Portfolio Architettura IUAV | Michela Memo

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PORTFOLIO DI L A U R E A 2 0 1 4

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Michela

Memo



Università IUAV di Venezia Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura Anno Accedemico 2016/2017 Michela Memo | 281537


PREFAZIONE


“La vita ed i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare” - Arthur SchopenhauerL’architettura è come un libro: delle pagine disordinate, mal scritte o stampate, non rilegate, non costituiscono un libro. Un libro presuppone determinate regole, determinati canoni che fanno riferimento al senso comune senza i quali esso non può essere definito “libro”. Allo stesso modo, l’architettura presuppone determinate regole costruttive e la conoscenza dei principi strutturali per essere tale: il fatto, ad esempio, che un tetto non debba crollare o una casa debba essere dotata di finestre fa parte del senso comune. Sono queste regole che consentono di “fare architettura”, ovvero di progettare qualcosa che si distingua dalla mera scultura. Allo stesso tempo, l’architettura è quacosa in più dell’edilizia, è la capacità di prendere il libro delle regole e mescolarlo, reinventarlo, trasformarlo. L’architettura è la capacità di prendere un libro e, come dice Schopenhauer, sfogliarlo a caso, rendendo capaci le persone di sognare. L’architettura è la capacità di capire che la tecnica e la funzionalità sono indispensabili, ma non bastano: all’uomo sono necessarie anche la bellezza e la poetica, intese come umanità, per sperimentare un ambiente in cui possa identificarsi e sentirsi a suo agio. L’architettura è la capacità di essere un passo indietro l’ingegnere e un passo avanti lo scultore, continuamente in equilibrio, come acrobati sul filo, con il rischio di cadere. E’ per questo che in architettura non si può mai affermare di essere arrivati ma solo di aver acquisito nuove esperienze cercando sempre più di tendere a un equilibrio raramente raggiungibile appieno. La mia personale ricerca ha avuto inizio in questi tre anni, di cui questo portfolio è il frutto, nella consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga e non avrà mai fine.


INDICE


LEZIONI AMERICANE Laboratorio 1

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE Laboratorio 2

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LA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO Rilievo strumentale e rappresentazione digitale

31 | 32

AL PARADISO DELLE SIGNORE Storia 2

37 | 38

IL GIARDINO SEGRETO Laboratorio di Restauro

43 | 44

LA TREGUA Laboratorio 3

53 | 54

GLI INDIFFERENTI WaVe 2015

67 | 68

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI WaVe 2016

73 | 74

IL DESERTO DEI TARTARI Urbanistica

81 | 82

DELITTO E CASTIGO Architettura degli Interni

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LEZIONI AMERICANE

Laboratorio Integrato 1 Prof. Francesco Cacciatore, prof. Matteo Guardini, prof. Matteo Ballarin A.A. 2016/2017 Università IUAV di Venezia

“La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.”


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planivolumetrico

Una casa, una cisterna e il paesaggio dell’Alentejo. Questo è il punto di partenza. Il progetto realizzato da Aires Mateus e Associados come riferimento, la necessità di completarlo idealmente come obiettivo. Un quadrato di 14x14m in pianta come base su cui lavorare. Il processo seguito è stato il tentativo di concepire lo spazio come materia in cui ricavare il vuoto, lo spazio abitativo, intendendo non il pieno ma bensì il vuoto come la vera ricchezza, in quanto spazio fruibile e vivibile. Ed è proprio il vuoto a svolgere il ruolo cardine del progetto, perché vuoti sono gli spazi più importanti: vuoto è il patio centrale, elemento di comunicazione e distribuzione di tutti gli ambienti, vuota è l’entrata e vuote sono le verande che consentono lo sbocco della zona giorno a nord e ad ovest. Il progetto punta ad una massima comunicazione con l’ambiente esterno, sviluppando ambienti aperti e permeabile e arrivendo al punto di rendere il patio centrale l’elemento di separazione tra zona giorno e zona notte, nonchè unica fonte di illuminazione di quest’ultima. Spazio trova anche l’idea di intimità e raccoglimento, che si concretizza in un ambiente sviluppato sopraelevato rispetto al resto dell’abitazione e in posizione privilegiata grazie all’estrusione rispetto al filo murario, che consente un’ampia apertura sul paesaggio. Il progetto sfrutta, inoltre, la caratteristica irregolarità del terreno alentejano adattando la costruzione ad esso, e non viceversa. L’utilizzo del dislivello si riverbera anche all’interno dell’abitazione stessa, dove i sevizi sono seminterrati allo scopo di sfruttare il naturale movimento del terreno. Si instaura, così, un rapporto di rispetto del territorio, esaltato mediante una progressiva apertura dell’abitato, che, dal portico d’entrata di limitate dimensioni, termina in un belvedere e zona relax dotata di amaca, lì dove il terreno degrada. Il tentativo è, quindi, quello di sviluppare lo spazio in relazione al territorio, cercando di comprenderlo, e non viceversa.



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pianta con porzioni seminterrate prospetto est sezione A-A’


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pianta con porzione sopraelevata prospetto sud sezione B-B’


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plastico prospetto ovest plastico prospetto nord

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plastico assonometrico


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sezione tecnologica

LEGENDA: 01. Ghiaia (10 cm) 02. Guaina impermeabile (1 cm) 03. Scossalina in lamiera 04. Isolante (10 cm) 05. Cartella strutturale (5 cm) 06. Interposto in laterizio per solaio (20x25x42 cm) 07. Travetto (12 cm) 08. Calcestruzzo armato (5 cm) 09. IglĂš da costruzione (32x50x50 cm) 10. Massetto per impianti (9 cm) 11. Collla+pavimento (2,5 cm) 12. Fondazione 13. Infisso a pacchetto 14. Muro in calcestruzzo (25 cm) 15. Lastra in aquapannel+colla+rasatura in opera+intonaco (2,5 cm)


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pianta tecnologica

LEGENDA: 02. Lastra in aquapannel+colla+rasatura in opera+intonaco (2,5 cm) 03. Scossalina in lamiera 03. Isolante (10 cm) 04. Piastrella in pietra locale (pietra calcarea “creme regina� (50x50 cm) 05. Pistrella in gres porcellanato (20x20 cm) 06. Porta scorrevole dentro il muro 07. Porta scorrevole sopra il muro 08. Infisso a battente 09. Vetrata fissa 10. Vetrata scorrevole esternamente


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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE

Laboratorio Integrato 2 Prof. Pierantonio Val; Prof.sa Sandra Bullo A.A. 2015/2016 Università IUAV di Venezia

“Perché quell’edificio poggia sull’unico pilastro della sua fedeltà e gli amori sono come gli imperi: quando scompare l’idea su cui sono fondati periscono anch’essi”


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spaccato assonometrico

La piazza veneta come luogo ideale in cui inserire. Una scuola da convertire in comune, simbolo della cittadinanza, e da ampliare. Una città, con le sue attività e i suoi simboli, con cui entrare in relazione. Si sceglie di operare, come diceva Rogers, nella consapevolezza e rispetto della storicità ma anche profonda modernità. Il portico, elemento tipico della piazza veneta, scelto come strumento di collegamento tra nuovo e antico; il setto per aprire direzioni e visuali in relazione al contesto. Il collegamento trasparente per stabilire una relazione a distanza. Così il progetto è descrivile da due sole linee, quella orizzontale del portico e quella verticale del nuovo municipio, che rappresentano due tendenze relazionate e al contempo opposte di apertura verso l’alto, di ascesa quasi, e di legame in lunghezza. A separare ancora più le due, la fessura di luce che penetra tagliando a metà l’ombra. L’immaginazione e la creazione non possono prescindere dall’esattezza e dalla precisione, null’uso di parole e termini nella lingua così come nell’uso degli elementi in architettura. L’esattezza, in questo caso, è espressa dalla parte strutturale, soli quattro pilastri che costituiscono la parte portante dell’edificio e concorrono alla verità, entrando in relazione con il processo di progettazione architettonica. Altra caratteristica fondamentale, la leggerezza, non come superficialità ma come elemento per sopportare la pesantezza del mondo, quasi per scongiurarla e averne meno paura. L’edificio parte dalla pesantezza, il calcestruzzo, per astrarla nella progressiva elevazione della materia stessa, che cerca la capacità di essere leggera nonostante la gravità che la circonda. Il vano centrale è strettamente pensato nel gioco tra luce zenithale e massività del pilastro, che dalla terra si eleva al cielo, cercando l’infinito. E’ l’insostenibile leggerezza dell’essere, la leggiadria dietro alla quale si nasconde la pesantezza, del mondo e della struttura, senza la quale non potrebbe esistere.



