Il Ponte Giugno 2015 Issuu

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Nr. 2

g i ugno 2 0 1 5

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w w w . i l p o n t e . d k

ciao

alessandro libRERIA ITALIANA A COPENAGHEN

CORSI DI CUCINA IN AMBASCIATA



SOMMARIO

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editoriale di grazia mirabelli

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IL CRISTO LIGNEO DI SANT'ANDREA COMMIATO di ALESSANDRO RAFFAELLI

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PER I SENTIERI DELLA VERSILIA INTERNA COMMIATO di ALESSANDRO RAFFAELLI

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“Chi viene qui deve adeguarsi agli usi e costumi danesi” CRONACA di Gian Luigi Ferretti

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ponte //

Tra benessere e gusto, il piacere per la buona tavola AMBASCIATA di GRAZIA MIRABELLI Carl Nielsen: grande musicista danese MUSICA di Lucia Rota Andersen SARÀ IL MILLENNIO DEL DIALOGO? PSICOLOGIA di Silvia Ferrara

"La redazione invita i lettori ad inviare contributi ed idee per la rivista. Una volta vagliatone la rilevanza, saremo ben lieti di pubblicarli"

giugno 2015 anno 23

Nr. 2

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ECONOMIA PER I CITTADINI economia di Domenico La Tosa

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fivhter, what's your top 5? APPLICAZIONI

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Italo Libri, la nuova libreria italiana a Copenaghen NOVITÀ

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MEDITATE GENTE, MEDITATE la voce della sibilla di SIBILLa ciula

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Percezione ed inganno: Escher affascina mostre di Silvia Gilli

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youth - la giovinezza cinema di Giancarlo Alviani

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dante alighieri Programma secondo semestre 2015

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indirizzi utili almanacco

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Nr. 2

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CL Au DIA & CLA uS

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CUC iNA COR Si Di ASCi ATA iN AMb

Jagten på det ægte Italien

KON GeN af Piemonte

Vind! billette r t il

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JUNI 2015

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ponte // direttore

in questo numero

grazia mirabelli Art Direction Barbara Lütken hanno collaborato Gian Luigi Ferretti

Cari lettori,

Lucia Rota Andersen Silvia Ferrara Domenico La Tosa Sibilla Ciula Silvia Gilli Giancarlo Alviani DESIGN & web MCB2 ADVERTISING redazione Rivista italiana in Danimarca c/o Grazia Mirabelli Howitzvej 62-1th 2000 Frederiksberg email: info@ilponte.dk www.ilponte.dk banca danske bank reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889

Le opinioni espresse in ogni singolo articolo sono da attribuirsi esclusivamente all’autore dell’articolo, che se ne assume la responsabilità, e non rifflettono necessariamente il punto di vista della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nelle date e negli orari degli eventi annunciati.

questo numero della rivista esce in tono un po’ sommesso per la recente scomparsa di Alessandro Raffaelli. Alessandro se ne è andato improvvisamente lo scorso 30 aprile, lasciando in tutti noi lo stesso identico sentimento di sgomento ed incredulità. Molti lo avevano conosciuto ed apprezzato nella sua veste di papà, sempre presente e sollecito. Altri avevano avuto con lui un rapporto di collaborazione, ad esempio per anni nella cura di questa rivista. C’è chi lo ha vissuto invece come collega, e sono tanti, condividendo con lui la costanza e la serietà dell’impegno quotidiano. Ma una cosa l’abbiamo tutti condivisa, abbiamo trovato in lui anche un amico. Con la sua visione positiva della vita, con la sua grande cultura, sempre presente e disponibile a dare una mano, una ottimistica interpretazione delle cose, una paziente ricerca delle soluzioni. Alessandro semplicemente c’era. Alessandro lascia un vuoto concreto, che va oltre l’emozione e l’affetto di chi gli era vicino. Per anni testimone di italianità, anche attraverso il suo lavoro in ENIT, e la totale dedizione nel promuovere le bellezze della nostra Italia. A livello personale poi, come attento conoscitore dei luoghi natii, raccontati con sensibilità e maestria, attraverso i suoi scritti ed i suoi scatti, carichi di amore per la sua Versilia. Il Ponte ricorda con affetto gli anni di collaborazione con Alessandro, a cui vuole dedicare questo numero.

A lui, alla puntualità dei suoi servizi sempre fatti con competenza e con un pizzico di passione, al suo entusiasmo di inviato speciale dal Carnevale di Viareggio, appuntamento che aveva continuato a portare avanti anche negli ultimi anni, malgrado i suoi pressanti impegni come valido collaboratore presso l’Ambasciata d’Italia, dove è stato nel tempo apprezzato e stimato da tutti. Vogliamo dedicare alla sua amata Versilia qualche pagina raccontata da lui. Abbiamo scelto di farlo proponendovi due pezzi tratti dal suo libro del 1993 "Versilia nascosta" che raccoglie itinerari paesaggistici e culturali di questa terra, che già a quel tempo costituivano per Alessandro oggetto di interesse e di attenta curiosità. Siamo sicuri di fare cosa gradita a quanti gli hanno voluto bene, e lo ricorderanno ancora una volta attraverso la sensibilità della sua penna. Grazie Alessandro, siamo contenti di averti incontrato. Il tuo apporto ed il tuo supporto hanno regalato a IL PONTE qualcosa che resterà nel tempo, lasciando in noi che eravamo con te tanti ricordi di bei momenti trascorsi insieme. Intanto noi continueremo a ricordarti con il sorriso, come avresti voluto tu!

Grazia Mirabelli

Caro lettore, anche questo numero della rivista è stato interamente realizzato con collaborazioni a titolo gratuito. Sostieni il nostro lavoro con un abbonamento di supporto, questo ci permetterà di assicurare un futuro all’unica rivista in lingua italiana pubblicata in Danimarca IL PONTE kr.150 annuali Danske Bank Reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889


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Sandra Moll

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IL CRISTO LIGNEO DI SANT’ANDREA

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Siamo di fronte ad un soggetto religioso: il Crocifisso ligneo collocato nella navata sinistra della chiesa di Sant’Andrea a Viareggio, in prossimità dell’ingresso principale.

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di Alessandro Raffaelli

L’idea e l’esecuzione del modello nacquero nel piccolo studio di Alfredo Morescalchi, che si trovava allora in via Sant’Andrea; l’esecuzione in legno avvenne invece in Darsena, in un locale preso in affitto dal vecchio Oreste Tomei, detto Carlinocci. Originariamente destinata alla chiesa di Nocchi, paese in cui l’autore ha molto lavorato, la scultura, dopo alterne vicende, fu acquistata dai Servi di Maria per la loro bella chiesa. Ebbe in seguito l’attuale collocazione e ben presto l’attorniarono numerosi ex­-voto, che su consiglio dell’autore furono in seguito rimossi e conservati in un’apposita teca, ai fini d’una migliore custodia. Per questo lavoro Morescalchi scelse un legno speciale comprato a Lucca, il cimolo, la cui particolarità consiste nella notevole resistenza all’attacco dei tarli, mantenendo perciò nel tempo un buono stato di conservazione. Alla base della croce una tavoletta incisa ricorda: “Alfredo di Guido Morescalchi fece MCMXXVII”. In quello stesso anno Morescalchi aveva realizzato anche la prima mascherata in gruppo dal titolo “La tribù di Re Kakkardek”, che riscosse un notevole successo. Fino ad allora egli aveva realizzato alcune maschere isolate e due piccoli carri quasi per divertimento. L’inizio della “professione” di mago della cartapesta gli ruba purtroppo il tempo per la scultura d’arte. Nella sua raccolta di memorie “Ricordi di un Carnevalaro”

