Giornale delle giudicarie giugno

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Giudi iudicarie

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GIUGNO 2014 - pag.

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 13- N. 6 GIUGNO 2014 - Mensile

EUROPEE

Una “sberla” che non spegne le speranze di Paolo Magagnotti I risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo sono stati una forte ed incisiva sberla all’attuale fase del progetto di unificazione del Vecchio Continente. Il messaggio degli elettori era temuto e previsto. Si è trattato solo di attendere l’esito del voto per capirne la portata. L’insofferenza dei cittadini verso Bruxelles si è manifestata in varia maniera: con l’astensione, il voto ai partiti euroscettici ed in alcune situazioni, emblematico è il caso francese, con un sostegno quasi plebiscitario a forze politiche che chiedono una conclusione titanic dell’Unione Europea. A pagina 8 *****

Il risveglio della Dc.. stravince Renzi di Adelino Amistadi

Molti astensionisti, molti euroscettici, tendenti a destra, tendenti a sinistra quasi pari. Questo è il nuovo abito dell’Europa. A bocce ferme ha vinto innanzitutto l’astensione, anche in Trentino, poco meno della metà degli Italiani non si è recata alle urne, sottolineando quel solco profondo della disaffezione dalla politica che si conferma un dato estremamente preoccupante. Per quanto riguarda gli esiti elettorali, il Partito Democratico ha superato ogni possibile previsione... A pag. 9

I Cento anni della Prima Guerra Mondiale

Il 28 giugno 1914 a Sarajevo la scintilla che diede origine a tutto. Anche in Giudicarie il ricordo del Centenario

Dietrofront, Serodoli s’ha da fare A pag. 11

Alle pagg. 6 e 7

Dolomitica Brenta Bike, al ritmo rock e pop

Molti iscritti alla prima edizione della marathon A meno di un mese dalla gara (29 giugno 2014) oltre 400 gli iscritti alla prima edizione della Dolomitica Brenta bike, una marathon con doppio percorso: il rock da 80 chilometri e 3mila metri di dislivello e il pop, da 65 chilometri e 2300 metri di dislivello. A pagg. 27

La Comunità dichiara guerra ai “tirolese” Alle pagine 4 e 5

Paese che vai, casa tirolese che trovi. Eppure non siamo a Ortisei, Selva Gardena o a Castelrotto. Ma, in Giudicarie. Dove la cultura e la tipologia delle abitazioni era di tutt’altro stampo. Il dibattito, però, su una commissione edilizia unica, per uniformare i canoni paesaggistici è a un punto morto.

ECONOMIA

Cedis, nuovo presidente e rilancio A pag. 12

ASSOCIAZIONI Pro loco di Bolbeno, una perla rara A pagina 26 SPORT Hockey, che passione. Intevista a Eleonora Bonafini A pag. 28

Riforma Daldoss, Prg più veloci A pagina 10

“Un primo significativo tassello di una più ampia e complessa revisione della legge urbanistica provinciale in corso di elaborazione, secondo quanto previsto dal programma di legislatura”. Così l’Assessore provinciale all’urbanistica Carlo Daldoss ha definito il provvedimento che ha voluto proporre con una celerità non abituale.

La scelta di Gaia Enaip, ecco il 5° anno Terme e salute Dopo l’Università il volontariato in Perù A PAGINA 18

Ora i ragazzi potranno accedere alla Maturità A PAGINA 23

AComano si implementano le prestazioni A PAGINA 25


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Rassegna Stampa

GIUGNO 2014

RASSEGNA STAMPA MAGGIO 2014

A cura della REDAZIONE

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Gerold Zuegg, confermato alla guida della sezione Carta e Grafica di Confindustria trentina Il presidente uscente Gerold Zuegg, direttore della Cartiera Cham Paper Group Italia Spa di Condino, è stato confermato per un secondo biennio, fino al 2016, alla guida della sezione Carta e Grafica di Confindustria Trentina. Assieme lui, siederanno nel comitato di sezione Gianfranco Paris (Arti Grafiche Saturnia Sas – Trento), come vicepresidente, Dino Bertolin (Bertolin Imballaggi Srl – Borgo Valsugana), Gianni Cainelli (Esperia Srl – Lavis), Domenico Fasoli (Elcograf Spa – Cles), Alessandro Fedrigoni (Fedrigoni Spa – Arco), Alessandro Leto (L.E.G.O. Spa – Lavis), Giovanni Lo Presti (Cartiere del Garda Spa – Riva del Garda), Giorgio Moser Gerold Zuegg (Moser Marino e Figli Srl – Lavis) e Francesco Zago (Cartiere Villa Lagarina Srl – Villa Lagarina). Una conferma importante per l’ingegner Zuegg, alla guida della Cartiera di Condino da diversi anni, a testimonianza dell’esperienza e dell’autorevolezza conquistata nel tempo nel settore della carta. San Lorenzo in Banale - Inaugurato il centro acqua di Promeghin: un concentrato di tecnologia per la sicurezza, per l’accessibilità e per la pulizia - Inaugurata la piscina di San Lorenzo in Banale, un concentrato di innovazione e tecnologia che la rende unica in Italia. Per la scelta dei progettisti che hanno optato per l’elettrolisi al sale, abbandonando metodi “tradizionali” di disinfezione al cloro. Per la messa in sicurezza tramite un sistema di telecamere collegate con il pc della reception e i palmari degli assistenti a bordo piscina, che permette di monitorare il fondo della piscina, e che tramite un software riesce a segnalare eventuali bagnanti fermi sott’acqua, o comportamenti anomali. Per lo sbarrieramento: non vi è alcuno ostacolo per raggiungere la vasca, e anche le persone disabili possono accedervi agevolmente. Tione - Presentato il Bilancio ASM di Tione che chiude con un utile di 570mila euro - È solo grazie alle centrali alimentate dal torrente Arnò e di altri corsi d’acqua, che la Municipalizzata “tiene”. Perché negli altri settori, vale a dire nella distribuzione di acqua e gas metano, e nella vendita di elettricità gli utili si assottigliano. La vendita al mercato di “maggior tutela” di elettricità effettuato dall’Asm di Tione ammonta a 6.344.043 di KWh, in diminuzione dell’1%, la quantità d’acqua consumata nel 2013 ammonta a 601.199 metri cubi, in leggero calo. Dal punto di vista contabile il bilancio chiude comunque con un utile di 572.467 euro. Giudicarie - Arriva il nuovo primario di medicina all’ospedale di Tione - Arriva il nuovo primario di medicina. All’ospedale di Tione prende servizio il nuovo primario del

reparto di medicina generale. E’ il dott. Egidio Dipede, 58 anni, originario della Basilicata. Madonna di Campiglio - La 3-Tre nel 2014 si farà- L’annuncio all’unisono di Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e Comune di Pinzolo: la 3-Tre nel 2014 si farà il 22 dicembre sul mitico Canalone Miramonti come era stato previsto un paio di anni fa dai vertici del Circo Bianco quando avevano deciso che la Coppa del Mondo avrebbe fatto tappa a Campiglio ad anni alterni. Ora l’attenzione si sposta sui lavori necessari per la realizzazione dello stadio, che hanno subito negli ultimi anni rallentamenti per un ricorso al Tar che aveva costretto l’amministrazione a fare marcia indietro rispetto al progetto originale e a ridisegnare l’opera. Condino - Via libera alla centrale elettrica a biomassa della cartiera - Una realtà che da lavoro a più di cento famiglie che si rafforza grazie ad una centrale di energia elettrica a partire dalla biomassa. Per la Cartiera di Condino il via libera dato dalla Provincia all’impianto di 4800kw appare fondamentale per poter progettare il proprio futuro rafforzandone la competitività. Con la costruzione dell’impianto di produzione di energia elettrica per il quale servirebbero a regime 24mila tonnellate di cippato, 8 mila di corteccia e 8 mila di segatura, la Cartiera risolverebbe il problema dell’approvvigionamento delle molta energia elettrica necessaria al proprio funzionamento ad un prezzo competitivo e riuscirebbe anche a trarre vantaggio economico da quella in esubero piazzandola sul mercato ad un prezzo interessante perchè “verde”. Rimane da risolvere il problema dell’approvvigionamento del cippato.

I cattivi pensieri

di Eta Zeta

IN EUROPA NON CI CAPISCONO. Dicono i partiti. Per forza! Avete guardato le liste di chi avremmo dovuto mandare a rappresentarci? L’80% non spiaccica una parola di Inglese. E, molti, poche anche di Italiano! **** MARGHERITA COGO SI È TROVATA UNA NUOVA OCCUPAZIONE in campo giornalistico. Collabora con La voce del Trentino. Ha già prestato la sua “penna”, come addetto stampa, del comune di Pinzolo. Come si poteva dirle di no, dopo la batosta subita con il taglio dei vitalizi?Almeno un tozzo di pane ce l’ha assicurato!

Provincia – Aldeno, ecco il primo vino “vegano” – La “Cantina Aldeno”, una cantina sociale con 408 soci, e una produzione annua intorno ai 40 mila quintali d’uva, è la prima produttrice di vino vegano certificato. Un vino che si trova ad avere tre certificazioni, quella della Doc, quella biologica e da gennaio quella vegana. Quest’ultima è stata rilasciata dall’Icea di Bologna dopo un lungo iter procedurale che ha portato gli ispettori a verificare e codificare ogni passaggio del vino dall’uva fino alla bottiglia. Ne è nato un disciplinare molto preciso che ha portato all’eliminazione di ogni sostanza che sia di origine animale nella lavorazione del vino. Si parte già da un prodotto biologico in quanto la Cantina Aldeno sta incoraggiando la propria base sociale alla trasformazione da coltivazione tradizionale in biologica. Ad oggi una percentuale fra l’otto e il dieci percento delle uve dei soci sono certificate biologiche o sono in fase di trasformazione e il numero è in costante aumento. Regione – La Svp riparte dal giovane Achammer, segretario a 28 anni - Philipp Achammer è da metà maggio il nuovo segretario della Svp. L’assessore provinciale, 28enne golden boy della politica altoatesina, subentra a Richard Theiner che ha gettato la spugna dopo lo scandalo delle ‘pensioni d’oro’. All’assemblea della Svp a Merano Achammer ha ricevuto il 94,43% dei voti. Il segretario neo eletto ha annunciato una riforma organizzativa e strutturale del suo partito, che conta tuttora 50 mila iscritti. Trentino – L’edilizia trentina guarda all’estero – I dati dell’Ance di Trento parlano chiaro sulla situazione dell’edilizia, che ha fatto segnare, negli ultimi due anni, un decremento del 30% delle aziende. Nel 2013 – ha spiegato il presidente dell’Ance Giulio Misconel – vi sono stati 373 appalti per un totale di 250 milioni, dei quali 215 sono andati a ditte locali. Nonostante le difficoltà, ammette il presidente, in Trentino non ci si può lamentare, se paragonato ad altre regioni d’Italia. In ogni caso, le ditte trentine guardano sempre con maggiore attenzione all’estero, specialmente Romania, Bulgaria e Nord Africa.

Trentino-Veneto – Tosi vuole la Valdastico (anche con il Trentino contrario) – C’è decisione da parte del Veneto a volere a tutti i costi la Valdastico. Si è capito anche dalle recenti affermazioni pubbliche del sindaco di Verona, Flavio Tosi, che in più di un’occasione è tornato sull’argomento. Recentemente, in un convegno a Montecchio Maggiore, parlando in qualità di presidente della società autostradale Brescia-Padova, ha ribadito che il progetto si farà, e che entro il 2015 c’è la volontà di ottenere l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri e del Cipe per il tracciato sino a Besenello. Nonostante l’opposizione della Giunta provinciale trentina. Trentino – Mostra dei vini, l’ultima con questa formula – Si è svolta dal 22 al 25 maggio l’edizione 2014 della Mostra dei vini del Trentino. Un evento che rappresenta un comparto da mezzo miliardo di euro, con grande propensione all’esportazione. Si tratta della prima edizione organizzata interamente dal Consorzio Vini del Trentino senza il supporto diretto di Trentino Turismo e Promozione. Sarà questa l’ultima edizione con questa formula: per il futuro si pensa ad un Festival del Vino articolato in modo diverso, che apra maggiormente all’internazionalizzazione, con l’idea di Trento, capitale dei vini di montagna. Provincia – Per il Trentino, un expo da 1,5 milioni – L’Expo di Milano, dall’1 maggio al 31 ottobre 2015 monopolizzerà l’attenzione internazionale. Una vetrina a livello globale alla quale sarà presente anche il Trentino, con uno spazio di 200 metri quadrati che sappia condensare, nel tempo di una settimana, tutta l’offerta turistica, culturale, enogastronomica di questa terra, senza dimenticare l’innovazione e la ricerca. Ecco allora che saranno presenti tanti attori della nostra provincia,

dalla Cooperazione che rappresenta tanti produttori agricoli, alla Fondazione Mach, dall’Università di Trento alla Fondazione Kessler. Un’operazione di grande visibilità e di grande impegno, dal costo di circa 1,5 milioni di euro complessivi. Regione – Nel 2014 aumenta la spesa dei trentini – Dopo alcuni anni di calo senza soluzione di continuità i trentini tornano a spendere, in alcuni settori. Lo dice una ricerca di Osservatorio degli acquisti CartaSì, una delle carte di credito più diffuse, che spiega come il Trentino Alto Adige faccia rilevare già nel corso di quest’anno una netta ripresa dei consumi, nell’ordine del 6,7%. Dato che sarebbe ulteriormente migliorato nel 2015, con il 7,6% e che conferma la crescita registrata nel 2013 dell’8,1%: crescono rispettivamente del 20,5% e del 18,3% telecomunicazioni e servizi, continua la contrazione di abbigliamento e calzature -4,9%. Provincia – Trentingrana fa il record – Un’altra ottima stagione per il Trentingrana, che ha fatto segnare il record di conferimento nel 2013, con ben 104.134 forme. Il dato è stato presentato nel corso dell’assemblea del Concast, che ha presentato a Trento il bilancio, con un valore della produzione superiore a 58 milioni di euro. Dati positivi dalla produzione dei 726 allevatori che hanno prodotto 1.330.000 quintali di latte, di cui l’83% è stato conferito ai caseifici sociali. Il numero delle stalle è calato del 2,4%, ma i giovani sono in aumento del 5%. 15.000 sono stati invece i quintali di burro prodotto, che ha visto un aumento di prezzo del 12,5%. Il Trentingrana ha fatto segnare un aumento dell8% nelle vendite, con una presenza che va dalla Russia all’Australia al Giappone, oltre ai mercati consolidati di Svizzera, Austria e Germania.


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Paese che vai, casa (tirolese) Quindi, con un vivere parsimonioso e quasi frugale che si rifletteva anche nelle costruzioni. Sia dentro, che fuori dall’abitato. Basta guardare i tipici poggioli “a stecche”, le rastrelliere, i graticci, i ballatoi. Per non parlare dei vecchi tetti. Così attenti all’essenziale. All’economia dei materiali. I tempi, però, cambiano. Oggi le case ostentano opulenza. Ridondanza. Soprattutto stili, che nulla hanno a che vedere con il territorio. Quando mai in val del Chiese o in Rendena, ad eccezione di Madonna di Campiglio, si sono viste case con i tetti aguzzi, con torrette e torrioni, tipici dell’Alto Adige e del Sud Tirolo? Quando mai la tipologia delle case ha “scimmiottato” forme appartenenti a tradizioni avulse dalla tipologia locale? “Sta diventando una mania. L’architettura ha dei canoni ben definiti”, – dice l’architetto Maurizio Polla, responsabile dell’Ufficio Tecnico della Comunità di Valle, membro della Commissione del paesaggio, ogni giorno alle prese con progetti di ogni tipo e foggia. Poco adatti al territorio. Con varietà, che - con le Giudicarie - centrano come i cavoli a merenda o il due di coppe che dir si voglia.

o con l’inserimento ambientale poco ci azzecaese che vai, casa tirolese che trovi. Eppure non specialmente i sindaci che si oppongono. Intenzionati cano”. Sulla necessità di siamo a Ortisei, Selva Gardena o a Castelrotto. non a smantellare, ma a rafforzare le commissioni edi- cambiare registro lo dice Ma, in Giudicarie. Dove la cultura e la tipologia lizie in ogni comune. Qui, un tempo, le costruzioni era- anche il Piano territoriadelle abitazioni era di tutt’altro stampo. Il dibattito, no sobrie. Perfettamente intonate con l’ambiente e con le della Comunità. Ma, a però, su una commissione edilizia unica, per unifor- l’economia dei paesi che, per decenni, hanno avuto a scorrere l’ultimo documare i canoni paesaggistici è a un punto morto. Sono che fare con il fenomeno dell’emigrazione. mento stilato dai sindaci, è difficile credere che va“Elementi stridenti - dice dalla giunta provinciale, e dei paesi, però, comanda- banistica. Ma, la cosa non riazioni ci saranno, a bre- che snaturano la bellez- l’ingegner Massimo Fava- no i comuni. La Commis- è facile, in quanto è previ- ve. Guai a parlare di una za dell’ambiente”. Con ro, competente in ambito sione paesaggistica preva- sto un atto volontario dei commissione urbanistica a lui, in commissione tutela, urbanistico e architettoni- lentemente ha competenza singoli comuni”. Così una regia sovra comunale. La ci sono persone di valore co, designato dalla Comu- fuori dai perimetri urbani. delle tendenze diffuse è il Conferenza dei sindaci, come l’architetto Dante nità. Tutti concordi nel dire Risultato? Un arlecchino tirolese “spurio”, vale a concorda sull’esigenza di Donegani, un luminare in che, in Giudicarie, la tute- di stili. Con abitazioni che dire falso: case dal chiaro maggior chiarezza nelle materia urbanistica, o l’an- la ambientale deve avere mal si sposano con il terri- imprinting altoatesino, ma leggi che regolano l’urbatropologo Annibale Salsa, altri indirizzi. Che non è torio. “L’alternativa – dice arricchite di sovrabbon- nistica. “Bisognosa – dice grande esperto di storia possibile proseguire con l’architetto Polla – potreb- danti elementi architetto- il presidente Attilio Maee cultura locale. Ci sono quell’accozzaglia di “sti- be essere il coordinamento nici che mal si accoppiano stri – di semplificazioni”. pure l’architetto Franco li” che sta pregiudicando delle decisioni comunali anche con la vera tipolo- Ma, per quanto concerne Allocca, esperto designato il paesaggio. All’interno già previste dalla legge ur- gia di abitazioni sudtirole- le commissioni edilizie si. Tra l’altro, oggi messa comunali - le principali in discussione dagli stessi responsabili di stili e tipourbanisti dell’Alto Adige. logie scollegate dal terriLe trovi dappertutto. Dal- torio – non si ammettono la Rendena fino al basso intrusioni. I responsabili Chiese. Da Pinzolo a Pe- dei comuni ritengono indilugo. Da Bondo, fin giù spensabile mantenere ruoa Roncone, a Pradibondo li distinti tra commissioe Lardaro. Senza dimen- ne per il paesaggio della ticare Preore o Ragoli. A Comunità di Valle (CPC) Condino, per esempio, a e commissioni edilizie a fianco di quello stupendo regia comunale (CEC). monumento nazionale che “Anzi, quelle comunaè la chiesa di Santa Ma- li andrebbero rafforzate ria Assunta, ti imbatti in – scrivono – in quanto villette, estranee alle for- formate da professionisti me locali. Veri pugni allo titolati (“non sono più le stomaco dicono gli amanti commissioni di una volta” del bello ed essenziale. ci tengono a sottolineare) “Che potranno anche pia- perfettamente in grado di cere ai legittimi proprieta- interpretare correttamente ri – azzardano gli esperti le dinamiche di trasformain materia – ma che con zione del territorio comula tradizione giudicariese nale”.

P

di Ettore Zini

Una “moral suasion” in tema di sensibilità A tentare quella che potremo definire una pervicace “moral suasion” nei confronti dei comuni, fermamente intenzionati a non cedere di un millimetro sulle commissioni edilizie comunali, in favore di una regia comprensoriale, è proprio la Comunità di Valle. Decisa a persuadere sindaci e giunte comunali che quando si tratta di tutela del paesaggio sarebbe opportuno avere una linea guida comune. I risultati, del resto, cominciano a essere fin troppo evidenti. E a farne le spese è soprattutto un territorio che, per la sua bellezza e diversità (il paesaggio giudicariese è tra i più vari, e ricchi di storia di tutto il Trentino), meriterebbe più attenzioni e un impegno collettivo per limitare errori che alla lunga risultano irreparabili. A farne le spese sono specialmente i centri urbani o i piccoli insediamenti rurali. Dove, sempre più spesso, il falso o il falso storico viene spaccia-

to per il bello. ”Per questo – dice in premessa una delle pubblicazioni di prossima diffusione da parte della Comunità – è importante studiare la diffusione dell’architettura moderna e le contaminazioni progressivamente entrate nel paesaggio nelle Valli Giudicarie per diventarne parte integrante”. Che prosegue: “Ben diversa è la contaminazione, anzi, la contraffazione che si è creata negli anni più recenti, con l’introduzione delle case tirolesi, attribuendole alla tradizione locale”. E’ dal “vecchio” che nasce il nuovo, attraverso lo studio di esempi ancora presenti sul territorio. E non dal “nuovo” che si elabora il vecchio, come nel caso delle case falso-antiche importate da Bolzano e decorate con stucco veneziano”. I membri della commissione paesaggistica della Comunità di Valle, ispiratori di due volumi sull’architettura antica e moderna nelle vallate giudicariesi, non hanno dubbi:

per evitare altri scempi, in fatto di tutela, è necessario avere indirizzi e criteri comuni. Impossibili da perseguire con quasi quaranta commissioni edilizie comunali diverse. Scrive Alexander Zoeggeler, membro del comitato strategico della Fondazione Architettura Alto Adige: “Ciò che veramente rovina e deturpa il nostro paesaggio, sono quel tipo di edifici, che spuntano come funghi (velenosi per il buon gusto) – finte copie e orrende emulazioni di una tradizione falsata”. Villini e fienili – spiega il segretario dell’ordine degli architetti della provincia di Bolzano -, ma soprattutto terribili albergacci, che cercano di scimmiottare la tipica architettura tradizionale tirolese, trasformando forme pure, essenziali e funzionali, in agglomerati di casette a schiera piene di torrette e balconcini fasulli che nulla hanno a che spartire con le vere architetture locali, trasformando le nostre valli

in enormi parchi giochi, squallide trappole per turisti che ignorano la nostra cultura, la storia e la tradizione locale, facendole assomigliare a Disney Word e a Las Vegas”. E’ in pratica da una simile fotografia che è nata l’esigenza di proporre due documenti che vogliono essere di supporto alle autorizzazioni edilizie in materia di urbanistica e paesaggio. “ L’obiettivo – dice la presidente della Comunità Ballardini – è favorire lo sviluppo dell’architettura contemporanea all’interno di un nuovo concetto di tutela del territorio”. Il “viaggio” è ancora lungo e tortuoso. Sono soprattutto i sindaci che si stanno mettendo di traverso. Il documento sottoscritto dalla Conferenza dei sindaci delle Giudicarie è la palese dimostrazione di quanto sia difficile per alcune amministrazioni (il documento è stato sottoscritto da 33, ma le sei rimanenti non l’hanno fatto solo perché materialmente as-

senti alla Conferenza dei sindaci in oggetto) rinunciare ad alcune prerogative. In questo caso però è fin troppo palese che non c’è nessuna volontà di marginalizzare e depotenziare le Commissioni edilizie dei singoli comuni. Nessun esproprio dunque. Ma il semplice tentativo di evitare che tante piccole gestioni con voci dissonanti “approvino e rendano concretizzabili progetti privi di qualsiasi dialogo con il contesto”. In fin dei conti l’obiettivo è far sì che i nuovi elementi architettonici, inseriti nel territorio delle Valli Giudicarie, armonizzino con esso. Senza deturparne le bellezze che nei secoli lo hanno reso unico. E oggi molto apprezzato dal punto di vista turistico, proprio per le caratteristiche ambientali e architettoniche. Frutto della sua storia e della sapienza con cui i suoi abitanti, per tanti anni, hanno saputo esserne attenti custodi. sector2011@libero.it


Primo Piano

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Alcune tipologie di costruzione “esotiche” fanno esplodere il dibattito edilizio in comunità. Hanno ancora senso le commissioni edilizie?

