intanto il Sindaco, nonostante il suo carattere calmo e cordiale, è molto contrariato e combattivo e vuole andare fino in fondo per cercare la verità. Ha già contattando gli uffici provinciali competenti e sta mettendo insieme un dossier che dimostra, a suo parere con cifre precise, l’assoluta infondatezza dei dati evidenziati dalla
Provincia. La questione dei “Comuni spendaccioni” prende le mosse dalle manovre nazionali di Berlusconi e Monti che hanno progressivamente tagliato i costi e di conseguenza i finanziamenti alla Provincia Autonoma di Trento. Quest’ultima ha dovuto tagliare i finanziamenti ai Comuni, per un importo di oltre 13 milioni di Euro, con una manovra complessa, concordata tra molte difficoltà con il Consiglio delle Autonomie. Ma come sempre accade quando la coperta si accorcia e ci sono tagli da fare, la questione si complica e le opinioni sono molte: Tagliare in proporzione a tutti, limitare i sacrifici solo ai più ricchi, diminuire le risorse per obbligare i Comuni a gestire insieme competenze e servizi, ecc. Gli uffici provinciali disponendo di tutti i dati di bilancio dei
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Il sindaco di Bersone Lener Bugna
Comuni trentini hanno cercato di fare una graduatoria, individuando per ogni fascia demografia la spesa standard di ogni Ente. Confrontandola con i dati reali di bilancio di ogni Comune hanno sentenziato chi spende più della media e chi spende di meno. L’interpretazione errata che si vuol dare a questi dati è individuare come poco virtuosi gli Enti che spendono più della media e virtuosi gli altri. Moltissimi sono i motivi legati alla spesa di un Comune. Oltre evidentemente alla popolazione residente e alle variazioni negli anni, c’è da considerare la turisticità, la presenza di attività economiche, l’estensione territoriale, il frazionamento, l’orografia del territorio, i rapporti con i centri limitrofi, il personale in servizio, le modalità di gestione dei serivizi sovraccomunali. Ogni Comune ha peculiari modalità per erogare servizi alla propria popolazione ed il paragone risulta molto difficile e richiede la conoscenza diretta delle questioni e non una valutazione su dati generici come normalmente avviene. I numeri relativi al Bilancio del Comune di Bersone, presenti sul sito del Servizio Autonomie Locali della Provincia di Trento non evidenziano al-
cun elemento particolarmente problematico rispetto ad enti paragonabili per dimensioni e caratteristiche. Il finanziamento ordinario erogato dalla Provincia ammonta ad € 784 per ogni residente ed è inferiore a molti altri Comuni. La spesa corrente pro capite ammonta ad € 1.544,00 e va confrontata con un’entrata di € 1.682. L’autonomia finanziaria è del 53% una percentuale sicuramente buona rispetto agli altri, così come autonomia extra-tributaria che è intorno al 50%. . Ma allora Sindaco com’è possibile una simile valutazione della Provincia? Bugna non riesce proprio a darsi alcuna spiegazione e con gli uffici sta analizzando tutti i dati disponibili per cercare di capire cosa sia successo. Di una cosa è sicuro, la sua Amministrazione ha sempre speso con particolare oculatezza le risorse disponibili. Partendo dal personale, il Comune per risparmiare, ha deciso con i Comuni limitrofi di gestire una serie di servizi a livello sovraccomunale; oltre evidentemente al Segretario Comunale, anche l’Ufficio Tecnico ed il Servizio Tributi sono gestiti con Praso e Daone, inoltre partecipa con gli altri Comuni alla spese per il Centro Scolastico di Pieve di
Bono. Il Sindaco non ci sta ad essere tirato in ballo dai giornali senza sapere neanche il perché. Se la Provincia aveva dei dati che non quadravano perché qualche funzionario non ci ha interpellati per capirne il perché. In questi anni la nostra spesa non è aumentata e abbiamo cercato di fare tutte le economie possibili ed allora ci deve essere stato un errore nella lettura dei dati. Rispetto ai costi sostenuti dal Comune, l’unico dato diverso da altri potrebbe essere quello relativo alla fatturazione del legname. A differenza di molti Comuni noi non vendiamo il legname in piedi ma lo facciamo tagliare da boscaioli locali e poi lo vendiamo a strada. Un’operazione che ci richiede un lavoro suppletivo ma che permette di valorizzare al meglio la nostra risorsa boschiva. Non vorrei che la Provincia avesse visto solo i costi ma non avesse calcolato anche gli introiti di questo servizio, si lascia andare il Sindaco. Se ciò fosse vero sarebbe veramente ridicolo, ed in questo caso il Comune di Bersone dovrebbe essere premiano e non penalizzato. Non ci resta che aspettare e la verità verrà a galla.
Il dibattito
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Sulla comunità giudicariese
él Bòcia – La sai l’ultima? Hanno fondato la Comunità delle Giudicarie. él Vècio – Ma cos’è? Non ce n’erano già trentanove? Ne serviva ancora una? él Bòcia – Ma, leggendo i contrasti sui giornali, sembra che abbiano cambiato solo il nome al vecchio Comprensorio. Però ammetto che il nome Comunità delle Giudicarie sta più bene che C8, che sembra una mossa di scacchi! Ma quante beghe sta scatenando tra i sindaci e i consiglieri provinciali e i loro presidente, perché alcuni dicono che non esiste. él Vècio – Ma va là, che la parola Comunità è vecchia di secoli. él Bòcia – Di secoli? Tu sarai vecchio di secoli. A me suona nuova! él Vècio – Lo sai che già negli antichi statuti la Comunità era il nome che aveva l’unione di varie “ville”, o meglio di contrade e paesi? él Bòcia – Ma allora i comuni di oggi non sono i veri comuni storici? él Vècio – I comuni come li vediamo oggi sono relativamente giovani rispetto alle comunità, perché sono stati fondati solo dopo il 1803, quando arrivò Napoleone. Di fatto la riforma napoleonica abolì gli Statuti delle Comunità e le Carte di Regola - pensa che li hanno definiti «illecite combriccole di popolo»! per fondare l’istituzione comunale e il primo tribunale di giustizia civile. Quando, dopo pochi anni, nel 1815, arrivarono gli austriaci mantennero quel nuovo impianto istituzionale dei comuni, in barba al Congresso di Vienna che avrebbe dovuto attuare la restaurazione con il ritorno al vecchio ordinamento.
A
Dialogo sulle rive del Sarca su Comunità, Comuni, storia delle Giudicarie
l quarto piano d’una casa in via Roma, a Tione, in una mansarda che guarda sopra i tetti, v’è lo studio di Mario Antolini, una stanza dalle pareti a cui sono appoggiate su due lati scaffali di libri; lì il “vecchio” maestro Mario durante l’inverno rimane seduto per ore di fronte al computer tra libri e carte che si trovano accatastate ovunque. Verso i primi di gennaio del nuovo anno, dopo aver salito i 57 gradini della lunga serie di rampe della scala del condominio, una sera él Bòcia – Sembrerebbe che le polemiche e i contrasti attuali tra i comuni e la nuova Comunità che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione oggi ha comunque un’origine lontana nella riforma napoleonica, che ha frammentato le antiche unioni tra le ville e i paesi delle valli. Di fatto da quello che mi racconti il comune come lo intendiamo oggi l’hanno fatto solo dopo il 1803? él Vècio – Sì, perché dal 1027 al 1803 noi abbiamo fatto parte del Principato vescovile di Trento. Dopo l’abolizione degli Statuti delle Comunità nel 1803, i Bavaresi (contro i quali poi insorse Andreas Hofer), nel 1806 istituirono i comuni in chiave moderna che poi l’Austria mantenne fino al 1918. Nella “Guida” di Ottone Brentari del 1882 ne troviamo elencati 64: 22 dipendevano dal distretto giudiziale di Condino, 27 dal distretto giudiziale di Tione, 15 da quello di Stenico, sede fino al 1803 del potere politico-amministrativo e ecclesiastico per le Giudicarie. Tutti e tre i distretti erano riuniti sotto il Capitanato di Tione. Oggi i comuni sono scesi a 39 ma è ricomparsa la Comunità delle Giudicarie. È un poco un ritorno al passato ma con un obiettivo nel futuro che riconduca all’unità le forze delle ville e dei paesi.
arriva Marco, un giovane giudicariese, idealista, che salutando il sorriso dell’anziano maestro che lo accoglie nel suo caldo “nido”. Mentre dalla finestra entrano gli ultimi bagliori del gelido tramonto invernale e si osserva la neve nei boschi sui monti a sud di Tione, sulla vecchia strada che portava nella valle di Ledro. Il maestro prende posto dietro la scrivania. Marco prende dalla valigia un piccolo foglio e una penna e mentre si siede improvvisamente esclama:
él Bòcia – Ma quante erano le antiche Comunità él Vècio – Rispetto ai 39 comuni di oggi a occhio non erano poco più di una decina, ma aspetta un attimo. - L’anziano maestro si alza dalla poltrona dietro la scrivania prende una lunga scala e sale verso gli scafali da cui prende un libro alla volta appoggiandoli sulla scrivania. I titoli parlano degli statuti di Tione, di quelli di Javrè, di quelli di Stenico e delle sette ville del Banale. Con un sorriso divertito come si trattasse di un gioco ricomincia a parlare. - Per me è difficile dirlo; solo con l’aiuto degli storici possiamo riuscire ad avere una conoscenza adeguata del periodo più importante delle nostre Vallate. Posso solo dirti che al centro delle Giudicarie v’era la Comunità di Thione et Breune (Tione) i cui Statuti vengono scritti nel 1579 ed aggiornati nel 1779; a oriente v’erano la Comunità di Stenico e quella delle Sette Ville del Banale di cui abbiamo la fortuna di avere gli Statuti stampati. él Bòcia – E a sud nella Valle del Chiese? él Vècio – Per quel che ne so io ve ne erano senz’altro due: una sopra il torrente Reveglèr a cui apparteneva Roncone, e una sotto il Reveglèr che faceva capo a Bono. él Bòcia – Solo due al posto
degli attuali comuni di Roncone, Lardaro, Praso, Daone, Bersone, Pieve di Bono e Prezzo? él Vècio – Sembrerebbe così, ma non ne so di più. Poi ve ne dovrebbero stare due anche nella piana del fiume Chiese: quella di Condino e quella di Storo. Ma io non sono ancora riuscito a recuperarne gli Statuti, né ho documenti alla mano per sapere qualcosa di più a fondo sulle ville, contrade e paesi di quella zona, né quale ampiezza comprendevano le eventuali Comunità. él Bòcia – E in Val Rendena? él Vècio – (Si alza e prende ancora due libri). Ma di sicuro: abbiamo per esempio gli Statuti della Comunità di Pelugo del 1757 e di quelli di Javré del 1766. él Bòcia – Ma allora nei secoli passati le ville e i paesi, le malghe, i campi, le officine, le falegnamerie, le fonderie, i commerci, si erano sviluppate così come li abbiamo visti fino agli anni settanta, senza alcun controllo comunale, senza politici. Questo vuol dire che v’erano meno sprechi di oggi? él Vècio – Le Comunità non erano veri e propri comuni in senso moderno, ma delle aggregazioni di vari villaggi insieme, con propri amministratori eletti direttamente dalla gente “in pubblica regola”. Ma erano più democratici di oggi.
Non esisteva il sindaco quale governatore assoluto della Comunità. Per esempio, secondo lo Statuto di Tione, i capifamiglia, o meglio i capifuoco, si riunivano una volta all’anno ed eleggevano otto uomini, tra cui poi si sceglievano quattro Consoli che amministravano internamente la “Comunità”, e un sindaco che invece era addetto alle relazioni esterne. Questi uomini poi sceglievano nella comunità un “saltaro” che aveva un poco l’attuale funzione di guradiabosci. él Bòcia – Ma le Comunità appartenevano ancora al Principato Vescovile di Trento. Vuol dire che rispettavano ancora gli ordini del Principe Vescovo? él Vècio – Certo, questo è un passaggio importante. Gli Statuti delle Comunità, al cui interno sono descritte le “Regole” che ogni paesano deve osservare, comprese automaticamente le pene da infliggere, sono sempre stati autorizzati dal Principe Vescovo, però godevano di piena autonomia. Nel secoli in cui prendono forma le antiche Comunità (XIII-XVIII sec.), dal 1300 alla fine del 1700, la giustizia continua ad essere governata dalla Chiesa. Per le Giudicarie, per esempio, il potere temporale e quello spirituale erano ancora saldamente in mano del Vescovo, che esercitava la giustizia, sia penale che civile, al Castello di Sténico; istituisce poi il proprio Vicario per il civile prima a Preore nel 1407 spostato quindi a Tione nel 1523. Ma nel caso degli statuti le pene erano automaticamente applicate alla violazione della regola da ogni singola Comunità salvo l’approvazione del vicario di Sténico. (...continua sul numero di marzo)
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Il personaggio del mese
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Alla ricerca dell’innovazione Marcello Franchini racconta la sua esperienza alla guida della Tyref di Aldo Gottardi
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l mondo industriale di oggi è, come ai tempi delle prime rivoluzioni industriali, sempre “affamato” di novità. In questo mondo si muove Marcello Franchini, giudicariese della “Busa de Tion”. Compiuti gli studi di geometra alle superiori di Tione, approda alla facoltà di ingegneria di Trento dove si laurea in Ingegneria dei Materiali nel 1994. Un anno dopo lo troviamo come responsabile tecnico alla Novurania S.p.a. di Tione, dalla quale si “staccherà” nel 2007, fondando il proprio marchio, “Tyref”, del quale è presidente del CDA e amministratore Era quello che voleva fare da piccolo? Non ho mai avuto un’idea precisa di ciò che avrei fatto da grande. Che scuole ha frequentato? Ho frequentato l’istituto tecnico per Geometri e quindi la facoltà di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Trento. Ritiene che l’istruzione di base ricevuta sia stata sufficientemente stimolante per le Sue successive scelte? Molto utile e stimolante la facoltà di Ingegneria dove ho potuto acquisire gli strumenti tecnici teorici che ad oggi mi consentono di svolgere il mio lavoro con competenza, mentre, potendo rifare la scelta delle scuole superiori, opterei per il liceo classico. Il problem solving è un processo mentale volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale. E’ la capacità di fronteggiare i problemi e di trovare delle soluzioni adatte. Nel secolo scorso vi sono state varie visioni dell’intelligenza e varie suddivisioni, fino ad arrivare alle più recenti e condivise: le intelligenze multiple di Gardner e il concetto di intelligenza emotiva di Goleman. Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello: 1. Intelligenza Linguistica: è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Propria dei linguisti e degli scrittori. 2. Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l’emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. È l’intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. Era l’unica su cui si basava l’originale test di misurazione del QI, Quoziente di intelligenza, ormai superato. Comune nei matematici e in generale in chi si occupa della scienza o delle
delegato. Tyref presto si guadagna la posizione di leader per la qualità della sua produzione di materiali compositi innovativi per l’industria della stampa, utilizzando un processo produttivo a ridottissimo impatto ambientale. Un’ azienda che può vantare massicce esportazioni in tutto il mondo, e che continua l’attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Per tali meriti, nel 2010 Tyref ha ricevuto un riconoscimento nazionale ed è stata selezionata da Unicredit Banca tra le venti aziende italiane più innovative e capaci di internazionalizzare i propri prodotti.
