Giornale delle giudicarie gennaio 2012

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Giudi iudicarie

il

Diamo un tetto anche al tasso!

iornale delle

Mensile di informazione e di approfondimento

Mutuo Armonia: in sintonia con i vostri sogni.

www.giornaledellegiudic a r i e . i t

ANNO 11- N. 1 GENNAIO 2012 - Mensile

EDITORIALE

2012, l’anno che ci cambierà la vita... di Adelino Amistadi

Siamo entrati nel nuovo anno e, come di consueto, cerchiamo di capire cosa ci aspetta nel bene e nel male. In questi giorni ognuno dice la sua, c’è chi ostenta ottimismo e c’è chi la racconta nera, che più nera non si può. Ho la sensazione che da parte degli uni e degli altri, non si abbia piena coscienza della complessità e della gravità della crisi che stiamo attraversando. Forse perchè troppo ben abituati, abbiamo vissuto stagioni di grande prosperità e di benessere diffuso, con la Provincia che ne aveva per tutti e per tutto, e quando c’era qualche segnale di difficoltà, mamma Provincia vedeva e provvedeva. Continua a pag 11

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24 ore Val Rendena - Foto Matteo Ciaghi

L’UnioneEuropeasisalverà

AUGURANDO

BAITONI LODRONE STORO BONDONE

Economia, viabilità, unione dei comuni, futuro della riforma: 4 questioni per l’anno nuovo

Sessualità troppo precoce

L’adolescenza è stata descritta come la fase di transizione più complessa e drammatica della vita di una persona, poiché comprende cambiamenti nella fisiologia, nell’aspetto fisico, nello sviluppo cognitivo e nel funzionamento psicosessuale ed emozionale. A pag. 26

per proteggervi sempre dall’aumento dei tassi.

Come sarà il 2012?

Il caso della ragazza di 12 anni in Giudicarie

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mutuo per la prima casa NOVEMBRE Ila2011 - pag. tasso variabile con CAP,

di Paolo Magagnotti* La crisi economica e finanziaria che ci sta pesantemente coinvolgendo, ha fatto emergere in Europa nel 2011 debolezze ed incertezze che talvolta hanno portato molti a pensare che l’esperienza di unificazione del Vecchio Continente si trovasse al capolinea. Personalmente non ho mai dubitato in una ALL’INTERNO fine dell’Unione Europea. ATTUALITÀ Solamente dei folli potrebbero assumersi tale responsabilità. La Pinzolo-Campiglio Il progetto di unità europea Express è realtà che viviamo nei nostri giorni, Una storia lunga 20 anni frutto del coraggio e delle lunAlle pagine 8 e 9 gimiranti intuizioni dei Padri SOCIETÀ fondatori, fra cui il nostro AlGuide alpine e accompacide De Gasperi, non ha mignatori gliori alternative. Il fallimento di territorio… insieme di questo progetto europeo A pag. 12 significherebbe la messa in pericolo sotto vari punti di viSPORT sta non solo degli Stati che vi 7 milioni di euro partecipano, ma anche di altri per i servizi sociali Paesi, con riflessi imprevedibiin Giudicarie li ad un livello internazionale A pag. 16 più ampio. A pag. 7

nutile nasconderlo, l’attenzione per il 2012 è tutta per l’economia, per i suoi sviluppi; l’anno nuovo porterà una ripresa o c’è davvero il rischio recessione? Ma economia è un concetto molto ampio, che comprende al suo interno una molteplicità di voci e concetti, troppo schematicamente riassunti con il concetto di Pil. Il Trentino stesso si trova suo malgrado a fare i conti con un “taglio” forte di risorse pubbliche e una contrazione dei consumi che certamente inciderà. In questo scenario, una forza viva della società trentina è rappresentata dal mondo dell’artigianato, quelle piccole medie imprese che – con il loro indotto – tengono vivo il tessuto economico e mostrano un forte legame con il territorio. Alle pagine 4, 5, 6 e 7

Mattia Gottardi: “Sarà un salotto urbano”

Viale, Tione cambia volto


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Rassegna Stampa

GENNAIO 2012

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2011

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA VAL RENDENA-CHIESE. Il sindaco di Vigo Rendena, Ezio Loranzi, e quello di Castel Condino, Maurizio Tarolli, hanno firmato la convenzione con il difensore civico dott. Raffaello Sampaolesi, per usufruire dell’importante servizio a tutela dei cittadini delle loro comunità. Alla cerimonia era presente anche il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che ha sottolineato “...l’importanza della figura del difensore civico nei confronti delle amministrazioni locali: sia in difesa dei cittadini, sia come strumento per sviluppare un’azione nell’interesse della pubblica amministrazione, stimolando opportune correzioni nei comportamenti delle stesse”. TIONE. E’ partito il piano di valorizzazione delle malghe di Tione. E’ stato approvato in Consiglio il risanamento della malga Lanciada e nel contempo la Provincia ha già finanziato il progetto dei lavori di adeguamento e riqualificazione di malga Cengledino. La legge provinciale prevede un intervento del 75% a proprio carico, purchè si intervenga sulla conservazione e sul miglioramento delle costruzioni rurali tradizionali degli alpeggi, sugli ampiamenti e gli adeguamenti del sistema igienico-sanitario e dei locali per la conservazione del latte. La progettazione era stata affidata all’Arch. Sabrina Valenti di Bondo. GIUDICARIE. Nei giorni scorsi la giunta provinciale ha dato via libera al Piano Pluriennale degli Investimenti nel settore dell’assistenza. La delibera, proposta dall’ass. Ugo Rossi, prevede per le Giudicarie tre interventi significativi: 723 mila euro alla Coop. “L’Ancora” di Tione per l’acquisto di un edificio per scopi sociali a Poia, nel comune di Comano Terme; 1 Milione e 300 mila euro alla Coop. “Il Bucaneve” di Bersone per l’adeguamento normativo, la ristrutturazione e l’ampliamento di un edificio di Larido destinato a centro diurno per disabili; il terzo investimento, circa 600 mila euro, andrà a finanziare la riqualificazione e il restauro del secondo piano e del sottotetto di un edificio di Storo destinato al “progetto giovani”. ZUCLO. Verrà rifatto il ponte sul rio Ridever lungo la provinciale del Duron. L’intervento si rende necessario in quanto l’attuale ponte, a causa della sua posizione e la larghezza ridotta, costituisce una pericolosa strozzatura al transito. L’intervento prevede, oltre alla realizzazione del ponte

ad arco ribassato, in cemento armato, e rivestito di granito, anche la rettifica di circa 100 metri di strada verso il paese e di altri 55 metri verso il passa del Duron. La spesa complessiva è prevista in 1 Milione e 238.770 euro. BERSONE. E’ stato celebrato i vent’anni dalla fondazione del Museo della Grande Guerra che ha sede in Bersone che oltre ad essere una fonte importante di cimeli, è soprattutto un punto di incontro per scambiare informazioni, organizzare le ricerche e difendere la memoria. Per l’occasione l’associazione che lo gestisce ha cambiato nome: “Museo della Grande Guerra in Valle del chiese”. Alla celebrazione erano presenti i soci fondatori: Francescao Bologni di Storo, Diego e Elio Bugna di Bersone, Mario Cartocci di milano, Amleto Marchesini di Brescia, e Lino Zulberti di Cimego. A presiedere l’associazione recentemente è stato nominato Francesca Bologni che ha sostituito Diego Bugna. Nel ventennio sono stati raccolti più di tremila pezzi, fra baionette, fucili, bombe, elmi, piastrine, stufe, divise, pugnali, effetti personali e tante cose di estremo interesse. Con l’aiuto del Bim del chiese, l’associazione si è inoltre attrezzata di dispositivi digitali per sostituire il copioso materiale in diapositive, e chi visita il museo può vedere uno straordinario documentario sulla “grande guerra” realizzato da Giancarlo Giupponi. COMUNITÀ DI VALLE. E’ finita per “esaurimento” l’assemblea della Comunità che si è svolta a meta dicembre presso la sede di Tione. Poco meno di settanta i consiglieri presenti sul totale di 100 componenti. Sono state rimandate a tempi migliori le comunicazioni esterne (sciovia di Bolbeno e Agri ‘90) mentre l’ass. Olivieri ha potuto presentare la prima bozza del Piano Sociale, tema cruciale per la comunità, recentemente trasmesso per competenza dalla Provincia. Il piano è stato redatto da una apposito tavolo composto da 19 esperti, con la presenza di Anna Lisa Zambotti, responsabile dei servizi sociali delle Giudicarie, e tratta dei principali interventi che la comunità intende portare avanti in favore dei minori e famiglie, adulti in difficoltà, disabili, stranieri ed anziani. L’assessore s’è soffermato in particolare sull’area essenziale al raggiungimento degli obiettivi fatta di reti e di collaborazioni. Poi, nella noia e nel disinteresse, l’assemblea si è chiusa per esaurimento del numero dei presenti.

Malga Cengledino a Tione

Popolazione straniera residente in Giudicarie PROVINCIA. Su dieci residenti in Provincia, uno è straniero. Nel 2050 si calcola che saranno uno su cinque. Anche in Giudicarie gli stranieri sono molto più numerosi di quel che normalmente si pensa. Eccoli distribuiti per comune e per sesso con totale complessivo di 3.076 di cui 1547 maschi e 1529 femmine. I dati sono forniti dall’Istat e riguardano il 2011. Nome Comune Bersone Bleggio Superiore Bocenago Bolbeno Bondo Bondone Breguzzo Brione Caderzone Terme Carisolo Castel Condino Cimego Comano Terme Condino Daone Darè Dorsino Fiavè Giustino Lardaro Massimeno Montagne Pelugo Pieve di Bono Pinzolo Praso Preore Prezzo Ragoli Roncone San Lorenzo in B. Spiazzo Stenico Storo Strembo Tione di Trento Vigo Rendena Villa Rendena Zuclo Totale

Maschi 1 57 15 7 9 10 14 6 27 42 1 16 193 51 3 14 11 96 41 5 2 2 31 41 112 0 6 7 16 18 32 69 50 163 48 226 22 83 0 1547

Femmine 1 51 8 5 8 6 6 3 35 46 3 7 220 55 1 11 10 87 39 6 1 1 33 39 94 4 6 4 12 21 32 89 44 137 50 245 24 80 5 1529

Totale 2 108 23 12 17 16 20 9 62 88 4 23 413 106 4 25 21 183 80 11 3 3 64 80 206 4 12 11 28 39 64 158 94 300 98 471 46 163 5 3076

VALSUGANA. Due anni e mezzo dopo la tragedia dell’Airbus francese inabissatosi nell’Atlantico il mare ha restituito la salma del consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi al quale è stata data sepoltura con un solenne funerale nel suo paese natale di Samone. Il mare aveva già restituito la salma di Rino Zandonai, direttore della Trentini nel Mondo, dopo poche settimane, niente da fare invece per il terzo coinvolto nella tragedia, Luigi Zortea, sindaco di Canal San Bovo. Su quel volo proveniente da Rio de Janeiro e diretto a Parigi hanno perso la vita 228 persone e non tutte sono state ritrovate , ma le ricerche continuano anche per definire le cause di quel angoscioso evento nelle acque al largo del Brasile. PROVINCIA. Referendum: La Lega Nord è pronta per raccogliere le ottomila firme necessaire per arrivare al referendum abrogativo delle Comunità di Valle. Gli attivisti padani, più di 250, agli ordini dell’On. Fugatti, saranno presenti in ogni parte del Trentino con la loro propaganda e con i loro gazebo munito di tavoli per la raccolta delle adesioni. L’impressione è che faranno presto e che non serviranno i 90 giorni previsti dalla legge. A fine gennaio, si dovrebbe chiudere, poi, convalidate e controllate le firme, la palla passerà al Presidente Dellai che dovrà definire la data e le modalità tra marzo e aprile. In realtà le domande abrogative previste dal referendum sono due: una riguarda la Comunità di Fascia, la val di Fassa, e riguarderà quella valle, l’altra invece chiede espressamente l’abolizione della legge costitutiva delle Comunità di Valle, e riguarderà anche noi. Mentre il centro destra è compatto nell’appoggiare l’iniziativa della Lega, PDL in testa, il centro sinistra sta ancora confrontandosi su quale posizione tenere, il PD ha già dichiarato la sua ferma volontà di votare ‘no’, mentre l’UPT e il PATT faranno conoscere a giorni la loro posizione. PROVINCIA. Reazioni politiche al referendum: Alla notizia della legittimazione del referendum abrogativo delle Comunità di Valle, il Presidente Dellai ha rilasciato piccate e decise dichiarazioni: “Questo referendum è una sfida:

dipende da noi capire cosa c’è in gioco, ma sono sicuro al 100% che i trentini non cancelleranno le Comunità. L’abrogazione della Legge porterebbe al caos istituzionale....i trentini sono arrabbiati e potrebbero essere tentati di dare una sberla alla politica, ma sarebbe una sberla sbagliata, sono convinto che avremo la capacità di spiegarlo e di convincerli. Senza Comunità i piccoli comuni sarebbero sempre più soli e più deboli...” Di tutt’altro parere quello di Marino Simoni, presidente del Consiglio delle Autonomie e sindaco di Transacqua: “ Penso che andrà a votare più del 50% e che vinceranno i ‘si’, anche se credo che cancellare le Comunità sarebbe un grave errore...spero che i sindaci vogliano fare un ragionamento serio e non solo emotivo sul sistema istituzionale trentino nel suo complesso...la Legge in questione ha però bisogno di alcune modifiche, ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca.” TRENTO. Sanità: è stato segnalato un caso di TBC nel reparto di pediatria dell’Ospedale di S. Chiara mettendo in allarme tutta la sanità ospedaliera. La malattia è stata diagnosticata ad una bambina di dodici anni di origine pachistana, ora è sotto controllo e sta seguendo la terapia d’uso per casi simili. Secondo le autorità sanitarie, anche se la malattia si può manifestare con vari gradi d’intensità, il pericolo di contagio in ospedale è stato ed è praticamente inesistente. PROVINCIA. Operazione trasparenza: l’operazione trasparenza su indennità e compensi dei consiglieri provinciali, annunciata dal presidente Bruno Dorigatti in Consiglio in occasione dell’approvazione del Bilancio, è cominciata con la pubblicazione di alcuni dati incompleti all’indirizzo: www.consiglio.provincia. tn.it. Infatti mancano totalmente i contributi assegnati ai vari gruppi provinciali con relativa quota per consigliere, inoltre non ci sono né le spese per le trasferte effettuate, nè la nota spese viaggi e missioni. La consultazione del sito comunque, risulta comunque interessante perchè ci permette di conoscere finalmente il vero costo della casta trentina. Le sorprese non sono poche e molto indicative.


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Primo Piano

GENNAIO 2012

Economia, cosa porterà il 2012?

Tra cali in borsa e nuove tasse le prospettive per il 2012 non sono rosee. Ma gli artigiani sono una forza viva del Trentino. Ne parliamo con il presidente dell’Ass. Artigiani della provincia di Trento Roberto de Laurentis

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di Roberto Bertolini

nutile nasconderlo, l’attenzione per il 2012 è tutta per l’economia, per i suoi sviluppi; l’anno nuovo porterà una ripresa o c’è davvero il rischio recessione? Ma economia è un concetto molto ampio, che comprende al suo interno una molteplicità di voci e concetti, troppo schematicamente riassunti con il concetto di Pil. Il Trentino stesso si trova suo malgrado a fare i conti con Presidente, come sarà il 2012 dell’economia trentina? Certamente sarà un’annata dura, è inutile nasconderselo, a causa soprattutto di due fattori; la crisi del credito che mette in difficoltà molti imprenditori e quella della fiducia dei cittadini, che sono ansiosi rispetto ad una situazione di incertezza generale. In questo senso, la crisi “gridata” e “annunciata” ad ogni piè sospinto non fa certo bene al contesto generale, anche se è vero che ci sono nuove situazione di difficoltà economiche tra la gente che non vanno sottovalutate.

un “taglio” forte di risorse pubbliche e una contrazione dei consumi che certamente inciderà. In questo scenario, una forza viva della società trentina è rappresentata dal mondo dell’artigianato, quelle piccole medie imprese che – con il loro indotto – tengono vivo il tessuto economico e mostrano un forte legame con il territorio. Ne parliamo con Roberto De Laurentis, presidente dell’Associazione artigiani del Trentino.

Quali provvedimenti andrebbero adottati per migliorare questo scenario? Devo dire che la Provincia si sta muovendo meglio del Governo dei cosiddetti “professori”, perché sa calibrare meglio le misure sui bisogni del mercato

E qual è la situazione del settore degli artigiani che Lei rappresenta? Il sistema delle piccole e medie imprese del Trentino ha dimostrato negli scorsi anni di saper “tenere duro” di fronte alle difficoltà finanziarie internazionali e lo sta facendo anche adesso, grazie al suo forte radicamento al territorio e al suo legame con la gente, senza dimenticare la “scia” di un settore come il turismo che rappresenta un forte valore aggiunto per il Trentino, per l’indotto che riesce a creare “a cascata” sugli altri comparti, in primis l’artigianato.

del lavoro. Ieri (venerdì 30 dicembre, ndr.) abbiamo firmato – assieme alla Giunta provinciale - un accordo molto importante, che riconosce l’importante ruolo dell’artigianato anche dal punto di vista della formazione, con sgravi e incentivi in que-

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ssieme alla congiuntura economica, e collegata ad essa per la necessità di razionalizzare le spese della pubblica amministrazione, il discorso della riduzione, dell’unione e della associazione dei servizi nei comuni trentini, sarà una tematica fondamentale nel 2012. A maggior ragione nelle Giudicarie, la Comunità ( e prima il Comprensorio) con il maggiore numero di comuni, 39, dopo la fusione di Lomaso con Bleggio inferiore di due anni fa. Ragionare sulla diminuzione del numero dei comuni diventa quanto mai un obbligo in questo periodo, ma si tratta di un percorso che va fatto con attenzione ed intelligenza, evitando soluzioni forzate, secondo parametri di ragionevolezza che potrebbero portare – se attuati con attenzione – ad avere in futuro una situazione con 16-17 comuni in Giudicarie, con poco più di 2000 abitanti l’uno di media. Il tutto senza disconoscere il valore del ruolo che i comuni hanno avuto e stanno avendo in Trentino per la conservazione delle comunità abitative e la tutela del territorio e dell’ambiente, un modello che in tante zone d’Italia ci invidiano. Ma guardando anche ad un altro modello interessante, quello dell’Alto Adige, che alcuni auspicano si possa attuare anche da noi, con 117 comuni da 4.200 abitanti di media, contro i 217 del Trentino da 2.300 circa. Va detto, però, che le condizioni storico-demografiche delle due province sono molto diverse ed è impossibile pensare a modelli imposti. Ne parliamo con Marino Simoni, presidente del Consorzio dei comuni Trentini.

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sto senso. Un problema come quello dell’accesso al credito come si può risolvere? Difficile pensare che possa essere la Provincia ad obbligare le banche a prestare i soldi agli imprenditori. Occorre più coraggio da parte degli istituti di

credito, ma anche più lungimiranza e soprattutto la coscienza che non serve continuare ad alimentare solo le grandi industrie. Negli anni queste ultime hanno beneficiato di miliardi di investimenti e contributi senza radicarsi sul territorio, e andando a

trasferirsi all’estero in un batter d’occhio non appena sembrava loro più conveniente. Gli artigiani invece non se ne vanno, investono sul territorio, perché qui hanno casa, famiglia, radici. Questo devono capire le banche.

Enti locali, riduzione del numero dei comuni

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Roberto De Laurentis

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217 comuni in Trentino, 39 in Giudicarie, è il momento di unioni e gestioni associate dei servizi. Ne parliamo con Marino Simoni, presidente del Consorzio dei comuni

Simoni, è pensabile ad un Trentino con 117 comuni come l’Alto Adige? Penso che la riproduzione di un modello di quel tipo sia difficile da attuare in Trentino, dove esistono condizioni molto diverse che hanno determinato l’attuale assetto. Credo però che questo sia un momento di forte aggregazione da parte dei comuni, con molti enti che stanno facendo cose importanti associando servizi e razionalizzando costi di gestione, e in alcuni casi, mettendo in campo veri e propri progetti di unione. Pensa che la congiuntura attuale abbia forzato i tempi?

Certamente sì, si tratta di un processo che ha subito un forte input dalla situazione economica generale e dai tagli che anche il Trentino dovrà subire nei prossimi anni. Una situazione da affrontare con più strumenti, non solo fusioni, ma anche aggregazione di servizi, come è nello spirito della riforma istituzionale del 2006. Il 2012 sarà dunque l’anno degli enti locali? Direi di sì, i comuni saranno al centro del dibattito, vuoi per la situazione economica, vuoi anche per il referendum sulle Comunità di valle, sul quale alcune forze politiche puntano in maniera strumentale contro la Provincia con un certo populismo. In realtà sarebbe più giusto affrontare questa importante e attuale tematica attraverso un dibattito serio, pensando anche che stiamo andando verso il 3° Statuto di autonomia, e sarebbe importante dare una sistemazione in maniera complessiva a definitiva alla problematica dell’assetto degli enti locali in Trentino, che gli altri due Statuti non hanno affrontato. Dobbiamo dunque confrontarci sul modello trentino senza paure, con la coscienza del momento che stiamo vivendo ma anche del importanza del ruolo dei comuni nella nostra società. Marino Simoni


Primo Piano

Ilfuturodellariforma istituzionale 3

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a Lega in Trentino punta forte sul referendum contro le Comunità di Valle. Una scelta di opposizione contro la riforma istituzionale del 2006 voluta dalla Giunta provinciale, che inevitabilmente porterà gli enti successori dei Comprensori al centro dell’attenzione mediatica e del dibattito nel 2012. Un dibattito che è anche interno, però, con il fronte delle Comunità che non esaurisce al confronto referendario ma coinvolge più livelli. Rapporto con i comuni, gestione delle competenza “passate” dalla Pat, eccessiva farraginosità di alcuni passaggio amministrativi, una partenza inevitabilmente “ingolfata” da tutte queste problematiche: questi sono i nodi sui quali gli amministratori saranno chiamati a confrontarsi nei prossimi mesi con – sullo sfondo – la contrazione di risorse economiche in generale che chiama tutti gli amministratori locali a “fare meglio con meno”, slogan che sta diventando un clichè, ma che esprime e riassume bene questa sfida importante. Ne parliamo con Geremia Gios, sindaco di Vallarsa e docente di economia dell’ambiente presso l’Università di Trento. Professore, che si deve fare con queste Comunità? Ora ci sono ed occorre farle funzionare. Detta così sembra semplice, ma si tratta di un percorso che presuppone alcune modifiche sostanziali nell’assetto di questa istituzione, da attuare sulle due direttrici di maggiore semplificazione e flessibilità. Viene da pensare, dunque, che le comunità ora siano troppo “complesse” e “rigide”. Esatto. Si tratta di enti che, collocandosi tra Provincia e comuni, hanno bisogno della massima elasticità e capacità di essere dinamiche. Purtroppo alcuni passaggi della riforma penalizzano questi aspetti. Occorrono innanzitutto a mio avviso tre cose: 1. che le comunità si concentrino su poche tematiche e si attivino per svolgerle al meglio; 2. che

sappiano garantire flessibilità ai comuni, permettendo loro di associarsi anche a “geometria variabile”, su singole tematiche, non necessariamente con assetti standard, a seconda delle necessità, sapendo svolgere in questo senso il ruolo di punto di riferimento; 3. semplificare la struttura delle Comunità. Penso ad esempio alle Assemblee numerosissime, ingestibili e di fatto inutili che rendono farraginosa la governance di questi enti. Per quanto riguarda il passaggio di competenze alle Comunità, non le pare che, al posto di decentrare quelle della Pat come previsto in riforma, siano stati invece i comuni obbligati a cedere le loro? Purtroppo questo è un problema reale dovuto all’applicazione della riforma e alla difficoltà della Pat di “disarticolare” realmente parte delle proprie compe-

GENNAIO 2012 - pag. L’OPINIONE

Perché credo ancora nella “Comunità di Valle” Geremia Gios

Il referendum della Lega e il rapporto con i comuni; 2012 “caldo” per le Comunità di valle. Ne parliamo con Geremia Gios, docente universitario e sindaco di Vallarsa tenze, ed è la tipica cosa su cui occorre lavorare con attenzione, anche per scongiurare il rischio di un aumento della complessità burocratica che peraltro si è già manifestato in questo primo anno di Comunità. Le Comunità possono rappresentare il primo passo verso una riduzione del numero dei comuni? Dico subito che chi sostiene che questa riforma istituzionale serva a questo, secondo me sbaglia. Le fusioni o unioni tra comuni devono partire dal basso, essere sentite a livello di territorio e non imposte; si rischia sennò di perdere un patrimonio di partecipazione, democrazia, associazionismo e senso della comunità per sacrificarlo sull’altare di una certa idea di economia di scala che –a ben guardare – è tra gli agenti stessi della crisi.

Viabilità,unproblemaancoraaperto Terminati i lavori al Ponte dei Servi resta ancora molto da fare: Variante Ponte Arche, gallerie Ponte Pià, variante Pieve di Bono, variante Pinzolo. Ne parliamo con Narciso Marini Presidente la viabilità rimane anche per il 2012 il cruccio degli operatori economici giudicariesi? Narciso Marini Si tratta certo di una problematica sentita, su cui abbiamo insistito tante volte anche negli anni scorsi. Penso che prima di progettare tunnel che ci legano a Valvestino (pur importanti fin che si vuole) sarebbe meglio pensare alla statale del Caffaro, che presenta grossi problemi di traffico e di scorrevolezza. Un impegno di maggior concretezza, dunque. Direi di sì. Leggo oggi (sabato 31 dicembre, ndr.) sui giornali che l’assessore Pacher ha dato il via al 2012 alla progettazione della tratta di Metroland da Mori a Tione e mi domando

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costo di sembrare ripetitivi anche quest’anno mettiamo tra le cose che restano “da fare” e anche alla svelta alcune opere stradali strategiche per le Giudicarie. Recentemente sono stati conclusi i lavori sulla Statale del Caffaro in località Ponte dei Servi; buon lavoro, ma è chiaro che occorre qualcosa di più. I nodi da affrontare sono ancora gli stessi: variante Pinzolo, variante Pieve di Bono, circonvallazione di Ponte Arche, gallerie Ponte Pià, collegamento con Brescia. La lista dei lavori è importante, ma necessaria. Lo sottolineano da tempo le forze produttive locali, con gli artigiani in testa: una buona viabilità è la base necessaria per avere un’economia dinamica e viva. Con buona pace di Metroland. Ne parliamo con Narciso Marini, presidente dell’Associazione artigiani delle Giudicarie. se sia davvero questo di cui abbiamo bisogno e se abbia tenuto in considerazione le vere esigenze della gente. Direi che dal punto di vista economico Metroland è insostenibile e non so quali reali vantaggi porterà soprattutto alla nostra economia, magari distraendo anche da opere più utili e fattibili. Come ad esempio? Al di là dell’utilità penso alla variante di Pieve di Bono del cui appalto si parla da 4-5 anni e che non viene mai concretizzato. Penso, con un’utilità ben maggiore, al collegamento con Brescia, annunciato nel 2008 dalle due province, attuato col miglioramento di alcuni tratti e poi lasciato perdere, con il risultato che da Lodrone e Sabbio la viabilità è davvero difficile. Se le dicessero, scelga un’opera per il 2012.