Morescalchi rammenta il suo primo gruppo mascherato: “Questo era nel 1927; fino ad allora le mascherate così grandi non erano mai state fatte; prima erano soltanto persone con testa di cartapesta assai inespressive. ( ... ) Poi, dopo il 1927, cominciai con la serie dei gruppi di mascheroni che mi fecero distogliere da quella che doveva essere la mia arte più seria”. Nel Crocefisso di Sant’Andrea, il corpo di Gesù rivela uno studio attento dell’anatomia; la precisione formale e la descrizione degli effetti fisici della sofferenza non diminuiscono, al contrario accentuano la drammaticità del soggetto rappresentato, suscitando viva emozione nell’osservatore e slancio di fede nel credente. Il volto, reclinato sul lato destro, è l’espressione di un intenso dolore e della consapevolezza dell’approssimarsi della morte. Sembra che l’artista abbia colto il momento delle estreme drammatiche parole: “Eli, Eli, lamà sabacthani?”. Gli occhi ormai chiusi e la bocca leggermente aperta mostrano i segni della passione e del martirio, che non deturpano tuttavia i bei lineamenti: il viso dolcemente allungato, il naso diritto, i lunghi capelli ricadenti sulle spalle. Morescalchi ha saputo cogliere il momenta piu “umano” di Gesù Cristo. Sulla croce c’è il Figlio di Dio, ma potrebbe esserci qualunque altro uomo afflitto dalle avversità della vita. I modelli per tale soggetto non dovevano mancare in un’epoca in cui, mentre la dittatura cantava i fasti di imprese effimere, la miseria imperava in larghi strati della popolazione, a dispetto

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della bella vita che si consumava sui viali a mare. L’autore guardava dunque al proprio tempo; quest’opera, come altre di quegli anni, ci racconta ancora oggi le difficoltà e le ansie del periodo interbellico. Non a caso la scultura piacque molto a Lorenzo Viani, che nel luglio di quello stesso anno poteva finalmente vedere inaugurato sulla piazza Garibaldi il monumento ai Caduti, nato da una proficua collaborazione fra l’artista viareggino e lo scultore romagnolo Domenico Rambelli e presentato al pubblico fra mille accese discussioni e dure polemiche. Viani, per testimonianza dello stesso Morescalchi, colpito da quella figura del Cristo attinta dalla vita quotidiana, non esitò ad incoraggiare il giovane Alfredo a proseguire nel suo operare artistico.

Il libro "Versilia nascosta", attualmente esaurito, verrà ristampato in edizione riveduta e aggiornata a cura di Simonetta, moglie di Alessandro, con il supporto della famiglia Raffaelli. Il Ponte vi terrà informati sulla data della pubblicazione.

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“Marginetta” è voce locale per “immaginetta”, piccola immagine sacra a scopo di culto o di ringraziamento.

PER I SENTIERI DELLA VERSILIA INTERNA di Alessandro Raffaelli

Se ne rinvengono numerosissimi esemplari sulle colline e sulle montagne della Versilia, gioiellini celati all’ombra di alberi antichi: testimoniano l’attiva e vivace presenza umana in zone oggi disabitate o in via d’abbandono e sono simbolo di una sentita religiosità, anch'essa in parte scomparsa con le trasformazioni economico­- sociali della rivoluzione industriale. Qui, quanti desiderano alternare l’aria salmastrosa del mare con quella fine

e fresca della montagna scopriranno una semplice, ma assai suggestiva “marginetta” quasi celata fra i boschi lungo le pendici del monte Prana, in un angolo di Versilia veramente nascosta, da raggiungere a piedi e magari in silenzio, come si addice ai luoghi. Si raggiunge il paese di Torcigliano attraverso la bella vallata che si diparte da Nocchi, stretta e cupa nella parte più bassa, ma generosa di ampie vedute man mano che si sale. Il paese, con la sua tranquillità, ci riporta in un mondo antico e schietto. Attraverso strette viuzze in salita si arriva alla chiesa di san Michele, posta un po' isolata in fondo al

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piccolo borgo abbarbicato sui fianchi del monte. Da là prende avvio un sentiero che si lascia alle spalle le ultime case e si addentra nel bosco ombroso di lecci e di castagni. Si percorre il tratturo che un tempo costituiva l’unica via di comunicazione per i pastori e i viandanti, che dalla piana camaiorese si spostavano verso le alture di Pescaglia. Il sentiero conduce fino a Lucese, paesetto da sogno posto sui contrafforti del monte Prana. Fino a tempi recenti le uniche costruzioni in questa zona erano alcune baite e capanne per il ricovero del bestiame. Nell’alto medioevo tuttavia la zona doveva


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essere assai frequentata; così almeno fa pensare la presenza dell’oratorio dedicato a San Jacopo, costruito nell’VIII secolo, bellissimo nella sua sobrietà ed ancora perfettamente conservato. Non è da escludere che già in tempi più antichi il luogo fosse sede di culto, forse in relazione alla presenza di un bosco sacro (il latino lucus - bosco ­sarebbe all’origine dell’attuale toponimo). Oggi Lucese è un luogo di villeggiatura estiva e le sue villette sempre ben curate e piene di fiori richiamano alla mente i paesini alpini. II nostro sentiero attualmente non è più frequentato, gli interventi di manutenzione sono sempre più scarsi e la natura ha ripreso il sopravvento. Si cammina in solitudine, accompagnati dal canto degli uccelli, e non è difficile incontrare uno scoiattolo o dei vitelli che qui vengono fatti pascolare allo stato brado. L’albero dominante è il castagno (se ne possono ammirare alcuni esemplari centenari), un tempo assai importante dal momento che sui suoi frutti si basava la dieta delle popolazioni montane. A metà strada c’è una fonte d'acqua freschissima, per la quale soltanto varrebbe la pena venire quassù. In mezzo a queste selvagge bellezze naturali si trova la nostra “marginetta”, lungo il sentiero al culmine di un poggiolo. È protetta da una cappelletta che serviva anche da riparo ai viandanti in caso d’improvviso maltempo. La scultura, in marmo, raffigura a bassorilievo un personaggio femminile, in piedi, le mani giunte, la morbida tunica ornata da una cintura, i lunghi capelli avvolgenti. L’espressione del volto, in parte levigato dal tempo, ha qualcosa di misterioso. Sembra trattarsi di una fanciulla in atteggiamento orante, che emerge da un’onda o forse da una sorta di vaso a conchiglia, cui dà pregio una testa

alata di angelo o amorino che sia. L’insieme richiama alla mente le rappresentazioni di tipo classico-­pagano e fa pensare lontanamente alla “Nascita di Venere” del Botticelli. Lì la Venere, che esce dal mare sulla valva di un’enorme conchiglia, copre le sue nudità coi lunghi capelli biondi e il suo volto esprime serenità ed armonia secondo l’ideale neoplatonico, anche se nel sorriso si avverte un lampo fugace di malinconia. L’iconografia della misteriosa figura della “marginetta” riprende la Venere botticelliana nel lungo velo che dal capo scende fluente sul fianco destro per poi, all’altezza del bacino, calare sul davanti parallelo alle gambe. L’immagine è racchiusa in una cornice a tre liste, interrotta in alto dalla testa della donna e in basso dal basamento su cui poggia la fanciulla. Se ne ricava un’impressione di indefinitezza che, insieme alla suggestione dei luoghi circostanti, conferisce al bassorilievo una bellezza tutta particolare. Sicura è invece la datazione, ancora ben leggibile nel riquadro superiore: vi è indicato l'anno 1638, lo stesso ­per intenderci ­dell'inaugurazione a Viareggio della chiesa dedicata a S. Antonio. Questo dato può aiutare a formulare alcune ipotesi sulla storia della “marginetta”. Negli anni precedenti anche sulle terre versiliesi aveva imperversato ii terribile morbo pestilenziale, i cui effetti ci sono stati mirabilmente descritti dal Manzoni nella pagine dei “Promessi Sposi”. Come in Lombardia, anche qui la mortalità era stata assai elevata, tanto più che mancavano completamente strutture sanitarie ed assistenziali. Per tutto il corso del Seicento gli abitanti della Versilia furono colpiti da ricorrenti epidemie favorite dalle miserevoli condizioni di vita. Per i piccoli borghi questi flagelli

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rappresentavano una vera e propria catastrofe in quanto dimezzavano la popolazione e stravolgevano la magra economia di sussistenza. Si può dunque immaginare con quanto fervore di voti e di preghiere si invocasse la fine della pestilenza. La “marginetta” di Torcigliano potrebbe essere un ex­-voto eretto a ricordo del morbo e in ringraziamento per il salvifico intervento divino. Le lettere che si leggono alla base del bassorilievo, una G e una P, piuttosto che iniziali dell’ignoto autore, suggeriscono la formula “Grate Populus” ossia il popolo per riconoscenza. Il soggetto tuttavia è singolare e non sembra rientrare negli schemi dell’iconografia sacra. Si potrebbe pensare allora ad un esempio di celebrazione “pagana” del ritorno alla vita e alla gioia dopo un periodo di avversità, che potremmo identificare appunto con la peste “manzoniana”. In questo caso l’autore, che doveva aver ammirato opere classiche e rinascimentali, avrebbe voluto esprimere, in quest’angolo lontano dai palazzi della società seicentesca, la sua visione laica della vita, scegliendo un modello rappresentativo che usciva dai canoni dell’imperante plastica barocca. L’immagine non rappresenterebbe allora una fanciulla in atteggiamento orante, ma sarebbe un inno alla bellezza e alla giovinezza ritrovate. La mancanza di ogni indicazione utile per l’identificazione di quest’artista contro­corrente, forse un personaggio locale piuttosto dotato, non ci permette purtroppo di andare al di là delle ipotesi. In qualunque modo si voglia interpretarne il significato, la piccola scultura, pur nella sua semplicità ed essenzialità, mantiene il suo misterioso fascino.

