Giudi iudicarie
il
iornale delle
GIUGNO 2016 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 14 - GIUGNO 2016 - N. 6 - MENSILE
EDITORIALE
Fuori da casa mia!
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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Comunali,eccoinuovisindacielegiunte I risultati nei comuni nati da fusioni: diversi giovani e donne nelle nuove amministrazioni
di Adelino Amistadi Ormai un po’ tutti i media, giornali e tv, nella loro cronaca giornaliera ci riportano casi di rapine a mano armata, aggressioni, violazioni di domicilio di inermi cittadini che si vedono sconvolgere la vita, del tutto indifesi di fronte all’aumento della criminalità e della malavita che hanno preso di mira le case di tutti noi. Anche in Trentino le cose non vanno meglio, perfino le Giudicarie cominciano ad essere prese di mira, soprattutto la Val del Chiese, confinante con la provincia di Brescia, da dove sembrano provenire gli autori degli ultimi e sempre più numerosi tentativi di scasso e di tentata rapina nelle nostre dimore. Così è tornato all’ordine del giorno il tema della legittima difesa, un diritto garantito da una legge del 2006, ma non sempre sufficiente per garantire la serenità delle famiglie. Proprio in questi giorni è in discussione un progetto di legge parlamentare di modifica dell’attuale normativa con una parte dell’opinione pubblica che reclama più severità e una legge più restrittiva, e l’altra parte che teme l’evolversi della situazione in senso negativo agitando lo spauracchio di un “far west” nostrano che porterebbe a conseguenze incontrollabili. Così, sollecitato da numerosi lettori del nostro Giornale, cercherò di dire la mia, facendo il punto della situazione. Continua a pag. 8
Claudio Puccci- Sindaco Borgo Chiese
A pagina 8
Enrico Pellegrini- Sindaco Porte di Rendena
Franco Bazzoli - Sindaco Sella Giudicarie
Matteo Leonardi - Sindaco di Tre Ville
Dal 23 maggio attivo all’ospedale di Tione
Percorso nascite, si parte A PAGINA 7
Promozione per il pallavolista di Por
Festi in Serie A A PAGINA 34
Attilio Maestri Sindaco Pieve di Bono Prezzo
La vittoria al fotofinish di Franco Bazzoli a Sella Giudicarie per 15 voti di distacco su Ivan Bazzoli rappresenta la sfida più “tirata” di questa ultima tornata elettorale dell’8 maggio. Abbastanza equilibrata anche quella fra Pucci e Spada a Borgo Chiese, terminata a favore del primo per 29 voti, mentre a Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri si è imposto su Daniele Tarolli di oltre 120 voti. Plebiscito a Borgo Lares per Giorgio Marchetti, con l’81,21% delle preferenze, mentre a Tre Ville e Porte di Rendena la lista unica rendeva più scontato l’esito delle urne. Interessante la composizione delle giunte uscite dalle consultazioni, con diversi giovani e donne presenti, oltre che i rappresentanti delle varie frazioni.
Giorgio Marchetti - Sindaco di Borgo Lares
Continua a pagina 4
PORTO FRANCO Celebrare o “rileggere” il mito di Cesare Battisti? A pag 12 SPORT Dolomitica Brenta Bike cresce l’attesa A pag 35 AGRICOLTURA Spressa Giudicarie all’“anno zero” A pag. 15
Continua le ricerca nel sito archeologico
San Martino, convenzione ok
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Le Giudicarie in prima serata A PAGINA 10
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Rassegna Stampa
GIUGNO 2016
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA MAGGIO 2016
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA
Debora Andreolli
Giudicarie - Storo, la sposa arriva con il trattore- Spiritoso quanto inconsueto il mezzo di trasporto scelto da una sposa di Storo per recarsi in chiesa a suggellare la sua unione con l’uomo della sua vita. Sono assieme da quattro anni, hanno pure due figli ma Mario e Daniela Artini, che vivono a Zuclo, hanno deciso di unirsi in matrimonio in chiesa a Storo. Ma a fare notizia non è tanto quel prolungato fidanzamento né tantomeno l’abito indossato dalla sposa, ma l’inconsueto modo di raggiungere e andarsene dalla chiesa. Contrariamente ad altri, la coppia ha scelto che quel tragitto andava percorso dentro la cabina del trattore di famiglia. Dalla casa alla chiesa a condurre il mezzo agricolo il fratello Stefano, mentre dopo l’unione – celebrata davanti al reverendo arciprete don Andrea Fava - è toccato al genitore Francesco. “Noi siamo una famiglia di origini contadine e non potevamo soprassedere a questo. Mentre altri scelgono mega vetture, noi il tragitto che porta a sancire la vita a due abbiamo scelto di farlo sul mezzo che utilizziamo quasi ogni giorno”. Valle del Chiese - 92 occupati nell’Intervento 19 - Sono 92 quest’anno gli occupati di Intervento 19 in valle del Chiese, la cui risorsa lavorativa, dopo cartiera Carmignano e Gruppo Sapes, è oramai da considerare come la terza di valle. Nel verde-urbano sono coinvolti i comuni di Storo e Borgo Chiese mentre nell’APSP la forbice s’allarga e va ad abbracciare il territorio imbrifero considerato che l’ente sovra comunale con sede a Condino interviene finanziariamente con 93 mila euro ai quali si devono aggiungere le sovvenzioni che arrivano anche dalla Comunità di Valle e Provincia. Tione - Azione antibracconaggio, scoperto un covo per la macellazione della selvaggina e dove erano nascoste armi illecite - Era da tempo che i forestali della Stazione di Tione, in stretto coordinamento con i guardiacaccia dell’Associazione cacciatori trentini, tenevano sotto controllo alcuni cacciatori della locale riserva. Dopo vari appostamenti, gli agenti forestali e i guardiacaccia hanno proceduto, aiutati da colleghi delle altre Stazioni forestali alla perquisizione dell’abitazione e della casa da monte. A seguito degli accertamenti è stato possibile rinvenire, presso la casa da monte, un locale interrato appositamente allestito per la macellazione della selvaggina completo di scaffali, ganci a soffitto, paranco e quant’altro necessario allo scopo. Nel corso delle operazioni di perquisizione è stato poi rinvenuto altro materiale atto allo svolgimento del bracconaggio nonché numerosi trofei di ungulati e reperti bellici di varia natura. Pinzolo - Doppio incendio a Pimont e a Cavaipeda di origine dolosa - Doppio intervento dei Vigili del Fuoco di Madonna di Campiglio per domare le fiamme sviluppatesi a Pimont. «Il 10 maggio verso le 12.15 i vigili del fuoco hanno ricevuto la chiamata per un principio di incendio a Pimont. Stava prendendo fuoco una legnaia». A raccontarlo Luca Vidi assessore del Comune di Pinzolo. «Il tempestivo intervento dei volontari ha bloccato sul nascere le fiamme. Terminato questo lavoro ci si è accorti di una colonna di fumo che saliva dai masi di CavaiPeda. I volontari si sono recati urgentemente sul posto ma ormai uno dei masi era completamente in fiamme. Sono subito cominciate le manovre per accerchiare il fuoco e evitare che il bosco venisse coinvolto». Un’operazione che grazie alla professionalità dei vigili del fuoco ha permesso di avere la meglio sulle fiamme.
Val Rendena - Delitto di Carisolo, processo da rifare. La condanna di Ina Celma annullata in Cassazione - Il processo per il delitto di Carisolo dovrà essere rifatto. La Cassazione, infatti, ha annullato la sentenza di condanna a 12 anni inflitta ad Ina Celma, la 37enne che nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2011 massacrò a coltellate il suo compagno Marco Chiapparoli - il mite insegnante di matematica che lavorava come supplente alle scuole di Spiazzo - rinviando gli atti alla Corte d’assise d’appello di Bolzano. I giudici della Suprema corte hanno dunque accolto il ricorso presentato dalla difesa della donna, sostenuta dall’Andrea de Bertolini. La responsabilità di Ina Celma, che dopo avere colpito a morte il fidanzato aveva rivolto contro se stessa il coltello da cucina per togliersi la vita, non è mai stata in discussione. E pure la sua lunga storia di malattia mentale. Ma è sulla sua capacità di intendere e volere al momento del fatto che accusa e difesa si sono scontrate. Giudicarie Esteriori- Videogioco per l’Ecomuseo realizzato dalla start up «mARc project» per Judicaria - Prendi una start up, «mARc project Srl di Andalo» che si occupa di innovazione applicata al settore turistico, in particolare di valorizzare patrimoni culturali e naturalistici con tour guidati per tablet e smartphone. Abbinala ad un Ecomuseo, quello della Judicaria, con un patrimonio cuturale e naturalistico ancora intonso e un po’ in ombra per i circuiti turistici, e il gioco è fatto, letteralmente. È nata un’avventura grafica di animazione in 2d, un videogioco per dirla più banalmente, da usare come strumento per vivere e visitare il territorio della Judicaria. Per turisti, ma anche per ragazzi e giovani attratti dalla tecnologia e abituati ad usarla, che necessitano di forme diverse di fruizione del patrimonio culturale rispetto alle classiche. Si tratta di un «tour avventura», stile caccia al tesoro sul territorio, da fare con tablet o smartphone, seguendo sette tappe individuate dalla start up dialogando con i referenti dell’Ecomuseo della Judicaria. Verranno posizionati dei dispositivi Beacon (bluetooth) nei luoghi di maggior interesse storico/culturale individuati che consentiranno ai visitatori, tramite un’App scaricabile sul proprio smartphone, di accedere a contenuti multimediali presentati in forma di videogame riguardanti cultura e storia locale. Una trama coinvolgente, un personaggio ricorrente e dei video trailer spingeranno i visitatori a scoprire l’Ecomuseo della Judicaria giocando.
Trentino - L’eccellenza trentina punta al promettente mercato della Corea del Sud - Un’economia forte, un Paese che investe in ricerca il 4,6% del PIL, che cresce di oltre 3% l’anno e che negli ultimi tempi ha saputo attrarre investimenti da tutto il mondo. La Corea del Sud è un Paese centrale per il mercato asiatico e guarda con grande interesse all’Italia. Da qui la scelta di creare nuove occasioni di contatto con il territorio trentino a partire dal workshop promosso da Trentino Sviluppo in collaborazione con la Provincia di Trento, l’Agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE) di Seoul, Kotra, la Korea Trade Investment Promotion Agency. L’incontro, al quale hanno preso parte diverse realtà trentine, rappresenta la prima tappa di un percorso che porterà le imprese locali in Corea del Sud nel prossimo autunno per la creazione di nuovi contatti di business. I settori in cui le imprese trentine possono inserirsi sono legati in particolare ai consumi di fascia medio-alta. La chiave è pertanto la valorizzazione dell’eccellenza e gli ambiti di maggior potenziale sono attualmente la meccanica, il food, le tecnologie green e il design. San Michele all’Adige - FEM leader nazionale nella spettrometria di massa isotopica - Oltre cento ricercatori, provenienti da Italia, Cina, Inghilterra, Germania e Austria, sette Keynotes, 21 comunicazioni orali e 25 posters. Sono i numeri del primo IRMS Day, il primo convegno nazionale di spettrometria di massa isotopica (una evoluzione della tecnica analitica applicata sia all’identificazione di sostanze sconosciute, sia all’analisi in tracce di sostanze), svoltosi nei giorni scorsi a San Michele. Nel corso del simposio è stato attribuito alla Fondazione Edmund Mach, a conferma della leadership nel campo dell’utilizzo di queste tecniche, il coordinamento del primo gruppo italiano isotopi stabili, nella persona della ricercatrice Federica Camin, e un dottorando di San Michele, Mauro Paolini, ha vinto il premio come miglior presentazione orale sull’applicazione dell’analisi isotopica. Andalo - Il Trentino saluta il Giro d’Italia - Lo spagnolo Alejandro Valver-
Il nuovo Commissario del Governo Pasquale Gioffrè con Ugo Rossi
de ha vinto la 16^ tappa del Giro d’Italia del 24 maggio tagliando il traguardo di Andalo in solitaria. L’ultima volta che la corsa rosa era arrivata sulla Paganella era il 1973 e aveva vinto un certo Eddy Merckx. Una giornata che è stata davvero una festa, per tutto il Trentino, terra di grandi imprese ciclistiche che per accogliere il Giro si è messo il suo vestito migliore. Fin dalla mattina centinaia di persone, molte delle quali in bicicletta, hanno raggiunto l’Altopiano della Paganella per incitare i tanti campioni, grazie anche ad una splendida giornata di sole. Trento – Benvenuto al nuovo Commissario del Governo Gioffrè - Un incontro cordiale con il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha salutato l’insediamento del nuovo commissario del governo per la Provincia di Trento Pasquale Gioffrè, che ha sostituito Antonio Squarcina. “Ho notato che avete una marcia in più – ha detto Gioffrè – rispetto a molte tematiche e trovo estremamente interessante, fra le varie cose, la sperimentazione che avete fatto nella gestione dei migranti. Se riusciamo a lavorare d’intesa – ha evidenziato Gioffrè – possiamo risolvere i problemi a monte”. Trento - Frate Francesco Patton nominato Custode di Terra Santa - Il francescano trentino Francesco Patton è stato nominato Custode di Terra Santa, succedendo a Frate Pierbattista Pizzaballa che ha guidato la Custodia negli ultimi dodici anni. È stato nominato dal Governo generale dell’Ordine dei Frati Minori ed approvato dalla Santa Sede a norma degli Statuti Pontifici che reggono questa Entità dell’Ordine Francescano. La funzione principale del Custode, oltre ad animare la vita dei frati, è di coordinare e indirizzare l’accoglienza dei pellegrini che arrivano in Terra Santa in pellegrinaggio. Trento - Vetri Speciali: nuove assunzioni - Vetri Speciali torna ad assumere
in anticipo rispetto ai tempi fissati dall’accordo sottoscritto lo scorso agosto. Si tratta di una sessantina di lavoratori ex Whirlpool, attualmente in formazione o in tirocinio presso i vari stabilimento di Vetri Speciali, l’azienda che è subentrata alla multinazionale del freddo nel sito di Spini di Gardolo: verranno assunti immediatamente al termine del loro percorso, prima della chiusura dell’intervento del Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione. L’ad di Vetri Speciali, Giorgio Mazzer, spiega i dati del piano: “Dall’inizio del progetto abbiamo assunto 77 dipendenti, quasi tutti entro la fine dello scorso anno; di questi 56 sono ex lavoratori Whirlpool di cui 21 donne, 4 sono stati assunti attraverso il programma ‘Garanzia Giovani’ e vi sono poi altre 19 persone fra cui 8 laureati. Degli ex lavoratori Whirlpool vi sono 14 uomini già al lavoro nello stabilimento di Gardolo in un’attività complementare”. Sono poi 60 gli ex dipendenti Whirlpool, di cui 18 donne, attualmente impegnati in tirocinio presso gli altri stabilimenti di Vetri Speciali, che completeranno la loro formazione entro metà giugno, e altri 7 di ‘Garanzia Giovani’ in tirocinio presso gli uffici dell’Azienda a Trento. Trentino - Droni e agricoltura in convegno - Due giornate – il 27 e 28 maggio - dedicate all’impiego dei droni in ambito agrario, ambientale, forestale e nella gestione del territorio con interventi, dimostrazione di volo ed esposizione di tecnologie, presso il Palazzo della Ricerca e della Conoscenza alla Fondazione Edmund Mach. Cosa sono i droni? Quali normative ne regolano l’utilizzo? Come possono essere utilizzati per rendere più semplice e preciso il lavoro? Quali sono le applicazioni possibili per le professioni tradizionali reinterpretate nell’ottica del domani? A queste domande hanno risposto ricercatori, tecnici del settore ed aziende che si occupano di fornire servizi coadiuvati da droni.
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Il saluto a
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Primo Piano
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A Borgo Chiese il sindaco Claudio Pucci ha optato per una giunta a cinque e una staffetta a metà mandato: per sé ha tenuto rapporti istituzionali, bilancio, personale e organizzazione dei servizi, protezione civile e sicurezza, istruzione, cultura (ma con delega al consigliere Efrem Bertini), turismo (con delega alla consigliera Katia Gnosini). Il suo vicensindaco è Fabio Bodio, con competenze su pianificazione urbanistica, ambiente e politiche energetiche, verde pubblico, foreste e fauna, patrimonio rurale e agricoltura (qui con delega al consigliere Michele Faccini) e sport. L’assessora Alessandra Zulberti si occuperà di politiche economiche, industria e artigianato, lavoro, commercio, pubblici esercizi, servizi cimiteriali e cantiere comunale. Poi Michele Poletti, che si è riservato lavori pubblici, viabilità e infrastrutture, acquedotto, fognatura, patrimonio edilizio urbano (delega al consigliere Mirko Tamburini). Infine, chiude la squadra del sindaco Pucci, Cristina Faccini, ex sindaca di Brione, che seguirà le politiche per la salute, welfare, lavori socialmente utili, pari opportunità, politiche giovanili e associazionismo (con delega alla consigliera Silvia Poletti). La staffetta sarà fra Fabio Bodio, che tornerà ad essere semplice consigliere, in favore di Michele Faccini. Gli assessori Bodio, Faccini e Zulberti saranno Referenti per le ex municipalità rispettivamente di Condino, Brione e Cimego. Ultimo dei comuni a comporre la sua giunta – il consiglio si è tenuto venerdì 27 maggio dopo le elezioni che hanno eletto Franco Bazzoli con soli 15 voti di scarto dal suo avversario, a Sella Giudicarie il vicesindaco è Valerio Bonazza, che ha anche le deleghe a lavori pubblici, viabilità, arredo urbano, cantiere comunale, manutenzioni patrimonio comunale, patrimonio rurale, servizi cimiteriali e lavori socialmente utili. Susan Molinari sarà invece assesore in materia di politiche sociali e della famiglia, associazionismo, volontariato, casa aperta Roncone, progetti terza età e progetto family. Completano la giunta di Bazzoli l’assessore Luigi Bianchi, che si occuperà di bilancio, attività economiche e produttive, istruzione, armonizzazione regolamenti comunali, attuazione programma di legislatura, coordinamento affari frazionali, e l’assessora Brunella Valenti con competenze in materia di sport e benessere, promozione eventi sportivi, politiche giovanili, parchi pubblici e impianti sportivi, comunicazione e partecipazione. Il sindaco si è riservato di dare ulteriori deleghe agli altri consiglieri di maggioranza nel corso della rossima riunione del consiglio comuale. Si avvale della facoltà di ampliare la squadra di comando anche il sindaco Attilio Maestri a Pieve di Bono Prezzo: ha composto infatti una giunta con 4 assessori, nella quale compare anche l’ex sindaco Celestino Boldrini nella veste di assessore a lavori pubblici, urbanistica ed edilizia, cantiere comunale e
Dopo le elezioni dell’8 maggio tutti operativi i comuni andati a fusione
Giunte, fra quote rosa e rappresentanza “di frazione” Denise Rocca La composizione delle giunte, uscite da queste elezioni dell’8 maggio dedicate ai comuni reduci da fusione, è tutta improntata alla rappresentanza integrale delle ex municipa-
Claudio Puccci- Sindaco Borgo Chiese
Enrico Pellegrini- Sindaco Porte di Rendena
circonvallazione. Paolo Franceschetti è vicesindaco di Maestri con delega a servizi comunali, patrimonio agri-forestale, protezione civile e rapporti con le frazioni. Michele Bazzoli, assessore con competenze a ambiente/energia, attività economiche, innovazione, sport e associazioni. Completa la giunta l’assessora Mafalda Maestri che si occupa
lità e delle frazioni. Spazio anche a più figure e diversi giovani, con la scelta di introdurre dei cambi in corsa – staffette programmate – nelle squadre di giunta.
Franco Bazzoli - Sindaco Sella Giudicarie
Matteo Leonardi - Sindaco di Tre Ville
di istruzione, cultura e attività sociali, assistenza e sanità. Giunta a quattro – ma potrebbe diventare a cinque – anche per Enrico Pellegrini a Porte di Rendena che distribuisce i compiti a rappresentanti di tutte le ex municipalità: il vicesindaco è Riccardo Dorna, di Vigo Rendena, classe 1985, con competenze in viabilità, cantiere comunale e intervento 19, turi-
Attilio Maestri Sindaco Pieve di Bono Prezzo
Giorgio Marchetti - Sindaco di Borgo Lares
smo e valorizzazione territoriale, gestione del territorio (verde pubblico, parchi e giardini), agricoltura, foreste e ambiente, patrimonio immobiliare, politiche economiche, industria ed artigianato. Federico Dallavalle, casse 1986, sarà assessore con delega a urbanistica ed edilizia privata, politiche energetiche, associazionismo, volontariato e sport, comunicazione web e no-
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tiziario comunale. In giunta anche Bruna Collini, ex sindaca di Darè, con delega al bilancio, tributi, cultura, sanità, istruzione e politiche sociali. A Tre Ville ampia distribuzione di deleghe anche ai consiglieri per il sindaco Matteo Leonardi, che sceglie di mantenere nella squadra di giunta il suo braccio destro a Ragoli e anche l’assessore Tullio Serafini per Palù, ma propone staffetta a metà mandato e responsabilità diffuse a tutta la compagine amministrativa. Sergio Bolza sarà infatti vicesindaco oltre che assessore all’urbanistica ed edilizia e all’innovazione fino al 30 giugno 2018 quando al suo posto in giunta entrerà il giovane Umberto Fedrizzi, ventenne studente universitario alla sua prima esperienza amministrativa, che avrà quindi tempo un paio di anni per farsi le ossa come consigliere con delega alla gestione del Notiziario Comunale. Al momento del cambio, Fedrizzi entrerà come assessore, mentre vicesindaco diventerà un altro componente di giunta, l’assessore Tullio Serafini, l’uomo che si occuperà della Perla delle Dolomiti: ha infatti le deleghe a Turismo e Sport a Madonna di Campiglio, grandi eventi, decoro urbano di Campiglio e rapporti con il personale lì dislocato. Completano la giunta Andrea Fedrizzi, assessore a Territorio, Ambiente, Agricoltura, Sport e Rapporti con le attività produttive e l’imprenditoria; e Claudia Simoni, assessora alla Comunicazione, alle politiche sociali, giovanili e di genere, alla Semplificazione e partecipazione, alla Salute, all’adeguamento dei regolamenti comunali e ai finanziamenti Europei e reti di comuni. Il sindaco Leonardi tiene per sè le deleghe a Lavori Pubblici, Personale, Bilancio, Tributi e Protezione Civile. Ci sono poi due Referenti frazionali, per gli ex comuni di Montagne e Preore, saranno rispettivamente Michela Simoni e Biagio Leonardi A Borgo Lares il sindaco Giorgio Marchetti ha scelto Roberto Bertolini come vicesindaco con deleghe a turismo, agricoltura, cantiere comunale, protezione civile, ambiente e artigianato. Assessore sarà invece Silvia Chemotti, la più votata alle scorse elezioni, che si occuperà di sanità, politiche socioassistenziali, cultura, istruzione e intervento 19. L’intenzione già annunciata dal sindaco Marchetti è quella di proporre al consiglio l’allargamento della giunta con un altro assessore.
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Fusioni, tornata amara Nel referendum del 22 maggio passano solo 4 fusioni sulle 11 proposte. Il numero dei comuni scende a 169 Nelle urne sono stati però solo 4 i progetti di fusione riusciti, arrivati dall’aggregazione di 12 comuni, con un saldo di -8: Ville di Fiemme (Carano, Daiano, Varena), Novella (Brez, Cagnò, Cloz, Revò, Romallo), Terre d’Adige (Nave S. Rocco e Zambana) e San Michele all’Adige (San Michele e Faedo). Sono arrivate invece delle bocciature, alcune sonore, negli altri 21 comuni, giunte anche da centri di dimensione significativa dove non si è raggiunto il quorum (mentre alla vigilia si temeva invece molto di più per i paesi piccoli), ma anche in alcuni comuni di minore dimensione ha prevalso il “no”. Ad esempio Dro e Drena, oppure Cavalese e Castello Molina, Tesero e Panchià, ma anche tra Sfruz e Predaia, non hanno raggiunto il quorum richiesto (40%) dei votanti. Alta invece l’affluenza in
Domenica 22 maggio rappresenta una battuta d’arresto nel processo di fusione che negli ultimi 2 anni ha interessato diversi comuni del Trentino. Il refeVal di Sole, ma per bocciare la fusione con un “no”, ad esempio Croviana in val di Sole (Malé, Caldes, Cavizzana e Terzolas) o in valle di Non con la bocciatura dei progetti «Maddalene» da parte di Bresimo e Rumo e «Alta val di Non» da parte di Ruffré-Mendola. Punte di partecipazione si sono invece registrate a Bresimo (82,46%), Rumo (81,99%), Cis (81,09%) e Livo (72,80%) e Faedo (81,25%), mentre molto basse sono state le percentuali del 30,02% a Cavalese e del 35,28% Tesero, oltre che di Predaia con il 33,29%. Una battuta d’arresto nel processo generale di aggregazione degli enti locali, che il presidente della Provincia Ugo Rossi ha volu-
to però analizzare in modo positivo: «E’ importante ricordare che dall’inizio della legislatura quasi il 76% dei trentini che hanno votato (2014 ad oggi sono stati 52.504 i trentini che hanno partecipato ai referendum consultivi, il 56% degli aventi diritto), si è detto favorevole alle fusioni. Nel 2014 i Comuni in Trentino erano 217 e con i risultati di questa tornata referendaria scendono a quota 169. Significa che abbiamo 48 Comuni in meno, il 25%, un risultato importante, raggiunto con la democrazia e non certo con decisioni calate dall’alto» Gestioni associate. L’orizzonte per i comuni che non hanno realizzato fusioni è ora quello delle gestioni associate, così come pre-
rendum vedeva infatti impegnati ben 33 comuni distribuiti su tutto il territorio provinciale che avrebbero dovuto aggregarsi in 11 nuove municipalità. visto dalla legge provinciale 3/2006 istitutiva delle Comunità di Valle, stando alle modifiche introdotte dalla l.p. 12/2014. I “servizi” di cui si sta parlando sono quelli indicati dalla tabella B allegata alla legge stessa: segreteria generale, personale, organizzazione, servizio finanziario, servizio entrate, ufficio tecnico, urbanistica, pianificazione del territorio, gestione dei beni demaniali e patrimoniali, anagrafe, stato civile, servizi elettorale e statistico, commercio e servizi generali. Il tutto dovrà essere attivato sulla base di 39 ambiti territoriali individuati dalla Giunta provinciale e dal Consiglio delle autonomie, secondo un cronoprogramma che prevede un primo “stock” di com-
petenze che dovrà essere definito e presentato alla Pat entro il 30 giugno e divenire operativo entro il 31 luglio 2016. Tempi molto stretti, che destano qualche preoccupazione specie nei comuni appena usciti da un progetto di fusione fallito, sui quali possono pesare anche i risultati stessi del referendum, introducendo elementi di frizione che certo non sarebbero i migliori presupposti per gettare le basi di una gestione associata. In Giudicarie. La premessa è che le Giudicarie rappresentano il territorio dove le fusioni hanno trovato terreno più fertile (con ben 9 riuscite e una fallita, Bocenago-Strembo-Caderzone Terme) che ha fatto scendere i comuni da 40 a
23, con una riduzione netta del 43%. Per intenderci, se in tutto il Trentino vi fosse stata questa propensione ora i comuni sarebbero circa 120. Detto questo, restano ora 4 ambiti del Comprensorio che dovranno attivarsi per mettere in atto le gestioni associate: Comano Terme- Bleggio SuperioreStenico-Fiavè, ambito 8.1 di 6.834 abitanti, StoroBondone-Castel Condino, ambito 8.2 di 5.631 abitanti, Piazzo-Pelugo-Strembo-Bocenago-Caderzone Terme ambito 8.3 di 3.302 abitanti, e Pinzolo-Carisolo-Giustino-Massimeno, ambito 8.4 di 4.951 abitanti. Tione resta fuori ambito per deroga. Per tutti questi ambiti da mesi sono in atto contatti tra le amministrazioni, i segretari ed i tecnici per studiare e progettare le future gestioni associate dei servizi. Il 30 giugno è dietro l’angolo. (r.s.)
