Ritardatari si, ma creativi Di Redazione • 08 feb, 2013 • Categoria: Mondo La puntualità in ufficio è sempre gradita. E chi arriva in ritardo oggi è costretto a usare la fantasia per scusarsi.
Quante volte vi è capitato di arrivare tardi al lavoro e di dover trovare una scusa adeguata per non incappare nelle ire del capo? E quante volte la scusa si è trasformata in una storia che non aveva niente da invidiare a un romanzo di fantascienza? Il sito statunitense specializzato in offerte di lavoro Career Building ha fatto un’indagine statistica che ha rilevato innanzitutto che il 26% dei dipendenti non arriva puntuale al lavoro almeno una volta in un mese, mentre il 16% è in ritardo almeno una volta a settimana.
In un mondo in cui la puntualità è una delle qualità più apprezzate nel lavoro, gli alibi legati al traffico e alla lentezza dei mezzi di trasporto pubblico sono troppo inflazionati. Ecco allora che Career Building ha intervistato 2500 manager per farsi raccontare le scuse più creative. La sbadataggine: “Quando ero quasi arrivato in ufficio mi sono accorto di aver indossato per sbaglio le scarpe di mia moglie. Ovviamente non ho potuto fare altro che tornare a casa a cambiarmi”. La famiglia: “Ieri sera ho litigato con mia moglie, che, arrabbiatissima, mi ha preso di nascosto le chiavi e me le ha congelate dentro un bicchiere di acqua. Quando me ne sono reso conto ho cercato l’altro mazzo, ma niente…non c’era. Così ho dovuto aspettare che si scongelassero”. La sincerità: “L’auto era bloccata dal dispositivo di rilevazione del tasso alcolemico”. L’ironia della sorte: “Davanti a me si è fermata una donna che stava per partorire…ho dovuto aiutarla in mezzo alla strada”. Oppure “Mi stavo radendo