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Giudi iudicarie
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Sulle tre “Ferrari” c’è poco da ridere di Alberto Faustini*
Si può scherzare, sul caso delle tre Ferrari fantasma: inesistenti autoblù dell’Azienda sanitaria. Ma se ne può anche parlare seriamente. Perché se non si capisce che siamo nell’occhio del ciclone - noi trentini, con la nostra amata e meritata autonomia - si continua a fare come lo stolto che guarda il dito e non vede né la luna né il saggio che gliela indica. Spesso è più facile prendersela con i giornali che capire come nascano certe notizie: è colpa dei giornali se un funzionario compila male un modulo e confonde tre Panda con tre fuoriserie? Continua a pag. 12
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rrivano gli attesi contributi per l’edilizia abitativa. Dal 1 marzo sono infatti aperti i termini per presentare domanda di finanziamento sulla prima casa per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili. La Giunta provinciale ha infatti approvato e diramato i criteri attuativi dell’art. 43 della l.p. 18 - 27 dicembre 2011, concernente “Misure per fronteggiare la crisi del settore edilizio e per il miglioramento energetico del patrimonio edilizio su immobili adibiti ad abitazione principale” mettendo sul piatto 45 milioni di euro in totale, destinati alla concessione di contributi volti a sostenere gli interventi su singole unità abitative e relative pertinenze costituenti la prima casa di abitazione, volti a garantire il miglioramento energetico dell’immobile. A pagina 10
Ospedale, intervista al dott. Battaia
“Attenzione a struttura e personale” Il dott. Luigi Battaia ci fornisce spunti per alcune riflessioni sul futuro dell’ospedale di Tione, di cui si è molto discusso sui giornali negli ultimi tempi. “L’Apss non ridimensioni le dotazioni del pronto soccorso. Forniamo un buon servizio ma occorrono più stanze a disposizione”. Utilizzare gli spazi dell’RSAO è sempre più una necessità. A pag. 6
Tutte le opere chieste dai comuni
Fut, ecco le opere programmate Nell’ottica della sovra-comunalità, del fare assieme, del risparmio delle risorse attraverso le opere comuni e la non moltiplicazione di servizi simili in paesi confinanti. Il Fut, Fondo unico territoriale, rappresenta tutto questo. A pag. 11
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Dal primo marzo le domande di agevolazioni alla Comunità
di Adelino Amistadi
Abbiamo un po’ tutti assistito, sbigottiti, allibiti, alla tragica vicenda della nave da crociera Concordia incagliata vicino all’Isola del Giglio nel mar Tirreno. Le immagini che ora dopo ora, giorno dopo giorno, la televisione ci trasmetteva con maniacale meticolosità, ci hanno fatto condividere le ore drammatiche dei passeggeri che senza nessuna assistenza da parte di un equipaggio squinternato, si sono affidati al destino ed alla divina provvidenza. Fra di loro c’era anche una famiglia giudicariese e questo ha reso più attenta la nostra partecipazione emotiva al disastro. Ricordo che per l’intera settimana, nei telegiornali nazionali, le notizie che tenevano banco erano due: la nave Concordia che affondava, con il comandante Schettino che scappava, e l’economia italiana agli sgoccioli con il presidente Monti più che mai impegnato a salvare la barca Italia, che, anch’essa, faceva, e fa tuttora, acqua da tutte le parti. Credo che a molti, a me sicuramente, è venuto naturale la similitudine fra le due situazioni, seppur con il dovuto rispetto per la perdita di vite umane che è avvenuta sul Concordia, mi sono sorte, spontanee, alcune considerazioni che vorrei condividere con i nostri lettori. A pag. 18
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Casa, ecco tutti i contributi
Italia come la Concordia?
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EDITORIALE
TERMALE A dall‛11 al 18 maggio
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Mensile di informazione e di approfondimento
ANNO 11- N. 3 MARZO 2012 - Mensile
SOGGIORNO
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ALL’INTERNO PRIMO PIANO Erzegovesi: «Economia, ora serve una guida responsabile» A pag. 4 ATTUALITÀ L’economia Europea e la crisi italiana di scena a Madonna di Campiglio A pag. 26 SPORT “Grande sci e aggregazione alle “Coste” A pag. 28
Sconfitta la linea del coordinatore uscente Ferrari
Upt, Sordo batte Mosca
Alessandra Sordo Sicheri, architetto quarantenne di Tione, è il nuovo coordinatore dell’UPT delle Giudicarie, dopo aver letteralmente stracciato Marcello Mosca nella recente assemblea giudicariese dell’Unione per il Trentino. A pag. 12
Successi a Storo e Tione. Grande pubblico.
Carnevale, Zuclo protagonista
I ragazzi di Zuclo si prendono una rivincita per i due secondi posti dello scorso anno e vanno a vincere con il carro “Per un pugno di dollari” sia nella sfilata del Gran carnevale di Tione di martedì grasso sia il sabato seguente, a Storo. A pag. 28
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Rassegna Stampa
MARZO 2012
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA FEBBRAIO 2012
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA VALLE DEL CHIESE. Furti ed inganni: un ragazzo ed una ragazza si sono presentati, a Storo, ad una anziana pensionata di 90 anni, spacciandosi per nipoti che da tantissimo tempo non vedeva. Mentre l’uomo intratteneva la “zia” in cucina, la ragazza, con la scusa di recarsi al bagno, ha messo a soqquadro la camera da letto asportando da una cassetta i pochi gioielli di proprietà della donna. L’arrivo di una vicina è stata l’occasione per i due furfanti di andarsene con la refurtiva: 200 euro, collier, anelli, orecchini, e qualche orologio d’oro. Il furto è stato poi denunciato alla locale stazione dei Carabinieri. Anche a Lodrone è stato denunciato un furto perpetrato con tutt’altre modalità. Durante la notte i ladri si sono introdotti in un appartamento della località del basso Chiese forzando la serratura ed asportando circa 1000 euro da una borsa appesa nell’atrio di casa. I padroni di casa che stavano dormendo, non si sono accorti di niente, solo al mattino si sono resi conto d’essere stati derubati. TIONE. Comunità: rispondendo ad una interrogazione della Lega, la Comunità delle Giudicarie ha comunicato i costi d’esercizio del nuovo ente. Ecco i dati più significativi: l’indennità di carica della presidente Ballardini ammonta a 38.544 euro, mentre per la Giunta nel suo complesso si è avuta una spesa di 82.700 euro, mentre per il loro rimborso spese chilometriche si devono aggiungere altri 3.400 euro. I gettoni di presenza per i consiglieri sono stati complessivamente pari a 16.360 euro, seguono 6.537 euro per rimborso spese per i consiglieri ed altre piccole cifre per le commissioni ap-
pena istituite. Il costo complessivo, per il 2011, ammonta a 186.865 euro, ben 120.000 circa in più rispetto all’ultimo bilancio del comprensorio, gestione Armani. Un capitolo a parte meritano le consulenze e gli incarichi per il primo anno di attività della presidenza Ballardini, sono stati spesi altri 260.000 euro. VAL DI DAONE. Pesca: dopo tre anni di divieto e una campagna di ripopolamento del salmerino durata quattro anni, quest’anno la pesca a lago di Campo verrà aperta s titolo sperimentale. Lo ha deciso l’ufficio faunistico della Provincia che ha sperimentato con esito positivo il ripopolamento del salmerino nel suo lago ideale. La reintroduzione e la bonifica del lago di Campo (1944 metri di quota) sono state curate dall’Associazione Pescatori Dilettanto Alto Chiese che hanno immesso migliaia di salmerini provenienti da allevamenti specializzati di Molveno, si è poi proceduto a ridurre fortemente la presenza della Bottatrice, un pesce predatore di salmerini e uova, probabilmente immesso nel lago nel recente passato. FIAVE’. Arrivato Vittorio Sgarbi: il noto critico d’arte, parlamentare ed ex sindaco di Salemi, in visita culturale al Trentino, ha voluto visitare le palafitte di Fiavè, per rendersi conto di persona del sito storico recentemente nominato Patrimonio dell’Umanità e per visitare l’edificio che accoglierà il museo delle palafitte già dalla prossima primavera. Ad accoglierlo c’era il sindaco Nicoletta Aloisi con l’amministrazione da lei guidata. STENICO. E’ già stato progettato ed in via di ese-
cuzione il marciapiede che collegherà il centro del paese con il Ponte pedonale sul Rio Laone e con l’area del giardino botanico Rio Bianco del Parco Naturale Adamello Brenta, nonché con le spettacolari cascate che si incontrano percorrendo la stada del Lisano. L’opera, consistente in un marciapiede a sbalzo a valle della strada della lunghezza di 360 metri, è ritenuta di vitale importanza per i residenti e per i turisti di Stenico, in quanto permetterà di completare l’offerta turistica del paese. Il progettista dell’opera è l’ing. Matteo Pravda, del servizio infrastrutture stadali e ferroviarie della Provincia, con la direzione dei lavori del giometra Rosario Sala. VALLE DEL CHIESE. Elastibus: il Bus che aggiusta i suoi orari con quelli degli utenti, con il nuovo anno ha reintrodotto la possibilità di prenotazione in giornata: si può chiamare al mattino per avere il servizio nel pomeriggio, per intenderci. In questi nove anni di vita l’Elastibus del Chiese ha avuto successo fra gli utenti nonostante il ridimensionamento degli orari e della flessibilità, introdotti, via via, negli anni. Attualmente il servizio viene gestito dal Consorzio Trentino Autonoleggiatori che lo manterrà attivo fino al prossimo agosto in attesa di valutare il prolungamento dell’iniziativa per altri tre anni. Studiato per le fasce più deboli, in particolare per gli anziani, Elastibus viene utilizzato anche da persone non in possesso di patente, da studenti e giovanissimi, tutti soggetti che possono usufruire delle due navette messe a disposizione dal lunedi al venerdi, al costo delle tariffe normali di linea. La prenotazione gratuita la si può effettuare al numero verde: 800 390 270.
CRISI ECONOMICA. Stiamo per raggiungere i 5.000 licenziati in Provincia. Nelle liste di mobilità a febbraio risultano iscritti 4.975 lavoratori, il dato più elevato degli ultimi dieci anni. Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità attuali e quelli dei tre anni precedenti emerge quanto gli anni della crisi abbiano esercitato pesanti effetti negativi sul mercato del lavoro nel Trentino. I licenziamenti nelle piccole imprese sono stati pari all’85% di tutti i licenziati e sul totale rappresentano il 75%. Un quinto dei perdenti posto risultano nel disastroso comparto edile (22,1%), mentre nel metalmeccanico abbiamo il 14,7% e nel commercio il 13,3%. in mobilità due terzi sono uomini contro un terzo delle donne. Tra i licenziati delle grandi aziende sono maggioranza gli over 50 con il 61% degli iscritti, mentre tra quelli espulsi dalle piccole aziende il 59% % ha una eta compresa tra i 30 ed i 49 anni, il 27,4 ha almeno 50 anni e il 13,2% non supera i 29. MAFIA. In un documento secretato della Commissione parlamentare antimafia risulta a chiare lettere “una tendenza non meno preoccupante per il centro-nord, compreso il Trentino AltoAdige, sono segnalate infiltrazioni di mafia, camorra e ‘ndrangheta...” Il documento così continua “è il segno evidente di un progressivo spostamento delle pratiche e degli interessi mafiosi ben oltre i confini del Mezzogiorno”. Queste notizie hanno scatenato, come era ovvio, tutta una serie di polemiche. Gia, nello scorso anno, lo scrittore Saviano aveva accennato alle attenzioni della ‘ndrangheta per il businnes delle mele trentine (poi in parte ritrattato), e a suo tempo anche Donata Borgonovo Re, parlò di mafia nei Comuni zittita immediatamente da Dellai e dai senatori Santini e Divina. Comunque tutte queste notizie uscite dal documento segreto parlamentare sono state respinte con fermezza dal presidente Dellai e dai massimi esponenti politici di ogni colore. CONSULENZE. La Provincia ha speso circa 31 milioni di euro in consulenze negli ultimi cinque anni. Lo ha detto Dellai
rispondendo ad una interrogazione della Lega che chiedeva inoltre gli importi particolareggiati per ogni consulente, tutti regolarmente comunicati. Una ulteriore interrogazione, questa volta del consigliere Viola, ha dato l’occasione al Presidente di chiarire nel merito le polemiche che negli ultimi tempi hanno coinvolto l’Università sulla modifica dello statuto. Il presidente Dellai ha risposto appellandosi al buon senso di tutti per superare le “spinte conservative” e cogliere l’occasione per saldare l’alta formazione universitaria con i centri di ricerca trentini per far crescere il territorio. REFERENDUM. Dopo che i tre saggi hanno comunicato la regolarità delle firme raccolte dalla Lega Nord atte ad ottenere il referendum abrogativo delle Comunità di Valle, tocca ora al presidente Dellai decidere la data in cui il referendum avrà svolgimento comunque non oltre il mese di aprile. La Commissione, verificata la documentazione depositata, ha accertato che sono state regolarmente certificate 9.117 firme che supera di molto le otto mila richieste dalla legge. Conosciuta la data, si inizierà con la campagna referendaria che si preannuncia particolarmente calda. DROGA. Il quadro che ha tracciato il Colonnello Fausto Rossi, comandante provinciale dei Carabinieri, in una recente riunione, è davvero inquietante. Secondo i loro dati, il 10% degli studenti delle superiori fanno uso di cocaina, lo sballo con superalcolici inizia già dai dieci anni in poi. Il colonnello ha spiegato che sia l’abuso di alcol che il consumo di droga da parte dei giovani sono in netto aumento. Inoltre a preoccupare sono le nuove modalità di assunzione di alcol e droga, modalità che non tengono in alcun modo conto della salute dei consumatori, anzi, vengono studiate appositamente per ottenere lo “sballo”. Il coma etilico, anche fra giovanissimi, comincia ad allarmare le autorità sanitarie provinciali, anche a Trento ci sono stati recentemente casi di ricoveri urgenti all’ospedale. Purtroppo i giovani sembrano assumere alcol nelle nuove
micidiali modalità in case private o in luoghi isolati e questo impedisce ai soccorritori di intervenire efficacemente. RELIGIONI. Quando si parla di religioni alternative a quella cattolica, il pensiero va all’islamismo e ai soliti problemi della costruzione di moschee. In realtà anche in una terra piccola come il Trentino convivono moltissime fedi religiose, sicuramente più di venti. Oltre agli islamici che sono circa 14.000 e gli ortodossi che sono circa 8.000, ci sono anche altre realtà piccole come la chiesa copta etiope con i suoi 20 devoti. Questa pluralità di esperienze religiose è, da una parte legata all’aumento di cittadini stranieri provenienti da ogni parte del mondo, in altri casi coinvolge anche i nostri trentini, un esempio per tutti riguarda le religioni orientali come il buddismo che stanno facendo proseliti anche fra la nostra gente. Non è facile per le piccole comunità trovare luoghi di culto, ma i Testimoni di Geova sono già organizzati da anni con 16 sale sparse sul territorio, gli islamici 9 sale stabili, perfino i Mormoni hanno una loro sala di preghiere a Trento. SAIT. Il presidente del Sait Renato Dalpalù è stato riconfermato nella sua carica con il 94% dei voti, quasi all’unanimità, anche se non sono mancati alcuni distinguo con le coop. di Albiano, Carisolo, Aldeno e Fiavè. Il presidente Dalpalù ha voluto smentire le voci di un esodo in massa delle coop., e ha negato che il sistema cooperativo sia percorso da tensioni e voglia di esodo. Dal Sait come sembra apparire dalla stampa: “Non c’è esodo biblico, anche se dai giornali appare così e la minor affidabilità percepita poi la paghiamo tutti nei confronti delle banche, dei fornitori e dei concorrenti. Non possiamo trasformare una cooperativa dei soci in una società di capitali dove puoi uscire solo quando qualcuno rileva la quota. Una banca che ci presta denaro a uno, cinque, dieci anni, deve contare sulla nostra affidabilità: se una cooperativa decide liberamente dal Sait, deve lasciare il tempo ai suoi compagni di viaggio di riorganizzarsi”.
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«Economia, ora serve una guida responsabile»
Erzegovesi: «La finanza ha le sue colpe sulla crisi, ma è impensabile escluderla dal sistema economico»
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Il cittadino comune fatica a capire perché la finanza, che gli appare come una cosa molto lontana e alla quale spesso neanche partecipa direttamente, influisce così tanto sulle scelte dei governi e di conseguenza sulla vita di tutti i giorni. Ce lo spiega? Nell’economia globale c’è un sacco di lavoro per i colossi bancari americani, europei e giapponesi, che dalle loro basi - Wall Street, la City di Londra, Singapore - trasferiscono capitali tra paesi, seguono le società che si insediano all’estero, aiutano i governi a finanziarsi, amministrano i capitali che serviranno a pagare le pensioni. Sono loro, le grandi banche sistemiche, le protagoniste del dramma che è precipitato nella crisi del 2008. Ma non è tutta colpa loro. I governi le hanno caricate di un superlavoro: prima hanno chiesto di raccogliere capitali per le privatizzazioni e le aste delle frequenze telefoniche, poi hanno fatto piazzare quantità crescenti di titoli di Stato. Poi, per sostenere i consumi e il mercato delle case, hanno chiesto alle banche di dare più credito alle famiglie. La finanza ha contribuito a dare l’illusione di un benessere, di una ricchezza che non aveva però radici nell’economia reale, nella produzione di beni che soddisfano bisogni primari. Ora i governi di tutti i paesi più ricchi sono ostaggio dei mercati finanziari perché hanno accumulato un debito pubblico enorme, stentano a ritrovare la strada di una crescita robusta e hanno davanti a sé un futuro incerto. I sistemi di welfare non saranno sostenibili con una popolazione che invecchia. Ci sono squilibri enormi nella finanza pubblica e in quella privata. Le banche reggono grazie al sostegno di governi e banche centrali.
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Il dibattito sul loro potere è ampio. Da chi sono controllate? Moody’s è controllata dal finanziere statunitense Warren Buffet. Standard & Poor’s dal gruppo editoriale McGraw-Hill. Fitch Ratings dal gruppo francese Fimalac. Non penso che le agenzie facciano gli interessi particolari dei loro azionisti. Sono una creatura del sistema finanziario statunitense e lo trattano, naturalmente, con un occhio di riguardo. Sono attori comprimari di una piazza che mantiene saldamente la leadership della finanza globale. Hanno un’influenza notevole sui mercati fuori dagli USA, così come ce l’hanno i grandi di Wall Street o la Fed (la banca centrale americana). Venendo all’attualità, è indubbio che Standard & Poor’s, con i declassamenti di Italia e Francia, abbia impresso una svolta alla crisi del debito sovrano dell’Eurozona. Questo ha indubbiamente accentuato una fuga (già in atto) degli investitori dai nostri BTp, a vantaggio di Washington e di Londra.
Ma la colpa della crisi è ultimamente dei paesi europei che hanno reagito in maniera discorde, tardiva, inadeguata.
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Perché sono così potenti? In una prima fase storica è stato il mercato a dare prestigio e quindi potere alle agenzie. In effetti il giudizio di soggetti specializzati e indipendenti è di grande aiuto agli investitori per ridurre i rischi. Nel 2004 il potere delle Agenzie è stato sancito ufficialmente da un accordo
internazionale in materia di capitale delle banche: l’accordo (noto come “Basilea II”) riconosce i rating come riferimento per classificare il rischio degli investimenti di una banca e quindi il capitale minimo che la banca deve detenere per operare in sicurezza. Le Agenzie se ne sono approfittate tradendo la fiducia di mercato e autorità bancarie. La crisi dei subprime è potuta esplodere anche per la loro connivenza con le grandi banche di Wall Street, protagoniste di quel mercato: i titoli subprime, pur basati su mutui di infima qualità, esibivano il bollino blu, AAA, e in questo modo attraevano gli investitori più prudenti. Wall Street pagava molto bene il servizio. Le Agenzie tenevano entrambi i ruoli, giudice e consulente, in palese conflitto di interessi. Dal 2007 i rischi nascosti sono venuti fuori e il settore è crollato.
La tentazione di buttare a mare la finanza in toto è grande in questo momento, ma che cosa ha portato di positivo nella vita reale? La finanza è stato uno dei fattori più importanti di sviluppo della civiltà europea, dai tempi dei Medici, o della Compagnia delle Indie. E’ un volano potente che libera le energie, la creatività, la tensione a costruire. Può produrre risultati buoni come la crescita della ricchezza, la mobilità sociale, la garanzia del benessere, ma può anche causare bolle speculative, crisi bancarie, disuguaglianza, insicurezza e disordine sociale, fino alle guerre. La crisi che ci attanaglia nasce da un uso sconsiderato della leva del debito. All’origine le intenzioni erano buone: i mutui subprime aiutavano le famiglie a basso reddito a comprare casa; i prestiti al private equity aiutavano la riorganizzazione di imprese in crisi; i titoli di Stato aiutavano i governi a spendere di più per sostenere l’economia e il benessere sociale. La finanza del debito, però, non crea valore, semplicemente lo sposta nel tempo e alla fine presenta il conto, con gli interessi.
E’ utopico pensare di scindere questo legame così immediato fra la finanza e le decisioni dei governi? Affrancarsi dal ricatto di una finanza che tende ad autoconservarsi non è un’utopia, è una necessità. Basta un caporale per schierare l’esercito in una piazza d’armi. Ci vuole un generale per farlo uscire ordinatamente. E’ vero anche per la crisi. E’ stato facile dispiegare la forza espansiva della finanza. Adesso occorre genialità e grande prudenza per riassorbire gli eccessi accumulati, in modo che i governi, le famiglie, le imprese, si liberino dal peso del debito. Siamo ancora in una fase di interventi straordinari. Ci sono voluti tre anni per mettere a fuoco le cause della crisi e le terapie opportune. Si sono fatti dei passi avanti, ma non c’è ancora una volontà concorde, un soggetto che abbia l’onestà intellettuale e il consenso politico per passare dalle intenzioni ai fatti. Questa debolezza di pensiero e di azione, purtroppo, è più grave in Europa. Occorre far nascere soggetti sociali e politici che abbiano il coraggio di affermare quello che va fatto, e di rischiare, accettando i sacrifici inevitabili, per rilanciare l’economia. E’ un compito per tutti.
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dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, con lo sviluppo del mercato delle obbligazioni ferroviarie. I fondatori sono giornalisti finanziari come Henry William Poor e John Moody. Le due maggiori agenzie operanti oggi, Standard and Poor’s e Moody’s, portano il loro nome. Il ruolo del rating non è cambiato, nella sostanza, rispetto alle origini. Anche oggi le Agenzie classificano il debito secondo una griglia di qualità in modo da orientare le scelte degli investitori in base alla loro propensione al rischio. Il rating aiuta a confrontare i rendimenti offerti dalle diverse obbligazioni: a rischio maggiore corrisponde normalmente un rendimento più alto.
Se questo sostegno venisse tolto all’improvviso sarebbe il caos globale. Non è facile smontare l’impalcatura.