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attacco a terra

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dall’alto: planivolumetrico vista d’insieme


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dall’alto: vista pianta piano terra prospetto sud sezione B-B

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dall’alto: pianta piano primo prospetto nord sezione A-A sezione C-C

LEGENDA: 01. Ingresso/sala d’attesa 02. Anagrafe 03. Ufficio tributi 04. Servizi igienici 05. Portineria 06. Ufficio messo 07. Ufficio finanziario-personale 08. Protocollo 09. Segreteria 10. Ufficio cultura 11. Ufficio tecnico 12. Area caffè

13. Ufficio ecologia 14. Ufficio pubblica istruzione -affari sociali 15. Ufficio lavori pubblici 16. Archivio 17. Ufficio commercio 18. Sala stampa 19. Sala consiliare 20. Ufficio sindaco 21. Sala giunta 22. Ufficio segretario 23. Ufficio vicesindaco 24. Servizi igienici


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sezione tecnologica

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in alto da sinistra: schema strutturale piante strutturali

LEGENDA: Ia. Trave portante (55x80 cm) Ib. Trave portante (55x95 cm) II. Trave di bordo (25x70cm) III. Solaio in calcestruzzo alleggerito (26cm) IV. Pilastro portante (55x55 cm) 1. Alleggerimento per solaio u-boot beton in propilene riciclato (16 cm) 2. Isolante in lana di vetro (10 cm) 3. Massetto di pendenza in calcestruzzo alleggerito (pendenza 5 cm) 4. Guaina isolante 5. Ghiaia (10 cm) 6. Lamiera protettiva inclinata 7. Massetto per impianti in calcestruzzo alleggerito (10 cm) 8. Rivestimento in biomalta (4 mm) 9. Vetrata fissa 10. Porta-finestra a vasistas 11. Lucernario

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ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

Rilievo Strumentale e Rappresentazione Digitale Prof. Francesco Guerra A.A. 2016/2017 Università IUAV di Venezia

“Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l’essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall’ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l’uomo affrancato dall’ordine del tempo.”


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modello tridimensionale elaborato da Photoscan.

La conoscenza del passato è indispensabile per vivere il presente e programmare le azioni del futuro. La memoria, come ricorda bene Proust, è indispensabile per l’essere umano, che vive grazie ad essa ed attraverso di essa. Come per il protagonista de “La ricerca del tempo perduto” la madeleine è indispensabile per rievocare la sua infanzia, così per l’architetto la conoscenza delle architetture storiche è fondamentale per comprendere il passato da cui provengono. A questo fine, è stato rilevato il portale della Chiesa di San Simeone e Giuda a Venezia, opera del 1718 di Scalfarotto, in stile neoclassico e chiaramente ispirata al Pantheon nella ripresa della struttura trabeata accostata ad un corpo cilindrico. Per rilevare il portale, si è deciso di utilizzare la tecnica del rilievo fotogrammetrico, che permette, a differenza di altre, di acquisire sia dati metrici sia dati tematici. “Photoscan” è un programma per la fotogrammetria automatica che permette di ottenere dei modelli tridimensionali in scala a partire da una campagna di rilievo composta da una serie di foto che ritraggano l’edificio, o la parte di esso da rilevare, per intero come somma di diversi punti di vista.Se il numero delle foto è adeguato e la qualità buona, il software è in grado di riconoscere i punti omologhi sulle foto attraverso operazioni di georeferenziazione e, mediante l’applicazione dell’algoritrmo di Delaunay, unisce i punti così individuati per triangolazione, generando una mesh molto simile alla superficie dell’oggetto rilevato. A questo punto, si ottiene la ricostruzione tridimensionale dell’oggetto attraverso la ricostruzione della sua superficie, alla quale è anche possibile applicare la texture originale dell’oggetto rilevato. Sono state, poi, esportate delle ortofoto in pianta, prospetto e sezione dalle quali è stato possibile ridisegnare il portale, in modo preciso e dettagliato, mettendo anche in evidenza i segni di degrado come mancanze e fessurazioni.



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dall’alto ortofoto della sezione ortofoto del prospetto ortofoto della pianta

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dall’alto sezione ricostruita prospetto ricostruito pianta ricostruita

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AL PARADISO DELLE SIGNORE

Storia dell’Architettura 2 Prof. Marco Pogacnik A.A. 2015/2016 Università IUAV di Venezia

“Era quella la cattedrale del commercio moderno, solida e leggera, fatta per un popolo di compratori.”


L’analisi di un’opera e la sua ricostruzione allo scopo di comprenderla profondamente, non solo attraverso la letteratura ma anche studiandone le dinamiche spaziali e le proporzioni, nonché il suo ruolo storico e urbano. Il Carson Pirie Scott è un edificio che non ha importanza solo dal punto di vista architettonico, ma che ha segnato un’epoca e uno stravolgimento degli usi, dei costumi e della città. Come Zola descrive ne “Il Paradiso della Signore”, il grande magazzino era, nella seconda metà dell’Ottocento, simbolo di un più ampio processo di massificazione che mutava i costumi e la società, nonché le città che li ospitavano. Nonostante ciò, esso è, per altri aspetti, ancora legato ad una tradizione ottocentesa e ad una sensibilità che presuppone ideali che il Novecento ha, almeno per un periodo, perso. Nella commistione di tempi e idee, Sullivan ed il Carson In questa pagina

pianta

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porzione di prospetto

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Pirie Scott insegnano ad essere persone, prima che architetti, e architetti che pensano da persone.


“Dalla natura Sullivan impara che ogni edificio deve possedere una propria anima, un’impronta chiara e rivelata nella sua definizione stilistica, che dia chiaramente una connotazione della destinazione d’uso e di “chi è” l’opera davanti ai nostri occhi. Dalla natura Sullivan ha imparato che bisogna avere chiaramente davanti agli occhi le necessità per riuscire a perseguire l’ideale di una forma che segua la funzione e chiarifichi il suo scopo; dal Novecento ha imparato che sono le nuove tecnologie a poter venire in aiuto in questo senso. Dalla natura Sullivan ha imparato che sono le domande a contenere le risposte, così come Le Corbusier, in altri termini, dirà che le soluzioni sono contenute all’interno di un problema ben posto. Dalla natura Sullivan ha imparato anche che la funzionalità non basta e che l’uomo, al contrario di quello che spesso si rivela, non è una bestia e solo trattandolo da tale lo diventa. Dalla natura Sullivan ha imparato che l’uomo ha bisogno anche di poesia, di soddisfare i suoi sensi, di bellezza; ha imparato che la funzionalità non è solo quello che si vede ma anche ciò di cui ha bisogno l’anima, che le necessità vanno ben oltre i bisogni fisici e raggiungono le esigenze mentali. Sullivan ha imparato che l’architettura, quella vera, non è solo un insieme di travi e pilastri o una griglia metallica ben accomodata; ha imparato che l’architettura è poesia, è letteratura, è un’opera d’arte che ha bisogno della mano unica del suo artista, del suo architetto, per rivelarsi; che ha bisogno di essere unica perché solo così può toccare veramente l’uomo e essere per l’uomo; dall’Ottocento Sullivan ha imparato l’importanza dell’artigianato come affermazione di unicità. Dall’uomo Sullivan ha imparato che ciascuno di noi è unico, e anche l’architettura ha bisogno di questo.”


