Giornale delle Giudciarie luglio 2012

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 11- N. 7 LUGLIO 2012 - Mensile

L’orso bruno “nel mirino”

di Piergiorgio Cattani*

Le scorribande che hanno portato l’orso a sbranare gli asini della Val Rendena, si dovrebbero attenuare con l’estate, per poi affievolirsi in vista dell’inverno. Certo è che, la grossa bestia di sconquasso ne ha fatto. Facendo pendere il pollice di molti valligiani verso il basso, che ora non lo vedono più di buon occhio. Prima della sua reintroduzione, nel 1996, un’indagine Doxa di Milano, commissionata dalla Provincia, dava il gradimento del progetto al 70%. Addirittura l’80% nelle zone dove sarebbe stato liberato. Oggi gli umori sono cambiati. E, per il suo ridimensionamento, è stato addirittura costituito un comitato. Alle pagine 8 e 9

Inter a Pinzolo, il ritiro “ecosostenibile” A pagina 36

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Al terzo punto dell’ordine del giorno dell’ultima assemblea provinciale del Partito Democratico si leggeva testualmente: “Mozione sul benessere e la vita degli animali non umani”. Argomento nobile, soprattutto di stretta attualità. Per fortuna che al punto precedente si parlava di mobilità. Viene da chiedersi però chi siano o che cosa siano gli “animali umani” e in quale modo si possano distinguere da quelli “non umani”. Probabilmente anche gli animali umani si suddividono in varie specie, la più pericolosa e oggi più fastidiosa è senza dubbio quella dei politici. Non è un caso forse che Aristotele abbia definito l’uomo come animale politico per natura: ma ai nostri tempi tra elefanti dai piedi di gallina e grillini che cercano di conquistare i territori di guerrieri con lo spadone assistiamo a una caotica e impossibile giungla. Per gli animali politici ci vorrebbe magari il numero chiuso, come si pensa di fare con gli orsi in Trentino. L’episodio di Pinzolo in cui l’uomo inseguito non può far altro che bastonare l’orso è una metafora della situazione politica attuale con i pachidermi-partiti che assalgono i cittadini, a loro volta esasperati e pronti a passare alle vie di fatto. L’animale meno malato è forse il PD, rimasto l’unica formazione politica degna di questo nome nello scenario nazionale, l’unica presente con buone percentuali in tutto il paese e l’unica che, qualche volta, discute anche dei reali problemi sul tappeto. La nomenclatura dei sessantenni rischia tuttavia di soffocare ogni spinta al rinnovamento. Continua a pag.38

FINITURE PORTE

Il bestiario dei partiti

Alla scoperta del comitato che dice di no al plantigrado: «Ma non vogliamo etichette politiche»

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EDITORIALE

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Rassegna Stampa

LUGLIO 2012

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA GIUGNO 2012

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA TIONE. Ospedale: a inizio mese è stato nominato il nuovo responsabile dell’unità operativa di anestesia e rianimazione dell’Ospedale di Tione. Si tratta del dott. Claudio Merli, rivano, cinquantacinquenne, con vasta esperienza nel settore avendo prestato la sua opera in vari ospedali sia locali che extra-provinciali. CADERZONE. Pro Loco: l’assemblea della Pro Loco di Caderzone ha confermato all’unanimità il direttivo uscente con Diego Amadei presidente di lungo corso. Nel ringraziare i soci, il presidente ha voluto precisare: “Sia la stagione estiva che quella invernale sono state caratterizzate dalla buona partecipazione di residenti e turisti e abbiamo avuto dei buoni riscontri, un grazie particolare va a tutti i volontari che, con disponibilità ed altruismo, hanno collaborato alle varie manifestazioni”. Il direttivo confermato è così composto: Diego Amadei, presidente, Nicola Amadei, Flavia Frigotto, Armando Mosca, Giordano Polla, Luciana Polla, Paola Polla, Rosanna Polla, e Denis Sartori. All’assemblea è intervenuto anche Mauro Collini, presidente del Consorzio Pro Loco della Rendena che si è complimentato con l’intera compagine per l’ottimo lavoro svolto. FIAVE’. Grande festa in paese per i cento anni di Adriana Dall’Agata. Il paese intero ha voluto festeggiare pubblicamente l’evento subito dopo la S. Messa celebrata dal parroco don fortunato, con la sfilata della banda dei Liberi e Forti e l’esibizione del gruppo storico di Rango. Il sindaco Nicoletta Aloisi l’ha salutata dicendo: “Siamo fieri come paese di ospitarla e di poter contare sulla sua presenza preziosa e silenziosa, ma attenta e vigile”: La signora Adriana era accompagnata dalla figlia Paola con tre figli ed il genero, e non ha mancato di assaggiare la saporita torta preparata dalla Pro Loco in suo onore. “Prego Iddio, ha detto, che mi dia la forza di accudire i miei nipoti...” Ed ha anche svelato il segreto della sua longevità: “Mangiare poco ma di tutto, guardare poco la tv e fare lunghe camminate”. TERME DI COMANO. L’assessore provinciale al Turismo Tiziano Mellarini ha confermato l’impegno della Pat, consistente in 24 milioni di euro, per il finanziamento della prima fase del grande progetto di investimenti delle Terme di Comano. Il tutto per smentire il timore diffuso in loco, che la Provincia si stesse rimangiando la promessa. VIGO RENDENA. La Giunta Provinciale ha dato il via libera alla variante del Piano regolatore. In particolare la variante prevede una modesta rettifica del perimetro del centro storico, due nuovi impianti attuativi, di cui uno relativo ad un’area all’interno del centro storico che comprende edifici e spazi di interesse pubblico e privato, mentre l’altra è finalizzata al riutilizzo dell’area ex Salumificio Rendena, che verrà adibita ad uso residenziale, commerciale e ad interesse pubblico. Infine, le altre modifiche riguardano l’introduzione di due nuovi lotti residenziali, la trasformazione di un’area da alberghiera a residenziale di completamento, e da ultimo l’inserimento in area produttiva del magazzino per i Vigili del Fuoco. Altro tema importante affrontato dalla nuova variante riguarda la valorizzazione del patrimonio edilizio tradizionale montano, che è stato oggetto di apposito censimento con relativa schedatura sia cartografica che fotografica. TIONE. La sede della Comunità delle Giudicarie cambierà in base ad un progetto di adeguamento della distribuzione interna e di manutenzione straordinaria. Cambierà soprattutto l’ingresso che guarderà cosi in via del Foro. La spesa prevista è di 530 mila euro quasi interamente a carico della Provincia. Si mette così fine al ricorrersi di voci che volevano una nuova sede per la Comunità, che, vista la crisi economica che investe il Paese, sarebbe stata davvero

incomprensibile. TIONE. Sportiva: Carlo Antolini, da diciott’anni presidente dellUS. Tione, è stato riconfermato a pieni voti. E con lui sono stati confermati tutti i membri dell’esecutivo uscente. Non c’è stata corsa al ricambio come si pensava e cosi al direttivo non è rimasto che rimanere al suo posto. Il direttivo è così formato: Carlo Antolini, presidente, Enrico Piacentini, Fabiano Paoli, Cristian Rodini, Alessandro Turetta, Stefano Fattori e Dario Pellegrini. VALLE DEL CHIESE. Dopo la farina di Storo, i piccoli frutti, ed altri prodotti orticoli , ora arrivano le vigne per la produzione di uva da vino. La sperimentazione è condotta dall’Istituto di S. Michele già da tre anni e continuerà fino al settimo anno. Finora i produttori interessati sono sei con 2.500 vigne, ma il presidente della associazione Culturnova, Nello Lolli, conta, in un prossimo futuro, su una più ampia diffusione dato che i primi risultati sono incoraggianti. “Siamo soddisfatti, ha detto il tecnico Stefanini dell’istituto di S. Michele in una recente degustazione, bene le vigne dell’alta valle (da Praso fino a Condino), male nella zona di Storo perchè sono state falcidiate dalla grandine. Però la qualità è ottima e lo hanno attestato anche le cantine presenti alla manifestazione”. Nello Lolli, che ha piantato vigne fino a 750 metri sul mare, è particolarmente soddisfatto: “Nonostante la grandine della bassa valle e l’abbondante pioggia durante la fioritura, l’anno scorso (primo anno di produzione) ci ha dato buoni risultati: il nostro vino è risultato essere molto più profumato dei quello prodotto a S. Michele. Questo dovrebbe essere l’anno della verità e della conferma”. CIMEGO. A Cimego, dove non c’è minoranza in Comune, ultimamente c’è un certo fermento contro il sindaco Bertini. Sono varie le accuse: troppo dirigista, ha trascurato totalmente Rio Caino, ha sperperato un sacco di soldi per la caserma dei pompieri, che nemmeno i pompieri vogliono, e sta intrallazzando con Castel Condino per la fusione dei Comuni. La gente sembra ribellarsi, ne sono portavoce Primo Antonini, uno dei fondatori di Rio Caino, e Celestino Tamburini, ex presidente della Pro Loco. “Il sindaco ha brigato per sostituire il direttivo della Pro Loco perchè non aderiva ai suoi voleri...d’altronde il sindaco è membro di diritto del direttivo, ma in tanti anni non s’è mai fatto vedere, né ha mai risposto alle nostre richieste d’aiuto. In un paesino come il nostro è fastidioso che il sindaco cambi serratura al magazzino della pro Loco la diffidenza non porta buoni risultati”. Le lagnanze di Primo Antonini riguardano, in primis, ovviamente Rio Caino che da sempre rappresenta un fiore all’occhiello del turismo chiesano, ma sembra che il sindaco non lo gradisca affatto tant’è che la località è in quasi totale abbandono, poco curata ed ormai non più visitata con la frequenza del passato. Inoltre secondo, Antonini, la scelta di costruire una nuova sede dei Vigili del Fuoco, è sbagliata e rappresenta un notevole spreco di denaro, neanche i pompieri sono d’accordo, uno spreco di soldi inconcepibile, con quel finanziamento si potevano fare mille altre cose in paese, molto più utili alla comunità. Si sta lavorando per raccogliere firme di protesta.

TURISMO. Si è svolta nei giorni scorsi, a Comano Terme, l’assemblea generale della federazione Trentina delle Pro Loco e dei loro Consorzi che prevedeva anche il rinnovo delle cariche elettive. A sorpresa c’è stato un ricambio quasi generale dei componenti il direttivo cominciando dal presidente Armando Pederzolli sostituito dal suo conterraneo Enrico Faes, per proseguire con Alois Furlan (Mezzacorona), Diego Coletti (Tuenno), Katia Minotto (Borgo Valsugana), Maurizio Caola (Pinzolo), Gino Comper (Mori), e Emanuele Armani (Darzo). Rinnovati anche i revisori dei conti con Lucia Tomasi (Terres), Manuela Giovannini (Mezzacorona) e Vanda Torresani (Rumo). TRENTO. Coop: si è svolta finalmente l’assemblea straordinaria della Federazione delle Cooperative Trentine con la rielezione a grandissima maggioranza del presidente uscente Diego Schelfi. Sono state così messe a tacere le tante polemiche che hanno preceduto l’assemblea con personaggi più o meno noti e più o meno affidabili che sputavano alla grande nel piatto dove per decenni avevano mangiato allegramente. Quasi del tutto rinnovato anche il Consiglio d’Amministrazione che governerà il movimento cooperativo nei prossimi anni, ne fanno parte personaggi di ogni settore e di ogni zona del Trentino. Per le Giudicarie la new entry è rappresentata da Alberto Carli, un giovane esperto d’informatica, molto stimato e conosciuto nel suo campo, proveniente dal Lomaso. Dopo alcune legislature in auge, sembra essere in disgrazia il noto corrispondente dell’Adige Beltrami, che dopo aver perso la vice presidenza della Cassa Rurale Paganella Valsabbia e la presidenza delle Famiglia Cooperativa della Val del Chiese, sembra non abbia più particolari santi in paradiso, tant’è che è stato escluso da ogni carica a livello provinciale.

I cattivi pensieri - di Eta Zeta

A proposito di … buchi Hanno rispolverato un’idea di quel vecchio volpone del Pizzini, quando dava lezioni di buchi sotto i monti della Val di Ledro e di import-export di Tailandesi, per gli scapoli di Condino. Ma a due mesi dalla costituzione del comitato il vero buco, questa volta nell’acqua, lo stanno facendo loro. Un tunnel verso Riva, per collegare il Chiese all’Alto Garda, era già una follia allora, quando in Provincia i soldi zampillavano come fontane. Figuriamoci adesso in tempi di magra e di cordoni stretti. E poi, diciamolo, anche in fatto di buchi, non ci si può improvvisare! Forse, la soluzione è rivolgersi ancora all’ideatore, al maestro. La competenza prima di tutto!

PROVINCIA. Sono 5.413 i cittadini italiani e stranieri, in soglia povertà, che nel 2011 hanno beneficiato dell’assegno della Provincia previsto come “reddito di garanzia”. Settanta in più del 2010, ma in calo gli interventi sui cittadini italiani ed in aumento quelli sugli stranieri ed in particolare sugli extracomunitari. Nello scorso anno sono stati assistiti 2.688 cittadini italiani e 2.725 cittadini stranieri di cui 2.421 extracomunitari. La cifra per sostenere le famiglie in difficoltà messa in bilancio dalla Provincia per sostenere il reddito delle famiglie più disagiate ed impedire che finiscano al di sotto della soglia di povertà, resterà anche per quest’anno sui 18 milioni di euro pari ad un contributo per famiglia di circa 3 mila euro. PROVINCIA. Agricoltura: Il Psr, programma di sviluppo rurale messo in campo dalla Pat per il periodo 2007-2013 procede a pieno ritmo, secondo quanto è stato comunicato dall’Assessorato all’Agricoltura di Trento. A fine maggio, le risorse impegnate hanno raggiunto i 233 milioni di euro, circa l’83% della spesa programmata, mentre i pagamenti sono stati pari a 163 milioni, pari al 58% della spesa prevista. Si tratta di performance che mettono il programma trentino fra le realtà più virtuose a livello italiano. “ I dati relativi allo stato di avanzamento del Psr, ha dichiarato l’assessore Mellarini, sono la migliore espressione della laboriosità del Trentino in campo agricolo: da noi le risorse vengono spese e non lasciate nei cassetti dell’UE. Ed in questi periodi sostenere l’economia agricola ed accompagnarne i progetti d’investimento è fondamentale”. PROVINCIA. “E’ ora di cambiare l’agenda del governo provinciale” così si è espresso l’assessore all’Industria Alessandro Olivi rivolgendosi alla politica del palazzo. “La crisi non è quella che ancora molti trentini credono. Serve una scossa forte, una reazione di tutta l’opinione pubblica e gli imprenditori devono rimboccarsi le maniche. Il mondo è cambiato e bisogna attrezzarsi. Resta un anno di legislatura e bisogna ribaltare il programma fin qui seguito, bisogna mettere in primo piano il lavoro come centralità assoluta del nostro operare.

Capisco che ognuno abbia le proprie priorità, ma dobbiamo capire che nulla viene prima dell’occupazione e del lavoro. Un ripensamento va fatto anche per le priorità di governo: dobbiamo avere il coraggio di far retrocedere quei progetti che non danno risposte di prospettiva. E’ finito il tempo dei sogni e degli interventi salva-tutti. Questa non è una crisi ciclica e passeggera, occorre rendersene conto ed affrontarla con la tensione giusta.” Parole sante, è meritorio che Olivi abbia avuto il coraggio di pronunciarle, ne passi copia al suo collega Pacher, ne ha urgente bisogno. TRENTO. Inceneritore: la storia dell’inceneritore che interessa globalmente la raccolta rifiuti dell’intero Trentino, sembra lontano dall’essere conclusa. Lo ha detto l’assessore Pacher. “Il bando dovrebbe uscire nell’ottobre prossimo!”. Ricordiamo che quello di ottobre è il secondo bando dopo che due anni fa ne andò deserto. La Provincia si muove con i piedi di piombo. La situazione si è ulteriormente complicata con l’avvento della crisi economica che ha spinto le banche a stringere i cordoni della borsa. Si pone così, in modo ancor più pressante, il problema di come finanziare l’opera, per questo Provincia e Comune di Trento hanno voluto affidarsi ad una consulenza esterna (Milano), per ottenere aiuto, come è orma prassi nelle cose provinciali. TRENTO. Regione: il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder è tornato a rilanciare l’idea dell’abolizione della Regione Trentino AltoAdige. Questa volta ad offrire l’occasione i parlare di abolizione della regione è stata la notizia dei tagli che il Governo nazionale intende fare sulla spesa pubblica. Parlando dell’eliminazione di strutture costose e superate, Durni ha citato espressamente la Regione ormai inutile “ considerando che tutti i compiti di carattere politico ed amministrativo sono ormai assunti dalle due Province autonome...” “La Regione è il quadro istituzionale dentro il quale si fonda lo Statuto di autonomia, che vale per trento e vale per Bolzano. E’ e resterà unitario”.


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2016... quale futuro?

Primo Piano

Discarica del Bersaglio: ecco il progetto di valorizzazione “green” dei 52.800 metri quadrati dell’area

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n’area imponente (circa 52.800 m2) che tra alcuni anni terminerà la sua funzione di discarica, per la quale Comunità delle Giudicarie ritiene essenziale trovare una modalità innovativa di riqualificazione. Non quindi solo una messa in sicurezza dell’area ma un vero e proprio progetto che la trasformi da luogo inospitale a risorsa, in linea con alcune esperienze in ambito internazionale che hanno visto trasformare grandi discariche in aree Dare quindi nuova vita all’area “Bersaglio” è la mission dello studio sperimentale condotto dal team del professor Giuseppe Scaglione della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Trento, con l’intento di convertire un problema in opportunità di sviluppo. Molti gli spunti emersi, a partire da ciò che è stato fatto in ambito internazionale in situazioni analoghe, anche se su scala diversa, a partire dalla discarica di New York trasformata in un immenso parco a quella di Barcellona convertita in campi agricoli,sino alle esperienze dei paesi nordici, che hanno visto trasformare discariche in luoghi dedicati all’educazione ambientale o in resort invernali. Nella proposta di riqualificazione si sottolinea come la discarica di Zuclo “dovrà essere riconnessa al paesaggio” ma allo stesso tempo “potrebbe diventare un punto privilegiato per l’osservazione del paesaggio”, quindi, ad esempio, “una collina rigenerata e rivegetata, con un giardino collettivo, un parco, un luogo

di incontro, di scambio, di relax che si estenda fino alla riconquista del fiume, con percorsi pedonali e ciclabili”. Il terreno della discarica potrebbe diventare “un luogo di sensibilizzazione al riuso e al riciclo, un centro sperimentale di educazione al paesaggio ed educazione ambientale”. Tutto nell’ottica di trasformare – come ha spiegato la presidente della Comunità Patrizia Ballardini - un problema in risorsa. Molti gli interventi degli amministratori locali

dedicate alla socializzazione, all’intrattenimento, all’educazione. Questa in sintesi l’idea proposta dalla Comunità di Valle – ente che gestisce direttamente la discarica per conto della Pat - nell’incontro che si svoltosi giovedì 14 giugno la nuova sede del ‘Servizio Igiene Ambientale’ della Comunità, situato proprio presso la discarica con i Sindaci della Busa, i presidenti del Bim del Sarca e del Chiese, il Presidente di Geas, insieme alla Giunta della Comunità. che hanno dimostrato soddisfazione per una proposta che vuole migliorare significativamente il paesaggio, il territorio ma anche la qualità della vita di chi ci abita e che hanno fornito spunti e riflessioni per un confronto che possa portare ad un ottimizzazione del progetto. In particolare l’Amministrazione comunale di Zuclo, parte in causa poiché comune sul cui territorio quale si trovano la discarica e il capannone

di smistamento dei rifiuti, rappresentata all’incontro dal vice-sindaco Roberto Bertolini, ha sottolineato la necessità di formulare questo importante progetto di valorizzazione tenendo conto dei tempi di attività post mortem della discarica e di prevedere – in tempi molto più brevi – una serie di interventi di schermatura ambientale all’esterno del perimetro della discarica mediante piantumazione, in modo di abbatterne l’impatto visivo.

Dal canto suo il Responsabile dell’Ufficio Tecnico della Comunità delle Giudicarie Maurizio Polla, ha aggiunto aggiunge: “Anche un’analisi della struttura della discarica rende evidente come il progetto proposto dall’equipe del professor Scaglione non sia solo lungimirante ma anche forse l’unico compatibile da un punto di vista tecnico” “Grazie al continuo aumento della quota differenziata del rifiuto che nell’ultimo rilevamento di maggio ha raggiunto la promettente e ragguardevole percentuale dell’82,7% potremmo avere a disposizione un tempo di vita della discarica un po’ più lungo, e questo gioca sicuramente a nostro favore”. Ma anche se il tempo non manca è “importantissimo aver posto al centro dell’at-

tenzione il problema della discarica già da ora – come precisato dall’Assessore all’Ambiente, Filiera rifiuti ed Energia Daniele Tarolli. “É così possibile programmare e concertare gli interventi che si andranno a fare sul territorio anche in funzione di ciò che vogliamo la discarica diventi dopo la sua dismissione. Ciò permette una razionalizzazione degli interventi e delle risorse e una programmazione puntuale dei lavori”. Questa era naturalmente solo una riunione preventiva. A fine estate ve ne sarà un’altra e nel tempo il progetto verrà discusso, presentato alla popolazione, modificato, per arrivare alla scadenza del 2016, anno di fine vita della discarica, con le idee chiare su iniziative da intraprendere e costi.

ODORI ELIMINATI DALLA DISCARICA

La Geas trasforma le esalazioni in energia. E ha praticamente azzerato i miasmi Quando passavi sulla retta di Saone veniva spontaneo chiudere i finestrini. L’odore sprigionato dalla discarica era talmente nauseante che veniva istintivo pigiare sull’acceleratore. Per anni gli abitati della zona hanno dovuto sopportare stoica-

mente gli olezzi del centro di raccolta. Oggi quei miasmi non invadono più le narici. E sembra un miracolo respirare un’aria che, anche a pochi metri, sfiora la normalità. A rimarcarlo, con una punta d’orgoglio, è Giorgio Marchetti, presidente della Geas, la spa a partecipazione pubblica dei Comuni e della Comunità delle Giudicarie, che dallo scorso ottobre ha realizzato sulla discarica di Zuclo un impianto di captazione di biogas, per la produzione di energia. Il primo utile di esercizio è stato di soli 40mila euro. Ma il risultato più evidente è stata l’eliminazione degli odori. “Solo quando vengono depositati i fanghi – è stato spiegato in sede di presentazione dell’impianto – si ha la sensazione di essere nelle vicinanze di un deposito di rifiuti. Altrimenti nemmeno te ne accorgi”. L’impianto in questione, un piccolo gioiello tecnologico, oltre ad assorbire gli odori è anche fonte di energia. E, da quei circa 20 mila metri cubi di rifiuti urbani stoccati annualmente, frutto dell’intera raccolta della valle, si ricavano circa 200 kwh, più di un milione e mezzo dal settembre scorso, con un ritorno per la

Comunità, in termini di minor spese di controllo del biogas e fornitura di calore prodotto dal trattamento dei fumi, di circa 50 mila euro l’anno. Più altri 70 mila, pari al 9,11% del ricavato, prodotto dalla vendita di energia. L’impianto, costato poco più di un milione di euro, trae energia da 30 camini di recupero di gas collocati sopra i teli che coprono la discarica e, oltre ad assorbire gli odori, controlla le emissioni in atmosfera tramite un post combustore che garantisce emissioni di qualità.

Un sistema impensabile solo qualche anno fa, realizzato da un’azienda locale a capitale pubblico come la Geas che ha come azionisti i Comuni delle Giudicarie, i due Bim del Sarca e del Chiese, il Ceis di Stenico, l’Asm di Tione e il Consorzio Elettrico di Storo. Un vero fiore all’occhiello, autoctono, che produce energia dal compostaggio urbano. La potenzialità della discarica, secondo le previsioni della Geas, continuerà almeno per 8 anni, anche, quando per ovvie ragioni di saturazione, i rifiuti non verranno più depositati

a Zuclo. Sotto quella coltre di teli che limita l’impatto visivo ed olfattivo, e trattiene il percolato, ci sono migliaia di tonnellate di compost in macerazione, che continuerà a produrre gas anche in avvenire. Per quanto riguarda l’umido va poi rilevato che, da tre d’anni, non viene più trattenuto in discarica. Ma smaltito ad Este, in provincia di Padova, dalla ditta Sesa, specializzata in trattamento e trasformazione di rifiuti urbani. La maggior parte dei quali diventano fertilizzanti e terra per le coltivazioni. (e.z.)


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La discarica di Zuclo: un servizio prezioso per le Giudicarie In funzione dal ‘76, occupa un’area di oltre 50mila metri quadrati

Fortunatamente in Giudicarie, per ora, il problema non esiste. E, finché possiamo contare sulla discarica di Zuclo, lo smaltimento dei nostri rifiuti è garantito. Certo è che dal 1976, da quando è entrata in funzione, quel immenso panettone verde, incuneato tra gli abitati di Zuclo e Saone, ne ha fatta di strada. O meglio: ne ha inghiottite di immondizie. Milioni sono le tonnellate di residuo che vi hanno trovato collocazione. E migliaia sono i camion di spazzatura che, in 36 anni, vi sono stati stipati. I dati sono impressionanti: i conferimenti medi parlano di 23 milioni di tonnellate annue. Calcolatrice alla mano è facile dedurre che dall’apertura ad oggi la discarica di Zuclo ha smaltito qualcosa come 600 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Un servizio impagabile, che dovrebbe rimanere attivo almeno fino al dicembre 2016, dato che la concessione nel 2008 è stata prorogata fino a quella data. Ma, visto i cali di conferimenti registrati negli ultimi tempi, la vita del centro di raccolta giudicariese potrebbe addirittura essere allungata fino al 2020. Quando, si spera, possa entrare in attività il promesso inceneritore al servizio di tutto il Trentino. E, quindi, programmare la dismissione definitiva dell’impianto. Dati alla mano, pare davvero impossibile che una piccola comunità come la nostra che non arriva a 38 mila abitanti, possa produrre una quantità

di Ettore Zini L’hanno definito il business del futuro. Ma più che altro è un problema del presente. Smaltire ogni giorno tonnellate di rifiuti è l’assillo principale di moltissimi amministratori, contestati e contrastati dai cittadini che, fedeli al motto “not in my backyard“:dappertutto, ma “non nel mio cortile”, issano quotidianamente vessilli e cartelloni di protesta contro le discariche. Napoli, Palermo, Roma, in Italia, sono gli esempi più eclatanti (e irrisolti). Ma, anche al nord, i casi non mancano. così cospicua di rifiuti. A cui però va aggiunta la raccolta stagionale, dei bacini turistici di Campiglio e Comano Terme, che contribuiscono a far lievitare lo stoccaggio. La storia della discarica è in perfetta sintonia con la crescita della nostra comunità. Che anche in tema ambientale in pochi decenni ne ha macinata di strada. Basti pensare che agli inizi degli anni ottanta, nonostante il centro di raccolta di Zuclo fosse al servizio dei comuni già da un decennio, erano disseminate sui 1.176 Kmq. del Comprensorio ben 90 discariche abusive. Le cronache di quel tempo (1982-1987) parlano di 57 progetti di recupero ambientale che riguardavano località, individuate in 27 comuni. Da allora, con un piano organico di risanamento, e un’oculata politica di ripristino, si è arrivati ad avere un Centro Unico di raccolta a Zuclo, 2 Crz a Zuclo e Carisolo (centri di raccolta zonali), 18 Crm (centri di raccolta materiali) e una raccolta differenziata che – è notizia di questi giorni – a maggio ha raggiunto l’invidiabile traguardo dell’82,7 %.Una delle più alte d’Italia. Traguardo raggiunto anche grazie al centro unico di Zu-

La produzione di rifiuti è in calo. Il dato non è allarmante. Ma essendo la raccolta dei rifiuti urbani, al pari del pane e del latte, uno degli indicatori economici più sensibili, desta comunque qualche preoccupazione. E soprattutto fa riflettere. Le società economiche opulente di solito non lesinano su niente. Neanche sugli sprechi. I rifiuti conferiti in abbondanza sono quindi termometro di ricchezza. Di abbondanza. Al contrario la crisi ci porta ad essere più attenti, parsimoniosi. Per questo il dato dal Servizio rifiuti di Tione che indica, per i primi tre mesi dell’anno, un calo nella raccolta del residuo, non è da prendere sottogamba. Il 50% in meno, è davvero uno sbalzo ragguardevole. E non consola il fatto, che un crollo così cospicuo, potrà portare ad una revisione del servizio. Forse anche a una riduzione dei costi. Del resto 600 tonnellate in meno,

clo, dove oltre a venir stoccata la massa di rifiuti urbani, vengono smistate e differenziate: plastiche, carta, vetro. e residuo. Materiali venduti a ditte specializzate. I cui ricavi contribuiscono ad abbattere i costi delle bollette. Dopo un avvio a regia comprensoriale - il Comprensorio del C8 ha gestito la raccolta dei rifiuti dai primi anni dal 1977 al 2011, ma ad avviarla per primo era stato il Bim del Sarca, solo per un anno e per i soli comuni del suo bacino - ora la gestione è passata nelle mani della Comunità delle Giudicarie. E da febbraio è in vigore una tariffa unica sul-

l’intero bacino. Le vecchie bollette sono state sostituite dalla Tia (Tariffa di Igiene Ambientale) che, con due scadenza annuali (giugno e novembre), arriverà direttamente nelle famiglie dagli Uffici della Comunità. Il servizio ha un costo complessivo di 6 milioni di euro. E passando, dalla tariffa normalizzata a quella puntuale che non tiene più conto dei metri quadrati di superficie degli appartamenti, ma del numero di fruitori del servizio - almeno nelle intenzioni - dovrebbe dare bollette più eque. Commisurate alla quantità di rifiuti prodotti e conferiti.