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La Regina di Danimarca:

“Chi viene qui deve adeguarsi agli usi e costumi danesi” di Gian Luigi Ferretti Per molti decenni i Paesi scandinavi hanno puntato il dito in tutti i consessi internazionali accusando di razzismo chiunque fosse sospettato di non essere più che “politically correct” nei confronti degli stranieri. Ma poi gli stranieri hanno cominciato ad arrivare anche a quelle latitudini e, poco a poco, è cambiato anche il sentire di quei popoli. Non è un caso che, alle ultime elezioni europee, il Dansk Folkeparti che porta avanti tesi simili a quelle di marine Le Pen, di Farange e di Salvini, sia risultato col 26,6% di gran lunga il primo partito (ha conseguito solo il 19,1% il secondo partito, il socialdemocratico attualmente al governo). E non è un caso se qualche giorno fa è

arrivato un segnale molto significativo dalla Regina Margherita II di Danimarca, discendente della seconda più antica casa regnante del mondo dopo quella giapponese. Nel 1849 la monarchia divenne costituzionale e nel 1901 parlamentare. Nel 1984 fece scalpore il discorso di fine d’anno in cui la Regina chiese ai suoi sudditi di aprire le porte agli immigrati, di essere “orgogliosi che abbiano scelto proprio il nostro piccolo paradiso” e di smetterla di accoglierli “con freddezza” e “con stupide prevenzioni”. Evidentemente ne è passata acqua sotto i ponti del “piccolo paradiso” se oggi la stessa Margherita II ha cambiato radicalmente opinione. Intervistata dal più autorevole quotidiano di Copenaghen, Berlingske Tidende, ha detto che chi viene in Danimarca deve adeguarsi agli usi

e costumi danesi: “E’ chiaro che, quando una società accoglie molte persone da fuori, bisogna stabilire delle regole in modo che capiscano dove sono arrivati. Li accogliamo ma, una volta arrivati da noi, non possono pretendere di imporci i loro usi e costumi. Devono potere frequentare liberamente le moschee quando vogliono – ci mancherebbe altro! Ma, quando cominciano a fare cose che stridono con i valori danesi, devono capire che così non va”. Chissà se i buonisti nostrani, quelli che vorrebbero dare ospitalità a chiunque si presenti alle frontiere dell’Italia, un giorno avranno l’onestà intellettuale di ammettere di essersi sbagliati ed arriveranno alle conclusioni della Regina danese?


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Tra benessere e gusto, il piacere per la buona tavola Proseguono con successo i corsi di cucina presso l’Ambasciata d’Italia. La Dieta mediterranea, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità non è solo ricca di sapori, ma una vera e propria manna per la nostra salute. di Grazia Mirabelli Gli italiani attribuiscono grande importanza all’alimentazione, al piacere della buona tavola ed alla convivialità che ne conseguono. Anche il rituale della scelta, e l’attenzione alla qualità dei prodotti che acquistano, è piuttosto elaborato. In generale, passano tempo a scegliere e confrontare, e non si fanno problemi a pagare un po' di più per una qualità superiore. Spesso poi, il tempo dedicato alla preparazione dei piatti, pur se anche il cibo si intreccia con l’ evolversi degli stili di vita, è più elevato rispetto ad altri popoli. Tutto questo suscita “ammirazione” e risulta avere fascino agli occhi dei nostri amici danesi, il cui approccio con il cibo e le preparazioni risulta invece molto più “spartano”. Inoltre, l’attenzione della comunità scientifica nei confronti della dieta mediterranea e delle sue peculiarità, non ultime le capacità nutrizionali e l’equilibrio e semplicità degli ingredienti in essa utilizzati, sottolinea costantemente il valido apporto che questo tipo di alimentazione offre nella tutela della prevenzione e del controllo

del tasso di mortalità in generale. Una dieta a basso carico glicemico, come la dieta mediterranea, può inoltre ridurre l'incidenza di diabete di tipo 2 ed è considerata un modello alimentare che si contraddistingue per uno spiccato equilibrio nutrizionale, e per la capacità di prevenire le malattie metaboliche, degenerative e cardiovascolari. Questi i temi principali legati all’incontro che si è tenuto il 18 maggio scorso nella residenza dell’Ambasciata d’Italia a Copenaghen. L’evento, inquadrato nell’ambito della più ampia offerta di corsi di “Cucina Italiana”, ormai da tempo consolidati con successo, ed a cui danesi appassionati ai piaceri della buona tavola partecipano numerosi con interesse e curiosità, è stato voluto dall’Ambasciatore Stefano Queirolo Palmas, in collaborazione con il rinomato centro di medicina del Diabete Steno di Gentofte, ai primi posti tra i centri di ricerca a livello internazionale. Obiettivo dell’evento, quello di richiamare ancora una volta l’attenzione sullo stretto legame tra la cucina mediterranea ed il benessere, anche per gli ammalati di patologie del

diabete. Aldilà del tema scientifico di tutto rispetto, la serata si è svolta in un’atmosfera gioiosa e ricca di partecipazione che si è aperta con una visita ai prestigiosi saloni della residenza. A questa è seguito il momento più concitato, che ha avuto luogo nelle cucine site al secondo piano della palazzina. Qui, sotto la guida magistrale degli chef Melis e Milleri, i tempi dedicati a tagliuzzare, tritare, elaborare i vari ingredienti per la preparazione dei piatti sono stati allietati da una vivace convivialità, e dal desiderio di imparare i segreti del mestiere. Una tavola imbandita, dal sapore un po’ regale, si è offerta all’opportunità di poter godere di un menù molto raffinato. Piatti raccontati con cura dagli chef, sia per le loro caratteristiche che per gli ingredienti, alcuni dei quali di provenienza tipica del territorio. Il tutto allietato da vini selezionati e dal piacere di condividere le gioie della buona tavola, con la consapevolezza di godere di preparazioni di qualità anche dal punto di vista nutrizionale, e ricche di benessere per tutti i convenuti.


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ponte // a MBASCIATA

Pasta con il tonno chef Elvio Milleri, Ristorante Era Ora dosi per 4 persone olio extra vergine d'oliva 1 spicchio d'aglio 300 g di passata di pomodoro 200 g tonno in scatola un peperoncino fresco tritato prezzemolo buccia d'arancia grattugiata 4 foglie di sedano 360 g di penne o fusilli

Gamberoni saltati in padella con agrumi e basilico

chef Achille Melis, Ristorante San Giorgio dosi per 4 persone

4 gamberoni / scampi succo di 1 arancia rossa succo di 1/4 limone 1 foglia di alloro 8 foglie di basilico 1 finocchio 2 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 cucchiaino di aceto balsamico bianco sale e pepe

Tagliare i gamberi longitudinalmente e saltarli in padella su entrambi i lati in un cucchiaio di olio d'oliva. Aggiungere il succo di arancia e limone, poi l'alloro e le foglie di basilico. Servire i gamberi su un fondo di finocchio affettato sottilmente, e condito con olio, limone, aceto balsamico bianco, sale e pepe.

