Meier&Gaggioni rivista n6

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MG ri

Anno 3 n° 6 - Settembre 2010

Aprite la finestra dei sensi... • Alvaro Franchini ci racconta i segreti della vista Lenti a contatto multifocali per gli over 40 • Ad ogni età la giusta lente Intervista a Paolo Basso • Il grande sommelier ticinese si racconta


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Editoriale

In questo numero:

Gentile Lettore, l’autunno è alle porte e le giornate sempre più corte aumentano la nostra voglia di starcene accoccolati in casa, magari davanti ad un bel camino scoppiettante, a leggere un bel libro o a guardare l’ultimo film del nostro attore preferito. E se l’oscurità avanza ecco che dobbiamo catturare con il nostro sguardo la maggiore quantità di luce possibile e per fare questo abbiamo bisogno di lenti a contatto o di occhiali perfettamente adatti alle nostre individuali caratteristiche. Noi siamo pronti! Come sempre, all’interno della nostra rivista potrete trovare tanti consigli e suggerimenti per garantirvi tanta luce anche nelle giornate più buie. Per tutti coloro che quotidianamente sono alla guida di una vettura offriamo anche un controllo gratuito mentre prosegue la didattica offerta dalla rubrica “School” che in questo numero incontra Alvaro Franchini, un vero professionista della strada che quotidianamente opera per tutelare la nostra sicurezza.

05 TRENDS

Buona lettura dunque e...buona “visione”! Daniel Meier

Occhi sempre protetti!

07 SCHOOL Aprite la finestra dei sensi...

13 FOR YOU Per la tua sicurezza vieni a fare il controllo gratuito della vista!

15 TRENDS Un autunno pieno di colori. Vediamoci chiaro!

17 TIPS Lenti a contatto per gli over 40

19 CURIOSANDO “In vino veritas” Uno sguardo sul mondo del vino con Paolo Basso

21 TIPS Come scegliere l’occhiale giusto: il colore della montatura

Martin Gaggioni

Impressum EDITORE: DIREZIONE EDITORIALE: DIRETTORE: REDAZIONE E PUBBLICITÀ: PERIODICITÀ: TIRATURA: STAMPATO IN SVIZZERA DA:

Meier + Gaggioni SA c/o Centro Shopping Serfontana CH-6836 Serfontana Daniel Meier e Martin Gaggioni Roberto Mazzantini Mazzantini & Associati SA Corso Elvezia 10, 6900 Lugano Semestrale 40.000 copie distribuite gratuitamente Tipo Print di Roncoroni, Sulmoni & Co. Via Vignalunga 13, 6850 Mendrisio

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OCCHI SEMPRE PROTETTI! Meier+Gaggioni presenta tutti i nuovi modelli di occhiali da sole e sport delle più importanti Marche. Proteggete i vostri occhi durante le giornate all’aperto. Nei punti

vendita di Agno, Serfontana e Mendrisio, oltre alla qualità potrete trovare consulenza, servizio ed una gamma infinita per soddisfare ogni individuale esigenza.

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Alvaro Franchini. Aiutante presso il reparto del traffico della Polizia Cantonale

APRITE LA FINESTRA DEI SENSI... Per conoscere il mondo bisogna guardarlo, toccarlo, annusarlo, ascoltarlo e persino assaggiarlo. Ma è la mente a interpretare ciò che i nostri sensi colgono. Mi sono permesso di raccogliere interventi ed esperienze oltre che personali di noti specialisti in materia, sicuro che quanto leggerete potrà servire sia nella vita privata, sia alla guida di un veicolo. Che cosa vedete intorno a voi? Siete sicuri di poter credere ai vostri occhi? I nostri sensi (e non solo la vista) spesso ci ingannano. Come quando la luna, bassa sull’orizzonte, ci appare più grande. Eppure proprio sulle informazioni captate dalle nostre “antenne” – vero e false che siano – si basa la nostra comprensione del mondo. Che cosa vedono le mie pupille? Si capovolge e va in mille pezzi; poi si ricompone e torna diritta. Il “viaggio allucinante” dell’immagine, dall’occhio al cervello. Dopo un grave incidente e tre settimane di rianimazione, il Sig. M. non si riconosce più allo specchio: ogni volta che si rade fa le smorfie per essere sicuro che il volto che lo fissa sia veramente il suo. Le tazzine di caffé della Signora G., una signora statunitense, hanno invece una riga ad un centimetro dal bordo. Quando il liquido la nasconde, G. sa che deve smettere di versare. Prima di fare quel segno allagava sempre il tavolo. G. infatti ha avuto un ictus e non è più sensibile al movimento: vede solo a fotogrammi successivi e lo zampillo del caffé le appare come congelato. Casi clinici come questi guidano i neuro-scienziati alla scoperta dei meccanismi nascosti del più importante e utile