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GIUGNO 2016 La fotografia del nosocomio attraverso i dati
Quanto “lavora” l’ospedale diTione? I numeri del 2015 mostrano visite e prestazioni fornite in crescita rispetto al 2014. Pronto soccorso a 12.000 accessi Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale, gli accessi nel triennio 2013 – 2015 sono aumentati di 796 unità, passando dai 22.434 del 2013 ai 22.578 del 2014 e i 23.230 registrati nel 2015 che corrispondono a circa 30mila prestazioni fornite. Le visite passano dalle 11mila circa del 2014 alle 12.500 del 2015, un aumento che si registra un po’ in tutte le diverse prestazioni rispetto all’anno precedente: le ecografie superano quota 2mila al pari delle visite diabetologiche, 1100 sono le cardiologiche, per dare i dati principali. I pazienti provenienti dalle sole giudicarie visitati nel 2015 sono stati 19.571, contro i 19.456 dell’anno prima, ad essi si aggiungono i 1104 provenienti da Alto Garda e Ledro, 500 dalla Valle dell’Adige, 230 dalla Valle dei Laghi e via scendendo, a comprendere anche le propaggini trentine più lontane dalle Giudicarie come Fiemme e Fassa o il Primiero. Il 35% dei pazienti sono over 65: “Un dato importante – sottolinea il direttore Dipede – perché una quota interessante della popolazione anziana, più fragile, servita in loco è una risposta ad uno dei bisogni più forti di un territorio periferico”.
di Denise Rocca Sono i numeri forniti dall’ospedale a tracciare una descrizione dell’attività del nosocomio di valle: dopo una flessione generale verificatasi nel 2014, i dati mostrano un incremento nell’utilizzo dei servizi per il 2015. “La fotografia che ne esce – commenta Egidio Dipede, direttore della U.O. Medicina Interna e dell’AFO Medicina - è quella di un volume ingente di prestazioni
Il protocollo per il rilancio dell’ospedale di Tione punta anche su ortopedia e su una serie di prestazioni chirurgiche specializzate: nel 2013 erano stati 1640 gli atti operatori, scorporandoli si vedono 845 interventi di chirurgia generale, 620 ortopedici e 175 di ostetricia e ginecologia (un dato questo formato principalmente dai parti); una flessione si verifica nel 2014 con 1612 atti
operatori complessivi, dei quali 823 di chirurgia generale, 578 in ortopedia e 211, unico dato in ascesa, in ostetricia e ginecologia; il 2015 mostra invece un ritorno e un lieve superamento del biennio precedente con 1662 operazioni totali: 922 in chirurgia generale – un centinaio in più rispetto al 2014 -, 631 in ortopedia (di queste 108 sono interventi di protesi maggiori come anca e gi-
fra attività ambulatoriale e ricoveri che l’ospedale di Tione riesce a fare, si tratta di quasi 40mila richieste di contatto da parte della popolazione alle quali si risponde. Dove, per popolazione, i numeri mostrano che quella giudicariese è largamente dominante, quindi si soddisfa quello che è lo scopo e la natura di un ospedale territoriale”.
nocchio) e 110 in ostetricia e ginecologia, un crollo atteso in questo reparto viste le misure prese in autunno con la riduzione della presenza dell’anestesista. Nel primo quadrimestre del 2016 gli atti chirurgici sono fino ad ora 584: “Si tratta di un dato – spiega Dipede – che fa presagire un aumento deciso sul 2016, perché sappiamo che il periodo di maggiore attività è quello
estivo”. Il pronto soccorso, altro reparto sul quale l’attenzione del territorio è massima, ha registrato circa 12mila accessi nel 2015 contro i 10.917 del 2014, e nel primo quadrimestre del 2016 sono a quota 3.871, anche questo un dato destinato ad incrementare molto con l’estate in particolare con i pazienti di tipo internistico e che richiedono risposte più articolate rispetto all’inverno quando invece l’attività del pronto soccorso è soprattutto di tipo traumatologico. “Dati paragonabili e a volte superiori agli altri ospedali territoriali di Arco, Borgo e Cavalese – spiega Dipede – naturalmente siamo su un altro ordine di numeri rispetto invece a Cles, Rovereto e Trento se pensiamo che il pronto soccorso di Trento che nel complesso registra 93mila accessi annui”. Circa 8mila sono i giudicariesi fra gli 11mila che si sono recati in pronto soccorso a Tione nel 2015,
mentre 3mila sono da fuori provincia o dall’estero. Sia chirurgia generale che ortopedia sono impegnate ad implementare la Day Surgery, quindi i dati sui ricoveri sono da questo influenzati: 3581 i dimessi nel 2014, 3242 quelli del 2015 (sui quali pesa la riduzione dell’orario di anestesista nell’autunno 2015) che mostrano però 627 interventi in Day Surgery contro i 563 dell’anno prima. “Ci aspettiamo che con il ripristino del servizio di anestesia – conclude Dipede – fino ad arrivare ad un’equipe completa di quattro persone e il nuovo rinforzo di un medico ortopedico, di poter aumentare il volume degli interventi. Inoltre, se si riuscisse ad incrementare la Day Surgery con qualche professionista esterno si potrebbe aumentare ulteriormente l’attività della sala operatoria”. Anche su questi dati gli amministratori hanno chiesto una specializzazione in ortopedia capace di soddisfare la vocazione del territorio e portare a Tione anche utenti dal resto del Trentino e fuori Provincia, si attendono i prossimi mesi per l’arrivo dei professionisti a completamento dell’organico.
La chiede Tonina in un’interrogazione
Screening mammografico, attenzione alle periferie “Non penalizzare l’accesso allo screening da parte delle donne residenti in zone decentrate della Provincia” Si parla ancora di sanità. In occasione di una recente interrogazione il consigliere provinciale Mario Tonina (Unione per il Trentino) ha chiesto all’assessore alla Salute Luca Zeni attenzione alla tematica dello screening mammografico, in particolare per le donne che abitano “in periferia”. Poiché infatti la dislocazione delle apparecchiature è localizzata solamente a Trento e Rovereto, il timore è quello di sfavorire la diagnosi precoce per la scomodità nel raggiungere gli ospedali centrali. Lo screening mammografico, infatti, è offerto gratuitamente ogni 2 anni a tutte le donne residenti in Provincia di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. Il progetto di riorganizzazione dello stesso esame su Trento e Rovereto (a fine 2014) è nato dall’esigenza di adeguare le attrezzature esistenti;
i mammografi presenti negli ospedali di valle erano ormai obsoleti e non garantivano la performance diagnostica offerta invece dalla tomosintesi mammografica, che consente di aumentare la riconoscibilità dei tumori.
L’elevata efficacia diagnostica è quindi evidente – ammette Tonina - “ma è chiaro che la scelta attuata penalizza l’accesso allo screening da parte delle donne residenti in zone periferiche della Provincia visto che gli ospedali centrali non sempre risultano essere facilmente raggiungibili con il trasporto pubblico. Dobbiamo fare in modo che il progetto di riorganizzazione mammografico, nato da giuste esigenze, non comporti un decremento dell’esecuzione degli esami”. Ciò premesso, Tonina chiede all’assessore competente se abbia valutato l’opportunità di adottare sul piano organizzativo, fino a quando non sarà individuata una soluzione definitiva, opportune modalità che consentano in particolare alle donne anziane residenti nelle nostre Valli di raggiungere le città di Trento e Rovereto
al fine di favorire l’accesso allo screening mammografico. Nella sua risposta Zeni spiega che il livello di adesione alla scerening è attualmente buono in tutto il Trentino, anche perché l’Azienda sanitaria cerca di concentrare gli appuntamenti per le visite negli orari maggiormente serviti da trasporto pubblico, adattandoli anche alle esigenze peculiari delle singole zone, come quelle di lavoro legato alle realtà turistiche oppure a quelle agricole. Infine, aggiunge Zeni, l’assessorato valuta con positività le iniziative messe in campo dalle singole associazioni, come la Lilt, di sostegno e di trasporto messe a disposizione delle donne e promuoverà possibili modalità per favorire un servizio ancora più capillare.
Sanità Stimati inizialmente sono 200 parti annui, quindi sono 4 (una ogni 50 gestanti) le ostetriche che daranno attuazione al percorso prendendo in carico le future mamme e seguendole sul territorio e a domicilio garantendo la continuità delle cure, l’assistenza pre e post-natale, l’educazione, il counselling e lo screening. Il servizio è attivo dalle 8 alle 20, mentre di notte un’ostetrica sarà di turno per tutto il territorio giudicariese. Dovesse nell’arco della gravidanza cambiare il livello di rischio, allora avverrà il passaggio della donna alla struttura di riferimento. Dopo che per altri servizi legati all’ospedale la comunicazione era stata quasi assente e le decisioni prese con scarsa consultazione con il territorio, questa volta non c’è stata nessuna sorpresa: la chiusura era concordata come da Protocollo d’Intesa firmato con gli amministratori giudicariesi nel quale “in cambio” dell’accettazione della chiusura del punto nascite si rivendicava però un’ampia serie di miglioramenti per l’ospedale di Tione. In particolare per l’attività ostetrico-ginecologica è previsto il rafforzamento dell’attività consultoriale a supporto del percorso nascita e delle altre progettualità rivolte soprattutto all’età giovanile e alle situazioni di fragilità, il mantenimento dell’attività
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Ecco il Percorso Nascita per le donne giudicariesi
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Dal 23 maggio è attiva l’attività di counselling e di preparazione per le future mamme
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di Denise Rocca
al 23 maggio 2016 dopo mesi di inoperatività effettiva e anni di minacciate chiusure e disquisizioni sui numeri, il punto nascite dell’ospedale di Tione è ufficialmente smantellato. Tutti i parti sono dirottati verso Trento e sul territorio viene attivato, per le gravidanze fisiologinecologica di primo livello, dell’attività specialistica ostetrico-ginecologica ambulatoriale e la qualificazione della diagnostica prenatale con l’attivazione del bi-test. Una riflessione in merito la offre il sindacato Nursing Up: “Auspichiamo – dicono – da parte dell’Azienda sanitaria, la stessa celerità mostrata nella chiusura del punto nascita anche nell’attuare i restanti accordi presenti nel Protocollo d’Intesa firmato il 26 aprile scorso fra assessorato provinciale, Apss e Comunità delle Giudicarie”. Una provocazione e un po’ di sarcasmo. “Forse si potevano scegliere altre priorità da cui partire – prosegue Fabio Lavagnino, rappresentante Nursing Up - invece di pensare
subito a chiudere il punto nascita, in particolare accelerare l’arrivo dei professionisti e degli operatori promessi in vista della stagione estiva che fra un mese inizia e porterà per Tione un aumento di prestazioni e accessi”. A mo’ di memento perché dopo questo primo passo che è del territorio non ci si dimentichi dei passi successivi, in capo invece all’azienda, i sindacati ricordano “da quanto ci risulta ad oggi non è ancora definita la data di assegnazione di un’ ulteriore unità Medico Ortopedico, a graduatoria già esistente – spiegano – e non sono ancora adeguati i numeri del personale infermieristico e di supporto”. L’operatività del Percorso Nascita il percorso nascita attuato
giche – cioè quelle che presentano basso rischio – e previa la scelta volontaria della donna di parteciparvi, il Percorso Nascita che basa la propria azione sulle ostetriche, opportunamente formate per seguire le donne in tutto il necessario fino ad un mese dopo la nascita del bebè.
nelle Valli Giudicarie prevede che il primo contatto della donna avvenga attraverso la prenotazione di un colloquio con l’ostetrica al CUP – Centro unico di prenotazione (848 816 816 da telefono fisso e 0461 379400 da cellulare). La donna in gravidanza viene assistita da un’ostetrica di riferimento che opera nel rispetto della fisiologia della donna sapendo cogliere e individuare eventuali patologie per le quali sono previsti appositi percorsi, senza condurre a una medicalizzazione, non sempre necessaria nella gravidanza. Nel percorso sono previsti: • il colloquio informativo sul percorso nascita, gli stili di vita e le norme igieniche da seguire oltre a tutti i riferimenti utili
• una prima visita con l’ostetrica dedicata nella gravidanza a basso rischio e un ciclo di almeno altre cinque visite con l’ostetrica dedicata • tre ecografie con il ginecologo, come indicato dalle linee guida ed eventuali altri accertamenti di diagnosi prenatale • la pianificazione completa insieme all’ostetrica dedicata delle visite di controllo, delle ecografie e degli esami • il corso di accompagnamento alla nascita per i futuri genitori • l’invio diretto dal ginecologo e la conseguente presa in carico in tutte le situazioni di deviazione dalla fisiologia, gravidanza a rischio, in collaborazione con tutti i servizi dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospe-
dale Santa Chiara di Trento. Per le donne inserite nel percorso nascita si prevede l’attivazione di un servizio di pronta disponibilità sulle 24 ore a partire dalla 37a settimana compiuta e fino al parto per la diagnosi di travaglio, con eventuale accompagnamento al Punto nascita fermo restando, per le emergenze, l’attivazione diretta di Trentino Emergenza 118. L’ostetrica dedicata mantiene il contatto con la donna per il periodo seguente alla nascita con la presa in carico al momento della dimissione dall’ospedale. Le ostetriche del Punto nascita scelto dalla coppia assicurano una presa in carico “one to one” dal momento dell’ingresso in sala parto comunicando all’ostetrica dedicata l’avvenuto parto e la salute della madre e del neonato al momento della dimissione. L’ostetrica dedicata costituisce il punto di riferimento anche per le necessità assistenziali che possono presentarsi successivamente alla nascita.
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Attualità
GIUGNO 2016
Approvati bilanci consuntivi e di previsione 2016. Ancora qualche tensione a Storo
Cmf del Chiese in assemblea I due Consorzi di miglioramento fondiario del Basso Chiese si sono ritrovati per le rispettive assise
L’impegno del Consorzio - ribadito nel suo intervento dal presidente Spada - è quello attivarsi per la messa in sicurezza delle opere già esistenti (opere di presa e acquedotti irrigui e potabili), oltre a quello di promuovere assemblee locali con lo scopo di confrontarsi con i soci e avviare iniziative di valorizzazione del territorio nelle singole zone. Un argomento in particolare ha poi interessato la discussione, ossia l’opportunità e la necessità di superare la frammentazione attuale delle proprietà agricole, che non permette un’adeguata programmazione e capacità di incidere: in questo senso l’idea è quella di procedere ad un generale riordino fondiario, da riorganizzare su aree omogenee attraverso l’accorpamento di particelle, sulla scorta di
Il 28 aprile si è tenuta la prima assemblea del Consorzio di miglioramento fondiario di Brione, Castel Condino, Cimego e Condino dopo il rinnovo del Consiglio dei delegati del 2 dicembre 2015: Domenico Spada, presidente, Giovanni Butterini vice, Stefano Poletti, Michele Faccini, Andrea analoghe iniziative già sperimentate con successo da altri Cmf nella provincia di Trento. In questo senso sono state però anche sottolineate le difficoltà a far coagulare un consenso generalizzato sulle ipotesi visto che si va a interferire con i diritti di proprietà. Infine è stato approvato lo schema di convenzione con il comune di Borgo Chiese in ordine alla richiesta di rinnovo con modifiche della concessione di derivazione idrica dal Rio Giulis che prevede la richiesta al Servizio Acque della Provincia per ampliare la superficie agricola “servita” da 16.54 a 36.64 ettari,
nonché l’utilizzo della derivazione per tutto l’anno a scopo antincendio ed igienico sanitario per alcuni insediamenti rurali. Nel Cmf di Storo, Lodrone e Darzo invece, le acque sono ancora un po’ agitate: però nell’assemblea del 19 aprile sono stati approvati il bilancio consuntivo 2015 ed il preventivo. Ed è già qualcosa, visto come si era conclusa l’assemblea del 2 aprile scorso, che bocciò l’approvazione del bilancio che non aveva ottenuto il parere dei revisori dei conti (viste le dimissioni del commercialista Ivano Vaglia, prima della firma del bilancio 2015).
Bagattini, Ivan Pozzi, Rino Beniamino Bagozzi, Walter Zulberti, Antonino Bertini, Gilberto Tamburini, Maurizio Faccini, Gianni Vicari e Renzo Bagozzi. Un’assemblea che ha registrato il voto unanime sia sul conto consuntivo 2015 sia sul bilancio di previsione 2016. Presenti in sala 40 persone con 70 voti disponibili (30 deleghe), l’assemblea è iniziata con la convalida degli eletti nell’assise del 3 maggio: presidente Ivano Marotto, vicepresidente Antonio Parolari e componente dell’assemblea del consorzio di secondo grado Pietro Azzali. Nel corso della discussione sul consuntivo 2015, Gianfranco Sai ha sollevato il problema di pendenze contabili con ipotesi di debiti fuori bilancio, deducendo che i conti non sono in ordine e che quindi il conto consuntivo così come presentato dal Consiglio dei delegati con parere favorevole del collegio
dei revisori non possa essere approvato. Alla fine il bilancio passa con 43 favorevoli, 13 contrari e 14 astenuti, non senza qualche momento animato e anche scambi dialettici tra i soci intervenuti ed il segretario Giovanni Berti . Da parte sua, il sindaco Luca Turinelli è intervenuto elogiando il nuovo direttivo e chiedendo maggiore serenità e fiducia in modo da poter mettere in campo i tanti interventi previsti: il bilancio previsionale viene approvato con 65 voti favorevoli così come il passaggio al Cmf di 2° grado con Darzo e Lodrone dell’acquedotto del Sorino
e la creazione di un’area attrezzata adibita ai prelievi d’acqua a scopo irrigazione. Infine la questione dell’estensione a nord del perimetro di riordino fondiario di Cole lunghe: il costo complessivo dell’iniziativa passa da € 65.000,00 a € 152.000,00. A fronte delle difficoltà di trovare fondi provinciali per eseguila il sindaco Turinelli propone di dividere l’intervento in due lotti “stralciando” il tratto “Cole lunghe nord” che non interferisca nei tempi di finanziamento e avvio del progetto di riordino di “Cole lunghe sud” già totalmente istruito con esito positivo dal servizio provinciale competente e sul tavolo del dirigente in attesa dello stanziamento a bilancio da parte della Giunta provinciale. Approvata all’unanimità. (r.s.)
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi
Continua dalla Prima Gli uomini, così come gli animali, hanno da sempre molto spiccato l’istinto di garantire la propria sicurezza, personale e dei propri famigliari, e dei beni che con fatica sono riusciti a conquistarsi, purtroppo c’è sempre qualcuno che tenta di violare questa esigenza fondamentale. In passato, a protezione della propria vita e dei propri averi, si costruivano muri, recinzioni, steccati e c’erano pene severissime per i ladri. Oggi, anche con pene severe, sono in continuo aumento i disonesti, malfattori nell’animo, che per le più svariate ragioni non esitano a scegliere la via più facile per garantirsi agiatezza e benessere a spese degli altri. Quindi difendersi, difendere i propri cari, i propri beni, è diventato una priorità assoluta per tutti i cittadini che considerano inaccettabile che almeno in casa propria non si possa vivere in serenità e sicurezza. Per ovviare al problema ci sono mille nuovi sistemi: serrature speciali, inferriate, sistemi di allarme, cani feroci, ma purtroppo non sempre sono sufficienti. I malviventi si sono attrezzati per superare qualunque ostacolo. Più la gente cerca di proteggersi, più i ladri, con abilità e furbizia, riescono ad annullare le dife-
Fuori da casa mia! Il manifesto pro-raccolta firme
se usando violenza e sopraffazione. E purtroppo la peggio ce l’ha sempre il cittadino che è completamente inerme verso una criminalità che si fa ogni giorno più cinica, brutale e senza scrupoli, che pur di arraffare qualcosa arriva a gesti estremi, talvolta anche uccidendo senza remissione. Questo stato di cose non è più tollerabile, ma la situazione è in continuo aggravamento. Migliaia di disperati stanno arrivando nel nostro Paese,
senza avere né un lavoro né una casa. Come faranno a vivere? Semplice, ingrossando sempre di più la malavita. Non che i nostri connazionali siano indenni da colpe, anzi, gran parte della malavita in Italia è ancora costituita da gente nostra, ma l’arrivo di migliaia e migliaia di disperati da ogni parte del mondo, ha sicuramente contribuito ad accrescere il numero dei malavitosi con cui dobbiamo fare i conti giornalmente. E il
cittadino si ritrova sprovveduto, indifeso, completamente in balia di una criminalità sempre più aggressiva e feroce. Dobbiamo anche dire che il diritto alla alla protezione viene quasi ogni giorno disatteso da una legislazione buonista e ipergarantista, incomprensibile ai più, tanto che, in questa guerra fra guardie e ladri, di solito parteggia smaccatamente per i ladri. Le forze dell’ordine rischiano la vita per cattura-
re i delinquenti e la giustizia italiana li rilascia il giorno dopo. Il cittadino che magari riesce a far arrestare chi ha tentato una rapina in casa sua, il giorno dopo se lo vede tranquillamente passeggiare nel paese vicino. Se poi, un cittadino, cerca di difendersi da solo o di reagire con violenza, sparando, troverà sicuramente chi lo condannerà per eccesso di legittima difesa, così come prevede la legge attuale, senza buon senso ed attenuanti. La legge non si preoccupa per niente della situazione anche psicologica in cui viene a trovarsi il malcapitato che, in casa sua, si è trovato minacciato da persone armate, violato nella sua intimità, con il terrore che i propri cari possano subire violenze. Dove non arrivano i ladri, talvolta arriva la legge imponendo ai poveri derubati di risarcire i ladri perchè danneggiati da “azioni inconsulte”, neanche fosse un infortunio sul lavoro. Sembra quasi che per la legge italiana la proprietà sia un furto e quindi è giusto che
vada divisa con chi non ne ha. Assurdità belle e buone. La gente comincia a ribellarsi, è esasperata, anche se da noi, in Giudicarie, non siamo ancora giunti a tanta tensione, però la sentiamo pulsare ogni giorno di più nella nostra testa e nell’animo dell’opinione pubblica del nostro territorio. Allora ben venga la nuova legge sulla legittima difesa. Che sia più severa, chiara, che garantisca le giuste responsabilità, che impedisca ai malviventi di tornare a delinquere, che eviti s’intende il “far west”, dato che dove è ancora di moda (in America), le cose non sembrano andare meglio, ma che diano la speranza ai cittadini, a tutti, ai poveri quanto ai ricchi, di poter vivere in pace e in serenità, per far crescere i propri figli senza l’ossessione e la paura che qualcuno devasti la loro vita. Che i nostri deputati e senatori, una volta tanto, arrivino presto alla approvazione e che la giustizia sappia applicare le nuove norme nel solo interesse dei cittadini e dell’intera comunità. Speriamo bene.
Politica
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Il confine sud-tirolese sotto tiro di Marco Nel maggio di un anno fa, Sebastiano Vassalli, due mesi prima della sua scomparsa nel luglio 2015, con quella preveggenza misteriosa che caratterizza l’ispirazione degli scrittori, pubblicava il bloccava l’accesso ai passi alpini che nei nomi ancora oggi portano i segni di quella antica storia; Crocedomini, Brennero, Resia e lo stesso passo Carlo Magno presso Madonna di Campiglio, che forse in modo inaspettato riporta proprio al premio che è stato riconosciuto a Papa Francesco. Basta leggere i versi 61-63 di Dante del XX° dell’Inferno “Suso nell’Italia bella” per comprendere dove fosse un tempo quel confine. Nell’Hofburg di Innsbruck l’affresco sul soffitto che simboleggia il sud è rappre-
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 14 n° 6 giugno 2016 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 31 maggio 2016 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
sentato dalla piana del Lago di Garda. Nel suo libro profetico Vassalli ricorda le sofferenze causate dalle dittature di Mussolini e dello stesso Hitler alle popolazioni di lingua tedesca, italiana e ladina che vivono in questa terra sublime, dove alle difficoltà della minoranza tedesca, nel tempo si sono sovrapposte quelle della minoranza italiana. La causa di questo “odio”, era per Vassalli in quel confine innaturale al Brennero che aveva separato in modo netto una cultura che aveva mescolato la “cura” tedesca alla “fantasia” latina, un mix fatto di ordine e bellezza che ogni anno milioni di turisti vengono a contemplare. Nel 1922 venne addirittura fondata una rivista che ebbe vita breve, “Il Brennero”; diretta da Taulero Zulberti, per imporre un’italianità inesistente su questo altrettanto inesistente confine. Un confine che si era alzato anche all’interno delle coscienze locali come rivela il drammatico periodo del terrorismo con l’invocazione comprensibile di Silvius Magnago del “Loss von Trient”, una spaccatura tra Trento e Bolzano altrettanto innaturale e antistorica che la classe politica trentina non ha mai compreso fino in fondo, ma che nei prossimi anni va assolutamente ricomposta. La straordinaria visione di Vassalli, con il dramma del nuovo muro voluto dal governo austriaco, aveva così
Zulberti
suo ultimo libro dal titolo Il confine, dedicato alla storia degli ultimi cento anni del Sud Tirolo, dal passaggio sotto lo stato italiano alla fine della Grande Guerra del 1914-1918.
Lo scrittore Sebastiano Vassalli
introdotto un tema fondamentale perché la nostra regione da secolare via di transito, da arteria economica che ha favorito la nuova Europa, rischia ora di tornare ad essere quella sorta di sacca etnica, sofferente, che abbiamo osservato tra il 1919 e il 1997. L’incedere della grande storia obbliga pertanto i territori trentini e altoatesini a tornare insieme, a tornare una regione unita, cercando di superare quel “Loss von Trient” che aveva lacerato un rapporto secolare tra tedeschi e italiani,
perché le nostre popolazioni saranno chiamate a dover risolvere problemi giganteschi come quelli dei profughi che si accalcheranno lungo quel confine che non era mai esistito. I problemi che la nostra terra dovrà affrontare saranno poi d’esempio a tutta l’Europa, e da come saranno affrontati e risolti, dipende lo stesso futuro della cultura secolare europea, scaturita da guerre di religione intestine e razziali drammatiche. Dalle crociate contro le Eresie, dall’Inquisizione, alla Guerra dei
MEDENT ADRIATIC ROVIGNO / CROAZIA MEDENT ADRIATIC
Trent’anni fino al Fascismo e al Nazismo l’Europa conosce i drammi che scaturiscono dalle crisi non risolte con la saggezza del buon governo e la chiarezza dei principi umani fondati sulla pace. Le nostre popolazioni, trentina, sud tirolese, altoatesina e ladina, hanno oggi la consapevolezza che tutta l’Europa ci guarda? Che tutta l’Africa ci guarda, che tutto il mondo ci guarda? Il Trentino Alto Adige deve alzare lo sguardo dai confini dell’orto del vicino a quello della regione, chiamato a diventare il cuore pulsante dell’Europa, grazie a scelte di modelli di vita e di convivenza universale che vanno ben oltre la nostra attuale immaginazione, ben oltre gli stessi modelli arcaici che ci propongono le religioni. E’ sul piano della laicità, imposta con gli strumenti della ragione, che la nostra regione potrà risolvere i problemi della convivenza, riconducendo ai principi sociali e umani ogni contrapposizione ideologica e religiosa. Come scriveva in Resistenza e Resa il teologo tedesco Dietrich Bonhofer, giustiziato da Hitler nell’aprile del 1945 a Berlino, “non si tratta infatti dell’aldilà, ma di questo mondo, di come è stato creato, conservato, articolato secondo leggi, riconciliato e rinnovato”. Nel futuro vi sarà secondo Bonhofer una società di “santi”, in cui tutte le chiese non avranno bisogno di organizzarsi e punire, perché i diritti umani rappresenteranno la vera mappa dei valori della società e della convivenza futura.
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Pochi sanno, e qui richiamo la figura dello storico Iginio Rogger, che per tutto il medioevo, il confine tra l’Impero tedesco e la pianura italiana, era posto ai piedi delle Alpi, sfruttando le acque dell’Adige e dei laghi di Garda e Idro a sud del Trentino. Una serie di fortezze, tra le quali ricordiamo Torri del Benaco
Con il “muro” del Brennero il Trentino Alto-Adige si trova al centro di delicati equilibri geopolitici
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Un anno dopo quel confine tracciato nel 1919 dal trattato di Versailles, naturale dal punto di vista geografico ma innaturale da quello sociale, separava dopo mille anni le diocesi di Trento e Bressanone dell’area tirolese, sta per essere sbarrato da un nuovo muro dopo essere stato cancellato nel 1997 dal trattato di Schengen. L’epocale ondata migratoria che dall’Africa si sta portando verso l’Europa sarà così bloccata nel cuore delle Alpi, in una regione dove non era mai esistito un confine. Fin dai tempi del generale Druso la via Claudio Augusta aveva rappresentato la principale via di collegato dei commerci tra l’area germanica e quella latina.
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Comunità delle Giudicarie
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Importante azione di promozione turistica promossa dalla Comunità assieme alle Apt e ai Consorzi
Le Giudicarie in onda: su La7, Canale 5 e Rai 2 è in corso la campagna tv estiva Canale 5, La7 e Rai 2 sono i canali televisivi sui quali, in questi giorni, stanno andando in onda spot, telepromozioni e trasmissioni dedicati ai quattro ambiti turistici delle Giudicarie. Intrecciandosi con i piani specifici di marketing e comunicazione delle due Aziende per il turismo e dei due Consorzi turistici del territorio e grazie alla compartecipazione finanziaria della Comunità delle Giudicarie e di Trentino Marketing, è stato predisposto un piano di comunicazione strategico e incisivo per promuovere l’estate 2016. Dal punto di vista progettuale e operativo, importante è stato il ruolo svolto dall’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e dall’ApT Terme di Comano-Dolomiti di Brenta, dal Consorzio turistico Valli Giudicarie e dal Consorzio Turistico Valle del Chiese in collaborazione con Trentino Marketing. Il piano di comunicazione condiviso tra i quattro ambiti si articola in: tre spot di località (rispettivamente dedicati a: Val Rendena, Ter-
Grazie alla compartecipazione finanziaria della Comunità delle Giudicarie e di Trentino Marketing, insieme al contributo progettuale e operativo delle 4 ApT e Consorzi per il turismo del territorio, è stato predisposto un piano me di Comano, Giudicarie centrali e Valle del Chiese insieme) da 30’’ secondi in onda per trenta volte su La7 dall’8 maggio al 5 giugno; tre telepromozioni con il testimonial Gerry Scotti per sette puntate consecutive in onda dal 15 al 21 maggio su Canale 5 durante la seguitissima trasmissione della fascia pre-serale“Caduta Libera”; infine due puntate di “Sereno Variabile” la cui registrazione è in corso in queste ore sul territorio: una dedicata alla Val Rendena e alle Terme di Comano, l’altra alle Giudicarie Centrali e alla Valle del Chiese saranno trasmesse su Rai 2 sabato 11 e domenica 12 giugno. Infine, nei prossimi giorni sarà pubblicato sui canali social delle quattro aziende e consorzi per il turismo anche il video “Giudicarie. A summer day in the Dolomites”, altra azione realizzata nel contesto del progetto
di comunicazione strategico e incisivo per promuovere l’estate 2016. Le azioni, messe a punto in collaborazione con Trentino Marketing, hanno l’obiettivo di rafforzare la promozione estiva sul mercato Italia.
