SAN PONSO

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POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile

Atelier compatibilitĂ e sostenibilitĂ del restauro D

\San Ponso

GRUPPO 7 \Matteo Dossetto \Mattia Priotti \Gloria Torre


POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

STUDENTI:

DOCENTI: Restauro

_Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO

Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

GRUPPO 7

_Cristina BONFANTI

I PRINCIPALI BATTISTERI IN PIEMONTE I principali battisteri in Piemonte si dispongono lungo un asse che batte da Nord a Sud quasi tutto il territorio Piemontese. San Ponso si trova in una posizione privilegiata anche rispetto agli altri centri del Piemonte, avendo una posizione defilata rispetto Torino ma comunque centrale rispetto al territorio.

SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

RILIEVO ARCHITETTONICO

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

San Ponso, (TO), Piemonte

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

BATTISTERO DI ASTI

BATTISTERO DI SAN PONSO

TEMPI DI PERCORRENZA DALLE PROVINCE

Si tratta di una costruzione risalente al tardo X secolo inizio XI secolo posta a fianco di una chiesa barocca dedicata a San Ponso. Il sito ospitava sin dall'epoca romana un'area cimiteriale, come testimoniano alcune lapidi del I-II secolo d.C riportate alla luce durante gli scavi.

Il complesso del Battistero di San Pietro è costituito principalmente da tre edifici: la quattrocentesca chiesa quadrata, l'adiacente Rotonda con la sua torre della metà del XII secolo ed il vicino chiostro ed una a Casa Priorale, che attualmente è sede del Museo Paleontologico ed Archeologico di Asti.

Fonti: www.percorsiartestoriafede.it

Fonti: www.museionline.info/tipologie-museo/chiesa-di-san-pietro-in-consavia-asti

CUREGGIO

NOVARA Tempo di percorrenza: 1h 15 min (95km) Biella Ivrea

Asti

Torino

NOVARA BIELLA SETTIMO VITTONE SAN PONSO

0

5m

BIELLA Tempo di percorrenza: 1h 03 min (52 km)

Novara

Alessandria

Alba 5m

DOMODOSSOLA Tempo di percorrenza: 1h 50 min (174 km)

Domodossola

San Ponso

0

N° 1

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

IVREA Tempo di percorrenza: 0 h 32 min (25 km) ASTI Tempo di percorrenza: 1h 30 min (117 km)

Cuneo

ALESSANDRIA Tempo di percorrenza: 1h 18 min (121 km)

BATTISTERO DI SETTIMO VITTONE

BATTISTERO DEL DUOMO DI NOVARA

Il complesso paleocristiano formato dalla pieve di San Lorenzo e dal battistero di San Giovanni Battista a Settimo Vittone, rappresenta una delle vestigia più antiche del Canavese, risalente verosimilmente alla seconda metà del IX secolo.

ALBA Tempo di percorrenza: 1h 51 min (116 km)

Il battistero del Duomo di Novara costituisce il più antico edificio della città tuttora esistente ed una delle più antiche architetture romaniche del Piemonte.

CUNEO Tempo di percorrenza: 1h 54 min (152 km)

Fonti: it.wikipedia.org/wiki/Battistero_del_duomo_di_Novara

Fonti: wikipedia.org/wiki/Pieve_di_San_Lorenzo

ALTRI BATTISTERI

ASTI Agrate Conturbia

0

0

5m

BATTISTERO DI BIELLA

10 m

Battistero di Albenga

BATTISTERO DI CUREGGIO (NO)

Il Battistero di Biella è un edificio religioso appartenente al Cristianesimo di rito Cattolico Romano e adibito al Battesimo, dedicato a San Giovanni Battista.

Germigny-des-Prés

L’attuale Battistero di San Giovanni a Cureggio, sorge su un preesistente edificio, sempre adibito a Battistero. San Ponso

Fonti: it.wikipedia.org/wiki/Battistero_di_San_Giovanni_Battista_(Cureggio)

Fonti: wikipedia.org/wiki/Battistero_di_Biella

La storia antica di San Ponso è scritta quasi unicamente sulla pietra. La presenza di numerose lapidi, tra le quali quattro in marmo bianco, incise con molta cura, a fianco di altre steli di tradizione gallica, conferma l'intenso processo di romanizzazione di San Ponso. Le notizie circa la fase longobarda, cui risale la pieve, sono piuttosto frammentarie, nonostante la presenza di un villaggio fortezza sulle alture di Belmonte. Nei secoli bui del Medioevo, San Ponso ha seguito le sorti di tanti piccoli centri dilaniati dalle guerre, flagellati dalla miseria e dalle pestilenze. Nel XVI e nel XVII secolo risulta frazione di Salassa e sotto la giurisdizione dei Conti di Valperga; riacquista la propria autonomia civile con la costituzione in comune nel 1693, per poi perderla nel 1929, quando viene nuovamente aggregato a Salassa.. Torna definitivamente autonomo nel 1947.

Battistero di Germigny-des-Prés

Albenga

0

5m

0

PLANIMETRIA GENERALE DI SAN PONSO

5m

Battistero di Agrate

Altri battisteri simili sono sparsi in altre regioni d’Italia e all’estero, tra cui Albenga e Germigny-des-Prés.

PIANTA DELLE COPERTURE DELLA CHIESA E DEL BATTISTERO COSTRUITO Il diagramma evidenzia la principale caratteristica della cittadina, ovvero l’addossamento lungo una strada principale della maggior parte degli edifici, quasi tutti a una manica, il che dà una forma allungata al conglomerato di edifici che sono per lo più case di civile abitazione. SUOLO La maggior parte del suolo è occupato da campi coltivati, solitamente attinenti alle case o cascine dei proprietari (quindi coltivatori diretti). LANDMARKS Data la bassa popolazione (circa 250 abitanti) sono presenti pochi servizi. Oltre il Municipio c’è soltanto un ristorante (l’unico nel raggio di 4-5 km) e un bar nella piazza del Municipio. Legenda 0

100 m

Fonte: BDTRE_2017_RASTER_BN

Chiesa e battistero

Strade asfaltate

Edificato

Strade sterrate

Corsi d’acqua

0

10 m


Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

STUDENTI: _Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO

SITO DI PROGETTO:

GRUPPO 7

_Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

_Cristina BONFANTI

Il complesso di San Ponso TIME LINE_

V secolo

VII-VIII secolo

La vecchia necropoli La dottoressa Luisella Pejrani Baricco compie delle significative verifiche sul terreno, su cui sorge il complesso di San Ponso condotte, a partire dal 1977. Si ipotizza un’origine paleocristiana della pianta del complesso, e solo ristrutturazioni successive lo modificarono nella forma attuale di tipo protoromanico. Il sito ospitava sin dall'epoca romana un'area cimiteriale, un’ estesa necropoli, come testimoniano alcune lapidi del I-II secolo d.C. riportate alla luce, che ricordano un Tutilo Secondino decurione, un Ottavio Marcello, un’Ebuzia e altri personaggi.

XI secolo

Basso Medioevo 1000-1492

Alto Medioevo Età paleocristiana 400-1000 d.C. 100-400

I-II secolo

San Ponso, (TO), Piemonte

La fonte battesimale Il sondaggio interno del 1977, condotto dalla dottoressa Pejrani Baricco, ha fatto affiorare strutture apparenti alla primitiva fonte battesimale, avvalorando la destinazione funzionale dell’edificio quale la tradizione ci ha trasmesso. Nell’angolo Nord-Ovest è invece affiorata la sommità di una struttura frammentaria in pietra e laterizi ricoperta da un’abbondate strato di malta. Sebbene si tratti di una piccola porzione, l’ipotesi più probabile è che si tratti della vasca battesimale. La tipologia della vasca, poligonale e ad immersione, trova confronti con numerosi fonti battesimali sorti nella pianura padana a partire dal V secolo: Novara, Arcisante, Como, Lomello, Chieri. Le sepolture medievali La zona intorno alla chiesa, che sappiamo adibita a cimitero ancora agli inizi del Novecento, non ha rivelato sepolture recenti, bensì alcune tombe assai più antiche (VII-VIII secolo) a poche decine di centimetri al di sotto dell’attuale piano di campagna. Al di sotto di un gruppo di sepolture a semplice fossa del terreno, sono emerse tre tombe realizzate in muratura con ciottoli legati da malta, orientate Ovest-Est con testa a Ovest.

Rinascimento 1300-1600

Le fondazioni originarie Un alone di leggenda vela le origini del battistero; secondo la leggenda il battistero di San Ponso sarebbe stato all’origine un tempio pagano dedicato a Diana, ma durante gli scavi eseguiti nel corso di diverse ricerche nessun elemento è venuto a confermare tale ipotesi. E’ possibile invece che l’attuale battistero, la cui attribuzione agli inizi del XI secolo sembra non presentare dubbi, sia sorto invece su pianta più antica, forse del VI o VII secolo. Lo scavo del 1977 ha messo alla luce come le fondazioni dell’edificio siano costituite da successive sovrapposizioni: -fase A: la prima è costituita da alcuni corsi di ciottoli legati alla malta ad andamento piuttosto rettilineo , conclusi superiormente da un corso più regolare di elementi di taglia minore arretrato rispetto ai precedenti; -fase B:anche la seconda fase è costituita da corsi in ciottoli, ma più irregolari, sporge la filare sottostante segnando una chiara ripresa di costruzione sul livello inferiore. Elementi romani di reimpiego Al portale, che si apre a ovest, vi si accede per mezzo di due gradini costituiti da lastre di spoglio, probabilmente pietra tombali di origine romana. Il portale è costituito da due piedritti, massicci monoliti di pietra, sormontati da una lastra tombale di tipo barbarico a mò di architrave. Su di essa è incisa una figura umana, forse una donna, distesa e rigida, probabilmente in posizione di morte. E’ da discutere se quest’architrave sia stato posto durante l’erezione del battistero o in fasi successive. La porta è in assi di legno con chiodi ribattuti.

XII-XIII secolo

XIII-XIV secolo

XIV-XV secolo

RILIEVO ARCHITETTONICO Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

1450 La costruzione del Battistero Non conosciamo le esatte origini del battisterola, ma l’ attribuzione agli inizi del XI secolo sembra non presentare dubbi, è inoltre tramandato che nel XVI l’edificio funzionava come tale. Architettura, decorazioni, pianta e l’ ubicazione rispetto la vicina chiesa, analoga con monumenti similari sicuramente nati come battisteri, fanno senz’altro pensare che l’edificio in questione sia stato, sin dall’origine, destinato a battistero. Il battistero è a pianta centrale, a croce greca ai cui angoli si sviluppano quattro piccole absidi alternate da nicchie semicircolari. Il nucleo centrale dell’edificio si conclude in alto con in un tamburo ottagonale sormontato da una volta emisferica. Sopra la volta poggia, ancora, l’alto campanile che gli conferisce un accentuato verticalismo, probabilmente di epoca successiva.