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Agenzie di rating: cosa sono, perché nascono e qual è il loro ruolo oggi? Le agenzie di rating sono attori importanti nel mercato obbligazionario dove si trattano titoli rappresentativi di debiti emessi da società, banche, governi. Hanno il compito di valutare la qualità dei titoli raccogliendo informazioni sulla solidità dei debitori che li hanno emessi. Fanno quindi un lavoro simile a un’istruttoria di fido bancaria, ma lo fanno per il grande pubblico degli investitori che non ha il tempo e le competenze per analisi approfondite. La loro valutazione si traduce in un giudizio motivato, il rating, espresso secondo una scala di rischio crescente. Il voto migliore, AAA, va ai debitori che hanno una probabilità remotissima di fallire. A seguire troviamo i rating AA, A e BBB che indicano titoli con probabilità di insolvenza crescente, ma sempre di buona qualità. Scendendo nella scala - BB, B, CCC, CC, C – ci sono debitori via via più fragili. Le agenzie di rating nascono negli Stati Uniti tra la fine
XBRL per i bilanci in formato elettronico. Ha progettato e sviluppato sistemi informativi per la gestione finanziaria e il risk management. Tiene un blog (http://aleablog.net) che è diventato un punto di riferimento sui temi dei confidi e della finanza delle piccole e medie imprese.
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uca Erzegovesi è professore ordinario di Finanza Aziendale all’Università di Trento. E’ autore di numerosi lavori sui mercati e gli strumenti finanziari, la gestione dei rischi delle banche e la finanza delle piccole e medie imprese. Ha contribuito alla diffusione in Italia dello standard
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“Una brutta avventura, ma ci siamo salvati”
Aspettando la Primavera Il racconto di una famiglia di Roncone che ha vissuto il naufragio della Costa Concordia
Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco
di Roberto Bertolini Sabato 10 marzo, a partire dalle 15 sarà con noi la Dott.sa Barbara Raffeiner, responsabile del laboratorio per la coltivaZione in vitro delle orchidee della ditta Raffeiner, a cui potrete fare domande sulla coltivazione e la cura delle vostre orchidee. Piccolo rinfresco per tutti i nostri clienti.
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Il fiore più amato e desiderato, in questi 6 giorni, regnerà sovrano nella Floricoltura Sirianni: l’ormai nota PHALAENOPSIS, in svariati colori e misure, ma anche CAMBRIA, PAPHIOPEDILUM, ONCIDIUM, Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco ZYGOPETALUM, BRASSIA, PSICOPSIS e altre ancora... per gli appassionati che vogliono ampliare la propria collezione ma anche per i principianti che vogliono conoscere e avvicinarsi a questo fiore meraviglioso.
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Ospedale di Tione
«Occorre una risposta su spazi e personale»
Il primario Battaia: “L’Apss non ridimensioni le dotazioni del pronto soccorso. Forniamo un buon servizio ma occorrono più stanze a disposizione”. Utilizzare gli spazi dell’RSAO è sempre più una necessità
Allora dott. Battaia, ha visto le polemiche di Ermanno Sartori sull’ospedale di Tione? Sono fondate? Direi che come sempre fa più rumore un “albero che cade che una foresta che cresce”, soprattutto nel settore della sanità, dove i cittadini ripongono esigenze ed aspettative molto forti. Ma, proprio perché si tratta di un settore strategico e importante per la società moderna, occorre rapportarsi ad esso con razionalità, evitando le facili polemiche ed analizzando i dati con serenità. Dunque parlo per ciò che mi compete: come si sa l’Unità Operativa di Medicina è il settore portante di un Ospedale, specialmente di un Ospedale di Distretto: l’internista è lo specialista della “complessità”, ovvero deve farsi carico dei pazienti più impegnativi e con molte malattie contemporaneamente; spetta quindi all’internista prendersi cura globalmente del paziente, valutare se le proposte terapeutiche dello specialista siano compatibili con l’insufficienza respiratoria piuttosto che con l’insufficienza renale o con la cardiopatia ischemica. Un impegno a 360°, dunque. Certamente, e questo chiaramente influisce pesantemente sul carico di lavoro, basti pensare che a Tione il numero delle giornate di degenza in Medicina in un anno è di 11.537 sul totale di tutto l’Ospedale che è di 18.228, quindi il 63% di tutti i ricoveri (giornate di degenza). Una preponderanza che si riflette anche sui dati “economici” della gestione ospedaliera, con il “fatturato” (vale a dire quanto si produce in termini di patologie trattate) della Medicina che si è attestato nel 2011 sui 4.548.050 €, in pratica la metà di tutto
di Roberto Bertolini Prima notizia. Il dottor Luigi Battaia non va in pensione come erroneamente riportato sul Giornale delle Giudicarie del mese scorso, ma continua invece il suo impegno presso l’ospedale di Tione e, anzi, lo incrementa, visto che a breve anche il Pronto soccorso farà capo al reparto di Medicina, di cui è direttore. Una precisazione d’obbligo, viste le tante telefonate di persone che avevano letto questa notizia errata rammaricandosene, essendo Battaia un professionista conosciuto e stimato e che ci fornisce lo spunto per fare con lui alcune riflessioni sul futuro dell’ospedale di Tione, di cui si è molto discusso sui giornali negli ultimi tempi. viene proposta la presenza, durante la notte, di un solo medico, l’internista, che si faccia carico dei reparti di tutto l’Ospedale e del Pronto Soccorso; una soluzione che è del tutto discutibile e che sarebbe un ritorno al passato.
I lavori in corso all’ospedale di Tione
l’Ospedale di Tione, che è di 9.399.033 €. Ma vi sono altri fattori che caratterizzano e condizionano l’attività del reparto di medicina.
penso cardiaco (“insufficienza cardiaca e shock”) con 116 casi, ed i ricoveri per chemioterapia con 105 casi.
Quali? In primis l’invecchiamento della popolazione, per cui nel tempo è cambiata la tipologia dei pazienti, che sono spesso anziani, non autosufficienti, fragili; spesso poi coesistono problemi socio-assistenziali. Gli infermieri ed i medici delle Medicine Interne si fanno carico di tutte queste problematiche, ma questo richiede tempo ed impegno crescenti, per garantire la continuità assistenziale di queste persone. Se guardiamo poi alle diagnosi più frequenti, rileviamo che, dopo i parti (222 nel 2011), le diagnosi più frequenti sono quelle trattate in Medicina, vale a dire lo scom-
Quali sono i punti di forza di questo reparto? Innanzitutto l’aver garantito, ormai da oltre 30 anni, la presenza continua, 24 su 24 h, dell’internista in Ospedale, accanto al medico di Pronto Soccorso, un modello organizzativo apprezzato da tutto il dipartimento di Medicina Interna della Provincia ed esportato poi in tutti gli Ospedali di Distretto; ciò garantisce un approccio tempestivo e qualificato in tutte quelle patologie che oggi richiedono rapidità diagnostica e terapeutica. Devo dire con rammarico che questo modello viene ora messo in discussione dall’Azienda per i servizi sanitari e
Poi? L’aver organizzato e garantito, da tempi ormai remoti, un’area del reparto per i pazienti critici, instabili, area denominata più o meno propriamente “terapia semiintensiva”, ove il paziente viene seguito appunto in maniera più “intensiva”, con l’aiuto di attrezzature specifiche. Poi l’aver portato avanti, direi in maniera pionieristica, l’attività di “day-hospital” oncologico, che è rivolta prioritariamente alle chemioterapie per i pazienti con tumore. Ogni anno vengono trattati nel DH circa 70-80 pazienti, che accedono più volte al DH per i loro cicli di terapia, senza dover andare avanti ed indietro da Trento, con circa 1.800 giornate di degenza; vi è stato nel tempo un aumento percentuale ed assoluto di pazienti in chemioterapia, un aumento del numero di cicli somministrati e di farmaci consumati. Ogni terapia viene concordata con l’Oncologia di Trento, con consulti reciproci su ogni paziente, grazie anche alla cartella informatizzata in rete. Parliamo ora delle note critiche. Penso che il punto più dolente sia la riduzione dei posti letto della Medicina, sostanzialmente dovuta ai lavori di ristrutturazione della struttura, che speriamo non durino per troppi anni, per cui dai 42 posti letto sulla carta, ne abbiamo disponibili solo 33, e ciò penalizza il cittadino. Questo ci obbliga a ridurre il periodo di degenza media in Ospedale (la nostra degenza media è di 8 gg, la più breve tra tutti i reparti di Medicina del Trentino che è di 10-11 gg), accelerando le varie procedure, e rendendo più “intensiva” l’attività, sia del medico che dell’infermiere.
Il dottor Luigi Battaia
Occorrerebbero più spazi. Infatti. A questo punto ci si chiede se, di fronte a queste reali difficoltà, che valgono anche per gli altri reparti, sia stato giusto e sia giusto mantenere un’area della Struttura Ospedaliera occupata dalla RSAO (Residenza Sanitaria Assistenziale Ospedaliera), sacrificando invece pesantemente gli spazi e la disponibilità per i Servizi Ospedalieri: basti dire che alcuni ambulatori, anzi quelli più frequentati, sono sistemati nei containers. Non sarebbe più logico trovare un’altra sistemazione per la RSAO? Sartori nel suo intervento polemico ha puntato il dito contro gli incarichi dirigenziali “a scavalco” dopo le dimissioni di 3 dirigenti. Si tratta di una giusta critica. Gli incarichi Direzionali a scavalco sono una piaga che affligge e penalizza il nostro Distretto: una direzione a scavalco finisce per svalutare e depotenziare la struttura. Attualmente vi sono, per quanto riguarda la struttura Ospedaliera, uno scavalco per la Direzione sanitaria, uno per la Ginecologia ed Ostetricia, uno per la Chirurgia, uno per l’Anestesia, uno per il Laboratorio, mentre il Pronto Soccorso è ancora senza una Direzione Clinica. A questo proposito il pronto soccorso sarà posto sotto la direzione di Medicina. Conferma? Sì, perché il maggior impegno diagnostico e terapeutico riguarda le patologie internistiche e dunque l’Azienda Sanitaria ritiene opportuno affidare prossimamente all’Unità Operativa di Medicina la responsabilità e l’organizzazione del Pronto Soccorso. Sicuramente questo è un Servizio che sempre di più andrà potenziato e riqualificato, dunque siamo orgogliosi di questa sfida e ci stiamo preparando. Ma un buon servizio di Pronto Soccorso potrà nascere se avrà spazi adeguati e risorse ottimali di personale
medico ed infermieristico. L’organizzazione del presidio ospedaliero di Tione si caratterizza attualmente per la presenza di una doppia guardia medica, una internistica ed una di tipo chirurgico-traumatologica; e questo avviene dal lontano 1978. Nel nuovo assetto, però, l’Apss ci chiede di tagliare la presenza di un medico. E’ chiaro che il problema della doppia guardia si pone di notte, quando la presenza in un presidio ospedaliero di almeno due medici, possibilmente uno con competenze internistiche, e con addestramento in urgenza-emergenza, ed uno con competenze anche di ambito chirurgico, ci sembra indispensabile per far fronte alle urgenze in Pronto Soccorso e presidiare i reparti di degenza. Dunque il suo è anche un appello all’APSS affinché salvaguardi le professionalità che operano nell’ospedale? Mi permetto solo di dire che i bisogni sanitari dei cittadini sono uguali nei vari distretti, si parla di omogeneità ed uniformità nell’assistenza sanitaria offerta al cittadino, questo presuppone anche che vi sia una uniformità nelle dotazioni di personale e di attrezzature nei vari Ospedali. E’ veramente così? Non sembra proprio. Non si capisce perché le dotazioni di personale per specialità internistiche in alcuni Distretti siano ampiamente superiori alle nostre, anche rapportate al numero degli abitanti del Distretto; senza aggiungere che da noi le presenze turistiche sono un impegno anche per la struttura sanitaria, sia d’inverno che d’estate (con le presenze turistiche il bacino passa dai 37.000 abitanti alle oltre 52.000 persone “spalmate” su tutto l’anno). Per questo, da dirigente da molti anni legato a questo ospedale, chiedo all’APSS attenzione su personale e sugli spazi. Ripeto, penso che se potessimo utilizzare gli spazi dell’RSAO potremmo risolvere molti problemi.
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RUFFY
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Attualità
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Vediamo i fatti: lo scorso 15 febbraio il presidente Ferrari convoca l’assemblea con un unico punto all’ordine del giorno, le sue dimissioni appunto; i sindaci si presentano in diciotto, convinti di andare a confermare un semplice avvicendamento al vertice della San Vigilio fra Don Ferrari, che la presiede dal 2010, e Antonio Cozzio, consigliere nominato a suo tempo dall’amministrazione di Spiazzo. Prassi vuole infatti che il sorgere della casa di riposo sul territorio di Spiazzo conceda all’amministrazione il diritto di proporre alla presidenza il proprio rappresentante; dopo aver ascoltato il contenuto della lettera di dimissioni gli amministratori chiedono le motivazioni della decisione al presidente e fra lo stupore di tutti questo racconta di una missiva del vescovo Bressan che lo invita, alla luce dei crescenti impegni con la parrocchia, a lasciare la presidenza dell’istituto. A questo punto i primi tentennamenti dei sindaci nell’accettare delle dimissioni che ai presenti paiono, a loro dire, “poco spontanee”. E come dar loro torto... ma non è tutto, come racconta il direttore della casa di riposo Marco Saggiorato: ”Don Paolo ha accennato ad una situazione di disagio personale che stava vivendo in paese nelle sue funzioni di parroco di Spiazzo e che sembrava legata in qualche
Dimissionichefannodiscutere Presentate da Don Ferrari, presidente della Casa di riposo di Spiazzo. I sindaci le respingono in blocco di Denise Rocca Sono arrivate come un fulmine a ciel sereno e altrettanto velocemente sono state respinte, ma le dimissioni da presidente della casa di riposo di Spiazzo presentate da Don Paolo Ferrari hanno generato un mare di chiacchiere e speculazioni. D’altronde la richiesta modo anche alla sua carica di presidente”. Lo stesso sacerdote conferma che ci sarebbero delle lettere, giunte in curia a Trento che gli indirizzano delle critiche, ma di cui specifica di non conoscere il contenuto. Il clima di “disagio, amarezza e imbarazzo” creato in assemblea da tutte queste rivelazioni ha fatto convergere gli amministratori sulla proposta di Arturo Povinelli ed Emanuele Bernardi, sindaci rispettivamente di Carisolo e Villa Rendena, di: “lasciar decantare la situazione per capire meglio cosa stia succedendo” e si è arrivati alla decisione finale di respingere all’unanimità le dimissioni. “Messa di
fronte a motivazioni che non parevano interamente legate alla gestione della casa di riposo - puntualizza il direttore
di un passo indietro avanzata dal vescovo Bressan in persona non poteva non suscitare qualche perplessità, sommata poi alla riservatezza di amministratori e prete sull’argomento si vede ben che di legna per accendere fuochi, immaginari o meno, ce n’è d’avanzo.
Saggiorato - l’assemblea ha ritenuto di non aver avuto il tempo per fare una scelta ragionata e quindi di non voler
turbare l’equilibrio istituzionale dell’ente”. Il momento è particolarmente importante per la casa di riposo visto che il secondo lotto dei lavori che dovrebbe completare il rinnovo dell’edificio per 7.700.000 euro è stato affidato dalla provincia con una gara indetta il 21 febbraio scorso e il cantiere partirà nel giro di qualche mese. A questo punto Don Ferrari rimane al suo posto in attesa di un chiarimento con la curia e la decisione rimane nelle sue mani. A riguardo il direttore Saggiorato specifica: “Se dovesse lasciare la parrocchia automaticamente decadrebbe anche come consigliere, poiché una norma statutaria pre-
vede che nel consiglio vi sia un membro nominato dalla parrocchia di Spiazzo”. Il diretto interessato è tranquillo e pur rimettendosi alle decisioni del vescovo Bressan “che – dice don Paolo - avrà le sue giuste ragioni anche se non me ne ha reso partecipe in toto”, non nasconde la sua disponibilità a portare avanti la presidenza e si gode l’attestato di stima che il gesto unanime degli amministratori rendenesi ha fornito: “Però è una novità anche per me essere ancora qui, non mi aspettavo che le dimissioni venissero respinte”. Nessuna rottura con il vescovo Bressan, ci tiene a precisare Don Ferrari, che da subito ha accettato la lettera del suo superiore con serenità e “come un suggerimento”, la delusione del religioso è per altre missive, quelle giunte in curia: “ Quello che mi lascia amareggiato è sapere che sono state inviate delle lettere su di me e non conoscerne nemmeno il contenuto. Non so neanche cosa lamentano o mi rimproverano”. Per ora Don Ferrari non ha ancora preso nessuna decisione, il termine del suo mandato come presidente è comunque vicino (aprile 2013) e da circa un anno segue anche la parrocchia di Bocenago, Strembo, Caderzone e quella di Pelugo in vista di avvicendamenti che erano comunque previsti per l’estate.
Manovra del governo: le novità per i giovani La crescita economica non può fare a meno dei giovani, né i giovani della crescita. Ecco che il governo punta sull’imprenditoria giovanile. E come? Attraverso semplificazioni di accesso alle imprese, sia informa individuale che in forma di società a responsabilità limitata (srl). Iniziamo dalle prime. Per favorire la costituzione di nuove imprese individuali da parte di giovani ovvero di coloro che perdono il lavoro un opportunità è Il regime dei minimi, oggi denominato “regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile”. Un regime contabile è quell’insieme di documenti da tenere e formalità fiscali/amministrative che deve osservare l’imprenditore o lavoratore autonomo, per essere in regola con il fisco e per calcolare il risultato d’esercizio. La persona fisica che desidera iniziare un’attività d’impresa, arte o professione, deve valutare il peso fiscale e gli obblighi contabili, diversi in base al regime contabile che sceglie. Tra i diversi regimi contabili, quello dei minimi è caratterizzato da una pressione fiscale e da obblighi formali decisamente agevolativi. In questo senso può offrire un’occasione da cogliere per chi ha perso il lavoro, per i lavoratori in mobilità e per chi intende intraprendere un’attività. Il regime dei minimi, in vigore già dal
2008, è stato oggetto di modifiche durante il 2011. Dal 1° gennaio 2012 è applicabile un “nuovo” regime di durata limitata nel tempo: 5 anni. Per aiutare i giovani, però, il limite temporale non si applica fino all’anno in cui il contribuente compie 35 anni. Il regime è riservato esclusivamente alle persone fisiche che intraprendono un’attività d’impresa, arte o Professione. Il reddito imponibile derivante dal percepimento e l’incasso dei ricavi della nuova attività sarà soggetto ad una tassazione sostitutiva Irpef, Irap ed addizionali del 5%. L’imposta sostitutiva del 5% risulta particolarmente vantaggiosa se si considera che i regimi ordinari vantano un’imposizione drasticamente più alta, dal 20% in su per l’irpef, senza considerare le addizionali regionali irpef e l’irap, che incrementano ulteriormente la percentuale. Inoltre vengono notevolmente semplificati gli aspetti formali contabili. Non si applica l’iva sulle fatture di vendita e non si detrae sulle fatture d’acquisto. D’altro canto, però, non è permessa la possibilità di beneficiare di deduzioni e detrazioni irpef, se non si possiedono altri redditi. Non è possibile, infatti, “scaricare” spese sanitarie, interessi sul mutuo prima casa, assicurazioni vita/infortuni, spese veterinarie, spese per ristrutturazioni edilizie,
contributi a fondi pensione, ecc. L’accesso al regime dei minimi presuppone anche il rispetto tassativo di alcuni requisiti, da vagliare caso per caso. Altra opportunità in cantiere per i giovani concerne le società a responsabilità limitata. L’accesso alla srl avverrà in maniera agevolata. La norma è sempre tesa a favorire l’iniziativa imprenditoriale dei giovani. Si punta ad alleggerire la burocrazia legata alla costituzione delle società a responsabilità limitata, mediante l’eliminazione di quei paletti che hanno rappresentato finora, per le società di capitali, un ostacolo. Nel presente articolo se ne accennano le principali caratteristiche, che risultano ancora ad oggi in via di definizione e che quindi potrebbero essere oggetto di rettifiche. L’entrata alle nuove srl sarà limitata a tutti coloro che non hanno ancora compiuto i
35 anni di età, alla data della costituzione della società. Con il nuovo articolo 2463 bis del codice civile, denominato “Società semplificata a responsabilità limitata”, per la costituzione della società il notaio dovrebbe effettuare la prestazione gratuitamente. Il capitale minimo inoltre è di 1 euro, contro i 10 mila euro previsti per la costituzione della srl “ordinaria”. Da tenere sempre presente è il fattore “tempo”. Infatti quando il singolo socio perde il requisito d’età, i 35 anni, se l’assemblea non delibera la trasformazione della società, il socio è escluso di diritto. Mentre se viene meno il requisito di età in capo a tutti i soci, gli amministratori devono convocare l’assemblea per deliberare la trasformazione della società o lo scioglimento della stessa. Catia Balduzzi
L’intervista
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«Autostrada una risorsa importante per il Trentino (e per le Giudicarie)» Walter Pardatscher, presidente dell’Autobrennero, spiega come l’A22 sia fattore di sviluppo per il territorio Allora Pardatscher, cosa significa essere presidente di una realtà come l’Autobrennero? L’A22 è sicuramente un soggetto forte a livello economico e una leva importante per lo sviluppo del Trentino e dell’Alto Adige. Essa interpreta il ruolo che negli anni ‘50 gli fu assegnato, allorché le Camere di commercio e gli attori economici delle due province di Trento e di Bolzano puntarono forte su questa via di comunicazione fra l’Italia e l’Europa come strumento di sviluppo dell’economia. Si trattò di passaggi importantissimi e a volte anche combattuti, basti pensare ad esempio ai forti dibattiti rispetto al tracciato, che alcuni volevano far passare da Merano. In poche parole è il territorio che ha “voluto” l’A22. Si, soprattutto gli operatori del territorio, come fattore di sviluppo economico e sociale. Un ruolo che è stato determinante per la crescita economica del Trentino e dell’Alto Adige negli anni ‘60 e ‘70 e che è fondamentale anche oggi, si pensi solo alla sua strategicità rispetto a settori come l’industria e il turismo. Una società con assetto pubblico. Perchè e che cosa comporta? La società Autostrada del Brennero Spa che gestisce l’Autobrennero è pubblica all’85%, con una partecipa-
In Giudicarie per una visita di piacere, Walter Pardatscher ha parlato con il nostro Giornale spaziando tra tanti argomenti, economia, trasporti, territorio. Presi-
Il nuovo casello di Trento sud
zione dei soggetti territoriali attraversati dal suo tracciato, dunque la Regione Autonoma Trentino Alto Adige, le province di Trento e Bolzano, ma anche di Verona, Mantova, Reggio Emilia, Modena, le Camere di commercio di queste realtà e i principali comuni. Questo assetto è determinante nella scelta delle politiche da portare avanti. Per fare un esempio, in questi anni l’A22 ha investito cifre significative nello sviluppo dei trasporti su rotaia, attraverso due società controllate che si occupano di incentivarne la crescita. Si tratta di una scelta di decongestionamento del traffico su gomma con risvolti positivi per l’ambiente,
un’iniziativa che un gestore privato di un’autostrada difficilmente avrebbe messo in campo, perché va contro i suoi interessi economici. Ora però c’è la “grana” del bando europeo per la gestione dell’autostrada per i prossimi decenni. Come vi state muovendo? Direi che, anche per i motivi sopracitati, abbiamo un forte interesse a continuare nella gestione dell’A22. Ritengo che possiamo mettere sul piatto a nostro favore una gestione attenta e logisticamente di alto livello che ci consente ad esempio di essere un’autostrada con un basso numero medio di incidenti,
Quali? Penso ad esempio al divieto di sorpasso dei camion, recentemente esteso, penso all’attenzione verso l’ambiente con iniziative che vengono additate come modello, come il “chilometro” di impianto fotovoltaico ad Isera. Oppure allo studio sul rumore, con la collocazione di apposite barriere fonoassorbenti per ridurre al minimo l’impatto del traffico nei confronti dei cittadini. Si tratta di pratiche virtuose verso le quali abbiamo dimostrato di essere sensibili e attenti. Parlando di Giudicarie, i giudicariesi che vanno a Trento a lavorare possono esultare per la chiusura del casello di Trento centro, che ha decongestionato la “rotonda” in fondo al viadotto determinato minori code in entrata a Trento. E’ una scelta definitiva? Quando è stato deciso di creare il casello di Trento Sud si è pensato di chiudere Trento centro, ritenendo che due caselli per la città di Trento (l’altro è quello Nord) fossero più che sufficienti. Per i giudicariesi, ma anche per chi proviene dall’Alto Garda,
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«Per la terza corsia stiamo studiando soluzioni sostenibili, come la cosiddetta terza corsia “dinamica”» Walter Pardatscher
dente dell’A22 dal giugno 2010, ingegnere edile, Pardatscher è considerato un personaggio emergente della politica altoatesina e uomo di fiducia di Luis Durnwalder. ma non solo, penso alle tante iniziative innovative e a favore del territorio messe in campo in questi anni.
