MATTEO BASILÉ
MATTEO BASILÉ
MATTEO BASILÉ
U N S E E N Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto 28 Giugno 27 Settembre 2014
a cura di Gianluca Marziani
BACKTOBLACK
Gianluca Marziani
Il Piano Nobile di Palazzo Collicola Arti Visive apre le sue quinte per accogliere un nuovo progetto unitario, disegnato in maniera “sartoriale” su forma e aura delle sale, con la logica installativa di un dialogo tra antico e contemporaneo. Matteo Basilé ha seguìto le superfici, il mobilio, i vuoti, le prospettive e le evocazioni che il luogo rilascia tra memoria e presente. Non si è lasciato intimidire dal modello settecentesco dell’appartamento nobiliare, al contrario ha alimentato un cortocircuito tra la sua fotografia e le amenità preesistenti del palazzo. Ha accettato la sfida di un allestimento anomalo, difficilmente immaginabile quando s’inseriscono quadri senza usare i teoremi tradizionali del muro. Un processo percettivo e sensoriale, elaborato per indagare il codice multiplo della fruizione, lo scarto prospettico, l’anomalia come evoluzione iconografica. Nel caso di Basilé, autore d’immagini in cui spicca l’energia magnetica del contesto scenico, ecco che il Piano Nobile diviene un completamento narrativo, luogo ideale per esaltare la complessità psicologica dei volti, per definire il paesaggio interiore, il valore della memoria, l’estasi del contrasto risolto. UNSEEN è il titolo del nuovo viaggio ciclico dell’artista. Una traiettoria drammaturgica del suo ritrattismo, virata nei margini densi del nero cosmico, verso una dimensione dell’animo sospeso, della crisi spirituale di un nuovo millennio: dove il nero implica vertigini emotive ma anche la necessità di una luce, di un’accensione morale che faccia vibrare lo sguardo dei suoi protagonisti. Matteo Basilé agisce dentro il margine astronomico di un buio abissale, un nero che è figlio di antiche drammaturgie, pulsante come i fondali mefistofelici di certa pittura olandese (seicentesca ma anche recente, basti pensare a quel clima omogeneo che va da Rembrandt alle foto di Erwin Olaf). L’artista romano ha il centro prospettico nel volto: qui risiede il punto di fuga del suo paesaggio umano ad alto valore (meta)storico, qui matura un ritratto che nasce dalla partenogenesi del nero e che al nero della morte torna, come diapason impassibile e catartico… nero del Barocco, nero catacombale, nero caravaggesco, nero modulato di Francesco Lo Savio, nero di “ex film” e Polaroid firmate Mario Schifano, nero postpop di Franco Angeli, nero scultoreo di Pino Pascali, nero semiotico di Jannis Kounellis, nero sintetico di Renato Mambor, nero mediale di Sergio Lombardo… UNSEEN è un chiaro e radicale omaggio a Roma, alla sua storia di catacombe e Barocco, papi e imperatori, morti e tramonti infuocati, bellezza e crudeltà. Perché Roma ha moltissimo nero dentro il suo corso secolare, un nero che è sintesi di rosso sangue e misteri notturni, intrighi e malvagità, nero che unisce il potere con la potenza, la carne con il misticismo… Roma sacra e profana, città che resta metaluogo nei secoli, corpo (quasi) immobile ma dal metabolismo furioso e inquieto… una Roma dove Matteo è cresciuto, in cui è maturato il suo sguardo, la sua cognizione del dolore e della rinascita virtuosa. Qui nel nero si formula un nuovo volto: eterno e in continua evoluzione, immagine che assorbe la responsabilità degli immaginari, ritratto oltre un solo tempo e un dato spazio… è il ritratto che rinasce dal vero per aspirare all’impronta universale.
