TH Magazine 8

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QUADRIMESTRALE QUADRIMESTRALE -- ANNO ANNO III III -- n. n. 88 -- dicembre dicembre 2009 2009

08 INVERNO 2009

Focus La Thiene del futuro? Ecologica, efficiente, evoluta

Territorio Le fontane di Thiene

Appuntamenti A passo di danza




Editoriale

Passano gli anni, ma una cosa rimane intatta nel tempo: lo spirito del Natale. Che vuol dire voglia di stare insieme, di abbracciarsi, ritrovarsi, raccontarsi. Cantare, ridere, mangiare, bere. Con parsimonia, però! Natale vuol dire fare l’albero, ripercorrere tradizioni familiari, o inventarne di nuove per le generazioni future. Natale vuol dire spolverare statuine, e aggiungerne al presepio di nuove, magari fatte con le nostre mani. Il bacino creativo della nostra comunità è, d’altronde, fertile: lo abbiamo capito durante il primo “Nodo Expo” di inizio novembre. Natale vuol dire anche regalarsi il lusso di stare in casa, a coccolarsi con un buon libro, un bagno caldo, una tazza di cioccolata in compagnia, o ascoltare buttati sul divano un cd a lungo agognato. Con la neve fuori. Che magari ha gelato, creando mirabolanti acrobazie geometriche con i cristalli di ghiaccio, le tante fontane pubbliche che ornano la nostra città. Natale vuol dire regalare doni immateriali, ma che fanno bene. In questa nuova era ormai post-Copenaghen, ecco allora di moda il presente ecosostenibile (la rete è piena di idee a tal proposito!), o in forma di ‘buono’: abbonamenti per la ricchissima stagione di danza e teatro a cui abbiamo la fortuna di poter assistere a Thiene, per la palestra, il cinema, o lezioni di cucina per diventare come il grande chef Amedeo Sandri! Natale vuol dire anche regalare a chi più ne ha bisogno, come chi è affetto da autismo, il proprio tempo. Tante idee quindi. A voi la scelta. Un augurio caloroso di buone feste e che il vostro anno nuovo sia pieno di sorprese.

Direttore responsabile Paola Meneghini



Sommario EDITORIALE

SPORTIVISSIMO

IN PRIMO PIANO

64 68

FOCUS 08

La Thiene del futuro? Ecologica,

72

76 80

Nuove idee per l’antiquariato Accademia della Parola… e la vita parla!

STORIE DI VITA

Va in scena il mondo degli adolescenti Carta d’identità elettronica, vicino il debutto

82 86

Una cucina per sette provincie

Percorsi dell’arte, percorsi dell’anima Autismo, più informazione per combatterlo

NEWS

La Pedemontana, terra di misteri e leggende

90

TERRITORIO 42 47

Ferrarin, il filo tra il passato ed il futuro di Thiene

Thiene investe sul verde

zoom 26 32 36 58

Quando l’arma non è simbolo di violenza

ANTEPRIMA

Quando creatività e territorio fanno rete

DETTO & FATTO 24

Nel blu dipinto di blu

RITRATTI

efficiente, evoluta

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INVERNO | 2009

a cura delle Associazioni di categoria ASCOM

Le fontane di Thiene I segreti della torre

APPUNTAMENTI 52

A passo di danza

Persone, fatti e cultura dal territorio Comune di Thiene

Pubblicità

Piazza Arturo Ferrarin, 1

Meneghini & Associati srl

36016 Thiene

www.meneghinieassociati.it / baretta@meneghinieassociati.it

Vicenza

Tel. 0444 578 815 / 818 - Cell. 347 2322233

www.comune.thiene.vi.it

Fotografie

Registrazione Tribunale di Vicenza

Archivio Comune di Thiene, Giuseppe Stella, Foto Eurogrotto, Archivio

n. 1157 - 9 novembre 2007

Compagnia La Pulce, Archivio AVS, Valter e Luca Borgo, Archivio Ulss

Direttore responsabile

4 Alto Vicentino, Archivio Edizioni Massimo Vicentini, Piergiorgio Casara,

Paola Meneghini

Archivio Arteven, Archivio Associazione Sportiva Skydive Thiene,

Coordinamento editoriale

Archivio Associazione Dogfight, Archivio Associazione Il Tritone, Gianni

Ufficio Stampa del Comune di Thiene

Zordan, Archivio Vallina Meneghini Derugna, Paolo Barasciutti, Archivio

Rosella Guglielmi, Giovanni Casarotto,

Famiglia Ferrarin, Luciano Torresendi, Luca Sassi, Giancarlo Moro, Mauro

Redazione, impaginazione

Carlo Stella, Nodari, Archivio Cappuccini Thiene, Archivio Istituto

e grafica

Musicale Città di Thiene, ASCOM (mandamento di Thiene)

Meneghini & Associati srl

Traduzioni

www.meneghinieassociati.it

Cecilia Razelli

Fotolito e stampa

Si ringraziano

IGVI srl

Angelo Rossi, Vallina Meneghini Derugna, Andrea Anesini, Natalia

Industrie Grafiche Vicentine

Bandiera, Roberto Mantiero, Comunità dei Frati Cappuccini di Thiene

Via Rovereto, 20 36030 Costabissara (VI)

Un ringraziamento speciale a Giuseppe Stella e Bruno Dalle Carbonare per i contributi fotografici

Partners dell’iniziativa editoriale


In primo piano

In tempo di crisi, essere in grado di formulare “pensieri positivi” è indispensabile: sorregge l’agire dell’uomo in vista di obiettivi concreti possibili da realizzare e lo spinge alla conseguente ricerca di strade percorribili. Viviamo e sperimentiamo ogni giorno nella sfera lavorativa, familiare, sociale e amministrativa la difficile – e drammatica – situazione economica. Parole come “serietà” e “responsabilità” sono d’obbligo. Eppure, accanto alla consapevolezza dei problemi che viviamo e all’impegno per fronteggiarli, è necessario non perdere di vista un aspetto vitale di ogni momento storico in cui si registra una “inversione di marcia”, quello, cioè, che ogni crisi contiene già in sé i germi della crescita che seguirà. Ogni crisi non è mai un evento totalmente negativo. E’ un momento di transizione e può diventare opportunità di maturazione nel caso si riesca ad approdare ad un’identità più ricca. Capita allora di scoprire come le risorse siano insospettatamente più ricche e numerose di quanto si faceva conto. Nel nostro dna storico due componenti si sono rivelate vincenti: creatività e capacità di innovazione. Ed entrambe affondano saldamente le radici nella conoscenza del proprio passato e nell’amore verso le proprie tradizioni. Teniamole dunque in evidenza. Saranno le chiavi di volta per costruire nuove architetture. Per intanto benvengano spazi di riflessione, di ascolto, di comunicazione, di valorizzazione del passato e di inventiva per progettare il futuro. Un futuro che è già qui. Apriamogli dunque le porte con coraggio e fiducia: a tutti un 2010 ricco di idee e speranza !

Maria Rita Busetti




La Thiene L’ANIMA ANTICA del futuro?

DI UNA CITTA’

cologica, fficiente,

voluta

Dopo l’adozione formale del Consiglio Comunale dello scorso 29 settembre ed il conseguente periodo per le osservazioni da parte della cittadinanza, il PAT sta diventando realtà. Ecco le linee guida del Piano con cui l’Amministrazione Comunale determinerà lo sviluppo urbanistico nei prossimi anni.


Focus

Il futuro in tre lettere. PAT. In apparenza tre semplici lettere, che in realtà stanno ad indicare una programmazione di fondamentale importanza per il futuro della nostra città. Questa sigla, infatti, è l’abbreviazione di Piano di Assetto del Territorio: il documento di pianificazione urbanistica che racchiude la prospettive urbanistiche future della città di Thiene. Per progettare la città futura l’Amministrazione Comunale ha ritenuto essenziale confrontarsi con i cittadini e con le categorie portatrici di interessi diffusi per coinvolgere tutti nella definizione di questo fondamentale strumento, ricavandone utili valutazioni, osservazioni, suggerimenti: nel 2008 era stato così realizzato e distribuito a tutte le famiglie il Documento Preliminare contenente le linee guida, al quale sono poi seguiti nella primavera scorsa diversi incontri pubblici con approfondimenti sui temi più importanti. Dopo questo lungo e complesso iter che ne ha portato alla pubblicazione, cui è seguito nelle settimane scorse un periodo per eventuali osservazioni da parte della cittadinanza, Il PAT si avvia a diventare uno strumento concreto a disposizione dell’Amministrazione e di quanti sono coinvolti a vario titolo nella definizione del volto nuovo della nostra città.


ecologica La Thiene delle tre E Come sarà la Thiene di domani? Il PAT prevede uno sviluppo che potremmo efficacemente sintetizzare in tre parole chiave: la nostra città deve orientarsi a divenire sempre più ecologica, efficiente, ed evoluta. Ecologica, cioè portata a ridurre progressivamente le emissioni inquinanti provocate da attività produttive, abitazioni, traffico, con un potenziamento dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e pulite. Inoltre si vuole estendere il verde pubblico, tutelando e valorizzando le aree agricole e ambientali di pregio, mentre le nuove aree di urbanizzazione saranno contenute e progettate per inserirsi armonicamente nel contesto esistente. Efficiente, perché dotata di una moderna rete di infrastrutture, che valorizzi Thiene come centro nevralgico della fascia pedemontana veneta, punto di riferimento cruciale per la “policittà” dell’Alto Vicentino che vedrà Thiene interagire sempre più sinergicamente con Schio e Valdagno. Le attività produttive, i trasporti, i servizi devono potersi sviluppare senza incidere negativamente, ma al contrario portando benefici all’intero territorio, valorizzando opportunamente sia il centro storico, sia le frazioni. Evoluta, ovvero in grado di modernizzare ed arricchire i servizi

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sociali, assistenziali, sportivi e culturali rivolti al cittadino, confermando al tempo stesso la propria vocazione di polo attrattivo anche per il turismo e il commercio. Una Thiene, quindi, che cresca pensando prima di tutto alle esigenze specifiche dei propri abitanti, con l’obiettivo fondamentale di elevarne ulteriormente la qualità della vita. Una città verde Il PAT individua cinque grandi ambiti di programmazione, cinque “sistemi vitali” della nostra città che devono essere sviluppati e portati ad interagire positivamente tra loro: il sistema ambientale; quello delle aree insediative; l’insieme delle zone produttive; il sistema dei servizi; infine, il sistema relazionale e viabilistico. Grande rilievo viene riservato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio ambientale. Il piano infatti prevede innanzitutto di intervenire per preservare il verde esistente, ad esempio impedendo l’avvio di nuove attività di cava, ma anche dando continuità all’agricoltura tipica e tradizionale grazie a incentivi mirati, e applicando il metodo della Valutazione Ambientale Strategica - VAS – per verificare la sostenibilità ambientale delle varie trasformazioni del territorio. Parallelamente agli interventi di “protezione”, sono previsti quelli di “estensione” del


Focus verde: l’intera città deve poter godere di veri e propri “polmoni urbani” grazie alla valorizzazione della rete dei parchi e dei giardini storici, ma anche alla creazione di nuove fasce boscate e alberate che possano mitigare l’impatto sul paesaggio e sull’ambiente comportato dalle aree produttive e dalle grandi infrastrutture. Crescita contenuta e armonica Thiene ha sostanzialmente raggiunto le dimensioni adatte al proprio territorio e alle risorse disponibili. Per questo, la crescita del numero degli abitanti e delle aree produttive va contenuta e opportunamente regolata, ad esempio valutando l’opportunità di intervenire in determinate aree con uno sviluppo delle costruzioni definito in verticale, al fine di ridurre l’estensione della superficie edificata. Il Piano prevede al contempo di intervenire per migliorare l’efficienza e la vivibilità di tutte le aree urbane già esistenti, dal centro storico alle frazioni. Il cuore della città è votato a divenire un vero e proprio “salotto all’aperto”: un obiettivo raggiungibile attraverso il recupero del patrimonio edilizio (ad esempio mediante l’adozione di un “Piano del colore” e l’estensione delle isole pedonali ed ambientali), la rivitalizzazione del “centro commerciale all’aperto” garantito dalla rete dei negozi di vicinato, la soluzione dei problemi legati alla viabilità e alla sosta. Un insieme di interventi finalizzati dunque a preservare l’anima storica della città, non come una semplice eredità del passato, ma come effettiva risorsa per il presente che i thienesi possano vivere al meglio ogni giorno. Nella stessa direzione vanno le linee guida definite per le località decentrate, come Lampertico, Santo e Rozzampia: ogni frazione dovrà avere la sua “piazza”, il proprio punto di ritrovo e di riferimento per la vita sociale, trovando un’adeguata soluzione che la liberi il più possibile dal traffico di attraversamento, deviato al di fuori dei centri abitati grazie al nuovo sistema viario di scorrimento. Il polo produttivo L’area industriale che si è sviluppata a sudovest, nelle vicinanze del casello autostradale, costituisce oggi un polo produttivo efficiente, dotato di valide infrastrutture. Questa zona dispone di spazi non ancora utilizzati che si prestano dunque ad ospitare altre attività, a cominciare da quelle tuttora operanti

in alcune aree residenziali che verranno progressivamente trasferite nel quadrante industriale, come già avvenuto per diverse altre. Per quanto riguarda il commercio e gli uffici, si intende incentivare l’apertura di nuove attività di piccole e medie dimensioni, diversificate tra loro, a servizio sia del centro sia delle varie frazioni; le eventuali nuove grandi strutture di vendita, invece, dovranno essere concentrate lungo le vie di scorrimento principali, e comunque la loro realizzazione sarà subordinata ad un’attenta valutazione dell’impatto sia viabilistico-ambientale, sia sul tessuto commerciale esistente. Le attività tipiche e tradizionali saranno oggetto di specifici progetti di promozione: oltre agli incentivi mirati dedicati all’agricoltura, si prevede la realizzazione di un moderno centro fieristico e promozionale, da costruire in aree già destinate a servizi dal PRG vigente o in zone che si prestino alla riconversione. Infine, per potenziare la vocazione turistica e culturale di Thiene, si intende favorire la realizzazione di nuove strutture recettive ed alberghiere, in particolare nella zona della circonvallazione ovest, mentre un progetto di revisione complessiva del sistema di indicazioni favorirà un rapido e corretto orientamento dei visitatori. Servizi “a misura di cittadino” Per quanto riguarda il sistema dei servizi, la scommessa è ambiziosa ed impegnativa: il Piano prevede infatti di elevare l’offerta nel suo complesso, garantendo un ulteriore salto di qualità nel tenore di vita dei thienesi. Nuove opportunità, strutture moderne, efficienza garantita dalla sanità alla cultura, dallo sport ai trasporti: ecco la Thiene che si vuole realizzare. Per quanto riguarda l’istruzione, si punta alla razionalizzazione delle strutture esistenti, tenendo conto del nuovo polo liceale in costruzione da parte della Provincia: un progetto che rientra in un più ampio ripensamento del “polo scolastico” thienese, con una migliore distribuzione delle risorse che renda possibile l’implementazione dei servizi offerti, ad esempio con la realizzazione di una mensa per gli studenti. E un’importanza maggiore si vuole conferire anche alle parrocchie e ai patronati: una fondamentale rete di riferimento sociale, soprattutto per la formazione dei giovani e l’aiuto agli anziani, che il Piano prevede di sostenere concretamente.

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Grande attenzione viene del resto rivolta al settore dei servizi sociali nel suo insieme, e in particolare proprio all’assistenza delle persone anziane. Le aree e gli edifici dell’ospedale Boldrini, una volta che entrerà in funzione il nuovo Ospedale Unico di Santorso voluto dalla Regione, potranno essere riconvertite ad altri utilizzi nell’ambito dell’assistenza medica e sanitaria. Viabilità completa e sicura Il Piano Urbano del Traffico (PUT) rappresenta lo studio di riferimento per migliorare la viabilità nel suo complesso, rendendola più efficiente, rapida e sicura, con un occhio di riguardo particolare per gli “utenti deboli” della strada (pedoni e ciclisti). Alcuni importanti progetti sono destinati a modificare l’assetto viario non solo di Thiene, ma dell’intera area sovracomunale: si pensi alla circonvallazione Est, al collegamento fino al casello autostradale della Nuova Gasparona, e alla circonvallazione ovest, con la bretella da via del Costo alla variante SS 349 per Schio.

L’obiettivo principale di questo insieme di interventi è quello di eliminare il traffico di attraversamento dai centri abitati, che potranno così divenire isole urbane più sicure e piacevoli per spostarsi a piedi o in bici, come testimonia anche il progetto “A spasso per Thiene”, che prevede appunto il completamento di una vasta rete ciclopedonale. Un altro nodo importante da sciogliere per garantire la piena accessibilità del centro storico è rappresentato della possibilità di sosta: per questo il Piano prevede un nuovo parcheggio multipiano da realizzare presso l’ex scalo merci con tecniche di bioarchitettura. Il potenziamento del trasporto pubblico sarà effettuato anche attraverso la creazione di un centro di interscambio tra ferrovia, stazione delle autocorriere e parcheggio per le auto, mentre un progetto specifico riguarderà l’aeroporto, che si intende ampliare e valorizzare con finalità turistiche, sportive ed eliportuali. Il futuro di Thiene prende il volo…

evoluta

logica The Thiene of the future?

Green, efficient, evolved

What will the Thiene of tomorrow look like? The Territorial Organisation Plan (PAT), which was recently approved, foresees a type of development that can be summarised in three key words: our city needs to gear itself towards becoming increasingly green, efficient and evolved. Green, in the sense of progressively reducing the polluting emissions created by industry, houses and traffic, particularly through the use of clean, renewable energy sources. The aim is also to increase the number of green public spaces, protecting and improving valuable agricultural and ecological areas, while ensuring that new urban areas are contained and designed to blend harmoniously into the existing context. Efficient, in the sense that it will benefit from a modern infrastructure network that casts Thiene as the neuralgic centre of

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Veneto’s Pedemontana area: the crucial point of reference for the Alto Vicentino’s “poli-city”, which will see Thiene interact more and more closely with Schio and Valdagno. Industry, transport and services need to be able to grow not by producing negative effects, but rather by creating benefits for the entire territory, both the inner city and the greater province. Evolved, in the sense of being able to modernise and enrich social, emergency, sporting and cultural services for its citizens, while simultaneously confirming its role as a magnet for tourism and commerce. A Thiene that is thus able to grow by responding, first and foremost, to the specific needs of its inhabitants, with the fundamental objective of further improving their quality of life.


