PORTFOLIO Michela Memo

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PORTFOLIO ARCHITETTURA

MICHELA M E M O



INDICE

CURRICULUM

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IL MUSEO BUGATTI

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LOOKING AHEAD

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PERCORRENDO IL TEMPO

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CONNETTERNE UNO PER CONNETTERLI TUTTI

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EcOn PARK

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DOMUS ARTIFICIS: IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE

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LA LIMONAIA

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LA CROIX ANCRÉE

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UN SALOTTO DA VESTIRE

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DELITTO E CASTIGO

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Michela Memo

Nome

12 settembre 1995

Data di nascita Indirizzo

Via Umbria 14, Scorzè (VE)

Telefono

334 2870744 michela.memo129@gmail.com

E-mail

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

gennaio 2021-presente Collaborazione professionale B+B associati competenze: - progettazione architettonica definitiva - pratiche amministrative - modellazione 3D - rendering - post-produzione - disegno 2D - sviluppo di concept (progettazione preliminare) - rilievo e restituzione - disegni esecutivi 11 giugno 2021 iscrizione all’albo degli Architetti Pianificatori Paesaggistici e Conservatori della provincia di Venezia settembre 2020-presente Collaborazione professionale Studio andreanalesso competenze: - modellazione 3D - disegno 2D - rendering - post-produzione - sviluppo di scene - progettazione di mobili 28 settembre 2020 Abilitazione all’esercizione della professione di architetto Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca ottobre 2020-febbraio 2021 Collaborazione alla didattica Laboratorio Integrato 2 | laurea in Architettura Costruzione e Conservazione | terzo anno | Universirà Iuav di Venezia | professor Pier Antonio Val ottobre 2017-maggio 2020 Università IUAV di Venezia Maggio 2020: Laurea di secondo livello in Architettura per il Nuovo e l’Antico Tesi di laurea: “Il Museo Bugatti: dall’inserimento fallimentare nel sogno italiano al disvelamento di un luogo abbandonato “ con votazione 110/110 e lode aprile 2019-maggio 2019 Tirocinio Studio Federico Dalpasso Architetto

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27 aprile 2019 Mostra-seminario “Il recupero di tre eccellenze architettoniche a Grimaldi e di palazzo Misasi ad Altilia” a cura di Pierluigi Grandinetti, Alberto Dal Bò, Daniele Chiriaco Presentazione del progetto su Palazzo Misasi sviluppato nel corso del Laboratorio di Progettazione 3 luglio 2016-settembre 2016 Tirocinio Studio Associato Carlana-Mezzalira-Pentimalli giugno 2016-luglio 2016 Workshop curricolare Arch. Tejedores&Linares giugno 2015-luglio 2015 Workshop curricolare Arch. Bsrclay&Crousse 2014-2017 Università IUAV di Venezia Luglio 2017: Laurea di primo livello in Architettura Costruzione Conservazione con votazione 110/110 e lode 2009-2014 I.I.S. Statale “Ettore Majorana-Elena Corner” di Mirano (VE) Giugno 2014: Diploma di Liceo Scientifico con votazione 100/100 e lode

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

- progettazione architettonica (preliminare, definitiva, esecutiva) - design d’interni - disegni 2D - modellazione 3D - sviluppo di pratiche amministrative - esecutivi architettonici - rendering - post produzione - graphic design - rilievo architettonico

COMPETENZE PERSONALI

Lingue: Italiano Inglese

B2

Francese

B2

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Capacità e competenze relazionali: Capacita’ di coordinare, suddividere e lavorare in team, conseguita attraverso i numerosi lavori di gruppo portati avanti nel corso del percorso lavorativo e universitario. Capacità e competenze personali: Ottima dialettica e capacità di interazione e dialogo. Ottima capacità di apprendimento. Capacità di affrontare problemi e situazioni con razionalità e metodo. Precisione e rigore.

INTERESSI

SOFTWARE

Nel corso delle esperienze maturate a livello lavorativo e all’interno del percorso di studi universitario, ho scoperto il mio interesse per l’attività progettuale in ogni suo aspetto, in particolare, la sensibilità nei confronti dell’esistente, verso il quale ho sviluppato un atteggiamento di rispetto e considerazione sempre crescente. Mi affascina, soprattutto, la possibilità di una costruzione del nuovo che non sia alternativa all’antico ma cerchi di porsi come complementare ad esso, pur senza perdere il suo carattere di contemporaneità. In questo senso, ho sviluppato una tesi di laurea inerente al tema del recupero industriale, problema molto avvertito dalla città contemporanea. Nello specifico, essa prevedeva la conversione del polo Bugatti di Campogalliano in un museo, dunque in uno spazio di socialità per la comunità, trasformando il rifiuto urbano in un luogo di vita. Altro aspetto per cui provo molto interesse, è la progettazione di allestimenti e scenografie, quindi l’aspetto della concezione dello spazio interno non come una mera scatola, ma come un luogo da interpretare dove contenitore e contenuto sono in grado di nobilitarsi a vicenda. Non è possibile, poi, escludere l’aspetto tecnico dell’architettura, la componente strutturale, tecnologica e di impianti, che rende concreto e realizzabile il progetto. A fianco alla formazione architettonica, fa parte di me anche la formazione umanistica, in particolare la letteratura, l’arte, la filosofia, che mi hanno sempre affascinato fin da bambina e hanno poi trovato compimento nel corso della formazione liceale, e tuttora vengono coltivate nel mio privato attraverso la lettura e la visita di spazi culturali.

