ÂŤE ben presto mi accorgo che, a mano a mano che le cerco, le risposte arrivano.Âť
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Francesco (nome che deriva da francus che significa «uomo libero») non ne può più di sentir parlare di bolidi, di telefoni cellulari o di orologi di marca e vuole «scoprire dov’è finita l’avventura negli anni dei fax e dei fast food». Una notte, mentre guida la sua motocicletta per le strade di Montmartre, vive un’esperienza inspiegabile che lo segna per sempre. È il giro di boa di una vita. Da quel giorno in avanti, tutto cambia per Francesco. Così come Parzival, il cavaliere della Tavola Rotonda che parte alla ricerca del Graal, anche lui muove i primi passi sulla strada della Ricerca della Verità. Da Parigi a Budapest, da Medjugorje a Santiago de Compostela, da Roma a Los Angeles, da New York a Sarajevo, da Stoccolma a Bangkok, Francesco compie un viaggio geografico e spirituale alla scoperta di sé stesso e del significato della vita. Strada facendo, si imbatte in molti maestri e ha l’opportunità di confrontare differenti visioni del mondo – l’occultismo di Boris, la fisica quantistica del giovane scienziato Philippe, il cristianesimo di Padre Juliano, l’astrologia di Elettra, la new-age di Jayne, le filosofie orientali di di Gyandev e la saggezza di un bikkhu (monaco buddista) incontrato in un tempio della Tailandia – scoprendo, alla fine, che le risposte sono sempre le stesse, anche se spesso formulate in maniera diversa.
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«La Ricerca di Sé stessi» è un avvincente viaggio nel profondo dell’animo umano, il racconto appassionato di una metamorfosi interiore, la storia di una ribellione agli standard della società moderna, la cronaca di una riscoperta della vita e del suo significato. A ogni pagina, l’autore ci contagia con la sua voglia di vivere, ci spinge a metterci in discussione e ci aiuta a crescere guidandoci in un universo misterioso e affascinante. Come si realizzano i desideri? Esistono leggi naturali ancora ignote alla scienza? Che cos’è esattamente la magia? Quali forze danno forma al destino? Che cosa sono i sogni? Possiamo fare in modo di incontrare l’anima gemella? A queste e a molte altre domande, Francesco cerca di rispondere in questo libro, dove la ricerca di sé stessi conduce alla scoperta delle leggi segrete che governano il destino dell’uomo.
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Dediche Dedicato a mio nonno Carlo, che porto sempre nel cuore. Dedicato agli spiriti liberi, a tutti quelli che non si sentono mai ÂŤarrivatiÂť.
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Pier Francesco Grasselli
La Ricerca di SĂŠ stessi
Libro primo
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I n guerra col mondo Illustrazioni di Riccardo Passoli
Rabbia e inquietudine. Con chi ce l’ha il giovane Pier Francesco Grasselli? Con tutti, anche con se stesso. E qual è il motivo della sua aggressività, del suo linguaggio crudo, nei confronti della vita, delle giornate che passano, del lavoro che è costretto a fare e che non gli va? La spiegazione coinvolge ognuno di noi, voglio dire l’umanità intera, come sempre è capitato per le generazioni precedenti. Naturalmente i teen-ager, che hanno più o meno l’età di Grasselli, si ritrovano nelle sue pagine, nei versi che differiscono da quelli tradizionali. Queste poesie-non poesie vengono fuori con i vocaboli che adoperano gli adolescenti di ogni Nazione, riferiti al corpo o al sesso maschile, visti non in maniera dispregiativa, ma astratta, come intercalare vivace, anche snobistico, mai dissacratorio. Cesare Zavattini, in anni lontani, aveva usato alla radio, dove collaborava, lo stesso termine di Grasselli: scoppiò uno scandalo e, nonostante fosse un grande scrittore, non lo invitarono più in trasmissione. La differenza tra la parola di Zavattini e quella di Grasselli sta nell’evoluzione del costume, anche se la veemenza dell’uno si riflette nello sdegno dell’altro. Entrambi segnalano un disagio e anche gli identici complessi. La mediocrità infatti continua ad 6
assediarci. E sono i ragazzi, quelli più aperti alla cultura, capaci di guardarsi dentro, i primi a reagire, a denunciare ciò che non funziona. Di sicuro non basta scrivere un libro per guadagnarsi la stima dei lettori, dei critici e degli editori. Grasselli dovrà farne di strada, prima di crearsi uno spazio suo, un’immagine che lo distingua. Tempo fa, a Cortina d’Ampezzo, ebbi l’occasione di leggere il suo testo di esordio, relativo a un viaggio in motocicletta, compiuto alla ventura. Parlammo parecchio insieme, e io lo consigliai di andare avanti nel suo diario contemporaneo. Sono sempre curiosa dei nuovi talenti, e di chi osserva con occhi attenti quanto succede. Cortina è una palestra che offre tantissime occasioni per incanalare la propria indignazione in qualcosa di costruttivo. Ben venga quindi il giovane Grasselli che odia il conformismo, pronto a denunciare le banalità correnti, non per stupefare gli amici della sua cerchia, ma invece per riscattarsi, per dare un senso alla sua esistenza e a quelle altrui. Il mio suggerimento è di insistere, di non lasciarsi fagocitare dal sistema. Milena Milani Albisola, martedì dodici ottobre 20041
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Prefazione a una raccolta di poesie (mai pubblicata) di Pier Francesco Grasselli.
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«A sei anni volevo diventare cuoco. A dieci, Napoleone. Da allora in poi le mie ambizioni sono sempre andate crescendo.» Salvador Dalí, La mia vita segreta, Abscondita, Carte d’Artisti, Prologo.
«Nemmeno il più savio fu savio abbastanza per comprendere, invecchiando, che gioventù non è che un’altra parola per dire: esagerazione.» Stefan Zweig, La lotta col demone, Hölderlin, Kleist, Nietzsche, Sperling e Kupfer.
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Prologo
Sconforto
ed esaltazione dove si legge del mio ÂŤblocco dello scrittoreÂť, del rifiuto da parte della traduttrice di tradurre in inglese la mia scandalosa opera prima e della mia idea di scrivere un libro che cambi la vita delle persone.
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ÂŤSono un artista, e questo significa che posso essere egocentrico quanto mi pare.Âť (Lou Reed)
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I l blocco dello scrittore
«Anche per scrivere una grande storia erotica ci vuole il genio della letteratura.» (Corrado Augias, Leggere, “Quando s’affaccia eros”, Mondadori 2007, pag. 62) «È davvero grosso» esclamò la bionda con un po’ di apprensione avvolgendo le lunghe dita aggraziate – le unghie laccate di madreperla – intorno al membro turgido dell’energumeno; e poi sottovoce, come fra sé e con una malizia sbarazzina: «Sembra quello di un asino...» Tutto quel rum le aveva sciolto la lingua. Un minuto dopo aveva sostituito alle dita le labbra. «Non resisto più» gli disse a un certo punto. Si sdraiò sul letto e spalancò le cosce. «Scopami.» Il suo cazzo nerboruto la penetrò con difficoltà. Le sfuggì un gridolino. «Vacci piano!» protestò. «Mi fai male!» Tuttavia si abituò presto. Ora si contorceva sotto di lui come un’anguilla. La guaina della sua fica era calda, umida, accogliente. 11