PERIODICO BIMESTRALE - N째 4 GIUNGO 2012 - Direttore responsabile Simone Ciucchi - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 8203 del 21.9.2011
ANNO 2 NUMERO 4
Che tu sia un cacciatore, un collezionista, un appassionato di coltelli o un giocatore di softair per noi non cambia, FISAT difende ad oltranza il diritto di possedere armi in modo legale e responsabile. Chi vuole mantenere questo diritto è nostro amico, chi vuole limitarlo, qualunque siano le sue ragioni, è contro di noi.
I nostri siti: www.fisat.us il sito base dell’associazione www.fisat-italia.blogspot.com il blog sul mondo FISAT con le ultime notizie www.cavalierifisat.it il sito dei volontari che divulgano il pensiero resistente di FISAT nelle loro aree di residenza.
Meglio tardi che mai storia infinita della (mai completamente raggiunta) abrogazione del catalogo Nonostante il parlamento abbia abolito il catalogo nazionale delle Armi con la Legge 2 novembre 2011, n. 183 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012) pubblicata sul Suppl. Ordinario n. 234 (Gazzetta Ufficiale N. 265 del 14 Novembre 2011), pare che non sia così per l'Area Armi ed Esplosivi e le Questure italiane che si ritengono al di sopra della Legge, perché a quasi metà Giugno nessuna Questura d'Italia ad eccezione di quella di Brescia, rilascia permessi di importazione di armi non catalogate. Semplicemente rimandano la cosa al Ministero dell'Interno che mantiene un rigoroso quanto immotivato mutismo . Come FISAT sulla questione siamo stati fermi perché volevamo vedere cosa facevano le associazioni del settore atteso che la questione inerisce principalmente il diritto al libero commercio più che il possesso di armi (ma riguarda anche i cittadini che non possono esercitare l'accordo preventivo). Speravamo di non dover essere noi a prendere come sempre il toro per le corna, ma ci siamo sbagliati; a oggi nulla si è visto tranne una vergognosa bozza di circolare che appena abbiamo pubblicato (fornitaci da una “quinta colonna”) si sono subito rimangiati. Ancora una volta le associazioni si fanno i fatti loro. Purtroppo la cosa non può e non deve stare bene a tutti, soprattutto a quelle aziende e quei privati che hanno la sfortuna di risiedere fuori dalla Provincia di Brescia e si trovano in un forte svantaggio di mercato rispetto ai loro competitori bresciani (i primi) e nell'impossibilità di esercitare un diritto di livello costituzionale (perché derivante dall'accordo di Schengen) costituito dall'accordo preventivo (che serve ad importare armi dal mercato europeo). E le due cose sarebbero di per sé, francamente, intollerabili.Ma vi è anche una strategia di lungo respiro che ci impone di fare qualcosa qui e adesso: non tutti sanno che all’indomani dell’abrogazione del Catalogo i Senatori Casson, Adamo e banda (tutta PD) presentarono il Disegno di Legge S.3010 in data 15 novembre 2011; annunciato nella seduta pomeridiana n. 637 del 17 novembre 2011; annunciato nella seduta pomeridiana n. 637 del 17 novembre 2011 e che si compone di un solo articolo volto ad abolire l'abolizione del Catalogo. La proposta di Legge sta lì e non si muove e non si può escludere che qualora “andasse su” essa non potrebbe passare da proposta a “legge di interesse per la sicurezza nazionale” prendendo la corsia preferenziale magari sull’onda di qualche episodio criminale. Ultima notizia pubblicata sul sito di Armi e Tiro secondo cui il Ministero avrebbe redatto una circolare di cui però nessuno a oggi ha il testo - in cui si impone la classificazione sportiva alle armi simil-militari, ed invece per tutte le altre basterebbe una relazione tecnica. Abuso nell'abuso, insomma, atteso che il Ministero non può imporre alcunché in quando la Legge parla chiaro nella parte in cui dice che la classificazione sportiva è richiesta dall'importatore (e non può essere imposta dal Ministero e dal funzionario). Cosa fare adesso: intanto cercare di ottenere una copia della circolare - mentre leggete queste note una richiesta di accesso agli atti da parte di FISAT come ente promotore di interessi collettivi ai sensi dell'articolo 1 c. 4 del D.Lgs. 20 dicembre 2009, n. 198, (legge Class Action) sta partendo all'indirizzo del Ministero. Non credo ci risponderanno ma siamo già pronti a fargli causa. Una volta ottenuta la circolare ammesso che esista vedremo cosa c'è scritto ma se le cose stanno nei termini che ci aspettiamo dovremo fare una bella causa per l'annullamento (al TAR) o un paio di class action (una come importatori ed una come cittadini interessati potenzialmente alle importazioni europee). E' ancora presto per i dettagli che vedrete prossimamente, sappiate che siamo pronti ad agire (meglio tardi che mai questa volta si applica a FISAT); conoscerete i dettagli nei prossimi giorni atteso che dovremmo avere l'appoggio anche di altri siti ed associazioni. Sia chiaro che senza il vostro appoggio FISAT non può fare nulla per cui l'esito finale dipende solo da noi. Simone Ciucchi
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Progetto grafico by
IL BLACK RIFLE PEZZO PER PEZZO 2°PARTE PAG 15 GUN PAINTING, CALCIATURAPIXEL CAMO PAG 44
Render 2
N째4 GIUGNO 2012
SOMMARIO
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DI CRISTIANO CORONA
Gli Sky Marshals (tradotto in "sceriffi del cielo") sono agenti di polizia che fanno parte dell'Agenzia Federale Americana chiamata Federal Air Marshal Service (FAMS, immagine 1) che opera sotto la direzione della Transportation Security Administration (TSA). La Federal Air Marshals Service ha una missione:
“Proteggere l'America e promuovere la fiducia nel sistema dell'aviazione civile della nazione individuando, scoraggiando e sconfiggendo atti ostili sui vettori aerei” Compiere questa missione richiede un team di professionisti che quotidianamente sappiano confondersi con i passeggeri e sfruttando le proprie capacità investigative, le informazioni acquisite in collaborazione con altre Agenzie Federali (tra cui quelle della FBI Counterterrorism Task-Force) e sopratutto la capacità e la necessaria competenza nella difesa a mani nude e nell'utilizzo delle armi da fuoco, riescano ad impedire azioni criminali sui voli commerciali. Il lavoro dei Federal Air Marshals Generalmente volano per 181 giorni all'anno, 15 giorni al mese, 5 ore al giorno, per un totale di 900 ore annue trascorse in un aereo, con una retribuzione media di 40.000 dollari annui. Al fine di servire come Federal Air Marshal, le persone interessate devono soddisfare determinati criteri di ammissibilità, i candidati devono essere cittadini
Americani residenti negli Stati Uniti ed avere una fedina penale linda e casta. Dovranno avere meno di 37 anni, anche se ci sono eccezioni per i veterani che hanno servito il paese e per gli operatori con significative esperienze maturate nelle Forze Armate e nelle Forze dell'Ordine. I candidati che soddisfano questi criteri saranno ammessi alle selezioni psico attitudinali e se in possesso degli standard richiesti dall'Agenzia, frequenteranno un corso diviso in due fasi della durata complessiva di 15 settimane, che li abiliterà quali Federal Air Marshals per essere assegnati ad una delle 21 sedi della FAMS distribuite sul territorio americano.
le ottime “spade” dei propri operatori con la fornitura delle SIG Sauer P250 Compact (immagine 2), in sostituzione delle SIG Sauer P-229 in calibro .357 SIG (immagine 3) già in dotazione. Ma il tasto dolente degli Sky Marshals è il tipo di munizioni utilizzate, argomento che è stato più volte trattato dai media americani e da indagini svolte dalla stessa Transportation Security Administration per evitare che eventuali palle in overpenetration colpiscano i piloti ed i sistemi idraulici che permettono di gestire l'aereo, o il personale dell'equipaggio ed i passeggeri. E' semplice capire quanto sia complesso utilizzare efficacemente un'arma all'interno di uno stretto corridoio, affollato di persone in una situazione Armi e Munizioni Una spada fa stare l'altra nel fode- d'emergenza, una circostanza ro (G. Herbert), ne sono coscienti che richiede elevate capacità di gli operatori di tutto il mondo, e tiro ed armi e munizioni eccellennel 2009 la Federal Air Marshal ti. Attualmente le munizioni più Service ha firmato un contratto utilizzate sono quelle a punta multi-milionario per avvicendare cava come quelle prodotte dalla 10
TECNICHE DI TIRO Speer, le Gold Dot con palla Hollow Point da 125 grani. Alcuni operatori utilizzano le Glaser Safety Slug, munizioni frangibili a punta cava contenenti pallini (numerazione U.S.A.) del 12 (pari a 1,3 mm di diametro) per la versione blue o del 6 (pari a 2,8 mm di diametro) per la versione silver. Quest’ultima presenta maggiore penetrazione rispetto alla precedente per le maggiori dimensioni dei pallini. La principale caratteristica che ha portato alla scelta di queste munizioni é quella di avere una bassa penetrazione in materiali comuni (per es. nel legno o nella lamiera delle portiere di automobili, ecc.), scarsa tendenza al rimbalzo ma alta efficacia nel caso di impatto diretto a causa dell’elevata quantità di tessuto distrutto . Il Federal Air Marshal Tactical Pistol Course (TPC): Nell'impiego delle armi, ad un Federal Air Marshal viene richiesto il più alto standard qualitativo previsto tra tutte le agenzie federali e per tutta la durata del loro servizio sono tenuti a ripetere ogni 3 mesi una prova di qualificazione, il Federal Air Marshal Tactical Pistol Course (TPC). In tutti gli esercizi vengono utilizzati i bersagli FBI “QIT” da 19”x31” come quello nell'immagine 9, ma per comodità, visto che in Italia non sono facilmente reperibili, potrete sostituirli con dei comuni bersagli IPSC METRIC TARGET. Unendo la zona “A”, “C” e tutta la testa del bersaglio (zona “B”) otterrete una zona simile alla “bottiglia” del bersaglio “QIT” come visibile nell'immagine 10. L'idoneità viene assegnata premiando TEMPO e PRECISIONE, il punteggio massimo realizzabile è 150 punti, per la qualificazione ne sono necessari 135. Assegnate 5 punti per ogni colpo all'interno della “bottiglia”, i colpi in zone diverse assegneranno 2 punti, le miss (i colpi non presenti sul bersaglio) assegnano 0 punti. Tutti gli esercizi dovranno essere
Sopra: spazi angusti ed affollati sono tra gli elementi che rendono maggiormente complesso l’uso di un arma da fuoco nelle situazioni in cui gli Air Marshal potrebbero intervenire.
Sopra: uno dei munizionamenti più utilizzati sono le Speer Gold Dot con palla Hollow Point
Sotto: altro munizionamento adottato sono le Glaser Safety Slug, munizioni frangibili contenenti pallini. Scarsa tendenza al rimbalzo ed alla penetrazione in legno lamiere e tessuti duri, ma massima efficiacia nel caso di impatto con tessuti come dimostrano le foto in basso sono tra le motivazioni che hanno spinto a scegliere questo particolare tipo di munizione.
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svolti entro il tempo massimo di esecuzione. La somma dei tempi di ogni esercizio darà il tempo totale di riferimento all'idoneità. Per esempio, nel primo esercizio avete sparato il primo colpo in 1.70 sec., il secondo in 1.55 sec, il vostro tempo totale è di 3.25 sec. su 3.30 previsti, siete quindi idonei all'esercizio seguente. Anche un solo esercizio svolto fuori tempo massimo non vi permetterà la qualificazione.
La selezione è molto severa, ricordati la regola degli Sky Marshals: IF YOU DON'T QUALIFY, YOU DON'T FLY! (tr. SE NON TI QUALIFICHI, NON VOLI!)
BRIEFING SULLA SICUREZZA Prima di iniziare questo divertente esercizio è bene ricordarti che la prudenza non è mai troppa, per questo rileggi le procedure di svolgimento fino a quando non avrai più dubbi, usa sempre il buon senso e valuta se realmente sei in grado di effettuarlo. Allenati sotto la supervisione e la consulenza di un Istruttore qualificato e applica tutte le norme di sicurezza:
danno a qualcosa che non vuoi colpire. Sii sempre consapevole dell'esatta direzione della canna della tua arma ed in base alle circostanze valuta la posizione di sicurezza più idonea. - Se non devi sparare, tieni il dito lontano dal grilletto. Muoversi con il dito nel grilletto crea una condizione di estremo pericolo, una banale caduta o un urto della mano su una protuberanza porterà al c.d. “colpo accidentale”. Il corretto maneggio dell'arma quando non si deve sparare o dopo averlo fatto è tenere il dito indice fuori dalla guardia del grilletto, lungo il carrello. - Conosci il tuo bersaglio e cosa c'è dietro. Devi essere assolutamente certo di aver localizzato ed identificato il tuo bersaglio e prima di sparare conoscere cosa c'è dietro ad esso. Non sparare mai in direzione di un bersaglio se pensi di poter arrecare danni a persone o cose che si trovano nelle sue vicinanze o immediatamente dietro.
- Considera tutte le armi sempre cariche e pronte a sparare. Questa è la prima regola fondamentale da rispettare. Verifica sempre in quale condizione è l'arma che stai maneggiando e anche se hai verificato che l'arma è scarica, maneggiala come se fosse pronta a sparare. - Tieni sempre l'arma verso una direzione sicura. Una direzione sicura dell'arma è quella che non arrecherà nessun 12
TECNICHE DI TIRO
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FORMAT PER LA REGISTRAZIONE DEI TEMPI E DEI PUNTEGGI RICORDA: Assegante 5 punti per ogni colpo all’interno della “bottiglia”, i colpi in zone diverse assegneranno 2 punti, le miss assegnano 0 punti.
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DI DIEGO RUINA A completamento dell’articolo pubblicato su 2 numeri fa ecco la s e c o n d a pa r t e d e l glossario schematico delle principali parti di un ar15.