Pacchetto Office Autodesk AutoCAD SketchUp

Cinema 4D

Adobe Photoshop

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Adobe Indesign

Adobe Illustrator

Graphisoft Archicad

Lumion

Cinema 4D

V-Ray

QGIS

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IL MUSEO BUGATTI Tesi di laurea Campogalliano, Modena

Rigenerazione di un ex stabilimento industriale, conversione in polo museale, allestimento

Prof. Pierantonio Val

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Lavoro: di gruppo

A.A. 2018/2019


Lo sviluppo del progetto è stato preceduto da una lunga ricerca sulla storia della Bugatti dalla quale è emerso un mondo che meritava di essere svelato e raccontato. Perciò si è deciso di convertire l’ex polo industriale Bugatti di Campogalliano, attivo tra il 1989 e il 1995, in uno spazio museale, in memoria del canto del cigno di un sogno italiano che, come la luce verde che Gatsby ogni giorno vedeva in fondo al pontile, per qualche tempo sembrava così vicino da poter toccare. Il grande lavoro progettuale si è concentrato, soprattutto, nel tentativo di sviluppare una connessione tra tutti i corpi di fabbrica, ad oggi indipendenti,

in modo tale da creare un unico percorso espositivo. Quest’ultimo ha inizio, ricalcando l’ordine originale, dagli edifici planimetricamente uno quadrato e uno circolare, passando per i due corpi centrali e giungendo fino agli edifici produttivi per eccellenza, gli edifici a shed, all’interno dei quali si concentra la collezione. All’interno di quest’ultimi è stata realizzata una nuova copertura di collegamento, che funge da spina dorsale dalla quale si dipartono i percorsi e in cui si concentrano le funzioni di rappresentanza. E’ stato, inoltre, inserito un sistema di soppalchi, con lo scopo non solo di riproporzionare lo spazio ma anche di fungere da elemen-

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to introduttivo e rappresentativo del percorso espositivo stesso. La scelta della forma degli elementi non è casuale ma riprende l’uso delle forme pure fatto dal progettista Benedini all’interno del complesso. Infine, le scelte architettoniche sono state sviluppate in relazione alla strategia allestitiva e alla modalità di fruizione dei contenuti stessi, in modo tale da creare un unicum organico e riuscire ad esprimere un’emozione al di là della mera fruizione. La volontà è stata, quindi, quella di raccogliere l’eredità di un passato che non può tornare, offrendo una nuova possibilità da sognare, una nuova luce verde da guardare.


LA VOITURE

NOIRE

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A TUTTA VELOCITA’ TYPE 57

L’EVOLUZIONE DI UN MITO

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QUESTIONI DI FAMIGLIA

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NON SOLO AUTOMOBILI

GLI ARBORI DEL SALONE DELL’AUTOMOBILE

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L’AUTO DEI PRINCIPI

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ARTE E TECNICA

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IL GIOCATTOLO DEL PICCOLO RONALD

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L’EVOLUZIONE DELLA PUBBLICITA’

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UN LAVORO SARTORIALE SI RIACCENDONO I RIFLETTORI

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PICCOLI PILOTI

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CAMBIO LOOK

NUOVE

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I PILOTI

L’EMOZIONE DI GUIDARE UNA BUGATTI

UN RAPIDO DECLINO

FORME AERODINAMICHE

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IL RUOLO DELLE DONNE

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CORSE DA RECORD

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Su entrambe le pagine: prospetto ovest, sezione longitudinale, spaccato assonometrico

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P1 - USCITA

P0 - INGRESSO

P2 - TERRAZZA PANORAMICA

P0, P1 - BAR

SPAZIO ESPOSITIVO

P-1 - ARCHIVIO

P0 - SALA CONSULTAZIONE E CLUB BUGATTI

P0 - UFFICI AMMINISTRATIVI

P0 - GUARDAROBA

P0 - AUDITORIUM

P1 - SALA CONSULTAZIONE

P1 - MOSTRE TEMPORANEE

P7 - TERRAZZA PANORAMICA

P0 - INGRESSO MUSEO E BIGLIETTERIA

P1 - LABORATORI

P2 - RISTORANTE

P0 - BUGATTI MUSEUM

P1 - BIBLIOTECA

P2 - RISTORANTE

BOOKSHOP

PISTA TEST DRIVE

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Questa pagina: sezione, partito torre Pagina a fianco: vista dall’alto della torra

1. a. Strato di finitura pendenzato in ghiaia (100 mm) b. Guaina bituminosa c. Materiale isolante (50 mm) d. Soletta in calcestruzzo (25 cm) 2. a. Vetrata continua con posa del vetro esterna e montanti e traversi in allumi nio (200x50 mm) 3. a. Finitura in resina b. Massetto alleggerito (50 mm) c. Materiale isolante (50 mm) d. Soletta in calcestruzzo (25 cm)

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4. a. Pavimento posato a secco in quarzite b. Strato di ghiaia compatta (50 mm) c. Soletta in calcestruzzo (25 cm) d. Sottofondo di sabbia e ghiaia

