Riapertura della Chiesa Parrocchiale di San Giacomo di Piumazzo
11 09 2016
Note Storico-Artistiche 1200
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L’antica chiesa, Corty, 1844
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La nuova chiesa appena terminata, 1910
La chiesa primitiva esisteva probabilmente già a partire dal 1213 (anno di fondazione del castello), ma nei documenti comparve solo dal 1233 con il titolo di Ecclesia Sancti Jacobi de Castro Plumatii, assumendo le funzioni dell’antico ospitale dei pellegrini: dagli archivi risulta poi che Papa Gregorio X con la Bolla dell’aprile 1271 approvò la donazione della chiesa ai Canonici Regolari Lateranensi di Monteveglio da parte della comunità di Piumazzo. Importante documento storico è un disegno del Gozzadini quale prima immagine rinvenuta dell’impianto compositivo dell’edificio; esso risale al 1578, anno in cui la chiesa passò al plebanato di Castelfranco. Nel 1598 la torre campanaria fu sopraelevata, «innalzata e restaurata dagli uomini del Comune, essendo Massaro Giacomo di Grandi, l’anno del Signore MDIIC nel quale Ferrara ritornò alla chiesa», come testimoniato da una lapide celebrativa posta sul basamento del campanile. Tra il 1629 e il 1632 il parroco don Tomaso Stamarini cominciò a rifabbricare la chiesa e con essa la canonica «tutta da fondamenti», i cui lavori di edificazione erano terminati nel 1477 come testimoniato da una lapide marmorea attualmente conservata nell’androne e fatta collocare dall’allora parroco don Corradino Parmani da Vignola. Nel 1789 fu intrapreso il rifacimento del campanile e la messa in opera di due delle attuali campane fuse nel 1788 da Antonio Pomelli. L’opera, conclusa nel 1873, comportò la sistemazione del timpano di coronamento, il rivestimento della cuspide in lamiera di rame e la collocazione di altre due campane fuse da Clemente Brighenti. Nel 1844, con l’arrivo di don Felice Forlai, la chiesa subì un primo importante restauro che vide l’aggiunta di cappelle laterali sul fianco verso la piazza, mentre nel 1873 «furono compiuti diversi lavori nella canonica fra i quali notevoli la cantina, tutta in volto (attuale cripta), la rimessa attigua alla stalla e una sala grande dentro la canonica», sopraelevando l’edificio esistente ed aggiungendo un piano oltre la copertura della Casa dei pigionanti posta sotto la torre colombaia. La chiesa primitiva, con orientamento est-ovest, presentava pianta “ad aula” con copertura a capanna e timpano sul portale di facciata ed occupava lo spazio dell’attuale transetto. Da una perizia eseguita nel 1840 per la costruzione della nuova chiesa è possibile risalire alle dimensioni approssimative del manufatto; lunghezza circa 25 metri, larghezza 11 metri, altezza 10 metri.
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La chiesa attuale risale invece ai primi del Novecento ed è frutto della demolizione e ricostruzione della chiesa di impianto romanico che qui sorgeva. Sappiamo dalle cronache conservate nell’archivio parrocchiale che l’allora Arciprete Mons. Emanuele Lanzerini promosse la costruzione della nuova chiesa poiché «la chiesa attuale non contiene nemmeno la metà della popolazione…ed è anche malamente situata perché per entrarvi si scendono alcuni gradini rispetto la strada». Per poter realizzare un edificio più ampio, la scelta dovette necessariamente ricadere sul cambio di orientamento, infatti, lasciando «intatto il campanile quasi nuovo» l’unica possibilità fu quella di realizzare le navate con orientamento nord – sud, inglobando nel transetto la chiesa primitiva, poi demolita, per non sospendere l’Ufficio Liturgico. Si legge infatti: «per contenere la gente, l’unica soluzione è che la nuova chiesa abbia facciata sulla strada con orientamento da settentrione ad ostro con limiti stradello del campanile e di ponente…con sacrificio di una parte della canonica». Il progetto della nuova chiesa venne affidato da Mons. Lanzerini al giovane ingegnere bolognese Luigi Donini che, come disse il Can. Prof. Mariani: «ebbe encomiabile correttezza di gusto nel bandire la sfrenatezza ornamentale di stucchi e gessi del barocchismo teatrale presente in molte chiese erette nella Diocesi bolognese durante l’ottocento».
