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THE BEST OF MODERN AND CLASSIC INTERIORS

N.5 - GIUGNO 2019

INTERNI

LÕALCHIMIA DEL TEMPO LO STILE E IL MOOD

di una casa sono il distillato del confronto tra la persistenza del passato e lo spirito dell’oggi

MILANO, PARIGI, LONDRA ÎLE-DE- FRANCE, LOMBARDIA

With English texts






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Editoriale. Ettore Mocchetti a Bratislava ritratto davanti al Danubiana Meulensteen Art Museum.

Ettore Mocchetti in front of the Danubiana Meulensteen Art Museum in Bratislava.

LA COPERTINA dettaglio della Sala delle Sculture, uno degli ambienti più caratteristici del nuovo Hôtel de Berri a Parigi: l’elemento decorativo è affidato alla perfetta replica di un busto di età classica il cui candore contrasta con il nero intenso della parete producendo un efficace effetto plastico e cromatico. nella foto:

THE BEST OF MODERN AND CLASSIC INTERIORS

N.5 - GIUGNO 2019 - € 3,50

INTERNI

LÕALCHIMIA DEL TEMPO

MILANO, PARIGI, LONDRA ÎLE-DE- FRANCE, LOMBARDIA

With English texts

LO STILE E IL MOOD

di una casa sono il distillato del confronto tra la persistenza del passato e lo spirito dell’oggi

ON THE COVER. detail of the Sculpture Room, one of the most characteristic rooms of the new Hôtel de Berri in Paris: the whiteness of a perfect replica of a classical bust contrasts withthe total-black wall, thus producing an artful plastic and chromatic effect. in the photo:

rima sensazione, riflettendo su quanto racconta questo numero di AD Style, è che l’“interno classico”, almeno per come si era caratterizzato negli anni ’80 e ’90 del secolo passato, non esista più. Lo stesso concetto di STILE CLASSICO , nell’arredamento, ha perso smalto, meglio si è evoluto lasciando per strada opulenza e ostentazione e inglobando elementi di MODERNITÀ a cominciare da linee più snelle, più pure che non sono affatto negazione di sofisticatezza e di colta ricercatezza, ma proprio il contrario. Perché come sostiene Giorgio Armani: «L’essenza dello stile sta nel dire in IN MODO SEMPLICE ciò che è complesso». Così oggi si parla di luxury style, di neomodern, di modern classic, etichette che si applicano agli arredi, ma pure agli ambienti in cui essi si inseriscono. I quali, a loro volta, si mostrano in una duplice polarità variamente sfumata. C’ è, eco di una lontana ma sempre attuale visione di Franco Albini, l’ interno modernissimo che si fa LUXURY accogliendo, accanto a mobili di design, i segni della Storia, l’artigianato e l’arte del passato. E, viceversa, c’ è l’ involucro antico, dalla forte impronta storica che il progettista, senza stravolgerne lo spirito, riesce a rendere la RIBALTA IDEALE per esaltare l’arte e il design di oggi. Un approccio, questo, testimoniato in modo eloquente dalle dimore che presentiamo qui. Dal castello francese come dalle ville lombarde, dall’appartamento hausmanniano di Parigi come dalla townhouse londinese, espressioni tutte del sempre più diffuso desiderio di vivere la modernità ma in un contesto che ci ricordi da dove veniamo. E c’ è anche chi, come accade nell’ invenzione del parigino Hôtel de Berri, va oltre: rifacendosi al romanzo storico, non si limita a trovare un punto di armonia nella contaminazione tra vecchio e nuovo, ma addirittura RICOSTRUISCE , interpretandole però, un’epoca e le sue atmosfere con un coltissimo lavoro filologico, scenografico, narrativo. ETTORE MOCCHETTI

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA

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AD STYLE — GIUGNO 2019

SOMMARIO. «Lo stile non è una questione di tecnica, ma di visione». PAUL VALÉRY

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DISC OV ERIES .

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STORIE .

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HOME — Una casa nella Londra di Holland Park METTE IN ARMONIA il classico e il contemporaneo.

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SOGNANDO IL FUTURO — Nel 1939 la NEW YORK WORLD’S FAIR ipotizzava il nostro futuro.

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ARTS & CR AFTS — Le fantasiose sedute e altre creazioni di CARLA TOLOMEO in mostra a Venezia.

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LE LUCI DI CHARLOTTENBURG —

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NUOVI MAESTRI —

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LA CASA DELL’ARTE — Collezioni da intenditori nella casa-museo di PERRIER-JOUËT nella Champagne.

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LE ASTE —

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DESIGN —

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DOLCE VITA —

Trasparenze e leggerezza nelle poetiche sculture di vetro di SIMONE CRESTANI .

I MOBILI-CAPOLAVORO , dal Barocco al Neoliberty, di scena nelle vendite all’incanto.

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Installazioni di design nello scenografico showroom di BOCCI .

SEMPLICITÀ ORNAMENTALE — Da Robertaebasta una magnifica credenza di ANDRÉ ARBUS ,

tra i massimi decoratori francesi del ’900. La maschera è il motivo dominante di una collezione di porcellane di GIANPIERO MASTRO .

LE ICONE — Volti & Brand. Patron e manager

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AGENDA — La trasgressione ricorre originali MOSTRE di arte e design.

di 10 AZIENDE che hanno fatto lo stile del 2019. nelle più

STYLE.

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GLI INDIRIZZI

Glamour negli ambienti e creatività nei piatti del ristorante APICIUS a Parigi.

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ANIMA SENZA TEMPO —

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HAUTE DÉCOR ATION — Spunti da Parigi: colti RICHIAMI CLASSICI e un po’ di stravaganza.

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Ispirazioni ECLETTICHE da una penthouse sopra i tetti di Milano.

DIMENSIONE LUXURY — Il classico che si trasforma in MODERNO: come? Da Londra qualche suggerimento.

Un’installazione di lampade nello showroom berlinese di Bocci. An installation of lamps in Bocci’s Berlin showroom.


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SOM M ARIO.

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LE CASE DI AD STYLE .

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PAST, FUTURE — L’arte e gli arredi d’autore ridisegnano le atmosfere di una casa di MILANO originaria del XV secolo.

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L’ETÀ DELL’ORO —

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LUCI DELLA CITTÀ —

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VENTI DI RINASCITA — Il CASTELLO DI DAMPIERRE , dai fasti barocchi del ’600 ai nuovi progetti d’artista di oggi.

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CHIEDI ALLA POLVERE — Nascerà una WUNDERKAMMER in una dépendance del castello di Dampierre.

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ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA

A PARIGI lo studio di un grande couturier è stato trasformato in un appartamento elegante e teatrale. Stile moderno temperato da un’elegante sensibilità classica in una townhouse di LONDR A .

ARMONIE IN CHIAROSCURO — La luce definisce gli spazi di una villa ottocentesca nella CAMPAGNA LOMBARDA . SPIRITO DEL LUOGO —

Un design eclettico e ricercato è la cifra stilistica dell’Hôtel de Berri, a PARIGI .

ENGLISH TEXTS

FRANCIS AMIAND. MATTIA AQUILA. MASSIMO LISTRI

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Poltrona Twist, tavolino City (by Castello Lagravinese) sospensione Rodin

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In questo numero. JOSEPH KAR AM Architetto d’interni franco-libanese, attinge alla sua doppia cultura. Per lui la vera creatività sta nella capacità di pensare al futuro. French-Lebanese interior architect, he draws on his dual culture. For him, true creativity lies in the ability to think about the future. Un indirizzo segreto nella zona degli Champs-Elysées? «Élysées Horlogerie, al 14 di rue de Berri, con la sua incredibile selezione di orologi rari e pezzi unici di grandi maestri». A secret address in the Champs-Elysées area? «Élysées Horlogerie, at 14 rue de Berri, with its incredible selection of rare watches and unique pieces by great masters».

MAURIZIO PELLIZZONI Interior designer del Lago di Como, ha fondato la Maurizio Pellizzoni Ltd nel 2007, promuovendo lo stile italiano nei suoi progetti in tutto il mondo. Vive a Londra. Interior designer from Lake Como, he founded Maurizio Pellizzoni Ltd in 2007, promoting the Italian style in his projects all over the world. He lives in London. Un nuovo locale a Londra? «A Chelsea, The Ivy Chelsea Garden, dove si pranza in uno spazio pieno d’arte». A new venue in London? «In Chelsea, The Ivy Chelsea Garden, where you can have lunch in a space full of art».

CINZIA BOFFO DAL POZZO

Interior designer art director di AD, Dal Pozzo nei suoi progetti mescola brand classici e contemporanei, per una contaminazione armoniosa di stili. Interior designer and AD Dal Pozzo’s art director, in her projects she mixes classic and contemporary brands, for a harmonious contamination of styles.

FR ANCIS AMIAND Dopo l’apprendistato alla scuola Louis Lumière, ha debuttato come fotografo nel 1994, specializzandosi in reportage d’interni di hotel e ristoranti. After his apprenticeship at Louis Lumière School, he made his debut as a photographer in 1994, specializing in hotel and restaurant interior reportage. Un luogo dedicato all’arte? «A Parigi “Le Bal”, che indaga l’ immagine contemporanea in tutte le sue forme. Si trova in un’ex sala da ballo».

Una collezione di arte contemporanea? «Quella Peggy Guggenheim, espressione di indipendenza e anticonformismo».

A place devoted to art? «In Paris “Le Bal”, which investigates the contemporary image in all its forms. It is housed in a former ballroom».

A contemporary art collection? «Peggy Guggenheim’s, an expression of independence and nonconformity».

Un museo del design da non perdere? «Il Danish Museum of Art & Design di Copenhagen, negli spazi di un ex ospedale. I pezzi sono in vendita». A not-to-be-missed design museum? «The Danish Museum of Art & Design in Copenhagen, in the spaces of a former hospital. The pieces are for sale».

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ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA

GIANNI FRANCHELLUCCI

XAVIER BÉJOT Fotografo specializzato in interior design, è diplomato in Arte grafica a Parigi. Lavora per le principali riviste di arredamento del mondo. Photographer specialized in interior design graduated in Graphic Art in Paris. He works for the world’s leading furniture magazines.


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Ci accontentiamo semplicemente del meglio e creiamo i migliori prodotti editoriali. Per questo abbiamo AD, che da oltre 35 anni racconta le più belle case del mondo, La Cucina Italiana, da più di 90 anni la guida più autorevole nel mondo del gusto e della tradizione italiana, e Traveller, viaggi straordinari accompagnati da eccezionali reportage fotografici per viaggiare comodamente dalla poltrona di casa. Tradotto in una parola, Qualità. In due parole, Condé Nast.

Direttore Responsabile

ETTORE MOCCHETTI

Art Director GIUSEPPE PINI Caporedattore Attualità MARIO GEROSA Caporedattore, RUBEN MODIGLIANI Caporedattore ELENA DALLORSO Caposervizio Impaginazione FRANCESCA MARINO Vice Caposervizio, MICHELA BUZZONI Segreteria di Redazione MARIA GRAZIA CECCONELLO Responsabile, FEDERICA CLARI Photo editing Project Consultant RICCARDO BIANCHI New York CHRISTINA NICASTRI Segreteria e Redazione Hanno collaborato: SONIA S. BRAGA, NICOLETTA DEL BUONO, UMBERTA GENTA, SERGE GLEIZES, ANNA MAZZOTTI, GAIA PASSI, FRANCESCA VINCI, KATHERINE VOSS STEPHEN PICCOLO, SARA SALVATORI traduzioni STUDIO DIWA revisione testi Fotografie di: FRANCIS AMIAND, MATTIA AQUILA, XAVIER BEJOT, GIANNI FRANCHELLUCCI, ERIC LAIGNEL, MASSIMO LISTRI Elaborazioni grafiche: DAVIDE BASSOLI

Direttore Editoriale LUCA DINI Digital Editorial Director JUSTINE BELLAVITA Chief Marketing Officier FRANCESCA AIROLDI Sales & Marketing Advisor ROMANO RUOSI Brand Advertising Director CARLO CLERICI, Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO Responsabile Content Experience Unit VALENTINA DI FRANCO, Responsabile Digital Content Unit SILVIA CAVALLI Moda e Oggetti Personali: MATTIA MONDANI Direttore Beauty: MARCO RAVASI Direttore. Grandi Mercati e Centri Media Print: MICHELA ERCOLINI Direttore. Arredo: CARLO CLERICI Direttore Branded Content Director: RAFFAELLA BUDA. Digital Sales: GIOVANNI SCIBETTA Responsabile Triveneto, Emilia Romagna, Marche: LORIS VARO Area Manager. Toscana, Umbria, Lazio e Sud Italia: ANTONELLA BASILE Area Manager Mercati Esteri: MATTIA MONDANI Direttore. Uffici Pubblicità Estero - Parigi/Londra: ANGELA NEUMANN New York: ALESSANDRO CREMONA. Barcellona: SILVIA FAURÒ

EDIZIONI CONDÉ NAST S.P.A. Presidente GIAMPAOLO GRANDI Amministratore Delegato FEDELE USAI Direttore Generale DOMENICO NOCCO Vice Presidente GIUSEPPE MONDANI, Direttore Centrale Digital MARCO FORMENTO Direttore Circulation ALBERTO CAVARA, Direttore Produzione BRUNO MORONA Direttore Risorse Umane CRISTINA LIPPI, Direttore Amministrazione e Controllo di Gestione LUCA ROLDI Digital Marketing MANUELA MUZZA, Social Media ROBERTA CIANETTI Digital Product Director PIETRO TURI, Head of Digital Video RACHELE WILLIG Digital CTO MARCO VIGANÒ, Enterprise CTO AURELIO FERRARI Digital Operations e Content Commerce Director ROBERTO ALBANI

Sede: 20123 Milano, piazzale Luigi Cadorna 5 - tel. 0285611 - fax 028055716. Padova, via degli Zabarella 113 - tel. 0498455777 fax 0498455700. Bologna, via Carlo Farini 13, Palazzo Zambeccari - tel. 0512750147 - fax 051222099. Roma, via C. Monteverdi 20 tel. 0684046415 - fax 068079249. Parigi/Londra, 3 Avenue Hoche 75008 Paris - tel. 00331-53436975. New York, Spring Place 6, St Johns Lane New York NY 10013 - tel. 212-3808236. Barcellona, Passeig de Gràcia 8/10, 3° 1a - 08007 Barcelona - tel. 0034932160161 - fax 0034933427041. Redazione: 20121 MILANO - piazza Castello 21 - tel. 0285611 - fax 0285612698


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DISCOVERIES. Nel segno dell’arte L’interior designer Federica Squillante Montoro, fondatrice dello studio Maii Interiors, nella casa-studio da lei progettata per Alessandra Lo Savio. Giuditta e Oloferne è del Guercino.

XAVIER BEJOT

In the sign of Art. Federica Squillante Montoro, Maii Interiors’ founder, in the homestudio she designed for Alessandra Lo Savio. Painting by Guercino.


DI S C OVE R I E S .

HOME

L’estetica del mix Una SAPIENTE COMBINAZIONE di eleganza british, note mediterranee e grande arte antica anima la casa londinese di una produttrice italiana di eventi musicali. V The Aesthetics of Mix

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Spazi ricercati. 1. L’edificio del XIX secolo è in stile Queen Anne: Richard Norman Shaw lo progettò per il pittore Marcus Stone. 2. Nel salone, divano e poltrona in velluto di seta Dedar, e pouf su disegno di Maii Interiors. Tavolo inglese intarsiato e lampadario veneziano del ‘700. Sul camino quadro della cerchia di Melchior d’Hondecoeter. 3. Nello studio, divano Ralph Lauren. Scrivania del ‘700. 4. Sopra la soglia del soggiorno, una scultura in fusione di bronzo. Refined Spaces. 1. 19th-century building designed by Richard Norman Shaw for painter Marcus Stone. 2. Main hall, sofa and armchair by Dedar, pouf by Maii Interiors. English table and Venetian chandelier. Painting by Melchior d’Hondecoeter’s circle. 3. Studio: Ralph Lauren’s sofa. 18thcentury desk. 4. Living room, sculpture in bronze fusion.

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A CLEVER COMBINATION of British elegance, Mediterranean notes and great ancient art animates the London home of an Italian producer of musical events.


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Holland Park, uno dei quartieri più esclusivi di Londra, la produttrice di eventi musicali Alessandra Lo Savio ha trasformato un’elegante dimora del Diciannovesimo secolo nella sua casa-studio. Per il progetto d’interni si è affidata all’interior designer romana Federica Squillante Montoro, fondatrice dello studio Maii Interiors, che ha realizzato un luogo d’incontro e di lavoro esuberante e poetico. Il risultato è uno spazio che riflette la personalità della proprietaria, con cui la decoratrice ha intessuto un profondo legame di amicizia. Dall’esterno, è difficile immaginare che questa costruzione vittoriana di mattoni rossi dall’aria austera - il cui giardino confina con quello del museo dedicato al pittore e scultore Frederic Leighton - racchiuda interni con influenze inglesi e mediterranee, in cui si mescolano arredi d’epoca e contemporanei, quadri antichi e tessuti dai colori solari. La casa è stata costruita in stile Queen Anne, ispirandosi all’architettura del diciassettesimo e diciottesimo secolo. Richard Norman Shaw, architetto scozzese conosciuto per le sue case di campagna, gli edifici pubblici e le chiese progettate in tutta l’Inghilterra, la costruì per il

pittore Marcus Stone, di cui è possibile ammirare un’opera alla Tate Gallery di Londra. Il restauro di questa dimora storica è stato delicato e rispettoso. L’organizzazione degli spazi, i volumi luminosi e gli alti soffitti, rari nelle classiche dimore londinesi, sono stati conservati. Uniche eccezioni, la porta della cucina e i parquet con intarsi di quercia bicolore, che sono stati completamente rifatti. Per le pareti è stato scelto un unico colore dominante, 

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HOME

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IL PROGETTO D’INTERNI RISPECCHIA APPIENO LA PERSONALITÀ DELLA PROPRIETARIA un blu-verde intenso ideale per valorizzare le tele del sedicesimo e diciottesimo secolo, il mobilio antico e contemporaneo, i velluti di seta che rivestono divani e poltrone, i lampadari di cristallo che diffondono sulle pareti bagliori iridati, così come la maggior parte degli arredi, disegnati da Federica Squillante Montoro e realizzati su misura. Ma ciò che più colpisce del progetto d’interni è l’atmosfera, che rispecchia fedelmente la personalità di Alessandra Lo Savio. Si percepisce nell’incontro di epoche e stili diversi, senza mai rinunciare a comfort e modernità, e dai colori sfavillanti, che declinano le diverse sfumature del cielo cupo, del sole e dei frutti. Ma anche nelle tele con soggetti biblici, le nature morte francesi, italiane e fiamminghe, i mobili di fattura raffinata: come il bureau acquistato all’incanto, a New York, appartenuto ad Anna Bonomi Bolchini e Marella Agnelli. Oggetti con una forte dimensione artistica, ma anche sentimentale. SERGE GLEIZES

XAVIER BEJOT

Pleasure of living. 1. Bed on design, headboard by Dedar. chandelier by Lolli e Memmoli. 2. Walk-in closet. 3. Corridor. Crystal light by Lolli e Memmoli. 4. Bathroom with Hammam. Ophelia tub by Lolli e Memmoli. Mirror and sink by Maii Interiors.