tra i sensi dell’uomo: la vista, capace di trasformare un insieme indiscriminato di luci in immagini a colori e in movimento. Gli occhi, che ne costituiscono la parte esterna, guidano un sistema capace di svolgere miliardi di calcoli al secondo. La vista, infatti, coinvolge l’intera organizzazione del cervello ed un’entità ancora misteriosa, la coscienza. E’ per questo che oggi il senso della vista viene analizzato da specialisti di varie discipline. C’è chi studia come si è evoluto, chi cerca i geni che coinvolge, chi studia come se ne possono prevenire o curare malattie. Il terzo occhio La parte più affascinante della ricerca sulla vista è quella che riguarda il cervello. Ottant’anni fa, quando l’oftalmologo giapponese Tatsuji Inouye dichiarò che la vista era “nella parte posteriore della testa”, fece scalpore. ma aveva ragione: aveva identificato la corteccia visiva studiando i veterani di guerra che, feriti nella parte posteriore del cranio, avevano perso la vista. Quest’area del cervello riceve le informazioni su luce, colore e movimento che giungono dagli occhi, le assembla e dà loro un senso. Ci vollero però altri quarant’anni perché oltre oceano, al Jhons Hopkins Hospital di Baltimora, un altro ricercatore, David Hubel, si mettesse a osservare al microscopio proprio quell’area della corteccia e notasse “milioni di cellule ammassate come uova in un paniere”. Hubel, insieme al collega Torsten Diesel, seguì il percorso degli impulsi elettrici nel cervello di un gatto e scoprì che i neuroni più lontani rispondono a caratteristiche più

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complesse rispetto a quelle rilevate dai neuroni all’inizio del percorso e che tutte quelle cellule erano maledettamente pignole. Alcune reagivano solo di fronte a righe, a barre, a spigoli di luce. Altre s’attivavano solo se la luce aveva una certa angolazione. A un livello successivo del percorso c’era un francobollo di cellule che si occupava solo del movimento; un altro valutava lo spazio e

che ha un significato, come un predatore o un serpente, bisogna averne conservato il ricordo. Ma dove? Alex Martin, del National Institute of mental Health di Bethesda (Usa), ha scoperto che il cervello è una voliera che conserva la memoria di tutti gli uccelli visti. L’immagine di un uccello, invece, viene scomposta: il colore è depositato nella zona del cervello che elabora i colori; il batter d’ali

le distanze. infine, una piccola area rispondeva soltanto al colore.

finisce nell’area che analizza i movimenti; la silhouette si colloca nelle regioni che elaborano le forme. Resta dunque da capire in che modo le immagini arrivino alla coscienza come un insieme unico. Sappiamo solo che si tratta di una capacità allenabile: un bird-watcher esperto individua un uccello raro prima di un neofita, perché ha imparato a ignorare le caratteristiche non rilevanti.