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1900
I lavori di costruzione durarono dal 1893 alla fine del 1900 e la dedicazione al Sacro Cuore di Gesù, come accadde per moltissimi edifici sacri inaugurati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento a causa della forte devozione di Papa Pio IX, avvenne alla presenza del Card. Svampa nella settimana dal 9 al 16 giugno 1901. La facciata è tripartita come gli spazi interni; in essa si riconosce lo stile neo romanico-lombardo per la modellazione della superficie muraria piena su cui si inseriscono, come elementi di profondità e di respiro, il rosone frontale, la loggetta di coronamento sostenuta dagli archetti ripetuti lateralmente e la strombatura del protiro. L’impianto si sviluppa su una croce latina con profonda abside. Le dimensioni interne principali sono: lunghezza 36 metri, larghezza nel corpo delle navate 17 metri, larghezza nel transetto 25 metri, altezza interna del tamburo posto all’incrocio dei bracci 25 metri.
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All’interno il gioco delle strutture è potenziato dall’incrociarsi e sollecitarsi a vicenda della nervatura bicromatica che accompagna l’occhio dell’osservatore verso una graduale e progressiva ascensione. Anche le finestre ad arco ritagliate all’interno della ripartizione radiale dell’abside sono caratterizzate dalla medesima bicromia. Particolare è l’innesto su cui si imposta il tamburo: agli spigoli un concentrarsi di archi concentrici quasi galleggia nel vuoto eppure solidamente regge la struttura. Oltre questi il motivo bicromatico continua negli archetti a tutto sesto delle volte e nelle tonde finestre da cui penetra la luce. L’altare pre-conciliare e tutte le decorazioni in pietra arenaria furono abilmente disegnati dallo stesso ing. Donini e realizzati dalla ditta Canepa nell’anno 1900; i lavori di adeguamento liturgico e trasformazione di tutta l’area presbiterale così come appare oggi sono stati eseguiti nel 1989 per volontà del Can. Don Giulio Cossarini. Oggi all’interno della chiesa sono conservate alcune opere legate al culto di San Giacomo come la “Vocazione di San Giacomo Maggiore” di Gaetano Gandolfi (seconda metà del XVIII secolo) e un rilievo in terracotta modellata raffigurante San Giacomo attribuito a Giuseppe Mazza (1740-60) collocato al centro dell’altare. Numerose opere d’arte, poi, come il quadro di Denys Calvaert “San Giacomo”, “Sant’Anna e la Vergine” di Giuseppe Maria Crespi insieme ad altri quadri, statue e arredi, arricchivano le cappelle dell’antica parrocchiale.
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All’estremità sudest della chiesa sorge, in aderenza, un piccolo edificio di due piani dalle linee architettoniche essenziali che ospita al piano terra la sacrestia ed al piano superiore una saletta che consente l’accesso ad uno dei due matronei. Dalla parte opposta alla sacrestia, la chiesa è in contatto con le strutture della casa canonica. Bibliografia: • • • • • •
Le chiese della Diocesi di Bologna ritratte e descritte, Tomo III, Bologna, 1848. Rocche e castelli lungo il confine tra Modena e Bologna, a cura di P. P. Bonacini e D. Cerami, Vignola, 2005. I beni ecclesiastici del territorio di Castelfranco Emilia, E. Fogli, L. Lazzari, Ecclesia. Modena, 2005 Storia di Piumazzo. Un castello armato fra Bolognesi e Modenesi, G. Santunione, Modena, 2008. Dichiarazione di interesse culturale, D. Meneghini, Soprintendenza per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, Bologna, 2015. Ricerche di Stefano Tampieri presso l’Archivio Storico Parrocchiale di San Giacomo di Piumazzo.
