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IL NOLEGGIO CHE FUNZIONA
ASSODIMI-ASSONOLO
IL NOLEGGIO
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CHE FUNZIONA
Il 18 maggio si è svolto il webinar “Presentazione dei dati noleggio” organizzato da Assodimi
Fedele a un format che si è dimostrato vincente lo scorso 18 maggio Assodimi – Assonolo ha presentato in un webinar i primi dati sulla ripartenza del settore noleggio. Lo studio, effettuato da Assodimi e SmarLand relativo al periodo 4-14 maggio, è stato presentato da Federico Della Puppa e ha visto una partecipazione molto attiva, con 91 aziende di noleggio che hanno fornito i propri dati. Oltre 60 invece gli utenti collegati al webinar, che hanno interagito tramite domande e risposte in tempo reale. Ma cosa è emerso, in sostanza?.
ANTEFATTI E CONTRACCOLPI
La premessa a tutto sta in una frase abbastanza concisa e significativa al tempo stesso: l’economia dell’area euro era in rallentamento ben prima del virus, ma con l’avvento del Covid-19 il primo trimestre mostra un forte rallentamento. Ossia un -3,2%. A livello italiano, come siamo soliti apprendere, le cose sono pure peggio, con un -4,8% complessivo che va in coda a una dinamica tendenziale annua del PIL già scesa dal +1,9% di inizio 2018 al +0,1% di fine 2019. Inutile dire che dopo Covid-19 l'FMI ha rivisto un po' le stime dell'andamento del PIL dei vari Paesi del mondo: e all'Italia è andata... così così rispetto alla produzione mondiale media. Quest'ultima infatti è prevista in chiusura 2020 con
un -3% per poi recuperare e andare ad attestarsi a +5,8 nel 2021. L'Italia invece chiuderà il 2020 a -9,1 ma nel 2021 eguaglierà (quasi) la media mondiale con un +4,8%. Considerando che recupera un -9,1%, non possiamo certo dire che si tratti di stime pessimistiche, anzi.
E QUINDI?
Pur considerando che l'Europa stava vivendo un trend di crescita in termini di investimenti in costruzioni a partire dal 2014, trend in buona sostanza bloccato dalla pandemia per quest'anno, i primi due mesi del 2020 hanno comunque fatto registrare andamenti anomali: + 6,9% a gennaio e -0,9% a febbraio, dato in negativo causato dal crollo delle attività di costruzione e non dai lavori di ingegneria. In Italia la situazione è stata, se possibile, ancora più ballerina, con un output delle costruzioni a livello nazionale nel 2019 dalla dinamica altalenante, con una partenza beneaugurante, uno stop repentino a novembre, confermato dalla frenata di dicembre, un gennaio in forte
ripresa e poi uno stop improvviso a febbraio. Insomma, la crisi Covid-19 è chiaro che si è innestata in uno scenario che sia a livello europeo che italiano era ben lungi dall'essere consolidato. Quello che però giunge a rasserenare un po' gli animi è un dato
importante, ossia quello dei mesi di attività assicurata dai lavori in corso o da quelli acquisiti a portafoglio dalle aziende che varia dai circa 12/13% delle attività di costruzione e di quelle specializzate per toccare i 17/18% dell'ingegneria civile.
I numeri del 2019
Il 2019 è stato un anno davvero strepitoso, sia a livello di macchine construction che per la movimentazione e la logistica. Secondo i dati UNACEA, associazione con cui Assodimi-Assonolo ha recentemente fi rmato un accordo di collaborazione, il mercato 2019 ha totalizzato 17.096 unità vendute di cui 16.480 legate all'ambito construction, con un ruolo di primo piano sempre interpretato dai miniescavatori. In ambito stradale invece sono i rulli ad aver come sempre registrato le vendite maggiori. Anche sul fronte della movimentazione e della logistica, attraverso i dati Aisem-Anima, scopriamo un andamento del mercato carrelli (tra magazzinieri, frontali elettrici e termici) in netta crescita.