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Scaffali nella mente Insomma, le zone del cervello dedicate alla visione somigliano agli scaffali di un negozio di elettrodomestici, occupati da televisori sintonizzati tutti sullo stesso canale. Ma uno trasmette in bianco e nero, uno a colori, un altro ha la scena bloccato dal tasto “still”, un altro ancora trasmette solo i primi piani. Gli studiosi chiamano queste aree “mappe”. “Si sono evolute per aiutarci a trovare forme note (regola delle buone forme) in un mondo visivo caotico” spiega Jhon Allman, neurobiologo del California Institute of Technology. “analizzare e collegare le tessere del puzzle, interpretarle, riuscire a estrarre un significato dallo sfondo, ha permesso all’uomo di sopravvivere nella foresta pluviale”. Certo: per vedere una forma

Nel contesto dell’osservazione e del prelievo delle immagini, qual’è il vostro occhio dominante? Anche se gli occhi lavorano insieme, tutti preferiamo usarne uno rispetto all’altro. Quale? Fate questo test: con entrambi gli occhi aperti, puntate l’indice su un oggetto di fronte a voi, poi chiudete alternativamente gli occhi. L’oggetto che state indicando resterà in linea con l’indice quando lo osservate con il vostro occhio dominante. Nei mancini l’occhio dominante è più spesso il sinistro,


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per gli altri è di solito il destro. Potrà però capitare che nel vostro caso non sia cosi: succede circa a una persona su tre. Il più influente vince. Il fenomeno della dominanza oculare si sviluppa da bambini, attorno al terzo anno di vita, quando le zone del cervello deputate alla ricezione degli stimoli visivi maturano, anche grazie agli stimoli che l’occhio riceve dall’ambiente. La dominanza oculare, infatti, ha sede nelle aree visive della corteccia cerebrale. Qui i due occhi sono entrambi rappresentati, ma gli stimoli che arrivano da uno hanno un’influenza maggiore sull’attività nervosa. Assurdità in vista Vediamo con gli occhi e con il cervello. Ma qualcosa s’inceppa, i volti spariscono, le forme si nascondono e arrivano i cartoon. Per i progenitori dell’uomo, l’arcobaleno è apparso in tutto il suo splendore 23 milioni di anni fa. Prima di allora, alla tavolozza dei colori che il nostro occhio percepisce, mancavano infatti tonalità importanti. Il rosso si confondeva con il verde. E a decidere se un frutto era abbastanza maturo, erano gusto e olfatto. La svolta, che fu il risultato di una mutazione genetica, che ha segnato un punto di non ritorno: il senso della vista è da allora diventato di gran lunga il più importante per i primati. Anche a scapito d’altre capacità. Secondo uno studio condotto dal gruppo di Svante Pääbo, al Max Planck Institute for evolutionary anthropology di Lipsia (Germania), i primati hanno barattato la

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vista con l’olfatto, perdendo alcuni geni della percezione degli odori e acquistandone altri che hanno reso più completa la visione.

Primo compito: vedere la mamma A dispetto della sua importanza “la capacità visiva è piuttosto ridotta alla nascita, e si sviluppa con gradualità nei

primi 5 o 6 anni di vita” spiega Luisa Pinello, oculista del Dipartimento di pediatria dell’Università di Padova. Così, anche se nella pancia della mamma il bambino reagisce già alle luci forti che filtrano dall’esterno (girandosi dall’altra parte), un neonato vede e capisce ben poco del mondo che lo circonda. Infatti i suoi occhi, così come i centri della visione nel cervello, sono ancora immaturi. “La percezione dei colori inizia al quarto mese di vita, ma si completa solo dopo i 3 anni” spiega l’oculista pediatra. “La visione nelle tre dimensioni si sviluppa tra i 6 ed i 18 mesi”, in compenso, il bambino è attratto dai contrasti forti e, a partire dai 2-3 mesi, può seguire un oggetto in movimento. Un compito, quest’ultimo, piuttosto faticoso, perché il controllo completo dei muscoli che muovono gli occhi viene raggiunto solo a partire dall’ottavo mese. Fin da piccolissimo però il bambino ha

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una predilezione assoluta per il volto della mamma. Il suo mondo è fatto di oggetti dai contorni poco definiti, ma la capacità di mettere a fuoco un’immagine è maggiore alla distanza di 20-30 centimetri: proprio quella del volto della mamma quando allatta.

