Introduzione Il presente lavoro ha come oggetto la riqualificazione urbana di due lotti angolari nel comune di Saint-Ouen, sito nella periferia di Parigi, sui quali sono previsti due edifici a destinazione residenziale. Su quest’area è attualmente in corso un progetto, sviluppato dallo studio Atelier Zundel Cristea-AZC. In questo studio ho avuto la fortuna di svolgere il tirocinio curriculare, il che mi ha permesso di individuare questa interessante area e di approfondire il progetto per la tesi, la quale soddisfaceva una delle mie principali prerogative, cioè quella di volermi confrontare con le esigenze di una committenza e con vincoli dettati dal regolamento edilizio del comune. L’altra forte motivazione è centrata sulla riqualificazione delle periferie. Fu l’architetto Renzo Piano a fare delle riflessioni a proposito del “rammendo” delle periferie delle nostre città, per sottolineare come sia ipotizzabile rendere “centro” i margini e, dunque, far diventare “città” la periferia, sperimentando così la possibilità di una vita “collettiva”, che possa infrangere l’attuale visione dei sobborghi di tutte le aree urbane del mondo. Quest’area è un perfetto banco di prova, essendo in una delle periferie più “difficili” di tutt’Europa. La prima parte della tesi è un’analisi storica e morfologica del comune di Saint-Ouen, per arrivare a descrivere nello specifico i caratteri e le criticità proprie dell’area, fino alla proposta progettuale. L’obiettivo è quello di sviluppare un progetto che si integri con il contesto urbano, con una reinterpretazione in chiave moderna. Ho voluto poi entrare nel dettaglio della questione tecnologica, andando ad analizzare e successivamente
introdurre
nel progetto
una
tecnica
costruttiva
potenzialmente
sostenibile, basata sull’utilizzo della canapa.
1
1. Comune Saint-Ouen La città di Saint-Ouen è situata alle porte nord di Parigi nell’incrocio di tre “departement”, Parigi, Hauts de Seine e Seine-Saint-Denis della quale fa parte. A sud confina con Parigi, a sud-ovest con il comune di Clichy , a nord-est con Saint-Denis e a nord-ovest la Senna la separa da Gennevilles.
Analizzando la localizzazione, la città di Saint-Ouen ha un ruolo importante nel funzionamento dell’agglomerazione parigina. Situata nella periferia di Parigi, si trova lungo uno degli assi principali del traffico automobilistico della capitale, che hanno frazionato il comune in maniera piuttosto marcata. La collocazione di Saint-Ouen e la volontà della città nell’inscrivere l’avvenire del suo territorio nel contesto dello sviluppo regionale, hanno portato ad una partecipazione attiva a numerosi progetti che vanno ben oltre la scala comunale:
2
- un protocollo di cooperazione è stato concluso con la città di Parigi, che prevede un progetto a scala urbana delle “Puces” (mercato delle pulci, il più vasto e importante di Parigi) e una particolare attenzione sul trattamento delle porte a contatto con Parigi. Sullo stesso protocollo è previsto un progetto di “logements sociaux” nell’area della ZAC dei Docks, di proprietà della capitale; - alcuni scambi che riguardano il divenire dei settori Est e Ovest di Saint-Ouen sono in corso con i comuni limitrofi “Plaine Comune” e il comune di Clichy; - con “Etablissement Public Plaine de France”, che raggruppa un gran numero di comuni del Nord-Est della Regione Ile de France. A titolo di esempio, la ZAC dei Docks, sostenuta dalla “Plaine de France”, è stata scelta dalla Regione come settore prioritario di sviluppo; Queste cooperazioni rinforzano il ruolo che può avere Saint-Ouen, particolarmente alla “Conférence Métropolitaine”, per la creazione di una nuova struttura di cooperazione intercomunale alla scala "du coeur d’agglomération", indispensabile ad un'azione coerente per rispondere ai bisogni in materia di alloggi, di sviluppo economico, di impieghi, di trasporti e di servizi alla comunità.
2. Morfologia e organizzazione urbana 2.1 La formazione della città e la sua trasformazione nel tempo La città di Saint-Ouen si è sviluppata in parte dalla Senna e in parte dalla capitale. Oggi la città è ben delimitata da Parigi al sud, dal fiume a nord-ovest e dalla ferrovia ad est.
3
È intorno all'anno 830 che il villaggio di Saint-Ouen appare sulle rive della Senna, vicino a Saint-Denis. Localizzato nell'area dell'attuale quartiere del “Vieux-Saint-Ouen”, il piccolo villaggio (di circa 150 persone nel 1470) non viene influenzato dalle evoluzioni fino al XIX secolo. Per circa mille anni, la vocazione principale di questo territorio è l’agricoltura: con coltivazioni di grano, orzo e vigneti. Il comune, nella sua storia, conosce una successione di periodi piuttosto cupi, intervallati da carestie, guerre ed epidemie. Nei periodi più floridi, Saint-Ouen
è un luogo di
soggiorno molto apprezzato dalla famiglia reale, con la presenza di numerosi hotel e manieri di cui non resta nessuna traccia oggi (l'attuale Castello di Saint-Ouen risale al 1820).
Durante
la
Rivoluzione
il
comune
prende
il
nome
di
Bains-sur-Seine.
Gli argini del fiume rimangono un spazio dedicato al tempo libero fino alla fine degli anni 1850. Gli “audoniens”1 avevano allora l'abitudine di distendersi sugli argini della Senna. « On y pêchait et on s’y baignait. On y dansait également dans des guinguettes sur l’île Saint-Denis. Il existait de nombreuses sociétés de pêche dont l’une des plus connues était l’Ablette audonienne. Du fait de la présence du port, des excursions étaient organisées par les sociétés amicales, avec des compétitions nautiques. Sur l’île Saint-Denis, on pouvait se rendre à des fêtes foraines qui comportaient des stands, des jeux, un de ces endroits avait même été appelé la «fête perpétuelle» dans les années 1860-1864»2.
1 Cittadini di Saint-ouen. 2 Diagnostic del Plan Paysage, realizzato da uno studio di urbanisti e paesaggisti, presentati nell'ottobre 2000, aggiornato nel giugno,2001.
4
2.2 Industrializzazione e urbanizzazione tra la “Gare d’eau” e Parigi nel XIX secolo Il XIX secolo porterà il villaggio a modificarsi brutalmente. La costruzione nel 1830 della “Gare d’eau” (insieme di vasche che comunicano con la Senna attraverso delle chiuse) sul fiume segna il punto di partenza dell'urbanizzazione del comune. Situata alle porte di Parigi, permetterà alle barche di evitare i numerosi ponti della capitale, costituendo un punto strategico per le industrie. In quest’epoca Saint-Ouen resta ancora molto rurale: con una cultura agricola e vigneti che dominano largamente. Progressivamente, lungo il fiume, inizieranno a formarsi le prime attività commerciali e industriali. Il raccordo dei Docks alla ferrovia trasformerà la zona da attività di stoccaggio e di manutenzione ad attività di produzione, integrandosi cosi alla già presente zona industriale di Parigi e della vicina Couronne.
Col passare del tempo le infrastrutture si estendono e si rinforzano: la ferrovia si sviluppa, la “Gare d’eau” è ingrandita , si costruiscono nuovi ponti e lungo la Senna viene installata l’illuminazione a gas. A partire dagli anni 1860, nasce un potente polo metallurgico e chimico. Questo importante sviluppo della città è seguito da un’espansione dal lato sud, quello confinante con Parigi, costituita da un tessuto misto composto da nuovi 5
insediamenti abitativi e da piccole attività di tipo artigianale, andando così a creare un parcellare molto variegato, che ancora oggi possiamo riscontrare. Progressivamente, intorno ai grandi assi
di
comunicazione,
costruiscono
nuove
si
abitazioni
realizzando un conseguente nuovo polo
urbano
all'incrocio
del
“boulevard Victor Hugo”
e della
”avenue
con
Gabriel
Péri”,
la
creazione della nuova area del municipio edificato nel 1863. Gli spazi verdi sono abbandonati così come le attività commerciali e le abitazioni. Saint-Ouen avrà in questo periodo un vero "boom demografico", passando da 1.127 abitanti nel 1851 a 17.770 nel 1881, per raggiungere 42.532 “audoniens” nel 1911. La composizione della popolazione, inoltre, cambierà radicalmente, passando da una popolazione essenzialmente legata al mondo rurale ad una comunità di operai e impiegati che risiedono a Saint-Ouen. Vengono realizzati nuovi servizi: asili, un ospedale, una biblioteca, un primo polo scolastico, la posta, il tribunale e un commissariato di polizia. Nel 1872, viene pianificato il “Cimetière Parisien de Saint-Ouen”. Nel 1892, degli uomini d’affari sviluppano i primi spazi dedicati al “Marchés aux Puces”.
2.3 Dalla ricostruzione ai giorni nostri: una città segnata delle industrie Questo sviluppo considerevole va ad accentuarsi alla fine del XIX secolo, fino alla fine della prima Guerra Mondiale. Da questo momento in poi nascono e si sviluppano grandi attività. Tra le due Guerre, appunto, nascono le seguenti grandi industrie: Somua, Lavalette, Citroën, Wonder, Alstom, Ferodo, Lesieur, Martin, ecc. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Saint-Ouen è una città fantasma, con numerosi quartieri distrutti: Debain, le Vieux Saint-Ouen, le Centre-Ville, Michelet, Blanqui,Anatole France. Il “Ministère de la Reconstruction”, in collaborazione con un'associazione sindacale per la ricostruzione, pianifica i lavori di riedificazione. Una grande parte del paesaggio urbano del secolo precedente scompare, è l'emergenza che, come accade ovunque in questo momento storico, guida la ricostruzione. Numerose
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abitazioni
devono essere edificate molto velocemente: è l'inizio dell’edificazione dei
quartieri sociali. La ripresa dell'attività industriale è abbastanza veloce, a causa della sua grandezza, sconvolge la struttura della città: la vita economica si distacca dal fiume, le attività si sviluppano lungo la ferrovia e gli assi che raccordano la città con Parigi; delle vaste zone industriali nascono sui vecchi Docks. Le “Trente Glorieuses” (il periodo di forte crescita economica tra 1945 e 1973) corrispondono all'apogeo industriale di Saint-Ouen che conta allora fino a 45.000 lavoratori.
Nel luglio del 1952, la metropolitana della linea 13 serve per la prima volta la città. Questo contribuirà a portare un nuovo flusso di popolazione a Saint-Ouen, conducendo oltre ad operai -già molto numerosi in città-, degli impiegati, dei tecnici e dei lavoratori che risiedono a Parigi. Dei nuovi servizi vengono costruiti, come una piscina comunale nel 1957-59 (vasca estiva-vasca invernale) e la biblioteca municipale nel 1961. Questa urbanizzazione legata allo sviluppo industriale ha prodotto un tessuto particolare di cui le grandi caratteristiche segnano ancora oggi molto fortemente il territorio. Makan Rafatdjou e Hélène Saudecerre nella loro diagnosi urbana, riassumono l'evoluzione di Saint-Ouen in tre grandi movimenti: dalla città alta, da Parigi e secondo la logica territoriale Pianura/Senna.
7
1) La città alta è un punto dominante sul territorio e al riparo dalle inondazioni, ed è da lì che iniziarono i primi insediamenti. 2) In un secondo tempo, la città si distende tra Parigi e la Senna. 3) Lo sviluppo si effettua poi ad est e ad ovest secondo la logica territoriale Pianura/Senna. I vuoti si riempiono, le ultime parcelle agricole diventato aree per servizi pubblici. 4) Oggi, parecchi settori sono in trasformazione, con particolare attenzione alle grandi aree dismesse dalle ex-industrie sui vecchi Docks.
Fonte: “Etude de diagnostic urbain”, M.Rafatdjou, H.Saudecerre, aprile 2001
La città si trova oggi ad una nuova tappa del suo sviluppo: la mutazione d’importanti parti del suo territorio le permettono di riallacciarsi con Saint-Denis a est, e a ovest con Gennevilles.