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“Quello che, in sostanza, l’edificio incarna, è che tenere a mente il significato profondo dell’architettura e analizzare ciascun caso come una specificità e un’individualità che merita un’attenzione e una soluzione unica, è più importante di qualunque definizione tipologica o di modello costretto a forza in forme sempre diverse, perché unica garanzia di rispettare l’Architettura e l’Uomo come essere complesso. Quello che il Carson Pirie Scott incarna è l’ideale di un edificio che grida da ogni dove di essere del commercio e per il commercio, pensato in ogni piccola virgola per la competizione, l’esposizione delle merci, la luce, la circolazione, l’imponenza. Allo stesso tempo, l’ex Schlesinger & Mayer, è profondamente umano, profondamente poetico, profondamente volto a suscitare l’emozione nell’uomo e riconoscersi in esso, nei suoi decori, nelle sue forme. Come nella cattedrale gotica, al suo interno ogni forza, ogni tendenza si arrangia in un tutto unitario, equilibrato, perfetto, che veicola quiete e dinamismo, grandiosità e domesticità, purezza e ricercatezza, funzionalismo e formalismo, tecnicismo e poetica: come l’essere umano, come la vera architettura.” Nella pagina a fianco

pianta dell’entrata prospetto dell’entrata

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prospetto della vetrina


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IL GIARDINO SEGRETO

Laboratorio di Restauro Prof. Andrea Benedetti A.A. 2016/2017 Università IUAV di Venezia

“Ho rubato un giardino. Non è mio. Non è di nessuno. Nessuno lo vuole, nessuno lo cura, nessuno ci va mai. Lo lasciano morire, forse è già morto, non lo so.. ”


Un ex convento inserito nel tessuto storico della città di Treviso da recuperare e nobilitare, la necessità di trovare una nuova destinazione d’uso come motivo contingente. Un giardino centrale, abbandonato e dimenticato, lasciato a se stesso a cui donare nuova vita. Si è proceduto, innanzi tutto, analizzando le fasi storiche del suo sviluppo e cercando di comprenderne il funzionamento strutturale e formale. L’elemento caratteristico dell’edificio è stato individuato nella corte centrale, emblema sia della sua natura storica sia dell’impianto distributivo, rispetto alla quale si organizza. Si è, quindi, deciso, in fase di progetto, di enfatizzare quanto più possibile questo elemento, aprendo la vista alla corte centrale lì dove l’abbattimento dei muri non portanti lo consentisse possibile. E’ stata, inoltre, ampliata la dimensione degli ambienti per adempiere alla nuova destinazione d’uso, quella di co-working. Infine, l’intervento di restauro si è concentrato sulle facciate rivolte alla corte, dove si è stabilito di riportare alla luce i dipinti a muro celati sotto i più recenti strati di intonaco, e mettere in evidenza le tracce della bucature preesistenti tamponate.

L’attuale istituto Umberto primo con annessa chiesa di Santa Maria Maddalene sorge nel 1521 per opera di Bernardino da Caravaggi a seguito della demolizione del vecchio convento dell’ordine dei Gerolamini per far posto alle nuove mura di Frà Giacomo e alla porta di S. Tommaso.

Solo a partire dai primi anni del 1800 a causa di una successione di eventi il convento fu convertito in un istituto destinato al ricovero e all’ assistenza di fanciulli e di anziani.

La costante destinazione d’uso del convento nel corso degli anni ha fatto sì che la struttura non abbia subito grossi cambiamenti ma solo piccoli interventi di adattamento dovuti alla necessita di ade-

1.

guare la struttura all’attività di ricovero. Questi interventi se per numerosi nella vita della struttura

hanno lasciato ben leggibile il linguaggio originario dell’edificio, che posso essere di spunto per una nuova destinazione d’uso future.

ISTITUTO UMBERTO I

PORTA SAN TOMASO

1. CORTILE INTERNO

PORTA SAN TOMASO

ISTITUTO UMBERTO I

2. CORTE CONVENTO

UCCESSIONE DEGLI EVENTI

1521

1574 - 1576

1772

1811

22 GIUGNO 1813

1884

1920

Comincia la costruzione della nuova chiesa per i Gerolamini, sotto la guida di Bernardino da Caravaggio. L’opera fu completata in circa dieci anni, e così pure la maggior parte del monastero.

La Chiesa si mostrò presto troppo piccola,perciò ne fu costruita una più grande, su disegno dell’Architetto trevigiano Fabrizio delle Tavole, allievo di Palladio.

Soppressione Della congregazione dei Gerolamini. L’edificio fu quindi acquistato dalla congregazione delle Orsoline di S. Angela Merici che lo adattarono a convento di clausura e a collegio per ragazze.

Passaggio napoleonico a Treviso, Orseline abbandonano la chiesa che viene demanializzata (demanio francese)

La Congregazione di Carità di Treviso acquistò la struttura e la adibita a Casa d’Industria e di Ricovero

Chiesa di San Maria Maddalena e Casa di Ricovero nel 1884

Angolo con la chiesa di S. Maria Maddalena: realizzazione della attuale situazione, successiva agli aventi bellici della prima guerra mondiale, su progetto dell’Ing. Malchiorri

1989 - 1990

1993

1994

30 GENNAIO 1996

30 GENNAIO 1996

2017

Il Consiglio di Amministrazione affidò all’architetto Toni Follina l’incarico di redigere un progetto di massima relativamente alla ristrutturazione ed adeguamento agli standard dell’intero complesso. Progetto che si eccessivamente costoso in relazione ai posti letto ricavati.

Il Consiglio di Amministrazione decise di avviare l’iter per la costruzione di una nuova sede

Il Consiglio di Amministrazione decise di avviare l’iter per la costruzione di una nuova sede

Totale dismissione dell’Istituto Umberto 1 e la costruzione di una nuova sede.

Totale dismissione dell’Istituto Umberto I e la costruzione di una nuova sede.

Progetto di restauro con cambio d’uso che riqualifichi l’edificio.

Xilografia dei Nani

Archivio di stato di Treviso

NALISI URBANA

DATA

1521

1600 - 1650

1831

1841

1876

ANALISI CARTOGRAFICA

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FONTE

DESCRIZIONE

dall’alto sviluppo cronologico dell’area di progetto distributivo della pianta piano terra e pianta piano primo allo stato di fatto

Archivio di stato di Treviso

Nella pagina a fianco

Atlante trevigiano: cartografie e iconografie di città e territorio dal 15. al 20. secolo / a cura di Massimo Rossi

Treviso : vedute e cartografia dal 15. al 19. secolo / Anna Zanini, Luisa Tiveron

no vicino cominci a intensificarsi.

pressi della Piazza del Grano.

dall’alto studio delle aperture sulle facciate analisi strutturale pianta sottotetto, pianta piano primo e Comincia la costruzione della nuova chiesa per i Gerola-pianta Stato di fatto nella prima meta del XVII secolo. Il convento Il tessuto urbano adiacente comincia ad essere sempre più piano terra mini con annesso convento. Il convento e costruito solo su è stato aggiunto il quarto lato mancante, e il tessuto urbadenso e il fiume adiacente viene parzialmente interrato nei tre lati, il quarto e ultimo lato verrà costruito nei successivi 10 anni dopo.

2.

1945

2017

Treviso : vedute e cartografia dal 15. al 19. secolo / Anna Zanini, Luisa Tiveron

Treviso : vedute e cartografia dal 15. al 19. secolo / Anna Zanini, Luisa Tiveron

Atlante trevigiano: cartografie e iconografie di città e territorio dal 15. al 20. secolo / a cura di Massimo Rossi

CTR Treviso

Leggeri cambiamento urbani

Leggeri cambiamento urbani e aggiunta di un nuovo volume al convento.

Modifica alla viabilità stradale con una nuova apertura sulle mura della città. Importante modifica dell’angolo del convento che da su Via Casa di Ricovero.

Stato di fatto ai giorni nostri.

SVILUPPO URBANO

Chiesa Santa Maria Maddalena

Convento

CHIESA SANTA MARIA MADDALENA

LEGENDA

CONVENTO

Contesto urbano CONTESTO URBANO

Corsi d’acqua CORSI D’ACQUA

Nuova edificazione

CONTESTO URBANO

LEGENDA: Palestra

Università IUAV di Venezia Corso di Laurea Triennale Architettura Costruzione e Conservazione

laboratorio di restauro cattedra b a.a. 2016-2017

Servizi igienici Sala da pranzo Corridoio-portico Scale-ascensori Camere Cucina, cucinino e dispense e servizi di pulizia Area svago

Infermeria-farmacia 44 | 45

restauro architettonico prof. a. benedetti

tutor

c. galeazzo

a. gallas

a. gatto

tema: Complesso architettonico Umberto I a Treviso. Nuovi scenari per il riuso

Titolo tavola: Analisi della documentazione storica e delle trasformazioni, del contesto urbano e architettonico

studente: De Benedetti Filippo Memo Michela

matricola: 281246 281537

data: 06-02-17

tav:

01


Pianta piano primo 1:500

Pianta piano terra 1:500

ORMALE

o alle arcate del piano

ponature nella muratura

distribuzione precedennale) delle bucature.

la mezzeria delle cature rispetto alle arca-

LEGENDA

Complesso architettonico Umberto I a Treviso. Nuovi scenari per il riuso

Titolo tavola: Analisi dal punto di vista formale, costruttivo, spaziale e distributivo

studente: De Benedetti Filippo Memo Michela

matricola: 281246 281537

Disallineamento delle finestre esistenti rispetto alle arcate del piano terra.