Soffriggere l'aglio nell'olio, aggiungere la passata di pomodori e cuocere a fuoco lento. Aggiungere il tonno a pezzettini e 6 cucchiai di acqua di cottura della pasta, poi il peperoncino, il prezzemolo tritato, la scorza d'arancia, e un cucchiaio di olio. Versare il sugo sulla pasta lessata, guarnire con foglie di sedano e servire subito.



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ponte // M U SICA

Carl Nielsen


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Carl Nielsen:

grande musicista danese di Lucia Rota Andersen Carl Nielsen nasce nel 1865 a Sortelung vicino a Nørre Lyndelse a sud di Odense. Ha natali modestissimi. Sesto di dodici figli, nati in una famiglia di contadini, impara a suonare da autodidatta il violino e il pianoforte. Descrive la sua infanzia in un bel libro dal titolo “La mia infanzia in Fionia”. Nel 1884 viene ammesso al Conservatorio di Copenaghen dove comincia a studiare musica, anche se non prende mai delle vere e proprie lezioni di composizione . Nel 1889 vince il concorso come secondo violino nella Cappella Reale. Nel 1890 una borsa di studio gli permette di andare in Germania, Francia e Italia dove nella chiesa inglese di Firenze celebrerà le nozze religiose con la scultrice Anne Marie Brodersen. Gli sposi visiteranno Roma e Venezia. Da qui, con un prestito garantito dal Consolato, potranno ritornare in Danimarca. Avranno una vita intense e la loro arte verrà apprezzata. Durante la première della sua opera Maskarade diretta dall’italiano Egisto Tango , Carl Nielsen si sente male. Morirà due giorni dopo il 3 ottobre 1931 per un attacco di cuore. Chi era Carl Nielsen? Compositore, violinista, direttore d’orchestra, insegnante e direttore al Conservatorio di Copenaghen, Carl

Nielsen rimase sempre ancorato alla tradizione tardo-ottocentesca, anche quando nei suoi lavori, successivi alla Prima Guerra Mondiale, cercò di avvicinarsi alle correnti avanguardistiche europee. Una delle caratteristiche predominanti della sua musica è la sua apparente rusticità. Una approfondita conoscenza della sua vita mostra chiaramente che egli non solo era consapevole della sua particolarissima infanzia sull’isola di Funen ma anche della spiccata volontà di restituire l’atmosfera dei luoghi conosciuti da bambino.. Lo stile molto particolare di Carl Nielsen per lungo tempo non riscosse successo e fu conosciuto solamente in Scandinavia e in Inghilterra. Oggi viene considerato con Grieg e Sibelius uno dei più importanti musicisti scandinavi. Quest’anno si ricorda il 150esimo della nascita del grande musicista danese. Sono in programma concerti e conferenze in Europa, in Asia e nelle Americhe . In Italia, le commemorazioni sono iniziate nel 2014 a Messina e a Pavia dove hanno eseguito “La little suite per archi op 1” del 1888, uno dei pezzi più popolari di Carl Nielsen e della musica danese. All’Auditorium Rai di Torino si è potuto godere la sinfonia no 4 op.29 detta “L’inestinguibile”. Il prossimo settembre nell’Auditorium RAI di Milano continueranno con tre concerti dedicati a Sibelius, Grieg e Nielsen. In Danimarca lo si festeggia alla grande. A Copenaghen e

Odense in particolare. Press oil Teatro Reale di Copenaghen sono state date le 2 opere del musicista “Maskarade” e “Saul e David “a cui ho assistito io stessa con grande piacere e per la musica e per l’originale scenografia. Da non perdere il concerto del 6 giugno che verrà dato nella DR Koncert hus e comprenderà la 4. sinfonia detta ” L’inestinguibile” (“ Det Uudslukkelige”) Anche il Tivoli ricorderà il musicista . Il concerto più fantasioso sarà quello del 23 giugno,in occasione del cosidetto ”Skt. Hans aften”. Il coro di voci bianche canterà lieder e alcuni canti di Carl Nielsen che inneggiano all’estate, canti che tutti i danesi conoscono e amano, sottoscritta inclusa. Venerdì 19 giugno alle 19.30 all’ Istituto Italiano di Cultura la Greve Wind Ensemble e Thomas Koppel daranno il concerto dal titolo “Da Verdi a Carl Nielsen” Anche ad Odense, al Museo dedicato a Carl Nielsen e alla moglie e presso la vicina Sala dei concerti hanno un ricco programma. Per saperne di più: www.carlnielsen.org/en Per goderne la musica: Carl Nielsen 150 You Tube Buon divertimento!

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ponte // P SICO L O G IA

Copenaghen, Febbraio 2015: due morti. Parigi, Gennaio 2015: dodici morti. Bruxelles, 24 Maggio 2014: quattro morti. Tolosa, 11 marzo 2012: un morto. Montauban, 15 marzo 2012: due morti. Tolosa, scuola ebraica, 19 marzo 2012: quattro morti.

Sarà il millennio del dialogo?

Come comprendere l'orrore del terrorismo di Silvia Ferrara sei attentatori, venticinque morti. Più di quindici feriti molti gravi. Era il giorno della riunione di redazione a Charlie Hebdo quando il 7 gennaio 2015 due terroristi al grido di “Allah è grande”, hanno sterminato il gruppo di giornalisti del periodico satirico francese. Al Qaeda dello Yemen rivendicherà l'azione e minaccerà: "Basta attacchi all'Islam o colpiremo ancora". A 35 giorni dalle stragi di Parigi, Copenaghen sembra ricalcarne l'orrore formato dai fondamentalisti islamici della jihad coltivata in Europa. Due attacchi terroristici causano la morte

di due civili ed il ferimento di cinque agenti di polizia. I due attacchi non sono stati rivendicati, ma secondo la polizia l’obiettivo della prima sparatoria era Lars Vilks, vignettista svedese noto per aver pubblicato alcuni disegni in cui il profeta Maometto era raffigurato come un cane randagio. La prima ministra danese, Helle Thorning-Schmidt, ha descritto le sparatorie come “un cinico atto di terrore contro la Danimarca”. Hollande successivamente dichiarerà che negli attentati di Copenaghen sono stati colpiti gli "stessi obiettivi" degli attacchi di gennaio a Parigi. "Sono gli stessi obiettivi ad essere stati scelti dai terroristi, possiamo chiaramente vedere che c'è un legame, che non attesta una rete, ma

semplicemente la stessa determinazione dei terroristi a colpire ciò che siamo, ciò che rappresentiamo, i valori della libertà, del diritto, della protezione che ciascun cittadino, qualunque sia la sua religione, deve poter trovare". Quale sedimento emotivo hanno lasciato dentro di noi questi orribili attacchi terroristici? Paura, vulnerabilità, stato d'allerta lasciano spazio, a distanza di un po' di tempo, al non senso di quanto accaduto. Così si cerca di capire, di mettere un pensiero; ci si chiede: quale tipo di persona può causare una tale distruzione, provocare un tale dolore? Ci domandiamo: i terroristi, come altri individui violenti, sono patologici?


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Sono persone che ricercano una causa per giustificare l’espressione della loro patologia personale? I dati della letteratura scientifica sull'argomento non indicano che i terroristi siano individui marcatamente patologici o intrinsecamente violenti. Se esiste una patologia del terrorismo, questa piuttosto va ricercata nella patologia del gruppo. E' il caso dei terroristi italiani di sinistra degli anni ’70 e ’80. Carole Beebe Tarantelli, politica e psicoanalista, che ne ha considerato le dinamiche inconsce, sostiene che pur essendosi questo gruppo strutturato intorno a un’ideologia che imponeva la distruzione della vita umana, la maggior parte di loro, usciti dal carcere, conduce una vita niente affatto violenta. Se la patologia individuale non è il fattore distintivo per determinare chi sceglie di dedicare la propria vita a gruppi il cui scopo è la realizzazione di atti violenti, l’interrogativo si sposta sulla lettura delle dinamiche di appartenenza al gruppo. Il <gruppo> stesso può infatti essere considerato come contenitore psichico, una mente pensante al di sopra della parti che lo costituiscono. Viene individuato e riconosciuto come oggetto a sé, e grazie a questo meccanismo può costituire leggi e azioni proprie. L'ideologia del gruppo diventa così un oggetto, un oggetto su cui viene messo il proprio ideale, in cui ci si identifica e, per amore del quale, qualunque azione verrà giustificata pur di conseguire l'obiettivo. Che sia un ideale religioso, politico, razziale, il movimento psichico individuale viene subordinato e congelato a favore di quello del gruppo, che trae dall'investimento dei suoi adepti la sua essenza e realizzazione. Ne segue che sarà il gruppo a organizzare