Modifiche barocche e l’oratorio L’ abside rettangolare a sud presenta un tetto a due falde e tale doveva essere la copertura dell’abside est, ora accordata con un’unica falda al corpo dell’oratorio eretto a nord in età barocca, sono infatti ancora evidenti nella muratura dell’abside est i segni dell’antico colmo. I tettucci delle absidi sono coperti da coppi di fatturazione relativamente recente. Il tamburo presenta invece una copertura a otto falde in lastre di pietra; così come il tetto del campanile, è presumibile che in passato anche le absidi fossero coperte da lose di pietra. Il muto di cinta Il muro di cinta in pietrame e mattoni, che delimita l’hortus conclusus della Chiesa, potrebbe risalire al XVII secolo anche se non può escludere un impianto precedente.

XVII secolo

Tratti romanici La decorazione esterna delle absidi, a specchiature coronate da archetti binati, si pone stilisticamente agli inizi del romanico, intorno all’anno Mille. Con questa data si accordano anche le finestrelle a doppio strombo delle nicchie meridionale e orientale. Cio’ che si riesce a dedurre dalla lettura della struttura attuale è che gli interventi in età romanica siano stati assai più limitati di quanto sin ora si sia pensato e siano consistiti essenzialmente in ammodernamenti e restauri di un edificio precedente ancora ben conservato. Tracce del passato nella zona absidale L’antichità della chiesa è suggerita, inoltre, dalla presenza di due finestre nella zona absidale ora murate, ma chiaramente leggibili. Entrambe le aperture sono collocate ad altezze diverse tra loro; una delle due appare come feritoia, forse con strombo unico interno, l’altra invece sembra appartenere ad un tipo di apertura a doppio strobo, più tarda, come la si ritrova simile nel battistero. Un altro particolare costruttivo interessante è l’uso del materiale di spoglio romano in uno spigolo che contrafforta l’abside all’attacco con la parete laterale Sud. Si tratta di un grosso blocco lapideo squadrato recante parte di un’iscrizione che apparteneva, con ogni probabilità , ad un monumento funerario, e di altri blocchi simili , ma privi di iscrizione.

XVII-XVIII secolo

Il campanile Il battistero di Settimo Vittone presenta un campanile comparabile a quello di San Ponso, solo più piccolo e delicato eretto nel XI secolo e affine alle architetture laterizie di Lomello. Il campanile di San Ponso è dunque antico, ma forse da quanto si può notare da Settimo Vittone non poteva essere così alto. Osservando il complesso notiamo un’evidente asimmetria di due finestre laterali strombate laterali all’abside, inoltre l’assenza di un campanile nella vicina chiesa ci può far intuire che in origine ne esistesse uno, accanto al battistero, che determinò l’anomala disposizione delle finestre e che poi crollò o fu demolito. Tale fatto giustificherebbe l’altezza del campanile del battistero. A sostegno di tale tesi è possibile notare dei tratti rappresentativi nel tamburo della cupola del battistero. E’ evidente infatti che le finestre murate nel tamburo dovessero esistere come fonti di luce; esse furono chiuse a per consolidare le murature quando venne rialzato il campanile, presumibilmente nel basso medioevo o primo rinascimento.

L’ampliamento della chiesa La chiesa primitiva è stata ampliata tra il XVII e il XVIII secolo: essa aveva una sola navata, cui vennero aggiunte le due laterali, ricavandone anche due altari. Tali rifacimenti comportarono anche evidenti modifiche nell’abside che venne elevata e ampliata. L’oratorio e la chiesa parrocchiale A nord-est il battistero è affiancato da una costruzione successiva, di epoca barocca, che collega direttamente il battistero alla chiesa ed ha funzione di oratorio e sacrestia. E’ presumibile, e i rilievi lo confermano, che tale struttura sia semplicemente adagiata al battistero, pertanto demolendo tale nuova porzione si riuscirebbe a rivelare la faccia nord del battistero. All’oratorio barocco segue la chiesa parrocchiale, rifacimento della precedente chiesa romanica di cui ha utilizzato le fondazioni, visibili ancora dall’esterno. La facciata La facciata della chiesa è stata realizzata nel 1942 sovrapponendo un apparato vagamente neoclassico alla struttura medievale. Successivamente, nel corso degli anni sessanta, è stato realizzato un battuto cementizio lungo il perimetro esterno dell’edificio, collocata da una croce lignea nell’angolo sud-ovest ed asaltata la strada interna di collegamento col la provinciale per Salassa.

XVIII secolo

Il libro delle investiture Nel 1286 e 1287 si redige il “Apud Sanctum Poncium in Ecclesia plebis eiudem loci” (libro delle investiture) dal vescovo di Torino 1264-1294, Goffredo Montanaro. Nel documento appare anche la diocesi di San Ponso, a testimoniaza della sua presenza già dal XIII secolo.

N° 2

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Sottrazione dell’autonomia parrocchiale La diocesi di San Ponso si vede sottratta l’autonomia parrocchiale nei confronti della prevostura di Salassa nel 1450.

XVII-XVIII secolo

Età Barocca 1600-1700

Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

DOCENTI: Restauro

XX secolo

Età Contemporanea 1789...

POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile

1946

Provincia di Torino 11 Novembre 1946, Costituzione del Comune di San Ponso: ricostituito il comune di San Ponso Canavese, che assume la nuova denominazione di San Ponso, a seguito del distacco del territorio dal comune di Salassa, tutti in provincia di Torino. 1 Chiesa a navata unica e battistero.

2

Innalzamento del campanile del battistero.

3

Ampliamento della chiesa, aggiunte due navate laterali e le relative cappelle e innalzamento dell’abside. Oratorio di collegamento tra la chiesa e il battistero. Ampliamento della chiesa, aggiunta una campata. Realizzazione della facciata neoclassica.

4 5

1_VI secolo

Fasi evolutive del complesso

2_XIV secolo

3_XVII secolo

4_XVIII secolo

5_XIX secolo

6_XX secolo

6

Bibliografia: “L’architettura sacra di San Ponso”, F. Martinetto; “Atti del quinto congresso nazionale di archeologia cristiana” p.p. 83-96, L. Pejrani Baricco; San Ponso proposta di itinerario alla scoperta del paese e delle sue bellezze con breve cenno storico, casa ed. Mulatero.


DOCENTI: Restauro

POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile

Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

Docenti: Restauro

STUDENTI: _Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO

GRUPPO 7

_Cristina BONFANTI

SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

RILIEVO ARCHITETTONICO

San Ponso, (TO), Piemonte

Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

_Giovanni MINUTOLI 0. RILIEVO METRICO _Riccardo RUDIERO

Il Rilievo metrico è una metodologia di rilievo basato sulla misura con strumenti e metodologie geomatiche. La Geomatica è quella scienza che ci permette di acquisire, modellare, analizzare e rappresentare dati spaziali georeferenziati. Non esiste una tecnica che può considerarsi autosufficiente nell’eseguire una qualsiasi operazione di rilievo geometrico indipendentemente 7 dal grado di dettaglio che si vuole raggiungere pertanto è stata necessaria l’integrazione di differenti tecniche di rilievo.

Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura _Cristina BONFANTI Studenti: GRUPPO

_Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

1. INQUADRAMENTO Sito di progetto: San Ponso, (TO), Piemonte

1.0 Rilievo metrico architettonico

LE FASI: TAVOLA N°

A.Stabilire FINALITA’ DEL RILIEVO; B.ANALISI STORICA, conoscere i rilievi eseguiti in Analisipassato; dei degradi architettonici

D.Individuazione delle TECNICHE DI MISURA da integrare; E.Campagna di RILEVAMENTO dei dati; F.RIELABORAZIONE DEI DATI e RESTITUZIONE delle misure.

Rilievo materico e rilievo dei degradi superficiali

Tecniche di rilievo e costruttive

1.1 Definizione del sistema di riferimento

VERTICI DELLA RETE_ individuati quattro punti per costituire la struttura di un sistema di riferimento 3D cartesiano ai quali verranno associate le successive misure di dettaglio. E’ necessario che per ogni operazioni di misura vengano individuate le coordinate dei vertici della rete d’inquadramento per rototraslare i vari rilievi all’interno del sistema di riferimento unico.

Rilievo del degrado strutturale

Sistema di riferimento è stato determinato topograficamente (GPS + TS) mediante materializzazione di punti (VERTICI della rete) e definizioProgetto di rifunzionalizzazione ne di una RETE DI INQUADRAMENTO che circoscrive la zona occupata dal complesso di San Progetto di consolidamento

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

SCALA ELABORATI 1:50

400 +343.95

N

+343.70

+344.17

+343.04

100

+343.27

300

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

+343.87

I QUATTRO VERTICI della rete d’inquadramento _vertice 100 _vertice 200 _vertice 300 _vertice 400

MONOGRAFIA DEI VERTICI è fondamentale per un possibile riutilizzo della rete per successive operazioni di integrazione ai rilievi eseguiti.

+342.42

+342.40

200

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 3

3. REGISTRAZIONE DATI 3.1 SCENE Successivamente alla fase di acquisizione dati, ovvero le 40 scanzioni svolte, è necessaria l’elaborazione di tali; questa è stata avviata attraverso l’utilizzo del software di supporto SCENE. Scene è il software proprietario FARO che permette di elaborare e processare le scansioni provenienti dal laser Focus3D. In questa fase le scansioni non sono posizionate spazialmente in maniera corretta rispetto alla scena che hanno acquisito e che insieme dovrebbero descrivere, pertanto è stato necessario determinare la relazione spaziale tra i diversi sistemi di riferimento di

3.2 Registrazione delle scansioni Questa fase consiste nella procedura di rototraslazione di ciascuna scansione in un sistema comune determinato topograficamente (GPS+TS); il processo è stato eseguito tenendo in considerazione le coordinate «tranciate» dei punti di appoggio topografici. Per compiere quest’operazione si sono utilizzati due diversi processi: 1.Registrazione CLOUD TO CLOUD eseguita sul gruppo di scansioni interne. 2.Registrazione per TARGET eseguita sul gruppo di scansioni esterne.

