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È Lettera dall’’Italia
un paese strano l’Italia. Da più parti si grida di una “Invasione” di immigrati provenienti soprattutto dall’Africa, per lo più con mezzi clandestini, su barconi stracolmi di persone che fuggono dai loro paesi di origine per tentare di dare un senso alla loro vita; spesso, infatti, chi transita per l’Italia, fugge per la guerra, la fame, le carestie ecc. e viene vissuta nel paese ricevente in modo contraddittorio tra chi vorrebbe accoglierli e chi ritiene che vengano a “rubare” il lavoro agli italiani. La parte politica che li avversa, afferma che non siano profughi ma migranti economici e come tale non avrebbero diritto ad alcuna accoglienza.
Un primo paradosso si coglie nel fatto che questi migranti non vogliono fermarsi in Italia, essa di fatto sarebbe solo un trampolino di lancio per recarsi in altri stati dove la richiesta di manodopera è più forte. Il secondo paradosso che dovrebbe allarmare i politici di entrambe le fazioni politiche, è il flusso di migranti tra 25 e 44 anni che fuggono dall’Italia a causa del fatto che non riescono a trovare lavoro nella propria patria. Nel 2017 si calcola che circa 295 mila italiani hanno lasciato il Paese. Interessante è il fatto che questi nuovi migranti non sono simili agli uomini e alle donne che negli anni cinquanta lasciavano la propria terra, si tratta, in realtà, di qualcosa di ben più grave. Difatti, chi giunge in Europa, in special modo in Germania, Gran Bretagna, Francia, ha una laurea e mette a disposizione un “patrimonio” culturale di notevole spessore. Ecco, dunque, il vero dramma del paradosso: migranti che non vogliono fermarsi e italiani, per lo più laureati, che abbandonano la propria terra.
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