la psiche, attraverso modalità paranoiche e di congelamento emotivo. I gruppi fondamentalisti sembrano funzionare secondo queste modalità. Uno dei più autorevoli psicoanalisti, esperto in dinamiche di gruppo, Bion. ha teorizzato che sono gruppi questi che riflettono il consenso inconscio dei loro membri, permettendo loro di essere coesi, con un funzionamento governato da un pensiero primitivo o addirittura psicotico. Si aderisce all’organizzazione con la negazione della realtà esterna a favore della realtà creata dal gruppo. Secondo l'autore questa è la modalità di funzionamento di tutti i gruppi e la differenza in quelli terroristici è che si costituiscono con l’intento di agire il pensiero primitivo. I terroristi realizzano la pulsione distruttiva, con modalità seriale sul palcoscenico della storia, agendo gli impulsi più mortiferi di cui la mente umana è capace. Ne possiamo vedere la manifestazione in uno degli scopi del gruppo terroristico, il progetto di immortalità. Per i terroristi la strage delle loro vittime è una strage giustificata; poiché essi sono coloro che possiedono ed interpretano un sistema simbolico “buono” nella sua totalità; la vittoria del loro ideale è questione di vita o di morte per loro, per il loro gruppo, o, in ultima istanza, nel caso di ideologie di redenzione, per l’umanità tutta. Nello scenario mediatico attuale in cui si susseguono le denunce sul mostro del momento, l'Isis, mai è stato più urgente cercare di capire perché le persone sono attratte da convinzioni estremiste e da organizzazioni violente. Proviamo smarrimento e indignazione, ma come comprendere le terribili uccisioni barbariche? Alla base delle motivazioni consce dei terroristi sembra esserci il bisogno

ponte // P SICO L O G IA

di significato e riconoscimento. Il terrorismo tende a dare alla vita delle persone un senso di identità, che rappresenta l’aspetto religioso del terrorismo, e che fornisce la giustificazione per questi atti raccapriccianti. Tra il terrorismo e la religione non vi è alcuna correlazione stretta, mentre servono a trovare senso di appartenenza e di connessione. Un documento del 2009 “Modelli di pensiero nell’estremismo militante” ad esempio, ha anche analizzato la mentalità di molti gruppi estremisti in tutto il mondo (basata su internet e materiale stampato), tra cui l’IRA e i Fratelli Musulmani, e due credenze sono state riconosciute come fondamentali: l’illegittimità delle autorità costituite e che si possa raggiungere il cambiamento solo con mezzi estremi e non convenzionali. Altri sono attratti dal terrorismo a causa della povertà, e credono di portare cambiamenti socio-economici. La vendetta per i torti percepiti nel mondo è “una delle motivazioni più forti alla base del terrorismo”, diventa l'occasione di riscatto dal proprio passato. Chi come noi sperimenta l'espressione libera e critica della mente individuale, nonostante limiti e ipocrisie della nostra società occidentale, continuerà ad assistere attonito e incredulo agli ideologismi di una mente collettiva così distruttiva, in cui la verità di alcuni si afferma nella distruzione degli altri. Le parole di Einstein, che nel corso della sua vita divenne sempre più convinto della necessità del pacifismo, facendo nel 1955 un ultimo appello all’umanità per la sua sopravvivenza: “Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto“ mai come adesso, cari lettori, ci tornano così preziose.

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ponte // E c o n o m i a

E conomia

P er I C ittadini


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di Domenico La Tosa domenico.latosa@gmail.com Salve a tutti, siamo Giacomo e Domenico, due economistiy italiani emigrati. Abbiamo studiato economia a Bologna da diversi filoni scientifici ed abbiamo il piacere di scrivere su questa rubrica per spiegare a tutti il funzionamento dell'economia degli Stati. Io (Domenico) vivo a Copenhagen da un anno e mezzo e mi occupo di informatica, io (Giacomo) lavoro come traduttore e viaggio spesso per l'Europa, spinto dall'attività di divulgazione dell'economia con l'associazione culturale “Economia Per I Cittadini”, di cui siamo membri. La rubrica stessa si chiama “Economia Per I Cittadini” perchè riassume il punto di vista e gli obiettivi che ci siamo prefissati: divulgare ai cittadini, in quanto portatori di diritti e doveri, il funzionamento dell'economia. La nazionalità di quei “Cittadini” non è specificata perché i meccanismi ed i casi storici di cui tratteremo sono trasversali a qualunque paese. Non importa che si tratti di un paese ricco di risorse naturali del nord Europa o di uno stato non pienamente industrializzato del sud America: le dinamiche che dominano l'occupazione, l'inflazione, la redistribuzione del reddito, i tassi d'interesse ed altro sono costanti. Tratteremo argomenti all'ordine del giorno ma da una prospettiva che molti troveranno un po' “particolare”, noi la chiamiamo “eterodossa”. Scopriremo assieme, nel tempo, cosa vuol dire. L'importante è chiarire che parliamo dell'economia reale, studiata sui libri, da fonti ufficiali, applicata da alcuni governi si, da altri no, ma in ogni caso con robuste basi scientifiche. Non scriviamo

di chiacchiere da bar, dimostreremo ogni cosa di cui scriveremo e ci piacerebbe interagire con voi, lettori, rimanendo su questo livello e metodo di attendibilità delle argomentazioni. Per iniziare questa serie di contributi vi proponiamo un classico, un buon vino d'annata che citiamo spesso nei nostri seminari: il caso della liberalizzazione delle licenze per i taxi del 2006. Adatteremo quel caso storicamente accaduto ad una città ipotetica per comprenderne appieno gli effetti, la città di Broma. Nella nostra amabile “cittadina esempio” lavorano 10 tassisti, con regolari licenze controllate dal governo che chiameremo “governo bitaliano”. Questi 10 tassisti si dividono la clientela ed una “corsa esempio” con uno a caso di loro costa 10 soldi. All'improvviso il governo si schiera contro l'odiosa e parassitaria casta dei tassisti e decide di aumentare le licenze in circolazione, dunque “liberalizza il mercato” delle corse in taxi. I nostri prodi governanti decuplicano le licenze, perché è opinione comune che con l'aumento della concorrenza i servizi aumentano di qualità ed arrivano a costare anche meno a causa della concorrenza stessa. Come rinunciare ad un aumento della qualità e contemporaneamente ad un abbassamento dei prezzi? Dopo quest'operazione, nella nostra città i tassisti sono diventati 100, concordemente col numero di licenze in circolazione. La concorrenza, come previsto, fa abbassare il costo della corsa base che cala, ad esempio, da 10 a 7 soldi. Tutti i clienti risparmiano 3 soldi su ogni corsa in taxi e sono molto contenti. Ma cos'è successo alla comunità, ovvero alla città-stato di Broma nella sua interezza?

ponte // E c o n o m i a

Innanzitutto abbiamo un numero maggiore di tassisti, che però guadagnano meno perché, a causa della concorrenza, hanno dovuto adeguare il prezzo della corsa esempio da 10 a 7 soldi. La professione, per molti di loro, diventa presto impraticabile perchè il guadagno di ogni singolo tassista, ora che è più basso, è spesso insufficiente a coprire i costi (benzina, affitto del taxi, deodoranti per auto, parcheggi ed altro). Dall'altro lato la ricchezza della nostra cittadina, ovvero la ricchezza della nostra “economia esempio” nella sua interezza, non è aumentata: i singoli clienti risparmiano 3 soldi a corsa ma i tassisti – cittadini della comunità con gli stessi diritti dei loro clienti – si impoveriscono degli stessi 3 soldi per ogni corsa. L'apparente “effetto ricchezza” dato dall'abbassamento dei prezzi delle corse in taxi è in realtà un gioco delle tre carte: non importa se l'asso sia la prima, la seconda o la terza carta, in ogni caso sul tavolo ce n'è sempre e solo uno. Si è creata nuova occupazione? Si, certo, nell'immediato. Quanti di quei 100 tassisti, però, eserciteranno ancora nel giro di un paio di mesi? Nel giro di un paio di mesi, torneranno ad esserci 10 tassisti attivi, tassista più, tassista meno, perché la quantità di ricchezza complessiva – o “aggregata” – della cittadina fa in modo tale che l'equilibrio di professionisti di quel settore sia attorno a 10. Questo esempio non vi fa pensare a qualcosa? E come si può aumentare la “ricchezza aggregata” della cittadina? Lo scoprirete presto. Alla prossima!