8
2.4 Occupazione attuale del suolo Gli sviluppi della città nella storia, descritti in precedenza, permettono di comprendere le caratteristiche attuali del comune. Di seguito vi è la mappa delle destinazioni d’uso del territorio di Saint-Ouen realizzata nel 2001, con aggiornamento nel 2007:
Fonte: “Diagnostic Ville de Saint-Ouen” pag. 30
9
Le informazioni raccolte nel “Diagnostic de la Ville de Saint-Ouen”
permettono di
identificare le tipologie di occupazione dello spazio: - spazi urbani costruiti (grandi centri industriali, residenziali e servizi per i cittadini); - spazi urbani non costruiti (parchi, giardini, campi sportivi scoperti); Questi elementi palesano alcune caratteristiche di Saint-Ouen: - grande mescolanza urbana di funzioni e forme (grandi centri residenziali confinano con uffici e il tessuto residenziale misto con industrie ecc.) ; - più di un terzo del territorio comunale (37,7%)3 è destinato ad attività economiche. Si distinguono chiaramente le tre grandi aziende principali (Alstom, Citroën e RATP); le piccole e medie imprese, così come gli uffici, sono sparsi nel tessuto urbano, a differenza del “Marchés aux Puces” che occupa una grande area a sud di Saint-Ouen, al confine con Parigi; - Il quadro del territorio comunale corrisponde ad un tessuto prevalentemente residenziale. Si distinguono tre grandi tipologie: un tessuto urbano tradizionale (parcelle spesso poco profonde, orientate o nell'asse pianura/Senna o nell'asse Paris/Saint-Denis, con edifici ad altezza diversa), un tessuto più denso "grandi centri residenziali" ed un tessuto “pavillonnaire”, con gruppi di case singole abbastanza densi dispersi sull'insieme del territorio; - debole presenza degli spazi verdi: lo spazio urbano non costruito rappresenta solamente l’8,6% della superficie comunale. Questo dato tiene conto di parchi, giardini privati, gli spazi verdi dei centri residenziali, i cimiteri, i campi sportivi e certi spazi vacanti. Gli spazi verdi veri e propri sono poco numerosi a Saint-Ouen. Il “Consiglio generale” valutò nel 2000 che la quantità di spazi verdi accessibili al pubblico è di soli 3 mq per abitante; dato abbastanza preoccupante. Per questo motivo, nei nuovi progetti è richiesta una particolare attenzione verso quest’aspetto, così da compensare progressivamente questa mancanza con la creazione di nuovi parchi o valorizzando gli spazi pubblici esistenti, come i nuovi progetti nella ZAC-Victor Hugo; - buona distribuzione sul territorio comunale dei servizi pubblici;
3 “Diagnostic Ville de Saint-Ouen”
10
2.5 Le grandi pianificazioni urbane Come già detto le tracce profonde che hanno guidato lo sviluppo urbano di Saint-Ouen sono ancora oggi visibili nella strutturazione del territorio. Makan Rafatdjou, nella cornice dell'elaborazione del Progetto Urbano, ha definito la logica territoriale di Saint-Ouen, come «un tessuto urbano dove domina molto largamente una direzione geomorfologica che va dalla pianura alla Senna e strutturata da degli assi paralleli ad essa e dalle traverse in direzione del fiume, le quali si intrecciano con due vie radiali (avenues Péri et Michelet) che si legano con la logica dello sviluppo di Parigi »4
Les Docks, “Analyses et esquisses de propositions”, M.Rafatdjou, février 2002
Gli incroci costituiscono quindi degli elementi chiave nella ricostruzione del territorio, ad oggi,
però,
poco
sfruttati:
non
hanno
una
pianificazione e/o una qualifica definita. Lo sbocco del
Ponte
di Saint-Ouen,
la
“Place
de
la
République “, gli incroci Landy-Michelet, MicheletBauer,
Péri-Farcot-Garibaldi,
Glarner-Zola-
Palouzié, la “Place de l’amitié”, le entrate della città, la “Place du Capitaine Glarner”, la piazza della stazione della RER, la “Place du 19 mars 1962” sono identificati come i punti strategici di lettura della città. Il “Plan Paysage” raccomandava Fonte: Etude de diagnostic urbain, Rafatdjou, Saudecerre, 2001 4 Les Docks, Analyses et esquisses de propositions, M.Rafatdjou, février 2002
11
già nel giugno 2001, la valorizzazione di questi spazi pubblici. La logica Pianura/Senna attraversata dagli assi Michelet e Péri e dall'asse storico Victor Hugo, messi in luce da Makan Rafatdjou, trascrive il legame indissociabile della strutturazione stessa dello spazio della città col fiume e si iscrive nella topografia generale della pendenza che scende da Montmartre alla Senna.
Sistema topografico
Fonte: SCURE
2.6 La struttura fondiaria e la mappa viaria Il parcellare di Saint-Ouen è diversificato, vi sono lotti di taglie molto eterogenee. Tuttavia, le piccole e medie parcelle sono le più diffuse. La rete viaria è composta essenzialmente da vie radiali nelle quali si innestano le vie di servizio urbano. Vi sono poche strade che attraversano la città da est ad ovest. Grandezza parcelle
Mappa viaria
Si distinguono quattro logiche di strutture fondiarie organizzate a partire dai grandi assi: - il tessuto industriale, ad ovest, costituito da grandi imprese. Insieme monolitico dal parcellare non frammentato. Tutt'ora, solo tre assi permettono di attraversare da parte a parte questa vasta zona. Il progetto di riqualificazione del quartiere dei Docks, con la creazione delle nuove strade, renderà questo quartiere più permeabile e consentirà di collegare il cuore della città con la Senna. 12
- I quartieri ad est del comune sono segnati dalla presenza delle vaste “isolette” il cui attraversamento è impossibile, come anche i cimiteri e la ferrovia. - A nord vi sono i quartieri nati dalla ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, composte da parcelle regolari di taglia media. Si distingue tuttavia il parcellare delle attività commerciali, un po’ più grande di quello residenziale. - Il tessuto misto più antico, con un predominio di residenze a sud. Questo tessuto è composto da parcelle di taglia diversificata. Come si può vedere dalla mappa viaria, l’area di progetto è attraversata al centro dai maggiori assi della città.
13
2.7 Metropolitana Di seguito si riporta una mappa illustrativa dei percorsi della metropolitana che attraversano il comune di Saint-Ouen e tutta Parigi.
Le linee sono: - L13 che interessa direttamente il lotto in progetto, partendo da sud, attraversa tutta Parigi arrivando fino alla periferia opposta. - L14 che, come si può osservare, è tutt’ora in costruzione, con capolinea sul lotto in oggetto; ha un percorso rettilineo fino alla Senna, per poi deviare la sua corsa costeggiando il fiume fino al confine parigino. - RER C che attraversa il comune di Saint-Ouen al confine ovest, con direzione Pointoise verso nord, Versailles verso sud-ovest e Daurdan-Etampes in direzione sud-est.
14
2.8 Rapporto col fiume Il paesaggio è, alla scala di Saint-Ouen, composto essenzialmente dalla Senna. La presenza del fiume segna molto il territorio, anche se è poco leggibile nello spazio urbano. La pianificazione delle sponde della Senna e la ricomposizione dei quartieri che collegano il fiume al resto del tessuto urbano sono al centro del progetto della città di Saint-Ouen. Lo “Schéma
Directeur”
della
Regione
Ile-de-France
identifica la valorizzazione degli argini della Senna come
un
elemento
chiave
del
progetto
di
riqualificazione e di sviluppo dell'area della “Plaine Saint-Denis-Le
Bourget”,
precisando
che
“la
pianificazione di questo settore deve permettere la realizzazione
di
un
spazio
di
grande
qualità,
accogliendo delle attività industriali e terziarie, degli alloggi diversificati e delle attrezzature. Un progetto urbano ambizioso sarà elaborato a partire dal potenziamento dei trasporti urbani, la ricomposizione delle
trame
viarie,
la
creazione
di
un
polo
amministrativo, la valorizzazione degli argini della Senna e la realizzazione di una rete di spazi verdi “.5 Le piene della Senna sono dette "di pianura", dunque a cinetico lento: l'acqua sale lentamente ma il tempo di sommersione è di parecchie settimane. La piena di riferimento per il piano di prevenzione dei rischi di inondazione (PPRI) della Senna è la piena del 1910. Questa si è svolta in un contesto meteorologico particolare dove i suoli erano completamente gelati, dunque impermeabili all'acqua.
5 In SDRIF p.175
15
2.9 Il sistema del verde Il numero di spazi verdi accessibili al pubblico di Saint-Ouen è stimato a 13,7 ettari, ossia di 3,04 mq per abitante. Questo rapporto è uno dei
punti deboli del
comune. Il “Conseil Général de Seine-Saint-Denis” raccomanda
di
raggiungere
per
abitante una soglia di 16 mq nel futuro schema dell’ambiente naturale verde di Saint-Denis, escludendo da questa cifra i campi sportivi, i cimiteri e gli spazi verdi privati. Lo “Schéma Directeur d’Ile 16
de France” (SDRIF) raccomanda un rapporto per abitante di 10 mq. Tuttavia, il comune si è impegnato in una dinamica di creazione di spazi verdi e di riabilitazione degli spazi pubblici, particolarmente nei quartieri che sono oggetto della ZAC, permettendo così di realizzare delle piantagioni di alberi e l’aumento di aree verdi nello spazio pubblico. La sola realizzazione del Parco dei Docks (di 12 ettari), raddoppierà il rapporto di mq per abitante degli spazi verdi.
2.10 Quartieri L’area di progetto è situata nel “Centre Ville”, a confine coi “Docks” e non lontana dalla “Vieux Saint-Ouen”. I Sette grandi quartieri sono:
17
Victor Hugo - Les Docks Strutturati sul “boulevard Victor Hugo” questi quartieri contano pochissime vie trasversali. Questo quartiere è oggi in profonda mutazione, con numerosi progetti pianificati. I principali punti forti di questo quartiere sono: - le sponde della Senna; - la presenza delle grandi imprese (Alstom, EMGP,) ; - il polo di “services à la grande ville” (CPCU, TIRU) ; - il parco Mézières, le serre municipali, il Castello di Saint-Ouen in quanto elementi del patrimonio di Saint-Ouen; - la stazione della RER C e la prospettiva del prolungamento della linea 14; - l'operazione di riqualificazione urbana della ZAC. I punti deboli: - la presenza di vecchie attività industriali che hanno causato inquinamenti diffusi nel suolo e sotto-suolo; - l'isolamento attuale del quartiere rispetto al resto della città, anche se la riorganizzazione programmata dei Docks permetterà la sua apertura e la sua reintegrazione nella città. ZAC RER
Rue des Bateliers
Ecoquartier del la ZAC des Docks de Saint-Ouen
Les quias de Saine
18
Pasteur - Zola Il quartiere Pastore-Zola (4.710 abitanti – 2.311 alloggi di cui 1994 residenze principali) può essere il quartiere che presenta più difficoltà: decentrato, conta un gran numero di alloggi vecchi di cui certi insalubri, un habitat sociale concentrato, debole livello di servizi ed una parte della popolazione che conosce difficoltà sociali. I suoi principali punti forti sono : - un buon servizio di trasporto urbano (RER C, stazioni di metropolitana Garibaldi e Porta di Saint-Ouen); - la presenza delle grandi imprese (Sony, Citroën, l'Oréal, Carnaux-metallo-box, Saggio) ; - la vicinanza con Parigi ; - i progetti sulla ZAC-Victor Hugo che ha permesso la creazione di un parco urbano. Le difficoltà : - obsolescenza del patrimonio edilizio; - sovrapposizione di residenze e grandi attività commerciali; - le negatività legate alla tangenziale parigina; - mancanza di aree commerciali e di servizi. Rue Pasteur
Vista su ZAC-Victor Hugo da bd Hugo
Rue Jules Verne
Passage Larcour
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Le Vieux Saint-Ouen Il “Vieux Saint-Ouen” è il più antico quartiere della città, ospita 5.590 abitanti in 2.485 alloggi ed un gran numero di grandi imprese e di PMI. È caratterizzato dalla grande presenza di case popolari costruite tra il 1960 e il 1975 e per la presenza di due importati case di riposo. Il “Vieux Saint-Ouen” è diviso tra le grandi zone risalenti alla ricostruzione dovuta ai bombardamenti della la Seconda Guerra Mondiale e aree residuali della trama urbana passata. I suoi principali punti forti sono : - il promontorio con vista sull’ ”île Saint-Denis” e la “Défense”, il belvedere della “place de l’Abbé Grégoire”; - le sponde della Senna ; - la presenza di numerose attrezzature e servizi; - una rinnovazione dello spazio pubblico; Le difficoltà : - la debolezza del tessuto commerciale; - le difficoltà della gestione degli spazi aperti nei grandi insiemi; Vista dalla “place de l’Abbé Grégoire”
Rue Saint-Denis
Rue Rebalais
Rue du Landy
20
Debain-Michelet Il quartiere Debain (3.646 abitanti – 1.835 alloggi) è caratterizzato da numerosi contrasti: ricco di attività, decentrato e tagliato dal resto del tessuto urbano, causa che rende difficile il suo collegamento con gli altri quartieri. Debain è delimitato da infrastrutture di trasporti: dalla ferrovia a est, la tangenziale parigina a sud, il cimitero parigino a nord e l’avenue Michelet ad ovest. I suoi principali punti forti sono : - la relativa tranquillità del quartiere; - la diversità delle forme urbane (edifici individuali, piccole e grandi abitazioni collettive); - il cimitero parigino che costituisce un " polmone verde" per la città ed il quartiere; - la qualità del trattamento degli spazi pubblici; Le difficoltà : - un patrimonio edilizio obsoleto; - l'allontanamento dal centro città e conseguente isolamento del quartiere; - la mancanza di aree commerciali e debole servizio di trasporti urbani; - problemi di circolazione e di sosta; Rue Baudin
Rue Baudarias
Rue du Docteur Beuer
Rue Palaric
21
Le Centre Ville Il centro città contava, nel 1999, 12.083 abitanti e 6.307 alloggi, cioè più di un quarto degli Audoniens. Avendo la più alta concentrazione dei servizi, gli alloggi sono più confortevoli che negli altri quartieri del comune. I suoi principali punti forti sono: - una centralità reale (con metropolitana, autobus, municipio, pista di pattinaggio su ghiaccio, mediateca, piscina, ecc.); - l'animazione della “avenue G.Péri”, la via con maggiori attività e servizi della città; - la grande diversità delle forme e dei tipi di tessuti urbani; - la “rue du Landy”, unica via trasversale che permette di raggiungere la “Plaine de France”. Le difficoltà: - un patrimonio edilizio obsoleto; - i problemi di circolazione e di sosta; - la mancanza di leggibilità della “Place de la République”, sulla quale vi è un progetto di riqualificazione. Place de la République
Mediateca
Rue Ampere
Avenue Michelet
22
Garibaldi-Porte de Saint-Ouen Il quartiere Garibaldi conta 4.937 abitanti in seno a 2.703 alloggi. È un quartiere ben attrezzato e accoglie numerose piccole attività. I suoi principali punti forti sono : - l'animazione commerciale dell’avenue G.Péri, in particolare all'altezza della stazione metropolitana Garibaldi; - la presenza del giardino pubblico “Marmottant”; - la ZAC della porta di Saint-Ouen; - buon servizio di trasporto urbano; - la qualità architettonica di certi edifici, grazie a operazioni di riqualificazione urbana; - la presenza di attività commerciali (Citroën). Le difficoltà : - un patrimonio edilizio molto vecchio; - problemi di circolazione e di sosta; - cesura urbana causata dalla tangenziale. Impasse Simon
Rue des Rosiers
Rue Mathieu
Rue Fabre
23
3. Demografia ed evoluzione del mercato immobiliare 3.1 Evoluzione della popolazione di Saint-Ouen Secondo il censimento generale della popolazione (RGP), nel 2006, la città di Saint-Ouen conta 42.950 abitanti. Tra il 1962 e il 1999, la popolazione audonienne non ha smesso di diminuire. Questo abbassamento si è prodotto essenzialmente tra il 1962 e il 1975, in seguito alla migrazione massiccia della popolazione, più di 12.200 audoniens lasciarono il comune a causa della deindustrializzazione. Dopo un periodo relativamente stabile (1975 -1982), la popolazione ha ricominciato a diminuire tra il 1982 e il 1999, perdendo altri 4.000 abitanti. Dagli anni 2000 l'evoluzione demografica si è invertita. Dal 2004, l'aumento significativo degli audoniens è sicuramente da attribuire all’importante aumento di nuove costruzioni e di riqualificazioni realizzate in città. Dal 1999 è possibile stimare che la popolazione di SaintOuen sia aumentata del 16%.