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Ho imparato che non è tanto l’opera in sé a far la differenza, quanto invece la programmazione, complessiva, razionale, concertata per i prossimi 30 e 40 anni. Questo dovremmo finalmente fare in Giudicarie, come altre zone hanno fatto. Noi abbiamo fatto solo una serie di interventi senza filo conduttore, a “spot”, senza molta logica, creando così anche un danno al territorio.

di Mario Antolini Musón Non so cosa possano valere nel Duemila le convinzioni e le considerazioni di un vecchio novantenne, ma alla luce dei giornalieri interventi pro o contro le “Comunità di Valle” come già a suo tempo pro o contro i Comprensori - mi sento spinto e sollecitato a mettere in discussione anche il mio poverissimo ma convintissimo punto di vista. Come segretario, negli anni Cinquanta, (e alla scuola del grande e purtroppo dimenticato giudicariese rag. Alfiero Andreolli), del primo pionieristico Consorzio dei Comuni Giudicariesi, e quindi protagonista in prima persona della formulazione della legge 959/1953 sui canoni idroelettrici e conseguentemente della costituzione dei Consorzi Bim, negli anni Settanta avevo salutato con entusiasmo la nascita dei Comprensori che, secondo gli studi che stavo intraprendendo sulle Giudicarie, mi sembrava di poterli collegare ai Capitanati ed ai Distretti giudiziari dell’impero austroungarico ed alle Sottoprefetture italiane degli anni Venti. In quegli anni avevo percorso paese per paese tutte le Giudicarie (sia per l’Azione Cattolica giovanile, che per l’organizzazione delle associazioni di categoria dei contadini, degli artigiani e dei commercianti e poi anche per la delimitazione dei due Bim del Sarca e del Chiese) ed avevo potuto evidenziare la possibilità, l’opportunità e la necessità di giungere ad una comune “unità d’intenti” che avevo sperato (inutilmente) nei Bim, ma che - successivamente - vedevo possibile, in prospettiva, nel Comprensorio, del quale, come corrispondente dei due quotidiani regionali, seguivo passo passo il suo costituirsi soprattutto nella impostazione ed elaborazione del piano urbanistico comprensoriale. Ho creduto fermamente nel Comprensorio, che sognavo supportato dai lauti finanziamenti dei due Bim, sia perché avrebbe potuto progettare interventi lungimiranti che coinvolgessero l’intero territorio delle Giudicarie nelle sue potenzialità e nelle sue infrastrutture globali, sia soprattutto perché sognavo la possibilità - già goduta col Capitanato e con i distretti giudiziali di Tione, di Condino e di Sténico - che tutta la povera gente, la gente comune dei 125 centri abitati sparsi lungo la Sarca e il Chiese, non avrebbe dovuto più portarsi a Trento ed entrare titubante e paurosa nei grandi palazzi e trovarsi a parlare - in punta di lingua - con impiegati ben incravattati e del tutto estranei e quasi sempre incapaci di calarsi nei panni della gente di periferia che, magari, parlava ancora soltanto il dialetto. Il poter sognare efficienti uffici periferici - come quando al Capitanato di Tione ogni Giudicariese poteva avere in poche decine di minuti addirittura il passaporto per l’America - e trovarvi personale locale che ti capiva e lo sentivi a tua disposizione anche per il disbrigo di pratiche burocratiche complesse o per la compilazione di moduli spesso indecifrabili, era, per me - in quegli anni Settanta - il sogno più bello che potessi fare, anche perché sognavo un Ente periferico effettivamente autonomo che poggiasse sul perno di un Assessorato alla Cultura Locale che funzionasse quale base di riferimento e di supporto a tutto l’apparato burocratico-amministrativo ed alla fitta rete delle Scuole sparse sul territorio: un Assessorato capace di creare quell’indispensabile supporto che è costituito dalla conoscenza diretta, documentata ed aggiornata degli elementi geografico-catastali, storici e socio-economici che risultano determinanti per una saggia ed efficacie politica territoriale. Purtroppo tutto è sfumato nel nulla con una perdita immane di occasioni, di opportunità e di capitali finanziari. Ma ecco giungere, inaspettata, la “Comunità di Valle” a riproporre gli antichi sogni, a ravvivare la fede e le perdute speranze... Ma - come scrive San Paolo - è la “carità” che dà corpo e sostanza alla fede ed alla speranza; ed oggi, alla Comunità, che aveva riacceso i miei sogni di ieri, sento che manca l’inespressa ed inattuabile volontà del legislatore per riaccendere davvero, e soprattutto in fretta, quello che era stato l’alito ispiratore dei Comprensori: ossia un Ente periferico veramente autonomo sul proprio territorio e che la gente “sentisse suo” perché centro di cultura e di efficacie disponibilità, funzionale e capillarmente “a servizio” del valligiano, con personale del luogo capace di conoscere persone e situazioni locali, magari anche preparato a capire ed a parlare il dialetto, veramente “a disposizione” della gente più umile e bisognosa, che spesso ha ancora paura e rispèt ad inoltrarsi in certi uffici, e che non è ancora facilitata nel potersi/doversi portare fino a Trento, e che spesso ha tuttora estremo bisogno di essere aiutata nell’ottemperare alle così strane ed opprimenti esigenze della burocrazia. Se la “Comunità di Valle”, saldamente poggiata su un autentico e scientifico Assessorato alla Cultura Locale, viene tempestivamente messa nelle condizioni di diventare davvero e concretamente “a servizio della gente” così da diventare la vera “Casa del Giudicariese, del Noneso, del Mocheno, del Solandro...” e via discorrendo, allora “Io Credo nella Comunità di Valle” come preziosa intuizione politico-amministrativa a vantaggio di tutti i Trentini di periferia. Altrimenti... forse ha ragione qualcun altro.


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Primo Piano

GENNAIO 2012

Una guida “semplice” ai principali provvedimenti approvati con il decreto “Salva-Italia”

La “stangata” La manovra di fine anno pesa sui conti delle famiglie tra Imu, stretta sulle pensioni e aumenti vari

I

- Aumenti legati al costo della vita garantiti per le pensioni minime (467,42 euro) e fino al triplo del minimo (1402 euro); le pensioni fino a 1400 euro per il prossimo anno saranno rivalutate del 100%, mentre nel 2013 le rivalutazioni riguarderanno le pensione fino a due volte la minima, ovvero fino a poco più di 900 euro. Eccezioni: i lavoratori con un’anzianità contributiva di almeno 35 anni al 31 dicembre 2012 possono andare in pensione anticipata a non meno di 64 anni. Le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni se al 31 dicembre 2012 avranno almeno 20 anni di contributi e 60 anni d’età. - Pensioni d’oro: è previsto un contributo (tassa) di solidarietà del 15% per le pensioni superiori ai 200 mila euro.o

l 22 dicembre il Senato ha approvato la “Manovra Monti”, con 257 sì, 41 no e nessun astenuto al testo licenziato dalla Camera, sul quale il governo Monti aveva apposto la fiducia. La cosiddetta manovra “salva Italia” incide pesantemente sulle casse dello Stato e ancora di più sulle tasche degli italiani e dunque anche dei trentini e giudicariesi. Una serie di provvedimenti volti al contenimento della spesa pubblica, dei quali il più eclatante è quello sulle pensioni, che è andato ad intervenire pesantemente sul settore, e di “recrudescenze fiscali” fra le quali spicca ovviamente la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa – quella tolta dal governo Berlusconi – abbinata alla rivalutazione del valore catastale, che si annuncia una vera e propria “stangata” sulle famiglie. Il testo iniziale della manovra ha subìto alcuni cambiamenti (una settantina di modifiche sostanziali, 110 tra emendamenti e sub-emendamenti) nelle commissioni, “smussando” leggermente alcuni passaggi, prevedendo nuove esenzioni per le pensioni, detrazioni più consistenti per l’Imu, un tetto alle retribuzioni dei manager della Pubblica amministrazione e l’esclusione dei taxi dalle misure di liberalizzazione. C’è da dire, però, che tra indiscrezioni, proclami, emendamenti, proposte di modifica e modifiche effettive, manca forse una percezione completa della manovra nella sua interezza. Proviamo di seguito a fare una rapida sintesi, punto per punto delle principali novità contenute nel Ddl. «Conversione in legge del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici» poi divenuto legge. IMU: Torna la “vecchia” Ici, solo che ora si chiamerà Imu, l’Imposta Municipale Unica (Imu), che va a sostituire sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, sia l’Ici, introdotta nel 1992. La nuova imposta interessa i proprietari sia di immobili residenziali, sia di immobili commerciali. La prima casa, quella di abitazione, può beneficiare di una detrazione fissa di 200 euro, più 50 euro per ciascun figlio (fino a 26 anni d’età) che compone la famiglia. L’importo massimo della detrazione non può superare comunque i 400 euro. Per chi ha case in affitto, è prevista un dimezzamento dell’aliquota ordinaria, ma solo a partire dal 2015. Lo spazio di azione per i comuni è abbastanza ridotto: essi possono comunque deliberare una riduzione fino allo 0,4 per cento. E’ stata inoltre introdotta una nuova tassa a carico di chi, pur essendo residente in Italia, possiede immobili all’estero. I proprietari

PROVINCE e ENTI LOCALI: si intendono le province ordinarie, dunque sono escluse dal provvedimento quelle autonome di Trento e Bolzano, che hanno funzioni “da Regione”. Per tutte le altre ci sono funzioni “da riassegnare” entro il 31 dicembre del 2012, mentre giunte e consigli decadono entro il 31 marzo 2013. Sempre sul fronte dei tagli agli enti locali, il decreto stabilisce la gratuità delle cariche negli enti territoriali non previsti dalla Costituzione, come province, dunque, Circoscrizioni e comunità montane. Tale norma, quindi, entra in vigore solo con il rinnovo delle cariche, allo scadere dell’attuale legislatura.

dovranno versare un’imposta dello 0,76 per cento del valore dell’immobile. PENSIONI: L’argomento sicuramente più spinoso, quello destinato a far discutere e a cambiare progetti di tante persone. Nell’Articolo 24, dal titolo “Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici”, tratto dalle “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, si legge, sintetizzando al massimo: - Passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo dal 1° gennaio 2012; - Contestuale abolizione sistema età + anni contributivi; - repensionamento con 42 anni di contributi (uomini), 41 anni (donne); - Innalzamento graduale dell’età pensionabile: uomini 66 anni (67 dal 2022), donne 62 anni (66 entro il 2018); - Eliminazione delle cosiddette “finestre”;

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LIBERALIZZAZIONI: partiranno da subito, e non da inizio 2013 come previsto da un emendamento che non è stato accolto in commissione, dopo le polemiche durate l’intera giornata. I taxi vengono esclusi dalle misure di liberalizzazione, previsti dalla manovra. Ma allo stesso tempo, il testo approvato vincola il governo ad attuare, entro sei mesi

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dall’entrata in vigore del decreto legge, una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture. TAGLI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E AI COSTI DELLA POLITICA: arriva un tetto agli stipendi di chi riceve trattamenti economici da parte della finanza pubblica, siano essi dipendenti o lavoratori autonomi delle pubbliche amministrazioni, fissato a 300 mila euro. Sul fronte dei costi della politica il governo e il parlamento «ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative», per la revisione degli stipendi dei parlamentari. PAGAMENTI IN CONTANTI: Inizialmente prevista a 500 euro si alza la soglia dei pagamenti per cassa (articolo 12), passando a mille euro la soglia massima dei pagamenti per cassa e l’importo massimo degli emolumenti (stipendi, pensione, compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti) che possono essere erogati in denaro contante. Oltre tale limite gli emolumenti medesimi debbono essere pagati con strumenti diversi dal denaro contante, dunque ad esempio per i pensionati che ricevono più di 1.000 euro occorre un conto corrente. INFRASTRUTTURE: Viene completamente riscritto l’articolo 175 del Dlgs 163/2006 (Codice appalti) in materia di finanza di progetto nell’ambito delle infrastrutture, introducendo una nuova procedura per la finanza di progetto per le infrastrutture “strategiche”. CAPITALI SCUDATI: prevista l’aliquota all’1% per il 2012 e dello 0,4% a regime. Arriva un’imposta di bollo speciale annuale al 4 per mille. Per il 2012 e il 2013 sale al 10 per mille.


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Va ritrovato lo spirito di unità e di collaborazione iniziale dei “padri” fondatori come il nostro Degasperi

“L’Unione Europea si salverà” di Paolo Magagnotti*

Continua dalla Prima Certo è che molti “spettacoli politici” cui abbiamo assistito durante lo scorso anno a Bruxelles non hanno espresso il meglio di quell’Unione Europea che serve per il futuro. E’ ben vero che l’Unione è anche una comunità di interessi, ma in troppe occasioni abbiamo registrato il prevalere in termini sfacciati degli egoismi nazionali rispetto al sostegno di un progetto comune che nel suo insieme può beneficiare anche gli Stati membri dell’Unione stressa. Questo va detto sia sul piano interno sia sul versante esterno. Il Trattato di Lisbona, insieme di norme che costituiscono attualmente la base giuridica su cui si regge l’intero funzionamento dell’Unione Europea, ha previsto un Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, dotato di un non trascurabile apparato burocratico e diplomatico. Il suo reale potere, tuttavia, è di fatto fortemente limitato dai detentori delle politiche estere nazionali. Nelle recenti rivoluzioni in Nord Africa, soprattutto nella tragedia libica, protagonisti sono stati leader nazionali preoccupati di procurarsi simpatie in viste di forniture

petrolifere piuttosto che la rappresentante della politica estera europea. Sul piano interno il duetto Merkel –Sarkozy ha dominato la scena con la pretesa di fare accettare agli altri 25 Stati membri le proprie decisioni. E’ ben vero che si tratta di due Paesi legati da una storico trattato di amicizia del 1963, fondamentali nel processo di unificazione europea fin dal Secondo dopoguerra e con grande potere economico, ma lo spirito europeo dovrebbe tuttavia richiedere maggiore collegialità, una collegialità che deve riservare attenzione anche ai piccoli Paesi e non realizzarsi solo quando le norme impongono riunioni di tutti gli Stati per prendere decisioni. Cerchiamo tuttavia di essere euro-realisti con spirito ottimista e valutiamo positivo il fatto che nell’ultimo Consiglio Europeo, l’Istituzione che unisce i capi di Stato o Governo dell’Unione, 26 governi si sono impegnati ad adottare misure rigide per cercare di evitare in futuro crisi economico-finanziarie come quelle che stiamo subendo ora. Purtroppo vi è stata la defezione del Regno Unito, che ha confermato la linea Thatcheriana di euroscetticismo

e sfacciata prevalenza degli interessi nazionali, incurante di qualsiasi difficoltà in cui si possono trovare i partner. Pur riconoscendo comportamenti di responsabilità collettiva, abbiamo assistito in termini generali ad una troppo marcata considerazione dei riflessi che decisioni europee potevano avere sulle fasce elettorali nazionali del politico chiamato a decidersi per un’altra soluzione. Pur essendo realisti e non ingenui nel comprendere e valutare i comportamenti umani, sarebbe auspicabile che nell’assumere decisioni a livello europeo – il che evidentemente vale in ogni sede legislativa – i politici si richiamassero maggiormente allo spirito degasperiano dell’agire politico. Diceva lo Statista trentino: “vi sono politici che pensano alle prossime elezioni, io preferisco pensare alle prossime generazioni”. Un’altra considerazione va fatta sulla lungimiranza delle Istituzioni europee e dei rispettivi Stati membri nell’assumere decisioni di grande portata come è stata l’istituzione dell’ “Unione economica e monetaria” prevista nel trattato di Maastricht del 1992.

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Se da una parte sono stati previsti precisi criteri, quasi mai rispettati, per l’introduzione dell’Euro, dall’altra parte gli Stati membri non hanno accettato che le Istituzioni europee esercitassero i dovuti controlli sulla effettiva corrispondenza dei dati economici e finanziari a loro forniti dai governi nazionali. Se ciò, come era logico, fosse stato previsto, l’Italia, la Grecia ed altri Stati sarebbero stati fermati prima di portare le rispettive popolazioni nel baratro del debito pubblico che oggi minaccia gravi instabilità nell’intera Eurozona. Non ci si può difendere solo dietro la pur reale e pesante crisi globale. Con l’avanzare del processo di integrazione gli Stati devono rendersi conto che i tempi di certe difese nazionali sono passati e che se si vuol realizzare compiutamente un progetto europeo necessario più che opportuno la cessione di sovranità nazionali dovrà essere più spinta che in passato. Detto questo, l’Unione Europea si salverà; pur con i limiti che ha, teniamocela stretta e facciamo tutto quanto è nelle nostre possibilità per farla avanzare. I soli oltre sessant’anni di pace e libertà che ci ha dato dopo che in meno di trent’anni avevamo avuto due guerre mondiali scoppiate nel cuore europeo sarebbero sufficienti per esserne orgogliosi. Dobbiamo essere coscienti che oggi l’Unione Europea non ha solo il compito di pensare ai popoli che vivono nei suoi Stati membri, ma ha la responsabilità di contribuire a garantire stabilità e pace a livello mondiale. Senza che probabilmente ce ne accorgiamo, oltre il 70% delle norme che interessano la nostra vita quotidiana sono ormai di origine europea. Numerosi sono i programmi

ed i progetti che con il sostegno europeo hanno promosso lo sviluppo di molte regioni svantaggiate, con l’obiettivo di creare coesione economica e sociale. Di abbondanti finanziamenti di Bruxelles ha pure beneficiato il Trentino. E che dire delle iniziative dell’Unione Europea in favore dei giovani, ad iniziare dal programma Erasmus, che ha mobilitato oltre un milione di studenti universitari che hanno potuto studiare in vari Paesi d’Europa, formando e preparando nuove generazioni per il futuro. Molto bisogna fare ancora per avvicinare di più Istituzioni dell’Unione e cittadini, creando quello “spazio pubblico europeo” che favorisca una maggiore partecipazione di base al processo di unificazione. Un compito che richiede una strategia che coinvolga più livelli, dalle Istituzioni

europee ai Comuni, con un importante compito attribuiti ai mezzi di comunicazione. Pur fra le tempeste politiche e gli uragani finanziari che hanno investito l’Europa, l’Unione europea rimane e dovrà essere per il futuro un baluardo a difesa di pace e stabilità e volano per lo sviluppo dei suoi popoli. Spetta alle Istituzioni europee ed agli Stati membri che le hanno originate dare convinta prova di volontà e capacità di guidare i loro popoli verso un futuro sempre migliore. Ai cittadini europei il compito di occuparsi maggiormente dell’Europa per comprenderne processi decisionali e rendersi per quanto possibile attori nella partecipazione. * direttore del Giornale delle Giudicarie e Presidente dell’Associazione giornalisti europei


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Economia

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Ricerca d’archivio a parte, una data ben certa da cui partire esiste già ed è quella della primavera del 1985. Fu in quei mesi, infatti, che venne presentata la prima stesura della revisione del Piano urbanistico provinciale firmata dall’allora presidente della Provincia Flavio Mengoni e dall’assessore all’urbanistica Vigilio Nicolini. In quell’elaborato il tracciato del collegamento sciistico era riportato nella cartografia. Scomparve però nella formulazione definitiva del 1988 quando era presidente Pierluigi Angeli ed assessore all’urbanistica Walter Micheli. Quel percorso fu segnato definitivamente nel Pup del 2003 con presidente Lorenzo Dellai ed assessore all’urbanistica Roberto Pinter. Senza quella traccia sulla cartografia la pista e l’impianto di risalita da Plaza a Puza del Fo lungo il Doss del Sabion non si sarebbero mai potuti costruire e Pinzolo sarebbe rimasto sciisticamente separato da Campiglio. Perché sono stati necessari 26 anni, prendendo avvio dal 1985, per realizzare l’opera? Perché Pinzolo ha così fortemente voluto il collegamento sciistico? Le risposte alle due domande sono semplici. Perché la pista di sci sul Doss del Sabion e l’impianto di risalita che, in modo articolato, arriverà poi al Colarin ed a Patascoss di Madonna di Campiglio incidono sul Parco naturale dell’Adamello Brenta essendo in prossimità dei confini dell’area protetta. Perché Pinzolo, per potere reggere meglio la sua economia turistica invernale con i suoi soli 770 metri di altitudine e con il Doss del Sabion quale unica area sciabile, ha sempre ritenuto di avere bisogno di un collegamento con il carosello sciistico tra Madonna di Campiglio e Folgarida. Da qui la caparbia volontà di realizzare il sistema sciistico e funiviario. Il personaggio di riferimento per raggiungere questo obiettivo è stato l’ex sindaco Mauro Mancina, il quale a lungo si è fortemente battuto anche

Una storia lunga 20 anni Se ne iniziò a parlare dall’85: cronistoria della Pinzolo-Campiglio

P

di Mauro Lando*

oco più di un quarto di secolo è stato necessario per realizzare il collegamento sciistico tra Pinzolo e Madonna di Campiglio che, nel suo primo tratto, viene inaugurato domani. Un periodo piuttosto lungo quindi e segnato da una grande contesa politica e soprattutto urbanistica con qualche risvolto ancora aperto. Le prime tracce del collegamento sciistico

a costo di mettere in crisi il parco naturale. Accanto a lui si sono schierati pure i sindaci della val Rendena. Sull’altro versante vi è stata anche la caparbia opposizione del mondo ambientalista, non solo attraverso le associazioni di riferimento come Italia Nostra e Wwf, ma anche attraverso la sensibilità di dirigenti e funzionari pubblici attenti alla tutela dell’area parco. Si è sempre ritenuto che in quell’ambito paesaggisticamente delicato del Brenta anche una ferita circoscritta avrebbe infettato un territorio più ampio. Il nocciolo della questione, a cui a lungo si è girato attorno, è stato pertanto quello della presenza, o meno, del tracciato dell’impianto sul Piano urbanistico e sul piano del Parco oltre che nel piano regolatore di Pinzolo. Senza quella previsione urbanistica, infatti, l’opera non

sarebbe stata possibile e per arrivare a quella linea sulla cartografia si è passati anche attraverso episodi forti e contrastati. Ne vanno ricordati per lo meno tre. Nell’autunno 1988, a pochi mesi dall’approvazione in Consiglio provinciale della revisione del Pup senza il collegamento ed a poche settimane delle elezioni regionali, gli assessori provinciali della Dc Mario Malossini, Vigilio Nicolini si recarono a Pinzolo. Davanti ad una platea inferocita assicurarono che il collegamento si sarebbe comunque realizzato. Le parole non bastarono: pochi giorni prima delle elezioni il presidente Pierluigi Angeli ed i due assessori promisero per iscritto “una soluzione compatibile con il Pup”. Nel gennaio 1993 il professor Guido Ferrara, autore del piano del Parco, sconfessò il

vanno cercate nell’archivio dell’Apt di Pinzolo dove in qualche faldone degli incartamenti di inizio anni Ottanta del secolo scorso dovrebbe trovarsi il primo progetto. Fu voluto da Pio Maturi, direttore dell’Azienda di turismo di allora. Se lo si trovasse, si constaterà che il tracciato allora previsto non era molto dissimile da quello che si sta completando. suo progetto perché vi erano state apportate importanti modifiche tra cui proprio la previsione del tracciato del collegamento funiviario. Il contrasto poi rientrò, ma tutto rimase bloccato fino al marzo 1996 quando l’amministrazione del Parco riavviò le procedure. Il 28 marzo 1996, ed è il terzo episodio questa volta increscioso, una gazzarra inscenata da un gruppo di abitanti di Pinzolo e di Campiglio impedì che si riunisse l’assemblea del Parco nella sede di Strembo. In segno di spregio furono lanciate nell’aula manciate di bustine di zucchero su cui era impresso il simbolo del Parco. Passati sei anni, nel 2003

la traccia urbanistica del collegamento entrò nel Piano urbanistico e nel giugno 2004 a Strembo il presidente Dellai firmò il protocollo di intesa per costruire pista e impianti. Superati ricorsi al Tar ed al-

tre difficoltà, le ruspe iniziarono i lavori nell’estate del 2010. Un anno e pochi mesi dopo il collegamento Pinzolo Campiglio diventa realtà: un successo per chi lo ha voluto, una sconfitta per chi lo ha osteggiato. *cortesia quotidiano “Trentino” – articolo pubblicato sul “Trentino” del 21 dicembre 2011


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Debutta la nuova “Ski-area” di 150 km di piste

La Pinzolo-Campiglio Express è realtà Una telecabina panoramica, con una vista eccezionale sulle Dolomiti di Brenta, che offre a turisti e residenti la possibilità di sciare in un’unica grande skiarea: oltre 150 chilometri di piste che dalla Val Rendena arrivano fino alla Val di Sole. La portata oraria è di 1.800 persone, grazie a 122 cabine in grado di ospitare fino ad 8 passeggeri e di viaggiare ad una velocità massima di 6 metri al secondo. Circa 26,6 milioni il costo dell’impianto finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, commissionato da Trentino Sviluppo, realizzato dall’associazione temporanea di imprese Leitner-Collini-Misconel e gestito da Funivie

Inaugurato giovedì 22 il “collegamento” tra le due località sciistiche. 4.700 metri di lunghezza, 1.113 di dislivello da percorrere in 16 minuti.

