a cura
di Alessia Agliati - Veronica Ornaghi
PAROLA ALLE EMOZIONI
Un percorso in 10 tappe per contrastare la povertà educativa a scuola
edizioni la meridiana edizioni la meridiana
a cura di Alessia Agliati Veronica Ornaghi
PAROLA ALLE EMOZIONI
Un percorso in 10 tappe per contrastare la povertà educativa a scuola
Introduzione .......................................................9 di Nicola Basile e Chiara Biader
Parte Prima
Inquadramento teorIco e metodologIco di Alessia Agliati, Veronica Ornaghi
A proposito di emozioni 13 Conversare con i bambini sulle emozioni attraverso gli albi illustrati ...............................23
Parte Seconda
Il word launching nella pratIca
1ª tappa: Che cos’è un’emozione? 33 di Ilaria Cortinovis, Valentina Indulti, Marzia Locatelli, Sara Vicinelli
2ª tappa: Da dove nascono le emozioni?.........39 di Chiara Angioletti, Elisabetta Annoni, Chiara Colombo
3ª tappa: Perché si provano le emozioni? .......45 di Chiara Angioletti, Elisabetta Annoni, Chiara Colombo
4ª tappa: Quante e quali emozioni conosciamo? .....................................................51 di Chiara Angioletti, Elisabetta Annoni, Chiara Colombo
5 ª tappa: La felicità .........................................57 di Alessandra Beltrami, Laura Fagnani, Barbara Lombardo, Annalisa Mapelli, Laura Mattavelli, Tiziana Paganini
6 ª tappa: La rabbia ..........................................63 di Alessandra Beltrami, Laura Fagnani, Barbara Lombardo, Annalisa Mapelli, Laura Mattavelli, Tiziana Paganini
7ª tappa: La paura ............................................69 di Samuela Grillo, Marco Antonio Paganini, Chiara Vadalà
8ª tappa: La tristezza ........................................77 di Samuela Grillo, Marco Antonio Paganini, Chiara Vadalà
9ª tappa: La noia 83 di Samuela Grillo, Marco Antonio Paganini, Chiara Vadalà
10ª tappa: Incontro conclusivo ........................89 di Ilaria Cortinovis, Valentina Indulti, Marzia Locatelli, Sara Vicinelli
La comunità intorno ai bambini: dirigente, insegnanti e famiglie ........................95 di Carlotta Cucco, Annalisa Episcopo, Letizia Garavaglia, Giulia Marabelli, Jacopo Tragni
L’efficacia dell’intervento ...............................103 di Veronica Ornaghi, Alessia Agliati, Aurora Torri, Nicola Basile
Conclusioni .....................................................109 di Nicola Basile, Chiara Biader
Bibliografia .....................................................111
Autori 115
Premessa
La pubblicazione del presente volume, con soddisfazione di Impresa Sociale Con i Bambini, racconta in maniera dettagliata e puntuale l’esperienza dell’uso della tecnica del word launching nei tre anni di attuazione dell’intervento nelle scuole, lasciando così a patrimonio del lettore uno strumento attuativo che consente di replicare la metodologia, promuovendo gli effetti benefici che questa sperimentazione ha sortito nei bambini delle scuole coinvolte.
L’Impresa Sociale Con i Bambini è una società senza scopo di lucro, costituita il 15 giugno 2016, per attuare i programmi del Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile, previsti dal Protocollo d’Intesa stipulato il 29 aprile 2016 tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Presidente di ACRI, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria (in attuazione di quanto previsto dall’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208).
L’impresa sociale è interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.
Nel 2019, l’Impresa Sociale ha scelto di sostenere il progetto Super(Kali)fragilisti – Rafforzare i legami deboli e le reti di solidarietà per sostenere le relazioni perché orientato al contrasto della povertà educativa minorile attraverso il coinvolgimento di due target precisi di destinatari: bambini dai 5 ai 7 anni e ragazzi dai 10 ai 13 anni. In particolare, per il primo target, l’avvio di percorsi specifici sulle emozioni attraverso il ricorso alla tecnica del word launching e ad albi illustrati è risultato particolarmente calzante in termini di prevenzione e promozione delle competenze emotive. Per il secondo target, attraverso i project work di comunità, si è scelto di puntare sull’accrescimento delle competenze STEMI.
Introduzione
di Nicola Basile, Chiara Biadersuo insieme, lavora pertanto su molte di queste dimensioni grazie all’ingaggio di équipe multiprofessionali che includono operatori sociali, pedagogisti, psicologi e ricercatori capaci di coniugare competenze diverse, far convergere sguardi complementari sui processi di impoverimento e su potenziali strategie per contrastarli. In questo scenario, l’alleanza con il territorio rappresenta la via elettiva per coinvolgere diversi attori e stimolarne la partecipazione.
Quando una rete territoriale sociale si allea con la ricerca scientifica e incontra il mondo della scuola mettendosi al suo servizio, concorrendo a generare consapevolezza nei bambini e valorizzare sensibilità negli insegnanti, il risultato è spesso una straordinaria e reciproca scoperta di opportunità, in grado di contrastare alcuni importanti aspetti della povertà educativa. Il presente volume racconta una di queste rare e privilegiate occasioni ed è il risultato di un lavoro a più mani – e più menti –, realizzato nell’ambito del progetto Super(Kali)fragilisti – Rafforzare i legami deboli e le reti di solidarietà per sostenere le relazioni. Il progetto nasce dall’idea dei consultori familiari privati accreditati, appartenenti alla Federazione Lombarda dei Centri di Assistenza alla Famiglia (FeLCeAF): costituire un’ampia e diversificata partnership volta a formare un’alleanza territoriale in risposta al bando dell’Impresa Sociale Con i Bambini, con l’intenzione di sperimentare metodologie di lavoro innovative potenzialmente utili per contrastare la povertà educativa. La povertà educativa è qui intesa come concetto multi-dimensionale: non solo povertà economica, ma anche assenza di relazioni sociali, difficoltà di accesso alle informazioni, scarsità di conoscenza, mancanza di competenze socio-emotive, esclusione dai processi sociali. Il progetto, nel
Il presente volume descrive una delle azioni del progetto, ovvero quella volta a contrastare gli aspetti della povertà educativa che riguardano la mancanza di strumenti adeguati ad affrontare esperienze emotive sfidanti e comportamenti complessi che sempre più frequentemente si manifestano nella vita scolastica dei bambini e delle bambine, trovando spesso adulti impreparati e senza risposte.
