MEZZOPIENO News - Luglio/Agosto 2017 - Edizione Piemonte

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LUGLIO/AGOSTO 2017

Una laurea in Psicologia delle Arti al Dams di Bologna, molti anni di presenza nella scena off bolognese, Alessandro Fullin raggiunge la fama nel 2005 con la partecipazione a Zelig nei panni della professoressa Fullin, insegnante di un’antichissima quanto surreale lingua, la Tuscolana, parlata dalla civiltà omonima, di cui sarebbe rimasta soltanto una stele con incisi i dittonghi fondamentali. “Una rivincita per me che non riesco a imparare l’inglese. O meglio, mi rimangono impressi termini assolutamente inutili, come ribbon, nastro!” Nato a Trieste e vissuto a Bologna, ha scelto di vivere a Torino “per la bellezza della città e la qualità della vita, lo stile elegante e la storia, l’armonia urbana e la sobrietà”. La sua comicità è modernissima, pungente e assolutamente fuori dalle righe, il suo humor raffinato e colto, come dimostra la scelta di portare in scena un genere

complesso, quale è la parodia. Il suo “Piccole gonne”, che del romanzo di Louisa May Alcott è un “infeltrimento teatrale”, è alla sua quarta stagione di repliche ininterrotte nelle più prestigiose rassegne teatrali italiane: sul palco solo attori uomini en travesti, come da tradizione elisabettiana, per un’ambientazione in un’America a metà tra quella puritana del XIX secolo e quella pop dei nostri giorni. Un filone di comicità ripreso con “La Divina”, una nuova visita di Dante agli inferi che riserva incontri inattesi, come quello con Dart Fener e gli Abba. Fullin ha scritto per il teatro anche “Le serve di Goldoni”, presentato alla Biennale di Venezia, la pièce “L’auto dei comizi”, incentrata sull’avventura fiumana di Gabriele D’Annunzio, e lo spettacolo autobiografico “Fullin legge Fullin”. È autore dei romanzi “Ho molto tempo dopo di te” e “Panico botanico” e di una trilogia in dialetto triestino, da cui sono tratte riduzioni radiofoniche e teatrali. Per non farsi mancare nulla, dipinge. “Le mie opere sono inquietanti”, mi dice mostrandomi la foto di una scarpa femminile che assomiglia più all’ossatura del piede. “Del resto, gli attori comici, si sa, sono dei gran depressi!”. Ma non credo nel cliché e l’intervista me ne dà ragione!

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INTERVISTA ESCLUSIVA PER MEZZOPIENO a pagina 16/17 MEZZOPIENO 1 LUGLIO-AGOSTO 2017


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