È

l’unico impianto delle Alpi realizzato su tre tronchi, in grado di funzionare singolarmente o in modo sincronizzato, come fossero una sola funivia. Ecco la Pinzolo Campiglio Express, inaugurata giovedì 22 dicembre, presso la stazione intermedia di ColaPinzolo Spa. “Oggi prende corpo una realizzazione inserita in un sistema complessivo che è quello del Trentino occidentale - ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai - e in un ragionamento più ampio in grado di rendere competitiva la nostra provincia a livello internazionale. Diciamo questo in un periodo particolare, in cui la nostra comunità sta attraversando una crisi economica profonda, perché è proprio in

momenti come questi che dobbiamo guardare verso orizzonti lontani, dobbiamo unirci e collaborare dal punto di vista gestionale, organizzativo e promozionale, per diventare più forti e competitivi”. Madonna di Campiglio e Pinzolo, in questo senso, non hanno nulla da invidiare alle altre capitali dello sport alpino. “Il turismo è un settore importante per il Trentino e per le Giudicarie, trainante anche per altri settori come l’artigianato e per tutto l’in-

rin, dalle autorità locali e provinciali. Oltre 4.700 metri di lunghezza, per un dislivello complessivo di 1.113 metri, che permettono di spostarsi da Pinzolo alle piste di Madonna di Campiglio in 16 minuti senza bisogno di salire sull’automobile. dotto che ne consegue. Per questo, con il collegamento Pinzolo-Campiglio potenzia l’appeal e il richiamo internazionale di queste località ed il prestigio del Trentino intero come “terra dello sci”. Numerose le autorità intervenute alla cerimonia inaugurale, accanto al presidente Dellai e Tiziano Mellarini, il sindaco William Bonomi che ha portato il saluto della comunità di Pinzolo, e la presidente della Comunità di Valle, Patrizia Ballardini, il presidente

di Trentino Sviluppo, Diego Laner. Per il presidente delle Funivie Pinzolo, Antonio Masé, il collegamento fra le aree sciistiche di Pinzolo e Campiglio è sogno che si avvera: “Un’idea che risale al 1980 e che nel 2004 ha sposato l’importante visione di impianto di mobilità integrata. Tre le principali funzioni del collegamento funiviario: quella di mettere in connessione Pinzolo e il Doss del Sabion con le piste di Campiglio, due località vicine eppure

fino ad oggi anche distanti, la possibilità per Funivie di Pinzolo di poter finalmente entrare nella skiarea che si estende fino alla Val di Sole, avendo così un bacino sufficiente ampio per garantire la sostenibilità dei propri bilanci economici, e l’opportunità per Campiglio di offrire ai turisti anche le meravigliose piste di Pinzolo, penso in particolare alla Tulòt che ha pochi eguali al mondo”; parole evidenziate anche dal presidente delle Funivie Campiglio Marcello Andreolli. L’arcivescovo monsignor Luigi Bressan ha quindi impartito la benedizione, salutando lo spirito di collaborazione fra i diversi centri.

Il collegamento – Numeri e curiosità Il collegamento è stato realizzato dall’associazione temporanea di imprese (ATI), composta dall’impresa capogruppo Leitner Spa (Vipiteno) e da Collini Lavori Spa (Trento) e Misconel Srl (Cavalese), che si era aggiudicata la gara indetta nel 2009 da Trentino Sviluppo per conto della Provincia autonoma di Trento. L’impianto è stato realizzato in 300 giorni, partendo dalla consegna del cantiere che risale al 2 agosto 2010. Il costo totale dell’opera è stato di 26,5 milioni di euro, 27 le imprese e i professionisti che a vario titolo hanno collaborato. Pinzolo Campiglio Express è una telecabina panoramica, con una vista eccezionale sulle Dolomiti di Brenta patrimonio Unesco che offre a turisti e residenti la possibilità di sciare in un’unica grande skiarea (la “Skiarea Campiglio”), estesa tra Pinzolo, in Val Rendena, e Folgarida - Marilleva, in Val di Sole, con Madonna

di Campiglio al centro: complessivamente 150 chilometri di piste, 62 impianti, 95 piste (44 blu, 36 rosse, 15 nere) tra 850 e 2.500 metri di altitudine e 5 snowparks. L’impianto contribuirà anche a migliorare la mobilità della zona, alleggerendo il traffico veicolare dalla statale che unisce le due località sciistiche, Pinzolo e Madonna di Campiglio. Non sarà infatti più necessario, da Pinzolo, spostarsi in macchina fino a Madonna di Campiglio, trovare (e pagare) il parcheggio, procurarsi lo skipass e salire sugli impianti, ma sarà sufficiente raggiungere la partenza degli impianti a Pinzolo (impianto di arroccamento al centro del paese oppure il nuovo impianto di arroccamento al Tulot), spostandosi poi in funivia e con gli sci ai piedi lungo 150 chilometri di piste con la possibilità di arrivare fino a Folgarida-Marilleva. Decisamente all’avanguardia le caratte-

ristiche tecniche della telecabina, che si sviluppa per 4.727 metri e un dislivello complessivo di 1.113 metri. Le 122 cabine, che viaggeranno ad una velocità massima di 6 metri al secondo, possono ospitare fino ad 8 passeggeri, per una portata oraria che sarà di 1.800 persone. Complessivamente si va da Pinzolo a Madonna di Campiglio, e viceversa, in soli 16 minuti: il tempo di percorrenza infatti è pari a 13’8’’, ai quali si aggiungono 3’ per il transito nelle due stazioni intermedie. Quattro, infine, le stazioni: una di partenza e arrivo in località Puza dai Fò (a quota 1.664 metri); una intermedia in località Plaza (1.140 metri), una seconda intermedia in località Colarin (1.512 metri) ed una di arrivo e partenza in località Patascoss (1.753 metri). Proprio grazie all’innovativa telecabina “Pinzolo Campiglio Express”, Madonna di Campiglio è stata segnalata quale desti-

nazione top 2012 da “Adac Skiguide”, la rivista dell’Automobile Club Tedesco che, ogni anno, valuta oltre 200 aree sciistiche alle quali assegna nove categorie di premi. Per la gestione dell’impianto Funivie Pinzolo Spa si è impegnata ad avvalersi di almeno 18 unità lavorative. Quale corrispettivo per gli oneri affrontati e il servizio reso, a Funivie Pinzolo andranno il 75% dei ricavi realizzati dall’impianto, mentre il rimanente 25% sarà di competenza dell’impresa Leitner. In questo modo Provincia autonoma di Trento e Trentino Sviluppo hanno concretizzato un’esperienza di public/private partnership, simile ad un vero e proprio project financing, in grado di consentire un risparmio di risorse pubbliche a fronte di un contestuale impegno degli operatori privati (costruttori e gestori di impianti a fune) ad assumersi oneri e ricavi di una gestione ventennale.

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Primo Piano

GENNAIO 2012

Le sfide sul lavoro del ministro Fornero I

di Marco Zulberti

l richiamo del presidente Giorgio Napolitano alle forze politiche e sindacali affinché si cerchi di appoggiare il lavoro del governo di Mario Monti e la sfida del ministro Elsa Fornero alla profonda crisi del mondo del lavoro deve trovare un ascolto in chi in questo momento difficile occupa posti di responsabilità politica e amministrativa. Intorno alle problematiche del mondo del lavoro ruota infatti la possibilità concreta che l’Italia, grazie ad una delle più forti filiere manifatturiere del mondo, riesca ad uscire dalla crisi. La gerarchia economica delle nazioni dipende infatti dal modo con cui ogni singolo stato sviluppato e organizza i singoli settori economici (che sono circa una ventina), la conseguente divisione del lavoro e i rispettivi mercati interni. Per divisione del lavoro s’intende l’appartenenza o al primario (agricoltura), al secondario (industria) o al terziario (servizi). All’interno di ogni singolo settore si devono quindi analizzare i metodi di produzione e l’organizzazione del lavoro. Se nel passato i rapporti di lavoro si distinguevano tra quelli governati dal patriarcato, i famei, dalla schiavitù con i servi della gleba e classi di salariati, apprendisti e artigiani, nella società post-industriale contemporanea queste distinzioni sono affidate alla tipologia del contratto di lavoro. E’ fuori di ogni dubbio che il lavoratore a tempo indeterminato, qual-

siasi mansione esso compia, conduca infatti una esistenza ed una progetto di vita decisamente diverso da chi invece è lavoratore stagionale o peggio a tempo determinato, fino a collaboratore a chiamata. Se quindi la forza economica di una nazione dipende dall’organizzazione e dallo sviluppo articolato dei suoi settori economici, è altrettanto importante notare come questa sia inversamente proporzionale alla fragilità dei rapporti di

Mario Monti e il ministro Elsa Fornero

lavoro. Tra gli obiettivi del ministro Fornero vi è proprio questo rafforzamento superando una fragilità dell’attuale mondo del lavoro che è figlia della stessa bolla finanziaria che ha generato questa crisi. Non possiamo nasconderci che è nata a sinistra la legislazione del lavoro che ha reso flessibili e illusoriamente liberi i rapporti di lavoro. Le librerie sono ancora piene di pamphlet contro il mondo del lavoro classico scritto da eco-

nomisti e filosofi verso la fine degli anni Novanta che adesso non osano nemmeno farsi intervistare. Per rafforzare l’economia v’è quindi necessità sotto più punti di vista di recuperare la stabilità nel rapporto di lavoro come dimostrano soprattutto l’economia tedesca e l’economia giapponese, che più di tutte assomigliano a quella industriale italiana. Se in Spagna il problema sta nella mancata divisione dell’economia puntando tutto sul settore immobiliare e in Francia si parla

di tornare alla settimana di 40 ore, i modelli manifatturieri come quello tedesco e giapponese richiamo le attenzioni di quanti responsabilmente stanno cercando di far girare la prua ad una rotta che puntavano al collasso economico. Quando l’Italia negli anni Cinquanta uscì dalla crisi della miseria imposta dal disastro della seconda guerra mondiale, fece di quel primo articolo della costituzione “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” il

UTILITÀ

Ristrutturazione edilizia e detrazione Irpef del 36%: semplificazioni Una piccola guida per orientarsi nelle nuove norme in materia

Da qualche anno è possibile detrarre dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) le spese sostenute per la ristrutturazione di case di abitazione e delle parti comuni di edifici residenziali situati nel territorio dello Stato italiano. Il beneficio sul quale calcolare la detrazione è pari al 36% della spesa, fino al limite massimo di 48.000 euro, e deve essere suddiviso in 10 quote annuali. L’importo massimo di spesa di cui sopra, ossia 48.000 euro, va riferito alla singola unità immobiliare e non ad ogni persona fisica. In linea generale, le spese agevolabili con il 36% sono sostenute per eseguire interventi di manutenzione straordinaria, opere di restauro e risanamento conservativo nonché lavori di ristrutturazione edilizia per i singoli appartamenti e per gli immobili condominiali. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all’agevolazione Irpef solo se riguardano le parti comuni di edifici residenziali (ad esempio condomini). Si evidenzia che si tratta di una detrazione dall’imposta e non di un rimborso: ciascun contribuente ha

diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’imposta dovuta per l’anno in questione. La detrazione, inoltre, deve essere ripartita in 10 rate annuali di pari importo. I contribuenti di età non inferiore a 75 e 80 anni possono ripartire la detrazione rispettivamente in 5 o 3 rate annuali di pari importo. Il Dl 70/2011, ha abolito l’obbligo di invio della comunicazione di inizio lavori al Centro Operativo di Pescara, nonché di indicazione separata nella fattura del costo della manodopera. Il contribuente deve inserire i dati relativi all’immobile direttamente nella dichiarazione dei redditi. Si tratta dei dati catastali identificativi dell’immobile oggetto di intervento, degli estremi di registrazione dell’atto che costituisce il titolo per la detenzione, come ad esempio il contratto di locazione nel caso in cui i lavori, anziché dal possessore, siano effettuati dal detentore e, infine, degli altri dati richiesti ai fini del controllo della detrazione. E’ in ogni caso obbligatorio conservare e presentare, su richiesta degli Uffici, i documenti indicati dal Prov-

vedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 2011/149646. In particolare, il contribuente deve conservare documentazione circa: - le abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare, quali, titolo esemplificativo, concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori. Nel caso in cui la normativa non preveda alcun titolo abilitativo per la realizzazione di determinati interventi di ristrutturazione edilizia agevolati dalla normativa fiscale, la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (resa ai sensi dell’art. 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445), in cui sia indicata la data di inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili, pure se i medesimi non necessitano di alcun titolo abilitativo, ai sensi della normativa edilizia vigente; - la domanda di accatastamento, per gli immobili non ancora censiti; - le ricevute di pagamento dell’imposta comunale sugli immobili ICI, se dovuta;

- la delibera assembleare di autorizzazione dell’esecuzione dei lavori, per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali, e la tabella millesimale di ripartizione delle spese; - la dichiarazione di autorizzazione del possessore all’esecuzione dei lavori, in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi; - le fatture e le ricevute fiscali comprovanti le spese effettivamente sostenute; - le ricevute dei bonifici di pagamento. Infine, oltre ai documenti sopraelencati, è necessario conservare la comunicazione preventiva di inizio lavori inviata all’Azienda sanitaria locale (ASL), quando obbligatorio. Quanto sopra quale sintesi delle novità di recente comparizione. Dott.ssa Balduzzi Catia Dottore commercialista e revisore contabile In collaborazione con: Dott.ssa Bugna Elisa e Dott. Tavernini Michele

pennone dove si isso la vela per ripartire ed entrare nelle prime sette nazioni più industrializzate. Anche allora non v’erano diritti e contratti, ma le lotte dei lavoratori produssero l’Italia del riscatto e del boom economico a partire da garanzie praticamente inesistenti. Non esistevano ne cassa integrazione, ne cassa edile, si lottava, ma si lavorava e in maniera intensa, perché tutti avvertivano una responsabilità “produttiva” e non bottegaia e contrattuale, che oggi non si vede nelle classi dei dirigenti politici e sindacali. La forza economica di una nazione dipende quindi dall’organizzazione nel mondo del lavoro e l’attuale profonda decadenza, non dipende solo dovuta solo dalla tassazione che riduce i salari alla sussistenza, ma anche da questa fragilità dei rapporti di lavoro che se da una parte rendono impossibili i piani progettuali dei giovani, dall’altra azzerano lo stesso capitale umano delle aziende che quindi perdono la loro gara sul piano commerciale. In tutto il mondo dove è vige la libertà di licenziamento questa regola è applicata con grande attenzione perché alla stesse aziende per la loro stessa sopravvivenza non conviene licenziare facilmente come si immagina in questi frangenti di discussione politica intorno all’articolo 18. Rafforzare i contratti in un unico rapporto di lavoro a tempo indeterminato ma nello stesso momento allentare il divieto di licenziamento con garanzie per le classi di lavoratori in età avanzata, è una delle tappe che la stessa irrazionalità economica che abbiamo vissuto in questi anni ci chiede per riprendere subito il binario della crescita economica. Il punto d’incontro tra il progetto del ministro Fornero, i niet dei sindacati, e le esigenze di ripresa eventualmente è quello che la nuova legislazione sul lavoro preveda una riforma graduale; una prima di abolizione totale dei contratti precari e poi l’eventuale modifica delle regole sul licenziamento. Il richiamo di Napolitano alla dialettica impone una riflessione in cui i fondamentali diritti dei lavoratori che rendono forte una nazione debbono salvare l’esistenza dello stesso lavoro produttivo.


Società

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“Unacrisicheèanchedivalori” Monsignor Lauro Tisi, Vicario della Diocesi di Trento ci parla della situazione 2012, della società trentina, della necessità di recuperare concetti come relazioni umane, solidarietà, cooperazione

“V

alori e recupero di una rete umana e sociale”. Questa la “ricetta” o meglio l’auspicio di Monsignor Lauro Tisi, Vicario della Diocesi di Trento dal 2007 (e giudicariese Doc, di Giustino) per affrontare la crisi economica che inevitabilmente sta mettendo e metterà nel 2012 alla prova tante persone e tante famiglie anche nel La Chiesa in questo senso rivolge un’attenzione particolare verso queste nuove situazioni di difficoltà e cerca di richiamare l’attenzione attorno ad alcuni principi cardine: centralità della persona, solidarietà, attenzione verso il prossimo. Monsignor Tisi, come legge la Chiesa questo periodo di difficoltà economiche e di sacrifici chiesti alle famiglie? La Chiesa e la Diocesi di Trento seguono con preoccupazione la situazione generale economica italiana, avendone a cuore soprattutto i riflessi diretti su alcune persone e famiglie, che creano delle situazioni Continua dalla Prima Dobbiamo renderci conto che il mondo è cambiato, e continuerà a cambiare, e che non tornerà più come prima. So che non è facile da accettare, ma prima ce ne renderemo conto, meglio riusciremo a sostenere le difficoltà che saremo anche noi chiamati ad affrontare. Le risorse (i soldi) dell’autonomia, che già erano calate con gli accordi di Milano, con quest’anno saranno ulteriormente sminuite dai tagli previsti dalla stangata per Regioni e Province, a cui bisognerà adeguarsi. Non ci saranno remissioni, amici o non amici, il Governo non guarderà in faccia a nessuno e sarà inesorabile, le avvisaglie in proposito sono solari. Cercare di mascherare la realtà con proclami, trattative, e giochetti vari, non servirà a nulla, abbiamo ai confini territori che mai accetteranno privilegi nei nostri confronti, quando su di loro si abbatterà la mannaia dello Stato. Detto questo, è evidente la situazione di disagio, a dir poco, in cui ci troveremo fin dalla primavera. L’importante è affrontarla con intelligenza, trasparenza e realismo, una volta tanto, con i piedi per terra. Purtroppo veniamo da un periodo di vacche grasse che ha permesso di spendere e spandere senza particolari attenzioni, abbiamo assistito per il passato all’ampliamento smodato dell’apparato burocratico pubblico senza motivazio-

di oggettiva difficoltà e di nuova povertà sulle quali la Chiesa è da sempre sensibile, basti pensare al ruolo importante della Caritas. Detto questo c’è ancora maggiore vicinanza morale e concreta nei confronti delle persone in difficoltà. Che idea si è fatto su questa crisi? Credo che si sia prestata troppa attenzione in passato agli indicatori economici, il Pil è importante ma vale poco se non è circondato di valori; ci si è illusi e si è impostato un intero sistema sul mito della crescita economica continua e senza limiti. L’attualità di incarica di farci notare che un sistema del

nostro Trentino. Una crisi, che – come non ha mancato di sottolineare anche l’Arcivescovo Luigi Bressan – ha sì una matrice economico-finanziaria, ma certamente porta con sé, tra le sue cause e tra i suoi effetti, anche un allentamento di alcuni valori di fondo, di alcune “regole morali” che porta spaesamento, incomprensioni ed emarginazione sociale. genere non è sostenibile. Qual è la situazione nel nostro Trentino? La nostra è una terra che, grazie alla sua impostazione e ad una serie di “ammor-

Mons. Lauro Tisi

tizzatori” sta compensando meglio di altre gli effetti negativi della congiuntura, anche se è chiaro che delle situazioni di difficoltà esistono anche qui e vi saranno anche nel 2012. Noto però, con dispiacere, l’alto tasso di litigiosità che esiste in Trentino, nei piccoli paesi, dove si litiga per motivi futili spesso rovinando l’esistenza nostra e degli altri ,ed è davvero un peccato. Forse è anche questo lo specchio di una società che vuole troppo. Che fare per ritrovare nuovo slancio uscendo dalle secche di questo periodo? Penso che occorra innan-

zitutto ripartire dalla centralità delle persone e delle relazioni, mettendo da parte per un attimo gli egoismi e il Pil. Occorre che tutti noi ci impegniamo a ricostruire una rete di rapporti umani che si è un po’ perduta nel tempo (vuoi per il mito del progresso, per la tecnologia, perché oggi tutti siamo più occupati) abbandonando l’autoreferenzialità e l’individualismo spinto. In altre parole ritornare ad “essere comunità” con il valore della solidarietà come guida. In questo senso risulta centrale il ruolo della famiglia. L’Arcivescovo Bressan ha nei giorni scorsi posto con forza l’attenzione sul mon-

2012,l’annochecicambieràlavita.. Una riflessione sulle tematiche e le problematiche del nuovo anno ne, a finanziamenti di cattedrali nel deserto e a progetti megalomani assurdi, al proliferare di costose società para provinciali, accentratrici e non sempre utili, ci siamo immessi in un diabolico ‘blob’ in continua espansione per auto compiacimento, un continuo riprodursi di marchingegni con l’unico risultato di inceppare ulteriormente la macchina a discapito delle imprese, dei comuni, e della gente che ormai vede nella Provincia più una matrigna dal carattere contorto e astruso, che un Ente, disponibile e trasparente che ci amministri con intelligenza e buon senso. D’ora in poi sarà tutto diverso, anche se credo che mugugnare, pensando al passato, serva a ben poco. Bisognerà cambiare pagina, sedersi a un tavolo, dialogare, e cercare le vie d’uscita che non saranno facili da trovare. Sono convinto che sia fondamentale confrontarsi, con umiltà, senza saccenterie e puzza sotto il naso, l’opinione di molti e il confronto di tante esperienze diverse, sicura-

mente, ci permetteranno di avere una fotografia della realtà molto più precisa, da cui partire alla ricerca delle possibili soluzioni: è finito il tempo dei “saggi”, strapagati, che decidono in barba ad ogni rappresentanza democratica, con la pretesa di avere in tasca la soluzione ad ogni problema, se così fosse non saremmo a questo punto. Poi rivalutare il buon senso, una virtù cardine del carattere trentino, ma sottesa da più ambiziose virtù politicamente corrette. Il ritorno del buon senso del padre di famiglia anche nelle decisioni più complesse non può che essere utile, la nostra storia, che non è poca, è stata guidata nei secoli dal senso comune della gente di montagna, e non dai salotti presuntuosi dell’intellighenzia spocchiosa ed autoreferenziale. E infine stilare la lista della spesa, scegliere le priorità, soppesare le richieste, abbandonare progetti velleitari, prestare la massima attenzione ai giovani, (e non solo a parole!), all’occupazione ed alla ripresa delle attività

economiche, eliminare gli sperperi inutili, semplificare la burocrazia ad ogni livello, sveltire i pagamenti, sostenere i comuni nelle loro necessità più impellenti, ne va della qualità della vita della gente, e rimandare a tempi migliori l’ormai stucchevole comportamento di considerarsi molto più di quello che siamo. Non credo che fingere liberalità, magnificenza e magnanimità, aumenti la nostra credibilità, la nostra dignità, la nobiltà di una terra di uomini forti. E’ più roba da imperi decadenti e mal sicuri. Quando una famiglia vuol essere quello che non è, si riduce sul lastrico, ce lo insegna la vita. Se queste sono le ragioni di una rivoluzione politica e comportamentale che saranno esiziali per un tentativo di ripresa e di un proseguo meno doloroso, altrettanto vale per le famiglie, per la gente, per noi cittadini che nel 2012 avremo a che fare con ristrettezze d’ogni tipo. Ma noi trentini, come sempre, sapremo adeguarci, ci rimboccheremo le maniche, lavoreremo a testa bassa,

sapremo affrontare i sacrifici con umiltà, con dignità, sapremo ritornare ad essere parchi ed attenti al nostro bilancio familiare, sapremo chinare la testa aspettando che la buriana passi, ne sono sicuro. La nostra gente non ha bisogno di consigli, sa, da sempre, come comportarsi nei periodi di vacche magre, non sopporterebbe che i nostri politici non fossero altrettanto oculati e scrupolosi. Il 2012 ci riserva, infine, una ulteriore sorpresa, più che una sorpresa, una grana politico-istituzionale da dirimere, che non sarà una cosa da poco. Si tratta del referendum, voluto dalla Lega, sull’abolizione delle Comunità di Valle, appena costituite. La lega Nord è già in azione per raccogliere le 8.000 firme necessarie, ma sembra che ci riusciranno facilmente. E’ chiaro che quanto avverrà nei prossimi mesi avrà notevole rilevanza sulla politica provinciale anche in prospettiva futura. I partiti sono tutti in fibrillazione, è essenziale scegliere bene cosa fare, quale parte prendere, ne potrebbero

do dei giovani. Sì, ora rischiano davvero di essere loro i veri emarginati della nostra società, ma non per loro scelta o incapacità di inserirsi. Spesso, come ha sottolineato il nostro Arcivescovo Bressan, sono proprio gli adulti a non dare loro la possibilità di essere coinvolti e – tematica di grande attualità – di entrare nel mondo del lavoro in modo dignitoso. Ecco, su questa e sulle problematiche di prima dobbiamo impegnarci per “ricostruire” un tessuto comunitario forte. E l’impegno della Diocesi trentina è forte e si legge nelle parole del nostro Vescovo. Roberto Bertolini uscire degli sconfitti inaspettati e dei vincitori sconquassati. Il centro destra ( Lega Nord e PDL) è ormai compattamente schierato per il ‘si’, e sono pronti ad una battaglia, per loro, vitale. Il centro sinistra è, come al solito, dibattuto da mille dubbi. Conviene astenersi dal voto e cercare di invalidare il referendum non raggiungendo il numero legale, o, doverosamente andare a votare ‘no’ e conquistare sul campo la vittoria, che avrebbe effetti benefici anche sulle provinciali del 2013? Ambedue le posizioni sono a rischio, ma di certo la seconda è molto più corretta e dignitosa. Il voto, per spiacevole che sia, è un dovere oltre che un diritto, e questo le forze politiche lo dovrebbero sapere. Ci sarebbe la soluzione di tutti i guai, quella suggerita dal Presidente del Consiglio delle Autonomie, Marino Simoni, basterebbe cambiare la legge, che, così com’è, lascia molto a desiderare, soprattutto sulle finalità e sugli obiettivi che si intendono raggiungere. Un bel inghippo, non c’è che dire, che per fortuna centra solo di striscio con la crisi economica in cui siamo incasinati. Nei prossimi giorni avremo qualche schiarita sulle varie posizioni e noi ne renderemo conto sul prossimo numero del nostro giornale. Adelino Amistadi


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Attualità

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Guide alpine e accompagnatori di territorio… insieme

Un’Associazione riunisce le due figure professionali di Enzo Ballardini Guide Alpine e Accompagnatori di Territorio insieme per andare incontro alle esigenze degli ospiti, degli operatori turistici e di quanti vogliono avvicinarsi in sicurezza e in modo diverso alla montagna. Queste figure sono oggi in Trentino le sole abilitate all’accompagnamento di persoFigura professionale storica, la Guida Alpina propone ascensioni su roccia e ghiaccio, scialpinismo, escursionismo naturalistico e di alta montagna, avvicinamenti all’arrampicata sportiva, al canyoning, alla scoperta degli ambienti più suggestivi della montagna. Insegna tecniche alpinistiche e sci alpinistiche, trasmette conoscenze tecniche, parametri di comportamento, orientamento e sensibilizza alla lettura profonda dell’ambiente, requisito primario di fruizione della montagna anche in termini di sicurezza. Si ricordano ancora oggi gli storici personaggi che hanno condotto le prime escursioni sul Brenta e sull’Adamello: i Collini, i Vidi, i Botteri, i Dallagiacoma. L’Accompagnatore di Territorio è la nuova figura professionale, istituita in Provincia di Trento nel 2007, per rispondere alla richiesta di un nuovo modo di rapportarsi con l’ambiente; propone accompagnamenti in ambiente montano attraverso sentieri e zone di particolare pregio naturalistico, fornendo elementi conoscitivi e informazioni riguardanti i luoghi attraversati, oltre che visite ad ambienti o strutture espositive di carattere naturalistico ed etnografico. Il suo compito è accompagnare l’ospite raccontando il territorio e la cultura montana. In Giudicarie sono presenti numerose Guide Alpine, concentrate soprattutto a Madonna di

ne in escursioni in ambiente montano; la novità è di vederli lavorare insieme in un’unica organizzazione che è in grado di accompagnare l’ospite dal fondovalle fino alle vette più elevate, facendo conoscere il territorio a 360°, dagli aspetti culturali a quelli ambientali e sportivi.