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Il piacere di abitare. 1. Letto su disegno, con testiera in velluto di Dedar. Lampadario Caifa Circula di Lolli e Memmoli. 2. La cabina armadio con ripiani in rame. 3. Il corridoio. Plafone in cristallo Ugolino di Lolli e Memmoli. 4. Il bagno padronale, con hammam interno. La vasca in rame Ophelia di Lolli e Memmoli. Specchiera e lavabo in rame disegnati dallo studio Maii Interiors.

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A RT S & C R A F T S

L’estetica della seduta La passione per l’arte, l’amore per il design. Con tocchi di esotismo e stravaganza. A Venezia una mostra dedicata all’universo creativo di CARLA TOLOMEO , autrice di scenografiche sedie-scultura. di SONIA S. BR AGA

V Aestethics of seat

Passion for art, love for design. With touches of exoticism and extravagance. In Venice, an exhibition dedicated to the creative universe of CARLA TOLOMEO , author of sculpture-chairs. Velluti cangianti, seta marezzata, broccati sensuali, ma anche paillettes, obi giapponesi, perle e cristalli iridescenti. Per Carla Tolomeo la texture di un tessuto sortisce lo stesso ipnotico effetto del colore nella pittura, la sua prima passione artistica. «Mi sono formata sotto l’egida di Giorgio de Chirico: un amico, un confidente, per me il Maestro più grande». Sperimentatrice instancabile, da oltre 20 anni Tolomeo ci stupisce con le sue sedie-scultura, pezzi unici di design art che esprimono un’estetica della meraviglia di sofisticata ricercatezza, con un tocco di esotismo e stravaganza. La sua esplosiva creatività rifugge la noia: perché sa unire l’alta decorazione a suggestioni letterarie e dialoghi stilistici inaspettati. «Amo l’arte giapponese, in particolare il ritmo grafico di Utamaro e Hiroshige», spiega l’artista. «Adoro anche l’eclettismo visionario di Gaudí, pioniere del modernismo catalano». 

Opere d’arte. qui a sinistra: Carla Tolomeo. a sinistra: pouf Orange, 2019. Velluti in seta Pontoglio, damaschi Rubelli.

WHO’S WHO Carla Tolomeo, piemontese, si forma a Roma come pittrice. Nel 1997 inizia a creare le sedie-scultura, che segnano una svolta nella sua carriera ottenendo un successo mondiale. Vive e lavora a Milano. È rappresentata dalla Galleria d’Arte Contini. 30

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Artwork. left: Carla Tolomeo. far left: Orange Pouf, 2019. Silk velvet by Pontoglio, damask by Rubelli.



DI S C OVE R I E S .

A RT S & C R A F T S

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CREAZIONI FANTASTICHE. 1. Pouf The Roses Garden, 2019, struttura design Tolomeo, velluti operati Rubelli, velluti in seta Pontoglio, damasco Rubelli. 2. Poltrona Blue Turtles, 2019, velluti cangianti in seta Pontoglio, applicazioni dell’autrice, tessuti Rubelli, passamanerie in seta e cotone. 3. Pouf Butterfly and Roses, 2016. Velluti in seta Pontoglio, velluti dévoré Pontoglio, applicazioni tessuti Etro.

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Questa ingegnosa ars combinatoria, forgiata dall’amore per la natura e gli scritti di Borges – «mi affascina il suo Manuale di zoologia fantastica» –, dà vita a sedute di gusto scenografico. «Ricordo quando de Chirico disegnò le scene per l’Otello di Shakespeare. Da lì ho iniziato a concepire la realtà come teatro dell’immaginazione». Un esempio della sua arte, capace di trasformare l’ordinario in straordinario, è la spettacolare poltrona Blue Turtles, proposta nella personale “Never Rest” (fino al 28/07), allestita a Venezia, alla Fondazione Bevilacqua La Masa e organizzata dalla Galleria d’A rte Contini. In mostra più di 40 sedie-scultura che Tolomeo ha creato negli ultimi due anni, affiancate da suoi cicli pittorici. «Ho lavorato sul gioco dei volumi, sulla palette cromatica, e introdotto nuovi tessuti Etro e Pierre Frey, oltre a miei grandi classici come Dedar, Rubelli, i velluti in seta di Pontoglio. Ogni opera è come un autoritratto: piena di fantasia, ricordi, colori, emozioni». 32

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Fantastic creations. 1. The Roses Garden Pouf, 2019, structure design by Tolomeo, velvet by Rubelli, silk velvet by Pontoglio, damask by Rubelli. 2. Blue Turtles Armchair, 2019, iridescent velvet of Pontoglio silk, applications by the designer, Rubelli fabrics, silk and cotton trimmings. 3. Butterfly and Roses Pouf, 2016. Silk velvets and dévoré velvets by Pontoglio, fabric applications by Etro.

IL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA NATURA ISPIRA ORIGINALI OPERE TRA ARTE E DESIGN.

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THE UNIQUE SINTERED STONE Suitable for luxury wall cladding, pavings, kitchens, bathrooms and swimming pools.


DI S C OVE R I E S .

N U OV I M A E S T R I

Inconscio trasparente Artigiano-artista, SIMONE CRESTANI è oggi forse il più poetico tra gli “scultori” del vetro. Trova ispirazione nelle creature e nelle manifestazioni della natura che riproduce quasi d’ istinto, senza filtri intellettualistici. di KATHERINE VOSS

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Transparent unconscious

Craftsman-artist SIMONE CRESTANI is one of the most poetic “sculptors” of glass.

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un personalissimo linguaggio, imparando a pensare il mondo, soprattutto la natura che è il suo soggetto d’elezione, in termini di trasparenze e leggerezza, di forze invisibili all’occhio, di forme liriche e metafisiche, aggregati di bolle, rami, ampolle, animali. Non c’è ostentazione di bravura nel suo fare, piuttosto il rispetto della materia e, come è stato detto, “lo stupore infinito dell’incontro con la bellezza”. Simone parla con le opere mentre le realizza, per lui il creare è anche verbalizzazione. Ha spiegato: «Il percorso che porta al risultato finale è connotato da una preponderanza dell’inconscio sulla componente manuale. Vetro e gesti si fondono conoscendo i reciproci limiti e potenzialità».

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FABIO ZONTA

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Per Simone Crestani il vetro è più che una passione. Plasmarlo, dargli forma, insufflargli uno spirito attraverso l’energia dell’incandescenza è la vita stessa. Al punto che per modellarne a piacere la materia prima, il borosilicato, si è inventato una nuova tecnica: una speciale versione della scultura vuota o soffiatura a lume (lui la definisce hollow sculpting), capace, anche su opere di grande taglia, di sottolineare i piccoli dettagli, di evidenziare la forza e nello stesso tempo il raffinato, significante fragilismo di questo materiale. Al vetro è arrivato che era appena un giovinotto, fu una folgorazione. In un’intervista ha raccontato: «Avevo quindici anni quando per caso sono entrato nella Soffieria di Massimo Lunardon. L’ambiente da fucina di Vulcano mi ha subito stregato. Poi ho cominciato a lavorare come apprendista soffiatore e quindi nel 2010 ho aperto il mio studio, l’Atelier Crestani, dove creo i miei lavori». Autodidatta, si è costruito a poco a poco


3 Volumi in controluce. 1. Bee Bottle, un lirico omaggio alla poesia di Emily Dickinson. 2. Si rifà agli strumenti del chimico la linea Alchemica di bottiglie e bicchieri da whiskey, cocktail e vino. 3. Simone Crestani con Hommage à Acteon. 4. Dalla collezione E-Sumi ispirata all’arte Sumi-e giapponese (da 5.500 a 9.500 €). 5. Console Eterea in vetro borosilicato e noce, 15.500 €.

WHO’S WHO Simone Crestani ha iniziato a trafficare con il vetro nel 2001 e dal 2010 ha un proprio studio a Camisano Vicentino dove si dedica alla scultura in vetro e pure alla creazione di arredi e complementi. Sua principale fonte di ispirazione è la natura che esplora quotidianamente. La sua clientela è soprattutto estera, americana in particolare.

4 Backlit volumes. 1. Bee Bottle, a lyrical tribute to Emily Dickinson’s poetry. 2. The Alchemic line of whiskey, cocktail and wine bottles and glasses evokes the chemist’s instruments. 3. Simone Crestani with Tribute to Actaeon. 4. From the E-Sumi collection inspired by Japanese Sumi-e art (from 5,500 € to 9,500 €). 5. Eterea console, borosilicate glass and walnut, € 15,500.

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DI S C OVE R I E S .

LE ASTE

Curve e intarsi Da Milano a Londra sono protagonisti i mobili di qualità, dalle poltrone NEOLIBERTY ai capolavori intarsiati della grande EBANISTERIA BAROCCA . di UMBERTA GENTA

V Curved and Inlays

From Milan to London, quality furniture takes centre stage, from NEOLIBERTY armchairs to inlaid masterpieces of great BAROQUE WOOWORK . Tra le correnti più originali della storia del design del ’900, il Neoliberty è una delle riscoperte delle prossime aste. Fenomeno che, alla soglia degli anni ’60, univa alcuni giovani progettisti italiani – da Vittorio Gregotti a Gae Aulenti, da Giotto Stoppino a Paolo Portoghesi, dal duo Gabetti e Isola ad Antonio Scoccimarro – il Neoliberty reagiva alle “certezze” dell’industrial design e al diffondersi del mobile scandinavo in Italia. Questa corrente improntata a un gusto colto, ha rivisitato i materiali più raffinati, l’eleganza sinuosa delle forme dell’Art Nouveau, il legno

curvato dei mobili Thonet: influssi riconoscibili in una coppia di poltrone Arcadia del 1957 in legno curvato, progettata da Antonio Scoccimarro e lotto di punta dell’asta milanese di Cambi “Fine Design”, prevista il 20 giugno. Sempre mobili di qualità, ma questa volta legati a un tempo più lontano: l’arte dell’intarsio è di scena nella vendita “Masterpieces from a Rothschild Collection”, da Christie’s a Londra il 4 luglio. Qui una sfarzosa coppia di cabinet del 1713, commissionata all’ebanista fiammingo Hendrick van Soest dalla corte di Spagna, è stimata 1,7-2,8 milioni di euro.

Esuberante. sopra: cabinet di Van Soest con intarsi in tartaruga, ottone, peltro, 1713 (Christie’s). in alto: poltrone Arcadia di Antonio Scoccimarro, 1957. Legno curvato, ottone, pelle, 6.0008.000 euro (Cambi). Exuberant. above: cabinet by Van Soest with tortoise, brass and pewter inlays, 1713 (Christie’s). top: Arcadia armchairs by Antonio Scoccimarro, 1957. Curved wood, brass and leather, 6,000-8,000 euros (Cambi).

IN ITALIA

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18 GIUGNO

20 GIUGNO

20 GIUGNO

25 GIUGNO

27 GIUGNO

• PORRO & C. via Olona 2, Milano Opere d’Arte Moderna e Contemporanea. Arti Decorative del ’900

• CAMBI via San Marco 22, Milano

• FINARTE via Paolo Sarpi 6, Milano

• PANDOLFINI Borgo Albizi 26, Firenze

Manifesti d’Epoca

Libri, autografi e stampe

Arte orientale

• ANSUINI viale Bruno Buozzi 107, Roma Fine paintings & works of art

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Emozioni d’Autore


DI S C OVE R I E S .

DESIGN

Ceramiche in maschera Vasi iconici vengono rivitalizzati da un artista e designer che regala una nuova identità a oggetti ricchi di storia. Sono le bianche porcellane della collezione Ethnics di Geminiano Cozzi Venezia 1765. Impreziosite dai volti enigmatici ideati da GIANPIERO MASTRO .

di GAIA PASSI

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V Masked Ceramics

The faces by designer-artist GIANPIERO MASTRO embellish the white ceramics from the Ethnics collection by Geminiano Cozzi Venezia 1765. Sorridenti, minacciose, tribali o soprannaturali: sono le tante facce della collezione di porcellane Ethnics, realizzata dal giovane designer e artista italiano Gianpiero Mastro per la manifattura Geminiano Cozzi Venezia 1765. All’origine del progetto c’è un’attenta ricerca dei colori e degli stilemi delle maschere, che da sempre appartengono alla tradizione di popoli vicini e lontani: dall’Antica Grecia all’Egitto, dal Giappone al Guatemala, le maschere sono state utilizzate per millenni come strumento di comunicazione tra umano e divino, in riti funebri e cerimonie religiose, oppure a teatro. A Venezia l’uso della maschera trova infine il suo coronamento nel Carnevale, come simbolo di festa, gioco, colori, di trasgressione e addirittura di immortalità. I volti intriganti disegnati da Gianpiero Mastro per questa originale collezione sembrano prendere vita sulla porcellana bianca dei “rinfrescatoi” di Cozzi. Questo vaso iconico, utilizzato un tempo come gelatiera portafrutta (da cui il nome), si trasforma così in un intrigante oggetto da collezione contemporaneo.

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Geografia artistica. in queste pagine: i vasi della collezione Ethnics ideata da Gianpiero Mastro per Geminiano Cozzi Venezia 1765. Sono disponibili nelle versioni da cm 14,5x13,5h e da 21x25,5h. Tra parentesi i Paesi da cui sono tratte le ispirazioni. 1. Paha Sapa (Black Hills, Usa) piccola. 2. Quart-Hadast (Cartagena, Spagna). 3. Paha Sapa grande. 4. Asuka-Kio (Giappone). 5. Pi-Atum (Egitto). 6. Ulundu (Sudafrica). 7. Quirigu‘ (Guatemala). Artistic geography. in these pages: vases from the Ethnics collection by Gianpiero Mastro for Geminiano Cozzi Venezia 1765. In brackets, the countries from which inspirations are drawn.

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DI S C OVE R I E S .

D O LC E V I TA

Mix di stili. sotto: nel bar di Apicius, il decoro architettonico si sposa allo spirito informale del bancone. a destra: paraventi cinesi e tessuti maculati per uno degli ambienti del ristorante.

Mix of styles. below: in the bar at Apicius, architectural decoration is combined with the informal spirit of the counter. right: Chinese screens and animal prints for one of the restaurant rooms.

Stucchi, ori & tigri Affacciato su un magnifico giardino privato a due passi dagli Champs-Élysées, un RISTOR ANTE D’AUTORE porta nuova vita (e molto stile) negli spazi di un hôtel particulier. di RUBEN MODIGLIANI

V Stucco, gold & tigers

Overlooking a magnificent private garden, a stone’s throw from the Champs-Élysées, an AUTEUR RESTAUR ANT brings new life (and a lot of style) to the spaces of a hôtel particulier.

Al 20 di rue d’A rtois, a Parigi, un cancello si apre su un’oasi verde: è il giardino dell’hôtel de Talhouët-Roy, palazzo nobiliare la cui entrata principale è sul lato opposto, in rue du Faubourg Saint-Honoré. Un’isola di tranquillità ancor più sorprendente se si considera la sua posizione, a pochi minuti a piedi dal traffico degli Champs-Élysées. Al piano terra del palazzo c’è un ristorante, Apicius (omaggio al romano Marco Gavio Apicio, uno dei primi gastronomi della storia), che permette di fare un’esperienza culinaria ma anche estetica. Che inizia dagli spazi, reinventati dall’architetto di interni François-Joseph Graf seguendo un’estetica fedele agli schemi decorativi settecenteschi. Ma prendendosi 40

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Invenzioni. sotto: asparagi e spugnole, uno dei piatti proposti dallo chef Mathieu Pacaud. Inventions. below: asparagus and morels, one of the dishes proposed by chef Mathieu Pacaud.

anche qualche libertà: dettagli trompe-l’œil, tessuti con stampe animalier, specchi a profusione per moltiplicare gli spazi, lampadari in cristallo con luci ambrate che, la sera, creano un’atmosfera calda e avvolgente. La scenografia perfetta per i piatti del giovane chef Mathieu Pacaud, la cui cucina segue la tradizione modernizzandola con tocchi creativi. Il locale è completato da un bar, aperto dalle 18 alle 2 del mattino, che con la bella stagione invade anche il giardino (dove fa bella mostra di sé una grande scultura di Igor Mitoraj). Una terrasse dallo chic imbattibile. Che, nelle intenzioni dei proprietari, ha un obiettivo: diventare l’antidepressivo più glamour della capitale. Missione compiuta.


Per chi ama il benessere e la raffinatezza un materasso Simmons è di casa. Lo straordinario comfort e l’incomparabile fascino assicurano un riposo impareggiabile. La cura meticolosa dei dettagli, la scelta dei materiali più nobili e la manifattura artigianale più scrupolosa, esclusivamente made in Italy, sono gli elementi caratterizzanti dell’indiscussa qualità Simmons. Perchè i materassi non sono tutti uguali e per dormire bene c’è bisogno di Simmons.

Simmons. Nient’altro.

I materassi Simmons li trovate presso i BetterSleepLAB di: Milano, via Aselli 9 - Como, via Mentana 12 ang. via XX Settembre - Lissone (MB), via Bramante da Urbino 9 - Chieri (TO), Corso Torino 78 - Roma, Via Tuscolana 225 Roma, Via Gregorio VII 482 - Simmons Store Milano, Corso Italia 22 e presso i Rivenditori Autorizzati Simmons 800 250407 simmons.it


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STYLE CHOICE

Icone di Stile Servizio a cura di NICOLETTA DEL BUONO — fotografie di MATTIA AQUILA

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Moti di luce

1 Acqua rosa Antropomorfico, il miscelatore Synergy Stone 95 finitura silky rose, maniglia in Dupont™ Corian®, color Deep Nocturne. Di Fir Italia.

“Movimento statico” è l’effetto luminoso creato dai Petits Bijoux, le “cosmiche” sospensioni 2019 di Catellani & Smith. MOTION OF LIGHT

“Static movement” is the luminous effect created by Petits Bijoux, imaginative suspensions by Catellani & Smith.

