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Italiani al teatro Regio di Copenaghen
BUON NATALE E FELICE
flessicurezza anche in Italia?
femminicidio: parlarne è cultura
SOMMARIO
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editoriale di grazia mirabelli
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SOGNI DI CIOCCOLATA delizie di Grazia Mirabelli
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istituto italiano di cultura programma
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A che gioco giochiamo? LA VOCE DELLA SIBILLA di SIBILLA CIULA
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GLI ITALIANI: TUTTI UGUALI SOCIETÁ di Silvia Padula
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NUOVE SFIDE PER RADIO PIZZA RADIO di Paolo Federici
Femminicidio: parlarne è cultura e la cultura è potere attualitá di Silvia Ferrara
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Il sentiero della pace storia di Lucia Rota Andersen
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OPERAZIONE SALVATAGGIO letture di Mauretta Capuano
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LETTERA APERTA AGLI ITALIANI NEL MONDO DALL’ITALIA di Sen. Dr. Vittorio Pessina
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dante alighieri Programma gennaio aprile 2015
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indirizzi utili almanacco
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Noti cantanti e direttori d'orchestra italiani al Teatro Regio di Copenaghen. cultura di Erik Harbo
Flessibilità: l’Italia sarà in grado di assicurarla? Politica di Salvatore Giannella BiodiversitA': adesso i Monti Lattari hanno un museo ambiente di Alba Granizio
"La redazione invita i lettori ad inviare contributi ed idee per la rivista. Una volta vagliatone la rilevanza, saremo ben lieti di pubblicarli"
Adesso puoi ricevere le due riviste IL PONTE ed ITALIA- JATAK a casa tua con l’abbonamento annuale di kr.250,- da versare sul conto Jyske Bank Reg.nr. 5010 kontonr. 0001505266
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DICEMBRE 2014 anno 22
Nr. 4
il
ponte //
in questo numero
direttore grazia mirabelli Art Direction Barbara Lütken hanno collaborato Silvia Padula
Cari lettori,
Silvia Ferrara Erik Harbo Salvatore Giannella Alba Granizio Sibilla Ciula Paolo Federici Lucia Rota Andersen Mauretta Capuano Sen. Dr. Vittorio Pessina DESIGN & web MCB2 ADVERTISING redazione Rivista italiana in Danimarca c/o Grazia Mirabelli Howitzvej 62-1th 2000 Frederiksberg email: info@ilponte.dk www.ilponte.dk banca danske bank reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889
l’approssimarsi del Natale induce inconsapevolmente, il senso della festa. Una festa obbligata in qualche caso, dove l’aspetto consumistico si trascina dietro una serie di incombenze “acquisite” ,senza le quali il Natale non è più tale. Ma il periodo natalizio rappresenta anche un momento di gioia che si ripropone, anche se con tutto il suo bagaglio di ricordi e luoghi familiari, legati a momenti di vita passata. Una volta ancora in questo numero ci ritroviamo intorno ad un albero addobbato, per i bambini e per molti di noi il momento più gioioso del lungo e buio inverno danese. Del Natale nordico molti italiani apprezzano l’atmosfera intima. Con le sue mille tradizioni il Natale danese ci riporta a un più profondo senso dell’ attesa. Parola poco frequentata nell’era virtuale, dove tutto ha erroneamente un sapore di immediatezza, di facilmente raggiungibile. In molte case italiane, rispuntano da cantine e solai pezzi di sughero e piccole capanne di cartone. Testimoni del tempo che si avvicenda, ed insieme a specchi d’acqua e ciuffi di muschio polveroso, di carezze di bambini, succedutesi di padre in figlio. Piccole statuine di gesso senza una gamba, una stella cometa che ha perso un po’ dei suoi lustrini, chincaglierie di terracotta. Confuse per mesi con pecorelle e carretti di cartone sul fondo di una vecchia scatola.
Tutto si rianima, tornando a rioccupare il proprio posto, ricomponendo sul presepe la scena natalizia. In questo numero anche il Ponte vuole ricordare il Natale, e l’anno nuovo ormai alle porte. Lo facciamo proponendovi argomenti di attualità e riflessione che speriamo siano per voi di piacevole lettura. Troverete tra le nostre pagine una riflessione della psicoterapeuta Silvia Ferrara sul triste tema delle morti femminili, ormai da tutti amaramente riconoscibile con il termine di femminicidio. Salvatore Giannella, quotato giornalista di settimanali italiani, venuto a visitarci qui a Copenaghen qualche anno fa e che pubblicò un articolo su OGGI sugli italiani qui residenti. Oggi ha scritto per Il Ponte una riflessione sulla possibile flessicurezza italiana. Alba Granizio, insegnante di italiano di larga esperienza, ci racconta del Museo della biodiversità dei Monti Lattari, che svolge un’opera di divulgazione di notevole portata sul tema. E poi ancora una rassegna del tenore Erik Harbo sul teatro regio di Copenaghen, e su tutti gli artisti italiani che vi si sono succeduti ed esibiti con successo negli ultimi decenni. E tanto altro ancora. IL PONTE vi invia un augurio ed un brindisi. Che sia per tutti un caldo Natale, ed un rincuorante 2015! Grazia Mirabelli
Le opinioni espresse in ogni singolo articolo sono da attribuirsi esclusivamente all’autore dell’articolo, che se ne assume la responsabilità, e non rifflettono necessariamente il punto di vista della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nelle date e negli orari degli eventi annunciati.
Caro lettore, anche questo numero della rivista è stato interamente realizzato con collaborazioni a titolo gratuito. Sostieni il nostro lavoro con un abbonamento di supporto, questo ci permetterà di assicurare un futuro all’unica rivista in lingua italiana pubblicata in Danimarca IL PONTE kr.150 annuali Danske Bank Reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889
Istituto Italiano di Cultura
Gjørlingsvej 11 – 2900 Hellerup – tel. 3962 0696 www.iiccopenaghen.esteri.it
Fra i vari eventi in programma, vi segnaliamo stavolta in particolare:
Io cammino in fila indiana
SNAPSHOT CONCERTS 2015
Lunedì il 26 gennaio - ore 19.30
Un’occasione speciale per incontrare la musica italiana in Danimarca: cinque monografie in cui affermati musicisti italiani della scena danese presentano il proprio mondo sonoro e poetico nella cornice particolare del concerto solistico.
Ascanio Celestini presenta il libro “Io cammino in fila indiana”, tradotto in danese da Bente Rasmussen (edizioni Meloni) Con la partecipazione di Ascanio Celestini, Bente Rasmussen e Gert Sørensen, autore della prefazione. 42 racconti satirici sulla politica italiana, la paura, il compiacimento, l’omofobia e il pregiudizio razziale. “Ognuno di questi “racconticerino” accende un’ idea e insieme insinua un dubbio. Ogni racconto si scioglie in una risata liberatoria, tuttavia, rimane comunque un residuo irrisolto, un bruscolo nell’ occhio, un sassolino nella scarpa, il proverbiale pisello che, sotto i venti materassi della principessa, le impedisce di dormire sonni tranquilli. È appunto questo che sta a cuore all’ autore: seminare zizzania nelle favole. Un compito in cui pochi sanno tenergli testa” (Valerio Magrelli, La Repubblica) Ascanio Celestini ha appena ricevuto il Premio Vittorio De Sica nel 2014, come attore, regista, scrittore e drammaturgo. L’evento sarà in danese e in italiano. Seguirà un piccolo rinfresco.
Meeting Italian musicians in Denmark
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Giovedì il 29 gennaio - ore 19.30 - Paolo Russo Giovedì il 26 febbraio - ore 19.30 - Sara Indrio Giovedì il 26 marzo - ore 19.30 - Nico Gori Giovedì il 30 aprile - ore 19.30 - Francesco Bigoni Giovedì il 21 maggio - ore 19.30 - Mauro Patricelli
Il programma completo e aggiornato è consultabile sul nostro sito: www.iiccopenaghen.esteri.it (sotto 'Gli Eventi' › 'Calendario' )
Se non diversamente indicato, gli eventi hanno luogo nella sede dell’Istituto Orario di apertura: lunedì e martedì 9-17; mercoledì e giovedì 9-16; venerdì 9 -15. Orario di apertura della biblioteca: tutti i giorni dalle 12 alle 14.
lare costa 250 corone. Info: www.iiccopenaghen.esteri.it (sotto 'L’istituto' › 'Diventare soci').
Come diventare soci dell’Istituto: la tessera con validità per l’anno so-
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ponte // s o c i e t ĂĄ
Nonostante le numerose dominazioni del passato,e la posizione geografica al centro del mediterraneo che ha sempre favorito un crocevia di popoli, quello italiano è identificato come segue: uomini galanti, donne alla moda. Fanatici del buon cibo, quello di casa loro, gesticolano per farsi capire meglio e amano il calcio. Stereotipi? Forse.
GLI Italiani:
TUTTI UGUALI!!