«Serve uno sforzo collettivo per tutelare l’identità ambientale» La Comunità:«occorre più omogeneità dalle Commissioni edilizie comunali» Impazza il finto tirolese? Com’era prevedibile, le recenti dichiarazioni in merito alla tipologia delle case giudicariesi, non in perfetta sintonia con il territorio, hanno aperto un dibattito che include sindaci, espo-

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“Il bello”, per esempio, scrivono alcuni amanti del web, “attiene alla sfera della soggettività”. “Quindi, non si capisce perché una persona danarosa non possa costruirsi la casa a suo piacimento”. Ciò che per uno è orripilante, per altri può essere bellissimo. De gustibus, si diceva un tempo. Dunque, per chi ha quattrini in quantità, tutto è permesso? Non la pensa in questo modo la presidente della Comunità di Valle Ballardini. Il paesaggio è un patrimonio collettivo. A maggior ragione in Giudicarie. Dove l’armonia del territorio è fattore di competitività, quindi di ricchezza. Non solo economica. “Per questo – dice – bisogna esperire ogni sforzo possibile per non svalorizzare le molteplici bellezze ambientali di cui disponiamo”. “Paesaggio al centro”, non è solo un indirizzo forte del Piano Urbanistico Provinciale. Ecco dunque la necessità – dice Patrizia Ballardini – di far comprendere ai sindaci, alle commissioni edilizie dei singoli comuni e ai privati cittadini che ci deve essere uno sforzo collettivo per mantenere il più intatto possibile il patrimonio ambientale di cui le Giudicarie vanno fiere. “I falsi tradizionali, o le brutte copie, non aiutano il percorso”. Bisogna, dunque, lavorare insieme, fare uno sforzo comune per evitare scelte architettoniche errate, o poco confacenti

a un territorio che si sforza di mantenere intatte le sue prerogative. “Anche perché, obbiettivamente – sostiene la presidente di Comunità - 39 comuni diversi e altrettante commissioni, faticano a trovare un indirizzo unitario”. In Giudicarie, quindi, la frammentarietà, non giova. Nemmeno quando si tratta di salvaguardare il paesaggio. Tra le voci più autorevoli, per una “Tutela” che contrasta con la moda di stili eccessivi e sovraccarichi – qualcuno osa dire persino kitsch – molto stridenti con l’ambiente, c’è quella del presidente dell’ordine degli

nenti politici e rappresentanti di categoria. Senza tralasciare i semplici cittadini. Basta andare su Facebook, per rendersi conto quanto in materia le opinioni siano contrastanti.

architetti trentini, Alberto Winterle. “Non si capisce dice - da dove arrivi questa tendenza di stili, così lontani da luoghi e tradizioni”. Se si vogliono salvaguardare le bellezze paesaggistiche, spiega il responsabile dell’Ordine degli architetti, è opportuno scegliere linee comuni. “Che, non significa adottare un linguaggio univoco. Ma, rifarsi alla tradizione trentina. Che, proprio perché, figlia di un’economia contadina povera, bada all’essenziale”. Discorso, osserva Winterle, che vale anche per l’architettura contemporanea, lontana da

“barocchismi” che non ci appartengono. Anche dagli architetti, dunque, arriva una stroncatura per questi edifici, “talmente ricchi di decori e sovrastrutture, da non rispettare i canoni di una tradizione, basata soprattutto su semplicità e pulizia di linee”. “Case di Heidi”, dice il presidente dell’ordine degli architetti. Dove la Comunità, spiega Winterle, o un coordinamento tra comuni, può avere un ruolo sostanziale per un’architettura di qualità. Tra le voci dissonanti, però, c’è quella delle amministrazioni comunali. Ribadita dal sindaco di Villa Rendena, l’urbanista Emanuele Bernardi, che pur precisando di parlare a titolo personale, si rifà - a fotocopia - all’opinione espressa nel documento sottoscritto da 33 primi cittadini della Valle. “Le commissioni edilizie comunali – dice – sono formate da laureati e liberi professionisti di qualità, quindi in grado di giudicare autonomamente le scelte per ogni singolo comune”. Mentre, per quanto concerne le tipologie ricche di bow window, archer ed elementi architettonici di chiara impronta tirolese, rammenta che in passato fu proprio la Commissione Tutela, allora Comprensoriale, a caldeggiare la scelta di stili slegati dal territorio locale. Un’indicazione, finora, rispettata. Di cui gli effetti, si notano. Eccome. Ettore Zini


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Le testimonianze che saranno raccolte in questa e nelle successive pagine risultano tratte, in modo particolare, da pubblicazioni giudicariesi e trentine in maniera da rivivere quei mesi e quegli anni come le hanno recepite e vissute le nostre popolazioni della nostra terra. Quindi una serie di vicende che sono avvenute sia lontane da casa nostra che in casa nostra, ma che vengono prese in considerazione come vissute e sentite con la mente e con la visione di nostri conterranei. I riferimenti più significati saranno i “Diari” del tionese Guido Boni, il “Diario” di mons. Donato Perli, decano di Tione, il volume del generale di Bolbeno Tullio Marchetti “Fatti, uomini e cose delle Giudicarie nel risorgimento”, i vari volumi dell’ing. Dante Ongari di Spiazzo e ad altre pubblicazioni e documenti che verranno debitamente citati. Pensiamo sia giusto avvertire che le cronache che si susseguiranno di mese in mese vengono viste dai territori dell’impero austroungarico, quindi sempre con una visione non italiana; infatti gli autori che saranno citati sono sempre persone che scrivono in terra asburgica. Inoltre non va sottovalutata la circostanza che nel 1914 l’Italia era ancora vincolata dall’alleanza con gli imperi centrali per cui solo il 4 agosto 1914 dichiarò la sua neutralità che durò fino al maggio del 1915, quando dichiarò guerra all’Austria. Era l’anno 1914. I primi mesi del 1914 annotano, in Trentino, il susseguirsi d’una tranquilla quotidianità. Il 5 gennaio a Trento si svolge il congresso dei maestri trentini; il 25 gennaio si celebra il primo centenario della nascita di Giovanni Prati; sempre nel mese di gennaio si conclude in favore della SAT la vertenza per la proprietà del

IL CENTENARIO

La Grande Guerra mese per mese

Era il 28 giugno 1914, quando scoppiò la scintilla del Primo Conflitto di Mario Antolini Musón Premessa. Con questo numero –giugno 2014 – “il Giornale delle Giudicarie” dà inizio ad una iniziativa di carattere socio-storico per rivivere con tutti i cortesi Lettori le sofferte vicende che hanno vissuto i nostri nonni e bisnonni

dal giugno 1914 al novembre 1918: quattro anni di guerra che sono rimasti non solo nelle cronache e nei libri di storia, ma che anche in quasi tutte le famiglie giudicariesi hanno lasciato il segno del “tremendo massacro”.

Una stampa del 1914 che raffigura l’attentato di Sarajevo

Rifugio in Bocca di Brenta mossa contro la Duöav austriaca; il 20 febbraio viene eseguita a Torino l’anteprima della “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai; nel marzo si ha la riforma della legge elettorale elevando i rappresentanti trentini alla Dieta di Insbruck e nella successiva tornata elettorale in aprile viene eletto deputato Cesare Battisti; il 5 maggio Sténico viene quasi interamente distrutto da un incen-

dio; il 18 giugno in un altro incendio viene distrutto dal fuoco un casamento a Campomaggiore. Quindi il fatidico 28 giugno che succintamente il Marchetti così annota: «L’arciduca Francesco Ferdinando, l’erede al trono imperiale austroungarico, venne assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914 e la Serbia fu accusata di avere favorito il regicidio». La notizia viene invece così

più ampiamente raccolta da Guido Boni: «L’arciduca Francesco Ferdinando e la sua consorte duchessa di Hohenberg si recavano al municipio per il ricevimento delle autorità, quando fu lanciata una bomba. Questa cadde sul braccio dell’arciduca che la respinse con un movimento del braccio stesso. La bomba esplose dopo che l’automobile dell’arciduca era passata. Due persone che si trovavano in

un’automobile che seguiva rimasero leggermente ferite e furono gravemente ferite sei persone che erano tra la folla. L’autore dell’attentato è un tipografo nativo di Trebinje, certo Cabrinovjc; esso è stato subito arrestato. Dopo il solenne ricevimento al municipio l’arciduca continuava a percorrere le vie della città, quando avvenne un secondo attentato, compiuto mediante una “browning”. L’arciduca fu colpito al viso e la duchessa all’addome. L’arciduca e l’arciduchessa furono subito trasportati al “Konak”, ove spirarono. L’autore del secondo attentato è uno studente dell’ottava classe liceale, certo Princip, nativo di Grahovo. Esso è stato arrestato. I due assassini sono stati a stento sottratti alla folla che voleva linciarli». Mons. Perli inizia le proprie memorie nel suo diario proprio con il 28 giugno e così descrive i fatti: «L’arciduca ereditario Francesco Ferdinando si reca in Bosnia accompagnato dalla sua consorte a presenziare colà le manovre militari e, nel mentre attraversavano la città di Sarajevo in automobile, fu-

Triplice intesa, triplice alleanza Nel riproporre il tema della Prima Guerra Mondiale 1914-1918, si crede opportuno tener presenti le voci “Triplice intesa” e “Triplice alleanza”: due denominazioni che si riferiscono a situazioni storiche che, facilmente, sono sparite dai libri scolastici “normali”, per cui molti concittadini potrebbero addirittura o non averle mai studiate od averle dimenticate; è per questo che il GdG ha creduto di doverle ricordare a corredo degli articoli proposti in occasione del primo centenario dagli indimenticabili e crudeli avvenimenti. La “Triplice intesa” fu un sistema di alleanze politico-militari tra l’impero britannico, la terza repubblica francese e l’impero russo: una serie di accordi bilaterali culminati nell’accordo del 1907. Conseguenza diretta furono le tensioni fra l’impe-

ro russo e l’Austria-Ungheria per il dominio dei Balcani. Invece la “Triplice alleanza” fu un patto militare difensivo stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna dagli imperi di Germania e Austria e dal regno d’Italia. Inizialmente fu voluta principalmente dall’Italia desiderosa di rompere il proprio isolamento. Ma nel 1914, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale nel mese di luglio, l’Italia, il 3 agosto, proclamò la propria neutralità. Nel 1915 la “Triplice intesa” propose all’Italia, in cambio della sua entrata in guerra contro l’Austria, ampliamenti territoriali a scapito dell’Austria e una posizione di dominio sull’Adriatico. Perciò, lo stesso anno, l’Italia rifiutava le inferiori proposte dei governi di Vienna e di Berlino, e denunciava la “Triplice alleanza”, terminandone il suo lungo e travagliato percorso,

Una significativa stampa d’epoca

ed entrava nel conflitto contro l’Austria il 24 maggio 1915. Nella Seconda Guerra Mondiale il comportamento dell’Italia in campo internazionale si ripeterà con l’8

settembre 1943, quando romperà l’accordo denominato l’Asse RomaBerlino-Tokyo per unirsi agli Alleati. (m.a.m.)

rono proditoriamente uccisi con rivoltella da un Serbo di nome Princip. Il fatto destò universalmente tristissima impressione, e il pubblico si mise in attesa del conseguente gravissimo castigo con cui l’Austria avrebbe vendicato il delitto e il proprio insulto. Ne seguì il processo, che assodò l’esistenza di una vasta congiura serba contro l’arciduca e contro l’Austria stessa colla complicità del governo Serbo stesso aizzatovi dal contegno della Russia». La stessa notizia, qui raccolta soltanto da fonti Giudicariesi, ovviamente risulta riportata in maniera diversa sui libri di storia, sui quali avrà certamente una esposizione più dettagliata nei particolari e più aderente alla realtà di quanto e come era veramente accaduto. Tuttavia, per opportuni e necessari riferimenti storici che meglio inquadrano gli avvenimenti, va ricordato che nel 1867, per il compromesso (Ausgleich) austro-ungarico, nasceva la duplice monarchia di Austria Ungheria; che nel 1878 il congresso di Berlino affidava all’Austria l’amministrazione della Bosnia-Erzegovina; che nel 1907 veniva approvato in Austria il suffragio universale, in seguito al quale la maggioranza al parlamento di Vienna era conquistato dall’elemento slavo; che nel 1908 avveniva l’annessione della Bosnia-Erzegobina all’Austria per cui si accentuava la crisi con la Serbia. Tutti elementi da tenere presenti per meglio comprendere i fatti di Sarajevo. Sempre con la data del 28 giugno il diario Boni annota: «Da Ischl. Le prime notizie dell’attentato giunsero alle 11,30 e si diffusero in un baleno in tutta la città. Da tutte le parti la gente accorreva verso la villa imperiale. L’aiutante generale conte Paar si assunse il grave compito di comunicare la terribile notizia all’imperatore. (…). Da Roma. A Roma la prima notizia del luttuoso avvenimento è arrivata verso le ore 17 nelle redazioni dei giornali e si è immediatamente, come è naturale, diffusa in città anche prima dell’uscita dei giornali stessi. Alla il ministro degli esteri, on. Di San Giacomo, ha comunicata la notizia dell’attentato, osservando che il popolo italiano, il cui cuore palpita sempre per ogni umana sventura, e non è mai insensibile di fronte ad alcun dolore, umano, fa eco con sentimenti di amico e di alleato al dolore della Monarchia austro-ungarica. In Vaticano la impressione per la tragedia di Sarajevo è stata, come è facile immaginare, enorme». Il mese di giugno si chiude fra mille interrogativi ed incertezze; la tragicità di Sarajevo avrà nel seguente mese di luglio 1914 le sue estreme e catastrofiche conseguenze, che verranno affrontate sul prossimo numero.


Primo Piano

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Il Museo di Spiazzo conserva pezzi unici fra i quali il diario del soldato austroungarico Felix Hecht, la bandiera della “Bella Eloisa” e la bussola geodetica

La Guerra Bianca rivive fra i cimeli

Recuperanti

di Claudia Brunelli

A livello provinciale, un forte interessamento alla 1° Guerra Mondiale si è avuto solo dopo l’entrata in vigore della legge n. 78 del 2001 che ha messo sotto tutela il patrimonio storico del Primo Conflitto mondiale. Le Sovrintendenze hanno quindi cominciato ad occuparsi della materia dando visibilità all’Associazione. Nonostante ben pochi sapessero dell’esistenza di questa realtà museale, va ricordato che la sua fondazione risale al 1973 grazie all’idea ed alla passione di Sergio Collini e Giovanni Pellizzari i quali, dopo aver rinvenuto sul ghiacciaio del Lares i resti di tre combattenti della Grande Guerra, decisero che la storia svoltasi sulle loro montagne e le persone che lì avevano perso la vita non dovevano essere dimenticate. Tornarono a valle con pochi reperti e l’intenzione di ritornare in quota per dare degna sepoltura a quei corpi, ma una forte nevicata coprì per sempre i loro resti. Da questo episodio significativo nacque quindi l’idea di un’associazione per non dimenticare gli eventi devastanti che si svolsero poco lontano dalle nostre valli. Inizialmente l’attività principale dei due amici era quella di fare spedizioni nei luoghi del conflitto per andare a recuperare i reperti che altrimenti sarebbero potuti andare persi, portati via come souvenir dagli escursionisti. Questa attività di recupero non era certo nuova. Terminata la guerra, infatti, la gente in valle saliva le montagne per andare a recuperare cimeli ed oggetti per poi rivenderli, viste le ristrettezze economiche del periodo. Una volta vi era proprio la figura del “recuperante” e, allora come adesso, è colui che va alla ricerca dei reperti risalenti alla guerra svoltasi sulle nostre cime. L’Associazione “Guerra Bianca Adamellina 19151918” è proprio formata da volontari appassionati della Grande Guerra che, in prima persona, risalgono tutt’oggi i pendii scoscesi alla ricerca di questi preziosissimi oggetti. Non a

Nell’anno delle celebrazioni per il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, il Museo di Spiazzo si prepara ad accogliere numerosi visitatori. A dire il vero è solo da pochi anni che la gente pare accorgersi della presenza di un museo del genere in valle. Anche grazie ad un’importante attività di comunica-

Elmetti all’interno del museo

caso il nome del museo è “Recuperanti in Val Rendena 1915-1918. La Guerra Bianca Adamellina”. Dal 1973 in poi, quindi, sono stati raccolti tantissimi reperti che provengono dal Carè Alto, dall’Adamello e dalla Presanella, ossia dal fronte della Guerra Bianca. Ad oggi l’Associazione Guerra Bianca Adamellina, che cura il museo di Spiazzo, possiede circa 3000 reperti (tra quelli trovati dai recuperanti e quelli donati dalla gente del paese), molti dei quali purtroppo non sono visionabili per problemi logistici inerenti alla struttura del museo. Per il momento l’esposizione occupa solo il piano rialzato, mentre il magazzino si trova al primo piano dove attualmente sono relegati molti reperti. Vi è comunque un continuo rinnovo dell’esposizione in modo da condividere con tutti il tesoro dell’Associazione, nell’attesa di realizzare l’ampliamento della zona accessibile al pubblico. Numerose sono le collaborazioni: con Rete Trentino Grande Guerra l’Associazione ha partecipato e parteciperà al progetto “Teatro nel Museo”, con la S.A.T. ha portato avanti una serie di lavori in quota (come i lavori sul Corno di Cavento, il restauro conservativo dei baraccamenti austroungarici sul Carè Alto, la salvaguardia della grande ruota della teleferica), con il National Geographic ha

ottenuto visibilità a livello mondiale. L’importanza del museo della Guerra Bianca Adamellina di Spiazzo non riguarda solo l’inestimabile valore dei reperti trovati e catalogati dai volontari, ma anche la posizione geografica di questa realtà museale che si ritrova negli stessi territori dove un secolo fa si combatterono delle violente battaglie. Il museo ospita alcuni pezzi unici fra i quali il diario del soldato austroungarico Felix Hecht, la bandiera della “Bella Eloisa” e la bussola geodetica. Tutti questi reperti hanno un significato molto importante per l’Associazione poiché ciascuno porta con sé una storia. Ad esempio, la piccola bussola geodetica, strumento necessario per tenere la direzione quando venivano scavate le gallerie, venne utilizzata dal tenente Bonfiolli per lo scavo della galleria di mina sul Col di Lana. Il diario di Felix Hecht, invece, può considerarsi la perla del museo: attraverso questo importante documento storico possiamo venire a conoscenza, a differenza dei normali diari militari, di cosa volesse dire per un ragazzo prender parte ad una guerra mondiale. Più che un diario di appunti e dati bellici, infatti, lo scritto di Hecht svela il lato umano ed emotivo del soldato. Poiché tenere un diario personale era vietato, Hecht camuffò la sua attività utilizzando la

zione e promozione svolta dall’Associazione di volontari “Guerra Bianca Adamellina 1915-1918” in collaborazione con la Pro Loco di Spiazzo, si è riusciti a raggiungere – spiega Matteo Motter, consigliere dell’Associazione – picchi di 130-140 visitatori al giorno durante il periodo estivo. stenografia tedesca ed ora è disponibile a tutti perché tradotto e pubblicato. Le difficoltà sicuramente ci sono, ma di certo non manca la passione dei volontari dell’Associazione che, soprattutto negli ultimi anni, hanno subito un cambio generazionale che ha portato una ventata di innovazione all’interno dell’Associazione. Ne è un esempio l’apertura prolungata nel periodo estivo, l’inserimento di un punto vendita all’interno del museo - che porta un ulteriore introito oltre al biglietto di ingresso (€ 3 per adulti, gratuito per gli under 15 e per i possessori di Parco

Card e Dolomite Card), le sempre più numerose visite guidate per le scolaresche che le richiedono e iniziative di vario tipo come quella di ospitare una mostra di libri dedicata al primo conflitto mondiale prevista per questa estate. Il sogno dell’Associazione è quello di avere un circuito culturale ai livelli di quello della Valsugana orientale che permetterebbe la possibilità di creare cultura nel vero senso della parola attraverso la pubblicazione di libri. “Speriamo un giorno di avere il materiale del Cavento esposto”, aggiunge Motter, togliendosi un sassolino dalla scar-

pa e riferendosi ai reperti datati 1999 provenienti dal Cavento, Carè Alto e Adamello che, strappati ai loro territori, restano in un magazzino della sovrintendenza di Trento senza poter dar modo di conoscere la loro storia. Per coloro che potrebbero avere in cantina o in soffitta cimeli o fotografie risalenti alla 1° Guerra Mondiale, l’Associazione fa sapere che è sempre disponibile ad accoglierli nel loro museo per poter condividere con tutti la storia che l’oggetto porta con sé, come del resto sono gradite nuove persone che siano interessate a dare una mano al museo. Il tutto, ricordando che, come viene riassunto splendidamente da una frase che campeggia nella sala espositiva del museo, “le guerre servono ad una sola cosa, a spiegarci perché dobbiamo evitarle”.

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Politica

GIUGNO 2014

Europee in Giudicarie, vince la noia

Affluenza in calo generalizzato, in alcuni paesi -20%. Il Pd sbanca quasi ovunque. Dorfmann meglio del giudicariese Ferrazza In termini di partecipazione, va detto che l’affluenza ha mostrato un calo, seppur meno evidente di altre parti d’Italia, con un -4,4% con punte negative a Novaledo (solo il 29,49% degli elettori si è recato alle urne) e Valfloriana (29,68%). Al primo posto, con un’affluenza superiore addirittura a quella del 2009 si è piazzata Valda con il 67,45%, seguita da Bocenago. In Giudicarie, l’affluenza. E proprio Bocenago, con il suo 66,28% di affluenza è il paese giudicariese in cui s’è votato di più, complice la presenza, fra i candidati di spicco della lista di Forza Italia, del sindaco Walter Ferrazza, che è stato profeta in patria collezionando il 57% dei voti (122) e andando bene anche nei vicini paesi di Giustino (22%), Caderzone (23%) e Pinzolo (30,18%). Per quanto riguarda l’affluenza nei paesi Giudicariesi va segnalato un

D

di Roberto unque anche in Trentino è arrivato il tornado Renzi, che, con il proprio impulso, ha fatto arrivare ai massimi storici le percentuali del Partito Democratico, che ha trionfato un po’ dovunque, anche in quelle valli che, negli anni, avevano riservato qualche amarezza dall’ex-Pds. Con il 42,35%

Bertolini

dei consensi su scala provinciale si può tranquillamente affermare che il Pd diventa il partito egemone, mettendo in un angolo il Movimento 5 Stelle fermo al 15,45% (era sopra il 20% alle politiche del febbraio 2013), staccando la Svp al 12% e quadruplicando le preferenze di Forza Italia, che non va oltre il 10,14%. nalmente offre un alto tasso di partecipazione elettorale. Da segnalare fra i paesi dove c’è stata un’inversione di tendenza con aumenti dei votanti seppur contenuti, a Bolbeno, Breguzzo, Caderzone, Fiavè, Praso, Ragoli. Cali molto vistosi, a doppia cifra, si sono invece registrati a Bersone, -24% (dal 68% del 2009 al 44%), Montagne, -22%, Vigo Rendena, -16%, Castel Condino, 15%. “Temperature” da Polo nord.