Ritengo che si dovrebbero approfondire maggiormente le materie umanistiche, la storia, la filosofia e le lingue straniere fino al compimento delle scuole superiori, in modo da acquisire una cultura generale di base che ti permette poi di esprimerti al meglio in qualsiasi attività lavorativa. In fondo ogni tipologia di lavoro comporta relazioni interpersonali e capirne le dinamiche rende più agevole il raggiungimento degli obiettivi. Nel Suo percorso, c’è qualcuno che L’ha influenzata maggiormente? Influenzato, direi di no, ho sempre cercato di fare le scelte di vita liberamente e seguendo il mio istinto. Piuttosto posso dire che sono cresciuto in un ambiente familiare
non oppressivo e sono stato incoraggiato, supportato e capito da mia moglie che ha sempre creduto in me anche nei momenti decisionali più critici. E’ soddisfatto della Sua posizione o ha ancora altri progetti? Onestamente mi sento più ventenne oggi di quando lo ero anagraficamente. Gli stimoli che un’attività come la mia genera, sono tali da determinare una condizione di continua evoluzione e miglioramento che ovviamente si concretizza in nuovi progetti di sviluppo, innovazione e crescita personale e per la mia azienda. Quali i pro e i contro del Suo lavoro? La creazione e la produzione di nuovi prodotti esclusivi ed unici,
Marcello Franchini
apprezzati in tutto il mondo per l’alto livello qualitativo è sicuramente un fattore di grande soddisfazione per me, per mia moglie che lavora in azienda, e per i miei validi collaboratori. Questo riempie di entusiasmo, motivazione e creatività il nostro ambiente lavorativo, con l’effetto positivo di recarsi al lavoro volentieri al mattino e di sentirsi gratificati quando si torna a casa la sera. D’altra parte un’attività che richiede responsabilità e dedizione può talvolta togliere tempo prezioso da dedicare a se stessi ed alla famiglia. Credo che la sfida di ognuno di noi dovrebbe essere quella di trovare il giusto equilibrio tra impegno lavorativo e tempo per stare con la propria famiglia.
Come ha speso il Suo primo stipendio? Ero da poco sposato e credo di averlo speso per vivere. Cosa significa per Lei il Suo paese? La nostra realtà è un piccolo paradiso e penso che sia uno dei migliori luoghi dove far crescere i propri figli. I valori di semplicità, umiltà e senso del dovere sono radicati nella cultura locale e costituiscono terreno fertile per lo sviluppo delle nuove generazioni. La possibilità offerta dalla comunità locale di praticare sport e attività ricreative sono sicuramente un privilegio esclusivo che non dobbiamo sottovalutare. Qual’è il Suo motto o la Sua frase preferita? Ognuno di noi è il solo artefice del proprio destino. Cosa consiglierebbe a chi volesse intraprendere una carriera simile alla Sua? Consiglierei di cercare di capire quali sono le proprie attitudini, ambizioni e sogni e di perseguirli con coraggio, passione e determinazione.
Quanto sei intelligente? O meglio: che tipo di intelligenza hai?
L
a parola intelle correlazioni tra eleA cura della dottoressa Paola M. Taufer ligenza viene menti. L’intelligenza è dal latino “intelligĕre”, “capire”, che com- quella facoltà mentale che consente ad un soggetto prende il prefisso inter (“tra”), e la radice legĕre di interagire con la realtà; essa implica le capacità di (“leggere”, “cogliere”) o ligāre (“legare”) sugge- comprendere la realtà, le idee e il linguaggio, di rarendo essenzialmente l’attitudine a “leggere tra gionare, di apprendere, di pianificare e di effettuare le righe” e a stabilire (nella propria mente) del- efficacemente il problem solving. sue modalità applicative (ingegneria, tecnologia, etc.) 3. Intelligenza Spaziale: riguarda la capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell’intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative. 4. Intelligenza CorporeoCinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. In generale si può ri-
ferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini. 5. Intelligenza Musicale: è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche.
Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce. 6. Intelligenza Interpersonale: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi prefrontali. Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i
desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specificamente nei politici e negli psicologi, più genericamente in quanti possiedono spiccata empatia e abilità di interazione sociale. 7. Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. 8. Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in
uno stadio ancora “primitivo”, come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell’ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli. 9. Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell’universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. Questo tipo di intelligenza è maggiormente posseduta dai filosofi, e in una certa misura dai fisici. Sebbene queste capacità siano più o meno innate negli individui, non sono statiche e possono essere sviluppate mediante l’esercizio. Inoltre, esse possono anche “decadere” con il tempo. Per questo è necessario esercitare, oltre al nostro corpo, anche la nostra mente, a tutte le età. Ricordo inoltre che l’intelligenza non va confusa con i disturbi di apprendimento come dislessia o disturbi del linguaggio. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti che hanno intelligenza almeno nella norma, se non a livello superiore: ne erano colpiti Einstein e Newton! paolataufer@sipaa.it
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Società
FEBBRAIO 2012
45esima edizione all’insegna dei grandi ospiti (c’è anche Mitch di Radio 105) per far festa dal 18 al 25 febbraio
Dj Albertino al Carnevale di Storo Le due date da segnare sul calendario per gli amanti dei carri allegorici sono dunque martedì 21 febbraio per la sfilata dei carri locali, mentre sabato 25 c’è la sfilata dei carri provenienti da tutte le Giudicarie, entrambe con partenza alle 14.30 e finale alle 17. Teatro della sfilata, il celebre “anello” situato nella parte residenziale nuova di Storo; anche quest’anno è confermata la novità del 2011, ossia che i carri non gireranno più attorno al percorso, ma avranno ciascuno una propria postazione dove, ad intervalli regolari, daranno vita alla propria rappresentazione. “Una scelta condivisa dai responsabili dei carri – spiega Nicola Zontini – che hanno apprezzato e compreso come questa sistemazione garantisca maggiore sicurezza per i componenti dei gruppi mascherati e per gli spettatori”. Confermato il regolamento introdotto nell’edizione del 2010, soprattutto per quanto concerne la modalità di assegnazione del primo premio del Gran Carnevale. Da quell’edizione infatti fra i carri il
Organizzato anche un bus navetta per aiutare i giovani nel rientro a casa Sarà Albertino, voce storica di Radio Dj e volto noto della Tv italiana, ad inaugurare la “movida” in maschera del Gran Carnevale di Storo, nella serata (e nottata) di sabato 18 febbraio. Una festa che continuerà fino al gran finale sabato 25, in compagnia di un altro grande ospite, ossia Mitch, direttamente dalla trasmissione di Radio 105 “Tutto esaurito”. Due
premio Gran Carnevale è assegnato in riferimento alla sfilata di sabato 25, alla quale parteciperanno gruppi da tutte le Giudicarie, dunque non più limitato, come avveniva in precedenza, a carri storesi. Per i carri locali c’è il tro-
feo “Mati Quadrati” che sarà assegnato martedì 21, nella serata di gala, mentre il premio Gran Carnevale sarà assegnato nel mega-festone finale, quello di sabato 25. Previsto anche quest’anno il trofeo Hermann, premio di sti-
protagonisti molto amati dai giovani per festeggiare questa 45esima edizione del Carnevale storese, la prima organizzata dalla “nuova” Pro Loco di Storo, costituitasi nel 2011 per iniziativa del gruppo dei Mati Quadrati (organizzatori a loro volta delle ultime fortunate edizioni del carnevale) con presidente il giovane Nicola Zontini.
le e genialità, dedicato a Hermann Zontini, grande ideatore di carri, scomparso alcuni anni fa. Naturalmente, però, gli appuntamenti non sono solo limitati alle due sfilate. I volontari della Pro loco di Storo hanno pensato alle
esigenze anche dei più piccini ed ecco “Il carnevale dei piccoli” martedì grasso alle 10.30 per le vie del centro storico e una giornata “No-alcool” dedicata ai ragazzi più grandicelli domenica 19 febbraio nel “Carnevale dei ragazzi”,
con chiusura della serata con il mitico liscio dell’orchestra “Claudio Amadori” nel teatro tenda presso il piazzale caserma Vigili del Fuoco. A proposito di location, anche quest’anno vengono confermati i due “tendoni”, uno appunto alle caserme e il classico presso il campo sportivo “Le Piane” . Proprio quest’ultimo spazio, dove si svolge il gran finale del carnevale di Storo, è oggetto in questi giorni di aggiustamento ad hoc per ospitare la festa. D’ora in poi la struttura sarà dedicata proprio alle feste e sarà realizzato un fondo in materiale stabilizzato per una fruizione più sicura. “Era una sistemazione auspicata da anni – spiega Nicola Zontini - che ci era stata promessa dal sindaco Vigilio Giovanelli e dobbiamo ringraziarlo dell’impegno mantenuto, destinando quest’area a feste e eventi come avevamo chiesto. Un ringraziamento va fatto anche agli amici della Settaurense che si sono trasferiti allo stadio “Grilli” per le partite dando la possibilità a Storo di avere un area a disposizione per queste attività”.
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tta da Servizio Bus Nave zzecca Be e e Tione, Veston
Durante la serata PREMIAZIONI ed estrazione lotteria
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Attualità
FEBBRAIO 2012 Gran Carnevale Giudicariese
Maschere e carri attesi in piazza Battisti Tanta attesa per il Gran Carnevale di Tione, dopo i numeri record della scorsa edizione Il Comitato Carnevale di Tione punta su questo per un’altra edizione da record. Si comincia dunque sabato 18 febbraio, dalle ore 14.30 con il Carnevale dei Popi e dei Putei, classico imperdibile per le giovani mascherine, che propone la sfilata con partenza da piazza Brevine, l’ arrivo al centro tennis e lì una serie di iniziative dedicate ai più piccini come lo spettacolo dei clowns, e la dolcezza dei grostoi. Poi la premiazione delle mascherine più belle. Partecipa la Banda Sociale di Ragoli Dalle ore 21.00 spazio al “Carnival party”, con i suoni dei migliori dj della regione ( special guest dj:, Simon from Deep Divas, dj set con Mister V e Carl G., voices by Bony voice) e le telecamere di Trentino tv al seguito di Dennis Forti del-
G
ran Carnevale.... grande attesa. A Tione, dopo le presenze record della scorsa stagione, con tanti carri e centinaia di persone assiepate ai lati del “viaolone” e nella piazza Cesare Battisti stipata come non mai, si attende l’edizione 2012 del Gran Carnevale, che in questi ultimi anni appare sempre più in crescita. Numeri e qualità dei carri fanno ben
sperare anche per questa edizione; basti ricordare quel che avvenne nel 2011, con due carri entrambi molto belli, quello di Tione ( i Flin-tion-s) e quello di Zuclo (Puff-revers) a darsi battaglia fino all’ultimo voto, a testimoniare un’attenzione e una partecipazione oltre ad una “voglia” di Carnevale che riesce ancora a coinvolgere i giovani.
Il carro di Tione del 2011 - foto Ernesto Buganza
Il carro di Zuclo delle scorso anno - foto Ernesto Buganza
la trasmissione “Una serata perfetta/mondo trentino tv”. Per la festa funzionerà un
servizio bus navetta gratuito, per garantire la sicurezza di tutti. Nel corso della se-
rata vi sarà l’estrazione dell’ordine di sfilata dei carri per il martedì grasso.
Freddy and the Kruegers
Acoustic band a 360° Inizia un viaggio all’interno del mondo delle formazioni musicali giudicariesi
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l panorama muattorno a un tavolo di di Aldo Gottardi sicale giovanile un bar o sui banchi di giudicariese sta conoscendo in questi anni un scuola, portano invece a risultati molto interesenorme diffusione, e in molti casi queste avventu- santi. Vediamo allora di conoscere meglio i gruppi re, iniziate quasi sempre come un gioco tra amici che animano le serate nei nostri locali. I “Freddy & the Kruegers” nacquero “inaspettatamente” in una serata dello scorso anno al “solito” pub di Villa Rendena, dove i soci fondatori, (Luciano “Ciano” Fostini, Davide “Ciocco” Mosca e Freddy) ebbero l’idea di fondare un gruppetto acustico per “suonare in strada”. Tanto goliardica fu l’idea, da decidere di chiamare il gruppo con una specie di sfottò che corre dietro al cantante da anni (malauguratamente di nome Freddy, appunto, come il più noto Krueger, quello del film horror “Nightmare”). Poco dopo, la cosa cominciò a prendere forma e i neonati Kruegers coinvolsero ulteriori elementi nella formazione: dapprima Luca Susini (alla “chitarracon-4-corde”), che entrò di buon grado a far parte della compagine, e poi Maurizio
Viviani, noto batterista onnipresente - nonché onnisciente- della Valle. Il gruppo era così al completo. L’inizio dell’attività concertistica avvenne alla Festa Europea della musica ad Arco, nella quale i Kruegers raggiunsero un inaspettato successo di pubblico. E da lì, partì una serie di live performance (come direbbero gli americani) piena di divertimento, un sacco di musica, jam session con gli amici e feste vere e proprie. Il repertorio dei nostri si può definire, se proprio bisogna definire la musica, (cosa che i Kruegers non approvano) “rock acustico”, spaziando da david bowie a guns’n’roses, da cure a red hot chili peppers, e toccando una moltitudine di generi: dal blues al rock’n’roll, al reggae, all’heavy metal (di cui, nel buio della propria
cameretta, buona parte dei componenti sono fan). Nel gruppo va inserito, ad honorem, il “sesto Krueger”: Manuel Castellini (aka Kastel), il quale sostituì Susini in tempo di lavoro in pizzeria. Da quel giorno Kastel divenne costante presenza in ogni esibizione dei Kruegers, oltre che come session man, anche come chitarrista di Maurizio, il quale oltre all’attività di batterista si propone anche come storyteller, le cui canzoni fanno parte di ogni “kruegerlive”. Il gruppo si fermerà nel mese di febbraio, dopo un’intensa attività durata tutti i weekend di gennaio, per un po’ di sala prove, per poi tornare subito in marzo on stage, sempre con qualcosa di più. Per ogni informazione, li trovate su Facebook: Freddy and The Kruegers....Acoustic Band.
COMPONENTI: Freddy, voce Luciano Fostini (Ciano), chitarra Davide Mosca (Ciocco), chitarra Luca Susini, basso Maurizio Viviani, batteria
Si arriva dunque alla sfilata di martedì 21, che prevede la classica partenza dal bar
San Vigilio, l’esibizione durante la sfilata di carri e gruppi mascherati e la sfilata per il vialone fino all’arrivo in Piazza Battisti, dove ci sarà spazio per le recite e le satire dei carri di carnevale e dei gruppi mascherati. Qui si ritrovano tutti i classici del carnevale tionese, con la distribuzione polenta e salam, la partecipazione della Banda Sociale di Tione e quella del gruppo degli sbandieratori della Vigolana; la serata prosegue con la maccheronata per tutti dalle ore 18 presso il Tennis. Poi spazio alla festa finale, con il Galà di chiusura dalle ore 21 e, infine, alle 23, la Proclamazione e premiazione vincitori; anche qui sarà garantito il servizio di bus navetta gratuito con partenze da Roncone e Ponte Arche.