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Testimone oculare Numerosi studi dimostrano che quello conservato nella memoria non è l’episodio visto, ma la sua interpretazione. “L’ho visto con i miei occhi”. Quante volte questa affermazione è stata pronunciata per fugare ogni dubbio? Nel marzo 1979, padre Bernard Pagano venne arrestato dopo che ben 7 testimoni oculari l’avevano identificato come il rapinatore che aveva assalito diversi piccoli negozi di Wilmington, nel Delaware (Usa). Nel bel mezzo del processo, però, Pagano fu rimesso in libertà, perché un altro individuo, d’aspetto ben diverso dal sacerdote, si era confessato autore delle rapine. Punti di vista. Per natura siamo por-

tati a credere che tutto ciò che accade sotto gli occhi di un testimone venga infallibilmente memorizzato e possa poi essere correttamente riferito, ma proprio le modalità di funzionamento della percezione e della memoria sono la causa principale d’errore. Quel che resta nella nostra mente non è l’azione vista, ma l’azione interpretata attraverso le aspettative e gli schemi mentali cui facciamo riferimento, ossia le nostre esperienze passate. Come sottolinea Giuliana Mazzoni, psicologa della Seton hall University (Usa), numerosi esperimenti indicano che ripescare ricordi dalla memoria non è come recuperare la fotografia di un evento, ma è piuttosto “un atto in cui varie informazioni vengono ricucite e riorganizzate, in modo da creare un evento mentale che una persona può chiamare “ricordo”. L’immagine che abbiamo della realtà è quindi essenzialmente un processo di tipo ricostruttivo, influenzato da molti fattori. Uno di questi è il tempo trascorso tra l’episodio vissuto e la testimonianza. All’indomani dell’esplosione della Space Shuttle Challenger, nel 1986, lo psicologo americano Ulric Neisser chiese ai suoi studenti di riempire un questionario sulla tragedia. Tre anni dopo pose loro le stesse domande, constatando che ben un quarto di essi aveva fornito risposte differenti su tutti i dettagli principali. Suggestioni. Anche l’età incide sull’accuratezza della memoria. I bambini sono testimoni meno attendibili degli adulti, dal momento che sono più facilmente soggetti a suggerimenti e suggestioni. La bontà della testimonianza è influenzata persino dal modo in cui vengono formulate le domande. In un esperimento condotto dalla psicologa americana Elisabeth Loftus, fu mostrato a diversi soggetti il filmato di un incidente stradale. Quando veniva loro domandato: “ Più o meno a quanto andavano le auto quando si sono scontrate?” gli spettatori “ricordavano” velocità dei veicoli superiori a quando veniva loro chiesto: “Più o meno a quanto andavano le auto quando si sono toccate?”. Nel primo caso, addirittura, i soggetti erano più inclini a riferire la presenza di vetri rotti, quando in realtà non ce n’erano. Diventa quindi fondamentale come viene formulata una domanda ai fini della ricostruzione dell’immagine. Si parla in questo contesto d’abilità inquisitoria, chiedere a dei testimoni la ricostruzione di fatti in relazione a quanto visto. Alvaro Franchini. Sergente Maggiore della Polizia Cantonale


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PER LA TUA SICUREZZA VIENI A FARE IL CONTROLLO GRATUITO DELLA VISTA! Nel corso della nostra esistenza, con il passare degli anni la vista subisce continue, anche se lente, modifiche funzionali. Proprio perché graduali, possono essere individuate con difficoltà e dare origine a disturbi più generici, come mal di testa o fastidio alla luce, che condizionano in negativo la qualità della vita e, soprattutto, della guida al volante di un’automobile. Individuarle con un semplice test visivo e correggerle è molto importante ed è per questo motivo che

Meier+Gaggioni offre aI conducente un esame della vista gratuito effettuato con esperienza da optometristi diplomati federali. Recatevi entro il 31 ottobre presso uno dei tre centri Meier+Gaggioni di Agno, Mendrisio o Serfontana e, in apposite sale perfettamente attrezzate, effettuate l'esame della vista. Vi garantirete così tanti giorni di guida sicura in più. Fatevi sorprendere dalla nostra professionalità!

