Giornale giudicarie febbraio 2016

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 14- FEBBRAIO 2016 - N. 2 - MENSILE

EDITORIALE

La politica e la coscienza

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Movimenti nel mondo coop giudicariese La Famiglia Giudicarie lascia il Sait: altre sono pronte a seguirla. A Pinzolo reintegrato Binelli A pagina 3

di Adelino Amistadi In questi giorni si fa un gran parlare della legge sulle unioni civili, che in Italia con ritardo, ci si appresta a discutere in Parlamento nelle prossime settimane. Comunque la si pensi, è un tema importante, che riguarda i diritti delle persone, milioni e milioni di uomini e donne. Intorno all’argomento s’è creato non poca confusione, i giornali ed i media ne parlano ogni giorno accentuando lo sconcerto nella gente. Da cattolico, ma con la passione laica che mi ha sempre contraddistinto nella mia attività politica, provo a riassumere la situazione e a fare alcune considerazioni che vogliono essere solo mie, senza coinvolgere nessun altro. Sembra che l’argomento in questione, di per sé delicato e da prendersi con le molle, sia diventato una occasione da campi di calcio con chi tifa per l’una e chi tifa per l’altra parte. Così sulle piazze avremo il Family day, benedetto dalla Chiesa, e abbiamo già avuto l’adunanza arcobaleno (pluricolore) della sinistra. Piazze piene e accalorate, ma piazze contrapposte. Continua a pag. 8

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L’Upt è Dellai-free: che accadrà ora in Trentino?

Carnevale, cresce l’attesa

di Ettore Zampiccoli

Stanziati oltre 16 milioni per completare la rete

Comunità, maxi-piano perle ciclabili A pagina 8

Al via l’appalto

ViabilitàTrento-Brescia, qualcosa si muove A PAGINA 6

Nell’azienda siderurgica di Roncone

Cmv, importanti investimenti A PAGINA 10

A lle pagine 18-19 e 20 A VALDAONE Teleriscaldamento, si parte. A pag 24 TOTOSINDACI, Si lavora per le elezioni di maggio. A pag. 7

Consiglierei a tutti di leggere il fondo che Pierangelo Giovanetti, direttore dell’Adige, ha dedicato domenica 24 gennaio all’esito del congresso provinciale dell’Unione per il Trentino (UPT). Dà il senso della sconfitta e dell’arroganza con la quale Lorenzo Dellai, già governatore del Trentino ed ora parlamentare disperso nelle nebbie romane, ha affrontato il congresso ed i suoi iscritti.

A pagina 16

I nuovi sindaci/7

Chiodega, nuovo corso a Pelugo A PAGINA 7

Ai tempi della Prima Guerra mondiale

Quell’ “aeroporto” nelle Esteriori

A PAGINA 31

PROMOZIONE “RINNOVO”

PREZZI SCONTATI

RELAX + alzapersona


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Rassegna Stampa

FEBBRAIO 2016

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2016

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Pinzolo - L’amministrazione comunale ringrazia Domenico Calabrò, Comandante della stazione locale dei Carabinieri per vent’anni - L’amministrazione comunale di Pinzolo all’indomani della sua promozione a Comandante della Stazione dei Carabinieri di Trento ha deciso di ringraziare con una solenne cerimonia in municipio il dr Domenico Calabrò, per vent’anni responsabile della Stazione di Carisolo, con un riconoscimento in onore del servizio prestato a favore della località. Si tratta di un lavoro prezioso portato avanti con discrezione, intelligenza e grande professionalità, apprezzato dall’intera popolazione. Domenico Calabrò arrivò in Giudicarie nel 1984, a Ponte Arche, dove conobbe anche la sua signora, quindi passò a Riva del Garda e poi ad Arco. Dal Trentino si trasferì in Alto Adige, a Bolzano, e di lì a Trieste (un servizio prestato per intero nelle “terre redente”). Dall’Adriatico di nuovo in montagna, a Trento città. Nel 1995 venne incaricato di comandare la Stazione dei Carabinieri di Carisolo con giurisdizione anche su Debora Andreolli Pinzolo, Giustino e Massimeno. E’ dei primi giorni di quest’anno il ritorno a Trento per dirigervi quella importante Stazione della “benemerita”. Per aver organizzato il recupero di parecchie salme di soldati caduti in Adamello e Presanella sul fronte della prima guerra mondiale venne insignito di onorificenza dalla Croce Nera austriaca. Il Comandante Domenico Calabrò

Dorsino - Tentano di rubare rottami metallici, un 40enne e un 39enne arrestati dai carabinieri - Furto al centro raccolta materiale di Dorsino: due arresti in flagranza di reato e una denuncia a piede libero.I carabinieri della Stazione di San Lorenzo Dorsino, nel corso di attività preventiva, hanno sorpreso tre soggetti della zona O.M. 40enne, S.D. 39 enne e F.M. 32enne, mentre asportavano un’ingente quantità di rottami metallici depositati presso il centro di raccolta materiali della frazione di Dorsino. La refurtiva è stata interamente recuperata e conferita nuovamente alla struttura. La Procura di Trento ha disposto nei confronti dei due arrestati la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito per direttissima. Storo, area Baritina e qualità dell’aria. Le accuse del consigliere Degasperi e le precisazioni dell’Amministrazione Comunale dopo l’incontro con l’APPA “Siamo chiamati a risolvere questioni che, per disinteresse o negligenza di chi ha governato negli anni, si sono trascinate senza addivenire ad una soluzione, né ad un programma di interventi” così il Sindaco Turinelli a commento sulle due questioni ambientali che hanno investito il Comune di Storo negli ultimi mesi. “Questo non significa che non ci sentiamo la responsabilità di affrontare problemi annosi e complessi come quello della qualità dell’aria o quello dell’inquinamento dell’area della Minera-

ria Baritina, anzi”. Nel corso dell’incontro tra l’Amministrazione storese e Appa sono stati esaminati per la prima volta i risultati delle analisi effettuate, su richiesta del Servizio Bacini Montani, dal Settore Laboratorio e Controlli dell’APPA su 22 campioni di terreno prelevati dall’area adiacente il fiume Chiese nell’agosto del 2011. Le analisi non evidenziano situazioni di particolare criticità anche se il problema del controllo e della bonifica dell’area rimane. Valle del Chiese, fermata ambulanza sospetta dalla Polizia locale: il mezzo era senza revisione e immatricolato per uso proprio. Ma stava effettuando un trasporto di una turista russa per 350 euro - Una pattuglia della polizia locale della “Valle del Chiese” ha fermato un’ambulanza con i lampeggianti accessi e senza sirene che procedeva in direzione Brescia. La persona a bordo era una turista russa diretta a Milano e caricata in Val Rendena che aveva pagato 350,00 € per il viaggio.L’autista non era però in grado di mostrare la carta di circolazione e in ogni caso l’ambulanza era in pessime condizioni al punto che oltre a non avere tutti i fari funzionanti aveva le gomme posteriori ben sotto i limiti di legge per il battistrada degli pneumatici e per questo ulteriormente sanzionata. Inoltre il mezzo era privo di revisione, privo del passaggio di proprietà e era immatricolato per uso proprio, cosa che non consente di effettuare trasporti con pagamento di un corrispettivo.

14 febbraio, buon San Valentino a tutti gli innamorati!

Trentino – Meno chimica nelle coltivazioni: un nuovo patto per l’agricoltura - Un patto per allontanare la chimica dai frutteti e vigneti del Trentino e per aumentare ulteriormente la qualità dei suoi prodotti. È quello che la Provincia autonoma, ha recentemente firmato con l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini (APOT), il Consorzio Vini del Trentino, la Fondazione Edmund Mach, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente. A dieci anni dall’approvazione delle prime Linee guida per l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari (2006), il Trentino vuole dunque “fare di più”. Un impegno testimoniato non solo dal numero dei controlli (890 campioni di frutti raccolti e analizzati nel 2015, a fronte dei circa 400 disposti annualmente dal Ministero della Salute sul territorio nazionale e dei circa 1600 dell’Efsa a livello europeo), ma soprattutto dai loro esiti. Nel 98,6 per cento dei casi di “presenza” il residuo rilevato è risultato inferiore del 50 per cento rispetto al limite ammesso dalla legislazione europea. A ridurre l’impiego degli insetticidi ha concorso e concorre anche la confusione sessuale, tecnica di controllo naturale degli insetti dannosi che nel periodo 2005 – 2014 ha visto crescere la superficie coltivata di applicazione da 1000 a 7000 ettari. Nello stesso periodo i residui di insetticidi sono diminuiti di circa 4 volte. Trentino – Sgominata la banda dei furti in casa - Nella giornata del 15 gennaio 2016, è stata sgominata dai Carabinieri di Vezzano

la cosiddetta “Banda dello spritz”. I quattro arrestati sono accusati di ben 25 furti in abitazione messi a segno tra ottobre e marzo 2015 arrestati dai Carabinieri di Vezzano, al termine delle indagini durate alcuni mesi. Il danno patrimoniale ammonta a 70mila euro. Un vero e proprio sodalizio criminale, che agiva in Trentino, dove sono stati messi a segno 21 furti, ma che effettuava incursioni anche nelle vicine province di Verona (2 furti) e Brescia (uno), spingendosi fino a Pordenone. Gli episodi in Trentino sono stati registrati nelle Giudicarie, in Valle dei Laghi e Valsugana: precisamente a Storo, Lardaro, Bondo (tre furti), Tione, Calavino, Vezzano, San Lorenzo in Banale, Vigolo Baselga, Vigolo Vattaro, Pergine Valsugana. Firma inconfondibile della banda l’orario d’azione, sempre tra le 17, e le 19, l’ora dell’aperitivo, da cui il nome dell’operazione dei Carabinieri “Spritz”. Provincia - Fem nel più grande studio al mondo sul riscaldamento dei laghi - C’è anche la Fondazione Edmund Mach con il lago di Garda nello studio più ampio mai svolto finora sull’effetto del riscaldamento climatico nei laghi. La ricerca ha interessato 235 laghi di sei continenti e ha rilevato che il cambiamento climatico li sta rapidamente riscaldando con una velocità superiore a quella rilevata negli oceani o nell’atmosfera. Si tratta del primo studio che utilizza una combinazione di misure effettuate sul campo e misure di temperatura effettuate dai satelliti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Geophysical Research Let-

ters e divulgata nel corso del congresso della Geophysical Union tenutosi recentemente a San Francisco. Nei mesi estivi, i laghi oggetto dello studio si stanno riscaldando ad una media di 0,34 gradi Celsius ogni decennio. In particolare, nel Lago di Garda, il più grande lago italiano, l’aumento delle temperature estive delle acque superficiali, su base decennale, è attorno a 0,2 °C. Lo studio, a cui hanno collaborato per la parte italiana la Fondazione Edmund Mach e l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR, è stato finanziato in parte dalla NASA e dalla National Science Foundation. Provincia – Pat: continua la riduzione delle spese discrezionali - Prosegue l’azione di riduzione delle spese discrezionali riguardanti consulenze e collaborazioni, comunicazione e funzionamento di comitati e commissioni. La Giunta provinciale ha deciso di dare attuazione a quanto previsto dalla manovra di bilancio 2016-2018 che prevede a partire da quest’anno un ulteriore contenimento di queste spese. Questo è l’andamento, degli ultimi anni, delle riduzioni percentuali delle spese discrezionali rispetto alla media 2008-2010: nel 2001 la riduzione è stata del 39%; nel 2012 del 58%; nel 2013 del 67%; nel 2014 del 78%; nel 2015 dell’83% (era previsto che fosse almeno il 70% della media). Nel 2016 la riduzione si confermerà, questa è la previsione, dell’83% rispetto alla media 20082010 (le norme prevedono che la riduzione sia almeno dell’80%).

Provincia – A22, firmato uno storico protocollo d’intesa - “Un traguardo storico per l’Autonomia del Trentino-Alto Adige”. Con queste parole i presidenti delle Province di Trento e Bolzano. Ugo Rossi e Arno Kompatscher, hanno commentato la firma del protocollo d’intesa su A22, che apre ad nuova stagione di affidamento trentennale dell’autostrada ad una concessionaria interamente pubblica, la futura società in-house Autobrennero spa. L’accordo è stato sottoscritto giovedì 14 gennaio a Roma dal ministro Graziano Delrio e dai soci pubblici di A22. Il protocollo prevede che l’attuale società che gestisce l’A22 si trasformi in una società in-house, interamente a capitale pubblico. In concreto, l’accordo parla di una concessione autostradale sino al 2045, con un canone vicino agli 1,4 miliardi di euro spalmato su 30 anni che prevede un versamento di circa 45 milioni di euro ogni 12 mesi. Contestualmente vengono messi a disposizione i 550 milioni di euro (già accantonati) del fondo ferrovia che verranno utilizzati per il finanziamento trasversale delle opere legate sia al tunnel di base del Brennero, sia alle tratte di accesso. Il progetto prevede poi una massiccia iniezione di investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture, nonché per la manutenzione ordinaria e straordinaria del tratto autostradale, stimabili in circa 3,5 miliardi di euro.


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La Coop di Tione lascia Sait per Dao La decisione, che scuote il mondo cooperativo, ratificata dall’Assemblea dei Soci della Famiglia Cooperativa Giudicarie

Sait è una cooperativa di secondo grado, in cui si sono consorziate le Famiglie Cooperative per operare unitariamente sul mercato all’ingrosso, con in vantaggio di creare economie di scala. Dao invece è nata come consorzio di dettaglianti privati, che analogamente si sono associati in cooperativa con lo stesso scopo di creare risparmi costruendosi il grossista. Il conflitto nasce da quando in Dao cominciano ad entrare anche Famiglie Cooperative, come sta accadendo oggi in Giudicarie e la battaglia per accaparrarsi I dettaglianti è stata ufficialmente aperta. Ecco perchè fa scalpore oggi il passaggio della Famiglia Giudicarie dal Sait al Dao: soprattutto perché - come sembra - vi sono già altre Famiglie pronte a seguire questa strada (ad esempio Carisolo). Perchè la clamorosa decisione? Parecchie le variabili, da un bilancio in difficoltà al punto vendita discount Eurospin, che già la Famiglia Giudicarie gestiva per conto di Dao a Tione, in località Basso Arnò: Dao ha deciso di trasferire il discount all’ex area Balestra, eterno cantiere fermo di Tione, proprio di fronte al supermercato di recente rinnovato della Famiglia in via Filzi, sulla via per andare in Valle del

di Denise Rocca Continua, e questa volta riguarda da vicino le Valli Giudicarie, la battaglia degli scaffali fra Dao e Sait, i due consorzi concorrenti che riforniscono i punti vendita alimentari. Lo scontro fra le due cooperative non è nuovo, va Chiese. Un polo altamente concorrenziale proprio a due passi dal supermercato Coop Trentino e la perdita della gestione dell’Eurospin hanno spinto la Famiglia a prendere

una decisione che scuote il mondo cooperativo. Ora la Coop Giudicarie diventerà in toto aggregata al Dao, e oltre all’Eurospin continuerà a gestire il pun-

avanti da qualche anno - già la Val di Non, la Val di Fassa, Aldeno e Mattarello per nominarne qualcuna hanno cambiato sponda qualche anno fa - stavolta é la Famiglia Cooperativa Giudicarie ad uscire dal Sait, marchio Coop, per entrare in Dao, marchio Conad. to vendita di via Filzi, che passerà da coop a marchio Conad. Se la decisione è stata presa, uscire dal Sait non è però una passeggiata: o si attendono due anni per la ri-

soluzione dell’accordo con il grossista come prevede il regolamento del Sait che vuoel un preavviso di un biennio per sciogliere il contratto senza conseguenze, o è pre-

Fatturato in crescita, ma le filiali perdono colpi

Nel corso dell’assemblea del 22 gennaio la Famiglia Cooperativa Giudicarie, ha presentato ai soci il bilancio che parla di un fatturato in aumento, di dati lusinghieri per il rinnovato supermercato Coop di Tione, e di sofferenze sulle varie filiali. Il fatturato totale sale a 9 milioni 472mila euro, con segno più del 2,62%; di questo il fatturato del supermercato Coop Trentino, corrisponde a ben 5 milioni 329mila euro, con un balzo del 15,34% e 456.000 euro di risparmio dedicato ai 2016 soci della Famiglia Cooperativa. Sul fronte dei dati negativi va segnalato il continuo calo delle vendite delle 8 filiali a marchio Famiglia Cooperativa (Bolbeno, Coltura, Montagne, Preore, Ragoli, Saone, Tione e Zuclo), fra le quali solo quello di Zuclo fa segnare un ottimo + 4%. La Famiglia Cooperativa Giudicarie ha la propria sede operativa e legale a Saone, ed è articolata sulle otto filiali, oltre al supermercato Coop Trentino a Tione con negozio extralimentare, al discount Eurospin sempre a Tione e al salumificio “Antiche bontà” a Saone. Nel corso della serata sono state parzialmente rinnovate alcune cariche sociali: riconfermato in blocco il Collegio sindacale composto da Mauro Cominotti Giorgio Cerana e Elio Collizzoli quali sindaci effettivi, Giuseppe Bolza e Teodoro Cerana sindaci supplenti. Nel Consiglio di amministrazione sono entrati Leopoldo Scalfi (Preore), Paolo Venturini (Ragoli), Francesca Marchetti (Bolbeno) e Stefano Salvaterra (Tione).

visto il pagamento di pesanti penali di rescissione del contratto prima del termine previsto inizialmente. Si parla di cifre che ammontano a mezzo milione di euro, il 10% dell’acquistato. Il presidente Mattia Pederzolli ed il direttore Oreste Bonenti – nell’assemblea di venerdì 22 gennaio - hanno presentato un bilancio difficile: sfiora i 450mila euro la perdita fatta segnare sul 2015 (anche se il fatturato complessivo è in crescita, 9.472.000 euro, +2,62%), inoltre ci sono i 350mila euro di ammortamenti e oneri bancari dovuti agli investimenti, soprattutto recentemente i 3 milioni di euro spesi per la ristrutturazione del supermercato di via Filzi. Il pagamento della penale, appare quindi meno probabile rispetto all’attesa di due anni, che potrebbe comunque rendersi necessaria visto che l’area ex Balestra non è certo pronta in questo momento ad accogliere un nuovo punto vendita, anzi. È un cantiere fermo alle fondamenta da anni, legato al contenzioso che la ditta Azzolini che si occupava dei lavori ha ancora in atto con le banche e va chiuso prima di un passaggio di proprietà, oltre ai lavori che saranno poi necessari per arrivare all’effettiva apertura di un punto vendita.

Coop Pinzolo, Binelli torna in sella Il Consiglio di Stato lo reintegra alla guida della Famiglia. Ora si attende l’assemblea del 19 febbraio Il giorno 21 gennaio è arrivato un inatteso colpo di scena nella vicenda del commissariamento della Famiglia Cooperativa di Pinzolo, datato 27 ottobre 2014. Il Consiglio di Stato - accogliendo l’appello dello stesso Binelli, di Agostino Lorenzetti e di Romeo Collini, con l’assistenza legale dell’avvocato Maria Cristina Osele – ha ribaltato la sentenza del Tar di Trento del 20 novembre 2015 che aveva sostanzialmente giudicato legittimo il commissariamento della Coop di Pinzolo ad opera della Provincia autonoma di Trento su richiesta della Federazione provinciale della cooperazione. Ma riavvolgiamo il nastro. Nella seduta del 27 ottobre del 2014 la Giunta provinciale, su richiesta della Federazione trentina della cooperazione, ha adottato un provvedimento di revoca degli amministratori della Famiglia Cooperativa di Pinzolo e conseguente gestione commissariale affidata a Maurizio

Postal presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Trento e Rovereto, con vice Tullio Waldner, responsabile della rete commerciale Sait. La motivazione del provvedimento era radicata nella situazione “turbolenta” nella governance della Coop che in parte aveva preceduto l’elezione di Ornello Binelli e che si era acuita a seguito del suo insediamento, se è vero che poco prima del commissariamento si erano verificate le dimissioni del direttore e successivamente di due consiglieri, in contrasto con la presidenza. La situazione venutasi a creare, che riguarda i rapporti tra presidenza e direzione e la divisione delle relative competenze gestionali, ha indotto la Federazione a chiedere l’intervento provinciale. Un intervento che ha avuto vasta eco nei media, essendo la Famiglia Coop di Pinzolo un player fra i più forti nel mondo della cooperazione trentina: fondata nel 1895, è la più

grande del Trentino, con 24 milioni di euro di fatturato, un patrimonio di 8,4 milioni di euro, oltre 2.000 soci, 146 lavoratori e 12 punti vendita al dettaglio e ingrosso. In particolare, nella sua segnalazione alla Provincia, la Federazione evidenziava: “specifiche difficoltà, in capo alla governance aziendale, nell’assumere con tempismo e decisione scelte decisionali autorevoli, credibili e condivise. Vengono altresì sottolineate talune violazioni statutarie in merito al rispetto dei ruoli e delle competenze assegnate a ciascun organo nell’ambito dei livelli gestionali della cooperativa”. E, ancora: “il protrarsi della situazione di incertezza, aggravata dal susseguirsi di notizie preoccupanti, stanno allarmando la base sociale ed il personale, arrecando un grave danno all’operatività quotidiana, all’impostazione strategica ed all’immagine della cooperativa, sino a poter pregiudicare il successo di qualsiasi programma di riassesta-

mento commerciale e societario ad oggi indispensabile ancorché non intrapreso”. E proprio sulla base di queste segnalazioni la Provincia ha disposto il commissariamento, che il Tar nello scorso novembre ha sostanzialmente legittimato, bocciando il ricorso di Binelli. Ora la sentenza del Consiglio di Stato, che rimescola le carte e riposta in auge Ornello Binelli, sottolineando che «il provvedimento impugnato, nonostante la discrezionalità che lo caratterizza, è stato adottato senza assicurare alcuna partecipazione dei ricorrenti che sono stati, di fatto, rimossi inaudita altera parte dalle cariche sociali rivestite», condannando contestualmente la Provincia e la Federazione della Cooperazione Trentina a pagare le spese di questa fase cautelare che ammontano a euro 3mila oltre a diritti e accessori di legge. A questa sentenza è seguito il reintegro sostanziale di Binelli alla presidenza della Coop, avvenuto

Ornello Binelli

lunedì 25 gennaio alla presenza del commissario Postal, del vice Tullio Valdner, del direttore Luca Pederzolli e Lorenzo Cozzio, Presidente del Collegio sindacale. Binelli dunque è di nuovo in sella, in attesa dell’assemblea del 19 febbraio in cui sarà presentato il bilancio e quando – in teoria – scadrà il suo mandato. Resta da capire se vi sarà possibilità di proroga o vi sarà una nuova battaglia... (r.s.)


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Nuovi comuni, al via Primi contatti per candidati-sindaco e liste in vista delle elezioni di maggio nei sei nuovi enti

I cittadini di Borgo Chiese, Borgo Lares, Pieve di Bono-Prezzo, Porte di Rendena, Sella Giudicarie e Tre Ville saranno dunque chiamati alle urne e dunque fervono i preparativi delle prossime liste che – giocoforza – saranno più complesse ed “impegnative” rispetto a quelle a cui erano abituati. Una complessità che è figlia delle dinamiche delle fusioni, perché si scomodano necessariamente tematiche come la rappresentanza delle varie frazioni nelle liste (e poi in seconda battuta nelle giunte) e di “fare” selezioni tra i possibili candidati con i posti in lista che sono sempre di meno, mentre aumenta il bacino possibile di scelta. Con delle ricadute non certo secondarie a livello di difficoltà della creazione delle liste stesse, e necessità di mediazione, incontri e confronti, molto maggiore che in passato. Basti pensare all’esempio di Sella Giudicarie, comune che sfiora i 3.000 abitanti che pone la necessità di organizzare una lista da 15 candidati garantendo la giusta rappresentanza alle quattro frazioni che lo compongono (Lardaro, Roncone, Bondo e Breguzzo). Impresa non semplice, che sta cercando di comporre Erminio Rizzonelli, sindaco uscente di Roncone che dovrebbe essere il candidato espressione delle maggioranze uscenti dei 4 comuni, provando ad amalgamare i candidati fra conferme e nuove leve. Dall’altra parte si sta muovendo Piergiorgio Ferrari, già vicepresidente della Comunità di Valle nella scorsa legislatura e vecchia volpe della politica locale: si narra di un contatto con Celeste Bazzoli, storico rappresentante dell’opposizione consigliare di Roncone favorito dal consigliere provinciale della Civica trentina Rodolfo Borga per mettere le basi di una lista comunale per Sella giudicarie e con Nilo Bonenti, altra vecchia conoscenza della scena locale. La “triade” Ferrari-Bonenti-Bazzoli, non certo di “primo pelo” ma agguerrita, sembra stia lavorando al cantiere della nuova lista, con candidato sindaco il trentenne ingegnere Ivan Bazzoli.

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ancano poco più di tre mesi alle elezioni comunali che riguarderanno i 6 comuni giudicariesi (più altri 11 in tutto il Trentino) nati in seguito alle fusioni del 2014, che si terNome Tre Ville Ragoli Preore Montagne Commissario: Nome Pieve di Bono Prezzo Pieve di Bono Prezzo Commissario

Abitanti 1452 792 414 246 Maurizio Polla Abitanti 1.601 1390 211 Anita Binelli

ranno la prima (o al massimo la seconda) domenica di maggio e iniziano i primi movimenti per formare liste e individuare candidati sindaco.

Superficie 81,49 kmq 65,01 4,14 12,49 Superficie 24,68 kmq 20,83 3,85

Capoluogo Ragoli

Capoluogo Pieve di Bono

Nome Borgo Chiese Condino Cimego Brione Commissario:

Abitanti 2059 1529 419 128 Severino Papaleoni

Superficie 53,71 kmq 33,74 10,5 9,46

Capoluogo Condino

Nome Borgo Lares Zuclo Bolbeno Commissario:

Abitanti 703 352 351 Bruno Simoni

Superficie 22,53 kmq 10,31 12,32

Capoluogo Zuclo

Nome Porte di Rendena Villa Rendena Darè Vigo Commissario:

Abitanti 1785 1014 261 510 Marco Riccadonna

Superficie 42,72 kmq 35,04 1,16 4,52

Capoluogo Villa

Nome Sella Giudicarie Roncone Bondo Breguzzo Lardaro Commissario:

Abitanti 2953 1471 697 570 215 Emanuele Bonafini

Superficie 85,76 kmq 29,43 10,68 16,74 10,43

Capoluogo Roncone

A Borgo Chiese, poco più di 2.000 abitanti, c’è un’altra partita importante, con nomi significativi in ballo. In primis quello dell’exconsigliere provinciale Remo Andreolli, politico di razza attualmente nel direttivo del Bim del Chiese che avrebbe voglia di misurarsi con l’impegno di amministratore locale, forte anche della sua esperienza politica. Dalla sua parte c’è una fetta della maggioranza comunale di Condino, rappresentata da Giuseppe Leotti e Ermanno Sartori da sempre vicini all’ex-assessore e pronti a ragionare su una lista in sua funzione. Una candidatura che potrebbe essere facilitata dalle tante conoscenze di

Andreolli in valle: unica controindicazione il suo essere originario di Castel Condino, comune che ha bocciato il primo referendum di fusione. Dall’altra, appoggiato da buona parte della maggioranza uscente di Condino (e anche dall’attuale presidente della comunità Giorgio Butterini), il docente di Religione al Liceo Don Guetti Claudio Pucci, autore fra l’altro del libro “C’era una volta a Brione: una comunità si racconta” e marito di Mariachiara Rizzonelli, componente del direttivo del Bim del Chiese e anche lei possibile candidata-sindaco. Municipio Borgo Lares

A Pieve di Bono-Prezzo

sembra ancora tutto calmo ma si lavora alla riconferma del sindaco di Pieve di Bono Attilio Maestri, anche se c’è l’opzione di Michele Bazzoli che però, a quanto sembra, dovrebbe rimanere nella squadra di Maestri. Una squadra “mista” nella quale vi saranno diversi candidati di Prezzo provenienti dalla maggioranza guidata da Celestino Boldrini (lui stesso potrebbe essere in lista) che ha proposto e sostenuto la fusione. Dall’altra parte all’interno della minoranza guidata da Umberto Facchi si vagliano dei candidati sindaci: in pole sembra esserci Debora Gilardoni, avvocato con studio a Tione. A Borgo Lares, nato dalla fusione di Bolbeno e Zuclo, i giochi sono ancora da fare, con i due sindaci uscenti, Diego Chiodega e Paolo Artini che - a quanto sembra – non saranno della partita. Ecco allora che in molti scommettono sulla candidatura di Giorgio Marchetti, già sindaco di Bolbeno alla guida di una lista equamente divisa tra componenti di Zuclo e di Bolbeno sulla base delle maggioranze che hanno favorito la fusione, anche se molti componenti dei consigli comunali uscenti probabilmente lasceranno. Dall’altra parte si parla di una possibile lista di Beniamino Zoanetti, exsindaco di Zuclo, anche se ancora non ci sono conferme. A Tre Ville, nato dalla fusione di Montagne, Ragoli e Preore è quasi certa la candidatura di Matteo Leonardi, sindaco uscente di Ragoli alla prima legislatura che sta coagulando attorno a sé una lista mista fra i componenti dei tre comuni, partendo proprio dalla base delle maggioranze consiliari che hanno promosso la fusione. Ancora da definire il ruolo degli ex-sindaci di Preore e Montagne, con Paolo Paletti e Michela Simoni, ora assessore presso la comunità di Valle, fra i possibili candidati in lista. Dall’altra parte c’è la suggestione di una possibile lista firmata Vittorio Martini, storico exsindaco di Ragoli che nel 2010 lasciò spazio a Davide Aldrighetti ma che ora potrebbe pensare ad


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le grandi manovre

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nati al seguito delle fusioni

un ritorno, a fronte di una nuova sfida come quella del comune unico di Tre Ville. Infine, a Porte di Rendena la situazione è ancora fluida: sembra non i ricandiderà Emanuele Bernardi, già primo cittadino di Villa Rendena per due legislature. Per quanto riguarda l’ambiente della maggioranza, che ha portato a termine la fusione, si parla di Jessica Pellegrino, giornalista ed esperta di comunicazione, già consigliera e delegata al Bim del Sarca, come possibile candidato sindaco. Da vedere il ruolo di Bruna Collini, sindaco alla prima legislatura a Darè, mentre Ezio Loranzi, sindaco di lungo corso a Vigo, non dovrebbe essere della partita, lasciando spazio a Maura Gasperi, vicesindaco nella scorsa legislatura. Dall’altra parte, aggregando l’opposizione di Villa Rendena, che nella scorsa legislatura fu sconfitta di misura da Bernardi con candidato sindaco Valter Valentini, si parla di Enrico Pellegrini quale possibile candidato. Pellegrini, geometra in servizio all’ufficio tecnico del comu-

ne di Tione, ha già avuto un’esperienza, giovanissimo, in consiglio comunale come consigliere di maggioranza nella legislatura 2000-2005, con sindaco Rodolfo Alberti.