60000 51956 48784
50000
43720
43675
46000* 42950
42343 39719
40000
30000
20000
10000
0 1962
1968
1975
1982
1990
1999
2006
2008
Fonte: RGP INSEE 1962 à 2006, *estimation Ville de Saint-Ouen pour 2008
24
3.2 Gli appartamenti a Saint-Ouen Il numero degli appartamenti audoniens è diminuito molto dalla fine del 1980 fino al 1999, ad eccezione di una leggera crescita nel 1982. Dagli anni 2000 questo fenomeno si è invertito, parallelamente al grande sforzo di costruzione che ha conosciuto Saint-Ouen. 21000 20500
20309
20000
19754
19500
19225
19183 18870
19000 18500
18031 18000
17580
17500 17000 16500 16000 1962
1968
1975
1982
1990
1999
2006
Fonte: Source : RGP INSEE 1975 à 2006
Nel seguente grafico si vede come Saint-Ouen fino al 1999, ha avuto una crescita completamente discordante con il dipartimento Seine-Saint-Denis del quale fa parte e ancora maggiore con la regione Ile-de-France. Situazione successivamente invertitasi, cercando di recuperare il terreno perduto a danno degli altri comuni. Evoluzione del numero di appartamenti/nuclei famigliari
1975-1982
1982-1990
1990-1999
1999-2006
75/99
Saint-Ouen
1,70%
-6,00%
-2,50%
9,40%
-6,80%
Seine-Saint-Denis
6,60%
5,60%
3,00%
8,50%
16,60%
Ile-de-France
7,50%
6,70%
6,60%
7,10%
22,30%
Fonte: Source : RGP INSEE 1975 à 2006
Questo grafico, invece, riassume i tagli delle grandezze degli appartamenti, in base a quante persone è destinata l’abitazione. I dati più recenti del 2005 sono stati comparati con i dati del 1999, anno, come già accennato, in cui vi è una crescita sostanziale delle abitazioni. 25
Dai dati del 2005 si evince come i tagli più piccoli siano più numerosi, gli F1 e F2 insieme formano più del 60% del totale. Mettendo, però, questi dati in relazione con quelli del 1999, si nota come vi è una diminuzione dei piccoli appartamenti, a favore di un innalzamento dei nuclei con più inquilini. Evoluzione della taglia delle abitazioni dal 1999 al 2005
45% 40%
42% 38%
35% 30% 25%
26%
25% 1999 20%
2005 14%
15%
15% 10%
11%
10% 6% 4%
5%
6% 3%
0% 1pers
2pers
3pers
4pers
5pers
6pers e + Fonte : DGI/DRE Filocom 2005
Anche il grafico seguente, esplicita come negli ultimi anni vi sia un incremento dei tagli degli appartamenti nella città di Saint-Ouen, con un 37% di F3 e solo il 5% di F1. Taglia degli appartamenti costruiti dal 2000 al 2008
F5 et + , 7%
F1 , 5% F2 , 27%
F4 , 24%
F3 , 37%
26
Ripartizione degli appartamenti sui quartieri Il parco alloggi è ripartito in
Ripartizione appartamenti nei quartieri 2008
maniera non uniforme sul
9%
12%
Vieux Saint-Ouen
territorio comunale. Nel quartiere del “Centre-
12%
Centre-Ville
ville”, dove è situata l’area del progetto,
sono
concentrati
Victor Hugo-Les Docks 11%
32%
quasi un terzo degli alloggi con
il
32%.
“Rosier–Les
Il
quartiere
Puces”
è
Pasteur-Zola
il
17%
secondo quartiere con il 17% degli alloggi contante 3.850
Rosiers-Les Puces
Garibaldi
7%
Fonte : Permis de construire et « protocole Lienemann »,Ville de Saint-Ouen.
unità. I quartieri “Garibaldi, Pasteur – Zola” e del “Vieux Saint-Ouen” hanno globalmente lo stesso peso, con percentuali tra 11% e 12%. Per ultimi vi sono i quartieri Debain e Victor Hugo-Les Docks con il 7% il primo e il 9 % il secondo. Per il quartiere dei Docks, come già detto, si prevede un incremento piuttosto significativo, dovuto ai progetti in corso e quelli futuri. Epoca delle residenze principali nel 2006
Età delle abitazioni Le
abitazioni
9%
dell’audonien
3%
hanno una marcata anzianità. Nel 2006, il parco alloggi costruito
prima
rappresentava malgrado
il
del
38%
15%
1949 - 1974
1949
1975 - 1989
ancora, numero
Prima del 1949
1990 - 2003
delle
2004 - 2006
realizzazioni recenti, più di un terzo delle abitazioni totali, con il 38%.
35% Fonte: RGP INSEE 2006
27
3.3 Mercato immobiliare L'evoluzione del mercato immobiliare audonien è differente da quello osservato a SeineSaint-Denis e sui dipartimenti di Parigi e del Hauts-de-Seine che circondano Saint-Ouen. Il mercato degli alloggi a Saint-Ouen, infatti, si caratterizza per una crescita costante più marcata rispetto alle realtà vicine. Tra il 2001 e il 20066, il valore degli alloggi audoniens è aumentato del 135%, con un crescita maggiore rispetto alla media dipartimentale del 111%. Tra il 2005 e il 2007 i prezzi raggiungono un valore medio di circa 3.000 euro/mq, con un aumento del 22% 7 . Questo aumento è superiore a quello constatato sull'insieme dei dipartimenti citati di circa 7 punti. Tuttavia i prezzi di mercato di Saint-Ouen restano inferiori al prezzo medio dell'insieme dei comuni limitrofi di Parigi, circa 4.000 euro/mq.
6 7
Fonte : Chambre des Notaires de Paris, 2006, traité par ORGECO Fonte : Service Foncier et Aménagement / Observatoire Foncier de la Ville de Saint-Ouen
28
4. Il progetto 4.1 Contestualizzazione area di progetto Come già anticipato l’area di progetto è situata nel centro città del comune di Saint-Ouen. Più precisamente nel quartiere “Centre Ville”, all’incrocio tra due strade fondamentali del comune: “boulevard
Jean Jaurès” (prolungamento di Bd Victor Hugo) e “Rue Albert
Dhalenne”.
L’area di progetto è suddivisa in due lotti, separati da “Rue Dhalenne”, strada a quattro corsie, con un’isola verde al centro che ospita anche dei parcheggi. Sull’altro lato i lotti si affacciano sul “boulevard Jean Jaurès”, strada a 5 corsie, con delle piccole isole verdi.
29
4.2 Studio della mobilità Sono stati analizzati i principali mezzi di mobilità, con i relativi tempi impiegati, esaminando il tratto che parte dall’area di progetto fino al centro di Parigi, idealizzato come l’Hotel de Ville.
Lunghezza percorso: 6,7 km Durata
stimata:
27
minuti Il percorso indicato è in gran parte pianeggiante, infatti non si passa per Montmartre ma si taglia il
18arr
per
poi
attraversare il 2arr, giungendo infine all’Hotel de Ville. 30
Metro: M13 - M14 Durata stimata:28 minuti Il
percorso
indicato
prevede l’utilizzo della metro
M13,
con
un
cambio a metà tratto, Per poi proseguire fino a destinazione con la M14.
E’
stata
fatta
anche un’analisi con i bus ma il tempo aumentava considerevolmente.
Lunghezza percorso: 12,6 km Durata
stimata:
28
minuti Consumo medio: 3 litri di carburante Il percorso prevede di raggiungere
la
tangenziale tramite la av. Gabriel Péri, evitando di passare in centro città. Dalla tangenziale si svolta per i Champs-Elysées, poi si prosegue su Rue Rivoli, giungendo a destinazione.
31
4.2 Riassunto delle linee guida del progetto8 In questo paragrafo sono riassunte le prescrizioni del comune di Saint-Ouen e le richieste della committenza. Architettura: • •
Un’ architettura contemporanea, che valorizzi il contesto urbano nel quale si trova l’edificio; Attenzione particolare dovrà essere rivolta alla facciata, alle Hall di ingresso e alle linee dei parapetti;
•
I materiali di facciata ai piedi dell’edificio, a contatto con il pubblico, dovranno essere duri e non porosi e avere un trattamento anti-graffiti.
•
Se possibile, lo spessore di manica dell’edificio dovrà essere di 14 m circa.
•
Il soggiorno degli appartamenti, se possibile, dovrà affacciarsi su un balcone o una terrazza.
•
Cura particolare dovrà essere data all’orientamento dei balconi e delle logge.
•
Un’altezza minima libera di 2.50 m per tutti i piani;
•
Profondità minima di balconi e logge di 1.40 m;
•
Balconi e logge sono auspicabili a partire da appartamenti bilocali;
•
I balconi dovranno essere equipaggiati di un “siphon de sol” (griglia di sifone), che scarichi in un pluviale non visibile in facciata.
Concezione e funzionamento dell’edificio •
Prevedere una doppia o tripla esposizione per gli appartamenti a partire delle tipologie F3/F4;
•
Prevedere un massimo di 5 appartamenti per pianerottolo
•
Hall di ingresso: o Attraversabile se possibile o prevedere una SAS o Attenzione particolare al volume della Hall o Non ci dovrà essere comunicazione diretta tra piani interrati e piani soprastanti con eccezione degli ascensori
8
Département de Valorisation immobilière, Achats et Logistique-Unité Valorisation et Administration du Domaine
32
•
Spazi comuni: o Se possibile prevedere il 50% della superficie per il stazionamento delle biciclette al piano terra. o I locali per la spazzatura dovranno essere previsti al piano terra, dimensionati per la raccolta differenziata
•
Piano terra: o Evitare appartamenti a contatto diretto con il pubblico, con eccezione di quelli sopraelevati di 50 cm dal piano terra. o Se sono previsti appartamenti al piano terra privilegiare il lato giardino. Possibilità di risolvere con duplex ad accesso diretto con giardino privato o degli appartamenti studiati al fine di offrire un’ immagine conviviale dello spazio pubblico.
