MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013 ANNO 138 - N. 19
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Da New York a San Francisco
E Soldini supera Capo Horn Verso il record della storica Rotta dell’Oro
Da domani a 6,90 euro più il prezzo del quotidiano
di Gaia Piccardi a pagina 43
PIÙ IDEE E PIÙ LAVORO
Israele
L’ECONOMIA DEL PROZAC
Successo del conduttore televisivo Yair Lapid. Il suo neonato partito è riuscito a conquistare il secondo posto
Netanyahu vince ma arretra Balzo a sorpresa del centro
di GIOVANNI SARTORI
di DAVIDE FRATTINI
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E ANSA / EPA / JIM HOLLANDER
di più se siamo ottimisti. Questo principio è stato consacrato negli Stati Uniti dalla formula della consumer confidence, la fiducia del consumatore, e del positive thinking, del pensare positivo. Ma la severissima recessione di gran parte dei Paesi benestanti oramai incrina questa fiducia nella fiducia. Un libro molto letto, oggi, nelle università americane, è Prozac Leadership di David Collinson: un titolo che dice tutto, e cioè che il crac è figlio di una cultura che «premiando l’ottimismo ha indebolito la capacità di pensare criticamente, ha anestetizzato la sensibilità al pericolo». Come si sa, il Prozac è la pillola della felicità; e dunque il testo di Collinson si potrebbe anche intitolare «l’economia del Prozac». E un indiano rincara la dose: «Se non vedi le cose negative del mondo che ti circonda vivi in un paradiso per idioti» (Jaggi Vasudev). Bankitalia ha testé peggiorato le stime sul Pil (Prodotto interno lordo) che nel 2013 scenderà dell’1% e altrettanto scenderà l’occupazione. Che in verità scenderà di più, perché le statistiche non contano gli scoraggiati, chi non fa nemmeno domanda di lavoro. E il livello della nostra disoccupazione giovanile è davvero intollerabile. Le imminenti elezioni non ci illumineranno su niente di tutto questo. Ma urge lo stesso occuparsene. Da noi vige ancora la corsa per fabbricare «tutti dottori». Ma il grosso dei dottori che produciamo e che andremo a produrre saranno inutili. O anche peggio, perché abbiamo troppe università scadenti, di paternità clientelare, che andrebbero chiuse. Alle nuove generazioni occorrono istituti tecnici e scuole di specializzazione collegati alla «economia verde», al ritorno alla terra, e anche alla piccola economia delle piccole cose. Altrimenti saremo sempre più disoccupati.
lezioni legislative in Israele, primi exit poll: la lista di destra guidata dal premier Benjamin Netanyahu ha la maggioranza, ma subisce un forte calo. La sorpresa è la lista centrista di Yair Lapid che conquisterebbe il secondo posto.
IL VOTO SPIEGATO LA STABILITÀ DA MIO FIGLIO INDEBOLITA di ETGAR KERET
di ANTONIO FERRARI
S
H
ono andato a votare con mio figlio Lev, 7 anni. Gli ho chiesto consiglio. Se dessero il diritto di voto ai bambini questo Paese sarebbe un po’ diverso.
a vinto, ma è come se avesse perso. Netanyahu esce ridimensionato, dopo aver chiamato anticipatamente i suoi connazionali alle urne.
A PAGINA 13
A PAGINA 34
A PAGINA 12
Inchiesta sul Monte dei Paschi, si dimette l’ex numero uno ora presidente dell’Abi
Polemiche
Caso derivati, Mussari lascia
IL MONDO GAY E LE VESTALI DI UN CERTO CONFORMISMO
«Sono innocente, ma non posso coinvolgere le banche» Tempesta derivati sul Monte dei Paschi di Siena. Si dimette l’ex numero uno Giuseppe Mussari, ora presidente dell’Abi, l’associazione bancaria italiana. «Sono innocente, ma non posso coinvolgere le banche». Le ragioni della scelta di Mussari, in seguito alle rivelazioni sull’operazione denominata «Alexandria», sono contenute in una lettera inviata al vicepresidente vicario dell’Abi, Camillo Venesio. Crolla il titolo.
Giannelli
ALLE PAGINE 26 E 27
De Rosa, Massaro, Tamburello
Le nomine a Siena
I legami politica-credito che imbarazzano il Pd di SERGIO RIZZO
N
emmeno le privatizzazioni hanno fatto uscire la politica dalle banche. Attraverso le Fondazioni, i partiti continuano in qualche caso a condizionarne le scelte. A PAGINA 34
Varato il decreto: pubblici anche quelli dei parenti
Arriva l’obbligo di trasparenza per i patrimoni dei politici LE PREVISIONI (SMENTITE) DELLE CASSANDRE DI DAVOS di FEDERICO FUBINI
E
conomisti (Roubini, Stiglitz, Krugman), banchieri (Cohn), gestori (Paulson). Nelle tre categorie, al Forum di Davos del 2012, ci fu chi disse che la zona euro sarebbe implosa. Non è andata così. A PAGINA 10
Le elezioni si avvicinano e il governo rompe gli indugi: il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che obbliga i politici a rendere pubblico il patrimonio e quello dei parenti entro il secondo grado. Inoltre mette uno stop agli stipendi nel caso l’incarico conferito da una Pubblica amministrazione ad un esterno non sia stato pubblicizzato. Prima di essere operative, le norme saranno esaminate dal Garante per la Privacy e dalla Conferenza Stato-Regioni. A PAGINA 6
Sei indagati in Liguria
Giochi e cibi per gatti Le strane spese dell’Idv di ERIKA DELLACASA
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ini, giochi e cibo per gatti. La delegazione dell’Idv alla Regione Liguria nella bufera per le «spese pazze» fatte, secondo i pm, con i soldi pubblici. Sei indagati. A PAGINA 18
Mister Google fotografato mentre legge i messaggi che scorrono sulle lenti
Nel metrò con i super occhiali
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
C’
è una frase di George Orwell che mi è venuta in mente leggendo sul Foglio del 15 gennaio le obiezioni di Luigi Manconi a quanto da me scritto sul Corriere della Sera del 30 dicembre scorso («Le religioni che sfidano il conformismo sui gay»): quando ho osservato che la discussione pubblica italiana sul riconoscimento del diritto al matrimonio e all’adozione per le persone omosessuali è caratterizzata da una mancanza di voci fuori dal coro rispetto al mainstream, il flusso delle idee dominanti. In specie da parte di chi, per professione (gli psicanalisti) o per vocazione (gli intellettuali in genere), in quella discussione, invece, dovrebbe far mostra della massima indipendenza di giudizio. CONTINUA A PAGINA 34
il nuovo libro di
di MASSIMO SIDERI
Chiude Tor di Valle
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ergey Brin, il fondatore di Google, intercettato e fotografato domenica sera in un vagone della metropolitana di New York (a destra). Come un qualunque pendolare. Unica differenza: inforcava i Project Glasses, gli occhiali ipertecnologici a realtà aumentata, e stava leggendo i messaggi che scorrevano sulle lenti. A PAGINA 24
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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
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ino all’Ottocento l’economia era soprattutto agricola. C’erano anche l’artigianato (le botteghe) e i commerci; ma prima di tutto, tutti dovevano mangiare. Poi arrivò, all’inizio dell’Ottocento, la prima rivoluzione industriale con l’invenzione del telaio meccanico, e per esso delle fabbriche tessili. La seconda rivoluzione industriale fu quella della catena di montaggio delle automobili di Henry Ford, del quale si ricorda il detto: comprate l’automobile del colore che volete purché sia nero. Ma già negli anni Sessanta si profetizzò l’avvento della «società dei servizi» che può essere considerata anch’essa una rivoluzione industriale perché fondata sull’avvento dei computer. Difatti il paesaggio esibì sempre meno fabbriche e sempre più uffici. Il guaio della società dei servizi è che si è gonfiata oltremisura, e che è diventata parassitaria nella misura in cui assorbe la crescita della disoccupazione. Nel contempo abbiamo incautamente sposato una dottrina sprovveduta della globalizzazione, che avrebbe inevitabilmente spostato grosse fette delle merci prodotte in Occidente in Paesi a basso, molto più basso, costo di lavoro. Ma ecco la novità: è in arrivo una quarta rivoluzione industriale che sembra ancora più radicale di tutte quelle che l’hanno preceduta. Non ha ancora un nome ufficiale, ma io la chiamerò «rivoluzione digitale». In questo contesto un prodotto viene disegnato su un computer e poi stampato su una stampante 3D che a sua volta produce un conforme oggetto solido fondendo assieme successivi strati di materiali. Non chiedetemi di più. Sono troppo vecchio per capirlo, e poi a me interessa che fine farà, in questo radioso futuro, l’occupazione o meglio la disoccupazione. È vero che, in condizioni normali, l’economia «tira»
Il triste addio dell’ippodromo di «Febbre da cavallo» di RINALDO FRIGNANI A PAGINA 23
IN LIBRERIA E IN EBOOK
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Primo Piano
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Verso il voto Le liste La vicenda
Lo scenario La questione «incandidabili» e il nodo liste Nelle ultime settimane, il caso Cosentino ha messo alla prova il Pdl. L’ex coordinatore campano del partito ha da sempre un rapporto molto forte con Berlusconi, che però ha tenuto ferma la decisione di escluderlo dalle liste: il nome di Cosentino, infatti, così come quelli di altri esponenti del Pdl, è considerato «incandidabile» per le pendenze penali che gravano su di lui. In più, il Cavaliere avrebbe tenuto conto di un sondaggio che indicava come con gli «incandidabili» il Pdl perderebbe due punti
Le tensioni Il lungo braccio di ferro col Cavaliere Negli ultimi giorni tra Berlusconi e Cosentino è braccio di ferro: l’ex premier continua a ripetere, anche in tv, la necessità di escludere a malincuore il coordinatore campano, l’ex sottosegretario ribadisce che alla fine rimarrà in lista. Lunedì, sin dalle prime ore del mattino Cosentino tenta di far inserire in lista il proprio nome e le tensioni con il Pdl aumentano. Gli altri «incandidabili», tra cui Alfonso Papa e Marco Milanese, avvertono: se Cosentino sarà candidato, anche noi dovremo essere inseriti in lista
Gli elenchi Le liste sparite e i candidati pronti a firmare Nel pomeriggio di lunedì inizia a circolare la voce che Cosentino abbia strappato le firme in un’animata discussione con il segretario del Pdl Alfano, poi che l’ex coordinatore regionale sia andato via dall’incontro portando con sé le liste dei candidati. Nonostante la smentita ufficiale del partito («Le firme sono sempre state nelle mani del commissario Nitto Palma»), in due punti di raccolta nella regione i candidati accorrono pronti a rifirmare per evitare la scadenza dei termini di consegna alle 20
L’epilogo L’esclusione dalla lista e lo sfogo Poco prima delle 20 di lunedì, l’epilogo della vicenda: arriva l’annuncio ufficiale dell’esclusione di Nicola Cosentino dalle liste per le Politiche di febbraio. Ieri pomeriggio, in conferenza stampa a Napoli, in cui tra l’altro ha attaccato Alfano e Caldoro, ha spiegato: «Non ho fatto un passo indietro. Ho lottato fino alla fine per ottenere una candidatura, avrei potuto candidarmi con uno dei tanti partiti che me l’hanno offerto. Ma non vendo la dignità per l’immunità, perché penso che valga molto di più»
Ieri e oggi Cosentino ieri alla conferenza stampa a Napoli (Foto Ipp/De Martino); qui a destra l’abbraccio con Papa il 12 gennaio 2012, quando la Camera negò l’autorizzazione all’arresto DAL NOSTRO INVIATO
NAPOLI — Cominciamo male. La conferenza stampa di Nicola Cosentino, convocata a mezzogiorno, è stata organizzata in una saletta dell’hotel Excelsior. Non ci vuole Renzo Piano per capire che oltre duecento persone (tra cronisti, fotografi, cameraman e fans) non entreranno mai in 40 metri quadrati. Urla, spinte, bestemmie, minacce, sputi. Un operatore, in piedi su una sedia, invoca l’aiuto della Madonna di Pompei. Nick ’o ’mericano — la cravatta slacciata, pallido ma perfettamente sbarbato — sembra un filo soddisfatto di riuscire ancora a scatenare simili zuffe. La signora impacciata che lo accompagna (si suppone la sua portavoce) prende il microfono: «Ma quanti siete, eh? Basta! Conferenza stampa sospesa...». (Un’ora dopo). Il salone, adesso, è maestoso, e Nick ’o ’mericano — 53 anni, da Casal di Principe, una moglie e due figli, due processi per «concorso in associazione camorristica», due richieste di arresto respinte dal Parlamento, però improvvisamente ex tutto, ex sottosegretario all’Economia, ex coordinatore regionale del Pdl, quasi ex deputato — Nick non ha l’aria tesa e vendicativa che tutti ci aspettavamo: è già tornato a essere l’uomo controllato e affilato, mai un sorriso, casomai un ghigno, che nessuno credeva potesse essere escluso dalle liste del suo partito. Attacca a parlare piano, con eloquio fluido. Seguono decine di domande. Sintesi. Berlusconi (che sembra stia seguendo la diretta tivù piuttosto in apprensione). «A lui mi legano affetto e riconoscenza per tutte le opportunità che mi ha dato. È una persona straordinaria. Certo credevo che lui e il partito sarebbero stati capaci di sfoggiare una cultura garantista, visto che nel Pdl sono tante le persone indagate. Purtroppo, secondo le teorie di alcuni colleghi, la mia candidatura avrebbe portato voti a livello locale
Cosentino: sono una vittima Berlusconi? È straordinario Show dell’ex sottosegretario. Accuse ad Alfano e Bocchino per farne perdere a livello nazionale. Mah. Dicono che sono il capo degli "impresentabili": in verità, io sono solo vittima di un eccezionale accanimento mediatico e di un caso giudiziario incredibile. Anche Berlusconi è indagato dal 1994, ma ora tutti hanno capito che è un perseguitato. Io invece sono indagato dal 1996, però dopo le prime dichiarazioni dei pentiti non si è saputo più niente». L’immunità. «Non ho fatto un passo indietro, come altri,
per principio. Così ho lottato fino all’ultimo per avere un posto in lista. Ma non era l’immunità che cercavo: quella avrei potuta trovarla in altri partiti che pure mi avrebbero candidato volentieri. Mi sono
battuto per dignità» (Primo applauso scrosciante, grida di evviva, pernacchie di giubilo: all’ingresso un solerte agente di polizia chiedeva ai giornalisti di esibire il tesserino dell’Ordine, ma poi hanno
fatto passare chiunque; pubblico da comizio a piazza Carità, da stadio). I nemici nel partito. «Alfano? Non ho nulla contro i perdenti di successo. Ma certo lui e Caldoro temevano il mio
Dignità «Non era l’immunità che cercavo, mi sono battuto per la mia dignità»
Scelte «Silvio ha ceduto per paura dei sondaggi secondo i quali avrei fatto perdere voti»
I casalesi «Ma dev’essere proprio un clan di fessi se si scelgono un punto di riferimento come me»
potere. Cesaro? È un trafficone. Francesca Pascale? No, non è stata la fidanzata del Cavaliere a farmi fuori. Sono davvero convinto che lui abbia ceduto alle pressioni solo per paura di quei sondaggi, secondo i quali io avrei fatto perdere voti». I Casalesi. «L’unico referente dei Casalesi in Parlamento è l’onorevole Bocchino: è lui che nel 1996 fu eletto nel collegio di Casal di Principe. Eppure leggo che sarei io a tenere i rapporti con il clan. Ma
Le accuse Un processo sulla gestione dei rifiuti nel casertano, l’altro su un terreno e un finanziamento a imprese legate alle cosche
I pm: referente dei clan. In carcere il 16 marzo Le due ordinanze contro il deputato L’immunità cadrà con il nuovo Parlamento NAPOLI — Sono due le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di Nicola Cosentino che dovranno essergli notificate appena decadrà da deputato. La prima (novembre 2009) fu emessa per concorso esterno in associazione mafiosa in riferimento all’attività dell’Eco4, consorzio di aziende che ebbe in gestione gli appalti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Caserta, e che i magistrati definirono «diretta espressione della criminalità organizzata», in particolare delle famiglie casalesi Bidognetti e Schiavone. Secondo i pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, e secondo il gip Raffaele Piccirillo, Cosentino utilizzò il suo potere politico per favorire, in cambio di voti, l’assegnazione degli appalti al consorzio. Ad accusarlo è soprattutto l’imprenditore Gaetano Vassallo, legato a Bidognetti e diventato poi colla-
boratore di giustizia («Posso dire che la società Eco4 era controllata dall'onorevole Cosentino... che io ebbi a conoscere proprio attraverso Bidognetti Francesco»). Contro l’ordinanza d’arresto i difensori del deputato, gli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro sono ricorsi fino in Cassazione, ma le loro istanze sono state sempre respinte. Nel frattempo Cosentino è stato rinviato a giudizio e ha chiesto di essere processato con rito immediato. Il dibattimento, iniziato oltre un anno fa, è in corso davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Lo stesso dove stamattina si aprirà il secondo processo contro l’esponente pdl, in cui è imputato di concorso in reimpiego di capitali, falso, corruzione e abuso di ufficio, con l’aggravante di aver agito per favorire la camorra. Nell’ordinanza del gip Egle Pilla (dicembre
2011), Cosentino viene definito «il referente nazionale» delle cosche di Casal di Principe. Che avrebbe favorito agevolando l’assegnazione irregolare a imprenditori legati ai clan di un terreno dove volevano costruire un centro commerciale e aiutandoli a ottenere in tempi rapidissimi e senza troppe formalità un finanziamento presso la Unicredit. Oltre che di queste accuse, l’ex sottosegretario deve poi rispondere, in un altro procedimento, di calunnia nei confronti del governatore della Campania Stefano Caldoro per aver veicolato false notizie sulla sua vita privata nel tentativo di danneggiarne la corsa alla Regione. Cosa accadrà il prossimo 16 marzo, all’indomani dell’insediamento delle nuove Camere e quindi per Cosentino primo giorno da cittadino non protetto dall’immunità? I suoi avvocati studieranno certamente quali tentativi fare per evitargli il carcere, ma non ne hanno molti a disposizione. Se infatti per le accuse
contestategli nel processo che si apre oggi Cosentino potrebbe chiedere al giudice l’attenuazione della misura cautelare, e quindi gli arresti domiciliari, per il concorso in associazione mafiosa questa eventualità non è prevista. L’unica salvezza sarebbe la revoca da parte del Tribunale della misura cautelare in considerazione dell’avanzato stato del pro-
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Il pubblico ministero Giuseppe Narducci, 52 anni, è uno dei pm che si sono occupati dell’indagine su Nicola Cosentino
I deputati che hanno votato no all’arresto di Cosentino il 12 gennaio 2012
cesso (che escluderebbe il rischio di inquinamento delle prove), della scelta dell’imputato di essere giudicato con rito immediato (atteggiamento collaborativo in contrasto con il pericolo di fuga) e del venir meno del suo potere politico (e quindi dell’eventuale reiterazione del reato). Altrimenti c’è soltanto il carcere.
Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo Piano
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Dopo la bufera Sollievo nel Pdl: in fondo Nicola si è comportato bene
Chi è
dev’essere proprio un clan di fessi se si scelgono un punto di riferimento come il sottoscritto, che non potrà più essere nemmeno deputato... I parenti? Uno dei miei otto fratelli si è fidanzato a 16 anni e poi sposato con l’attuale moglie che ha un fratello camorrista: va beh, e allora? Allora volete dire che Donat Cattin, che aveva un figlio terrorista, era un terrorista pure lui?». (Bocchino replicherà: «Sì, è vero: in Parlamento sono stato il riferimento della gente perbene che vive in quella terra martoriata da Gomorra»). Le liste. «Beh, le avevo io perché... perché io le ho sempre avute... Avete detto che me le ero rubate per montare il caso finale. La notizia del furto vi è arrivata dal mio partito? Eh... Qualcuno, nel mio partito, aveva forse paura che, magari all’ultimo, riuscis-
si a candidarmi. Così hanno cercato di demonizzarmi fino alla fine». (In realtà, quando l’altra sera Cosentino capì d’essere stato fatto fuori, portò via le liste per assicurarsi che almeno i suoi restassero nei posti concordati). Il carcere. «Sono pronto ad andarci. Ma perché dovrei? Mi hanno forse processato e giudicato colpevole?». Conferenza stampa finita. Certi vanno a baciarlo. «Nick... te vulimmebbbene». Lui si volta: «Ué... Rafaé...». Un tipo con tre tatuaggi sul braccio e una cicatrice sul collo gli prende la mano: «Onoré, sempre a disposizzzione...». Gli amici veri un po’ in disparte, e tristi. Amedeo Laboccetta, Carlo Sarro, Enzo D’Anna, Cosimo Sibilia (tutti nelle liste). Poco distanti, anche Emanuela Romano e Virna Bello, frequentatrici di Villa Certosa nelle divertenti estati del Cavaliere. Nick ’o ’mericano saluta, abbozza sorrisi, adesso è sudato, il ciuffo appiccicato sulla fronte, gli occhialini appannati, deve andare a Roma per una delle ultime votazioni alla Camera. (Ore 16,05). Sul Frecciarossa 9550, sale un uomo esausto, stordito. Guarda fuori dal finestrino, socchiude gli occhi. «Mi cercano in tanti, mi vogliono in tivù... Santoro, Ballarò...». Si morde il labbro inferiore. Scuote la testa. «Sto ricevendo un sacco di telefonate... si complimentano, soddisfatti e rasserenati... temevano che avrei detto chissacché... La verità è che a me sembra ancora tutto così pazzesco...». Forse va bene questa come scena finale. Forse non c’è nemmeno più gusto a chiamarlo Nick ’o ’mericano.
Fabrizio Roncone
Gli inizi Nato a Casal di Principe (Caserta), 54 anni, Nicola Cosentino entra presto in politica: a 19 anni, con il Psdi, è consigliere comunale della sua città, poi consigliere della Provincia di Caserta (1980) e assessore (’83-’85). Nel ’95 è consigliere regionale per Forza Italia (12.851 voti). Nel ’96 è eletto deputato (35.560 voti) Il ruolo Nel 1997 è designato coordinatore del partito per la provincia di Caserta e nel 2005 diventa coordinatore regionale. Riconfermato alla Camera nel 2001, nel 2006 e (col Pdl) nel 2008 quando viene anche nominato sottosegretario all’Economia Le inchieste Il suo nome compare in un’inchiesta della Dda di Napoli sulla camorra. Il tribunale emette un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, definendolo «il referente nazionale» delle cosche casalesi: il 12 gennaio 2012 la Camera nega l’autorizzazione all’arresto e lui si dimette da coordinatore del Pdl campano
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Il Cavaliere chiude il caso e attacca le toghe «politicizzate» L’escluso Dell’Utri: su di me ha sbagliato. E Papa: non lo voto più ROMA — Il giorno dopo serve a rifiatare. La grande battaglia delle liste ha lasciato i segni nel corpo e nell’anima di un Pdl squassato dal caso Cosentino, ferito inevitabilmente dal dimezzamento delle candidature rispetto ai numeri degli uscenti, in certi casi perfino umiliato da scelte che — protestano soprattutto in Piemonte e Liguria — non rispettano «le logiche del territorio». Adesso toccherà mettersi questo traumatico passaggio alle spalle, e in fretta. Ed è quello che ha intenzione di fare Silvio Berlusconi, partito lunedì notte per Arcore e al lavoro per definire quel nuovo «Contratto con gli italiani» che dovrà essere il cardine dell’ultimo mese di una campagna elettorale finora a costo quasi zero (solo tv, radio e Internet, pochissimi spazi pubblici prenotati anche per le prossime settimane, manifesti ridotti all’osso). Ma prima c’è da chiudere ufficialmente il caso Cosentino, nella consapevolezza — come dicono i big del Pdl — che «in fondo Nicola nelle sue dichiarazioni si è comportato in maniera civile». «A questo punto sono sicuro di vincere. Non temo contraccolpi nei vari livelli locali», dice dunque a Studio Aperto di primo mattino il Cavaliere. «Abbiamo dovuto chiedere a nostri amici, colleghi, di rinunciare ad essere presenti nelle liste perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati — è la linea —. Senza quelle esclusioni poteva diminuire il nostro consenso. Insomma, dovevamo fare queste scelte dolorose», ma certo meritano un grande ringraziamento le persone che «hanno rinunciato di sponte propria» a entrare nelle liste. Fra queste in qualche modo c’è Dell’Utri, che fino all’ultimo ha invocato una candidatura: «Io — dice alla Zanzara scegliendo l’ironia — non mi sento impresentabile, però Berlusconi mi ha detto che mettendomi in lista perde un milione e mezzo di elettori. Sbaglia, io non ci credo, così mi sono tolto dalle palle e non si potrà dire mai che ha perso per causa mia. Io in realtà pensavo di prenderli i voti, volete che non ci siano un milione e mezzo di delinquenti che mi votano?». E su Cosentino: «L’avrei tenuto perché le accu-
Presidente L’ex premier Silvio Berlusconi, 76 anni, ieri a Studio Aperto
se non stanno in piedi e poi non candidarlo significa mandarlo direttamente a Poggioreale, una cosa assurda». Intanto promette fuoco e fiamme Alfonso Papa, altro escluso, che in custodia cautelare è stato per mesi: «Berlusconi aveva promesso non
La strategia La campagna elettorale finora è stata a costo quasi zero: radio, tv, Internet, ma pochi manifesti e pubblicità L’obiettivo A via dell’Umiltà si discute di una candidatura di Berlusconi a presidente del Senato, in caso di parità L’attesa Oggi sono in arrivo i primi sondaggi per valutare l’effetto dell’esclusione degli «impresentabili»
a me ma a mia moglie e mia figlia che mi avrebbe ricandidato. Queste scelte fatte per mero calcolo e giustizialiste sono pericolose. Questo Pdl non lo voto più», dice alla trasmissione KlausCondicio. Sfoghi, ma in queste ore molto diffusi nel Pdl. E in via dell’Umiltà — oltre a fare scenari sul futuro (si è discusso di un possibile ruolo di Berlusconi presidente del Senato come obiettivo in caso di stallo a Palazzo Madama) un certo timore per la sorte di alcune regioni c’è. Oggi arriveranno i sondaggi nazionali nei quali, è la speranza, si potrebbe già registrare un incremento per la scelta dell’esclusione degli «impresentabili». Ma in Campania adesso «sarà durissima — dicono dal partito —. Anche se Cosentino non si metterà di traverso, la botta la sentiremo». E preoccupazione c’è anche per due Regioni come Piemonte e Liguria dove il territorio è in subbuglio per le candidature di «catapultati»: il rischio di un arretramento, dicono «è consistente», come potrebbe esserlo il travaso di voti nei due partiti di destra dovuto all’esclusione di gran parte degli ex An: in posti sicuri ormai ne restano solo 15.
Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista Il governatore: non temo rappresaglie in Regione. Carfagna è mia alleata, rappresenta una nuova Campania
«Non aveva tutti quei voti. Ora noi più credibili» Caldoro: sul dossieraggio voglio la verità Poteva obbligarmi a ritirare la candidatura MILANO — «Il buono e il cattivo? Inviterei Cosentino ad essere più prudente nel dare sentenze». Il giorno della vittoria (per lui), il governatore Stefano Caldoro se ne sta nel suo ufficio di Palazzo Santa Lucia a firmare delibere. «I veri problemi sono questi, è il governo reale del territorio». Tra gli eroi dei film di Sergio Leone non si riconosce in quelli evocati per lui dal suo avversario politico. Semmai, rivendica una caratteristica: «Combatto a viso aperto e mai alle spalle». Anche con Cosentino? «Soprattutto con Cosentino. Sono sempre stato un garantista e ho sempre scolpito nella mia mente la frase di Nenni: c’è sempre un puro più puro che ti epura». In questo caso l’epuratore è stato lei. E ha vinto. Soddisfatto? «Mi sono limitato a porre un tema, e non da oggi: quello del rinnovamento e dell’opportunità. Che ho messo in prati-
ca su me stesso nel ’94 e nel 2006, rifiutando seggi sicuri e facendo un passo indietro per gioco di squadra. Berlusconi era obbligato, al di là della sua volontà, ad escludere alcuni nomi. Cosentino doveva capirlo prima». Già, ma adesso Cosentino le manda a dire: la faccia Caldoro la campagna elettorale per il Pdl. La spaventa? «Il buon governo della Regione mi tiene sopra il 50% nei consensi, ma non nego che la vicenda liste, della quale non mi sono occupato, ce ne ha fatti perdere. Un’eredità durissima, e recuperare è impresa titanica ma possibile anche con Berlusconi». E lei ha meno voti di Cosentino… «Non temo che lui sia fuori, perché non aveva tutti quei voti. Nessuno può dire di essere una macchina elettorale. Oggi è l’opinione pubblica che ti giudica in base alla credibilità».
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Quanto ha influito sul consenso la «sparizione» delle liste? «Prendo atto della smentita di Cosentino, ma se fosse solo formale è stata una reazione non comprensibile. Però potrebbe essere successo». Cosentino ha parlato di persecuzione nei suoi confronti. «Io gli ricordo solo che è successo a lui
quello che proprio lui fece all’ex coordinatore regionale campano del Pdl, Antonio Martusciello: in una notte, per ragioni di regolamento di conti interni, epurò lui e tre del suo gruppo. Una pulizia etnica dolorosa che io giudicai sbagliata. In questo caso nessuno a lui vicino è stato escluso. Anzi». È preoccupato per eventuali ritorsio-
Ieri e oggi
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In Regione Stefano Caldoro, 52 anni, dal 2010, dopo aver battuto il candidato del Pd De Luca, è il governatore campano
Persecuzioni? Lui fece fuori Martusciello e altri tre in una notte, per un regolamento di conti interno
ni sulla giunta campana? «No, le questioni interne non influiranno». Come rilegge oggi la vicenda dei dossier denigratori messi in piedi su di lei? «Non credo che il dossieraggio sia stata opera di qualche buontempone. Non ho elementi per dire che Cosentino sia stato la mente. Dopo il caso Marrazzo sarei stato obbligato a ritirarmi. La costituzione di parte civile è un modo per affidare la verità ai pm. Io su questa storia non mollo». I nomi su cui punterà in questo Pdl rinnovato. «Mara Carfagna, che con me ha fatto da subito questa battaglia di rinnovamento. E poi Gianfranco Rotondi». Dal 16 marzo Cosentino potrebbe finire in prigione. Da garantista, è preoccupato? «Sì, ma mi auguro che i magistrati svolgano i processi lasciandolo in libertà».
Angela Frenda © RIPRODUZIONE RISERVATA
A Macherio
Incontro (segreto) con Veronica MILANO — Un faccia a faccia, un incontro riservato. Senza avvocati e senza intermediari. Silvio Berlusconi e Veronica Lario si sarebbero incontrati ieri nella villa di Macherio per cercare un accordo definitivo dopo la sentenza di divorzio. Tra le ipotesi di una possibile intesa c’è la destinazione di quella villa all’ex moglie del Cavaliere. Inoltre, Berlusconi verserebbe una cifra mensile che si potrebbe aggirare intorno al milione e cinquecentomila euro. Per il momento sul tavolo ci sono solo ipotesi, però l’incontro di ieri assume una importanza particolare proprio perché avviene all’indomani della sentenza della nona sezione civile del Tribunale di Milano che ha assegnato all’ex signora Berlusconi tre milioni di euro al mese, circa 100 mila euro lorde al giorno. La villa di Macherio — composta da circa 70 stanze — è stata stimata in 78 milioni di euro. Il Cavaliere aveva accusato le tre giudici che avevano emesso la sentenza di essere «femministe e comuniste». «Spero in un accordo bonario e sensato con Veronica», aveva poi spiegato l’ex presidente del Consiglio dieci giorni fa ospite della trasmissione Telecamere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Verso il voto Le liste
La rabbia degli ex an: «Usati e abbandonati per far posto a Scilipoti»
Montecitorio
La protesta (sulle punte) dei ballerini Una protesta in punta di piedi, quella messa in scena ieri davanti alla Camera dagli allievi danzatori dell’Accademia nazionale di danza, che hanno manifestato contro i tagli e per la richiesta di un nuovo Statuto, dopo che nel 2008 il regolamento approvato dal consiglio dell’Accademia non è mai stato preso in considerazione dal ministero dei Beni culturali (Foto Ansa/Campana)
Da Ronchi a Urso, i grandi esclusi dal Pdl Lo sfogo
Viespoli: noi asfaltati E neanche una telefonata ROMA — «Hanno "asfaltato" la componente ex an. Se si stravince sarà il 10%. E al Senato ce ne saranno 4. Significa che c’è stata una mutazione genetica: il Pdl non esiste più». Senatore Pasquale Viespoli, cosa intende? È tornata Forza Italia? «Neanche. Lì c’erano Pera, Melograni, Urbani, Colletti. L’apertura alla società civile. Qui vedo altro». Cosa? «Arroccamento. Fidelizzazione. È un partito monolitico. Dalla fase di oligarchica si è tornati alla fase monarchica. È un partito personale». Lo dice per amarezza? «No, è evidente che la componente ex an è ridotta a ornamento. Poi, certo, la delusione c’è. Sul piano umano innanzitutto». Cosa si aspettava? «Un cambiamento di programma ci può stare. Ma offende la forma più della sostanza. Neanche una telefonata. L’ho percepito appena prima la chiusura delle liste. E mi sono dissociato dal suicidio politico del centrodestra». Non sospettavate nulla? «Non è ingenuità politica. Ma credo nel valore della lealtà. Chi è stato escluso passa per impresentabile. Io, in 20 anni, nemmeno un avviso di garanzia. Forse è questo il problema». Aveva avuto promesse? «Nessun contratto. Il mio gruppo al Senato di Coesione nazionale ha svolto un’azione politica importante». Lei era stato in Fli. «Sì, ma tra le "colombe". Ho tentato di evitare la rottura Fini-Berlusconi. Poi ho chiuso con Fini e ho dato vita al gruppo al Senato con l’intesa di Berlusconi. Paghiamo quella vicenda. Ma è la comunità umana che veniva da destra e aveva fatto con generosità un percorso nel Pdl a essere non ripagata con generosità». Perché non lo chiama? «A tumulazione già avvenuta? No.»