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5. a. Pavimento in gres porcellanato effetto marmo (20 mm) b. Strato di colla adatto per superfici metalliche c. Lamiera metallica liscia (5 mm) d. Profili cavi quadrati in acciaio (35x35 mm) e. Lamiera metallica liscia (1 mm) f. Trave portante in acciaio (IPE 200)

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1. a. Pannello in policarbonato alveolare (2 cm) b. Pilastro tubolare quadrato portante in acciaio (250x250 mm) c. Pannello in policarbonato alveolare (2 cm) 2. a. Setto in calcestruzzo (25 cm) b. Materiale isolante (50mm) c. Rivestimento esterno in pannelli di alluminio

5. a. Strato di finitura pendenzato in ghiaia (10 cm) b. Guaina bituminosa c. Materiale isolante (5 cm) d. Soletta in calcestruzzo (25 cm) 6. a. Pavimento in gres porcellanato effetto marmo (20 mm) b. Strato di colla adatto per superfici metalliche c. Lamiera metallica liscia (5 mm) d. Profili cavi quadrati in acciaio (35x35 mm) e. Lamiera metallica liscia (1 mm) f. Trave portante in acciaio (IPE 200)

3. a. Finitura in resina b. Massetto alleggerito (40 mm) c. Solaio in lamiera grecata (10 cm) d. Trave di sostegno in acciaio (IPE 200) 4. a. Solaio in lamiera grecata (10 cm) b. Trave portante in acciaio (HEM 240) c. Controsofitto in cartongesso con strato fonoassorbente in lana di roccia (60 mm)

Questa pagina: sezione prospettica corpi centrali, sezione auditorium Pagina a fianco: vista dal soppalco interno dei corpi centrali

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Questa pagina: sezione prospettica trasversale edifici a shed, vista dal soppalco circolare, sezione prospettica longitudinale edifici a shed Pagina a fianco: vista dal soppalco interno nel corridoio centrale degli edifici a shed

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LOOKING AHEAD Laboratorio di Progettazione 1 Porto Marghera, Venezia

Residenze, spazi commerciali, spazi espositvi, biblioteca

Proff. Giovanni Marras Thomas Reynolds

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Lavoro: di gruppo

A.A. 2017/2018


“Looking ahead” indica un atteggiamento che va oltre una semplice linea progettuale e rappresenta un sogno per il futuro. Il tentativo del progetto è quello di ristabilire le relazioni tra le persone e il rapporto tra l’uomo e la natura. La presenza della natura comincia dall’esterno, nel parco dove il progetto è costruito, si sposta all’interno dell’architettura definendo la sua struttura in legno e, infine, si arrampica sulla torri, dove ricorda al cielo il suo punto di partenza e a noi che, anche se saliamo verso le stelle, siamo sempre umani e figli della natura. L’architettura prova, in un certo

modo, a seguire la natura, cercando di offrine la visione da differenti punti di vista. Inoltre, cerca di combinare spazi liberamente scolpiti dall’individuo, e rappresnentanti la necessità di indipendenza, e spazi maggiormente comunitari, che rappresentano il bisogno di socialità e di relazioni con altre persone al fine di arricchire se stessi. La piazza è l’elemento principale rappresentante il concetto di comunità, come la storia insegna, che unisce tutte le singolarità in un’unicità suddivisa. Così, un altro elemento fondamentale è la storia. Come Ernesto Nathan Rogers sottolineava,

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non siamo nulla senza la memoria e nessuna architettura è possibile senza la storia e la conoscenza del passato. Ecco perché non si vuole dimenticare il passato di Porto Marghera ma lo si pone come base per il futuro che guarda, letteralmente e metaforicamente, a Venezia, che rappresenta la stratificazione di un luogo capace di imparare dal suo passato e di non rifiutarlo, antica ma sempre moderna, capace di assorbire la vita dei suoi cittadini e trasformarla in architettura, che è stato lo scopo di questo progetto.


edificio commerciale

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museo

biblioteca


Pagina a fianco: pianta livello 0 Questa pagina: prospetti, sezioni Su entrambe: vista della piazza

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LEGENDA

Pagina a fianco: prospetto di una torre Questa pagina: spaccato assonometrico

Ultimo piano

01. Struttura in X-Lam a 7 strati (25 cm) 02. Massetto (5 cm) 03. Isolante in fibra di vetro (2 cm) 04. Sistema radiante a pavimento (9 cm) 05. Colla (1 cm) 06. Pavimento in legno (1 cm) 07. Colonna in legno lamellare (40x40 cm) 08. Finestra scorrevole a taglio termico incassata nel pavimento (Schuco) 09. Barriera a vapore (0,1 cm) 10. Isolante in fibra di vetro (7 cm) 11. Guaina isolante (0,1 cm) 12. Massetto (3,7 cm) 13. Pannello isolante in fibra di legno (3,7 cm) 14. Sottostruttura in legno (4x7 cm) 15. Rivestimento in doghe di larice (2,5 cm) 16. Parapetto in vetro con sistema di ancoraggio nel pavimento 17. Fune di acciaio ancorata al pavimento 18. Tensionatore 19. Sistema di ancoraggio della funa in acciaio