Selfie di Walter Ferrazza e Giacomo Bezzi durante la campagna elettorale

calo generalizzato che si attesta attorno alla media provinciale con un -5%. Detto di Bocenago, che addirittura ha incrementato del 16% i votanti (nelle Europee del 2009

si recò alle urne il 50% degli aventi diritto), al quinto posto dei paesi dove si è votato di più in provincia troviamo Preore con il 63,76% dei votanti, comune che tradizio-

Partito Democratico ok, Grillo in calo. Partito Democratico pigliatutto nella maggior parte dei comuni giudicariesi eccetto Bocenago (15%), ovunque sopra il 30% anche a Pinzolo, nella

storica roccaforte di Forza Italia, dove riesce a battere sul filo di lana il partito di Berlusconi, 403 voti a 395. Punte elevatissime per il partito di Renzi si registrano a Prezzo (51,76%), Praso (50,96) e Pieve di Bono (48,98%). E il Movimento 5 stelle? Il partito di Grillo, come hanno spiegato tutti gli analisti politici, è rimasto vittima forse di una campagna troppo aggressiva che ha “spaventato” gli elettori, specie quelli moderati. Ecco allora un calo generalizzato rispetto agli oltre 20 punti percentuali ottenuti in Trentino alle politiche del 2013. I grillino sono sotto la soglia del 20% quasi in tutti i paesi delle giudicarie, eccetto nel basso Chiese, dove totaliz-

zano il 25,84% a Cimego, il 24,41 a Storo e il 21,31 a Castel Condino. Forza Italia senza Berlusconi candidato fatica a sfondare ma si conferma in alcune delle sue roccaforti classiche, come ovviamente Bocenago (57%), Pinzolo (30,18%), Pelugo (30,67%) e la Rendena in generale. Abbastanza bene la Svp, che proponeva Herbert Dorfmann quale candidato di punta, sostenuto anche da Patte Upt ed unico candidato regionale ad essere eletto al Parlamento Europeo: la Stella Alpina ha totalizzato risultati a due cifre in oltre la metà dei comuni giudicariesi con punte a Stenico con il 30,17% e Fiavè del 28,05%. Risultato onorevole anche per la Lega Nord che risale rispetto alle politiche del 2013 attorno all’8% con risultati sopra il 14% a Brione, Massimeno,Storo e Zuclo. Tutti gli altri, non pervenuti o quasi.

L’EDITORIALE di Paolo Magagnotti

Una “sberla” che non spegne le speranze

Segue dalla Prima

I risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo sono stati una forte ed incisiva sberla all’attuale fase del progetto di unificazione del Vecchio Continente. Il messaggio degli elettori era temuto e previsto. Si è trattato solo di attendere l’esito del voto per capirne la portata. L’insofferenza dei cittadini verso Bruxelles si è manifestata in varia maniera: con l’astensione, il voto ai partiti euroscettici ed in alcune situazioni, emblematico è il caso francese, con un sostegno quasi plebiscitario a forze politiche che chiedono una conclusione titanic dell’Unione Europea. Questa nuova situazione deve certamente preoccupare, ma non scoraggiare.

L’Unione Europea è il più importante progetto politico mai visto nella storia dell’umanità e certamente non fallirà. Le forze pro-Europa prevarranno sulle cassandre. Nel corso della campagna elettorale nella maggior parte degli Stati membri la responsabilità delle difficoltà che stiamo attraversando, soprattutto sul piano dell’occupazione e della mancanza di una adeguata crescita economica sono state attribuite a Bruxelles, con un ossessiva accusa alla Germania di voler gui-

dare da sola l’Unione Europea ed imporre sua a tutti regole che vanno bene per il Paese tedesco. E’ stato chiesto e dopo il voto si continua a chiedere con forza un cambiamento nel sistema dell’Unione. Certamente cambiamenti sono necessari ed urgenti. Se nei primi anni del processo di integrazione europea i trattati istitutivi e modificativi potevano succedersi ad intervalli anche lunghi – dai trattati di Roma del 1957 si è giunti fino all’Atto Unico Europeo del 1986 – l’accelerazione dei tempi di questi ultimi anni con i grandi processi di globalizzazione ed interdipendenza impone adeguamenti ancora più attenti. Si tratta di un processo logico. Ora l’intero quadro del progetto europeo si articola sul trattato di Lisbona sottoscritto nel 2007 ed entrato n vigore nel 2009. Va detto tuttavia che cambiamenti efficaci dell’Unione non sono possibili senza cambiamenti negli Stati e da parte degli Stati membri. Si possono definire le regole che si vogliono ma se poi non ci si impegna a rispettarle seriamente i risultati positivi non possono arrivare. Pur dovendo essere coscienti che l’Europa è un continente di grandi diversità di varia natura che si riflettono anche nei sistemi politici e giuridici degli Stati nazionali,

quando si decide di realizzare assieme un progetto politico di così grande portata come l’Unione Europea è assolutamente necessario che tutti i partecipanti concordino ed osservino comportamenti comuni, con l’auspicio i membri più virtuosi siano da esempio. Purtroppo in passato tale impegno non si è sempre verificato e la maggior parte degli Stati membri ha guardato solo al suo interno, senza pensare che anche il bene individuale può risultare maggiormente appagante in un positivo contesto generale. Nelle stesse nomine al vertice della Commissione Europea, che dovrebbe essere motore nel processo di integrazione ed è unica Istituzione titolata a presentare iniziative legi-

slative, negli ultimi tempi i Governi nazionali hanno preferito una figura flessibile alle sollecitazioni nazionali, non sempre in linea con lo spirito di unificazione europea. Non ci si può pertanto lamentare con altri delle proprie scelte. Anche nel rapporto fra Istituzioni europee e cittadini i Governi nazionali debbono assumersi loro responsabilità. Sono loro, in fondo, i maggiori “azionisti” dell’Unione. Lo scenario che ci troviamo di fronte impone scelte forti e coraggiose. L’Italia, ritornata al tavolo europeo con recuperato prestigio e maggior forza politica può offrire un importante contributo ai cambiamenti. Non si tratta di stabilire assi privilegiate con la Germania dopo

lo scivolone antieuropeo francese. Ogni sforzo deve essere compiuto per recuperare al progetto europeo la Francia, Paese che nel 1950 ha acceso il motore del processo di unificazione. Se i Paesi demograficamente ed economicamente più forti per natura delle cose possono avere un particolare impatto nelle decisioni da assumere, ciò debbono farlo con grande responsabilità nell’interesse dell’intero progetto europeo, senza trascurare i Paesi più piccoli. Al riguardo esemplare è stato il comportamento del cancelliere tedesco Kohl nel suo lungo e positivo lavoro di costruttore d’Europa. Nella storia dell’integrazione europea certi insuccessi hanno sollecitato forti riprese. Indicativo sono stati i casi del fallimento della Comunità Europea di Difesa, fortemente voluta da Alcide De Gasperi e del Piano Fouchet per una Unione politica. È da augurarsi che il messaggio elettorale dia ai decisori politici a livello nazionale ed europeo la forza del coraggio che fu dei pionieri che Secondo dopoguerra accesero il sogno europeo, di cui tutti noi dobbiamo riappropriarci per dare alle giovani generazioni un futuro con certezze impensabili al di fuori di un’Europa unita e forte. Paolo Magagnotti


Politica

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Il risveglio della Dc... stravince Renzi

Nel successo del Premier c’è poco di sinistra e molta tradizione moderata

M

di Adelino Amistadi

olti astensionisti, molti euroscettici, tendenti a destra, tendenti a sinistra quasi pari. Questo è il nuovo abito dell’Europa. A bocce ferme ha vinto innanzitutto l’astensione, anche in Trentino, poco meno della metà degli Italiani non si è recata alle urne, sottolineando quel solco profondo della disaffezione dalla politica che si conferma un dato estremamente preoccupante. È difficile spiegare un successo del Pd di tale dimensione. Il premier Renzi piace, con quella sua aria scanzonata, senza tanti formalismi, che ha messo in campo tutta la sua esperienza da sindaco di una città importante, trasferendola a Palazzo Chigi. Il Paese gli ha creduto, si è convinto che riuscirà nella sua volontà di riformare lo Stato e che ha tutte le doti per essere un ottimo presidente del Consiglio. Il Movimento 5 Stelle, con circa il 20% ha stra-perso, così come ha ammesso lo stesso Grillo che sembra essersi eclissato. Certo che rispetto ai suoi proclami (“spazzeremo via tutti...tutti a casa...”), la delusione in casa Grillo è piuttosto cocente, gli resta in mano la scopa, ma non ha più niente da spazzare. Forza Italia esce malconcia da questo voto e le conseguenze, a livello nazionale, non si faranno attendere. Anche in Trentino dove candidava il nostro convalligiano Ferrazza, il partito ha subito una debacle definitiva. Con personaggi come la Biancofiore e i suoi sodali, non ci sono grandi speranza di rivalsa. Queste elezioni, a parer mio, hanno segnato il definitivo tramonto di Berlusconi e del suo “cerchio magico”. Ncd-Udc si è salvato per il buco della chiave, a stento hanno superato il fatidico 4% per poter entrare nel Parlamento Europeo, così come Tsipras (Vendola e &C), che per un pelo avranno anch’essi un paio di parlamentari europei. La Lega ha sorpreso con il suo nuovo segretario Salvini, un uomo dalle “palle quadrate”, ma dalle idee populiste e non sempre condivisibili. Per rimanere nel nostro ambito regionale, era in corsa anche la SVP, con un proprio candidato e l’appoggio garantito del Patt e

Per quanto riguarda gli esiti elettorali, non c’è alcun dubbio che il Partito Democratico, attestandosi intorno al 41% abbia ottenuto una schiacciante vittoria, superando ogni possibile previsione. Un risultato strepitoso che riporta il Pd ai tempi migliori della Dc e che premia Renzi la cui voglia di rottamazione è piaciuta agli Italiani, così come alcune iniziative da lui intraprese nei pochi mesi di governo.

Matteo Renzi, “peccati” di gioventù

dell’UpT, appoggio che si concretizzato solo in parte, con il Patt, seppur in calando, fortemente solidale, e con molta confusione nelle file dell’UpT in cui, mentre la linea ufficiale garantiva adesione convinta, la linea parallela dava tutt’altre indicazioni, comunque il candidato altoatesino è stato eletto soprattutto con il consenso trentino. Ma quali siano stati gli spostamenti di voti da uno schieramento all’altro, da dove siano arrivati 2.500.000 elettori, in più rispetto alle ultime elezioni del 2013 per il Pd, sono gli argomenti che impazzano in questi giorni sui giornali. Anche in Trentino s’è spostato di molto l’elettorato tradizionale, e si sta polemizzando su quel che può essere successo. La mia impressione è che gran parte dell’elettorato di centro, ex democristiano, terrorizzato dal nichilismo grillino e dalle sue minacce, e confuso sulle alternative che non davano affidamento, abbia cercato protezione fra le braccia di un leader rassicurante, fossero anche, come in questo caso, quelle del segretario del maggior partito di sinistra, erede del Pci. Probabilmente si sono turati il naso, per l’inodorabile

passato, forse hanno preso “tavor” e valeriana a quintali per superare l’ansia e la tensione, ma alla fine gran parte del centro, il grande mondo della Balena Bianca, ha votato Renzi. Ma, attenzione, non è questo un investimento a fondo perduto: il premier è consapevole che quei voti valgono la coerenza delle sue promesse e possono tornare là, da dove sono venuti, verso il centro destra, se saprà riorganizzarsi, o verso l’UpT a livello trentino. Grillo e Berlusconi, gli avversari principali, seppur malconci, restano in campo e aspettano il primo passo falso per saltargli addosso. Renzi sa che ora è legittimato, senza più remore, a governare, adesso deve dimostrare di essere uno statista facendosi valere in Italia ed ancor più in Europa, sia pur conservando quel passo simpatico di giovane rottamatore e soprattutto grande innovatore. Ora non può più campare scuse, non ci saranno più grandi insidie all’interno del suo partito, sembra che anche lì siano diventati tutti renziani, tutti sul carro insomma, e anche gli alleati, seppur decimati, non hanno grandi alternative. Lo aspetta un periodo di grandi riforme e di tante

trasformazioni, ma soprattutto il compito più gravoso, quello di trasformare il suo partito, il Pd, in un rinnovato partito di raccolta che gli permetta di portare a termine un ciclo politico d’importanza epocale. Ormai il Pd non ha più niente a che fare con il vecchio Pci, a parte qualche ghigno che persiste e qualche faccia sbollita da rottamare definitivamente, non soltanto per il suo incontrastato leader Renzi che è stato democristiano, anticomunista in quel di Firenze, mai comunque comunista, quanto ancor più per le sue prime azioni politiche, i suoi strappi con la tradizionale spocchia di sinistra, l’atteggiamento nei confronti del sindacato, mai supino, e dell’idea plurale di partito a cui sta pensando con i suoi collaboratori. Concludendo è evidente un dato: dalle urne esce sconfitta la vecchia politica e premiata una grande speranza. Sta a Renzi saper custodire e rendere produttivo lo straordinario tesoro che gli Italiani gli hanno consegnato. E’ cambiato un mondo. E con Renzi che annuncia: “Ora comincia la rottamazione!”, chissà cosa ci aspetta domani.

Mi son dovuto tappare il naso, e anche le orecchie di Ettore Zini

Domenica 25 maggio sono andato a votare turandomi, non solo il naso - come esortava il vecchio Montanelli - ma anche le orecchie. Tanto sono stati assordanti i cicalecci e gli spropositi prodotti dai vari leader politici, durante la campagna elettorale. Offese tante. Argomenti concreti pochi. Tutti, tra l’altro “fuori tema”. Con nessuna attinenza con l’Europa. Materia d’obbligo, in un passaggio delicato come questo. Mandiamo i nostri eletti in Europa a che fare? Con quale mandato? Con quali “regole d’ingaggio”? Nessuno ha saputo, o voluto, spiegarlo. A parte il leader della Lega Nord, impegnato a rifare una verginità al suo partito - alle spalle di immigrati e “grulli” che credono di risolvere i problemi dell’Italia uscendo dall’Euro - nessuno è entrato in argomento. L’ennesima campagna elettorale sull’inutile: basata sul sesso degli angeli. Con i rappresentanti politici impegnati come fanno gatti (e puzzole) a marcare il territorio. La “consegna”, quando si tratta di elezioni europee, è sempre la stessa. Mai chiarire che ci andiamo a fare. Ne spiegare perché, invece di schierare pezzi da novanta, si punta sempre su figure secondarie. Come se, per vincere la Coppa Uefa o la Champions League, fosse normale schierare la panchina al posto dei titolari. Tra l’altro, con solo uno su dieci, che spiaccica qualche parola d’inglese. La logica è sempre la stessa: a sedere sugli scranni europei si mandano trombati e personaggi di secondo piano, a cui i partiti devono qualcosa in cambio. Un esempio per tutti. Che centra, per esempio, con la politica europea una Iva Zanicchi? Per noi italiani, l’Europa è la gita fuori porta. Il viaggio premio. Eppure, mai come ora - nel turbine di una crisi economica dagli sviluppi imprevedibili, nella prima tornata elettorale dopo la Grande Crisi dell’Euro che ha cambiato le prospettive e i rapporti di forza del Vecchio Continente - queste avrebbero dovuto essere elezioni da affrontare con la forza e la determinazione di chi, in Europa, non vuole fare la ruota di scorta.”Concentrare – ha scritto Luigi Offeddu sul Corriere della Sera alla vigilia del voto europeo – come stanno facendo i partiti italiani, le discussioni, i battibecchi, le contumelie o le banalità a finalità, neanche nazionali, ma di Palazzo è da irresponsabili: significa rinunciare a esserci. Abdicare ogni cultura politica, a favore della ricerca di un potere secondario di provincia”. Ultimamente, è vero, l’Unione Europea ha fatto di tutto per non farsi amare dagli italiani. Fino a qualche anno fa l’Italia era europeista convinta. Oggi è al primo posto tra gli euroscettici (il 51% della popolazione italiana, dicono i sondaggi, non ha fiducia nel futuro della Ue). Ma, queste non sono ragioni per abdicare a delle responsabilità che, nel nostro interesse, abbiamo l’obbligo di cogliere per tentare di modificare quanto non funziona, per continuare ad avere una posizione preminente nel contesto europeo. Non è comportandoci da irresponsabili, o da auto- emarginati, che possiamo tutelare il tornaconto della nostra Nazione. Purtroppo è quanto abbiamo fatto, con una campagna elettorale avulsa da ogni contenuto attinente all’Europa. In nessun twitter di Renzi, in nessun vaffa di Grillo, in nessun richiamo a Hitler o Stalin dello spompato e frastornato Berlusconi, si è avuto l’impressione che la posta in gioco fosse il Parlamento di Strasburgo. Gli argomenti, logori dei nostri partiti si sono fermati sulla soglia di casa. A ribadire che l’unico interesse nutrito dai nostri politici è il potere fine a se stesso: miopicamente circoscritto al perimetro nazionale. Per questo, domenica 25 maggio, sono andato a votare. Turandomi il naso e pure le orecchie. Confidando che i cittadini e gli elettori italiani fossero migliori e più avveduti, della classe politica che li rappresenta.


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Attualità

GIUGNO 2014

Quello dell’urbanistica è uno dei settori della normativa amministrativa più complessi e dove i ricorsi e le contese giudiziarie sono più diffuse. In particolare l’iter di approvazione e di modifica dei Piani regolatori generali (Prg) ha subito nel tempo appesantimenti ed ostacoli fino a richiedere tempi biblici per arrivare al termine della procedura. In questi ultimi anni la crisi economica ha interessato pesantemente tutto il settore dell’edilizia e delle costruzioni, rendendo non più tollerabili i ritardi e le lungaggini nell’approvazione dei piani e nel rilascio delle concessioni edilizie. Anche quelle poche iniziative che potevano essere avviate dai privati, molte volte rimanevano impantanate nelle procedure di approvazioni delle varianti recando gravi danni all’economia locale. Tempi certi e più brevi è quello che prevede la nuova legge recentemente approvata dal Consiglio provinciale. Il testo prevede inoltre una fase di partecipazione preventiva rispetto all’approvazione delle varianti ai Piani Regolatori, si anticipa così la raccolta di osservazioni e proposte da parte dei cittadini e si rendono più spedite le fasi successive. Vediamo quindi quali sono

Urbanistica, Prg più “veloci”

L’Assessore provinciale Daldoss avvia l’attesa riforma. Non solo Piani regolatori nel testo, ma anche la volontà di sburocratizzare l’intero settore

“U

di Enzo Ballardini

n primo significativo tassello di una più ampia e complessa revisione della legge urbanistica provinciale in corso di elaborazione, secondo quanto previsto dal programma i nuovi termini. Il Comune dopo la prima adozione da parte del Consiglio comunale deve pubblicare il piano per sessanta giorni, e contemporaneamente trasmetterlo agli uffici provinciali. Entro i successivi venti giorni gli interessati possono presentare eventuali osservazioni. Entro i successivi venti giorni il Comune deve pubblicare sul sito internet gli articoli e le cartografie interessate dalle osservazioni. Entro i successivi 20 giorni chiunque sia interessato può presentare ulteriori osservazioni con riferimento a quelle pubblicate. Poi viene tutto inviato alla Provincia, che nei successivi novanta giorni verifica la coerenza delle previsio-

di legislatura”. Così l’Assessore provinciale all’urbanistica Carlo Daldoss ha definito il provvedimento che ha voluto proporre con una celerità non abituale.

L’assessore Daldoss

ni con il Piano Urbanistico Provinciale ed indice una conferenza dei Servizi per avere il parere di tutti i Servizi provinciali competenti e comunica il parere al Comune. Entro i successivi cento-

venti giorni il Comune deve procedere all’adozione definitiva del Piano motivando rispetto alle osservazioni pervenute. Poi trasmette il Piano alla Giunta provinciale per la definitiva adozione entro i successivi

sessanta giorni Sommando tutti questi periodi arriviamo ad un anno, un tempo di molto inferiore alle attuali procedure che si aggirano mediamente sui 2/4 anni. La proposta presentata dall’Assessore Daldoss ha ricevuto un vasto apprezzamento da parte dei Consiglieri provinciali ed è stata approvata con una larga maggioranza. Importante anche il lavoro del Consigliere provinciale Mario Tonina in qualità di Presidente della Terza Commissione che ha favorito il dialogo tra le forze politiche e la convergenza sulla proposta di legge permettendo la successiva e rapida approvazione da parte del Consiglio provinciale. “Un

primo passo a favore della semplificazione e per rilanciare il settore dell’edilizia” ha precisato Tonina “questa norma non risolverà tutti i problemi urbanistici, ma rappresenta un segnale importante, all’inizio di una nuova legislatura, di quali siano gli obiettivi che la maggioranza provinciale intende perseguire”. La strada non sarà né semplice né breve perché la giungla normativa in campo urbanistico è diventata oramai inestricabile, ma se la volontà politica sarà determinata verranno sicuramente compiuti passi in avanti in questo senso. E’ un obbiettivo che la Provincia dovrà raggiungere in quanto la crisi economica con le sue pesanti ricadute negative rende indispensabile una straordinaria riforma del settore per favorire nuovi investimenti da parte di coloro che hanno idee e progetti validi e realizzabili.


Elezioni europee

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Dietrofront:“Serodoli”s’hadafare Il nuovo studio di “Agenda 21” promuove l’ampliamento, purché si estenda fino alla Val di Sole. La Comunità pubblica il documento sul proprio sito internet

Solo il brusco dietrofront da parte della responsabile di giunta, avvenuto già all’indomani dell’assemblea, senza peraltro aver destato perplessità all’interno del direttivo, ha disteso le rughe corrucciate dell’ex deputato pinzolero. Per lui, e per il suo bacino di voti, l’ampliamento delle piste è una questione di vita o di morte (per il turismo s’intende). Quindi, avanti tutta verso la realizzazione di una skiarea che permetta di superare i confini comprensoriali. Lo studio di Agenda 21 Consulting, l’azienda incaricata dalla Comunità di Valle di redigere uno studio di fattibilità su Serodoli e dintorni, del resto era stata chiara. L’utilizzo di quella fetta di territorio, in fronte al Brenta, avrebbe avuto senso solo in previsione di un ampliamento territoriale più ampio. Non ristretto a Campiglio e Pinzolo. In una parola, solo se il carosello sciistico si fosse spinto fino alla Valle di Sole con la creazione di un comprensorio sciistico di grande interesse. Detto fatto. Al gruppo di ricerca è stato commissionato un approfondimento. E i risultati sono stati pubblicati sul sito internet della Comunità di Valle, in attesa di ritrattare l’argomento con gli esponenti del piano Territoriale della Comunità. I famosi stakeholder, rappresentati dalle com-

S

di Ettore Zini

u Serodoli hanno vinto i falchi. Che, per chi non ne fosse al corrente, nella Comunità di Valle di Tione hanno le sembianze dell’assessore Luigi Olivieri. Lo si è capito anche in quella famosa

assemblea di Comunità, dove la presidente Patrizia Ballardini si era presa la libertà di annunciare, senza interpellare la Giunta, il non inserimento nel PTC dei piani di sviluppo sciistico di quell’area!

Serodoli? E Serodoli? Quale il suo ruolo futuro? Per chi conosce l’area sopra il bacino di Nambino sa che, oltre a rappresentare uno sbocco per l’ampliamento sciistico di Campiglio, per di più con piste in quota, sa che fa da cuscinetto tra il versante campigiano e la val di Sole. Ecco che, dice Agenda 21, “se si vuole programmare il suo eventuale ampliamento, lo si deve fare in un contesto di sinergia con la ski-area di Folgarida-Marileva”. Qui, spiega lo studio si potrebbero realizzare 15 Km. di piste servite da due impianti a grandi campate da Nambino fino a quota 2.390. Gli altri due siti presi in esame sono: Ritort e Mondifà. Ritort con piste per circa 3 chilometri e una telecabina express che parte dalla Puza dai Fo, a Pinzolo, intermedia a Plaza, fino a Patascoss, zona 5 Laghi. Mentre ponenti economiche e sociali in grado di cogliere umori e esigenze del territorio. Un primo incontro c’è stato il 3 di giugno. Poi se ne dovrà discutere con il Parco. Infine l’argomento tornerà, a bomba, all’interno dell’assemblea di Comunità.