4. ELABORAZIONE DATI 4.1 Elaborazione delle scansioni Per otenere la restituzione più accurata del complesso, le scansioni ottenute sono ulteriormente state elaborate attraverso l’utilizzo di tre software: _POINTCAB Il programma ci ha consentito di trasformare il progetto nuvola di punti in planimetria ed importarlo nel software CAD abituale. Grazie allo strumento Sezione, inoltre, è stato possibile determinare immediatamente le sezioni desiderate. _RECAP Per la gestione e visualizzazione della nuvola di punti su CAD, al fine di poter ottenere informazioni più precise e dettagliate nella fase di restituzione mediande l’esecuzione di più sezioni e cambiamento di profondità di queste.

+342.38

2. ACQUISIZIONE DEI DATI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Il processo di acquisizione dei dati (misure) è avvenuto attraverso l’integrazione di quattro tecniche di rilievo: A.LIDAR B.Fotogrammetria digitale C.Rilievo diretto longimetrico D.Rilievo fotografico

_CLOUDCOMPARE Essendo la nuvola rumorosa, si procede con una decimazione spaziale tramite il sw CloudCompare che permette di eliminare il “rumore” della nuvola di punti e ottenerne una seconda più precisa.

2.1 Posizionamento dei target La fase di dettaglio è stata eseguita utilizzando tecniche di FOTOGRAMMETRIA e LASER SCANNER (LIDAR) a partire dai vertici della rete di inquadramento. Sono stati precedentemente posizionati i TARGET al fine di materializzare i punti di appoggio per la fotogrammetria e per il laser scanner.

2.2 LIDAR LASER SCANNER

1

A supporto della fotogrammetria e del laser scanner terrestre i punti di appoggio sono stati rilevati con tecniche topografiche terrestri eseguiti con il supporto di due differenti strumenti in base alle esigenze: 1-Laser Scanner Focus 3D Faro 2-Zeb Revo GeoSLAM Il rilevamento dei dati è stato, inoltre, integrato con riprese da drone (FOTOGRAMMETRIA AEREA) e misure manuali.

2

Laser Scanner Focus 3D Faro di portata massima di 300 m, per i rilievo esterno. PROCESSO DI MISURAZIONE Da vertice_100 misurato da Target 1 a 6 Da vertice_200 misurato da Target 7 a 12 Da vertice_300 misurato da Target 13 a18 Da vertice_400 misurato da Target 19 a 23 Zeb Revo GeoSLAM per i rilievi interni del complesso e del sottotetto della chiesa.

4.2 Realizzazione dell’ ortofoto L’ortofoto è un risultato dell’applicazione dei droni a supporto delle attività topografiche e di rilievo, è stata prodotta attraverso l’impego del software: _AGISOFT PHOTOSCAN METASHAPE Attreverso questo sw si è svolto un lavoro di allineamento tra fotografie e i marker registrati grazie alla quale operazione si ricavano le ortofoto utili che, importate in CAD, può costituire un'ottima base del rilievo per il disegno dei particolari architettonici e una più precisa mappatura delle zone di degrado. In caso di mancata documentazione fotogrammetrica sono stati utilizzati i dati relativi alle nuvole di punti ottenute con laser scanner.

Ortofoto del prospetto Est

5. RESTITUZIONE GRAFICA Per mezzo delle ortofoto ottenute e delle sezioni generate da Recap è stato possibile restituire piante, prospetti e sezioni del complesso di San Ponso con un accurato grado di dettaglio consono a un disegno in scala 1:50, così come ci è stato richiesto.


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GRUPPO 7

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San Ponso, (TO), Piemonte

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TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

+343.95

+344.17 +343.87

+343.70

+343.04

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+342.40

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Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 4


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San Ponso, (TO), Piemonte

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 5

+0.10

+0.35

+0.01

Sovrapposizione dellla nuvola di punti_scala 1.100

-0.07 +0.54

+0.28

+0.03

-0.07

+0.41

-0.11

+0.31

non rilevato

+0.31

-0.09

-0.03 +0.24

+0.04

non rile v ato

+0.00

-0.22 -0.17

Pianta del complesso_scala 1.50


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SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

San Ponso, (TO), Piemonte

RILIEVO ARCHITETTONICO Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 6 11.53 m

8.95 m

6.92 m

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100

5.01 m

1.75 m

0.24 m 0.00 m

Sezione trasversale della chiesa _ scala 1.50 11.53 m

Navigatore

9.72 m 8.95 m

7.82 m

6.68 m

Non rilevato

0.00 m

Restituzione da nuvola di punti _ scala 1:100

Sezione longitudinale della chiesa _ scala 1.50


POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

DOCENTI: Restauro Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

STUDENTI: _Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO _Cristina BONFANTI

GRUPPO 7

SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

San Ponso, (TO), Piemonte

RILIEVO ARCHITETTONICO

TECNICA DEL RESTAURO

Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 7

non rilevato

20.15 m non rilevato

non rilevato

16.97 m

15.22 m

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100 11.65 m

7.60 m

Navigatore

0.00 m

non rilevato

non rilevato

Livello fonte battesimale

Livello fonte battesimale Sezione trasversale del battistero _ scala 1.50

Sezione longitudinale del battistero _ scala 1.50


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Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 8

20.68 m

10.84 m

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100

9.76 m 8.99 m 8.18 m

6.50 m 5.94 m 5.40 m

4.51 m

Navigatore

0.00 m

Prospetto sud _ scala 1.50


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Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 9

20.15 m

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100

11.51 m

9.70 m

8.13 m

6.44 m 6.03 m

4.93 m

Navigatore

2.98 m

0.00 m

Prospetto est _ scala 1.50


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Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 10

20.15 m

19.29 m

±0,00

12.75 m

Restituzione da nuvola di punti_scala 1:100 11.15 m 10.85 m

9.75 m 9.45 m

7.96 m

6.60 m

5.15 m

Navigatore

3.05 m

0.00 m

Prospetto ovest _ scala 1.50


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N° 12

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

RILIEVO MATERICO

navigatore

Intonaco 2

Intonaco 3

Intonaco 4

Pietre di fiume

Pietra

Mattone

Ferro chiave di consolidamento

Ferro-Legno-Vetro

Legno

LEGENDA DEI MATERIALI INTONACO 1

INTONACO 5

TERRA COTTA

PIETRA 1

INTONACO 2

MATTONI

LAMIERA GRECATA

PIETRA 2

INTONACO 3

FERRO

VETRO

PIETRE DI FIUME

INTONACO 4

MALTA

ALLUMINIO

LEGNO

RILIEVO DEI DEGRADI

1

2 Distacco malta di allettamento

Macchia

5

4 Efflorescenza

4

Alveolizzazione

3 Lesione

6 Macchia

3

7 7

5 9

8

Lesione

Polverizzazione e macchia

9 Lesioni

LEGENDA DEI DEGRADI

1

POLVERIZZAZIONE

ALVEOLIZZAZIONE

EFFLORESCENZA

VEGETAZIONE INFESTANTE

DISTACCO

LESIONE

MACCHIA

PATINA BIOLOGICA

8 6

2


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N° 12

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

RILIEVO MATERICO

Non rilevato

Intonaco

Intonaco dipinto

Legno

Pietra

Vetro

Stucco

Ferro battuto

Legno laccato

Marmo

Navigatore

LEGENDA DEI MATERIALI INTONACO

LEGNO

FERRO

PIETRA 1

INTONACO FINTO MARMO

LEGNO LACCATO

FERRO BATTUTO

PIETRA 2

STUCCO

MARMO

VETRO

PIETRA 3

TERRACOTTA

RILIEVO DEI DEGRADI

1 Efflorescenza

2 Efflorescenza

3 Deposito superficiale

4 Efflorescenza

5 Efflorescenza

6 Macchia-Efflorescenza -Rigonfiamento

7 Efflorescenza-Lacuna - Lesione

8 Fronte di risalita-Macchia

9 Macchia

Non rilevato

1

3

6

7 9

2 5

8

LEGENDA DEI DEGRADI EFFLORESCENZA

LESIONE

DEPOSITO SUPERFICIALE

CROSTA

MACCHIA

MANCANZA LACUNA

FRONTE DI RISALITA

4 RIGONFIAMENTO


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N° 13

ABACO DEI DEGRADI RETINO

DESCRIZIONE

EFFLORESCENZA

Formazione di sostanze, gneralmente di colore biancastro e di asptto cristallino, pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Ne caso di efflorescenze saline, la cristallizazione può avvenore anche all’interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di cripto efflorescenza o sub-efflorescenza

CROSTA

Navigatore

Non rilevato

CAUSE É una conseguenza alla pressione di cristallizazione dei sali. Tale fenomeno è accentuato da: -umidità da risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti: -ruscellamento delle acque meteoriche; -presenza di solfati -Azione del vento che accellera l’evaporizzazione superficiale dell’acqua -Sostanze aggiunte in trattamenti restaurativi -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte

Strato superficiale di alterazione del materiale

-Azione di microorganismi e di inquinanti;

lapideo o dei prodotti utilizzatiper eventuali

-Ossidazione;

trattamenti. Di spessore variabile, è duro,

-Circolazione d’aria scarsa o assente;7-Residui

fragile e distinguibile dalle parti sottostanti per

della combustione di oli derivanti da petrolio.

le caratteristiche morfologiche e per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato.

1 DEPOSITO SUPERFICIALE

3

Accumulo di materiali estranei di varia natura,

-Esposizione, scabrosità e deformazione delle

quali ad esempio, polvere, terriccio,guano. Ha

superfici;

spessore variabile e scarsa coerenza e aderen-

-Impiego di prodotti vernicianti;

za al materiale sottostante.

-Inquinanti atmosferici.

Limite di migrazione dell'acqua che si manife-

-Umidità di risalita, è legata alle caratteristiche

sta con la formazione di efflorescenze e/o

geologiche del terreno di fondazione, essa

perdita di materiale. È generalmente accom-

interessa innanzitutto gli strati superiori del

pagnato da variazioni della saturazione del

terreno.;

colore nella zona sottostante.

-Umidità di costruzione,per presenza di acqua

0 6

7 9

FRONTE DI RISALITA

2 5

8

nella preparazione a umido dei materiale edili e alla sua evaporazione in consolidamento; -Umidità da infiltrazione, l’acqua meteorica penetra orizzontalmente nel muro grazie alla

4

pressione del vento ed alla capillarità del materiale.

SEZIONE LONGITUDINALE SCALA 1:50 MACCHIA

ANALISI DEI DEGRADI 1

6

2

MANCANZA-LACUNA

L’alterazione superficiale rintracciato nella seconda campata da sinistra è stato riconosciuto come efflorescenza. Tale degrado interessa gran parte delle superfici murarie del complesso; si ipotizza che tale degrado sia causato dal mal funzionamento del sistema di copertura, che lascia penetrare le acque meteoriche all’interno del sottotetto sino a penetrare nella muratura.