UNACEA & ASSODIMI - ASSONOLO
Fare massa critica per far sentire con più forza la voce del settore delle macchine per costruzione. È questa la ragione che ha spinto Assodimi e Unacea, le associazioni di categoria rispettivamente dei noleggiatori, e delle aziende produttrici e importatrici, a stipulare un protocollo di collaborazione. Le due associazioni intensificheranno le attività di mutua informazione, di consultazione, di comunicazione, di formazione e soprattutto le azioni di advocacy nei confronti degli stakeholder comuni. “L’associazione dei noleggiatori ha da sempre creduto nella forza del gruppo e nella collaborazione attiva fra tutti gli attori della filiera” ha dichiarato Mauro Brunelli, presidente Assodimi/Assonolo. “Con Unacea ci sono sempre state convergenze
in molti ambiti, ogni azione ha più forza se fatta in comune così da valorizzare tutto il comparto per fare sinergia nell’ottica di rendere più snello il lavoro di tutti e professionalizzarlo.” “Lo spirito unitario” ha dichiarato Mirco Risi, presidente di Unacea “ci ha guidato a partire dall’inizio della nostra impresa associativa, dieci anni fa. Con Assodimi abbiamo sempre notato una forte convergenza su un modello di associazionismo antiburocratico e a guida imprenditoriale. Adesso nella difficile contingenza segnata dagli effetti della pandemia abbiamo voluto valorizzare la pratica quotidiana dei nostri rapporti per creare sinergie e fare massa critica a favore del comparto.”
I RISULTATI DI ASSODIMI
Abbastanza scontato il primo: il fatturato del bimestre marzo – aprile 2020 è in calo rispetto al medesimo periodo 2019. E vabbè, ce lo aspettavamo, così come ci aspettavamo che tale calo si assestasse tra il 25 e il 50% per una buona fetta delle aziende. In ogni caso giunge comunque la conferma che il 73,6% delle aziende di noleggio hanno continuato in parte a operare anche ad aprile, in pieno lockdown. All'alba di metà maggio i segnali della ripartenza sono confermati da oltre la metà delle aziende di noleggio, pur con un sentiment piuttosto scoraggiante, ossia con poca fiducia che il mercato riparta con una bella V.
Nonostante le previsioni di massima indichino un 2020 che chiuderà con un sensibile calo a livello di PIL e un rallentamento anche del comparto construction e del noleggio, il sentiment del mercato è positivo, cosa che sosterrà il netto recupero del 2021.
DOVE STIAMO ANDANDO In futuro le aziende di noleggio punteranno sempre più sulle attività di noleggio e i relativi servizi, mentre la vendita andrà a perdere importanza strategica e la metà ha in previsione cambi di strategia a carico di svariate attività, dall'ampliamento dei servizi web all'adozione di nuovi sistemi e nuove forme di comunicazione. Tali politiche saranno messe in atto per fronteggiare l'impatto Covid-19 che anche a livello europeo per quanto riguarda il settore construction è stato rivisto in senso peggiorativo: e l'Italia è fanalino di coda con un trend che a fine anno potrebbe assestarsi su un -7,4%, seguito dal -6,8% di Francia, - 4,4% di Germania e -2,5% di Austria (fonte GlobalData). Anche secondo Confindustia l'impatto della pandemia sarà fortemente negativo con un PIL italiano a -9,6% (ma già a + 5,6% nel 2021). Numeri a cui si allinea con poche discrepanze anche Cerved nell'ipotesi ovviamente di una ripartenza graduale non interrotta da ulteriori lockdown. ❑
#MC5.0-MACCHINE CANTIERI
offroadrecovery
MC5.0-Macchine Cantieri, in collaborazione con Trattori e Diesel, ha organizzato il primo webinar dedicato alla ripartenza dei settori off-road dopo il lockdown. Ecco cosa è emerso
A dare voce ai vari comparti i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria. Per il construction hanno partecipato Luca Nutarelli, Segretario generale Unacea e Michela Magnanimo, responsabile tecnico Unacea per il passaggio allo Stage V, nonché Marco Prosperi, Direttore Assodimi-Assonolo. Al loro fi anco Alessandro Malavolti, Presidente FederUnacoma; Gianni Dalla Bernardina, presidente CAI; Roberto Rinaldin, Presidente Unacma; Fausto Villa, presidente Federtec, e Massimo Donà, Presidente Unimot - Ascomac Confcommercio.
