il TEMPO Moda
Atmosfere Downton Abbey
Cinema
CineFashionTour di primavera
Design
Intramontabili icone
evenmilano.it
Preziose emozioni da 39,00 euro
Gioielli realizzati in argento 925, da maestri orafi Italiani
Foto Alessio Migliardi, particolari.
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editoriale _
È tempo di futuro In questo numero di primavera parliamo di TEMPO. Un tema audace, il vero lusso dei giorni nostri è possederne un po' di più ...Chi di noi non sogna di avere più tempo da dedicare a tutto ciò che ama? Agli amici e allo shopping, alla famiglia e ai bambini, agli altri e alle proprie passioni... più tempo per viaggiare per leggere, per poter godere delle meraviglie d'arte del nostro paese. A pensarci bene, il tempo non ha forma eppure è quanto di più desiderato possa esserci. Un tema su cui le possibili riflessioni appaiono infinite. In effetti il presente sembra proiettarci in un nostalgico passato piuttosto che in promettente tempo futuro. E allora attraverso questo nostro viaggio nel tempo vi conduciamo tra passerelle retrò e atmosfere surreali di un tempo quasi onirico che evocano il ritorno di una donna sirena, passando attraverso intramontabili icone di design che hanno fatto storia ed hanno inequivocabilmente segnato il tempo. Partiamo per un cine fashion tour tra le novità cinematografiche primaverili e scopriamo insieme i segreti del benessere e quanto conti la dimensione tempo anche nell'arte e nella musica. Insomma la redazione ha usato una sorta di grandangolo per cercare di raccontare il tempo da vari point of views e di dar forma a qualcosa che forma non ce l'ha. Vorremmo che fosse per tutti una primavera creativa da vivere come un tempo di attesa ma solo preludio di stagioni migliori. Mara Cella
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4_sommario news fashion victims
speciale moda
cinema design & style
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> 6
Notizie in breve
> 24 26 28 31
Time goes by... Jamais sans Miele e Fiele From the web
> 32 Time out > 36 46 50 60 66
Return to the sea Sylvio Giardina Dejà vu L’ora muta delle fate In time with fashion
> 74 Cine Fashion Tour > 82 86 88 90 92 94
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Tutto quello che avrei... Tempo & design Food design Un tempo per noi Singing in the shower Musica. Marisa Monte
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Foto di Lucia Giacani
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.outfit: ANTEPRIMA .collana con piume : ELY. B. ELEONORA BRUNO FASHIONfiles 5
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_ a cura di Martina d’Ortenzi
TORNIAMO BAMBINE CON LOUIS VUITTON
A SPASSO CON LUCINDA
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Per la nuova stagione Louis Vuitton vuole far divertire tutte le appassionate di moda con un gioco divertente ed originale. Il progetto si chiama Pret-à-porter Origami e si può consultare direttamente sul sito ufficiale della maison, dove è possibile scaricare delle bamboline di carta ed il loro guardaroba. Scegliendo i capi da far indossare alle paperdolls è possibile creare degli outfit mixando abiti ed accessori della nuova collezione primavera-estate 2013, con pezzi cult e icone intramontabili come la borsa Neverfull o la Speedy. I quattro modelli di bamboline sono stati creati grazie alla collaborazione con l’illustratrice di moda australiana Karrie Hess. Un esercizio di stile e di creatività che ha portato la maison a chiedere al famoso stylist Kim Hersoy di creare anche lui dei modelli, per dimostrare come è possibile creare un gran numero di look in cui il classico e il nuovo si incontrano, a seconda dello stile e del gusto personale. Un nuovo modo fantasioso per far conoscere le nuove proposte e le creazioni famose. E che il gioco abbia inizio!
Si chiama Lucinda la nuova it-bag Trussardi. Prende il nome, come tutte le creazioni della Maison, dalla grande passione della famiglia Trussardi per i levrieri, chiamati esclusivamente con nomi la cui iniziale è la lettera L. Lussuosa, gioca con le linee che passano dal rigido al morbido con angoli arrotondati. Nelle numerose varianti sulla stessa borsa compaiono contrasti che si fondono grazie ad un sapiente gioco di sovrapposizioni di pellami e colori: dal coccodrillo al pitone, dalla vacchetta alla nappa, dai vari toni del giallo ai forti contrasti del blu, nero e cognac. Il tutto completato dalla chiusura originale degli storici bauli da viaggio Trussardi. Con la sua praticità consente di essere portata a mano o a tracolla, in misure differenti. Elegante, semplice e senza tempo, Lucinda è perfetta per qualunque occasione.
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8_news FIORI DI PRIMAVERA Miuccia Prada sulle passerelle milanesi ha presentato una collezione ispirata all’Oriente, in particolare al Giappone. Capi e accessori sono impreziositi dai grandi protagonisti di questa primavera 2013: i fiori. Un dettaglio romantico e senza tempo che trova spazio anche sugli occhiali da sole. La nuova collezione Prada eyewear propone modelli con uno stile glamour-retrò decisamente femminile, con montature che alternano il total white al total black. Occhiali di acetato con fiori in ottone smaltati applicati a mano per vere garden lady metropolitane. Accattivanti anche i modelli cat-eye, in particolare quelli caratterizzati dal celebre tartarugato, per una donna ancora più sofisticata. Linee sensuali e lenti scurissime, ereditate dagli anni Ottanta, necessarie per sentirsi una vera e propria diva. La tendenza è sbocciata!
PESCI, MACCHINE, ELEFANTI La fantasia dei colori e la vivacità degli abbinamenti cromatici sono il marchio di fabbrica di Braccialini. Con uno stile ironico ed originale la maison italiana presenta la nuova collezione di foulard. Dal fondo marrone, con stampe intriganti e divertenti, la linea primaverile propone i celebri Temini di Braccialini che hanno fatto la storia del marchio e che hanno avuto un clamoroso successo nel corso degli ultimi anni. Per dare un tocco di brio e di colore, le stampe raffigurano pesci, macchine, elefanti… I temi grafici proposti sono legati ad una ricca simbologia e ad una sfera emotiva della maison, così da far diventare i foulard non più semplici accessori, ma veri e propri capi da abbinare e da indossare in ogni occasione.
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10_news TRUCCO A VERSAILLES
Questa primavera ne faremo di tutti i colori. Perché non iniziare dal trucco con Cherie Bow, la collezione make-up di Dior creata da Tyen? È ispirata a tutte le tonalità del rosa, ritenuto da Christian Dior “il più dolce dei colori”, indice “di felicità e femminilità”. Elegante e moderno, attrae per primo il packaging a forma di fiocco: un omaggio alla duchessa di Fontanges, la favorita di Luigi XIV, divenuta celebre per i nastri annodati tra i capelli. Le palette contengono ombretti vellutati che permettono di creare un contrasto armonico che va dal rosa tenue al grigio antracite. All’interno anche un eyeliner nero e un gloss rosa, per completare il trucco più adatto alla propria personalità. Una novità imperdibile di questa collezione è il Twin Set, una penna-ombretto per gli occhi: da una parte il matitone per creare la base, dall’altra una spugnetta con la polvere per fissare il colore. È l’ideale per creare un effetto smokey duraturo. Un must-have per gli occhi, per un look femminile, fresco e romantico, una combinazione perfetta per una primavera scintillante.
SMALTI DA MANGIARE Dopo averli visti mangiare da Kristen Dunst nel film “Marie Antoniette” di Sofia Coppola, i macarons di Ladurée sono diventati famosi in tutto il mondo. Deliziosi alla vista (ma soprattutto gustosi al palato), i macarons attraggono principalmente per la loro numerosa varietà di colori. Per questo la casa cosmetica Estée Lauder lancia una linea di smalti in edizione limitata ispirata ai celebri dolcetti. La collezione Macarons Pure Colors rievoca gli eleganti colori pastello delle deliziose meringhe francesi, così tenui e delicati, perfetti per la stagione primaverile. Disponibili in cinque colori: Narcissist, rosa delicato; Dilettante France, lilla; Coral Cult, rosa corallo; Lilac Leather, turchese; Absinthe, verde mela. Racchiusi in un bottiglietta da 9ml dalla linea tondeggiante che ricorda proprio la forma dei macarons di Ladurée: chic e dolci ma mai stucchevoli.
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12_news SHINE ON La Golden Age è ufficialmente tornata! Come se il re Mida avesse toccato le passerelle di tutto il mondo, la tendenza protagonista della primavera è il metallico. Dai classici oro, argento, bronzo e rame ai colori più audaci come il verde ed il viola, al sempre più popolare nero, l’importante per la prossima stagione è brillare. Un gran numero di stilisti ha proposto particolari metallici: dalla borsa Z Spoke di Zac Posen al corsetto di Vivienne Westwood, dal mini abito di Dior alle cinture in pelle laminata di Jimmy Choo, dall’abito in paillettes di Fendi al collare di metallo dorato di Givenchy e alle pump di pelle metallizzata con tacco a stiletto di Gianvito Rossi, l’effetto shiny è la tendenza da inserire nel look primaverile. Ma la casa di moda che ha attirato più l’attenzione è stata Burberry. Christoper Bailey ha lasciato tutti senza fiato facendo sfilare in occasione delle settimana della moda a Londra una versione metallica del mitico trench, che si allontana dal classico doppio petto. Disponibile in sei tonalità (verde, blu, viola, fucsia, rosa, bordeaux) per aggiungere un tocco di eleganza al guardaroba. Speriamo che piova!
PANTONE N° 17-5641
È consuetudine associare il colore verde alla speranza, ma anche alla fertilità, alla crescita e alla prosperità. Sarà per questa aurea di buon auspicio che il verde smeraldo è stato decretato colore del 2013? Secondo Pantone, l’azienda statunitense che si occupa della catalogazione dei colori, il trend del nuovo anno sarà proprio il verde smeraldo. Nel 2012 era stata la volta del Tangerine Tango, un arancione vivace tendente al rosso, che rappresentava l’energia necessaria per affrontare la vita ed andare avanti. Quest’anno tocca ad un colore che racconti l’equilibrio e l’armonia. Sofisticato ed elegante, il verde smeraldo viene solitamente associato alle pietre preziose, come il magnifico esemplare di pietre da 91,34 carati che fa parte della collezione di alta gioielleria Dépaysement Cartier. Si accosta perfettamente a colori più neutri come il bianco ed il grigio ed è perfetto per creare un senso di armonia e relax, soprattutto in casa. Diversi marchi l’hanno già scelto come colore per le loro collezioni e prodotti: lo troviamo negli abiti di Gucci e nelle scarpe di YSL, negli ombretti della Pupa e nella cover dell’iPhone creata da Case Scenario. Inoltre il verde è il colore della natura; un motivo in più per far uscire lo spirito green ed ecologista che è in tutti noi.