L’alterazione superficiale rintracciato nella seconda campata da sinistra è stato riconosciuto come efflorescenza, ovvero la formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento, generalmente di colore biancastro.

La causa di tale degrado è stata ricondotta alla presenza di un pluviale all’esterno della struttura in corrispondenza di tale area, il cui malfunzionamento e la conseguente perdita di acqua ha causato la formazione di efflorescenze sulla corrispondente parete interna.

7

In questa porzione è stata riconosciuta l’alterazione superficiale quale l’efflorescenza; Sembra inoltre presente anche il distacco/esfoliazione dell’intonaco superficiale con conseguente perdita di parti del dipinto murario. La possibile causa di tali alterazioni è la giunzione superiore delle due coperture ( quella della chiesa e quella dell’oratorio di fianco) che provoca l’infiltrazione d’acqua all’interno della muratura. Anche all’ esterno è possibili notare , in corrispondenza della giunzione muraria, una macchia superficiale ovvero una variazione cromatica localizzata della superficie correlata dalla presenza di materiali estranei quali acqua e prodotti di ossidazione metalica. Sono visibili i segni dell’infliltrazione dell’acqua anche sulla parete retrostante, in corrispondenza dell’oratorio. 8

In corrispondenza della prima campata da dx, in sommità del rivestimento ligneo della parete si nota una macchia di colore scuro. Essa è stata riconosciuta come

risalita capillare di acqua e umidità la quale si manifesta con la formazione di efflorescenze e alterazione cromatica nella parete interna e formazione di efflorescenze e perdita di materiale in corrispondenza della parete esterna con relativa saturazione del colore nella zona sottostante.

Caduta e perdita di parti di un dipinto murario, con messa in luce degli strati sottostanti di intonaco più interni o del supporto.

-fenomeni di umidità ascendente;

-Ossigenazione di elementi metallici (ferro, rame) -Atti di vandalismo

-Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o di convogliamento delle acque; saline; -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o lesioni strutturali; -Errori di posa in opera e l’utilizzo di sabbie o malte poco idonee.

RIGONFIAMENTO

0

La lesione visibile sulla parete della seconda campata da dx è rintracciabile sul relativo prospetto esterno. Dall’esterno è possibile rintracciare l’origine della lesione, riconducibile alle spinte del sistema di copertura, il quale scarica direttamente sulla muratura a causa dell’assenza di un cordolo.

-Biodeteriogeni;

-consistente presenza di formazioni

Sollevamento superficiale e localizzato del materiale, che assume forma e consistenza variabili.

-Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; -Formazione di ghiaccio negli strati più superficiali.

LESIONE

In corrispondenza della prima navata da dx si nota una lesione, la quale sembra riconducibile alle spinte dei fabbricati di chiesa e oratorio i quali appartengono a due diverse fasi costruttive. All’esterno, in corrispondenza di tale area non sono immediatamente visibili lesioni in quanto stuccate, ma sono presenti; osservando il complesso, inoltre, si nota una lesione riflessa in corrispondenza della seconda campata da sx (lesione n.0).

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzione di continuità del materiale che può implicare lo spastamento reciproco delle parti.

-Esercizio strutturali; -Crisi strutturali; -Ritiro o da viscosità dei materiali; -Dilatazioni non consentite per assenza di giunti; -Assorbimento differenziato di umidità; -Cedimenti fondazioni; -Vibrazioni; da terremoto; -Espansione di parti interne -Specifiche del luogo (condizioni climatiche, incendi, ecc...).


DOCENTI: Restauro

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Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

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Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

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ABACO DEI DEGRADI

N° 14

RETINO

DESCRIZIONE

EFFLORESCENZA

Formazione di sostanze, gneralmente di colore

É una conseguenza alla pressione di

biancastro e di asptto cristallino, pulverulento o

cristallizazione dei sali. Tale fenomeno è

filamentoso, sulla superficie del manufatto. Ne caso di efflorescenze saline, la cristallizazione può avvenore anche all’interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di cripto efflorescenza o sub-efflorescenza

CAUSE

accentuato da: -umidità da risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti: -ruscellamento delle acque meteoriche; -presenza di solfati -Azione del vento che accellera l’evaporizzazione superficiale dell’acqua -Sostanze aggiunte in trattamenti restaurativi -Degrado di interfaccia tra laterizi e malte

MACCHIA

Alterazione che si manifesta con pigmenta-

-Biodeteriogeni;

zione accidentale e localizzata della super-

-Ossigenazione di elementi metallici (ferro,

ficie; è correlata alla presenza di materiale

rame);

estraneo al substrato (ruggine, sali di

-Atti di vandalismo;

rame, sostanze organiche, vernici).

-Ossidazione di materiale incoerente con la superficie.

4

Navigatore

3

POLVERIZZAZIONE

Decoesione che si manifesta con la caduta

-Azione di microrganismi.

spontanea del materiale sottoforma di polvere o granuli.

7 5 9 1 DISTACCO

8

Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato: prelude in genere alla caduta

6

degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e mosaici. Nel caso di materiali lapidei naturali le parti distaccate assumono spesso forme specifiche in funzione delle caratteristiche e tessi turali, e

2

si preferiscono allora voci quali crosta, scagliatura, esfoliazione.

ALVEOLIZZAZIONE

ANALISI DEI DEGRADI 1

2

3

-Fenomeni di umidità ascendente;formazione di ghiaccio negli strati più superficiali; -Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o convogliamento delle acque; -Consistente presenza di formazione delle saline; effluorescenze; -Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o lesioni strutturali -Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura -Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell’innesto di elementi metallici;

Degradazione che si manifesta con la

-Movimento

dell’acqua

all’interno

del

formazione di cavità di forma e dimensione

substrato;

variabili. Gli alveolisono spesso intercon-

-Azione disgregatrice esercitata dalla pres-

nessi e hanno distribuzione non uniforme.

sione di cristallizazione dei sali all’interno dei pori del materiale lapideo; -Dilavamento; -Correnti eoliche, con conseguente rapida evaporazione della superficie.

PATINA BIOLOGICA

Sulla facciata Est sono presenti delle macchie causate dall’ossidazione delle chiavi di consolidamento. Il basamento originario della chiesa, che risale al VI-VII secolo, si presenta degradato per distacco della malta di allettamento.

6

La causa è stata rintracciata nell’azione meccanica da pioggia battente sul nasamento, che ne ha causato la decoesione della malta Sono visibili anche dei “solchi” probabilmente causati dal distacco di alcuni dei ciottoli che componevano il basamento.

7

In corrispondenza dello spigolo sinistro dell’abdide si nota una macchia, sulle lapidi di rimpiego, probabilmente dovuta allo scolo delle acque meteoriche e deposito di microdetriti.

-Azione di microrganismi autotrofi;

aderente alla superficie e di evidente

-Presenza di umidità o acqua;

natura biologica, di colore variabile, per lo

-Caratteristiche morfologiche del substrato

più verde.

(scabrosità, asperità, rientranze, ecc.).

La patina biologica è costituita prevalente-

In corrispondenza dell’abside, sulla zona superiore, si nota una lesione orizzontale; lesioni di questo tipo sono solitamente dovute a diverse fasi costruttive; la composizione del setto murario è inoltre indebolito e lesionato a causa dell‘azione spingente del sistema di copertura absidale. E’ dunque possibile che questa lesione sia dovuta all’innalzamento dell’abside, riconoscibile anche dai diversi intonaci della facciata.

9

In corrispondenza dell’attacco della struttura absidale e quella della sacrestia si nota un’accentuata lesione che corre lungo tutta l’altezza, dal tetto (di cui si nota la mancanza del cordolo, fatto che potrebbe contribuire alla formazione della stessa lesione) sino al basamento originario in corsi di ciottoli. Tale lesione è riconoscibile anche dall’interno degli abbineti, è pertanto un alesione passante per la muratura.

Strato sottile, morbido ed omogeneo,

Su tutta la porzione dx del prospetto Est, in corrispondenza della sacrestia, si notano una serie di lesioni la cui causa è in tutta probabilità riconducibile all’azione spingente del sistema di copertura, aggravato dall’assenza di un cordolo di copertura.

mente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio ecc.

VEGETAZIONE INFESTANTE

Locuzione impiegata quando vi sono liche-

-Accumuli di umidità

ni, muschi e piante.

-Attacco di organismo autotrofi.

LESIONE

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzione di continuità del materiale che può implicare lo spastamento reciproco delle parti.

-Esercizio strutturali; -Crisi strutturali; -Ritiro o da viscosità dei materiali; -Dilatazioni non consentite per assenza di giunti; -Assorbimento differenziato di umidità; -Cedimenti fondazioni; -Vibrazioni; da terremoto; -Espansione di parti interne -Specifiche del luogo


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LE FASI DEL RESTAURO PITTORICO MURARIO E INTEGRAZIONE DELLE LACUNE

Parallelamente andrà sviluppata un’indagine visiva, per valutare lo stato di conservazione dell’opera ed i fenomeni di degrado macroscopici: è opportuno analizzare i materiali costitutivi, la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione.

A

3_PULITURA Il primo intervento consiste nella pulitura, intervento che ha l’obiettivo di rimuovere dalla superficie del manufatto le sostanze estranee, patogene e generatrici di ulteriore degrado sia materico che estetico, quali depositi superficiali coerenti e incrostazioni, macchie, alterazioni cromatiche, biodeteriogeni e materiali non idonei (ad esempio stuccature in cemento). In questa fase si include anche il descialbo, cioè la rimozione degli strati di tinteggiatura applicati in passato sulla superficie pittorica.La pulitura è una fase molto particolare e delicata poiché è irreversibile, e va valutata molto attentamente in base alla casistica in oggetto. Citando Cesare Brandi, capostipite della concezione attuale di restauro, “il restauro deve mirare al ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte, purché sia possibile raggiungere ciò senza commettere un falso artistico o un falso storico, e senza cancellare ogni traccia del passaggio dell’opera d’arte nel tempo.”

B

C I

Lacuna G_H_ Quest’area della chiesa, che precede la scala in legno per accedere alla zona coro (?) , presenta pareti totalmente dipinte, ma fortemente soggetta a umidità che ha causato la perdita parziale, ma diffusa, di tali pitture murarie.