I costi dello smaltimento Le prime bollette della nuova Tia , Tariffa d’Igiene Ambientale (la vecchia tassa sulle immondizie) sono in distribuzione in questi giorni. Per molti riserveranno sorprese. Ma per altri, per chi è solo o ha una famiglia poco numerosa, ci potrà essere la constatazione di un risparmio. I parametri adottati non faranno più riferimento, come in passato, ai metri quadri, ma al numero degli utenti e alle apertura delle chiavette messe a disposizione per i raccoglitori del residuo. A gestire il servizio dai primi di febbraio non sono più i singoli comuni, ma la Comunità di Valle che ha ricevuto la delega di tutte le amministrazioni delle Giudicarie. Una tariffa unica dunque, uguale per tutti, che, a quanto sostengono in Comunità sarà imperniata soprattutto su una maggior equità, e su una spesa commisurata al servizio. Dato oggettivo è che comunque le tariffe locali sono tra le più convenienti del Trentino. La spesa complessiva della raccolta delle Giudicarie è di 5.320.000 euro da ripartire sui quasi 38 mila abitanti. Il totale dei costi stimati per l’anno in corso sarebbe di 7.700.000. Ma a parziale copertura delle spese sopportate, la Comunità introita 1.258.000 euro: 617.000 dalla vendita della differenziata (200 mila dalla carta, 210 mila dalla plastica, 60 mila dal vetro, 127 mila dai metalli) e 641 per servizi conto terzi. Quindi il costo a carico degli utenti supera di poco i 5.000.000 di euro. La propensione al risparmio delle famiglie, con la produzione di minor quantitativi di rifiuti potrebbe indurre bollette meno pesanti. Ma le spese vive sono una costante, ed è bene non farsi illusioni. (e.z.)

La raccolta dei rifiuti in forte calo. Solo contrazione dei consumi? non conferite i nei primi 90 giorni dell’anno in discarica, non sono quisquiglie. E i numeri lo stanno a testimoniare, anche se - è giusto specificarlo - il problema si pone solo sul residuo, dove il calo è esattamente del 51,42%, mentre sul totale complessivo, compreso gli ingombranti, le cifre parlano dell’11,80%. Comunque sia nei 39 comuni Giudicariese nei primi tre mesi del 2012 la raccolta è diminuita di 560 tonnellate. Dalle complessive 4.740 del primo trimestre 2011, si è scesi a 4.181 attuali. Negli anni precedenti la differenziata aveva fatto registrare sostanziale stabi-

lità, con un calo fisiologico dello 0,25%. Ma gli ultimi riscontri sono macroscopici: meno 54,17% per gli urbani, e quasi il 52% sul residuo, con una cadenza mensile a fotocopia. Mentre per la differenziata i valori sono in aumento. Si è passati dalle 2.280 tonnellate del 2010 alle 2.430 del 2011, alle 3.059 del 2012. Per l’indifferenziata, vale a dire per il residuo, su base trimestrale, si è registrato un vero crollo: 2.460 tonnellate nel 2010, 2.310 nel 2011, e addirittura 1.120 a fine marzo. “Segno – ha detto l’ingegner Ivan Castellani , uno dei tecnici del servizio, che i consumatori

sono più virtuosi, ma anche che i consumi sono in netto calo”. Non a caso le stime 2012 sono per un conferimento in meno di almeno 400 camion in discarica, che, se il trend diventerà una costante, potrà godere di qualche anno di vita in più. Con un servizio di raccolta – ipotizzato dall’architetto Maurizio Polla, il Capo Servizio Ambientale della Comunità – che potrà essere tarato su una raccolta quindicinale, e non settimanale com’è ora. I numeri di questo inaspettato calo, però, portano anche ad altre considerazioni, che esulano dai soli aspetti negativi della crisi, pur

considerando anche il calo di presenze turistiche invernali, che comunque sono un dato oggettivo. E’ da valutare, infatti, quanto sulla drastica riduzione della raccolta del residuo abbia inciso l’introduzione della chiavetta, e i nuovi parametri per la compilazione della bolletta. E’ indubbio che il conteggio delle aperture, nonostante il notevole senso civico dimostrato finora dai Giudicariesi con una raccolta differenziata che supera la soglia dell’ 80%, possa aver influito a mo’ di riflesso condizionato (siamo Italiani anche noi e quindi molto sensibili alle questioni di portafoglio) su una minor attenzione nella separazione dei rifiuti. Se così fosse, sarebbe forse opportuno rivedere il servizio su una raccolta che potrebbe non ritenere la chiavetta nominale, così pertinente ed indispensabile alla funzionalità del servizio (e.z.)


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L’azienda

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Cartiera, 135 anni di sviluppo del territorio Un importante traguardo industriale, per un attore fondamentale dell’economia delle Giudicarie

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l Cham Paper Group, azienda che controlla la cartiera di Condino e altri due stabilimenti, festeggia in questi giorni i 135 anni di attività nella sede di Carmignano di Brenta, in provincia di Padova. Un traguardo certo significativo, che Il gruppo ha deciso di festeggiare l’avvenimento con una mostra fotografica che ripercorre alcune tappe dell’evoluzione di questa azienda, che oggi dà lavoro nello stabilimento di Carmignano a 220 persone. Una storia antica, la possiamo definire. Tutto ha inizio, infatti, nell’epoca degli antichi mulini del ‘500 che occupavano l’area di Carmignano ora destinata all’industria; nel 1873 tale Girolamo Lanaro fondò a Friola una fabbrica per la produzione della pasta di legno in Contrada Sega Vecchia e nel 1875, al posto di quei vecchi mulini, realizzò una Cartiera che avrebbe utilizzato direttamente il materiale ivi prodotto. Dal 1877 la piccola cartiera comincia la produzione di carta dando lavoro a 20 operai del luogo. Dopo alcune vicissitudini nel

1883 uno dei soci, Antonio Marzotto, propone l’acquisto della struttura alla svizzera Societè pour la fabrication de Patè de Bois, che controllava ben 5 stabilimenti in Europa; nasce così quella che sarà la Cartiera di Carmignano, sotto la guida del primo direttore, il Cav. Cataldo Biga. Nel 1904 il primo ampliamento con la installazione di una seconda macchina di produzione continua, che porta la produzione annua a 4.000 tonnellate di carta, sulle 15.000 circa che assommava allora l’intera industria cartaria italiana. Produzione in incremento continuo, di pari passo con l’occupazione: 5.200 tonnellate nel 1937, con 330 dipendenti occupati. La Seconda Guerra mondiale lascia inevitabilmente un segno anche sulla Cartiera,

sottolinea la longevità ed il radicamento di questo marchio, ancora più notevole in un momento come questo, in cui l’economia industriale a livello mondiale ed italiano in particolare non sta certo brillando. che proprio in quegli anni ha però la forza di mettere in campo investimenti importanti come il cambio di alimentazione dell’impianto, da carbone a metano nel 1947 e, nel 1958, l’acquisto della terza macchina continua, che consente alla produzione di balzare fino a quota 15.000 tonnellate/annue. Una produzione destinata ad aumentare ancora, nel 1968 con l’installazione della quarta macchina continua con formato 3,3 metri che permette di produrre 26.000 tonnellate annue, anche grazie all’introduzione del ciclo continuo di produzione, 7 giorni su 7. E ora l’approdo in Trentino. Nel 1985 è l’acquisizione delle Cartiere Trentine di Condino, con investimenti massicci per l’adeguamento degli standard di produzione,

tra cui una macchina patinatrice off-line e una supercalandra con cambio automatico del rotolo, oltre ad un potente turbogas per la produzione di energia in loco. Il Presente. Oggi il Cham Paper Group Italia Spa ha una produzione totale di 120.000 tonnellate di carta l’anno e garantisce lavoro a 330 dipendenti tra Carmignano e Condino proseguendo la sua strada ricercando innovazione e attenzione agli standard qualitativi di produzione. In questo senso vanno intesi gli sforzi verso le più moderne certificazioni come quella internazionale FSC a tutela dell’uso responsabile e sostenibile delle risorse ambientali. Una direzione sposata da anni da Gerold Zuegg, amministratore dele-

gato e “anima” della Cartiera di Condino, altoatesino da 30 anni alla guida della struttura chiesana che ha condotto l’azienda attraverso le fasi alterne del settore cartiero, orientando in modo flessibile la produzione ai bisogni di mercato e restando dunque sempre competitivi (oltre che un punto di riferimento a livello di occupazione per l’intera Valle del Chiese). Recentemente abbiamo dato conto di importanti investimenti messi in campo nello stabilimento di Condino per la realizzazione di linee produttive sempre più efficienti e moderne, segno tangibile della volontà del Cham Paper Group di credere nello sviluppo della propria attività in Valle del Chiese. Da qualche settimana a questa parte, poi, anche a riconoscimento del-

l’importanza che la Cartiera di Condino riveste nel settore trentino, l’ing. Zuegg è stato nominato ai vertici della sezione di Confindustria trentina che si occupa del settore Carta e grafica. Presidente di sezione è dunque stato nominato l’ing. Gerold Zuegg della Cham Paper Group Italia Spa con vicepresidente di Sezione Giovanni Girardi della Printer Trento Srl. Nel comitato di sezione vi sono anche Dino Bertolin (Bertolin Imballaggi Srl), Stefano Corvo (Diatec Cles Spa), Alessandro Fedrigoni (Fedrigoni Spa), Giorgio Moser (Moser Marino & Figli Srl), Gianfranco Paris (Arti Grafiche Saturnia Sas), Mauro Rampinelli (Il Sole 24 Ore Spa), Francesco Zago (Cartiere Villa Lagarina Srl). (r.b.)


Economia

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Il coop-capitalismo contro la crisi

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Alla ricerca del sistema economico che coniughi sviluppo ed equità Il problema è più profondo e deriva dalla crisi del capitalismo di “Gucci”, in cui la gente s’identificava solo con i marchi come Nike o s’indebitava per acquistare una borsa di prestigio. Oggi la mancanza di speranza è in parte dovuta proprio a questa delusione dell’ideologia dei mercati che dovevano auto-regolarsi con le aziende che dovevano erogare i profitti a vantaggio di pochi azionisti. Si aveva un rispetto “religioso” del mercato, considerato un meccanismo in grado di garantire uguaglianza, giustizia e libertà. Ma purtroppo così non è successo e i paesi che hanno accettato il mercato come principio sono diventati al loro interno più diseguali a partire dagli Usa, alla Gran Bretagna fino all’Italia dove i 10 più italiani ricchi possiedono un reddito

di Marco Zulberti «Per la prima volta le prospettive economiche attese per le vite dei nostri figli sembrano peggiori di quelle che abbiamo avuto noi come genitori»: con questa frase ha iniziato il suo intervento la professoressa Noreena Hertz dedicato al coop-capitalismo che è stato uno degli interventi più interessanti nell’ultimo Festival dell’Economia di Trento per il suo collegamento con il territorio provinciale. Oggi infatti il pessimismo prevale sull’ottimismo e la sicurezza è minacciata dalla perdita del posto di lavoro. Perché oggi c’è questa mancanza di speranza? Questa mancanza non ha solo a che vedere con la crisi economica, o col fatto che siamo in recessione. che corrisponde ai 3 milioni di italiani più poveri. L’Italia è forse il paese dove la disuguaglianza è più alta perché c’è stato un periodo in cui si è creduto che l’avidità fosse buona. Per questo oggi abbiamo bisogno di pensare a nuova visione del capitalismo che ho chiamato coop-capitalismo che si fonda nelle strutture “open source” e nel movimento cooperativo tradizionale. Questa nuova visione si fonda su tre principi: il primo che la collettività è un concet-

to positivo e quindi anche quello di uguaglianza che nei momenti di crisi con i programmi di austerità devono essere applicabili non solo alle categorie più deboli, perché danneggiano non solo il singolo individuo, ma la stessa coesione sociale. Il secondo principio riconosce nel valore del nostro modo d’interagire con gli altri, nella qualità dei rapporti e delle relazioni e non nelle transazioni commerciali come nel capitalismo di Gucci. Se ognuno si sostiene riu-

sciamo a farci ascoltare e ad ottenere un futuro per tutti. Il terzo principio è la collaborazione che nel mondo cooperativo rende più giusta ed equa la stessa concorrenza. Vi sono società che sono organizzate in modo rigido e altre come Toyota dove invece oltre al rapporto di lavoro concorre una sorta di cooperazione tra i dipendenti. Qualche anno fa scoppiò un incendio in un impianto che fu completamente raso al suolo. Le previsioni parlavano di 6

“Franco Gottardi”: “Bottega delTrentino” Da un paio di settimane è Bottega Storica del Trentino. E’ l’oreficeria Franco Gottardi di Tione, negozio che s’affaccia sul corso principale dei negozi. Dal 1902 il nonno Palmiro avvia l’attività, arrivata ai giorni nostri. Prima c’era il bisnonno che faceva il venditore ambulante di bigiotteria. Poi il punto vendita stabile, sotto l’impero Austro-Ungarico. Con la “Licenza industriale a costruire e vendere oggetti d’oro”, rilasciata dai funzionari dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. A lui subentrò, fino al 1979 il figlio Aldo. Orafo capace, che per anni fu - assieme al famoso Rossin di Cimego, altro artigiano dalle mani d’oro - l’unico venditore di ori e oggetti pregiati delle Giudicarie. Oggi la tradizione continua con Franco, che assieme alla moglie Manuela, porta avanti la tradizione di famiglia. Da quando è stato istituito l’albo delle Botteghe Storiche del Trentino, da parte della Provincia, l’oreficeria Franco Gottardi è stata la prima di Tione a potersene fregiare. Ce ne sono altre in attesa di espletare la pratica. I requisiti sono: minimo 50 anni di attività, attestati e documenti che lo dimostrino, e oggetti o strumenti del

mestiere. In proposito Franco Gottardi conserva una vetrinetta espositiva con monili e ori costruiti dai suoi predecessori, quando c’erano ancora i garzoni di bottega e la professione era un’arte. (e.z.)

mesi per ripristinarlo. Allora 62 aziende giapponesi si sono messe insieme e in 8 giorni hanno condiviso risorse e lavoratori, e aiutato Toyota a rimettere in funzione lo stabilimento. Cooperando e collaborando i costi di produzione scendono e si aumenta l’efficienza e la produttività dell’intero sistema in cui agisce la cooperazione. Il coop-capitalismo così concilia i valori migliori del capitalismo alla “Gucci” come l’innovazione con i valori etici. Quindi l’orizzonte del coop-capitalismo non è un sogno, anche perché si vede già all’opera ogni giorno nella Silicon Valley, in aziende come Linkedin o Wikipedia dove la gente collabora gratuitamente e ha creato un qualcosa che è più preciso dell’enciclopedia britannica. La collaborazione ad esempio aiuta a trovare circuiti di scambio alternativi a quello del mercato, simili al baratto ma grazie a internet molto più evolute come modello. In questa fase di crisi le cooperative stanno diventando un modello da prendere come esempio. In Canada, Svizzera, Australia, Francia producono milioni di euro di fatturato. Nel Regno Unito la cooperazione ha raggiunto un livello del 21%. Anche in Trentino il sistema cooperativo ha aumentato fatturato e dipendenti dal 2006 ad oggi nonostante la crisi. Ma oggi di fronte all’acuirsi della crisi con il mancato ricambio al vertice del sistema cooperativo trentino con il quarto mandato a Diego Schelmi apre infatti qualche interrogativo perché la cooperazione storicamente non si fonda sulla personalizzazione del sistema ma sulla pluralità delle persone che vi partecipano. V’è da

chiedersi se quel modello descritto dalla Hertz sia buono per tutte le fasi economiche o rimanga solo un ideale? Ad esempio ha un futuro il modello cooperativo di fronte al debito crescente degli stati e delle istituzioni provinciali? In questa crisi Internet con suoi luoghi d’incontro, i social network, i blog, l’innovazione tecnologica ci sta insegnando che stare insieme e collaborare è un’istanza umana che va al di là del valori monetario. Sicuramente anche in Argentina dopo il default del 2001 l’economia è ripartita grazie alla cooperazione che rimesso in moto le fabbriche abbandonate dai loro proprietari. Collaborare e cooperare aiuta qualsiasi comunità durante i periodi difficili soprattutto nelle aree geografiche più disagiate di cui il Trentino, in quanto territorio montano può essere un esempio. Il coop-capitalismo non è una rivoluzione contro il capitalismo, non lo abbatte, semplicemente lo evolve con un’attenzione alla sostenibilità e all’impiego dei capitali. Il capitalismo deve avere a che fare con la morale come intendeva lo stesso Adam Smith. Le banche della cooperazione ad esempio dovranno essere diverse dalle banche tradizionali, non imitarle come fanno oggi per produrre utili per i loro azionisti, ma servire veramente le comunità e i territori che presidiano. Il modello cooperativo sembra pertanto giunto ad una sorta di bivio in cui o ritorna verso le origini grazie al ricambio e all’innovazione, oppure dovrà scontrarsi sempre più con il rispetto effettivo dell’efficienza, dei prezzi bassi imposti dal conto economico del mercato.


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Primo Piano

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Il Progetto Life Ursus e la protezione Uno studio che ha origine nel ‘91. All’inizio si temeva che gli orsi avrebbero faticato a riprodursi.

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he sarebbe andata Adamello Brenta. Fu lui, con di Ettore Zini così, probabilmenla sua equipe, a sollecitare la te non l’avrebbe immaginato nemmeno il reintroduzione dell’orso nei 62 mila ettari dell’oaprofessor Wolfgang Shoroder, docente dell’Uni- si naturalistica più importante del Trentino. versità di Monaco di Baviera, quando nel 1991 fu Solo venti anni fa il plantigrado, un tempo di casa incaricato di redigere il Piano Faunistico del Parco nei boschi delle nostre valli, era quasi estinto. Del famoso orso bruno (l’Arctos Arctos ), si diceva, ne sopravvivevano pochi esemplari. Vecchi, malandati e non più in grado di riprodursi. L’idea di ripopolare i boschi della Val di Genova e del Lago di Tovel, con esemplari provenienti dalla vicina Slovenia, era stata accolta con entusiasmo. Il progetto crebbe di pari passo con il Parco, fino all’importazione di due vispi orsacchiotti: Masum e Kirka. I primi, di altri otto esemplari, che sono stati liberati nel Brenta dal 2000 al 2002. L’ultima è stata Maya, la femmina che ha rimpiazzato Irma, trovata morta sotto una slavina. Dal 1999, l’avvio della fase operativa del progetto Life Ursus, con Provincia, Istituto Nazionale di Fauna Selvatica (Ispra) e Parco Adamello Brenta: convinti della validità

dell’iniziativa. Tutti gli esemplari importati, al momento del rilascio, sono stati dotati di radiocollare per un monitoraggio costante da parte del Corpo Forestale. E, i timori di non riuscire nell’intento di ripopolare le aree boschive della regione, sono presto svaniti con l’arrivo delle prime cucciolate. Da troppo pochi. A troppi. In soli 10 anni, gli esemplari introdotti nei massicci del Brenta hanno raggiunto quota 45/50. Ma, qualcuno, azzarda molti di più. Da animale dedito a sporadiche scorrerie contro alveari e greggi, in maggio, l’orso ha fatto sentire veramente la sua presenza, con attacchi che cominciano a destare apprensione. I consigli del Parco, su come comportarsi in caso di incontro fortuito con l’animale, sono sempre

stati impostati alla prudenza. E’ una bestia mite, timida, tende a evitare l’uomo. “Ma quando andate nel bosco – è scritto nelle raccomandazioni sul sito web – adottate una camminata rumorosa, muovete foglie e rami secchi, per far sentire la vostra presenza”. Suggerimenti preziosi. Che sottolineano l’indole pacifica del plantigrado. Che se spaventato, però, può opporre una difesa feroce. Capace di impensierire anche i più temerari. Per avere un’idea della sua pericolosità, basta scorrere le cronache di un tempo, quando l’orso, come animale nocivo era cacciato e ucciso. Ora i tempi sono cambiati. Da specie dannosa è diventato una specie protetta. Lo specifica l’art. 2 della Legge nazionale n. 157/92, ripreso dalla legge della Provincia Auto-

noma di Trento n. 24/91. Dello stesso avviso è anche la Comunità Europea che ha inserito la specie, tra quelle di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Per cui, abbattere o catturare un orso può procurare l’arresto fino a 6 mesi e l’ammenda da 1.032 a 6.187 euro (art. 30.1 lettera C della Legge 157/92). Le leggi, però, non bastano a dissipare i timori di chi vive il territorio. Che, dopo le recenti imprese, è meno indulgente nei suoi confronti. WWF e associazioni ambientaliste hanno subito preso le difese dell’orso trentino. Ma è probabile, che se i danni arrecati agli animali domestici dovessero continuare, la Provincia qualche provvedimento dovrà pur prenderlo. Se non altro, per ridurne la proliferazione.

La caccia all’orso: testimonianze e leggende O

ggi l’orso vive nell’agiatezza. Fa danni, e c’è chi corre a pagarli. E’ una ricchezza, dicono, che oltre a ripristinare l’antico equilibrio ambientale nei boschi e nei massicci montuosi della zona, è il valoMa in passato com’era vissuto in Trentino? Di plantigradi ce n’erano, eccome! Ma non campavano indisturbati. La popolazione aveva un riverenziale timore. Chi affrontava o uccideva un mammifero ritenuto pericoloso e dannoso per il bestiame, era considerata persona a cui attribuire rispetto ed onori. E, in virtù delle taglie poste sulla sua testa, o meglio sulla sua zampa, c’era chi era sempre pronto a fargli la pelle. Fino ai primi del 900, in Trentino, ne esistevano ancora numerosi esemplari. La caccia sua caccia era consentita e incentivata. Le cronache, condite di leggenda, narrano le gesta di Luigi Fantoma di Strembo, detto il Martanel (1819-1896) , il “Re della Val di Genova”. Ha passato la sua esistenza in

località Ragada, uccidendo 50 orsi e 700 camosci. Un vero Attila della fauna ursina, in gara con altri suoi contemporanei, come Domenico Ramponi di Carciato che 1820 al 1840, di pelle d’orso ne ha accumulate 49. O Giacomo Nicolussi di Molveno che ne ha accoppati 31, seguito a ruota da Paolo Maturi di Mezzana (18) e dai fratelli Michele ed Emanuele Lorenzoni di Cles (9). E, se c’era chi, armato di schioppo a palla o di archibugio, non aveva timore di mettersi in gioco contro il grosso mammifero, le cui zanne e zampate destavano timore, c’era anche chi, all’apparire dell’animale se la dava a gambe levate. Come tal Silvio Daldoss della Val di Ledro, classe 1876, che per salvarsi si era arrampicato su una pianta, di

ridotte dimensioni, e per sviare l’orso che nel frattempo aveva cominciato a scuotere l’alberello, non ha trovato di meglio che riempire di foglie un indumento per gettarlo lungo il pendio. Storie, che hanno il sapore dell’aneddoto popolare, tratte da pubblicazioni come “Caccia e Bracconaggio, nella Val di Ledro dell’ottocento”, ma che danno la misura di quanto il carnivoro fosse temuto. Mentre per la selvaggina, stanziale o di passo, erano state promulgate normative che vincolavano il diritto di caccia a specifici divieti, l’uccisione dei predatori come orsi e lovi (lupi), restò libera fino al XIX secolo. In quelli precedenti la caccia all’orso era un’ambita prova di coraggio. E non sono pochi i temerari che sono usciti mal-

conci da questa sfida uomo e animale. Una consuetudine, radicata nel tempo, era la spartizione delle spoglie della bestia uccisa. Al Principe, o al potente di turno, oltre alla testa, spettava la zampa anteriore destra. Quella sinistra al parroco, e la pelliccia al cacciatore. Ci sono documenti che attestano il perpetuarsi di questa tradizione. Nel 1818, un decreto della Cancelleria Aulica di Innsbruk, rimasto in vigore fino agli inizi della Prima Guerra Mondiale, veniva prevista la corresponsione di una taglia su ogni animale ucciso (35 fiorini per i maschi, 40 per le femmine). Previa consegna della zampa destra dell’animale. La presenza dell’orso in Trentino ha lasciato tracce indelebili. A Trento, nel Castello del

re aggiunto dell’offerta turistica. L’emblema dell’Ente Parco. E di un territorio provinciale intatto, anche dal punto di vista faunistico. Quindi, animale da coccolare e tutelare. Buon Consiglio, nella torre dell’Aquila, scene di caccia rappresentano una battuta, con l’orso e i suoi cuccioli, inseguiti da mute di cani e da nobili a cavallo, con battitori a piedi con scudi. Un dipinto del Romanino del 1531, con Venere accanto a un orsacchiotto. Ci sono pure immagini sulle formelle delle stufe in maiolica del maniero, e una preziosa testa ursina in cotto, di epoca romana. L’orso dunque nei dipinti e nelle sculture. Ma soprattutto nei toponimi di molti luoghi, a testimoniare quanto fosse invadente la sua presenza: Il bregn de l’orso (Malga Movlina); Busa de l’ors (Val di Tovel); Pas de l’ors (Val d’Algone); Sentier de l’ors (Valesinella); Tof di l’ors (Val delle Seghe Molveno).

Forse però l’iconografia che più si addice ai giorni nostri, con abitudini a quanto pare radicate nell’animale, risale tra il IV e V secolo. Si trova nei quadretti votivi dell’eremo di San Romedio, in Valle di Non: il Santo a cavallo dell’orso. Narra la leggenda, che il feroce animale aveva sbranato il cavallo dell’eremita (ex nobile bavarese di una famiglia di Innsbruk,proprietaria di saline in valle dell’Inn, convertitosi al ritorno da Roma, e ritiratosi in terra nonesa dopo essersi spogliato dei suoi averi), il quale infuriato per la perdita del suo destriero, ammansì l’orso. Prese la sella e la mise sul groppone del plantigrado, che da quel giorno divenne il suo mansueto compagno, e mezzo di trasporto. (e.z.)


Primo Piano

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Nasce un comitato anti orso. “Sono troppi”

della specie E invece...

IL PARERE DEL PROFESSOR CORTI Un parere sui comportamenti del plantigrado ce lo dà il professor Michele Corti, dell’Università degli Studi di Milano. Da anni si interessa di fauna selvatica. E’ consulente in Lombardia e Piemonte dell’Associazione Pastori. Studia prevalentemente il comportamento del lupo delle alpi e di predatori come la lince. Ma, da cinque, si interessa anche di orsi. E’ stato contattato dal comitato anti-orso della Val Rendena. Le sue teorie contrastano con chi, sul plantigrado, lancia messaggi tranquillizzanti. “Non è assolutamente vero che l’orso non possa attaccare l’uomo – dice – in Romania e Bulgaria dove sono numerosi, ma si registrano casi anche in Svezia, ogni anno ci sono persone che perdono la vita a causa dell’orso. Dove c’è sovra popolazione il rischio c’è”. “La cosa più preoccupante – spiega – è che anche qui, in Italia, avvicinandosi ai recinti dove c’è l’uomo, il plantigrado dimostra di non averne più paura. E dalla predazione degli animali domestici, all’aggressione alle persone, il passo è breve”. Secondo le teorie di Corti - che ha maturato la sua esperienza con i lupi di cui studia da anni i comportamenti per conto dei pastori lombardi che portano i loro greggi anche in Trentino – l’orso associa l’odore dell’uomo ad una situazione di rischio. L’equazione è: uomo uguale pericolo. “Dal momento che entra nei recinti, dove l’odore dell’uomo c’è, vuol dire che i suoi freni inibitori nei confronti della specie umana si stanno affievolendo. Quindi, secondo il professore, già oggi l’orso rappresenta un problema. Ma lo sarà ancora di più in futuro. Quando il numero degli esemplari, se non si prenderanno provvedimenti, è destinato ad aumentare significativamente. (e.z.)