Due piani tipici

20. Frangisole 21. Profilo di irrigidimento in acciaio dei frangisole 22. Nodo in “hardwood” (legno di conifera) 23. Controsoffitto con listelli in legno 24. Sistema di ancoraggio metallico del controsoffitto 25. Pannello fonoassorbente (7 cm) 26. Massetto di pendenza (minimum 5 cm) 27. Guaina isolante (0,1 cm) 28. Finitura con strato di ghiaia (10 cm) 29. Cordolo di finitura metallica (0,2 cm) 30. Strato di calcestruzzo (10 cm) 31. Iglù di fondazione (25 cm) 32. Strato di calcestruzzo (20 cm) 33. Platea di fondazione in calcestruzzo (10 cm) 34. Griglia metallica 35. Montante in acciaio della griglia metallica 36. Pavimentazione esterna (8 cm) 37. Sottofondo (6,4 cm)

Piano terra

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PERCORRENDO IL TEMPO Laboratorio di Progettazione 2 Caserma Pepe, Lido di Venezia, Venezia

Auditorium, sale espositive, biblioteche, spazi ristorativi, residenze per studenti

L’intervento ruota intorno alla relazione con la caserma esistente, rispetto alla quale stabilisce un rapporto di relazione a distanza. E’ questo, infatti, il concetto che guida il progetto, che si sviluppa come percorso tra nuovo e antico rispetto a cui mantiene, comunque, distanze e misure di rispetto. Il nuovo corpo di fabbrica dove si colloca l’auditorium, a pianta quadrata, trae la sua natura dalla geometria del luogo e si misura con la corte del convento rispetto alla quale è stato proporzionato. Il collegamento sia fisico sia concettuale tra nuovo e antico, tra l’auditorium e la caserma, è co-

Proff. Pierantonio Val Roberto di Marco Lamberto Borsoi

Lavoro: di gruppo

stituito da un elemento nuovo che ha nelle sua natura intrinseca l’antico: un portico espositivo che determina un percorso definito tra le due architetture assumendo come traccia quella del muro storico. L’elemento, quindi, viene articolato e proporzionato in base agli elementi con cui si mette in relazione: più basso e snello con atteggiamento di penetrazione nei confronti delle architetture, più alto e massico con atteggiamento di protezione nei confronti del muro. Il percorso si conclude all’interno della caserma, sia da un punto di vista funzionale, poiché sono pre-

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A.A. 2017/2018

senti le ultime sale espositive, sia dal punto di vista architettonico e concettuale per la presenza di due setti che si inseriscono nell’arcata centrale del prospetto interno. Questo intervento costituisce allo stesso tempo la conclusione dell’intero percorso e la sua contrapposizione, poiché si decide di offrire il cielo, fin qui negato, all’uomo. Inoltre, esso assume un ruolo simbolico di sintesi dell’intero progetto inquadrando con il nuovo il pozzo antico così come la nuova addizione assume il ruole di portale di inquadramento della corte antica.


Questa pagina: pianta livello 0 Su entrambe: vista a volo d’uccello

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Questa pagina: sezione auditorium Pagina a fianco: sezioni generali Su entrambe: vista auditorium

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Questa pagina: vista auditorium e portico Pagina a fianco: sezione prospettica caserma Su entrambe: vista interna caserma

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CONNETERNE UNO PER CONNETTERLI TUTTI Urbanistica Altilia, Cosenza

Connessione urbana, servizi di ristorazione, atelier, esposizioni

L’approcio al progetto è iniziato analizzando le caratteristiche del tessuto urbano, concentrandosi sugli aspetto morfologici, sugli edifici di interesse, sulle tradizioni locali, come l’arte dello scalpellino, e gli interventi attuati nel corso degli ultimi anni dall’amministrazione locale. Tale studio, ha portato alla definizione di una strategia che punta alla ricucitura del tessuto storico attraverso un collegamento avente come perno Palazzo Misasi. Tale intervento ha lo scopo di mettere in comunicazione i due nuclei storici oggi scollegati, proponendosi come un unico collegamento

Prof. Stefano Munarin

Lavoro: di gruppo

in grado di attivarne, per gemmazione, molti altri. In questo senso, la strategia si propone di portare all’interno del centro storico funzioni in grado di richiamare in primis la popolazione del luogo all’interno di esso e, in secondo luogo, di attirare un turismo di carattere storico-artistico. In questo senso, è stata studiata e interpretata anche la volontà dell’amministrazione locale e dei cittadini che, in prima persona, hanno portata avanti in questi anni iniziative per incentivare il borgo proprio sotto il profilo del turismo culturale, recuperandone le bellezze artistiche ed ambientali. L’idea è,

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A.A. 2018/2019

quindi, quella di aprire un percorso attraverso il recupero dell’esistente, in grado di collegare tutti i punti di interesse del nucleo storico, così da generare una sorta di itinerario spontaneo tra le bellezze del luogo. Idealmente, questo percorso potrebbe continuare fino alle cave Parrere grazie alla sistemazione dei collegamenti già attuata dal comune negli ultimi anni. A ciò, si affianca l’introduzione di nuove funzioni di carattere espositivo, ristorativo e laboratoriale, allo scopo di dare maggior forza all’itinerario stesso.


chiesa

belvedere

bar

corridoio urbano

edificio monumento di se stesso museo

municipio laboratori

edificio polifunzionale punto di incontro

presenza di elementi architettonici ad opera di scalpellini

piattaforme per il lavoro della pietra

luogo per esposizioni/ allestimenti

resto di elemento murario antico residenziale

Questa pagina: vista assonometrica del borgo Su entrambe: sezione

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Questa pagina: vista del nodo sulla piazza Pagina a fianco: vista del nodo sul giardino di Palazzo Misasi Su entrambe: sezione