Campiglio e in Val Rendena, e altrettanti Accompagnatori di Territorio. L’attività di questi professionisti della montagna è diversamente organizzata sul territorio: alcuni svolgono l’attività individualmente, altri hanno ritenuto opportuno organizzarsi per lavorare congiuntamente. La novità è rappresentata dall’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo-Val Rendena che riunisce Guide Alpine e Accompagnatori di Territorio, offrendo a turisti e residenti svariate iniziative e opportunità di conoscenza della zona. Si tratta delle Guide Alpine

Demis Lorenzi ed Ezio Chesi, delle Aspiranti Guide Gianni Canale e Giovanni Ghezzi e degli Accompagnatori di Territorio Marta Bonomi, Chiara Maestri, Barbara Borghi, Nicola Cozzio e Giuseppe Alberti. Un team di professionisti per far vivere emozioni e avventure nella natura, forti d’anni d’esperienza e percorsi formativi specifici, sempre attenti alle nuove tendenze dell’alpinismo e dell’outdoor, ogni giorno alla scoperta di nuovi stimoli e proposte per la clientela. Ma anche un gruppo affiatato di amici che aggiungono alla preparazione professionale la massima conoscen-

za delle zone in cui operano e una buona dose d’affabilità, simpatia e cortesia. Le Giudicarie, caratterizzate da due imponenti gruppi montuosi che s’innalzano verso il cielo, le Dolomiti di Brenta e il massiccio granitico dell’Adamello – Presanella, sono un territorio ricco di torrenti, laghi e cascate, di rocce e ghiacciai, di torri, pinnacoli e nude pareti che merita di essere conosciuto. Un luogo di particolare bellezza arricchito da storia, tradizioni, arte, cultura ed eno-gastronomia, che offre la possibilità di vivere o trascorrere una vacanza in un ambiente ideale, a misura d’uomo, dove la natura è ancora protagonista. Per gli ospiti, ma anche per i locali, frequentare la montagna accompagnati da professionisti, non è solamente una questione di sicurezza ma rappresenta un’esperienza che permette una conoscenza più profonda da assaporare con tutti i sensi. In quest’ottica l’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo-Val Rendena propone un’ampia scelta di attività dedicate ad ogni tipo

di clientela: dal principiante all’esperto; dal bambino all’anziano; dallo sportivo alla famiglia. Numerose proposte e per tutti i gusti: dalla pratica dell’escursionismo all’arrampicata; dal canyoning allo sci d’alpinismo; dall’educazione ambientale ai giochi ludiconaturalistici; dal freeride alle cascate di ghiaccio; dalle ferrate alle visite naturalistiche, culturali ed etnologiche; … Le Guide Alpine e gli Accompagnatori Pinzolo-Val Rendena propongono attività interessanti in ogni stagione dell’anno per conoscere il nostro meraviglioso territorio. In particolare, per questa stagione invernale che stenta a decollare per la mancanza di neve, le loro proposte diventano importanti per offrire, anche a chi non frequenta le piste da sci, la possibilità di trascorrere indimenticabili giornate a contatto con la natura e in totale sicurezza. Ogni martedì e giovedì vengono organizzate escursioni con racchette da neve con la possibilità di degustare presso malghe e rifugi i prodotti tipici locali. Il mercoledì il freeride, l’arte di andare a sciare

fuori dai tracciati, dalle piste troppo battute, per assaporare il vero spirito della montagna e abbracciare il concetto di libertà. Nel pomeriggio è possibile avvicinarsi all’ice climbing, arrampicata su ghiaccio, attività sportiva particolare ed emozionate. Anche per la sera, il mercoledì e il venerdì, escursioni con le racchette da neve ammirando il cielo stellato al chiaro di luna. Il sabato, inoltre, escursioni, sempre con le ciaspole, per l’intera giornata avendo come meta una malga e con l’opportunità di pranzare degustando i prodotti locali. L’offerta è arricchita con la possibilità di partecipare a corsi di arrampicata su ghiaccio e di sci alpinismo o a escursioni anche con mete a richiesta. Per chi volesse conoscere da vicino le varie iniziative ed aderire alle attività ci si può rivolgere direttamente all’Associazione Guide Alpine Pinzolo-Val Rendena al seguente indirizzo: P.za Mercato – Pinzolo - Tel. +39 0465 502111 Cell. +39 335 8374104 – +39 335 6780275 oppure al sito internet www.guidaalpina.it


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Importante iniziativa delle scuole in collaborazione con la Polizia locale

Un progetto No-alcol di Marco Delugan

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elle scorse settimane è stato realizzato, presso l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti di Tione di Trento, un importante progetto di educazione e sensibilizzazione sull’uso e l’abuso di alcol rivolto ai giovani giudicariesi. Il progetto, che ha coinvolto circa centocinquanta ragazzi frequentanti Purtroppo le statistiche rivelano che è in aumento il consumo di alcol e droghe anche in giovane (a volte giovanissima) età, e questo ha effetti e ripercussioni molto gravi in ambito sociale, con l’insorgere, conseguentemente, di problemi collaterali di non poca rilevanza. Lo scopo del progetto era quello di informare, sensibilizzare ed educare nel modo più chiaro e completo possibile proprio i ragazzi a riguardo, nell’intento di generare in loro un maggiore e più radicato senso di responsabilità e di aumentarne il grado di consa-

pevolezza relativamente ai rischi e a i problemi di vario tipo nei quali si finisce per sprofondare quando si abusa di alcol, specie in età adolescenziale. Per la psicologa Garbari e il Comandante Carlo Marchiori è stato fondamentale poter incontrare e conoscere da vicino i giovani, per riuscire a coinvolgerli davvero su tale problema, per metterli in guardia sui pericoli reali che molto spesso purtroppo si possono correre perché si sottovalutano, o non si conoscono, le conseguenze di atteggiamenti e

le classi quarte dell’Istituto, è stato creato in collaborazione con il Servizio di Alcologia di Tione e si è articolato in una serie di interventi, direttamente a scuola, di una psicologa, la dottoressa Irene Garbari, e del Comandante del Corpo di Polizia Locale delle Giudicarie Carlo Marchiori. comportamenti irresponsabili e sciocchi che anche a quell’età capita di assumere. È stato importante poter fornire ai ragazzi, in modo diretto e chiaro, ogni informazione e nozione, anche di tipo tecnico e scientifico, utile a riguardo; è stato importante poi poter sfatare ed eradicare alcune credenze e convinzioni fuorvianti, o addirittura errate, rivelatesi diffuse però, in alcuni casi, ad ampio raggio tra i giovani. La psicologa ha condotto con i ragazzi un’interessante e articolata riflessione

“Una utile iniziativa per sensibilizzare noi giovani” A dimostrazione della positiva partecipazione a tali progetti da parte dei ragazzi coinvolti, riportiamo di seguito alcune riflessioni in merito all’esperienza fatta provenienti proprio da due studentesse di quarta, Arianna Oliana e Carla Artini… “Frequento la quarta liceo scientifico e quest’anno era in programma l’incontro con due esperti riguardo al consumo di alcool in relazione alla guida. Questo corso è stato molto interessante nonostante io non possa ancora guidare la macchina, perché sono stati sottolineati degli aspetti che normalmente non vengono presi in considerazione. Uno di questi è ad esempio il fatto che spesso i giovani non si rendono conto di aver esagerato e si mettono comunque alla guida senza particolari accorgimenti, causando così la maggior parte degli

incidenti dovuti all’abuso di alcool. Ci è stato spiegato che questo è dovuto a un effetto alcool-correlato che provoca una perdita della percezione del rischio. Affidarsi ad un amico che ha bevuto anche solo qualche birra può rivelarsi, quindi, un errore.Queste nozioni scientifiche non ci sono state date soltanto attraverso dati e semplici spiegazioni, ma coinvolgendo la classe in attività come il confronto con esempi positivi e negativi in cui ci siamo potuti riconoscere o meno. Il risultato è stato molto positivo sia per me che per il resto della classe, che ha reagito con molto entusiasmo. Credo che questo progetto ci abbia fatto capire che non rischiamo solo a livello penale, ma che possiamo mettere a repentaglio la nostra vita e quella degli altri inutilmente”.

sulla questione, sviluppata a diversi livelli: dall’analisi della problematica da un punto di vista sociale, con riferimento a comportamenti e stili di vita che possono essere riconosciuti come non corretti o addirittura pericolosi, fino alla comprensione, a livello medicoscientifico, degli effetti di tipo psicofisico che l’abuso di alcol ha sulla persona. Gli interventi del Comandante del Corpo di Polizia Locale, invece, hanno riguardato prevalentemente aspetti di tipo normativo e giuridico relativi al problema dell’abuso di sostanze alcoliche. In particolare, il Comandante Marchiori ha potuto illustrare ai ragazzi, in procinto di conseguire la patente di guida, quali sono i rischi derivanti da guida in stato di ebbrezza, e nello specifico quali sono le sanzioni amministrative e penali previste per chi si mette al volante o in moto

sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. È stato constatato con piacere dalla dottoressa Garbari e dal Comandante Marchiori – e questo indubbiamente fa ben sperare – che i ragazzi hanno mostrato profondo interesse e curiosità per il progetto loro proposto, aderendo con grande partecipazione e rivelandosi particolarmente sensibili alla problematica, totalmente coinvolti dagli argomenti trattati durante gli incontri con gli esperti. Grazie al successo di questa iniziativa è stato poi possibile avviare nell’Istituto un secondo progetto, altrettanto importante, in fase di attuazione, denominato “Progetto di peer education”, ovvero di educazione tra pari. Tale progetto, proposto sempre dalla dottoressa Garbari in collaborazione con la dottoressa Federica Valenti, riguarda la salute e gli stili di vita e si fonda

su una strategia innovativa che sembra avere molto successo tra i ragazzi; essa è volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri di pari status. Alcuni ragazzi delle classi quarte, propostisi volontariamente, vengono formati dalle esperte riguardo a temi delicati quali fumo, alcol, droga, salute, alimentazione ed attività fisica, e viene successivamente chiesto loro di intervenire nelle classi prime per incontri di sensibilizzazione relativamente a questi argomenti, molto sentiti dai giovani. «In questo modo – spiega la dottoressa Garbari – cerchiamo di agire sull’età in cui solitamente purtroppo si inizia a consumare alcol, tabacco o droghe, attraverso il modello positivo di ragazzi più grandi di cui i ragazzini possono aver stima».

Proiettato presso l’Istituto Superiore “Don Lorenzo Guetti” di Tione un video fatto dai ragazzi per i ragazzi

“TheRuffyDay”

Si tratta del primo di una serie di cortometraggi della durata massima di 10 minuti realizzati da Ruffy, il negozio di abbigliamento street e fashion con la regia di Emanuele Bonapace, il montaggio di Giacomo Maturi e la musica degli Hot Funky Style. Condivisa l’idea con Lino Scaravonati, il patron di Ruffy, il video è stato interamente sceneggiato e prodotto da ragazzi delle giudicarie di età compresa tra i 16 ed i 19, senza l’intervento di professionisti. Il video che vede protagonista un ragazzo di Tione, Luca Pellegrini, e i propri amici e amiche, è stato girato tra Ponte Arche e Madonna di Campiglio grazie alla collaborazione di BMW Activa Spa di Trento e di due importanti locali serali della perla delle Dolomiti quali OberOne e Des Alpes

Mood Club, e racconta una giornata trascorsa tra amici all’insegna dello sport e del divertimento. Il messaggio forte che i ragazzi hanno voluto trasmettere è quello che il divertimento non è un effetto dell’alcool e delle droghe, bensì dell’amicizia e dello stare insieme. Nel video sono presenti quattro claim che danno il senso del progetto. Con il linguaggio a tratti rude che contraddistingue le nuove generazioni, i ragazzi di “The Ruffy Day” dicono no al fumo e alle sigarette (“non fumarti le emozioni, vivile”), no all’alcool (“per divertirsi non serve l’alcool, servono gli amici”), no alle droghe (“la droga è sempre e solo una merda”) ed invitano alla guida sicura (“o bevi o guidi: le chiacchiere stanno a zero”) ed invitano i propri coetanei a fare altrettanto. Tutti

i ragazzi hanno vissuto con entusiasmo l’esperienza delle riprese, trascinati da Emanuele Bonapace che seppure alle sue prime esperienze, ha rivelato fin da subito il piglio del regista necessario a governare un cast a tratti indisciplinato e con ancora maggior palpitazione la presentazione ufficiale all’Istituto Don Guetti davanti ai propri compagni di scuola ed amici dove il filmato è stato proiettato in prima visione assoluta anche agli stessi protagonisti prima di essere diffuso via web attraverso i social network. Con questo progetto Ruffy è e vuole essere vicino ai giovani e partecipare, finanziariamente e come incubatore, allo sviluppo delle loro idee, dei loro progetti a favore dell’aggregazione giovanile, della pratica sportiva, della musica.


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GENNAIO 2012

Giacomo Tamanini, tra irredentismo e istruzione

Il personaggio del mese

L’irredentista arrivò negli anni ‘60 in Giudicarie e si sposò a Tione di Aldo Gottardi

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l numero di giovedì 22 dicembre del quotidiano L’Adige portava nella sezione “Cultura e Società” un interessante articolo a proposito di un avventuroso quanto ambizioso personaggio ottocentesco, che prese parte attiva durante i “periodi caldi” del primo irredentismo in Trentino. Il personaggio in questione Il giovane Tamanini arrivò nelle Giudicarie negli anni ‘60 dell’Ottocento, per dirigere un nuovo impianto estrattivo in val d’Arnò di proprietà della famiglia; ma qui più che degli affari, si occupò di organizzare, con l’aiuto di altri irredentisti, una cospirazione per portare all’annessione del Tirolo italiano nel Regno d’Italia. Questo doveva attuarsi mediante l’attacco alla guarnigione di Tione grazie ad alcuni volontari che si sarebbero infiltrati in paese durante la notte. Ma il progetto fu scoperto e bloccato sul nascere e Tamanini fu imprigionato. Rilasciato nel 1866, ritornò a Tione, dove era sposato a

è Giacomo Tamanini, originario di Mattarello dove nacque nel 1835; probabilmente a molti oggi questo nome non dice molto, ma all’epoca fu uno degli esponenti dell’irredentismo, che operò in stretto contatto con Filippo Manci e Giuseppe Mazzini oltre che un personaggio attivissimo nella vita di Tione.

Maria Vittoria Carolina “Carlotta” Salvaterra, figlia di Gian Filippo Salvaterra “Pancio”, e per molti anni vi rimase, divenendo personalità attiva nella comunità e dimenticandosi degli estremismi. Abile disegnatore ed ingegnere di professione, si occupò di molti lavori pubblici e di abbellimento, quali la cancellata e la nuova cappella mortuaria del cimitero di Tione nel 1869, e molti particolari artistici all’interno del Comune (l’urna per le votazioni del Consiglio Comunale e la grande cornice dei Privilegi nella sala comunale). Il 1869 è anche l’anno nel quale Tamanini fonda il “Corpo dei Ci-

vici Pompieri del Comune di Tione”, e del quale fu anche il primo comandante, curandone divise, accessori ed attrezzature. Nel 1870 presentò al comune un suo progetto per l’istituzione di una scuola di avviamento tecnico-industriale di falegnameria, con corsi gratuiti ed aperti a tutti. L’anno seguente il corso fu avviato a carico suo, facendo le veci di maestro e direttore, e con l’aiuto di offerte di privati o di commissioni proseguì con successo. Grazie ad intervento comunale, nel 1875 ottenne che la sua scuola fosse assunta a carico dallo Stato, assumendo la denominazione di

“Scuola Industriale” e ancora ne diresse i lavori in qualità di maestro e dirigente di ruolo. Rimasto vedovo e senza figli la sua vita ruoterà intorno al mondo dell’insegnamento di ruolo, e tale compito lo allontanerà da Tione dopo anni di cittadinanza, nell’anno 1882 quando l’occupazione della casa comunale da parte del “Ministero Militare” porterà alla perdita delle aule della Scuola Industriale. Il comune non riuscì a reperire né i fondi né gli spazi per la continuazione dei corsi, sicchè la Scuola fu spostata a Riva. E Tamanini la segue, spinto dai suoi obblighi di direttore. Obblighi che

lo porteranno in seguito anche a Cortina d’Ampezzo, portando avanti sempre con passione e totale dedizione il suo lavoro scolastico. Una passione per “il far studiare” e per l’elevare la cultura che tuttavia si scontrava troppo spesso con il comune bisogno di “sùbiti guadagni”, ben più ricercato dalle semplici genti di montagna di allora. E questa amarezza segnò molto i suoi ultimi anni. La vita di questo avventuroso e determinato personaggio finì il 26 gennaio 1901, e per suo volere fu seppellito nella cappella di famiglia, fatta costruire da lui stesso, nella sua natale Mattarello.

Mons. Bressan in visita alla Valle del Chiese Termina il 15 gennaio la Visita Pastorale dell’Arcivescovo tra Messe, incontri con anziani e ammalati, attenzione al sociale Il reverendo arciprete decano don Francesco Scarin tiene molto a questa visita pastorale tanto che assieme ai colleghi Renato Tomio e ai padri Artemio Uberti e Dino Filosi nonché a don Bruno Armanini si sono prodigati a lungo nel redigere un’agenda di lavoro mirata. “A noi – dice lo stesso arciprete – il compito di portare il nostro contributo affinchè le comunità siano sempre vive e vitali: è questo il risultato a cui mira la visita del nostro Vescovo “. Gli ha fatto eco don Renato Tomio arciprete di Storo e dell’Unità pastorale Madonna dell’Aiuto. “ In ogni nostra comunità parrocchiale il vescovo ha celebrato una eucarestia, momento forte di unità nella comunità”.Poi ancora. “Vivia-

La presenza nell’ambito decanale del Chiese da parte del vescovo Luigi Bressan è iniziata domenica 27 novembre per proseguire, con date alterne dopo l’interruzione natalizia, sino al 15 di gennaio 2012. Non solo messe, vespri e funzioni ma ripetuti contatti con coloro che operano nella catechesi e nel sociale. Il presule

ha fatto visita a scuole e istituti, incontrando ammalati e badanti ed inoltre ha avuto modo di intrattenersi con coloro che hanno un ruolo nella vita pubblica e nel lavoro. Poi nel giorno dell’Immacolata a Condino sua eminenza ha avuto modo di attribuire il diaconato a Giuseppe Mazzocchi “. mo questi appuntamenti con fede e partecipazione, affinchè la visita pastorale sia per tutti occasione di un rinnovato entusiasmo nel vivere la nostra fede e nel testimoniarla nel quotidiano “. Per facilitare la gente a stare al passo e seguire la visita pastorale è stata redatta una guida da parte del decanato. L’opuscolo, semplice e di facile lettura, sta dando modo ai fedeli di scegliere dove e quando andare. Den-

tro la medesima pubblicazione in una appendice don Severino Vareschi, docente di storia della Chiesa, racconta e riavvolge le viste pastorali dal 1940 in poi. Dal vescovo Celestino Endrici (1904 – 1940), Carlo Ferrari (1941 – 1961), Josef Gargitter (1961 – 1963), Alessandro Gottardi (1963 – 1988) a quella di Giovanni Sartori (1988 – 1998). Il vescovo ha fatto visita alle scuole di Lodrone e anche a Bondone, dove ad accoglierlo, oltre a padre Dino, c’era anche il sindaco Graziano Scalmazzini e la troupe televisiva locale che fa capo alla famiglia Capelli, immagini poi diffuse via CediS su tutto il circondario. (Elisa Pasquazzo)


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Società

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7 milioni di euro peri servizi sociali in Giudicarie Oltre 2.400 le persone assistite É quanto ci tiene a precisare la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini nel presentare il lavoro svolto nel primo anno di attività in termini di servizi sociali, aggiungendo: “L’impegno e la sfida per i prossimi anni è quello di riuscire a rispondere ad un numero crescente di persone ed anche alle nuove forme di disagio emergente, a fronte di risorse stabili e potenzialmente in calo”. Molteplici gli ambiti di intervento gestiti direttamente dalla Comunità delle Giudicarie, che spaziano dai servizi semiresidenziali e residenziali per minori, per anziani e per disabili (236 persone assistite nel 2011) all’assistenza domiciliare con servizi complementari quali pasti a domicilio, lavanderia centralizzata, teleassistenza, aiuti domiciliari, trasporti per dializzati, soggiorni climatici protetti (686 persone); dagli interventi educativi a domicilio per disabili (12 persone) all’affidamento familiare di minori (2 persone), dall’accoglienza familiare di minori (2 persone) agli interventi economici di sostegno al reddito quali rimborso ticket, assegno al nucleo familiare e di maternità, anticipazione dell’assegno di mantenimento e prestito sull’onore (388 famiglie); dai contributi e rimborsi per specifiche condizioni di salute quali spese per dialisi, cure termali e climatiche, cure ortodontiche, assegni di cura a sostegno di persone con disabilità grave e rimborso spese per particolari patologie (66 interventi), a spazi neutri per garantire il diritto di visita a genitori separati che non sono affidatari dei minori (2 persone), sino a tutti gli interventi legati all’inclusione sociale (12 persone) - nelle tavole in allegato i numeri di dettaglio e gli investimenti per ciascun ambito di attività “Servizi – commenta l’assessore alle politiche sociali

Servizi socio assistenziali: il bilancio del primo anno di attività

“E

ssere vicini alle persone con disagio e dare risposte con servizi di qualità in base a criteri di responsabilità e sussidiarietà; al tempo stesso, assicurare ad ogni cittadino interventi puntuali per la prevenzione degli stati di bisogno: questi gli obiettivi di fondo della Comunie salute Luigi Olivieri – che sono stati erogati conformemente ai bisogni riscontrati e con standards validi, riconosciuti e comprovati anche dal ‘Tavolo territoriale per le politiche sociali’ istituito dalla Comunità e al quale hanno partecipato tutti gli attori principali che operano nell’ambito socio assistenziale”. Dal tavolo è emersa anche la necessità di riorganizzare le offerte che il territorio esprime, anche alla luce del ricco

patrimonio di volontariato sia individuale che organizzato presente, per inaugurare una nuova stagione di collaborazione tra le istituzioni: “Riuscire a dar corpo all’integrazione tra sanità e sociale valorizzando al meglio tutte le risorse umane e strutturali presenti sul territorio, anche in considerazione del difficile ed inusuale contesto che stiamo vivendo in Italia ed in Europa e con il quale anche il Trentino si sta misurando, è un percorso obbligato per rispondere alle

tà delle Giudicarie, che nel 2011 ha investito oltre 7 milioni di euro per i servizi sociali, per assistere oltre 2.400 persone con disagio, con lo straordinario lavoro messo in campo da 47 collaboratori tra assistenti sociali, operatrici socio-sanitarie e personale amministrativo”. crescenti situazioni di difficoltà che stanno emergendo e che dovranno essere soddisfatte con minori risorse finanziarie”. “Fare di più con meno risorse” quindi la richiesta della Presidente, fatta proprio da Olivieri che rilancia: “Ciò comporta una consapevole e una convinta partecipazione di tutti. Fare assieme dovrà divenire una pratica quotidiana; per facilitare questa condivisione stiamo facendo un forte investimento

sulla diffusione di una nuova cultura, quella della responsabilità per la quale il rendere conto alla comunità di quanto viene fatto ogni giorno per le persone più svantaggiate, offrendo servizi sempre più appropriati e più vicini alle esigenze dei cittadini, diventa essenziale e fondamentale”. Inoltre, “individuate le necessità del nostro Presidio Ospedaliero, solleciteremo con vigore l’Azienda Sanitaria affinché risolva le ca-

renze strutturali evidenziate e sostituisca, celermente, il personale medico e ospedaliero andato in pensione (primari di unità operativa di anestesia, di chirurgia, di ginecologia ed ostetricia) e nomini un direttore sanitario che sappia rilanciarne la centralità dell’Ospedale in stretto rapporto con il territorio per ottimizzare i servizi sanitari presenti in Giudicarie”. Infine, risulta anche prioritario mettere in rete e coordinare i protagonisti delle politiche sociali e della sanità e realizzare in collaborazione con l’Azienda Sanitaria e con il Comitato di Coordinamento per la Programmazione Socio Sanitaria, il Punto Unico di Accesso come luogo esclusivo della presa in carico delle esigenze socio-sanitarie di ogni giudicariese.

La casa in... “Cooperativa” Una nuova tipologia dell’abitare sperimentata a Saone, basata su qualità e convenzienza, punta ai giovani e alle giovani coppie

Anche le Giudicarie, ed in particolare Saone, potranno beneficiare di un intervento residenziale costruito con tutti i crismi della sostenibilità ambientale, dell’alta qualità degli ambienti, dell’elevato comfort abitativo e del risparmio costruttivo e gestionale. Questo sarà possibile grazie alla Cooperativa Edilizia Quercia, che sta promuovendo sul territorio locale una campagna informativa per portare a conoscenza delle persone la possibilità di “farsi casa” a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle di mercato. Tale convenienza non è però solamente basata sul risparmio economico, bensì verte anche sull’alta qualità del costruito. Il target di riferimento privilegiato è quello rappresentato dai giovani e

dalle giovani coppie del posto in cerca di sistemazione per la propria famiglia. Il vantaggio di affiancare da subito i Soci tutt’ora aderenti all’iniziativa sarà quello di poter vivere in prima persona e in tempo reale la costruzione della propria casa, intervenendo nelle scelte costruttive in maniera molto attenta alle necessità individuali. Questo è reso

possibile dal fatto che ci si trova ancora nella fase di pianificazione generale del progetto, che è quindi molto versatile dal punto di vista delle personalizzazioni. L’intervento è strutturato su 10 case a schiera terra-cielo, costruite con le migliori tecnologie legate alla sostenibilità ambientale ed al risparmio economico, sia costruttivo che gestionale.

