Giornale delle giudicarie febbraio 2013

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ANNO 12- N. 2 FEBBRAIO 2013 - Mensile

EDITORIALE

Non è il momento di scherzare!

di Adelino Amistadi Siamo in piena bagarre, non c’è giornale, non c’è televisione che non ce lo faccia presente in ogni istante della giornata, anche perché è in corso una delle peggiori campagne elettorali che io ricordi. A destra e a sinistra e centro se ne sentono di tutti i colori, si agitano fantasmi, pifferai, cialtroni e le persone serie, che ci sono, sono le meno visibili, rare come le mosche bianche. Si stanno sfruttando la crisi e gli inevitabili scontenti per la conquista di qualche voto, ma ancor più per confermarsi sulle proprie poltrone. E così, in tempi di crisi nera, di prospettive drammatiche per l’economia del paese, i soliti esperti del giorno dopo, con dovizie di particolari, ci spiegano le cause del dissesto italiano, fornendo ricette miracolose per salvare il mondo dal disastro. Continua a pag. 4

Attesa per le elezioni politiche

L’appuntamento con le urne del 24 e 25 febbraio è decisivo per il futuro dell’Italia (e del Trentino). Pagg. 4 e 5

Igiovaniridisegnanoipaesaggi“rifiutati”

A Tione e Storo appuntamento con la tradizione

del Carnevale

A pagg .16-18

Hanno passeggiato per le Giudicarie, intervistato i cittadini e lavorato a ritmo serrato per cinque giorni, fino a tardi, tanto che hanno pure fatto scattare l’allarme l’ultima sera, perchè un laboratorio pratico, per uno studente italiano inondato di teoria su teoria, è una ventata di esaltante novità. Sono la quarantina di studenti che hanno partecipato al laboratorio “Paesaggi Rifiutati”, il workshop dedicato al recupero del paesag-

Ospedale, un bene da difendere

CULTURA Dialetto, una lingua ancora viva A pag. 21

Alle pagine 8 e 9

gio organizzato dalla Comunità di valle e dall’Università di Trento. A pagina 11

Riapre la piscina del Banale A pagina 12

che passione! A pagina 15

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Rassegna Stampa

FEBBRAIO 2013

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2013

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA VALLE DEL CHIESE - Il Consorzio Bim del chiese ha voluto offrire al proprio territorio un nuovo servizio: l’ufficio stampa per tutti i Comuni. I Comuni hanno concordato sull’utilità dell’iniziativa, unico contrario il Comune di Storo il cui sindaco si è dichiarato convinto che non ci sia bisogno di una informazione pagata dall’ente pubblico essendo la zona sufficientemente coperta dai quotidiani, da vita Trentina e dal Giornale delle Giudicarie, che già abbondantemente danno conto di quel che succede nella valle, gli altri Sindaci hanno invece ritenuto che il nuovo servizio possa dare maggior risalto all’attività degli enti comunali, con equilibrio, e meno partigianeria. L’incarico è stato affidato a Stefano Poletti di Storo, corrispondente del Trentino, per un costo complessivo di 22.688 euro, lordi: 1.250 euro più Iva per ogni Comune. CADERZONE TERME - Nella prima settimana di gennaio Maria Mosca vedova Salvadei ha compiuto 100 anni e in paese è stata festeggiata alla grande con la partecipazione del parroco don Federico, il sindaco Mosca, e la Banda Musicale, che insieme a parenti e amici, hanno rallegrato la giornata della centenaria. Dopo la Messa di Ringraziamento, la festeggiata è stata accolta all’uscita della Chiesa dalle note della Banda, il Sindaco le ha consegnato dei fiori, e la comunità si è stretta con affetto attorno alla loro compaesana che si avvia verso il nuovo secolo con l’intenzione di vivere ancora a lungo. Auguri. SAONE - Approderà al Tar il 7 marzo prossimo il contenzioso fra gli Usi Civici di Saone ed il Comune di Tione. La lite fra la realtà frazionale ed il suo comune riguarda una presunta appropriazione indebita di alcune particelle da parte dell’amministrazione di Tione ai danni della frazione. I cittadini ne sono venuti a conoscenza da una lettera inviata loro dal presidente dell’Asuc Giacomo Scalfi. La sentenza del 7 marzo è molto attesa anche in Provincia perché potrebbe chiarire definitivamente analoghi contenziosi molto diffusi fra i Comuni e le Asuc dell’intero Trentino. BONDO - Miriam Galliani, da 20 anni titolare della licenza del piccolo bar Total di Bondo, ha deciso di sloggiare l’unica slot-machine, in funzione nel suo ambiente. “Non nego, ammette, che contribuiva al pagamento dell’affitto, ma gli effetti negativi del gioco mi hanno indotto a farne a meno”. Il piccolo ambiente è frequentato anche da giovani e ragazzi, quindi alla titolare è sembrato giusto togliere di mezzo una possibile tentazione per i giovani avventori. Un esempio indubbiamente da imitare. COMANO TERME - Passano gli anni ma il traguardo dei 3000 abitanti è ancora molto lontano. Stando ai dati dell’ufficio demografico comunale, al 31 dicembre i cittadini residenti nel comune di Comano Terme sono 2.945 di cui 1.456 maschi e 1.489 femmine, rispetto ai 2.938 del 2011, quindi un aumento di sette cittadini. Nello stesso anno (2012) le nascite sono state di 38 pargoli e 21 sono stai i morti, per quanto riguarda gli stranieri, sono 434, pari al 14,77% della popolazione complessiva, una percentuale superiore a tutti i Comuni limitrofi: sono 87 gli albanesi, 85 i romeni, 79 i macedoni e 48 i marocchini. TIONE - La popolazione di Tione tende a scendere. Per la prima volta dal lontano 1936, il censimento segna un calo, anche se lieve, della popolazione. Oggi, in base agli ultimi accertamenti, dell’ufficio anagrafe, gli abitanti di Tione sono 3.590 rispetto ai 3.637 dell’anno scorso, con un calo di 47 individui. I nati del 2012 sono stati 35 e 49 i morti. L’indice di vecchiaia è impressionante, ci sono 140 anziani su 100 giovani, e i coniugati sono solamente 314 in più dei celibi e delle nubili.(1.791 contro 1.477), mentre le donne sono più numerose di 150 unità.

I ragazzi giudicariesi delle freccette quinti al Campionato italiano

Andrea Bazzoli , Mauro Ruocco , Massimo Bazzoli , Daniele Bonenti , Vitale Amistadi , Dario Festi (nella foto, assente Daniele Bonenti) si sono classificati al quinto posto del Campionato Italiano di freccette che si sono tenuti a Bastia Umbra (Perugia) dal 11 al 13 gennaio, dopo essersi qualificati alle eliminatorie regionali. In due anni hanno fatto il “salto” dalla serie C amatori alla serie B Master alla serie A. “Un ringraziamento – hanno detto di ritorno dai Campionati italiani – va alle persone che ci hanno seguito in questa avventura e agli sponsor sostenitori, Hotel Dolomiti di Saone , Rifugio Lupi di Toscana di Boniprati, Merighi Caccia e Pesca di Riva del Garda, Safil di Riva del Garda, Albergo Roncone, Barin di Roncone ). New entry della squadra Andrea Molinari di Bondo arrivato quarto ai singoli dei Campionati nazionali. STORO - Storo continua ad essere il maggior centro delle intere Giudicarie con i suoi 4.672 abitanti nonostante siano calati di 36 unita rispetto al 2011. E’ la prima volta che accade da vent’anni a questa parte. Le donne, 2.384, sono più numerose degli uomini,2.288, mentre anche gli stranieri sono in calo: erano 309, ora sono 296. I morti 2012 sono stati 39 di cui 11 maschi e 28 donne e le nascite sono state 42. La frazione più numerosa rimane Lodrone con i suoi 1.089 abitanti, 533 maschi e 556 femmine, seguito da Darzo con 750 abitanti di cui 379 maschi e 371 femmine, infine la piccola frazione di Riccomassimo con 46 abitanti e in parità fra i due sessi. TIONE - Non è la prima volta che succede che un camion in piena velocità esca di strada nell’ultima curva di “Corede”, nei pressi della località Polin. E’ accaduto un paio di giorni fa quando Franco Drovandi, 74 anni, mantovano, con il suo camion carico di acque minerali, s’è trovato improvvisamente senza freni e, dopo aver cercato di rallentare il mezzo contro il muro del tornante, finito nel giardino della casa di proprietà di Bruno Battocchi. Tutto sommato l’incidente ha avuto meno conseguenze negative di quanto si poteva pensare: il conduttore, illeso, è stato portato al pronto soccorso per accertamenti e subito dimesso, le casse dell’acqua minerale, miracolosamente intatte, sono state caricare su un altro automezzo e il camion, abbastanza malconcio, è stato recuperato dopo una giornata di lavoro dai vigili del fuoco. L’incidente ripropone la pericolosità di quel tratto di strada dalla pendenza eccessiva.

TRENTO - Recarsi al distributore automatico per bere un caffè o prelevare una bibita non è affatto un diritto dei lavoratori, ma solo un comportamento (troppo diffuso) non conforme ai canoni di diligenza e scrupolo professionale. La Frase è dei giudici del Tar di Trento che sono stati chiamati a decidere su ricorso, presentato dall’avvocato Canestrini, che chiedeva l’annullamento di un provvedimento disciplinare nei confronti di un agente. Questa sentenza ha destato molto scalpore perché sembra voler porre fine alla frequentazione dei posti di distribuzione, sicuramente eccessivi, come può testimoniare ogni persona che per un motivo o per l’altro si rechi nei nostri palazzi, regni della burocrazia. ELEZIONI - “Non mi candido né al Senato, né alla Camera. Faccio una pausa perché in questo momento devo prendere atto che sulla proposta politica che avevo lanciato, di un rassemblement di centro, sono stato per ora sconfitto”. Ivo Tarolli, per dieci anni in Parlamento per l’Udc, annuncia così la sua decisione di non partecipare alle prossime elezioni politiche. Il senatore giudicariese non rinuncia comunque alla politica dopo esserne stato protagonista per molti anni, per ora s’è dichiarato attento a tutto quello che potrà succedere e sembra convinto di avere in futuro ancora un ruolo ragguardevole nella politica trentina e nazionale. TRENTO - La Giunta comunale di Trento ha deciso che i negozi in città potranno rimanere aperti, per ora, fino alla fine di gennaio, poi si vedrà. E’ comunque palese l’intenzione del Comune di Trento di allinearsi al più presto al decreto Salva Italia che prevede libertà di orario e di apertura tutto l’anno. Al decreto governativo avevano fatto ricorso sia le Regioni autonome che molti Comuni in ogni parte d’Italia, ma la Corte Costituzionale ha respinto ogni azione contraria per cui probabilmente verrà vanificata anche la legge Olivi e quindi si entrerà in un regime di totale discrezionalità.

I cattivi pensieri - di Eta Zeta E c’è chi vuol bypassare il lago d’Idro. Ma dall’altra parte. Lo potremmo chiamare strabismo lacustre. Brescia-Campiglio in condizioni normali è un Camel-Trophy. Anche soggetto a frane. Eppure hanno progettato un tunnel da 34 milioni sull’altra sponda. Non per la Lodrone-Idro. Ma per la BaitoniValvestino. Si e no cinquecento abitanti. Una delle valli più sperdute del globo terraqueo. Sedici milioni (32 miliardi) li paga la Provincia di Trento. Ma tra le rarissime ciambelle che escono col “buco”, proprio questa dovevamo finanziare?

PROVINCIA - L’assemblea provinciale della Coldiretti ha confermato la fiducia allo storico presidente Gabriele Calliari nella sua riunione svoltasi presso la Cantina Rotaliana di Mezzolombardo. L’ordine del giorno prevedeva il rinnovo delle cariche sociali compreso il presidente. Gabriele Calliari, rieletto all’unanimità, si appresta così a guidare per altri quattro anni la Coldiretti del Trentino. TRENTO - Sono arrivati come al solito, all’improvviso e vestiti di nero, ma a volto scoperto, hanno iniziato ad insultare, poi sono passati all’azione con calci, spintoni, pugni e sputi in faccia. Così una ventina di anarchici hanno attaccato il gazebo della Lega Nord, in un pomeriggio di metà gennaio. Dopo le minacce dei giorni precedenti, gli anarchici sono quindi passati alle mani, e giù pacche da orbi. Sono stati colpito un paio di Leghisti, ma anche persone di passaggio, compreso l’ex consigliere Franco Tretter che stava conversando con il sen. Sergio Divina. Tretter, volendo intervenire per calmare le acque, si è preso un pugno in faccia ed un calcio nel sedere. Infine gli anarchici se la sono presa con chi stava al banchetto del gazebo, hanno gettato a terra il tendone, rovesciato il tavolino, e scazzottato Corrado Dallavecchia, 70 anni, che era intento alla raccolta di firme contro gli immigrati che, secondo la Lega, prenderebbero dalla Pat sussidi troppo elevati a discapito dei Trentini sempre più in difficoltà, data la crisi. PROVINCIA - Dopo le chiacchiere, forse qualche fatto. Non è molto, ma piuttosto di niente, è un segno di buona volontà. La conferenza dei Capigruppo in Consiglio Provinciale ha deciso, per il 2013, il taglio dei soldi per le consulenze destinati ai gruppi. Si tratta di circa 150.000 euro che verranno risparmiati. Nel rispetto della legge 174 voluta da Monti, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, ha garantito che saranno ancora molti i tagli da introdurre: “Quando sarà approvato il regolamento ogni consigliere non potrà percepire più di 5.435 euro netti al mese, e non più di 5.714 euro all’anno come rimborso spese. Verranno abolite tutte le altre forme di rimborso, compresi gli 1.800 euro più 800 euro al mese a disposizione dei gruppi. Con il nuovo regolamento, non ci saranno più queste cose”. Il problema è quando si approverà il regolamento (?).

TRENTO - Il Consiglio Regionale ha varato la nuova riforma dei Comuni che andrà in vigore da subito, appena pubblicata. Questi i punti più significativi che ci riguardano: Trento dovrà ridurre il suo consiglio comunale da 50 componenti a 40, senza “porta girevole”, così Bolzano, i paesi sopra i 3.000 potranno mantenere 18 consiglieri, 15 sopra i mille abitanti, 12 sotto i mille. Per quanto riguarda le Giunte, Trento non potrà avere più di sette assessori, 4 sopra i 3.000 abitanti, 3 sopra i mille, e 2 fino a mille. Sono state ridotte le indennità dei Sindaci del 7%, si sono poi presi in considerazioni i numerosi casi di incompatibilità a candidare, fra cui i segretari comunali, che non potranno più candidare in nessuna parte del Trentino. Cancellato invece l’emendamento Cogo che prevedeva che, ove fossero previste due preferenze, una venisse data obbligatoriamente al sesso femminile. PROVINCIA - In Trentino si beve sempre prima e si beve tanto. L’alcool è una dipendenza che pone le Province di Trento e Bolzano ai primi posti in Italia per l’abuso di tali sostanze, secondo il Ministero della salute che, nei mesi scorsi ha evidenziato come da noi il fenomeno sia in aumento. Nel Trentino, l’anno scorso, il 40% dei quindicenni di sesso maschile si è ubriacato con cinque o più unità di alcool in un lasso di tempo ristretto. Il 30,22% ha dichiarato d’essersi ubriacato solo una volta, mentre il 20% ha ammesso di ubriacarsi abbastanza regolarmente. Ma ancor più preoccupano i dati riguardanti l’inizio dell’assunzione. A 13 anni si comincia ed un 7% abbondante ammette di aver bevuto abbondantemente almeno una volta, addirittura a 11 anni l’8% dichiara d’aver bevuto in una serata più di cinque bicchieri di alcolici vari e il 3% confessa d’essersi ubriacato. In quanto agli alcolici ingurgitati, per i ragazzi regna la birra, le ragazze invece, prediligono superalcolici. Il consumo di vino si limita allo spritz, ma evidentemente non è importante il tipo di bevanda, quanto il considerare che si ingerisce alcol etilico, molto deleterio per la salute. Per porci rimedio sono state varate alcune leggi che vietano la vendita di alcol sia nei bar che nei supermercati, ma sono, purtroppo poco rispettate.


Europa

FEBBRAIO 2013 - pag.

Londra minaccia crisi nell’Unione Europea

Un passaggio importante che può avere ricadute anche sull’Italia

L

di Paolo Magagnotti

o scorso 23 gennaio il primo ministro del Regno Unito David Cameron ha pronunciato un discorso Camera dei Comuni, il Parlamento britannico, sul futuro del suo Paese nell’Unione Europea. Si è trattato di un intervento che pone molti interrogativi e non poche preoccupazioni sul progetto Nelle brevi premesse ha fatto riferimento ad una condivisibile ricostruzione storica dei fatti che hanno portato al processo di integrazione europea, con successivo richiamo a ad alcuni importanti valori ed alla giusta necessità colmate il gap fra cittadini ed Istituzioni europee. Nel prosieguo, si è concentrato sugli interessi che il Regno Unito può o non può avere restando nell’Unione Europea, ignorando fondamentali esigenze di solidarietà. Ricordando che per i britannici il fatto di vivere su di un’isola “la geografia ha forgiato la psicologia”, Cameron ha detto che l’obiettivo del suo discorso era quello di “spiegare ciò che vuol ottenere per la Gran Bretagna e la posizione della stessa nell’Unione Europea”. Una posizione, insomma, di difesa futura degli interessi britannici, come se l’Unione Europea fosse un soggetto di negoziazione bilaterale e non una organizzazione di più soggetti all’interno della quale tutti debbono agire per il bene comune. Sollecitando un rafforzamento della competizione – ignorando che l’Unione Europea ha già robuste norme in materia – Cameron sottolinea che “al centro dell’Unione Europea deve esserci, come vi è ora, il mercato unico” e ricorda che “la Gran Bretagna è al cuore del mercato unico e tale deve rimanere”. Nell’auspicare “flessibilità” nell’applicazione delle norme europee, il premier britannico ha avuto la brillante idea di chiedere per il mercato unico “un quadro comune di norme ed una via per il loro rafforzamento” lasciando intendere che serviranno eccezioni che privilegino la Gran Bretagna. Il Regno unito, dunque, che già non fa parte dell’area Schengen, dove non vi sono controlli ai confini, e dell’Eurozona, se dovesse continuare ad essere parte dell’Unione Europea, vorrebbe severe norme comuni a tutti, salvo che per la Gran Bretagna, la quale continuerebbe a scegliere ciò che le fa comodo. Cameron è convinto che “tutti abbiamo bisogno della moneta unica nel lungo termine”, ma al tempo stesso si affretta

a dire alla Camera dei Comuni che la Gran Bretagna “non avrà mai l’Euro”. Non so fino a che punto Cameron fosse e sia cosciente di giocare con il fuoco. L’adesione del Regno Unito alla Comunità Europea, esattamente 40 anni fa, il primo gennaio del 1973, è stato preceduto da due fasi politiche opposte. Inizialmente il disinteresse di Londra che ha dato vita ad una sorta di contro mossa promuovendo l’EFTA, Associazione Europea di Libero Scambio, ed in seguito, cosciente fra l’altro dell’utilità di un mercato comune, la richiesta di adesione bocciata due volte per la posizione contraria del presidente francese Charles De Gaulle e in seguito accolta con il suo successore Georges Pompidou. A parte i primi anni di adesione ed il periodo di governo del primo ministro Tony Blair, il sodalizio britannico nell’Unione Europea non è mai stato facile, soprattutto negli anni della signora Margaret Thatcher, che si distinse per dire no a quasi tutto. Va detto che in Gran Bretagna non vi è mai stata una convinta azione politica per portare argomentazioni valide di fronte ad una certa

di unificazione del Vecchio Continente. Il discorso è stato posto alla base della sua più volte annunciata volontà di promuovere una radicale rinegoziazione dell’impianto istituzionale dell’Unione, soprattutto per rapporto alla Gran Bretagna, per poi sottoporre il tutto a referendum popolare.

Il premier inglese David Cameron

stampa populista non favorevole all’unità europea. Attualmente David Cameron deve fronteggiare forti contrasti interni al suo partito conservatore, con la conseguenza di atteggiamenti che possono danneggiare in prospettiva gli interessi del suo stesso Paese. Tutti siamo coscienti che creare unità nell’Europa delle molteplici diversità non è facile. Certo è che se le posizioni del primo ministro britannico dovessero concretizzarsi in un referendum tale da portare all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, le complicazioni politiche non si limiterebbero all’interno dell’Unione ed all’Europa in generale. Considerando gli

storici legami di Londra con Washington, non sono da escludere riflessi in qualche misura non del tutto positivi nei rapporti europei con gli Sati Uniti. Tuttavia, le incertezze britanniche sulle relazioni con l’Unione Europea non possono più durare a lungo. Diciamo che il discorso di Cameron ha avuto l’effetto positivo di avviare finalmente un dibattito sull’Unione Europea e la posizione britannica al suo interno. Un dibattito che dovrà vedere tutti i Paesi dell’Unione impegnati a trovare soluzioni concilianti; Londra, peraltro, deve essere cosciente che non si possono pretendere compromessi ad ogni costo.

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Non è il momento di scherzare! di Adelino Amistadi

Continua dalla Prima. Ovviamente dimenticano ed evitano di spiegarci il perché, visto che sono così bravi, non abbiamo pensato a tempo debito a prevedere e prevenire quanto stava succedendo. Purtroppo dobbiamo renderci conto che l’Italia sta cambiando radicalmente ed è quindi necessaria una rivoluzione culturale(!) del nostro modo di essere in ogni campo: nel rispetto del risparmio, nel tenore di vita, nel senso civico, nell’approccio al lavoro, nelle vicendevole relazioni, nel rapporto con lo Stato, non possiamo più permetterci lo sbracamento delle coscienze e la sventatezza dei comportamenti che l’abbondanza ha facilitato negli ultimi anni. Dovremo tornare ad una più consapevole convivenza con problematiche che riguardano un po’ tutto il globo e che ormai relegano il nostro Paese, non già fra le potenze più ricche, ma fra gli stati dall’economia più fragile e più incerta anche nelle prospettive. E se un radicale cambiamento è necessario, esso deve partire dalla politica, da chi ci rappresenta, da chi, domani, sarà chiamato a fare scelte, ad imporre balzelli, a tenere dritta la barra di una nave che è per gran parte compromessa dagli “Schettini” della passata legislatura. Le prossime elezioni dovranno essere le elezioni della svolta. L’ultima settimana di febbraio andremo alle urne per eleggere il nostro nuovo parlamento, da cui ne uscirà il nuovo governo e a cui affideremo il destino nostro e dei nostri figli. Non c’è scampo, non possiamo nasconderci dietro la solita frase: “Io non voto, tanto sono sempre i soliti...sono tutti ladri!”, eh no!, questa volta dobbiamo votare con ancor maggiore attenzione, dobbiamo farci un’idea chiara su chi votare e, turandosi il naso o no, andare a fare il nostro dovere. Nell’interesse di tutti, l’astensionismo non farebbe che far vincere i meno credibili, i più pericolosi. Credo che mai come in questa tornata elettorale, si spiani davanti all’elettore un ventaglio di proposte per tutti i gusti. Dalla destra alla sinistra, ai tanti colori dei centristi, dal più becero populismo, all’elitismo più presuntuoso, dai toni cortesi, agli insulti, dalle promesse ragionevoli a quelle fuori di testa, ce n’è per tutti i gusti, anche se alcuni odori che giungono fino a noi dalle TV e dai giornali mettono a rischio il nostro apparato digerente. E non è più neanche un problema dei “soliti noti”: molti candidati sembrano, ed uso il condizionale, più trasparenti, più affidabili, ce ne sono di ottimi, ma se poi qualcuno vuole ancora votare i protagonisti degli ultimi decenni, è libero di farlo. Anche la decisione di Monti rappresenta un atto di coraggio, potrebbe fare la fine del topo, sovrastato dall’ambigua e bunghista valanga mediatica che, chi può, ha già messo in campo, ma Monti ha dimostrato di voler bene all’Italia e dei sentirsi in dovere di continuare a servirla, di certo crede in quello che sta facendo e questo è un merito non da poco. Ormai siamo a pochi giorni dal voto, le danze, talvolta sgangherate, talvolta semplici piroette, il più delle volte parole al vento, sono già iniziate da qualche settimana, ora tocca a noi, ma soprattutto tocca agli indecisi, a chi giudica, a chi condanna anche senza conoscere, a chi, sentendosi informato, non ritiene d’abbassarsi a votare perché la politica è tutta sporca e lui non vuole sporcarsi. Ora, pur comprendendo le frustrazioni che attanagliano molti di noi e le ragioni di un distacco dalla politica, senza rivangare le porcherie a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni, ruberie, ladrocini, scandali d’ogni tipo, “escort” comprese, inviterei tutti ad un atto d’umiltà e di responsabilità: informiamoci, riflettiamo, interroghiamo la nostra coscienza, e qualcuno che ci rappresenti lo troveremo. Non lasciamo che che la democrazia in Italia vada a farsi friggere, è l’ultima arma che ci rimane conto la rovina totale. Il voto è l’unico strumento a nostra disposizione per cambiare la situazione attuale. Non esistono altri mezzi, se non la rivoluzione. Il voto è un mezzo che serve non solo a chi lo esprime, ma serve a tutti, se vogliamo che qualcosa cambi. E’ giusto che ognuno di noi si informi, soppesi i personaggi ed i loro programmi, e poi, in buona fede, voti chi ritiene sia la miglior soluzione fra quelle disponibili. C’è sempre qualcuno che che vale più degli altri, che è più affidabile, lo si può conoscere, lo si intuisce. Chi pensa che un candidato sia anche di poco migliore degli altri e non lo va a votare per protesta o per non sporcarsi le mani, è ovvio che questo avvantaggia il candidato peggiore...e poi non lamentiamoci! Mettiamo al bando le beghe da osteria, le propagande patetiche, i ritorni incartapecoriti, i soliti mestieranti che si riconoscono a 20 km di distanza, mai come in questo periodo storico, c’è bisogno di chiarezza e di cambiamento, non ci sono alternative, andiamo a votare e votiamo in coscienza, che nessuno venga a dire, poi, che le cose “vanno peggio di prima”, allora non si potrà dare la colpa al solito pifferaio di turno, ma la colpa sarà tutta nostra che non abbiamo votato con la necessaria consapevolezza, o, peggio ancora, ci siamo astenuti. E saranno cavoli nostri!!