Promozione televisiva giudicarie con Jerry Scotti
interambito“Turismo Giudicarie 2020” finanziato dalla Comunità di Valle. Le iniziative del progetto “Turismo Giudicarie 2020” sono state attuate in base al protocollo d’intesa siglato nel giugno 2014 tra la Comunità delle Giudicarie, le ApT ed i Consorzi per il Turismo giudicariesi, al fine di qualificare e ottimizzare l’offerta turisti-
ca, grazie all’intervento della Comunità che ha messo a disposizione notevoli risorse finanziarie, affinché gli enti turistici potessero valorizzare e infrastrutturare maggiormente il sistema turistico del territorio, con lo scopo di favorire un incremento degli ospiti. Il cuore di tale protocollo è legato alle tematiche del cicloturismo al quale si è
voluto dare ulteriore impulso tramite l’introduzione delle ebike, nuova frontiera del turismo in bicicletta, della pesca come importante motivazione turistica e dell’outdoor con le piste di downhill a Pinzolo e il boulder park in Val di Daone. Dopo l’impegno sul fronte del prodotto, la Comunità di Valle, in accordo con gli enti turistici, ha deciso di investire quest’anno le risorse disponibili in comunicazione, scegliendo la collaborazione con Trentino Marketing per portare l’offerta giudicariese in TV e raggiungere così un pubblico molto vasto e trasversale. “Un progetto di rete – ha precisato il Presidente della Comunità, Giorgio Butterini, – che ha come obiettivo rilevante e valore aggiunto quello di promuovere tutte le risorse territoriali, al fine di creare maggiori sinergie tra le offerte turistiche dei vari ambiti giudicariesi. In questi
anni gli Enti pubblici e turistici locali hanno investito importanti risorse finanziarie allo scopo di valorizzare il turismo, settore di nevralgica importanza per le Giudicarie, recuperando e valorizzando poli naturalistici e storicoculturali; alla luce di simili investimenti, abbiamo ritenuto logico e opportuno pianificare un progetto di comunicazione in grado di offrire un’adeguata visibilità ad un territorio che, nel complesso, può ambire ad affermarsi a livello internazionale”. Anche l’Assessore allo Sviluppo economico e Turismo della Comunità, Roberto Failoni, ha espresso plauso e soddisfazione per gli obiettivi raggiunti con tale progetto, confermando “la volontà di investire ulteriori risorse in questo settore nei prossimi anni, favorendo la collaborazione e la condivisione degli interventi per completare l’offerta turistica giudicariese nel settore outdoor e soprattutto per far conoscere le Giudicarie e la sua variegata offerta ai turisti italiani e stranieri”.
Comunità, pubblicati i bandi per la presentazione dei progetti: la scadenza, per entrambe le tipologie, è fissata per il 13 giugno
Promozione della cultura e dello sport Il Comitato Esecutivo della Comunità delle Giudicarie ha approvato i bandi per la presentazione di progetti ed iniziative straordinarie di rilievo da parte di Enti, Associazioni, Fondazioni e Cooperative che operano nel settore culturale e nel settore sportivo per l’anno in corso. Per gli assessori competenti che hanno proposto il provvedimento, Roberto Bombarda (cultura) e Roberto Failoni (sport), questa iniziativa “consente di dare un concreto aiuto alle moltissime associazioni che operano in tali settori, caratterizzate dal fine solidaristico, dall’assenza di scopi di lucro e basate sul volontariato, elemento che contraddistingue la comunità giudicariese; i risultati ottenuti da queste associazioni sono sicuramente da considerarsi essenziali per lo sviluppo sociale della nostra comunità ed in modo particolare per le giovani generazioni che trovano in esse un punto di riferimento in cui possono esprimere tutte le potenzialità e pertanto meritevoli di essere sostenute con interventi diretti da parte dell’Ente pubblico”. Il Presidente della Comunità, Giorgio Butterini, sottolinea che “con questa iniziativa la Comunità propone alle associazioni sportive e culturali locali la realizzazione in rete di progetti che abbiano come riferimento ideale
l’intero ambito delle Giudicarie. L’obiettivo di queste collaborazioni è quello di sviluppare iniziative e progetti sempre più qualificati. La Comunità, prima ancora che istituzione, deve essere territorio, socialità, relazioni e capacità di fare sinergia. I bandi proposti mirano a far incontrare le persone che animano il tessuto associazionistico locale, al fine di incentivare progettualità comuni, creare reti efficaci allo scopo di rafforzare l’identità giudicariese. Un popolo coeso ha molte più chances di vincere le delicate sfide della contemporaneità”. Per quanto riguarda i progetti da finanziare nel settore culturale, le finalità che il bando prescrive per tali iniziative sono le seguenti: - accrescere le capacità delle realtà di volontariato di programmare e realizzare progetti e iniziative congiunte volte a fondere contenuti culturali con ricadute in ambito sociale; - creare nuove reti di eventi culturali, da consolidare negli anni a venire; - favorire lo scambio di persone ed esperienze tra i diversi ambiti culturali delle Giudicarie; - favorire la diffusione delle attività culturali come inclusione sociale e coinvolgimento del territorio; - favorire progetti ed iniziative con caratteri-
stiche innovative capaci di stimolare forme di cittadinanza attiva e favorire effetti moltiplicativi; - favorire la conoscenza e la frequentazione della montagna, in particolare da parte dei giovani; - sostenere la conoscenza degli artisti e delle loro opere in un’ottica di Comunità; - incentivare il recupero dei saperi e delle tradizioni legate all’utilizzo delle risorse della montagna ed ai prodotti locali, favorendo la trasmissione alle giovani generazioni. Per le iniziative in ambito sportivo queste le finalità prescritte dal bando: -accrescere le capacità delle realtà di volontariato di programmare e realizzare progetti e iniziative congiunte per la diffusione dello sport come modello di un corretto stile di vita per i giovani giudicariesi; - creare nuove reti di eventi sportivi, da consolidare negli anni a venire; - favorire lo scambio di persone ed esperienze tra i diversi ambiti sportivi delle Giudicarie; - favorire la diffusione delle attività sportive come inclusione sociale e rispetto del prossimo. Destinatari dei bandi sono gli Enti, le Associazioni, le Fondazioni le Cooperative senza
fine di lucro, che operano nel settore culturale e nel settore sportivo che promuovono l’educazione e la formazione dei giovani e dei ragazzi, con sede o realizzino le iniziative in Giudicarie. I progetti che potranno essere ammessi a finanziamento dovranno essere particolarmente significativi per il raggiungimento di obiettivi specifici riconosciuti di pubblico interesse ed a valenza sovracomunale, comunitaria o sovracomunitaria. Tali iniziative dovranno essere ideate proposte e realizzate preferibilmente con la collaborazione attiva di almeno due realtà appartenenti ad almeno due ambiti giudicariesi e dovranno essere realizzate, salvo proroga motivata, nel corso del 2016. Non verranno considerate le iniziative che riguardano l’attività ordinaria e le spese per l’acquisto di attrezzatura ed arredamento. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per lunedì 13 giugno ad ore 17.00 ed i bandi potranno essere richiesti presso il Servizio Segreteria e Istruzione della Comunità, disponibile per eventuali informazioni che si rendessero necessarie (0465/339510-11 – e-mail: info@comunitad ellegiudicarie.it) o scaricati direttamente qui sotto assieme ai relativi moduli di domanda.
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Ma detto questo, non si può non registrare come queste celebrazioni stiano spaccando il mondo trentino. Sui giornali e soprattutto sui social si è innestato un confronto senza esclusione di linguaggi fra chi considera Cesare Battisti un eroe e chi al contrario lo ritiene un traditore. Si intende traditore della patria austro-ungarica (Battisti era cittadino dell’impero di Francesco Giuseppe) e anche del Trentino, posto che prima del 1918 gran parte dei trentini, pur consapevoli di essere italiani per lingua e cultura, erano fermamente e molti anche fieramente cittadini dell’Impero. Quindi eroe o traditore? Certamente è stato un eroe per l’Italia e per quella piccola parte di trentini risorgimentali che si batterono per l’annessione del Trentino all’Italia. Altrettanto sicuramente è stato un traditore per gli austriaci e per quei trentini che avevano “poca voglia di essere redenti lassù” come disse Antonio Salandra, già presidente del Consiglio, alla vedova di Battisti incontrandola a Roma nel primo dopoguerra. Una frase che lasciò “sconvolta” la vedova di Battisti e che la stessa attribuirà poi all’influenza di Alcide Degasperi (vedi Umberto Corsini “Il colloquio Degasperi-Sonnino”). Per motivi di spazio qui non possiamo inquadrare il dibattito ma per aiutare a capire è appena il caso di accennare alla parabola di Battisti che da convinto anti militarista e neutralista divenne poi fervente intervista mettendosi sullo stesso piano di Mussolini, D’Annunzio ed altri. Fece comizi a favore della guerra in 85 città della Penisola invitando gli italiani “al fronte con la spada e col cuore”” (vedi i due volumi di Claus Gatterer “Cesare Battisti: ritratto di un alto traditore” e “Impiccate il traditore”), scrisse ed animò le piazze fin che l’Italia non dichiarò guerra all’Austria e alla Germania. Questo dibattito ci spinge a dire che sarebbe utile, al di là delle orazioni ufficiali, un confronto serio ed una revisione storica del mito di Battisti. Dopo cento anni si possono tranquillamente rivedere schemi e giudizi, uscendo dalla retorica risorgimentale. Ci sono da aggiungere – a nostro avviso – alcune osservazioni di contesto. Nel momento in cui da anni – e giustamente – si inneggia e si lavora per costruire la pace è corretto e giusto celebrare un uomo che ha condiviso e predicato la guerra, che ha fatto il gioco – consapevolmente o inconsapevolmente – della borghesia italiana che con la guerra e sulla pelle dei poveri soldati, si è arricchita e che – come ha scritto la rivista Etnie - divenne strumento del militarismo espansionistico più oltranzista? Pos-
Celebrare o “rileggere” il mito di Cesare Battisti? di Ettore Zampiccoli Chi muore per la propria idea, giusta o sbagliata che sia, merita grande rispetto e sovrana pietà. Questo vale anche per Cesare Battisti, del quale nel prossimo luglio ricorrerà il centenario della morte, avvenuta per impiccagione nel cortile del
Buonconsiglio a Trento, dopo che il tribunale austro ungarico lo aveva ritenuto colpevole di alto tradimento. Rispetto e pietà sul piano umano innanzitutto e anche ammirazione per il coraggio e la coerenza con la quale andò incontro al sacrificio.
Cesare Battisti
siamo dire o no che Battisti con tanti altri protagonisti di quel periodo ha contribuito a portare al Trentino dolori e devastazioni di interi paesi con tutto quel che ne è conseguito poi e a seguito dell’annessione del Trentino all’Italia (danni economici, ingresso del fascismo anche in Trentino ecc.)? Certo il sogno irredentista di Battisti ed altri con la guerra si è realizzato ma con quali costi e quanta sofferenza per i trentini? Ed a patirne non sono state tanto le frange benpensanti, liberali e risorgimentali di Trento e dintorni ma la popolazione delle valli e la classi più umili. Qualcuno obietta che i quasi 12 mila trentini, arruolati nelle truppe austro ungariche e morti in Galizia e altri fronti sarebbero comunque morti anche se l’Italia non fosse entrata in guerra. Certo ma se Battisti e gli altri guerrafondai alla fine non avessero prevalso e se l’Italia – come voleva Alcide Degasperi – fosse rimasta neutrale il Trentino avrebbe avuto sì i suoi morti nelle file austro ungariche ma almeno non avrebbe sofferto le distruzioni e lo sfollamento di migliaia di trentini conseguente alla dichiarazione di guerra dell’Italia contro l’Austria. Bertold Brecht sosteneva che è “sventurata la terra che ha bisogno di eroi “. Il Trentino questa sventura l’ha vissuta sulla propria pelle, sia durante la guerra
che nell’immediato dopo guerra. Queste ed altre considerazioni, che qui si potrebbero elencare, ci spingono a dire che forse era meglio se la Provincia adottava per le celebrazioni un profilo basso
tentando anche una rilettura critica di quel periodo. L’impressione invece è che avremo settimane di retorica, adeguatamente amplificata con grandi lezioni su tanti “ismi” dall’irredentismo all’interventismo al patriot-
tismo al nazionalismo ecc. Sentiremo presumibilmente una sola campana. Non potremo ascoltare la replica delle migliaia di trentini, per lo più ignorati in tutti questi anni, morti in Galizia o sotto le bombe, né delle intere
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famiglie trasferite nelle baracche della Boemia a patire fame e paura. Per concludere in questo anno battistiano avremmo preferito che il governatore Rossi, l’on. Giorgio Postal (presidente del Museo storico) e l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini, oltre a ricordare giustamente la memoria Battisti, spendessero qualche euro in più per far conoscere ai trentini il lavoro silenzioso che nello stesso periodo Alcide Degasperi dedicava al “suo” popolo trentino. Un lavoro che prima in tutti i modi tentò di assicurare la neutralità dell’Italia, poi – a guerra scoppiata – si moltiplicò per portare assistenza ed aiuto alle migliaia di trentini vittime del conflitto e sfollate in Boemia. Mentre Battisti si batteva per portare l’Italia in guerra, Degasperi lavorava sodo per evitare la guerra e per dare sollievo ai trentini colpiti dalle vicende belliche. Se fosse prevalso il lavoro diplomatico svolto da Degasperi il Trentino sarebbe comunque stato annesso all’Italia ma risparmiandosi dolori infiniti, non solo al Trentino ma all’Italia intera.
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Attualità
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Firmata convenzione fra la Provincia e la Bayerische Akademie: garantiti gli studi sul sito archeologico fino al 2019
San Martino, gli scavi proseguono La Chiesa è stata frequentata fino alla metà del XX secolo, proprio da essa si è compresa l’esistenza di tutto il resto che la natura aveva inglobato e nascosto alla vista, conservandolo però intatto. Così bene che per ampiezza, complessità d’indagine e grado di conservazione delle parti sopravvissute è il più significativo insediamento alto medievale del territorio centroalpino. E sta in Giudicarie, nel cuore di un placido bosco che i locali hanno frequentato assiduamente ogni estate per recarsi alla chiesetta. Per riportare alla vita questo angolo di mondo passato è nato ormai parecchi anni fa un progetto archeologico che ha finanziato non solo gli scavi ma anche la restituzione del contesto e del patrimonio ricomponendo le parti murarie e dell’ambiente, formulando prime proposte di fruizione del sito archeologico. Undici campagne di scavi hanno riportato alla luce l’avamposto che oggi compare quasi dal nulla nella natura lomasina. La notizia è che continuerà fino al 2019 il progetto archeologico sul sito di San Martino, a Lundo: è arrivata infatti la firma del documento congiunto fra la Provincia con la Soprintendenza per i beni culturali di Trento, il comune di Comano Terme e la Bayerische Akademie der Wissenschaften, partner internazionale del progetto fin dal
di Denise Rocca Un insediamento raggiungibile con una lunga, meditativa, passeggiata nella natura di Lundo, paesino abbarbicato in alto nel Lomaso, dove l’aria ha la densità silenziosa della tranquillità montana. Protetto da mura di difesa costruite a perimetro su un tracciato di 2008, che garantisce le attività di scavo fino alla conclusione del progetto prevista nella primavera del 2019. L’elemento interessante è la partecipazione di fondi diversi da quelli provinciali: il contributo della Bayerische Akademie e del comune di Comano Terme con fondi propri supera infatti quello provinciale, sfiorando il 60% della spesa necessaria, che non è affatto una banalità. Nell’accordo si definiscono infatti le percentuali di contribuzione per ogni ente il carico degli esercizi finanziari del triennio prossimo con la Provincia autonoma
oltre 1,7 km di lunghezza, con torri di avvistamento, porte e edifici interni, una viabilità e una chiesa funeraria, un insediamento fortificato di origine tardo antica era utilizzato da soldati in movimento a metà del V secolo.
Il sito archeologico di San Martino, nelle Giudicarie Esteriori
di Trento che interviene con un importo complessivo fino al 42,5% della spesa complessiva preventivata, la Bayerische Akademie der Wissensaften per un impegno del 44,5% e il Comune di Comano Terme per il restante 13%. Si tratta di circa 100mila euro all’anno per il triennio 2016 - 2019, divisi nelle proporzioni decise dai diversi enti. Quest’anno l’intenzione, come hanno anticipato alla firma del documento l’assessore Tiziano Mellarini e il sindaco di Comano Terme Fabio Zambotti, è quella di intervenire in basso, nei pressi di Vigo Lomaso, nell’area della Chiesa di S.Silvestro, e ultimare il lavoro avviato con il workshop sulla Pieve dello scorso autunno.
LE REAZIONI
“Un importante patrimonio storico” Soddisfazioni in sala presso il municipio di Comano Terme, per quella che era una firma molto attesa. Per il consigliere Mario Tonina in particolare, avendo portato all’attenzione della Giunta provinciale e del Consiglio provinciale in diverse occasioni, la necessità di garantire la prosecuzione degli studi archeologici nel sito di San Martino. Convinto dell’importanza del-
l’accordo con la Bayerische Akademie der Wissensaften è anche l’assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini: “Quello che si sta facendo per recuperare l’area archeologica di Monte San Martino nel Lomaso ad oggi ha un valore che è ancora inimmaginabile. Siamo di fronte ad una ricchezza per il territorio trentino e più in generale per tutta l’Italia” - ha detto prendendo la parola in oc-
casione del breve incontro per sottoscrivere il documento tecnico di programmazione e d’indirizzo che garantisce le attività di scavo fino alla conclusione delle attività, nella primavera del 2019. “La Provincia autonoma di Trento - ha proseguito Mellarini - crede nel valore di questo sito e quindi fin dall’inizio ha supportato l’amministrazione comunale e l’intera comunità loca-
le per proseguire con i lavori di scavo. Il risultato sarà un valore aggiunto che andrà ad accrescere il potenziale turistico di questo territorio già famoso per le terme e per altri aspetti. Un segnale che dovrà essere colto anche dall’offerta turistica. In Trentino sono circa cinquanta i siti archeologici che danno vita ad un ‘club di prodotto’ in grado di richiamare molti appassionati di storia”.
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Attualità
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Dopo gli onori di casa dell’assessore allo sport della comunità Roberto Failoni, l’intervento dell’assessore provinciale allo sport Tiziano Mellarini ha illustrato le novità principali della nuova normativa provinciale, a partire dai suoi obiettivi fondanti, ossia incentivare la partecipazione, motivare i giovani, contrastare il doping, favorire la pratica delle persone disabili, semplificare e razionalizzare gli adempimenti per le società. Accompagnato dai vertici della struttura provinciale in materia sportiva – il dirigente generale dott. Sergio Bettotti, e la responsabile dell’ufficio Sport della Pat, Tamara Gasperi Mellarini ha evidenziato come tale normativa sia stata oggetto di un positivo dibattito all’interno dei lavori del Consiglio provinciale (è stata approvata il 6 aprile scorso) giovandosi del propositivo apporto di più forze politiche. «Abbiamo inteso, con questo testo, mettere a punto un’importante cornice normativa per la promozione dell’intero settore dello sport provinciale, che per sua natura va ad intersecare altri comparti, in primis quello della scuola, e che necessitava di un’attualizzazione, essendo ancorato alla precedente legge provinciale N° 21 del 1990. Grazie ad un importante lavoro del Consiglio provinciale, improntato al massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche, e al
Coinvolgimento dei giovani, lotta al doping, maggiore apertura alle persone con disabilità nel nuovo testo
Ecco la nuova legge sullo sport
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oinvolgimento dei giovani, ruolo formativo dello sport, lotta al doping, maggiore apertura alle persone con disabilità, semplificazione delle procedure amministrative per le società sportive. Questi i principi base che sorreggono l’impianto della nuova legge provinciale costante confronto con le Federazioni, con il Coni e le società sportive, il Trentino può dire oggi di avere una normativa avanzata in questo settore ed uno strumento capace di favorire lo sviluppo ulteriore dell’attività sportiva a tutti i livelli». In particolare, analizzando la legge, va sottolineata la costante attenzione alla promozione dello sport e dei suoi valori fra i giovani, che si realizza anche attraverso un più stretto rapporto con il mondo della scuola (elementari, medie, superiori, università) ponendo l’accento sulla funzione di tutela del benessere psicofisico. Poi, la volontà di aprire maggiormente il mondo dello sport alla pratica di persone disabili, e ancora l’attenzione nei confronti del volontariato
21 aprile 2016, N° 4, presentata lunedì 16 maggio presso la sala della Comunità delle Giudicarie dall’assessore provinciale Tiziano Mellarini. Presenti i rappresentanti delle società sportive giudicariesi, oltre ad assessori e sindaci dei comuni delle Giudicarie.
Un momento della serata
sportivo e dell’impegno dei suoi interpreti, con la semplificazione delle procedure amministrative (contributi, autorizzazioni, ecc..). Infine, per evidenziare ulteriormente il ruolo formativo dello sport, sono state previste azioni concrete di contrasto al doping e agli illeciti sportivi. Numerosi gli interventi in sala,
fra cui quello del presidente della Figc trentina, Ettore Pellizzari, che ha sottolineato il percorso, concertato sia con le forze politiche sia con le società, le federazioni ed il Coni, che ha portato ad un testo largamente condiviso, di cui ora si attendono i regolamenti attuativi. Tante le domande sulla questione defibrillatori:
come è noto il decreto legge n. 158 del 13 settembre 2012 (c.d. ‘’decreto omnibus’’ per la sanità, oppure “Decreto Balduzzi”), ha introdotto l’obbligo dei defibrillatori presenti in ogni struttura sportiva e su ogni campo di gioco: affidando l’obbligo di mettere in campo questo obbligo alle società sportive e creando il panico nel mondo dell’associazionismo. Tante le domande senza risposte: chi deve acquistarli? Chi deve manutenerli? Chi deve fare i corsi di formazione, i responsabili o i dirigenti delle società? Chi si accolla le eventuali responsabilità penali riferite all’utilizzo del defibrillatore? Domande che sinora hanno avuto poche risposte a livello nazionale, tanto è vero che si è andati avanti a forza di proro-
ghe (l’obbligo di introduzione era fissato al 30 gennaio 2016) rispetto alla data di introduzione dell’obbligo di defibrillatore. L’assessore Mellarini assieme ai colleghi assessori allo sport di altre regioni ha affrontato la tematica in seno alla Conferenza Stato-Regioni, ricercando nuove soluzioni che coniugassero l’importanza della presenza dei defibrillatori, il loro corretto utilizzo e precise indicazioni riguardo a obblighi e responsabilità. Mellarini – rispondendo alle molte domande a tema nella serata di Tione, che confermano le preoccupazioni delle società sportive sulla tematica - ha in seguito informato degli ultimi passaggi in sede ministeriale che hanno visto passare la responsabilità di acquistare e manutenere i defibrillatori in capo ai proprietari delle strutture (comuni e enti pubblici vari), a far data dal 1 luglio 2016. Restano però da definire a livello ministeriale i contorni relativi ai profili di responsabilità nell’utilizzo di queste attrezzature. (r.s.)
Per la D.O.P. Spressa delle Giudicarie il 2016 è l’“anno zero” Il Consorzio punta a riacquisire un ruolo di primo piano all’interno dei prodotti enogastronomici trentini «L’Anno Zero»: così nella mattinata martedì 17 maggio Mauro Povinelli, presidente del Consorzio di Tutela del Formaggio D.O.P. Spressa delle Giudicarie, ha definito il 2016. In occasione dell’assemblea annuale, tenutasi presso Palazzo Lodron Bertelli a Caderzone Terme, Povinelli ha infatti illustrato il progetto di valorizzazione della D.O.P. giudicariese. «Si tratta – ha spiegato il presidente – di un progetto che permetterà di ridare alla Spressa un ruolo di primo piano nel settore dei prodotti di qualità della nostra provincia e non solo. In questi primi 7 anni di attività ci siamo concentrati sulla qualità di un prodotto che è unico nel suo genere. Allo stesso tempo però abbiamo proseguito nell’attività di tutela del marchio Spressa e ottenuto le prime risorse per avviare iniziative di promozione più importanti grazie al quale potremo far conoscere questo formaggio in maniera più decisa». Sono infatti molte le novità che, ha aggiunto Povinelli «verranno introdotte nei prossimi tre anni». In primis «la volontà di proseguire
– ha sottolineato il presidente – con la partecipazione a manifestazioni locali proponendo degustazioni e eventi collaterali». Un rilancio che si concretizzerà anche grazie ad una collaborazione con la Strada e del Vino e dei Sapori del Trentino che, come ha confermato la direttrice, Elena Chincarini «è già partita con l’inserimento della Spressa in alcuni degli appuntamenti in programma». Questi dunque, in estrema sintesi, gli elementi attraverso cui, come ha proseguito il presidente «si sta
facendo salto di qualità. Questo per noi è l’Anno Zero. Da qui si riparte per far capire a tutti che il nostro è un prodotto ottimo che viene apprezzato da tutti quelli che lo provano». Proprio per questo motivo a giocare un ruolo decisivo sarà il fattore Qualità che, come ha aggiunto la responsabile di LatteTrento, Irma Casna «oggi è molto buona. Possiamo essere fieri del prodotto che realizziamo. In questi anni ci sono stati dei sensibili miglioramenti e questo anche grazie al rapporto
che si è instaurato con gli allevatori coinvolti». A confermare invece la volontà di ampliare gli orizzonti del Consorzio è stata la presenza in sala non solo dei soci, allevatori e produttori, ma anche dei rappresentanti di alcune delle realtà coinvolte in questa iniziativa. «Questo perché la volontà – ha spiegato Poviinelli – è proprio quella di riuscire a fare rete e creare una forte sinergia con gli enti che operano sul territorio delle Giudicarie e non solo». «Siamo contenti – ha sottolineato l’assessore provinciale Michele Dallapiccola – dell’interesse degli allevatori in questo ambito. Lo considero un “cambio di mentalità” che fa capire come ci sia la voglia di raccontare e di diventare parte integrante dello sviluppo del prodotto anche in un’ottica turistica. Una duplice sensibilità che manifesta in sé una grande opportunità, per questo troverete una provincia con le porte aperte e che collaborerà con voi». Soddisfazione anche tra le fila dell’unico produttore e trasformatore della Spressa, ovvero LatteTrento
rappresentato dal presidente Carlo Graziadei e dal direttore, Sergio Paoli. «La Spressa – ha sottolineato Paoli – ormai è salva. Abbiamo raggiunto un livello qualitativo che ci viene riconosciuto da tutti. Noi, come produttori, ci sentiamo gratificati per il gruppo compatto che si è creato e che ci crede. Stiamo facendo un bel lavoro per valorizzare un prodotto che è unico nel suo genere». Tra gli obiettivi c’è poi quello di aumentare la produzione e i primi dati del 2016 fanno già ben sperare «nel 2015 abbiamo prodotto 6 mila forme di Spressa – ha aggiunto il direttore – e puntiamo a superare le 10 mila forme nei prossimi 2 anni. Già ora stiamo producendo di più e, a maggio, siamo a 4 mila forme». L’assemblea dei soci del Consorzio di Tutela del Formaggio D.O.P. Spressa delle Giudicarie ha approvato all’unanimità il bilancio 2015 che pareggia a 17.131 € ed evidenzia un conto economico di 18.998 €. L’onere e l’onore di presentarlo è andato a Marco Polla e alla capo sindaca, Bruna Cunaccia.