Il volume si articola in due parti e propone un percorso – o meglio un viaggio – condotto dagli operatori dei consultori familiari insieme ai bambini e alle bambine della scuola dell’infanzia e delle prime due classi della scuola primaria, che mira a esplorare il mondo delle emozioni attraverso uno specifico uso della parola (con la tecnica del word launching) e la lettura di albi illustrati.
Nella prima parte del testo, Alessia Agliati e Veronica Ornaghi, rispettivamente docente a contratto e Professore Associato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, delineano i fondamenti teorici della metodologia utilizzata, dialogando con le più attuali linee di ricerca psicologica che, negli ultimi anni, hanno permesso di comprendere con profondità e accuratezza i processi psicologici dell’esperienza emotiva e i comportamenti attraverso cui essa si manifesta. In questa cornice si attribuisce una posizione di rilievo al modello del SEL – Socio-Emotional Learning, ossia processo mediante il quale gli individui divengono consapevoli delle proprie
emozioni imparando a gestirle, a riconoscere quelle altrui, a sviluppare empatia, prendere buone decisioni, costruire amicizie e gestire in modo efficace le situazioni sfidanti1. Nell’ultimo decennio, il SEL ha costituito il più autorevole riferimento teorico dei programmi di intervento psico-educativo volti a promuovere salute mentale nelle scuole, in Europa e negli Stati Uniti. Inoltre, si motiva la scelta dell’albo illustrato, che rappresenta uno strumento prezioso di attivazione della conversazione sulle emozioni attraverso il lancio di parole chiave (word launching). La seconda parte presenta, nel concreto, le dieci tappe del viaggio di scoperta del mondo emotivo: ogni tappa è un passo di avvicinamento alla comprensione dell’esperienza emotiva ed è introdotta dalla lettura di un albo illustrato selezionato ad hoc, a cui segue una traccia di domande che orientano la conversazione. Avviano il percorso Ilaria Cortinovis, Valentina Indulti, Marzia Locatelli, Sara Vicinelli, operatrici della Fondazione Guzzetti e autrici del capitolo 1ª tappa: Che cos’è un’emozione? I bambini rispondono a questa semplice – eppure complessa –domanda realizzando un disegno. Continuano Chiara Angioletti, Elisabetta Annoni, Chiara Colombo, operatrici della Fondazione Edith Stein, che accompagnano il lettore ad affrontare la questione della natura delle emozioni (2ª tappa: Da dove vengono le emozioni?), della loro funzione (3ª tappa: Perché si provano le emozioni?) e della molteplicità di parole con cui possiamo denominare sfumature emotive diverse (4ª tappa: Quante e quali emozioni conosciamo?). Seguono, poi, i contributi di Alessandra Beltrami, Laura Fagnani, Barbara Lombardo, Annalisa Mapelli, Laura Mattavelli, Tiziana Paganini, operatrici della Fondazione Martini, grazie a cui il lettore può soffermarsi sulle esperienze emotive della felicità (5ª tappa: La felicità) e della rab-
bia (6ª tappa: La rabbia). Samuela Grillo, Marco Antonio Paganini, Chiara Vadalà operatori della Fondazione Profumo di Betania permettono al lettore di sostare su altre emozioni: la paura (7ª tappa: La paura), la tristezza (8ª tappa: La tristezza) e la noia (9ª tappa: La noia). Il viaggio si conclude con la stessa domanda da cui è partito: Che cos’è un’emozione? I bambini riproducono un disegno che, per comparazione al primo, rivela i cambiamenti e gli apprendimenti acquisiti lungo il percorso. Infine, Carlotta Cucco, Annalisa Episcopo, Letizia Garavaglia, Giulia Marabelli, Jacopo Tragni, operatori della Fondazione Fare famiglia, raccontano l’attivazione delle famiglie, degli insegnanti e dei dirigenti intorno al progetto (capitolo La comunità intorno ai bambini: dirigente, insegnanti e famiglie), evidenziando il valore della partecipazione e del coinvolgimento sistemico di tutti gli attori che concorrono alla crescita emotiva dei bambini, condividendone la responsabilità. Al termine del percorso, il lettore potrà disporre di conoscenze, strumenti concreti, esempi pratici e indicazioni operative per orientare e guidare in modo efficace e appagante la crescita emotiva dei piccoli, compito tanto delicato quanto essenziale per la promozione del loro benessere.
Inquadramento teorico e metodologico Parte Prima
Conversare con i bambini sulle emozioni attraverso gli albi illustrati
di Alessia Agliati, Veronica Ornaghini incentrate sulle emozioni. La conversazione emotiva costituisce, infatti, la via più diretta per insegnare ai bambini cosa siano le emozioni, da dove nascano e come si gestiscano. Durante la conversazione, il bambino ascolta il linguaggio utilizzato dagli adulti e partecipa direttamente al processo di appropriazione del sapere emotivo, sperimentando l’espressione verbale dei propri stati interni, verbalizzando le proprie emozioni ed esercitando la riflessione sugli eventi. Le occasioni per dialogare degli stati interni con i bambini possono essere molteplici: spesso nascono dalla lettura di albi illustrati, che offrono spunti preziosi per parlare non solo di oggetti concreti, azioni e fatti, ma anche di pensieri ed emozioni17.
Gli albi illustrati per parlare di emozioni a scuola
Quando dialoghiamo con i bambini, oltre a rivolgere domande sui fatti come Cos’hai fatto? Dove sei stato? Con chi sei andato? Cos’hai visto? Cos’hai mangiato? ci capita di ricorrere anche a domande quali Come ti sei sentito? Che emozione hai provato? Cos’hai pensato? Cosa desideri? Qual era la tua intenzione? Esiste una differenza tra le due serie di domande: le prime orientano l’attenzione su fatti concreti e l’esperienza sensibile, cioè il mondo esterno alla mente; le seconde interrogano sui pensieri, le emozioni, le idee, le intenzioni e i desideri, ossia stati immateriali dentro alla mente.