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The curtain of the Noble Floor of Palazzo Collicola Arti Visive rises to embrace a new, unitary project, which is “tailor-made” for the shape and the aura of the rooms and lets the installation be governed by the logic of a dialogue between ancient and contemporary. Matteo Basilé respected the surfaces, the furniture, the voids, the perspectives and the suggestions that the place evokes between memories and the present. He did not let the 18th-century aura that permeates the aristocratic abode intimidate him; on the contrary, he fuelled a short circuit between his own photographs and the pre-existent beauties gracing the palace. He took up the challenge of an anomalous arrangement, which can be hardly conceived when paintings are arranged without sticking to the wall traditional theorems. A perceptive and sensorial process, through which the investigation of the multiple code of the experience, of the perspective gap, of anomaly as iconographic evolution are investigated. In the case of Basilé, an author of images where the magnetic energy of the scenic context stands out, the Noble Floor becomes a narrative complement, the ideal place to enhance the psychological complexity of faces, to define the inner landscape, the value of memory, the ecstasy of the solved conflict. UNSEEN is the title of the new cyclic journey of the artist. A dramaturgical path inside his portraitism, which veered onto the thick margins of cosmic black, towards a suspended dimension of the soul, of the spiritual crisis of a new century, where black implies emotional depths but also the necessity of a light, of a moral spark that makes the eyes of his characters vibrate. Matteo Basilé works within the astronomical margins of an abyssal darkness, which stems from ancient mythologies and throbs like the Mephistophelean ocean floor typical of some Dutch painting, which can be traced back to the 17th century, but also to that homogeneous milieu ranging from Rembrandt to Erwin Olaf’s photographs. The Roman artist has chosen the face as the perspective centre of his works: it is the vanishing point of his human landscape and of the high (meta)historical value it is laden with, but also the scene of the maturation process of a portrait that was born from the parthenogenesis of black and ultimately goes back to black and to death, like an impassive and cathartic tuning fork…baroque black, catacomb-like black, Caravaggesque black, the modulated black of Francesco Lo Savio, the black of Mario Schifano’s “Ex film” paintings and Polaroids, Franco Angeli’s post-Pop black, Pino Pascali’s sculptural black, Jannis Kounellis’s semiotic black, Renato Mambor’s synthetic black, Sergio Lombardo’s medial black… UNSEEN is a clear and radical homage to Rome, to its history of catacombs and Baroque, popes and emperors, deaths and heated twilights, beauty and cruelty. Because Rome does have plenty of black in its centuriesold history; a black that synthesises bloody red and nocturnal mysteries, conspiracies and wickedness; a black that combines power and strength, flesh and mysticism…A sacred and profane city, which kept its status as a metaplace over the centuries, an (almost) motionless body with a furious and restless metabolism…a city where Matteo grew up, where his whole attitude, his awareness of pain and virtuous rebirth came to maturity. Here, black assumes a new, eternal and continuously evolving, face; an image that absorbs the responsibilities of the imagery, a portrait which transcends one single time and one given space…it is the portrait that was born again from truth, to aspire to the universal imprint.
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pag. 7, 8
THISHUMANITY PEOPLE 2010 Stampa lambda su alluminio 125x170cm
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#37 #35
#25 #37
#20
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pag. 11, 13
THISHUMANITY PEOPLE #19 2010 Stampa lambda su alluminio, cornice in legno 20x30cm
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pag. 14, 17
UNSEEN #2 2014 Stampa lambda su alluminio 120x180cm
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pag. 19, 21
UNSEEN #1 2014 Stampa lambda su alluminio 120x180cm
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pag. 20, 23
UNSEEN #9 2014 Stampa lambda su alluminio, cornice antica in legno scolpito 30x40cm UNSEEN #8 (dittico) 2014 Stampa lambda su alluminio 100x150cm
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pag. 24-25-26-27
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UNSEEN #4 (dittico) 2014 Stampa lambda su alluminio 100x150cm
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pag. 29-30-31-32
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pag. 33, 35
UNSEEN INCIPIT 2014 Stampa lambda su alluminio 120x180cm
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pag. 37, 39
UNSEEN #7 2014 Stampa lambda su alluminio 70x100cm UNSEEN #8
pag. 40, 42
UNSEEN #6
pag. 41, 43
2014 Stampa lambda su alluminio 70x100cm
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pag. 45, 47
UNSEEN #4 2014 Stampa lambda su alluminio 70x100cm
ORDINE E DISORDINE #2 (dittico) 2014 Stampa lambda su alluminio 120x180cm
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pag. 46, 48, 49
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pag. 51, 52, 53
IN FONDO AL BOSCO (dittico) UNSEEN CHIMERA #3, #1, #2 (trittico)
2014 pag. 54, 56, 57
2014
cornice in legno scolpito
Stampa lambda su alluminio
30x40cm
30x40cm CHIMERA opera di Francesca Romana Pinzari 2013 Crini di cavallo, struttura in metallo 230x120x60cm
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Stampa lambda su alluminio,
pag. 55
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pag. 59-60-61
ORDINE E DISORDINE 2009 Stampa lambda su alluminio, cornice lin legno scolpito 50x75cm