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Speciale Elezioni

FEBBRAIO 2013

Dopo tanto parlare, dunque ci siamo arrivati. Il 24 e 25 febbraio si terranno le elezioni politiche 2013, per il rinnovo di Camera e Senato, sciolte anticipatamente il 22 dicembre 2012 quattro mesi prima della conclusione naturale della XVI Legislatura. Inutile dire che c’è una certa tensione attorno a questo appuntamento elettorale dal quale ci sia aspetta un input per fare ripartire l’Italia dopo le secche della crisi economica internazionale ed un rinnovamento della classe politica. Ma c’è il rischio concreto che dalle urne esca una situazione di ingovernabilità, che creerebbe instabilità e dunque altri problemi economico-sociali. Contestualmente alle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento saranno chiamati al voto anche i cittadini di Lombardia, Molise e Lazio, per il rinnovo anticipato dei consigli regionali e l’elezione diretta del presidente della regione Legge elettorale. Come è noto la legge elettorale è ancora quella del 2005, il cosiddetto “porcellum” le forze politiche non hanno saputo (o voluto) trovare un accordo per cambiarla. Di fatto, non v’è per l’elettore la possibilità di scegliere il nome del proprio “beniamino”, ma soprattutto con i primi di maggioranza al Senato distribuiti su base regionale – può dar luogo a ingovernabilità nella camera “alta”, con maggioranze risicate al Senato. Da qui può derivare il pericolo di instabilità, già paventato da molti sondaggisti. In Italia. Gli italiani aventi diritto di voto per la Camera dei Deputati saranno circa 51 milioni, tra cui 24,6 milioni di uomini e 26,4 milioni di donne e avranno l’opportunità di scegliere tra 184 contrassegni totali, quelli definitivamente ammessi alla competizione elettorale I contrassegni elettorali definitivamente ammessi alle elezioni sono 184. Liste e coalizioni. Sei i candidati premier: Pier Luigi Bersani per la coalizione di centrosinistra; Silvio Berlusconi (o Angelino Alfano) per la coalizione di centrodestra, Mario Monti per “Scelta Civica”; Beppe Grillo per il Movimento 5 stelle; Antonio Ingroia per Rivoluzione Civile; Oscar Giannino per Fare-Fermare i declino. In Trentino. Saranno 16 liste per la Camera per 11 posti di deputato del Trentino Alto Adige, anche se il rischio concreto per il Trentino è di ritrovarsi con pochi deputati come già accadde nel 2008 (solo 2) a causa dei candidati “esterni” imposti dai partiti nazionali nei primi posti delle liste. Per andare “a Roma” occorre, a spanne, raccogliere circa il 9% di voti su base regionale (la circoscrizione è TrentinoAlto Adige, un milione di abitanti e circa 800.000 votanti). La camera è eletta con sistema proporzionale con premio di maggioranza (340 seggi) alla coalizione che ottenga la maggioranza relativa. Soglie di sbarramento sono previste alla

Camera (4% per lista singola, 2% per lista collegata a Coalizione) e Senato (8% Lista singola, 20% coalizione). Agli 11 deputati regionali essi vanno aggiunti 7 senatori (vedi pagina a fianco).

Nell’urna la carta per far ripartire l’Italia Il 24 e 25 febbraio le elezioni politiche tra spinte al cambiamento e timori di ingovernabilità

Scelta Civica – Con Monti per l’Italia

Lorenzo Dellai Andrea Casolari Marcello Carli Flavia Fontana Michele Anesi Nadia Mazzardis Lucich Fabio Pipinato Daniela Conzatti Alberto Stenico Pierluigi Fauri Peter Paul Tarfusser

La Destra

Francesco Storace Livio Proietti Antonia Monteleone Emilio Giuliana Paolo Motta Cristian Libardi Riccardo Pitzianti Antonio Manara Riccardo Pompermaier Enzo Montesso Carmelo Innocente Furina

Lega Nord

Maurizio Fugatti Mara Dalzocchi Claudio Degasperi Erwin Girardi Elena Testor Wiliam Angeli Diego Binelli Bruna Giuliani Roberto Paccher Denis Paoli Giulia Zanotelli

Pdl

Micaela Biancofiore Maurizio del Tenno Enrico Lillo Nicola Giuliano Mario Vitale Claudia Povoli Gerardo Scibelli Andrea Ropele Marco Galateo Francesca Talassi Francesco Campisi

Rivoluzione Civile

Antonio Ingroia Lucia Coppola Robert Ladurner Roberta Corradini Federica Costanzo Bruno Firmani Patrizia Sabbadin Gabriele Benatti Elena Baiguera Beltrami Alberto Tartarotti Francesco Porta

Partito Democratico

Gianclaudio Bressa Michele Nicoletti Luisa Gnecchi Elisa Filippi Laura Froner Piergiorgio Seste Franca Berti Fernando Biague Pietro Calò Emiliano Lutteri Nicola Zoller

Udc

Andrea Zambelli Angelo Gennaccar Paolo Zanlucchi Antonella Balistrer Manuel Perseghin Mirella Serafini Marianna Moser Francesca Gigliott Mara Tomasi Matteo Andreotti Paolo Lochner

Movimento 5 Stelle

Fare per Fermare il Declino

Riccardo Fraccaro Luca Ceschinelli Mario d’Alterio Andrea Sbironi Fabrizio Cunial Diego Nicolini Alberto dell’Osbe Lorenzo Leoni Paul Koellensperge Nicola Gottardi

Tiziano Franceschini Davide Leonardi Fabio Chiocchett Massimo Lazzeri Luisa Tomasi Paolo Plebani Stefano Santorum Federico Chino Alberto Mandolfi Roberto Grottolo

Moderati in Rivoluzione

Giampiero Samorì Giuseppe Filippin Walter Ferrazza Arno Lanziner Aldo Chirico Nazarena Miori Antonio Palermo Marina Spagnolli Cristian Zanetti Marco Tomasi

Freiheitlichen

Pius Leitner Lois Taibon Lory Senoner-Mussner Michael Demanega Simon Kofler Tamara Oberhofer Hanspeter Schwitzer Peppi Stecher Hubert Trenker Hannes Zingerle

Svp

Albrecht Plangger Renate Gebhard Daniel Alfreider Mauro Ottobre Manfred Schullian Ivano Rinaldi Klaus Ladinser Manuel Massl Maria Messner Sieglinde Fauster

Sinistra ecologia e libertà

Nichi Vendola Florian Kronbichler Guido Margheri Antonella Nicolini Emilio Arisi Loredana Motta Sandro Giordani Carmela Nevano Marco Benvenuti Angelina Pisoni Massimo Carbone

Casa Pound

Simone di Stefano Matteo de Metri Sandro Trigolo Gianfranco Piccolin Veronica Guella Valentina Eritale Marco Andreatta Daniele Guzzonato Claudia Bailoni


Speciale Elezioni

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Nel Collegio 2: Giudicarie – Basso Sarca – Rovereto/Vallagarina

Al Senato una corsa per sei

In regione sette posti a disposizione, i vincitori dei sei collegi più il miglior perdente

L

a legge elettorale vigente, l’ormai ben noto “Porcellum”, ha cambiato in tutta ialia le modalità di elezione al Senato, sostituendo la precedente impostazione uninominale (un candidato per partito o coalizione di partiti e vince chi prende la maggioranza relativa dei voti) con un proporzionale con liste a nominativi multipli con premio di maggioranza su base regionale. Il Trentino Alto-Adige è escluso da questo cambiamento e permane l’impostazione precedente al Porcellum con 7 seggi totali assegnati in tutta

la Regione, con tre collegi trentini (1. Trento/Val di Non /Val di Sole, 2. Giudicarie/Rovereto/Basso Sarca; 3. Valsugana/Val di Fassa/Val di Fiemme) e tre altoatesini, più un seggio assegnato al “miglior perdente”, in quel collegio cioè in cui la differenza percentuale tra il primo e il secondo sia minima. In genere sempre su un collegio trentino, quello di Trento in particolare. Nell’ultima tornata però il recupero del secondo ci fu sul collegio Giudicarie/ Rovereto con De Eccher staccato di poco da Molinari. In questa tornata 2013 si confrontano sei candidati: per il Pdl/Lega Nord è in campo il Consigliere provinciale Giorgio Leonardi; per Patt/ Pd/Upt c’è Vittorio Fravezzi, sindaco di Dro; per FareFermare il declino Alberto Azzolini, imprenditore; per il Movimento 5 Stelle Milena Bertagnin, casalinga; per Rivoluzione Civile è in campo Ruggero Pozzer, insegnante; per i Moderati in rivoluzione c’è Renato Zucchelli.

Nelle liste alla Camera anche 2 candidati giudicariesi Vi sono anche due giudicariesi nelle liste per le elezioni politiche presentate dai partiti il 20 gennaio. Diego Binelli, di professione geometra, già consigliere di minoranza del Consiglio comunale di Pinzolo e della Comunità di Valle, oltre che coordinatore locale della Lega Nord compare nelle liste del Carroccio. La posizione in lista, la settima, rende difficile l’accesso alla camera. Sempre dalla Val Rendena arriva l’altro candidato: Walter Ferrazza, ingegnere, sindaco di Bocenago, che ha aderito al movimento Moderati in rivoluzione (Mir), la lista presentata dall’avvocato modenese Giampiero Samorì. La sua posizione in lista è la terza, ma anche qui le possibilità sono ridotte, essendo il partito nuovo e poco conosciuto.

Vittorio Fravezzi V

Alberto Azzolini

Giorgio Leonardi

Ruggero Pozzer

Renato Zucchelli

Milena Bertagnin

Giovani e lavoro, un’iniziativa concreta

Nello scorso numero il Giornale delle Giudicarie ha lanciato un’iniziativa concreta di supporto e vicinanza al mondo del lavoro giovanile, ossia quella di dare visibilità ed attenzione a nuove iniziative imprenditoriali che abbiano come protagonisti gli “under”. Un piccolo modo per essere vicini al mondo del lavoro in questo momento certo non facile in cui la congiuntura economica mette a dura prova la capacità occupazionale anche del Trentino. Naturalmente segnaliamo che questo spazio è aperto a tutte le nuove iniziative messe in campo dai giovani. L’invito è quello di scrivere a redazionegdg@yahoo.it e segnalarci la vostra azienda.

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Speciale Elezioni

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“Vorrei un’Italia più seria e responsabile” Dellai: “Con Monti ricerchiamo un nuovo impegno e una ricostruzione economica, sociale ed istituzionale” Presidente Dellai, innanzitutto, perché la scelta della Lista Monti? Perché mi pare una proposta seria e nuova. Non se ne può più di una politica nazionale incapace di liberasi degli schemi del passato. Talvolta, sembra di essere tornati al 94 ( secolo scorso ), quando ebbe inizio la cosiddetta “seconda repubblica “. Doveva essere la somma di tutte le meraviglie e si è trasformata in un progressivo declino anche civile e politico, non solo economico. Fino a sfiorare il baratro poco più di un anno fa, quando il fallimento di questa politica ha portato in extremis al Governo tecnico. Eravamo sull’orlo del burrone, in Europa scommettevano che saremmo finiti come la Grecia. E il bilancio della Stato rasentava il fallimento. Monti ha avuto il difficile compito di dire la verità agli Italiani e di adottare decisioni drammatiche e durissime, che hanno colpito tante famiglie, tante aziende e anche gli enti locali (ne sappiamo qualcosa anche noi quassù). Ma l’alternativa era finire come la Grecia: i potenti e ricchi avrebbero potuto delocalizzare all’estero il proprio futuro. La gente comune certamente no. Ecco perché non è affatto vero che Monti e’ nemico del ceto

P

rimo candidato nella Lista Monti-Scelta Civica, Lorenzo Dellai, dopo 14 anni di governo del Trentino si affaccia alla politica nazionale con l’intento di “rompere” alcuni medio o dei lavoratori. Ora bisogna che questi sacrifici si traducano anche in lavoro, in prospettive per i giovani, in maggiore sicurezza e crescita, assieme all’Europa. Se torna la politica di prima, quella demagogica e populista o quella ancora legata alle ideologie dei decenni scorsi, questi sacrifici saranno buttati alle ortiche. La vera condizione per poter valorizzare i sacrifici ed aprire una stagione veramente nuova e’ che la lista Monti sia forte e abbia tanti consensi, per poter così concorrere a tenere la barra dritta. Dopo 14 anni di governo provinciale chiede la fiducia e il voto dei trentini per andare a Roma. Su quali basi e con quali intenti programmatici? Spero di aver lasciato un ricordo positivo nella nostra comunità. Ci siamo impegnati sempre con determinazione e credo che le cose che contano veramente non le abbiamo sbagliate. Possiamo certo aver commesso errori, questo e’ ovvio, ma non penso che abbiamo deragliato rispetto alla tradizione del buon governo dell’Autonomia. E

sono le linee guida che riguardano la scuola e la formazione; la riscoperta della nostra identità e assieme l’apertura al mondo e alla innovazione; la solidarietà e la collaborazione tra le componenti sociali; il sostegno alle nostre imprese; un grande investimento sulla famiglia e sui giovani. Abbiamo cercato di valorizzare il volontariato, struttura portante della nostra comunità. L’impegno nazionale naturalmente si pone su un piano molto diverso, certamente più complesso e periglioso: ma penso che in fin dei conti questa nostra esperienza possa essere molto utile anche alla politica nazionale, che deve uscire dalla deriva dell’effimero per tornare ad occuparsi delle attese della comunità. Che Trentino si lascia alle spalle dopo la Sua esperienza amministrativa? Un Trentino forse più consapevole della sua storia, della sua forza, della sua Autonomia. Forse siamo oggi un pochino più “ comunità autonoma “, nel senso pieno di questi termini. Noi siamo qui, ci siamo abituati alla nostra realtà, spes-

schemi e comportamenti istituzionali che secondo lui hanno portato l’Italia al declino, portando un po’ della cultura autonomista nelle stanze del potere romane. so non ci rendiamo conto delle cose straordinarie che abbiamo costruito. Magari per polemica o per invidia neghiamo le cose buone che abbiamo. Ma basta poco (per esempio un amico non trentino che ce lo fa notare ) perché lo avvertiamo. Io sono orgoglioso del Trentino che ho governato in questi anni e sono certo che lo sarò anche del Trentino del futuro. Lei ha spesso parlato di buongoverno dell’Autonomia, contrapposto ad esempio agli scandali dei festini nel Lazio. Qual’è l’apporto che questa cultura del buongoverno può portare a livello nazionale? Per carità, anche noi abbiamo i nostri problemi e le nostre mancanze , ma penso che abbiamo conservato il senso delle istituzioni e il valore della serietà e della sobrietà. Senza nessuna presunzione di insegnare niente a nessuno, questa sensibilità potremo certamente testimoniarla come una caratteristica del Trentino. Qual’è la cosa del Trentino che più di ogni altra porterà con sé in questa sua nuova esperienza amministrativa?

Il principio della responsabilità. La cosa più deprimente della politica nazionale e’ la sistematica tendenza a scaricare colpe sempre sugli altri. Bisogna tornare a questo valore, che nei governi locali, specialmente quelli autonomi come il nostro, e’ naturale e consolidato. Quali obiettivi e quali aspettative ripone nella Sua prossima “avventura romana”? Impossibile riassumere tutto in poche righe. Direi comunque che mi riprometto di continuare ad essere, come in questi mesi, parte del gruppo promotore di un nuovo progetto politico che si muove nell’ottica della “ricostruzione” del Paese. Parlo di una ricostruzione non solo economica e sociale, ma anche istituzionale. Unire verità e speranza, questo serve oggi alla politica italiana. La verità da sola rischia di essere fredda constatazione dei numeri. La speranza da sola rischia di essere illusione e, in sostanza, tradimento delle attese della gente .

Un’ultima cosa. Si è scritto sui giornali che Lorenzo Dellai sarà a Roma “difensore dell’autonomia trentina”. Sarà così? Non è una definizione che mi piace. Ma certamente uno come me che ha avuto il grande onore di guidare il Trentino per così lungo tempo non può che considerare la difesa e la promozione dell’Autonomia come un dato imprescindibile. Io sono stato e sarò sempre coerente con questo valore e ritengo di avere su questo abbastanza credibilità senza necessità di ottenere patenti autonomistiche da nessuno, Bolzano compresa. La SVP ed il PATT hanno stretto un accordo con il PD di Bersani. Noi siamo nella squadra di Monti. Ognuno, nella sua collocazione alla Camera e tutti assieme al Senato, con pari dignità, difende e promuove l’Autonomia. Quello che conta e’ lavorare con trasparenza e sincerità per lo stesso grande obiettivo: radicare il nostro sistema autonomistico nei nuovi scenari istituzionali che la prossima legislatura sarà costretta a definire per evitare che l’Italia vada a fondo. Sapendo che se l’Italia affondasse, anche Trento e Bolzano non se la passerebbero certo bene.

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Imposta di soggiorno? Perché no?

Era stata nominata una commissione incaricata di approfondire e sensibilizzare. Forse le modalità di lavoro di questa commissione, che tra l’altro non aveva coinvolto tutti i soggetti interessati alla partita, ha fatto sì che alla conferenza del turismo di Levico Terme ci sia stato una mezza rivolta contro l’ipotesi di introduzione dell’imposta di soggiorno, che di fatto è stata rimessa nel cassetto. Pensare ora che nel 2013 si possa tornare a parlare – e magari decidere – di questa imposta sarà ben difficile. Alla vigilia delle elezioni provinciali solo un kamikaze potrebbe tentare di affrontare un problema di questo peso. Così anche l’imposta di soggiorno, come altri nodi del turismo, peraltro già sollevati e ricordati in più occasioni dallo stesso assessore Mellarini, rimarrà in freezer. I problemi ai quali accenniamo sono, ne citiamo solo alcuni, son quelli della commercializzazione svolta da Apt e da Trentino Marketing (ora Trentino Sviluppo ), quello

L’Alto Adige ancora una volta ci ha preceduto. Sarebbe un modo per garantire finanziamenti certi, e soprattutto, autonomia alle Apt In Alto Adige dal 2014 i turiagriturismo e alberghi a di Ettore Zampiccoli sti dovranno contribuire a fi1 e 2 stelle, all’euro per nanziare la promozione del turismo altoatesino. gli hotel a tre stelle e 1,30 euro per gli hotel a faLa Giunta provinciale non molte settimane fa ha scia superiore. In molte città italiane, da Roma a approvato la legge che introdurrà la famosa – per Firenze, per non parlare degli altri Stati europei, qualcuno la famigerata – imposta di soggiorno. l’imposta è in vigore da tempo. Ogni ospite “ over 14 “ dovrà versare una pic- In Trentino il discorso è fermo. L’estate scorsa cola quota per ogni notte trascorsa in Sudtirolo: l’assessorato, anche attraverso uno studio della si andrà dai 70 centesimi per gli affittacamere, Tsm, lo aveva messo sul tappeto. dell’autonomia delle Apt e del loro rapporto con la Trentino Marketing, della ristrutturazione delle Apt stesse. Lo stesso Mellarini ha detto giustamente che sono troppe le Apt presenti sul territorio trentino e sarebbe opportuno provocare processi di aggregazione. Ma torniamo all’imposta di soggiorno. Perché è sbagliato essere contrari aprioristicamente? Alcune obiezioni sono note: il settore turistico e le strutture ricettive sono già gravate da troppe tasse ( e questo è vero), i turisti potrebbero essere spaventati dall’im-

posta di soggiorno. Francamente noi non pensiamo sia una manciata di euro (mettiamo sette o dieci alla settimana ) a far scegliere al turista altre destinazione. L’offerta del territorio – e degli hotel – ormai si gioca sulla qualità dei servizi. Se ci saranno standard alti e innovativi il turista sicuramente non se ne va. Gli hotel pagano troppe tasse? A parte che l’imposta di soggiorno è pagata dal turista, è vero che le tasse gravanti sul settore sono troppe e onerose ma per questo gli albergatori e loro categorie

potranno fare – se lo faranno – specifiche battaglie, chiedendo alla Provincia, per quanto di sua competenza, di far abbassare alcune voci d’imposta. Al contrario un’imposta “dedicata” alla promozione e versata alle APT e Consorzi turistici (e non alla Trentino Marketing) potrebbe essere utile per una serie di ragioni, che ora vedremo di elencare brevemente. Nel sistema attuale gran parte dei fondi arrivano alle Apt dall’ente pubblico, dalla Provincia. Ma in tempi di crisi i finanziamenti si assotti-

gliano. Questo sistema di finanziamento, tra l’altro, rende succube le Apt alle decisioni – parliamo dell’ambito promozionale – che arrivano del centro e spesso le obbligano di fatto a partecipare ad iniziative non del tutto condivise o utili al proprio territorio di competenza. In Trentino le presenze ed i pernottamenti dei turisti sono, mille più, mille meno, trenta milioni. Se l’imposta fosse di un euro sarebbero 30 milioni circa di euro. Fossero anche meno sarebbe un bel gruzzolo. In Alto Adige l’80 per cento delle

somme raccolte dall’imposta di soggiorno andrà a finanziare l’organizzazione turistica periferica. Sei dei trenta milioni sopra accennati l’80 per cento arrivasse alle APT e Consorzi turistici sarebbe proprio un bel respirare. Significa che le APT potrebbero risolvere parecchi problemi economici, risolvere la questione faticosa della partecipazione finanziaria degli albergatori all’Apt (a questo punto gli albergatori pagherebbero l’imposta di soggiorno raccolta dai rispettivi clienti e nessuno tirerebbero loro la giacca per finanziare ulteriormente l’Apt a meno che non si tratti di progetti specifici e mirati), all’interno delle Apt gli albergatori potrebbero avere maggiore autonomia e voce in capitolo nelle scelte strategiche e promozionali del proprio territorio, senza star col cappello. In questo senso l’autonomia val bene una piccola imposta. Pensateci, cari albergatori, e nella prossima legislatura vedete di decidere.