Il Municipio di Tre Ville

Nuovi comuni, che fare con i documenti?

Carte d’identità, tessere sanitarie, passaporti, patenti: cosa cambia per i cittadini dei comuni nati dalle fusioni Molti cittadini si stanno chiedendo cosa devono fare per il cambio del nome del loro Comune. In realtà gli adempimenti sono stati ridotti al minimo e nella maggior parte dei casi si tratta di comunicazioni automatiche che il nuovo Comune effettua direttamente a tutti gli enti interessati. Per questo motivo gli adempimenti a carico dei cittadini sono stati ridotti al minimo, anche se c’è sempre il rischio che qualche funzionario zelante possa richiedere adempimenti non dovuti. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza citando quelli che sono i documenti più richiesti: Tessera sanitaria: Non è necessario fare alcuna comunicazione in quanto il nuovo Co-

mune provvederà direttamente alle comunicazioni attraverso i sistemi informatici. Carta di identità: Non è necessaria alcuna variazione. In alcuni casi il Comune rilascia una dichiarazione che va presentata insieme alla carta di identità e che testimonia la modifica del nome del Comune. Tessera elettorale: Verrà sostituita e consegnata durante l’anno secondo le modalità che ciascun Comune stabilirà. Passaporto: Non è necessaria alcuna variazione o comunicazione. Porto d’armi: Non è necessaria alcuna variazione o comunicazione. Patente di guida: Non è necessaria alcuna varia-

zione. In alcuni casi il Comune rilascia una dichiarazione che va presentata insieme alla carta di identità e che testimonia la modifica del nome del Comune. Libretti di circolazione dei veicoli: Non è necessaria alcuna variazione o comunicazione. Utenze telefoniche ed elettriche: Non è necessaria alcuna variazione o comunicazione in quanto il Comune ha già provveduto a comunicarlo. Assicurazione, istituti bancari e datori di lavoro: Sono necessarie le comunicazioni solo nel caso in cui detti Enti non sappiano già delle modifiche introdotte.


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Economia

FEBBRAIO 2016

CollegamentoValle del Chiese-Brescia, qualcosa si muove In appalto la variante di Lavenone, parte dell’accordo per la viabilità sull’asse Trento-Brescia

A metà gennaio scadeva il termine per partecipare all’appalto integrato per la realizzazione della variante di Lavenone: otto le offerte depositate presso la Provincia di Brescia che schiudono le porte alla prossima aggiudicazione da parte della Commissione che individuerà l’impresa aggiudicataria. Quest’ultima avrà dunque a disposizione un anno per presentare il progetto definitivo sulla base di quello preliminare realizzato dai tecnici della provincia di Brescia. L’opera stradale, che ha un costo di circa 55 milioni di euro, prevede la realizzazione di due tunnel, della lunghezza rispettivamente di 300 e di 1000 metri, due viadotti sul fiume Chiese e di due “rotonde”; sarà poi realizzato un nuovo ponte presso la Pieve di Idro per facilitare l’ingresso alla sponda sinistra del lago e all’imbocco della strada verso la Valvestino, rendendo così più fluido il traffico. La provincia di Trento interverrà pagando circa metà dell’opera, 25 milioni di

Procede l’iter per la realizzazione di un nuovo tratto di strada sulla Statale 237, nel tratto compreso tra Vestone e il lago d’Idro Vestone ed il Lago d’Idro e euro, così come previsto prima dal protocollo di intesa e di collaborazione tra la Pat e la Provincia di Brescia firmato a Condino nel 2008 dagli ex presidenti Lorenzo Dellai e Alberto Cavalli, ma, soprattutto, dal successivo accordo del 29 luglio 2013 che lo ha sostituito rivedendo gli impegni da parte delle due istituzioni. I presupposti della partecipazione della provincia autonoma di Trento in un intervento “fuori” dal proprio territorio derivano dalla consapevolezza dell’importanza di avere un collegamento stradale più efficiente verso la Lombardia, non solo per favorire l’afflusso turistico nelle Giudicarie da parte di uno dei principali bacini di utenti (quello lombardo), ma anche per dare nuovi sbocchi alle industrie e alle aziende della Valle del Chiese, che lamentano da sempre una viabilità carente e tortuosa. Una evidenza già presente

che ha una forte importanza anche sull’economia delle Giudicarie, poiché costituisce la principale arteria di comunicazione con la Lombardia.

Una panoramica di Lavenone

negli anni ‘80, se si pensa che il primo protocollo di intesa tra istituzioni trentine e lombarde fu promosso dall’allora assessore provinciale ai lavori pubblici, il giudicariese Vigilio Nicolini, nonché dal potente ministro ai lavori pubblici Dc il bresciano Giovanni Prandini; impegni confermati nel patto siglato nel 2008 a Condino e poi parzialmente “congelati” fino al gennaio del 2013, quando la presenza di una frana nel-

la zona della Rocca d’Anfo (che ha bloccato per alcuni giorni il transito su un’arteria trafficatissima, circa 21.000 macchine al giorno, peraltro durante il periodo invernale) ha riportato prepotentemente all’ordine del giorno l’urgenza di un intervento globale per attualizzare la statale SS237 alle esigenze del territorio. Portavoci della protesta all’epoca furono soprattutto l’allora sindaco di Storo Vigilio Giovanelli e di Condi-

no Giorgio Butterini che – oggi – in veste di presidente della comunità di Valle si rallegra dello sblocco della situazione.«La crisi – spiega – ha causato dei ritardi rispetto al protocollo del 2008 – rendendo necessaria una revisione del piano iniziale (il piano è stato ridimensionato di 22 milioni circa, ndr.): la variante di Lavenone è un’opera fondamentale anche per le Giudicarie e l’economia locale; da parte nostra stiamo lavorando per migliorare anche l’asse viabilistico verso Trento». Ecco allora che si sta dando una prima attuazione al protocollo dell’estate del 2013: ma che cosa prevedeva precisamente quell’impegno? Prima di tutto è stata definitivamente sistemata la frana in località Rocca D’Anfo, del gennaio 2013; per quel sistema di paramassi a sbalzo sul lago, che ha richiesto perizie geologiche e una

progettazione globale, sono stati messi a disposizione 800 mila euro. La parte più sostanziosa è però rappresentata dal tratto di SS 237 Vestone-Idro. Per la strada che bypassa un percorso tortuoso (strada stretta, aderente alle abitazioni) attraverso l’abitato di Lavenone, ci sono 55 milioni di euro: 28.825.000 a carico della Provincia di Trento e, altrettanti, per Brescia. I tempi previsti indicavano il dicembre 2017 come termine finale. Ci sono poi i lavori di manutenzione del piano viabile 2013-2018 per circa 100 mila euro all’anno. Infine gli accantonamenti per i lavori di manutenzione straordinaria, sui tratti più angusti della carreggiata da Barghe a Ponte Caffaro, per un importo di circa 1.350.000 euro. In tutto quindi 57,5 milioni, con la formula del 50% a carico di ciascuna Provincia. La progettazione e l’affidamento dei lavori è affidato alla provincia di Brescia, con l’avvallo di quella di Trento. (r.s.)

Il bail-in e le nuove normative che stanno per arrivare muteranno le dinamiche del mondo del credito

Banche, venti di cambiamento

La riforma del credito cooperativo, sulla quale il governo sta deliberando mentre scriviamo, non c’entra però con queste nuove misure europee sulla gestione delle crisi. Spendiamo invece qualche riga per capire qualche aspetto del BRRD e della prima procedura di risoluzione per degli istituti di credito italiani che ha riguardato quattro banche - Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti e Banca Etruria. Nel linguaggio italiano è apparsa una parola che viene dall’inglese e ha gettato nel panico il cittadino comune: Bail-in. Dal 1 gennaio 2016 è in vigore anche in Italia questa procedura, cioè la nuova regola europea secondo la quale quando una banca entra in crisi e rischia il fallimento, lo Stato non deve in nessun caso intervenire con soldi pubblici, ma a pagarne le conseguenze devono essere i proprietari, e dunque

di Denise Rocca

Si è parlato, molto e in maniera confusionaria, di banche negli ultimi mesi del 2015, e la questione va avanti in questi che, mentre scriviamo, sono momenti cruciali nei quali il governo italiano sta per emanare il decreto di riforma delle BCC. La questione della riforma si è però mescolata, per una mera coincidenza temporale, con un altro discorso che nulla ha a che fare con essa. Quello del

decreto denominato Salvabanche cioè il decreto attuativo delle BRRD, (Bank Recovery and Resolution Directive) che vuole armonizzare in tutta Europa le regole per gestire le crisi bancarie: il Parlamento italiano ha approvato la legge di delegazione europea per recepire la direttiva anche nel nostro paese, mentre è in corso l’approvazione dei decreti legislativi di attuazione.

gli azionisti, o i creditori, o i soci, ossia tutto coloro portatori di eventuali obbligazioni emesse dalla stessa banca ed i depositanti per i depositi eccedenti i 100mila euro. Questa definizione ha scatenato nel pubblico il panico quando è parso, erroneamente, che le banche potessero prendersi i risparmi del cittadino medio in caso di difficoltà. La domanda che il cittadino si è posto è: Bail-in signfiica che se la mia banca è in crisi, i soldi per ripianare le perdite li vengono a prendere dal mio conto corrente? No. E’ molto più complesso di così. Il Bail-in è uno strumento che consente all’Autorità di risoluzione di disporre la riduzione del valore di al-

schiosi deve sostenere prima degli altri le eventuali perdite. Prima si sacrificano gli interessi dei “proprietari” della banca, ossia degli azionisti esistenti, riducendo o azzerando il valore delle loro azioni. Poi, se questo non è sufficiente a ripristinare il livello adeguato di capitale, è possibile intervenire su alcune categorie di creditori e solo più avanti in questa gerarchia - ma gli esperti sostengono che sia un caso assolutamente limite e fino ad ora mai accaduto in Italia - gli interventi arrivano alle persone fisiche e le piccolemedie imprese titolari di depositi oltre i 100mila euro, in quanto fino a 100mila euro sono protetti dal Fondo di

cuni crediti o la loro conversione in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca. Si sta parlando di situazioni molto gravi di dissesto, non certo di qualche bilancioin rosso, ma di casi in cui l’intero patrimonio della banca è in pericolo: si entra in una procedura di Bail-in, nel caso di dissesto irreversibile e in assenza di qualsiasi forma di salvataggio esterno. Gli azionisti e i creditori non potranno in nessun caso subire perdite maggiori di quelle che sopporterebbero in caso di liquidazione della banca secondo le procedure ordinarie. Il Bail-in si basa su una logica per cui chi investe in strumenti finanziari più ri-

Garanzia dei Depositi e quindi espressamente esclusi dalla procedura di Bail-in. Per fare un esempio, quindi, la protezione riguarda le somme detenute sul conto corrente o in un conto di deposito. Va anche notato, che di solito i risparmi sono investiti in titoli di varia natura, non di emissione diretta della banca, e in questo caso i rischi non derivano da un eventuale difficoltà della banca in quanto l’istituto di credito agisce solo come detentrice dei titoli per conto del cliente. Chiarito quindi che il Bailin non è questo mostro pronto a far svanire i risparmi di una vita, va anche fatta un’altra considerazione

rassicurante guardando al tipo di credito presente sul territorio giudicariese e dove la maggior parte dei depositi delel famiglie sono custoditi: non è mai successo che una banca di credito cooperativo sia andata in sofferenza tale per cui, a causa di questo, un suo cliente abbia perso dei risparmi. Questo perchè se vengono rilevate problematicità all’interno di una cassa rurale esiste un intervento previsto da parte di tutto il sistema delle banche di Credito Cooperativo, di “mutuo soccorso”, che opera cioè per risanare la rurale in questione senza che vi siano conseguenze dirette sui risparmiatori. Nel suo complesso il sistema del credito cooperativo, in base ai dati medi attuali, ha un elevato indice di patrimonializzazione e questo è un ulteriore elemento di rassicurazione che le situazioni limite per le quali è prevista l’entrata in campo del Bail-in siano molto lontane dall’accadere per le casse rurali.


I nuovi sindaci/7

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Mauro Chiodega traccia il consuntivo dei suoi primi sette mesi da Primo Cittadino

Pelugo, dopo l’assestamento parte l’attuazione del programma Come sta andando? Mi sto allenando a gestire la burocrazia. Avevo fatto 15 anni da assessore, ma confesso che non mi ero reso conto di quanto potesse essere farraginosa la gestione amministrativa di un comune piccolo e apparentemente semplice. Viverla da Sindaco è un’altra cosa… Si sarà mica già pentito… No, anzi. Ho un gruppo affiatato. Abbiamo in mente molte cose da fare, siamo stimolati. Il nostro progetto politico è nato sì per proporre un’alternativa alla precedente gestione, ma anche e soprattutto per costruire. Sono soltanto un po’ sorpreso per come la macchina amministrativa sia lenta. Io sono una persona pratica, la mia grossa fatica è dover accettare tempi dilatati, non poter fare subito cose che la logica non intralcerebbe. Un esempio pratico… Abbiamo cercato di mettere mano a un progetto di acquedotto montano, ereditato dalla precedente amministrazione: c’erano cose da cambiare, abbiamo proposto alternative, cercato incontri, accordi, compromessi. Un sacco di tempo per ogni passaggio. E, poi, se una spesa non è prevista in bilancio, diventa un problema colossale. A cosa state lavorando di importante? In realtà in questi primi sette mesi abbiamo cercato di gestire, concludere, ordinare quanto trovato. Ora inizieremo con quanto stabilito nel nostro programma. Come prima cosa affronteremo la variante in corso d’opera per il Parco Masere, che ritengo l’opera principale, la più importante in assoluto.

M

di Enrico Gasperi

auro Chiodega è sindaco di Pelugo dal 10 maggio 2015. Una competizione vinta sul filo di lana: soltanto sei i voti di diffe-

LA SCHEDA

Mauro Chiodega

struito relazioni, confronti, abbiamo elaborato idee e progetti, abbiamo assemblato un gruppo ben assortito. E abbiamo trovato consensi inaspettati. Eravamo anche consapevoli di essere ormai alla pari, che tutto si sarebbe deciso per numeri minimi, poche persone, una famiglia. Dopo aver votato sono andato con la famiglia a Salò. Avevamo deciso tutti di staccare la spina. Abbiamo vinto di 6 voti. Ho saputo il risultato da Paola Chiodega (l’attuale vicesindaco) . Un risultato importante, ineccepibile, anche se per lo scarto minimo il mio antagonista ci è rimasto molto male. E lo posso capire. Un elemento di critica alla precedente legislatura Sicuramente una certa

Anche qui tanta carta? Sì, tanta carta. Non è una battuta, sto cercando di rendermi consapevole e di accettare questo sistema, non vorrei che la gente fuori ci giudicasse e ci addebitasse la lentezza dei procedimenti. Torniamo allora da capo e a un buon ricordo. Il giorno delle elezioni. E quello successivo dello spoglio È stato il culmine di una campagna presa molto sul serio. Siamo partiti nove mesi prima, abbiamo co-

renza rispetto alla lista del sindaco uscente Pietro Galli. Ci apre le porte del Municipio un sabato sera.

Il Municipio di Pelugo

tendenza a isolarsi: non ci sono stati rapporti costruttivi con gli altri paesi e con gli enti sovracomunali (come ad esempio il piano giovani). E invece cosa riconoscete loro di positivo? Senza dubbio si è notata la grande profusione d’ impegno. L’avvio dell’opera delle Masere è stata decisiva, importante, anche se onestamente non mi piace fino in fondo e stiamo cercando di metterci mano. In paese si è molto parlato e si parla tuttora del cambio dei nomi delle strade Era stata solo una proposta della precedente amministrazione. Sostituire la nomenclatura esistente, mettendo altri nomi storici, legati a situazioni, luoghi o personaggi del secolo scorso. Ma non si è fatto nulla.

Mauro Chiodega Nascita: 26.12.1971 Famiglia: convivo con Giulia, 2 bambini (Francesco, 8 anni e Ginevra, 6) Studi: grafico litoimpressore Lavoro: vigile del fuoco Hobby: tanti, mi rilassa pescare. Piatto preferito: trippa alla parmigiana, con un buon bicchiere di vino Musica: Coldplay, Eros Ramazzotti Letture: ho appena finito Come il mare di Wilbur Smith, sto leggendo Fino alla fine del mondo di autore… ignoto. Vacanze: mi piace molto viaggiare, amo la montagna ma cerco sopratutto mete marittime Stipendio da sindaco: 860 euro netti Uno sogno nel cassetto: visitare Manhattan, restandoci almeno tre settimane Carriera politica: si fermerà qui E a proposito dell’aeroporto? Anche di questo si è favoleggiato. Cosa c’era di vero? A dire il vero non ne so molto. Il comune ha comprato alcune aree, anche in comproprietà con privati, qualcuno ha parlato di un aeroporto per ultraleggeri e piccoli aerei da turismo, ma in realtà non sono certo della destinazione cui erano stati indirizzati. Vedo che non vuole sbottonarsi. Com’è l’opposizione? (sorride) Molto dura.

su questo fronte: non siamo pronti, non ne abbiamo discusso con la comunità, che desidero prima coinvolgere direttamente. Senza avere bene il polso della situazione non prenderemo decisioni. E intanto ci dobbiamo muovere per queste ormai famose gestioni associate. Nessuno sa bene come e cosa fare. Ci hanno detto: fatele. Siamo un buon gruppo di comuni, da Pelugo a Caderzone. La patata bollente è in mano ai sindaci e ai segretari comunali, ci stiamo organizzando.

Gestioni associate e fusioni. Siete uno degli unici paesi a non avere nemmeno preso in considerazione l’idea di unirsi con altri comuni… La giunta precedente era completamente contraria. Chiaro che siamo in ritardo

Non mi risulta che prima avesse tessere di partito. Ora? Nemmeno. A dire il vero, appena diventato sindaco, più d’uno si è fatto vivo. Ma voglio tenermi fuori da logiche di questo tipo. Pur con il massimo rispetto per

partiti e formazioni politiche, desidero essere libero di ragionare con la mia testa, libero nelle scelte e nelle opinioni. Non voglio partire da una posizione predefinita. Ri-atterriamo all’oggi e al futuro prossimo. Parlavamo delle Masere, un parco che è il fiore all’occhiello del paese Come dicevo prima, siamo partiti gestendo quanto trovato. Ora cercheremo di dare la nostra impronta. Abbiamo idee ben precise. Vogliamo completare le strutture, anche sotto il profilo dell’arredo globale della zona, per arrivare a completare un parco che possa essere invidiato: il posto è fantastico, si presta, vogliamo finire in tempi ragionevoli. Altri interventi in programma? L’idea è quella di costruire un marciapiede per collegare Pelugo con Spiazzo. La piana è pericolosa, ogni giorno molte persone affrontano a piedi il percorso sul ciglio della statale rischiando la vita. Le risorse economiche? Per completare i progetti alle Masere ci sono; per il marciapiede verso Spiazzo, magari decentrato e non necessariamente lungo la strada per evitare qualsiasi pericolo, li dovremmo trovare. Con la nuova normativa, gli avanzi di amministrazione sono confluiti nel fondo strategico territoriale, viene gestito dalla Comunità di Valle, per essere destinati a iniziative sovracomunali. Per tale motivo quest’ultima opera dovrebbe essere avvantaggiata. Ma, se mi è permesso, vorrei sottolineare una mia perplessità. Certamente potremo beneficiare di questo fondo per l’opera cui ho appena accennato. Ma la conseguenza di questa norma ha però tolto valore ai risparmi di quei sindaci che io definisco buoni padri di famiglia. Ha provocato una corsa agli investimenti, di qualsiasi tipo, pur di svuotare le casse e non perdere risorse che altrimenti andrebbero a confluire nel fondo territoriale. Quando ci risentiamo? All’atterraggio del primo aeromobile? Non credo. Direi appena abbiamo concluso i lavori per le Masere.


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Politica

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Quasi che la candidatura opposta da Tiziano Mellarini contro la sua fosse un atto di lesa maestà o comunque, per usare le sue parole, di “scarsa riconoscenza”. Basiti da questa scelta alcuni protagonisti della politica di lungo corso presenti in sala. Ai tempi della Dc c’erano contrapposizioni forti – ricordano – anche durissime, ma poi si votava, ci si contava, e alla fine i perdenti si ricompattavano nel gruppo, per dare forza al partito. “Da oggi invece – spiegano – quando si vede che si sta perdendo la partita, si porta via il pallone”. Strada spianata dunque per l’assessore provinciale Tiziano Mellarini che ha colto 704 voti su 774 votanti totali (nel congresso di Vezzano del 2014 furono poco più di 300) che peraltro aveva già dalla sua il favore dell’intero gruppo consiliare e di gran parte degli iscritti delle valli (le 15 serate sul territorio hanno evidenziato sua netta prevalenza, così come testimoniato dalla nuova composizione del parlamentino provinciale, che comprende i 100 delegati eletti nelle singole serate). Al programma di Dellai (e dei suoi sostenitori, fra i quali Vittorio Fravezzi e Mauro Betta) che sostanzialmente è finalizzato ad una confluenza dell’Upt nel Pd attraverso il passaggio intermedio del Cantiere civico e democratico, gli iscritti hanno preferito la visione di Mellarini che ribadisce la necessità per l’Upt di ritornare alle sue origini di partito popolare, attingendo proprio nella tradizione del popolarismo

Come cambia la politica provinciale dopo il congresso Upt e con quello del Patt alle porte

Mellarini segretario, l’Upt “popolare” apre alle civiche S

abato 23 gennaio al congresso dell’Unione per il Trentino all’Interporto di Trento s’è assistito a qualcosa che in politica non s’era mai visto sinora. Lorenzo Dellai, vistosi davanti alla prospettiva di una certa sconfitta (molto probabilmente pure con numeri pesanti), ha optato per il ritiro in extremis

della sua candidatura, motivandola con il fatto che il “campo di gioco” era secondo lui “impraticabile”. Destando così molte perplessità negli oltre 500 iscritti presenti nelle due sale dedicate del Centro direzionale Interporto e utilizzando parole dure contro i suoi (sino ad oggi) compagni di viaggio (politico). e rielaborarle». E, ancora, attenzione e dialogo con le liste civiche, che nelle ultime elezioni comunali hanno segnalato «da un lato la voglia dei cittadini di mettersi a disposizione per la propria comunità e il proprio paese, dall’altro un certo distacco e diffidenza verso i partiti, che anche per questo hanno il dovere di fare una seria autocritica». Ecco allora che riallacciare il filo con le civiche – e anche con coloro che dall’Upt sono fuoriusciti per dare vita a Progetto Trentino – diventa una priorità per il neo segretario e sarà uno dei punti qualificanti del prossimo corso del partito, per il quale Mellarini ha proposto di cambiare il nome in Unione popolare per il Trentino, mantenendo lo stesso acronimo Upt, ma sottolineandone la matrice popolare «necessaria per la coalizione».

Tiziano Mellarini

le risorse per affrontare le sfide del futuro. «Popolarismo inteso – ha detto l’assessore alla cultura nel suo discorso di apertura - nella sua ac-

cezione più autentica di servizio alla comunità, di empatìa con le realtà associazionistiche e del volontariato; di un impegno politico diffuso sul territorio;

di istanze che partono dalle comunità locali ed arrivano alla fase di decisione istituzionale attraverso una forza politica attenta e presente che sa ascoltarle

Il presidente Ugo Rossi, ha espresso soddisfazione per l’elezione di Mellarini che ovviamente rinforza l’asse dell’Upt con il Patt: proprio gli autonomisti stanno scaldando i motori del loro congresso che si terrà il 13 marzo al Palarotari di Mezzocorona e che vede il segretario uscente il senatore Franco Panizza candidarsi con la tesi “Il coraggio di essere protagonisti” scritta con il tionese Simone Marchiori che in caso di elezione sarà il suo vice. Il senatore dovrà vedersela con il (sostenuto da Walter Kaswalder, autore della tesi: rinnovamento nella tradizione), con il presidente degli schutzen Giuseppe Corona (tesi dal titolo: Radici-CulturaTradizioni-Identità) e con il deputato Mauro Ottobre che porta una tesi dal titolo “Le radici nel futuro”. La sfida è tra un Patt “di governo” che si apre al futuro ed uno, rappresentato soprattutto da Corona, che guarda alla storia e alle tradizioni come ancoraggio forte di un’azione politica. (r.s.)

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima C’è da chiedersi se simili piazze rappresentino davvero la società. Non è corretto ridurre tutto a una contrapposizione tra laici e Cattolici. Si può essere Cattolici e riconoscere l’urgenza di dare veste giuridica alla coppie omosessuali (due donne o due uomini), si può essere laici pur ritenendo che le adozioni e la parola matrimonio debbano essere riservate alle sole coppie eterosessuali (uomo+donna). Nel paese reale succede proprio così. Gran parte dei cittadini italiani, e credo anche buona parte di coloro che si sono schierati con Family Day, è d’accordo sul fatto che si debbano finalmente introdurre nella nostra legislazione norme che regolarizzino le unioni civili e garantiscano loro la piena dignità. La grande divisione, che attraversa anche i partiti in parlamento, sia di governo che all’opposizione, è, invece, sul diritto del-

Unioni civili fra manifestazioni e nuove leggi

La politica e la coscienza La manifestazione per i diritti civili del 23 gennaio scorso

le coppie dello stesso sesso di avere figli. Personalmente, da Cattolico, credo che sia doveroso

che le coppie omosessuali possano godere dei medesimi diritti di quelle etero, e trovo imbarazzante che

l’Italia sia in forte ritardo su queste tematiche rispetto al resto dell’Europa. Ciononostante, considero sba-

gliata la pretesa di accedere all’istituto del matrimonio e assolutamente aberrante la pratica dell’utero in affitto grazie al quale le coppie gay possono allevare figli messi al mondo da donne estranee, pagate allo scopo. Così la pensano, con me, la stragrande maggioranza degli Italiani, almeno secondo i sondaggi. Ma nei salotti della politica sembrano lavorare per complicare le cose. Da una parte non si ha il coraggio di chiamare le cose col loro nome, invece di discutere una legge sulle ‘unioni omosessuali’, che di questo si tratta, ci si nasconde dietro l’ipocrisia, titolando la legge sulle ‘unioni civili’. Dall’altra la

relatrice della legge ha già chiarito che la ‘sua’ legge rappresenta un primo passo verso i matrimoni gay e la liberazione totale delle adozioni per le coppie omosessuali. Non è questo il sentire comune degli Italiani. La gente, secondo me, è molto più saggia e intelligente, più libera e serena, dei suoi rappresentanti politici: così se la ‘stepchild adoption’ (che poi sarebbe, tradotta, l’adozione del figliastro), verrà votata in parlamento, spetterà al popolo dire l’ultima parola con un referendum che qualcuno si incaricherà di promuovere. Col rischio di dover ricominciare tutto da capo.


Porto Franco

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Le prospettive del partito, della coalizione e del Trentino dopo la sconfitta dell’ex-presidente

L’Upt è “Dellai-free”: cheaccadràorainTrentino? di Ettore Zampiccoli Ma sicuramente per l’UPT, ora che è Dellaifree, si apre una nuova stimolante prospettiva. Se si è arrivati a questo passaggio va dato merito innanzitutto a Donatella Conzatti, una donna che non si è lasciata intimidire nei mesi scorsi dall’assalto che Dellai ha voluto condurre al proprio partito, per riprenderlo in mano in prima persona e farne strumento utile per i suoi personali fini di potere. Detto in altri termini per portarlo nelle braccia del Pd e assicurarsi così la prossima rielezione a Roma. E va dato atto anche alla determinazione di Tiziano Mellarini che ha dovuto probabilmente fronteggiare, nel momento in cui è sceso in campo, anche il peso dei poteri forti che in questi anni hanno fatto riferimento a Dellai (Federazione delle cooperative, qualche importante imprenditore visto anche al congresso, qualche banca ecc.). Mellarini ha resistito, ha lanciato la sua candidatura e l’ha portata a termine in nome di un disegno politico più chiaro e meno contorto e interessato di quello di Dellai. L’ex presidente della Provincia, nel momento in cui ha avvertito la sconfitta (secondo i bene informati

CONTINUA DALLA PRIMA. Ma questa volta però la sua supponenza ed il suo modo di gestire il potere non lo hanno premiato. In zona “Cesarini” con un gesto plateale ha voluto ritirare la sua candidatura alla segreteria ed abbandonare il congresso (se uscirà dall’UPT lo sapremo

nelle prossime settimane). Un po’ come i bambini capricciosi: tu – nel caso specifico Mellarini – non mi lasci vincere la partita e allora io prendo le mie palline a vado a casa. Non sappiamo – come scrive Giovanetti – se con questo clamoroso gesto si chiude l’era Dellai.

Lorenzo Dellai

se fosse andato alla conta non avrebbe preso più del 15 per cento dei voti del congresso), ha gridato al

complotto e ad un UPT militarizzato dai “colonnelli”, ovvero dagli assessori provinciali del suo partito.