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ROMA — Indignati. Amareggiati. Offesi. Non se lo aspettavano gli esponenti di An confluiti nel Pdl, o ritornati dopo una breve parentesi finiana, di finire, nella stragrande maggioranza, fuori dalle liste del Pdl. Le parole per descrivere lo stato d’animo nel day after le trova Mario Landolfi: «È stata una pulizia etnica. Paghiamo quelle "lettere scarlatte": An». E mentre Giorgia Meloni spalanca agli esclusi (e ai loro elettori) le braccia di Fratelli d’Italia e Francesco Storace quelle della Destra, loro vivono momenti amari. È così per Andrea Ronchi: l’unico ministro ex an del governo Berlusconi non compreso nelle liste del Pdl. Fondatore di An, portavoce del partito di Gianfranco Fini, il più accanito sostenitore dell’alleanza con Silvio Berlusconi, in vista di un rafforzamento del centrodestra, aveva avuto fino alla vigilia delle liste ampie rassicurazioni verbali della sua candidatura. Volate, come quelle dei suoi compagni di partito, in silenzio. «Nessuno ci ha cercato. Sono profondamente rattristato e deluso. Dai comportamenti umani ancor prima che politici», dice. Gli pesa che sulla bilancia non sia stato messo il suo «lavoro svolto come ministro delle Politiche europee con attestati di stima del mondo imprenditoriale e internazionale nella battaglia in difesa del made in Italy, contro la contraffazione, a sostegno della lingua italiana, sul clima». Paga l’aver seguito Fini in Fli?
«Eravamo amici d’infanzia. E quando Angelino Alfano fece riferimento al Partito popolare europeo con Urso uscimmo da Fli. Tornai nel Pdl senza chiedere nulla in cambio». A differenza di Razzi e Scilipoti, che il premio lo hanno ritirato in lista, per lui nemmeno un posto in coda, malgrado l’appoggio politico dato con Urso ad Alfano portando al fianco del segretario pdl Aznar. Assieme ad Adolfo Urso, Pippo Scalia, Maurizio Saia e Giuseppe Menardi, Ronchi ha scritto ieri una nota: «Nella formazione delle liste hanno prevalso altre logiche sulle quali non ci interroghiamo, lo faranno gli elettori. Abbiamo sempre operato con disinteresse, scegliendo e talvolta sbagliando solo sulla base di convinzioni politiche profon-
de e coerenti, anteponendo sempre gli interessi generali a quelli personali». Pentiti? Adolfo Urso assicura di no: «Quello che abbiamo fatto lo rifaremmo. Con coerenza e impegno abbiamo agito sempre senza promessa di aver nulla in cambio». Concorda Silvano Moffa: «Alla lu-
ce di quello che è successo, meglio fuori che dentro. Non capisco la motivazione. Mi sarei aspettato logiche più politiche e meno personali. Invece ho assistito in maniera disincantata a uno spettacolo esilarante e poco dignitoso». Valeva la pena seguire Berlusconi abbandonando Fini
quando cercò di farlo cadere? «La scelta del 14 dicembre 2010 la rivendico. Odio i ribaltoni e sono stato coerente con l’elettorato di centrodestra. Ed è stata una scelta nell’interesse del Paese che in quel momento non poteva andare alle elezioni. Tant’è che quando Berlusconi si è tirato
Gli esclusi
Pasquale Viespoli Beneventano, 58 anni, deputato e senatore di An e poi del Pdl, sottosegretario dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2010, quando passa a Fli
Adolfo Urso Padovano, 55 anni, deputato dal ’94 con An e poi col Pdl, viceministro nei Berlusconi III e IV, passa prima a Fli e poi nel gruppo Misto
Andrea Ronchi Perugino, 57 anni, deputato di An dal 2001, è stato ministro pdl per le Politiche europee nell’ultimo governo Berlusconi
indietro non si è tornati alle urne». Mario Landolfi tornerà «a fare il giornalista» a Il Secolo d’Italia, diretto da un altro escluso eccellente, Marcello De Angelis. Con un dente amaro nei confronti degli antichi compagni di strada Maurizio Gasparri e Altero Matteoli: «Dovevano difenderci. Io sono stato ministro, due volte in vigilanza, una certa notorietà ce l’ho». Hanno pesato le pendenze penali? «No. La mia candidatura non è neanche arrivata al tavolo delle liste. C’è stato un veto di Nitto Palma che col quale sono in netto contrasto sulla gestione del partito. Mi consola che sono stato bocciato dalla nomenclatura e non dagli elettori». Gliela farà pagare? «Mio padre, vecchio profumiere, diceva che bisognava vivere di clienti stanziali, bisognava accudirli, non trattarli con sufficienza. La gente guarderà a quale Maradona si è dovuto fare spazio. E se Maradona non lo troverà, si regolerà».
Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Retroscena Il vicepresidente del Consiglio regionale Morgillo contro Verdini e Bondi. Il consigliere Melgrati: qualcuno è impazzito
Scajoliani pronti a fondare il Popolo della Liguria I fedelissimi: «Via dal Pdl dopo il voto Avremmo dovuto andarcene mesi fa» ROMA — La catapulta che ha scagliato in terra ligure «stranieri» come il senatore in pectore Augusto Minzolini, sotto inchiesta per peculato, ha messo in moto un meccanismo centrifugo. Tra gli uomini di Claudio Scajola è scattato il si-salvi-chi-può. Scappano verso La Destra di Storace, minacciano di regalare i loro voti ai montiani, bussano alla porta di Fratelli d’Italia... Anche il Pdl del Piemonte è sul piede di guerra. Guido Crosetto non fa che ricevere telefonate di parlamentari in scadenza che gli chiedono asilo politico, imbufaliti perché nelle liste sono spuntati la «bella e brava» Annagrazia Calabria (suo il copyright), la compagna di Bondi Manuela Repetti e l’ex sottosegretario Mino Giachino, che nel Pdl piemontese molti vedono come «voluto da Gianni Letta». Ma è la Liguria l’epicentro del caos, esasperato dalla presenza nella lista del Senato di due nemici giurati di Scajola, Eugenio Minasso e Michele Scandroglio. A giorni arriverà in missione Giorgia Meloni, per raccogliere i frutti del terremoto: «Non ci rivolgiamo a quelli che vogliono vendicarsi del Pdl, ma a chi cerca un movimento che rispetti le identità politiche, il territorio e chi lo rappresenta».
Territorio è la parola chiave, quella che ieri ha scandito l’infuocata assemblea organizzata da Scajola per decidere il da farsi dopo l’epurazione. Cinque ore di sfogatoio dove il tema più dibattuto è stato quello della scissione. Scajola, che non si aspettava «tanta tensione, delusione, umiliazione e arrabbiatura», ha faticato a raffreddare i bollenti spiriti degli amici pronti a uscire e ha programmato lo strappo per il dopo-elezioni: «Per il Pdl sarà un bagno, ma stiamo attenti a non intestarci la sconfitta». In tanti già pensano al nome del
nuovo movimento: «Popolo della Liguria», una forza regionale che potrebbe poi federarsi con il partito nazionale. Con questa idea fissa è arrivato all’incontro Luigi Morgillo, il furibondo vicepresidente del Consiglio regionale: «Hanno umiliato un intero territorio e ora non so per chi votare. A Scajola è stato chiesto un passo indietro e i furbetti del partito romano ne hanno approfittato per far piovere i paracadutati». Cosa farete, adesso? «Scajola è innamorato di Berlusconi e non lo tradirà, ma io non lo sono. Io mi sento tradito da Berlusconi e non posso restare in un Pdl che ha come coordinatori Verdi-
43,5
Ex ministro Claudio Scajola, 65 anni
L’ex consigliere del centrodestra piemontese già condannato
Firme false, Giovine ci ricasca Nuovo stop
ni e Bondi». Nell’ufficio dell’ex ministro, a Imperia, arrivano il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza, il fratello di Scajola, Alessandro, e il nipote Marco, consigliere regionale. «La mia
Cade ancora sulle firme Michele Giovine, della maggioranza di centrodestra in Piemonte, già sospeso dal Consiglio regionale perché condannato in due gradi di giudizio per «firme false». L’ufficio elettorale non ha ammesso al Senato la sua «Lista pensionati» per mancanza di «numero sufficiente di firme regolarmente autenticate». Dopo che il tribunale ha accertato irregolarità nella certificazione della lista «Pensionati
per Cota», che con 27 mila voti contribuì all’elezione del governatore nel 2010, Giovine è di nuovo nel mirino della Corte d’appello di Torino: «La metà delle firme sono autenticate da Domenico Pino, consigliere provinciale la cui firma non corrisponde a quella da lui autenticata come candidato della stessa lista». Replica di Giovine: «Pino, come tutti, ha due, tre tipi di firme, tutte vere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
per cento i voti del centrodestra alle Politiche 2008 in Liguria
esperienza nel Pdl è terminata», annuncia mesto il vicepresidente dell’Anci, Luigi Vinai. Il sentimento prevalente è che Scajola abbia sbagliato a non mettersi in proprio mesi fa, quando Berlusconi, «con lusinghe e promesse», riuscì a stoppare la scissione. Il senatore Franco Orsi si è sfilato dalla lista di Palazzo Madama per non fare il tappabuchi e lo stesso hanno fatto alla Camera Piero Poillucci e Massimiliano Iacobucci. Marco Melgrati, presidente del gruppo consigliare in Liguria, voterà Storace: «Al vertice del Pdl qualcuno è impazzito!». L’unico che si è salvato è il capolista alla Camera Sandro Biasotti, che si affanna a rabbonire gli esclusi: «Di paracadutati ne sono arrivati due, ora però dobbiamo impegnarci tutti...». Un appello che rischia di cadere nel vuoto.
Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo Piano
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
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Verso il voto Lo scontro
No agli F35, mossa di Bersani Monti: il Pd non è un pericolo E il presidente della Cei invita i cattolici ad andare a votare ROMA — «Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F35. La nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro». Bersani introduce un aspetto inedito nella campagna elettorale, nel giorno in cui la Camera autorizza il governo a dare supporto logistico per le operazioni in Mali. Una dichiarazione, la sua, rivolta a quell’elettorato di orientamento pacifista, tentato di votare per l’ex pm Ingroia. E infatti la sortita di Bersani piace all’alleato Vendola che, non a caso, la rilancia, proprio per impedire lo scivolamento in direzione di Rivoluzione civile di quei cittadini sensibili alla sirena antimilitarista. «Bravo Bersani — scrive su Twitter — le ali da tagliare sono quelle dei cacciabombardieri. Siamo felici di averne fatto da tempo la nostra bandiera». Che lo scopo sia quello di insidiare il movimento di Ingroia lo si ricava dalla reazione indispettita di Di Pietro, alleato di Ingroia. Di Pietro attacca con asprezza il segretario pd. «Caro Bersani — sostiene il leader dell’Idv — si vede che siamo in campagna elettorale, visto che fino ad oggi avete approvato e sostenuto chi quegli F35 li ha comprati ed ha sprecato i soldi dei cittadini per i sommergibili e missioni di guerra. L’ultima perla di questo esecutivo è l’invio di personale e mezzi in Mali». Le tue, oggi, accusa Di Pietro, «sono solo lacrime di coccodrillo». Il premier Monti difende il proprio governo e definisce «provinciale» il Berlusconi che lo ha accusato di essersi piegato ai diktat della cancelliera Merkel. Nega di essere massone
e di essere espressione dei poteri forti. Casomai obietta, «io, da commissario Antitrust, ho contrastato certi abusi dei poteri forti come Microsoft, General Electric o la prevaricazione del governo tedesco che voleva agevolare le banche tedesche». L’Italia non è ancora salva, avverte, perché molto dipenderà «da che cosa succederà alle elezioni. Ora c’è una situazione di stabilità finanziaria e si vede dall’andamento dello spread e dei tassi, che è tutto il contrario di un anno fa, e questo è rassicurante. L’Italia, però, è un Paese che da
15 anni cresce meno della metà degli altri dell’eurozona». Poi, sempre in polemica con il Cavaliere, Monti nega che esista ancora il pericolo comunista: «Ha torto Berlusconi a dire che c’è un pericolo comunista. Il Pd ha una storia gloriosa, dalla quale si è andato affrancando, all’ini-
La polemica Albertini: Vendola vuole tornare agli anni di piombo. Il leader di Sel: offesa alla verità storica
zio ad esempio non ha appoggiato la costruzione europea, recentemente sì». Ma, rimarca, «dall’altra parte, quella che doveva essere una rivoluzione liberale non è stata né rivoluzionaria né liberale». Infine, alcune confidenze. Ricorda di avere votato, in passato, partiti che avrebbero potuto portare «il vento del liberalismo, come repubblicani, e liberali, i quali hanno però dato poco in termini di realizzazioni, nonostante le grandi personalità come Spadolini e Malagodi». Nel ’94 scelse Berlusconi poi, rivela, «ho avuto simpatia per
La polemica
Harry: ho ucciso, come alla Playstation Sta suscitando polemiche l’intervista in cui il principe Harry ammette di avere ucciso talebani durante la sua missione in Afghanistan (foto Reuters). Molte le critiche per la frase: «Sono tra quelli che amano giocare con la Playstation, mi piace pensare che coi miei pollici io possa essere così utile». Il partito laburista lo accusa: «È stato ancora una volta troppo ingenuo».
Il caso La vicenda L’acquisto Sono 90 gli esemplari di caccia F35 (foto sotto) che l’Italia dovrebbe acquistare per sostituire i velivoli Tornado, Amx e Av-8B che in 15 anni usciranno per vecchiaia dalla linea operativa. Il costo previsto ammonta a più di 100 milioni per ogni caccia, per un totale superiore ai 12 miliardi di euro (di
cui 2 miliardi già versati per ottenere il diritto di partecipare all’operazione) Dal Pentagono Preoccupati dai risultati dei test effettuati sugli F35, dal Pentagono hanno preparato un dossier in merito: per evitare incidenti ed esplosioni, i caccia devono tenersi alla larga dai fulmini e volare ad almeno 45 chilometri dalle aree in cui sono in corso temporali Gli appelli politici L’Italia dei valori e Sinistra e libertà hanno immediatamente lanciato appelli per evitare l’acquisto e risparmiare i soldi preventivati per i caccia. Ieri, il segretario del Partito democratico Bersani ha detto: «Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F35. La nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro»
Prodi». Ciò che conta, però, sono le idee per le quali mi sono speso e che, dice, «si sono affermate negli ultimi anni sul piano europeo con l’economia sociale di mercato». Viceversa in Italia succede qualcosa di diverso. «Non credo che forze politiche così condizionate dalle estreme possano fare politiche più radicalmente innovative», obietta spiegando i motivi della sua salita in politica, e cioè, il fatto che «il Pdl si è riavvicinato alla Lega e critica nei confronti dell’Ue e il Pd è interessato, non volendo avere avversari alla sua sinistra, a legare con Sel». Anni di piombo Albertini accusa Vendola di volere «tornare indietro alle leggi degli anni di piombo». Il leader di Sel, dice l’ex sindaco di Milano, «firma referendum per ritornare all’articolo 18 oppure firma per portare indietro gli orologi a prima della riforma pensionistica». Replica di Vendola rivolgendosi a Monti: «Questo è segno di moderatismo, sono preoccupato anche per l’offesa inflitta alla verità storica. Chi ha scritto lo statuto dei lavoratori è stato obiettivo delle Brigate rosse». Ed ecco il passaggio chiave: «Il principale antagonista delle Br si chiama Cgil. Mi aspetto che per la civiltà dei rapporti politici Monti prenda le distanze». L’appello di Bagnasco Il presidente della Cei Bagnasco invita i cattolici «a non disimpegnarsi» e a «non disertare le urne». E chiarisce che «la presenza di esponenti cattolici in schieramenti differenti dovrà accompagnarsi a una concreta convergenza sulle questioni eticamente sensibili».