UPPER RECEIVER
GAS TUBE TUBO GAS
FRONT SIGHT BLOCK BLOCCO MIRA FORNTALE
BARREL CANNA PEEL WASHER RONDELLA BLOCCAGGIO
FLASH HIDER SPEGNIFIAMMA
FLASH HIDER SPEGNI FIAMMA
BARREL ASSEMBLY
UPPER RECEIVER ASSEMBLY RETAINING RING
WELD SRPRING
DELTA RING
BARREL NUT
DELTA RING WELD SPRING MOLLA DI RITENZIONE DELTA RING
RETAINING RING ANELLO DI RITENZIONE
BARREL CANNA
BARREL NUT DELTA RING ANELLO A DELTA
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RETAINING RING ANELLO DI RITENZIONE
TECNICA FRONT SIGHT ASSEMBLY / BLOCCO MIRA FRONTALE
GAS TUBE TUBO GAS
SPRING MOLLA BARREL
SLING SWIVEL MAGLIETTA CINGHIA
BAYONET LUG ATTACCO BAIONETTA
FRONT SIGHT TOOL ATTREZZO MIRA FRONTALE
FRONT SIGHT MIRA FRONTALE
GAS TUBE PIN SPINA TUBO GAS
SWIVEL MOUNT BASE PORTAMAGLIETTA
SWIVLE LOCKING BAR BLOCCO BASE
SWIVEL MOUNT FOR CARBINE ONLY
SWIVEL MOUNT BASE PORTAMAGLIETTA
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FRONT SIGHT DETENT FERMO MIRA FRONTALE
CHARGING HANDLE / MANETTA D’ARMAMENTO
C.H. LATCH AGGANCIO MANETTA SPRING MOLLA
CHARGING HANDLE MANETTA D’ARMAMENTO
SPRING PIN PERNO MOLLA
REMOVABLE CARRYING HANDLE / MANIGLIONE STACABILE SOLO PER RECIVER A3
CARRYNG HANDLE MANIGLIONE DI TRASPORTO
CLAMP GANASCIA
C.H. NUTS DADI MANIGLIONE
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TECNICA
RIFLE BUTTSTOCK / CALCIO FUCILE
B T
A
ATTENZIONE: RIMUOVENDO LA VITE DEL CALCIO (ELEMENTO T) E SFILANDOLO DAL TUBO BUFFER ; ESCONO DALLA SEDE LA MOLLA “D” ED IL PERNO “E”, PICCOLI E FACILMENTE PERDIBILI ......
C D G E F A- BUFFER TUBE - TUBO BUFFER B- STEPPEND SPACER - DISTANZIATORE CALCIO C- BUTTSTOCK ASSEMBLY- ASSEMBLAGGIO CALCIATURA D- SPING - MOLLA E- TAKEDOWN PIN DETENT - SPINA RITENZIONE TAKEDOWN PIN F- TAKEDOWN PIN - PERNO BLOCCAGGIO RECEIVER G- SELF LOCKING SCREW - WITE AUTOBLOCCANTE FISSAGGIO CALCIO H- BUTTSTOCK - CALCIO I- BUTTPLATE GROUP - COME SI CHIMA IN ITALIANO I L- SELF LOCKING SCREW - VITE AUTBLOCCANTE M- SLING SWIVEL - MAGLIETTA CINGHIA N- ACCESS DOOR - SPORTELLO ACCESSO O- ACCESS DOOR LOCK - BLOCCO SPORTELLO P- BUTTPLATE - COME SI CHIAMA IN ITALIANO Q- PIN - PERNO L R- HINGE - CERNIERA S- DOOR - SPORTELLO T- BUTTSTOCK SCREW - VITE CALCIO
H
M
N O
S Q P R
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PRESS ACTION SPRING MOLLA DI RIARMO BUFFER ASEMBLY
BUFFER RETAINER RITENZIONE BUFFER
ATTENZIONE: SVITANDO IL BUFFER TUBE, SALTANO VIA MOLLA E RELATIVO PERNO DI RITENZIONE
A
B
TENERE FERMO IL PERNO IN POSIZIONE C
D
ABCD-
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BUFFER TUBE - TUBO BUFFER BUFFER RETAINER - RITENZIONE BUFFER SPING - MOLLA LOWER RECEIVER
TECNICA
CARBINE BUTTSTOCK / CALCIO CARABINA B A
A- BUFFER TUBE - TUBO BUFFER B- COLLASSABLE BUTTSTOCK - CALCIO COLLASSABILE BUFFER TUBE TUBO BUFFER
BUFFER RETAINER RIT.BUFFER
RIFLE
SPRING MOLLA CARBINE ATTENZIONE: MOLLA “D” E PERNO “E” DEL TAKE DOWN PIN “H” NELLA CARABINA SONO TRATTENUTI AL LORO POSTO DAL RECEIVER END PLATE “C”, TRATTENUTO IN POSIZIONE A SUA VOLTA DAL LOCK RING “B”. SVITANDO QUEST’ULTIMO FARE ATTENZIONE A NON PERDERE QUESTI 2 PICCOLI ELEMENTI!!
LOCKING RING ANELLO DI BLOCCAGGIO
RECEIVER END PLATE PLACCA FINALE RECIVER
B
C F
G
A A- CARBINE BUFFER TUBE - TUBO BUFFER CARABINA B- LOCKING RING - ANELLO DI BLOCCAGGIO D C- RECEIVER END PLATE, PLACCA FINALE RECEIVER D- SPING - MOLLA E- TEKE DOWN PIN DETENT - RITENZIONE TAKE DOWN PIN F- BUFFER RETAINER - RITENZIONE BUFFER G- SPRING - MOLLA H-TAKE DOWN PIN - PEENO BLOCCO CRECEIVER I- LOWER RECEIVER
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E
I
H
LUNGHEZZA MOLLA DI RIARMO SCARICA FUCILE: 29,85 CM MINIMO 34,29CM MASSIMO CARABINA: 25,56CM MINIMO 28,58 CM MASSIMO
ACTION SPRING
CARBINE BUFFER
RIFLE BUFFER
ACTION SPRING MOLLA RIARMO
C E
D
A- CARBINE BUFFER TUBE - TUBO BUFFER CARABINA B- COLLASSABLE BUTTSTOCK, - CALCIOLO COLLASSABILE C- LOCKING PIN - PERNO BLOCCAGGIO D- SPRING . MOLLA E- BUTTSTOCK - CALCIO F- RELEASE LEVER - LEVA DI SBLOCCAGGIO G- RETAINING NUT - DADO DI RITENZIONE H- SPRING PIN - PERNO MOLLA
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F G
H
TECNICA
F
H E D
C
G
B
I
F
A
A- PISTOL GRIP SCREW - VITE IMPUGNATURA A PISTOLA B- LOCKWASHER - RONDELLA DI BLOCCO C- PISTOL GRIP - IMPUGNATURA A PISTOLA D- SPRING - MOILLA E- SAFETY DETENT - RITENZIONE LEVA SICURA F- SAFETY LEVER - LEVA SICURA G- SPRING - MOLLA H- PIVOT PIN DETENT - RITENZINE PIVOT PIN I- PIVOT PIN -PIN CARDINE
ATTENZIONE: MOLLA “D” E PERNO “E” DELLA LEVA SICURA “F”, SONO TRATTENUTI IN POSZIONE DALL’IMPUGNATURA APISTOLA “C”. SVITANDO LA VITE “A” L’IMPUGANTURA SI SPOSTA ED I PEZZI “D” ED “E” ESCONO DALLA SEDE
1 PREMERE IL PIN A MOLLA SULLA SX RUOTARE IL PARA GRILLETTO
TRIGGER GUARD PROTEZIONE GRILETTO
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PIN
BOLT CATCH BLOCCO OTTURATORE SPRING PIN PERNO MOLLA
BOLT CATCH SPRING MOLLA BLOCCO OTTURATORE BOLT CATCH PLUNGER STANTUFFO BLOCCO OTTURATORE
MAGAZINE CATCH SPRING MOLLA AGGANCIO CARICATORE
MAGAZINE BUTTON PULSANTE SGANCIO CARICATORE
MAGAZINE CATCH AGGANCIO CARICATORE
HAMMER CANE HAMMER PIN PERNO CANE HAMMER CANE
HAMMER SPRING MOLLA CANE
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TECNICA
DISCONNECTOR DISCONNETTORE TRIGGER GRILLETTO
TRIGGER PIN PERNO GRILLETTO
DISCONNECTOR SPRING MOLLA DISCONNETTORE
TRIGGER GRILLETTO
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TRIGGER SPRING MOLLA GRILLETTO
ATTUALITA’
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DI SIMONE CHIUCCHI
Lone Star Shooting Association
......quando durante le interminabili discussioni con un gruppo di tiratori texani che conoscevano la situazione italiana ed europea (Gary Burris e Garry Newton, tanto per citarne un paio) - si ragionava di trovare il miglior modo di coniugare uno sport di tiro con armi di tipo pratico con il diritto di possedere armi, arrivando alla conclusione che le due cose sinora separate dovevano per forza sposarsi. Perché se da un lato sport e attivismo in genere mal si mischiano, nel nostro caso tutto particolare fare sport tralasciando l'attivismo di tutela del diritto di possedere armi in modo legale e responsabile significa trovarsi presto senza gli strumenti necessari alla nostra passione, come sanno ormai benissimo in Inghilterra (divieto di armi corte e fucili semiauto) e Australia (più o meno la stessa solfa). In sostanza era ora di fare “quel passo in più” fornendo agli appassionati la possibilità di fare tiro pratico aiutando nel frattempo quelle associazioni i internazionali che si occupano di difendere il possesso legale e responsabile di armi.
Gary Burris, storico istruttore di tiro IDPA da sempre attentissimo ai diritti dei tiratori non USA, provò a chiedere il supporto dell'IDPA tre anni fa allo Shot Show e ci risposero picche (come fece del resto anche l'IPSC). E la risposta è semplice: le storiche associazioni internazionali di tiro sono troppo affezionate ai soldi che fanno per mettersi in un'altra battaglia, quella più importante, per difendere il diritto di possedere quegli strumenti che servono a praticarli e che in tanto vogliono levarci. Dopo i due niet arrivammo alla conclusione che ancora una volta avremmo dovuto fare da soli ed optammo per fondare un'associazione che coniugasse Queste associazioni ci sono e le più importanti certamente le cono- sin dal proprio Statuto, sport e sciamo ma la più attiva in termini diritto di possedere armi; era il di difesa del diritto di possedere Maggio 2011 e presso il ristoranarmi dei cittadino non a stelle e te Taste of Texas di Houston, strisce è sicuramente la Second famoso per essere il preferito Amendment Foundation che ha della famiglia Bush, nasceva la fondato proprio per questo la Lone Star Shooting Association International Association for the (LSSA), il cui board of directors si Protection of Civilian Arms Rights compone delle seguenti persone, (IAPCAR) che ha visto recente- oltre al già citato Gary Burris: mente l'arruolamento di molte associazioni di tiratori e collezio- -Garry Newton, infermiere professionale ed ex medic dei nisti europei. 26
ASSOCIAZIONI Berretti verdi USA; -Bob Wolff, ingegnere e grande esperto nell'organizzazione di match 3 gun; -Mike Willis, Istruttore della scuola di Brian Hoffner; -Mark Johnson, istruttore di tiro e proprietario di una scuola di defensive shooting per operatori della sicurezza; -Said Abou Merhi, commercialista e tiratore storico IDPA; Voglio subito chiarire che la LSSA è inquadrata come una 501 © 3 company, il che significa che non può fare profitti (come le nostrane no profit) e che deve per statuto adoperarsi nell'organizzazione di eventi sportivi per la protezione del possesso di armi legale e responsabile; in questo senso ci piace pensare che sia molto vicina al messaggio originale del mitico Jeff Cooper, fondatore ed ideatore dell'IPSC. Volevamo un'associazione che potesse organizzare ogni tipo di gara ed ogni tipo di disciplina (dal tiro con la pistola al tiro sniper al softair) e per farlo avevamo bisogno di un punteggio semplice e quindi rapido da calcolare in modo da consentire un veloce reset dell'esercizio anche quando sul campo erano state usate più armi (ad esempio pistola e fucile oppure pistola + fucile ecc. ecc.); ognuno di noi aveva esperienza con altri tipi di punteggio, dall'IDPA al IPSC, e ci rendemmo conto che quando si avevano tre armi sul campo i conteggi sembravano non finire mai, la gara non scorreva, si formavano i tanto temuti colli di bottiglia che affollano uno stage. Optammo quindi per un sistema tipo Paladin, inventato da un giornalista della rivista American Handgunner molti anni fa e rivisto da alcuni club che già facevano competizioni 3 gun; in sostanza si parte dal tempo base per l'effettuazione dell'esercizio e poi si aggiungono cinque secondi per ogni bersaglio non neutralizzato, dieci per ogni bersaglio non 27
minaccioso colpito (e quindi da non colpire) e quindici secondi per ogni bersaglio non ingaggiato. I bersagli si neutralizzano con un colpo nella zona centrale (contrassegnata da un cinque) o due colpi in ogni zona del bersaglio, lasciandovi decidere se preferire la precisione (con un colpo solo) o la velocità con due. I bersagli frangibili o abbattibili sono ovviamente neutralizzati quando sono rotti o abbattuti. Facile no ? Il tiratore finisce lo stage, il safety officer gli fa scaricare l'arma e subito è in grado di stabilire i punteggi (spesso senza neanche muoversi dalla propria posizione) e già può dichiarare lo stage sicuro in modo da poterne consentire il riattamento. Il sistema funziona alla grande e lo abbiamo dimostrato in più occasioni sia da quella che da questa parte dell'oceano, dove abbiamo organizzato ormai parecchi match nelle condizioni più difficili (anche sotto la pioggia) venendo
fuori alla grande da ogni difficoltà. Ma se dal lato USA certe discipline trovano sempre buona accoglienza, ciò non è detto nel vecchio continente dove ci sono le arcinote difficoltà dovute spesso alle titubanze, anche comprensibili, dei gestori dei campi di tiro dinamico, dovute principalmente alla potenza ed alla rumorosità delle armi lunghe in cal. 223. E per vincerle abbiamo dovuto iniziare molto in sordina con armi lunghe in calibro da pistola accoppiate a pistole e shogun mentre nel privato di un piccolo campo di tiro si sperimentava il tiro dinamico con le armi lunghe .223 cercando di valutarne l'utilizzabilità sul nostro territorio. Ma prima di tutto occorreva un portabandiera per la nostra disciplina e lo trovammo in Fabio Guerra che già investendo dei soldi di tasca propria che non sperava certo di recuperare organizzò una gara di 3 gun con armi lunghe in calibro da pistola, cui risposero circa 45 tiratori che finalmente avevano una possibi-
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lità di tirar fuori dalla cassaforte le proprie CX4 ma anche UZI e MP5. Fu un successo, una gara su 5 stages arbitrata dai safety bolognesi del Tactical Shooters Club che Gary Burris aveva preparato la settimana prima. Come detto il successo fu notevole ma non ci bastava ; volevamo allargare il numero dei safety officer certificati e far entrare una volta per tutte le armi in calibro .223; prendemmo al volo l'occasione con la gara successiva, sempre organizzata dal mitico Fabio Guerra al campo del mitico Esterino Magli, in cui si usarono le armi .223. Non che durante quell'anno fossimo stati con le mani in mano, tutt'altro. La sperimentazione fatta presso il nostro campetto bolognese ci aveva portato alla conclusione che il .223 crea problemi di fragore solo se la palla fa un lungo tragitto ma non ne crea affatto almeno non più di una pistola se il parapalle rimane nei 50 metri,
ASSOCIAZIONI distanza tipica del tiro dinamico con armi lunghe. La voce cominciava a girare e i direttori di campo iniziarono a far sparare con le armi in .223 e .308 in competizioni dinamiche che avevano molto successo, anche grazie al fatto che con un Norinco M4 si può avere un ottimo fucile “da battaglia” per meno di mille euro. Un altro grande risultato è stato il coinvolgimento del grande Ciro Zeno, vulcanico presidente del Cuneo Combat Club che accetto di organizzare un corso safety LSSA cui parteciparono dodici allievi che rendevano il club perfettamente autosufficiente sul piano dell'organizzazione delle gare. Ad oggi l'organizzazione italiana si basa su 3 club organizzatori
(Robin Academy club di Fabio Guerra, Cuneo Combat Club, Challenge Italia ASD) per espandersi al mondo del tiro dinamico softair atteso che il punteggio LSSA si presta molto bene alle gare di tiro 3 gun anche con le repliche giocattolo. Anzi, Gary Burris pensa che proprio il softair sarà lo strumento finale per avvicinare al tiro le nuove generazioni in quanto può dare loro la sensazione autentica dello sport senza le lungaggini burocratiche cui sono assoggettate le armi vere. Se volete sapere di più potete andare al sito WWW.LSSA.US che ha la traduzione in lingua italiana con tanto di regolamenti e documentazioni, foto e filmati. Prossimo appuntamento italiano il 7 ed 8 Luglio 2012 per National
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Rifle LSSA 2012 mentre a livello internazionale sarà da non perdere sarà il primo World 3-Gun Shoot che si terrà a Houston (Texas) nei giorni 12 e 12 Maggio 2013 in occasione della Convention NRA e che sarà organizzato su quindici stage con uno, ci dicono i soliti ben informati, in cui sarà possibile tentare un “assaggio” di tiro sniper a lunga distanza sulla distanza del miglio, padrino della manifestazione ovviamente il già citato Gary Burris. Affronteremo nelle prossime uscite le peculiarità del punteggio LSSA Paladin chiarendo quanto sia semplice da usare ed adattare ad ogni tipo di arma e di competizione (airsoft, sniper, shotgun ecc.) .