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Focus


NODOEXPOTHIENE: L’ANIMA QUANDO ANTICA CREATIVITÀ

DI UNA CITTA’

E TERRITORIO FANNO RETE

concetti quali territorio, creatività, innovazione sono stati al centro di un importante evento che vuole accompagnare il cambiamento economico in atto, supportando l’imprenditoria locale e i giovani nelle sfide future.

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Focus Michael Porter, professore di Marketing Strategico ad Harvard, parlando ai suoi studenti di esempi di territorio vincenti per produttività e qualità citò, tra gli altri, la Pedemontana vicentina. Facile capire perché: la nostra area geografica possiede location, risorse, strategie e competitività delle aziende. Thiene condivide tutto ciò con il resto della Pedemontana vicentina e l’area della Marca Trevigiana, due territori così simili ed interconnessi da risultare difficile scorgerne la fine o l’inizio. A questa realtà fa da sfondo un paesaggio straordinario, ricco di circa 450.000 imprese unite idealmente in un’unica grande metropoli “diffusa”. Le Amministrazioni Comunali di Thiene, Treviso e Vittorio Veneto, città capofila di quest’area, hanno sottoscritto un anno fa un accordo di programma, per valorizzare il grande potenziale produttivo della aziende del territorio e la creatività dei suoi giovani. Il progetto “Il Nodo”, già annunciato dalle pagine di Th, sviluppatosi grazie alla collaborazione tra l’associazione “NodoFermenti del Contemporaneo”, di cui è fautore Nazzareno Leonardi, e il Comune di Thiene, è entrato nel vivo dal 30 ottobre al 7 novembre, quando è andato in scena nella nostra città il primo “Nodo Expò Thiene”: per un’intera settimana la creatività delle imprese più innovative della Pedemontana veneta ha incontrato quella dei giovani e lo ha fatto declinandosi attraverso mostre, laboratori, incontri, convegni, concerti, workshop. Alla base della manifestazione, la volontà creare un’occasione importante per condividere le idee e confrontarsi. Per far sì che i giovani trovino nel tessuto sociale della nostra comunità uno stimolo a rimanere, a fare, a innovare. Luogo d’incontro principale della settimana di eventi è stato lo storico lanificio Ferrarin, scelto come location emblematica della volontà di cambiamento. Tre i convegni cardine che si sono snodati lungo l’arco della settimana e che hanno visto la partecipazione di importanti relatori sui temi del rapporto tra le aziende industrializzate,

creative e internazionalizzate e i giovani, sui nuovi scenari che si aprono con la costruzione della superstrada pedemontana veneta che unirà il vicentino e il trevigiano, sulle innovazioni legate ai nuovi media e alla e-democracy e sui collegamenti tra prodotto, design e concept. L’evento di inaugurazione, venerdi 30 ottobre, è stato il convegno: “Un progetto per l’area Pedemontana Veneta, tra aziende territorio e innovazione: un faro sul Veneto dell’eccellenza”, dove l’attenzione è stata focalizzata sui nuovi scenari che si apriranno con le infrastrutture viabilistiche programmate per il futuro, ri-collocando l’area thienese all’interno delle dinamiche di sviluppo del Veneto. La serata, che ha visto la partecipazione dei sindaci dei tre Comuni interessati, è stata caratterizzata dagli interventi dell’economista Giuseppe Bortolussi della Cgia (Confederazione Generale Italiana Artigianato) di Mestre e Massimo Colomban, fondatore di Peermastelisa, azienda di costruzioni, e per tanti anni presidente del Centro VEGA, Parco Scientifico Tecnologico di Venezia. All’evento ha presenziato anche il Vice Governatore della Regione Veneto, Franco Manzato. Sabato 31 ottobre è stata invece la volta di “Infrastrutture e paesaggio: la nuova superstrada veneta”, alla presenza dell’assessore regionale Renato Chisso, che ha illustrato agli amministratori e al pubblico l’iter progettuale dell’arteria da tanto tempo attesa. Erano presenti anche il Presidente del Consiglio Regionale Marino Finozzi, l’Assessore alla Viabilità della Provincia di Vicenza Costantino Toniolo ed il sindaco di Bassano del Grappa Stefano Cimatti. È intervenuto inoltre Antonio Schillaci, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza. Dall’incontro è emerso come, con l’attuazione dei programmi per le infrastrutture, a Thiene si incroceranno l’autostrada Valdastico verso Nord e la superstrada pedemontana veneta, rendendo l’area interessata uno dei quadranti più importanti del Nord Italia.

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Durante il terzo convegno, venerdì 6 novembre, si è parlato invece de “La creatività nella Pedemontana Veneta”: Cleto Munari, celebre designer vicentino, Giuseppe Pilla, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Vicenza e del FOAV, Federazione regionale degli Ordini degli Architetti, e il designer e critico d’Arte Vanni Pasca hanno affrontato il tema “dal prodotto al concept”. Nella stessa occasione Diego Peruzzo ha presentato l’allestimento al Lanificio Ferrarin del Premio di Architettura Città di Oderzo, con installazioni multimediali molto particolari. La città ha mostrato una veste nuova, frizzante e giovane, in molti altri luoghi: la stazione delle corriere, il parco di villa Fabris, il magazzino merci della stazione ferroviaria… In queste location insolite, ma dal sapore metropolitano, la creatività è stata sprigionata grazie alle opere dei gruppi “Infart” di Bassano e “La Roba” di Thiene, alle evoluzioni di parkour (salti coreografici) del gruppo Krap di Schio, fino alle videoinstallazioni in piazza Chilesotti. Anche i più piccoli hanno avuto la loro: all’interno del Lanificio è stato allestito lo spazio “CreAttivaMente”, un laboratoro per bambini dai 6 agli 11 anni che hanno potuto sviluppare un linguaggio artistico, plastico e visivo-musicale. La settimana di eventi è entrata nel vivo inoltre con alcune performance degli artisti invitati dal comitato organizzatore, ed una importante mostra allestita al Lanifico Ferrarin, che ha visto la partecipazione di quaranta aziende, tra le più importanti dell’Area, che hanno esposto i loro prodotti e le nuove proposte all’insegna dell’ingegno e dell’innovazione, per vincere la crisi e rilanciare il mercato. I prossimi expo sono attesi ora a Vittorio Veneto e Treviso.

UNA CENTRALITA’ RICONOSCIUTA DA “LONTANO” Era l’estate del 1996 quando Andrea Anesini, presidente di una affermata società di consulenza aziendale di Vicenza, si trovava a frequentare un corso di Competitività e Strategia alla School of Business Administration dell’ Harvard University. “Michael Porter – ci racconta Anesini - analizzò con i suoi studenti, tra gli altri, il caso dell’ Alto Vicentino. Un padre della teoria dei distretti economici annoverava la Pedemontana Veneta come uno degli esempi vincenti della nuova categoria in via di definizione che doveva i propri successi al sistema basato sulla sua complessità interattiva.” “Secondo Porter l’unità elementare di analisi per capire il vantaggio di una nazione è il settore industriale. Le nazioni hanno successo non in settori industriali isolati, ma in aggregati o “cluster” di settori connessi da relazioni verticali [cliente/fornitore] e orizzontali [clienti comuni, tecnologia, canali].

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Focus

Negli spazi del lanificio Ferrarin hanno esposto le aziende e i giovani creativi

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Alcune delle opere esposte da Cleto Munari

Oggi più che mai è necessario accedere a conoscenze specializzate, condividere investimenti per ridurre i rischi e cercare sinergie commerciali e produttive per limitare i costi. In questo senso l’esempio dell’Alto Vicentino, come un’area che già allora aveva saputo elaborare strategie, processi e innovazione per competere a livello globale. Gli italiani – prosegue Anesini - conoscono molto bene questo modello industriale e lo chiamano ‘distretto’. Oggi i distretti costituiscono una componente rilevante del paesaggio industriale italiano – il 40% degli addetti alla manifattura, il 50% dell’export di beni, che arriva fino al 70% per i settori del made in Italy. Porter inoltra sottolinea che nonostante i mercati siano più aperti di un tempo e le comunicazioni più facili e veloci, il luogo dove si opera conta ancora molto. Questo modello economico non è rilevante solo per i settori industriali tradizionali, ma possiamo ritrovarlo nei poli di alta tecnologia (si pensi alla Silicon Valley in California, al Cambridge Technology Park in Inghilterra o all’area delle micro-nanotecnologie di Grenoble in Francia). Essi sono spesso il risultato di una concertazione o perlomeno di attività sinergiche tra le istituzioni pubbliche, quelle accademiche e il mondo delle imprese. L’affermazione dei distretti industriali ha coinciso con la riscoperta del territorio come fattore di competitività e, più in generale, con la fine di un’ipotesi di one best way fra i modelli di sviluppo economico. L’esperienza dei distretti ha infatti mostrato che un patrimonio di saperi sedimentati nella storia può diventare un importante fattore di sviluppo nella concorrenza globale. Nei distretti, il territorio non costituisce solo lo sfondo in cui si manifesta l’agire economico, ma il luogo in cui si creano, si accumulano e sono poi condivise alcune conoscenze critiche per la produzione.

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“Nel suo “Competitive Advantage of Nation”, Porter giunge a dimostrare che il grande vantaggio dei cluster è che ognuno di essi costituisce un eco-sistema dove si trovano competenze e risorse e i rapporti di collaborazione sono facilitati dalla consuetudine e dalla fiducia reciproca che vengono dalla vicinanza geografica, i contatti personali e la condivisione di una cultura. Questo insieme di fattori crea opportunità non solo per brillanti inventori, ma per tutti coloro che abbiano qualche prodotto o servizio da offrire alle organizzazioni presenti nel cluster. Le politiche dell’innovazione hanno sempre più un carattere regionale piuttosto che nazionale perché è soprattutto a livello locale che si possono creare le condizioni favorevoli alle imprese.” “I soggetti pubblici e privati impegnati nello sviluppo economico devono avere un ruolo attivo nell’identificazione di cluster potenziali e nel supporto al loro rafforzamento. I cluster di imprese innovative rappresentano un’opportunità per tutti: per le amministrazioni locali, che possono guidare strategicamente lo sviluppo locale verso il rinnovamento delle produzioni tradizionali, per le università e i laboratori, che possono dare un’applicazione concreta all’impegno dei loro ricercatori e per le imprese che nei cluster trovano competenze, risorse e sinergie per innovare ed espandersi nei mercati nazionali e internazionali.” “In tempi di recessione – conclude Anesini - diventa imperativo “fare sistema”. L’esperienza dei distretti ci indica una via che oggi va percorsa con un approccio sistemico, ed il “distretto” più ampio, di cui Thiene è al centro, annovera tutti questi fattori “chiave” di vantaggio economico.”


Focus UN ESEMPIO ECCELLENTE:CLETO MUNARI Cleto Munari è solito definirsi “un editore del design”. Nelle frequentazioni della sua carriera si scorgono nomi che si trovano nell’olimpo dei designer mondiali; basti citare, tra tutti, Carlo Scarpa, suo grande maestro, ed Alessandro Mendini con cui continua a collaborare. Il suo nome, noto in tutto il mondo, rappresenta un esempio di assoluta eccellenza presso gli addetti ai lavori, che gli riconoscono una inimitabile capacità di sperimentare ed innovare il design degli oggetti d’uso quotidiano. Il Nodo Expò, che l’ha visto tra i principali protagonisti con l’esposizione di alcune recenti opere, è stata l’occasione per registrare dalla sua viva voce alcune interessanti riflessioni…

Da sinistra: Munari, lo storico del design Vanni Pasca, Nazzareno Leonardi, l’artista Marco Chiurato e Diego Peruzzo

Quale rapporto intercorre secondo lei tra tradizione ed innovazione? La tradizione per me è fondamentale, tutto ciò che è nuovo non può non confrontarsi con la tradizione. Noi ad esempio stiamo progettando tutta una serie di oggetti per il 2010 che hanno un sapore di assoluta novità, pur essendo legati ad un concetto tradizionale. L’innovazione, a mio avviso, sta nella creatività, nell’elasticità e nella dinamicità di certe persone, individui che sono innovatori nel dna. Nel settore del design, così come in altri ambiti, uno studia, si laurea, inizia a lavorare…l’esperienza ed il contesto in cui si opera sono importanti, ma resta il fatto che uno poi deve sentirsela dentro la fiamma dell’innovazione. Quanto è importante oggi che la creatività faccia ‘rete’, che si favoriscano maggiori spazi di incontro tra le aziende

ed i giovani portatori di stimoli innovativi? Sono convinto sia necessario cambiare mentalità. C’è oggi un gran bisogno di mettersi seriamente a pensare, di ritornare a progettare. Le aziende sono in qualche modo responsabili del lavoro dei giovani e del contributo di novità che da questi può provenire. E’ necessario quindi trovare lo spazio per consentire loro di esprimersi, di apportare novità. In questo periodo, ad esempio, ho nel mio studio tre ragazzi che stanno facendo degli stage lavorando nel settore delle poltrone; il mio sforzo è proprio quello di consentire loro di essere liberi di progettare e di proporre delle cose nuove ed interessanti. In un momento di crisi, com’è quello che stiamo attraversando, non è una mentalità facile da fare propria…non so quante siano le aziende disposte a lavorare in questa direzione. Però una cosa è certa: il nostro futuro e la capacità di continuare a competere per la qualità dei nostri prodotti passa da qui!

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THIENE INVESTE SUL VERDE

L

a Regione Veneto lo scorso 1° luglio ha approvato la legge regionale n.14 dell’8 luglio del 2009, nota come Piano Casa, che modifica tra l’altro la precedente legge regionale 12 luglio 2007, n.16 in materia di barriere architettoniche. La nuova legge mira a rilanciare l’attività edilizia attraverso l’ampliamento degli edifici e il miglioramento della qualità architettonica ed edilizia, incentivando anche economicamente l’utilizzo di tecnologie che sfruttano fonti di energia alternative. La legge prevede per le abitazioni l’ampliamento del 20% del volume esistente, compreso eventualmente anche il sottotetto e per gli immobili non residenziali (capannoni, negozi, magazzini, insediamenti turistici) l’ampliamento del 20% della superficie coperta. Sono esclusi dal piano le abitazioni e gli edifici ubicati nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta e di quelle oggetto di specifiche norme di tutela indicate anche dal nuovo PAT recentemente adottato. Inoltre le operazioni di abbattimento e ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989, con aumenti di volume per le case di abitazione, e di superficie, per gli edifici non residenziali fino al 40% purchè non modifichino la destinazione d’uso degli edifici e gli interventi siano compatibili con la destinazione urbanistica dell’area.

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Detto Territorio & Fatto

La legge 14/2009 ha imposto ai Comuni la scadenza di fine ottobre per valutare se e con quali limiti applicarla, sulla base di specifiche considerazioni di carattere urbanistico, edilizio, paesaggistico ed ambientale. A tale proposito il Comune di Thiene, dopo apposita delibera, conferma l’ampliamento nei limiti del 20% del volume per la residenza, del 20% della superfecie coperta per usi diversi e l’elevazione della percentuale di un altro 10% nel caso di utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Per quanto riguarda la demolizione integrale e ricostruzione con aumento di cubatura degli edifici realizzati prima del 1989, il comune conferma per quelli che necessitano di essere adeguati agli attuali standard, l’ampliamento nei limiti del 40% del volume per la residenza e del 40% della superficie coperta per usi diversi. Otre agli incentivi volumetrici offerti a chi utilizza tecnologie che prevedono l’uso di tecniche costruttive di edilizia sostenibile, l’Amministrazione Comunale aggiunge una riduzione del contributo economico di costruzione che va dal 40% al 60% nelle diverse zone.

Per il centro storico invece, il Comune ha ritenuto di estendere al 100% l’esenzione dal costo di costruzione nel caso di ristrutturazioni realizzate secondo principi della bioedilizia. In tutto il territorio comunale, inoltre, sarà possibile costruire tettoie e pensiline esclusivamente se risultino funzionali all’installazione di impianti solari e fotovoltaici. Infine gli interventi di ampliamento, di demolizione e ricostruzione con aumento di volumetria non possono essere realizzati su edifici all’interno del centro storico, su edifici vincolati, su aree dichiarate inedificabili, su immobili anche parzialmente abusivi oggetto di ordinanza di demolizione o su edifici con destinazione commerciale qualora siano volti a derogare le disposizioni in materia di programmazione, insediamento e apertura di strutture di vendita. Come ha tenuto a precisare il sindaco di Thiene, Maria Rita Busetti, ”l’Amministrazione ha voluto soprattutto incentivare, anche economicamente, il ricorso alle fonti energetiche alternative ed in questo momento di crisi dell’edilizia, il piano rappresenta uno strumento che mira a riattivare l’economia sostenendo proprio questo settore.”

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Va in scena

il mondo degli adolescenti

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Territorio Zoom

“Educare alla salute con il teatro”, un nuovo progetto per coinvolgere e sensibilizzare i nostri ragazzi

Alcool, droga, disturbi alimentari, bullismo: per ogni genitore, argomenti importanti ma difficili da affrontare con i propri figli. A volte si finisce per far finta di niente, come se non parlarne servisse ad allontanare il rischio che questi problemi tocchino i nostri ragazzi. Eppure proprio la consapevolezza è la prima e più importante arma di difesa. Ecco perché l’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Thiene, in collaborazione con il Servizio Educazione e Promozione della Salute dell’Ulss 4 “Alto Vicentino”, ha realizzato un nuovo progetto finalizzato a sensibilizzare, informare e coinvolgere personalmente gli studenti delle scuole medie e superiori: nasce così “Educare alla salute con il teatro”, un ciclo di spettacoli−incontri su alcuni importanti problemi legati all’adolescenza. L’intenso lavoro sinergico svolto in questi anni da Ulss 4 e Comune ha individuato nel linguaggio teatrale un mezzo di comunicazione particolarmente efficace per rendere partecipi e attivi i ragazzi in questa esperienza educativa: tutti gli spettacoli, infatti, sono stati scelti sulla base della loro capacità di coinvolgimento del pubblico, interattività e aumento della consapevolezza. L’emozione unica offerta dal palco e dal sipario riesce a valorizzare i contenuti educativi, rendendo immediata, toccante e diretta la comprensione del messaggio: «L’esperienza teatrale ci consente di arricchire ed approfondire la discussione in classe su tematiche così importanti per i nostri studenti – osserva Maria Gabriella Strinati, docente del liceo classico Corradini di Thiene, uno degli istituti coinvolti nel progetto −. Si imposta così un percorso didattico che incuriosisce e appassiona i ragazzi, e proprio per questo risulta particolarmente efficace nella sua valenza formativa».