Il prof. Michele Corti

“Molti clienti hanno paura di andare nei boschi”. Ci sono timori anche per il turismo

Per fortuna, il maggior periodo di attività post letargica dei plantigradi coincide con il mese di maggio. Le scorribande che hanno portato l’orso a sbranare gli asini della Val Rendena, si dovrebbero quindi attenuare con l’estate, per poi affievolirsi in vista dell’inverno. Certo è che, la grossa bestia di sconquasso ne ha fatto. Facendo pendere il pollice verso di molti valligiani, che ora non lo vedono più di buon E’ sorto a Strembo, per iniziativa di una donna sanguigna, che ha perso due asini tra le sue fauci, e che ora, veste i panni di consumata capopopolo: “Niente di personale con l’orso – va ripetendo Wanda Moser, promotrice di una raccolta di firme per la liberazione del Trentino dal plantigrado – è una vittima come noi, ma ora bisogna fare qualcosa. Altrimenti la situazione potrebbe sfuggire di mano”. E, non si può dire, che l’idea, non stia facendo proseliti. Ad essere preoccupati, non sono solo i proprietari di animali, non più sicuri di lasciare le loro bestie nei pascoli o vicino alle baite di montagna. Ma anche gli albergatori. Un tempo grandi sostenitori del progetto, stanno rivedendo le loro posizioni. L’orso non è più l’animale amico. Capace di dare imput positivi al turismo. Ora la sua presen-

occhio. Prima della sua reintroduzione, nel 1996, un’indagine Doxa di Milano, commissionata dalla Provincia, dava il gradimento del progetto al 70%. Risultato sorprendente, visto l’atavico timore dell’uomo verso il carnivoro. Addirittura l’80% nelle zone dove sarebbe stato liberato. Oggi gli umori sono cambiati. E, per il suo ridimensionamento, è stato addirittura costituito un comitato.

za è guardata con sospetto. Da calamita a spauracchio, il passo è breve. Quindi con il suo soprannumero, anche molti operatori non sono più sicuri che i turisti possano godere, in tranquillità, le bellezze naturali delle valli. “Il Progetto Life Ursus, va rivisto, ridimensionato o chiuso” – ha detto al “Trentino” Giacomino Maffei, albergatore di Madonna di Campiglio. Della stessa opinione, sono altri del settore, in apprensione perché, dicono:”L’orso sta mutando le abitudini di chi frequenta la montagna”. Che ci sia bisogno di rivedere il progetto, lo dicono anche Bruno Dalla Giacoma, dell’Hotel Touring di Campiglio, e Giovan Battista Beltrami, del ristorante Magnabò di Carisolo. In pratica, molti concordano con quanto ha espresso, ad alta voce, il presidente della giunta di Bolzano

Parla la promotrice Wanda Moser

“La politica resti fuori dal comitato anti-orso” Wanda Moser, 49 anni, vive a Strembo, a maso Vastun. Mai avuto prima esperienze politiche. In questa storia è stata tirata dentro per i capelli. L’orso le ha sbranato due asini Cirillo e Beppo. La incontriamo a Spiazzo, nel nuovo agritur, di fresca apertura, insieme ad altri membri del comitato anti-orso. Sono agguerriti. Determinati ad andare fino in fondo. Ma, non vogliono etichettature politiche. Hanno appena terminato un incontro. Sono più di 300 dicono (332 precisano). Ma sono certi che la valle risponderà positivamente. Allora signora Moser, c’è questo partito anti-orso? “Assolutamente no. C’è un comitato di persone stanche della presenza dell’orso, che farà di tutto per indurre il Presidente Dellai a prendere provvedimenti. Ma non vogliamo assolutamente marchi politici. Tutti possono partecipare, ma da privati cittadini. Il problema è di tutti. Non di questo o di quel partito”. Ma avete avuto proposte in tal senso? “La Lega si è offerta per prima di darci una mano. Ma abbiamo rifiutato. Ci sono anche altri esponenti politici che ci hanno contattato. Ma ripeto: il problema investe tutta la nostra gente. Quindi non vogliamo essere sponsorizzati da nessuno”. Che cosa avete fatto finora? “Inizialmente tutto sembrava più semplice. Ma abbiamo capito che prima dobbiamo muoverci in campo legislativo. Compren-

dere che cosa prevedono le leggi è determinante. Per questo ci siamo rivolti ad uno studio legale. Vogliamo capire cosa dice la normativa, e come possiamo procedere. Non vogliamo che una volta fatto lo sforzo di raccogliere le firme, vengano semplicemente buttate nel cestino. Qualcuno parla addirittura di referendum? Cosa c’è di vero e a che punto siete?

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“Ci stiamo organizzando. Ma non sarà una semplice raccolta di autografi: abbiamo in mente qualcosa di più shockante, qualcosa che colpisca l’emotività delle persone. Che vedano con i loro occhi gli effetti negativi dell’orso. Un referendum, è possibile. Ma solo dopo aver consegnato le firme agli organi istituzionali, e aver visto le reazioni”. Quindi a Ente Parco e Provincia? “Non solo. A parte che non comprendiamo come mai i responsabili del Parco, dopo aver introdotto l’orso, si chiamino fuori. Anche se è prematuro parlarne, il nostro intento, comunque, è di chiamare in causa Comunità di Valle e soprattutto i sindaci. Sono loro in definitiva che devono garantire l’incolumità dei cittadini. E sarà a loro che chiederemo tutela. Qualche primo cittadino ha già capito la posta in gioco, e si sta muovendo. Ma noi non possiamo aspettare che gli orsi raddoppino o facciano del male a qualcuno. Il livello di guardia è già stato superato. Cos’è che l’ha spinta ad essere così determinata? “Inizialmente la rabbia per l’uccisione delle mie bestie, a cui ero molto affezionata. Poi la solidarietà e le telefonate delle innumerevoli persone che ogni giorno mi incitano a tenere duro. Noi non abbiamo niente contro l’orso. Anche lui è una vittima. Ma obbiettivamente la sua presenza sta diventando ingombrante e pericolosa”. (e.z.)

Luis Durnwalder, in un recente dibattito pubblico a Tione: “Oggi gli orsi in Trentino sono troppi. C’è bisogno di riportarli ad un numero accettabile. Tanto più che, oltre al valore venale degli animali, c’è anche quello affettivo, che non ha prezzo”. Mentre si susseguono le notizie delle malefatte dell’animale in tutto l’aerale del Parco (l’ultima in Val di Rabbi nei pressi di malga Stablaz, dove manca all’appello anche un puledro), prese di posizione giungono anche dagli amministratori. Il sindaco di Strembo, Guido Botteri, dice apertamente che ora l’animale incute timore: “Noi – dice – non vogliamo che l’orso impedisca ai nostri censiti e ai turisti di andare in montagna per il timore di brutti incontri”. Pure Cesare Maestri, il Ragno elle Dolomiti, è convinto che “forse sono troppi”. Insomma, senza cadere nella psicosi da plantigrado, la gente del posto, molto realisticamente, sta prendendo coscienza che la reintroduzione del carnivoro, sta creando maggiori problemi del previsto. Carlo Andreotti, presidente della Provincia al tempo dei rilasci, prende le distanze. “Non ero convinto allora, tanto meno oggi”. Il Presidente Dellai, per conto della Provincia, ha scritto a Roma al ministro Clini: “Il progetto è da rivedere. 45 sono troppi”. Lo stesso ha detto al commissario europeo Potocnic, responsabile del progetto”Life Ursus”a livello comunitario.. Insomma, le immagine accattivanti dell’orso Yoghi, e del fedele amico Bubu, che scorrazzano nei parchi, a caccia di merendine, non fa il paio con la realtà. Bisogna che il Servizio Foreste e Fauna della Provincia, che sta invano tentando di individuare il “colpevole” delle scorribande, riesca a lanciare messaggi tranquillizzanti. Che dimostri che gli attacchi agli animali domestici sono frutto di un esemplare particolarmente aggressivo, che potrebbe essere messo in condizioni di non nuocere. Messo in cattività. O rispedito al mittente nelle foreste della Slovenia. Altrimenti, a settembre, promettono quelli del comitato anti-orso ci saranno forti prese di posizione. “Per ora – assicurano – non faremo manifestazioni eclatanti. Non vogliamo creare allarmismi, tra i turisti. Ma con una raccolta di firme, chiederemo al presidente Dellai di liberare il Trentino e i Trentini dall’orso”. Parola di rendeneri. E, si sa, che gli abitanti della Valle, non scherzano. Quando devono difendere i loro interessi, sanno essere caparbi. La vicenda dell’uranio è solo uno degli esempi. (e.z.)


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Il dibattito

LUGLIO 2012

Comunità diValle, dove stiamo andando?

Con questo intervento di Raffaele Armani inizia un dibattito sul futuro assetto del nuovo ente Comunità, vocazione e ambiguità. Il primo punto da affrontare e da chiarire per impostare correttamente la questione delle Comunità riguarda la definizione della loro identità e vocazione, cosa sono e cosa devono fare: si tratta di un Ente Intermedio tra Provincia e Comuni destinato a raccogliere competenze trasferite da una Provincia che ha necessità alleggerirsi, o di una Comunità al servizio dei Comuni (una sorta di Unione di Comuni)? Già nella sua iniziale realizzazione (la definizione-dimensione territoriale) la riforma ha mostrato molta ambiguità: alcune Comunità hanno dimensione ottimale per il decentramento della Provincia e per il trasferimento di competenze provinciali, sono estese e con una popolazione superiore ai 15-20.000 abitanti (Comunità delle Giudicarie con 38.000, della Vallagarina con 80.000, della Valle di Non con 40.000, dell’Alta Valsugana con 52.000 ecc.), altre mi sembrano più simili a unione di Comuni (gli Altipiani Cimbri con 4.500 abitanti e la Paganella con meno di 5.000 abitanti). Non pretendo di giudicare quale sia il modello ideale, ma bastano i numeri sopra esposti per evidenziare i limiti di una riforma che ha prodotto due modelli di comunità diversi, assunti e adattati a seconda dei casi o degli interessi (elettorali). E che dire dello “strabismo” della Provincia che nel 2010, con la LP 16 “per promuovere la partecipazione degli enti locali alla definizione e all’attuazione delle politiche per la salute” ha istituito “presso ciascuna comunità(!) il Consiglio per la salute composto dal presidente della comunità e dai sindaci”? Per coerenza avrebbe dovuto almeno prevedere la coincidenza con l’assemblea della Comunità. Insomma ha partorito una sorta di terzo modello. Un pateracchio! Le competenze trasferite alle Comunità e la funzione delle assemblee. In questo anno e mezzo il dibattito politico nella nuova assemblea delle Giudicarie della quale faccio parte, è stato vicino allo zero, inferiore a quanto avveniva nel bistrattato Comprensorio. Se l’obiettivo è quello di portare le Comunità a ragionare in termini politici del futuro dei territori i casi sono due: o mancano i problemi, ma non credo sia questo il caso, o non ci sono le condizioni per farlo, cosa di cui mi

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di Raffaele Armani*

due anni e mezzo dal varo della riforma istituzionale le Comunità di valle presentano ancora un bilancio fatto di luci ed ombre. Accanto ad alcune competenze e servizi effettivamente attivati, restano ancora molti gli interrogativi sul ruolo del nuovo ente intermedio e sulla sua capacità di essere realmente funzionale e condurre – a regime – ad un contenimento della spesa pubblica. Con questo intervento di Raffaele Armani (ultimo presidente del Comprensorio del C8 e traghettatore della Comunità di valle nei suoi primi mesi di vita) inizia un dibattito che dalle colonne del giornale delle Giudicarie intende dare il proprio contributo alla discussione, importantissima, sull’assetto istituzionale del futuro. sto convincendo. Si tratta di considerazioni che, come si legge ormai quotidianamente sulla stampa, sono largamente condivise anche da parte di chi amministra le Comunità. Non sono invece condivise le cause e le possibili soluzioni. Via via si attribuiscono le colpe: -ad un’assemblea pletorica come quella delle Giudicarie: 60 consiglieri eletti più 39 nominati dai Comuni (per un totale di 99!); - al mancato o insufficiente trasferimento di competenze dalla Provincia; -al boicottaggio e alla resistenza dei Comuni e dei Sindaci; ecc. ecc.. Di conseguenza alcune delle “ricette” proposte sono le seguenti: -L’assemblea dovrebbe essere costituita solo dalla parte eletta (magari riducendo il numero degli eletti (in Giudicarie sono 60) affiancata dalla conferenza dei Sindaci (una specie di camera + senato, in miniatura!); -L’assemblea dovrebbe avere maggiori “poteri” ed essere costituita solo dalla parte eletta senza essere condizionata dalla conferenza dei Sindaci (tutto il potere ai partiti!); -Nell’assemblea i nominati dai consigli comunali dovrebbero essere sostituiti dai Sindaci (si avrebbe sempre un’assemblea di 99 consiglieri!); anche qui… ecc. ecc... Si tratta di analisi e proposte senza un dichiarato “quadro di riferimento”, un progetto di Comunità. La mia idea di Comunità e la collaborazione sovracomunale. Adeguatezza e sostenibilità Alla luce delle considerazioni precedenti, limiti della riforma e mancato funzionamento degli organi comunitari, condivido l’analisi di molti commentatori che hanno sottolineato la necessità non di cancellarla ma di “riformare la riforma”. In sintesi credo si debbano percorrere due strade distinte e parallele:

1) La prima riprende il concetto di fondo della Legge di riforma n° 3/2006, cioè la necessità di “smagrire” una Provincia-Piccolo Stato, che deve occuparsi delle grandi scelte strategiche (politiche) e di conseguenza decentrare quelle competenze che, secondo il criterio della sussidiarietà, possono meglio essere esercitate sul territorio. Per amministrare competenze complesse trasferite dalla Provincia (l’edilizia abitativa, i servizi sociali, la pianificazione socio-economica-territoriale e la tutela ambientale, ecc. ecc.) secondo criteri di sostenibilità economica e di adeguatezza è necessaria una Comunità grande ed estesa che può nel contempo gestire anche taluni servizi comunali (igiene ambientale, vigilanza urbana…) Per questo il modello territoriale di riferimento non può che essere, seppur con qualche aggiustamento, quello storico dei Bezirke o Capitanati di austroungarica memoria e, dopo la pausa accentratrice del fascismo, dei Comprensori (si vede che anche in politica “tutte le idee sono già state pensate”), cioè le Comunità “grandi” citate all’inizio (nel nostro caso l’intero territorio delle Giudicarie). 2) La seconda consiste nel favorire e incentivare la collaborazione tra comuni vicini con l’obiettivo dell’aggregazione/unione, individuando percorsi e criteri rigidi, per concentrare altri servizi comunali e conseguire contenimenti di spesa, maggiore efficienza (penso ai cantieri comunali, agli uffici tecnici, ai servizi di ragioneria ecc.); è un po’ riprendere quello che già il PUP negli anni ’60 individuava e definiva come Unità insediative (nelle Giudicarie a quel tempo, secondo un criterio di pianificazione urbanistica, ne venivano proposte una decina), costituite da comuni viciniori; è quello a cui fanno pensare le Comunità piccole di cui parlavo sopra, che in fin dei

conti, possono essere solo modelli di riferimento per le aggregazione/unione dei Comuni. Chi vive sul territorio constata il sorgere e consolidarsi delle istanze aggregative; questi segnali anche se per il passato non hanno dato adeguati frutti, vanno colti, assecondati e favoriti, perché sono l’unica strada praticabile, alternativa all’accorpamento forzoso, che porta a maturare collaborazioni strette e possibili fusioni per arrivare a Comuni meno numerosi, più grandi e più autorevoli. Non si può pensare di annegare tutto nella grande Comunità di Valle, che nella nostra situazione rischia solo di creare confusione, ulteriore burocratizzazione con conseguenti costi e distanza dai cittadini (il contrario della sussidiarietà). Costi e sobrietà: Comunità. Qualcuno insiste per rafforzare nelle assemblee la rappresentatività politica. Ebbene nelle Comunità le scelte “politiche” da fare sono minime o nulle. Le competenze sociali, dell’edilizia abitativa, di quella scolastica, dell’igiene ambientale, della polizia locale, dei tributi, delle strade, degli asili nido, degli appalti, dell’ICT, dei tributi e così per quante ne siano trasferite dalla Provincia o dai Comuni, più che scelte “politiche” richiedono efficiente amministrazione e capacità di confronto, già sperimentata con i “tavoli” (che non sono espressione dei partiti, ma della realtà del territorio: associazioni, enti, organizzazioni….) negli anni del Comprensorio e ripresa con il recente piano sociale e con il piano territoriale. Si sostiene la necessità di scelte politiche per le opere pubbliche, ma abbiamo visto cosa è successo con il FUT – Fondo Unico territoriale (sostanzialmente varato dai Sindaci al di là di qualche livello di coordinamento): l’assemblea, praticamente ignorata, non ha neppure dettato criteri. La verità è che a qualche

forza politica preme più un livello “partitico” che politico, l’occupazione dello spazio amministrativo, il controllo del territorio. Viviamo in una Provincia lontana, per fortuna, dalle situazioni estreme di decadimento dei partiti, ma anche da noi sono necessari segnali di sobrietà e di semplificazione per non aprire le porte a quella che qualcuno definisce antipolitica (anche su questo ci sarebbe da discutere). In questo particolare frangente ritengo che i partiti debbano fare alcune riflessioni: -La necessità di maggior sobrietà evitando il mantenimento di organi e assemblee che creano generale avversione nell’opinione pubblica; nel resto d’Italia vengono soppresse o accorpate le Provincie e si ipotizza di passare alcune competenze ad una sorta di Conferenza dei Sindaci: qualche ragionamento su questo dovrà pur essere fatta anche da noi in Trentino. -Se c’è una cosa che ha funzionato in questa “seconda” repubblica non sono certo i partiti, ma proprio il sistema che ha portato all’elezione diretta dei Sindaci (come anche dei Governatori delle Regioni, per noi della Provincia): vogliamo mantenere in capo a loro competenza e responsabilità di portare i nostri Comuni ad affrontare le sfide che le contingenze (ormai divenute strutturali) economiche e finanziarie e l’urgenza di modernizzazione richiedono? O riteniamo di tenerli sotto tutela di partiti, che spesso appaiono ai cittadini più comitati elettorali che strumenti della vita pubblica e della democrazia? -Il latente (ma neanche tanto) conflitto che viene ad instaurarsi tra Comuni e rappresentanze politiche va risolto a favore dei Comuni, sia per la rappresentanza che sta in capo a loro, sia perché solo il Comune ha legittimità di governo del territorio.

Come amministrare le Comunità. Tolto l’alibi di un livello politico, peraltro largamente fallito e comunque inutile, come ho argomentato, resta la soluzione unica e imprescindibile di riaffidare l’AMMINISTRAZIONE delle Comunità ai Comuni, sostituendo l’assemblea con la Conferenza dei Sindaci (basta e avanza per quel che serve), eliminando costi e doppioni, semplificando il sistema elettorale, adeguando l’ente ai dettami costituzionali; l’opinione pubblica, cioè l’elettorato, sempre più disaffezionato, più che dei servizi erogati si lamenta della moltiplicazione delle rappresentanze, dell’invadenza e dei riti dei partiti e dell’occupazione da parte della politica di spazi propriamente gestionali. Aggiungerei che ritengo necessario anche un livello esecutivo, una Giunta che coordina i lavori degli uffici che dà esecuzione alle decisioni del Consiglio/Conferenza. Ho qualche idea/proposta in merito, ma non è l’essenziale della riforma e potrei ritornarvi in un prossimo intervento. Aggregazioni/unione di Comuni. Va da sé, senza bisogno di tanti ragionamenti, che questo livello sovracomunale per taluni servizi (ragioneria, cantiere, ufficio tecnico ecc.) ai quali ho accennato sopra (il modello delle micro comunità e delle unità insediative del primo PUP) sia amministrato da un comune capofila, con risparmi e comunque senza costi aggiuntivi. Dubbio finale. Mi resta, in tutta questa confusione di riforma male impostata e peggio interpretata, il fondato dubbio che qualcuno lavori solo per riproporre e stavolta ottenere la frammentazione delle Giudicarie, passando da una a quattro Comunità. Se questo avvenisse creeremo apparati in più, con nuovi funzionari, doppioni di uffici, di organismi, aumenti di costi e via dicendo, senza migliorare i servizi. * ultimo presidente del Comprensorio C8 e primo della Comunità delle Giudicarie


Attualità

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I “nostri” Vigili del fuoco portano solidarietà concreta in Emilia Massiccio intervento dei Giudicariesi in aiuto delle popolazioni e aziende locali di Enzo Ballardini Il 20 maggio scorso il nord Italia è stato scosso da un forte terremoto che ha svegliato nel cuore della notte milioni di persone ed è stato avvertito distintamente anche il Trentino. A differenza di altri sismi, in questo caso oltre alle vittime e ai danni alle abitazioni il terremoto ha colpito pesantemente le numerose attività economiche della zona, con la distruzione di capannoni e strutture, mettendo a rischio numerosi posti di lavoro e causando ingenti danni economici. Nei giorni immediatamente seguenti l’evento, la regione Emilia ha chiesto un intervento urgente alla Protezione civile del Trentino in merito alla messa a disposizione di un contingente di volontari che si occupi di aiutare alcune aziende casearie, in cui viene prodotto il formaggio grana, gravemente danneggiate dal sisma. In particolare è stato richiesto di recuperare alcune migliaia di forme che si trovano in quattro distinti siti di stoccaggio che sono parzialmente crollati in seguito alle scosse telluriche. Si tratta di Caseifici del prestigioso Parmigiano Reggiano ed in particolare della latteria Tullia a Rolo (40.000 forme), latteria Venere vecchia a Gonzaga (40.000 forme), latteria Tricolore a Reggio Emilia (40.000 forme) e latteria Razionale a Novi (84.000 forme). La Federazione dei Corpi Vigili del fuoco volontari, con a capo l’ing. Alberto Flaim, ha immediatamente attivato la propria struttura operativa per rispondere con tempestività alla richiesta. Il primo contingente composto da 60 vigili del

fuoco volontari appartenenti ai distretti di Fassa, Fiemme, Pergine, Borgo e Primiero, è partito il 06 giugno alla volta di Rolo. I Vigili Giudicariesi, coordinati dall’Ispettore Gianpietro Amadei sono stati impegnati nella settimana dal 10 al 17 giugno e verranno probabilmente impegnati successivamente. Il campo è stato allestito nel piazzale della latteria Tullia a Rolo, centrale rispetto alle altre aree di intervento e vede la presenza di 80 vigili su turni settimanali coordinati da un Ispettore distrettuale. Come sempre a supportare l’attività dei vigili volontari la preziosa presenza degli Alpini dei NU.VOL.A che provvedono alla preparazione dei pasti per i vigili impegnati. Anche in questo caso i giudicariesi sono in primo piano con Rodolfo Chesi, vicepresidente dei Nuvola, che illustrerà l’attività realizzata in un prossimo articolo. Si è trattato di un duro lavoro per il recupero delle forme di formaggio grana dalle scalere in acciaio e legno, crollate all’interno dei magazzini, con successivo effetto domino e sfondamento di qualche parete, ed al successivo carico sugli autotreni per altri magazzini di stagionatura o per il macero. Il danno economico risulta ingente se pensiamo che una forma di grana dal peso minimo di 40 chili ha un valore di oltre

Anche in questa occasione la macchina della protezione civile e della solidarietà si è attivata immediatamente ed ha interessato anche le strutture trentine e giudicariesi. 500,00 che moltiplicato per i numeri presenti raggiunge il valore di oltre 100.000.000,00 di €. Il rischio se non si interveniva subito era di perdere tutto il valore del formaggio stoccato, con una ricaduta tremenda sull’economia della zona basa-

ta proprio sulla produzione del Parmigiano Reggiano. I Vigili giudicariesi hanno operato anche a San Felice sul Panaro, con l’intervento dell’autoscala per bonificare gronde, torrette delle canne fumarie e opere instabili che si affaccia-

no sulle strade. In questo caso la situazione del centro storico è molto precaria e sono state predisposte opere di puntellazione per gli edifici instabili che potranno essere recuperati. In tutti questi interventi, precisa

l’Ispettore Amadei, l’attenzione massima viene riservata alla sicurezza dei vigili, che devono operare in una situazione di oggettivo pericolo, reso sempre più reale dalle numerose e forti scosse di terremoto che si susseguono giornalmente.

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Società

LUGLIO 2012

Gli abitanti in campo chiedere interventi sul tratto di provinciale in località Polina teatro di incidenti

Roncone, ecco la raccolta firme per la sicurezza stradale

Ma quell’incidente è stato solo l’ultimo in ordine di tempo su quello stesso tratto della statale del Caffaro fra Bondo e Roncone: nel febbraio scorso il venticinquenne Mario Armani aveva subito un grave trauma cranico mentre già 9 anni fa si erano raccolte delle firme dopo lo scontro costato la vita al trentasettenne Mauro Salvadori. In mezzo innumerevoli incidenti, almeno altri quattro mortali. Ecco le richieste elencate con tanto di corredo fotografico nel documento presentato dai firmatari: il potenziamento della segnaletica orizzontale con doppie strisce continue e dissuasori che segnalino acusticamente l’invasione della corsia opposta; la posa di cartelli di pericolo in entrambi i sensi di marcia muniti di doppia luce lampeggiante e di segnaletica verticale a fianco del guard-rail in curva; la riduzione dei limiti di velocità ad almeno 70 km/ora per l’intero tratto. Questo solo per cominciare, in via urgente, ma i firmatari indicano anche

di Denise Rocca Gli abitanti di Roncone ci provano ancora una volta a portare le loro istanze sulla sicurezza stradale sulle scrivanie degli amministratori locali e provinciali. L’ennesimo grave incidente ha fatto sorgere un nuovo comitato di raccolta firme per sistemare il tratto di strada in località Polina troppo spesso teatro di tragedie: due curve cieche e le misure da adottare per giungere ad una messa in sicurezza più stabile: si chiede l’allargamento delle due curve pericolose con sbancamento delle pareti rocciose a monte e l’allargamento del bivio

mal segnalate in prossimità del lago di Roncone, la curva nei pressi del Miravalle e il rettilineo fra loro dove le auto sfrecciano a velocità da gara. E’ ancora vivo nella memoria di tutti il ricordo della scomparsa di Stefano Fioroni e Laura Bazzoli dopo un terribile frontale con quattro giovani, anch’essi rimasti feriti, solo poche settimane fa.

di accesso alla zona artigianale in località Polina. Consci che ammonizioni e segnaletica da sole non possono risolvere il problema, a Roncone si pensa però che sarebbe già un inizio, fin troppo ritardato,

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per cambiare una mentalità ancora superficiale e immatura, particolarmente nei giovani, sulle auto e la velocità al volante. Nel 2003 non vi fu seguito alla mobilitazione popolare, ma oggi gli oltre 500 firmatari sono ben decisi a ottenere risposte e risultati e hanno depositato nei comuni di Roncone e Bondo, in Comunità delle Giudicarie e in Provincia, le loro istanze. “non ci sarà una terza volta – precisano con amarezza i promotori - Se anche questa volta come la precedente il nostro appello cadesse nel vuoto non ci resterebbe che sperare di non essere coinvolti nel prossimo incidente”.

ADUNATAALPINI, C’ERANO ANCHE LE ESTERIORI Riguardo all’articolo sull’adunata di Bolzano, leggo in 1^ e 13^ pagina “gruppi giudicariesi”, ora mi chiedo se i gruppi delle Giudicarie Esteriori sono giudicariesi o del Garda? Questo mi sento obbligato a chiarirLe, per equità tra gruppi e zone alpine presenti nelle Giudicarie e parti della Sezione di Trento. C’eravamo pure noi alpini delle Giudicarie (Esteriori) a sfilare come giudicariesi e non esiste la carica di “consigliere di zona delle Penne Nere trentine...” come citato nell’articolo. Per meglio chiarire, il territorio della Comunità di Valle delle Giudicarie, in seno all’A.N.A. sez. di Trento, comprende due zone e più precisamente: - zona Giudicarie Rendena - zona Terme di Comano (ex Giudicarie Esteriori). Tanto dovevo a chiarimento in merito, distinti saluti. Capo zona cav. Franco Albertini Certamente c’eravate anche voi ed in tanti, le Giudicarie sono rappresentate da due zone, ma purtroppo le notizie che ci hanno fornito non erano corrette e ce ne scusiamo con il cav. Franco Albertini, in rappresentanza di tutti gli alpini della zona Terme di Comano a pieno titolo in Giudiarie. e.b.