Lorenzo Fuccaro @Lorenzo_Fuccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Idee Un volume raccoglie le prolusioni del cardinale: «Siamo un popolo che si consolida nonostante il secolarismo»
Bagnasco: «La fede è impegno Dalla Chiesa nessuna ingerenza» Il capo dei vescovi, «con la gente e tra la gente» di ALDO CAZZULLO
«I
l parlare della Chiesa non è mai "ingerenza", ma è uno stare "dentro" il vissuto, offrire l’esercizio collegiale del discernimento. La Chiesa è sempre un popolo, e la lettura della storia che ne fanno i vescovi risente di questa impronta popolare che nel nostro Paese, nonostante il secolarismo, si conserva e si consolida anche oggi». Così scrive il cardinale Angelo Bagnasco, nella prefazione inedita al volume (La porta stretta, Cantagalli) che raccoglie le prolusioni pronunciate nei suoi primi cinque anni alla guida dei vescovi italiani. E fa una certa impressione rileggere l’esordio del marzo 2007 — «quando il Papa chiama, si risponde, anche se il carico che viene affidato appare, ad uno sguardo umano, sproporzionato rispetto alle personali risorse» —, quando l’arcivescovo di Genova si presentò non tanto con un programma di governo quanto, piuttosto, con
uno stile. Erano tempi in cui il nuovo presidente della Cei pareva doversi districare non solo tra due forti personalità come il predecessore Ruini e il segretario di Stato Bertone (anche lui ex arcivescovo di Genova), ma anche tra un governo di centrosinistra impegnato in una difficile mediazione al suo interno sulle unioni civili e un’opposizione di centrodestra su cui una parte delle gerarchie aveva puntato forse persino troppo. In questi anni Bagnasco, muovendosi sempre in sintonia con il Papa, ha saputo riequilibrare gli orientamenti dei vescovi italiani, tenendo ferma la barra sui valori ma senza concedere deleghe a nessun partito. Questo gli consente ora di difendere la Chiesa italiana dalle accuse di ingerenza nella politica: «Se la Chiesa parla e rivendica il proprio diritto a farlo, dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che non è per desiderio di ingerenza, ma solo per difendere la causa della verità e dell’uomo del no-
Valori Il Vangelo va annunciato «nella sua intera verità, comprese le sue implicazioni etiche e sociali»
Angelo Bagnasco, 70 anni, e il libro «La porta stretta» (Cantagalli)
stro tempo». Perché «la Chiesa interpreta il tempo presente contestando i miti dominanti che portano non alla felicità, ma a deserti tristi e disumani». Le idee di fondo che hanno guidato l’azione di Bagnasco, e rappresentano il filo che tiene insieme il libro, sono due. La fede vista non come fatto strettamente personale e intimista, ma come impegno che attraversa tutta la vita quotidiana, compresa l’azione politica. Qui però l’intervento della Chiesa, dei vescovi e del loro presidente è incentrato sul piano sociale e valoriale, più che sui partiti e sul governo. Una scelta dettata sia dall’esigenza
di innalzare la Chiesa al di sopra della contesa politica, sia dalle condizioni drammatiche vissute dal Paese. Bagnasco si è trovato a guidare i vescovi italiani negli anni della grande crisi, cui ha cercato di dare una risposta sia sul piano operativo, con opere di solidarietà rivolte in particolare alle figure della nuova povertà come le madri sole e i padri separati, sia sul piano morale, richiamando l’attenzione sulle profonde radici culturali del Paese e sulle sue grandi potenzialità di coesione e di ripresa. L’errore più grave sarebbe stata «una riflessione astratta e solitaria», mentre all’Italia serve semmai «la voce di una Chiesa che ascolta; che è capace di vedere, incontrare, parlare; che sta con la gente e tra la gente, cercando di capire e farsi capire». E il Vangelo va annunciato «nella sua intera verità, comprese le sue implicazioni sul piano antropologico, etico e sociale. E sempre nel "noi" della Chiesa. Diversamente la fede è destinata a restare un fatto puramente emotivo, sentimentale, in fondo irrilevante per la vita concreta». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Erasmus, niente decreto per gli studenti all’estero ROMA — Niente da fare per gli studenti dell’Erasmus, non potranno votare. Non all’estero dove sono per motivi di studio, perlomeno. Da Palazzo Chigi ieri non è arrivato il decreto che avrebbe aperto la porta dei consolati e delle ambasciate per ospitare anche le urne di questi studenti universitari. «Difficoltà insuperabili», hanno fatto sapere al termine del Consiglio dei ministri del pomeriggio. E hanno spiegato: «La discussione in consiglio ha posto in evidenza le difficoltà insuperabili di tempo e di praticabilità, prima di ogni cosa, ma anche di costituzionalità. Non era possibile, infatti, selezionare unicamente gli studenti Erasmus come nuova categoria di soggetti temporanei escludendo gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio ma senza una borsa Erasmus». Era stato il presidente del Consiglio Mario Monti in prima persona ad auspicare ed esortare i ministri competenti per poter trovare una soluzione al voto di questi ragazzi che con la borsa di studio Erasmus rimangono all’estero troppo poco tempo per poter iscriversi alle liste preposte, quelle dell’Aire, e votare. Ma alla fine sono state proprio le relazioni dei ministri dell’Interno Anna Maria Cancellieri e degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata a far desistere l’esecutivo da questa scelta. Esclusa, sempre per motivi di costituzionalità legate alle discriminazioni di altri studenti, anche la possibilità di poter agevolare i viaggi di questi ragazzi con sconti sui biglietti aerei. Vivace la protesta arrivata dal Pd al termine del Consiglio dei ministri. «Questa sugli studenti dell’Erasmus è una decisione sbagliata e incomprensibile», ha commentato laconico Marco Meloni, responsabile per il Pd dell’università e della ricerca. E ha aggiunto: «L’unica spiegazione che troviamo è legata alla difficoltà di conversione del decreto. Ma ci chiediamo se il governo abbia consultato per questo i gruppi parlamentari per un impegno in tal senso. Il nostro ci sarebbe stato senz’altro». Rammarico per questa decisione arriva anche da Bruxelles, dal vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (Ppe/Pdl): «È certamente un’occasione persa», dice. E poi prosegue: «Sarà grande la delusione tra i giovani».
Al.Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Verso il voto Le scelte
Politici, scatta l’obbligo di pubblicare il patrimonio
L’ex pm: dialogo su lavoro e conflitto di interessi
Decreto del governo. Vale fino ai parenti di secondo grado Camera
Sicilia, Friuli e Sardegna Ok al taglio dei consiglieri MILANO — Via libera definitivo dell’Aula della Camera alla legge costituzionale che modifica gli statuti di Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna: la norma riduce il numero dei consiglieri regionali in tutte e tre le Regioni. Il sì dai banchi di Montecitorio è stato pressoché unanime (per l’approvazione della modifica di una legge costituzionale è infatti richiesta la maggioranza assoluta dell’assemblea). Quella di ieri è stata l’ultima seduta della XVI legislatura, convocata anche per altri decreti in scadenza: la circostanza ha permesso di cristallizzare i numeri dei gruppi parlamentari, sostanzialmente mutati rispetto all’avvio del 29 aprile del 2008. E così, il Partito democratico diventa — con 203 deputati — il primo gruppo
Il sorpasso pd Boom di cambi All’ultima seduta, il Pd diventa primo gruppo e il misto sale a 70 parlamentare alla Camera, mentre il gruppo del Popolo della libertà è sceso a 202 componenti. La modifica della consistenza dei gruppi dipende dagli ultimi cambi di casacca formalizzati proprio nell’ultima seduta, una «migrazione» che ha fatto lievitare il gruppo Misto fino a 70 componenti. Con questi numeri, quindi, il peso del gruppo misto a Montecitorio è salito a più del 10 per cento. Nella seduta di ieri sono stati comunicati dal vicepresidente Antonio Leone gli ultimi arrivi: si tratta di Sergio Piffari e Gianni Favia (dall’Italia dei valori), Giuliano Cazzola (dal Popolo della libertà); Alessandro Maran (dal Partito democratico); Angela Napoli (da Futuro e libertà), Savino Pezzotta (dall’Udc). © RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Obbligo di pubblicità per i patrimoni dei politici, compresi i parenti entro il secondo grado e stop agli stipendi in caso l’incarico conferito da una Pubblica amministrazione, ad esempio ad un esterno, non sia stato regolarmente pubblicizzato. Cioè pubblicato online sul sito dell’amministrazione. E lo stesso vale per le gare se i relativi bandi non potevano essere conosciuti da tutti. Accelerando sulla tabella di marcia, perché le elezioni sono ormai alle porte, il governo ha deciso ieri, in Consiglio dei ministri, di approvare un decreto legislativo in attuazione della delega contenuta nella legge anticorruzione approvata nel novembre dello scorso anno. Ora la parola passa al garante per la privacy e alla conferenza unificata Stato Regioni. Poi le norme saranno operative. Lo schema di decreto legislativo in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Pubblica amministrazione — spiega la relazione illustrativa — costituisce «un elemento essenziale della politica del Governo in tema di lotta alla corruzione e alla illegalità». Si sottolinea che, in attuazione della delega contenuta nella recente legge anticorruzione, i tempi
Le decisioni
La scelta Ieri il consiglio dei Ministri ha dato l’ok preliminare a un decreto legislativo in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Pubblica amministrazione. Ora la parola passa al garante per la privacy e alla conferenza unificata, poi le norme saranno operative Gli stipendi I patrimoni dei politici, compresi i parenti entro il secondo grado, dovranno essere resi pubblici La trasparenza Nel caso in cui l’incarico conferito da una Pubblica amministrazione non sia stato regolarmente pubblicizzato (cioè pubblicato online), gli stipendi saranno bloccati. Lo stesso vale per le gare d’appalto. Documenti e informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria devono essere disponibili in formato aperto e possono essere fruiti gratuitamente, utilizzati e riutilizzati da tutti
«sono stati rapidissimi». E, si spiega, determinerà «un’accessibilità totale delle informazioni su ogni aspetto dell’organizzazione e dell’attività amministrativa». Tra le norme più significative, l’istituzione dell’obbligo di pubblicità delle situazioni patrimoniali di politici e parenti entro il secondo grado. I documenti e le informazioni saranno oggetto di pubblicazione obbligatoria, dovranno essere disponibili in «formato aperto» ed essere «conosciuti, fruiti gratuitamente, utilizzati e riutilizzati da parte di chiunque». L’obbligo di pubblicità riguarda anche i procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche. Per rendere agevole l’accesso ai documenti e ai dati oggetto di pubblicazione i siti istituzionali delle Pubbliche amministrazioni provvederanno a istituire ad una apposita sezione denominata «Amministrazione trasparente». Inoltre si riorganizzeranno in modo organico e completo le sanzioni e le responsabilità a carico dei funzionari per il mancato, ritardato o inesatto adempimento degli obblighi di pubblicazione.
R. P.
Fan Pier Luigi Bersani ha postato su Twitter un video nel quale lo si vede mentre guarda il clip della nuova canzone di Vasco
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+39 029 296 61 54
Voto utile, Ingroia offre una tregua al Pd E Grillo lo attacca: «Bidone aspiratutto» «Quella del Pd? Una campagna fratricida contro i suoi alleati naturali a sinistra». Ad Antonio Ingroia non è piaciuta la pagina con cui l’Unità spiegava che «i sondaggi sono concordi nel ritenere decisivi i voti di Rivoluzione civile in eventuali vittorie regionali del centrodestra». Insomma, la battaglia a sinistra sul voto utile si annuncia cruenta. Ma Ingroia lascia intendere che potrebbe esserci una tregua: «Dico al Pd: smettiamo di punzecchiarci, ma Bersani si esprima su Monti». Un passo in più lo fa Luigi de Magistris: «Dopo il voto credo che si possa costruire un dialogo con Bersani e
Vendola». E l’agenda è già pronta: legge sul conflitto di interessi, revisione delle leggi sul lavoro, cancellazione di quelle ad personam. Ma ora Rivoluzione civile si deve guardare le spalle perché si apre anche un secondo fronte: quello con Beppe Grillo che in parte pesca nel suo stesso bacino elettorale. Il comico genovese ieri ha detto: «Ingroia sta facendo un po’ il bidone aspiratutto». E sul suo blog ospita un commento di Piero Ricca che parla dei «7 peccati di Ingroia»: «Leaderismo, maquillage, ambiguità, unioni artificiose, selezione dei candidati e de Magistris...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il libro La «radiografia» dei militanti di lungo corso: laici, antiproibizionisti e impegnati nel volontariato. L’80% viene da un altro partito di sinistra
Anticapitalisti ma libertari. La miscela di Sel Nei «quadri intermedi» di Vendola il riformismo si fonde con l’eredità del Pci di PAOLO FRANCHI
L
e domande, almeno all’apparenza, sono semplici. Persino ovvie. È una risorsa o un problema, per il centrosinistra, Nichi Vendola? Proporsi come una forza della sinistra nello stesso tempo radicale e responsabile, come fa Sel, è un impraticabile ossimoro o una ragionevole speranza? Nel caso (probabile) di vittoria elettorale del cartello progressista, quanto è alto il rischio che poi le cose vadano a finire come con Rifondazione comunista nel 1998 e nel 2008, e cioè malissimo? Le risposte, invece, sono più complicate. A sinistra le divisioni, le rotture, le scissioni hanno un cuore antico, anche perché di mezzo, da un secolo e passa, ci sono sempre questioni identitarie. Può essere utile, allora, provarsi a guardare dentro l’identità di Sel per come la percepiscono non tanto i leader o gli elettori, ma quelli che un tempo si chiamavano i «quadri intermedi», quei militanti di corso (relativamente) lungo che non vanno in tv, ma dei partiti (in particolare di quelli di sinistra) costituiscono comunque l’ossatura, l’anello di congiunzione con la società e il termometro. Paola Bordandini, docente di Metodologia della Scienza politica a Bologna, lo ha fatto in un interessante libretto che esce in questi giorni da Donzelli, «La spada di Vendola». Prendendo a campione i delegati a congressi (per Sel, quello del 2010) e assemblee nazionali dei partiti di centrosinistra, chiamati a rispondere a un accurato questionario, centrato soprattutto sul loro sistema di valori e sulle loro credenze. E, prima ancora, a raccontarsi stringatamente. I «quadri intermedi» di Sel hanno un’età media di 45 anni, sono, per il 50 per cento, laureati, si dichiarano attivi (80 per cento) nell’associazionismo ri-
creativo e culturale, nel sindacato (60 per cento), nel volontariato laico (50 per cento). Il 52 per cento è impegnato, o lo è stato, nelle assemblee elettive. Quanto alla loro storia, solo il 14,3 per cento è alla sua prima esperienza: l’81 per cento ha militato nelle file del Pci o di uno dei suoi eredi, Rifondazione e il Pds-Ds. E la loro formazione politica è, diciamo così, novecentesca: una famiglia di sinistra (73 per cento), il partito (57 per cento), il sindacato (45 per cento). Fin qui, niente sorprese: la foto di gruppo, anzi, sembrerebbe già alquanto ingiallita. Ma ciò non toglie che il 60 per cento degli interessati si dica profondamente convinto che le sorti di Sel siano indissolubilmente legate a quelle di Vendola. Dunque: per quanto classiche, e persino vecchiotte, possano risultare le loro biografie, i compagni delegati non hanno troppi problemi a riconoscersi in un partito che, basato com’è su una leadership personale atipica, ma a suo modo carismatica, non assomiglia all’ennesi-
ma riproduzione in sedicesimo dei partiti «storici» della sinistra. Pensano, evidentemente, che una simile miscela di vecchio e di nuovo possa funzionare più di quanto in passato abbia funzionato la formula delle «due sinistre», sempre oscillanti tra lo scontro aperto e la faticosa ricerca di un compromesso. Soprattutto da quando le primarie sono diventate un tratto distintivo del centrosinistra. Vendola (due volte) in Puglia, Pisapia a Milano, Zedda a Cagliari, Doria a Genova: non deve essere un caso se Sel in tutte queste circostanze è riuscita a selezionare e portare alla vittoria outsider alternativi ai candidati «ufficiali», senza mai varcare la soglia di tolleranza nei rapporti con il Pd. Non è detto, ovviamente, che questo inedito modello possa funzionare anche per una maggioranza di governo, soprattutto se questa si fondasse su un’intesa con un centro moderato che, per bocca del suo nuovo leader, Mario Monti, ha chiesto a Pier Luigi Bersani di «silenziare» non solo Vendola, ma pure Stefano Fassina e Susanna Camusso, tutti accusati di «conservatorismo» di sinistra. Ma quanto è "conservatrice" Sel? Con buona pace di chi rappresenta Vendola come
Insieme Nichi Vendola, 54 anni, ieri con Susanna Camusso, 57, all’assemblea Cgil
Il volume
In uscita S’intitola La spada di Vendola. Una risorsa o un problema per il centrosinistra, il libro della ricercatrice in Scienza politica all’Università degli Studi di Bologna Paola Bordandini edito da Donzelli (17 e, pp. 144) L’analisi Analizzando la nascita di Sinistra e libertà e il suo leader Nichi Vendola, il libro pone l’interrogativo se sia possibile per la sinistra italiana superare, o provare a contenere, i conflitti che storicamente hanno minato la stabilità dei due governi guidati da Romano Prodi. La risposta suggerita è un ritratto del partito dal di dentro, con i suoi valori e la cultura politica dei suoi militanti
un bolscevico, il 70 per cento degli intervistati è molto o abbastanza incline a definirsi socialdemocratico e riformista piuttosto che comunista, il 69,6 ha fiducia nell’Unione europea, e c’è pure un 40 per cento convinto che una società libera non possa fare a meno del libero mercato. Ma la grande maggioranza pensa che la difesa dello stato sociale sia un dovere primario, così come la lotta contro la privatizzazione dei servizi pubblici, e continua comunque a ritenere che occorra battersi per una società alternativa a quella capitalistica. Il 78 per cento professa un pacifismo assoluto, e il gradimento della Nato non supera il 10 per cento. A rendere originale (e quindi, comunque la si giudichi, non conservatrice) l’identità di Sel nella storia e nel panorama attuale della sinistra italiana è però soprattutto una cultura libertaria dei diritti assai radicata, e condivisa dalla quasi totalità dei suoi quadri, nella cui esperienza i temi etici hanno un ruolo decisivo. Il 90 per cento chiede al governo (a qualsiasi governo) di difendere con maggiore energia la laicità dello Stato, l’80 coltiva un antiproibizionismo che dalla legalizzazione delle droghe leggere si estende all'aborto, ai diritti degli omosessuali, alla procreazione assistita, solo il 3,1 pensa che la Chiesa abbia il diritto di intervenire come crede sulle decisioni di governo e Parlamento. Forse esagera Paola Bordandini, quando sostiene che la frattura Stato-Chiesa è l’unico, tra i cleavages storici attorno ai quali si sono contrapposte destra e sinistra, a mantenere intatta la propria attualità in tempi in cui le differenze in materia economica e sociale si sono fatte molto più sfumate. Ma se c’è un terreno sul quale è lecito già ora immaginare possibili contrasti prossimi venturi anche con il Pd, nel quale i quadri intermedi di origine Pds-Ds la pensano più o meno allo stesso modo, probabilmente è questo: al cattolico praticante Vendola il compito di schivarli o, almeno, di depotenziarli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013
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Primo Piano
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Parlamento tutti i capilista
Verso il voto I candidati
Silvio Berlusconi guida le liste del Pdl per il Senato in tutte le regioni. Gianfranco Fini è in testa, per la Camera, in quelle di Fli e lo stesso fa Ingroia con Rivoluzione Civile. Ecco i nomi al vertice per le elezioni del 24 e 25 febbraio (e in un sistema elettorale a liste bloccate la posizione, naturalmente, è decisiva e può trainare il voto per gli altri candidati). Anche la Lega Nord ha presentato le liste in tutte le regioni nel territorio nazionale. Giulio Tremonti è capolista anche in Campania dove è seguito da un cittadino nato in Giordania, Alomleh Ali Rasmed Mohmhud Rashid. Il segretario del Pdl Angelino Alfano guida la corsa del partito nel Lazio. Ma è candidato anche in Sicilia, dove alla Camera andrà in scena la sfida con il leader del Pd Pier Luigi Bersani. Registrato il record di liste in Valle d’Aosta, con il Pdl unico assente. Non ce l’ha fatta per 150 firme Fratelli d’Italia a presentare la sua lista per la Camera in Trentino-Alto Adige. Roberto Formigoni, governatore uscente della Regione, correrà in Lombardia al Senato: è candidato per il Pdl subito dopo Berlusconi, al terzo posto c’è Sandro Bondi. Le liste depositate dai partiti tra domenica e lunedì non sono ancora ufficiali: occorrono i tempi tecnici per consentire i ricorsi. A fianco pubblichiamo i primi e i secondi candidati delle principali liste. © RIPRODUZIONE RISERVATA
* Domani verranno pubblicate le liste degli altri partiti a carattere nazionale
Senato Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
E. Romagna
Friuli V. G.