Il progetto è stato pensato con componenti di bio-edilizia, e la scelta della Cooperativa, con il supporto dei Soci, è quella di andare in direzione della certificazione ARCA. Questa certificazione trentina, ideata appositamente dalla Provincia per valorizzare l’edilizia in legno, prevede un attento controllo di tutti gli elaborati progettuali e delle varie fasi costruttive. In questa maniera, attraverso le ottime prestazioni energetiche degli edifici ed un’accurata scelta dei materiali, sono garantiti alti standard abitativi e massima vivibilità degli ambienti, consentendo inoltre il mantenimento nel tempo del valore dell’investimento. Il tutto sempre rispettando il controllo dei costi di costruzione che ri-

mangono contenuti all’interno delle soglie prestabilite. Gli immobili, di metrature variabili, hanno un’elevata componentistica in legno, edificata secondo le più moderne concezioni che garantisce ottime prestazioni nel tempo e sono suddivisi su tre livelli: interrato ampio e spazioso, piano terra, primo piano. I lavori potranno iniziare concretamente nei primi mesi dell’anno 2012, e le abitazioni saranno completate entro un anno dall’avvio del cantiere. L’importante prossimo passo è quello di trovare un numero sufficiente di interessati per poter partire definitivamente con l’iniziativa. Per informazioni: d.arrigoni@coopcasa.tn.it www.coopcasa.tn.it Mobile: 3467610819


Attualità

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L’ex- assessore provinciale nuovo presidente, “rientrano” molti dimissionari nel Cda

Apt, ecco Iva Berasi L

di Denise Rocca

a montagna ha partorito il topolino: dopo tanto tuonare, culminato con le dimissioni plateali di tutto il consiglio di amministrazione, nel nuovo direttivo dell’Azienda di Promozione Turistica Terme di Comano Dolomiti di Brenta si prometteva un terremoto e invece è cambiato La categoria più numerosa è indubbiamente quella degli affitta-appartamenti, il cui rappresentante Luciano Azzolini era nella rosa dei candidati alla presidenza nel precedente direttivo ed è un papabile oggi per la poltrona di vicepresidente. D’altro canto i tre rappresentanti degli albergatori, Alimena Brunelli e Mattioli, potrebbero far valere il peso di una categoria che dispone di risorse importanti e tradizionalmente è una delle parti più dinamiche di un sistema economico di tipo turistico. Il 14 dicembre scorso, in un’assemblea non molto partecipata, come d’altronde gli incontri di categoria che l’hanno preceduta, si è votato un direttivo che a suon di candidature uniche era già ben definito e sfoggiava solo cinque nomi nuo-

vi: Alessandro Alimena, Iva Berasi, Alberto Iori, Christian Rossi e Paolo Serafini. Nessuna sorpresa neanche dall’elezione di Iva Berasi alla presidenza, nome sempre papabile non appena si aprono posti di rilievo in valle e immediatamente considerata in pole position per la carica più alta dopo la nomina in cda da parte delle Terme di Comano. Era prevedibile che la resistenza incontrata da un outsider come Riccadonna, poco avvezzo alle strategie e agli equilibri, portasse alla scelta di una figura con alle spalle una lunga carriera come assessore provinciale. Riccadonna è uscito di scena constatando con amarezza questa continuità con il consiglio uscente e la riproposizione fra i candidati di elementi che, dice, “sono

poco o nulla. Di significativo c’è solo l’avvicendamento al vertice fra Marco Riccadonna e Iva Berasi che ha assunto la presidenza del cda con ben 13 voti sui 15 totali. Per completare l’avvicendamento ai vertici dell’Azienda per il Turismo manca ancora l’elezione del vicepresidente.

state spine nel fianco al mio operato come presidente rallentando il lavoro dell’intero consiglio in una logica che è più di minoranza all’interno di un comune invece del lavoro congiunto che ci si attende da una cooperativa”. Tant’è, tutti promettono di lasciarsi alle spalle il passato e la parole “coesione” è il nuovo mantra puntualmente

mandato a memoria da tutti i consiglieri, mentre la nuova presidente lancia una frecciata nella prima dichiarazione rilasciata al quotidiano l’Adige dove parla di “un anno dove si è discusso sul nulla”. Chissà se i dieci consiglieri riconfermati sono coesi anche in questa critica che dovrebbe riguardarli in prima persona.

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Rombano i motori a Madonna di Campiglio

Wrooom: attese le rosse con Rossi e Alonso Rombano i motori, scricchiola la neve sotto le lamine, bruciano le fiaccole, cresce l’attesa. Dall’8 al 15 gennaio 2012 torna, a M. di Campiglio, Wrooom, il Formula 1 e MotoGp Press Ski Meeting. I più grandi nomi del mondo dei motori saranno protagonisti di una 7 giorni imperdibile: gare di sci, fiaccolate, conferenze stampa, esposizioni delle monoposto e delle due ruote, serate di festa, oltre alla tradizionale gara di chiusura sul laghetto con i piloti che si cimenteranno su un terreno del tutto particolare, il ghiaccio, a bordo di speciali kart chiodati oppure di auto appositamente preparate per affrontare l’insidioso e insolito circuito di gara. Per la 22ª edizione sono attesi Fernando Alonso (Scuderia Ferrari Marlboro) e Valentino Rossi (Scuderia Ducati Marlboro) e i rispettivi compagni di squadra Felipe Massa (Scuderia Ferrari Marlboro) e Nicky Hayden (Scuderia Ducati Marlboro): per Alonso si tratta della quinta presenza, tre in inverno e due in occasione di “Summer Wrooom”, per Valentino Rossi della seconda, dopo il debutto da uomo-Ducati del gennaio 2011.Si tratta di un appuntamento esclusivo che è diventato uno degli eventi più importanti a livello internazionale con una copertura mediatica su 160 Paesi in tutto il mondo, un miliardo e 200 mila contatti, oltre 250.000 pagine web dedicate. Numerose saranno le occasioni per vedere e incontrare i campioni dei motori attraverso i numerosi appuntamenti pubblici in programma. Si inizia lunedì 9 gennaio, alle 18.30, in piazza Lorenzetti, con l’evento di apertura della settimana “Wrooom”. Si prosegue, poi, alle 17.30 di martedì, al Canalone Miramonti, con “Ducati incontra”, incontro tra i piloti della Ducati Marlboro Nicky Hayden e Valentino Rossi e il pubblico, mentre alle 23.00 i piloti scenderanno lungo la pista Belvedere alle luce delle fiaccole (accoglienza degli spettatori con vin brulè). Giovedì 12, alle 17.30, sempre al Canalone Miramonti, “Ferrari Incontra”, con i piloti della Ferrari Marlboro Fernando Alonso e Felipe Massa. Alle 23.00 della sera i piloti sono attesti all’arrivo della telecabina Spinale (accoglienza con vin brulè). Da non perdere, venerdì 13, alle 16.45 al laghetto in centro a Madonna di Campiglio, con “Challenge Exhibition”, gara sul laghetto ghiacciato con i piloti Ducati Marlboro e Ferrari Marlboro.

Tione 2011, tanti nuovi negozi Nonostante la crisi, grande vivacità nelle attività commerciali del paese nell’ultimo anno Nei primi anni ‘30 del Novecento, in piena crisi economica mondiale, in Italia circolava una piacevole quanto salace canzonetta di Rodolfo De Angelis.

Dall’allegro titolo “Ma cos’è questa crisi?”, questo brano proponeva ai disperati ma inerti italiani di allora scherzosi rimedi alle loro disgrazie economiche.

Oggi come allora l’atmosfera è purtroppo la stessa, tuttavia a Tione si è assistito nell’ultimo anno (e si assiste tuttora) a un’intraprendente controten-

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denza: un gran fermento di aperture e nuove gestioni nei negozi di Viale Dante hanno animato la cittadina giudicariese, in barba al clima di “austerity” che ci si dovrebbe aspettare. Tra le prime “nuove” attività ecco “La Via della Seta”, negozio di sartoria aperto ex novo negli spazi da tempo vuoti accanto alla gioielleria di Franco Gottardi. Sempre tra le “più anziane delle nuove” c’è l’erboristeria “Le Nostre Radici” della giovane Maria Cristina Collizzolli, nelle vicinanze della Cassa Rurale. Lo storico negozio a fianco del bar Charly, “New Shop”, e il bar stesso, hanno cambiato gestione: ora il negozio, che vende sempre moda uomo, donna e biancheria è gesti-

to dalle ragazze che prima vi lavoravano da commesse, mentre il bar Charly è stato affittato a una famiglia di Roncone. Vicinissimo a questi due negozi è “Intimo Blu”, che anche si presenta con una nuova gestione. Di fianco invece a Foto Bonazza, nello spazio dove una volta vi era la libreria “La Chimera”, ha aperto “Kebab da Lea”, la prima kebabberia di Tione. La chiusura del negozio “Zini” davanti alla sede del catasto non ha segnato la fine della moda in quella zona del paese: ha rilevato lo spazio infatti un giovane, prima commesso in uno dei maggiori negozi di moda di Riva del Garda, che con il nome “Stile” ha aperto uno suo di moda uomo e donna. Nuova apertura anche

per la parrucchiera donna “La Perla”, nello spazio di fianco ad Ideaguida. E’ fresca invece la notizia dello spostamento sul viale Dante, e nello specifico nell’ex negozio di elettrodomestici Simonini, del negozio Mandacarù, che lascia la “storica” sede sulla statale, nelle vicinanze dell’Agenzia Paoli. Tante attività, “giovani” e gestite da giovani, con tanta voglia di fare e che già nei primi tempi di attività hanno saputo ritagliarsi una buona clientela e saputo farsi conoscere anche all’esterno dei confini del Comune. Tanti auguri allora ai nuovi negozianti tionesi, come anche agli altri! Aldo Gottardi


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Attualità

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Banda del Bleggio, tanti nuovi giovani La formazioni propone per il 2012 un rinnovamento generazionale con ben 11 allievi che diventano componenti “effettivi” “Sicuramente è un segno che stiamo perseguendo bene uno dei nostri obiettivi fondanti che è quello della diffusione della cultura musicale - commenta il presidente Flavio Riccadonna – ma la nostra associazione ha anche un valore educativo, civico, turistico ed è una pluralità di valenze e obiettivi riconosciuta dalle amministrazioni locali che ci sostengono fin dalla fondazione e ci considerano una risorsa importante per il territorio” Ha portato quindi i suoi frutti il lavoro di rifondazione avviato dalla Banda Intercomunale del Bleggio dopo qualche anno di seria difficoltà. Fondata nel 1994 con il presidente Battista Cagliari all’inizio volò sulle ali dell’entusiasmo e sotto la guida del maestro Alberto Oliari si creò un gruppo numerosissimo di musicisti di tutte le età; arrivò a contare ben settanta componenti. Fisiologico un

B

abbo Natale è stato generoso quest’anno con la Banda Intercomunale del Bleggio che sotto l’albero ha trovato una squadra di nuovi bandisti. Come da tradizione il concerto natalizio segna l’entrata ufficiale in banda delle nuove leve, presentate al pubblico nell’appuntamento più importante dell’anno. Sono ben 11 quest’anno gli allievi che, calo col passare degli anni e l’uscita dei ragazzi diventati ormai giovani adulti che spesso lasciavano il Trentino per studiare fuori regione. Al decennale la banda fu guidata da Monica Ghisio ma contava quasi la metà dei musicisti iniziali, seppur ricompattata ai vertici dopo che il direttivo si era spaccato su alcune divergenze di vedute. Dal 2008 il corpo bandistico è diretto dal maestro Franco Puliafito. Un direttivo affiatato negli ultimi anni ha messo in campo un progetto che guardasse al futuro: dal campeggio musicale alle attività con le scuole si è puntato moltissimo sulla formazione dei più piccoli. Una scommessa vinta che

l’ha resa una delle più giovani bande del Trentino con un’età media di soli

dopo aver militato nella “bandina” dove i musicisti in erba fanno le prime esperienze musicali in gruppo, col 2012 diventeranno componenti ufficiali del corpo bandistico giudicariese: Cecilia Andreolli, Crsitina Asson, Costanza Bartali, Valentina Bella, Giorgia Bellotti, Marisa Donati, Debora Morelli, Damiano Parisi, Francesca Parisi, Chiara Sansoni e Gloria Stoppini. 20 anni. Gli undici nuovi allievi ai quali il concerto di Natale ha dato il batte-

simo in banda hanno alle spalle una formazione alla musica e allo strumento

La Banda Intercomunale del Bleggio in un’esibizione in Piazza Lodron a Trento

che va dai 4 ai 6 anni gestita in collaborazione con la Scuola Musicale delle Giudicarie: lezioni di solfeggio e strumento settimanali oltre alle prove con la “bandina”, diretta da Sara Maganzini, che sta preparando altri 12 giovani bandisti. Denise Rocca


Società

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Alberto Simoni, originario di Tione, segue la politica americana per “La Stampa”

Il Giudicariese con gli Usa nel cuore di Denise Rocca

Alberto Simoni, classe 1973 originario di Tione, è un giornalista trentino emigrato in Piemonte, a Torino per la precisione, dove lavora agli esteri della Stampa. Una carriera lampo quella di Simoni, giudicariese doc che appena può ama tornare nella sua valle “Totale dedizione alla causa, voglia di fare e una grande umiltà” sono gli ingredienti di una carriera sempre in ascesa che l’ha portato numerose volte negli Stati Uniti – ha seguito la campagna elettorale di Obama, era alla casa bianca per il giuramento di George W. Bush nel 2005 – e in giro per l’Europa dove ha trovato anche il tempo di scrivere tre libri dedicati alla politica statunitense, la sua grande passione. Mario Calabresi, direttore della Stampa, lo chiama al quotidiano torinese nell’agosto del 2010 come vicecaposervizio agli esteri e da poco più di un mese si occupa anche di un forum interamente dedicato alle elezioni statunitensi sul sito de La Stampa. Domenica 18 dicembre presso la Sala consiliare del Comune di Ragoli, il Coro ha voluto ricordare questi trent’anni con una serata semplice e partecipata, nella quale ha ripercorso le tappe della sua attività fino all’ultima incisione il CD “Storie in Armonia”. Presentatore della serata Silvio Maier, per molti anni Presidente del Coro e che ne segue tuttora l’attività in qualità di speaker d’eccezione. Con la sua narrazione ha ripercorso tutti questi anni chiamando sul palco coloro che hanno contribuito ad animarlo, iniziando da Ceslo Floriani, fondatore e primo maestro, Gianlugi Bolza primo presidente, fino a Mario Bertolini attuale presidente. La voglia di stare insieme, la passione per il canto e per le sue emozioni, convinse alcune persone a dar vita al Coro Monte Iron, dal nome del monte che sovrasta l’abitato di Ragoli. Momento di viva commozione quando si è ricordato, con un minuto di silenzio, il compianto Nino Fedrizzi, indimenticato presidente del Coro per dieci anni, animatore instancabile di iniziative, manifestazioni, trasferte all’estero, scomparso prematuramente due anni fa. Tra i più bei ricordi, il periodo con la maestra Laura Crescini che ha condotto il

Gli abbiamo chiesto qualche consiglio per i giovani giudicariesi col sogno del giornalismo in un cassetto del cuore e in testa l’impressione che partire dalla periferia trentina sia un ostacolo insormontabile. Di persona Alberto Simoni è tutto energia e passione, parla con le vocali aperte del piemontese, a raffica come chi ha mille pensieri da dire ma teme gli scappi il tempo per raccontarli tutti. Strappa un sorriso: “A un giovane aspirante giornalista direi guarda fuori dalla finestra e prova a descrivere un tramonto in trenta righe, poi fallo leggere a una zia, una nonna, a chiunque, e vedi cosa capiscono. Non si tratta di scrivere poesia nel giornalismo, ma prosa chia-

con la moglie e le due figlie. Gli inizi al quotidiano cattolico Avvenire dove dopo un anno e mezzo di collaborazione a pezzo, sempre disponibile e appeso al filo di una chiamata della redazione, è stato assunto nel 2000 prima in cronaca e poi agli Esteri. ra e precisa, una scrittura che tutti devono capire. Se uno ama scrivere, faccia il romanziere; il giornalismo è anzitutto comprendere la realtà e poi saperla spiegare a chiunque con il mezzo più adatto”. Riassume i fondamentali: “Per fare il giornalista bisogna essere curiosi, saper guardare il mondo da fuori, interessarsi alle vicende, anche le più piccole. Per farlo al giorno d’oggi è essenziale parlare le lingue e maneggiare bene le nuove tecnologie”. Ci fa inorgoglire: “Un albero senza radici crolla. Noi come trentini, come giudicariesi, abbiamo una caratteristica che è quella del senso della fatica. Non si raggiunge nulla senza sacrifici e

questo fa parte dello spirito delle persone che vivono in montagna: sanno che per raggiungere la vetta devono faticare, camminare in alto con uno zaino pesante. E se sai raggiungere una vetta allora puoi fare tutto, non ci sono obiettivi impossibili”. Svela il suo segreto: “Torno a Tione per rivedere i miei genitori e gli amici naturalmente, ma anche per rigenerarmi, vivere la montagna, ricordarmi da dove vengo e che la mia famiglia mi ha insegnato a volare”. Chiude con un ultimo consiglio, anzi cinque in uno: “Investite su voi stessi, fate un corso di lingue, viaggiate, andate in un museo. E non scordate mai le vostre radici”.

Dicembre 2011, temperature sopra la media e precipitazioni inferiori alla media Il mese di dicembre di questo anno è stato caratterizzato da temperature superiori alla media e da precipitazioni inferiori alla media. La temperatura media del mese a Trento Laste è stata di 3,6°C, circa due gradi superiore alla media climatica. Le precipitazioni cumulate mensili (27,6 mm) sono risultate circa la metà della media 1978-2005 (57,0 mm). La giornata più piovosa è stata il 13 dicembre. Anche il numero di giorni piovosi (3 giorni) è risultato inferiore al valore medio (5 giorni). La temperatura massima di 12,8°C è stata toccata il giorno 8, ma il valore è rimasto comunque ben al di sotto del record dei 18,0°C del 17 dicembre 1989. La minima del mese, pari a -4,1°C, toccata questo anno il 21 dicembre, è ben superiore ai -12,4°C misurati il 27 dicembre del 1938. La temperatura media di dicembre 2011, pari a 3,6°C, risulta di 1,8°C superiore alla media. Le precipitazioni complessive sono state di 27,6 mm, inferiori alla media 1978-2005 che è pari a 57,0 mm. Il numero di giorni piovosi (con precipitazione > 1 mm) è di 3 giorni e risulta inferiore al valore medio, che è pari a 5 giorni. Dicembre 2011 è stato un mese mite e asciutto. Il giorno più caldo è stato l’8 con 12,8°C, rimasto comunque sotto il record di 18,0°C del 17 dicembre 1989. Le temperature di Trento Laste, pur maggiori della media, non risultano eccezionali grazie alla frequente formazione di inversione termica. Le precipitazioni sono risultate inferiori alla media ed i giorni piovosi sono stati complessivamente 3, inferiori a quelli che, in media, si registrano nel mese di dicembre.

Coro “Monte Iron” Trent’anni di attività… con Cd

18 brani per una raccolta intensa ed emozionante del sodalizio di Ragoli

T

di Enzo Ballardini

rent’anni di attività sono un traguardo importante per un’associazione e merita di essere degnamente festeggiato. Un lungo periodo con ancora vivi i ricordi di prove, incontri, serate, concerti, manifestazioni, trasferte, discussioni, inciCoro con la sua passione e la sua forte personalità. La serata è stata arricchita dall’esibizione del Coro “Le Sorgenti”, che raggruppa i giovani coristi e che, diretti dalla maestra Monica Castellani, rappresentano la speranza per il futuro. Il Sindaco di Ragoli ha voluto premiare con un oggetto “marmo nero” di Ragoli e un fiore come simbolo di Madonna di Campiglio, gli otto coristi che nel 1978 anticiparono la fondazione del Coro; Celso Floriani, Angelo Serafini, Faustino Paoli, Candido Giacomini, Gianni e Oreste Castellani, Felice Cerana e Emilio Martini. Premiati anche Luigi Bertelli e Luigi Fedrizzi con trent’anni di presenza

e ricordati tutti i coristi che si sono succeduti in questi anni. Per la ricorrenza è stato pro-

sioni, gioie e dolori. Proprio come in una famiglia, una famiglia allargata che arricchisce le comunità che la compongono a partire da quella di Ragoli, ma anche Montagne, Preore e con coristi che arrivano da Bolbeno, Strembo, Tione.

gettato e realizzato il nuovo CD “Storie in armonia”, registrato durante la scorsa estate. Il critico musicale

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Giuseppe Caliari ha presentato le canzoni della serata e quelle contenute nel nuovo CD, complimentandosi con

l’ottimo livello musicale raggiunto dal Coro. Si tratta di canzoni che si inseriscono nella tradizione corale trentina con un richiamo al fascino delle montagne che ci circondano e in particolare le Dolomiti di Brenta, che recentemente hanno avuto il prestigioso riconoscimento di patrimonio culturale dell’Umanità. Proprio la parte centrale delle Dolomiti di Brenta appartiene al territorio delle Regole di Spinale e Manez e ispira molte canzoni interpretate dal Coro. Ad iniziare da “Le Dolomiti” e poi “Le Campane del Campanil Basso” ed ancora la mitica “La Montanara” e “Rifugio Bianco”. 18 brani che compongono un CD intenso ed emozionante che il Coro mette a disposizione di tutti gli appassionati nei concerti in cui si esibirà nel corso dell’anno. Per ultimo in ordine temporale ma primo per impegno e professionalità è stato ringraziato l’attuale maestro, Oscar Grassi, professore alla Scuola musicale di Tione, il vero artefice delle iniziative del Coro in questi ultimi due anni, con il suo entusiasmo e con la sua professionalità ed umanità. La serata si è conclusa tra gli applausi augurando al coro ulteriori successi ed almeno per ora, altrettanti anni di attività in armonia.


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Società

GENNAIO 2012

Tra rappresentazione Sacra e enogastronomia

Presepio tra i “vòlti” A Vigo Lomaso e Dasindo si rinnova una tradizione con l’Associazione Festa dell’Agricoltura-Palio dei 7 comuni

È

una macchina ben rodata, forte di uno zoccolo duro di volontari che sfiora il centinaio, quella dell’associazione Festa dell’Agricoltura Palio dei 7 Comuni, tanto che oltre alla celebre festa di Ferragosto si occupa anche di celebrazioni natalizie. E’ giunta infatti al quinto anno la manifestazione Dai lavori realizzati nei più svariati materiali e dagli stili più diversi emerge la vita contadina che per gli abitanti delle due località della

piana del Lomaso è ancora una realtà viva e presente: le figurine nei presepi raccolgono patate e usano gli attrezzi di una volta, quelli

“Vigo e Dasindo fra i presepi” che da Natale all’Epifania ha messo in mostra nei borghi di Vigo e Dasindo 38 presepi: in ogni angolo, anfratto, fioriera e giardino le famiglie dei due paesi e i volontari dell’associazione si sono sbizzarriti nella rappresentazione della natività. che ancora si trovano appesi alle pareti delle case. I volontari dell’associazione hanno allestito quattro vòlti, due a Dasindo e due a Vigo, dove a Santo Stefano, il 30 dicembre e il primo gennaio hanno distribuito piatti e dolci tipici: polenta, “peverada”, frittelle di mele, strudel, orzetto e pietanze a base di patate. Lungo il percorso fra i presepi che si snodava nei due paesi giudicariesi i visitatori potevano quindi assaggiare un menù completo di specialità trentine all’interno dei vòlti allestiti per l’occasione. I numeri - si parla di quasi un migliaio di piatti serviti - certificano il gradimento per una manifestazione semplice, dal sapo-

re delle cose realizzate con l’entusiasmo di un gruppo affiatato di amici. Denise Rocca

Variante lomasina degli gnocchi alla boema

La nuova ricetta: “gnoc ala brugna”

I cuochi si sono fatti prendere dall’entusiasmo dei preparativi e, ascoltando i racconti dei nonni che evocavano un delizioso canederlo dolce-salato mangiato ai tempi della presenza austriaca, si sono inventati una ricetta che va ad arricchire un’offerta già da buongustai. Quelli che un tempo erano delle sfere di pasta di pane con al centro una prugna, i cosiddetti gnocchi boemi, nella versione lomasina sono diventati gnocchi a base di patate Montagni-

ne. Dopo un mese di tentativi e assaggi frequenti è nato il nuovo piatto, battezzato “gnoc ala brugna”: fagottini di patata, rigorosamente la Kenebec a pasta bianchissima e farinosa, grandi quanto una pallina da golf, ripieni di marmellata di prugne, rigorosamente made in Vigo e Dasindo, spolverati con un velo di pan grattato tostato e un filo di burro fuso. Si dice che dietro a un grande uomo vi sia sempre una grande donna: nel vòlt delle patate di Vigo i cuochi storici sono Enrico, Riccardo, Luigi e Antonello, ma nell’ombra - leggasi nella cucina sul retro – li ha affiancati un affiatato gruppetto di donne a impastare gli oltre 1200 gnocchi serviti in tre giorni per le quasi mille persone che si sono aggirate nei due borghi giudicariesi ad ammirare i presepi. A loro e a tutti i numerosissimi volontari di ogni età che hanno animato vòlti e presepi va il ringraziamento del presidente Fabio Zambotti.