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Per l’ospedale c’è un ridimensionamento all’orizzonte

Attualità

Chirurgia chiusa nei week-end. Elicotteri per le emergenze di Ettore Zini

F

inalmente la Comunità di Valle e Conferenza dei sindaci hanno firmato il documento che reclama attenzioni per l’ospedale di Tione. Lo hanno fatto edulcorando un documento che, da mesi rimpallava, da una scrivania all’altra dei palazzi municipali. Ne è uscita una denuncia sbiadita, che elenca le innumerevoli criticità del nosocomio. Rivendica le prerogative di L’assessore alla Sanità Ugo Rossi, pur misurando le parole per far apparire la pillola meno indigesta, ha spiegato che i nuovi orientamenti impongono strategie diverse dal passato. In sintesi, a Tione sarà potenziato il Pronto soccorso (non prima del 2014 però), mentre per le emergenze, anche di ostetricia e ginecologia, si farà molto più uso dell’elicottero. Le sale operatorie della locale chirurgia rimarranno aperte per gli interventi programmati, dal lunedì al venerdì. Mentre, per i weekend, ferristi e chirurghi potranno andare a spasso, perché appendiciti, e ernie lombari non se ne faranno più nei fine settimana. Tutto rientra nella nuova mappa sanitaria trentina. Dove Tione, a quanto pare, nonostante le rassicurazioni di potenziamento, e lavori milionari al passo di lumaca, reciterà la parte della Cenerentola. Niente a che vedere per esem-

pio con Cles, dove invece, pur da struttura periferica qual è, si stanno insediando reparti di eccellenza che già richiamano pazienti da Trento e da Rovereto. Un percorso inverso di quello del nostro ex “Mandamentale”, che, per più di 80 anni, è stato punto di riferimento e centro di cura di tutta l’asta comprensoriale. La chiamano week surgery. E’ un nuovo modo di interpretare assistenza e degenza ospedaliera. Di cui l’ospedale tionese sarà una delle prime cavie a livello provinciale. Del resto l’assessore Rossi, nel recente incontro su “Assegni di cura: per l’assistenza a domicilio”, dov’è stato chiamato a relazionare nella sede della Comunità di Via Gnesotti, lo ha fatto intendere, senza ombra di malintesi. “In primo luogo – ha detto – è impensabile continuare ad avere ospedali autonomi. Dobbiamo garantire l’indispen-

un territorio che, alla stregua di altri, dovrebbe avere gli stessi diritti. Soprattutto in tema di sanità e di cura del cittadino. Nel frattempo i responsabili provinciali, hanno parzialmente scoperto le carte sugli utilizzi futuri del nosocomio. Per cui, leggendo tra le righe degli arzigogolati bla bla politici, si preannuncia un sostanziale ridimensionamento. sabile in tutti i centri. Ma poi, c’è la necessità di usare, al meglio, le strutture e le risorse disponibili”. Più chiaro di così! “Entro fine febbraio – ha spiegato – dobbiamo elaborare un piano di miglioramento della Sanità provinciale e, in questo contesto, saranno prese in esame anche le criticità di Tione”. Ma il cambio di marcia, ha anticipato Rossi, è rappresentato dalla necessità di concentrare gli interventi chirurgici durante la settimana, magari tendendo aperte le sale operatorie anche di pomeriggio, e di garantire le emergenze durante i fine settimana. “Per fare questo – ha chiarito il responsabile della sanità – dovremo potenziare gradualmente l’elisoccorso, assicurando i voli, per ora fino alle 23. Per arrivare, in un secondo tempo, alla copertura di tutte le ore della notte”. Ecco quindi delineati gli scenari futuri. Mantenere in periferia

E i “nostri” consiglieri provinciali che fanno? A quanto pare, nei loro must ci sono gatti randagi e urogalli. Ma non le sorti dell’ospedale di Tione. Margherita Cogo e Roberto Bombarda sono gli unici due consiglieri provinciali delle Giudicarie: personaggi di peso che potrebbero davvero dire la loro sulle urgenze sanitarie della valle. I loro nomi, lo dicono le cronache, li troviamo associati più volentieri a gattili e quote rosa, la prima. A biotopi e galli cedroni, il secondo. De gustibus, dice il proverbio. Ma se nel loro recente palmares avessero incluso anche i problemi dell’ospedale di Tione, la cosa non sarebbe disdicevole. Anche perché è un dato di fatto - il nosocomio di Tione, mai

come oggi, avrebbe bisogno di Santi in Paradiso. Se ne sta interessando la Lega. Anche se, forse, per motivi di bottega. Lo ha fatto Pino Morandini, con una question time, dedicata al nostro nosocomio. Se ne stanno interessando i sindaci e la Comunità di Valle. E loro, gli “autoctoni”, che potrebbero davvero spendere l’autorevolezza necessaria, che fanno? Glissano? Fortuna che sono al capolinea. Ambedue hanno fatto il loro tempo: non si candideranno più. La prima ha detto che si batterà per la partecipazione delle donne nella vita politica. Il secondo che tornerà a dirigere “Trentino Industriale”. Deo gratias. (e.z.)

un pronto soccorso efficiente, una medicina di base capace di gestire le criticità, una sala operatoria in funzione cinque giorni alla settimana e un day hospital adeguato. Tutto il resto, compresi i parti urgenti e difficili, affidati ai rotori dei potenti Agusta Bell, acquistati dalla Provincia e, per ora titolati a mettersi in volo ad occhi bendati e in situazioni difficili, solo alcune ore dopo l’imbrunire e alle prime luci dell’alba. Una sanità dell’emergenza, quindi , non ancora al top, che include anche il reparto di ostetricia e ginecologia, che con soli 198 nati nel 2013, è probabilmente destinata a fare la fine del San Camillo di Trento, dal 1° di gennaio accorpata al Santa Chiara, pur tra le lamentele di medici e partorienti. Il quadro dunque non è roseo. Anche un cieco capirebbe che per l’ospedale di Tione gli spazi si stanno riducendo. E che gli investimenti attengono più alla sfera edilizia (18 sono i milioni che si stanno spendendo) che non a quella gestionale e delle risorse umane. Solo la politica locale sembra non aver afferrato, appieno, la portata del cambiamento. Se avesse capito davvero ciò che gli organi provinciali stanno decidendo sulla testa della periferia, sicuramente sarebbe meno indulgente. Altre realtà, molto meno titolate della nostra, uniscono le forze, si confrontano. Si battono per mantenere al proprio interno strutture e servizi vitali per la propria salute e la propria economia. Noi – purtroppo - siamo adagiati. Proni. Incapaci di rispondere a tono a chi lentamente sta smantellandoci i servizi. E’toccato al Tribunale. Poi all’Agenzia delle Entrate. Ci stanno scippando gli uffici postali. E in fondo alla lista c’è anche l’ospedale. Che altro ancora deve accadere per risvegliare nella nostra gente, nei nostri uomini guida, l’orgoglio di una popolazione erede delle rivolte del Dazio di Tempesta e delle Guerre contadine contro lo strapotere del Principe Vescovo? Sono momenti non semplici, è vero. L’economia in crisi ha fiaccato gli anticorpi. Ma sta diventando anche il grimaldello per toglierci dei servizi essenziali. Che tutto sono, fuorché dei privilegi. sector2011@libero.it

Prendiamoesempio da altre valli S

tate leggendo le cronache provinciali? Altre valli, non molto lontane dalla nostra, stanno tirando fuori le unghie in difesa della sanità e di altre strutture essenziali al benessere e alla cura delle persone. Piano piano il centro sta facendo un sol boccone della periferia. Mai come oggi ci sarebbe bisogno di una politica forte, in grado di unire attorno ad un sol tavolo, le forze migliori, per contrastare lo scippo sistematico ai danni della nostra comunità. Purtroppo, mai come oggi, oggettivamente debole. Basta vedere la svogliatezza e lo scarso dibattito nelle assemblee della Comunità di Valle (all’approvazione del bilancio erano presenti poco più di 50 persone, il minimo vitale, il dibattito è scarso, per non dire nullo), ai Consigli della Salute i sindaci delegano,. E anche i delegati non mostrano grande impegno. Manca una regia forte che sappia fare sintesi. E soprattutto avere una visione d’insieme. Ne è esempio il recente documento siglato a difesa dell’ospedale di Tione. Talmente debole, da aver solo scalfito le coriacee villosità dei nostri politici provinciali. Sensibili all’unico verbo che entra nelle loro orecchie: i voti. Ben lo sanno i più scafati amministratori della Valsugana che, per l’ospedale di Borgo, hanno sottoscritto un documento davvero tosto. Dove, al posto delle suppliche, ormai demodè (nessuno porta più il cappello , men che meno in mano), hanno messo la parola: voti. Voti che, nessun politico potrà pretendere se da Trento non risponderanno, con fatti concreti, al “Manifesto della salute” della Bassa Valsugana. Una “carta”, approvata “coram populo” da sindaci, amministratori e rappresentanti della Comunità. Il loro dictat è chiaro: “Che nessuno si azzardi a venire a chiedere voti, se sull’ospedale non vedremo esaudite le nostre richieste”. Uno scritto lontano anni luce da quello prodotto dai nostri amministratori, che dopo infiniti ripensamenti, è stato emendato da ogni forma di pressione. Non dovrebbe essere necessario. Ma forse è opportuno ricordare che - a parte l’incidenza economica - l’ospedale di Tione: per stipendi e numero di persone impiegate è la più grande industria delle Giudicarie. Una vera ricchezza, al servizio della nostra popolazione. Un bene irrinunciabile. A garanzia della salute e, perché no, delle comodità di tutti i cittadini. Nessuno dubita che l’ammalato grave debba ricorrere a centri di eccellenza. Ma sanità e assistenza implicano anche patologie e affezioni non gravissime che possono (com’è stato fatto per quasi un Secolo) essere curate in strutture medie. Senza traumi e disagi, per parenti e amici, di chi deve ricorrere al letto di un ospedale. Ecco perché dovremmo trovare la forza di ruggire per il destino di una struttura, non optional, Assolutamente necessaria per la nostra gente. (e.z.)


Attualità

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Il vecchio “Ospitale”: la storia

Nel 1925 la posa della “prima pietra”, l’inaugurazione nel 1931 su impulso di Monsignor Donato Perli

S

di Ettore Zini

e le nuove generazioni sapessero quanto sacrificio è costato l’ospedale di Tione, probabilmente sarebbero le prime a pungolare i loro amministratori a fare di tutto per mantenerlo efficiente e funzionale. La sua storia evoca pagine da libro Cuore. Momenti difficili e irti, per una comunità priva di tutPer l’inaugurazione, poi, si arriva al 1931. Data storica, da annotare sul calendario: i giudicariesi dispongono di un ospedale al servizio di tutta la popolazione. Prima di allora ci si doveva rivolgere all’ospizio di Santa Croce di Bleggio. Dove, dalla fine del 900, era attiva “un’infermeria-ricovero”. E, solo chi aveva disponibilità finanziarie (per curare una persona bisognava vendere la più bella mucca della stalla) vi portava gli ammalati. Mario Antolini Muson, il più anziano cronista giudicariese – nel suo libro “Il vecchio ospedale di Tione”, edito nel 2000 da Antolini Centro Stampa – ricorda la prima ambulanza con cassone in

legno, presente nell’officina meccanica dei fratelli Antolini Tomecion di Tione. Con quel traballante mezzo, reso ancor insicuro dalle pessime condizioni delle vie di comunicazione, all’occorrenza si trasportavano gli infermi verso Trento o Brescia. Ma visto la povertà endemica della popolazione, per lo più ci si curava in casa. Si deve a Monsignor Donato Perli, decano della Pieve di Tione, la spinta alla realizzazione di un ospedale in loco. L’impresa fu ardua. Ma con il concorso di tutti i comuni della Busa, dell’Alta e Bassa Rendena, delle Parrocchie e di tutta la popolazione fu possibile erigere “l’Ospitale

Mandamentale”. Ventisette comuni, uniti in comitato, per costruire un luogo di cura per la propria gente. I primi denari vennero messi a disposizione dal Fondo del Comitato Distrettuale d’approvigionamento alla popolazione, accantonato durante la prima guerra mondiale, depositato presso la Cassa di Risparmio di Vienna. Poi ci fu una gara tra amministrazioni e cittadini. Anche dall’America arrivarono aiuti da parte degli emigrati. Poveri e benestanti si autotassarono per il costruendo ospedale chirurgico. Una grande gara di solidarietà, allargata poi anche agli altri due mandamenti giudicariesi: Condino, per la

Le criticità dell’Ospedale A parte i problemi strutturali, le criticità individuate dal Consiglio della Salute riguardano soprattutto le risorse umane: in definitiva gli organici del personale. L’argomento, già trattato nel precedente numero, non entrava nei dettagli. Oggi per maggior informazione ne pubblichiamo i punti salienti, evidenziati nel documento inviato a Trento, da sindaci e Comunità di Valle. Pronto Soccorso. Se ne evidenzia le difficoltà. E si chiede un’immediata soluzione, in quanto è presidiato da due soli medici, dei quali uno, trasferito dal reparto di medicina. C’è l’impossibilità oggettiva di privare il reparto di medicina di altri operatori, considerata la presenza del servizio di terapia semi-intensiva, dove vengono gestiti pazienti critici. Medicina. E’ carente di organico. Pur prendendo atto del temporaneo rinnovo delle convenzioni attive con medici professionisti per garantire la copertura del reparto in attesa di nuovi concorsi. Ginecologia e Ostetricia. Preoccupa il futuro del reparto, diretto dal dott. Marco Ioppi, a scavalco con l’ospedale di Rovereto. Si vuol sapere perchè non c’è ancora la nomina del primario. Qui direttive provinciali sono rispettate solo per le ostetriche. Mentre il ginecologo e l’anestesista sono presenti solo nelle ore diurne, e reperibili di notte. Manca inoltre un centro trasfusionale. Mentre il pediatra neonatologo è disponibile solo tre giorni alla settimana. I ginecologi sono solo 4 contro i 6 previsti. Chirurgia. E’ sotto utilizzata. Ciò anche per una percezione negativa nella popo-

lazione, causa di migrazione verso altri ospedali, nonostante le potenzialità, dopo l’arrivo del nuovo primario dott. Ciaghi. Ortopedia. Qui invece c’è saturazione. Ma mancano le risorse per soddisfare le richieste. Soprattutto in considerazione della vocazione turistica della zona. Eppure per il direttore Generale Luciano Flor il reparto potrebbe divenire riferimento provinciale per alcuni tipi di prestazioni. Anestesia. L’organico è incompleto. Si deve garantire una presenza continuativa e trasversale a favore di tutti i reparti con due soli medici, invece di tre. Radiologia. Anche qui manca personale. Unica radiologia nel panorama aziendale, con soli due medici. Per cui è impossibilitata a garantire continuità di prestazioni. Nonostante la nuova Tac. In definitiva “preoccupano le difficoltà, da parte dell’Azienda, nel favorire la presenza di medici qualificati”. Come preoccupano le mancate risposte alle promesse più volte formulate dai vertici. Il personale ospedaliero e la politica locale dunque si interrogano. Chiedono se vi siano problemi oggettivi a coprire gli organici. O se invece manchi la volontà a far decollare la struttura. “I sindaci delle Giudicarie – è scritto – quali componenti del Consiglio della salute, ritengono che la salvaguardia e il rilancio del presidio ospedaliero di Tione debba considerarsi una priorità nella programmazione provinciale. E chiedono impegni precisi”. In quanto i cittadini delle Valli hanno gli stessi diritti dei cittadini sull’asse dell’Adige”. (e.z.)

Valle del Chiese e Stenico per le Giudicarie Esteriori. Anch’essi coinvolti nella realizzazione di una struttura al servizio delle Sette Pievi. L’inaugurazione ufficiale il 22 gennaio 1931. Si era in piena era fascista. I sindaci erano stati sostituiti dai podestà. E anche il Governo Nazionale contribuì con 100 mila lire al completamento dell’opera. A condizione, però, che l’ospedale fosse intitolato “Tre novembre”, data dell’entrata in Trento delle truppe italiane di liberazione. Il primo chirurgo fu Silvio de Stermich. L’ospedale disponeva di circa 60 posti letto. Di ampie camere dotate di riscaldamento centrale. Di una sala operatoria e un ricco armamentario chirurgico, con gabinetto di radiologia e altre strutture sanitarie d’avanguardia. La posizione riparata e soleggiata anche d’inverno, durante la prima guerra mondiale, ne favorì l’insediamento anche di un sanatorio (fu costruito un padiglione a se stante) per la cura della tubercolosi. Per anni quel reparto ospitò moltissimi giovani ragazze e giovani donne provenienti dalla città, affette da quella che allora era la malattia del Secolo. Fino alla fine degli anni settanta svolse un preziosissimo servizio. Poi l’aumento della popolazione e l’esigenza di uno stabile più razionale e moderno, portarono alla costruzione dell’ala attuale. Un edificio affiancato alla vecchia armoniosa struttura del 1931. Un errore urbanistico

to. Dove curare una banale appendicite o una bronchite era un problema. Mancanza soldi. Ma anche di strutture in grado di accogliere gli ammalati. Per sentir parlare di un ospedale a Tione bisogna arrivare agli inizi del 1919. Ma è solo nel 1925 che fu posata la prima pietra.

molto impattante dal punto di vista paesaggistico. Ma che diede al nosocomio nuovo impulso. Con reparti più efficienti e sale operatorie ben attrezzate. Una struttura funzionale e dignitosa, arrivata fino ai giorni nostri. Negli anni ottanta, la parte vecchia, abbandonata a se stessa, corse persino il rischio di essere abbattuta. La Giunta Comprensoriale di allora era intenzionata radere al suolo il vecchio stabile (un gioiello architettonico di raro equilibrio) per fare posto ad un ampio parcheggio. Solo una provvidenziale campagna stampa, ne cambiò i destini. Oggi, dopo una sapiente ristrutturazione, è sede della Rsa. In tanti anni - 82 per essere precisi - anche la sanità ha subito notevoli cambiamenti. Dopo la gestione autonoma dei Comitati di amministrazione, amministrati dai comuni con il concorso della Cassa Circondariale di Malattia, con l’avvento dei Comprensori, la direzione

dell’Ospedale Mandamentale 3 Novembre di Tione, è passata alle Usl (Unità Sanitarie Locali). Il 1° aprile del 1993 (LP n. 10/93) le Usl, lasciano il posto alle Apss. E vengono istituiti i Distretti Sanitari. In Giudicarie: il Distretto Sanitario Giudicarie e Rendena, che comprendeva il servizio sanitario territoriale ed ospedaliero. Poi, a seguito della Legge Provinciale n. 16 del 23 luglio 2010, sono stati rivisti anche i distretti territoriali. Attualmente la nostra zona, per quanto riguarda la medicina del territorio, fa parte del “Distretto Centro Sud”. Che comprende: l’Alto Garda e Ledro, la Vallagarina e l’altopiano di Folgarida. Mentre l’ospedale è entrato a far parte del S.O.P. (Servizio Ospedaliero Provinciale). In pratica, con l’istituzione dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (A.P.S.S.), è venuta meno l’autonomia dell’ospedale, che dipende da Trento. sector2011@libero.it

Condino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com


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Comunità/Il dibattito

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«Comunità, occorre più concretezza» Il sindaco di Storo Vigilio Giovanelli

Comunità di valle: dopo due anni dalla inizio dell’attività di questo ente qual’è la situazione? A che punto siamo? Va fatta una premessa. È difficile pretendere, quando parte un’innovazione all’interno delle nostre comunità, di avere soluzioni rapide e precostituite. Non nascondiamoci il fatto che una riforma come quella istituzionale presuppone una forte organizzazione e prevede – alla fine del percorso - il raggruppamento dei piccoli comuni, anche se qualche politico fa fatica a dirlo. Nell’attuazione della riforma, forse poi la Pat ha “caricato” la Comunità di Valle di competenze tutte in un’unica soluzione, mentre forse occorreva essere più graduali. Anche in considerazione della crisi che stiamo affrontando, occorre mettere in campo provvedimenti per unire e fare sintesi e spiegarli ai cittadini dati alla mano. Leggendo poi dell’approvazione della legge regionale sull’assetto degli enti locali e delle riduzioni del numero dei componenti dei consigli comunali dalla prossima legislatura, provvedimento che posso anche condividere, mi pongo automaticamente un’altra questione: a che cosa serve allora Assemblea della Comunità di valle da 100 componenti? Secondo Lei sono troppi? Direi di sì. Bastano a parer mio gli amministratori, che hanno la conoscenza della situazione e delle problematiche; nell’assemblea attuale pochi hanno avuto un’esperienza da assessore nei comuni e inevitabilmente ne stiamo pagando lo scotto, in questa fase di rodaggio della Comunità. Senza offesa per nessuno., ma forse era il caso di premiare di più l’esperienza nell’amministrazione comunale, anche all’interno della Giunta della Comu-

nità, soprattutto per questa fase di avvio della Comunità, nella quale il nuovo ente dovrebbe essere più che mai operativo e concreto. Cosa manca ancora alla Cdv per diventare istituzione autorevole e riconosciuta dai cittadini? È mancata come dicevo quella gradualità necessaria per gestire un Comprensorio popoloso e pieno di comuni. Riprendiamo il confronto su problemi concreti

limitando il numero dei componenti dell’assemblea dei sindaci a livello di rappresentanti di vallata. Una conferenza troppo numerosa ha costi e tende ad essere poco operativa. Gestioni associate, che strada percorrere per renderle operative? Io vedo, personalmente, per la Valle del Chiese uno schema con tre poli. Da Bondo in poi un aggregazione ad esempio che gra-

Vigilio Giovanelli, sindaco di Storo

come ad esempio la viabilità, una tematica fondamentale come il collegamento con Brescia per dare respiro all’industria e al turismo. Chiediamo con forza attenzione alla Provincia attorno a tematiche importanti per il nostro territorio. Qual’è il rapporto della Cdv con i comuni e che cosa andrebbe migliorato (anche nei riguardi della Conferenza dei sindaci)? Secondo me bisogna stringere e portare delle discussioni non perdite di tempo più centrate e concrete, filtrando prima le problematiche e le tematiche a livello di “vallata” (Chiese, Busa, Esteriori, Rendena) e poi portarle in conferenza sottolineando esigenze ben concrete, anche qui

vita su Tione, poi la Pieve di Bono, e il Basso Chiese con Storo. Ma vale anche qui vale l’idea di gradualità, pensando a poli da 3000 a 5000 abitanti, che non si può pretendere di far funzionare dall’oggi al domani. Sulle gestioni associate il Comune di Storo ha delegato Salvatore Moneghini a portare il proprio contributo in Comunità di Valle. Fusioni fra comuni o associazioni di servizi: quale strada percorrere? Il concetto di fusione certo riguarda i comuni più piccoli di Storo (che conta quasi 5000 abitanti) che devono guardarsi attorno e ricercare collaborazioni tra loro. Certo Storo ha dimensioni già adeguate.