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ponte // A P P L ICAZIONI

fivhter what's your top 5? Classificare, creare delle Top5per esprimere le proprio preferenze è un’azione comune, per molti quotidiana. È proprio da questo presupposto che nasce Fivhter, il primo social network dedicato alle Top5. Quanto permesso da Fivhterè innovativo e soprattutto disponibile per la prima volta in maniera veloce, organizzata e collegata ad una rete di contatti globale. Il progetto è stato ideato e realizzato da Fivhter Limited, neonata startup capeggiata da Francesco Stabilito e composta da un team di altri quattro giovani ragazzi italiani: Luca Simonetti (Responsabile Programmazione), Andrea Ferraro (Responsabile

Comunicazione), Francesco Garasto (Responsabile Design) e Kafiye Ucar (Social Media Manager). Si tratta infatti di un vero e proprio social, come Twitter o Instagram, ma con funzioni particolari. Fivhterè infatti un social network che permette di creare le proprie Top5per qualsiasi topic: cinema, musica, sport, cibo, etc. Le sue featurescaratterizzanti sono: 1 Possibilità di creare la propria Top5 inserendo delle foto per ogni posizione nella chart 2 Possibilità di dare il proprio like ad una Top5 - o ad un solo elemento di questa -, di dare un thumbs down (dislike), di condividere la Top5 sul

proprio profilo o di rispondere alla chart con la creazione della propria. 3 Sfida tra utenti: se non si è d’accordo con la chart di un utente, lo si può sfidare con la propria Top5 in uno scontro a tempo. Il vincitore, ovvero il creatore della chart con più like, sarà determinato dagli altri utenti. Per scaricare gratuitamentela app di Fivhterda Google Play Store basta utilizzare il link: http://bit.ly/1Czxt6Y Inoltre è possibile seguire Fivhtersu Facebook e Twitter o visitare il suo sito web: www.fivhter.com


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ponte // NO V IT Á

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Italo Libri, la nuova libreria italiana a Copenaghen La Danimarca ha una nuova libreria. È diversa dalle altre però: è italiana. ”Ma ci sarà gente interessata?”, ”Perché letteratura italiana?”, ”Come fai a sopravvivere con una clientela così limitata?”. Ho aperto una libreria italiana in Danimarca e queste sono giusto un paio delle domande che mi sono state fatte. La gente lo trova affascinante, non del tutto percepibile il concetto, ma sicuramente affascinante e coraggioso. Io, più che altro, lo trovo necessario. È da più di dieci anni che parlo l'italiano. L'ho imparato facendo uno scambio culturale, stando da una famiglia in Veneto per un anno. Gli sarò sempre taknemmelig. Come molti altri mi sono innamorata del Bel Paese a prima vista. Essendo nordica, era un’esperienza del tutto

diversa da quello che conoscevo. Imparare un’altra lingua straniera, oltre all’ inglese, mi ha regalato nuove sfaccettature con cui capire il mondo. Vorrei passare la parola ad altri. Letteralmente. Vorrei che fosse possibile e facilmente raggiungibile, trovare libri di autori italiani in danese, per chi è incuriosito, ma non sa l'italiano. Vorrei che fosse possibile tenere aggiornato il proprio italiano una volta imparato. Vorrei che le persone di madrelingua italiana avessero una piattaforma per trovare gli autori amati nella loro propria lingua. Vorrei rendere possibile gli incontri culturali, sia di persona che virtualmente. Sommando tutto questo sono arrivata a Italo Libri.

Dal mese di giugno Italo libri apre le porte una sera a settimana e se volete saperne di più sull'orario e sulle attività, tenetevi aggiornati tramite Facebook o la pagina web. Potreste pure inviarmi i vostri desideri letterari tramite e-mail, in modo che io mi possa fare un'idea sui vostri gusti. A presto! Siri Italo Libri, Ved Klosteret 4, nel seminterrato, 2100 Copenaghen Ø E-mail: italo.libri@gmail.com Pagina web: www.italolibri.dk Facebook: www.facebook.com/italo. libri


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ponte // L A V OC E D E L L A SIBI L L A

Meditate gente, meditate Lucia e Lorenza vivono in città e lavorano in ufficio, sono sulla trentina, hanno un marito e un paio di figli ciascuna. letti e riletti, scritti e riscritti, e ancora

Sono le 8:00 e Lorenza fissa lo specchio

conversazioni telefoniche, pause e caffè con

con occhi sgranati, striglia i bambini -

chiacchiere varie, staff meetings, affronti,

attenti agli estranei e a non finire spalmati

confronti e risoluzioni. E poi, sulla via di

sotto le ruote di un tir! - esce di corsa con

Lunedì ore 6:00 Lucia si alza. Mezz'ora

casa, un semaforo rosso non fa differenza,

le calze smagliate e la gonna sgualcita. Un

di jogging, colazione, doccia e riassetto

la spesa del giorno, a cena col vaso di

cornetto per strada, il morso alla crema

di casa e bambini, a scuola da soli che

fiori e l'aperitivo, la lavastoviglie già piena,

finisce per terra – maledizione, anche oggi

tanto non ci sono pericoli, vestito stirato,

una stiratina en passant, un film iniziato,

tutti semafori rossi - e al lavoro

capello phonato, smalto in tinta col rosso

qualche pagina del libro sul comodino, la

in ritardo col cerchio alla testa tra

da labbra e via al lavoro dove su binari

mezzanotte suonata da un po', buona notte

mille parole e pensieri intrecciati,

paralleli fa viaggiare convogli di mails-sms-

e sogni d'oro.

perdersi in rete col cervello

di Sibilla Ciula

ricerche più o meno virtuali di documenti

ibernato e il telefono spento che


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ponte // L A V OC E D E L L A SIBI L L A

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altrimenti non ci si fa col lavoro arretrato - la

allarme perenne che andiamo usurando

più o meno fortuiti della vita, accidenti e

cartellina dov'è? eppure era là.. e se perdo

le nostre preziose riserve di vita che si

incidenti predestinati o casuali che siano,

l'impiego? - non c'è tempo per niente e

impoveriscono lentamente, inesorabilmente.

si deve agire sul proprio dominio, sulla

sulla via del ritorno rosticceria e pollo per

E inevitabilmente finiscono.

domus personæ, sulla dimora del proprio io,

tutti, i bambini contenti e lei in catalessi

cercando di farne un tempio di calma, forza

davanti allo schermo computer o TV, non fa

E allora come si fa?

e positività affinché la vita non ci sorprenda

differenza, finché con gli occhi a mezz'asta

Dormire è fondamentale per la

impreparati e che i suoi scherzetti non

si butta sul letto sfinita. E sono solo le dieci

fisiologia degli organi e sistemi vari,

trovino un sistema già vacillante e sfaldato

e quaranta.

con un funzionamento a regime ridotto,

da dentro. Le aggressioni continue e

eliminazione di scorie tossiche, ricrescita

costanti ai danni degli imperi non avrebbero

In chi vi identificate? In entrambe a periodi,

cellulare.

sortito gli effetti di crolli e cadute se la

la maggioranza dirà...