Da che pulpito viene la predica! Se c’è un personaggio nella recente storia politica del Trentino che ha milita-

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rizzato gli spazi occupati è stato proprio Dellai. Forse un giorno qualcuno avrà il coraggio di analizzare al microscopio quel che ha combinato Dellai negli anni trascorsi in Provincia. Basterebbe ricordare qui come in nome del controllo politico, sociale ed economico del Trentino abbia messo in piedi una rete di Società partecipate, rette ovviamente da uomini di sua fiducia, molte delle quali a tutt’oggi brillano per scarsa trasparenza (vedi i rilievi della Corte dei Conti). Proprio in nome del controllo dell’apparato provinciale ha favorito e selezionato una casta di dirigenti super pagati, molti dei quali purtroppo anche oggi controllano enti e società che fanno riferimento alla Provincia. Se non è stata questa occupazione politica… Ora comunque l’UPT si è liberato del padre-padrone e quindi può ambire ad altre prospettive. Tra

quelle indicate da Tiziano Mellarini due ci sembrano interessanti e sicuramente impegnative. Mellarini ha più volte ripetuto l’esigenza e l’urgenza per l’UPT di ricuperare valori e comportamenti propri del popolarismo trentino. Certo l’UPT conferma le sue alleanze nell’ambito del centro sinistra ma vuole anche raccogliere quelle istanze ed aspettative che in anni passati sono state anche il motore dei cambiamenti socio economici del Trentino e che non si riconoscono nel brodo culturale della sinistra. Quindi un UPT con una identità propria più forte che sappia esprimere valori e proposte in sintonia con la gente ed i territori più che con gli apparati politicizzati e burocratizzati. L’altro aspetto si riferisce al tipo di lettura che Mellarini fa dell’attuale panorama politico trentino. A fronte di una interpretazione assai schematica ed obsoleta propria della sinistra e di Dellai (c’è il centro sinistra e poi tutto il resto è roba di destra), Mellarini ha richiamato l’attenzione sul fenomeno delle liste civiche, che sono espressione di insofferenza della gente verso certi modi di far politica, quello dellaiano compreso, e al tempo stesso esprimono il desiderio della gente e delle comunità di contare di più e al di fuori delle conventicole dei partiti, nel caso trentino di quello di centro sinistra visto che il centro destra ormai non esiste più da anni. Ci sarà pure in qualche Comune qualche listarella civica di destra ma la maggior parte – a partire da quella di Rovereto - sono proprio espressione di quote crescenti di trentini, per lo più di centro che non di sinistra, che non accettano i diktat che arrivano da Trento. Questo Mellarini l’ha capito e quindi senza tanto girarci intorno ha detto che è tempo di confrontarsi anche con le liste civiche. Se sarà così per l’UPT si apre un grande spazio e forse qualche ricaduta potrebbe esserci poi anche sull’ingessato schema politico provinciale. Staremo a vedere.


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Il personaggio

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La sua storia si interseca con quella delle Giudicarie, tanto che lui sente di appartenere a questa terra. Dal 1989, infatti, è arrivato in Trentino con il ruolo di Pretore a Tione, ricoprendo vari incarichi come Giudice tavolare e, successivamente Giudice di pace, rivelando doti di grande umanità e attaccamento al territorio. «È vero, sono molto legato alle Giudicarie, tanto da considerarle casa mia – spiega il Giudice Serao – basti pensare che, quando arrivai da Roma ero molto felice all’idea di poter lavorare in un contesto come quello giudicariese, dato anche il mio amore per la montagna. Vivo da anni a Carisolo, in una zona splendida da dove mi affaccio sul Brenta e anche ora che il lavoro mi richiama stabilmente a Trento (negli anni di Giudice di Pace ho sempre fatto la spola tra Tione e il capoluogo) continuo ad abitare in Val Rendena». Come ricorda i suoi anni a Tione? Sono molto orgoglioso del lavoro svolto in quegli anni a Tione, prima da Pretore poi da Giudice di Pace: anni in cui mi sono occupato di tutto, dalle cose più importanti a quelle più minute, penso solo al lavoro come Giudice tavolare in cui spesso mi recavo sul posto a fare misurazioni “dal vivo” per contenziosi su questioni di confini. Certo il tempo è passato e spiace che oggi la sede di Tione sia stata soppressa dallo Stato in nome della spending review: ho sempre creduto fino all’ultimo che si potesse salvare e mi sono speso in prima per-

Il giudice “giudicariese” nominato dal Csm presidente della Sezione Penale presso il Tribunale di Trento

A Giuseppe Serao nuovo importante incarico G

iuseppe Serao sarà da marzo il prossimo presidente della Sezione Penale del Tribunale di Trento. Il giudice ha ottenuto il via libera dal plenum del Consiglio superiore della Magistratura per il nuovo e prestigioso incarico con una netta maggioranza (15 a 7) ed entrerà nelle sue funzioni a partire da fine marzo. Sposato, con due figli, Riccardo e Aurora, si è laurea-

to nel 1982 con il massimo dei voti in Giurisprudenza a Roma: prima di entrare in magistratura (1986) Serao è stato assistente universitario del professor Gallo (noto giurista, già presidente della Corte Costituzionale), avvocato e Ufficiale di complemento della Guardia di finanza a Napoli. Nella sua produzione accademica troviamo diverse pubblicazioni e oltre 30 sentenze riportate sulle raccolte giurisprudenziali.

sona perché questo presidio rimanesse. La chiusura del tribunale a Tione è stata una perdita per la comunità? Direi di sì, mi sembra evidente. Si pensi solo che quando arrivai nel 1989 a Tione c’erano 5-6 avvocati, oggi siamo attorno ai 50, dunque il Tribunale ha creato una crescita anche professionale: ma non solo, penso all’indotto, al “movimento” che una sede di Tribunale inevitabilmente porta con sé, ed è certo che una chiusura di questo tipo impoverisca l’ambiente. Teniamo poi presente che le Giudicarie sono un territorio complesso, che abbracciano un arco che da Campiglio va al Lago d’Idro e per molte persone è davvero poco agevole arrivare fino a Trento per le pro-

Il giudice Giuseppe Serao

prie questioni giudiziarie. Che giudizio dà della situazione delle Giudicarie

sotto il profilo del contenzioso giuridico? Si tratta di una terra molto tranquilla: quando arrivai

oltre 25 anni fa trovai subito uno stacco netto con la realtà urbana di Roma e Napoli dove mi ero formato e devo

dire che questo è stato uno dei profili che mi ha sempre affascinato. C’era anche un forte rispetto per le istituzioni e dunque anche per quelle giudiziarie: devo dire però che negli ultimi 10 anni – pur rimanendo una terra “felice” - c’è stato un cambiamento anche da noi, una sorta di omologazione al resto d’Italia, di contestazione nei confronti dell’autorità giudiziaria e delle sue decisioni, e anche di maggiore litigiosità. Ci parli del suo nuovo prestigioso incarico. Da fine marzo sarò il Presidente della Sezione penale del Tribunale di Trento, con il compito di coordinare l’azione di Gip, Gup, Giudici del Riesame, dibattimento monocratico e collegiale. Proseguo dunque l’azione nel campo penale, che non ho mai abbandonato nemmeno ai tempi del mio incarico come Giudice di pace, e mi accingo a questo nuovo incarico con entusiasmo e spirito di servizio. (r.b.)

MeTe da leggere

C’è dello smog intorno alla parola sport Si parla molto di teorie secondo le quali lo sport è educativo e sano. Sì, questo è lo sport come dovrebbe essere ma poi quello che accade è che il lunedì a casa: “…inutile il giornale, parla solo di sport”; durate la settimana: “…quando finirai gli allenamenti: sono stanca di fare tutte queste lavatrici!”. Capita spesso che i bambini vengano iscritti a discipline senza neppure chiedere a loro se piacciono, solo perché l’orario è perfetto per tenerli impegnati in qualcosa di apparentemente utile; per non parlare di cosa accade nel week end sulle tribune dei campi sportivi. In questo mondo, dove spesso l’ipocrisia fa da padrona, abbiamo bisogno di frammenti di REALTA’. Lo Sport

deriva dal Gioco e la maggior parte delle persone (di ogni genere ed età) iniziano a praticarlo per divertirsi, svagarsi e stare in compagnia. È così che le due ore al “campo” diventano uno spazio per “respirare”, per staccare dalla quotidianità, dalle difficoltà, da quello che è ordinario, per entrare in qualcosa di straordinario. Lo sport di oggi è spesso orientato alla ricerca di talenti, alla produzione di campioni e di risultati, ecco che diventa logorante aprire il giornale quando è pieno di numeri: ranking, tempi, punteggi. Questa è la prima sfida: provate a leggerlo con occhi diversi! Se solo poteste vedere quello che c’è dietro quei numeri! Un mondo di storie, di PERSO-

NE, prima che di atleti, di impegno, dedizione, sacrifici. Sono ragazzi che si stanno impegnando nel cercare di realizzare i propri sogni o adulti che hanno il coraggio di rimettersi in gioco per sfidare se stessi prima che gli altri. E quante persone intorno a quei numeri! Difficile da immaginare ma sono REALTA’ strepitose dove si creano delle famiglie che diventano punti di riferimento essenziali nella vita di chi ne fa parte. Di questo nessuno ne parla: c’è dello smog attorno alla parola SPORT e spesso è ciò che rovina l’essenziale e che nel tempo va a logorare il sistema, per questo è importante partire dalla propria piccola realtà per cambiare qualcosa. Tutti dovrebbero

fare un minimo di attività motoria, per la propria salute e per prendersi cura di sé a 360°, per sentirsi bene mentalmente e fisicamente, provatelo! Andate a fare un giro del paese a piedi, in ciclabile o, ancora meglio, nei boschi e siate voi a dire come vi sentite; create gruppi o aderite a quelli già presenti, oppure partecipate dando il vostro aiuto ai settori giovanili che sono una fonte di ricchezza in termini di qualità di vita. Tanto le “vecchie generazioni” hanno bisogno della vitalità dei giovani, quanto le “nuove” hanno bisogno di ascoltare esperienze di vita per affrontare un mondo sempre più difficile. Lo sport come stile di vita può

andare dallo star bene con se stessi a prendere una medaglia alle olimpiadi, direte: “uguale proprio!”, sì perché non è il risultato che dà valore all’attività ma è il COME sono stati raggiunti i propri obiettivi. L’impegno, la costanza, la fatica, gli up&down fanno parte del percorso di ciascuno: cambiano i traguardi prefissati, ma quello che si raccoglie può essere sorprendente. Si parla, in Psicologia dello Sport, di Goal Setting (definizione di obiettivi): ognuno di noi può scegliere “come condurre la palla e riuscire a metterla dentro, realizzando i propri goal”. Pensando ai giovani atleti, lo Sport può svolgere la sua funzione di

agenzia formativa solo se ritorna ad essergli riconosciuta in un dialogo con le scuole e le famiglie: quale altro luogo oggi può permettere ai ragazzi di sperimentarsi in un ambiente sicuro? Successi, fallimenti, frustrazioni, essere parte di una squadra, fatica, impegno, disciplina, rispetto dei ruoli: una palestra nella quale provare e riprovare a sperimentare e conoscere se stessi. Qualunque sarà il loro futuro, avranno uno zaino ricco di abilità per poter far fronte ed essere più flessibili alla vita. Questo è ciò che lo sport potrebbe essere per ognuno di noi: un allenamento alla vita e una parentesi per ricaricarsi e viverla qualitativaMENTE.


Economia «In questi due anni - ricoda Masè - attività, progetti, eventi e iniziative hanno dato consistenza e solidità ai rapporti tra l’azienda tedesca e il territorio, ma solo attraverso nuove idee ed un costante confronto pensiamo si possa ampliare nel tempo tale collaborazione. In conclusione, non si tratta solo di un interesse diretto nel raggiungere un pubblico selezionato, ma di costruire un più ampio ritorno in termini di posizionamento e strategia di marca. La collaborazione che da poco tempo abbiamo instaurato è foriera di opportunità che la fantasia e la professionalità dei nostri collaboratori sapranno trasformare in un percorso che ci porterà lontano» Confermata l’operatività che ha contraddistinto i due anni passati, nel nuovo accordo viene sottolineato l’obiettivo strategico di aumentare il livello di interazione tra la località e le piattaforme internazionali che vedono la presenza attiva di Audi, così da incentivare lo scambio di opportunità e la nascita di nuove sinergie. I più recenti e

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Rinnovata la collaborazione per un nuovo triennio

Audi-Madonna di Campiglio:

il “matrimonio” continua

«Pianificare per crescere. Insieme. Questo in estrema sintesi il modello della partnership tra il territorio di Madonna di Campiglio, la Val Rendena e l’azienda tedesca Audi. Abbiamo cercato, usando linguaggi, contenuti e metodi diversi all’interno della strategia di comunicazione sul mercato nazionale e internazionale, di innovare l’approccio e collaborare con un partner con il quale diviene ogni giorno più stimolante confrontarsi e trovare nuove strade». Queste le parole a caldo del concreti esempi sono l’evento “Audi quattro Ski Cup” che accomuna il nostro territorio alle località più prestigiose dell’arco alpino tra cui Megeve, Verbier e St. Moritz e la spedizione (50mila copie) dell’estratto del primo numero del magazine “CampiglIO” insieme al numero di dicembre dell’Audi magazine, indi-

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Presidente di Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena Marco Masè poco dopo aver rinnovato per un altro triennio la partnership tra Audi e Madonna di Campiglio. Il nuovo accordo, sottoscritto dalle parti nei giorni scorsi, rinsalda il connubio tra il marchio dei quattro anelli, al top del mercato automobilistico mondiale e la “Perla delle Dolomiti” località di riferimento tra le destinazioni turistiche più eleganti dell’arco alpino.

rizzato ad un target nazionale altamente profilato. Di fondamentale importanza il ruolo di capofila svolto sul territorio dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena che, in testa il presidente Marco Masè e il vicedirettore Matteo Bonapace, ha lavorato intensamente per proseguire nel cammino fin qui percorso. La collaborazione con Audi, nei primi due anni, ha portato a Campiglio, ma anche a Pinzolo e alla Val Rendena, notevoli benefici in termini di comunicazione e marketing. Ricordiamo, tra i tanti: l’evento Tulot Audi quattro Experience, l’Audi quattro Golf Cup, gara di golf giocata su entrambi i circoli dell’ambito, le Audi Delight Experience piuttosto che l’Audi Chic Nic, hanno dato l’opportunità di far vivere agli Ospiti esperienze nuove ed esclusive. Da ricordare anche lo spettacolare video della Audi RS6 sulle piste da sci, con protagonista il campigliano ottantenne ed ex azzurro di sci alpino Gino Burrini che, oltre a raggiungere una strepitosa visibilità sul web e i social, è diventato lo spot trasmesso ad ogni messa in onda di gare di Coppa del Mondo di Sci Alpino anche per tutta le stagione 2015/2016. “La collaborazione con Audi è riuscita ad andare ben oltre a quanto stabilito dagli accordi iniziali - puntualizza il vicedirettore Matteo Bonapace - e tale percorso di crescita è stato possibile grazie alla capacità del territorio di proporsi in maniera unitaria nei confronti del nostro partner, attraverso la regia di ApT. Le relazioni con il Comune di Pinzolo, il Comune di Ragoli (oggi Tre Ville), Funivie Madonna di Campiglio e Funivie Pinzolo ed altri operatori locali sono state in questo senso determinanti”. Soddisfazione confermata anche da parte del direttore di Audi Italia Fabrizio Longo: “Il rinnovo della part-

Marco Masè, Fabrizio Longo e Matteo Bonapace

nership è un chiaro segnale della soddisfazione che questa collaborazione ci sta dando. Due anni fa abbiamo individuato nel territorio le potenzialità per farne un territorio Audi – un luogo ricco di storia e di tradizione, in cui sportività e performance possono essere declinate in modi diversi, con una continua tensione al miglioramento e con una costante attenzione alle diversificate esigenze della Clientela. In perfetta sintonia quindi con i capisaldi del nostro Marchio. E anche per il futuro intendiamo proseguire la collaborazione in questa direzione”.


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Economia

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Si tratta di contributi in conto interessi su mutui della durata massima di venti anni concretizzati nell’abbattimento del 70% del tasso di interesse applicato dalla banca. Possono presentare istanza di contributo alla Comunità coloro che non abbiano ancora compiuto i 45 anni di età e che sono residenti in provincia di Trento da almeno tre anni, con un indice Icef del nucleo destinatario dell’alloggio tra 0,13 e 0,45. Inoltre, i richiedenti non possono essere proprietari di altra unità abitativa idonea e/o con rendita catastale superiore a 120 Euro e la superficie utile abitabile dell’alloggio interessato all’intervento non può essere superiore a 120 mq. La spesa ammessa a con-

La Comunità delle Giudicarie stanzia nuove risorse per interventi di acquisto-risanamento-ristrutturazione

Casa, fondi disponibili per le giovani coppie

Fino al 7 marzo presso l’Ufficio Edilizia della Comunità delle Giudicarie sarà possibile presentare domanda di contributo per interventi di acquisto, acquisto-risanamento e risanamento, da parte di giovani coppie tributo per gli interventi di acquisto e di acquisto-risanamento è pari a 170mila Euro, mentre

per il risanamento va dai 50mila ai 100mila Euro. Il mutuo sul quale interviene la Comunità è pari

Tione, al via i lavori della nuova biblioteca

Rendering della nuova Biblioteca di Tione

Complice anche l’inverno “mite” sono cominciati a metà gennaio i lavori per la nuova biblioteca di Tione, con la demolizione dell’edificio denominato “la Barchessa”, a fianco dell’attuale biblioteca. Il costo della realizzazione – che sarà eseguita dalla impresa locale Ediltione - sarà di 2 milioni e 400mila euro, con lavori a base d’asta di 1 milione e 847mila euro, con un ribasso di 545mila euro. Per la nuova biblioteca il Comune di Tione ha ottenuto un contributo attraverso Fondo unico territoriale a copertura del 95% della spesa. Soddisfatto della partenza dell’opera il sindaco Mattia Gottardi: «l’amministrazione comunale crede molto in questo progetto – spiega – che ha un respiro sovracomunale ed è molto significativo in chiave culturale-divulgativa, specie guardando ai giovani. I dati relativi agli utenti ci indicano quanto la biblioteca di Tione sia soprattutto una biblioteca “giudicariese”, utilizzata dai cittadini di tanti comuni, dai turisti e da tanti studenti. Con questa nuova biblioteca metteremo a disposizione dei cittadini un polo di fruizione più moderno e funzionale, importante perché la cultura è un mezzo di crescita civile e la gratuità dell’accesso ad essa è un valore in cui noi crediamo fortemente». La progettazione definitiva ed esecutiva è stata affidata all’ingegner Luca Mezzi di Storo, su progetto preliminare dell’ingegner Gianfranco Pederzolli. Nel prossimo edificio – caratterizzato da ampie vetrate a favorire la luminosità - troveranno spazio la nuova biblioteca e la sala polifunzionale: nel piano terra sarà collocato il prestito libri, la consultazione di quotidiani e riviste, le postazioni internet, e gli scaffali con i volumi: nel primo è previsto invece uno spazio attrezzato con scaffali aperti e tavoli di lettura. Infine, nel piano sottotetto prenderà posto una sala polifunzionale da 80 posti, destinata all’utilizzo interno ed esterno. Infine, nel piano interrato verrà realizzato un parcheggio con la disponibilità di 22 posti auto, con accesso da via Roma che assolverà anche alla necessità di parcheggio di questa zona nevralgica del comune di Tione. (r.s.)

(coloro che alla data di apertura dei termini sono coniugati da meno di cinque anni), conviventi more uxorio (convivenza anagrafica da meno di cinque anni) e nubendi (coloro che intendono sposarsi). al 75% della spesa ammessa e comunque non oltre gli importi di cui sopra. Lo stanziamento per la Comunità delle Giudicarie da parte della Provincia Autonoma di Trento, ai sensi della legge provinciale n. 1 del 22 aprile 2014, per le domande presentate nell’anno 2016, permetterà di finanziare un numero di richieste pari all’incirca a quello dello scorso anno: 8 domande su 19 per l’acquisto, 13 domande su 13 ammesse per il risanamento e 9 domande su 9 per l’acquisto e risanamento. Per l’Assessore all’Edilizia abitativa della Comunità delle Giudicarie,

Roberto Failoni, si tratta di “un intervento particolarmente importante, perché va a sostegno delle giovani coppie, che sono poi quelle che hanno maggiore difficoltà nel soddisfare un bisogno primario qual è la propria abitazione, obiettivo raggiungibile grazie a tali aiuti pubblici”. Nuovi fondi per ristrutturazioni per gli over 65. Il Comitato Esecutivo della Comunità, nell’ultima riunione del 2015, ha inoltre provveduto ad integrare il fondo per finanziare le domande di contributo per interventi diretti a realizzare opere di adeguamento, manu-

tenzione straordinaria, risanamento e ristrutturazione di unità abitative, in modo da renderle idonee alle necessità abitative, presentate da persone ultra 65enni entro il 30 settembre scorso. Le domande presentate sono state ben 68 e la Comunità ha ritenuto pertanto opportuno procedere ad una ricognizione degli avanzi riferiti agli anni precedenti nel settore dell’edilizia abitativa, allo scopo di poter reperire altre risorse utili a rimpinguare la somma di 350mila euro precedentemente stanziata. Con tale ricognizione è stato possibile accertare ulteriori 62mila euro allo scopo di poter soddisfare il maggior numero di richieste pervenute. (r.s.) Info: www.comunitadellegiudicarie.it


Agricoltura

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Agri ‘90 festeggia il traguardo con un libro e una “reunion” dopo un quarto di secolo per la nota coop di Storo

25 anni di agricoltura e recupero del territorio

Per l’occasione il patron Vigilio Giovanelli ha presentato la seconda edizione del libro “La terra dell’oro”: un volume, scritto a più mani, corredato da tante fotografie e ricette, che racconta la storia della farina e polenta di Storo, con diverse aggiunte rispetto alla prima edizione, che ne fanno un volume più corposo e completo. Su tutto, è emerso dalla giornata il valore di un’esperienza come quella di Agri ‘90, una cooperativa che si è rivelata una vera e propria intuizione di Giovanelli, anticipando di fatto di oltre 20 anni quel ritorno alla terra e all’autenticità dell’agricoltura che oggi sembra essere un patrimonio sempre più diffuso ed apprezzato, anche in chiave turistica. Quell’idea nacque invece in anni nei quali lo sviluppo industriale degli anni ‘60 e ‘70, che ha investito anche la Valle del Chiese, ha fatto passare in secondo piano l’agricoltura, spostando molti lavoratori dall’uno all’altro settore con il mito del posto (e dello stipendio) fisso e con l’effetto collaterale di lasciare tantissimi campi e prati incolti e in istato

Un quarto di secolo della Cooperativa Agri ‘90 è un evento che merita di essere celebrato al meglio e così è stato ai primi di gennaio nella sede della realtà agricola di Storo fondata e guidata da Vigilio Giovanelli. È stata una festa significativa, che ha riunito in Valle del Chiese tanti amici di Agri ‘90: dal presidente della provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, al critico culinario Mediaset Edoardo Raspelli, alle autorità locali come il sindaco di Storo Luca Turinelli, il predi abbandono, con questo cambiando anche la stessa fisionomia dell’ambiente

circostante i centri abitanti. In questo contesto il merito di Agri ‘90 è stato soprat-

sidente del Bim del Chiese Franco Bazzoli, del Consorzio turistico Massimo Valenti, il consigliere Mario Tonina, il presidente della Comunità Giorgio Butterini, il direttore della Federazione della cooperazione trentina Dallasega, Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti, oltre ovviamente a decine di soci/agricoltori del sodalizio e tanti cittadini che hanno voluto partecipare al compleanno di questa realtà (oltre 200 le persone presenti). tutto quello di intravedere e ricercare un modello di sviluppo alternativo, recu-

perando attraverso la coltura del mais prima e dei piccoli frutti poi, ettari interi

25 anni di Agri ‘90. Vigilio Giovanelli e Ugo Rossi

di campagna, migliorando l’ambiente e la sua cura, e ricavando spazi di reddito integrativo per decine di soci. Aspetti questi, che sono stati a più riprese sottolineati nella giornata del 25°. Un’avventura che all’inizio poteva contare – come ha ricordato lo stesso Giovanelli nel corso della serata – su una trentina di soci, veri e propri pionieri di questo progetto, fino ai 120 soci attuali (ai quali distribuisce circa 2 milioni di euro l’anno) e alle nuove progettualità, come quelle messe in campo per combattere la diabrotica (l’insetto che rovina le radici del granoturco) assieme alla consociata Co.P.A.G. di Dasindo. Senza dimenticare il forte indotto che una realtà come Agri ‘90 riesce a riversare sul territorio, con effetti positivi sull’economia e l’occupazione, oltre che a livello di immagine, essendo l’”Oro di Storo” di gran lunga il prodotto più conosciuto della Valle del Chiese (sono davvero tanti i passaggi sui media nazionali) e uno dei più conosciuti del Trentino. (r.s.)

Gli “spergoi” di Storo


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Economia

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A più riprese è stato anche membro dell’Assemblea dell’Azienda Consorziale Terme di Comano e consigliere dell’Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta. Bugoloni diventa quindi presidente di un organismo che conosce bene e del quale ha seguito le ultime vicissitudini anche privatamente, così assicura chi gli sta vicino. Oltre al presidente, è stato rinnovato tutto il consiglio di amministrazione dell’azienda consorziale, secondo le nuove disposizioni dello statuto aziendale modificato in autunno dai consigli comunali delle Giudicarie Esteriori. A completare il Cda termale, oltre a Bugoloni, altre due figure, entrambe giudicariesi, entrambe dal profilo economico-gestionale: Roberto Filippi, che per molte settimane è sembrato essere in pole position nella scelta dell’assemblea per la presidenza, ed Elena Andreolli. Roberto Filippi, anche lui bancario come Bugoloni, classe 1959, è l’attuale direttore della Cassa Rurale Don Lorenzo Guetti, dopo aver maturato una lunga esperienza presso la Cassa Rurale Bleggio Inferiore diventata poi Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Nel Cda delle Terme di Comano è già stato dal 2005 al 2010, oltre ad avere esperienza in amministrazione come vicesindaco di Lomaso per una legislatura. È ben noto in valle non solo per la sua professione, ma anche per la passione

L’ex-sindaco di Fiavè chiamato con Elena Andreolli e Roberto Filippi a gestire l’ente termale: si punta a un cambio della governance individuando un amministratore delegato

Terme, sorpresa Bugoloni alla presidenza di Denise Rocca

A

sorpresa, fra i nomi che circolavano per la presidenza delle Terme di Comano, è uscito il nome di Beniamino Bugoloni. Fiavetano, classe 1949, nella vita banca-

rio per professione e oggi pensionato, già sindaco del borgo giudicariese nel decennio dal 1985 al 1995 e con diversi incarichi amministrativi all’allora comprensorio C8.

Beniamino Bugoloni, Elena Andreolli, Roberto Filippi, il triumvirato delle Terme di Comano

per il calcio: è infatti stato presidente, e ora direttore generale, dell’Asd Comano Terme e Fiavé Calcio. Elena Andreolli è la più giovane e l’unica donna del gruppo: classe 1979, è ingegnere gestionale e dal luglio 2006 lavora a Trentino Sviluppo, dove è Key account manager,

dopo essere stata anche Project manager servizi nuove imprese, Project manager servizi aziende consolidate e Gestore del Fondo Brevetti. La spinta verso una gestione oculata delle finanze e di stampo prettamente manageriale è evidente dalla scelta dei profili e

conferma la volontà di svincolare politicamente il Cda delle terme dalle singole amministrazioni comunali dichiarata in sede di modifica dello statuto quando i membri del Cda sono stati ridotti in numero. Dai cinque membri del direttivo appena decaduto - Mauro

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Bosetti, Iva Berasi, Alessandro Ceschi, Anthony Conotter e Anna Lisa Zambotti - più il presidente in carica Carlo Basani, si passa quindi a tre figure, autonome dalle singole amministrazioni. Le modifiche allo statuto vanno nella direzione di una nuova forma di go-

vernance per l’azienda consorziale giudicariese, infatti il mandato per Cda e presidenza è proprio quello di arrivare ad avere al vertice dell’azienda un amministratore delegato. I sindaci sono convinti che la reggenza a due fatta di presidente e direttore, che in questi anni ha guidato l’azienda consorziale, non abbia funzionato fino in fondo. Nella modifica allo statuto di qualche mese fa è arrivata quindi la possibilità di avvalersi di questa figura, ora il mandato del Cda sarà proprio quello di intraprendere il percorso di transizione preparando il terreno perché la nuova figura dell’amministratore delegato, probabilmente scelto all’interno del Cda stesso, assuma le redini dell’azienda in un momento delicato come l’avvio del cantiere dello stabilimento termale e un atteso - un altro stop, non sarebbe tollearto da operatori e cittadini - e quanto mai auspicato rilancio delle Terme locali.

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PULIZIA DI PANNELLI FOTOVOLTAICI Sapevi che la sola polvere ambientale depositata sui pannelli fotovoltaici è in grado di ridurne l’efficienza fino al 7%??? Se a ciò aggiungiamo foglie secche, pioggia, deiezioni di uccelli o altri materiali che possono depositarsi sulla superficie delle celle solari, si può raggiungere un calo di efficienza fino al 25%!!! Trascurare pulizia e manutenzione dei pannelli comporta una riduzione significativa dell’energia prodotta e aumenta il tempo necessario per rientrare dall’investimento. Un impianto soggetto a pulizie e manutenzioni periodiche, invece, ha una vita d’esercizio maggiore, con evidenti vantaggi in termini di costi. Lavori in Corso dispone di efficienti macchinari per la pulizia dei pannelli, ed ha perfezionato con l’esperienza le tecniche per eseguire al meglio questo genere di intervento. Contattaci per un preventivo!


Il Saltaro delle Giudicarie Quasi tutti sposati ed esperti di donne mogli e di donne figlie, ci sono un po’ tutti i miei sodali che ce l’hanno con me perché da molto li trascuro. L’Abele che mi guarda in cagnesco, l’Archimede che mi ha tolto il saluto, l’Osvaldo Caccola che vorrebbe farmi bere l’erba senna per farmi andar di corpo, il Mansueto che se non avesse la dentiera mi prenderebbe a morsi, e l’Evaristo che non gliene frega niente, lui di donne non se n’è mai impacciato e vive libero e felice come un guindolo. Di fronte a tanta mestizia e volendo portare il mio contributo alla discussione sulle donne di ieri, di oggi e come saranno domani, ho voluto affondare le mie ricerche nell’Empireo celeste per avere chiarezza e definire responsabilità sulla apparizione della prima donna al mondo, quell’Eva che poi, nei secoli, è stata portatrice di grande felicità e grandi tristezze. Così ho chiesto a Sant’Anania, segretario di San Pietro, vicario di Cristo ed oggi emerito in pensione, di come fossero davvero andate le cose ai tempi della creazione. Seppur restio, avutone il consenso dalle Alte Sfere s’è poi aperto con grande sincerità di cuore e di pensiero. Per dare sostegno agli amici e recuperare amicizia e credibilità, ho loro raccontato la vera storia della prima donna così m’era stata confidata. Tirassero loro le conclusioni dovute. Creato il mondo e tutti i

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IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Mariti … in bicicletta Eh...le donne! Donna buona bella e cara è una merce molto rara. Ma la donna, dice qualcuno, è un male necessario, anche se in casa non c’è pace se canta la gallina e il gallo tace, per non dire delle donne iraconde che sono un mare senza sponde…queste suoi abitanti secondo Scrittura, Adamo, il primo uomo, solo e ramingo, girava per il Paradiso Terrestre senza sapere che cosa fare, una noia infinita, una tristezza senza fine. Allora chiese udienza al Padreterno. “Voglio una compagna...” gli disse rattristato. “A cosa ti serve?” gli chiese il Creatore sconcertato, credeva d’aver creato un mondo perfetto. “Per farmi compagnia. Sono sempre solo, non so con chi parlare, il tempo non passa mai...” “Ma non stai bene da solo, io sono solo da milioni di anni e sto benissimo...”Già, ma tu sei Dio, bella fatica! Io sono un povero immortale (non era ancora capitato il fattaccio della mela e del serpente) e ho bisogno di amici, di affetti...se tu creassi una donna da mettermi a fianco...” “Una donna? Vuoi che crei un

Ines Gioielli di Girardini Ines

TIONE DI TRENTO

altro animale? Scordatelo, prima di tutto la Creazione l’ho già finita, ho già messo via tutti gli attrezzi, non ho voglia ti tirar fuori tutto di nuovo, e poi che bisogno

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le sagge espressioni ed altre ancora degli amici del vostro Saltaro che si ritrovano all’osteria come al solito, per berne un goccio, guadagnare in sapienza e sfogare i pensieri reconditi che li fanno tribolare giorno e notte.