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Linee di cultura

PINK WATER

CULTURE LINES Design by Giuseppe Bavuso for the Shanghai bookcase, an iconic piece of Alivar’s Home Project collection.

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Design di Giuseppe Bavuso per la libreriaragnatela Shanghai, un pezzo-icona della collezione Home Project di Alivar.

Anthropomorphic: Synergy Stone 95 mixer, silky rose finish, handle in Dupont™ Corian®, Deep Nocturne colour. By FirItalia.

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Isoplam presenta il cemento resina Microverlay®, innovativo rivestimento cementizio a superficie continua per creare superfici artistiche. Isoplam presents Microverlay® resin cement, an innovative continuoussurface cementitious coating for artistic use. ART SURFACES

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Disco d’appoggio Di Ceppi Style, il tavolino della linea Ares in eucalipto, piano in marmo Calacatta oro e un prezioso inserto decorativo di ottone. SUPPORTING DISK By Ceppi Style, the eucalyptus coffee table of the Ares

line, top of Calacatta gold marble and precious decorative brass insert.


Dieci aziende, i loro patron, i manager e i creativi, i loro LONGSELLER e le nuove proposte scelti e illustrati da AD come esempi di una TRADIZIONE comunque contemporanea. Ten companies, their patrons, managers and creatives, their LONGSELLERS and their new proposals chosen and illustrated by AD as examples of a TRADITION which knows how to be present.

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Invito a entrare Eclisse 40 riscrive le porte filomuro: con una strombatura su un lato, il telaio definisce il volume della soglia. Di Eclisse. COME IN Eclisse 40 rewrites the

flush-to-the-wall doors: one-side splay, the frame defines the threshold. By Eclisse.

Bello d’antan Di Roberto Giovannini, il divano Opéra della nuova collezione Fil Rouge è gusto, lusso e maestria nell’intaglio. By Roberto Giovannini, the Opéra sofa of the new Fil Rouge collection is taste, luxury and mastery in carving.

BYGONE BEATY

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Modern vintage pag.

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Fascino rétro per la serie Lutezia, elegante e altamente tecnologica disegnata da Jean-Michel Wilmotte per CEA. Rétro charm for the Lutezia series, elegant and technological designed by Jean-Michel Wilmotte for CEA.

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MODERN VINTAGE

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L’eleganza della Storia Il classico secondo Silvano Grifoni: comò intagliato e decorato a mano, in stile neoromantico con decori alla primavera. CHARME OF HISTORY The Classic style according to Silvana Grifoni: hand-carved, neo-romantic chest of drawers.

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Pavimenti senzatempo Il parquet Avalon di Triveneta Parchetti arreda e personalizza ogni ambiente in spazi moderni come in dimore storiche. Dal sapore timeless. TIMELESS Avalon parquet by Triveneta Parchetti furnishes and personalizes both modern spaces as well as historic homes. Timeless taste.

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STYLE CHOICE

La forma dell’acqua

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Ai nostri prodotti chiediamo di trasferire il nostro entusiasmo a chi li compra e li usa We ask our products to transfer our enthusiasm to those who buy and use them

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ALESSANDRO PIESCO AD DI FIR ITALIA

Dal 1957 FIR ITALIA testimonia una appassionata vocazione a creare rubinetti e accessori in cui la funzionalità diventi bellezza. Ed emozione. Ciò è il frutto di una ricerca continua riassunta nella tagline: “Obsessive design engineering”.

The shape of water

Since 1957, FIR ITALIA has witnessed a passionate vocation to create faucets and accessories in which functionality becomes beauty. And emotion. This is the result of continuous research summarized in the tagline: “Obsessive design engineering”.


Arte e luce

Art & light

Nata nel 1989, CATELLANI & SMITH riflette l’effervescente personalità artistica del suo fondatore Enzo Catellani (qui con i figli Tobia e Giulia che ne seguono le orme) che ha saputo guidarla al successo mantenendola tra arte e artigianato nel segno del design e delle più avanzate ricerche in campo tecnologico.

Founded in 1989, CATELLANI & SMITH reflects the artistic personality of its founder Enzo Catellani (here with the sons Tobia and Giulia who are following his footsteps). He has been able to guide his company to success by keeping it between art and craftsmanship in the sign of design and the most advanced technological research.

Ò

NAVA RAPACCHIETTA

Per creare ho bisogno di sentire i materiali, vedere come giocano con la luce In order to create I need to feel the materials, to see how they play with light ENZO CATELLANI FONDATORE DI CATELLANI & SMITH

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DI S C OVE R I E S .

STYLE CHOICE

Looking forward Uno stile essenziale per un possibile futuro, lavorazioni impeccabili, due collezioni casa, Home Project e Brilliant Lifestyle. Più il contract. Questo è ALIVAR . Looking forward

An essential style for a possible future, impeccable workmanship, two home collections, Home Project and Brilliant Lifestyle. Plus contract. This is ALIVAR .

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Pensiamo l’arredamento non per singoli prodotti, ma come una proposta complessiva We conceive furnishings not for single products, but as an overall proposal

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MARCO GAZZIERO PRESIDENTE DI ALIVAR


Porte & Co. Luigi De Faveri, la moglie Gabriella e le figlie Daniela e Antonella, affiatato quartetto che ha fatto grande e famosa ECLISSE , azienda di sistemi per porte scorrevoli e a battente fondata 30 anni fa. Doors & C.

Luigi De Faveri, his wife Gabriella and daughters Daniela and Antonella: a quartet that has made ECLISSE – a sliding and swing door system company founded 30 years ago – great and famous.

Ò

Ho sempre voluto produrre sistemi per porte innovativi, duraturi e facili da installare I have always wanted to produce innovative, durable and easy-to-install door systems LUIGI DE FAVERI PRESIDENTE DI ECLISSE

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STYLE CHOICE

Classico è bello ROBERTO GIOVANNINI è tra le massime espressioni del mobile classico. Dice: il patron: «Fil Rouge, la nostra nuova collezione, racchiude molteplici significati, ma c’è un comune denominatore che armonizza le differenze dei suoi arredi: è un mix di eleganza, gusto e raffinatezza».

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Il nostro obiettivo è di confermarci leader nel settore del mobile classico Our goal is to confirm our leadership in the classic furniture sector

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ROBERTO GIOVANNINI PATRON DI ROBERTO GIOVANNINI

Classic is beautiful ROBERTO GIOVANNINI

is among the greatest expressions of classic furniture. The patron says: «Fil Rouge, our new collection, contains multiple meanings, but there is one common denominator that harmonizes the differences of its furnishings: it is a mix of elegance, taste and refinement».


Cemento d’autore 40 anni di storia vissuti con un’idea precisa: reinventare il cemento per renderlo decorativo. Per Francesca Martignago (ceo & export sales manager), ISOPLAM «è concreativity, cioè qualità, durabilità e personalizzazione estreme. Come il cemento resina Microverlay®». Cement effects

40 years of history with a precise idea: reinventing cement to make it decorative. According to Francesca Martignago (Ceo & Export Sales Manager), «ISOPLAM is concreativity, that is to say, quality, durability and extreme personalization. Like the Microverlay® resin cement».

Ò

Per noi Made in Italy significa cercare soluzioni nuove e tradurle in materia e design For us, Made in Italy means looking for new solutions and translating them into matter and design FR ANCESCA MARTIGNAGO, DEVIS MARTIGNAGO, MARILENA FRUSCALZO I TRE CEO DI ISOPLAM

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STYLE CHOICE

La mano intelligente Fondata negli anni ’70 da Claudio Ceppi, tuttora al timone coadiuvato dalle figlie Alessandra (a sinistra) e Giorgia, impegnate sul fronte export, CEPPI STYLE è al top del mobile classico e moderno creato artigianalmente, come tradizione vuole.

The “smart hand”

Founded in the ’80s by Claudio Ceppi, still at the helm assisted by his daughters Alessandra (left) and Giorgia, engaged on the export front, CEPPI STYLE is at the top of handmade classic and modern furniture, created as per tradition.

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Qualità, ricercatezza, eleganza: le fondamenta della nostra produzione Quality, refinement, elegance: the basis of our production

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CLAUDIO CEPPI FONDATORE DI CEPPI STYLE


Fonti d’acciaio Fondata nel 1984 da Natalino Malasorti e dalla moglie Roberta Bertacco e mossa dalla passione per l’innovazione, CEA è espressione per eccellenza dell’acciaio inossidabile applicato alla rubinetteria, dal bagno alla cucina, dall’outdoor alla ventilazione.

Steel sources

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Founded in 1984 by Natalino Malasorti and his wife Roberta Bertacco and driven by passion for innovation, CEA is the expression par excellence of stainless steel applied to faucets, from bathroom to kitchen, from outdoor to ventilation.

Il mio lavoro è rispondere alle esigenze di progetto con un prodotto di grande valore tecnologico My job is to respond to project needs with a product of great technological value NATALINO MALASORTI PATRON DI CEA

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STYLE CHOICE

A tutto legno SILVANO GRIFONI

ha doppiato i 50 anni di vita e gode di ottima salute. A guidarla è oggi Andrea Grifoni – figlio di Silvano, il fondatore – qui con la moglie Cristina Guelfi Camaiani che cura la comunicazione. Il prodotto? Arredi di altissima qualità, tutti in legno e dall’impronta artigianale.

Total wood

After more than 50 years of life, SILVANO is in excellent health. The company is led by Andrea Grifoni, founder Silvano’s son, here with his wife Cristina Guelfi Camaiani who takes care of communication. What about their product? Excellent quality furnishings, all made of wood and with a craft imprint.

GRIFONI

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Silvano Grifoni è un gusto che non invecchia. Che dona carattere, eleganza e identità Silvano Grifoni is a taste that never gets old. It gives personality, elegance and identity 52

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ANDREA GRIFONI CEO DI SILVANO GRIFONI


L’essenza nel cuore

Wood in heart

Nasce nel 1980 dalla grande passione e altrettanta conoscenza del legno di Narciso Serafin, nella foto con il nipote Alessandro Pagotto e la figlia Marisa. Il nome è TRIVENETA PARCHETTI , il suo successo sono i parquet e le boiserie realizzati con essenze e lavorazioni eccellenti e finiti al naturale.

Born in 1980 from Narciso Serafin’s great passion and knowledge of wood – in the photo with his nephew Alessandro Pagotto and daughter Marisa. The company name is TRIVENETA PARCHETTI, its success consists in parquet and boiserie realized with excellent essences and workmanship, natural finished.

Ò

Materiali di prima scelta, lavorazioni accurate, finiture ecosostenibili: è il nostro mondo per voi First choice materials, accurate workmanship, sustainable finishes: this is our world for you ALESSANDRO PAGOTTO RESPONSABILE ACQUISTI DI TRIVENETA PARCHETTI

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AG E N DA

IL VOLTO DELLA METAFISICA Palazzo Ducale, Genova

f ino al 7 luglio 100 opere di Giorgio de Chirico riunite in una retrospettiva che ripercorre la carriera dell’artista a 100 anni dalla nascita della Pittura Metafisica. Il volto della Metafisica 100 works by Giorgio de Chirico gathered in a retrospective that traces the artist’s career 100 years after the birth of Metaphysical Painting.

SFIDE D’ARTE

La provocazione e la TR ASGRESSIONE danno nuova linfa alla creatività, valorizzata attraverso una ricerca a tutto campo, che spazia dalla moda alla scienza. di SONIA S. BR AGA

V Provocation and TR ANSGRESSION give new life to creativity, enhanced by extensive research, ranging from fashion to science.

THIERRY MUGLER: COUTURISSIME Montreal Museum of Fine Arts, Montreal Senza tempo. Interno metafisico con officina di Giorgio de Chirico, 1969. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma. a destra: Thierry Mugler, collezione Les Insectes, 1997. in alto:

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f ino all’8 settembre Teatralità, science fiction, sensualità e innovazione in 150 visionari outfit (1977-2014) firmati da Thierry Mugler; oltre a video, fotografie d’autore, accessori, bozzetti inediti, costumi di scena. Thierry Mugler: Couturissime Theatricality, science fiction, sensuality in 150 outfits (1977-2014) signed by Thierry Mugler; in addition to videos, photos, accessories, sketches, stage costumes.


WIM DELVOYE Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles

f ino al 21 luglio Una rassegna museale dedicata agli ultimi 20 anni di carriera dell’artista belga Wim Delvoye, con opere storiche e suoi lavori recenti, ispirati all’universo dei videogiochi. ROBERT MAPPLETHORPE . L’OBIETTIVO SENSIBILE

Wim Delvoye The latest 20 years of Wim Delvoye’s career, with historical works and some of his recent works, inspired by the world of video games.

Galleria Corsini, Roma

f ino al 30 giugno Prospettive. a sinistra: The Anguish of Being and the Nothingness of the Universe di Marcos Raya, 2000. in alto, a sinistra: Twisted Dump Truck di Wim Delvoye, 2013. in alto, a destra: Poppy di Robert Mapplethorpe, 1988. in basso: The Red Gold Passion di Jan Fabre, 2019.

Un omaggio a Robert Mapplethorpe, a 30 anni dalla scomparsa: in mostra 45 fotografie focalizzate sui temi chiave della sua ricerca, dalla natura morta alla statuaria classica. Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile A tribute to Robert Mapplethorpe, 30 years after his death: 45 photographs on display, focused on the key- themes of his research, from still life to classical sculpture.

BETWEEN PLAY AND GRIEF MFA, Houston (USA)

f ino all’8 settembre 60 anni di arte latinoamericana nelle collezioni del museo, per affrontare temi di impatto sociale attraverso l’opera di 13 maestri contemporanei, tra cui il messicano Marcos Raya. Between Play and Grief 60 years of Latin American art in the museum collections, to address issues of social impact through the works by 13 contemporary masters, including Mexican Marcos Raya.

JAN FABRE . ORO ROSSO Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli

f ino al 15 settembre Jan Fabre torna a Napoli per una grande mostra. Per l’occasione l’artista belga ha creato un’inedita serie di dieci sculture in corallo rosso, cui si affiancano disegni di sangue e sculture d’oro dal 1970 a oggi. ©GIUSEPPE SCHIAVINOTTO, ROMA. ©FONDAZIONE GIORGIO E ISA DE CHIRICO, ROMA. ©PATRICE STABLE. ©MARCOS RAYA. ©COURTESY WIM DELVOYE. PHOTO: STUDIO DELVOYE. ©ROBERT MAPPLETHORPE FOUNDATION. ©JAN FABRE

Jan Fabre. Oro rosso an Fabre has created ten red coral sculptures, sided by blood drawings and gold sculptures from 1970 to the present.

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Rythm of Design MOLTENI VERNICI Via dell’Artigianato, 44 22063 Cantù (CO) ITALY p/+39 031 734181 info@moltenivernici.com www.moltenivernici.com NEVER METAL™COLLECTION

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CASE. Questa volta AD Style visita una residenza alle porte di MILANO ricca d’arte e design, una dimora di LONDRA caratterizzata da un gusto classico moderno, un castello nel cuore della FRANCIA in cui le memorie della Grandeur barocca si coniugano al fascino del tempo perduto, una residenza della CAMPAGNA LOMBARDA dove le luci sottolineano le scansioni degli spazi. E poi, PARIGI , uno scenografico appartamento e un hotel che rende omaggio all’eleganza e alla creatività della Ville Lumière.

MATTIA AQUILA

Una reinterpretazione moderna del gusto classico in una casa in Lombardia. I colori dei cuscini del sommier, ideato da Studio Linea, riprendono i cromatismi del dipinto di Antonio Mazzetti. A modern reinterpretation of classic taste in a house in Lombardy. The colours of the sommier cushions, designed by Studio Linea, reflect the colours of Antonio Mazzetti’s painting.


Past, future

Alle porte di Milano il piano nobile di una casa originaria del ’400 diventa la ribalta di un arredamento tutto arte e design.

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progetto di CINZIA BOFFO DAL POZZO testo di NICOLETTA DEL BUONO fotografie di MATTIA AQUILA

Design in scena. Una villa quattrocentesca adattata alle moderne esigenze di una giovane coppia di imprenditori con due figli. Qui la camera da letto, tutta affrescata a trompe-l’œil e con l’alto soffitto dipinto. Al centro, il letto Caress di Mood by Flexform, a destra, sedute Standard di Edra e tavolino Cesar di Minotti, plaid in pelliccia di Fendi. Sul camino, Androgino Oro, opera in porcellana di Bruno Lucchi. Design on stage. A 15th-century villa suited to the modern needs of a young professional couple with two children. The bedroom features trompe-l’oeil frescos and a high painted ceiling. At the center, the Caress bed from Mood by Flexform; right, Standard chairs by Edra and Cesar table by Minotti, with a fur blanket from Fendi. On the fireplace, Androgino Oro, a porcelain piece by Bruno Lucchi.

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Arte e design. Il soggiorno. Divano di Baxter, seduta La Michetta di Gaetano Pesce per Meritalia, specchio Caadre di Philippe Starck per Fiam. pagina seguente : arte e design si confrontano nello spazio dell’ingresso. Poltrona Rose di Masanori Umeda per Edra, madia Alcor disegnata da Antonio Citterio per Maxalto by B&B Italia, sculture del poliedrico artista trentino Bruno Lucchi. Art and design. above: the living room. Baxter sofa, La Michetta seat by Gaetano Pesce for Meritalia, Caadre mirror by Philippe Starck for Fiam. next page: art and design face off in the entrance. Rose chair by Masanori Umeda for Edra, Alcor cupboard designed by Antonio Citterio for Maxalto by B&B Italia, and sculptures by the versatile Trentino-based artist Bruno Lucchi.