Lazio
Liguria
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
S. Berlusconi G. Quagliariello
S. Berlusconi G. W. C. Viceconte
S. Berlusconi A. Gentile
S. Berlusconi F. N. Palma
S. Berlusconi A. M. Bernini
S. Berlusconi B. Bocca
S. Berlusconi M. Gasparri
S. Berlusconi A. Minzolini
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
G. Tremonti R. Iannarilli
L. Stancanelli L. Simone
G. Tremonti Raimondo Pietro
G. Tremonti A. Rashid
G. Tremonti F. Rainieri
F. Follegot M. Piasente
G. Tremonti F. Valsecchi
G. Tremonti G. Bonino
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
N. Veri’ E. Seller
P. F. Casini T. Di Maggio
P. F. Casini M. Trematerra
P. F. Casini L. Romano
L. Marino M. Libe’
A. Maran R. Molinaro
P. F. Casini G. Bongiorno
M. Rossi M. R. Biggi
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
S. Pezzopane F. Marini
E. Fattorini F. Bubbico
M. Minniti D. Lo Moro
R. Capacchione S. Zavoli
J. Idem M. Migliavacca
F. Russo I. De Monte
P. Grasso L.E. Zanda
D. Albano R. Pinotti
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
R. Natale A. Suriani
G. Barozzino R. Di Pasca
I. Dominijanni E. Catizone
P. De Cristofaro D. Di Palma
M. Mezzetti E. Tagliani
G. C. Francescato L. Panariti
L. De Petris M. Cervellini
C. Nattero A. Franciosi
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
A. Mascitelli C. Alicandri-Ciufelli
A. Di Nardo D. Brienza
F. C. Venarucci G. Spedicati
S. D’Angelo P. G. Alleva
O. Diliberto A. Borghesi
M. Andolina I. Sartogo
L. Beneduci F. M. Alemanni
A Di Nardo S. Astigiano
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
R. E. Blundo G. Castaldi
V. Petrocelli R. Vaccaro
F. Molinari N. Morra
S. Puglia A. Cioffi
M. Montevecchi A. Gambaro
L. Battista R. Verardo
F. Anitori G. Vacciano
C. De Pietro S. Camissasso
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
A. Carlini G. Rosci
M. Fanelli A. Romano
S. Brusco S. Allevato
S. Brusco M. D’Amato
G. Bonaga F. Zizza
L. Mauro M. Gergolet
E. Bussoletti E. Martinoli
L. Attanasio D. Canepa
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Collegio di Trento
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl-Lega
S. Berlusconi R. Formigoni
S. Berlusconi R. Ceroni
S. Berlusconi U. Di Giacomo
S. Berlusconi L. Malan
S. Berlusconi D. Bruno
S. Berlusconi E. Floris
S. Berlusconi R. Schifani
G. Bezzi
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
R. Calderoli G. Tremonti
G. Tremonti L. Zura Puntaroni
G. Tremonti F. Valsecchi
G. Tremonti M. Davico
G. Tremonti A. Bernardi
G. Tremonti S. Giorico
G. Tremonti C. Zarlocco
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
Con Monti
E. Casagranda
G. Albertini P. Ichino
M. P. Merloni M. Malaspina
F. G. Marinelli M. Cocomazzi
A. Olivero G. Susta
A. D’onghia S. Ruggeri
M. Sechi L. Lorettu
P. F. Casini R. Sidoti
M5S
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
M. Mucchetti F. Mirabelli
C. Fabbri R. Nencini
R. Ruta M.A. Conti
I. Marino S. Lepri
A. Finocchiaro N. Latorre
S. Lai Bachisio G.L.S. Cucca
C. Mineo P.G.G. Orru'
Patt-Svp, Pd, Upt F. Panizza
Riv. civile
C. Zanella
Fare per... L. Cadrobbi
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
M. Frassoni T. Magni
M. L. Boccia A. Arena
F. Valente B. Antonelli
M. Cerutti M. C. Acciarini
D. Stefano G. Volpe
M. Uras L. Pruna
F. Forgione R. Gentile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
M. Durbiano A. Pasta
A. Di Nardo G. Marzano
L. Manca L. G. Corrias
L. Li Gotti C. Costanza
Collegio di Rovereto Pdl-Lega
G. Capelli N. Augeri
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
G. Mangili V. Crimi
S. Fucksia P. Giorgini
A. Bruzzone C. D'Adamo
M. Scibona C. Martelli
M. Buccarella A. Ciampolillo
M. Serra R. Cotti
F. Campanella M. M. Giarrusso
Fare per...
Fare per...
Fare per...
M. Traglio M. Strazzabosco
A. Marchetti M. Angelini
Mir A. Sordo
G. Leonardi
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Patt-Svp, Pd, Upt
G. Arena A. Roggero Fossati
N. Latrofa P. Franco
T. Frongia
C. Palazzo M. Giammanco
V. Fravezzi
Veneto
Bolzano Bassa Atesina
Merano Venosta
Bressanone Pusteria
Riv. civile R. Pozzer
Toscana
Umbria
Valle d'Aosta
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl-Lega
Pdl
Pdl
S. Berlusconi A. Matteoli
S. Berlusconi L. Rossi
S. Berlusconi N. Ghedini
M. Tagnin
A. Janes
G. Roggero
M5S M. Bertagnin
Fare per... R. Azzolini
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Pd-Svp
Pd
Pd
G. Tremonti J. Alberti
S. Gunnella M. Bucci
S. M. Cane
M. Bitonci P. Bisinella
F. Palermo
K. Trojer
S. Manco
Mir R. Zucchelli
Con Monti
Con Monti
Udc
Con Monti
M5S
Con Monti
Con Monti
P. Ichino S. Giannini
L. Lanzillotta M. Ronconi
L. Bracci
G. Dalla Zuanna A. De Poli
M. T. Fortini
G. Balzarini
A. Conci
Collegio di Pergine
Pd
Pd
Per la V. d'Aosta
Pd
Riv. civile
Svp
Svp
Pdl-Lega
V. Fedeli C. Martini
M.A. Gotor Facello G. Rossi
P. Morelli
L. Puppato F. Casson
I. Franceschini
K. Zeller
H. Berger
S. Divina
Sel
Sel
Vallée d'Aoste
Sel
Fare per...
M5S
M5S
Patt-Svp, Pd, Upt
A. Petraglia R. Ulivieri
R. Natale G. Granocchia
A. Lanièce
P. Diaw M. Di Riso
F. Staffa
A. Borzaga
M. Casarin
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
La Destra
Riv. civile
Riv. civile
R. Fantozzi S. Giorgetti
M. Gelmini G. Mascio
A. Borghesi G. Tallone
D. Torre
D. Augscheller
Z. Sadeghi
M5S
M5S
M5S
M5S
Casapound
La Destra
La Destra
L. Bottici A. Bencini
S. Lucidi M. Pietrelli
S. Ferrero
E. Cappelletti P. De Pin
M. Puglisi Ghizzi
G. M. Diamante
N. Paolini
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fratelli d’Italia
B. Muscatello P. Parrini
T. Consigli N. M. Casini
E. Martial
F. Bocchini S. Magnabosco
G. Holzmann
G. Tonini
Riv. civile L. Casanova
M5S A. Perugini
Fare per... S. Valle
Mir B. Donati
Primo Piano
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Camera Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania 1
Campania 2
E. Romagna
Friuli V. G.
Lazio 1
Lazio 2
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
F. Piccone P. Tancredi
C. Latronico V. Taddei
J. Santelli R. Scopelliti
G. Rotondi L. Cesaro
M. Carfagna N. de Girolamo
M. V. Brambilla S. Pizzolante
S. Savino M. Di Centa
A. Alfano F. Cicchitto
R. Crimi V. Piso
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
F. Ferrara M. Di Michele“
G. Tremonti F. Valsecchi
M. Filippelli A. M. Sorrentino
A. Demitry E. Caccavale
O. Sorece G. Di Monaco
G. Pini S. Papinutto
M. Fedriga M. Pittoni
L. Santarelli M. Roda
U. Fusco G. Meschino
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
G. C. Sottanelli C. P. Falasca
A. E. Navazio F. Sacco
B. Quintieri C. Girasole
L. Cimmino M.V. Vezzali
A. Cesaro A. D’Agostino
I. Tinagli B. Molea
G. L. Gigli C. Ceper
M. Marazziti D. Rossi
F. Fauttilli G. Picano
Udc
Udc
Udc
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Udc
Udc
Udc
P. Binetti G. De Matteis
L. Cesa P. Sacco
L. Cesa R. Occhiuto
R. Buttiglione P. Sommese
M. Catania G. De Mita
G. L. Galletti S. Noè
G. L. Galletti A. Compagnon
P. Binetti L. Ciocchetti
L. Cesa A. Forte
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
G. Fini D. Toto
G. Fini E. Digilio
G. Fini I. Bocchino
G. Fini I. Bocchino
G. Fini I. Bocchino
G. Fini E. Raisi
G. Fini R. Menia
G. Fini F. Perina
G. Fini C. Barbaro
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
G. Legnini A. Castricone
R. Speranza V. Folino
R. Bindi A. D'attorre
E. G. Epifani R. Agostini
E. Letta V. Amendola
D. Franceschini A. De Maria
G. Malisani G. Zanin
P. G. Bersani E. Gasbarra
D. Ferranti G. Fioroni
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
N. Vendola G. Melilla
N. Vendola A. Placido
N. Vendola F. Aiello
G. Migliore A. Scotto
N. Vendola M. Ragosta
N. Vendola C. Ferrara
N. Vendola S. Pellegrino
N. Vendola M. Smeriglio
N. Vendola N. Pilozzi
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
A. Ingroia C. Costantini
A. Ingroia A. Di Luca
A. Ingroia G. Stramaccioni
A. Ingroia A. Di Luca
A. Ingroia S. Ruotolo
A. Ingroia G. Favia
A. Ingroia S. Ruotolo
A. Ingroia I. Cucchi
A. Ingroia G. Marano
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
G. Vacca A. Colletti
M. Liuzzi M. Labriola
D. Nesci S. Barbanti
R. Fico L. Di Maio
A. Tofalo S. Giordano
G. Sarti M. Mucci
W. Rizzetto A. Prodani
F. Daga M. Grande
M. Bernini C. Iannuzzi
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
A. Valloreo G. Siringo
F. D’Addario G. Velluzzi
O. Giannino A. Lanza
M. Esposito G. De Falco
A. Cuoco G. Marcello
O. Giannino A. Busani
O. Giannino A. Margiotta
O. Giannino R. Gallo
O. Giannino C. Pianura
Liguria
Lombardia 1
Lombardia 2
Lombardia 3
Marche
Molise
Piemonte 1
Piemonte 2
Puglia
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
S. Biasotti L. Lainati
M. Lupi L. Casero
M. Gelmini G. Fontana
D. Santanchè P. Alli
S. Baldelli I. Abrignani
S. De Camillis A. Camele
A. Alfano D. Capezzone
A. Alfano E. Costa
R. Fitto A. Leone
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
S. Viale B. Ferraccioli
M. Salvini P. Grimoldi
U. Bossi G. Giorgetti
G. Fava Giovanni A. A. Gibelli
L. R. Paolini G. Cancellieri
C. Burrini L. Simone
R. Cota S. Allasia
R. Cota G. Buonanno
F. Pinto A. Donato
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
R. Oliaro S. Saveri
I. Borletti Buitoni S. Dambruoso
A. Bombassei G. Gitti
A. Mazziotti di Celso A. A. Sancino
M. V. Vezzali R. Oreficini Rosi
M. Scasserra E. Carano
P. Vitelli G. Monchiero
R. Balduzzi M. Rabino
S. Matarrese G. Piepoli
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P. Binetti R. Monteleone
N. Guerrini P. Salvatore
R. Buttiglione F. Adornato
G. L. Galletti P. Marcazzan
R. Buttiglione A. Ciccanti
C. Pinti E. Pacitti
F. Adornato M. Calgaro
M. Catania G. Delfino
L. Cesa A. Cera
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
Fli
G. Fini A. Pollina
G. Fini I. Bocchino
G. Fini C. Moroni
G. Fini I. Bocchino
G. Fini D. Silvetti
G. Fini G. Mariniello
G. Fini D. Scanderebech
G. Fini R. Menia
G. Fini R. Menia
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
A. Orlando A Giacobbe
P. G. Bersani G. Galli
C. Dell'Aringa M. Cominelli
C. Fontana A. Ferrari
E. Letta E. Lodolini
D. Leva L. Venittelli
C. Damiano P. Bragantini
M. Taricco L. Bobba
F. Cassano M. Bordo
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
Sel
N. Vendola S. Quaranta
G. G. C. Fava D. Farina
N. Vendola T. Di Salvo
N. Vendola F. Bordo
L. Boldrini L. Ricciatti
N. Vendola G. D'Angelo
G. Airaudo C. Costantino
N. Vendola F. Lavagno
N. Vendola N. Fratoianni
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
A. Ingroia A. Lucarelli
A. Ingroia G. Favia
A. Ingroia F. La Torre
A. Ingroia G. Marano
A. Ingroia F. La Torre
A. Ingroia P. Nanni
A. Ingroia F. La Torre
A. Ingroia A. Di Luca
A. Ingroia A. Di Luca
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M5S
M. Mantero S. Battelli
P. Carinelli M. De Rosa
D. Alberti C. Cominardi
A. Zolezzi D. Toninelli
D. Agostinelli A. Cecconi
C. Bottiglieri R. Dell'Orco
L. Castelli S. Chimienti
F. Dadone D. Crippa
G. D’Ambrosio G. L’Abbate
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
O. Giannino M. Beltrami
O. Giannino A. C. A. Saravalle
O. Giannino F. Pasotti
O. Giannino R. Guglielmetti
O. Giannino S. Patruno
O. Giannino P. Saavedra
O. Giannino R. De Caria
O. Giannino L. Peotta
O. Giannino P. Esposito
Sardegna
Sicilia 1
Sicilia 2
Toscana
Trentino A.A.
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto 1
Veneto 2
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
Pdl
M. Pili S. Cicu
A. Alfano S. Romano
A. Martino S. Prestigiacomo
M. Faenzi M. Parisi
M. Biancofiore M. Del Tenno
P. Laffranco R. Girlanda
G. Galan A. Giorgetti
R. Brunetta V. Valentini
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
Lega Nord
V. Navarra G. Scrivano
G. Scrivano S. G. Muscolino
M. Vescovi F. Giusti
M. Fugatti M. Dalzocchio
G. Cirignoni L. Pogliani
N. Spelgatti
M. Bragantini F. Busin
M. Marcolin E. Prataviera
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
Scelta civica
G. Schiro’ Planeta E. Artioli
A. Vecchio R. Visentin
A. Romano E. Nesi
L. Dellai A. Casolari
Scelta civica
P. Vargiu G. La Spisa
A. Galgano D. Morini
I. Capua G. S. Quintarelli
A. Bombassei E. Zanetti
Udc
Udc
Udc
Udc
Udc
Udc
Udc
Udc
Udc
L. Cesa G. Oppi
G. D’Alia F. Adornato
G. D’Alia G. Pistorio
N. Guerrini A. Bonciani
A. Zambelli A. Gennaccaro
N. Guerrini S. Monacelli
L. Bringhen
M. Catania S. Valdegamberi
G. L. Galletti G. Galzignato
Fli
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G. Fini I. Artizzu
G. Fini F. Granata
G. Fini C. Briguglio
G. Fini F. Perina
G. Fini C. Spagnoli
G. Fini R. Menia
G. Fini R. Menia
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Pd
Per la V. d'Aosta
Pd
Pd
E. Cani R. Mura
P. G. Bersani M. Culotta
F. Piccoli Nardelli G. Beretta
M. C. Carrozza A. Manciulli
G. Bressa M. Nicoletti
M. Sereni G. Bocci
J. P. Guichardaz
D. Zoggia A. Naccarato
P. Baretta M. Mognato
Sel
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Vallée d'Aoste
Sel
Sel
M. Piras S. Doneddu
L. Boldrini E. Palazzotto
L. Boldrini S. Martino
N. Vendola M. Nardi
N. Vendola F. Kronbichler
N. Vendola E. Piccolotti
R. Marguerettaz
N. Vendola A. Zan
N. Vendola G. Marcon
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
Riv. civile
UVP
Riv. civile
Riv. civile
A. Ingroia A. Pirotto
A. Ingroia F. La Torre
A. Ingroia S. Ruotolo
A. Ingroia F. Lotti
A. Ingroia L. Coppola
A. Ingroia F. Lotti
L. Viérin
A. Ingroia A. Lucarelli
A. Ingroia S. Leoni
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E. Corda A. Vallascas
R. Nuti G. Di Vita
G. Grillo T. Currò
A. Bonafede M. Artini
R. Fraccaro L. Ceschinelli
T. Ciprini F. Gallinella
R. Cognetta
F. Businarolo S. Benedetti
A. Spessotto M. Da Villa
Fare per...