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di Silvia Padula L' uguaglianza presa in esame, stavolta però è ben lontana dagli stereotipi che il Bel Paese colleziona per il mondo. Ad essere tutti uguali in questo caso sono i giovani italiani. Non per moda, né per atteggiamenti e tantomeno per tradizione culinaria. In quanto membro di questa categoria, ho potuto constatare direttamente che i ragazzi di oggi, il futuro del paese, sono incredibilmente vittima di un sistema che è simile ad un circolo vizioso; un cane che si morde la coda. Facciamo parte di un' Italia che ci vuole tutti uguali: qualificati e disoccupati. La descrizione è un po' triste ma ciò che sto per dire forse, lo è ancor di più. Il mercato del lavoro italiano ha poca, pochissima offerta, ed una domanda molto alta. Una domanda che cresce giorno dopo giorno, di pari passo con la qualità: si contano decine di migliaia di giovani diplomati, laureati, specializzati e con dottorato. A carico di mamma e papà. Ogni famiglia italiana ripone preziose speranze nei figli, fornendo loro tutti i mezzi per emergere nel mondo degli adulti, tra cui in primis una buona istruzione. Ecco che ogni anno le istituzione scolastiche italiane "sfornano" migliaia di persone altamente qualificate, che però il mercato del lavoro non può assorbire. Quei pochi eletti, finiscono per essere assunti per mansioni che potrebbero fare persone meno qualificate e tra i restanti c’è chi scalda il divano di casa
e chi sbarca all' estero, cercando di fare il colpo grosso. Trovare cioè una dimensione normale che in Italia non riescono a crearsi. La mia esperienza è un caso classico: sono laureata come tanti, tantissimi miei connazionali e sono in Danimarca, perché a scaldare la poltrona di casa non potevo restare. Come si reagisce di fronte ad uno stormo umano che anno dopo anno va ad arricchire paesi meno belli, con meno cultura ma con una grande civiltà? Come si spiega l'ingiustizia nel sapere che ingegneri, sociologici, economi, vanno a servire ai tavoli stranieri, con la speranza di ritagliarsi un posticino che non garantirà loro nulla di speciale, solo la normalità, così scontata, ma purtroppo ormai così difficile da raggiungere nel loro paese. L' Italia è troppo bella, troppo ricca per questo ce l' hanno rubata. Pochi hanno rubato il posto di tanti. E quei tanti?? Hanno voce in capitolo?? No, e ciò è assolutamente errato. Dunque siamo tutti uguali. Tutti inabili dinnanzi a tutto ciò. Tristemente dottori e per l’ occasione abili manovali, guardiamo al nostro paese con rabbia e nostalgia allo stesso tempo. Alcuni vogliono tornarci, altri hanno perso ogni orgoglio di essere italiani. Se in ogni parte del mondo si parla la nostra lingua e il nostro marchio è una garanzia, mai come ora è il momento di ricordarsi da dove si viene, di farsi valere non solo in quanto Silvia, Francesco, Giuseppe o Marianna ma soprattutto in quanto italiani, sia quelli che ormai hanno deciso di non tornare più in patria, sia coloro che si augurano di tornare, arricchiti, interiormente e materialmente, in un
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periodo migliore. Perché gli ottimisti non vincono spesso, ma vincono molto. La nostra grande scommessa è il futuro del nostro Paese, un paese dove splende sempre il sole, un paese torturato prima dalla storia e attualmente dalla politica. Una nazione ambita nel mondo, che sta diventando un incubo per i propri giovani. Per quanto riguarda me, lasciare il posto da dove provengo mi ha fatto scoprire che forse mi appartiene più di quanto pensassi, proprio perché sono così uguale a tutti gli altri. Il senso di appartenenza ad una comunità non potrà mai scemare perché è nascosto nei piccoli gesti quotidiani. Come quando al supermercato trovi la marca italiana, o la radio in un locale passa una canzone italiana tanto vecchia quanto bella. Come quando in treno senti parlare nella tua lingua ti giri e, se sono solo turisti, sotto sotto provi un po' di invidia. Come quando conoscere altri connazionali emigrati ti fa sentire un po’ a casa. Come quando il caffè per te è solo l' espresso, i tuoi numeri sono italiani e sulla pasta va solo il parmigiano. Siamo tutti uguali, nel bene e talvolta nel male. Con il cuore e la testa un’ italiana da sempre e per sempre Silvia Padula, 23anni, è nata a Napoli dove si è laureata, nel luglio 2014 in scienze della comunicazione, indirizzo economico. Si è trasferita in Danimarca con l’augurio di vivere un' esperienza in un paese che le possa dare opportunità diverse da quelle che offre l' Italia attualmente.
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Femminicidio:
parlarne è cultura e la cultura è potere di Silvia Ferrara
Cari lettori de Il Ponte, il mese scorso dopo una piacevole conversazione con il direttore della rivista, i nostri discorsi “tra donne” si sono conclusi con l'idea di argomentare di femminicidio nella mia rubrica di questo numero di dicembre. Un tema di ampia discussione e di cui giornalmente purtroppo la cronaca trova riscontro. È da poco passato il 25 novembre, data che, con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel
giorno, affinché i diritti delle donne siano rispettati. Questa data riporta alla memoria ogni anno l'assassinio brutale delle Sorelle Mirabal, ma più di tutto, ci ricorda i miliardi di donne che, ovunque nel mondo, hanno sofferto il loro stesso genere di situazione impegnandosi nella lotta per i propri diritti. Attualmente le donne di tutto il mondo proseguono la loro lotta per la libertà del loro paese, la libertà del loro corpo, delle loro idee e per un mondo nuovo; le nostre lotte si confrontano direttamente contro il sistema capitalista e patriarcale, che esclude ed elimina le donne dalla società e dalla sfera decisionale. La violenza contro lo donne prende diverse forme, dall'esclusione sociale alla violenza fisica. Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 35% di loro ha subìto violenza sessuale
dal partner o da un’altra persona,. In Repubblica Dominicana si stima che il 24,8% delle donne che vivono in zone urbane e il 21,9% delle donne che vivono in zone rurali hanno subito violenze fisiche in un periodo della loro vita. I casi di violenza a Puerto Rico interessano il 60%delle donne. In Brasile negli ultimo decenni più di 91.932 donne sono state assassinate; in Guatemala 377 donne sono state assassinate solamente nel 2012. In Salvador 207 donne sono state assassinate tra gennaio e maggio 2012. Circa l'80% di questi reati avviene nella sfera familiare ed ovunque, a livello planetario, la crisi economica e sociale ricade direttamente sulle donne. I sondaggi dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali confermano: una donna europea su tre dichiara di essere stata vittima di violenza dopo i 15 anni d’età. Nel libro “Giù le mani dalle donne”,
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uscito a novembre, la penalista Alessia Sorgato riporta dei numeri che sono da bollettino di guerra: in Europa 62 milioni di donne hanno subito violenze fisiche e/o sessuali e il 67% di vittime di abusi in famiglia non lo hanno denunciato. Da sempre impegnata coraggiosamente a fianco delle vittime nella lotta alle violenze di genere, l'autrice, partendo da storie vere raccolte negli anni, affronta il drammatico tema in tutte le sue molteplici declinazioni: dalla violazione degli obblighi famigliari ai reati su internet, dallo stalking ai maltrattamenti, dalla prostituzione minorile alla violenza sessuale e così fino all’uxoricidio, tracciando i profili degli offender, ma delineando anche quelli delle vittime. Spesso infatti l'aspetto della violenza umana si innesca come dinamica relazionale da ambo le parti. Per millenni la cultura ha definito qualità profonde dell'animo femminile il perdonare, capire, giustificare, portando a male interpretare quando e perché la violenza si manifesta. Cercarne le ragioni, o una possibile spiegazione. NO! La violenza non è mai da comprendere, o giustificare; è sempre sbagliata, punto e basta. Un'interessante campagna di sensibilizzazione sulla violenza domestica è stata creata dall'organizzazione serba B92, che ha proposto 365 fotografie per mostrare il crescendo della violenza stessa. Il progetto si chiama “Una foto al giorno nel peggior anno della mia vita” e mostra all'inizio il volto di una giovane, bella ragazza sorridente,Poi, con il passare dei giorni accade qualcosa, e lo notiamo dai cambiamenti del suo volto: il sorriso scompare, sostituito da tagli e lividi che diventano sempre più visibili. L’ultimo scatto presenta il viso coperto di croste e il suo occhio gonfio al punto tale che può a malapena a vedere. Nel cartello che ha in mano è scritta una frase angosciante: “Ti prego, aiutami. Non so se riuscirò ad arrivare a domani”.