Il Saltaro delle Giudicarie Dalla Maroca i lumi s’accendono tutti i giorni ad ogni ora, sempre più brillanti e pregni di buon senso e di verità sacrosanta. L’argomento del giorno è più che mai attuale, le donne, gli uomini e le loro storie d’amore. E’ l’Archimede che introduce. E’ stata Eva a rovinare tutto. S’è dimostrata subito inaffidabile e invadente, ed era l’unica allora ad abitare la terra, e già combinava guai a non finire. Così da allora gli uomini impararono a tener a bada il sesso debole, si fa per dire. L’Archimede non sa esattamente come andarono le cose, ma di certo gli uomini cominciarono a prendere le misure e a diffidare. L’amore non esisteva a quei tempi, non era stato ancora inventato il cinema, nè si stampavano teleromanzi, c’era attrazione fisica, normale, e chi più ne aveva più ci dava dentro, cosi c’era chi si impossessava di più donne e chi rimaneva senza. Abitavano tutti assieme, con qualche foglia di fico a ricoprire le vergogne e poco altro. Così se la spassavano i più gagliardi, gli arroganti e le facce di bronzo. Rimanevano a secco i timidi, i prudenti e i molti che ancora diffidavano delle donne per via di Eva. E le cose andarono avanti per secoli nelle tenebre delle caverne e dei cavernicoli. Poi, usciti dalle caverne, cominciarono a regolare la convivenza, seguendo l’esempio dei branchi di bestiame che pascolavano felici, agli uomini fu data la responsabilità di procreare, non persero tempo e si dotarono di una o più femmine per fare il loro dovere. D’altronde di tempo ne avevano a uffa, non avevano niente da fare. Tale condizione non semplificava la vita delle tribù, anzi, i timidi e i ritrosi erano sempre più a secco, e si lamentavano per l’arrogante intraprendenza dei loro compaesani. Allora gli uomini pensarono ad una soluzione. La più ovvia. Assalire le tribù nemiche e rapire più donne possibili per la felicità dei maschi un po’ meno maschi. E così fecero. Le prime guerre fra tribù girarono attorno alle donne. Come poteva essere diversamente. L’Abele concordava punto per punto. Ne era la prova il ratto delle Sabine perpetrato dai Romani rimasti a corto di donne. L’Orsolina, s’era eccitata, cosa stavano dicendo quei quattro magnagatti, sarà il vino, ma quelli stanno dicendo un sacco di porcherie. L’Osvaldo Caccola non aveva capito molto, ma che le donne fossero
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IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
E
Ehhh le donne, Croce e delizia!!
h...le donne! Croce e delizia fin dai tempi antichi. Con tutto il rispetto, da Eva in poi, più croci che delizie. Questo sembrava essere il pensiero condiviso dai sodali al bar della Maroca. C’erano tutti: l’Abele saggio di mente e di cuore, il Mansueto, bilioso e ruspante, l’Archimede, che ha fatto le commerciali, l’Osvaldo Caccola, l’assetato, l’Arcadio, pesante di corpo e di pensiero. La Maroca era affaccendata per i fatti suoi, era di turno il nipote Vincenzo, del delle Croci, ne era convinto, così lui s’era ben guardata dallo sposarsi, mica voleva finire in Croce. L’Aristide voleva solo che si giungesse alla fine della storia. Già, alla fine, ma l’Arcadio ordinò un altro fiasco di vino per oliare la lingua dell’Archimede che riprese vigore. Quando la civiltà cominciò ad incidere sul genere umano, venne il momento di regolare anche il rapporto fra uomo e donna. Così si convenne che ogni uomo si dotasse di una donna in modo che ne rimanessero libere anche per chi fin allora era rimasto solo. E così nacque il matrimonio inteso come convivenza fra uomo e donna. Naturalmente l’uomo, sempre molto cauto, non accettò di dotarsi della prima donna che gli veniva incontro, oh, no! Si mise in atto una vera e propria mercatura della donna da sposare. I genitori si incontravano, valutavano la donna in età di matrimonio, discutevano sulle sue doti e soprattutto sulla dote, e la donna veniva spedita a destinazione. Povera donne, neanche sapevano chi poteva loro capitare. Questa era la preoccupazione dell’Orsolina. Era così. Potevano anche andar bene, ma il più delle volte erano vecchi decrepiti che si compravano la donna più bella della comunità. Questo metodo d’accoppiare femmine e maschi non piacque a tutti, fu accettato dalle nostre parti, ma nel resto del mondo molte tribù continuarono con la poligamia fino ai giorni nostri. Da noi, in Europa, le cose andarono avanti così per secoli e secoli, le donne venivano scelte dai genitori e gli uomini si adattavano e procreavano come conigli. E l’amore? Non era stato ancora inventato...per
tutto disinteressato, intento com’era a “chattare” con quelle macchinette strambe, tablet e compagnia che ormai ti spazzano il tempo. Con loro, per l’occasione, s’è mischiata l’Orsolina, per dare un tocco di femminilità al gruppo. Non che l’Orsolina frequenti le osterie per vizio, lo fa per solidarietà con gli amici che, spesso, sono una miniera di sapienza, di conoscenze e di sagacia antica. Niente da invidiare ai Cenacoli del settecento, il secolo dei lumi.
Un link che appare spesso su internet
Dio, non abbiate fretta. Si muoveva qualcosa nella bassa plebe, ma più che amore era amicizia, e più che amicizia era alleanza per sopravvivere. In questo modo anche gli uomini timidi riuscivano ad accasarsi, purché fossero benestanti, i loro genitori avrebbero provveduto nel migliore dei modi. Con l’Ottocento si aprirono i sipari di una convivenza diversa e si iniziò a parlare di sentimenti. Pur sempre legati alla convenienza ed alla dote, se non altro gli aspiranti sposi si potevano conoscere prima, e se la cosa filava, si trattava per la dote, ed era fatta. E ricominciarono a soffrire le anime candide dei più schivi ed introversi che aspiranti al bello, venivano accostati alle arpie del paese, tant’è che preferirono rimanere soli per il resto della vita. E nacque la categoria degli scapoli. A questo punto fecero ampi gesti d’assenso gli sfigati, l’Osvaldo Caccola, l’Aristide e l’Arcadio, ormai rassegnati, meglio soli che mal accompagnati. All’inizi del secolo scorso le cose s’erano per gran parte evolute. Con melodrammi, i romanzi che si diffondevano un po’ dovunque, si cominciò a parlare d’amore come fosse miele da versare sulle coppie che si sposavano. Poi venne il cine-
ma, poi i fotoromanzi, e la convivenza uomo-donna divenne poesia quando le cose andavano bene e tragedia quando andavano male. E col passare del tempo, s’è giunti ai giorni nostri, dove ormai regna il caos più totale, anche perché è esploso l’amore. E, per fortuna, ci si sposa solo per amore. Dove l’amore sembra essere la panacea d’ogni coppia. E’ l’amore che ti fa sposare. Salvo divorziare dopo pochi mesi, Quando va bene, dopo qualche anno. L’amore è fatto così, passa e ripassa, e ti lascia per strada. A rimetterci ancora una volta gli uomini che rimangono soli. E sono sempre più numerosi. Il problema esiste e bisogna risolverlo. Un sindaco dei nostri progettò di andare in Tailandia, “cargare” un aereo di belle donne e portarle in paese per sistemare tutti i suoi scapoli. Bella idea, ma un po’ complicata. E allora? I sodali, a bocca aperta, si guardavano l’un l’altro in attesa di risposta. Adesso sono le donne che comandano e ci fanno pagare tutte le ingiustizie a cui ci avete sottoposte per secoli e secoli. Sembra dire l’Orsolina. Ma che colpa ne abbiamo noi? I nostri avi agivano in buona fede, era così che girava il mondo...intervenne
l’Abele. Adesso subite ed obbedite, se volete trovarvi una donna, vecchi caproni che non siete altro. L’Orsolina inesorabile. Ci fu un momento di pausa e d’imbarazzo. Ma il Vincenzo, nipote furbacchione, salvò capra e cavoli. “Ehi, guardate qui, ecco...un box che fa per voi: “La donna giusta per voi”. E ficcò sotto il naso dei suoi avventori il tablet con una reclame a piena pagina. “Avete problemi o difficoltà ad incontrare una donna? Niente paura! Ehi, siamo nel 2016, siamo nell’era dei computer...qui vi offrono la donna giusta, quella che fa per voi, per tutte le vostre esigenze e per le occasioni. Vi serve una donna che vi prepari la carbonara come si deve? Ce l’hanno. Vi serve una donna intellettuale, ma non mi sembra il caso, comunque ce l’hanno...Vi serve una focosa che conosca il Kamasutra a memoria, ne hanno un assortimento vastissimo. Insomma donne per tutti e per tutti i gusti. “Sporcaccione...” urlò la zia Maroca che aveva assistito alla scena. Ma Vincenzo più che mai preso dallo stupore degli amici che l’ascoltavano spiegò: “Te le fanno su misura e a richiesta. Vi ricordate, una volta spedivano a casa, gratuitamente, quei cataloghi di vendita per posta, Vestro e Postal Market? Ecco, immagino che se ti iscrivi a questo sito ti spediscono a casa il “catalogo completo 2016 delle donne giuste”. Tu scegli con calma il modello preferito, fai l’ordine e ti mandano direttamente a casa, con corriere espresso, in elegante confezione regalo, la tua donnina perfetta. Adesso poi che è estate, magari ci sono i saldi estivi, le offerte promozionali. Quella foto carina che appare sul tablet,
con tanto di ombelico all’aria e apparentemente disposta ad incontrare chiunque, anche l’orso bruno dei nostri boschi, è solo una reclame. Come dire che di donne come quella ce ne sono a migliaia, e pronte a mostrare anche il resto….” conclude il Vincenzo. “Orpo, allora ci sono donne per tutti...c’è speranza anche per noi!” esclama soddisfatto l’Osvaldo Caccola. Non ci saranno più scapoli. Mi sembra giusto...” “Dai Vincenzo insegnaci come si fa che proviamo, io voglio una donna in carne, che sappia rastrellare fieno e governare le vacche...Ci sarà?” Chiede l’Aristide. “E io ne voglio una che sappia andare col trattore, con tutto il letame che devo spandere, mi ci vorrebbe proprio...” Disse convinto l’Arcadio, agricoltore di razza. “A me piacerebbe bella grossa e robusta, che mi aiuti a caricare le balle di fieno...” Disse a sua volta l’Osvado Caccola. “ Ehi Vincenzo, se è così, io avrei la mia da rottamare. Ormai la Teresa è vecchia come il cucco e ne ha sempre una, credi che me la cambino con una che almeno sia senza dentiera e non puzzi di aglio?” Gli sembrò di cogliere l’occasione l’Abele. “Ma quel “Cerca gratis” che significa? Che è gratis la ricerca? E’ gratis il catalogo? Oppure e’ gratis la ragazza?” Concluse l’Archimede per essere preciso. “Vabbè ho capito, lasciamo perdere, disse allora sconsolato il Vincenzo, restate come siete, questa è roba per gente moderna, mica per cavernicoli come voi….” Che sia vero? Che il futuro sia fatto di cataloghi per uomini e per donne? Che tutto il resto non conterà più niente? Che tutto sarà “business”, distacco, estraneità, insensibilità, cinismo? nostri sodali si guardarono negli occhi stralunati, avevano perso il filo, forse erano fuori tempo, forse non erano in grado di capire...forse...forse… “Portane un altro fiasco, Maroca, che dobbiamo chiarirci un po’ le cose…” Urlò l’Osvaldo Caccola. E Vincenzo chiuse il suo tablet e se ne andò scrollando la testa.
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Società
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Il bilancio 2015 fa segnare 63 nuovi soci. Più nuovi ingressi che uscite per una sezione in grande salute
Tione, crescono i soci Avis e le donazioni
Con un pensiero di affettuosa e riconoscente deferenza, Mario Bonomi ha ricordato poi il dottor Stefano Paoli, scomparso di recente, che nella sua lunga attività di medico all’ospedale di Tione, è sempre stato vicino all’associazione anche come Direttore Sanitario. L’assemblea è stata anche l’occasione per ricordare gli obbiettivi portanti dell’Avis comunale: garantire l’autosufficienza del sangue e dei suoi derivati, nella massima sicurezza trasfusionale; tutelare il diritto alla salute dei donatori e di chi il sangue lo riceve; favorire l’incremento dei donatori; promuovere il volontariato e l’associazionismo. Tornando ai numeri, Bonomi ha messo in evidenza la sostanziale tenuta dei numeri dei soci: nel 2015 62 si sono dimessi definitivamente, ma 63 nuovi soci sono entrati a far parte della sezione. Ed a proposito di numeri, Bonomi ha doverosamente ricordato come l’Avis comunale di Tione comprenda anche la Bassa
630 e 970. Sono i due numeri più significativi dell’attività della sezione Avis di Tione: 630 sono i soci donatori, 970 le donazioni nel 2015. Sono stati illustrati dal presidente di sezione, Mario Bonomi, nel corso dell’assemblea ordinaria annuale. Nella sua relazione, Bonomi Rendena, i paesi della Busa e Breguzzo Bondo Roncone e Lardaro; nello stesso tempo ha preso lo spunto per ricordare che l’assem-
blea del 2017 sarà elettiva ed ha quindi chiesto, ai soci di dare la disponibilità ad entrare nel nuovo direttivo, nonché di promuovere,
non ha fornito solo numeri, tutt’altro. Ha aperto l’intervento ringraziando il personale medico e paramedico dell’ospedale di Tione che assiste e supporta i donatori, nel momento dell’ammissione all’Avis e in quello successivo delle donazioni del sangue. attraverso il passaparola, l’adesione all’Avis di nuovi soci donatori. Il presidente della sezione, ha ricordato, non senza orgoglio, che l’in-
Il direttivo della sezione Avis di Tione
Legambiente premia il Pnab perle energie alternative Il Parco Naturale Adamello-Brenta premiato a Roma nel corso dell’undicesima edizione di “Comuni Rinnovabili”
Mercoledì 11 maggio, a Roma nell’ambito dell’undicesima edizione di “Comuni Rinnovabili”, in cui è stato presentato il Rapporto annuale sulla diffusione delle energie rinnovabili nei Comuni italiani, Legambiente, in collaborazione con Federparchi, ha premiato il presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, Joseph Masè, per l’impegno dell’Ente “nella diffusione delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica”. Da nove anni Legambiente fotografa lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei territori italiani e, attraverso la descrizione di buone pratiche, mappe e speciali classifiche, descrive lo sviluppo delle diverse tecnologie per raccontare da vicino il cambiamento che attraversa il nostro Paese. Oggi le fonti rinnovabili in Italia coprono oltre il 32% del fabbisogno energetico elettrico nazionale e il 15% complessivo, grazie ad un mix di 700mila impianti da fonti rinnovabili diffusi nei Comuni italiani. Nell’occasione, ogni anno viene assegnato un premio al Comune o Territorio 100% Rinnovabile e a una Buona Pratica. Nell’edizione 2016, per la prima volta, sono state inserite in questa analisi anche alcune esperienze dei Parchi
che si sono distinte nel settore, tra cui quella del Parco Adamello Brenta. Nell’ultimo decennio, infatti, il Parco si è affermato come laboratorio di innovazione in campo energetico con l’idea che un’area protetta, oltre ad adempiere alle sue primarie funzioni di conservazione naturalistica, ricerca scientifica ed educazione ambientale, si deve proporre come luogo di sviluppo sostenibile e di buone pratiche, realizzando applicazioni-pilota nell’ambito della gestione delle risorse naturali, della produzione e dell’utilizzo dell’energia alternativa. Interventi che si muovono su due binari, da una parte mirano a sperimentare nuovi modi di gestire le risorse ambientali per risparmiare energia, ridurre l’inquinamento e, di conseguenza, l’emissione in atmosfera di gas effetto serra. In questo senso va per esempio il progetto di mobilità sostenibile. Contestualmente, sono state introdotte innovazioni tecnologiche per produrre energia da fonti rinnovabili finalizzata all’autoconsumo. Nel concreto, con il cosiddetto progetto “Fossil free”, il Parco ha proceduto alla sostituzione di “vecchie” caldaie ormai obsolete con altre a condensazione e ad alto rendimento; installazione di pan-
nelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria; isolamento termico in occasione di interventi di ristrutturazione di edifici del Parco (cappotto, serramenti, ecc.); sostituzione di lampadine tradizionali con lampade a basso consumo e installazione di sensori di movimento nelle aree comuni degli edifici al fine di permettere lo spegnimento delle luci in assenza di personale, oltre ad altri interventi. L’obiettivo del Parco è quello di raggiungere l’autosufficienza elettrica nel giro di pochi anni. Il trend è incoraggiante: nel 2008 sono stati prodotti 4.766 kWh a fronte di un consumo di 84.981 kWh, mentre già nel 2015 sono stati prodotti 124.479 kWh a fronte di un consumo di 155.452 kWh. Il Parco è riuscito a coprire circa l’80% del consumo con energia autoprodotta, pertanto si sta sempre più avvicinando all’obiettivo prefissato. Si tratta del secondo premio che Legambiente assegna al Parco Adamello Brenta nel giro di pochi mesi. Lo scorso febbraio, infatti, alla BIT di Milano il Parco era stato premiato con l’Oscar dell’Ecoturismo 2016 per l’impegno a diffondere una cultura di qualità ambientale tra le strutture turistiche.
dice di donazione per socio è risultato pari a 1,48, indice che pone la sezione di Tione come terza unità di prelievo in Trentino, dopo la Banca del sangue di Trento e l’unita di Rovereto. Sempre nel 2015, sono stati 2752 i prelievi effettuati dall’unità di prelievo dell’ospedale di Tione, un numero sufficiente a soddisfare le richieste del nostro
nosocomio, ma anche di altri presidi medici. Nel 2016, la sezione, allo scopo di promuovere ed incentivare nuove iscrizioni, organizzerà in luglio, l’annuale “caminada de l’Avis” al lago di Roncone, parteciperà all’Eco fiera di montagna di Tione con il proprio “gazebo” in collaborazione con l’associazione ADMO, parteciperà al torneo annuale di beach volley, quest’anno organizzato dalla sezione di Pieve di Bono; e non mancherà l’annuale castagnata con la consegna delle onorificenze.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Dal 1° gennaio 2016 Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da gennaio il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
Attualità La palla passa ora ai giovani a cui si rivolge la seconda fase del progetto INCIPIT. Gli studenti regolarmente iscritti ad un percorso universitario o post-universitario e i neo laureati da non più di 30 mesi, infatti, potranno presentare la propria candidatura e rendersi così disponibili ad investire le proprie conoscenze di studio a favore delle aziende del territorio lavorando ad uno degli ambiti individuati. La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella si preoccuperà di favorire l’incontro fra giovani ed enti e finanziando i singoli progetti, darà la possibilità alle aziende di attingere a risorse preparate e agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro. INCIPIT, infatti, vuole essere proprio questo: un’opportunità per favorire la progettualità e l’innovazione delle aziende del territorio incrociando la disponibilità di giovani universitari o neolaureati che abbiano la volontà di mettersi in gioco elaborando un progetto di ricerca (anche in
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Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Aperte le candidature dei giovani per una concreta opportunità lavorativa
INCIPIT: 62 progetti di aziende ed enti del territorio S
i è conclusa da poche settimane la prima call prevista dalla sesta edizione del progetto INCIPIT e rivolta alle aziende e agli enti locali del territorio chiamati a presentare progetti di ricerca, innovazione e sviluppo da rivolgere alla propria realtà. A rispondere alla chiamata ben 62 soggetti – 6 associazioni, 46 aziende e 10 enti – che hanno proposto progetti legati a temi di imforma di tesi di laurea o tirocinio) sugli argomenti promossi dal tessuto economico locale. Ai ragazzi non resta, dunque, che visionare le proposte giunte, scegliere quella maggiormente rispondente al proprio percorso studi e alle proprie attitudini e accettare la sfida, valorizzando
la propria formazione in progetti concreti da applicare alle realtà produttive del proprio territorio e facendo conoscere le proprie competenze e abilità ad aziende ed enti locali. Un primo passo nel mondo del lavoro che può diventare una buona esperienza da inserire nel proprio curriculum
portanza strategica per la propria crescita ma anche per quella del territorio in cui sono inseriti. Design, economia e ingegneria gestionale, giurisprudenza, informatica, ingegneria, innovazione di prodotto, marketing e comunicazione, sociale, scienze agrarie, ricerca medica, valorizzazione del territorio: questi gli ambiti di azione individuati e proposti dalle aziende. vitae o, magari, una vera e propria occasione per essere inseriti in una struttura operativa. Le candidature pervenute saranno vagliate da una Commissione di Valutazione composta da: un membro del Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, un
rappresentante della Direzione della stessa, un consulente esterno ed un referente dell’azienda partner. Terminate le selezioni la Cassa Rurale si riserva di definire i progetti da finanziare nel numero massimo di 25. Ai progetti accolti verranno assegnati incentivi economici fino a 5.000
euro che saranno erogati in due tranche, alla consegna del lavoro e a seguito della valutazione. Per ogni ulteriore informazione si invita a contattare la responsabile del progetto scrivendo all’indirizzo e.tamburi ni@lacassarurale.it oppure telefonando allo 0465.709383 (Elisabetta). La domanda di partecipazione al bando INCIPIT dovrà essere compilata online tramite il sito www. prendiilvolo.it (dove è anche possibile visionare tutte le proposte pervenute) entro le ore 12.00 del 30 giugno 2016.
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Attualità
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Cartiera di Condino - Esercitazione di Protezione Civile
Oltre 70 vigili nell’esercitazione simulata L’Azienda, data la complessità dei suoi impianti, ha sviluppato internamente un sistema di sicurezza che permette il controllo di ogni fase della produzione ed ha attivato una squadra appositamente formata coordinata da Giampaolo Zanetti. Personale che viene allertato immediatamente quando si presenta un problema e che riesce a mettere in atto le azioni per risolvere l’emergenza. In questo caso simulato, a causa di una fuoriuscita di materiale inquinante da un silos si è reso necessario allertare i Vigili del fuoco. La simulazione prevedeva il recupero di una persona in stato di incoscienza dalla parte sommitale del silos. Nello stesso tempo due operai che lavoravano in un cunicolo a piano interrato a causa delle esalazioni nocive perdevano conoscenza e per soccorrerli veniva allertato il nucleo con maschere e bombole. Infine in un’altra parte del capannone un operaio rimaneva ferito sotto una pesante bobina di carta e doveva essere soccorso immediatamente. Oltre al Corpo dei vigili del fuoco di Condino, con il comandante Andrea
di Enzo Ballardini
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ondino, sabato 28 maggio, ore 15, parte l’allarme e immediatamente i Vigili del fuoco volontari raggiungono la caserma per intervenire sul presunto incidente. Per fortuna non si tratta di un allarme vero ma di una simulazione, che ha come scenario la Cartiera di Condino, l’impianto tecnologico Bagattini che ha preso il coordinamento delle operazioni, sono intervenuti i Vigili volontari dei paesi limitrofi, Brione, Ci-
mego e Castel Condino, supportati dal nucleo con maschera e bombole di Pieve di Bono e Carisolo. Necessario allertare anche
più esteso nel Comune che occupa oltre 120 dipendenti. Proprietà di una società multinazionale che ha sede in Svizzera, la Cartiera è da anni un riferimento non solo per i condinesi ma per tutto il Chiese, con la produzione di particolari tipi di carta che hanno bisogno di speciali tecnologie. il Corpo di Tione che ha fatto intervenire l’autoscala. Presenti anche i volontari della Croce Rossa di Condino che hanno dato assistenza e soccorso i feriti per poi trasportarli all’ospedale. Il primo intervento effettuato ha bloccato la fuoriuscita di liquido e con apposte protezioni si è scongiurato che il liquido andasse ad
inquinare le acque di scarico. Poi alcuni vigili sono saliti sul silos per prestare soccorso al ferito che è stato successivamente calato attraverso l’autoscala ed è stato soccorso dai volontari della Croce rossa. Contemporaneamente un gruppo di vigili con autorespiratori e bombole scendeva in un angusto cunicolo per portare in
salvo i due operai che erano rimasti intossicati. Dall’ altra parte del piazzale un gruppo di vigili con l’ausilio dei materassi sollevatori riusciva a portare in salvo l’operaio rimasto schiacciato da una bobina di carta. All’esercitazione ha assistito il direttore della Cartiera di Carmignano Misa Bursac, che da un anno ha sostituito Gerolg Zuegg che ha raggiunto la pensione dopo molti anni di direzione. Bursac insieme al neo sindaco di Condino, Claudio Pucci, si sono complimentati con i vigili per la loro collaborazione e preparazione.
I popolari Dario e Oscar festeggiano il lustro di attività musicale con un bagno di folla
5 anni di Avanti e ‘ndre a Roncone “Avanti e ndre, Avanti e ndre che bel divertimento!”, e a forza di andare avanti si è arrivati al lustro. Grande festa la sera del 28 maggio al Tendone sulle rive del Lago di Roncone per i primi cinque anni di vita del duo giudicariese degli Avanti e ‘ndre. Sembra ieri, quando Dario e Oscar sono partiti con la loro piccola orchestrina a fare concerti nella piazza e nei locali di Roncone... e da lì ne hanno fatta di strada, in tutti i sensi. Arrivati ultimamente a una media di un centinaio di concerti l’anno, alcuni con oltre 2.500 presenze, in Trentino e in altre regioni vicine (e lontane), e la strepitosa esperienza ad X-Factor, gli Avanti e ‘ndre hanno festeggiato alla grande il loro primo lustro nella Roncone che ha visto il loro primo concerto live. Una ricorrenza, quella del concerto di compleanno, che la tradizione voleva si facesse nella stessa piazzetta al centro del paese. Ma dopo il primo compleanno, la tradizione dovette essere “rivista” in quanto lo spazio non bastava più a
contenere le persone presenti a festeggiare, ballare e divertirsi con Dario e Oscar: perciò già dal terzo anno ci si spostò in un’altra piazza, ma anche questa soluzione dovette essere abbandonata per lo stesso motivo l’anno seguente.
“La festa di compleanno degli Avanti e ‘ndre è un avvenimento clou” dice Dario “e ogni anno non vediamo l’ora io e Oscar di festeggiare con tutti quanti. La nostra orchestrina tiene ancora botta, è cresciuta ma al tempo stesso è rimasta sempre fedele
a come era nata e nemmeno si sentono i lunghi trasferimenti, le nottate via da casa, se alla fine a ripagarci c’è tanta gente che vuole fare festa con noi, cantare e ballare le nostre canzoni. Sabato 28, alla festa per il lustro che coincideva con il nostro
370° concerto live, è stato meraviglioso: un migliaio di amici sono venuti da tutte le Giudicarie, e anche oltre (anche fuori dal Trentino!) a festeggiare con noi”. Complice il bel tempo e l’organizzazione perfetta, assieme al DJ Raffa, alla Banda Sociale di Roncone e alla Pras Band c’è stato un crescendo di balli e musica all’insegna del divertimento e della compagnia. Durante la serata è stata poi premiata anche la vincitrice del concorso per il disegno più rappresentativo degli “Avanti e ‘ndrè” riservato ai bambini delle scuole elementari: è stata la piccola Arianna Bordati della Val di Peio ad aggiudicarsi in premio uno zainetto i vari cd dell’orchestra giudicariese. E il quinto anno porta anche cambiamenti nell’“arsenale” degli Avanti e ‘ndre. Nuove fisarmoniche, nuovo impianto e nuovo mezzo di trasporto: la storica Ape, lascia il posto a un più capiente (e funzionale) furgone. Aldo Gottardi
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La legge provinciale n. 1 del 2 febbraio 2016 ha istituito la Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige/ Südtirol, con il compito di promuovere il processo partecipativo – rivolto a tutta la popolazione – e di elaborare proposte di riforma dello Statuto. La Consulta sarà formata da 25 componenti e tra questi sono previsti 3 rappresentanti designati dalle associazioni e organizzazioni portatrici di interessi sociali, culturali e ambientali. Per partecipare alla procedura di designazione di questi tre componenti, le associazioni devono: 1) avere sede in provincia di Trento; 2) avere una rappresentatività di livello provinciale.
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Per partecipare alla procedure di designazione è necessario accreditarsi sul sito www.riformastatuto.tn.it – con procedura online – nel periodo dal 1° giugno e fino al 15 giugno. Una volta accreditati, i legali rappresentanti delle associazioni saranno convocati in assemblea per procedere alla designazione di questi tre componenti della Consulta. La Riforma dello Statuto è un’occasione importante di confronto collettivo, che mette al centro l’autonomia come laboratorio di innovazione sui temi cruciali del nostro tempo. Partecipare è un diritto e un’opportunità per affrontare insieme la sfida per il futuro del Trentino.
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Attualità
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Un’estate “virtuo…samente insieme” Dal 20 giugno al 2 settembre protagonista l’animazione estiva presso il centro sportivo di Preore Anche l’edizione 2016, come la precedente, prevede che le attività si svolgano secondo due programmi distinti, capaci di soddisfare le esigenze e le aspettative di tutti gli iscritti, dai più piccoli ai più grandi. L’attività “Virtuo…samente kids” vedrà protagonisti, dal 20 giugno al 2 settembre 2016, i bambini dal terzo anno della scuola dell’infanzia alla prima media. Al mattino, gli iscritti saranno impegnati in sport e giochi, capaci di contribuire alla strutturazione e al miglioramento degli schemi motori di base, ma anche di incentivare il senso di collaborazione e di socializzazione tra i partecipanti. Nel corso del pomeriggio invece, i laboratori gestiti dal personale de “L’Ancora” avranno come obiettivo fondamentale quello di unire l’allegria con il conoscere, stimolando il potenziale creativo
di Umberto Fedrizzi
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state: tempo di vacanze, di mare, ma soprattutto di “Virtuo…samente insieme”. L’ormai tradizionale iniziativa, organizzata dall’ “Unione Sportiva Virtus Giudicariese” e dall’ “Ancora Società Cooperativa Sociale”, dei bambini e portandoli a riflettere su temi importanti come quello dell’essere cittadini del mondo. All’interno della programmazione, sono
state inoltre inserite alcune settimane tematiche denominate “Siamo fatti proprio così…viaggia assieme a noi attraverso il corpo umano”, duran-
consente anche quest’anno a bambini e ragazzi, residenti e ospiti, nei comuni della Busa e della Val Rendena, di trascorrere alcune settimane tra sport, attività ludico-ricreative ed uscite sul territorio. te le quali gli iscritti potranno scoprire natura e funzioni del cervello, del cuore, delle ossa, eccetera. “Sportiva…mente teen”
è il nome del programma rivolto ai ragazzi dalla seconda media alla seconda superiore e previsto per il periodo che va dal 4 luglio al 26 agosto 2016. La proposta prevede quattro settimane “standard”, che si svolgeranno prevalentemente al “Probo Simoni” di Preore, e tre settimane “special”. Le prime saranno dedicate a diversi sport, con approfondimenti specifici di tecnica e tattica del gioco del calcio e della pallavolo. Le seconde sono state invece pensate per introdurre i ragazzi ad attività sportive un po’ meno diffuse delle precedenti, ma non per questo meno belle ed avvincenti. All’interno di questo contesto rientrano cinque giorni di
Sotto esame
escursione in alta montagna in collaborazione con la SAT di Tione, un corso di vela presso il “Circolo Vela Eridio” ed alcune giornate, organizzate con il sostegno dell’ “Associazione Pescatori Alto Sarca” e della “Sarca FlyFishing Experience Asd”, per apprendere la tecnica di base della pesca a mosca e conoscere le caratteristiche dell’ambiente fluviale e della sua fauna. Ma le sorprese non sono finite: tutti i mercoledì di “Vituo…samente insieme”, i bambini e i ragazzi, dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia alla terza media, potranno infatti partecipare, seguiti dagli animatori de “L’Ancora” e dagli accompagnatori di “Media Montagna”, ad escursioni giornaliere lungo alcuni percorsi naturalistici delle Giudicarie, imparando così a conoscere il nostro territorio e le sue meraviglie.