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EcOn Park Eco Park Contest Marcon, Venezia

Parco attrezzato, area giochi, padiglioni polifunzionali, spettacoli, aree sport

Il progetto segue l’idea di un parco aperto alla comunità nel quale trovano sviluppo differenti macro aree tematiche. Nello specifico si inseriscono: un polo sportivo nella zona nord dell’area, in cui padiglioni prefabbricati si aprono su campi da calcio e da basket; una zona giochi ad est, un anfitetatro ad ovest e un’area picnic a sud. Inoltre, una parte della zona centrale è lasciata libera per eventi temporanei o in vista di una possibile futura espansione. La sostenibilità e la prefabbricazione sono, poi, due concetti fondamentali costantemente presenti nel progetto. In questo senso, i padiglioni

MetaFin e Desall

Lavoro: di gruppo

sono sviluppati come strutture prefabbricate in legno all’interno delle quali gli stessi elementi strutturali possono creare due differenti tipi di spazio, uno a pianta rettangolare e l’altro a pianta quadrata, in cui si collocano differenti funzioni. Una grande attenzione è stata posta, poi, nella scelta della pavimentazione, in cemento drenante, per evitare lo sviluppo delle isole di calore e favorire il drenaggio dell’acqua. La vegetazione è stata scelta in relazione alla posizione, così alberi da medio ad alto fusto di tre differenti specie sono posizionati al confine e all’interno dell’area, allo scopo di

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maggionovembre 2019

creare delle zone di ombra, mentre arbusti antizanzara vengono posizionati lungo il fiume. L’area giochi viene concepita come un’area protetta dalle altre attraverso la creazione di una struttura circolare, alla quale si appendono le altalene, che consente di realizzare una zona semi chiusa completamente dedicata ai bambini. Anche l’anfiteatro si configura come un momento di pausa completamente dedicato allo spettacolo e si struttura come una sorta di nastro avvolto su se stesso avente come elemento nativo il muro.


Questa pagina: pianta, vista zona altalene Pagina a fianco: vista anfiteatro

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LEGENDA 1. Pilastro in legno laminato 2. Trave in legno laminato 3. Pannello sandwich verticale 4. Pannello sandwich orizzontale con finitura 5. Pannello solare 6. Curtain wall 7. Brise soleil

Questa pagina: piante, sezione trasversale, esploso assonometrcio padiglione a base rettangolare e quadrata Pagina a fianco: vista interna padiglioni

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DOMUS ARTIFICIS: IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE Laboratorio di Progettazione 3 Palazzo Misasi, Altilia, Cosenza

Spazi espositivi, spazi ristorativi, laboratori

L’analisi del fabbricato è stata condotta utilizzando supporti di documentazione fotografica, bibliografica e il confronto con le caratteristiche di edifici comparabili. L’analisi è stata utile per sviluppare una strategia di intervento che, tenendo conto degli elementi emersi, individuasse le parti di edificio più trasformabili e gli aspetti salienti da far emergere all’interno del progetto di innovazione e restauro. In questo senso, si è deciso di concentrare la parte di innovazione più invasiva, costituita dal vano scala, ascensore e servizi in carpenteria metallica, nella porzione di edificio maggiormente trasformata nel corso del tempo. La scelta di orientare l’intervento proprio sui collegamenti verticali è stata determinata anche dagli elementi emersi dall’analisi, dove si è evidenziata

Prof. Pierluigi Grandinetti Paolo Faccio Anna Saetta Antonella Faggiani

Lavoro: di gruppo

un’interruzione nei collegamenti esistenti, che rendeva necessaria la progettazione di nuovi elementi che collegassero l’intero fabbricato. Altro elemento caratteristico sono i percorsi, di carattere naturalmente circolare o parallelo, che hanno guidato nella collocazione delle funzioni e nell’idea di inserire uno spazio espositivo che sfruttasse la natura dei percorsi esistenti. Infine, l’attenzione si è concentrata sulla forometria, elemento che è stato individuato essere particolarmente caratterizzante dell’edificio, della sua storia e delle fasi trasformative a cui è stato soggetto nel corso del tempo. Questo ha guidato la scelta di intervenire in modo differenziato nelle varie bucature, decidendo, in alcuni casi, di ripristinare alcune delle aperture tamponate, in altri, di attuare degli interventi che

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A.A. 2018/2019

mantenessero quelli che per noi erano aspetti essenziali della natura dell’edificio. Gli interventi di consolidamento previsti hanno lo scopo di migliorare il comportamente strutturale dell’edificio senza alterarne la natura e, in particolare, si sono concentrati nella realizzazione di cerchiature metalliche dei solaio intermedi e lignee del solaio di copertura, che favoriscano il comportamento scatolare della struttura. Inoltre, in copertura è stato introdotto un piano rigido mediante l’utilizzo di uno strato di tavolato e uno di compensato in legno marino, al fine di ripartire omogeneamente le azioni e svolgere la funzione di controventamento dell’azione sismica orizzontale.