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Sono quattro gli spettacoli presenti nel cartellone che l’Ufficio Cultura ha messo a disposizione delle scuole, estendendo la proposta anche al Comune di Schio che l’ha accolta con grande favore: Blog − una barca nel bosco Spettacolo che tratta le problematiche relazionali tra adolescenti − adattamento Teatrale di Ludovica Marineo tratto da «Una barca nel bosco» di Paola Mastracola − Regia di Rita Riboni fascia d’età consigliata: 12 − 18 anni Briciole Dall’omonimo libro, tratta la spirale infernale dell’anoressia/bulimia − dal Romanzo di Alessandra Arachi − Adattamento di Ludovica Marineo fascia d’età consigliata: 15 − 18 anni Giovani Spiriti Spettacolo sul consumo e l’abuso di sostanze alcoliche tra i giovani − di e con Filippo Arcelloni, Antonio Russo ed Enzo Valeri Peruta. fascia d’età consigliata: 13 − 18 anni X.T.C. 2 Spettacolo di informazione sull’uso e sull’abuso delle sostanze tossiche più conosciute dai giovani − di Filippo Arcelloni, con Antonio Russo ed Enzo Valeri Peruta. fascia d’età consigliata: 15 – 18 anni

Anche il Comando di Polizia Locale contribuisce ad arricchire il progetto formativo, mettendo a disposizione lo spot “Rispetta la vita − se bevi non guidare”, un altro ottimo esempio di come si possa fare efficacemente prevenzione utilizzando con intelligenza i vari linguaggi della comunicazione. L’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Thiene sottolinea la validità della collaborazione tra le varie agenzie educative: «Il lavoro condiviso – afferma l’ Assessore Paola Pasqualotto− ha consentito di approfondire in modo corretto ed esaustivo le tematiche più attuali che interessano il mondo giovanile, ottimizzando tempi e risorse. Il Comune può e deve continuare ad essere un referente di coordinamento, con l’obiettivo di unire le forze per realizzare altri importanti progetti in grado di coinvolgere efficacemente i più giovani».

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Zoom

The teenage world

takes centre stage “Health education through theatre”, a new project to engage and inform our young Alcohol, drugs, eating disorders, bullying: issues that are important to every parent, but difficult for them to discuss with their children. Yet, in addressing these concerns, awareness is the first and foremost defence. This is why the Council for Culture and Youth Policies of the Municipality of Thiene, in collaboration with the Health Education and Promotion Service of the Ulss 4 “Alto Vicentino”, has developed a new project aimed at engaging, informing and raising awareness among secondary school students. “Health education through theatre”, a series of shows−seminars dealing with a variety of salient problems tied to adolescence, was thus born. The theatre constitutes a particularly effective means of communication by actively involving young people in this educational experience: the unique emotions offered by the stage are able to add value to educational contents, conveying the message in an immediate and powerful way. The Cultural Office has scheduled four shows for local schools, but has also extended the invitation to the Municipality of Schio, which has gladly accepted.

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È la nuova carta di identità elettronica che dal prossimo anno sarà a disposizione dei thienesi in alternativa alla carta di identità tradizionale

Carta d’identità elettronica, VICINO IL DEBUTTO U

n traguardo storico per il Comune di Thiene, tra i primi ad applicarla dopo un lungo percorso iniziato in Italia nel 2004 e più volte bloccato da impedimenti soprattutto di natura burocratica. Eppure proprio la burocrazia sarà la prima “vittima” di questo rivoluzionario strumento al servizio del cittadino destinato ad eliminare file ed attese al front office. La Carta di Identità Elettronica è infatti una tessera, con le dimensioni di una carta di credito, su cui sono riportati i dati identificativi della persona, il codice fiscale, l’indirizzo ed il Comune di residenza, la cittadinanza, la foto, la validità o meno all’espatrio, la sottoscrizione del titolare del documento. La C.I.E., oltre ad essere un documento di identità, costituisce una chiave di accesso ad una serie di servizi on line, già predisposti, come la richiesta di visure anagrafiche e di stato civile, la richiesta di cambio di indirizzo, l’autocertificazione precompilata, l’invio di istanze ed allegati al Comune e la compilazione di modelli presenti nel sito del Comune, da inviare all’ufficio competente con la stessa validità di una raccomandata. È sufficiente disporre di un personal computer connesso ad Internet ed un lettore di smart card per elaborare e trasmettere, comodamente da casa, 24 ore su 24, senza file né spostamenti quanto necessario. Ma più che un punto di arrivo la C.I.E. è un punto di partenza, come sottolinea Nicola Marolla, thienese, direttore di Pasubio Tecnologie, la società coinvolta nello sviluppo della piattaforma tecnologica alla base della carta d’identità elettronica. La CIE, fin dall’inizio, ha avuto una storia travagliata sopratutto per gli alti costi tecnologici. Pensa sia arrivato il momento giusto per renderla operativa? Credo di si, anche se rimane ancora come ostacolo per i cittadini il costo per una singola emissione, ma penso possa essere superato – almeno in prospettiva - dai vantaggi di possedere una tessera intelligente.

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Nicola Marolla, direttore di Pasubio Tecnologia

Cosa cambierà per il cittadino con la carta di identità elettronica? Innanzitutto la CIE è un documento sicuro da ogni falsificazione in quanto la presenza nella banda ottica e nel microchip degli stessi dati grafici (foto, dati anagrafici etc.) consente di identificare il cittadino in maniera univoca, permettendo di rilevare con certezza l’autenticità del documento. Ma più che un punto di arrivo la C.I.E. è un punto di partenza,

Inoltre questo strumento potrà consentire di accedere in

come sottolinea Nicola Marolla, thienese, direttore di

maniera sicura ad una serie di servizi on line che confido

Pasubio Tecnologia Srl, la società coinvolta nello sviluppo

possano essere maggiormente implementati dai nostri

della piattaforma tecnologica alla base della carta d’identità

Comuni, come l’accesso alla propria banca dati anagrafica,

elettronica.

stampare autocertificazioni o dichiarazioni sostitutive di atto

La CIE, fin dall’inizio, ha avuto una storia travagliata

notorio con i propri dati, fare un cambio di indirizzo...

soprattutto per gli alti costi tecnologici. Pensa

L’elettronica al servizio del cittadino. Se la “rivoluzione”

sia

arrivato il momento giusto per renderla operativa?

del prossimo decennio deve passare obbligatoriamente

Credo di si’, anche se rimane ancora come ostacolo per i

da qui, quali saranno gli scenari futuri del nostro

cittadini il costo per una singola emissione, ma penso possa

territorio?

essere superato – almeno in prospettiva - dai vantaggi di

A mio parere la connettività rappresenta la prossima sfida

possedere una tessera intelligente.

per l’Alto Vicentino, assieme alla capacità in concreto di fare

Il Comune di Thiene è quindi pronto a questo passo

rete tra soggetti locali che in un modo o nell’altro hanno a

importante?

che fare sempre con i cittadini e le imprese (Comuni, Utilities,

Ritengo di si’; dopo Schio un altro socio di Pasubio Tecnologia

Aziende sanitarie, Associazioni di categoria…). Oramai

srl ha deciso di intraprendere questa strada di innovazione

la banda larga rappresenta una necessità per consentire

nei servizi al cittadino e questo contribuirà certamente a

velocità e completezza delle transazioni elettroniche e i

migliorare l’erogazione dei servizi sul territorio.

comuni sempre più stanno replicando i loro servizi sul web.

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Utile sapere che...

Dal prossimo anno la Carta di Identità Elettronica potrà essere richiesta in alternativa alla carta di identità tradizionale. Nella C.I.E., di difficile falsificazione, le informazioni vengono riportate su un microchip ed un banda ottica, per permettere il controllo dell’identità del cittadino e per garantire l’inalterabilità dei dati riportati. La procedura per il rilascio della nuova tessera sarà semplice e veloce: i dati anagrafici vengono acquisiti al front-office da dove viene

inviato

un

messaggio

informatico

cifrato

al

Centro

Naziona-

le per i Servizi Demografici; i dati identificativi vengono quindi riportati sul microprocessore e sulla banda ottica e stampati sul supporto fisico: il documento è a questo punto pronto per essere consegnato, in un tempo massimo di quindici minuti. L’impronta digitale (che sarà comunque obbligatoria dal 2010), viene acquisita mediante la lettura ottica del dito indice della mano sinistra. I servizi sopra descritti, innovativi, fruibili generalmente via web ed in costante ampliamento, sono stati progettati specificatamente per l’accesso mediante C.I.E. Al momento della richiesta di un servizio on-line il portale web del Comune chiederà al cittadino di inserire la CIE nel lettore di smart card e di digitare il relativo PIN (numero identificativo personale, rilasciato insieme alla CIE): in tal modo si ha la sicurezza dell’autenticazione del cittadino e questi potrà accedere al servizio richiesto.

ELECTRONIC IDENTITY CARD IS COMING Quick, safe and, above all, “intelligent”. These are the attributes of the new electronic identity card that will be available to the population of Thiene, starting next year, as an alternative to the traditional paper document. The news represents a historical milestone for the Municipality of Thiene, which is among the first to introduce it after a long journey that began in 2004, and was often delayed by bureaucratic obstacles. And yet the bureaucracy will be the first “victim” of this revolutionary civic tool, which is destined to abolish the long queues at the front office. Indeed, the Electronic Identity Card, which is the size of a credit card, contains all of an individual’s personal data: their social security number, address and Municipality of residence, citizenship, photo, signature and permission (or lack thereof) to use the card as a travel document. The Card (C.I.E.), in addition to being a form of identification, is also the key that allows one to access a series of online services – already in place – that allow individuals, for example, to request copies of official certificates, change their address, send petitions to the Municipality and fill out the applications hosted on the Municipality’s website, which are sent to the relevant office and treated as entirely official. It is thus sufficient to have a PC with an Internet connection, or alternatively a smart card reader, to elaborate and transmit data to the Municipality at any time, without having to leave the comfort of one’s own home.

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UNA

cucina PER sette province Parte dall’idea di un editore di Thiene l’affascinante viaggio nei sapori del Veneto proposto nell’ultimo libro di Amedeo Sandri Un noto aforisma di Brillat Savarin, politologo e gastronomo francese famoso per la sua Fisiologia del gusto, recita che “la scoperta di un nuovo piatto rende un uomo molto più felice della scoperta di una stella”. Ugualmente, anche quando si riscoprono e si reinterpretano piatti e prodotti legati ai sapori della tradizione, è possibile provare (e regalare) una immensa gioia. E’ questo lo spirito che ha guidato il cuoco Amedeo Sandri ed il sommelier Maurizio Falloppi – due nomi di spicco dell’enogastronomia vicentina con alle spalle numerosissimi trascorsi nella pubblicistica culinaria – nella realizzazione del libro Mangiare Veneto: sette provincie in cucina, curato in collaborazione con Valeria Vicentini per la thienese Edizioni Massimo Vicentini. E’ una collaborazione consolidata quella che lega lo chef e scrittore valdagnese Sandri (uno che scrive ispirandosi ad Isabelle Allende) alla casa editrice di Thiene, che ha dato alle

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stampe già diversi libri dedicati ai risotti, alla polenta&bacalà ed alla cultura enogastronomica vicentina in generale. Ora, con quest’ultima opera la mira si è allargata e l’intento si è fatto più ambizioso: non solo perché il volume in oggetto posa la lente sull’intero territorio regionale, ma perché sceglie di farlo arricchendo la disquisizione culinaria con una selezione di brani letterari tratti da sette diversi autori veneti, ciascuno rappresentativo di una singola provincia. “Ci sono un mare di libri che parlano di cucina veneta. Tuttavia la mia passione, da sempre, è quella di scrivere dei libri di cucina che non siano solo ricettari ma libri di cultura generale dove dentro si trovano anche le ricette” ci spiega Amedeo Sandri, quando l’abbiamo incontrato proprio per parlare del libro. “Non ritengo questo libro un mero ricettario – prosegue − perché c’è dentro di tutto: chimica, merceologica, storia, letturatura”.


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Amedeo Sandri, chef e scrittore

Anche ad una prima rapida scorsa Mangiare Veneto si presenta sottoforma di un continuum enogastronomico−lette rario, che alterna ed abbina sapientemente tra loro pezzi di prosa e poesia ad approfondimenti sui prodotti (di preferenza quelli poveri, quelli più legati alla storia della gente veneta) e ricette che ripropongono i sapori della tradizione con fantasia e creatività. Ecco allora che, tanto per fare un esempio a noi vicino, il capitolo dedicato al vicentino si apre con un pezzo de “I Piccoli Maestri” di Luigi Meneghello proponendoci poi, tra le altre, una ricetta che sposa i torresani di Breganze al tartufo dei Berici. E tra una riga e l’altra di Zanzotto, di Tina Merlin, di Pascutto, di Piva, di Coltro e Scabia (oltre al già citato Meneghello), tra la descrizione organolettica e culturale dei prodotti della terra veneta, tra una ricetta e l’altra si snoda, sotto una inedita luce, il racconto di una terra e della sua gente, con saperi e sapori che si fondono a descriverne l’identità di fondo. Non a caso il volume edito da Vicentini, tradotto integralmente in inglese, è stato concepito pensando, in primis, ai veneti nel mondo: “persone che vivendo lontano da casa da molti anni nutrono una particolare nostalgia per tradizioni ed affetti mai dimenticati” ci dice Sandri. Per questa sua valenza culturale, ma anche per il fatto di rappresentare uno strumento di facile consultazione per il turista desideroso di approciare il nostro territorio attraverso la sua cucina, il libro ha ricevuto da subito la ‘benedizione’ da parte della Regione Veneto. In apertura compare il saluto del presidente della Regione, Giancarlo Galan, che lo considera l’ideale “souvenir di un indimenticabile viaggio in Veneto”; mentre la prefazione è curata da Marino Finozzi,

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presidente del Consiglio Regionale Veneto, il quale ricorda che “la presa di coscienza della propria identità culturale […] è fatta anche di piccole semplici cose di tutti i giorni”. Nell’era iperveloce ed iperaccessibile dominata dalle nuove tecnologie web, in cui è possibile appropriarsi facilmente di qualsiasi ricetta di qualsivoglia cucina del mondo, Sandri tiene a precisare, una volta di più, il valore aggiunto insito nel libro: “penso che nel momento in cui uno a casa propria si mette ai fornelli non può farlo con un computer davanti; in queste occasioni il libro è un elemento indispensabile, per non dir poi che il libro è un oggetto che ha una valenza diversa, anche tattile. E’ una cosa che resta, che invecchia con noi e che può diventare oggetto di desiderio da parte dei collezionisti”. Spinto dal desiderio di preservare questo patrimonio di saperi e sapori Sandri ha abbracciato anche l’attività didattica (è infatti professore all’istituto professionale San Gaetano di Vicenza) e, proprio riferendosi a tal contesto, suggerisce un ulteriore utilizzo del libro:”i ragazzi di oggi conoscono poco o niente della nostra tradizione. Le scuole potrebbero far tesoro di una cosa così perché dentro c’è l’essenza veneta, non solo la sua cucina”. Prima di congedarci, non abbiamo resistito alla tentazione di chiedere quale sia per lui il piatto simbolo di Thiene. Senza pensarci troppo, dopo una doverosa premessa sul legame storico tra Thiene ed il commercio del formaggio, ci risponde: “parlando di salato vi direi i bigoli con l’arna. Ma se personalmente dovessi scegliere una cosa unica in provincia di Vicenza che appartiene a Thiene, e solo a Thiene, sceglierei la treccia. Nonostante abbia meno storia dei formaggi e di altri prodotti, io la propongo ancora oggi a scuola come unico dolce per il periodo di natale”.


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La Biblioteca di Thiene celebra la cucina veneta L’appuntamento è il prossimo 12 febbraio alle 20.30

Sono in corso in queste settimane di fine anno diversi appuntamenti cultural−culinari, appositamente organizzati dall’editore Massimo Vicentini per presentare il libro al pubblico. Si tratta di serate nelle quali gli autori accompagnano il pubblico alla scoperta dell’opera attraverso un menù di sette portate ideato da Sandri ed una selezione di vini regionali operata dal sommeliér Falloppi. Alle degustazioni dei piatti e dei calici si accompagnano i brani letterari tratti dal libro stesso, recitati per l’occasione da Valeria Vicentini e l’accompagnamento musicale a cura dell’associazione Rancurarte e del musicista thienese Gionata Carollo.

A cuisine for seven provinces Their willingness to try and to provide others with the pleasure of rediscovering a traditional dish is what led chef Amedeo Sandri and wine steward Maurizio Falloppi – two well−known names in the province of Vicenza’s food and wine industry – to write the book Veneto Cuisine: seven provinces in the kitchen, created in collaboration with Valeria Vicentini for the Edizioni Massimo Vicentini publishing house. The volume focuses on the regional territory and chooses to do so by enriching the culinary intricacies described with the literary texts of seven different authors of the Veneto region, each representing a different province. Sandri’s intention is to write more than a simple cookbook by providing a cultural context to the recipes contained in his work. Indeed, Veneto

Cuisine presents itself as a culinary−literary continuum, which cleverly alternates and combines various pieces of prose and poetry to in−depth descriptions of products (particularly ‘common’ foods, which are closely tied to Veneto’s history) and recipes that give a new, creative twist to traditional flavours. The volume, which was edited by Vicentini and endorsed by the Veneto Region, has been comprehensively translated into English particularly for those natives of Veneto who, being far away from home, nurture a particular nostalgia for scarce forgotten traditions and affections.

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Articolo pubbliredazionale


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Thiene, tra tutte le cittadine del vicentino, si distingue sicuramente per il numero delle sue fontane

Non hanno secoli di vita: sono legate alle realizzazione del primo acquedotto comunale. Thiene, per le sue necessità quotidiane, si è servita, fin dai tempi più remoti, della fresca acqua che scorreva, sempre, nella Roggiola e, più tardi, nella Roggia; poi dei vari pozzi dislocati in varie parti del Comune (e nelle case di alcuni privati benestanti). Era sufficiente scavare qualche decina di metri per trovare l’acqua; la falda era alta, allora! Poi venne, verso la fine del ‘200, la roggia di Thiene: di acqua ce ne era a sufficienza. Non si sentiva la necessità di un acquedotto! Solamente in epoca napoleonica, venne realizzato il primo acquedotto comunale, e solo da allora, con la pressione data all’acqua nei tubi di piombo inseriti all’interno di pietre forate, si poté abbellire Thiene di alcune fontane. La più vecchia, quella che venne inaugurata il 22 dicembre 1814 con l’arrivo della prima acqua intubata, è quella a doppia vasca circolare, svasata l’inferiore, concava e di diametro minore la superiore, posta nell’attuale piazza Chilesotti. Questa fontana presenta una particolarità: lo stemma cittadino è rappresentato con la colomba la cui testa è rivolta alla coda. Sicuramente il vecchio simbolo araldico di Thiene era “di rosso alla colomba d’argento attraversante e reggente un tralcio di vite fruttato e fogliato”, ma averlo voluto rappresentare così voleva significare che il Comune di Thiene veniva da Napoleone definito “bastardo”.

