Little Shadow Tales _ Ita

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Little shadow tales Melkio & Ana FĂŠrias



12 fotografie, 12 disegni e 12 storie. Le foto astratte di Ana Ferias reinterpretate da Melkio in immagini e in racconti, in un esercizio d’immaginazione. Siamo stati tutti bambini. E da bambini, osservando le nuvole in cielo, abbiamo trovato dragoni alati che sputano fuoco, tartarughe lentissime, giganti buoni, zucchero filato a bizzeffe. Insomma, abbiamo immaginato un sacco di cose. Melkio, vedendo le realizzazioni di Ana su Instagram, ha fatto questo, ha immaginato. I piccoli pezzi di plastica posizionati in modo apparentemente casuale hanno preso vita, giochi di ombre diventano una ballerina, San Giorgio che doma il drago etc... ognuno con la propria storia.

Piccole storie di ombre, anche per adulti.





Ballerina La ballerina, muta dalla nascita, non conosceva la bellezza delle parole. La sua vita passava in silenzio, senza virgole nÊ accenti, saltellando oltre la grammatica a ritmo di tutte le lingue. Non conosceva la bellezza delle parole, ma a lei non servivano, perchÊ non serve nessuna voce per parlare con l’anima.





Coraggio Giulio era un disegno pigro e fifone; un insieme tranquillo di linee abbozzate su un quadro di campagna. Sorrideva mentre il pittore stendeva il colore sul paesaggio dietro di lui, cosciente di una pace che, finita l’opera, sarebbe stata eterna. Ma, all’improvviso, le cose cambiarono. Dure pennellate cancellarono i monti, al loro posto tinte scure e sfumature senza forma. Giulio, che era cresciuto dormicchiando sul verde del prato, si ritrovò solo in un fondo bianco, freddo, vicino ad un toro nero rovente di rabbia. Così finì in questo quadro chiamato “Coraggio”, nato sulla bozza cancellata di un quadro senza nome. Costretto ad adattarsi, a dimenticare la campagna dove era nato, entrò nella sua nuova parte e con un agile balzo saltò in sella al toro per domarlo. Giulio, in quel quadro nobile dalle forme coraggiose, aveva uno sguardo fiero corretto a matita con dentro, però, ancora tanto sonno e tanta paura.





Coscienza - ti guardo e, non so perchÊ, qualcosa mi dice che non devo fuggire. Qualcosa dentro di me me lo suggerisce, qualcosa che mi conosce da sempre, amico sconosciuto che con attenzione ha appuntato tutte le mie scelte. E’ la coscienza, ricca della consapevolezza dell’esperienza, che suggerisce e non posso fare a meno di ascoltare.





Destino - ti guardo e, non so perchÊ, qualcosa mi dice che non devo lasciarti fuggire. Qualcosa dentro di me, qualcosa che mi conosce da sempre, scrittore silenzioso che con attenzione ha appuntato tutte le mie scelte. E’ il destino, pieno della luce del tempo, che suggerisce e non posso fare a meno di ascoltare.





Il tenore e il pipistrello (1) Antonio era un tenore ed ogni notte usciva di casa vestito elegante. Camminava fino a che le luci della cittĂ diventavano buio di bosco e giunto in riva al fiume, dedicava un canto alla natura, amica generosa a cui doveva la voce. Ogni notte, mentre intonava splendide arie, un pipistrello dalle grandi ali si avvicinava, si fermava e lo ascoltava. Entrambi vestiti di nero, ognuno faceva la sua parte: uno voce, l’altro orecchio. Opposti, entrambi necessari, perchè il suono diventi musica.





Il tenore e il pipistrello (2) Dopo il canto nel bosco, Antonio ritornava in cittĂ sempre piĂš dubbioso. Forse non era solare come credeva, forse, data la compagnia che attirava, in lui, sotto una maschera di luce, si celavano le tenebre. Ma Antonia andava via sempre troppo presto e non sapeva che, grazie al suo canto, ogni sera, quel pipistrello si trasformava in una dolce fanciulla.