Questa pagina: esploso assonometrico e schemi funzionali Pagina a fianco: prospetto principale prima e dopo ingresso

laboratori artistici

nuovi elementi di collegamento e servizio scala esistente

spazi ristoro spazi espositivi

laboratori di sperimentazione con macchinari storici

ORIZZONTAMENTI COPERTURA

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Questa pagina: pianta livello 0, livello 1, livello 2 Pagina a fianco: spaccato assonometrico vano scale, sezione vano scale

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LA LIMONAIA Consolidamento degli edifici storici Villa Papadopoli, Vittorio Veneto, Treviso

Intervento di consolidamento

Il percorso della conoscenza ha avuto inizio dallo studio dei documenti storici e delle fonti d’archivio confrontati con l’osservazione diretta del manufatto nel corso dei sopralluoghi. A partire da ciò, sono state analizzate le fasi costruttive, le caratteristiche materiche, le tecniche di lavorazione e le relazioni tra elementi. Sono stati, dunque, individuati i fenomeni di degrado e i meccanismi di dissesto, approfondendo la facciata principale e le due ali. A partire dallo studio approfondito della fabbrica, sono stati ipotizzati i macroelementi presenti

Prof.sa Sara Di Resta

Lavoro: di gruppo

e, in relazione ai fuoripiombo e ai meccanismi di dissesto strutturale nel piano, sono stati ipotizzati i cinematismi di maggior vulnerabilità. L’intervento di consolidamento è stato articolato su più fronti, volto ad un miglioramento strutturale che aumentasse le prestazioni meccaniche del fabbricato, conservando quanto più possibile la materia storica e il comportamento strutturale originario. Alla luce delle opzioni vagliate, sono stati scelti quegli interventi che risultassero meno impattanti sia dal punto di vista visivo sia dal

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A.A. 2017/2018

punto di vista strutturale. I materiali utilizzati sono stati adeguatamente scelti sulla base della compatibilità con il materiale storico, in termini di pesi e rigidezze, mantenendo costante il principio di distinguibilità e di minimo intervento, non introducendo caratteri imitativi dell’ architettura storica, qualora non necessari al consolidamento. Qui si riportano solo alcuni degli aspetti di tale percorso, in particolare la ricostruzione geometrica e costruttiva e gli interventi progettati al termine degli studi effettuati.


Questa pagina: prospetto sud, ala ovest lato interno, ala est lato interno, ala ovest lato esterno, ala est lato interno

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INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI INTERVENTO Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: 6.3.9 Interventi in fondazione Intervento di consolidamento in fondazione: Preceduto da ulteriori indagini per determinare se l’azione è in atto o meno, ed, eventualmente, accertarne le cause. Se l’azione è in atto si procede con l’intervento, se il cedimento si è stabilizzato non si procede con alcun intervento. L’intervento, se necessario dalle indagini, si estende anche all’altra ala. a F sism

Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: 6.3.2 Interventi volti a ridurre la carenza dei collegamenti Intervento di Reticolatus: Analizzando le caratteristiche materiche, il quadro fessurativo e i meccanismo di dissesto del macroelemento, si presenta la necessità di migliorare il collegamento con il macroelemento ad esso ortogonale nonché di aumentarne la coesione evitando l’ulteriore propagazione dei quadri fessurativi esistenti e lo sviluppo di nuovi. Si escludono interventi di iniezione di malta e boiacca, che modificano il comportamento della muratura storica e rischiano una non adeguata diffusione. Si scarta, inoltre, l’intervento di scuci-cuci, che nel caso specifico comporterebbe l’asportazione della maggior parte di materia storica. Si opta, dunque, per un intervento di reticolatus, che consiste nella stesura, all’interno dei giunti, di una rete metallica fissata con barre filettate e rabbocchi di malta. Questa migliora il comportamento monolitico della muratura, l’ammorsamento dei cantonali ed evita l’ulteriore propagazione delle fessure.

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Fasi di intervento: 1. Scavo del terreno ai lati del muro fino a profondità adeguata 2. Iniezione di malta di calce idraulica nella muratura per rendere più rigida la fondazione 3. Maturazione 4. Perforazione mediante carotatrice 5. Installazione del micropalo (Ø80) all’interno del perforo 6. Riempimento con miscela cementizia 7. Realizzazione di una trave di collegamento in calcestruzzo armato (10x8)

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L’intervento si applica alla fondazione dell’intero macroelemento, con un passo dei micropali più rado lungo il setto e più concentrato in corrispondenza del cedimento.

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Fasi di intervento: 1. Eliminazione di intonaco e malta di rivestimento. 2. Scarnitura dei giunti per una profondità di 6-8 cm 3. Idropulizia in pressione dei giunti scarniti e parziale ristilatura 4. Inserimento delle barre trasversali disposte in modo quanto più possibile regolare e a distanza circa pari alla larghezza della sezione. La barra viene infilata per una profondità pari grosso modo a 2/3 della sezione, allo scopo di realizzare dei collegamenti trasversali 5. Fissaggio con malta antiritiro 6. Primo rabbocco di malta di calce idraulica 7. Inserimento di una maglia in piccoli trefoli di acciaio UHTSS (Ø3). La maglia, in corrispondenza del pilastro, viene girata allo scopo di migliorare la coesione e il comportamento monolitico del macroelemento. Inoltre, viene migliorato l’ammorsamento al muro ortogonale 8. Tensionamento dei trefoli mediante i dadi posti sulle barre filettate 9. Secondo rabbocco di malta di calce idraulica 10. Ristilatura finale dei giunti tale da lasciare le barre infilate di almeno 3-4 cm L’intervento viene concepito per permettere di lasciare la muratura a vista. Si decide, dunque, per garantire la riconoscibilità dell’intervento, di non reintonacare la superficie dopo l’intervento.