Con il passare degli anni, grazie anche all’ampliamento delle conoscenze acquisite attraverso la formazione psicologica, insegnanti, educatori, operatori sociali e anche gli stessi genitori rivolgono un’attenzione sempre più profonda al mondo interno dei bambini e mostrano una disponibilità crescente ad affrontare con loro temi psicologici, sostenendo ad esempio conversazio-
La lettura degli albi illustrati rappresenta una situazione elettiva e privilegiata per promuovere conversazioni emotive a scuola. Gli albi illustrati sono libri che raccontano storie semplici o complesse con una combinazione di poche parole e molte figure18. Le immagini spesso hanno un ruolo dominante rispetto alle parole, poiché sono di alto impatto grafico, occupando più spazio nella pagina e vantando un valore artistico ed estetico. Esse riescono, dunque, a catturare lo sguardo e conquistare il pieno coinvolgimento del piccolo lettore, favorendone l’immersione. Pertanto, gli albi illustrati permettono ai bambini di leggere la storia attraverso le figure e di entrare in relazione empatica con i protagonisti, immedesimandosi e identificandosi con loro. Più di qualsiasi libro di narrativa per ragazzi, gli albi illustrati raccontano il mondo in una prospettiva aperta e non univo-
ca, capace di tenere insieme storie stravaganti, contraddizioni, inquietudini, conflitti, differenze, umorismo, tenerezza, soluzioni pacificanti e lieto fine.
Per la centralità delle figure, gli albi illustrati offrono ai bambini un’esperienza prima di tutto visiva, perché accendono sensazioni, favoriscono l’accesso immediato alla storia, incoraggiano un’esplorazione fantastica di mondi possibili e permettono di immaginare diversi modi di abitarli.
In sintesi, potremmo affermare che gli albi illustrati favoriscono la conversazione emotiva per due ragioni principali: innanzitutto, facilitano l’immedesimazione dei bambini nelle storie, provocando parole, racconti, reazioni, narrazioni, permettendo loro di identificarsi con situazioni e personaggi, o sentendosi stimolati nell’immaginazione. I bambini commentano, chiedono, si esprimono, elaborano associazioni di pensieri; in poche parole, i libri offrono contesti concreti in cui il dialogo può prendere forma. In secondo luogo, le illustrazioni rendono visibili le emozioni, traducendole in un volto, una forma, un colore, un aspetto particolare, azioni caratterizzanti dentro a specifiche relazioni con il mondo. Quando un’emozione può essere rappresentata con un disegno e raccontata attraverso una storia, diventa osservabile, prende corpo, diviene qualcosa di familiare: si può entrare in relazione con essa e si può imparare a conoscerla. Attraverso gli albi illustrati, è possibile offrire ai bambini una rappresentazione immediata e mai banale di cosa succede dentro alla mente quando si provano le emozioni. Mettere i bambini nella condizione di comprendere, significa permettere loro di aprire un varco dentro se stessi per apprendere che il comportamento osservabile è sempre legato a ciò che succede nella loro mente: niente, quindi, accade per caso o in virtù di forze impulsive che non abbiamo la possibilità di regolare. È così che si imparano a gestire le emozioni, a non esserne in balia, ad ac-
coglierle come parti di sé; in questo modo, non ci si oppone a esse, anche quando sono spiacevoli e fastidiose, ma ci si dispone ad accettarle, a modularne il corso e la manifestazione, senza esserne travolti.
Come scegliere gli albi illustrati
Perché gli albi illustrati possano svolgere la funzione di facilitazione del dialogo emotivo, occorre che vi sia da parte dell’adulto la capacità di sceglierli e proporli in modo adeguato ai bambini, trasformandone la lettura in occasione di insegnamento-apprendimento.
Ci sono molte tipologie di albi illustrati: si differenziano per argomenti, dimensioni, organizzazione e struttura del testo e delle figure. Tuttavia, indipendentemente dalla tipologia di libro, è utile tenere presente cinque criteri di scelta. Vediamoli nel dettaglio:
a) Verità psicologica delle storie e dei personaggi: che i personaggi assumano sembianze umane, animali o di altro tipo (mostri, robot, fate o folletti) è abbastanza indifferente fino ai 6-7 anni di età, perché, nel rapporto con le storie, i bambini cercano spiegazioni che non contemplano le leggi della fisica e della logica. Ciò che conta è che i personaggi siano dotati di verità psicologica, ossia che suscitino nei piccoli lettori associazioni a esperienze significative e rilevanti per poterle condividere, provocando emozioni e sentimenti19. Pertanto, è preferibile scegliere libri in cui i personaggi siano ben caratterizzati, con espressioni emotive facciali e corporee efficacemente rappresentate, identificabili e riconoscibili. È importante che i personaggi appaiano vivi, solle-
citino empatia e simpatia, abbiano personalità connotate, risultino originali, e siano capaci di generare curiosità e interesse nei lettori.
b) Semplicità, chiarezza, contenuti circoscritti: è utile che la lettura del libro possa concludersi in un tempo relativamente breve. Più i bambini sono piccoli, più i tempi di attenzione e ascolto sono ridotti. La lettura del libro rappresenta solo la fase di lancio della conversazione e non è opportuno che si estenda oltre i dieci minuti. A tal scopo, sono preferibili i libri che raccontano storie o descrivono eventi su fatti circoscritti, in modo che i temi della conversazione siano pochi e si prestino a essere esplorati in profondità. Storie articolate che propongono intrecci complessi con numerosi personaggi, oltre a richiedere un tempo di lettura più lungo, non favoriscono la selezione di un tema focale su cui sviluppare la conversazione emotiva. Pochi contenuti, presentati con chiarezza, raccontati in modo che presentino delle analogie con la vita dei bambini favoriscono una comprensione più facile e immediata. È preferibile, quindi, scegliere storie che sollecitino commenti quali: Anche a casa mia c’è… anche a me piace… anche la mia mamma, ecc.
c) Illustrazioni accattivanti: è utile che le figure siano belle, capaci di stupire e calamitare lo sguardo dei bambini, inducendoli a sostare, soffermarsi e osservare con occhi ben aperti. Le illustrazioni sono il richiamo dell’attenzione e possono essere sufficientemente dettagliate da fornire informazioni che il testo non veicola, ma altrettanto indefinite da lasciare margini all’immaginazione. Occorre ricordare che gli albi illustrati hanno un valore pedagogico nell’educazione dello sguardo e del senso estetico: offrono la possibilità di un rapporto più libero con la realtà, accompagnando a guardare meglio e a capire di più20.