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questo è sicuramente un vantaggio, visto che il decremento del traffico sulla rotonda di ingresso a Trento è stato notevole. Resta da valutare l’impatto sulla tangenziale, che chiaramente ha fatto registrare un incremento del traffico, ma ritengo che l’attuale impostazione sia corretta e vada mantenuta se non vi fossero nuove esigenze. Parlando in generale, l’autostrada è anche un termometro dell’economia. Che ricadute ha avuto la crisi sui trasporti? E’ giusta la lettura dell’autostrada come termometro. Essa infatti ci segnala le difficoltà dell’economia, attraverso il calo dei passaggi; un fenomeno che abbiamo potuto osservare dopo il 2008, più marcatamente sul settore merci, e anche negli ultimi mesi del 2011, dove a calare sono state anche le autovetture dei privati, segnalando così a mio avviso il calo di fiducia degli italiani rispetto alla soluzione della crisi, ma anche le difficoltà generali e il disagio rispetto agli aumenti del costo dei carburanti. Dico solo, per fare capire la portata del fenomeno, che negli ultimi 20 anni il traffico di autovetture era praticamente sempre stato in costante crescita.
Si parla da anni di terza corsia; qual’è lo stato delle cose? Si tratta di una discussione da anni sul tavolo. Per quanto riguarda il tratto da Verona a Modena, il tracciato prevede già lo spazio necessario per realizzarla e dunque direi che a breve ci sarà il bando per la realizzazione. Da Verona verso nord l’ampliamento è più difficile, perché necessiterebbe di un allargamento del sedime autostradale e in molti tratti ciò non è possibile, senza contare che nel territorio altoatesino, specie nel tratto da Bolzano al Brennero, vi sono tanti tunnel, ponti e viadotti e realizzare la terza corsia comporterebbe costi altissimi. Dunque ci siamo chiesti come operare da Verona a Bolzano. La soluzione sarebbe la terza corsia cosiddetta “dinamica”, ossia l’utilizzo dinamico della corsia di emergenza. Esso si realizza togliendo la siepe centrale tra le due corsie (larga 3 metri) e lasciando un solo guard rail rinforzato, “guadagnando” così 2 metri e realizzando due corsie da 3,75 metri e una di emergenza di 3,50. Con questi numeri, nei momenti di maggior afflusso turistico, sarebbe possibile aprire il traffico alle 3 corsie (utilizzando pro tempore quella di emergenza), smaltendo le code e agevolando il traffico. Ecco un buon compromesso tra necessità del traffico e necessità di conservazione dell’ambiente, così sentite sia in Trentino che in Alto Adige. Roberto Bertolini
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Primo piano
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Dal primo marzo le domande di agevolazioni alla Comunità. Destinati al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti. Attenzione anche per giovani coppie e ai nubendi
Edilizia, in Giudicarie 4,2 milioni di contributi
Le graduatorie sono formate tenuto conto del miglioramento energetico dell’edificio e, nel caso di giovani coppie sposate o per nubendi, anche dell’Icef e della residenza sul territorio provinciale. Il livello massimo di contribuzione è fissato nella misura del 30% della spesa ammessa. Per le giovani coppie o nubendi il limite è del 40% della spesa ammessa, non cumulabili con altri contributi o agevolazioni fiscali previsti dalle norme provinciali e statali. La gestione dell’intervento è affidata alle Comunità e per quanto riguarda le Giudicarie la Provincia ha stanziato un totale di 4.223.000 euro, di cui 1 milione e 408 mila destinato alle giovani coppie, mentre i restanti 2 milioni 815 mila euro destinate alla generalità degli interventi. Dopo la Vallagarina si tratta della comunità con maggiori risorse a disposizione. Gli interventi devono riguardare singole unità abitative, comprese le relative pertinenze, di proprietà del richiedente, costituenti la residenza del nucleo richiedente. Sono altresì ammessi interventi su immobili non accatastati quale unità abitativa ovvero su unità abitative non adibite a prima casa di abitazione. Non sono in ogni caso ammesse a contributo le nuove costruzioni, mentre sono finanziabili tutti gli interventi previsti per gli edifici esistenti dai piani regolatori vigenti ivi inclusi gli interventi che prevedono
sopraelevazioni e/o ampliamenti. Può essere presentata una sola domanda per l’unità abitativa. Uno stesso soggetto può presentare una sola domanda. Gli interventi devono essere realizzati al fine di migliorare le condizioni energetiche dell’unità abitative. Spesa massima ammessa euro 1.200,00 a metro quadrato di superficie utile, spesa massima complessiva euro 120.000 per i nuclei familiari con almeno tre figli, euro 110.000 per tutti gli altri richiedenti; spesa minima complessiva euro 10.000. L’apertura dei termini è prevista in due momenti:
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rrivano gli attesi contributi per l’edilizia abitativa. Dal 1 marzo sono infatti aperti i termini per presentare domanda di finanziamento sulla prima casa per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili. La Giunta provinciale ha infatti approvato e diramato i criteri attuativi dell’art. 43 della l.p. 18 - 27 dicembre 2011, concernente “Misure per fronteggiare la crisi del settore edilizio e per il miglioramento energetico del patrimonio edilizio su immobili adibiti ad abitazione principale” mettendo sul piatto 45 milioni di euro in totale, destinati alla concessione di contributi volti a sostenere gli interventi su singole unità abitative e relative pertinenze costituenti la prima casa di abitazione, intendendo con ciò l’abitazione di residenza o quella in cui verrà trasferita, volti a garantire il miglioramento energetico dell’immobile. Accanto a questi, la norma riserva un terzo delle risorse del fondo a interventi sulla prima casa di abitazione per giovani coppie sposate, conviventi more uxorio o per nubendi. dall’1 marzo 2012 al 16 aprile 2012 e dal 15 maggio 2012 al 29 giugno 2012. I soggetti interessati devono presentare la domanda di
contributo presso la comunità di Valle sul cui territorio insiste l’abitazione oggetto dell’intervento, avvalendosi dei moduli disponibili sul sito
Internet della delle Comunità delle Giudicarie http://www. comunitadellegiudicarie.it/ che indica anche i documenti da allegare alla domanda.
Le graduatorie devono essere approvate entro 30 giorni dalla data di chiusura del termine di presentazione delle domande. Per ogni Comunità sarà formata una graduatorie per le giovani coppie o nubendi e due graduatorie per la generalità dei richiedenti: una per coloro che hanno un Icef che rientra nelle soglie previste per l’accesso e una per coloro che hanno un Icef inferiore alla soglia minima o superiore alla soglia massima o per chi non vuole presentare l’ICEF. Le graduatorie saranno redatte sulla base del miglioramento energetico conseguibile con l’intervento. (r.b.)
PIANO GIOVANI 2012
L’avventuracontinuaall’insegnadelleopportunitàedeldivertimento Ti piace ballare? O preferisci la montagna? Ti reputi un bravo scrittore? Hai voglia di improvvisarti regista cinematografico? Ti piace suonare? Vorresti diventare uno speaker radiofonico? Ti piace viaggiare? Ti trovi a tuo agio tra i fornelli? Vuoi dimostrare la tua abilità artistica? Se sei un ragazzo tra gli undici e i ventinove anni, con la partecipazione ai progetti del piano giovani della Val Rendena e busa di Tione avrai la possibilità di scegliere tra numerose attività create su misura per la gioventù locale. Nato nel 2006, e giunto al suo settimo anno di operato, il piano si prefigge l’obiettivo di creare coesione tra i giovani della zona offrendo loro
la possibilità di svolgere numerose attività in linea con le esigenze di tutte le fasce d’età. Finanziato dalla Provincia, dai comuni, dal BIM, e dalle casse rurali della zona e grazie all’azione di un volenteroso tavolo di direzione, composto da esponenti dei consigli comunali e delle principali associazioni che operano sul territorio, questo organismo migliora di anno in anno il suo operato con nuove iniziative. Uno degli aspetti cardine di questa istituzione sta nel fatto che chiunque possa presentare delle idee progettuali che verranno poi vagliate e selezionate dai membri del tavolo. Con lo scoccare del 2012 ha preso vita una nuova avventura per il piano
giovani. Vigo Rendena è subentrato a Pelugo nella veste di comune capofila e, sulle ali dell’entusiasmo, ha intrapreso un’avventura che lo porterà alla realizzazione di quattordici progetti interamente dedicati ai ragazzi. Il piano giovani parte con le migliori prospettive e con l’auspicio che i giovani della zona credano alle attività culturali, sportive, di solidarietà e creative promosse in alcuni casi da loro stessi, in altri dalle associazioni di zona. L’ammontare dei partecipanti è in costante crescita e, con l’aumento della visibilità sul territorio e dei comuni aderenti, si concretizza la possibilità di partecipazione ad un numero sempre maggiore di ragazzi.
Durante il corso dell’anno è disponibile il triplice sportello informativo denominato Try (Tione, Rendena, Young) che funge da punto di riferimento. Lunedì è operante dalle 15.00 alle 18.30 presso la casa della cultura a Pinzolo, nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì è aperta la sede di Vigo Rendena, presso l’edificio comunale, dalle 16.00 alle 18.00, mentre al venerdì è attivo presso l’ufficio turistico di Tione dalle 15.00 alle 18.30. Un altro modo per mettersi in contatto è tramite il sito internet www. rendenagiovani.it dal quale si possono scaricare i moduli per la partecipazione ai progetti. Andrea Tomasini
Attualità
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Fut, ecco le opere programmate Cosa hanno “chiesto” il comuni giudicariesi al Fondo unico territoriale della Comunità
N
ell’ottica della sovra-comunalità, del fare assieme, del risparmio delle risorse attraverso le opere comuni e la non moltiplicazione di servizi simili in paesi confinanti. Il Fut, Fondo unico territoriale, che ha debuttato nell’autunno 2011 quale nuova modalità di concertazione fra i comuni per la pianificazione delle opere pubbliche di maggiore interesse, rappreAnche in Giudicarie è capitato in parte così, ma va detto, che era oggettivamente difficile far convergere 39 comuni su poche opere selezionate, e che - trattandosi di una prima volta – il meccanismo non è così automatico come dovrebbe. Ci ha provato la Comunità delle Giudicarie, attraverso l’impegno dell’assessore competente Flavio Riccadonna, che ha rappresentato il luogo di sintesi per i comuni per trovare destinazioni condivise per i 26 milioni e 300mila euro di lavori previsti in Giudicarie. Per soddisfare queste richieste la Comunità mette a disposizione 18 milioni di contributi ai comuni. E allora, scorrendo la lista delle opere concertate a livello di Busa, Chiese, Rendena ed Esteriori troviamo alcuni esempi di questa sovracomunalità come ad esempio il progetto propo-
sto dal Comune di Tione per la realizzazione della nuova biblioteca, spostandola di pochi metri dall’edificio attuale alla “Barchessa”, con la possibilità di beneficiare di spazi più adatti alle esigenze di lettura e di fruibilità dei servizi. A sottolinearne la sovra-comunalità i dati riguardo agli utenti, che parlano di un 35% di Tione, con 834 iscritti su un totale di 2.354, un 42% dal resto delle Giudicarie, un 13,7% dal resto della provincia e un 9,6% da fuori i confini provinciali, con oltre 25.000 prestiti nel 2011 e una presenza media giornaliera di circa 180 persone. Altra opera che coinvolge più comuni è quella della messa a norma della piscina di San Lorenzo, che interessa un’utenza che interessa tutti i comuni delle Esteriori; così come l’acquedotto intercomunale tra Caderzone e Strembo
senta tutto questo. O meglio dovrebbe rappresentarlo perché, se nelle intenzioni della Provincia questo nuovo strumento, destinato non più ai singoli comuni ma alle “macrozone” identificate con le comunità, dovrebbe servire a “pensare e realizzare assieme opere di valenza sovracomunale”, alla prova dei fatti non sempre è stato facile farlo. ed il Crm intercomunale tra i comuni di Roncone, Lardaro, Bondo e Breguzzo. Sfogliando il resto delle opere si parla di fognature, acquedotti, illuminazione pubblica e cimiteri. Si tratta dunque di una prima esperienza di questo segno e va vista come un primo passo fra i comuni per parlarsi e confrontarsi sulle opere che occorrono alle comunità. L’obiettivo, auspicato in Comunità di valle – è quello di introdurre gradualmente un metodo di lavoro condiviso e in questo senso, forse, questo primo Fut può rappresentare un passo importante in prospettiva. Per l’economia locale, specie l’edilizia, un’iniezione di capitali importante, in un momento non facile, per un settore che rappresenta da sempre per le Giudicarie un punto di riferimento, a livello occupazionale e di indotto.
Viaggio con pulmino da TIONE il Giovedì e la Domenica
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F. U. T. FONDO UNICO TERRITORIALE Richieste pervenute alla Comunità delle Giudicarie Tipologia N. domande Spesa complessiva intervento Igienico sanitarie 13 10.850.015,19 Cimiteri 2 424.000,00 Biblioteche 2 4.816.232,76 Manutenzione 7 3.470.112,72 impianti sportivi Simone Marchiori, Giorgia Pezzi, Protezione civile Da sinistra: 4 3.445.913,30 due rappresentanti della Jeunesse Valdotaine e Nicola Fioretti Illuminazione pub- 9 2.245.966,51 blica Messa in sicurezza 2 629.000,00 viabilità C.R.M. 2 441.000,00 Totale 41 26.322.240,48
“ProntosoccorsosocialeinGiudicarie” Dall’8 marzo un ciclo di serate per coinvolgere volontari attenti alle emergenze “sociali” Nel 2006 ha preso avvio sul territorio delle Giudicarie un progetto innovativo volto a sperimentare un processo di pianificazione partecipata delle politiche sociali. Tale sperimentazione, promossa dal Servizio socio-assistenziale della Comunità delle Giudicarie, aveva visto il coinvolgimento di numerosi attori istituzionali, del terzo settore e del volontariato che operano nel campo del sociale e si era concretizzata nella formazione di alcuni tavoli tematici tra i quali uno specificatamente dedicato al volontariato. Questo tavolo, composto da vari soggetti del mondo associazionistico di valle e dalle referenti del Servizio Sociale e del Centro Servizi Volontariato della Provincia, si è interrogato su quali potevano essere i bisogni reali del volontariato locale rispetto alla fascia di utenza adulta con il conseguente impegno nell’identificare gli obiettivi e le possibili azioni di risposta. Dall’analisi è emerso il bisogno di un Pronto Soccorso Sociale, ossia l’essere pronti all’emergenza, mostrarsi in grado di offrire strumenti e risposte immediate in determinate e specifiche situazioni di disagio. In particolare si è puntata l’attenzione sull’emergenza legata all’aspetto abitativo, intendendo per emergenza abitativa le situazioni in cui, per diversi motivi quali l’improvvisa inagibilità di strutture abitative, l’allontanamento dal nucleo familiare causa violenze o altro ancora, le persone si ritrovino prive di risorse alternative e necessitino di un alloggio temporaneo, in attesa che i Servizi si attivino e cerchino una soluzione più stabile e duratura. Il tavolo ha quindi valutato importante pianificare un intervento mirato a tale bisogno considerato tra i più immediati e urgenti, dando incarico a un gruppo operativo più ristretto, costituito dai rappresentanti del Servizio socio-assistenziale, dell’associa-
zione Comunità Handicap, della cooperativa Sociale Il Bucaneve e della Lega italiana per la lotta contro i tumori, di impegnarsi da un lato nella ricerca di un appartamento che risponda a tutti i requisiti necessari per la riuscita del progetto, dall’altro nella strutturazione di un percorso che, grazie alla collaborazione con il Centro Servizi Volontariato, prevede innanzitutto una campagna di sensibilizzazione tra la cittadinanza locale affinché si riesca a costituire un gruppo di volontari pronti a turno all’emergenza. Il gruppo, adeguatamente formato, si occuperà dell’accoglienza nell’appartamento e di verificare che vi siano le condizioni per abitarci (piccola spesa, pulizie…). Durante il soggiorno poi i volontari saranno disponibili a far visita alla persona e rileveranno eventuali bisogni emergenti. Il progetto si rivolge a tutti i 39 Comuni della Comunità delle Giudicarie e si articolerà in: 4 SERATE TERRITORIALI - 8 marzo a Pinzolo presso sala riunioni del Centro Protezione Civile, 14 marzo a Tione presso l’oratorio, - 21 marzo a Ponte Arche presso la sala consiliare - 28 marzo a Storo presso sala del comune durante le quali verrà presentato il progetto e verranno raccolte le disponibilità dei nuovi volontari; tutte le serate di presentazione avranno inizio alle ore 20.30 e saranno condotte dal gruppo operativo del progetto. 5 SERATE FORMATIVE rivolte ai volontari resisi disponibili su tematiche significative. Interverranno, in qualità di relatori, operatori del Servizio Alcologia, del Servizio di Salute mentale, del Servizio Sociale, della Fondazione Comunità Solidale (che ha sviluppato un’esperienza simile) e uno psicologo. Tali serate si svolgeranno nel mese di aprile/maggio.
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Attualità
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Upt, Alessandra Sordo “straccia” Mosca 211 a 111: questo il responso del Congresso dell’Unione per il Trentino a Terme di Comano. Sconfitta la linea del coordinatore uscente Piergiorgio Ferrari
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na vittoria netta e schiacciante, che non lascia spazio a molti commenti. Alessandra Sordo Sicheri, architetto quarantenne di Tione, è il nuovo coordinatore dell’UPT delle Giudicarie, dopo aver letteralmente stracciato Marcello Mosca nella recente assemblea giudicariese dell’Unione per il Trentino tenutasi al Centro Congressi delle Terme il 22 febbraio. E’ finita 211 a 111, un distacco enorme che segnala la forza del gruppo che ha sostenuto la Sordo (nel 2009 Ferrari si impose con un divario risicatissimo di 4 voti). “Sono molto soddisfatta di questo risultato – ha detto la neo coordinatrice soprattutto perché il nostro gruppo ha dimostrato di essere compatto e molto rappresentativo delle intere Giudicarie, oltre che aver coinvolto molti giovani”. Per fare alcuni nomi dei sostenitori della “prima ora” della Sordo possiamo citare, partendo da Storo, il sindaco Vigilio Giovanelli, Adriano Malcotti, poi il sindaco di Condino Giorgio Butterini, Michele Bazzoli, assessore alla Comunità, poi un ampio gruppo a Tione, capitanato dal vice sindaco Eugenio Antolini, Giorgio Marchetti, ex sindaco di Bolbeno, in Rendena Tony Caola, presidente del Parco Adamello-Brenta, nelle Esteriori Mario Tonina presidente del Ceis, Massimo Caldera, ecc.. Visti i due schieramenti, ognuno con il proprio candidato e l’impossibilità di trovare una condivisione, anche “Trento” si era mosso per cercare una mediazione e una persona su cui convergere. Sia Tiziano Mellarini che Mauro Gilmozzi si erano spesi nelle settimane precedenti al congresso, per una ricomposizione delle due “fazioni” giudicariesi, auspicata e richiesta in primis proprio da Alessandra Sordo
e dal gruppo che la sostiene. Tentativi andati a vuoto, per l’opposizione degli uomini di Ferrari, ostinati nell’andare alla conta. Il risultato è noto ed è stato negativo per il vicepresidente della Comunità Ferrari. Le forze del gruppo che sosteneva la Sordo erano infatti, molto compatte e – come detto distribuite su tutto il territorio giudicariese, da Storo a San Lorenzo in Banale – mentre quelle di
Continua dalla Prima E’ colpa dei giornali se a Roma ci paragonano alla Campania o alla Sicilia perché non compiliamo i moduli e, quando lo facciamo, sbagliamo? Rossi ha ragione: nel 2012, da Roma, si può scoprire facilmente, collegandosi con il computer, quante siano le autoblù trentine. Ma se i burocrati statali chiedono di avere il dato, la colpa è di chi non lo dà o lo fornisce sbagliato o di chi lo chiede? L’Italia e la stampa nazionale - poco conta capire se la prima stimola la seconda o viceversa - ci hanno messo al centro del mirino. E la riposta che si dovrebbe dare in zona asburgica è una sola: perfetta compilazione dei moduli (e su questo siamo carenti) e dimostrazione che da queste parti le au-
Ferrari potevano contare soprattutto sulle roccaforti Breguzzo (Ferrari), Bondo (con il sindaco Giuseppe Bonenti), Caderzone (il candidato Marcello Mosca) e Cimego (il sindaco Carlo Bertini). Una divisione – questa fra i due gruppi – che viene da lontano e che portò nel 2009 Ferrari a diventare coordinatore dopo lo scontro al fotofinish con Omar Appoloni, terminato 94 a 90. Ora lo scenario è diverso e i motivi
Alla fine si è andati alla conta, dopo che sono falliti i tentativi di ricomposizione della divisione tra i due gruppi. Sordo: «Ora dobbiamo unire» Alessandra Sordo
della divisione che permane tra i due gruppi sono altri. Uno dei rimproveri mossi a Ferrari è di non aver praticamente mai convocato nei suoi tre anni di coordinamento una riunione dell’Upt a livello locale e di aver “utilizzato” il partito unicamente in funzione della sua candidatura alla Comunità di valle nel 2010. Altro momento che ha esacerbato gli animi è stata una cena, a metà gennaio, nella quale Ferrari in compagnia di
una quindicina di consiglieri della Comunità avrebbe sparato “ad alzo zero” su alcuni personaggi del gruppo che sostiene Alessandra Sordo, attaccandoli con poca eleganza su fatti personali di persone, ovviamente, non presenti. Inutile dire che l’effetto è stato quello contrario, rispetto ai desiderata di Ferrari, compattando ulteriormente l’altra parte. Venendo alle cose positive espresse dal Congresso c’è
EDITORIALE
Sulle tre “Ferrari” c’è poco da ridere toblù in pratica non esistono (e non è così). Può far sorridere che qualcuno lanci l’idea di far girare tutti gli assessori con le loro auto, ma ve li immaginate i titoli della stampa nazionale? In Italia - scriverebbero all’unisono - c’è un luogo nel quale i potenti non usano le autoblù. C’è
una Provincia che potrebbe essere d’esempio per tutto il Paese. E via elogiando. Si vive di metafore, di simboli, di piccole cose. Di esempi. Ne abbiamo chiesti sulle indennità. Ed è faticosamente arrivata la rinuncia a pochi euro. Ne chiediamo ora sul-
le cose concrete. A me piacerebbe scrivere che siamo i migliori e che nessuno, in Italia, è come noi. Dalla politica locale devono però arrivare segnali diversi. Prendete la riforma della macchina della Provincia (intesa come struttura e non come auto blu): si tagliano i dipartimen-
stata la capacità di coinvolgere in una serata (il Mercoledì delle Ceneri) oltre 300 persone, parlando di politica. Significativo, soprattutto in un momento come questo di disincanto rispetto a queste cose. In più da sottolineare la presenza soprattutto tra le fila dei sostenitori della Sordo, di tanti giovani che partecipavano per la prima volta ad un congresso e che hanno avuto così modo di avvicinarsi a queste dinamiche (r.b.)