Il sindaco di Stenico Monica Mattevi

«Incentivare le associazioni di servizi su base volontaria»

Comunità di valle: gli obiettivi da ragdopo due anni dalgiungere, valorizzala inizio dell’attività re e partire da quelle di questo ente qual’è esperienze territoriali la situazione? A che efficienti che sono già punto siamo? presenti all’interno Sicuramente le Comudella nostra comuninità di Valle potrebbetà ed incentivare le ro fare di più e in tempi gestioni associate su più brevi, ma credo che base volontaria. questo dipenda anche Fusioni fra comuni o dalla Provincia che associazioni di servidovrebbe trasferire più zi: quale strada percompetenze e semplicorrere? ficare le procedure amCredo che non si posministrative. Monica Mattevi, sindaco di Stenico sa e non si debba geCosa manca ancora neralizzare e che il raalla Cdv per diventaalla nostra gente cercando gionamento vada fatto re istituzione autorevole di consolidare dei percorsi valutando bene ogni situae riconosciuta dai citta- virtuosi nei rapporti istitu- zione specifica. La propodini? zionali e, soprattutto, fa- sta attraverso le comunità Una riforma istituzionale, vorendo la sburocratizza- è quella di realizzare delle specie se complessa come zione. La Conferenza dei gestioni associate dei serla 3/2006, ha inevitabil- sindaci deve però trovare vizi che possano fungere mente bisogno di tempo maggiore propositività e da valida alternativa alle per essere attuata e quindi concretezza. fusioni tra comuni. Certo anche per essere compre- Gestioni associate, che è che tali gestioni devono sa e assimilata dalla gen- strada percorrere per avere lo scopo di migliote, ma sono convinta che renderle operative? rare i servizi cercando di sarà solo attraverso l’attri- Ritengo che per rendere contenere i costi, in caso buzione alle Comunità di operative le gestioni as- contrario non avrebbero nuove competenze, con- sociate sia fondamentale, ragione di esistere. crete e sostenute da ade- oltre che avere ben chiari guate risorse, e dunque attraverso l’esercizio delle stesse che aumenterà la percezione da parte della cittadinanza dell’importante ruolo che rivestono comunità. Qual’è il rapporto della Cdv con i comuni e che cosa andrebbe migliorato (anche nei riguardi della Conferenza dei sindaci)? Comuni e Comunità devono collaborare sempre di più, sempre meglio e più intensamente con lo scopo di dare servizi migliori


Attualità

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“Paesaggi rifiutati”, i giovani ridisegnano le Giudicarie Nel workshop organizzato dalla Comunità delle Giudicarie, 40 studenti ripensano in chiave sostenibile dighe, centrali idroelettriche, discariche e l’abitato di Madonna di Campiglio

Patrizia Ballardini, Alberto Pacher e Pino Scaglione premiano una giovane partecipante al workshop

Hanno passeggiato per le Giudicarie, intervistato i cittadini e lavorato a ritmo serrato per cinque giorni, fino a tardi, tanto che hanno pure fatto scattare l’allarme l’ultima sera, perchè un laboratorio pratico, per uno studente italiano inondato di teoria su teoria, è una ventata di esaltante novità. Sono la quarantina di studenti che hanno partecipato al laboratorio “Paesaggi Rifiutati”, il workshop dedicato al recupero del paesaggio organizzato dalla Comunità di valle e dall’Università di Trento. Case sugli alberi, igloo di ghiaccio, alberghi diffusi, cave dismesse trasformate in orti botanici, ex discariche diventate parchi e musei e una grande attenzione all’estetica accanto alla funzionalità. Il pubblico di amministratori e cittadini accorso nella Casa della Comunità delle Giudicarie per ascoltare i progetti ideati dagli studenti si è trovato immerso in un mondo di legno e acqua, sostenibile e visionario. “I visionari – ha d’altronde detto Giuseppe Scaglione, coordinatore dell’iniziativa – non sono davvero visionari, semplicemente anticipano il futuro”. E a volergli dare retta, si sono visti parecchi sprazzi di avvenire nelle suggestioni mostrate dai tre gruppi di lavoro, perfettibili certamente, e inevitabilmente da vagliare con i bilanci sott’occhio, ma l’obiettivo era dare forma a dei concetti, mostrare qualche idea nuova alla quale ispirarsi per immaginare davvero con una mente contemporanea le Giudicarie del futuro, in vista della redazione del piano territoriale di Comunità. Gli studenti hanno conosciuto le Giudicarie, ma si sono fatti ispirare anche da tanti progetti messi in atto in altre zone del Trentino e nel resto del mondo, accomunati dal recupero di spazi rovinati da scelte urbanistiche sbagliate, o semplicemente riqualificati dopo usi particolari, e da una particolare sensibilità estetica. La grande attenzione per la bellezza emersa dal workshop è una declinazione della società dell’immagine nella quale i giovani architetti, paesaggisti e ingegneri riunitisi in Giudicarie sono nati e cresciuti: il paesaggio non deve più rispondere solo alla logica funzionalista del boom edilizio del dopoguerra, piegato alle necessità di un mondo in ricostruzione e forgiato da una

mentalità inebriata dal cemento e affamata di veder sorgere opere dell’ingegno umano. La sensibilità delle nuove generazioni sogna un paesaggio essenziale, poche opere inserite nel contesto originale: le infrastrutture ricettive e di mobilità vengono progettate in modo che siano gradevoli allo sguardo, integrate con la natura che le circonda. Così la porta di accesso a Madonna di Campiglio, oggi una barriera di cemento che nasconde alla vista di chi arriva i boschi e le vette campigliane, può essere rivestita con una sinuosa struttura curveggiante di legno, che accolga i visitatori richiamando a quell’immagine di Trentino che chi ci viene in vacanza ancora conserva. E tutti gli edifici spuntati come i funghi di Marcovaldo dall’oggi al domani in anni di frenesia edilizia, perché non trasformarli in strutture dai molteplici utilizzi: spazi liberi per aggregarsi o per artisti al piano terra, piccole abitazioni adatte ai nuovi, ristretti, nuclei famigliari moderni, ma anche spazi per campeggiare, o magari un albergo diffuso, collegandole fra di loro? E le automobili? Tolte alla vista e sostituite da mobilità alternativa, confinate in parcheggi multipiano con tetti-giardino e il cui impatto viene mimetizzato da materiali naturali. Lo sguardo di questi studenti venuti da tutt’Italia si è soffermato anche sul Sarca e sui tanti corsi d’acqua che solcano le Giudicarie, per unirli in un paesaggio da leggere a piedi o in bicicletta, ammirando come manufatti del passato industriale le grandi centrali idroelettriche del Chiese, e gli edifici religiosi della Rendena. Una serie d leggere strutture di legno e pietra, lungo il Sarca dal Chiese fino all’Alta Rendena, per le biciclette ma anche come punti di aggregazione o ristoro. L’idea, semplice, che è piaciuta alla sala. E infine la discarica di Zuclo, una volta bonificata, nella visione dei giovani può diventare un parco energetico, con delle strutture sportive all’interno per restituirne lo spazio ai Giudicariesi. “ è importante l’intorno estetico - ha detto il presidente della Provincia Alberto Pacher – il paesaggio è un elemento fondamentale nella creazione dell’identità come sen-

«Questo Laboratorio, con tutte le sue componenti rappresenta un tassello del più ampio percorso intrapreso dalla Comunità delle Giudicarie rispetto al Paesaggio e più in generale rispetto al Piano Territoriale di Comunità, che sta prendendo forma in questi mesi. Partendo da un approfondimento dedicato ai “Paesaggi rifiutati”, paesaggi che l’intervento dell’uomo ha dequalificato, si è cercato di verificare la possibilità di ridare dignità e valore sociale al paesaggio, “recuperandolo” e dandogli nuova vita». Queste le parole di Patrizia Ballardini Presidente della Comunità che ha voluto e creduto in questa occasione per dar forza al nuovo percorso di pianificazione territoriale. Al centro del dibattito quindi «il tema del “Paesaggio”, che per le Giudicarie in particolare so di appartenenza, ed è il compito che ci troviamo ad affrontare oggi, il tempo di rimediare ai danni prodotti da anni di edificazioni senza freno”. E’ stata una visione di futuro, la suggestione leggera di una mattina, toccherà agli amministratori evitare che svanisca nel nulla, soffocata da interessi particolari, idee stantie, spartizioni vecchia maniera di risorse e territorio. Denise Rocca

rappresenta la risorsa per eccellenza, quale contesto vissuto dai Cittadini ma anche da tanti Ospiti, che a questo territorio hanno dato una prospettiva di sviluppo. Un paesaggio che deve essere sempre più oggetto di necessarie e sensibili attenzioni ai fini di promuovere un nuovo corso dello sviluppo, che privilegi percorsi sostenibili piuttosto che di sola espansione e crescita. Un paesaggio che nel segno della trasformazione, del recupero, della riqualificazione e dell’integrazione ma anche della ricerca e della sperimentazione progettuale, riesca a trovare una visione unitaria di qualità, nella consapevolezza che tutto «assume significato e conquista efficacia e concretezza solo se associato ad una nuova e rinnovata sensibilità degli amministratori del territorio».

La “porta” di Madonna di Campiglio “ridisegnata”

Il ricordo della “Mariota” Una vita spesa a favore della Comunità di Tione

Il suo nome di battesimo è Maria Giulia ma noi tutti la conosciamo e l’abbiamo chiamata “La Mariota del Gelindo”. Ottantun anni spesi bene al servizio della comunità che in silenzio l’ha accompagnata nel suo ultimo viaggio terreno verso la gloria del paradiso. Sì, perché persone come la Mariota, pur con il loro carattere forte, talvolta deciso vanno dritte in Paradiso a godere finalmente il meritato riposo, dopo una vita tutta dedita alla sua famiglia di origine, al lavoro presso la fonderia Bonomi, ma soprattutto al servizio della sua comunità tionese e giudicariese, spendendo energie, risorse, tempo a favore di chi, superata una certa età, fà fatica a vivere ed a trovare ragioni di senso alla vita, di coloro che nessuno ascolta, di chi vive nel dolore, nella sofferenza o peggio nell’indifferenza anche del vicino di casa. All’inizio degli anni ’80 capi, prima di tutti , l’importanza e l’urgenza della questione anziani attivando a Tione il circolo anziani, poi L’università della terza età ed insieme l’Avuls ed i pellegrinaggi alla Madonna di Lourdes, una vasta gamma di iniziative con donne e uomini che sapeva coinvolgere con passione ed entusiasmo, senza mai chiedere qualcosa per sé stessa. Mi aiutò in quegli anni a comprendere la funzione degli anziani in una comunità, a saper amare chi ha vissuto la sua vita con dignità, impegno, convincendomi che il livello di civiltà di una comunità viene misurato anche dal modo in cui si occupa della vita che nasce e della vita che muore. Ma le parole non sono mai state vuote, semplici proclami tipici del nostro tempo, quanto piuttosto vera testimonianza al punto di impegnarsi nel 1980 nelle elezioni comunali battagliando affinchè fosse attivato l’assessorato alle politiche sociali fino allora assente dagli interessi delle amministrazioni comunali. E come assessore portò il tema degli anziani sui tavoli del consiglio comunale in

una lunga battaglia, peraltro persa, di far nascere a Tione un centro aperto per anziani, iniziativa all’avanguardia per il tempo oggi oramai servizio consolidato. Era difficile dire di no alla Mariota; ti chiedeva “per piazer …..” ed anche se non ne avevi molta voglia, dicevi di Si a quella voce molto tonica che ti spiegava le ragioni della richiesta, gli impegni assunti, l’esigenza di dare una mano a chi ha bisogno, di restituire quello che nella vita si riceve (e tutti riceviamo). E con la stessa dignità e la forza con cui ha vissuto accanto a tanti ammalati e sofferenti ha accettato la sua malattia, molto probabilmente intuendo, date le conoscenze e le numerose esperienze vissute nel tempo, che il camino terreno era alla fine. Purtroppo viviamo un’epoca dove tutto si consuma, tutto passa, anche la morte anche i funerali anche le persone. E questo morbo ci trascina tutti in un turbinio di quotidianità che fa dimenticare in fretta, fa perdere il senso delle cose che contano, e con esse anche la testimonianza di persone che con gioia hanno saputo essere sale della terra, consolazione degli afflitti, sostegno dei tribolati. Non ci resta che lasciare alle parole scritte la testimonianza che la vita della Mariota come quella di tanti altri non è passata invano, che è possibile pensare ad un modo diverso di vivere le relazioni con gli altri, di valorizzare i propri carismi, di cercare con impegno, di testimoniare la propria fede. Pur fra mille piccole contraddizioni, qualche voce grossa, l’impuntarsi anche quando forse era meglio soprassedere, Lei è sempre in prima fila, senza paura di dire il proprio pensiero, di manifestare le proprie convinzioni .Grazie per essere stata in mezzo a noi, grazie da tutti coloro che hai aiutato molti dei quali ritrovi nella gloria del cielo, nella speranza che le istituzioni tionesi sappiamo trovare le modalità affinché il tuo impegno sia stimolo per le Generazioni future.. Tiziano Salvaterra


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Attualità

FEBBRAIO 2013

La piscina ritorna in “pista” Dal 15 febbraio sarà riaperta al pubblico la struttura di San Lorenzo in Banale, completamente rinnovata In estate sono stati completati i lavori per la costruzione del nuovo impianto, sorto sull’area che ospitava il vecchio, datato 1978, ma la gara per la gestione è andata deserta in autunno, così mentre si rimodulano le condizioni, il comune se ne occuperà garantendo il servizio come previsto. “E’ un gioiellino – ricorda il sindaco di San Lorenzo Gianfranco Rigotti – e confidiamo che con qualche modifica al bando di gara, non ci saranno ulteriori differite nel trovare un gestore”. Il nuovo centro acquatico da 3 milioni e 600mila euro, che sorge in un edificio di 1.300 metri quadri in località Promeghin, a fianco del centro sportivo.

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ancano pochi giorni all’apertura al pubblico, il 15 febbraio, della nuova piscina di San Lorenzo in Banale. Come anticipato dall’amministrazione, in seguito al bando di gestione andato deserto in autunno, la piscina apre con l’iniziale, e provvisoria, conduzione nelle mani del co-

mune stesso affidandosi ad una ditta che si occuperà della regolare offerta di servizi in vasca, nel centro wellness e nella palestra per i prossimi quattro mesi, fino a metà giugno, in maniera da garantire alle scuole delle Giudicarie Esteriori lo svolgimento dei corsi di nuoto programmati e l’accesso al pubblico.

Rispetto alla piscina realizzata ormai 35 anni fa, e che era ormai vetusta e non più adeguata alle esigenze dell’utenza nonostante l’ultimo intervento di manutenzione straordinaria (era stato effettuato nel 1988), la nuova struttura è dotata di un piccolo centro wellness con sauna, bagno turco, docce emozionali, percorso Kneipp, area relax e una palestra attrezzata. Le novità introdotte non si limitano solo ai nuovi spazi, ma coinvolgono anche

le caratteristiche tecniche: anzitutto sarà dotata di un sistema di disinfezione dell’acqua che riduce al minimo i metalli pesanti derivanti dall’uso del cloro, la cosiddetta elettrolisi a sale. Si tratta di una tecnologia ideata in Australia che usa sale, acqua ed elettricità per creare un disinfettante libero dalle numerose sostanze chimiche dei sistemi tradizionali. L’altro elemento caratteristico del nuovo impianto di San Lorenzo è l’installazione di un sistema

anti-annegamento di tipo digitale: a coadiuvare il lavoro dei bagnini ci saranno delle telecamere collegate ad un monitor in reception e ad un palmare in dotazione agli assistenti di bordo vasca che segnalerà con un allarme l’anomalia nel caso di un corpo fermo per più di tre secondi sul fondo della vasca. Ultimo tassello mancante alla struttura di Promeghin è la prevista opera d’arte per abbellire il centro acquatico, e un nome a cui intitolare il polo in località Promeghin. Circa 30mila euro l’importo previsto per l’opera d’arte la cui realizzazione è stata affidata con un bando di gara uscito a inizio anno. Denise Rocca

Dal 17 febbraio canne in mano

Riparte la stagione della pesca, che nelle Giudicarie mobilita 1.500 persone raggruppate in dieci associazioni

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evatacce, raffiche di vento taglienti, acque gelide. Sono a centinaia, anche in Giudicarie, a non aspettare altro di potersele nuovamente godere. Perché per tutti loro, i pescatori, sono soltanto il prezzo, a volte caro, a volte sopportabile di soddisfazioni Un’attesa, quella degli appassionati, che sta per finire: la stagione 2013 si aprirà ufficialmente tra il 17 e il 24 febbraio lungo i due principali corsi d’acqua giudicariesi, rispettivamente il Chiese e il Sarca. Poi, più in là nel calendario, toccherà anche agli affluenti. Tra tutti i pescatori, per qualcuno non si tratterà delle prime uscite dell’anno. C’è chi non ha resistito al lungo digiuno, scendendo a valle: lungo tre tratti sulle rive dell’Adige, la pesca è stata aperta dal 1° gennaio scorso. Finalmente ora è tempo di potersi nuovamente dedicare alla propria passione anche non lontano da casa.

Una passione che dalla Rendena alla valle del Chiese coinvolge oltre 1.500 persone: da sole, le due principali associazioni che raggruppano i pescatori giudicariesi – l’associazione Alto Sarca e l’associazione Alto Chiese – contano ottocento tesserati. E in valle le realtà associative del settore sono in tutto una decina, da Campiglio a Roncone, da Storo a Dasindo. Come detto, la stagione giudicariese scatterà sulle rive del Chiese il 17 febbraio con l’apertura della pesca, tra la zona delle passerelle a Storo fino al cimitero di Darzo con modalità no kill (detta anche catch & release, ovve-

in grado di farle dimenticare, come immergersi nella pace e nel silenzio rotti soltanto dal rumore della corrente in attesa di dover replicare con mano salda agli strappi nervosi di trote, lucci o salmerini ingolositi da un amo ben camuffato. ro prendi e rilascia) per non impoverire eccessivamente l’ecosistema torrentizio con il prelievo del pescato. In un’area già alle prese, peraltro, con il problema dei cormorani, come i pescatori chiesani da tempo segnalano. Un problema dalla difficile risoluzione, dato che la specie di uccelli è protetta, ma porta ad un ingente prelievo di pesci lungo il corso del fiume. Una settimana dopo toccherà al debutto stagionale sulle rive del Sarca: la data dell’apertura della pesca su questo fiume è infatti stata fissata per il 24 febbraio. Per gli affluenti del Sarca invece la data che tutti gli appassio-

nati devono appuntarsi sul calendario è quella di lunedì 1° aprile 2013. Lungo il Sarca, sempre per preservare il patrimonio ittico in queste prime settimane dell’anno, fino al 30 aprile, la pesca partirà in modalità cosiddetta “a piede asciutto”, ovvero unicamente sulle rive per preservare uova e avannotti appena nati. Parecchie le iniziative che attendono i pescatori per questo 2013: l’associazione Alto Chiese proporrà un calendario ricco di ben quattro appuntamenti agonistici, con altrettante gare in programma: il 7 aprile (a coppie, nel torrente Lora), il 21 aprile al laghetto Roversella così

come il 5 maggio e il 26 maggio nel laghetto in località Greggi. Per quel che riguarda l’Alto Sarca, invece, c’è grande attesa in questo 2013 per l’ampliamento dell’area di pesca “big fish” (seminata con trotelle destinate a raggiungere un peso fino al chilo e mezzo) che da questa stagione sarà non più limitata al tratto nei pressi di Preore ma si estenderà fino a Ponte Ragoli. Novità anche al laghetto di Nembia – sopra San Lorenzo in Banale – dove verrà introdotta la pesca “big fish” al salmerino. Un’arma in più, la pesca, anche dal punto di vista turistico per le Giudicare, con

i bilanci delle associazioni del territorio a certificarlo: mediamente le entrate relative alle quote ospiti, e relative alla vendita di permessi a non tesserati (e dunque nella maggior parte dei casi appassionati non residenti) supera quelle relative alle quote sociali. Ed anche dal punto di vista ambientale è indubbio l’apporto che la categoria è in grado di dare alla tutela degli ecosistemi fluviali e torrentizi, con una costante opera di pulizia e manutenzione di sponde e letti. Per la soddisfazione dunque di pescatori e non, si gettino le esche: che la stagione abbia inizio. Denise Rocca


Attualità Il resto dell’ambizioso bilancio è destinato a diverse opere, in primis alla ristrutturazione del centro diurno per disabili gestito dalla Cooperativa Bucaneve, nelle ex scuole di Larido, che richiederà 1 milione e 300mila euro finanziati interamente dalla Provincia. Proprio la sede della Bucaneve, assieme all’asilo e all’oratorio, verranno dotati di un’unica caldaia a cippato, utilizzando l’ampio patrimonio boschivo bleggiano, circa 2mila metri cubi di boschi, per un abbattimento dei costi di riscaldamento previsti per i tre immobili rispetto all’uso del gasolio di almeno la metà. Il bilancio 2013 destina poi 340mila euro di contributi, ai quali il comune dovrà comunque aggiungere una somma ancora da stabilire, alla creazione di un centro multiservizi a Santa Croce, per sopperire alla chiusura dell’unico bar del borgo e creare un punto di aggregazione per la popolazione, che sorgerà, nelle intenzioni dell’amministrazione, al piano terra dell’ex teatro del paese. L’opera più sostanziosa per l’amministrazione di Comano Terme avrebbe dovuto essere la nuova Biblioteca di Valle, per la quale sono stati chiesti finanziamenti sul Fondo Unico Territoriale per l’acquisto dell’immobile e la realizzazione delle opere di impiantistica e di finitura interna per circa 2 milioni e 500mila euro. Opera in forse, poiché dalla Provincia arrivano segnali negativi in merito. Partirà fra pochi mesi invece lo sdoppiamento della rete fognaria che serve Comano e Lundo (1 milione e 800mila euro) e la realizzazione della Il comandante Armani ha illustrato alla popolazione presente le caratteristiche dell’automezzo, un Mercedes Sprinter che va a sostituire l’ormai vecchio Daily che da quasi 20 anni supporta i pompieri di Tione; un mezzo importante in quanto viene utilizzato in interventi piuttosto delicati, per incidenti stradali che purtroppo, negli ultimi anni, sono diventati quasi l’attività principale dei Vigili del Fuoco. La festa è poi proseguita presso la Caserma di via Bondi con il pranzo in lieta compagnia di tutti i pompieri con consorti e delle Autorità. Alla fine del momento conviviale, ha preso la parola il vicesindaco di Tione Eugenio Antolini, ringraziando e congratulandosi con gli ex colleghi (per molti anni è stato membro attivo del Corpo di Tione) per il continuo ed importante servizio che, con impegno, offrono a beneficio della comunità tionese e per l’atmosfera di serenità ed amicizia che si respira all’interno della Caserma. Il Comandante Armani ha tracciato il sunto dell’anno appena trascorso. Dodici mesi caratterizzati dalle intense attività di formazione tecnica e di preparazione atletica, in vista del

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Giudicarie Esteriori, ecco le opere pubbliche Dalle reti fognarie agli acquedotti alle biblioteche: nei bilanci di previsione i prossimi lavori pubblici di Denise Rocca

B

ilancio importante per il comune di Bleggio Superiore che arriva ad un totale di quasi 6 milioni di euro. Il capitolo più importante del bilancio 2013 è senza dubbio lo sdoppiamento delle reti fognarie, sostenuto da un sostanzioso finanziamento

provinciale sul Fondo Unico Territoriale: i 2 milioni e 900mila euro che arriveranno nelle casse bleggiane, più altri 700mila euro di fondi propri, serviranno a sistemare le fognature delle frazioni di Balbido, Madice, Gallio e S. Croce.

Uno schizzo della Piazza di San Sebastiano a Fiavè

nuova condotta, nonché dell’impianto di illuminazione per altri 316mila euro. Al via il terzo lotto dei lavori anche per la tratta fognaria Duvredo-Santa Croce-Villa del Bleggio con la posa della nuova condotta (circa 2 milioni e 500mila euro). Finalmente si mette mano alla palestra delle scuole medie di

Ponte Arche: 300mila euro di lavori di manutenzione straordinaria. Avanza il marciapiede Cares-Ponte Arche, con il tratto che dai tornanti bleggiani arriva nel pease di fondovalle nei pressi del negozio Bailo, mentre per l’abitato di Cares sono stati stanziati i circa 350mila euro necessari

alla realizzazione della strada di servizio alla nuova area edificata (fra la Falk salotti e l’Asfalt Edil). Nel piccolo comune di Dorsino partiranno i lavori all’acquedotto comunale (circa 180mila euro) e l’ampliamento del Crm in comune con San Lorenzo

(circa 200mila euro di investimento), entrambe finanziate sul Fondo unico Territoriale, mentre partiranno a breve i cantieri per la messa in sicurezza di tre strade interne nei paesi di Tavodo, Andogno e Dorsino, per un importo complessivo di 300mila euro di spesa. L’opera maggiore, per il momento in fase di progettazione preliminare e quindi destinata a vedere l’inizio dei lavori verso fine legislatura, è la realizzazione di un’area ricreativo-sportiva in paese, alla quale sono stati destinati 700mila euro. A Fiavé sono in corso i lavori per la riqualifica di piazza S. Sebastiano, sulla quale si affacciano i principali edifici pubblici del paese, lavori destinati a concludersi entro fine giugno. In aprile verranno appaltate

I Vigili del Fuoco di Tione al bilancio di un’annata di impegno sul territorio

Un’attività importante D

omenica 23 dicembre 2012 i Vigili del Fuoco Volontari di Tione hanno onorato la patrona S. Barbara; questa data “anomala” (la ricorrenza cadrebbe il 4 dicembre) è stata scelta per poter festeggiare anche l’arrivo del nuovo polisoccorso, automezzo in dotazione al Corpo ed allestito in maniera specifica per il soccorso stradale urgente.

campionato Provinciale di CTIF, nel quale le due squadre di Tione hanno ottenuto il 2° e 6° posto che

sono valsi le qualificazioni alle OIimpiadi a Mulhouse (Francia) che si terranno nel mese di luglio 2013.

Al termine della S. Messa delle ore 10, i pompieri dapprima si sono recati al camposanto a deporre fiori sulla tomba del Vice Comandante Pino Bondi, poi nel piazzale antistante la Chiesa si sono schierati davanti ai mezzi dove il decano di Tione don Olivo e il parroco de l’Aquila don Juan, hanno benedetto il nuovo automezzo.