Fare per...
Fare per...
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Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
Fare per...
F. Turco
O. Giannino M. Saltalamacchia
O. Giannino C. Cocina
O. F. Giannino G. Masini
T. Franceschini D. Leonardi
E. Guarducci D. De Paolis
F. Buillet
O. Giannino R. Furlan
O. Giannino R. Pea
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10 Primo Piano
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
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L’Unione Europea Il vertice
Via libera della Ue alla Tobin Tax Il Tesoro: incassi per un miliardo L’ok di Ecofin per undici Paesi. Stimato un gettito annuo di 35 miliardi DAL NOSTRO INVIATO
L’Eurotower
Francoforte Il presidente della Bce, Mario Draghi
Draghi: torna la fiducia Ma sacrifici e riforme sono senza alternativa FRANCOFORTE — «Chi non crede ai miracoli nelle vicende europee non è un realista», dice Mario Draghi a Francoforte, citando Walter Hallstein, il primo presidente della Commissione europea. «Possiamo guardare al 2013 con maggiore fiducia, perché nell’anno passato molto è stato raggiunto», ha spiegato il presidente della Bce parlando a una platea gremita nella sede del Diht, la Camera di commercio della capitale finanziaria tedesca. Ancora: «Grazie al deciso intervento dei governi e delle istituzioni dell’eurozona, il 2012 ha preso una direzione completamente diversa». Diversa da quella prevista dai pessimisti. L’anno scorso, ha spiegato nel suo discorso Draghi, era iniziato con «un’incertezza insolitamente elevata», che aveva spinto taluni a delineare scenari catastrofici, «mettendo in forse anche l’esistenza dell’euro». Invece i governi europei e la Bce «non hanno lasciato alcun dubbio aperto sul loro impegno per mantenere la stabilità della moneta comune», e hanno raggiunto «solidi risultati» nelle riforme, nel risanamento dei bilanci, nell’integrazione, anche fiscale, europea e nella costituzione di strumenti per prevenire e risolvere le crisi nell’area dell’euro, inclusa la vigilanza paneuropea. Per la prima volta, parlando a mercati chiusi, Draghi si è mostrato più ottimista, anche solo di una decina di giorni fa. Rimane però, ha ammesso, ancora molto da fare. Anche se il «bilancio per il 2012 è più positivo di quanto immaginato», Il 2012 restano diversi obiettivi per il «Il bilancio 2012 2013: mantenere l’intensità degli sforzi nell’attuazione delle è più positivo riforme strutturali, per spronare di quanto la competitività «senza immaginato» accumulare montagne di debiti, che non costituiscono una base per attuare la giustizia sociale». Draghi ha poi esortato i singoli Paesi — appena velato l’accenno all’Italia — a rimanere «ambiziosi» negli obiettivi prefissati, anche in presenza «di un miglioramento dei mercati finanziari». E a mantenere la pazienza, anche in situazioni difficili, perché «non si possono evitare le riforme». L’importante, insomma, è «mantenere il forte sostegno della popolazione per le riforme». Perché queste ultime «non vengono attuate per tacitare Bruxelles, Francoforte o Washington, ma sono nell’interesse ultimo dei Paesi in questione e di tutta l’eurozona», e per «far meglio funzionare le economie e renderle più efficienti e giuste». Nel suo discorso diretto a un pubblico tedesco Draghi è passato a spiegare punto per punto quanto criticato soprattutto dagli scettici in Germania. Sostenendo che la Bce ha rispettato il suo mandato di custode della stabilità dei prezzi, dimostrato dagli attuali tassi di inflazione attesa. E di aver mantenuto l’indipendenza della Bce, anche quando costretta a intervenire, nel quadro del suo mandato, per annunciare gli acquisti di titoli sovrani, sotto condizione di una richiesta di aiuti alla Ue da parte degli Stati in difficoltà, in modo da evitare l’azzardo morale. Misure che, oltre al miglioramento della frammentazione dei mercati finanziari, hanno contribuito come ulteriore «lezione», anche a una maggiore stabilità dei prezzi, al calo dei saldi dei pagamenti Target2 e a un rafforzamento della tenuta dell’eurozona. «Diminuendo — quindi — anche l’eventuale preoccupazione per il contribuente tedesco».
Marika de Feo © RIPRODUZIONE RISERVATA
tica», la tassa sulle transazioni finanziarie dovrebbe entrare in vigore «dall’inizio del 2014» negli 11 Paesi della «cooperazione rafforzata», che sono Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, Estonia, Slovacchia e Slovenia. Il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, neopresidente dell’eurogrup-
tra il grosso delle attività speculative europee), appoggiato soprattutto dal governo liberista svedese, che ricorda il fallimento di una tassa simile in Svezia. La Tobin tax verrebbe applicata a banche, società di investimento, assicurazioni e fondi speculativi quando almeno una delle parti della transazione risiede all’interno di uno degli 11 Paesi. Le imprese produttive e i privati sarebbero esentati. Azioni e obbligazioni subirebbero un prelievo dello 0,1%, che verrebbe ridotto allo 0,01% per i contratti sui prodotti derivati. In Italia attualmente la Tobin tax è fissata allo 0,12% sui mercati regolamentati e allo 0,22% per quelli Otc (Over the counter). I derivati pagano lo 0,1%, ma con un massimale legato all’importo della transazione. L’introduzione della tassa negli 11 Stati provocherebbe l’armonizzazione di quella italiana agli standard di Bruxelles. Semeta ha detto che l’aspet-
BRUXELLES — La versione europea dell’imposta ideata dall’economista James Tobin ottiene l’approvazione formale. I 27 ministri finanziari dell’Ecofin hanno dato il via libera ufficiale alla «cooperazione rafforzata» che consente a 11 Paesi membri di partire con l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie senza attendere Gli Stati aderenti l’adesione degli altri. La cooperazione riguarda L’obiettivo di questa Germania, Francia, Italia, Spagna Tobin tax Ue, diversa dal modello originario Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, (ideato per le operazio- Estonia, Slovacchia e Slovenia ni valutarie), è di scoraggiare la speculazione finanziaria e di far contribui- po, ha detto che il suo Paese in re anche le banche e i fondi futuro potrebbe unirsi. Grilli d’investimento ai costi della cri- ha affermato di aspettarsi l’adesi. Il commissario Ue per la sione «di altri Stati». L’opposiFiscalità, il lituano Algirdas Se- zione più netta è del Regno Unimeta, ha definito l’approvazio- to, che difende gli interessi delne «una pietra miliare per le po- le istituzioni finanziarie della litiche di tassazione comunita- City di Londra (dove si concenrie». Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha L’Agenzia delle entrate confermato che «il settore finanziario deve partecipare in modo adeguato a sostenere il costo della crisi». Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha ricordato che l’Italia ha già inROMA — Il redditometro «non è una crociata trodotto la Tobin tax a livello contro la ricchezza». Lo ha detto il nazionale e si aspetta un introivicedirettore dell’Agenzia delle entrate, Marco to annuale intorno al «miliarDi Capua, spiegando la scelta di utilizzare il do di euro». complesso della spesa come parametro e non Semeta ha annunciato che solo alcune spese «sintomo» del tenore di dovrebbe presentare «entro vita: «Per questo riteniamo giuste le 100 febbraio» un nuovo testo con spese» dello strumento, ha chiarito. Allo «variazioni minori» rispetto a stesso modo ha osservato che «per il fisco è quello iniziale della Commissioindifferente l’acquisto di un diamante da 100 ne europea. Secondo la sua premila euro o 100 mila euro di carta igienica», visione, «se c’è la volontà poli-
Bruxelles I ministri delle Finanze posano per la foto di gruppo nel vertice che segna il passaggio della presidenza da Jean-Claude Juncker a Jeroen Dijsselbloem
tativa di introiti era stimata in circa «57 miliardi di euro l’anno» per tutti i 27 Paesi e che gli «11 aderenti rappresentano il 66% del Pil dell’Ue e il 90% di quello dell’eurozona». Una previsione tecnica ipotizza così circa «35 miliardi». Il governo
«Il redditometro non è una crociata» perché «è corretto che il fisco non dia giudizi sul tipo di spesa» e in ogni caso «il contribuente dovrà dimostrare di avere un reddito per supportare quella determinata spesa». Quanto agli esborsi per gli animali, «nessuno andrà a contestarli»: «Avere un animale domestico non è rilevante di per sé — ha spiegato —, ma se per quell’animale sostieni spese ingenti non congrue con i redditi: questo può essere considerato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
francese, principale promotore della Tobin tax insieme alla Germania, prevede prudenzialmente «almeno 10 miliardi». Il primo Ecofin del semestre con presidenza di turno irlandese ha ricevuto da Semeta anche una proposta per combattere l’evasione fiscale, stimata dal commissario «mille miliardi di euro nell’Ue», e soprattutto i paradisi fiscali. Ha poi discusso le richieste dell’Irlanda e del Portogallo di ottenere facilitazioni simili a quelle per la Grecia, come l’allungamento delle scadenze degli attuali prestiti di salvataggio. Entro marzo dovrebbe essere valutata anche la possibilità di affiancare, a un prestito precauzionale già previsto, l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce «per facilitare il ritorno sui mercati» dei due Paesi.
Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Al World Economic Forum Economisti e Nobel tra i numeri del crac e le evoluzioni della politica
Le Cassandre (smentite) di Davos sulla fine dell’euro e della Grecia Le previsioni di Paulson, Stiglitz e Cohn (Goldman) DAL NOSTRO INVIATO
DAVOS — Quelli che l’anno scorso avevano previsto l’implosione sono tornati. Da stamani le strade ghiacciate di Davos e i corridoi del suo Centro congressi sono di nuovo percorsi a grandi passi dagli economisti, i banchieri di Wall Street e i gestori di hedge fund che dodici mesi fa riuscivano a concordare su tutto meno che su un punto: alla prossima edizione del World Economic Forum, quella che debutta oggi a Davos, l’area euro non sarebbe arrivata intera. Avrebbe perso pezzi prima, a partire dalla Grecia. L’elenco potrebbe essere lungo e a tratti un poco pietoso. Non è tanto l’ennesima «previsione» funesta di Nouriel Roubini, della New York University, il quale un anno fa dal palco centrale di Davos annunciò che Atene si sarebbe sganciata dal treno della moneta unica in meno di 12 mesi. Né è solo il premio Nobel Joseph Stiglitz, altro tradizionale fustigatore del tipo di banchieri raccolti a Davos, il quale per niente al mondo si perderebbe mai un’edizione dell’evento nella cittadina svizzera. Stiglitz ancora nell’aprile scorso spiegava che l’eu-
ro si stava «dirigendo verso il suicidio». Niente di drastico come la profezia di Paul Krugman, altro Nobel per l’economia, secondo il quale l’euro «potrebbe andare in pezzi a velocità stupefacente in una questione di mesi, non anni» («New York Times», maggio scorso) e che la Grecia avrebbe fatto secessione in poche settimane (stessa pubblicazione, stesso mese).
Ma, appunto, tutto questo fra gli intellettuali di Davos in fondo non deve sorprendere. Gente così non viene invitata a Davos a mescolarsi ai banchieri, ai manager degli hedge fund o dei grandi fondi di private equity, perché questi ultimi pensano di aver bisogno di capire dove va il mondo. Se non altro, i cosiddetti «titani» di Wall Street pensano di aver assunto analisti meno coloriti ma più puntuali delle grandi star. I Roubini, o gli Sti-
glitz, servono a Davos piuttosto per alimentare quel gioco di società chiamato «dibattito globale» che offre a tutti la scusa ideale per stare un po’ assieme (e parlare di affari nei corridoi). Dunque più sono controversi, meglio è. Piuttosto, a stupire è qualcos’altro. All’ultimo «World Economic Forum», un anno fa, hanno previsto l’apocalisse dell’euro anche coloro che non erano tenuti a farlo per la natura del loro ruolo nel club davosiano. Gary Cohn, presidente di Goldman Sachs, riteneva che per lui era «dura» non pensare che il posto migliore per la Grecia era fuori dall’euro. E John Paulson, l’uomo che nel 2008 stabilì il record dell’arricchimento più rapido in meno tempo puntando contro i «subprime», disse che l’euro era «strutturalmente errato» e sarebbe finito in frantumi.
Le «profezie»
❜❜ Paulson Euro
❜❜ ❜❜ Stiglitz Ad aprile diceva: Cohn Le parole a gennaio:
strutturalmente errato, finirà in frantumi
l’euro si sta dirigendo verso il suicidio
il posto migliore per la Grecia è fuori dall’euro
Primo Piano 11
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
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La recessione Il rapporto Istat: otto milioni di poveri, sono l’11% delle famiglie
Il reddito degli italiani? Tornato indietro di 27 anni Rete Imprese: hanno chiuso 100 mila aziende Il piano di Confindustria: debito/Pil al 100%
11,8
Provvedimenti
per cento, la disoccupazione nei Paesi dell’area euro a fine novembre. In Italia il tasso dei senza lavoro è dell’11,1%
-0,4 per cento, la variazione del Pil stimata nell’area euro per il 2012. Nel corso del 2013 è previsto un nuovo calo dell’economia, dello 0,1%
In seguito, il mese scorso, Paulson avrebbe spiegato agli investitori che gran parte delle perdite registrate dal suo «hedge fund» nel 2012 erano legate alla scommessa che la crisi dell’euro sarebbe peggiorata ancora. Non è andata così. Chi si è lasciato convincere dai discorsi di Davos l’anno scorso e ha puntato sull’idea che la moneta andasse in pezzi, quest’anno torna fra le Alpi svizzere un po’ meno ricco. Meno, se non altro, di come avrebbe potuto essere se non avesse creduto a una parola di quegli scenari di catastrofe. I titoli di Stato greci nell’ultimo anno sono stati la classe di attivi d’investimento che si è rivalutata di più. Niente di tutto questo è scontato anche per il futuro. Il prossimo morso della crisi può essere il più violento, e anche un uomo pacato come l’ex capoeconomista di Deutsche Bank Thomas Meyer sospetta che il peggio non sia alle spalle. Però si tratta di capire perché: com’è possibile che uomini fra i più navigati di Wall Street, economisti fra i più esperti di crisi finanziarie, abbiano tutti preso un abbaglio così vistoso? Sulla base dei grafici, o dei numeri, non avevano torto. Metti quei dati in qualunque computer e il risultato è chiaro: un crac. Ma quello che non hanno stimato è che l’euro non è fatto solo di numeri ma di uomini e donne con la loro determinazione e forza mentale. La quota di greci che vuole restare nell’euro, al 75%, è molto superiore a quella di chi ha un lavoro. Lo stesso vale quasi ovunque in Europa. Ma questo, visto dalla montagna incantata di Davos, è davvero troppo da capire.
Federico Fubini @federicofubini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tobin tax, imposta da 35 miliardi Al debutto in 11 Paesi Ue La tassa sulle transazioni finanziarie, conosciuta come «Tobin tax» (dal nome del Nobel per l’Economia James Tobin, che la propose nel 1972) sarà applicata in 11 Paesi europei. Dovrebbe generare un gettito annuo di almeno 35 miliardi, con le aliquote minime
Grecia, via libera dall’Eurogruppo a nuovo prestito per 9,2 miliardi L’Eurogruppo ha dato il via libera alla «tranche» del prestito alla Grecia per 9,2 miliardi di euro: 7,2 miliardi serviranno per la ricapitalizzazione delle banche, 2 miliardi per le necessità di bilancio. Le decisioni formali dell’Esm saranno prese entro il mese
Cipro, garanzie bancarie prorogate fino al 30 giugno Prorogati dalla Commissione Ue fino al 30 giugno i sistemi di garanzie di Stato per le banche di Cipro. Secondo i servizi del commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia, si tratta di misure «proporzionate e limitate» nel tempo, e «adeguate» a far fronte agli squilibri della situazione economica del Paese
ROMA — Le parti sociali presentano le loro agende in vista delle elezioni politiche. Ieri è toccato a Rete Imprese Italia e alla Cisl, oggi a Confindustria e venerdì alla Cgil. Il presidente di turno del network delle piccole imprese Carlo Sangalli (che ricorda di rappresentare oltre 4 milioni di aziende, il 60% del Pil e dei lavoratori) ha annunciato che le cinque organizzazioni si «mobiliteranno lunedì in tutta Italia» per spiegare le dimensioni della crisi. E i dati diffusi ieri non scherzano: nei primi nove mesi del 2012 il saldo tra imprese nate e chiuse è negativo per oltre 70 mila, il reddito delle famiglie è tornato a quello di 27 anni fa, (17.337 euro), le banche hanno ridotto i finanziamenti di 32 miliardi di euro, la pressione fiscale «vera» è di oltre il 56%. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, illustrerà oggi in una attesa conferenza stampa la «sua» agenda per lo più mirata alla crescita. Avrà tre obiettivi centrali, tutti da conseguire entro la prossima legislatura: ridurre al 100% il rapporto debito pubblico/Pil; portare il peso dell’industria manifatturiera dall’attuale 7% del Pil al 20%; crescere di almeno il 2% all’anno. Saranno indicate anche le risorse per sostenere questo sforzo, da trovare nella rimodulazione delle aliquote Iva, nel taglio di almeno l’1% della spesa corrente, nell’accelerazione delle liberalizzazioni e della privatizzazione delle aziende ex municipalizzate. Un dossier di 18 pagine, slide comprese, destinato a pesare sui tavoli e sui programmi che le varie coalizioni stanno mettendo a punto in questi giorni. E poi Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, ieri ha spiegato il piano Cisl per uscire dalla palude chiedendo «80 miliardi di euro per far ripartire l’economia» in gran parte da destinare al taglio delle tasse. Per il sindacalista le risorse vanno recuperate da una maggior lotta all’evasione, dal taglio delle agevolazioni fiscali,
dalla vendita del patrimonio immobiliare». Bonanni, nonostante la polemica di questi giorni, si è espresso a favore del nuovo redditometro definito «strumento validissimo». Venerdì e sabato toccherà al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, presentare al Palalottomatica di Roma il «Piano del lavoro» al quale la sua struttura ha lavorato per mesi. Ci sarà ovviamente una richiesta generale di modifica
sostanziale delle riforme Fornero su lavoro e previdenza e una lunga serie di ricette antirigoriste e keynesiane per rilanciare la domanda aggregata del Paese. Sfuggono a queste agende quelle della Uil, dell’Abi (Banche), dell’Ania (assicurazioni) e delle cooperative. Una defezione che non diminuisce granché l’effetto da «ordine sparso» delle principali organizzazioni imprenditoriali del Paese.