ti, i servizi e gli uffici. Ma nessuno dice che la riorganizzazione, contestata da tutti, è una bufala: i costi (se non in una prospettiva lontana) non si toccano, perché capi e capetti, anche se perderanno le strutture, continueranno giustamente a precepire lo stipendio di prima e perché a “saltare” saranno solo i dirigenti più scomodi. I casi sono due: o qualcuno ha promosso persone inadeguate e creato delle Ferrari (leggi poltrone) inutilmente - allora l’autonomia ha poco da vantarsi o si vuole scaricare sui funzionari ciò che riguarda invece, e non solo in termini di costi, la politica. Alberto Faustini * direttore del “Trentino” - dal “Trentino” del 19 febbraio 2012
Con gli occhi dell’adolescente vedevo questo dirigente pieno di entusiasmo ma anche molto gentile, attento, che poi si animava nelle discussioni di fine partita quando la pastasciutta aiutava a gioire, (se si vinceva), o a calmare gli animi ( se si perdeva) . Lo sport come elemento educativo per i giovani, come momento di grande socializzazione per i piccoli paesi altrimenti destinati a morire. Me lo ricordava qualche mese fa nella palestra del suo paese con il bastone in mano e la figlia che lo “scortava”. Ma è con la formazione alla politica che il rapporto si consolida. Erano gli anni della DC e la domenica mattina ci si incontrava con Assessori Provinciali, uomini di cultura, dirigenti provinciali a discutere, ad ascoltare, a cercare di capire cosa significava la partecipazione alla vita della comunità. Erano i tempi di Aldo Moro, Benigno Zaccagnini, Dossetti, Kessler ( sembrano passati secoli eppure era solo la fine degli anni ’70). Quante discussioni, contrasti, riflessioni. Quanto manca oggi questa voglia di pensiero, dialogo magari anche scontro sulle idee, sui progetti , sui sogni, sul futuro delle nostre comunità. Perché lui lavorando a Trento e frequentando le sedi provinciali delle istituzioni e della DC conosceva tutti e da tutti era conosciuto amato o biasimato perché non c’erano mezze misure. E queste sue conoscenze le metteva
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Quando sulla strada incontri la persona giusta Il ricordo di Carlo Eligio Valentini, protagonista della politica giudicariese Quando sulla strada incontri la persona giusta, il cammino può diventare più difficile, più duro. Ma tu non te ne accorgi anzi senti dentro di tè che ne vale la pena, che è bello operare con , passione, impegno, amore per la tua terra nella quotidiana convinzione che, comunque vada, a disposizione di tutti: avevi bisogno di una carta, una domanda di contributo, il passaporto, la dogana, un parere, un appuntamento: “vai dal Ligio che ti darà una mano”. Erano i primi anni del comprensorio noi comprensorialisti convinti combattuti, fra i campanili dei nostri paesi e l’unità di valle, fra il piccolo orto ed il pascolo delle Giudicarie. E da li la battaglia per il parco, forse il momento più intenso e produttivi del Ligio. Passò tante notti a pensare al parco, lo volle con tutte le sue forze, contro tutti, scriveva articoli di legge, emendamenti, editoriali, incontrava chiunque per cercare di mandare avanti un’idea che oggi sembra consolidata, ma che all’epoca era lonta-
na, un danno per le comunità, un vincolo troppo forte, una penalizzazione. Credo che il Parco Adamello Brenta, di cui fu il primo presidente, debba attribuirgli il giusto ricono-
devi essere disponibile a fare la tua parte. Ho incontrato “El Ligio” quando avevo quattordici anni nel salone di suo fratello Italo. Cercavano un portiere per le giovanili del GS Javrè ed ero stato segnalato da Danilo Gasperi mio assistente all’Arcivescovile. scimento. E poi le sue idee sull’energia, oggi al centro di molte attenzioni. Io per la verità capivo (e capisco) poco di questo tema ma per lui era il futuro delle Giudicarie con l’im-
CARLO ELIGIO VALENTINI è stato sindaco del Comune di Villa Rendena dal 1980 al 1990, presidente del Parco Naturale Adamello Brenta dal 1988 al 1995. Amministratore dell’Asuc di Javrè per moltissimi anni, è stato eletto nella prima Giunta del Comprensorio delle Giudicarie ed ha ricoperto la carica di presidente del Bim SarcaGarda-Mincio dal 1985 al 1990. Grande animatore e sostenitore del Gs Javrè e di varie attività di volontariato all’interno del suo paese e non solo, è stato premiato due volte dalla FIGC a Roma con la Stella al Merito (1976 e 2000) e nel 1975 è stato insignito dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere.
pegno al BIM poco produttivo per l’impegno profuso. Un capitolo a parte merita la famiglia. Il gruppo di amici che con lui si incontrava periodicamente, pensava che sarebbe stato destinato al celibato definitivo; gli anni passavano, noi eravamo quasi tutti sposati, lui con il mondo femminile non era molto abituato e gli anta si avvicinavano. Anzi lo prendevamo un po’ in giro per l’età, gli dicevamo che sembrava lo zio non sposato tipico di molte nostre famiglie. Mai sottovalutare i sentimenti. E cosi una sera lo seguimmo fino all’ospedale per scoprire una giovane ed ariosa infermiera della Val di Ledro. Ma guarda anche il Ligio si è innamorato. Non ci sembrava vero; non cre-
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Il ricordo
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devamo ai nostri occhi. Eppure quello che ti sembra impossibile tante volte si avvera. E la famiglia cresce e lui si rivela all’altezza fra dubbi come tutti i padri, il pensiero per il futuro dei tre figli specie il maschio e quella sua “dannata” passione per l’agricoltura e l’allevamento. E la famiglia lo ripaga di tanto affetto lungo il cammino della sofferenza, come spesso era solito ricordare. Ed infine il suo paese Javrè. E’ difficile pensare ad un amore più grande verso la propria comunità. Quanta disponibilità, voglia di dare un’anima a questo piccolo borgo, di fare qualcosa di nuovo, di unico che dia identità. Impegno non sempre ricambiato, qualche volta deriso come accade per coloro che cercano e riescono a vedere un po’ più lontano. El ligio se ne va mentre all’estero cerco di capire questo mondo che cambia. Dal salone dell’Italo ed il pc che ho davanti sono passati quarant’anni. Chissà come sarebbe stata la mia vita senza quegli incontri domenicali sulla politica e sul modo di partecipare alla vita della comunità. Quando sulla tua strada incontri la persona giusta si apre una porta piena di vita e di opportunità. Grazie Ligio di essere stato con noi; la tua passione, il tuo entusiasmo (anche la tua foga) rimangono per noi il simbolo di chi crede nell’uomo e nella propria terra. Tiziano Salvaterra
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Il personaggio del mese
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Raul Masu: “Composizione che passione!” La musica classica vista attraverso gli occhi di un ragazzo di 20 anni di Aldo Gottardi
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a musica classica è un mondo affascinante: tutti la apprezzano ma non sono molti quelli che la riescono a comprendere appieno in ogni sua sfumatura, perchè dietro alla sinfonia c’è davvero un intero mondo da scoprire. Raul Masu, classe 1992, è un ragazzo di Spiazzo Rendena che della musica classica, dello Qui impara e sviluppa la scrittura musicale, e ben presto le sue esecuzioni sono interpretate da concertisti professionisti, in occasione anche di festival importanti tra cui “Liszt, tastiere e dintorni” e “Musica Viva”. Una sua partitura è stata esposta a Milano nell’ambito del concettuale “Spazio minimo di sopravvivenza” di fianco a una partitura del compositore Salvatore Sciarrino prestata dal Maestro Angius. In occasione di una festa del partito PD ha suonato un proprio brano di aleatoria (cioè un tipo di musica basata sulla libera interpretazione del pezzo da parte del musicista, una sorta di improvvisazione) per organo e padelle. In seguito Raul partecipa anche ad appuntamenti all’estero, come al Maerzmusik a Berlino dove, sotto la guida del Maestro Luciano
studio e della sua composizione, ha fatto la sua passione. Con alle spalle lo studio del pianoforte, compiuto a sei anni e poi interrotto, al terzo anno di liceo si iscrive al conservatorio a Trento, dove attualmente frequenta il sesto anno sotto la guida del Maestro Cosimo Colazzo (i primi quattro anni raggruppati in due).
Chessa, divide il palco con Blixa Bargeld, icona del movimento industrial e post-punk. Dopo numerosi corsi e master in composizione ed improvvisazione, con Maurizio Pisati, Ivan Vandor e Marco Giagni, attualmente collabora come compositore in un progetto che riguarda musica, emozioni ed interfaccia uomo-macchina. Ed è inoltre impegnato in un brano per
coro nell’ambito di un progetto di composizione promosso dall’ associazione “Arte sotto il tetto” di Trento, con la partecipazione di Veronica Pederzolli che dirigerà il coro. Per il futuro ci saranno anche concerti in valle con la banda dell’Istituto Lorenzo Guetti, dove in occasione del ventennale della banda dirigerà un brano che gli è stato commissionato. A breve pubblicherà due pezzi per chitarra con la casa editrice CIDEA. Quando è cominciata questa tua passione? Il primo brano che ho scritto è datato 2001, avevo 9 anni, non è sicuramente un opera compiuta, anzi è più che altro un piccolo gioco, comunque da sempre (almeno da quando ricordo) ho l’idea di mettere del mio e di ma-
“Vetsera”: spazio all’elettronica!
nipolare-giocando con i suoni. Che scuole hai frequentato? Il liceo scientifico, studio composizione al Conservatorio di Musica di Trento, e informatica. Nel tuo percorso, c’è qualcuno che ti ha influenzato maggiormente? Sicuramente il mio primo Maestro di composizione Nicola Straffelini. Devo anche aggiungere che avere un ambiente familiare che mi ha sempre stimolato a ricercare e ad apprezzare la cultura è stato fondamentale per la mia formazione (per altro non ultimata). Sei soddisfatto della tua esperienza o hai ancora altri progetti? Sono soddisfatto, ma ho molte cose da dire. Come hai speso il tuo primo stipendio? Sinceramente non ricordo. Quali i pro e i contro della tua passione? I pro sono l’enorme quantità di soddisfazioni che ottengo, i contro sono un riflesso della difficoltà in cui versa al momento la situazione culturale. Qual’è stata l’esperienza più si-
Raul Masu
gnificativa per te? NASCERE Cosa significa per te il tuo paese e la tua zona? Per quanto alla domanda: di dove sei? Rispondo tendenzialmente cittadino del mondo, sento profondamente una filiazione con la cultura italiana: sono fiero della bellezza del mio paese e temo rispettosamente la solennità da cui provengo. Qual’è il tuo motto o la tua frase preferita? Non so vari e molti sono i versi che amo, ultimamente apprezzo molto: -posizionamento nello spazio -change Ma forse in fondo sento molto vicino Orazio: nunc est bibendum. Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere una carriera simile alla tua? Studia tanto, e cerca di valere come persona, individuo cittadino, pensatore, di nuovo persona e in fondo come compositore.
Continua il viaggio nelle band musicali delle Giudicarie Il panoratici, dove di Aldo Gottardi ma musisi mette in cale giovanile, e in particolare di coloro gioco la propria bravura e il proprio che hanno a che fare per passione/lavo- talento (specie nei gruppi che componro con la musica, si divide in due grandi gono pezzi propri) e i secondi, votati strade: le band strumentali e i dj, tutti alla musica da ballo elettronica, puntacon le loro caratteristiche. I primi, più no alla danza pura e alla qualità della “classici” ma al tempo stesso più eclet- propria proposta di repertorio. Concettualmente, i Vetsera si pongono a metà tra questi due grandi schieramenti unendo la caratteristica della live performance con sintetizzatori e mixer (a tutti gli effetti strumenti musicali) con l’energia e la “potenza”della musica elettronica. I Vetsera sono un gruppo di musica elettronica nato a Trento dalle menti e dalla passione di Marco Benatti (che ha alle spalle dieci anni di studio di batteria e di musica moderna presso il CDM di Rovereto e una laurea conservatoriale in musica jazz) e del tionese Stefano Artini (con un bagaglio di otto anni di chitarra e un esperienza di sette anni nel service audio luci “ADM”, diventando poi fonico). I due esordiscono
inizialmente nel mondo della musica come musicisti rock, Marco come batterista e Stefano alla chitarra e voce. Ma è nella fatidica estate del 2010 che i due
si conoscono e vedono la passione comune per la musica elettronica, techno, house e “trip-hop” (un genere simile all’hip hop, ma rallentato, incupito e con
spunti funk) che entrambi, Marco a.k.a. Loran e Stefano a.k.a. St.Art suonavano come djs nei bar e locali di Trento. Decidono così di partire con un pro-
getto comune: Vetsera! E in ottobre i due iniziano già a lavorare, componendo insieme le prime tracce al computer e seguendo le lezioni di “software musicali e home recording” con il dj e producer Luca Fronza, per migliorarsi sempre di più nella produzione e nei live sets. Gli artisti che ispirano Vétsera sono i mostri sacri del mondo elettronico mondiale: Chemical Brothers, Daft Punk, Underworld e Prodigy, spesso ripresi nei live, assieme ai pezzi da loro creati. Molta energia e molto “live” nell’elettronica, quasi il rock del futuro! Ora il duo si è trasferito a Bologna, per cercare di suonare nelle location musicalmente più importanti del nord Italia, come il Link, il
KinderGarden e il Velvet di Rimini. Ma non mancano i live in zona, specialmente a Trento città, dove recentemente i due hanno suonato al wine bar Accademia. Molti i concorsi ai quali hanno partecipato, tra i quali il concorso “Bersi la musica” a Torre del Mosto (VE) dove si sono aggiudicati il primo posto, e al concorso “Suoni Universitari” a Trento arrivando in finale! Come appuntamenti nell’immediato futuro, Vétsera si presenterà alle selezioni regionali per l’Italia Wave Love Festival, che si terranno sabato 3 marzo. Tanti auguri e in bocca al lupo a questi giovani dj producers, dei quali sentiremo ancora parlare...e suonare!
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Il risveglio primaverile Come le erbe di montagna possono aiutare nei passaggi di stagione. Il parere di un’erborista
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a primavera è ormai alle porte, inizierà astrologicamente alle 05:14 del 20 marzo quando la linea di separazione tra la zona illuminata e la zona in ombra della Terra passerà per i poli. “Equi-noctis” dal latino “notte uguale” al dì. Luce e ombra per un istante equilibrate. Con questo spirito i nostri nonni dopo aver trascorso mesi al calore dei focolari lasciavano i filò per andare a preparare i campi per il risveglio della natura, togliendo sassi e rami dal terreno. Le nonne pulivano i focolari ed al primo “ sole buono” con la lisciva detergevano i panni. Come esperti ballerini di una grande danza con l’arrivo del cambio di stagione sapevano esattamente che passi effettuare per accogliere la primavera. La coreografia, tramandata per generazioni, presupponeva non solo una pulizia esterna ma anche una depurazione interna del corpo per la totale liberazione dai pesi e dai mali accumulati durante la stagione invernale. Questa usanza ha ancor oggi la sua validità: in passato essa riequilibrava le qualità estreme di un’alimentazione e di uno stile di vita che variava drasticamente a seconda delle stagioni, oggi riequilibra uno stile di vita frenetico in cui primeggia un’ alimentazione scorretta ed un ambiente inquinato. La natura, oggi come allora, mette a disposizione molte piante per il nostro benessere. Anche noi, sui passi dei nostri antenati possiamo inserire nel nostro quotidiano dei semplici gesti e partecipare alla grande danza. Bisogna però ammettere che non tutte le pratiche effettuate in passato per la “depurazione del sangue” erano ottimali; tra queste sicuramente non è consigliabile l’abitudine di assumere uno o due cucchiaini di olio di ricino in caffè d’orzo o birra ogni mattina. Un uso costante
di olio di ricino può infatti irritare le mucose gastriche. Non serve denigrare i saperi empirici giunti fino a noi, basta valutarli alla luce delle nuove conoscenze. Ortica, tarassaco, equiseto, betulla, bardana, spinacio selvatico sono solo alcune delle piante da sempre utilizzate nelle Valli Giudicarie che sarebbe buona abitudine inserire nel nostro quotidiano sotto forma di infusi, decotti, tinture madri o ingredienti speciali per antiche ricette. Il risotto con l’ortica (ortìga), la minestra con le sommità della pianta ben tagliuzzate erano piatti salutari molto comuni. Non ci si prendeva cura solo del proprio benessere ma anche del benessere dei propri animali, risorsa preziosa per molte famiglie. Per lo svezzamento dei pulcini sommità d’ortica ben tagliata, farina gialla e aceto. L’ortica, infatti, oltre ad avere proprietà diuretiche e depurative è
Da sempre in tutto il mondo, l’equinozio di primavera è legato a miti d’amore, morte e rinascita che catturano la fantasia e il cuore degli uomini come una magia sottile. Anche nella nostra zona è sempre stato vissuto come un momento importante che simbolizza la rinascita, il risveglio dal letargo invernale.
una pianta molto ricca di minerali (ferro - silicio) e clorofilla, ottima come ricostituente. Tra le erbe più utilizzate in zona c’era anche il tarassaco (zicòria, rèzicli, gredic) che veniva gustato sia crudo che lesso. Con molto acume le nostre nonne bevevano l’acqua di cottura per “slegerìr el sanch”. Per la sua attività coleretica, diuretica e leggermente lassativa il tarassaco rimane una delle piante più utilizzate nel periodo primaverile. Non solo le piante, ma anche l’acqua e il sole partecipano alla danza per la depurazione del nostro corpo. L’acqua, almeno un litro e mezzo lontano dai pasti, fra tutte le sue grandi proprietà essenziali, ci permette di eliminare le scorie; il sole aumenta le ore di luce e con loro il nostro buon umore. Tutto intorno a noi è predisposto per accogliere la nuova stagione: non rima-
ne che lasciarsi trasportare dagli elementi, cercare di ricordare la coreografia e danzare sulla sinfonia della rinascita per sbocciare con la primavera. Mariacristina Collizzolli
“Finanza: conoscere per decidere” A marzo un ciclo di serate organizzate dalla Cassa Rurale AdamelloBrenta per essere più informati Ritorna nel 2012 il percorso formativo “Formazione Finanziaria: Conoscere per Decidere” dedicato a soci e clienti della Cassa Rurale Adamello Brenta. Le due serate proposte dalla rurale per questa riedizione del corso verteranno su pensioni e casa, temi di grande attualità che stanno cambiando sotto i nostri occhi e riguardano tutti. Il primo dei due incontri è previsto per il 23 marzo, alle ore 20.30, dal titolo “Pensioni: ultime novità” tenuto dall’avvocato Francesco Romano. Una settimana più tardi il dottore commercialista Arduino Zeni sarà il relatore della serata intitolata: “Imu e novità finanziarie, cosa cambia per le nostre tasche?”. Spesso capita di partecipare a queste serate e le tante informazioni ricevute hanno bisogno di qualche giorno per sedimentarsi, così si finisce per ritrovarsi con delle domande in testa senza risposta, quando durante l’incontro non si è riusciti a porre nessun quesito. Per ovviare all’inconveniente, gli organizzatori dell’Adamello Brenta hanno pensato di mettere a disposizione nei giorni precedenti le serate informative presso le proprie filiali sul territorio una cassetta elle lettere, per raccogliere domande, dubbi e perplessità ai quali l’esperto cercherà di rispondere durante l’incontro con il pubblico. I quesiti posso essere in forma anonima, ma per consentire ai più di beneficiare del parere del relatore in sala si richiede di formulare domande di interesse collettivo e sollevare tematiche strettamente inerenti all’argomento trattato. A marzo, il 15 per l’esattezza, scade il termine per un’altra delle importanti iniziative che la rurale mette in campo a sostegno della crescita del territorio: la presentazione delle domande di contributo destinati alle associazioni che svolgono la propria attività nelle Giudicarie. Il bando è reperibile presso le filiali e sul sito www.cr-adamellobrenta.net nella sezione “per la comunità”. (d.r.)