CONSTRUCTION
Cantieri fermi per due mesi, noleggio ridotto alla pura attività di assistenza alle fi liere autorizzate durante il lockdown, poche opere pubbliche da realizzare (problema già presente prima della pandemia) e l'ombra di uno Stage V che da plus si trasforma in danno. Per la seconda volta in dieci anni sul settore construction si abbatte un colpo di inaudita violenza economica, peraltro ancora poco quantifi cabile. A confermarcelo le parole di Luca Nutarelli, Segretario Generale di Unacea, Associazione di categoria delle aziende di macchine e attrezzature per le costruzioni: “Per ora possiamo ragionare su un primo e unico dato a disposizione, ossia quello dei primi tre mesi 2020 del mercato construction in Italia che si è chiuso con un -15% quando il 2019 si era chiuso con un +14%. A fi ne marzo un solo mese di lockdown ha generato una perdita di quasi 30 punti percentuali. Diffi cile fare delle previsioni sulla chiusura di fi ne anno a metà maggio: per ora lo scenario previsto da Unacea parla di una perdita del mercato dal 20 al 30%. Un po' meglio sul fronte dei costruttori, la cui produzione viene in parte assorbita dai mercati esteri. Anche qui però si parla di un -20%, con incertezze legate a molteplici aspetti poco prevedibili quali le diverse dinamiche di ogni mercato, nonché la fi liera della componentistica rallentata”. Tali fl essioni avranno effetto anche sui posti di lavoro se non arriveranno le giuste misure a sostegno di tutto il settore, misure che non sono tanto aiuti in termini di sostegno alla liquidità, quan
to piuttosto garanzia di commesse più durature nel tempo e un maggior snellimento burocratico. “Unacea individua tra le misure indispensabili da parte del Governo il rilancio delle opere pubbliche, e una semplifi cazione che permetta di realizzare poi tali opere con maggiore velocità e meno burocrazia” incalza Luca Nutarelli. “Inoltre come Associazione di produttori e importatori di macchine per costruzioni auspichiamo l'adozione di un meccanismo di premialità per quelle aziende che acquistano macchine nuove, più effi cienti, green e sicure. Se verranno attuate tali misure allora non ci sarà pericolo di perdita di posti di lavoro. Unacea farà il possibile per portare avanti tali esigenze presso le istituzioni, in collaborazione con Assodimi”. Non a
caso arriva l'annuncio della fi rma su un nuovo protocollo di collaborazione tra le due Associazioni che intensifi cheranno le attività di mutua informazione, di consultazione, di comunicazione, di formazione e soprattutto le azioni di advocacy nei confronti degli stakeholder comuni. Collaborazione quanto mai importante per fare “massa critica” e far sentire con più forza la voce del settore, ancora troppo dispersa e frammentata. Non a caso nel Decreto Ripartenza del 4 maggio tutta la fi liera del noleggio era magicamente sparita dall'elenco delle attività cui era concessa la ripartenza. “Un problema che abbiamo prontamente risolto con la collaborazione di ANCE, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili, sollecitando la reintegrazione della fi liera del noleggio nel Decreto” spiega Marco Prosperi, Direttore Generale di Assodimi-Assonolo, l'Associazione distributori e noleggiatori di beni strumentali, la cui previsione di chiusura d'anno è sicuramente più rosea di quella di Unacea. “Gennaio e febbraio crescevano del 15% contro un previsto 10% ma dopo il lockdown tali previsioni vanno riviste al ribasso, attestandosi in una possibile forbice tra il -0,5% e il +1,5%” afferma Marco Prosperi che tiene però a sottolineare come la maggior parte dei noleggiatori sia convinta di riuscire a chiudere il 2020 in pareggio. “L'importante è non abbassare la guardia. Come Associazione non possiamo non ribadire l'importanza di non arretrare su due punti strategici ossia far capire ai propri clienti cosa vuol dire per loro avvalersi di un noleggiatore professionale
(avere a disposizione macchine nuove, correttamente funzionanti e manutenute,
eco friendly, ecc); e non sottovalutare la parte burocratica perché solo la corretta procedura documentale mette il noleggiatore al riparo da rischi verso i quali per ora la legge non lo tutela (per esempio il rischio di appropriazione indebita del bene noleggiato da parte del cliente). È indispensabile porre attenzione ad aspetti quali i controlli sulla solvibilità del cliente, chiedere una cauzione e controllare il ruolo in azienda di chi fi rma il contratto. Per aiutare i nostri associati su tale fronte Assodimi – Assonolo ha creato alcuni servizi di cui gli associati possono avvalersi, fra cui un sistema di alert su clienti a rischio, furti, anomalie commerciali ma anche un'app per condurre un'inchiesta sulla reputation di un possibile cliente