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lle porte di Milano, verso sud-ovest, in un tessuto urbano in cui l’antica vocazione agricola è testimoniata dalla presenza di cascine più o meno in arnese e di ortaglie, s’incontra una villa di origine quattrocentesca. Un monumento schivo, appartato, come accade spesso per le cose meneghine, più volte riveduto e corretto, ma che il fascino di un passato storico non l’ha mai perduto. Qui, al piano nobile, Cinzia Boffo Dal Pozzo con il team dello studio Gionata Dal Pozzo ha disegnato l’appartamento di una coppia di giovani imprenditori con due figli adolescenti mixando architettura, design e arte. «Non è stato semplice», racconta, «trovare la giusta chiave per interpretare un ambiente in cui aleggia in fortissimo l’aura ineffabile dei tempi andati. Per preservarla, quest’atmosfera, come chiedevano i vincoli della soprintendenza delle Belle Arti, ma anche per integrarla in un progetto adatto alle esigenze della contemporaneità e alle necessità abitative e di gusto dei committenti, con le utilities che questo significa, abbiamo intrapreso un impegnativo percorso progettuale e anche psicologico. Ogni soluzione è stata il frutto di uno stimolante gioco di equilibri per tener conto e soddisfare, nei limiti del possibile, le

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volontà di tutti gli attori in campo, non ultime le nostre, di noi progettisti, intendo dire, che miravamo a dare un’identità precisa e creativa alla casa. Ora che è concluso lo definirei un lavoro davvero su misura». L’intervento è stato massiccio e delicato insieme, si è lavorato con pazienza sui colori mantenendo in molte parti l’originale dominante blu spesso rinforzata anche dagli arredi, si è data particolare attenzione alla composizione degli spazi, aprendoli, tagliandoli in modo nuovo, però senza obliterare i volumi antichi caratterizzati da altissimi soffitti a trama lignea. Si sono rifatti gli infissi e creati ex novo i parquet, posati con un’elegante spina di pesce all’ungherese, ricavate le sale da bagno e i servizi. Si è scelto di impostare una sequenza planimetrica logica e ben leggibile che avesse il suo punto di avvio e di convergenza nella cucina, centro nevralgico della vita famigliare come spesso succede oggi, e proseguisse poi con fluidità di stanza in stanza come necessitata dalle abitudini esistenziali di chi le abita, con il living composto da spazi funzionali in sequenza. Grande importanza è stata data alla camera da letto padronale, vera pièce de résistance dell’abitazione con la sua decorazione affrescata a trompe-l’œil. Qui c’è un po’ la sintesi del pensiero che ha guidato le scelte d’arredamento. «L’ambiente è meravigliosamente carico di echi del tempo», osserva 


Una ben scandita presenza di opere d’arte moderna e contemporanea è una delle idee che stanno alla base del progetto.

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Viva il colore! Una coloratissima opera di Antonio Tamburro (Spazio Anna Breda) guarda verso la zona conversazione del soggiorno al piano nobile. Seduta a isola La Michetta. pagina seguente : la zona pranzo: l’insolito tavolo Gheo-Off di Porada ha base a globo e piano in cristallo. Sedute Gemma di Baxter, vasi di Venini. Long live color! A very colorful work by Antonio Tamburro (Spazio Anna Breda) faces the conversation zone in the living area. La Michetta seating island. next page: the dining area: the unusual Gheo-Off table by Porada has a spherical base and glass top. Gemma chairs by Baxter, vases by Venini.

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Classici del design conferiscono una nota drammatica all’ambiente antico. ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA

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Cinzia Boffo Dal Pozzo, «e in un primo tempo i proprietari volevano assecondare e sottolineare tale caratteristica inserendo i propri mobili d’epoca. Ma la cosa esteticamente non funzionava, combinare antico e antico smorzava l’espressività dell’ambiente. Si è così optato per una soluzione opposta: drammatizzare il décor per contrasto, affiancando all’involucro classico arredi molto contemporanei». Tale approccio si ripete nel resto della casa, design è diventata la parola d’ordine di un’interpretazione decorativa in cui classici come la poltrona Rose di Masanori Umeda o la seduta Standard di Francesco Binfaré, entrambi per Edra, connotano il paesaggio domestico insieme a pezzi, per fare soltanto qualche esempio, di Draga & Aurel per Baxter, di Emanuele Missaglia per Porada, di Maxalto, e di Paola Lenti, i marchi prediletti dalla progettista. Un altro capitolo basilare dell’interior design è l’arte. Dice Cinzia Boffo Dal Pozzo: «I proprietari ne avevano inizialmente una conoscenza sommaria, ma poi durante il viaggio che abbiamo compiuto insieme per allestire la loro casa su misura, vi si sono appassionati, hanno imparato ad amarla, a volerla come “compagna” di vita». Arte contemporanea in particolare, pittura, scultura. Un arricchimento estetico che ha dato forza e personalità agli interni grazie al colore e alla plasticità delle forme. Il risultato è convincente. La casa è viva, il rapporto tra passato e presente è dinamico, emoziona, l’incontro tra la sua anima storica e quella di chi la abita è ben riuscito. E la regia della progettista si manifesta sì, ma con molta discrezione. FINE

Suggestione prospettica. pagina precedente: l’infilata zona cucina con snack-zona pranzo-soggiorno. In primo piano, il bancone apparecchiato con bicchieri di Venini e servizio in porcellana di Driade. Sul fondo opera di Arman. in alto, a sinistra: l’ambiente cucina con colonne in rovere tinto wengé, elettrodomestici Gaggenau e piano di lavoro in kerlite di Modulnova. in alto, a destra: bagno padronale, con i piani del lavello in travertino, lampada Kabuki di Ferruccio Laviani per Kartell. sopra: nella barchessa, elementi della linea outdoor di Paola Lenti: divano Cove, chaise longue Shito, pouf Otto, tavolino Sciara. Plaid in pile di Flou.

Perspective effects. previous page: the sequence of the kitchen zone. In the foreground, the counter set with Venini glasses and Driade porcelain tableware. In the background, a work by Arman. upper left: the kitchen with wenge-stained oak columns, Gaggenau appliances and a worktop in Kerlite by Modulnova. upper right: the master bathroom with washstand counters in travertine, and a Kabuki lamp by Ferruccio Laviani (Kartell). above: in the barchessa, items from the outdoor line by Paola Lenti: Cove sofa, Shito chaise longue, Otto ottoman, Sciara table. Pile blanket by Flou.

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STYL E . La sfida lanciata da questa penthouse milanese è arricchire una scena di segno classico con un’ ANIMA DISINVOLTA e senza tempo mediante oggetti e arredi. Visitandola, a noi ha suggerito questi.

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The challenge launched by this Milanese penthouse is to enrich a classic scene with an EASYGOING AND TIMELESS SOUL , using objects and pieces of furniture. Inspired by this house, we chose these ones.

Servizio a cura di FR ANCESCA VINCI

3 Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 136.

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1 – Piatto in porcellana Il Viaggio di Nettuno di Richard Ginori, 75 €. • 2 – Evergreen: Flap di Francesco Binfaré per Edra, qui in versione Gold. Prezzo a richiesta. • 3 – Di Paolo Castelli il tavolo Leaf ha base in metallo e legno e piano in vetro. Da 14.340 €. • 4 – Flacone triangolare in vetro blu con bolle. M. Marinot, prezzo a richiesta. 1 – Il Viaggio di Nettuno china dish by Richard Ginori, € 75. • 2 – Flap sofa by Edra, from € 14.340. 3 – Leaf table by Paolo Castelli, price on demand. 4 – Glass bottle by M. Marinot, price on request.

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5 – Sospensione Alpha di Giuseppe Viganò per Visionnaire, in ottone e vetro di Murano. Prezzo a richiesta. • 6 – Di Sicis, la poltrona Amaretto è rivestita in velluto o pelli, da 2.680 €. • 7 – Jacquard L’Âge d’Or di Dedar, in lana e cotone, 305 € al metro. 8 – Lampada da tavolo Caccia di Daytona, in marmo Calacatta oro e ottone. 4.040 €. 5 – Alpha lamp by Visionnaire, price on request. 6 – Amaretto velvet armchair by Sicis, from € 2,680. 7 – Wool and cotton L’Age d’Or jacquard by Dedar, € 305 per meter. • 8 – Caccia marble and brass table lamp by Daytona, € 4,040.

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LA FORZA DELL’INTARSIO Non solo legno: nel parquet entrano anche intarsi di MARMO grazie a lavorazioni di rara abilità. Buon isolamento termico, resistenza all’usura, facilità di manutenzione sono i requisiti dei pavimenti lignei de I Vassalletti. Ma c’è di più. Per esempio la “tavola” (cm 100x100) del modello Sarmatia (linea Progenie Classiche): un festoso pavimento artistico di quercia reso unico da preziosi intarsi in marmo, legno, metallo e altri materiali. Per inserirsi da protagonista in ogniDIGEST ambiente. ARCHITECTURAL • ITALIA 67


L’età dell’oro A PARIGI , la vecchia sede di un grande couturier diventa un appartamento che celebra lo stile della Ville Lumière: marmi, stucchi, dorature in puro spirito haussmanniano. Una scenografia perfetta per pezzi di design e d’arte moderna. progetto di JOSEPH C. KAR AM testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di FR ANCIS AMIAND

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Grandeur. Nell’ingresso, in pieno stile haussmanniano, opere d’arte antiche (come il busto romano del II secolo a.C.) e moderne: dipinti di Claude Venard, panca Fallen Tree di Benjamin Graindorge. Grandeur. In the entrance, in perfect Haussmann style, antique artworks (like the Roman bust, 2nd century BC) and modern creations: paintings by Claude Venard, Fallen Tree bench by Benjamin Graindorge.

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«Abbiamo restaurato tutti gli elementi d’epoca, per poi inserire dei tocchi contemporanei e trasformarlo in un luogo da vivere. Una sorta di rifugio dove celebrare la joie de vivre in una delle più belle città del mondo».

Scrivere il presente. Il grande living ha un parquet in wengé nero su cui spiccano i divani (Christian Liaigre), coffee table e tappeto su disegno. Sculture di Jacques Le Bescond, tela di Nasser Al-Aswadi.

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Writing the present. The living area has black wenge flooring to set off the sofas (Christian Liaigre), the coffee table and a custom carpet. Sculptures by Jacques Le Bescond, canvas by Nasser Al-Aswadi.


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l Triangle d’Or, a Parigi, è la zona delimitata da tre avenue: Montaigne, Champs-Élysées e Georges-V. Una manciata di ettari dal valore immobiliare vertiginoso, e dove si trova una concentrazione di alberghi e ristoranti di lusso, grandi boutique, ambasciate. E dimore fuori dall’ordinario, come l’appartamento di queste pagine. «Qui, in origine, si trovava l’atelier di un grande couturier francese, con annesso studio fotografico. Era uno spazio che era stato spogliato di tutto quello che costituisce l’anima di un’abitazione. Abbiamo restaurato tutti gli elementi d’epoca: per esempio le decorazioni in stucco per i soffitti e le pareti. Per poi inserire dei tocchi contemporanei e trasformarlo in un luogo da vivere, adattato alla vita moderna. Da un luogo pensato per il lavoro siamo così passati a un appartamento di famiglia, una sorta di rifugio dove genitori e figli amano ritrovarsi per celebrare la joie de vivre in una delle più belle città del mondo». A parlare è Joseph Karam, architetto d’interni di origine libanese con studi a Parigi e a Monte Carlo, autore del progetto di ristrutturazione e di interior design. I clienti, una coppia britannica innamorata della Ville Lumière, desideravano una casa da utilizzare non solo come piedà-terre ma anche come luogo dove ritrovarsi con i figli, che lavorano tutti in diverse parti del mondo. La scelta quindi si è indirizzata su un appartamento dalle proporzioni generose (circa 500 mq) e dai volumi ampi, con spazi pieni di luce. Una volta stabiliti questi elementi base, a Karam è stata data carta bianca. La struttura è stata pensata in modo razionale tenendo presente che sarebbe stata utilizzata spesso per occasioni conviviali: il cuore infatti è costituito da una grande sala che si prolunga in due altri ambienti con funzione di tv room e di bar. Fa parte di questi spazi comuni anche la sala da pranzo,

Lusso scenografico. sopra: la sala da pranzo, che può essere chiusa da due porte a libro con specchi. Il lampadario in bronzo e cristallo di rocca è un lavoro di Hervé Van der Straeten. pagina precedente: dettaglio del living, con i due lampadari in bronzo dorato e cristallo di rocca fumé (Saturn, Mathieu Lustrerie). Il caminetto in marmo, di stile neoclassico, è stato realizzato su disegno.

Theatrical luxury. above: the dining room that can be closed by two mirror doors. The chandelier in bronze and rock crystal is a piece by Hervé Van der Straeten. previous page : detail of the living area with two lamps in gilded bronze and fumé crystal (Saturn, by Mathieu Lustrerie). The neoclassical marble fireplace is a custom creation.

con una coppia di porte a libro rivestite in specchio e stucchi dorati a fare da divisione. La camera padronale è una grande suite con dressing e sala da bagno; e ci sono poi altre cinque camere, tutte dotate di servizi. Un altro punto importante, chiarito da subito, era lo stile. I padroni di casa desideravano un appartamento tipicamente parigino. Quindi per tutto quello che concerne la decorazione è stato adottato il codice estetico dell’epoca haussmanniana, a cui sono stati aggiunti tocchi moderni e contemporanei (ma non solo), creando un mix di grande personalità fatto di contrasti. Come quello, concettualmente molto forte e allo stesso tempo pieno di equilibrio, tra il busto di epoca romana, fulcro della prospettiva del corridoio d’ingresso, con la panca Fallen Tree di Benjamin Graindorge, mobile/scultura acquistato dalla galleria Ymer&Malta, interessante laboratorio di creatività contemporanea. Più sottile e molto elegante la scelta di stemperare il disegno delle boiserie del grande living, molto ricche, dipingendole in un grigio intenso. Gli arredi sono un’antologia del savoir-faire francese: oltre a moltissimi mobili e tappeti 

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realizzati su disegno di Karam e del suo studio, ci sono pezzi firmati Hervé Van der Straeten, Christian Liaigre, Hubert Le Gall. Nella camera dei padroni di casa, poi, si trovano diversi cristalli Lalique: il grande lampadario Champs-Élysées, le due placche-bassorilievo ai lati del letto, addirittura i rubinetti nella sala da bagno. La ricerca di stile si esprime, in modo sottile e percepibile solo a uno sguardo attento, anche nei materiali utilizzati e nel gioco raffinato dei colori: guardando sempre la suite padronale, troviamo il sicomoro – legno di grande durezza – per il mobile che accoglie il lavabo, la pelle naturale della parete alle spalle del letto, la seta arancio delle tende. E poi marmi per i pavimenti e per il prezioso camino della sala, bronzo e cristallo di rocca per i lampadari, ebano per i mobili, dorature a foglia, vetrate a piombo (d’epoca) restaurate in modo impeccabile. L’eleganza nasce da tutti questi accostamenti. L’anima intensamente francese di questo progetto è forse il salotto ovale che Karam ha immaginato come il boudoir di una regina (e l’ispirazione è proprio quello di Maria Antonietta al castello di Fontainebleau): tutto qui è sontuoso, le cornici intagliate, le dorature, i pannelli decorati con pitture à l’ancienne. È una dichiarazione d’amore a uno stile e a una cultura dell’abitare che hanno fatto dell’eleganza una regola. E che hanno saputo inventare una città unica: quella Parigi che, fuori dalle finestre, col suo cielo sempre mutevole, vive e sorride. FINE

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Segni di stile. sopra: la camera da letto dei padroni di casa. La parete dietro la testata del letto è in pelle naturale. sotto: nella sala da bagno, il lavabo è inserito in un mobile in sicomoro realizzato su disegno. pagina seguente: una sala ovale diventa la scenografia per un sogno. L’impianto decorativo è stato concepito infatti con l’idea di ricreare un boudoir del castello di Fontainebleau.

Signs of style. above : the master bedroom. The wall behind the headboard is in natural leather. below: in the bathroom, the washstand is inserted in a custom sycamore cabinet. next page : an oval room becomes a dream setting. The decoration is based on the idea of recreating a boudoir of the Palace of Fontainebleau.


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Luci della cittˆ Una residenza d’inizio ’900 a CHELSEA , legata alla storia e allo stile del quartiere londinese, acquisisce ampiezza e luminosità grazie a un progetto che mette in primo piano lo spazio e le persone. interior design di MAURIZIO PELLIZZONI testo di ELENA DALLORSO fotografie di GIANNI FR ANCHELLUCCI

Textures. a destra: divano rivestito in tessuto cachemire de Le Cuona. Sul divano blu (tessuto Romo), un’opera di Christiane Zschommler, Blossom I. La poltrona di fianco al camino è rivestita di tessuto Missoni Home. Tende in seta di James Hare. Coffee table di Tom Faulkner. Vetrina di Lema. Tappeto di The Rug Company.

Textures. right: sofa upholstered in de Le Cuona cashmere. On the blue sofa (Romo fabric), the artwork Blossom I by Christiane Zschommler. The chair beside the fireplace is covered in fabric by Missoni Home. Silk curtains by James Hare, coffee table by Tom Faulkner. Glass cabinet by Lema, carpet by The Rug Company.

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Progettata negli anni Õ20 dagli architetti Elms e Jupp nella parte nord di King’s Road, la casa è stata costruita su un angolo, fatto che le conferisce, cosa piuttosto rara a Londra, un’ampiezza notevole.

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nno dopo anno, dal 1914, quando iniziò la sua costruzione da parte della Sloane Stanley Estate, questa grande townhouse londinese con la facciata in pietra, ha sempre ospitato nei suoi quasi 600 metri quadrati famiglie numerose, fino quella degli attuali proprietari, che tra le sue mura accolgono volentieri anche amici e parenti (numerosi). Situata nella parte settentrionale di King’s Road, diventata una delle dieci strade a più alto reddito pro capite della città, la casa è stata progettata dagli architetti Elms e Jupp e costruita su un angolo, fatto che le conferisce, cosa piuttosto rara a Londra, un’ampiezza notevole. «La facciata dell’edificio è vincolata», racconta il designer Maurizio Pellizzoni, che ne ha curato la totale ristrutturazione, durata tre anni, «ma l’interno no, fatto che ci ha permesso di intervenire in modo radicale 

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Pianta aperta. in alto: nel living, la poltrona custom è rivestita in tessuto Zimmer + Rohde. La scrivania è un pezzo vintage dei proprietari. Poltrona rossa Julian Chichester. Le pareti sono dipinte con tinte Farrow&Ball. pagina seguente: nella zona dining, sul tavolo da pranzo I & JL Brown, lampadario Charles Edwards. Le sedie sono di Ralph Lauren Home. La pendola è un pezzo vintage. Tende a pacchetto in tessuti Fox Linton e de Le Cuona. Open plan. above: custom club chair upholstered in Zimmer + Rohde fabric. Vintage writing desk. Red chair by Julian Chichester. Walls with paint finish by Farrow & Ball. next page : dining table by I & JL Brown. Ceiling lamp by Charles Edwards. Ralph Lauren Home dining chairs covered in black leather. Vintage clock. Roman blinds featuring fabrics by Fox Linton and de Le Cuona.


