La pagella delle Business school Settima indagine di Espansione sulle scuole della nostra classe dirigente. Una classifica dove migliorano quasi tutti, tra spinte internazionali ed eccellenze locali . Crisatallizzazione, con miglioramenti generalizzati. È la tendenza emersa chiaramente dalla nostra indagine sulle business school, giunta ormai alla settima edizione. Un settore con una forte divaricazione. Le grandi realtà conquistano autorevolezza innovando i programmi e puntando su internazionalizzazione e stretto rapporto con le imprese; le scuole più territoriali, invece, si concentrano e puntano su nicchie di specializzazione. Per il resto, la classifica delle business school italiane resta stabile sulle posizioni dello scorso anno, ma con un ulteriore salto verso l’alto dei parametri per molte delle realtà coinvolte. In testa ormai da diverse edizioni, Sda Bocconi, Mip e Luiss. L’indagine di Espansione è stata realizzata su un campione di 50 intervistati selezionati tra gli associati di Aidp (l’associazione italiana direttori del personale), head hunter, selezionatori del personale e imprenditori: tutti professionisti che sul mondo della formazione godono di un osservatorio privilegiato. Come nelle precedenti edizioni, i parametri di giudizio sono stati cinque: notorietà, qualità della docenza, vicinanza alle imprese, qualità dei partecipanti ai master e internazionalizzazione. Per ognuno dei parametri è stata espresso un voto compreso tra 1 (minimo) e 5 (massimo), ricorrendo anche ai decimali. Le valutazioni sono state poi ricondotte a una media aritmetica: i risultati, più il dato di notorietà, sono stati sommati e a loro volta mediati, dando così luogo per ogni singola scuola al punteggio complessivo che determina l’ordine in classifica. A differenza di quella effettuata da Web Reputation sulla reputazione on line delle Scuole, in questa classifica svetta Sda Bocconi School of Management, prima in ben quattro parametri (notorietà, internazionalizzazione, qualità della docenza, livello dei partecipanti), l’unica italiana presente in tutti i più importanti ranking internazionali, con il triplo accreditamento AMba, Equis, Eaacsb. «Negli ultimi tre anni», si compiace Alberto Grando, direttore di Sda, «abbiamo fatto un lavoro di continua selezione e revisione dei contenuti e dei format didattici, prestando attenzione a bilanciare l’utilità pratica per i partecipanti, con i temi più innovativi nel campo del management, come leadership, change management, orientamento al mercato, controllo delle performance. Di questa offerta abbiamo ottimi riscontri dai nostri executive Mba, part time, serali, global, con partecipanti che lavorano e ne traggono benefici sia spendibili immediatamente in termini di contenuti, sia in termini di avanzamento di carriera. Un secondo fronte è quello dell’internazionalizzazione, sia sui programmi – l’Mba vanta l’83% di studenti stranieri che vengono da 35 Paesi diversi tra i quali India, Stati Uniti, Europa, Turchia, Cina e via a seguire – sia sul fronte della faculty, che continua a portare in Bocconi docenti di alto profilo con esperienza internazionale. Ora, ci stiamo aprendo un campus a Mumbai. Anche sul fronte delle commesse stiamo aumentando la quota di quelle provenienti da grandi aziende globali, erogate anche nei Paesi lontani come Brasile e lndia, e stiamo lanciando nuovi osservatori, come il management insights, che ha l’obiettivo di monitorare le migliori prassi manageriali delle nostre aziende, e un nuovo laboratorio, Experience Lab, nel quale sperimentare modalità didattiche innovative». In seconda posizione si conferma Mip, School of Management del Politecnico, che sale ancora nei parametri, confermandosi come nelle precedenti edizioni, prima nella vicinanza alle imprese. Ne è soddisfatto il presidente, Gianluca Spina, che spiega come sia cresciuto
Espansione, 1 giugno 2012