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LENTI A CONTATTO PER OVER 40 La presbiopia non è un difetto visivo, bensì una riduzione fisiologica della capacità accomodativa del cristallino. Si manifesta in genere dopo i 40/43 anni di età ed è caratterizzata da una ridotta messa a fuoco degli oggetti a distanza ravvicinata. Le lenti a contatto sono in grado di dare una risposta, anche a questa esigenza visiva fornendo un valido supporto per affrontare una situazione che può mettere in difficoltà anche chi fino a quel momento non aveva avuto bisogno di nessun ausilio visivo. Le lenti a contatto multifocali sono disponibili sia rigide/gas-permeabili che morbide. Le morbide anche in versione usa e getta a periodicità mensile. Comfort ed igiene Le lenti a contatto consentono una percezione visiva ottimale e in confronto agli occhiali, una perfetta visione periferica. Per questo motivo circa 120 milioni di persone le utilizzano giornalmente regalandosi un maggior conforto visivo. Grazie al pratico sistema usa e getta, le lenti a contatto sono diventate più confortevoli e soprattutto più igieniche. È sufficente seguire correttamente le semplici istruzioni d’impiego. La scelta del tipo di lente va fatta con la consulenza dell'ottico optometrista che provvede a valutarne le caratteristiche più idonee. E' importante pertanto acquistare ed utilizzare le lenti a contatto con la usuale assistenza professionale, attenendosi alle istruzioni ricevute e a quelle che accompagnano il prodotto.

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Sommelier professionista, Paolo Basso, 43 anni di Ligornetto è direttore della Ceresio Vini, azienda di importazione e distribuzione di vini con sede a Lugano. Nel 2010 si è classificato sul secondo gradino del podio alla XIII edizione del “Concorso miglior sommelier del mondo”. Questo risultato si aggiunge agli altri suoi prestigiosi successi: campione svizzero nel 1997, vice-campione del Mondo a Montreal nel 2000 e a Rodi nel 2007, vice-campione d’Europa nel 2004, 2006 e 2008.

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La sua avventura più recente si chiama Ceresio Vini. Ce ne parla? Ceresio Vini è nata per offrire ai consumatori un punto di riferimento nella selezione dei vini. Oggi il mercato dei vini è articolato e l’offerta immensa. Il consumatore si trova di fronte ad una miriade di vini e non sapendo come scegliere, spesso rimane insoddisfatto. Nella Ceresio Vini ho messo la mia esperienza di sommelier e di numerosi anni di degustazioni per scegliere quei produttori che oserei dire “escono dal gruppo”, che si smarcano per la personalità ed il carattere dei loro vini. Insomma, che non si accontentano di realizzare vini banali e standardizzati ma vini che hanno sempre quel “qualcosa di più”. CeresioVininonhaunpuntovenditamaèsolosuinternet. Esatto. Ed è una scelta che segue la tendenza di sviluppo degli acquisti tramite internet. Oggi la gente ha sempre meno tempo di andare a fare acquisti che comportano spesso code interminabili in automobile, tempo perso a trovare parcheggio e disagio di portare il vino (che pesa) fino alla propria auto. Inoltre, non sempre si trova un punto vendita dove ci sia una persona in grado di spiegare il prodotto e di dare consigli, ascoltando i desideri del cliente. Nel sito della Ceresio Vini si può “entrare” in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo ma soprattutto quando se ne ha voglia e tempo. E noi siamo sempre pronti a rispondere alle domande ed alle richieste dei nostri clienti tramite una semplice telefonata o una breve e-mail. Insomma, non è solo virtuale, dietro al sito ci sono persone competenti che hanno interesse a soddisfare il cliente. E poi il vino arriva direttamente a casa senza nessun sforzo e perdita di tempo. Io per i miei acquisti è da tempo che utilizzo questo sistema ed è per questo che l’ho messo in pratica per la Ceresio Vini. Per intrattenere il contatto umano e le relazioni con la clientela ho creato il Club Ceresio Vini nell’ambito del quale organizzo degustazioni e cene enogastronomiche nel corso delle quali ho la possibilità di far degustare le mie “scoperte” e di conoscere personalmente i clienti.