DI MICHELE SCHIAVO
EX ORDINANZA
UN POCO DI STORIA
Verso l’inizio degli anni 30 i progettisti dell’ esercito russo stavano cercando un nuovo fucile semiautomatico con cui rifornire l’armata rossa, vista l’inadeguatezza del Mosin-Nagant 1891. Nel 1936 vennero analizzati diversi prototipi realizzati da alcuni progettisti, che nel corso dei successivi anni sarebbero diventati nomi illustri nel settore armiero, Sergei Gavrilovich Simonov e Fedor Tokarev.
Inizialmente la gara venne vinta da Simonov con la sua carabina AVS-36, arma il cui progetto nacque nel 1930 e prevedeva un fucile automatico a presa di gas con pistone corto, camerato per la munizione 7.62x54 mmR. Le impressioni dei soldati furono però negative. Vennero criticati il caricatore troppo ingombrante, la poca controllabilità nel tiro a raffica ed il freno di bocca non riusciva a contenere l’esasperazione della munizione. Nel 1938 l’arma venne così abbandonata e si decise di indire una nuova gara. Simonov propose una versione aggiornata del proprio fucile, ma probabilmente per una scelta legata dalla amicizie e simpatie, la commissione, su indicazione di Stalin, votò per un nuovo prototipo proposto da Fedor Tokarev - l’ SVT-38. 30
Un fucile semiautomatico appartenente ad un progetto iniziato quasi 20 anni prima, anch’esso a presa gas a pistone corto ed otturatore scorrevole, presa di gas regolabile e predisposizione per il montaggio di un ottica. La produzione iniziò nel luglio 1939. Però anche questo fucile non venne apprezzato dall'armata rossa: poco gestibile nel tiro automatico, grandi problemi di alimentazione con sganci del caricatore; le fredde battaglie della guerra d’ inverno contro la Finlandia fecero si che il progetto fosse rivisto. Successivamente nel 1940 Fedor ridisegnò il fucile rendendone più semplice la produzione, modificando l'attacco del caricatore, semplificando il coprimano ed accorciando e spostando l'asta di pulizia sotto
la canna. La fabbricazione di SVT 38 terminò quindi nell’aprile 1940 dopo una produzione di 150'000 pezzi, per poi passare al rivisto modello SVT 1940. La nuova produzione iniziò a pieno regime nel luglio 1940 e, favorita dalla semplificazione produttiva, la produzione arrivò già a 70'000 in meno di sei mesi, sfruttando i 3 arsenali dell' Unione Sovietica: Tula, Izhevsk and Kovrov. Nel frattempo, vista l'esperienza passata dapprima con AVT e poi con l'SVT-38, gli arsenali di stato continuarono c o m u n q u e l a p r o d u z i one/conversione dei MosinNagant 1891-30. Durante l'invasione tedesca del 1941, la distribuzione degli SVT-40 aveva raggiunto una diffusione del 30% circa, ma a causa delle grandi perdite inflitte dai tedeschi durante i primi
Alcuni poster della propaganda sovietica dell’eopoca che ritraggono l’SVT40
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EX ORDINANZA
mesi di guerra, molti fucili furono depredati e successivamente riutilizzati dalle truppe germaniche con soddisfazione, tant’è che vennero anche accettati dalla Wehrmacht. I codici del SVT-38 e SvT-40 furono rispettivamente Selbstladegewehr 258(r) e Selbstladegewehr 259(r). Vista comunque la più rapida produzione dei Mosin-Nagant, e l'alto numero di armi richiesto dalle truppe, fu aumentata la produzione della carabina bolt-action a scapito del fucile semiautomatico. Si passò dal milione di pezzi prodotti nel 1941 ai soli 264'000 del 1942, anno in cui Izhevsk cessò la produzione per dedicarsi interamente ai Mosin-Nagant. Verso la fine del 1941 venne anche prodotta una versione sniper, dotata di ottica PE/PU, la stessa del MosinNagant; Solo 51'710 pezzi sniper vennero prodotti, caratterizzati dalla presenza delle fresature del receiver sia longitudinale, sia trasversale posta superiormente, che serviva per bloccare il perno passante dell'ottica; solo quest’ultima fresatura caratterizza le versioni sniper. La produzione del SVT-40 sniper cessò completamente nel 1942 e vennero pro32
dotti 51'710 pezzi. Nel 1940 anche una variante carabina venne prodotta in pochi pezzi, ma la produzione fu solo a scopo per lo più sperimentale, i pochi esemplari prodotti furono chiamati SKT-40. Nella seconda metà del 1941 la produzione rallentò considerevolmente in favore dei MosinNagant, vennero introdotte alcune semplificazioni di produzione, quali una nuova versione del freno di bocca realizzata con 4 fori, finiture di lavorazione più grezze, la fascetta per l'attacco della cinghia passò alla variante senza anello per quella frontale e quella realizzata con il foro nel calcio per quella posteriore, ma rimaneva comunque un’ arma complessa da realizzare, tanto che nel 1942 ne vennero prodotti solo 264'000 pezzi. Nel 1943, a causa della carenza di armi automatiche, una nuova variante automatica venne prodotta, differenziandosi per il pacchetto di scatto, dove la sicura fungeva anche da selettore di tiro. Queste armi furono comunque una delusione a causa dei problemi strutturali dell'arma, spesso si presentarono casi di rottura del calcio, rapido decadimento della canna. La produzione della variante automatica, AVT-40 non superò i 15'000 pezzi prodotti. La produzione del SVT-40 cessò completamente nel 1945,
In alto: la leva di sgancio caricatore sia in posione ripiegata lungo il calcio che in posizone aperta che permette lo sgancio del caricatore. A destra: il castello dell’arma con i numerosi punzoni, e l’otturatore, colore melanzana. Quest’ultimo in origine era acciaio naturale come gli sks, il colore brunastro rossiccio a cui simo abituati è frutto di un brunitura durante la riarsenalizzazione, ulteriormente condita con le scritte apenne elettrica della matricola.
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EX ORDINANZA dopo un totale di circa 1'600'000 pezzi prodotti tra SVT-38 e SVT40. TECNICA: Lo SVT-40 è un fucile semiautomatico a presa di gas. Alcuni accorgimenti tecnici d’avanguardia, fecero da capostipite per molte armi di successiva produzione talvolta fino alle armi moderne: -L’otturatore con chiusura di tipo scorrevole, presente poi nel SKS e nel SAFN e FAL della FN, ad esempio. -Camera di cartuccia con solchi di contropressione per facilitare il distacco del bossolo dalla parete, ripreso poi anche nella famiglia G3 dell’HK. -Valvola presa gas regolabile. -Riarmo tramite pistone a corsa corta, soluzione che permette l’apertura dell’otturatore con pochi pesi in movimento, garantendo minor squilibrio dell’arma nel momento del riarmo. -Caricatori con alta capacità di fuoco rapidamente intercambiabili. L’arma è completamente realizzata con parti lavorate dal pieno, persino il paraluce del miri-
In alto: la mira regolabile a scorrimento. Al centro: anno di produzioneed arsenale assieme ad altri punzoni. le lavorazioni sono decisamente più che rustiche A sinistra: la leva sella sicura e il realtico scasso nella calciatura di legno.
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In alto e a sinistra: otturatore e portaotturatore, originariamente la finitura era acciaio natuale; completamente ribruniti in tutti gli esemplari riarsenalizzati hanno assunto il caratteristico colore bruno violaceo. Sotto: estremità della canna con il blocco mira frontale ricavato dal pieno, l’attacco baionetta , e lo spegnifiamma a 4 fori, di tipo piÚ recente. Nella pagina a fianco invecie un dettaglio dello spegnifiamma a 12 aperture di primo tipo.
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EX ORDINANZA
Asinistra, il pacchetto di scatto smontato comprende lo sgancio caricatore, il ponticello e la la sicura. In basso: un particolare della presa gas regolabile in 5 posizoni trtamite un nottolino pentagonale con indicata su ogni faccia l’apertura, e la chiavetta multiuso impiegata anche per la sua regolazione. Si noti il foro pentagonale; apposta per regolare la presa gas
no e la leva della sicura; Il pacchetto di scatto presenta una leva di sicura di tipo a bandiera, dove nella posizione verticale impedisce fisicamente l’arretramento del grilletto. Ruotando la leva della sicura verso sinistra si libera la corsa del grilletto.(nelle versione automatica AVT, se ruotata verso destra, invece, abilitava il tiro in modalità automatica. Con il selettore nella parte automatica, il grilletto indietreggia maggiormente e fa si che il disconnettore non riesca ad eseguire il trigger reset). Una volta premuto il grilletto, questo, per mezzo di una leva sgancia il cane, tenuto in tensione da una molla; da notare che in quest’arma è anche presente una sicura all’otturatore, composta da un secondo leveraggio che lascia libero il cane solo nel momento in cui l’otturatore è completamente abbassato in chiusura. Il cane, una volta liberato, impatta sul percussore, anch’esso ricavato dal pieno, il quale sbattendo contro l’innesco della munizione ne causa lo sparo. La canna è lunga 625mm e presenta 4 rigature destrorse, verso la parte terminale presenta il foro della presa gas. Nel momento in cui il proiettile oltrepassa il foro, i gas presenti nella In questa pagina: la presa gas regolabile ed il pistone a corsa breve, un elemento innovativo non da poco nel progetto di Tokarev. In alto, la preza gas con il carter superiore montato, subito sotto col carter superiore smontato. Sotto ancora il pistone in posizone arretrata. Qui a fianco invecie si noti il pistone, sempre in posizone arretrata, il dettaglio della molla di riotrno sotto il blocco mira. Attraverso il reciever il pistone spunta nela parte posteriore dove trasmetteva il moto all’otturatore.