Adamo ed Eva in uno storico dipinto

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hai di un nuovo animale? Hai già leoni, elefanti, cavalli, conigli, gatti, serpenti...” “Ma no, la donna che ho in mente non è un animale. E’ come un uomo, solo un po’ diversa. Guarda ...” e gli graffiò su di una pietra un disegnino perché capisse meglio. “E questa sarebbe una donna?” disse il Padreterno perplesso. “ Più o meno, se volessi crearla, potremo discutere i dettagli, ci sono particolari anatomici che vorrei chiarire...” disse l’Adamo. “Beh, contento tu, ma non riapro il cantiere solo per creare un nuovo animale, pardon, una donna. Poiché la vuoi simile a te...te la farò togliendoti una costola” “Fa male!” “Non sentirai nulla, ti darò l’anestesia, e per un po’ cerca di

non tossire...” “Allora va bene, ti ringrazio”. E così fece. Dopo qualche tempo il Padreterno, in un giro d’ispezione nel Paradiso Terrestre, incontrò Adamo tutto solo. “E la tua compagna dov’è? Perché non siete insieme?” “Mah, sai...Eva aveva da fare in caverna ( la prima casa della coppia), sai come sono fatte le donne, han sempre qualcosa da fare!” “ E io che ne so? Come potrei saperlo? Ma tu, prima fai il matto per averla e adesso che ce l’hai, te ne stai solo come prima. Non avrai mica litigato?” “No, litigato no, ma sai Eva ha un caratterino...” “Un caratterino, non capisco, spiegati meglio...” “ Si, quando si discute vuol sempre avere ragione...

l’ultima parola è sempre la sua e guai a contraddirla! Prima che arrivasse lei, io ero il padrone della mia caverna e dell’intero Paradiso e tutti gli animali mi obbedivano, ora comanda lei, io è già tanto se riesco a far obbedire il mio cane...” “ Ah,ah,ah…rise di gusto il Padreterno – questa è proprio bella! Ti sei fatto mettere sotto da una donna. Io ti avevo avvertito...spero che non darai la colpa a me che l’ho creata, io ho fatto solo quello che tu mi hai chiesto...l’ho fatta come tu volevi, con tutti i particolari anatomici al posto giusto. Tu mica mi hai parlato del carattere...” “C’è poco da ridere – lo interruppe Adamo sull’arrabbiato – fossi in te mi preoccuperei. Ultimamente passa un sacco di tempo in compagnia di un serpente sotto l’albero delle mele. Stanno ore e ore a raccontarsela, chissà cos’hanno da dirsi...Sembra quasi che stiano tramando qualcosa...” “ Dici?” disse il Padreterno e per un attimo il suo divino sorriso si spense, palesemente preoccupato. “ Tu che sei Dio, non potresti fare qualcosa?” “ E cosa vuoi che faccia? - disse il Padreterno ritrovando il buon umore – ...hai voluto la bicicletta? Allora pedala!” E riprese il suo giro d’ispezione, sorridendo sotto i baffi, mentre Abramo rimase a lungo pensieroso a chiedersi cosa potesse mai essere una bicicletta. I miei amici ascoltarono in silenzio, stupiti della mia saggezza, ed ognuno, bevutone un bel goccio di quello buono, se ne tornò a casa a meditare le parole del Signore. Amen.


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Europa e dintorni

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La “vera” Europa contro il qualunquismo Indifferenza e sfiducia sono fattori che rischiano di disgregare una costruzione politica che invece deve ritrovare le proprie ragioni fondanti Anche se difficile da gestire la moltitudine di notizie, ricevute ogni giorno tramite radio, televisione, giornali e Internet e presentate sotto ogni punto di vista possibile, possiamo ritenerci fortunati: abbiamo informazioni e dati su tutto, abbiamo la possibilità di poter scegliere cosa ascoltare e cosa leggere. Ma per quanto sia possibile oggi poter conoscere molto di più rispetto ad una volta, noi delle nuove generazioni sembriamo essere sempre più “svogliati” e meno curiosi, sia nel volerci informare che nel volerci impegnare, anche dal punto di vista politico. Ed è un peccato, considerato tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Purtroppo è molto frequente sentir dire tra i giovani: “I politici sono tutti uguali” o “E’ indifferente, la situazione non cambierà mai”. Venendo a mancare la fiducia, è difficile riuscire a costruire una propria identità politica. Ma

Rispetto al passato abbiamo di Francesca tutti i mezzi possibili per conoscere e informarci su ciò che accade, non soltanto intorno a noi, ma anche nel mondo. Sicuramente con il forte sviluppo dei mass media degli ultimi anni, gli avvenimenti e le informazioni, non avendo più un fil-

non per questo possiamo essere giustificati. Questa indifferenza purtroppo non si limita solo all’ambito politico-sociale, ma si tende ad espandere anche nei

confronti della storia. E per storia non intendo solo qualcosa che è già passato, ma includo il presente e tutto ciò che è attuale. Bisogna tener conto, che

tro, ci arrivano spesso deforCristoforetti mati, tanto da non riuscire più a capire quale sia la loro forma originale: è molto più difficile oggigiorno riuscire a filtrare ciò che è vero da ciò che è falso, di conseguenza riuscire a capire cosa sia vero e cosa no.

la storia la stiamo vivendo ogni giorno. Il passato non è soltanto un qualcosa di lontano e remoto, stampato solo sui libri scolastici, ma lo creiamo noi ogni giorno

che passa. Ognuno, nessuno escluso, è attore e artefice del corso degli eventi: ciascuno di noi ha delle responsabilità in tutto ciò che fa. Il passato è ricco di esempi di crimini ed errori a dir poco disumani e inaccettabili, commessi nel nome dei più spietati nazionalismi, ideologie e religioni, non solo perché “non si sapeva”, ma anche perché non c’erano i mezzi per poter conoscere. Oggi gli strumenti per conoscere ed informarsi esistono, il che significa che non abbiamo più scuse per vivere la storia in modo passivo. E mi rivolgo soprattutto alle nuove generazioni, che come me sono nate in un periodo sicuramente difficile, ricco di conflitti ed incertezze: anche se la sfi-

ducia è alta, non continuiamo a fare finta di niente e smettiamola di essere indifferenti perché tanto “non ci riguarda”. È inutile demonizzare di generazione in generazione personaggi o eventi storici, continuando a ripetere come un rito che “certe cose non avverranno mai più”, perché questo “mai più” ancora non è arrivato. Ed è proprio da questa indifferenza che nascono i problemi. Iniziamo anche solo a riflettere, a prendere posizione e renderci consapevoli di ciò che accade. Cerchiamo di assumere un comportamento “attivo” nei confronti della storia, ricordandoci che la stiamo scrivendo noi. “Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia” (Antonio Gramsci, La città futura, 1917).

IL PUNTO di PAOLO MAGAGNOTTI

Europa, il sogno infranto

Molti di noi ricorderanno le lunghe code al confine del Brennero quando ci si doveva recare in Austria o Germania e le altrettante lunghe attese quando si rientrava in Trentino. Sul versante austriaco, poco prima del confine di Stato, vi era sulla destra un negozio dove spesso ci si fermava per acquistare mezzo chilo di burro, un po’ di banane e della cioccolata per portare a casa. Subito dopo l’acquisto iniziava la preoccupazione di come nascondere questa poca roba nel baule o sotto il seggiolino per evitare che la Guardia di Finanza nei controlli di confine potesse scoprire la “grave violazione” e farci pagare una sanzione. Dal 1 aprile 1998 transitare al Brennero è stata un’altra cosa. Si poteva passare dall’Italia all’Austria quasi senza accorgersi che si cambiava Stato. Ed era meraviglioso, nel transitare le prime volte si provavano anche delle emozioni. Personalmente ricordo ancora l’emozione che provai quella notte fra il 31 marzo il primo di aprile quando al valico gendarmi austriaci assieme a finanzieri italiani e ad esponenti istituzionali sollevarono per poi non richiude quella maledetta barra che in passato solo a vederla provocava angoscia. I più giovani certamente non hanno vissuto l’esperienza delle code al Brennero, vi sono transitati in

macchina, in pullman o in treno come si trattasse di un fatto che ha sempre fatto parte della normalità. Prima e dopo il Brennero molte altre barre di confine sono state eliminate fra paesi dell’Unione Europea. L’aspirazione alla libera circolazione delle persone in Europa ha alimentato sogni di molti europei ad iniziare dai primi anni Cinquanta, quando lungimiranti padri del processo di unificazione del Vecchio Continente, fra cui il nostro Alcide De Gasperi, aprirono nuove vie di pace, unità e fratellanza fra i popoli europei usciti da due terribili guerre mondiali.

La speranza di potersi muovere in Europa liberamente per incontrare persone di cultura e tradizioni diverse, per scegliere di studiare o lavorare in un altro Paese potendosi muovere senza difficoltà. Dopo i desideri e le aspirazioni degli anni Cinquanta i fatti concreti. Il progetto per la libera circolazione venne firmato dai rappresentanti di cinque Stati europei (Germania, Francia e i tre Pesi Benelux Paesi Bassi, Belgio Lussemburgo il 14 giugno 1985 a bordo di una nave sulla Mosella nei pressi della cittadina lussemburghese di Schengen. Il sistema venne poi integrato nel sistema dell’Unione Europea e fatto proprio dalla stessa con il

trattato di Amsterdam del 1997. La libra circolazione delle persone presupponeva, evidentemente, un impegno delle Istituzioni europee e degli Stati membri interessati ad esercitare controlli interni ed esterni affinché ci si potesse muovere in condizioni di sicurezza per tutti cittadini. Le tragedie migratorie che da alcuni anni stanno segnando la storia, hanno trovato l’Unione Europe e soprattutto i suoi Stati membri impreparati. Pur considerando che ci troviamo di fronte ad un fenomeno di dimensioni epocali ci si poteva aspettare che 28 Governi europei dell’Unione, animati da quello spirito di unità e solidarie-

tà che la stragrande maggioranza dei cittadini europei hanno sempre sognato, potesse portare a soluzioni forti e più adeguate e non, come purtroppo è successo si sta verificando, ad una chiusura su se stessi nella difesa di non sempre nobili interessi nazionali. Schengen era diventato sinonimo di libertà di muoversi. Dopo che alcuni Paesi dell’area Schengen hanno chiuso con decisione unilaterale dei confini, pochi giorni fa abbiamo dovuto amaramente constatare che anche a livello istituzionale di Consiglio dell’Unione Europea non è stato deciso di rafforzare con sollecitudine l’unità europea sui confini esterni ma si è pensato a sospendere Schengen. Che tristezza. Non siamo certamente naif chiudendo gli occhi di fronte alle grandi masse di persone che giungono in Europa. Non possiamo tuttavia non scoraggiarci nell’assistere alle chiusure ed alla mancanza di unità fra Paesi europei che se fossero più uniti potrebbero dare una svolta diversa anche ad eventi di eccezionale straordinarietà. Ritornare alle bare di frontiera significa infrangere il grande sogno di milioni di europei, indebolendo ulteriormente la già flebile fiducia nel Progetto europeo.


Economia

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Le accise sugli idrocarburi in Italia – le più alte in Europa – soffocano la ripresa economica

Petrolio, tariffe e bonus Sono cifre impressionanti quelle messe in evidenza da Rizzo di mancato reddito per le famiglie e per le imprese italiane. Il governo deve spiegare alla popolazione il senso di questi rialzi immotivati delle tasse su un bene vitale soprattutto per quanti vivono nelle periferie montane, che di questo bene hanno necessità sia per i trasporti, che per il riscaldamento. È in grado il governo di spiegarci perché ha preferito alzare le tasse su questi beni essenziali che gravano sulle tasche e i bilanci d’ogni cittadino sia povero, che ricco, e nello stesso emanare i bonus che aggravano il debito pubblico? Il sospetto che le errate

di Marco Zulberti

L’inchiesta di Sergio Rizzo comparsa sulle pagine del Corriere sabato 23 gennaio sull’andamento del prezzo della benzina italiana, la più cara d’Europa, svela come rispetto al 2008 il prezzo del petrolio sia sceso del 19% se raffrontati con i valori d’otto anni fa, ma se si confrontano i prezzi medi del 2008 a 97 valutazioni fatte nel campo delle tariffe, siano esse nei trasporti, che nel campo energetico, che in quello dell’impatto dei bonus sui consumi generali, stiano per emergere con tutta il loro carico di problemi è molto forte. Quando due anni fa sono stati emanati i bonus di 80 Euro e cambiate le tassazioni sugli investimenti, non si è valutato l’impatto che queste decisioni avrebbero avuto in negativo sul debito pubblico e sul freno agli

investimenti dei capitali interni, e nello stesso tempo in negativo sugli stessi consumi, che rimangono al palo. Saremo anche alla repubblica dei “rottamatori”, ma per ora si vedono metodi da primissima, come mostra questo rincaro sul prodotti petroliferi che sottraggono reddito all’intera popolazione. E’ ben vero che in intere aree del paese questa è l’unica tassa, insieme a quella sui tabacchi che si riesce a ottenere all’istante dalla popolazione,

dollari, il ribasso è del 72% con un rialzo delle tasse del 46%. L’introito maggiorato calcolato è di 5,2 Mld di Euro: mentre da noi il gasolio si paga 1.247 euro in Germania e Austria costa 0,998 e 0.981. La benzina inoltre negli Stati si trova a 0,44 euro e in Arabia Saudita a 0,23 centesimi. al consumo di benzina non ci rinuncia nessuno, ma la parte attiva del paese non può sobbarcarsi anche quest’onere, pena il collasso collettivo. E in questo senso le più penalizzate sono proprio le regioni periferiche di montagna come la nostra regione. Non sarebbe più utile rivedere tutta la politica sui bonus, e contemporaneamente agire al ribasso sulla leva al fisco delle tariffe dei servizi strategici, ener-

gia, trasporti, autostradali e ferroviari compresi, facendo spendere meno tutti? Invece che mettere figurativamente in tasca gli 80 euro del bonus, favorire il risparmio con tariffe più basse nei servizi e migliorano in questo lo stesso debito pubblico? Ma adesso il problema è tutto nostro. Se almeno fossero usate per tagliare il debito. Se almeno fosse ripartita la ripresa. Le inchieste come quella di Rizzo sollevano alcuni quesiti:

ma la classe politica non si accorge che è questa la leva di reddito che manca veramente alla gente e alle imprese? La classe politica e il governo non si accorgono che sono questi gli elementi che frenano la ripresa degli investimenti? Le domande sono tante e i silenzi, anche degli economisti, sconcertano. La responsabilità è anche di noi analisi e della stessa classe giornalistica, che troppo spesso si limita a fare eco alle breaking news, spesso immotivate, alle intenzioni e ai proclami della classe politica,. ma che poi non si spinge fino in fondo nel mettere in evidenza i problemi profondi e oggettivi.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro

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Dal 1° gennaio 2016 Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Dal numero scorso il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo. it.


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Carnevale

FEBBRAIO 2016

Grande attesa per una manifestazione in crescita. Carri, allegria e grande dance con gli Eiffel 65

A Storo “sfila” l’edizione 49 del Gran Carnevale Edizione numero 49 del Carnevale di Storo, momento ormai clou in Giudicarie per tutti quelli che vogliono divertirsi con gli ingredienti tipici di questa festa: colori, musica, maschere e carri allegorici. La Pro Loco di Storo/M2 ancora una volta è il vero

motore di questa manifestazione - da molti definito il più grande Carnevale del Trentino - e mette in campo anche quest’anno un programma molto ricco, dal 6 al 13 febbraio, all’insegna della più collaudata tradizione, con qualche importante novità.

IL PROGRAMMA SABATO 6 FEBBRAIO

Serata dance con gli Eiffel 65 Alex The Voice Resident: David Monfrì

DOMENICA 7 FEBBRAIO CARNEVALE DEI RAGAZZI Ore 14.00 Ritrovo presso il piazzale dell’oratorio e sfilata in maschera per le vie del paese. Ore 15.30 Arrivo al Teatro Tenda allestito presso il piazzale caserma VVF ed intrattenimento con giochi, animazione e musica per tutte le età. karaoke latino Ore 18.30 Aperitivo “Spritz Latino” Karaoke in compagnia di Gian e Francy Ore 20.30 CUBA guest to STORO... Animazione e musica live latino americana con il gruppo El Candela.

MARTEDÌ 9 FEBBRAIO

Infatti, oltre ai premi tradizionali (quelli per carri e gruppi partecipanti alla prima esibizione, cui si aggiungono quelli dell’esibizione del sabato, ossia i carri e i gruppi che hanno partecipato ad altre sfilate il martedì e vengono a cercare gloria e divertimento a Storo), accanto al premio dedicato alla creatività ed intitolato alla memoria di

Hermann Zontini (colui che ha animato per anni il Gran Carnevale), la Pro Loco ha deciso quest’anno di dedicare un premio ad un altro “campione” della manifestazione storese: Alberto Fiorino, più conosciuto come Albertone, scomparso improvvisamente e dolorosamente l’anno scorso. Per la prima volta verrà votato il carro più bello da una giu-

ria popolare, ossia da tutti coloro che intervengono al Carnevale e desiderano esprimere il loro giudizio. «Siamo grati alla famiglia di Albertone – spiega Nicola Zontini, presidente della pro Loco di Storo - che ha voluto sostenere la manifestazione chiedendoci di istituire il premio, che sarà finanziato proprio dai figli del nostro caro amico». Le esibizioni dei carri allegorici e dei gruppi mascherati saranno due: la prima il Martedì Grasso (9 febbraio) e la seconda nel primo sabato di Quaresima (13 febbraio). Domenica 7 febbraio, Carnevale dei ragazzi; martedì 9, Carnevale dei bambini delle scuole materne del Comune di Storo e Bondone. Uno degli scenari della festa sarà ancora una volta il teatro tenda allestito in località Alle Piane, che ospiterà ben 4 serate all’insegna della musica e del divertimento: molto attesa la serata di sabato 6 febbraio perché al teatro tenda delle Piane saranno di scena gli Eiffel 65, uno dei nomi che ha rivoluzionato la scena musicale eurodance a livello internazionale, cogliendo un grande successo mondiale alla fine degli anni ‘90 con brani come Blue (Da ba dee), Move your body, Too much of heaven, Voglia di Dance all night, Una notte (e forse mai più).

Sullo sfondo e in prospettiva delle prossime edizioni c’è soddisfazione nella Pro Loco perché dopo tanta attesa a breve partiranno i lavori per la realizzazione di “Storo Eventi”, la struttura che permetterà alla Pro Loco ed alle altre Associazioni storesi di usufruire di uno spazio per le manifestazioni, avendo dunque a disposizione un luogo accogliente ed efficiente per ospitare le tante iniziative di questi sodalizi. «All’inizio dell’anno – spiega Zontini - abbiamo espletato tutte le pratiche per l’assegnazione degli appalti, perciò possiamo guardare al futuro con ottimismo. Quale miglior presupposto per celebrare il Gran Carnevale?» Da segnalare infine la possibilità di essere informati su tutto quello che ruota attorno a questo evento grazie all’applicazione per Android “Gran Carnevale di Storo”, che permette di conoscere il programma di tutti gli eventi che si svolgeranno durante il Carnevale, consultare la mappa del percorso dei carri, restare aggiornato sulle novità e visualizzare le classifiche e i vincitori della lotteria. Da quest’anno attraverso l’app si potrà decidere vincerà il “Trofeo Albertone” votando il miglior carro tra quelli che sfileranno martedì 9 febbraio, semplicemente utilizzando la funzione “vota”.

CARNEVALE DEI PICCOLI Ore 10.30 Sfilata in maschera dei bambini delle scuole materne di Storo, Darzo, Lodrone e Bondone per le vie del Centro Storico. A seguire ritrovo al Teatro Tenda presso il piazzale caserma VVF. Intrattenimento con giochi ed animazione per tutti! INIZIO GRAN CARNEVALE Ore 14.30 Prima esibizione dei carri allegorici e gruppi mascherati lungo il classico percorso ad anello. Ore 17.00 Chiusura spettacoli presso il “Pala Catta” nel piazzale caserma VVF. Degustazione della tipica polenta carbonera. Intrattenimento disco con Dj Catta, ingresso libero. gran ballo mascherato Ore 21.00 presso il Teatro Tenda in Località Piane Musica live con i Dejavu Durante la serata premiazioni dei carri e dei gruppi che hanno partecipato al “Martedì di Carnevale”. Assegnazione trofeo “Mati Quadrati” e trofeo “Albertone” Djset by ANTONIO VICEVERSA (da “Quelli che il calcio”) Resident: David Monfri

SABATO 13 FEBBRAIO SFILATA DI CHIUSURA Ore 14.30 Seconda esibizione dei carri allegorici e gruppi mascherati lungo il classico percorso ad anello. Ore 17.00 Chiusura spettacoli presso il “Pala Catta” nel piazzale caserma VVF. Degustazione della tipica polenta carbonera. Intrattenimento disco con Dj Catta, ingresso libero. GRAN BALLO MASCHERATO Ore 21.00 presso il Teatro Tenda in Località Piane Musica live con una delle migliori cover Band del momento, gli OXXXA Ore 24.00 Durante la serata premiazioni dei carri e dei gruppi che hanno partecipato al Gran Carnevale di Storo. Assegnazione del trofeo “Gran Carnevale” e del trofeo “Hermann”. Estrazione premi lotteria. Djset con Alex Tozzo (Jhon Club) Voice Ricky S dalla spiaggia di Milano Marittima, la più famosa d’Italia Resident: David Monfri


Attualità 19

Attualità

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Uno studio complessivo sta dietro le scelte che definiranno il profilo della ristrutturazione della nota struttura ricettiva

L’Università diTrent

nale che ha grandi potenzialità paesaggistiche in termini di quinta scenica con i suoi 360 gradi di visuale, il manufatto inciderà su questo sito sia in termini di percezione dello stabile rispetto alla punta del Brenta sia come possibilità di fruizione dell’area. Spesso e volentieri i luoghi dove confluiscono più linee di accesso funiviario e servite da strutture ricettive sono figlie di una mancata valutazione degli aspetti esterni che rischia di far scadere l’area. Quindi capire se la relazione, per esempio, fra Capanna Hofer, che è un bene culturale e ambientale, e Chalet Fiat vada corretta o rivista; inoltre, le relazioni fra gli spazi interni e queste visuali e paesaggi esterni, sono fra i punti chiave del lavoro che gli studenti devono portare avanti”.

di Denise Rocca I protagonisti sono un albergo in quota – il ristorante e albergo Dosson allo Spinale, meglio noto come Chalet Fiat – la proprietà collettiva dell degli interventi più significativi che faremo in questi quattro anni, quindi va posta grande attenzione all’avere una struttura all’altezza delle bellezze naturali fra le quali si trova, sia come aspetto

ACI Tione Agenzia Viaggi Eridio - Storo Agenzia Ballardini - Tione di Trento Agnoli Luigi - Tione di Trento Agraria 2000 - Tione Agritur il Favo - Villa Rendena Albergo Ginevra Albergo Roncone Apt Madonna di Campiglio - Pinzolo-Val Rendena Architetto Sabrina Scandolari Tione Armani Remigio - Lardaro Armani Arredo Casa Ascoop – Tione di Trento Asm Tione Asilo Nido Fantabosco - Ponte Arche Atesina Gas – Lavis Autorendena - Villa Rendena Banca Valsabbina - Storo Bauer Beccari Logistica Benetton 012 - Pinzolo Benetton - Tione COMUNE DI PROVINCIA AUTONOMA STORO ���������������������������� DI TRENTO BIM del Chiese BIM del Sarca Bios - Pieve di Bono Castello del Buon Consiglio Pat Capelli - Condino Carnevale di Storo Carnevale di Tione Carpenteria Compostella Carpenteria Fratelli Failoni Cartiere di Carmignano – Condino Casanova Abbigliamento - Breguzzo Cassa Rurale Adamello Brenta – Tione di Trento Cavallar Claudio

Centro Studi Judicaria - Tione Ceramiche Belli Ceresa Geometra Egidio Civico 09 - Pinzolo Colorificio Failoni - Tione di Trento Cooperativa L’Ancora Comitato 3Tre Madonna di Campiglio Comune di Tione di Trento Comune Castel Condino Comune di Condino Comunità delle Giudicarie - Tione Conad Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali Consorzio Turistico Valle del Chiese Costruzione Valentini Immobiliare Adamello Dentisti in Croazia Dottoressa Manuela Filosi Ecofiera di Montagna - Tione Ecomuseo della Valle del Chiese - Condino Edilmarmi - Tione Ediltione – Tione di Trento Elettromedia - Zuclo Elettropoint Bolbeno Emilio Cozzio & C. – Spiazzo Rendena EscoBim Spa Estetica Katia Famiglia Cooperativa Giudicarie Fercasa Tione Funivie Pinzolo Gea Studio Dentistico Tione Geometra Buffi Geometra Amico, collegio geometri TN Gelateria Basin - Pieve di Bono Girardini Srl Tione FAMIGLIA Grassi Mobili Lodrone COOPERATIVA market

qualitativo che tecnico e i giovani possono darci un bello stimolo in questo senso”. Il progetto è iniziato il 14 settembre scorso e già in questi giorni i ragazzi hanno presentato una primo step del loro lavoro, per concludere entro fine anno. “ Uno degli elementi più importanti che i ragazzi affrontano– spiega Riccardo Giacomelli - è capire come, rispetto all’area dello Spi-

Idea Guida - Tione Imp. Valentini Sergio - Iavrè Iniziative Sviluppo Spa Iniziative Am - Caderzone Innova Itas Assicurazioni La Termoidraulica La Valsabbina 1898 – Banca di Storo Lavori in Corso La Cassa Rurale Giudicarie Paganella Valsabbia Magic Sport Pinzolo Manufatti Lorenzi Ponte Caffaro Martinelli Impianti Elettrici - Ponte Arche Mazzacchi Gomme – Condino Mobili Bonenti - Bondo Mobilificio Taffelli - Pieve di Bono Moneghini - Storo - Pinzolo Monfredini Fausto – Tione di Trento Monfredini Livio e Rudy Nardis Sport Pinzolo Ottica Ghirardini - Tione di Trento Ottica Oliana- Tione di Trento COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE Onorati Calcestruzzi – Bleggio Inferiore Panificatori del Trentino Paradigma Pat/Ass. alla Cultura Pensione Serena Pellizzari Daone Pistoria Val Rendena – Caderzone Terme Pittori Giardini Moreno Plastigomma - Tione di Trento Prefab - Bolzano Pretti e Scalfi Pro Loco Bolbeno Pro Loco Bocenago ��������

Pro Loco di Preore Punto 3 di Alessandro Togni - Tione di Trento MV Quality - Pergine Valsugana Rifugio Brentei Rifugio Carè Alto Rifugio Casinei Rifugio Val di Fumo Rifugio Trivena - Breguzzo Ristorante Alpino - Breguzzo Ristorante la Contea - Bolbeno Scaia Gioiellerie - Tione/Pinzolo Scaia Ottica - Tione Scuola del Legno di Praso Sirianni Abbigliamento - Tione di Trento Sirianni Floricoltura - Tione Snoopy Lake Roncone Sogap Servizi Ambientali – Preore Stedile Gioielleria - Madonna di Campiglio Steldo materiali edili - Tione di Trento Studio dentistico dr. Zeni - Sarche Studio Bonetti Tione Tardivo e Poli arredamenti - Pinzolo Terme di Comano Tessilmonfrì Tomasini Auto Trentino Sviluppo Spa - Rovereto Trekking dell’Adamello Troticoltori Trentini Ufficio Stampa Pat UPT Tione Viaggi Paoli – Tione di Trento Viviani Carrozzeria Tione 24h Val Rendena MTB - Strembo


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Carnevale

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Motivati, organizzati ed appassionati, i ragazzi del nuovo Comitato conserveranno l’impianto tradizionale del Carnevale Tionese, quest’anno al via il 6 Febbraio con il Carnevale dei Pòpi e dei Putèi, introducendo però delle interessanti novità, che senz’altro lasceranno soddisfatti tutti, che siano in maschera o no. La parola, quindi, al Comitato stesso che ci illustrerà il nuovo volto del Carnevale tionese. «Il nostro gruppo – spiega il presidente del Comitato Maurizio Iseppi - ha sempre visto questa festa come la più bella di tutto l’anno, ma viverla come “attori” era molto più semplice che viverla come “registi”, anzi diciamo che era un modo totalmente diverso di affrontarla. Ci sono volute varie riunioni e incontri per convincerci a succedere ai predecessori, poiché abbandonare il nostro adorato “carro allegorico” era difficile. Infine, però, l’amore che proviamo per il Carnevale ci ha convinto a voler portare avanti questa tradizione ultracentenaria nel nostro paese e, perché no, a cercare di migliorarla con il tempo, apportando nuove idee e cambiamenti».

Il nuovo gruppo di giovani, guidato da Maurizio Iseppi, sta lavorando alla grande festa tionese dal 6 al 9 febbraio

Cambio di testimone per il Comitato Carnevale Giudicariese di Aldo Gottardi Anno nuovo, nuovo Carnevale...e quest’anno il Carnevale di Tione sarà davvero ha davvero forti tratti di novità: dopo vent’anni cambia infatti la ormai storica composizione del Comitato Carnevale Giudicariese. Il nuovo giovane gruppo, composto da gente con alle I nuovi componenti del Comitato sono Maurizio Iseppi, Beatrice Zamboni, Michele Stefenelli, Martina Farina, Michele Scandolari, Mirko Parisi, Guido Armani, Martina Fedrizzi, Maddalena Bonomi, Marco Zamboni, Andrea Valentini e Matteo Chemotti. «Per formare il nuovo gruppo – spiega Iseppi – ci stiamo trovando da alcuni mesi a cadenza settimanale, pianificando l’organizzazione di questo Carnevale 2016, per il quale la novità fondamentale sarà il ritorno delle

spalle anni di esperienza nella costruzione di carri allegorici, ora prende in mano le redini di quella che negli anni è diventata una istituzione e un appuntamento imperdibile nel panorama delle festività carnevalesche delle Giudicarie e del Trentino.