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Dal 16 al 21 febbraio
2012
In occasione del Carnevale Giudicariese 2012 il Comitato Carnevale, in collaborazione con alcuni qualificati ristoranti della zona, propone una rassegna di piatti unici a tema ispirati alla tradizione carnevalesca trentina.
Da giovedì 16 a martedì 21 febbraio 2012
RISTORANTE AGRITUR LA MALGA
RISTORANTE CAPANNA DURMONT
Tione - Cell. 348.3643270 I coriandoli al formaggio fuso ossobuchi alla trentina o stinchi di Pantalone e Arlecchino Gelato
Montagne – 0465.326397 Smacafam Insalata Arlecchin Fritola de Trentingrana “Mascherata” Alternativa vegetariana: sostituiamo quello che va sostituito, ma, carnevalescamente dispettosi, non vi diciamo come! Camuflage di Grostoi Attenzione: è gradita la presenza in maschera
RISTORANTE ALPINO Breguzzo – Tel. 0465.901226 Baccalà cotto al forno con patate e latte mantecato alla panna e servito con polenta gialla di Storo Torta di pere e cioccolato con salsa di cioccolato speziato CHIUSO LUNEDÌ E MARTEDÌ A MEZZOGIORNO
RISTORANTE CARLONE Breguzzo – Tel. 0465.901014 Ravioli alle rape rosse con patate schiacciate, cotechino e manzo lesso. Semifreddo al miele e frutta candita con salsa al lampone
RISTORANTE DOLOMITI Saone – Tel. 0465.321424 Gnocchetti di polenta con fonduta di Casolet e spezzatino di conigli del Bleggio agli aromi. Frittelle di mele con salsa ai frutti di bosco CHIUSO LUNEDÌ SERA
RISTORANTE LA CONTEA Bolbeno – Tel. 0465.324599 /335.7445131 Padellata rustica di patate rösti, con carne salada Alto Garda Trentino alla piastra e fasoi en bronzo. Tortino di carote alla crema di ricotta fresca e uvetta sultanina con ragout di frutta fresca.
RISTORANTE PIZZERIA PELLEGRINI Tione – 0465.320405 Canederlotti ripieni di formaggio di Malga al burro versato, con stinco di maialino scaloppato alla birra rossa e patate rösty. Frittelle di mele Renetta della Valle di Non con salsa ai marroni. CHIUSO DOMENICA A MEZZOGIORNO
RISTORANTE SERENA Breguzzo – 0465.901081 Baccalà dei frati con polenta di farina di Storo Oppure Stinco di vitello arrosto con verdurine Strudel casereccio con salsa ai mirtilli
RISTORANTE TRENTO Breguzzo –Tel. 0465.901061 Carne salada trentina con fasoi all’uccelletto spadellati con pomodoro e pancetta patatine al rosmarino Frittelle di mele Semifreddo arlecchino
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Cultura
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La vita di trincea rivive a Bersone Il Museo della Grande guerra in Valle del Chiese è uno scrigno di oggetti e particolari che raccontano la vita difficile dei soldati
A
Bersone nel centro storico, c’è un gioiellino che merita di essere conosciuto. Si tratta del Museo della Grande guerra in Valle del Chiese, un concentrato di piccole e grandi chicche di materiali recuperati negli anni sulle trincee delle Giudicarie; dalla bombe ai caschetti, dai sacchi a pelo agli orologi, dai kit Entrando si respira subito questa atmosfera e in un attimo ci si cala nei panni di chi quelle trincee le ha vissute veramente. Ad accompagnarci nel viaggio è Diego Bugna, uno dei sei soci fondatori del museo; nel 1991 con altri cinque amici Elio Bugna, Mario Cartocci, Amleto Marchesini, Francesco Bologni e Lino Zulberti diede vita questo straordinario repertorio di cimeli storici.
“Un’avventura – spiega Diego – che è nata dalla comune passione per i reperti di guerra, che con gli amici trovavamo durante le escursioni nei luoghi del fronte. Negli anni dal ’90 al 2000 eravamo fra i pochi a girare armati di metal detector alla ricerca di tracce dei soldati; ora vi sono molti “cacciatori” di reperti che arrivano da fuori Trentino, ma ormai il grosso del materiale, diciamo circa
Diego Bugna, uno dei soci fondatori del museo
di pronto soccorso al filo spinato, tutto fra le mura del museo racconta una quotidianità di quella situazione in realtà straordinaria, quando migliaia di soldati, tra il ‘14 e il ’18, furono spediti in trincee scomodissime, ad alta quota, al freddo e fra i ghiacci nel corso della Prima Guerra Mondiale. il 70% è stato ritrovato”. Ora peraltro la Provincia ha pure emanato un provvedimento con il quale si vieta la ricerca di reperti con il metal detector. Entrando nel museo si ritrova subito una fedele ricostruzione di una trincea italiana con annessa baracca; il manufatto è spartano e realizzato con il legno dei boschi locali, mentre la protezione esterna è di detriti rocciosi locali sostenuti da alcuni inserti in rete di ferro e filo spinato. Davanti c’è il manichino di un alpino vestito da capo a piedi con materiali originali; ve ne sono altri tre, di tipologie di soldati diverse. Sono dono della famiglia di Paolo Fantelli, che su queste montagne ha combattuto. “Questo è anche lo spirito del museo – dice Diego – ossia quello di perpetuare un ricordo di un momento buio e difficile della nostra storia, attraverso la testimonianza concreta della vita di quegli
uomini; tante persone hanno compreso l’importanza anche dal punto di vista culturale di questo progetto, e ci hanno portato reperti e materiali che custodivano magari in soffitta”. Nell’altra stanza, quella di sinistra rispetto all’ingresso, sono custodite decine di granate, bombe a mano, cartucce di tutte le dimensioni, ovviamente “inertizzate”, questo il termine tecnico per dire rese innocue, grazie all’aiuto dei carabinieri che le hanno fatte brillare. “Oltre il 50% delle armi ritrovate era ancora pieno e dunque pericoloso, dunque ci siamo dati da fare”. Colpiscono due casse piene di munizioni in ottimo stato; sono state svuotate tutte a una a una dai “soci fondatori” del museo. Tra gli oggetti più personali stupiscono alcuni particolari, come una pipa in ceramica con pregiati disegni, un apribuste realizzato da una selce e finemente intarsiato,
segno del lavoro fatto dai soldati nei “tempi morti” per non farsi vincere dal freddo e dalla malinconia. Poi un kit con una siringa con due aghi e una sottile fiala di siero, probabilmente morfina e gli orologi colle lancette ferme su un tempo indefinito. Tutti oggetti che raccontano la storia di quelle persone e anche di quei luoghi, teatro dei ritrovamenti come il Nozzolo, il Doss dei Morti, e poi su dalla Val di Fumo fino all’Adamello, al Cavento. Aspettando il 2014. Nel 2014 l’Europa ricorderà con una serie di iniziative il centenario dell’inizio della Prima guerra mondiale, soprattutto come monito verso il futuro. In Italia le celebrazioni iniziano in realtà nel 2015, ma il Trentino, allora impero Austrungarico, di fatto ne fu coinvolto già dall’anno precedente. Per questo per il 2014 il Museo della guerra di Rovereto sta predisponendo - assieme ad altri 18 pre-
sidi museali sparsi per tutto il territorio da Riva al Lagorai, da Luserna a Spiazzo – un percorso significativo e ricco di iniziative distribuito in tutta la provincia. Bersone è fra questi e dunque parteciperà alla “Rete Trentino Grande guerra”. Due “crucci”, infine, per l’Associazione del Museo di Bersone (l’ente che ha sostituito dal punto di vista gestionale il gruppo di amici fondatori, che sono comunque soci): il primo la richiesta, che giunge da molte parti in Valle del Chiese di trasferire l’esposizione nei locali di Forte Larino. Sarebbe una location adatta, anche dal punto di vista storico,e i soci ci stanno pensando. Il secondo è una richiesta alla Provincia; una “deroga” per i musei della guerra per continuare a cercare i reperti nonostante sia proibito dalla legge provinciale, trattandosi di finalità storico-culturali. r.b.
sostenibilità ambientale molto articolato che prevede la formazione/preparazione di un gruppo di ragazzi all’interno dell’Associazione, per trasmettere loro una conoscenza adeguata dei principi che definiscono il concetto di sostenibilità ambientale – attraverso un corso di formazione composto da lezioni frontali, testimonianze, visite sul territorio – affinché siano in grado, a loro volta, di illustrare le conoscenze acquisite a bambini e ragazzi durante momenti di animazione giovanile e incontri organizzati. Insomma una serie di corsi formativi per questi ragazzi,
che a loro volta organizzeranno corsi formativi sul tema dell’ambiente e del rispetto della natura. All’interno del progetto sono compresi anche attività didattiche distribuite su tutto l’anno dedicate a scolaresche o gruppi di lavoro esterni che volessero aderirvi. Questi gruppi potranno usufruire dei servizi di alloggio della cooperativa.
“Orizzonte giovani”: una primavera molto “impegnata” Ambiente e cooperazione in Calabria le due tematiche sul tavolo per i progetti dei prossimi mesi Orizzontegiovani: un “brand” che si sta facendo rapidamente conoscere in ambito locale, specialmente grazie alle due realtà nel quale è organizzato: Artegiovane e Terre Comuni. La prima, nata nel 2004, è una associazione di promozione sociale che opera soprattutto nel campo artistico: da molti anni infatti è lei ad organizzare il Festival L’Arte dell’Incontro, un festival che richiama grandi nomi del panorama musicale (e non solo) italiano ed estero. La seconda, Terre Comuni, è famosa per essere una cooperativa sociale che propone convitti e collegi per studenti a Trento
e ad Arco, durante il periodo scolastico, in estate destinati ad un target turistico, e promotrice di iniziative dedicate alla sensibilizzazione verso l’ambiente e la salvaguardia del territorio. La notizia però riguarda l’impegno dell’intero organico nell’organizzazione e nello svolgimento di due interessanti progetti, che hanno preso l’avvio da poco: il “Progetto Calabria” e il “Progetto Ambiente”. · Il “Progetto Calabria”, ovvero “Uno sguardo alla cooperazione Calabrese: guardare gli altri per capire sé stessi” è una iniziativa
della società Terre Comuni che si propone di continuare un percorso che già aveva iniziato alcuni anni fa sulla collaborazione tra il mondo cooperativistico giudicariese ed alcune particolari realtà cooperative calabresi, per valutare la possibilità di avviare esperienze di scambio. E al tempo stesso offrire ai partecipanti giudicariesi (molti giovani volontari) di osservare un’altra realtà che, sebbene possa sembrare vicina, ha molto di diverso da noi. Il progetto, diviso in quattro fasi, prevede dopo la costituzione di un gruppo di lavoro, la preparazione di tre semi-
nari preliminari in forma residenziale aventi come tema la cooperazione in Trentino, la cooperazione in Calabria e sul mondo della legalità. A seguire vi sarà un viaggio in territorio calabrese, dal 2 al 7 aprile, per studiare dal vivo le differenze tra i nostri mondi cooperativi ed economici in generale. Tutte le esperienze saranno poi raccolte, valutate e discusse nel seminario conclusivo, al ritorno dal Meridione. · Per quanto riguarda il mondo dell’ambiente, l’intera organizzazione di Orizzontegiovani ha presentato ed elaborato un progetto di
Una primavera molto intensa quindi, quella che aspetta l’associazione tionese...aspettando i programmi dell’estate e del Festival di Artegiovane. Aldo Gottardi
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anno internazionale della Cooperazione
DIVENTA SOCIO DELLA TUA FAMIGLIA COOPERATIVA, ENTRA ANCHE TU A FAR PARTE DELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO!
FAMIGLIE COOPERATIVE DELLE VALLI GIUDICARIE, RENDENA E CHIESE FAMIGLIA COOPERATIVA BONDO E RONCONE Bondo Breguzzo Lardaro Roncone FAMIGLIA COOPERATIVA BRENTA PAGANELLA Andalo Cavedago Dorsino Fai Della Paganella Molveno S.Lorenzo in Banale Sclemo - Stenico Spormaggiore FAMIGLIA COOPERATIVA CADERZONE Caderzone
FAMIGLIA COOPERATIVA CARISOLO Carisolo FAMIGLIA COOPERATIVA FIAVÈ CAVRASTO Fiavè Godenzo Di Lomaso Bleggio Superiore FAMIGLIA COOPERATIVA GIUDICARIE Tione Bolbeno Coltura Montagne Preore Ragoli Saone Zuclo FAMIGLIA COOPERATIVA PELUGO Pelugo
FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO Pinzolo Bocenago Madonna Di Campiglio Giustino Iavrè Massimeno Mavignola Plan Campo Carlo Magno Pramagnan Spiazzo Rendena FAMIGLIA COOPERATIVA STREMBO Strembo FAMIGLIA COOPERATIVA TERME DI COMANO Ponte Arche Quadra Bleggio Superiore S. Croce Bleggio Stenico
Ponte Arche Villa Banale FAMIGLIA COOPERATIVA VALLE DEL CHIESE Storo Bersone Bondone Brione Castel Condino Condino Daone Darzo Pieve di Bono Ponte Caffaro Praso FAMIGLIA COOPERATIVA VIGO RENDENA Vigo Rendena
MARKETING SAIT
Il 2012 è stato proclamato dall’ONU “anno internazionale della Cooperazione”, a riconoscimento di un modello d’impresa capace di coniugare etica, persona e mercato. Questo evento, per la Cooperazione di Consumo Trentina, è occasione per far conoscere il carattere distintivo di tutto il movimento: imprese al servizio, prima di tutto, delle persone. Vi aspettiamo nei nostri punti vendita per farVi scoprire i servizi e le attività che le Famiglie Cooperative svolgono per la gente e per il territorio.