In neurologia, il sistema nervoso centrale

decadenza non fosse stata già insita nel

Cosa manca a Lorenza? Calma e

lavora nel sonno per fissare i percorsi

corpo.

concentrazione, un sistema, organizzazione,

sinaptici, i sentieri del cervello, tracciati

E allora educhiamoci al pensiero positivo, a

un baricentro che la plachi di dentro e la

durante la veglia con cose dette, viste,

cercare il buono laddove non sembra ci sia,

ancori a terra per non esser spazzata da

sentite, imparate, fissandole e rinforzandone

impariamo a conoscerci meglio per capire

correnti di pensieri ingolfati e di chiasso

la memoria.

gli altri anziché andare in trincea, e non

immanente che annienta le forze, ottunde la

E per la psicologia il sonno allenta la

restiamo aggrappati al passato o sempre

mente. È dunque la forza che manca? Sì, ma

tensione psichica, placa l'ansia. Il cortisolo e

lanciati al futuro e godiamoci il “qui e

quella psichica, l'energia, l'elettricità che fa

il lattato plasmatico, gli amiconi dello stress,

adesso” perché anche il momento presente

funzionare il tutto.

cedono il passo alla dolce serotonina che

è pieno di bellezza. Basta saperla trovare.

ci regala veri e propri stati di benessere. E i

Per amarla davvero la vita, nel bene e nel

Da bambini ne abbiamo in quantità, tutto

sogni sono pensieri già dentro di noi che di

male.

da imparare, un mondo da scoprire, e c'è

notte tiriamo su a galla per goderne se belli,

E con chiarezza d'intenti e col cuore placato,

sempre tempo per sorrisi e lacrime vere,

esorcizzarli se brutti.

i pensieri a riposo, si allenta la morsa, si

pronti a sacrificarsi così su due piedi perché

E allora sonno a volontà per tutti e non se ne

distende la fibra, e diamo una mano a quel

tutto è autentico e le scelte sono assolute.

parli più.

piccolo esercito di paladini del corpo che se

Poi la vita si fa maestra e sbagliando si

Magari fosse abbastanza. Purtroppo ci sono

stanchi e stressati abbandonano il campo

impara la cautela e la difesa, ci costruiamo

altri fattori che vanno considerati e per fare

all'invasore di turno.

così una bella cittadella fortificata, piena di

questo ci sono i professionisti delle varie

È un esercizio continuo e costante quello

arcieri pronti all'attacco con l'arco già teso. E

branche della medicina. E lì non possiamo

di trascendere il corpo e calarsi nelle parti

si affaccia la paura, lo stato d'allerta, naturale

entrare di certo.

più intime e profonde di sé alla volta delle

se la minaccia è reale, inutilmente sfibrante

risorse del sottosuolo della coscienza,

se la minaccia è fittizia.

Il nostro unico punto di forza è il possesso

per rigenerare quelle energie che tanto ci

Il pericolo non sta sempre in agguato, il

e la gestione di un corpo fisico con annessi

servono per vivere, e per vivere bene.

mondo ci è nemico solo se lo vediamo

psichici e connessi spirituali.

così, di tempo ce n'è e non siamo sull'orlo

E con tutta l'umiltà della consapevolezza

di alcun precipizio. È in questo stato di

di non poter controllare la realtà, quei casi


CONTATTARE: LUIGI FARINA - P.R. MEURS-GERKEN


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ponte // MOSTR E

Percezione ed inganno: Escher affascina di Silvia Gilli

Autoritratto nello studio romano

Dott. Luciano Stievano (generico) Centerparken 12, 1. 2500 Valby 36 30 10 87 Consultazione telefonica: lun. - ven. ore 8.00 - 9.00 Orario visite: lun. merc. giov. ven. ore 10.00 - 14.00 mart. ore 15.00 - 18.00

Perché esplorare le geometrie impossibili di Escher con tanta passione? Proprio perché Escher scavalca il possibile, sovverte l’ordine geometrico, scardina le leggi della percezione, scatenando così un universo ultraprospettico che ci proietta in uno spazio assurdo, che eppure esiste. Oltre l’ovvietà della percezione ecco il fascino dell’inganno. Disegnare: saper tracciare un’idea di volumetria su una superficie bidimensionale. Nel Novecento Escher scardina il disegno dalla gabbia prospettica, lo inietta di un’ultraspazialità, di torsioni abnormi, di infinità, di assoluto e trascendenza. Esattezza impossibile di idee iperboliche su carta. Tutto questo decenni prima di qualsiasi computer

graphic. Alcuni degli enigmi escheriani sono stati risolti appena una decina di anni fa da matematici illustri, proprio con l’ausilio della digitalizzazione dell’immagine. L’artista che ancora incanta un intero spettro di generazioni a sua volta venne incantato. Da cosa? Dalla nostra Italia, naturalmente. Il suo occhio ci perse la testa. Così lo portò a viaggiare, a vivere e a disegnare l’Italia. La sua mano ritrasse con diabolica perfezione monumenti e città: la Palermo araba, notturni romani, scalinatelle e case aggrappate alla roccia ad Atrani, Rossano, Santa Severina, Tropea, Pentedattilo... Tra le 150 opere in mostra a Bologna troverete anche l’Italia di Escher. Escher affascina e questa mostra vale davvero. Maurits Cornelis Escher a Bologna fino al 19 luglio, nello splendido Palazzo Albergati.

Jeppe Troldborg

Dott.Jarek Kuprowski /Lægeklinikken

AP Sundhedscenter Hans Edvard Teglersvej 7 2. 2920 Charlottenlund Tel. 39900031

Nørrebrogade 52, 2. tv. 2200 N 35 35 90 69

D.O. Osteopata e Fisioterapista

Orario visite: Ogni giorno Lun-Gio ore 8.0017.30, Ven. ore 8.00-15.00

Consultazione telefonica: lun. merc. giov. ven. ore 8.00 - 9.00 Orario visite previo app.: lun. merc. giov. ven. ore 9.00 - 15.00 mar. ore 11.00 - 17.00

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Youth – La giovinezza

il nuovo film di Paolo Sorrentino, il primo dopo l'Oscar nel 2014 con La grande bellezza.

La vecchiaia è una gabbia per l’anima o il tempo per riflettere e reinventarci?

Un binocolo al contrario permette la visione di una prospettiva diversa

di Giancarlo Alviani

Accolto da tanti applausi e critiche positive all’ultimo festival di Cannes, il nuovo film di Paolo Sorrentino è stato travolto da forti critiche in Italia. Un film giudicato troppo overacted, noioso, autocelebrativo. In effetti ci troviamo di fronte ad una trama in cui succede poco dove l’intera storia è ambientata in un hotel noiosissimo delle alpi svizzere. E’ Sorrentino non maschera questo intento, aprendo il film con una scena ripresa solo in tondo: quasi a dirci che tutto si muoverà in quel perimetro lì. Cifra stilistica raffinata però quella di

Sorrentino, che varia gli stilemi di ripresa continuamente in tutto il film. L’hotel è sempre quello ma sempre ripreso da un’angolazione diversa, i personaggi sono chiusi in loro stessi ma sempre mostrati in situazione di relazione con gli altri e lungo le loro ben precise attività quotidiane. La malinconia dei protagonisti, avvelenati dal pensiero che la giovinezza sia svanita per sempre, è la benzina che muove questo tableau vivant di attori bravissimi dove ci sono dalle miss universo, alle dive decadute, dai musicisti in pensione ai cantanti carcerati in clinica per dementi. Il surreale e il grottesco, temi cari a Sorrentino, sono qui però meglio bilanciati che ne La Grande Bellezza (film

pieno di stucchevole maniera e asfittica caratterizzazione dei personaggi). La malinconia è talmente percettibile che lo spettatore si identifica inevitabilmente. Sorrentino lo aiuta allora a riprendersi facendo dire ad Harvey Keitel "Ora non esagerare tutta questa verità. Ricorda che la finzione è il nostro lavoro". Che impatto queste scene! Costantemente proposte da prospettive inconsuete e angolazioni inattese. Il punto è che ognuno parla nel film della propria idea di giovinezza, in modo talvolta dissonante o diverso ma tutti dimostrano di avere un collante comune che fa da faro in questa disperata e sconsolata solitudine: l'Arte. Che tu sia un grande cineasta o un grande direttore


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ponte // CIN E MA

L'hotel Schatzalp a Davos

Sir Michael Caine interpreta un direttore d’orchestra

Il cast del film alla premiere di Cannes

d'orchestra resterà sempre quello che hai prodotto a magnificarti o a importunarti come quando Harvey Keitel rivede tutti i suoi personaggi su una collina in una sorta di incubo lucido. Tutto è disagio. E c'è una riflessione consolatoria anche sui "sensi" umani (il tatto di una massaggiatrice, la postura del corpo per un violinista, …) perché "nessuno al mondo si sente all'altezza, quindi non c'è da preoccuparsi". Il suono (della colonna sonora) è sinergico agli stacchi del montaggio, ai jump cut che interrompono bruscamente le scene. Scelta tecnica utilizzata molto bene (cosa rara nel cinema contemporaneo, va detto). Di questo film ricorderemo, appunto, anche come Michael Caine arrotola

freneticamente, con le dita, la carta di una caramella e ne diffonde il rumore. Ulteriore amara riflessione, quasi metacinematografica: la vecchiaia che cambia la distanza con cui si percepisce il reale. E' il cannocchiale l'oggetto che, se usato correttamente, mostra le cose come si vedono in gioventù ma se adoperato al contrario mostra la realtà in piena lontananza, proprio come è percepita in vecchiaia. "Sono solo un vecchio pieno di pregiudizi" dice spiaciuto Michael Caine. E quando entra in scena Hitler, Sorrentino gli mette in bocca il senso complessivo del tema portante: "Cosa vale la pena raccontare: l'orrore o il desiderio?