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“IN VINO VERITAS” UNO SGUARDO SUL MONDO DEL VINO CON PAOLO BASSO Pensando ad un Sommelier vengono subito in mente sensi quali il Gusto e l'Olfatto. Ma quanto conta la Vista nel suo lavoro? La vista conta molto nell’ambito dei concorsi quando si deve identificare un vino alla cieca. In questo caso i colori ci possono dare molte informazioni sul tipo di vitigno e suggerimenti sulla tecnica di vinificazione. Fuori da questo contesto, preferisco sottolineare che un vino si deve “sentire” in bocca. Può sembrare superfluo sottolinearlo, ma spesso si fa l’errore di concentrarsi sul colore e sui profumi tralasciando la parte più importante della struttura che si rivela solamente in bocca. L’abbinamento del cibo con il vino è così importante? Certo, un vino può “coprire” un cibo e viceversa. È importante che un vino sappia “stare a tavola” senza sovrastare il cibo. Nelle mie selezioni privilegio vini equilibrati, armonici, che sappiano accompagnare con eleganza le pietanze la cui preparazione ha richiesto lavoro e dedizione da parte di chi le ha cucinate. Ci sono vini “iperconcentrati” fatti per stupire, una sorta di “palestra” per gli enologi che vogliono che il loro vino “si senta” nell’ambito di degustazioni professionali comparative che però si rivelano incapaci di essere abbinati alla cucina. Il nostro consumo tradizionale di vino si fa a tavola e bisogna tenerne conto. Per degustare vini migliori bisogna spendere di più, è corretto? Direi di no! Ripeto, il “segreto” sta nella selezione, nella scelta. Nella stessa fascia di prezzo si possono trovare vini eccellenti e vini mediocri. Basta avere la capacità di riconoscerli. È questa la forza di Ceresio Vini: offrire una qualità più elevata (a volte fino al 30 / 50 % in più) in proporzione al valore d'acquisto. Naturalmente la nostra selezione non si ferma al rapporto costo/qualità ma punta ad offrire ai nostri clienti vini genuini, digesti, che danno piacere a tavola e che si fanno piacevolmente ricordare per la loro bontà.

Il 2009 è stato un anno a detta di tutti eccezionale. Che vino dobbiamo attenderci e quali risvolti avrà quest'incremento di qualità sui mercato? È vero che generalmente è una buona annata, ma bisogna considerare la regione e soprattutto il produttore, per me il criterio più importante. Esistono dei casi clamorosi come due celebri castelli di Bordeaux che nel 1990, annata eccezionale e storica, hanno “mancato” totalmente il loro vino. Come del resto in annate definite “da tutti” mediocri ho trovato dei vini eccezionali. Oggi un viticoltore ed un enologo ben preparati sanno come “interpretare” anche le annate più difficili e sono capaci di produrre un ottimo vino in ogni annata, fermo restando che in quelle meno felici, il vino non sarà adatto all’invecchiamento. Devono unire scienza, esperienza e sensibilità personale per capire come agire e prendere decisioni spesso irreversibili e che peseranno sulla qualità del prodotto finale. Ecco che ritorniamo al concetto espresso in precedenza; È fondamentale conoscere chi fa il vino e qual è il suo livello di conoscenza, senza tralasciare l’etica professionale e la morale. Noi della Ceresio Vini siamo specialisti in questo campo ed intratteniamo con i produttori che rappresentiamo un rapporto molto stretto che va oltre il semplice rapporto commerciale. Per questo conosciamo ogni dettaglio dei nostri vini, e soprattutto sappiamo a quale cliente e con quale pietanza consigliarli. Per quanto riguarda i prezzi il mercato riflette la situazione di molti altri comparti: in vendita si possono trovare infatti sia Merlot veneti a CHF 6.- come ticinesi a CHF 80.-. Dove si situa il punto di equilibrio tra qualità e prezzo? Direi che ognuno ha il suo punto di equilibrio personale fissato dall’interesse che ha per il vino e da quanto si può o si è disposti a spendere per una buona bottiglia. Con un po’ di ricerca si possono trovare vini eccellenti già a prezzi molto accessibili come dimostra la nostra selezione, dove la maggior parte dei vini non subisce il rincaro dovuto a politiche di marketing costosissime. Io preferisco dare spazio a produttori che investono in vigna ed in cantina piuttosto che in campagne pubblicitarie. È chiaro che se poi uno vuole la bottiglia che è assurta al ruolo di “status symbol” e rappresenta un marchio di lusso, il prezzo sarà conseguente, come del resto in qualsiasi altro settore merceologico.