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Il Saltaro delle Giudicarie
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I tempi sono cambiati, ormai a comandare è la grande finanza e i grandi finanzieri, così la politica, sospesa sulla terra, è stata spostata in cielo per una opportuna revisione e il Saltaro, senza politica, si trova a disagio. Attorno al tavolo della fumosa cucina, cullati dal sacro tepore odoroso di un pentolone che ribolle, siedono gli uomini di sempre con la loro esperienza secolare, l’acume del nobile lignaggio, il buon senso degli uomini di monte, la lingua maledetta di chi le cose che sa, vuol palesarle al mondo intero, belle o brutte che siano: l’Archimede, il saggio; l’Orsolina, la pettegola; il vecchio Genesio che dell’Abele ne è il probabile genitore e l’Osvaldo Caccola che del gruppo è il più dotato di senso pratico e di cinico realismo. L’Orsolina è fuori di sè perchè ci crede, i Maya, antico popolo messicano, hanno previsto per il prossimo 21 dicembre la fine del mondo, in un anno per di più bisesto, sarà una gran brutta fine. Anno bisesto o normale, cambierà ben poco, ma non son cose da dire, né tanto meno da credere, son cose più per i ‘semplizoni’ che per gente dabbene, è il pensiero dell’Osvaldo Caccola che non ha voglia di perdere tempo in scempiaggini del genere. S’inalbera l’Orsolina che non si sente ‘semplizona’ per niente, lei ci crede e milioni di persone nel mondo ci credono come lei, c’è persino chi pensa al suicidio, chi sta vendendo ogni cosa per portarsi l’oro nell’aldilà, sperano di comprarsi il paradiso, lei aspetta ed accetta così com’è, perchè quando saranno tutti all’altro mondo, finalmente saranno tutti eguali. Al Genesio non gliene frega niente, lui ha già i suoi novantanni di gloria alle spalle, se dovrà morire con tutto il mondo, ne sarà lieto, se non altro sarà in numerosa compagnia. “Ma guarda che discorsi!, cerca di metter ordine l’Abele, con tutte le rogne che abbiamo, la
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Che il Dio dei Maya ci accolga misericordioso! L
Nell’anno della profezia della fine del mondo, quello che sembra agli sgoccioli è proprio la politica
’anno bisestile porta jella e scombussola gli animi e le viscere della gente. Lo conferma la storia che ha visto nel tempo le più grandi sventure realizzarsi appunto nell’anno bisesto. E’ di questo che sta discutendo la conventicola dei saggi giudicariesi radunatasi, per l’occasione, nella vecchia cucina dell’Abele e della moglie Teresa spiritata, con crisi, l’autonomia che traballa, la gente che perde il posto, noi perdiamo tempo in chiacchiere che non stanno né in cielo, né in terra, per dio, torniamo a cose più serie!” “ Quali cose serie, c’è qualcosa di serio oggi sotto il sole?, interviene l’Archimede, forse il presidente Monti, ecco, quello è serio, ma in torno a lui c’è tutto da ridere. A cominciare dalla Lega Nord che si riscopre all’opposizione dopo aver gozzovigliato nei palazzi di Roma, ladrona, per un sacco d’anni ritrovandosi a meraviglia, tanto da accumulare ricchezze da esportare in Tanzania, orpo, che fighi, quelli sì, sanno come gira il mondo! Adesso il loro problema è dove candidare il Trota, figlio del Bossi, al Parlamento o in Europa, io spero che mandino a Roma, l’Italia ha bisogno del suo acume e della sua intelligenza, per i resto fanno ridere anche i polli con le solite bossianate che ormai hanno stufato”. “Neanche ce l’hanno più duro, dice, interessata, l’Orsolina, ormai sono flosci ed intrippati, rompono e sfasciano dove possono, hanno ritrovato il loro mestiere.”
Ma il Caccola, impertinente, vuole aggiungere: “Però con la storia della Comunità e con il referendum per la loro abolizione, l’hanno indovinata... quelli vincono di sicuro, stanno mettendo insieme un gran casino e alla fine la gente darà loro ragione.” “Per forza, su queste benedette Comunità di valle nessuno parla chiaro, erano state volute per ridimensionare la Provincia e scardinare quel melmone di burocrati che ci complica la vita a nostre spese, mantenendo saldi e solidi i nostri paesi che sono testimoni della nostra identità, e, invece, cosa sta succedendo, per Dio, la Provincia rimane così com’è ed i Comuni stanno perdendo le braghe, mutande comprese, li stanno obbligando a sparire...” “Non lo permetteremo mai, i nostri piccoli paesi, sparsi sulla montagna, sono i presidi della nostra montagna, i presepi delle nostre famiglie, chi oserà toccarli?”, l’Osvaldo Caccola pretende l’applauso perchè parole tanto solenni mai sono state spese attorno ad un tavolo di cucina. La Teresa lo guardò esterrefatta, con quell’Osvaldo, quasi, quasi, se non fosse che l’Abele è sempre in guardia, quel ragionamento l’avrebbe riascoltato, per capirlo nel profondo, chissà! Il Genesio, però non é d’accordo: “Lasciatemelo dire, i nostri Comuni sono tanti, sono troppi, costano e servono a poco, ormai le distanze non contano più, la gente si mischia di continuo, le associazioni sono tutte di più paesi assieme, i parroci si dividono su zone ampie, bei tempi
tutti quegli ospiti le verrebbe voglia d’andarsene e mandarli a quel paese. E’ stato l’Abele a voler convocare gli amici che da tempo si sentono trascurati dal Saltaro delle Giudicarie, loro amico e sodale che da quando è salito di grado, sempre più su nell’empireo che conta, di loro non ne vuol più sapere. Vuole cambiare mestiere, vuol dedicarsi ad altro.
quelli del Fascismo, c’erano pochi Comuni e quattro Podestà, e tutto funzionava molto meglio... poi, subito dopo la guerra, abbiamo voluto tornare a dividerci e adesso siamo nei guai...” “Ha ragione il Genesio, sono d’accordo...” dice l’Orsolina, schierata. “Il problema sta nella poca chiarezza...in questi giorni se ne son dette di cotte e di crude sulla Comunità, su cosa sia, su cosa dovrebbe essere, il bello è che ha parlarne è tutta gente che ne sa poco o niente, però sono studiati e credono di insegnarci il catechismo, a noi, che ci arrangiamo fin dai tempi di Maria Teresa, poveri tapini, son finiti i tempi che con quattro parole ben dette, ci prendevano in giro...” conclude alla sua maniera l’Osvaldo. “Mah! Non crede-
re, non è così, da Trento ci comandano più che mai, e guai a sgarrare, ci mandano i loro proconsoli, ci dicono cosa fare, chi votare, dove pisciare, dove andare, come morire... ti sembra che ci rispettino? A me non sembra proprio!” dice sconsolato l’Abele che fino ad allora non aveva aperto bocca. “Ma come? Abbiamo perso le lodroniche palle? Ci siamo tutti rincoglioniti?” urla al limite dell’insania l’Osvaldo, l’indomito. “Eh... i soldi, i soldi corrodono gli animi, da Trento, con quattro lire, tengono in scacco sindaci, imprenditori, albergatori, artigiani, contadini...tutti alla greppia, il principe comanda e i servi della gleba obbediscono, sono i corsi e i ricorsi della storia, la nostra è una storia di principi, magari illu-
minati, ma arroganti e padroni delle terre e delle persone, solo sussulti antichi ci riabilitano per poco, la guerra delle noci, il dazio di Tempesta, e poco altro, per il resto abbiamo sempre obbedito, ma mai come in questo periodo, purtroppo, siamo imbrigliati in una rete melmosa d’interessi, di affari, di compiacenze, che stanno distruggendo il nostro convivere civile...”. L’Archimede sembra sprofondare in una penosa tristezza, s’allarmano gli amici, se quello che ha detto è vero, il Trentino e le Giudicarie sono davvero alla fine! Questo è il pensiero comune. “Qui bisogna riscoprire gli attributi, tirate fuori le palle, uomini conigli, ammesso che ancora le abbiate...!” scoppia inesorabile l’Orsolina. “Ma che si può fare?” chiede l’Abele, disarmato. “Per Dio, ha ragione l’Orsolina, ribelliamoci, prendiamo i forconi, mettiamoci anche qualch emotosega, e caliamo su Trento, li faremo a pezzi quei quattro padroni da strapazzo, li stritoleremo, io mi preparo l’elenco di quelli da infilzare per primi, poi faremo il resto, siamo stufi di soprusi, privilegi, faccendieri, e leccaculi, torniamo ad essere i Giudicariesi di una volta per Dio!” L’Osvaldo Caccola non sta più nelle braghe di corame e vuol subito mettersi in marcia: “Lascia stare, amico mio, non torneranno più i Giudicariesi di una volta, credimi, ci hanno disfatto dentro, nell’anima, nei sentimenti, siamo tutti impantanati, paurosi di perdere qualcosa, nessuno ci metterà la faccia, siamo ormai piagati dentro, proni ad ogni padrone, povera la nostra terra, poveri i nostri figli...” Ormai l’Archimede è sul punto di piangere, e tocca all’Orsolina la conclusione di questa nobile discussione: “ Se le cose stanno così, allora è meglio che si avveri la profezia dei Maya, che il 21 dicembre il mondo salti per aria, che ci sia la fine di tutto, è l’unico modo per ricominciare, se qualcuno sopravviverà, potrà, se non altro, tornare a guardarsi nello specchio e respirare aria libera e pulita. Che il Dio dei Maya, ci accolga, misericordioso!”
Vaccinazione antirabbica dei cani Anche per l’anno in corso, vige l’obbligo di vaccinare i cani contro la rabbia. Saranno a tal fine organizzati, come gli anni scorsi, appositi raduni in ogni Comune. I proprietari potranno quindi vaccinare i cani in tali occasioni (anche in raduni organizzati in altro Comune), il cui calendario sarà prossimamente affisso presso gli albi comunali.. La vaccinazione potrà essere eseguita anche, previo appuntamento, presso l’ambulatorio APSS di Tione, in via Presanella 16, così come resta impregiudicata per il proprietario, la facoltà di avvalersi del proprio veterinario di fiducia. IL SERVIZIO VETERINARIO Dipartimento di Prevenzione Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria Nucleo Operativo N. 5
Responsabile: Franco Fasoli Referente: Via Presanella n. 16 – 38079 Tione di Trento tel. 0465 331490 – fax 0465 331499
Pagina utilità Tratto nuovamente il tema delle servitù, pur se da una diversa prospettiva rispetto a quella dello scorso numero del Giornale, al fine di rispondere a questa domanda pervenuta in Redazione nei giorni scorsi da parte di un lettore. Al fine di dirimere la questione sottopostami rileva innanzitutto precisare quali sono i modi in cui una servitù di passaggio può essere cancellata. Soccorrono a tal proposito due norme contenute nel Codice Civile: l’una l’art. 1073 c.c. e l’altra l’art. 1055 c.c. Secondo il disposto normativo di cui all’art. 1073 c.c. “la servitù si estingue per prescrizione quando non se ne usa per vent’anni”. Ciò a significare che, qualora il vicino non utilizzi il passaggio istituito quale servitù in suo favore per il tempo determinato dalla legge (20 anni), egli decade dal suo diritto di passare per il fondo servente. Accertamento che, evidentemente, in assenza di accordo tra le parti, andrà effettuato dal giudice in corso di causa. Nel caso sottoposto al mio esame, però, pare che il proprietario del fondo dominante, ben conscio di tale eventualità, si premuri periodicamente di inviare una raccomandata al vicino in cui (a quanto pare) si dichiara comunque interessato al mantenimento del proprio diritto di passaggio ricordandone al contempo la sussistenza. La domanda che ci si pone è dunque: è sufficiente una raccomandata per interrompere la prescrizione del diritto? Non avendo letto la lettera, darò per scontato che essa
FEBBRAIO 2012 - pag. LEGGE/ L’esperto risponde
La cancellazione delle servitù di passo: perdita del diritto pernon uso ultraventennale o per il venir meno dell’interclusione a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè Spettabile Redazione. Si è parlato tanto di diritti di passo. Vorrei ora sottoporre la domanda inversa e cioè la cancellazione della servitù di passo a piedi o con autoveicoli. Nel caso specifico si tratta di una servitù MAI utilizzata dal fondo dominante da quando è stata costituita e cioè dall’anno 1970. Alla cadenza di ogni 15 anni circa ci ricordano con una raccomandata che sia validamente redatta e notificata, e comunque contenente tutti gli estremi idonei a darne il valore di messa in mora preteso dal mittente. Fermo quanto sopra, va evidenziato come secondo gran parte della giurisprudenza - che ha statuito in merito alla prescrizione del diritto di servitù - valgono ad interrompere il decorso dei termini di prescrizione sia la domanda giudiziale del proprietario del fondo dominante che chieda per esempio l’eliminazione di un ostacolo all’esercizio del suo diritto, sia un riconoscimento espresso della sussistenza del diritto da parte del proprietario del fondo servente. Alla luce di ciò, pare emergere il principio che non sia necessario un effettivo e concreto utilizzo del passaggio, bensì che sia sufficiente la volontà oltre che l’interesse del titolare del diritto
di far valere la servitù. Quando il titolare del diritto non eserciti il potere sul bene, risulta necessario valutare la validità degli atti interruttivi del termine di prescrizione dallo stesso posti in essere, che siano quindi diversi dall’azione concreta del passaggio (che evidentemente interromperebbe il decorso del termine senza alcun dubbio). In proposito, però, è discusso se ad interrompere i termini di cui sopra valga solo un atto giudiziale, oppure se possa valere anche un atto stragiudiziale (quale una raccomandata a.r.) ricevuta dal proprietario del fondo servente. La controversa posizione assunta in proposito sia in dottrina che in giurisprudenza non concede allo stato di poter pacificamente propendere per l’una o l’altra soluzione. A mio avviso, peraltro, rite-
c’è questa servitù. Faccio presente che il fondo dominante ha un comodo e diretto accesso alla via pubblica, ecco perchè questa servitù è inutile e quindi mai stata utilizzata. Però c’è e vorrei toglierla. Grazie molte per una Vostra risposta. Lettera Firmata nuto che la normativa sull’interruzione della prescrizione presuppone un reale interesse a che il diritto di servitù permanga, trovo difficile ravvisare un simile interesse in capo al proprietario di un fondo che, pur non utilizzando da oltre quarant’anni il passaggio imposto sul fondo servente, in limine con lo scadere dei termini prescrizionali di volta in volta maturati, invii una raccomandata al vicino per far conoscere il proprio intendimento a mantenere il proprio diritto di passo. Ma vediamo ora la seconda possibilità ammessa dal Legislatore per poter ottenere la cancellazione della servitù di passo, e cioè quella prevista dall’art. 1055 c.c. secondo il quale: “se il passaggio cessa di essere necessario, può essere soppresso in qualunque tempo ad istanza del proprietario del fondo dominante o del fondo servente”.