Se da un lato la sensibilizzazione e l'informazione creano un continuo dibattito culturale sulla violenza, dall'altro anche la rete con i suoi nuovi mezzi diventa un prezioso alleato. L'associazione Telefono Donna ad esempio ha presentato il manuale antistalking, con relativa app per cellulare: l'obiettivo è fornire gli strumenti per "comprendere gli atti persecutori, che le donne faticano ad individuare". Il piccolo vademecum, tradotto in cinque lingue tra cui l'arabo, è stato ideato dopo le numerose richieste d'aiuto ricevute dall'associazione: in quattro anni, quasi 700 donne, prevalentemente tra i 26 ed i 45 anni, hanno denunciato di essere vittime di stalking, atto molto spesso perpetrato dall'ex marito o compagno. E, forse, è stato proprio grazie a questa continua divulgazione tra l'opinione pubblica, che si è potuti arrivare a una importante vittoria da quest'anno, con la nuova legge internazionale contro ogni forma di violenza sulle donne. Da quando l'11 maggio del 2011 era stata presentata la “Convenzione di Istanbul “del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza domestica nei confronti delle donne, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per la creazione di un quadro normativo di tutela contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne, i Paesi membri avevano già dimostrato il riconoscimento di una serie di diritti a tutela delle donne. Ma la Convenzione avrebbe potuto entrare in vigore dopo la ratifica dello strumento in almeno 10 paesi membri del Consiglio d'Europa, e oggi finalmente possiamo dichiarare raggiunto questo importante obiettivo. Dal 1 agosto 2014 la Convenzione è applicabile in tutti i Paesi del Consiglio d'Europa, grazie all'impegno dei 12 governi degli Stati membri che, a seguito della Turchia l'hanno ratificata (Albania, Portogallo, Montenegro, Italia, Bosnia-
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Erzegovina, Austria, Serbia, Andorra, Danimarca, Francia, Spagna e Svezia) , e a cui si sono appena aggiunti Malta e Monaco. La struttura dello strumento è basato sulle “quattro P”: Prevenzione, Protezione e sostegno delle vittime, Perseguimento dei colpevoli e Politiche integrate e si propone di prevenire la violenza, di favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli. La Convenzione obbliga inoltre suoi firmatari oltre alla protezione delle vittime, alla creazione di politiche integrate e globali sull’educazione, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo e stabilisce obblighi in relazione alla raccolta dei dati e la ricerca di sostegno in materia di discriminazione contro le donne, in modo da avere dei quadri aggiornati per un intervento più efficace in materia di servizi da offrire per il recupero e la protezione delle vittime e dei loro figli, spesso testimoni delle violenze. L’auspicio è che la Convenzione di Istanbul venga al più presto firmata, ratificata e applicata dal maggior numero di Paesi, in vista di un futuro in cui magari non ci sia più bisogno di un quadro normativo a <protezione del genere femminile>....
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Nel cartello che ha in mano è scritta una frase angosciante: “Ti prego, aiutami. Non so se riuscirò ad arrivare a domani”.
Silvia Ferrara è dottore di ricerca in medicina di comunità ed esercita come psicologo clinico. Psicoterapeuta, collabora da diversi anni con il Servizio di Assistenza Psicologica dell'Università di Padova.
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Noti cantanti e direttori d'orchestra italiani
al Teatro Regio di Copenaghen. di Erik Harbo
Da oltre 225 anni in Danimarca è stata rappresentata l’opera lirica italiana. Dal 1790 si formò anche un vero e proprio coro, ed una serie di solisti. Per molti anni l'opera venne diretta da maestri di cappella, in maggior parte italiani, tra cui il compositore Paolo Scalabrini che è stato direttore di cappella, il quale compose la musica per Amore senza calze di Johan Herman Wessel. Il Teatro Regio di Copenhagen ebbe negli anni successivi diverse altre visite di direttori e cantanti italiani. Per tutto il 19 ° secolo furono messe in scena molte opere celebri di Rossini e Bellini,alcune delle quali al Teatro di Corte, ora
Teatermuseet i Hofteatret. Ospiti di grande nome della Lirica italiana hanno spesso solcato i palcoscenici danesi. Beniamino Gigli cantò La Bohème nel 1932 e per tre giorni al Forum si ripeté un grande successo, con la presenza di ben 23.000 spettatori. Durante la sua tournée nel 1927 e nei successivi due anni il direttore d'orchestra Egisto Tango diresse la Cappella Reale al Teatro Regio di Copenaghen, dove si rappresentarono le grandi opere italiane: Il Barbiere, Aida, Rigoletto e Madama Butterfly. Poi Tango fu nominato direttore d'orchestra, un incarico che mantenne fino alla morte. Oltre alla sua attività al Teatro Regio era un direttore d'orchestra molto stimato per i concerti con l’orchestra del Teatro
e con l’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale. Da ammirare era la sua notevole chiarezza e una straordinaria sonorità, soprattutto in opere di Verdi come Don Carlos e Un ballo in maschera, che portarono l'opera d'arte danese in stretto contatto con le grandi tradizioni operistiche italiane. Diresse Maskarade di Carl Nielsen in una nuova produzione nel 1931, di cui lo stesso Nielsen rimase entusiasta. Purtroppo Nielsen morì poco dopo. Dai miei vecchi colleghi del Teatro Regio ho sentito molti racconti su questo focoso direttore che, anche se era duro nel comportamento, tutti amavano e di cui fortunatamente si conservano ancora molte belle registrazioni con l’orchestra del Teatro. Dall’inizio della seconda guerra mondiale Tango decise di
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smettere di parlare tedesco con l'orchestra, e cercava di parlare alla meglio in danese. Negli anni 50’ la Cappella Reale fu diretta anche dai direttori bambini Pierino Gamba e una volta da Roberto Benzi. Successivamente anche io ho assistito all’esibizione di qualche noto direttore d'orchestra e cantante italiano al Teatro Regio e ho anche cantato con loro. Nelle stagioni 1957-1972 il teatro ebbe il grande onore di ospitare Bruno Bartoletti che portò al teatro ed ai cantanti una grande ispirazione. Bartoletti trascorreva parte dell'anno in Danimarca e riuscí a dirigere più di 10 opere diverse. Il direttore Lamberto Gardelli, che era già ben integrato in Scandinava come direttore dell’Opera di Stoccolma, arrivò al Regio nel 1960 per dirigere l'opera di Rossini La Cenerentola in cui si esibì anche la bella e affascinante cantante danese Else Margrethe Jeppesen che divenne presto sua moglie. Gardelli rimase per molti anni in Danimarca anche alla direzione dell’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale. In una conferenza all’Istituto Italiano di Cultura pochi anni fa ebbi occasione di parlare del DVD La Bohême 1974 da lui diretto. Giuseppe Patané, nato a Napoli nel 1932 fece il suo debutto alla Staatsoper di Vienna nel 1962 e nel 1967 debuttò in Danimarca. Lavorò in tutti i maggiori teatri d'opera. Sua figlia Francesca Patané è oggi una nota soprano e ha cantato a Den Jyske Opera, e come ospite al Teatro Regio nel ruolo di Tosca. Nel 1968 Birgit Nilsson ha cantato in Tosca diretta da G. Patané. Fu una serata memorabile. Il risultato si può ascoltare sul CD Birgit Nilsson al Teatro Regio. La famosa foto la ritrae in ginocchio di fronte a Scarpia (Ib Hansen) mentre canta ‘Vissi d'arte’. Veriano Luchetti ha avuto una bella carriera sia in Italia sia all'estero. Ha cantato molto
a Firenze e a Verona, ma anche al Covent Garden e a La Scala. Ha cantato Pinkerton a Copenaghen nel 1968 nella Madama Butterfly, con Romano Roma e Atsuko Atsuma. Io interpretai il nakodo Goro, che offre la sposa Butterfly al tenente americano. Era allora molto richiesta la partecipazione di cantanti italiani e posso elencare alcuni nomi che hanno visitato il teatro, tra cui un tenore fuori del comune, Giuseppe di Stefano interprete nella Bohême nel 1952, e nel 1962. In seguito si poté udire un altro grande nome, quello del baritono Aldo Protti per due serate in Rigoletto.
Il 10 febbraio 1968 arrivò Tito Gobbi. Cantò naturalmente il suo personaggio Scarpia in Tosca, diretto da Giuseppe Patané. Tito Gobbi debuttó nel 1935. La sua carriera, come quella di tanti altri cantanti, ebbe una pausa durante la seconda guerra mondiale quando era a Roma. Dopo la guerra, inizió la sua carriera operistica mondiale. Inoltre giró dei film fra cui Il Barbiere di Siviglia. A Copenaghen si esibì insieme alla soprano danese Lone Koppel. Tra le grandi artiste italiane bisogna menzionare una soprano che oggi si vede regolarmente alla televisione italiana, anche come attrice. Katia Ricciarelli ha
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studiato musica a Rovigo ed a Venezia e ha fatto il suo debutto come Mimì nel 1968. Poi ha cantato in innumerevoli ruoli a La Scala, al Covent Garden, al Metropolitan ed in altri teatri lirici. Ha visitato il Teatro Regio come Tosca nel 1989 con Leif Roar come Scarpia e Peter Lindroos come Cavaradossi. La Ricciarelli è ricordata anche per la sua interpretazione di Desdemona nel film Otello di Zefirelli girato nel 1986 con Placido Domingo. Il tenore finlandese Peter Lindroos, la cui voce aveva il suono autentico di un tenore italiano, era stato portato a Copenaghen dal conduttore Bruno Bartoletti che aveva proposto Lindroos per Il Trovatore nel 1971. Lindroos aveva studiato a Roma, e qui Bartoletti l’aveva udito esibirsi. Il contratto di Lindroos con Il Teatro Regio durò per ben 25 anni. Al Teatro Regio si trova una raccolta di registrazioni su nastro che l’entusiasta appassionato di lirica Knud HegermannLindencrone ha registrato dal 1948-1988. La collezione è una delle più grandi del mondo e si trova al server del Teatro Regio. Si tratta di più di 1500 registrazioni, in particolare di opere liriche e teatrali di quel periodo di tempo. Questa raccolta è in parte pubblicata in cd dopo 1998. Io sono presidente della società che amministra le pubblicazioni insieme con il mio collega Uffe Henriksen. Si possono comprare più di 30 cd. Buon ascolto! Il brano è stato riprodotto da una conferenza di Erik Harbo presso l’Istituto Italiano di Cultura. Traduzione Bente Harbo/ Cristina Tibo Hansen Erik Harbo. Tenore al Teatro Reale dal 1967-2000, ha lavorato alla radio e alla televisione, ha inciso diversi CD ed ha tenuto moltissime conferenze in ambito musicale. http://www.erikharbo.dk/hegermannlindencrone. htm
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Flessibilità: l’Italia sarà in grado di assicurarla? Il Jobs act e la riforma del lavoro prevista dal governo Renzi lascia intravvedere una via italiana alla flessicurezza, modello danese che unisce la libertà di licenziamento da parte dell’imprenditore alla sicurezza sociale del lavoratore.