Palafitte Fiavè, attestazione Unesco e museo Panizza: “Il 15 aprile parte il museo delle Palafitte” L’atteso dicembre di Fiavè non ha visto aprirsi le porte del tanto sospirato museo ma un cambio di programma in corsa ha portato una pergamena, quella stilata dal comitato Unesco per sancire l’inclusione delle palafitte di Ledro e Fiavè nel patrimonio dell’umanità. Non poca cosa, ci mancherebbe, e aggiunta alla promessa dell’apertura in primavera del progettato museo è bastata a dare il via ai festeggiamenti in pompa magna. Un plauso sincero va ai cittadini che hanno affollato la sala del caseificio come si confà alle grandi occasioni mostrando una pazienza sovrumana per reggere, composti silenziosi e con piglio interessato, le tre lunghissime ore di saluti, ringraziamenti, complimenti e spiegazioni tecniche da addetti ai lavori. In mezzo a questo fiume di parole l’assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza ha annunciato

l’apertura del Museo di Fiavè con annesso parco palafitticolo per il prossimo 15 aprile. L’inaugurazione, che sull’onda dell’entusiasmo per il riconoscimento internazionale era inizialmente prevista per dicembre 2011, è stata rimandata alla primavera del 2012 ”dopo che si è valutata poco strategica un’apertura in pieno inverno” specifica Panizza. Comprensibile, dopo che di Museo di Fiavè si parla dall’alba dei tempi caricandolo di aspettative enormi, si vorrà mica inaugurarlo d’inverno, per di più senza arredi interni? Meglio attendere la primavera, i turisti, e soprattutto... gli allestimenti. Nell’attesa di vedere e toccare con mano il frutto di tanta attesa, l’architetto Franco Didonè ha illustrato il progetto con dovizia di particolari, raccontando perfino quello che si è poi deciso di non realizzare a menti già provate da un lungo ascolto. L’area museale sarà gestita

dalla Provincia, sorgerà a circa trecento metri dall’abitato e sarà composta da una struttura chiusa di due piani circondata da un parco di 4000 metri quadri per meglio inserire il museo nel contesto urbano della località giudicariese. Proprio nel parco un’imponente composizione di pali, a riprendere la suggestione delle palafitte, annuncerà la presenza del museo. Il piano terra dell’edifico ospiterà le sale per la didattica, mentre il primo piano sarà quello a carattere più prettamente scientifico: due sale saranno riservate al servizio

di conservazione naturalistica della PAT, mentre le altre valorizzeranno gli scavi che hanno riportato alla luce i resti preistorici. Grandi protagonisti i supporti multimediali con una serie di monitor che presenteranno nei dettagli le campagne di scavi archeologici che si sono susseguite negli anni, mentre un’altra stanza conterrà un grande plastico, di sette metri di lunghezza per tre di larghezza, con la riproduzione integrale del sito palafitticolo di Fiavè. Gli oltre 300 reperti lignei ripescati nella località giudicariese, una collezione

unica nel mondo per varietà e ricchezza, troveranno posto in una delle sale al secondo piano del nuovo museo. E’ dal 1999 che una valorizzazione embrionale dei siti palafitticoli di Fiavè viene portata avanti dall’Apt locale, è quindi comprensibile che, dopo la limitatezza dei mezzi a disposizione fino a oggi, le aspettative per il nuovo museo siano tante. Nell’attesa di tagliare il nastro della nuova struttura i numeri presentati da Michele Lanzinger, direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali che gestisce anche il museo di

Ledro, sono invitanti: 35.000 i visitatori e 60.000 i ragazzi coinvolti a Ledro da un’offerta didattica che da sempre è il fiore all’occhiello del centro scientifico nostrano. Anche Fiavè – come auspica il sindaco Nicoletta Aloisi - punta ad un museo che sia vissuto dai suoi cittadini, dai ragazzi delle scuole così come dai turisti. L’architetto Didonè promette: “sarà un museo dove ci si diverte”. I cittadini si augurano che in quanto a divertimento non ci si ispiri troppo alla presentazione. Denise Rocca


Le Famiglie Cooperative sono una realtà fondamentale per il Bleggio, il Lomaso e le Valli Giudicarie e Rendena. Le piccole botteghe e gli spacci di generi alimentari sono un punto di riferimento per la spesa quotidiana delle comunità locali.

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FAMIGLIE COOPERATIVE DEL BLEGGIO, GIUDICARIE, LOMASO e RENDENA FAMIGLIA COOPERATIVA BONDO E RONCONE Bondo Breguzzo Lardaro Roncone FAMIGLIA COOPERATIVA BRENTA PAGANELLA Andalo Cavedago Dorsino Fai Della Paganella Molveno S.Lorenzo in Banale Sclemo - Stenico Spormaggiore FAMIGLIA COOPERATIVA CADERZONE Caderzone

FAMIGLIA COOPERATIVA CARISOLO Carisolo FAMIGLIA COOPERATIVA FIAVÈ CAVRASTO Fiavè Godenzo Di Lomaso Bleggio Superiore FAMIGLIA COOPERATIVA GIUDICARIE Tione Bolbeno Coltura Montagne Preore Ragoli Saone Zuclo FAMIGLIA COOPERATIVA PELUGO Pelugo

FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO Pinzolo Bocenago Madonna Di Campiglio Giustino Iavrè Massimeno Mavignola Plan Campo Carlo Magno Pramagnan Spiazzo Rendena FAMIGLIA COOPERATIVA STREMBO Strembo FAMIGLIA COOPERATIVA TERME DI COMANO Ponte Arche Quadra Bleggio Superiore S. Croce Bleggio Stenico

Ponte Arche Villa Banale FAMIGLIA COOPERATIVA VALLE DEL CHIESE Storo Bersone Bondone Brione Castel Condino Condino Daone Darzo Pieve di Bono Ponte Caffaro Praso FAMIGLIA COOPERATIVA VIGO RENDENA Vigo Rendena

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Il Saltaro delle Giudicarie

GENNAIO 2012

Gli effetti si sentiranno anche nelle nostre valli, licenziamenti imminenti, calo nelle vendite, imprese senza lavoro, turismo in gran parte fatto di gente che ne ha meno di noi, giovani che non troveranno sistemazione, rate da pagare, mense della Caritas sempre più affollate, davvero una via crucis che nessuno avrebbe previsto solo qualche mese fa. Ma tranquilli, a Trento, il Conducator, vigila e provvede. Oddio, bisognerà fare un po’ di conti, l’autonomia non avrà più le risorse di prima, anzi molto meno, ma tagliando i fondi ai Comuni, ne rimarranno sempre a sufficienza per le consulenze, per la progettazione di Metroland, per l’industria Marangoni, per il Mart, e per Trento città, che come ben si sa, non è un comune come gli altri. Poco importa se i Comuni dovranno mettere nel cassetto i propri progetti per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, l’importante è che non ne risenta la tenuta complessiva del potere. Oibò, la casta è sacra, unica e indivisibile. A cominciare dai lauti stipendi dei Consiglieri provinciali che per la prima volta hanno subito un taglio rivoluzionario, pensate sui 6.500 euro, netti, al mese, garantiti, hanno accettato il taglio di ben 250-270 euro come segno di solidarietà con chi non arriva alla fine del mese. Poverini, mi addolorano, ormai, così scannati, affranti dall’ingratitudine e dalla poca credibilità da cui sono circondati, scommetto che stanno pensando a non più ricandidare (?!?!?). D’altronde non hanno brillato né per proposte, né per idee, della loro presenza non se n’è accorto nessuno, salvo il bilancio provinciale ove i costi della politica da loro interpretata così mirabilmente (stipendi, gruppi, trasferte, macchine blu e portaborse), incidono non poco sulle risorse che sono anche nostre, che sono di tutti. Tutte queste considerazioni sono emerse da un Consiglio dei Saggi appositamente convocato nei piani bassi dell’Empireo, nello scantinato del cielo, tanto per capirci, perchè nelle Alte Sfere Celesti, ormai, di politica non ne vogliono più sapere, soprattutto della politica italiana e per gran parte della politica trentina. Ne hanno piene le scatole (pardon!) anche lassù delle berlusconate al tramonto, delle volpinate dei nuovi (?) astri del PD, della Lega che una volta è sul pero e una volta sul melo e con il Trota timoniere, ha perso la trebisonda, e il Di Pietro, quello dei valori, che schianta dalla foga di spiegarci come tutti siano inquinati da capo a piedi, salvo lui naturalmente e l’erede designato, il suo figlio prediletto. Ormai aspettiamo che anche Dellai abbia un figlio da portare in politica e poi saremo giusti, giusti, intonati all’andazzo nazionale, il che non è che sia il massimo! Ma Lui, il Capo, che è persona intelligente non farebbe mai di

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Buon 2012… fra “tagli” e “tagliuzzi” Un 2012 difficile da affrontare con … ironia

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assate le feste più morigerate degli ultimi vent’anni, ci addentriamo nell’anno nuovo che non promette niente di buono. Sono in molti a dire che il peggio sta per arrivare anche da noi e che il 2012 sarà un anno terribile. Intanto è un anno bi-

sestile e questo già di per sé porta iella, poi entreranno in vigore con effetto immediato gran parte della stangata già varata dal Governo per salvare la barca nazionale che stava facendo acqua da tutte le parti, e saranno dolori.

Ma chi è il Saltaro Alla cortese attenzione del “Saltaro delle Giudicarie”, pensandoti più vicino alla mia età che non a quella dei giovani, e dato che neppure io ti conosco di persona, mi permetto usare il “tu” che facilita il vicendevole colloquio. Ti sono grato per la tua aperta dichiarazione che il “Saltaro delle Giudicarie” non sono io - Mario Musón - , per cui mi togli dal dover ogni tanto ribadire a quanti me lo chiedono con insistenza che la tua “sigla” non nasconde il mio nome e cognome. Nel contempo mi sia permesso anche un saluto ed un grazie a Fausto Fedrizzi per le sue gratificanti considerazioni e per avermi onorato con quel “maestro” di cui mi permetto sentirmi fiero. Siccome oltre che a chiedermi se sono io “il Saltaro delle Giudicarie” mi chiedono spesso anche che cosa significhi “saltaro”, mi sono permesso di riandare a consultare i vecchi Statuti e metter a conoscenza il valore storico della figura del “saltaro”: ossia l’amministratore pubblico più importante (a mio vedere) delle nostre antiche Comunità. Vedi tu se lasciare il testo qui di seguito come è, o se vuoi invece stenderlo a modo tuo con tue più appropriate parole. Nel frattempo a te un sincero e incoraggiante “buon lavoro” nella tua costante presenza per dare senso, identità e soprattutto unità alle nostre Giudicarie che, - come le conosco per averle letteralmente calpestate da Bondone a Campiglio e da Nembia a Ballino - a mio parere vanno considerate sempre più nel loro insieme, e non vissute da “separati in casa” come qualcuno vorrebbe. él Mario de’ Musón IL “SALTARO” in alcuni “Statuti” delle Giudicarie Saltuari o Saltari - Il territorio comunale consiste in proprietà comunitarie, ossia pubbliche, quali: pascoli, boschi, monti, strade e corsi d’acqua; e proprietà private: in genere terreni coltivati a prato, campo, vigna. Ambedue i tipi di proprietà hanno bisogno di essere tutelate da eventuali abusi o pericoli di compromissione, da qui l’esigenza della figura del “Saltuario” (altrove generalmente “Saltaro”), come guardiano della proprietà sia in campagna che nei boschi. Il termine di “Saltuario” deriva proprio dal latino ”saltus”, che significa “bosco”; quindi, in origine, il “Saltuario” era semplicemente il guardiano dei boschi, o guardiaboschi; in seguito la sua competenza si allarga a qualunque proprietà: pascoli, prati e campi compresi. I “Saltuari” avevano l’obbligo di convocare i “Vicini” (conquelle cose, un po’ meno scrupolosi lo sono stati i suoi predecessori, basta scorrere l’elenco dei dipendenti provinciali e potremmo ricostruire la storia politica degli ultimi trent’anni, con nome e cognome di chi ha lasciato il segno consegnando alla greppia: parenti più o meno stretti, amici, amici degli amici, sodali e faccendieri, in barba ai concorsi ed al merito. Come avrete notato, il Consiglio dei Saggi è stato particolarmente acuto nelle sue osservazioni, e, come sempre puntiglioso,

nel denunciare le nefandezze della nostra politica, che, solo adesso, vengono a galla, in tempo di crisi. Quando le cose vanno bene, quando girano soldi, quando tutti hanno la loro parte, la giostra gira che è un piacere, e allo-

cittadini) alle assemblee o Regole. Avevano il compito di controllare e verificare il “bene pubblico” di concerto con i “Regolani” ed i “Settemviri”; quindi dovevano intervenire insieme con i “Regolani” ad intimare ai possessori di terreni di tenere chiusi i passaggi o “valoni”, per evitare i danni degli armenti al pascoli. Saltuari delle campagne. - Le proprietà coltivate, private o pubbliche, dovevano essere tutelate direttamente; per questo tra i “Saltuari” una categoria a se stante era rappresentata dai “Saltuari delle campagne”. Essi avevano il duplice compito di fare i “guardiani” sia delle campagne di proprietà comunitaria, concesse in affitto, sia di quelle private, al fine di controllare che tutti si attenessero alle regole fissate circa i tempi delle semine, del raccolto, del pascolo. Da: GRAZIANO RICCADONNA, Antichi Statuti delle Sette Ville del Banale. Comune di San Lorenzo,1994. Saltari o campari. - I Consoli (Sindaci) erano coadiuvati dai “Saltari” o “Campari”: messi comunali e guardie delle terre (...). Da: FRANCO BIANCHINI, Le pergamene condinesi del Duecento, Biblioteca comunale di Condino, 1979. I Saltari della campagna. - Nominati il primo novembre, i due “Saltari” entravano nel pieno potere delle loro funzioni dopo aver prestato giuramento. Loro compito era “tendere e custodire la campagna per la durata dell’anni e manifestare al Console (Sindaco) e ala Regola ogniqualvolta veniva apportato qualche danno ad essa o venisse riscontrata qualche infrazione ai capitoli Regolari da parte di chicchessia”. I compiti peculiari dei “Saltari” procuravano, a volte, delle noie. I “Saltari” subivano minacce, se non addirittura angherie vere e proprie (...). Da: AAVV, La Regola di Sténico, Cassa Rurale di Bleggio Inferiore, Ponte Arche, 1987. Saltari. - I “Saltari” dovevano chiamare i “vicini” all’assemblea, denunciare ai Consoli i contravventori agli Statuti, perlustrare le campagne una volta alla settimana, donare alla chiesa mezza misura di scàndole, portare gli stendardi e le croci alle processioni (...); prestavano giuramento all’assemblea dei “vicini”. Da: PAOLO EZIO SILVIA SCALFI, Gli Statuti di Tione. 1577 - 1757. Comune di Tione, 1974. ra viva il Re, viva la Regina, ma quando le cose s’incasinano e i crampi della crisi attanagliano gran parte del nostro corpo, quando la mente e l’intelletto tornano a ragionare, allora si fanno i conti con il passato e con il futuro:

con il futuro sono conti per lo più aleatori, meglio non pensarci, ma sul passato la contabilità del bene e del male, delle cose fatte con la testa e quelle fatte con il didietro, di chi ha mangiato a crepapelle e chi s’è mantenuto in dieta,

di chi ha comandato e di chi ha subito, di chi ha vessato e di chi ha sofferto, di chi ha avuto più del dovuto e chi ha avuto quel poco che è rimasto, chi ha dilapidato e chi ha costruito, alla fine deve tornare. Senza scomodare il tribunale della storia, essendo la nostra terra piccola con una piccola storia, sarà sufficiente un piccolo tribunale per dirimere le cose sospese nell’animo dei Trentini, pazienti, ma non becchi, bonaccioni, ma non cornuti. I Saggi convenuti sono esperti d’ogni cosa e d’ogni pensiero e al vostro Saltaro, non degno di tanta compagnia, non rimane che il lavoro improbo di verbalizzatore ufficiale di uno dei convegni più pregni di scienza e coerenza che nell’Empireo delle Giudicarie si siano tenuti. Più volte avrei voluto intervenire per mitigare i giudizi e correggere le analisi, ma son stato zittito d’imperio, loro sapevano quel che dicevano e quel che facevano e non era previsto in quel Consiglio nessun avvocato difensore, che fosse chiaro, e il vostro Saltaro, come sempre, umile servitore delle sue valli, s’è tacitato e s’è messo a disposizione. La seduta s’è chiusa toccando l’argomento del giorno, che, pur in attesa di ulteriori movimentazioni, sta allertando ed allarmando l’intero mondo politico provinciale. La lega Nord, quella trentina ovviamente, ha ottenuta la convalida per un referendum sull’abolizione delle neo costituite Comunità mondane. Non si sa ancora niente di preciso sul quesito che verrà posto e in che termini, si presume possa essere “ Manteniamo le Comunità così come sono o è meglio toglierle di mezzo, abolirle definitivamente”, una roba così, secca, lapidaria, e noi dovremo dire di sì o di no, giudicandone l’utilità e la credibilità, secondo coscienza e secondo il nostro interesse, l’interesse delle nostre valli e dei nostri figli. Intanto pensiamoci un po’, il Consiglio dei Saggi non si è voluto esprimere in proposito, si ritroveranno più in là, per discutere più a fondo la questione e prendere le eventuali decisioni pro o contro, dando motivazioni, come sempre, attente e scrupolose, perchè i Saggi lavorano esclusivamente per il bene delle Giudicarie, quello che dicono e raccomandano è il risultato di profonde discettazioni, non ci sono interessi che girano di nessun tipo, né il Consiglio è inquinato da faccendieri e manigoldi come spesso, alla politica, succede. Quello che esce dal Consiglio è da sempre trasparente, pulito, disinteressato, ne è testimone il cielo, che, seppur in uno scantinato, ci da accoglienza ed approva il nostro operato. Così come da verbale. Il vostro Saltaro garantisce d’aver riportato nello spirito giusto le cose che sono state dette perchè rimangano indelebili nei secoli dei secoli. Amen.


Pagina utilità Tale diritto può costituirsi per volontà delle parti, ad esempio per contratto o testamento, oppure coattivamente, per imposizione di legge. La costituzione delle servitù può aver luogo anche per effetto dell’usucapione (esercizio del diritto per un lasso di tempo stabilito dalla legge) e della destinazione del padre di famiglia (apposizione sul proprio fondo di opere visibili quali ad es. acquedotti e condutture, la cui utilità permane anche nel caso in cui una parte del fondo venga venduta a terzi). La servitù coattiva più nota è quella di passaggio. Il diritto a costituire in maniera forzata (contro la volontà del proprietario del fondo servente) tale servitù non sempre necessita della totale interclusione (mancato accesso alla via pubblica) del fondo dominante. Infatti la legge prescrive che il passaggio coattivo può essere posto a favore anche del fondo non intercluso allorché esso abbia un accesso alla via pubblica che risulti inadatto o insufficiente ai bisogni del fondo e non possa essere ampliato. In tali casi è il giudice adito che discrezionalmente, e quindi secondo il proprio apprezzamento caso per caso, dispone la costituzione della servitù o meno. Diversa è l’ipotesi in cui il fondo sia circondato da proprietà altrui e non abbia uscita sulla strada pubblica (interclusione assoluta) o non possa procurarsela senza eccessivo dispendio o disagio (interclusione relativa). In questi casi, invece, il proprietario del fondo intercluso (in maniera assoluta o relativa) ha il diritto di ottenere il passaggio coattivo dal vicino una volta che vengano (in causa) accertati i presupposti della suddetta interclusione. Peraltro, come detto, non è sufficiente che siano avve-

GENNAIO 2012 - pag. LEGGE/ L’esperto risponde

Il “diritto” di passaggio La servitù di passaggio nel caso in cui il fondo diventi intercluso a seguito di compravendita: il diritto dell’acquirente ad ottenere la costituzione coattiva e gratuita della servitù di passaggio nella parte di fondo che rimane di proprietà del venditore.

L

a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè

a servitù prediale è un diritto reale di godimento che consiste nel peso imposto sopra un fondo (c.d. fondo servente) per l’utilità di un altro fondo (c.d. fondo dominante) appartenente a rati i presupposti di legge affinché possa essere esercitata la servitù in oggetto; infatti, qualora il vicino non consenta il passaggio volontariamente, sarà sempre necessaria una pronuncia in tal senso da parte dell’autorità giudiziaria. La tutela attribuita dalla legge è infatti tesa a concedere agli interessati di ottenere una pronuncia definitiva del giudice che autorizzi il passaggio, non certamente ad esercitarlo coattivamente di propria iniziativa. Il giudice, verificata la sussistenza dei presupposti di legge per la costituzione del diritto, emetterà una sentenza che legittimi il passaggio nei modi e nei termini che saranno stabiliti in causa oltre a determinare l’ammontare dell’indennità dovuta al proprietario del fondo servente. Caso particolare si ha quando a seguito di divisione e successiva alienazione di una parte del fondo prima unico, la parte compravenduta risulti interclusa. La legge disciplina espressamente tali ipotesi prevedendo il diritto dell’acquirente di ottenere la costituzione coattiva della

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 11 n° 1 - gennaio 2011 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi Hanno collaborato: Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Marco Delugan, Denise Rocca, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampa: Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

servitù di passaggio gratuitamente, senza dover versare al proprietario del fondo servente l’indennità per il passaggio sul proprio ter-

diverso proprietario. Oggetto di servitù sono tutti i beni immobili anche futuri (es. immobile da costruire), con esclusione quindi dei beni mobili e incorporali. reno, come invece accade nelle altre ipotesi; e ciò perché il legislatore considera il prezzo di vendita pattuito già comprensivo dell’in-

dennità in oggetto. Peraltro, di particolare rilievo in tali casi è la circostanza per cui il diritto ad ottenere la servitù di passaggio

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Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazione del diritto a casi concreti al seguente indirizzo redazionegdg@yahoo.it. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse verranno pubblicate sui successivi numeri del Giornale delle Giudicarie. a seguito della vendita di una parte di esso può essere fatta valere solamente nei confronti del venditore del fondo e dei suoi eredi, non invece nei confronti di eventuali terzi che nel frattempo hanno acquistato la restante parte di terreno sulla quale si sarebbe dovuta esercitare la servitù. Nei confronti di questi ultimi, se del caso, sarà sempre possibile ottenere la servitù coattiva di passaggio a fronte del versamento della suddetta indennità.


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Arte

GENNAIO 2012

Dal 14 al 31 gennaio al Centro Studi Judicaria

Amedeo Marchetti: “Out of the blue” di Alessandro Togni

“Gli artisti naif sono sempre pronti a sorprendersi per la bellezza apparentemente comune delle cose” … Ed in questa visuale estetica, in questo atteggiamento emozionale disincantato ed aperto si muove anche Amedeo Marchetti, il più profondo e sincero pittore naif delle Giudicarie, capace da 30 anni ormai, di realizzare nella sua forma maggiormente riconoscibile, opere in grado di modificare il nostro modo di accogliere l’arte anche nel tempo del terzo millennio. Si odono lontane le tensioni per una pittura ancorata alle sue origini “fin de siècle”, quando la volontà di indipendenza artistica reclamava in maniera prepotente una propria esistenza, dove a segnare i sentieri per l’evoluzione artistica furono proprio le correnti artistiche fra figurazione e astrazione al punto che, anche il pensiero critico arrivato ad un certo limite indicò in questo postulato, “ogni opera crea il suo pubblico”, tutto il suo carico di modernità. E dentro le avanguardie artistiche del ‘900 vennero a configurarsi attitudini non propriamente considerate fino ad allora. Il Naif, nella sua costruzione sprovveduta, ingenua, istintuale ed incolta, pure se inizialmente venne indicato con una accezione negativa, riuscì in seguito a rompere le catene di una espressività solamente per “addetti ai lavori”, riconducendo la pittura verso orizzonti nei quali tutti potessero trovare possibilità di rappresentazione.

Si sente nella sua pittura il suono di una classicità di natura ottocentesca, il gusto per il brivido esotico costruito con le sembianze delle “cose di casa nostra”, il tratto di un carattere rimasto vicino alle sensazioni istintuali dove il naturale primitivismo espressivo, solo in parte, con gli anni, sembra aver ricevuto in dote anche una sorta di eleganza ed uno stile meno ruvido, perfezionato e sostenuto nella pulizia formale costruita dentro i parametri di una leziosità, mai eccessiva.

Nella sua manifestazione troviamo quindi una speciale originalità dove l’assenza di regole sembra essere la condizione privilegiata, dove pensiero ed immaginazione trovano spazio per esistere in virtù della facoltà degli artisti di istituire, non un modello antico ma, invece, una possibilità di estroversione dell’inconscio. Il Naif quindi nel suo sviluppo fuori dalle convenzioni, ha saputo diminuire la distanza fra le esperienze artistiche e facilitato una

percezione “popolare” dell’arte, restituendo altresì, come avvenne in seguito anche per la Transavanguardia nel corso degli Anni ’70, una condizione di “autonomia dell’arte”. Amedeo Marchetti si inserisce decisamente in questa operazione di apertura dell’arte producendo con intensità e qualità estetica opere di estrazione fortemente biografica, dove il recupero del pittoresco, le soluzioni nell’unitarietà stilistica, l’insofferenza alle propor-

zioni, sembrano descrivere ed anticipare la forma ed i

contenuti di una comunicazione spontanea utile anche per il domani. Dentro le sue opere ritroviamo la deformazione del tempo reale al quale assegniamo facoltà mnemoniche utili a ripristinare il nostro personale “Amarcord” dell’anima ed in questo senso osservandole possiamo intuire un tempo immaginario dove a vivere e rivivere rimane solamente la fantasia. Opere silenziose dove tutto sembra rallentato, al limite dell’inerzia, scenografie e storie raccontate dove il frammento reale trova com-

pletezza e consistenza nella sua natura evocativa e straniante come dei sogni. Ed infine, mentre rimaniamo avvolti dentro una visione lenta, seppure improvvisa, ecco fluttuanti e coinvolgenti sentimenti intenti ad indicare la forma delle nostre facoltà; la nostalgia capace di farci sentire “fuori/ out” mentre vorremmo condividere cose con tutte le cose, e la malinconia dentro un vellutato “blue”, sollievo e consapevolezza con la quale percepiamo di essere parte, anche se infinitesimale, dell’intero Universo.

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Cultura

Un libro di Matteo Ciaghi e Paolo Luconi Bisti ripercorre le gesta delle Guide di Montagna EPOPEA DELLE GUIDE DI MONTAGNA IN VAL RENDENA

L

e Guide Alpine di generoso e silenzioso, di di Mario Antolini Muson Madonna di Camdue loro concittadini che Nel centenario della fondazione del Gruppo Guide Alpine di Campiglio piglio e di Pinzolo, grazie a Matteo Ciaghi ed a hanno saputo raccogliere testimonianze e documenti Paolo Luconi Bisti, hanno da oggi un eccezionale “troche oggi raccontano la particolare professionalità, la € 39,00 feo” che nessun Ente e nessuna Autorità avrebbe po- dedizione, il coraggio, i sacrifici, l’esaltazione sportiva tuto loro consegnare, se non fosse stato per l’impegno, dei “professionisti della montagna”. Nella secolare storia della Val Rendena, fra i numerosi “mestieri” della locale atavica emigrazione, non esisteva la figura della “Guida Alpina”; figuravano in valle i solidi “portatori” che dal fondovalle portavano il necessario nelle malghe d’alta quota, ed i rari cacciatori che riuscivano a raggiungere zone alpestri impervie fin sopra la vegetazione. Poi, improvvisamente, nella seconda metà del secolo decimonono, ecco giungere degli sconosciuti personaggi dall’Austria, dalla Germania e dall’Inghilterra con la presunzione di raggiungere le inviolate cime dell’Adamello, della Presanella e del Brenta; ma avevano bisogno di “guide” e di “portatori”: nascono le “Guide Alpine”. Da quel momento ecco ergersi all’interno del nostro contesto sociale quella eterea figura del “professionista della montagna” che avrà modo di scrivere le pagine più belle dell’alpinismo in tutta la sua gamma, dalle scalate più ardite, alla generosa disponibilità a correre in aiuto delle vittime del proprio ardimento. I due autori del preziosissimo e stupendo volume, edito per i tipi della Tipografia Printer di Trento, hanno saputo percorrere tutto il già lungo periodo della presenza del “gruppo Guide Alpine” sia a Madonna di Campiglio, sia a Pinzolo,

con dettagli fino ad oggi sconosciuti, e sondando anche le pagine più segrete di un’attività che ha davvero dell’inverosimile, come inverosimile è il mondo magico dei tremila metri, dove il ghiaccio e le rocce vive si immedesimano nel cielo. Significative le parole di Walter Vidi nella presentazione: «L’epopea delle Guide di Montagna è una storia fatta di diritti e di doveri, di valori e di identità, ma anche di sacrifici e di fatiche nella costruzione di una professione che è essenziale per la sicurezza di chi va in montagna alla ricerca - come diceva l’indimenticabile papa Giovanni Paolo II in occasione della sua venuta sulle nostre montagne

- di “sollevare la mente verso ciò che è sublime”». Il nuovissimo libro nasce nell’anno di commemora-

zione del “Centesimo anniversario della fondazione del Gruppo Guide Alpine “Soccorso” di Madonna di

Matteo Ciaghi

Nel centenario della fondazione del Gruppo Guide Alpine di Campiglio

La storia delle guide alpine di Rendena

EPOPEA DELLE GUIDE DI MONTAGNA IN VAL RENDENA

Matteo Ciaghi

PARLANDO GIUDICARIESE

Paolo Luconi Bisti

GENNAIO 2012 - pag.