Nel caso di specie, però, ove a quanto pare la servitù risulta costituita per volontà delle parti e non coattivamente per interclusione del fondo dominante, tale normativa parrebbe non trovare applicazione. Peraltro, secondo la costante interpretazione giurisprudenziale dell’istituto, la causa estintiva della servitù di passaggio prevista dall’art. 1055 c.c., per il caso di cessazione dell’interclusione del fondo dominante, opera con riguardo ad ogni servitù che si ricolleghi ai presupposti del passaggio coattivo, anche se sia stata convenzionalmente costituita. In parole povere qualora la servitù, seppure frutto di una convenzione, sia stata istituita per ovviare all’interclusione del fondo. Appare ovvio, in tale ultima ipotesi, che sarà onere di colui che intende far sopprimere il passaggio dimostrare il
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Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazione del diritto a casi concreti al seguente indirizzo redazionegdg@yahoo.it. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse verranno pubblicate sui successivi numeri del Giornale delle Giudicarie. mutamento dello stato di fatto rispetto al tempo in cui è stato raggiunto l’accordo sulla costituzione della servitù, oltre che la circostanza per cui tale accordo aveva quale ragione fondante il permettere al fondo dominante di raggiungere agevolmente la via pubblica. Alla luce di quanto sopra, nel caso specifico sottoposto dal nostro amico lettore, consiglio a quest’ultimo di verificare dapprima, ed in maniera puntuale, il contenuto dell’accordo che ha istituito il passaggio, per verificarne ragioni e validità. Qualora, da tale verifica non se ne derivasse alcun valido appiglio normativo per risolvere il problema che lo preoccupa, direi che unica strada percorribile – solo a seguito di un’attenta verifica delle più recenti pronunce giurisprudenziali in materia – sia quella di far valere la prescrizione del diritto contestando la validità delle comunicazioni di messa in mora notificategli negli anni. Ringrazio infine per l’interessante quesito proposto per questo numero, invitando altri lettori che avessero necessità ad inviare le proprie domande alla Redazione del Giornale. Avv. Francesca Zanoni Fiavé
Fatti, persone e storie dal Trentino E’ uscito il secondo volume (dal 1976 al 2000) del “Dizionario” del giornalista Mauro Lando Dopo il primo volume riguardante il periodo dal 1945 al 1975, a distanza di poco più di due anni è nelle librerie il secondo “Dizionario dei fatti, dei personaggi, delle storie del Trentino”, riferito al periodo 1976 – 2000, edito da Curcu & Genovese. Ne è autore il giornalista Mauro Lando che in 695 pagine ha racchiuso 685 voci in cui ha raccontato i principali fatti verificatosi nell’ultimo quarto del secolo scorso. Un periodo storico cruciale per le vicende trentine e delle quali sono tutt’ora presenti echi diffusi ed anche effetti concreti. Dalla lettura delle voci del Dizionario attraverso la narrazione di fatti, i ricordi di
Mauro Lando
personaggi, le illustrazioni di storie è quindi possibile ricostruire quanto successo ne decenni passati, mantenere viva la memoria storica che via via si incammina verso l’appannamento, comprendere le ragioni di larga
parte delle realtà politiche, economiche e sociali con cui si fanno i conti tutt’ora nel capoluogo, nelle città e nelle vallate del Trentino. Il metodo per la elaborazione delle quasi settecento pagine del Dizionario è stato quel-
lo della lettura e dell’esame delle pagine dei quotidiani, proprio perché oggetto della ricerca è “tutto quanto ha fatto cronaca”. E’ evidente che, dove è stato necessario, si è proceduto ad approfondimenti ulteriori. Ne è scaturito pertanto un libro che racconta e ricorda in voci da dizionario quanto è successo nell’ambito soprattutto provinciale con l’attenzione rivolta a fatti politici, economici, amministrativi, urbanistici, giudiziari, artistici. Non mancano episodi di vita comune, drammi, gioie, mobilitazioni, personaggi, avvenimenti che hanno segnato la vita e le opinioni dei cittadini. Va segnalato anche che due categorie di fatti non
sono state riportate, oppure lo sono in maniera meno diffusa: si tratta degli episodi di cronaca nera e degli avvenimenti sportivi. Sono due ambiti per i quali già esistono libri ad essi dedicati. Alla base di questo lavoro, al quale l’autore si è applicato in cinque anni di ricerca e lavoro, sta la volontà di contribuire a dare una risposta a frequenti quesiti che emergono nella comune conversazione, oppure nella individuazione dei contorni di episodi di un passato molto prossimo. Quesiti quali: “Perché si è deciso così?” “Ma come è andata a finire?” “Come è cominciato?” “Chi era?” Domande spesso inappagate per i confini ine-
ludibili della memoria storica personale e per la indeterminatezza della conoscenza generale. Quesiti che non sono solamente frutto della curiosità di chi gli episodi del passato prossimo ha in qualche modo conosciuto e poi dimenticato, ma che esprimono anche un’esigenza di chi ora deve fare fronte alle conseguenze di quei fatti. Nelle 695 pagine del secondo volume, nelle 685 voci riportate. nei 3430 nomi citati, nei 1050 luoghi ricordati queste domande trovano una risposta. Non vanno poi trascurate le 423 pagine del primo volume con le sue 613 voci, 2004 nomi e 915 luoghi indicati.
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Arte
FEBBRAIO 2012
Organizzato dalla Biblioteca Comunale
ConcorsoArtistico “insegnare Roncone” di Alessandro Togni
La Biblioteca Comunale di Roncone istituendo “Insegnare Roncone” ha voluto suggerire attenzione ad un tema significativamente aderente allo svolgersi della vita della sua comunità, indicando nell’osservazione di un paesaggio, nello scorcio di un luogo naturale o urbano, nella presentazione di un personaggio, o nella descrizione aneddotica, le modalità per fissare in forma artistica gli elementi maggiormente significativi della cultura e della storia al fine di assicurarli alla nostra memoria. La ricerca, possibile di ospitare varie forme espressive, è stata quindi affidata ad autori partecipanti al concorso, nella consapevolezza che ogni opera presentata potesse contenere in sé, i caratteri di una creatività singolare, ma anche avesse la forza e la sostanza per aiutare ad ampliare la coscienza che abbiamo della nostra storia e la perceSezione Poesia: Si classifica al primo posto assoluto la poesia “STE AGN” di LEDI AMISTADI. La naturalezza di uno sguardo disincantato e colmo d’affetto per il tempo passato sono il motore sensibile di questo “canto nostalgico” dove emergono visioni di semplice e vera bellezza. Nella concezione del tempo e dello spazio ecco il rapporto fra l’uomo, il paesaggio naturale, gli animali. In quel tempo non troppo lontano, il lavoro dell’uomo si esplicava attraverso la cura e la pulizia fino nelle zone alte della montagna; così il dialogo fra le parti, nella Natura, veniva mantenuto dentro l’ordine che “teneva indietro le volpi”. A differenza dell’oggi dove ritroviamo persino le vipere a condividere spazi e luoghi troppo adiacenti. Nel ricordo, invece, rinverdiscono le piccole scene giovanili, quando proprio durante lo sfalcio o la raccolta della foglia, o nel lavorare la terra, fuoriuscivano come diamanti, gli oggetti smarriti nella precedente stagione. Un’estasi di luce agli occhi
zione del territorio che abitiamo. Il rapporto che gli uomini hanno manifestato con e dentro il paesaggio sembra quindi essere il contenuto basilare di questa proposta intesa e voluta al fine di manifestare il “sentimento di rispetto” per la Natura e la Comunità. Il numero di opere partecipanti alla prima edizione di “Insegnare Roncone” ha qualificato con positività la proposta culturale conclusasi con la mostra complessiva, la premiazione dei vincitori e l’anticipazione della seconda edizione prevista per il 2012. Le opere, premiate in virtù di una sostanziale aderenza ai significati e qualità estetica, sono state indicate e scelte dalla commissione composta da Ilaria Dorna, Pierangela Pellizzari, Vigilio Bonenti, Dario Gelmini, Alessandro Togni.
spalancati e la più inaspettata “sorpresa bambina” capace di commuovere. La stessa vibrante sensazione che, questa volta ad occhi chiusi, è possibile immaginando la multiforme pittura livida dei crocus sopra il prato, senza sapere se quella sia la folgore di primavera o già il silenzio assorto dell’autunno. “Ste Agn” nel suo volgere un poco malinconico si chiude tuttavia nella fantasia pittorica dove i colori sembrano nuovamente restituire vita alla memoria, per un “ritorno nel futuro”.
Sezione Fotografia: Si classifica al primo posto assoluto la fotografia “DOPO LA MESSA” di FRANCO ZENI. Ad una prima osservazione l’immagine si caratterizza per la pacatezza e tranquillità, ma se ci soffermiamo con attenzione possiamo verificare diverse modalità interpretative. La forma qui diviene quasi sostanza ed i segni della composizione assumono una rilevanza che possiamo sottolineare come autentico “stile”. Necessariamente dapprima siamo attratti dal rapporto cromatico fra la grande
La poesia prima classificata: Ste Agn di Ledi Amistadi
vastità del verde naturale e il candore luminoso del bianco della veste tonacale. Poi ecco il nero che variamente sembra interrompere il bianco, quasi a voler dialogare con il grigio omogeneo del cielo lontano, dietro la collina. La Natura appare immobile come avviene dopo il temporale e solo la traccia della stradicciola ancora inzuppata di pioggia, volgendo sinuosa in prospettiva accidentale riesce a modificare lo spazio per restituirgli la sua realtà. E’ la ripresa frontale di una azione semplice, con le suore raggruppate come “sorelle” unite dentro un unico destino, fissate mentre assieme affrontano il cammino che “dopo la messa” le riconduce a casa. E quindi nel silenzio di una azione pervasa di messaggi spirituali possiamo ammirare la geometria e la proporzio-
ne che le linee e le masse ci riservano, ripercorrere stati d’animo ed immaginare disposizioni interiori di fede. Attraversata da contenuti prossimi al Neoclassicismo, possiamo scrutare la maestà della Natura, il fascino di gesti colmi di rispetto per una vita dedicata alla preghiera per il bene nel mondo. Nella sua figurazione infine troviamo non solamente forme e strutture compositive ma anche contenuti simbolici di umana solennità. Sezione Pittura: Si classifica al primo posto assoluto il dipinto “INVERNO ALLA FAGGETA DI DAMPON” di MARISA CAPELLA. Ecco il paesaggio rappresentato nella sua esistenza silenziosa ed ospitale. E’ questo un luogo assai riconoscibile
per la sensibilità dei ronconesi, il posto dove navigano i pensieri, dove sembra persistano le voci della Natura antica, ma anche i sospiri delle riflessioni di oggi. L’opera vive quasi interamente sul rapporto dei colori chiari, separati distintamente fra tonalità fredde d’inverno e i bagliori aranciati del sole prossimo a nascondersi al sopraggiungere della sera. La morbida linea della neve sembra frangersi fra candori luminosi e degradanti ombreggiature azzurrate che modulano come le onde del mare; le volumetrie dei tronchi di contrasto muovono in verticale sezionando un fondale inondato dalle vibrazioni luminose. Nulla appare nella sua consistenza fisica mentre solamente il bianco nella sua presenza/assenza sembra porsi con nettezza a descrivere la realtà.. E’ questo il frammento di mondo alpino al quale ci stiamo approssimando seguendo le tracce indicate dal cuore e lasciando riposare la mente. La struttura compositiva dispone per un primo piano ad iniziare dalle pietre in basso a destra per poi proseguire verso il varco vuoto fra i faggi dove la crema della luce ancora riesce a non farsi travolgere dalle ombre verdeggianti poste di lato in forma di sipario che si chiude. La pittura leggera e sottilmente impressionistica viene posta in essere con acquerellature prive di contorno in una sorta di indefinitezza ovattata. E proprio la disposizione morbida di questa scena quasi magica riesce a tradurre e riportare alla nostra sensibilità, stati d’animo impregnati di lirismo, dentro un recupero naturalistico così essenziale e indispensabile per il nostro benessere interiore.
Cultura
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IL RICORDO
Una vita per la cultura Paolo Scalfi Baito ha incarnato lo spirito dello studioso tenace e legato alla sua terra. Si è spento il 20 gennaio Paolo Scalfi
Aveva alle spalle i severi anni di studio a Fano, nelle Marche, durante gli anni dal 1941 al 1942; lunghi anni della fanciullezza e dell’adolescenza che, oltre alla ferrea formazione del tempo, gli avevano lasciato in cuore quella salda nostalgia del paese natio che è propria di coloro che lo devono temporaneamente abbandonare per motivi o di studio o di lavoro. Nel secondo dopoguerra le difficoltà del tempo per assicurarsi il posto di lavoro in sede fissa come maestro elementare; quindi la famiglia con la maestra Noemi Sartorazzi, poi i figli, poi i lunghi anni di scuola ed il costante, ininterrotto, indefesso attaccamento alla storia della propria terra: un impegno che ha contrassegnato nettamente la sua figura di Giudicariese. Un impegno che - dagli anni Sessanta/Settanta - ha
L
a notizia ormai è doli dell’attaccamento al di Mario Antolini Muson ormai di pubblico loro territorio attraverso dominio: giovedì 20 gennaio è scomparsa un’altra la conoscenza geografica e storica che gli scaturiva non delle più eminenti personalità culturali delle Giudicarie, solo dal suo sentirsi giudicariese a tutti gli effetti, ma soquel Paolino da Preór che aveva sempre voluto essere prattutto dal continuo studio che ha perseguito per tutta chiamato con lo scotùm di famiglia: él Bàito! Ottimo e la vita sui documenti degli archivi per carpirvi l’essenza prezioso maestro elementare in vari paesi, in particolare della vita secolare del Trentino e delle Giudicarie, con a Breguzzo ed a Tione, aveva saputo sostanziare ed ar- particolare riguardo a Preore, Ràgoli, Regole di Spinale ricchire la formazione scolastica dei propri alunni dotan- e Manéz e Tione. condiviso ininterrottamente con Silvia Marchiori di Saone e con Ezio Scalfi di Tione in quel nucleo di storici che sono passati alla storia come SPES: Silvia, Paolo, Ezio Scalfi con una sequenza anche di importanti pubblicazioni che restano a documentazione del loro passaggio fra noi. Mi sono trovato personalmente coinvolto con loro durante la preparazione e la stampa degli “Statuti di Tione: 1759/1757” nel 1974, e del primo volume “Le Re-
gole di Spinale e Manez” nel 1977. Con loro ho condiviso altri studi e ricerche, ma sopratutto alla loro scuola (e dalla loro determinante amicizia) ho assunto l’entusiasmo e la caparbietà che si devono avere nel saper e voler sondare tutto ciò che sta alle nostre spalle e che può illuminare il nostro presente per meglio individuare il domani. Quella della SPES è stata una vera fucina, rimasta accesa per troppi pochi anni, ma che ha riscaldato l’atmosfera culturale della
nostra comunità territoriale lasciando una traccia indelebile di quanto da loro fatto e seminato. Oggi le Giudicarie sono più povere, ed è triste per me assumermi il compito di salutare anche questo intimo amico, dopo aver dovuto anche salutare sia Silvia che Ezio: persone che mi auguro possano far sentire il loro spirito anche alle generazioni future. Di Paolino porteremo il ricordo della sua tenacia, dei suoi entusiasmi, del suo carattere focoso quando c’era
da difendere determinate posizioni culturali su argomenti controversi e discussi: sapeva coraggiosamente imporre il frutto dei suoi studi, delle sue analitiche ricerche, delle sue convinzioni basate su quanto stava via via scoprendo nelle “vecchie carte”; ma ugualmente la sua disponibilità e il suo saper stare con tutti. I suoi alunni porteranno con sè i suoi insegnamenti sempre legati alla più stretta scientificità professionale, sempre alimentati da una corretta vi-