flessibile, dunque alternativi al contratto
La flessibilità, tuttavia, rende insicuro il
di lavoro a tempo indeterminato, nella
lavoratore su aspetti come occupazione,
convinzione che la flessibilità nell’accesso
reddito, identità professionale, carriera,
e nell’uscita, possa creare nuovi posti di
futura pensione, status sociale, progetti di
“Ecco la riforma del lavoro senza l’articolo
lavoro. Questa idea è già stata ed è tuttora
vita, e non è provato che aumenti i livelli
18”, titola il Corriere della Sera del 23
propria di organizzazioni internazionali come
occupazionali. Negli Stati più evoluti che
settembre scorso. Il governo Renzi, con il
l’Ocse, il Fondo Monetario Internazionale e
adottano da tempo sistemi flessibili, si
Jobs Act (chissà perché in inglese), sostiene
la Commissione Ue, che richiede da tempo
è tentato – pur riconoscendo la validità
una riforma del mercato del lavoro fondata
al nostro paese riforme strutturali in ambito
del sistema soprattutto quale strumento
su di un ampio ricorso a strumenti di lavoro
lavoro.
di creazione di nuovi posti di lavoro e
di Salvatore Giannella
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dunque di lotta alla disoccupazione – di
continueranno a diffondersi. I teorici della
mesi, e l’indennità di licenziamento per i
adottare degli ammortizzatori proprio per
flessicurezza pongono in primo piano
lavoratori a paga bassa è superiore al 90
stemperare gli oneri cui vanno incontro i
l’obiettivo di lasciare alle imprese un’ampia
per cento dell’ultimo salario per un anno.
lavoratori flessibili.
libertà di licenziamento, facendo tuttavia in
Gli occupati hanno diritto a 2 settimane di
La flessibilità, secondo questi autori,
modo che i lavoratori che perdono il posto,
aggiornamento professionale ogni anno
diviene “sostenibile” coniugandola con il
anche a più riprese nel corso dell’anno,
che vengono pagate dalle imprese. Questi
Welfare, con la sicurezza sociale. Nasce
ricevano adeguato ristoro e protezione.
servizi però costano molto e la Danimarca
così la flessicurezza. In un comunicato
Nei paesi che hanno elaborato programmi
infatti ha, nell’Unione Europea, la spesa più
diffuso nel 2007 la Commissione europea
nazionali di flessicurezza, come la
alta per le politiche attive del lavoro pari al
definisce la flessicurezza come “una
Danimarca, “essa viene perseguita
2,6 per cento del Pil. Per avere un termine
strategia integrata per accrescere, al
mediante una combinazione di misure
di paragone l’Italia è allo 0,4% e la media
tempo stesso, flessibilità e sicurezza sul
attive e passive che comprendono:
di molti Paesi Ue non è molto più in su: si
mercato del lavoro”. Quel comunicato mi
ampia libertà di licenziamento da parte
ferma allo 0,7%” (Dario Di Vico, Corriere
spinse a salire in Danimarca, all’epoca
dell’impresa, con l’obbligo però di un
della Sera).
governata da Anders Fogh Rasmussen,
esteso preavviso (…); dispositivi di legge
L’Italia sarà in grado di assicurare la
premier di centrodestra ieri e dal 1° agosto
per assegnare automaticamente un posto
flessicurezza virtuosa della Danimarca?
2009 segretario generale della Nato, a
di lavoro a tempo indeterminato a chi
Al momento non sono previsti sistemi
indagare su questa strategia, per farne
abbia cumulato un certo periodo, o un
di flessicurezza vera e propria, anche se
un articolo per Oggi Quando incontrai la
certo numero di contratti temporanei
si parla di salario minimo garantito e di
flessicurezza, "flessibilità dal volto umano".
presso agenzie interinali o contratti
qualcos’altro, ma è ancora poco rispetto
(Ma l’Italia sarà in grado di assicurarla?)
da dipendente a tempo determinato;
alla Danimarca. E’ comunque opinione
e un capitolo più approfondito sul
indennità di disoccupazione relativamente
di molti esperti interpellati che il lavoro
libro “Voglia di cambiare”, diario di
generose, pagate da apposite casse
flessibile non risolverà i problemi del
viaggio nell’Europa eccellente (edito da
assicurative a partecipazione volontaria,
Paese e che sarebbe meglio prevedere
Chiarelettere).
per la maggior parte finanziate dallo Stato
agevolazioni per le imprese che assumono
Secondo questa impostazione, spiega
…” (L. Gallino, op.cit., p. 43-45), utilizzo di
e un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale.
il sociologo Luciano Gallino nella
un nutrito numero di impiegati altamente
recente opera Vite rinviate. Lo scandalo
specializzati nelle agenzie di collocamento,
Salvatore Giannella è stato direttore de
del lavoro precario (Laterza, 2014) “la
piani intensivi di formazione obbligatori per
l'Europeo e di Airone e ha curato le pagine
flessibilità del lavoro va mantenuta e
il disoccupato, evidentemente finalizzati
di cultura e scienze del settimanale Oggi.
anzi innalzata, poiché giova alle imprese,
ad un suo più agevole inserimento nel
Collabora con Oggi, Corriere.it e Sette,
alla competitività e al risanamento del
mercato del lavoro, severe sanzioni
il magazine del Corriere della Sera. Cura
bilancio pubblico (…) Si tratta però di
amministrative per il disoccupato che rifiuti
il blog Giannella Channel dedicato alle
provvedere affinché i costi che essa
senza giustificato motivo i lavori propostigli
eccellenze dell'Europa
genera a carico dei dipendenti siano
dai servizi pubblici. E ciò è solo una parte
temperati con interventi ad hoc, mirati
della normativa che accompagna il lavoro
http://giannellachannel.info/2014/09/25/
soprattutto ai soggetti più deboli in
flessibile in Danimarca. Eppure neanche
job-act-riforma-lavoro-quando-incontrai-
modo da farla apparire più sostenibile in
in Danimarca è realmente diminuita la
flessicurezza-flessibilita-dal-volto-umano-
termini di sicurezza sociale. Per questo la
disoccupazione: nel 2008 era del 3,4 per
danimarca/
flessicurezza è stata definita ‘la flessibilità
cento, oggi è salita al 5,1. “Oggi il 30%
dal volto umano’”.
dei salariati cambia lavoro ogni anno.
E’ prevedibile che i lavori flessibili
L’indennità per chi cerca lavoro è di 48
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il
ponte // a m b i e n t e
BiodiversitA': adesso i Monti Lattari hanno un museo di Alba Granizio L'Italia con i suoi 50 siti di interesse culturale e naturale si trova al 1º posto nella lista del Patrimonio dell'umanità (UNESCO). La sola Campania ha circa 10 siti, tra cui il centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, Pompei, Ercolano e la Costiera Amalfitana Per quanto l'Italia sia conosciuta per il buon cibo, il bel paesaggio e la grande quantità di siti archeologici, meno conosciuto, ma non di minore importanza, è il suo grande patrimonio di biodiversità. Ma che cos'è la biodiversità? È la ricchezza di vita sulla Terra, consiste nella varietà delle forme di vita vegetali e animali e delle risorse culturali, e nella presenza delle persone che vivono e abitano in un luogo. La biodiversità svolge un ruolo importante per la scienza perché ogni specie può dare agli scienziati indizi notevoli di come la vita si sia evoluta e come potrà continuare ad evolversi sulla Terra e, inoltre, aiuta gli scienziati a comprendere come la vita funziona ed il ruolo che ogni specie sostiene nell'ecosistema. La penisola sorrentina rappresenta una
delle aree d'Italia più interessanti dal punto di vista ambientale ed è percorsa dalla catena dei Monti Lattari, il cui nome è legato proprio alla storia di questi monti e risale indietro nel tempo quando nel 264 a.C il popolo dei Picentini, si stabilì qui. Il luogo appariva impervio e poco adatto all'agricoltura così per integrare le risorse forestali con quelle agricole avviarono un fiorente allevamento di bovini ad attitudine lattifera riuscendo a produrre un latte eccellente per qualità e quantità. Grazie a questa eccezionalità, i Monti circostanti meritarono il nome di "Lactaria Montes", Monti Lattari. Dai bovini autoctoni allevati prima dai Picentini e poi dai loro discendenti, attraverso numerosi incroci con riproduttori di altre razze, nacque la razza che oggi viene definita Agerolese, il cui latte è eccezionale. Oggi I Monti Lattari godono della costituzione di un popolamento vegetale molto diversificato e valorizzato dalla presenza di specie esclusive. Il complesso di tutte le piante spontanee risulta essere costituito da quasi 1.000 specie di cui una grandissima varietå di Orchidee spontanee che costituiscono una preziosa ricchezza del patrimonio botanico italiano. Le Orchidee sono piante protette e, alcune di queste,
anche minacciate di estinzione. Per cui non bisogna raccoglierle o danneggiarle, poiché l'unico luogo dove esse vegetano in modo ottimale e dove vanno conservate è il loro ambiente naturale. Da ricordare anche i meravigliosi boschi di faggi del Faito e la Valle dei Mulini e le altre sorgenti d'acqua, circa 7 e solo in quest'area. Tra le specie animali presenti ci sono anche la volpe, la lontra e la salamandra della Valle delle Ferriere. Adesso i Monti Lattari hanno un museo, grazie all'impegno profuso dal mondo del Volontariato e in primis dal Prof. Catello Filosa dell'associazione Verde Pro Natura e alla collaborazione delle istituzioni. Da pochi anni è nato il “Centro per la conoscenza della biodiversità del Parco dei Monti Lattari” che è ospitato in una parte della biblioteca di Gragnano. Il museo CITES è un piccolo gioiello, unico nel suo genere, di grande valore culturale, scientifico ed umano. Accoglie molte iniziative rivolte sopratutto al mondo della scuola per diffondere la cultura del rispetto e dell'ambiente., ma anche per sensibilizzare i giovani alla conoscenza del territorio e alla salvaguardia della ricchezza dei Monti Lattari . Nelle vetrine del museo sono esposti
13 circa 150 esemplari di reperti animali e parti di essi. Ci sono coralli tropicali, come alcune gigantesche tridacne che erano utilizzate fino a poco tempo fa come vasche ornamentali nei giardini o come acquasantiere nelle chiese. In tutto il mondo si raccolgono coralli e conchiglie per venderli come souvenir o per ricavarne articoli per gioielleria o altri prodotti di artigianato: a causa di questo sfruttamento indiscriminato molte specie di molluschi sono diventate rare. C'è una vetrina dedicata ai datteri di mare. La loro pesca è considerata una pratica fuori legge poiché il prelievo dei datteri di mare comporta il danneggiamento irreversibile delle coste di natura calcarea, ma purtroppo ancora oggi si assiste alla continua trasgressione della legge che ne regola l'attività di prelievo; le operazioni di bracconaggio vengono frequentemente intercettate e sanzionate, ma ciò non sembra sufficiente ad eradicare l'abitudine nella popolazione locale, poiché attualmente i datteri di mare risultano ancora ben presenti nel mercato nero dei prodotti vietati e sono tra l'altro squisiti da mangiare. Ci sono anche tartarughe terresti e marine, più una vetrina da considerarsi di grande valore economico; poiché sono esposti diversi oggetti di avorio tra cui alcune zanne di elefanti lavorate. In un altra vetrina ci sono oggetti realizzati con pelli di coccodrillo, provenienti dai continui sequestri del Corpo Forestale dello Stato dal commercio illegale, e affidati in comodato d'uso, a scopo divulgativo all' associazione Protezione Verde Pro Natura.