Serodoli, foto Giorgio Berasi

Mondifrà, con altri 10 chilometri di piste abbinati a due telecabine che, dalla Genziana e dalla Vagliana, salgono ai 2.160 di Monte Vigo dove è possibile collegarsi con Folgarida e Marileva, per unire il versante di Campiglio alla

Oggi le 152 pagine delle nuove indagini di Agenda 21 sono visionabili sul sito internet della Comunità. In allegato vi sono i documenti, e cartografie. La prima versione - che ha tolto la scena all’intero Piano territoriale della Comunità

Valle di Sole. Ipotesi, percorribile, nell’ipotetico progetto di collegamento tra i due comprensori, solo nel caso si preveda di intervenire anche a livello di Piano Urbanistico Provinciale. (e.z.)

delle Giudicarie - diceva in pratica che, vista la scarsa incidenza di Serodoli in funzione del carosello sciistico campigliano, il suo utilizzo era del tutto ininfluente sull’economia turistica della valle. Da qui la volontà di richiedere un’indagine più approfondita.

“Il turismo dell’alta Rendena, soprattutto quello legato allo sci alpino, rappresenta il volano dell’economia dell’intera valle”, sostiene la Giunta della Comunità, assieme a imprenditori e forze economiche. Ovvio quindi che in quest’ottica non ci si potesse

fermare alla prima indagine. Ecco dunque la nuova ricerca. Ed ecco i nuovi risultati. Simili, a ragion del vero, alla prima stesura. Con la differenza del coinvolgimento di nuovi soggetti, in vista della realizzazione di un comprensorio sciistico esteso fino ai versanti solandri. Nel nuovo documento vengono chiamati in causa, oltre alla Comunità delle Giudicarie, anche la Val di Sole, la Provincia e il Parco Adamello Brenta. Tutti soggetti che dovrebbero lavorare in sinergia – dice la nuova versione – per la concretizzazione di un eventuale bacino sciistico che coinvolga tutte e tre le società funiviarie operanti sul territorio. Vale a dire: Campiglio, Pinzolo e Marilleva-Folgarida. L’industria dello sci in zona è ormai matura. Dice lo studio. Solo Pinzolo ha sbocchi di crescita. Mentre Marilleva, pur essendo satura, ha impianti lenti e obsoleti. Ecco dunque che se si vuol implementare il turismo dello sci, in tutte le sue possibili varianti, bisogna ragionare in termini di ski-area a vasto raggio. Da qui, la necessità di aprire un dibattito “non più locale”, ma extraterritoriale, con il coinvolgimento di Parco e Provincia. La strada è ancora lunga. Ma, dicono molti imprenditori, forse è meglio non precludersi eventuali opportunità di sviluppo.

Circonvallazione Pinzolo, cala il sipario? La Provincia la stralcia dalle opere “fattibili”, ora tocca al comune rilanciare I pianti postumi non risolvono mai i problemi. Ciò non toglie che Pinzolo, e dintorni, siano unanimemente indignati per lo “storno” della circonvallazione. Il danno è ambientale, turistico e anche economico. Perché è indubbio che 62 milioni di euro per quel manufatto, avrebbero procurato forti ricadute su tutta la valle. Il timore è che il taglio sia definitivo. Che difficilmente nei prossimi anni ruspe e caterpillar saranno impegnati a bypassare il centro storico di Pinzolo, via Pineta. Che l’opera fosse urgente (e indilazionabile), lo dicono maggioranza e opposizione. Non a caso nell’ultimo consiglio comunale i toni hanno raggiunto vette da urlo, con accuse pesanti indirizzate a sindaco William Bonomi e alla sua giunta, colpevole di non aver voluto firmare la mozione di richiesta

di revoca della “famigerata” determina n.128, del 19 maggio, con cui l’Agenzia delle Opere Pubbliche della Provincia ha decretato il de profundis per un’opera, in predicato da anni. Non è la prima volta che a Pinzolo i due schieramenti hanno visioni divergenti. Ma qui, mentre le minoranze spingono sulla necessità di fare la voce grossa con la Provincia, chiedendo addirittura di sottoscrivere una mozione che invita la giunta provinciale “ad annullare la famigerata delibera con cui si revoca la procedura di gara per l’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori di realizzazione della circonvallazione di Pinzolo sulla SS. 239”, il sindaco William Bonomi usa toni più concilianti, ritenendo opportuno relazionarsi con il presidente Rossi, per fare chiarezza sulla questione.

Nonostante tali posizioni divergenti, resta il fatto però che una decisione grave, in merito alla variante del più importante comune rendenese, è stata presa sulla pelle dell’amministrazione e dei cittadini. E che con i tagli prospettati al bilancio provinciale, di bene che vada, di quella strada se ne parlerà tra parecchi anni. Non si capisce, del resto, come mai i responsabili provinciali abbiano potuto prendere una decisione così drastica rispetto a quel cantiere atteso da anni. Tanto più che, proprio per permettere il passaggio di quella variante-bypass, sono già stati spesi, cash, da parte della Pat, più di 4 milioni di euro per l’acquisto dell’agritur De Camor che intralciava il passaggio. Il fatto che gli organi provinciali abbiano digerito con tanta facilità l’esborso di una cifra così considerevole, per un’opera necessaria, lascia intendere che la si-

Una foto del tracciato previsto

tuazione economica della Provincia sia molto più pesante di quanto noi sia lasciato intendere. E che difficilmente la circonvallazione potrà trovare attuazione anche in futuro. E, che quel laconico “va spostata più in

là…” dell’assessore Gilmozzi, suoni più da condanna a morte che da semplice rinvio. Con buona pace per chi, da decenni, attende che i gas di scarico delle automobili in arroccamento per Madonna di Campiglio e la val di Sole siano portati fuori dal centro urbano di Pinzolo. Senza contare gli imbottigliamenti e i rallentamenti che si vivono nelle vie del centro durante i periodi di maggior afflusso turistico. Il problema si sa è annoso. Più volte nella parte alta della valle ci si è attardati su altrettanto annose e inconcludenti discussioni su dove indirizzare il tracciato, quando i forzieri della Provincia traboccavano di soldi. Adesso che i tempi erano maturi è arrivata la doccia fredda. Che, però, non giustifica atteggiamenti rinunciatari. Senza lasciare nulla d’intentato. (e.z.)


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Economia

GIUGNO 2014

Cedis, nuovo presidente e voglia di rilancio

Il presidente uscente è stato riconfermato. Fatturato in aumento nel 2013

Coop Valle del Chiese, Pernisi di nuovo in sella

Giorgio Rossi punta a sistemare i conti e “restituire” di più ai propri soci

S

di Arianna Foglio

ono passati due anni da quando, il 21 maggio 2012, la Provincia autonoma di Trento, al fine di risanarne finanziariamente il bilancio, dispose la revoca del Consiglio d’Amministrazione, commissariando fino al 21 maggio 2014 (con proroga nel

maggio 2013) la società cooperativa Cedis. Alla guida del Consorzio Elettrico di Storo, in figura gestionale, furono nominati Maurizio Postal, in qualità di Commissario e Dario Ravagni in quello di Vice Commissario. con 491 per Tiarno di Sotto. In Valle del Chiese invece, nella sezione di Lodrone il più votato è stato Camillo Berardi con 496 per Baitoni, Mariano Ferrari con 411 per Bondone e infine per Storo Elena Zocchi con 579 seguita da Michele Gelpi, Gerardo Candioli, Gianfranco Giovannelli e Michele Grassi.

Giorgio Rossi Presidente Cedis

L’assemblea. Il Cedis, che a fine 2013 conta 3.259 soci, suddivisi in nove paesi (Storo, Darzo, Lodrone, Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto, Baitoni, Bondone, Riccomassimo e Bezzecca) venerdì 9 maggio ha convocato l’Assemblea Ordinaria dei Soci e, tra i vari punti di discussione, quello più importante era certamente l’elezione del nuovo direttivo. Un consorzio che verrà amministrato da un totale di undici consiglieri, compresi presidente e vicepresidente. Inserito come nuovo organo di controllo anche un collegio sindacale formato da

professionisti, con lo scopo di dare maggiori garanzie di corretta gestione ai propri soci. 875 i presenti all’assemblea più 252 deleghe per un totale di 1127 votanti. Alla guida come presidente il più votato è stato Giorgio Rossi con 904 voti, mentre Giulio Beltrami, con 402 voti, ha ottenuto la nomina di vicepresidente. L’ex commissario Maurizio Postal resta a dare il suo contributo come il più votato a capo del collegio sindacale, con 550 voti. Per quanto riguarda i consiglieri ci sono Bruno Cellana con 468 per Tiarno di Sopra e Paolo Crosina

Il risanamento. Nei due anni di commissariamento, la situazione finanziaria abbastanza preoccupante, ha visto come obbiettivo di risanamento un programma basato su investimenti esclusivamente necessari all’efficienza ottimale degli impianti di rete elettrica, telecomunicazione e sulla manutenzione dei beni di proprietà. Un bilancio annuale positivo, che si chiude con un utile di 640 mila euro. Una cooperativa che il primo marzo 2014 è riuscita a restituire il prestito-ponte concesso dalle banche nel 2012, non solo grazie alla corretta gestione finanziaria, ma anche all’ingresso dei soci sovventori e alla cessione di alcune azioni di Dolomiti Energia, riservandosi il diritto di riacquistarle in futuro. Il 2013, peraltro, è stato

caratterizzato dalla notevole produzione di energia elettrica dovuta alle abbondanti piogge, che ha fatto segnare 30% in più rispetto all’anno precedente, permettendo di ripristinare lo “sconto soci” e distribuendolo sulle singole bollette piuttosto che a fine anno, per un valore di circa 250 mila euro. Il futuro. Anche se la situazione è migliorata, rimane il controllo costante sulla gestione dei crediti nei confronti dei clienti morosi, che nel 2010 valeva circa 700 mila euro di crediti non onorati. Il presidente Giorgio Rossi mette al centro dei suoi obbiettivi futuri l’interesse dei soci. Lo scopo è quello di coinvolgerli maggiormente nella società, focalizzando l’attenzione su tre punti principali. Efficentare il consorzio tagliando tutti gli investimenti non necessari, aumentare la produzione per coinvolgere soci che oggi comprano energia elettrica altrove, ed infine, fare interventi migliorativi e mirati sull’esistente, evitando di disperdere risorse per investimenti non necessari. Cedis, in quanto cooperativa storica è esonerata dal pagare oneri, che solo

Michele Pernisi è stato riconfermato alla presidenza della Famiglia cooperativa della Valle del Chiese, la cui realtà, spalmata su undici punti vendita compresi tra Daone e Bondone, conta circa 2.300 soci di cui 280 presenti all’assemblea di metà maggio. La sua rielezione – come per gli altri uscenti - era da considerare scontata dal fatto che non c’erano antagonisti nè altre candidature. Rieletta quindi anche la sua vice, Daniela Cortella di Storo (233 preferenze) come sono state riconfermate le altre due uscenti, vale a dire Loretta Passardi di Por (202) e Liliana Ghezzi di Daone, che di voti ne ha presi 196. Nel corso del 2013, la Famiglia cooperativa Valle del Chiese, ha aumentato il proprio fatturato, passando da 9,221 milioni di euro del 2012 ai 9,281 del 2013. Sulle perdite a pesare sono gli ammortamenti dovuti alle ripetute esposizioni effettuate negli anni scorsi, le cui innovazioni (non sempre felici) pesano ancora per 315 mila euro. “Altro dato sicuramente rilevante - ha detto poi Pernisi – è l’aver creato un fondo mutualistico di solidarietà in favore di che è in difficoltà”. Il presidente (che è riuscito a ridurre non solo il proprio compenso da 13 a 9 mila euro all’anno ma a portare a 50 euro per seduta il gettone di presenza ai restanti componenti il consiglio) ha poi sostenuto che “la crisi la si può fronteggiare con innovazione e cambiamento dove a fare la differenza saranno le alleanze”. All’assise di stagione c’erano anche i vertici Sav con il suo amministratore delegato Roberto Zampieri. “L’attività agraria avviata all’inizio dell’anno in quel di Storo - parole sue - sta riscontrando non solo interesse tra la gente ma un consolidamento dell’intero sistema cooperativo “. (el.p.) nel 2013 valevano 600 mila euro in termini di risparmio. Dal 1982 per necessità di bilancio trattiene ai soci una parte di questo importo. Su 600 mila euro risparmiati lo sconto soci ne vale una “fetta” di 250 mila. L’obbiettivo del nuovo presidente è proprio quello di restituire ai soci i vantaggi di cui beneficia la cooperativa da più di trent’anni. Una società che deve proseguire con

la riduzione del debito ma che vede un’opportunità di sviluppo futuro nel bilancio energetico. Ad oggi l’energia prodotta dal Cedis nel territorio di competenza, è meno della metà di quella consumata annualmente nella stessa area, e l’occasione di crescita sta negli impianti rinnovati di recente che potrebbero dare un valore aggiunto in termini di produzione.

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Attualità

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Daniela Longo è da tre mesi il nuovo Difensore Civico. Una volta al mese lo sportello è in Giudicarie, a Tione

Un appoggio importante per il cittadino giudicariese

Il Difensore civico, ricalcato sulla storica figura dell’Ombudsman svedese, si è diffuso in Italia a seguito delle varie normative di riforma della p.a. della prima metà degli anni ’90, ed è organo di garanzia e tutela dei diritti e degli interessi del cittadino nei confronti dell’amministrazione pubblica a tutti i livelli. Interviene, d’ufficio o su richiesta, nei casi di cattiva amministrazione, per favorire il rispetto dei diritti del cittadino. Allora, dottoressa Longo, come sono stati i primi mesi di ambientamento nel nuovo ufficio di Difensore Civico? In questi primi tre mesi di attività mi sono occupata di prendere contatto con le principali problematiche connesse a questa attività, a partire dall’urbanistica, ma anche a confrontarmi con gli operatori di Inps ed Itea ad esempio, altri due importanti ambiti di interesse di questa istituzione. Come definirebbe la si-

D

a tre mesi Daniela Longo è il nuovo Difensore civico e Garante dei minori della Provincia autonoma di Trento. Laureata in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano, avvocato e già Vice tuazione ambientale che ha trovato? Dal punto di vista delle professionalità e della collaborazione degli uffici posso dirmi certamente soddisfatta e sono sicura che essi costituiranno basi importanti per svolgere al meglio questo lavoro. Per quanto attiene invece alla richiesta di intervento da parte dei cittadini, posso dire che, forse anche a causa della congiuntura economica e la mancanza di lavoro, noto alcune situazioni un po’ più esasperate ed esacerbate di contrasto tra cittadini e p.a. A livello numerico, invece, non si registra nessun sostanziale aumento rispetto al trend degli ultimi anni. Quante pratiche trattate ogni anno? Circa 1.000 sono state quelle trattate nel 2013,

Daniela Longo

di Roberto Bertolini

alle quali vanno aggiunte circa 400 pratiche pregresse ancora da evadere, ma che sono in fase di risoluzione con una prospettiva positiva di assorbimento di questa mole di lavoro. Quali sono le materie di maggiore frizione tra cittadino e P.a.? Direi senza dubbio l’urbanistica, la redazione del Piani regolatori generali, le concessioni edilizie, SCIA e in generale la disciplina dell’attività edilizia dei privati i contenziosi tra comune e cittadino sulla proprietà di alcune particelle inserite in piani di lottizzazione, in strade ecc. Aggiungerei la materia dei contributi provinciali a vario titolo, i tributi locali. Cosa fa concretamente il Difensore civico in casi come questi? Il Difensore civico non è un

Presidente dell’Associazione Nazionale dei Giudici di Pace, ricopre oggi un ruolo di fondamentale importanza nei rapporti fra cittadino e Pubblica amministrazione. giudice e di fatto non può comminare sanzioni alla Pubblica amministrazione, ma può fare segnalazioni ai comuni, attraverso il dialogo e la moral suasion e, nel caso sussistano estremi di reato o di danno erariale, fare le opportune segnalazioni alla Procura o alla competente Sezione della Corte dei Conti. Penso però che una parte più significativa della nostra attività sia quella nella quale aiutiamo i cittadini a comprendere le norme e a rendersi conto che spesso non sono vittime di soprusi, ma di applicazione normativa. Le informazioni che forniamo sono importanti per orientare i cittadini e spesso consentono loro di chiarire la propria situazione senza rivolgersi ad avvocati, senza che magari ne sussistano i presupposti.

Sta trovando collaborazione tra amministratori locali e sindaci? Direi che in generale stiamo trovando un soddisfacente livello di collaborazione negli enti locali, per quanto riguarda la richiesta di informazioni e di accesso agli atti. Poi non nego che vi siano anche sindaci più riottosi, ma nel complesso direi che c’è una giusta sinergia. Come funziona con i comuni non convenzionati? I cittadini possono rivolgersi lo stesso a questa istituzione? Sì, garantiamo comunque la copertura anche ai cittadini i cui comuni non sono convenzionati e la maggior parte di questi comuni rispondono alle nostre istanze con attenzione. Dunque nei prossimi mesi mi riservo di chiedere a tutti i

comuni non convenzionati di farlo, per consentire dinamiche ancor più collaborative e lineari. Quali sono le modalità di accesso al servizio del Difensore civico? Molto semplici. Innanzitutto si tratta di un servizio gratuito per il cittadino, al quale si può accedere sia telefonicamente, sia via internet e poi, ovviamente, di persona recandosi agli uffici di Trento, oppure presso le sedi delle Comunità di valle, dove siamo un giorno al mese. A Tione, ad esempio, siamo stati il 21 maggio e saremo il 18 giugno, presso la Comunità delle Giudicarie. Mi fa piacere sottolineare infine, che, accanto all’ufficio del Difensore civico, esercito anche quello di Garante dei minori, un’altra figura importante per risolvere ad esempio il contenzioso tra i genitori separati per le modalità di gestione dei figli, dei tempi a loro dedicati e ai doveri nei loro confronti.

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Il Saltaro delle Giudicarie

GIUGNO 2014

S’è fermato il pericolo Grillo con i suoi compari, nuovi ostrogoti, visigoti, vandali della politica, s’è asfaltato il Berlusca che non ha più fiato neanche per ridere. Povero uomo, con tutte quelle donne che gli girano attorno, che se non fosse ricco sfondato neanche lo noterebbero, piccolo, bolso e presuntuoso com’è. E fanno festa quelli del PD che una vittoria così non l’hanno mai avuta, neanche ai tempi dei loro avi fondatori, i Togliatti e i Berlinguer, né i D’Alema, nè i Veltroni, c’è voluto una anticomunista, un democristiano come Matteo Renzi, perché potessero gioire di gloria immensa. Eh si! Ha vinto il Matteo, altro che storie, ha vinto lui, e nessun altro, e ha vinto perchè nella campagna elettorale appena conclusa non s’è visto nessuno dei vecchi notabili comunisti, sono spariti quasi per incanto, i Bersani, le Finocchiaro, le Bindi, i Fassina e come per incanto è tornata la primavera per un partito che era oscuro come appunto le Botteghe Oscure in cui era dislocato. Che il Renzi abbia trionfato non c’è dubbio! Lo riconoscono anche in cielo che con quei rossastri hanno sempre avuto dei guai, adesso trionfa il rosa “choc” e le cose vanno meglio. Bravo Renzi! E’ d’accordo anche la solita opinionista di lungo corso della nostra stampa quotidiana, che sembra non stesse più nelle brache, che non riuscisse più a contenersi, e che non vedeva l’ora di annunciare al mondo intero (che per lei è Trento e poco più), che anche da noi c’è aria nuova, c’è aria fresca. Anche da noi ha vinto la DC (pardon!) il PdR, il Partito Democratico di Renzi. Per mille motivi, sembra suggerire, perché più belli, più bravi, più intelligenti e

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Stravince Renzi, e Dudu soffre in silenzio

Visti i risultati elettorali il cane di Berlusconi ha lasciato perdere la politica e si è dato ... alle cagnette

E

ila! Evviva! Hurra! Eia alalà! Le elezioni son finite! Abbiamo vinto! Sembra che tutti abbiano vinto, non ce n’è uno che abbia perso dalle

nostre parti, arrivano gli echi dei festeggiamenti perfino lassù, dove il nirvana regna sovrano, indifferente alle vicende umane. si disinteressato un po’ di tutto, occupato a godersi i suoi soldoni guadagnati col sudore della fronte, poverino, proletario era, ora ha qualche milione in più, ma sempre proletario rimane, almeno, sembra.

Il Premier Renzi, sullo sfondo, Massimo D’Alema

giù la solita tiritera, perché finalmente anche il Trentino si è aperto al mondo, perché l’ha detto anche il senatore Fravezzi, perché così ha voluto, alla fin fine anche il suo mentore Dellai, in barba ai Dorfmann, ai Panizza e agli upititini che ormai contano come il due di coppe. Che anche Dellai faccia l’occhiolino ai PdR? Probabile! L’occhiolino l’ha fatto a tutto l’arco costituzionale, a Rutelli, Casini, Monti, Mauro, Alfano, dicono che sia

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 12 3 n° 6 giugno 2014 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Arianna Foglio, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 3 giugno 2014 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

diventato strabico a forza di occhiolini, nel PD potrebbe risanarsi, che ne ha bisogno, lì c’è posto per tutti, seppur col rischio di essere rottamati. Ma lui come sempre va oltre... un po’ come Grillo, elites della politica! E per non essere rottamata s’è fatta renziana anche la nostra Margherita (Cogo), povera com’è, non può scendere dal carrozzone, così come gran parte del Pd del tempo che fu, compreso il nostro Gigi che renziano come lui

non c’è nessuno. Anche se, per sopravvivere, (per chi? per cosa?), hanno fregato la renziana doc, l’Elisa Filippi, vincitrice delle primarie,e, alleandosi con i retrivi, hanno eletto segretaria della congrega, la Giulia Robol, donna proletaria (?), esperta di piccoli paesi (?), che ha il ghigno giusto per accontentare capre e cavoli e permettere loro di continuare a campare agiatamente. Più dignitoso, non c’è dubbio, il Pinter che sembra esser-

Per il resto, buio assoluto, con il Patt che resiste con le sue piume sul cappello, e gli altri ridotti alla fame, con liste slanguide e uomini da poco, non c’è stata trippa per gatto così come nel resto del Paese, compreso il nostro conterraneo Ferrazza che con la Biancofiore e quel birbante di Bezzi, non hanno raccolto neanche l’erba per governare due capre. È la sorte degli sconfitti, così in tutta Italia le bandiere di Forza Italia, sono impallidite, i suoi colori stinti, lo sventolio fioco e disgustato, con il Berlusca a far volontariato,bloccato dagli anni e dalla tosse, che quando lo si vedeva in TV sembrava appena uscito dal museo delle cere. Per sua sfortuna c’è sempre la Santanchè che lo spalleggia, e che non spinga forte, se no il vecchio guerriero cade di traverso e addio rivincita. Il più addolorato di tutti, da quelle parti è Dudù, il cagnolino della coppia di Arcore, a cui era stata affidata la campagna elettorale di Forza Italia. Gli è andata male, il Grillo voleva addirittura vivisezionarlo, adesso tutti sembrano prendersela con lui, poverino, ma non è colpa sua, è che non hanno eseguito gli ordini, al centro ci doveva essere lui, cane di razza, e invece a rubargli la scena sono arrivati cagne e cani da ogni parte d’Italia. La Poggy, la cagna della Biancofiore, che è come la sua padrone, gazzettina e con la puzza sotto il naso, non la può vedere e continua a stargli fra le balle, ohè! Lui è un cane di classe e con le Poggy non ha niente a che fare, meglio la cagna della Brambilla, più sinuosa, più intrigante, qualcuno ha voluto confrontarlo con Empy, la cagnetta di Mario Monti, ehi, non scherziamo, Dudù è il cane del Berlusca, mica di

un professore qualunque. Il Berlusca al governo c’è stato dieci anni, quel Mario lì c’è stato si e non dieci giorni, altra qualità la nostra, altra classe. Alla fine Dudu si è sacrificato, ha dovuto cedere alle grazie( si fa per dire) della Biancofiore, oh, scusate, volevo dire della Poggy, la sua cagnolina. Un sacrificio non da poco, ma c’era chi lo passava per gay, il cane di Berlusconi gay, questa è bella, così ha infilzato la Poggy,per dimostrare che cane cagnesco è il Dudù. In tutto quel via vai di cani e cagne, Dudu ha perso il filo e così si è dovuto arrangiare l’assonnato Toti, che non è un cane, ma il coccolone del Berlusca, che svegliatosi di soprassalto ha perso la trebisonda e ha portato tutti alla catastrofe. E’ inutile che l’Aiace del D’Alema continui a sfilare fuori dai cancelli di Arcore per far rabbia a Dudu, sono patetici, Aiace non è un cane, così come il suo padrone non è un politico, tutte e due sono rottami della storia degli ultimi vent’anni. Vuoi mettere, il Berlusca ha costruito mezza Milano, il D’Alema, da buon proletario, s’è fatta costruire la villa, s’è comprata la barca, e adesso tutto il giorno a pensare al suo passato, alle sue glorie e soprattutto ai suoi baffi, infatti lo chiamano il Baffetto, poca cosa rispetto al Baffone dei suoi giorni migliori, e se ne va a spasso sempre con il suo cane, ma neanche s’accorge che, con l’Aiace di fianco, fa la figura di un gonzo accanto ad un colosso. Alla fine, sembra che anche i cani abbiano fallito, non sono fatti per fare politica, sono molto più adatti i politici a fare i cani, basta leggere i giornali. Allora che si può fare? La domanda sale fino al cielo. Abbiamo avuto come politici cavalli bolsi, asini fatti e finiti, pecoroni rognosi, capre, capre, capre alla Sgarbi, bisce, anguille, caimani, proviamo con i gatti. E’ la risposta dall’alto dei cieli. Perchè no? I gatti sono più ruffiani, intelligenti, imprevedibili, chissà che con i gatti non si risolvano tutti i nostri guai!