tra tutti gli associati”. Da entrambe le associazioni, infi ne arriva un messaggio di positività che è poi comune a tutti i tre settori che hanno partecipato al webinar: che siano costruttori, noleggiatori o imprese, comune e forte è la voglia di ripartire, di superare la diffi coltà e tornare a lavorare. Sicuramente non sarà il 2020 dai numeri elettrizzanti che ci si aspettava anche solo a fi ne gennaio, ma avrà dalla sua molti altri aspetti positivi, quali l'implementazione su vasta scala di nuovi strumenti digitali, lo snellimento di alcune procedure e, soprattutto, un primo nucleo di unità interassociativa che porterà a ribadire con più vigore l'importanza del settore off-road nell'economia nazionale.
AGRICOLTURA
Riaperte fabbriche e imprese, è giunto il momento di fare il punto della situazione anche per il comparto agricolo, per stilare una lista dei danni e dei problemi da risolvere, ma soprattutto per capire come ripartire in sicurezza e con la certezza di cogliere le opportunità che il futuro proporrà. Al di là dei problemi specifi ci lo scenario rappresentato è piuttosto sconfortante: il blocco del Paese secondo Alessandro Malavolti, Presidente di FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l'Agricoltura) porterà un pesante calo del fatturato che dovrebbe aggirarsi tra il 5 e il 15%. È presto per avere una stima precisa, che si potrà delineare probabilmente a settembre, però l’impressione diffusa è che la famosa ripresa a V non ci sarà. Dalle opinioni espresse ci vorrà almeno un anno per tornare ai livelli preCovid-19. Se a livello globale la situazione è confusa, l’impressione è che a livello italiano, per quanto impattante di per sé, l’epidemia si sia innestata su una serie di problemi irrisolti che affl iggono da tempo il sistema infrastrutturale/industriale e in particolare quello dell’agricoltura. Alcuni esempi: il sistema di incentivazione non è ancora riuscito (e forse poco ci ha provato) a svecchiare il parco macchine con evidenti ricadute in termini di sicurezza sul lavoro. Se a questo aggiungiamo, ed è solo uno dei tanti accidenti capitati, il blocco non solo degli stabilimenti ma anche dei più grandi spedizionieri dovuto al sovraffollamento delle reti, il risultato sono grossi problemi a livello di subfornitura con relative diffi coltà di accesso ai componenti. Posizione che emerge non solo dall’intervento di Malavolti, ma anche dalle considerazioni espresse da Gianni dalla Bernardina, presidente CAI (Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani) che ha sottolineato come l’emergenza sia acuita da alcune lentezze burocratiche (forse inevitabili), ma soprattutto dalla mancanza, strutturale, di un riconoscimento preciso e chiaro per la fi gura dell’imprenditore agromeccanico (magari con un albo di riferimento) che gli consenta di accedere quanto meno agli incentivi previsti dai Psr. Una situazione che contribuisce a rallentare gli investimenti, in un momento in cui ci sarebbe bisogno di liberare velocemente molte energie. La posizione più critica è quella espressa da Roberto Rinaldin di Unacma (Unione Nazionale dei commercianti di macchine agricole) secondo il quale il problema principale è l’incertezza delle regole: infatti, a fronte di investimenti in macchine che devono poter essere usate per molti anni ci sono regole che cambiano quotidianamente (anche questa è una tendenza che l'emergenza ha drammaticamente alimentato). Un’incertezza che evidentemente disorienta chi deve
investire. Da qui proposte concrete già
LO STAGE V AL TEMPO DEL COVID
Al webinar ha partecipato anche Michela Magnanimo, responsabile tecnico Unacea per l'introduzione dello Stage V. “Vorrei ricordare che lo Stage V è una misura per la riduzione dell’impatto delle emissioni delle macchine non stradali, ma in questo momento si sta trasformando in qualche cosa di diverso. Molti Costruttori hanno comperato e immagazzinato motori pre-Stage V calcolando con precisione le tempistiche della loro commercializzazione in linea con le disposizioni legislative e pensando a un mercato stabile, certo non prevedendo un fenomeno come Covid-19 e le conseguenti disposizioni che hanno bloccato la produzione. Ora questi motori immagazzinati rischiano di restare in buona parte nei magazzini perché
appoggiate da diversi stakeholder, che vanno da una politica di incentivi legati alla rottamazione, all’obbligo della revisione dei mezzi. Piccolo è bello e fl essibile, ma evidentemente è spesso più fragile e incapace di sostenere gli scossoni di scenari incerti e pieni di ostacoli. Quindi, se genericamente la dimensione media di impresa costituisce un freno alla crescita, anche se dona resilienza, nel caso del Covid è risultato un elemento di fragilità e sofferenza chiave.