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Un rapido excursus tra gli zampilli delle fontane pubbliche della città accompagnati dallo storico Angelo Rossi


Territorio

La fontana di Piazzale Divisione Acqui

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Fontana di Piazza Chilesotti, la pi첫 antica di Thiene


Territorio Thiene infatti (e i Comuni dell’Altipiano asiaghese) non accolse, come fecero la stragrande maggioranza dei Comuni vicentini, Vicenza in primis, le truppe francesi con gioiose feste: anzi, Thene venne cannoneggiata giacché i nostri avi, fedeli a Venezia da ben quattro secoli, non ne volevano sapere di Napoleone e delle sue idee! A questa, che quindi risale a poco meno di duecento anni fa, seguirono, pochi anni dopo, attorno al 1820, le due fontanelle che abbellirono l’esedra davanti alla villa Chilesotti - Fabris, ora del Comune e sede della Scuola Internazionale di Restauro, e che attendono una necessaria quanto imminente sistemazione. Successiva a queste (1840/1850) è una fontanella poco conosciuta: era in “Borgo Succo” , cioè in fondo a via Zanella ed era detta di “Ca’ Talpa”. Ora si trova in piazza Martiri della Libertà, addossata al muro di cinta dell’oratorio della Conca. Gli alpini thienesi, una quindicina di anni fa, ne hanno sistemato il basamento formato da un mosaico a rombi di sassi bianchi e neri. Purtroppo anche questa non zampilla più. Allo stesso periodo, metà del XIX secolo, risalivano le due fontane del Bue e della Pecora. Si sa che, purtroppo, vennero tolte dal loro sito e vendute: sono ora presso il Museo di Castelvecchio a Verona. Ma dove si trovavano? Erano nelle due piazzette dove si svolgeva, ogni settimana, il mercato dei bovini e degli ovini. La vendita o l’acquisto delle pecore si trattava nell’attuale piazza C. Battisti. Una copia perfetta voluta dalla famiglia Corrà si trova ora in piazzetta Montello. Quella del Bue, invece, era nell’attuale piazza Rovereto, nei pressi del “portale Zironda”: al termine dei lavori che ora interessano piazza Rovereto,

l’Amministrazione Comunale ha previsto di collocarne una copia laddove c’era l’originale. Un’altra fontana, nascosta perché sul retro di Villa Thiene Cornaggia, è pressoché sconosciuta; per tanti anni era stata interrata. Solamente durante i lavori per la sistemazione della piccola fattoria diventata sede degli alpini thienesi, da questi è stata ripristinata. Ha forma circolare, profonda un metro e mezzo circa con al centro un getto a forma di fungo. Risale alla fine dell’800. Con la costruzione del secondo acquedotto comunale nel 1910, che potenziò la rete idrica, grazie alla donazione del conte Guardino Colleoni, senatore del Regno, venne realizzata ed inaugurata nel 1914 la fontana di Bacco ed Arianna, posta innanzi all’entrata del nostro municipio. Artisticamente molto bella, è diventata il simbolo del “Premio Città di Thiene”. Tra le due guerre mondiali venne realizzata la fontana, a vasca circolare, di piazza Scalcerle, zampillante a raggiera. In Piazzale Divisione Acqui si trova invece una fontana che era collocata un tempo nel convento o convitto detto ”Paja”, così chiamato perché edificato sul terreno di proprietà dei nobili Pajello, in via Due Giugno .

Fontana di Piazza Scalcerle Fontana di Villa Fabris

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Piazza Scalcerle

Fontana di Bacco e Arianna

La fontana della Pecora in Piazzetta Montello La fontana del Bue che presto tornerà ad abbellire Piazza Rovereto

Chissà che un Respighi thienese, non provi a musicarne il dolce mormorio!

Altra fontana, ora temporaneamente “dimezzata”, è quella posta davanti al Teatro Comunale, inaugurata in occasione della sua riapertura dopo l’ottimo restauro: una serie di zampilli a pettine crea quasi una cortina di migliaia di goccioline, che ingentilisce il Liberty della facciata dell’edificio, quasi velandolo di un alone nebbioso. Ultime in ordine di tempo sono le due fontane poste sull’asse centrale del risistemato Bosco dei Preti, una ad un capo, l’altra all’altro capo. Con il loro gioco d’acqua danno un senso di freschezza e di gaiezza. Di poco successiva è quella di via Carlo del Prete, la più recente, al momento. E’ semicircolare e ricca di zampilli che le conferiscono una certa musicalità e non poteva essere diversamente, dal momento che è stata posta accanto al cancello di accesso all’Auditorium “Città di Thiene” (ex Fonato) E in futuro? Sono due le fontane da realizzare, oltre a quella di Piazza Rovereto. Una è quella lungo corso Garibaldi, all’intersezione con via Trento e rientra con il secondo stralcio dei lavori di completamento del corso. L’altra adornerà lo spazio interno alla rotatoria “Al Cristo” e sarà un gioco d’acqua studiato per dare leggerezza a grazia alla viabilità di un accesso importante al cuore di Thiene. Fontane antiche e future, di pietra e di spruzzi d’acqua, che accompagnano il via vai quotidiano e l’attività dei thienesi, con brio e freschezza, oggi come Ieri.

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Le future fontane di Thiene: nel centro storico (sopra) e nella rotatoria “Al Cristo” (sotto)


Territorio

segreti torre Quante migliaia di thienesi, e non, sono passati in oltre tre secoli e mezzo, sotto l’arco che sorregge quello che impropriamente è detto “campanile” e che raccorda il sagrato del duomo con quella che era la piazza Maggiore, poi Umberto e ora Chilesotti? 47


I passanti, attraversandolo, si saranno posti una semplice domanda: ha un’importanza, un valore storico e architettonico? Dal punto di vista storico, quell’arco, lungo circa tre metri, ha un immenso valore per Thiene: è ciò che resta della porta Maggiore del vecchio castello di Thiene distrutto nel 1314 dal cremonese Ponzino de Ponzoni , podestà dei padovani. Quell’ antica porta, protetta da un’altra, quasi a formare un rivellino, e posta alla fine di quel breve corridoio che svasa leggermente, verso la piazza Chilesotti, era sormontata da una bassa torre alta 15 piedi (circa 4 m e mezzo). Esistono diversi atti del XIV/XV sec. che riportavano la dicitura “ In camerota cum camino apud turrem de porta majore” per puntualizzare dove erano stati vergati: nei pressi di questa antica porta, infatti, c’era la sede del primo, vecchio Comune di Thiene. Una memoria storica della nostra città che, nella nostra quotidianità, viene spesso trascurata. Dal punto di vista artistico è pressoché un “unicum” la nostra torre civica. Si dice che in Francia ci sia un campanile simile. Sebastiano Serlio lavorò, oltre che a Venezia e nel veneziano (sua l’invenzione di illuminare “l’asse spaziale mediano”, cioè il salone centrale, delle nostre

ville venete con una porta e due oculi o piccole finestre laterali: la serliana, appunto), anche in Francia dove morì, alla corte di Francesco I. Serlio (1475-1554) sicuramente passò per Thiene e notati i resti di quella antica porta, di quella diruta torretta e la possente struttura dell’arco stesso, pensò di sopraelevare una torre, ben più alta di quella che fungeva da difesa. Non esiste l’atto con cui i reggenti il Comune di Thiene di quel tempo ne commissionarono il progetto, né il suo disegno. Forse leggendo il suo “Quinto libro di architettura sulle chiese” oppure il suo “Libro extraordinario” sulle porte, si potrebbe trovare una traccia. Quello che è certo, è che tra il suo disegno e l’inizio dei lavori per la sua realizzazione , passò più di un secolo: la “torre civica”, questa la sua esatta denominazione, venne ultimata nel 1655 per volontà dei cittadini di Thiene e dei loro rappresentanti comunali. Osservandola, subito si nota la sua duplice colorazione: per circa due terzi rossa, per circa un terzo bianca: vuol forse ricordare i colori del vecchio stemma di Thiene “rosso alla colomba d’argento (bianca)”? Può essere: non sarebbe Thiene l’unico Comune d’Italia ad averla pensata così. Si pensi alle torri di Lucca: l’abbinamento rosso/bianco dei materiali di costruzione palesavano da lontano i colori araldici del libero Comune!

La base della struttura campanaria con l’incisione relativa al 209°Battaglione 11^ compagnia, presente a Thiene nel 1916

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Territorio La torre comunale di Thiene è a base quadrata, tutta in mattoni, fino ad un marcapiano sporgente e sottile, su cui insiste, in pietra bianca d’Istria, la cella campanaria, pure quadrata: su ogni lato, due aperture, quasi due finestre, ad arco tondo, ognuna con una balaustra arricchita da tre colonnine. Da questa, dopo un altro marcapiano pronunciato, si eleva un alto tamburo, sempre in pietra d’Istria, a base ottagonale: da ogni lato di questo ottagono si dipartono degli spicchi di lamine in rame che si uniscono alle sommità così da formare una cupola. Alla sua sommità venne posta la statua di san Giovanni Battista, il santo protettore di Thiene, che dall’alto dei suoi quasi 60 metri, l’osserva e la “battezza”: si dice che un tempo girasse su se stessa a seconda del vento, poi, per la sicurezza di chi vi passava sotto, venne bloccata. L’orologio scandisce il tempo, battendo le ore e le mezz’ore. Peccato che da alcuni decenni non suoni più, alle 11.40 (e alle 23.40) la “meridiana”. Quel triplice doppio rintocco segnalava alle donne, intente a preparare il povero pranzo, che potevano iniziare a “sfarinare” la polenta in modo che i mariti, impegnati nei lavori dei campi, al suono gioioso di mezzodì (le campane di tutt’Italia sonano a festa a mezzogiorno nel ricordo della vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571) lasciassero il lavoro e si avviassero a casa: al loro arrivo la polenta fumante era bella e pronta. Bel ricordo di quando l’attività agricola era la principale fonte economica della comunità!

La statua di San Giovanni Battista posta alla sommità della Torre

Particolare degli ingranaggi dell’orologio

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Domenico Mantoan

Progetto Giobbe, un primo positivo bilancio unedì 30 novembre 2009 a Villa Bonin Longare di Montecchio Precalcino l’Ulss 4 Alto Vicentino ha organizzato un incontro per riflettere sul tema “Il Progetto Giobbe un anno dopo”: il percorso fatto, le testimonianze, le prospettive anche alla luce delle nuove normative in campo oncologico. L’incontro ha permesso di approfondire alcune tematiche, di sentire testimonianze, di ringraziare i volontari delle associazioni che collaborano a questo progetto e i responsabili che curano la loro formazione continua. I lavori sono stati aperti dal Dott. Domenico Mantoan, Direttore Generale dell’Ulss 4, che ha sottolineato come oggi la malattia oncologica, nonostante la sua incidenza sulla popolazione, sia diventata una patologia cronica con il 50% di guarigioni possibili. “Abbiamo creato q uesto progetto un anno fa - ha detto Mantoan - costruendolo attorno al malato assieme a medici e volontari. Abbiamo coinvolto tre grandi forze: il settore pubblico, quello privato e il volontariato, quest’ultimo grande valore aggiunto, vera marcia in più del nostro tessuto sociale veneto, e vicentino in particolare. E’ un progetto che fornisce a chi soffre tutti i servizi necessari per continuare una vita dignitosa nel rispetto delle necessità e dei bisogni, del malato e della sua famiglia. Infatti, lo scopo

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principale è proprio quello di permettere alla persona colpita dalla malattia di trascorrere più tempo possibile nella propria casa, circondato dalle cure e dalle attenzioni dei suoi cari. Ad un anno di distanza dunque si possono già trarre importanti indicazioni, sia su quanto fatto concretamente, sia sul versante della formazione dei volontari. Per questo spero che i cittadini dell’Ulss 4 si sentano dei privilegiati nell’usufruire di questo servizio innovativo e di grande utilità sociale”. Al dibattito era presente per l’occasione anche l’On. Francesca Martini, Sottosegretario al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. “Ribadisco la mia attenzione verso questa Ulss e l’eccellenza che sta portando nel settore della Sanità - ha detto Martini - . Questo progetto è un modello da esportare in tutta Italia e dovrebbe essere non tanto l’eccezione, ma la regola. E’ per noi doveroso sviluppare sul territorio sinergie che mettano in rete tutte le risorse, che creino coordinamento nell’interesse dei cittadini e della società. Abbiamo bisogno di iniziative come il Progetto Giobbe, perchè nessuno può comprendere meglio queste patologie di chi le ha già vissute, e i volontari sono una risorsa imprescindibile. L’assistenza domiciliare è essenziale, nel rispetto dei diritti del malato, soprattutto quello oncologico. Il nostro obiettivo è creare un Ospedale senza dolore, e in questa direzione il Ministero si sta muovendo: incrementando le cure palliative e creando nuove strutture di Hospice.


All’incontro sono intervenuti anche il Dott. Franco Bassan, direttore del servizio di Oncologia dell’Ulss 4, che ha detto come uno dei punti di forza del progetto è quello di aiutare le famiglie del malato, che sono sole nella difficile prova da affrontare ogni giorno. Bassan ha sottolineato l’importanza dell’ambulatorio per le cure palliative, oggi una realtà concreta per l’Ulss 4, dove lavorano assieme medici, infermieri e psicologi. Altro punto di forza, come ha precisato il Dott. La Sanità funziona quando si integrano tra di loro assistenza sanitaria, servizi sul territorio e volontariato. Per questo il progetto dell’Ulss 4 è lodevole e va supportato con tutte le nostre risorse”. Franco Figoli, oncologo, è lo Sportello Oncologico che mette a disposizione operatori addestrati per rispondere agli utenti facendo sì che non si sentano mai soli, ma

accompagnati e seguiti da vicino. Lo sportello segnala i diversi casi ai referenti dell’Ulss per ottimizzare servizi e interventi. Si avvale anche di uno psicologo che risponde alle domande degli utenti: in questo modo si evitano inutili dispersioni di energie e di tempo. La serata è proseguita con l’intervento di Terelisa Dall’Alba, coordinatrice dei volontari sul territorio altovicentino e referente del progetto. “Abbiamo formato 38 volontari - ha detto Dall’Alba - con un corso specifico di addestramento. Su 59 partecipanti, 36 hanno seguito più di 5 incontri sugli 8 complessivi, e 27 di loro si sono detti disponibili a fare attività sul territorio, come trasporto e assistenza di vario genere. Anche per lo Sportello Oncologico abbiamo formato 20 persone. Ora è importante proseguire la formazione, sia con aggiornamenti mensili per coloro che hanno già seguito il corso, sia con un nuovo corso per creare altri volontari preparati. Faremo anche alcuni incontri con la cittadinanza e con le scuole superiori per far conoscere il progetto”. In chiusura il toccante intervento di Cristiano Sandonà, Assessore Provinciale e figlio di Pierantonio, recentemente scomparso a causa di una malattia tumorale. Sandonà ha ringraziato l’Ulss 4 che ha permesso al padre malato di usufruire dei servizi del Progetto Giobbe. Una testimonianza è venuta anche da Don Maurizio Gobbo, parroco di Valli del Pasubio e referente spirituale del progetto, il quale ha detto di aver toccato con mano, visitando un malato grave, l’importanza fondamentale delle cure palliative e della rete di assistenza coordinata. La serata si è conclusa con la consegna degli attestati di frequenza ai volontari che hanno seguito il corso di formazione.

E’ attivo dal gennaio 2009 presso le strutture dell’Ulss 4 il “Progetto Giobbe - percorsi di assistenza ai malati oncologici”, un’iniziativa che riguarda la presa in carico del malato sin dalla fase iniziale in cui si manifesta la patologia. Per usufruire del nuovo servizio specifico è attivo il numero verde 800.30.71.71 dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 13.30, gestito dalla privata Olosmed Onlus. Il Progetto Giobbe è un servizio di grande rilevanza e importanza socio sanitaria, che si avvala, tra gli altri, di operatori addestrati che risponderanno agli utenti facendo sì che non si sentano mai soli, ma accompagnati e seguiti da vicino. Lo sportello segnalerà i diversi casi ai referenti dell’Ulss per ottimizzare servizi e interventi. Ci sarà anche uno psicologo che potrà rispondere alle domande degli utenti, che saranno comunque già conosciuti e segnalati dai vari specialisti. In questo modo cercheremo di evitare inutili dispersioni di energie e nocivi sprechi di tempo.

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Divino Tango della Pasiones Company

PASSO di DANZA 52


Appuntamenti

Amministrazione comunale di Thiene e Circuito Teatrale Regionale ArteVen riservano grandi emozioni agli appassionati della danza, con un programma ricco e di grande qualità artistica che proporrà una selezione di spettacoli innovativi e coinvolgenti.

Il Bolero del Balletto di Roma

La danza si candida ad essere la protagonista assoluta del palcoscenico del Teatro Comunale di Thiene nei prossimi mesi. Si è partiti il 13 dicembre con la singolare coreografia dal titolo Bolero − Serata d’Autore di Fabrizio Monteverde. La musica composta nel 1928 da Maurice Ravel viene ora interpretata dai ballerini del Balletto di Roma, una tra le più importanti realtà della danza nel nostro paese. La soluzione che ha proposto questo coreografo di raro talento è una gara di ballo dove le coppie si sfidano fino al completo annullamento. Il crescendo della musica contrasta con la graduale degradazione delle immagini, specchio di un disfacimento tanto psicologico quanto fisico. Tensioni energiche, prese veloci e sollevamenti acrobatici hanno caratterizzato questa imperdibile rappresentazione artistica avvolta dalle note tristi e allo stesso tempo sensuali di un affascinante Bolero. Inaugurerà il nuovo anno la rappresentazione Divino Tango della Pasiones Company, in programma il 15 gennaio, coreografato da Adrian Aragon e Erica Boaglio, protagonisti di una creazione magistrale, classica e contemporanea al tempo stesso. Le musiche di Carlos Gardel, Astor Piazzolla, Francisco Canaro e le nuove creazione di Luis Corallini affiancano la coreografia in modo inconfondibile. Una Argentina viva e piena di speranza, interpretata da personaggi in bianco e nero o colorati dalla passione, rappresentano la voglia di un paese di uscire da una crisi che lo attanaglia ma che non gli nega una indiscutibile ricchezza culturale. Sarà l’occasione per vedere danzare a Thiene due artisti di immenso talento come Aragon e la Boaglio, noti per la collaborazione che li lega dal 1994 e che li ha visti danzare in alcune delle più rinomate compagnie dell’America Latina, come “Tango x 2” e “Los Nocheros”.