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sulla struttura e sulla pianta, arrivando anche a scavare un basement Ω dove abbiamo ricavato una stanza per il cinema, una cloakroom con sala da bagno per gli ospiti (con uno schema cromatico sorprendente di oro e verde) e una palestra Ω che in origine non c’era». I proprietari, una coppia con due figli adolescenti, avevano le idee piuttosto chiare: una luminosa residenza di lusso che fosse al contempo anche una casa per la famiglia, in cui accogliere ospiti senza problemi. Cinque stanze, ognuna dotata di un letto supplementare (più quella padronale) e sei sale da bagno ribadiscono il concetto. «Il mandato è stato quello di ottenere una casa moderna mantenendo però lo stile classico del quartiere di Chelsea», spiega Pellizzoni. «Tentativi erano già stati fatti in passato, affidandosi a uno specialista del colore, ma il risultato non aveva soddisfatto i proprietari. Io ho scelto per ogni ambiente colori chiarissimi, dal grigio perla della sala al bianco, con qualche tocco di blu, che è la mia tinta “signature”, nei dettagli». Come, per esempio, il grande divano del living, cui fanno da contraltare due poltroncine su disegno rivestite in tessuto Missoni sparkling. O le pareti della stanza del più piccolo dei figli, ricoperte con carta da parati Phillip Jeffries. Spazi aperti anche per la cucina, il più “contemporaneo” degli ambienti, per il quale Maurizio Pellizzoni ha scelto un look industriale, con pavimento a grandi piastrelle di pietra verniciate (sono quelle che si trovano nelle strade e sotto i vecchi portici della città), soffitto in legno sbiancato, superfici in granito e 

Stile industriale. in alto: la dispensa è stata realizzata su disegno, con mobili custom in vernice bianca e top in granito scuro. sopra: nella zona pranzo, lampadari Charles Edwards. Sedie Ralph Lauren Home rivestite in pelle nera. Console I & JL Brown. Sgabelli Porada. L’intera cucina è su disegno, con mobili ed elettrodomestici di Officine Gullo Firenze. Tra le finestre, stampe di opere di Graham Knuttel.

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Industrial style. previous page, above: custom pantry with white painted cabinets and black granite worktop. Above, pendant lamps by Charles Edwards. Dining chairs by Ralph Lauren Home, upholstered in black leather. Console table by I & JL Brown. Kitchen stools by Porada. Custom kitchen with appliances by Officine Gullo Firenze. Between the windows, prints of works by Graham Knuttel.

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Spazi privati. sopra: nella camera padronale letto custom in pelle. Carta da parati Stereo. Lampadario Venetia Studium. Tende in seta James Hare. Lampade Vaughan Lighting. Pouf zebrato su disegno. Opera Welle III di Daniel Reiter (2014). in basso: nella sala da bagno padronale, sanitari Drummonds e pavimento Palazzo, con piastrelle floreali. pagina precedente: nella camera di uno dei figli, letto in rattan vintage, lampade da comodino Ralph Lauren Home, comodini Eichholtz. Sul letto, stampa The Chimp-Boombox. Private spaces. above : custom leather bed in master bedroom. Wallpaper by Stereo. Ceiling lamp designed by Venetia Studium. Silk curtains by James Hare. Table lamps: Vaughan Lighting. Custom zebra ottoman. Artwork Welle III by Daniel Reiter (2014). below: bath fixtures by Drummonds, Palazzo floor with floral tiles. previous page : son’s room. Vintage bed (rattan), Ralph Lauren Home side lamps, Eichholtz bedside units, vintage bed. Chimp-Boombox art print.

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Vedo verde. sopra: per la sala da bagno per gli ospiti, nel basement, tappezzeria Ralph Lauren Home e piastrelle Grestec Tiles. Specchio vintage. pagina seguente: nel giardino sul retro c’è una casetta sull’albero con una parete d’arrampicata e molto spazio per giocare.

Accent on green. above : in the basement cloakroom, Ralph Lauren Home wallpaper, Grestec tiles and vintage mirror. next page : in the back garden a small tree house with a climbing wall and plenty of space for play.

sgabelli Porada. «Abbiamo ricavato la cucina da quattro stanze contigue perché il nostro scopo era quello di creare uno spazio aperto e accogliente per la famiglia e i suoi ospiti. La console appoggiata all’isola centrale si può estendere fino a trasformarsi in un tavolo per 10 persone, da aggiungere alle altre 10 che possono accomodarsi in sala da pranzo», racconta l’interior designer. Accanto ai mobili di famiglia, come il letto con la testata in rattan nella camera di uno dei figli, Pellizzoni ha aggiunto nuovi arredi, come la vetrina Lema o il coffee table Tom Faulkner nel living, più altri realizzati su disegno da un artigiano inglese. I rivestimenti in tessuti Ralph Lauren, de Le Cuona e Missoni hanno dato nuova vita a poltrone e sofà: trame e colori evocano infatti il ricordo dei viaggi dei proprietari intorno al mondo, che hanno anche ispirato la loro camera da letto, un rifugio dall’aspetto vagamente africano nei toni caldi del marrone e del cuoio. «La sala da bagno en suite è un gioiello di artigianalità, a partire dalle piastrelle realizzate in Italia per formare, con resina e pietrine, un complicato disegno floreale», spiega Pellizzoni. Le stanze dei figli, sullo stesso piano, hanno uno schema cromatico e arredi “maschili”. Per loro, quando erano bambini, era stata costruita nel giardino a L dietro alla residenza una casetta sull’albero che il designer ha restaurato, dividendo idealmente l’area verde in due, una per i piccoli (dove si trova la casetta, appunto) e una per gli adulti, con la zona barbecue. «Il giardino privato è un altro dei lussi di questa casa», aggiunge Pellizzoni, che per portare all’interno la maggior quantità di luce possibile ha scelto dettagli cromati in ogni ambiente, studiato un’illuminazione ad hoc (con lampade Terzani e Charles Edwards) e disegnato speciali pannelli in vetro per le porte. Il risultato è la luminosa residenza che i proprietari avevano sempre voluto. FINE

«La sala da bagno en suite è un gioiello di artigianalità, a partire dalle piastrelle realizzate in Italia per formare, con resina e pietrine, un complicato disegno floreale». 84

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STYL E . Ripulito dall’eccesso, lo stile classico si è trasformato in LUXURY. Impegnativo, ma aperto al pop e al divertissement. Come dicono questi pezzi ispirati all’ interior design di una casa londinese.

Cleaned of excess, classic style has turned into challenging LUXURY, but open to pop and divertissement. As narrated by these pieces, inspired by the interior design of a London house.

Servizio a cura di NICOLETTA DEL BUONO

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Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 136. 1 – Libreria di Giorgio Soressi per Lenzi Marble Attitude, in laccato e marmo, 13.210 €. 2 – Lampada Kabuki di Ferruccio Laviani per Kartell, da 833 €. • 3 – Fa parte della Limited Edition di Illulian il tappeto Kong in lana e seta. Da 1.208 € al mq. • 4 – Sofà Ercole di Angelo Cappellini, in velluto, 12.337 €. 1 – Marble bookcase by Giorgio Soressi for Lenzi Marble Attitude, € 13,210. 2 – Kabuki lamp by Ferruccio Laviani for Kartell, from € 833. • 3 – Kong rug by Illulian, from € 1,208 per sqm. 4 – Ercole velvet sofa by Angelo Cappellini, € 12,337.

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5 – Specchio Rosone di Arti&Mestieri, in metallo, 430 €. 6 – Letto Charisma di Castello Lagravinese per Giorgio Collection, in velluto e nabuk, da 8.550 €. 7 – Di Zanaboni, il tavolo in cristallo, ebano e Calacatta oro. Prezzo a richiesta. • 8 – Pendolo Otto di Leonardo Fortino per Formae, 400 €. • 9 – Tappeto Helix Gold di Sahrai, in lana e viscosa, da 6.000 €.

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5 – Rosone mirror by Arti&Mestieri, € 430. • 6 – Charisma bed by Giorgio Collection, from € 8,550. 7 – Table by Zanaboni, price on request. • 8 – Otto clock by Formae, € 400. • 9 – Helix Gold wool rug by Sahrai, from € 6,000.

BELLEZZA ITALIANA Grandi PRESTAZIONI e cura estetica nell’ambiente cucina.

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Si chiama appropriatamente Fiorentina la nuova collezione di macchine di cottura di Officine Gullo, adatta anche a importanti ambienti storici, ispirata alla Toscana, alle sue tradizioni, anche di lavorazione del metallo. A posizionamento libero, Fiorentina, progettata e prodotta interamente in Italia, vanta bruciatori in ottone ad alto rendimento, che erogano sempre la giusta fiamma. □

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CASTELLO DI DAMPIERRE /1

Venti di rinascita Al tempo di Luigi XIV IL PRIMO ARCHITETTO DEL RE lo rese un palazzo da sogno. Poi, nei secoli, venne continuamente arricchito di opere d’arte firmate dai più valenti maestri, e di una preziosa biblioteca. E adesso, dopo un periodo di oblio, si prepara a rinnovare i fasti di un tempo.

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testo di MARIO GEROSA

fotografie di MASSIMO LISTRI

Maestri a confronto. il castello di Dampierre, nell’Île-deFrance, deve le sue forme eleganti all’estro di Jules Hardouin Mansart, uno dei più valenti architetti del periodo barocco. Il parco, ideato da André Le Nôtre, artefice dei giardini di Versailles, fa da sfondo alla scena dell’Odalisca con schiava di Jean-AugusteDominique Ingres.

a sinistra:

Masters compared. the Château de Dampierre, in Île-deFrance, owes its elegant forms to the brilliance of Jules Hardouin Mansart, one of the finest architects of the Baroque era. Its park created by André Le Nôtre, designer of the gardens of Versailles, is the backdrop in the scene of the Odalisque with Slave by Jean-AugusteDominique Ingres.

left:

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el castello di Dampierre riecheggiano i fasti di Francia. Nelle sue sale sembra di sentire rimbombare ancora oggi le voci della storia, quelle dei grandi personaggi che sono passati di qui, e nelle statue, nei soffitti, negli affreschi si coglie il senso di un’eleganza e di una grandeur che non sentono il peso dei secoli. La data chiave della storia del castello è il 1675. Nel pieno del fulgore barocco, Jules Hardouin Mansart, nipote di François Mansart, uno dei più grandi architetti di ogni tempo, ricordato anche per l’invenzione dei tetti a mansarda, viene interpellato per dare un aspetto moderno alla residenza, creando un’architettura alla moda che rispecchiasse il gusto esuberante del suo tempo. Ma per cogliere l’evoluzione del castello bisogna abbracciare un arco di tempo più ampio e fare ancora un passo indietro, al XIII secolo, l’epoca cui risale il primo nucleo del castello. Al tempo era uno dei palazzi più prestigiosi non solo della zona di Dampierre-en-Yvelines, ma di tutta l’Île-de-France. Gravemente danneggiata da un incendio, la residenza venne ricostruita e rimaneggiata a più riprese. In particolare nel XVI secolo, quando il castello, acquisito da Jean Duval, tesoriere di Francesco I, fu dotato di vari corpi di fabbrica, di portici, di torrette e di nuovi padiglioni. Ma, come dicevamo, la data cruciale per questa storia è il 1675, quando, pochi anni prima che fosse realizzata la residenza di Versailles, il duca di Chevreuse commissionò il lavoro di ristrutturazione a Jules Hardouin Mansart, primo architetto del re dal 1681. L’architetto elaborò un progetto complesso e ambizioso: il corpo principale venne ingrandito e sopraelevato, la corte interna fu ridotta e le torrette d’angolo rimaneggiate: la residenza assunse un’aria elegante, una silhouette che non sfigurava con quella del vicino castello di Versailles. Alla meditata compostezza degli esterni ben presto fece eco l’eleganza sopraffina degli interni. Furono interpellati i più valenti decoratori. Tra questi, Bernard Toro, uno dei grandi ebanisti 

Omaggio al passato. a sinistra: un ambiente del castello, che nel XIX secolo venne ampiamente restaurato creando dotti richiami all’antichità classica e allo sfarzo barocco. I vasi a trompe-l’œil sono di Picot. Tribute to the past. left: a space in the castle that was fully restored in the 19th century, with erudite references to classical antiquity and Baroque lavishness. The trompe-l’œil vases are by Picot.

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dell’epoca di Luigi XIV, che ideò le boiserie della sala da pranzo, e lo scultore David Bertrand, che nel 1688 realizzò alcuni camini decorati in stucco, memori del Rinascimento italiano. Da allora il castello di Dampierre è stato continuamente oggetto di cure atte a renderlo sempre più bello e prezioso. Il palazzo venne ulteriormente rimaneggiato nel Settecento, quando presero forma, tra l’altro, un’orangerie e lo scalone esterno che sormonta il fossato. Nel 1839, un’ulteriore fase: il duca Honoré Théodoric d’A lbert de Luynes, numismatico e archeologo, chiese all’architetto Félix Duban di dare per l’ennesima volta un tocco di modernità al castello. Fulcro dell’intervento questa volta fu l’ampliamento del salone di rappresentanza al primo piano, che fu impreziosito da due tribune sorrette da cariatidi i cui cromatismi ricordano quelli delle sculture scoperte nella villa di Erode Attico a Roma. Sempre seguendo un disegno di rinnovamento, furono commissionati due grandi quadri a Ingres: L’Age d’Or e L’Age de Fer. Il primo venne iniziato nel 1848 e lasciato incompiuto, l’altro fu solo abbozzato. Infine, dal 1844 al 1855 Henri Duponchel e Pierre-Charles Simart realizzarono 

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Note di stile. sopra: un salone del castello. Gli eleganti stucchi dorati che impreziosiscono le pareti furono realizzati nel XIX secolo per la duchessa di Luynes. sotto: la sala del biliardo, con le pareti rivestite da boiserie in stile Luigi XVI. pagina seguente: il ritratto di Anne de Rohan al di sopra della porta di una stanza arredata con mobili Luigi XVI.

Stylistic notes. above: a hall in the Dampierre castle. The elegant gilded stuccowork enhancing the walls was done in the 19th century for the Duchess of Luynes. below: the billiard room with walls clad in Louis XVI paneling. next page: portrait of Anne de Rohan over the door of a room furnished in Louis XVI style.


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Capolavori. il monumentale dipinto L’Age d’Or di Ingres domina nel salone di rappresentanza. L’opera fu lasciata incompiuta dall’artista, che era stato incaricato di realizzare anche un altro dipinto, L’Age de Fer, che rimase soltanto abbozzato. Davanti al dipinto, una riproduzione in scala dell’Atena Parthenos di Fidia, opera di Henri Duponchel e Pierre-Charles Simart.

a sinistra:

Masterpieces. left: the monumental painting L’Age d’Or by Ingres stands out in a reception room. The work was left unfinished by the artist, who was also commissioned to make another painting, L’Age de Fer, which remained merely a sketch. In front of the painting, a scale reproduction of the Athena Parthenos of Phidias, a work by Henri Duponchel and PierreCharles Simart.

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Oscillazioni del gusto. sopra: una serie di trofei di caccia in un ingresso laterale del castello. La vasca di marmo venne donata al duca di Luynes da Luigi XV. sotto: la piccola cappella in cui venivano officiati i matrimoni dei duchi di Luynes. Sul fondo, un Cristo in avorio di Bouchardon, sulla sinistra, una copia di un dipinto di Poussin. pagina seguente: uno dei corridoi che collegano i vari saloni al piano terra del castello. Rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, il castello di Dampierre racconta nelle sue sale diversi momenti della filosofia dell’arredamento in Francia.

Changing tastes. above: a series of hunting trophies in a lateral entrance to the castle. The marble sink was a gift to the Duke of Luynes from Louis XV. below: the small wedding chapel of the Luynes family. In the background, an ivory Christ by Bouchardon; to the left, a copy of a painting by Poussin. next page: one of the corridors connecting the various spaces on the ground floor. Renovated repeatedly over the centuries, Château de Dampierre narrates various moments of interior decorating in France.

Allo sfarzo del salone di rappresentanza si contrappone il rigore di ambienti votati a un’idea di decoro molto essenziale.


una riproduzione della statua criselefantina scolpita da Fidia per il Partenone. Queste alcune delle tappe fondamentali nella storia del castello di Dampierre, che un tempo vantava un’importante biblioteca che comprendeva 18.500 volumi di grande valore e rarissimi documenti, come le lettere autografe di Luigi XIV e Colbert. Venduta all’asta da Sotheby’s nel 2013, anche la biblioteca racconta la fama di questo castello ricco di storia e cultura, scelto come location per vari film d’autore, come Danton di Wajda e Marie Antoinette di Sofia Coppola. Ora il castello di Dampierre si appresta a entrare in un nuovo periodo di fama e di splendore. Infatti l’attuale proprietario ha deciso di affidare il restauro degli interni del palazzo a Pierre Peyrolle, artista, collezionista e grande interprete dei fasti del Barocco, rivisitati secondo lo

spirito e il gusto contemporaneo. «Una ventina di sale devono essere restaurate», spiega Peyrolle. «Ho in mente di realizzare degli allestimenti scenografici di gusto barocco, vorremmo fare un percorso Grand Siècle». Gli interni saranno notevolmente arricchiti, riportandoli ai fasti di un tempo. «All’interno del castello attualmente ci sono poche opere d’arte, seppur molto importanti, ma ne verranno portate di nuove dopo i lavori di restauro». Anche il parco, progettato da André Le Nôtre, l’ideatore dei giardini di Versailles, sarà al centro del progetto. «Ho raccolto una notevole documentazione sul progetto di Le Nôtre e ci stiamo confrontando sulla metodologia da adottare», conclude Peyrolle, il cui nome è destinato a spiccare nel gotha dei grandi artisti che hanno legato la loro fama a quella del castello di Dampierre. FINE

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CASTELLO DI DAMPIERRE /2

Le stanze di una dépendance del castello, sospese in una calma immobile, danno l’ impressione di un fascinoso LUOGO TEATRALE , abitato da presenze fantasmatiche di collezioni che lasciano presagire una nuova veste nel segno del Barocco. testo di MARIO GEROSA fotografie di MASSIMO LISTRI

Echi del passato. nelle grandi stanze che ospitavano le collezioni dei duchi che abitarono il castello è rimasto poco. Le vetrinette sono ormai vuote e si possono soltanto immaginare i fasti delle stravaganti Wunderkammer di un tempo. Al centro della stanza spicca un gruppo scultoreo in gesso di gusto barocco. a destra:

Echoes of the past. little remains in the large rooms that contained the collections of the dukes who lived in the castle. The vitrines are empty now, and we can only imagine the extravagance of what was once a veritable Wunderkammer. A Baroque grouping of plaster sculptures stands out at the center of the room. right:

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Chiedi alla polvere



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nche adesso che sono abitate da cumuli di macerie e da vetrinette spoglie, in attesa di essere riempite da meraviglie museali, queste stanze hanno un loro fascino innegabile, il fascino del tempo perduto, il gusto romantico della polvere e della rovina, che sanno parlare a chi ha una predisposizione per l’antico. Ma è una circostanza transitoria, dato che presto le stanze di questa dépendance del castello di Dampierre torneranno all’originario splendore, anzi, racconteranno una storia completamente inedita, giacché saranno reinventate dall’estro e dalla fantasia di Pierre Peyrolle, artista di vaglia e decoratore impareggiabile, sensibile allo charme del Grand Siècle e delle architetture barocche, il cui spirito 

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Strano connubio. sopra: i frammenti di collezioni di naturalia e le macerie regalano una dimensione poetica a queste stanze, che col passare del tempo hanno assunto spontaneamente una veste teatrale. pagina seguente: una raccolta di minerali evoca l’idea di camera delle meraviglie.