L

INTERVENTO DI RESTAURO In quest’area della chiesa si è notata una forte umidità d’ambiente che ha causato le conseguenti alterazioni cromatiche della superficie pittorica e relative lacune. L’umidità d’ambiente sembra causata da umidità di risalita. Non appaiono porzioni di intonaco distaccato, ma dilavamento della superficie dipinta, si procede quindi con la fase di pulitura della superficie da macchie, alterazioni cromatiche e biodeteriogeni. Si può poi procedere, su tutte le porzioni interessate da fenomeni di efflorescenze saline e da infiltrazioni di umidità si eseguiranno impacchi estrattivi per eliminazione dei sali solubili. Successivamente la fase di reintegrazione pittorica, per restituire l’interezze del dipinto, è necessario proteggere l’intera superficie con vernici idrorepellenti e traspirabili, evitando pitture plestiche, viliniche e al quarzo in quanto questo tipo di vernice ferma l’evaporazione dell’acqua. Ne consegue che quest’ultima si accumula, provocando prima le tipiche bolle sulle pareti, e poi gli scrostamenti di intonaco.

G H D F E

-Adesione tra gli strati costitutivi -Disgregazione dell’intonaco -Decoesione o esfoliazione della pellicola pittorica È importante che i materiali usati nell’operazione di consolidamento non modifichino le caratteristiche chimico-fisiche dei materiali originali e costituiscano una causa di degrado di tipo chimico alla materia originale, né al momento della messa in opera, né in tempi successivi. Il degrado chimico, oltre che determinare gravi alterazioni cromatiche, accelererebbe notevolmente il degrado dei materiali sia originari che di restauro, limitandone la durata.

5_STUCCATURA Stabilizzata e consolidata l’intera superficie, si procede con la stuccatura di lacune, mancanze e fessurazioni e al rifacimento di porzioni di intonaco cadute, con l’obiettivo di ripristinare la continuità strutturale e rendere la superficie più stabile e leggibile. Anche questa operazione viene effettuata scegliendo materiali compatibili con i materiali costitutivi originali del dipinto murale. 6_REINTEGRAZIONE PITTORICA In seguito all’operazione di stuccatura, generalmente segue la fase della reintegrazione pittorica, che ha lo scopo di ripristinare un’adeguata lettura dell’opera d’arte mediante il collegamento cromatico, laddove siano presenti lacune o abrasioni della pellicola pittorica. La metodologia e la tecnica di reintegrazione pittorica (a neutro, a velatura, a selezione cromatica, ad astrazione cromatica, a rigatino) andranno valutate caso per caso, mantenendo come criterio fondamentale la reversibilità dell’operazione.

7_PROTEZIONE FINALE In alcuni casi, dopo la reintegrazione pittorica si effettua anche una protezione finale che si esegue con prodotti testati preliminarmente e compatibili dal punto di vista chimico-fisico con i materiali originali, con l’obiettivo di “proteggere” la pellicola pittorica da nuovo e futuro degrado.

Lacuna B_ Sulla parete della navata laterale destra della chiesa, in corrispondenza della prima campata, è presente efflorescenza che ha causato la perdita di continuità della superficie intonacata e dipinta causando così una lacuna del dipinto murario. Tale degrado potrebbe essere causato da umidità di risalita capillare.

INTERVENTI DI RESTAURO La parete in questione è affetta da efflorescenza dovuta a umidità di risalita, pertanto è necessario mettere in atto delle operazioni preconsolidamento con l’obiettivo di stabilizzare e consolidare la superfici che si presenta polverulenta, sulle quali sono richiesti interventi e trattamenti successivi. In questa fase ,attraverso un’operazione detta velinatura, si evitano le perdite di materiale originale; la velinatura consiste nel far aderire alla superficie pittorica uno o più strati di garze o speciali carte ad alto grado di assorbimento. Dopo di chè si procede alla fase di pulitura ed eliminazione dei sali e consolidamento per contrastare la decoesione o esfoliazione della pellicola pittorica ed in fine stuccatura dove è necessario, prima della fase di reintegrazione pittorica. Condotta lquest’ultima operazione sarà necessario proteggere l’intera superficie con vernici idrorepellenti e traspirabili.

LacunaE_F_ Dal coro è possibile notare delle aree di lacune del sistema pittorico decorativo di pareti e volte. Le lacune appaiono causate da alterazione cromatica dei pigmenti causati, con tutta probabilità, dall’azione dei raggi solari proventienti dall’apertura vicina della facciata esposta a sud.

INTERVENTI DI RESTAURO In ques’area della chiesa, la principale causa della perdita delle pitture murarie sembra essere l’azione dei raggi solari provenienti dalle aperturture di facciata. In questo caso non sembra necessaria l’operazione di velinatura, in quanto lo strato pittorico non appare pulvinolento e decoeso dall’ontonaco di base, sarà invece utile la fase di pulitura da depositi superficiali. Appare invece necessaria un’operazione di consolidamento, in quanto si nota la superficie dipinta soggetta a micro crepe, mediante l’esecuzione di microiniezioni localizzate di un consolidante scelto in base alla compatibilità con i materiali costitutivi della struttura muraria. La fase di stuccatura non sembra essere necessaria, in quanto non sono presenti discontinuità nella superficie. Si procede quindi con la fase di reintegrazione pittorica e a conclusione sarà utile applicare vernici protetive anti-irraggiamento, compatibili e che non aggrediscano la superficie dipinta.

N° 15

INTERVENTO di restauro Per prima cosa si è riconosciuta la causa del degrado in questione, riconducibile al mal funzionamento degli impianti di smaltimento delle acque, pertanto la prima operazione da fare, prima di intervenire sulla superficie pittorica, sarà quello di riparare la gronda interessata e isolare gli ambienti interni da infiltrazioni d’acqua. Successivamente si può procedere con l’intervento di pulitura con l’obiettivo di rimuovere dalla superficie del manufatto il deposito superficiale presente,patina e alterazioni cromatiche, per poi procedere con il consolisamento dell’intonaco e degli strati sottostanti alla superficie pittorica. Prima di procedere alla reintegrazione pittorica è necessaria la fase di stuccatura, in quanto si nota una discontinuotà materica della superficie, causata dal distacco dell’intonaco in questa porzione. In fine si può procedere alla fase di reintegrazione pittorica del dipinto murario e dello strato di intonaco dipinto e concludere con uno strato di vernice protettiva.

M

4_CONSOLIDAMENTO Nella prassi degli interventi di restauro, solitamente in seguito all’operazione di pulitura si prosegue con quella del consolidamento, che ha l’obiettivo di riconferire coesione al materiale che si presenta alterato a causa di processi di degrado. Nel caso dei dipinti murali, il consolidamento può interessare tre livelli:

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Lacuna A_ Nella zona absidale del complesso è presente un distacco che ha causato la perdita di continuità della superficie intonacata e dipinta causando così una lacuna del dipinto murario. Tale degrado potrebbe essere causato dal mal funzionamento degli impianti di smaltimento delle acque e dalla giunzione dei due differenti sistemi di copertura (della zona absidale e della navata laterale) che comportano infiltrazioni d’acqua. Anche all’esterno, in corrispondenza della giunzione tra i due sistemi di copertura e della gronda, si nota un’accentuata efflorescenza su tali pareti.

1_INDAGINI PRELIMINARI Prima di intervenire direttamente su un’opera, è fondamentale conoscerla in modo approfondito: per tale motivo la prima fase di un intervento di restauro sarà un’attenta indagine preliminare, per valutare le caratteristiche del dipinto e analizzare le cause ed i fattori di degrado.

2_OPERAZIONE PRELIMINARE DI MESSA IN SICUREZZA Se il dipinto murale presenta parti a rischio di caduta, in particolar modo a livello strutturale, sarà necessario intervenire con operazioni preliminari di messa in sicurezza delle parti di intonaco distaccate, attraverso la velinatura di protezione e/o il preconsolidamento, per garantire la messa in sicurezza della superficie.

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Lacuna C_ In corrispondenza della parete laterale della cappella destra della chiesa si nota un’ampia zona colpita da efflorescenza e distacco che hanno causato la perdita di parte del dipinto murario decorativo. Anche in questo caso la causa sembra essere rintracciabile al mal funzionamento del pluviale esternoche causa perdite d’acqua.

INTERVENTO DI RESTAURO Anche in questo caso la causa deldegrado è riconducibile al malfunsionamento del sistema di smaltimento acque meteoriche, pertanto il primo intevento da attuare sarà quello di riparare gronda e pluviale per un correto smaltimento delle acque ed evitae quindi che queste penetrino all’interno della muratura.In questo caso la parete è affetta da efflorescenza e distacco, pertanto è necessario un intervento preliminare di velinatura, al fine di stabilizzare e consolidare la superficie che si presenta decoesa e polverulente, sia che riguardino l’intonaco che la pellicola pittorica, per poi procedere alla fase di pulitura della superficie circostante. si procede poi con il consolidamento dell’intonaco disgregato mediante l’esecuzione di microiniezioni localizzate di un consolidante scelto in base alla compatibilità con i materiali costitutivi della struttura muraria.Anche i questo caso appare necessaria la stuccatura della superficie interessata e il risanamendo delle lesioni presenti sulla parete per poi procedere alla fase di reintegrazione pittorica. Lacuna I_ Al di spopra dell’altare della cappella della navata laterale sinistra si nota la perdita di parti dei dipinti che decorano la volta a crociera di copertura di tale cappella e della sommità dell’altare; quest’ultimo affeto anche da disgregazione di alcune delle sue parti. La causa sembra riconducibile a umidità proveniente dall’estradosso della volta, di conseguenza è probabile che vi sia un danno al sistema di copertura e relative infiltrazioni di acque metereologiche. INTERVENTO DI RESTAURO La causa del degrado sembra associabile a infiltrazioni d’acqua provenienti dal sottotetto, è per tanto fondamentale riparare le lacune del sistema di copertura prima di avviare il procedimento di restauro dell’apparato pittorico (di volta e altare). Anche in questo caso la parete è affetta da efflorescenza e distacco, pertanto è necessario un intervento preliminare di velinatura, dopo il quale si può procedere all’operazione di pulitura, consolidamento della pellicola pittorica e stuccatura delle lacune, mancanze e fessurazioni della superficie. Dopo queste operazioni si può procedere alla fase della reintegrazione pittorica le quali metodologie e tecniche d’intervento vanno sempre valutate caso per caso.

Lacuna D_ In questa porzione sembrano presenti efflorescenza, distacco e esfoliazione dell’intonaco superficiale con conseguente perdita di parti del dipinto murario. La possibile causa di tali alterazioni è la giunzione delle due coperture ( quella della chiesa e quella dell’oratorio di fianco) che provoca l’infiltrazione d’acqua all’interno della muratura.Anche all’ esterno è possibili notare una macchia superficiale correlata dalla presenza di materiali estranei quali acqua e prodotti di ossidazione metalica.