Segni di tamponature nella muratura esistente.

Ipotesi di una distribuzione precedente (forse originale) delle bucature.

Posizione della mezzeria delle ipotetiche bucature rispetto alle arcate sottostanti.

LEGENDA Spazi con sistema strutturale a volte a crociera su colonne in pietra.

Spazi con sistema strutturale a volte a botte su setti in muratura.

Spazi con sistema strutturale a travi in legno su setti in muratura.

Spazi con sistema strutturale a capriate in legno.

Colonne, setti portanti e elementi verticali capriate

Volte a botte e crociera e proiezione elementi orizzontali capriate

Orditura travi nel solaio a primo piano.

data: 06-02-17

tav:

02


C1

S

S D

S

S D

D

M2

I2

CO C2 P1

C2

I4

G2 P

C2 P2

C2

G1 CO

F

S

D C2 C2

G1 CO

F

I1

M1

I3

M3

D

CO

G1

G1

F

F

C2 CO

G2

C2

P3

C2

P

LEGENDA CROSTA NERA: modificazione strato superficiale di materiale lapideo di colore scuro

MACCHIA: variazione cromatica localizzata della superficie

COLATURA: fasce verticali formate dall’acqua piovana sulla supeficie

MANCANZA: perdita di elementi tridimensionali

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA: presenza di microrganismi

POLVERIZZAZIONE: decoesione spontanea del materiale sottoforma di polvere e granuli.

EROSIONE: asportazione di materiale dalla superficie.

ESFOLIAZIONE: formazione di una o più porzioni laminari di spessore ridotto e sub-parallele

RIGONFIAMENTO: sollevamento della superficie FESSURAZIONE: soluzione di continuità che implica lo spostamento reciproco delle parti FRONTE DI RISALITA: limite di migrazione dell’acqua, conseguente efflorescenza e perdita di materiale 46 | 47

EFFLORESCENZA: formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro. OSSIDAZIONE: perdita della lucentezza dei metalli fino a formazione di ruggine.


ELEMENTO

CODICE

DESCRIZIONE

TIPOLOGIE DI DEGRADO ESFOLIAZIONE: fenomeno che si concentra soprattutto nella parte inferiore del muro, probabilmente a causa della vicinanza del terreno, dunque in relazione all’umidità di risalita. Altra causa probabile è la posizione sotto il portico, quasi sempre in ombra a causa della presenza di un grande albero al centro della corte e quindi zona di ristagno dell’umidità.

INTONACO

I1

Intonaco di sabbia e grassello di calce applicato con tecnica a rasatura color avorio e superficie liscia.

MANCANZA: concentrata nelle medesime zone in cui si presenta esfoliazione. Probabilmente causata dalla penetrazione in profondità dell’umidità di risalita, tra le cause dei fenomeni sopra elencati. Il fenomeno si concentra anche nel punto più a contatto umano, quindi potrebbe anche essere legato all’uso fatto della struttura nel corso degli anno e all’appoggio di oggetti contro muro. MACCHIA: presenza di chiazze probabilmente causate dall’umidità o da microrganismi risaliti dal terreno. RIGONFIAMENTO: sollevamento della superficie probabilmente legato ai fenomeni di risalita dell’umidità sopra elencati che preannuncia una successiva esfoliazione o perdita di materiale dalla superficie. POLVERIZZAZIONE: presenza di polveri a terra la cui formazione è legata all’esposizione degli strati sottostanti di materiale causati dai fenomeni di esfoliazione e mancanza e in seguito ai quali si ha formazione di polveri. ESFOLIAZIONE: formazioni laminari con conseguente esposizione degli strati sottostanti, probabilmente causata dal ristagno dell’umidità da precipitazioni, legata alla quasi perenne condizione ombrosa in cui versa la parete, a causa del grande albero del chiostro. Tale fenomeno può essere anche collegato alla ridotta coesione tra strati sovrapposti di intonaco di epoche successive. COLATURA: fasce verticali che si osservano soprattutto al di sotto del cornicione e dei davanzali, e, in generale, delle superfici sporgenti, dovuta al ristagno dell’umidità da caduta.

INTONACO

I2

Si possono osservare tracce di intonaco cementizio, tracce di intonaco color ocra probabilmente di calce e tracce di decorazione la cui colorazione si ipotizza essere stata rossa e bianca analizzando le tracce rimaste.

INTONACO

I3

Intonaco probabilmente di calce il cui colore varia dal grigio al rosa chiaro.

I4

Intonaco probabilmente di calce color ocra con segni di decorazioni.

CORNICIONE

C1

MURATURA

M1

MURATURA

M2

MURATURA

M3

Probabilmente miscela di malta e stucco applicata su supporto di mattoni a imitazione della pietra Muratura portante ipotizzabile a quattro teste la cui morfologia non è chiaramente deducibile. Originariamente intonacata, oggi portata alla luce a tratti dai fenomeni di degrado. Muratura portante ipotizzabile a tre teste la cui morfologia non è chiaramente percepibile. Intonacata, localmente percepibile per l’assottigliamento dell’intonaco ma non totalmente esposta. Muratura di appoggio delle colonne ipotizzabile a tre teste la cui morfologia non è chiaramente percepibile. Intonacata.

INTONACO

COLONNA

CO

CORNICE

C2

PEDUCCIO

P

DAVANZALE

D

SCURI

S

PORTONE

P1

PORTONE

P2

PORTONE

P3

FINESTRE GRATA GRATA

F

G1 G2

MANCANZA: distacco di elementi di proporzioni tridimensionali, probabilmente legato alla penetrazione in profondità dell’umidità superficiale da caduta. Altra motivazione potrebbe essere l’incoerenza tra strati successivi e l’utilizzo di malte e sabbie poco idonee. FESSURAZIONE: sono osservabili fessure probabilmente collegabili a cicli di sgelo e disgelo della superficie legati all’alternazione di ristagno e evaporazione dell’umidità. MACCHIA: variazioni cromatiche localizzate soprattutto lì dove l’umidità si deposita maggiormente e legate all’azione dell’acqua e di microrganismi. COLATURA: fasce verticali che si osservano al di sotto della cornice in pietra a causa dell’umidità di caduta e al suo ristagno. FRONTE DI RISALITA: segno di migrazione dell’umidità di risalita dal terreno legato alla posizione contro terra della superficie. COLONIZZAZIONE BIOLOGICA: depositi di colorazione verdastra legate al deposito dell’umidità e microrganismi probabilmente risaliti dal terreno. CROSTA NERA: deposito del calcare nelle zone più soggette ad umidità che penetra in profondità fino al distacco del gesso. FESSURAZIONE: fenomeno legato alla praticamente totale mancanza di esposizione al sole del portico e, dunque, al deposito di umidità in particolare nelle lunette e nelle volte. Altra causa e la sovrapposizione di strati successivi di intonaco. ESFOLIAZIONE: anche in questo caso il fenomeno è collegabile a cicli di sgelo e disgelo e ristagno ed evaporazione dell’umidità. COLATURA: fasce verticali di colore grigio-nero legate al fenomeno di caduta dell’acqua (pioggie, neve, grandine..) che ristagna al di sotto della sporgenza delle modanature. MANCANZA: si concentra nelle medesime zone in cui il fenomeno si verifica per l’intonaco ed è legato alla penetrazione in profondità dell’umidità di risalita. Altra motivazione potrebbe essere l’utilizzo fatto del portico nel corso del tempo, e quindi collegabile all’intervento umano. POLVERIZZAZIONE: conseguenza dei su citati fenomeni di degrado, in seguito ai quali si verifica ha una perdita di coesione e compattezza del materiale con conseguente distacco di polveri da esso. MANCANZA: distacco di elementi tridimensionali che si presenta sottoforma di fori di medie dimensioni e forma quasi circolare; forse dovuta all’inserimento di qualche impianto nella muratura all’interno del complesso o a qualche azione trasformativa che l’ha riguardata. FESSURAZIONE: fenomeno che si concentra soprattutto intorno ai segni delle tamponature delle bucature preesistenti e probabilmente legato all’eterogeneità dei due materiali e alla mancanza di continuità della superficie. Non sono rilevabili particolari fenomeni di degrado che intacchino la muratura.