Il nuovo Comitato del Carnevale Giudicariese

feste serali a “scuotere il terreno” del paese. Verrà, infatti, allestito un teatro tenda al campo sportivo vicino

all’oratorio, in modo da rendere tutta la festività ancor più “paesana”». Per quanto riguarda, invece,

la parte più corposa della manifestazione, questa rimarrà articolata nelle due giornate di sabato 6 febbraio, dedicata ai più piccoli, con sfilata di mascherine e premiazione delle più belle, e di Martedì Grasso 9 febbraio, con la spettacolare parata di carri allegorici e gruppi mascherati e l’esibizione di tutti nella piazza principale Cesare Battisti. Anche per queste giornate le novità non mancheranno e c’è attesa e curiosità di scoprire chi sarà l’erede al trono che succederà all’ormai

storico “re del Carnevale” che da anni riceve le chiavi di Tione dal sindaco e dà ufficialmente inizio a tutte le giornate di festa. La giuria che valuterà i vari aspetti delle esibizioni di carri e gruppi, invece, è composta dalle stesse persone degli anni precedenti (tranne due membri) che si sono dimostrate favorevoli a continuare la loro non sempre facile attività, ma che ormai hanno acquisito l’esperienza necessaria per valutare in modo obiettivo e imparziale. Un’altra introduzione per il Martedì Grasso sarà il “premio giullare” che verrà assegnato al gruppo o al carro che durante la scenetta in piazza farà scatenare nel pubblico le risate più spassose.

Un rito tradizionale ancora attuale

La Benedizione delle stalle della Pieve... Si è tenuta questo pomeriggio l’ormai tradizionale benedizione delle stalle e del bestiame della busa Pievana. Ogni anno infatti, nel ricordo di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, il parroco effettua il giro delle stalle per poter benedire gli animali presenti. L’evento si è tenuto questo pomeriggio in quanto gran parte della giornata di ieri, giorno del ricordo del santo, era impegnata per le celebrazioni eucaristiche. Il merito del recupero di questa simbolica tradizione è di Mauro Maestri, giovane di Creto, appassionato di bestiame e dell’intero mondo agricolo che circa dieci anni fa, proprio grazie alla sua passione, ha cominciato a far benedire la propria stalla situata in Località Merlino, nel territorio di Praso,

piccola frazione del Comune di Valdaone. Con il passare degli anni si è sparsa la voce e molti altri hanno aderito all’iniziativa. Ed oggi il parroco della Pieve, Padre Artemio Uberti, a cui va il sentito ringraziamento per la grande disponibilità, ha benedetto il bestiame presenti in ben dodici stalle, dislocate sul territorio del neonato comune di Pieve di Bono-Prezzo e di Valdaone. «Si tratta – affermano i proprietari delle stalle – di un’iniziativa che è ormai un punto fisso nel nostro calendario. Rappresenta per noi un tuffo nel passato, negli anni in cui l’agricoltura e il mondo contadino erano il motore del mondo, e questa simbolica benedizione veniva effettuata ogni anno. Per noi è

molto importante aver recuperato questa ricorrenza, in modo da non dimenticare le usanze e le celebrazioni di un tempo.» Insomma, in un periodo dove il mondo corre veloce grazie alle nuove tecnologie, c’è ancora qualcuno che con l’amore e la passione della propria terra, non dimentica la tradizione e il mondo contadino, una delle poche sfere rimaste invariate in questi anni di profondo cambiamento. (m.m.)

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 14 n° 2 febbraio 2016 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 28 gennaio 2016 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


Attualità

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A marzo in programma un appuntamento che mette in contatto le aziende che cercano personale e i candidati alla ricerca di un impiego

A Storo sbarca la “fiera del lavoro” Un incontro diretto tra aziende e possibili candidati, che permette alle imprese di trovare in modo semplice ed efficace la figura professionale adatta alle proprie esigenze. La “Fiera del lavoro” si articola attraverso due distinti momenti: un convegno di apertura che si terrà il 5 marzo e un workshop che si terrà esattamente una settimana dopo. “Il convegno – spiega l’assessore alle attività produttive del Comune di Storo, Stefano Poletti - vuole essere un momento di riflessione ed approfondimento rispetto alle tematiche legate al mondo del lavoro e alla delocalizzazione”. A confrontarsi sul tema Lavoro, sviluppo e delocaliz-

A marzo a Storo si terrà la “Fiera del lavoro”, un evento organizzato dal Comune di Storo ed il Centro per l’impiego di Tione di Trento dell’Agenzia del lavoro, volto a dare un segnale di supporto alla ripresa economica e occupazionale nel territorio delle Giudicarie.

È un evento dedicato al recruitment e all’orientamento al lavoro che vede fianco a fianco istituzioni, imprese, agenzie formative e mondo della scuola, con l ’obiettivo unico di offrire tante e diverse opportunità d’impiego e di indirizzo ai partecipanti.

zazione. L’ineluttabilità del cambiamento ci saranno: Francesco Profumo (Fondazione Bruno Kessler), Mirco Massetti (OberalpSalewa Group), Pier Franco Camussone (Università Bocconi), Sergio Bettotti (Dirigente Generale PAT - Dipartimento Cultura, Turismo, Promozione e Sport), Alessandro Olivi (Vice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro della PAT), Roberto De Laurentis (Presidente Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Pro-

vincia di Trento), Giovanni Bort (Presidente Confcommercio - Imprese per l’Italia TRENTINO), Paolo Cagol (segretario Fim-Cisl Trentino), Rosanna Parisi (responsabile Centro per l’impiego di Tione) oltre ai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Storo e degli enti sovraccomunali delle Giudicarie. Il vero e proprio evento è rappresentato dal workshop, un momento ideato per mettere in contatto le aziende che cercano personale e i candidati alla

L’iniziativa nel comune storese

Mamme, arrivano i bio-pannolini Il 2016 porterà due novità per le famiglie del Comune di Storo ed in particolare per le giovani coppie che nell’anno appena iniziato accoglieranno un nuovo nato o sono alle prese con un figlio neonato. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di acquistare 60 kit di benvenuto da destinare ai bambini nati nel corso dell’anno che risiedono nel Comune di Storo. I pacchi comprendono prodotti per l’infanzia necessari nei primi mesi di vita del bambino (salviette, biberon, olio...) ed una copia del libro “Il nostro bambino dalla nascita ai 3 anni. La guida pratica e completa per i nuovi genitori”. Il kit sarà consegnato a tutti i nuovi nati del comune al momento della registrazione all’anagrafe. “Vogliamo dare un segnale concreto di vicinanza alle famiglie - spiega Stefania Giacometti, assessore alle politiche sociali di

Storo - in un momento per loro sicuramente particolare e augurare buona vita ai piccoli nati, che saranno i cittadini di domani”. Accanto al kit, l’idea è anche quella di incentivare l’utilizzo di pannolini lavabili e biopannolini: l’amministrazione ha deliberato la messa a disposizione 4mila euro da destinare, sottoforma di contributo e fino ad esaurimento plafond, a tutte

le famiglie che nel corso dell’anno acquistano un kit completo di pannolini lavabili per bambini di età compresa tra gli 0 ed i 3 anni o che acquistano pannolini biodegradabili. “ Abbiamo deciso di incentivare l’utilizzo di pannolini lavabili e biopannolini – prosegue l’assessore Giacometti – coniugando in questo caso sensibilità ambientale e vicinanza alle famiglie.

Oltre ad una significativa riduzione della quantità di rifiuti indifferenziati che vengono accumulati in discarica, l’utilizzo di questi prodotti implica anche un rilevante risparmio economico per le famiglie ed una maggior tutela della salute del bambino”. I biopannolini sono infatti prodotti monouso, ecologici al 100% e compostabili che coniugano il rispetto dell’ambiente con l’efficienza e la salvaguardia della salute del bambino. Vengono realizzati con materie prime naturali e biodegradabili senza l’impiego di plastiche ed additivi chimici. Per richiedere il contributo previsto dal comune, i cittadini interessati devono compilare l’apposita modulistica messa a disposizione presso il servizio segreteria e scaricabile dal sito internet del comune di Storo, alla quale dovrà essere allegata fattura o nota fiscale relative all’acquisto dei pannolini.

ricerca di un impiego o di nuove opportunità di carriera. L’obiettivo è quello di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso colloqui mirati tra i candidati prescelti e le aziende partecipanti. Le aziende aderenti al servizio forniranno una presentazione e un profilo o una lista dei profili che stanno ricercando. Le informazioni saranno pubblicate su web, dove i candidati potranno consultare i profili e scegliere le aziende a cui presentarsi inviando il proprio curriculum vitae. Se l’azienda conferma l’appuntamento, il colloquio verrà svolto durante il pomeriggio del workshop vero e proprio.

A Preore giovane appassionato di dama già a livelli internazionali

Damiano Leonardi

Il gioco della dama costituisce uno sport poco conosciuto, ma che richiede ai propri praticanti una grande concentrazione ed attenta strategia, risultando, pertanto di rilevante soddisfazione. Proprio a Preore, in Giudicarie, il diciassettenne Damiano Leonardi, del circolo damistico “Adamello”, da anni si sta affermando in questa pratica sportiva; ultimamente si è classificato secondo al Campionato italiano di dama internazionale: una manifestazione con la dama dalle 100 caselle, usata per le competizioni all’estero. Si tratta di una importante manifestazione, alla quale hanno partecipato i migliori damisti provenienti da varie regioni italiane, valevole per il Campionato Internazionale che si è svolto a Pordenone dal 30 ottobre al 1° novembre 2015, ed è stato promosso dalla Federazione Italiana Dama (FID), che ne ha affidato l’organizzazione al “Dama Club Pordenone”. Si sono giocati sette turni: nel secondo gruppo Damiano ha conquistato 10,64 punti, frutto di quattro vittorie e tre pareggi. Davanti a lui si è classificato con 11,65 punti il fiorentino Marco Capaccioli del circolo “Banca Toscana”. Nelle stesse giornate, ha ottenuto un secondo posto, sia nel torneo della “semilampo” che della “lampo”: ossia gare più brevi rispetto alla gara standard. Damiano Leonardi, oltre ad aver partecipato ai Campionati Italiani Giovanili e ad alcune prestigiose gare anche con gli adulti, aveva già partecipato, nel 2013, al Campionato Italiano svoltosi a Fossano, in provincia di Cuneo, conquistandosi il primo posto assoluto di categoria. Nel 2014, in Bielorussia, aveva preso parte al Campionato europeo giovanile. A lui l’augurio di ulteriori affermazioni in questo campo, portando con sé il nome delle Giudicarie. (mam)


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Casa Londra (giunto alla quarta edizione) e Casa Berlino (attiva da tre anni) offrono la possibilità di conoscere i modi di vita e la cultura di una metropoli europea ma anche di imparare a gestire in modo autonomo la vita quotidiana. Ma soprattutto consentono di migliorare la conoscenza della lingua inglese o tedesca e, al tempo stesso, di imparare le regole della convivenza trascorrendo il proprio tempo con persone diverse dai propri familiari. Due le formule per trascorrere un periodo in una di queste capitali: il pacchetto studio oppure l’esperienza di tirocinio/lavoro. Il pacchetto studio prevede 15 giorni all’estero con un corso settimanale di lingua straniera di 20 ore (che sarà preceduto da un test d’ingresso) presso una struttura accreditata dal BRITISH COUNCIL (per Casa Londra) o dal DAF (per Casa Berlino). Il pacchetto tirocinio/lavoro si articola, invece, in sei settimane per approfondire la lingua (anche in questo caso è previsto un corso settimanale di 20 ore) e affrontare un’esperienza lavorativa. Per questo è garantito un supporto per preparare il curriculum vitae e il colloquio di lavoro nella lingua del paese ospitante, nella ricerca delle aziende e nella presentazione presso le stesse. Entrambe le iniziative si rivolgono a giovani fra i 16 e i 32 anni e prevedono una quota di compartecipazione che varia a seconda della tipologia del pacchetto prescelto; sarà riservata una tariffa agevolata per i soci e figli di soci della Cassa Rurale. Nella quota di

Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella: tornano Casa Londra e Berlino

Studio e lavoro in due capitali europee Parlare almeno una lingua straniera è oggi un requisito fondamentale per la crescita personale e professionale, oltre che spesso titolo di preferenza per quei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. È per questo motivo che da diverso tempo la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella investe importanti risorse economiche per promuovere la conoscenza delle lingue straniere. Ed è per queiscrizione, oltre al colloquio iniziale con il partecipante e i genitori, sono comprese anche attività organizzate e un tutor per i ragazzi (accoglien-

za in aeroporto, accompagnamento all’appartamento e alla scuola nei primi giorni di permanenza, informazioni generali, assistenza per even-

sto che tornano Casa Londra e Casa Berlino, i due progetti di mutualità innovativa attraverso cui la Cassa Rurale vuole incentivare esperienze all’estero e lo studio dell’inglese e del tedesco. “Anche quest’anno abbiamo voluto riproporre queste due iniziative, mettendo a disposizione dei nostri giovani 30 posti per Casa Londra e 25 per Casa Berlino”, spiega il presidente Andrea Armanini. tuali necessità durante tutta la permanenza), mentre sono carico dei partecipanti alcuni costi, come il trasporto e il vitto. Sono previste partenze

scaglionate a giugno, luglio ed agosto. Qualora le richieste di partecipazione siano superiori ai posti disponibili sarà data priorità in prima

battuta ai soci e figli di soci della Cassa Rurale, in seguito a clienti e figli di clienti e infine ai giovani residenti nella zona operativa della Cassa Rurale. Per entrambe le proposte le adesioni dovranno pervenire entro e non oltre il 15/03/2016, compilando l’apposito form sul sito www. prendiilvolo.it. La conferma di partecipazione al progetto sarà inviata entro e non oltre il 30/03/2016.

Intervista a Geremia Gios

Studiare aumenta le capacità occupazionali Cosa vuol dire studiare in un momento in cui sembra che forse nemmeno un titolo di studio abbia la forza di aprire la strada ad un posto di lavoro? Tutte le statistiche sull’occupazione dimostrano che avere un titolo di studio aumenta le possibilità occupazionali ed anche il compenso percepito. Ritengo tuttavia che non sia questo l’aspetto più importante. Studiare consente di capire meglio il contesto socioeconomico in cui si opera e consente, altresì, di fare scelte con maggiore conoscenza di causa. E studiare provenendo da una valle periferica come la Valle del Chiese? Vivere in una valle periferica significa avere a che fare con un orizzonte limitato, ma sappiamo anche che consente di salire sul

monte ed allora si ha un orizzonte molto più ampio di chi vive in pianura. Studiare è allora come salire su un monte: consente di ampliare l’orizzonte e se si riesce a farlo conservando i valori significa poter guardare più lontano rispetto a chi viene dalle aree centrali.

solo l’aspetto economico ma anche la possibilità di iniziare a crescere in autonomia. Cosa deve tenere presente un giovane che voglia fare un percorso di studio? Scegliere un indirizzo che interessi e appassioni. Il resto, compreso l’impegno, viene da sé.

Come vede il mondo della formazione e dell’Università in Trentino? In generale c’è un giudizio positivo anche se non sempre si riesce a collegare formazione e società. Servono le borse di studio a dare un incentivo? Credo che consentire di avere fonti di reddito sia molto importante soprattutto per chi, venendo dalle valli periferiche, deve sostenere maggiori costi per lo studio. Non è importante

C’è qualche collegamento università-mondo del lavoro in Trentino? Sì ci sono gli stages, i tirocini e simili. Credo che la situazione sia migliore che nel resto d’Italia. Secondo lei è necessario conseguire anche un master per avere maggiori possibilità di lavoro? Può essere utile non indispensabile. Geremia Gios

E studiare e specializzarsi anche se l’intenzione è quella di lavorare nel mondo dell’agricoltura e dell’allevamento? L’agricoltura, avendo a che fare con gli essere viventi è uno dei lavori più difficili (e per certi versi affascinante). L’idea che bastino le conoscenze tradizionali è errata. Senza un’adeguata preparazione anche teorica non è possibile fare agricoltura al passo con i tempi. Come formare i nuovi quadri della future amministrazioni in Trentino? Ritengo che il modo migliore sia quello di consentire che i giovani inizino a fare esperienza all’interno delle molte realtà associative che ci sono in ogni paese. Poi potrebbero essere utili brevi incontri formativi.


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Serata di pubblicizzazione del nuovo bando del BIM del Chiese per borse di studio e premi di laurea

“Come posso studiare?”

S

abato 20 febbraio alle 20,30 presso la Sala Consiliare del Municipio di Borgo Chiese il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Chiese organizza l’incontro “Come posso studiare? Le nuove borse di studio del BIM del Chiese”. Dopo il saluto del presidente Franco Bazzoli, interverranno sull’argomento il consulente per le Borse di studio del BIM del Chiese Roberto Pallanch e il Direttore del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento e già sindaco e attuale assessore del comune di Vallarsa, prof. Geremia Gios. La serata si concluderà con la testimonianza di tre tra i vari studenti gratificati con premio di laurea dal BIM del Chiese lo scorso dicembre. Coordina il tavolo la presidente della Commissione Borse di Studio Mariachiara Rizzonelli. L’iniziativa si pone tre obbiettivi: pubblicizzare i nuovi criteri inseriti nel bando per le borse di studio ed i premi di laurea da erogarsi nel corrente anno, incentivare anche dal punto di vista motivazionale gli studenti a proseguire i propri studi pur risiedendo in una valle periferica come la Valle del Chiese ed in-

propone l’incontro

Come posso studiare? Le nuove borse di studio del BIM del Chiese Partecipano

sabato 20 febbraio

Franco Bazzoli, presidente del BIM del Chiese

Roberto Pallanch, consulente istruttoria ICEF Borse di studio del BIM del Chiese

2016 ore 20.30 presso sala consiliare

Piazza San Rocco BORGO CHIESE

Prof. Geremia Gios, Direttore del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento Studenti premiati con borsa di studio BIM del Chiese Coordina: Mariachiara Rizzonelli

Allieterà la serata il gruppo musicale Le Mai�nade Piccolo Buffet per i convenu� a conclusione della serata Is�tuito nel 1955, il consorzio si prefigge lo scopo esclusivo di favorire il progresso economico e sociale delle popolazioni e del territorio del Bacino Imbrifero Montano del Chiese, impiegando i proven� dei sovracanoni che gli sono a�ribui� in base alla Legge.

fine dare conto del grande sforzo finanziario cui il BIM del Chiese si è sottoposto in questi anni per sostenere tanti giovani chiesani iscritti presso scuole e università della provincia e di altre regioni italiane. Di fatto il BIM del Chiese è impegnato in questa azione ancora dagli Anni ’60, quando ancora a Tione non esistevano la serie di licei di oggi e per completare i propri studi tanti ragazzi della Valle del Chiese dovevano dirigersi piuttosto in quel di Trento o Rovereto. Dopo una breve pausa, a partire dall’anno accademico 1994-1995 le borse di studio sono state nuovamente erogate, e con esse anche i nuovi premi di laurea. Questo intervento del BIM del Chiese si è protratto fino ad oggi: per il solo anno accademico 20132014 sono state erogate ben 54 borse di studio e otto premi di laurea ad altrettanti studenti, per un ammontare di ben 89.200 euro. Una somma ragguardevole, elargita con la speranza di contribuire a creare nuove figure professionali d’alto livello, capaci un domani di tornare a spendere le proprie competenze a favore della propria valle. “Personalmente vedo con favore iniziative quali le borse di studio e i premi elargiti dal BIM del Chiese rivolte agli studenti meritevoli

della nostra valle” - commenta lo studente premiato Matteo Zanetti – “Perché queste, sebbene in piccola parte, aiutano ad alleviare i costi delle tasse universitarie e della residenza fuori sede, incentivando i giovani del nostro territorio ad impegnarsi, favorendo l’arricchimento culturale delle nostre zone. È importante ricordare che studiare non serve solo per superare gli esami e ottenere un titolo, ma serve soprattutto per realizzare le proprie aspirazioni e i propri sogni, quindi ad essere persone più libere e felici”. Certo oltre al sostegno finanziario per intraprendere e riuscire a terminare un percorso di studi di successo occorre anche essere adeguatamente motivati. La presenza alla serata di sabato 20 febbraio del professore Geremia Gios, docente ordinario dell’università di Trento ma già sindaco di un paese, Vallarsa, che ben conosce i limiti e le opportunità del vivere in una valle periferica come la nostra, intende di fatto essere un contributo per trovare risposte appropriate a questo proposito. La popolazione e in particolare i giovani sono quindi caldamente invitati a partecipare all’evento. Sarà un momento di approfondimento di tanti temi fondamentali per lo sviluppo della Valle del Chiese.

Un secolo di storia nella Valle del Chiese Una pubblicazione per ricordare il sessantesimo anniversario della fondazione del BIM del Chiese

Far conoscere la storia della Valle del Chiese per consolidare la memoria locale ma anche per interpretare al meglio il nostro tempo e disegnare scenari futuri. Questo il duplice obiettivo che il Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese si è proposto di raggiungere con la pubblicazione “Un secolo di storia nella Valle del Chiese” voluta per ricordare il sessantesimo anniversario di fondazione. Il libro, affidato a Vittorino

Tarolli, racconta la Valle del Chiese attraverso episodi e fatti significativi che hanno coinvolto l’intero territorio o vicende più puntuali e specifiche che comunque sono diventate emblematiche dell’intera storia delle nostre comunità. Un vero e proprio viaggio lungo il secolo appena trascorso, durante il quale la nostra valle ha conosciuto un cambiamento epocale passando da una società di tipo silvo-pastorale ad una più moderna, in cui i “grandi lavori” – la

costruzione degli impianti per la produzione dell’energia elettrica – hanno segnato il passaggio più significativo. Il racconto parte con la Prima guerra mondiale e si allarga poi ad abbracciare le vicende più rappresentative, i personaggi più conosciuti (uno su tutti, lo storico Giuseppe Papaleoni), le esperienze di paesi o persone comuni, arrivando fino nostri giorni. Un racconto che si può leggere tutto d’un fiato, seguendo l’ordine cronologico con cui viene pre-

sentato, o assaporato poco a poco, spulciando qua e là nei diversi capitoli, rincorrendo fatti e personaggi. Una pubblicazione affidata alla valle dal BIM del Chiese, per riflettere e conoscere, si diceva, ma anche per individuare nuove prospettive di sviluppo. Il libro è a disposizione gratuitamente per gli interessati a Condino, presso la sede del BIM del Chiese.

I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.

CONTATTI: Via O. Baratieri, 11 - 38083 Borgo Chiese (TN) - tel. 0465/621048 - fax 0465/621720 segreteria@bimchiese.tn.it - bimchiese@bimchiese.tn.it - www.bimchiese.tn.it


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Cooperando

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Alla base di questi concetti infatti, vi è la capacità di una Comunità di definire i propri obiettivi strategici e identificare la propria strada, perché le condizioni di partenza sono soggettive, frutto delle legittime richieste dei cittadini, di ogni cittadino a fornire risposte ai propri bisogni. Certamente il punto di partenza per avviare un percorso di “comunità intelligente” è la profonda conoscenza della realtà locale, dei bisogni della collettività, delle criticità e della situazione che deve essere gestita. Questo consente di ricercare i fattori e le tecnologie abilitanti, attraverso un lavoro interdisciplinare che si basi su forti competenze tecnologiche, economiche e sociali per arrivare alla definizione di una metodologia che sfrutti in modo coordinato tutte queste competenze specifiche. Il modello basato sui concetti di “Comunità Intelligenti” si identifica anche come un nuovo modello di sostenibilità, basato sia su interventi tecnologici ma anche su buone pratiche e virtuose abitudini di consumo, in cui tutti concorrono ad individuare soluzioni per la comunità, frutto di partecipazione e intelligenza collettiva. Trento è una delle dieci città del mondo considerate “intelligenti” (smart) e selezionate per diventare un laboratorio dove si applicano tecnologie per

Trento ( e ilTrentino) tra le 10 città “piu intelligenti” al mondo I concetti di “città intelligente (Smart City) e “comunità intelligente” (Smart Community) sono sempre più attuali

I

concetti di “città condivisa e partecipata, di Alberto Carli intelligente (Smart determinano la capacità City) e “comunità intelligente” (Smart Communi- del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato ty) sono entrati nel dibattito quotidiano, anche se non di cose e persone a una comunità intelligente, efficiensempre sono chiari. Le molteplici modalità di comuni- te e socialmente innovativa, dove ogni euro investito cazione locale e globale, l’innesto di moderne tecnolo- in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla gie nell’agire quotidiano, la presenza di una strategia qualità della vita dei cittadini. trovare soluzioni ai problemi quotidiani dei cittadini: dal traffico all’inquinamento, dallo sviluppo economico a una gestione sostenibile delle risorse naturali. Questo importante risultato è senz’altro un riconoscimento non solo dell’elevata qualità della ricerca svolta in Trentino, ma anche della capacità delle diverse istituzioni di operare come un unico ecosistema. Un progetto che richiede la partecipazione attiva di tutti partner coinvolti, dalle amministrazioni locali all’università, ai centri di ricerca, alla cooperazione, alle scuole, al fine di promuovere il coinvolgimento

Piazza Duomo a Trento

dei cittadini nella definizione delle priorità e nella sperimentazione delle soluzioni messe a disposizione dallo stato dell’arte delle tecnolo-

gie. Trento e il Trentino potranno diventare un modello di riferimento globale nelle aree della qualità della vita, con la partecipazione della

cittadinanza e condividendo con altre città del mondo la propria esperienza. Un progetto che necessita partecipazione e richiede prima di tutto l’analisi dei bisogni dei cittadini (dove vivono, dove lavorano, cosa fanno nel tempo libero, ecc) il loro coinvolgimento nel dibattito pubblico, successivamente la consultazione dei portatori di interesse ed infine la definizione di obiettivi e indicatori comuni. In questa azione sinergica ad ognuno spetta il suo ruolo e la cooperazione, cosi come l’ente pubblico, dovrà saper valutare le soluzioni ai problemi in modo trasversale,

dovrà essere elemento di aggregazione di soggetti differenti e facilitatore nella realizzazione degli interventi, condividendo le scelte con i propri soci o nel caso dell’Ente pubblico con la cittadinanza e i soggetti privati. Quindi è richiesta sia un’elevata capacità di valutare le singole situazioni, mettendo in atto risposte specifiche, sia la capacità di elaborare protocolli, che riescano, successivamente, a prescindere dal particolare. I modelli cosi potranno essere messi a disposizione di tutti per non ripartire sempre da zero. Il vero elemento, che va sempre più rafforzato anche nelle nostre Giudicarie è la capacità di “fare sistema” e “ fare rete” tra valli. Infatti per essere “smart” serve conoscere e riconoscere quello che la comunità ha al fine di prendere decisioni sulla base di informazioni aggiornate, certe e condivise.

Si è spento all’Ospedale di Tione lo scorso 21 gennaio dove era ricoverato per alcuni problemi di salute

“Buon viaggio Don Dario”, addio al prete-artista

P

rocede l’iter per la realizzazione di un nuovo trattTristezza e sconforto i sentimenti prevalenti nella piccola comunità di Por e nell’intera conca di Pieve di Bono per la scomparsa di don Dario Marzadri, dopo un breve periodo di

ricovero in ospedale conseguente ad alcuni problemi di salute. Don Dario, che avrebbe compiuto 87 anni nei prossimi giorni di febbraio, è spirato all’Ospedale di Tione nella serata dello scorso 21 gennaio.

Se ne è andato in silenzio, lasciando numerose testimonianze che saranno ricordate da tutti coloro che hanno potuto condividere un momento con lui. Dopo un’intensa attività sacerdotale che lo aveva portato a prestare la sua opera in varie comunità trentine, tra cui Albiano, Zortea e Prade nella zona di Canal San Bovo, Stenico e Fondo, svolgendo in alcuni periodi anche le funzioni di decano; negli ultimi anni, causa anche alcuni problemi di salute, era ritornato nel natio paese di Por, prendendosi

anniversario dall’ordinazione sacerdotale.

cura fino allo scorso mese di dicembre a tempo pieno della gestione pastorale della locale curazia di San Lorenzo e, fino a qualche anno fa, anche nella dirimpettaia comunità di Bersone. In ognuna di queste comunità don Dario ha saputo farsi apprezzare e ha lasciato il ricordo, oltre che per il suo ministero religioso, anche per l’intensa e continua attività volta alla coesione, al reciproco aiuto e alla crescita culturale di giovani e adulti. Proprio nell’estate scorsa Don Dario ha festeggiato il 60°

Ma Don Dario non verrà ricordato solo per la sua opera pastorale: notevole e conosciuta era, infatti, la sua passione per la pittura che lo ha portato a realizzare numerosi e apprezzati quadri, per i quali trovava spunto, soprattutto, da scorci di paesaggio locale e momenti di vita quotidiana delle nostre comunità; notevole anche il suo impulso nella nascita a Por di un Gruppo Culturale e Teatrale che si è esibito per molti anni e che ancora

oggi svolge una rilevante attività culturale con il coinvolgimento di tutti gli abitanti. Don Dario sarà ricordato, inoltre, per l’avvio e il coordinamento dell’attività di gestione di gruppi giovanili che hanno scelto la zona di Por per i propri campeggi estivi, con il recupero di alcuni appezzamenti da tempo abbandonati e destinati all’accoglienza dei gruppi di scout provenienti da varie zone delle provincie vicine. (m.m.)