Libro Aveva comprato un libro da una bancarella per strada. “La storia del Marinaio silenzioso”, così si chiamava. Il protagonista era dolce e solitario, pieno di attenzioni verso gli altri ma un po’ sfortunato, proprio come lei. Per questo lo sentiva vicino, molto vicino… tanto che le sembrava quasi di avvertire il suo respiro. Lei non sapeva che lui stava vivendo nella sua lettura e insieme, pagina dopo pagina, scoprirono il finale che la storia aveva loro riservato.





Il Mago Il mago in mezzo al tempo non invecchiava. Rimaneva fermo Mentre i giorni gli giravano attorno In un grande girotondo.

Quella del fazzoletto che vola e quella del sasso che diventa cioccolato. Quella dell’ape che trasforma in fiore tutto ciò che tocca, e quella del raggio di sole che finiva in un barattolo di marmellata.

Senza etá, stava seduto un po’ distante, a guardare le stagioni passare, le persone crescere e poi arrivare da lui, giusto un attimo, il tempo di una magia e subito dopo ripartire fino a sparire in fondo alla via.

Una magia semplice sempre efficace che alla gente sulle rotaie del tempo faceva rimanere a bocca aperta.

Il mago aveva una lunga barba bianca custode di tutte le storie raccolte in ogni incrocio. Così la punta, la parte più saggia, dalla memoria più antica nascondeva il segreto di tutti gli incantesimi.

Così la punta della barba di colore bianco un po’ più bianco sapeva che il segreto di tutte quelle magie era neI desiderio di tutti di riuscirsi ancora a stupire





Pensieri Mille pensieri si affollavano nella sua testa: problemi, prospettive, scelte, domande. Uno sguardo concentrato scrutava dentro di sÊ, alla ricerca del bandolo della matassa, ma i pensieri erano troppi, ingarbugliati e annodati fra loro. Stretti, stipati e senz’aria i ragionamenti soffrivano incastrati in quella testa cosÏ piccola per loro. Allora si aggrapparono alle radici dei capelli, arrampicandosi su per la cute e, giunti sulla cima delle punte, scoprirono il vento. Finalmente liberi, respirarono profondamente. Crebbero come rami, senza mai abbandonarlo, un’ombra ragionata che copriva i suoi passi.





Pesce Un pesce che nuota libero ma nuota sempre e solo vicino alla sua casa; a quel pesce dentro un’acquario gli mancherà davvero il mare?





Robot Paolo il robot, fatto di ferro e logica, da oltre vent’anni era al servizio delle persone, che attraverso i suoi occhi matematici, vedeva come creature misteriose da comportamenti illogici. Equazioni con troppe variabili in ingranaggi liquidi da prospettive impossibili. Negli gli anni imparò a conoscerle ma rinunciò a capirle e abbandonate le domande, si concentrò solamente sul lavoro. Ma pochi giorni fa all’improvviso colse un fiore senza sapere il perché.





San Giorgio Un oracolo gli disse che sarebbe rimasto per sempre impresso nella storia se fosse riuscito ad uccidere un drago. Allora Giorgio passò la vita alla sua ricerca, attraversò tutti i boschi e le foreste, ma non trovò mai nulla. Il tempo passava, lui invecchiava e del drago nessuna traccia. Ormai anziano divenne lo zimbello della contea: “Giorgio il pazzo” quello che crede ai draghi, che non parla d’altro. Poi morì. Fu un grande dispiacere per tutti. Tutti lo conoscevano e tutti, in fondo, gli volevano bene. Per il suo funerale un pittore dipinse il suo desiderio, e sulla tela, Giorgio finalmente lottava contro quel drago che aveva cercato per tutta la vita. Nei secoli successivi quel quadro divenne famoso e lui, come predetto, rimase per sempre impresso nella storia.




12 fotografie, 12 disegni e 12 storie. melkio.com cargocollective.com/anaferias


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