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Società

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di Denise Rocca Non solo ambulanze. Si dice Croce rossa e si pensa ambulanza. Eppure non c’è solo il servizio sui mezzi fra le numerose attività nelle quali si impegnano volontari e professionisti della Cri, ma anche il soccorso sulle piste da sci e quello in acqua sulle montagne e nei laghi nostrani, le unità cinofile, i servizi nell’area socio-assistenziale - ad esempio la distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie bisognose delle Giudicarie, una quarantina ad oggi, in aumento – e l’ultima specializzazione introdotta, quella dei volontari del sorriso con i dottor clown.Lo sanno bene gli ospiti della casa di riposo di Spiazzo che poche settimane fa hanno accolto per la prima volta i volontari clown della Croce rossa delle Giudicarie che operano sugli insegnamenti del dottor Hunter Doherty, detto”Patch”, Adams il medico col naso di plastica rosso reso celebre da un film con Robin Williams. Hollywood l’ha fatto conoscere in tutto il mondo, peraltro in un film che il vero dottor Adams non ha per nulla amato, ma la terapia del sorriso che il medico statunitense ha portato negli ospedali non è una finzione cinematografica, anzi, è stata esportata dagli Stati Uniti, dove è stata inventata, in tutto il mondo ed è giunta anche da noi a coadiuvare la scienza medica. E proprio questo fanno i volontari-clown della Cri nostrana: strappano un sorriso in situazioni difficili, aiutano i pazienti ad affrontare paure, cure pesanti e lunghi periodi in ospedale perché le cure riescano nel modo migliore possibile, e il morale, ormai è opinione condivisa, aiuta quanto le medicine. La Cri delle Giudicarie ha una ventina di volontari del sorriso, il gruppo più numeroso in trentino, impegnati non solo con i bambini, ma

Croce Rossa, scuola di volontariato e di aiuto Dagli interventi sul territorio alla terapia del sorriso, alla sensibilizzazione: tante attività

I volontari del “sorriso”

Il Vescovo Bressan in visita a Ponte Arche

anche con anziani e lungodegenti. Dall’anno scorso operano nella Rsa di Santa Croce, nel Bleggio, da poche settimane a Spiazzo, in Rendena. “I risultati sono positivi – racconta Paola Zampiero, commissario della Cri giudicariese – c’era un certo timore nelle strutture ricettive, comprensibile

per un’esperienza nuova, ma l’esperimento è andato benissimo e speriamo di tornare presto”. Formazione. Volontari e professionisti operano insieme nella Croce rossa, ma volontario non è sinonimo di amatore. Il compito di occuparsi di vite umane è

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delicatissimo e la formazione degli operatori è lunga e continua: alla base il “corso primo step” che fornisce i rudimenti della materia e insegna lo spirito e i principi che animano il movimento della Cri, una decina di lezioni che permettono solo di assistere i volontari che hanno già concluso l’intero ciclo di formazione. Mentre questo primo momento è aperto anche ai minorenni che vogliono avvicinarsi al movimento, il secondo step è quello che permette di operare nel trasporto infermi: 33 lezioni di due ore bisettimanali alla fine delle quali si deve svolgere un periodo di tirocinio e un esame. A questo punto, in squadre miste di nuove leve e operatori con esperienza, si può iniziare a prestare servizio in ambulanza. Poi ci sono i corsi di specializzazione per le diverse branche della Cri, e i corsi di aggiornamento annuali per un minimo di 16 ore obbligatorie per ogni volontario. Una parte fondamentale della formazione riguarda i ragazzi, e da due anni il Gruppo Volontari Valli Giudicarie organizza un fine settimana di campo giovani. Rivolto ai bambini di IV e V elementare e ai loro compagni di I media di tutta la valle, quest’anno la due giorni si è svolta in maggio e ha coinvolto una cinquantina di ragazzi che si sono confrontati con i rudimenti del primo soccorso e le attività che le diverse unità della Croce

Rossa Italiana compiono giornalmente nonché i principi che le guidano. Per l’occasione sono state invitate varie componenti della CRI: gli operatori del soccorso in acqua in servizio sul lago di Garda, un componente del soccorso piste, le unità cinofile e i volontari-clown che al parco termale hanno concluso l’evento con i ragazzi “per far capire che a volte si riesce a sorridere e far sorridere anche nei momenti meno fortunati” spiega uno di loro. I piccoli soccorritori in erba hanno acquisito delle conoscenze tematiche di primo soccorso, ma non sono mancate le attività pratiche da portare avanti in uno spirito collaborativo che al pari delle nozioni tecniche è alla base dell’iniziativa: “ci auspichiamo – raccontano gli organizzatori - che sia uno stimolo a continuare la strada intrapresa con la convinzione che la formazione del volontario debba essere vista come la migliore scuola di civiltà, umanità ed educazione alla pace”. L’attività formativa si è svolta quasi totalmente all’interno del Campo Scuola allestito nel vecchio campo da calcio di Ponte Arche, dove i ragazzi hanno pernottato in gruppi di dieci nelle tende pneumatiche montate dai volontari e vigilate nelle ore notturne dall’Associazione dei Carabinieri in congedo. La benedizione dell’Arcivescovo Luigi Bressan. Comano Terme ha accolto

in una domenica di giugno l’arcivescovo Luigi Bressan, giunto nelle Esteriori a portare la benedizione ai mezzi della Croce rossa giudicariese. Arrivato a Ponte Arche nel tardo pomeriggio, l’arcivescovo ha trovato schierati i mezzi della Cri delle Giudicarie, 4 ambulanze, una jeep adibita ad ambulanza e due mezzi di trasporto comuni, e soprattutto la sessantina di volontari nella loro divisa nuova, rossa e arrivata giusto in tempo per la solenne occasione. Sono loro che garantiscono continuità al servizio di soccorso in valle coprendo tutti i fine settimana il territorio che ha per estremi la galleria di ponte Pià, quella delle Sarche, e il passo del Ballino. Durante la celebrazione in un momento di grande gravità ma anche commozione sono stati letti i principi che animano il movimento della Croce rossa - Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità – e il vescovo ha lodato l’apporto dell’intero volontariato trentino all’Emilia terremotata. A fianco dei volontari giudicariesi che hanno accolto il religioso sono arrivati il direttore sanitario Margherita Taras e il delegato regionale Paolo Soave. Paola Zampiero, commissario della Cri giudicariese, ha espresso grande soddisfazione per la visita dell’arcivescovo Bressan: “speriamo di riuscire a fare sempre di più” il suo concreto auspicio.


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Economia

LUGLIO 2012

Quando l’artigianato è eccellenza La G.Fer con la nuova sede di Condino rilancia nel segno della qualità

-Sig. Garribba, la sua azienda è nata nel 2001, un anno che tutti noi ricordiamo per il devastante crollo delle torri gemelle e l’inizio della crisi mondiale e oggi la parola crisi sembra non volerci dar tregua. Come vive un imprenditore come lei questo momento storico? “Oggi, ancor più che nel 2001, la situazione è difficile e si sente. Diventare imprenditore però per me in questi anni ha significato sia credere e investire nella mia azienda, pensando sempre con ottimismo al futuro, che trovare il modo di andare incontro alle esigenze dei clienti. Ecco perché oggi realizziamo sia prodotti più comuni ed economici, secondo standard base, sia progetti più complessi e articolati, sempre attenti però al rispetto di un buon rapporto

Fondata nel 2001, oggi la G.Fer di Graziano Garribba rappresenta una delle eccellenze artigiane locali che operano sul territorio della Valle del Chiese. L’apertura della nuova sede a Condino, con un magazzino di oltre 1000 mq e un parco macchine tecnologicamente avanzato, ha segnato un importante passaggio dell’azienda, nel momento in cui compiva i suoi primi 10 anni di attività. qualità/prezzo. La G.Fer è una Carpenteria artigianale nata dalla passione che ho per questo lavoro e in questi dieci anni

è cresciuta molto. Ci occupiamo di sviluppare progetti su misura con Autocad, mantenere alta formazione e professionalità, studiamo

e analizziamo le esigenze e gli ambienti ai quali i prodotti sono destinati, ci avvaliamo di strumenti tecnologicamente avanzati per realizzare i prodotti ed effettuare tutti gli eventuali trattamenti necessari a garantirne la durata e la bellezza inalterata nel tempo. Abbiamo recentemente investito in una macchina di ultima generazione per il taglio al plasma, che ci consente lavorazioni di grande precisione e elevata autonomia creativa, e allo stesso tempo di abbassare il prezzo finale di vendita dei prodotti. Questo è il nostro modo di affrontare la crisi.”

-Esattamente quali prodotti e servizi offrite? “La gamma di prodotti è molto ampia, suddivisa in relazione alla tipologia della richiesta e della clientela, con capacità di ricreare stili che ben si sposano con soluzioni di arredo moderne, tradizionali, antiche o di prestigio. Nello specifico, per il settore industriale, realizziamo scale di ogni tipologia, cancelli speciali con disegni e motorizzazione, strutture, soppalchi e qualunque altra lavorazione necessaria a soddisfare esigenze particolari secondo le normative vigenti. Per la clientela privata, realizziamo ogni tipo di lavorazione artistica in ferro battuto ed in acciaio inox, scale per interni ed esterni, ringhiere, corrimani, letti

e complementi di arredo, lampade, sedie, vasi, cercando di combinare saggiamente praticità, solidità, gusto estetico e costo. Da alcuni anni inoltre si sono sviluppate importanti sinergie sul territorio attraverso una collaborazione tra artigiani locali, consentendo realizzazioni con abbinamenti di diversi materiali come legno, vetro, ferro, sapientemente uniti in prodotti finali di straordinaria qualità ed originalità.” -Quali sono le parole chiave per il suo lavoro in futuro? “Rimangono quelle che avevo in testa al momento della fondazione della G.Fer: innovazione, creatività, collaborazione e sinergie sul territorio, massima soddisfazione della clientela, corretto rapporto qualità/prezzo.”

Il Giornale delle Giudicarie

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Anno 11 n° 7 - luglio 2012 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Silvano Capella, Marco Delugan, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampa: Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


Economia

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Si rafforza la tradizione giudicariese nell’allevamento ittico Rinnovato il cda del Gruppo Astro a maggioranza giudicariese A testimonianza della grande tradizione giudicariese in questo settore tra i membri del cda quasi la totalità proviene proprio dalle nostre valli; a partire dal Presidente Marco Leonardi, poi Giuseppe Battocchi, Barbara Pellegri, Marcello Bolza, Massimiliano Cova e Emiliano Facchini e Giorgio Foglio. «Un gruppo quello dell’Astro che in vent’anni», ricorda il direttore Diego Coller, grande stratega del settore, «ha visto il nostro fatturato più che quadruplicato, passando da 5 a 22 milioni di euro». Un comparto, quello ittico, che punta costantemente all’innovazione di prodotto e di processo, con una strategia di mercato vincente. Un settore che ha fatto del forte legame con l’ambiente, della continua ricerca della qualità, di un puntuale servizio alla clientela, della tracciabilità dall’uovo fino alla confezione che arriva sul bancone del supermercato. Questo ha fatto tenere anche le vendite: prova ne sia che nel 2011 le trote vendute sono pari a quelle

di Enzo Ballardini Nonostante la crisi economica che attanaglia anche le aziende trentine c’è un settore che sta superando questo brutto periodo in maniera brillante. Si tratta del settore riguardate le produzioni alimentari, soprattutto quelle tipiche trentine, sostenute da una produzione attenta e da un’accurata promozione. Parliamo in particolare del settore ittico dove l’Astro, l’associazione che raggruppa i principali allevamenti trentini, ha recentemente rinnovato il consiglio di amministrazione. del 2010. Nei primi 4 mesi del 2012 si è registrato un aumento del 10% sullo stesso periodo del 2011. Il presidente Leonardi, titolare dell’omonima troticoltura di Preore, ha auspicato un progetto per la valorizzazione dell’at-

tività di semina praticata da 25-30 aziende ed ha evidenziato un grosso problema per il settore legato all’impossibilità di attuare azioni di difesa, a causa di norme che tutelano i cormorani e gli aironi che arrecano notevoli danni

alle troticolture. I dati parlano di un settore che in Trentino vede operare oltre cinquanta aziende, 70 troticolture, circa 500 addetti, il tutto gestito da Astro, che raggruppa la totalità della produzione. Nel 2011, Astro ha com-

mercializzato circa 20.000 quintali di trote puntando sempre più sui lavorazioni tipiche e particolari che consentono di recuperare il più possibile valore aggiunto che rimane sui territori locali. Al consumatore sono offerti hamburger, filetti di trota affumicata a freddo, trota salmonata, polpette di pesce “baffe” di filetto affumicato, “Trota en saor”, oltre al salmerino di montagna, le trote marinate, la tagliata di trota e ultima la Batterfly, un filetto doppio.«Ma Astro

non si accontenta dei risultati raggiunti ed anche per il futuro ha intenzione di espandere ancora il mercato coprendo tutte le nicchie possibili per recuperare ancora valore aggiunto». Un progetto importante è quello attivato con l’Università di Trento e la Fondazione Edmund Mach (Istituto agrario di San Michele all’Adige) che ha portato ad accertare la presenza di Omega 3 nei prodotti a base di trota: ottimi i risultati che saranno presentati a giorni. La qualità è l’obiettivo principale dei prodotti Astro e dipende anche dal fatto che viene usato un solo tipo di mangime Ogm free: la formula “Astro”, un mangime che dà la salmonatura naturale con una formula unica. In tempi di crisi e di brutte notizie l’esperienza di Astro nel settore ittico rappresenta una speranza per molti imprenditori locali ed un esempio che dovrebbe essere seguito anche in altri settori.

Marco Leonardi e Diego Coller

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La tua estate alle Terme di Comano: eventi e manifestazioni luglio 2012 LUGLIO 2012

Ritaglia e conserva il calendario completo! 1.07.2012

A CAVALLO AL FONTANEL – Fiavè 8 ore a cavallo per singoli e squadre, gara non competitiva. Possibilità di pranzo, nel pomeriggio intrattenimento musicale e giri in carrozza. - Partenza gara ore 9.00 - Premiazione partecipanti ore 18.00. - Per info: Rudi 333 3014154 DEGUSTENICO, a partire dalle 8.30 – Stenico Passeggiata enogastronomica per Stenico e dintorni. Musica e intrattenimento per tutti. - Partenza dalla piazza di Sclemo [ € ] IN AMBIEZ – San Lorenzo in Banale Gara di corsa in montagna - Partenza ore 9.45 - Per info 339 8850875 Alla gara è abbinata la corsa non competitiva LA CAMINADA SANA (7 km): corsa dilettantistica in montagna in Val Ambiez. SAGRA SS.PIETRO E PAOLO – Sclemo

Dall’1 all’8 luglio

SAGRA DI S.LUIGI e BALON CUP - S.Croce

2.07.2012

ESPERIMENTI SUI SUONI, dalle 20.30 - Rango Apertura serale del Museo della Scuola di Rango. Ingresso libero. NORDIC WALKING - S. Lorenzo in Banale Una disciplina facile e alla portata di tutti. - Ritrovo ore 10.30 a Promeghin - Per info e iscrizioni: Nora 3388220853

CONCERTO NACHTCAFÈ, ore 17.30 – Malga Nambi, Val Algone Possibilità di raggiungere Malga Nambi con gli Accompagnatori del Territorio. - Ritrovo ore 14.30 presso Rifugio Brenta - Partecipazione gratuita, prenotazione presso APT GIORNATA DEL RIUSO, a partire dalle ore 10.00 – piazza di Fiavè Giornata dedicata a riutilizzo e scambio di oggetti in buono stato. A cura di –APPA- Laboratorio Territoriale delle Giudicarie.

8.07.2012

4.07.2012

AVETE DETTO PALAFITTE? ore 14.30 – Museo delle Palafitte di Fiavè Visita guidata. Ingresso gratuito (max 30 partecipanti). BIANCANEVE, ore 21.00 – presso il Teatro Tenda di Ponte Arche Spettacolo serale per le famiglie. Ingresso libero. GiocosaMENTEinMUSEO – Castello di Stenico “Fiabe in scatola”, laboratorio per famiglie. - Ritrovo ore 15.00 al Castello - Prenotazione presso APT [ € ] TUTTO EBBE INIZIO DAL PICCOLO LAGO CARERA…- Fiavè Viaggio dell’Emozione. Un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo in compagnia di un cantastorie e di personaggi in costume, alla scoperta dei preziosi ritrovamenti archeologici di Fiavè. - Ritrovo ore 14.30 Stazione Autocorriere Ponte Arche - Prenotazione presso APT [ € ]

5.07.2012

ESCURSIONE CON GLI ACCOMPAGNATORI DEL TERRITORIO - Lundo e San Martino - Ritrovo ore 14.00 in piazza a Lundo - Prenotazione presso APT [ € ] SERATA NATURALISTICA, ore 20.30 – presso la Sala Consiliare di S. Lorenzo in Banale Serata a cura del Parco Naturale Adamello Brenta. Ingresso libero.

6.07.2012

CENA CON DELITTO, ore 20.00 - Castelcampo Castel Campo è avvolto dal mistero…”Denaro avvelenato”, un avventuroso gioco interattivo tra seduzioni gastronomiche e deduzioni da detective! - Prenotazione presso APT [ € ]

7.07.2012

CONCERTO DEL CORO CASTELCAMPO, ore 21.00 - presso Chiostro convento di Campo Lomaso ATTIVITÀ IN COLLABORAZIONE CON IL PARCO NATURALE ADAMELLO BRENTA

Info e Prenotazione presso APT [ € ] - LUNEDÌ, Il parco da camminare…al tramonto - MARTEDÌ, Scienza e tradizione delle piante officinali - MERCOLEDÌ, Sugli alpeggi del Banale. In malga con il pastore - VENERDÌ, Invito nel Regno dell’Orso - SABATO, Leggendo le stelle

16.07.2012

NORDIC WALKING - S. Lorenzo in Banale Una disciplina facile e alla portata di tutti. - Ritrovo ore 10.30 a Promeghin - Per info e iscrizioni: Nora 3388220853 SIMPOSIO DI SCULTURA LIGNEA - Balbido

9.07.2012

17.07.2012

NORDIC WALKING - S. Lorenzo in Banale Una disciplina facile e alla portata di tutti. - Ritrovo ore 10.30 a Promeghin - Per info e iscrizioni: Nora 3388220853 TRENTINO IMPERIALE, ore 20.30 – Parco Terme di Comano Il viaggio dell’imperatore Francesco Giuseppe fa tappa alla Terme di Comano. LABORATORIO DI COSMESI CON PRODOTTI NATURALI, ore 16.00 – Terme di Comano Far da sé creme e prodotti cosmetici naturali al 100%. A cura di –APPA- Laboratorio Territoriale delle Giudicarie.

GIOCHIAMO CON BLACK, ore 14.00 Ponte Arche Impariamo a conoscere il migliore amico dell’uomo. A cura di –APPA- Laboratorio Territoriale delle Giudicarie. - Ritrovo parcheggio antistante Gelateria Al Parco - Attività per bambini a partire dai 6 anni - Partecipazione gratuita, prenotazione presso APT RACCONTARE E RACCONTARSI: DALL’AVER CURA AL RICEVERE CURA, ore 10.30 Sala Congressi Terme di Comano Appuntamento di consulenza familiare per offrire ai genitori uno spazio di scambio reciproco e confrontare le proprie esperienze. Ingresso libero.

CORI IN QUOTA, ore 16.00 – Malga Nambi, Val d’Algone Concerto del Coro Cima d’Ambiez a Malga Nambi. - È prevista un’escursione con gli accompagnatori del territorio. Partecipazione gratuita, prenotazione presso APT

CONCERTO DELLA BANDA INTERCOMUNALE DEL BLEGGIO, ore 21.00 – Presso Teatro Tenda di Ponte Arche

10.07.2012

3.07.2012

15.07.2012

11.07.2012

CON LA TELA IN SPALLA, ore 14.30 - Canale di Tenno Viaggio dell’Emozione. Nel suggestivo “Regno di Calvola” il pittore Giacomo Vittone scopre bellezze uniche da riprodurre sulla tela e diventa il portavoce di idee curiose e innovative per l’epoca. - Ritrovo ore 14.30 Stazione Autocorriere Ponte Arche - Prenotazione presso APT [ € ]

12.07.2012

PASSEGGIATA CON GLI ACCOMPAGNATORI DEL TERRITORIO – Rango e Balbido - Ritrovo ore 14.00 presso la chiesa di Rango - Prenotazione presso APT [ € ] ST’ART – ITINERARI ARTISTICI NEI BORGHI, ore 21.00 – Premione “Il viaggio del Signor Perrichon”, Compagnia il Nodo Teatro

13.07.2012

CENA CON DELITTO, ore 20.00 - Castelcampo Castel Campo è avvolto dal mistero…”Denaro avvelenato”, un avventuroso gioco interattivo tra seduzioni gastronomiche e deduzioni da detective! - Prenotazione presso APT [ € ] LA TORBIERA DI FIAVÈ: ALLA SCOPERTA DEL COMBUSTIBILE FOSSILE, ore 14.00 Visita guidata al Biotopo di Fiavè-Carera. A cura di –APPA- Laboratorio Territoriale delle Giudicarie. - Ritrovo parcheggio ristorante La Pineta - Partecipazione gratuita, prenotazione presso APT

Dal 13 al 15 luglio

RADUNO DELLE MAMME - Parco delle Terme di Comano Un weekend divertente e di vero benessere per svagarsi ma anche imparare a volersi bene, per giocare con i propri figli ma anche regalarsi del tempo e partecipare all’elezione di Mamma Comano 2012.In collaborazione con il portale Qui mamme.

14.07.2012

TREKKING CON GLI ASINI - Lundo e San Martino Gli asini caricheranno gli zaini dei partecipanti e poi si partirà alla volta del sito di San Martino, guidati dagli accompagnatori del territorio. Dopo la visita al sito pranzo al sacco e degustazione di prodotti tipici locali. - Ritrovo in piazza a Lundo alle 9.00 - Prenotazione presso APT [ € ]

Dal 14 al 15

FESTA DEGLI ALPINI DEL LOMASO – Comano paese

SERATE A PONTE ARCHE - Tutti i lunedì dal 16 luglio al 31 agosto ore 20.30 Ritrovo alla Biblioteca di Valle LABORATORIO DEL CAMMINARE Impariamo a camminare bene e riscopriamo insieme il valore di questo gesto quotidiano. - Tutti i venerdì dal 6 luglio al 31 agosto, ore 21.00 VIA LIBERA! Musica, animazione e “Le curiosità del venerdì”, mercatino delle pulci e hobbistica.

Dal 16 al 22 luglio

LEGAMI, EMOZIONI, SENTIMENTI E AFFETTI: PRENDIAMOCI DEL TEMPO, ore 10.30 Sala Congressi Terme di Comano Appuntamento di consulenza familiare per offrire ai genitori uno spazio di scambio reciproco e confrontare le proprie esperienze. Ingresso libero.

Dal 17 al 18 luglio

TREKKING CON GLI ASINI DA TRENTO A BOLZANO Attività per giovani dai 16 ai 22 anni. Info presso APT.

18.07.2012

AVETE DETTO PALAFITTE? ore 14.30 – Museo delle Palafitte di Fiavè Visita guidata. Ingresso gratuito (max 30 partecipanti). GiocosaMENTEinMUSEO – Castello di Stenico “Labirinti di pietra”, laboratorio per famiglie. - Ritrovo ore 15.00 al Castello - Prenotazione presso APT [ € ] PIPPI CALZELUNGHE, ORE 21.00 – presso il Teatro Tenda di Ponte Arche Spettacolo serale per le famiglie. Ingresso libero. In collaborazione con la Biblioteca di Valle. TUTTO EBBE INIZIO DAL PICCOLO LAGO CARERA…- Fiavè Viaggio dell’Emozione. Un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo in compagnia di un cantastorie e di personaggi in costume, alla scoperta dei preziosi ritrovamenti archeologici di Fiavè. - Ritrovo ore 14.30 Stazione Autocorriere Ponte Arche - Prenotazione presso APT [ € ]

19.07.2012

PASSEGGIATA CON GLI ACCOMPAGNATORI DEL TERRITORIO – Santuario di S. Croce - Ritrovo ore 14.00 presso la chiesa di Bivedo - Prenotazione presso APT [ € ] PICCOLI SCALATORI SULLA ROCCIA – San Lorenzo in Banale Corso di arrampicata per bambini e ragazzi. - Ritrovo ore 14.00 centro sportivo Promeghin - Prenotazione presso APT [ € ] SERATA NATURALISTICA, ore 20.30 – presso la Sala Consiliare di San Lorenzo in Banale Serata a cura del Parco Naturale Adamello Brenta. Ingresso libero ST’ART- ITINERARI ARTISTICI NEI BORGHI, ore 21.00 – Dorsino “Street artists’ show”, Teatro per caso.

21.07.2012

… A LUME DI CANDELA, a partire dalle 17.00 – Fiavè Manifestazione enogastronomica per le vie del paese. GIORNATA DEL PAESAGGIO Una giornata dedicata al sito archeologico di San Martino, suggestivo luogo immerso tra i boschi. Visita guidata al sito e concerto proposto dalla Scuola Musicale delle Giudicarie . Possibilità di visitare gli orti dove vengono coltivate le stelle alpine.

MOSTRE - Dal 23 giugno al 19 agosto: MOSTRA RETROSPETTIVA DON LUCIANO CARNESSALI, “Casa Osei” San Lorenzo in Banale .Orginali, fotografie, scritti e documenti. Apertura nei giorni di sabato, dalle 18.00 alle 22.00, e di domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 22.00. Prenotazioni visite guidate presso la Segreteria del Comune di S.Lorenzo in Banale. - Dal 28 luglio al 19 agosto: INFANZIA NELLE GIUDICARIE: IERI E OGGI, Campo Lomaso Sala delle Loggette. Immagini di ieri. Mostra fotografica a cura del Gruppo Ricerca e Studi Giudacariesi. Apertura nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica, con orario 15.00-18.00. Possibili prenotazioni fino al 30 settembre. - Dal 17 giugno al 31 ottobre: MOSTRA D’ARTE DEL GRUPPO AGE, Sala Congressi Hotel Flora Ponte Arche. Orario di apertura: dalle 10 alle 18. Entrata libera.

Dal 21 al 22

SAGRA DI S.ANNA – Andogno

22.07.2012

4 PASSI PER CAVRAST - Cavrasto

23.07.2012

NORDIC WALKING - S. Lorenzo in Banale Una disciplina facile e alla portata di tutti. - Ritrovo ore 10.30 a Promeghin - Per info e iscrizioni: Nora 3388220853

Dal 23 al 29

InAQUA.FESTIVAL DELL’ACQUA - Terme di Comano Vedasi programma specifico.

24.07.2012

PANE, BURRO E PALAFITTE, ore 15.00 – Museo delle palafitte di Fiavè Laboratorio per famiglie. - Attività gratuita (max 25 partecipanti) - Iscrizioni al museo entro le 12.00 del giorno dell’iniziativa

25.07.2012

GiocosaMENTEinMUSEO – Castello di Stenico “Storie da castello”, laboratorio per famiglie. - Ritrovo ore 15.00 al Castello - Prenotazione presso APT [ € ]

26.07.2012

PICCOLI SCALATORI SULLA ROCCIA – San Lorenzo in Banale Corso di arrampicata per bambini e ragazzi. - Ritrovo ore 14.00 centro sportivo Promeghin - Prenotazione presso APT [ € ] TRENTINO D’AUTORE, ore 17.00 – presso Sala Congressi Terme di Comano Primo appuntamento della rassegna letteraria del Trentino d’Autore. Presentazione del libro di Carmine Abate “La collina del vento”. Ingresso libero.

Dal 27 al 29 luglio

FESTA DEL GRANO - Poia e Godenzo

27.07.2012

CONCERTO A CASTELCAMPO, ore 20.30 Federico Mondelci e Simone Zancini S. in concerto. Ingresso libero.

28.07.2012

CONCERTO DEI BASTARD SONS OF DIONISO – Rango Inizio della serata a partire dalle ore 19.00. TREKKING CON GLI ASINI - Lundo e San Martino Gli asini caricheranno gli zaini dei partecipanti e poi si partirà alla volta del sito di San Martino, guidati Dagli accompagnatori del territorio. Dopo la visita al sito pranzo al sacco e degustazione di prodotti tipici locali. - Ritrovo in piazza a Lundo alle 9.00 - Prenotazione presso APT [ € ] RASSEGNA CORI CIMA D’AMBIEZ, ore 21.00 – Teatro comunale di San Lorenzo in Banale

29.07.2012

CORI IN QUOTA, ore 17.00 – Grotta Camerona, Ballino Concerto del Coro Cima Tosa. - È prevista un’escursione con gli accompagnatori del territorio. Partecipazione gratuita, prenotazione presso APT CONCERTO A CASTELCAMPO, ore 20.30 Orchesta di Sassofoni Adolphe Sax in concerto. Ingresso libero.

30.07.2012

NORDIC WALKING - S. Lorenzo in Banale Una disciplina facile e alla portata di tutti. - Ritrovo ore 10.30 a Promeghin - Per info e iscrizioni: Nora 3388220853

31.07.2012

BESTIALE! ore 15.00 - Museo delle Palafitte di Fiavè Laboratorio per famiglie. - Attività gratuita (max 25 partecipanti) - Iscrizioni al museo entro le 12.00 del giorno dell’iniziativa CONCERTI AL CASTELLO, ore 21.00- Castello di Stenico “Le belle addormentate”, concerto di musica da camera. Ingresso libero.

Per informazioni: via C. Battisti 38/d - 38077 Comano Terme (TN) Tel: 0465 702626 - Numero Verde 800 111171 – www.visitacomano.it

RESTIAMO IN FORMA - Nordic Walking: ogni martedì, ritrovo ore 10.45 presso La Vasca. Dall’11 settembre Attività gratuita con Comano Card. - Ballo liscio e balli di gruppo: nei giorni di martedì, giovedì e sabato, dalle 16.00 alle 18.00, presso lo stabilimento termale. - Risveglio muscolare: dal lunedì al sabato, ritrovo ore 9.15 presso La Vasca. A seguire altre attività.