Don Dario Marzadri


Attualità Il calendario dello sportello è fissato a cadenze pressoché mensili, con otto sessioni a Tione di Trento e due a Storo, nelle seguenti date: • 29 gennaio, 26 febbraio, 29 aprile, 27 maggio, 24 giugno, 29 luglio, 28 ottobre e 25 novembre presso la sede della Comunità delle Giudicarie a Tione di Trento; • 25 marzo e 30 settembre presso il municipio di Storo. L’esperienza degli anni precedenti, unitamente al gradimento riscosso, hanno persuaso il Collegio Provinciale dei Geometri e l’Associazione locale dei Geometri a riproporre il servizio. Non a caso l’iniziativa è nata con la definizione di “AMICO GEOMETRA”, stante proprio il carattere confidenziale che da sempre contraddistingue i rapporti con gli utenti, retaggio di quello che una volta veniva definito il «geometra condotto», un factotum che poteva aiutare in quasi tutto. Non si tratta, è bene sottolinearlo, nel porsi a ruolo di conoscitori di ogni materia ma di impostare un’analisi tecnica e burocratica sulla scorta della praticità e dell’esperienza vissute quotidianamente sul campo, oltre ovviamente alle conoscenze tecniche specifiche. Lo sportello viene in tal senso impostato sulla presenza non di un unico professionista ma di una terna di professionisti il più possibile variegata, in grado di affrontare le problematiche sottoposte. Un recente, interessante articolo apparso in prima pagina sul Corriere della Sera, a firma di Dario di Vico, titolava “NEL PAESE COMPLICATO TORNA IL GEOMETRA”, a confermare espressamente un ruolo di primaria importanza di tale professionista nello scenario economico reale del paese. Nel medesimo articolo si poneva al centro la figura del geometra nel constatare che nonostante tutte le promesse sulla semplificazione della pubblica Amministrazione, la burocrazia negli anni sia aumentata e abbia bisogno di un cuscinetto tra lo Stato e le famiglie. In tal senso si argomentava che il geometra, nell’Italia della modernizzazione incompiuta sia una sorta di corpo intermedio, filtra le politiche che vengono dall’alto e le cuce con le famiglie. La nostra esperienza diretta, maturata in seno all’ iniziativa “Amico Geometra”, patrocinata, è bene ribadirlo, dal Collegio Provinciale di categoria, ha permesso di verificare che molti altri canali di informazione,

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“Amico Geometra” una certezza anche per il 2016 Ottavo anno consecutivo per lo sportello informativo gratuito al cittadino su argomenti d’intervento del geometra con specifico riferimento all’ambito delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio. di Maurizio Esposito* “AMICO GEOMETRA”, l’iniziativa dell’Associazione Geometri della Comunità delle Giudicarie, volta ad offrire un servizio gratuito di prima informazione al cittadino su tematiche di natura tecnica, è confermata anche per l’anno 2016. Le modalità del servizio sono le medesime degli anni pur svolgendo un ruolo di assoluta rilevanza, non si possono ritenere esaustivi, rispetto alla complessità della materia in campo. Nello specifico abbiamo osservato una evoluzione nella tipologia dell’utenza, ormai ampiamente avvezza all’utilizzo di internet. Questo strumento, eccezionale anche per acquisire dati e notizie di carattere tecnico, settore di cui ci occupiamo, è pericolosamente forviante ed in alcuni casi illusorio se non si possiede la visione d’insieme, per valutare la reale portata di ciascun caso particolare. Gli argomenti valutati con maggior frequenza riguardano i rapporti di vicinato, il condominio, la detraibilità fiscale degli interventi edilizi, le regolazioni di confini, la lettura di documenti catastali e tavolari, le pratiche contributive, le divisioni e le successioni. Sempre più spesso la tendenza alla litigiosità, del tutto ingiustificata a fronte di analisi serene delle problematiche in gioco, esacerba gli animi rendendo il più delle volte irrisolvibili anche le più banali difficoltà. Un effetto virtuoso dell’iniziativa è di contenere ed indirizzare a composizioni bonarie tutte quelle “mini” contese, o liti embrionali, utilizzando al massimo il buon senso e la diligenza del buon padre di famiglia. E’ bene ribadire che il servizio è comunque volto alla sola consulenza informativa, fornendo al cittadino quegli elementi di giudizio aggiuntivi, utili a formare la migliore capacità decisionale. Come detto, la terna di tecnici a disposizione sarà assortita, per provenienza territoriale e per specializzazione, operando una rotazione tra i 25 aderenti all’iniziativa in grado di fornire un supporto del tutto gratuito, di prima informazione e di indiriz-

zo operativo, riguardo le numerose problematiche di natura tecnico – edilizia – amministrativa che possono interessare tutti i

precedenti: si fissa un appuntamento con la segreteria del collegio dei Geometri di Trento al n. 0461 – 826796 e si può incontrare la terna di tecnici, dalle 9,00 alle 12,00, alla prima data disponibile, presso la sede della Comunità delle Giudicarie a Tione di Trento oppure presso il Comune di Storo. cittadini. La Comunità delle Giudicarie, alla quale va il sentito ringraziamento per la concessione del locale per

lo sportello, ha compreso lo spirito e le finalità del servizio citato, mostrando con ciò un gesto concreto di vicinanza alle esigenze

della popolazione. Lo stesso ringraziamento deve esser rivolto al Comune di Storo che ha offerto analoga collaborazione per le due sessioni programmate presso il relativo municipio. * Presidente Associazione Geometri della Comunità delle Giudicarie


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Rubrica Legale

FEBBRAIO 2016 L’AVVOCATO RISPONDE

Ingiuria, ora non è più un reato. Che fare?

Dal 15 gennaio il Consiglio dei Ministri lo ha depenalizzato assieme ad altri reati minori. Le possibilità dei cittadini di tutelarsi Buongiorno Marco, i termini che le ha rivolto il suo vicino (contenuti nel testo integrale dell’email inviata) integravano un reato, sino a qualche giorno fa, previsto e punito dall’art. 594 del Codice Penale. Tale articolo recitava “Chiunque offende l’onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a € 516. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino a € 1.032 se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Le pene sono aumentate qualora l’offesa sia commessa in presenza di più persone”. Come avrà notato parlo al passato. Infatti il Consiglio dei ministri, su proposta del Mini-

Buongiorno Avvocato Gottardi, recentemente il mio vicino di casa mi ha insultato con termini pesanti. Sono intenzionato a non fargliela passare liscia e vorrei denunciarlo. Come mi stro della Giustizia, ha approvato, in data 15.01.2016, un decreto legislativo in materia di depenalizzazione di alcuni reati che, di fatto, vengono cancellati. In concreto, questo decreto ha trasformato alcuni reati in illeciti amministrativi, con l’intento di deflazionare il sistema penale ma allo stesso tempo rendendo più difficile per la persona offesa ottenere tutela, come meglio dirò in seguito. Sono quindi stati depenalizzati tutti i reati per i quali era prevista la sola pena della multa o dell’ammenda previsti al di fuori del Codice Penale e una serie di reati presenti invece nel Codice Penale. Rimangono dentro il sistema penale, e quindi esclusi dal provvedimento, i reati che

pur prevedendo la sola pena della multa o dell’ammenda riguardano la normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti. L’elenco ufficiale dei reati di fatto cancellati, oltre al reato di ingiuria prevede l’abrogazione della falsità in scrittura privata ed altri reati in materia di scritture private, l’appropriazione di cose smarrite e

devo comportare? Mi devo rivolgere ai Carabinieri? Grazie, Marco (Porte di Rendena) furto da parte di un comproprietario ed anche il reato di danneggiamento semplice. Dal 15 gennaio 2016 quindi per tutte queste fattispecie un tempo reati, inclusa la fattispecie che la riguarda, la persona offesa non dovrà più sporgere denuncia querela, ma chiedere al Giudice civile (Tribunale o Giudice di Pace) il risarcimento del danno, attraverso un’azione civile. Ciò, con tutta evidenza, aumenterà sia il carico dei Tribunali civili (a mio avviso vanificando

CURIOSITÀ DAL MONDO A Seattle (USA) un’ordinanza stabiliva che il pesce dorato, il comune pesce rosso, poteva salire sugli autobus cittadini soltanto se messo dentro una vaschetta e mantenuto calmo dal proprietario.

il senso della depenalizzazione), renderà i costi a carico della persona offesa maggiori e allontanerà il momento in cui questa potrà ottenere giustizia, tenuto conto dei tempi medio lunghi per ottenere una sentenza in sede civile (pur essendo in Trentino i tempi molto più brevi che nel resto d’Italia). Il Giudice civile, una volta azionata la controversia, dovrà, oltre a stabilire l’ammontare del risarcimento del danno in favore della persona offesa, punire il colpevole con una sanzione pecuniaria che il colpevole (qualora ovviamente risulti provata la sua responsabilità) dovrà versare allo Stato (che pare essere l’unico che ci guadagnerà ve-

ramente in termine di entrate) pari a da € 100 a € 8.000 per i reati di ingiuria, furto di un comproprietario, danneggiamento, appropriazione di cose smarrite; da € 200 a € 12.000 per i reati in materia di falsità in scritture private. Le nuove sanzioni si applicheranno anche ai reati commessi precedentemente all’entrata in vigore della nuova normativa, a meno che il processo penale non si sia già concluso con una sentenza irrevocabile Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it


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Attualità

FEBBRAIO 2016

Inizialmente servirà le utenze collegate agli edifici pubblici delle tre frazioni, con lo “sconfinamento” nel vicino comune di Pieve di Bono-Prezzo fino alla frazione di Strada per servire anche la Casa di Riposo “Padre Odone Nicolini”, con l’obiettivo in un prossimo futuro di un possibile ampliamento della rete per l’allacciamento di utenze private. Alle perplessità e critiche che negli ultimi mesi sono state sollevate nella comunità valdaonese, sulla sostenibilità economica e la salvaguardia ambientale del progetto, l’amministrazione comunale ha voluto dare, nelle scorse settimane, risposte puntuali, documentate e dettagliate attraverso due specifici incontri, molto partecipati e con relatori qualificati, che hanno riscosso interesse e presenze anche dai comuni limitrofi. Di seguito, vengono riassunti alcuni dei concetti sviluppati e chiariti, che possono aiutare a capire le prerogative e le potenzialità che hanno portato l’amministrazione a credere fortemente in tale progetto. Anzitutto, cos’è un impianto di teleriscaldamento? Per fare un paragone vicino all’esperienza di tutti noi, possiamo immaginare il teleriscaldamento come una grande caldaia in cui l’acqua viene riscaldata dall’energia prodotta dalla combustione del legno sminuzzato in scaglie, ovvero solo cippato. A questo punto l’acqua viene immessa in un grande impianto e portata alle varie utenze della zona che, come sottolineato negli incontri, saranno, inizialmente, quelle pubbliche. La centrale termica sarà posizionata nell’abitato di Praso, in un’area limitrofa al Centro di raccolta materiali e l’acqua calda verrà distribuita nei tre paesi attraverso specifiche tubazioni. Nella centrale, oltre ad esserci una caldaia a biomassa ci sarà anche un coogeneratore che, attraverso un processo di gassificazione, consentirà la produzione di energia elettrica pulita e rinnovabile. In questo modo la biomassa verrà sfruttata al meglio producendo sia energia termica che energetica. In dieci anni permetterà di evitare la produzione di 5mila tonnellate di anidride carbonica. L’impianto sarà dotato di un sistema

La centrale termica sarà posizionata nell’abitato di Praso, in un’area limitrofa al Centro di raccolta materiali

Valdaone, si parte col teleriscaldamento di Marco Maestri

Siamo ormai quasi in dirittura d’arrivo. I lavori per la realizzazione dell’impianto di teleriscaldamento del Comune di Valdaone partiranno, cosi sostengono gli addetti ai lavori, all’inizio dell’ormai imminente primavera. Tale intervento, ideato e programmato, dopo una lunga e attenta fase di analisi e valutazione, dalle precedenti amministrazioni di Bersone,

Daone e Praso, alla ricerca di un’alternativa al fatto che i tre paesi che compongono il neonato comune di Valdaone, sono di fatto esclusi dall’elenco dei comuni metanizzabili, è stato confermato e fortemente voluto dall’attuale amministrazione, guidata da Ketty Pellizzari, che lo considera un intervento strategico per il territorio.

di abbattimento del particolato, composto da un multi ciclone, che effettua una prima operazione di sgrossatura del flusso polveroso che, con il passaggio da un successivo elettrofiltro, completa il processo di rimozione delle polveri. Chi e come provvederà alla realizzazione della centrale di teleriscaldamento? Nel marzo 2010, i tre comuni di Bersone, Daone e Praso, ora uniti nell’unico Comune di Valdaone, hanno stipulato una convezione di servizio con la società pubblica E.S.Co. B.I.M. e Comuni del Chiese S.p.A. per la realizzazione dell’impianto. Ciò vuol dire che i Comuni invece che operare attraverso le proprie strutture interne tecnico-amministrative, hanno deciso di avvalersi di un soggetto terzo, nello specifico una società dei comuni che in questi primi anni di attività ha dimostrato una notevole competenza e capacità nel campo dell’efficientamento energetico, con la realizzazione e gestione di impianti di vario tipo in Valle del Chiese. Una sorta di braccio operativo esterno che esegue tutte le procedure atte alla realizzazione dell’opera, incaricandosi anche della gestione per diciassette anni. Quali sono i costi per la realizzazione dell’opera? La realizzazione dell’opera costerà complessivamente 5,5 milioni di euro. Il 70 % del costo complessivo, € 3.100.000, è finanziato dalla Provincia

La serata di dibattito sul teleriscaldamento

Autonoma di Trento. Il restante 30 % è a carico del Comune di Valdaone e saranno versati in dieci rate annuali dalla messa in esercizio. Quali sono i potenziali effetti positivi del teleriscaldamento? I vantaggi che si possono trarre dalla realizzazione di quest’opera si possono suddividere sostanzialmente in due ambiti: ambientale ed economico. Per quanto concerne l’aspetto ambientale, il rispetto delle misure imposte dalla Comunità Europea e degli impegni previsti protocollo sottoscritto a Kyoto nell’ambito del progetto 2020, impongono sostanzialmente agli stati membri di ridurre le emissioni di gas del 20%, alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico; il tutto entro il 2020. In questo senso, l’utilizzo di biomasse legnose permetterà la sostituzione dei combustibili fossili, con l’effetto di ridurre notevolmente le emissioni inquinanti nell’atmosfera, dando

quindi un contributo positivo alla problematica dei cambiamenti climatici. La realizzazione dell’opera, oltre che contribuire anche a mantenere pulito il territorio e i nostri boschi, permetterà di sviluppare la filiera corta del legno e questo sarà un incentivo all’economia locale, sia per l’attività lavorativa connessa al cippato, sia per attività di servizio ai clienti allacciati al teleriscaldamento. Un ulteriore vantaggio sotto

l’aspetto ambientale, ma certamente non meno importante, è che le emissioni saranno costantemente monitorate. Infatti la centrale termica sarà dotata dei più moderni sistemi di filtraggio che consentiranno di abbattere le emissioni e, se potrà in futuro svilupparsi, come auspicato, anche verso la riduzione dei camini privati, sarà possibile assicurare un ulteriore miglioramento nella qualità dell’aria. Sempre per quanto concerne l’aspetto economicoambientale, gli stessi cittadini potrebbero conferire all’impianto i residui derivanti da lavori nei propri campi. Inoltre la centrale di teleriscaldamento, oltre al calore, produrrà anche energia elettrica e questo consentirà di abbattere i costi dell’impianto stesso, ma anche di produrre ancora una maggiore quantità di energia derivante da fonti rinnovabili.

Quali sono i maggiori dubbi sulla realizzazione della centrale? Nella comunità i dubbi, cui sono state date informazioni e risposte negli incontri tenutesi a gennaio, erano diversi, anche se molti probabilmente sono stati generati dalla mancata conoscenza dell’intero progetto. Tra questi, i principali erano sicuramente legato al confronto costo/beneficio in una realtà comunque piccola come quella di Valdaone e alla ricaduta ambientale; come abbiamo visto le considerazioni emerse hanno confermato come, vicino ai vantaggi economici, che comunque sono garantiti nel tempo, ci sono aspetti non quantificabili ma altrettanto importanti legati al miglioramento e rispetto dell’ambiente. A questo punto, l’iter burocratico e informativo si può ritenere ormai completato; si attende solo l’inizio dei lavori, al termine dei quali, con l’avviamento della centrale, si potranno avere i primi riscontri concreti dell’opera. Ed i presupposti per un riscontro positivo certamente non mancano.


Cultura

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Informazione e dintorni

Una convinzione che, nei miei ormai quasi 70 anni di corrispondente-pubblicista dalle e per le Giudicarie, è tuttora più che reale e che mi è ancora costantemente riconfermata dai colloqui che, fortunatamente, mantengo sia con alcuni degli attuali informatori delle Sette Pievi, sia con altre persone locali impegnate, sia in campo amministrativo, che produttivo e soprattutto associativo. Essere ascoltati ed accettati dalle testate provinciali come “voci delle e dalle Giudicarie” è stata, e rimane, una fatica e quasi una lotta continua. Ho quasi sempre avuto (e tuttora mi è rimasta) la sensazione che nelle Redazioni, specie dei quotidiani, si persiste nel ragionare in nome del giornale sempre con una visione centralizzata; sembra, cioè, che la periferia serva soltanto per la “cronaca nera”, usufruendo delle pagine delle Valli unicamente per scopi economici di vendite e non per farsi portavoce tempestiva e competente di tutti i reali problemi e per tutti i veri e sentiti “fatti nostri”. Per i Giudicariesi, i Nonesi, i Solandri, i Valsuganoti, i Primieroti e tutte le altre oggi “Comunità di Valle” non c’è mai spazio sufficiente, né si hanno specifici, fissi e ben pagati “addetti ai lavori”; si continua ad approfittare del libero Volontariato di persone che si rendono disponibili a scrivere - senza una ben chiara posizione professionale e giuridica - quando vogliono, quello che vogliono o quello che possono, e solo quando hanno il tempo di farlo, ovviamente con a disposizione solo gli spazi preordinati dal centro ed in numero di battute ben definite. Rarissimo l’invio di “inviati speciali ad hoc” (professionisti qualificati), se non in occasione di disgrazie e scandali, ossia solo per la “cronaca nera”.

ma va anche denunciata l’amara constatazione - proprio in Giudicarie – che enti e privati, mondo associativo, mondo del lavoro, mondo economico produttivo, mondo cooperativo, mondo impegnato nel sociale, mondo assistenziale e sanitario e lo stesso mondo ecclesiastico… solo raramente sanno rendersi conto che non basta “fare”, ma che specie oggi è necessario “far conoscere” che cosa si fa, in particolar modo a coloro per i quali lo si fa. L’impegno che si pone nel fare - ed in Giudicarie si fa davvero tanto, sia nel pubblico che nel Volontariato ed in tutti gli altri settori – oggi è diventato un imperativo del rendersi diretti “informatori” avvicinandosi, tempestivamente, costantemente ed esaurientemente, all’opinione pubblica (= tutti i Cittadini) attraverso una peculiare ed adeguata informazione.

Tuttavia, questa lacunosa situazione al “centro”, ha un risvolto negativo anche nella stessa periferia, certamente accentuata in Giudicarie. Il “mancato ascolto” a Trento può avere la sua ragion d’essere,

Non basta dire che la società sta cambiandosi od è cambiata; bisogna agire di conseguenza obbligando ciascuno agli impegni che qualsiasi tipo di professionalità o di impegno sociale richiede. Fino a poco tem-

Periferie (giudicariese e non) troppo spesso ignorate dalla“comunicazione”

P

di Mario Antolini Muson

roprio nel momento storico in cui la “comunicazione” è diventata l’asse portante del contesto sociale, ho l’intima ed oggettiva convinzione che la società giudicariese - (e non esse sola come “periferia”) - viva non solo alla periferia dei confini geografici del territorio provinciale, ma anche alla periferia della tempestiva e costante presenza sugli strumenti informativi:

po fa erano le “testate “ dei quotidiani che si davano da fare per cercare il materiale utile da pubblicare. Oggi, invece, sono le singole persone o gli enti e settori operativi, pubblici e privati, che hanno bisogno dei massmedia per farsi sentire, per far conoscere ciò che stanno facendo. Compito non facile e impegnativo: ma questa è l’unica strada per emergere. L’eremita ed il misantropo possono ancora vivere senza comunicazione; chi invece deve operare deve farsi sentire e trovare i necessari spazi nella comunicazione. Quindi occorre rendersi presenti là dove le “notizie” vengono confezionate per essere diffuse; esserne assenti vuol dire ancor di più essere dimenticati e, conseguentemente, essere lasciati nell’indifferenza, emarginati ed abban-

quotidiani, periodici, radiotelevisioni, testate online e web. Già parecchi anni fa scrivevo: «Nel campo dell’informazione, la periferia è abbandonata a se stessa e Trento continua a fare i propri interessi senza rendersi conto che la periferia ha “altro e molto da far conoscere = da comunicare ed anche molto da conoscere = di cui dover essere informata».

donati a se stessi. Il corrispondente periferico di paese o di zona non può sapere tutto e in maniera tempestiva; anche lui, nel suo piccolo, ha bisogno di essere informato, di essere, cioè, aiutato a conoscere il meglio possibile (documentazione, attualità, tempestività eccetera) quanto si vuole che la gente sappia e soprattutto “debba sapere” nei tempi adeguati. Purtroppo (e parlo per esperienza personale) i Giudicariesi non sono mai stati

propensi a darti una mano in questo settore; in modo particolare gli Enti pubblici ed ecclesiastici, sempre avari e restii a metterti a disposizione il materiale e le informazioni necessarie. Anche gli altri settori (produzione, turismo, commercio, cooperazione, volontariato) non è che brillino in “aiuti capillari e costanti”, tanto è vero che chi segue la carta stampata ed i servizi radiotelevisivi, specie nelle rubriche di pura informazione (avvenimenti, iniziative, orari eccetera), constatano giornalmente che le voci riguardanti tutti i 120 centri abitati delle Giudicarie sono sempre sporadiche e, per molte località, addirittura del tutto mancanti. È risaputo che – di fronte all’opinione pubblica oggi non vale quanto viene fatto, ma quanto viene conosciuto. Ed il far cono-

scere (comunicare) è specifico compito di chiunque operi nel contesto sociale, ma va fatto servendosi della specifica professionalità specializzata nell’ampia diaspora delle forme informative. Si pensi, per esempio: ai comunicati stampa, alla pubblica amministrazione, alla pubblicità, alle programmazioni di qualsiasi tipo, al turismo, ai necrologi, alla presenza nei settori specifici (industria e artigianato, commercio, medicina, socialità, accoglienza alberghiera, sport, cultura, politica, amministrazione pubblica, ricreazione, Imprese, Ditte, Comuni, Comprensorio, Bim, Terme di Comano, Apt, Consorzi Turistici, Pro Loco, associazioni varie, ecclesialità eccetera). Tutta quanto avviene nell’ambito della vita sociale ha estremo bisogno di farsi conoscere e di essere conosciuta per essere valorizzata. Per questo, nelle Giudicarie si sente l’effettivo bisogno di un’azione unitaria coordinata per avere, nel settore dei mass-media, un Servizio d’Informazione di tutto rispetto e di altissimo livello professionale.


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Meteo

FEBBRAIO 2016

Bilancio meteo dello scorso anno con condizioni meteo davvero particolari. I dati di Piergiorgio Ferretti

Un 2015 “secco”, un dicembre da zero precipitazioni

Un lavoro certosino, utile per pubblicazioni e anche per semplice curiosità, tenendo presente che il tempo è uno degli argomenti più frequenti nelle discussioni e le previsioni del tempo in tv, sui giornali e – negli ultimi anni – soprattutto sui siti internet rappresentano uno degli argomenti più “cliccati” in assoluto. Passiamo dunque ad analizzare i dati del 2015.

Meteo Storo, la “creatura” di Piergiorgio Ferretti festeggia con l’ultima pubblicazione di gennaio 2016 le venti edizioni, diventando un punto di riferimento delle rilevazioni meteorologiche in Valle del Chiese e in Giudicarie e svelandoci curiosità e trend del clima. Anche in questa edizione, Ferretti presenta i dati re-

lativi ai rilevamenti atmosferici registrati a Storo, in località Ripandolo (o Pelà) a 386 metri sul livello del mare, nell’arco dell’anno 2015. Le temperature minime e massime, le condizioni meteorologiche, tempo sereno, nuvoloso, pioggia, neve, vento, nebbia/foschia e la misurazione delle precipitazioni in millimetri per metro quadro.

Che anno è stato? Di certo è stato caratterizzato dalle scarse precipitazioni, con 889,7 mm di pioggia in 12 mesi, basti pensare che

cedenti, si segnala che nel 2014 le precipitazioni sono state di 2.172 mm, e nel 2013 di 1.635 mm, dunque più del doppio.

negli ultimi 20 anni solo nel 2005 si ebbero precipitazioni minori, con 858,8 mm. Per fare un rapido raffronto con gli anni pre-

LE PRECIPITAZIONI NEGLI ULTIMI 20 ANNI

Una conseguenza diretta della scarsa presenza di giornate nuvolose, con il 2015 che si evidenzia per avere avuto solo 54 giornate di cattivo tempo (il 15% del totale), poche per un territorio di montagna come il nostro, comunque a fronte di 68 giornate nel 2014 (19%) e di 91 nel 2013 (25%). Al minimo le giornate di neve, solo 3 in totale (lo 0.8%), a fronte delle 2 nel 2014 (0,5%) e alle 10 del 2013 (3%). Colpisce la siccità del mese di dicembre 2015, con solo una giornata nuvolosa e nessuna precipitazione (un unicum da decenni), a fronte dei 72 mm del 2014 e dei 158 mm del 2013. La giornata più calda dell’anno 2015 è stata quella del 22 luglio con + 36°, mentre la notte più fredda dell’anno è stata quella del 1° gennaio con – 9°. Curiosità: il 20 marzo si è registrata un’eclissi di sole, ben visibile alle ore 10.30. Ma le curiosità riguardo al clima non finiscono qui. Ferretti, con la solita passione per la meteorologia che lo contraddistingue, ci propone alcune “pillole” riguardo al tempo. Per esempio il detto sul meteo che ha resistito di più nei secoli è “Piove governo ladro!”, che nasce da condizioni storiche reali nel Medioevo. Il proverbio risale a quando i gabellieri aspettavano la pioggia per far passare i carichi di sale, divenuti più pesanti per l’umidità. Quanto c’è di vero dietro alcuni modi di dire sul tempo, tipo “Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”? Proprio questo detto è tra i più veritieri, così come quello lombardo “Nebbia bassa bel tempo lascia” e il più noto “Rosso di sera bel tempo si spera”: se ci fossero nuvole all’orizzonte conferirebbero al tramonto un colore rosso cupo, non arancio. Vengono invece “bocciati” i proverbi che affidano agli animali il ruolo di “sentinelle” dei cambiamenti del tempo, per esempio quel-

lo dei contadini toscani “Quando canta il rospo il tempo è fosco”, salvando come animali “credibili” solo le rondini, che quando volano basse possono preannunciare l’arrivo di un temporale. Meglio, dunque, affidarci alla luna: “Se la luna ha l’anello portati l’ombrello’. Anche questo detto è vero. Meteo estremo. Per chi si lamentasse del cattivo tempo, si guardi cosa accade in certi luoghi del mondo. Secondo molti quello più piovoso della terra si troverebbe nel nord-est dell’India: il villaggio di Mawsynram. Qui, in un anno cadrebbero quasi 12mila mm di pioggia! L’entità delle piogge, secondo gli esperti, deriverebbe dalla vicinanza al Golfo del Bengala e alla particolare conformazione orografica della zona (siamo a circa 1400 metri di altitudine). In un sol giorno nel giugno 1995 sono caduti ben 1.500 mm di pioggia (quello che normalmente cade in Italia in un anno), con il paradosso che nella stagione secca la popolazione del posto fatica a reperire acqua potabile! All’opposto, vi sono dei luoghi totalmente inospitali per le temperature elevatissime; secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il valore più alto mai registrato è quello di +58°C della stazione di El Azizia. In precedenza, il record apparteneva alla Death Valley (Valle della Morte) in California: +56.7 gradi registrati nel 1913. In entrambi i casi si trattò di temperature realmente rilevate, tramite l’ausilio delle stazioni meteorologiche. Recentemente sono stati pubblicati dati termici ottenuti con rilevazione satellitare. In 5 dei 7 anni esaminati (dal 2003 al 2009), le più alte temperature furono registrate nel deserto del Lut, in Iran. La massima assoluta è stata +70.7°C, nel 2005. (r.s.)


Memoria

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Il campo di aviazione militare di Campo Lomaso La storia dell’aeroporto militare tra Campo Lomaso e Dasindo, approntato nel corso del 1917 di Aldo Gottardi

Eppure, il sogno del volo era stato realizzato solamente undici anni prima dello scoppio della guerra, nel 1903, ed era stato accolto inizialmente con una certa freddezza. Ma bastò poco perché si comprendessero le effettive potenzialità di queste nuove macchine, che ben presto furono polarizzate dall’apparato militare di tutte le nazioni. L’uso dell’arma aerea fu teorizzato per la prima volta nel 1909 dal maggiore italiano Giulio Douhet, che comprese subito l’importanza in uno scenario di guerra della supremazia nei cieli; e tali teorie furono applicate due anni dopo nella guerra di Libia, dove aerei italiani effettuarono le prime ricognizioni e i primi bombardamenti. Fu però solo con la prima guerra mondiale che l’aeronautica si perfezionò e dalle macchine rudimentali e goffe dei primi anni di guerra, si arrivò a modelli nettamente superiori specializzate nelle varie conformazioni da caccia, bombardamento e ricognizione. Anche il teatro di guerra delle Giudicarie, dal 1915 prima linea, vide la comparsa nei propri cieli delle “macchine volanti”. Dal primo all’ultimo giorno di guerra i giudicariesi rimasti nei propri paesi poterono osservare le alte e ronzanti sagome scure dei ricognitori austriaci ed italiani che compivano le loro missioni di ricognizione o di bombardamento, come il 14 febbraio 1916, quando una formazione di undici bombardieri austriaci Lloyd partiti dall’aeroporto di Gardolo passarono sopra il Bleggio e la Valle del Chiese per una missione di bom-

Tra le molte novità in campo militare introdotte durante la Grande Guerra, l’arma aerea rappresenta forse una delle più affascinanti ed innovative, che da quel momento determinerà un cambiamento radicale nella strategia della guerra

moderna stessa. Partita all’inizio del conflitto come un incerto esperimento, l’aeronautica si dimostrerà un fattore determinante per la supremazia in campo e per la vittoria.