sione di vita all’interno del proprio contesto sociale alla luce anche di quanto egli sapeva “far passare” loro dal passato. Gli amici ricorderanno l’amico col quale era gratificante incontrarsi ed a sedersi, magari al bar, in ore ed ore di conversazioni sempre interessanti, sempre ricche di quello che egli andava via via scoprendo e di cui faceva parte chiunque sempre con immutato entusiasmo. Ai figli il ricordo di un “uomo” ligio al dovere, vissuto sempre con la massima rettitudine, soprattutto intellettuale, e fortemente legato alla “vita di famiglia” concepita e vissuta secondo i canoni ed i valori della più schietta e saggia tradizione popolare propria dei secoli passati. Ciao, Bàito, dal Musón
Amedeo Marchetti, un successo meritatissimo La pittura di Amedeo Marchetti è “l’unica” capace di attirare a sé un pubblico così numeroso ed eterogeneo e la verifica di questa affermazione è possibile a margine della mostra che si è da poco conclusa presso il Centro Studi Judicaria a Tione di Trento. Marchetti è certamente artista riconosciuto anche a livello internazionale, ma che il suo carisma potesse muovere così tante persone non era così scontato, nemmeno per lui, e ancora meno per la direzione del Centro Studi Judicaria e per il suo presidente Graziano Riccadonna rimasti per questo favorevolmente sorpresi. Nel giorno d’inaugurazione alla quale hanno partecipato con uno splendido concerto anche Sabrina Schneider (soprano) accom-
Amedeo Marchetti - foto Udalrico Gottardi
pagnata al pianoforte dal maestro Corrado Baroni, erano presenti almeno 300 visitatori, e nei giorni seguenti d’apertura sono transitate dalle Sale Expo almeno 1000 persone completamente entusiaste. Anche in occasione della conferenza “Out Of The Blue” preparata in forma di indagine ed interpretazione dell’arte di
foto Udalrico Gottardi
Marchetti, erano presenti non meno di 70 persone. Insomma, l’esposizione è stata davvero gratificante per l’autore, per gli organizzatori di Judicaria e per il pubblico che ha lasciato indirizzi di stima e di soddisfazione riempiendo tutte le pagine del libro delle firme … La sua pittura naif, il caratte-
re ingenuo ed istintuale che la attraversa, il modello formale assai vicino alla percezione comune, il battito dell’arte popolare e la meraviglia delle cose “folk” oggi ingiustamente superate e dimenticate, i notturni dell’inverno rischiarato, i bagliori e le fantastiche visioni, hanno catturato il sentimento di tutti, consegnando
emozione come solo le cose dell’arte più intensa sanno regalare. E’ una pittura colma d’incanto e di innocenza, immaginifica e favolistica, con il tempo che sembra rallentare e disporsi al gioco per una trasformazione della realtà, dove ancora possono balenare i sogni della fanciullezza, manifestarsi la commozione e la passione per le cose lontane, mai dimenticate. Eccole le ragazze di Amedeo mentre distrattamente ci osservano dal loro mondo ovattato di neve, eccole quasi immobili, semplicemente sedute, mentre brillano le stelle nel cielo blu delle notti invernali o mentre riposano dentro le case accanto alla stufa, mentre i pensieri navigano chissà in quale luogo sognato. INDUSTRIALIZZAZIONE
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Il gusto dell’illustrazione romantica quasi a voler riprendere per continuare gli insegnamenti dei grandi del passato come Henry Rousseau, Ligabue e Betty Swanwick della quale rimembra l’inclinazione nostalgica e la freschezza compositiva. Questo è Amedeo Marchetti: con la sua pittura morbida non raggiunge solamente qualità ed intensità espressiva ma, nella più autentica accezione del pittoresco regala a tutti noi, il carattere leggero e la disposizione ad accogliere solamente le cose vere, nella bellezza; e se fra le essenze che pervadono la sua arte possiamo indicarne una importante capace di restituire successo, questa è la “sincerità”. Grande Amedeo! Alessandro Togni BIOEDILIZIA
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Società
FEBBRAIO 2012 L’iniziativa è patrocinata dall’ordine provinciale
“Amicogeometra”tornalaconsulenzagratuita Si conferma per il quarto anno consecutivo l’apprezzata iniziativa presso la sede della Comunità di Valle L’iniziativa viene portata avanti dall’Associazione Geometri della Comunità delle Giudicarie che crede fermamente nell’utilità del servizio e che ancora di più, in un’epoca complessa e piena di difficoltà come quella attuale, vuole essere vicina alle necessità della gente. Il servizio come per gli anni precedenti viene offerto, è bene sottolinearlo, in forma del tutto gratuita e semplice, mettendo a disposizione una terna di professionisti, selezionata in forma quanto più varia ed assortita, in rapporto alle diverse specializzazioni ed alle diverse aree di provenienza. Attualmente si può contare su una trentina di professionisti aderenti all’iniziativa: un numero significativo che consente sia di coprire agevolmente i turni previsti che di garantire l’efficienza di un sistema pluralistico e trasparente di informazione. Affinando le passate esperienze e nell’ottica del miglioramento del servizio viene con quest’anno introdotta una importante novità che consiste nella tenuta del servizio anche in sede periferica e precisamente presso il Comune di Storo in due distinte sessioni: il giorno 30 marzo ed il giorno 28 settembre 2012, dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Tutte le altre sessioni si svolgeranno, come di consueto,
S
ulla scorta delle positive esperienze degli anni scorsi viene riproposta anche per il corrente anno 2012, l’iniziativa nata con il patrocinio del Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Trento, finalizzata a consolidare il tradizionale presso la sede della Comunità delle Giudicarie, che ancora una volta si è dimostrata sensibile all’iniziativa, mettendo a disposizione un apposito ufficio nella propria sede, alle date stabilite del 27 gennaio, 24 febbraio, 27 aprile, 25 maggio, 29 giugno, 27 luglio, 26 ottobre, 30 novembre 2012, dalle ore 9,00 alle ore 12,00. Sia alla Comunità di Valle che al Comune di Storo va in tal senso rivolto un doveroso ringraziamento per la disponibilità offerta. In definitiva, le sessioni previste sono in totale n°10, corrispondenti sostanzialmente ad una cadenza mensile ove si escludano i mesi di agosto e dicembre, rivelatisi di scarso utilizzo. L’accesso al servizio è completamente libero e non richiede alcun appuntamento. Molteplici ed assolutamente svariati sono gli argomenti sin qui trattati nelle varie sedute, con una prevalenza delle tematiche del risparmio energetico, delle agevolazioni fiscali, del rapporto di vicinato e delle problematiche dell’edilizia in genere. A garanzia della professionalità messa in campo, viene
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 11 n° 2 - febbraio 2012 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi Hanno collaborato: Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Denise Rocca, Alessandro Togni, Andrea Tomasini Alberta Voltolini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampa: Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
compilata apposita scheda, in forma anonima, che annota principalmente gli accessi al servizio, i contenuti della consulenza e la zona di provenienza del richiedente. Viene altresì richiesta la compilazione da parte degli utenti di un semplice questionario anonimo rivolto a comprendere il gradimento
rapporto dei Geometri con il territorio ed a fornire al cittadino, in forma del tutto gratuita, un primo supporto informativo per la gestione di qualsiasi problematica tecnica rientrante nell’ambito delle proprie competenze professionali. dell’iniziativa. A scanso di equivoci ed a tacitazione di possibili retro pensieri, un punto importante è bene sottolinearlo: in nessun caso e per nessuna ragione è ammessa una qualsivoglia captazione di incarichi nell’ambito del servizio in oggetto. Ad onor del vero bisogna anche riconoscere,
come questi anni di attività dimostrano, che il problema in sé non si pone realisticamente in quanto i cittadini che accedono al servizio, sono mossi in prevalenza dalla necessità di confronto, di dialogo e di informazione alternativa e/o integrativa e non già dall’esigenza della formazione di un
parere in ordine alla figura professionale a cui rivolgersi. L’intero concetto del servizio è imperniato, come detto in apertura, sul legame al territorio dell’intera categoria dei Geometri e non già al vantaggio di alcun singolo, mirando a mettere in evidenza il pregio ed il valore che tradizionalmente lega il cittadino alla figura del Geometra, definito nell’occasione con termine assolutamente appropriato di AMICO.
Società
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Africa Rafiki si occupa da 12 anni di solidarietà internazionale
Solidarietà sulla linea Giudicarie-Kenya “Ho capito che nella vita devo fare quello che mi spetta, poi il resto si muove di conseguenza, ma il primo passo lo devo fare io. Non sono le cose che vengono verso di me, sono io che devo andare verso di esse”. Con questa citazione di George Bernards Shaw, e una di quelle nitide foto che catturano l’allegria dei bambini africani, si apre la home page di Africa Rafiki che si occupa di volontariato in Kenya. Dopo undici anni, l’associazione ha concluso nei giorni scorsi il suo importante lavoro nella capitale keniota e si prepara a nuove sfide in altri territori del continente africano. Fondata nel 2000 per sostenere il lavoro di padre Franco Cellana, originario della Val di Ledro e responsabile a Nairobi della parrocchia Consolata Shrine, nel quartiere Westlands, in questo decennio si è occupata di sanità, educazione e lavoro per i quartieri più poveri di una metropoli che conta 4,5 milioni di abitanti. I tre slum Suswa, Deep Sea e Maasai, dove si è concentrato il lavoro dell’associazione, sono agglomerati di baracche di fango e cartone, separate da anguste stradine piene di buchi e immondizia dove l’emergenza sanitaria ha portato i medici volontari a lavorare a domicilio in condizioni disastrose: gli zaini pieni di medicinali e la fioca luce delle pile tascabili. Oggi, grazie al lavoro dei volontari giudicariesi, esiste un dispensario con acqua corrente, medicinali e qualche attrezzatura permanente gestito da una piccola equipe medica. In questi 11 anni di impegno i volontari sono riusciti a cambiare drasticamente il livello di vita della popolazione: una al giorno, per poco più di 250 euro l’una, sono sorte nelle fatiscenti bidonville africane, al posto delle fragili baracche di fango appoggiate una all’altra come tesserine del domino, delle piccole casette di legno e lamiere zincate, due metri per tre, dipinte di verde e marrone, “i colori della terra e dell’erba” raccontano i volontari; e poi sono seguiti gli allacciamenti all’acquedotto cittadino, la messa in opera degli impianti fognari, la predisposizione delle docce e dei servizi igienici. Le infrastrutture sono necessarie, ma non bastano, hanno pensato ad Africa Rafiki, bisogna lavorare anche sugli spiriti, ed è nato un laboratorio artigianale dove giovani e adulti potessero trovare uno sbocco occupazionale e affrancarsi dalla miseria. Agli adolescenti che sopravvivono di fur-
“L
di Denise Rocca
a storia di Africa Rafiki è quella di una serie di situazioni di sofferenza dalle quali sono nate molte altre situazioni di speranza”. Così racconta il presidente di Africa Rafiki, Sergio Armani, comandante del corpo dei vigili
tarelli e colla da sniffare, il dramma africano, i volontari offrono un pasto vero alla settimana. Ci sono anche i bambini, ovunque, tutti ossa e sporcizia: per loro, i figli degli slum, poverissimi perfino secondo i canoni di un continente del Terzo Mondo e rifiutati dalle scuole pubbliche, sono stati costruiti una scuola capace di ospitarne fino a 600 e due asili per 300 bimbi. Racconta l’assessore del comune di Comano Terme Achille Onorati, volontario dal 2008 e appena rientrato da Nairobi: “in questi dieci anni si è fatto tanto, e non si finirebbe mai a guardar bene, ma ci sono zone nel nord del paese che hanno bisogno di infrastrutture simili, per questo l’associazione sposterà la propria opera a nord, seguendo padre Franco”. IL FUTURO IN ARRIVO... I volontari hanno già effettuato i sopralluoghi nelle nuove aree del nord dove sposteranno la loro opera, nel territorio dei fratelli dei più conosciuti Maasai, i Samburu. Una tribù nomade di guerrieri-pastori dai lineamenti eleganti, fieri e poverissimi, che popolano una savana arida e inospitale eppure di una bellezza struggente. Il regalo più prezioso una pecora, la risorsa più rara l’acqua. Le donne camminano per chilometri solo per raccoglierne qualche secchio e si occupano in toto della gestione della famiglia, i bambini pensano al bestiame, i maschi adulti sono guerrieri. Tutto qui, una vita dura, spartana, dove mancano scuole, ospedali, canalizzazioni e fognature, ma libera dalla schiavitù del tempo che scorre. “Quello che non manca assolutamente è il tempo” - racconta Ser-
del fuoco di Tione. E proprio da un incendio, nel ‘93 nel quale morì un volontario e un altro rimase gravemente ustionato, inizia l’amicizia di padre Franco Cellana con Sergio Armani e i suoi vigili, molti dei quali sono oggi membri dell’associazione.
gio - se succede un imprevisto nessuno si agita, basta sedersi sotto un albero e aspettare, prima o poi, più poi che prima, qualcuno passerà e darà una mano”. Le giornate sono scandite dal giorno e dalla notte, nessuno sa quando è nato, “a che serve saperlo?” hanno chiesto i Samburu ai volontari. In Africa, in effetti, non esiste maggiore età per votare e sposarsi, nessun impegno improrogabile, nessuna scadenza da non mancare. Sarà per questo che sorridono, nonostante condizioni di vita al limite. Un mondo incredibile, difficile da capire per noi, ma diversissimo anche rispetto al caos urbano degli slum di Nairobi. Nella savana dei Samburu si muovono 10.000 persone in 5.000 chilometri quadrati di territorio, a Nairobi lo slum di Kibera stipa anche 95.000 persone in un solo chilometro quadrato. Nei territori rurali dei Samburu da un decennio opera padre Airo, che ha preparato l’arrivo dei volontari di Africa Rafiki. L’associazione progetta di alleviare il problema dell’acqua, magari con un pozzo, poi si pensa ad un asilo, per i bambini, che funzioni di sera perché di giorno sono impegnati a portare le pecore al pascolo. “L’intenzione è di portare quelle che consideriamo delle necessità primarie – spiega Sergio Armani - non vogliamo assolutamente cambiare il loro modo di vivere, anche se siamo consapevoli che qualche conseguenza se costruiamo delle strutture stabili sarà inevitabile. Ci conforta la loro gratitudine; a padre Airo, per ringraziarlo del suo lavoro, hanno regalato una capra, il più prezioso dei doni per un Samburu”.
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Sport
FEBBRAIO 2012
Pro loco in gara a Bolbeno Grande affluenza e divertimento per la prima edizione della gara sciistica fra i sodalizi di tutto il Trentino Notevole, come in ogni occasione, l’impegno dei volontari e dei collaboratori della Pro Loco di Bolbeno, che hanno garantito uno svolgimento della gara e una organizzazione dell’insieme impeccabile, ad esempio l’includere nei 20 euro di iscrizione anche il pranzo (primo, secondo e dolce), skipass giornaliero per l’impianto e ingresso gratuito nel campo primi passi “Bolbenolandia”. La gara, divisa per categorie che andavano dai più ai meno giovani, divisi tra maschi e femmine, ha occupato tutta la mattinata e i vincitori sono stati premiati nel primo pomeriggio durante la cerimonia di premiazione, nella quale sono intervenuti oltre alle auto-
Le “Coste” di Bolbeno non mentono mai! Un altro appuntamento all’insegna dei grandi numeri per l’impianto sciistico “più basso d’Italia”: domenica 22 gennaio ha infatti avuto luogo a Bolbeno la gara di slalom gigante del Campionato Provinciale Pro Loco del Trentino, organizzata dalla Pro Loco di Bolbeno e dalla Federazione Tren-
Premiazione gara Pro Loco
tina delle Pro Loco, nella quale sono stati rappresentati 17 Comuni trentini. Un affluenza massiccia, 250 iscritti alla competizione e 100 altre persone che hanno accompagnato e partecipato al pranzo in compagnia, allo Snow Food La Contea, per un totale di circa 350 partecipanti alla festa: un successone.