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INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI INTERVENTO Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: 6.3.2 Interventi volti a ridurre la carenza dei collegamenti

F sism a

Inserimento di capochiave in facciata: Per evitare il meccanismo di espulsione della facciata causato dal piano rigido della soletta in calcestruzzo, viene inserito un sistema di tiranti antiespulsione ancorato alla facciata principale e alle pareti interni in acciaio AISI 316. Questi vengono poi annegati in un massetto di malta cementizia.

4 1 2 3 Fasi di intervento: 1. Realizzazione di un pre-foro di spessore 3,5 mm 2. Inserimento dei tiranti Ø2 AISI316 in prossimità del solaio 3. Fissaggio con resina epossidica 4. Annegamento dei tiranti in sabbione

INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI INTERVENTO Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: 6.3.2 Interventi volti a ridurre la carenza dei collegamenti Intervento di consolidamento dei pinnacoli: Volto ad evitarne la caduta

F sis

ma

Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale: 6.3.6 Interventi volti ad incrementare la resistenza degli elementi murari Intervento di risarcitura dei quadri fessurativi: Analizzando le caratteristiche materiche, il quadro fessurativo e i meccanismi di dissesto del macroelemento, si predispongono interventi sui quadri fessurativi in relazione alla dimensione della gola della fessura.

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Fasi di intervento: 1. Per fessurazioni con gole <5-6 mm: incollaggio con resine epossidiche 2. Per fessurazioni con gole 6 mm<g<20-30 mm: stuccatura e iniezioni con malta di calce idraulica 3. Per fessurazioni con gole >30 mm e fessure passanti: tecnica di cuci e scuci con listelli in laterizio 25x5,5x2,5

Fasi di intervento: 1. Rimozione dei pinnacoli 2. Eliminazione della malta di allettamento 3. Inserimento di una piastra metallica (spessore 10 mm) con foro centrale (Ø30) 4. Ancoraggio alla muratura con due barre filettate in acciaio AISI 316 (Ø16) inghisate con resina epossidica 5. Inserimento di un perno d’acciaio (Ø20) alla base del capitello 6. Inserimento del pinnacolo con perno fissato nel foro della piastra di cui al punto 3 inghisato con resina epossidica

Intervento su porzione muratura con presenza canna fumaria: 1. Rimozione dei resti della canna fumaria 2. Tecnica di cuci e scuci con listelli in laterizio 25x5,5x2,5

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LA CROIX ANCRÉE Storia dell’arte contemporanea Palvanova, Udine

Allestimento

Il progetto di allestimento riguarda l’opera di Pevsner “La croix ancrée” all’interno del contesto urbano di Palmanova e si concentra su tre temi cari all’artista: lo spazio, il tempo e la spiritualità. Per quanto riguarda lo spazio, si è deciso di porre l’opera nella piazza principale della città, creando un padiglione che diventi strumento per introdurre dei punti di vista scelti e determinati, nonché elemento di scomposizione e ribaltamento della prospettiva attraverso l’utilizzo di uno specchio curvo che consente, così come un cucchiaio, di riflettere l’opera capovolta. Il tema del tempo si esprime, invece, attraverso il percorso concentrico generato dalla sovrastruttura stessa, che obbliga il visitatore a scoprirla a mano a mano, avendo l’opportunità di osservarla in un primo momento solo da punti di vista determinati, che la mettono in relazione con elementi salienti dello spazio e, solo infine,

Prof.sa Francesca Castellani

Lavoro: di gruppo

di poter entrare nel cerchio inferiore, cogliendo finalmente l’opera nella sua interezza ed avendo l’opportunità di girarci attorno. La spiritualità entra all’interno dell’allestimento attraverso la relazione che viene posta con il duomo, rispetto al quale il padiglione si pone come una sorta di battistero, in asse con esso e rispecchiando, nella pianta centrale e nella copertura voltata con oculo centrale, la struttura tipica dei battisteri antichi. Questa relazione viene messa ancor più in evidenza all’interno del padiglione, dove, attraverso dei giochi prospettici e la creazione di finestre, l’opera di Pevsner viene messa in relazione con il duomo attraverso un’apertura che consente di osservarla con la facciata del duomo come sfondo, incorniciata da una seconda apertura nel guscio metallico, sottolineando non solo la spiritualità ma anche la forte religiosità di Pevsner, nonché richiamando il soggetto