Aviatori davanti al loro caccia Albatros a Campo Maggiore (dal libro Ricordando di Luigi Bailo)

zioni relativamente modeste degli aerei dell’epoca (che non superavano i 200 km/h), i campi di aviazione non erano “troppo esigenti” in termini di costi costruttivi e constavano di campi in terra battuta e spianata, lunghi poco meno di un chilometro e dotati di deposito di benzina, hangars in tela o in legno e piazzole di mitragliatrici antiaeree per la difesa. L’aeroporto di Campo Lomaso, denominato “Campo Maggiore”, sgravava gli altri vicini campi di volo austriaci di Gardolo e Levico dall’interdizione aerea dei cieli giudicariesi, e garantiva la protezione delle postazioni trincerate nella Valle del

bardamento su Milano. Ma l’iniziale situazione di vantaggio dell’aeronautica austro-ungarica finì verso la fine del 1916, quando l’Italia iniziò a beneficiare di nuovi e più potenti aerei acquistati dagli alleati francesi, oltre che ad una notevole ripresa dell’industria bellica nazionale. Gli aerei italiani, partendo dal campo di Castenedolo (provincia di Brescia) e di Lodrone, riuscivano ora a compiere azioni di ricognizione e di bombardamento nell’area Giudicarie-Alto Garda pressoché indisturbati. Per cambiare questa situazione, nel corso del 1917 fu approntato un aeroporto militare nel terreno tra Campo Lomaso e Dasindo. Tenendo conto delle presta-

Foto aerea del campo di atterraggio (dal libro Ricordando di Luigi Bailo)

Chiese, spesso mitragliate dai caccia italiani. Vi furono trasferiti gli apparecchi della Fliegerkompagnie (Flik) 54/D che operava in precedenza sul fronte isontino e poi a Gardolo, in tutto dieci aerei (sei caccia, tra Albatros e Phonix e quattro bombardieri/ricognitori Hansa-Brandenburg, di cui uno adibito ad aereo scuola/collegamento). Il piccolo ma attrezzato aeroporto si componeva così di sei grandi hangars per gli aerei, sette baracche in legno rivolte verso il castello e, più discosto, il deposito di benzina; all’interno di Villa Lutti era dislocato il Comando e gli alloggi dei piloti. L’attività del campo di volo fu intensa, dovendo far fronte ad agguerrite e ben equipaggiate squadre italiane, che spesso avevano come obiettivo proprio il bombardamento dell’aeroporto. Durante una di queste missioni, il 13 maggio 1918, un caccia austriaco danneggiò seriamente un caccia italiano, che fu costretto all’atterraggio nella piana di Caderzone e il pilota, rimasto illeso, fu fatto prigioniero (parte dell’ala dell’aereo è tuttora conservata al Museo della Guerra Bianca di Spiazzo). L’aeroporto, come altre infrastrutture militari, non sopravvisse alla Guerra: gli aerei furono messi al sicuro in territorio austriaco prima della fine, e le baracche in legno furono presto smantellate dai civili. L’intera zona sulla quale sorgeva l’aeroporto, oggi coltivata, conserva però ancora l’abilitazione in campo aeronautico a possibile area per atterraggi di emergenza: l’unica eredità lasciata dal suo passato militare di cento anni fa.


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Centenario Grande Guerra

FEBBRAIO 2016

L’autore citato, in chiave moderna, commenta: «Non stupisce il fatto che da parte dei contendenti si inizino ad usare strumenti per incidere sulla tenuta morale e psicologica delle popolazioni, come i bombardamenti aerei contro le popolazioni civili. Certo le vicende verificatesi durante la prima Guerra Mondiale sono cosa minima in confronto a quanto avverrà nei successivi conflitti successivi. Si tratta, infatti, di azioni più dimostrative che realmente distruttive, anche se già sono presenti quegli elementi di strategia e tecnica militare che saranno poi utilizzati su larga scala quando si riterrà che l’opzione del bombardamento aereo delle popolazioni civili sia un’opzione ormai matura per uscire dalla fase sperimentale». Entrando nel merito dell’attacco milanese viene così specificato: «La mattina del giorno 14 febbraio 1916 compaiono su Monza alcuni aerei militari austriaci. Uno di questi, che il giornale locale “Il Cittadino” del 17 febbraio definisce come un aereo “aviatik” tipo “Tambe”, dopo aver eseguito una serie di evoluzioni, si lancia in picchiata sulla città. Vengono sganciate alcune bombe, esplosive ed incendiarie. L’attacco dura circa mezz’ora; la zona della città che subirà i danni maggiori sarà quella di San Biagio. Gli ordigni sganciati dall’aereo austriaco cadono nei prati di San Vittore e una bomba inesplosa verrà poi trovata nei pressi della Cappella Espiatoria. Il calzolaio Giuseppe Crippa è centrato in pieno da una bomba e anche una anziana donna perderà successivamente la vita. Quindi, stando a quanto riferito dalla stampa, nel bilancio finale delle vittime dell’attacco aereo su Monza si contarono due morti e tre feriti. Il fatto viene comunque visto dalla gente come qualcosa di inusitato, dal grande effetto psicologico, come emerge dalla cronaca dell’episodio fatta dalla stampa locale». Degno di essere preso in considerazione il commento della stampa di allora: «La nuova barbarie nemica ha voluto chiamare tutto il popolo a soffrire della vita di ansie dell’esercito combattente, e il popolo italiano, specialmente il popolo lombardo, che non dimentica le calcagne ferrate e le verghe dei poliziotti austriaci, ritrova sé stesso al contatto delle nuove armi degli stessi offensori». Ma anche il bombardamento italiano su Lubiana viene ripreso dalla stampa locale, come lo “Slovenec” stampato a Lubiana, il quale scrive: «Il contrattacco italiano avviene con una squadra di otto aerei che alle ore 8,30 del 19 febbraio penetrano in territorio nemico nei pressi di Gorizia. Tre di questi attaccano Vrhnika e cinque Gorizia e sono affrontati dalla contro aerea

Guerra 1914-18 mese per mese -- Febbraio 1916

L’insana carneficina non ha tregua: Verdun ammonisce Anche Milano conosce per la prima volta i tragici bombardamenti dal cielo Consultando internet, per il ma psicologicamente di Mario Antolini Muson mese di febbraio 1916, si trosconvolgente attacco aeva testimoniato l’avvento, malauguratamente in- reo. Pochi giorni dopo aerei italiani bombardano novativo, dei “bombardamenti aerei” come stra- Lubiana». Alla guerra di trincea e sui fronti integia bellica. Infatti, a firma di Roberto Albanese, terni inizia quella che poi, nella seconda guerra vi è scritto: «Il 14 febbraio 1916 i centri indu- mondiale e nelle successive, diventerà la “guerra striali dell’area milanese sono sorvolati da aerei dal cielo” risultata terrificante con le due bombe austriaci. La gente segue esterrefatta un ridotto atomiche sul Giappone.

Cimitero militare a Verdun

dell’esercito austro-ungherese. Alle 10,30 la squadriglia arriva nel cielo di Lubiana e attacca la città; la stazione ferroviaria di Dolenje viene colpita da tre bombe, mentre altri ordigni cadono uno in piazza Sentjakob, nei pressi dell’ospedale, un altro nel fiume Ljubljanica e un altro ancora a Mozevirje. L’attacco causa alcuni feriti ma nessun morto. L’offensiva riprende poche ore dopo quando, alle ore 12, un aereo singolo italiano continua il bombardamento. Gli aerei italiani volano molto basso e l’azione italiana viene contrastata dalla difesa contraerea e aerea; così gli aerei che tentavano di ripassare il confine sempre da Gorizia dovranno invece sorvolare Trieste. In questo modo un aereo Caproni viene intercettato e catturato dagli austro-ungarici, mentre uno dei piloti italiani muore in combattimento». Purtroppo siamo solo agli albori di quella che sarà la lunga e sanguinosa storia, militare e propagandistica,dei bombardamenti aerei sulla popolazione civile. Queste cronache a noi, cittadini del Duemila, sembrano semplici quisquiglie, confrontate con ciò che abbiamo poi dovuto vivere, magari

in prima persona, e che, tutt’oggi (2015), stiamo vivendo per quanto accade, da terra e dal cielo, nelle zone di guerra. Tornando, invece, a quanto accadeva cent’anni fa su tutti i fronti, ecco la prosecuzione del tristissimo elenco delle tantissime vittime che stavano “cadendo come le foglie” (come è stato scritto su un interessante volume dei ricordi di guerra dalla gente di Ràgoli). 1° febbraio 1916. - La prima nave affondata da un attacco aereo (tedesco) nel Mare del Nord: nelle acque di Kentish Knock, una trentina di chilometri a est della foce del Tamigi, un velivolo dell’aviazione tedesca colpisce e fa colare a picco il mercantile inglese Franz Fischer:13 le vittime. È la prima nave affondata da un attacco aereo. 5 febbraio. – Inizia la campagna di Trebisonda, proseguita fino al 15 aprile seguente. Con una serie di sbarchi anfibi e attacchi terrestri le forze russe dilagano dalla zona del Caucaso nelle regioni orientali dell’Anatolia. 11 febbraio. - Stop al commercio tra Italia e Germania. Roma: in vigore, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 10 febbraio, il decreto reale che vieta il commercio tra Italia e Germania.

14 febbraio. - Un piano per la vittoria alleata. Le Havre (Francia): dichiarazione congiunta di Francia e Gran Bretagna. I due Paesi confidano nella vittoria e sostengono che non può esserci pace con la Germania finché al Belgio non sarà restituita l’indipendenza e non saranno risarciti i danni di guerra causati dall’occupazione tedesca. Gli stati maggiori anglo-francesi hanno allo studio un piano che, attraverso lo sfondamento delle linee nemiche sulla Somme, mira alla vittoria sul fronte occidentale. Prevedono di attuarlo in estate. / Bombardata Milano: dodici morti. Milano: primo bombardamento austriaco su Milano. Alle nove del mattino, su Porta Romana e Porta Volta, dodici morti. I bombardamenti finora si erano limitati ad alcune città della costa adriatica, a Verona e alla pianura lombarda. 18 febbraio.- La Germania perde il Camerun: resa delle ultime guarnigioni tedesche nella colonia del Camerun. Fronte africano: si arrende l’ultima postazione tedesca, a Mora: tutto il Camerun ora è sotto il controllo di Britannici e Francesi. Le perdite alleate della campagna, oltre 7.000 uomini, causate principalmente da malattie. 21 febbraio. - Diluvio di

bombe, poi l’attacco tedesco a Verdun. Fronte occidentale: alle 7.15 un bombardamento dell’artiglieria tedesca con 850 cannoni pesanti dà inizio alla battaglia di Verdun. Offensiva preparata con cura: spostamenti notturni, gallerie costruite per far giungere le truppe al fronte senza essere viste, due milioni e mezzo di granate trasportate al fronte, 1.300 treni impiegati. Ma il rinvio di alcuni giorni, causato dal tempo pessimo, ha dato modo ai Francesi di rafforzare le difese. Dopo oltre nove ore di fuoco ininterrotto, alle 16.45 si muove la fanteria: 140.000 uomini avanzano verso le difese francesi, squassate dalla pioggia di granate, su un fronte di sette chilometri. I Tedeschi lanciano anche bombe caricate a gas che fanno progressi ma non sfondano il fronte francese. Le riserve francesi nel tritacarne dell’artiglieria tedesca. L’attacco massiccio alla fortezza francese di Verdun è il fulcro del piano messo a punto da tempo dallo stato maggiore tedesco per arrivare, attraverso una guerra di logoramento concentrata in questo saliente, alla vittoria sul fronte occidentale. 25 febbraio. - Migliaia di prigionieri francesi a Verdun. Arriva Pétain. Fronte

occidentale: continua, violentissima, la battaglia di Verdun. I Tedeschi espugnano Fort Douaumont, da molti considerato tra i meglio difesi del mondo. Il 22, per stanare i Francesi dalle trincee, hanno usato anche i lanciafiamme. Il 23 hanno fatto 3.000 prigionieri, il 24 altri 10.000, mentre sono avanzati complessivamente di cinque chilometri. Tra le linee tedesche si diffonde l’ipotesi che i Francesi col buio possano abbandonare Verdun. Ma a mezzanotte il comando delle operazioni di difesa di Verdun è affidato al generale Philippe Pétain, che intende resistere a ogni costo all’attacco tedesco e intima ai propri soldati di riconquistare «immediatamente tutto il terreno perduto». 26 febbraio. - Pétain organizza la difesa a Verdun. Fronte occidentale: il generale Pétain, nuovo comandante delle forze francesi a Verdun, organizza la difesa, ma prima ancora i rifornimenti. I cannoni tedeschi di grosso calibro hanno chiuso tutte le vie d’accesso tranne una ferrovia secondaria e la strada Bar-le-Duc-Verdun, che diventerà l’arteria decisiva di collegamento con le retrovie e con i depositi di viveri e munizioni, tanto da essere chiamata Voie Sacrée. In una settimana arriveranno a Verdun 120.000 uomini e 23.000 tonnellate di munizioni. E continueranno ad arrivare, al ritmo di seimila camion al giorno. 27 febbraio. - I Tedeschi fermati a Verdun. Fronte occidentale: a Verdun, i Tedeschi registrano: «Nessun successo in nessun luogo». / Gli Austriaci occupano Durazzo in Albania. Fronte serbo: gli Austriaci, che dopo la Serbia e il Montenegro hanno attaccato l’Albania, occupano Durazzo. Il leader albanese Essad Pascià si è rifugiato a Napoli, dove istituisce un governo provvisorio. Una sequenza di azioni belliche e di vittime innocenti che ha dell’inverosimile e che può farci comprendere – ad un secolo di distanza – come, nel Duemila, non sia facilitato il dialogo per una reale “Unione europea” che, magari inconsciamente, sente ancora l’alito amarissimo delle sofferte divisioni fra “amici” e “nemici”.


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Febbraio 1916 – Ripercussioni in Trentino e nelle Giudicarie

NelTrentinounannodiassestamentosottopressione In Giudicarie i profughi del Chiese verso la Rendena e le Esteriori Quindi tutte le posizioni sui vari fronti - sia a sud nel Chiese, che a nordovest in Adamello - erano sottoposte ad un costante lavoro di preparazione e di attesa, con scaramucce che non riuscivano mai a trasformarsi in vere e proprie battaglie. In questo clima le maggiori sofferenze stavano investendo le colonne di profughi della Valle del Chiese. Mentre a Cìmego i profughi del paese sono stati ufficialmente ricordati in occasione della commemorazione dell’incendio che distrusse quell’abitato il 16 gennaio 1916 sotto i bombardamenti italiani da Condino e degli austriaci dai Forti di Lardaro, di altri profughi chiesani si trovano alcune interessanti annotazione nel periodico comunale del Comune di Comano Terme (“Orizzonte Comune”, gennaio 2016) a firma di Christian Malacarne, il quale scrive: «Le Giudicarie subirono l’impatto degli eventi bellici in maniera drammatica. Il confine bellico si collocò quasi immediatamente nelle zone di Condino e della Pieve di Bono, con conseguente evacuazione di tutti i paesi interessati. Mentre la popolazione della zona di Condino venne fatta evacuare verso i territori “italiani” di Storo e della pianura padana, quella dei paesi della Pieve di Bono e dei paesi più a nord venne trasferita nei territori “austriaci” della Busa di Tione, della Val Rendena e delle Giudicarie Esteriori. Anche il territorio dell’attuale Comune di Comano Terme, nelle Esteriori, ebbe un ruolo rilevante, in quanto “zone ospitanti” in quel tragico evento. L’impatto fu, però, quanto mai drammatico per una molteplicità di ragioni: la celerità con la quale vennero prese le decisioni di evacuazione non permise un’organizzazione preventiva dello spostamento; l’assenza degli uomini maschi, chiamati al fronte, rallentò le operazioni di evacuazione; infine, e non meno importante, la drammaticità dell’evento per quelle ospitanti, rappresentò un vero stravolgimento della normalità quotidiana. Nonostante ciò, la nostra comunità

Il 1916 vien definito dal Mognaschi “un anno di assestamento”, mentre il Benvenuti annota che “dal gennaio all’aprile del 1916 l’esercito italiano, sul fronte trentino, si mantiene generalmente sulla difensiva, tentando di migliorare le sue posizioni con rapidi atti offensivi nell’intento di raccorciare il fronte stesso ed allagare la zona montuosa che sta alle sue spalle». Ne fa riferimento anche

il Marchetti: «L’inverno troncò ogni attività. Ma nella primavera del 1916 il comando italiano, per assicurasi da eventuali minacce sul fianco della Valcamonica, decise di spingersi innanzi sino all’orlo orientale del vasto tavoliere ghiacciato dell’Adamello e di rovesciare gli Austriaci giù per la Val Genova consolidando in tal modo il proprio sistema difensivo».

Morti in Adamello

fece comunque la sua parte. A partire dall’estate del 1915 il trasferimento di massa ebbe inizio. Nelle zone del Bleggio Inferiore vene trasferita la popolazione di Agrone. Nella zona del Lomaso si ebbe, invece, il trasferimento, in quasi tutta la sua totalità, della popolazione di Daone. Nel Bleggio Inferiore, Bono fu l’abitato con il maggior numero di evacuati, mentre nella zona del Lomaso il primato spettò ai paesi della “piana” con un’equa spartizione dell’onere tra Campo, Vigo e Dasìndo. Nella zona di Ponte Arche, località allora ancora molto ridotta demograficamente, non si ebbero se non minime tracce di presenza di evacuati. Per quanto riguarda il resto delle Giudicarie Esteriori, la zona del Bleggio Superiore vide il trasferimento della popolazione di Praso, mentre per la zona di Fiavé nel Lomaso il paese assegnato fu quello di Bersone. La zona di Stenico e del Banale ospitò un numero più limitato di profughi, in arte derivante anche dalla zona

Soldati a Verdun dopo il bombardamento

di Trento. Dall’autunno del 1915 la geopolitica riguardante la zona delle Giudicarie aveva definitivamente cambiato volto. Una situazione, tuttavia, che a quell’epoca si pensava solamente transitoria, ma che si dimostrò in tutta la sua drammaticità proprio nel suo perdurare negli anni a venire». A tutt’oggi (2015) credo che manchi una pubblicazione esaustiva su questo specifico aspetto della prima guerra mondiale in Giudicarie; un dramma che sembra oggi rivivere nelle ben diverse situazioni del Duemila, ma

ugualmente drammatiche sia per i profughi sia per chi deve ospitarli. Invece, qualche particolare in più di come si visse in Giudicarie questo stesso mese nel febbraio 1916, lo si può leggere nel sempre preciso e puntale “Diario” del Perli. 10 febbraio. - I prigionieri Serbi sparsi su questi monti quali lavoratori vengono rimandati verso Trento. Sono per lo più tisici e scheletri ambulanti eppure continuano a fumare zigaretti e cadono per terra morti lungo la via. Tre furono sepolti qui.

15 febbraio. – Fra gli Stati Uniti e la Germania erano sorte serie questioni pei sottomarini, e per l’affondamento del Lusitania. Gli Stati Uniti considerano i sottomarini come un’arma non lecita in guerra. / Ieri passarono sopra Tione 7 areoplani nostri diretti verso Milano. Ad occhio e croce si calcola loro la velocità di un treno celerissimo. Le galline rese accorte di quelle aquile incominciarono a garrire e corsero a ripararsi o nelle case o presso le persone. / Sabato s’è tenuta qui la rassegna degli uomini dell’età dai 45 ai 50 anni. Dei 45 comparsi ne furono tenuti abili 17. 21 febbraio. - I 7 areoplani dell’altro dì bombardarono Milano. Oggi ne passò nella stessa direzione un’altra squadriglia. / I direttori dell’Intesa parlano nuovamente di riprendere le armi e di non deporle fino a completa vittoria, che dovrà cancellare dal mondo le potenze centrali e la Turchia. Troppo coraggio! 23 febbraio. - Ieri, munito

delle necessarie credenziali capitanali, mi sono recato a Fiavé e a Vigo Lomaso a prendere 100 quintali di quel granoturco requisito colà come scorta per eventuali bisogni, e il bisogno qui è sentitissimo. Lo ho pagato tutto compreso 42 corone al quintale. Era stato tariffato corone 28. / Al mio ritorno a piedi incontrai la neve a Saone; oggi nevicò tutto il giorno. 25 febbraio. -.In quest’ultimi due giorni pioggia continua e strade orribili. / Ieri ho riferito in iscritto a questo imperial regio Capitanato che non arrivano farine nemmeno pei 200 grammi al dì ai 12.100 sprovvigionati. Occorrerebbero 180 quintali per settimana e non ne arrivano in media che 65. Quindi, se le autorità non provvedono al caso, le conseguenze si faranno serie e minacciose. L’imperial regio Capitanato inoltrò il mio rapporto alla Luogotenenza di Innsbruck. / I dimoranti in questo distretto giudiziale di Tione sono 17.600, dei quali 5.000 soltanto sono provvisti ex propriis di farine fino quasi a tutto marzo prossimo venturo. Il numero degli sprovvigionati si aumenta ogni settimana: nella prima settimana di marzo sono 12.400, nella seconda 12.700, nella quinta 13.400, finché nella seconda settimana di luglio arrivano ad oltre 15.000. Chi ha del proprio può consumarne per persona 240 grammi al dì. Cronache e testimonianze di soli cent’anni fa, e vissute da chi oggi non c’è più; ma che, seppur indirettamente, mantengono la forza dell’attualità, poiché ciò che è stato vissuto dalle generazioni precedenti è rimasto penetrato nel tessuto storico dell’umanità, ed ha intriso di sangue e sofferenze questa stessa nostra terra, che è sempre la stessa, dandoci, però, la fortuna e l’opportunità di aver imparato qualcosa anche da chi ha dovuto affrontare circostanze più difficili, come, tuttavia, sono restate difficili anche le nostre odierne giornate, pur in un’atmosfera del tutto diversa, ma per questo, non meno drammatica. Mario Antolini Musón


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Il Ricordo

FEBBRAIO 2016

Per un amico che se ne è andato

Il ricordo appassionato di GianniAlimonta Il 13 dicembre scorso è scomparso Gianni Alimonta. Nato a Ponte Arche nel 1944 da una delle più antiche famiglie (a fine ’800 il bisnonno Giuseppe aveva avviato attività quali un albergo, una macelleria e la stazione di posta con carrozze e cavalli), è vissuto quasi sempre nel paese da lui molto amato. Non se ne è allontanato nemmeno quando la madre ed i fratelli, per ragioni di lavoro e di studio, si erano trasferiti a Rovereto; ha scelto di rimanere in paese, accudi«Nella notte di Santa Lucia, che tanta parte occupa nell’immaginario collettivo dei bambini, te ne sei andato, Gianni, forse portato via da un asinello con le gambe smagrite e stanche come le tue. Tu, per me, sei stato la roccia contro cui si infrangevano, dissolvendosi, le mie insicurezze e le mie paure, sei stato lo sguardo attraverso cui ho guardato il mondo; mi hai prestato i tuoi occhi azzurri, limpidi e gioiosi, per leggere la realtà in modo più positivo, mi hai sorretto con la tua straordinaria energia. Eri speciale: speciale per me, per le tue figlie, un po’ per tutti. Voglio ringraziare con affetto, a uno a uno, quanti sono venuti a salutarti e ad accompagnarti. A tutti hai lasciato qualcosa e quella folla enorme, quella marea di persone era lì a testimoniare che vale la pena di vivere se si lascia un’eredità di affetti. Il tuo “Ciao” dava allegria, creava immediatamente comunicazione; la tua presenza induceva a far gruppo, a godere dello stare insieme. E questo anche durante la malattia, quando la vita aveva una parvenza di normalità. Poi c’è stato il declino... inarrestabile. Quando ti vedevo trascinarti a fatica, sulle gambe che non ti reggevano più, verso il balcone, per ricevere dal sole l’ultimo regalo di una lunga estate di San Martino e poi sedu-

to, estasiato, felice, bere a lunghi sorsi la luce e il calore, pensavo, con pena infinita, che eri eroico; non un eroe da libri di storia ma del quotidiano ed ero orgogliosa di te. Per tutto questo e per molto altro lascia che ti dica, sì, dica a te, così lontano da smancerie e sdolcinature: «Grazie, amore mio». Anna Si riporta di seguito una delle testimonianze che gli amici hanno voluto esprimergli come ultimo saluto nella chiesa parrocchiale «Ciao Gianni, mi sono scritto questo saluto per essere sicuro di riuscire a completarlo senza essere interrotto dall’emozione. Domenica ero in vacanza quando mi è stata comunicata la tua partenza per questo lungo viaggio. Per le strane coincidenze che spesso intrecciano la vita, contemporaneamente ho ricevuto sul telefono, da un nostro coetaneo, un video che, con il sottofondo della canzone “I migliori anni della nostra vita”, rappresentava con le immagini il tempo trascorso dagli anni Cinquanta ad oggi, a ricordo delle impronte lasciate dalla vita nostra e dei nostri compagni di viaggio che non ci sono più. Mi è passato davanti agli occhi tutto il film degli anni della no-

to dall’anziana zia e dalla nonna, dedito al lavoro di famiglia. Sposatosi con Anna Riccadonna, insegnante all’Istituto di Istruzione di Tione, ha avuto due figlie: Alessandra e Michela. Per decenni ha gestito il suo negozio con passione e assiduità prima in piazza Mercato e poi, dopo la ristrutturazione, nella casa paterna, unendo sempre la professionalità a un forte desiderio di rapporti umani autentici. Purtroppo, dal 2011, la malattia lo ha obbligato a lasciare il lavoro. stra amicizia. Siamo cresciuti insieme. Dopo aver girovagato da bambini nei boschi con le nostre fionde e cerbottane, abbiamo provato insieme le emozioni, le passioni e le delusioni dell’adolescenza e della gioventù. Abbiamo praticato insieme tutti gli sport in un’eterna competizione: la bicicletta, la moto, la montagna, lo sci e tanti altri. Abbiamo avuto le stesse passioni: le automobili, la musica, il ballo (in cui tu eri il migliore), la compagnia e le ragazze. Abbiamo fatto insieme la patente e la visita di leva. Abbiamo scherzato, ci siamo presi in giro e divertiti come solamente allora, tutti insieme e avendo poco altro, si poteva fare. La tua allegria e i tuoi scherzi sono sempre stati contagiosi per tutta la compagnia. Insieme, nell’età di mezzo, abbiamo anche tanto lavorato per le nostre famiglie e per contribuire a costruire il mondo da lasciare ai nostri figli con l’unico, recente e condiviso rimpianto di non essere riusciti a conservare molti dei valori a noi cari. Ti ringrazio per la grande amicizia che mi hai riservato. Eravamo tanto amici da essere spesso scambiati l’uno per l’altro. Il tuo negozio è stato per anni il punto d’incontro per raccontare le nostre avventure e per esorcizzare con il buon umore tutte le vicissitudini della vita. Anche

la tua improvvisa malattia si è manifestata il giorno dopo la nostra ultima e impegnativa avventura in montagna. Alla fine la tua forza e il tuo vigore sono stati vinti dalla sofferenza e sei partito per questo lungo viaggio. Ti devo fare un’ultima raccomandazione. Ovunque tu sia, ricordati di proteggere la tua famiglia. Le tue donne sono autonome e forti, ma hanno sempre bisogno di un uomo che le protegga. Concludo il mio saluto con un ricordo. Nel deserto di sale e di ghiaccio della Puna Argentina, a più di 5.000 metri di altitudine, mi è capitato di vedere la tomba di un operaio del-

Gianni Alimonta

la miniera di zolfo. Era composta da una semplice croce con alcune assi a rappresentare una casa in mezzo al nulla, con una scritta che mi è rimasta

sempre nel cuore: “Buen viaje amigo”. Lo dico anche a te: «Buon viaggio, amico mio». Gian Marco Trentini

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Attualità

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Dal 28 febbraio tutti con la canna in mano: molte le innovazioni proposte dall’Associazione Pescatori Alto Sarca per il nuovo anno

Il Sarca “riapre i battenti”: al via la stagione di pesca 2016 di Umberto Fedrizzi

Ultimamente gli sforzi dell’Associazione si sono rivolti in particolare alla promozione turistica di quest’attività, anche grazie al fondamentale sostegno della Comunità delle Giudicarie. I risultati ottenuti in questo senso sono stati notevoli, come confermato dalle cifre: nel 2015, sono stati venduti ben 7.468 permessi ospite, circa il 17% in più rispetto all’anno precedente e 857 permessi convenzionati (concessi dagli alberghi ai pescatori pernottanti), più del doppio rispetto al 2014. Una crescita testimoniata anche dall’incremento del numero di soci, arrivato a superare, nell’anno appena trascorso, quota 700. All’interno di questo contesto, non va dimenticata l’organizzazione – in collaborazione con l’Azienda per il Turismo Terme di Comano-Dolomiti di Brenta - del ventunesimo Campionato Europeo di Pesca con la mosca, che si è rivelato un vero e proprio successo tanto in termini di presenze, quanto in termini di catture (3177, record assoluto di tutte le edizioni fin qui disputatesi). Quest’importante vetrina internazionale ha contribuito a rendere il fiume Sarca una delle destinazioni turistiche europee più gettonate dagli amanti della disciplina, raggiungendo il prestigio di veri e propri “paradisi della

Domenica 28 febbraio non sarà un giorno come gli altri per i pescatori delle Giudicarie. È questa infatti la data destinata ad inaugurare la stagione alieutica del nuovo anno. Una stagione che si preannuncia ricca di sorprese e di novità, tanto

per i residenti, quanto per gli ospiti. Ormai da parecchi anni, l’Associazione Pescatori Alto Sarca, guidata da Emilio Fedrizzi, contribuisce alla tutela e all’esercizio della pesca sportiva e dilettante nelle acque in gestione.

pesca” come la Slovenia, l’Austria e la Svezia. Nonostante gli eccellenti risultati ottenuti, che hanno spinto molte altre realtà italiane ed internazionali ad ispirarsi all’Associazione Pescatori Alto Sarca, il presidente Emilio Fedrizzi e il suo staff non intendono certo adagiarsi sugli allori. Molte, come detto, le novità previste per la stagione 2016, in primis l’installazione di altre webcam (oltre alle tre già presenti) lungo il Sarca, al fine di monitorare le condizioni delle acque del fiume e il posizionamento di sei piattaforme che permetteranno anche a pescatori diversamente abili di dedicarsi alla loro passione in modo sicuro e semplice. Inoltre, per l’apertura della nuova stagione, sarà attiva un’app per smartphone che consentirà, tra le altre cose, di trovare e prenotare le riserve di pesca, localizzare i rivenditori di permessi, riconoscere i pesci presenti in loco, consultare i regolamenti e addirittura segnare le catture in digitale. Lo sviluppo di strumenti tecnologici di questo tipo è te-

La Regina del Sarca la Trota Marmorata

stimonianza della vitalità di un’attività antica ma che non smette nemmeno oggi di attrarre migliaia e migliaia di appassionati, anche tra i più giovani. Tra le principali novità previste per il 2016, troviamo la possibilità di noleggiare ben dieci kit di attrezzatura completa per la pesca (presso il Golf Club Rendena e il Garnì Lago Nembia) e soprattutto la mostra didattica itinerante “La pesca in Alto Sarca e Chiese”, disponibile per gli enti e le associazioni che ne faranno richiesta.