Odd couple. above: fragments of collections of naturalia and rubble add a poetic dimension to these rooms, which with the passage of time have spontaneously taken on a theatrical image. next page: a collection of minerals, as in a chamber of wonders.

Per terra, le pietre dei cumuli di macerie, nelle teche decine di minerali da collezione.


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magniloquente rivive nelle sue creazioni. Il proprietario di questa parte del complesso di Dampierre è lo stesso che anni fa ha acquistato un’altra magione nella campagna francese, dove Peyrolle ha reinventato con il suo stile inconfondibile gli ambienti (vedi AD Style n.4, novembre 2018). Ora Peyrolle è stato chiamato ancora una volta a dar prova del suo talento a Dampierre. Attualmente tutte le stanze versano in difficili condizioni, ma un tempo qui era di casa la meraviglia. «Tra la fine del ’700 e l’inizio dell’800 i duchi che abitavano il castello vi esposero più di mille minerali, centinaia di uccelli impagliati, bronzi, ceramiche, armi preistoriche e mummie. In quelle stanze, abbandonate a loro stesse, non c’è quasi niente», spiega Peyrolle. «Il nuovo proprietario porterà qui parte delle collezioni custodite nell’altro castello, ma prima di allestire gli ambienti deve iniziare il restauro, che richiederà molto tempo». Per adesso è difficile immaginare il nuovo volto di queste stanze dopo la trasformazione che ha già in mente Peyrolle, che sarà estremamente scenografica e colta. Ora come

Presenze. sopra: scheletri, ossa e crani di animali contribuiscono a rafforzare il carattere scenografico di queste stanze da romanzo. in basso, a sinistra: un altro salone, dove sono stati mantenuti i soffitti originali dell’epoca. pagina precedente: le statue sembrano vegliare negli spazi deserti.

Presences. above: skeletons, bones and skulls of animals reinforce the theatrical atmosphere of these rooms. lower left: another space, where the original ceilings have been conserved. previous page: the statues seem to watch over the deserted spaces.

ora, attraversando questi spazi disabitati si ha l’idea di trovarsi in un’architettura fantasma, dove regnano incontrastati il tempo e la polvere. «Per il restauro vorrei ispirarmi al Grand Siècle», continua Peyrolle, la cui arte in settembre sarà di scena a Roma, alla Galleria Benucci, per una personale con una ventina di opere. «Mi piacerebbe rendere omaggio al grande gusto francese, con uno spirito barocco. Ogni ambiente avrà una storia a parte. Sicuramente ci sarà una grande galleria di quadri, un cabinet dedicato agli avori e uno agli argenti. E non mancherà un salone adibito a gliptoteca». Il motivo dominante del progetto sarà l’idea di Wunderkammer, molto affine alla poetica di Peyrolle. «Abbiamo l’intenzione e l’ambizione di realizzare un grande cabinet de curiosités, una Kunstkammer». E con un po’ di fantasia ce la si può già immaginare questa camera delle meraviglie diffusa, che straborda da una stanza all’altra, riempiendo gli occhi con centinaia di oggetti preziosi e stravaganti, destinati a diventare i nuovi attori di questo scenario teatrale perso nelle nebbie del tempo perduto. FINE

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Armonie in chiaroscuro Memorie classiche e suggestioni contemporanee si coniugano con gusto negli ambienti di una villa ottocentesca nella CAMPAGNA LOMBARDA . Un intervento elegante, dove gioca un ruolo di primo piano la luce, che crea delicati e scenografici contrasti sulle superfici in legno e in marmo. interior design di ANGELO BRIGNOLLI e ANTONIO FER ABOLI testo di ANNA MAZZOTTI — fotografie di MATTIA AQUILA

Riflessi. Nella sala della musica, sul pianoforte poggia una scultura in bronzo dorato firmata Bombardieri; alla parete in boiserie in rovere laccato, un dipinto anni ’60. Il tavolino è in wengé e acciaio, la lampada e la poltrona in pelle sono di Studio Linea. Divano settecentesco in legno dorato. Reflections. On the piano in the music room, a gilded bronze sculpture by Bombardieri; on the painted wood wall paneling, a painting from the 1960s. Table in wenge and steel, lamp and leather armchair by Studio Linea; 18th-century sofa in gilded wood.


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aper creare l’atmosfera giusta in una casa, affinché sia elegante, confortevole, avvolgente come un abito che calza a pennello, non è un’impresa semplice, soprattutto perché le personalità e le esigenze di chi la abita sono spesso differenti per gusti ed età. Ed è ancora più complesso se si tratta di trasformare un’antica dimora, edificata in un’altra epoca per inquilini che un tempo avevano esigenze alquanto diverse da quelle contemporanee. Per riuscirci diventa dunque necessario creare una nuova trama abitativa che riesca a fondere con naturalezza passato e presente. La sfida di trasformare in questo luogo ideale una grande villa di fine Ottocento, situata nella campagna lombarda, è stata raccolta da Angelo Brignolli e Antonio Feraboli di Studio Linea, interior designer dal gusto impeccabile, autori di grandi interventi abitativi di raffinata semplicità scaturiti da una perfetta sintesi di memorie classiche e spunti contemporanei spesso giocati su scenografici contrasti di chiaroscuro dall’allure japan. Il restyling della facciata dell’antico edificio ha comportato un intervento leggero, ma fondamentale si è rivelata la strategica illuminazione curata da Antonio Mazzetti (fotografo artista che da molti anni collabora con Studio Linea): all’inizio una presenza lieve, lungo il sentiero che porta alla gradinata dell’ingresso, che va a mano a mano crescendo fino all’esplosione luminosa che di notte definisce, come una cornice scintillante, le vetrate e gli archi delle finestre. Così doveva apparire un tempo la villa – anche se allora era illuminata da candele e lanterne – contemplandola dalle carrozze che svoltavano nel viale per arrivare alle feste che vi venivano organizzate dai vecchi proprietari. Se l’edificio all’esterno è stato solo rinfrescato, all’interno il restyling invece è stato totale e gli spazi sono stati ripensati per assecondare le esigenze degli attuali padroni di casa. La dimora, che si affaccia su un grande parco

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popolato di alberi secolari, è esposta a sud ed è invasa da ondate di luce che disegnano, sui legni chiari e sui marmi di pareti e pavimenti, ininterrotti e variegati giochi luminosi. Il contrasto bicromatico del marrone scuro e del bianco domina gli spazi della zona giorno, al piano terra, e della zona notte, al primo livello. La pietra Limestone ai pavimenti e la boiserie a riquadri color avorio di gusto classicheggiante conferiscono agli ambienti una leggerezza quasi eterea, sottolineata dalle linee geometriche dei grandi cornicioni del soffitto e dai riquadri di vetro e tessuto inseriti nelle porte lignee – un motivo ricorrente negli interni realizzati di Studio Linea – studiate per separare gli spazi ma al contempo lasciar trasparire la luce tra un ambiente e l’altro. Il risultato è un’abitazione molto riposante, aperta sul verde del giardino (la famiglia ama stare a contatto con la natura), classica e moderna, imponente ma aerea, informale ed elegante, 

Atmosfere. in alto: veduta notturna della villa. L’illuminazione è stata curata da Antonio Mazzetti: le lampade sulla facciata sono di Simes; il viale, invece, è illuminato dalle Tetragono di Artemide. pagina seguente: sul camino francese ottocentesco, in marmo, maschera africana e un dipinto della collezione di famiglia. La poltrona e il pouf in pelle sono stati disegnati dallo Studio, come la lampada Afra in acciaio e marmo. Atmospheres. above: nocturnal view of the villa. Lighting design by Antonio Mazzetti: the fixtures on the facade are by Simes, while the drive is lit with the Tetragono model by Artemide. next page: on the French 19th-century marble fireplace, an African mask and a painting from the family’s collection. Leather armchair and ottoman designed by Studio Linea, like the Afra lamp in steel and marble.


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Nuovo classico. pagina precedente: la sala da pranzo e, sul fondo, la scala che conduce al livello superiore. Tavolo e sedie disegnate da Studio Linea. Lampada in acciaio e marmo Rock Crystal. Alla parete, lampada Mesmeri di Artemide. sopra: la cucina si sviluppa intorno a una penisola in legno laccato con piano in okite. Alle pareti, stampe del Novecento. Sgabelli Olimpia di De Padova. New classic. previous page: the dining room and the staircase leading to the upper level (in the background). Table and chairs designed by Studio Linea. Lamp in steel and marble Rock Crystal. On the wall, Mesmeri lamp by Artemide. above: the kitchen is organized around a wooden peninsula with Okite top. On the walls, 20th-century prints. Olimpia stools by De Padova.

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Luminosa. a destra: nella camera, letto a baldacchino in rovere smaltato; la testata e la panchetta in legno sono di Studio Linea, come la lampada Cactus sul comodino. Pavimento in legno di rovere. in basso: la sala da bagno padronale. Il pavimento è in marmo. pagina seguente : l’ingresso. Alla parete spicca un quadro di Antonio Mazzetti, le cui tonalità sono riprese nei tessuti dei cuscini disposti sul sommier, ideato dallo Studio come la lampada in legno laccato Pagoda. Sullo sfondo, una scultura di Mirko Bedussi. Luminous. right: in the bedroom, a canopy bed in painted oak; the headboard and wooden bench are by Studio Linea, like the Cactus lamp on the bedside unit. Oak floor. next page : the entrance. On the wall, a painting by Antonio Mazzetti, whose hues are echoed in the fabrics of the cushions placed on the sommier, designed by the Studio, like the Pagoda lamp in lacquered wood. In the background, a sculpture by Mirko Bedussi.

Gli ambienti hanno una leggerezza quasi eterea, sottolineata dai riquadri in vetro e tessuto nelle porte e dai disegni dei pavimenti. senza eccesso di elementi decorativi, a parte i quadri anni Sessanta della collezione di famiglia e qualche opera scultorea. La cura di ogni dettaglio è stata minuziosa: per esempio i tessuti dei cuscini disposti sul sofà dell’ingresso riprendono i colori del quadro di Antonio Mazzetti che domina la stanza e fa risaltare, per contrasto, la sobrietà del chiaroscuro di pavimenti, pareti e arredi; lo stesso accade nella sala della musica, dove i cuscini bianchi e neri sul divano Barocco riprendono la spiccata bicromia dell’ambiente. Anche nella grande cucina, sviluppata intorno a un’ampia isola centrale, le tovagliette utilizzate nell’angolo per la colazione sono state stampate con un motivo decorativo su disegno di Antonio Mazzetti. Dalla sala da pranzo e dal soggiorno, diviso tra il raccolto angolo relax della poltrona con pouf in pelle disegnati da Studio Linea, posti accanto al camino, e l’ampio divano scelto per riunirsi con gli amici davanti la tv, due scale portano al primo piano, dove sono state ricavate tre camere per la famiglia e due riservate agli ospiti, una zona fitness e una sauna. La stessa sobria classicità del piano terra caratterizza la camera padronale, con pareti e pavimenti chiari e un essenziale letto a baldacchino di rovere smaltato in tono con la testata e la panchetta disegnate dallo Studio, e la stanza da bagno, divisa in due da una parete in vetro e acciaio a larghe righe opache che lasciano la giusta privacy senza però togliere luminosità. Perché in questa dimora la luce deve essere sempre libera, ovunque, di divampare. FINE

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Colpo d’occhio. La Sala delle Sculture, decorata con statue e busti, replica di quelli classici, alcuni dei quali provenienti dall’Atelier de Moulage del Louvre. At a glance. The Sculpture Room decorated with replicas of classical statues and busts, including some from the Atelier de moulage of the Louvre.

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Spirito del luogo Nell’VIII arrondissement, dove fino agli anni ’70 sorgevano tre storiche residenze, compresa quella di Elsa Schiaparelli, Maurice Novarina costruì un edificio brutalista. Oggi, dietro quella facciata l’HÔTEL DE BERRI rende omaggio all’epoca d’oro dei grandi artisti e stilisti parigini. testo di ELENA DALLORSO — fotografie di ERIC LAIGNEL


Classico con brio. sopra: l’ingresso dell’Hôtel de Berri, contraddistinto da un design eclettico e ricercato, che rende omaggio all’art de vivre parigina. a destra: la lobby è caratterizzata da un trionfo di marmi e colori brillanti e richiama le eclettiche residenze private della città. Classic con brio. above: the entrance of Hotel de Berri, a place of eclectic, refined design that pays homage to the Parisian art de vivre. right: the lobby is a triumph of various types of marble and vivid colors, reflecting the flair of the city’s elegant residences.

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ue de Berri è stata la casa del re del Belgio, della principessa Matilde Bonaparte, e soprattutto di Elsa Schiaparelli e della sua corte di artisti e intellettuali. Era, come si dice, “the place to be”. Sulle ceneri di residenze private ai numeri 18, 20 e 22, l’architetto e urbanista Maurice Novarina costruì nel 1972 un grande edificio per uffici, con una facciata brutalista lunga 54 metri. Ma non lasciatevi ingannare: all’interno è tutto un altro mondo, quello con cui la famiglia di hôtellier francese Dokhan ha reso omaggio alla storia e allo spirito del quartiere, inaugurando l’Hôtel de Berri, a Luxury Collection Hotel. «Quando abbiamo comprato l’edificio non c’era niente, neppure il pavimento, ma volevamo creare una memoria delle persone che vivevano qui, un’allure parigina un po’ da sogno, e questo è il risultato», spiega il proprietario, Stephan Dokhan. Ben lontano da un certo minimalismo imperante, l’Hôtel de Berri è un eclettico insieme di pezzi d’arte e di design (Giacometti, Jean-Michel Frank, Madeleine Castaing, Henri Samuel e David Hicks tra i molti) e oggetti d’antiquariato appartenenti alla famiglia Dokhan, come l’orologio nel ristorante, della nonna di Stephan, o il grande tavolo all’ingresso, che arriva dalla sua casa di campagna. Oltre a una grande collezione di statue e busti provenienti dall’Atelier de Moulage, il laboratorio che produce le repliche delle sculture di tutti i musei di Francia, 

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Arte di vivere. sopra: il Cocktail Bar Le Bizzaz è concepito come un atelier d’arte ed è affacciato su un giardino segreto di 3.000 metri quadrati. sotto: il bancone in marmo del bar riproduce il sarcofago delle Nereidi. pagina seguente: il ristorante di cucina italiana Le Schiap con le pareti decorate da un grande affresco di Hippolyte Romain che rappresenta Parigi e le sue icone, come Elsa Schiaparelli e Karl Lagerfeld. The art of living. above: the Le Bizazz bar has been organized like an art atelier, facing a secret garden of 3000 square meters. below: the marble counter in the bar reproduces the sarcophagus of the Nereids. next page: the Le Schiap restaurant serving Italian cuisine features a large fresco by Hippolyte Romain depicting Paris and its icons, like Elsa Schiaparelli and Karl Lagerfeld.

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compresi il Louvre e Versailles. Il bar Le Bizzaz, con il sarcofago delle Nereidi a fare da bancone, si affaccia su un giardino interno all’inglese di 3.000 metri quadrati, una specie di jungla in città. L’interior, affidato al designer Philippe Renaud, è eccentrico come uno scrigno surrealista ed è un continuo omaggio ai grandi della moda e dell’arte e al gusto della famiglia Dokhan. La lobby è un trionfo di marmi e colori brillanti e richiama gli hôtels particuliers della zona, sensazione rafforzata anche dalla presenza di una quarantina di camini d’epoca in diversi punti della struttura. Nelle 75 stanze (35 sono suite) il black&white («Noioso!») è bandito: colori brillanti, pergamene, antichi mobili cinesi, lampade in ferro

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battuto, velluti di seta, schizzi e dipinti autentici che rimandano le creazioni di stiliste come Jeanne Lanvin, Coco Chanel e, ovviamente, Elsa Schiaparelli, che visse a questo indirizzo per oltre quarant’anni, ma anche ad altri mondi, esotici e contemporanei. Lungo i muri del ristorante Le Schiap, sotto la direzione dello chef Michele Dalla Valle, un grande e coloratissimo affresco dell’artista vivente Hippolyte Romain rappresenta la Parigi del passato. «Qui tutto è inventato», racconta Dokhan, «ma non è falso. Abbiamo ricreato qualcosa che esisteva davvero, lo spirito del luogo». La verve degli artisti che vivevano in questo quartiere sta tornando a immettervi le proprie energie. FINE


Tributi. a sinistra: una delle Junior Suite, ispirata all’interior designer David Hicks. sopra: la zona living della Prestige Suite. Rende omaggio all’appartamento di Coco Chanel. sopra, a destra: la Signature Suite, con richiami a Lanvin. a destra: la Deluxe Guest Room, con pavimento in legno chiaro e tende e divano in velluto di seta blu. sotto: una Junior Suite con il pavimento in legno scuro illuminato dall’arazzo e dal divano in velluto di seta verde. Tributes. left: one of the Junior Suites, inspired by the interior designer David Hicks, with forceful contrasting colors. above: the living area in the Prestige Suite, with a view of the garden, references the private apartment of Coco Chanel. upper right: the Signature Suite, which echoes of Lanvin. right: the Deluxe Guestroom, with pale wooden flooring and a velvet sofa.

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STYL E .

Nel tempo della contaminazione stilistica l’ HAUTE DÉCOR ATION è un sottile gioco di equilibri. Occorre saper bilanciare ricercatezza e stravaganza, richiami colti e imagerie popolare.

In the time of stylistic contamination, HAUTE DÉCOR ATION is a subtle game of balances. It is necessary to balance sophistication and extravagance, cultured references and popular imagerie.