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Mandala della Compagnia Kronos

Favole in viaggio della Compagnia Testa

I giovani delle scuole primarie e secondarie di primo grado saranno i principali spettatori di tre importanti produzioni coreografiche. Lo spettacolo in rassegna martedì 20 gennaio, intitolato Favole in Viaggio di Laura Saraceni e promosso dalla Compagnia Stefanella Testa (Compagnia del Balletto di Mimma Testa), porta sul palcoscenico un musical etnico suddiviso in cinque entusiasmanti fiabe, Ciascuna, con propri miti ed eroi. Rimanda a terre, popoli e culture lontane: una storia africana, una mediorientale, una orientale, una dal Sud America ed una di origine nomade. Gli otto attori della compagnia sapranno guidare i giovani spettatori lungo un viaggio magico ritmato da danze coinvolgenti e canti dal vivo, tracciando un percorso che inizia con una situazione di diversità e termina con la scoperta della somiglianza di radici comuni. Martedì 9 marzo il pubblico giovane potrà assistere ad una danza…senza peso: Zerogrammi della omonima Officina Zerogrammi, spettacolo diretto, coreografato ed interpretato da Stefano Mazzotta ed Emanuele Sciannamea. Due mimi e danzatori contemporanei ma anche due persone normali travestite da clown che qui ci regalano una soluzione di una vita senza pensieri, fatta di gioco e di piccoli dispetti. Un ritorno ai nostri pensieri più semplici, elementari, per ricordarci sempre di tenere a mente come eravamo e quello che vogliamo, riscoprendoci bambini mai cresciuti. Una danza lieve, senza pensieri pesanti, che lascia respirare permettendoci di volare con la fantasia. Capitolo conclusivo di questa ‘rassegna nella rassegna’ martedì 13 aprile, con lo spettacolo dal titolo Il Viaggio Meraviglioso, promosso dalla Compagnia Aulòs. La rappresentazione è ispirata al racconto di Marco Polo, Il Milione e coreografata da due grandi nomi come Arturo Cannistrà e Marco Guyon. La compagnia, composta da giovani interpreti, nasce nel settembre del 2006 ed in soli tre anni si è fatta apprezzare in numerosi eventi nazionali e internazionali. La sera del 28 marzo andrà in scena invece la spettacolare rappresentazione intitolata Mandala, sorta di viaggio che

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mira ad una crescita interiore, firmato dalla locale Compagnia Kronos, con le coreografie di Barbara Canal e Francesca Foscarini. La Compagnia Kronos, fondata nel 1980 dalla ballerina Ornella Pegoraro, porta sul palcoscenico uno spettacolo suddiviso in due fasi diverse: il viaggio analizzato nel momento della partenza e il viaggio inteso come percorso spirituale attraverso esperienze personali. In un primo momento quindi verrà esplorata l’inquietudine che da sempre spinge l’uomo a cercare “altro”, quel qualcosa che ancora non ha e che spera di incontrare partendo alla ricerca di una nuova vita. Successivamente sarà la simbolica figura del traghettatore che ci accompagnerà al di là del fiume in uno spazio senza confini dove le esperienze di tutta una vita potranno essere vissute contemporaneamente. Nella stessa serata si tornerà a danzare sulle note del Bolero di Ravel, questa volta grazie ad una differente soluzione coreografica promossa dalla compagnia di danza francese EPSEDANSE di Annemarie Porras. Il coreografo Thierry Malandain propone un’audace scenografia con un approccio che non conserva niente dell’originale coreografia di Nijinsky, al punto di confinare ben dieci danzatori in uno spazio ristretto che sin dall’inizio limiterà l’espressione dei corpi. L’intensità musicale del finale, metafora di un piacere liberatorio conquistato passo dopo passo, verrà rappresentata anche a livello coreografico: dalla sensazione di reclusione che inizialmente imprigiona i danzatori al centro del palcoscenico si arriva, in un crescendo d’enfasi e di movimento, alla gioiosa liberazione finale. Gran finale affidato quindi il 23 aprile allo spettacolo Sinapsi, promosso dalla Compagnia di Danza Lucy Briaschi e che vede la partecipazione di Luca Bassanese. Lo spettacolo di danza contemporanea, diretto e coreografato da Lucy Briaschi, utilizza come punto di partenza l’uomo, in quanto macchina fredda e perfetta. La rappresentazione è un invito però a riflettere su quegli stimoli morali che ci vengono imposti dall’esterno, insegnandoci che ciò che era sbagliato ieri, oggi potrebbe essere giusto, ponendo così la verità su altri livelli.


Appuntamenti

Zerogrammi della Officina Zerogrammi

Sinapsi della Compagnia di Danza Lucy Briaschi

Informazioni: Ufficio Cultura Comune di Thiene Tel. 0445 804 745 cultura@comune.thiene.vi.it Teatro Comunale Tel. 0445 804943 teatro@comune.thiene.vi.it

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M STERI LEG ND MISTERI E I

terra di

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GE


I E DE LEGGENDE

Zoom

lI nostro è un territorio che offre molto ai visitarori: dolci paesaggi collinari, splendide ville antiche e castelli, storia, folclore, inimitabili sapori legati alla tradizione… ma anche un suggestivo e quanto mai ricco patrimonio di misteri e leggende legate all’immaginario popolare fantastico.

S

torie e narrazioni - ora spaventose, ora curiose e divertenti - abitate da folletti, salbanelli, streghe, anguane, orchi ed altri personaggi provenienti da un insieme di racconti

orali che dai nostri nonni (e prima ancora dai loro nonni) si sono tramandati sino a noi. O quasi. Oggi infatti sono molte le persone – soprattutto tra le giovani generazioni – che conservano vaghi ricordi o talvolta ignorano del tutto questa eredità, così legata ad un epoca trasformata dal mutare dei tempi. Da qui l’esigenza di salvaguardare questi ‘tesori’ legati alla tradizione popolare veneta, scongiurando che possano andare irrimediabilmente persi. Un compito di cui si è fatta carico ultimamente anche la Regione del Veneto, legandolo ad un inedito filone turistico basato appunto sulla riscoperta di storie, leggende, luoghi, antichi incanti che fanno perno sul ‘mistero’ e sul ‘fantastico’e che sono rintracciabili nelle sette provincie venete. In occasione del ‘mese del mistero’ – così è stato battezzato il novembre appena trascorso - l’Amministrazione Comunale di Thiene, sensibile alla tutela di questo repertorio orale alla base dell’identità profonda di tutti noi, ha organizzato un evento speciale in Villa Godi Malinverni a Lugo. Nella serata è stata presentata una nuova pubblicazione, realizzata dall’Ufficio Turismo del Comune in collaborazione con l’Associazione Pedemontana.vi Turismo, dove si raccolgono alcune brevi storie scritte da Valeria Balasso e Nicole Zavagnin. Protagonisti de “Il Fantastico nelle Ville della Pedemontana Vicentina” sono i mitici abitatori della nostra terra come le anguane, seducenti ninfe incantatrici che vivono nei fiumi e nei ruscelli, i salbanei, folletti scherzosi e un po’ maligni, le strie, fattucchiere capaci di ogni magia e sortilegio, accompagnati per l’occasione da fantasmi e cantastorie. Di questi esseri misteriosi, un tempo tanto radicati nelle fantasticherie dei grandi e nelle paure dei piccini, il volumetto recupera caratteristiche, comportamenti, movenze, tratti tipici, proponendoci un tuffo nel passato, nel

Maschera di anguana

tempo in cui tali episodi venivano raccontati nelle serate di filò.

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Gian Domenico Mazzocato

L’evento ha visto la partecipazione dello scrittore trevigiano Gian Domenico Mazzocato, considerato uno dei più attenti e raffinati narratori della storia e della cultura veneta. Filo conduttore delle sue opere è infatti un’ accurata ed estesa indagine su storie, personaggi e mitologie del “profondo Veneto” agricolo e rurale. Due sue raccolte in particolar modo, Gli ospiti notturni ed il più recente Colline incantate, contengono racconti e novelle direttamente ispirate alle narrazioni che egli ha sentito dalla viva voce della gente veneta. Abbiamo colto l’occasione per approndire con lui il significato di queste storie… Che cosa celano questi racconti misteriosi con personaggi surreali, un tempo tanto radicati nelle fantasticherie e nelle paure della gente? Sono racconti che aiutano a capire cosa sia il mito. Ho sempre trovato riduttiva la definizione di alcuni studiosi secondo cui il mito ci parla degli dei e degli eroi; per me il mito è il tipo di narrazione che aiuta a dare corpo, visività, percettibilità, fruibilità ad un idea. Il mito è cioè la spiegazione scientifica che,in maniera ingenua, noi ci diamo per la realtà che ci circonda, misteriosa per definizione. Quello che nel trevigiano viene chiamato mazzariol, e che in queste zone voi chiamate salbanello, così come le anguane e gli altri esseri, altro non sono che modi con cui la gente si spiegava gli eventi…lo scorrere dei fiumi, il sorgere del sole nelle colline, l’annidarsi degli animali nelle foreste, in definitiva il rapporto dell’uomo con il territorio e la natura. Il vicentino, in particolar modo, costituisce uno dei più grandi raccoglitori di miti popolari. Che importanza rivestono oggi? Nel momento in cui noi ci sentiamo legati alla necessità di riannodare i nostri rapporti con la matrice culturale da cui proveniamo, che è sostanzialmente agricola, rurale, ecco che essi sono uno straordinario strumento di risalita alla origini perché ci permettono di rientrare nell’ottica e nella mentalità propria dei nostri avi.

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Non sono solo favolette quindi… Certo che no, questi miti rappresentano piuttosto modi diversi di rispondere a dei bisogni ancestrali. Come sosteneva Levi Strauss, antropologo francese recentemente scomparso, “c’è un fondo comune in cui poi ci si ritrova”. Pare che gli anziani, custodi di queste storie, le vivano e le raccontino ancora con un senso di realtà, talvolta con una sorta di timore. E’ così? Certo, io ricordo ad esempio mio padre. Figlio di generazioni di contadini che però ha avuto la fortuna di studiare, divenendo ragioniere e riscattando quindi una condizione di povertà atavica. Una persona illuminista, razionale, assolutamente non supertiziosa. Quando ero bambino mi raccontava che, a volte, dal cortile di casa loro sparivano inspiegabilmente cose o attrezzi che poi magari venivano ritrovati in mezzo ai campi. D’istinto gli chiedevo come fosse possibile che accadessero questi episodi, e puntualmente mi sentivo rispondere: “l’è stà el mazzariol che i mei scondea!”. Come giudica la riscoperta in corso del fantastico e del misterioso, spinta anche da questo nuovo filone turistico promosso a livello regionale? Sicuramente positiva, seppur con qualche piccola eccezione. Non mi trovo cioè del tutto d’accordo con quelle iniziative che tendono a privilegiare esclusivamente gli aspetti magici e supertiziosi, preoccupandosi principalmente di solleticare la pruderie delle persone, come fanno talvolta alcune trasmissioni televisive dedicate a eventi misteriosi. Il giudizio positivo mi viene però dalle serate - come è stata poi quella di Lugo - in cui vedo tutte queste persone che, come me, scorgono nel mistero il modulo espressivo di un certo tipo di civiltà. Il fatto è questo: o noi facciamo di queste cose uno strumento di conoscenza autentica, di valorizzazione del mondo che le ha espresse, oppure facciamo una cosa deteriore. Chiaramente questo non esclude poi un certo margine lasciato alla suggestione, al lasciarsi cogliere dalla fantasia. Due maschere di salbanello

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DARE VOLTO AL MISTERO Tutte le splendide maschere ammirate in quest’articolo sono opera di Vallina Meneghini Derugna. Prima di farsi notare in tutto il mondo con la suggestiva installazione in vetro soffiato ‘Le ali di Venezia’ del 2004, l’artista thienese ha dedicato lunghi anni della propria ricerca alla rappresentazione degli esseri misteriosi appartenenti al fantastico popolare. “Molti anni fa, quando insegnavo educazione artistica alle scuole medie – ricorda oggi – mi resi conto che gli studenti conoscevano alla perfezione i personaggi dei manga giapponesi, ma avevano poca familiarità con anguane, salbanei o streghe, il nostro fantastico popolare”. Da qui lo stimolo ad intraprendere un percorso di ricerca sul campo nei comuni della Valdastico, registrando racconti dalla viva voce degli anziani, ultimi depositari di una tradizione conservata nel tempo. Quanto raccolto fu allora rielaborato ed utilizzato la mostra-spettacolo al Teatro Comunale dal titolo “Storia…Memoria”, oltre che per la pubblicazione dell’omonimo volume contenente - accanto alle storie registrate - alcuni approfondimenti e diverse illustrazioni realizzate dalla Meneghini. Elaborazioni a matita, china e inchiostri ispirate da quanto ascoltato, che hanno fatto da corollario alla sua prima vera illuminazione artistica: la realizzazione di maschere d’esseri fantastici con l’antica tecnica della ‘maschera veneziana’ del ‘700 (carta, garza e colla a partire da negativi fatti su creta). Queste opere, che fissano sentimenti e paure ancestrali parte di ognuno di noi, hanno fatto il giro del mondo accompagnando un’ attività espositiva e congressuale che, tra gli altri, ha portato l’artista al Sofa di Chicago

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(nel 2000) e all’università di Canberra (Australia), dove ha tenuto diverse lezioni. In continua ricerca, ritrova il suo profondo amore per il vetro di Murano, materiale vivo, materiale di luce. “La testarda speranza di raggiungere l’abilità necessaria per realizzare le maschere con il vetro soffiato – racconta - mi ha spinto a trascorre un lungo periodo della mia vita nell’isola veneziana”. Una sfida difficile, ma in parte sicuramente vinta come dimostrano alcune opere realizzate mentre era ‘a bottega in fornasa’ da alcuni dei più importanti maestri muranesi. Il resto è storia più recente…Il coraggioso progetto de ‘Le ali di Venezia’, con l’ambizioso obiettivo di riavvicinare le diverse realtà artistiche e i maestri di Murano attraverso il ‘sogno’. Sogno di un’opera impossibile, in una situazione improponibile, necessaria per dare ali alla speranza, per continuare a credere che l’Essere possa superare crisi e difficoltà quando non perde il contatto con quella parte preziosa, profondamente radicata in lui, che ha la luce del divino e l’aura della magia. E per il futuro? La maschera (da maska = persona) è il simbolo primo di ogni sua ricerca, è amore per il mito ancestrale che vive in ciascuno di noi. “Ora sto lavorando a Firenze – ci confida – per far confluire le esperienze fatte sinora e l’amore per la danza nell’Arte Terapia. Questa disciplina, che promuove il potere terapeutico dell’arte attraverso il moto corporeo e l’elaborato creativo, aiuta a ritrovare il respiro interiore e svela il manifestarsi magico dell’essere umano”

Maschera della Luna, utilizzata nello spettacolo teatrale ”Storia...Memoria”

‘Le ali di Venezia’: nel 2004 il The Corning Museum of Glass di New York l’ha scelta per rappresentare l’Italia nella sezione ‘vetro d’arte contemporanea’


Zoom

Scultura in vetro soffiato, esposta alla Mostly Glass Gallery di New York

Volti di anguana realizzati in vetro soffiato di Murano

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NEL blu

dipinto

blu

di

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Sportivissimo

E’ cosa certa... se Leonardo da Vinci fosse nato un quest’epoca, di sicuro sarebbe un appassionato di questo sport. Dopotutto, senza rendersene conto, si era interessato ad esso ancora prima dell’esistenza del paracadutismo, una disciplina unica proprio perchè avvicina l’uomo al suo primitivo sogno: volare. Testimonianza di questa realtà è proprio la evidente fioritura di questo sport, un tempo considerato un’attività militare o riservata a pochi temerari, mentre al giorno d’oggi, con il perfezionamento tecnico dei materiali associato ad un addestramento attento, si presenta come un’occasione per tutti di vivere liberamente un’ entusiasmante esperienza, un sogno immortale. L’aeroporto di Thiene è stato per molti anni sede di una scuola di paracadutismo con l’ANPd’I ma è dal 2001, con la nascita della Associazione Sportiva Skydive Thiene, che è diventata una delle più importati realtà nazionali per questo sport. Circa diecimila infatti i lanci che si effettuano ogni anno dai cieli che sovrastano Thiene, per mezzo di un nuovissimo e potente aeromobile che sale a 4.500m in 12minuti con 10 parà a bordo; sono inoltre circa una quarantina gli skydivers (tradotto letteralmente: “tuffatori nel cielo”) che vengono addestrati mediamente in un anno dalla scuola di Paracadutismo dell’assoociazione.