E che fa riflettere sul richiamo lanciato l’altro giorno dal presidente del Consiglio in carica Mario Monti (e leader della sua lista Scelta civica) contro gli interessi contrapposti. Per il Professore «sembriamo a volte un insieme di tribù, di corporazioni, di fortini intenti a difendere interessi di parte, di incrostazioni clientelari». Ma la sfida elettorale ormai è partita e non si guarda tanto per il sottile. Anche perché da
Prove di crescita Per gli industriali l’obiettivo di crescita di fine legislatura deve essere del 2% annuo queste organizzazioni sono arrivate molte candidature: Giorgio Santini (Cisl), Giampaolo Galli (ex direttore generale Confindustria), Luigi Taranto (Confcommercio) e Valeria Fedeli (Cgil) con il Pd, Luigi Marino (Confcooperative) e Alberto Bombassei (Confindustria) con Montezemolo/Monti, Giorgio Guerrini (Confartigianato) con Casini. Ha rinunciato invece Paolo Buzzetti (Ance) che ieri ha denunciato i 10 mila fallimenti delle imprese edilizie. Ieri l’ex vicepresidente di Confindustria Bombassei si è autosospeso dalla giunta confindustriale per uscirne definitivamente, se verrà eletto. Le «tribù» dunque si sono mosse con tutti i loro potenti apparati per chiedere di rimettere al centro i problemi delle imprese, dei lavoratori e della crescita. Perché non è poi così vero, ha spiegato Sangalli prendendo le distanze dall’ottimismo del ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che la crisi sta per finire: «L’uscita dal tunnel non si riesce ancora a scorgere». Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini conferma: «La ripresa arriverà solo nella seconda metà dell’anno e sarà molto lenta».
Roberto Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso La lettera del ministro all’agenzia dopo le notizie sul mutuo per l’acquisto della casa: operazione trasparente
Grilli contro Bloomberg: avete danneggiato il mio futuro ROMA — Dice che le «notizie superficiali e poco professionali da voi divulgate hanno comportato come effetto diretto» un «grave pregiudizio alla mia immagine professionale, alla mia dignità». E aggiunge che per questo ci sono state «inevitabili ripercussioni negative, economicamente ponderabili, anche con possibile riferimento ai possibili futuri incarichi sia in ambito nazionale che internazionale». Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, pensa al futuro e intanto scrive all’agenzia finanziaria americana Bloomberg che prima di Natale aveva sollevato il caso della sua abitazione, acquistata nel 2004 a Roma, quando era ragioniere dello Stato. Bloom-
Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha scritto una lettera all’agenzia Bloomberg
berg ricorda che nell’atto di compravendita si legge che l’appartamento con giardino nel quartiere Parioli, 14 vani per 310 metri quadri, è stato acquistato per un milione e 65 mila euro. Ma Grilli — sempre secondo l’agenzia americana — ha ottenuto come mutuo una cifra molto più alta, pari ad un 1,5 milioni di euro. E — secondo il contratto di mutuo in possesso di Bloomberg — la banca e lo stesso Grilli attribuivano all’immobile un valore ancora superiore, pari a 2,03 milioni. Prima di Natale l’agenzia americana aveva scritto che l’appartamento era stato acquistato ad un prezzo molto più basso rispetto alla quotazione media della zona, tra le
più care della Capitale. Ma, nella lettera, il ministro Grilli respinge ancora una volta tutte le accuse. L’appartamento era stato venduto a Grilli da Massimo Tosato, vicepresidente di Schroders, un fondo di investimenti con sede a Londra. Il ministro scrive che la cifra autorizzata per il mutuo era stata decisa prendendo in «considerazione l’effettivo stato dell’immobile comprensivo delle migliorie ope-
La difesa «Un grave pregiudizio alla mia immagine professionale, alla mia dignità»
rate da un congiunto del venditore». E che con questa persona c’è stata una «autonoma regolazione avvenuta lo stesso giorno della stipula dell’atto definitivo notarile con un pagamento del tutto trasparente e tracciabile». Grilli annuncia anche querela, visto che chiude la lettera scrivendo che «dei vari profili di danno sopra enunciati intendo essere risarcito da codesta agenzia nelle competenti sedi». Già prima di Natale il ministro aveva liquidato la faccenda parlando di «pettegolezzi». Ma quando, durante la conferenza stampa di fine anno, i giornalisti avevano chiesto al presidente del Consiglio se sulla vicenda ci fosse stato un chiarimento con Gril-
li, Mario Monti si era limitato a rispondere con un semplice «sì», senza aggiungere altro. A quella conferenza stampa era presente buona parte del governo ma non il ministro dell’Economia, che aveva annunciato di voler stare qualche giorno in famiglia. In una risposta precedente a Bloomberg Grilli aveva ricordato come fosse alle battute finali la causa di divorzio dalla sua moglie americana, Lisa Lowenstein. Aggiungendo che «ogni illazione infondata sul valore dei miei beni potrebbe interferire in modo improprio con questioni sulle quali può decidere solo il giudice competente».
L. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
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Esteri
Muro del Pianto Il premier Benjamin «Bibi» Netanyahu ieri poco prima del voto (Afp)
Parlamento Il premier resta in sella per un soffio
Sorpresa in Israele Arretra la destra Exploit dei centristi Netanyahu: governo più largo possibile DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — A metà pomeriggio Benjamin Netanyahu comincia a sudare e scrive un messaggio a penna che diffonde via Facebook (in foto): «Mollate tutto e uscite a votare adesso». L’affluenza delle prime ore è la più alta dal 1999, quando Bibi aveva perso contro il laburista Ehud Barak. Non un buon presagio per il primo ministro. Che alla fine si ritrova — almeno secondo le proiezioni — con un partito rimpicciolito, malgrado l’alleanza elettorale del Likud con l’ultranazionalista Avigdor Lieberman: insieme avrebbero perso 11 seggi, restano sopra i 30. «Abbiamo vinto, ringrazio gli elettori» si affretta a esultare e ripete che «la prima sfida è impedire l’atomica iraniana». Le ironie su Internet («non ha un diploma e vuole diventa-
re ministro dell’Educazione») non intaccano la popolarità televisiva di Yair Lapid. Come il padre Tommy prima di lui, è la sorpresa di queste elezioni, conquisterebbe il secondo posto e può essere il sostegno che serve a Netanyahu per formare
Ex giornalista Il politico israeliano Yair Lapid, 49 anni, capo del partito centrista Yesh Atid («C’è un futuro»), che ha fondato l’anno scorso e ieri per le proiezioni è arrivato secondo. È un ex giornalista tv, attore, padre di tre figli (Epa/Oliver Weiken)
una coalizione meno oltranzista da presentare al mondo e soprattutto al presidente americano Barack Obama. Il premier gli ha già telefonato: «Io e te possiamo fare grandi cose per Israele, c’è bisogno di un governo il più largo possibile». Con pochi slogan non ideologici il suo Yesh Atid (C’è un futuro) ha convinto la classe media, il 20 per cento di giovani e donne indecisi fino all’ultimo: quelli che fanno il servizio militare e vogliono che lo facciano tutti (compresi gli ultraortodossi), quelli che pensano di essere i soli a pagare le tasse e non si preoccupano troppo di che cosa succeda in Cisgiordania. «Netanyahu colpiva gli avversari alla sua destra, mentre Lapid gli portava via i voti al centro», scrive su twitter Aluf Benn, direttore del quotidiano Haaretz. «Queste elezioni sono ancora influenzate dalle proteste sociali di due anni fa», commenta Amir Mizroch, direttore dell’edizione inglese del giornale
63 57
seggi su 120 alla destra, per le prime proiezioni
Yisrael Hayom. Durante la campagna elettorale Shelly Yachimovich, l’ex giornalista tv diventata leader dei laburisti, ha parlato poco dei palestinesi e molto dei prezzi delle case. Avrebbe guadagnato il terzo posto e Meretz, ancora più a sinistra, avrebbe raddoppiato i seggi. Tzipi Livni non ottiene con
i seggi al centro e alla sinistra (prime proiezioni)
il Movimento il risultato sperato, ma Kadima — che aveva fondato assieme ad Ariel Sharon e poi abbandonato — stenta a superare la soglia per entrare in parlamento. Naftali Bennett vota al mattino presto nel sobborgo benestante di Raanana, esce dal seggio e intona Hatikva, l’inno na-
zionale (da giovane ha scritto le parole militaresche per quello della sua unità speciale, il Maglan). Milionario hi-tech che indossa la kippah all’uncinetto dei sionisti religiosi e dei coloni, paragona la chiusura dei seggi alla Neilah, la preghiera che conclude lo Yom Kippur e «ti fa capire se hai davanti un anno buono o cattivo». Le proiezioni promettono al suo Focolare Ebraico meno di quel che si aspettava: 12 seggi. Se la forza di Netanyahu — quella sbandierata dal suo slogan elettorale — sembra venire ridimensionata, resta l’impronta politica che sta lasciando sul Paese da quando è stato nominato per la prima volta alla guida del Likud nel 1993. Dal-
la sua squadra sono usciti in questi vent’anni (dopo aver litigato con lui e la moglie Sara) tre fedeli assistenti che hanno fondato partiti significativi. Lieberman (suo capo di gabinetto durante il primo mandato) ha creato Yisrael Beitenu fino a diventare ministro degli Esteri di nuovo sotto Bibi, Naftali Bennett e Ayelet Shaked si sono spostati a destra, dopo aver aiutato Netanyahu a far riemergere il Likud. Rappresentano i commilitoni più probabili del suo terzo giro da premier. Le trattative sono già cominciate ma tocca al presidente Shimon Peres decidere chi riceverà l’incarico.
Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Esteri 13
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
32 partiti Un ultraortodosso al voto a Bnei Brak. Alle elezioni parlamentari si sono presentate 32 formazioni (Ap)
Divisa Una soldatessa vota nel Sud: i militari hanno cominciato a votare domenica (Reuters)
Diario Un romanziere racconta la sua giornata di elettore (con una guida di 7 anni)
Vado al seggio con mio figlio Lev I bimbi scelgono ancora il bene Lo scrittore: adulti rassegnati, hanno dimenticato la pace di ETGAR KERET Alla fine ci siamo ritrovati ad andare a votare di mattina. Avevamo programmato di farlo nel pomeriggio, dopo una visita alla nonna. Ma Lev, nostro figlio di sette anni, era così eccitato e impaziente che ho proposto a mia moglie di cambiare i piani, di andare a votare presto e di non pensarci più. Erano appena passate le sette, faceva ancora freschino, e mi sono pentito di non aver insistito perché Lev indossasse una felpa. Mi sono ricordato la prima volta che sono andato a votare con i miei genitori. È stato dopo la guerra dello Yom Kippur. Siamo andati tutti insieme, ma ai miei genitori non sembrava chissà che avvenimento. Mi avevano portato con loro solo perché non avevano trovato una baby sitter, o qualcosa del genere. Quando li ho accompagnati nella cabina elettorale mi sentivo fiero di loro. Sentivo che prendevano la cosa sul serio, cercavano pazienti la scheda con il simbolo giusto da mettere nella busta. Vedevo che si sforzavano di scegliere ciò che era meglio per il nostro Paese, per il mio futuro. E sapevo che nessuno al mondo avrebbe potuto scegliere meglio di loro. Ero tranquillo. Non sapevo ancora che di lì a tre anni un’israeliana sarebbe stata eletta Miss Universo, il Maccabi Tel Aviv avrebbe vinto la Coppa dei Campioni europea di pallacanestro, un
cantante israeliano sarebbe arrivato primo all’Eurofestival e, con un’operazione audace, i nostri soldati avrebbero liberato gli ostaggi a Entebbe. Ancora non sapevo tutto questo ma il profumo di un futuro roseo era nell’aria e quando i miei genitori infilarono le buste nell’urna sapevo che avevamo fatto un passo avanti verso quel futuro. Nelle elezioni del 2013 la sensazione è completamente diversa. La minaccia iraniana incombe su tutti noi e l’isolamento che Israele si è autoimposto in seguito a decisioni provocatorie come la costruzione di nuovi alloggi negli insediamenti della Cisgiordania e l’attacco alla flottiglia turca è sempre più evidente. Nelle ultime settimane si è scoperto che il deficit di bilancio del nostro Paese è in realtà di 40 miliardi di shekel e non di 20, come il ministro delle Fi-
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Generazioni Una mamma al seggio nella cittadina di Ashkelon. Il Parlamento conta 120 deputati. E’ eletto per 4 anni con sistema proporzionale. Gli aventi diritto al voto sono 5,6 milioni (compresi gli arabo israeliani che costituiscono il 20% della popolazione). Tra i partiti che si presentavano per la prima volta anche Bayit Yehudi (Casa Ebraica) guidato da Naftali Bennett, milionario high tech ex consigliere di Netanyahu (Reuters)
Chiedo a Lev per quale partito dovrei votare. E lui: «Per quello che dà più pace»
nanze ci aveva promesso. Ma nonostante tutto sembra che la gente accetti queste elezioni con indifferenza. I miei vicini sembrano più preoccupati del risultato finale di MasterChef che di quello di queste assonnate elezioni. Come se il nostro destino fosse già segnato e le votazioni di oggi servissero a scegliere il comandante del Titanic dopo che questo si è già scontrato con l’iceberg, l’acqua è già penetrata all’interno e la nave inizia a inclinarsi di lato. Che importa quindi chi ci sarà al timone? «Un primo ministro forte - Israele forte», è questo lo slogan della campagna di Netanyahu stampato sul cartellone davanti al quale passiamo mentre ci rechiamo al nostro seggio. Non «Un primo ministro capace» o «valido» o «competente». Soltanto «forte». Senza nessuna speranza ma con la latente e chiara
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Dopo la nostra discussione Lev abbassa gli standard: «Scegli il meno peggio»
promessa di un prossimo round di violenza. Nell'improvvisata cabina elettorale sistemata nell'aula di una scuola elementare mi frugo le tasche alla ricerca della carta d'identità e Lev mi domanda per la prima volta per chi voterò. Io gli chiedo per quale partito lui pensa che sia meglio votare e dopo un attimo di riflessione scatta: «Per quello che dà più pace». «Mi sembra un'ottima scelta», gli dico, «solo che in queste elezioni quasi nessun partito promette la pace, o anche una speranza di pace». Lev riflette ancora un po' poi dice che allora forse è meglio se votiamo per quello che dà più soldi. Cerco di trovare un partito che dia soldi a tutti, non solo a chi è già ricco, agli ultraortodossi, o ai coloni. Lev si accorge della mia frustrazione e tenta di proporre qualcos'altro: «Allora vota per
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Come se fossimo sul Titanic e dovessimo scegliere il comandante
L’autore
Famiglia Etgar Keret, 45 anni, origini polacche, terzo figlio di genitori sopravvissuti all'Olocausto. Vive a Tel Aviv con la
moglie e il figlio Lev Opere Scrittore di racconti, sceneggiature televisive, graphic novel, Keret ha esordito nel '92 con la raccolta «Pipelines». Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo: «La notte in cui morirono gli autobus», «Abram kadabram», «Gaza Blues» e il recente «All'improvviso bussano alla porta». Con la moglie Shira ha diretto nel 2007 il film «Meduse»
il più simpatico» dice. Ma anche di partiti simpatici ce ne sono pochissimi in queste elezioni. Il che è strano. Perché dai nostri rappresentanti che non riescono a garantire la pace o una vita decente anche a chi è costretto a fare due o tre lavori per arrivare a fine mese mi aspetterei che fossero almeno simpatici. «Allora vota per il meno peggio» continua Lev, disposto ad abbassare gli standard. Annuisco e do la mia carta d'identità a una signora grassottella che cerca il mio nome sulla lista elettorale. Poi entro nella cabina e scelgo il simbolo del partito che mi sembra il meno peggio. Mio figlio mi ha dato un buon consiglio. Il consiglio di un bambino di sette anni che ancora non ha dimenticato che si può provare a scegliere il bene, e a credere che questo bene ci sia davvero. Se dessero il diritto di voto ai bambini di sette anni questo Paese sarebbe un po' diverso. E alla sua testa ci sarebbero quelli che ci danno un po' di pace, o almeno la speranza che si possa arrivare alla pace, e che danno un po' più di soldi a tutti i cittadini e non solo ai loro amici. Ma i bambini di sette anni non hanno diritto di voto, e negli ultimi anni noi abbiamo quasi dimenticato ciò che loro ancora sanno. E mentre infilo la busta nell' urna sforzandomi di sorridere a Lev nello stesso modo in cui i miei genitori avevano sorriso a me quasi quarant'anni fa, non riesco a liberarmi dalla paura che, alla fine, la maggior parte di noi sceglierà comunque il partito peggiore, quello che non ci ha nemmeno mai proposto un centimetro di speranza. (traduzione Alessandra Shomroni) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LIBERATE IL LAVORO, TORNIAMO A CRESCERE!