•
Particolare attenzione nel sovrapporre gli appartamenti dello stesso tipo, soprattutto per i locali tecnici.
•
Per una questione di illuminazione naturale, le parti comuni potranno affacciarsi sul cortile interno.
Infrastrutture •
Parking: o Parcheggi : 28 mq/parcheggio o Dimensione: posto macchina 2.50 m x 5 m, circolazione 5.5 m o Prevedere l’accesso diretto tramite ascensore o Prevedere una rampa unica
•
Prevedere delle cantine per gli appartamenti grandi (>T3) di 5 mq minimo.
Concezione degli appartamenti •
Tipologie di appartamenti: rispettare le richieste della città di Saint-Ouen: o T2: 45 mq o T3: 60 mq o T4: 75 mq
•
Privilegiare la superficie del soggiorno rispetto alle camere
•
Tutte le stanze attigue al soggiorno devono avere un accesso indipendente
•
Definire bene zona notte e zona giorno
•
Cucina: 33
o Larghezza: 2,10 m minimo (T2/T3). Dimensioni utili in moduli di 0,6 m o 4 moduli di 0,6 m da prevedere a partire dal T2 per l’integrazione degli elementi o Superfici minime delle cucine: T2: 6.5 mq T3: 7 mq T4: 9 mq •
Soggiorno: o Superficie minime dei soggiorni: T2: 17 mq T3: 19 mq T4: 20 mq o Superfici vetrate: le finestre devono, se possibile, essere posizionate al centro della stanza e con un minimo di 30 cm dal tramezzo o dal muro di ritorno. Abbaino a telaio scorrevole di 1,80 m minimo su soggiorno. Finestre di 1,20 m su camere e cucine.
•
Camere: o Superfici minime delle camere principali: T2: 10 mq T3,4,5: 11 mq o Superfici minime delle altre camere: 9 mq o Per la camera più grande aggiungere un “dressing” di 3 mq e un bagno piccolo se possibile.
•
Armadio/guardaroba: o Obbligatorio nell’ingresso o Uno obbligatorio per ogni camera, tranne che per la camera provvista di “dressing”
•
WC: o Un bagno indipendente a partire dalla tipologia T2 situato nella zona giorno vicino all’ingresso o Un secondo WC nella zona notte a partire dal T4.
34
4.3 Analisi dei lotti Lotto A Il lotto A è il più esteso, con forma quadrangolare, ha una superficie di 2.462 mq. Il lato più lungo misura 52 m e il lato corto è di 50 m circa. Il comune di SaintOuen ha permesso di apportare delle leggere modifiche all’angolo del lotto, che sono state applicate per tre motivi principali: il
primo
è
dovuto
alla
non
perfetta
proporzione tra i due lati di quasi 50 m che si affacciano sulla strada. Il secondo è dovuto ad un aspetto formale di facciata: vi era la volontà di avere una maggiore continuità e fluidità tra le due facciate. Il terzo motivo, infine, è nato analizzando il trattamento degli angoli su tutta “Place de la République” e sul primo angolo limitrofo al lotto B su “boulevard Dhalenne”, tutti rigorosamente curvi. La scelta è stata quindi quella di arrotondare l’angolo, dando al lotto una forma più regolare e una fluidità maggiore. Apportando questa modifica la superficie diventa di 2.450 mq. Attualmente, come si può osservare dalla foto, vi sono diverse attività: una banca BNP, un ristorante etnico, degli uffici e un edificio Questi
residenziale. fabbricati
(con
altezze differenti, tra i 3 ai 22
metri)
verranno
demoliti, come è previsto dal progetto della nuova stazione metro, per il prolungamento della linea 14 della metropolitana. 35
Gli edifici confinanti hanno altezze maggiori rispetto agli stabili attualmente presenti sul lotto. L’edificio su “Rue Dhalenne” ha un altezza su strada di 20 metri circa, più un piano leggermente arretrato, per un altezza complessiva di circa 24 metri. Proseguendo sulla stessa via i fabbricati si attestano all’incirca su quest’altezza, con un’interruzione causata da un edificio alto 4 metri circa. Questi edifici, seppur differenti, possono essere ricondotti ad un linguaggio comune, leggibile sulla modularità delle aperture (di piccole dimensioni), alternate con delle logge, posizionate in modo rigoroso e simmetrico. La cromia è uniforme, con colori chiari tendenti al bianco. Su “boulevard Jean Jaurès” il fabbricato confinante è alto circa 27 metri con 9 piani fuori terra, cosi come l’edificio limitrofo ad esso raggiunge la stessa altezza. Lotto B Il lotto B ha una forma più allungata,
con una
superficie di 563 mq (lato lungo 40 m, lato corto 16 m circa), per un totale di 3.025 mq. Anche in questo caso è stato modificato l’angolo del lotto, per le stesse
motivazioni
descritte
precedentemente,
avendo cosi un’uniformità di trattamento dei due angoli. Questi cambiamenti di confine a livello di superfici hanno
portato
piccole
variazioni,
con
una
diminuzione di 13 mq nel lotto A e un aumento di 48 mq nel lotto B, con una differenza di soli 35 mq, avendo un totale tra il lotto A e il lotto B di 3.061 mq. Nel lotto B, vi è un solo edificio, con altezza di circa 4 metri, la banca “Crédit Mutuel”. Gli edifici intorno hanno lo stesso “gabarit” (ingombro) del lotto A, dove su “Rue Dhalenne” vi è un edificio alto circa venti metri, con un carattere architettonico in linea con gli edifici circostanti. Sulla facciata di “Boulevard Jean Jaurès”, 36
invece, si ha un cambiamento, sia di materiali sia di carattere architettonico. Le altezze su strada raggiungono i 22 metri circa, con un piano arretrato l’edificio è alto 27 m.
4.4 Disposizioni base “Gabarit enveloppe” Il “Gabarit enveloppe” (ingombro) dell’edificio è la somma di tre fattori: - limitazione dell’altezza della facciata su strada; - il “gabarit de couronnement” (ingombro del coronamento) - le altezze interne minime da pavimento a solaio. Queste tre componenti si trovano sul PLU (Plan Local d’Urbanisme) del comune di Saint-Ouen. Per la zona nella quale ci troviamo, UA1, si impone di non superare un’altezza di 22 metri per la facciata su strada, un “gabarit de couronnement” che si può estendere dal limite più esterno del lotto verso l’interno con una linea a 45° e un minimo di 2,5 m di altezza libera tra solai. Come si può vedere dalla sezione successiva, raggiunta la quota 22 m, è
PLU (Plan Local d’Urbanisme)
stata tracciata una linea di 45°, fino a intersecare il piano di calpestio del solaio superiore, da cui è stato possibile ricavare altri due piani arretrati nel lotto A e un piano nel lotto B. In seguito vedremo come sono state ricavate le altezze di interpiano.
37
Progetto metro ML14 Sui due lotti, come già detto, vi è in corso il progetto del prolungamento della linea 14 della metropolitana parigina, che prevede due uscite, una per lotto. Come si vede dall’immagine sottostante, l’ingombro di questo progetto sui lotti appena descritti è rilevante. Le scelte progettuali infatti sono state guidate dal progetto della metropolitana.
Nel lotto A la superficie occupata dalla stazione della metropolitana è di 1.115 mq e nel lotto B di 382 mq, per un’altezza di 7,29 m. Di conseguenza la volumetria totale sull’area di progetto ammonta a circa 10.900 mc. Vi è anche da considerare l’ingombro della stazione sotto terra, che ha condizionato le scelte del posizionamento delle cantine e dei parcheggi. Destinazione d’uso Il progetto è a destinazione mista. Al piano terra vi sono attività commerciali, con cinque aree destinate a negozi, tre nel lotto A e due nel lotto B, che si organizzano intorno alla metro. Poi sono previsti uffici al piano primo del lotto A e nell’angolo, su tutti i piani del lotto B. Nelle restanti superfici vi sono residenze, con tipologie e tagli differenti. Altezze interpiano Come già descritto in precedenza, vi sono dei vincoli di altezza, infatti, entrambe le costruzioni hanno un fronte su strada di 22 m. 38
Come si vede nell’immagine sottostante è stato attestato un solaio all’altezza di quello previsto dalla metro a 7,29 m. Nell’intervallo rimasto tra i 7,29 e i 22 m di altezza massima, sono stati inseriti cinque solai, ricavando cosi un interpiano di 2,6 m e uno spessore di solaio di 35 cm. In seguito è stato aggiunto un solaio sotto la quota di 7,29 m, ricavando così un ulteriore piano di superficie minore (a causa della presenza della metro).
Infine sono stati disegnati i piani arretrati sopra la quota dei 22 m. Per l’edificio sul lotto A (che d’ora in poi si chiamerà edificio A) sono stati creati due piani, arrivando così ad una quota di 28 m circa. Sull’edificio B, a causa delle scelte architettoniche che vedremo in seguito, vi è un solo piano arretrato, raggiungendo così un’altezza massima di 25 m.
39
4.5 Edificio A
40
Manica edificio La larghezza dell’edificio consigliata dal bando era di 14 m, è stato deciso di portata a 15,5 m, questo perché è stata prevista sull’affaccio
stradale
una
balconata
continua di 1,90 m, destinata a logge a servizio di ogni appartamento. Vani scala La scelta della tipologia e il posizionamento del vano scala è stata una decisione fondamentale per il proseguo di tutto il progetto.
Come
detto,
sul
lotto
c’è
l’ingombro delle uscite della metro che hanno
limitato
molto
la
scelta
del
posizionamento dei vani scala. E’ scelto di inserire tre vani scala, uno a nord-ovest, uno a sud e uno a nord-est, con una distanza baricentrica tra i 28 e 25 metri l’uno dall’altro. I tre vani scala sono stati appoggiati alla sagoma della metro, in modo da non avere superfici inutilizzate tra metro e vano scala. Il vano scala è di forma rettangolare, con la corsa dell’ascensore al centro e le scale che gli si sviluppano attorno. E’ stata scelta questa tipologia perché permette di avere dei pianerottoli su due direzioni, facilitando così l’accesso agli alloggi, e risparmiando, ove possibile, lunghi corridoi di smistamento. La superficie totale del vano scala con ascensore è di 25 mq, larghezza delle rampe è di 1,4 m e il pianerottolo davanti all’ascensore è di 1,5 m. L’alzata del gradino è di 0,165 m, con una pedata di circa 028 m.
41
Piano terra Al piano terra, vi sono le tre Hall collegate ai vani scala (Vano A a nord-est, vano B a sud, vano C a nord-ovest). Prima di entrare nella Hall, vi è l’obbligo di inserire un SAS (localefiltro
che
ambienti
separa con
due
differenti
destinazioni). Per le Hall A e B, vi è un solo SAS che le collega. Adiacenti alle Hall vi sono, oltre a dei
locali
tecnici,
due
depositi per biciclette e la portineria.
Il
locale
spazzatura si attesta al locale
filtro
ma
apre
direttamente sulla strada, con porte semi-nascoste. La Hall C ha un SAS proprio, sul quale aprono il locale deposito biciclette e il passaggio al cortile interno. Il locale spazzatura è stato collegato con il cortile e non direttamente con la strada a causa della presenza della metro e dell’esercizio commerciale limitrofo. Tutte le Hall sono collegate al locale filtro tramite una vetrata, avendo così una percezione di uno spazio più ampio.
42
Al piano terra vi sono tre aree a destinazione commerciale, rispettivamente di 50, 60
e 70 mq e
la
Reception
del
ristorante e degli atelier d’arte che si sviluppano in
altezza
su
tutto
l’angolo dell’edificio. Sempre al piano terra vi è la piattaforma di deposito e ritiro auto del
parcheggio
automatizzato, segnata in rosso nella figura adiacente. Piano Primo Il
piano
primo
si
inserisce ancora intorno all’ingombro della metro. È formato da quattro uffici
e,
nell’angolo
arrotondato, dal primo piano dall’atelier. Gli uffici hanno un’idea di
base
simile.
Una
grande sala principale, con una reception vicino all’ingresso
e
delle
scrivanie accoppiate. Vi è un ufficio più riservato 43
che può ospitare una grande scrivania. In tutti gli uffici vi sono i servizi, da un minimo di due a un massimo di quattro. Ove possibile è stata inserita una sala riunioni/proiezioni. Linee guida piante A partire dal secondo piano vi sono gli appartamenti. Prima di entrare nel dettaglio sono riassunte nel “concept” sottostante le linee guida della progettazione delle piante.