Manifestazioni estate

Alle Terme di Comano bambini protagonisti Nel nuovo Miniclub “GiocAInsieme”, inaugurato a metà giugno

S

abato 16 giugno è partito ufficialmente il processo di certificazione family delle Terme di Comano, con l’inaugurazione del Miniclub per bambini da 0 a 11 anni. Una festa alla quale non ha voluto mancare l’Assessore al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, Tiziano Mellarini che si è unito alla Presidenti di Terme, Nadia Serafini, Azienda per il Turismo Iva Berasi e della Cooperativa Città Futura Sandra Dodi per il taglio del nastro, momento conclusivo di un’intensa mattinata che ha visto protagonisti assoluti i bambini. L’Assessore, nel suo intervento, ha voluto ancora una volta sottolineare il valore delle Terme di Comano nel panorama del turismo trentino e del turismo familiare in particolare, manifestando il suo sentito plauso per il nuovo corso dato dalle due Presidenti, Berasi e Serafini, alla collaborazione fra A.p.T. e Terme. «La collaborazione fra A.p.T. e Azienda termale è il miglior investimento per il futuro turistico della Valle. L’iniziativa di oggi ne è un esempio concreto e deve essere da sprone per proseguire su questa strada, per ridare forza e vigore ad un turismo che ha nelle Terme uno dei suoi valori più forti e qualificanti. Pensare al futuro è anche pensare alle famiglie, da sempre ospiti tradizionali dell’estate trentina».

Grande festa sabato 16 giugno alle Terme di Comano per l’inaugurazione del Miniclub GiocAInsiemE dedicato ai bambini in cura, inizio ufficiale del processo di certificazione family per il centro termale e l’intera vallata.

Sulla stessa linea sono stati gli interventi delle Presidenti Serafini e Berasi, che all’unisono hanno evidenziato l’impegno congiunto delle proprie Aziende di caratterizzare il territorio a misura di famiglia, partendo in particolare dalle terme, qualificate come Terme dei Bambini. La Presidente Serafini ha ricordato il forte impegno in tal senso della propria Azienda sul fronte della ricerca medica, per dimostrare l’efficacia curativa della propria acqua in particolare nella cura della dermatite atopica, patologia che colpisce sempre più bambini, anche piccolissimi. L’impegno delle terme è quello di dare un valore scientifico reale alla proposta di Terme dei Bambini, per questo le terme hanno deciso di investire sempre più in ricerca. Dall’altro canto la Iva Berasi ha spiegato che l’impegno di tutti è quello di trasformare la cura dei numerosi bambini presenti a Comano in un momento di gioco, di svago, di vacanza. Curarsi in vacanza abbinando alla cura numerosi servizi di qualità. Primo fra tutti proprio il Miniclub inaugurato a metà giugno. Gestito dalla cooperativa sociale Città Futura di Trento

da anni impegnata in Trentino nella gestione dei servizi educativi per l’infanzia, il miniclub delle Terme di Comano accoglie bambini da O anni. Scopo essenziale del servizio è promuovere il gioco e l’attività ludica, attraverso educatrici specializzate. Il Miniclub delle terme non è per questo unicamente un luogo dove passare il tempo, ma assume una valenza autenticamente formativa. Per i piccoli ma anche per i grandi. Per i genitori c’è anche il counseling formativo: le educatrici, su richiesta, sono a disposizione delle famiglie con consigli, indicazioni e suggerimenti sul piano educativo. All’interno di questi spazi opera anche un team creativo di innovazione in grado di offrire momenti di incontro alle famiglie e di accompagnamento alla genitorialità, gestiti da psicologi e pedagogisti. A suggello della mattinata non poteva mancare la benedizione da parte del decano di Valle Don Gilio Pellizzari, che ha sottolineato il ruolo centrale della famiglia nella società e applaudito ad iniziative di questo genere che ridanno valore al tempo trascorso insieme fra grandi e piccoli.

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“La montagna di Don Guetti” Successo per il film proiettato in anteprima alle Terme di Comano Era tutto un bisbigliare e un darsi di gomito nel pubblico, alla vista delle scene familiari che si dipanavano sullo schermo per la prima giudicariese del docudrama “La montagna di Don Guetti”, girato prevalentemente nelle Esteriori e proiettato alle Terme di Comano qualche settimna fa. Nelle sequenze il Casale, il Ballino, il ponte delle Tre Arche, la Villa Lutti, il Duomo di Trento, la cima Tosa, la chiesa di Vigo Lomaso, uno dietro l’altro luoghi quotidiani per il pubblico in sala si sono materializzati sullo schermo e la tentazione di bisbigliare ogni scorcio conosciuto e ogni viso noto al vicino di poltrona ha assalito tutti. Un po’ come portare un amico in visita, fa guardare i luoghi con l’occhio dello straniero, così i tanti seduti in sala dal Lomaso, dal Bleggio e dal Banale hanno guardato ai loro paesini e montagne con la meraviglia che provò Don Guetti quando vi giunse in carrozza a fine Ottocento e un po’ di scherno misto a orgoglio per le numerose comparse del luogo scritturate per le riprese, tutte in sala a rivedersi in video. L’attore Alessio Dallacosta è riuscito nel compito non facile di impersonare il personaggio trentino su un testo che non è una vera e propria sceneggiatura, scritta appositamente per il cinema, ma sono le parole che il Guetti stesso usò nei suoi articoli dai bagni di Comano e sulla cooperazione, raccolte dallo storico e studioso del movimento cooperativo Renzo Tommasi. Quello voluto dal regista Jorge Lazzeri del Sordo, messicano di origine trentina, è un Guetti sobrio, composto ma deciso nelle sue convinzioni e un paesaggio bucolico che oggi al netto di strade e auto non è poi tanto cambiato da quello che il religioso giornalista definì “la Svizzera d’Italia”. (Denise Rocca)

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Speciale montagna

LUGLIO 2012

Andare, camminare... I rifugi sono un mezzo di conoscenza della montagna autentico e rispettoso della natura.

Il turista – ma anche chi già abita in Trentino e vuole scoprirne i lati più genuini - che vuole vivere la montagna più autentica, immerso nella natura, lontano dal caos della città e dalla frenesia della vita di tutti i giorni, sceglie il rifugio come meta delle proprie vacanze, in estate come in inverno. Queste strutture hanno una duplice valenza, ossia possono essere punto di arrivo di un’escursione, ma al tempo stesso anche una base di partenza verso nuove avventure. E in estate sono l’insostituibile punto di appoggio per escursioni e scalate alla volta delle centinaia di sentieri trentini (quelli risultanti nel catasto della Sat sono 937, di cui 74 vie ferrate, con uno sviluppo totale dei sentieri di 5.116 chilometri). La data di apertura ufficiale è stata come sempre il 20 giugno, mentre per quanto riguarda la chiusura va segnalata anche quest’anno l’iniziativa “I rifugi del Gusto” che prolungherà la stagione, abbinando escursionismo e prodotti tipici trentini (vedi articolo a fianco). Le prime strutture di questo tipo nacquero ai tempi della Prima Guerra Mondiale, quando in alta montagna vennero erette delle costruzioni per scopo bellico. In origine i rifugi si presentavano come bivacchi, dove i soldati passavano la notte tra una tappa e l’altra nei propri lunghi spostamenti alpini. Per decenni queste costruzioni hanno mantenuto questa identità, ma oggi sono molto diverse: ora i rifugi sono infatti spazi ricettivi organizzati e confortevoli, pronti ad accogliere gli amanti della montagna in un ambiente di alta quali-

E’ indubbio che vi sia qualcosa di magico nell’andare in montagna. I paesaggi mozzafiato, l’aria pulita e profumata del bosco, il terreno da “conquistare” passo a passo attraverso sensazioni mai scontate. Poi, come porti accoglienti in un mare disteso a perdita d’occhio vi sono i rifugi, veri e propri luoghi di agtà. Altro vanto è la cultura del rispetto per l’ambiente portata avanti dalla vita di rifugio, cultura che viene trasmessa ai nuovi escursionisti: dalla raccolta e smaltimento rifiuti alla sensibilità verso le energie rinnovabili (diverse sono le strutture che si sono dotate di impianti fotovoltaici), sono tra gli esempi più virtuosi in fatto di turismo ecosostenibile. Da sottolineare è il fatto che ogni momento passato in questi ambienti consente di imparare qualcosa di nuovo sulla vita in monta-

gna. In un’atmosfera che favorisce la socializzazione e la conoscenza di nuovi amici, il gestore si presenta come un alpinista esperto, sempre pronto a fornire agli avventori utili consigli per le future uscite verso le spettacolari vette trentine, in questi mesi rese ancora più suggestive dalla neve. In questi ultimi anni, inoltre, ha fatto la propria comparsa in alcune strutture la rete wireless, per consentire agli escursionisti di usufruire di internet, seppur immersi nella natura sel-

gregazione e di incontro di chi ama l’alta quota, di chi sa ritrovare, fra vette e foreste, serenità e vigore fisico, benessere. Sono 146 i rifugi del Trentino, di cui 83 quelli alpini, 63 quelli escursionistici. di questi 35 sono quelli di proprietà della Sat, la Società degli Alpinisti Tridentini. vaggia. Il collegamento, che ora interessa 32 strutture, è garantito da Trentino Network con la rete Wi-net, e l’obiettivo per il 2012 è quello di fornirlo a una cinquantina di rifugi, così come accade nel resto del nostro territorio. Le Giudicarie in quanto a rifugi fanno la parte del leone, con tante strutture aperte, soprattutto sulle Dolomiti di Brenta e il Gruppo Presanella, tra cui alcuni nomi “mitici” come l’Agostini, l’Alimonta, il brentei, i XII Apostoli, il

Graffer, il Tuckett. Proprio quest’ultimo è interessato da lavori di ristrutturazione e di messa a norma, anche se questo non ne pregiudica l’attività e resterà comunque aperto ai turisti. Ma non solo Dolomiti di Brenta, pensiamo ad esempio al Gruppo dell’Adamello con il Mandrone, il Trivena in Val di Breguzzo o il Val di Fumo nell’omonima località in Valle di Daone. Info: www.sat.tn.it www.guidealpinetrentino.it www.trentinorifugi.com

Con “I Rifugi del Gusto” l’estate è più lunga A conclusione della stagione estiva tornerà anche quest’anno «I Rifugi del Gusto», l’iniziativa promossa dall’Assessorato all’agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia di Trento, Associazione Gestori Rifugi del Trentino, Sat, Accademia della Montagna e Trentino Marketing, con la partnership di Cavit e della Distilleria Marzadro, per prolungare la stagione in alta quota gustando i prodotti tipici dell’enogastronomia trentina. Dal 22 settembre al 7 ottobre 2012 saranno 44 i rifugi che rimarranno aperti per offrire ospitalità nell’ambiente incontaminato delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità in una stagione che valorizza al meglio la bellezza della montagna, proponendo le eccellenze della cucina del territorio. In ciascun rifugio l’ospite sarà accolto dal sorriso cordiale dei gestori, da un caloroso benvenuto e da un calice di Trentodoc Metodo Classico accompagnato dai sapori della

nostra terra. Come nelle precedenti edizioni, sarà poi possibile gustare le ricette della miglior tradizione gastronomica trentina, rielaborate dallo chef stellato Rinaldo Dalsasso. La trota marinata all’aceto di mele, i canederli alle erbe e ai formaggi e il brasato di manzo con polenta costituiranno il piatto «I Rifugi del Gusto», proposta creata con l’apporto di esperti dell’alimentazione tenendo conto anche dei valori nutrizionali dei vari ingredienti per il benessere dell’ospite. Il piatto speciale sarà proposto a 16 euro, prezzo che comprende anche un calice di vino (a scelta tra Trentino Doc Nosiola, Trentino Doc Marzemino e Teroldego Rotaliano Doc) e un bicchiere di TrentinoGrappa. Il vasto menù de «I Rifugi del Gusto» propone poi primi sfiziosi come la zuppa di fagioli, l’orzetto di verdure alla trentina, i canederli ai funghi con burro di malga fuso e gli gnocchi di patate, secondi della tradizione come lo

spezzatino alla trentina, il guanciale di maiale al Trentodoc con polenta o purè e il tagliere di formaggi tipici. Per concludere il pasto alcuni dolci da leccarsi i baffi come il flan di mele della Val di Non Dop, la torta di carote e le pere al Teroldego Rotaliano. Un pasto completo, comprensivo di un calice di vino e di un bicchiere di TrentinoGrappa, sarà proposto al prezzo speciale di 20 euro. Il tutto godendo dell’accoglienza tipica dei rifugi, strutture che hanno mantenuto la propria identità pur trasformandosi in spazi ricettivi organizzati, pronti ad ospitare gli amanti della montagna in un ambiente di alta qualità. Situati ai piedi di vette suggestive o agli incroci delle principali vie alpinistiche, essi sono il luogo ideale per tutti coloro che amano camminare in montagna e che vogliono godersi dei momenti di assoluto relax. Ogni momento passato in questi ambienti consente

di imparare qualcosa di nuovo sulla vita in montagna: in un’atmosfera che favorisce la socializzazione e la conoscenza di nuovi amici, il gestore si presenta come un alpinista esperto, sempre pronto a fornire agli avventori utili consigli per le future uscite verso le vette trentine. Per un’offerta al passo con la tecnologia in diversi rifugi è presente la rete wireless, per consentire agli escursionisti di connettersi ad internet. Il collegamento è ora attivo in 32 strutture ed è garantito da Trentino Network con la rete Wi-net. L’obiettivo per il 2012 è quello di fornire ad una cinquantina di rifugi un collegamento wireless, così come accade nel resto del nostro territorio, l’unica regione in Europa ad essere completamente coperta dalla rete senza fili. Per ulteriori informazioni è disponibile il sito www.visittrentino.it/i-rifugi-del-gusto.


Speciale montagna

sostare Da vivere d’inverno e d’estate

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Riapre il rifugio “Segantini” Egidio Bonapace “ritorna” in montagna Una novità per quanto riguarda la gestione dei Rifugi giudicariesi; da pochi giorni ha riaperto i battenti il Rifugio Segnatini in Val Nambrone-Val D’Amola, a gestirlo un personaggio molto noto, Egidio Bonapace, guida alpina grande esperto di montagna che da poco ha lasciato la presidenza del Film Festival della Montagna di Trento. Egidio ha voluto intraprendere questa nuo-

va scommessa proprio per l’amore che lo lega alla montagna; per tanti anni ha gestito il Rifugio Graffer nel Gruppo di Brenta, poi il periodo che lo ha portato a Trento con il prestigioso impegno al Film Festival, ma anche con la presidenza dell’Accademia della Montagna ed adesso questa nuova avventura. Con la gestione del Rifugio Graffer Egidio si è fatto conoscere ed apprezzare dagli amanti della montagna per la sua cortesia e ma soprattutto per il grande amore per la montagna e la sua esperienza che sa trasmettere ai suoi ospiti. DOV’È IL RIFUGIO Il rifugio è collocato in un ambiente suggestivo, carico di memorie storiche e armonie naturali. Nel silenzio della montagna senti parlare le Dolomiti di Brenta e ascolti il loro profilo unico al mondo. Maestosa, a chiudere uno scenario emozionante, la Presanella, alta, elegante, preziosa. E’ la base di partenza e arrivo per escursioni e salite alla scoperta delle bellissime cime, laghetti, valli che circondano il rifugio.

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Fervono i preparativi per una delle manifestazioni più attese delle Giudicarie

7-8 luglio: Grande Sagra a Bolbeno Sabato 7 luglio ad 10.30 prenderà inizio a Bolbeno, presso il parco giochi situato nei pressi del rimpianto Albergo Luisa, una delle due giorni di festeggiamenti più divertenti e pazze delle Giudicarie, in occasione della Sagra di Bolbeno. In particolare si svolgerà la sesta edizione di un torneo di calA questo punto, la domenica pomeriggio, dopo un breve break ad ore 16.00 durante il quale si sfideranno, in una partita amichevole, bambini delle scuole elementari, inizieranno le sfide ad eliminazione diretta per conten-

dersi l’accesso a semifinali e finali. In questa maniera, nell’arco di sole 48 ore si disputano ben 38 partite ed è proprio questa la peculiarità del Torneo di calcetto di Bolbeno. La finalissima si disputerà domenica sera

cetto che nel tempo si è guadagnato l’apprezzamento di tanti appassionati: le 12 squadre partecipanti verranno suddivise in due gironi da 6 squadre che si sfideranno in partite di sola andata e passeranno il turno le prime quattro classificate di ogni raggruppamento. ad ore 21.30 anche se sicuramente il momento clou è in programma 24 ore prima, sabato sera, con la partita di esibizione di calcio femminile dove saranno presenti le migliori interpreti giudicariesi di questo sport e non

solo. Ma non è certo finita qui, visto che durante la due giorni sarà presente un fornito spaccio bar e sarà attiva una cucina che sfornerà panini, patatine fritte e crepes per tutto l’arco delle giornate; ci

saranno poi ben quattro “pasta party” (alle 12.00 e alle 19.00 di entrambi i giorni) durante i quali sarà possibile per tutti gustarsi un bel piatto di maccheroni. Naturalmente ci sarà spazio anche per altri divertimenti, con gonfiabili per bambini, “indovina il peso del Porcel” (in un piccolo e accogliente recinto si aggirerà un simpatico maialino di cui si dovrà stimare il peso in chilogrammi) e indovina il peso della Spressa, con ricchi premi in palio.

Dulcis in fundo si disputerà per il decimo anno consecutivo, con la preziosissima regia della Società ciclistica Giudicariese del Presidente Marchiori, il Trofeo regionale di bici per Giovanissimi con oltre 200 piccoli campioncini, provenienti da ogli angolo del trentino Alto Adige, che dietro l’incessante tifo dei propri genitori si sfideranno a suon di pedalate lungo il circuito pianeggiante collocato nei pressi della chiesa del Paese.

Festa ecologica a Malga Meda Festa ecologica a Malga MedaDa tre anni a questa parte la Pro loco di Bolbeno, in collaborazione con l’Associazione Cacciatori di Bolbeno, organizza la Festa Ecologica a Malga Meda. Correva l’anno 1995 quando il bivacco, dopo tre anni di intenso lavoro di ripristino da parte dei volontari, veniva inaugurato ed una giornata di questo tipo vuole essere anche un modo per ricordare, rivivere e valorizzare quanto di buono è stato fatto in quegli anni. Gli obiettivi della Giornata, svoltasi domenica 17 giugno prevedevano il miglioramento dei vari sentieri d’accesso, il rimpinguamento delle scorte di legna da ardere, il mantenimento della radura esistente, minacciata da un bosco in continua e costante espansione. Al di la delle più rosee aspettative, sono state veramente molte le persone che si sono incamminate lungo la cosiddetta “Val Larga”, invogliate anche da condizioni meteo assolutamente favorevoli.

IL GIORNALE DELLE GIUDICARIE RINGRAZIAANCORA CHI LO HAAIUTATO IN QUESTI DIECI ANNI COMUNE DI TIONE

Cassa Rurale Saone

SERVIZIO TURISMO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ATTIVITÀ CULTURALI PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

ABBIGLIAMENTO SIRIANNI TIONE DI TRENTO

FALEGNAMERIA

SARTORI OSVALDO CADERZONE TERME

CAMINET


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Di certo quel che sta succedendo in Italia con la crisi ha dell’incredibile: dopo averci ridotti sul lastrico, gli stessi farabutti non perdono occasione, in tv e sui giornali, di spiegare cosa bisognerebbe fare o non fare, proprio loro che ci avrebbero fatti scomparire dalla crosta terrestre se fossero andati avanti. Spudorati! Di qua e di là! Che Monti ci protegga, che sarà tassaiolo ed implacabile, ma almeno non ci racconta balle come da decenni succede, e cerca di fare quello che può. Il marasma è ormai generale, nel mondo, in Europa, in Italia, ovunque ed ancor più a Trento dove si vive la crisi in allegria come se niente fosse. In ogni valle la gente comincia a sudare lacrime, con i figli a casa che non trovano lavoro, con i capifamiglia licenziati da imprenditori che chiudono, con il commercio che annaspa e il turismo da segni di cedimento, e i nostri politici continuano a menarsela con le loro prebende che i cittadini vorrebbero ridurre, e loro, rimpallandosi le colpe, fanno in modo che nulla cambi. Ridicoli, meglio, svergognati, così la vita continua nel menefreghismo di sempre, con i soliti sprechi che fanno rabbrividire, a dir poco offensivi per chi fa il proprio dovere. Fare il proprio dovere non sempre paga, paga di più l’aver condotto una vita di proteste e di occupazioni abusive, di ribellione, di danneggiamento delle cose altrui, l’essere stati “farabutti” (politici), insomma, porta bene, soprattutto se hai come santi protettori i pezzi grossi del PD. E’ il caso della consulenza incredibile concessa a Francesco Zappini, noto capoccia del centro sociale di Trento, che si è visto ricompensare per le sue insolenze con ben 46.000 euro come collaboratore del Forum per la Pace (?), se la pace che

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Chissenefrega! Italia, Trentino, Giudicarie, tutto il mondo è …. strapaese

“U

n mese di stramberie e di mattane d’ogni genere! Un giugno così non lo si ricorda nei secoli dei secoli...” impreca l’Abele che mi snocciola ogni cosa frammista ad imprecazioni, parolacce e maledizioni. Il vostro Saltaro, disceso dall’empireo ove dimora da sempre, seduto su di un auspichiamo è quella che lui ha praticato nelle sue azioni, che Dio ce la mandi buona. Per non dire della solita trovata della Cogo, nostra Margherita, che sparita, intenta a godersi le sue prebende per quattro anni, ora, in procinto di nuove elezioni, t’inventa la “commissione pari opportunità”, che elettoralmente potrebbe fruttare e non poco, ne è convinta anche la Caterina Dominici che ne è stata correa, da buona nonesa, non fa niente se non ne vede un vantaggio, la spesa prevista è di 270.000 euro, è un modo per tirar l’acqua e soldi al proprio mulino, tanto pagano i soliti trentini, tanto buoni quanto coglioni. Per non dire di Metroland, che è partito con le prime spesucce, poca roba, 200 milioni, per ora, in consulenze e progetti per il solo tratto che ci interessa, quando tutti sanno, che, stando così le cose, di Metroland non se ne farà niente, ma chi se ne frega, intanto qualcuno ci sguazza...qualcuno? Mi correggo, sempre i soliti, beati loro! La

storia, poi, degli Aeroporti venuta a galla in questi giorni, è davvero emblematica di come vanno le cose in Trentino. Udite, udite, si taciti il cielo e la terra, questa è bella! Noi, trentini, sarebbe meglio dire Provincia, siamo soci dell’Aeroporto Catullo di Verona, in molti non ne capiscono il motivo, ma cosa fatta capo ha, e da qualche lustro il nostro Governatore ha inviato a tener d’occhio la situazione, un giovane uomo, Pier Luigi Angeli, settantaduenne, bisognoso di raggranellare qualche

vecchio granito in mezzo al prato dell’amico, ascolta e subisce. Poi riferirà nelle alte sfere affinchè provvedano a far rinsavire i pescecani della politica mangereccia, a calmare le acque per evitare esondazioni, a riportare buon senso ed un minimo di dignità nelle nostre cose.

lira, povero com’è, cosa che ha fatto egregiamente: l’Aeroporto di Verona sta fallendo, dicono i giornali, con un buco mastodontico, e il Pier Luigi rimane al suo posto perchè è un bravo ragazzo in carriera, e poi ha promesso che in pochi anni, rimetterà le cose a posto. Dellai i suoi uomini li indovina tutti, le Giudicarie lo sanno bene, così è probabile che ha pagare siamo ancora noi, trentini bastonati, non caleranno di certo le prebende del vice presidente Angeli, meriti o demeriti, le sue indennità non si

toccano, sia chiaro. Ma ai trentini rincoglioniti e, a questo punto anche cornuti, è riservata un’altra sorpresa. C’è anche l’aeroporto di Bolzano pieno di debiti, sull’orlo del baratro. Durnwalder, furbo come una volpe, a chi si rivolge a batter cassa? Durni conosce molto bene l’antica aspirazione di Dellai di fare il pilota d’aereo e così gli si è rivolto: “ Mi servono soldi, e tanti, Lorenzo, o Bolzano chiude...” e il Lorenzo, sempre generoso e disponibile: “Non ti preoccupare Luis, con il prossimo treno ti mando un vagone di euro...”, così vanno le cose, intanto le banche sono in sofferenza e gli artigiani non trovano più credito per le loro attività, ma chi se ne frega!, noi trentini siamo per il progresso, per Dio! Siamone orgogliosi. E per esprimere la sua gratitudine, nel mentre chiedeva soldi al Lorenzo, il Luis usciva con una proposta diabolica: “Chiudiamo la Regione che non serve a niente...ognuno vada per conto proprio!” Birba di un Durnwalder! Lui questa idea

Valsabbina, cercasi membro (trentino) nel Cda All’interno del consiglio di amministrazione manca al momento una rappresentanza “chiesana” A Storo nel dopo assemblea generale della banca Valsabbina del maggio scorso più soci, con toni e sfumature diverse, avevano auspicato che l’istituzione creditizia avesse ad avere all’interno del proprio consiglio di amministrazione un rappresentante locale che rispetto ad una volta adesso manca. Avere sul posto un interlocutore non solo giova alla gente e alla stessa banca ma avvicina ancor di più le parti. Questione peraltro già più volte sollevata dal sindaco di Storo Vigilio Giovanelli. Lo stesso cavaliere, sensibile alle problematiche di paese, non si stanca di ripetere che nel cda della banca, anche come membro supplente, una rappresentanza storese debba esserci. “La Valsabbina è una realtà che da anni opera all’interno del nostro tessuto creditizio. Conta su una rappresentanza societaria consistente e quindi non considero affatto scandaloso che dentro lo stesso cda abbia ad esserci un referente del posto. Se poi è donna, meglio ancora”.

Una delle figure ventilate che potrebbe rientrare in questa eventuale prospettiva, pur non avendo alle spalle esperienze o formazioni bancarie ma che pur sempre fa parte del consiglio direttivo della fondazione Villa San Lorenzo di Storo, corrisponde ad Ersilia Ghezzi che alla assise assembleare dello scorso mese di maggio era stata la sola ad intervenire. Stavolta - la quarantenne di Pradibondo ma con casa a Storo - prima ha sollevato la questione dividendi e nella ribattuta successiva si è soffermata sulla cosiddetta questione conto zero, operazione che di fatto al di sotto di una certa soglia non prevede spese a scapito dell’utente ma nemmeno interessi. Sulla questione dividendi – ha rimarcato la stessa Ghezzi – è utile sapere se i 40 centesimi per azione si ripeteranno anche nel 2012 con la stessa ripartizione, ossia 10 centesimi in liquidi e i restanti 30 in azionariato dove ogni 200 azioni all’utente sarà aggiunta a titolo gratuito un’altra azione ancora ”.

Ersilia Ghezzi

“Molte banche – hanno risposto gli amministratori Gafforini, Barbieri e Bonetti - lo hanno fatto e lo stanno ancora facendo. Adesso si tratterà di verificare cosa si andrà a fare quest’anno”. La Valsabbina, che una decina di anni fa aveva rilevato la storica rurale di Storo all’epoca gravata da sofferenze e che attualmente conta

all’interno del solo versante trentino 2.069 soci, un occhio di riguardo lo sta tenendo a favore di imprese e famiglie. “Al fine di facilitare il credito della piccola e media impresa – spiegava nel dopo assemblea il responsabile marketing & relazioni pubbliche Walter Piccini - attraverso l’istituzione di un fondo statale gestito dal Medio Credito Centrale, la Valsabbina è ripetutamente intervenuta con appositi finanziamenti garantiti al 50%”. Ma non solo. “L’istituto nel suo complesso – aggiunge il capo area di Storo Luca Mora - ha inoltre mantenuto la possibilità per imprese e famiglie, in temporanea difficoltà, di sospendere il pagamento delle rate mutui ipotecari e chirografari concedendo anche dalle parti di Storo e del fondovalle del Chiese agevolazioni sia attraverso la rinegoziazione dei tassi o mediante l’allungamento dei piani di ammortamento. Che non è poco”. Elisa Pasquazzo

la porta nel cuore da sempre: lo stare legato a Trento è pernicioso, tanto prima o poi il Trentino perderà l’autonomia, e Bolzano potrebbe correre qualche pericolo. E non ha tutti i torti. Un autorevole deputato, venuto a Trento in questi giorni, ha dichiarato che la nostra autonomia è ormai a rischio spinto, tanto che se il parlamento attuale dovesse votare, la stragrande maggioranza, di destra, di sinistra e di centro, voterebbe contro la nostra specialità ed addio autonomia. A questo punto siamo arrivati! E nessuno ci avverte, ci aspetta la sorte della nave Concordia, ci troveremo affondati, in piena crisi e senza più un soldo, sarà per noi peggio dell’ultimo dopoguerra. Di chi la colpa? Come sempre di tutti e di nessuno, si data il definitivo collasso della Regione ai tempi della Cogo presidente, quando andavano a spasso con le valigie piene di soldi, e nessuno se ne accorgeva, men che meno la presidente, ma tutti oggi fanno finta di non saperlo. Per fortuna a distrarci dalle angosce rimane imperterrito l’orso, meglio, gli orsi che si divertono a far strage d’animali in tutte le Giudicarie. A farne le spese, pecore, capre ed asinelli, ma anche un sacco di gente che se li sono visti di fronte ed hanno rischiato l’infarto. Porca vacca! Con l’orso è ora di finirla. A parte il costo che dobbiamo assumerci come comunità, ma che si debba pagare per proteggere gli orsi che ci terrorizzano quando andiamo nei nostri boschi, e che sbranano i nostri animali, è davvero il colmo: usiamo quei soldi, per opere di bene, non contro di noi, per Dio! Checchè ne pensino i Bombarda e le Berasi che degli orsi furono i primi sostenitori e lo sono tuttora. Dellai, fiutando il vento, si è deciso, sembra che provveda a dimezzarli, ma fra qualche anno saremo ancora a quelle, c’è da giurarci, ma ci penseranno quelli che verranno. In GIUDICARIE le cose non vanno meglio, con la Comunità in autunno cominceranno i guai, c’è già qualche esponente di spicco della Rendena che prevede per l’inverno la liquidazione della Comunità, i Sindaci sono pronti a costituire la “Rendena libera” con capoluogo Pinzolo, anzi, sembra già cosa fatta, vedremo. Mentre nel Chiese Cimego sembra navigare nel caos, succedono cose allarmanti. Ne ha dato notizia un quotidiano col solito garbo, sembra che si stia costruendo, con i nostri soldi (PAT), una cattedrale nel deserto che nessuno vuole, la gente protesta e raccoglie firme, con ragione, visti i tempi che corrono, forse sarebbe il caso di indagare, finalmente, su chi l’ha voluta, chi l’ha sponsorizzata, chi l’ha finanziata, con quali criteri, e quali altri monumenti allo spreco stiano sorgendo in Giudicarie: qualcuno lo dovrebbe fare, sarebbe un atto di giustizia verso chi è disoccupato e chi ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Amen e così sia.