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Lasciati portare dentro l’Emozione
Polinesia • Isole del Pacifico • Australia • Nuova Zelanda Stati Uniti • Messico • Caraibi • Giri del Mondo • Oriente • Sud America
ilquintomondo.it
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14_news UNA ROMANTICA ESTATE Ambientate in un caldo pomeriggio d’estate, in una suggestiva villa di campagna, le immagini della nuova campagna Fixdesign ritraggono attimi di quotidianità vissuti dalla protagonista, una giovane ragazza dei giorni nostri, che ama reinterpretare alcuni classici del passato con un tocco personale, con abiti dalle forme morbide e dai toni delicati o costumi da bagno con leziosi slip a coulotte che richiamano, con un pizzico di romanticismo e nostalgia, gli indimenticabili anni ’50.
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Quelli di Fixdesign si confermano capi dal gusto bonton e raffinati, dallo stile giovane e fresco, senza rinunciare alla qualità di fattura e materiali. Abitini, gonne pompose a vita alta, vestitini a bustier con volant, merletti e fiocchi compongono la nuova collezione P/E 2013 senza perdere di vista i valori fondamentali del brand. Gianmarco Maggiulli, Chief Executive dell’azienda dichiara “La campagna pensata per il nostro marchio descrive perfettamente in immagini un brand che parla ad un target di giovani donne che vogliono vivere la spensieratezza della loro età senza rinunciare all’eleganza. Fixdesign coniuga moda, contemporaneità e stile personale attraverso un prodotto caratterizzato da creatività, elevata qualità ed accessibilità.”
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Il Radisson Blu es. Hotel è strategicamente posizionato nel cuore di Roma e facilmente raggiungibile. Vanta uno dei roof piÚ belli della Capitale, dotato di una meravigliosa piscina, di un attraente ristorante e di un suggestivo bar con vista sui tetti di Roma. Ideale per chi viaggia, per meeting ed eventi o per un week end di relax tra cultura, wellness e design.
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OSSESSIONE FIFTIES
Dopo l’incredibile successo ottenuto in brevissimo tempo, arriva per la prima volta in concerto in Italia la nuova star del pop americano Lana Del Rey. Nata a New York nel 1986, Elizabeth Woolridge Grant crea il suo nome d’arte dalla diva hollywoodiana Lana Turner e dalla Ford Del Rey. Diventa famosa grazie alla rete dove il suo primo video su YouTube, Video Games, fa il record di connessioni. Il suo album d’esordio Born To Die ha venduto 2,5 milioni di copie nel mondo: le sue canzoni struggenti sull’amore e sul successo sono subito arrivate ai vertici delle classifiche. Una bellezza non solo da ascoltare ma anche da guardare. Con il suo stile fashion e lo charme retrò l’abbiamo vista splendida in tutti i negozi per la campagna pubblicitaria di H&M. Il suo volto è stato scelto per il lancio della nuova Jaguar F-Typ e Mulberry ha dato il suo nome ad una delle nuove borse sul mercato. Sarà in concerto il 3 maggio al Palaolimpico di Torino, il 6 maggio al Palalottomatica di Roma e il 7 maggio al Mediolanum Forum di Assago.
50 ANNI PLEASE Dopo aver festeggiato, il 5 ottobre scorso, l’uscita di Love Me Do, la prima canzone dei Beatles che segnò ufficialmente l’inizio della loro carriera, ci avviciniamo a festeggiare il 50° anniversario dell’uscita del disco Please Please Me. Era l’11 febbraio 1963 quando i Beatles entrarono nello studio 2 di Abbey Road di Londra. Lo studio erano stato prenotato per un solo giorno, quindi avrebbero dovuto registrare tutto in quella giornata: 15 ore per dar vita al loro primo album. Con la loro energia e creatività quei quattro ragazzi di Liverpool riuscirono nell’impresa. Il 22 marzo 1963 uscì il 33 giri della band contenente 8 brani originali firmati dal duo Lennon-McCartney e 6 cover di altri artisti, tra cui la celebre Twist and Shout, registrata negli ultimi pochi minuti che avevano a disposizione per utilizzare lo studio di incisione. Né i Beatles né George Martin, lo storico manager, potevano immaginare che questo lavoro discografico sarebbe letteralmente passato alla storia: le 400 sterline spese in quella giornata sarebbero state le più redditizie della storia delle musica. Con Please Please Me ebbe inizio il successo planetario che portò questa band a rivoluzionare il mondo della musica rock.
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_ di Valentina Di Domenico
COMPLEMENTI CROCCANTI PER PIATTI D’AUTORE Quando siete ai fornelli, intenti a cucinare un piatto, avete mai la sensazione che questo non sia mai, per quanto preparato con cura e dedizione assoluta, completamente “concluso”? A guarnire con classe e sapore ci pensa il Crunchy Rise Gli Aironi, azienda del vercellese che da sempre investe sulla qualità, adottando metodi di coltivazione a ridotto impatto ambientale e sperimentando tecniche innovative. Il Crunchy Rise è un estruso di riso che viene pralinato in modo rigorosamente artigianale, addizionandolo con aromi e spezie naturali, disponibile in ben 24 varianti sia dolci che salate, ideali per la decorazione di vellutate, salse, creme, gelati, spume e risotti. Dal nero di seppia al caffè, dal basilico alla lavanda, dal curry al lampone, questa è una novità a cui i foodies più consumati non potranno resistere oltre che un eccezionale prodotto di “finitura” del piatto capace di dare colore, sapore e soprattutto quella nota croccante tanto cara agli chef! Una sorta di spezie croccanti sempre pronte all’uso, in grado di stupire gli ospiti e regalare brio e gusto con una sola manciata!
TUTTI A TAVOLA Ore 7. Inizia la giornata con la tovaglietta Caffè Latte, con i nomi dei protagonisti della colazione, per cominciare la colazione gustando anche con gli occhi. Ore 13. A pranzo con Pasta e Pizza Metro, un’interpretazione alimentare delle linee della metropolitana, che rivisita le fermate con gli ingredienti simbolo della tradizione culinaria italiana. Ore 21. Cena per due, romantici runner con cuori formati dalla parola Amore in tutte le lingue del mondo o con impronte digitali che insieme creano un cuore, per una serata speciale. Per rendere ancora più allegro un momento conviviale, Massimiliano Parri è riuscito a mettere insieme le sue due grandi passioni, il design e l’amore per la tavola, creando la Tablecloths. L’azienda ha iniziato producendo tovagliette all’americana e runner, e in seguito ha arricchito le sue collezioni con shopping bag ecofriendly, ottenute riciclando vecchie vele, ed accessori per la cucina come grembiuli e guanti da forno: prodotti Made in Italy realizzati con cura e creatività per dare un tocco di originalità alla tavola. Dal design contemporaneo, piccole opere d’arte stampate direttamente sul tessuto, per ricordare che mettersi a tavola non è solo mangiare insieme ma anche scambio di emozioni e di sensazioni.
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_ di Valentina Di Domenico
FASHION FILES EVENTS Si susseguono gli eventi a cui partecipano Fashion Files e la sua redazione. Dopo la serata A Night With Marilyn e il Cinema Party, quest’inverno il magazine è stato protagonista di un insolito aperitivo al Margutta RistorArte di Roma: una serata dedicata alla luce, alla mondo del fashion e del design, in una location divertente e alla moda, con un menù di prelibatezze interamente green e a Km 0. La makeup artist Nuala ha illuminato il viso degli ospiti con tocchi di luce oro e argento e il brand Fluttuo Pieces of Joy ha presentato le sue creazioni uniche e originali: moda, irresistibili creazioni gourmet e giochi luminosi hanno dato vita ad una serata speciale nel cuore di Roma. A fine gennaio è stata la volta dell’AfterParty Fashionweek Rome, un longaperitif organizzato in occasione della chiusura di AltaRoma presso il Radission Blu Es Hotel Roma: al suggestivo ultimo piano dell’hotel si è tenuta una serata all’insegna della musica e della moda, con il Djset Gians, special guest in consolle il dj Marco Moreggia. Nel corso della serata il noto gruppo Sleeping Cell, Band fondata da “Zaionair” ex frontgirl del collettivo Almamegretta e della band electro Minimod, si è esibito in un live dalle sonorità elettroniche ed anche il nostro magazine Fashion Files, media partner dell’evento, come sempre ha incuriosito e entusiasmato gli ospiti! Continuate a seguire i nostri eventi… scoprite con noi il prossimo!
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FASHION ACCESSORIES DESIGN ART FRAGRANCES FINEST FOOD WHITE GALLERY | Piazza Guglielmo Marconi 18/19 | 00144 Rome EUR | ITALY www.whitegallery.it
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22_news PRENDETEVI TUTTO IL TEMPO Per preparare questo piatto, cercate in pescheria la gallinella di mare, un pesce tipico del Mediterraneo presente soprattutto da marzo a novembre. Ricca di sali minerali, la gallinella è un pesce non particolarmente caro ma gustosissimo. Fate poi un salto da Eataly e acquistate una confezione di patate viola: originarie del Sud America, sono tuberi antichissimi, non modificati geneticamente e oggi ampliamente coltivati in Francia; inoltre sono ricche di antiossidanti e sostanze nutritive. La polpa interna è viola, farinosa e dal sapore simile a quello della castagna. Concludete acquistando una confezione del delizioso Crunchy Rice gliAironi al nero di seppia e mettetevi all’opera, con calma e dedizione… il risultato è garantito!
E cucinate con amore. Perché se è vero che “invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della sua felicità per le ore che passerà sotto il nostro tetto”, come diceva il gastronomo francese Anthelme BrillatSavarin, ci sono dei momenti in cui cimentarsi ai fornelli diventa l’unione tra la manifestazione d’affetto verso i propri ospiti e un’esigenza profonda che sentiamo dentro di noi. In questi casi, la fretta è una cattiva e fuorviante consigliera: la vera cucina necessita in primo luogo di tempi e spazi ben definiti, di momenti rilassati e allo stesso tempo organizzati che consentono una perfetta riuscita del piatto. Ecco perché a volte non c’è cosa migliore che cercare la carne o il pesce al proprio mercato rionale, ecco perché è giusto prendersi tutto il tempo necessario per trovare l’ingrediente particolare o la spezia esotica che renderà la vostra ricetta unica e speciale.