Il primo passaggio è stato quello di inserire una maglia trasversale al perimetro dell’edificio che ha permesso di avere una regolarità sia per lo schema distributivo sia per la facciata. Questi assi sono stati utilizzati per inserire la maglia dei pilastri. La loro distanza è differente, nella manica est è di 4 metri e nella manica ovest è di 4,4 metri. Questa differenza è causata non dalle differenti lunghezze delle due maniche ma dalla maggiore distanza tra i vani scala. Come si può vedere nella manica ovest non è stata seguita la perpendicolarità della linea di facciata, questo perché si è seguita l’impronta della metro. Il passaggio successivo è stato dettato dall’orientamento dell’edificio. Come si osserva dall’ultima immagine vi è una prima fascia di 1,9 metri destinata alle logge adiacenti alla zona giorno, quindi con esposizione sud-est e sud-ovest. A nord invece vi è la zona notte. Le due zone sono poi collegate dai servizi, che comprendono bagno, ripostiglio e disimpegno.
44
Tipologie appartamenti In Francia, la superficie degli alloggi, nuovi e ristrutturati, è descritta dal decreto n°2002-120 del 30 gennaio 2002 "relatif aux caractéristiques
du
logement
décent" 9 . La tabella a fianco descrive la suddivisione degli appartamenti in base alle loro metrature. Nell’edificio A sono presenti 66 unità immobiliari, distribuite su 7 piani. Di seguito è riportata la tabella riassuntiva:
Analizzando il primo grafico la percentuale maggiore è composta da appartamenti F6, seguita successivamente da F2, F3 e F4. Si può notare però come lo scarto tra queste quattro tipologie sia minimo, infatti, tra gli F6 e gli F3 vi sono solamente quattro punti percentuali. Quest’analisi riassume l’intento di avere un’uniformità nella distribuzione senza privilegiare una tipologia in particolare. Confrontando con quanto analizzato nella prima parte della tesi, le metrature sono maggiori rispetto al costruito esistente sul comune 9
legifrance.gouv.fr 45
di Saint-Ouen, ma come detto, vi è una tendenza molto marcata negli ultimi anni in questa direzione. Di seguito sono descritte le principali tipologie di appartamenti che si trovano nell’edificio. F1:
Si
tratta
di
un
monolocale, composto da un servizio e un'unica grande area,
che
accoglie
letto,
armadio e angolo cottura. L’esposizione in questo caso è a sud-ovest. Vi sono due portefinestre
scorrevoli
di
260x245, che consentono l’entrata della luce, ma non in maniera diretta, perché schermata
in parte dalla
soletta
del
balcone
soprastante.
46
F2: L’ appartamento è di 56 mq, quindi con una superficie molto superiore alla minima, la quale, come richiesto dal committente, è stata per la maggior parte dedicata alla zona giorno. Ne risulta così un soggiorno-cucina di 34 mq circa, diviso geometricamente dall’ingresso permettendo così di dividere facilmente la cucina dal soggiorno. Alla zona notte si accede attraverso un disimpegno, con un bagno e una camera di 13,4 mq.
47
F3: Questa tipologia si sviluppa su due piani (duplex). L’ingresso è collocato in posizione baricentrica nella zona giorno. Sullo stesso livello vi sono una camera, un bagno e le scale che portano allo studio presente nel secondo livello.
48
F4: Anche questa tipologia si sviluppa su due piani, ma con una doppia altezza sul soggiorno-cucina. L’ingresso è posto in posizione baricentrica, in modo da sfruttare nella sua interezza la superficie della zona giorno. La scala è a sbalzo (sedici alzate di circa 18 cm e quindici pedate di circa 27 cm) in modo da poter sfruttare il sottoscala per posizionare l’angolo cottura oppure organizzare il soggiorno. Al primo livello del duplex vi sono il bagno e una camera. Al piano superiore vi è una zona che si affaccia sul soggiorno a doppia altezza, con scrivania e armadio. Poi si accede alla seconda zona notte, composta da un bagno di servizio e un'altra camera.
49
F5: Questa tipologia è molto simile a quella descritta in precedenza. Il piano principale è quello inferiore, il quale ospita la zona giorno, questa volta sviluppata longitudinalmente, mentre la scala è posta sul lato opposto rispetto all’ingresso. Un'altra differenza è rappresentata da un ulteriore bagno di servizio al piano primo. Per quel che riguarda il piano superiore è uguale alla tipologia descritta in precedenza. Come si può facilmente intuire, qui la doppia altezza interessa solo la metà della zona giorno.
50
51
F6: Per questa tipologia sono stati proposti nel dettaglio due casi, poiché vi sono delle marcate differenze. Nel primo appartamento proposto, vi è un ingresso di 4,5 mq (come richiesto da bando per gli appartamenti di grande superficie), che porta a un soggiorno-cucina di 35 mq, con l’angolo cottura posto nel lato opposto all’ingresso. Come già descritto, nella fascia centrale della manica vi sono i servizi (in questo caso si riscontrano un bagno di servizio, un bagno più grande con la vasca ed uno più piccolo, di pertinenza alla camera principale, con la doccia). Nella zona notte vi sono la camera principale di 16,4 mq e due camere singole di circa 11,8 mq cadauna.
52
53
La seconda tipologia si differenzia per la zona giorno. Il soggiorno è più largo (con un pilastro al suo interno). Al fianco del soggiorno-cucina vi è uno studio di 12.2 mq. Vi sono altri due casi nell’edificio simili a questo, ma al posto dello studio vi è una camera. La parte restante è organizzata come nella tipologia descritta in precedenza.
54
Angolo dell’edificio Nell’angolo dell’edificio vi sono un atelier per artisti con sale espositive e un ristorante panoramico. Queste due destinazioni sono state progettate come una sola struttura complementare, con una Hall in comune atta ad accogliere l’utente. Per accedere all’atelier è stato capovolto il concetto di accessibilità: il fruitore sarà accompagnato tramite l’ascensore all’ultimo piano e la discesa -a piedi- sarà guidata dalla forma delle sale espositive e dalle scale a sbalzo facilmente visibili. Al primo piano vi è l’atelier dell’artista, in
modo
da
consentire
sia
di
proseguire il suo lavoro creativo che di esporre
le
proprie
opere.
Nei
successivi due piani vi sono due sale espositive con una doppia altezza, affacciate su un altro atelier. Al piano sottostante vi è uno spazio dedicato ai servizi, dotato di bagni e di un magazzino. Il ristorante è articolato su tre piani, accessibile tramite il vano scala che serve anche le residenze. Al primo livello ci sono la reception e la cucina, al secondo una sala da pranzo e al terzo un privè, accessibile solamente attraverso un ascensore. Negli ultimi due livelli vi sono ampie vetrate affacciate verso la strada.
55
4.6 Edificio B
56
Restrizioni L’edificio situato sul lotto B ha delle restrizioni maggiori rispetto al lotto A. Come illustrato nell’immagine due facciate hanno un vincolo che impedisce di avere qualsiasi apertura, sia vetrata che opaca. Ne risultano solo due affacci disponibili; quello maggiore verso nord-est e quello più piccolo con esposizione a sud-est. Manica edificio La manica di 12,35 m è una conseguenza diretta del vincolo spiegato in precedenza. Infatti, pur potendo utilizzare tutta la superficie del lotto, lo spessore della manica è stato ridotto, poiché, avendo due soli affacci nei quali poter inserire le aperture, gli appartamenti sarebbero risultati scuri e senza aria. Anche in questo caso è stato inserito un balcone continuo lungo l’intero affaccio su strada largo 1,9 m. Vano scala In questo caso la scelta del vano scala è stata quasi obbligata. Infatti, come già descritto, sul lotto B lo spazio residuo al piano terra è limitato a causa dell’ingombro della metro e quindi si è deciso di inserire un solo vano in posizione centrale, sulla facciata cieca. La tipologia utilizzata è una scala a doppia rampa con l’ascensore posto di fronte al pianerottolo di arrivo. La distribuzione
avviene
tramite un lungo ballatoio di smistamento, largo 1,4 m e lungo 20 metri. Il vano scala ha delle larghe rampe di 1,5 metri con due pianerottoli di 1,2 m. L’alzata è di 0,165 m, e la pedata è di 0,28 m.
57
Pianta piano terra Il piano terra è composto da una Hall centrale, posta di fronte al vano scala appena descritto, due esercizi commerciali e l’ingresso della metropolitana. La Hall si presenta in facciata divisa in due, una parte opaca e una trasparente. La prima parte collega l’esterno con il locale spazzatura, (anche in questo caso tramite una porta semi nascosta). La parte trasparente, invece, porta al SAS, da cui poi si può accedere al deposito biciclette di circa 10 mq, oppure direttamente alla Hall. Sui due lati vi sono due esercizi commerciali, quello a sud-est di 108 mq e quello a nord-ovest di 142 mq. Quest’ultimo è di pertinenza della RATP e si sviluppa anche al primo piano con ulteriori 120 mq. Piano primo Il piano primo è occupato in gran parte dalla metropolitana e dal secondo piano del negozio della RATP. Nell’area rimasta è stato inserito un ufficio unico, con una grande sala centrale. Poi ai due lati vi sono un blocco servizi e un ufficio; nell’angolo arrotondato è prevista una sala riunioni.
58
Linee guida per l’edilizia residenziale A partire dal secondo piano vi sono le residenze. Di seguito sono illustrate le linee guida con le quali sono stati progettati tutti i livelli. Il primo passo è stato quello di assegnare un’area agli uffici e una alle residenze. Successivamente sono stati creati due pianerottoli separati, collegati al vano scala: uno allineato longitudinalmente alle residenze, in modo da garantire più accessi, e l’altro con ingresso unico per gli uffici.
Concentrando l’attenzione sulle residenze si è suddivisa la pianta in parti modulari, sulle quali poi sono state inserire due tipologie di appartamenti, le quali hanno una disposizione differente su ogni piano, ma la stessa conformazione. Le linee guida per la progettazione degli appartamenti è formata da tre aree, una per le logge su strada, una più interna al lotto per i servizi e un corpo centrale per la distribuzione della zona giorno e della zona notte.
59
Tipologie appartamenti Le tipologie degli appartamenti, come già accennato, sono soltanto due: 15 alloggi di tipo F1 e 10 di tipo F4. F1: Si tratta di un monolocale, composto da un servizio e un'unica grande stanza che accoglie letto, armadio e angolo cottura. L’esposizione in questo caso è a nord-est e vi è una porta-finestra scorrevole a tre ante
di
300x245
pavimentazione
cm. è
La stata
differenziata: nell’ingresso e davanti al piano cottura vi sono delle piastrelle, la restante area è stata pavimentata con listelli lignei di colore chiaro.
60
F4: Questa tipologia di appartamento
prevede
l’ingresso su una grande stanza
con
cucina
e
soggiorno di 34 mq. Nella zona notte vi sono un unico bagno di 6 mq, due camere, di cui una singola di 9,66 mq e una matrimoniale di 16 mq, con un “dressing� di 4,4 mq.
61
4.7 “Concept” prospetto Il “concept” su cui si è sviluppato il prospetto dei due edifici prevede la schematizzazione di una griglia modulare. Data la sua maggiore complessità è stato analizzato in particolare l’edificio A, ma l’edificio B deriva comunque dalla stessa composizione.
Partendo dalla sagoma dell’edificio, il primo passo è stato di evidenziare i solai, facendo sì che vi fosse una marcatura orizzontale per avere una sensazione di continuità tra una facciata e l’altra. Successivamente sono state proiettate in facciata le stesse divisioni utilizzate per l’organizzazione delle piante interne, creando così una trama regolare. Si passa
poi
alla
lettura
inversa, quindi andando ad analizzare quelli che sono i vuoti creatosi su questa griglia. Come si vede
nella
quinta
immagine, sono stati uniti due moduli in uno solo, si è
originata
una
movimentazione
in
facciata
su
scala
orizzontale. Questo passaggio riflette direttamente i moduli delle piante. È stato un lavoro complesso perché si è dovuto far coincidere l’aspetto formale con l’aspetto funzionale dell’edificio. Il passo successivo, seguendo lo stesso ragionamento è stato di creare una movimentazione delle linee verticali, andando a inserire i moduli rossi evidenziati in figura 6. Nel settimo schema si vede il disegno definitivo della facciata con le logge. 62
Prospetto interno Questo prospetto è presente nella corte interna dell’edificio A. Come si può subito notare dal render, internamente si è utilizzato un linguaggio completamente diverso, andando a posizionare le finestre in modo apparentemente caotico e sregolato. In realtà vi è uno schema di base, il quale è rappresentato nell’immagine sottostante.