COLATURA: fenomeno che si concentra specialmente nelle parti più in ombra della colonna, legato probabimente all’umidità e alla pioggia che ristagna maggiormente nelle zone meno esposte al sole. MANCANZA: fenomeno che si concentra soprattutto nella parte basamentale della colonna, più esposta alle Colonna portante in pietra di colore intemperie e anche all’azione umana. Probabile è anche il legame con l’umidità che, penetrando in profondità, comporta una perdita di coesione del materiale. bianco. Per questioni formali e di degrado si può supporre che fusto, FESSURAZIONE: fenomeno diffuso e probabilmente legato a cicli di sgelo e disgelo e di ristagno e riassorbicapitello e basamento non apparten- mento dell’umidità gano allo stesso periodo ma alcune EROSIONE: perdita diffusa di materiale legato alle sopra elencate forme di degrado, direttamente collegabile di queste parti siano state sostituite all’azione dell’umidità, delle intemperie e di microrganismi. dopo la costruzione del convento. CROSTA NERA: fenomeno che si presenta soprattutto nelle sporgenze, come le volute dei capitelli, li dove il calcare legato ai fenomeni di umidità si deposita, agendo sul materiale lapideo fino al suo distacco, che comporta fenomeni di mancanza. EROSIONE: diffusa perdita di materiale dalla superficie legato all’azione dell’umidità, particolarmente ingente nella parte più in ombra del portico, e di microrganismi. FESSURAZIONE: legato ai fenomeni di erosione e di gelo e disgelo della superficie, quindi di dilatazione e Elemento architettonico in pietra oggi di colore virante al grigio, ori- compressione del materiale lapideo. ginariamente bianca, parzialmente MACCHIA: chiazze di colorazione differente, virante al grigio o all’ocra, probabilmente legate al ristagno dell’ucoperta nelle finestre del portico da midità e alle tracce della colorazione di strati di intonaco sovrastante. uno strato di intonaco. EROSIONE: perdita di elementi dalla superficie in seguito all’azione di umidità e microrganismi, legata ancora Elemento architettonico in pietra una volta alla posizione ed esposizione degli elementi architettonici. a sostegno della volta a crociera. Originariamente di colore bianco MANCANZA: perdita di elementi tridimensionali soprattutto nelle parti più sporgenti, come le volute, legata alla oggi virante al grigio. penetrazione in profondità di altri fenomeni di degrado, come l’erosione. COLATURA: fasce verticali di colore grigio-nero legate al fenomeno di caduta dell’acqua (pioggie, neve, grandiElemento architettonico in pietra ne..) che ristagna al di sotto della sporgenza, rispetto al muro, dell’elemento architettonico stesso. originariamente bianco oggi virante MANCANZA: distacco di elementi tridimensionali dovuto all’esposizione alle intemperie e ai fenomeni di al grigio. ristagno dell’umidità. Elementi architettonici di oscuraEROSIONE: fenomeno di degrado del legno legato al ristagno dell’umidità derivante da precipitazioni, all’espomento in legno verniciato a doppio sizione alle intemperie e allo sviluppo di funghi e batteri in ambiente umido. battente retti da staffe in ferro Elemento architettonico in legno EROSIONE: fenomeno di degrado legato alla risalità dell’umidità e allo sviluppo di funghi e batteri in ambiente verniciato a doppio battente con umido. formelle in vetro satinato. EROSIONE: fenomeno di degrado legato alla risalità dell’umidità e allo sviluppo di funghi e batteri in ambiente Elemento architettonico in legno umido. verniciato a doppio battente e EFFLORESCENZA: macchie di colore biancastro concentrate nella parte inferiore e legate al fenomeno di risalita sopra-luce con chiusura ad arco. dell’umidità. Elemento architettonico in legno EROSIONE: fenomeno di degrado legato alla risalità dell’umidità e allo sviluppo di funghi e batteri in ambiente verniciato a doppio battente con formelle in vetro satinato e sopra-luce umido. con chiusura ad arco. Finestre a doppia anta con cornice in EROSIONE: fenomeno di degrado legato alla risalità dell’umidità e allo sviluppo di funghi e batteri in ambiente legno verniciata. umido. Grata in ferro con maglio romboidale OSSIDAZIONE: processo di naturale degrado del materiale ferroso a contatto con l’ossigeno e accentuato dal affogata nel muro in laterizio. contatto con l’umidità. OSSIDAZIONE: processo di naturale degrado del materiale ferroso a contatto con l’ossigeno e accentuato dal Grata in ferro con maglio quadrata affogata nel muro in laterizio. contatto con l’umidità.


B’ 3

0,5

3

0,5

3

0,5

3

0,5

0

0,4

A’

0

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0

0,4

0

0,4

0

0,2

5

0,2

1

-1,1

B

5

0,2

0

0,0 5

0,2

0

0,0

A

In questa pagina

dall’alto: pianta piano terra di progetto schizzo dello spazio di co-working sezione A-A’

5,75

4,53

0,00

48 | 49

0,10

0,25

0,40


5

5,7

5

5,7

5

5,7

5

5,7

5

5,7

5

5

5,7

5,7

5

5,7

5

5,7

5

5,7

5

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5

5,7

5

5,7

5

5,7

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dall’alto: pianta piano primo di progetto pianta piano superiore intervento corridoio sud schizzo dell’intevento nel corridoio sud sezione B-B’

5,77

0,78 0,57 0,25 0,00

0,53


INTERVENTI SUI PROSPETTI DELLA CORTE

D

INTERVENTI SUI PROSPETTI DELLA CORTE

D

F3 F3

F3 CO CO

F3

C1

C1

C1

C1

F3 CO

F3

F3

CO

CO

CO

F3

CO CO

D D

I2

F3

F2

F2

F3

F2

F2

D

D

D

I2

I2

C2 C2 P1 P1

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CO CO

I4

I4

I4

I4

C2 C2 F1 F1

D

I2

C2 I1 I1

C2 F1 F1

CO CO

CO CO

CO CO

I1

F1

I1

F1

I3

I3

I3

I3


ELEMENTI

CODICE I1

I2 INTONACI

INTERVENTO Pulitura con impacchi di argille speciali. Stuccature delle fessure e delle lacune con malta di calce aerea. Reintonacatura con intonaco di calce di color bianco sporco. Eliminazione degli strati più superficiali di intonaco allo scopo di riportare alla luce i dipinti sottostanti. Protezione dei dipinti e intonacatura del resto. TRATTAMENTI SU AREE IN CUI SI LOCALIZZANO DIPINTI: descialbo con acqua deionizzata. Pulitura della superficie emerse da eventuali macchie, colature, patine con AB57. Stuccatura delle fessure e lacune con malta di calce aerea. A seconda dello stato di conservazioni si valuteranno eventuali internventi di integrazione. Applicazione di una pellicola protettiva da agenti esterni. TRATTAMENTO SU AREE PRIVE DI DIPINTI: pulitura con impacchi di argille speciali. Stuccature delle fessure e delle lacune con malta di calce aerea. Reintonacatura con intonaco di calce di color bianco sporco. Incisione di quest’ultimo in corrispondenza dei segni delle bucature preesistenti.

I3

Pulitura con impacchi di argille speciali. Stuccature delle fessure e delle lacune con malta di calce aerea. Reintonacatura con intonaco di calce di color bianco sporco.

I4

Eliminazione degli strati più superficiali di intonaco allo scopo di riportare alla luce i dipinti sottostanti. Protezione dei dipinti e intonacatura del resto. TRATTAMENTI SU AREE IN CUI SI LOCALIZZANO DIPINTI: descialbo con acqua deionizzata. Pulitura della superficie emerse da eventuali macchie, colature, patine con AB57. Stuccatura delle fessure e lacune con malta di calce aerea. A seconda dello stato di conservazioni si valuteranno eventuali internventi di integrazione. Applicazione di una pellicola protettiva da agenti esterni. TRATTAMENTO SU AREE PRIVE DI DIPINTI: pulitura con impacchi di argille speciali. Stuccature delle fessure e delle lacune con malta di calce aerea. Reintonacatura con intonaco di calce di color bianco sporco. Si riportano alla luce cornici in pietra nascoste sotto l’intonaco.