GALLINELLA IN CROSTA DI MANDORLE SU PUREA DI PATATE VIOLA, CON DUCHESSE E CRUNCHY AL NERO DI SEPPIA. Ingredienti per 4 persone: 4 filetti di gallinella Timo, salvia e maggiorana Mandorle tagliate e a lamelle 500 gr di patate viola 250 ml di latte 50 gr di burro Olio, sale e pepe Patate duchesse Crunchy rice al nero di seppia
Preparazione: sfilettate la gallinella di mare e mettetela a marinare per circa 3 ore in un composto di olio, timo, salvia e maggiorana. Disponete su carta da forno e fate cuocere in forno a 180°, per circa 25 minuti. Nel frattempo preparate la purea lessando le patate viola, spellandole ancora calde e passandole subito allo schiacciapatate. Rimetterle sul fuoco aggiungendo latte e panna caldi, salare e pepare. Unire il burro dopo aver levato dal fuoco, mescolando bene. Friggere le duchesse in olio bollente e far abbrustolire le mandorle su una padella ben calda. Disporre la purea sul piatto e adagiare sopra i filetti di gallinella, cospargendoli con le mandorle tostate: affiancare le duchesse e decorare con una manciata di riso soffiato al nero di seppia.
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Photo: Kate Holt/Eyevine/ActionAid
“È impossibile che la marmellata l’abbia rubata io!”
Ci sono bambini che, una volta nella vita, vorrebbero poter rubare della marmellata. Ma sono nati in Paesi dove la terra non produce quasi nulla. Dove le “case” sono baracche. Dove si va a dormire a stomaco vuoto. Si lavora anziché andare a scuola e si muore per un banale morbillo. Eppure un destino diverso è possibile. Dipende anche da te. Con l’adozione a distanza di ActionAid e 82 centesimi al giorno puoi trasformare la vita di un bambino e della sua comunità: dall’estrema povertà a un futuro di dignità e diritti. E - perché no - con della marmellata da rubare!
adotta un bambino a distanza, sostieni la sua comunità. Per ricevere materiale informativo e la cartellina di un bambino compila il coupon e spediscilo in busta chiusa all’indirizzo indicato sotto; oppure invialo via fax al numero 02 2953 7373 o chiamaci allo 02 742 001. Nome Cognome Via Tel.
Cell.
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Cap Città Prov. Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano,via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. Marco De Ponte, domiciliato presso AA; c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dai responsabili e dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per l’invio del materiale da Lei richiesto e per il perseguimento delle attività di solidarietà e beneficenza svolte da AA; d) i Suoi dati saranno comunicati a terzi esclusivamente per consentire l’invio del materiale informativo; e) il conferimento dei dati è facoltativo, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta; f) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all’indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all’invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati.
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TIMEGOESBY... (BUTNOT)SO SLOWLY
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di ENRICO MICHELE GIOVANNINI
All’università frequentavo un’amica. Viviana, una Paris Hilton all’amatriciana che un giorno mi domanda: noti qualcosa di nuovo? Io interdetto: no, perche? Lei stizzita: ecco, se mai ti servirai di un chirurgo estetico evita la voce ‘effetto naturale’! Questo fu uno dei miei primi approcci con la chirurgia estetica; uno di quelli finiti bene perché il suo viso sembrava ancora umano e non il risultato di un esperimento di morphing tra una donna e Cher. Fatto sta che il business è business. Sia che si parli di Show-business, dove pietà e comprensione sono benvenuti come il morso di una tarantola, sia che si parli di private-business: mi riferisco a quella marea di uomini e donne di ogni età, non necessariamente noti alle cronache, che vogliono modificare il loro corpo ricorrendo al bisturi. Alcuni in maniera discreta, altri con l’intento di strafare. In nome dell’eterna giovinezza e dello spasmodico tentativo di convincere il tempo a rallentare i suoi effetti, quel creativo ramo della chirurgia non si è di certo risparmiato nel partorire nuove idee e gua-
dagnare nuovi super testimonial. Nulla in contrario ad una sana rinfrescatina che aiuti ad invecchiare meglio ambo i sessi, ma di certo siamo tutti pieni di esempi, vicini e lontani, in cui lasciarsi prendere la mano è stato un po’ troppo facile e, alla lunga, forse antiproduttivo. Grazie al cielo è ormai trapassata la moda dell’esplosione dei seni, passibili il più delle volte di condono edilizio, e abbiamo superato la fase del labbro a balconcino e dello zigomo ruggente, vere e proprie grandi opere, al fine siamo giunti però a vertici imprevedibili. Uno su tutti l’anal blitching, in voga da anni in America, e ormai approdato anche nel vecchio continente, è un processo di schiarimento della cute intorno all’ano. Moda derivata dalla pornografia che, per esigenza d’inquadrature ravvicinate preferisce attori e attrici dal colorito intimo omogeneo. Tanto è bastato per far esplodere nelle folle l’esigenza di possedere un ano di un colore attraente quanto quella di acciuffare una nuova pochette borchiata di Prada! Tra i pionieri della chirurgia applicata alle zone sensibili, non possiamo non parlare di Mr. Clooney che, in una recente intervista, dichiara di aver approfittato di una pausa per farsi dare una stiratina proprio lì. No, non al suo migliore amico solitario, ma alle due accompagnatrici di corte che evi-
...il suo viso sembrava ancora umano e non il risultato di un esperimento di morphing tra una donna e Cher.
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dentemente non sopportavano bene il passare degli anni, riportandone invece i segni ingloriosi. Piallato il tutto, è di nuovo pronto a ributtarsi sul mercato. Se non altro, gli va riconosciuto il merito di aver fatto outing in campo estetico: di media, una star di Hollywood preferirebbe ammettere di aver avuto ripetuti rapporti sessuali con un idrante, piuttosto che essersi sottoposto ad una blefaroplastica. Sempre rimanendo in zona backstage, uno degli interventi che più mi affascina è l’inserimento delle protesi ai glutei che ha autorizzato uomini e donne di ogni etnia a poter passare per la sorella disconosciuta di J.Lo senza destare sospetti. Da profili posteriori piatti come vassoi si passa, per incanto, a carrozzerie rinforzate e omologate degne di comparire in ogni videoclip con la stessa frequenza dei featuring di Pitbull. Eh si, sono ormai lontani i tempi in cui Valeria Mazza usava una sola crema come sua clinica della bellezza, eppure ci faceva piacere crederle e pensare che anche noi, bevendo 50 litri di acqua al giorno, facendo esercizio e mangiando
...di media, una star di Hollywood preferirebbe ammettere di aver avuto ripetuti rapporti sessuali con un idrante, piuttosto che essersi sottoposto ad una blefaroplastica.
bene potessimo un giorno somigliarle e magari accalappiare un marito di quel calibro. Quando poi nella vita reale ci sottoponiamo a facial, manicure, pedicure, extensions, peeling, massaggi, fanghi, scrub, cerette e magari anche uno chatouche. Ai capelli? Noiose! Ormai esiste anche in coordinato per le parti intime con possibilità di applicare swarowsky per un’occasione da gran soiree! Queste alcune delle possibilità ad oggi: ho timore dell’arrivo delle nuove frontiere.
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JAMAISSANS... di LUISA BERTI
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Condizionate o meno dal ticchettio del nostro orologio biologico, la moda è puntare su capi e accessori che hanno la capacità di emozionarci, al di là del must del momento: solo così riusciremo a sconfiggere il tempo.
Molte di noi ripetono continuamente a se stesse e agli altri, metodo, quest’ultimo, che viene comunemente utilizzato per un maggior auto-convincimento, di non appartenere a quella categoria di donne che si lasciano condizionare da quel leggero, quanto insidioso tic tac che risuona dentro di noi e che non è altro che il rumore dell’ orologio biologico. “Vogliamo che la nostra vita - questa è una delle frasi tipiche - scorra liberamente e senza condizionamenti di sorta. Soprattutto non facciamo parte di coloro che sono assoggettate alle convenzioni della società”. Non c’è niente di più falso, perché anche se cerchiamo di eliminare il pensiero dalla mente, a tutte capita o è capitato di sentire, anche se in lontananza, un ticchettio che ci fa piombare in meno di un secondo in un completo stato di ansia.
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“Tic tac, tic tac, cavolo, ho 25 anni e non sono ancora laureata, tic tac, tic tac ho 28 anni e non ho ancora un lavoro, tic tac, tic tac e sono arrivati già i 30 e ancora non ho un fidanzato, tic tac, tic tac ho 36 anni e dovrei cominciare a pensare ad un bambino”. Insomma sembra proprio che in un mondo in cui tutto si muove molto velocemente noi siamo diventate delle vere e proprie tartarughe. Quindi, anche se facciamo di tutto per allontanare questi pensieri ci ritroviamo spesso a tenere a bada gli attacchi di panico causati dalla continua lotta contro il tempo. Perché è proprio il tempo che condiziona molte delle nostre decisioni. Ma allora non possiamo non chiederci se il tempo condizioni anche il nostro look. Ebbene sì. Il modo di vestire cambia molto in base all’età, alla stagione, al momento che stiamo vivendo. È proprio lo scorrere del tempo che ci condiziona, ci cambia e ci guida nelle scelte. L’unica cosa che il tempo non può intaccare sono le sensazioni e le emozioni. Ecco perché esistono cose di cui non possiamo veramente fare a meno: quelle che ci trasmettono un pensiero, una convinzione o che anche solo per un momento ci fanno sognare. Mai senza una bella frase o citazione da conservare gelosamente nella nostra memoria e che possa sostenerci nei momenti più duri. Il consiglio in più: scriviamola e appendiamola al frigorifero. Mai senza una foto di quando eravamo bambine che ci aiuti a tenere sotto controllo lo scorrere degli anni; mai senza una baguette Fendi, la borsa che non ci farà più avere dubbi sul fatto che certi oggetti possano durare per sempre. Mai senza un paio di All Star nella scarpiera, perché così quando le indosseremo potremo sentirci ancora delle splendide ragazze;
mai senza una mutandina in pizzo di Victoria's secret che ci ricordi il nostro ultimo viaggio americano. Tutto questo per non dimenticare che, seppur inutile, lottare contro il tempo è un’attività dalla quale non possiamo esimerci, tanto vale eseguirla con classe e stile impeccabile.
Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni e poi la vita risponde. Alessandro Baricco. Castelli di Rabbia
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CHIEDILOA MIELE&FIELE scrivete a: mieleefiele@fashionfiles.it
Cara Miele, Cara Fiele,
marzo, 2013
vivo all'estero da poco piu' di un anno e come tutti gli "emigranti" ho una grande nostalgia della mia terra, delle sue tradizioni oltre che naturalmente di famiglia e amici. Mi sono sempre sentita molto coinvolta nelle vicende del mio paese, sono sempre stata un'attenta osservatrice della situazione politica e sociale italiana e anche oggi dall'estero continuo ad esserlo. Ho deciso di trasferirmi a Londra perchè sentivo l'esigenza di un'esperienza lavorativa "fuori da casa mia" per completare in qualche modo il mio percorso formativo e per acquisire maggiori competenze utili a me, al mio futuro professionale ma anche alla mia terra, una volta tornata a casa. E già, non immagino certo di vivere tutta la vita lontana dall'Italia. Eppure, nonostante il mio impegno (come immagino quello di molti italiani residenti all'estero) nel difendere sempre l'Italia e nel raccontarla agli stranieri, in casa nostra c'è sempre un atteggiamento un po' diffidente nei confronti di chi vive lontano. Vige sempre la politica del "tu te ne sei andato, non puoi lamentarti o dire la tua su quello che succede qui", oppure "io non faccio come te, io resto perchè voglio combattere e sostenere il mio Paese". Questo atteggiamente mi ferisce molto, io non sento di aver abbandonato il mio Paese, tutt'altro. Cara Miele, Cara Fiele, voi cosa ne pensate? Noi italiani residenti all'estero siamo davvero così egoisti? Qual'è la scelta giusta: restare o andare? Grazie Nostalgica italiana 28 FASHIONfiles
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Sono come il giorno e la notte, come il bianco e il nero, come l'acqua e il fuoco. Sono pronte a rispondere alle tue domande, a dirti tutto e il contrario di tutto.
La risposta di
MIELE
Anche rileggendola più volte, non riesco a trovare egoismo in ciò che hai scritto. Quando ti rendi conto che non stai camminando ma che da troppo tempo sei incastrato in dinamiche e situazioni che ti spingono a reagire in un modo che non ti appartiene e capisci che per non perderti devi far qualcosa, è giusto ricominciare. Decidendo anche di sradicarsi dal contesto culturale e lavorativo. Non riesco a definire egoista chi rimette in discussione la propria vita per reinventarsi, arricchirsi e tornare per rendere utile la sua esperienza, per sé e per il contesto in cui viveva. E chi decide di allontanarsi dal proprio paese non lo fa per codardia, o almeno nel tuo caso non è così. In tanti come te, in questo momento storico, si son trovati davanti al bivio e scegliere di ricominciare per tornare e ridare linfa al proprio Paese, per me significa avere una grande forza d’animo. Per cui cara nostalgica, non mollare e torna presto! Questo Paese ha bisogno anche di tanti ritorni per ricominciare. “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare. Sempre, ad ogni istante” (C.Pavese).
Una ha ragione e l'altra ha torto. O forse, è il contrario?
La risposta di
FIELE
Cara nostalgica italiana, io vedo solo che non riesci a convincerti del fatto che non puoi stare con un piede in due scarpe. Hai deciso di andare e metterti in gioco con il mondo per misurare i tuoi limiti e le tue forze, si può sapere perché ti preoccupi di quello che succede nel posto che hai lasciato? Sembri una vecchia pettegola che non si dà pace finché non si è impicciata di tutti i fatti altrui. Pretendi forse che le persone che restano non debbano far altro che pregare di fronte alla tua icona? Quando te ne vai, chi resta crea un nuovo equilibrio e la vita va avanti anche senza di te. Quando ti sentirai abbastanza ricca dell’esperienza lontano da casa e deciderai di tornare, riprenderai il posto che hai lasciato e organizzerai serate fantastiche con i tuoi amici di sempre (se ancora si ricorderanno di te) e li annoierai a morte con i tuoi racconti fantastici. Nel frattempo rilassati e goditi il viaggio!
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FROMTHEWEB
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fashionfiles.it
Su fashionfiles.it crescono gli approfondimenti dal mondo della Moda, del Beauty, del Cinema e del Design. Oltre ad avere interamente online il numero Spring-Summer del magazine, dove vi perderete nei meandri del “tempo�, troverete anche tante news su eventi, lanci di capsule collection, anteprime da non perdere.
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C’è un solo modo di dimenticare il tempo: impiegarlo. Charles Baudelaire
time out di Mara Cella
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Appare impresa ardua raccontarlo o farsi domande su quello presente, che appare un tempo quanto mai imperfetto e incomprensibile. Eppure la stanchezza è tanta e tale che l’attesa di un tempo migliore sembra ormai una necessità dilagante ed ingombrante. Da qui la reazione, siamo giunti al time out di un sistema, di un modus vivendi ed operandi. È iniziato il tempo del cambiamento, del risveglio e della rinascita, parleremo di ‘primavera italiana’ piuttosto che araba? Al punto in cui sembra essere il nostro Bel Paese, forse potrebbe essere il migliore augurio, che il tempo delle mele sia finito e sia giunto quello dei fatti, della buona politica, della crescita e del futuro appare superfluo anche ribadirlo. Nel frattempo si moltiplicano le elucubrazioni, che con profondità o leggerezza, ci portano a pensare a quanto il tempo influisca sulle nostre vite, per quanto si voglia sfuggire ad esso, il suo scorrere appare imprescindibile e cadenza ogni nostra giornata, anno, epoca o fase di vissuto.
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Ogni esame, appuntamento o prova della vita ha un suo tempo. L’arrivo stesso di una nuova vita è un tempo di paziente, dolce e trepidante attesa. Tutta la nostra vita è un insieme di infiniti attimi attraverso cui passano i nostri sentimenti e un turbinio di emozioni contrastanti. A volte il tempo è misura dell’amicizia vera, di legami profondi che vincono ogni spazio e tempo come i grandi amori; talvolta diventa rimedio prezioso per cancellare le brutture di incontri nefasti lungo il percorso della vita. Una sorta di smacchiatore universale di incrostazioni dolorose dell’anima che magicamente si diluiscono e scompaiono del tutto grazie al buon e saggio tempo. Pensiamo anche a quanto sia profonda la relazione tra il tempo e la moda, l’arte e il design. Pensiamo a quante epoche hanno avuto il loro ‘segnatempo’ in intramontabili icone di moda o design: dalla minigonna di Twiggy che evoca gli anni ‘60 alle fantasie hippies degli anni ‘70, ai colori fluo degli anni anni ‘80, passando dalla Vespa alla Polaroid, dalla 500 alla moka fino all’iPhone e iPad, oggetti che fanno parte dell’immaginario collettivo e del nostro quotidiano, ormai inimmaginabile senza!
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Anche noi abbiamo provato a raccontarvelo, tra spunti e chiavi di lettura di esso. Del resto hanno provato a catturarlo e misurarlo in ogni modo, dalle lontane meridiane agli evocativi ‘orologi molli’ di Salvador Dalì che rappresentano quel tempo psicologico che pur scorrendo in modo univoco assume connotazioni, significati e velocità diverse nella percezione dell’animo umano. Dalle più svariate complicazioni dell’orologeria: divenuti veri gioielli da polso, femminili e maschili, scheletrati, con gli affascinanti movimenti a vista, con ghiere diamantate o con lunette di ceramica black & white super hi tech, gli orologi rappresentano un accessorio immancabile per completare gli outfit più cool e hanno paradossalmente perso la loro funzione d’uso originaria, di misuratori del tempo. E se “un’ora non è un’ora, è un vaso colmo di profumi, di progetti e di atmosfere” - citando Marcel Proust ne La Recherche du Temps Perdu - ecco che capiamo come un noto brand dell’alta profumeria abbia voluto rendere omaggio al tempo e al suo fluire incessante attraverso la creazione di una fragranza racchiusa in una clessidra “a profumo”, un esclusivo gioiello profumato ed ipnotico. Pare che i primi a misurare il tempo con il profumo siano stati addirittura i Cinesi sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.) attraverso preziosi orologi a profumo intagliati nella giada che misuravano lo scorrere del tempo secondo la durata di combustione di alcuni bastoncini di incenso della stessa lunghezza. Dunque sua maestà il tempo resterà intriso del suo inafferrabile fascino, rimarrà quell’irrisolvibile equazione, croce e delizia di tanti?
Tutta la nostra vita è un insieme di infiniti attimi attraverso cui passano i nostri sentimenti e un turbinio di emozioni contrastanti.
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RETURN TO THE SEA
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foto di Lucia Giacani styling Rossana Mazza
.cappello e pendente a conchiglia: ELY. B. ELEONORA BRUNO .abito: ALBINO .bracciale “schiava”: MARINA FOSSATI .zeppe: CORI AMENTA .artwork: ROSSANA MAZZA E LUCIA GIACANI
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.occhiali: MYKITA & BERNHARD WILLHELM .outfit; MISSONI
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.top: ANTEPRIMA .pantalone con piume e copricapo: ELY. B. ELEONORA BRUNO
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.cappello con piume: ELY. B. ELEONORA BRUNO .occhiali: DSQUARED2 EYEWEAR .body: FRANKIE MORELLO .bracciali: MARINA FOSSATI .zeppe: CORI AMENTA
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.copricapo con veletta: ELY. B. ELEONORA BRUNO .collier: VALENTINA BRUGNATELLI .top: MISURACA
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.copricapo: ELY. B. ELEONORA BRUNO .occhiali: OZONA .abito: TORY BURCH FASHIONfiles
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SET DESIGNER: Rossana Mazza HAIR: Giovanni Erroi @ Green Apple using Redken MAKE-UP: Alessandra Angeli @ Close up Milano STYLIST ASSISTANT: Emanuela Smisek PHOTOGRAPHER ASSISTANT: Gabriele Loda MODEL: Olga @ Fashion Special thanks to Maxwell Goodway and G2 STUDIO
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.copricapo: ELY. B. ELEONORA BRUNO .abito lungo: MIRKOG. DI BRANDIMARTE .bangles in plexi: MARINA FOSSATI
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Da Parigi a Roma: è stato difficile far fiorire il tuo talento in questo ‘percorso inverso’? È vero, nasco a Parigi ma sono arrivato prestissimo a Roma dove l’accademia di costume e di moda mi ha dato le basi per sviluppare la mia poetica. Cominciai a lavorare con Maurizio Galante e Antonio Mancinella con i quali ho capito subito che questo mondo mi apparteneva. In seguito da Gattinoni ho appreso la tecnica vera sul campo grazie al contatto diretto con i materiali e i volumi: progettare significa padroneggiare innanzi tutto la tecnica. In seguito, con Antonio Giardina siamo arrivati ad essere selezionati dall’esigente commissione tecnica di Parigi per essere inseriti nel calendario ufficiale dell’alta moda. In fondo nessuna città può frenare i tuoi interessi, soprattutto oggi grazie alla facilità di accesso alle informazioni attraverso la tecnologia. La donna che ci racconti ha subito molte metamorfosi: ci parli dell’ultima trasformazione? Ho mescolato elementi contrastanti e lontani tra di loro. All’interno del progetto couture, ad esempio, mi sono divertito a inserire l’elemento sport wear e viceversa: il tema sportivo è stato contaminato con dei momenti più lussuosi. Nel progetto dell’alta moda mi affascina inserire l’elemento preso dalla strada senza rinunciare all’artigianalità e la costruzione di un abito di quel livello. La realizzazione degli abiti in polietilene espanso nasce ad esempio dalle mani di un giovane artigiano, un lavoro irriproducibile in serie che è la firma di ogni pezzo. Alcuni mestieri, per fortuna si sono tramandati e sono sopravvissuti soprattutto a Roma.