Per quanto concerne gli interventi, sono aumentati gli incidenti stradali (ben 24) ed i servizi tecnici generici

(48). Inoltre si è intervenuti più volte presso il Comune di Reggiolo (RE), in supporto alla Protezione Civile

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la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco, per un impegno di risorse di 1 milione e 147mila euro, e i lavori di risanamento conservativo dell’edificio ex canonica, per un costo complessivo di 687mila e 300 euro per l’immobile che, una volta sistemata la copertura, le facciate, i serramenti e i piani seminterrato e rialzato, verrà destinato ad uso pubblico e sociale. Per il Comune di San Lorenzo, terminata la nuova piscina comunale negli ultimi mesi dello scorso anno, in autunno è previsto l’inizio dei lavori per un’altra opera pesante del bilancio, la realizzazione del polo di protezione civile, per un importo che sfiora i 2 milioni e 600mila euro. Entro l’estate, sono invece destinati a concludersi i lavori di manutenzione alla strada del santuario della Madonna di Deggia e a quella di Darover, che da Dolaso porta a Baesa. A Stenico, 1 milione e 200mila euro sono stati destinati alla sistemazione della piazza principale del paese, mentre sul Fut sono stati finanziati circa 400mila euro di lavori per la rete fognaria. Nell’area comunale vicino alla palestra sorgerà la nuova caserma dei vigili del fuoco, finanziata al 75% della spesa ammissibile dalla provincia, per un costo complessivo di 1 milione e 450mila euro circa. In primavera inizieranno i lavori alla strada interna di Seo, per 350mila euro circa, mentre malga Ceda verrà riqualificata con lavori per 300mila euro. locale, a seguito del recente terremoto che ha messo in ginocchio la cittadina provocando numerosi danni, in particolare nel centro storico. Anche gli Allievi sono stati molto competitivi ed hanno ottenuto il 9° posto in Campionato, con il merito degli Istruttori di aver fatto gareggiare, a rotazione, tutti i ragazzi del gruppo. Armani ha proseguito con la presentazione dei nuovi assunti nel corso dell’anno, ma anche al ricordo di chi ha dovuto abbandonare il Corpo dopo anni di servizio. Tra quest’ultimi Italo Parolari che raggiunti i 60 anni, limite d’età stabilito dalla vigente legge Provinciale per il servizio attivo, ha dovuto farsi da parte ed è stato insignito della Fiamma d’oro per i 40 anni di attività ed il caloroso ringraziamento del Comandante. Per anzianità sono stati premiati anche i vigili Franco Failoni, Paolo Valentini e Fabio Mologni (15 anni), Angelo Salvaterra (25 anni) e Mattia Salvaterra (35 anni). È seguita la presentazione dei due nuovi Istruttori della Federazione VVF del Trentino, Alberto Bertaso e Davide Armani, che si sono formati insieme ad altri 9 Vigili del territorio giudicariese.


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Società

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Cooperando

Il lavoro, un “diritto” difficile da esercitare di Alberto Carli

I dati presentati durante il convegno organizzato dalla Cooperazione Trentina il 16 Gennaio scorso dal titolo “Nuove prospettive per il lavoro” ci evidenziano una situazione preoccupante. La ricerca del Prof. Colasanto dell’Università di Trento, Presidente dell’Agenzia del Lavoro, ci mostra come nei quattro anni della crisi, dal 2008 al 2011 , la disoccupazione più che da perdita del poLa disoccupazione quindi, seppur con valori più bassi rispetto a quelli medi delle regioni del Nord-est e dell’Italia, aumenta anche in Trentino e la fascia di età fino a 29 anni è la più colpita. In Giudicarie vi sono alcune differenza rispetto al dato provinciale: oltre alla difficoltà di trovare lavoro tra i giovani, anche il numero di assunzioni tra gli over 50 è in calo. Il confronto tra le assunzioni avvenute nel primo quadrimestre 2012, rispetto a quelle dello stesso periodo del 2011 segna infatti un -11,3 in termini di variazione percentuale rispetto al +5,7 della provincia. I numeri evidenziano chiaramente le difficoltà che

interessano il mondo del lavoro anche a livello locale soprattutto nel comparto manifatturiero e delle costruzioni. Ridefinire le politiche del lavoro in riferimento alle tutele riservate ai lavoratori disoccupati o sospesi, diventa questione di particolare urgenza. A questo proposito le norme di attuazione richiamate dalla legge delega, approvate con decreto dal Consiglio dei ministri a fine 2012, trasferiranno alla Provincia di Trento la gestione degli ammortizzatori sociali consentendo di disegnare con il concorso di tutti gli attori, le parti sociali e la cooperazione stessa un sistema di prote-

sto di lavoro sia stata alimentata da quanti tra i “nuovi entrati” un’occupazione non sono riusciti a trovarla. In Trentino nel terzo trimestre 2012 solo il 17% dei nuovi entrati (1.100 su un totale di 6.300 unità) ha trovato lavoro e ciò può spiegare l’aumento superiore ai due punti percentuali del tasso di disoccupazione che dal 3,7% del 3° trimestre 2011 è passato al 5,8% . zione sociale più dinamico e integrato rispetto a quello attuale, orientato a fornire strumenti più idonei allo sviluppo di comparti e settori produttivi emergenti e al contempo, in grado di supportare meglio un mercato dove le persone cambiano spesso lavoro e settore. Va in questa direzione il Protocollo d’intesa che la Comunità delle Giudicarie ha sottoscritto nel Maggio 2012 con l’Agenzia del Lavoro. L’accordo ha come punto centrale l’istituzione di un Tavolo tecnico dedicato al “Lavoro in Giudicarie” con l’obiettivo di trovare risposte concrete in un momento non facile per l’economia,

ponendo in essere nuove iniziative e valorizzando in modo mirato anche in Giudicarie l’Autonomia Provinciale in materia, declinabile con progetti specifici direttamente riferiti alle esigenze del territorio. Non da ultimo un’attenzione particolare dovrà essere data agli strumenti d’integrazione del reddito dei lavoratori. L’attivazione di dispositivi mutualistici consente di rispondere collettivamente alle esigenze del singolo cittadino attraverso la negoziazione di convenzioni vantaggiose con servizi di qualità, in una logica di riduzione dei costi e a sostegno del reddito delle famiglie.

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C’èanchelospeck alla trota

Due eccellenze gastronomiche trentine che si fondono e danno vita ad una specialità. Lo speck all’aroma di trota è appena nato nella rinomata pescicoltura Armanini di Storo, ma è già un must. Presentato nella stupenda cornice dell’agritur La Polentera in Valle del Chiese, il prelibato accostamento di sapori conquista per il suo gusto vellutato e insieme aromatico, per le striature strutturate e per l’ardito accostamento di carne e pesce, che stupisce per l’armonia complessiva. Un prodotto che nasce dalla cinquantennale esperienza della troticoltura Armanini, situata a sud di Storo, e si affianca a tante altre produzioni artigianali di successo come la trota marinata, il salmerino alpino e la gamma di affumicati; una produzione che per il primo periodo sarà a “tiratura limitata”, anche in considerazione della complessità del procedimento di produzione in proporzione a quelli degli altri prodotti. L’allevamento di trote e salmerini che in Valle del Chiese ha una tradizione solida. L’ultimo arrivato, in ordine di tempo, è lo speck alla trota, ma questo pesce che vive solo in acque cristalline è tutto da gustare anche al naturale, già pulito o in filetti, pronti da cuocere, come in tranci panati, oppure da consumare direttamente come il carpaccio, i filetti affumicati e marinati, le polpette e il sugo. O gli hamburger, pensati in particolar modo per i più piccoli. Comunque lo si preferisca, un cibo buono e nutriente. Sono le sorgenti di acqua purissima che sgorgano dalle Dolomiti a permettere al Trentino di presentarsi come uno dei luoghi ideali per la troticoltura italiana. Può apparire strano parlare di pesce in una regione di montagna. Eppure, non tutti sanno che si tratta di una tradizione secolare. Già durante il Concilio di Trento del XVI secolo, infatti, il celebre cardinale Cristoforo Madruzzo ebbe modo di apprezzare il salmerino. Lo stesso Imperatore Francesco Giuseppe, durante le battute di caccia, non disdegnava di degustare le trote trentine. Fu anche per questa imperiale predilezione che, dalla metà dell’Ottocento in poi, si intensificò la pratica della troticoltura in numerosi laghetti alpini. Oggi dal Trentino arriva circa il 15% dell’intera produzione nazionale di carne e il 90% delle uova e del materiale da riproduzione. Settanta impianti lavorano nel rigoroso rispetto di un disciplinare di produzione e di un piano di alimentazione costituto esclusivamente da mangimi controllati, a basso contenuto di grassi. Tutto ciò assicura la qualità superiore delle trote.

Imparare le lingue Meccanica Dallapè srl straniere L’AZIENDA

L’iniziativa della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella ha messo a disposizione incentivi da 50 a 900 euro Il 2 novembre si è chiuso il bando - promosso da La Cassa Rurale - per l’erogazione degli incentivi per lo studio delle lingue straniere. L’iniziativa, proposta già da parecchi anni dalla Giudicarie Valsabbia Paganella, si propone di riconoscere un incentivo economico a tutti i figli di soci ed ai soci con meno di 27 anni che nel corso dell’anno hanno frequentato un corso di lingua straniera all’estero o in Italia. Delle domande pervenute ne sono state accolte ben 262, corrispondenti ad un importo complessivo erogato di oltre 56.000€. Come previsto dal bando gli incentivi sono stati proporzionati alla meta del soggiorno (estero o Italia), alla durata dello stesso ed alla spesa sostenuta per l’iscrizione al corso e l’eventuale trasporto aereo. Gli incentivi erogati hanno quindi un importo molto variabile, si va dai 50€ riconosciuti ai figli di soci che hanno frequentato un corso di inglese di una settimana in Italia, ai 900€ di chi ha partecipato ad un Erasmus della durata di oltre sei mesi o ha frequentato un anno di scuola superiore all’estero. Mediamente ad ogni ragazzo è andato un contributo di 216€. L’iniziativa ha coinvolto tutto il territorio della Rurale, sono state infatti raccolte domande provenienti da Gavardo a Trento.

Rispetto alle edizioni precedenti, la novità di quest’anno ha riguardato la consegna degli incentivi. I beneficiari sono stati infatti suddivisi per età: per i minori di 16 anni è stato organizzato uno specifico momento in filiale dedicato alla consegna delle borse di studio, mentre i maggiori di 16 anni sono stati invitati a partecipare alle serate organizzate dalla Cassa Rurale per parlare di orientamento ed inserimento nel mondo lavorativo. La prima serata dal titolo “Fare marketing di sé stessi” si è tenuta sabato 17 novembre a Ponte Arche ed è stata l’occasione per incontrare i premiati residenti in Paganella e Rotaliana e nelle Giudicarie Esteriori. La seconda serata dal titolo “I 20 mestieri del futuro” si è tenuta martedì 15 gennaio 2013 all’oratorio di Storo.

A Dro, lavorazioni meccaniche di precisione su torni e centri di lavoro a CNC

La Meccanica Dallapè Srl di Dro, nata come Dallapè Gianni & C. s.n.c., è stata costituita da due soci, i fratelli Gianni e Marco, nel settembre 2001 rilevando l‘attività dalla Matteotti s.n.c., ditta che da più di 30 anni si occupava di lavorazioni meccaniche e presso la quale uno dei soci lavorava già come dipendente. Nell‘ottobre 2007 la Dallapè Gianni & C. s.n.c. viene trasformata in Meccanica Dallapè srl. Da quando l’attività viene rilevata nel 2001 i due fratelli iniziano un importante percorso di crescita ed innovamento, rinnovando ed ampliando il parco macchine, inserendo centri robotizzati ad alta tecnologia e differenziando la tipologia di prodotto lavorato. A tutto questo non poteva non seguire una notevole crescita a livello occupazionale, attualmente nell’Azienda operano 16 addetti e la produzione avviene a ciclo continuo su 3 turni di lavoro. La Meccanica Dallapè Srl opera nell‘ambito metalmeccanico ed ha come principale obiettivo quello di soddisfare le richieste di precisione ed accuratezza nel settore delle lavorazioni meccaniche conto terzi, su commessa a disegno del cliente, garantendo la massima pro-

fessionalità, qualità nelle lavorazioni e rispetto dei tempi di consegna. Fornitore per le realtà trentine più importanti nel campo della produzione di assali per macchine agricole ed industriali è specializzata nella tornitura di corone epicicloidali e nella tornitura e dentatura (scanalato) di pignoni conici e nella lavorazione di mozzi ruote, con possibilità anche di fornitura del materiale grezzo. La presenza di macchinari ad alta tecnologia quali centri di lavoro, torni a cnc e robot per l‘asservimento delle macchine utensili permettono di soddisfare qualsiasi esigenza di tornitura e fresatura. La qualità dei prodotti è garantita da scrupolosi controlli certificati. Infatti, dal 2004 la Ditta è certificata UNI EN ISO 9001:2008, questo garantisce un sistema di gestione dell’Azienda secondo regole, responsabilità, controlli, procedure e quant’altro conforme alla famiglia delle norme ISO 9001. La certificazione ISO 9001 è riconosciuta a livello internazionale. Invitiamo gli interessati a visitare il sito www.meccanicadallape.com


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Un carnevale spettacolare sull’“anello” di Storo Si rinnova l’appuntamento storico (46ª edizione) con sfilate, divertimento e musica dal 9 al 16 febbraio

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dizione 2013, e il Gran Carnevale di Storo risponde presente all’appello. La manifestazione, giunta alla propria 46ª edizione, si conferma come appuntamento di cartello a cavallo tra Trentino e Lombardia, sapendo attirare un pubblico molto vasto attorno alle parole d’ordine sfilate, maschere, divertimento. E musica, naturalmente, con il gran finale nel teatro tenda Allora che parta il Carnevale, con una serie di appuntamenti, dal 9 al 16 febbraio, dedicati ad un pubblico ampio. Apertura sabato 9 con festa a tutta dance nel teatro-tenda alla “Piane” con dj Alan Caligiuri e Pippo Palmieri alla consolle, direttamente dalla popolare trasmissione radio Lo Zoo di 105 e guest dj Fabio Milani (Shuttle – Andalo & Carnaby – Rimini), senza dimenticare i “resident”, David Monfri, Nicolas De Vienne e Anto Vox. Poi lo spazio per i più piccoli, domenica 10 febbraio, con il “Carnevale dei ragazzi – Giornata “no-alcool”, con la sfilata delle maschere per le vie di Storo e intrattenimen-

to con giochi animazione e musica presso il teatro tenda più piccolo davanti alla caserma dei Vigili del fuoco. Come detto, per essere “trasversale” a tutti i gusti e a tutte le fasce d’età, ecco la serata “Vai con il liscio”, sempre presso il Teatro Tenda in compagnia dell’orchestra Claudio Bonelli. Si arriva così al clou del Carnevale, il martedì “grasso”, il 12, con la mattinata dedicata ai più piccoli e alla sfilata delle mascherine per le vie del centro storico alle 10.30 e poi, alle 14.30, l’inizio del Gran Carnevale con la sfilata dei carri che rappresenta il momento più atteso. Scenette e divertimento da gustare fino

in Località “le Piane”. Da due anni ormai l’appuntamento è organizzato dalla Pro Loco di Storo (mentre nei tre precedenti era stato organizzato dal gruppo dei Mati Quadrati, poi trasformatisi in pro loco) guidata dal giovane presidente Nicola Zontini. Lo scorso anno, nella serata finale al Teatro-tenda, furono ben 5000 gli ingressi per una festa con la musica del dj Albertino.

alle 17, quando, presso il tendone, vi sarà polenta carbonera per tutti in attesa del Gran Ballo Mascherato Presso il Teatro Tenda in località “Piane” con musica live con i Bad Color e le premiazioni dei carri e dei gruppi che hanno partecipato al “martedì

di Carnevale” con il premio “Mati Quadrati”. Poi, il sabato, grande festa con i carri provenienti da tutte le Giudicarie che si esibiranno anch’essi nell’”anello” della zona residenziale di Storo e si contenderanno il trofeo “Gran Carnevale” e il Trofeo “Ermann Zontini”; lo scorso anno furono quasi 1000 i figuranti e le maschere legate ai carri allegorici, con 10mila persone ai lati della strada ad assistere allo spettacolo. La sera mega-festa al Teatro Tenda in località “Piane” con musica live con gli “Isterika band”. A mezzanotte le premiazioni e poi festa fino al mattino. Per l’occasione sarà attivo un servizio Bus Navetta da Tione, Vestone e Bezzecca. Cosa chiedere d’altro? Non resta che accogliere l’invito del presidente della pro loco Nicola Zontini: “vi aspettiamo numerosi!!”

Attualità


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Speciale Carnevale

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Carri, maschere e divertimento al Gran Carnevale di Tione Piazza Battisti ospita l’edizione 2013 dello storico appuntamento che richiama migliaia di persone Piazza Cesare Battisti ed il Viale centrale diventano così il cuore pulsante del Carnevale, con tanta gente che accorre dai paesi limitrofi e tante famiglie sulle tribune a seguire la sfilata, nonché a gustare il piatto tipico della polenta gialla con salamella, dei “grostoi” e del vin brulè a fiumi, per riscaldare la giornata. Una tradizione che continua da tempi immemorabili e che – nonostante le mode

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l Gran Carnevale Giudicariese di Tione è un appuntamento ormai entrato nella tradizione, che va avanti dalla fine dell’800 e che - se cesura ha conosciuto – è stata solo in occasione delle Guerre Mondiache cambiano e i costumi che si evolvono – rappresenta appieno il Gran Carnevale Giudicariese e ci fa capire di essere proprio a Tione. Per questa edizione 2013 il Comitato Carnevale Giudicariese propone un cartello di proposte basato su cinque

distinte occasioni di cultura, spettacolo, divertimento ed anche culinaria. In primis il Carnevale dei Bambini, dei “boce”, con la sfilata di singole o gruppi di mascherine, nel pomeriggio di sabato pomeriggio 09 Febbraio. Ma ilcarnevale avrà anche un suo

li. Oggi è una manifestazione consolidata e ben rodata, come dimostra il successo delle recenti edizioni, sempre in crescendo in quanto a partecipazione di pubblico, carri e maschere. “prologo”, giovedì 7 febbraio quando inizia ufficialmente la manifestazione di contorno Degustando il Carnevale, manifestazione culinaria a tema, da giovedì 7 Martedì 12 febbraio, un momento di valorizzazione dei piatti tipici trentini ed in particolare di quelli legati alla tradizione del Carnevale. Ma gli appuntamenti più attesi dai giovani (e non solo) sono di certo il Carnevale in Piazza con sfilata di carri e maschere, martedì 12 dalle 14 in poi. In quell’occasione saranno protagonisti carri e gruppi mascherati, per una competizione che negli ultimi anni ha saputo mostrare ottimi livelli sia in termini di partecipazione quantitativa che qualitativa. La sera, poi, il Carnevale Danzante presso il Tennis al Parco Saletti con

premiazioni dei carri vincitori e musica fino a tarda notte in compagnia dei dj. Tanti appuntamenti nel solco della tradizione, che fa del Gran Carnevale giudi-

cariese uno dei più seguiti a livello provinciale. “Ci piace sottolineare – spiega Cesare Antolini, presidente del Comitato Carnevale - come anche quest’anno si è voluto mantenere elevata dal punto di vista culturale la manifestazione, cercando di coniugare divertimento, aspetti culturali e tradizione”.


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Il Saltaro delle Giudicarie

FEBBRAIO 2013

Da una settimana l’Italia intera era in subbuglio, in ansia, in attesa di chissà quale conclusione. Da Trapani al Brennero non c’era persona che dormisse più di cinque ore per notte, le donne erano depresse, gli uomini incavolati, i figli preoccupati, perplessi per la stagnazione dei genitori. Le televisioni impazzivano, i giornali riempivano pagine intere. Lassù, nell’Empireo celeste, erano non poco inquieti: “Che sta succedendo? Chi tiene in ambascia così tanta gente? C’è un altro pretendente al trono? Un altro aspirante alla Presidenza del Consiglio?” Questi erano i quesiti all’ordine del giorno in paradiso. Nel frattempo sono state movimentate le forze di polizia e le forze armate di mezza Europa, la Merkel, Hollande, perfino la Regina d’Inghilterra sembra abbia allertato le guardie reali....” Poi tutto si è chiarito. Non c’entravano né Hamas, né Al Quaeda, né gli Hezbollah, no, no, era solo roba nostra: Fabrizio Corona era scappato, dovendo finire in prigione come merita, se l’era svignata sotto gli occhi di chi lo doveva arrestare prendendo in giro per l’ennesima volta l’intero popolo italico. Birbante di gran lusso, dopo essersela spassata con la Belen e con mille altre (?), averne combinato di tutti i colori, guidato in vari stati di euforia, facendosi un baffo di carabinieri e polizia, al momento della resa dei conti, il bell’imbusto era svanito nel nulla. Sembrava che nessuno sapesse dove fosse finito, in Brasile magari, dove ha parentele ed il clima adatto per arrostire al sole, o forse sapevano già dove si trovava e non volevano disturbarlo, poverino, è cosi macho! E così si era incazzato da matti persino il Berlusconi, ‘sto inghippo non ci voleva, era in piena campagna elettorale, e la gente lo seguiva ad ogni passo, le televisioni lo ospitavano giorno e notte, poi ti arriva il Corona a rubargli la scena: i cuori, le trepidazioni, persino le budella dei nostri conterranei erano tutte per il ribaldo, ma non lui, l’altro, che neanche è degno di baciargli i piedi, lui, il Berlusca, ai bei tempi, di donne come la Belen, se ne faceva otto alla sera, spettacoli compresi, niente di male, giocavano a scopa, all’oca, a tombola, a monopoli, e a poco altro, lui, il Berlusca si sa, è un giocherellone. E dire che per fare ancora la sua porca figura, il Cavalie-

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

E Corona ruba la scena a Silvio F

Nella politica fatta in tv i “concorrenti” si sfidano a colpi di comparsate

inalmente è finita. E’ tornato il sorriso sul viso del Berlusca...ma fai attenzione presidente che se ridi troppo ti si sfascia la carrozzeria facciale che ti è costata un patrimonio! Ora il Cavaliere potrà torre s’era fatto rifare il trucco, palesato dalle telecamere impietose, s’era fatto stuccare la faccia come la statua di Sant’Ermenegildo, patrono di tutte le buonelane, s’era rimesso in sesto la capigliatura, beato lui, e s’era fatto una cura intensiva con il mitico “vitasol”, energetico e corroborante, quello per i cavalli di razza, non per i maiali, tanto per intenderci. Tutto andava bene, era riuscito a fregare anche il Michelone (Santoro) che gli ha fatto un ottimo servizio, è aumentato in una sola serata di 4 punti nei sondaggi, poi giù di nuovo, perché la gente s’era persa dietro a quel guastafeste di Corona, che gli venga un accidente all’accidente. Beh, adesso è finita, il macho s’è costituito, sembra, a Lisbona, sfigato, a quanto pare, se riusciva ad imbarcasi, partiva per l’America e arrivederci al c...! Tutto ricomincia come prima, il Cavaliere è tornato al centro della scena: la farsa continua. Anche se, pur sollevato, non riesce a capire come mai ce l’abbiano tutti con lui, per dio, il Casini gli da del povero diavolo, L’Ingroia gli da del mafioso, il Grillo gli da ogni altra benedizione, gli hanno perfino dato del pifferaio, quel Monti è un mascalzone, ci ha messo della malizia, lui pifferaio lo è stato per settant’anni, chiedetelo alla Veronica, adesso il piffero l’ha messo da parte, preferisce l’ocarina che uno strumento più abbordabile alla sua età. Lui è un uomo di valore (?), intelligente, ricco, generoso, dal cuore grande soprattutto nell’assegnare le prebende milionarie alla moglie separata, e, qualcosa in meno, ma comunque non male, alle sue tante amiche che

nare all’attacco, a presenziare su tutte le TV del mondo, perché lui è un uomo di mondo, mica un trombone qualsiasi. Cosa stava succedendo da rattristarlo al limite dell’incazzatura?