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Sopra: rimosso il carter di protezione del castello si scopre il portaotturatore e la molla di riarmo composita . Estrando otturatore e portaotturatore si scoprono le rotaie, l’espulsore, e la finstra attraverso cui fa capolino il cane armato. Sotto: la parte poteriore del receiver con la leva che scopre il oro per smontare il pacchetto di scatto.
parte retrostante ne fuoriescono e causano l’arretramento di un pistone, il quale tramite una asta lunga quasi tutta l’arma spinge indietro il porta otturatore. Nella parte frontale è presente il dado esagonale per la regolazione del foro del passaggio gas, i valori sono 1.1, 1.2, 1.3, 1.5 e 1.7 , su valori maggiori, maggiore è il diametro del foro e maggior forza all’impulso sulla asta per il riarmo. Sulla volata è presente un freno di bocca, realizzato inizialmente con 6 tagli laterali destrasinistra, per essere modificato successivamente con un modello a 4 fori laterali. L’impulso dato al pistone d’armamento fa indietreggiare il porta otturatore il quale, per mezzo di due binari sgancia 37
,sollevandolo, l’otturatore vero e proprio. Quest’ultimo estrae il bossolo esploso che si è facilmente staccato dalla parete della camera di cartuccia per la presenza dei solchi di contropressione. Questi hanno lo scopo di far fuoriuscire una piccola parte dei gas di combustione lungo la parete del bossolo, in modo da bilanciare la differenza pressoria tra l’interno e l’esterno assicurandosi che quest’ultimo non aderisca alle pareti della camera di cartuccia. Durante la fase di ritorno dell’otturatore il bossolo continua il suo movimento, con l’otturatore ad esso vincolato per mezzo dell’estrattore e viene espulso quando il suo fondello entra in contatto con l’espulsore. L’otturatore, comunque contrastato dalla molla di recupero alloggiata all’interno dello stes-
Tipico dell armi russe; spartane essenziali e semplici, 2 atrezzi ed una cartuccia il necessario per amontare il fucile nelle parti principali. Nell’immagine atutta pagina un dettaglio della leva posteriore che scopre il foro col perno per lo smontaggio del pacchetto di scatto, operazione da fare con una cartuccia come si vede nel dettaglio in alto nella pagina seguente. Anche la rimozione del carter superiore, della molla di riarmo composita sono semplicie e veloci e permettono di estrarre il blocco portaotturatore e elo stesso otturatore che vi alloggia.
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so, infine riarma il cane. Durante la fase di chiusura viene prelevato e camerato un nuovo colpo. Il caricatore è da 10 colpi e può essere caricato tramite le piastrine da 5 colpi del MosinNagant.
SMONTAGGIO: Innanzi tutto, rimuovere il caricatore, abbassando la leva di sgancio, e verificare che l’arma sia scarica. Dopo di che iniziare lo smontaggio del fucile Tokarev 1940 ruotando l’aletta presente sul retro della culatta e premendo il cilindro da quest’ultima protetto. A 40
questo punto il pacchetto di scatto si svincola dall’arma. Successivamente spingendo in avanti il coperchio copri otturatore, lo si porta ad una posizione in cui può essere svincolato dalla culatta ed alzato, prestando attenzione alla molla principale. Svincolare anch’essa, ed portare indietro il porta otturato-
re fino al punto in cui non è trattenuto dalle guide ed alzarlo. Per la parte anteriore, togliere l’asta di pulizia, premendo il pulsante di blocco posto sull’attacco della baionetta, sfilare l’anello porta cinghia ed infine alzare la parte posteriore del lamierino para calore. Togliere il copricanna in legno spingendolo in avanti. Portare indietro il tubo della presa gas verso l’otturatore per poterlo estrarre dal cilindro della presa gas.
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Sopra la clip da 5 colpi, la stessa del fucile mosin nagant. L’svt 4’ poteva essere ricaricato o cambiando il caricatore da 10 colpi, oppure rimpiendo lo stesso dall’alto tramite le clip da 5 colpi grazie all’apposita fessura che si trova sul carter di protezione ( dettaglio foto in basso)
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SVT-40 Sopra: un svt con spegnifiamma di primo tipo e la sua baionetta, altrettanto rustica ed essenziale. Sotto:camera di scoppio, elevatore del caricatore e la tutt’altro che raffinata rampa di alimentazione.
Calibro: 7.62x54 mm R Funzionamento: recupero di gas, pistone corsa breve lunghezza totale: 1226 mm Lunghezza canna: 625 mm Peso: 3.85 kg Alimentazione:caricatore amovibile da 10 colpi o clip da 5 colpi
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DI DIEGO RUINA
TECNICA Colorare un arma o realizzarvi sopra delle livree, sebbene non sia un operazione particolarmente complessa o che richieda particolari attrezzature necessita comunque di un minimo di conoscenze tecniche sui colori ed il loro impiego, compatibilità e
la deformazione o in casi estremi lo scioglimento dei primi, e di certo causerebbero gravi danni agli strumenti ottici. bisogna verificare che il tipo solvente contenuto nel colore non risulti chimicamente aggressivo sul materiale con cui entrerà in contatto; certi polimeri derivati di plastica e gomma letteralmente si sciolgono o ammorbidiscono durevolezza per poter otteCOLORI... E COLORI sotto se bagnati da certi solventi. nere risultati apprezzabili Prima di mettere mano a pennelli In altri casi altri casi alcuni tipi di e duraturi. rulli da imbianchino e colori vari colore non hanno capacità In base al risultato deside- per trasformare il nostro fucile in aggrappanti su certi materiali e opera di arte contemporanea è rato, al materiale scelto, ed assolutamente essenziale fer- richiedono o la scelta di un altro materiale o la corretta preparaal tipo di colore ci saranno marsi e raccogliere alcune infor- zione per garantire un aggrapprocedure più o meno com- mazioni tecniche sui materiali e paggio corretto e sufficente. Infine è fondamentale conoscere plicate che cercheremo di sui colori che vogliamo usare. Non tutti colori infatti sono uguali, i tempi ed i modi di essiccazione illustrare p a r t e n d o i loro componenti chimici, even- per poter lavorare correttamente dall’uso di normali colori a tuali trattamenti termici necessari con i colori senza poi danneggia“freddo” come in questo all’indurimento e le loro proprietà re il risultato. articolo sino all’impiego possono renderli più o meno adat- Detto cosi può spaventare ma sono informazioni facilmente di colori che necessitano ti alla colorazione di un oggetto reperibili anche nei colorifici al in base al suo materiale ed al suo momento dell’acquisto dei colori trattamenti di preparazioutilizzo. ne della superficie e di cot- Caratteristiche come la parziale stessi. Va comunque sottolineato che tura ad alte temperature flessibilità di un oggetto richiedo negli ultimi anni sul mercato sono per la corretta essiccazio- l’impiego di colori che non cristal- apparsi numerosi prodotti dedilizzino e diventino troppo rigidi, cati appositamente alla colorane. col rischio di scheggiarsi all mini- zione e personalizzazione delle Va da se che la natura ma flessione, un oggetto plastico, armi che garantiscono un ottima dell’oggetto o elemento o in materiale sintetico, o un resistenza finale ed un ottimo che andremo trattare ci oggetto delicato come un ottica aggrappaggio su metalli e materiali sintetici. Purtroppo non si obbligherà a scegliere pro- non potrà essere dipinto con ver- tratta sempre di colori economici dotti che richiedano tratta- nici che richiedono cotture a tem- ma la resa è decisamente ottimaperature di anche 150° C, che le . Questi prodotti, variano dalle menti compatibili per non potrebbero causare l’alterazione normali vernici alle finiture cera45
miche, alcuni necessitano cottura altri invece sono bicomponenti che si seccano a temperatura ambiente. Le pallette offerte sono molto vaste, dalle tinte militari classiche molto opache alle più vistose e sgargianti tonalità di rosso, giallo, rosa..blu .....che essendo miscelabili tra di loro danno la possibilità di ottenere qualunque tono sia desiderato. COLORAZIONE PERMANETE O TEMPORANEA ? Prima di partire e colorare credo sia una buona cosa chiedersi almeno 4 volte se davvero siamo convinti e ci piace quello che vogliamo fare..... in alcuni casi la sverniciatura è praticamente impossibile se non tramite smontaggio e sabbiatura meccanica di tutti gli elementi, quindi in caso di dubbi.....magari optare per l’impiego di una soluzione non definitiva, realizzata magari con appositi colori amovibili per armi; una soluzione più spiccia, veloce che richiede una preparazione dell’arma meno complessa e laboriosa che dà un risultato A lato: immagini di armi colorate sul campo con degli spray, spesso di fortuna, altre volte amovibili. Usura segni e danni sul colore sono ben visibili anche a causa dell’uso intenso dell’arma, sulle nostre versioni da salotto tale usura si può aspettare che si crei col tempo oppure darle una mano noi artificialmente..... Sotto: un set di colori amovibili comprensivo di finto rametto in gomma da aquario per creare un pattern.
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TECNICA anche molto diverso. I colori amovibili, di solito disponibili in bomboletta e spesso impiegati anche dai militari hanno il pregio di essere presi e spruzzati ignorantemente sull’arma come si preferisce usando direttamente il getto o magari foglie rametti ed altro per creare effetti mimetici. Seccano in fretta sono generalmente opachi sino a quando non si levigheranno con lo sfregamento di mani o abiti ma soprattutto con l’uso si scheggeranno, consumeranno, e rovineranno facendo affiorare man mano il colore originale della base. Se da un alto questo non è il massimo dell’estetica.... va detto che dopo breve si avrà un fucile vissuto ed invecchiato esattamente come quelli che si vedono in mano ai militari nei teatri di guerra odierni. Poi; il giorno che ci siamo stufati, in genere con un apposito solvente spray che generalmente non rovina ottiche e parti in gomma potremo rimuovere pazientemente il colore e tornare allo stato originale. PATTERN E MOTIVI VARI Colorare un arma tinta unita è una cosa, realizzare un pattern mimetico di qualunque tipo è e tutto un altro discorso. Se si decide di intraprendere questo tentativo possiamo sbizzarrirci nei più svariati effetti mimetici e nel metodo per ottenerli. In pratica si può dire che ogni strumento oggetto e procedura è buona per ottenere un l’effetto voluto.... quindi largo alla fantasia. Quello che differenzierà maggiormente la procedura per ottenere il nostro motivo è la presenza di bordi sfumati o netti. i primi, più veloci da fare possono essere realizzati a mano libera spruzzando direttamente i colori In questa pagina: alcuni esempi di pattern ottenuti con colori specifici per armi.
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da bomboletta o aerografo, oppure impiegando mascherature volatili, oppure altri oggetti che creino una trama semplicemente appoggiati al superficie. In questo caso rametti, foglie, reticelle di corda o metallo, bastoncini , sagome di carta e qualunque altra cosa impiegata come mascheratura mobile lascerà uno stampo più o meno marcato in base alla distanza a cui sono posti dall superficie da colorare. L’effetto finale sarà dato dal sovrapporsi delle varie tinte applicate in passaggi successivi dopo aver posizionato le mascherature mobili nella posizione voluta; in caso di piccole mascherature anche di carta, un piccolo pezzo di scotch di carta può aiutare a tenerle in posizione mentre si spruzza, l’importante è che al momento della stesura del colore la tinta precedente sia perfettamente secca ( ecco perché per realizzare mimetiche sono preferibili colori che asciugano in fretta). Per realizzare invece pattern dai bordi netti la procedura è più complessa e lunga, dato che si deve ricorrere all’uso di mascherature adesive fisse fatte su misura ( l’uso del pennello è escluso a priori...). Tali maschere potranno essere realizzate in vari materiali che presentino una buona flessibilità, elevata finezza per adattarsi alle superfici e soprattutto che abbiano un potere adesivo appena sufficente a rimanere in posizione senza lasciare tracce di adesivo sul fondo al momento della rimozione. Un adesivo troppo forte rischierebbe di scheggiare il colore sottostante. Esistono nel campo dell’aerografia speciali materiali, venduti in rotoli che sono delle pellicole a bassa adesività trasparenti da intagliare posizionare, risultano ottime anche in questo caso, oppure si trovano altri materiali che possono adattarsi all’uso impiegati nel campo della serigrafia della stampa digitale
In alto: altro esempio di colorazione ottenibile con mascherature e stencil, Sopra: le pallette disponibili sono estremamente varie. A lato: un altro set comprensivo di colori e mascherature
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TECNICA Nastri adesivi per mascherature, poco adesivi e molto sottili, la larghezza varia da meno di un mm a diversi cm.
Pellicola trasparente a bassa adesività in rotoli per aerografia.
Gomma liquida, o mascherante pelabile, usato in grafica aerografia e modellismo.
etc, si tratta spesso di pellicole adesive di vinile usate per realizzare adesivi . Recentemente sono state immesse sul mercato da alcune ditte delle mascherature già fatte, realizzate proprio con dei vinili adesivi pretagliati e vendute a metro o in confezioni già con i colori per realizzarle. Anche una forma di carta tenuta in posizione con un dito può andare bene...... Del comune nastro di carta tagliato e sagomato... per riprodurre bordi dritti ( o proteggere le parti da non colorare) è sempre un ottimo metodo. Un ultimo materiale derivante dal modellismo e dall’aerografia è la gomma liquida, piuttosto costosa e quindi poco adatta alle grandi superfici è un mascherante pelabile che non attacca , in pratica una gomma liquida densa da stendere a pennello che si asciuga in poco tempo, si stende il colore poi una volta asciutto tutto si rimuove scoprendo la tinta sottostante. La possibilità di stenderla con un pennellino in piccole quantità dà la possibilità di riprodurre anche disegni o effetti molto particolari. Un’altra possibilità è data dall’impiego di Stencil pretagliati, di ogni forma e dimensione queste sagome intagliate rappresentano ogni tipo di soggetto, simbolo, lettera e logo . In plastica o carta, adesivi e non, riutilizzabili o usa e getta..... ce ne sono per tutti gusti!
Stencil pretagliati di ogni forma e tipo.....