Un personaggio che ricorda il campione Diego Armando Maradona

E' il desiderio che ci rende vivi". Ma alla fine arriva simbolicamente la speranza, rappresentata da un silente monaco buddista il quale sa trasformare la noia di quel luogo in pace, tanto da arrivare a lievitare un metro dal suolo. Vale davvero la pena andarlo a vedere questo piccolo capolavoro.

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Dante Alighieri Programma secondo semestre 2015

Agosto Il mondo degli etruschi La dr.ssa Gabriella Frederiksen presenterà gli Etruschi. La loro affascinante storia inizia intorno al 1000 a.c , particolarmente in Toscana. La loro origine e la lingua ci sono ignote. Aspetti interessanti della loro cultura sono il culto dedicato ai morti e la costruzione delle tombe che li ospitano - molte artisticamente decorate e ricche di suppellettili.In danese. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura.

Giovedì 20 alle 19.30 Istituto Italiano di Cultura, Gjørlingsvej 11, Hellerup Settembre

Serata musicale: una voce che incanta Questa sera avremo il piacere di ascoltare la mezzosoprano Diana Panzeri. Ha studiato al Conservatorio di Copenaghen classe solisti terminando gli studi con il massimo dei voti. Ha tenuto concerti ad.es. in Danimarca, Svezia e Italia. Canterà per noi arie da opere di Handel, Mozart, Rossini, Puccini, Donizetti, Verdi e concluderà con“That’s amore” di H. Warren. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura.

9 alle 19.30 Istituto Italiano di Cultura, Gjørlingsvej 11, Hellerup Ottobre

Il ruolo della chiesa cattolica oggi in Italia Bjørn Thomassen, antropologo e lettore alla RUC, sarà il nostro conferenziere. L’Italia è un paese cattolico? Quale ruolo copre la religione oggi nella vita sociale e politica? Cosa pensano gli italiani di Papa Francesco , del suo messaggio e del suo impegno? Si concentrerà sul dibattito politico, sociale ed etico che caratterizza la società italiana. In danese. Seguirà l’assemblea generale. In collaborazione con la Studieskolen.

Sabato 24 alle 14.00 Studieskolen, Borgergade 1, Kbh K

Dante Alighieri c/oLucia Rota Andersen Kulsvierparken 71, 2800 Lyngby, www.dante-alighieri.dk, dantealighieri@mail.tele.dk tel. 45885713 (Lucia), 30344381(Finn, segretario) www.facebook.com/SocietáDantealighieriCopenaghen Quota 2015:175kr. (100 per studenti; 250kr.per nuclei familiari di due persone) Conto bancario: 2102 8896 568 583 Nordea (ricordate di comunicare il vostro nome e cognome). I soci Dante possono associarsi all’Istituto Italiano di Cultura al prezzo scontato di 150 kr. I non soci pagano un contributo di 30kr. se la conferenza si tiene alla Medborgerhuset di Frederiksberg. Ringraziamo l’Istituto Italiano di Cultura, la Studieskolen, la FoF di Gentofte, la Dante di Århus e il Ponte per la collaborazione.


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ponte // a l m a n a c c o

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INDIRIZZI UTILI // Vice Consolato d’Italia Ambasciata d’Italia Magni Arge, Vagar Airport Gammel Vartov Vej 7 FO-380 Soervagur 2900 Hellerup +45 39 62 68 77 - fax 39 62 25 99 lun.-gio. 8.00 - 10.00 tel.+298 341000-fax +298 341000 info.copenaghen@esteri.it magni@atlantic.fo www.ambcopenaghen.esteri.it

Ass. Comm. Italo-Danese c/o Adv.P.R. Meurs-Gerken Studio Legale Amaliegade No 42 Amaliegade 42 1256 K

Trentini nel Mondo - Circolo di Copenaghen c/o Grazia Barberi Nielsen Henrik Ibsens Vej, 36 - 1 TH 1813 Frederiksberg - Copenhagen e-mail: grazianielsen@gmail.com website: www.trentininelmondo.it

Cancelleria Consolare Østergade 24 scala B, 2. piano 1100 Copenaghen K 39 18 34 44 - fax 39 27 01 06 lun-ven 10-12.15, lunedì anche 1416.15 e giovedì 14.00-15.30 consult. tel. tutti i giorni 12.15-13.15 consolato.copenaghen@esteri.it

Vice Consolato d’Italia Giovanni Volpi Vingaardsgade 25 - 9000 Ålborg 98 11 37 55 - fax 98 16 15 51 giovanni@sangiovanni.dk Cell. 40638050

Società Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 - 2800 Lyngby 35 34 43 81 (segretario) dantealighieri@mail.tele.dk www.dante-alighieri.dk

CLUB ITALIA c/o Benthe Volpi Hobrovej 3 9000 Ålborg 98 13 60 40 volpi@stofanet.dk

Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11 - 2900 Hellerup lun/mar. 9 - 17, mer/giov. 9 - 16 venerdì 9 - 15 39 62 06 96 - fax 39 62 88 73 iiccopenaghen@esteri.it www.iiccopenaghen.esteri.it

Associazione "Camera di Commercio italiana in Danimarca" Søndergade 32, 3.sal 8000 Aarhus C - Danimarca E-mail: info@danitacom.org www.danitacom.org Tel.: +45 20 44 94 15

Società Dante Alighieri c/o Institut for Sprog, Litteratur og Kultur - afd. for Klassisk og Romansk Aarhus Universitet, Nobelparken Jens Ch.Skous Vej 5, bgn 463 8000 Aarhus /www.dante-alighieri.dk

A.I.R.-Ass. Italiana Ristoratori Ristorante S. Giovanni Vesterbro 46 9000 Aalborg 98 11 37 55 a-i-r@a-i-r.dk - www.a-i-r.dk

Corrispondente consolare Francesco Ulisse Ansgargade 3 - 5000 Odense 66 12 03 88 - 28 11 03 88

Patronato INCA lun. 15.30-17.00 (su appuntamento) c/o Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11, 2900 Hellerup tel. 60649928 (per tel. mar. 16.00-18.00) chiarapetreni@gmail.com

Società Dante Alighieri Grønnigen 9 5230 Odense M 28110388 flemming.bolding@skolekom.dk www.dante-alighieri.dk

iL PONTE Rivista italiana in Danimarca c/o Grazia Mirabelli Howitzvej 62-1th - 2000 Frederiksberg www.ilponte.dk info@ilponte.dk

Corrispondente consolare Henning Holmen Møller Lille Torv 6 8000 Aarhus C 86 12 14 00 - fax 86 12 14 05 hhm@danitacom.org

Agenzia per la promozione all'estero e 'internazionalizzazione delle imprese italiane Sezione per la promozione degli scambi dell'Ambasciata www.ice.gov.it copenaghen@ice.it

Comitato Pro-Scuola Presidente Gennaro A. Grosso comitatoproscuola_dk@hotmail.com

Focolar Furlan c/o Antonio Rosa Grøndalsvej, 52-2000 Frederiksberg tel. 38 10 78 72

Associazione italo danese www.serate-italiane.dk


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