Infine, è importante ricordare alcune modifiche al regolamento per l’anno corrente, tra cui spiccano l’introduzione dell’obbligo del guadino per salvaguardare il pesce nelle riserve “No Kill”, l’eliminazione della riserva nella zona di Nambrone e del “No kill” presso l’abitato di Preore, l’apertura quotidiana nel periodo estivo del Lago di San Giuliano e l’inaugurazione di una nuova Riserva nel suggestivo contesto del torrente Arnò in Val di Breguzzo. Non ci resta dunque che augurare a tutti i giudicariesi (e non solo) una buona stagione di pesca, ribadendo sempre l’importanza di rispettare il fiume Sarca e i suoi abitanti, veri protagonisti della disciplina.

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LA FORZA DELLE IDEE

fatto in Trentino


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Sport

FEBBRAIO 2016

Ormai prossimo l’inizio dei gironi di ritorno delle squadre giudicariesi

Il calcio riparte dopo la sosta invernale Il calcio provinciale e regionale sta per lasciare il letargo dopo la consueta lunga sosta invernale. Infatti, dopo poco più di tre mesi di stop forzato, seppur quest’anno senza neve, le squadre giudicariesi riprenderanno la loro corsa nei rispettivi tornei, dall’eccellenza alla seconda categoria, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo prefissato ad inizio stagione, corretto, magari, dall’andamento della fase autunnale dei vari campionati. Come in ogni campionato che si rispetti, anche in ambito locale la pausa invernale, tra brindisi e panettoni, è servita ad alcune compagini per aggiustare e/o integrare le rose in base anche alle risultanze della prima parte di stagione. E non sono di certo mancate le sorprese. Nel campionato di Eccellenza, si riparte domenica 7 febbraio, sono pronte a riprendere il loro cammino Comano Terme Fiavè e Calcio Chiese. Entrambe hanno disputato un ottimo girone d’andata e non sembrano avere molti

problemi nel raggiungere una salvezza tranquilla, anche se in casa giallonera il rientro dell’estroso esterno Michele Ciurletti dovrà colmare le partenze verso Pinzolo di Matteo Masè e Mirko Polla. Piccolo “terremoto”, invece, in casa Calcio Chiese, che dopo aver perso Matteo Donati, all’estero per motivi di studio, ha dovuto arginare nei giorni scorsi le improvvise dimissioni per “motivi personali” di mister Fabio “Guinness” Caliari, scegliendo comunque una soluzione interna, promuovendo alla conduzione tecnica il vice-allenatore Sergio Pellizzari, che sarà affiancato da Gianni Armanini. In Promozione - si riprende domenica 28 febbraio - il massimo campionato provinciale, quest’anno l’unica rappresentante delle Giudicarie è la Condinese. La società canarina, presieduta da Thomas Galante e guidata da mister Saverio Luciani, ha confermato il proprio organico e punta ad una posizione a ridosso del podio che per ora, visti gli orga-

nici delle corazzate Trento e Anaune e delle sorprese Arco e Benacense, sembra l’unico traguardo possibile e comunque in linea con le attese. Dopo un avvio difficile infatti bomber Essoundousi e compagni sembrano aver trovato quella continuità di risultati che ha permesso di chiudere il girone di andata in crescendo, recuperando posizioni in classifica. La Prima Categoria riprende domenica 6 marzo: qui la squadra più attiva è stata senza dubbio il Pinzolo Campiglio che deve risollevarsi dopo il brutto girone d’andata terminato, dopo la bruciante retrocessione dalla Promozione, all’ultimo posto. Per compiere l’impresa sportiva la società rendenese, guidata da Manuel Marini, che è subentrato a Nicola Chiappani, si è rinforzata, come detto, con due pezzi da novanta provenienti dall’eccellenza; per Polla e Masè si tratta di un ritorno, con l’arduo compito di risollevare una società in caduta libera. Per il resto

sarà un derby continuo, in quanto nel girone A sono ben sette le formazioni giudicariesi (otto con la “confinante” Caffarese), sulle tredici totali, che si sfideranno. La Settaurense è chiamata, dopo aver concluso al secondo posto il girone d’andata, a rispondere colpo su colpo nell’atteso duello con la sorpresa del girone, il Riva del Garda, che ha chiuso con un punto di vantaggio, presieduta da Claudio Toccoli, vecchia conoscenza del calcio chiesano avendo difeso per alcuni anni la porta della Condinese e del Pieve di Bono. La società Pievana, guidata da Mister Codognato, dopo un avvio in sordina, ha terminato il girone di andata sul gradino più basso del podio, a sette punti dalla capolista. Nel girone di ritorno, capitan Armani e compagni avranno il compito di provare ad avvicinare il duo di testa, avendo un occhio di riguardo anche all’attesa semifinale di Coppa provincia contro il Fiemme, con sfide in programma

nel mese di aprile, con l’auspicio di tornare al Briamasco tre anni dopo l’epica finale vinta ai tempi supplementari sul Fassa, che permise ai Viola di conquistare il trofeo (bissato qualche giorno dopo dalla vittoria in campionato). Ha disputato finora un buon campionato anche il giovane Calcio Bleggio guidata dal duo Rocca – Malacarne che si conferma una delle squadre che esprime il miglior calcio. Puntano ad un campionato tranquillo anche il Val Rendena e la “bresciana” Caffarese, che hanno terminato il proprio girone d’andata a metà classifica. Discorso diverso invece per la Virtus Giudicariese di Mister Corrado Bonazza e per il Castel Cimego guidato da Scalvini che sono chiamate a lottare con maggiore tenacia per evitare gli ultimi due posti che porterebbero alla retrocessione, attualmente occupati da Baone e Pinzolo. Il girone di Seconda categoria, che riprende il 20 marzo, finora è stato avaro di soddisfazioni per le

squadre giudicariesi. Se il Tione, rinnovato organico dopo la retrocessione della stagione scorsa, ha effettuato un buon girone d’andata e i giochi sono ancora aperti per garantirsi un posto nei play off che assegnano la promozione alla Prima categoria, più ardue in tal senso le speranze per l’Alta Giudicarie. La squadra presieduta da Milanesi e guidata per la prima stagione da Mister Fabrizio Armani ha faticato a fare risultati in molteplici occasioni, chiudendo così il proprio girone d’andata al terzultimo posto, preceduta anche dai “cugini bresciani” del Bagolino. Dovrà quindi disputare un superbo girone di ritorno per raddrizzare un’annata fin qui al di sotto delle aspettative. Stesso discorso per le due squadre della Val Rendena, Tre P e Carisolo, che occupano rispettivamente penultimo ed ultimo posto, comunque ininfluenti in un campionato che non prevede retrocessioni.

Laura Pirovano pronta a spiccare il volo Grandi risultati per la diciottenne di Spiazzo cresciuta nelle fila dello Sporting Club Madonna di Campiglio. Impegnata nella Coppa Europa dove ha ottenuto grandi risultati, ha fatto il suo esordio anche in Coppa del Mondo. Un ottimo trampolino di lancio per una ragazza giovanissima che ha sempre vinto tutto nelle categoria giovanili e che sta confermando le proprie doti e la propria abilità anche nello sci che conta. Dopo la vittoria in Coppa Europa nel gigante di Kvitfjell (Norv) e il successivo esordio in Coppa del Mondo a Lienz, prosegue la sua sequela di risultati importanti nel massimo circuito continentale. Laura Pirovano 18enne

di Spiazzo Rendena nel gigante di Goestling Hochkar ha centrato un eccellente ottavo posto, che va a sommarsi al 6° in discesa ad Altenmarkt, e ad altri due ottavi posti sempre in discesa sulla stessa pista austriaca. A Zinal in gigante aveva ottenuto un sesto e un dodicesimo posto in gigante e sempre a Kvitfjell a dicembre aveva pure messo in paniere un settimo posto in superG. Un’atleta davvero polivalente che si gioca tutte le carte per lottare per la vittoria finale nel circuito di Coppa Europa. In questo momento è addirittura seconda nella generale con 350 punti, quarta in gigante, settima sia in superG che in discesa. E non è ancora finita...


Attualità Sci in una vera e propria “palestra” per piccoli sciatori continua a dare i suoi frutti, visto che da 10 anni a questa parte ormai la piccola stazione sciistica conosce solamente la parola crescita, con enorme soddisfazione dell’Amministrazione Comunale di Bolbeno–Borgo Lares – proprietaria dell’impianto – e della Pro Loco di Bolbeno, cui da oltre 50 anni è affidata la gestione. Soddisfatte anche tutte le altre amministrazioni comunali che hanno sottoscritto la famosa convenzione grazie alla quale vengono praticate ai residenti tariffe particolarmente agevolate (si pensi ai soli 50 € per l’acquisto di uno skipass stagionale) e a testimonianza dell’apprezzamento basti ricordare che altri due municipi, Idro e Lavenone (Provincia di Brescia) si sono convenzionati il mese scorso, raggiungendo così la cifra record di 53 comuni coinvolti. Il mese di gennaio ha visto concludersi in bellezza uno straordinario periodo natalizio: il Memorial Mario Marchetti, giunto quest’anno alla ventitreesima edizione, ha visto la presenza di 260 piccoli Campioncini che si sono dati lealmente battaglia in un entusiasmante “ginkana”. Ottima l’affluenza di pubblico anche domenica 24 gennaio con la 2^ edizione di Bande sulla neve, così come per l’ottava edizione dei Campionati studenteschi invernali andati in scena giovedì 21 gennaio, organizzati in collaborazione con U.s. Carisolo. Questa manifestazione,

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Lo Sci Club Bolbeno supera la soglia dei 600 iscritti ai propri corsi di sci

Centro sci Bolbeno-Borgo Lares: la “carica” dei 600 Dopo la partenza col botto delle vacanze Natalizie prosegue alla grande la stagione sciistica alle Coste di Bolbeno con numeri migliori anche rispetto agli anni scorsi che già avevano fatto registrare dati molto buoni. Abbiamo già detto (nel Gdg di gennaio) della straorpatrocinata dalla Comunità di Valle delle Giudicarie, era riservata ai ragazzi frequentanti le scuole medie inferiori degli istituti scolastici di Tione, Storo, Pieve di Bono, Ponte Arche e Pinzolo e la risposta degli studenti è stata a dir poco splendida, con la presenza di oltre 300 ragazzi al cancelletto di partenza

a Bolbeno e oltre 40 che si sono sfidati sulla pista di fondo di Carisolo, con la vittoria complessiva che ha arriso ai ragazzi dell’Alta Val Rendena, premiati da un’entusiasta presidente Giorgio Butterini. Al momento della stampa non si era ancora corso l’attesissimo parallelo notturno - II Trofeo La Contea

dinaria affluenza di pubblico durante le vacanze di Natale, con numeri a dir poco impressionanti per una ski area composta – ricordiamolo - da due piste della lunghezza di 500 metri e da un campo scuola per i primi passi sulla neve. Nonostante le ridotte dimensioni però, l’idea di trasformare il piccolo Centro – in programma venerdì 29 gennaio con i 32 migliori atleti della nostra provincia e di questo parleremo nel prossimo numero del Gdg. Finita qui? No di certo! Un mese di febbraio a dir poco intenso aspetta gli encomiabili volontari di Pro Loco e Sci Club Bolbeno con in particolare due

manifestazioni da tenere in agenda. Il “Memorial Tullio Cazzolli”, la combinata sci alpinismo – sci alpino, in programma in notturna sabato 20 febbraio e il “Trofeo Giovanissimi” di domenica 21 febbraio. Come ben sapete si tratta di una delle gare più famose, a livello giovanile, di tutta la nostra Provincia,

che chiuderà, come ogni anno, il consueto ciclo di lezioni nell’ambito dei corsi sci organizzati dallo Sci Club Bolbeno del presidente Michele Ballardini. Quest’anno sono stati oltre 600 i bambini iscritti, provenienti da tutte le Valli Giudicarie, dalla Valle dei Laghi, dall’Alto Garda e dalla Valsabbia, testimoniando una volta di più il gradito ritorno dello sci Alpino fra gli sport popolari, il vero obiettivo che si persegue con successo presso questa piccola grande località sciistica.

Il 9 e 10 luglio a Comano Terme verranno assegnate le maglie tricolori delle categorie Esordienti e Allievi

NelleEsterioriiCampionatiitalianidiciclismo Si tingeranno di verdebiancorosso in estate le Giudicarie Esteriori. Sabato 9 e domenica 10 luglio, infatti, a Comano Terme verranno assegnate le maglie tricolori dei Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada. Questo grazie alla Società Ciclistica Storo Grafiche Zorzi, associazione che ha in capo l’organizzazione della gara più importante e attesa dell’anno per i giovani campioncini nati dal 2000 al 2003, che sarà spalleggiata da Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta, Comitato Trentino della Federazione Ciclistica Italiana, PromoSport Terme di Comano e altre associazioni locali, senza dimenticare il fondamentale appoggio dell’Assessore allo sport della Provincia di Trento Tiziano Mellarini. Tutto è cominciato nei mesi autunnali, quando è maturata l’idea di organizzare in zona

i Campionati Italiani, ospitati negli ultimi anni dalla bresciana Boario, mentre per ritrovare l’ultima edizione trentina bisogna risalire al 2009, quando a Sarnonico trionfò tra gli allievi il gardoloto Stefano Nardelli. Ecco quindi che un nutrito

gruppo di volontari, con in testa il presidente della Società Ciclistica Storo Andrea Malcotti, e la locale Apt si sono messi al lavoro per sbrigare tutte le pratiche burocratiche necessarie per la candidatura e per pensare ai percorsi. Ebbene, nel mese di

dicembre è arrivata la conferma dal Consiglio Federale: i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada 2016 avranno il proprio epicentro in Comano Terme. Dopo un breve momento di soddisfazione, tutti gli attori coinvolti sono ripartiti

a tutta, perché in fondo luglio è qui dietro l’angolo. Sei le gare che si terranno nella fitta due giorni giudicariese. «Terme di Comano 2016», questo il nome ufficiale della manifestazione, porterà più di 700 atleti (a cui vanno aggiunti tecnici, genitori, addetti ai lavori e via dicendo) negli alberghi dell’ambito, e non solo. Sabato saranno protagoniste le ragazze, con le due gare esordienti nel mattino e la prova allieve nel pomeriggio. Analogo il programma della domenica, quando saranno di scena i ragazzi, esordienti al mattino ed allievi al pomeriggio. I percorsi si stanno definendo in questi giorni, ma già si sa che le zone interessate saranno la Piana del Lomaso con il circuito della Val Lomasone, Fiavé e il Bleggio, oltre ovviamente a Ponte Arche dove sarà posizionato l’arrivo di tutte sei le corse.


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Opinioni a confronto

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BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro Amistadi, scusa la nostra sfrontatezza. Siamo pensionati da, più o meno, 1000 euro al mese, la vita è dura, te l’assicuriamo, e ci fa davvero arrabbiare lo Stato che quando ha bisogno di soldi comincia a vessare sempre dai più poveri. In proporzione sono quelli come noi che pagano di più, poi sappiamo di una villeggiante che viene dalle nostre parti, milanese, che tranquillamente ci rac-

Pro e contro di una tematica di cui si discute da tempo

Una vecchia questione: perché non si tassa la prostituzione? conta che sua nipote fa la ‘escort’ e la nostra pensione se la guadagna in una notte. Così, immaginiamo tutte le ‘escort’ di serie B e C, che frequentano i marciapiedi di tutta Italia, giorno e notte. Dato che in Tv spesse volte queste ragazze considerano la propria attività un vero e proprio lavoro, perché non tassarlo come qualsiasi altro. Quando finalmente si regolarizzerà la prostituzione?

Se la Giustizia è... ingiusta

Ehi Adelino, ricordi quell’artigiano di Arsiero di cui avevi parlato in una delle tue lettere di qualche mese fa. Quell’anziano signore che era stato condannato a 5 anni di carcere e un risarcimento di 135.000 euro per aver sparato a due ladri che aveva sorpreso a rubare in casa sua? Poco tempo dopo la condanna l’uomo è stato colpito da infarto ed è morto. Ora leggo sul giornale che un brigadiere dei Carabinieri, investito un anno fa con l’auto da un bandito albanese che era andato ad arrestare, dovrà accontentarsi di un risarcimento di appena 7000 euro, quasi venti volte di meno, mentre l’investitore se l’è cavata con una condanna a 2 anni e 8 mesi. Ma è pazzesco, la vita che rischia un carabiniere mentre sta facendo il suo dovere vale 20 volte meno di quella di due ladri sorpresi a rubare? Alberto Purtroppo è così, la vita di un uomo delle forze dell’ordine sembra valere meno di quella di un malvivente. Sembra impossibile, ma questa è la realtà, certificata da mille sentenze. E sarebbero i giudici che hanno emesso quelle condanne che potrebbero chiarirci l’arcano. Purtroppo alcuni magistrati in Italia sembrano essere assai più sensibili nei confronti dei delinquenti piuttosto che degli altri cittadini, comprese le forze dell’ordine. Quello che tu dici, sembra avvalorarlo. Il tutto ci conferma che, spesso, legalità e giustizia non sono la stessa cosa. (a.a.)

Avremo meno delinquenza ed entrate per l’erario da miniera d’oro. Gli amici del bar Cari amici, di questa questione se ne parla da anni, in gran parte dell’Europa le cose sono già a posto ed in Svizzera, Germania, Austria e Olanda, sembrano funzionare egregiamente. Da noi

del riconoscimento, e quindi la tassazione, del mestiere più antico del mondo, se ne parla di frequente, ma non si è mai arrivati ad una conclusione. Dovrebbero occuparsene i politici, ma come al solito la politica vede quando vuol vedere e chiude gli occhi quando non vuol vedere. Bisogna avere il coraggio di prendere atto che la prostituzione è una vera e propria attività e come tale deve esse-

re regolamentata per mettere ordine in un drammatico sottobosco di sfruttamento e di malversazioni che sarebbe così normalizzato sia dal punto di vista legale, sanitario e fiscale. Anche se non sarà facile eliminare del tutto i fenomeni di delinquenza e criminalità che vi girano attorno. Secondo alcune stime ufficiali che ho tratto da Codacons, il fatturato nel nostro paese sfiora i tre miliar-

Allora. Cominciano col dire che l’alpinismo, come tante altre attività, non è scevro da pericoli. Di questo dobbiamo essere consapevoli sia d’estate che d’inverno. La montagna, come noi ben sappiamo, è neutra, né buona, né cattiva, ne accogliente, né ostile. Tanto meno esiste la montagna killer come talvolta si legge sui giornali. Siamo noi che spesse volte sfidiamo la montagna senza la necessaria preparazione. E allora dobbiamo saper accettare anche qualche rischio. Siamo noi che dobbiamo adattarci alla montagna non viceversa. L’alpinismo è uno sport molto bello, ma da prendere molto seria-

mente, purtroppo spesso l’ambizione d’essere i più bravi, la passione, o il semplice amore per le nostre cime, ce lo fanno

di all’anno con più di tre milioni di clienti e oltre novanta mila ‘lucciole’ in attività nel nostro paese. D’altronde, se sono legali e oggetto di normale commercio film a luci rosse, non si capisce perché non si ragioni nello stesso modo anche con chi esercita il mestiere. Per voi, cari amici, essere sfrontati è normale, per me essere cinico è un po’ più complicato. (a.a.)

Quanti morti in montagna

Caro Adelino vorrei sottoporti un problema che riguarda anche noi in Giudicarie. Vorrei parlare delle morti in montagna che anche qualche giorno fa hanno colpito tragicamente il Trentino. Nell’arco dell’anno è una vera e propria strage. Secondo me c’è troppo dilettantismo, per andare in montagna e soprattutto per scalare le nostre cime bisogna essere preparati perché la montagna è il regno degli animali che sono perfettamente attrezzati per viverci e non per noi che siamo abituati alla automobile. Tu che ne dici? Renato

scordare. E così ci troviamo a piangere per le tante, troppe vittime che avrebbero potuto essere evitate. (a.a.)

Dipendenti pubblici e gogna mediatica Egr GdG, sono un dipendente pubblico e sono indignato con la stampa che ormai ci sottopone giornalmente ad una gogna inaccettabile. Sembra che tutti i dipendenti pubblici siano disonesti o assenteisti e che il decreto del Governo di questi giorni arrivi, finalmente, a mettere fine alla sconcezza imperante nel nostro lavoro. Non è così. Glielo assicuro. Romano Certo, la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, siano essi statali, parastatali, provinciali o comunali, compiono egregiamente il loro dovere. Lo posso affermare con decisione, dato che ho una certa esperienza di enti pubblici. Questo non vuol dire che si debbano chiudere gli occhi su quella minoranza che fa i cavoli propri infi-

schiandosene delle regole e dei controlli. E’ quindi opportuno il decreto del Governo di questi giorni che mette fine a certe scandalose situazioni. I casi eclatanti di San Remo che tutti abbia-

mo visto in Tv dove c’era gente che timbrava in mutande per poi tornarsene a letto, o chi timbrava per poi recarsi indisturbato al mare, sono indicativi, ma ce ne sono a migliaia altrettanto gravi ed inquietanti in ogni parte d’Italia, basta leggere i giornali di questi giorni. Ora il Governo Renzi sembra aver impugnato l’ascia di guerra contro questi ‘fannulloni’, imbroglioni e farabutti. Ha emanato un decreto legge molto severo che dovrebbe eliminare o quanto meno frenare l’andazzo assurdo di cui stiamo parlando: per i dipendenti infedeli, pescati e denunciati, sospensione immediata dal lavoro e dallo stipendio entro 48 ore da quando viene accertato il fatto. Avvio di un procedimento di disciplina veloce, massimo 30 giorni, nel quale il dipendente potrà difendersi e quindi se la difesa non regge licenziato. Più che giusto. Ma ancora una volta in-

tervengono i sindacati. La signora Camusso, segretaria della Cgil insieme a Landini della Fiom, sono partiti all’attacco nel dire che già oggi, con le regole attuali, si possono licenziare i fannulloni. Sarà anche vero, ma con la legge attuale i lestofanti licenziati che fanno ricorso vengono, magari difesi dall’avvocato dei sindacati, quasi subito reintegrati al loro posto come non fosse accaduto niente. Con il nuovo decreto viene messo fine a quest’andazzo, dei giudici che riammettono sempre tutti, indifferenti alla lotta di questa piaga, e dei sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori, ma che spesso difendono chi non lavora. Decreto legge troppo severo? No. Equo. Chi fa il suo lavoro con coscienza e onestà non ha niente da temere. Adelino Amistadi


Lettere

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La lettera di una lettrice delle Giudicarie Esteriori

Fusioni: opinioni sull’argomento Ai cittadini la Costituzione italiana attribuisce il compito di eleggere i propri rappresentanti per affidare loro le funzioni di governo dei territori, a diversi livelli e complessità di funzioni. Anche nei Comuni gli eletti devono eseguire diligentemente il loro mandato per rispondere ai bisogni collettivi quali ad esempio sicurezza, viabilità, servizi generali e altri. In conseguenza di ciò la classe di governo ha il dovere di organizzare e impiegare le risorse a disposizione per erogare servizi nel modo più responsabile e razionale allo scopo di soddisfare al massimo delle possibilità i bisogni delle collettività. Questo compito è delicato e presuppone grande impegno, conoscenza delle problematiche e delle modalità più opportune di intervento. Il tutto in linea con i principi di equità sociale e di buon governo. La vera responsabilità di chi abbiamo delegato a governarci risiede nel realizzare ai massimi livelli il rapporto ottimale tra le risorse prelevate dalle tasche dei contribuenti e gli impieghi delle stesse; con la consapevolezza che la pressione fiscale non può superare una soglia di accettabilità e sopportabilità da parte dei cittadini. Questo significa che non si possono più sostenere spese che non siano strettamente necessarie e a beneficio di tutta la collettività. Veniamo da periodi storici in cui

tutti gli interventi possibili e immaginabili sono stati realizzati a tutti i livelli di governo, anche a livello comunale con la giustificazione che le risorse provenivano dalla Provincia o dallo Stato o da altre entità. Qualsiasi fosse, o sia, la provenienza dei finanziamenti ci si deve rendere conto che si tratta di denaro prelevato dalle tasche dei cittadini contribuenti. Lo Stato o la Provincia o il Comune non hanno la potestà di stampare la moneta e dunque ogni spesa pubblica viene caricata sulle spalle dei cittadini che pagano le imposte. La sfida che i nostri governanti, a tutti i livelli di governo, devono oggi vincere sta nel porre un freno intelligente alle spese “superflue” e offrire i servizi essenziali, mettendo meno le mani nelle nostre tasche. Nei comuni l’organizzazione ed erogazione dei servizi ai cittadini ha costi elevati e spesso risultati mediocri anche (non solo) a causa del sottodimensionamento di talune realtà comunali. Se il comune è piccolo e i servizi comunque necessari i relativi oneri si distribuiscono su un numero limitato di cittadini e risultano unitariamente maggiori rispetto alle spese sostenute dai comuni più grandi per gli stessi servizi. Sono le “economie di scala” che si realizzano in presenza di certe dimensioni ben definite. Questo principio economico ben si addice anche al

Uno scorcio delle Giudicarie Esteriori

settore pubblico che non può più sottrarsi ad un diligente-responsabile adeguamento. Per quanto riguarda i risultati talvolta mediocri dell’intervento pubblico gli esempi sono molti. A conclusione di questa breve analisi sembra opportuno richiamarsi al principio popolare: l’unione fa la forza. Eccoci al punto: se è vero che l’unione fa la forza questo principio universalmente valido si deve applicare anche al settore pubblico e ai Comuni. Assodato che le motivazioni di ordine economico sono difficilmente contestabili è bene ricordare che le stesse costituiscono forse il principale intento della normativa che regola i percorsi di avvicinamento, sino alla fusione, dei comuni. Resta aperta una questione cruciale, spesso usata come alibi all’immobilismo diffuso: dove finirà “la nostra identità”. L’identità è un patrimonio storico, sociale, personale e famigliare i cui custodi siamo noi stessi e se non sappiamo salvaguardarla

e rafforzarla la responsabilità non è del Comune, ma solo nostra. La questione identitaria appare estranea al contesto delle fusioni e attiene la sfera personale, famigliare, sociale e la sua salvaguardia e valorizzazione risiede nell’esclusiva volontà e impegno delle persone. La fusione dei comuni come percorso maturato con convinzione, condiviso e opportunamente guidato potrebbe (come è auspicabile) risvegliare uno spirito nuovo di collaborazione e di solidarietà sociale, aprire un percorso di comunicazione positiva, di scambio culturale e abbattere le barriere del campanilismo che frena le

iniziative comuni e divide anche gli animi. Alcune comunità hanno accettato la sfida dei tempi presenti e nel referendum popolare hanno detto sì alla fusione con la convinzione di poter conseguire vantaggi e benefici nel futuro. Altre hanno detto no. Altre non hanno detto nulla perché non informate, non consultate e magari raggiunte da informazioni indirette e imprecise. Nella mia valle, Giudicarie Esteriori, alcune amministrazioni non hanno maturato insieme ai loro cittadini, una volontà di fusione ed ora si preparano ad eseguire i “compiti” affidati loro in modo tassativo dalla legge: la gestione associata di alcuni servizi, in un crescendo che non potrà che portarci al medesimo punto di arrivo: la fusione. Questo percorso sarà penalizzante in termini di trasferimenti da parte della PAT, ovvero arriveranno meno soldi ai comuni per i servizi pubblici con la conseguenza che dovremo pagare più imposte degli altri o avere

meno servizi. Agli amministratori di questi comuni si chiede di motivare le scelte fatte e le eventuali iniziative intraprese in questa direzione. La popolazione gradisce l’informazione, anzi la chiede in modo deciso e legittimo. Non si deve dimenticare infine, ma non per minore rilevanza, che Il nostro territorio costituisce un unico bacino naturale con potenzialità di sviluppo plurime e notevoli. La sua gestione, se vorrà essere razionale e tendere ai massimi obiettivi di sviluppo, dovrà necessariamente fare capo a un unico centro di governo, rappresentativo delle comunità che lo costituiscono. Nell’unione dei comuni risiede la più realistica e importante occasione di operare per lo sviluppo diffuso del territorio delle Giudicarie Esteriori che possa favorire opportunità di lavoro e di creazione di ricchezza, nel rispetto e valorizzazione delle risorse naturali che lo caratterizzano. Claudia Calza

Grazie ai medici dell’ospedale di Tione La famiglia di Grassi Remo desidera ringraziare pubblicamente tutto lo staff medico e paramedico dell’ospedale di Tione, reparto medicina, per le cure prestate al paziente. Riteniamo che l’opera non si sia limitata alle sole cure mediche, ma abbiamo potuto apprezzare il supporto morale e psicologico che ci è stato assicurato e che ha reso meno difficile il percorso del malato e di chi gli è stato vicino. E’ quindi con gratitudine che rivolgiamo un saluto a tutta equipe.

Sessant’anni e….non sentirli… Solitamente si dice 60 anni e….non sentirli. Non c’è detto più appropriato per il numeroso gruppo di coetanei classe 1955 che nello scorso mese di dicembre si è riunito per la prima volta. Stiamo parlando di più di settanta coetanei provenienti dai Comuni di Pieve di BonoPrezzo, Valdaone, Cimego e Sella Giudicarie. Il programma dell’evento ha visto i partecipanti prendere parte alla Santa Messa celebrata nella Chiesa di S. Antonio di Agrone, piccola frazione del neonato comune di Pieve di

Una veduta dei fiordi norvegesi

Bono-Prezzo, a suffragio dei coscritti prematuramente scomparsi. Successivamente il corposo gruppo, che in maniera ufficiale non si riuniva dal 2005, si è recato presso il tipico ristorante “Miramonti” di Roncone dove, grazie alla bontà della cucina di Giordano e all’ottima cordialità del personale hanno potuto degustare le pietanze tipiche preparate. Il tutto è stato accompagnata dall’immancabile musica degli anni 60/70 del Dj Denis Zix. Tra un buon bicchiere di vino ed una “picaia” di

salame nostrano ci sono state anche le parole di saluto a tutti i commensali, ricordando in modo particolare il coetaneo Agostino di Roncone, che da più di trent’anni è in Africa a svolgere la professione di medico in aiuto dei più bisognosi. Insomma, in questo periodo storico locale contraddistinto da molteplici fusioni, anche la coscrizione 1955 è riuscita ad accorpare più paesi ottenendo un ottimo risultato. E gli organizzatori assicurano che non sarà certamente l’ultima. (m.m.)


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