Gli eventi sismici del 2012 e il progetto di riparazione e miglioramento sismico A seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 la presenza di lesioni specialmente nelle volte del transetto e sul tiburio porta alla chiusura cautelativa della chiesa parrocchiale, ritenuta non sicura all’uso pubblico al termine di verifiche tecniche imposte da un’Ordinanza del Sindaco. Nel Settembre dello stesso anno, dopo la perizia della Soprintendenza, iniziano i progetti per il ripristino della sicurezza ed i contatti con l’Assicurazione, essendo lo stabile coperto da polizza. In principio si prospetta che la Parrocchia debba coprire per intero l’importo dei lavori, salvo il parziale premio assicurativo. Viene redatto dall’Ing. Stefano Tampieri un progetto esecutivo caratterizzato da una serie di interventi minimi strettamente necessari a garantire la sicurezza ed il rientro immediato nella chiesa. Nella primavera del 2013 la Soprintendenza autorizza le linee di intervento proposte. L’Arcidiocesi di Bologna, nominata intanto dalla Regione unica referente, invita ad attendere l’uscita delle specifiche ordinanze per la ricostruzione dei beni ecclesiastici ed i relativi finanziamenti. Nell’ottobre 2013 la chiesa di Piumazzo entra nel Progetto Regionale di Ricostruzione del 2014, con finanziamento dei lavori inerenti al sisma. Notizia che rallegra: bisogna tuttavia aumentare il livello di dettaglio della progettazione, poiché, in quanto opera finanziata con fondi pubblici, le normative richiedono elaborati grafici e documenti contabili specifici. Da un ripristino minimale, quale quello prima prospettato, ci si indirizza verso un’ opera di riparazione e miglioramento completa. Il 14 gennaio 2014 si consegna il progetto esecutivo degli interventi strutturali a firma dell’Ing. Stefano Tampieri, degli interventi architettonici a firma dell’Arch. Irene Prata e dell’impianto elettrico e di illuminazione a firma del Per. Ind. Francesco Fontanazzi, completo di elaborati grafici, relazioni, computo metrico di dettaglio come richiesto dalle Norme sugli appalti pubblici per l’iter di approvazione da parte della Regione e della Soprintendenza che si concluderà il 17 febbraio 2015. I lavori sono finanziati in parte dalla Regione Emilia Romagna, in parte dall’Assicurazione ed in parte dalla Parrocchia. Nel corso dell’estate 2015 si svolge la procedura di gara per la selezione dell’impresa appaltatrice con invito di dieci partecipanti ed assegnazione dei lavori all’Impresa COGEI Costruzioni s.r.l. di Bologna.
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Sintesi dei pricipali interventi eseguiti Nel mese di ottobre 2015 viene consegnato il cantiere all’Impresa per le operazioni di preparazione delle recinzioni, protezione degli arredi fissi, allestimento dei ponteggi e delle opere provvisionali. Il progetto approvato consiste nella riparazione delle lesioni e nel rinforzo delle volte di mattoni in foglio presenti su tutti i soffitti della chiesa, mediante la posa di reti in fibra di carbonio e malta a matrice pozzolanica (foto 1).
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Si è provveduto a dotare gli archi in muratura presenti all’interno dell’aula di catene di acciaio e paletti capochiave per il contenimento delle spinte mediante delicate operazioni di carotaggio e successiva iniezione dei fori con malte fluide a base di calce (foto 4, 5, 6).
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Sulle pareti perimetrali del tiburio e dell’abside si è provveduto alla realizzazione di un cordolo reticolare di acciaio con funzione di contenimento delle spinte e di cerchiatura (foto 2), mentre le travi in legno del sottotetto sono state collegate alle pareti mediante piastre di acciaio e reciprocamente mediante cavi di acciaio inox allo scopo di garantire un comportamento elastico e d’insieme della copertura (foto 3).
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Contemporaneamente è stato revisionato tutto il manto di copertura, compresi gli strati impermeabili, sono state sostituite ed adeguate dimensionalmente le lattonerie (foto 7) e sono state rinforzate e talvolta sostituite alcune travi risultate ammalorate. Internamente sono state ritinteggiate a calce tutte le pareti intonacate ed è stato completamente rifatto l’impianto elettrico con una nuova illuminazione a led in grado di contenere i consumi, ridurre gli interventi di manutenzione e migliorare la lettura delle architetture e dell’ambiente. L’intervento si è concluso nel mese di agosto 2016 con la riparazione di alcuni dissesti dell’intonaco, la riparazione e la verniciatura degli scuri in legno ed il tinteggio a calce del campanile.
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Parrocchia di S. Giacomo di Piumazzo in collaborazione con