A.A. 2017/2018

stesso della scultura, ovvero la croce. Spirituale è anche l’atmosfera che si viene a creare: il guscio esterno è illuminato da aperture radiali, mentre quello interno da un pozzo di luce che consente di illuminare l’opera dall’alto con una luce filtrata e sospesa, creando un’atmosfera di galleggiamento e sospensione del tempo e dello spazio. Queste sensazioni, che corrispondono a quelle che Pevsner voleva creare attraverso la sua opera e la sua ricerca, vengono accentuate dall’utilizzo di un pavimento in gomma che rende impalpabili e quasi azzerati i movimenti e i passi dei visitatori. Tutto ciò crea, dunque, uno spazio isolato ma allo stesso tempo fortemente legato al contesto, dal quale ottiene forza e significato, generando un luogo spirituale di osservazione e comprensione non solo di un’opera ma di un artista, la cui umanità, oltre che capacità artistica, è elemento fondativo. omoud

oihcceps ovruc

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Questa pagina: vista con sfondo del duomo, sezione, vista Pagina a fianco: sezione, pianta

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UN SALOTTO DA VESTIRE Tirocinio curricolare Trieste

Layout e allestimento di un negozio di abbigliamento

Il progetto concerne un negozio monomarca di abbigliamento, scarpe e accessori di target medio-alto rivolto ad un pubblico femminile con età compresa tra i 25 e i 45 anni. Il locale è stato concepito con un gusto vagamente parigino e un’atmosfera “domestica” che punti a mettere il cliente a proprio agio, facendolo sentire misuratamente coccolato, come fosse a casa propria. In questo senso, la palette di colori scelta vira sulle tinte terrose: il color cipria, il vinaccia, il crema e il grigio chiaro; ovvero tutte quelle tonalità che conferiscono un senso di calore e abbraccio ma,

Federico Dalpasso Architetto

Lavoro: singolo

allo stesso tempo, di ricercatezza e eleganza. A conferire un tocco prezioso sono, invece, il marmo del pavimento e il metallo bronzato usato per la struttura portante degli espositori. Questi ultimi sono tutti realizzati utilizzando il metallo per la struttura e il legno grigio per i piani di appoggio. Il pavimento, invece, è caratterizzato da un motivo a spina di pesce realizzato con tasselli di marmo colorato anch’esso con tonaltà che virano dal crema al fango. Per le sedute, pouf, poltroncine e divanetti, si è optato, invece, per il velluto. Altro leitmotiv è la carta da parati usata sulla parete a sinistra dell’ingresso, dietro il mo-

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aprilemaggio 2019

bile cassa e come parete di fondo di alcuni espositori, anch’essa con tonalità che richiamano la terra. La scelta della finitura mettalica ritorna anche nel bancone cassa, caratterizzando le superfici rivolte all’interno del negozio. Lo spazio è stato, infine, articolato in modo da lasciare una zona di maggior passaggio dove concentrare la maggior parte della merce a piano terra, mentre il piano superiore è stato concepito come un ambiente più privato che comprende i camerini e anche delle postazioni bellezza, dove le clienti possono prendersi il proprio tempo e anche chi le accompagna trova il proprio confort.


Questa pagina: vista ingresso, vista seconda sala piano terra Pagina a fianco: prospetto vetrina ovest

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Questa pagina: prospetto vetrina nord, pianta piano terra e piano prima Su entrambe: vista piano primo

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DELITTO E CASTIGO Architettura degli Interni Palconescinico di un teatro virtuale

Allestimento teatrale

Shakespeare. Macbeth. Un’inesorabile caduta verso il basso. La tragedia di Shakespeare è caratterizzata da un destino ineluttabile, a cui i protagonisti paiono non potersi sottrarre; e da una legge del contrappasso che colpisce inesorabile, perché ad ogni misfatto corrisponde una punizione, fisica o mentale. Come impara Raskolnikov in “Delitto e Castigo”, non esiste scopo che possa cancellare la pena inflitta da un delitto, non esiste “fine superiore” che possa cancellare i rimorsi di coscienza. Così come Rodja sarà tormentato dai rimorsi per l’uccisione dell’usuraia, allo stesso modo Macbeth sarà vessato dai fantasmi di coloro che ha ucciso, e Lady Macbeth talmente ossessionata dai suoi misfatti da divenire pazza. Inol-

Prof. Giorgio Ricchelli

Lavoro: singolo

tre, sia nel romanzo russo sia nella tragedia shakespeariana arriva la punizione: Raskolnikov ai lavori forzati, Macbeth ucciso per la sua ambizione e sete di potere che lo hanno trasformato in un tiranno. Così, per l’intera pièce, la convinzione del protagonista di ascendere sempre più nelle sue manie di grandezza si rivela, invece, essere una “shift to darkness”. L’ispirazione per la scenografia arriva direttamente dalla struttura dell’inferno dantesco, convertita in una spirale ascendente, che degli specchi concavi, ispirati all’opera di Kapoor, riflettono al contrario. E’ attraverso il riflesso che si rivela la vera natura delle azioni dei protagonisti: l’apparente perseguimento della gloria è, in realtà, una cadu-

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A.A. 2015/2016

ta nell’oblio. La struttura si articola in cinque livelli, pari agli atti della tragedia, sui quali gli attori si muovono nel corso dello spettacolo. Il quinto livello si raggiunge in corrsipondeza dell’ultimo atto e rappresenta un climax solo apparente poiché gli specchi lo rivelano come il più basso girone dell’inferno. L’atmosfera infernale è accentuata dall’utilizzo dell’ebano e dal posizionamento di luci rosse all’interno della scenografia. Esse costituiscono l’unica fonte di illuminazione che si diffonde tra gli elementi verticali e si prevede si accendano in modo graduale, seguendo la struttura a livelli e il movimento degli attori su di essa.


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