NATURA, ARTIGIANALITÀ E TANTA CURIOSITÀ NASCERE A PARIGI PER LAVORARE NELL’HAUTE COUTURE NON È PIÙ UN MUST DA TEMPO. CRESCIUTO PROFESSIONALMENTE A ROMA, SYLVIO GIARDINA È L’ENNESIMA PROVA CHE IL CAMMINO VERSO L’ECCELLENZA È INARRESTABILE. SIAMO ANDATI NEL SUO ATELIER CAPITOLINO A SBIRCIARE TRA LE NUOVE CREAZIONI E PER CAPIRE QUANTE ARTI DIFFERENTI CONFLUISCANO NELLA SUA PERSONALISSIMA VISIONE DELLA MODA.
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di Enrico Michele Giovannini
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L’arte di
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Le tue creazioni nascono dall’incontro di molte arti come quella musicale, ce ne parli? Spazio dalla classica al pop. Mi piacciono gruppi o artisti come Bjork, Antony and the Jonsons o gli XX, un gruppo inglese al secondo album con sonorità anni 90’ che richiamano i Depeche Mode, ma il tutto riproposto oggi con una verve e un suono nuovo. Proprio al museo Pigorini dell’Eur, attorno al sound, ho realizzato UN LAVORO A METÀ TRA L’INSTALLAZIONE E LA PERFORMANCE PARTENDO DAL MESTIERE DI OTTO RICAMATRICI. UN TELAIO POSTO TRA DUE SPECCHI GIGANTI che dilatano l’effetto visivo e dei microfoni che campionano e amplificano il suono dell’uncinetto che fora il tessuto. Il risultato era un vero e proprio concerto a commento della realizzazione del decoro ricamato: uno spartito di John Cage. A marzo in esposizione al museo Bilotti di Villa Borghese.
In queste pagine: collezione SS 2013.
Il tuo lavoro è vicino alla ‘natura’: si orienta, dunque, anche alla sostenibilità? Certamente i miei capi, nelle forme e nella loro scultoreità, ricordano il mondo organico. È una forte base per esprimere una silhouette nuova. La bellezza non è solo magrezza o l’imposizione di canoni: non abbiamo bisogno di stravolgere il nostro corpo. L’attenzione al pianeta è senz’altro presente nel mio lavoro: amo l’idea del riciclo e cerco di usare tessuti che fanno parte di un repertorio già esistente come depositi di magazzino, per avere un impatto minore. Così non creo un nuovo inquinamento e cerco di lavorare con materiali antichi o di produzioni vecchie, anche a Roma se ne trovano facilmente.
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Hai qualche luogo, cui sei affezionato, dove ritrovi le energie, nuovi scambi o incontri? Certamente la città dove sono nato: Parigi. È indubbio che ogni volta mi sento come il pesciolino rosso rituffato nel suo acquario. Sono italiano al 100%, tutto mi appartiene dalla cultura all’arte, ma sono comunque orgoglioso di essere in parte francese. Come luoghi di riflessione amo la macchina, ma quando non guido. Riesco a tirar fuori più energie idee e intuizioni. Se chi guida al mio fianco mi sente silenzioso e mi domanda il perché, io rispondo: sto lavorando. Dopo due ore, sicuramente, ho lo start up per un nuovo progetto. Mi confidi un sogno che vorresti realizzare? Il sogno è comune, quello di tutti: mi piacerebbe avere la fortuna di lasciare una traccia, un segno del mio lavoro. L’intento è che attraverso la mia vita possa comunicare dei valori che vadano oltre me stesso. Per questo lavoro anche nell’ambito dell’arte perchè le cose prescindono dal puro estetismo. La moda spesso ti dà la possibilità di esprimere concetti importanti e specchio della società, con l’arte si entra più nel dettaglio e spesso l'arte ci aiuta a ricordare quanto siamo speciali.
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foto di Alessio Migliardi fashion editor Alessia Caliendo
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.cerchietto: LAIT NOIR .cappa: LAIT NOIR .abito: MISURACA MILANO .scarpe: THE WANDERING COLLECTIVE
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.cerchietto: LAIT NOIR .cappa: LAIT NOIR .abito: ANTONIO CROCE MILANO
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.cappello: SUPER DUPER HAT .abito: GILDA GIAMBRA .guanti: STYLIST OWN .borsa: CORE SINE LABE DOLI .calze: CALZEDONIA .scarpe: PREMIATA BY EVA TURNER
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.cerchietto: LAIT NOIR .abito: AVARO FIGLIO .bracciale: PERSY .borsa: BENEDETTA BRUZZICHES .calze: CALZEDONIA
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.abito: TUSCIA .fascia: ANTONIO CROCE MILANO .orecchini: PERSY .borsa: BARBARA BONER .scarpe: PREMIATA BY EVA TURNER FASHIONfiles
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.collana: TOI ET MOI .camicia: AVARO FIGLIO FASHIONfiles
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MAKE-UP & HAIR: Silvia Sadecka using M.A.C. PHOTOGRAPHER ASSISTANT: Giulia Hepburn MODEL: Vika@women LOCATION: Ch창teau Monfort Resort - Milano
.cerchietto: PIERA WITH LOVE .orecchini: PERSY .collana: TOI ET MOI .abito: RECOSTRU .borsa: PAULA CADEMARTORI .scarpe: PREMIATA BY EVA TURNER
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L’ORAMUTA di Luisa Berti
delle fate
NEL PASSAGGIO TRA IL TEMPO REALE E QUELLO SOGNATO VIVONO GLI OUTFITS DELLA PRIMAVERA. COLORI FORTI E ACCESI O TONALITÀ PASTELLO VESTONO LE FATE DEI TEMPI MODERNI...
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“C’è un tempo perfetto per fare silenzio, guardare il passaggio del sole d’estate e saper raccontare ai nostri bambini quando è l’ora muta delle fate”. Ivano Fossati - C’è tempo
L’immagine evocata dalle parole di Ivano Fossati racconta alla perfezione le atmosfere delle collezioni Primavera/Estate 2013. Attraverso gli abiti gli stilisti ci hanno parlato di un tempo silenzioso, soffice e velato, dove sinuose fate moderne attendono il passaggio del sole estivo.Passerella fiabesca, infatti, per VIVIENNE WESTWOOD. L’irriverente stilista britannica ha optato per abiti che sembrano arrivare direttamente dal paese delle meraviglie, tra regine di cuori, cappellai matti e pompose dame dai capelli cotonati. Eccentricità di forme e sostanza, asimmetrie e ricami, maxi gioielli decoro e sete, broccati ton sur ton e taffetà rubati al guardaroba delle dame ottocentesche. Drappeggi casuali e spalle sagomate per gli abiti, stampe wallpaper rosso cardinalizio percorse da fiori dorati, balze, fiocchi e spalle sagomate dalla portabilità straordinaria; kimono dagli effetti destroyed e abiti pronti per un ballo a corte.
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Leggerezza evanescente e molto femminile per la primavera di BLUMARINE, dove nuance luminose, sfumature degradees e trasparenze scintillanti si appoggiano sulla seta e lo chiffon. Bagliori d’oro, d’argento e pizzi lamÊ si rincorrono sulle bluse morbide e sui long dress. Drappeggi e ruches di seta ornano le lunghezze, enfatizzano i volumi e giocano con la luce. Lo scintillio viene accentuato dai ricami di pietre e pailettes, dai fiori di strass e dai cristalli.
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Anche per CHANEL lo scenario non cambia, anzi è accentuato dalla scenografia: un bosco incantato, dove splendide donne sembrano passeggiare in completa tranquillità, enfatizzata probabilmente dai toni chiari del bianco e dei colori pastello. Non manca l’appuntamento della couture con il bouclé, contrastato nello stile dei gambali in pizzo accanto alle piume di marabù così aeree e vibranti che ricordano una civetteria d'altri tempi.
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Le fate di GUCCI invece sono colorate: silhouettes semplici e decise con tagli puliti e netti. Gli abiti arrivano a terra, tagliati in modo da sfiorare il corpo senza stringerlo, né segnarlo. Un occhio di riguardo, in tanta semplicità, va alle maniche, costruite ed elaborate fino a diventare il punto focale di quasi ogni uscita. Voluminose, gonfie, aperte a corolla o trasformate in macro volant. Nell’insieme la passerella sembra invasa da un’esplosione di tinte forti, dal fucsia acceso e vibrante. al bianco ottico, dal rosa fragola si sterza verso un deciso blu china, si scivola nel verde acqua e poi in quello dell'erba. Fate moderne che attraversano le strade delle calde città del mondo: sarà questo lo scenario della Primavera Estate che ci attende.