INTERVENTO DI RESTAURO Per prima cosa si è riconosciuta la causa del degrado in questione, riconducibile allo scorretto smaltimento delle acque e al sistema di copertura, pertanto la prima operazione da fare, prima di intervenire sulla superficie pittorica, sarà quello di riparare il tetto e l’impiento di smaltimento interessato. In seguito appare opportuno procedere con un’operazione di velinatura per la messa in sicurezza delle parti di intonaco distaccate e poi poter procedere alla fase di pulitura ed eliminazione dei sali e consolidamento per contrastare la decoesione o esfoliazione della pellicola pittorica ed in fine stuccatura, prima della fase di reintegrazione pittorica, con l’obiettivo di consolidare e ripristinare la continuità superficiale.

Ad ornamento della parete di fondo del battistero compare una pittura raffigurante il battesimo di Gesù Cristo, eseguita probabilmente nel XVII secolo con la tecnica della pittura a calce. Le documentazioni ci hanno permesso di venire a conoscenza di un primo restauro avviato nel 2008, in occasione del quale si è venuto a conoscenza del precedente dipintu murario coperto dall’attuale. L’intervento di restauro è dunque consistito nel desciabolo sulle pareti limitrofe e attorno alle pitture murarie, imbiancate e prive di decorazioni. Si è così potuta rilevare la presenza effettiva di pitture più antiche. E’ dunque stata avviata una campagna di pulitura e consolidamento degli intonaci, dopo le quali vi è stato un intevento di stuccatura e microstuccatura dell’intera superficie. Dopo di chè si è proceduto alla ricostruzione della superficie pittorica , in sottotono, in maniera da mantenere l’aspetto “mosso” consono all’età dell’opera.Lì dove il disegno è andato perso, si è proceduto con stuccatura neutra.


_Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO

GRUPPO 7

_Cristina BONFANTI

RILIEVO ARCHITETTONICO

SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

San Ponso, (TO), Piemonte

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

F

Elemento architettonico

Cupola Tamburo Copertura chiesa

N° 16 Dimensioni (cm)

Matericità

Trave di colmo

24x17

Legno

Capriata

16x20

Legno

Monaco

16x20

Legno

Passante

13x16

Legno

Rinforzo monaco

13x16;7x16

Legni

Puntone

38x38xH

Muratura

Trave di colmo

Copertura oratorio

Parte di capriata (no catena) Listelli

F/4 Monaco

Terzere

F/4

Campanile

Puntoni semplicemente appoggiati Puntoni sfalsati

Puntone in muratura

Travi di colmo

Risega appoggio capriata in pietra

Sistema di capriate

F/4

Coppi Dim. 18x15x45 cm

Listelli Dim. 4x4 cm

Setto parete laterale

Sistema di volte a crociera Tamburo con volta a bacino Volta a vela

F/4 Modello sistema di copertura

Paramenti volte

Sala battesimale Sistema di pilastri

Modello tessitura muraria mista

Murature del complesso

Sistema delle coperture del complesso

Sistema costruttivo falsa capriata con sistema di scarico delle forze Fotopiano

Sagrestia angolo Nord-Est prospetto Est

Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

STUDENTI:

10/6/2019

Modello tessitura muraria (con mattoni di testa)

Angolo abside-parete laterale chiesa

Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

DOCENTI: Restauro

Tessitura muraria

Orizzontamenti

Sfalsamento dei giunti

IMG_20190604_123840.jpg

Tamburo cupola

POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile

Rilievo fotografico del sottotetto


POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

DOCENTI: Restauro Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

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SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

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RILIEVO ARCHITETTONICO Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

1_VI secolo Chiesa a navata unica e battistero.

2_XIV secolo Innalzamento del campanile del battistero.

3_XVII secolo Ampliamento della chiesa, aggiunte due navate laterali e le relative cappelle e innalzamento dell’abside.

4_XVIII secolo Oratorio di collegamento tra la chiesa e il battistero.

5_XIX secolo Ampliamento della chiesa, aggiunta una campata.

6_XX secolo Realizzazione della facciata neoclassica.

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 16

Bibliografia: “L’architettura sacra di San Ponso”, F. Martinetto; “Atti del quinto congresso nazionale di archeologia cristiana” p.p. 83-96, L. Pejrani Baricco; San Ponso proposta di itinerario alla scoperta del paese e delle sue bellezze con breve cenno storico, casa ed. Mulatero.

Fasi evolutive del complesso

7

6

2 5

1

3

8 4

1

Navata centrale

2

Abside

3

Sacrestia

4

Navata laterale sinistra

5

Navata laterale destra

6

Oratorio

7

Battistero e campanile

8

Facciata


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RILIEVO ARCHITETTONICO

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GRUPPO 7

_Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

_Cristina BONFANTI

0

1

7 8

9

Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

San Ponso, (TO), Piemonte

2 3

TECNICA DEL RESTAURO Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

N° 17

Lesioni passanti sul prospetto Est del complesso

10 11

6

Il lato Est del complesso presenta diverse lesioni passanti a causa della conformazione stessa della struttura della copertura. Essendo delle “false capriate” (in origine presentavano la catena ma poi probabilmente a causa di una sopraelevazione le catene sono state sostituite da due puntoni in muratura) il sistema diventa spingente e si porta dietro tensioni che arrivano fino alle murature esterne. Nell’angolo Nord-Est dell’edificio infatti è presente un contrafforte per tenere queste tensioni sotto controllo, ma sul lungo periodo comunque le lesione hanno logorato la muratura di questa parte del complesso.

4 5 28

30

2 29

13

12

1 15

14 3 26 15

16 17 18

19

4

20 5

9

Scala 1.200

6 0 1 2 3

Le lesioni passanti ad andamento verticale sono causate dallo scarico delle travi del sistema di copertura che in assenza di un cordolo gravano direttamente sulla muratura.

6

Lesione passante ; la possibile causa è stata ricondotta alle diverse fasi costruttive di abside e sacrestia.

7

10 14

22 8

Elevazione prospetto Est (abside e sagrestia)

13 25 24 12

25

23

1,00 0,93 0,87 0,82 0,77 0,72 0,67 0,62 0,57 0,48 0,42 0,30 0,30 0,24 0,18 0,12 0,60 0,00

11

4 5

8

Le lesioni passanti per la volta a crociera sembrano dovute alla spianta di chiesa e battistero, antecedenti rispetto alla fabbrica dell’oratorio, innestatasi successivamente.

Parete laterale

Parete laterale

1

Abside

2

3

Abaco dissesti

Le lesioni passanti per la volta a crociera di una delle due aule dell’oratorio sembrano dovute al sistema di copertura a capriate spingenti.

Dalle mappe di elevazione si notano diversi punti di probabile rottura già presenti nell’attualità. Uno tra tutti la disgregazione della muratura come segnalato nell’illustrazione dove a causa delle lesioni il muro sta distaccandosi verso l’esterno nonostante la presenza del contrafforte.

Scala 1.200

Elevazione prospetto Est (parete laterale oratorio) 7 8 9 10 11

Lesioni passanti ad andamento verticale; la possibile causa è stata ricondotta alle diverse fasi costruttive che hanno interessato l’abside e tamponamenti della finestra.

Da questo zoom si nota come la struttura del tetto spinga la muratura alla rotazione e probabile ribaltamento avendo come “perno” l’angolo Sud-Est.

14

Lesione passante ad andamento obliquo; la possibile causa è stata ricondotta alla spinta del sistema di copertura e all’assenza del cordolo di scarico.

3 2

16 17 18

Lesione passante ad andamento verticale; la possibile causa è stata ricondotta alle diverse fasi costruttive di abside e sacrestia.

0,32 0,26 0,20

19 20

Lesione passante ad andamento obliquo; la possibile causa è stata ricondotta alla spinta del sistema di copertura e all’assenza del cordolo di scarico e alle diverse fasi costruttive

Scala 1.200

Comportamento della fabbrica in conseguenza ai dissesti Dall’immagine a fianco in cui vengono rappresentate le deformazioni delle volte interne della chiesa, possiamo notare come avviene la deformazione della struttura a seguito dei dissesti delle altre componenti del fabbricato.

1 1 2

Le lesioni passanti per la volta a crociare della sacrestia sembrano dovute al sistema di copertura a capriate spingenti e alle diverse fasi costruttive della fabbrica. In verde catena di consolidamento

19

Lesione passante ad andamento verticale; la possibile causa è stata ricondotta alla spinte del sistema di copertura e dell’unità absidale.

3

2

2

0,27 0,20 0,13 0,67 0,00


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TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Navigatore

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Deformazione dei pilastri in direzione dell’asse X

N° 18

Deformazione del pilastro num. 2 in direzione dell’asse Z

sezione h +3,00 m

A

B

7

8

F

F

5

6 E

E

sezione h +2,50 m

7 sezione A_A 1

3

5

+3,00 m +2,50 m +2,00 m +1,50 m

3

+1,00 m

4

D

+0,50 m ±0,00 m

D

sezione h +2,00 m

1

2

C

A

B

C sezione h +1,50 m

8 6

Y

4

2 sezione B_B

X

Deformazione dei pilastri in direzione dell’asse Y

sezione h +1,00 m

sezione h +0,50 m

sezione C_C

sezione D_D

sezione E_E

sezione F_F sezione h ±0,00 m

0

1

2

4m

0

0.5

1m


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Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

PROPOSTA DI INTERVENTO SULLE CAPRIATE

N° 19

SUGGESTIONI

COPERTURA DELLA CHIESA Una soluzione a questo problema consiste nell'applicare una precompressione centrata all'arco mediante cavi di acciaio pretesi, che possono essere applicati sia all'estradosso che all'intradosso . Ovviamente la collocazione all'estradosso risulta più agevole, dato che i cavi vengono naturalmente contrastati dall'arco, mentre quando essi sono all'intradosso è necessario che siano trattenuti da connettori radiali in grado di resistere agli sforzi di deviazione.

ANTICO METODO DELLE GRAFFETTE PER IL CONSOLIDAMENTO DELLE VOLTE

La coazione indotta dai cavi produce nell'arco uno sforzo normale perfettamente centrato, il cui valore può essere stabilito progettuamente in base alle necessità statiche, senza percettibile aumento della massa, e quindi senza che si incrementino le forze sismiche. L'effetto dei carichi variabili, di qualunque tipo, verrà quindi a sovrapporsi a questo stato favorevole di sforzo, in modo tale che la curva delle pressioni sia sempre interna alla sezione.