UNSEEN #10 2014 Stampa lambda su alluminio 20x30cm
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pag. 62, 63
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UNSEEN #11
pag. 64, 65
2014 Stampa lambda su alluminio 70x100cm
LANDING YUMIKO (dittico)
pag. 68, 69
LANDING ALICE (dittico)
pag. 70, 71
LANDING RABBIT (dittico)
pag. 72, 73
2012 Stampa lambda su alluminio 150x150cm
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pag. 74, 76
FLOWERS 2012 Stampa lambda su alluminio 150x150cm
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BIOGRAFIA Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale. Esplorando le nature dell’essere umano, l’artista sviluppa il suo racconto dividendo il suo lavoro in capitoli: The Saints are Coming (2007), Thisoriented (2009), Thishumanity (2010), Landing (2012), UNSEEN (2014): una serie di passaggi indipendenti in cui l’artista negozia la sua percezione dell’esistenza. La ricerca di Basilé è un’interfaccia tra Oriente e Occidente, una dialettica interposta che opera come una collisione situata tra tradizione e modernità, tra sacro e profano. Il Glossario di Basilé si basa non solo sui segni e valori senza tempo e multiculturali, ma comprende visivamente un linguaggio totalitario in cui il sogno non è più il soggetto della foto, ma incarna una narrazione del tutto riconoscibile, senza limiti. I suoi (anti eroi) ritratti minuziosi ci rimandano alla storia classica, ma contemporaneamente trasmettono lo spirito del nostro tempo. Formalmente, Basilé cancella l’antagonismo tra l’immaginario e il reale, innescando un complesso sistema di porte scorrevoli emozionali. Al contrario di “The Sleep of Reason Produces Monsters” di Goya, qui sogno e ragione convergono in un’epifania, dove l’unico e il molteplice sono componenti binomio alla comunione del sensoriale e razionale – la poetica di Matteo Basilé è un universo iconografico, è il frutto della combinazione tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. I viaggi onirici dell’artista alla fine ci guidano verso diversi piani di comprensione, sia sensoriali che intellettuali, dove ci rendiamo improvvisamente conto di questi aspetti della realtà, che di solito sono nascosti all’interno del nostro io interiore; pertanto, la sua profonda indagine del Sé, l’Altro e l’Altrove finalmente corrisponde alla sua personale esperienza di vita al di fuori del suo ambiente originario, affrontando allo stesso tempo il senso dell’esistenza e nel contesto delle dinamiche di confusione inerenti al processo di globalizzazione. Matteo Basilé (1974) was born and lives in Rome. His career begins in the early ’90s as one of Europe’s first artists merging art and technology. Basilé owns the extraordinary capacity to conciliate opposing ideas such beauty and grotesque, natural and artificial. Exploring the nature of humankind, the artist develops his story in chapters: The Saints are Coming (2007), Thisoriented (2009), Thishumanity (2010), Landing (2012) and UNSEEN (2014): a series of independent transitions where Basilé negotiates his perception of existence. His research consists of an interface between East and West, an interjected dialectic operating as a collision between tradition and modernity, sacred and profane. Basilé’s glossary is not just based on multicultural and timeless signs and values, instead it visually includes the global idiom where dream is no longer the main character of the photograph, as it incarnates a fully recognizable and unlimited narrative. His anti-eroes are a meticulous portraits that bring us back to classical history, but at the same time they transmit the spirit of the current time. Formally, Basilé deletes the antagonism between reality and imaginary, triggering a complex system of emotional sliding doors. Unlike “The Sleep of Reason Produces Monsters” by Goya, here dream and reason converge in an epiphany where unique and multiple convey into the perfect balance between intellect and sensorial perception. Basilé’s poetics is an iconographic universe, the result of a combination between technological mannerism and pictorial surrealism. The oneiric journey of the artist finally guide us towards several levels of comprehension, both sensorial and intellectual, where we suddenly become aware of those aspect of reality that usually hide within ourselves. Therefore, the thorough investigation of Oneself, of the Other and the Elsewhere finally correspond his personal life experience away from his origins, facing both the sense of existence and the context of those confused dynamics around the process of globalization.
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www.matteobasile.com
Ringraziamenti Art4Communicarion - Roma Anna Amodio Peppi Vadalà Simone Ferraro Chico Schoen Arianna Gavassi Angelo Marinelli Laura Di Marco Victor Ibañez Silvia Polidori Camilla Grappelli Ma Lin
PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE SPOLETO DIRETTORE ARTISTICO Gianluca Marziani COMUNICAZIONE VISIVA E CATALOGO www.Dogma01.it ALLESTIMENTI Maurizio Lupidi
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per aver posato Ai Weiwei
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Made Wianta Francesca Romana Pinzari Alice Lam Bruno Puiatti Giuliano Matricardi Fabiano Lioi Abdoul James Kader Dieng Michela Bruno Giulia Perrone Lorena Stamo Lucrezia Bisignani Jennifer Scalabrelli Giulia Mascellino Gorgone Nusia Maria Teresa Atorino
SINDACO Fabrizio Cardarelli ASSESSORE ALLA CULTURA E TURISMO Gianni Quaranta DIRIGENTE Sandro Frontalini FUNZIONARIO RESPONSABILE Anna Rita Cosso ESPERTO TECNICO BENI CULTURALI
Un ringraziamento particolare Fabio Sbianchi e Giampaolo Abbondio Galleria Pack, Milano
Maurizio Lupidi STORICA DELL’ARTE Cinzia Rutili
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