Fabrizio Corona

gli vogliono bene, quelle del suo calendario, perché lui non ha il calendario come il nostro, ogni giorno un santo, no, lui è molto “in” e ad ogni giorno corrisponde un’amica, di quelle brave, buone, bisognose d’affetto e d’aiuto, quelle che l’hanno aiutato e l’aiuteranno a risolvere i gravosi problemi di noi poveri cristi! Appena avrà ripreso le leve del comando, ristrutturerà il suo “entourage” per salvare l’Italia e gli Italiani dalle grinfie dell’Europa e dei cospiratori, per riportare tutto all’ovile, alla sua accogliente villa di Arcore, sede storica di grandi avvenimenti, quelli che hanno girato il mondo diffondendo ovunque il segno della nostra serietà, della nostra moralità e della nostra credibilità. Lo sappiano tutti, amici e nemici, dietro di lui, il nulla. D’altronde, la campagna elettorale, fin qui, è sembrata una tragica farsa: solo una gran confusione di idee e di programmi per imbambolarci, ma soprattutto per impedirci di capire. Dicono tutti le stesse cose: la gente non arriva a fine

mese, bisogna creare lavoro, non bisogna dimenticare i disabili, gli anziani, diminuire le tasse, abolire l’Imu, e chi più ne ha più ne metta. Non c’è ne uno che cambi suonata, a parte il Grillo(one), che sembra non capire nemmeno lui cosa voglia e dove voglia arrivare. Ci si era abituati a votare con chiare ideologie, chiari programmi, chiare posizioni, poi il caos: in questa tornata, coi mille partitini e i mille protagonisti che si affrontano, coltello alla mano, il marasma è totale. Che Dio ce la mandi buona, perché votare è un dovere, un obbligo morale, l’importante è non sbagliare nelle scelta, il che, capisco, questa volta sarà estremamente difficile. Se non altro c’è una nota positiva: i protagonisti ce la mettono tutta per bene figurare, per apparire migliori di quello che in effetti hanno dimostrato d’essere. A me, ad esempio, il Bersani fa soggezione, mi sembra un vecchio leone che ha perso criniera e dentiera nella sua lunga traversata ideologica, una persona per bene, non c’è che dire, ma stanco, esausto, poverino, c’era ancora ai tempi di Berlinguer, e gli anni pesano, con tanto di ingombro comunista sulle spalle, oggi sono cambiate le idee, per fortuna, e anche i tempi, basta con il il passato scomodo. E’ una persona seria, però, che da fiducia, se non avesse al fianco Vendola. che mi è simpatico, quando parla muove quella boccuccia da pecorella smarrita, che mi fa tenerezza, ma quel che dice, è roba da medio evo, o giù di lì, che la smetta e si occupi della sanità delle Puglie che è tutta da risanare. L’Ingroia, poi, s’è messo con Di Pietro a far la rivoluzione civile: l’Ingroia la faccia del rivoluzionario ce

l’ha, eccome, sembra roba importata dal Mato Grosso, ma il Di Pietro rimane quel patetico “borer” (boscaiolo) dei nostri boschi, incapace di intendere e di parlare, che impari, dato che sono anni che lo paghiamo perché migliori. Due rivoluzionari con i fiocchi, civili, tanto per capirci, che vivranno nella selva dei salotti romani a 20.000 euro al mese, in barba alla giustizia sociale, ai poveri ed ai diseredati, a cui tanto tengono e a cui promettono mari e monti. Appunto Mario Monti, sì, proprio lui, ma chi glielo ha fatto fare....mettersi in campagna elettorale nel casino in cui siamo messi, è additato a destra e a manca, come la causa di ogni malanno del nostro Pae-

se, se tutto va male, la colpa è sua, e che lo dica il Berlusca, pazienza, le cure, il maquillage, i giochi sfrontati, l’età, possiamo anche capirlo, ma che lo dicano anche altri che con Monti hanno governato in quest’anno di tregenda, è vergognoso! Non che Monti sia particolarmente avvenente, fa di tutto per non piacere, fa sempre il professore, anche se un professore “figo”, di quelli che la sanno lunga, che hanno sempre ragione, ma che lo vogliamo o no, è quello che ha salvato l’Italia dalla bancarotta e che ora ci ha messo la faccia, e non solo, per vigilare che il tutto non torni come prima, sarebbe la fine! Non c’è Berlusconi- Schettino che tenga, non c’è Tremonti, men che meno la Lega, con i suoi Trota, che hanno giocato contro per tutto l’anno, a parte il Pd con il Bersani che ha saputo essere onesto fino in fondo, coscienti della tragedia che il Paese stava vivendo, tutti gli altri giocavano a chi faceva più danni, roba da prenderli a calci in culo secondo la secolare tradizione della nostra gente. Cosa che faremo andando a votare, se non sono seri i nostri politici, cerchiamo di esserlo almeno noi elettori, votiamo le persone che ci danno fiducia, e prendiamo a calci nel sedere (si fa per dire!) i ciarlatani, i venditori di fumo, gli Schettini di turno, i sapienti del giorno dopo, i laureati in Albania, e avremo compiuto al meglio il nostro dovere. Amen e cosi sia.

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 12 n° 2 - febbraio 2013 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Alberto Carli, Mariapia Ciaghi, Giuseppe Ciaghi, Marco Delugan, Ennio Lappi, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Matteo Viviani, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 2 gennaio 2013 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


Cultura

Dialetto, una lingua ancora viva

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Nelle corso di serate “Usi, costumi, dialetto e tradizioni” si rivivono scorci del passato ancora molto attuali

I programmi riguardano giochi e passatempi del passato per i più piccoli e “li fòli dala nona”, cibi e ricette dei nostri paesi - “li rizèti dala nona”, “i fior dali nosi muntagni e li erbi par cüràr li magagni”–, le attività tradizionali e gli antichi mestieri. Quest’anno sono state coinvolte anche tre classi prime della scuola professionale alberghiera, circa 75 alunni, con un programma che riguarda il modo di vivere nel passato, la coltivazione, la trasformazione dei cibi dalla terra alla tavola, il cibo bio e a km 0 dei nonni…; le normative severe di un tempo per il rispetto del territorio; lo scambio merce; tutti i ragazzi hanno partecipato con una ricerca. Per quanto riguarda il dialetto, a conclusione delle ricerche degli alunni delle scuole inferiori nell’anno scolastico 2010-2011, Elisa Polla ha

di Elisa Polla Continuano con successo le serate di recita dialettali degli alunni che seguono i corsi di “Usi, costumi, dialetto e tradizioni” tenuti da Elisa Polla nell’ambito dell’attività di educazione storico-sociale, scuola curato la stampa di un libretto-vocabolario “Per non dimenticare, cento parole del mio dialetto” - dialetti di Caderzone, Strembo e Bocenago a confronto. Il libretto è stato presentato a fine anno scolastico nel corso di una simpatica serata a Caderzone Terme durante la quale trenta alunni, dieci per paese, si sono divertiti a far sentire al folto pubblico presente la diversità dei dialetti dei tre paesi confinanti. Analoga serata si è svolta nel corso dell’estate a Darè con alunni di Darè, Vigo, Pelugo, Javrè e Villa con il confronto tra i vari dialetti nella recita “Al l’à dit anca me nonu” al-

Erbe officinali, alcune serate per conoscerle meglio L’Ecomuseo della Judicaria ha aderito al progetto europeo SY-CULTour “Sinergia tra cultura e turismo per l’utilizzo dei potenziali culturali nelle zone rurali”. In pratica, una serie di iniziative per valorizzare aree rurali svantaggiate, che l’ecomuseo della Judicaria ha declinato su un’agricoltura di nicchia che inizia a prendere piede nelle Giudicarie Esteriori basata sulle erbe officinali e spontanee, colture che si intrecciano con le tradizioni e il mantenimento del paesaggio tipico del territorio giudicariese. Nel mese di febbraio si terranno 3 incontri informativi ai quali è invitata la popolazione: Venerdì 15 febbraio IL TERRITORIO DELL’ECOMUSEO E LE SUE ERBE OFFICINALI Ore 20.30 presso la Sala Consiliare di Comano Terme Mercoledì 20 febbraio LA RACCOLTA E LA TRASFORMAZIONE DELLE ERBE OFFICINALI , SANA ABITUDINE ANCHE IN CUCINA Ore 20.30 presso la Sala Consiliare di San Lorenzo in Banale Mercoledì 27 febbraio CURARSI CON LE ERBE TRA SCIENZA E NATURA Ore 20.30 presso la sede del Consorzio Tutela dei Prodotti Agricoli Tennesi, a Tenno

l’interno di un suggestivo filò a casa Cüs dove il gruppo“Le Castellane -La cumpagnia dal Castél” ha presentato“Doni da stì agn”. Il quattro gennaio infine è stato presentato il libretto-vocabolario “Per non dimenticare - zènt e zéntu paroli dal mé dialèt” con i dialetti di Caderzone e Pinzolo a confronto, frutto delle ricerche degli alunni delle scuole di Ca-

e territorio, promossa dal Centro Studi Judicaria e dagli Istituti Comprensivi delle Giudicarie. Ogni anno in questi corsi vengono coinvolti circa quattrocento alunni delle scuole elementari e medie. derzone Terme e di Pinzolo e curato sempre da Elisa Polla. Nella serata di presentazione si è assistito ad una bellissima recita “da là dal tèrman” e alla disputa fra gli alunni di Caderzone e di Pinzolo con i due dialetti a confronto. La serata è stata allietata anche dal coro dei bambini, “I Fringuelli del Brenta”; la conclusione della serata è toccata al gruppo “Le

Castellane – La Cumpagnia dal Castél” con quatru ciàciari ‘ndal filò che ha riportato alla memoria la vita severa dei nonni, con le difficoltà ad adattarsi all’evoluzione dei costumi. I libretti- vocabolario curati da Elisa non si limitano ad elencare e tradurre una serie di parole dialettali; questi sono infatti l’occasione per

riscoprire e far conoscere modi di dire e proverbi ormai in disuso, aneddoti e storie di vita, usi e costumi del passato, tradizioni, leggende e racconti antichi. Vedremo presto anche gli alunni delle scuole di Bondo e di Roncone che partecipano quest’anno al progetto Usi, costumi, dialetto e tradizioni, promosso dal Centro Studi Judicaria, sfidarsi con le loro differenze di parlata durante una serata di tradizioni e di umorismo con il filò proposto dalla Cumpagnia dal Castél.

Quellasemanticachevalorizzail“locale” A Caderzone Terme “Per non dimenticare... zènt e zéntu paroli dal mé dialèt”

Serata eccezionale venerdì 4 gennaio dedicata al “dialetto”: la vera voce dei “Padri”, lo scrigno prezioso del nostro passato. Grazie alla intraprendente passione di Elisa Polla, ed alla sua personale iniziativa, nella sempre accogliente sala Lodron-Bertelli di Caderzone Terme, è stato presentato il secondo fascicolo del vocabolario “Per non dimenticare... zènt e zéntu paroli dal mé dialèt”, a cui è seguita una recita in dialetto degli alunni delle Scuola di Caderzone e di Pinzolo dal titolo: “Al l’à dit ànca mé nònu”; a rendere più piacevole la serata il coro “Fringuelli del Brenta” e “Quatru ciàciari ‘ndàl filò de «Le Castellane - Cumpagnìa dal Castèl»”. Una iniziativa che merita di essere evidenziata nel dovuto sforzo di sapere ancora valorizzare l’essenza stessa della vita delle nostre popolazioni passate, le quali solo attraverso il dialetto hanno saputo mantenere vivi i rapporti fra la gente e trasmet-

terne i valori più essenziali: quelli della comunicazione orale. Ed ancor oggi è il dialetto che mantiene in sè una potenzialità espressiva che supera immensamente la lingua nazionale, perché mantiene qualcosa di più che è nato, appunto, prima che le lingue letterarie nascessero. Va presa in seria considerazione l’iniziativa di varie Scuole di introdurre nell’attività didattica anche il dialetto, ma in modo corretto e profondo, come da vari anni sta facendolo Elisa Polla con risultati davvero apprezzabili e con pubblicazioni che meriterebbe di essere stampate e diffuse in tutte le Giudicarie. Presso il Centro Studi Judicaria si è tenuto un secondo convegno sul dialetto appunto per invitare soprattutto il mondo scolastico a saper affrontare un impegno che, tuttavia, va preso in maniera adeguata per far sì che non diventi una “moda” ma che serva a saper trasmettere suoni e vocaboli

nella maniera più adatta: ossia come si è fatto da generazione in generazione. E nelle famiglie in cui si parla ancora il dialetto lo si faccia senza vergogna e senza mescolarlo all’italiano, ma in maniera perfetta - dialèt s-cét - perché si tratta di un linguaggio vero e proprio con tutte le componenti e le sfumature della grammatica e della sintassi. Ricordiamo le parole dell’indimenticabili preside Ezio Scalfi, appassionato studioso di dialetto ed assertore del suo uso: «Il dialetto è un antidoto alla massificazione, perché riempie il nostro animo di onde che

ci giungono da lontano». Il suo pensiero sul dialetto è raccolto nel volume curato dall’altro preside Gianni Poletti: “Il donchisciotte del dialetto. Conversazioni su dialetti e tradizioni delle Giudicarie”: altra preziosa pubblicazione che meriterebbe di essere ripubblicata e diffusa al di qua ed al di là del Duròn. La serata di Caderzone Terme ha avuto il meritato successo e ci auguriamo possa aiutare a diffondere non solo in Val Rendena, ma in tutte le Giudicarie, una gran “voglia matta” di mantenere vivo il dialetto in tutti i paesi.(m.a.m.)


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Attualità

FEBBRAIO 2013

Se Bersani vende la pelle dell’orso prima di averla in casa, e se la prende con Monti, invece che con Berlusconi, la Lega si aggrappa alla corda del Cavaliere per non esserne impiccata. Perché non sa che altro fare. Al di là di come andrà il voto cosa potrà ottenere di più, la Lega, nella prossima legislatura, oltre a quello che avrebbe potuto ottenere e non ha avuto in quella passata? Patetico, se non fosse tragico. E il Pdl? Se i democratici rinunciano a costruire una classe dirigente «romana» per lasciare i posti a Bressa o a Tonini, persona buona , importante e simpatica, ma portato - questa l’impressione - a «snobbare» il Trentino, il Pdl si trova pure commissariato. A decidere è la Biancofiore (!) da Bolzano. L’incredibile ripescaggio di Bezzi mostra una compagine allo sbando. Allora, in questa campagna elettorale confusa, occorre darsi una bussola precisa. Primo non sfiduciarsi, giocare la partita elettorale a

L’intervento dell’editorialista de L’Adige

Diga al populismo o l’Italia è travolta* di Franco de Battaglia

Sembra che in troppi abbiano davvero perso di vista qual è la posta in gioco del voto di febbraio, che l’Italia è costretta ad affrontare con un sistema elettorale ignobile. Non conta chi sarà il prossimo «premier», conta impedire un nuovo governo berlusconiano, menzognero come i precedenti. È vero, c’è smarrimuso duro. Occorre varcare le colonne d’Ercole di febbraio, va bene anche Tonini, se è per stare insieme, poi si vedrà. Prima di parlare del nuovo «premier» occorre esorcizzare gli spettri maligni del vecchio. Secondo, occorre realismo.

E questo porta a dire che l’Italia non è in grado, per la sua conformazione sociale e geopolitica,di esprimere un bipolarismo. Non lo è nemmeno il Trentino. Il bipolarismo in Italia si chiama guelfi e ghibellini, agrari e braccianti, camicie nere e cami-

mento. Ogni sera, davanti alle tv, un paese di grande storia e di sottile arguzia, regredisce politicamente ai livelli dei qualunquisti, peronisti, massimalisti di paesi che un tempo si chiamavano «sottosviluppati». Sono i risultati di vent’anni di regime mediatico. Tutti ne vengono travolti. cie rosse. Si chiama scontri di classe, lotte di religione, valori non negoziabili, «o Francia o Spagna purché se magna», faziosità, antipolitica «sono tutti uguali». Il bipolarismo non funziona più nemmeno nella sua patria, l’Inghilterra che si sta spac-

cando (Scozia) e neppure negli Usa, con i Repubblicani storici (Lincoln!) ricattati dai fascisti (perché tali sono) del Tea Party. Il mondo è diventato troppo complesso: ha bisogno di persone e di gruppi responsabili, non di schieramenti ammucchiati.

L’archivio storico di Paolo Scalfi “Baito” donato alla Comunità delle Regole di Spinale e Manez Zefferino Castellani, Presidente della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, ha voluto ricordare le numerose ricerche ed i quattro voluti realizzati da Paolino, che hanno contribuito a svelare la storia di questa centenaria istituzione. Il figlio Rudi, anche a nome della mamma Noemi e dei fratelli Silvano, Marcella e Manlio, ha precisato che il lascito consta di oltre 2.300 volumi, di una cinquantina di faldoni, oltre a cartine e tabelle riguardanti la storia, la microstoria, l’artigianato, la geografia e la geologia locale. Ha precisato che l’archivio è aperto e accessibile su richiesta.

A

di Enzo Ballardini

d un anno dalla morte di Paolo Scalfi “Baito”, appassionato studioso della storia delle Giudicarie ed in particolare delle Comunità di Preore, Ragoli e Montagne, i famigliari hanno voluto donare tutto l’archivio, frutto di una vita di impegno e di ricerca, alla Comunità Il Consigliere provinciale Margherita Cogo, ha ricordato gli anni ottanta, periodo nel quale Paolino, con altri studiosi aveva dato vita alla SPES (acronimo di Silvia, Paolo, Ezio Scalfi), “cenacolo storico-culturale” che aveva come scopo di recuperare e divulgare la storia locale. La vita e le opere sono state illustrate dal giornalista Alberto Folgheraiter che ha ricordato con commozione le

tappe principali della sua vita e delle sue ricerche. Ha ricordato in particolare il recupero dei testamenti degli appestati di Preore del 1630, che hanno offerto agli studiosi una preziosa documentazione sulla vita (e la morte) nelle Giudicarie del XVII secolo. Per la memoria di quanti lo hanno avuto amico e maestro nei suoi 88 anni di vita, ricordiamo qualche titolo della sua

delle Regole di Spinale e Manez, perché possa rimanere a disposizione di tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza della storia locale. Una cerimonia partecipata a testimonianza del ricordo lasciato da Paolino, ancora vivo in molti che lo hanno conosciuto ed apprezzato.

vasta attività culturale: «Storia delle Regole di Spinale e Manez»; «Memorie storiche di Ragoli, Iron, Cerana, e internati di Katzenau»; «Preore in Giudicarie, documenti di storia» (tre volumi), «Ospitale di S. Vigilio, cento anni di assistenza in Val Rendena»; «I Kirsanover»; «Ragoli, antologia storica e toponomastica»; «Memoria della guerra mondiale 19141918». Il Sindaco di Preo-

re, Paolo Paletti, ha voluto ricordare le preziose opere realizzate da Paolino ed in particolare il recupero del diario delle memorie della campagna di Russia di Sebastiano Leonardi , apprezzando che questo importante archivio venga custodito presso la sede delle Regole. Per gli appassionati di storia locale un luogo che sicuramente sarà un punto di riferimento.

Se Berlusconi non si fosse ripresentato le cose, forse, avrebbero potuto andare diversamente. Le due compagini politiche, a destra e a sinistra (si fa per dire) avrebbero potuto maturare una loro evoluzione: Renzi, Alfano. Ma il ritorno in campo del Cavaliere, prevedibilissimo peraltro, come un Moby Dick che vuole dare l’ultimo colpo di coda prima di affondare con chi l’insegue, ha cambiato tutto. Ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Allora Monti, contro il suo palese interesse, ha «dovuto» scendere in campo per non lasciare sguarnito il centro della battaglia sul futuro. Il «centro» non solo politico, ma propositivo, di garanzia del paese. Ha dovuto farlo per l’Europa, ma anche per la dignità degli elettori, perché non si poteva lasciare che una parte importante di «centro», che mai avrebbe votato Bersani (come mai neppure alcune valli trentine lo voterebbero) fosse lasciato ai berlusconiani di ritorno. Bersani dovrebbe ringraziare Monti, non osteggiarlo. Nel Trentino Dellai ha capito la posta in gioco e ha fatto una scelta coraggiosa, impopolare di cui occorre essergli grati. Anche chi lo critica perché ha isolato politicamente il Trentino deve riconoscere che la sua scelta lo rimette, comunque in carreggiata. Ha scelto Monti perché un «centro», fosse anche con una percentuale non esaltante di voti, in queste condizioni va ricompattato. Un centro nazionale collegato al Trentino, comunque vada a finire, serve anche alle prossime tappe dell’autonomia, che non potranno ricalcare quelle passate. C’è tutto da «riassettare». Anche per questo merita giocarla a fondo, senza litigi meschini, con generosità questa partita. fdebattaglia@katamail.com * cortesia quotidiano L’Adige del 16 gennaio 2013


Cultura

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L’iniziativa “Amico geometra” nella comunità delle Giudicarie

La figura del geometra in tal senso ha svolto un ruolo storico nello sviluppo della società, ponendosi da sempre a stretto contatto con tutte le problematiche tecniche che hanno interessato e che interessano tutt’ora le nostre genti. Sia che si trattasse di confini che di divisioni, piuttosto che di stime, piccoli progetti e/o pratiche burocratiche, la figura del Geometra è da sempre stata al fianco del cittadino. Chiaramente i tempi cambiano, le specializzazioni aumentano e le esigenze altrettanto, ma ciò non di meno, nell’ordinarietà delle questioni tecniche, la figura del Geometra continua a rivestire un ruolo di primo piano. Sia perché l’approccio è sempre stato immediato e confidenziale, e sia perché il rapporto si caratterizza da una assoluta concretezza, il geometra è sempre stato al fianco della gente delle nostre valli, nel risolvere le problematiche tecniche che rientravano nelle proprie competenze. In tale contesto e spirito il Collegio Provinciale ha promosso quest’iniziativa, volta a rinsaldare il collegamento con il territorio, agendo di supporto al cittadino, nell’ambito appunto delle proprie competenze professionali. E’ stato spiegato e sottolineato in più circostanze che il servizio così inteso non poteva in alcun modo sfociare in una captazione di commesse, posto che la

Riprende con alcune novità l’apprezzata iniziativa della categoria dei geometri delle Giudicarie

L’

iniziativa ha preso avvio quattro anni or sono con il patrocinio del Collegio dei Geometri della provincia di Trento, con la finalità di fornire un supporto informativo gratuito alla cittadinanza, sempre più toccata da problematiche di ordine tecnico nello svolgimento di svariate pratiche. L’attività doveva prendere piede a livello provinciale, tramite attivazione di tutti i distretti terna di tecnici designata a rotazione, deve sottostare a precise regole deontologiche che escludevano a monte qualsiasi possibilità in tal senso. A dir il vero, nella realtà il caso non si pone neppure concretamente per ragioni intrinsecamente legate alla tipologia degli accessi che solitamente si registrano, in quanto rivolti in via sostanziale più ad un confronto e ad un dialogo di informazione alternativa che non già alla ricerca di un soggetto esecutore. Come detto in apertura, l’iniziativa è giunta al quinto anno consecutivo, con soddisfazione di tutta l’Associazione e soprattutto dei cittadini che hanno sperimentato l’utilità del servizio. Per migliorarne ancor più l’efficienza e per ottimizzare i tempi di risposta è stato stabilito per l’anno in corso, 2013, di subordinare l’accesso al servizio a prenotazione, fissando un appuntamento telefonico con il collegio Provinciale dei Geometri di Trento al n. 0461 826796, posto a

presidio dell’iniziativa. Il servizio verrà comunque assicurato in termini volontari dalla locale Associazio-

periferici, ma stando alla situazione attuale, la vera realtà funzionante ed efficiente risulta essere quella instaurata nella Comunità delle Giudicarie dove risulta operativa una collaudata Associazione dei Geometri che con convinzione continua a proporre il servizio, nel solco del tradizionale rapporto che collega la categoria con ogni più spicciola realtà del territorio. ne Geometri che mette a disposizione circa 25 tecnici qualificati, che opereranno a turno, in terne assortite

per specializzazione e per operatività sul territorio. Le sessioni si svolgeranno con cadenza mensile, ad

esclusione dei mesi di agosto e di dicembre. Viene riconfermata la scelta dello scorso anno di tenere due sessioni presso il Comune di Storo, precisamente nei mesi di marzo e settembre. Tutte le altre sessioni si terranno come di consueto a Tione di Trento presso la Comunità di Valle, in apposito ufficio messo a disposizione. A entrambi gli Enti citati devono essere rivolti i ringraziamenti per l’elevata sensibilità e disponibilità mostrati.


