SACRED MASTERPIECES Contralto NR 140561

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INDICE • CONTENTS

Introduzione di Eduardo Rescigno Preface by Eduardo Rescigno

IV V

Testi • Lyrics

VI

Giovanni Battista Pergolesi,

Stabat Mater: “Eja Mater”

1

Giovanni Battista Pergolesi,

Stabat Mater: “Fac ut portem”

5

Giovanni Battista Pergolesi,

Stabat Mater: “Quæ mœrebat et dolebat”

8

Gaetano Donizetti,

Messa di Gloria e Credo: “Qui sedes” – “Quoniam”

12

Gioachino Rossini,

Stabat Mater: “Fac ut portem”

24

Gioachino Rossini,

Petite Messe solennelle: “Agnus Dei”

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Giuseppe Verdi,

Messa da Requiem: “Liber scriptus”

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Biografie degli esecutori • Biographies of the performers

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Indice del CD • Contents of CD

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INTRODUZIONE

Un pianoforte verticale: una ragazza vestita di bianco con un gran nastro azzurro alla vita suona, leggendo uno spartito che, forse, vede per la prima volta; a fianco un’altra ragazza, in rosso, osserva e, forse, fra un momento comincerà a cantare: è un interno di fine Ottocento, illuminato dal pennello di Auguste Renoir, il pittore francese che ha dipinto lo stesso soggetto una mezza dozzina di volte. L’opera, in quegli anni, si consumava anche così. Gli editori si affrettavano a mettere in vendita i brani staccati, soprattutto le arie, le romanze, le cavatine: fascicoli di poche pagine con il “canto e piano”, che venivano posti sul leggio del pianoforte di casa, pronti a spericolate letture a prima vista. Tutte le melodie che ci sono ancora familiari, e moltissime altre che ora abbiamo dimenticato, sono entrate in questo modo nelle nostre case di un tempo. Poi sono nati la radio, il disco: e la musica, e l’opera, hanno trovato un altro percorso per diventarci familiari. Per qualche tempo, la tecnologia è sembrato avesse definitivamente tolto di mezzo la manualità; lo “stereo” ha eliminato il pianoforte verticale, i fascicoli delle arie celebri sono stati sostituiti dai 33 giri e dai CD. Ma non è stata una vittoria definitiva e, già intorno agli anni ’60, nell’ambito della musica leggera si sono cominciati a vedere molti e sempre più frequenti segnali di una nuova forma di collaborazione fra tecnologia e manualità: la capillare diffusione del disco stimolava, a livello imitativo, la nascita di tanti piccoli “complessi” casalinghi. La totale passività dell’ascolto e la creatività del fare musica si stavano avvicinando a un proficuo compromesso. Da tutto questo l’opera è rimasta finora esclusa; ma se è vero che lo spettacolo teatrale in musica sta avendo una ripresa di interesse che riguarda anche e soprattutto le giovani generazioni, possiamo pensare di essere alla vigilia di una piccola rivoluzione. Ed ecco nuovamente, davanti ai nostri occhi, l’interno di una casa, dove il pianoforte non è stato “sloggiato” dallo stereo, ma semplicemente sostituito da esso. Uno stereo che, come il verticale di un tempo, ci aiuta a fare musica, con l’assistenza della tecnologia alla quale oggi non è possibile rinunciare. Le arie celebri possono ora tornare nelle nostre case, ancora una volta nella forma tradizionale dello spartito “canto e piano”, ma con quegli ulteriori supporti che ci vengono offerti dalla tecnologia. Il CD ci permette di ascoltare le medesime arie dello spartito in una esecuzione che potremmo chiamare “di riferimento”, offrendoci una visione adeguata del brano; ma il CD ci offre anche altro, e cioè la base orchestrale per cantare. Allora, se siamo dei semplici appassionati, possiamo divertirci ad ascoltare un’esecuzione professionale del brano che ci interessa e poi provare a cantarlo noi stessi, accompagnati da un’orchestra invisibile che giunge dal nostro stereo. Se siamo forniti di maggiori conoscenze musicali o addirittura se siamo avviati alla professione, possiamo leggere lo spartito; possiamo farci accompagnare da qualcuno capace di suonare il pianoforte; e alla fine possiamo verificare la nostra preparazione di cantanti appoggiando la nostra voce sopra una vera orchestra, un’esperienza che è molto difficile realizzare in altro modo. Insomma, tutti coloro che nel potere crescente della tecnologia hanno temuto un nemico implacabile della manualità, sono invitati a ricredersi. Eduardo Rescigno