Attualità

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Hotel Trentino: focus conAsat e albergatori

La redditività degli hotel è in flessione e ora si inseguono i mercati emergenti

Il presidente Asat Luca Libardi

MARKETING SAIT

Questo è quanto è emerso da un interessante focus group, organizzato da Plan Consulting di Trento e da Trademark Italia di Rimini, al quale hanno partecipato alcuni opinion leader del turismo trentino. Coordinato da Ettore Zampiccoli l’incontro ha messo a fuoco una serie di problematiche in parte derivanti dalla situazione del turismo nazionale, in parte proprie del turismo trentino. Al focus hanno partecipato Michele Iori, commercialista, Marco Masè albergatore e presidente dell’Apt Madonna di Campiglio, Germano Toffol albergatore di San Martino di Castrozza, Carlo Garbini direttore di albergo, Luca Libardi presidente dell’Asat, Gianpaolo Marcelis tour

operator, Walter Nicolodi dell’Union Hotels Canazei e Campitello di Fassa, Alessandro Lepri e Stefano Bonini di Trademark Italia, Antonietta Castronovi e Daniela Vulcan di Plan Consulting. Dal dibattito è uscito un quadro complesso con due importanti indicazioni: la prima è che occorre che gli operatori privati puntino sempre di più sulla qualità dell’offerta per intercettare i nuovi segmenti di clientela internazionale; la seconda è che l’ente pubblico – e ci si riferisce alla Provincia – sappia esprimere in tempi brevi un proprio sistema di incoming e di booking per uscire dalla “paludosa schiavitù” delle OTA e riprendere in mano il problema dei collegamenti

C

di Ettore Zampiccoli i sono due rischi incombenti sul turismo trentino: il primo è il progressivo abbassamento della redditività delle strutture ricettive, il

del Trentino con le reti internazionali. Per quanto riguarda l’aspetto della mobilità, il presidente dell’Associazione albergatori del Trentino, Luca Libardi, è stato chiarissimo: molti poli turistici stanno avendo buoni risultati perché sono riusciti a collocarsi all’interno di una rete di collegamenti rapidi, primi fra tutti quelli aerei. Il Trentino invece è scarsamente accessibile e rischia conseguentemente di essere ai margini dei mercati emergenti. Quanto alla redditività degli hotel le notizie non sono buone. Se è vero che ci sono in provincia un centinaio di hotel a rischio default (per cause varie, difficoltà di accesso al credito comprese), il dott. Michele

TIONE

Iori, commercialista, ha fornito dati attuali interessanti: da uno studio su un campione di hotel di medio livello con un fatturato intorno ai due milioni di euro l’utile si riduce mediamente al 2/2,5 per cento e per alcuni si trasforma addirittura in perdita. Continuano a crescere i costi (IMU quasi raddoppiata) e calano le entrate. Calano grazie anche al web, che appiattisce il prodotto e crea “turisti-ragionieri”, sempre più attenti al prezzo che non alla qualità. La scarsa redditività risente anche del grande ritardo che il Trentino sconta sulle politiche di incoming, perché non si è grado di offrire un prodotto di elevata qualità ma solo prezzi al ribasso, perché in questi anni

secondo è quello della mobilità e dei limitati collegamenti con i mercati turistici, soprattutto quelli emergenti. non sono state pensate ed elaborate politiche innovative attente alle trasformazione dei mercati. Le ricette indicate sono state molte e diversificate. Walter Nicolodi, titolare di un gruppo di hotels della Val di Fassa, ha chiesto che l’ente pubblico dia sostegno alle piccole imprese alberghiere, favorendo la creazione di “reti di imprese” come modalità per condividere servizi per gruppi di hotels, e di “public company”, come società utili per accompagnare il cammino degli hotel anche nei momenti difficili, comprese le dismissioni o la chiusura sia per motivi economici che per motivi generazionali. Marco Masè, albergatore di Campiglio, ha auspicato

un forte rilancio dell’offerta della “destinazione Trentino” soprattutto in funzione dello sviluppo dei mercati esteri. Masè ha fornito un interessante esempio : se fino a qualche anno fa Campiglio e la Val Rendena pescavano su 18 mercati, oggi devono confrontarsi con ben 53 mercati internazionali, ognuno con le sue peculiarità ed esigenze. E questo rende ovviamente più complesso il lavoro. Ma l’internazionalizzazione però paga. E lo dimostrano i risultati di zone come Campiglio, Fassa, San Martino di Castrozza. I risultati del focus costituiranno materia di lavoro per un convegno pubblico, che si terrà entro fine giugno.

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Bim Il rivenditore Stihl di Pieve di Bono e Daone festeggia 50 anni di attività. Tutto partì con un’officina


Attualità

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Lo storico esercizio che domina il Lago di Roncone ha festeggiato il mezzo secolo di ristorazione e accoglienza

Cinquant’anni per l’Albergo Eden Cinquanta anni fa tornarono dalla Svizzera due giovani sposi emigranti da qualche anno decisi ad investire in una struttura alberghiera nel loro paese natale. Aldo Bonapace e Edy Bertoni riuscirono, con notevole fiuto e forte lungimiranza, ad individuare la zona giusta, ampia comoda, di lato alla strada statale, di facile accesso e costruirono la prima struttura alberghiera per quei tempi innovativa e ottimamente inserita nell’ambiente. Come in tutte le avventure, all’inizio non furono tutte rose e fiori, ma poi i proprietari riuscirono ad imporre la loro qualificata presenza nel panorama turistico della valle. Si ricordano con nostalgia le piacevoli serate conviviali e la musica offerta dallo stesso proprietario, gran suonatore di chitarra e da un suo amico fisarmonicista, per completare la festa con i balli del momento.

S

abato 31 maggio, in una cornice di grande festa di popolo, s’è voluto celebrare alla grande il 50° anniversario della costruzione dell’Albergo Eden a Roncone. Sono accorsi da ogni parte della zona, anche da lontano, amici, nuovi e vecchi clienti, e molti paesani affezionati a questo albergo, situato in una posizione strategica, comoda all’ac-

Il gestore Luca Bonapace con la famiglia

Essendo, poi, il signor Aldo gran cacciatore, l’albergo divenne nel tempo i ritrovo dei cacciatori della zona, sono note le discussioni in tempo di caccia

delle loro avventure, le serate a giocare a chi le sparava più grosse, e per restare in tema anche la cucina dell’albergo si specializzò nell’offrire piatti

cesso, ormai uno dei pochi angoli di serenità conviviale che ripropone odori e sapori d’altri tempi, fatti di ospitalità amicale, tanta cordialità e simpatia, e che offre il lago di Roncone a pochi passi, con le sue strutture a disposizione del turista: minigolf, tennis, pista ciclabile, passeggiata e mille altre sorprese nel periodo estivo.

L’albergo Eden a Roncone

gastronomici di prim’ordine che si richiamavano e si richiamano tutt’ora alla selvaggina di sicura provenienza locale. Ma anche i pescatori di lago

hanno fatto dell’Eden il loro punto di riferimento, trovando ospitalità e totale disponibilità. Con l’avanzare dell’età dei fondatori e dopo alcu-

ne ristrutturazioni importanti, negli ultimi anni, l’albergo è stato affidato al figlio Luca, particolarmente simpatico, ed alla moglie Sonia, che continuano con successo la tradizione dell’albergo garantendo una cucina fatta di genuinità, di piatti tipici della nostra tradizione, offerti con particolare cura e tanta passione. Alla struttura originale è stato aggiunto un ampio spazio adibito a bar dove convengono giornalmente oltre ai paesani anche numerosi passanti sicuri di trovarvi amici e conoscenti con cui passare un po’ di tempo in allegria. La festa del cinquantesimo si è conclusa a tarda notte dopo aver festeggiato con commozione vecchi e nuovi proprietari e degustato in compagnia “cous cous” e “gulasch” preparato appositamente per dare un segno di modernità e di tradizione che sono alla base del loro lavoro.

Il Bim del Sarca rilancia sull’efficienza energetica L’ente guidato da Gianfranco Pederzolli mette sul piatto 3 milioni per migliorare il parco energetico pubblico. «Sarà un volano per i nostri artigiani»

Il Bim del Sarca rilancia con forza sulla questione dell’efficienza energetica e mette sul piatto 3 milioni di euro destinati ai comuni per acquisti ed investimenti in questo settore. Il provvedimento è stato deliberato dall’ente guidato da Gianfranco Pederzolli nella seduta del 21 maggio e rappresenta nelle intenzioni del Bim uno stimolo importante per gli enti pubblici per investire con forza sulle nuove tecnologie in ambito energetico. Illuminazione a led, pannelli fotovoltaici, piccole centraline idroelettriche, ma anche cappotti e serramenti di ultima generazione, tutto quello che, insomma, crea

Gianfranco Pederzolli

in modo diretto o indiretto risparmio energetico. «Si tratta di un provvedimento che riteniamo mol-

to significativo – spiega il presidente del Bim Pederzolli – che abbiamo condiviso con i comuni e che ha

trovato in essi interlocutori attenti. La tematica è delle più attuali e contiamo di mettere in circolo a partire da subito importanti risorse pubbliche, dando stimolo alla nostra economia e al lavoro dei nostri artigiani».

Già, perché fra i requisiti richiesti dal Bim perché i comuni possano accedere ai contributi (il 75% della cifra ammessa) occorre che i lavori siano cantierabili entro il 31 dicembre 2014, dunque già nei prossimi mesi. Deve peraltro trattarsi di lavori “nuovi”, ossia non opere che i comuni hanno già realizzato o in corso di esecuzione, un elemento in più per dare slancio a nuove iniziative. Un intervento straordinario, realizzato con gli accantonamenti dei sovracanoni del Bim, in particolare da un capitolo di bilancio recuperato dopo la chiusura della lunga vertenza che ha contrapposto Bim, Enel

e Dolomiti Energia per quote di sovracanoni relative alla Centrale di Santa Massenza. «Penso che questi 3 milioni possano dare un buon impulso alla nostra economia – ha detto Pederzolli – oltre che stimolare i comuni a proseguire quel percorso di razionalizzazione ed efficentamento dei consumi elettrici che va ad incidere positivamente sulla spesa corrente. Devo ringraziare i comuni del Bim, per aver colto la validità del progetto e aver ragionato, nel riparto delle quote, non con formule matematiche, ma secondo uno spirito di collaborazione davvero significativo».(r.b.)


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Il personaggio

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«Finita l’università – spiega - avrei potuto scegliere tra diverse strade, ma volevo prendermi un anno di pausa per capire quale sarebbe stata la scelta migliore, per non fare una scelta affrettata senza esserne convinta. Ed è in questo momento che ho deciso di darmi al volontariato. L’idea di fare un’esperienza di questo tipo è una cosa che ho sempre avuto in mente e quello era il momento giusto. Poi per caso, (io credo per destino) sono venuta a conoscenza di un luogo, Tomanguina e di Fabrizia Salvadori, che da anni lavora lì. Senza indecisioni il 5 dicembre ho preso l’aereo per il Perù e sono stata là tre mesi». E cosa hai trovato? «La casa di Tomanguina si trova nella regione Ancash a circa 15 ore di viaggio da Lima. Questa regione è una delle più povere di tutto il Perù: le vie di comunicazioni sono poche e diventano quasi impraticabili durante la stagione delle piogge, la gente della Sierra vive in piccole case costruite con mattoni di fango, dove l’acqua non è potabile, i servizi igienici non esistono e si sopravvive con quelle poche cose che si riesce a coltivare». Alle famiglie, e in particolare a quelle più numerose, mancano materialmente le risorse necessarie per mantenere i loro figli. La loro soluzione per sopravvivere: abbandonare un figlio, così da poter sfamare gli

La scelta di Gaia Terzi, che dopo gli studi è partita volontaria in Perù

L’annosabbaticochenontiaspetti Q

di Aldo Gottardi

uando ci si avvicina alla laurea, che sia triennale o magistrale, spunta come un lampo nella mente la fatidica domanda: “E adesso cosa faccio?”. C’è chi prova a cercare lavoro, altri quattro o cinque. Per fortuna c’è gente come lei, Fabrizia Salvadori, ‘Ronconera doc’ e volontaria dell’operazione Mato Grosso, che dirige Casa Tomanguina da più di quindici anni. Attualmente ospita ben 30 ragazzi, dal più piccolino che ha 5 anni al più grande di 20. Ogni bambino ha la sua storia: ci sono quelli abbandonati, quello che stava morendo di fame perché la sua famiglia era poverissima, ci sono gli orfani di uno o entrambi i genitori e i bambini di strada ecc. Storie che sembrano impossibili solo al pensarci, ma che sono davvero la quotidianità laggiù. «Quello che la Fabri fa – dice Gaia - è dedicare tutta se stessa a questi ragazzi. Innanzitutto, li aiuta a superare i loro traumi, offrire loro un’educazione e li segue nel loro cammino anche quando, terminati gli studi di primo grado, i ragazzi escono dalla casa

chi continua a studiare, chi non fa nulla... Gaia Terzi è una ragazza di Spiazzo, che a suo tempo alla domanda aveva risposto con una scelta tanto profonda quanto impegnativa.

Gaia Terzi

per andare ai taller, le nostre scuole superiori per intenderci. Ma ciò che più conta, è che Fabrizia a ognuno di questi bambini dà una famiglia. Perché Casa Tomanguina prima di tutto è questo, una grande famiglia, che ormai sento un po’ anche mia». Come giudichi ora questa tua scelta? «N on potevo fare una scelta migliore! L’unica cosa che rimpiango è che avrei po-

tuto essere più coraggiosa e partire subito convinta di fare più mesi anzi che solo tre, pazienza. In quei 90 giorni ho visto quella parte di mondo che vedi solo in televisione e che non puoi neanche immaginare se non ci sei dentro. Ho visto la povertà, quella vera; ho capito davvero cosa vuol dire aver fame e sete, ho visto bambini corrermi incontro solo per avere una caramella. Ho imparato a rispettare le idee di questo

popolo e cercare di capire il perché di alcuni loro atteggiamenti. E poi ho conosciuto loro, i “miei” bambini di Tomanguina. Sono bambini come i vostri: non stanno mai fermi, fanno i capricci quando è ora di fare i compiti, gli piace addormentarsi con una favola, adorano giocare con l’acqua, hanno voglia di fare, di imparare, di conoscere. Sono curiosi e si meravigliano per tutto. Ma soprattutto sono bambini sorridenti e felici. Perché a Tomanguina possono finalmente essere i bambini che sono». «Io auguro a quei bambini un futuro meraviglioso perché se lo meritano – continua Gaia. Mi sono chiesta più volte come fanno ad essere così, così forti e spensierati nonostante tutto, nonostante ciò che gli sia successo. È grazie a Fabrizia. Quello che fa, il sacrificare ogni giorno la sua vita per loro è una dote

che solo una persona su un milione ha. Ed io ho avuto la gran fortuna di averla conosciuta e i bambini di Tomanguina hanno la gran fortuna di averla con loro. Credo non ci siano modelli di comportamento migliori di persone come lei. E l’ammiro così tanto per tutto quello che fa, che ora sono qui a chiedervi di aiutarmi per aiutarla». Tomanguina infatti vive solo grazie al Mato Grosso ed agli aiuti economici che provengono dai benefattori italiani. «Lo so che non è il momento più adatto per chiedervi un aiuto economico, ma pensateci, grazie in anticipo a chi lo farà» spiega Gaia in un accorato appello. Si può aiutare facendo un’adozione a distanza o si può fare un’offerta libera, in base alle vostre disponibilità, a questo conto corrente FABRIZIA SALVADORI IT36 B080 2435 3600 0000 2035 568. Non meno importante è anche la raccolta di vestiti, in questo momento hanno super bisogno di scarpe. Per ulteriori info: gaiaterzi@hotmail.it

Fari accesi sul ruolo volontariato sociale Alcune coop giudicariesi organizzano una serie di eventi per sensibilizzare la comunità su questa importante risorsa. Il 27 giugno c’è Gardin a Tione Il volontariato: una risorsa essenziale per il benessere della nostra società. Con questo imperativo il Consorzio Sociale “Impresa Solidale”, che ha sede a Breguzzo ed è formato dalle Cooperative Sociali “Il Bucaneve”, “L’Ancora” e “Lavori in corso”, insieme all’Associazione di famiglie con handicap “Comunità Handicap”, ha deciso di organizzare fra il 2014 ed il 2015 un anno di iniziative proprio nell’intento di sensibilizzare la popolazione

verso il volontariato. Prima iniziativa: sabato 27 giugno, a Tione. Sul palco del teatro comunale salirà il comico trentino Lucio Gardin, che si produrrà in un monologo proprio sul volontariato. Seguirà un gruppo giovanile delle Giudicarie, per un repertorio di musica rock e pop. “Ma c’è necessità”, ci si chiederà, “di iniziative di sensibilizzazione del volontariato nella nostra provincia?”. Domanda legittima. Sì, perché il Trentino (per dirla in maniera bucolica) è come una serra in cui le organizzazioni di volontariato crescono e fioriscono al pari di piante rigogliose, ma è pure vero che di volontari ce n’è sempre più bisogno. In particolare, in un tempo contrassegnato dalla spending review, con le risorse

economiche pubbliche in caduta libera, si cercano persone capaci di dare il proprio tempo libero per gli altri. Ma attenzione, non è solo una questione di denaro. Negli ultimi trent’anni si è andato via via perdendo il senso di comunità anche nei centri più piccoli, che non dovrebbero essere intaccati dal “parassita” dell’individualismo. Invece la sindrome della città (dove chi abita in un condominio manco si conosce) si è diffusa. Intendiamoci, rimangono vive istituzioni come il corpo dei vigili del fuoco, che ha volontari e caserme in tutti i paesi; rimangono attivi cori e bande (che coinvolgono centinaia di musicisti); continua la presenza delle società sportive. E il volontariato sociale? Le Cooperative Sociali e le Associazioni come “Comu-

nità Handicap” usufruiscono dell’apporto prezioso dei volontari. Si potrebbero citare decine di iniziative che vengono realizzate grazie al contributo di persone che dedicano gratis il loro tempo libero. Si pensi alle gite in montagna della Sat con i disabili, alle uscite per la pesca sportiva, alla realizzazione dei presepi di Natale, tanto per citare tre esempi. Tutte attività organizzate insieme dalle realtà sociali e dai volontari. Ma si potrebbe fare di più, e lo diciamo senza volerci mettere dalla parte degli incontentabili. Per questo “Impresa Solidale” e le sue organizzazioni hanno deciso di cercare nuovi amici. Amici attivi, vogliosi di stare insieme ai più deboli, di costruire qualcosa insieme a loro.


Attualità

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Bilancio positivo per la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella

Utile da un milione e mezzo di euro

Un risultato positivo visti sia la difficile congiuntura economica che ha caratterizzato l’economia di questi ultimi tempi, sia le difficoltà che il mondo del credito sta vivendo. “Siamo orgogliosi di aver continuato a dare fiducia alla nostra gente, nonostante il periodo di crisi che stiamo vivendo a livello globale. Il bilancio mostra ancora una volta numeri positivi, dato che anche nel 2013 siamo riusciti a chiudere con un utile d’esercizio di un milione e mezzo di euro”, affermano il presidente Andrea Armanini e il vice Luca Martinelli. Un risultato positivo che deriva dall’aumento del 3% della cosiddetta raccolta diretta, pur a fronte di un calo degli impieghi; nonostante il periodo di crisi e la ridotta propensione agli investimenti sia delle aziende che delle famiglie, abbiamo oltre 650 milioni di euro prestati alle famiglie e alle imprese del territorio. “La strategia elaborata negli anni scorsi sul modo in cui la nostra Cassa Rurale intende interpretare il ruolo di Banca di Credito Cooperativo della

V

ia libera al bilancio d’esercizio 2013 lo scorso venerdì 30 maggio dai 1250 soci riuniti in assemblea ordinaria per la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, capace di chiudere

comunità - spiega il presidente Armanini - ci ha permesso di affrontare il delicato scenario che stiamo attraversando con più forza e decisione. La situazione di difficoltà economica nel 2013 ha certamente colpito anche le nostre zone: tutti noi

stiamo attraversando una fase di grande cambiamento sia a livello economico, sia in chiave sociale e culturale. Gli fa eco il vice Luca Martinelli: “Nel 2013 la nostra Cassa Rurale ha continuato ad attivare tutte quelle azioni strategiche di carattere

con un utile d’esercizio di un milione e mezzo di euro (1.527.880 euro per la precisione), a fronte di uno stato patrimoniale di otre un miliardo di euro (esattamente pari a euro 1.064.113.570). bancario e sociale finalizzate ad accompagnare le nostre famiglie, le nostre imprese ed i nostri giovani attraverso questo processo di cambiamento.” Oltre alle importanti scelte del Consiglio di Amministrazione, determinante è stato il ruolo

Progetto ripresa: ecco le 4 azioni Sono quattro le azioni messe in campo dalla Cassa a sostegno della ripresa: due destinate alle famiglie, due alle imprese. Le aziende che assumono per almeno 12 mesi un nuovo dipendente avranno un finanziamento di 30 mila euro per tre anni al tasso fisso del 2,90 percento; a chi farà investimenti (fino a 75 mila euro) tasso fisso del 4,9% o variabile Euribor a tre mesi più 3,90%. Per le famiglie sono invece in arrivo finanziamenti agevolati prima casa per giovani e famiglie, di importo massimo pari a 200.000€ con durata massima pari a 25 anni ed un tasso pari all’Euribor 3 mesi

più 1,90%. Mentre per quanto riguarda le opportunità concesse dal governo per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica della prima casa di abitazione, la Cassa Rurale ha stabilito un plafond per l’erogazione di finanziamenti di importo fino a 50.000€ al tasso fisso del 4,30%. Detto tasso è ulteriormente diminuibile al 4% nell’ipotesi in cui i lavori di ristrutturazione vengano effettuate da imprese clienti della Cassa Rurale. In tal modo la Cassa Rurale vuole creare opportunità a favore dei propri clienti e del proprio territorio.

della Direzione. “Per quanto riguarda i risultati gestionali possiamo sostenere con moderata soddisfazione che abbiamo sostanzialmente mantenuto l’utile dell’esercizio precedente, pur sopportando un sensibile incremento del costo del credito; questo è stato possibile anche grazie ad una mirata azione di contenimento dei costi che ha visto diminuire i costi operativi e per la prima volta anche i costi del personale”, spiega Davide Donati direttore generale della banca di credito cooperativo. Il positivo traguardo è frutto sia di un’attenta e moderna gestione della banca di credito cooperativo da parte degli amministratori, sia di una dinamica ed efficiente – ed evidentemente anche efficacie - gestione operativa (22 sportelli, 127 dipendenti). I costi di gestione della banca, infatti, diminuiscono rispetto agli esercizi precedenti, mentre in media per le altre casse rurali trentine crescono;

gli indicatori di efficienza della Cassa negli ultimi due anni evidenziano uno sviluppo del margine d’intermediazione per ciascun dipendente mediamente impiegato, nonché delle masse gestite per ogni sportello. “Anche la nostra Cassa Rurale – aggiunge il condirettore Guido Margonari - sta riorganizzando le filiali con l’obiettivo primario di mantenere i presidi in tutti i nostri paesi puntando peraltro a rafforzare l’impegno dei nostri collaboratori nell’attività di consulenza”. L’assemblea, riunita presso il Polivalente di Darzo e in videoconferenza presso il Palacongressi di Andalo, ha rinnovato anche un terzo delle cariche sociali: quattro erano infatti gli amministratori in scadenza, tra cui anche il vicepresidente Luca Martinelli. Tutti gli amministratori uscenti sono risultati riconfermati. In particolare sono stati rieletti Luca Martinelli (area Esteriori),Cristian Fusi (Bagolino-Chiese), Donato Giordani (Paganella-Rotaliana) e Oscar Paterlini (Valsabbia) che ha ottenuto più voti di Adriano Gobbi (Valsabbia).