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Attualità

LUGLIO 2012

MobilitàVacanze nelle Giudicarie In capo alla Comunità di Valle la gestione del Servizio Mobilità Intercomunale delle Esteriori (partito il 23 giugno) e il Servizio sperimentale di Bicibus (dal 6 luglio)

«È il primo passo di un percorso volto ad ottimizzare l’organizzazione del trasporto pubblico in tutte le Giudicarie, per garantire un collegamento più completo ed efficiente tra le diverse aree, a favore di ospiti e residenti, in particolare nei momenti di elevato flusso turistico» ha sottolineato la presidente della Comunità delle Giudicarie, Patrizia Ballardini che ha aggiunto: «Obbiettivo nel medio termine è quello di aumentare le corse riducendo il costo complessivo, grazie al coordinamento a livello di territorio, proseguendo il progetto attivato con le Amministrazioni Comunali ed il Parco Naturale Adamello Brenta». Il passaggio della funzione alla Comunità in materia di attivazione e gestione del servizio di trasporto pubblico urbano turistico intercomunale nasce dunque con l’intento di migliorare la qualità dei servizi erogati, favorire il superamen-

Attivo dal 23 giugno il “Servizio di mobilità vacanze intercomunale nelle Esteriori”, un servizio che vuole tracciare un collegamento tramite trasporto pubblico tra i centri delle Esteriori e Andalo e Molveno. Da quest’anno la gestione del Servizio è stato trasferita alla Comunità di Valle dai comuni di San Lorenzo in Banale, Dorsino, Stenico, Comano Terme, Bleggio Superiore, Fiavè, Molveno e Andalo. Sette le corse giornaliere che to degli squilibri economici, sociali e territoriali esistenti nel proprio ambito e ottimizzare l’utilizzo delle risorse economico finanziarie, umane e strumentali: «Col tempo vorremmo riuscire a migliorare le opportunità di mobilità alternativa e realizzare economie di scala, attraverso il collegamento, e possibilmente, la gestione diretta dei servizi di trasporto già svolti localmente. Tutto ciò a beneficio dei turisti ma anche dei residenti delle varie zone, offrendo a tutti nuove e maggiori occa-

collegheranno Ponte Arche a San Lorenzo, passando per Stenico e Dorsino, con la prima salita alle 9.00 del mattino e l’ultima alle 19.45; sei di queste corse proseguiranno fino a Molveno, e tre fino ad Andalo. Completano il servizio di mobilità intercomunale il collegamento tra le Terme di Comano e il Lago di Tenno, passando per Fiavè, e quelli con il Lomaso , fino a Lundo, e con i paesi del Bleggio con capolinea Bivedo.

sioni di muoversi all’interno del territorio della Comunità, sia per ragioni di lavoro ma anche per stimolare la visita ai luoghi di interesse turistico diffusi nelle Giudicarie e non sempre adeguatamente conosciuti da chi abita in altra zone del nostro ampio territorio » chiarisce l’Assessore ai Servizi sovracomunali, Mobilità e trasporti Gianpaolo Vaia che prosegue: «La convenzione prevede che il servizio di mobilità turistica verrà effettuato dal 23 giugno al 9 settembre 2012, avrà un costo pari a cir-

ca 74 mila euro a carico dei comuni interessati, al netto delle cospicue contribuzioni assicurate dalle Terme di Comano e dalla Provincia, oltre che degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti. Il costo dei quali siamo riusciti anche quest’anno a mantenere inalterati, rimanendo di 2 euro il prezzo del biglietto giornaliero e di 10 euro quello settimanale. E’ stata mantenuta anche per quest’anno la possibilità di viaggiare con lo stesso biglietto pure sulle corse di linea svolte da Trentino Trasporti

nelle Giudicarie Esteriori, e in più è stata espressamente prevista la facoltà per chi ha l’abbonamento senza limitazione ai servizi di linea di usare lo stesso e accedere gratuitamente alle corse del servizio mobilità vacanze.” La maggiore novità di quest’anno riguarda però il Servizio di Bicibus che collega Ponte Arche con Tione. Un servizio aggiuntivo e sperimentale che va a collegarsi con quello già esistente in Val Rendena e che permetterà di viaggiare caricando la bici

Terme di Comano , l’acqua bolle... Critiche dalle opposizioni dei comuni di Bleggio Superiore, Comano Terme e Stenico

Al netto della crisi, pensiero ormai costante, nella località giudicariese rimane il neo dell’attesa per il destino degli investimenti sulle Terme di Comano. E la tradizione popolare lo sa, acqua guardata non bolle mai. Tant’è che il periodo rimane caldo per le Terme con i consiglieri di minoranza di Bleggio Superiore, Comano Terme e Stenico uniti in un fronte comune fortemente critico nei confronti della questione dei 37 milioni di euro provinciali destinati allo sviluppo strategico della stazione termale e non ancora impiegati per realizzare le opere previste. A Fiavé la minoranza è più tranquilla, forse perché il suo sindaco è la voce critica all’in-

Ci si addentra nel pieno della stagione turistica a Comano Terme, è arrivata Margherita Hack allo stabilimento e ha fatto il pienone, si è riaperto il programma di animazione per bambini dal Comano Junior d’Autore al nido per i più piccoli, terno dell’assemblea termale, così attende con calma il prossimo consiglio comunale dove è atteso un rappresentante termale per fare il punto della situazione, solo nel piccolo Dorsino non si sono levate voci di dissenso, a San Lorenzo nemmeno ma lì mancano gruppi di opposizione in consiglio. “Il cda e l’assemblea stanno lavorando – assicura il presidente dell’assemblea termale Mario Tonina, intervenuto in diversi

quest’anno potenziato dopo l’esperimento positivo del 2011, sono partiti i corsi di aggiornamento per gli operatori turistici e il cda dell’Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta ha smaltito i tumulti invernali.

consigli comunali a dare spiegazioni e calmare le acque – ma la situazione è cambiata, gli investimenti vanno rimodulati e questo richiede tempo”. Una sfilza di interrogazioni hanno chiesto informazioni, contestato numeri e progetti, spulciato il bilancio che, senza troppe sorprese il presidente Tonina ha già anticipato non sarà positivo, e lanciato varie e diverse accuse ai vertici aziendali. Intanto nel Consiglio di

amministrazione termale ci sono stati un paio di avvicendamenti: i dimissionari Mauro Apolloni e Giorgio Merli sono stati sostituiti dall’assemblea consorziale con Mauro Bosetti e Alessandro Ceschi. Giorgio Merli andrà a ricoprire il ruolo di segretario in sostituzione dell’altro dimissionario degli ultimi mesi, il segretario Paulo Copat. Mauro Bosetti, classe 1978, un dottorato in ingegneria elettrotecnica e numero-

se pubblicazioni all’attivo, è impiegato da tre anni presso Trentino Sviluppo S.p.a. nel Dipartimento Immobili e Impianti. Alessandro Ceschi, 43 anni, è il direttore generale del Consorzio dei Comuni Trentini e componente del cda dell’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti. La preoccupazione di chi attende, operatori economici e cittadini, c’è, qualche defaillance alla voce coinvolgimento del territorio e comunicazione dell’Azienda termale pure, nel frattempo la stagione avanza e guardando la pentola con l’acqua di cui si parlava sopra, si aspetta cominci a fare le bolle. Denise Rocca

sul bus da Ponte Arche sino a Campo Carlo Magno, offrendo agli amanti delle due ruote, ma anche alle famiglie, una possibilità in più di visitare il territorio. “Questo servizio partirà il 6 luglio e terminerà il 31 agosto e consentirà di unire le Esteriori alle piste ciclabili e ai percorsi naturalistici della Busa di Tione e della Val Rendena con tre corse giornaliere di andata alle 8.00, alle 13.30 e alle 16.40 e due corse di ritorno in partenza da Tione alle 13,10 e alle 16,20; le quali, volendo, potrebbero offrire anche ai residenti e ospiti della zona di Tione e della Rendena di visitare in bici le Esteriori, senza dover passare attraverso le gallerie di Ponte Pià” come ha precisato l’assessore Vaia, che ha anche ricordato come “tale nuovo servizio è stato attivato anche grazie alla collaborazione dei Comuni della Val Rendena che organizzano già da alcuni anni il Bicibus Val Rendena, ed in particolare alla disponibilità di Walter Ferrazza sindaco di Bocenago, comune capofila e coordinatore del progetto”. Un’attenzione per il mondo delle due ruote che la Comunità delle Giudicarie aveva già manifestato partecipando attivamente al progetto Comano Giudicarie Bike, un progetto che ha permesso di offrire agli amanti della mountain bike dieci percorsi nelle Giudicarie Esteriori, mappati con tracce gps, e che consente di esplorare il territorio che si estende tra il lago di Garda e le Dolomiti di Brenta su tracciati emozionanti con panorami mozzafiato.

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Attualità

LUGLIO 2012

Nata nel 1986 in Piemonte grazie all’impegno di Carlo Petrini, oggi conta circa centomila iscritti tra volontari e sostenitori in Italia e in altri centocinquanta Paesi, e una rete di migliaia di comunità che praticano una produzione di cibo su piccola scala, a chilometri zero, e di qualità. Una storia recente, ma che ha ancora un lungo futuro davanti a sé: la gente infatti ha imparato ad amare la filosofia di Slow Food, che vuole promuovere l’interesse legato al cibo come portatore di piacere, cultura, tradizioni, identità, e uno stile di vita, oltre che alimentare, rispettoso dei territori e delle tradizioni locali. Non è perciò solo un semplice “mangiar sano”, ma si va oltre: Slow Food si impegna anche a valorizzare i piccoli produttori, curando non solo il processo che porta il prodotto sulla tavola ma anche tutto quello che vi gira attorno, compresa la sfera di sentimenti, ricordi ed implicazioni identitarie che derivano dal valore affettivo del cibo, oltre che la giustizia ed equità negli ambienti di produzione e nella commercializzazione. Insomma, è un progetto molto

Slow Food: il “nuovo” mangiar bene come una volta... anche in Giudicarie Fausto Fiorile è il responsabile giudicariese del sodalizio che mette al centro la genuinità e l’autenticità dell’enogastronomia italiana Quante volte capita nell’assaggiare qualcosa, dire: “buono!Proprio come una volta!”, iniziando poi a pensare a quanto sono cambiati negli ultimi anni i gusti dei cibi? E’ per rispondere a questa nostalgia delle “cose buone di una volta” che nasce, in un mondo votato alla corsa verso il futuro e alla tecnologia, un nuovo modo

di pensare il cibo: sano, tradizionale e valorizzante del proprio territorio, con una speciale attenzione ai produttori. Questo è Slow Food, una associazione che negli ultimi anni sta prendendo piede anche nelle nostre valli e che altrove è già un trend alimentare dove le parole d’ordine sono “buono, pulito e giusto”.

più ampio. Questa volontà di promuovere il commercio e l’alimentazione genuina passa in modo trasversale dalla gastronomia, all’ecologia, all’etica e al piacere, opponendosi al mainstream dei gusti standardizzati, indotti dallo strapotere delle grandi industrie alimentari, difendendo invece i piccoli produttori e valorizzando le produzioni tipiche locali. Il cibo guardato a 360°, o

come la si chiama nell’ambito dell’associazione, una neogastronomia che sappia educare alla sana alimentazione, salvaguardare la biodiversità e le identità locali, promuovendo quindi un nuovo modello alimentare. Le Giudicarie sono entrate in questo progetto a partire dal 2007, grazie all’impegno di alcune persone guidate da Fausto Fiorile, già socio Slow Food e membro della Grande Tavola della

Condotta di Trento. Grazie a loro, dopo le richieste e un iter burocratico attraverso il Comitato dei Fiduciari Regionale, il Presidente Regionale Sergio Valentini e la Segreteria Nazionale, il 24 aprile 2007 è stata autorizzata ed aperta a Storo la Condotta n. 540. Denominata “Valle del Chiese e Giudicarie”, di fatto estende il suo campo d’azione su tutte le valli Giudicarie. Il fiduciario della Condotta, Fausto Fiorile è molto ottimista riguardo al futuro del progetto che ha avviato cinque anni fa, proprio per il significato che ha la Condotta per la Valle del Chiese e per le Giudicarie, soprattutto per gli stimoli che ha saputo e che saprà creare nei cittadini. Un trend positivo, che si articolerà sia nelle iniziative che la Condotta porta avanti, sia nella valorizzazione delle attività dei ristoratori della zona affiliati al progetto, sia per gli agricoltori che in questi ultimi anni hanno deciso di dedicarsi alla lavorazione della terra affinché possano trovare nella filosofia di Slow Food ulteriori elementi per nuove iniziative imprenditoriali. Aldo Gottardi

The Line: la nuova linea musicale giudicariese Continua il viaggio tra le band giudicariesi Il gruppo nasce nel gennaio di quest’anno come idea comune di Maurizio Viviani (il batterista), Nicola Pedretti (al basso e seconda voce), Pietro Oss (chitarra lead) e Francesco Panaro (alla chitarra e voce), che provenivano (come Francesco e Pietro dai Radiobanna) o che erano già impegnati in altre band (Maurizio e Nicola). Il nome del gruppo si ispira alla filosofia che ha portato alla genesi di The Line, ovvero una “linea” che separi

dal “passato”, cioè l’attività musicale portata avanti da ognuno dei quattro componenti fino a questo momento, per ricominciare con nuovi progetti, nuove musiche e nuova band. Ma non solo: “The Line” anche per significare la volontà di lasciare il segno nel panorama musicale della zona, seguendo una linea musicale propria ed originale. E grazie a questo The Line si ritaglia fin da subito il suo spazio nel panorama mu-

C

ontinua la rubrica dedicata alle band giudicariesi, nuove o già affermate, che con impegno, passione e voglia di divertimento allietano le nostre feste e le nostre serate. sicale giudicariese, proponendo generi musicali come si dice “non mainstream”: puntano sull’indie rock, genere molto apprezzato a livello europeo e mondiale, il garage e il grunge, altri sottogeneri del rock and roll. I gruppi che fanno parte del loro repertorio sono i massimi esponenti di questi generi

musicali, cioè the strokes, foofighters, lenny kravitz, arctic, the black keys e molti altri. Questo per ora il loro repertorio cover, tra l’altro ancora in fase di aggiunte e progettazione. I componenti di The Line inoltre stanno lavorando anche a brani propri, tra i quali quattro sono già pronti per i live e altri

Questa volta incontreremo una band giovane, anzi, giovanissima di formazione, nata dall’unione di quattro ragazzi con in mente un progetto originale: The Line. ancora in cantiere. Molto lavoro in questo gruppo nuovo di zecca, che ha già all’attivo cinque live ed altri appuntamenti per quest’estate: le prossime date certe nelle quali troveremo i The Line saranno il 21 luglio al Parco Masere a Pelugo e il 25 agosto a Cavrasto. Aldo Gottardi


Cultura La manifestazione, organizzata in ogni minimo dettaglio e coordinata alla perfezione dal presidente Giovanni Mattioli della banda di Vigo e Darè, da impeccabile padrone di casa, ha avuto un buon riscontro di pubblico, considerando le condizioni climaticamente avverse condite da una leggera e fastidiosa pioggerellina. Lo spettacolo prevedeva un punto di ritrovo, identificato con le scuole elementari di Darè. Le bande erano dislocate in vari punti strategici dei paesi di Vigo e Darè e, a turno, iniziavano la loro marcia per raggiungere il punto di incontro finale, come piccoli corpi armati che accerchiano la fortezza per attaccarla dai diversi punti geografici, accompagnate dal melodioso suono dei loro strumenti. Giunti alla meta, i corpi musicali hanno dato prova a turno della loro bravura in ambito musicale, eseguendo un paio di pezzi a testa, per poi concludere con una serie di brani

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Darè ha ospitato la “biennale” rassegna bandistica delle Giudicarie

A tutta... banda! di Andrea Tomasini

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uest’anno si è svolto a Darè il consueto appuntamento biennale con le bande delle Giudicarie che hanno dato vita ad una giornata di musica e divertimento. Il 3 giugno ha avuto luogo la manifestazione che da (Arosa, Giudicarie e l’Inno al Trentino) che vedevano coinvolti tutti gli attori, per sancire la coesione tra i bandisti dei vari nuclei. Hanno partecipato alla manifestazione e si sono susseguite sul palco di fronte al giardino della scuola elementare, al cospetto della chiesetta di San Rocco, otto bande che

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arco al oz

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hanno celebrato la festa della musica nel piccolo paese della Rendena. E’ doveroso citarle:

qualche anno riunisce musicofili e spettatori entusiasti di godersi una giornata di buona musica in compagnia delle nostre bande di paese. Una tradizione, quella delle bande, che è radicata nel tempo, legata al nostro territorio e sempre apprezzata da grandi i piccini. Banda Intercomunale del Bleggio, accompagnata dalla delegata Erina Onorati; Banda Comunale di Caderzone,

capitanata da Luciano Polla e Nicola Mosca; Banda Comunale di Pinzolo, con il presidente Giovanni Maffei; Ban-

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da Sociale di Ragoli, seguita dalla presidente Riccarda Albertini; Banda di S. Lorenzo in Banale, con i delegati Giuliano e Paolo Rigotti; Banda Sociale di Tione, scortata dal presidente Mario Salvaterra; Banda degli Istituti Superiori di Tione, guidata dal presidente Silvano Bonomi; infine, i padroni di casa del Corpo musicale di Vigo e Darè seguito dal presidente Giovanni (Hans) Mattioli, dal vicepresidente Ivan Gottardi e dal maestro Mauro Poli. Il clima di festa e gioia che ha accompagnato questa esibizione è proseguito con la cena comunitaria presso la località Pafsang, a Villa Rendena, concludendo in bellezza una giornata che ha lasciato tutti entusiasti, partecipanti e spettatori.


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Rifiuti - CRM

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Il C.R.M. - centro recupero materiali

E’ lo spazio in cui i cittadini possono portare tutti i rifiuti, ad esclusione del residuo e dell’organico (quest’ultimo è preferibile tenerlo a casa con con un sistema di compostaggio casalingo) i cui contenitori si trovano solo nella isole ecologiche stradali, e dove i diversi materiali vanno depositati in appositi contenitori (container, ceste, cassonetti, cassette, etc). A differenza delle isole ecologiche, è accessibile solo in determinati orari perché l’apertura e la gestione sono affidate a personale con funzioni di controllo. Al CRM possono entrare tutte le “utenze domestiche”, quelle cioè che portano le cose di cui disfarsi provenienti da un’abitazione (vengono definiti “rifiuti urbani”). Al CRM inoltre possono entrare da quest’anno ( grazie alla Delibera Nr 30, del 19.03.2012 e successive integrazioni, della Giunta della Comunità delle Giudicarie) anche le “utenze non domestiche”, quelle cioè che portano le cose di cui disfarsi provenienti da spazi o locali a destinazione diversa dalla “civile abitazione” (aziende, strutture alberghiere e ricettive, uffici, enti pubblici, negozi etc.) ma con tipologia, quantità (vengono definiti “rifiuti assimilati agli urbani”) e modalità particolari, e naturalmente purchè in regola con il pagamento della Tariffa di Igiene Ambientale (T.I.A.)

PER LE “UTENZE DOMESTICHE”:

Ci siete mai stati? Se non l’avete fatto c’è un errore nel vostro modo di differenziare e qui vi spieghiamo il perché. Tutti conoscono l’Isola Ecologica Stradale, il punto più diffuso di conferimento dei rifiuti. Ma all’Isola Ecologica Stradale non ci sono i contenitori per tutti i rifiuti, la raccolta è ammessa solo per : RESIDUO ORGANICO IMBALLAGGI DI PLASTICA E METALLO IMBALLAGGI DI VETRO CARTA E CARTONE INDUMENTI E STRACCI Ma dalle nostre case escono sicuramente rifiuti di altro tipo (basti pensare, ad esempio, alle lampadine al neon e a basso consumo, le varie plastiche non da imballaggio come sedie da giardino, giocattoli, secchi e tanto altro, il vetro non da imballaggio di finestre, bicchieri o lampade, il metallo non da imballaggio di reti del letto,

www.comunitadellegiudicarie.it

stendibiancheria o altro, le cartucce e toner di stampanti, i vari elettrodomestici o oggetti con componenti elettriche come frigoriferi, lavatrici, televisori, computer, forni, phon, radio, giocattoli elettrici, calcolatrici, stampanti, telefoni, cavi elettrici e altro, il legno di mobili o serramenti, il vegetale dei giardini, l’olio da cucina e delle macchine, i copertoni delle ruote di bici e automezzi, il materiale inerte di piccole demolizioni fatte in proprio o di piatti e oggetti in ceramica, pile e batterie, barattoli vecchi di vernici, colle, diluenti o simili, etc.). Come si vede è IMPOSSIBILE che chi ha un’abitazione non produca rifiuti che vanno al CRM. E chi non è mai stato al CRM dove ha gettato questi rifiuti?

PER LE “UTENZE NON DOMESTICHE”:

Coloro che hanno locali o spazi destinati ad un’attività non strettamente abitativa pagano la T.I.A. calcolata su tutta la superficie. Possono chiedere l’esenzione per le superfici su cui vengono prodotti rifiuti speciali (le utenze non domestiche che producono rifiuti speciali o pericolosi non possono conferirli presso il Centro Raccolta Materiali ma devono provvedere a loro spese allo smaltimento tramite convenzione specifica con la Comunità di Valle o attraverso Ditte private specializzate). Le “utenze non domestiche” hanno perciò la “possibilità” di accedere al CRM ma deve essere seguita questa procedura: 1) I rifiuti che un’utenza non domestica

porta al CRM devono essere del tipo “assimilabile all’urbano per qualità e quantità”. I tipi di materiali che è possibile portare e la quantità periodica di ciascuna tipologia è definita dalla Comunità di Valle con un elenco che è allegato alla Convenzione e che viene qui di seguito riportato. 2) L’utenza non domestica deve essere in regola con il pagamento della “T.I.A.”; 3) L’utenza non domestica deve stipulare una “convenzione” con la Comunità delle Giudicarie (l’Ente Gestore dei

Rifiuti nel nostro territorio). La convenzione serve per poter accedere al CRM e come documento di viaggio che comprova l’autorizzazione al trasporto verso il Centro; 4) L’utenza non domestica dovrà avere con sé, al momento in cui entra nel CRM, il foglio che funge da “registro dei conferimenti”, che andrà compilato ogni volta (per evitare che qualcuno porti una quantità superiore di rifiuti a quella consentita facendo diversi passaggi).

TIPOLOGIE DI RIFIUTI CONFERIBILI AL CENTRO DI RACCOLTA DA UTENZE NON DOMESTICHE DOTATE DI CONVENZIONE TIPOLOGIA

QUANTITA’ mc/sett.

lt/sett.

IMBALLAGGI IN CARTA E CARTONE

3,00

3.000

IMBALLAGGI IN PLASTICA

1,00

1.000

IMBALLAGGI IN VETRO

0,50

500

ASSORBENTI E MATERIALI FILTRANTI DA ATTIVITA’ AGRICOLE

0,03 mc/mese

PNEUMATICI FUORI USO (esclusivamente di biciclette)

10 pezzi/settimana

CARTA E CARTONE

0,50

500

ABBIGLIAMENTO

0,50

500

LEGNO, DIVERSO DA QUELLO DI CUI ALLA VOCE 200137*

0,50

500

PLASTICA

0,25

250

METALLO

1,00

1.000

RIFIUTI BIODEGRADABILI (sfalci e potature)

0,50

500

OLI E GRASSI COMMESTIBILI

0,03

30

RIFIUTI INGOMBRANTI

0,50

500

BATTERIE ED ACCUMULATORI DIVERSI DA QUELLI DI CUI ALLA VOCE 200133*

0,03

30

TONER PER STAMPA ESAURITI DIVERSI DA QUELLI DI CUI ALLA VOCE 080317*

5 pezzi/settimana

TUBI FLUORESCENTI ED ALTRI RIFIUTI CONTENENTI MERCURIO - Sorgenti luminose a scarica di neon-R5

15 pezzi/settimana

Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi GRANDE BIANCO FREDDO-R1

2 pezzi/mese

Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121* e 200123*, contenenti componenti pericolosi TV, MONITOR-R3

2 pezzi/mese

Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121* , 200123* e 200135* - GRANDE BIANCO NON FREDDO (LAVATRICI, ELETTRODOMESTICI)-R2 Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121* , 200123* e 200135* - ELETTRONICA DI CONSUMO, PICCOLI ELETTRODOMESTICI, APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE, INFORMATICA, TELECOMUNICAZIONI, ECC.-R4

5 pezzi/mese

NOTE: Sono da intendersi esclusivamente i RAEE (R1-R2-R3-R4-R5) di origine commerciale, industriale, istituzionale analoghi, per natura e per quantità, a quelli originati dai nuclei domestici, così come previsto dalla lettera o), del comma 1, dell’art. 3 del D.Lgs. 25/07/2005 n.151.