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COME SCEGLIERE L’OCCHIALE GIUSTO: IL COLORE DELLA MONTATURA Cosa sarebbe la moda senza tutta la gamma di colori? E cosa sarebbero i colori senza di voi: gli occhi, l’incarnato, la personalità intra vengono valorizzati dal colore adatto. I colori rafforzano la prima impressione, sottolineano il carattere e la personalità ed esaltano le qualità positive. Rendere armoniosi gli occhi, il colore dei capelli e il colorito della pelle con l’occhiale significa dare un’impressione complessiva affascinante e in linea con la personalità. Se si scelgono colori adatti alla singola persona il colorito si manifesta in tutta la sua bellezza, la pelle appare omogenea, raggiante, giovane. Un occhiale adatto a chi lo indossa, dona al viso un effetto make-up e mette in evidenza i pregi. Occorre però prima definire a quale tipo cromatico appartenete: caldo o freddo. No, non si parla del temperamento, ma dell’effetto ottico che si genera e che viene sottolineato da colori caldi o freddi. Provate a mettervi davanti allo specchio per capire che risultato puó avere il colore giusto sul vostro aspetto. Cosa c’è di piú vicino alla vostra personalità di un occhiale? Nessun altro accessorio puó influire di piú sull’aspetto esteriore. Per questo il colore, la forma e lo stile giocano un ruolo fondamentale. Traete ispirazione dalle pagine che seguono e immergetevi in un mondo di colori e di magia. IL PRIMO RAGGIO DI SOLE: Perché il tipo primaverile è come un bambino dorato. Luce e delicatezza determinano questo tipo cromatico caldo. Vi si riconosce da: > un incarnato chiaro e delicato con molte lentiggini > la vostra pelle si arrossa facilmente al sole > gli occhi sono color acquamarina, blu con pagliuzze bianche oppure nocciola con pagliuzze verdi-dorate > i capelli sono biondi con riflessi ramati o rossi Inaugurate la stagione vestendovi di colori chiari e luminosi: toni del rosso e dell’arancio, salmone o rosa acceso, mais o giallo dorato, azzurro o blu marino. Anche i diversi tipi di verde, verde tiglio, mela o erba, stanno benissimo al tipo primaverile. I toni rosati combinati con quelli dorati o del verde sottolineano lo splendore naturale, illuminano l’incarnato, nascondendo addirittura le prime rughette! Per gli occhiali preferite i toni trasparenti di