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PIXEL CAMO....FACCIaMO LE MASCHERE Nel nostro specifico caso sia per la scarsa disponibilità di reperire maschere pretagliate che per divertimento ho provveduto a realizzare prima la maschera vettoriale poi la ho fatta intagliare mediante plotter da taglio su un foglio di vinile adesivo da un centro stampa che realizza ed intaglia adesivi. Sono partito realizzando un motivo tipo con un programma di grafica vettoriale, in questo caso un insieme di quadratini e rettangoli ripetuti più volte in diverse dimensioni forme e misure, moltiplicandoli e ruotandoli sino ad ottenere un forma sufficentemente complessa. I vari elementi li ho poi fusi in un unica forma vettoriale che a sua volta ho moltiplicato e unito sino a creare un decina di “macchie “ di diversa dimensione e forma. Ho poi disposto le varie “macchie“ all’interno dello spazio di un foglio A1 avendo cura di lasciare tra una el’altra almeno 10-12 cm di spazio in modo da avere poi
un bordo sufficente a proteggere l’intorno dallo spruzzo di colore. Ho così riempito il foglio duplicando ed incastrando le macchie. Ho poi portato il File in un centro di stampa digitale che mi ha tagliato un paio di fogli di vinile bianco sottile seguendo le linee dell “macchie”. La stessa cosa può essere fatta con qualunque forma regolare o irregolare, sia di machie o disegni anche piccoli e con curve nette, il plotter da taglio ha una notevole precisione e non ha problemi a ricreare forme molto complesse. La pellicola al momento dell’uso verrà rimossa dal supporto come un adesivo, vista la complessità si dovrà staccarla in più punti aiutandosi con una lama ben affilata. Delle maschere cosi ottenute si può impiegare sia il positivo che il negativo in base a quello che si deve fare. Il negativo, è la parte interna, la macchia per cosi dire, verrà impiegata quando dopo aver dato un colore si vuole realizzare una sagoma di quella forma nel colore successivo, in questo
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caso la macchia servirà a proteggere la porzione di superficie gia colorata. Il positivo, ossia la maschera cotraria, al contrario , ossia per realizzare una macchia di un colore su un fondo di colore gia dato. Questa differenza è utile perché in molti casi una mimetica complessa come questa necessita di essere programmata come sequenza di colorazione e potrebbe essere necessario lavorare alternativamente in positivo negativo in più passaggi.
Sotto: le maschere ottenute dall’intaglio del vinile bianco, vista la complessità è necessario staccarle con cura ed aiutarsi con un lama ben appuntita. Nel caso la forza adesiva del vinile sia troppo alta si può attaccare staccare un paio volte la maschera su un pezzo di stoffa per farle perdere una parte di potere adesivo. Se staccata con cura dopo l’uso e risposizionata sul supporto la maschera può essere usata più di una volta.
TECNICA
VERNICI E PRIMER CONTENGONO SOSTANZE TOSSICHE E SOLVENTI C H E S E N E B U L I Z Z AT I TRAMITE AEROGRAFI E PISTOLE SPRUZZATRICI O B O M B O L E T T E S PA R Y VENGONO DISPERSI NELL’AMBIENTE E RESPIRATI, E’ QUINDI OBBLIGATORIO ESEGUIRE QUESTE OPERAZIONI IN LOCALI SEPARATI DALLE STANZE DI ABITAZIONE ( GARAGE, OFFICINE ETC ) CON UN AMPIA AREAZIONE ED INDOSSANDO SEMPRE M A S C H E R E D I PROTEZIONE ADEGUATE, SEMPRE PER LA NATURA CHIMICA DEI SOLVENTI E ’ O P P O R T U N O PROTEGGERE OCCHI E MANI DA SCHIZZI E COLATURE CON GUANTI ED OCCHIALI DI PROTEZIONE. S P E S S O Q U E S T I PRODOTTI POSSONO ESSERE INFIAMMABILI, QUINDI EVITARE FIAMME VIVE E DI FUMARE VICINO AD ESSI. L’ AT T R E Z Z AT U R A VA ACCURATAMENTE PULITA E LAVATA CON I SOLVENTI CON UNA CERTA CADENZA O N D E E V I TA R E C H E POSSANO MANIFESTARSI P R O B L E M I E MALFUNZIONAMENTI, I SOLVENTI IMPIEGATI NON VANNO ASSOLUTAMENTE GETTATI NEGLI SCARICHI O NELL’AMBIENTE MA RISPOSTI IN CONTENITORI E SMALTITI NEGLI APPOSITI
LUOGHI. DURANTE L’IMPIEGO D QUESTI PRODOTTI E’ BENE T E N E R E L O N TA N O BAMBINI ANIMALI ED EVENTUALI “SPETTATORI” SE NON MUNITI DI PROTEZIONI. L’AUTORE E LA RIVISTA NON SONO RESPONSABILI PER DANNI A COSE O PERSONE DERIVATE DA UN USO NON CORRETTO DI ATTREZZATURE E PRODOTTI MOSTRATI IN QUESTO ARTICOLO.
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MASCHERA PER VERNICIARE: una semplice mascherina antipolvere è assolutamente inutile nella verniciatura a spruzzo, è quindi necessario procurarsi un maschera con filtri adatti reperibile in ferramenta o colorifico per un costo variabile da 20 a 40 euro che garantisca opportuna protezione, una normale mascherina antipolvere può comunque essere indossata sotto la maschera con i filtri.
La colorazione a spruzzo, ossia tramite la nebulizzazione del colore grazie ad un getto d’aria è senza dubbio tra i metodi realizzabili in casa quello che può garantire risultati migliori, per resa, uniformità e finezza. Grezzamente imitato dalle bombolette spary mai potrà essere eguagliato da queste ultime o dal pennello per la realizzazione di campiture lisce, uniformi sfumature perfette e strati di colore finissimi ma perfettamente coprenti. Escludendo pistole per verniciatura di grandi dimensioni che difficilmente ci tornerebbero utili è bene conoscere le differenze tra gli strumenti che possono trovare un utile applicazione su lavori in piccola scala domestici. la dimensione del’aerografo e le sue caratteristiche determinano la tipologia di lavoro per cui esso è nato, si parte da quelli più grossi, che sono delle piccole pistole per verniciatura ( immagine in alto, circa 60-100 euro per un buon prodotto di marca) che permettono grazie gli ugelli intercambiabili che vanno 2-2,5mm per i più grossi, 0,9-0,8 mm per i più fini (indica il diametro del foro da cui fuoriesce il colore più piccolo più piccolo è il getto di colore) di realizzare un getto che va da 2-3 cm a 10-15 cm massimo, la calciatura di queste pagine è stata realizzata con uno di questi. Hanno una buona autonomia di lavoro grazie al serbatoio capiente; e grazie alla doppia azione permette tramite la regolazione contemporanea di flusso di aria e quantità di colore sono estremamente versatili potendo fare lavori molto fini e delicati come coperture più pesanti ed ampie. Si passa poi ad un semplice aerografo a singola azione, ( il secon-
do dall’alto) più piccolo, con autonomia molto inferiore capace di creare getti di colore che coprono un area di 4-6 cm, sono i più semplici ed economici, non hanno regolazioni o flussi regolabili, si schiaccia e il colore esce..... variando un leggermente la pressione all’origine si possono ottenere alcune variazioni di dimensione o grana ma sono molto ristrette, i più economici partono dai 20 euro sino ai 60-70. E’ proprio con uno da 17 euro che applico solitamente il gunkote, colore che va dato in sottilissimi strati. Si arriva pi alle aeropenne, il terzo dall’alto, più costosi ( anche diverse centinaia di euro) e meccanicamente precisi, i modelli più fini riescono a fare linee poco più grosse di un capello, si usano in grafica ed illustrazione , necessitano di colori con pigmenti finissimi ad alta diluizione visto che gli ugelli che usano hanno un foro di 0,2-0,1mm. Tali strumenti vanno poi collegati al compressore, non serve un compressorino dedicato ad aerografo, ( quarta immagine dall’alto, notare le dimensioni rispetto l’aerografo) anche perchè con i suoi 2-3 bar difficilmente ci facciamo andare il primo modello descritto. Un compressorino da officina ( foto in basso) di media dimensione anche se più rumoroso è perfetto per alimentare sia i modelli più grossi, sia per sopperire alle piccole necessità casalinghe e; con aggiunto un manometro più sensibile su un uscita che lavori da 0 a 3 bar possiamo usarci anche un aeropenna. Questi prodotti si possono trovare presso colorifici, negozi di belle arti, centri fai da te negozi di modellismo o ferramenta ben fornite. 52
TECNICA FASE 1 PREPARAZIONE DEL CALCIO dopo aver smontato e rimosso tutte le parti mobili si deve lavare accuratamente il calcio sgrassarlo e pulirlo con del solvente facendo attenzione a parti in gomma o delicate. dopo averlo fatto asciugare all’aria si provvederà a mascherare con del nastro di carta le parti che non dovranno essere verniciate. un ultima passata prima della verniciatura con del solvente per rimuovere eventuali tracce di sporco grasso e untuosità lasciate dalle mani. da questo momento sarebbe bene usare sempre guani di lattice puliti per non lasciare tracce sulla superficie.
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FASE 2 STESURA DEL PRIMER In molti casi è bene accertarsi che non sia necessario stendere una mano di primer prima di iniziare la colorazione effettiva. Il primer ha 2 scopi: quello di rendere la superficie uniforme ed evidenziare difetti o imprecisioni che necessitino stuccature o aggiustaggi, e quella di aumentare la capacità aggrappante della colorazione finale. Per ogni base e per ogni tipo di colore che sarà succesivamente steso esistono dei primer specifici. Nel caso la primerizzazione evidenzi difetti, si procede alla stuccatura e successiva carteggiatura con carta da carrozziere da usare bagnata di varie grana, una volta finito si deve spolverare bene la superfice e dare un altra mano di primer. Se il problema non è risolto, si deve rifare tutto il passaggio . Il primer come tutte le vernici solitamente deve essere diluito in maniera corretta per essere impiegato su aerografi e pistole a spruzzo, ogni prodotto ha una diluizione ottimale indicata sulla confezione. Un prodotto più denso verrà spruzzato più difficilemente, rischierà di intasare lo strumento e darà una superficie ruvida ed irregolare, uno troppo diluito richiederà numerose mani di colore prima di coprire a sufficenza. Qualunque prodotto si stia spruzzando questo ha una comportamento diverso, ecco perché è bene provare prima su una superficie che non sia l’oggetto da realizzare. E’ sempre bene stendere più mani sottili che una sola più spessa in questo modo si ottengono strati molto più fini a colore asciutto, una maggiore resa, si evita il rischio di colature e le mani si asciugano in minor tempo. Tra una mano e la successiva è OBBLIGATORIO ATTENDERE L’ESSICAZIONE COMPLETA DEL COLORE
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TECNICA FASE 3 STESURA DELLA PRIMA MANO DEL COLORE DI FONDO ED APPLICAZIONE DELLE MASCHERE Una volta determinato quale è il colore di fondo ( in questo caso il verde scuro) si può procedere alla sua stesura. E’ importante sistemare i pezzi su dei supporti che permettano di maneggiarli senza toccarli direttamente e poterli appoggiare ben stabili su un piano, in questo caso, pinze, mollette, supporti di legno o filo metallico.... qualunque cosa va bene purchè sia stabile. Si procede poi alla corretta diluizione del colore col solvente, è bene non aggiungere il solvente al barattolo origina ma reperire dei barattoli di metallo vuoti con chiusura presso il colorificio ed allungare la dose necessaria, per non esagerare si aggiunge un poco di solvente alla volta si ad avere una miscela abbastanza fluida, come per il primer le dosi sono indicate sulla confezione. Dopo aver riempito il serbatoio dello spruzzatore si regola la pressione del compressore e si fa una prova su una superficie, la distanza media deve essere di 30-40 cm massimo 50, il getto deve risultare pulito ed omogeneo. Se arrivano sulla superficie delle gocce grosse e separate la pressione è bassa o il colore troppo denso. Per applicare il colore si deve procedere in maniera uniforme senza insistere sulla zona e per evitare colature, è bene procedere con passate da destra a sinistra dal basso verso l’alto, iniziando e finendo lo spruzzo sempre fuori dalla superficie che si sta colorando. Possono essere necessarie 2 mani colore, meglio 2 mani leggere che una spessa e densa Una volta che il colore è ben asciutto si procede all’applicazione delle maschere che proteggeranno le zone corrispondenti alle macchie verdi. Nel posizionarle è bene stare attenti all direzione ed all’ allineamento, e cercare di distribuirle in maniera omogenea. In questa operazione si usa il negativo della maschera.
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FASE 4 STESURA DELLA SECONDA MANO, Si dà una controllata a tutte le maschere che siano ben attaccate i bordi non siano alzati, se il colore dovesse filtrare sotto la maschera il risultato sarebbe compromesso. Dopo aver pulito l’aerografo con del solvente lo carichiamo col nuovo colore opportunamente diluito e ricopiamo i pezzi con uno strato di colore fine ed uniforme. Ora che si lavora con le maschere è ancora più importante realizzare strati fini e non causare accumuli di colore.
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TECNICA FASE 5 RIMOZIONE DELLE MASCHERE E LEVIGATURA BORDI Una volta asciugato il colore ( si sono scelti colori nitro apposta per la loro velocità di asciugatura) si procede con estrema attenzione e l’aiuto di una lametta a rimuovere le maschere. Per quanto fine sia lo strato di colore resterà sempre un piccolo bordo sulla linea di demarcazione, per renderla più morbida con una paglietta si passa in maniera leggerissima la calciatura verificando col dito che lo scalino diventi meno vivo. Eventuali tracce di adesivo si possono rimuovere con una pezza imbevuta di alcool.
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FASE 6 REALIZZAZIONE MACCHIE VERDE CHIARO Usando questa volta il positivo della maschera andrò a posizionarle una alla volta sulla superficie nella posizione corretta e spruzzando poi il colore. Per fare un lavoro di dimensioni più ridotte si può impiegare p un aerografo più piccolo, oppure se previsto dallo strumento montare un ago più fine calare la pressione e lavorare più vicino con uno spruzzo più piccolo. il colore impiegato sarà molto poco e si asciugherà in pochi minuti, permettendoci così di staccare la maschera e passare subito alla macchia successiva. Una volta realizzata tutta la maculatura aspettiamo qualche ora per una più completa asciugatura e pagliettiamo leggermente i bordi per ammorbidire lo scalino.
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TECNICA FASE 7 REALIZZAZIONE MACCHIE PIÙ PICCOLE Con lo stesso principio andiamo ora a realizzare altre macchie con i 3 colori alternandoli in maniera che si sormontino in ordine e posizione casuale varie macchioline più piccole, la cui sagoma vada a spezzare quella delle precedenti. Ecco perché nel foglio di vinile sono state intagliate almeno una decina diversa di tipi di macchie, le quali poi ruotate o girate daranno origine ad una grande varietà di forme. E’ anche possibile ottenere machere diverse tagliandole ed incollandole tra loro, nell’immagine una maschera positiva è stata parzialmente coperta con dei pezzi di maschera negativa lasciando libere solo alcune macchioline le quali sono state spruzzate in vari punti a volte verde scuro a volte verde chiaro a volte color sabbia. Una volta terminato si lascia asciugare e si dà un ultima pagliettata.
