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ELENA ROOS: IL VOLTO SORRIDENTE DELLA CORSA D’ORIENTAMENTO
La differenza tra la vittoria e la sconfitta a volte è solo una questione di dettagli, ma una vera campionessa non si arrende mai. E non c’è dubbio che Elena lo sia…
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Elena, partiamo parlando un po’ di te al di fuori dello sport: come ti descriveresti? Sono una persona sociale, intraprendente e con obiettivi chiari. Le cose che faccio, le voglio fare bene, quindi sono ambiziosa e mi metto anche un po’ di pressione addosso. In generale mi piace muovermi e fare sport, sia d’inverno che d’estate, e vivere tante esperienze.
Quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della corsa di orientamento? Un po’ per caso all’età di 11 anni, grazie alla partecipazione a un campo d’allenamento estivo, per il quale era stata fatta pubblicità su “Tandem, spicchi di vacanza”. Durante questa settimana mi sono innamorata di questo sport ed è iniziata così la mia passione.
Cosa ti affascina di questo sport? La combinazione tra il fisico, la tecnica e l’aspetto mentale. Bisogna spingere il proprio corpo a dare il massimo, ma allo stesso tempo non superare la soglia che ti impedisce di leggere la cartina e fare le scelte giuste. Quindi riuscire a tenere la calma durante lo sforzo fisico. Inoltre mi affascina il fatto di svolgere gli allenamenti e le gare nella natura e in luoghi sempre diversi.
Quali qualità deve possedere l’atleta perfetto nella tua disciplina? Servono le capacità fisiche, ciò vuol dire saper correre veloce e avere una buona resistenza, e questo in diversi tipi di terreno (asfalto, bosco, prato, in pianura, in salita e in discesa). Per capirci, i migliori orientisti svizzeri sono anche trai più veloci nelle gare di corsa campestre (cross) e in gare di corsa in montagna. Ma solo il fisico non basta. Bisogna anche saper leggere e soprattutto interpretare bene le cartine, navigare nel bosco con la bussola e saper prendere le scelte giuste e adatte alle proprie capacità.
Come giudichi la tua esperienza ai mondiali di Danimarca di quest’anno? È stato uno dei migliori dal lato organizzativo e per le qualità dei percorsi e delle gare. Personalmente avevo ambizioni molto alte. Ero veramente pronta in tutti i sensi e le gare sono andate bene, ma in tutte e tre le gare per un nonnulla è sempre mancata la medaglia. Quindi ho un po’ di rammarico per i risultati, ma sono comunque contenta di questa esperienza.
Come si allena un’atleta come te? Io mi alleno da una a due volte al giorno, per un totale di circa 12 allenamenti a settimana (in base alla fase in cui mi trovo). Il grosso del mio allenamento è di corsa, con varie forme di allenamento come intervalli, ripetute in salita, ripetute in pista, corse lunghe lente, eccetera. Inoltre si aggiungono due allenamenti di forza a settimana, per rafforzare il tronco e le gambe, due allenamenti di CO, quindi con cartina e bussola e almeno un allenamento di resistenza alternativo, quindi sulla bici (in estate), in acqua o sugli sci di fondo (in inverno). A questo si aggiungono gli allenamenti “mentali”, con analisi di cartine e percorsi.
Hai mai partecipato alla StraLugano? No purtroppo perchè sempre presa con le mie gare di CO. Ma mi piacerebbe partecipare una volta.
Cosa provi quando corri? Per me correre, oltre che ad allenarmi, è il modo migliore per togliere lo stress, per
dare libero sfogo ai miei pensieri e anche per prendere decisioni.
Quali sono stati i momenti più emozionanti della tua carriera? Uno dei momenti più appassionanti della mia carriera è stato sicuramente l’europeo in Ticino nel 2018, dove ho potuto vincere ben due medaglie d’oro davanti ai miei tifosi, ai miei amici e alla mia famiglia. È stato un evento da pelle d’oca che non dimenticherò mai.
E le delusioni più cocenti? La mia carriera ha avuto tanti alti e bassi. Spesso dopo i successi seguono anche delusioni (e dopo di nuovo dei successi). Una delle delusioni più grandi è proprio la mancata medaglia individuale (per soli 6 secondi) ai mondiali sprint in Danimarca di quest’anno.
Quali altri sport pratichi? Al momento vari altri sport di resistenza, come la bici e lo sci di fondo. Ma mi piace anche lo sci alpino, lo snowboard e anche gli sport di squadra. Cosa ti aspetti dal tuo futuro sportivo? L’anno prossimo si svolgeranno i mondiali nelle discipline boschive (media distanza, lunga distanza e staffetta) a Flims-Laax, in Svizzera. Correre un mondiale in casa, e perchè no, vincere una medaglia, è il mio ultimo grande obiettivo della carriera.
E dal punto di vista personale? Mi piacerebbe avere un lavoro che mi stimoli, che mi motivi e che abbia a che fare con lo sport. Inoltre mi piacerebbe avere una famiglia.
A chi devi dire grazie per i successi ottenuti sinora? A tante persone. Prima di tutto alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Inoltre alla mia società di CO che mi ha insegnato come praticare questo sport e ad amarlo. E ora soprattutto alla squadra nazionale, quindi gli allenatori, ma anche ai compagni di squadra, che mi sostengono, motivano, preparano ai grandi eventi e stimolano durante la carriera da sportiva d’èlite.
Intervista a cura di Davide Riva
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