MALTE E STUCCHI

C1

Pulitura con impacchi di argille speciali. Stuccature delle fessure e delle lacune con malta di calce aerea. Reintonacatura con intonaco di calce di color bianco sporco.

COLONNE

CO

Pulitura con impacchi di carbonato d’ammonio. La consolidazione delle parti più deteriorate verrà considerata solo nel caso in cui essa possa costituire un pericolo per la stabilità dell’edificio.

CORNICI

C2

Pulitura con impacchi di carbonato d’ammonio.

DAVANZALE

D

Pulitura con impacchi di carbonato d’ammonio.

F1

Sostituzione infissi originale con ferrofinestra a taglio termico per vetri complanari in acciaio zincato con apertura a bilico verticale.

F2

Eliminazione degli scuri in legno. Sostituzione infissi originale con ferrofinestra a taglio termico per vetri complanari in acciaio zincato con apertura a bilico verticale.

F3

Eliminazione persiane e sostituzione con infisso ferrofinestra a taglio termico per vetri complanari in acciaio zincato con apertura a bilico verticale

P1

Eliminazione porta originale e sostituzione con ferrofinestra a taglio termico per vetri complanari in acciaio zincato con apertura a battente.

INFISSI

LEGENDA: 1. Pavimento in OBB (1,5 cm) 2. Intercapedine d’aria per impiantistica (8 cm) 3. Strato isolante termo-acustico (16 cm) 4. Cartongesso (1,25 cm) 5. Pannello di fibra di legno mineralizzata (2,5 cm) 6. Doghe di abete a vista (1,5 cm) 7. Trave portante in legno H24 cm 8. Trave in acciaio UPN 360

Nella pagina a fianco

dall’alto: prospetto ovest e nord prima prospetto ovest e nord dopo

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dall’alto: tabella degli interventi sulle facciate sezione di dettaglio del’intervento nel corridoio sud

8 1 2 3

7

4 5 6


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LA TREGUA

Laboratorio Integrato 3 Prof.sa Serena Maffioletti, prof. Dario Trabucco A.A. 2016/2017 Università IUAV di Venezia

“Qualcosa del genere avevo sognato, tutti avevamo sognato, nelle notti di Auschwitz: di parlare e di non essere ascoltati, di ritrovare la libertà e di restare soli.”


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vista di una porzione di plastico

Nella pagina a fianco

planivolumetrico

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Il primo problema posto dalla condizione esistente è quello del sovraffollamento, a cui si rimedia attraverso la generazione di nuovo spazio, effettivamente fruibile, dove, semplicemente, fermarsi. La pausa diventa un concetto fondamentale, interpretato, e tradotto, come la creazione di nuovo spazio pubblico a servizio della comunità, intorno a cui possano articolarsi una serie di servizi: bar, ristoranti, gallerie d’arte, luoghi dedicati all’esercizio per la musica, traducibili come le mille sfaccettature con cui l’uomo può decidere di prendere una pausa dalla quotidianità. In questo senso, si fa riferimento alla “Tregua”, intesa da Primo Levi come la sospensione della confusione della guerra e, in questo caso, trascesa nella volontà di sospensione della confusione del mondo. Seconda esigenza che si viene a creare e si lega indissolubilmente con lo spazio pubblico, è la necessità di recuperare ed enfatizzare il muro storico che, allo stato attuale, si trova in una condizione di trascuratezza e degrado. La strategia diventa, quindi, quella di creare una piazza a quota archeologica, al di là del muro, che persegua, allo stesso tempo, la volontà di scostarsi dalla frenesia della strada e di generare uno spazio che crei una relazione diretta col muro storico. A livello volumetrico, quindi, tutto ciò si esplica in due corpi di fabbrica a L che chiudono i fronti edificati lasciati scoperti, generando una piazza centrale, e tre corpi parallelepipeoidali che li sormontano. Un’altra relazione che si viene a creare è quella con l’acqua, scelta richiamando il rapporto storico che le mura avevano con essa. Una vasca d’acqua, ai piedi del muro, rimanda a un passato perduto ed evocato, e moltiplica l’immagine del muro, attraverso il suo riflesso, nobilitandolo. Così, il percorso di accesso alla piazza si articola proprio tra muro e acqua, in una condizione quasi di sospensione, nel tempo e nello spazio, tra passato e presente, tra immagine reale e suo riflesso.



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dall’alto: pianta livello -1 prospetto est sezione A-A’

Nella pagina a fianco

dall’alto: pianta livello 0 prospetto ovest sezione B-B’

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dall’alto: pianta livello 1 sezione C-C’ sezione D-D’

Nella pagina a fianco

dall’alto: pianta livello 2 pianta livello 3

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porzione di sezione del residenziale e bar

Nelle pagina a fianco

dall’alto porzione di prospetto del residenziale e bar porzione di pianta del residenziale e bar

1. Partizione verticale - 10 cm rivestimento in GRC - 31 cm parete in cartongesso con telaio di sostegno e isolante in lana di roccia 3

2

1

2. Partizione verticale - 10 cm rivestimento in GRC - 4 cm strato di isolante - 40 cm setto in calcestruzzo portante 3. Parete interna - 4 cm di rivestimento con pannelli di cemento e sostegno in MDF - 10 cm parete in cartongesso con telaio di sostegno e isolante in lana di roccia - 12 cm di intercapedine d’aria - 10 cm parete in cartongesso con telaio di sostegno telaio in lana di roccia - 4 cm di rivestimento con pannelli di cemento e sostegno in MDF


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porzione di sezione del museo

Nelle pagina a fianco

dall’alto: porzione di pianta del museo porzione di prospetto del museo

1. Partizione verticale - 3,3 cm di vetrocamera con trattamento di acidatura superficiale - 45,6 cm sistema di ancoraggio del vetro a montanti e traversi - 3,3 cm di vetrocamera con trattamento di acidatura superficiale 2. Partizione verticale - 2,4 cm di vetro float con intercapedine di Argon - 16x8 cm montanti in acciaio

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1

2


LEGENDA: 1. Rivestimento esterno in GRC e montanti e traversi (10 cm) 2. Isolante in lana di vetro (10 cm) 3. Solaio in calcestruzzo alveolare (46 cm) 4. Soletta collaborante in calcestruzzo e rete elettrosaldata (5 cm) 5. Massetto in calcestruzzo alleggerito con polistirolo (10 cm) 6. Isolante acustico di membrana in bitume polimero elastoplastomerico (1,3 cm) 7. Pavimento in biomalta (2 mm) 8. Massetto di pendenza in calcestruzzo alleggerito con polistirolo (minimo 5 cm) 9. Guaina impermeabile in polietilene (1,7 mm) 10. Strato di finitura in ghiaia (10 cm) 11. Scossalina in lamiera (1,7 mm) 12. Lastra di vetro stratificato (2x10 mm) e vetro float extra-chiaro (0,375 mm) 13. Telaio di ancoraggio del vetro in acciaio cromato (46 cm) 14. Sistema di fissaggio della lastra in acciaio cromato (5 cm)

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Nella pagina a fianco

sezione tecnologica

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in alto da sinistra: schema strutturale piante strutturali

LEGENDA: 1. Soletta in calcestruzzo (10 cm) 2. Vespaio d’aerazione in plastica riciclata (100 cm) 3. Massetto in calcestruzzo alleggerito con polistirolo (27 cm) 4. Montante in acciaio (16x8 cm) 5. Perno d’acciaio (d3,37 mm) 6. Vetrata con vetro float (4 mm)-intercapedine d’Argon (16 mm)-vetro float (4 mm) 7. Trave parete in calcestruzzo (40 cm) 8. Soletta in calcestruzzo (50 cm) 9. Isolante in lana di vetro (10 cm) 10. Guaina impermeabile in polietilene (1,7 mm) 11. Massetto in calcestruzzo alleggerito con polistirolo (minimo 5 cm) 12. Strato di finitura in ghiaia (10 cm) 13. Scossalina in lamiera (1,9 mm) 14. Setto in calcestruzzo (50 cm) 15. Pavimento in biomalta (2 mm)