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Attualità
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X-Factord e i “Bassotti” di Zuclo protagonisti del carnevale I due carri trionfano nelle sfilate di Tione e Storo, baciate dal sole e con tantissima gente
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ragazzi di Zuclo si prendono una rivincita per i due secondi posti dello scorso anno e vanno a vincere con il carro “Per un pugno di dollari” sia nella sfilata del Gran carnevale di Tione di martedì grasso sia il sabato seguente, a Storo. Nel capoluogo del Chiese si impone anche “X-Factord” il carro firmato dal gruppo storese Mary PopA Tione, in particolare, la sfilata di martedì 21 ha catalizzato l’attenzione di tantissima gente, che ha affollato le tribune, ulteriormente ampliate e i lati del viale centrale, oltre che ogni spazio possibile in Piazza Cesare Battisti. Un successo che è ben inquadrato da un dato, ossia quelle 35 “polentone” cucinate e distribuite (con corredo di oltre 200 chili di salamella) dai tanti volontari dell’organizzazione, al quale il re del Carnevale Mario Failoni ha rivolto un caloroso ringraziamento per il lavoro svolto. Una tradizione che prosegue da sempre nel carnevale di Tione, dalla metà dell’800 come ricordano i diari del farmacista Boni e
pins che si aggiudica il Trofeo Gran carnevale che premia i carri sfilati nella due giorni di festa. Ottime le condizioni climatiche nelle due giornate, con il sabato addirittura caldo che ha portato nelle strade dei due comuni giudicariesi migliaia di persone, confermando un trend degli ultimi anni di grande attenzione a questo momento ludico e di svago.
Il Carro vincitore a Storo
La serata di festa al capannone a Storo
Il carro di Zuclo
che ancora oggi trova spazio e grandi sostenitori. Il risultato è stata una grande sfilata di 14 carri durata fino oltre le 18 che ha premiato i ragazzi di Zuclo con il carro “Per un pugno di dollari”, protagonisti, la Banda Bassotti
di Walt Disney. Al secondo post “Tartarughe Ganja” di Daone, terzo “Somena Tic Tac” di Tione. Nei gruppi mascherati, primo i ragazzi dell’oratorio di Tione con “Arriva il circo”, poi “Non è tut-or quel che lucica”
(Tione) e terzo “Jamaican Frogs” di Daone. A Storo, invece, doppia razione di Carnevale con la sfilata di martedì grasso tradizionalmente dedicata ai carri storesi e quella di sabato 25 aperta ai carri da tutte le Giudicarie e
dalla Valle di Ledro. Ad imporsi nella prima classifica è stato il carro “X-Factord”, poi al secondo posto “Tutte le strade portano a Faserno” del gruppo di Condino, e al terzo i Lebrac con “La fine del mondo”. Fra i gruppi ma-
scherati ha trionfato la “Hollywood story” del gruppo “Fate nere”, che ha distaccato “L’Era glaciale” del gruppo Hermann. Nella classiffica dei gruppi esterni il carro di Zuclo ha bissato il successo del Gran carnevale di Tione, con le Tartarughe “Ganjaa” di Daone al secondo e al terzo il “Porco naturale” dei ragazzi di Villa Rendena. Anche qui strade stracolme di gente e tanta allegria, oltre ai grandi appuntamenti notturni ai “tendoni”, che hanno fatto segnare tante presenze di giovani da tutte le Giudicarie e oltre, anche da fuori provincia. Un nuovo successo per la neonata Pro loco di Storo del presidente Nicola Zontini e dei suoi volontari.
Italia come la Concordia? di Aldo Gottardi
Segue dalla Prima. In quelle ore in cui si è consumato in diretta il naufragio, ho visto riprodotta la situazione in cui gli Italiani si sono trovati con la caduta del governo Berlusconi e con l’emergere della disastrosa crisi, al limite del fallimento, della nostra economia che il presidente Napoletano, prima, e poi Monti, hanno palesato finalmente al paese. Similmente ai naufraghi, anche fra gli Italiani si era diffusa una incredulità generale per l’improvvisa emergenza (possibile?), i più si sono dimostrati impreparati, è trionfato l’egoismo ed il cinismo dei politici tutti presi nel accaparrarsi i mezzi di salvataggio, con il buon senso di pochi che cercavano di condurre la barca in assenza di ordini. “L’Italia affonda” era lo slogan dei telegiornali: con un debito pubblico ciclopico, un mercato del lavoro anchilosato, con l’indole tutta italica al poco rispetto della legalità, con l’incapacità della classe dirigente, si correva il rischio di fare la fine della nave Concordia. La grave crisi che ci tro-
viamo a combattere è una falla enorme di cui nessuno s’è preoccupato per tempo, né di turarla, né di lanciare l’allarme, ma ancora peggio, chi aveva il comando della situazione ha dimostrato di non essere in grado, nè di avere il coraggio e le capacità necessarie a fronteggiare il pericolo. Si è continuato a distrarre i “passeggeri-cittadini” con informazioni edulcorate, per gran parte false, con proclami trionfalistici, coprendo immoralità ed illegalità per evitare di perdere consenso. E così la nave Italia affondava. Forse, ora, s’è incagliata, sembra non ci sia più il pericolo del suo definitivo affondamento, per merito dei soccorritori che hanno sostituito nel comando quell’incapace di Schettino, ma le prospettive per i nostri figli e per un futuro migliore sono ancora fortemente in dubbio. Quello che fa specie è che chi fino a ieri ci ha diretto (con imbarazzanti compensi e privilegi) nei molteplici posti di comando dell’Italia (banche, imprese, governo ecc...), è sceso per primo dalla
nave dichiarando di non esserci alternative e che tutto sommato potevano e potranno dare una mano, nelle operazioni di salvataggio, stando comodamente a riva. Non è la prima volta che gli Italiani hanno dovuto superare da soli vicende drammatiche, (Caporetto, l’armistizio del ‘43, i disastri ambientali quotidiani), eppure, non abbiamo ancora imparato quanto sia dannoso affidare il comando del nostro Paese a persone incapaci, inaffidabili ed opportuniste. Se vogliamo che qualcosa resti quale insegnamento da questa tragedia, ricordiamo le parole del commissario di bordo del Concordia riportato a riva dopo aver salvato molti passeggeri, con una gamba rotta, rischiando la vita: “Non sono un eroe, ho solo fatto il mio mestiere”. Così anche per la barca nazionale, l’Italia non ha bisogno di eroi, ma che ognuno faccia il suo dovere, solo così raggiungeremo, in salvo, la riva. Adelino Amistadi
FAMIGLIA COOPERATIVA un luogo dove sentirsi a casa
La Famiglia Cooperativa è un punto di ritrovo, se non di riferimento, un luogo dove sentirsi ancora chiamati per nome, dove trovare professionalità unita a familiarità. La Cooperativa offre da sempre un servizio prezioso per la comunità: basti pensare a tutti coloro che hanno la fortuna di trovare un punto vendita vicino a casa. Con questi presupposti Vi invitiamo a scoprire i nostri servizi: vendita di beni alimentari di qualità e di beni di consumo altrimenti irreperibili nei piccoli paesi, sostegno alle associazioni locali, attenzione alla tutela ambientale. Il tutto salvaguardando il “valore simbolico” della Famiglia Cooperativa, che rappresenta un pezzo della storia locale, un patrimonio da tramandare alle generazioni future.
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FAMIGLIA COOPERATIVA CARISOLO Carisolo FAMIGLIA COOPERATIVA FIAVÈ CAVRASTO Fiavè Godenzo Di Lomaso Bleggio Superiore FAMIGLIA COOPERATIVA GIUDICARIE Tione Bolbeno Coltura Montagne Preore Ragoli Saone Zuclo FAMIGLIA COOPERATIVA PELUGO Pelugo
FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO Pinzolo Bocenago Madonna Di Campiglio Giustino Iavrè Massimeno Mavignola Plan Campo Carlo Magno Pramagnan Spiazzo Rendena FAMIGLIA COOPERATIVA STREMBO Strembo FAMIGLIA COOPERATIVA TERME DI COMANO Ponte Arche Quadra Bleggio Superiore S. Croce Bleggio Stenico
Ponte Arche Villa Banale FAMIGLIA COOPERATIVA VALLE DEL CHIESE Storo Bersone Bondone Brione Castel Condino Condino Daone Darzo Pieve di Bono Ponte Caffaro Praso FAMIGLIA COOPERATIVA VIGO RENDENA Vigo Rendena
19 MARKETING SAIT
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Cultura
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Don Bernardo Antonini a dieci anni dalla morte
Domenica 1 aprile a Cimego ci sarà un omaggio organizzato dal gruppo “Quatar sorele” Qualcuno aveva provato a farglielo capire, come i superiori, i parenti, la segretaria, che aveva sentito telefonicamente sabato 23 marzo ma lui non aveva mostrato alcuna preoccupazione. Dopo aver bussato senza ottenere risposta decise di aprire la porta che non era chiusa a chiave. Lentamente il sole, salendo nell’orizzonte, aveva ormai illuminato in profondità la stanza fino a colpire la poltrona su cui stava adagiata la figura di Don Bernardo Antonimi apparentemente dormiente. Padre Athanasius gli si avvicinò chiamandolo per nome ma senza ottenere alcuna risposta. Allora gli afferrò la mano che era gelida. Una profonda pietà gli piombò allora nel cuore mentre dai suoi occhi scivolarono alcune lacrime. Don Bernardo li aveva lasciati, Don Bernardo era salito all’ultima frontiera, immerso nella serenità della sua fede e della testimonianza apostolica. Padre Athanasius si recò a portare la notizia della della sua morte ai seminaristi ed iniziò la dura pratica dell’avvisare i superiori e i parenti. La notizia in poche ore rimbalzò prima tra San Pietroburgo e Mosca, e poi a Roma, e Carrara dove si trovava la sorella suor Maria Colomba, e Boston dove si trovava il fratello Prospero, fino a Cimego e A Trento. L’intera comunità cattolica russa piombò nel lutto e nel dolore, mentre quella veronese si risvegliò incredula in quella mattina di primavera appena cominciata e in attesa della Pasqua. Don Bernardo quella mattina aveva incontrato la meta che inseguiva da sempre, la sua fede era compiuta. Si concludeva all’età di settant’anni una delle più moderne e appassionanti esperienze umane di vocazione apostolica. Nato a Cimego il 20 ottobre del 1932, da Domenico Antonimi e Alice Tamburini, venne battezzato due giorni dopo nella Chiesa di San Martino sul fonte battesimale risalente al 1631.
Dieci anni fa, il 27 marzo del 2002, Don Bernando Antonimi nativo di Cimego, moriva nel Seminario di Karaganda nel lontano stato del Kazachstan, una delle repubbliche asiatiche della ex-Unione Sovietica. Era la mattina presto quando Don Athanasius Schneider di origine tedesca, padre spirituale del nuovo seminario cattolico «Maria Madre della Chiesa» da
Nell’estate del 1934 il padre si trasferisce con la famiglia e il piccolo Bernardo nel paese di Larizza nella campagna veronese dove acquista un podere. Il 22 giugno del 1940 prende la prima comunione dove avverte per la prima volta la vocazione sacerdotale. Nell’ottobre del 1943 entra nel Seminario di Verona dove prende gli ordini sacerdotali il 26 giugno del 1955. Viene a Cimego a celebrare la sua prima messa. Il 9 novembre del 1962 si laurea con una tesi su La cultura francese nel giornali e nelle riviste di Verona dal 1800 al 1850. Diventa giornalista pubblicista per «Verona Fedele», «Arena», «Gazzettino», «Veneto Mariano», «Parlamento delle idee» e «Grest». Nel frattempo fa il cappellano a Mizzole, un piccolo paese nei pressi di Verona. Nel 1977 collabora a fondare Radio TelePace dove tiene corsi biblici in diretta. Nel 1982 diviene Direttore della Segreteria Generale dello Studio Teologico «San Zeno». Nel 1984 diventa Direttore del Centro
Istruzione e Formazione Religiosa della Diocesi. Nell’autunno del 1988, il Cardinale Casaroli si reca in Russia per le celebrazioni del millenario della Chiesa Cattolica. Comincia a studiare il russo e nell’estate del 1989 poco prima della caduta del muro si reca per un primo soggiorno di due mesi a Mosca. Finalmente il sedici ottobre del 1991 ottiene il permesso di recarsi in missione in Russia e nel 1993 fonda a Mosca il primo seminario cattolico dopo settant’anni di comunismo dedicato a «Maria Regina degli Apostoli”. Davanti alla statua di Lenin con i giovani seminaristi vestiti con la tonaca canta “Christus Vincit” tra gli occhi dei passanti e dei poliziotti russi. Il 3 giugno del 1995 è accolto con tutti i seminaristi a Roma da Papa Giovanni II. L’Osservatore Romano dedica tutta la prima pagina all’avvenimento. Il 23 maggio del 1999 nella Cattedrale di San Pietro burgo vengono nominati i primi preti. E’ un avvenimento storico senza precedenti. Un
poco fondato dopo settant’anni di comunismo, si accostò alla porta della camera di Don Bernardo Antonimi da dove stranamente non era ancora uscito. A preoccuparlo era stato il ritardo con cui Don Bernardo si presentava alla preghiera comunitaria del mattino. Ma non era solo quello. Erano ormai alcune settimane che appariva stanco, a tratti sfinito.
piccolo prete partito dal Trentino forma i primi preti cattolici in Russia dopo settant’anni di comunismo. Nell’ottobre Don Bernardo viene nominato Monsignore e Presidente della Commissione Eucaristica Russa per il Santo Giubileo del 2000. Per tutto l’anno visita numerose parrocchie per tutta la Russia, da
Mosca al Mar Nero e al Mar Caspio, dalla Siberia a Vladivostock e alle isole Sakalin. Nell’estate del 2000 torna nella comunità di Cimego a trovare i parenti e i compaesani che rimangono tutti stupiti per il suo abito rosso con al collo una grande croce. Partecipa a solenni celebrazioni nella natia Cimego a cui risale il ritratto sorridente. Incontra l’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan con il quale concelebra la messa nella Chiesa di Castel Condino. Nel settembre del 2011 dopo il dramma delle Twin Towers, partecipa all’organizzazione del viaggio di Papa Giovanni Paolo II proprio in Kazachstan in un momento molto difficile che prevedeva la guerra in Afghanistan e Irak. In questa terra lontana, sulla via della Cina, dove i cattolici sono solo una piccola minoranza, si reca Papa Giovanni Secondo portando una ventata di spiritualità ed entusiasmo. Don Bernardo segue il viaggio
come commentatore in diretta per Telepace. Trascorre l’ultimo Natale del 2001 a Tbilisi in Georgia con lo stimmatino mons. Giuseppe Pasotto, dove accolgono il Nunzio Apostolico mons. Claudio Gugerotti, anche lui veronese. Gli viene affidato l’incarico di organizzare a Tblisi un nuovo Collegio Teologico per laici. La sua attività sembra ancora una volta riprendere vigore ma il 27 marzo del 2002, improvvisamente ci lascia nel Seminario di Karaganda. Il giorno 11 febbraio del 2007, dopo solo cinque anni è stata aperta la causa di beatificazione. A dieci anni dalla scomparsa la comunità cimeghese e giudicariese possono raccogliersi in ricordo della straordinaria vita di questo moderno apostolo partecipando alla presentazione organizzata dal Circolo Culturale “Quatar Sorele” che si terrà a Cimego nel pomeriggio di domenica 1 Aprile, alle ore 15 presso il Nuovo Teatro Sociale. Divenuta meta di pellegrinaggi dalla Russia sulla sua tomba anche a Verona si terranno importanti commemorazioni nella settimana dell’anniversario a cui parteciperanno, il 24 marzo, anche le comunità pastorali di Cimego e Condino. Marco Zulberti
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Il Saltaro delle Giudicarie
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PDL che con l’elezione di Leonardi a coordinatore provinciale, ha avviato il partito verso una china di basso profilo e di poche prospettive, questo è il giudizio appreso nelle alte sfere, che ormai dal Berlusca hanno preso le distanze. Sbraita la Lega, come sempre, in attesa di scendere in guerra per il referendum sulla soppressione delle Comunità di Valle che entro aprile dovrà essere indetto, volenti o nolenti. L’UDC che non si sa più quel che sia, sembra il giocattolo privato del sen. Tarolli, nostro concittadino, e di pochi altri, fra cui quella Beltrami, che nessuno conosce, si sa solo che gira il mondo come una “globe trotter”, per la Provincia, ma con i soldi nostri. Mostra baldanza il PATT e ne ha ben donde, stanno girando come trottole in lungo e in largo il Trentino, per spiegare il loro sacrosanto vangelo gremito di schutzen, keisejeger, e penne sul cappello, ma le cose che dicono son sempre quelle, mai che finalmente riescano a fare il salto di qualità che la gente s’aspetta, anche se il loro segretario Ugo Rossi ha lanciato a Dellai, ultimamente un accorato appello: “Suvvia presidente, sali sul predellino e lancia un nuovo partito per il Trentino, con noi del Patt e voi del UpT, ve verrebbe fuori un volkspartei nostrana che regnerebbe per almeno cento anni... la cosa è riuscita a Berlusconi, perchè non dovrebbe risultare vincente a anche da noi...!” Sulla cosa sono d’accordo in molti, anche perchè il Lorenzo nostro, nei conciliaboli segreti, viene indicato come il nostro Berlusca, stessi metodi, stesso cinismo, stessa casta di cortigiani, per fortuna con una morale diversa, comportamenti di uomo sofferto e per bene, di uomo al servizio della sua comunità e di sé stesso, come è giusto che sia. Ma il Dellai, che stupido non è, non ne vuol sapere, sa bene com’è finita la storia del predellino, un fallimento completo e Lui pensa a ben altro, non certo a fare la fine del Berlusca, anzi! Dell’uomo non ce ne liberemo più, perchè proprio in questi giorni è partita la storiella Schelfi nr. 2, che tanto sorrisi di compatimento ha suscitato in cielo ed in
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Destra e sinistra, ora il Saltaro ne ha per tutti Dal piano nazionale al locale la politica regala “fulgidi” esempi
P
er tutti i santi del paradiso, fulmini e saette, mi sono assentato per poco, per gli esercizi spirituali richiesti nel delicato lavoro di Saltaro delle Giudicarie, ed i miei accoliti, sleali ed inaffidabili, si riuniscono in mia assenza e ne approfittano per parlare e sparlare, esternando senza pudore le cose che tutti dicono, ma che nessuno dovrebbe palesare. E ancor più mi stupisco che le loro terra. E’ cosa di qualche giorno: per gli organismi della cooperazione trentina, vige la regola che un presidente non più ricandidarsi dopo tre mandati, così aveva voluto qualche anno fa lo stesso presidente Schelfi, per far spazio ai giovani, s’intende. Giusto! Poi, avvicinandosi la scadenza, ecco che sorge qualche dubbio interessato sulla giustezza di quella norma, ed entrano in ballo “i saggi”, che non sono particolarmente saggi, ma solo da secoli detentori del potere e custodi delle loro fortune. Il capo saggio della federazione è Pier Luigi Angeli, lo ricordate, forse no, perchè non ha fatto nulla per essere ricordato, però è stato più volte presidente della giunta Provinciale, poi presidente di Federazione delle Coop, e da anni mandato a rappresentare i nostri interessi presso l’areoporto di Verona, dove, non certo per colpa sua, in questi mesi si sono lette cose orribili, perdita di soldi, anche nostri, e perdita di credito, ce l’ha svelato “Reporter”, l’importante trasmissione televisiva, compresi i suoi emolumenti complessivi, che viaggiano sui 20-30 mila euro l’anno. Questo signore, con pochissimi altri, è quello che ha in mano le sorti della Cooperazione provinciale, che dovrebbe essere dei soci, come voleva il nostro don Guetti, ma che invece è ormai proprietà privata dei “saggi” che in altre regioni chiamerebbe-
ro con ben altro nome. I “saggi” in questione hanno deciso che la norma non vale, e che Schelfi dovrà restare al suo posto perchè nulla cambi, e che i giovani aspettino il loro turno, per dio! Lo stesso Schelfi si dice dispiaciuto, lui vorrebbe andarsene (?), ma tutti lo implorano, tutti lo vogliono e lui, uomo dabbene, alla fine si sacrificherà ed accetterà di restare presidente, con non poco sacrificio e controvoglia! Con Dellai è iniziata la medesima tiritera, anche in Provincia vige una legge voluta dal Lorenzo che vieta il quarto mandato, venduta allora come una grande intuizione del Presidente, illuminato e per niente attaccato alla poltrona, ma adesso che siamo arrivati alla scadenza e si pone per tutte le forze politiche la questione del dopo Dellai, le convinzioni
ciance siano finite sull’altare come avessero detto parole d’oro, parole sante. Mai più lascerò soli i miei compari, che ritornino in linea e sotto il mio controllo, così vuole il consiglio dei savi nell’empireo delle Giudicarie, zitti e mosca! La politica è tornata burrascosa, ultimamente sta ribollendo come il mosto nei tini d’autunno, per dare in primavera i vini migliori. Non si è sistemato per niente il
cominciano a traballare. Non che in questo caso ci siano di mezzo i “saggi”, qui c’è di mezzo la politica, e allora ai “saggi” si sostituiscono gli amici, i salotti, gli sponsor, i beneficiati, gli speranzosi che non vogliono rischiare, il Dellai deve restare al suo posto. D’altronde cosa ne resterebbe della sua corte, che fine farebbero le poltrone e le mille consulenze a suon di milioni di euro che ogni anno vengono elargite ai nostri fenomeni della politica, ai dinosauri della burocrazia e ai sapientoni dell’Università, che tutti insieme stanno contribuendo non poco ad affondare la nostra Autonomia. Come potrebbe il Presidente deluderli, se casca lui cade tutto il palco, il soppalco e compagnia bella. Per amor di Dio! Guai se si muove...! E chi si muove! Dellai non ne ha la minima intenzione, è quello che più gli piace fare, il padre padrone, e che nessuno fiati!, la legge si cambierà, sono già d’accordo in molti, perfino Lunelli, suo scudiero, che qualche tempo fa aveva dichiarato: “Non se ne parli neanche!”, adesso sembra più aperto (spalancato!) alle esigenze dellaiane, così il Patt che di schiena dritta ne ha sempre avuto poca, l’unico, per ora!, nettamente contro, è il PD che a quella carica ci aspira come partito e con ragione. Rassegnamoci e mettiamola via, avremo il Dellai per altri cinque anni e buona notte! E i giovani, e le facce nuove, e
le nuove generazioni...il Dellai le ha da sempre nel cuore, ma ora che non rompano le palle! Ma noi, in Giudicarie, che ce ne viene? Niente, rimarremo come siamo stati per il passato, gli iloti di sempre, gli umili servitori, i leccaculi e gli speranzosi miracolati, conteremo come il due di coppe. Niente di male, c’è gente che schiava c’è rimasta tutta la vita, cosa vuoi che siano quattro o cinque anni in più! Per fortuna qualche segnale che le cose, almeno qui, stiano cambian-
do, lo abbiamo avuto. Qualche timido cenno di ribellione, qualche mossa azzardata di chi credeva che ormai il Lorenzo fosse vicino alla fine: s’è svolto il congresso giudicariese dell’UpT, in quel di Comano, con risultati eclatanti e sconvolgenti. L’ “intellighenzia” (?) politica giudicariese, quella che aveva vinto per quattro parenti in più, pardon, quattro voti in più, nel 2009, ha subito una disfatta ingloriosa (211 a 112) come i personaggi meritavano. Esteticamente la nuova coordinatrice upititina è tutt’altra cosa, con quello di prima proprio non c’è confronto, e lassù, in cielo, non hanno dubbi, l’Alessandra Sordo, sembra esserne agli antipodi, come cultura, capacità, intelligenza e sobrietà. Architetto, con un proprio lavoro, mai stata alla greppia di nessuno, giovane, che alla politica si è avvicinata non per interesse, ma per passione e per giusta ambizione, non ci sono presidenze o vice presidenze a cui aspirare, l’aspetta un lavoro improbo: rimettere in sesto un partito, martirizzato ed intrallazzato da parassiti e faccendieri, che finalmente cerca di rialzare la testa, come merita, sviluppando potenzialità e salvaguardando le nostre Valli dal pascolo abusivo di bronzei cercatori di gloria e del proprio sfacciato tornaconto, Auguri! Mi si fa cenno di finire anche se le cose da dire sarebbero ancora molte, mi accorgo d’esser tornato ciarliero e solenne come nei periodi di gran lustro, sono bravo, non c’è dubbio, mi aspetto prima o poi un altare, anch’io, non tanto come dottore della politica nostrana, ma almeno come martire, sì, con tutte quelle che giungono in cielo, contro di me, è certo che farò la fine di santo Stefano, anch’esso martirizzato per non aver mai saputo tenere la bocca chiusa: pazienza, è la sorte degli uomini migliori.