PREFACE

An upright piano; a girl dressed in white with a large blue ribbon around her waist plays, reading a score for, maybe, the very first time; next to her is another girl, in red, watching her and perhaps she’ll start singing in a moment or two: an interior from the late 1800s, from the brush of Auguste Renoir, the French painter who painted the same scene half a dozen times. Opera in those years was also consumed in this way. Publishers rushed to sell individual pieces, especially arias, romanzas and cavatinas: leaflets with just a few pages for “voice and piano” that were placed on the piano’s music rack, ready for reckless reading and playing at first-sight. All the melodies that are still familiar to us today, and masses of others that have since been forgotten, entered our homes of the day in this fashion. Then along came the radio and the gramophone record, and music – and opera – followed a different path to become known to us. For a certain period, it seemed that the technology had definitely removed all traces of hands-on experience; the “stereo” eliminated the upright piano, the collections of the most famous arias were replaced by LPs and CDs. But it wasn’t a final victory and already, in the ’60s or thereabouts, we began to detect many, increasingly frequent signs of a new form of collaboration between technology and manual input in the field of popular music: the widespread diffusion of the record stimulated through imitation the birth of many small amateur “bands”. The complete passiveness of listening and the creativity of making music began to grow closer to reach a mutually beneficial compromise. Opera has, however, been excluded from this process until now; but if it’s true that musical theatre shows are currently enjoying a resurgence in interest, also and especially with the younger generations, then we can be justified in thinking that we are on the brink of a small revolution. And here, once again, before our very eyes, is the interior of a house, where the piano hasn’t been “evicted” by the stereo, but simply substituted by it. A stereo that, like the upright of earlier times, helps us make music, with the aid of the technology that it seems no-one can do without these days. The “famous arias” can now return to our homes, once again in the traditional form of a score for “voice and piano”, but with the additional support offered by CD technology. Indeed, the CD lets us listen to the arias on the sheet in a rendering that we could call a “standard”, offering us an overall view of the piece; but the CD offers us even more, i.e., the orchestral base as we sing. Thus, if we’re opera freaks, we can enjoy ourselves listening to a professional performance of the piece we’re interested in and then try to sing it ourselves, accompanied by an invisible orchestra coming out from the stereo. If, on the other hand, we have a greater knowledge of music, or are even professionals, we can “read” the score, have ourselves accompanied on the piano by a capable friend and even check our professional training as singers by trying out our own voice above a real orchestra, an experience that’s extremely hard to achieve otherwise. To sum up, all those who have viewed the increasing power of technology as an implacable enemy of manual creativity are now kindly invited to think again. Eduardo Rescigno


TESTI • LYRICS

GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI, Stabat Mater “Eja Mater” – “Fac ut portem” – “Quæ mœrebat et dolebat” Orsù, Madre, fonte dell’amore, fammi provare la forza del dolore affinché io pianga con te.

Eja Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam.

O thou Mother! Fount of love! Touch my spirit from above, make my heart with thine accord.

Fammi partecipe della morte di Cristo, fammi condividere i suoi patimenti e onorare le sue piaghe.

Fac ut portem Christi mortem, passionis fac consortem et plagas recolere.

Let me, to my latest breath, in my body bear the death of that dying Son of thine.

Fammi ferire dalle piaghe, inebriare da questa croce, per amore di tuo Figlio.

Fac me plagis vulnerari, cruce hac inebriari ob amorem Filii.

Wounded with His every wound, steep my soul till it hath swooned, in His very Blood away.

Rattristata e addolorata, la pia Madre, al vedere le pene dell’inclito Figlio.

Quæ mœrebat et dolebat, pia Mater, dum videbat nati pœnas incliti.

Christ above in torment hangs, she beneath beholds the pangs of her dying glorious Son.

GAETANO DONIZETTI, Messa di Gloria e Credo “Qui sedes” – “Quoniam” Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis.

Who sit at right hand of Father, have mercy on us.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,

Quoniam tu solus sanctus. Tu solus Dominus.

For thou alone holy. Thou alone Lord.

tu solo l’Altissimo: Gesù Cristo.

Tu solus altisimus, Jesu Christe.

Thou alone most high, Jesus Christ.

GIOACHINO ROSSINI, Stabat Mater “Fac ut portem” Fammi partecipe della morte di Cristo, fammi condividere i suoi patimenti e onorare le sue piaghe.

Fac ut portem Christi mortem, passionis fac consortem et plagas recolere.

Let me, to my latest breath, in my body bear the death of that dying Son of thine.

Fammi ferire dalle piaghe, inebriato da questa croce, per amore di tuo Figlio.

Fac me plagis vulnerari, cruce hac inebriari ob amorem Filii.

Wounded with His every wound, steep my soul till it hath swooned, in His very Blood away.


GIOACHINO ROSSINI, Petite Messe solennelle “Agnus Dei” Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, donaci la pace.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.

Lamb of God, you take away the sins of the world, have mercy on us. Lamb of God, you take away the sins of the world, grant us peace.

GIUSEPPE VERDI, Messa da Requiem “Liber scriptus” Sarà aperto il libro scritto nel quale è contenuto tutto, dal quale si giudicherà il mondo.

Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur, unde mundus judicetur.

Open lies the book before them, where all records have been written, when creation comes to trial.

E dunque quando il giudice si siederà, ogni cosa nascosta sarà svelata, niente rimarrà invendicato.

Judex ergo cum sedebit, quidquid latet apparebit, nil inultum remanebit.

Then the Lord shall sit in judgment, what was hidden is uncovered, naught forgotten, naught unpunished.

Il giorno dell’ira, quel giorno che dissolverà il mondo terreno in cenere come predetto da Davide e dalla Sibilla.

Dies iræ, dies illa, solvet sæclum in favilla, teste David cum Sibylla.

Day of anger, day of terror, all shall crumble into ashes, this was David and Sibilla’s revelation.



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Giovanni Battista Pergolesi,

“Eja Mater�

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Stabat Mater


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