d) Linguaggio ricco non convenzionale, presenza di lessico psicologico: perché le storie possano essere comprensibili e facilmente accessibili ai bambini, non occorre che il linguaggio sia banale, al contrario, per generare conversazioni emotive più profonde e favorire un apprendimento, è utile che si propongano nel testo parole ed espressioni sconosciute, non ancora presenti nel vocabolario. I bambini inizialmente si accostano alle parole trattandole come oggetti sonori, sono attratti dalla musicalità di sequenze articolate di suoni ed emissioni vocali, per questa ragione è più probabile che l’attenzione dei bambini sia catalizzata da parole nuove. In particolare, affinché la conversazione emotiva promuova l’arricchimento del vocabolario, è utile che il libro proponga un repertorio ampio di parole interessanti, meglio se riferite al mondo interno, non necessariamente convenzionali e di uso comune. Gli adulti non si preoccupino se i bambini non conoscono il significato di parole contenute nel testo, anzi, sarà loro compito spiegarglielo e renderglielo comprensibile attraverso la conversazione.
e) Infine, ma non ultimo per importanza, è indispensabile che il libro piaccia all’adulto che lo legge, risuoni tra le sue mani e prenda vita attraverso la sua voce. Se non si prova il gusto di guardare e scorrere le pagine di un libro, se non si sperimenta la curiosità e il desiderio di scoprirne il contenuto, se non si vive lo stupore per ciò che si ha tra le mani, difficilmente si riuscirà a trasmetterne il piacere ai bambini. L’albo illustrato è, infatti, un oggetto di relazione: crea connessioni tra chi ascolta e chi legge, tra chi osserva e chi ha scritto e illustrato la storia, mette in collegamento il luogo fisico e il tempo presente in cui si legge con i tempi e i luoghi immaginati.
Dunque, è indispensabile che l’adulto si faccia promotore di relazioni e provi gusto nel farlo.
Come usare gli albi illustrati
Il migliore albo illustrato non genera alcuna conversazione se non vi è un adulto in grado di intrecciare figure, parole e storie ai pensieri e alle emozioni dei bambini che ha di fronte. La profondità della conversazione emotiva e il suo impatto nella crescita psicologica dipendono dall’abilità dell’adulto di lanciare parole ( word launching ) con tempi e modalità che aggancino l’interesse dei bambini e li coinvolgano ad un uso attivo delle parole stesse.
La metodologia del word launching 21 consiste in un gioco linguistico in cui l’adulto lancia una parola o un insieme di parole evocate dalla lettura di storie e invita i bambini a utilizzarli in modo attivo, personale e originale attraverso una conversazione.
Una ricca raccolta di dati ha permesso di evidenziare, infatti, come non sia sufficiente che i bambini ascoltino passivamente le storie riferite alle emozioni per migliorare le loro abilità socio-emotive. Piuttosto, sarebbe la ripetizione, l’esercizio e l’uso attivo di questi termini nelle conversazioni di vita quotidiana tra bambini e tra bambini e adulti ciò che favorisce la comprensione degli stati emotivi, alimentando le competenze di regolazione emotiva22.
a scuola in 10 tappe
Albi illustrati, word launching e conversazione emotiva sono gli ingredienti principali del programma di intervento che costituisce il nucleo centrale del progetto Super(Kali)fragilisti. L’obiettivo del programma è in linea con l’idea di promozione di benessere e salute mentale descritto nelle pagine precedenti, attraverso l’accompagnamento della crescita emotiva dei bambini a scuola. In particolare, l’intervento intende sollecitare i bambini di 5 anni (frequentanti l’ultimo anno della scuola dell’infanzia) e 6-7 anni (frequentanti rispettivamente il primo e secondo anno della scuola primaria) ad accostarsi al proprio mondo emotivo e migliorare le abilità di riconoscere, esprimere, comprendere e regolare le emozioni attraverso la conversazione emotiva. Il programma consiste in un percorso di dieci incontri, ciascuno dei quali è introdotto da un albo illustrato da cui scaturisce una conversazione condotta sulla base di una traccia di domande costruita ad hoc. La durata massima di ogni incontro è di un’ora e si svolge con frequenza settimanale. Gli incontri sono condotti da uno o due operatori (psicologi scolastici) all’interno della classe. Tuttavia, lo scopo finale è mostrare agli insegnanti un possibile modello di intervento educativo che poi potranno utilizzare e adattare personalmente con le rispettive classi. Pertanto, il programma qui descritto si presta a essere svolto e condotto anche dagli insegnanti stessi, opportunamente formati, accompagnati e monitorati da esperti.
La Figura 2.1 illustra la sequenza dei dieci incontri con i rispettivi temi e relativi titoli di albi illustrati, selezionati per promuovere la conversazione emotiva.
Una proposta di intervento conversazionale21. Ciceri, 2001. 22. Agliati et al., 2015; Ornaghi et al., 2011; Ornaghi, Grazzani, 2020.
Incontro 1 - INTRODUZIONE
• Presentazione dello specialista
• Presentazione del percorso e della sua organizzazione
• Formazione dei gruppi (punto da discutere)
• Attività: Cos’è un’emozione (DISCUSSIONE E DISEGNO)
Incontro 2 - DA DOVE NASCONO LE EMOZIONI?
• Libro - Io fuori, io dentro
Incontro 3 - PERCHÉ SI PROVANO LE EMOZIONI?
• Libro - Le Emozioni
Incontro 4 - QUANTE E QUALI EMOZIONI CONOSCIAMO?
• Libro - Come si sente Giacomino?
Incontro 5 - LA GIOIA
• Libro - Come far felice un ippopotamo
Incontro 6 - LA RABBIA
• Libro - Nina è arrabbiata
Incontro 7 - LA PAURA
• Libro - Cane nero
Incontro 8 - LA TRISTEZZA
• Libro - Un mare di tristezza
Incontro 9 - LA NOIA (O UN'ALTRA EMOZIONE SECONDARIA)
• Libro - Che noia!
Incontro 10 - CONCLUSIONE
L’intervento si può svolgere in aula, oppure in un luogo esterno all’aula che garantisca un momento raccolto e silenzioso, senza interruzioni e interferenze.
La proposta si rivolge a tutti i bambini (i cui genitori ne abbiano autorizzato la partecipazione) nelle classi della scuola primaria e solo ai bambini di 5 anni nelle classi della scuola dell’infanzia. Entriamo ora nel dettaglio della proposta, descrivendone la procedura.
Sedersi in cerchio, vicini: è importante che l’operatore veda in volto tutti i bambini del gruppo e che questi possano a loro volta alternare lo sguardo sulle pagine del libro e sul viso di chi racconta la storia. Inoltre, la disposizione in cerchio permette ai bambini di guardarsi fra loro quando parlano e quando ascoltano. La vicinanza dell’operatore ai bambini e dei bambini tra loro è fondamentale, poiché permette di osservare, di ascoltare, di connettersi meglio con il libro e con le parole che prendono vita nella conversazione. Se per diversi motivi non è pos-
sibile utilizzare la disposizione in cerchio (come ad esempio è accaduto a causa delle norme di distanziamento per il contenimento del Covid-19), si può proporre l’attività mantenendo la disposizione classica degli alunni, purché si generi un clima di gruppo accogliente che favorisca la partecipazione di tutti.