Servizio a cura di NICOLETTA DEL BUONO

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1 – Busto in legno Apollo del Belvedere di Roberto Giovannini, da 1.650 €. • 2 – Cabinet Fragonard di Jumbo Collection, con base classica in faggio e top rinascimentale in metallo liquido. 37.250 €. 3 – Di Paola Navone per Baxter, la poltrona Artik in mongolia ha la base girevole. Prezzo da definire. 4 – Tappeto Panthere di Sitap, in lana e seta di bambù, su misura, 1.342 € al mq. 1 – Wooden bust Apollo del Belvedere by Roberto Giovannini, from € 1,650. • 2 – Fragonard cabinet by Jumbo Collection, beech and liquid metal, € 37,250. • 3 – Artik armchair by Paola Navone for Baxter, price to be defined. • 4 – Custom made Panthere rug by Sitap, € 1,342 per sqm.

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Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 136.

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5 – Mobile bar Dioniso, di Roberto Nicolai per Colombo Stile, in ebano, marmo e Swarovski. 45.360 €. • 6 – Di Cornelio Cappellini il tavolino Kevin in ottone smerigliato. Prezzo da definire. 7 – Bowl Medusa Rhapsody di Rosenthal meets Versace, 197 €. • 8 – Ebano bianco e marmo per il sideboard di Provasi. Prezzo a richiesta. 5 – Dioniso bar cabinet by Roberto Nicolai for Colombo Stile, € 45,360. • 6 – Kevin table by Cornelio Cappellini, price to be defined. • 7 – Medusa Rhapsody bowl by Rosenthal-Versace, € 197. • 8 – Ebony sideboard by Provasi, price on request.

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COME TU MI VUOI Un mix di colori e DECORI per nuove collezioni musive personalizzabili.

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Creativa e dinamica, la nuova linea Cromie creata da Massimo Nadalini per Mosaico+ è composta da collezioni – Aurore, Vetrina, Concerto, Perle, Doro, Tanticolori – di tessere quadrate dai colori pieni e iridescenti. La ricca palette cromatica permette combinazioni e personalizzazioni pressoché infinite. Prezzi ARCHITECTURAL a posa. □ DIGEST • ITALIA 121


Promos srl


STORIE MERAVIGLIE HI-TECH New York World’s Fair, 1939: Lois Kendall suona il violoncello “diretta” da Elektro, il robot creato da Westinghouse. New York World’s Fair, 1939: Lois Kendall plays cello while the robot Elektro, created by Westinghouse, ‘conducts’.

ANNIVERSARI, DESIGN, COLLEZIONI, IL PEZZO STORICO 1939, LA NYC WORLD’S FAIR a pag. 123

UNO SHOWROOM A BERLINO a pag. 126

LA MAISON DELLE ARTI a pag. 128

UN BUFFET FIRMATO ARBUS a pag. 131


STORI E .

Sognando il futuro Nel 1939 la New York l’avveniristica WORLD’S FAIR documentò il mondo di 40 anni dopo: c’erano robot, supernavi, minitreni, TV a colori, computer... di RICCARDO BIANCHI

V Dreaming forward

In 1939, New York’s futuristic WORLD’S FAIR documented the world 40 years later: there were robots, superships, mini trains, colour TVs, computers...

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GETTY

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ra d’aprile 80 anni fa. Mentre in Europa i nazisti lustravano i cannoni per un probabile conflitto “finis mundi”, a New York, nel Queens, si inaugurava la World’s Fair che aveva come titolo un ottimistico “The World of Tomorrow”. Fortemente voluta da Grover Whalen, il suo carismatico deus ex machina, la manifestazione metteva in scena un domani prossimo venturo pensato come attraverso la fantascienza e popolato da ritrovati tecnologici senza paragoni e da uomini, anzi superuomini (Batman e Superman nacquero in quell’anno), che usando quegli strumenti avrebbero reso più buono, più bello, più giusto il mondo. La struttura della fiera a raggiera ma, insieme, simile a quella anulare dell’atomo, al tempo in via di definizione, era stata pensata per essere metafora dell’“individualismo comunitario” caro ai Padri Fondatori americani. Il nucleo centrale, ideato dall’industrial designer Henry Dreyfuss, era occupato dalla Pherisphere, oltre 60 m di diametro, in parte circondata da una aerea passerella, e dal Trylon, un pinnacolo rastremato alto 215 metri, in cui s’arrampicava una rampa elicoidale. L’interno del globo battezzato Democracity era caratterizzato da un anello pedonabile sospeso a 10 metri di altezza che si affacciava sul modello della città ideale del futuro i cui dettagli erano proiettati in multivisione sulla cupola. Gli altri padiglioni costituivano una spettacolare antologia architettonica che spaziava dal Funzionalismo allo Streamline, dall’Organicismo al Monumentalismo totalitario o burocratico. Ad allestirli, su progetto degli architetti di grido, erano stati i maggiori gruppi industriali americani (stupendo “Futurama” di General Motors progettato da Norman Bel Geddes) e dalle nazioni partecipanti, oltre 60, Urss presente, la Germania assente per motivi politico-razzisti. C’era anche quello italiano, che esponeva formidabili campioni del nostro patrimonio artistico e archeologico: disegnato da Michele Busiri Vici mascherava l’obbligatorio monumentalismo di regime con forme eleganti dai motivi e dalle proporzioni auliche. A testimoniare l’avvenire c’erano Elektro-MotoMan, il robot parlante e fumante di Westinghouse, la Tv a colori, le supernavi, i treni aerodinamici, le meraviglie dell’energia elettrica, della meccanica, delle auto, delle comunicazioni, della fisica (Einstein tenne una lezione) e della chimica. A visitare la fiera furono in 57 milioni (44 paganti): ciò che utopizzava era un futuro ipertecnologico di massa ma con l’individuo libero al centro. La guerra l’avrebbe spazzato via. FINE

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Scatti di modernità. 1. Fulcro della New York World’s Fair erano la Perisphere (nella foto), un’enorme calotta sferica del diametro di oltre 60 m, e il vicino Trylon, un pinnacolo triangolare alto 215 metri. 2. Gruppo scultoreo: l’uomo che soggioga le forze della Natura selvaggia. 3. Il padiglione di General Electric progettato da Voorhees, Gmelin & Walker. 4. L’energia idroelettrica era il tema dell’Electrical Utilities Building a cui si accedeva attraversando una cascata.

Modern shots. 1. The heart of the New York World’s Fair was the Perisphere (in the photo), a huge spherical cap over 60 m in diameter, and the nearby Trylon, a 210-meter-high triangular pinnacle. 2. Sculptural group: man subjugates the forces of wild Nature. 3. General Electric Building designed by Voorhees, Gmelin & Walker. 4. Hydro-electric energy was the main theme of the Electrical Utilities pavilion which was accessed by crossing a waterfall.

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STORI E .

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Le luci di Charlottenburg Un ex tribunale di fine Ottocento a Berlino è stato scelto dall’azienda canadese BOCCI come showroom. Uno spazio vasto (44 stanze) e suggestivo, lasciato volutamente nudo. Dove lampade e oggetti di design vengono esposti come installazioni d’arte contemporanea. di RUBEN MODIGLIANI

V The lights of Charlottenburg

A former 19th century courthouse in Berlin has been chosen by Canadian company BOCCI as a showroom. A vast space where lamps and design objects are exhibited as contemporary art installations.

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antstrasse, a Berlino, è una strada lunga e diritta. Parte dallo zoo, con i suoi portali a pagoda, e va verso ovest per quasi tre chilometri, un palazzo dietro l’altro. Quello al numero 79 ha un’aria un po’ diversa dagli altri: il portone in legno è incorniciato da due lesene che terminano in un timpano, e ancora sopra c’è una vetrata piombata che raffigura l’aquila imperiale. La scritta sopra il portone recita, malgrado qualche lettera mancante, “Grundbuchamt (catasto, ndr) Charlottenburg”, il nome del distretto in cui siamo. E, più in alto, “Bocci”. Ed è questa parola che ci spiega dove ci troviamo. Bocci è il nome di un’azienda canadese che realizza apparecchi di illuminazione (ma non solo) che sembrano sculture. E in questo edificio del 1897, che prima di ospitare il catasto era stato un tribunale, ha scelto di avere la sua base operativa in Europa. Perché Berlino? «Perché amo questa città, piena di edifici vuoti e dimenticati che aspettano solo di essere utilizzati», racconta Omer Arbel, che di Bocci è il fondatore. Uno spirito vivo: l’azienda l’ha fondata per poter produrre i suoi progetti, oggetti a metà strada tra la scultura e il design. «Ho studiato da architetto ma sono sempre stato

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Scenografie. 1. La facciata dell’edificio che ospita la sede berlinese di Bocci. 2. Una installazione di lampade 76 (il numero è il progressivo storico di ogni progetto dell’azienda). Per i diffusori è stata usata una tecnica di soffiatura che unisce vetro a rete metallica. 3. Una piccola sala riunioni con la sospensione 28 Cluster in vetro soffiato. 4. L’atrio dell’edificio, a doppia altezza, ospita una cascata di modelli 87. Gli elementi sono in vetro lavorato come una matassa di fili. Scenographies. 1. The facade of the building that houses Bocci’s headquarters in Berlin. 2. An installation of 76 lamps (all the company’s products are named with a number). A blowing technique combines glass with metal mesh. 3. A small meeting room with the 28 Cluster blown glass suspension light. 4. The double-height atrium of the building houses a cascade of 87 models. The elements are made of glass worked like a skein of threads.


WHO’S WHO Omer Arbel si è diplomato in Architettura alla University of Waterloo in Ontario (Canada). Col suo lavoro affronta progetti sia architettonici – col suo Studio OAO – sia di industrial design (è fondatore e anima creativa dell’azienda Bocci). Ma il suo lavoro è anche vicino alla scultura e all’ invenzione.

CREDITI

4 affascinato dai materiali: appena finiti gli studi ho iniziato a produrre cose, oggetti. A un certo punto dovevo partecipare a una mostra, a New York: avevo quattro lavori pronti. Ma quattro per me è un numero sfortunato e ne ho disegnato subito un altro, da realizzare in tre settimane. La mia prima luce è nata così. Ed è ancora nel nostro catalogo». Come è arrivato a Berlino? «Ero qui per un fine settimana, qualche anno fa. Ho conosciuto persone che mi hanno portato a una festa, e ho scoperto questo posto incredibile. Nel giro di poche ore avevo contattato il proprietario e scoperto che l’immobile era libero: l’idea di stabilire qui un pezzo dell’azienda è maturata in un weekend. Sarebbe potuto succedere solo in questa città libera dagli schemi». Lo spazio – di 2.200 mq articolati su sei piani – è stato pulito, sono stati aggiunti solo pochi mobili per renderlo funzionale. Ne è risultato un luogo che sembra decisamente più un museo che uno showroom: le creazioni di Arbel invadono le stanze in modo magico e spettacolare. La spina dorsale dell’edificio è la scala che serve tutti i piani, il cui vuoto centrale è popolato da globi in vetro luminosi appesi a sottili cavi d’acciaio. Una visione di poesia pura, in un pezzo di storia tornato a vivere. FINE

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STORI E .

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La casa dell’Arte Nel cuore della CHAMPAGNE , la Maison Perrier-Jouët ha trasformato la dimora di famiglia degli antichi proprietari in un museo da vivere. di RUBEN MODIGLIANI

V The house of art

In the heart of the CHAMPAGNE region, Maison PerrierJouët has transformed the family home of the ancient owners into a very special museum.

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pernay, cittadina da 25mila abitanti nella Champagne, è una destinazione che merita di essere scoperta. Circondata da vigne a perdita d’occhio, racconta la storia del vino che dalla regione prende il nome. Percorrere l’avenue de Champagne, con la sequenza di piccole regge che i vignerons vollero costruirsi nell’Ottocento per magnificare i loro prodotti e raccontarli in una cornice che fosse alla loro altezza (oggi si chiamerebbe marketing), è come leggere un libro di storia. A un certo punto del viale si fronteggiano due edifici: uno è la sede della Maison Perrier-Jouët, l’altro è una elegante palazzina Direttorio che della famiglia Perrier-Jouët fu per anni la casa. Oggi, restaurata dopo anni in cui era stata anche sede di uffici e ribattezzata Maison Belle Epoque, è un luogo espositivo dove l’A rt Nouveau francese si confronta con esperimenti di design contemporaneo. E dove i clienti di riguardo e gli amici della Maison vengono ospitati nel corso delle loro visite. Una casa-museo, ma anche una casa vera. L’origine della raccolta di mobili d’epoca, più di 200 pezzi di qualità eccezionale, è una storia in sé: nel 1964 vengono ritrovate nei 10 km di gallerie che compongo- 

Pezzi di storia. 1. Lost Time, installazione dello studio Glithero nelle cantine sotto la Maison Belle Epoque. 2. La sala del biliardo della Maison, con una tela primi ’900. 3. Un bronzo di Auguste Rodin donato nel 1911 al titolare dai dipendenti PerrierJouët per i cento anni della casa.

Pieces of history. 1. Lost Time, installation by studio Glithero in the cellars of Maison Belle Epoque. 2. Billiard room, with a canvas from the early 1900s. 3. Bronze by Auguste Rodin donated in 1911 to the owner by Perrier-Jouët employees for the Maison’s centenary.

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Un mondo straordinario. 1. Una delle sale al piano terra, affacciata sul giardino. Il tavolino Libellules e il mobile sono firmati Émile Gallé. 2. Una delle suite per gli ospiti. Il letto è di Hector Guimard, l’artefice delle stazioni métro di Parigi. 3. Bottiglie della cuvée Belle Epoque di Perrier-Jouët con l’anemone disegnato da Gallé. 4. La Maison Belle Epoque vista dal giardino.

An extraordinary world. 1. One of the ground floor’s rooms, overlooking the garden. Libellules coffee table and piece of furniture by Émile Gallé. 2. One of the guest suites. Bed by Hector Guimard, who designed Paris métro stations. 3. Bottles of the Belle Epoque cuvée by Perrier-Jouët with the anemone décor by Gallé. 4. Maison Belle Epoque seen from the garden.

no le cantine (e che uniscono, sottoterra, i due edifici) alcune bottiglie disegnate nel 1902 da Émile Gallé, una delle stelle dell’A rt Nouveau. Era un progetto accantonato: ai primi del secolo erano troppo costose da realizzare, ma quelle difficoltà erano state superate. La bottiglia viene messa in produzione e ha un immenso successo. Nasce l’idea di collezionare mobili e oggetti a lei coevi. Molti firmati proprio da Gallé. In anni più recenti, poi, iniziano collaborazioni con designer contemporanei: lo studio Glithero, Bethan Laura Wood, Mischer’Traxler... «I criteri con cui li scegliamo sono il loro legame ai quattro principi fondanti dell’A rt Nouveau: la volontà di creare una “bellezza quotidiana” con oggetti d’uso; esprimere un legame con la natura; esaltare il lavoro artigianale; perseguire un’idea di arte totale, che è valida oggi come allora», spiega Axelle de Buffévent, Style Director di Perrier-Jouët. La Maison Belle Epoque e la sua collezione sono due volti di un progetto di dialogo con la storia. Intelligente: perché la tradizione è anche qualcosa che si costruisce nel presente, guardando il passato, e pensando al futuro. FINE

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STORI E .

Il lusso semplice Nella collezione di Robertaebasta ecco una credenza dalla ricercata essenzialità ornamentale. La pensò e la realizzò ANDRÉ ARBUS , uno dei protagonisti del design d’ interni francese negli anni ’40. di FR ANCESCA VINCI

Neoclassical elegance. Sideboard made of céladon green lacquer, with gilded bronze mask by sculptor Vadim Androusov, 1942. Robertaebasta.

Eleganza neoclassica. Credenza di ispirazione neoclassica, lacca verde con maschera in bronzo dorato dello scultore Vadim Androusov, 1942. Da Robertaebasta.

V Simple luxury

From Robertaebasta’s collection, sideboard with a refined ornamental essentiality. Designed by ANDRÉ ARBUS , a protagonist of the French Haute Décoration from the ’30s to the ’50s.

CONTRASTO

WHO’S WHO Nato a Tolosa, André Arbus (1903-1969) si trasferì a Parigi nel ’32 lavorando come apprezzato decoratore e creatore di mobili. Fautore di un’alleanza tra arte e arti decorative si avvalse dell’opera di vari artisti.