questa gamma primaverile, ad esempio un Colorama di Silhouette. Anche gli occhiali in metallo vi staranno benissimo: infatti sottolineeranno alla perfezione la vostra delicatezza. Provate un Titan Minimal Art Silhouette giallo dorato: una combinazione assolutamente perfetta. GHIACCIO BOLLENTE: Perché il tipo estivo è attraente come la frescura dell’ombra. Tranquillità ed eleganza caratterizzano questo tipo cromatico fresco. Vi si riconosce da: > un incarnato chiaro, leggermente rosato > al sole vi abbronzate presto e avete solo qualche lentiggine > dall’iride azzurra o verde e poco contrastante con la parte bianca dell’occhio > dai capelli biondi o castani, con sfumature color cenere Provate a immaginare i colori che promettono frescura in un caldo pomeriggio estivo e non potrete sbagliare: quindi tutti i colori con un fondo azzurrato. I vostri occhi brilleranno mentre il vostro incarnato verrà messo perfettamente in risalto. Attenzione: i colori caldi che tendono al giallo vi faranno pallidi o vi invecchieranno. Scegliendo un occhiale, occorre considerare a quale tipo estivo appartenete: ai più chiari conviene scegliere tonalità pastello, i più scuri stanno bene anche con colori più intensi, come il viola. Un Colorama di Silhouette è senz’altro la soluzione giusta. POTENZA DEI COLORI: Perché il tipo autunnale impersona l’India. Una sorpresa continua, questo è il tipo cromatico caldo. Vi si riconosce da: > un incarnato avorio che può arrivare al beige o quasi al bronzo > all’inizio il sole vi arrossa la pelle ma poi diventate molto scuri > gli occhi sono marroni o verdi, fino al colore oliva e l’iride è illuminata da pagliuzze dorate castane > avete capelli rossi o scuri con riflessi rossastri Come l’autunno, che con le sue incredibili combinazioni tono su tono affascina chiunque, anche voi non passate inosservati.

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Ravvivate il vostro incarnato incorniciando il viso con i toni del rosso e del giallo. Il color lampone, mirtillo o fragola intenso sono i colori per voi! Dal make up agli abiti tono su tono: ecco l’effetto “wow” Provatelo! Se non volete che l’occhiale sia in evidenza, scegliete un tono del marrone, del beige o del miele. Anche i verdi muschio e canneto della collezione Colorama di Silhouette sono perfetti per voi. BIANCANEVE: Perché nel tipo invernale il contrasto è la scelta perfetta. Questo tipo cromatico freddo attrae per i contrasti. Vi si riconosce da: > un incarnato chiaro, quasi bluastro > non vi abbronzate > la vostra iride è azzurro intenso, verde, marrone o grigia e in contrasto con la parte bianca dell’occhio > avete la tendenza alle occhiaie > i capelli sono quasi neri con un sottofondo cenere oppure biondo platino Accanto al tipo di pelle invernale settentrionale descritto sopra esiste anche il tipo di pelle invenale meridionale. Ha una carnagione olivastra e si abbronza rapidamente al sole. Esaltate questi contrasti! Valorizzate sapientemente il vostro tipo con combinazioni chiaro-scuro. I colori decisi con una tonalità blu di sottofondo sono i più adatti. I vostri occhi si illumineranno e nasconderanno le prime rughette. E poi: nero, nero, nero. Questa è la cornice ideale per il vostro personaggio nobile e sicuro di sé! L’occhiale perfetto per farsi notare è l’accessorio finale. Cosa ne dite di una combinazione di due colori, ad esempio il rosso/nero, con sfumature argentee della Titam Minimal Art Colletion di Silhouette oppure i colori decisi della nuova collezione Colorama? TALENTO ECLETTICO: Perché il tipo misto è un vero camaleonte. Questo tipo cromatico non si inquadra facilmente in un modello predefinito.

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Vi si riconosce da: > un incarnato scuro o leggermente abbronzato > equilibrio fra tonalità olivastra e azzurrata della pelle > il bianco dei vostri occhi scuri è molto evidenziato > i vostri capelli sono castano scuro con riflessi dorati > quale tipo misto primavera/estate presentate le caratteristiche di entrambi Contrasti decisi bianco e nero oppure tono su tono nei colori autunnali caldi: in ogni caso sarete affascinanti! Siete come la notte: seducenti e pieni di segreti. Sottolineate la vostra pelle con i toni caldi dell’arancio o dei Kiwi e con particolari neri o in metallo lucido. Questi valorizzano ulteriormente il bianco dell’occhio rendendolo attraente. Ciò che vale per uno stile di abbigliamento, vale naturalmente anche per gli occhiali: rendetevi attraenti con il lucido metallo nero, ad esempio della collezione Titan X di Silhouette. Oppure, fatevi ispirare dalle tonalità autunnali delle collezioni Colorama: le astine in caldo arancio si armonizzano perfettamente all’incarnato scuro e ai riflessi dorati dei vostri capelli! Gamma di colori freddi

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