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GLI INDIFFERENTI

WaVe 2015 Arch. Barclay&Crousse A.A. 2014/2015 Università IUAV di Venezia

“Non staccava gli occhi da terra: c’era veramente in tutti quei piedi che calpestavano il fango davanti a lui una sicurezza, una fiducia che egli non aveva; guardava, e il disgusto che provava di se stesso aumentava; ecco, egli era dunque così, sfaccendato, indifferente; questa strada piovosa era la sua vita stessa, percorsa senza fede e senza entusiasmo, con gli occhi affascinati dagli splendori fallaci delle pubblicità luminose”


Nella pagina a fianco

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da sinistra: planivolumetrico con intervento schemi di funzionamento e vision

Lima, Perù. Un sito archeologico dimenticato e lasciato a se stesso. Una città che si sviluppa prepotentemente, fino a soffocarlo. Come i protagonisti de “Gli Indifferenti” di Moravia, i cittadini paiono avere un atteggiamento di noncuranza nei confronti della memoria storica, intorno alla quale la moderna città si sviluppa e si agita togliendole il respiro. La direzione che assume l’intervento è, quindi, quella di proteggere la storicità, creando un filtro rispetto al resto del tessuto urbano, e di ricreare un rapporto fra i cittadini e la memoria storica al fine di superare il muro dell’indifferenza. In pratica, l’intervento si articola attraverso l’introduzione di edifici parzialmente interrati, ispirati al progetto di Gabetti e Isola, ai limiti dell’area di progetto con lo scopo di creare una sorta di cordone-filtro a protezione dell’area. Inoltre, i terreni aridi e abbandonati che circondano le Huacas vengono convertiti in colture, gestite e manutenute dagli stessi cittadini, con l’obiettivo di riavvicinare la popolazione alla memoria storica e sviluppare un sentimento di identificazione e appartenenza. Inoltre, le porzioni di collegamento, ad oggi desolate, si vogliono convertire in viali verdi ed alberati, che contribuiscano alla trasformazione di quest’area in un polmone verde di cui la città, nel suo insieme, ha urgente bisogno. Dal punto di vista delle attività, si prevede l’inserimento di residenziale, ma anche di destinazioni d’uso pubbliche, come un museo che, sviluppandosi come percorso sulle Huacas, permette di visitarle da vicino e diffonderne la cultura e la storiografia. Tutto ciò si sviluppa, dal punto di vista formale, con salti di quota e giochi di altezza, e con forme sinuose e circolari che tendono a richiamare lo sviluppo planimetrico del sito archeologico, oltre che la volontà di rifarsi ad una naturalità e armoniosità negata dalla maglia grigia, fitta e rigida della città. Lo scopo ultimo del progetto è, quindi, quello di dimostrare che solo la cultura e la consapevolezza possono abbattere il muro dell’indifferenza.



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dall’alto: planivolumetrico dell’intervento specifico vista del plastico

Nella pagina a fianco

dall’alto a sinistra: vista del plastico Centro Residenziale Olivetti di Gabetti e Isola, riferimento di progetto collage vision dell’area

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IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

WaVE 2016 Arch.Tejedores&Linares A.A. 2015/2016 Università IUAV di Venezia

“Camminavo a una ventina di metri dal curvo schieramento dei grandi, bui alberi di quella zona del parco, il viso sempre rivolto a sinistra. La luna ora l’avevo alle spalle. La radura, il tennis, il cieco sperone della magna domus, e poi là, in fondo, incombente sopra le cime fronzute dei meli, dei fichi, dei susini, dei peri, lo spalto delle Mura degli Angeli. Tutto appariva chiaro, netto, come in rilievo, in luce meglio che non di giorno.”


Nella pagina a fianco

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fotopiano dell’intervento

La riqualificazione di Porto Marghera come necessità. L’analisi dello stato di fatto come punto di partenza. Per lo sviluppo del progetto, l’incipit è consistito nell’individuazione di caratteristiche e peculiarità dell’area di progetto. In questo senso, sono state evidenziate alcune relazioni emblematiche, come il contrasto tra realtà antropica e realtà industriale, l’alternanza tra elementi verticali ed orizzontali, la presenza di relitti industriali la cui forma richiamava quella di colline e la ripetizione di silos di forma cilindrica. Tutti questi elementi sono conversi nello sviluppo di un progetto che riguarda l’inserimento di un parco polifunzionale in un’area collocata tra la ferrovia e la parte industriale vicino al mare, allo scopo di restituire terreno pubblico verde ai cittadini. Il parco si sviluppa per movimenti di terreno e forme circolari e sinuose, riprendendo la geometria dei silos, in quest’area particolarmente presenti. Gli stessi ruderi industrali di forma cilindrica vengono inglobati nel progetto, divendo testimonianza e prevedendo una loro conversione a nuove destinazioni d’uso, come quella di un teatro all’aperto, o di arredo urbano, fino alla possibilità di un loro riutilizzo come edifici a supporto delle attività incentivate. Fra queste, si prevede l’inserimento di campi sportivi e di una piscina all’aperto. Inoltre, un sistema di percorsi guida il visitatore fra gli alberi, aprendosi in ampi spiazzi che offrono la possibilità di svariate attività all’area aperta o, semplicemente, di rilassarsi in mezzo alla natura. Tutto ciò punta a trasformare l’area nel nuovo “Polmone Verde” di Marghera che vuole essere, come il giardino dei Finzi-Contini, un luogo di ritrovo per i giovani. L’antropico, l’uomo, è il fine. L’uomo, che ora è quasi alieno in questi spazi. L’uomo, che ha creato questi luoghi di morte, ma, con la sua presenza, può anche cambiarli. L’uomo, che è l’unico a poter trasformare il grigiore in Viride, il verde più brillante, simbolo di vita.



ANTROPICO e INUSTRIALE

ORIZZONTALE E VERTICALE

COLLINE D’ACCIAIO

CILINDRO

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Nella pagina a fianco

schemi di analisi dello stato di fatto

In questa pagina

dall’alto: assonometria di intervento plastico in polistirolo e garze di gesso


In questa pagina

dall’alto: foto del plastico generale foto della fase di allestimento

Nella pagina a fianco

vista dell’area della piscina di progetto

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IL DESERTO DEI TARTARI

Urbanistica Prof. Francesco Musco A.A. 2016/2017 Università IUAV di Venezia

“[...] là dove la strada finisce, fermo sulla riva del mare di piombo, sotto un cielo grigio e uniforme e intorno né una casa né un uomo né un albero, neanche un filo d’erba, tutto così da immemorabile tempo.”


In questa pagina

inquadramento dell’area di progetto

Nella pagina a fianco

analisi dell’area di progetto e delle peculiarità individuate

Nelle pagine seguenti

sunto dell’analisi e strategia di progetto per macro e micro interventi

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L’area di progetto, nei pressi della stazione di Padova, è caratterizzata da problematiche per quanto riguarda la congestione delle strade e gli interscambi fra i mezzi, l’assenza di spazio verde e la presenza di molti locali sfitti, che la rendono simile alla desolazione che Drogo vedeva dalla fortezza nel romanzo di Buzzati. L’intervento si articola in tre macro strategie: intrecciare, immanere e seminare, che comprendono azioni cronologicamente consequenziali. Nello specifico, interventi in materia di viabilità e di orti urbani, e la creazione di una pluralità di spazi pubblici in forme ridotte e maggiormente controllabil, fino al coinvolgimento degli edifici esistenti. Nel progetto, una rete di percorsi delinea delle macro zone con diverse destinazioni d’uso, dove lo spazio pubblico si articola in relazione al costruito ed è caratterizzato dalla presenza di verde trattato a prato, pedane a servizio dei locali che si affacciano, verde sportivo legato ai poli istruttivi e orti urbani distinti da totem e relazionati soprattutto alle corti residenziali, il cui schema osservato nel territorio padovano viene ripreso in chiave moderna, e alla nuova scuola, dove esso è concepito come strumento rivolto all’infanzia di educazione alla socialità. Gli edifici sono pensati in stretta relazione con lo spazio pubblico, al punto da essere essi stessi lo strumento per scolpirlo e delineare le diverse macro tipologie: la destinazione d’uso del piano terra degli edifici, pensato come permeabile e pubblico, si lega strettamente con lo spazio esterno, mentre i livelli superiori sono concepiti per essere più chiusi e privati. L’intervento nel suo insieme, si vuole porre come una pausa rispetto al contesto che lo caratterizza, e per questo un solo edificio raggiunge i cinque piani, mentre gli altri si attestano intorno ai tre, fino a raggiungere addirittura l’altezza di un unico piano nella parte centrale del lotto, veicolando maggiormente l’idea di uno spazio continuo benché diviso.