Leggere le immagini e lanciare le parole gradualmente, seguendo la traccia di domande: ogni incontro si sviluppa a partire da una traccia di domande pensate ad hoc, costruita in funzione del tema su cui si intende condurre la conversazione. I temi di conversazione riguardano i diversi aspetti dell’esperienza emotiva (cfr. Figura 2.1): la natura e l’origine delle emozioni (da dove nascono le emozioni), la funzione delle emozioni (perché si provano le emozioni), la varietà di emozioni (quante e quali emozioni conosciamo), l’esperienza emotiva di quelle che si definiscono emozioni primarie o di base (ossia gioia, rabbia, paura, tristezza) e l’esperienza della noia, un’emozione secondaria e complessa con i quali i bambini – e spesso anche gli adulti – hanno oggi un rapporto molto controverso In particolare, nell’avviare la conversazione è utile, in primo luogo, individuare un punto di accesso alla conversazione: l’immagine della copertina o altre immagini e parole chiave del libro possono offrire un utile espediente a tal scopo. Si può introdurre l’incontro, per esempio, mostrando ai bambini la copertina e chiedendo loro: Cosa vedete qui? oppure Cosa vi fa venire in mente questa figura? In secondo luogo, si legge la storia, oppure, se si usa un libro che non contiene storie, ma solo parole, è utile aprire il libro ad una pagina specifica, leggere, lanciare la parola e introdurre la conversazione. Successivamente è importante dirigere l’attenzione dei bambini su alcuni aspetti focali dell’esperienza emotiva, mantenendo nel contempo un atteggiamento aperto, flessibile e accogliente nei confronti dei loro commenti e dei loro interessi. Inoltrarsi nella conversazione
emotiva significa porre domande che lascino spazio ai pensieri dei bambini e li invitino a immaginare. È utile a tal proposito che le domande siano aperte, ossia non prevedano una risposta univoca e permettano ai bambini di formulare risposte con più parole (ad esempio domande come: Cosa? Perché? oppure Cosa sta succedendo qui?). Inoltre, è importante che le domande incoraggino i bambini a pensare, assumendo la prospettiva del personaggio principale, con il riferimento ai suoi stati mentali, ossia a cosa sta provando, pensando, credendo o dubitando.
Mettere a punto una traccia di domande per ogni incontro: serve a orientare la conversazione verso una direzione precisa e accompagnare la riflessione traghettandola dalla storia letta all’esperienza personale. Tuttavia, la traccia non è una prescrizione rigida e fissa. È opportuno, infatti, che l’operatore abbia in mente l’obiettivo dell’incontro e i punti focali verso cui è utile condurre l’attenzione dei bambini. La traccia è una guida che può essere utile solo a condizione che l’operatore si sintonizzi con l’interesse dei bambini e si sincronizzi con i loro ritmi. Non vi sia fretta di arrivare in fondo alla storia se i bambini hanno interesse a soffermarsi su un particolare dell’illustrazione; non vi sia l’ansia di seguire pedissequamente la traccia di domande se la curiosità dei bambini li porta a indugiare altrove. È opportuno che l’operatore sappia stare nell’imprevisto, sappia cogliere opportunità portate da commenti inaspettati dei bambini, trasformandoli in occasioni di apprendimento.
Usare gesti e intonazione per attirare l’attenzione: benché i libri, per lanciare parole utili al dialogo emotivo, non richiedano un tempo di lettura troppo lungo, sta all’abilità dell’operatore rendere coinvolgente il momento, catturare e mantenere l’attenzione dei bambini. Potrebbe quindi essere utile ricorrere ad alcune strategie per
aumentare i tempi di attenzione da dedicare alla lettura. L’operatore può scegliere di usare i gesti per indicare le figure, oppure usare le dita per camminare come un personaggio, o fingere di usare un telefono o di volare come un aeroplano. Oltre a gesticolare, l’operatore può variare l’intonazione della voce per indicare sorpresa, eccitazione o rabbia. In questo modo è più probabile che il bambino comprenda il significato della parola. Se, per esempio, si esprime sorpresa con la voce, mentre si legge la parola “sbigottita”, più facilmente i bambini ne comprenderanno il significato. Ancora, l’operatore può variare il volume della voce in diverse sezioni del libro, oppure usare la pausa e l’enfasi per sottolineare le parole chiave nel testo. Per esempio, può fare una pausa e subito dopo enfatizzare le parole che indicano le emozioni: Oggi Giacomino è… [pausa] sbalordito [pronunciata con enfasi]. Così le parole, specialmente quelle meno convenzionali o nuove, risaltano durante la lettura e più facilmente si fissano nella memoria dei bambini, ampliandone il vocabolario. Meglio ancora se la parola enfatizzata viene accompagnata da un’indicazione dell’immagine corrispondente del libro.
E poi, è utile tenere a mente altri punti di attenzione. Intanto, sarebbe bene fare pause frequenti. Nonostante la lettura possa essere breve, occorre che l’operatore faccia delle pause frequenti. La pausa permette ai bambini di leggere le illustrazioni, soffermarsi sui particolari, familiarizzare con i personaggi, gli ambienti, gli episodi, incuriosirsi e fare domande. Inoltre, le pause permettono di osservare dove cade lo sguardo dei bambini, cosa interessa loro e quindi valorizzare quel punto di attenzione con un commento, ampliando ed elaborando. Se la conversazione parte dall’interesse dei bambini, è più facile coinvolgerli con un’attenzione più puntuale.