Informazioni: www.skydivethiene.it Giovanni 3496538686 info@skydivethiene.it Manuela 3407092003 manu@skydivethiene.it

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Come avvicinarsi allora al mondo del paracadutismo sportivo? La via più breve, semplice e veloce è sicuramente il lancio in tandem, che permette a chiunque di vivere l’emozione di saltare dall’aereo alla quota di 4.500 metri, saldamente imbragato ad un esperto pilota tandem, senza bisogno di corsi particolari o visite mediche. Bastano 15 minuti di preparazione, tempo sufficiente per capire che si vola in totale sicurezza. Si sale in aereo, dal quale si possono ammirare dall’alto le meraviglie del nostro paesaggio; arrivati quindi in quota, al segnale del comandante, la porta si apre e... fuori!!! Istanti di estremo divertimento, una scarica di adrenalina pura! Liberi nel cielo più blu, si viaggia per un minuto di caduta libera alla velocità di 200 all’ora, poi alla quota prefissata l’istruttore apre il paracadute e lo scenario improvvisamente cambia: il silenzio ed una pace quasi irreali accompagnano lo skydiver che prosegue veleggiando, nella zona di atterraggio, in modo dolce e sicuro. Se invece si fa parte della schiera di persone che sentono forte il richiamo dell’aria, se si avverte cioè nel proprio intimo il desiderio innato di volare, allora la cosa migliore da fare è iscriversi ad un corso di

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paracadutismo. Diventare degli Skydivers è molto più naturale di quanto si pensi. Grazie all’efficacia del metodo di insegnamento A.F.F. (accelerated free fall) i tempi di apprendimento si sono ridotti notevolmente rispetto al metodo FV (fune di vincolo), sistema di insegnamento che si applicava in passato. Quello utilizzato dall’associazione con base a Thiene è un processo di istruzione sviluppato in America ed esportato ed applicato in tutto il mondo, attraverso il quale l’allievo apprende e sviluppa obiettivi da raggiungere frequentando un corso intensivo di preparazione a terra, della durata di 10 ore circa, che poi metterà in pratica in sette livelli di lancio, attraverso un’adeguata istruzione da parte dei suoi jumpmasters, che lo seguiranno in tutto questo percorso personalizzato, portando l’allievo a diventare paracadutista. Superati i 7 livelli previsti l’allievo avrà acquisito la conoscenza che gli permetterà di volare successivamente in modo autonomo. Quanti desiderino conoscere un po’ meglio questa realtà sono dunque invitati a recarsi presso l’aeroporto Ferrarin per immergersi in questo meraviglioso mondo. Un mondo dove ognuno può esprimere o trovare se stesso, dove si respira aria pura e il cuore batte forte...


Sportivissimo

Parà ritratto in una illustrazione d’epoca

Il Ten. Alessandro Tandura, ultimo a destra

LE

affinita’ elettive TRA thiene ED IL volo

*

Il legame tra Thiene ed il volo da paracadute e, in senso più ampio, tra Thiene e l’Aeronautica è più stringente e più antico di quel che comunemente si possa pensare… Non solo fu proprio il campo di volo di Villaverla−Thiene a battezzare l’avventura del primo paracadutista militare d’Italia: il tenente Alessandro Tandura, l’8 agosto 1918. Anni ed anni prima che tutte le nazioni si dotassero di veri e propri battaglioni di paracadutisti – come avvenne poi solo nel corso del secondo conflitto mondiale − egli fu il precursore degli incursori, militari addestrati a essere lanciati territorio nemico per azioni di sabotaggio o di copertura. A pilotare l’aereo che lo conduceva in territorio nemico era nientemeno che l’asso canadese Maggiore William Barker, in quel periodo a capo della 139° Squadriglia aerea di stanza nel medesimo campo di volo. I paracaduti modello “Calthrop” – ribbattezzati “Angel guardian” – vennero forniti dagli inglesi al corpo di aviazione italiano allo scopo di salvare la vita dei piloti una volta che fossero stati abbattuti. Ma altra cosa che non tutti sanno è che c’è un pezzo di Thiene anche nello stemma araldico adottato dall’

Effige dell’Aeronautica Militare Italiana

Aeronautica Militare Italiana ed attualmente in uso. Tra i quattro distintivi che lo compongono – tutti appartenenti a squadriglie distintesi per abilità e coraggio nella Ia guerra mondiale – ben due si riferiscono a squadriglie che sorsero proprio sul campo di volo di Villaverla−Thiene (per l’esattezza la 27° Squadriglia Aeroplani, contraddistinta dal cavallo alato azzurro che regge una fiaccola, e la Squadriglia Aeroplani da Bombardamento Caproni, contraddistinta dal quadrifoglio verde). Vale la pena di ricordare, poi, che un’ altra delle quattro effigi è riferita all’87° Squadriglia “La Serenissima”, una compagine di volo in cui si distinse per valore e coraggio il pilota thienese Francesco Ferrarin – cugino di Arturo Ferrarin – che si guadagnò le medaglie d’argento e di bronzo più due croci di guerra al valor militare per le varie imprese compiute nel corso della Grande Guerra.

* Si ringrazia per il contributo l’Associazione Ricercatori Storico Aeronautica “Dogfight”

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Quando l’arma NON È simbolo di VIOLENZA


Sportivissimo

A tu per tu con la Sezione di Thiene del tiro a segno 69


Chiunque entri in città da viale Europa può notare, nelle immediate vicinanze della zona del Bosco, un grande edificio con alcune arcate in legno dove campeggia la scritta “Campo di tiro a segno Nazionale”. Qui, a partire dal lontano 1903, anno della fondazione della Sezione di Thiene, sono passate generazioni e generazioni di tiratori impegnati in questo sport tanto antico quanto affascinante, ed è qui che ancora oggi si allenano i numerosi atleti raggruppati da questa realtà. “Nel nostro poligono convivono due anime – ci spiega Livio De Rigo, presidente della Sezione - una istituzionale e una sportiva; oltre ai 450 soci iscritti contiamo altri 220 soci obbligati per necessità, ovvero vigili o guardie giurate”. Grazie alla presenza di istruttori estremamente qualificati, il poligono cittadino si occupa infatti anche dell’addestramento degli addetti alla sicurezza appartenenti alle forze dell’ordine e del relativo rilascio di certificati di maneggio armi previsti dalla legge. Per quanto riguarda il settore sportivo, invece, si praticano diverse specialità, tra cui le due olimpiche: la pistola ad aria compressa (P.10) e la carabina ad aria compressa

Giuseppe Vescovi

(C.10). Nella prima generalmente i bersagli si trovano ad una distanza di 10 metri e sono caratterizzati da cerchi concentrici con diametro che varia dagli 11,5 mm di diametro ad un massimo di 155,5 mm. Questa specialità consiste nello sparare 40 colpi in un’ora e 15 minuti, a braccio teso e senza appoggio. La C.10 invece, sempre con distanza da10 metri, è considerata come un’attività propedeutica per i giovanissimi che si avvicinano a questo sport. I bersagli presentano cerchi concentrici con un diametro che varia da un massimo di 45,5 mm ad un minimo di 0,5 mm. Generalmente oltre all’arma, che raggiunge un peso di circa 5,5 kg, vengono utilizzate attrezzature speciali come giacca, pantaloni e scarpe da tiro.

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L’età indicata per iniziare a praticare il tiro a segno è stata fissata a dieci anni. E’ bene precisare che la cosa non è da considerarsi prematura se imparare ad usare un’arma non ha evidentemente alcun scopo di offesa ma, dal punto di vista sportivo, significa semplicemente acquisire maggiore sicurezza in se stessi, aumentando il controllo delle proprie emozioni ed il senso di responsabilità. Da questo punto di vista il tiro a segno è infatti uno sport molto formativo. Durante una gara è assolutamente necessario avere il controllo completo del corpo e della mente; a differenza di molti sport di gruppo, qui quando si gareggia non si può contare sull’aiuto di nessuno se non di se stessi. È quindi uno sport che richiede calma e che stimola ad un maggior controllo su tutto ciò che potrebbe essere nocivo al fisico e al sistema nervoso, educando di conseguenza a regole di vita sane ed equilibrate. E’ per questo che alcune scuole di Thiene e del circondario hanno colta la possibilità di far provare questa disciplina ai ragazzi nelle ore di educazione fisica. “Abbiamo ricevuto i complimenti dei professori che accompagnavano i ragazzi delle scuole, - constata De Rigo – per l’ambiente che hanno

Paolo Santacatterina

trovato ma soprattutto per i valori connessi all’insegnamento di questo sport”. L’operazione di avvicinamento dei più giovani, ma anche del gentil sesso (non poche infatti sono le donne che gravitano nel poligono thienese), ha sicuramente aiutato a sgombrare il campo da preconcetti e paure legati a questa attività che non può prescindere dall’utilizzo dell’arma. “Va ricordato un dato statistico particolarmente significativo – prosegue il presidente– e cioè che nelle classifiche ufficiale di pericolosità ed incidentalità relative ai vari sport il tiro a segno occupa stabilmente l’ultimo posto”. Recentemente De Rigo si è fatto portavoce dell’istanza di rinnovare ed ammodernare una struttura oggettivamente


Sportivissimo

antica e dalle dotazioni vetuste, per tenerla al passo con i tempi e per offrire uno spazio adeguato allo svolgimento di gare a livello regionale e nazionale. Nell’ultimo anno, grazie anche ai contributi regionali e a quelli dell’Unione Italia Tiro a Segno, si è concretizzato il sogno di realizzare un nuovo e moderno Palatiro, dotato di ben 17 linee di tiro indoor per armi ad aria compressa. La struttura, che va ad aggiungersi alle altre già in essere dove si spara anche a fuoco, sarà a breve inaugurata in via ufficiale ma è comunque già attiva. Il 6 e 7 marzo prossimi, tra l’altro, ospiterà già un’importante gara a livello nazionale, la Team Cup, che vedrà la partecipazione di circa 300 sportivi nelle due specialità olimpiche ad aria compressa. E a proposito di gare, come se la cavano gli atleti del poligono di Thiene? «Negli ultimi tempi ci siamo tolti delle gran belle soddisfazioni – ci conferma De Rigo – grazie ai risultati raggiunti nei campionati italiani dagli atleti Giuseppe Vescovi e Paolo Santacatterina”. Vescovi è campione nazionale di tiro ad avancarica nella specialità Colt (revolver), mentre Santacatterina è campione italiano di tiro con Pistola Standard Gruppo B e si è classificato al terzo posto nei campionati italiani di tiro con Pistola grosso calibro Gruppo B. «Devo dire comunque – conclude il presidente – che, al di là di questi risultati ragguardevoli, il nostro è sempre stato un poligono sano che ha forgiato tanti ottimi tiratori, alcuni dei quali talvolta sono passati a gareggiare in altri gruppi sportivi conseguendo risultati importanti».

WHEN A WEAPON CEASES TO BE A SYMBOL OF VIOLENCE There are two different sides to Thiene’s shooting range; an institutional and a sporting one. Indeed, the 450 individuals who actively requested membership are joined by the 220 who are obliged, by necessity, to attend: that is, policemen and security guards who undergo training to achieve the arms handling certificate required by the law. As far as the sporting sector goes, various disciplines are practised in this range, two of which are Olympic: the 10 metre air pistol (P.10) and the 10 metre air rifle (C.10). The suggested age at which to become involved in the sport is 10. And there is no reason to consider such a suggestion premature: after all, learning to use the weapon has nothing to do with violence, from a sporting point of view, but is rather about developing selfconfidence, control over one’s actions and a sense of responsibility. And this is why certain schools in Thiene and its surroundings have taken advantage of the opportunity to let their

students try it out during their P.E. lessons. Recently, owing in part to contributions from the Region and Italian Shooting Union, the dream of creating a new, modern Shooting Complex – with 17 indoor shooting stands for airguns – was finally achieved. The new structure, an addition to those already present (where firearms are also allowed), will be officially inaugurated in the near future, but is already operational. And it will host, on 6th and 7th March 2010, an important national competition: the Team Cup, which will see around 300 athletes compete in the two Olympic airgun events. And, while on topic, Thiene’s Shooting Sport Division has obtained some satisfying results. Giuseppe Vescovi is the national Muzzle Loading Colt (revolver) champion, while Paolo Santacatterina is the Italian Group B Pistol champion and came third in the Italian Group B Shotgun Championships.

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Uno scorcio dell’ufficio direzionale con i ritratti delle diverse generazioni di Ferrarin

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Ritratti

il filo tra il passato e il futuro di

Thiene

Allo studio il progetto per trasformare lo storico lanificio in un ‘cantiere’ permanente dell’innovazione: un’idea condivisa anche da Mario Ferrarin 73


Vista aerea dello storico lanificio negli anni tra le due guerre

Mario Ferrarin oggi, giovane ottantaduenne

Molto più di un semplice cognome. Quella dei Ferrarin è una dinastia che ha ‘tessuto’ la storia di Thiene, in senso letterale – attraverso lo storico lanificio fondato nel 1830 - ma non solo: basti pensare che ad un Ferrarin sono oggi intitolati una via, una scuola, un asilo, una piazza, un monumento, l’aeroporto ed un centro parrocchiale. Di generazione in generazione, i Ferrarin sono stati protagonisti della vita produttiva, politica e sociale della nostra città. Dal capostipite Angelo, che promosse con successo a Thiene l’intuizione industriale avviata a Schio dalla Lanerossi, al figlio Antonio, che fu sindaco tra il 1901 e il 1904 contribuendo al profondo rinnovamento di servizi e infrastrutture; dalle eroiche imprese dell’aviatore Arturo, che nel 1920 volò da Roma a Tokyo, e di Francesco, che fece il piano del mitico volo su Vienna per D’Annunzio, all’evoluzione produttiva, tecnica e commerciale garantita a partire dagli anni Settanta da Mario, ultimo erede della dinastia. Da diversi anni, ormai, lo storico lanificio non è più in attività. Eppure, in modo nuovo e sorprendente, il filo della storia nel segno dei Ferrarin ha dimostrato di potersi proiettare

anche verso il futuro: un futuro fatto di inventiva, evoluzione e creatività, come ha testimoniato il successo del recente Nodo Expo organizzato nell’ex complesso industriale. Un ‘cantiere di innovazione’ che l’Amministrazione vorrebbe potesse diventare permanente, attraverso un importante progetto di riqualificazione e recupero dell’area oggi dismessa. Un’idea pienamente condivisa anche da Mario Ferrarin, che alla sua ‘giovane’ età non ha perso lo spirito innovatore e propositivo che da sempre ha contraddistinto.

Ferrarin 74


Ritratti

Mario Ferrarin, la sua famiglia è intimamente legata alla storia di Thiene. Come vive questo profondo rapporto con la città? Pur non essendo originaria di qui, a partire dal 1830, quando Angelo Ferrarin avviò l’attività, la mia famiglia ha creato radici salde nella società e nel territorio thienese. Per molti anni l’azienda ha dato lavoro a molte famiglie: siamo arrivati a contare ben 500 dipendenti tra Thiene e Sarcedo. Ma anche le iniziative e i progetti avviati da altri miei antenati, in particolare le imprese dello zio Arturo, asso dell’aviazione, sono ancora oggi vive nel ricordo di molti thienesi, e questo mi fa enorme piacere. L’esperienza del lanificio Ferrarin rappresenta un esempio di ‘imprenditoria illuminata’. Nei molti anni in cui è stato al timone dell’azienda, su quali valori si è basato il rapporto con i dipendenti? Anche in questo ho seguito l’esempio di mio padre: con i dipendenti ho instaurato un rapporto aperto e positivo, all’insegna del rispetto e della reciproca riconoscenza. Lo dimostra il fatto che non si sono mai verificati scontri particolarmente accesi con il sindacato. Di fronte ai problemi, abbiamo sempre privilegiato la via del dialogo e la ricerca di una soluzione in grado di accontentare entrambe le parti. Un rapporto che rimane vivo nel tempo, tanto è vero che in occasione del Nodo Expo Thiene, organizzato negli ex capannoni del lanificio, sono venuti tanti vecchi dipendenti, operai, impiegati. Mi ha fatto un enorme piacere rivederli e salutarli, ritornando a rivivere insieme per alcuni momenti vecchi ricordi sempre vivissimi. Molte persone oggi ricordano con commozione il suono dell’ultima sirena, a dimostrazione di questo forte legame con l’azienda... È proprio così. Moltissima gente, anche se non lavorava da noi, mi ha confidato che quello delle 7.30

era un suono che dava il segnale d’inizio di una nuova giornata: una consuetudine, una certezza che scandiva il ritmo dell’agire quotidiano. C’era chi con quel suono si svegliava, chi invece si preparava per il lavoro o per portare i figli a scuola. Oggi mi capita di incontrare alcune persone che mi confidano di essere costrette a malincuore ad usare la sveglia, da quando quel fischio familiare e puntuale non si sente più… Il recente Nodo Expo ha illuminato la possibilità di utilizzare una parte dell’immenso stabilimento, posto nel cuore del centro cittadino, come spazio incubatore di idee e progetti creativi per il rilancio dell’economia. Cosa pensa di questa idea avanzata dall’Amministrazione Comunale? Devo ammettere che inizialmente ero un po’ perplesso sull’idea di collocare il Nodo Expo nei capannoni del lanificio, in mezzo ai macchinari ancora presenti. Poi ho valutato che in effetti, negli ultimi anni, diversi importanti contesti industriali dismessi sono stati riqualificati come sedi museali, e quindi ho accettato con interesse e favore la proposta giunta dall’Amministrazione comunale. E devo dire che l’iniziativa è riuscita davvero molto bene. L’idea di destinare un parte degli edifici ad uno spazio creativo ed espositivo stabile, per quanto necessiti di essere approfondita ed esaminata nei dettagli, non può che trovarmi d’accordo. Lo spazio a disposizione è davvero moltissimo e sarebbe un peccato demolire questi edifici, che hanno di certo un valore storico e, per me, anche un valore affettivo. Utilizzarli per dare linfa alla creatività emergente credo sia un’idea apprezzabile, in grado di dare nuovo valore a questi spazi, nuovo futuro ad un luogo dal grande passato.

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ato NUOVE IDEE PER

L’antiquariato 76


Anteprima

Da marzo il centro di Thiene tornerà ad ospitare il tradizionale appuntamento con il mercatino dell’antiquariato del primo sabato del mese. Una nuova veste, più ricca e qualificata, promette grandi sorprese per gli appassionati

I

l mercatino di Thiene del primo sabato del mese è stato per anni un appuntamento fisso per gli appassionati di antiquariato. Attivo sin dal lontano 1996, il mercatino ha però subito una sospensione alla fine del 2008 per una concomitanza di motivazioni diverse. Chiaramente hanno influito i lavori di ristrutturazione e riqualificazione che hanno interessato il centro storico della città e che si sono conclusi da poco. Ma anche l’oggettiva presenza di pochi partecipanti qualificati ha imposto, dopo molti anni, una doverosa pausa di riflessione. Negli ultimi tempi, convinta dell’opportunità di rilanciare questo prezioso appuntamento, l’Amministrazione comunale ha voluto confrontarsi con diversi attori che operano nel settore, per valutare nuove proposte e ricevere utili indicazioni. In collaborazione con l’Associazione Culturale “Il Tritone”, è nata così l’idea di riproporre il mercatino dell’antiquariato in una nuova veste, più qualificata ed accurata. L’associazione vicentina da diversi anni si occupa di organizzare eventi che richiamano l’interesse di un vasto pubblico, come il mercatino dell’antiquariato e del collezionismo di Vicenza e Noventa Vicentina o la Mostra del Libro e Stampa Antichi nella Basilica Palladiana di Vicenza, ed è per questo che il Comune di Thiene ha deciso di ascoltare le sue proposte di rinnovamento. Sono state affrontate numerose problematiche, prima tra tutte quella legata al ristretto numero di spazi in passato messi a disposizione per gli espositori. Si è ritenuto necessario infatti ampliare lo spazio dedicato all’esposizione così da soddisfare le aspettative dei collezionisti, stimolati a raggiungere Thiene anche da località molto lontane. Non solo, ma anche grazie al successo del Mercato del Collezionismo di Vicenza, con una media di 220 espositori ed un database di oltre 1500, l’associazione ha la possibilità di invitare molti commercianti per poter quindi raggiungere un maggior numero di operatori. Amministrazione Comunale ed ASCOM sono stati da subito concordi nel far compiere all’iniziativa un salto di qualità. Il nuovo mercatino gestito da “Il Tritone” vedrà così aumentato il numero delle presenze di operatori professionali, che dai precedenti 20 passeranno a circa 60-65, e degli hobbisti, che dai 15 della passata edizione arriveranno a circa 20-25. Nuove aree saranno interessate dalla manifestazione che distribuirà le colorate bancarelle degli espositori tra Corso Garibaldi, a partire dall’incrocio con Via Roma, Piazza Chilesotti e Piazza Ferrarin.