MOTORI & COMPONENTI
Il malessere della componentistica è emerso dalle parole di Fausto Villa, Presidente Federtec, e Massimo Donà, Presidente Unimot Ascomac Confcommercio. Nell’interlocuzione tra le parti sociali qualcosa non ha funzionato. “Purtroppo quando Confi ndustria viene convocata dal Governo spesso si trova di fronte a decisioni prese e ancora oggi non comprendiamo le ragioni per cui luoghi controllati come le sedi delle nostre aziende sono rimaste chiuse per un periodo molto lungo mentre i nostri competitor europei e internazionali continuavano a produrre erodendoci preziose quote di mercato” ha dichiarato Villa, che ha invocato “azioni immediate
il tempo ancora concesso per la loro commercializzazione si è drammaticamente accorciato. È un problema che non stiamo affrontando da soli, infatti abbiamo chiesto all’UE di prolungare il periodo di transizione. A livello nazionale ci stiamo muovendo di concerto con FederUnacoma, ma se le nostre istanze non dovessero essere accolte, paradossalmente l'adozione dello Stage V secondo le attuali tempistiche potrebbe rivelarsi una misura a discapito della riduzione dell’impatto ambientale. Questo perché senza un dilazionamento dei tempi di adozione dei nuovi propulsori, quelli attualmente immagazzinati dovrebbero essere rottamati, producendo un impatto ambientale non previsto oltre a un rilevantissimo danno economico”.
(anticipare i soldi per la cassa integrazione – i contributi per la liquidità aziendali non sono ancora arrivati – occorre il pagamento da parte dello stato alle imprese dei debiti - rimborso IVA – nel decreto rilancio è almeno stata inserita l’esenzione dal versamento del saldo dell’IRAP dovuta per il 2019 e della prima rata dell’acconto dell’IRAP dovuta per il 2020 per le imprese con un volume di ricavi compresi tra 0 e 250 milioni)”. A proposito dell’ipotesi di riassetto delle fi liere, il Presidente di Federtec rileva che “il problema ricade sulle piccole e medie aziende che non hanno ancora affrontato il nodo della digitalizzazione; basta pensare che in Italia solo il 30 % delle aziende si è mossa in questo contesto, ed è chiaro ed evidente che con la drammatica crisi economica in atto le cose si complicano”. La voce dei distributori è quella di Massimo Donà, che ha sottolineato l’incidenza futura dei “costi occulti, quelli indotti, legati al cambio di paradigma durante la fase di rilascio post-lockdown”. A nome di Ascomac si è espresso sulle limitazioni normative all’utilizzo del Gpl. “Il mercato dei carrelli endotermici equivale al 6% circa del totale, stiamo parlando all’incirca di 3.000 macchine. I motori di transizione sono stati polverizzati dall’assorbimento della domanda proveniente da altri settori”. Il Presidente Unimot Ascomac ha auspicato un tavolo inter-associativo per incalzare Roma e Bruxelles sulla semplifi cazione normativa, in merito al Gpl e non solo. ❑