Ci sono anche molti pannelli informativi sulle specie animali che a causa del commercio illegale rischiano l'estinzione. Ma cosa ci fa una mucca nel museo della biodiversità? Si tratta della mucca Agerolese. Purtroppo per la crescente scomparsa dei prati da foraggio e il grande sfruttamento del suo latte è stata considerata dalla FAO razza in pericolo e quale patrimonio unico ed irripetibile da salvaguardare. Questa mucca è legata alla produzione del Provolone del Monaco D.O.P che prende
il nome dal soprannome che veniva dato ai contadini agerolesi che indossavano un grande mantello nero quando si recavano a vendere i loro provoloni nel porto di Napoli. Apparivano così agli occhi dei compratori come dei monaci, così il nome, “Provolone del Monaco.”Questo provolone ha ora il marchio D.O.P. e, il 20 % del latte utilizzato per la sua lavorazione proviene proprio dai bovini di razza Agerolese, però sul mercato, a causa della forte richiesta, esistono molte contraffazioni. Ognuno di noi ha un ruolo da giocare per
combattere la crisi della biodiversità, ogni nostra azione quotidiana e gli acquisti che facciamo hanno un effetto sulla biodiversità, scelte utili all’ambiente e alla biodiversità riguardano l’acquisto di alimenti stagionali, prodotti localmente e possibilmente biologici e anche la riduzione del consumo di carne. Qualche fettina in meno al mese fa bene alla salute e alla natura. Il grande coraggio dell'associazione Pro. Natura di Castellammare ci fa capire che è utile che ognuno di noi sia informato sulla crisi della biodiversità e dei servizi ecosistemici e che sia pronto ad aderire a campagne di sensibilizzazione o scegliere di fare un’esperienza di volontariato a favore di specie animali protette o a rischio di estinzione. Anche la Danimarca si sta preparando ad accogliere un museo della biodiversità; ci sarà presto un CITES anche a Copenaghen. Nel 2015 inizieranno i lavori per la costruzione del Museo della Storia Naturale della Danimarca che sarà incorporato nell'orto Botanico di Copenaghen. Questo sarà il più grande museo costruito in Europa in tempi moderni. Il nuovo museo dovrebbe aprire le sue porte al pubblico nel 2017. La biodiversità non ha Patria e tutti dobbiamo aiutare a preservare questo bene nel futuro. Alba Granizio È Erborista e ha studiato all'Università di Farmacia di Urbino. Ha il Master in competenza avanzata in didattica dell'italiano a stranieri conseguito presso l'Università di Siena ed insegna in Istituto di Cultura.
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ponte // d e l i z i e
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SOGNI DI
Cioccolata di Grazia Mirabelli
I benefici che la cioccolata apporta alla nostra salute sono ormai noti. Questo goloso alimento è in grado di regalarne al nostro cuore in misura addirittura superiore al vino rosso. In altre parole quello che si dice un toccasana! Per chi poi, come noi vive al nord, c’è da dire che il cioccolato induce benefici risultati sul tono dell’umore, aiutandoci ad affrontare meglio le lunghe ore del buio invernale che il nord ci riserva. Consapevoli di tutto questo, l’ingresso nella cioccolateria di Giulia e Andrea regala una sensazione avvolgente, che risveglia i sensi, predisponendoci al benessere del corpo e dell’anima. L’avventura danese dei due fratelli originari del Piemonte, ha inizio lo scorso agosto quando, dopo un lungo lavoro di progettazione, si sono
finalmente aperte le porte del loro locale in Gammelkongvej 147. Un’avventura condivisa, nata dalla passione per la propria terra e per i suoi prodotti, tra cui il cacao e le nocciole. Ricordiamo che la nocciola italiana, di cui l 'Italia è il secondo produttore mondiale, è stata inserita dall’ l'UNESCO tra i patrimoni da tutelare. Sweet Giulia, malgrado il nome, è un locale in perfetto stile italiano, qua e la contaminato da leggere linee nordiche, frutto della creatività condivisa di un architetto danese ed un artigiano italiano. Il tutto illuminato da lampade in ceramica bianca a forma di moka, scelte perché regalassero all’ambiente un tocco in più, casualmente rivelatesi opera di una designer italiana, trapiantata negli USA da ormai più di 20 anni.
Protagonista di questo trionfo di golosità lei, la signora cioccolata. Regina di scaffali e banchi vendita si offre languidamente agli occhi di chi guarda in tutto il suo splendore e nelle infinite forme. Cioccolatini e gianduiotti fatti a mano, nocciolati, creme spalmabili a base di gianduia o di nocciola; biscotti e torcetti, caramelle, torroni e gelati. Niente affidato alla casualità, tutto ha una sua ragione di essere. E poi ogni sorta di attrezzo e oggetto realizzato in cioccolato con estrema cura per i dettagli. Tra questi i salami di cioccolato,ed i famosi mattoncini della Lego di tutti i colori, idee graziose per i prossimi regali di Natale.
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ponte // LA V OCE D ELLA SIBILLA
-
Ci vediamo alle otto su MP. Chi sei stasera? Io sarò Wendy, e tu? Mi riconoscerai perché avrò la maschera e il mantello nero. Hai dei soldi? Li ho spesi, ma ho comprato un sacco di roba...
A che gioco giochiamo? di Sibilla Ciula
Una conversazione del genere spalanca le porte a diverse possibili interpretazioni e non tutte ugualmente innocenti. Certo dipende dagli attori, dal contesto e dalla disposizione d'animo dell'ascoltatore. Ad esempio, bisbigliata da loschi figuri in un angolo buio di una stradina deserta, ci
induce a pensare ad un qualche incontro in incognito di un genere non facilmente identificabile. Se si tratta di ragazzi all'uscita da scuola nel periodo di Carnevale – oggi ahimé anche di Halloween - si sta probabilmente organizzando una festa mascherata, la cui liceità rientra nel classico bagaglio di preoccupazioni dei genitori, quindi niente di nuovo sotto il sole.