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FASE 8 MANO PROTETTIVA ED EFFETTO BUCCIA D’ARANCIA Anche se il nitro è un colore resistente ho preferito dare una mano protettiva più forte. Per farlo ho usato del bicomponente trasparente semiopaco da carrozzeria, colore che fa presa sul nitro ed è resistente solventi più del nitro. Quest’ultimo è un prodotto parecchio costoso, quindi conviene andare da una carrozzeria e chiedere se possono venderne una piccola quantità ( 2-3 etti possono bastare per più di un lavoro). se Acconsentono è bene procurarsi un barattolo in vetro o metallo con chiusura ermetica per il colore ed uno per il catalizzatore che dovranno darvi pesato in proporzioni ben precise. I 2 componenti vanno mescolati solo prima di essere spruzzati, una volta unito il catalizzatore al colore esso si asciugherà anche se tenuto chiuso dentro un barattolo. Eventuale diluizione o pulizia aerografo si fa con del nitro. In mancanza di questo colore possiamo usare anche del nitro trasparente, tenendo conto che potrebbe però ingiallire un poco col tempo. Per la finitura del calcio ho deciso di realizzare un effetto ruvido abbastanza accentuato.
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TECNICA Per ottenerlo ho tenuto il colore un poco più denso del necessario, diminuito notevolmente la pressione dell’aria ed allontanato la pistola dalla superficie e dato passate molto leggere in modo che il colore arrivi sotto forma di goccioline semiasciutte molto rade che si seccano quasi subito. Ho dato più mani senza mai insistere nello stesso punto perché altrimenti le goccioline si uniscono e si sarebbe formato la superficie liscia. dopo 3 mani intervallate da mezz’ora circa ho lasciato sciugare per un pomeriggio intero in una zona ben ventilata. Ad asciugatura ultimata ho eliminato le protezioni e le mascherature che proteggevano le parti interne dell’allogiamento. Prima di riassemblare tutto ho verificato che non si fossero formati spessori o depositi di colore che intralciassero il rimontaggio dei componenti, in caso, con lima e carta abrasiva vanno eliminati.
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TECNICA
Alcuni dettagli della calciatura finita e l’arma rimontata, di certo è una realizzazione laboriosa ma il risultato è davvero vistoso!
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DI FABIO GUERRA
GARE LSSA Italian 3 gun Nationals, Brescia 17 Marzo 2012, 4 stage, più di cinquanta partecipanti con tre armi …. questi i numeri del LSSA National 3 gun championship, organizzato per il secondo anno consecutivo dal Robin Academy Club di Brescia sotto la guida di Fabio Guerra, match director l’americano Gary Burris, presidente di LSSA. La gara, come accade anche negli USA è basata su 4 stage, numero ridotto di stage rispetto ad una normale gara di pistola in considerazione del fatto che sul campo ci sono 3 armi contemporaneamente e i tiratori hanno dovuto usarle tutte in ogni stage. Il numero limitato di stage non è però una regola ferrea ma piuttosto dipendente dalle forze dell’organizzazione; negli USA ci sono gare che di stage ne hanno 15 o 16 ma necessitano anche di una cinquantina di safety officers che piantonano il proprio stage in aliquote da 3; un numero di persone che difficilmente riusciremmo a raggiungere in Italia (nelle gare di sola pistola due safety per stage bastano e avanzano) anche in considerazione che non in tutte le aree di tiro di un poligono si possono usare le armi in 223 (anche se in questo caso potremmo limitarci a spararci con pistola, shotgun e minirifle). La situazione italiana non è quella del Texas (dove pure i poligoni hanno i loro problemi) ma se vogliamo toglierci davvero la voglia del 3 gun Made in USA
dovremo metterci in lista per il LSSA 3 Gun World Shoot di Hosuton (Maggio 2013) dove sarà previsto anche uno stage di tiro – ovviamente fuori classifica – ad un miglio di distanza. Tornando a bomba alla gara nostrana, l’organizzazione ha dato il massimo, con gli arbitri presenti sul campo alla mattina presto per far sparare i tiratori del sabato mentre un’altra squadra finiva di montare gli stages che aveva già iniziato il week end precedente; questo lavoro costa assai, in termini di fatica personale, ma le soddisfazioni che dà sono impagabili perché consente di mettersi avanti con le attività consentendo ai tiratori che vogliono dedicare la domenica alla famiglia di partecipare ugualmente, cosa che magari non potrebbero fare se la gara si svolgesse su un solo giorno. Chiunque conosca il 3 gun sa che l’organizzazione di una gara é molto più laboriosa – dal punto di vista della sicurezza – di una gara di sola pistola; sul campo ci sono 3 armi due delle quali – essendo armi lunghe - non possono esse-
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re tenute in fondina (e per questo devono essere trasportate in borse); ciò comporta che le attività di controllo debbano iniziare ben prima dell’arrivo del tiratore sulla linea di tiro. Per capirsi mentre in una gara di pistola l’unica arma rimane in fondina sinché il tiratore non arriva sulla linea di tiro e nessun tiratore si sognerebbe di fare diversamente pena l’espulsione, in una gara di 3 gun abbiamo due armi in due borse che accompagnano i tiratori che, una volta compiuto uno stage, si spostano in quello successivo, da ciò derivando che qualcuno possa essere tentato di togliere l’arma dalla borsa – sia pur scarica ed in completa sicurezza – per appoggiarla nell’area deposito indicata o sul gun rack in modo da “mettersi avanti”. Tutto ciò non può e non deve essere assolutamente consentito; per questo – come ha raccomandato Gary Burris in sede di preparazione dei safety officers – è necessario che ogni stage abbia almeno due (se non tre) safety officers di cui il primo si
La safety flag; un abitudine ancora non consolidata da noi è invecie pressi abituale in altre nazioni. Piccola semplice economica e sicura.....Una cosa da adottare!
occupa della gestione del tiratore, il secondo fa da score (ossia prende il tempo o i punteggi) ed il terzo si occupa della gestione e del deposito delle armi lunghe che devono essere riposte in un’area (idealmente una rastrelliera) e non essere più toccate sino alla chiamata per sparare. Un’altra considerazione da fare é l’uso obbligatorio delle flag che altro non sono che delle bandierine (in inglese “flags” appunto) la cui asta si inserisce nella canna delle armi lunghe (prevenendo quindi l’inserimento di una cartuccia in canna) e la “bandiera” sporge dalla camera di cartuccia impedendo all’azione del fucile di chiudersi. In questo modo – in considerazione del fatto che la flag è di colore giallo o rosso - è possibile vedere da lontano che l’arma è in sicurezza e non può sparare, fermo restando che in forza della regola nr. 1 di sicurezza delle armi (le armi sono sempre cariche) non può essere comunque puntata su nessuno o maneggiata senza la supervisione di un safety officer in servizio. Le flag le troviamo in armeria e addirittura anche su ebay, ma se non ne avete una a portata di mano potete sostituirla egregiamente con una fascetta da elettricista ripiegata ed infilata nella canna; la funzionalità è esattamente la stessa e Gary Burris suggerisce che l’organizzazione 66
e gli arbitri ne abbiano sempre sottomano in caso che qualche tiratore ne abbia bisogno o le abbia perse; un match sicuro è nell’interesse dei tiratori e dell’organizzazione e le bandierine sono una grande sicurezza; ogni tiratore infine dovrebbe averne almeno un paio nel vest o comunque addosso in quanto può sempre capitare uno stage che richieda la messa in sicurezza dell’arma lunga per mezzo della bandierina prima di fare la “transition” alla pistola ed averne una a portata di mano in gara fa risparmiare molto tempo. Tornando alla gara, si segnalano le vittorie dei “soliti noti” Paolo Palmisano nella “manualsubgun” (fucile a pompa+fucile in calibro da pistola), Paolo Brocanelli nella manual+rifle (fucile a pompa+fucile .223), Andrea Buffa nella semiautosubgun (fucile semiautomaticofucile in calibro da pistola), Roberto Vezzoli, primo assoluto, seguito a 8 secondi da Matteo Pellegris nella divisione semiauto+rifle (in .223). Vezzoli e Pellegris stanno investendo molto nel 3 gun e la cosa si vede i risultati avendo ottenuto il primo e secondo della classifica assoluta., seguiti dal terzo posto di Brocanelli ed al quarto il graditissimo ritorno del leggendario Andrea Gavazzeni che ha dovuto ovviare alla scarsa passione per lo shotgun.
GARE
Da notare anche che l’organizzazione Robin – il regolamento gliene dà la possibilità – ha dato la possibilità di sparare l’intera gara con la sola subgun (fucile in calibro da pistola), unica arma lunga rigata a poter ingaggiare in sicurezza i popper da pistola, un’altra possibilità di divertimento che gli aficionados della subgun non si sono lasciati scappare , specie in considerazione della rarità delle gare per queste armi. Voglio concludere segnalando un aspetto di cui ci eravamo già accorti nelle competizioni 3 gun USA e che si è confermato anche in queste gare: la disciplina delle tre armi attiene molto più all’esperienza che alle attitudini di pura prestanza fisica e specializzazione e questo comporta che tiratori un po’ per l’età e un po’ per gli impegni di vita (che non gli consentono di allenarsi come se dovessero andare alle Olimpiadi) non riescono più a stare nei primi posti nelle competizioni di sola pistola, hanno ampie possibilità di essere competitivi nelle gare 3 gun.
Rifle e Minirifle.....in questa competizione è davvero interessante vedere come diverse armi possano comportarsi negli stessi esercizi.
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Altri 2 momenti della competizione che evidenziano la varietà di condizioni e poszioni di tiro.
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Il Campo di Calvisano , sede dell’Accademy Shooting Club, patrocinato da Esterino Magli, ha visto lo svolgersi della prima gara 3Gun LSSA ITALIA. Un ulteriore conferma per sottolineare, come detto dallo stesso Magli; l’attenzione e la disponibilità della propria associazione e struttura, nel dare spazio ed opportunità di crescita e diffusione a nuove associazioni e nuove dscipline che promuovano e diffondano, l’attività del tiro e dell’uso sportivo responsabiledelle armi da fuico da parte degli appassionati, in osservanza di tutti i vincoli legali e di sicurezza necessari in questi casi.
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Ce ne siamo accorti negli USA – dicevo – ove tiratori non più giovanissimi come Taran Butler (che ormai dovrebbe picchiare a occhio e croce almeno sulla cinquantina) e Mike Voigt (che ne ha almeno altrettanti) hanno battuto i ventenni “vincitutto” della Army Marksmanship Unit (che son pagati per sparare tutto il giorno), cosa che avrebbe mai potuto accadere in una gara di sola pistola dove prontezza fisica e vista da falco la fanno da padrone. Se a tutto questo ci aggiungete che negli USA le competizioni 3gun hanno in genere i primi migliori e una spettacolarità che ben si presta alla miglior copertura mediatica (qualcuno ha visto i film online del 3gun Nation o la discesa con teleferica in caduta libera del MGM Ironman ?) si comprende come anche tiratori super specialisti di pistola come Jerry Miculek abbiano “esteso” la
loro competenza alle competizioni 3 gun, anche per motivi di visibilità degli sponsor (più armi, più equipaggiamento , significano ovviamente più visibilità nche per gli sponsor). Sembrano essersene accorti anche alcuni costruttori nazionali che hanno ultimamente presentato alcuni modelli di shotgun specifici per questa disciplina. Il 3gun è una nuova disciplina di tiro che, nella visione LSSA, si sta anche sviluppando in una forma di attivismo per la protezione del diritto di possedere armi per i cittadini onesti (i fondi LSSA sono integralmente destinati al supporto delle associazioni pro gun internazionali). Questo tipo di gare è bello, può avere diversi livelli di difficoltà e – quando c’e’ un’organizzazione efficiente – sono anche scorrevoli nel loro svolgimento; inoltre si prestano benissimo per le attività di quelle associazioni di ex milita69
ri che – sul modello svizzero amano le competizioni di tiro che riproducano la realtà operativa e l’uso “pratico” di più armi.
-Per ogni informazione potete andare a il sito: www.lssa.us che ha anche una versione in italiano; oppure sul sito: www.robinacademy.it -Se volete vedere dei filmati della gara su Youtube (per cui si ringrazia Paolo Brocanelli), li trovate qua: http://www.youtube.com/watch?v =Oh99sArdnJM&feature=related
CAMPO DI TIRO DI MONTE VARRO ONORE-BG E’ con immenso piacere che riceviamo la notizia della recente apertura della nuova struttura del campo di tiro Monte Varro nel comune di Onore in provincia di Bergamo. Una struttura accogliente immersa nella natura da poco completata che cerca di offrire il meglio ai suoi ospiti.