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L’invito, per i curiosi e gli appassionati di antiquariato così come per tutti i thienese, è quindi di tenersi liberi per il primo sabato di ogni mese a partire da marzo: una bella sorpresa attenderà tutti tra le vie del centro!

Per lanciare poi la nuova edizione del mercatino, durante il primo appuntamento previsto per sabato 6 marzo 2010, verrà organizzata un’iniziativa collaterale di supporto come la “Fiera del Disco” che si protrarrà sino al giorno successivo, domenica 7 marzo, con l’ambizione di richiamare una larga fetta del popolo di cultori del vinile e della buona musica. Un altro contributo di novità apportato da “Il Tritone”, che infatti annovera tra i suoi eventi anche l’organizzazione dal 2005 della Fiera del Disco a Vicenza, manifestazione che ha sempre riscosso un enorme successo.

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Tinti o decolorati e contemporaneamente ristrutturati? Non è un sogno, sono i capelli “100% vegan”

Articolo pubbliredazionale

Arriva da oltreoceano la nuova linea dedicata alla cura dei capelli che trovate da Salone Laura a Rozzampia. Questa gamma, pluripremiata negli Stati Uniti, è assolutamente innovativa perchè permette oggi di tingere, e persino decolorare, i capelli senza danneggiarli. La sua principale caratteristica è l’assoluta mancanza di sostanze chimiche, per questo definita “100% vegan”. L’esclusiva composizione di questi prodotti vanta esclusivamente estratti botanici e non contiene solfati dannosi per i fusti. Questi trattamenti innovativi, creati ed ideati soprattutto per le chiome colorate, rappresentano effettivamente il meglio per tutte le tipologie di capelli. E’ Laura stessa che ci racconta quanto morbidi, setosi e ristrutturati appaiano i capelli dopo aver subito tinte o decolorazioni con questi eccezionali prodotti. In pratica, si tratta di veri e propri trattamenti di bellezza che, in più, grazie all’elevatissimo rapporto di ingredienti naturali contenuti, come le proteine di riso e l’olio d’argan, un estratto di noce naturale, aiutano a prevenire i radicali liberi e l’invecchiamento dei capelli. Novità assoluta è anche la pasta decolorante completamente priva di ammoniaca che rappresenta la garanzia di massimo rispetto per la cute ed i fusti. Come sempre, l’innovazione dei trattamenti si unisce, da Salone Laura, all’aggiornamento costante dei tagli e delle linee per un risultato sempre ottimale e personalizzato.


Accademia della Parola

‌ e la vita parla! 80


Anteprima

arola: complesso di suoni organizzato sotto l’azione più o meno accentratrice di un accento, corrisponde a una immagine di una nozione o di un’azione, è la rappresentazione di una idea svolta a mezzo e nel presupposto di un riferimento convenzionale. Niente di tutto questo. Dimenticate la fredda definizione riportata nel dizionario e riempite la parola con i più svariati significati che la mente e lo spirito vi faranno riaffiorare. Questa è la chiave di lettura di un nuovo progetto che sta cercando casa e che vorrebbe avere in Thiene uno spazio di concretizzazione ideale. Stiamo parlando dell’Accademia della Parola, iniziativa che si propone di riconoscere il valore delle nostre radici attraverso il dialogo. Artefici e promotori sono il professore Maurizio Manzardo e la dottoressa Elisabetta Gesmundo. Una mattina i due si trovano casualmente a passeggiare per il centro cittadino di Thiene, quando intravvedono un’iscrizione latina collocata sul corso che recita: “UBI RADIX IBI SALUS”. L’incontro con questa frase profonda, espressamente voluta dal primo cittadino thienese per ricordare che il progresso e la salute dell’uomo non possono prescindere dalla conoscenza delle sue radici profonde, è stato semplicemente illuminante. Letteralmente la frase sostiene che dove sono le nostre radici, li si troverà la salvezza, la forza ovvero la vita stessa. È un’espressione antichissima che rimanda alle profondità dell’animo umano esortando a non allontanarsi mai dalla propria essenza di uomo se

si vuole che la vita sia sempre favorevole. Da questa passeggiata è nato così il collegamento doveroso con Thiene, quale città depositaria dell’idea e della scintilla che li ha illuminati. E così i due hanno deciso di rivolgersi all’Amministrazione Comunale per verificare se sia interessata al progetto. L’Accademia concretamente si propone di ricercare, approfondire e divulgare la cura della parola, stimolando l’attenzione verso le espressioni comunicative parlate e scritte, come a suo tempo si curava di fare l’Accademia dell’antica Grecia. Quella attuale intende caratterizzarsi soprattutto per un apertura alla conoscenza e allo sviluppo dei saperi interdisciplinari e interculturali sia classici che contemporanei. È rivolta a chiunque sia interessato ad approfondire la propria coscienza verbale e ad alimentare il piacere sensibile stimolato dalla parola. Attraverso iniziative di vario tipo - seminari, laboratori, dibattiti, pubblicazioni e manifestazioni - il progetto vuole proporre numerosi incontri in varie discipline che potranno spaziare dall’antropologia alla politica, dall’arte alla religione, tutte accomunate ed amalgamate dalla fondamentale coscienza del dialogo, perno assoluto dell’iniziativa. L’intenzione è di coinvolgere nella fase attuativa personaggi ed esperti provenienti da vari settori: professori universitari, giuristi, studiosi del teatro, della musica, della medicina e di qualsiasi altra disciplina che possa essere oggetto di interesse. L’originalità dell’idea sta proprio nell’assoluta spontaneità degli intenti; gli stessi ideatori del progetto confluiscono da realtà differenti e sono portatori di una esperienza interdisciplinare.

Una parola muore appena detta, dice qualcuno. Io dico che solo quel giorno comincia a vivere. (E. Dickinson)

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Percorsi dell’arte, percorsi dell’anima

Vergine, anello d’oro del tempo e dell’eterno, tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella nostra carne (D. M. Turoldo). 82


Storie di vita

Il Santuario dei Cappuccini festeggia i 50 anni dello splendido mosaico absidale Ha festeggiato da poco i 50 anni lo splendido mosaico dell’abside del Santuario della Madonna dell’Olmo in Thiene e la comunità dei frati cappuccini ha colto l’occasione per dare risalto all’evento proponendo nelle settimane scorse alcune iniziative di carattere spirituale e culturale. Tra queste è la pubblicazione del volume “Di te si dicono cose stupende, o Vergine Maria”, di p. Teobaldi Ricci, cappuccino della Toscana. Il libretto, grazie anche alla veste grafica curata e alla forma snella e molto leggibile, ha il pregio di spiegare il tema raffigurato nel mosaico, l’incoronazione di Maria, ripercorrendo, allo stesso tempo, a volo d’angelo, la biografia dei grandi cantori della Vergine, che vi sono rappresentati. In un viaggio tra le vite di grandi uomini – da Dante Alighieri a padre Leopoldo Mandic – il vero protagonista del libretto è la devozione a Maria, tenera Madre a cui istintivamente si rivolge il cuore dell’uomo, per chiedere con fiducia grazie, piangere lacrime di sofferenza, sussurrare i moti più intimi e palpitanti dell’animo. Del resto la stessa Città di Thiene fu dedicata alla Vergine Maria, con decisione solenne del Consiglio Comunale del tempo, il 23 ottobre del 1949 e la folla numerosa e incessante di cittadini, fedeli e pellegrini che sempre si reca al Santuario thienese testimonia questo legame filiale che si protrae da secoli. Chi volesse fermarsi davanti all’altare delle Apparizioni nel Santuario e sfogliare il libro per i “visitatori” che vi è collocato a destra, leggendo le tante

riflessioni scritte dai fedeli, vivrebbe l’emozione di entrare nella sfera più intima del cuore dell’uomo. Vi si leggerebbe allora di preoccupazioni di madri e di solitudine, ma anche di gioia fiduciosa e di parole di ringraziamento, in un addentrarsi tra le pieghe profonde dell’anima dell’uomo che spinge il lettore a volgere lo sguardo a tutta un’umanità che si affida a Maria. Allora Dante, san Francesco, san Leopoldo (vissuto a Thiene per tre anni e raffigurato nel mosaico senza aureola, perché all’epoca non ancora beatificato) e tutti i grandi personaggi che rifulgono dalle tessere del mosaico sono allo stesso tempo interpreti diversi, ciascuno con la propria specificità, della lode alla Madonna. Rappresentano le migliaia di semplici uomini che, nell’anonima quotidianità, vivono con sincerità la devozione e la fede e che, come segno esteriore, tutt’al più lasciano una frase scritta nel libro degli ospiti o donano un ex voto per grazia ricevuta o, semplicemente, accendono un lumino, destinato a consumare la propria luce nel breve giro di qualche ora. L’arte è una delle vie che nel corso dei secoli la fede cristiana ha usato di preferenza per parlare di Dio. La bellezza come la verità, mette gioia nel cuore e resistendo all’usura del tempo unisce generazioni lontane tra loro. Del resto, credere e creare sono due atti fondamentali che l’uomo adotta per raggiungere la trascendenza, come affermava suggestivamente il poeta Paul Valéry.

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Per questo la fraternità cappuccina di Thiene vuole valorizzare le pregevoli opere artistiche che custodisce nel Santuario e vuole affidarsi anche a tale linguaggio espressivo per comunicare la fede, prevedendo a tal fine una nuova ridisposizione di quadri e statue, alcuni dei quali finora non esposti al pubblico. Un’iniziativa, questa, che sicuramente riserverà belle sorprese! Oltre al volumetto appena pubblicato, ne è previsto un secondo ad inizio 2010, dal titolo emblematico “Guida storico-artistica-spirituale del Santuario”, a cura di don Marco Preato, dove saranno illustrati i dipinti e altre opere conservati, unendo spunti di riflessione e preghiere. Insomma una guida per gli occhi e la mente che, accendendo i sensi con il fascino emanato da tele e sculture, parlerà anche all’anima aprendoci alla bellezza di Dio. Il volumetto sarà presentato a fine gennaio, quando avrà luogo un altro momento importante per la comunità: l’“intronizzazione” sull’altare maggiore dell’icona dipinta nel 1530 - alla quale i thienesi sono molto affezionati – che raffigura la Madonna dell’Olmo con in braccio il Bambino e sottoposta ad un accurato lavoro di restauro, mirato a restituire l’immagine più vicina possibile all’originale. Le iniziative suddette, relative al mosaico e all’icona, coincidono con l’anniversario dell’approvazione orale, da parte del papa Innocenzo III (1209), della Protoregola francescana di otto secoli fa. In più, si collocano entrambe a ridosso del periodo natalizio e delle importanti solennità liturgiche dedicate alla Madonna.

Il piccolo prezioso chiostro del Seicento

Icona lignea della Madonna dell’Olmo, posta sull’altare maggiore

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Storie di vita Ad una società come la nostra, attraversata da crisi economica e percorsa da tensioni sociali, la Vergine apparsa nel 1529 alle tre pastorelle thienesi e a Simone da Centrale – detto il Gobbo – sa parlare ancora oggi. Chiediamo al padre Guardiano, di volerci indicare il messaggio più immediato da cogliere: “La Madonna ci attira a sé – precisa padre Luciano – perché è Madre e sa infonderci coraggio, aprendoci alla speranza. Ritengo che speranza e servizio reso agli altri, soprattutto in un contesto quale il nostro che richiede condivisione e sobrietà di stile di vita, siano gli atteggiamenti a cui ci invita Maria soprattutto in questo tempo” I 14 frati cappuccini che costituiscono la fraternità thienese continuano dunque a mostrarci la bellezza della Vergine che “risplende sul nostro cammino, segno di consolazione e sicura speranza”, come recita la Liturgia. E se nel fare questo ci offrono l’antico e prezioso linguaggio del mosaico, recuperano dipinti e pubblicano guide artistiche e spirituali, allora, per usare le parole del teologo Pierangelo Sequeri, la fede non ci salva solo l’anima, ma ci conserva anche il mondo!

APPUNTAMENTI DI GENNAIO Il ritorno, dopo il restauro, della tavola del 1530 sull’altare maggiore del santuario merita una celebrazione particolare. Il programma per l’intronizzazione dell’immagine della Madonna dell’Olmo prevede: VENERDÌ 29 GENNAIO, ore 20.30 Presentazione della tavola restaurata e della guida storico, artistica e spirituale del santuario; SABATO 30 GENNAIO, ore 20.30 Serata di preghiera con meditazione del card. Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze; DOMENICA 31 GENNAIO, ore 11.00 Santa messa presieduta dal card. Piovanelli con il rito dell’intronizzazione;

Particolare di un affresco situato nel chiostro

DA LUNEDÌ 1 A SABATO 6 FEBBRAIO, ore 20.30 Rosario animato dalle parrocchie di Thiene; DOMENICA 7 FEBBRAIO, ore 20.30 Concerto del coro “Città di Thiene”.

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AUTISMO,

più informazione per combatterlo Un approfondimento della giornalista Natalia Bandiera per capire cos’è l’autismo oggi e cosa è possibile fare

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Storie di vita

l loro sguardo è sfuggente, sembra che vivano in un mondo in cui è difficile entrare. Spesso, non parlano e se lo fanno, sono ripetitivi. Alcuni soffrono di crisi epilettiche. Altri, in età adulta, se non seguiti adeguatamente, diventano aggressivi e in molti casi i genitori sono costretti a rivolgersi a strutture competenti. Sono ventiquattro le persone autistiche in età evolutiva, che vivono assieme alle loro famiglie nel distretto thienese. L’autismo è una sindrome, di cui ancora non si conoscono le cause, su cui incidono fattori genetici, dimostrati da molte coppie di gemelli che vengono alla luce affetti dallo stesso disturbo, che colpisce uno su diecimila bambini. Capita anche che in una famiglia dove c’era già un bimbo autistico, ne nasca un altro con gli stessi problemi. Ad occuparsi dei bambini ‘speciali’ residenti nell’hinterland di Thiene c’è una equipe tutta al femminile che, nonostante la carenza delle risorse, garantisce una diagnosi precoce, un intervento psicoeducativo e l’integrazione scolastica o occupazionale. A dirigere l’unità operativa di Neuropsichiatria Infantile e Psicologia dell’Età evolutiva dell’Ulss n° 4 è Maria Grazia Chilò. Con esperienza trentennale, la psicologa e psicoterapeuta è specializzata in terapia sistemico relazionale e nella diagnosi

e abilitazione dei disturbi generalizzati dello sviluppo. Da più di dieci anni, si occupa di autismo. ‘Si tratta di una delle disabilità più devastanti perché in molti casi, l’autistico non parla, non sa apprendere dall’ambiente naturale come tutti i bambini solitamente fanno e non sa spiegare alla sua mamma che ha mal di pancia. ’Il disturbo autistico – spiega Maria Grazia Chilò – compromette fondamentalmente tre aree: quella che riguarda l’interazione sociale, il gioco simbolico e la comunicazione. Il bambino autistico tende a ripetere le stesse azioni e ad isolarsi per la sua incapacità di comprendere o di farsi comprendere. Ecco perché è necessario fornirgli dei mezzi di comunicazione, alle volte, alternativi al linguaggio. Dalla mancanza di comunicazione possono scaturire comportamenti problematici come l’autolesionismo o l’aggressività nei confronti di chi gli sta intorno. Molti bambini arrivano a mordersi le dita delle mani fino a recidersi i tendini o a strapparsi i capelli per frustrazione. Seguire un bambino con disturbo generalizzato dello sviluppo è molto impegnativo – continua la responsabile della Neuropsichiatria Infantile di Thiene – noi abbiamo attualmente, in carico solo per quanto riguarda il distretto di Thiene ventiquattro casi che vanno dall’autismo classico, all’ Asperger’.