Comunità delle Giudicarie Al CRM possono inoltre accedere i distributori, gli installatori e i gestori dei centri di assistenza tecnica, per lo smaltimento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (chiamati RAEE) di provenienza domestica. Gli installatori e i gestori dei centri di assistenza sono tenuti a consegnare all’addetto del CRM copia dell’attestazione di provenienza domestica autocertificata. Infine anche i Comuni possono conferire nei CRM i i rifiuti assimilati prodotti nei PROPRI locali assoggettati a T.I.A. secondo le modalità stabilite per le utenze non domestiche, senza la stipula della convenzione, che sarà sostituita da uno scambio di corrispondenza. Per questi conferimenti si prescinde dai limiti quantitativi. I Centri di raccolta materiale (CRM) dislocati sul territorio delle Giudicarie sono attualmente nr. 18 (di cui 2 in fase di chiusura) e sono a servizio delle utenze domestiche e non domestiche per le tipologie di rifiuti recuperabili autorizzate. La gestione dei nr. 18 centri è a carico della Comunità delle Giudicarie. Di seguito è riportato l’elenco dei centri con il relativo bacino d’utenza. CRM

BACINO D’UTENZA

CRM TIONE DI TRENTO

Comune Comune Comune Comune Comune Comune

CRM VILLA RENDENA

Comune di Villa Rendena Comune di Darè Comune di Vigo Rendena

CRM SPIAZZO

Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di

Spiazzo Pelugo Bocenago Strembo Caderzone Terme

CRM STREMBO

Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di

Strembo Bocenago Caderzone Terme Spiazzo Pelugo

CRM CARISOLO c/o CRZ

Comune Comune Comune Comune

di di di di

Carisolo Pinzolo Giustino Massimeno

di di di di di di

Tione di Trento Preore Bolbeno Zuclo Montagne Ragoli

CRM PINZOLOCAMPIGLIO

Abitanti di Campiglio Comune Pinzolo e Comune di Ragoli

CRM RONCONE

Comune Comune Comune Comune

di di di di

Roncone Bondo Lardaro Breguzzo

CRM PIEVE DI BONO

Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di

Pieve di Bono Prezzo Praso Bersone Daone

CRM PRASO

Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di

Praso Bersone Daone Pieve di Bono Prezzo

CRM CONDINO

Comune Comune Comune Comune

di di di di

Condino Castel Condino Brione Cimego

CRM STORO

Comune di Storo Comune di Bondone

CRM STENICO

Comune Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di di

Stenico San Lorenzo Comano Terme Bleggio Superiore Fiavè Dorsino

CRM DORSINO

Comune Comune Comune Comune Comune Comune

di di di di di di

Dorsino San Lorenzo Stenico Comano Terme Bleggio Superiore Fiavè

CRM COMANO TERME

Comune di Comano Terme Comune di Dorsino Comune di San Lorenzo Comune di Stenico Comune di Bleggio Superiore Comune di Fiavè

CRM FIAVE’

Comune di Fiavè Comune di Dorsino Comune di San Lorenzo Comune di Stenico Comune di Comano Terme Comune di Bleggio Superiore

CRM BLEGGIO SUPERIORE

Comune Comune Comune Comune Comune Fiavè

di Bleggio Superiore di Dorsino di San Lorenzo di Stenico di Comano Terme Comune di

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Il sistema di raccolta rifiuti nella comunità delle Giudicarie

IL SISTEMA DI RACCOLTA RIFIUTI NELLA COMUNITÀ DELLE GI

L’ISOLA ECOLOGICA STRADALE

IL SISTEMA DIrifiuto RACCOLTA NELLA DELLE GIUDICAR Funzione: raccolta residuo e rifiutiRIFIUTI differenziati (organico,COMUNITÀ imballaggi di plastica e barattolame, imballag cartone, indumenti e stracci)

L’ISOLA ECOLOGICA STRADALE Funzione: raccolta rifiuto residuo e rifiuti differenziati (organico, imballaggi di plastica e barattolame, imballaggi di vetro, carta, cartone, indumenti e stracci)

Ci sono montagne e... montagne

L’ISOLA ECOLOGICA STRADALE

Funzione: raccolta rifiuto residuo e rifiuti differenziati (organico, imballaggi di plastica e barattolame, imballaggi di vetro, ca cartone, indumenti e stracci)

(Giustino-Lungo Statale)

(Gius

IL CRM (CENTRO RACCOLTA MATERIALI) (Giustino-Lungo Stat Funzione: raccolta di TUTTI i materiali (imballaggi e non) ad esclusione del residuo e delIL CRM (CENTRO RACCOLTA MATERIALI) l’umido. Aperto a fasce orarie per utenze domeraccolta diRACCOLTA TUTTI i materiali (imballaggi e non) ad esclusione del residuo e dell’umido. Aperto a fasc ILFunzione: CRM (CENTRO MATERIALI) Funzione: raccolta dinon TUTTI i materiali (imballaggi e non)solo ad esclusione del residuo e dell’umido. a fasce orarie per ut domestiche eenon domestiche (per quest’ultime con preventiva convenzione esolo perAperto determinati materiali e stiche domestiche (per quest’ultime domestiche e non domestichecontrollore. (per quest’ultime solo con preventiva convenzione e per determinati materiali e quantitativi) presidiato da personale con preventiva convenzione e per determinati presidiato da personale controllore. materiali e quantitativi) e presidiato da personale controllore.

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IL CRZ (CENTRO RACCOLTA DI ZONA – per le Aziende)

Funzione: è come il CRM ma rivolto anche alle Aziende che possono accedervi a pagamento sulla base di un tariffario per l diverse tipologie di rifiuti speciali.

(Spiazzo Rendena - CRM)

(Spiazzo Rendena - C

IL CRZ (CENTRO RACCOLTA DI ZONA (Spia – per le Aziende) Funzione: è comeDIilZONA CRM rivolto anche IL CRZ (CENTRO RACCOLTA – perma le Aziende) Funzione : è come il CRM ma rivolto anchepossono alle Aziende che possono accedervi a pagamento sulla base di un tariffario p alle Aziende che accedervi a pagadiverse tipologie di rifiuti speciali. mento sulla base di un tariffario per le diverse tipologie di rifiuti speciali.

(Carisolo – CRM e CR

LA DISCARICA

(Carisolo – CRM e CRZ)

Funzione: deposito definitivo dei rifiuti non riciclabili. Ha un’ampiezza potenziale limitata e si prevede sia esaurita 2014e (Carisolonel – CRM

LA DISCARICA Funzione: deposito definitivo dei rifiuti non riciclabili. Ha un’ampiezza potenziale limitata e si prevede sia esaurita nel 2014. LA DISCARICA

IL NUOVO CENTRO INTEGRATO PER IL Funzione: deposito definitivo dei rifiuti non riciclabili. Ha un’ampiezza potenziale limitata e si prevede sia esaurita nel 2 TRASFERIMENTO DEI RIFIUTI Funzione: raccolta, smistamento e predisposizione dei rifiuti per il conferimento alle diverse piattaforme di lavorazione per il riciclaggio e per il futuro trasferimento del residuo uno volta esaurita la discarica. (Zuclo – loc. Bersaglio) (Zuclo – loc. Bersagli

(Zuclo – loc. Bers

(Zuclo – loc. Bersaglio)

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Arte

LUGLIO 2012

Spiazzo: “cercasi logo”per la Casa di riposo San Vigilio-Fondazione Bonazza

Sono intervenuti: il presidente don Paolo Ferrari che ha salutato gli intervenuti e motivato l’iniziativa che ha coinvolto oltre 230 famiglie degli Istituti Comprensivi della Val Rendena e di Tione; Lia Tommasi a nome di tutti i residenti che ha espresso parole di plauso per i profondi significati educativi; gli animatori Bruno e Fabio che hanno aperto e sostenuto con semplicità e simpatia l’intero pomeriggio e per la giuria Alessandro Togni, che ha sottolineato l’importanza del linguaggio iconografico. Erano presenti anche l’intero consiglio di amministrazione con il vicepresidente Udalrico Gottardi, i consiglieri Elsa Bertini, Carmelo Maffei, Antonio Cozzio. Sono intervenuti il dirigente scolastico prof. Fabrizio Pizzini (ICR) e la vice dirigente prof.ssa Raffaela Alberico (ICT). La Giuria, presieduta dal dott. Saggiorato Martco (direttore della Casa di Riposo), con il dott. Flavio Antolini esperto in comunicazione, il prof. Silvano Bonomi, il prof. Udalrico Gottardi e Alessandro Togni consulente artistico del Centro Studi Judicaria ha valutato 235 elaborati, dei quali ne ha scelto 56 per la mostra e premiato 3 con queste motivazioni: 1° Classificato: GIORGIA MAFFEI (classe 3a A Istituto Comprensivo Val Rendena) Il delicato e simbolico disegno per matite colorate si realizza considerando la cronologia del tempo e contemplando le due fasi, del giorno e della notte in una rappresentazione totalizzante. Tutto, avviene dentro “la Casa di Spiazzo”. Questa è luogo dove la luce apre al cielo sereno del giorno descritto dalla colorazione azzurra e dalla raggiante figura del sole che regala calore e soddisfazione e dove in maniera più riposante si presenta anche la notte data dal blu oltremare pizzicato dai bagliori della Luna

di Alessandro Togni Il disegno dell’alunna Giorgia Maffei della 3ªA dell’Istituto Comprensivo della Val Rendena sarà il logo della A.P.S.P. Casa di Riposo San Vigilio-Fondazione Bonazza di Spiazzo. Al 2° posto si classifica: Leonardo Borgonovo della classe 4ªA dell’IC Tione e al 3° posto Stefano Lattuada della classe 2ªC dell’IC Rendena. Sabato 2 giugno la sala polifunzionale della Casa di Riposo di Spiazzo pullulava di bambini e ragazzi che con i loro genitori sono intervenutI alla premiazione del Concorso di Idee istituito dal consiglio di amministrazione dell’Ente di assistenza per anziani. Erano presenti anche molti residenti che con grande entusiasmo hanno partecipato alla manifestazione. e delle stelle. La soluzione viene indicata attraverso una sezione diagonale interna al profilo riconoscibile e rassicurante della casa, che infine rappresenta soprattutto un posto di tranquillità e benessere. Poi ecco le tracce sinuose delle silenziose volute in una descrizione sottilmente linearistica, per dare vita a momenti di naturalità nella decorazione del germoglio, dove foglie e fiori riescono a tradurre bellezza, accoglienza e semplicità. Qui la casa, nella sintesi razionale della sua figura geometrica riesce a trovare la forma più completa, quella che comprende la bellezza della Vita, nell’Amore. 2° Classificato: LEONARDO BORGONOVO (4a A Istituto Comprensivo Tione) Il disegno si presenta pieno di fascino compositivo ed esuberanza fantastica. La rappresentazione propone una veduta frontale della “Casa di Spiazzo” dove le linee si muovono significativamente attraverso una conformazione che predilige la sinuosità della curva, trascurando le rettilinee. La scena vivacemente colorata viene realizzata attraverso l’uso di una segnica precisa che tuttavia mantiene un carattere di spontaneità; ed anche le cromie sembrano esplodere nella loro più accesa vocazione di entusiasmo e armonia. La struttura architettonica quindi, pure nella robustezza geometrica e nella collocazione di primo piano mantiene un sapore fiabesco, così come la montagna in lontananza, che si compone di una punteg-

giatura verdeggiante, sorta di livrea restituita con ritmo e morbidezza. Il disegno, mentre suggerisce allegria è manifestamente anche il progetto per la realizzazione di un possibile, bellissimo mosaico ceramicato. 3° Classificato: STEFANO LATTUADA (classe 2a C Istituto Comprensivo Val Rendena) La soluzione posta in essere attraverso geometrie speculari comprende elementi grafici distinti, intercalati da spaziature bianche e diversificazione di tonalità armoniche, quanto rigorose. L’immagine si presenta già nella sua connotazione stilizzata e i rimandi simbolici emergono in maniera chiara e funzionale: la linea degli spioventi e le mura della casa sono di colore argento/ grigio, sorta di richiamo alla saggezza e lucentezza dell’età matura; il ricciolo marrone delimitato e contenuto nell’area interna riprende il bastone pastorale di S. Vigilio; l’azzurro è dedicato alle

benefiche proprietà dell’acqua, mentre il lettering di colore verde suggerisce sentimenti di speranza e relax. Il dentro e il fuori della casa quindi convivono in forma molto naturale.

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MOSTRA DI STEFANIA RICCADONNA Di sicuro interesse l’evento artistico che vi aspetta a Preore. L’acquarello di Stefania Riccadonna per raccontare una storia di personaggi e luoghi dove il desiderio urgente di tempo, si ferma … E’ un invito al privilegio del silenzio. Una mostra perché ognuno si ritrovi per un attimo in quel luogo intimo dove l’anima parla col cuore della bellezza di questo faticoso esistere. L’allestimento di ritratti e non solo, vi aspetta a Casa Mondrone dal 20 al 28 luglio, dalle 20 alle 22. Un evento nell’evento di particolare rilevanza: venerdì 27 alle ore 20,30 serata speciale dove Renata Fedrizzi e Bruno Vanzo, attori di notevole importanza interpretano scritti tratti dal libro “DONNA RICCA”. Serata allietata con musica dal vivo. Inaugurazione alle ore 18.00 di venerdì 20 luglio. Presentazione di A. Togni

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Attualità Protagonisti della serata di beneficienza sono stati quattro cori: la Corale Brunella Maggiori di Jesi (An), il coro Ana Re di Castello di Daone, il coro Sette Torri di Storo e il coro di casa, il Monte Iron di Ragoli. Tre le associazioni che quest’anno hanno beneficiato della raccolta di fondi in denaro: l’Ail (Associazione italiana contro le leucemie), la Lilt (Lega Italiana per a lotta contro i tumori) e l’Admo (Associazione donatori midollo osseo). La domenica si è aperta con la sfilata lungo via Serafini a Preore, ed è proseguita presso il Centro Sportivo Probo Simoni con l’alzabandiera, il saluto delle autorità e la consegna dei riconoscimenti. Ha fatto seguito la messa celebrata da don Walter Somavilla, accompagnata dalle voci delle corale di Jesi; la benedizione delle corone d’alloro dedicate ai caduti; poi il momento meno formale quello del pranzo servito agli oltre quattrocento convenuti. Il pomeriggio, con l’esibizione di un Gruppo di ungheresi gemellati con Ragoli e il concerto della Banda sociale di Ragoli, è proseguito in un clima di serena amicizia e convivialità. Il Gruppo “Monte Spinale”si costituisce ufficialmente nel 1962. Raccoglie inizialmente gli alpini in congedo dei paesi di Bolbeno, Montagne, Preore, Ragoli, Saone e Zuclo e successivamente solo di

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Alpini “Monte Spinale”, 50° all’insegna della beneficenza di Fabio Simoni Il Gruppo Alpini “Monte Spinale” ha compiuto cinquant’anni. Ha raggiunto il prestigioso traguardo nei primi giorni del mese di giugno. In quel periodo ha festeggiato degnamente l’anniversario con una duplice Montagne, Preore e Ragoli. Svolge da subito una feconda attività che non conosce soste e che si concretizza attraverso momenti commemorativi, celebrazioni, pellegrinaggi ed incontri.

Fra i momenti di solidarietà che hanno lasciata traccia nella storia del Gruppo, ne vanno ricordati almeno tre: la partecipazione con uomini e mezzi all’ “Operazione Friuli” nel biennio ‘76/’77;

manifestazione: il concerto di beneficienza del sabato sera 2 giugno, nella chiesa parrocchiale di Ragoli e le celebrazioni per lo storico evento, nella giornata di domenica. il contributo di manodopera nella ristrutturazione della struttura dedicata a don Onorio Spada, indimenticabile cappellano militare alpino; e nel ’96, l’opera svolta nella costruzione di un orfanotro-

fio, in Sardegna , nelle vicinanze di Oristano. Più vicine ai nostri tempi sono le serata di solidarietà a favore delle Associazioni di volontariato operanti sul territorio.

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In questo contesto non vanno dimenticati i rapporti con la cittadina di Jesi, nelle Marche, sviluppatasi attraverso reciproci scambi e segni tangibili di amicizia. Ma il mondo delle “penne nere” non è fatto solo di eventi ed azioni straordinarie, è caratterizzato da altrettante atti significativi, di minore portata ma di altrettanto spessore. Fra questi ricordiamo l’organizzazione delle feste campestri, delle assemblee annuali, la commemorazione dei Caduti di tutte le guerre, i “pellegrinaggi” in Adamello, e la partecipazione alle adunate nazionali. I fatti portano a ricordare le persone, i presidenti che si sono succeduti alla testa del Gruppo: Alfredo Giovanella, Dario Cozzio, Modesto Simoni, Gianni Castellani, Rodolfo Scalfi ed ora, da dieci anni, Mario Simoni. Un pensiero in particolare va a Gianni Castellani, ora ospite della casa di riposo, entusiasta ed instancabile guida per ben 27 anni. E a lui si associa spontaneamente per altrettanti anni almeno la figura di Probo Simoni, segretario generoso, morto prematuramente nel 1977. Il Comitato organizzativo guidato da Rodolfo Scalfi, fra le tante, non si è dimenticato di alcune persone speciali: i Combattenti e Reduci che dal 2010 sono confluiti nel Gruppo Monte Spinale.

Dal basket... alla vela... Con “Virtuosamente insieme” i ragazzi si avvicinano all’attività sportiva on finisce con l’anno scolastico per i giovani giudicariesi la possibilità di dedicarsi allo sport: infatti è ricominciata da poche settimane l’attività estiva di “Virtuosamente Insieme” in collaborazione con la cooperativa l’Ancora. Un numero impressionante di attività sportive che i ragazzi possono testare senza la pressione della scuola o l’agonismo mirato di una società sportiva, per avviciTutto iniziò nel 1999, quando l’entusiasmo del presidente Emilio Fedrizzi e dei suoi collaboratori dalla Virtus Giudicariese, associazione sportiva fondata nel 1965 principalmente occupandosi di calcio, na-

sceva il progetto Virtus con l’intenzione di proporre le attività sportive sotto una forma meno legata alle leggi dei campionati e degli eccessi agonistici. L’obiettivo era proprio quello di dare ai ragazzi la possibilità di pro-

narsi liberamente alle discipline proposte: le classiche certo, dal basket alla pallavolo, la pallamano e il nuoto, ma anche monopattino, pesca, roller, badminton, baseball, hockey, cricket, skateboard, orienteering, vela – la novità del 2012 -, rafting, tracking, canyonning, rugby, golf, tiro con l’arco, monociclo... difficile trovare una disciplina che i 12 istruttori virtussini non propongano. vare e sperimentare delle discipline diverse da quelle proposte abitualmente dagli altri enti e offrire la possibilità di trascorrere parte delle vacanze estive in un ambiente protetto e controllato. Si partì con un’ottan-

tina di ragazzi, soprattutto dei comuni della Busa. Nel 2006, il progetto venne accreditato dall’Università di Scienze Motorie di Verona per il tirocinio degli studenti. L’anno successivo, il 2007, è quello della svolta

per un progetto che dalla Busa arriva a includere anche Tione e la Rendena: inizia la collaborazione con l’Ancora che completa l’offerta sportiva della Virtus con delle attività di tipo ricreativo e culturale,

il progetto diventa “Virtuosamente Insieme” e arriva il boom di iscrizioni con 240 ragazzi coinvolti rispetto ai 171 dell’anno precedente. Nel 2008 si supera la soglia dei 300 iscritti per restarvi abbondantemente da allora in poi. L’edizione 2012 impegna 353 ragazzi per un totale di 1753 settimane di attività. Numeri importanti, che fanno sorridere Piero Bertolini, uno degli storici fondatori della Virtus che si permette anche un suggerimento alla Comunità delle Giudicarie: “nel piano sociale non compare neanche una volta la parola sport, mentre è un’attività che ha ricadute anche sociali, vorrei vederla aggiunta e lo sport considerato”. Denise Rocca


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Cultura

LUGLIO 2012 Dialogo sulle rive del Sarca e del Chiese/Parte sesta

Montanari per scelta... o per necessità? È arrivata l’estate; anche la primavera se ne è andata lasciandosi dietro la dolorosa traccia dei terremotati emiliani, che ai vecchi giudicariesi ha rievocato i tristi incendi che radevano al suolo interi paesi lasciando intere popolazioni senza un tetto per mesi e mesi. Nel frattempo questo giornale, che cortesemente ospita il él Bòcia - Allora cosa ne dici della serata per il decennio de “il Giornale delle Giudicarie”? Mi sembra che i discorsi, sia del prof. Salsa che del presidente Durnwalder, abbiano centrato la vita dei nostri vecchi in montagna. él Vècio - Certo, non potevano non piacermi specie quando hanno detto che i “montanari” devono essere, sentirsi e mantenersi tali - ànca ’ntàl cò - e mai considerarsi inferiori a quelli della pianura o della città! él Bòcia - Però io ti dico che non mi sento montanaro per scelta o per necessità come diceva il professore. Io mi sento montanaro per nascita, per cui non devo pensarci su tanto. Mi sento come la rondine che dopo aver passato l’oceano torna sempre dove è nata. Sono andato via un sacco di volte ma alla fine sono sempre tornato sotto il tetto paterno. él Vècio - Ti capisco perché anch’io ho fatto la tua stessa strada: ma tutti e due siamo tornati cól cò de alóra, ossia con quella mentalità cargàda de mónt che ci aiuta a considerare le nostre vallate non già alla luce del progresso, ma ancora piene di quello che era il modo di intuire e soprattutto di “curare” la montagna. él Bòcia -Pensa che il don Francesco Zulberti nel 1844 aveva scritto sul diario che con la costruzione della nuova carrabile nel fondovalle lungo il fiume Chiese era arrivata la corruzione morale nei costumi dei giovani. él Vècio - In un certo senso

aveva ragione, ma io nella parola “corruzione” vedo insito anche il concetto di “cambiamento”. él Bòcia - Infatti, in pochi decenni la vita dei nostri paesi è stata del tutto rivoluzionata, ma anche perché tutto il mondo sta evolvendosi in maniera inusitata. él Vècio - Ma il problema cruciale è che il cambiamento ha due aspetti: quello positivo del progresso in meglio e quello negativo della corruzione intesa a tutti i livelli e non solo quella che intendevano certi parroci (che, allora, erano chiamati “Curati”). él Bòcia - Vuoi dire che forse uno dei due aspetti ha avuto il sopravvento? él Vècio - Purtroppo sì. La voglia del progresso e del guadagno facile ha spopolato la montagna ed i nostri vachèr hanno voluto diventare operai e commercianti, o addirittura impiegati per starsene comodi al caldo negli uffici, e così le stalle si sono svuotate e le malghe abbandonate. él Bòcia - Vuoi dire che tutto questo è stato un danno? Non è forse stato un salto di qualità per i nostri poveri montanari che fino ad allora avevano solo faticato tanto e patito magari anche la fame? él Vècio - Certamente hai ragione; ma il guaio è che quando si cerca il nuovo non bisogna distruggere ciò che si aveva prima, né tanto meno dimenticarsi cosa c’era di buono da salvare. él Bòcia - Cosa intendi? Si è forse sbagliato nel cerca-

nostro “dialogo”, ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita, con una grande serata dedicata alla “Gente di Montagna”... Nella prima fila, nella grande sala in penombra, vi erano anche “él Bòcia”ed “él Vècio”. Ritrovatosi, sotto e sopra i tetti, hanno ripreso il discorso allora interrotto: re di star meglio e di avere un modo di vivere più confacente anche per la povera gente? él Vècio - Hai sentito con quale passione il “Durni” descriveva la voglia dei contadini dell’Alto Adige a voler rimanere in montagna? A “voler” rimanere montanari sulla loro montagna? el Bòcia - Ma i nostri contadini non avevano i loro possedimenti e il loro tenore di vita. él Vècio - I nostri contadini/ allevatori non erano certamente nelle favorevoli situazioni degli Altoatesini, ma le nostre popolazioni, rappresentate dai Comuni, dalle Asuc e dalla stessa Provincia, avevano le vallate ed i monti da conservare e non da abbandonare e da lasciare andare in rovina. él Bòcia - Allora è colpa dei partiti se le cose non sono andate per il verso giusto? él Vècio - Per conto mio sì; tanto è vero che quando ci si è accorti si è corsi ai ripari istituendo i Comprensori e le Comunità. él Bòcia - Allora siamo sulla strada giusta, quella che il prof. Salsa ed il “Durni” hanno reclamato difendendo l’autonomia delle aree montane delle Alpi. él Vècio - Sulla strada giusta sì; ma fino ad oggi si è solo ai primi tentativi: la strada (se si riuscirà a farla tutta) è ancora lunga e non facile. Per di più, purtroppo, nella nostra gente è venuto a mancare la “mentalità” dei montanari, ossia quell’orgoglio di sentirsi ancora montanari a tutti gli effetti, capa-

ci di sentirsi personalmente protagonisti nel possedere il proprio territorio montano e di volerlo e sapere difendere e “coltivare” con la stessa tenacia dei nostri vecchi. él Bòcia - È per questo che le Comunità fanno tanta fatica ad avviarsi con la dovuta decisione? él Vècio - Certamente sì. Sono ormai troppo pochi i convalligiani doc “attaccati” alle nostre Giudicarie e soprattutto ai nostri monti nel senso di una volta: li usano solo per andarci a fare i sióri! él Bòcia - Vuoi forse dire che si è perso quasi il senso della propria terra? Il senso di possedere qualcosa e di volerlo difendere a tutti i costi? él Vècio - Proprio così: mancano persone accanitamente convinte di dover avere in mano le proprie vallate in piena e concreta autonomia territoriale. él Bòcia - Ma pare che sia

proprio il potere provinciale che stenta a dare alle Comunità i necessari strumenti d’autonomia! él Vècio - È vero che gli organi provinciali stentano a vegnérghen fò, ma ci vorrebbe anche in Valle più compattezza e più decisione nel reclamare con forza tutta l’autonomia che ci occorre per essere davvero Giudicariesi che si impegnano come Giudicariesi e per i Giudicariesi. él Bòcia - Allora aveva ragione il “Durni” quando diceva di sentirsi un “contadino di montagna” e che ai montanari bisogna lasciare la libertà di gestire la montagna a modo loro, senza le briglie della burocrazia. él Vècio - Vedi dove è il nocciolo della matassa? Nella mancanza di quella effettiva “libertà” di tornare ad essere capaci di autogovernarci come l’hanno saputo fare i nostri antenati per ottocento anni!

él Bòcia - Ma ormai sembra una cosa impossibile e tu non fai che illuderti. él Vècio - Lo so che morirò presto senza vedere il mondo che ho sognato, ma qualcuno, prima o poi, dovrà accorgersi che con il “cincischiare” di questi anni non si riuscirà ad unificare le forze della periferia a tutto danno per tutti, per di più continuando ad assistere alla pessima abitudine di contrapporsi l’un l’altro sistematicamente. él Bòcia - Ormai abbiamo discusso abbastanza. Adesso ti lascio anche perché si è fatto tardi... E salutando, él Bòcia si mette a scendere le sei rampe di scale, mentre él Vècio si rimette ad aprire un gigantesco librone… A cura di Marco Zulberti e Mario Antolini


FAMIGLIA COOPERATIVA

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Buona vacanza!

Le Famiglie Cooperative si impegnano da sempre nell’informazione ai consumatori e nello sviluppo dei prodotti a marchio, per garantire sicurezza, qualità e sostenibilità ad un giusto prezzo. Il tutto senza perdere di vista la valorizzazione dei prodotti locali, frutto della tradizione custodita dalle nostre Comunità. Con questi presupposti auguriamo buone vacanze ai nostri Soci, a tutti i clienti e ai molti turisti che ogni estate visitano le nostre Valli. Con l’auspicio che anche la bella stagione diventi occasione per visitare i nostri negozi e scoprire la qualità dei nostri prodotti.

FAMIGLIE COOPERATIVE DELLE VALLI GIUDICARIE, RENDENA E CHIESE FAMIGLIA COOPERATIVA BONDO E RONCONE Bondo Breguzzo Lardaro Roncone FAMIGLIA COOPERATIVA BRENTA PAGANELLA Andalo Campo Lomaso Cavedago Dorsino Fai Della Paganella Molveno S.Lorenzo in Banale Sclemo - Stenico Spormaggiore FAMIGLIA COOPERATIVA CADERZONE Caderzone

FAMIGLIA COOPERATIVA CARISOLO Carisolo FAMIGLIA COOPERATIVA FIAVÈ CAVRASTO Fiavè Godenzo Di Lomaso Bleggio Superiore FAMIGLIA COOPERATIVA GIUDICARIE Tione Bolbeno Coltura Montagne Preore Ragoli Saone Zuclo FAMIGLIA COOPERATIVA PELUGO Pelugo

FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO Pinzolo Bocenago Madonna Di Campiglio Giustino Iavrè Massimeno Mavignola Plan Campo Carlo Magno Pramagnan Spiazzo Rendena FAMIGLIA COOPERATIVA STREMBO Strembo FAMIGLIA COOPERATIVA TERME DI COMANO Ponte Arche Quadra Bleggio Superiore S. Croce Bleggio Stenico

Villa Banale FAMIGLIA COOPERATIVA VALLE DEL CHIESE Storo Bersone Bondone Brione Castel Condino Condino Daone Darzo Pieve di Bono Ponte Caffaro Praso FAMIGLIA COOPERATIVA VIGO RENDENA Vigo Rendena

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Attualità

LUGLIO 2012

Ad ogni buon conto, a mero titolo esemplificativo, possiamo ritenere che la delibera è nulla quando è affetta da vizi così gravi che inficiano la regolarità dell’assemblea, ad esempio quando abbia ad oggetto decisioni assembleari deliberate con una maggioranza inferiore rispetto a quella prescritta per legge o, ancora, abbia oggetto illecito o contrario alla legge od al regolamento di condominio; è annullabile quando è affetta da vizi formali (convocazione di assemblea, informazione dell’oggetto della delibera), oppure da eccesso di potere (atti che eccedono la ordinaria amministrazione e che siano gravemente pregiudizievoli alle cose o servizi comuni). Tale distinzione comporta importanti conseguenze sul piano pratico. La prima importante con-

LEGGE/ L’esperto risponde

Nullità e annullabilità delle delibere condominiali Un tema dibattuto e di attualità, non solo nelle città a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè La questione relativa alla differenza tra nullità ed annullabilità delle delibere assembleari condominiali è questione di rilevante interesse pratico, in quanto da essa dipende la possibilità per il condomino di impugnare la decisione presa in assemblea che leda, a suo dire, i propri diritti. In primo luogo va detto che, da sempre, la distinseguenza riguarda il termine di scadenza per impugnare la delibera: mentre quella annullabile deve essere impugnata nel termine di trenta giorni (art.