È bene anche scambiare e regolare i turni: parallelamente allo scopo di supportare la crescita
emotiva, l’obiettivo della conversazione a partire dalle parole introdotte dai libri è quello di modellare il linguaggio e dare ai bambini l’opportunità di esercitarsi a parlare. Più sono numerosi i turni tra l’operatore e i bambini, maggiori saranno le occasioni in cui i piccoli potranno prendere parola e ascoltarsi, esercitandosi sia nella presa di iniziativa per esprimere un pensiero, sia nel rispetto dei turni e nella capacità di ascolto degli altri. Rivolgendo domande ai bambini, gli adulti offrono spazi di ascolto che danno valore ai loro pensieri e nel contempo regolano le loro abilità di scambio. Spesso i bambini faticano ad ascoltare, oppure, al contrario, sono restii a esprimersi. La conversazione guidata in gruppo costituisce un’ottima palestra in cui condurre i bambini ad allenarsi alla pratica della comunicazione e all’apprendimento delle convenzioni sociali: rispetto dei turni, ordine, ascolto attivo, silenzio, osservazione reciproca. Se i bambini non rispondono perché non hanno ancora un vocabolario sufficiente o perché scelgono di rimanere in silenzio, l’operatore può chiedere ad un altro bambino del gruppo di rispondere, oppure può provare a dare una risposta lui stesso, offrendosi come modello. Per esempio: Andrea, come si sente Nina in questa storia? se uno o due bambini non rispondono, l’operatore può fornire una risposta-modello Forse Nina si sente furiosa? e poi rilanciare Cosa vuol dire “furiosa”?
Un altro aspetto importante è quello di spiegare nuove parole: la conversazione emotiva offre molteplici opportunità di discutere di parole non familiari, promuovendo l’apprendimento del vocabolario in misura maggiore rispetto a quando si legge la storia senza parlarne. Per spiegare nuove parole come per esempio “furibondo”, l’operatore può mostrare l’immagine corrispondente, spiegarla in modo semplice e metterla in relazione con le precedenti esperienze dei bambini, connettendola a episodi della loro vita.
Usare eventuali attività di rinforzo: nei giorni che
intercorrono tra un incontro e l’altro, gli insegnanti possono sostenere il lavoro proponendo un’attività di rinforzo che richiami i temi discussi con l’operatore nella sessione dedicata. Le attività possono consistere nella realizzazione di oggetti, materiali o cartelloni, o nella raccolta di figure, nella scrittura di testi che c’entrino con gli argomenti trattati nella conversazione e affrontati a partire dalla lettura dell’albo illustrato. Benché i momenti di conversazione condotta dagli operatori possano rivelarsi ricchi, coinvolgenti e fruttuosi per i bambini, non saranno mai tanto produttivi se non saranno ripresi e alimentati nel quotidiano dagli insegnanti che potranno aiutare i bambini a collegare le riflessioni emerse nel corso della conversazione con la realtà e a intrecciarle significativamente alla loro esperienza di vita. Gli operatori esperti che conducono settimanalmente la conversazione sono come i contadini che gettano i semi nel terreno, ma poi occorre il lavoro paziente di altri contadini (gli insegnanti) che tengano irrigata e nutrita la terra, affinché questi mettano radici e possano germogliare. Le indicazioni metodologiche fin qui fornite troveranno una maggiore articolazione e declinazione operativa negli incontri che saranno presentati, descritti e illustrati nella seconda parte del volume. Ognuno dei dieci incontri rappresenta una tappa di un viaggio affascinante e sorprendente alla scoperta del mondo emotivo, di cui i bambini saranno i protagonisti, con la guida esperta degli operatori (qui presentati come le maestre e i maestri delle emozioni), insegnanti, dirigente e famiglie, essenziali compagni di viaggio.
Il word launching nella pratica Parte Seconda
Ta PPa Che cos’è un’emozione?
di Ilaria Cortinovis, Valentina Indulti, Marzia Locatelli, Sara VicinelliC’erano una volta le Maestre e i Maestri delle Emozioni1. Erano Maestri davvero speciali, dotati di oggetti fatti di carta, gli albi illustrati, che quando si aprivano rivelavano incredibili trame arricchite da forme e colori fantastici. Inoltre, erano speciali nel raggiungere i cuori e le menti dei loro Bambini, mettendo dentro (in-segnando) nuovi preziosi semi: le parole delle emozioni. Ma non si fermava qui il loro lavoro: sapevano anche tirare fuori (e-ducare) dai piccoli i loro pensieri e le loro sensazioni, che in uno stupefacente vortice volavano e si univano a quelli degli altri, creando così uno scambio armonico, dal potere straordinario di far crescere i semi posti all’interno e veder fiorire così tanti diversi stupendi fiori.
1. La scelta di introdurre ogni capitolo dell’intervento con una breve narrazione di cui Maestre e Maestri delle emozioni sono protagonisti si ispira a un’espressione spontanea di un bambino che, accogliendo in classe le operatrici, ha esclamato: “Ecco! Sono arrivate le Maestre delle Emozioni!”. Lungo i dieci capitoli, si userà più brevemente il sostantivo plurale maschile “I Maestri”, intendendo un gruppo eterogeneo, composto da donne e uomini.
Con queste parole inizia il nostro viaggio in dieci tappe nel mondo delle emozioni, attraverso gli albi illustrati e la conversazione emotiva. Tuttavia, nella prima tappa di questo viaggio non si utilizza un albo, ma si parte dalla spontanea produzione dei bambini attorno alla parola “emozione”.
Obiettivo dell’incontro
L’obiettivo di questo incontro è presentare e introdurre il progetto del word launching al gruppo classe, creando un clima di fiducia tra operatori, insegnanti e bambini e suscitando in loro coinvolgimento e curiosità.
Strutturazione dell’incontro
Disposizione del gruppo classe
Negli incontri di word launching, si suggerisce tendenzialmente di disporre i bambini in cerchio, per facilitare l’espressione emotiva, il dialogo e l’ascolto. In questo primo incontro, però, proprio per introdurre gradualmente i bambini a una nuova metodologia, consigliamo di lasciare i bambini seduti al proprio banco, sia per ascoltare la presentazione del percorso, sia per l’attività che poi descriveremo.
La co-conduzione
Laddove è possibile, può essere utile in questo primo incontro sperimentare una modalità di co-conduzione. Gli obiettivi e i punti di forza della co-conduzione sono molteplici: rendere più dinamica la conversazione rispetto ai disegni e avere sguardi diversi e sfaccettati su quello che accade in classe. Avere a disposizione due modalità diverse di interazione, condivisione e osservazione fa in modo, infatti, che tutto quello che man mano emerge dai bambini venga valorizzato, accolto e osservato in maniera puntuale e sfaccettata.
Presentazione degli operatori, dei bambini e degli incontri
In questa prima fase, è importante condividere con i bambini alcuni elementi fondamentali: chi sono gli operatori, quanti incontri ci saranno e di che cosa si parlerà. I professionisti (nel nostro caso, psicoterapeuti e pedagogisti) vengono presentati, su suggerimento di alcune classi che hanno partecipato al progetto negli scorsi anni, come maestri delle emozioni, in modo da essere più facilmente identificati e compresi dai bambini, sia alla scuola dell’infanzia che nei primi due anni della scuola primaria.