La Dr.ssa Maria Grazia Chilò

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che età viene diagnosticato l’autismo?

forti e a non sentirsi impotenti. Bisogna fare comprendere La nostra equipe è sovradistrettuale e si occu- loro che non bisogna abbattersi, ma che è il momento di agipa della diagnosi precoce 0 – 5 anni per tutti i re. Perché i progressi del bambino autistico dipendono sobambini della nostra Ulss. È composta da due prattutto dal coinvolgimento della famiglia, che non può far neuropsichiatre infantili, due psicologhe, due logopediste e finta che l’autismo non sia nella propria casa. Il percorso è altrettante educatrici, che si organizzano mensilmente, se- molto delicato, soprattutto all’inizio. Per questo motivo, gli condo l’appartenenza del bambino al distretto di Thiene o incontri con i genitori devono essere regolari e frequenti. di Schio. La precocità per noi è fondamentale perché prima Dell’autismo si sconoscono le cause, ma nell’ultimo l’autismo si riconosce, maggiori saranno le possibilità di ga- decennio c’è stata una svolta nell’approccio a questo rantire una migliore qualità della vita ai bambini, che avranno disturbo. Cosa è cambiato? la possibilità di diventare degli adulti il più possibile autono- Si hanno strumenti più efficaci di diagnosi e di intervento ed è mi e realizzati umanamente. Si è abbassata, recentemente, cambiata la mentalità dei genitori che sono sempre più inforl’età della prima diagnosi, che può essere fatta intorno ai due mati. Se il loro bambino non pronuncia una parola nei primi anni e mezzo. L’ideale sarebbe poter intervenire ancora pri- diciotto mesi di vita, si allarmano subito, si consultano con ma. Non è possibile guarire da questo disturbo, ma è possi- gli specialisti senza esitare. Anche noi, d’altra parte, siamo bile fare molto per chi ne soffre, attraverso l’utilizzo di stra- sempre più in grado di fare diagnosi precocemente e di integie comportamentali che, se messe in atto in età precoce, tervenire subito, stabilendo la natura del disturbo, andando incidono prepotentemente sullo oltre quello che un tempo veniva sviluppo del soggetto. Ecco perdefinito genericamente un ‘ritarl loro sguardo è ché facciamo i salti mortali per do psicomotorio e dello svilupassicurare ai genitori una diagnopo’. Da sette-otto anni, nell’Ulss sfuggente, sembra che vivano si e un intervento tempestivi. 4 e nel nostro distretto, sono Come è possibile riconoscere cambiate tante cose. Iniziando in un mondo in cui l’autismo e quanto tempo ocdalla formazione dei nostri opeè difficile entrare. corre per diagnosticarlo? ratori che oggi, sono in grado di Grazie ad un’osservazione comlavorare con i bambini autistici portamentale, nel giro di un con estrema competenza. Abmese, siamo in grado di diagnosticare un disturbo generaliz- biamo inoltre razionalizzato ed integrato il lavoro diagnostico zato dello sviluppo quando questo è evidente. Occorre sta- che da solo sarebbe risultato riduttivo, stabilendo una stretta re attenti perché in età evolutiva, alcune manifestazioni che collaborazione con l’unità operativa della ‘Disabilità’ diretta potrebbero sembrare tipicamente autistiche, come il ritardo a Thiene da Cinzia Barbieri. Questa sinergia ci consente di del linguaggio, possono avere delle cause diverse. Quando poter attivare l’ intervento abilitativo educativo immediatai genitori arrivano da noi è perché hanno notato delle ano- mente, ed essere presenti nelle scuole di ogni ordine e grado malie nella crescita del loro bambino. Sguardo sfuggente, con degli operatori formati adeguatamente affinchè possaincapacità d’imitazione, assenza di linguaggio, pianti incon- no interagire e stimolare i bambini, seguendo le nostre spesolabili, tendenza ad isolarsi, evitamento dei coetanei, com- cifiche direttive. portamenti stereotipati e giochi ripetitivi. Comportamenti allarmanti, di cui parlano subito con i pediatri, che, nella Operatori capaci di contribuire alla crescita di queste persomaggior parte dei casi, sottovalutano la situazione, accusan- ne tanto speciali quanto difficili da gestire. Tengo a specificado addirittura le mamme di essere troppo ansiose. La mia – re – spiega la dirigente della Neuropsichiatria di Thiene – che sottolinea la psicologa – è una lotta che dura da anni perché questo modello di funzionamento integrato con la Disabilità è non è accettabile che i pediatri siano ancora così tanto disin- stato gradualmente e con i dovuti adattamenti, esteso a tutti formati su un argomento così importante. Solitamente a far i bambini in assistenza, con diverse disabilità come sindromi scattare l’allarme è la scuola. Ma sono soprattutto mamme e di down, paralisi cerebrali infantili e altre patologie. Questa papà, che si rivolgono a noi per una risposta ufficiale. Prima modalità di lavoro consente di impiegare le risorse materiali di rispondere alle legittime domande dei genitori, l’equipe e umane in modo quantitativamente e qualitativamente più multidisciplinare, che abbiamo costituito, esegue un’osser- efficiente. Certo, iniziando più precocemente si registra la vazione strutturata e non, utilizzando scale di valutazione permanenza dei bambini nel servizio per tempi più lunghi. Si specifiche per l’autismo. Non è semplice comunicare la dia- tratta di bambini che vanno monitorati costantemente. Purgnosi a genitori, la cui vita non sarà più la stessa. Anche per troppo la quantità e la qualità di lavoro richiesto attualmente noi esperti è sempre una sofferenza. Ma è necessario essere in un servizio di Neuropsichiatria infantile non è proporziodi supporto ai genitori, che devono essere aiutati ad essere nato alle risorse. Noi non ci occupiamo esclusivamente di

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Storie di vita

autismo, ma di tutti i disturbi dell’età evolutiva che va da 0 a 18 anni, come i disturbi di apprendimento, quelli motori e del linguaggio, quelli dello sviluppo psicologico del bambino e dell’adolescente. Abbiamo diversi casi di psicopatologia dell’adolescente come depressioni, fobie scolari, psicosi precoci. Su circa 850 soggetti in carico al nostro servizio, possiamo contare solo su un neuropsichiatra a tempo pieno ed uno part time, quattro psicologi, tre logopedisti e tre fisioterapisti. Nonostante l’entusiasmo e la passione che sostengono me e tutti i miei collaboratori, l’impegno che siamo costretti a garantire è davvero enorme, spesso insostenibile. Ma in gioco c’è la salvaguardia della salute men-

tale dei nostri bambini e ragazzi, che se non seguiti adeguatamente, possono trasformarsi in soggetti fallimentari, devianti o socialmente pericolosi, con un peso assistenziale ed umano non indifferente. I casi sono delicati, complessi e in continuo aumento. Destano preoccupazione e non possono essere trascurati perché un adolescente con problemi, seguito con pazienza e professionalità può trasformarsi in un adulto sereno. Lo stesso vale per le persone autistiche e i loro familiari. Non ci sono soluzioni miracolose per l’autismo, ma nell’intervento precoce, intensivo, competente e multi professionale ora, si sa che ci si gioca la qualità del recupero e la qualità della vita di tutti.

autism Autism is a syndrome whose causes are still unknown, although the numerous sets of twins who are born suffering from the same disorder – which affects one out of every 10,000 children – suggest that genetic factors play a role in its development. In the province of Thiene, these ‘special’ children are looked after by a team of dedicated females who, despite their lack of resources, guarantee early diagnosis of the disorder, psycho−educational treatment and educational and occupational integration. The operative unit for child Neuropsychiatry and Developmental Psychology of the Ulss no. 4 is headed by Maria Grazia Chilò. With 30 years’ experience under her belt, the psychologist and psychotherapist specialises in relational therapy and in the diagnosis of general developmental disorders. She has been dealing with autism for over 10 years. The head of child Neuropsychiatry in Thiene explains that autistic children tend to repeatedly perform the same actions and to isolate themselves as a result of their inability to understand others and to make themselves understood. This is why it is, at times, necessary to equip them with means of communication other than language. Taking care of a child with a general developmental disorder is hard work and there are a total of 24 individuals in the development stage who are suffering from autism in Thiene alone, with cases ranging from more common forms of autism to Asperger’s syndrome.

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E’ tempo di NATALE

Calde atmosfere, antiche tradizioni e tante idee regalo accendono le emozioni. Tutto è pronto a Thiene e nei sedici Comuni del mandamento per far vivere la magia del Natale, la festa che suscita le emozioni più autentiche. Luci e melodie, profumi e sapori conquistano tutti i sensi avvolti dall’aria incantata che si respira nelle vie, nelle piazze e nei negozi degli operatori commerciali dell’Associazione Commercianti di Thiene. L’attesa del grande giorno è esaltata dalle luci colorate nelle strade, dalle vetrine decorate e sfavillanti, dai vari addobbi che vestono i centri storici, creando un’atmosfera unica, fatta di allegria e serenità. Per tradizione ormai l’Associazione Commercianti del mandamento, presieduta da Emanuele Cattelan, è parte attiva nel supportare le numerose iniziative, alcune nuove e altre parte integrante di una tradizione con radici lontane, che contribuiscono a rendere più accoglienti e accattivanti la città e i paesi vicini. Splendide luminarie e alberi sfavillanti, presepi e originali mercatini, luci, musiche e decorazioni d’effetto caratterizzano il periodo natalizio, e poi tante piccole magie e appuntamenti rendono suggestiva l’attesa e speciale l’arrivo del Natale.

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Meritano almeno un cenno le casette con i mercatini natalizi a Thiene e Breganze, Natale di Fiaba, i concerti natalizi, la Canta della Nina, i Babbi Natale che nelle piazze distribuiscono caramelle ai bambini, la cioccolata e il vin brulè per gli auguri sotto l’albero la notte di Natale. E per i regali e gli acquisti i negozi di Thiene e del mandamento offrono spunti per tutti i gusti e per tutte le tasche, anche materiale e idee che con un pizzico di fantasia permettono di realizzare qualcosa da soli, personalizzando il Natale per sé e per i propri cari. Mille negozi preparati per offrire il meglio, con la disponibilità e la professionalità dei commercianti, con strepitose proposte che riscaldano i cuori e accendono il Natale rendendola una festa di solidarietà e di sogni, festa in cui si dà e si riceve. Prodotti della tradizione locale, dolciumi e specialità enogastronomiche, abbigliamento e arredo casa, calzature e pelletterie, libri e dischi, giocattoli e preziosi, casalinghi e oggettistica, hobbistica e telefonia, Tv e Hi Fi, viaggi e vacanze, decorazioni e addobbi per l’albero e il presepe. Un’ampia selezione di idee regalo, il tutto inserito in un contesto carico di suggestione.


News

i premiati dalla Fenacom in occasione della cerimonia tenutasi lo scorso 22 Novembre al Ridotto del Teatro di Vicenza

Ma Natale è anche tempo di frizzanti aperitivi nei bar, di buoni calici nelle enoteche, di allegre serate con gli amici nei numerosi locali pubblici disseminati nell’area pedemontana, nelle tipiche trattorie di un tempo, nelle bruschetterie, nelle pizzerie o nei raffinati ristoranti dove si possono degustare tutte le specialità enogastronomiche, i piatti tipici della cucina vicentina e veneta accompagnati dai vini doc delle nostre colline. Le proposte gastronomiche sono innumerevoli. Per la vigilia, il pranzo di Natale, il cenone di Capodanno, l’Epifania…A volte basta poco. Se la combinazione è giusta, gli auguri riusciranno “con più gusto”.

Dodici “Maestri del commercio” insigniti dalla Fenacom 50&Più Tanti ricordi, momenti di forti emozioni e una grande festa per dodici commercianti ed esercenti del Mandamento di Thiene che domenica 22 novembre, al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, hanno ricevuto due “Aquile di Diamante”, due “Aquile d’oro” e otto “Aquile d’argento”, i più importanti riconoscimenti assegnati dalla Fenacom 50&Più nazionale.

Le due “Aquile di diamante”, il massimo riconoscimento riservato a quanti hanno superato i cinquant’anni di attività, sono state conferite a Giovanni Dal Santo di Cogollo del Cengio e a Lino Dall’Igna di Sarcedo. Le due “Aquile d’oro”, “meritate” dopo quarant’anni di attività, sono state assegnate a Maria Azzolin e a Maria Luisa Balzan, entrambe di Fara Vicentino. Infine le otto “Aquile d’argento”, consegnate dopo venticinque anni di attività, sono state consegnate a Flavio Balboni di Thiene, Maria Maddalena Binotto di Thiene, Tiziano Canesso di Fara Vicentino, Rita Dalla Valle di Thiene, Anastasia Gaspari di Caltrano, Giovanni Lazzaretto di Fara Vicentino, Alfonso Sartori di Calvene e ad Antonio Zarantonello di Thiene. “Desidero porgere a questi nostri colleghi, che hanno dedicato una vita intera al commercio, al turismo e ai servizi, le mie più vivi felicitazioni - ha dichiarato molto soddisfatto Emanuele Cattelan, presidente dell’Ascom mandamentale -. Voglio ringraziarli, anche a nome della Giunta e del Consiglio dell’Ascom, per il loro attaccamento al lavoro, la loro professionalità e per la testimonianza di vero servizio dato al cliente, una caratteristica peculiare di chi opera nel settore del commercio, turismo e servizi”.

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CONI M A K E M U S I K èTUTTAUN’ALTRA

u s i c a m In questi giorni vedono la luce i primi concreti frutti dell’innovativo progetto promosso dall’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene per incanalare e valorizzare le risorse musicali giovanili emergenti. E intanto si inizia già a lavorare alla seconda edizione del concorso.

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usica, Giovani e Internet: come mescolare tre ingredienti ormai inscindibili per una ricetta innovativa e di successo? Un’ottima risposta a questo quesito l’ha fornita l’Istituto Musicale Veneto Città di Thiene con la fortunata iniziativa denominata ImakeMusik, di cui si è da poco conclusa la prima edizione. Un progetto “nato direttamente dalle idee e delle forti suggestioni avute da parte dei talenti che frequentano l’Istituto” ci racconta Bruno Grotto, presidente dell’associazione Musica Moderna che gestisce l’Istituto, oggi una delle scuole musicali più importanti del Veneto. Centinaia infatti gli studenti che frequentano ogni anno l’IMV, confermandolo un punto di riferimento vitale per i fermenti musicali di Thiene e del territorio circostante, un luogo dove con la stessa serietà si dà voce alla musica classica e al jazz, al rock e alla musica da camera, ai laboratori corali e sino anche alla musicoterapia. Proprio l’elevato valore del ‘materiale umano’ che affolla le aule e i laboratori, associato alla disponibilità di uno studio interno di registrazione e alla presenza di docenti che sono in realtà dei validissimi arrangiatori, ha fornito l’input per l’ideazione di una piattaforma dove, a completamento della parte didattica, potesse essere fornito un servizio ai giovani talenti con l’intento di guidarli in un percorso artistico completo mirato al confezionamento del prodotto finale. Poggiando su queste feconde premesse ha trovato origine ImakeMusik, progetto immediatamente abbracciato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Thiene e sostenuto della Regione Veneto. ImakeMusik è in sostanza la versione evoluta della precedente iniziativa “Thiene mi fa musica”, realizzata in passato per incanalare e valorizzare i talenti musicali, dando una risposta alle esigenze del mondo della musica giovane. La nuova veste – più moderna e adeguata ai tempi – si configura come un laboratorio di produzione musicale integrato a un portale di divulgazione, confronto e promozione musicale attraverso il social network omonimo (www.imakemusik.it). Fulcro dell’iniziativa (indirizzata non solo agli allievi della scuola ma a tutti i giovani artisti desiderosi di farsi ascoltare) è stato il concorso che – da inizio anno a giugno − ha dato spazio a circa una cinquantina di solisti e a una decina di gruppi musicali, tutti prevalentemente provenienti dall’area dell’alto vicentino, chiamati a confrontarsi e

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sfidarsi, dapprima sulla vetrina web e poi ‘dal vivo’. Ad una prima fase di preselezioni, necessaria per fare una prima scrematura tra tutte le candidature pervenute, è seguito il contest vero e proprio. Nella prima settimana di giugno, all’Auditorium Città di Thiene, si sono svolte le selezioni della fase finale, con esibizioni live dinanzi ad una giuria tecnica composta da 4 membri e presieduta dal direttore artistico dell’IMV, Riccardo Brazzale. Dalla finalissima del 14 giugno, tenutasi sempre all’Auditorium con un voto di gradimento da parte del pubblico associato al giudizio della giuria, sono emersi quindi i nomi dei vincitori, che si sono aggiudicati la possibilità di vedere incisa e pubblicata la propria proposta musicale: Sofia Borgo con l’inedito “Dreams about you” per la categoria ‘brani originali’, Anna Martini con “Another peace of my heart” di Janis Joplin per la categoria ‘interpreti’ ed i Neostone con un originale arrangiamento di “Angie” dei Rolling Stones per le ‘band’. I ragazzi stanno attualmente portando a termine la fase di registrazione e post−produzione del proprio brano. “La produzione è sostenuta da Alma Records – precisa Grotto − la casa editrice sorta all’interno dell’Istituto per sostenere la Lydian Sound Orche-

stra, una realtà che ha già all’attivo diversi dischi di spessore che hanno avuto un buon riscontro, sia fra gli addetti ai lavori che sul mercato discografico. Abbiamo quindi delle solide basi su cui far poggiare il progetto Imakemusik”. Ai tre vincitori l’Istituto Musicale ha inoltre manifestato la disponibilità a sostenere anche la distribuzione del disco, senza imporre particolari vincoli contrattuali se non la semplice accettazione delle licenze creative commons. Proposta che è stata abbracciata, ad esempio, dalla trionfatrice della categoria musica originale, Sofia Borgo (e che sarà coprodotta da Anna Maria Tonini). “Tutti gli artisti giunti alla finale avranno in ogni caso il proprio brano pubblicato all’interno di un cd antologico – prosegue Grotto − e non è esclusa anche la realizzazione di un prodotto multimediale, come un dvd, contenente anche i filmati video oltre che i brani registrati”. L’occasione per presentare ufficialmente i frutti di questa prima edizione sarà offerta dal concerto A Christmas Gift, tradizionale appuntamento natalizio dell’IMV in programma per dicembre. In tale sede verrà lanciata anche l’edizione 2010 del concorso musicale, il cui bando è già disponibile sul portale web. A buon intenditore...

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w h istling anot h er tune w it h

imakemusic

How can one combine music, young people and the Internet in an innovative recipe for success? An excellent answer to this question was provided by the branch of the Veneto Musical Institute (IMV) located in Thiene with the initiative entitled “ImakeMusik”, the first edition of which recently came to a close. ImakeMusik takes the form of a production studio integrated within a portal for music−related discussion, sharing and promotion – the www. imakemusic.it social network. The fulcrum of the initiative was the contest that – from January to June 2009 – gave around 50 solo artists and 10 bands the opportunity to meet and musically battle one other, initially on the web and later in ‘real life’. Last June’s grand finale generated three winners, who are now completing the recording and post−production stages for their songs: Sofia Borgo with “Dreams about you” in the ‘original songs’ category, Anna Martini with Janis Joplin’s “Another piece of my heart” in the ‘covers’ category and Neostone with the Rolling Stones’ “Angie” in the ‘band’ category. Moreover, all of the artists who reached the final will have their tracks recorded on a compilation CD and DVD. The opportunity to officially present the fruits of this first edition will be provided by the concert A Christmas Gift, the traditional IMV Christmas event scheduled for December. The Institute will also host the 2010 edition of the contest, the details of which are already available on the web portal.

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Strade Sicure Tutti Responsabili Siamo tutti responsabili quando si parla di sicurezza sulle strade. Ci prendiamo cura degli oltre 1250 km di strade provinciali, migliorando ed ammodernando quelle esistenti e costruendone di nuove. Lo facciamo per garantire a tutti collegamenti piÚ funzionali e sicuri. In cambio ti chiediamo qualcosa che non costa ma che può valere una vita: prudenza e rispetto delle regole. La Provincia si impegna nella sicurezza delle strade vicentine. E tu?

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