L’intervento dev’essere realizzato su quattro capriate con appoggi abbastanza degradati, poste a sostegno della copertura del complesso. Data l’impossibilità di sostituire l’intera capriata (con costi più elevati per la necessità di scoprire il tetto), si opterà per una protesi locale per la tenuta statica.

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

Schema statico di travatura reticolare tedesca con corrente inferiore spezzato

Una soluzione alternativa all’uso delle catene intradossali è la tecnica delle “graffette”. Il sistema è essenzialmente composto da tre elementi: - una trave, collocata all’estradosso della volta da consolidare, con i due appoggi in corrispondenza dei piedritti di sostegno dell’arco/volta; - due tiranti simmetrici e diagonali che partono dalla trave e raggiungono i due punti d’imposta dell’arco, fissati con malte da inghisaggio e post-tesati in modo da annullare la spinta orizzontale. Nel sistema mostrato in figura, i tiranti inclinati sono inghisati nella muratura ad una estremità, mentre nel punto di collegamento con la trave è inserita una piastra di contra-

sto e un dado di tensionamento, che consente di mettere In trazione il tirante. La tesatura del tirante comporta le seguenti conseguenze statiche: - i tiranti vengono posti in trazione; - la trave estradossale risulta assoggettata a flessione (due carichi concentrati) e, nella parte centrale, risulta tesa; - le porzioni murarie comprese tra i punti d’appoggio della trave e i punti d’inghisaggio dei tiranti vengono assoggettate ad un carico di compressione aggiuntivo; - la spinta divaricante esercitata dall’arco viene in tutto o in parte eliminata, in dipendenza del tiro applicato ai tiranti diagonali.

San Nicolò a Verona, sezione della capriata e della volta a botte in copertura

INTERVENTI SULLE MURATURE

TECNICA DEI DIATONI ARTIFICIALI Tale tecnica è efficace in presenza di pareti realizzate da più paramenti che sotto l’azione dei carichi tendono a spanciare con la conseguente riduzione della loro capacità portante. Il compito dei diatoni è quello di tenere uniti i paramenti del muro, evitando distacchi e impedirne il progressivo aumento.

Dettaglio del giunto Dettaglio del tenditore a due occhi

Materiali utilizzati: Tubolare di fibre in acciaio galvanizzato unidirezionali. Malta strutturale con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale a granulometria fine.

Verranno utilizzate delle piastre imbullonate che blocchino dei tiranti, i quali daranno un punto di sfogo ai carichi della copertura. Questo evita l’eccessivo carico sugli elementi lignei e evita che il sistema spingente del tetto vada a compromettere definitivamente le murature sottostanti. Data la problematicità di rendere standard i pezzi, si è optato per una struttura a viti perpetue che permetta di allargare la piastra a seconda dello spessore della trave a cui si aggancia, ed essendo tutto materiale prefabbricato verrà solo montato quindi ridurremo di molto le operazioni in cantiere.

Malta strutturale con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale a granulometria grossa.

TENDITORI IN ACCIAIO A DUE OCCHI Per trasmettere e regolare la tensione delle funi d’acciaio si utilizzano tenditori in grado di sostenere la forza massima con cui viene sollecitato il tirante in fune d’acciaio.

Sezione tirante - nodo sferico

Vista in pianta tirante - nodo sferico

L’impiego dei tenditori è destinato principalmente per le funi d’acciaio che costituiscono i tiranti per le tensostrutture e per i cavi d’acciaio per ancoraggio. Esistono diverse tipi di terminali filettati per i tenditori, in modo da rendere possibili vari accoppiamenti con gli accessori ad essi collegati. Materiale: Acciaio FE 430B Finitura: Zincatura elettrolitica

Malta strutturale ad elevato potere adesivo con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale. Malta superfluida con classe di resistenza M15, a base di calce idraulica naturale NHL5.

Sezione

Prospetto di una porzione di muratura

TECNICA DELLE INIEZIONI DI MISCELE Iniezione a pressione: tecnica che comporta l’ inserimento di miscela fluida a pressione. La muratura deve essere in grado di sopportare la pressione Iniezione a gravità : coli dall’alto mediante imbuti di miscele molto fluide nel caso di murature fortemente degradate. Iniezioni sottovuoto: diffusione verso l’alto della miscela mediante l’aspirazione dalle cannule sovrastanti. Si usano per piccoli elementi architettonici come statue e prevalentemente per miscele molto fluide addittivate con resine. Requisiti delle miscele di iniezione Penetrabilità e diffusione : fluidità ottimale, omogeneità, assenza di grumi, bassa viscosità, granulometria degli inerti, assenza di segregazione, minima essudazione (bleeding). Compatibilità chimica:stabilità delle caratteristiche nel tempo, insensibilità ai sali (solfati reazione –limitazione di produzione componenti espansivi- alcali aggregati). Compatibilità fisica: tempo di indurimento, compatibilità dei parametri di rigidezza e resistenza. Comportamento termico : basso calore di idratazione.

PROPOSTA DI INTERVENTO SULLE VOLTE

Esempio d’intervento con iniezione di miscela

MECCANISMI DI CRISI NELLE VOLTE Una soluzione al problema dei dissesti nelle volte consiste nell'applicare una precompressione centrata all'arco mediante cavi di acciaio pretesi, che possono essere applicati sia all'estradosso che all'intradosso . Ovviamente la collocazione all'estradosso risulta più agevole, dato che i cavi vengono naturalmente contrastati dall'arco, mentre quando essi sono all'intradosso è necessario che siano trattenuti da connettori radiali in grado di resistere agli sforzi di deviazione.

Procedura realizzativa Asportazione dell’intonaco per verifica dello stato di consistenza della muratura. Pulitura della superficie: lavaggio per l’eliminazione di eventuali sostanze solubili (con acqua a bassa o alta pressione, acqua nebulizzata, lavaggio con getti di vapore saturo, spazzolatura e getto di aria compressa). Stilatura dei giunti e sarcitura delle fessure : per evitare la fuoriuscita della miscela si procede alla stuccatura di tutte le discontinuità mediante malta coerente con la miscela iniettata. Realizzazione del reticolo di iniezione: valutazione in funzione del livello di disorganizzazione, dello spessore murario, numero minimo di fori 2-3 per mq, infittimento con interassi di 25 cm per particolari situazioni con diametro cannule di adduzione max di 40 mm, media 25 – 30 mm.

La coazione indotta dai cavi produce nell'arco uno sforzo normale perfettamente centrato, il cui valore può essere stabilito progettuamente in base alle necessità statiche, senza percettibile aumento della massa, e quindi senza che si incrementino le forze sismiche. L'effetto dei carichi variabili, di qualunque tipo, verrà quindi a sovrapporsi a questo stato favorevole di sforzo, in modo tale che la curva delle pressioni sia sempre interna alla sezione.

Posizionamento delle canule: disposte prevalentemente ai vertici di una rete di triangoli equilateri, devono sporgere per circa 10 cm dal paramento e profondità media di 15-20 cm. Lavaggio e imbibizione della muratura: lavaggio mediante le canule per l’eliminazione dei detriti di perforazione, verifica dei percorsi di iniezione, riduzione dell’assorbimento del supporto dell’acqua di miscelazione per non ridurre l’idratazione e la fluidità della miscela.

Poiché il procedimento comporta un aumento del valore di compressione nell'arco, occorre prestare attenzione alla sicurezza rispetto alla rottura per schiacciamento del lembo compresso: in effetti una rottura di questo tipo si è verificata durante le verifiche sperimentali del procedimento.

Deformazione di una volta

Inserimento in pressione della miscela : 1 - 1,5 atm sino a 3 atm per murature in blocchi lapidei.

Esempio d’intervento con iniezione di miscela

SARCITURA MURATURE A CUCI-SCUCI Il suo presupposto è molto semplice: eliminare una lesione passante ricostruendo una piccola porzione di muratura a cavallo di essa. Si procede “per cantieri“, cioè per piccole porzioni, eliminando i mattoni o le pietre spezzate e sostituendole con mattoni nuovi legati con malta di calce aera o idraulica naturale. Anche le riparazioni di pareti in ciottoli o pietrame vengono eseguite con mattoni per motivi di semplicità di lavorazione e facilità di approvvigionamento. Se la muratura ha uno spessore maggiore di circa 50 cm o tre teste di mattoni, nel caso di una lesione passante si agisce contemporaneamente su entrambi i lati (interno ed esterno), mentre se la lesione è non passante si ripara il solo paramento ammalorato.

Aggancio tiranti precompressi

INTERVENTO SUL PROSPETTO EST In questo caso per quanto riguarda il retro dell’edificio, oltre l’intervento in laterizio viene realizzato un intervento di consolidamento riguardante la distribuzione dei carichi del sistema spingente del tetto, attraverso l’apposizione di un cordolo in acciaio su cui vanno ad innestarsi delle piastre che legano le travi del tetto e ne distribuiscono i carichi lungo il paramento murario, proprio per evitare che il problema si ripresenti.

Sezione

Intervento sul prospetto Est


POLITECNICO DI TORINO Corso di laurea magistrale Architettura per il progetto sostenibile Atelier compatibilita’ e sostenibilita’ del restauro d

STUDENTI:

DOCENTI: Restauro

_Giovanni MINUTOLI _Riccardo RUDIERO

Strumenti avanzati per la modellazione dell'architettura

_Cristina BONFANTI

GRUPPO 7

SITO DI PROGETTO: _Matte DOSSETTO _Mattia PRIOTTI _Gloria TORRE

San Ponso, (TO), Piemonte

RILIEVO ARCHITETTONICO Inquadramento territoriale Analisi storica Tecnica e metodologia del rilievo Planimetria generale Pianta del complesso

TECNICA DEL RESTAURO Sezione trasversale e longitudinale della chiesa Sezione trasversale e longitudinale del battistero Prospetto Sud Prospetto Est Prospetto Ovest

Analisi dei sistemi costruttivi Analisi dei dissesti Analisi delle deformazioni dei pilastri Progetto di consolidamento strutturale Progetto di valorizzazione

Analisi materica e dei degradi_sezione longitudinale Analisi materica e dei degradi _prospetto Est Analisi dei degradi_sezione longitudinale Analisi dei degradi_prospetto Est Analisi delle lacune nella chiesa

N° 20

PROGETTO ILLUMINOTECNICO Presbiterio -Consentire la lettura del messale e lo svolgimento delle funzioni celebratie: 300 lx sui piani orizzontali dell’altare, dell’ambone e del luogo in cui si somministra l’eucarestia 150 lx nella restante area del presbiterio; -Consentire al pubblico di seguire la funzione, focalizzando appunto l'attenzione sul presbiterio: 300-500 lx ai piani rivolti verso il pubblico per tutte le posizioni nelle quali si verrà a trovare il celebrante durante le funzioni. -L’illuminazione dei piani verticali del presbiterio prevalente su ogni altra, allo scopo di favorire la concentrazione dei fedeli sullo svolgimento delle funzioni.