Ecco qui di seguito una possibile presentazione del percorso:
A: Ciao, bambini! Oggi inizieremo un viaggio con voi… Prima di tutto, però, vi dobbiamo raccontare chi siamo noi e cosa faremo insieme… noi siamo le maestre delle emozioni (specificando il proprio nome!). Ci vedremo per dieci volte e leggeremo dei libri, faremo qualche attività e ci saranno anche delle sorprese!!! Siete pronti a partire?
A questo punto, può essere utile chiedere ai bambini di presentarsi, lasciando però a ciascuno la possibilità di scegliere quanto raccontare. Stiamo, infatti, creando un clima di fiducia e di benessere emotivo nel gruppo ed è importante che non ci siano forzature:
A: Bene, allora conosciamoci meglio! Ora chi vorrà, potrà dire il proprio nome e una cosa bella che gli/le viene in mente; ognuno può sentirsi libero di parlare o solo di ascoltare, va bene?
Come ultimo passaggio, è importante condividere con i bambini alcune regole, in modo da instaurare un patto comune: è possibile parlare di emozioni solo se ci rispettiamo e prestiamo la giusta attenzione all’ascolto dell’altro.
A: Non è però finita qui… Ricordiamoci, infatti, che ci sono delle regole: alziamo la mano per parlare, ascoltiamoci a vicenda e, soprattutto, sentiamoci liberi di dire ciò che pensiamo senza paura di essere giudicati… Sappiamo che le regole sono un po’ noiose, ma proprio come nello sport, senza regole non ci si diverte! Ora, finalmente, la parola a voi… chi vuole iniziare a presentarsi?
L’attività principale: il lancio della parola Emozione e il disegno
A questo punto, viene lanciata la parola Emozione e si chiede ai bambini di fare un disegno. Ecco una possibile traccia:
A: Ora che vi siete presentati, iniziamo con la
prima attività di oggi. Prima di tutto prendete un foglio e dei colori, scegliete le matite o i pennarelli, in base alle indicazioni delle vostre maestre. Ascoltate bene, bambini! Che cos’è per voi un’emozione? Cosa vi viene in mente? Provate a rispondere non a parole ma tramite un disegno…
In questa prima fase è fondamentale concedere ai bambini un’espressione grafica il più possibile libera, spiegando nuovamente il lavoro – se necessario – e rinforzando, senza influenzare. I disegni non vengono valutati e giudicati, ma semplicemente osservati per comprendere il punto di vista dei bambini, all’inizio del percorso. Si consiglia di concedere ai bambini 15/20 minuti di tempo per completare il disegno (se non dovessero finire di colorare, potranno naturalmente continuare in un secondo momento). Infine, è importantissimo che gli insegnanti conservino questi disegni, in modo tale da poterli confrontare con i lavori che verranno svolti nell’ultimo incontro.
La condivisione dei disegni
Conclusi i disegni, si chiede ai bambini se desiderano presentare agli altri il proprio lavoro. Potrebbe essere utile far alzare in piedi chi parla, in modo che tutti abbiano la possibilità di vedere bene il disegno svolto. Durante il racconto, è fondamentale osservare con atteggiamento curioso, aggiungendo domande di chiarimento e immergendosi in un’esperienza di ascolto attento ed empatico Come nel disegno, anche qui il ruolo dell’adulto è quello di rinforzare, senza giudicare, mentre il resto del gruppo viene invitato ad un ascolto attivo e accogliente. Ecco un breve esempio di traccia:
A: Chi se la sente di mostrare a tutti il suo lavoro?
Vuoi raccontare cosa hai voluto rappresentare delle emozioni attraverso il tuo disegno?
Riportiamo qui di seguito alcuni disegni realiz-
zati nel corso dell’anno scolastico 2021/2022 dai bambini delle classi prime e seconde della scuola primaria dell’IC Ilaria Alpi di Milano. Come vedremo, questi lavori mettono in luce diversi elementi interessanti.
Nel primo incontro, la maggioranza dei bambini rappresenta una situazione che riconduce a un’emozione positiva: disegnano situazioni positive con la famiglia o amici, attività che praticano come sport (calcio, pattinaggio, danza, basket), hobby (canto, disegno), o simboli (arcobaleno, farfalle, emoticons); altri, invece, illustrano luoghi o situazioni piacevoli come vacanze, feste di compleanno, una giornata scolastica, oppure paesaggi di mare o montagna.
Molti disegni riproducono emozioni sollecitate, probabilmente, anche dai temi di cui si è parlato nell’introduzione, dove ad ogni bambino è stato chiesto di presentarsi dichiarando qualcosa di gradito (disegno un cibo che mi piace, un’attività che mi appassiona, una persona con cui sto bene). Alcuni bambini, infine, sono in grado di riprodurre situazioni più elaborate di cui riportiamo qualche esempio.
Nel disegno rappresentato in Figura 3.1, la bambina ha scelto di rappresentare una situazione in cui ha esperito un’emozione positiva; ha raccontato, infatti, di essere in montagna a giocare in compagnia delle amiche, che le regalano un fiore. È felice. Viene, quindi, rappresentata un’emozione positiva, condivisa con altri.
emozioni sono espressione di quello che sentiamo dentro, ma anche di quello che allo stesso tempo mostriamo all’esterno. Come si può notare, in quest’ultima raffigurazione, anche prima dell’inizio del percorso di word launching, può essere presente nei bambini un’idea sofisticata delle emozioni: esiste già la consapevolezza che per portare alla luce quello che si sente dentro, si può ricorrere a dei contenuti simbolici.