Premiazione gara Pro Loco
rità del posto, il presidente della Pro Loco di Bolbeno Roberto Marchetti, il presidente dello sci club Bolbeno Michele Ballardini e il sindaco Diego Chiodega, anche il presidente della Federazione delle Pro Loco trentine Armando Pederzolli e l’assessore al turismo Tiziano Mellarini. Proprio quest’ultimo ha speso molte parole di elogio per la giornata e per il lavoro dei volontari di Bolbeno, puntando sull’esempio positivo che queste
persone danno, promuovendo il territorio grazie al loro impegno; manifestazioni di questo tipo sono al tempo stesso un bene per le pro loco e un bene per le valli intere. La vittoria alla Pro Loco più numerosa è andata a Tione, che ha vinto una giornata sulla neve a Pinzolo con skipass e pranzo presso il rifugio al Doss del Sabion; per la Pro Loco più veloce, Bolbeno ha vinto in casa, aggiudicandosi una trasferta in pullman fuori provincia. Ricchi premi anche per gli altri partecipanti. Un evento riuscitissimo, il che garantirà sicuramente una replica per l’anno prossimo. Aldo Gottardi
Madonna di Campiglio
Arrivederci Wrooom: indimenticabile 22ª edizione P
er il 22° anno consecutivo, nella seconda settimana di gennaio, Madonna di Campiglio ha ospitato Wrooom, il F1 e MotoGp Press Ski Meeting che ad ogni edizione richiama nella L’edizione svoltasi tra l’8 e il 15 gennaio 2012, è stata l’edizione del ritrovato Valentino Rossi che si è presentato sulle nevi di Madonna di Campiglio con la voglia di portare la Ducati alla vittoria, dopo un’annata deludente. Freme con il piede sull’acceleratore anche Fernando Alonso per il quale la Ferrari sta preparando una nuova auto in grado di condurre il campione spagnolo al titolo piloti. Per Felipe Massa, il 2012 sarà invece l’anno della verità. La scuderia di Maranello gli ha rinnovato la propria fiducia, ma il possibile nuovo contratto del brasiliano
dipenderà dai risultati della prima parte della stagione. Infine, per Nicky Hayden la settimana campigliana sulla neve è stata un toccasana per riprendersi da un infortunio. L’edizione 2012 è stata davvero speciale: gli incontri ufficiali tra scuderie e stampa accreditata (attraverso numerosissimi contatti il nome di Madonna di Campiglio è rimbalzato in tutto il mondo) e le anticipazioni tecniche sulla prossima stagione dei motori si sono mescolati con gli appuntamenti sportivi sulla neve, le lezioni di sci (non per Valentino, campione anche
Fernando Alonso - Foto MediaCenterFerrari
“Perla delle Dolomiti” i più grandi campioni del mondo dei motori, gli staff tecnici delle scuderie Ferrari e Ducati, i giornalisti sportivi dei media più importanti. sullo snowboard), le suggestive fiaccolate, il caloroso sostegno dei tifosi e la grande voglia di vincere delle Rosse di Maranello e Borgo Panigale. Ancora una volta, il laghetto ghiacciato di Madonna di Campiglio è stato il palcoscenico ideale per la spettacolare chiusura di Wrooom. Valentino Rossi, Fernando Alonso, Felipe Massa, Giancarlo Fisichella e Marc Genè sono stati i protagonisti delle gare di kart e Fiat 500 che hanno entusiasmato il pubblico accorso in gran numero per salutare i piloti di Ducati e Ferrari. Nicky Hayden, convalescente da un infortunio, ha ceduto il volante a “Uccio” Salucci, amico e collaboratore del campione di Tavullia. Valentino ha vinto la gara di kart ed è arrivato secondo in quella delle auto alle spalle di Felipe Massa e davanti a Fernando Alonso. “Bello, bello davvero”, ha commentato brevemente Valentino. “Con i kart mi alleno sempre d’estate ed è stato fantastico girare sul ghiaccio, anche perché quest’anno era molto più freddo dell’anno scorso e ha
tenuto bene. Felipe (Massa) è stato più veloce in macchina ma è stata una serata grandiosa, mi sono divertito moltissimo”. Tra i momenti più originali dell’edizione 2012 è da segnalare la sorpresa del terzo giorno, quando due inaspettate “sciatrici” si sono presentate sulle piste di Madonna di Campiglio. Una color rosso-bordeaux guidata da Fernando Alonso, l’altra blu
I piloti Ducati Hayden e Rossi
pilotata da Felipe Massa. Due Ferrari F F, dalle linee eleganti e sinuose, si sono cimentate in uno spettacolare quanto originale slalom tra i paletti delle piste da sci di Madonna di Campiglio, iniziando, al taglio del traguardo, il countdown verso, dopo Wrooom, l’evento sportivo del 2012 nella “Perla delle Dolomiti”: la 3-Tre, gara di Coppa del Mondo di sci alpino
che si disputerà il 18 dicembre prossimo. Dopo sette di anni di assenza, il circo bianco della World Cup farà nuovamente tappa nella “Perla delle Dolomiti”. Sul celebre Canalone Miramonti si riaccenderanno i riflettori e i grandi campioni dello sci alpino torneranno ad animare con le loro imprese sportive l’inverno nella località turistica.
Alonso, Montezemolo, Domenicali e Massa dopo lo “slalom” con le Ferrari - Foto MediaCenterFerrari
Sport
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A Carisolo
Il 29 febbraio chiudono le iscrizioni agevolate
II edizione CiaspinGo val Rendena, gemellata con la Ciaspolada
Successo per la 3 Tre bike, notturna sulla neve
La manifestazione affiancherà alla gara agonistica un raduno per tutti
Presentata al grande pubblico la seconda edizione della “Ciaspingo Val Rendena”, la manifestazione sportiva dedicata agli appassionati delle “ciaspole” che si terrà a Madonna di Campiglio, nella suggestiva piana di Campo Carlo Magno, domenica 18 marzo 2012, con partenza di mattina alle 10. Un appuntamento “imperdibile” per gli amanti dello sport, della natura e della bellezza delle Dolomiti, per le famiglie che hanno l’occasione di trascorrere una sana giornata all’aria aperta con i propri figli all’insegna del movimento e del divertimento, per gli atleti che hanno la possibilità di mettersi alla prova su un bellissimo percorso di circa 6 chilometri. Tra chi le “ciaspole” le ha calzate per gareggiare, lo scorso
anno c’era stata grande battaglia con Filippo Barizza a fare da lepre e Antonio Molinari ad inseguire insieme ad Alessandro Rambaldini, mentre tra le donne Maria
Grazia Roberti aveva avuto la meglio su Mirella Bergamo e, anche nell’edizione 2012, la corsa per le prime posizioni si preannuncia entusiasmante e ricca di emozioni. Passando, poi, a chi la “Ciaspingo” la vive con calma e partecipa al raduno, non avrà difficoltà a “perdersi” nell’incantevole paesaggio di neve e abeti, che si susseguono fino a Malga Mondifrà dove si effettua il giro di boa per poi tornare al centro Fondo. Nata da un’idea di Ugo Caola, organizzatore, alcuni anni fa, della “Caspitrekking”, l’iniziativa è stata ripresa nel 2005 dallo Sci Club Campo Carlo Magno presieduto da Michele Maturi. Nelle prime edizioni “festa tra amici”, la “Ciaspingo” è diventata, negli ultimi anni, un punto di riferimento per turisti e residenti che hanno accolto con crescente entusiasmo la proposta. In coda alle gare e ai raduni proposti durante tutta la stagione invernale dalla Val Rendena, è l’occasione per salutare la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. Le iscrizioni dei
Quando sport fa rima con solidarietà Ma non solo sport in val Rendena: CiaspinGo fa rima con solidarietà. La simpatica manifestazione raccoglierà infatti fondi per Anffas Trentino; aldilà del contributo economico sarà un modo per sensibilizzare gli sportivi verso un mondo del bisogno a volte sconosciuto e per contribuire, in una giornata di divertimento, a finanziare chi si occupa con grande cura e dedizione dei disabili. Un progetto che ha coinvolto numerosi esercizi commerciali, aziende e liberi professionisti delle giudicarie che hanno deciso di partecipare attivamente alla raccolta fondi donando dei preziosi premi per una lotteria: una crociera per due persone nel Mediterraneo, un tavolo in granito, una coppia di orologi Crystal, 50 quintali di legna di faggio, una motosega Stihl, una mountain bike, sci alpinismo, sei giorni skipass a Madonna di Campiglio e a Pinzolo, sono solo dieci
dei 50 fantastici premi in palio. Alla lotteria, organizzata per poter sostenere Anffas, si potrà partecipare acquistando i biglietti del valore di un euro. www.sportvalrendena.it
gruppi dovranno pervenire entro il 16 marzo, quelle dei singoli entro le ore 9 del 18 marzo (il giorno della gara presso il campo gara del Centro Fondo Campo Carlo Magno). L’iscrizione è gratuita per i bambini fino a 10 anni compiuti accompagnati da un adulto. Chi partecipa alla gara non competitiva è tenuto a pagare la quota di 10 euro (senza noleggio racchette da neve) o 13 euro (con noleggio); alla gara competitiva 13 euro (senza noleggio) oppure 16 (con noleggio). Montepremi di 2.000,00 €. La CiaspinGo è gemellata con la Ciaspolada. Per i gruppi superiori alle 8 unità verrà stilata una classifica combinata tra le due manifestazioni e sarà premiata la partecipazione ad entrambe le gare con ricchi premi. Fino al 29 febbraio i residenti nelle Giudicarie potranno iscriversi al prezzo agevolato di 13 euro (anzichè 18), che comprende oltre al noleggio ciaspole, un gadget (una maglietta personalizzata) e il pasta party. Un’occasione straordinaria di trascorrere con la famiglia un weekend di sport, divertimento e solidarietà. Per informazioni: 3921681567 www.sportvalrendena.it
Una bella serata di festa, in un contesto particolare per le mountain bike. Unica gara nel genere, la 3 Tre bike conferma il suo appeal e regala a quanti arrivati nella bella piana di Carisolo una serata di sport e divertimento. A farla da padrone il Team Geopietra Zaina Biciclette che ha avuto la meglio su U.C. Fpt , Team Saxe, 24 ore di Stevenà e Team Val Rendena. I ragazzi bresciani guidati da Tiziano Massardi si sono presi una rivincita su Gianfranco Mariuzzo vincitore per ben sette volte della 24 ore Val Rendena lasciandolo alle loro spalle con un giro di distacco. Ottima prestazione del Team Saxe capitanato Walter Maestri che ha tenuto alto l’onore della Val Rendena portando a casa un 4 posto di tutto rispetto. Tra i solitari un esuberante Cristian Gallina del Team Corsetti ha superato, dopo una battaglia entusiasmante, Alberto Zambelli, grande protagonista dell’endurance nazionale, e vincitore nel 2011 della maglia tricolore solo in quel di Idro. A seguire Simone Arici, Sergio Cavalleri e Luciano D’Aniello. Tra le ragazze un’inarrestabile Giuliana Massarotto dell’Asd Pedali di Marca Team Performance ha dimostrato di andare bene anche sulla neve e di trovarsi a suo agio in Val Rendena. Dopo la bella vittoria a settembre in solitaria della 24 ore val rendena si è imposta con 71 giri su Sandra Lever e Paola Tessari. Nei Team da tre componenti cavalcata vincente del Val Rendena che ha rifilato ben 7 giri allo skatenateam Lady. Un manto nevoso perfetto, duro, compatto ha garantito per tutta la durata della gara un’ottima guidabilità della mtb tanto che i battistrada sono riusciti a girare con medie intorno ai 35 km/h. Giro veloce per Filippo Giuliani, che è riuscito a coprire il percorso di 1,3 km in 1’38” nonostante le molte curve inserite nell’anello innevato.Ottima l’organizzazione che ha regalato una giornata indimenticabile ai 150 bikers che hanno deciso di iniziare sulla bella neve della Val Rendena la stagione endurance 2012. “Sono molto soddisfatto” commenta Michele Maturi presidente del C.O. “perché nonostante le difficoltà siamo riusciti a realizzare un’ottima manifestazione; un grazie agli sponsor, alle amministrazioni comunali che ci stanno seguendo e a tutti i volontari, senza dimenticare il determinate aiuto dell’Us Carisolo e della Pro Loco che hanno lavorato giorno e notte per garantire che tutto si svolgesse nei migliori dei modi”.
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La Posta
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LA POSTA
Elemosina? Meglio aiutare chi si prodiga pergli altri Vi sono tanti missionari e volontari giudicariesi impegnati qui e in giro per il mondo. La loro azione va sostenuta.
Sig. Amistadi, vorrei conoscere il suo parere su una questione che mi sta a cuore. Ormai credo che capiti a tutti, ogni giorno suonano alla porta stranieri con l’intento di vendere qualcosa, ma più che altro per chiedere l’ele-
mosina. Mi sono stufata e così cerco di resistere, non mi faccio trovare, non rispondo, ma quelli insistono fino a farmi paura, vivo sola e non mi sento così sicura. Poi, però, verso sera, nel ripassare la mia giornata, mi vergogno
un po’ della mia mancanza di solidarietà, di accoglienza, che è un dovere per i cristiani e per me che sono particolarmente devota.... Margherita di Storo
La qualità dei nostri amministratori
Spett. RDG, mi da fastidio quando sento dire che, se qualcosa non funziona, sia tutta colpa della Provincia. La scuola non funziona, la burocrazia imperversa, le Comunità sono latitanti, le leggi provinciali sono penalizzanti ed in gran parte inapplicabili, tutta colpa della Provincia. Ma non sarebbe ora di renderci conto che la colpa è soprattutto nostra che non sappiamo scegliere gli amministratori capaci? Sono i consiglieri che fanno le leggi e, poi, applicate dalla burocrazia. La Provincia è solo una macchina che ha bisogno di buoni conduttori, e la burocrazia funziona se si fanno buone leggi e viene controllata da buoni amministratori. Per me scaricare tutto sulla Provincia, è un modo neanche tanto furbo per scaricare le responsabilità sugli altri. Proviamo a pensarci e stiamo più attenti e consapevoli quando votiamo. Giovanni di Tione
Lei parla come un libro stampato. Sottoscrivo, le ultime elezioni, seppur limitate alla Comunità, confermano le sue considerazioni. Complimenti. (a.a.)