COOPERANDO

Gare di appalto e buon lavoro: possono coesistere? È una sfida importante per la Pubblica amministrazione, nella quale gioca un ruolo importante anche Internet di Alberto Carli Un tema quello delle gare d’appalto che seppur complesso, risulta vitale per molte imprese del nostro territorio. Si pensi che solo per il comparto dei servizi e quindi di quelle attività rivolte ad esempio allo smaltimento rifiuti, allo sgombero neve, alle pulizie, ecc la posta in ballo, rappresenta in Provincia di Trento circa 120 milioni di investimento pubblico. In questo contesto si inserisce l’iniziativa di e-Procurement promossa a livello locale dalla Provincia di Trento, che ha deciso di istituire un proprio Mercato Elettronico, tenendo conto dei recenti interventi normativi e di razionalizzazione della spesa pubblica che hanno introdotto una serie di vincoli, volti a favorire l’utilizzo dei mercati elettronici da

Il processo di rinnovamento avviato dalla Pubblica Amministrazione che ha come obiettivo quello di semplificare e rendere più efficace le nostre amministrazioni, corrisponde anche all’impiego delle nuove tecnologie parte delle P.A. per gli acquisti di prodotti e servizi di importo inferiore alla soglia comunitaria (attualmente pari a circa € 200.000,00). Il Mercato Elettronico della Provincia di Trento (MEPAT) ha l’obiettivo di mettere in contatto la domanda e l’offerta di prodotti e di servizi e costituisce il nuovo punto di incontro in rete fra le pubbliche amministrazioni della Provincia (PAT, Comuni, Comunità, enti appartenenti al “Sistema pubblico” provinciale) e le imprese fornitrici abilitate. Seppur la procedura nel suo intento ha quale obiet-

tivo efficacia, efficienza e risparmio per la Pubblica Amministrazione consentendo a ciascuna impresa fornitrice di visualizzare l’intero contenuto dei dati presenti sul MEPAT, ivi inclusi gli articoli ed i prezzi indicativi pubblicati dalle altre imprese abilitate stimolando in questo modo lo sviluppo di un processo competitivo, risulta assolutamente rilevante identificare le modalità di salvaguardia del “buon lavoro”. Un buon lavoro che riguarda da una parte il garantire la capacità di spesa dei lavoratori e quindi in sostanza garantire alle imprese la giusta remunerazione delle

dell’informazione e della comunicazione ( ICT ) oltre all’adozione di nuove modalità operative dei sistemi di acquisto di beni e servizi, mediante l’utilizzo di procedure telematiche (e-Procurement) tramite internet. attività prestate evitando di premiare quelle che adottano stratagemmi vari, per usare un eufemismo. Dall’altra garantire che il lavoro sia fatto bene e che rappresenti garanzia di qualità e sicurezza per il territorio e i cittadini. La sensibilità a queste tematiche è sicuramente alta e numerosi comuni hanno manifestato l’esigenza di introdurre elementi di flessibilità nel sistema elettronico degli acquisti a fronte dei rigidi automatismi che lo caratterizzano. In particolare la standardizzazione dei prodotti e servizi talune volte non consente la possibilità di sopperire a particolari

esigenze, risultando quindi poco o totalmente non idoneo rispetto alle richieste della PA. E’ inoltre sentita l’esigenza di poter ricorrere a procedure autonome di acquisto al di sotto di una certa soglia. Non da ultimo vi è da dire che la procedura presenta delle criticità risultando di difficile utilizzo e quindi, in riferimento agli acquisti di importo contenuto può anche essere messo in discussione il rapporto costi benefici. E’ su questi stimoli che il consigliere provinciale Mario Tonina ha, con alcuni colleghi, richiesto alla Giunta Provinciale di approfondire le problematiche legate ai si-

stemi di approvvigionamento mediante mercato elettronico in funzione dell’introduzione di elementi di flessibilità, compreso il ricorso a procedure autonome di acquisto al di sotto di una certa soglia, e dell’ottimizzazione dell’iter di approvvigionamento, per favorirne tempistiche e valorizzare il mercato locale. Per fare ciò sarà costituito un gruppo di lavoro, composto dai responsabili delle strutture interessate della Provincia e da componenti indicati dal Consiglio delle Autonomie Locali quali amministratori rappresentativi delle diverse fasce di comuni, finalizzato proprio ad approfondire le problematiche legate ai sistemi di approvvigionamento mediante mercato elettronico e a definire modalità a garanzia del “buon lavoro”.


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Attualità

GIUGNO 2014

Il calendario degli appuntamenti (raccolto nell’opuscolo Eventi Estate 2014 allegato a questo numero del Giornale delle Giudicarie), presenta, in un programma giornaliero, le tantissime attività: da quelle outdoor che uniscono il benessere fisico al fascino di esplorare un ambiente rimasto intatto nella sua bellezza, nelle sue risorse e qualità, all’incontro con la tradizione gastronomica della valle, dalla ricca proposta di attività e laboratori didattici per i bambini che “catturano” tutta la famiglia, tra le erbe officinali, i segreti del miele e delle api, la lavorazione del feltro, alle visite guidate in malga, nelle centrali idroelettriche, nei forti della grande Guerra e sulla strada delle miniere. Ma non finisce qui. Un’intera sezione dedicata ai “luoghi da visitare”, ovvero castelli, musei, monumenti artistici, fortezze e percorsi espositivi che nell’estate aprono le porte ai visitatori grazie ad associazioni, enti, volontari ed amministrazioni locali. Fra gli appuntamenti imperdibili, segnaliamo: dal 25 al 27 luglio “Viaggio nel Medioevo”, il fine settimana dal sapore antico, una tre giorni a spasso nel tempo fra combattimenti, antichi mestieri, magiche

Estate a tutto outdoor, enogastronomia e cultura In Valle del Chiese i mesi estivi mettono in vetrina un’ampia proposta per turisti e locali

T

ornano anche in questo 2014 gli “Eventi estate”, gli immancabili appuntamenti estivi per scoprire splendidi panorami, i gustosi prodotti tipici e la più antica storia della Valle del Chiese. L’Ecomuseo ed il Consorzio Turistico Valle del Chiese hanno messo in campo per i mesi estivi un ricco programma di attività, eventi e mani-

pozioni e laboratori a tema nelle ambientazioni del sentiero etnografico di Rio

caino – Cimego, in collaborazione con il gruppo di scherma svizzero Ost du

festazioni, tutti pensati per scoprire e riscoprire il territorio e la cultura locale strizzando l’occhio al divertimento. Tra antiche malghe, sapori autentici, viaggi nel tempo sulle tracce di tradizioni e mestieri secolari da scoprire lungo percorsi tematici, un caleidoscopio di divertenti occasioni per trascorrere l’estate a contatto con la valle.

Lac. Poi, dal 1 al 3 agosto, tanto gusto e divertimento in riva al lago con “Ta-

ste @ the lake, il mercato europeo dei sapori”. Tre giorni di eventi, musica e

soprattutto stand gastronomici con la partecipazione di Edoardo Raspelli! ad Idroland – Baitoni. Infine, dall’8 al 10 agosto torna “Altrotempo – Parole di piombo”, il festival che parla di storia ma lo fa in modo nuovo, attraverso il teatro, lo spettacolo, la musica! Ricco il programma dell’edizione 2014, con la partecipazione straordinaria di eccezionali personaggi! L’estate 2014 in Valle del Chiese sarà tutto questo e molto ancora! Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Proposte dedicate ai turisti e visitatori, ma anche ai chiesani che vogliono godersi la loro splendida valle. Maggiori informazioni si possono trovare su: www. vistchiese.it. (r.b.)

La CR Giudicarie Valsabbia Paganella sbarca a Berlino Dopo il grande successo avuto con “Casa Londra”, la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella propone anche la prima edizione di “Casa Berlino”, il progetto volto ad incentivare l’esperienza di soggiorno all’estero e lo studio della lingua tedesca, attraverso la proposta di un vacanza-studio nella capitale tedesca. L’iniziativa offre la possibilità sia di conoscere i modi di vita e la cultura di una metropoli come Berlino, sia di imparare a gestire in modo autonomo la vita quotidiana: dall’organizzazione della giornata, alla gestione della casa (dalle pulizie alla

cucina). Ma soprattutto il progetto consente di migliorare la conoscenza della lingua tedesca e, al tempo stesso, di imparare le regole della convivenza trascorrendo i proprio tempo con persone diverse dai propri famigliari. “Per il 2014 abbiamo a disposizione 15 posti”, fanno dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. L’iniziativa si rivolge ai soci ed ai figli di soci di età compresa tra i 16 ed i 32 anni e prevede una quota di partecipazione di 490 euro comprensiva di un corso di inglese di 40 ore e del soggiorno a Berlino di 2 setti-

mane in appartamenti condivisi. La formula prevede un corso settimanale di tedesco presso una struttura accreditata DAF – 20 ore settimanali (15 ore frontali + 5 speaking), il test d’ingresso

per la valutazione del livello di conoscenza della lingua e l’inserimento nella classe adeguata (n. max per classe 20 persone). Inoltre all’interno del pacchetto è inclusa la sistemazione in appartamenti condivisi (in camera

doppia/tripla con bagni in comune) per due settimane. Nella quota di adesione sono compresi anche il colloquio iniziale con partecipante/genitori per definire obiettivi, termini, modalità del pacchetto offerto, le attività organizzate (eventuali costi per accesso musei, cinema, ecc. a carico del partecipante), l’individuazione e la prenotazione del medico di base, la presenza di un tutor/accompagnatore per ragazzi (accoglienza in aeroporto, accompagnamento presso l’appartamento, informazioni generali su modalità di spostamento in città, accompagnamento alla

scuola nei primi giorni di permanenza, assistenza per eventuali necessità durante tutta la permanenza), nonché il colloquio di coaching e le indicazioni su come preparare un curriculum in Germania. Sono previste due partenze estive (dall’1 al 15 luglio e dal 16 al 30 luglio). Per l’assegnazione dei posti si terrà conto dell’ordine di arrivo delle adesioni, sino ad esaurimento dei posti disponibili. In caso di richieste superiori si terrà conto del grado di intensità della relazione fra la famiglia del partecipante e la Cassa Rurale.


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Attualità

GIUGNO 2014

Le partecipanti al “Treno della Memoria” hanno dato vita ad una serata che vuole essere soprattutto un appello contro l’indifferenza

Unatestimonianzadirettaedefficace Dopo l’introduzione della presidente della Comunità, Patrizia Ballardini, che si è detta onorata di ospitare chi veniva a dare alle popolazioni giudicariesi un chiaro messaggio di speranza e di pace e soprattutto di rispetto dell’uomo per l’uomo, è iniziata, nel più profondo e percepibile silenzio partecipativo e meditativo, una sequenza di parole, di musiche, di proiezione di immagini, di letture che hanno riportato i presenti ai momenti più tragici vissuti dai “perseguitati” di ieri e di oggi. Infatti la sequenza alternata delle nove voci narranti, che si sono alternate con personale immedesimazione dei messaggi in loro nati e scaturiti da un viaggio indimenticabile, non si è fermata alla semplice narrazione del loro insolito viaggio nella terra dei lager tedeschi, ma ha saputo proiettare le dolorose situazioni e vicende di ieri su quelle di oggi, accomunando le vittime delle atrocità della seconda guerra mondiale, con quelle perpetrate anche oggi da gente disumana in ogni altra parte del mondo,

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onostante le grandi conquiste femminili dal dopoguerra ad oggi, dal diritto al voto alla tutela Eccezionale serata, venerdì sera 16 maggio, nella sala “Sette Pievi” della Casa della Comunità delle Giudicarie a Tione, grazie alla esibizione-testimonianza che nove studentesse giudicariesi liceali e universitarie – Ilaria Alberti di Vigo Lomaso, Marta Cominotti di Roncone, Federica Farina di Ponte

Arche, Caterina Franchini di Bolbeno, Elena Iori di Bivedo, Silvia Mussi di Breguzzo, Camilla Perrotti di Condino e Laura Ricca di Godenzo - hanno saputo dare dopo il loro viaggio formativo effettuato in Polonia col “Treno della Memoria”: un’iniziativa che da anni porta studenti italiani di varie regioni sui luoghi dove l’umanità ha conosciuto il baratro più profondo dell’abiezione e della vergogna.

Un momento della rappresentazione

soffermandosi in particolare sui “barconi di morte” di oggi nel Mediterraneo: i nuovi lager dove si stipano i condannati di oggi nella costante “indifferenza” dei più, troppo abituati soltanto ad ascoltare od a leggere le tristi cronache

Un momento di riflessione della serata

alla televisione o sulla carta stampata. La parole di testimonianze terribili, scandite dalla peculiare dizione delle giovani, sono calate sul raccolto silenzio del pubblico non già come carezze, ma come colpi di maglio sull’incudine, tanta era la pregnanza di dolore e di sofferenza che le consapevoli lettrici sapevano emanare a distanza di anni ed anni da quando erano state scritte affinché non fosse dimenticato quanto era successo su corpi di uomini e di donne, di vecchi e di bambini per insana follia di aguzzini incapaci di percepire quale atrocità stavano compiendo contro la dignità delle persone che stavano massacrando. Ed è risultato di prepotente risonanza l’avvertimento che tutto ciò era stato reso possibile in modo particolare dalla “indiffe-

renza” di allora, proprio di chi sapeva e vedeva e non aveva mosso un dito; una indifferenza messa in evidenza dall’insistente eco, di cui si sono rese interpreti convinte le giovani testimoni della serata: indifferenza che non

Denise Rocca e Patrizia Ballardini

dovrebbe più ripetersi di fronte a chi, anche oggi, si sta macchiando di simili misfatti contro la dignità delle persone, in qualsiasi parte del globo si sta perpetrando tanta infamia. Poiché – e questo è stato il messaggio dell’intensa e

vissuta serata – poiché ciò che è avvenuto, purtroppo, sta ancora avvenendo e perciò è proprio contro l’indifferenza e il silenzio che gli uomini e le donne di oggi sono chiamati a combattere la più sacra delle battaglie. L’incontro si è concluso con l’omaggio alle protagoniste della riuscita serata da parte della scrittrice giudicariese Loreta Failoni del suo noto volume “La bisettrice dell’anima” che ha come protagonista un ebreo e la propria giovane nipote perseguitati dal nazismo, seguito dal sentito e commosso compiacimento della presidente Ballardini, la quale ha ringraziato le nove protagoniste – e i tecnici luci e audio Maria Rosj Parisi e Alberto Ghidoni - per la loro accurata esibizione diventata convincente testimonianza; un particolare apprezzamento ha poi riservato per la dottoressa Denise Rocca, che è stata la loro accompagnatrice di viaggio e l’attenta e precisa regista della riuscita iniziativa. m.a.m.


Attualità I ragazzi addetti a due delle professioni emergenti e qualificanti per il turismo, erano destinati a rimanere nel limbo dell’istruzione. Vale a dire, non potevano continuare gli studi fino al quinto anno. Accedere quindi all’Università o partecipare a concorsi. Per anni, i genitori degli alunni degli Istituti alberghieri trentini, si sono lamentati della lacuna. La Provincia autonoma di Trento, assieme a Bolzano, aveva cancellato l’Istruzione Professionale. E per la maturità obbligava gli studenti a rivolgersi a strutture extra provinciali. Ora la Giunta vi ha posto rimedio. L’ha previsto all’interno degli atti di indirizzo stralcio sullo sviluppo della filiera scuola-lavoro, definendo l’offerta formativa del IV anno e dell’anno integrativo per l’Esame di Stato nell’istruzione e nella formazione professionale. “L’offerta formativa dell’Istruzione e Formazione professionale per l’anno scolastico 2014/15 – dice il dispositivo – è stata delineata in un quadro di coerenza complessiva e complementare, volta a generare condizioni di stretta relazione fra offerta formativa e fabbisogni di qualificazione di capitale umano, oltreché per garantire ai giovani tutte le opportunità per acquisire competenze ampie e innovative”. In pratica, sul versante dell’of-

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Lo ha deliberato la Giunta provinciale nella seduta del 30 maggio. Ora i ragazzi potranno accedere alla Maturità

Alberghiero: Tione ottiene il quinto anno di Ettore Zini

Finalmente la Scuola Professionale Enaip di Tione ha il quinto anno di maturità per l’alberghiero. Cuochi e addetti al servizio sala potranno proseguire gli studi fino alla maturità. L’ha stabilito la giunta provinciale con de-

libera n. 858 del 30 maggio. Da quando in Trentino è stata abolita l’Istruzione professionale, per i ragazzi che frequentano istituti come l’alberghiero di Tione, non c’era più la possibilità di conseguire la maturità.

Enaip Tione. Galà-esame di cucina Momento di festa e al tempo stesso prova d’esame. Per gli alunni del quarto anno “Tecnico di cucina creativa”dell’alb erghiero di Tione, il gran galà di fine anno ha avuto duplice veste. Accommiatarsi con la scuola, per cui sosterranno a fine giugno gli esami finali per l’acquisizione del diploma di tecnico. E prova formativa pratica sul campo, alla presenza di genitori e insegnanti. Il ricevimento e il servizio sala è stato invece gestito dalle seconde e terze classi degli “Operatori dei servizi sala-bar” e “Operatori al servizio accoglienza e ospitalità, in un contesto degno di un banchettodegustazione, d’alta scuola della ristorazione. Il momento formativo didattico si è svolto sotto la supervisione dello chef Christian Castorani, del maestro pasticcere Andrea Voltolina e del rettore dei Maestri di cucina Giorgio Nardelli, per quanto riguarda i piatti. E maitre Fausto Roseo e Pasquale Cirillo per il servizio sala, Marco Campaner per i vini, e Antonella Cozzio al ricevimento. Al termine, sono intervenuti, oltre al direttore dell’Enaip di Tione Emilio

Un momento della premiazione degli studenti

Salvaterra, il presidente del’Enaip Trentino Gianluigi Bozza, le dottoresse Livia Ferrario e Daniela Carlini del dipartimento della Conoscenza Pat, il consigliere provinciale Mario Tonina, l’assessore all’istruzione della Comunità Paolo Pasi, il dott. Roberto Pallanch direttore dell’associazione albergatori della provincia di Trento. (e.z.)

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ferta scolastica, la Giunta Provinciale si uniforma a quanto già stabilivano le leggi nazionali in materia (Legge n. 53 del 28 marzo 2003 e D.lgs n.226 del 17 ottobre 2005). Là dove si dice che Istruzione e Formazione professionale devono garantire “al termine dei percorsi quadriennali di sostenere l’esame di Stato, utile anche ai fini degli accessi dell’Università e dell’Alta Formazione”. Ciò viene fatto istituendo, a titolo sperimentale, il quinto anno in altrettante cinque sedi della formazione professionale. Nel settore alberghiero, è stata individuata Tione. In tutto il Trentino solo l’Enaip di Tione è stato investito di questa delega. Quindi, per quanto attiene a enogastronomia e ospitalità alberghiera, anche gli alunni di Varone, Rovereto, Levico Terme, Ossana, Tesero e Fiera di Primiero, per la maturità, dovranno venire nel capoluogo giudicariese. “Di questo – dice il direttore dell’Enaip Emilio Salvaterra – dobbiamo dare atto al consigliere provinciale Mario Tonina, per il grande interessamento dimostrato presso gli organi provinciali e le famiglie”. Dal prossimo anno l’istituto alberghiero di Tione dispone anche del 4° anno di accoglienza e ospitalità, finora mancante.


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Rubrica legale

GIUGNO 2014

La misura di tale ripartizione può essere concordata tra le parti ovvero essere (salvo casi particolari) determinata nella misura solita del 50% ciascuno. Il problema che spesso sorge, soprattutto quado le condizioni di separazione o divorzio non sono state stabilite in maniera chiara e precisa, è quello di determinare quali siano le spese rientranti nella categoria delle spese straordinarie. Purtroppo non esiste una normativa di riferimento in questo senso, posto che il legislatore ha ritenuto evidentemente opportuno lasciare che siano le parti o il giudice a stabilire caso per caso la categoria in cui far rientrare la spesa (ordinaria o straordinaria). Quindi è l’interpretazione giurisprudenziale che da indirizzi specifici sul tema avendo in via generale ormai dato per pacifico che sono straordinarie le spese che non rientrano nella corresponsione mensile imposta dal giudice, in quanto scaturenti da “necessità occasionali” o imprevedibili, frutto in ogni caso di reali e talvolta imprevedibili esigenze della prole. Proprio queste imprevedibili esigenze della prole hanno causato e causano non pochi problemi interpretativi. Accade di frequente che il genitore collocatario (o affidatario) sostenga delle spese straordinarie ma, una volta richiesto il rimborso all’altro coniuge questo risponda che l’esborso non deve considerarsi straordinario ma ordinario e, pertanto, rientrante nell’importo dell’assegno di mantenimento versato mensilmente.

Matrimonio: quanto costa separarsi?