Nel disegno in Figura 3.2, invece, vi è una rappresentazione più complessa dell’esperienza emotiva. Nella prima riga, infatti, vengono disegnate alcune situazioni, accompagnate dall’emozione corrispondente: la tristezza (l’essere da soli in un angolino), la gioia (un momento di condivisione tra amici), la rabbia (da soli, seduti sul letto) e una farfalla (si tratta di un richiamo a un’attività di rinforzo, che spiegheremo successivamente). Nella seconda riga, troviamo invece la rappresentazione simbolica corrispondente: la pioggia che richiama la tristezza, l’arcobaleno che rimanda alla gioia, il vulcano che rappresenta la rabbia e le diverse espressioni del volto delle emozioni rappresentate. Questo disegno lascia trasparire che le emozioni sono qualcosa di complesso, che può avere a che fare con quello che si vede, ma anche con qualcosa di non materiale, che richiede quindi una rappresentazione simbolica. Le
Il disegno in Figura 3.3 illustra un’ulteriore modalità di rappresentazione dell’emozione, dove il tratto grafico è un utile indicatore del vissuto emotivo del bambino, accompagnato da un tentativo di definire l’emozione come qualcosa che ci caratterizza dalla nascita per tutto l’arco della vita. In particolare, qui, vengono rappresentate diverse emozioni e differenti fasi della vita: le linee sembrano voler indicare una sorta di continuità, che non si traduce, però, in un’evoluzione lineare. È interessante osservare che la bambina ha, poi, deciso di colorare solo i personaggi che corrispondono alla fase attuale del suo ciclo di vita, pur immaginando se stessa in diverse fasi. Vengono messe in risalto, in questo modo, la processualità delle emozioni, la dimensione del tempo e la difficoltà nel reperire una definizione univoca e oggettiva delle stesse.
Queste
prime
osservazioni
ci
permettono
di sottolineare la sorprendente ricchezza delle idee dei bambini circa le emozioni: è importante osservare con curiosità questi disegni e ascoltare il racconto dei bambini stessi, senza avvalersi né di uno sguardo diagnostico, né di uno sguardo di
Attività di rinforzo
LADY BUTTERFLY
valutazione della performance.
Prima di proseguire con le prossime tappe di questo viaggio, proponiamo alcune attività di rinforzo, che possono essere svolte a completamento di questo incontro (cfr. Box 3.1).
Creare una mascotte che accompagni bambini, insegnanti e operatori in tutti e dieci gli incontri. Per esempio, si potrebbe realizzare una farfalla su un cartoncino. Per renderla più personale e familiare ai bambini, può essere utile darle un nome (per esempio Lady Butterfly).
La scelta della farfalla è il frutto di diverse riflessioni: innanzitutto, grazie alle sue ali variopinte, viene spesso associata alla molteplicità delle sfumature emotive, proprio come l’arcobaleno; in secondo luogo, in quanto insetto delicato e innocuo, richiama l’importanza di condividere in modo rispettoso e calmo le opinioni di tutti.
Ecco alcuni possibili spunti da condividere con i bambini: la farfalla è in grado di volare ma è anche fragile, come tutti noi; per poter parlare insieme dobbiamo usare un tono tranquillo e un ascolto attento, altrimenti la nostra farfalla si spaventa e vola via. La farfalla nasce da un lavoro di trasformazione da parte del bruco. Infine, la farfalla è stata introdotta come metafora in un momento particolare, la pandemia da Covid-19, quando al ritorno delle attività in presenza non era ancora possibile avere contatti fisici con i bambini che, spesso, desideravano un abbraccio con gli operatori, con le insegnanti e tra loro.
Facendo tesoro del materiale messo a disposizione dall’Associazione EMDR, in quel periodo, La storia dell’ostrica e della farfalla: il coronavirus ed io di Ana M. Gomez (2020) l’abbraccio della farfalla permetteva di immaginare di abbracciare la maestra, un proprio caro, o il compagno accanto, ponendo le braccia incrociate davanti al petto, in modo che ciascuna mano poggiasse sulla spalla opposta.
PRENDI UN’EMOZIONE
A chiusura dell’incontro, si può ascoltare insieme ai bambini la canzone “Prendi un’emozione”, utile per rinforzare alcuni termini del lessico psicologico e valorizzare i diversi aspetti delle emozioni: “Prendi un’emozione e chiamala per nome” (focus sul lessico emotivo), “Ma davvero basta solo parlare e la soluzione si troverà” e “Se ci vuoi giocare fai scambio con la mia, puoi spiegarla a chi non la sa” (l’importanza della conversazione emotiva), “Certe volte il viso cambia colore, ed il cuore prende velocità, nella pancia c’è qualcosa di strano, non è fame ma chissà che sarà” (l’attivazione fisiologica del corpo e l’espressione emotiva). La canzone permette ai bambini di esprimersi attraverso altri canali, oltre al dialogo e al disegno: la produzione vocale e il movimento. Insieme alla canzone si può mettere in scena una semplice danza, da svolgere in piedi rimanendo al proprio banco, giocando con l’espressione del viso e i movimenti del corpo, per sottolineare i termini riferiti alle diverse emozioni.
Le emozioni sono motore e, contemporaneamente, possibile minaccia di ogni relazione. La fragilità e i fallimenti dei sistemi educativi sono riconducibili spesso alla mancanza di strumenti da parte di adulti e bambini per trasformare esperienze emotive spiacevoli e sfidanti in opportunità di crescita. Riconoscere, esprimere e regolare le emozioni è essenziale affinché insegnanti, educatori e bambini possano passare da una condizione di “povertà” relazionale e sociale ad uno stato generativo di “ricchezza” e benessere psicologico che favorisca a sua volta i processi di sviluppo e apprendimento. Gli autori di questo volume descrivono un percorso in dieci tappe, ricco di spunti pratici e di strumenti concreti, da proporre in classe ai bambini di 5-6-7 anni per conversare sulle emozioni a partire da una selezione di albi illustrati. In particolare, si introduce la tecnica del word launching supportata da una premessa teorica che ne argomenta la radice scientifica, e se ne racconta lo sviluppo realizzato nell’ambito del progetto Super(Kali)fragilisti. In questo libro bambini, insegnanti, dirigenti, operatori, direttori di consultori, ricercatrici e docenti universitarie danno voce ad un’esperienza di successo formativo, importante passo verso il contrasto di alcune forme di povertà educativa a scuola.
Alessia Agliati è psicologa, dottore di ricerca in Psicologia della Comunicazione e docente a contratto presso il dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa di sostegno alla genitorialità e svolge interventi di formazione e supervisione nelle scuole e nei servizi educativi per la prima infanzia. I suoi ambiti di studio e ricerca riguardano lo sviluppo della competenza emotiva e le pratiche di socializzazione emotiva nei contesti educativi dell’asilo nido e della scuola.
Veronica Ornaghi è professore associato di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso il dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa”, Università degli Studi di Milano-Bicocca. Fra i suoi principali interessi di studio e di ricerca vi sono lo sviluppo della competenza emotiva e le pratiche di socializzazione emotiva nei contesti educativi del nido e delle scuole dell’infanzia e primaria. Negli ultimi anni ha, inoltre, preso parte a diversi progetti di ricerca europei sulla promozione del benessere e della salute mentale a scuola. Euro
ISBN 978-88-6153-956-3