1137 c.c.), la delibera nulla può essere fatta valere senza limiti di tempo. Il termine di trenta giorni – che è inderogabile ed il suo decorso non può esse-

zione tra nullità ed annullabilità delle delibere assembleari è oggetto di contrasto giurisprudenziale, ragione per la quale non è possibile – fuori dai casi limite – stabilire a priori quali delibere siano nulle o meno; per tale ragione è importante valutare caso per caso il tipo di vizio cui è affetta la delibera per capire in quale delle due categorie ricada. re interrotto essendo termine di decadenza e non di prescrizione – decorre, per i condomini assenti all’assemblea, dalla comunicazione della delibera, e, per

i condomini dissenzienti, dalla sua approvazione. La distinzione rileva anche con riguardo ai soggetti legittimati ad impugnare le decisioni assembleari:

Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazione del diritto a casi concreti al seguente indirizzo redazionegdg@yahoo.it. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse verranno pubblicate sui successivi numeri del Giornale delle Giudicarie. la delibera annullabile può essere impugnata solo dai condomini che non erano presenti in assemblea, ovvero da coloro che pur presenti hanno espresso il proprio dissenso alla decisione presa; diversamente, la delibera nulla può essere impugnata da chiunque vi abbia interesse, quindi anche il condomino che, presente in assemblea, abbia espresso voto favorevole alla decisione stessa, purché dimostri che da una simile delibera gli derivargli un apprezzabile pregiudizio.

La gelosia è ancora di moda? Un’emozione difficile da controllare E’ l’emozione propria delle relazioni amorose, e quindi di rapporti in cui la gelosia risulta di particolare intensità, conducendo molte volte alla perdita di obiettività e di lucidità. Le persone gelose soffrono molto: sono sopraffatte da pensieri costanti di infedeltà del partner, da atteggiamenti di controllo e da pensieri di non essere amate. La gelosia ci mostra una realtà distorta, pericolosa e incontrollabile. Chi l’ha provata almeno una volta nella vita conosce bene la sensazione di ansia e il pensiero intrusivo di “tradimento” che impedisce di concentrarsi su qualsiasi altra attività. Il problema è che la maggior parte delle volte, una gelosia insistente porta alla rottura della relazione. Per chi soffre di attacchi di gelosia non sono sufficienti le normali tecniche

a cura della dottoressa Paola M. Taufer

L’estate, si sa, è la stagione in cui il numero di tradimenti nei rapporti sentimentali aumenta notevolmente. Complici le vacanze, la conoscenza di persone e di luoghi nuovi, il riposo dal ladi distrazione: è necessario capirne le cause, anche per evitare esplosioni di rabbia. Sono la paura inconscia dell’abbandono e della perdita – risalenti ai primi anni di vita - a causare questo forte disagio. Dopo la fase fusionale, in cui il neonato si sente un tutt’uno con la madre, crescendo impara a considerare l’altro come una persona autonoma, distinta da lui. Tutti noi impariamo poi ad accettare il fatto di non poter controllare gli altri e che i nostri bisogni o desideri non possono coincidere con quelli altrui. Se invece permane questa necessità di un rapporto fusionale con l’altro anche in

età adulta, è probabile che la persona abbia forti diffi-

voro, anche la vita di coppia può subire forti emozioni e portare alla gelosia. La gelosia è un sentimento complesso, che nasconde spesso frustrazioni e desideri inconfessati.

coltà nel controllare la gelosia nelle relazioni.

Nel sentimento di gelosia c’è un bisogno di controllo dell’altro che coinvolge i comportamenti e i pensieri: non esiste conferma sufficiente a rassicurare una persona gelosa. Paradossalmente l’unica conferma che può dare sollievo ad una persona fortemente gelosa è la certezza di avere subìto un tradimento. Questo infatti pone fine al circolo vizioso fatto di logorio e di sofferenza. In sostanza, sono proprio le persone gelose che spingono inconsciamente verso il tradimento o verso la fine del rapporto i propri partner. Chi è geloso è spesso cosciente di non riuscire a controllarsi e quindi mostra

la propria insicurezza personale. Cercare di ridurre o controllare la gelosia significa anche migliorare la qualità della relazione. E’ utile pertanto migliorare il dialogo con il partner ed esporre a lui/lei le proprie paure riguardanti la gelosia. Inoltre riflettere sul fatto che il continuo timore di essere traditi deriva da un’interpretazione errata della relazione. Importante è avere chiaro che le fantasie sul tradimento si autoalimentano fino ad avverarsi. Alcune volte arriva al tradimento anche colui che è geloso, pur di stare meglio. In tutti i casi è bene sapere che se si è gelosi in maniera molto intensa, significa che non abbiamo raggiunto un processo di individuazione e una piena maturità personale. paolataufer@sipaa.it


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Sport

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Pinzolo, attesa per l’Inter I nerazzurri in val Rendena dal 5 al 15 luglio per il ritiro, con un occhio all’ecocompatibilità Pinzolo e la Val Rendena saranno di nuovo nerazzurre. Dopo il grande successo del ritiro dell’Inter 2011, c’è attesa in valle per l’arrivo della squadra del presidente Moratti. Dal 5 al 15 luglio Zanetti e compagni calpesteranno l’erba dello stadio «Pineta», dove disputeranno – agli ordini di mister Andtrea Stramaccioni - anche le amichevoli, vere e proprie prove generali per arrivare in buone condizioni ai preliminari di Europa League. Il Trentino si conferma anche in questo 2012 la patria del grande calcio. Fc Bayern Monaco, Inter e Napoli hanno scelto la nostra provincia per iniziare la prossima stagione, svolgendo fra le nostre montagne il proprio ritiro pre-campionato. Le conferme che tutti ricercano dall’Inter quest’anno sono invece di altro tipo. Sportivo innanzitutto, con la squadra chiamata a un forte rilancio dopo aver vinto tutto solo due anni fa e non aver totalmente convinto nel 2011. A livello turistico promozionale sono altretGrandi celebrazioni al “Guetti” che per l’occasione ha ospitato anche gli alunni delle scuole medie di Cavalese, invitati in Giudicarie per partecipare alla cerimonia di premiazione. Sono intervenuti ad omaggiare i giovani atleti l’assessore all’Istruzione e allo Sport Marta Dalmaso, il presidente del Coni trentino Giorgio Torgler, il Coordinatore per l’Educazione fisica e Sportiva della Provincia Andro Ferrari e il dott. Italo Viola in rappresentanza della Fondazione Panathlon che ha patrocinato i giochi e ha per obiettivo la diffusione del fair play. Ad aprire la festa fra i cori entusiasti dei ragazzi i pezzi degli U2 interpretati dai musicisti della Scuola Musicale delle Giudicarie e l’esibizione del gruppo Solo Danza che ha offerto il bis dopo lo spettacolo della sera prima proprio sul palco dell’auditorium tionese. Subito dopo è stata la volta dei numeri dei giochi scolastici provinciali, snocciolati da Andro Ferrari: 22 le discipline sportive nell’anno scolastico 2011/12 - figurano anche gli scacchi, e una serie di sport meno popolari ma in crescita dal minicricket al badminton, il tiro con l’arco e il softball -, un picco-

tante le aspettative riposte nel ritiro interista. Lo scorso anno l’evento convinse gli operatori turistici locali per la quantità di presenze e l’entusiasmo creato attorno alla squadra interista, oltre che per la qualità dal punto di vista della capacità di spesa del tifoso interista, che ha garantito ricadute maggiori sul territorio rispetto alla pur positiva esperienza juventina degli anni precedenti. Quest’anno, è chiaro, il turismo in tutto il mondo fa i conti con la congiuntura economica e dunque salgono le aspettative nei confronti del ritiro dell’Inter quale vettore di dinamismo per il settore. Tra le novità legate al ritiro 2012, sottolineate dall’assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini in occasione della presentazione dell’estate turistica trentina, c’è quest’anno una particolare attenzione alla tematica ambientale. «In questo senso – ha detto Mellarini - sono state messe in campo alcune azioni volte proprio a ridurre l’impatto ambientale dell’evento e sensibilizzare

i tifosi sulla tematica». Particolare attenzione dunque è stata rivolta verso l’utilizzo di piatti, posate e borse in materiale biodegradabile in Mater B. Inoltre FC Internazionale, Trentino Marketing SpA e il Comune di Pinzolo, grazie a Trenta S.p.A., certificheranno i consumi elettrici con il marchio “100% energia pulita Trenta”- energia generata esclusivamente da fonti rinnovabili quali acqua, sole e vento tracciata e garantita dall’origine, rendendolo quindi il ritiro eco-compatibile. La certificazione con il label “100% energia pulita Trenta” riguarderà le strutture ricettive che ospiteranno gli atleti e lo staff Inter per tutto il periodo del ritiro. Inoltre, grazie al prezioso lavoro del Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale della Provincia, le strutture che accoglieranno la sala stampa, l’Inter Village, il Rendena Village, le aree hospitality, ecc, saranno costruite utilizzando il legno locale. Oltre all’aspetto estetico l’uso di

materiali locali come il legno costituiscono “materia prima” derivante dalla coltivazione di foreste locali con metodi compatibili con la conservazione del bosco e con la reperibilità delle stesse a km 0. Significativa anche la volontà di sensibilizzare i tifosi presenti ad una mobilità alternativa, incentivando l’utilizzo delle biciclette per i trasferimenti in loco e la presenza all’interno dell’area dedicata al ritiro di un “mercato contadino”, per valorizzare il rapporto diretto tra i prodotti della terra e il consumatore.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ GIOVEDI 5 LUGLIO APERTURA INTER VILLAGE E VILLAGGIO TRENTINO Attività tecnico ludiche per tutta la famiglia e incontri con i campioni Aperto tutti i giorni 9.00-12.30 / 14-30-18.00 APERTURA STORE UFFICIALE INTER

Aperto tutti i giorni Stadio Pineta 9.00-20.00 Piazza S. Giacomo 18.30 – 22.30 INIZIO ATTIVITA’ DAY CAMP “Imparare giocando” con gli allenatori dell’Inter per bambini nati dal 1999 al 2006 Tutti i giorni 9.30 – 18.00 (iscrizioni a pagamento ore 8.30) VENERDI 6 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 21.00 Piazza S.Giacomo INCONTRO DEI TIFOSI CON IL MISTER E LO STAFF SABATO 7 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio

I ragazzi di Tione vincono il premio per la seconda volta in tre anni

“Don Guetti”, l’istituto più sportivo della provincia di Denise Rocca Lo sport fra i ragazzi giudicariesi gode di buona salute: il Liceo Guetti di Tione si è assicurato per la seconda volta in tre anni il premio assegnato ogni anno agli istituti scolastici più sportivi della provincia, riconoscimento sfiorato anche dagli alunni dell’Istituto comprensivo di Storo. E’ stato un trionfo per gli studenti del Guetti che hanno staccato di ben

39 punti il “Rosmini” di Rovereto, mentre per un solo punto, 349 contro 350, l’istituto comprensivo di Storo si è piazzato alle spalle degli alunni di Cavalese. Ai vincitori sono stati consegnati una coppa e un assegno per l’acquisto di attrezzature sportive, “per fortuna arriva qualche risorsa!” hanno commentato gli insegnanti di educazione fisica in platea.

lo esercito di oltre 9mila atleti che hanno gareggiato nelle fasi successive a

dicati allo sport. Cifre che testimoniano il valore all’ottimo risultato ottenuto

quelle di istituto (5.124 maschi e 3.880 femmine), 107 finali e 38 giorni de-

dalle scuole giudicariesi e l’assessore Marta Dalmaso commenta come testimo-

Pineta Domenica 8 luglio ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 21.00 Piazza S.Giacomo PRESENTAZIONE SQUADRA LUNEDI 9 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta MARTEDI 10 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta MERCOLEDI 11 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 21.00 I campioni dell’Inter incontrano i piccoli tifosi nerazzurri GIOVEDI 12 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 17.00 Stadio Pineta PARTITA AMICHEVOLE VENERDI 13 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 21.00 Piazza S.Giacomo NOTTE NERAZZURRA SABATO 14 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 21.00 Piazza S.Giacomo INCONTRO CON 2 CAMPIONI PER IL SALUTO AI TIFOSI DOMENICA 15 LUGLIO ALLENAMENTI Stadio Pineta Ore 17.00 Stadio U.S. Quercia Rovereto PARTITA AMICHEVOLE ALLENAMENTI GIORNALIERI DELLA SQUADRA AD INGRESSO GRATUITO Sessioni di autografi giornaliere ni di “una vittoria che è veramente di tutti, anche se la competizione dà un altro sapore all’impegno e va celebrata perché stimola a dare il meglio”. Il presidente del Coni Giorgio Torgler ha sottolineato l’importanza della partecipazione collettiva, con gli amici, ai giochi scolastici, una gioia che negli anni “vi rimarrà nel cuore” ha detto salutando gli atleti in erba. Parole tanto vere che un piccolo vincitore nell’atletica, che a suo tempo ricevette in premio un giro in aereo, a distanza di anni diventato pilota, per uno scherzo del caso o magari per l’ispirazione legata proprio a quell’episodio, ha deciso di regalare ai giovani atleti lo stesso premio che vinse al tempo, un giro in aereo, ai prossimi vincitori della sua stessa gara. Applausi, cori ed entusiasmo alle stelle dei ragazzi per i propri insegnanti di educazione fisica chiamati sul palco a ricevere le coppe, mentre sullo sfondo Italo Viola sintetizzava i valori della Fondazione Panathlon: “senza sacrifico non si vince, e vincere è anche rispettare l’avversario; la vita è fatta di competizione e lo sport vi insegna a competere con lealtà”.


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La Posta

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LA POSTA

Che fare con i “nostri” orsi? Occorre fare una seria riflessione e intervenire. Ma occhio alle strumentalizzazioni

Gentile Amistadi, in Giudicarie imperversa la polemica sugli orsi, c’è chi è a favore, non molti, e chi è contrario, chi ci galoppa per fare un po’ di polemica politica e chi invece ha paura a girare i boschi per non fare incontri pericolosi. A me fanno ridere quelli che dicono che gli orsi non attaccano le persone, a parte che in Croazia, Slovenia, Bosnia, le vittime dell’orso sono decine e decine ogni anno, non è che aspettiamo di avere la prima vittima anche in Giudicarie, per rispedire questi incomodi ospiti alla loro terra di provenienza? So che lei è sempre stato prudente sull’introduzione dell’orso, ricordo un suo dibattito a Rttr con il dott. Masè, forestale, sulla necessità di contenerne il numero, ora sembra che le cose le diano ragione, o ha cambiato parere? Paolo di Ponte Arche

Di solito non cambio opinione troppo in fretta e sull’orso non l’ho cambiata per niente. Ho notato che invece sono altri che la stanno cambiando a cominciare dal Presidente Dellai e da qualche consigliere provinciale che, a suo tempo, mi bocciarono una mia mozione per contenere il numero di orsi dato che temevo, come è effettivamente successo, il loro moltiplicarsi e l’aumento della loro pericolosità. Oggi sembra che Dellai abbia intenzione di dimezzare il numero dei plantigradi presenti in Trentino, sembra abbia già rinegoziato la faccenda con i responsabili europei del progetto Life Ursus. Meglio tardi che mai. Anche se, adesso come allora, Roberto Bombarda si scandalizza e si schiera a protezione degli orsi: poche

storie, gli orsi non fanno del male a nessuno, e chi vuol proteggere i propri animali, cani, asini, e, magari, uomini e donne e bambini, basta recintarli a spese della Provincia e tutto torna al sicuro. Sulla questione talvolta si sfiora il ridicolo. Di certo a me sembra che la situazione sia completamente sfuggita di mano e che ormai sia fuori controllo. C’è perfino chi sostiene che siamo noi ad aver usurpato il loro (degli orsi) territorio, dato che gli orsi pascolavano in Giudicarie prima di noi, la cosa non merita commenti. Oltretutto ho la sensazione che gli stessi orsi non siano poi così felici d’essere stati portati a vivere qui da noi, ho più l’impressione che vaghino nei nostri boschi tristi ed affamati, costretti a rimestare cassonetti, de-

vastare apiari, o ad assalire qualche animale domestico per sfamarsi visto che hanno bisogno di 30 chili di cibo al giorno, rimpiangendo, magari, la loro patria lontana. Senza contare lo stress di dover convivere con una civiltà frenetica e convulsa, nei loro spostamenti devono attraversare strade trafficate, rischiando d’essere investiti, avvicinarsi alle abitazioni rischiando d’essere impallinati, e, quando incontrano l’uomo, non sempre la soluzione che adottano è quella di scappare. Tutto sommato anche l’orso credo sia vittima inconsapevole di un progetto, il Life Ursus, che la ragione vorrebbe fortemente ridimensionato. Non chiedo, né voglio saperlo, quanto questo progetto costi, in termini di soldi, alla

Provincia, e in periodi come questi, di crisi nera, forse i soldi andrebbero spesi meglio, anche se sono in parte fondi europei. Capisco le ragioni di chi invece difende la presenza dell’orso a fini turistici, ambientali, il Parco Adamello Brenta può trarne dei vantaggi, come immagine, come richiamo, niente in contrario, il problema è che nel Parco gli orsi non ci stanno, troppo snob, e così girano un po’ tutto il territorio giudicariese creando situazioni di forte disagio nel resto delle nostre valli. Fermiamoci un attimo ed usiamo raziocinio e buon senso e la Provincia prenda sollecitamente i provvedimenti che ha promesso prima che la questione debordi. Nel chiudere, mi rimane, un po’ di amaro in bocca. L’orso è stato per

anni il simbolo della fierezza e dignità giudicariese, negli anni cinquanta, uomini di valore, Nino Scaglia, i Terzi, i Boni e altri, progettarono persino di presentare alle elezioni provinciali la Lista dell’Orso, intesa come una lista di orgogliose persone della montagna che intendevano difendere le ingiustizie che allora, come ora, la nostra gente subiva. Oggi, invece, c’è c’è anche chi vorrebbe strumentalizzare la questione per movimentare proteste al solo scopo elettorale: vuoi che l’orso, quello importato, abbia rinunciato di rappresentare la fierezza giudicariese per ridursi a rappresentare la nostra pochezza? Spero proprio di no! Adelino Amistadi

Durnwalder a Tione, serata da riproporre Caro Adelino, ti faccio i complimenti per l’eccezionale incontro che hai voluto organizzare con la presenza di Durnwalder e del prof. Salsa sulla vita di montagna. Ho condiviso tutto quanto si è detto, ho riscoperto ragioni e motivazioni che serbavo nel cuore, ma che non riuscivo ad esprimere. Vorrei proprio che ne organizzassi ancora, so che ne sei capace. Bepi di Tione

Grazie, arrossisco, ma l’evento è stato organizzato dal Giornale delle Giudicarie, in occasione dei suoi primi dieci anni di vita, per dibattere tematiche che fanno parte della nostra storia e del nostro vivere quotidiano. La montagna non è quella che troppe volte la nostra politica espone e si vanta di salvaguardare, quelle sono le rocce, i crepacci, le piste, che fanno parte di una distorta comunicazione commerciale, quelle sono montagne da cartolina, da turismo, perchè le monta-

EDITORIALE Continua dalla Prima In Trentino il PD gode di buona salute, è al governo della Provincia (senza infamia e senza lode) e dei principali centri, discute e propone (anche se a volte in maniera inconcludente) e infine si sta preparando (faticosamente e ancora senza proporre una visione complessiva) ad assumere le redini della giunta dopo il 2013. Sarà proprio così? Molti ne dubitano. Anche perché, si sussurra nei corridoi, bisognerà aspettare l’esito delle politiche di primavera per capire le geometrie del livello provinciale. Lo scenario più probabile è quello di un Dellai dimissionario a Trento, eletto a Roma, e un Pacher che, come presidente facente funzioni, porterebbe il Trentino alle urne in ottobre e sarebbe, quasi automaticamente e senza il ricorso alle primarie, il candidato del centrosinistra alla presidenza.

gne che intendiamo noi sono quelle che abbiamo vissuto, che continuiamo a vivere e che vorremmo che continuassero ad essere vissute. Quelle disboscate dai nostri avi, quelle custodite dai nostri padri, quelle sudate dalla nostre famiglie, quelle che ci hanno permesso di sopravvivere a carestie, a guerre, quelle che pascolavamo con le vacche da bambini, quelle dove cacciavamo per vivere, quelle che ci hanno permesso di coltivare la capacità di autogoverno che magari oggi vorrebbe-

ro toglierci, quelle in cui domani abiteranno i nostri figli a cui vorremmo consegnarle attrezzate, organizzate, un po’ meno scomode di come le abbiamo vissute noi. Quelle, purtroppo, oggi in fase di degrado e di inselvaticamento criminale per chi, potendo, non fa niente per metterci rimedio. Credo che i due personaggi che hanno tenuto la conferenza, siano stati davvero eccezionali, anch’io, notoriamente rotto ad ogni evento, bè! mi sono commosso, lo confesso, ripensando ai miei genitori

ed alla mia vita, e da quel che ho sentito in giro, sono stai in molti a condividere le mie emozioni. Il Giornale delle Giudicarie, adesso che è adulto, potrà organizzare ancora qualche evento, non di quelli che seguono la moda del momento, né di quelli che servano solo a stendere improbabili stoini, ma solo di questioni nostre, quelle sentite, quelle utili, quelle emozionanti, anche se un tantino demodè, secondo i canoni della cultura cogoliana. (a.a.)

Il bestiario dei partiti Tutto però è fluido. Non si sa quali nuove forze appariranno (e scompariranno). L’Upt sembra essere nelle stesse condizioni del Pdl nazionale con un’unica, evidente, variante: le figure di spicco del partito sono al governo della provincia, anzi si può dire, che l’Upt esiste soltanto a livello di Giunta. Nelle valli, in città esistono ancora molti amministratori che fanno riferimento alla formazione politica di Dellai, ma il partito in quanto tale praticamente non esiste, ancora ha nostalgia per il passato grisentiano, è in un limbo di attesa e si è sentito soltanto in questi giorni dopo

settimane di silenzio. Sembra quasi che l’Upt sia consapevole che le vere scelte avvengano nell’esecutivo oppure nella burocrazia provinciale o infine in altri luoghi istituzionali, come per esempio nella Cooperazione. In questo contesto la partita intorno alla presidenza di Schelfi rappresenta un appuntamento politico molto significativo per comprendere i nuovi (o vecchi) equilibri di potere. Al suo interno il partito è in pieno marasma, perché tutti sanno che alle elezioni provinciali del 2013 ci si dovrà presentare in una nuova veste. Nessuno però sa quale. Chi marcia spedito verso un succes-

so elettorale è il Patt che raccoglierà buona parte dei voti in fuga dalla Lega e che, grazie all’incredibile attivismo e determinazione di Panizza e alla positiva prova di governo di Rossi, punta addirittura alla Presidenza della Provincia. Il centro destra è ancora non pervenuto e altre piccole formazioni faticano a trovare spazio. In tutti prevale l’incertezza, si percepisce un’ansia di cambiamento che però non produce modifiche concrete nella vita di partiti incapaci di cogliere l’urgenza del momento. In questo contesto compaiono i grillini, animali politici non ancora ben definiti. Sono chimere, mostri che

turbano i sonni dei politici in carriera? Sicuramente sono giovani e sconosciuti ma sanno meglio degli altri vivere nel nuovo habitat caratterizzato dai social network, dalle battaglie sui singoli obiettivi, da una sensibilità post ideologica. Si nutrono di populismo, di immagini forti ma anche di innovazione da non sottovalutare. Troveranno un ambiente favorevole in Trentino? Probabilmente un radicato senso di comunità, un potere pubblico invasivo ma che funziona, una struttura sociale sedimentata e poco incline alle novità bloccano i movimenti di rottura. Esiste però anche da noi tutto un mondo che i partiti non riescono ad intercettare: sono i giovani, il popolo della rete. Essi potrebbero diventare la vera novità elettorale per il 2013. Piergiorgio Cattani* * editorialista del Trentino – cortesia giornale Trentino


Spazio aperto/lettere

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La riflessione di Massimo Caldera

Cooperazione: persa l’opportunità di dare l’esempio

All’indomani della conferma del Presidente Schelfi alla guida della Cooperazione, prevale in me un sentimento di rammarico in quanto netta è la sensazione che si sia persa davvero l’occasione per dimostrare a tutti che l’autenticità e la forza del movimento cooperativo in Trentino non sta nelle persone di chi lo guida, ma in ciò che nel corso di tanti anni di storia ha saputo realizzare sul nostro territorio. Tutti, credo, concordiamo sul fondamentale ruolo che tale movimento ricopre nell’economia provinciale, senza il quale molto probabilmente il Trentino non avrebbe mai raggiunto i livelli che molti, a livello nazionale, ci riconoscono. Ma l’imbarazzante commedia alla quale abbiamo assistito in questo ultimo anno non ha certo fatto un buon servizio al sistema cooperativistico in generale.

Ognuno di noi ricorderà quando il 10 giugno dell’anno scorso Schelfi si presentò all’Assemblea della Federazione con proclami nobili del tipo “Il ricambio renderà tutti noi più forti: sono certo che questa scelta è la migliore”(Trentino del 10 giugno 2011); oppure: “Non mi ricandido. E’ un impegno che ho preso e lo rispetterò. E’ anche una questione morale” (Corriere del Trentino del 10 giugno 2011); ancora “Voglio essere coerente con quanto deciso nell’Assemblea del 2005 a Comano: ci sono andato con la proposta per il consiglio ed è stata bocciata, invece è passata a maggioranza la determinazione del limite per la presidenza. Avrei potuto azzerare gli anni, come si fa di solito, e invece io l’ho considerata una norma retroattiva. In coerenza, non mi ricandiderò nel 2012, dopo 9 anni di presidenza.”

(Adige 10 giugno 2011). Poi, ci fu pure quello spettacolo un po’ “peloso” di tutta quella pletora di personaggi, anche di prim’ordine, che subito si erano precipitati a dire a Schelfi di non lasciare la poltrona in nome di un ipotetico quanto mai dannoso salto nel buio in un momento di crisi profonda, ai quali lui fraternamente rispose: “Apprezzo l’affetto e la stima di chi pensa di poter fare eccezioni in nome dell’emergenza, ma sono convinto che la riflessione che accompagnerà il ricambio fortificherà la Cooperazione. E questo per tutti noi dev’essere l’obiettivo primario” (Trentino del 10 giugno 2011). A distanza di oltre un anno, e dopo la conferma di Schelfi alla presidenza, è inevitabile che sorgano dubbi e perplessità su quanto disse allora…salvo lui non sia abituato a fare delle affermazio-

ni per poi, nei fatti, smentirle. Avrebbe certamente fatto più bella figura se davvero se ne fosse andato e soprattutto, come detto poc’anzi, avrebbe reso un buon servizio ad un movimento che di tutto ha bisogno in questo momento tranne che comportamenti camaleontici da parte di chi ricopre delle responsabilità così importanti. In questo modo si generano polemiche e sospetti che inevitabilmente nascono di fronte a tali decisioni, lasciando trasparire un sistema di interessi intrecciati fra loro che nulla hanno a che vedere con lo spirito che anima i 170.000 soci che credono nella cooperazione vera, non in quella che decide i propri destini sopra le teste dei veri attori del movimento che ogni giorno contribuiscono alla crescita del comparto con remunerazione spesso simboliche. Massimo Caldera

Questione orso, perché non lo vogliamo Salve, ho letto sullo scorso numero del Giornale delle Giudicarie l’articolo che parla dell’orso, con l’intervista fatta al presidente del parco. Mi sarebbe piaciuto leggere qualche cosa anche dall’altra parte della campana e non solo (come è logico che sia) i pregi dell’orso e la pubblicità che porta. E’ giusto sentire anche chi non ha interessi e vuole essere solo libero di vivere la propria vita senza dover aver paura per se e per le persone a cui tiene, c’è

gente che ha paura di andare in montagna e come nel mio caso non frequenta più le baite. Per il fatto che conviviamo con cervi ed altri animali che fanno danni senza lamentarci è vero, sono animali che ci sono sempre stati, l’orso invece no! E’ stata una scelta del parco, e noi dobbiamo accettarla? assolutamente no... Per il momento assale in casa i nostri animali, ma sono fermamente convinto che sia solo questione di tempo che assalga qualcu-

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Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le famiglie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualora non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona. Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a redazionegdg@yahoo.it.

Durnwalder e Salsa, serata azzeccata Buongiorno, mi chiamo Anna e da tempo non partecipavo ad una serata così ben riuscita e partecipata come quella con Durnwalder a Tione per i 10 anni del Giornale delle Giudicarie. Ho visto tanta gente in quell’auditorium, ma non i soliti “noti” che partecipano sempre a questi incontri pubblici, anche tanti giovani e “insospettabili”, evidentemente attirati lì dal fascino di un personaggio come il governatore altoatesino. Un complimento anche al professor Salsa, davvero competente e attento osservatore della montagna e dei suoi fenomeni e anche a chi questa serata l’ha organizzata, sperando che non occorrano altri 10 anni per organizzarne un’altra e che il Giornale delle Giudicarie si faccia più spesso promotore di altri momenti come questo. Anna-Val Rendena

no...! Sono animali e come tali sono imprevedibili. Dice pure che è un attrazione che porta turismo, prima invece non avevamo turisti vero? E anche qui se le cose continuano in questo senso le paure della gente avranno il sopravvento e se ne risentirà anche il turismo e anche in questo caso la pagheremmo tutti per le scelte di pochi. Potrei continuare ad elencare ma mi fermo qui. Saluti Fabio Cazzolli

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LUGLIO 2012

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