Per ogni solaio sono state tracciate due linee di costruzione, quella inferiore a 0,95 m dal pavimento e quella superiore a 0,15 m dal soffitto. Su queste due linee sono state appoggiate le aperture, di forma quadrata, una di 1,5mx1,5 m e l’altra di 1mx1m. Questa trama, ha permesso l’inserimento delle finestre in base alle necessità interne, le quali sono molto meno “catechizzate” rispetto al prospetto esterno.
63
4.8 Parcheggi e cantine Nel bando sono richiesti un numero preciso di parcheggi e cantine che si devono ricavare tra gli spazi lasciati liberi dalla metropolitana. La richiesta è di un posteggio ogni 28 mq di superficie residenziale. Avendo una superficie di circa 6.042 mq, sono richiesti circa 210 posti auto.
E’ stato scelto di utilizzare un sistema di parcamento meccanizzato automatico. Questo perché, avendo l’ingombro della metro e i pilastri dell’edificio, risultava quasi impossibile ricavare i parcheggi richiesti. Questa tipologia è generalmente molto costosa rispetto a uno schema interrato “classico” ma in questo caso si riuscirebbe a risparmiare sugli scavi, i quali sono già previsti per far spazio alla metropolitana (circa 23 m). L’altezza per un parcheggio automatizzato è di 1.8 m, il che consente di avere 13 piani, che moltiplicati per i 16 parcheggi ricavati in pianta, si ha a un totale di 208 posti auto. 64
In questo calcolo non sono state prese in considerazione le metrature dell’edificio B, per il quale bisognerà trovare un'altra soluzione. La proposta è stata di riportare in funzione il parcheggio interrato di fronte alla pista di pattinaggio su ghiaccio coperta, che si trova davanti all’area di progetto. Per quel che riguarda le cantine, le richieste sono di un locale di 5mq minimo per tutti gli appartamenti al di sopra degli F3. Gli appartamenti in totale che rispettano questi requisiti sono 41 per l’edificio A e 10 per l’edificio B. Come si può osservare dall’immagine soprastante sono state ricavate più cantine (84) rispetto a quelle richieste, garantendo così una cantina anche agli appartamenti più piccoli.
65
5. Contributo tecnologico: la canapa nell’edilizia Lo stato di degrado ambientale generato dal nostro sistema di sviluppo ha raggiunto livelli di assoluta emergenza e pone l’uomo di fronte all’obbligo di riesaminare il rapporto tra lo sfruttamento delle risorse e la qualità dell’habitat. L’industria delle costruzioni ha un’evidente responsabilità a causa dell'altissimo consumo energetico, delle sue emissioni nell'atmosfera, dell'inarrestabile consumo del territorio e del diffuso utilizzo di materiali di origine petrolchimica che determinano gravi problemi di inquinamento durante tutto il loro ciclo di vita. L‘efficientismo tecnologico ha reso possibile le condizioni di benessere e di comfort in edifici, morfologicamente e tecnologicamente simili, ubicabili in qualsiasi realtà geografica, prevedendo però lo sfruttamento di fonti energetiche spesso non rinnovabili. Le problematiche legate ai livelli di inquinamento raggiunti dal suolo, dall’acqua e dall’aria (effetto serra, buco dell’ozono, ecc.), hanno incrinato il rapporto positivo creato in secoli di sana convivenza tra l’uomo e il suo contesto. L’architettura e l’urbanistica, nella loro storia si sono sempre confrontate ecologicamente con l’ambiente, al fine di creare condizioni favorevoli di comfort in situazioni geografico-climatiche spesso estreme. Il fine primario dell’architettura bioclimatica è dare all'edilizia un nuovo indirizzo rivolto sia al rispetto delle esigenze dell'uomo che al rispetto dell'ambiente sin dalle prime fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un green building; lo scopo secondario invece è quello di aumentare l'efficienza dell'uso delle risorse (tra cui energia, acqua e materiali) e ridurre gli impatti dell'edificio negativi sull'ambiente durante il ciclo di vita dell'edificio. Nella bioclimatica il concetto di edifici ad "Energia Zero" hanno come scopo quello di ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas ad effetto serra, riducendo così l’impatto ecologico (F.Zhang & P.Cooke, 2010). In questo senso la così detta “casa passiva” riesce a raggiungere un impatto zero sull’ambiente, non richiedendo energia per riscaldare gli ambienti, ma attraverso un’attenta progettazione riesce a sfruttare l’energia proveniente dall’esterno (sole) e quella prodotta al suo interno da elettrodomestici e dalle stesse persone che vi abitano, rinunciando così alla presenza di impianti di riscaldamento. Senza raggiungere progetti così sofisticati, la bioclimatica si può avvalere delle energie rinnovabili per fornire l’energia termica ed elettrica necessaria. Per il riscaldamento si possono utilizzare i pannelli solari termici (o collettori solari), gli impianti a biomassa o la geotermia a bassa entalpia. Per fornire 66
energia elettrica si possono utilizzare i pannelli fotovoltaici, oppure sfruttare l’energia eolica con impianti di mini o micro eolico o se disponibile un corso d’acqua con caratteristiche adeguate, si può pensare anche ad un impianto mini idroelettrico. Queste tecnologie possono così agire positivamente nel ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 e di altri gas inquinanti. Grazie al loro utilizzo ed una progettazione attenta si può arrivare ad avere edifici energeticamente autosufficienti. Esempi di questo tipo ce ne sono molti nel mondo. Inoltre anche nel settore dei materiali per la costruzione, la bioedilizia sfrutta prodotti naturali per la realizzazione di strutture, ottenendo perciò edifici realizzati in materiali ecocompatibili, ed è su questo che è centrata questa nostra analisi. Ogni giorno i costi dell’energia e il riscaldamento globale sono in aumento, la crescita della popolazione e altri fattori contribuiscono sempre di più alla scarsità dell’acqua ed a una limitazione delle risorse naturali. Una rivoluzione bioclimatica è davvero necessaria perché solo attraverso un approccio alternativo si può sia migliorare l'efficienza energetica, per far fronte alle sfide del cambiamento climatico globale e alla sicurezza energetica, ma anche ridurre o eliminare materiali pericolosi come il cemento e sostanze chimiche tossiche. La bioclimatica può davvero contribuire alla soluzione di molti problemi globali associati al cambiamento climatico, alla salute umana e alla qualità dell'ambiente. Si ritiene che gli edifici “verdi” diventeranno presto la prassi nel settore edilizio, invece che solo un mercato di nicchia. Facendo un breve riepilogo ci sono tre approcci principali per il raggiungimento di questo obiettivo energetico. Il primo è quello di ridurre la domanda di energia dell'edificio attraverso l'utilizzo di una maggiore efficienza energetica, un adeguato isolamento (con l’utilizzo di materiale naturale) e attrezzature a basso impatto. In secondo luogo, incentivando le energie rinnovabili e diminuendo lo spreco di risorse energetiche per la costruzione di nuovi edifici. Infine, con la creazione di nuovi edifici che attraverso il surplus di energia prodotta condividono l'energia.
67
5.1 Analisi CO2 europea Prima di andare a descrivere l'impatto ambientale della proposta mi sembra interessante vedere di quanto le nostre scelte come architetti incidono ecologicamente sull'ambiente e una breve descrizione a livello europeo per quel che riguarda l'inquinamento ambientale dovuto alla CO2, analizzando il protocollo di Kyōto e risultati raggiunti. Il protocollo di Kyōto Il protocollo di Kyōto 10 è un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di Kyōto l'11 dicembre 1997 da più di 160 paesi in occasione della Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Il trattato prevede l'obbligo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio ed altri cinque gas serra, ovvero metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 — considerato come anno base — nel periodo 2008-2012 arrivando ad un abbassamento mondiale dell'8%. Il protocollo di Kyōto prevede il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti Meccanismi Flessibili; il principale meccanismo è il Meccanismo di Sviluppo Pulito. L'obiettivo dei Meccanismi Flessibili è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investimento. Perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione. L'immagine sottostante mette a confronto il target fissato dall'unione europea che doveva essere raggiunto nel 2012 e la situazione rilevata nel 2010 nella relazione del 2011 in alcune città europee:11
10 11
http://it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_di_Kyoto http://ec.europa.eu/clima/documentation/g-gas/ Annual European Union greenhouse gas inventory 1990–2009 and inventory report 2011
68
Annual European Union greenhouse gas inventory 1990–2009 and inventory report 2011 Come si può notare dall'immagine, nel 2011, quasi tutti gli stati europei avevano già raggiunto il target fissato per il 2012; alcuni molto abbondantemente come Svezia, Francia e Inghilterra; rischiavano, invece, di ricadere nelle sanzioni europee per non aver raggiunto i limiti prestabiliti Spagna, Austria e Italia. Il nostro Paese, pur rimanendo indietro rispetto agli altri Paesi, è riuscito a raggiungere, entro il 2012, i limiti prestabiliti nel 1997 a Kyōto. Questi sono i primi provvedimenti che sono stati presi per curare il degrado che stiamo causando al nostro pianeta, ma come detto sono i primi importanti passi, ora con più fiducia e ambizione l’Unione Europa ha stabilito gli obiettivi da raggiungere entro il 2020, il cosiddetto 20-20-20, riguardanti l’incremento dell’uso delle fonti rinnovabili di energia (20%), il miglioramento dell’efficienza energetica (20%) e la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte del 20%, dove noi ci troveremmo svantaggiati rispetto ad altri paesi già citati. 69
I diagrammi che seguono illustrano le percentuali di emissione di CO2 nei vari campi e settori industriali :
Report from the commission to the European parliament and the council Progress towards achieving the Kyoto objectives
Il perchĂŠ i Governi europei abbiano individuato l'edilizia come asse portante per ottenere risultati significativi per la riduzione di CO2 si capisce proprio da quest'ultimo diagramma. Tra gli interventi principali delle politiche europee ci sono stati i decreti sulla Certificazione Energetica in Edilizia, i quali hanno drasticamente innalzato gli standard edilizi per favorire la realizzazione di progetti con livelli di dispersione termica sempre piĂš bassi, e anche numerosi incentivi fiscali volti alla riduzione dei consumi energetici del patrimonio edilizio esistente.
70
5.2 Biocomposito calce e canapa Il materiale che si è voluto approfondire è il biocomposito di canapa e calce. La canapa ha il ruolo da materiale riempitivo, mentre la calce idraulica da legante e conservante. Il "canapulo" è naturalmente ricco di silice, aiutando così l'indurimento della calce. Il mix si consolida in poche ore, mentre con il passare del tempo per via del processo di carbonizzazione, acquisisce una consistenza simile alla pietra 12 . Con il termine carbonizzazione si indica il processo che porta ad una graduale perdita di ossigeno, azoto ed idrogeno (con conseguente aumento del tenore di carbonio) dai tessuti13. Da questa base composta appunto da calce e canapa si possono ricavare più prodotti e, in base alle diverse destinazioni si avranno diverse percentuale nei dosaggi dei due materiali e in alcuni casi aggiunte di altri componenti. La fluidità della miscela consente al materiale di adattarsi alla superficie alla quale viene applicata, di entrare in ogni angolo ed interstizio, di essere livellato e compattato, in modo da assicurare una perfetta barriera all’aria una volta asciugato e indurito. La possibilità che la miscela possa essere formata e usata in diversi modi (per es. quantità di legante e spessore) fa si che il prodotto possa soddisfare diverse esigenze. La miscela di canapa con un basso contenuto di legante ha una migliore capacità di isolamento termico, ma una volta indurita deve essere sostenuta con un ossatura preferibilmente lignea. Con l’aggiunta di una maggiore quantità di legante, la miscela diventa più densa e autoportante, e può essere usata per formare murature di tamponamento o isolamento di pavimenti. La miscela viene preparata con un miscelatore orizzontale o betoniera da cantiere. La betoniera viene solitamente usata quando lo spazio a disposizione è limitato. Il miscelatore orizzontale ha una capacità di carico maggiore e produce una miscela migliore. Il processo di miscelazione è molto importante per una corretta prestazione del composto una volta applicato. Il canapulo deve essere prima bagnato. Successivamente viene aggiunto il legante così da formare uno strato uniforme di calce attorno ad ogni singolo pezzetto di canapa. Durante il processo tendono a formarsi palle e grumi nel composto. E’ quindi
12 13
Canapa: la rinascita della cannabis http://it.wikipedia.org/wiki/Carbogenesi
71
importante che vengano seguite correttamente le istruzioni e che la miscela venga aggiustata con acqua così da ottenere un prodotto finale omogeneo. Canapulo Nella foto sottostante è rappresentata una fotografia che mostra in dettaglio di una bacchetta di canapa aperta composta da fibra e canapulo. La fibra corta di canapa semi macerata in campo, più o meno pulita dal canapulo, viene utilizzata per produrre pannelli isolanti e fonoassorbenti di diverso spessore e densità. Data l’attuale scarsità di canapa. Per realizzare i pannelli le fibre vengono termosaldate con fibre di poliestere oppure con amido di patate o altri collanti naturali. Il canapulo ha un insolita struttura porosa, la quale si presenta trimodale, con pori di 50µm collegati a pori di 10µm tramite pori di connessione
di
1µm
14
.