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STRUTTURE SPORTIVE
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DI SIMONE CHIUCCHI
Questo mese ci occupiamo di quattro argomenti che sicuramente stanno a cuore agli appassionati di armi ed hanno visto grandi sviluppi, anche se ahimè non tutti positivi. Il primo è il tentativo di reimmettere il catalogo nazionale delle armi dopo che un emendamento al decreto sviluppo (o stabilità) del Partito della Lega Nord era riuscito ad abolirlo (siamo l'unico paese d'Europa). I segnali della restaurazione si son visti, tanti e subito e trasversali; intanto il pronto tentativo tramite iniziativa legislativa del Sen. Felice Casson di reimmetterlo abolendo l'articolo di abrogazione (si , aspetta e spera) , con tanto di usuale grida che l'abolizione è un “regalo alla criminalità” (ma quando mai la criminalità ha usato armi catalogate?). Da notare in modo preoccupante la stessa nenia uguale uguale adottata sia dagli organi di stampa che da varie trasmissioni e dal
Sindaco Gianni Alemanno (PDL) che addirittura ha cercato (e ce ne ricorderemo alle elezioni) di scaricare sui cittadini onesti l'impennata di omicidi perché a suo dire fatti con armi rubate ai detentori legali. Avevamo già visto una trovata simile ai tempi del decreto 204 da parte dell'allora sottosegretario Mantovano (stesso partito). Molto male. Il massimo è stato quando ad una puntata del mitico CHE TEMPO CHE FA il conduttore Fabio Fazio intervista Alemanno e gli fa dire che l'abolizione del catalogo è un regalo alla criminalità. Ad onor di verità il Gianni nazionale non fa altro che un farfuglio (si vede che la cretinata è troppo grossa perfino per lui) e non ammette ma neanche nega. Alle elezioni ci ricorderemo e ci ricorderemo, comunque, anche di chi ha farfugliato. Tornando al catalogo ci giunge, verso i primi di febbraio scorso una bozza di circolare che il Ministero farebbe girare presso gli interlocutori usuali (ANPAM, Assoarmieri, Consorzio Armieri Nazionale) e che noi pubblichiamo prontamente; nasce un gran casino (la circolare come al solito fa due pesi e due misure reintroducendo la catalogazione per le sole armi importate dal momento che per quelle fabbricate in Italia basterebbe la dichiarazione del costruttore). Scoppia l'usuale polemica e qualche risultato lo otteniamo riu72
scendo a dissuadere le associazioni tradizionali dall'ormai storico atteggiamento collaborazionista; la prevista riunione del Febbraio u.s. veniva aggiornata senza decisioni e tutta Italia a oltre un mese e mezzo dall'approvazione della Legge è bloccata e non sa che pesci prendere in attesa delle decisioni dei burocrati ministeriali (che ogni probabilità stanno aspettando la prossima riunione ONU). Vedremo che accade fermo restando che impugneremo ogni atto che non sia perfettamente in regola con le direttive europee ed additeremo in modo impietoso entro e fuori dai confini nazionali - chi o con il collaborazionismo o con il silenzio favoriscano in qualsiasi modo la perpetuazione di questo infame mercato protetto. Se chi è contro il diritto dei cittadini onesti di possedere armi in modo responsabile e legale ha diritto alle sue opinioni ma deve dirle apertamente senza silenzi e le connivenze di corridoio che abbiano sopportato per troppo tempo; uomo avvisato mezzo salvato, anche gli USA dove la serietà del lavoro di FISAT le ha guadagnato molta credibilità - ci stanno guardando attentamente. Passiamo adesso il secondo argomento: la durata del porto armi. Tutto incomincia con il varo del DL 9 Febbraio 2012 nr. 5 che “allunga” a tre anni le licenze di PS ma modifica l'art. 42 TULPS aggiungendo che la licenza ha
ATTUALITA’ validità annuale. E' evidente che il legislatore voleva evitare che il porto d'armi per difesa andasse a tre anni (sia mai che il cittadino si difende senza tante scartoffie) ma è altrettanto vero, ed il primo a rendersene conto è stato il mitico Dr. Mori che la legge per come è scritta porta a un anno TUTTI I porti d'arma. Ad aggravare la situazione il silenzio (oseremmo dire silenzio rigetto) alla lettera aperta che molte associazioni preparavano per il Ministero chiedendo di pronunciarsi in senso favorevole; l'impressione è che i funzionari ministeriali si siano trovati il regalo inaspettato tra le mani e non vogliano mollarlo, soprattutto in considerazione del fatto che la riduzione della durata dei porti d'armi è un vecchio pallino ONU, luogo ove i nostri funzionari vanno spesso a imbearsi di chiacchiere vetero-socialiste a spese nostre (e ci vanno molto più spesso di quanto pensiate, ce lo raccontano i nostri alleati americani). Scatta intanto il toto-iniziative delle nostre feudo-Questure con le usuali iniziative personali dei funzionari (qua faremo così , di là faremo cosà) che ancora con tutte le loro lauree non hanno capito che sono soggetti alla Legge e solo dopo alle caponate del Ministero (ma piano piano glielo ricorderemo noi a forza di cause). Ultima e buona notizia è che il grido disperato degli appassionati d'armi è stato raccolto dall'On. Davide Caparini della Lega Nord (come sbagliarsi) ed il Sen. Valerio Carrara (PDL) che hanno presentato un emendamento che, qualora approvato, salverebbe definitivamente la questione. Siamo ancora lontanissimi dai porti sicuri ma è molto, molto, meglio di niente e la questione sarà ancora lunga, sino alla conversione del decreto in legge, l'importante è che il più possibile ne parlino perché più se ne parla
e più è improbabile che la cavolata passi. La questione é stata definitivamente risolta in sede di conversione in Legge ove è stato chiarito che a un anno ci va solo il porto armi per difesa. Meglio così tempesta passata, si continua a navigare. Veniamo infine al terzo argomento stavolta una buona notizia che è l'assoluzione con formula piena dopo quasi 8 mesi di sofferenza, ma per la giustizia italiana sono pochi dell'amico Fabrizio Pierini. Riassumo brevemente, atteso che il caso Pierini viene affrontato in un altro articolo di questa rivista dal nostro legale. Il Pierini è uno sfortunato gestore di un negozio softair che ebbe un giorno la malaugurata idea di chiedere la licenza per l'art. 28 TULPS (vendita di fregi militari). Gli arriva la visita della Questura di Novara che trova dietro il banco un “lanciarazzi” ossia il tubo esterno di un lanciarazzi RPG tagliato, accorciato e rimontato nonché privato di razzo, congegni di lancio e organi di mira. In sostanza, ed il perito della procura lo riconoscerà ampiamente nella sua perizia, il lanciarazzi non è altro che un tubo da stufa e avrebbe potuto scoprirlo facilmente anche la Questura di Novara se avesse dato appena un'occhiata (il lanciarazzi era tagliato e scomposto in due parti o al massimo avesse chiamato un perito vero (bastava un armiere) invece di due marescialli della
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Sanità che si sono precipitati a dire che si trattava di “un lanciarazzi dalla portata di oltre mille metri”. Al tutto si aggiungono gli ormai usuali ahimè ritrovamenti di bossoli da guerra (la circolare del Ministero dell'Interno l'hanno tutti in Italia meno le Questure che proprio non vogliono leggerla) ed una manciata di munizioni prive di polvere (vendute con fattura da un'azienda bresciana con tanto di iscrizione “libera vendita”) nonché due “munizioni da esercitazione” che altro non erano che due finte cartucce utilizzate per abbellire le repliche softair. Tutto è bene quel che finisce bene, insomma, ma rimane il fatto che le forze di polizia di questo paese arrestano incensurati con troppa facilità e troppa colpevole incompetenza se non con troppa malizia che vien fuori in sede di valutazioni troppo aggressive e trionfanti articoli di giornale che rovinano regolarmente il malcapitato di turno. Proprio per combattere questo genere di malcostume cinque anni fa nasceva FISAT, anche con l'appoggio di tanti colleghi corretti delle forze di polizia. L'amico Pierini dopo la gogna mediatica (Cameri è un piccolo paese) è andato sull'orlo del fallimento. Da considerare infine che il Presidente della Corte dei Conti ha dichiarato, all'apertura dell'anno giudiziario, che i casi di denunce contro i pubblici ufficiali sono in grande aumento. Non
penso che ciò significhi che i pubblici ufficiali stiano peggiorando ma che il popolo dei cittadini sta prendendo coraggio di affrontare il potere quando sbaglia (ad esempio ficcando dentro un incensurato per un tubo da stufa) e trovo che sia giusto. In questo paese c'e' posto per l'incompetenza e l'approssimazione ma sarebbe ora di farla finita con la spietata malafede e FISAT, nel suo piccolo, opera anche per questo. Il quarto argomento, infine, riguarda il tentativo di vietare il tiro dinamico in Olanda portato avanti per mezzo di un decreto legge a firma del Ministero olandese dell'Interno, sotto la ridicola motivazione secondo cui il tiro dinamico allenava ale stragi tipo quella della Norvegia. La situazione era stata segnalata dal famoso tiratore IPSC Saul Kirsch che aveva lanciato un sito in cui si chiedeva di aderire a una petizione contro la nuova legge. Abbiamo fatto nostra la sua battaglia interessando anche Gary Burris (presidente dell'associazione LSSA e grande paladino per la tutela del diritto di possedere armi in tutto il mondo) ed insieme abbiamo diramato una petizione in inglese ed italiano con un risultato non del tutto da disprezzare di 400° e passa adesioni in una nottata. Le ultiome notizie danno il decreto morto e sepolto perché bocciato dagli altri ministri e rimandato alla via della legislazione ordinaria (come qua aspetta e spera) e ci piace pensare anche se non ne abbiamo rpova che 4000 petizioni inuna notte abbiano avuto il suo peso; lo ebbero (e parliamo di 4000 lettere in carta) al tempo dl decreto 204/2010 che riuscimmo a bloccare e mendare delle cose più infami. La morale è che quando ci diamo da fare si vince usualmente a mani basse, ma bisogno darsi da fare, perché quattro burocrati ONU (luogo ove si cucinano queste scemate antiarmi transanazionali) non
possono certo reggere alla volontà popolare. La settimana dopo è caduto il Governo (ben gli sta) altro motivo per cui comincio a credere che, come dicono in texas, Qualcuno lassù ami le nostre armi. A patto che vigiliamo costantemente e si continui a darci da fare.
catalogo (sei mesi fa) il Ministero no ha ancora mosso un passo e le associazioni benvenute nei corridoi del potere non fanno altro che blaterare se non di peggio (e forse son benvenute proprio per questo) ma non ci muoveremo di un passo sinché non avremo la rappresentanza di un numero di aziende tale da mettere in porto un'azione legale credibile.
CONCLUSIONI Durante questi cinque anni abbiamo raddrizzato più di qualche torto ma non basta mai perché più fai e più ti viene voglia di fare. Il prossimo passo che ci piacerebbe compiere è la creazione di una base di dati online dei politici “buoni e cattivi” nei confronti del possesso legale e responsabile di armi in cui saranno puntualmente riportate gli interventi pro e contro il diritto al possesso legale e responsabile di armi. Sembra quasi certo che il numero dei deputati e senatori sta per essere dimezzato, ragione per cui è lecito aspettarsi un aumento esponenziale della competitività politica che vedrà finalmente anche gli appassionati di armi et similia finalmente fare, anche loro, da ago della bilancia. Sarà un lavoro ingrato ogni lettore a seconda del luogo di residenza potrà conoscere le passate posizioni in materia di armi dei candidati vecchi e nuovi perché o le conosciamo già a causa dei loro trascorsi o gliele chiederemo con grande faccia tosta ma il gioco vale ampiamente la candela perché se lo vorrete avrete la possibilità di essere informati, come da vostro diritto di liberi cittadini elettori. Ognuno di noi voterà chi vuole e ci mancherebbe altro, ma almeno avrà la possibilità di informarsi chiaramente sui reali intendimenti del candidato in materia di possesso legale e responsabile di armi. C'è ancora molto da fare; dall'epoca dell'abolizione del 74
Dovremmo ormai sapere a menadito che il prezzo della libertà è l'eterna vigilanza. Ci vediamo sui campi (di tiro), tempo permettendo. Simone Ciucchi FISAT
presidente
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DI FABIO GUERRA
GARE talità italica del “non si può e anche se si potesse è meglio non farlo” a quella texana del “si può e si deve” passando da una posiVi presentiamo una gara LSSA zione di chiusura totale nei contipo: gara di club del Robin fronti nei confronti delle gare con Academy Club di Fabio Guerra armi in calibro .223 .- nelle prime Della nuova associazione Lone infatti era permesso solo l’uso di Star Shooting Association, voluta fucili in calibro da pistola come dal texano Gary Burris per diffonMP5 e CX Storm, che in gergo dere anche fuori dagli USA il dirittexano si chiamano “subgun” – to di possedere armi parliamo in alle gare con fucili “full bore” che un’altra arte di questa edizione; in danno tutta un’altra soddisfazioquesto articolo parliamo di una ne; basta infatti l’usuale prudengiornata tipo trascorsa sparando za e non sparare sui metalli e non secondo le regole LSSA in una ci sono assolutamente problemi gara rifle+pistol (fucile+pistola) così come le gare hanno dimoorganizzata lo scorso 25 Aprile strato. dal Robin Academy Club del vulcanico Fabio Guerra, già Area Coordinator IDPA per l’Italia ed uno dei primissimi a capire la potenzialità del nuovo regolamento e l’importanza della missione della LSSA al di là del gioco sportivo. Ad onor del vero non è la prima volta che si parla di LSSA in Italia; nel corso degli ultimi due anni, dopo un bel po’ di test fatti a Bologna abbiamo organizzato col predetto Fabio ben 4 gare metodo LSSA, alcune delle quali supervisionate in persona da Gary Burris che avevano un certo successo fra i tiratori che finalmente potevano usare le armi lunghe che di solito dopo l’acquisto rimangono a svernare in cassaforte ed acquisendo quindi una tale esperienza da suggerire alcune piccole modifiche che il Board of Directors texano ha fatto proprie. Inutile dire la soddisfazione dei tiratori quando, alle prime gare, potevano finalmente usare l’UZI In questa pagina In alto: Fabio o l’M4 che avevano acquistato Guerra durante uno stage; sotto: anni prima e che non avevano Luca Turelli durante un cambio mai avuto la possibilità di provare caricatore. Nella foto a piena pagina Fausto in modo pratico. Lo stesso Fabio ha dovuto fatica- Alberti impegnato in uno stage con un Ak. re non poco per adattare la men-
U n a g i o r n a t a LSSA...........