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Attualità

FEBBRAIO 2013 A Madonna di Campiglio la mostra di Fulber sul Rivisitismo

Tributo al mito Ferrari Grande interesse per la tela “Codex Wroom”, un olio realizzato per l’occasione dall’artista trentino Nell’elaborato dipinto ad olio in stile Pop Art è rappresentata la Ferrari 125 F1 la storica monoposto costruita dalla scuderia di Maranello che debuttò a Torino nel 1948. Ma unisce anche il binomio “donne e motori” dove una bellezza dai capelli rossi incarna il sogno e il desiderio di ognuno di noi. Il titolo Codex Wroom scaturisce da una componente del dipinto: i circuiti di gara di F1 di tutto il mondo trasformati in ideogrammi come parte di un linguaggio codificato per raccontare il mito. Con il termine “rivisitismo” neologismo coniato una volta tanto per la prima volta da

Felipe Massa e Fernando Alonso con la Ferrari sulla Pancugolo

Il “Rivisitismo di Fulber” provocatorio titolo distintivo della personale di pittura a Madonna di Campiglio conclusasi il 27 gennaio dopo una partenza... bruciante. La mostra dei dipinti ad olio dell’artista Trentino, curata da il Sextante con la partecipazione dell’Assesorato alla Cultura del comune di Pinzolo, si è inserita nel contesto della settimana Wrooom Ferrari, l’appuntamento internazionale della Formula 1 che riunisce a Madonna di Campiglio i piloti e il team della scuderia Ferrari e quello della Ducati. Protagonista tra le opere in mostra al Centro Rainalter di Madonna di Campiglio “ Codex Wroom” una tela ad olio formato 150 x 100 dedicata appositamente al mito italiano della Ferrari. un artista e non da addetti ai lavori, Fulber intende rimarcare fin da subito un concetto latente e di consolidata tradizione nella storia dell’arte: la rivisitazione o rielaborazione di un’opera d’arte, pratica che non sempre ha manifestato rispetto nei confronti di un artista appartenente ad un’altra

epoca. Roy Lichtenstein, uno dei massimi esponenti della pop art degli anni sessanta al quale Fulber si ispira, trovò grande affinità tra il proprio stile e quello di Lèger, Matisse, Picasso e Mondrian, caratterizzato per un periodo della loro attività dalla scelta di colori netti e non sfumati e per

Fulvio Bernardini omaggia una serigrafia dell’opera Codex Wroom all’assesore alla cultura di Pinzolo, Anita Binelli e alla presentatrice del vernissage Caterina Dominici

figure nettamente contornate da un tratto nero. Picasso stesso studiò a fondo l’opera tarda di Cezanne dando vita al cubismo ma potremo trovare moltissimi altri esempi studiando i percorsi pittorici di artisti di ogni tempo. L’artista di Trento riafferma così nei suoi dipinti ad olio, l’idea del “rivisitismo” che sigla una consolidata tradizione nella storia dell’arte: la rielaborazione delle opere d’arte dei grandi maestri di ogni tempo. Un suo recente lavoro che rivisita il pittore futurista Fortunato Depero viene riprodotto in grande scala al MART il Museo di Arte Moderna di Rovereto. Su questa linea crea i Funny Oil frutto dello studio che l’autore compie sulla corrente artistica della Pop Art che ha caratterizzato il periodo degli anni ‘50 e ’60. Con pennellate di ironia allo stato puro. “La creatività è permettersi di fare degli errori. L’arte, è sa sapere quali di questi tenere”.

Ferrari e Ducati omaggiano Campiglio

A sorpresa la nuova pista di Madonna di Campiglio, la “Pancugolo”, quattrocento metri di nera discesa con pendenza media del 35% e massima del 69%, è stata tenuta a battesimo dai campioni della Ferrari Fernando Alonso e Felipe Massa e dalla Ferrari da Formula 1 portata in quota per l’occasione. La “Pancugolo”, ultima nata tra i tracciati di Madonna di Campiglio, è lunga 400 metri, ma collegandosi con il “Miramonti” crea un percorso di 1700 m omologabile per la Coppa del Mondo di super gigante. Disegnata in area 5 Laghi è servita, per la risalita, dall’omonima seggiovia quadriposto. Analogamente per celebrare questa ventitreesima edizione di Wrooom e offrire un segno di gratitudine e riconoscenza alle Dolomiti, Ducati ha deciso di dedicare una speciale livrea della Multistrada 1200, partendo dalla sportiva “Pikes Peak” e trasformandola nella esclusiva ed accattivante “Dolomites’ Peak”. La moto è stata svelata dai piloti Ducati poco prima della gara di sci, in cima ai 2.100 metri di altitudine dello Spinale, con le bellissime montagne delle Dolomiti a fare da sfondo, con sole, cielo azzurro e tanta neve a rendere l’atmosfera ancora più unica e magica.

Nicky Hayden e Andrea Dovizioso con la “Dolomites’ Peak”

LA MUSICA CONSIGLIATA DA KIMBO INA VELLOCET

“Have one on me” di Joanna Newsom

“Have One On Me” - 2010 apre alla rappresentazione di un mondo “altrove” totalmente incantato e atemporale

“L’immagine di copertina è lussureggiante, traboccante fascino esotico. A prima vista viene spontaneo pensare alla camera teatrale di una diva nel fasto del melodramma italiano, sorta di sgiribizzo visivo che dispone per commistioni da stella del cinema muto e leziosità disordinate di una lolita viziosa, invariabilmente annoiata. Una odalisca morbidamente rila-

sciata sul divano, in uno spazio vitale-vissuto, dove galleggiano caoticamente tutti gli oggetti simbolici di una vita bohemienne, frammenti di una ritrattistica tipologica, nella varietà evocativa. Decadentismo prima di ogni cosa; drappeggi e soprammobili, scialli e tappeti, lampade e pellicce, animali imbalsamati … Tutto induce alla descrizione psicologica e passatista, particolarmente la calca degli oggetti d’antiquariato con la verdeggiante quanto gigantesca coda di pavone che riporta alla mente l’estetizzante guizzo estetico di Gabriele D’Annunzio. Ecco il rifugio lontano dove portare ad evaporare i pensieri d’Occidente, ecco la casa coloniale per affinare nuovamente le istintualità e il cuore selvaggio. Lei tuttavia, dopo un lungo viaggio per mare, deve essere arriva-

ta da poco ed ora pare riposare le membra esauste, nel tentativo di restituire qualche brivido rosa alla carnagione alabastro … Decorativismo e florealità, Art Nouveaux nella forma di rinuncia dei modelli antichi e, pure se i fondali in tela dipinta riconducono alle scenografie dell’epoca “ancien règime”, attraverso gli

apparati ornamentali comprendiamo esclusivamente un linguaggio internazionale e modernista, prassi per il gioco dell’arte più sensazionale. “Noblesse oblige”! “Have One On Me” - 2010, di Joanna Newsom, seguendo le tracce del precedente “Ys” apre alla rappresentazione di un mon-

do “altrove” totalmente incantato e atemporale. Tutte le canzoni che lo compongono sembrano muoversi con vibrazione dentro un sistema senza tempo, in atmosfere d’epoca, con frammenti di stile in perpetuo abbraccio emozionale. Quando il tono dispone per la campagna in gusto “country” prende per mano anche il “folk” e il “bluegrass”; quando le descrizioni si fanno più intimistiche ecco nuvole “slowcore” tingersi con sfumature “jazzy” per momenti di grande commozione. L’intera composizione tende a ripercorrere il tema centrale al quale si aggiungono diverse variazioni, fino a configurarsi come racconto fiabesco a capitoli. Dettagli e vastità sonore giocano a descrivere l’universo poetico, interiore, di una personalità giovane e pure già così complessa come quella di Joanna Newsom, artista rivelazione per questo inizio millennio.


Arte

“Alter

FEBBRAIO 2013 - pag.

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Al Paladolomiti di Pinzolo una collettiva con oltre 40 artisti a cura di Mariapia Ciaghi

Il bozzetto dell’istallazione di Marco Nones

La dea madre- Pietro Weber

La Farfalla- S. Riccadonna

Arte della Natività 2012 - In primo piano l’istallazione di Marco Nones


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Attualità

FEBBRAIO 2013

Coop Giudicarie: ampliamento, sì, ma senza parcheggio multipiano

Il vicepresidente Michele Ballardini è entrato nel dettaglio del bilancio approvato dai 162 soci in sala: 58mila euro circa l’utile netto; 37mila euro da ristornare ai soci; un fatturato, che era andato in calando dal 2008, è invece risalito quest’anno andando ad attestarsi sui livelli del 2009 a 10 milioni e 800mila euro (+2,7%), grazie soprattutto alla performance del grande Coop Trentino di via Filzi dal quale proviene il 52,8% del fatturato e quest’anno ha incrementato le vendite dell’1.31%, pari a 72mila e 383 euro. Proprio qui inizieranno nei prossimi mesi i lavori di ampliamento, con un cambio di rotta netto rispetto ai piani iniziali: il consiglio di amministrazione ha dato il via libera ad una nuova idea progettuale dalla quale sono stati decurtati i previsti, e onerosi, due piani di parcheggi interrati che avrebbero dotato il supermercato di 59

L’assemblea riconferma Michele Ballardini e Paolo Weiss ed elegge Renza Pedretti e Paolo Venturini nuovi consiglieri

I soci della Famiglia Cooperativa Giudicarie hanno eletto poche settimane fa due nuovi membri nel direttivo ad affiancare i riconfermati Michele Ballardini e Paolo Weiss, Renza Pedretti e Paolo Venturini in posti macchina aggiuntivi rispetto al presente, già peraltro approvati, in deroga al prg, dall’amministrazione tionese nel giugno scorso. La cooperativa ha deciso di risparmiare concentrandosi solamente sugli spazi di vendita. Approvato l’ampliamento di 300 metri quadri, per raggiungere una superficie di vendita di poco meno di mille metri quadri, pari a quella del diretto concorrente Despar situato al capo opposto di Tione, il supermercato verrà completamente ristrutturato per ampliare in particolare l’area dei prodotti freschi e locali. “E’ una linea che ci caratterizza rispetto ai concorrenti – spie-

ga il direttore Oreste Bonenti – abbiamo macelleria e pane al banco, così come una serie di prodotti caseari, ma anche miele e confetture, localissimi”. Si valuta anche di installare un distributore automatico di prodotti in funzione 24

sostituzione degli uscenti Franco Antolini e Candido Giacomini, cooperatori di lunga data. Riconfermato in toto il collegio sindacale formato da Mauro Cominotti, Elio Collizzolli e Giorgio Cerana. ore su 24, su modello di quello installato dal Sait in piazza Lodron a Trento. Il cambio di programma ha ovviamente fatto slittare lavori e apertura del nuovo supermercato, ma l’obiettivo è quello di aprire a giugno, per non perdere la

stagione estiva. L’altro negozio trainante della Coop Giudicarie è l’Eurospin di Tione, che contribuisce per il 18,50% al fatturato totale, capace di registrare un aumento nelle vendite del 7%, un miraggio negli scorsi anni quando la concorrenza del Lidl sulla retta di Saone era stata serrata. I piccoli negozi di vicinato – Saone, Montagne, Bolbeno, Cultura, Preore, Ragoli, Zuclo, e l’ex magazzino sociale a Tione – invece, sopravvivono, chi meno bene come Preore che perde quasi 4 punti percentuali (pari a 14.473 euro) di vendite, e chi meglio, come Bolbeno, che ha registrato un incremento

vicino ai 12 punti percentuali (pari a circa 27mila euro), ma sono briciole rispetto al grande coop nei conti della Famiglia. Nei prossimi mesi oltre al supermercato di Via Filzi verdranno rinnovati gli spazi interni altri punti vendita, anche alla luce dell’elevata spesa di manutenzione rigistrata in bilancio, 74mila euro, che con il rinnovo delle attrezzature si punta a ridurre nel futuro: se l’anno passato sono stati rinnovati il piccolo negozio nel centro di Tione (l’ex magazzino sociale) e il punto vendita di Bolbeno, quest’anno toccherà all’Eurospin e al negozio di Preore. Sempre sul fronte dei costi, cala quello del personale, attestandosi a 1 milione e 627mila euro, 33mila euro sono andati in tasse (Imu e rifiuti) mentre quasi 56mila euro vengono spesi per l’affitto del punto vendita di Preore e per la licenza Eurospin. Denise Rocca

Ornello Binelli, da “garzone” a Presidente della Famiglia Cooperativa di Pinzolo Finita l’“era” Cominotti, rimasto escluso anche dal Consiglio

Un uomo quindi di grande capacità ed esperienza. Ha sbaragliato con 426 voti: Luciano Caola, che di voti ne ha presi 306 e Elisabetta Maturi Carnèra, (173), 30 le schede bianche, 26 nulle. Due temibili concorrenti che fino all’ultimo hanno cercato di contrastarne la scalata. “Sarò il presidente del dialogo e del confronto - ha detto durante il suo intervento – ma, fin da ora, dico no alle politiche di espansione secondo logiche speculative e di acquisto”. La sua nomina, quindi, taglia sul nascere le polemiche portate in assemblea da Giuseppe Ciaghi (per 9 anni alla guida della Coop), all’uscente Mauro Cominotti, accusato-in un accorato intervento- di uscire dal solco di tutti i suoi predecessori: da Vigilio Maffei, a Pio Bruti, a Filippino

D

ei tre ha prevalso la scala gerarchica di Ettore Zini Ornello Binelli. fino alla direzione. L’assemblea della Famiglia Cooperativa Da semplice commesso, con diploma di scuole di Pinzolo, la più grande del Trentino (10 filiali, 25 commerciali a Tione, a funzionario. Passando da milioni di fatturato), ha eletto il nuovo presidente. responsabile di settore, a direttore della filiale di Da domani le strategie future saranno prese Campiglio, fino a dirigente con compiti formativi dall’ex garzone di bottega che ha percorso tutta in Federazione. Maturi. “Sempre a disposizione dei soci e della propria gente, non per gestire potere, nè interessi privati”. Motivo della diatriba, dell’unico intervento che ha preceduto i lavori assembleari, l’acquisto dell’immobile nel centro Polifunzionale Le Serre a Giustino, inadatto – secondo Ciaghi - alle politiche della Coop di Pinzolo, che ha già a disposizione proprie strutture adatte ai progetti di sviluppo e contrasto della concorrenza. Dieci anni fa era stata acquistata allo scopo

Casa Ferrari. Costo quasi un miliardo e mezzo delle vecchie lire. Tema, che fotografa la situazione del direttivo uscente. Da sei mesi in stallo (3voti favorevoli, 3 contrari e un astenuto) sull’acquisto di un immobile del valore di 4 milioni di euro. Su cui si gioca la partita futura del rilancio della Coop di Pinzolo. Che la cooperativa rendenese non abbia tempo da perdere, per rimanere con i piedi ben saldi sul mercato, lo ha detto il presidente uscente nella sua relazione conclusiva. Ma ancor di più lo hanno detto i numeri snocciolati dal vicedirettore Luca Pederzolli. 24.818.749 di fatturato e un utile di soli 205.924 euro. “Un margine che non lascia molti spazi”. E nonostante la solidità finanziaria dell’azienda che da lavoro a 100 dipendenti più 50 stagionali, i costi fissi in aumento, impongono la crescita del risultato operativo”. Pena il peggioramento della risicata redditività aziendale. Tradotto. La Coop (patrimonio immobiliare 7.059.692, patrimonio netto 8.237.012, benefici soci 646.367) non ha tempo da perdere.

E deve mettere in atto tutte le possibili strategie per contrastare l’arrivo sul mercato di nuovi competitori. E qui, entra in ballo il secondo motivo dominante dell’assemblea, che dopo aver votato all’unanimità il bilancio, si è aperta al dibattito. Leit motiv un nodo già noto: l’arrivo a Spiazzo del supermercato Poli. Michele Ongari, sindaco di Spiazzo, che ha a cuore la riqualificazione dell’ex Ille, e quindi del suo paese, ha fatto uscire allo scoperto i candidati. E una verità, finora sottaciuta. Nessuno pregiudizialmente è contrario all’arrivo del Poli. La concorrenza –dicono - va accettata,

non combattuta. Ma finora, il ricorso al Tar è servito da paracadute per mettere la Coop nelle condizioni di attrezzarsi. In futuro, almeno da quanto emerso, nessuno contrasterà più il recupero dell’area dimessa. Quindi l’arrivo della concorrenza alle porte di Pinzolo.


Sport

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Carisolo, a tutta Bike

Una nuova associazione per gli amanti delle due ruote Aperta a tutte le discipline fin dalle sue origini con un vero e genuino spirito dilettantistico, per consentire agli abitanti del paese, ma non solo, di misurarsi nei campi più diversi dello sport, promuovendone la pratica sia a livello amatoriale sia agonistico tanto d’estate quanto d’inverno, l’ U.S.Carisolo e i suoi dirigenti non potevano rimanere indif-

ferenti davanti al fenomeno, in continua crescita, di coloro che amano cimentarsi sulle due ruote. Così ne hanno esteso l’attività - dando vita ad un’associazione specifica senza scopo di lucro affiliata alla FCI - al settore del ciclismo, sia su strada sia sui percorsi adatti alle Mountain Bike, con un

progetto capace di aggregare e di coinvolgere gli appassionati tramite una serie di iniziative da realizzare lungo tutto l’arco del 2013. Prevede la partecipazione a gare locali e nazionali (per chi intendesse misurarsi in tali competizioni), uscite in gruppo su percorsi misti e tanto altro. Il team porterà il nome “U.S. CARISOLO – VAL RENDENA”. Sotto questa bandiera Walter Maestri & C. intendono attivare collaborazioni con partner e sponsor allo scopo di rilanciare con prospettive di sviluppo un movimento ciclistico di ampio respiro. Invitano tutti – atleti, escursionisti, amici e conoscenti – a entrare nel progetto, a dar vita a un settore destinato a crescere e ad affermarsi, perché andare in bicicletta diverte, fa bene alla salute, socializza e rispetta l’ambiente naturale. Per informazioni basta contattare la Pro loco di Carisolo (tel: 0465-501392).

A tutto scialpinismo in Trivena

… ma non solo, anche con le ciaspole è possibile godersi un’ottima neve e poi fermarsi nella storica struttura della Val di Breguzzo Con febbraio le giornate si allungano e – grazie alle nevicate del mese scorso – i boschi della Valle del Chiese diventano altrettante piste per gli appassionati di scialpinismo. Vi sono dei percorsi addirittura “storici”, come quello che dalla Val di Breguzzo porta fino al rifugio Trivena, a 1.650 metri di quota. Una destinazione “storica” per gli amanti dello scialpinismo (e non solo, anche per gli amanti delle escursioni d’estate), una struttura accogliente gestita da Dario Antolini e famiglia e che propone per la stagione

invernale, dal 27 dicembre al 31 marzo, tante iniziative e appuntamenti per gustare al meglio la montagna nel suo vestito invernale. Molto utile risulta il sito internet www. trivena.com, aggiornato e ricco di spunti, tra cui la sezione “Dario ci narra”, dove il gestore racconta storie di vita e sport in montagna e dalla quale traspaiono il suo amore e la sua passione per questo mondo. Non solo, il portale è anche una guida utile per chi vuole praticare lo scialpinismo e propone e segnala corsi e seminari per sicurezza, oltre ai raduni in

programma. Senza dimenticare le previsioni del tempo, fondamentali per praticare lo scialpinismo senza rischi. Oltre a questo c’è naturalmente tutto quello che un rifugio ospitale può dare: dopo una passeggiata con il frontalino o al chiaro di luna, il Rifugio Trivena offre una fetta di polenta o un piatto di gnocchi alla ricotta, un buon bicchiere di Marzemino e l’immancabile grappa al Mugo di Trivena, prima della discesa magari con lo slittino. Oppure una stanza curata e calda per chi vuole rimanere la notte.

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BOLBENO

Trofeo Pro Loco, in 300 sulla neve Nonostante la giornata con una intensa nevicata, la seconda edizione dei Campionati provinciali di sci delle Pro Loco trentine a Bolbeno di domenica 20 gennaio ha radunato 300 tra sciatori e snowboarder delle Pro loco di tutto il Trentino pronti ad animare l’ impianto sciistico delle Coste. Alla pro loco di Tiarno di Sotto è andato il premio per il maggior numero di partecipanti, mentre la classifica a punti è andata ai volontari di Tione. A premiare i vincitori, l’assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini, che ha ringraziato la Pro loco di Bolbeno guidata dal presidente Roberto Marchetti, il Consorzio delle Giudicarie col presidente Daniele Bertolini, e la Federazione provinciale delle Pro Loco guidata da Enrico Faes per l’organizzazione della giornata: “il volontariato delle Pro loco è sempre generoso – ha detto l’assessore – anche nelle condizioni più difficili, proprio come quelle meteorologiche di oggi. L’impegno di tutti i volontari è la ricchezza concreta che unisce il nostro territorio e un ingrediente importante nella ricetta del successo della nostra proposta turisti-

I presidenti delle Pro Loco partecipanti- Foto Yuri Corradi

ca”. Anche il Trofeo Caduti, svoltosi domenica 27 gennaio in ricordo degli Alpini “Andati Avanti” ha riscontrato un ottimo gradimento, così come la Sesta edizione dei Campionati studenteschi invernali andata in scena venerdì primo febbrai, con la presenza di oltre 300 ragazzi al cancelletto di partenza. Ma anche febbraio si presenta denso di attività e competizioni. A partire da Corinpista di domenica 3 febbraio, la competizione dedicata ai cori della nostra provincia che anche quest’anno sarà sicuramente caratterizzata da una straordinaria partecipazione, per la soddisfazione del presidente Sergio Franceschinelli. Altre due manifestazioni sono inoltre in programma domenica 10 febbraio con una

gimkana dedicata alle categorie Fisi baby e Cuccioli”, e sabato 23 febbraio con la Gara Sociale dello Sci Club Bolbeno. Sarà invece datato 17 febbraio l’ormai celebre “Trofeo Giovanissimi”, una delle gare più famose, a livello giovanile, di tutta la nostra Provincia, che chiuderà, come ogni anno, il consueto ciclo di lezioni nell’ambito dei corsi sci organizzati dallo Sci Club Bolbeno del presidente Michele Ballardini. Anche quest’anno sono stati oltre 500 i bambini iscritti, provenienti da tutte le Valli Giudicarie e non solo, testimoniando una volta di più il gradito ritorno dello sci Alpino fra gli sport popolari, il vero obiettivo che si persegue con successo presso questa piccola grande località sciistica.

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Attualità

FEBBRAIO 2013

Imparare il mestiere dell’attore A Tione la Scuola di teatro Aletheia propone un corso di apprendimento diretto da Silvia Salvaterra L’associazione ArteGiovane dà il via alla Scuola di Teatro Aletheia. La scuola teatrale Aleteia nasce come un’esperienza di pedagogia teatrale proiettata alla formazione attoriale, sulle orme del lavoro avviatosi con Stanislavskij e Jerzy Grotovski e riconoscibile nei contemporanei Peter Brook ed Eugenio Barba. L’obiettivo è quello di condurre i partecipanti ad apprendere gli strumenti caratterizzanti la professione dell’attore: lo studio del corpo e della voce, dello spazio e del ritmo, del personaggio e della drammaturgia, attraverso un lavoro d’analisi del testo e della messinscena. Il primo corso propedeutico, “L’attore svelato”, è diretto dall’attrice e regista Silvia Salvaterra. Esso conduce attraverso giochi di improvvisazione, giochi di immaginazione, esercizi pratici e di studio alla presa di coscienza dei propri possibili talenti e della propria creatività per giungere alla messa in scena di un breve spettacolo. Il corso è aperto a tutti, dai 16 anni in su, e avrà una durata di 4 mesi, da metà febbraio a metà giugno, con un incontro settimanale di tre ore, per un totale di 51 ore di lezione. “L’essenza del tea-

Queste caratteristiche lo rendono interessante, ma sollevano sensibili interrogativi: la movimentazione per l’ alimentazione ( nel caso presente si parla di 30.000 ton/ anno), lo spazio occupato (migliaia di mq.) tolto all’agricoltura, l’ inquinamento derivante dai motori Diesel, le esalazioni e le conseguenze di tutto ciò sull’agricoltura e sull’ambiente in generale; e non ultimo il timore di possibili speculazioni. Si è così costituito a Storo un Comitato, denominato “Bene Comune - Storo,” che ha svolto un’ intensa attività di ricerca, documentazione e informazione presso la popolazione, anche pungolando, con una serie di domande l’ Amministrazione Comunale, silente al riguardo, ed esortandola ad essere più esplicita sull’argomento, a far partecipe la popolazione dell’argomento in discussione e, in ultima istanza, a delegare ad essa stessa la scelta al

tro è costituita da un incontro che offre la possibilità di scoprire e svelare i propri talenti artistici e creativi. Intersecando pensiero ed emozione si giungerà attraverso la scoperta del linguaggio teatrale alla scoperta del proprio mondo interiore” - spiega Silvia Salvaterra. Nata a Tione nel 1983, dopo la maturità scientifica si trasferisce a Roma laurendosi con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Nel luglio del 2010 si diploma come attrice presso il Centro Internazionale La Cometa di Roma. Negli ultimi due anni ha intrapreso un’attività di produzione e presentazione di spettacoli e laboratori teatrali per adulti e bambini, orientati

dal pensiero pedagogico di Stanislavskij. Da poco ha fondato la compagnia teatrale, ALETHEIA, all’interno dell’Associazione ArteGiovane di Tione di Trento e con questo corso dà l’avvio alla Scuola di Teatro Aletheia. Il corso sarà attivato con almeno 5 studenti mentre le iscrizioni si chiuderanno a 15 iscritti ed avrà luogo presso la sede in Via Roma 8 a Tione di Trento. Il costo di partecipazione è di € 200 (ridotto a € 150 per gli studenti). Per informazioni ed iscrizioni è possibile rivolgersi presso l’Associazione Arte Giovane, via Roma o telefonare al numero 0465-326370 in orario di ufficio dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 17,30.