Separazione e divorzio: la qualificazione e ripartizione tra i genitori delle spese straordinarie per il mantenimento dei figli

I

n tema di separazione e divorzio uno dei temi più dibattuti nelle aule di Tribunale è la determinazione e ripartizione delle spese straordinarie per i figli. Generalmente, l’obbligo del manteni-

Da qui sorgono liti ed incomprensioni che poi sfociano in cause giudiziarie. È importante, quindi, capire almeno in linea di principio in quale categoria collocare le varie spese; per fare ciò, come detto, è necessario verificare come sino ad oggi i giudici le hanno qualificate. La casistica giurisprudenziale in proposito è molto varia e ricca, anche se non sempre costante e concorde. Tra gli esborsi più frequenti vi sono quelli

destinati a far fronte ad esigenze scolastiche e di salute. Per quanto riguarda quelle scolastiche i giudici sono pressoché concordi nel ricondurre tra le ‘‘spese ordinarie’’ quelle effettuate per l’acquisto di libri scolastici, di materiale di cancelleria, dell’abbigliamento per lo svolgimento dell’attività fisica a scuola, della quota di iscrizione alle gite scolastiche. Tutto ciò, ovviamente, basandosi sulla

mento dei figli nelle coppie separate (o divorziate) prevede oltre al consueto assegno mensile, anche la ripartizione tra i genitori delle spese straordinarie che dovessero rendersi necessarie nella vita dei figli. considerazione che la frequenza scolastica da parte del minore non è qualcosa di eccezionale ed imprevedibile ma, al contrario, di obbligatorio e fondamentale. Anche le spese mensili per la frequenza scolastica con annesso semi-convitto è stata considerata una ‘‘spesa ordinaria’’ in relazione al normale standard di vita seguito dal minore fino al momento della crisi familiare, con eventuale possibilità di aumentare l’assegno di mantenimento precedentemente disposto per far fronte a tale esigenza Vengono invece considerate come straordinarie le spese riguardanti i viaggi studio all’estero e le ripetizioni scolastiche o gli sport. Sul profilo medico-sanitario, invece, le spese sostenute vengono ricomprese nelle spese ordinarie o straordinarie a seconda della loro

natura. Ad esempio sono ordinarie le visite pediatriche, l’acquisto di medicinali da banco o comunque di uso frequente, visite di controllo routinarie. Lo stesso dicasi anche per quanto necessario a garantire cura ed assistenza al proprio figlio disabile non può che ritenersi ‘’spesa ordinaria’’ essendo destinata a soddisfare i bisogni quotidiani del ragazzo in relazione alla specificità della sua situazione. Sono, invece spese mediche straordinarie quelle relative a trattamenti psicoterapeutici, di fisioterapia in seguito ad un incidente, un intervento chirurgico improvviso, l’acquisto degli occhiali da vista o l’apparecchio ortodontico. Come è logico e giusto aspettarsi, però, nella vita del minore vi sono anche quelli che vengono definiti momenti ludici che devono

essere garantiti dai genitori, nel limite delle loro possibilità economiche. Rientrano tra tali svaghi e sono considerati per giurisprudenza costante come spese straordinarie, l’acquisto del computer, del motorino, la patente di guida e le contravvenzioni al Codice della Strada. In definitiva, la materia è molto ampia e ogni caso è a sé stante; per questo motivo il mio consiglio è quello di concentrarsi in sede di separazione o divorzio non solo sull’aspetto inerente il contributo al mantenimento cd ordinario dei figli ovvero agli orari di visita (questioni sicuramente importanti e fondamentali) ma di prestare attenzione anche a come ripartire le spese straordinarie, magari indicandole se ve ne sono di specifiche e di stabilire anche che i genitori concordino previamente ogni esborso che potrebbe rientrare tra le cd spese straordinarie. Avv. Francesca Zanoni (Fiavé) web: avvocatofrancescazanoni.wordpress.com

Un’estate fra cultura e… scultura Tante le iniziative promosse e organizzate per i prossimi mesi dalla “Filodrammatica La Büsier” di Praso

La sagra patronale di San Pietro a Praso si presenta, anche per il 2014, ricca di proposte e l’associazione di promozione sociale “Filodrammatica La Büsier” si affianca alla Pro Loco di Praso nel presentare alcune attività complementari alla festa. Non mancheranno le tradizionali sunade e campanò, che allieteranno i pomeriggi e le serate della settimana precedente la sagra (da lunedì 23 a venerdì 27 giugno). La Scuola del legno propone invece un corso intensivo di scultura base, focalizzato sulla realizzazione di un bassorilievo avente per tematica “Scorci di paese”. Docente del corso sarà il maestro scultore Abele Flocchini, ormai affezionato insegnante. Le lezioni si terranno presso le ex scuole

elementari a partire dal pomeriggio di venerdì 27, per l’intera giornata del sabato e si concluderanno durante la mattinata di domenica 29 giugno. Al contempo presso Forte Larino si potrà ammirare i lavori eseguiti dai corsisti durante la stagione invernale 2013/2014. La mostra sarà aperta il giorno 27 giugno dalle 18 alle 22; sabato 28 e domenica 29 giugno dalle 15 alle 22. La mostra sarà accessibile anche nei giorni 4-5-6 luglio con gli stessi orari. Sempre in questi giorni di festa, e per tutta l’estate, passeggiando per la campagna circostante il paese sarà possibile incappare in simpatici e originali spaventapasseri. Infatti il concorso “Colora la campagna” alla sua quarta edi-

zione offre la possibilità di esporre lungo un percorso definito dall’associazione a chiunque si voglia cimentare nella realizzazione di un suo spaventapasseri dal tema “Dove vogliamo arrivare?”.

Una delle opere presenti a Praso

Superati gli impegni della sagra patronale, il programma estivo della Filodrammatica prosegue, in collaborazione con le amministrazioni comunali di Lardaro e Praso, nella terza edizione del progetto “Porte aperte a forte Corno e Larino”. Le due fortezze, durante l’estate 2014, saranno teatro di un ricco programma di eventi e manifestazioni legate alla ricorrenza del centenario dall’inizio della grande guerra oltre ad essere a disposizione per le visite guidate.

In questo contesto sarà ripresentata la drammatizzazione “Diari di guerra”, realizzata in collaborazione con la biblioteca comunale di Roncone e l’OMG, in ricordo di Gilberto Bazzoli e presentata presso il teatro parrocchiale di Roncone il 26 aprile scorso. La rappresentazione, molto coinvolgente e toccante, è stata concepita a partire da un’dea di Gilberto, e vede l’alternarsi di letture del libro “I dimenticati della grande guerra” di Quinto Antonelli e la loro drammatizzazione. Sul sito www.busier.it sono a disposizione tutte le informazioni, altrimenti è possibile contattare l’associazione al n. 346.3236193 o all’indirizzo e-mail info@busier.it.


Salute

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Alle Terme di Comano il cittadino è al centro

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dott. Luigi Battaia

Nuovi servizi sanitari alla persona, con nuovi ambulatori (Medicina Interna, Cardiologia, Reumatologia, Pediatria e Dietologia) e la presenza del dottor Battaia Terme di Comano sempre più a servizio della comunità locale. Accanto alla forte vocazione turistica, infatti, le Terme hanno sviluppato negli anni – coerentemente con il lascito testamentario a favore dei poveri delle tre pievi che sta alla base della costituzione di questo ente – una forte attenzione per lo sviluppo economico sociale

della valle, mettendo a disposizione risorse e servizi per i cittadini. Basti pensare al 2% di fatturato annuo destinato alla beneficenza o, più recentemente, ad iniziative significative come la “Giornata porte aperte” che ha messo a disposizione screening gratuiti a tutti i cittadini.

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Ora le Terme aggiungono un altro importante tassello, potenziando l’attività ambulatoriale in vari settori. L’Assessorato provinciale alla Sanità ha infatti recentemente autorizzato l’ampliamento delle attività ambulatoriali dell’Azienda Termale, aggiungendo alle branche già attivate (Dermatologia ed Otorinolaringoiatria e Dermatologia estetica), anche quelle di Medicina Interna, Cardiologia, Reumatologia, Pediatria e Dietologia. La stagione 2014, quindi, vede arricchirsi progressivamente l’offerta sanitaria e la collaborazione con medici specialisti presso il poliambulatorio dell’Azienda Consorziale Terme di Comano. L’ultima in ordine di tempo, è la presenza di un professionista molto noto in Giudicarie, il dottor Luigi Battaia, già primario di Medicina dell’ospedale di Tione, che ha deciso di mettere le sue competenze e la sua esperienza professionale a servizio dell’utenza termale ma anche della popolazione locale. Nelle passate stagioni il medico ha organizzato con successo per tre edizioni la “Giornata delle Terme Aperte”, sulle tematiche del rischio cardiovascolare, della patologia renale e, in occasione della edizione dello scorso anno, delle malattie polmonari. Questo è un primo passo verso l’accreditamento e la successiva possibile convenzione con il Servizio Sanitario, mentre per il momento l’accesso è solo a pagamento. In effetti mancava nella zona delle Giudicarie Este-

riori un servizio ambulatoriale specialistico polivalente, diversamente da quanto succede nell’ambito di altre località limitrofe come la Val Rendena, e nell’ambito della valle del Chiese. L’Azienda Termale, coerente con le finalità scritte nello statuto della Fondazione, ha deciso di supplire a questa carenza e di aprire i propri servizi sanitari anche ai cittadini residenti in zona, oltre che ai turisti termali. Il dottor Luigi Battaia, specialista in Medicina Interna ed Oncologia, con vasta esperienza in ambito Gastroenterologico e Cardiovascolare, riceve su appuntamento per eseguire visite internistiche e cardiologiche, oltre ad esami di ecocardiografia ed eco-color-doppler dei tronchi sovra-aortici (TSA); l’ambulatorio è dotato di un moderno ecografo multidisciplinare, che potrà senz’altro migliorare la qualità delle prestazioni di diagnostica. L’attenzione alla patologia cardiovascolare nasce anche dal fatto che i malati di psoriasi, che rappresentano una grossa fetta degli utenti termali, presentano un aumento del rischio cardiovascolare, da cui l’opportunità di una valutazione precoce di possibili patologie riguardati tale apparato, al fine di diagnosticare per tempo un eventuale danno d’organo ed adottare tempestivamente misure di prevenzione. Per ora è previsto un ambulatorio settimanale (giovedì pomeriggio), ma il dottor Battaia è disponibile ad aumentare il suo impegno, nel caso in cui la richiesta fosse elevata. «L’attivazione di nuovi servizi ambulatoriali – spiega Nadia Serafini, presidente del Cds delle Terme di Comano - rientra in un ampio progetto che mira ad avvicinare i giudicariesi all’azienda termale. Si tratta di mettere le Terme a disposizione del territorio. I nuovi ambulatori sono un progetto che si affianca a numerose altre iniziative: tariffe dedicate, Giornata delle Terme Aperte, coinvolgimento di fornitori e collaboratori locali. Ci stiamo sforzando per rendere l’azienda sempre più trasparente e di metterci sempre più a disposizione dei nostri concittadini. Da chi cerca risposte di salute, oppure di benessere o svago, a chi cerca lavoro: l’impegno è costante per dare sempre maggiori risposte concrete”. (r.b.)

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Associazioni

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Marchetti riconfermato alla guida della Pro Loco di Bolbeno Davvero tanti erano i soci presenti, con la sala Consigliare del Comune di Bolbeno letteralmente gremita e con una straordinaria presenza di giovani che fa molto ben sperare per il futuro dell’associazione che da 50 anni gestisce, tra le altre iniziative, l’Impianto sciistico “ Coste” di Bolbeno. Approvato il bilancio all’unanimità (e con l’occasione è stato ringraziato il segretario tuttofare Mario Collizzolli, vero e proprio motore dell’ente) si è così passati ad una fase sempre delicata all’interno della vita di un’associazione, ossia il rinnovo delle cariche sociali. In assoluta controtendenza rispetto alla generale crisi del volontariato che stenta a trovare forze nuove e soprattutto giovani, non solo l’intero consiglio direttivo uscente si è reso disponibile a proseguire l’impegno per altri quattro anni, ma anche altri soci hanno espresso la volontà di apportare il proprio contributo all’interno del Consiglio direttivo di un’associazione che da anni riscuote davvero grande apprezzamento, anche oltre i confini

Assieme a lui, 10 consiglieri per un’associazione attiva e in ottima salute Venerdì 23 maggio si è tenuta l’annuale assemblea dei soci della Pro Loco di Bolbeno. L’occasione era importante poiché, oltre ai rituali dell’approvazione del bilancio

consuntivo e preventivo, l’ultimo punto dell’ordine del giorno prevedeva il rinnovo delle cariche sociali, in concomitanza della scadenza del quadriennio 2010 – 2014.

Il nuovo direttivo della Pro Loco di Bolbeno

del Paese. In osservanza dei principi di un’associazione che

ha sempre fatto del grande coinvolgimento uno dei propri punti di forza, l’As-

semblea in seduta straordinaria (erano infatti presenti ben oltre la metà dei soci

è stato eletto il Presidente uscente Michele Ballardini, al timone del sodalizio da moltissimi anni, con Luca Marchetti confermato alla vicepresidenza; anche qui è stato sostanzialmente confermato il consiglio direttivo uscente con tre new entry che sapranno sicuramente

contribuire all’attività di uno Sci Club che si è confermato anche quest’anno primo in Trentino quanto a numero di tesserati (oltre 600) e secondo in Italia. Il sodalizio organizza ogni anno corsi sci per circa 500 bambini, provenienti dalle intere valli Giudicarie e non

solo a soli 60 euro, cifra evidentemente sottocosto considerato che si tratta di nove lezioni da 2 ore e mezza ciascuna, con la differenza che è, per così dire, “coperta” dai tanti sponsor privati che da anni sostengono l’attività di questa attivissima associazione. L’attività dello Sci Club Bolbeno si estende anche all’agonismo, con ben due squadre agonistiche composte da circa 40 ragazzi, più quasi 20 bambini esercitanti l’attività “Preagonistica”, un modo divertente di avvicinare i bambini al mondo delle gare che sempre più riscontro ha manifestato negli anni. Non vanno dimenticate infine le moltissime gare (promozionali e non) che lo Sci Club Bolbeno organizza praticamente ogni domenica dell’inverno e sempre con grandissima partecipazione) presso l’Impianto Sciistico di Casa.

che al 31 dicembre scorso erano oltre 100) ha così approvato l’allargamento

del direttivo ad 11 persone che oggi risulta dunque così composto: Riccardo Franchini, Silvana Collizzolli, Valentina Marchetti, Giuseppe Marchetti, Fabio Chiodega, Cesare Maestri, Martina Franchini, Marco Salvi, Roberto Marchetti, Barbara Simoni e Flavio Marchetti. Il nuovo consiglio direttivo ha poi provveduto a riconfermare alla presidenza Roberto Marchetti, mentre a Riccardo Franchini è andata la vice presidenza; segretario “esterno” è stato nominato l’intramontabile Mario Collizzolli e delegati a rappresentare l’associazione presso il Consorzio Turistico Giudicarie Centrali sono stati nominati Giuseppe Marchetti e Silvana Collizzolli. Per la Pro Loco di Bolbeno si apre adesso come ogni anni un’estate ricca di eventi e manifestazioni con il prossimo appuntamento in programma già il 12 e 13 luglio prossimi con la “Grande Sagra” di Bolbeno che da anni sta riscuotendo un grande successo e che sicuramente anche il nuovo Consiglio direttivo saprà migliorare e far crescere ulteriormente.

Nuovo direttivo per lo Sci Club Bolbeno

Tempo di rinnovi a Bolbeno; anche il direttivo dello sci Club Bolbeno a maggio è giunto al termine del quadriennio di un’attività che ha permesso negli anni a migliaia di famiglie di divertirsi sulla neve e apprendere le tecniche dello sci ai più svariati livelli. Confermatissimo

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Sport

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Dolomitica Brenta bike marathon, tutto pronto perla prima edizione

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Valida come terza tappa del Trentino Mtb sta raccogliendo moltissime iscrizioni. Si corre Domenica 29 giugno I primi chilometri su asfalto – gli unici o quasi di tutta la gara – saranno prima passerella a velocità controllata per le strade di Pinzolo, Carisolo e Giustino e poi via al cronometro verso il paese di Massimeno e da Spiazzo verso Passo Daone, tanto per scaldare un po’ le gambe prima di addentrarsi nell’off-road. Le strade forestali portano verso malga Plan e malga Movlina lungo la Val d’Algone e da lassù (siamo intorno ai 1800 metri di quota) il Gruppo delle Dolomiti di Brenta risulta semplicemente straordinario con l’occhio che vede anche la Presanella e l’Adamello in lontananza. La gara però è ancora lunga, meglio non lasciarsi distrarre troppo dai panorami e prepararsi alla discesa per Valagola e Val Brenta su sentiero e forestale. L’erta successiva, intorno al km 35, porta tutti nella zona di Madonna di Campiglio, in località Palù prima e ai Fortini poi, transitando per una pista da sci...ma con lo sguardo e le ruote rivolte verso l’alto. A

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l countdown al debutto della Dolomitica Brenta Bike si fa sempre più serrato e tra meno di un mese sugli sterrati di Pinzolo, Madonna di Campiglio e della parte alta della Val Rendena, le mountain bike faranno sul serio. L’evento or-

questo punto i mediofondisti attraverseranno un ponte di servizio delle piste da sci e punteranno malga Zeledria, piana Nambino e malga Ritort, dove 50 chilometri saranno in archivio. Gli ultimi 15 km rappresentano un tuffo di ritorno a Pinzolo, pas-

sando prima per le località Fogaiart, Plaza e Sant’Antonio di Mavignola. Tornando ai Fortini, da qui la variante Granfondo punta dritto ai 2261 metri del Rifugio Graffer, momento più alto di gara da cui si discende veloci in pista da sci

chestrato dall’Asd Dolomitika Brenta Bike parte e si conclude a Pinzolo per entrambe le varianti di percorso di 65 km (POP) e 83 km (ROCK), che, lo portano nel nome, sono già... musica per le orecchie dei bikers.

verso località Boch e a seguire su forestale per le malghe Vaglianella, Vagliana e Mondifrà, prima di tornare ai Fortini e seguire la traccia Mediofondo fino allo striscione del finish. La Dolomitica Brenta Bike del 29 giugno prossimo è in-

serita nel circuito “Trentino MTB presented by crankbrothers” che in cinque mesi – la prima prova è stata la ValdiNon Bike di inizio maggio – porta i bikers in alcune tra le più spettacolari località della provincia di Trento dove la mountain bike è pane quotidiano. E alcuni protagonisti del challenge trentino, già sugli scudi in questa stagione, hanno già confermato

la propria presenza in partenza a Pinzolo, dai vincitori della ValdiNon Bike Johann Pallhuber e Lorena Zocca, ai loro più diretti sfidanti come Lorenza Menapace, Johannes Schweiggl o Ivan Degasperi. Le iscrizioni alla “Dolomitica” sono in piena corsa e sul sito ufficiale www.dolomiticabike.com si possono rintracciare tutte le informazioni del caso. Oltre ai grandi, il comitato organizzatore ha pensato anche alle nuove generazioni di bikers che potranno sfidarsi e divertirsi a Pinzolo domenica 29 giugno durante la mattina con la DoloMini. La serata del sabato sarà invece animata dai dj di Radio Studio+ che, anche nella giornata della gara, si collegheranno con i loro ascoltatori dalla piazza di Pinzolo per degli aggiornamenti. Mascotte della Dolomitica Brenta bike sarà Brio, commissionata a Fulber dal comune di Bocenago, per l’occasione nei panni di ciclista. (Info: www.dolomiticabike. com, michele: 3394618574) (m.f.)

Il 14 e 15 giugno la XII edizione della gara più lunga dell’anno

La 24 ore val Rendena si rifà il look 12esima edizione per la 24 ore val Rendena, una classica irrinunciabile per gli amanti dell’endurance, e del folle mondo delle 24 ore. La 24 ore val Rendena si rifà il look e, dopo un’annata in cui aveva riservato l’attenzione ai solitari, il 14 e 15 giugno ripropone anche la formula a squadre. Per le formazioni a 4 componenti sarà riservato il Campionato Tricolore, per l’ottovolante (iscrizione agevolata e scontata) la possibilità di partecipare a chi sceglie di fare la 24 ore in modo goliardico con i propri amici, in una formazione da otto, e decide di gustarsi un

weekend all’insegna della festa e dello sport senza pretese di fare risultato. Rinnovato totalmente il percorso, con partenza dalla piazza di Bocenago alle ore 12.00 di sabato, per permettere a tutti di poterlo fare in sicurezza, mentre è mantenuta la location rilevatasi vincente nei pressi del LagoMago di Caderzone Terme. Altra novità la gara del venerdì, l’Eliminator Val Rendena “trofeo Cassa Rurale STREMBO, BOCENAGO e CADERZONE”: sulla corta distanza disegnato nel centro storico di Strembo si affronteranno in batterie da 4 in una gara tutta adrenalina i biker iscritti con la formula ad eliminazione. La 24 ore assegnerà anche il Trofeo Memorial Giorgio Ducoli, per ricordare una persona che ha lasciato il segno non solo nella sua Strembo, ma nell’intera Valle. In val Rendena si correrà anche la 6 ore val Rendena, Memorial Tiziano Pol-

la valida come 2a tappa del circuito TRIVENETO MTB ENDURANCE. La gara, nella gara, partirà alle alle ore 15.00 di sabato 15 giugno dal LagoMago e avrà una tariffa di iscrizione agevolata pari a 25,00 euro ad atleta che darà diritto al pasta party finale e ad un omaggio. Infoline: 320 0872807 www.24hvalrendena.it


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Arte/Sport

GIUGNO 2014

Organizzato dall’Associazione Culturale Valorizzazione Rango

Fra pittura e scultura, il premio G. Riccadonna Particolarmente nelle Giudicarie Esteriori troviamo molte esperienze capaci di provocare interessi artistici e di promozione e fra le molteplici occasioni d’incontro ecco una nuova possibilità che immaginiamo sarà di successo: il Premio G. Riccadonna, un concorso/mostra in prima edizione fra pittura e scultura, inteso come omaggio a Giulio Riccadonna (1920 – 1988) e promosso dall’Associazione Culturale Valorizzazione Rango. Il concorso prevede la consegna di opere d’arte contemporanea a tema libero, realizzate con qualsiasi tecnica al quale chiunque può partecipare anche se non espressamente invitato. Ogni artista può presentare al massimo due opere non superiori alla misura di cm 100 x 120 regolarmente predisposte per l’esposizione e riportanti sul retro l’indicazione del nome e dell’indirizzo dell’autore, il titolo dell’opera, o altre informazioni utili all’identificazione del proprietario. Per partecipare al concorso (versando euro 10.00, a titolo di quota d’iscrizione) è necessario consegnare/spedire la scheda di adesione debitamente compilata, unitamente alle opere, alla segreteria dell’Associazione Culturale Valorizzazione Ran-

di Alessandro Togni Non si può certo dire che l’attività artistica sul territorio giudicariese sia povera o assente, anzi, è una fra le manifestazioni più rilevanti dove go, nelle giornate antecedenti e non oltre le ore 9.30 di domenica 29 giugno 2014. Le opere, esposte all’aperto lungo le strade del borgo di Rango per l’intera giornata di domenica 29 giugno 2014, verranno esaminate e premiate da una commissione giudicatrice appositamente costituita il cui giudizio sarà insindacabile sotto qualsiasi aspetto. Tre sono le personalità chiamate a far parte della commissione: Riccarda Turrina (critica e storica dell’arte); Alessandro Togni (esperto artistico del Centro Studi Judicaria); Flavio Antolini (esperto d’arte e di comunicazione) I premi vengono attribuiti in misura di: 1° Premio acquisto Euro 800,00; 2° Premio Euro 600,00; 3° Premio Euro 400,00. Fra i riconoscimenti anche il “Premio Giuria popolare” di Euro 200,00 che sarà assegnato ad un’opera indicata con votazione del pubblico. Un premio è previsto anche per il miglior elaborato realizzato dagli

un grande numero di persone dispone e dedica attenzioni a beneficio di indubbie ricadute sociali, culturali ed economiche. alunni delle scuole elementari e medie. A tutti i “futuri artisti” viene anche consegnato un omaggio per la partecipazione. La premiazione avverrà con cerimonia pubblica alle ore 17.00 di domenica 29 giugno; a tutti gli artisti sarà consegnato un attestato di partecipazione. E per concludere in simpatia è previsto un “Brindisi d’arrivederci”. La manifestazione è sostenuta dal Comune di Bleggio Superiore, dall’Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta, dalla Cassa Rurale don Lorenzo Guetti e da Phoenix Informatica bancaria. Per qualsiasi informazione visitate il sito www.rango.info o chiamate l’Associazione Culturale Valorizzazione Rango che risponde a questi numeri: cell. 331.3156821 - 333.3014372, oppure mandate una comunicazione scritta a: associazione@rango.info.