Ma se si tratta di due bambini di dieci anni a sussurrarlo sull'uscio di casa, non ci sono feste in vista e siamo nel mese di settembre, la cosa lascia un po' perplessi. Primo, che cos'è MP? Poi stasera non si esce. Chi è questa Wendy? Maschera nera? Mantello? I soldi per comprare cosa?! Bisogna indagare, ma senza invadere. Siamo nell'era in cui i bambini sono
il
esseri compiuti, piccoli adulti, ai quali si indica, si suggerisce motivando con ampie e strutturate spiegazioni. Non si detta e soprattutto non si impone, sono loro che devono scegliere. Diventeranno in questo modo migliori di noi? Forse sì. A noi da piccoli, con tutte le eccezioni del caso, veniva consegnato un codice le cui regole avevano un contenuto chiaro e una ratio purtroppo non sempre lampante. Andavano osservate e talvolta si capivano solo col tempo... ma questa è un'altra storia. Tornando alla nostra conversazione ambigua bisogna, in barba agli ultimi studi di psicologia infantile, chiedere francamente di che diavolo si tratta. D'altronde chi domanda non fa errore. Ed ecco svelato il mistero! Si tratta di Moviestar Planet, piattaforma virtuale dove i nostri bambini si incontrano con nuove identità, vestiti di tute d'argento e abiti di paillettes e vivono vite inventate da loro, dove lavorano, guadagnano e soprattutto spendono per arricchire il loro mondo di divi del cinema. Frequentano i loro ristoranti, i loro locali, vanno a festivals and parties... tutto rigorosamente virtuale e virtualmente corretto. Quindi tutto risolto, dopo cena niente Carosello, ma solo Internet. Certo sarebbe bello, invece, leggere una storia, vedere un cartone o fare un gioco assieme a loro, per non finire ai margini di un mondo che appartiene a questi figli della rete globale, comunità di video dipendenti fino all'astinenza, col carica-batteria sempre in tasca e il
ponte // LA V OCE D ELLA SIBILLA
pollice d'acciaio per SMS alla velocità della luce, capaci di costruire grattacieli di applicazioni sul nostro smart phone nuovo di zecca mentre noi siamo ancora a pagina 3 (di 179) del libretto delle istruzioni. Ma come si è arrivati a questo? Più o meno gradualmente da quando i primi cervelloni elettronici fecero la loro comparsa nelle aziende di un certo calibro, e i primi personal computers apparvero sulle scrivanie di casa nostra, fino alle soglie del nuovo millennio. Dopodiché la situazione ha subìto un'accelerazione esponenziale degna di un film di fantascienza, tale da non riuscire a metabolizzare l'ultima novità in tempo prima che diventi obsoleta e venga sostituita da un'ultimissima novità subito spiazzata dalla superultimissima... E noi si cerca di stare al passo, alcuni arrancando un po' perché, viziati dalla fisica Newtoniana fatta di atomi e materia, attribuiamo all'astrazione virtuale niente più che la concretezza di un sogno. Ma forse parlo così solo perché non ho la più pallida idea del funzionamento degli universi binari e, in realtà, c'è molta più materia di quanto si possa immaginare. Per fortuna una buona porzione di noi adulti ha un'idea più precisa della mia e una padronanza quasi spavalda degli strumenti di questa nuova dimensione, che permette loro di dare il giusto esempio. Individui immersi nel silenzio delle loro ricerche virtuali nei vagoni del treno, sull'autobus, in aereo, in bici, alla guida(!), al caffé, ristorante, cena
casalinga, al cinema al teatro e persino all'opera. E ancora per le strade della città parlando, sguardo fisso nel vuoto, con fili penduli dalle orecchie, visione degna di una vera e propria Invasione di Ultracorpi (solo chi ha superato i 40 può seguirmi qui). Talvolta girano in branco, in cui ognuno parla probabilmente con un singolo di un altro branco e chi non sa con chi connettersi magari chiama l'amico di scorta sennò si sente escluso dal branco – ma quale branco, il primo o il secondo, boh? Niente più coffee-break o sigarettebreak, ma solo net-break e sempre alla ricerca di una connessione più potente per un duello all'ultimo post, per l'ultima chat col proprio arnese di last generation. Beh, scherzi a parte, ormai ci siamo dentro fino al collo. È un fenomeno planetario al quale non ci si può più sottrarre senza rischiare l'ostracismo, l'espulsione dalla società civile. E allora via col wi-fi e succeda quel che succeda. E quando i nostri bambini giocano alla vita adulta con le simulazioni dei Sims non dimentichiamo che noi giocavamo a mamma e figlia, che è poi, grosso modo, la stessa cosa. La differenza sta nel fatto che loro hanno più mezzi e non per questo meno fantasia di noi. Spero solo che tra vent'anni non sarà obbligo di legge scrivere su ogni appendice della rete: INTERNET NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE altrimenti saremmo tutti belli e fritti.
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ponte // ra d i o
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Nuove sfide per
di Paolo Federici RadioPizza Denmark RadioPizza Denmark si prepara a festeggiare il Natale con una notizia bomba! I ragazzi della radio per gli Italiani in Danimarca, infatti, sbarcano sulla frequenza FM 98.9 raggiungibile da tutte le radioline sintonizzate nell’area della capitale danese! Un sound tutto nuovo, grazie alla disponibilità degli studi radiofonici presso Christianshavn Beboehus, ed un team sempre vivo e dinamico, pronto ad affrontare la nuova affascinante avventura. Il vento di cambiamento spazza via l’appuntamento del martedì, spostando la diretta dalle 22.30 alla mezzanotte del lunedì sera, fruibile non solo su FM 98.9, ma anche da web su www.radiopizza. net. Come di consueto sulla pagina web saranno disponibili i podcast delle puntate precedenti, che nel trimestre autunnale hanno coinvolto ospiti e tematiche per nuovi spunti e riflessioni, in un mix tra divertimento
e saggezza italo danese! Troverete notizie sulle elezioni del COM.IT.ES e della sua importanza per gli Italiani residenti all’estero; ascolterete l’esperienza di Elena, napoletana a Copenhagen che ha creato un network per tutte le mamme italiane in terra danese e una sorta di mercatino virtuale tra connazionali; arricchirete il vostro spirito con le tradizioni della Lapponia, la nobiltà delle associazioni di volontariato, l’eleganza dei nuovi spazi urbani sostenibili; vi tufferete nell’originale connubio tra Tango argentino e pasta fresca, seguendo le orme di Andrea. Novità importanti arrivano anche nell’ambito dell’organizzazione della struttura di RadioPizza: vengono, infatti, mossi i primi passi che porteranno alla nascita di un’associazione riconosciuta, in grado di promuovere azioni di fund raising e instaurare possibili nuove
collaborazioni con l’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen, coinvolgendo stagisti interessati al progetto. I piani futuri prevedono anche un maggior coinvolgimento dei connazionali in Danimarca tramite l’organizzazione di eventi ed incontri che verranno pubblicizzati in radio e sui social network. RadioPizza Denmark partecipa inoltre come “Press” a CPH:DOX 2014 e Copenhagen Fashion Week 2015, e sarà quindi in grado di fornirvi informazioni e curiosità riguardo a questi eventi durante le sue trasmissioni. Rinnoviamo il nostro invito a contattarci durante le dirette, nonché a partecipare come ospiti: avrete sempre la possibilità di raccontare la vostra storia personale in Danimarca o dare voce alle vostre opinioni su tematiche di ogni genere!
CONTATTARE: LUIGI FARINA - P.R. MEURS-GERKEN
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ponte // s t o r i a
Il sentiero della pace
il
di Lucia Rota Andersen Dal primo giugno al 30 luglio durante le celebrazioni per i 100 anni della Grande Guerra, è stata allestita una mostra con documenti, medaglie e fotografie al Vittoriano a Roma. Il 6 luglio Riccardo Muti ha diretto a Redipuglia “Il requiem” di Verdi. Il 27 luglio Paolo Fresu ha suonato “Il silenzio” con la sua tromba in staffetta, con altri trombettisti delle altre nazioni coinvolte dal conflitto sparsi in diversi luoghi d’Europa.
Il 24 luglio quasi 83 anni dopo, Ermanno Olmi ha girato il film”Torneranno i prati” nella sua Asiago. a ricordo della grande guerra. Così scrive il regista:”Vorrei che ancora prima che bello il film fosse utile. Arriva nel centenario della prima guerra mondiale. In tutte le celebrazioni il pericolo è lo sventolio di bandiere: ci vuole anche, ma guai se fosse il solo modo per ricordare. Se la storia non è sincera come può essere maestra.? Il 24 ottobre del 1917 dagli alti comandi viene l’ordine di trovare un posizionamento per spiare la trincea avversaria, e i soldati dell’avamposto devono eseguire. Venivano dai latifondi, poveri, uguali agli austroungarici nella trincea di fronte. Che cosa fosse la guerra nemmeno se lo chiedevano. E vanno incontro al massacro, alla disfatta di Caporetto. Sull’Altopiano sono morti in 50 mila provenienti da 23 nazioni......” Nel messaggio di Ermanno Olmi c’è tutto l’orrore che la guerra ha portato e ha lasciato ma anche la speranza in un futuro migliore . “Tornerà l’erba sui prati, la speranza, la sola che può cancellare i solchi della guerra sulla natura, le ferite inflitte all’ uomo “.
ponte // s t o r i a
23
Il tema della grande guerra è stato trattato
austriaci, anche Paolo.
anche da scrittori.
“Quando il barone si era avvicinato a me per
Io ho scelto Andrea Molesini con
il colpo di grazia si era accorto che muovevo
il
la testa. Allora la zia aveva fatto di corsa i
romanzo “Non tutti i bastardi sono di
Vienna”.
pochi metri che la separavano dal barone e
Andrea Molesini è nato e vive a Venezia. Ha
si era messa fra me e quelle canne puntate,
curato e tradotto opere di poeti americani.
e il caporale anziché scostare l’intrusa con
Ha scritto storie per ragazzi. Nel 1990 ha
la forza, come il barone gli aveva ordinato,
vinto il premio Andersen con “ Quando ai
aveva detto “Xé il segno del Signor” e si era
veneziani crebbe la coda”.
piantato al fianco di Donna Maria mentre
Il suo romanzo “Non tutti i bastardi sono di
la nonna si precipitava a dare manforte.