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In time with fashion foto di Riccardo Abbondanza e Giorgia Fanelli
[...] E un astronomo disse: Maestro, che sai dirci del Tempo? Ed egli rispose: Voi vorreste misurare il tempo, che è smisurato e immisurabile. Vorreste conformare la vostra condotta, e perfino guidare il corso dello spirito, secondo le ore e le stagioni. Vorreste fare del tempo una corrente sulle cui rive sedervi a guardarla fluire. Eppure ciò che in voi è senza tempo, sa che la vita è senza tempo. E sa che ieri e domani non sono che il ricordo ed il sogno dell'oggi. E che quello che in voi medita e canta vive tuttora nei confini di quel primo momento che seminò le stelle nello spazio... Kahlil Gibran
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This is a Fashion Breakfast! _ ILLY limited edition Spring 2013 Kiki Smith Art Collection, caffè e mug _ Lingerie PARAH _ Marmellata e succo di frutta bio ALCE NERO _ Orologio FOSSIL _ Sapone NESTI DANTE collezione Ore Preziose _ Eau de parfum De Couvert - LABORATORIO OLFATTIVO
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Business Time with Style _ FOSSIL BAG _ Bracciale e Pendente, SKAGEN DENMARK _ Charms FOSSIL _ Bracciale modello tennis SWAROVSKI _ Crema Mani e Lip balm, INSTITUTE KARITÈ _ Occhiali, ITALIA INDIPENDENT _ iPhone case FOSSIL _ Orologio MICHAEL KORS
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ore 13.00
A colourful Lunch Time _ Pentole AGNELLI, collezione Slow Cook _ Sandali CAMPER Twins _ Parure Centopercentocachemire _ Orologio MICHAEL KORS
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ore 15.00
Glamour break _ T- shirt e occhiali ITALIA INDIPENDENT _ Orologio DIESEL _ Bracciale EMPORIO ARMANI _ Tablet Case FOSSIL _ Sapone NESTI DANTE collezione Ore Preziose
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ore 17.00
A cup of tea is Timeless _ Orologi SKAGEN DENMARK _ Charms FOSSIL _ Bracciale SWAROVSKI _ Home Fragrance LINARI Amarena _ Biscotti e Cioccolato allo Zenzero ALCE NERO _ JING Tea _ Tea Set Vintage WILMA
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ore 23.00
For a Good and Sensual Night _ EVIDENS DE BEAUTE, struccante, maschera viso collo, lozione idratante _ Collana e bracciale CENTOPERCENTOCACHEMIRE _ Orologio EMPORIO ARMANI _ Eau de parfum AMOUR DE PALAZZO, JUL ET MAD
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ore 20.00
It's a Cool, Sparkling & Glamour Aperitif _ Caviale CALVISIUS TRADITION _ Collana perle di fiume CENTOPERCENTOCACHEMIRE _ Orologio SWAROVSKI _ Bracciale SWAROVSKI _ PREVAGE rinforzante ciglia e sopracciglia _ 5th avenue NYC, ELIZABETH ARDEN Ombretto Duo, eau de parfum _ Rossetto Shimmering Rouge SHISEIDO _ Siero EVIDENS DE BEAUTE
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cine fashion tour di primavera
di Laura Castellini
Per lasciarci alle spalle il grigio dell'inverno, vi suggeriamo un bel viaggio senza viaggio, alla portata di tutti, facile da organizzare e con pochi effetti collaterali, un modo per distrarsi dal quotidiano, per avere spunti di analisi introspettiva o meglio per sorridere e prenderci un po' in giro da soli. Ecco una rassegna delle novitĂ cinematografiche di primavera, che sia introspettivo e drammatico o commedia ironica e satirica, il fascino del grande schermo conquista sempre, a tutte le etĂ . Allora, con un occhio di riguardo al cinema italiano e alle nostre immancabili riflessioni sul TEMPO, comincia il nostro cine fashion tour...
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Con la regia di Richard Curtis, in sala dal 18 aprile, drammatiche riflessioni su questo dono prezioso: il tempo. Il protagonista Tim Lake, Domhnall Gleeson, a 21 anni scopre di poter viaggiare nel tempo. La notte dopo un altro infelice Capodanno, il padre di Tim, Bill Nighy, dice a suo figlio che gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto la capacità di viaggiare
QUESTIONE DITEMPO nel tempo. Tim non può cambiare la storia, ma può cambiare ciò che accade ed è accaduto nella propria vita, così decide di rendere il suo mondo un posto migliore... Purtroppo non è così facile come si potrebbe pensare.
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ILVOLTODI UN'ALTRA Con la regia di Pappi Corsicato, dall'11 aprile in sala, una Commedia ironica e divertente, racconta di come oggi si sia pronti a tutto pur di affermare la propria immagine e il proprio successo, di come il trascorrere del tempo non può assolutamente scorgersi sui volti. Il film è ambientato in un'elegante clinica estetica tra le montagne del Tirolo, frequentata da personaggi più che bizzarri. Protagonisti di questa storia sono la splendida Bella (Laura Chiatti), conduttrice di un famoso programma sulla chirurgia plastica, e Andrea (Alessandro Preziosi), suo marito e medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Tra glamour e funny horror è il caso di dire che ne vedrete delle belle...
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Tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro D'Avenia, commedia tutta italiana con la regia di Giacomo Campiotti, in sala dal 4 aprile. Al centro della storia c'è Leo, un sedicenne come tanti altri che ama uscire con gli amici, il calcetto, ascoltare musica e non sembra essere portato tanto per la scuola, anzi per lui il tempo passato in aula è uno strazio. Così, quando arriva un supplente di storia e filosofia, lo accoglie nel peggiore dei modi. Tuttavia questo nuovo 'prof' - Luca Argentero - è diverso dagli altri e soprattutto sprona i ragazzi a inseguire il proprio sogno. Leo allora sente in sé una nuova forza e si innamora dei capelli rossi di Beatrice, il suo sogno. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la sua malattia ha a che fare con il bianco, colore che associa alla privazione e al dolore, e che tanto lo atterrisce, Leo dovrà scavare a fondo dentro se stesso e cercare di credere che al mondo esiste qualcosa più grande di lui. La canzone dei Modà “Se si potesse non morire” presentata a Sanremo, scelta come colonna sonora.
BIANCACOMEILLATTE, ROSSACOMEILSANGUE
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Attesissimo, in sala dal 26 maggio, il film drammatico che vede Toni Servillo ancora accanto a Paolo Sorrentino, molta riservatezza ma di certo un omaggio dichiarato al grande maestro Federico Fellini e a Roma, dove è stato interamente girato. Il film racconta la storia di Jap Gambardella, un giornalista sessantenne che deluso dal presente, ricorda la sua giovinezza appassionata, ma ormai perduta, che con il suo
lavoro racconta i vari aspetti di una città tanto bella quanto complessa come Roma. Proprio la bellezza della Capitale è uno dei temi centrali della storia con le sue meraviglie custodite e offerte al mondo, malgrado tutt’intorno si assista alla decadenza e al disfacimento della realtà. Anche il cast è di grande bellezza, ricco di mostri sacri del cinema italiano: da Toni Servillo a Carlo Verdone, da Isabella Ferrari a Sabrina Ferilli.
LAGRANDEBELLEZZA
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Importante esordio alla regia dell'impeccabile Luigi Lo Cascio, in sala dall'11 aprile, è la storia di Michele Grassadonia, interpretato dallo stesso regista, e del suo impegno civico e sociale, di un uomo che sogna di cambiare il mondo e di renderlo meno ingiusto. Michele è un ecologista sensibile e integralista. Architetto palermitano, che ha lasciato la Sicilia per la Toscana, dove abita quella che lui considera la città ideale, Siena. Inviso ai colleghi, vive da solo in un appartamento spartano, dove sperimenta energie alternative. Una sera di pioggia finisce contro un'automobile parcheggiata. Qualche chilometro dopo rinviene il corpo di un uomo riverso sull'asfalto. Chiama i soccorsi e viene interrogato dalla polizia stradale sull'accaduto. La macchina ammaccata e alcune sfortunate circostanze convincono gli agenti della colpevolezza del Grassadonia, che da soccorritore diventa indagato. Emarginato e diffamato, il protagonista viene precipitato in un incubo
LACITTÀIDEALE giudiziario, scoprirà a sue spese che la città ideale nasconde mostri dall'aspetto normale. Con uno stile asciutto, Lo Cascio denuncia l'incoscienza civile, le derive giudiziarie, i contratti sociali fondati sulla connivenza, l'indifferenza dilagante del nostro tempo. È la narrazione di un'avventura paradossale e di una ricerca angosciata della verità.
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Con la regia di Alina Marazzi, una storia delicata sul tempo che passa e su un momento importante nella vita di una donna. Una straordinaria Charlotte Rampling è Pauline, che tornata nella sua città – Torino - dopo molti anni rincontra Angela, conosciuta tanto tempo prima all’estero, e che ora dirige un centro per la maternità.
TUTTO PARLADITE
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Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da video, fotografie e testimonianze raccolte da Angela. Tra le mamme che frequentano il centro c’è Emma (Elena Radonicich), una giovane danzatrice, bella e sfuggente, in crisi profonda: non sa come affrontare le responsabilità della maternità, si sente sola e incapace. Tra Emma e Pauline si sviluppa un rapporto di complicità che in un gioco di rispecchiamento porterà l'una a fare i conti con il proprio tragico passato e permetterà all'altra di ritrovare un senso di sé e di riconoscersi anche nella sua nuova identità di madre.
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PASSIONE SINISTRA L'unica regola della passione è che la passione non ha regole. Regia di Marco Ponti. Con Valentina Lodovini, Alessandro Preziosi, Geppi Cucciari,Eva Riccobono, Vinicio Marchioni. Commedia, in sala dal 18 aprile. Nina è cresciuta a pane e politica. Idealista, integralista e decisamente di sinistra, crede in quello che fa ed è convinta del fatto che si possa lottare per un mondo migliore. Vive con Bernardo, giovane intellettuale e scrittore di futuro successo, forse, insomma uno destinato a fare la giovane promessa per tutta la vita. Agli antipodi c'è Giulio, erede di una famiglia di industriali, che più arrogante e qualunquista non si può. Uno che l'idea del mondo migliore non lo sfiora neppure. Non a caso è fidanzato con Simonetta, una simpatica biondezza che inciampa persino sui congiuntivi. Nina e Giulio casualmente si incontrano: è odio a prima vista. Esattamente il tipo di uomo che lei ha sempre disprezzato. Esattamente il tipo di donna che lui ha sempre ignorato. Mondi diversi, pensieri diversi, ideali e non ideali, eppure il confine fra odio e amore è molto labile e basta poco a ridisegnare la geometria sentimentale di due coppie solo apparentemente solide. La passione travolge, ogni presunta certezza distrutta ed ogni differenza azzerata. Ma è proprio vero che in amore niente regole? Una curiosità: Marco Mengoni interpreta per la colonna sonora la storica e amata “Destra Sinistra” del grande Giorgio Gaber.
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TUTTO QUELLO CHE AVREI VOLUTO FARE NEL TEMPO MA NON HO MAI AVUTOTEMPO DI FARE
di Massimiliano Zaccagnini
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Cavolo. Il tema dell’articolo ce l’ho da due mesi, almeno. E adesso mancano quindici minuti alla consegna. Il tempo è bastardo: quando si annuncia ti si stende davanti come un’autostrada, libera, sgombra e senza casello. Sembra che possa portarti dove vuoi, grasso, opulento, pieno di promesse e possibilità. Tu gli credi, ti lasci convincere, lo assecondi e sei fritto: ormai sei in suo potere e quando te ne accorgi è troppo tardi. Troppo tardi, appunto. È sempre così con il tempo: è pieno di contraddizioni.