L’UOMO SUL MARE DI MACCHINE

VIRIDI

AFFITTASI


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PERCORSI VERDI

La CORTE diventa lo spazio di interazione tra gli edifici in relazione alla DENSITA’ del TESSUTO URBANO.

CREAZIONE di percorsi verdi alternativi per cicilisti e pedoni.

stazione

Questo fa si che diventi lo spazio di attività come l’ ORTO URBANO centro

INCENTIVO

ORTO URBANO come strumento per riqualificare gli spazi in comune tra gli edifici e dare nuovo imput alla socialità

dei

collegamenti al centro della città per l’utente

debole della strada

Questa è individuata come una possibile soluzione al progressivo ABBANDONO del’area da parte dei suoi abitanti.

INTERSCAMBI RIDEFINIZIONE

degli snodi importanti e della loro posizione

Individuato il GASPARORTO come primo orto urbano nella città e nella nostra area, si è deciso di ripetere questa prima esperienza nell’intervento che si andrà a progettare.

INTERAZIONE

tra essi per favorire gli interscambi tra i mezzi

Questo POTENZIAMENTO si articola in corrispondenza dei principali passaggi individuati.

CONCENTRAZIONE nei punti di

P RENT

SPAZIO PUBBLICO

RIQUALIFICARE e RIVITALIZZARE le aree vacanti trasformandole in: VERDE PUBBLICO chediventa lo strumento per PLASMARE lo spazio e creare COLLEGAMENTI.

SPAZI RICREATIVI

Spazi come bar, ristoranti, luoghi di intrattenimento, di incontro e socialità a servizio dello spazio pubblico e a incentivo della sua fruizione. Tutto ciò affinchè lo spazio diventi luogo di SOSTA e non più di passaggio.

VERDE EDUCATIVO

DIVERSIFICAZIONE DEGLI SPAZI

Abbiamo evidenziato la LONTANANZA delle SCUOLE dalla nostra area. Quella più vicina dista 3 km.

CREARE

aree attrezzate con impianti sportivi e atrezzi per attività fisiche.

INCENTIVARE

la presenza di spazi per bambini e ragazzi.

RIASSOCIARE

il verde atrezzato a scuole e università

FLUSSO UNIVERSITARIO

ELEMENTO CENTRALE DI SNODO DELLO SPAZIO PUBBLICO Il costruito diviene lo strumento per creare differenti e MOLTEPLICI SPAZI PUBBLICI maggiormente controllabili rispetto ad un unico spazio

PROSSIMITA’ CON VERDE E PARCO GIOCHI



SPAZI VERDI

VIABILITA’

Verde pubblico Pista ciclabile

Orti urbani

Percorso pedonale Verde sportivo

DESTINAZIONI AREE

SPAZI VERDI ORTI URBANI

DESTINAZIONI AREE Culturale

Orti urbani spazi per la nuova socialità

Servizi pubblici

Residenziale e Totem

commerciale

Educativo

LIVELLO 0

LIVELLI SUPERIORI

Attività sportiva

SPAZI VERDI

Attività culturale Servizi alle biciclette

ORTI URBANI

Commerciale a

Attività culturale Istruzione Residenziale

carattere alimentare

Commerciale ristorativo

Commerciale ristorativo Residenziale per studenti Commerciale di altra natura Attività sportiva Istruzione

ORTI URBANI

Nella pagina a fianco

masterplan di progetto

In questa pagina

dall’alto: schemi funzionali e distributivi volumetrico di progetto


dall’alto: sezione a con schemi esplicativi sezione b con schemi esplicativi sezione c con schemi esplicativi sezione d con schemi esplicativi sezione e con schemi esplicativi

In questa pagina a

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dall’alto: vista del portico dell’edificio del lotto superiore vista del landmark del lotto centrale vista dell’edificio espositivo del lotto centrale


Rete di percorsi ciclabili e pedonali verdi

NOTTE

PERMEABILITA’

sezione 1:500

ILLUMINAZIONE NATURALE

GIORNO

CAMPI SPORTIVI E SPAZI ATTREZZATI

SPAZIO PER MANIFESTAZIONI CULTURALI / CINEMA ALL’APERTO PALESTRA

Cinema all’aperto - spettacolo

Spazi esterni a servizio degli studenti

Skate park

sezione a 1:500 Collegamento LONGITUDINALE E TRASVERSALE

PADIGLIONI

Svolgimento del percorso

Piattaforme esterne espositive

Trasparenza e interfaccia tra le due macro aree

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Coworking

Area espositiva sezione b 1:500

PERMEABILITA’

LIVELLO RESIDENZIALE

ballatoi

2 appartamenti 100 mq 5 appartamenti 180 mq 4 appartamenti 150 mq

loggia

TIMENTO DI

Orto urbano GSEducationalVersion

terrazze

Piattaforme a carattere ricreativo

biblioteca

loggia

ballatoi

terrazze

LIVELLO RESIDENZIALE STUDENTI 2 appartamenti 100 mq 10 appartamenti 70 mq 8 stanze 35 mq

DISLIVELLO

sezione c 1:500

PERMEABILITA’

SCUOLA D’INFANZIA

CAMPETTI SPORTIVI

SPAZIO RECITE ED ATTIVITA’ ALL’APERTO

Campo sportivo

Spazio recite

LIBRERIA PER BAMBINI E SPAZIO LETTURA

Riqualifica edifici vincolati sezione 1:500

PERMEABILITA’

URBANISTICA

GRUPPO

n. 10

MASTERPLAN


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DELITTO E CASTIGO

Architettura degli Interni Prof. Giorgio RIcchelli A.A. 2015/2016 Università IUAV di Venezia

“Forse soltanto per la forza dei suoi desidere egli si era stimato allora un uomo che avesse più diritti degli altri.”


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dall’alto: assonometria di progetto sezione di progetto

Nella pagina a fianco

pianta di progetto

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Shakespeare. Macbeth. Un’inesorabile caduta verso il basso. La tragedia di Shakespeare è caratterizzata da un destino ineluttabile, a cui i protagonisti paiono non potersi sottrarre; e da una legge del contrappasso che colpisce inesorabile, perché ad ogni misfatto corrisponde una punizione, fisica o mentale. Come impara Raskolnikov in “Delitto e Castigo”, non esiste scopo che possa cancellare la pena inflitta da un delitto, non esiste “fine superiore” che possa cancellare i rimorsi di coscienza. Così come Rodja sarà tormentato dai rimorsi per l’uccisione dell’usuraia, allo stesso modo Macbeth sarà vessato dai fantasmi di coloro che ha ucciso, e Lady Macbeth talmente ossessionata dai suoi misfatti da divenire pazza. Inoltre, sia nel romanzo russo sia nella tragedia shakespeariana arriva la punizione: Raskolnikov ai lavori forzati, Macbeth ucciso per la sua ambizione e sete di potere che lo hanno trasformato in un tiranno. Così, per l’intera pièce, la convinzione del protagonista di ascendere sempre più nelle sue manie di grandezza si rivela, invece,


essere una “shift to darkness”. L’ispirazione per la scenografia arriva direttamente dalla struttura dell’inferno dantesco, convertita in una spirale ascendente, che degli specchi concavi, ispirati all’opera di Kapoor, riflettono al contrario. E’ attraverso il riflesso che si rivela la vera natura delle azioni dei protagonisti: l’apparente perseguimento della gloria è, in realtà, una caduta nell’oblio. La struttura si articola in cinque livelli, pari agli atti della tragedia, sui quali gli attori si muovono nel corso dello spettacolo. Il quinto livello si raggiunge in corrsipondeza dell’ultimo atto e rappresenta un climax solo apparente poiché gli specchi lo rivelano come il più basso girone dell’inferno. L’atmosfera infernale è accentuata dall’utilizzo dell’ebano e dal posizionamento di luci rosse all’interno della scenografia. Esse costituiscono l’unica fonte di illuminazione che si diffonde tra gli elementi verticali e si prevede si accendano in modo graduale, seguendo la struttura a livelli e il movimento degli attori su di essa.


In questa pagina

dall’alto: l’inferno di Dante, riferimento di progetto vista

Nella pagina a fianco

Topographie des Terrores, Zumthor, riferimento di progetto C-Curve, Anish Kapoor, riferimento di progetto








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