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 11 n° 3 - marzo 2012 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi Hanno collaborato: Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Marco Delugan, Denise Rocca, Alessandro Togni, Andrea Tomasini Alberta Voltolini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampa: Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
Pagina utilità D’altro canto mi pare di capire che lo zio abbia sempre utilizzato – dagli anni ’80 ad oggi - in modo continuo, pubblico, pacifico ed indisturbato il passaggio inizialmente concessogli. In tal senso sarebbe il caso di valutare se è maturato il diritto di usucapire la servitù di passaggio, che comunque può essere riconosciuta unicamente dal giudice. Pertanto l’interessato dovrebbe rivolgersi al giudice per far accertare la sussistenza del diritto di passaggio ovvero (dal punto di vista del nostro lettore) la cessazione della turbativa denunciata (appunto l’utilizzo della strada da parte dello zio). Va precisato come per aversi riconoscimento dell’acquisto della servitù di passaggio per usucapione sia necessaria la presenza di opere visibili e permanenti sul fondo servente che, per la loro struttura e consistenza, facciano ritenere in modo certo che il suddetto peso sia da sempre (o comunque per gli anni necessari ad usucapire) stato imposto su di un fondo ed a favore dell’altro. Quindi, in primo luogo, sarebbe il caso di capire se vi siano i presupposti affinché il diritto di passaggio sia stato usucapito dallo zio. Dalle informazioni pervenutemi non sono, infatti, in grado di escludere che effettivamente ad oggi il diritto sia stato usuCon sempre maggiore frequenza si sente parlare di fastidiose truffe messe in atto ai danni di persone anziane, le quali, in buona fede, cascano nelle trame di malintenzionati senza scrupoli, abilissimi e altamente preparati, pronti a raggirare le vittime prescelte con sapienza e astuzia. La pratica tutta italiana (italianissima anzi) di truffare persone apparentemente più indifese e deboli si realizza in un’ampia serie di modalità e tecniche, tutte con il medesimo obiettivo di sottrarre denaro e averi ai malcapitati senza che essi ne abbiano, in quel momento, la percezione. Il primo passo è in genere quello di riuscire a introdursi in casa facendosi aprire la porta dalle stesse vittime, e quindi spesso i truffatori, solitamente in coppia, si presentano come tecnici specializzati inviati da compagnie del gas o di energia elettrica, oppure come operatori di compagnie telefoniche o altro. Sono ben vestiti, talvolta hanno perfino delle divise ufficiali ed esibiscono cartellini identificativi, hanno modi di fare molto cortesi e suadenti, educati, parlano fluentemente e correttamente, sono convincenti e simpatici. Catturano la fiducia delle vittime con abili trucchi, citando ad esempio il nome del vicino di casa, dell’amministratore del palazzo o di qualche parente stretto (il figlio, il nipote…) e mostrando così di conoscere persone amiche; a volte – si è detto,
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L’usucapione e la cancellazione della servitù di passo T
a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè
orno a parlare della questione relativa all’acquisto ed alla cancellazione delle servitù in risposta al quesito proposto questo mese da un lettore. Stando a quanto riferito dal lettore, suo padre - già negli anni ’80 - aveva concesso allo zio il passaggio (non è indicato se a piedi o anche con mezzi meccanici) sul proprio terreno per giungere ad una baita in via di costruzione. Ebbene, in questo caso si pocapito. Qualora così fosse, si contrapporrebbe la norma di cui all’art. 1055 c.c. secondo cui “se il passaggio cessa di essere necessario, può essere soppresso in qualunque tempo ad istanza del proprietario del fondo dominante o del fondo servente”. In tal caso sarebbe necessario dimostrare quali fossero al tempo dell’accordo le intenzioni delle parti e, conseguentemente, la venuta meno della necessità
cui un tempo si voleva far fronte. Peraltro, devo precisare in proposito come parte della giurisprudenza ritenga che non possa applicarsi questo articolo in caso di maturata usucapione: “ la servitù di passaggio costituita per usucapione ha natura di servitù volontaria ed è perciò irrilevante lo stato di interclusione del fondo, dovendosi prescindere dai requisiti per la costituzione ed il mante-
trebbe dire che le parti hanno stipulato un accordo di tal genere solo al fine di consentire il passaggio per il tempo necessario ad eseguire l’opera o comunque sino al momento in cui il proprietario del fondo dominante (lo zio) non avesse avuto la possibilità di raggiungere in altro modo la via pubblica, partendo dalla propria baita. Non sono a conoscenza dell’esistenza di un accordo scritto, presumo sia stato fatto oralmente. nimento della servitù di passaggio desumibili dagli artt. 1051, 1052 e 1055 cod. civ., che regolano detto istituto” (Cass. Civ. n. 10317/1996). Quanto alla problematica relativa alle mappe (ove è indicato il passaggio concesso) ed al diverso tracciato utilizzato dallo zio, ritengo che dal punto di vista dell’usucapione ciò poco rilevi (laddove ci sono segni certi e visibili del passaggio e lo zio sia in grado di dimostrare l’utilizzo da
oltre vent’anni del tracciato così formato, egli potrà usucapire il diritto di passo su quella strada); diversamente, in relazione all’accordo a suo tempo intercorso, esso parrebbe essere stato violato dallo zio. Va però detto che, mi pare, ciò non sia mai stato contestato, con ogni conseguenza del caso. In definitiva, ritengo che solo laddove si possa escludere l’usucapione, sarebbe fattibilmente possibile contestare il
Difendersi dalle truffe agli anziani “I soliti noti” è un cortometraggio che mette in guardia da questa piaga in crescita
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enerdì 24 febbraio scorso è stato presentato presso il Cinema Comunale di Tione di Trento il cortometraggio dal titolo I soliti noti, opera scritta e diretta da Marco Toscani che tratta in modo brillante l’attualissimo problema delle truffe ai danni degli anziani. L’iniziasono molto preparati – citano addirittura episodi o elementi della vita personale delle vittime, facendo breccia nella loro sensibilità e nel loro senso di ospitalità e accoglienza. Il motivo della visita domiciliare? Ufficialmente un controllo tecnico di impianti, contatori, apparecchi telefonici o bollette, ma nella realtà la volontà di svaligiare l’appartamento proprio sotto il naso dei loro ospiti, mentre uno dei due malintenzionati li distrae ricoprendoli di chiacchiere e complimenti. Una volta in casa staccano prima di tutto il telefono, dopodichè mettono in atto il loro piano. Durante il dibattito seguito alla proiezione del film, il Comandante Marchiori ha spiegato che fortunatamente nelle Giudicarie la situazione è relativamente tranquilla: tali episodi si registrano con bassissima frequenza, tuttavia è bene essere a conoscenza del problema e non sottovalutarlo. Il Corpo di
Polizia Locale, così come gli altri corpi di polizia, offre la massima disponibilità a fornire tutte le informazioni sulla questione e il pieno supporto nell’assistere i cittadini che si dovessero trovare in situazioni sospette. Il comandante Marchiori inoltre, nel suggerire alcuni importanti accorgimenti da adottare come precauzione, ha ricordato che comunque è bene segnalare senza timore alle forze dell’ordine i casi di truffa o presunta truffa in cui ci si potrebbe imbattere.
tiva, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Tione, ha visto la partecipazione, oltre che del regista Toscani e dell’Assessore Mirella Girardini, anche del Comandante del Corpo di Polizia Locale delle Giudicarie Carlo Marchiori e della psicologa Paola Maria Taufer.
Il cortometraggio proiettato, prodotto dall’associazione Cineclub di Piacenza e vincitore all’Imperia International Film Festival, cita nel titolo un divertentissimo film di Mario Monicelli del 1958 (I soliti ignoti) che trattava con delicata ed elegante comicità proprio la vicenda di alcuni ladri alle prese con “il colpo della vita” nella miseria della Roma del dopoguerra. Mentre però la pellicola di Monicelli ritrae un gruppo di furfanti sgangherati, improvvisati, sprov-
veduti e mal assortiti, mossi dalla fame e dal bisogno di sopravvivere, il film di Toscani mette sapientemente in scena, in modo originale ed efficace, non banale, una tipica truffa ai danni di un’anziana signora ad opera di due individui molto preparati e ben organizzati. Il realismo del cortometraggio, ricco di spunti di riflessione importanti, si interseca a una sottile vena ironica che si esplica nei colpi di scena della vicenda e nella sua conclusione. Realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato, l’opera di Toscani rappresenta un importante esempio di come potrebbero essere messe in atto queste truffe, e per questo sarà presto visibile proprio sul sito web ufficiale della stessa Polizia di Stato. Chi fosse inoltre interessato ad organizzare proiezioni del film a fini educativi o informativi può contattare l’associazione Cineclub oppure lo stesso regista sul sito
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Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazione del diritto a casi concreti al seguente indirizzo redazionegdg@yahoo.it. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse verranno pubblicate sui successivi numeri del Giornale delle Giudicarie. passaggio oggi utilizzato dallo zio; diversamente sarebbe possibile trovarsi di fronte ad un giudice che ritiene prevalente l’usucapione del diritto rispetto al venir meno delle ragioni che avevano indotto le parti a costituire la servitù. Infine, proprio il fatto che lo zio abbia utilizzato un altro passaggio rispetto a quello pattuito potrebbe indurre a ritenere la sussistenza di due passaggi: l’uno maturato per usucapione e l’altro secondo gli accordi intercorsi. Quindi, qualora la mappa contenente la via su cui è stato anzitempo accordato il passaggio risulti formalmente iscritta presso competenti Uffici (Tavolare e Catastale) ritengo sarebbe opportuno valutare la possibilità di cancellare tale diritto intavolato per non trovarsi di fronte all’ipotesi in cui vi siano due passaggi acquisiti: l’uno per usucapione sul tracciato effettivamente utilizzato e l’altro (come accordato) secondo le iscrizioni tavolari. web www.marcotoscani.it. Lo scopo dell’iniziativa organizzata dall’Assessore Mirella Girardini non era certo quello di spaventare o allarmare la popolazione creando una falsa emergenza in merito, ma piuttosto quello di informare e far conoscere il problema. Più se ne parla, più ci si informa a riguardo, più diventa facile per tutti – e non solo per gli anziani – riconoscere le situazioni a rischio e agire di conseguenza. Conoscere il problema permette inoltre, ha spiegato la psicologa Taufer, di superare alcune paure talvolta sproporzionate, che relegano molte persone ad una esistenza di sospetti, fatta di solitudine e sfiducia negli altri. Vale anche in questo caso, infatti, il principio per cui si ha paura di ciò che non si conosce. Il benessere personale in fondo, ha ricordato la dottoressa, si misura anche nella capacità di stare bene con gli altri, di intessere una rete di rapporti positivi fondati sulla fiducia. È giusto dunque non sottovalutare la questione, ma è bene non farsi prendere dal panico, e soprattutto non rinunciare a vivere una quotidianità serena a causa delle paure che spesso purtroppo prendono il sopravvento. Sarebbe bene riuscire in fondo a contare un po’ di più – perché no – sulle persone che si hanno accanto, scardinando e superando l’indifferenza che sta prendendo piede nel quotidiano. Marco Delugan
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Arte
MARZO 2012
Un viaggio in un simbolismo molto forte
Mati Klarwein e la sua pittura per la musica M
di Alessandro Togni
ati Klarwein, ebreo tedesco nato ad Amburgo nel 1932 ed emigrato coi genitori in Palestina per sfuggire alle persecuzioni naziste, negli anni 50 è in Francia dove inizia la sua carriera artistica seguendo le tracce della ricerca surrealista e in particolare di Salvador Dalì. Muore all’età di 70 anni il 7 Le sue copertine hanno vestito la musica dei Santana (Abraxas), di Miles Davis (The Bitches Brew). Personalmente apprezzo in maniera definitiva questa immagine solitaria e solenne di una paesaggio posto ai margini fra Oriente ed Occidente, fra Materia e Spirito, fra Acqua e Terra come stessimo per inoltrarci in una isola sospesa dentro estasi primordiali, tuttavia in cui si coglie l’essenza e la presenza di un’intelligenza capace di un ordine fantastico. Misura e regolarità non strutturata con linee rette ma confini sinuosamente curvilinei a togliere densità al paesaggio incredibile. Tutte le componenti restituiscono clamore quasi meditativo e gli scarti fra azzurri e ocra giocano fra superfici orizzontali e verticali in cui solo la natura verdeggiante riesce a trovare sistema di punteggiatura. Sembra un dialogo matematico e non a
marzo nel 2002. Un artista importante non particolarmente conosciuto, anche se nel mondo di una certa musica appare fra i più stimati. Non fosse altro che per le sue raffinatissime elaborazioni visive particolarmente visionarie e uniche, per quel suo immaginare luoghi e situazioni al limite della realtà.
caso alcuni frammenti di “logica geometrica” sono catapultati sopra il fondale come a determinare disturbo a sinistra e a destra di una rettilinea schiera di alberi che dal primo piano arrivano fin sulla collina più lontana sezionando in due il quadro. L’immagine dal titolo “Soundscape” viene realizzata da Klarwein nel 1982 e poco tempo dopo diviene la copertina di un disco fondamentale titolato “Aka Darbari Java – Magic Realism” di Jon Hassell. *** Il quadro è l’ “Annunciazione”, dipinto nel 1962 dal ventottenne Mati Klarwein appena trasferitosi a New York, dopo un periodo di studio a Parigi accanto a Fernand Legèr e Ernst Fuchs. Per lungo tempo la sua arte rimarrà sconosciuta ai più, almeno fino al 1970, quando Carlos Santana, rinviene questo quadro dentro un magazzino e ne rimane particolarmente colpito, al punto da volerlo per
la copertina del suo secondo album dal titolo “Abraxas”. La forma appare assai composita e le tonalità al limite massimo del loro valore timbrico; i simboli si rincorrono numerosissimi. La figura nuda al centro della composizione (ispirata alla allora fidanzata Jill, di Guadalupe) ritrae una lussureggiante donna di colore intesa come la Vergine (davanti alla vagina è posta una colomba bianca …); in lontananza tre nomadi nigeriani simulano le figure dei Re Magi; la silfide vermiglione è infine l’Arcangelo Gabriele che attraverso le conga costrette fra le gambe rivela la imminente maternità. Ma l’idea del dipinto, oltre alla complessità figurativa espone anche un’idea sincretica: sia Cristo, come il Buddha sono concepiti in maniera immacolata e il quadro rappresenta l’annunciazione di entrambi … Il Cristo viene annunciato da
Gabriele (impersonato da una ragazza che, come disse l’autore, rimase appesa al soffitto dello studio per ore e ore) mentre simbolicamente si può scorgere un uovo mentre si dischiude (segno di fertilità); il Buddha viene rappresentato dall’elefante che insemina sua madre attraverso la proboscide … Il dipinto realizzato con una tecnica desunta dalle forme del Rinascimento e dal Kitsch orientale, utilizza la pittura ad olio su tela incollata sopra una tavola di legno e in seguito, per diventare la
copertina dei Santana viene corredato dal logo realizzato da Bob Venosa, un artista americano, assiduo frequentatore di Salvador Dalì. *** Fu Miles Davis stesso a scegliere il quadro di Mati Klarwein per la copertina di “Bitches Brew” pubblicato nel 1970. La composizione densamente carica di colori posti in contatto mentre descrivono magicamente la notte e il giorno, si alterna nella sua forma dicotomica in un gioco fra bianco e nero, traducendo significati di armo-
nia fra gli uomini dalla pelle bianca e quelli di pelle nera. Nelle visioni simboliche nutrite da atmosfere esoteriche si materializzano scene surreali: un doppio volto scaturisce dal prolungamento delle dita di due mani intrecciate; l’energia del cielo attraversando le nuvole scuote i capelli della giovane donna abbracciata al suo compagno; nella notte stellata le orazioni antiche vengono cantate da una celebrante in estasi, ornata di aureola contenente una luce oscura, invisibile; i fuochi della passione terrena furoreggiano fra terra e cielo inondando gli spazi di sinuosità aranciate mentre il mare musica il silenzio attraverso le sue onde. Tutto sembra evocare “ Madre Africa” e disporre perché i segni possano espandere la loro magia, al fine di comprendere con l’istinto le proprie radici primordiali.
“Art&Cover”, uno sguardo a tempo di rock Lunedì 2 aprile al debutto presso il Centro Studi Judicaria una mostra sulle copertine-mito della musica internazionale Lunedì 2 aprile alle ore 18.00 presso le Sale Expo del Centro Studi Judicaria a Tione di Trento verrà inaugurata la mostra iconografica intitolata “Art&Cover - la forma visibile della musica rock”, che si avvale di 112 quadri con le più significative copertine di dischi che hanno “vestito”, contraddistinto, segnato ed accompagnato la musica rock dalle origini ad oggi. Una rilettura originale e forte a livello simbolico di oltre 60 anni di grandi album che hanno fatto la storia della musica, viste sotto la prospettiva della bellezza, degli spunti suggestivi, della tendenza che le copertine dei 33 giri realizzate da grandi artisti
hanno saputo e sanno tutt’ora trasmettere. Tutte le immagini sono corredate di testi storiografici, indicazioni e suggerimenti interpretativi, osservazioni critiche e curiosità; un modo per contestualizzare immagini e significati, testi e momenti storici. La collezione, ideata e realizzata da Alessandro Togni e Tiberio Salvaterra sarà presentata dal presidente del Centro Studi Judicaria prof. Graziano Riccadonna e rimarrà aperta tutti i giorni fino a giovedì 12 aprile con orario 16 – 19. Nella giornata conclusiva di giovedì 12 aprile alle ore 20.30 si terrà una conferenza di ap-
profondimento con gli autori: Alessandro Togni si soffermerà prevalentemente sugli aspetti estetici delle immagini di copertina, mentre a Tiberio Salvaterra è affidato il compito di relazionare sui periodi storici e sugli stili musicali. Una mostra a tutto tondo, dunque, che si propone di presentare la grande musica sotto una lente diversa, sfaccettature significative che dalle immagini portano ai suoni e viceversa. Tra le copertine scelte, 112 che abbracciano un periodo che va dal 1938 fino al 2010, troviamo alcuni must, fotografie e dipinti che restano nell’immaginario collettivo come la celebre “Banana” sti-
lizzata di Andy Warhol per l’album omonimo dei Velvet Underground , come Sgt. Peppers dei Beatles con tanti personaggi celebri in copertina come Fred Astaire e Karl Marx; oppure le
atmosfere epiche e ancestrali di “Relayer” degli Yes, senza dimenticare due masterpiece come “Dark side of the moon” e “Animals” dei Pink Floyd. “Tutte le copertine – spiegano i curatori – sono ordinate con un criterio tipologico, un filo conduttore di stile e suggestione e non con rigidi criteri cronologici che rischiavano di sfalsare il senso complessivo della mostra. Pensiamo sia una bella occasione per chi ha qualche anno di rivivere e ricordare gli album che hanno contraddistinto gli ultimi 50 anni, per i più giovani di scoprire la creatività sparsa a piene mani sui vecchi 45 giri.” r.b.