A Massimeno

Mike Polli, attore per passione Classe 1987, diplomato alla scuola alberghiera di Tione, Michael Polli ha capito da subito che quella della cucina non sarebbe stata la passione principale. Il suo cuore già sui banchi di scuola batteva per la recitazione e ancora prima all’asilo si divertiva ad esercitarsi in simpatiche scenette. Passione che ha trovato soddisfazione ed espressione prima nella Filodrammatica di Pinzolo poi in alcune comparse in film e collaborazioni teatrali con attori noti al pubblico nazionale. Attratto fin da bambino dalla comicità semplice e schietta di Paolo Villaggio e di Christian de Sica ha fatto dell’intrattenimento “leggero” il suo cavallo di battaglia. La partecipazione a RidenDro e scherzanDro, show che nelle estati ha animato il Trentino, gli è valsa la conoscenza di personaggi famosi, tra cui Nina Senecar. Ha alternato la passione per la recitazione con quella dello scrivere: per anni ha composto i testi per Così e Cosà, periodico di satira, dove ha curato una

rubrica. Con la Filò di Pinzolo ha partecipato allo spettacolo “La hora è fenita” rappresentazione teatrale rievocativa della danza macabra capace di intrattenere nella scorsa edizione quasi 3mila spettatori. Al fianco di Lucio Gardin, Loredana Cont e Alessandro Bencivenga ha fatto la sua comparsa nelle televisioni locali con piccole parti. Dopo le comparse nel film di Pantani, e in “Colpi di Fulmine” di Christian de Sica, l’impegno più importante lo ha avuto come attore nel film “Un passo dal Cielo” andato in onda il 25 ottobre su Rai Uno: nella pellicola girata in Alto Adige ha infatti avuto la possibilità di recitare una parte di alcuni minuti, dove ha potuto esprimere le sue doti. Animatore a Madonna di Campiglio d’inverno, operatore del Parco Naturale Adamello Brenta d’estate, ora è impegnato alla realizzazione del Carro della Val Rendena, per il quale sta facendo regia, autore, costumista...domani chissà.

Mike Polli con Nina Senicar

LA LETTERA

L

Biodigestore a Storo, il Comitato fa il punto

a ventilata ipotesi di realizzare un biodigestore nella campagna di Storo sta suscitando nel paese discussioni anche piuttosto vivaci. Il biodigestore è, in parole brevi, un contenitore che, caricato con rifiuto organico, lo trasforma con processo biologico in riguardo. Ne è nato uno scambio di lettere ed articoli sui giornali provinciali a volte, da parte dell’Amministrazione, un po’…sopra le righe, come l’accusa di “terrorismo” rivolta al Comitato, per le domande che esso pone. Giovedì 6 Dicembre vi è stata una riunione del Consiglio Comunale aper-

ta al pubblico, alla quale sono intervenuti tecnici ed esperti della Provincia per spiegare nei dettagli il biodigestore. E’ emerso come, diversamente dalle precedenti dichiarazioni del Sindaco che definivano “chiacchiere da bar” le ipotesi di realizzazione di un biodigestore a Storo, esistesse un progetto e una chiara inten-

gas, che può essere utilizzato per generare energia mediante motori a combustione interna (diesel), scaldare acqua per teleriscaldamenti, e fornire un residuo, detto “digestato”, che non può neppure essere utilizzato come fertilizzante. zione della Provincia sulla localizzazione dello stesso a Storo, su input, a quanto detto, della Comunità di Valle delle Giudicarie. (…) Il pubblico, numerosissimo contrariamente alle aspettative espresse da qualche giornale, ha ascoltato attentamente e applaudito solo gli interventi dei consiglieri d’opposizione che

hanno posto interrogativi sui possibili effetti negativi e sull’eventualità che la gestione dell’impianto scivoli in finalità speculative. (...) Il Comitato, al quale non è stato consentito di intervenire nel Consiglio in oggetto, non rallenterà il suo impegno e si propone di organizzare pubbliche riunioni con programmi più

esaurienti al riguardo. Si inizierà il 26 di Febbraio, con una serata di incontro e informazione alla quale parteciperà il Professor Giovanni Tamino dell’Università di Padova, esperto di problemi ambientali, energie rinnovabili e biotecnologie. Tutti i cittadini interessati sono invitati a partecipare, nessun vincolo (se non quello della buona educazione) verrà posto al loro diritto di parola. (...) Il Comitato Bene Comune è molto sensibile su questi temi e desidera essi siano approfonditi e dibattuti il più possibile. Pertanto esso continuerà a muoversi affinché i cittadini possano essere informati al meglio e sia data loro la possibilità di far valere i propri diritti rispetto al territorio che amano e vivono ogni giorno. Per chi volesse contattarci: http://benecomunestoro.wordpress.com/ Il direttivo del Comitato Bene Comune -Storo


Spazio aperto/il dibattito letterario Recentemente presso la sala consiliare del Comune di Stenico, Ennio Lappi ha presentato la sua “Biografia documentata del poeta di Stenico con le precedenti vicende della sua famiglia”. Il poeta in questione è Giovanni Battista Sicheri detto Cangio nato a Stenico il 27 marzo 1825 e morto alla Maddalena il 23 novembre del 1879. Un libro di circa 70 pagine per raccontare le vicende del poeta, con l’aggiunta di un’appendice documentaria di ulteriori 20 pagine. Un libro che nelle aspettative di tutti, doveva aggiungere ulteriori tasselli alla storia del poeta già raccontata nel 1983 dal prof. Graziano Riccadonna (con introduzione del prof. Renzo Francescotti) e riesaminata nel 1996, sempre dal prof. Riccadonna, in occasione della ristampa del poema del Sicheri “La caccia sull’Alpe” a cura del Circolo Culturale di Stenico che porta il suo nome. Una biografia – quella di Ennio Lappi – per un certo verso attesa, in quanto dal 1996 non si erano più fatte ricerche storiche sul personaggio risorgimentale che da tutti era conosciuto non Il polemico articolo a firma del Circolo Culturale G. B. Sicheri di Stenico, apparso con buon rilievo il 10 gennaio u.s. sulle pagine del Trentino ha del sorprendente, ma non più di tanto dal momento che qualcosa di simile era stato preannunciato dal comportamento dei discendenti del poeta, peraltro non diretti, che in buona schiera hanno assistito alla presentazione del libro. La ricerca, pubblicata per ovviare ai numerosi errori divulgati nel passato e rinfrescati in grande pompa l’altr’anno, mediante numerosi eventi che hanno avuto l’avallo di diverse personalità di rilievo, è accuratamente documentata con chiari e inconfutabili riferimenti in nota. Solo chi rifiuta l’evidenza delle cose può mettere in dubbio la legittimità di documenti ufficiali conservati nei molti archivi consultati, come l’Archivio di Stato di Trento, l’Archivio Provinciale e gli archivi storici del Convento di San Bernardino di Trento, del Castello Sforzesco di Milano, del Comune di Stenico, del Comune di La

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co, e per coloro che ricoprivano posti di potere che non erano di certo intenzionati a perdere, egli era un traditore. E’ ovvio quindi che i documenti “ufficiali” siano contro di lui e della sua sfortunata famiglia e che quindi vi fossero denunce contro di loro. Per fortuna rimangono le sue opere a testimoniare la grandezza del personaggio! Opere che vanno lette (e comprese) per il valore del “contenuto” che danno spazio anche a più che della forma. testimonianze e a ricordi Chi fa delle ricerche stotramandati nel tempo da riche non può ignorare la padre in figlio, a suo avviso “memoria della gente”. E’ è l’unica attendibile perché pericoloso! Stiamo attenriporta solo fatti documen- ti perché fra pochi anni (e tati (anche se il libro con- ci stanno già tentando) ci tiene varie opinioni perso- sarà chi riscriverà i libri di nali). Ed è questo l’errore storia negando i lager o le che da storico conoscitore camere a gas. della storia del Trentino Ora ci si chiede: Perché, a non avrebbe dovuto com- quale scopo l’autore della mettere. biografia si è speso tanto Il Trentino a quei tempi era per mettere in cattiva luce annesso all’Austria e il Si- un suo concittadino, un percheri – che credeva, scrive- sonaggio che non ha avuto va, lottava per la libertà e pace da vivo ed ora nem%���)��������#�������������������������������������#��������������������������� l’unità d’Italia – era consimeno da morto, un perso�������#�������������������������������������������������"������������������"�� �����!����������������"���������������������������������������$�� derato da tutti un traditore. naggio che ha contribuito a %���)�������� �������#��������������!����������������������!�����,��� Solo pochi avevano le sue fare la storia del suo paese ��������!�����#��<���������)������=������#��,����B����������������������1�� #������������������"�������������������������������������#������������ stesse idee e lo sostenevae un po’ anche dell’Italia? �������!������,��������$�'����������������������������������������������<+���� ����������(��������!����!���)����������!������*����������������������������� no. Per la maggioranza della popolazione che stava Circolo bene sotto l’Impero austria- G.B. Sicheri-Stenico

La critica storica del Circolo Gb Sicheri all’articolo di Ennio Lappi

Lettera aperta sul tentativo di “demolizione” del Poeta Sicheri solo come poeta, ma anche come garibaldino convinto ed impegnato attivamente nella lotta, oltre che come uomo intelligente, colto, onesto, difensore dei deboli, amante della giustizia e della libertà a tal punto da essere perseguitato. Con questo libro il Lappi non ha aggiunto “tasselli rilevanti” alla vita e all’opera del poeta, ma è addirittura riuscito a “demolirlo”, sia sul lato umano che politico che letterario. Sul lato umano perché sostanzialmente il Lappi difende l’usuraio e l’operato dei tribunali a danno di chi l’usura l’ha subita con qualche inganno per giunta; politico perché afferma e prova (?) che non è mai stato un garibaldino e su

quello letterario perché negando i due punti precedenti, che sono i contenuti di alcune opere del Sicheri (per non dire di tutte), sminuisce di fatto la grandezza del poeta. Anche se alla fine lo “annovera tra i maggiori letterati trentini...” lo fa evidentemente solo per gli aspetti formali e non per il contenuto delle opere. Questo libro, non privo di contraddizioni, che pretende di essere l’unica vera biografia “documentata” del poeta di Stenico, parte male già dalla copertina. In nessuna parte del libro si trovano riferimenti circa la provenienza, l’autore o l’autenticità dell’immagine (così come di quella di pag. 32), nuova rispetto a quelle note e ritrovate in

precedenza. Il Lappi stesso, interpellato, non ha voluto fornire spiegazioni. Nella premessa polemizza con tutti coloro che hanno lavorato prima di lui nelle ricerche sul Sicheri e prosegue accusando (chi?) di.. “ottuso ostracismo di coloro che con pervicacia si atteggiano a soli depositari della cultura giudicariese, costringendomi a dare alle stampe queste pagine a tutte mie spese...” Se la prende col prof. Francescotti che viene “bacchettato” a pag. 56, ma non risparmia il prof. Riccadonna e gli autori del “fumetto” (che a suo parere è un falso storico), ecc. Questa biografia, a differenza delle precedenti

Precisazioni dell’autore Risponde Ennio Lappi: “Sicheri? Non fu un eroe Risorgimentale” Maddalena ed altri, secondo le precise citazioni riportate nel volume. D’altronde è chiaro, e anche comprensibile, che ai suddetti discendenti dia fastidio la verità perché toglie loro il poter vantare nella famiglia un eroe del Risorgimento che si credeva morto a Caprera nella Casa Bianca garibaldina con il generale nizzardo al capezzale. La verità è ben diversa, come ben diverse sono le vicende della vita del Sicheri che fu certamente un patriota, come allora era la gran parte delle persone di un certo grado d’istruzione, ma non fu certo un eroe, né un combattente, né un difensore dei deboli; fu coinvolto nelle cospirazioni mazziniane del 1853, dove si salvò sconfinan-

do in Canton Ticino, e del 1864 dove, avendo avuto un ruolo nettamente marginale, non fu perseguito benché sottoposto a dura inquisizione. Non esiste alcun documento che leghi Sicheri a Garibaldi, nemmeno a La Maddalena, dove il poeta visse in povertà gli ultimi anni della sua vita, benché il generale vivesse nella vicina Caprera e non fosse certo avaro di raccomandazioni ed aiuti per i propri amici. Nel periodo trascorso a Stenico dopo il rientro dalla Svizzera egli era un uomo libero, con fedina penale non proprio immacolata, ma libero, se non altro per le amnistie sopraggiunte nel frattempo; era rispettoso dell’autorità costituita, come dimostrano le richieste

di concessioni varie, di porto d’armi e, per ultimo, del passaporto per l’espatrio in Sardegna. Non fu certo perseguitato, né ricercato, né protagonista di rocambolesche fughe attraverso i monti e, rimasto senza mezzi per la costruzione della nuova casa alla Credata, non gli rimase altro che partire alla ricerca di un lavoro per mantenere se stesso e la famiglia. Ora, chi lancia accuse assurde, con pretesti privi di fondamento lo fa in malafede. Chi ha accostato l’autore di una ricerca rigorosamente storica a deliranti concetti sulla negazione dei lager e delle camere a gas, lo fa in malafede. Chi ha creato e colpevolmente divulgato nelle scuole giudica-

riesi un fumetto sulla vita del � Sicheri dal contenuto completamente basato sulla vox populi fatta passare per storia e creando quindi un clamoroso falso storico, lo ha fatto in malafede. I documenti non hanno opinione e la “memoria della gente” è certo importante, ma non è la chiave di lettura per ricostruire e comprendere la verità storica. Chi vuol credere ai racconti del nonno nei lunghi filò invernali è liberissimo di farlo, ma per parlare di storia ci vogliono prove, inconfutabili ed incontrovertibili, non

dicerie di paese. Chi desidera sincerarsi dei fatti storici relativi a Giambattista Sicheri, a buon titolo considerato il più valido poeta trentino dell’Ottocento, Prati a parte, e ottenere maggiori informazioni, può procurarsi il volumetto che troverà nelle migliori librerie. E. Lappi, Giovanni Battista Sicheri. Biografia documentata del poeta di Stenico con le precedenti vicende della sua famiglia. Edito a spese dell’autore. Trento, 2012. Ennio Lappi

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La Posta

FEBBRAIO 2013

LA POSTA

Elezioni più vicine, cresce l’interesse della gente C’è in gioco il futuro dell’Italia, serve un’alta partecipazione. Ma occhio alle facili promesse

Egr. vorrei parlare della riforma della Costituzione. Forse è un tema che appassiona poco gli elettori, che del resto sono inondati di promesse più allettanti. Certo si parla genericamente anche di riforme, ma perchè nessun partito pone fra le priorità la riforma della Costituzione? In questo senso, io non pretenderei molto, mi basterebbe che la modifica ovviasse in modo radicale al bicamerali-

smo perfetto, che fa del parlamento un ente quasi inutile. E’ chiaro che non si potrebbe prescindere neppure da una drastica riduzione del numero dei parlamentari, senza ovviamente dimenticare la modifica della legge elettorale. Ma sono tutti impegni che dovrebbero partire subito, non alla fine della legislatura! Valentino

Egr. Amistadi, anche per chi di politica, come me, ne capisce poco, è rimasto molto deluso dall’inizio di questa campagna elettorale: solo parole, parole, parole, e tutti hanno la sfacciataggine di ritenersi rinnovati. Ma quello che più mi fa incavolare è che nessuno parla più di tagli ai privilegi e agli sprechi, gli italiani sono indignati, ma i nostri politici vecchi e nuovi, fanno finta di niente. Giuseppe

14 febbraio, AUGURI

agli innamorati Narra un a leggenda che che un giorno il Vescovo Valentino da Terni, passeggiando per la città riuscì a far innamorare due ragazzi facendo volare intorno tante coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d’affetto. Molti fanno da qui discendere da questo episodio l’utilizzo del termine “piccioncini” per definire gli innamorati prodighi di dolcezze ed effusioni amorose. Comunque sia il 14 febbraio si festeggiano gli innamorati. Sia una festa commerciale, sia davvero un momento per ritrovarsi a tutti loro va il nostro augurio. E a chi... è da solo, l’augurio di trovare presto un’anima gemella!

Caro Adelino, stiamo assistendo ad una campagna elettorale allucinante, becera ed inconcludente. Il premier Monti viene attaccato duramente dai leader che fino a ieri l’avevano sostenuto, in maniera patetica soprattutto da chi ne ha causato, per manifesta incapacità, la sua chiamata a palazzo Chigia per rimediare alle malefatte d’ogni tipo del passato governo. Naturalmente adesso tutti scoprono l’acqua calda: promettono di ridurre la pressione fiscale, dare lavoro ai giovani, togliere l’IMU, ridurre i costi dellla benzina, ecc.ecc. Tutti parlano di rinnovamento, ma intanto in tv ci propinano ancora un Berlusconi, debitamente stuccato ed impomatato, e un Bersani, versione basso popolo, per essere vicino al corpo elettorale. Ma di tutte queste promesse, cosa rimarrà dopo le elezioni? Roberto

A proposito del libro il “sindaco di Costanidia” Caro Adelino, ho letto del tuo nuovo libro sull’ultimo Giornale delle Giudicarie e sono corsa subito ad acquistarlo in libreria, ma non l’ho trovato. Come posso fare per poterlo leggere? Antonella Cara Antonella, il libro “Il sindaco di Costanidia” di cui parli, è stato edito dal Giornale delle Giudicarie a cui l’ho dedicato in occasione del suo decennale, “volendo omaggiare tutti gli amici e i sostenitori che hanno permesso a GdG

di crescere e di diventare sempre più affidabile compagno di viaggio delle famiglie e delle aziende commerciali della nostra terra”. Questo era l’intento, per cui non lo si trova nelle librerie, c’è però in tutte le biblioteche delle nostre valli, per cui potrai facilmente leggerlo quando ne avrai il tempo. Colgo infine l’occasione offertami dalla tua lettera per rispondere ai tanti che mi hanno messaggiato, telefonato e scritto chiedendomi se il contenuto del libro riguardi il mio paese, Roncone, o la mia

esperienza di Sindaco. Direi proprio di no, l’unico riferimento al mio paese è forse il lago, ma tutto il resto potrebbe benissimo essere ambientato in ognuno dei piccoli paesi delle Giudicarie, con l’attività amministrativa riferita ai primi anni settanta e le vicissitudini che a quei tempi non erano infrequenti. Grazie, comunque, per il tuo interessamento e fammi sapere se ti è piaciuto, quando l’avrai letto, ovviamente. Adelino Amistadi

Cari amici, mi fa piacere che elezioni imminenti abbiamo riscaldato gli animi anche nelle nostre valli e che ci sia tanto interesse intorno a ciò che sta accadendo. Le domande che ponete sono tante, ed io, di certo, non sono un politologo per rispondere al meglio, sono un artigiano della politica, uno come voi, che sente e legge mille cose e poi cerca di farsene un’opinione. A parer mio non saranno molte le promesse mantenute, quasi nessuna, men che meno si ridurranno li sprechi e i privilegi. E’ difficile pensare che i parlamentari votino una legge che riduca i loro stipendi e i loro vantaggi economici, fossero seri lo farebbero, ma non dobbiamo nutrire molte speranze, abbiamo visto com’è andata nel nostro Consiglio Provinciale, proclami e promesse, e poi si sono calati le indennità di poco o niente, fra pianti e lacrime, ed orgoglio di casta, convinta di meritare tutto ciò che le viene elargito. Così come mi sembra difficile che cambino la Costituzione perchè per i nostri politici, e non solo, (vedi magistrati, grandi burocrati, ecc. ecc.), la carta costituzionale, è un po’ com’era la Bibbia per l’Inquisizione, ci trovano giustificazione e asilo per ogni pretesa, per ogni azione, e, spesse volte, per ogni porcheria. Fosse

modificata, mancherebbe loro un cappello per coprire ogni loro ribalderia con l’imprimatur della liceità. Certo è che la campagna elettorale fin qui ha lasciato un po’ tutti basiti e preoccupati. Sembra perfino che i i leader in campo vivano in un altro mondo: dove la crisi sia ormai un ricordo del passato; dove le priorità siano altre (gay e lesbiche); dove il debito pubblico, per incanto sia sparito e il PIL sia invece in piena crescita. Purtroppo non è così. E poichè noi non siamo candidati, diciamocelo francamente, senza tanti giri di parole: l’Italia resta, soprattutto sul piano economico, un malato grave. Ha evitato il tracollo anche per l’intervento di un buon medico, ma è un paziente che ha ancora bisogno di cure decise, forti e per niente indolori. E chiunque vinca le elezioni deve prenderne atto ed assumere (impopolari) decisioni conseguenti, anche se solo qualche settimana prima aveva promesso tutt’altro. Perchè una cosa è certa: le suggestioni elettorali, gli slogan ad effetto, gli annunci sgangherati, forse faranno anche guadagnare più voti, ma non servono per governare e fare le riforme. E il nostro Paese ha bisogno di questo, non di altro. (a.a.)

Brenta Nuoto

Salve, da semplice utente e lettore del vs giornale mi sono alquanto scocciato del fatto che sul n 1 di Gennaio del vostro giornale è apparso un articolo a pagina 26 “bracciate fra le polemiche”. Prima di tutto l’articolo non è firmato e dato che tira in ballo anche un’altra società del settore la BRENTA NUOTO è scorretto anzi è veramente odioso il fatto che si spari a zero su persone che non sono state contattate in merito all’argomento. Prima di scrivere “baggianate “sarebbe meglio pensarci bene anche perchè BRENTA NUOTO è una società seria e operosa. grazie per l’attenzione. Grazzi Daniele, Comano Terme


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CONSORZIO DEI COMUNI DEL B.I.M. DEL CHIESE PROMUOVE I SEGUENTI BANDI:

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AGRICOLTURA Bando per la concessione di contributi relativi agli interventi per lo sviluppo del settore agricolo in Valle del Chiese.

RISPARMIO ENERGETICO

Beneficiari soggetti privati, aziende agricole e associazioni con finalità agricole, aventi residenza o sede nel territorio della Valle del Chiese.

Bando per la concessione di contributi relativi agli interventi per l’installazione di collettori solari termici, impianti fotovoltaici e/o pompe di calore. Il fabbricato oggetto dell’intervento deve essere ubicato all’interno dei territori dei Comuni della Valle del Chiese.

SCADENZA per la presentazione delle domande 22 marzo 2013 - ore 12.00

SCADENZA per la presentazione delle domande 19 aprile 2013 ore 12.00

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ABBELLIMENTO URBANO

Iniziativa “Più bella la tua casa più bello il tuo paese”. Bando per concessione di contributi per l’abbattimento degli interessi dei mutui relativi agli interventi di abbellimento urbano – 3^ tranche. Possono beneficiare i proprietari, gli usufruttuari e gli affittuari di fabbricati situati nei centri abitati dei Comuni della Valle del Chiese. SCADENZA per la presentazione delle domande 31 maggio 2013 ore 12.00

BORSE DI STUDIO PER UNIVERSITARI

Bando per la concessione di borse di studio a favore di studenti universitari residenti nella Valle del Chiese per l’ Anno Accademico 2011/2012. Riservato agli studenti della Valle del Chiese. Sono previsti anche premi di merito per lauree magistrali.

SCADENZA per la presentazione delle domande 29 marzo 2013 ore 12.00

INFO: www.bimchiese.tn.it Telefono 0465 621048 Fax 0465 621720 bimchiese@bimchiese.tn.it

grafica: editeltn.it

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