Per gli studenti alle prese con la maturità c’è apprensione rispetto ai voti. Ma c’è qualcos’altro che “conta” Ebbene sì. Mentre per la maggior parte degli studenti è cominciato il conto alla rovescia per l’avvio delle tanto agognate vacanze estive, per una parte di loro (chi sta frequentando l’ultimo anno di medie o Superiori o qualche anno intermedio della scuola professionale) lo stesso conto alla rovescia segna l’approssimarsi dell’inizio degli esami. Anche i docenti più perplessi di fronte all’assenza di segnali di preoccupazione nei loro studenti nei confronti della prova finale - vedono comparire sui loro visi dei cenni di agitazione forse dovuti alle minacce e alle previsioni nefaste messe in atto dagli insegnanti per stimolare in loro qualche reazione di interesse. Se non altro è scattata la fatidica domanda: “Ma quand’è la prima prova, prof??” È indubbio, infatti, che anche il più scapestrato dei ragazzi veda nell’esame del diploma non solo la conclusione di un percorso in cui ha investito una buona parte di tempo ed energia (chi più e chi meno), ma anche un’ineluttabile prova nel proprio percorso di crescita. Ed è proprio questo il valore e il
senso che pedagogisti ed educatori attribuiscono all’esame: la possibilità per ogni candidato di dimostrare non tanto e non solo ciò che ha appreso, ma la padronanza con la quale sa affrontare le domande e gli ostacoli delle diverse prove. Lungo tutto il percorso scolastico non mancano certo i momenti di verifica o le interrogazioni; fin da piccoli siamo abituati ad essere misurati e valutati da un punto di vista “contenutistico”. Tuttavia l’esame assume un significato diverso perché segna il rag-
giungimento di una tappa significativa nel percorso della maturità personale, oltre che in quello formativo. Questo aspetto assume un valore sostanziale in una società come la nostra nella quale sono venuti meno i riti di iniziazione o dove anche quelli che permangono - ad esempio in ambito religioso - si collocano talvolta più nella sfera tradizionale e convenzionale che in quella esistenziale. Ecco allora che l’esame diventa una situazione iniziatica perché mette alla prova i ra-
gazzi in riferimento a situazioni insolite e nuove rispetto ai loro vissuti ma che rimangono fondamentali per fronteggiare la vita come ad esempio: - Affrontare quell’imprevisto che nella commissione permane come costante, malgrado la presenza di docenti interni e quindi conosciuti. Per quanto si possano intuire e conoscere le preferenze o le tendenze dei propri professori - avendo avuto a disposizione per conoscerli lo stesso tempo che ha consentito loro di conoscere gli studenti - rimane infatti la variabile legata alla presenza di commissari esterni o agli argomenti oggetto della prova. - Gestire l’ansia e l’emozione di fronte ad una tappa inderogabile ed improrogabile. A differenza di ciò che accade quotidianamente, non c’è possibilità di “balzare” l’appuntamento dell’esame. - Mettersi in gioco in prima persona. Di fronte alla commissione o quando si contempla il foglio intonso c’è infatti una sola opzione: attingere a tutte le proprie risorse per fare del proprio meglio. Per affrontare l’esame con successo è perciò utile ascoltare il consiglio di esperti per facilita-
re la memorizzazione dei concetti, con la consapevolezza che l’esame è una grande opportunità, una sfida da affrontare per crescere. Ecco allora che il voto che si prende assume un significato diverso e passa in secondo piano rispetto a quello che si è imparato di se stessi; e questo, alla fine, sembra davvero essere l’unica cosa che conta visto che a distanza di anni quello che rimarrà nel nostro ricordo non sarà la foto del tabellone con gli esiti finali, ma gli scatti dei diversi vissuti che emergeranno ogni qualvolta ci troveremo a dover fare i conti con situazioni analoghe. Forse è proprio questo il significato del termine “competenza” che va tanto di moda nel panorama scolastico e non solo. Forse è la consapevolezza che con l’esame non si misurano né le conoscenze né il valore della persona, ma la sua preparazione nell’affrontare la vita che fa della scuola una realtà non solo “BELLA” ma “UTILE” perché focalizzata al suo scopo principale: educare e fornire quel bagaglio che non decreta la fine di un percorso scolastico ma l’inizio della vita adulta. Ida Pellegrini
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Pieve, torna lo “storico” Borel
Dopo tre anni di ristrutturazione è stato inaugurato il bar-ristorante-hotel di Creto, gestito dalla famiglia Maestri di Marco Maestri La storica attività commerciale, partita nel lontanissimo 1897, è sempre stata guidata dalla dinastia Maestri ed oggi è gestita dall’instancabile Guido, coadiuvato dalla moglie Giustina Bugna e dalle tre figlie Nadia, Mara e Laura. La ristrutturazione cominciata lo scorso 14 aprile 2013 e terminata nel mese scorso è la terza in ordine temporale. I primi lavori furono apportati nel 1986 dove venne realizzato l’albergo a cui seguì, nel 1996, un ulteriore ristrutturazione. L’ultima e più importante ristrutturazione ha visto il rinnovamento completo dell’albergo con l’ampliamento del bar e l’ammodernamento con alcune terrazze all’aperto. Durante la chiusura “forzata” del locale situato a sud dell’abitato sulle sponde del Fiume Chiese la famiglia Maestri ha aperto un piccolo bar nel cuore della frazione Pievana, il quale ha permesso di poter continuare ad offrire il gradevole servizio
Emozione, felicità e molta curiosità. Si potrebbe riassumere con queste tre semplici parole la tanto attesa inaugurazione del rinnovato Borel Hotel di Creto, frazione del neonato Comune di Pieve di Bono-Prezzo, che nel tardo pomeriggio di sabato 30 aprile ha riaperto le serrande. all’affezionata clientela. Il programma dell’inaugurazione, curato in ogni particolare, ha visto una prima accoglienza nel rinnovato parco, gestita per l’occasione da un servizio di catering. Successivamente è stata
Della vecchia “Trattoria Nuova Italia” da sempre gestita dalla famiglia Maestri “Borel”, non è rimasto praticamente nulla. Infatti dopo ben tre anni di ristrutturazione lo stabile è stato completamente rinnovato, sia internamente che esternamente.
presentata l’intera famiglia maestri, dal “nonno” Guido alla piccola Danila, ultima dei nipoti. Dopo l’atteso taglio del nastro, c’è stata la benedizione di Padre Artemio Uberti, parroco della comunità Pievana e in segui-
to si sono aperte le porte dell’incantevole Bar Borel. Un bar completamento rinnovato e moderno, direttamente collegato con la hall dell’hotel e con la sala da pranzo in cui, fino a notte fonda, sulle note musicali proposte da Dj
Bony, è proseguita la grande festa. «In questa ristrutturazione – afferma Nadia Maestri – abbiamo investito molte risorse ed il nostro obiettivo è quello di ospitare, come nel lontano 1965, matrimoni e cerimonie varie. Si
tratta – continua Nadia Maestri – di una ristrutturazione importante. La nostra idea è quella di puntare molto, oltre che sulle grandi occasioni, anche sugli aperitivi e su alcune serate a tema.» Riapre dunque uno storico punto di ritrovo fondamentale per l’intera conca della Pieve, evento raro in questo periodo di grave crisi economica.
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Attualità
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Torna la sagra di San Vigilio Dal 24 al 26 giugno la storica festa animerà il rione di Sivrè, tra musica rock e cene tirolesi Una festa di grande tradizione, quella di San Vigilio. Lo storico rione di Tione di Sivrè, lega da sempre il proprio nome a questa festa popolare, i cui ricordi si perdono nelle memorie dei “nossi veci”. Una sagra rionale che venne solennizzata con le cerimonie Religiose presso la Chiesetta di San Vigilio, mentre i festeggiamenti “profani” avevano luogo lungo la strada principale di Tione, via Pinzolo, in zona San Vigilio. Ecco allora che i marciapiedi si animavano di bancarelle e di tavolini, adornati con fronde di abeti, Croci e bandiere che accompagnavano la strada sino a piazza Sivrè, con musica e orchestrine oltre
T
orna dal 24 al 26 giugno la Sagra di San Vigilio. Lo fa alla grande, con un menù fatto di musica, festa e buon cibo. In particolare, venerdì 24 presso il teatro tenda ci sarà il concerto rock della cover-band tributo a Ligabue “Tra Liga e realtà”, mentre sabato 25 serata a tema tirolese, a partire dalla che con ottime libagioni. Non mancava lo sparo di mortaretti e perfino di fuochi artificiali, a segnalare la rilevanza di questa festa. Un momento che coinvolgeva l’intera comunità rionale; le donne, ad esempio alla vigilia della festa si occupavano della sistemazione della Chiesa di San Vigilio e del Capitello lungo la strada principale, così come i bambini. Ma anche di andare a cercare le patate per fare gli gnoc-
chi, cercando fra la terra (al 25 giugno sono poche le patate “mangiabili”) la materia prima per cucinare questo piatto. Fulcro della festa era anche l’osteria “Al Palòn” (nella zona del vecchio “Cacciatore”), nella quale si ritrovavano tutti, e si teneva il 26 giugno il concerto della banda sociale di Tione, tra allegria e birra. Sospesa nei tempi di guerra, la configurazione attuale della sagra di San Vigilio risale agli anni fra il
La cover-band tributo a Ligabue “Tra Liga e realtà”
buona birra, cena con galletto alla brace, patatine e altri cibi tipici, oltre che musica tipica con il complesso Knodel Bergmusicanten. Domenica 26, invece, alle 8 ci sarà la Santa Messa alla Chiesa di San Vigilio, mentre alle 10 vi sarà la gara podistica e alle 13 il pranzo con polenta carbonera.
1945 e il 1950, con lo spostamento dal “Cacciatore” alla piazzetta Sivrè e alla formazione di un comitato organizzatore che anche oggi tiene viva questa tradizione.
Attualità
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Rango, non solo mercatini L’associazione Valorizzazione Rango è attiva tutto l’anno con tante iniziative.. per uno dei “Borghi più belli d’Italia” Si sta compiendo anche un ricambio generazionale, perché da qualche anno, proprio ai mercatini c’è uno spazio particolare che sono i giovani e giovanissimi dell’associazione a gestire, imparando a fare comunità, stare assieme ed occuparsi delle bellezze architettoniche di Rango che sono bene comune. “C’è entusiasmo e partecipazione – spiegano i vertici dell’associazione – che sia per piantare un fiore o animare la sagra o i mercatini, si risponde sempre con attenzione e voglia di fare. Le manifestazioni crescono ogni anno, in qualità anche non solo nei numeri, e questo lo dobbiamo alla buona volontà e all’impegno dei volontari”. Volontari che vanno anche in avanscoperta, nel resto d’Italia a visitare altri paesi dal fascino antico, stringere alleanze e collaborazio-
L’
Associazione Valorizzazione Rango è stata costituita ufficialmente nel 2003, anche se l’idea è partita qualche anno prima, oggi i membri dell’associazione sono una ventina con il presidente Adriano Riccadonna. Il gruppo nasce per la promozione e valorizzazione del borgo bleggiano di Rango: abbellimento del paese, manifestazioni, eventi, incontri. In
tanti anni di attività, incontrandosi con costanza ogni martedì dell’anno per programmare ma anche per ritrovarsi e stare insieme - perché a volte le buone idee nascono da una chiacchiera – l’associazione porta avanti i mercatini di Natale di Rango che in tredici anni di attività si sono conquistati l’inverno giudicariese, diventandone l’evento di punta.
Uno scorcio del borgo di Rango
ni: Ostuni, Loco Rotondo, Alberobello. Appena conclusa la Sagra del Borgo, domenica 29 maggio, è già tempo di una nuova manifestazione nell’agenda dell’Associazione che il 25 giugno porta a Rango la “Notte Romantica”, ideata dal Club dei Borghi Più Belli d’Italia di cui Rango fa parte. Una notte di estate che 250 borghi in tutta Italia contemporaneamente dedicheranno all’amore, alla passione, ai sentimenti con creatività, estro e fantasia ognuno diversa, ma tutte nelle cornici suggestive dei borghi più belli. La piazza,
le vie gli scorci di Rango faranno da sfondo ad una notte di innamorati e romanticismo, una notte da fiaba. E il giorno dopo, il 26 giugno, tocca all’arte spargersi e contaminare Rango: l’associazione ha istituito infatti il Premio Giulio Riccadonna, mentre a luglio (22 e 23) tutte le associazioni bleggiane sono invitate a fare un’attività a Rango, con il loro spazio dove divertirsi e presentarsi. In autunno, il progetto di beneficienza con Loredana Cont in favore di una scuola per bambini sordomuti di Baìa, in Repubblica Dominicana. E poi in un soffio è già tempo di mercatini di Natale (28 novembre; 3 e 4 dicembre; dall’8 all’11 dicembre, il 17 e 18 dicembre, il 26 e 27 dicembre) e al borgo ci si ammanterà di rosso e argento, per rivivere un’atmosfera unica.
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Cooperando
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La “Sanità Integrativa” della Cooperazione Trentina evolve e diventa progetto Nazionale Per effetto della spending review e in nome di un sistema sanitario più sostenibile, sono in diminuzione anche i posti letto per l’assistenza a lungo termine. Viviamo a lungo, ma spesso la salute in età avanzata non è buona e sarà sempre più necessario assistere le persone che stanno invecchiando garantendo loro buona salute ed evitando dove possibile il ricovero ospedaliero. La crisi finanziaria, che è anche crisi etica e di valori, ha accelerato questo processo e al contempo ha reso evidente che c’è bisogno di una nuova visione della società, una concezione di società che crede nei valori della mutualità, della prossimità ai territori e alle comunità locali, del servizio e delle relazioni umane. Non un ritorno al passato ma uno
I
di Alberto Carli
n Italia, la spesa sanitaria pubblica è cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi. La spesa sanitaria slancio al futuro, dove è matura e diffusa l’idea che il singolo sta meglio se la comunità dove vive, che lo circonda e dove fa crescere i suoi figli sta altrettanto bene. La logica dell’individualismo e del pensare solo a sé stessi, poteva essere condivisa o comunque accettata in un periodo storico di difficoltà, dove l’obiettivo era raggiungere la stabilità economica, garantire un futuro ai propri figli. Oggi che tutto questo è stato raggiunto, c’è bisogno di una nuova evoluzione e nuova concezione di progresso; Lo spirito cooperativo né è interprete di
riferimento. E’ necessario anche in virtù del fatto che la crescente difficoltà del sistema pubblico, anche quello della nostra autonomia, di convogliare risorse adeguate verso gli ambiti di servizio ai cittadini, in primis quello della sanità ci sta portando ad un peggioramento dell’accesso ai servizi sanitari e della loro qualità. Per far fronte a questo il sistema cooperativo trentino, già da qualche anno ha istituito una nuova realtà di mutua sanità: Cooperazione Salute. Gli obiettivi sono quelli di assicurare ai soci delle cooperati-
A Zuclo il Camp Estivo tenuto da tutors madrelingua
Full immersion in inglese: ritorna l’English SummerCamp
privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria. Per motivi economici una persona su 10 oggi, deve rinunciare alla cura dei denti e sono quasi 8 milioni i cittadini che si indebitano per pagarsi le cure sanitarie. ve e alle loro famiglie un piano economicamente e qualitativamente vantaggioso per sopperire alle esigenze sanitarie. Un’offerta di sanità integrativa che porta valore aggiunto alle cooperative e un incremento di benessere ai lavoratori e ai soci. Cooperazione Salute intercetta i bisogni delle famiglie, costrette a ridimensionare le spese per la salute o per altri servizi di Welfare e offre loro soluzioni convenienti per colmare questo impoverimento. Ma ha un obiettivo più ampio di Welfare plurale che prevede l’offerta di: prestazioni assistenziali, previdenzia-
li, finanziarie, di tutela delle persone e delle famiglie. Oggi inoltre assicura coperture sanitarie integrative di natura negoziale ai dipendenti delle cooperative convertendo le quote versate dalle cooperative in valore per i soci e i lavoratori attraverso dei Piani sanitari che adempiono agli obblighi contrattuali previsti dai contratti di lavoro, consentendo alle aziende di mettere in campo nuove politiche di incentivazione dei dipendenti (welfare aziendale) con relativi vantaggi fiscali. Il progetto “Cooperazione Salute” nato a Trento per
volontà delle Cooperazione Trentina è una esperienza di welfare cooperativo diventata modello nazionale. Le cooperative che hanno aderito alla mutua della Cooperazione Trentina sono presenti in tutta Italia e sono quasi duemila. Nel 2015 sono stati liquidati rimborsi per un importo di 4,4 milioni. Nel corso dell’ultima Assemblea di Cooperazione Salute, lo scorso 24 Maggio, è intervenuto il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini che ha dichiarato: “sulla sanità integrativa ci giochiamo la credibilità. Vogliamo valorizzare l’esperienza del Trentino per crescere insieme. Non sono per il centralismo romano ma per la centralità dell’impegno”.
ATione, organizzati dal Circolo fotografico giudicariese
Un pool di corsi fotografici
Full immersion in inglese: ritorna quest’estate l’English Summer Camp A Zuclo il Camp Estivo tenuto da tutors madrelingua Il Circolo Fotografico Tionese, una realtà associativa in espansione; sono già infatti una quarantina gli appassionati di fotografia quest’estate che si sono associati. Anche dall' Nata 1 alcirca 13 tre mesi fa, l’associazione culturale guidata agosto verra proposto l’English del presidente Marco Gualtieri, sta muoSummer Camp presso la Scuola vendo i primi passi e, da una lato la voglia Primaria di presente Zuclo, un di essere sulappuntamento territorio, dall’altro che coniuga divertimento Anche quest’estate dall’ 1 al 13 ago- do giochi, gare, piccoli lavori manuali, l’interesse per i propri soci affinché e possto verra proposto l’English Summer teatro, canzoni e sport. Ogni tutor masano sempre piùdella conoscere in modo dettaapprendimento lingua inglese gliato sia la tecnica fotografica che i con.Camp presso la Scuola Primaria di drelingua seguirà un gruppo ristretto Zuclo, un appuntamento che coniuga (7-15 alunni) per età e livello di cotenuti compositivi che portano allo scatto divertimento e apprendimento della noscenza della lingua. Verrà offerto il di una bella fotografia, hanno permesso Si tratta di un campo scuola diurno (dalle 9 alle 16.30) durante il quale i bambini e ragazzi trascorreranno due lingua inglese . pasto presso il ristorante “La Contea” al Consiglio Direttivo di progettare un settimane immersione voltediurno a favorire l’acquisizione naturale alla lingua inglese come certaattivati apertura Si tratta didiun campo scuola di Bolbeno. poolcosì di Corsi cheuna saranno nel corverso culture altre per mezzo di attività didattiche, ricreative e sportive facendo giochi, gare, piccoli lavoribase (dalle 9 alle 16.30) durante il quale i I destinatari della proposta sono i bamso del 2016. Nel dettaglio: un Corso bambini eteatro, ragazzicanzoni trascorreranno scuola materna, di Fotografia: è un corso che epermette per età livello ai manuali, e sport. due Ogni bini tutordella madrelingua seguirà gli un alunni gruppo ristretto (7-15 alunni) settimane di immersione volte a favodella scuola primaria e i ragazzi della della fotografia di imparare i pridi conoscenza della lingua. Verrà offerto il pasto presso il ristorante “La Contea” dineofiti Bolbeno. l’acquisizione alla lingua scuola della media.scuola materna, gli alunni dellamiscuola elementi tecnico/espressivi scatIrire destinatari della naturale proposta sono i bambini primaria e i ragazzi per della inglese così come una certa apertura Per informazioni: tare buone fotografie; un Corso avanzato scuola media. verso culture altre per mezzo di attività lara_collizzolli@yahoo.it 3289386385 di Fotografia, si tratta di imparare sopratdidattiche, ricreative e sportive facentutto l’utilizzo manuale della fotocamera Per informazioni: lara_collizzolli@yahoo.it 3289386385 reflex; Corso base di Fotoritocco: chi ha
una fotocamera digitale, deve conoscere ed imparare almeno le più importanti modalità di post-produzione; Corso base di Ritratto, indirizzato a chi abbia già frequentato un corso base di fotografia e che sappia quindi gestire la fotocamera reflex in totale manuale; Corso di Speedlight: il corso Flash Speedlight è dedicato a chi desidera acquisire un “uso consapevole” del flash portatile, sfruttandone tutte le potenzialità. Per tutti gli interessati a frequentare i corsi presentati, è possibile mettersi in contatto inviando una mail a circolo.fotografico.tionese@gmail.com, mentre la sede sociale del Circolo Fotografico è aperta nei giorni di venerdì (ogni 15 giorni) dalle ore 20.30 alle 22.30 e si trova al piano terra della “Scuola delle Professioni per il Terziario UPT” via Roma, 15 - 38079 Tione di Trento.
Comunità delle Giudicarie
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Nuove prospettive nel territorio delle Giudicarie
Il riuso come pratica virtuosa Questa considerazione ha portato nel tempo a graduare gli interventi per la minimizzazione degli impatti dovuti ai rifiuti partendo da più o meno semplici operazioni di smaltimento definitivo (discariche, inceneritori, …) per giungere ad operazioni di recupero sempre più spinte e sofisticate, grazie alle quali è possibile ricavare una quota di materie prime secondarie e quindi invertire, almeno in limitata misura, il processo di generazione di zavorra inservibile o addirittura nociva. Si fa sempre più evidente tuttavia, che il tasso di produzione di beni di consumo è in costante aumento e la conseguenza diretta è la produzione di rifiuti. Grazie poi a talune logiche di mercato, come l’obsolescenza programmata, la vita utile di un bene tende a ridursi, creando un meccanismo di continua e sempre più rapida produzione e distruzione di oggetti e materiali. Se la produzione è un dato incontrovertibile, altrettanto non si può dire della distruzione. Un processo virtuoso ideale sarebbe quello che da un bene inservibile permettesse di ritornare alle materie di origine e ricominciare così un nuovo ciclo. Il nodo fondamentale della questione però, che forse sfugge ai più sebbene costituisca una legge fisica dimostrabile, è che qualsiasi processo di produzione, consumo ed uso di un bene è in realtà un processo parzialmente, e in taluni casi totalmente irreversibile. In altre parole la strada non è più percorribile all’indietro: questo comporta a livello ambientale delle modificazioni permanenti, che si accumulano nel tempo. E’ proprio il concetto di irreversibilità che deve far riflettere seriamente sul destino dell’ambiente e soprattutto sul concetto di sviluppo sostenibile. Il fisico direbbe che un processo irreversibile fa aumentare l’entropia dell’universo, ossia il disordine: e disordine, in campo ambientale, è sicuramente sinonimo di negatività. Se come sviluppo si intende quello meramente economico,
di Ivan Maria Castellani - Servizio Igiene Ambientale Da molti anni ormai la sensibilità riguardo alla produzione dei rifiuti ed al loro conseguente smaltimento sta aumentando, grazie anche ad una maggiore incidenza degli effetti ambientali nella vita quotidiana delle persone. Se un tempo le risorse naturali potevanel senso di produzione e relativo consumo sempre maggiori al fine di produrre profitto e apparente benessere, questo è in aperto contrasto, a lungo termine, con la sostenibilità. Infatti un altro nodo fondamentale è l’orizzonte temporale considerato, ossia la scala del problema: nel lungo e lunghissimo periodo, poco “visibile” alla sensibilità comune, alle condizioni di produzione e consumismo attuali, la locuzione “sviluppo sostenibile” diventa una contraddizione in termini. Pensare di aumentare indefinitamente il grado di sviluppo economico, ovvero utilizzare la tecnica per produrre un numero sempre maggiore di oggetti e sempre più sofisticati creando parallelamente falsi bisogni che facciano “girare” il mercato, e contemporaneamente limitare l’uso di risorse e la produzione di scarti non è solo illusorio: è una contraddizione logica. Significativo il fatto che in molti nuovi sostantivi della lingua italiana aumentino esponenzialmente i prefissi “eco-” e “bio-” ed aumentino in maniera direttamente proporzionale anche i rifiuti. E’ necessario pertanto un cambio di prospettiva. Se eliminare il problema è utopico, ridurlo è invece un dovere etico. Una delle vie preferenziali per recuperare il valore degli oggetti, ossia per caratterizzarli propriamente come beni nel senso etimologico del termine, è sicuramente quella di prolungare il più possibile la loro vita utile, ossia evitare che essi divengano rifiuti, almeno a medio termine. La parola magica in questo caso è “riuso”. Il fatto di disfarsi di un oggetto, ossia renderlo un rifiuto, è una responsabilità che va considerata attentamente: significa togliere un potenziale bene da un campo di utilità seppure marginale e porlo in capo, come co-
sto, alla collettività. Si tratta anche di una relativizzazione del concetto di rifiuto: qualcosa che può non essere più utile per una persona lo può essere invece per altre; è quindi arbitrario e superficiale sancire in maniera assoluta il transito di un oggetto nel mondo dei rifiuti. Ed è proprio qui che va ad agire l’attività del riuso. Da anni si organizzano nelle Giudicarie le “giornate del riuso”, con fini soprattutto di educazione ambientale e per indurre i cittadini ad attribuire valore e significato alle cose, il che si traduce in una forma di rispetto sia per i beni, per la fatica che è costato produrli, sia per l’ambiente. Una fase successiva, in corso da due anni, è la sperimentazione condotta
no sembrare illimitate e quindi sacrificabili, ora appare chiaro da una parte che esse non lo sono affatto e dall’altra che la velocità con cui vengono consumate o deteriorate è maggiore di quanto ci si poteva aspettare qualche decennio fa.
presso il Centro Raccolta di Tione: è stata delimitata un’area destinata esclusivamente allo scambio di beni da riutilizzare, al di fuori del regime dei rifiuti. L’attività è disciplinata da un regolamento che prevede una catalogazione con descrizione dei beni a cura degli operatori del centro, una identificazione dei beneficiari e la tenuta di un registro. Tutti gli scambi avvengono senza transazioni in denaro e non sono quindi a scopo di lucro. La sperimentazione ha dato esiti molto positivi (circa 600 movimenti annui). Date queste premesse, si è ravvisata la necessità di reperire spazi maggiori, più adeguati e soprattutto dislocati su tutto il territorio sfruttando strutture già esistenti, i CRM, che non compor-
tano costi aggiuntivi dal punto di vista della predisposizione e dell’adeguamento. Il progetto cui si sta lavorando presso la Comunità delle Giudicarie consiste pertanto nell’estendere l’attività di riuso e strutturarla in maniera più razionale e produttiva, conferendo ad essa una valenza che possa incidere anche quantitativamente sulla salvaguardia ambientale, oltre che sull’aspetto sociale di questa pratica virtuosa. La soluzione che nei prossimi mesi verrà proposta, e che ora è al vaglio dei tecnici del Servizio Igiene Ambientale, sarà quella di usufruire in maniera massiccia dei Centri di Raccolta ricavandone aree predisposte per il conferimento di beni destinati al riuso. Verrà in tal modo a crearsi
una vera e propria rete permanente che coprirà tutto il territorio delle Giudicarie. Questa filosofia è sposata anche dalla Provincia di Trento, che già nel IV aggiornamento del piano di smaltimento dei rifiuti aveva individuato questa come una forma virtuosa di riduzione dei rifiuti all’origine. Si è contestualmente aperto un tavolo di confronto con le altre Comunità di Valle, le quali hanno manifestato interesse per questo tipo di iniziative. La creazione di un economia del riuso – come passo successivo - potrebbe inoltre da un lato generare utili al fine di un autosostentamento e dall’altro instaurare un meccanismo di sostegno alle fasce deboli della popolazione, favorendo l’inserimento lavorativo di soggetti in stato di difficoltà occupazionale. Quest’ultimo punto in particolare potrà essere attuato grazie al coinvolgimento del personale afferente alle cooperative sociali ed al Intervento 19, già presente nei CRM in funzione di custodia e gestione operativa. Il conferimento di beni potrà avvenire in ognuno dei 15 centri presenti sul territorio, mentre la loro valorizzazione seguirà due strade diversificate: 1) il materiale di modesto valore verrà portato in alcuni centri di maggiore dimensione ed opportunamente adeguati che la Comunità designerà come quelli dedicati al ritiro; 2) il materiale con un potenziale valore economico verrà portato all’interno di una struttura centralizzata per essere venduto. Un effetto positivo, secondario ma non meno importante, sarà anche quello di incentivare sempre più l’utilizzo dei CRM da parte dei cittadini, migliorando in tal modo anche la qualità delle raccolta differenziata. Sarà cura della Comunità delle Giudicarie informare adeguatamente la cittadinanza dell’avvio di questa attività, con i punti dedicati al conferimento ed al ritiro, non appena la rete sarà predisposta ed operativa. www.comunitadellegiudicarie.it
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Rubrica Legale
GIUGNO 2016 L’AVVOCATO RISPONDE
Neo- sposi: comunione o separazione dei beni? Pro e contro dei due regimi patrimoniali: cosa bisogna tenere presente Buongiorno Elena, innanzitutto vale la pena di chiarire che la scelta del regime patrimoniale nulla ha a che vedere con l’intensità del vostro sentimento né pone limiti di alcun tipo. La scelta deve essere fatta conoscendo le differenze tra i due regimi (comunione o separazione) e soprattutto conoscendo le conseguenze legali ed economiche di una scelta così importante. Nel caso in cui i coniugi decidano di scegliere la separazione dei beni, tutto ciò che hanno acquistato precedentemente al matrimonio e tutto quello che acquisteranno successivamente rimarrà di proprietà esclusiva di ciascuno di loro: i rispettivi patrimoni rimangono dunque separati.