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Lo puoi perdere ma non puoi ritrovarlo, nemmeno se ti chiami Proust e mangi madeleines dalla mattina alla sera cercando di usare i sensi per richiamarlo. Lo puoi aspettare all’infinito, ma lui non ti aspetta mai, nemmeno se all’improvviso si fermassero tutti gli orologi del mondo. Ti sfugge, ti sfugge continuamente, ma tu non puoi sfuggirgli. Ne sa qualcosa capitan Uncino alle prese con il coccodrillo dotato di sveglia. E ne sappiamo qualcosa tutti noi, alle prese con i nostri comodini dotati di altrettante sveglie. Si dice che sia denaro, ma avete mai provato a saldarci il conto al ristorante? Eppure, basta pagare in ritardo una multa per scoprire quanto costa, il tempo. Questo dannato tempo. Si può andare a tempo, fuori tempo e anticipare il tempo, ma il problema è che il ritmo lo detta sempre lui. Il resto è errore. Un inutile errare. E così, quando scandisce i suoi ritmi, le sue cadenze e le sue scadenze noi ne diventiamo automaticamente schiavi. Qualcuno potrebbe dire: tutto questo per un articolo che parla del tempo? Tutto questo perché ti sei ridotto all’ultimo momento per metterci la testa? Non potevi pensarci prima, fare qualche ricerca, che so, recuperare qualche vecchio romanzo che parla del tempo, qualche film dove il tic tac si senta bello forte? Non sarebbe stato più facile muoversi per tempo.
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Eh, appunto. Sta qui la fregatura: il tempo è come un elastico. Tirato davanti a te può sembrare lunghissimo, poi basta un attimo e ce l’hai addosso. Spesso in un occhio. E così sono passati quasi quattro minuti parlando del tempo senza dirne nulla e non ho riempito appena metà dell’articolo. Certo, perché ovviamente il paradosso del tempo rifrange sul suo eterno compagno: lo spazio. Avete mai notato? Quando andiamo di fretta la strada si allunga. Quando abbiamo tempo da perdere (che sappiamo già non ritroveremo comunque mai) la strada diventa più corta. Parliamo della stessa strada, della stessa identica porzione di strada. Fatela per correre ad un appuntamento in cui siete in ritardo e sarà lunghissima. Fatela passeggiando dolcemente, magari in piacevole compagnia, e sarà già finita. Ancor prima di cominciare. Un po’ come l’acqua della pasta: se la guardi non bolle mai. La dimentichi e sparisce dalla pentola. Evapora.
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Si dice un’altra cosa del tempo: si dice che stringa. È vero, stringe e come. Anzi stritola. E questa è la parte più bella, parlando di creatività e idee. Quando è il loro tempo, non c’è più nulla da fare, nulla più da ripensare, raffinare, limare, nulla per cui più tergiversare, rimpallare, sistemare. Quando è il loro tempo, devi lasciarle uscire, le idee. Stop, basta, non sono più tue. Devono andare, devono camminare con le loro gambe. È il loro tempo. E il bello è che nessuno sa quanto durerà.
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TEMPO&DESIGN di Roberto Vella
Spesso, quando si sta per scegliere un oggetto di design la domanda che ci si pone è: “non mi stuferà col tempo?”. In alcuni casi la preoccupazione è opportuna, in effetti alcune sperimentazioni e/o provocazioni sono figlie del proprio tempo, la loro forza propulsiva visionaria si affievolisce con il passare di esso. Pensiamo al divano di Studio 65 LEONARDO SOFA, 1969, che è sicuramente espressione e esponente di pregio della pop art americana ed è facilmente riconducibile agli anni '70. Sempre Studio 65 nel 1971 ha dato vita ad un divano che è ancor oggi a catalogo, sto parlando dell'intramontabile divano BOCCA DELLA GUFRAM, l'unico restyling che ha subito in
Sopra: design inalterato nel tempo: Chaise Longue Le Corbusier (1929) e Arco Flos di Castiglioni (1962).
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questi oltre quarant'anni è nella gamma dei colori, infatti all'originale rosso si sono aggiunti il nero ed il rosa shocking. Ancor oggi un'icona! Dunque cosa fa rimanere attuale dopo tanti anni un'opera? Poco importa se sia un quadro, un brano musicale od un oggetto di design, le ragioni dell'immortalità sono le stesse. Innanzitutto il concetto che sta a monte dell'idea deve essere senza tempo. Ad esempio se creo qualcosa ispirato ad una specifica guerra, sicuramente segnerò il tempo della mia creazione, se invece l'ispirazione è al concetto astratto di libertà o di pace,
Il Leonardo Sofa, dello Studio 65.
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Borsalino(1857) e Moka Bialetti(1933) hanno imposto uno stile, non solo un cappello ed un caffettiera ma Il Borsalino e La Moka.
no. Anche la tecnica può collocare una data all'opera, per un esempio andiamo nel mondo della musica, se ascoltiamo un brano ricco di sintetizzatori e campionatori è indubbiamente della metà degli anni '80. Torniamo al nostro campo specifico: il design. Il designer può, nella fase embrionale del progetto, decidere di utilizzare una tecnica o un concetto caratteristici di un preciso momento temporale oppure no. Altri fattori, come l'evoluzione dei materiali o le possibilità date dall'ingegnerizzazione del processo produttivo non sono prevedibili. Prendiamo i materiali. Nell'abbigliamento sportivo, ad esempio, la loro evoluzione è stata tale che è impossibile considerare attuale un modello di dieci o venti anni fa. In architettura la possibilità di curvare il vetro dà oggi possibilità strutturali che fino a qualche anno fa erano impossibili.
Ma è corretto valutare il fattore tempo nel design? Per il designer può essere una scelta quella di collocare, o meno, nel tempo il proprio progetto. Per l'acquirente, il fruitore, secondo me no! O meglio, vale la regola delle tre volte: la prima volta che ci si innamora fulmineamente di un oggetto di design, resistiamo all'acquisto; al secondo passaggio se si è ancora emozionati, pensiamo all'acquisto; al terzo passaggio acquistiamo. Se siamo capaci di continuare ad emozionarci guardando quel design, non dobbiamo avere alcun dubbio, non importa se con il tempo perderà o meno di freschezza.
Il divano Bocca della Gufram.
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di Valentina Di Domenico
TEMPO E METAMORFOSI In soli tre anni Roy Caceres ha trasformato il nome del suo ristorante, Metamorfosi, in un marchio nel quale si rispecchia l’originalità di uno chef stellato in continua evoluzione. Talento, impegno e perseveranza sono le doti che hanno decretato il successo di Caceres: 36 anni ad aprile, di origini colombiane e padre di tre bambini, Roy si è formato in giro per l’Italia, da Forte dei Marmi e Cortina d’Ampezzo, da Bormio ad Arcidosso, imparando l’arte dell’alta ristorazione in location come il Relais & Chateaux “il Pellicano”, la celebre Locanda Solarola e il Ristorante Pipero di Albano Laziale. Oggi, tra i tavoli del suo Metamorfosi a Roma, nel cuore del quartiere Parioli, si respira un’aria che sa di buono e moderno: quella di Caceres è una cucina attenta al dettaglio e alle sfumature, con piatti che viaggiano insieme alle stagioni e modalità di preparazione che affondano le radici in tecniche nuove e antiche allo stesso tempo.
Roy, qual è il tuo primo ricordo riguardo al cibo? Il mio primo ricordo è il latte. Io amo il latte e ho dei ricordi di quando da bambino e accompagnavo il latte con una bevanda colombiana che si chiama agua de panela… ed era fantastico. In particolare ricordo che un giorno ho bevuto il latte appena munto in una fattoria; avevo 5 anni e la persona che lo mungeva mi fece bere spruzzandomelo dalla mucca. Fu per me divertentissimo ed ho ancora in mente il ricordo di quel sapore. Metamorfosi ha aperto nel 2010 con l’intento di essere non solo un ristorante ma anche un vero e proprio “progetto”: perché? Cosa conferisce a Metamorfosi il carattere di progettualità? Metamorfosi è nato per diventare un punto di riferimento della ristorazione romana e non solo, ma soprattutto per poter proporre la nostra idea di ristorazione, cercando di innescare una piccola metamorfosi nei nostri ospiti. Qual è il valore del tempo nella tua cucina e nel tuo modo di lavorare con lo staff? Per me il tempo è evoluzione, ci permette di valutare il nostro percorso e di realizzare i nostri sogni.
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Come sono cambiati i tuoi piatti in questi anni? Cos’è che spinge al loro cambiamento? I miei piatti si sono concretizzati molto di più, hanno perso e continuano a perdere il superfluo. Il cambiamento avviene dalla voglia di emozionare i nostri ospiti coinvolgendo più sensi possibili. In quanto tempo nasce, solitamente, un piatto che viene poi inserito nei tuoi menù? Non abbiamo tempi prestabiliti, varia molto in base al momento che viviamo, alle esperienze e soprattutto a quello che voglio comunicare in quel momento. Ci sono stati piatti nati in pochi giorni, ma con il tempo li abbiamo affinati quindi alcune volte mi viene da pensare che i nostri piatti siano finiti quando è arrivata ora di cambiarli dal menù. E quanto dura? Per quanto tempo senti un tuo piatto forte, capace di conquistare i clienti? Ci sono dei piatti che hanno conquistato i nostri clienti e fino ad ora continuano a farlo. Devo dire che alcuni piatti, anche se mi piacciono molto, a volte non colpiscono i nostri ospiti e quindi dopo un tempo di prova vengono cambiati, pur rimanendo tra i miei preferiti. Dopo un po’ di tempo però, possono ritornare con una consapevolezza diversa. Qual è il piatto con il quale vuoi celebrare con noi di Fashion Files l’arrivo della primavera? Tra i primi ingredienti che mi vengono in mente con l’arrivo della primavera ci sono i piselli e quindi facciamo gnocchi di seppia e patate con piselli e limone candito.
Mont blanc di foie gras.
Se è vero ciò che cantava il cantautore siciliano Mario Venuti, ovvero che “La felicità si racconta sempre male, perché non ha parole, e si consuma mentre se ne va”, non resta che recarci al Metamorfosi di Roma e provare in tutta calma i piatti di Roy: sarà quello il momento in cui, tra un Uovo 65° Carbonara e un’Anguilla di Comacchio, faremo esperienza di quell’attimo fugace in cui la buona tavola si ferma e regala piccoli istanti di pura felicità.