Il
passaggio di aria umida dai pori grandi
a
passando
quelli per
intermedi,
quelli
piccoli,
comporta differenze parziali di pressione tra i due pori più grandi che
possono
provocare
evaporazione e/o condensazione.
Struttura dei pori interconnessi del nucleo di canapa (microfotografia x500) Fonte: Università di Bath - PRESTAZIONI TERMOIGROMETRICHE DI UNA COSTRUZIONE
Il canapulo ha un potere si
SPERIMENTALE IN CANAPA-CALCE
assorbimento dei liquidi circa 12 volte superiore alla paglia e 3,5 volte superiore al truciolo di legno e pari a 5 volte il suo peso. Mescolato con acqua e calce il canapulo (essendo molto ricco di silice) subisce un processo di “carbonizzazione” nel quale il legno viene mineralizzato (trasformandosi in pietra). Nei secoli passati il canapulo semplice o unito alla fibra ridotta in pezzi venivano impiegati come materiali da costruzione, mescolati con argilla o calce. Nella formazione della miscela la granulometria delle parti costituenti il canapulo deve avere dimensioni comprese tra i 5 e 30 mm in lunghezza, tra i 2 e 5mm in larghezza e completamente ripulita da foglie, fibre e polveri. Le fibre (corteccia) vengono
14
Università di Bath - PRESTAZIONI TERMOIGROMETRICHE DI UNA COSTRUZIONE SPERIMENTALE IN CANAPA-CALCE
72
rimosse tramite processo di separazione meccanica dove la parte legnosa viene triturata e sminuzzata in piccole parti. Il suo alto contenuto di silice lo rende particolarmente resistente agli agenti atmosferici, in particolar modo all’umidità. In questa forma “il tritato” è il componente ideale per la formazione di materiali d’isolamento e da costruzione. Sul mercato questo materiale è marchiato come “materiale da costruzione e isolamento”, da non confondersi con i materiali derivanti dalle fibre di canapa, i quali hanno una qualità inferiore e una gamma di applicazioni molto limitata. La calce 15 Abbiamo descritto la canapa nella sua interezza, ora un piccolo approfondimento sulla calce, che come detto é una componente importate del biocomposito canapa calce. La calce aerea o calce comune o, semplicemente, calce è un materiale da costruzione (ma anche con altri utilizzi), noto fin dall'antichità, che viene ottenuta per cottura a temperatura
elevata
del
calcare,
una
roccia
diffusissima
in
natura
costituita
fondamentalmente da carbonato di calcio. Come detto, la materia prima per la produzione della calce è il calcare, una roccia sedimentaria ricca di carbonato di calcio (CaCO3) che viene estratta da apposite cave. Può essere usato anche marmo o altri minerali. Il materiale, grossolanamente frantumato con diametro dei frammenti nell'ordine dei centimetri o anche di un paio di decimetri, è introdotto in appositi forni o fornaci dove viene riscaldato gradualmente a 800-1.000 °C per poi uscire dal fondo della fornace nell'arco di una decina di ore. In questa fase avviene una reazione chimica (reazione di calcinazione) che porta alla liberazione di anidride carbonica e alla produzione dell'ossido di calcio o calce viva:
Dopo la cottura i frammenti di pietra riducono il loro peso di circa il 40% a causa degli atomi di carbonio e ossigeno perduti, ed assumono una consistenza porosa. Per ottenere la calce definitiva, o calce spenta, il materiale deve subire la reazione di spegnimento:
associata a due effetti macroscopici. Un violento rilascio di calore e la disgregazione della pietra per l'effetto espansivo della trasformazione da ossido ad idrossido di calcio. Lo 15
http://it.wikipedia.org/wiki/Calce
73
spegnimento può essere condotto in due maniere differenti, per aspersione o per immersione. La calce idraulica è preparata a partire da roccia calcarea impura, che presenta un certo tenore, dal 6 al 22%, di argille o altri alluminosilicati idrati. Il nome deriva dal fatto che a differenza della calce normale, è in grado di indurirsi anche non a contatto con l'aria. Caratteristiche tecniche a) Isolamento termico e inerzia termica La performance termica di un edificio è una questione piuttosto complicata da valutare. Il valore 'U' (trasmittanza termica), è un parametro imposto dalla normativa (legge 10/91 DLgs 311/2006), misura la quantità di calore che nell'unità di tempo attraversa un elemento strutturale della superficie di 1 mq in presenza di una differenza di temperatura di 1°C tra l'interno e l'esterno, più è alto il valore della trasmittanza minore sarà la performance di isolamento. Per trovare 'U' si applica una formula nella quale oltre a variare le componenti esterne si valutano spessore e conducibilità termica. E proprio su quest'ultimo parametro che bisogna porgere la nostra attenzione, perché la conducibilità termica (λ) è una misura dell'attitudine di una sostanza a trasmettere il calore (vale a dire maggiore è il valore di λ, meno isolante è il materiale), essa dipende solamente dalla natura del materiale, non dalla sua forma. Come vedremo successivamente di λ del biocomposito è in media di 0,07 W/mK, quello di un mattone varia da 0,4 a 0,9 W/mK. Questa proprietà permette di non utilizzare un ulteriore strato di isolante. L'inerzia termica è la capacità di un materiale di conservare energia calorifica e di rilasciarla su un periodo più lungo di tempo. I test svolti dal BRE ad Haverhill, hanno confermato che il biocomposito di canapa e calce possiede una buona inerzia termica, la quale è di circa 18,75 h per uno spessore di 30 cm. Questa proprietà è importante specialmente in zone con clima caldo. b) Respirabilità ed edifici salubri Il biocomposito di canapa e calce combina la permeabilità al vapore della calce e l'igroscopicità della canapa, vale a dire la capacità del canapulo di assorbire elevate 74
quantità di vapore acqueo. In uno studio effettuato in Inghilterra, si è analizzato il comportamento idrometrico di un edifici studio, con sonde che analizzavano internamente le murature, i risultati provvisori ricavati dall'HemPod mostrano che l'umidità relativa interna viene mantenuta ad un livello notevolmente stabile, fornendo così buoni livelli di comfort agli occupanti. La temperatura rimane ragionevolmente stabile e in media è di circa 4 °C superiore rispetto alle condizioni esterne. L'effetto complessivo è chiaramente quello d'avere un ambiente più salubre e naturale. c) Isolamento acustico Sempre leggendo il rapporto della BRE, i test acustici hanno avuto una performance inferiore rispetto a quelli costruiti con metodi tradizionali, ma nonostante ciò hanno soddisfatto i requisiti di resistenza acustica. d) Resistenza antincendio Il biocomposito è ignifugo senza l'aggiunta di ulteriori sostanze tossiche per il ritardo della fiamma. Il "Centre Scientifique et Technique du Batiment" ha classificato il biocomposito nella categoria francese M1, equivalente in Italia come classe 1, il che le permette di essere utilizzata come materiale lungo il percorso di fuga in caso di incendio. e) La canapa non è appetibile a topi e ratti, i quali non sono attratti dalla calce che è stata utilizza in passato per mantenere i livelli di igiene. Il Manzoni descrive come, nei periodi in cui infestava la peste bubbonica, si cospargevano i corpi di calce per evitare il divulgarsi della malattia. f) il bilancio finale del calcolo dalla CO2 prodotta è negativo, con un valore di Embodied carbon di -0.2 [kg CO2/kg]16, il che significa, non solo non aver prodotto nuova CO2 ma averne sottratto dall’ambiente.
Applicazioni Il biocomposito di canapa e calce si presta a un vasta gamma di applicazioni, segue una presentazione del loro attuale utilizzo in edilizia.
16
Politecnico di Milano, Edilizia a basso impatto ambientale: analisi del ciclo di vita di materiali naturali a basa di calcecanapulo
75
a) Muri di tamponamento: La miscela in questo caso viene versata e pressata all'interno di pannelli di contenimento, oppure spruzzata utilizzando un unico pannello di contenimento nella parte interna o esterna dell'edificio con l'utilizzo di un apposito strumento. Lo spessore in questo caso può variare dai 20 ai 50 cm senza altro vincolo. Come vedremo successivamente grazie alle sue proprietà termiche e acustiche non necessita di ulteriori rivestimenti quali isolanti e barriere al vapore. Il biocomposito di canapa e calce ha una resistenza a compressione di 100 kPA (il calcestruzzo utilizzato per murature può oscillare dai 250 hai 350 kPA), quindi non viene utilizzato in situazioni di eccessivo carico, per questo deve essere accompagnato da una struttura portante, generalmente in legno. b) Blocchi di canapa e calce: le proporzioni delle dosi dei blocchi del biocomposito di canapa e calce sono generalmente di 65% calce e 35% di canapa. c) Isolante per tetti: il biocomposito può essere applicato sui tetti spruzzando direttamente il mix tra una trave e l'altra con un pannello di contenimento interno. La miscela deve contenere solo una piccola quantità di calce in grado di fissare le particelle di canapa le une alle altre; in questo modo l'isolamento aumenta all'incirca del 30%, rispetto alle soluzioni precedenti. d) Intonaco isolante: per produrre un materiale lavorabile, il mix in questo caso deve contenere una maggiore quantità di calce, questo sistema ,oltre che per edifici realizzati interamente con il biocomposito, è particolarmente adatto se applicato su muri tradizionali ed è efficace nell'upgrade termico di vecchie costruzioni di sasso. Infatti è molto utilizzato per le opere di restauro, questo perché oltre a mantenere le proprietà di isolamento, può far fronte ai problemi di umidità, a differenza di un intonaco tradizionale il quale non riuscendo a far fuoriuscire l'umidità, con il passare del tempo si distaccava dalla parete. In questo campo una ditta italiana la "Calce Piasco s.p.a" sta svolgendo vari test da quasi un anno per aumentare ancora le proprietà termiche del materiale. e) Massetto isolante: Il biocomposito può anche essere gettato come massetto; questa soluzione è particolarmente adatta per il riscaldamento a pavimento il quale sarà posato direttamente su di esso. f) Oltre a queste applicazioni può essere utilizzato in altre componenti dell'edificio; per esempio per evitare i ponti termici che si vengono a creare nelle bucature per finestre e 76
porte, si utilizza un architrave con ossatura il legno e aggiunta del biocomposito di canapa e calce ai lati. g) Equilibrium Wall Stratigrafia: lastra di magnesite tipo Megapan da 10 a 12 mm - struttura in profili di legno o di ferro zincato tipo ''Cipriani'' che ci permette di avere una densitĂ ridotta di circa un terzo e una conducibilitĂ termica sensibilmente minore, quindi miglior prestazioni di isolamento.
77
Cantiere
http://www.equilibrium-bioedilizia.it/it
78
Valutazione economica
Fonte: Politecnico di Milano, Edilizia a basso impatto ambientale: analisi del ciclo di vita di materiali naturali a basa di calce-canapulo (2012) 79
5.3 Analisi stratigrafie Partizioni verticali
80
La seguente stratigrafia è composta (dall’esterno verso l’interno) di un primo strato di pannelli in Alucobond, spessi 5 mm, di cui 0.5 mm di alluminio, 3 mm di plastica e altri 0.5 mm allumino. La lavorazione si divide in due fasi, la prima è la fresatura, realizzata in stabilimento, la seconda è la piegatura dei pannelli svolta in cantiere. Questi pannelli sono retti da dei traversi in acciaio con sezione quadrata di 0,4 mm. Il secondo strato è in biocomposito di canapa e calce (Naturall Beton 200). In questo caso non vi è la necessità di inserire un’ossatura in legno, perché è situata sulla facciata esterna, quindi con grandi aperture a tutt’altezza, suddividendo la muratura in piccoli tratti, appoggiati tra pilastro e controtelaio delle finestre. Infine uno strato di intonaco interno di un centimetro. La trasmittanza è di 0,147 W/(m3K), il che ci fa capire quanto sia performante questo materiale.
81
Questa muratura si trova sulla facciata interna dell’edificio. Ăˆ composta da uno strato centrale di biocomposito di canapa e calce, con ai due lati uno strato di intonaco di un centimetro sulla parte interna e 2 centimetri su quella esterna. In questo caso vi è l’ossatura interna in legno per stabilizzare la muratura e appoggiare i telai delle finestre. La trasmittanza termica in questa partizione diminuisce ulteriore, dato il maggior spessore dedicato al biocomposito di canapa e calce.