Buongiorno Avvocato Gottardi, l’anno prossimo io ed il mio fidanzato abbiamo deciso di sposarci ma facciamo molta confusioCiò, in ogni caso, non impedisce ai coniugi di avere uno o più beni in comune. L’esempio più classico è di decidere al momento dell’acquisto di un nuovo bene (dopo il matrimonio) di cointestarne la proprietà (ad esempio della casa di abitazione). Nella pratica, in caso di separazione dei beni, i beni diventeranno comuni ad entrambi i coniugi solo se i coniugi decidono di acquistare come comproprietari un bene. La scelta del regime di separazione dei beni può avere in alcuni casi notevoli vantaggi. Se uno dei coniugi ad esempio esercita un’at-
tività commerciale ed è esposto al rischio di una possibile crisi finanziaria o di un possibile fallimento, con la separazione dei beni si potrà salvare almeno ciò che è di proprietà dell’altro coniuge (diversamente in caso di comunione ne risentirebbe l’intero patrimonio acquisito dopo il matrimonio). A volte, oltretutto, la separazione dei beni può aiutare a chiarire questioni che potreb-
ne…è meglio la separazione o la comunione dei beni? Grazie mille, Elena bero ulteriormente aggravare un momento doloroso come quello di un’eventuale separazione. Entrando nello specifico: secondo l’articolo 159 c.c., la separazione dei beni è un regime patrimoniale alternativo alla comunione legale e deve pertanto essere dichiarato e sottoscritto espressamente e congiuntamente dai due coniugi (solitamente viene comunicato al celebran-
CURIOSITÀ DAL MONDO A Cleveland (Ohio - USA) è vietato alle donne indossare in pubblico scarpe di pelle verniciata in lucido (il perché di questa legge sembra da ricercare nella possibilità offerta agli uomini di guardare sotto la gonna sfruttando il riflesso delle superfici lucide).
te – Sindaco o Parroco – prima del matrimonio ed inserito nell’atto di matrimonio). La norma stabilisce infatti che in mancanza di diverso accordo il regime patrimoniale della famiglia è costituito dalla comunione dei beni. La scelta della separazione dei beni non esenta il coniuge dal contribuire alle spese per la conduzione familiare; ognuno deve comunque contribuire, in proporzione alle proprie capacità reddituali, al mantenimento della casa e della famiglia. I coniugi sono liberi di acquistare o vendere beni separatamente,
diversamente, nel regime di comunione legale è sempre necessario l’assenso dell’altro coniuge di fronte al Notaio per acquistare un bene di proprietà esclusiva di un solo coniuge. La scelta del regime patrimoniale non irrevocabile poiché è possibile nel tempo cambiare il regime patrimoniale prescelto. Ciò anche dopo la celebrazione del matrimonio: i coniugi possono infatti stipulare una convenzione da un Notaio per modificare il loro regime patrimoniale e farla annotare a margine dell’atto di matrimonio senza un limite di tempo. avv. Mattia Gottardi 0465/324667 oppure 349/2213536 mgottardi1@yahoo.it
La Squadra di Patron Marco Pellizzari ritorna nel massimo campionato provinciale
Settaurense, è giunta l’ora della Promozione “Dopo la tempesta, c’è sempre il sole”. Probabilmente è quello che hanno sperato per molti anni i tifosi della Settaurense, storica società storese che militò, negli anni novanta, nel campionato di Serie D, primo torneo che si disputa oltre i confini regionali. Dopo essere ripartiti da zero, con al seguito gli strascichi e le inevitabili conseguenze che un fallimento può portare, la squadra di patron Marco “Gaget” Pellizzari e di Mister Nicola Giovanelli può tornare a calcare l’erba dei campi delle squadre di promozione, massimo campionato provinciale. Non si può parlare del calcio nelle Giudicarie senza parlare della Settaurense fondata nel 1934. Nel 1946 il Pieve di Bono decise di organizzare un torneo in memoria di un suo dirigente scomparso, Tranquillo Nicolini, dando via a quella “Coppa Nicolini” che più tardi la Federazione trasformerà in Seconda Categoria Giudicariese. Anche la Settaurense prese parte al torneo nel 1947, cogliendo subito un prestigioso secondo posto, piazzamento ripetuto tra mille polemiche anche l’anno successivo, sempre alle spalle del Tione. Nonostante le energie messe in campo gli storesi non riuscirono mai a cogliere la vittoria nel girone, dovendosi accontentare di buoni piazzamenti,
finché nella primavera del 1952 non si arrivò addirittura alla scissione: da una parte l’energico Saverio Baratella coi suoi giovani atleti, dall’altra i vecchi giocatori, che diedero vita a un’altra Società, l’AC Storo, creando per un paio di stagioni una sportiva rivalità in paese. Finalmente nel 1962 la Settaurense decise di accettare la promozione nel massimo campionato regionale, sfidando squadre storiche come Alense, Benacense e Virtus Don Bosco: un esperimento positivo, premiato dal quinto posto finale, frutto dei 21 punti raccolti. Cominciò un periodo florido per i biancoverdi, che mantennero la categoria fino al 1975, quando per differenza reti la Settaurense conobbe la prima retrocessione della propria storia. Ci vollero quattro anni per risalire nuovamente in Promozione, precedendo di tre lunghezze l’Arco al termine di un campionato ricco di soddisfazioni, trascinati dalle numerose reti di Achille Gualdi (166 reti in 6 anni!). I biancoverdi continuarono per un decennio ad alternare partecipazioni in Promozione ad altre stagioni in Prima Categoria fino ai primi anni ’90, quando nel giro di tre anni passarono dalla Prima al Campionato nazionale dilettanti, portando per primi il calcio giudicariese fuori regione: era
La festa della Settaurense
la squadra di Zaninelli, Volani, Setti, Maraner, gente che per un quinquennio riuscì a mantenere a livelli mai visti la Società del Presidente Angelo Ferretti, l’epoca d’oro dei biancoverdi. Il sogno finì nella stagione 1999-2000, quando la Settaurense ritornò sui campi regionali: un percorso tortuoso, irto di difficoltà, che portò il sodalizio di Storo a fondersi per tre stagioni con la Condinese, pur di mantenere il massimo campionato regionale. Poi, nel 2004, la scelta di riprendere il proprio cammino da soli, separandosi dai canarini di Condino per ripartire dalla Seconda Categoria: una scel-
ta difficile, visto che nonostante gli sforzi dei biancoverdi la promozione rimaneva sempre lontana e stregata perché più volte sfuggita all’ultimo. La fine dell’incubo della seconda categoria finisce nel 2013 quando la squadra di Patron Marco Pellizzari viene promossa in prima categoria. Nel campionato di prima categoria, tra un derby e l’altro, si fa le ossa e dopo due stagioni terminate a metà classifica, viene formata una squadra che punta dritta alla vittoria finale. E così è stato. La rosa di Mister Nicola Giovanelli ha disputato un ottimo campionato trovando, solamente nel girone d’andata, il piccolo ostacolo
rappresentato dalla matricola Riva del Garda che nella prima metà del torneo ha dato filo da torcere all’intero raggruppamento. E così, grazie alla vittoria ottenuta in zona cesarini contro il Pinzolo Campiglio, capitan Cortella e compagni hanno potuto brindare alla promozione con tre giornate di anticipo. «L’anno prossimo – commenta il visibilmente emozionato presidente Pellizzari – sarà dura. Ma la rosa, a partire dal mister, è assolutamente confermata. Faremo alcuni innesti utili a mantenere la categoria e soprattutto dovremmo cercare alcuni under, in quanto il campionato che andremo ad affrontare ne prevede la presenza di fissa. Come società non abbiamo il settore giovanile e questo, prosegue Pellizzari, ci costringerà a pagare una multa salata.» Nell’ultima giornata di campionato in cui i bianco-verdi hanno ospitato il Riva del Garda al termine della quale, oltre alla premiazione di rito, hanno festeggiato insieme a tutti i tifosi. Ora ci saranno diverse settimane per ricaricare le batterie e ripartire a mille per una nuova avventura, quell’avventura chiamata Promozione, guadagnata e meritata sul campo! Marco Maestri
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Europa
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La sua vittoria non può essere definita schiacciante: Van der Bellen ha avuto un consenso pari al 50,3%, rispetto al candidato ultranazionalista dell’Fpö Norbert Hofer, che ha ottenuto una percentuale altrettanto alta del 49,7%. L’affluenza alle urne è stata molto elevata, visto il complessivo 72,7% di elettori, con un 14% dei voti avuti per corrispondenza. Al primo turno del 24 aprile era apparso Hofer come candidato favorito, avendo preso oltre il 35% delle preferenze. Il testa a testa è stato quindi combattuto e vissuto con tensione fino alla fine: il candidato sostenuto dai Verdi ha infatti superato l‘avversario per soli 31 026 voti in più. La destra di Hofer è riuscita a sfiorare la vittoria: circa un cittadino su due lo ha votato. Non a caso il titolo del giornale austriaco Der Standard del 24 Maggio si pronuncia riguardo al voto: “31.026 Stimmen entschieden die Wahl” (31.026 voti hanno deciso l’elezione),
La vittoria di misura del verde Van der Bellen segnalano una forte spaccatura nell’opinione pubblica
Le elezioni presidenziali in un’Austria meno “felix” di Francesca Cristoforetti
N
on è stata una vittoria facile. Fino all’ultimo la popolazione austriaca (e non solo) è rimasta col fiato sospeso, in attesa dei risultati finali del secondo turno per le elezioni del Bundespräsident, il Presidente federale della Repubblica austriaca. Il mentre altri quotidiani austriaci definiscono Van der Bellen un “mezzo presidente”. L’Europa sembra aver preso un respiro di sollievo dopo aver visto il risultato finale delle elezioni: la linea presa dall’Austria
sembra ancora quella europea e non quella delle barriere, per ora. In ogni caso il risultato generale di questa votazione può essere letto in diversi modi, molti dei quali non positivi. I cittadini si sono divisi a metà e
risultato delle votazioni del 22 Maggio è arrivato il giorno successivo, con la vittoria di Alexander Van der Bellen, politico 72enne prima militante nel Partito Socialdemocratico austriaco (Spö) e successivamente sostenitore dei Verdi (die Grünen). in poli opposti. C’è da riflettere se anche l’Austria, nel cuore dell’Europa, sta virando verso una destra nazionalista. Viste le premesse sarà quindi molto difficile per il nuovo presidente riuscire a conquistare la fidu-
cia di coloro che non lo hanno eletto, ovvero quasi la metà. Alexander Van der Bellen, nel suo primo discorso di ringraziamento, sembra essere consapevole di questa forte spaccatura all’interno dell’opinione pub-
blica e soprattutto del suo ruolo delicato in un momento storico così difficile. Indipendentemente dalle proprie posizioni politiche, bisogna dire che se la scelta dell’Austria fosse stata più a destra, le conseguenze in Italia non sarebbero state sicuramente positive. Un’Austria insomma, che non sembra esser più tanto felix.
Collaboriamo ad una ricerca sull’emigrazione dalle Giudicarie in America
Alexander Van der Bellen
James Zanella, americano oriundo di San Lorenzo in Banale, chiede ricordi, corrispondenze e documentazione a famiglie che ebbero emigranti a Pittsburgh e tutta la Pennsylvania occidentale. Si può contattare Zanella alla seguente email: jmz1902@yahoo.com.
“Sogniamo o siam deste?” Lo spettacolo dell’associazione “ArteLares” fa il tutto esaurito con 25 giovani danzatrici Sala teatro di Zuclo-Borgo Lares piena, con oltre 150 persone per la prima esibizione pubblica dell’Associazione “ArteLares”. Uno spettacolo di danza dal titolo “Sogniamo o siam deste?” nel quale protagoniste erano 25 bambine di età eterogenea, dai 4 ai 15 anni, al termine del primo anno del corso di ballo; in platea, tanti genitori e nonni, ma anche tanto altro pubblico. In apertura del saggio, l’esibizione del gruppo di ballerine di Trento D-Lab diretto da Roberta
Manara, che ha proposto un’anteprima del proprio spettacolo 2016 “Time-Lapse”, al debutto vero e proprio l’8 giugno presso il teatro Cuminetti a Trento. Un’anteprima, rivolta anche alle bambine presenti, di quello che potranno fare “da grandi”, attraverso un percorso di studio della danza e di conoscenza del suo mondo e delle sue regole. A fare da trait-d’union fra questi due momenti la presenza di Eva Franchini, presidente dell’associazione “ArteLares”, oltre
Un momento dello spettacolo
che della locale pro loco di Zuclo. Praticante avvocato nella vita, da sempre appassionata di danza, Eva ha fondato nel 2015 l’associazione “ArteLares” (che già nel nome rimanda al neonato comune di Borgo Lares, nel quale ha sede), nella quale – assieme all’insegnante Annalisa Manara – si propone di avviare tanti giovani alla danza, alla sua pratica e ai suoi movimenti, ma anche al suo valore educativo. Una passione che contribuisce anche allo
Un momento dello spettacolo
sviluppo fisico dei giovani e alla formazione della personalità. “Con lo spettacolo “Sogniamo o siam deste” – spiega Eva Franchini - si conclude dunque il primo anno di attività dell’associazione “ArteLares”, che ci ha dato grandi soddisfazioni, anche inattese, essendo di fatto un esordio. I corsi di danza riprenderanno a settembre/ottobre 2016, sempre nella palestra di Borgo Lares; le iscrizioni sono già aperte”. (r.s.)
Attualità
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A come…ambiente! La proposta 2016 dell’Ecomuseo della Valle del Chiese per i grest estivi
È
il titolo della proposta 2016 che l’Ecomuseo della Valle del Chiese rivolge ai grest estivi presenti sul territorio; un’attività tutta dedicata al paesaggio naturale, al patrimonio verde che la valle custodisce, all’affascinante mondo della biodiversità. Da alcuni anni a questa parte l’EcomuPer sostenere l’impegno e l’operato di queste realtà e per offrire alle famiglie un servizio sempre più attento alle loro esigenze, l’Ecomuseo si preoccupa di curare la realizzazione di un volantino unico di promozione delle differenti attività (diffuso in Valle del chiese già da qualche tempo) e soprattutto di organizzare
alcune particolari attività (come laboratori, visite guidate, escursioni) che mette a disposizione dei grest in forma gratuita con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani partecipanti su temi territoriali cari all’Ecomuseo. A partire dalle prossime settimane i bambini potranno scoprire la pro-
seo costituisce un tavolo di lavoro con i molti soggetti territoriali che annualmente si impegnano nell’organizzare settimane di attività per i bambini e i ragazzi del territorio chiesano e non solo, con l’intento di coordinare le diverse proposte e offrire ai partecipanti occasioni di conoscenza della Valle. posta didattica 2016, intitolata A come…Ambiente! e relativa ad un BioBlitz, ovvero una sorta di caccia al tesoro ecologica in cui i bambini sono personalmente coinvolti e stimolati nel contribuire alla ricerca delle tante specie presenti nell’ambiente naturale dove sono soliti vivere e giocare.
L’attività, condotta in collaborazione con il MUSE di Trento, accompagnerà i bambini alla scoperta dell’insospettabile e variegato micro-mondo che si nasconde in ogni dove, con l’obiettivo di riflettere insieme, in un contesto aggregativo e di gioco, sulla biodiversità fra zone antropizzate e wilderness, sui cambiamenti climatici, sull’evoluzione della biodiversità nel tempo e via dicendo. Valore aggiunto della proposta, la possibilità di indagare ogni angolo di territorio e non necessariamente un fitto bosco, perché lo spettacolo della natura è molto più vicino di quanto possiamo forse immaginare.
Bando Incipit, l’Ecomuseo punta sull’enogastronomia locale Un’opportunità per i giovani laureati e laureandi che vogliono mettersi in gioco per il territorio Si intitola “Ruralità di ieri, sviluppo di domani: studio inerente i prodotti dell’enogastronomia della Valle del Chiese” ed è la proposta di studio che l’Ecomuseo della Valle del Chiese ha candidato nell’ambito di INCIPIT, il progetto di mutualità innovativa de La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, volto a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani locali, attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca proposti dalle Aziende e dagli Enti che operano nel territorio di competenza della stessa. Un’opportunità per i giovani non solo per investire le loro conoscenze di studio in favore del territorio, ma anche per approfondirne la conoscenza. Il progetto promosso dall’Ecomuseo è finalizzato alla creazione di una mappa territoriale della Valle del Chiese relativa alle tipicità enogastronomiche, che raccolga i prodotti e i produttori presenti sul territorio illustrandone le caratteristiche. Uno studio certosino sulle tipicità locali che porti ad un’attenta analisi delle tipicità chiesane, ad una documentazione del materiale fotografico (sia storico che attuale) inerente i prodotti tipici ed il pae-
saggio agricolo della Valle del Chiese. Il tutto supportato da un’attività di comunicazione e diffusione della conoscenza, che metta in risalto, fra gli altri, gli elementi distintivi della produzione della valle e i possibili scenari di sviluppo. La proposta progettuale si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Mappa dei Prodotti locali MaB”, promossa all’interno del piano di azioni della Riserva della Biosfera UNESCO Alpi
Ledrensi e Judicaria dalle Dolomiti al Garda, alla quale l’Ecomuseo della Valle del Chiese aderisce in collaborazione con il vicino Ecomuseo della Judicaria e che vedrà la preziosa ed imprescindibile partecipazione della condotta Slow food Valle del Chiese e Giudicarie e della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, cui l’Ecomuseo è associata. Al bando possono partecipare stu-
denti regolarmente iscritti ad un percorso universitario o post-universitario che abbiano già sostenuto più dei due terzi degli esami previsti dal proprio percorso universitario (laurea di primo o secondo livello); giovani che abbiano concluso il proprio percorso universitario da non più di 30 mesi (laurea di primo o secondo livello) e giovani che stiano frequentando un dottorato o master post-universitario. Ad ogni progetto La Cassa Rurale riconosce un incentivo economico di importo minimo di Euro 1.000 che potrà essere incrementato fino ad un massimo di 5.000 euro. La domanda di partecipazione al bando INCIPIT dovrà essere compilata on-line tramite il sito www. prendiilvolo.it entro le ore 12.00 del 30 giugno 2016. Le candidature verranno successivamente vagliate da una apposita Commissione di Valutazione. L’esito della selezione verrà comunicato ai candidati entro la metà di luglio 2016. Per maggiori informazioni sul bando per i giovani www.prendiilvolo. it, per maggiori info sul progetto dell’Ecomuseo della Valle del Chiese info@ecomuseovalledelchiese.it
I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.
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Arte
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Da Segantini, a Depero a Moggioli… ai giovani d’oggi. Presenti anche opere di tre giudicariesi: Carlo Sartori, Alessandro Togni, Gianluigi Rocca
“Il nostro lavoro”: la mostra a Palazzo Trentini Un progetto, ha ricordato nel corso dell’inaugurazione il Presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, nato con l’obiettivo di far riflettere i ragazzi delle classi coinvolte sul loro modo di vivere il lavoro, sulle speranze che vi ripongono, sulle problematiche riscontrate e che temono di incontrare nel loro futuro. Accanto alle numerose opere dei ragazzi - che hanno sperimentato le più svariate tecniche e forme espressive, realizzando anche gli allestimenti (che resteranno in dotazione degli spazi espositivi del Palazzo), il catalogo e il materiale divulgativo – sono presenti in mostra 25 dipinti, 15 sculture e una ventina di incisioni di artisti trentini dall’Ottocento ai giorni nostri, da Prati a Moggioli, Segantini, Depero, Garbari, Bonazza, Wolf fino a Senesi, Verdini, Disertori e a contemporanei come Lome, e moltissimi altri. Fra questi nomi importanti sono presenti nel suggestivo percorso espositivo anche tre giudicariesi, con proprie opere: Carlo Sartori, con i suoi olii su tela che narrano vicende rurali e contadine attraverso i personalissimi colori “caldi”, vero e proprio marchio di fabbrica ed intitolati “El gerlo dei pomi de la Beppina” del 1981 e “Il grano per il mugnaio” dl 1979; Gianluigi Rocca con un particolare quadro del 2015 (matita colorata su carta) dal titolo “Le spoglie”, nel quale a farla da padrone sono un fascio di vecchi chiodi di ferro artigianali di tanti
Lavoro, in tutte le sue declinazioni. Che c’è, che manca, che c’era; che piace, che non è all’altezza delle aspettative, che produce benessere. Questo il tema, suggestivo e più che mai attuale, della mostra “Il nostro lavoro”, inaugurata il 27 maggio a Palazzo Trentini a Trento, sede del Consiglio provinciale. Un percorso espositivo suggestivo, ideato dalla Presidenza del Consiglio provinciale e condiviso nella primavera del 2015 con il Liceo artistico Alessandro Vittoria di Trento, l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le arti Grafiche e il Liceo Artistico di Pozza di Fassa.
L’opera di Alessandro Togni
anni fa, che rimandano in modo molto diretto al mondo del lavoro e alle sue dinamiche. Infine, Alessandro Togni, grafico e conoscitore dell’arte in tutte le sue manifestazioni, passando trasversalmente tra generi e tecniche: per questa mostra propone un’incisione grafica realizzata al computer dal titolo: “Per la luce, attraverso gravità alleggerite”, opera dedicata all’ingegner Claudio Marcello, il progettista della Diga di Bissina in Valle di Daone. Opera intensa e impegnativa, con rimandi alla dinamicità del concetto elettrico e che strizza l’occhio ad un certo futurismo di Depero e al suo “Motociclista”. Le opere di Togni e Rocca sono collocate in un passaggio che, simbolicamente, accompagna il visitatore dalle opere degli artisti del passato a quelle degli studenti e dei contemporanei.
L’accostamento con le rappresentazioni del lavoro del passato hanno, nelle intenzioni degli allestitori, l’obiettivo di ricreare un dialogo tra le generazioni di ieri e di oggi e di aumentare la consapevolezza, tra i giovani, dell’importan-
za della conoscenza del passato per capire il presente e definire un progetto per il futuro. Protagonista: il lavoro nelle
sue numerose declinazioni, coniugato al plurale per la sua diversità e per le diverse competenze che spesso implica: il
lavoro che c’è, il lavoro che manca, il lavoro che ci dobbiamo a volte inventare. Come quello che svolgeva Valeria Solesin, la ragazza tragicamente scomparsa a Parigi nella triste notte del Bataclan, il cui ritratto appare in mostra accanto a quello delle ragazze dell’Erasmus, morte in Spagna pochi mesi fa, mentre rincorrevano sogni e desideri interrotti per sempre. “Grazie a Valeria” ha detto Dorigatti “che con il suo sorriso e il suo coraggio ci infonde la voglia di continuare a sognare un’Europa di giustizia sociale, di lavoro e di dignità per tutti: quell’Europa di libertà e di diritti che ci siamo conquistati e che non siamo disponibili a farci strappare”. A Palazzo Trentini in via Manci 27 a Trento, fino al 25 giugno prossimo. Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, il sabato dalle 9 alle 12. Chiuso la domenica e i festivi. (r.s.)
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Memoria
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Quei Giudicariesi internati dall’Esercito Italiano Durante la Prima Guerra mondiale furono numerosi gli internamenti di individui “inaffidabili” o presunti tali E’ finita. Su quattro anni di orrori, devastazioni, privazioni e sofferenze per la gente delle Giudicarie finalmente cala il sipario. E cala al suono degli scarponi in marcia di un nuovo esercito, di una nuova nazione, per la cui vicinanza in passato le Giudicarie e tutto il Trentino (compresi i territori della Venezia Giulia) erano stati trattati con sospetto se non con aperto odio dai propri “fratelli” della Corona d’Asburgo. “Fratelli” che non avevano esitato ad eseguire internamenti di persone sospettate di irredentismo e negli ultimi anni di guerra, spinti dalla fame o da puro spirito di prevaricazione, anche a compiere sui civili ruberie, violenze e minacce, tanto che alla stremata popolazione trentina la parola di “liberazione” ripetuta dai soldati italiani sembrò quanto mai appropriata. Tuttavia anche il nuovo esercito “liberatore” iniziò ad avere dei particolari riguardi verso i popoli “liberati”. Già prima dell’inizio della guerra, per la zona delle Giudicarie, i servizi segreti italiani potevano contare su un efficiente sistema di informazione, coordinato e diretto dal Gen. Tullio Marchetti, capo dell’Ufficio Informazioni della I° Armata italiana, oriundo di Bolbeno. Per tutta la durata della guerra, i territori vicini alla prima linea furono tenuti sotto osservazione, e con essi anche le popolazioni che ancora abitavano le zone non
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di Aldo Gottardi
iario di Donato Perli, 3 novembre 1918: “Ieri sera verso notte incominciò la partenza in massa dei militari da Tione per la Rendena. Alle 7 incominciarono a cadere nei pressi di Tione le bombe da 15; la popolazione costernata si riversò negli avvolti e nelle cantine dove vi rimase per tutta la notte (…). Da Bondo arrivano carri e soldati a iosa e proseguono verso Campiglio. Circa le 10 anevacuate. Non ci si aspettava che tutto il Trentino fosse irredentista, e bisognava appurare chi nei paesi fosse apertamente “austriacante” o comunque si dimostrasse persona poco affidabile nel caso di una vittoria italiana e una annessione del territorio. Molti furono i rapporti degli informatori e degli “agenti segreti” che per tutta la guerra furono depositati sulla scrivania del Generale Marchetti. Uno di questi, redatto il 24 luglio 1915 dall’infiltrato cecoslovacco nel Nachrichtenabteilung (ufficio del contro spionaggio austriaco) caporale Joszef Ryant, descrivendo le persone “inaffidabili” in Giudicarie, scrive “I contadini sono aizzati dal decano di Tione (don Perli) persona molto pericolosa.” Alla fine della guerra, la situazione di diffidenza verso la popolazione giudicariese e trentina non era mutata: a fronte di una minoranza di ferventi irredentisti (perlopiù provenienti dagli ambienti cittadini o dalle classi borghesi) e dall’altra di una di aperti filoasburgici (alcuni dei quali, più in vista, erano fuggiti), c’era la maggioranza di persone sostanzialmente neutra sulla quale
il nuovo esercito doveva fare chiarezza riguardo alle proprie “simpatie”. E uno dei metodi utilizzati a questo scopo fu l’internamento. Già tristemente noto in ambito austriaco (si pensi ad esempio al campo di Katzenau), anche nell’esercito italiano fin dall’inizio della guerra si attuarono internamenti di individui inaffidabili o presunti tali. Questo man a mano che si occupavano i primi territori dell’Impero Austro-Ungarico, per poi proseguire anche durante il periodo di occupazione militare del Trentino (novembre 1918-agosto 1919). Le categorie che finirono in internamento non furono solo i già sospettati, o coloro che ricoprirono cariche politiche (22 novembre 1918, Notiziario N°3 dell’Ufficio Informazioni della I°Armata: “La restituzione all’Austria, l’allontanamento o l’internamento di vari funzionari od esercenti mandato politico ed amministrativo si ritiene indispensabile.”), ma anche gli ex soldati dell’Impero che lentamente ritornavano alle loro case. Per loro, oltre al sospetto di essere filoasburgici, si temeva anche un contagio di idee bolsceviche “contratto” durante il loro servizio (o prigionia) sul fronte rus-
timeridiane si sparge la voce che gl’italiani abbiano rotto le prime linee tra Lardaro e Creto. Subito dopo mezzodì altre voci dicono che i nostri si sieno arresi in massa, e che gl’italiani si avanzino in fretta verso Tione. (…) Alle 4 pomeridiane una compagnia d’italiani detti gli “arditi” arrivò da Bondo e sostò a Brevine. (…) Alle 9 pomeridiane del 3 novembre arrivò la truppa italiana.” so. Da una testimonianza si viene a conoscenza che i primi di novembre, dopo l’arrivo delle truppe italiane in Giudicarie, circolò un proclama per il quale determinate persone (ex militari e autorità comunali) dovevano presentarsi al comando militare italiano a Tione. Una volta arrivate, queste persone furono ordinate in colonne ed avviate nei campi di internamento nel bresciano e nel torinese. A confermare questa fonte, vi è una supplica inviata dai sindaci del Distretto politico di Tione nel novembre 1918 al Tenente Generale G. Pecori Giraldi, Comandante della I°Armata e nominato governatore di Trento, che coordina-
va gli internamenti per i territori di sua competenza. Si chiedeva di porre fine alla situazione e, se non fosse possibile, di riportare gli internati nei propri paesi in Giudicarie per lavori utili alla ricostruzione: “Adesso si sono molti riuniti alle loro famiglie portandovi gioia colla presenza ed aiuto per le più urgenti necessità. Il provvedimento dell’internamento di tutti questi come prigionieri di guerra iniziato dal Comando di Presidio di Tione pei quali scade il termine di presentazione entro il giorno 15 corr. Novembre, oltre che offuscare il primo raggio di libertà dopo tanti anni di servaggio, sembrerebbe, a sommesso parere dei
producenti, non solo inutile ma dannoso in ogni riguardo.” Per tutto questo periodo, in tutto il Trentino furono migliaia i civili od ex militari che vennero allontanati dalle loro case e sistemati in campi provvisori, i maggiori ad Isernia e a Castellammare, spesso a condizioni igienico-sanitarie precarie (non mancarono i morti). Fortunatamente i provvedimenti dell’esercito furono ben presto rivisti più volte, e grazie anche all’intercessione dello stesso Marchetti (“Facciamo in modo di mantenere la popolazione trentina in felicità, eliminando, almeno in parte, gli inevitabili inconvenienti nel trapasso di una regione all’altra.”) iniziarono ad essere rilasciati i primi trentini e giudicariesi. Il 20 marzo 1918 si pose fine agli internamenti, anche se si proseguì con gli allontanamenti fino al gennaio 1919. Una vicenda, questa, ancora avvolta da un ingiusto silenzio.