5 Nuova sede del presidente 6 5 4 Nuovo ambone

in marmo

4

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Area destinata ai fedeli L’illuminazione di questa area deve consentire l'attiva partecipazione ( lettu ra e preghiera) dei fedeli alle celebrazioni. Può considerarsi sufficiente un livello di illuminamento di 150 lx.

2 3 Nuovo altare in marmo

Coro il coro è necessario un livello di illuminamento di almeno 300 lx sul piano orizzontale.

Sezione longitudinale della chiesa _ scala .1:100

L’ambiente Il livello di illuminazione delle varie aree e superfici che compongono l’ambiente ecclesiale deve essere adeguato a rendere confortevole lo svolgimento delle funzioni religiose, è di circa 80 lx. Il livello di illuminazione deve inoltre, tener conto anche dell’apprezzamento dell’aspetto monumentale dell'edificio, per il pieno godimento dell’architettura e degli arredi della Chiesa a fedeli e visitatori, per questo fattore il livello d'illuminamento deve essere maggiore, per la valorizzare le opere esposte, è consigliabile un’illuminamento di 150 lx. Barra lineare Ideale per la sostituzione di tutti i tipi di lampade fluorescenti tradizionali, dove l’uniformità della luce e la distribuzione del flusso luminoso sono fondamentali. Queste caratteristiche sono valorizzate dall’applicazione in fila continua.

1

by LP ENERGY

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Proiettore Floodlight Ideali per l'illuminazione di navate, absidi, coro e per valorizzare la zona del presbiterio. by LP ENERGY

Legenda

Legenda degli apparecchi

Demolizione o rimozione di parti

Barra lineare

Pianta del complesso _ scala 1 :100

Costruzione o inserimento di nuovi elementi Restauro e adeguamento degli elementi esistenti

Sezione trasversale del complesso _ scala .1:100

Proiettore

ADEGUAMENTO LITURGICO 1

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3

4

L'aula dell'assemblea I banchi e le sedie vengono disposti in modo tale da facilitare i movimenti processionali e gli spostamenti dei fedeli previsti dalle celebrazioni, specialmente da quella eucaristica. Inoltre viene progettata una idonea illuminazione in modo da creare un'atmosfera nobile, accogliente e festosa. Presbiterio Secondo la normativa nel caso in cui risulti impossibile collocare nel presbiterio un altare, un ambone o una sede del presidente fissi o "inamovibili", si può far ricorso a elementi non fissi o "mobili" accuratamente progettati e definitivi. Poiché l'adeguamento liturgico del presbiterio incontra l’ostacolo nella presenza delle balaustre, si prevede la necessità della loro rimozione. Le balaustre rimosse saranno essere conservate con cura, restaurate e collocate nell’ambiente accanto alla manica di collegamento la quale sarà utilizzata come locale espositivo, evitandone comunque la destinazione ad altri usi. Nell'adeguare del presbiterio, il complesso iconografico, ovvero il crocifisso viene lasciato sopra l'altare, ben visibile allo sguardo. L'altare E’ necessario che l'altare sia visibile da tutti, è necessario che sia unico nella chiesa, per poter essere il centro visibile al quale la comunità riunita si rivolge. La sua collocazione è di fondamentale importanza per il corretto svolgimento dell'azione liturgica e deve essere tale da assicurare senso pieno alla celebrazione. La conformazione e la collocazione del nuovo altare rende possibile la celebrazione rivolti al popolo e consente di girarvi intorno e di compiere agevolmente tutti i gesti liturgici ad esso inerenti. Per evocare la duplice dimensione di mensa del sacrificio e del convito pasquale, in conformità con la tradizione, la mensa del nuovo altare sarà di pietra naturale, di forma quadrangolare e con i lati tutti ugualmente importanti. La forma e le dimensioni del nuovo altare saranno differenti da quelle dell'altare preesistente, in modo da evitare riferimenti formali e stilistici basati sulla mera imitazione. L'ambone La sua forma viene pensata correlata a quella dell'altare, il cui primato deve comunque essere rispettato. L'ambone, viene pensato come una nobile, stabile ed elevata tribuna, non un semplice leggio mobile come quello che si va a sostituire; accanto ad esso verrà inserito il candelabro per il cero pasquale, che vi rimane durante il tempo liturgico opportuno. L'ambone verrà collocato in prossimità dell'assemblea, in modo da costituire una sorta di cerniera tra il presbiterio e la navata.

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La sede del presidente E’ il luogo del presbiterio ove trova posto il sacerdote che presiede l’assemblea eucaristica. Nel progetto di valorizzazione viene anche progettato questo elemento in quanto non è un elemento secondario o un arredo superfluo che si può ridurre a una sedia qualsiasi. La custodia eucaristica L'adeguamento liturgico delle chiese esistenti, mirante a esaltare il primato della celebrazione eucaristica e quindi la centralità dell'altare, deve riconoscere anche la funzione specifica della riserva eucaristica. Si ritiene necessario, perciò, che, in occasione dell'intervento di adeguamento una particolare attenzione è volta alla cura del "luogo" e alle caratteristiche della riserva eucaristica. Viene mantenuto l’elemento originario previa liberazione dalle tovaglie e dagli oggetti superflui su di esso apposti. Il posto del coro e dell'organo La posizione del coro deve essere tale da consentire ai suoi membri di partecipare alle azioni liturgiche e di guidare il canto dell' assemblea. Nelle chiese in cui esiste una "cantoria" di interesse storico e artistico, collocata in controfacciata o sul lati del presbiterio, come in questo caso, essa va conservata e restaurata con la massima cura, anche se di norma non risulta idonea al servizio del coro. I cori lignei esistenti, specialmente nelle chiese collegiate e monastiche, siano conservati e utilizzati convenientemente. Il coro ligneo di rilevante valore viene restaurato e usato in conformità con la sua destinazione. Gli arredi e le suppellettili Nel progetto di adeguamento liturgico si interviene anche sugli arredi e le suppellettili: - gli arredi mobili e le suppellettili esistenti vengono conservati, restaurati e usati, compatibilmente con il loro stato di conservazione. - gli arredi mobili e le suppellettili non più utilizzabili vengono conservati con grande cura nella stanza adiacente alla chiesa; - nella scelta di nuovi arredi e di nuove suppellettili viene rispettato il criterio della autenticità delle forme, della destinazione d'uso e dei materiali, evitando le imitazioni della pietra, del legno e della cera. - per quanto concerne la collocazione dell'arredo floreale, data la rilevanza che tale arredo può assumere nella decorazione dell’ altare e degli altri luoghi della chiesa, viene progettato e collocato in modo accurato.

PROGETTO DI VALORIZZAZIONE

Attraverso un laboratorio per l’infanzia

L’idea alla base della valorizzazione del complesso è un percorso cross-disciplinare su tecnologie digitali e valorizzazione del patrimonio culturale locale. Il modulo è impostato su metodologia product-based learning ed è finalizzato allo studio e alla divulgazione di alcuni monumenti locali attraverso la realizzazione di un dispositivo didattico interattivo. PRIMA PARTE: PROGETTAZIONE PARTECIPATA È prevista una prima visita guidata ai beni culturali selezionati, accompagnati dal docente di arte e da membri delle Associazioni culturali locali partner del progetto, in cui sarà illustrato ai partecipanti il funzionamento dei “modellini parlanti” che gli studenti produrranno durante il laboratorio. SECONDA PARTE: PROGETTAZIONE E STUDIO DEL MONUMENTO Gli allievi procedono con la stesura dei testi descrittivi da utilizzare nell’audioguida e applicano le prime competenze digitali, registrando con software opensource Audacity le tracce audio corrispondenti ai testi scritti. Gli allievi lavoreranno in gruppi, in attività impostate seguendo i paradigmi del cooperative learning e challenge based learning. TERZA PARTE: MODELLAZIONE 3D CON LA GAMIFICATION La terza parte del percorso riguarderà la modellazione CAD. La fase di modellazione consente in maniera visuale e attiva di approfondire lo studio della geometria e della matematica e di conoscere degli stili architettonici presenti sul territorio. Si prevede l’utilizzo di un serious game composto da un mazzo di carte rappresentanti gli elementi architettonici e alcuni tabelloni che riproducono una “mappa” degli elementi della chiesa. Gli allievi sono invitati a pescare una carta “elemento architettonico”, spiegarne la sua funzione e modellarlo correttamente; i base alla difficoltà della carta e alla correttezza dell’esercizio saranno assegnati dei punti. QUARTA PARTE: CODING E INNOVAZIONE SOCIALE Nella quarta parte del modulo si lavorerà sul coding, con la programmazione della scheda elettronica che trasformerà in monumenti parlanti le riproduzioni stampate in 3D, in modo che ogni attivatore sia associato ad una traccia audio prodotta dagli alunni. La scheda sarà programmata con un editor cloud che permette il passaggio tra programmazione a blocchi e linguaggio di programmazione vero e proprio, in base alle competenze curricolari degli alunni coinvolti. Questa fase è importante per introdurre il concetto di innovazione sociale e culturale, mostrando come le tecnologie possono essere utilizzate per valorizzare il patrimonio culturale e consentire agli utenti non vedenti di utilizzare un servizio innovativo per conoscere il territorio.

FINALITÀ Il workshop consente di raggiungere i seguenti obiettivi di apprendimento: approfondire conoscenze sul patrimonio culturale locale introdurre concetti architettonici più complessi legati alle caratteristiche dei monumenti scelti, rafforzare il legame tra allievi e il territorio con una attività che spinge i destinatari ad appropriarsi del patrimonio culturale territoriale e rendere accessibili dei beni culturali che altrimenti andrebbero persi nel tempo. POSSIBILI PARTNER -Comune di San Ponso -Associazioni di volontariato o promozione sociale presenti sul territorio: sezioni locali di Italia Nostra, FAI, Unesco Giovani, Legambiente, Archeoclub e altri. -La sezione locale (provinciale) dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti o associazione equivalente. -Sopraintendenza delle Belle Arti -Politecnico di Torino -FabLab e makerspaces locali per assistere le scuole senza l’attrezzatura necessaria


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