82
La seguente muratura è posizionata tra due unità abitative differenti, quindi tra due ambienti riscaldati. Per ovviare sia alle esigenze termiche che acustiche, sono stati utilizzati dei blocchi in canapa e calce di 25 cm di spessore. La finitura è composta da due strati di intonaco di un centimetro.
83
Questa muratura si trova in prossimità del vano scala. Essendo posizionato centralmente, quindi con tutti e quattro i lati a contatto con le unità abitative, è stato deciso di riscaldarlo. La stratigrafia risulta così composta da uno strato di isolante in lana di roccia di 6 cm e uno strato di calcestruzzo armato di 27.
84
Essendo una partizione interna di una stessa unità abitativa non vi è la necessità di studiare il comportamento termico del componente (come del componente successivo), in quanto non è rilevante ai fini del bilancio energetico dell’edificio.
Questo pacchetto costruttivo è posizionato nel ballatoio del penultimo piano dell’edifico, sulla parte esterna.
85
Partizioni orizzontali
S1 Questa tipologia di solaio divide una zona riscaldata con l’esterno. Ăˆ composta da pavimento, massetto un primo strato isolante di 6 cm, soletta in latero cemento e un secondo strato di isolante di 4 cm.
86
S2 In questo caso la partizione orizzontale separa due zone riscaldate, quindi non vi è la necessità di un ulteriore strato isolante.
87
S3 In questo caso stiamo sezionando il solaio superiore della metro, quindi ho inserito uno strato di 10 cm di isolante.
S4 88
Anche in questo caso, il componente è ininfluente sul bilancio energetico, in quanto separa il giardino esterno e la metro.
S5 89
Il solaio contro terra è composto dalla pavimentazione di 3 cm, un massetto di 8 cm, uno stato isolante di 10 cm, un ulteriore massetto di alleggerimento e infine gli igloo.
90
5.4 Analisi Embodied energy e Embodied carbon17 Energia incorporata (Embodied energy, EE) Due sono le forme di energia incorporata negli edifici, l’energia incorporata iniziale e l’energia incorporata periodica (o di MANUTENZIONE) L’energia incorporata iniziale negli edifici rappresenta l’energia non rinnovabile utilizzata nell’estrazione dei materiali grezzi, la loro lavorazione, il trasporto sul sito e la costruzione. L’energia incorporata periodica negli edifici rappresenta l’energia non rinnovabile usata per mantenere, riparare, restaurare, sostituire materiali, componenti o sistemi durante il ciclo di vita dell’edificio. Idealmente, l’intento è quello di realizzare edifici a consumo di “energia-zero” o “autonomi”. Materiale/prodotto da costruzione ECOCOMPATIBILE presuppone un rilascio limitato di CO2 ed altri gas serra (“greenhouse emissions”) durante l’intero suo ciclo vita (estrazione materie prime, lavorazione, servizio ecc). È su questo che si basa l'Embodied carbon, cioè i kg di CO2 emessi in ambiente per kg di materiale, che nel nostro caso dovrà essere convertito il mq per sapere le emissioni dalla nostra stratigrafia appunto su una superficie. Ho voluto mettere a confronto la muratura utilizzata in progetto (M1), con una muratura tradizionale.
Analizzando il grafico dell’EE si nota come il biocomposito incida con il 36% sul risultato finale. Nell’EC invece incide con il 54% ma con valore negativo, il che significa che sottrae CO2 all’ambiente. 17
da dispense del corso "Sostenibilità di processi e prodotti nei materiali per l'architettura"
91
Ipotesi 2 muratura tradizionale:
In questo caso ho voluto mantenere lo spessore e il valore di trasmittanza termica pari alla muratura di progetto. Come si può vedere dalla intonaco, mattoni forati, isolante in lana di roccia ad alte prestazioni e rivestimento in alucobond come da progetto.
Comparazione murature: In progetto: EE progetto = 538.85 [MJ/m2]
5.5 Life Cycle Assessment (LCA)18 Life Cycle Assessment ("analisi del ciclo di vita", conosciuto
anche
con
l'acronimo
LCA)
è
una
metodologia di analisi che valuta un insieme di interazioni che un prodotto o un servizio ha con l'ambiente, considerando il suo intero ciclo di vita che include
i
punti
di
pre-produzione
(quindi
anche
estrazione e produzione dei materiali), produzione, planetechanvre.com distribuzione, uso (quindi anche riuso e manutenzione), il riciclaggio e la dismissione finale. La LCA (come definito nella norma ISO 14040) considera gli impatti ambientali nei confronti della salute umana, della qualità dell'ecosistema e dell'impoverimento delle risorse, considerando inoltre gli impatti di carattere economico e sociale. Gli obiettivi dell'LCA sono quelli di definire un quadro completo delle interazioni con l'ambiente di un prodotto o di un servizio, contribuendo a comprendere le conseguenze ambientali direttamente o indirettamente causate e quindi dare a chi ha potere decisionale le informazioni necessarie per definire i comportamenti e gli effetti ambientali di una attività e identificare le opportunità di miglioramento al fine di raggiungere le migliori soluzioni per intervenire sulle condizioni ambientali. Fasi di produzione: La canapa verrà acquistata da “Planète Chanvre” con sede a JOUARRE (77640). Dal 22 gennaio del 2009 è riconosciuta come ditta sementiera per la produzione di semente di canapa. Semina: si può trovare la canapa in tutti i tipi di suoli ed in tutte le condizioni. Le semine si effettuano in linea di massima, dal 15 aprile al 10 maggio. La scelta della varietà dipenderà dal raccolto auspicato. La densità ricercata varierà tra 250 e 300 cime/m² secondo la varietà19. planetechanvre.com 18
www.wikipedia.com/LCA
19 http://www.planetechanvre.com/
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Fertilizzazione e intervento fitosanitario: La fertilizzazione della canapa è nell'ordine di 100 unità di azoto, 50 di fosforo e 150 di potassio. Tuttavia, uno dei grandi vantaggi della cultura della canapa, è che non necessita nessun trattamento phytosanitario. Difatti, lo sviluppo veloce della pianta gli permette di soffocare altre possibili piante che potrebbero farle concorrenza. Raccolta: 1° tappa: Il periodo di raccolto della canapa si effettua da fine agosto a fine settembre, a seconda del tipo di specie e di tipologia di utilizzo che se ne vuole fare. La prima tappa, solamente in caso di raccolto delle cime, si effettua con il passaggio di una mietitrice trebbiatrice, per raccogliere il seme con un'umidità relativa intorno al 20%. In questo caso, una pulizia ed un'asciugatura saranno necessarie per una buona conservazione, l'umidità sarà riportata allora tra 8% e 11%. 2°
tappa:
La
seconda
tappa
consiste
nel
tagliare
completamente la pianta con l'aiuto di una falciatrice munita di una doppio lama. Calce: La calce verrà acquistata dalla ditta 25 Quai Ivry Biocomposito
planetechanvre.com
Produzione: La produzione del biocomposito può essere fatta direttamente in cantiere o in stabilimento nel caso di blocchi prefabbricati. Per la produzione della miscela in cantiere si utilizza una comune betoniera e si inseriscono i vari componenti, quindi canapa, calce e acqua con le differenti proporzioni a seconda delle necessità come spiegato in precedenza. Fasi di utilizzo: Applicazione: il biocomposito può essere insufflato, colato o spruzzato. Nei primi due casi si crea una casserratura tradizionale e si inserisce appunto il biocomposito all'interno. Una 94
volta che il biocomposito si sarà indurito, si rimuovono i casseri, operazione che può essere
Compiuto questo ciclo, il biocomposito di canapa e calce può essere rilasciato direttamente in
effettuata anche dopo soli 15 minuti.
ambiente. La calce si sgretola e va ad aumentare il PH del terreno, invece la canapa non
Per quanto riguarda la terza opzione si predispone un unico cassero, interno o esterno a seconda delle necessità e si spruzza il biocomposito direttamente su di esso. La fase successiva
essendo più protetta, si biodegrada naturalmente, per questo motivo non è necessaria la dismissione in discarica.
sarà quella di livellare con appositi strumenti il muro, per avere una superficie continua e liscia. Non ci sono particolari manutenzioni da effettuare lungo la vita del materiale. Nel caso di danneggiamenti alla muratura si va a reintegrare il materiale con altro biocomposito con la proporzione originale di canapa, calce e acqua. Fasi di smaltimento Lo smantellamento si effettua attraverso l'utilizzo di mezzi e attrezzi manuali o meccanici,
Il biocomposito di canapa e calce, quindi ha delle potenzialità interessanti, volte a possibili
andando quindi a demolire la muratura. Durante questa fase è molto importate separare i residui
alternative per l'industria edile del XXI secolo. Il biocomposito è in linea con uno dei tre pilastri
di biocomposito da altri materiali presenti in cantiere, perché come vedremo in seguito verrà
dello sviluppo sostenibile: quello ambientale. Dal punto di vista ambientale, il biocomposito di
riutilizzato.
canapa e calce, come visto, è in grado di ridurre le emissioni di diossido di carbonio. Rende inoltre superfluo l'utilizzo di diversi materiali sintetici aiutando così a ridurre la dipendenza dai
Il biocomposito dopo la demolizione si tritura e può essere riutilizzato. A questo composto tritato
combustibili fossili, ed è un materiale che non crea problemi di smaltimento alla fine del ciclo di
basta una minima aggiunta di calce e acqua per consolidare i componenti, potendolo riutilizzare
vita.
al 100%. Questa operazione pero andrà a diminuire le prestazioni termo-acustiche del materiale ad ogni ciclo di rigenerazione, per questo motivo può progressivamente essere utilizzato da coibentazione per tetti, a murature esterne, poi partizioni interne, massetti e intonaco per murature, che come descritto in precedenza necessitano di più calce.
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6. Conclusione Il mio punto di partenza è stato quello di capire che cosa è la “casa”, definita come: “un complesso di ambienti riuniti in un organismo architettonico rispondente alle esigenze particolari dei suoi abitatori” 20 ; quindi la mia linea guida progettuale è stata quella di organizzare ogni ambiente in funzione della persona e delle sue esigenze, cercando di rendere la vita al suo interno il più confortevole e stimolante possibile per la crescita dell’individuo. Considerando le diverse estrazioni sociali presenti sul luogo, come analizzato nei primi capitoli, si sono volute differenziare le
tipologie abitative, in modo da soddisfare la
complessità della domanda. L’aspetto formale è nato complementarmente alla composizione architettonica della distribuzione interna. Il risultato è una modularità, in cui ogni vuoto corrisponde a un unità abitativa differente. Intervenire in un agglomerato urbano consolidato è stato anche un modo per confrontarmi con questioni riguardanti gli aspetti socio-economici, urbanistici, architettonici ed ambientali dello sviluppo della periferia, cercando di ottenere un risultato integrato con il contesto, rispettando così l’obiettivo prefissatomi all’inizio di questo percorso. Ho voluto con questo progetto dare un impulso identificativo ad una periferia che solo ora cerca di trasformarsi da “satellite industriale” di Parigi ad un luogo con caratteri propri. Il progetto vuole essere interprete di questa trasformazione.
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Dizionario Treccani
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BIBLIOGRAFIA Giorgio Samorini: L'erba di Carlo Erba, Editrice NAUTILUS, 1996 Woolley Tom : A Guide to Materials and Techniques, editore The Crowood Press Ltd U.S. Senate : Illicit Narcotics Traffic: Hearings Tommaso Madia e Cesare Tofani: Coordinamento Nazionale per la Canapicoltura, 1998 Paolo Ronchetti: The barriers to the mainstreaming of lime hemp: a systemic approach, MSc Dissertation, Dublin Insitute of Technology, School of Spatial Planning, Dublin, Ireland, 2007 Comune di Saint Ouen: Département de Valorisation immobilière, Achats et LogistiqueUnité Valorisation et Administration du Domaine ORGECO: Chambre des Notaires de Paris, 2006 Observatoire Foncier de la Ville de Saint-Ouen: Service Foncier et Aménagement Comune di Saint Ouen: Permis de construire et « protocole Lienemann » M.Rafatdjou: Etude de diagnostic urbain 2001 M.Rafatdjou: Les Docks, Analyses et esquisses de propositions, 2002 Comune di Saint Ouen: “Diagnostic Ville de Saint-Ouen” Diagnostic del Plan Paysage, presentati nell'ottobre 2000, aggiornato nel giugno,2001.
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SITOGRAFIA - www.wikipedia.com - www.assocanapa.it - www.easychanvre.fr - www.chanvribloc.com - www.equilibrium-bioedilizia.com - projects.bre.co.uk/hemphomes - http://ec.europa.eu/clima/documentation/g-gas - www.architetturaecosostenibile.it - www.climalteranti.it - www.sostanze.info - http://projects.bre.co.uk - www.technichanvre.com
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