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Centenario Grande Guerra
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Ecco il seguito dei sempre più tragici avvenimenti di un altro mese di cent’anni fa. «Giovedì 1 giugno 1916 - Mare del Nord: battaglia dello Jutland, una sorta di vittoria inglese. L’ammiraglio tedesco Scheer ha riportato la Flotta d’alto mare alla base. Ha perduto un incrociatore da battaglia, una nave della classe precedente, le corazzate, quattro incrociatori leggeri e cinque cacciatorpediniere. L’ammiraglio inglese Jellicoe, pur rimanendo padrone del campo sul Mare del Nord, ha perso tre incrociatori da battaglia, quattro incrociatori corazzati e otto cacciatorpediniere. I morti: 6.094 marinai britannici, 2.551 tedeschi. La differenza di perdite spinse il Kaiser a considerare la battaglia una vittoria. Comunque, Jutland non fu una vittoria tedesca: anche se la Flotta d’alto mare aveva perso meno navi rispetto alla Grande flotta, che aveva subito danni maggiori nelle navi che non affondarono. Con questa situazione non poteva rischiare di sfidare di nuovo la Grande flotta. Che sia stata una sorta di vittoria inglese nessuno oggi lo nega. Che non sia stata una vittoria decisiva è altrettanto indiscutibile. Sir John Jellicoe è stato l’unico uomo di entrambe le parti in conflitto che avrebbe potuto perdere la guerra in un pomeriggio. 2 giugno. - Fronte italiano: battaglia degli altipiani. Gli Austriaci sono avanzati a nord in Valsugana, al centro sull’altipiano di Asiago, a sud-ovest in Val d’Astico, in Vallarsa e in Val Lagarina fino a una ventina di chilometri oltre le posizioni iniziali. Le prime linee, però, a causa della forte avanzata dei giorni precedenti, hanno perso un po’ i contatti con le retrovie e le linee di rifornimento. 4 giugno. - Fronte orientale: offensiva russa, le linee austriache nel caos. Offensiva russa agli ordini del generale Aleksej Brusilov, che comanda il settore meridionale del fronte. Le operazioni sono state anticipate rispetto ai programmi, in risposta all’appello di Cadorna, che temeva un rafforzamento delle forze austriache impegnate nell’offensiva in Trentino con truppe del fronte orientale. Le quattro armate di Brusilov contano 38 divisioni, poco di più delle 37 austriache. L’attacco nasce anche come azione di diversione in appoggio al colpo principale, previsto più a nord. Ma proprio perché imprevisto ha un effetto micidiale. Un possente tiro d’artiglieria getta nel caos le linee austriache e apre numerosi varchi nelle barriere di filo spinato. In un solo giorno i Russi fanno 26.000 prigionieri, anche se il loro attacco si esaurisce progressivamente fino a bloccarsi il 24 settembre. 5 giugno. - Mare del Nord: a nord-ovest di Scapa Flow (isole Orcadi, estremità settentrionale della Scozia) un
Guerra 1914-18 mese per mese -- Giugno 1916
L’offensiva austriaca contro l’Italia si fa sempre più aspra Nello Jutland, a Verdun e in Arabia i combattimenti sempre più agguerriti Un altro mese “anniversario” anche o inutile o noiosa, di Mario Antolini Muson di guerra con l’obbligo di conma che, invece, per le pertinuare la già troppo lunga sequenza dei tristi avve- sone sensibili e culturalmente protese all’aggiornanimenti che stiamo raccogliendo su queste pagine, mento delle propria conoscenza può e deve costituianche se solo in parte. La “inutile strage” prose- re una favorevole ed opportuna occasione per “non gue senza che se ne intraveda la fine. È un elenco dimenticare” quanto è accaduto e per “riflettere” doloroso e terribile, la cui lettura potrebbe, forse, su situazioni da tener sempre presenti affinché non risultare per gli indifferenti e gli insensibili magari accadano più. sommergibile tedesco affonda l’incrociatore britannico Hampshire. A bordo c’era il ministro della Guerra, Lord Horatio Herbert Kitchener, diretto in Russia. Sgomento in Gran Bretagna e fra le truppe del fronte occidentale. / Fronte orientale: Avanzata russa, gli Austriaci sopraffatti. Continua l’offensiva di Brusilov su un fronte di 350 chilometri. La IV armata austriaca è sopraffatta dall’VIII russa, che conquista il centro di comunicazioni di Lutsk e avanzerà di circa sessanta chilometri rispetto al punto di partenza. / Londra: processo al pacifista Bertrand Russell, che si vede comminata una multa di 10 sterline per aver pubblicato un volantino a sostegno dell’obiezione di coscienza. / Medina: rivolta araba a Medina, repressa dai Turchi. “Rivolta araba”, capeggiata dallo sceriffo della Mecca Husayn, alle porte della città controllata dai Turchi. I ribelli, 50.000 uomini male armati (solo uno su cinque ha un fucile) sono respinti dai Turchi. A Gedda, sul Mar Rosso, sbarcano in segreto alcuni consiglieri britannici: uno è il capitano Lawrence. 7 giugno. - Fronte occidentale: Non c’è tregua a Verdun. I Tedeschi a Verdun occupano le rovine del forte di Vaux martellato dai bombardamenti: dopo aver resistito strenuamente nei sotterranei, esausti e ormai privi di acqua i Francesi sopravvissuti si arrendono. Senza soste i combattimenti e i tiri d’artiglieria. 8 giugno. – Fronte arabo: lo sharif della Mecca Al-Husayn ibn Ali sottoscrive un trattato di alleanza con il Regno Unito e Francia: inizia la “Rivolta Araba”: le popolazioni arabe dell’Hegiaz insorgono contro la dominazione ottomana. 10 giugno. - Roma: non passa alla Camera il disegno di legge per l’esercizio provvisorio del bilancio 1916-1917, che coinvolge tutta la politica del governo e assume una singo-
Una cruda immagine della battaglia di Verdun
lare importanza per la gravità del momento storico. Cade il governo Salandra: i voti 158 a favore, 197 contro, 3 gli astenuti, 98 i deputati che hanno lasciato l’Aula. / Il governo italiano voleva scaricare Cadorna. Nei giorni precedenti si erano acuite le tensioni tra il governo e il Comando supremo, con Cadorna fermo nel rivendicare l’autonomia del suo operato e il Consiglio dei ministri, con Salandra in testa, e alcuni deputati e senatori persuasi della necessità di affidare a un altro uomo il Comando supremo. Altri politici e il re hanno pensato, invece, che non fosse il momento opportuno per la sostituzione del generalissimo, che oltretutto aveva saputo fermare la grande offensiva austriaca sugli altipiani. 11 giugno. - Fronte arabo: bombe inglesi su Gedda. Due incrociatori e tre idrovolanti britannici bombardano le postazioni turche nel porto di Gedda e a nord della città. 12 giugno. - Roma: il governo Salandra presenta le proprie dimissioni al re. / Fronte orientale: in otto giorni i Russi hanno catturato 190.000 austriaci. Il generale Brusilov annuncia di aver catturato, in otto giorni di offensiva, 2.992 ufficiali e 190.000 soldati austriaci, 216 cannoni pesanti, 645 mitragliatrici, 196 obici. Il successo maggiore a sud, tra il Dnestr e i Carpazi: la VII armata austriaca è spez-
zata in due, perde da sola 100.000 uomini, per lo più fatti prigionieri, ed è costretta a una ritirata completa. 13 giugno. - Fronte arabo: gli Arabi, che grazie all’artiglieria e a forze numericamente superiori hanno schiacciato in una seconda battaglia i turchi a Medina, conquistano La Mecca. 16 giugno. - Fronte italiano: nel giorno in cui il generale Conrad rinuncia a proseguire l’offensiva iniziata il 15 maggio in Trentino (anche perché i rovesci subiti dall’esercito austriaco da parte dei Russi impongono l’invio di rinforzi sul fronte orientale) il generale Cadorna ordina la controffensiva italiana. La I.a armata avanza nell’altipiano di Asiago. Gli Austriaci sulle prime tengono. Cadorna ha costituito in pochi giorni una nuova armata italiana, la V.a, con truppe sottratte in gran parte al fronte dell’Isonzo e con altre rimpatriate dall’Albania e dalla Libia. L’idea di una nuova armata, raccolta nella piana vicentina, è stata concepita nei primi giorni della grande offensiva austriaca, come estrema difesa della pianura, se il nemico avesse vinto la resistenza della I.a armata, e come arma di una controffensiva in caso di tenuta delle linee italiane sui monti. La V.a armata è affidata al generale Frugoni. / Fronte arabo: Gedda cade nelle mani dei ribelli arabi.
18 giugno. - Roma: nasce il governo Boselli, detto di coalizione nazionale. Presidente del Consiglio è Paolo Boselli, 78 anni. 23 giugno. - Fronte occidentale:ultimo assalto a Verdun. Nella notte i Tedeschi hanno bombardato le postazioni francesi con un nuovo gas al fosgene, la “Croce verde” (dal marchio sui fusti che lo contengono), che avvelena uomini e cavalli, e poi i medici accorsi a curare i feriti. È l’inizio dell’ultimo grande tentativo di espugnare Verdun. All’alba 30.000 soldati vanno all’assalto, annientano una intera divisione francese di 5.000 uomini e conquistano Thiaumont, tre chilometri e mezzo a nord di Verdun e Fleury, ma vengono bloccati prima del forte di Souville, ultima roccaforte in difesa di Verdun. I Francesi attendono con ansia la prevista offensiva inglese sulla Somme, che dovrebbe alleggerire la pressione tedesca. Nella notte cresce la loro determinazione. Passa alla storia l’ordine del giorno del generale Nivelle: «Ils ne passeront pas! - Non passeranno!». A Verdun i Tedeschi hanno perduto 350.000 uomini. Alla fine, in questo singolo settore del fronte occidentale i Tedeschi persero oltre 350.000 uomini per occupare una terra di nessuno ridotta a un immenso cratere, grande quanto la metà di Berlino. 24 giugno. - Fronte italiano: fallita la Strafexpedition. Le truppe austriache impegnate nella battaglia degli altipiani ripiegano su una linea più idonea alla difensiva. È una linea intermedia tra le posizioni iniziali e quelle raggiunte il 16 giugno: mantengono le posizioni acquistate alle due estremità del fronte, sul Pasubio e in Valsugana, e si ritirano dall’alta Vallarsa e dalla conca di Asiago. La Strafexpedition era fallita perché, come sempre nella guerra di posizione, il grosso successo iniziale di un’offensiva ben preparata
si esauriva rapidamente per il logoramento delle fanterie attaccanti e per l’impossibilità di spostare in avanti le artiglierie medie e pesanti, mentre la difesa avversaria si rafforzava con l’afflusso di riserve. Conrad aveva sperato che un grosso successo contro l’Italia rilanciasse il ruolo dell’esercito austro-ungarico e, invece, doveva riconoscere che la continuazione della guerra austriaca dipendeva più che mai dall’aiuto tedesco. Perdite durante l’offensiva di Conrad in Trentino: morti e feriti italiani 34.700, austriaci 28.000; dispersi italiani 41.400, austriaci 2.000. / Fronte occidentale: fuoco dell’artiglieria inglese sulla Somme. Il primo ministro francese Aristide Briand incontra sir Douglas Haig, comandante in capo del corpo di spedizione britannico, chiedendogli di anticipare l’attacco sulla Somme, previsto per il 29 giugno. Haig gli manifesta l’impossibilità di cambiare i piani dell’offensiva, ma dà ordine di cominciare subito lo sbarramento preliminare dell’artiglieria. Oltre 1.500 tra obici e cannoni iniziano a fare fuoco su un fronte di circa 20 chilometri. 29 giugno. - Fronte italiano: gli Austriaci impiegano per la prima volta i gas asfissianti sul fronte italiano. Attacco all’alba, con una miscela di cloro e fosgene, tra il San Michele e San Martino del Carso. Centinaia di Italiani muoiono all’istante, altri, in agonia nelle trincee, vengono brutalmente finiti dai soldati austriaci che sono passati all’assalto armati di mazze ferrate, altri ancora si ritirano dalla prima linea in cerca di soccorso, ma molti non sopravviveranno. Seguono mischie furenti, attacchi e contrattacchi (sospinto dal vento, il gas non è arrivato in tutte le postazioni italiane) al termine dei quali gli Austriaci sono risospinti nelle loro posizioni di partenza. Seimila all’incirca le vittime italiane. 30 giugno. - Per l’Italia oltre mezzo milione di perdite in sei mesi. Nei primi sei mesi del 1916 le perdite italiane (morti, feriti, dispersi, prigionieri, ammalati) sono state 524.760. Molti dei feriti e degli ammalati saranno curati e ritorneranno nelle loro unità».
Centenario Grande Guerra E Gianni Poletti precisa: “La popolazione giudicariese condivise nella Grande Guerra una vicenda con molte facce comuni: soldati mandati a combattere su lontani campi di battaglia; un fronte sul territorio che attraversava valli e montagne che andavano dal Càdria all’Adamello e alla Presanella; e quindici paesi evacuati con profughi ospitati nelle retrovie di Tione, in Val Rendena e nelle Esteriori”. Lo stesso Autore opportunamente annota: “Il rivisitare le «storie dei profughi» diventa oggi un’opportunità per riconoscere elementi di unità e di identità delle Giudicarie”. Tornando alle vicende belliche, “dopo i giorni «carichi di tribolazione e di desolazione, di pianto e anche di fame» seguiti alla dichiarazione di guera dell’Italia con l’Austria il 24 maggio 1915, l’ordine di partire dal territorio del Chiese fu perentorio, ben definito dai dispacci delle rispettive autorità militari (italiane e austroungariche) e messo in pratica. Quasi tutti gli abitanti – donne, vecchi e bambini – dovettero preparare il necessario da portare con sé ed in poche ore lasciare le proprie case per iniziare il loro lungo periodo di esilio”. Per quanto riguarda le popolazioni dei paesi nell’ambito austroungarico, le pagine citate - a firma di Antonio Armani e Maddalena Pellizzari - riportano: “Come dimostra la tabella con i dati di sintesi, gli abitanti della Valle del Chiese a nord di Condino furono equamente distribuiti fra la Busa di Tione, la Val Rendena e le Giudicarie Esteriori. Qualcuno fu ospitato poi a Bondo e Breguzzo e altri nella zona di Storo. Riassumendo: nelle Giudicarie Esteriori 2.175 profughi, in Val Rendena 1.882, nella Busa di Tione 1.966, a Bondo e Breguzzo 308, in zona di Storo 155; in totale 6.486 profughi”. Importante la precisazione dettata dagli estensori dell’indagine: “A differenza di quanto accadde alle famiglie profughe verso le regioni interne dell’impero austroungarico, le comunità della Valle del Chiese non venero smembrate: gli abitanti di uno stesso paese non vennero divisi in luoghi diversi o troppo lontani fra loro, ma trovarono alloggio ed ospitalità in uno stesso centro abitato o centri relativamente vicini. Questo permise di mantenere quei legami di carattere familiare, parentale e di comunità che aiutarono a rendere meno difficile la situazione di quelle persone”. Entrando nel merito dei singoli paesi si evidenziano i seguenti dati: a Cìmego dei 722 abitanti ne vennero evacuati 613; a Castel Condino dei 586 abitanti vennero evacuate 474 persone; a Cologna dei 240 abitanti, evacuati 213; a Prezzo venero sfollate 370 persone sui 426 abitanti; a Creto vennero coinvolte 194 persone rispetto ai 330 abitanti; a Por247 persone dovettero partire sui 297 abitanti; a Strada lasciarono il paese 197
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Giugno 1916 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
Il doloroso calvario dei “profughi” del Chiese di valle in valle Giugno 1916: in Giudicarie acqua, freddo, gran fame e cibarie “a tariffa”
In questo mese credo opportuno “uscire” dalle cronache mensili centenarie per accennare ad un fenomeno dimenticato da troppi Giudicariesi, e da troppo tempo, e portato finalmente in luce dall’ultimo numero di Judicaria, il 91, dedicato ai “Lontani da casa. persone rispetto ai 302 abitanti; ad Agrone evacuate 302 persone su una popolazione di 344 abitanti; a Bersone l’evacuazione interessò 302 persone sui 344 abitanti; a Daone che contava 716 abitanti, le persone costrette a lasciare la propria casa furono 586; a Praso furono 422 le persone profughe sui 525 abitanti, ma 24 famiglie si fermarono a Roncone; a Lardaro che contava 335 abitanti a lasciare il paese furono 263 persone; Roncone fu l’ultimo paese costretto ad evacuare, contava 1.560 abitanti e d questi 1.213 furono costretti ad evacuare; anche l’Ospitale di Strada dovette trasferire tutti i propri degenti. Queste non sono che poche righe della citata rivista che mi auguro sinceramente che venga diffusa in tutte le Giudicare e soprattutto in tutte le scuole di ogni ordine e grado, nonché distribuita agli alunni perché si facciano positiva ed alacre “catena” di trasmissione di una storia che non deve e non può rimanere sconosciuta a chi si susseguirà a vivere in queste nostre meravigliose vallate. Ciò premesso ecco alcuni riferimenti al giugno 1916 attraverso i diari del tenente Hecht dal Nòzzolo-Càdria nella Valle del Chiese e del decano Perli da Tione. Il primo, fra l’altro, annota: «1°giugno. Oggi abbiamo sparato a un aereo che lanciava volantini su Bondo proprio mentre noi (austroungarici) stiamo cercando di a sfondare nel Veneto dagli Altipiani. Che spreconi di aerei sono mai gli Italiani! - 8 giugno. Ora si spara sugli Italiani con armi catturate a loro e ai Russi; a loro volta ci ricambiano con la armi catturate a noi. Oh! Le armi sono proprio insensibili! / Dall’avamposto c’è la splendida vista sul Lago di Ledro: si scorgono i baraccamenti e gli sbarramenti nemici (italiani) nel fondovalle. D’improvviso la nostra batteria apre il fuoco contro la ridotta nemica; alcuni Italiani che stavano al sole spariscono di colpo nelle caverne. - 10 giugno. Altro grave incidente: una mina nemica scoppia sotto i piedi di una nostra pattuglia: il caporale e tre uomini restano uccisi, un altro ferito.
Profughi giudicariesi della Grande Guerra”. Nel presentare la pubblicazione monografica Graziano Riccadonna annota che “i profughi giudicariesi restano ignoti, ignorati dalle strategie e condannati ad un esilio peggiore, quello della storia”.
Profughi giudicariesi
- 13 giugno. Un sergente riesce a catturare due prigionieri italiani: al rientro una potente mina nemica esplode sotto i loro piedi; un prigioniero resta morto, tre Kaiserjäger sono fatti a pezzi e un quarto ferito. / A sera si vede un incendio sulle pendici del monte Avelino mentre dalla Val Daone proviene il rumore incessante d’artiglierie, di mitraglie e di fucili. - 19 giugno. Nel pomeriggio la batteria di quota 1534 spara contro la nostra di Grotta Bianca: è assordante il fuoco a tamburo dei cannoni che sparano con minime dissonanze da meno di 2.000 metri di distanza. Nel tempo stesso pare che il nemico abbia attaccato Plaz con un battaglione. Non credo che attacchi anche qui : c’è il più calmo tratto di tutti i fronti di guerra europei». Se si confrontano queste cronache di piccole ed insignificanti scaramucce con quelle delle battaglie elencate nella pagina precedente, si ha la netta sensazione che la guerra/guerra è su ben altri fronti; qui, invece, - sui due fronti giudicariesi a sud e ad ovest – “si gioca alla guerra” per accontentare il presuntuoso orgoglio di qualche ufficiale che vuole sparare tanto per sparare per avere poi sulla coscienza qualche soldato fatto morire inutilmente. Di ben altra visione di guerra il diario del Perli. «4 Giugno. Negli ultimi giorni di maggio le potenti flotte inglese e germanica si misurarono per
bene nel mare di Schagerrat, dove comparvero 150 navi da guerra. L’Inghilterra vi perdette 11 delle sue grosse navi e diverse torpediniere. Dicono i giornali che fu la più grande battaglia navale della storia. / Durante la guerra la salute fisica nei nostri paesi si è mantenuta generalmente ottima. Le persone, però, dimagriscono. Ciò che più contribuisce alla denutrizione è la totale mancanza di grassi pei condimenti. / Il caffè salì a corone 12 al chilo; il formaggio a 11; il sapone, molto scadente, a 4,50; i fagiuoli a corone 1. - 9 Giugno. Ieri l’altro una mina buttò in fondo al mare di Schagerrat una grossa nave inglese sulla quale viaggiavano per Pietroburgo ufficiali inglesi e il ministro delle finanze Kilchener. Sono tutti periti. / La Russia, per arrestare l’offensiva austriaca contro l’Italia, aprì essa un’offensiva contro l’Austria nella Galizia orientale. - 10 Giugno. Tutti i giorni sempre acqua e freddo a tutto danno delle campagne. Quei di Roncone si sono ritirati un po’ alla volta nel loro paese e su per le loro cascine del monte. Il loro parroco si
reca laggiù ogni sabato per le funzioni festive che si fanno non nella chiesa troppo in vista alle bombe italiane (dal Palone) ma in una cappelletta a ponente del paese. / L’amministrazione militare ora requisisce altri 400 bovini dal nostro distretto giudiziale, ed i proprietari devono condurglieli fin a Campiglio! Ogni capo non deve pesare meno di 2 quintali al prezzo di corone dalle 250 alle 300 peso vivo. La carne macellata si paga corone 5; il salame (com’è) corone 13; il vino da pasto (acqua colorata) corone 1,60; la birra 0,68; 4 ciliegie corone 1,60; un uovo 22 centesimi. Così la tariffa. - 16 Giugno. La Russia si è nuovamente presentata ai confini della Gal-Bucovina con altri due milioni di combattenti invadendo la Bucovina. / In Italia è caduto il ministero Salandra. - 20 Giugno. Un battaglione di soldati ritornati dai monti portavano l’impronta di una stanchezza fisico-morale da far pietà. - 23 Giugno. L’offensiva austriaca al confine italiano fu sospesa per correre contro la Russia ad arrestarne i progressi in Bucovina.
Il generale V. Dankel, che comandava tutta l’armata del Tirolo meridionale, fu messo in disponibilità. Il nuovo ministero italiano, con a capo il vecchio Boselli, conta 19 ministri per compromettervi e condividere le responsabilità del momento presente fra tutti i partiti, compresovi il cattolico benché minuscolo. / I nostri prati sono ancora tutti da falciare perché i lavoratori, oltre che la mercede in danaro, domandano anche il vitto in proporzione non della farina che ognuno riceve colla tessera ma dell’appetito. / I nostri prigionieri in Russia ci fanno sapere di trovarsi male e di essere arcistufi del loro esilio. / L’Intesa continua a ritirare dall’America materiale da guerra e farine per miliardi. - 29 Giugno. Ieri anniversario del delitto di Seraievo: il battaglione cacciatori, stazionato qui da pochi giorni, assistette ad un ufficio funebre in chiesa eseguito inappuntabilmente da un coro di soldati stessi. Da quel delitto quanto sangue inondò l’Europa! / I nostri confini vengono rinforzati con nuovo materiale umano (scusate è una parola d’attualità). / A Verdun la titanica lotta arde ininterrottamente. / I nostri arrestarono i Russi alle falde dei Carpazi orientali. / Anche coloro del popolo che possono saziare la fame si lamentano che dopo il pasto han più fame di pria, hanno cioè un appetito più frequente e più esigente che in passato. Questa singolarità del momento presente dipende certamente perché i cibi sono malamente confezionati e più malamente conditi. Taluni mangiano le insalate col sale e aceto senza alcun altro condimento!». Vi è bisogno di parole di commento? Queste cronache. che portano l’eco di terribili mesi di un secolo fa, possono essere lette solo come un qualsiasi romanzo. o come un distensivo giallo, od un semplice fumetto?
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Attualità
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Profughi giudicariesi della Grande Guerra: l’approfondimento del numero 91 di “Judicaria”
“Lontanidacasa”,l’epopeadeigiudicariesi Parliamo di quella lunga catena di infelici della Valle del Chiese che, in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, hanno dovuto abbandonare i loro paesi e le loro terre, lungo il fronte fra Austroungheria ed Italia, e diventare “profughi”: ossia persone strappate obbligatoriamente dalle loro culle naturali di nascita, per essere trasferite in altre località fra gente sconosciuta, a volte ospitale ma anche, altre volte, poco propensa ad accogliere benevolmente e ad aiutare concretamente coloro che - pur in evidente difficoltà ed in sofferenza - venivano “da fuori”. Doveroso dare atto a chi ha collaborato al progetto “Profughi trentini nella Grande Guerra” della Provincia, specificatamente per le Giudicarie, attraverso l’impegno del Csj che ha costituito un “Gruppo di Lavoro” composto da 9 per-
U
n’altra pagina delle vicende storiche delle Giudicarie rimaste nascoste nel dimenticatoio, e ancora quasi del tutto sconosciute ai più, è stata finalmente ed oppor-
tunamente “scovata” e riportata alla luce grazie ad una lodevole iniziativa del Centro Studi Judicaria, che l’ha pubblicata nel numero monografico n. 91.
sone rappresentative delle quattro aree delle Giudicarie: 1) per la Valle del Chiese: Gianni Poletti, Antonio Armani, Maddalena Pellizzari; 2) per le Giudicarie Esteriori: Micaela Bailo, Diego Salizzoni, Cristian Malacarne; 3) per Tione e dintorni: Renato Paoli, Gilberto Nabacino; 4) per la Val Rendena: Claudio Cominotti. Nella presentazione del lavoro - in 166 pagine debitamente ricche di dati e di illustrazioni - viene sottolineato come quando si parla di profughi trentini è bene non dimenticare questo vasto e variegato scenario, durato all’incirca tre anni: si attua, così, il fenomeno del profugato, categoria storica abbastanza recente, creata sull’onda delle attuali (2016) vicende in atto non
solo in Europa, ma in varie parti del Mondo. Fenomeno che cent’anni fa vide 6.834 giudicariesi, un quinto della popolazione, forzatamente obbligati ad allontanarsi dai loro paesi, ma in due direzioni del tutto diverse: i più fortunati, abitanti a nord della linea di confine Monte Penna-Rocca Pagana-Lago di Roncone furon destinati ad andare vicino, ossia nelle altre vallate giudicariesi della Busa di Tione, della Val Rendena e delle Esteriori; ed, invece, i meno fortunati, ossia gli abitanti di Condino e Brione, a sud della linea di confine, obbligati ad essere evacuati ed a portarsi in varie regioni del Regno d’Italia. Significative le motivazioni e le finalità esposte da Graziano Riccadonna, presidente del Csj, nella pre-
sentare il volume: «Il Gruppo di Lavoro sulla Grande Guerra in Giudicarie ha lavorato indefessamente producendo uno studio che è qualcosa di più di una serie di numeri o di situazioni di profugato. In questo modo le singole 6.834 storie individuali si connettono in un unico affresco fatto di dolore, di sopportazione, ma anche di ricordi e di contatti umani tra coloro che dovettero andarsene, e coloro che li ricevettero nelle loro vallate, nei loro paesi, nelle loro case». Pertanto una pubblicazione, che deve trovare adeguata diffusione su tutte le rive della Sarca e del Chiese, ma soprattutto trovare in tutte le scuole delle Giudicarie, di ogni ordine e grado, quella “immersione” capace di saper e voler tramandare il passato nei vortici dell’avvenire attraverso l’impegno delle costantemente rinnovate nuove generazioni. Mario Antolini
Grazie ad una rimonta strepitosa la squadra del ragazzo di Pieve approda per la prima volta in A1
La Serie A è realtà per Roberto Festi Per tutti coloro che amano, praticano e seguono lo sport gli sportivi professionisti sono spesso idolatrati e visti come degli esempi da seguire per esaudire i propri sogni. E probabilmente anche Roberto Festi, partito all’età di quattordici anni dal suo piccolo paesino di Por, frazione del neonato Comune di Pieve di Bono-Prezzo, all’inizio della propria carriera vedeva i pilastri del mondo del volley, i vari Juantorena, Birarelli e Kazisky, come degli esempi da seguire. Nel mese scorso, a circa otto anni dall’inizio dell’avventura e grazie alla sua caparbietà, ha vinto il campionato cadetto di Serie A2 con la squadra di Sora, nel Lazio. In questi anni Roberto ha compiuto un grande salto di qualità, conquistandosi inizialmente una posizio-
ne pressoché inamovibile nel campionato di B2 disputato con la Trentino Volley. Nel 2013, a diciannove anni, Roberto riceve una proposta difficilmente rifiutabile, in quanto affermarsi e giocare con continuità a Trento è impresa ardua per un ragazzo giovane con poca esperienza e quindi, in comune accordo con la società, decide di maturare e crescere andando a giocare con più continuità in un’altra squadra. La chiamata, visti gli ottimi risultati, arriva dalla serie A2, dal profondo sud del nostro paese, a Corigliano Calabro, con la società Caffè Aiello. Il secondo anno le proposte aumentano e Roberto, dopo averle valutate attentamente, firma con i laziali della Tuscania Volley, squadra neopromossa in A2. Qui Rober-
Roberto Festi
to, a differenza del primo anno passato in Calabria, dove fatica ad affermarsi, si ritaglia un posto da titolare inamovibile. Il terzo anno è quello della consacrazione. La chiamata arriva dalla squadra “Globo Banca Popolare
del Frusinate Sora” che ha come obiettivo il salto di categoria. Nel corso del campionato appena terminato trova la continuità che gli permette di ritagliarsi uno spazio importante all’interno del sestetto laziale. Il resto è
storia. La grande rimonta e la vittoria finale in gara 5 al tie break contro una corazzata come la compagine calabrese della “Tonno Calippo Calabria Vibo Valentia” rappresentano un traguardo straordinario che porta
la squadra di Festi per la prima volta in Serie A1. Nei giorni successivi alla vittoria è un susseguirsi di festeggiamenti, con tanto di cortei in strada immortalati con gli immancabili “selfie”. Roberto, che mai ha dimenticato le proprie origini e tradizioni, è tornato a fine mese a Por dove è stato accolto con grande calore. Ora è il tempo del meritato e tanto sudato riposo e del movimentato mercato. Le richieste non mancano e solo tra qualche settimana si saprà il futuro del centrale pievano classe 1994. Insomma un giudicariese è per la prima volta nel massimo campionato nazionale di Volley. Un risultato importante e storico raggiunto grazie alla passione e grande determinazione di Roberto. Marco Maestri
Sport
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I due itinerari di gara si avvicenderanno fra tratti divertenti e più impegnativi, ma entrambi più che fattibili per gli appassionati bikers: un percorso “Pop” di 55 km e 2150 metri di dislivello, ed uno “Rock” di 82 km e 3400 metri di dislivello. Spazio anche ai piccoli, con i giovani atleti della “DoloMini”, una staffetta promozionale a squadre organizzata in collaborazione con la Scuola di mountain bike “Adamello Brenta”. Iscrizioni ed offerte vantaggiose Per iscriversi ed essere fra i protagonisti dei percorsi “Pop” di 55 km e 2150 metri di dislivello, e “Rock” di 82 km e 3400 metri di dislivello, basterà compilare l’apposito modulo online e completare la procedura di partecipazione pagando la quota di 40 euro. Per i team ci sarà invece un’allettante proposta, i gruppi con un minimo di otto persone iscritte contemporaneamente e con quote versate in un unico bonifico avranno un concorrente omaggio calcolato all’interno della tariffa d’iscrizione (8+1). Pacco gara Con la quota di 40 euro ci si porterà a casa anche un esclusivo pacco gara “tecnico, pratico, como-
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Dolomitica Brenta Bike, tutto pronto perla terza edizione Il 26 giugno parte da Pinzolo la terza tappa del circuito Trentino MTB
Mountain bike e adrenalina pura sulle Dolomiti di Brenta, in una delle competizioni sportive più entusiasmanti ed avvincenti del circuito Trentino MTB nata dalla collaborazione dell’Associazione Dolomitica Brenta Bike con Parco Naturale Adamello Brenta e Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena con il sostegno dei Comuni della Val Rendena. Pinzolo sarà, per la terza edizione consecutiva, punto
di partenza ed arrivo della “Dolomitica Brenta Bike”, in scena il 26 giugno e terza tappa di Trentino MTB. Il tracciato sarà rinnovato ed arricchito da un passaggio spettacolare nel centro di Madonna di Campiglio, quindi si snoderà fra gli sterrati della Val Rendena al cospetto degli scenari dolomitici, i cui suggestivi ed imponenti torrioni di roccia all’alba e al tramonto si tingono del caratteristico colore rosa.
do, innovativo e sfizioso”, tengono a sottolineare gli organizzatori. Ebbene, esso comprenderà una canotta intima tecnica TMS, capace di regolare e perfezionare la traspirazione della pelle tramite una moderna termoregolazione, delle calze TMS, un lubrificante WD40, integratori Inkospor, un buono sconto del 30% per prodotti Oxeego ed un buono pasto per il polenta party a disposizione dei bikers al termine della manifestazione agonistica. I bikers si potranno già ‘allenare’ nel percorso “Pop”
La località di Pinzolo è confermata come teatro
di partenza ed arrivo della gara, mentre la novità
assoluta di quest’edizione sarà lo spettacolare passag-
gio nel centro di Madonna di Campiglio per entrambi i percorsi, che potrà essere testato: il percorso “Pop” di 55 km è infatti già stato tracciato ed è a disposizione dei bikers. Trentino MTB Il circuito Trentino MTB è partito l’8 maggio con la “ValdiNon Bike”, proseguirà fra un paio di settimane con la “100 Km dei Forti” del 12 giugno, proiettandosi poi a Pinzolo il 26 giugno per la “Dolomitica Brenta Bike”, continuando il 7 agosto con “La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme” ed il 28 agosto con la “Val di Sole Marathon”, mentre chiuderà ufficialmente i battenti il 2 ottobre con la “3TBIKE”, dando appuntamento ai protagonisti alle premiazioni conclusive del 28 ottobre in quel di Trento e agli altri corridori all’anno venturo.