Capisco le sue ragioni e le rispondo con franchezza. Non so se ha letto quanto ha raccontato un quotidiano locale: nei giorni scorsi, a Trento, si sono dati il cambio, i mendicanti rumeni si sono trasferiti in un’altra città e qui ne sono arrivati di nuovi. Questo ci fa capire come dietro a questa povera gente ci siano organizzazioni criminali che riducono in schiavitù donne, bambini, sciancati, quali strumenti per impietosire la gente e raccogliere grandi somme. E’ un ‘business’ anche l’accattonaggio. Ho letto da qualche parte che in alcuni paesi dell’Est ci sono medici pronti a tagliare ai bambini un braccio o una gamba. Un piccolo invalido è una miniera d’oro e anche da adulto, mostrando il moncherino, continuerà a raccogliere molte più offerte. Ricordo, quand’ero a Trento, di essere rimasto colpito da una famiglia di storpi, agli ordini di una vecchia megera, che, verso mezzogiorno, si mettevano sui crocicchi vicino alla Regione, (facevano davvero pena), e scucivano anche a me, quasi quotidianamente, piccole elemosine. Poi un giorno me li sono visti sani
come un pesce, eccetto uno davvero invalido, a mangiare bistecche in una osteria fuori città. Da allora ho chiuso il rubinetto e non me ne pento. Più o meno la stessa cosa succede con quelli che bussano alla porta. Per fortuna non ci sono invalidi, ma gente che dice di morire di fame, anche se ad una prima occhiata non sembrano né patiti, né sofferenti. Così, più per paura che per solidarietà, molti regalano l’euro che sommato ad altri euro in una giornata portano ad un guadagno spesse volte superiore a quello di un nostro operaio che si fa il mazzo sul cantiere tutto il giorno. E sono anch’essi organizzati da clan sospetti. Al mio paese li vedo scaricati da un pulmino fuori dal centro a metà mattina, per poi essere raccolti verso il tardo pomeriggio, ad una ora definita, dallo stesso mezzo con l’autista gongolante. Quello che vendono sono, di solito, cose di nessun conto, che servono da alibi per giustificare l’accattonaggio, casa per casa, di per sé illegale. Devo ammettere che ci sono anche delle eccezioni. Alcuni sono dei commercianti che tentano un lavoro
legittimo per poi mettere in atto una attività propria del tutto regolare. Ma quelli si conoscono e rifiutano orgogliosamente ogni elemosina. Con queste premesse, e le assicuro che mi sono negli anni informato, io mi sento in dovere di non dare niente a nessuno, non voglio con i miei oboli incrementare la delinquenza, e non mi sento per questo un cattivo cristiano. La carità cristiana la ritengo una cosa seria, non va fatta per aumentare, ma per alleviare il male nel mondo. Credo che la nostra coscienza potrebbe trovare conforto se, invece, fossimo un po’ più larghi di manica nell’aiutare i numerosi ragazzi giudicariesi sparsi, in missione, in tutto il mondo, assolveremmo ad un nostro dovere di vicinanza con gli eroici conterranei, e saremo sicuri che quel poco o tanto che riusciremo ad inviare, verrebbe usato, questo sì, per alleviare le miserie della povera gente da loro assistita, per dar loro un tozzo di pane ed un minimo di speranza per il futuro. Questo è il mio pensiero e spero che sia condiviso. Adelino Amistadi
Una risorsa da far crescere
Mercatini di Natale a Rango: una risorsa da sfruttare Anche quest’anno nel corso del mese di dicembre (4/8/9/10/11/18 ) si sono svolti i mercatini nel suggestivo borgo di Rango nel Comune di Bleggio Superiore. Da una stima delle presenze avute nel corso delle giornate previste, si parla di oltre 40.000 visitatori provenienti da tutta Italia. Infatti, bastava girare tra gli androni della piccola frazione che si potevano sentire le parlate più disparate: milanesi, bresciani, toscani, liguri, romani, napoletani e pure siciliani tutti sorpresi e incantati dalla bellezza di questi mercatini che tanto si di-
stinguono dalle solite casette in legno che si è abituati a vedere in giro dalle altre parti (Trento, Bolzano in primis). E in effetti è qui la novità e la forza di questa manifestazione che nel corso degli anni sta avendo un sempre maggiore successo collocandosi, ormai, a pieno titolo nel circuito dei mercatini più belli a livello nazionale. Incuriosito da così tanti visitatori provenienti da tutta Italia, ho chiesto ad alcuni di loro come avessero scoperto questo piccolo mercatino incastonato ai piedi del monte Cima Sera e le risposte sono state diverse: chi su internet, chi
su riviste e giornali, chi attraverso delle agenzie di viaggio che organizzavano visite ai mercatini trentini e chi, invece, per l’immancabile passaparola sempre efficace. Certo che da “bleggiano doc”, mai avrei pensato fino a qualche anno fa di vedere nel mio comune una fiumana di gente accalcarsi lungo le strade per visitare questa frazione che nel periodo natalizio assume davvero un fascino tutto particolare. Certo non bisogna scordare chi sono stati gli artefici di questo, oserei chiamarlo, piccolo miracolo e mi riferisco all’ex sindaco Attilio Caldera che
ha fatto di tutto per inserire Rango nel prestigioso club dei Borghi più belli d’Italia (non dimentichiamoci che nel 2009 questa piccola frazione ha ospitato con grande successo pure il Festival nazionale dei Borghi!), l’APT di Comano Terme attraverso l’allora Presidente Rosanna Parisi e il suo staff che si sono fatti in quattro per sostenere e far conoscere Rango in giro per l’Italia, il gruppo “Valorizzazione Rango” che con invidiabile passione ogni anno organizza i mercatini ed altre iniziative all’interno del Borgo stesso. Mi auguro che con la stessa tenacia e passio-
ne (a dire il vero fin’ora non proprio mostrata) l’attuale Amministrazione di Bleggio Superiore sostenga questa vera risorsa che non è solo una risorsa per la comunità bleggiana ma per le intere Giudicarie e non solo. La conferma di tutto ciò l’abbiamo avuta anche quest’anno quando l’Assessore provinciale Tiziano Mellarini, ospite fisso devo dire della manifestazione, ha avuto parole di elogio e oserei di re di stupore per come nel corso degli anni questi mercatini siano diventati davvero un’attrattiva di primissimo ordine da inserire sicuramente tra
i fiori all’occhiello delle bellezze della nostra Provincia. Non ho dubbi che anche la neo Presidente dell’APT, Iva Berasi, peraltro pure lei “bleggiana doc”, non farà mancare il proprio sostegno ad una realtà ormai consolidata che potrà rappresentare in futuro, in un momento di crisi come quella che stiamo vivendo, un volano non indifferente che andrà sfruttato nel migliore dei modi al fine di non disperdere ciò che con tanta fatica si è riusciti a costruire nel corso degli anni. Massimo Caldera
Spazio aperto/lettere “Egr. Signor Amistadi, siamo seri una volta tanto! Abbiamo letto con grande stupore, ed anche disappunto,la risposta data a Lorenzo.... ci sentiamo quindi in dovere di replicare perchè direttamente coinvolti in qualità di pubblici dipendenti.... le diamo atto che avere un lavoro come il nostro può essere una fortuna, non un privilegio, ma ci permettiamo di dissentire riguardo al fatto che i dipendenti pubblici sono gli ‘ultimi che dovrebbero scioperare’.... nei nostri lunghi (30/35anni) da dipendenti della pubblica amministrazione ‘privilegiati’( impiego ottenuto per altro sostenendo un regolare concorso) riteniamo di avere svolto il nostro lavoro sempre con responsabilità e correttezza, sia nei confronti dell’Amministrazioni che si sono via via avvicendate, sia dei colleghi, sia dell’utenza. La P.A, ha certamente molte delle caratteristiche negative da Lei evidenziate, ma le colpe e mancanze che lei addossa ‘ai burocrati, grandi e piccoli’, non vanno riversate, sulla maggioranza dei pubblici dipendenti, in quanto essi sono semplici esecutori materiali di direttive provenienti dall’alto e
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Sciopero e dipendenti pubblici, “siamo seri!” Botta e risposta sulla lettera del mese scorso
Ho ricevuto una lettera singolare che esprime dissenso rispetto a quanto da me affermato in risposta a Lorenzo nel numero di gennaio. Una lettera piccata, che non entra nel merito della questione, ma se la prende con il sottoscritto per aver osato dare a ragione al nostro lettore che esprimeva perplessità circa la partecipazione allo sciopero da parte dei dipendenti pubblici in un periodo di difficoltà come quello attuale per la nostra economia. Essendo abituato a ben di peggio, non me la prendo più di tanto, ma vorrei prima di passare alla lettura della lettera, sgombrare il campo da insinuazioni calunniose di cui abbonda. Io non sono un baby pensionato, anzi, sono regolarmente in pensione, come tutti quelli della mia età, né credo di essere stato responsabile, quale politico, di chissà quali incrementi della macchina burocratica provinciale che, anzi, ho combattuto si trovano sempre ‘in prima linea’ con l’utente finale. E’ ora che i politici la finiscano di scaricare le colpe e le responsabilità di loro errate decisioni sui dipendenti e contingenze esterne....Lo sciopero a cui abbiamo aderito (forse il secondo della nostra attività lavorativa) oltre che per solidarietà e
come noi altre persone, è stata l’espressione di una protesta nei confronti dell’ennesima (peggiorativa) riforma pensionistica. Noi riteniamo che quarant’anni di lavoro, con regolare versamento dei contributi, rappresentino un traguardo più che sufficiente per poter pensare al godimento di
con energia, durante tutta la mia breve carriera, e continuo a farlo. A dir il vero, ho contribuito, sia come Assessore, sia come Presidente, ad organizzare al meglio il personale del Comprensorio, oggi Comunità, per offrire ai Giudicariesi servizi solleciti ed efficienti, augurandomi ed illudendomi che rimanesse immune dai “vizi capitali” della burocrazia provinciale. Non vorrei, però, fare di tutta l’erba un fascio, e non ho problemi a testimoniare che i nostri pubblici dipendenti, svolgono, per gran parte, ottimamente il loro lavoro con intelligenza, buon senso e responsabilità. Ma il nostro Lorenzo poneva altri problemi, molto più attuali e condivisibili, e con quelli, e non altri, ho concordato dandogli ragione. Leggiamo insieme la lettera di cui sopra, troppo lunga per essere pubblicata per intero, nei suoi passaggi più significativi. una meritata pensione per i rimanenti 15720 di vita.... Un altro punto che andrebbe analizzato è quello riguardante l’aumento medio delle buste paghe dei dipendenti pubblici; è chiaro che fino a quando i massimi livelli ed alti dirigenti periodicamente si alzano lo stipendio e le indennità di importi ‘pesan-
In merito all’articolo sul gattile apparso sullo scorso numero
Apag, alcune precisazioni Ho letto l’articolo sull’ultimo numero e mi preme fare al cune precisazioni: 1) La struttura la utilizziamo quando riceviamo e ritroviamo per strada dei gatti abbandonati e pertanto divenuti randagi. Dei gatti su citati ne abbiamo affidati a famiglie circa 90 e continuiamo a fare la nostra opera nonostante tutto, i gatti per mancanza di riscaldamento sono tenuti in casa dalle volontarie dell’Apag. La struttura non ha alcun sigillo, è aperta e fintanto che l’amministrazione non ci metterà a disposizio-
ne un’altra struttura come avviene in tutto il Trentino, noi resteremo li non abbiamo dove andare. C’è ancora da chiarire che l’incendio citato è accaduto per lo scoppio di una canna fumaria quando in quella struttura abitavano extracomunitari. La struttura è un po’ fatiscente perchè il Comune non ha mai fatto manutenzioni, si ricorda che sotto il rifugio c’è un magazzino comunale, deposito, ancora in funzione. 2) Il rifugio di Stele ci è stato affidato dall’allora sindaco Zubani perchè la colonia era stanziata alle spalle della
Despar a Tione, gli abitanti hanno chiamato persino i carabinieri del Nas che hanno constatato che era tutto in ordine, la colonia sempre su richiesta del sindaco fu trasferita a Stele dove risiede attualmente e consta di circa 40 esemplari. 3) Le spese veterinarie sono state fatte per scelta del Comune, come sempre per scelta dell’attuale Amministrazione, dietro nostra segnalazione, adesso portiamo i gatti ritrovati per le visite e cure ai Veterinari dell’Apss di Tione. E comunque a parte le visite e le cure il Comune ha sostenuto spese per
Nuovi negozi a Tione: un’aggiunta Sullo scorso numero del Giornale delle Giudicarie, trattando il tema delle attività economiche a Tione, nuovi negozi o cambiamenti di gestione, ho tralasciato di inserirne una, e con questo articolo, oltre che scusarmi con i diretti interessati, vorrei risolvere questa mancanza. Il negozio in questione è il Sanit Point, che da qualche anno vende articoli ortopedici e sanitari per disabili, per riabilitazione o per cure terapeutiche, oltrechè
offrire noleggio di apparecchiature e strumenti per particolari usi e/o terapie, essendo convenzionato A.S.L.. Questo negozio, da sempre nella sede in via Legione Trentina davanti alle scuole elementari e medie, ha da circa un anno cambiato gestione: Sanit Point infatti ora è gestito da Marina Tavolini, che prosegue con qualità e cortesia l’attività iniziata da Nadia Malpocher. Aldo Gottardi
la sterilizzazione di 5 gatti, per Legge spetta al Sindaco provvedere al controllo del randagismo. 4) A chiarimento della spesa per energia elettrica non chiamerei salatissimo un conto di 5.817 euro in tre anni considerato che l’amministrazione Comunale elargisce contributi con diversi zeri a varie associazioni locali, abbiamo l’elenco, mentre a noi Apag ci ha riservato nel 2011 un contributo di 200 euro, unico e solo nella vita dell’associazione, 10 anni. . 5) Riguardo alla convenzione da noi richiesta più volte e negata chiedevamo pochi euro a gattino per la sola permanenza mangiare e cure, prima dell’affidamento e che i gatti attualmente vengono mantenuti dall’associazione con le tessere dei soci che lo scorso anno sono stati 200
ti’, mentre quelli di quadri ed impiegati stanno fermi, le percentuali che lei cita sono vere...”. Segue poi la storia dei polli, un ultima malignità, ed un cordialmente (per fortuna!) da Ivonne, Laura,Graziella, Luciana,Giulia, M.Grazia e Linda.
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A questo punto c’è ben poco da dire, riconfermo l’impressione che non abbiate compiutamente capito il senso vero né della lettera di Lorenzo, né della mia risposta. La preoccupazione che ci accomunava era rivolta alla situazione critica in cui volge l’Italia e il difficile compito del governo di cercare di portarci fuori dalla situazione drammatica in cui siamo. Con gli operai in fase di licenziamento, i pensionato costretti a rubare nei supermercati per sopravvivere, e milioni di famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese, posso capire le dimostrazioni e gli scioperi dei camionisti alla fame, dei forconi, o dei cassa integrati, ho molte più difficoltà, e le ho espresse, a capire lo sciopero dei pubblici dipendenti che, per lo meno, sono garantiti e ben pagati. Voi avete, con questa vostra, legittimamente difeso il vostro orticello ed i vostri interessi, per carità!, io, però, che non ho orticelli da coltivare, ho il diritto e soprattutto il dovere di difendere gli interessi di tutti. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per uscire dalla ‘zona mortale’ in cui ci troviamo, dobbiamo tutti dare una mano per salvare la barca, non per affondarla! (a.a.)
Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le famiglie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualora non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona. moltiplichiamo per la quota che è di 11 euro ed il totale è fatto e non basta per tutto ciò che facciamo per loro. Noi continueremo il nostro cammino perchè si rispettino le leggi per la protezione di Animali d’Affezione che valgono anche per l’attuale amministrazione di Tione di Trento. Ci preme segnalare che fino alla Giunta Zubani, il Comune non ha speso un centesimo per eventuali ritrovamenti di cani, forse non conviene ricordarlo perché è davvero esosa la spesa pretesa da un’associazione fuori Tione per la cattura dei cani. In conclusione invitiamo il cronista a visitare Stele così si rende conto di che struttura si parla prima di scrivere articoli “per sentito dire” Gf.Pampo V/pres.Apag.Tione
Grazie delle precisazioni, sig. Pampo. In realtà, non si ravvisa in esse niente in contrario rispetto a quanto scritto nell’articolo. In quanto all’incendio, infatti, non mi pare sia stato scritto nel pezzo chi fosse il responsabile, né importava ai fini dell’articolo; in quanto all’aggettivo “salatissima”, sta a ciascuno il giudicarla. Per quanto riguarda l’eventuale visita alla struttura, non occorre: la conosciamo già benissimo, come del resto cerchiamo di conoscere tutte le cose delle Giudicarie di cui ci occupiamo. Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a redazionegdg@yahoo.it.
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