Vienna” ha vinto “Il Campiello” nel 2011 ed
Avresti dovuto vederla la faccia del barone,
è stato tradotto in molte lingue. L’edizione
due signore e il suo caporale...
danese pubblicata dalla Gyldendal porta
Molti gli avvenimenti collegati al ricordo
il titolo “Villa Spada”. IL 6 novembre lo
della Grande Guerra. Uno di quelli più
scrittore ha tenuto una conferenza presso
rilevanti, la nascita de”Il sentiero della
l’Istituto Italiano di Cultura: una serata
pace”. Ci si è impegnati, e ci si impegna
entusiasmante!
tuttora, ad individuare i luoghi teatro del
Leggete il libro, non ve ne pentirete!
conflitto, al restauro e al recupero di essi.
Eccone in breve il riassunto :
Il sentiero della pace si snoda per oltre 450
Paolo, un ragazzo di diciassette anni, il
chilometri lungo sentieri, strade forestali,
nonno Guglielmo, la nonna Nancy, la zia
trincee e camminamenti che congiungono lo
Maria, Giulia, ventitreenne fuggita da
Stelvio alla Marmolada, la linea del fronte. È
Venezia per uno scandalo , la cuoca Teresa,
un itinerario ricco di motivazioni di carattere
sua figlia Loretta, il custode Renato , don
ambientale ma soprattutto con un profondo
Lorenzo sono i personaggi principali del
significato culturale e storico, un percorso
romanzo. Abitano a Villa Spada, una villa
nelle memorie per riflettere e meditare.
signorile nella campagna veneta al di là del Piave. Il 24 ottobre 1917 l’esercito italiano
Di quei luoghi, di quei soldati ne parlano
viene sconfitto a Caporetto. La vicenda del
molti canti: “ I canti degli alpini”. Sono
bel romanzo ha inizio nei giorni subito dopo
bellissimi !
la ritirata.
Su “ you tube” potrete ascoltare il Coro
La storia che il giovane Paolo racconta inizia
Martinella che canta “Stelutis Alpinis” in
con l’insediamento nella grande casa del
friulano.
comando militare nemico. Un crudo episodio
Potrete vederne il testo in italiano, scorrere
di violenza su fanciulle contadine in chiesa
sulle immagini delle montagne dove hanno
accende il desiderio di ribellione. Seguono
combattuto gli alpini . Molti non sono
altri drammi piccoli e grandi, pubblici e
tornati e riposano coperti dalle stelle alpine.
privati. E intanto le truppe passano dal
Il canto è dedicato a tutte le mamme e
paese, avanzano, si ritirano, si resiste
alle spose che hanno atteso il ritorno di un
sul Piave. La chiesa viene trasformata in
alpino e a tutti quelli che vogliono la pace.
ospedale, con il sagrato e il prato davanti
Buon ascolto!
alla villa ricoperto di feriti e di morti. Il nonno e Renato verranno fucilati dagli
Dr. Luca Bastholm 24
il
ponte // a n n u n c i
STUDIO DENTISTICO ITALO/DANESE FONDATO NEL 1990
Dott. Luca Bastholm
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Specializzato in odontoiatria estetica e leader in Danimarca Tariffe ridotte sulle riparazioni piu complesse per i pazienti di nazionalita italiana Tandlægerne Brønshøj Torv │ Frederikssundsvej 154 B │ 2700 Brønshøj
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Consultazione telefonica: lun. - ven. ore 8.00 - 14.00 Orario visite: Ogni giorno previo appuntamento telefonico. Mercoledí ore 16.00 - 18.00 mart. ore 15.00 - 18.00
Consultazione telefonica: lun. merc. giov. ven. ore 8.00 - 9.00 Orario visite previo app.: lun. merc. giov. ven. ore 9.00 - 15.00 mar. ore 11.00 - 17.00
il
ponte // l i br i
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OPERAZIONE SALVATAGGIO di Mauretta Capuano/ANSA
Pasquale Rotondi nel corso della Seconda guerra mondiale riuscì a salvare 6509 capolavori italiani tra cui La tempesta del Giorgione. Rodolfo Siviero preveniva le mosse dei nazisti. Palma Bucarelli viaggiava in camion di notte per mettere al sicuro molte opere del nostro patrimonio artistico. Sono gli Schindler dell'arte italiani dei quali racconta le eroiche imprese, insieme a quelle di eroi del mondo, il giornalista Salvatore Giannella nel libro Operazione salvataggio (Chiarelettere). La ricostruzione di Giannella va oltre il racconto del film di George Clooney Monuments men, per dar voce a "quegli eroi sconosciuti che hanno salvato l'arte dalle guerre". Italiani, svizzeri, inglesi, spagnoli, tedeschi che con mezzi di fortuna sono riusciti a mettere in salvo un patrimonio che non avremmo mai più visto. E nonostante questo è ancora lungo l'elenco delle opere d'arte che mancano all'appello. In Italia non sono mai tornati 1.653 pezzi sottratti
dai nazisti fra i quali 800 dipinti, decine di sculture, arazzi, tappeti, mobili, strumenti musicali, tra cui violini Stradivari, e centinaia di manoscritti. "L'Italia possiede una mole sterminata di opere d'arte: quasi cento milioni di pezzi unici (solo la metà è a tutt'oggi fruibile), più di qualunque altra nazione al mondo. Si possono quindi immaginare - spiega Giannella - i problemi che, per la tutela di questo esteso patrimonio, furono posti dalla Seconda guerra mondiale". Rotondi, soprintendente delle Marche, riuscì su incarico del ministro Bottai a condurre l'impresa forse più significativa, la cosiddetta Operazione Salvataggio: una grande raccolta di opere d'arte custodite nella poderosa Rocca di Sassocorvaro, nel Montefeltro, tra Pesaro e Urbino, tra cui tredici quadri di Tiziano, diciassette di Tintoretto, quattro di Piero della Francesca. Ma nonostante questo, nell'ottobre del 1943, questo Schindler dell'arte fu costretto con l'irruzione delle truppe tedesche, a
mettere in salvo La tempesta di Giorgione e altre opere portandole con la sua Balilla nella propria casa di campagna, alle porte di Urbino. "Inutile dire che mia moglie e io passiamo buona parte della notte in contemplazione della Tempesta e degli altri capolavori giunti così singolarmente in nostra privata custodia, né trovo parole adatte a esprimere le impressioni di quella straordinaria veglia nel silenzio del fabbricato, dove nessun altro conosceva o sospettava l'esistenza tra noi di cose tanto famose", scrive Rotondi nel suo diario. Hitler, racconta Giannella, "non vedeva l'ora di raccogliere il prezioso patrimonio nel Führermuseum, un ideale museo universale con sede a Linz, città austriaca prossima al suo paese natale".
Assistenza legale italiani in Danimarca
Sandra Moll
Avvocato Avvocato in Italia e in Danimarca Rapporti giuridici con l’Italia Il NOSTRO STUDIO LEGALE offre un’ampia e qualificata assistenza per qualsiasi problema di carattere giuridico in materia di diritto italo-danese. Potete sempre rivolgervi al nostro studio in lingua italiana.