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GARE Anche l’organizzazione degli stage, con l’incrementare dell’esperienza di tiratori e safety officers è cambiata passando da stage in cui si utilizzavano i colpi contati (sistema Limited Vickers) e si passava ad un’altra posizione di tiro con arma scarica agli stage della gara del 25 Aprile in cui si è ricaricato il fucile in modo dinamico come se fosse una pistola con qualche passaggio all’arma corta per completare i bersagli non neutralizzati; al termine del gara – che vedeva quasi 60 partecipanti, un dato identico a quello di una media gara USA – un bel pranzo di festa cui partecipavano tutti i tiratori. La gara: intanto utilizzando due armi (fucile e pistola) invece delle usuali tre (fucile rigato – pistola – fucile a canna liscia) la gara è stata più leggera per i safety officer e più scorrevole; tre stage piuttosto complessi e – nel più puro spirito LSSA – numerosi colpi da sparare, segnatamente uno da 64 e due da 48 per un totale di 160 colpi minimo. L’organizzazione è stata efficiente con l’ormai rodatissimo Sal Castaniere al comando del team e la collaborazione dei “soliti” Sal Pilloni e Fausto Alberti alla direzione tecnica. Notevole anche il lavoro dei “nuovi” (dal punto di vista LSSA ma assolutamente “non nuovi” del settore) safety del Robin che hanno fatto l’usuale lavoro di fino permettendo che la gara si svolgesse rapidamente e senza intoppi in modo da far passare in famiglia, a chi lo desiderasse, la parte finale de weekend. Quattro le divisioni della gara che hanno la presenza di nuovi – in Nella pagina precedente, in alto Giovanni Mazzacurati, durante uno stage con minirifle. Sotto, Barbara Busi arbitrata da Ugo Bellavere.
quanto provenienti da altre discipline - tiratori tra cui segnaliamo Luca Turelli ed Andrea Bertelli insieme a vecchie conoscenza del tiro 3 gun come il fulmine Andrea Pellegris che ha vinto sia la classe Tactical Scope che la classifica totale, proprio davanti a Bertelli e Guerra. Ad Antonio Pellegrino la palma tra i Senior seguito dai notissimi Todaro e Giancane. Particolarmente appassionante la lotta nella subgun (fucili in calibro da pistola) che ha visto Eros Manenti battere Marcolongo ed il bolognese Giovanni Mazzacurati con il quarto posto aggiudicato – letteralmente per centesimi di secondo – al super Senior Damnotti che batteva Lunghi e Devoti. Fausto Alberti nella Tactical Limited (armi con sole mire metalliche) ha sprintato davanti a Giovanni Cesati e Giovanni Malinverno: quarto Massimiliano Stella, proveniente dal tiro western. Vogliamo infine segnalare il gradito ritorno della grande Barbara Simoni, consorte del President Guerra e grande appassionata di tiro con la pistola, che ha voluto approfittare della gara per riprendere un po’ la mano nel tiro con la propria Tanfoglio, classificandosi anche prima Lady: podio ‘in rosa’ completato da Simona Pettenati e Barbara De Biasi. Per consultare la classifica completa: . Oppure al sito ufficiale LSSA: cliccando sul file rifle+handgun match April 25 Italy Che dire: il tiro LSSA 3 gun sta prendendo piede e ne ha tutte le ragioni ma, come tutte le attività di tiro, non può essere improvvisato. Per questo è importante che i club pensino, prima che a fare gare, a formare i propri tiratori ed i propri safety in modo che questi a loro volta formino nuovi 79
tiratori. In questo senso il Robin Academy è impareggiabile ed è diventato un vero esempio da seguire per tutti , in Italia ed Europa e questo non solo dal punto di vista del tiro ma anche e principalmente per il fatto che sprando LSSA si difendono a spada tratta i diritti di possedere armi in modo responsabile e legale; i proventi di LSSA vanno infatti integralmente al finanziamento di progetti di federazioni internazionali di difesa del settore quali Second Amendment Foundation e IAPCAR. Se volete saperne di più su LSSA potete leggere l’altro articolo di questa rivista o recarvi al sito LSSA.US (che ha anche una versione italiana). Ci vediamo sui campi
Visto l’enorme successo dellegare di marzo ed aprile;la vulcanica collaborazione tra la giovane LSSA Italia ed il Robin Accademy Shooting Club è fiera di annunciare il terzo appuntamento per questo primo semestre 2012. Un traguardo non da poco: in meno 6 mesi 3 eventi firmati LSSA che, grazie alla tipologia di gare e semplicità del regolamento, ed all’apporto organizzativo del Robin è riuscita a focalizzare l’interesse di una folta schiera di tiratori ed appassionati, dando loro finalmente l’opportunità di usare in modo più soddisfacente tipologie di armi, sino ad ora relegate alle sparacchiate informali della domenica, o tristemente al bancone del poligono, disciplina per cui non solo non sono state pensate ma che per cui risulta-
PRESSO IL CAMPO DI TIRO DI MAZZANO (BS) 80
APPUNTAMENTI no piuttosto inadatte. Si tratterà questa volta di un match tutto rifle e minirifle tralsciando arma corta e shotgun.
Il match avrà luogo nel campo zona siano ben disposti verso di tiro di mazzano, già sede l queste discipline che vedono matche del 25 aprile. l’impiego ad arma lunga. un ulteriore dimostrazione di come i campi di tiro di questa
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APPUNTAMENTI
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DI DIEGO RUINA
SVT40 PHOTOFILE
Soldati dell’Armata Rossa mostrano i loro Svt38 ed Svt40.
Lyudmila Mikhailivna Pavlichenko ( 12 giugno 1916 – 10 ottobre 1974), il più abile cecchino donna della seconda guerra mondiale, nominata eorina dell’Unione Sovietica, con 309 uccisioni per un lungo periodo uso il Tokarev Svt40 versione sniper dopo aver impiegato il calsico Mosin Nagant.
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Una rara immagine di Svt ed Avt catturate dai finlandesi.
Un Svt40 sniper in mano ai tedeschi .
Un soldato russo armato di Svt40 con vicino bottiglie Molotow e granate anticarro RPG-400.
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Una altra immagine di Lyudmila Mikhailivna Pavlichenko con un Svt40 in configurazione sniper.
Una altra donna cecchino, questa volta la Ceca Marie Lastovecka.
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EX ORDINANZA - PHOTOFILE
Altro eroe dell’Unione Sovietica, il cechino Nikolay Yakolevich Illyin, a Ukraino del 64°, in questa foto a Stalingrado nel 1942. Il suo fucile è un Svt40 con caricatore da 10 colpi ed ottica PU da 3,5 ingrandimenti.
Partigiani russi, un Svt40 e una Tokarev Tt33 spiccano tra l’armamento.
Un altra interessante foto scatta a Stalingrado che vede un Svt40 in mano alle truppe Tedesche.
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Soldati tedeschi dell e SS nella sacca in Curlandia nel ‘45, anche qui era facile vederli con degli Svt40.
Sempre SS nella sacca in Curlandia nel 1945, in questa foto è visibile la varietà di armi con cuio combatteva-
Altra immagine che testimonia come le truppe tedesche apprezzassero l’Svt40 e come fosse frequente il loro impiego. Le armi venivano raccolte e spesso mandate in arsenale per una revisione dove venivano punzonate e rispedite in linea, molte altre volte venivano raccolte ed impiegate direttamente. Trovare oggi un Svt40 con i punzoni tedeschi è cosa praticamente impossibile......
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Nuovamente un Svt40 sniper in mano ai tedeschi.
Altra testimonianza dell’impiego da parte tedesca; questa volta a colori.
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Truppe della 79ma Brigata di Fanteria Navale Sovietica contrattaccano la fanteria della 50ma Divisione Tedesca l’11 giugno del 42 nei pressi di Sevastopoli. In mano al soldato in primo piano si vede un Svt40.
Un soldato dell truppe tedesche di montagna dislocate sui monti del Caucaso nl42-43. Sulle spalle ha un Svt40 dipinto di bianco presente in pochissime fotografie.
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Una squadra dell’Armata rossa.
Soldati tedeschi studiano un Svt40, una ltro esemplare è a terra.
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Soldato delle SS chiaramente in posa apposta per la foto eroica... la parte visibile di arma non lascia alcun dubbio.
Cambia lo scenario la stagione ed il soldato.... ma pare che la preferenza fosse per l’arma russa....
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Altro Partigiano russo, armato con il duo Tokarev Svt40 e Tt33.
Nuovamente il cecchino Ceco Marie Ljalková in posa con l’Svt40.
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Truppe russe che hanno catturato una posizione tedesca. Il soldato di sinistra ha un Svt40.
Truppe di sciatori tedeschi sul fronte di Murmansk si preparano per una ricognizione, il soldato all’estrema destra ha in spalla un Svt40.
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Un piccolo “off topic” con questo curioso ritaglio di giornale americano del dicembre 1960 che pubblicizza il modello 1940 semiautomatico del Tokarev per 49.95 dollari.
Altra immagine di Lyudmila Mikhailivna Pavlichenko con l’Svt40, come molti altri sono scatti fatti posando apposta per l’operatore.
Un soldato della Leibstandarte SS Adolf Hitler esamina un Svt40 requisito ad un partigiano Yugoslavo.
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Sopra: tedeschi si arrendono ad un russo, dalle espressioni si presume si tratti di una foto fatta in posa apposta per l’operatore.
Sotto: non solo per le truppe in prima linea....dietro il Maggiore Smidt si vede chiaramente un Svt40.
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A destra: soldati polacchi con Svt40. Sotto: altra foto di cecchini russi a Stalingrado
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La foto della buca di un soldato tedesco, in cui fa capolino un Svt40.
Un altro Svt40 sniper in mano ai tedeschi.
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In questa foto è un maggiore dei Gebirgsjagher ( truppe di montagna) che riceve ordini da un Superiore durante i primi periodi della campagna di Russia.
Una latra foto dello stesso gruppo, in una trincea anticarro..
Una squadra tedesca nel 43 equipaggiata cin varie armi tedesche e russe, in primo piano un Svt40.
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Karelia 1943; sono questa volta dei soldati Finalndesi, che discutono con gli alleati tedeschi ad essere equipaggiati con Svt40 catturati.
Volontari Lettoni nell’esercito tedesco difendono le posizoni nell’area baltica....in pratica ci sono tutte le armi possibili: k98, svt, mosin 38.
Una “Farbdia” o diapositiva a colori che riprende un soldato in una pausa con una fetta di pane, e vicino un SVT40.
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EX ORDINANZA - PHOTOFILE A lato: una particolare foto che riprende 2 uomini intenti a pulire le loro armi, quello do destra inequivocambilmente ha un Svt40. Curioso è l’arma dell’uomo di sinistra, a prima vista può sembrare un Mosin Nagant, ma è riconoscibile come un Lebel M35..... Truppe di polizia nelle retrovie? Volontario francese sul fronte orientale? O semplicemente alla fine della guerra nella difesa si usava tutto ciò che era rimasto ed era in grado di sparare?
Sotto:una inconsueta foto russa colorata che mostra truppe sovietiche sul fronte del Murmansk sopra il circolo polare. Si nota un Svt40 ed una PPD, predecessore del PPSH.41
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1871: Fedor Vasilievich Tokarev was born on June 2nd (or 14th in old Russian calendar), in stanitsa (large village) Egorlykskaya in the Don River basin, Russia, into a poor Cossack family. 1882: Apprenticed to a local blacksmith at age 11. 1884: Employed by Backsmith Krasnov at age 13. 1885: Entered the Educational Metal Workshop at the second class school or stanitsa. His teacher was A.E.Chernikov, the desi gner of the 6-line (caliber .60-inch/15.25-mm) martial Cossack percussion rifle Model 1860, Russia’s last officially adopted muzzle loader. 1888: Admitted to the Military School at Novocherkassk at age 17. 1892: Graduated as a Cossack noncommissioned officer and sent to the 12th Don Cossack Regiment as an armorer-articifer, age 21. 1896: Returned to Novocherkassk as Master Armorer Instructor, age 25, but the school was closed soon thereafter. As a consequence, Tokarev applied to the Military Technical School, also located in Novocherkassk. 1900:Graduated as a Cossack commissioned officer, age 29, and returned to his old unit, the 12th Don Cossack Regiment, as Master Gunsmith. 1907: Admitted to the Officer’s Rifle School at Oranienbaum, which was also the site of the Imperial Artillery Proving Ground, at age 36. 1910: Submitted his version of a conversion of the bolt-action Model 1891 Mosin-Nagan rifle to semi102
EX ORDINANZA automatic fire, which merited official testing. Age 39. 1913: Offered an improved modification of his semi-automatic rifle. 1914: Further official testing was performed with Tokarev rifle. Outbreak of the First World War. Age 43. 1914-1917: Served as Assistant Director for Inspection and Manufacture at the Imperial Small Arms Factory at Sestroretsk. 1917-1918: Held the position of Technical Director at Sestroretsk. Age 47. 1919: Despite having been an officer in the Imperial Armed Forces, was appointed to a position as Senior Engineer at the firmer Imperial Small Arms Factory at Izhevsk. Age 48. 1921: Sent to Tula Ordinance Factory, age 50. 1921-1925: Developed the martial light machine
gun “Maxim-Tokarev” Model of 1925 (MT) as a modification of the Maxim machine gun Model 1910. 1927: Presented his version of a “machine pistol”, a short carbine-type weapon capable of fully-automatic fire which chambered the 7.62mm Nagant revolver cartridge, a relatively unique innovation. Age 56. 1930: Entered pistol test trials along with S.A.Korovin and S.A.Prilutsky in which Toikarev’s design won the competition and was adopted as the TT-30 (Tula-Tokarev Model 1930) martial handgun. Age 59. 1933: Designed and presented for testing a new semi-automatic rifle system. Age 62. 1935: The TT-30 was modernized and received an official nomenclature TT-33. 1938: Now further developed, Tokarev’s semi-automatic rifle was adopted and given the martial nomenclature “SVT-38” (“Sa mo zariadnaya Vintovka Tokareva”, or Semi-Automated Rifle Model 1938). Age 67. 1940: Further modifications let to acceptance of Tokarev improved version of SVT-38 which became known as the SVT-40. The same year, a selective fire version of the SVT-40 was introduced as the AVT-40 (“Avtomaticheskaya Vintovka Tokareva”, or Tokarev Automatic Rifle Model 1940). Tokarev was appointed a Deputy of the Supreme Soviet. Age 69. 1941: Tokarev was awarded a Doctorate Degree in Technical Science. Received the title of a Hero of Socialist Labor (the highest Soviet Award), and a title of a State Prize Laureate. 1945: Participated in the first post-war pistol test trials which led to adoption of Makarov’s PM pistol and Stechkin’s selective fire APS pistol. Age 74. 1960: Authored an article discussing the merits of the Avtomat Kalashnikov. Age 89. 1968: Still contributing written articles and comments, Fedor Vasilievich dies on June 7. According to his will, he was buried in Tula’s Vsekhsvyatskoye Cemetery. Age 97. 103
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