Cultura
Per i 65 anni, il Coro Presanella insieme a quello della Sat
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A Pinzolo, PalaDolomiti fa il pieno con i cori di montagna Questo modo di comunicare il sentire, l’anima del popolo, si era diffuso qui da noi in un un trascorso non molto lontano, quando ci si accontentava di poco, nell’immediato dopoguerra, un’epoca caratterizzata da tante fatiche, dal fenomeno dell’emigrazione, da pochi mezzi e da un ambiente avaro di risorse, per di più senza juke-box, tv ed altri strumenti che oggi consentono di portarsi la musica persino in tasca e di ascoltarla quando se ne abbia voglia. A tale periodo risale anche la nascita del Coro Presanella di Pinzolo, che quest’anno commemora 65 anni di attività con alcune manifesta-
C
antare insieme, propria comunità delle cui di Giuseppe Ciaghi oltre che procutradizioni spesso il coro rare piacere a chi lo fa e a chi ascolta, ad offri- diventa la voce, capace di rievocarne e di celebrarne, re momenti di divertimento, di commozione e di gioia, attraverso testimonianze canore, la storia, gli eventi, le opportunità di condivisione spirituale e di accrescimento abitudini e le usanze, lo spirito e i sentimenti, esibendosi culturale, rappresenta da sempre un formidabile stru- ora in cerimonie pubbliche, istituzionali, ora in concerti mento di socializzazione, di conoscenza reciproca e di ag- a teatro, talora anche improvvisando un inno degli alpini gregazione tra persone, un modo di uscire dal proprio gu- o un canto di montagna dentro un bar o su un crocevia scio individuale per partecipare alla vita degli altri, della per la gioia di quanti vi si trovano a passare. zioni “speciali”, come la serata con il Coro della Sat al PalaDolomiti e la salita, a giugno, sulla Presanella, la vetta più alta del Trentino per un eccezionale concerto in quota. Senza però venir meno ai tradizionali appuntamenti, quali la sera di Natale nella chiesetta di Sant’An-
tonio di Mavignola, “Dinànç da la Parzìf”, imperdibile rassegna di canti natalizi dall’Epifania, “Le maitinàde”, un omaggio al tema dell’amore nelle consuetudini della gioventù valligiana, i canti per il Premio Internazionale della Solidarietà Alpina, l’accompagnamento
della Messa nella chiesa di San Martino a Mantova a ricordo degli emigranti rendenesi, e una serie di “uscite” in rappresentanza della nostra terra, fuori provincia, ma anche all’estero, (in Austria, Germania, Usa, Canada...). Si costituì nel 1947 per iniziativa di un gruppo di amici
A Cavrasto è stata presentata la “Fondazione don Lorenzo Guetti” In questo avvio di 2012, Anno Internazionale delle Cooperative, è stata presentata, a Cavrasto, la nascente “Fondazione don Lorenzo Guetti”. Obiettivo: valorizzare, nel 165esimo dalla sua nascita, la figura e l’opera del fondatore del movimento cooperativo Nell’Anno Internazionale delle Cooperative sta per nascere la “Fondazione don Lorenzo Guetti”. Stasera, a Cavrasto, è stata presentata ai rappresentanti di cooperative, enti e associazioni della “culla della Cooperazione”. L’incontro è stato coordinato da Guido Donati. Presenti, tra gli altri, il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, e il presidente della Cooperazione Trentina, Diego Schelfi. “Se uniamo le radici di don Lorenzo Guetti alla voglia di fare, allo spirito di appartenenza – ha osservato Schelfi – sta per partire una grande cosa. Naturalmente, da parte nostra, c’è l’accompagnamento forte e convinto a questa iniziativa”. La “Fondazione don Lorenzo Guetti” è una istituzione culturale. Obiettivo: valorizzare la figura e l’opera del fondatore del movimento cooperativo trentino, ma anche il territorio dove l’idea guettiana è diventata realtà e il tessuto sociale ed economico del Trentino dove questo modello ha messo radici forti. L’assemblea legislativa provinciale ha votato la legge che istituisce questa
Fondazione. Successivamente la Giunta provinciale ha impegnato risorse economiche per consentirne l’avvio. Sono state illustrate le caratteristiche di questa realtà per intraprendere un percorso partecipato e condiviso con gli enti locali e le cooperative della valle. Importante anche la ricerca curata, a quattro mani, da Giorgio Corradi e Luca Iori nell’ambito del “Progetto Incipit” della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Lo studio ha elaborato contenuti, attività istituzionali, organi sociali, consiglio di amministrazione e altri elementi distintivi della Fondazione. “Don Guetti possedeva una forte capacità imprenditoriale – è stato spiegato – ma era attento anche ai bisogni della gente comune. Se una persona aveva un problema andava da don Guetti”. Se studiamo “la storia del Trentino e della sua Autonomia – ha osservato il consigliere provinciale Roberto Bombarda – vediamo emergere il parallelismo tra Alcide Degasperi e don Lorenzo Guetti. Gli studi evidenziano
una statura di gigante per il curato del Bleggio. Se noi riconosciamo a don Guetti la figura di gigante credo che, egli, meriti lo stesso livello di studio, di divulgazione perché don Guetti è un patrimonio del Trentino e non solo delle Giudicarie, del Bleggio e del Lomaso”. L’idea della Fondazione don Guetti “è un investimento sul futuro, il tassello di un mosaico importante per il futuro del Trentino – ha concluso Dellai – Essa può diventare uno strumento per rafforzare la rete tra le tante realtà del territorio per il suo sviluppo professionale ed economico”. La costituzione ufficiale è prevista nei mesi di marzo-aprile. Inizio attività: nel corso della primavera. Tra gli appuntamenti: il 120esimo di fondazione della prima Cassa Rurale del Trentino, a Quadra di Bleggio. “Nasce modesta e senza pretese ma sembra animata a fare sul serio quello che farà”. Così don Guetti centoventi anni fa. Parole che sembrano adattarsi alla nascente “Fondazione don Lorenzo Guetti”.
che cantavano nel coro parrocchiale dopo una ascensione in Presanella, fra cui Leo Monfredini, grande appassionato di musica, che ne divenne il maestro. Costui, accanto agli adulti, raccolse anche un gruppo di ragazzi “i fringuelli del Brenta” da istruire per aver pronti quali ricambi. Dopo di lui parecchi si sono avvicendati alla guida del complesso. Fra costoro merita un cenno Paolo Bruti, che vi ha dedicato la bellezza di 34 anni. Oggi la bacchetta è in mano a Massimo Caola, impegnato a rinnovare il repertorio per adeguarlo alle esigenze di una sensibilità musicale più moderna. Luca Cereghini ne è presidente da diversi anni. Disponibile, sempre attento a curare l’organizzazione delle prove e delle manifestazioni, è riuscito a fare del Coro una vera e propria famiglia molto affiatata, impegnata a migliorarsi sempre più. Un successo, (il tutto esaurito), si è rivelata la sera dell’11 febbraio all’auditorium del PalaDolomiti con tanti appassionati giunti a Pinzolo anche dalle valli vicine, per ascoltare il concerto del Coro della Sat, venuto quassù a rendere omaggio al Coro Presanella che celebrava i 65 anni della fondazione. Proprio il Presanella con il suo inno, “la Presanella”, e “Campane del Campanil Basso” ambedue armonizzati dal maestro Leo Monfredini, seguito da “Girolemìn”, canto tipico della Rendena, la valle dei moleti, introduceva lo spettacolo. Il coro della Sat è presente al completo. Comincia con “La bela giardiniera” di Giovanni Veneri “rimasta tradita sugli anni ventitré”; segue “Ama chi t’ama”, “Varda la luna”, “La scelta feliINDUSTRIALIZZAZIONE
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ce”, “El canto della sposa” e, a gran richiesta tra applausi scroscianti, il primo bis, concesso. Con “Siam prigionieri”, “Che fai bela pastora?”, “La bella al mulino” e “Sui monti scarpazi” termina la prima parte tra l’entusiasmo della sala per le esecuzioni impeccabili. Fra il pubblico il professor Paolo Bruti, commenta: “esecuzioni praticamente perfette”. “La Valsugana” di Pigarelli scalda ancor di più il Paladolomiti in attesa dei pezzi più attesi: “In ciel e je une stele” di Mascagni, “Le carrozze” di Renato Dionisi”, e poi ancora “Sui monti fioccano”, “Senti ‘l martello”, “La mia bela la mi aspèta”, “L’aria de la campagna”, “La sposa morta”...E qui è un’ apoteosi. Tra lunghi applausi il coro concede il bis, riproponendo completamente il canto armonizzato da Antonio Pedrotti. “Le maitinade del Nane Periòt” di Arturo Benedetti Michelangeli concludono il repertorio ufficializzato. Tra il pubblico la sensazione di aver assistito ad una serata memorabile. Scambio di doni e fiori per la brava presentatrice Ansel. Il presidente Luca Cereghini, orgoglioso di aver portato il Coro della SAT a Pinzolo, ricorda che l’ultima volta il complesso cantò qui nel lontano 1972, quando si tenne il Congresso per celebrare i cento anni di fondazione della Sat. L’assessore Matteo Campigotto porta i saluti dell’amministrazione comunale, con poche parole, un “bravi!” sincero, venuto dal cuore. Da ultimo, fuori programma, il gran finale: Il maestro Mauro Pedrotti propone altri tre brani: “La Montanara”, “Era sera” e, a sorpresa, il botto “E col cìfolo del vapore” con parte del pubblico in delirio, in piedi ad applaudire seguendo il crescendo del canto, per una formidabile standing ovation. E questa non era che una delle prime tappe della celebrazione dei 65 anni! C’è molta attesa per quello che sapranno offrire le altre. BIOEDILIZIA
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Società
MARZO 2012 Riuscita la manifestazione organizzata dall’associazione “Uno cinque cinque zero”
L’economia Europea e la crisi italiana di scena a Madonna di Campiglio Delle tre serate di “Tre per Tre” organizzate a Madonna di Campiglio, quella che ha destato maggiore curiosità è stata quella che ha visto il confronto tra Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico e Oscar Giannino, giornalista ed economista. Con questi incontri Madonna di Campiglio si presenta sul panorama politico-economico nazionale con confronti di altissimo livello. A fare da moderatore il giornalista della Rai Andrea Vianello già conduttore di importanti trasmissioni televisive quali “Mi manda Rai 3”. Argomento della serata la situazione economica e sociale italiana che sta attraversando una crisi economica e politica molto delicata con pesanti incertezze per il nostro futuro. Letta è partito, forse dall’unico aspetto positivo di questi tempi; la foto del Presidente Monti sulla copertina del famoso Time a testimonianza della recuperata credibilità della politica italiana sul palcoscenico internazionale, dopo anni di scandali ed immagini negative. Oscar Giannino, da esperto economista, ha delineato la situazione europea, illustrando la situazione di difficoltà di molti Stati, a partire dalla Grecia, per poi passare alla Spagna e alla Francia, che presenta indici economici e di bilancio non proprio virtuosi. Tornando alla situazione italiana, Letta ha ripercorso questi ultimi mesi che hanno visto il nostro paese più volte sull’orlo del fallimento, con tassi di interesse ed uno spread rispetto al tassi tedeschi che schizzavano continuamente in alto. Letta ha voluto ricordare l’im-
di Enzo Ballardini “Trepertre” è la nuova iniziativa organizzata a Madonna di Campiglio dal neonato Comitato costituito da Anita Binelli, assessore alla cultura e turismo del Comune di Pinzolo e da Walter Vidi, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici della medesima municipalità. Obiettivo, arricchire l’offerta culturale della nota stazione turistica invernale. Il titolo? Dalla mitica “3-Tre”, tre incontri di spessore (il primo un faccia a faccia tra Enrico Letta e Oscar Giannino moderato da Andrea Vianello, il secondo un confronto tra Giovanna Melandri e Giorgia Meloni, sempre con il coordinamento di Vianello, il terzo un’intervista/conferenza con Gianni Riotta tenuta da Raffaele Crocco). Alla “3-Tre” è stata dedicata una bella mostra inaugurata dal presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai e dall’indimenticato campione della Valanga Azzurra Gustav Thöni che hanno ufficialmente dato il via a “Campiglio Trepertre Idee d’alta quota” il progetto ideato dal Comi-
Enrico Letta e Oscar Giannino - foto Matteo Ciaghi
portanza dell’unità europea nello scenario internazionale. Se il gruppo del G.7, i principali paesi mondiali per importanza economica, con la presenza della Germania, Francia, Italia e Inghilterra, venisse fondato oggi, nessun paese europeo ne farebbe parte. In questi ultimi anni la crescita economica della Cina ed India, alle quali si aggiunge il
tato Uno-Cinque-Cinque-Zero che, prendendo spunto dal ritorno il prossimo dicembre della leggendaria “3-Tre”a Madonna di Campiglio, intende valorizzare ed arricchire l’offerta del territorio attraverso dibattiti, mostre, convegni, pubblicazioni. “Madonna di Campiglio ‘doveva’ riavere la “3-Tre” per una ragione fondamentalmente di equità” ha dichiarato il presidente Lorenzo Dellai.” Ma poi questi diritti bisogna meritarseli sul campo con professionalità, impegno e originalità. Da questo punto di vista il progetto ‘Campiglio Trepertre idee d’alta quota’ ha tutte le caratteristiche per imporsi come un progetto vincente. Senza temere confronti con nessun’ altra località, Cortina compresa”. Dopo una carrellata di ricordi sulla sua fantastica carriera che proprio alla 3-Tre ha visto alcuni dei momenti più significativi, Gustav Thöni ha inaugurato la mostra fotografica che ripercorre gli oltre 60 anni di vita della gara di Campiglio. Brasile, stanno cambiando gli scenari economici mondiali e stanno relegando l’Europa in secondo piano. Solo un Europa unità potrà competere sullo scenario internaizonale. Se l’Europa nei prossimi cinque anni non riuscirà a completare il percorso di unione che ha intrapreso da molti anni, con l’elezione diretta di un Governo e di un Presidente europeo, la democrazia sarà a rischio in quanto vi sarà la tentazione degli stati più forti di imporsi a quelli più deboli come avviene oggi con la Grecia. Oggi sia Barroso Presidente della Commissione Europea, sia Draghi, Presidente della Banca centrale europea, non sono stati eletti dai popoli ma dai maggiori Stati e quindi non garantiscono pienamente la democrazia come in uno Stato federale. Anche Giannino ha ripercorso le principali tappe dell’unificazione europea. L’entrata dell’Italia nell’euro è stata imposta dagli industriali Tedeschi che altrimenti temevano la concorrenza delle imprese italiane. Giannino auspica che dopo
l’era Berlusconi si affaccino sulla scena politica, personaggi che riescano finalmente a riformare lo Stato. E’ indispensabile, ha sostenuto, che il pubblico si ritirari dalla pessima gestione delle attività economiche, lasciandole ai privati e diminuendo al contempo la pressione fiscale per ridare competitività alle imprese italiane, che hanno le capacità e le competenze per farsi valere sui mercati mondiali. Anche Enrico Letta ha affrontato il nodo della crescita economica, plaudendo il Governo Monti che in questi pochi mesi con l’approvazione alcuni provvedimenti, il “Salva Italia” e ed ultimamente il “Cresci Italia” ha imboccato la strada giusta per il rilancio dell’economia. Ora il problema maggiore ha ribadito è l’occupazione dei giovani e delle donne, due ferite che dovranno essere affrontate con provvedimenti adeguati. L’Italia viene descritta come un paese con il freno a mano tirato che ha bisogno di essere sbloccato per ritornare a crescere. Letta ha concluso l’intervento con una citazione che ha sorpreso non poco. Ha parlato di “Padania” ovvero la zona europea che va da Ventimiglia a Trieste, con oltre 22 milioni di cittadini europei e che rappresenta l’area più ricca d’Europa. Un richiamo che farebbe felice il popolo leghista e che invece viene avanzato dal Vicepresidente del Partito Democratico. Anche quest’ultima citazione conferma come in questi mesi siano cambiate molte cose in Italia e la speranza di un recupero economico, etico e democratico sia più vicina.
Cultura èl Bòcia – Allora, se i primi Statuti delle Comunità giudicariesi risalgono al 1500 ed i più recenti al 1700, prima cosa c’era? él Vècio – Prima, ossia nei primi secoli dopo il Mille, il territorio judicariese era diviso nelle Sette Pievi. Allora non esistevano, né sindaci, né consoli, né saltari. Tutto il potere risiedeva nel “pievano”, che era il prete che risiedeva nella Pieve, con poteri sia ecclesiastici che civili. Parlando a grandi linee si potrebbe dire che le grandi rivolte dei contadini agli inizi del Cinquecento, spingono alla fondazione delle prime Comunità delle Giudicarie, che non vogliono più pagare le decime a preti, frati, nobili e quant’altri. Come vedi i problemi sono sempre gli stessi. èl Bòcia – E che fine hanno fatto le “Communitas”? él Vècio – Dal 1800 in poi il termine “comunità” viene a perdere il suo senso organizzativo locale, ed assunse soltanto quello di “aggregazione”, di persone che vivono insieme e condividono una esperienza di vita simile. èl Bòcia – Allora i Sindaci come li vediamo oggi cominciano a comandare ed avere un ruolo quasi assoluto e incontrastato a partire all’incirca dal 1803? él Vècio – No, proprio dal 1806: da quel momento i responsabili dei comuni, che all’inizio erano tanti quasi
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(Seconda parte) Quando un “vecio” e un “bocia” si trovano a parlare di territorio, storia, amministrazione locale
Dialogo sulla Comunità diValle
quanti i paesi, erano chiamati “Capocomune” e dipendevano dalla Dieta di Innsbruck, capitale della Contea del Tirolo, di cui, dalla seconda metà del secolo XIX, facevano parte anche “deputati” trentini, alcuni dei quali anche giudicariesi. Tutt’ora nella sala del consiglio della Contea del Tirolo v’è l’immagine di un campo di grano dietro le rive del Lago di Garda. Considerano il Trentino del sud ancora terra tirolese. Ma, tornando al nostro discorso iniziale, perché le cose oggi vanno così male da fondare la nuova Comunità? A cosa può servire il ritorno al passato? èl Bòcia – Ma, si direbbe che i sindaci abbiano perso un poco la testa. L’altra sera ero ad una riunione pubblica a Trento e il prof. Cerea dell’Università diceva che i comuni trentini spendono in media il 50 per cento in più degli altri comuni italiani. Sono dati preoccupanti e non sostenibili. Inoltre la spesa in
conto capitale, quella per gli investimenti è quattro volte più alta di quella della media delle regioni italiane. In poche parole si potrebbe dire che i veri imprenditori oggi non sono gli “imprenditori” capi delle imprese che producono, ma sono i sindaci che muovono l’economia con i loro progetti che però si devono finanziare, ahimè, con i soldi di tutti. È un’economia inflattiva che nell’economia globale è destinata a fallire. él Vècio. – Ma come mé dìset su (Cosa stai dicendo?) èl Bòcia – In effetti i sindaci dell’ottocento spendevano meno. Ti devo raccontare un ricordo. Devi sapere che provengo da una famiglia che ha governato per decenni i borghi che formano il mio paese: “Villa”, “Barbarone” e “Quartinach”. Mio nonno, il “Beppi da Le Porte”, è stato sindaco per dieci anni dal 1959 al 1969, un bisnonno “Menich” è stato sindaco dal 1919 al 1926, quando il comune venne spostato a Condino, e l’altro bisnonno
Valentino detto Baga, chiamato così perché era piccolo ma aveva una pancia a palla, stretta nel gilè con l’orologio a catenella ben in mostra, lo fu dal 1884 al 1914. Ebbene sai quando apriva l’ufficio comunale nel 1884? él Vècio – Sono io il vecchio e dovrei risponderti, ma non lo so. èl Bòcia – L’ufficio comunale apriva alle sei del mattino. E sai quando chiudeva? él Vècio – No, ma sono curioso? èl Bòcia – Alle sette. Stava aperto un’ora e si trovava nello studio del sindaco. él Vècio – Se ho ben capito, chi aveva bisogno di un certificato o aveva una lamentela doveva andare tra le sei e le sette di mattina nella casa del sindaco? èl Bòcia – Giusto. E v’era un solo dipendente comunale. él Vècio – L’operaio comunale? èl Bòcia – No, solo il maestro elementare, che poi faceva anche da organista, maestro del coro parrocchia-
le e spesso anche maestro della banda. él Vècio – Ma allora si stava meglio ai tempi dei sette pievani e delle Comunità come sostengo da tempo. Forse ho capito. Vorresti dire che la Comunità delle Giudicarie è stata fondata per risparmiare? Per calare le spese? èl Bòcia – Sì, purtroppo sì. Dico “purtroppo” perché per ora la Comunità delle Giudicarie invece sembra a sua volta una spesa in più. él Vècio – Ma la colpa di chi è? Dei sindaci locali, del consiglio della Comunità, del suo presidente? èl Bòcia – La responsabilità di questo stallo secondo me è tutta a Trento. La responsabilità di questo scontro è del Presidente della Provincia. él Vècio – Ma perché? èl Bòcia – Perché la legge che ha istituito le nuove Comunità, secondo me, non doveva indire nuove elezioni locali con nuovi costi a carico di tutti, formare un nuovo consiglio della comunità, un’assemblea faraonica dove
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nessuno si distingue, e riempirla con nuovi assessorati, ma far nominare direttamente dal consiglio provinciale il Presidente e poi far diventare il palazzo della Comunità, che tu puoi vedere dalla finestra della tua cucina, il luogo dell’incontro tra i 39 comuni e i singoli assessori provinciali interrompendo una volta per tutte la processione dei sindaci in Provincia. Questi sono gli errori del Presidente. La debolezza della Comunità è responsabilità di quanti a Trento non spezzano il loro collegamento con il mondo locale. I sindaci si sentono riconosciuti solo quando vedono di persona un assessore provinciale a Trento, mentre gli assessori della Comunità sono praticamente inesistenti. él Vècio – Ma cosa intendi per errori del Presidente? èl Bòcia – Caro Mario, si è fatto tardi e prima che la neve mi impedisca di salire sui tornanti che portano a Breguzzo, me ne torno a casa. Ci vediamo il mese prossimo, alla stessa ora e nello stesso posto. él Vècio – Oh, ma sì bravo. Va a casa prima di dover mettere le catene. Il prossimo mese ti racconterò di come era amministrata la giustizia nelle antiche Comunità e poi nei distretti giudiziali. Tu invece mi racconterai dei costi della nostra politica locale. A cura di Marco Zulberti e Mario Antolini
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Sport
MARZO 2012
Sci a Bolbeno
“Corinpista” e gara di fine corso: altri due strike per le “Coste” Il segreto del successo di una manifestazione che non ha eguali nella nostra regione, sta soprattutto “a monte”, e cioè nella tariffa di soli 60 € che si pratica da dieci anni ormai a quanti si iscrivono ai corsi sci organizzati dalla Sci Club Bolbeno in collaborazione con la scuola italiana Sci Rainalter di Madonna di Campiglio: un’ iniziativa che permette di avvicinare allo sport centinaia di bambini ogni anno, possibile grazie all’impegno di tanti volontari e al sostegno finanziario di numerosi sponsor ed enti istituzionali. La gara rappresenta il terz’ultimo di ben 10 appuntamenti sportivi in una stagione davvero positiva per il piccolo piccolo/grande centro sciistico che quest’anno ha rinnovato la Convenzione sovracomunale, raggiungendo e superando i 50 comuni convenzionati per una popolazione complessivamente interessata che si aggira sulle 80.000 unità. Una serie di dati e cifre dav-
U
n altro fantastico epilogo per i corsi di sci 2011/2012 alla gara di fine corso “Trofeo Giovanissimi” che ha avuto luogo domenica 12 febbraio alle “Coste” di Bolbeno. Divenuta ormai un appuntamento imperdibile per tutti, si è conclusa ancora una volta con un successo pieno: oltre 500 piccoli sciatori ,con relativi genitori, provenienti da ogni angolo delle Giudicarie ma non solo (ricordiamo infatti che anche Comuni del calibro di Arco, Riva del Garda, Ledro e vero impressionanti che in qualche modo premiano tutto l’amore e l’impegno riversato da tutti in questa pista fin dalla sua creazione, oltre mezzo secolo fa. E un altro appuntamento imperdibile è diventata la manifestazione sulla neve “Corinpista”, riservata ai coristi trentini e ai loro famigliari, che per il settimo anno consecutivo si sono ritrovati presso l’impianto sciistico “Coste” di Bolbeno. Domenica 5 febbraio la piccola-grande stazione sciistica ha vissuto dunque l’ennesima giornata da ricordare con centinaia e centinaia di cantori trentini che l’hanno letteralmente presa d’assalto
fin dal primo mattino, accolti dal delizioso benvenuto della “postazione Alpini”. Grazie infatti all’impegno e alla passione del gruppo Alpini Zuclo-Bolbeno è stato allestito un angolo culinario in cui ogni partecipante alla manifestazione poteva deliziare
quasi tutti i Comuni della Valle dei Laghi hanno sottoscritto la convenzione con l’impianto sciistico di Bolbeno per usufruire di tariffe particolarmente vantaggiose per i residenti) si sono riuniti in una splendida giornata invernale. Grazie all’impegno dimostrato ancora una volta da tutti i volontari dello Sci Club Bolbeno, con la collaborazione delle altre associazioni locali, ancora una volta si è potuto organizzare e curare ogni aspetto dell’evento evento in maniera eccellente.