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fatto in Trentino
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Sport
GIUGNO 2016
Il 8-10 luglio nelle Esteriori saranno protagonisti gli Allievi e gli Esordienti
ContoallarovesciaperiCampionatiitalianidiciclismo Le prime tre verranno assegnate sabato 9 luglio, tutte al femminile. A inaugurare la rassegna tricolore saranno le Esordienti del primo anno, che, dal ritrovo fissato a Fiavé, si trasferiranno verso il km 0 posto a Dasindo, da dove scatteranno alle ore 9. I chilometri da percorrere saranno 42, ovvero cinque giri del circuito pianeggiante lungo 6,6, denominato “Val Lomasone”, con successiva discesa verso Ponte Arche e imbocco del circuito “Delle Terme”, che comprende l’impegnativa salita del Ponte dei Servi, a precedere il traguardo posto in via Cesare Battisti, viale principale di Ponte Arche, che ospiterà l’arrivo di tutte le sei corse in programma. Medesimo percorso per le Esordienti del secondo anno, che alle 11,50 si trasferiranno da Fiavé alla zona di partenza in località Dasindo, da dove prenderanno il via alle 12. Nel pomeriggio, quindi, sarà la volta delle Allieve, con ritrovo a Ponte Arche e partenza ufficiale alle 15 in località Campo Lomaso. Saranno 59,5 i chilometri da percorrere, sviluppati su cinque giri del circuito pianeggiante “Val Lomasone” e un giro del circuito “Don Guetti”, percorso impegnativo di 15,8 km disegnato tra la Piana del Lomaso, Fiavé e il territorio del Bleggio. Nel finale, quindi, si scenderà a
Ormai ci siamo! L’attesa sta per finire e dopo lunghi mesi si lavoro le Giudicarie diventeranno l’epicentro del pedale giovanile nazionale: sabato 9 e domenica 10 luglio le Terme di Comano ospiteranno infatti i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada, un appuntamento che porterà sul territorio circa 800 giovani promesse delle due ruote. Il comitato organiz-
zatore presieduto da Angelo Zambotti e che vede impegnate la Società Ciclistica Storo Grafiche Zorzi, l’Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta e altre realtà del territorio (su tutte la PromoSport Terme di Comano, ma anche altre associazioni locali), ha ufficializzato il programma della due giorni di gare, che metterà in palio sei maglie tricolori.
speciale per le Giudicarie Esteriori, dove si sfideranno i 900 talenti più promettenti del ciclismo italiano e dove si attendono migliaia di persone per l’evento.
Volontari cercasi! Ponte Arche per le due tornate conclusive del “Circuito delle Terme”. Domenica 10 luglio toccherà ai maschi. Gli Esordienti primo anno, dopo il ritrovo in Piazza S. Sebastiano a Fiavé e il successivo trasferimento, partiranno da Dasindo alle ore 9 e si confronteranno sul medesimo percorso delle pari età (42 km), mentre gli Esordienti secondo anno prenderanno il via alle 12 e dovranno percorrere in totale 55,2 km, ovvero due tornate in più del circuito
Il campionato di calcio di serie A 2015/2016 è ormai stato archiviato, ma la Roma non si ferma e pensa già alla prossima stagione. Proprio per questo motivo a metà maggio nella capitale è stato presentato il prossimo ritiro estivo di Pinzolo, dove i giallorossi di Luciano Spalletti si alleneranno dal 9 al 17 luglio, con i ragazzi della Primavera che saranno invece impegnati dal 24 al 31 luglio a Borgo Valsugana. Grazie al rinnovo dell’accordo tra Trentino Marketing e i vertici della società capitolina, gli uomini di Spalletti svolgeranno dunque nuovamente il proprio ritiro estivo in Val Rendena dopo la felice esperienza dello scorso anno. I camp per i bambini e lo store ufficiale animeranno il villaggio del centro sportivo Pineta. In programma due sedute giornaliere d’allenamento, aperte gratuitamente al pubblico, incontri amichevoli e serate in piazza con i campioni. Il centro sportivo Pineta di Pinzolo si è ormai guadagnato una posizione al vertice nel ranking delle migliori destinazioni per ospitare i ritiri precampionato delle squadre di calcio. Vista la reciproca soddisfazione mostrata la scorsa estate, quando la Val Rendena è tornata a tingersi di giallorosso dopo la felice esperienza di fine anni Ottanta, la società capitolina ha rinnovato l’accordo con Trentino Marketing, Comune di Pinzolo e Apt Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena e nel mese di luglio, dal 9 al
“Val Lomasone”. Il gran finale verrà servito nel pomeriggio con la gara Allievi, che in totale percorreranno 81,9 km: partenza da Ponte Arche, chilometro zero a Campo Lomaso, quindi cinque giri del circuito “Val Lomasone”, una tornata completa del Circuito Don Guetti (giro del Bleggio, passaggio a Ponte Arche e risalita sulla Piana del Lomaso), un altro giro della “Val Lomasone” e finale analogo a quello femminile, con nuova salita verso Fiavé e il Bleggio e due
giri finali del Circuito delle Terme. Al termine di ogni gara si terrà la cerimonia protocollare in via Cesare Battisti a Ponte Arche, mentre le premiazioni ufficiali si terranno all’Open Village di via Don Bosco, sempre a Ponte Arche, alle 18 del sabato per le categorie femminili e alle 17.30 della domenica per le categorie maschili. Il “Villaggio Tricolore” sarà il cuore pulsante di altre manifestazioni di contorno, che arricchiranno ulteriormente un weekend
Per fare in modo che i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada “Terme di Comano 2016” si rivelino un’occasione di promozione per un territorio vocato alla pratica dello sport all’aria aperta, come appunto il ciclismo in tutte le sue forme e declinazioni, occorre che ogni singolo attore reciti un ruolo importante. Quindi oltre ad Azienda per il Turismo, Società Ciclistica Storo, albergatori, Comitato organizzatore e via dicendo – sarà importante il contributo del volontariato, da sempre l’anima e la forza del Trentino così come delle Giudicarie. Tante associazioni hanno già garantito la propria collaborazione per un evento storico e di indubbio valore in quanto a visibilità del territorio, ma il Comitato accoglie volentieri chiunque voglia passare due giornate all’insegna dello sport, della promozione delle Giudicarie e, perché no, del divertimento. Associazioni o semplici cittadini (delle Giudicarie e non solo) che sono interessati all’evento possono comunicarlo a info@termecomano2016.it o con un messaggio alla Pagina Facebook “Campionati Italiani di ciclismo Esordienti e Allievi Terme di Comano 2016” e saranno ricontattati dal Comitato organizzatore.
La Roma ritorna a Pinzolo
Dal 9 al 17 luglio il centro sportivo Pineta ospiterà i giallorossi per il ritiro estivo 17, sarà nuovamente all’ombra delle Dolomiti di Brenta per svolgere un’importantissima fase della corsa di avvicinamento alla nuova stagione agonistica. I giallorossi suderanno per nove giorni al centro sportivo Pineta di Pinzolo, la splendida struttura che negli anni scorsi è sempre stata promossa a pieni voti dalle società che hanno svolto il ritiro in Val Rendena: la squadra sosterrà due sedute giornaliere d’allenamento, al mattino e al pomeriggio, aperte gratuitamente al pubblico, e disputerà alcuni incontri amichevoli. Fitto, come da tradizione, il programma di appuntamenti e iniziative che faranno da contorno al ritiro: dal villaggio giallorosso posizionato nei pressi del campo allo store ufficiale dove accaparrarsi maglietta e altri gadget a tinte giallorosse, dai camp per i bambini con i tecnici ufficiali della Roma alle serate in piazza nel centro storico di Pinzolo, attesissimi momenti nei quali i tifosi potranno incontrare i propri
beniamini. «Il rinnovo della partnership con la Roma è motivo di orgoglio - spiega Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino Marketing - Si tratta di una sinergia che ribadisce il feeling di questa terra, vera e propria palestra a cielo aperto, con le principali realtà sportive nazionali e per tutti i tifosi di fede romanista sarà una grande opportunità per trascorrere una vacanza al seguito della propria squadra del cuore,
grazie anche ad un fitto programma di eventi collaterali». «Il fatto che una società prestigiosa come la Roma abbia deciso di confermare la località di Pinzolo come sede per il proprio ritiro pre-campionato è motivo di prestigio - conclude Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo - La scelta dei giallorossi gratifica il nostro territorio, che ancora una volta si è confermato particolarmente ambito e attrattivo per le squadre di primissimo piano». «A
luglio – ha detto nel corso della presentazione stampa Italo Zanzi, dirigente della As Roma – torneremo a Pinzolo per il nostro ritiro. L’anno scorso abbiamo avuto un’ottima esperienza. È un posto ideale per la preparazione. È una zona bellissima dove tutto funziona bene. Abbiamo trovato condizioni fantastiche e la squadra è stata molto contenta: abbiamo avuto un’esperienza speciale con gli abitanti della zona, è un ambiente molto piacevole per i nostri tifosi e un posto perfetto per la nostra preparazione. Quindi la decisione di tornare a Pinzolo è stata molto semplice e speriamo di avere una lunga relazione con questa località». «Non ho ancora avuto la possibilità di conoscere questo posto – il commento di Diego Perotti – però i miei compagni me ne hanno parlato benissimo. Mi hanno rappresentato un posto molto bello per allenarsi e fare la preparazione, quindi non vedo l’ora di cominciare il ritiro».
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Opinioni a confronto
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BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
Gli amici del Bar si fanno risentire. Sono indignati, ma rassegnati. Il punto nascite dell’Ospedale di Tione è stato chiuso definitivamente. Le nostre mamme andranno altrove a partorire e buona notte. E’ un’altra battaglia persa per il nostro territorio che ormai viene defogliato come una cipolla. Ci hanno tolto il tribunale, l’agenzia delle entrate e adesso una parte essenziale per un ospedale di periferia. Non avendo altri con cui confrontarsi se la prendono con me: avevi ragione, tu l’avevi previsto, alla fine quelli di Trento hanno fatto quel che han voluto, in barba a alla gente, alle nostre proteste, alla nostra indignazione e chissà cos’altro ci aspetta. E’ quanto mi dicono sempre più accalorati. Purtroppo l’aver avuto ragione non mi consola più di tanto. Anche perché la chiusura del punto nascite a Tione s’accompagna ad una “truffa” grande come una casa. S’è giustificata la chiusura con lo scarso numero di parti che ormai avvengono nel nostro Ospedale, ma nessuno fa presente che tale numero è dovuto a quattro anni di abbandono del reparto senza un primario, se non saltuario e quasi mai presente, e senza garanzie. Durante il primariato del dott. Mari, drammaticamente scomparso, il reparto nascite di Tione era fra i più frequentati dell’intera Provincia e funzionava alla grande. Poi, volutamente, s’è cominciato a dire che non si trovavano altri primari
Dopo tribunale e agenzia dell’entrate tocca alle “case di riposo”
Servizi, continua l’accentramento della Pat
(dubito!), che era meglio portare tutto a Trento, non solo quello di Tione, ma anche tutti gli altri (salvo Cles, naturalmente!), e così siamo giunti alla decisione di questi giorni, che però, guarda caso, riguarda solo noi. Ancora una volta i Giudicariesi ne escono becchi e bastonati. I nostri rappresentanti, i nostri amministratori hanno fatto tutto il possibile per opporsi? Non lo so, spesso li ho visti tentennanti, più attenti a seguire le indicazioni del loro partito, che curare gli interessi della gente. Adesso sembra abbiamo ottenuto delle garanzie con tanto di documento scritto, speriamo che serva a qualcosa, anche se l’esperienza mi insegna che patti del genere servono solo per rabbonire
la gente, ma poi valgono come il due di coppe. Ma mica è finita. La Provincia, o l’assessore, non si sa bene chi comandi ormai, hanno deciso di unificare la gestione delle Case di Riposo (io le chiamo ancora così…) in un unico ente comprensoriale. In pratica ogni casa non sarà più autonoma, ma avrà un’unica amministrazione e direzione strategica a livello comprensoriale. Non solo, ma a questo nuovo ente verrà assegnata tutta l’assistenza oggi in capo alla Comunità di Valle. Detta così, sembra una cosa quasi accettabile. Ma attenzione. La prima idea (il piano A) era quella di portare tutto a Trento, come al solito, così la gestione delle case sarebbe stata provinciale, con la conseguenza che i nostri
Il mestiere di fare il sindaco Sono stati appena eletti i sindaci dei nuovi comuni formatisi con le fusioni ed è scattata come al solito la polemica: il sindaco lo si fa per passione e gratuitamente o è giusto che venga indennizzato per il lavoro che fa a favore della comunità? Tu che ne dici? Eugenio
Caro amico, io sono dell’avviso che al sindaco si chieda di fare bene il suo lavoro, non certo di farlo gratis. Se poi un sindaco ha la possibilità di farne a meno e rinuncia in parte o a tutti gli emolumenti che gli spettano, tanto meglio. Ma un buon amministratore si misura sulla capacità di gestire bene le risorse pubbliche prima che sui tagli del suo onorario. I
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a
anziani potevano essere locati un po’ dovunque, quelli di Trento in Giudicarie, e noi magari a Cavalese, ad Arco o a Mezzolombardo, senza più nessun attaccamento alla propria terra, e senza vicinanza ai propri cari. Date le proteste, si è proposto il piano B sopraccennato, che è molto più sibillino ed inquietante. Con una fava si tenta di far fuori due piccioni. Si depotenzia la Comunità di valle delle sue competenze più importanti fin ora sempre svolte con passione ed efficienza, a tal punto che poi la comunità, viste anche le fusioni dei comuni, non avrà più motivi d’esistere, e fra qualche anno si tornerà al piano A, la gestione delle Case di Riposo sarà centralizzata a Trento, com’è nel pensie-
STORO
ro strategico della nostra Provincia e dei suoi burocrati, come sempre attenti al territorio (si fa per dire!). Non vorrei che fra qualche anno, i miei amici
mi dicessero che ho avuto ragione, che avevo visto giusto, più che orgoglioso, ne sarei affranto. Adelino Amistadi
Marò, forse ci siamo! Caro Adelino, finalmente si sta concludendo la storia dei due marò trattenuti in India per un caso strano, quanto misterioso. Il ritorno a casa del militare italiano, ancora trattenuto, che dovrebbe avvenuto pochi giorni fa a breve, forse potrà definire la questione, basta che nessuno pensi di ridarli prima o poi agli Indiani, sarebbe davvero una brutta storia… Un amico di Tione Davvero non vedevo l’ora che questo annoso caso giungesse a conclusione. Il ritorno a casa del secondo dei due militari implicati e trattenuto in India da qualche anno potrebbe concludere la vicenda, perché spero proprio che adesso i due rimangano per sempre in Italia, al di là di cosa dirà il processo in divenire. In questa storia sono stati commessi molti errori da parte italiana, ultimo quello di rimandare in Asia i due marò tornati a casa con un permesso. Non credo che si possa compiere un secondo errore. Speriamo che le nostre autorità governative e militari abbiano la forza di resistere ad eventuali richieste di restituzione. Almeno questo...(a.a.)
disastri provocati dall’incapacità e dall’inefficienza possono produrre guai ben peggiori, e alla fine saremo sempre noi cittadini a pagarli. Quindi, meglio un sindaco che fa bene il suo mestiere e venga giustamente remunerato che un sindaco incapace che magari, per farsi bello, proclama al mondo di farlo gratis. (a.a)
I due Marò
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Le Lettere
Italo Valentini
Italo Valentini - scomparso a fine marzo - nasce a Javrè nel 1941, quinto figlio di una famiglia operosa e numerosa: le cinque sorelle sono tuttora viventi; tra i quattro fratelli, Carlo Eligio ci ha lasciati nel 2012. Garzone di bottega molto giovane, nella Tione del secondo dopoguerra, Italo apprende le basi di quella che diventerà la sua professione per la vita, barbiere e parrucchiere per uomo che lo vedrà impegnato per 50 anni. Fuoriclasse nel taglio con le forbici, il cosiddetto taglio all’italiana, molto dedito al lavoro, coglie il mutare dei gusti e degli stili dedicando particolare cura all’aggiornamento professionale sin dai primi anni ’70. Il negozio di via Dante, che si impone per professionalità e accoglienza, di trasformazione in trasformazione si presenta tutt’oggi molto operativo per merito di Max, l’allievo di ultima generazione. Al di là dell’indiscussa professionalità la barberia di Italo, per molti lustri, rappresenta il “salotto” del calcio e dello sport giudicariese: un luogo di incontro e di confronto di tanti appassionati sportivi. Italo intrattiene relazioni, contatti e amicizie con un gran nume-
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ItaloValentini: passione sportiva e impegno sociale ro di atleti e praticanti delle diverse discipline (calcio, in particolare, ma anche sci alpino e sci di fondo, ciclismo, atletica, tennis) delle valli Giudicarie, del Basso Sarca e delle zone limitrofe. La passione per il calcio, praticato in gioventù, è soverchiante e rappresenta per lui quasi una seconda occupazione o, più propriamente, una missione. Decenni di impegno in qualità di dirigente al servizio del Gruppo Sportivo Javrè profuso per organizzare eventi e momenti di sport: partite di calcio, gare di discesa o di fondo, tornei di tennis, di bocce o di briscola, il gioco di carte che prediligeva. Italo è un protagonista, con tanti altri amici volontari, della crescita dei colori nero-verdi, dalla fase iniziale negli anni ’60 sino alla piena affermazione, ponendo energie e competenza al servizio dei tanti giovani che hanno praticato sport nella compagine di Javrè. Italo in particolare, in qualità di direttore sportivo, era l’artefice, il sapiente costruttore, della squadra di calcio chiamata di anno in anno a difendere i colori sociali; quel team che a partire dalla seconda metà degli anni
’70 si impose all’attenzione generale per organizzazione, preparazione e risultati, collocandosi ai vertici della 1a categoria regionale. Italo individuava nella preparazione e nella motivazione le basi fondamentali per ottenere solidi risultati sportivi; le caratteristiche distintive del Gruppo Sportivo Javrè erano l’attaccamento ai colori sociali, il forte spirito di squadra e la “carica” agonistica, decisamente prevalenti rispetto ad altri ambienti con i quali si gareggiava. Prevaleva un forte senso di appartenenza che richiedeva disciplina nella preparazione atletica, cura dei particolari e un sapiente utilizzo delle leve motivazionali: fare squadra, favorire l’aggregazione, far conto sulla gratuità dell’impegno e sullo spirito di sacrificio. Valori sostenuti da momenti di condivisione, da esperienze e pratiche sociali incentrate sulla collaborazione diffusa e sul volontariato solidale che, in parallelo alla costruzione delle diverse strutture del Centro sportivo, coinvolgevano un’estesa Comunità in feste campestri e sagre, in rassegne polifoniche e del folclore, in mostre ed eventi
Un caro ricordo della maestra Ladi Caro direttore, è venuta a mancare la nostra storica maestra Ladi Adelaide Malacarne, persona eccezionale. Questo non è un necrologio, ma la testimonianza di una ex classe di ultraquarantenni che vogliono raccontare di una donna che ci ha insegnato a vivere e ad amare. Tione, anni 70. Scuola elementare presso l’edificio della attuale scuola musicale. Sulla porta della nostra classe elementare, la mitica1 A, c’era scritto 25+25 (eravamo in 25 ad insegnare ed in 25 ad imparare). La nostra maestra era tutta per noi ed ognuno di noi era importante e valorizzato per le sue potenzialità individuali. Eravamo sollecitati al rispetto, dovevamo aiutarci e volerci bene. Ha creato in noi il senso della tolleranza, della cura del debole e della collaborazione. Lavoravamo in gruppi ed il voto non era l’obiettivo da raggiungere, non c’era gara tra sufficiente e ottimo, tutti eravamo bravissimi per lei. Era colta, ironica e le lezioni erano un gioco, non ci si annoiava e a tutt’oggi i contenuti, dall’analisi logica agli eventi storici, ai dati geografici, alle operazio-
ni o le formule algebriche (faceva tutto lei) sono scolpite nelle nostre menti. Cartelloni colorati tappezzavano le pareti della classe. Amore per il sapere. Non è mancata un giorno in 5 anni, con la febbre o la spalla rotta. Il senso del dovere. E poi ha voluto, da sola e contro i benpensanti, con adeguatezza e sensibilità, introdurre una lezione pomeridiana di educazione sessuale quando ha intuito che in quinta elementare avevamo domande lasciate senza risposte chiare. E’ arrivata anche ad analizzare con noi la visione delle prima serie tv statunitense (Happy days), sdoganandola presso quei genitori che la consideravano inadatta. L’apertura mentale era una sua dote che ha cercato di trasmetterci sui banchi di scuola, per farci apprendere con spontaneità. Questa è la scuola che abbiamo avuto grazie a lei, donna colta, intelligente, coraggiosa e buona, e che noi auguriamo a tutti i bambini che oggi frequentano le scuole primarie. Buon viaggio maestra e grazie ancora. Alcuni alunni nati nel 1968 e appartenenti alla sezione A della scuola elementare di Tione.
culturali, in tornei e gare sportive e in tanti altri appuntamenti ai quali Italo non mancava mai. Italo sapeva anche guardare al futuro e a metà degli anni 2000, compiutasi la parabola nero-verde, assieme ad altri amici si è impegnato per promuovere e concretizzare il progetto che ha dato vita all’Unione Sportiva Val Rendena attraverso la confluenza del Gruppo Sportivo Javrè e dell’Unione Sportiva Rendenese in una nuova Società sportiva, prendendo ad esempio il movimento cooperativo che pochi anni prima aveva compiuto gli stessi passi con la Famiglia cooperativa e con la Cassa Rurale, consentendo la sopravvivenza e la continuità di presenza ad istituzioni storiche di Valle. Italo è mancato nel giorno di Pasqua, festa della rinascita; c’è da sperare che tanto buon seme di promozione sportiva e sociale, sparso in quell’angolo di Rendena con generosità e costanza, sappia dare buoni frutti anche per l’oggi. Mario Bernardinelli
Grazie ai medici dell’ospedale diTione Con queste poche righe vorremmo rivolgere un profondo ringraziamento a tutto il Personale del Pronto Soccorso e dell’Unità Operativa di Medicina dell’ospedale di Tione. E’ difficile esprimere a parola l’amara esperienza vissuta dal nostro caro Mauro, il vuoto che ci ha lascito è incolmabile, ma rimane il suo ricordo che non scomparirà mai. Nonostante questo, noi famigliari non dimenticheremo mai le attenzioni, le cure e l’amore che il personale medico e paramedico ha dedicato al nostro caro. Ciò a dimostrazione che anche a Tione abbiamo una struttura sanitaria eccellente che merita tutto il nostro appoggio e supporto, in un periodo in cui l’opinione pubblica tende a sottolineare, soprattutto, gli aspetti negativi, vorremmo spezzare una lancia in favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle professioni sanitarie. Un grazie ancora a tutti, in particolare al Primario dott. Dipede e alla dott.ssa Sfondrini per la professionalità e disponibilità dimostrate. Inoltre, un pensiero speciale al dott. Ambrosini e al medico curante dott. Samiee. I famigliari di Mauro Cosi - Ponte Caffaro
In Italia troppi animali: mettiamo una tassa Questo scritto è per esternare la mia indignazione per come oggi, a causa di legge volute da persone che hanno perso il senno della ragione, ci sia più protezione, salvaguardia e benessere per gli animali rispetto all’uomo. Perfino Papa Francesco non ha potuto sottacere questo: amare gli animali domestici o selvatici non vuol dire porli al nostro livello affettivo, protettivo o di intelligenza. Tutte le inchieste giornalistiche per la protezione degli animali sono truccate per denigrare l’uomo, dando all’animale una protezione eccessiva. Questa situazione sta portando all’invasione dei nostri terreni coltivati e perfino sotto casa di animali un tempo esclusivamente nei loro habitat naturali. Se si dovesse provocare danno a un animale per proteggersi dallo stesso, si verrebbe puniti più che la stessa offesa fosse rivolta a una persona. Ora vorrei, da un altro punto di vista, parlare degli animali che in media ogni italiano possiede: animali, come si dice, di compagnia. Questa continua istigazione ad avere un animale che troppo spesso la tv ci propina ha portato il nostro Paese a cifre abnormi di animali posseduti per piacere. Questi, in determinati casi, possono essere fonte di benessere per persone sole, anziane e anche in altri casi, ma quanti sono gli animali in Italia? Più di cinquanta milioni, a quali si devono aggiungere tredici milioni di uccelli, trenta milioni di pesci e tre milioni di rettili, tartarughe, iguane e roditori. Questi dati, inoltre, escludono i randagi. Ma quanto ammonta il costo per la loro detenzione, escludendo l’acquisto? Più di due miliardi di euro. Il mantenimento costa trenta euro al ,mese, cento euro all’anno per le cure veterinarie. In più, vestitini, guinzagli, museruole e molto altro. Un tempo chi per lavoro o altro possedeva un cane doveva pagare ogni anno una piccola tassa: se la stessa, con i dovuti e semplici accorgimenti, ci fosse anche ora lo Stato incasserebbe alcuni miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per dare più dignità a certe pensioni indecorose. Chi ha la possibilità di spendere cifre importanti per il mantenimento del suo animale non dovrebbe avere reticenza a subire questa piccola imposta. È vero che siamo già tassati in modo abnorme, intendo la gente comune, a differenza di chi ci governa. Gian Carlo Cozzio
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