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Paolo Luconi Bisti

Epopea delle Guide di Montagna in Val Rendena

Campiglio”, ma è la storia documentata della nascita e dell’affermazione dell’alpinismo moderno nei gruppi dell’Adamello-Presanella e del gruppo di Brenta, con specifici riferimenti anche a tutto l’arco delle Alpi. Una storia intrisa di una lunga serie di nomi che rimangono scritti per sempre in quella “corsa verso le cime”, che ha caratterizzato gli ultimi due secoli del nostro tempo, e che hanno proposto all’umanità nuovi orizzonti - anche umani e sociali - verso i quali tendere con tutte le potenzialità del proprio fisico e del proprio spirito. Poiché con l’alpinismo non è nata soltanto una nuova “pratica sportiva”, ma è esplosa l’esaltazione della idealità più pura e sincera, cosicché anche eccelse personalità,

di ogni parte del mondo, di ogni ceto sociale, di ogni credo religioso hanno scelto la montagna come meta esaltante della loro esistenza e di buona parte della loro vita. In tutta questa ricchezza di idealità e di umanità vera, le Guide Alpine sono al centro di un fenomeno più sociale che sportivo, perché diventano elementi essenziali di una proiezione umana che senza di loro non avrebbe potuto prendere forma e protrarsi ed arricchirsi nel tempo. Ecco perché il libro di Ciaghi e Luconi Bisti diventa quasi un vademecum di vita per tutti: perché attraverso le pagine che elencano nomi e nomi, documenti e documenti, storie e vicende di singole persone o di specifiche situazioni, aleggia lo spirito della montagna, che è uno spirito universale che avvolge qualsiasi individuo, di qualsiasi terra e di qualsiasi tempo. Non è, quindi, un libro riservato agli abitanti di Madonna di Campiglio e di Pinzolo e neppure solo per i valligiani della Val Rendena: si tratta di pagine e pagine che ciascuno può sfogliare - anche perché stupendamente illustrate da rarissime fotografie - traendone motivo di riflessione e certamente anche di invidia per la bellezza delle incomparabili conquiste di cui ogni Guida Alpina può fregiarsi.


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Società

GENNAIO 2012

In epoca adolescenziale il necking (il toccarsi di tipo sessuale dalla vita in su) e il petting (il toccarsi dalla vita in giù per produrre eccitamento al di fuori del rapporto sessuale) costituiscono un’occasione di conoscenza sessuale circa le aree e le pratiche più eccitanti per sé e per il partner. Ma sempre più frequentemente molti ragazzi consumano il loro primo rapporto già a 1314 anni, senza alcun valore. L’amore è sempre più un optional, il brivido della conquista un accessorio. Una ragazza su cinque ha il primo rapporto sessuale già a 14 anni. Quasi la metà dei ragazzi, invece, ha il primo rapporto sessuale a 18 anni, età nella quale le fantasie sono spesso legate alle icone femminili proposte da cinema e tv: per il 46% dei diciottenni meglio una notte con una velina che con la propria fidanzata. NUOVI MODELLI CULTURALI Negli ultimi decenni i ragazzi hanno avuto a che fare con l’esprimersi di modelli culturali e con la comparsa di vari cambiamenti di atteggiamento nei confronti del sesso che hanno mutato in modo significativo i loro comportamenti. Dal modello degli anni ‘50 del doppio standard (il sesso prematrimoniale va bene per gli uomini ma non per le donne)si è passati per la donna a una “permissività, ma solo quando c’è un rapporto affettivo” per giungere oggi alla “permissività anche senza coinvolgimento affettivo”. Gli adolescenti risultano più precoci e disincantati ma anche sempre meno informati, nonostante con internet si pensi di poter giungere ad ogni risposta (il problema è che l’adolescente non formula nemmeno le domande). Come emerge da molti studi contemporanei a un rapporto sessuale precoce non corrisponde purtroppo una maggiore consapevolezza, anzi: c’è poco interesse verso la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e verso la contraccezione. Solo un ragazzo su tre usa il preservativo e molte ragazze sono convinte di non doverlo utilizzare contemporaneamente alla pillola. Risultato: negli ultimi anni è aumentato il numero di aborti nella fa-

L’amore è un optional? La recente vicenda della ragazzina giudicariese protagonista di atti sessuali a 12 anni spinge ad alcune riflessioni L’adolescenza è stata descritta come la fase di transizione più complessa e drammatica della vita di una persona, poiché comprende cambiamenti nella fisiologia, nell’aspetto fisico, nello sviluppo cognitivo e nel funzionamento psicosessuale ed emozionale. scia di età 15-19. Inoltre, gli adolescenti che iniziano l’attività sessuale molto prima dei loro coetanei più spesso utilizzano anche altri comportamenti a rischio come l’uso di alcoolici e di droghe, non utilizzando la contraccezione nel primo rapporto, avendo più partner sessuali e abbandonando la scuola. L’ostentata sicurezza dei giovani nasconde in realtà timori e dubbi: gli adolescenti sono spesso ansiosi e insicuri, frustrati, disincantati ed annoiati ed anche la loro sfera sessuale ne risente, tant’è che sono in aumento proprio tra i giovani maschi, problemi quali l’eiaculazione precoce e la disfunzione erettile. Le convinzioni degli adolescenti sono ricche di pregiudizi errati sulla sessualità. Per questo servono programmi formativi che partendo dalle semplici conoscenze fisiologiche arrivino ad un ambito più prettamente cognitivo: superamento di idee e paure irrazionali, conoscenza degli atteggiamenti e delle aspettative dell’altro sesso, acquisizione di repertori e di abilità sociali in ambito sessuale, etc. IL PIACERE Il piacere soggettivamente percepito durante il rapporto sessuale è la risultate di vari aspetti, oltre a quello puramente meccanico riguardante i recettori sensoriali degli organi genitali. L’eccitazione, diversamente da quanto credono molti ragazzi, è il risultato di un insieme di fattori, anche cognitivi come la vista, l’udito, il tatto in tutto il corpo, la situazione, le fantasie, i preliminari, l’assenza

di qualsiasi forma di ansia, l’atteggiamento e le aspettative di entrambi e la comunicazione. E l’ansia sta alla base di molti problemi sessuali, poiché talvolta i giovani vivono il rapporto come una prestazione in cui bisogna far vedere quanto si è bravi. Questo porta a disturbi sessuali che,

L’aspetto evolutivo preponderante è il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta che avviene in due fasi: la pre-adolescenza che corrisponde agli anni della scuola media inferiore, cioè dagli 11 ai 13 anni; l’adolescenza vera e propria che va dai 14 ai 19 anni. generando nuova ansia, non fanno altro che autosostentarsi, aggravandosi. Ricordiamoci anche che recenti studi hanno evidenziano come nell’età adolescenziale il cervello sia ancora in formazione e non abbia sviluppato completamente l’area che presiede alla capacità di giudizio.

Gli adolescenti si avvicinano al sesso senza apprendere le tre regole fondamentali del rapporto sessuale: rispetto, attenzione e complicità. Non solo, ma seguono informazioni frammentate che giungono dai media e dal gruppo dei pari che creano spesso molta confusione, idee contraddittorie e il pro-

trarsi di falsi miti riguardanti il sesso, tra cui l’idea che l’alcool sia uno stimolante sessuale, quando in realtà è una sostanza deattivante, che pertanto – dopo una prima fase disinibitoria – intralcia la prestazione sessuale. Il giovane utilizza come modello per la propria sessualità quella degli adulti pur non essendo psicologicamente, affettivamente ed emotivamente preparato a viverla. Solo un’adeguata educazione sessuale, frutto di un sereno atteggiamento riguardante la sessualità da parte di genitori, educatori e della società in genere, è in grado di evitare, o almeno di ridurre, le aspettative e le convinzioni errate che portano alla decisione di rapporti sessuali precoci e privi di significato, all’insorgere di ansia, problemi sessuali e i falsi miti che ancora persistono nel pensare comune. A cura della dott.ssa Paola Maria Taufer paolataufer@sipaa.it

Gattile, continua il braccio di ferro Tione, amministrazione comunale e animalisti ancora distanti su costi e struttura Tra animalisti tionesi e comune è ancora braccio di ferro. Tra interrogazioni, interpellanze e articoli vari prosegue la querelle tra l’Apag, la locale associazione di protezioni degli animali e l’amministrazione comunale di Tione guidata da Mattia Gottardi. Oggetti del contendere, l’ex-gattile di Stele, nella zona di ingresso ovest di Tione, un edificio in abbandono nel quale negli scorsi anno gli animalisti aveno dato ricovero a decine di gatti, trasformandolo di fatto in una colonia. Naturalmente una tale concentrazione di felini aveva bisogno di un controllo e di cure veterinarie, innanzitutto sterilizzazioni e vaccinazioni, costo per cui l’amministrazione Zubani aveva pagato dal 2008 al 2010 oltre 11.000 euro. Ma non è questo il motivo principale che ha convinto il sindaco Gottardi a “mettere i sigilli” alla struttura: «Si tratta innanzitutto di un edificio in cattivo stato di conservazione (l’ex centrale elettrica che aveva subito un incendio) e ciò creare rischi e problemi, considerando anche che l’attività viene gestita dai volontari a cui va comunque l’apprezzamento per l’impegno con cui si dedicano ai gat-

costi che vanno nella parte corrente del bilancio nella quale siamo vincolatissimi dal Patto di Stabilità e dai recenti tagli ai bilanci della P.a». Sicurezza e costi, dunque le motivazioni principali.

ti. In secondo luogo, si trattava di un discorso di costi che il comune doveva sobbarcarsi annualmente. Parlo delle bollette dell’energia eletterica, un conto salatissimo costato 6.000 euro solo negli ultimi tre anni, a causa dell’utilizzo di fornelli elettrici per scaldare l’ambiente dove dormivano i gatti”. Dobbiamo dire che – in tempi di crisi – riteniamo questa spesa eccessiva, se poi sommata a quella delle sterilizzazioni, anche pensando che si tratta di

Dal canto loro, le attiviste dell’Apag, con in testa Maria Emanuela Giacomuzzi rivendicano uno spazio per continuare la loro opera in favore dei gatti randagi, chiedendo al comune un’altra sistemazione e una convenzione di compartecipazione alle spese di cui sopra. Sullo sfondo quel progetto a suo tempo presentato per un canile da realizzare all’uscita di Tione verso Villa Rendena, presentato a suo tempo dall’ex-sindaco Vincenzo Zubani e spesso richiamato dall’Apag come punto di riferimento necessario. Le perplessità – legate soprattutto a costi di costruzione, mantenimento e gestione e all’effettiva utilità rispetto al fenomeno del randagismo dei cani, molto contenuto - all’epoca della presentazione del progetto all’Assemblea dei sindaci nel 2008, stopparono sul nascere il progetto che, nell’attuale situazione economica, appare ancora più lontano.


Sport

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Giovani e manifestazioni sul territorio nel programma del sodalizio sportivo

Atletica Tione verso il 2012 L’A.S.D. Atletica Tione coinvolge oggi circa 90 atleti, tra giovani ed adulti, in particolare circa 60 giovani e 30 adulti. In questi anni l’associazione, in parallelo agli impegni sulla struttura del Centro Sportivo di Cesena, è riuscita a crescere, con piccoli passi in avanti. E’ cresciuta nel numero di atleti che partecipano all’attività, L’A.S.D. Atletica Tione pone particolare attenzione sull’attività di promozione sportiva dell’atletica leggera e preparazione atletica per i giovani, coordina anche atleti adulti, appassionati amatori, che partecipano a varie manifestazioni competitive e non competitive; inoltre attraverso l’organizzazione diretta di manifestazioni a Tione, è riuscita a dare l’opportunità ai nostri giovani di partecipare ad eventi sportivi coinvolgenti. Essa propone corsi di preparazione atletica su tutto l’arco dell’anno. In particolare vengono svolti due corsi intensivi per i giovani, che si sviluppano nei periodi primaverili (marzo-giugno) ed autunnali (settembredicembre). L’attività di preparazione giovanile è coordinata da Michele Salvaterra a cui collaborano membri del direttivo come Silvano Bonomi e Marco Antolini, inoltre un’equipe di allenatori come Valentina Leonardi e Federico Bonfadini. Importante risulta anche il sostegno appassionato di alcuni genitori che assistono alle attività di preparazione atletica dei propri figli e collaborano nelle manifestazioni organizzate e nelle trasferte dei giovani atleti. “Ogni giorno – spiega il presidente Mi-

si è dotata di una nuova sede sociale presso la Casa delle Associazioni di via Roma, ha acquisito un pulmino, molto utile per effettuare le periodiche trasferte con gli atleti, si è dotata di una propria divisa sociale, ovvero quell’abbigliamento sportivo che possa distinguere e fare squadra (completino, maglia, tuta, zainetto).

Brindisi e cori per la Bocciofila Anche quest’anno come ormai è da appuntamento da ben 24 anni, il Coro Brenta incontra gli amici della Società Bocciofila Tionese per il tradizionale scambio di auguri in occasione delle festività natalizie nella sede di Tione, in località Sesena. Serata particolarmente partecipata quest’anno, dove le canzoni del repertorio natalizio venivano intervallate dal simpatico intrattenimento di Giuseppe Stefenelli. Dopo il discorso dell’anfitrione della serata, Pietro Perottino e del vicesindaco di Tione Eugenio Antolini, che ha messo in evidenza la recente ristrutturazione della copertura della struttura, che da tempo aspettava una sistemazione, tutti a brindare con bollicine, brulè e panettone. Appuntamento al prossimo anno allora, quando si festeggeranno assieme il quarto di secolo di attività della Società Bocciofila e i quarant’anni del Coro Brenta! Aldo Gottardi

Oltre lo sci alpino chele Salvaterra - dà soddisfazione vedere giovani e giovanissini che svolgono attività, si mettono alla prova e cercano di confrontarsi tra di loro con grande entusiasmo. Per noi dirigenti dell’A.S.D. Atletica Tione e per i genitori questo è già “un grande risultato”. Nell’annata 2011 meritano una particolare menzione tre giovani atleti, che si sono distinti a livello provinciale e nazionale per ottimi piazzamenti: Alessia Gentilini, Francesca Gasperi, Jordan Campidelli. Nel 2012 si punterà non solo sulla pista ma anche su strada, campestre e montagna con le seguenti prove in program-

ma: Prova del campionato provinciale su pista c.s.i. “joy cup” per il 02.06.2012 presso il centro sportivo di Sesena di Tione; Prova del circuito c.s.i. E f.i.d.a.l. Di corsa in montagna per il 01.07.2012 presso località “le Sole”; Sportione 2012; “XII° Millepieditione” gara su strada di calendario C.s.i. per il sabato 01.09.2012, in occasione della sagra di San Vittore; Prova comprensoriale scolastica di corsa campestre, valevole come fase di qualificazione ai campionati studenteschi provinciali di corsa campestre, per il mese di ottobre 2012, presso il centro sportivo di Sesena.

Palla al centro: squadre giudicariesi in vista del girone di ritorno Squadre ai box fino al 19 febbraio (Promozione) e 26 febbraio (Prima)

A circa metà della pausa invernale dei campionati di calcio, in attesa quindi dell’inizio del girone di ritorno, si tirano le somme dei risultati delle varie squadre giudicariesi, impegnate nella Promozione e nella Prima Categoria. Nell’attesa dell’inizio del girone di ritorno, che inizierà domenica 19 febbraio per la Promozione e il 26 dello stesso mese per la Prima Categoria del girone A. Partendo dalla categoria minore, l’Alta Giudicarie si trova ad occupare l’ultima posizione in classifica, con soli 5 punti, trovandosi in grande bisogno di alzare il livello della propria prestazione. Più su, con 13 punti, è il Valrendena, che ha chiuso il girone con una partita vittoriosa al cardiopalma contro il Nago e dimostrandosi una buona squadra con una buona combattività. Con 21 punti invece si trova il Pieve di Bono che dopo una stagione 2010-2011 molto positiva, in questo primo girone ha mostrato prestazioni altalenan-

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ti. Questa si trova a solo un punto di distanza dal Tione, a 22 punti. Il Tione, dopo una partenza di campionato da dimenticare, inizia a decollare dopo il cambio di allenatore, da mister Chiappani a mister Armanini. A 23 punti si trova invece la Caffarese, che occupa la quarta posizione nella classifica e si attesta quindi la migliore squadra giudica-

riese.La Promozione, che ha terminato le partite domenica 27 novembre, una settimana dopo la Prima Categoria, vede il Calciochiese dominare la classifica dall’alto dei suoi 37 punti, frutto di un girone di andata particolarmente brillante nel quale non ha concesso nulla agli avversari. Alle sue spalle il Comano Fiavè che assieme a altre tre

squadre si contende il secondo posto, tutte a 31 punti. A metà classifica troviamo un sempre combattivo Pinzolo Campiglio con 22 punti e una Condinese a 19 che ha un po’ calato in termini di prestazioni rispetto alla scorsa stagione. Infine, il Calcio Bleggio le segue, in quartultima posizione con 13 punti. Aldo Gottardi

Per chi è alla ricerca di un’alternativa, Madonna di Campiglio (Pista da fondo Campo Carlo Magno con 22 chilometri di tracciati) e Carisolo (Anello di Frassanida lungo 5 chilometri) propongono due centri dedicati allo sci nordico. Tutto il territorio della Val Rendena, circondato dalle foreste e dagli spettacolari paesaggi del Parco Naturale Adamello Brenta, offre interessanti percorsi per le racchette da neve e lo sci alpinismo, voli in parapendio, escursioni con le slitte trainate dai cani, la possibilità di provare l’arrampicata invernale sulle cascate ghiacciate, una pista di pattinaggio a Madonna di Campiglio e lo stadio del ghiaccio a Pinzolo. Ancora, momenti di relax in piscina (a Spiazzo Rendena) e spazi dedicati al prendersi cura di sé nei centri wellness (Terme Val Rendena a Caderzone Terme). Al mondo “oltre lo sci” sono dedicati, tra gennaio e marzo 2012, tre eventi: due originali e divertenti, uno di alto contenuto tecnico-sportivo. Si comincia con la 3-Tre bike, gara in notturna sulla neve per mountain bike che si svolgerà a Carisolo il 14 gennaio 2012 e si prosegue con la Ciaspin-Go Val Rendena, gara e raduno non competitivo che si terrà a Campo Carlo Magno il 18 marzo. Per ultimi, ma non per importanza, i Campionati nazionali assoluti di fondo (50 km maschile, 30 km femminile e gara sprint) che si disputeranno il 23, 24 e 25 marzo a Madonna di Campiglio.


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Sport

GENNAIO 2012

La data occorre solo una volta ogni 1000 anni

Scialpinismo … che passione! In Valle del Chiese un fitto programma di raduni e ciaspolade per godersi la montagna nel suo vestito invernale Godersi la montagna nel suo vestito invernale. Questo propone il programma “Tutta un’altra neve”, che raduna 15 appuntamenti con scialpinismo e ciaspole da vivere nella Valle del Chiese, che accoglie i suoi ospiti con il vestito bianco, proponendo tante offerte per chi ama “vivere” al 100% la stagione invernale. Atmosfere ovattate, con la Un tour che è cominciato mercoledì 28 dicembre con la ciaspolada in Val Bondone per concludersi domenica 6 marzo 2012. Per l’occasione il Consorzio turistico della Valle del Chiese ha predisposto un’agile e interessante guida ai raduni che comprende tutte le informazioni necessarie, gli orari, le date, i percorsi, il livello di difficoltà dei tracciati e altre utili indicazioni. Lo scialpinismo è disciplina che negli ultimi anni

neve vera protagonista che valorizza gli ambienti suggestivi di questo territorio, da vivere in maniera “slow”, lenta, oppure più agonistica, con tutti i raduni che propongono una vera e propria gara dedicata ai più “sportivi” e una “passeggiata” leggera e senza classifica a chi desidera solo fare un po’ di movimento e stare all’aria aperta.

si sta ritagliando sempre più un ruolo importante nel turismo invernale. Il suo punto di forza è permettere di vivere e di conoscere la natura e la montagna sotto i suoi aspetti più genuini. Momenti da vivere assieme alla famiglia o agli amici sugli sci o con le ciaspole, per poi concludere la giornata ritrovandosi la sera al caldo di un rifugio dove assaggiare i prodotti tipici trentini, e scaldarsi con una buona grappa.

Gli appuntamenti da non perdere in valle del Chiese SCI-ALPINISMO E CIASPOLE: 8° RADUNO VVF STORO (per soli Vigili del Fuoco) – Domenica 8 gennaio 2012 NOTTURNA IN TRIVENA – Venerdì 13 gennaio 2012 19° RADUNO BONIPRATI SKI ADVENTURE – Domenica 15 gennaio 2012 RADUNO IN NOTTURNA CAMPANTICH DE NOT – Venerdì 20 gennaio 2012 18° RADUNO “TONOLO” LODRONE RICCOMASSIMO – Domenica 29 gennaio 2012 12° RADUNO AVALINA DOS DEI MORC – Domenica 5 febbraio 2012 5° RADUNO PER RAGAZZI “CIASPOLANDIA” – Domenica 12 febbraio 2012 RADUNO PASSO DELLE MARMOTTE – Domenica 26 febbraio 2012 E PER GLI AMANTI DELLE CIASPOLE CIASPOLATA NOTTURNA BONIPRATI – Giovedì 5 gennaio 2012 NOTTURNA A MALGA NOVA – Sabato 21 gennaio 2012 CIMA TOMBEA – Domenica 22 gennaio 2012 CIASPOLADA A MALGA ROLLA – Domenica 30 gennaio 2012 FACILE ESCURSIONE A BIVACCO ALPO – Venerdì 3 febbraio 2012 MALGA LAVANECH – Domenica 6 marzo 2012 Possibilità di noleggio Ciaspole (Euro 5.00) Rifugio Lupi di Toscana (Loc. Boniprati) – Tel. 0465674560 Albergo Da Bianca (Valle di Daone)- Tel. 0465-674704

Dal 21 gennaio al 4 marzo 2012 il 27° corso

A scuola di scialpinismo Organizza la Scuola delle sezioni CAI-SAT di Tione, Carè Alto, Val Genova e Pinzolo

È

tutto pronto per il 27° corso di scialpinismo che la Scuola di Scialpinismo “Val Rendena” organizza dal 21 gennaio al 4 marzo 2012. Manca solo un po’ di neve fresca in quota. La scuola delle sezioni CAI-SAT di Tione, Carè Alto, I corsi organizzati vengono condotti da un gruppo di istruttori titolati CAI che, prima di tutto, sono un gruppo di amici cresciuti a contatto con le montagne della Val Rendena e del Trentino, innamorati di questa affascinante disciplina. Ogni anno l’appuntamento si rinnova con l’organizzazione di corsi base (Scialpinismo 1 – SA1) dedicati ai principianti per apprendere la pratica dello sci alpinismo e la ricerca della sicurezza in ogni condizione, affinché l’allievo possa diventare autonomo su terreno facile e all’interno di gruppi organizzati; e di corsi avanzati, di approfondimento (Scialpinismo 2 – SA2), dedicati a persone più esperte che vogliono imparare a organizzare e condurre autonomamente una gita su terreno facile e partecipare a gite su ghiacciaio e/o che presentano tratti alpinistici di bassa difficoltà, organizzate da sci alpinisti più esperti.