il proprio palato con lesso, patate e “en bronzon”, brodo di carne e l’immancabile Vin Brulè. Oltre ai 240 partecipanti alla gara di slalom gigante, altre 200 persone hanno preso parte alla giornata, tifando le discese dei “colleghi” da fondo pista, e, soprattutto, parte-
cipando all’ottimo pranzo a base di prodotti tipici trentini presso il nuovo Ristorante “la Contea”. “Lo spirito della manifestazione” – precisa il Presidente della Federazione Cori del Trentino, Sergio Franceschinelli - “ha puntato, come sempre, a favorire la conoscenza tra le famiglie presenti, permettendo anche ai più piccoli un divertimento nella massima tranquillità e sicurezza”. Grazie infatti ad un perfetto gioco di squadra con la Pro Loco Bolbeno, lo Sci Club Bolbeno e i Vigili del Fuoco di Zuclo e Bolbeno si è riusciti ad organizzare una giornata davvero perfetta, con tutti i partecipanti che hanno
potuto usufruire gratuitamente del Campo Primi Passi Bolbenolandia e delle relative attrezzature, contribuendo a creare la giusta atmosfera per una giornata all’insegna dell’allegria e del divertimento. Vincitore questa edizione, è stato il Coro Val di Fassa che, grazie alla buona sorte, ha sopravanzato il Coro Negritella di Predazzo. Infatti quest’anno, per ribadire lo spirito non agonistico della manifestazione è stata introdotta una quota probabilistica che prevedeva per i primi dieci cori classificati l’abbinamento ad una busta “Jolly”. Questa conteneva casualmente un punteggio crescente da 10 a 100 punti e il punteggio complessivo che ha definito il coro vincitore è stata la risultanza della somma dei punti conquistati durante la gara e dei punti assegnati dalla fortuna. Appuntamento quindi all’anno prossimo con le immancabili giornate alle “Coste” di Bolbeno! Aldo Gottardi
I piloti Ducati Hayden e Rossi
Attualità
Edoardo Raspelli, un amico della Val del Chiese I suoi servizi su Rete4 hanno resi famosi i prodotti locali
Edoardo Raspelli, ormai è un habituè della nostra zona. Uno di noi. Delle nostre valli conosce usi, costumi. Soprattutto le specialità gastronomiche. A tutti sono noti i suoi cortometraggi televisivi sulla farina di Storo. Ma il giornalista di Rete4, conduttore di MelaVerde, trasmissione di punta della domenica delle reti Mediaset, i prodotti nostrani li ha sponsorizzati proprio tutti. Dallo speck di Pieve di Bono, alla spressa di Roncone, dal salmerino di Storo, alla patata del Bleggio. Per non parlare delle erbe officinali della Rendena o delle creme di bellezza delle Terme di Comano. Insomma, un veicolo pubblicitario in carne ed ossa. Eppure, la sua assidua presenza qui, in Giudicarie, ha un nome. Si chiama Vigilio Giovannelli. Con cui, ce lo racconta lui stesso, ha instaurato un rapporto di simpatia, che lo ha indotto a tornare più volte, con la sua troupe, nei nostri paesi. L’ho incontrato durante l’ultima registrazione della puntata numero 408, di Melaverde. Tema - manco a dirlo - “Il regno della farina”, ovviamente quella
gialla. La più gialla che c’è:quella di Storo. Nelle nuove strutture di Agri90, ci siamo conosciuti. Davanti al caminetto dell’Agritur Armanini, altra nuova interessante realtà della Val del Chiese, tra un marzemino e una fetta di speck, abbiamo fatto amicizia. E’ un personaggio alla mano. Prestato alla televisione, dice, ma con una penna da far invidia, legata alle sue origini di giornalista/gastronomo. Sua è la rubrica, a tutta pagina, ogni giovedì sulla Stampa di Torino, da dove decanta e bacchetta, i protagonisti della ristorazione Italiana. E non solo. Sue sono le bocciature al colosso americano della Mc Donalds. Una stroncatura, che gli è costata una causa miliardaria. Ma che gli ha anche dato una grande notorietà, a processi conclusi - a suo favore - sulle pagine del New York Times e di altre testate di quel calibro. E’ stato lui, a raccontarmi gli inizi avventurosi sua carriera. I primi scoop di nera negli anni dell’Italia di Piombo, al Corriere della Sera. E, la svolta, al
Foto Sai Storo
Foto Sai Storo
giornalismo culinario, con quel grande direttore che è stato Cesare Lanza. Da allora, ha cominciato a scrivere di piatti tipici, di ristoranti, di trattorie, di mangiar bene. Un settore in cui, è bene dirlo, non abbiamo rivali. Sue sono le guide gastronomiche dell’Espresso come “Guida d’Italia” e “Italia golosa”. Poi è arrivata la televisione. Prima in Rai. Poi, quattordici anni di legame, stretto, con le reti del Biscione, che gli hanno fatto conoscere, “l’Oro giallo” di Storo. Ora qui è un amico. Dove viene, e soggiorna volentieri. Alla Valle – dice – non manca niente. E’ una zona speciale, ricca di prodotti eccezionali, un ambiente semplice e tanta tradizione. “Forse – dice – dovremmo aver più cognizione della nostra ricchezza”. Che cosa manca? “Mah – soggiunge – forse un grande albergo categoria superlusso. Ci sono tanti posti accoglienti, ma un vero salto di qualità, anche per attirare una clientela più facoltosa, potrebbe venire proprio da un hotel a quattro o cinque stelle”. L’ho seguito davanti alle telecamere, mentre registrava la puntata andata in onda il 19 febbraio. E’ davvero un gran professionista. Flemmatico, con quei chili che non riesce a smaltire, ma efficace. Sa dosare le parole mentre i riflettori illuminano la scena. Sa far risaltare, come pochi, persone e prodotti. Caro Edoardo, torna più spesso. I tuoi servizi esaltano i nostri prodotti. Ora è l’Italia intera, che li mette in tavola! Ettore Zini
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“Cul Martel”: 4 anni di tricks a Spiazzo Il 4 febbraio scorso si è svolto in una gelida ma partecipata serata alla pista “Sombiacia” di Spiazzo, opportunamente attrezzata a snow-park, il quarto contest di sci e snowboard freestyle “Cul Martel”, ormai appuntamento imperdibile per tutti i freestylers della valle e non. Originariamente organizzato a Pinzolo, da quattro anni la competizione amatoriale si è spostata alla piccola ma completa pista di Spiazzo, dove, sebbene l’edizione di quest’anno sia stata meno partecipata del solito (l’anno scorso si sono oltrepassate le 60 iscrizioni), per la concomitanza nella stessa data di altre gare a livello nazionale e anche per la temperatura particolarmente bassa si sono registrati comunque buoni numeri di iscrizioni e soprattutto si è visto un numerosissimo pubblico, più di 400 persone! Le performance sono state giudicate da una giuria composta da 3 maestri di sci e snowboard. Gli atleti sono stati suddivisi in sei categorie: under 16 maschile (sempre più numerosi), under 16 femminile, riders maschili, riders femminili (anche queste in aumento), skiers maschili e skiers femminili. A ridosso della pista i volontari della Pro Loco hanno allestito un capannone riscaldato, nel quale è stato approntato un servizio bar attivo per tutta la durata della gara e oltre. All’esterno del capannone invece si è vissuta l’emozione della gara in diretta: la musica non stop di dj Giulio ha fatto da perfetta cornice e il pubblico ha potuto seguire le evoluzioni degli atleti sia costeggiando la pista sia grazie alla videocamera che ha proiettato in diretta le immagini sul maxi schermo installato ai piedi della pista. La manifestazione, momento imperdibile per ogni appassionato di X-sports invernali della Val Rendena e non solo, è resa ogni anno possibile dall’unione di forze capitanate dalla Pro Loco di Spiazzo e dalla Scuola Italiana di Snowboard Zebra alla quale si uniscono Findy Shop, il Comune di Spiazzo e i suoi operai, la Cassa Rurale di Spiazzo e Javrè, i Vigili del Fuoco Volontari di Spiazzo, l’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo, i volontari della Pro Loco di Spiazzo e i vari sponsor. Parla il presidente della Pro Loco di Spiazzo, Fabio Terzi: “Il Cul Martel si rivela ogni anno una manifestazione vincente e decisamente apprezzata. L’impegno e il duro lavoro dell’organizzazione e dell’allestimento vengono sempre ripagati al meglio. Ogni anno cerchiamo di impegnarci, migliorare i dettagli e proporre qualcosa di innovativo in modo da rendere quest’evento sempre più allettante e coinvolgente. L’anno prossimo sarà la quinta edizione e abbiamo in mente grandi progetti. Ma la cosa fondamentale che rende il Cul Martel unico sono tutti i ragazzi, che vengono anche solo per provare o come spettatori che hanno voglia di stare insieme e di divertirsi nel nome dello sport. Per aggiornamenti, video e foto tenetevi aggiornati sulla nostra pagina di Facebook!” Anche Gabriele Lorenzi, organizzatore e maestro presso la Scuola di Snowboard Zebra, vuole commentare questa edizione: “Le risorse umane messe a disposizione per l’evento da una realtà piccola come Spiazzo sono rare da trovare perfino nelle più grandi località sciistiche. Il lavoro volontario di tantissimi ragazzi ha fatto la differenza nell’organizzazione della gara. Sicuramente un successo, sia in termini di spettacolo che di pubblico”. Aldo Gottardi
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La Posta
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LA POSTA
Crisi? Da prendere sul serio Senza allarmismi, ma con la coscienza che serve responsabilità e sacrificio per uscirvi
Caro Amistadi, ho notato che hai preso sul serio la crisi che è calata inesorabile sull’Italia e che sta sconvolgendo la nostra vita molto più di quanto si pensasse qualche mese fa. Apprezzo anch’io il governo Monti che se non altro cerca di metterci una pezza per non farci fare la fine della Grecia,
ma sulla nuova normativa riguardante le pensioni ho delle forti perplessità. Mandare la gente in pensione sempre più tardi significa non lasciare il posto ai giovani che sono in attesa, era proprio necessaria una norma del genere? Manuela
Mi sembrano, le sue, considerazioni di buon senso. Anche a me la riforma delle pensioni non è piaciuta poi molto. Devo ammettere che di economia non me ne intendo granchè e faccio fatica a seguire le misure di austerità che il governo Monti sta
imponendo ad un paese sull’orlo del baratro. Allora ne ho parlato con un amico che ne capisce molto più di me chiedendogli spiegazioni. “In una corriera piena, per far salire altra gente, bisogna che qualcuno scenda, ma se nessuno scende chi altri
potrà salire su quella corriera?” Con questa metafora ho cercato di rendere chiare le mie ragioni: come potremo aspettarci che i giovani trovino lavoro se nessuno andrà più in pensione? E la risposta del mio amico è stata altrettanto chiara: “Guarda
I partiti non sono più rappresentativi
Egr. Amistadi, come lei spesso scrive, viviamo in un periodi di confusione politica, i partiti sono ormai alla frutta, non si vede niente di nuovo, i recenti congressi del PDL e dell’UPT provinciali hanno dato la misura di come ormai i partiti non siano più rappresentativi, né portatori di istanze e di valori, ma solo di interessi di parte, lei, che ormai ha raggiunto la pace dei sensi e può parlarne con obiettività, che ne dice, condivide? Mauro
Una premessa: è vero che ormai, estraneo ad ogni attività politica, dedicandomi ad altre cose più confacenti alla mia età ed alla mia indole, posso garantire sobrietà di giudizio, obiettività e ponderatezza, è quello che mi prefiggo in questa mia rubrica, ma che abbia raggiunto la pace dei sensi, non me l’aveva ancor detto nessuno e lo respingo simpaticamente al mittente. Per quanto riguarda i partiti, senta questa: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientela: scarsa e mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi e vaghi, sentimenti e passione zero. Gestiscono interessi, i più disparati,
i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze ed i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzazioni di popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sottoboss”....” Ehi, vi garantisco che non è roba mia, lo ha detto Enrico Berlinguer prima di morire, e se l’ha detto Lui, c’è da crederci, anche perchè nel frattempo le cose sono peggiorate, e di molto! (a.a)
A SAN LORENZO
Quella nuova toponomastica non rispettosa della storia Che S. Lorenzo avesse bisogno del riordino della numerazione civica era sotto gli occhi di tutti. Che avrei detto la mia, o quello che lo spazio consente, la persona che l’amministrazione comunale ha incaricato di pianificare l’opera lo sa da tempo. “Guarda che però alcune cose me le hanno cambiate” è stata la sua replica. “Le osservazioni le potevi fare in occasione delle riunioni appositamente convocate” mi sembra di sentir dire. Giusto. Ma si raccontava che chi ne aveva fatto, di osservazioni, non era stato preso in considerazione. E francamente alcuni problemi si sarebbero potuti risolvere attingendo a un po’ di buon senso. Dico di chi, a livello comunale, avrebbe dovuto vagliare le proposte prima di approvarle. Stupisce poi che il complesso lavoro non sia stato assegnato a più persone. Tra l’altro alcune migliaia di euro potevano far comodo anche a qualche giovane, visto che non servivano
competenze specifiche. E dunque: alcuni nomi di strade sono in italiano, altri in dialetto (con accenti ondivaghi) per arrivare a ibridi assurdi come in “Vicolo degli Oséi”. L’uso delle preposizioni a tutti i costi, a mio povero parere spesso fuori luogo, ha prodotto anche un risultato tra il ridicolo e il macabro in “Largo ai Caduti delle guerre”. Possibile che in oltre cinque anni di lavoro, discussioni, incontri a vari livelli, limature, sia sempre sfuggito a tutti? Poi strade, vie, salite. A San Lorenzo più o meno sono tutte salite. Anzi no. Una Via Piana c’era, almeno nel parlare della gente: quella che da Pergnano alta porta a Senaso. Ma quella è diventata invece “Via del Caputèl” e lì un capitello non c’è più: franato da oltre mezzo secolo. Ci sono capitelli su almeno altre cinque strade del paese ma a quelle sono stati dati altri nomi. Androne. Quella dei Polòni è a Berghi nelle immediate
vicinanze del casone in cui abitava il ceppo originario dell’antica famiglia. Ma allora perché, su iniziativa del comune, qualche anno fa la targhetta “Casa dei Polòni” è stata piazzata su un vecchio edificio di Glolo? Quella di Glolo è casa acquistata da una delle famiglie dei Polòni dopo la “diaspora”. Lo sanno tutti. Passiamo ai santi: molti,
troppi. Ricordati nelle rispettive chiesette frazionali li hanno messi anche sulle strade facendone pure litigare qualcuno: S. Rocco e S. Sebastiano, titolari della medesima chiesetta, danno il nome a due differenti vie. E tutto senza nemmeno conoscere i costi economici, diretti e indotti, definitivi. Miriam Sottovia
che se la corriera rimane senza benzina, non andrà più da nessuna parte e dovranno scendere tutti!” Come a dire: se l’economia nazionale va a rotoli, non ce ne sarà per nessuno, né lavoro, né speranze di ripresa, e saranno guai per tutti. E l’innalzamento dell’età pensionabile è solo uno dei tasselli della manovra finanziaria, e neanche l’unico, di certo uno dei più importanti. Se ci può consolare, nel resto d’Europa, l’età pensionabile è, da tempo, più alta che in Italia, eppure la disoccupazione giovanile è più contenuta che da noi. L’importante è fare in modo che a questa povera corriera chiamata Italia, venga ridata benzina perchè possa tornare a viaggiare, possibilmente a velocità più elevata di quella degli ultimi anni. Adelino Amistadi
Ici alla Chiesa? Sì, ma con attenzione Spett. GDG, sono state sollevate molte polemiche in merito al pagamento dell’ICI sugli immobili da parte della Chiesa, a me sembra giusto, perchè penso che la Chiesa non debba essere al di sopra delle leggi e delle norme, anche di quelle fiscali, che regolano lo Stato, e questo dovrebbe valere anche per molti altri: sindacati, innanzi tutto, partiti, fondazioni politiche, finte associazioni, circoli più o meno politicizzati ecc. che fanno quotidianamente attività commerciale. Ma per quanto riguarda la Chiesa non bisognerebbe dimenticarne l’azione generosa su mille fronti, anche e soprattutto in supplenza dello Stato. Basterebbe citare solo le innumerevoli mense Caritas che sono l’unico sostentamento per tanta povera gente in ogni parte d’Italia, anche a Trento, l’accoglienza per i profughi, l’assistenza agli abbandonati, gli oratori per i nostri ragazzi, ecc. ecc... Io spero che sulla questione si decida con un minimo di buon senso e di obiettività Paolo
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Spazio aperto/lettere
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Alle Terme di Comano e in Trentino...
Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le famiglie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualora non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona.
Upt: finalmente si volta pagina Lo scorso 22 febbraio presso la sala congressi delle Terme di Comano si è tenuta l’assemblea territoriale per il rinnovo del coordinatore delle Giudicarie dell’UPT. In corsa c’erano l’arch. Alessandra Sordo e Marcello Mosca, persona vicina all’uscente Piergiorgio Ferrari. La schiacciante vittoria della Sordo (211 a 112) è tanto clamorosa quanto ovvia vista l’inerzia con la quale l’UPT è stato guidato dal 2009 e cioè da quando l’ex segretario di Dellai, Ferrari, una volta prese in mano le redini del partito lo ha utilizzato per preparare al meglio la sua candidatura nel 2010 nella Comunità di Valle.
Sono sempre più convinto che le armi non danno sicurezza; anzi creano forte tensione, sia in chi le maneggia e sia in chi se le trova, suo malgrado, puntate in faccia. Solo nei film vediamo queste armi maneggiate con estrema scioltezza ed affrontate disinvoltamente dai super eroi della celluloide. La realtà è ben diversa, ed anche con personale ben addestrato, in più occasioni ci scappa l’incidente. Ora mi chiedo, come si può pensare che qualche colpo sparato al poligono possa dare quella professionalità e quella sicurezza psicologica necessarie ai nostri vigili per maneggiare un’arma? Se poi consideriamo che i nostri amministratori lamentano spesso difficoltà di bilancio, sono convinto che le esercitazioni saranno sporadiche e con pochi colpi da sparare.
Anche in quest’ultima occasione si è cercato di fare lo stesso giochetto, e cioè impadronirsi del partito per decidere poi, unilateralmente, le candidature in Giudicarie in vista delle imminenti elezioni provinciali con il fido Giuseppe Bonenti, secondo i ben informati, già sulla rampa di lancio da mesi. Ma stavolta qualcosa è andato storto e i numerosi tesserati presenti a Comano hanno letteralmente mandato a casa gli ex timonieri di un UPT ormai sparito dalla scena politica nella nostra zona. Forse ora qualcuno dei perdenti (Ferrari e Bonenti in primis) si morderà le dita per non aver
accettato i numerosi tentativi di compromesso, da molti auspicato, visto anche l’epilogo con il quale il partito a livello provinciale è riuscito a trovare l’intesa sul nome di Flavia Fontana. Sono certo che la nuova coordinatrice saprà risollevare l’UPT dalle sabbie mobili in cui era stato traghettato in questi ultimi due anni, rilanciando l’attività politica a servizio della comunità giudicariese. Un dato deve far riflettere: dalle urne i voti assegnati a Marcello Mosca sono stati 112 vale a dire pressappoco gli stessi con i quali Ferrari vinse per soli 4 voti su Appolloni nel 2009 (94!). Ciò si-
gnifica che in due anni il coordinatore uscente non è stato in grado di incrementare il suo consenso in quanto finalizzato a proprio uso e consumo. Sicuramente degna di nota la folta presenza di giovani giunti a Ponte Arche, segno di una volontà da parte della base di essere compartecipi nelle scelte di un partito che deve ritornare protagonista nella nostra valle e dire la sua sui molti problemi irrisolti ormai da troppo tempo (viabilità, sanità, turismo, disagio giovanile). In conclusione vorrei esprimere un auspicio che so essere condiviso da molti: mi piacerebbe che il buon Giuliano Beltra-
mi, quando si diletta sui giornali a descrivere gli accadimenti politici nella nostra zona, si “svestisse” una volta per tutte di quel sarcasmo frivolo che lui usualmente utilizza nel condire i suoi articoli, assumendo quell’atteggiamento di osservatore distaccato che si permette di impartire lezioni morali a chiunque, quasi schifato da tutto ciò che riguarda la politica e i suoi giochetti. Vorrei tanto ricordasse, quando scrive i suoi articoli, che pure lui si muove quotidianamente in un mondo che
Sulle armi ai vigili Dopo la lettera di Davide Ballardini, ancora dubbi sull’efficacia di armare la forza di polizia municipale
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n questi ultimi giorni sulla stampa locale si è tornati a parlare di armi ai vigili urbani, che poi siano di Trento, di Tione o di qualche altro luogo poco importa. Gli stessi ultimi tristi avvenimenti di cronaca nera,
che hanno visto protagonista un vigile urbano arrestato per aver sparato e aver colpito a morte un delinquente, mi danno lo spunto per esprimere alcune considerazioni personali.
Non ricordo che sul nostro territorio, si siano avuti conflitti a fuoco e spargimenti di sangue alla “ ok korral “ per intenderci e sì che ho quasi sessant’anni. Forse si vuol creare quel falso clima di sicurezza, perché non si è in grado di curare il male con altri mezzi che richiedono ben altro impegno, competenze e senso di responsabilità.
semplice cittadino, si è trovato a dover far uso, spinto dal momento, di quell’arma. Il carabiniere del G8 di Genova, il gioielliere di Milano, gli ultimi luttuosi avvenimenti di cronaca, sono a testimoniare che non è mai il momento giusto per usare un’arma, sia in caso di legittima difesa, sia in caso di prevenzione di un atto criminoso. Chi lo fa si trova tutto il mondo che fa opinione contro, abbandonato a se stesso. Mi chie-
Lungi da me l’intenzione di voler difendere i delinquenti, ma penso che il problema della sicurezza dei cittadini GIORNALE DELLE GIUDICARIE (140x78) non lo si risolve distribuen- Non vorrei essere nei panni 1/3/12 do armi a destra e a manca. di chi, tutore dell’ordine o
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Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a redazionegdg@yahoo.it. se proprio politico non è, possiamo tranquillamente dire che è certamente collaterale (vedi cooperazione!) alla politica. Sarebbe un bel gesto da parte sua se un giorno magari ci elencasse tutti i suoi incarichi che quel mondo cooperativo, per niente politicizzato (!?!?!), gli riserva da anni. Massimo Caldera
do,… sono disposti i nostri amministratori a difendere e fino a che punto, chi hanno armato e che magari rischia la propria vita? Personalmente sono stato vittima di una rapina a mano armata; senza armi ho dovuto affrontare tre banditi armati; sono riuscito a farli andar via senza bottino e senza colpo ferire, ma tante volte, ancora adesso e sono passati parecchi anni mi chiedo: e se avessi avuto un’arma ed ero giovane e baldanzoso, o se qualcuno con un’arma fosse intervenuto, che cosa sarebbe successo? Cari vigili, francamente non vi invidio, io mi sarei battuto per avere magari altre “armi” a disposizione; avrei visto bene un bel corso di difesa personale, in modo da poter prendere per il bavero, con una certa tranquillità questi nostri “delinquenti” che non hanno certo bisogno di un colpo calibro 9 in fronte per essere fermati. Con sincera partecipazione. Armando Molinari Tione di Trento
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