Gnocchi di seppia e patate con piselli e limone candito.
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UN TEMPO per noi
USARE LO STRESS Lo stress non è una disfunzione ma un campanello di allarme che innesta un meccanismo di protezione del nostro corpo. Evitarlo è impossibile, eliminarlo pure. Il segreto è agire. Lo stress è lo strumento di comunicazione dell’ambiente con l’individuo e se impariamo a usarlo, impariamo a vivere. Lo stress ci segnala un cronica situazione di disagio con noi stessi. Scarsa autostima e insicurezza portano facilmente a stati di stress. Quando questo succede inizia quel processo fisico attraverso il quale il disagio psichico si riflette su quello del corpo: eccessiva stanchezza, rifiuto o scarsa cura di sé, inquietudine, irritabilità, mal di testa, insonnia, colite, gastrite, tachicardia, disturbi alimentari, asma, psoriasi, eczemi, depressione. La chiave di lettura della modalità con cui lo stress riesce a determinare affezioni così diverse, sta nell’interazione che esso ha con il sistema nervoso centrale, con il sistema nervoso periferico, con il sistema endocrino e con il sistema immunitario. La psico-neuro-endocrino-immunologia si occupa proprio di studiare questi effetti. Che fare? Diamoci un tempo di riflessione e silenzio. Mettiamo in contatto la nostra coscienza con il mondo fuori: due spazi inseparabili. Ogni giorno quei pochi minuti di riflessione e silenzio saranno indispensabili.
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di Annamaria Borsetto Menghi
LA CONSAPEVOLEZZA E IL BENESSERE Si sente molto parlare di filosofia del benessere, wellness ed equilibrio psicofisico della persona, ma spesso per molti questo traguardo sembra irraggiungibile. Rallentare, darsi tempo, semplificare, sfoltire il campo fra ciò che è necessario, utile e piacevole e ciò che non lo è, sono i modi per raggiungere una maggiore serenità interiore e un arricchimento spirituale. E proprio la consapevolezza dello stare bene ci tiene lontani dalla malattia. Cosa intendiamo per “tempo libero”? Perché non è possibile avere ogni giorno uno spazio da dedicare a noi stessi? Il primo passo da fare è trovare un “punto limite” nella giornata per ricavare nel quotidiano attenzione ed ascolto del noi. Bastano pochi minuti, un momento di pausa, quotidianamente, anche solo per pochi istanti. Un tempo per i nostri bisogni, uno spazio armonico, dove riuscire a resettare l’orologio della giornata per volerci bene.
Annamaria Borsetto Menghi, Medico Chirurgo, Specialista in Allergologia e Immunologia, ci racconta il suo orientamento per la Medicina Integrata e il suo modello di terapia olistica, che si propone di curare la persona, nel rispetto dell’unicità individuale, al fine di creare così una alleanza terapeutica fra medico e paziente con totale presa in carico del paziente aperta ai suoi bisogni sul piano fisico e psicologico.
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IL TEMPO CI GUARIRÀ Con un lavoro adeguato noi possiamo essere i guaritori di noi stessi, anche se in alcuni casi potremmo avere bisogno di aiuti esterni che ci sostengono, soprattutto quando non abbiamo idea di come ci si ami.
LE BASI DELLA SALUTE OLISTICA Il benessere è soprattutto un viaggio tra la mente e il corpo. Quando la strada da percorrere diventa più chiara, ci rendiamo conto che le cose si sistemano da sole. Chi vive nel tentativo di controllare ciò che in realtà non è controllabile non vive veramente, perde attimi stupendi. Coloro che vivono con attenzione, concedendosi tempo vivono in maniera completa ed emanano sicurezza e gioia di vivere agli altri.
ACCETTARE UNA SFIDA Nessuno vuole soffrire, ma sicuramente molti non vogliono stare meglio. Quelli che migliorano è perché hanno accettato un cambiamento: una sfida che può consistere nel prendersi tempo, rimettere in moto il corpo, iniziare una alimentazione sana, interrompere una serie di abitudini, accettare di parlare di sé e dei propri blocchi. Potrebbe capitare di non sapere come usare il tempo a disposizione. Spesso non siamo capaci di guardarci dentro, perché questo potrebbe alterare l’equilibrio fra noi e gli altri. I medici e le terapie sono una barca per attraversare il fiume, ma a volte il paziente non scende mai, o meglio, non vuole scendere sull’altra riva. Darsi del tempo quindi, può essere l’inizio verso il viaggio di recupero della propria salute psichica e fisica.
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SINGING in the shower
di Rossana Pastore
Il TEMPO in musica... Ci piace l’idea di iniziare questa rubrica con una parola così illimitata, nell’idea di libertà e indipendenza, che racchiude tutto e nulla perché fugge alla percezione, alle aspettative e ai sogni; che appartiene a nessuno e a tutti quelli che lo vivono e cercano di fissarlo e renderlo memorabile. Tema affascinante nelle sue sfaccettature, al centro di tante canzoni corredate in alcuni casi di ticchettii e battute al minuto. Ce n’è una di IVANO FOSSATI che racchiude tutto il suo essere molteplice nello scandire ricordi e attese, passato e futuro, che racconta di “...un tempo sognato... negato... segreto... distante... perfetto per fare silenzio... che sfugge... che prima o poi ci riprende... bellissimo...” Titolo, appunto, C’è’ tempo. Incostante, inafferrabile ma con una certezza che apre e chiude questa che è una poesia e un invito alla vita: “Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare/io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare”. Testo forte anche di un accompagnamento musicale trascinante, con un crescendo di fisarmonica che regolarizza il battito cardiaco di chi l’ascolta. Un tempo che c’è, secondo Fossati, e che aspetta di sapere cosa decidiamo di farne. La stessa ansia che prende MATTHEW BELLAMY dei MUSE in Time is running out (con annesso video statico e meccanico a rendere il dilaniamento degli atti ripetuti all’infinito) quando urla: “Our time is running out”
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Poi c’è il capolavoro per cui l’umanità dovrà essere sempre grata: Time dei PINK FLOYD. Sembrerebbe quasi offensivo sottolineare l’ovvio della perfezione di questa canzone che parte col famoso ticchettio interrotto dal suono di sveglie e pendoli, nel sonoro curato da Alan Parsons, e per quel tappeto iniziale di chitarra, basso e piano elettrico in un’atmosfera quasi onirica. Qui testo malinconico, a tratti struggente “The sun is the same […], but you’re older […] and one day closer to death”. Un pò di rassegnazione nelle parole di Gilmour, con il sospeso di ciò che voleva e non ha detto, “The time is gone, the song is over, thought I’d something more to say…”. E ci prende il groppo in gola quando si ascolta la voce inconfondibile di FREDDIE MERCURY che in Time invita a non perdersi in cose inutili perchè “Time is wait for nobody” e quindi agisci ora o “there’ll be no more future at all”. Certo, ascoltarlo in These are the days of our life, quando canta “You can’t turn back the clock, you can’t turn back the tide. Ain’t that a shame? I’d like to go back one time” fa un pò effetto, tempo per vivere lui non ne ha avuto tanto. Questo fu il suo ultimo videoclip. Ma il tempo dipende anche dalla percezione che si ha di esso. MADONNA in Hung up lo dice chiaramente “Time goes by so slowly for those who wait”. Qualunque sia il nostro stato d’animo a riguardo, non possiamo esimerci da esso e non dobbiamo farlo.
Perderemmo di vista il senso di quello che stiamo vivendo. O ascoltando. “Music is the reason why I know time still exist” (Dancing, ELISA).
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LAMUSICA del cuore
di Elisabetta Castiglioni
Reinventare il tempo con la musica del cuore Rispetto del TEMPO passato, ma anche fiducia nel futuro in un continuo reinventare e reinventarsi. Questa è la filosofia musicale della carioca Marisa de Azevedo Monte, “esplosa” in Italia qualche anno fa nella formazione dei Tribalistas (insieme ad Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown) e da tempo protagonista di meravigliose canzoni ispirate ad un perfetto mélange tra tradizione, samba e stili moderni.
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Il Brasile, la sua terra: una distanza geografica infinita, una brevissima distanza nel cuore degli ascoltatori che la seguono e che crescono a dismisura giorno per giorno, ammaliati dalla sua straordinaria ed inconfondibile voce e da una presenza sul palco d’ineguagliabile eleganza e impatto. Ora, dopo 7 anni, Marisa Monte torna in Italia per presentare dal vivo il suo concerto-show Verdade, uma ilusão il prossimo 16 aprile a Roma, ospite dell’Accademia di Santa Cecilia per la rassegna It’s Wonderful. La bellezza delle sue composizioni, la genialità delle sue melodie, la profondità poetica dei suoi testi si fondono per dar vita ad uno stile musicale d’eccellenza, guidato da un tempo interiore che accorcia, nell’ascolto, la separazione tra generi musicali e il divario tra generazioni. Marisa gioca con il tempo nelle sue canzoni, sia esso compresso nei 5 minuti della speranza di poter riappacificarsi all’amato (Cinco Minutos), sia un tempo della fede e dell’ottimismo per un futuro imprevedibile (Tempos modernos). Ma questa incredibile artista è legata anche ad uno speciale “carpe diem” esistenziale che la vede assimilare e godere di ogni stimolo esterno per poi trasformarlo in poesia. Così, infatti, si è costruita il suo percorso, fin da giovanissima, tra passione per il canto lirico, curiosità rock espressa nello studio della batteria, jazz, pop, bossanova e musica tropicale. Un cammino in costante evoluzione, fermentato dall’intuizione del suo storico produttore, Nelson Motta, e dagli incontri artistici con personaggi del calibro di Ryuichi Sakamoto, John Zorn, Marc Ribot, Philip Glass, Gilberto Gil, Laurie Anderson e, naturalmente, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes con i quali ha riscoperto le proprie origini musicali tribali con un occhio in avanti.
Come donna, artista e madre di ben due figli, Marisa ingloba anche l’emblema di una contemporaneità temporale che le permette di saper alternare con disinvoltura e creatività la vita privata a quella professionale. Il tempo in Marisa Monte si trasforma così da contemplazione in azione continua, alla ricerca dell’emozione sonora filtrata dall’esperienza, della poesia universale condita da un’osservazione semplice ed oggettiva che l’ha portata a confrontarsi col passato, a vivere il presente e a sperare in un futuro migliore.
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