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ra il 1942, la guerra più cruenta che mai, Parigi occupata, l’altra Francia in ginocchio, il sadico totalitarismo nazista spadroneggiava. Ma c’erano “interstizi” in cui albergava ancora l’amore del Bello inteso quasi come una forma di lotta. In uno di tali interstizi viveva e creava André Léon Arbus, valente ebanista e decoratore (poi anche interior designer navale e scultore). Cocciutamente insisteva a dar vita ad arredi d’atmosfera, di lusso e d’alta decorazione, apparentemente incongrui rispetto alla crudezza dei tempi. Ma era, il suo, un lusso intimo sorvegliato, con echi della mossa linearità settecentesca, equilibrato da un gusto sicuro, sapiente nel dosare gli ingredienti – legni, metalli, colori – e le sottolineature ornamentali, incline a integrare l’arte nella struttura. Di ciò è espressione questa credenza, attuale oggi come allora, elegante rappresentazione di una convinzione di Arbus: la Bellezza sta nel tentativo di trasmettere ai mobili una dimensione spirituale. FINE

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ENGLISH TEXTS. THIS MONTH AD VISITS A VILLA OUTSIDE MILAN FULL OF ART AND DESIGN, A HOME IN LONDON THAT THRIVES ON CLASSIC-MODERN TASTE, A CHÂTEAU IN THE HEART OF FRANCE WHERE MEMORIES OF BAROQUE GRANDEUR BLEND WITH THE CHARM OF BYGONE DAYS, AND A RESIDENCE IN THE LOMBARD COUNTRYSIDE IN WHICH LIGHTS UNDERSCORE THE ARRANGEMENT OF THE SPACES. AND THEN, IN PARIS, A STRIKING APARTMENT AND A HOTEL THAT PAYS HOMAGE TO THE ELEGANCE AND CREATIVITY OF THE VILLE LUMIÈRE.

p.58 Past, future AT THE GATES OF MILAN, THE MAIN FLOOR OF A HOUSE DATING BACK TO THE 1400S BECOMES A SHOWCASE FOR ART AND DESIGN. words NICOLETTA DEL BUONO – photos MATTIA AQUILA Just outside Milan, in a former agricultural zone, stands a 15th-century villa that has conserved much of its historical charm. On the piano nobile, Cinzia Boffo Dal Pozzo with the team of the Gionata Dal Pozzo studio has designed an apartment for a young couple with teenage children, mixing architecture, design and art. «It was no simple task to find the key with which to interpret a place with strong overtones of bygone days», she says. «Heritage listing meant conserving the atmosphere, but we also had to fit it into a home that meets contemporary needs. Every solution is the result of this stimulating challenge of balance, establishing a precise, creative identity for the house». Patient study of the colors suggested keeping the original blue dominant, often reinforced by the furnishings, with a particular focus on composition, opening spaces and tailoring them anew, though without altering the volumes with their high ceilings. New casements and wood f loors have been inserted, along with the creation of bathrooms and service spaces. The layout is logical and legible, gravitating around the kitchen as the nerve center of family life, and then flowing from room to room, through a sequence of functional zones. The master bedroom is a focal point, a true pièce de résistance 132

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with its trompe-l’oeil frescos. It sums up the interior design approach. «At first the owners wanted to reinforce the historical atmosphere with antique furnishings», says Cinzia Boffo Dal Pozzo, «but the layering of history over history weakened the expressive impact. So we went with an opposite solution, working with the contrast of a very contemporary decor». Design becomes the leitmotif, combining classics like the Rose armchair by Masanori Umeda or the Standard seat by Francesco Binfaré, both from Edra, with a range of intriguing pieces by Draga & Aurel for Baxter, Emanuele Missaglia for Porada, Maxalto and Paola Lenti. Art is also a protagonist, especially in its contemporary expressions in painting and sculpture. As the project progressed the clients explored this aspect, selecting items that add force and personality to the interiors, thanks to their colors and their striking forms. The overall result is quite convincing. The house is alive, the relationship between past and present is dynamic, and the encounter between the villa’s historical identity and the needs of the people who now live inside it has been successfully resolved. With exceptional discretion.

p.68 Golden age IN PARIS, THE FORMER HEADQUARTERS OF A GREAT COUTURIER BECOMES AN APARTMENT THAT IS AN ODE TO THE STYLE OF THE VILLE LUMIÈRE: MARBLE, GILDING, PURE HAUSSMANN SPIRIT. words RUBEN MODIGLIANI – photos FR ANCIS AMIAND Triangle d’Or, Paris. A zone bordered by three avenues: Montaigne, Champs-Élysées and Georges-V. A handful of acres of dizzying value, full of luxury hotels and restaurants, boutiques, embassies. As well as extraordinary homes, like the apartment shown here. «This was the atelier of a leading French couturier,


with a photography studio. It had been stripped of all domestic remnants. We have restored the historical elements, like the stuccowork on the walls and ceilings. Contemporary touches now transform it into a modern place to live. A sort of refuge for a family, to celebrate the joie de vivre in one of the world’s most beautiful cities». This is how Joseph Karam, an architect of Lebanese origin with offices in Paris and Monte Carlo, describes this project of interior design. The clients wanted not just a pied-à-terre but also a place to gather with their children who live elsewhere. So they chose a spacious, luminous flat (about 500 m2). Karam was granted total freedom to rethink the structure in a rational way for sociable gatherings: convivial spaces include a TV room and bar, and a dining room w ith mirror-paneled doors and gilded stuccowork. The master bedroom is a large suite with its own dressing room and bath; then there are five more bedrooms, all with bathrooms. The interiors put the accent on Parisian style, an aesthetic code that interacts with modern and contemporary touches in a mixture of references and contrasts. Like the nimble balance between a Roman bust and the Fallen Tree bench by Benjamin Graindorge, from the gallery Ymer & Malta. Furnishings reflect French crafts know-how, including many cabinets and carpets custom designed by Karam, as well as pieces by Hervé Van der Straeten, Christian Liaigre, Hubert Le Gall. Lalique crystal abounds in the master suite, with a big Champs-Élysées chandelier, two bas-reliefs and even the faucets in the bathroom. Materials and colors include sycamore for the washstand cabinet, also in the master bath, natural leather for the wall behind the bed, and orange silk for the curtains. Along with marble for floors and a precious fireplace, bronze and rock crystal for the lamps, ebony, gold leaf and restored vintage glass.

p.76 City lights

Five bedrooms, each with an auxiliary bed (plus the master bedroom), and six bathrooms, inside «a modern home that fits into the classic style of Chelsea», Pellizzoni continues. «I have chosen very pale hues, from pearl gray to white, with touches of blue». As in the case of the large sofa in the living area, in contrast with two custom chairs covered in sparkling Missoni fabric. Or one of the children’s bedrooms, featuring Phillip Jeffries wallpaper. The open kitchen is the most “contemporary” space, with an industrial look that includes large stone tiles for the floor, a ceiling in blanched wood, granite surfaces and Porada stools. «We merged four existing rooms to make this large open space. The console on the central island can extend to accommodate 10 guests, while 10 more can eat in the dining room», the interior designer explains. Family heirlooms like a rattan bed are joined by new items, mostly custom made by an English artisan, along with a display cabinet by Lema and a Tom Faulkner coffee table in the living room. Fabrics from Ralph Lauren, de Le Cuona and Missoni bring new life to upholstered pieces. The master bedroom is a refuge with a vaguely African atmosphere, in warm tones of brown and cowhide. «The en suite bathroom is a crafted gem, featuring Italian tiles, resin and stones in a complicated floral design», Pellizzoni says. The children’s rooms, on the same level, have a “masculine” color scheme and decor. In the L-shaped garden behind the house, the designer has restored an existing tree house, ideally dividing the green area into two zones, one for the kids and one for the adults, with a barbeque area. «The private garden is a true luxury», Pellizzoni adds. To make the interiors of the house as luminous as possible – the owners had always longed for a home full of light - there are chrome details everywhere, as well as custom lighting design (using lamps by Terzani and Charles Edwards) and special glass panels for the doors.

p.88 Cycles of rebirth

A RESIDENCE FROM THE EARLY 1900S IN CHELSEA GAINS ENHANCED SPACIOUSNESS AND LUMINOSITY.

AT THE TIME OF LOUIS XIV, THE KING’S CHIEF ARCHITECT MADE IT INTO A DREAM PALACE. TODAY, AFTER A PERIOD OF NEGLECT, IT IS READY FOR A GLORIOUS REBIRTH.

words ELENA DALLORSO – photos GIANNI FR ANCHELLUCCI

words MARIO GEROSA – photos MASSIMO LISTRI

Since 1914 this large London townhouse with its stone facade has always housed families, the latest of which are the present owners. Located on the northern part of King’s Road, it was designed by the architects Elms and Jupp. «The facade is heritage listed», says designer Maurizio Pellizzoni, in charge of the threeyear restoration, «but we were able to radically alter the inner layout, even digging a basement for a home cinema, a cloakroom and a fitness room».

Château de Dampierre is full of echoes of the glorious French past, portrayed in statues and frescos. The key date in this story is 1675, with the Baroque era in full swing. Jules Hardouin-Mansart, nephew of François Mansart, one of the greatest architects of all time, inventor of the mansard, was called in to give the residence a modern tone, reflecting current tastes. The first nucleus of the structure dated back to the 13th century, when it was one of the most prestigious residences in the zone of Damp- 

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ENGLISH TEXTS.

ierre-en-Yvelines, and in all of Île-de-France. Though severely damaged by fire, the castle was repeatedly rebuilt and renovated. In the 16th century it was owned by Jean Duval, treasurer of Francis I, who added annexes, turrets, new pavilions. Which brings us back to 1675, a few years before the construction of Versailles, when Jules Hardouin-Mansart developed a complex project, expanding and raising the main volume: the residence took on an elegant air, a silhouette that could rival the nearby glory of Versailles. The best decorators were summoned for the interiors, including Bernard Toro, one of the greatest cabinetmakers of the time of Louis XIV, who did the paneling in the dining room, and the sculptor David Bertrand, who in 1688 made fireplaces decorated in stucco, referencing the Italian Renaissance. Further renovation in the 1700s brought an orangerie and an external staircase spanning the moat. In 1839 the duke Honoré Théodoric d’Albert de Luynes, an archaeologist, asked the architect Félix Duban to carry out yet another phase of modernization. On this occasion Ingres was commissioned to make two large paintings: L’Age d’Or and L’Age de Fer. The first was done in 1848 and left unfinished, while the other was merely sketched. Finally, from 1844 to 1855 Henri Duponchel and Pierre-Charles Simart made a reproduction of the chryselephantine statue sculpted by Phidias for the Parthenon. Today Château de Dampierre enters a new phase. The present owner has called on Pierre Peyrolle, artist, collector and expert on the Baroque, to renovate the interiors. About twenty rooms will be involved, as well as the restoration of the garden originally designed by André Le Nôtre.

p.100 Ask the dust THE ROOMS OF A DÉPENDANCE OF THE CASTLE, SUSPENDED IN IMMOBILITY, CONVEY THE IMPRESSION OF A FASCINATING THEATER INHABITED BY PHANTOM PRESENCES. words MARIO GEROSA – photos MASSIMO LISTRI Even now, filled with rubble and empty vitrines waiting to be filled with museum-grade wonders, these rooms have an undeniable charm of days gone by, a romantic atmosphere of dust and ruin. But that is truly a passing fancy, given the fact that the spaces of this annex of Château de Dampierre will be returned to their original splendor, though narrating a completely new story, reinvented by the flair and fantasy of Pierre Peyrolle, an outstand134

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THE LAVISH RECEPTION ROOM CONTRASTS WITH THE RIGOR OF SPACES BASED ON A VERY ESSENTIAL IDEA OF DECOR .

ing artist and peerless decorator with a taste for the Baroque. The owner of this part of the Dampierre complex is the same one who bought another mansion in the French countryside some years ago, where Peyrolle has reinvented the spaces in his inimitable style (see AD Style no. 4, November 2018). Now Peyrolle has been called in to apply his talents to Dampierre. At the moment all the rooms are in poor condition, but this was once a house of wonders. «From the late 1700s to the early 1800s the dukes who lived in the castle displayed over a thousand minerals here, hundreds of taxidermied birds, bronzes, pottery, prehistoric weapons, mummies. Almost nothing remains in those neglected rooms», Peyrolle explains. «The new owner will bring part of the collections housed in the other castle, but before thinking about the displays we have to begin the restoration, which will take a long time». Today it is hard to imagine the new face of these rooms after the transformation Peyrolle already has in mind, which will be very theatrical and erudite. Crossing the abandoned rooms feels like being in a ghostly edifice, inevitably ruled by time and dust. «For the restoration, I want to draw inspiration from the Grand Siècle», Peyrolle continues, whose art will be in the spotlight in September in Rome, at Galleria Benucci, in a solo show of about 20 pieces. «I would like to pay homage to French taste, with a Baroque spirit. Every room will have its own story. There will definitely be a big picture gallery, a cabinet for ivory, another for silver». The main idea remains that of the Wunderkammer, right in tune with the poetics of Peyrolle. «We plan to create a large cabinet de curiosités, a Kunstkammer». The new actors in on this theatrical stage, lost in the mist of passing time, will be hundreds of precious, extraordinary objects.


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Harmonies of light and shadow

The spirit of the place

CLASSICAL MEMORIES AND CONTEMPORARY ATMOSPHERES TASTEFULLY JOIN FORCES IN A 19TH-CENTURY VILLA IN THE LOMBARD COUNTRYSIDE. AN ELEGANT, DELICATE PROJECT.

IN THE 8TH ARRONDISSEMENT BEHIND MAURICE NOVARINA’S BRUTALIST FACADE THE HÔTEL DE BERRI PAYS HOMAGE TO THE GOLDEN AGE OF PARISIAN ARTISTS AND FASHION DESIGNERS.

words ANNA MAZZOTTI – photos MATTIA AQUILA

words ELENA DALLORSO – photos ERIC LAIGNEL

It is no small feat to transform an old house into a place that matches the personal taste and needs of new owners. A new plot line has to be developed, something that feels like a natural transition between past and present. This large villa from the late 1800s has been regenerated by Angelo Brignolli and Antonio Feraboli of Studio Linea, interior designers with impeccable taste capable of triggering interaction between classical memories and contemporary stimuli, often involving games of light and shadow with Japanese overtones. The restyling of the facade has been done discreetly, relying on strategic lighting effects created by Antonio Mazzetti (a photographer/artist who has worked with Studio Linea for years). While the exteriors have simply been freshened up, the interiors have been totally revised to meet the requirements of the clients. The house faces a large park with age-old trees, to the south, so it is flooded with light that plays its variations on pale wood and marble walls and floors. The contrast of dark brown and white flows through the spaces of the ground floor living area and the bedroom zone on the first floor. Limestone floors and ivory wall panels convey a sense of ethereal lightness, emphasized by the large ceiling cornices and the panes of glass and fabric inserted in the wooden doors – a recurring motif of Studio Linea – separating spaces while allowing light to pass. The overall effect is restful, open to the garden, classic and modern, informal and elegant at the same time without decorative excess, but enhanced by paintings from the 1960s and a number of sculptural works. Painstaking attention to detail can be seen everywhere: the fabrics of the cushions on the sofa echo the hues of the painting by Antonio Mazzetti, in contrast with the sober chiaroscuro of floors, walls and furnishings; in the music room, black and white cushions on a Baroque sofa replicate the two-tone theme of the space. In the big kitchen organized around a central island the placemats in the breakfast corner are printed with a decorative design by Mazzetti. From the dining room and living area, split between a cozy corner for relaxation with an armchair and ottoman in leather designed by Studio Linea and a large sofa for watching TV with friends, two staircases lead to the first floor, containing three family bedrooms and two guestrooms, plus a fitness-sauna zone. The master bedroom has pale walls and floors and an essential canopy bed in oak, painted to match the headboard and bench designed by the architects. The bathroom is divided in two by a partition in glass and steel – again, a question of light.

Rue de Berri was the home of the king of Belgium, the princess Mathilde Bonaparte, and Elsa Schiaparelli with her court of artists and intellectuals. Where private residences once stood at numbers 18, 20 and 22, the architect and urbanist Maurice Novarina built a large office building in 1972 with a Brutalist facade 54 meters long. But don’t be fooled: inside there is another world, with which the Dokhan family of French hoteliers pays homage to the history and spirit of the zone, opening the Hôtel de Berri, a Luxury Collection Hotel. «When we bought the building there was nothing, not even the floor, but we wanted to create a memory of the people who lived here, a dreamy Parisian allure», says the owner Stephan Dokhan. Far from the reigning minimalism, Hôtel de Berri is an eclectic blend of art and design (with pieces by Giacometti, Jean-Michel Frank, Madeleine Castaing, Henri Samuel and David Hicks, among many others), along with antiques belonging to the Dokhan family, like the clock in the restaurant that belonged to Stephan’s grandmother, or the large table at the entrance, taken from a country home. There is also a fine collection of statues and busts from the atelier de moulage, the workshop that produces replicas of sculptures of all the museums in France, including the Louvre and Versailles. The bar Le Bizazz, with the sarcophagus of the Nereids as its counter, faces an internal English-style garden of 3000 square meters. The interiors by designer Philippe Renaud are as eccentric as a Surrealist coffer, in the seamless tribute to the great figures of fashion and art, and to the taste of the Dokhan family. The lobby is a triumph of marble and bright colors, referencing the hôtels particuliers of the zone, a sensation that is reinforced by the presence of about 40 period fireplaces. In the 75 rooms (35 of them suites), black & white is banned as boring: lively hues, parchments, Chinese antiques, wrought iron lamps, silk velvets, genuine sketches and paintings depicting the creations of stylists like Jeanne Lanvin, Coco Chanel and – of course - Elsa Schiaparelli, who lived at this address for over 40 years. Along the walls of the Le Schiap restaurant, helmed by the chef Michele Dalla Valle, a grand fresco by the living artist Hippolyte Romain represents Paris in the past. «Everything is invented here», Dokhan says, «but it is not fake. We have recreated something that really did exist: the spirit of the place». THE END ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA

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AD.

INDIRIZZI

DISCOVERIES da pag. 25: ANSUINI, ansuiniaste.com APICIUS, restaurant-apicius.com CAMBI, cambiaste.com CHRISTIE’S, christies.com CONTINI GALLERIA D’ARTE, continiarte.com FINARTE, finarte.it GEMINIANO COZZI VENEZIA 1765, geminianocozzi1765.it PANDOLFINI, pandolfini.it PORRO & C., porroartconsulting.com SIMONE CRESTANI, simonecrestani.com

ICONE DI STILE da pag. 42: ALIVAR, alivar.it CATELLANI & SMITH, catellanismith.com CEA, ceadesign.it CEPPI STYLE, ceppistyle.it ECLISSE, eclisse.it FIR ITALIA, fir-italia.it ISOPLAM, isoplam.it ROBERTO GIOVANNINI, robertogiovannini.com SILVANO GRIFONI, silvanogrifoni.com TRIVENETA PARCHETTI, trivenetaparchetti.it

STYLE a pag. 66, 86, 120: ANGELO CAPPELLINI, angelocappellini.com ARTI&MESTIERI, artiemestieri.it BAXTER, baxter.it COLOMBO STILE, colombostile.com/it

CORNELIO CAPPELLINI, corneliocappellini.com DAYTONA, daytonahome.it DEDAR, dedar.com EDRA, edra.com FORMAE, formaecollection.com GIORGIO COLLECTION, giorgiocollection.it ILLULIAN, illulian.com/it I VASSALLETTI, ivassalletti.it JUMBO COLLECTION, jumbo.it KARTELL, kartell.com LENZI MARBLE ATTITUDE, lenzimarbleattitude.com/it M. MARINOT, myartguides.com MOSAICO+, mosaicopiu.it OFFICINE GULLO, officinegullo.com/it PAOLO CASTELLI, paolocastelli.com PROVASI, provasi.com RICHARD GINORI 1735, richardginori1735.com ROBERTO GIOVANNINI, robertogiovannini.com ROSENTHAL MEETS VERSACE, rosenthal.it SAHRAI, sahrai.com/it SICIS, sicis.com SITAP, sitap.it VISIONNAIRE, visionnaire-home.com/it ZANABONI, zanaboni.it

STORIE da pag. 123: BOCCI, bocci.ca PERRIER-JOUËT, perrier-jouet.com ROBERTAEBASTA, robertaebasta.com

Servizio Abbonamenti Per informazioni, reclami o per qualsiasi necessità, si prega di telefonare al n°02 86 80 80 80 o scrivere un'email a abbonati@condenast.it. Fax n° 02 8688 2869 Subscription rates abroad For subscriptions orders from foreign countries, please visit www.abbonatiqui.it/abroad. For further information please contact our Subscription Service: phone + 39 02 9296 1010 – fax + 39 02 8688 2869 – e-mail abbonati@condenast.it. Prices are in euro and are referred to 1-year subscription. MAGAZINE

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