I corsi sono strutturati in lezioni teoriche svolte in aula o sul campo (eg. attrezzatura e materiali, rischi in ambiente innevato, manovre di corda su roccia, etc.) alternate a lezioni pratiche svolte durante uscite domenicali di una giornata lungo itinerari di scialpinismo nei gruppi Adamello – Presanella, Dolomiti di Brenta e limitrofi. Per il 2012 la Scuola di scialpinismo CAI-SAT “Val Rendena” prevede l’organizzazione di un corso base (SA1) per principianti che si avvicinano al mondo dello scialpinismo e che vogliono approfondire le tematiche legate alla sicurezza per la pratica di questa disciplina, ma che già possiedono capacità e autonomia di discesa in pista. L’obiettivo del corso è quello di fornire agli allievi quel bagaglio di nozioni di base necessarie e fondamentali per gestire in autonomia un itinerario scialpinistico non

Val Genova e Pinzolo organizza da più di vent’anni corsi specifici, dedicati ai soci CAI-SAT, per diffondere la pratica dello scialpinismo e la cultura della sicurezza in tutte le situazioni e i contesti tipici dell’ambiente scialpinistico. impegnativo all’interno di gruppi organizzati. La conoscenza della montagna in veste invernale permetterà agli allievi di approfondire le proprie capacità sulla verifica degli itinerari di salita e discesa, sui concetti di topografia e orientamento, uso dell’ARTVA e soprattutto dei comportamenti da tenere in funzione della sicurezza propria e del gruppo. Gli itinerari delle gite saranno stabiliti secondo le condizioni atmosferiche, l’innevamento e il grado di preparazione degli allievi. Il livello aumenterà di volta in volta al fine di migliorare la tecnica e la conoscenza della montagna invernale. In particolare il corso base prevede lezioni pratiche relative a: tecnica di salita e di discesa, topografia ed orientamento, utilizzo degli strumenti di autosoccorso ARTVA, pala e sonda, scelta del tracciato di salita e di discesa, valutazione dei rischi ed osservazione del

manto nevoso, lettura del bollettino neve, nivologia (neve e valanghe) oltre che principi di alimentazione e preparazione fisica. Il 27° corso SA1 sarà diretto da Carmelo Genetin (ISA) con vicedirettore Marco Bosetti (ISA) ed è organizzato con il sostegno di Cassa Rurale Spiazzo e Javrè, 360°Sport Giustino, Avalanche Training Center Madonna di Campiglio (www.alpindays. com) e Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena. La quota di iscrizione è di 180 euro, il termine per le iscrizioni è il 22 gennaio 2012. Le iscrizioni sono raccolte presso l’ufficio di Pinzolo dell’ApT (tel. 0465.501007 – fax 0465.502778) oppure facendo richiesta del modulo di iscrizione all’indirizzo della Scuola Val Rendena valrendena@cnsasa.it. La novità del 2012 è che la scuola, con l’obiettivo di diffondere e mettere a

disposizione delle sezioni SAT la propria attività, aprirà le serate teoriche del corso a tutte le sezioni SAT della Rendena ed ai numerosi soci. Grazie alla collaborazione dei direttivi delle quattro sezioni SAT Tione, Carè Alto, Val Genova e Pinzolo, le lezioni teoriche del corso saranno inserite nel programma delle attività sezionali ed aperte gratuitamente a tutti i soci interessati. L’invito è dunque allargato a tutti i soci e gli appunta-

menti sono: · sabato 21 gennaio 2012 serata di apertura del corso, lezione su equipaggiamento ed attrezzature per lo scialpinismo; · sabato 18 febbraio 2012 – Il bollettino nivometereologico - Gestione dei rischi in ambiente innevato. Le due serata si terranno presso la sede SAT “Carè Alto” c/o sala Protezione civile di Vigo Rendena con inizio alle ore 20.30. Alberta Voltolini


Sport

GENNAIO 2012 - pag. Attiva anche “Bolbenolandia” per i più piccoli

Bolbeno, partenza ok L’ottimo innevamento grazie ai “cannoni” garantisce la stagione alle “Coste” con tanti appuntamenti. Il 5 torna “CorinPista”, popolare gara di sci tra i coristi del Trentino Sabato 24 dicembre apre l’impianto sciistico più basso in Italia; il “miracolo”, viste le avverse condizioni meteo di questa stagione è potuto accadere solo grazie all’impianto di innevamento ulteriormente potenziato grazie allo sforzo dell’amministrazione Comunale di Bolbeno del Sindaco Diego Chiodega. Quest’anno infatti sono stati acquistati due nuovi generatori di neve di ultima generazione, completamente automatizzati, sostituendo i più vecchi “cannoni” dopo oltre 10 anni di “onorato servizio”. Fondamentale naturalmente anche il lavoro dei tanti volontari della Pro loco di Bolbeno, ente gestore dell’impianto da oltre 50 anni: solo il lavoro incessante di “gattisti”, “tecnici” dell’innevamento, e tanti altri, unito alla dedizione e l’impegno dei dipendenti stagionali, ha permesso quest’apertura in tempi record. Tante davvero le attività in programma alla pista “coste” durante questa stagione; già partire da martedì 27 dicembre e fino al 5 gennaio, tutti i pomeriggi sarà presente un simpaticissimo staff di animazione per il divertimento di grandi e piccini; la sera del 30 dicembre, l’appuntamento è invece con l’imperdibile fiaccolata sulla neve, seguita dallo spettacolo dei fuochi d’artificio che tanto successo ha riscosso negli ultimi anni. Come dicevamo, tanti gli ap-

puntamenti in calendario: saranno ben 10 le manifestazioni che si svolgeranno tra gennaio e febbraio, grazie all’ammirevole dedizione dei volontari. Spicca tra le tante CoriInPista, domenica 5 febbraio, dedicato ai cori di tutta la provincia di Trento e organizzato dalla Federazione provinciale dei cori. Novità di quest’anno, il Campionato Provinciale delle Pro Loco del Trentino, a cui potranno partecipare tutti i soci delle oltre 160 Pro Loco della nostra Provincia. Confermatissimi anche i corsi di avviamento allo sci, che forse più di ogni altra cosa hanno fatto conoscere e apprezzare l’impianto sciistico di Bolbeno: grazie agli sforzi dei gruppo del Presidente Michele Ballardini, e al sostegno

finanziario dei numerosi sponsor ed enti istituzionali, primo fra tutti la Comunità di Valle, anche quest’anno, per il decimo anno consecutivo, rimane a 60 € la quota d’iscrizione comprensiva di 9 lezioni oltre alla celebre gara di fine corso. Lo scorso anno oltre 500 bambini vi parteciparono e anche quest’anno il trend di iscrizioni sembra davvero di buon auspicio. Da oltre un mese è già aperto il nuovo locale dedicato al noleggio laboratorio sci, peraltro rinnovatissimo nella proprio parco attrezzature composto da quasi 1000 paia di sci e scarponi delle migliori marche. Nella stessa struttura trovano inoltre collocazione un locale appositamente dedicato al deposito dell’attrezzatura da sci, la biglietteria, un

piccolo ambulatorio medico e l’ufficio della scuola di sci con una folta schiera di maestri disponibili per lezioni private e collettive. Quest’anno scadeva la convenzione sovra-comunale per la gestione dell’impianto sciistico: un accordo della durata di 5 anni che, in cambio di una piccola partecipazione ai costi di gestione, riserva ai residenti nei comuni convenzionati tariffe particolarmente agevolate. Davvero sensazionale è stata la risposta delle amministrazioni Comunali giudicariesi, ma non solo: non solo hanno confermato l’adesione tutti e 45 i Comuni già in precedenza convenzionati, ma si sono aggiunti anche tutti le municipalità dell’Alta Rendena, e il Comune di Vestone in Provincia di Brescia.

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Il 14 gennaio a Carisolo

3Tre bike: in mountain bike sulla neve

Si disputerà sabato 14 gennaio 2012 la sesta edizione della 3TRE bike, gara in notturna sulla neve riservata alle ruote grasse. Tre ore di emozioni su un percorso quasi completamente innevato, in una prova divisa tra forza ed equilibrio, tra sforzo fisico e conduzione della mtb in condizioni estreme. Dopo essere stata ospitata per due volte nella prestigiosa cornice di Madonna di Campiglio e una nel bellissimo Pra di Bondo, dove ha luogo in estate anche una entusiasmante 9 ore mtb, la 3Tre bike ha ritrovato nella Val Rendena la sua sede naturale. Infatti da 3 anni la splendida piana innevata di Carisolo, appena dopo le festività natalizie si prepara ad accogliere al cospetto delle Dolomiti di Brenta e del Gruppo Adamello Presanella, i biker che non si fanno spaventare dalla neve, dal ghiaccio e dal freddo, e che amano farsi una bella pedalata in compagnia nonostante le rigide temperature. E se i più “agguerriti” cercheranno di far meglio della Botteri Carni guidata alla vittoria nel 2011 da Gianfranco Mariuzzo, e di Christian Gallina e di Lorenza Menapace, primi tra i solitari, per tutti sarà l’inizio della stagione endurance 2012. 3Tre bike non è solo un appuntamento sportivo, una gara agonistica dove ricercare il risultato, ma l’opportunità di ritrovarsi con persone che condividono la stessa passione e che non riescono a mollare la propria mountain bike più di una settimana, è sentire l’immancabile voce di Elio Proch che puntuale ci culla con simpatici aneddoti e indispensabili informazioni, è la simpatia degli organizzatori che da anni riescono a preparare tutto nel migliore dei modi per far vivere un’esperienza indimenticabile. La formula Sono ammessi atleti che corrono in solitaria e squadre maschili, femminili e miste da tre componenti. Il via sarà dato alle 17 di sabato 14 gennaio, mentre alle 20 la competizione si concluderà al passaggio sul traguardo della squadra che avrà percorso in quel momento il maggior numero di giri. L’attrezzatura Sono ammesse, anzi consigliate, ruote speciali chiodate per ottenere una maggiore aderenza sulla neve e pedali non ad attacco rapido, ma scarponcini sganciati dai pedali per affrontare i punti del tracciato maggiormente impervi. Info: www.sportvalrendena.it


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La Posta

GENNAIO 2012

LA POSTA

«I dipendenti pubblici sono gli ultimi che dovrebbero scioperare» In questo momento di incertezze avere un “posto fisso” è già un “privilegio”

Sig. Amistadi, come ha detto lei, siamo nei guai, il nostro Paese è in crisi profonda, e forse non tutti se ne rendono conto. Eppure c’è ancora chi protesta incendiando Roma, o chi, peggio ancora, sciopera e non si capisce bene il perché e per che cosa. Di

certo i dipendenti pubblici e i postali erano, secondo me, gli ultimi che dovevano scioperare in questo momento. Lei che ne pensa? Lorenzo di Ponte Arche La ringrazio e la comprendo, La penso più o meno come

lei. Purtroppo siamo Italiani, che affogano cantando e ballando, siamo gente fatta così, salvo poi piangere e disperarsi quando sarà troppo tardi. Nel mese scorso hanno scioperato per alcune ore i dipendenti pubblici statali, compresi i nostri provinciali.

«Tassare la prostituzione? Perché no?» Caro Adelino, scherzando con amici preoccupati per le nuove tasse che dovremo pagare con la stangata, c’era chi suggeriva di tassare anche le prostitute, in fondo l’unica categoria che guadagna molto ed è esente da ogni gabella. A ben pensarci quel mio amico non ha tutti i torti. Paolo di Tione Non c’è niente da scherzare, caro amico, bisognerebbe ragionarci su con intelligenza e razionalità, senza preoccuparsi dei politici, di destra o di sinistra, che, quando si toccano questi temi, danno sfogo alla loro ipocrisia gridando allo scandalo e riempiendo le pagine dei giornali con le loro giaculatorie. Occorrerebbe molto spazio, ma cercherò di riassumere il mio personale pensiero in poche righe. Bisognerebbe giungere quanto prima alla legalizzazione della prostituzione e delle prostitute, gran parte dei paesi più civili l’hanno già fatto e non capisco i

motivi per cui noi non lo potremmo fare. Ma non tanto per i milioni di euro, se non miliardi, che la loro tassazione porterebbe nelle casse dello Stato, ma soprattutto perchè risolverebbe finalmente il problema dello sfruttamento e della tratta degli esseri umani dei quali sono vittime migliaia di ragazze dell’Est e dell’Africa, una vera vergogna nazionale. In Italia, negli ultimi anni, davanti al problema, si è preferito chiudere gli occhi facendo finta che non ci fosse, questa è complicità e favoreggiamento di uno dei crimini più odiosi sulla faccia della terra. Il Governo Monti farà qualcosa a riguardo? Forse col pretesto delle tasse, qualche passo lo potrebbe fare, ma ne dubito, nel mondo dell’illegalità in cui sguazza mezza Italia, anche la prostituzione ci può stare, l’importante è non sporcarsi l’abito e vivere, felici, in una finta ignoranza, da veri farisei. (a.a.)

Per dirla chiara, hanno scioperato i burocrati, grandi e piccoli, quelli stessi che hanno non poche responsabilità nella crisi che stiamo vivendo, con le loro lungaggini, le loro cattive interpretazioni, la lentezza cronica che li caratterizza, tutte cose, che sommate con altre, ci hanno portato al punto dove siamo. Anche da noi, in Giudicarie, cominciamo ad entrare nel pieno della bufera e il 2012 sarà micidiale. L’industria edile è in crisi per mancanza di appalti e già pensa a licenziare, così le fabbriche del basso Chiese per mancanza di commesse, il turismo è in calo, dove andranno i perdenti posto, quelli sul lastrico, a lavorare in qualche Tribunale o in Provincia? Magari i pubblici dipendenti, sempre disponibili, col loro posto di lavoro sicuro, ben pagato, e al caldo tutto l’anno, potranno fare un altro sciopero di solidarietà e così si metteranno la coscienza a posto. Ma la maggior parte di chi resterà senza lavoro avrà ben altri problemi, così come gli artigiani e i commercianti, avranno problemi di sopravvivenza che non si risolveranno con la solidarietà dei privilegiati del 27 di ogni mese (N.B: negli

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ultimi dieci anni la busta paga dei dipendenti pubblici è cresciuta, di media, del 22,4% contro il 6,8% degli altri lavoratori!). D’altronde sembra che ormai le armate sindacali, come dicono i giornali nazionali, siano ridotte ai soli dipendenti pubblici e ai pensionati, con chi altri potevano protestare contro un Governo che cerca di fare quello che può? In quanto ai contestatori di Roma (indignados) e del Piemonte (antiSAV) c’è ben poco da dire. E’ cronica in ogni società e in ogni parte del mondo la presenza dei contestatori di tutto e di tutti. C’è sempre stata e ci sarà sempre. In America li chiamano ‘frange lunatiche’ e sono quei gruppi di scontenti cronici, professionisti della protesta, disadattati e marginali spesso per scelta, ma anche di utopisti , idealisti, sognatori alla continua ricerca di crociate per le quali battersi e sacrificarsi. Purtroppo sono spesse volte strumentalizzati da politici di pochi scrupoli per portare avanti i loro interessi elettorali, ma fa parte del gioco (si fa per dire!). L’unico rimedio sarebbe la severità nel contenerli, e dar loro meno peso di quanto faccia-

mo di solito, sia come mass media, che come comunità, e soprattutto punirli severamente quando eccedono e diventano criminali, non come a Roma, nella notte brava degli ‘indignados’, dove i responsabili, arrestati, sono stati rilasciati dopo tre o quattro giorni, perchè, poveri ragazzi, si trovavano lì per caso, con l’estintore in mano, e sono stati coinvolti contro voglia. In quanto ai dipendenti delle Poste, c’è poco da dire: da come funziona la distribuzione della posta, dovremmo essere noi, utenti, a protestare. Ne sanno qualcosa quelli del Bleggio e del Lomaso e non credo che con lo sciopero le cose cambieranno di molto. Per concludere faccio un appello che non è mio, ma di tutti coloro che stanno lavorando per rimettere in sesto la situazione: siamo coscienti di quel che sta accadendo, facciamo ognuno la nostra parte, siamo seri una volta tanto, e forse ce la caveremo senza grandi danni, altrimenti ognuno, oltre ai suoi guai, dovrà prendersi anche le proprie responsabilità. Politica e sindacati compresi. Adelino Amistadi


Spazio aperto/lettere In questo senso mi è stato molto di stimolo un articolo apparso qualche tempo fa sul mensile della Cooperazione Trentina di novembre 2011 a firma del Presidente Schelfi intitolato “Cooperazione politica e convivenza”. In esso, il potente timoniere di Via Segantini, esprimeva, tra le altre cose, senza mezzi termini il fastidio con il quale troppo spesso si “denuncia” liberamente una vicinanza troppo stretta fra cooperazione e politica (!!!). E addirittura, sempre con tono quasi scocciato, invitava, chi osa fare certe affermazioni, a provarle e “…riempire il loro dire di esempi”. Arrivando poi addirittura a dire “Ma vi pare possibile che si possa andare avanti in questo modo…?!?”. Io capisco perfettamente che si debba, in qualche modo, giustificare ciò che è sotto gli occhi di tutti ma arrivare a sentirsi quasi offesi o comunque disturbati dal fatto che si affermi che la Cooperazione è, come si suol dire, “ ben ammanicata con la politica”…beh lo trovo quasi esagerato. A parte che il fatto che il movimento cooperativo trovi “sponda” nella politica non lo ritengo una cosa poi così sorprendente, anzi, direi quasi ormai un’assuefazione nella nostra provincia vista la lunga storia e tradizione da cui gran parte di noi proviene, considero, invece, oltremodo singolare il tentativo di Schelfi di continuare, in Da qualche anno, nella Busa, operano gli agenti della Polizia Locale, sulla base di una convenzione firmata nel dicembre 2008 tra Comune di Tione e vari Comuni per garantire un controllo del territorio. Oggi sono 15 i Comuni che si avvalgono del servizio, tra cui Preore. Tione resta il Comune capofila e il Corpo è dipendente dal sindaco di Tione, ma anche gli altri Comuni hanno il vantaggio di poter avvalersi della presenza dei vigili, visibili soprattutto nel controllare il rispetto dei limiti di velocità e del codice della strada nei centri abitati. Già da marzo di quest’anno, il Comune capofila, Tione, ha deciso di armare il Corpo di Polizia Locale e ha chiesto ai Comuni firmatari della convenzione di ratificare uno stesso regolamento che disciplini l’uso del servizio armato (al momento non tutti i Comuni hanno provveduto a farlo). Ci sono nove agenti della Polizia Locale che, con la qualifica di Agente di Pubblica sicurezza, dai primi di novembre, dopo aver frequentato un corso di addestramento di 36 ore, potranno essere dotati di armi. Con delibera del Consiglio Comunale del 31 ottobre 2011, anche la maggioranza del Consiglio comunale di Preore si è espressa favorevolmente all’armamento degli agenti del Corpo.

GENNAIO 2012 - pag.

“Inutile negare l’evidenza, non serve a nessuno” Una riflessione severa sul movimento cooperativo

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enso che nessuno abbia mai dubitato sul fatto che il movimento cooperativo sia stato, è e sarà fondamentale per l’economia del nostro territorio senza il quale, molto probabilmente, molte zone di periferia sarebbero state abbandonate a sé stesse con le conseguenze negative e il disagio sociale che questo avrebbe comportato. maniera quasi spasmodica, a negare questo intreccio ormai consolidato nel tempo. Non credo che con quell’articolo il Presidente abbia fatto un buon servizio al movimento anche perché laddove chiede con forza di fare degli esempi ben precisi che sanciscano questo legame con la politica, beh come dire…non saprei da dove cominciare. Anche se, un esempio su tutti, ritengo possa rappresentare bene l’idea di quanti “denunciano” ciò che lui nega con forza. E mi rifaccio alla ben nota vicenda dell’acquisto da parte della Federazione delle Cooperative dell’area Italcementi di Trento ceduta da Isa nel 2005 per 20 milioni di euro per poi rivederla solo qualche anno dopo alla Provincia per 25 milioni.

Senza contare che lo stesso Schelfi da una parte risultava essere l’acquirente in qualità di Presidente della Cooperazione e dell’altra appariva invece nei panni di venditore in qualità di componente del CdA di Isa. E la Provincia (legittimamente) pagò 5 milioni di euro in più quell’area permettendo alla Federazione di realizzare una plusvalenza non indifferente. Eccolo l’esempio Presidente Schelfi di come la politica può sostenere il suo movimento e questo le dovrebbe anche far capire che se trova qualcuno che fa delle critiche le deve saper accettare anche perché quei soldi sono di tutti e, come lei spesso ama dire, se il Trentino deve ritrovare l’etica forse sono le persone importanti come lei che dovreb-

Detto ciò, però, non posso esimermi nel mettere in evidenza come la cooperazione debba essere in grado di evolversi e mettersi al passo con i tempi senza pensare di poter godere in eterno di rendite di posizione che al giorno d’oggi non hanno più senso di esistere, in particolare per quanto riguarda lo stretto rapporto che la Federazione ha instaurato da sempre con la politica. bero iniziare a dare il buon esempio. Per tornare a parlare di qualcosa più vicino a noi, mi viene in mente l’ormai annosa vicenda del progetto Poli – Ille di Spiazzo che ha riempito, e continua a riempire, i quotidiani locali. Una vicenda definirei curiosa per la risonanza che la politica ha voluto dare a questa storia visti gli innumerevoli sindaci, Presidenti di Comunità e Assessori provinciali che si sono prodigati a difendere in maniera estenuante il movimento cooperativo di valle invocando l’opportunità di un modello di sviluppo più consono rispetto ad un altro meno appropriato per la nostra realtà in quanto colpevole di uccidere i piccoli negozi esistenti nel circondario. Ma perché quando a Romarzollo

di Arco recentemente la locale cooperativa ha aperto una grossa superficie di vendita facendo chiudere alcuni piccoli negozi limitrofi nessuno si è prodigato non dico a difendere ma quantomeno a mettere in evidenza quanto successo?? Pure qui Presidente Schelfi c’entra la politica perché pochi negozi che chiudono non rappresentano un bacino di voti tale da mettere in campo un polverone come si sta invece facendo con il Poli a Spiazzo creando, di fatto, una sorta di processo alle intenzioni ancora prima che il progetto venga definito nei suoi particolari. A tal proposito vorrei menzionare il pensiero del Direttore della Famiglia Cooperativa di Carisolo, Giulio Olivieri, apparso sui giornali locali in cui, a proposito del-

Lettera di un giovane giudicariese

Bisogno di sicurezza: la Polizia Locale armata è la risposta? Perché nel nostro piccolo paese, tutto sommato tranquillo, si è arrivati ad una tale decisione? La principale spiegazione data dal Sindaco e Comandante, è che solo così si ha la possibilità di svolgere servizio notturno: la legge stabilisce che, se la Polizia Locale svolge servizio dopo le ore 22.00, deve essere armata. La possibilità di poter usufruire dei servizi della Polizia Locale anche di notte, ha presto convinto gli amministratori dell’utilità delle armi. Il comandante Marchiori ha però chiarito come il servizio notturno, dato il numero limitato di personale e l’impossibilità di compiere nuove assunzioni, potrà essere svolto solo una notte in settimana con una pattuglia che coprirà l’intero territorio dei Comuni aderenti. È inoltre impossibile introdurre un servizio di reperibilità (a differenza dei carabinieri), e quindi gli agenti di Polizia Locale interverranno solo nel giorno

e nell’orario di pattuglia. Il servizio svolto la notte porterà un’inevitabile riduzione del servizio durante le ore del giorno. Il pattugliamento notturno sembra non nasca proprio sotto una buona stella... ma le armi non corrono rischio di restare nella cassaforte, poiché saranno usate anche per eseguire vari servizi previsti dal regolamento e, su ordine di servizio dato dal comandante, anche di giorno. I sostenitori della necessità di un corpo armato, portano a giustificazione una sempre minore presenza di carabinieri nella nostra valle, e da un servizio che, costretto a far fronte a numerosi tagli, è inadeguato. Ma perché allora non fare pressione sulle Istituzioni preposte al controllo del territorio e alla sicurezza per avere un incremento del servizio, invece che scegliere di armare la Polizia Locale? Le spese per l’armamento sono cospicue: oltre alle pistole, ai giubbotti antiproiettile

e alla cassaforte (finanziati dalla Provincia, e quindi con le nostre tasse), il servizio costerà all’incirca 12 000 euro all’anno (previsione fatta dal comandante Marchiori), spesa verrà suddivisa tra i Comuni che hanno sottoscritto il nuovo regolamento. In un territorio in cui la criminalità è per fortuna limitata, in cui l’attenzione dei cittadini per quanto avviene nel paese è il miglior dissuasore per qualsiasi malaffare, fatico a comprendere il senso di questa decisione, se non letto nell’ottica più generale di una paura e diffidenza sempre più diffusa nella nostra società. La necessità di armarsi è l’effetto della paura, che spesso però è risposta più ad una percezione di insicurezza, piuttosto che ad una reale presenza di condizioni oggettive. Se si individua qualche sacca di disagio sociale, credo che le Amministrazioni debbano intervenire attraverso politiche sociali, piuttosto che

con metodi punitivi. Il futuro di una comunità si gioca nel suo saper far fronte ai problemi, nel cercare di risolverli, e non nel semplice reprimerli. Le armi sono spesso un detonatore per la violenza, e non un dissuasore. La presenza di un’arma in una qualsiasi situazione, genera una maggiore aggressività (in psicologia si parla di effetto arma). La nostra società si sta caratterizzando per un uso esasperato della paura che non trova eguali nella storia. Bauman, noto sociologo polacco, sostiene che la nostra società, la più sicura mai esistita, sia quella che si sente meno sicura. Le persone, ormai sempre meno legate da tessuti sociali forti e stabili (Bauman parla di mondo liquido), non potendo far fronte alle minacce di un mondo che ci tiene sempre più precari e instabili, cercano nella sicurezza esteriore riparo e conforto. Siamo infatti pronti a sa-

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la paventata apertura di un centro commerciale da parte del Gruppo Poli, affermava serenamente:”Siamo preoccupati per un supermercato di 1500 metri a Spiazzo perché l’operazione è per noi di dimensioni sproporzionate ad uno sviluppo sostenibile, ma non ci faremo trovare impreparati. Riteniamo che in caso di una politica aggressiva dei concorrenti anche SAIT dovrà fare maggiore sforzi per rendere più competitivi i piccoli negozi”. Questo mi pare l’atteggiamento giusto che dovrebbero assumere pure i responsabili del movimento cooperativo e in particolare il Presidente Schelfi senza far ricorso a lotte di retroguardia ormai obsolete e affrontare la realtà delle cose mettendosi in gioco con le regole del mercato. Spero che lo spirito del direttore della Cooperativa di Carisolo, al quale va tutta la mia stima, animi anche gli altri numerosi e bravi direttori delle Famiglie Cooperative della zona che, sono convinto, riusciranno senza dubbio a tenere testa alla concorrenza del Gruppo Poli che servirà, se non altro, a smuovere la politica del SAIT che anziché pensare di aprire punti vendita sul territorio in concorrenza con le Famiglie Cooperative stesse, potrà adoperarsi invece maggiormente a sostenerle sul mercato! Auguro a tutti i nostri lettori un 2012 ricco di soddisfazioni! Massimo Caldera crificare le nostre libertà, la nostra possibilità di decisione, sull’altare di una inconciliabile guerra contro le nostre paure, che ci rende consumatori obbedienti di armi e dispositivi di difesa e diffidenti verso ciò che è diverso. Credo fermamente che una buona Amministrazione Comunale debba investire nel futuro della propria comunità con politiche che mirino al benessere di ognuno e alla convivenza, senza dare risposte inadeguate all’insicurezza diffusa. Investiamo piuttosto sulla crescita della comunità, sui giovani, sulla valorizzazione dei nostri anziani, sull’integrazione con i nuovi abitanti, in politiche inclusive e di crescita, rimettendo al centro di tutto la persona e non la punizione e la paura! La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini. (Leonardo Sciascia) Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza (B. Franklin) Davide Ballardini Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a redazionegdg@yahoo.it.


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GENNAIO 2012

HAI UNA BUONA IDEA? CON CINQUANTAMILA EURO IN PREMIO TI LANCIAMO NEL MONDO DELL’IMPRESA PREMIO IMPRESA INNOVAZIONE D2T START CUP Una competizione tra idee e progetti innovativi d’impresa rivolta ai giovani di età compresa tra i 16 e i 36 anni e alle scuole. CATEGORIE E PREMI: Business, per giovani tra i 16 e i 36 anni, 55.000 euro al primo classificato per avviare l’impresa, 18.000 euro al secondo. Più servizi di supporto allo start-up. High School, per le classi IV e V degli istituti superiori e III degli istituti professionali, 6.000 euro al primo classificato in buoni formativi, 3.000 euro al secondo. Consegna elaborati: entro il 15 febbraio (Business), entro il 30 aprile (High School) Premiazione finale: entro giugno 2012


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