Eleonora Bonafini ci racconta questo sport, dai Mondiali vinti con la nazionale ad Asiago ai prossimi, in programma nel 2015 a Pechino

Hockey che passione

Il Mondiale vinto ad Asiago, le nuove sfide nella massima competizione europea, la passione per uno sport che sa far appassionare. C’è tutto questo nei pensieri della giudicariese Eleonora Bonafini, classe ‘95 di Spiazzo, attaccante della plurivittoriosa squadra delle Eagles di Bolzano e della Nazionale italiana femminile. Uno sport, l’hockey, che solitamente si pensa “al maschile”, ma che invece sa regalare emozioni e tanta partecipazione da parte

del pubblico anche nella sua versione “in rosa”, specie nelle regioni del nord. L’Alto Adige è la provincia italiana con il maggior tasso di praticanti, ma anche l’Austria, la Germania, la Svizzera, per restare in Europa, per passare poi al Canada dove è sport nazionale e negli Usa sono grandi fucine di questo sport. Sono queste le maggiori nazionali contro le quali le ragazze allenate da Marco Liberatore si sono confrontata ad aprile nel

Mondiale di Asiago 2014. «Una bella emozione – spiega Eleonora – ma soprattutto la voglia di vincere e la consapevolezza della nostra crescita come squadra, che era più unita e compatta rispetto agli anni precedenti». Non è il tuo primo mondiale, ormai sei quasi una “veterana”. È il terzo, in effetti e avrebbe potuto essere il quarto se nel 2011 non mi fossi rotta la clavicola pochi giorni prima della partenza per la manifesta-

I festeggiamenti della Nazionale italiana ad Asiago

zione iridata! Come è stata questa competizione di Asiago? Bella ed avvincente. Nel 2013, in Nuova Zelanda, eravamo andate con il preciso obiettivo di salire di categoria (nell’hockey per nazioni vi sono diverse fasce, sul modello della serie A e B nella Coppa Davis di Tennis, ndr.) ma non ce l’avevamo fatta. In questa edizione eravamo ancora più convinte dei nostri mezzi, più compatte, con maggiore esperienza e con il “blocco” forte delle Eagles di Bolzano. Giocare assieme tutto l’anno aiuta molto e, infatti, in finale abbiamo battuto l’Inghilterra, dopo una partita molto “tirata” che si è risolta solo nei supplementari. Vincendo il torneo abbiamo conquistato la promozione in I Divisione gruppo B per la prossima stagione, dove troveremo come avversarie nazionali come Cina, Ungheria, Olanda, Corea del Nord e Slovacchia. Le nazionali più forti che hai visto? Le “solite” Usa e Canada, ma anche Svezia, Finlandia e Svizzera.

Eleonora Bonafini

Una stagione molto impegnativa, dopo il campionato Ewhl vinto con le Eagles di Bolzano, ma … siete gà sotto per il prossimo anno? Sì, la voglia di ricominciare è tanta, poi per la stagione 2014/15 parteciperemo, oltre alla Ewhl (Elite Women’s Hockey League) parteciperemo anche alla Ewhl-Supercup, un torneo con le più forti squadre europee e questo rappresenta uno stimolo in più. Un impegno ulteriore che ci metterà alla prova con i team più organizzati a livello europeo. Una nuova sfida che aspettiamo con tanta voglia di fare bene, in attesa dei Mondiali 2015. Tante novità, dunque che

aspettano Eleonora. Tra queste c’è anche il nuovo coach delle Eagles Bolzano. Dopo otto anni di successi, Max Fedrizzi, lo storico allenatore ha lasciato il capoluogo altoatesino per cercare nuove sfide. Al suo posto ci sarà Marco Liberatore, Ct della nazionale, che si cimenterà da subito con le compagini dell’EWHL Supercup come Vienna Sabres, ESC Planegg, (campione di Germania), ECDC Memmingen Indians, Austria Selects (praticamente la Nazionale Austriaca) e GCK Zürich Lions. Il tutto, in attesa dei prossimi Mondiali, in programma dal 6 al 12 aprile a Pechino, in Cina. (r.b.)


Attualità

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Il 26, 27 e 28 giugno 2014 tre giorni di musica, nel teatro tenda allestito nel rione di Sivrè

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“San Vigilio” una festa storica dell’estate tionese

l Comitato San Vigilio organizza anche quest’anno a Tione presso il teatro tenda allestito nella frazione di Sivrè nei giorni 26, 27 e 28 giugno la tradizionale Festa di San Vigilio. Una Fra l’altro il comitato San Vigilio di Tione di Trento, si è rinnovato nel mese di marzo del 2012. Il nuovo direttivo, affiancato da un numerosissimo gruppo di persone di ogni età, ha lo scopo di avanzare e sostenere iniziative, attività e manifestazioni a carattere rionale della frazione di Sivrè. L’intendimento principale è quello di portare avanti la tradizionale festa riona-

le in occasione della sagra di S. Vigilio del 26 giugno. Per tale giornata è prevista, come ormai da consuetudine, la celebrazione della Santa Messa ad ore 07.00 presso la chiesetta di S. Vigilio in località Vat; la funzione religiosa è molto partecipata in quanto vi è una forte devozione dei tionesi alla chiesetta di San Vigilio. Fra l’altro quest’anno l’appuntamento è particolarmente atteso

I pulcini della Condinese ospitano l’ottava edizione del “Canarino d’Oro”

Anche quest’anno il “Bettega”di Condino è chiamato ad ospitare il “Canarino d’oro”, torneo di calcio riservato alla categoria “Pulcini”, giunto all’8a edizione. Domenica 8 giugno, dieci squadre di piccolissimi Maradona in erba, calcheranno il campo di calcio dello stadio di Condino, portando alla ribalta una manifestazione dedicata elusivamente alle giovanissime leve. Il torneo è suddiviso in due gironi con compagini provenienti anche dalle province di Brescia e Bolzano. Due i gironi. Quello A vedrà in lizza: Feralpi di Salò (Bs), ASV Milland (Bz), S.S.D. Condinese (Tn), U.S. Pieve di Bono (Tn), Us. Vobarno(Bs). Il B: F.C. Sudtirol (Bz), C.S.C. Roncadellle (Tn), S.C. Valrendena (Tn), A.C. Calcio Chiese (Tn), Us. Altagiudicarie (Tn). L’inizio del torneo è previsto per le 8,30 del mattino, mentre alle 17,30 c’è la consegna degli attestati di partecipazione a tutti i partecipanti più la premiazione dei vincitori. L’organizzazione è della S.S. Condinese con il patrocinio del comune di Condino. (e.z.)

manifestazione che rappresenta un pezzo importante di storia e di tradizione della frazione, con un significativo interesse ricreativo, culturale e artistico. visto i lavori di restauro alla chiesa che hanno avuto inizio questa primavera, e che dovrebbero concludersi proprio per fine giugno. L’iniziativa prevede nel programma giovedì 26 giugno al mattino celebrazione della Santa Messa presso la Chiesetta di San Vigilio. In serata inaugurazione del teatro tenda e cena tipica con “polenta carbonera, puntine di maiale e capus conciadi”. A seguire il tradizionale concerto della Banda Sociale di Tione e serata di ballo liscio con orchestra. Venerdì 27 serata dedicata ai giovani. Cena tipica tirolese con wurstel, pollo allo spiedo e patatine. A seguire serata musicale in compagnia del “Comples-

so d’Inferiorità”. Infine, sabato 28, il pomeriggio sarà dedicato al pubblico delle famiglie e dei bambini con animazione, baby dance e zucchero filato e con l’allestimento in Piazza Sivrè di 3 gonfiabili. Sarà organizzato un “Nutella party” per tutti i bambini presenti. In serata, visto l’apprezzamento dello scorso anno, sarà riproposta la cena di fritto misto di pesce. Il servizio cucina sarà garantito con altri piatti tipici (anche per bambini). Ivan Filosi con il suo sax intratterrà la prima parte della serata. A seguire serata musicale dedicata ai giovani con i Dj Bony Voice & Carl G. (r.b.)

La “Storia” rivive a Storo

Costumi d’epoca e tradizione nel 2° “Raduno provinciale di Multiepoca”

Il “Secondo Raduno provinciale di Multiepoca” ha proposto in Valle del Chiese diverse realtà accumunate dall’amore per la storia e le tradizioni. Sono stati in molti domenica 18 maggio a Storo e Baitoni ad essere attratti da quello spettacolo. Quell’autentico “biscione” di gente in costume era bello sia da vedere che da riprendere. Molti, infatti, anche i fotografi e cineoperatori alle prese con strumenti di ultima generazione pronti ad immortalare quei figuranti. Tanta compostezza e un modo elegante per farsi conoscere e apprezzare. Probabilmente l’associazione Co.ri.s.t., che riunisce quelle realtà (18 soci fondatori e 22 associazioni per un totale di 600 “rievocatori”) era fino a quel giorno, almeno lungo questo circondario, sco-

nosciuta. La manifestazione, allestita da parte dei Gruppi storici trentini e dalla locale fondazione Lebrac, non solo ha avuto successo ma ha pure riscontrato tanta amicizia, altrettanta simpatia e molta ospitalità. Erano ben sedici le rappresentanze provinciali con al seguito 300 figuranti. A loro la gente e le istituzioni del posto hanno contraccambiato con dovuta accoglienza, ospitalità e molti applausi. Un cerimoniale per certo versi inedito quello susseguito poi in piazza Municipio dove sono intervenuti dal senatore Franco Panizza ai rappresentanti provinciali Tiziano Mellarini e Mario Tonina, al sindaco di Storo Vigilio Giovanelli. Poi non poteva mancare la presidente del coordinamento degli

stessi Rievocatori trentini, Margherita Valentini. «I Lanzi-Lodron, riconducibili alla fondazione Lebrac di Storo di cui è presidente Gino Quai, sono da considerare non solo un’associazione viva, bensì un patrimonio per la valle in quanto stanno dimostrando di saper recuperare e valorizzare la storia dei Lodron dove tuttora esistono delle realtà appartenenti a quella famiglia» ha aggiunto nel suo intervento il sindaco storese Giovanelli . Prima ancora tanta coreografia con spettacoli, danze e sbandieratori lungo le vie Sant’Andrea, San Floriano, Trento e Roma. Poi tutti alla volta dell’Idroland di Baitoni dove (al di la del mega pranzo con 500 coperti organizzato dall’ente Pro loco) le esibizioni si sono ripetute con successiva visita al castello di San Giovanni. «Direi che come avviene a Mindelheim in Germania non si tratta di carnevalate, ma bensì di una concentrazione di Gruppi intenzionati a garantire una effettiva rievocazione in modo poi da divulgarne e conservare la storia» - ha aggiunto invece il professor Roberto Codroico che, assieme al collega locale Gianni Poletti, sono i veri storici di queste tradizioni. Elisa Pasquazzo


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La posta

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LA POSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro, Amistadi, ti abbiamo visto in pigiama all’ospedale, probabilmente ricoverato, ma non sembravi molto malato, sorridevi come al solito e scherzavi con il tuo compagno di stanza. Sperando che tu sia tornato a casa in buona salute, volevamo chiederti, che idea ti sei fatta del nostro ospedale? Tu ne sei sempre stato uno strenuo difensore, adesso che l’hai provato, sei sempre della stessa idea? Alcuni amici del Chiese Sono tornato a casa e va tutto bene, era poca cosa. C’era un sacco di gente che stava certamente peggio di me con cui ho convissuto qualche giornata di disagio e di sofferenza. Ho condiviso storie, ansie e preoccupazioni di pazienti d’ogni età e di ogni provenienza. Ho avuto conferma dell’importanza di avere un presidio ospedaliero a Tione, della sua imprescindibile necessità sul territorio, e sul nostro dovere di difenderlo con le unghie e con i denti. La tiritera dell’ospedale sì, ospedale no, è lunga come la fame. C’è chi ce la racconta soave: il nostro ospedale costa troppo, ormai è meglio andare tutti a Trento, con l’elicottero ci si arriva in pochi minuti, a Trento si hanno più garanzie, ci sono i medici migliori, il mondo va così, ci dobbiamo rassegnare. Ho assistito infatti un pomeriggio alla partenza dell’elicottero per un ricovero urgente al Santa Chiara, e mi è venuto un groppo in gola. Capisco le urgenze o i casi particolarmente difficili e delicati, ma ve li immaginate i nostri anziani, i nostri genitori, i nostri figli caricati sull’elicottero per trasferirli a Trento, senza la vicinanza dei parenti e delle persone care, morirebbero durante i viaggio. O portati con l’autoambulanza per un ora su strade che sono ancora quelle del dopoguerra? Potete immaginare il disagio dei

Le prestazioni sanitarie di prossimità costituiscono un’architrave imprescindibile per le Giudicarie

Ospedale, bene della comunità da preservare

parenti che vorrebbero stare vicino ai loro cari che devono trasferirsi in città trascurando il lavoro e la casa. La vicinanza dei propri famigliari per un paziente vale di più di mille medicine. Per avere in più che cosa? Per l’esperienza appena vissuta, e per il parere concorde raccolto dalla parte dei pazienti, posso garantire di aver avuto a che fare con personale medico altamente professionale e preparato, non saranno nomi da oscar, ma sicuramente ottimi professionisti, coscienziosi e competenti. Decisamente ottima è anche l’assistenza del personale infermieristico d’ogni qualifica, che oltre al loro duro lavoro, sanno sorridere con comprensione e vicinanza ad ogni paziente, che sia ricco, povero o di ogni altra condizione, davvero un ambiente ideale per i malati che perlomeno sono esentati da una ulteriore e fastidiosa sofferenza ambientale, quella dei mega ospedali, tanto per capirci, dove il paziente non è il Paolo, il Franco, l’Eugenio, ecc, ma sono solo numeri da curare, per il resto si arrangino. La battaglia contro i piccoli ospedali va avanti da decenni, è vecchia e sbagliata, se ne rendano conto i nostri politici, negli Stati con i sistemi più avanzati stanno riscoprendo l’importanza dei servizi sanitari di prossimità in realtà piccole, appunto perché permettono di curare il paziente come persona e non come un numero. Solo nei piccoli ospedali si possono sperimentare percorsi di umanizzazione della medicina. Il nostro ospedale deriva dalla tenace volontà dei nostri nonni che negli anni trenta portò alla costruzione dell’Ospedale Mandamentale di Tione a beneficio dell’intera popolazione delle Giudicarie. Ora, seppur in tempi diversi e con necessità di riorganizzazione e di risparmio sulla spesa sa-

L’ospedale di Tione

nitaria, c’è chi vorrebbe minarne l’esistenza, sopprimere il nostro ospedale che per decenni ha rappresentato un sicuro punto di riferimento per la popolazione locale e per i numerosi turisti che stagionalmente soggiornano sul nostro territorio. E allora concordo pienamente con quanto affermato da un documento pubblico dei nostri medici del territorio sulla necessità di mantenere attivo il nostro ospedale, che

riassumo. Sono da consolidare i Reparti di degenza (medicina,chirurgia generale, ortopedia e ginecologia) e di Servizi di diagnostica (radiologia e laboratorio d’analisi) oltre al servizio di di Anestesia, rinforziamo il Pronto Soccorso, bene organizzato nonostante la dislocazione attuale, speriamo provvisoria, scomoda e poco funzionale. Si garantisca l’emergenza-urgenza, di fronte all’emergenza non

ci devono essere cittadini di serie A (residenti a Trento e nell’asta dell’Adige) e cittadini di serie B (residenti nelle valli). Pertanto deve essere potenziato l’attuale Pronto Soccorso garantendo la presenza costante 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, di operatori e medici specializzati. E’ poi fondamentale mantenere il reparto di Radiologia agli attuali livelli qualitativi, dotandolo di un adeguato numero di operatori medici e tecnici radiologi per dare in tempi brevi le risposte agli esami richiesti. Potenziare inoltre la frequenza e la presenza di medici specialisti, consulenti ambulatoriali provenienti da altri ospedali e infine porre la massima attenzione alla “cronicità”. L’invecchiamento della nostra popolazione farà aumentare in futuro le patologie croniche che dovrebbero trovare beneficio nell’ambito dell’ambiente

I comuni si fondono. E le caserme? Caro Adelino, le scrivo queste poche righe per chiederle due pareri sulla fusione dei due Comuni, san Lorenzo e Dorsino. In particolare può secondo lei esistere un comune di 1500 anime con due corpi dei vigili del fuoco e rispettive caserme? A sentire le voci del paesino, sono contrari! Io una soluzione l’avrei. Secondo me possono (devono), magari coinvolgendo anche il Corpo di Stenico, trovare alloggio nel capannone dismesso per fallimento che si trova a Tavodo, zona centralissima del Banale. Un’altra domanda mi sorge, secondo lei chi vigila sul paese di ogni singolo comune da qui

a maggio 2015, per evitare ulteriori indebitamenti da parte dell’uno o dell’altro, c’è qualcosa di scritto? Un patto... Fiducioso in una sua risposta, la saluto Elvio Della fusione dei Comuni mi sono già occupato nel GdG di aprile e quindi già conosce il mio pensiero. Va dato merito alle due popolazioni di aver saputo guardare avanti con coraggio ed intelligenza. Tutto il resto sono cose di poco conto che verranno sistemate con il tempo. E mi creda, non servono particolari controlli, oggi non ce

n’è più per nessuno, ed è impossibile indebitarsi ulteriormente. Con la fusione non si cambia il mondo da un giorno all’altro, ma si inizia un cammino insieme che si aggiusterà nel tempo con reciproca soddisfazione. In quanto ai VVFF, io, da sindaco, li ho sempre considerati i nostri angeli custodi, seppur talvolta un po’ birichini, e il fatto che possano sopravvivere alla fusione non credo sia un grosso problema, col tempo sceglieranno la soluzione migliore per la comunità, ne sono sicuro, ma finchè ci sono, teniamoceli stretti. (a.a.)

famigliare, ma che spesso si complicano con episodi di acuzie. A questi casi dovrà essere garantita un’assistenza ospedaliera per lo stretto periodo necessario al controllo della fase acuta con la previsione di posti letto riservati alla categoria dei “cronici”. Per quanto riguarda i posti letto, considerando anche la vocazione turistica delle nostre valli, che stagionalmente comporta notevoli variazioni di popolazione, andrà prevista una variabilità stagionale nella disponibilità dei posti letto in ospedale in modo da non penalizzare i residenti in Giudicarie. Sono stato un po’ lungo, chiedo scusa, ma spero d’essere stato chiaro. Dovrei aggiungere qualcosa sul reparto di maternità dove invece l’eventuale chiusura è soprattutto colpa nostra, delle nostre donne, su circa quattrocento parti all’anno, più della metà delle nostre mamme scelgono di partorire a Trento, ne hanno diritto, ma non lamentiamoci se la maternità sparirà dall’ospedale di Tione in un prossimo, molto prossimo, futuro. Questa lunga risposta ai miei amici che si sono preoccupati per la mia salute e li ringrazio, vuol essere una presa di posizione preventiva della nostra gente contro chi sui nostri disagi ci gioca. Si finiscano i lavori, sarebbe ora! Si riorganizzi il tutto, ma giù le mani dal nostro ospedale, lo sappiano i politici, abbiamo nella storia delle Giudicarie momenti in cui il nostro carattere guerriero s’è manifestato a difesa di ingiustizie e sperequazioni, vedi la guerra delle noci nel Bleggio e la storia del Dazio di Tempesta, contro il Principe-vescovo, se si tocca il nostro ospedale dovremo tornare ai vecchi metodi, forche e forconi contro i Principi d’adesso, donne o uomini che siano. Adelino Amistadi

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La posta

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La delusione di una giovane con disabilità, per non essere stata assunta dal Parco, in una lettera

Sono una giovane di Carisolo che ha bisogno di lavoro ed ha voglia di lavorare... Ho lavorato presso la famiglia Cooperativa, presso l’Eurospin di Carisolo, sei anni alla Conad. L’esperienza di lavoro non mi manca... Da tre anni ho fatto anche domanda di assunzione al Parco Naturale Adaemello Brenta per la stagione estiva in quanto i lavori offerti dall’ente mi sembravano particolarmen-

Gentile direttore, chiedo gentilmente la pubblicazione di questa lettera. Sono una giovane di Carisolo che ha bisogno di lavoro ed ha voglia di lavorare. Ho dei problemi fisici che non te adatti alle mie possibilità e alla mia propensione e amore verso la natura e al rapporto umano e relazionale. Scambiando alcune paro-

le in merito anche con il Sindaco di Carisolo avevo avuto anche da parte sua un appoggio, nel senso che mi aveva detto che vista la situazone vedeva di buon

mi permettono di svolgere tutti i tipi di lavoro in quanto per la mia disabilità non posso affrontare sforzi troppo onerosi in quanto mi pregiudicherebbero il mio stato di salute. occhio la possibilità che il Parco potesse assumermi e che se l’auspicava caldamente. Purtroppo anche quest’anno ho ricevuto una lettera

IL PARCO RISPONDE

Un elevatissimo numero di domande giungono al Parco.. Leggiamo con un fondo di amarezza il contenuto della lettera di Emanuela di Carisolo. La stessa amarezza che accompagna la constatazione dell’elevatissimo numero di domande, provenienti da giovani e da meno giovani, in cerca di lavoro per la stagione estiva al Parco. Abbiamo anche conoscenza delle aspettative di Emanuela riguardo ai 2 nuovi posti che si verranno a creare con l’apertura della casa del Geopark a Carisolo, su iniziativa del Parco e del Comune di Carisolo. La scelta è caduta su due giovani locali, mai assunti in precedenza dal Parco, che grazie al loro curriculum sembravano in grado di garantire una qualificata presenza

in cui mi si dice che la mia domanda non è stata accettata. Sono molto delusa. Prendono sempre le stesse persone. Credo sarebbe opportuno dare la possibilità anche a chi ha dei problemi di poter essere utile e di trovare un lavoro adatto alle proprie caratteristiche. Quelli stagionali offerti dal Parco si sposavano benissimo con la mia disabilità. É triste per una persona che

si trova nelle mie condizioni trovare le porte chiuse. Credo che gli enti che si avvalgono di contributi pubblici dovrebbero essere più attenti verso situazioni particolari che richiedono una sensibilità maggiore e una attenzione particolare. Non lamentiamoci poi se i giovani scappano dalle nostre vallate... o se il disagio si traduce in richiesta di assistenza. Io ho voglia di lavorare, mi spiace non trovare la possibilità di farlo... Emanuela Nella, Carisolo

alla innovativa struttura del Parco. Detto che ai dipendenti assunti nell’anno precedente il contratto di lavoro garantisce una priorità assoluta nelle stagione lavorativa successiva, constatiamo in questi anni un basso numero di rinuncia e di conseguenza un basso numero di nuove entrate. Questa è purtroppo la situazione. Ad Emanuela chiediamo di farsi vedere senza problema al Parco, capiremo altre che le sue aspettative anche le sue inclinazioni ed attitudini. Nulla possiamo purtroppo garantire se non la dovuta e seria attenzione. Il direttore i presidente del Parco Naturale Adamello Brenta

Memorial Flaviano Ciuffi Roncone 1 maggio 2014 È davvero bello aspettare l’arrivo della primavera consapevoli che esso porterà ad un nuovo appuntamento sportivo in onore di Flaviano. Il suo ricordo è per noi sempre vivo e sapere che, al nostro pensiero si aggiunge quello di tante persone che si prodigano con entusiasmo per organizzare questa giornata, è motivo di sincera riconoscenza. Grazie a tutti coloro che si sono impegnati per realizzare questa splendida giornata all’insegna dello sport e dell’amicizia, grazie per le emozioni che ci fate vivere! Ida, Rita e Bortolo Ciuffi

Un momento del Memorial Ciuffi


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GIUGNO 2014


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