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ponte // D ALL’ ITALIA
LETTERA APERTA AGLI ITALIANI NEL MONDO di Sen. Dr. Vittorio Pessina �
Coordinatore degli italiani all’estero di Forza Italia
Buongiorno a tutti, mi chiamo Vittorio Pessina e da alcuni mesi sono stato nominato Coordinatore degli Italiani all’estero per Forza Italia dal Presidente Silvio Berlusconi. Un compito senza dubbio importante, ricco di potenzialità ma anche di insidie, che nel giro di poche settimane mi ha condotto all’interno di una realtà che purtroppo viene spesso ignorata dai politici in genere e sempre dal resto degli italiani. Gli italiani che vivono all’estero, secondo i registri dell’AIRE (Anagrafe italiani residente all’estero) al 1° gennaio 2013 erano 4.341.156, che corrispondono al 7,3 per cento degli italiani che vivono in Italia. Un numero in aumento: dall’anno precedente, si sono registrati oltre 123mila nuove iscrizioni all’AIRE. Esiste dunque un “pezzo” del nostro Paese che non vive in Italia ma che si sente, ed è, italiano a tutti gli effetti. Un “pezzo” d’Italia popolato come il Piemonte o l’Emilia-Romagna, al quale dobbiamo dare indicazioni e risposte, ma del quale non sempre conosciamo i problemi, le difficoltà, le potenzialità piuttosto che le necessità. Vero, ci sono organizzazioni che seguono questi nostri connazionali, ed è vero che i partiti, in qualche modo, sono consapevoli di questi italiani “in trasferta perenne”, ma sicuramente si è affievolito negli anni un rapporto quotidiano ed organico con loro. Sono un imprenditore e ho alle mie spalle una lunga carriera di imprenditore nel mondo della comunicazione pubblicitaria e dell’editoria, e in quella veste mi sono imbattuto per la prima volta con il mondo degli italiani
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all’estero a New York, dove, insieme con Editori e altri imprenditori, ho partecipato all’acquisizione de “Il Progresso Italo Americano”, il quotidiano in lingua italiana pubblicato a New York. Successivamente, avendo dato la disponibilità della mia esperienza a Forza Italia, ho svolto negli anni 1998-2001 il ruolo di responsabile “Comunicazione e immagine” per la Lombardia. Sono poi stato eletto al Senato della Repubblica nel maggio 2001 e durante l’intera legislatura sono stato membro della Commissione permanente del Senato Lavori pubblici, trasporti e comunicazioni, della Commissione Bicamerale di vigilanza servizi radiotelevisivi e infine Presidente della Sottocommissione permanente RAI per l’accesso. Negli anni successivi ho mantenuto la mia militanza politica attiva e quando il Presidente Berlusconi ha deciso di affidarmi questo gravoso, ma al tempo stesso gratificante, ruolo,non ho esitato un momento prima di accettare. E ho accettato ben consapevole che, se il distacco fra il Palazzo e la Gente, qui in Italia, ha raggiunto livelli mai raggiunti prima, quel distacco, aumentato in modo esponenziale dal “distacco anche fisico, chilometrico”,potrebbe diventare all’estero incolmabile. Ma io non ci credo. Non credo che il Palazzo, o meglio, la Politica (e consentitemi l’uso della maiuscola) abbia esaurito il suo compito. Credo invece che solo attraverso una lenta e minuziosa ricostruzione di quel rapporto si possa ricucire lo strappo che indubbiamente
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vittoriopessina@azzurrinelmondo.it
si è verificato in questi anni, in questi decenni. Ma voglio anche ricordare a tutti che nessuno di noi ha la bacchetta magica: se negli anni l’organizzazione di Forza Italia nel mondo ha dato via via segni di cedimento, non sarà né facile né rapido poterla ricostruire. Mi hanno definito recentemente come “uno che ascolta, che fa domande, che vuole capire e approfondire”. Ecco, in questa prima, anche convulsa fase di lavoro, sto mettendo tutte le mie forze proprio per ascoltare, fare domande, capire e approfondire. Ma una cosa deve essere chiarissima a tutti: l’allenatore è fondamentale, ma è la squadra che scende in campo. Concludo con una doverosa precisazione: è vero che vi scrivo, e chiedo la vostra attenzione, in quanto Coordinatore degli Italiani all’estero per Forza Italia, ma al tempo stesso credo che voi tutti, italiani che non vivete in Italia, vi riconosciate nel nostro Paese, nei suoi valori e nelle sue potenzialità e risorse. I partiti sono solo una delle espressioni democratiche di quei valori e potenzialità. Il mio lavoro non è dunque solo un lavoro di partito, ma prima di tutto politico. Ed è in questa veste che mi metto a disposizione di voi tutti per “ascoltare, capire e approfondire” e mi aspetto che voi abbiate la voglia di farmi conoscere i vostri problemi, le vostre aspirazioni e e anche le vostre delusioni. L’imminenza di una scadenza importante, come quella dell’elezione di Comites, rende tutti noi molto attivi su questo fronte. Io sono pronto a fare la mia parte.
Dante Alighieri Programma gennaio aprile 2015
Gennaio Introduzione al viaggio ”Terre di Dante” 24/5 – 30/5 Sabato 10 alle 14.00 Fof Foredragssal Ordrupvej 60 2920 Charlottenlund
L’Opera italiana nella prima metà dell’800 Dove sono finite ben 2500 opere italiane della prima metà dell’800? E’ stato un fatto politico, storico, culturale o artistico? Con Thomas Milholt giornalista e musicologo esploreremo il mondo operistico di quel periodo entrando in alcuni famosi teatri. In danese. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura
Mercoledì 14 alle 19.30 Istituto Italiano di Cultura, Gjørlingsvej 11, Hellerup Febbraio Toscana : cibo, vino, cultura e paesaggio Le dott.sse Camilla Bondo Pedersen e Anne Mette Rosendal Ariani abitano a Firenze dal 1998 e dal 1989. Ci presenteranno la Toscana , il loro nuovo libro su quella terra meravigliosa , aggiungendo vivaci aneddoti soprattutto su Siena e Firenze. In danese. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura
Martedì 17 alle 19.30 Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11, Hellerup Marzo
Serata in compagnia dei grandi della letteratura italiana del ‘900 Johannes Thomsen, professore di filologia classica, ex docente di italiano presso il liceo di Viborg e presidente della locale Dante sarà nostro gradito ospite. “Con l’aiuto di Calvino, Moravia, Malerba e Benni vi racconterò le mie memorie, il mio mondo in loro compagnia” . In danese. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura
Giovedì 19 alle 19.30 Istituto Italiano di Cultura Gjørlingvej 11, Hellerup Aprile
Una vita con la mafia e l’antimafia siciliana Da molti anni Ditte Roslyng si occupa della Sicilia e della mafia. Ha parlato con persone influenti e intervistato l’avvocato Cristoforo Fileccia uno dei difensori. Nel 2014 ha potuto accedere ai documenti del processo in corso su possibili accordi tra Stato e Cosa Nostra entrando così in contatto con gli accusati e le loro guardie delCorpo. In danese. In collaborazione con la Studieskole.
Sabato 18 alle 14.00 Studieskolen Borgergade 12 Copenaghen K Dante alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71, 2800 Lyngby,www.dante-alighieri.dk dantealighieri@mail.tele.dk tlf 45885713 (Lucia),30344381(Finn, segretario), www.facebook.com/SocietáDantealighieriCopenaghen . Quota 2015 175 kr (100 per studenti;250 kr per nuclei familiari di due persone). Conto bancario:2102 8896 568 583Nordea( ricordate di comunicare il vostro nome e cognome). I soci Dante possono associarsi all’IIC al prezzo scontato di 150kr. I non soci pagano un contributo di 30kr se la conferenza si tiene alla Medborgerhuset di Frederiksberg. Ringraziamo l’Istituto Italiano di Cultura e la Studieskolen, la Fof di Gentofte, la Dante di Århus e il Ponte per la collaborazione.
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INDIRIZZI UTILI // Vice Consolato d’Italia Ambasciata d’Italia Magni Arge, Vagar Airport Gammel Vartov Vej 7 FO-380 Soervagur 2900 Hellerup +45 39 62 68 77 - fax 39 62 25 99 lun.-gio. 8.00 - 10.00 tel.+298 341000-fax +298 341000 info.copenaghen@esteri.it magni@atlantic.fo www.ambcopenaghen.esteri.it
Ass. Comm. Italo-Danese c/o Adv.P.R. Meurs-Gerken Studio Legale Amaliegade No 42 Amaliegade 42 1256 K
Trentini nel Mondo - Circolo di Copenaghen c/o Grazia Barberi Nielsen Henrik Ibsens Vej, 36 - 1 TH 1813 Frederiksberg - Copenhagen e-mail: grazianielsen@gmail.com website: www.trentininelmondo.it
Cancelleria Consolare Østergade 24 scala B, 2. piano 1100 Copenaghen K 39 18 34 44 - fax 39 27 01 06 lun-ven 10-12.15, lunedì anche 1416.15 e giovedì 14.00-15.30 consult. tel. tutti i giorni 12.15-13.15 consolato.copenaghen@esteri.it
Vice Consolato d’Italia Giovanni Volpi Vingaardsgade 25 - 9000 Ålborg 98 11 37 55 - fax 98 16 15 51 giovanni@sangiovanni.dk Cell. 40638050
Società Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 - 2800 Lyngby 35 34 43 81 (segretario) dantealighieri@mail.tele.dk www.dante-alighieri.dk
CLUB ITALIA c/o Benthe Volpi Hobrovej 3 9000 Ålborg 98 13 60 40 volpi@stofanet.dk
Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11 - 2900 Hellerup lun/mar. 9 - 17, mer/giov. 9 - 16 venerdì 9 - 15 39 62 06 96 - fax 39 62 88 73 iiccopenaghen@esteri.it www.iiccopenaghen.esteri.it
Associazione "Camera di Commercio italiana in Danimarca" Søndergade 32, 3.sal 8000 Aarhus C - Danimarca E-mail: info@danitacom.org www.danitacom.org Tel.: +45 20 44 94 15
Società Dante Alighieri c/o Institut for Sprog, Litteratur og Kultur - afd. for Klassisk og Romansk Aarhus Universitet, Nobelparken Jens Ch.Skous Vej 5, bgn 463 8000 Aarhus /www.dante-alighieri.dk
A.I.R.-Ass. Italiana Ristoratori Ristorante S. Giovanni Vesterbro 46 9000 Aalborg 98 11 37 55 a-i-r@a-i-r.dk - www.a-i-r.dk
Corrispondente consolare Francesco Ulisse Ansgargade 3 - 5000 Odense 66 12 03 88 - 28 11 03 88
Patronato INCA lun. 15.30-17.00 (su appuntamento) c/o Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11, 2900 Hellerup tel. 60649928 (per tel. mar. 16.00-18.00) chiarapetreni@gmail.com
Società Dante Alighieri Grønnigen 9 5230 Odense M 28110388 flemming.bolding@skolekom.dk www.dante-alighieri.dk
iL PONTE Rivista italiana in Danimarca c/o Grazia Mirabelli Howitzvej 62-1th - 2000 Frederiksberg www.ilponte.dk info@ilponte.dk
Corrispondente consolare Henning Holmen Møller Lille Torv 6 8000 Aarhus C 86 12 14 00 - fax 86 12 14 05 hhm@danitacom.org
Agenzia per la promozione all'estero e 'internazionalizzazione delle imprese italiane Sezione per la promozione degli scambi dell'Ambasciata www.ice.gov.it copenaghen@ice.it
Comitato Pro-Scuola Presidente Gennaro A. Grosso comitatoproscuola_dk@hotmail.com
Focolar Furlan c/o Antonio Rosa Grøndalsvej, 52-2000 Frederiksberg tel. 38 10 78 72
Associazione italo danese www.serate-italiane.dk
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