Il nostro Paese deve avere al centro delle sue politiche una reale“Cultura dell’impresa”, con una particolare attenzione agli effetti della globalizzazione ed alla continua innovazione tecnologica, ma senza perdere di vista le politiche territoriali ed il rispetto della tradizione. La crescita è legata all’aumento della produttività, agli investimenti pubblici e privati, anche nel settore edile, ed allo snellimento della burocrazia. Per questo, a nome di oltre un milione e mezzo di imprese artigiane, chiediamo alle forze politiche di impegnarsi per:
20126 Milano - Via Doberdò, 16 - tel. 02 8375941 - fax 02 89405275 00186 Roma - C.so Vittorio Emanuele, 154 - tel. 06 6877580 - fax 06 6877580
• mettere le micro-pmi al centro del modello di sviluppo di una nuova economia italiana;
• valorizzare il principio di sussidiarietà; • sostituire l’attuale sistema di sussidi alle imprese con un’equivalente riduzione delle tasse sul lavoro e sulla produzione, a cominciare dall’Irap; • rendere effettiva la norma sui pagamenti più rapidi da parte della Pubblica Amministrazione;
• rilanciare la formazione professionale in azienda da parte dei maestri artigiani; • realizzare una vera semplificazione normativa, abolendo anche le autorizzazioni preventive per le aziende e gli impianti che occupano meno di 10 dipendenti; • introdurre un credito d’imposta per le aziende che investono in tecnologia;
• garantire i crediti alle esportazioni delle micro-imprese;
• agevolare le ristrutturazioni edilizie.
• ridisegnare i Distretti con obiettivi moderni, garantirne un nuovo sviluppo, prestando particolare attenzione alle reti di impresa ed ai territori;
IL PRESIDENTE Stefano Fugazza IL SEGRETARIO GENERALE Marco Accornero
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Alle urne
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14 Esteri
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Retroscena Chi sono gli occidentali
Foto choc
La legione straniera della jihad in Africa Anche un canadese nell’assalto algerino
La maschera del soldato scuote Parigi La foto scattata tre giorni fa in Mali da un fotografo della France Presse sta causando una tempesta a Parigi: vi si vede un soldato francese (per ora non identificato) con il viso protetto da un foulard-teschio. La «maschera», ispirata al videogioco «Call of Duty», ha sollevato forti polemiche in rete. Lo Stato maggiore di Parigi ha dichiarato che «l'immagine non rappresenta il ruolo e la missione dell'esercito francese e che saranno prese sanzioni».
Missione Scarsi margini di manovra per un governo in carica solo per gli affari correnti
Da Roma tre aerei a disposizione per il supporto ai francesi in Mali L’impegno limitato lascia trasparire i dubbi sull’operazione ROMA — Con circospezione, alla fine, Pdl, Pd e Udc hanno fatto in modo che la Camera autorizzasse il governo a fornire alla Francia, e agli africani impegnati ad aiutarla, un «supporto logistico» per combattere le milizie fondamentaliste islamiche nel Nord del Mali. Le nostre forze armate possono prepararsi a mandare un massimo di 24 istruttori in due missioni europee predisposte per l’addestramento dei militari maliani. Ai Paesi che contrastano e contrasteranno i guerriglieri di «al Qaeda nel Maghreb» e i loro alleati potranno poi essere messi a disposizione due aerei C-130 per trasporto di uomini e mezzi più un 767 «per il rifornimento in volo sul Mediterraneo, nonché eventualmente tra il Mali e altri Stati della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale. In termini di strumenti, è un po’ più di quanto hanno annunciato la Germania (due aerei da trasporto, ai quali aggiungerà finanziamenti) e gli Stati Uniti (un aereo e appoggio logistico, gli Usa hanno un problema giuridico nel-
Gli altri Paesi Usa e Canada Gli Stati Uniti da ieri hanno cominciato ad aviotrasportare le truppe francesi mentre il Canada ha deciso di prolungare la sua missione di supporto logistico Africa Sono almeno mille (ma diventeranno 3mila) i soldati africani operativi in Mali: provengono da Nigeria, Togo, Benin, Niger e Ciad. Ue La Ue ((European Union Training mission) porterà in Mali fino a 450 uomini, di cui 200 istruttori. La Germania invierà 2 aerei da trasporto mentre l’Italia ne manderà altri tre, dalla Gran Bretagna, invece, arriveranno droni e una missione di addestratori
l’aiutare un governo nato da un golpe). Però la quindicina di istruttori prevista al momento sulla base del decreto di finanziamento delle missioni (convertito in legge dalla Camera con 384 «sì», 24 «no» e 13 astenuti) e i tre aerei in tutto (da utilizzare «per un periodo iniziale di due mesi, estendibile a tre», come si legge in un ordine del giorno approvato dalla Camera) sono poca roba se si considera che il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha definito di «gravi proporzioni» e di «tempi lunghi» la crisi del Mali. Così l’ha descritta nel proporre alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, con il suo collega Giampaolo Di Paola, la sostanza del contributo italiano. E nessuno ha contrastato la valutazione. Il Mali confina con l’Algeria, dalla quale importiamo il 35% del gas naturale consumato da noi, ed è vicino alla Libia, dalla quale da decenni acquistiamo petrolio. Le dimensioni relativamente modeste di una decisione sul rischio di tracollo di uno Stato così hanno due spiegazioni: gli scarsi margini di manovra
creto legge che di mattina Terzi aveva dato per possibile. Può essere che subito non serva (sulla Libia nel 2011 gli aerei partirono in base a una risoluzione) o che richieda tempo. Ma è bene tener presenti i chiaroscuri della giornata. Non era scontata l’approvazione a larga maggioranza dell’odine del giorno che «impegna il governo» a fornire «vettori aerei per supporto logistico» in virtù della «risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza dell’Onu che (...) chiede a tuIl numero massimo ti gli Stati memdi istruttori che l’Italia bri di fornire urmanderà in Mali gentemente assistenza coordinacon il collega Staffan de Mistu- ta al governo maliano». Di questo documento firra sull’approvazione del decreto-missioni e gli istruttori, il mato anche da Francesco sottosegretario agli Esteri Tempestini per il Pd e FerdiMarta Dassù ha accorciato un nando Adornato dell’Udc, il viaggio in Cina per l’Expo primo firmatario è stato Fran2015. Dall’altra parte, i princi- co Frattini, formalmente ancopali partiti hanno permesso al ra iscritto al gruppo del Pdl e governo di andare avanti sul tuttavia uscito dal partito. La Mali senza tuttavia spingerlo formazione di Berlusconi ha votato «sì», però, in qualche a correre. Il Consiglio dei ministri, modo, mettendosi i guanti. Maurizio Caprara nel pomeriggio, non ha varato sugli aerei da fornire il de© RIPRODUZIONE RISERVATA mentre il governo italiano è in carica per gli affari correnti e la legislatura è alla fine, alcuni dubbi non dichiarati sull’opportunità di immergersi troppo in una guerra non troppo lontana da casa. Da una parte, il governo si è indubbiamente dato da fare per non far mancare un segno di appoggio alla Francia. Non soltanto schierando i due ministri nelle commissioni. Pur di vigilare ieri a Montecitorio
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WASHINGTON — L’hanno chiamata la legione straniera di Mokhtar Belmokhtar. Militanti arrivati da diversi Paesi per rispondere agli ordini dell’Imprendibile. E un gruppo consistente ha partecipato al massacro di In Amenas, Algeria. Per le autorità locali nel commando c’erano solo 3 algerini, il resto era composto da stranieri. Il nucleo più consistente quello dei tunisini — undici —, a conferma di quanto sia forte la componente salafita-jihadista nel piccolo stato. Ma a far notizia è la nazionalità di un terrorista, identificato dai servizi algerini come «un canadese di nome Chedad». In base alla ricostruzione ufficiale avrebbe avuto il ruolo di coordinatore di uno dei team che hanno agito all’interno dell’impianto Bp. Era lui l’estremista che si esprimeva — secondo i testimoni — in un perfetto inglese? C’era anche un secondo canadese? A questi quesiti cercano di rispondere da Ottawa. La polizia sta verificando la segnalazione con le informazioni dei suoi archivi. Alcuni funzionari hanno accolto con molta prudenza, se non scetticismo, la nota di Algeri. E ipotizzano che Chedad possa aver usato documenti canadesi falsificati. Al Miliziani bianchi tempo stesso gli esperti precisano che non sarebbe per Ci sono foto di miliziani nulla strano se qualche cittadino di origine nord africana si fosse bianchi su un pick up unito ai qaedisti. Secondo un islamista e un video recente rapporto sono stati di minacce postato «censiti» in Canada almeno 50 elementi sospetti. Alcuni presenti da un francese sul territorio, altri ripartiti per le aree calde. La presenza di occidentali nelle falangi islamiste è stata al centro di molte indiscrezioni. Nei mesi scorsi sono uscite foto di militanti «bianchi» su un pick up islamista. Uno è stato identificato come un veterano del conflitto in Libia. Poi ha destato clamore il video dove è apparso un ex marinaio bretone convertito all’Islam. Abdel Jellil, questo il suo nuovo nome, ha lanciato minacce contro la Francia con un filmato su Internet. Successivamente è stato arrestato dai suoi compagni che lo accusavano di essere una «spia». Di recente sarebbe stato liberato: per gli 007 sarebbe un «personaggio folkloristico». Più pericolosa la pattuglia di volontari che ha lasciato nell’ultimo anno le proprie case in Francia. Nell’analisi dell’intelligence si tratta di personaggi da monitorare perché possono trasformarsi in tanti Mohamed Merah, il killer di Tolosa. Ben più numerosi i mujahedin provenienti dal Nord Africa. E per questo si torna a parlare dei tunisini, considerati piuttosto determinati. Nulla di nuovo. Alcuni ripetono il percorso compiuto dai loro connazionali affluiti in Afghanistan prima del 2001. Solo che stavolta il fronte è davvero vicino. Hanno sfruttato l’instabilità regionale ed hanno intrecciato rapporti con i fratelli libici che garantiscono una retrovia sicura. Tanto è vero che i terroristi di In Amenas sono partiti dal Nord Mali però sono entrati in Algeria compiendo una lunga deviazione attraverso la Libia. Itinerario che è anche lo specchio delle ambizioni di Belmokhtar, deciso a svolgere il ruolo di federatore qaedista. Una missione che è appena all’inizio. Come ha detto Julaibib, il super attivo portavoce del gruppo, In Amenas è stato solo l’inizio.
Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pacifico L’arcipelago Scarborough, disabitato ma circondato da fondali ricchi di gas, è nelle acque di Manila. Ma Pechino insiste: «E’ nostro»
Isole contese, le Filippine portano in giudizio all’Onu la Cina DAL NOSTRO INVIATO
PECHINO — Anche i piccoli possono perdere la pazienza. Le Filippine hanno annunciato ieri che la disputa con Pechino su un gruppo di isolotti nel Mar Cinese Meridionale dovrà essere risolta da un tribunale dell’Onu. «Abbiamo esplorato tutte le possibili strade diplomatiche nel tentativo di definire la questione», ha detto ieri Albert del Rosario, ministro degli Esteri di Manila. Per poi aggiungere come, a questo punto, «solo un arbitrato internazionale» potrà chiarire «una volta per tutte» a chi spetti la sovranità sul piccolo arcipelago di Scarborough, che si trova a poche miglia marittime dalle coste filippi-
ne. Lo scorso anno, la tensione tra i due Paesi aveva superato il livello di guardia quando, per settimane, navi delle rispettive marine militari si erano fronteggiate nelle acque degli isolotti che, per quanto disabitati (poco più che scogli), sono circondati da fondali ricchi in gas e altre risorse. La risposta di Pechino è arrivata attraverso l’ambasciatrice cinese a Manila. «Non ci sono dubbi — ha fatto sapere la signora Ma Keqing — che la sovranità sull’area appartiene alla Repubblica Popolare. In ogni caso, per noi la questione deve essere risolta soltanto con negoziati tra le parti interessate». A occuparsene, secondo
quanto affermato da Manila, sarà invece un tribunale allestito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla legge del mare (Unclos), sottoscritta da entrambi i Paesi, le cui sentenze sono vincolanti. «La Cina ha dichiarato ancora, usando toni alquanto secchi, il ministro del Rosario - ha interferito con i legittimi diritti delle Filippine alle sue zone marittime»: un riferimento al limite di sfruttamento esclusivo entro le 200 miglia nautiche dalle coste stabilito internazionalmente. Vicenda che si complica ancor più se consideriamo che Pechino rivendica non soltanto gli scogli prospicienti le Filippine ma anche altri arcipelaghi sparsi nel Mar Cinese Meridionale: le isole Paracels
e le Spratley. Sulle mappe cinesi una linea rossa tratteggiata scende lungo le coste del Vietnam sino a lambire Malaysia e Brunei, per poi risalire sfiorando le Filippine: i confini nella visione del Celeste Impero. Per anni queste nazioni hanno provato ad affrontare la disputa con Pechino in sedi quali l’Asean, l’Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico. Ma la Repubblica Popolare è sempre riuscita a far eliminare dal-
Confini La Repubblica popolare ha contenziosi sui confini marittimi con altri Paesi, dal Vietnam al Giappone
l’ordine del giorno ogni riferimento alle «liti» su queste isole. Ora, seguendo l’esempio di Manila, anche le altre diplomazie dell’area potrebbero rivolgersi alle stesso tribunale internazionale. Per non parlare del Giappone, Paese con il quale proprio in questi giorni i toni si sono fatti particolarmente duri per via di un’altra disputa territoriale, le isole Senkaku/Diaoyu. In questo caso Tokyo ha chiesto l’intervento degli Usa che, attraverso il segretario di Stato uscente Hillary Clinton, hanno ribadito come «le isole sono sotto amministrazione giapponese», facendo infuriare Pechino.
Paolo Salom @PaoloSalom © RIPRODUZIONE RISERVATA
Esteri 15
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
L’anniversario I 50 anni dell’amicizia franco-tedesca
Della Porta Raffo
Hollande a Berlino: «Tocca ai nostri Paesi indicare il cammino»
Usa 2012 Un saggio su date, nomi e curiosità
E con Merkel sceglie di darsi del tu La nuova intesa
Proposte condivise sulla moneta unica
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Dopo mesi di litigi sull’euro il presidente Hollande e la cancelliera Merkel annunciano di voler fare insieme delle «proposte concrete, nei prossimi mesi, per l’approfondimento futuro dell’unione economica e monetaria»
Politiche comuni dall’energia al lavoro
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I due assicurano che la collaborazione tra Parigi e Berlino è «straordinariamente stretta», dalle misure per il mercato del lavoro alle politiche energetiche fino alla promozione dello studio delle reciproche lingue
Il grazie ai francesi per l’azione in Mali
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La cancelliera continua a negare la possibilità di un intervento militare tedesco in Mali, ma ribadisce il pieno sostegno all’azione della Francia che conduce una missione pericolosa «aiutando l’Europa e il mondo»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO — Adesso si danno del tu. E quando la cancelliera ha finito di parlare, lui si è alzato per baciarla sulle guance. Non era la prima volta che accadeva, ma il gesto di François Hollande, sotto gli occhi dei ministri e dei parlamentari di entrambi i Paesi riuniti nell’aula del Reichstag, è sembrato qualcosa di più che una convenzione della modernità. Amici, non quasi amici. Intenzionati a presentare proposte comuni per «rafforzare l’unione economica e monetaria», come ha detto Angela Merkel. Ce l’hanno messa tutta per non lasciar passare il cinquantesimo anniversario della riconciliazione franco-tedesca, sancita dal Trattato dell’Eliseo, come un evento imposto dal calendario della diplomazia. Ma le nozze d’oro festeggiate ieri in una gelida capitale tedesca sono apparse anche una dimostrazione di forza, che poggia sulla certezza di avere una «responsabilità comune». Senza Berlino e Parigi, l’Europa si ferma. «Non siamo davanti agli altri, ma tocca a noi indicare il cammino», sono state infatti le parole del presidente francese. L’importante sarà sempre riuscire a mettersi d’accordo. Intanto, Angela Merkel non ha insistito molto sui suoi cavalli di battaglia, come per esempio il controllo di politiche di bilancio più rigorose. A suo giudizio si tratta di «rendere possibile la crescita economica» difendendo il valore del modello europeo, che «deve essere adatto a funzionare nel futuro». Bisogna essere competi-
tivi, economicamente forti e capaci di mantenere la coesione sociale. Gli obiettivi di una cooperazione più stretta sono «la sicurezza sociale, l’occupazione, la stabilità finanziaria». Hollande ha convenuto che serviranno decisioni nei prossimi mesi per approfondire l’unione economica e monetaria. «Cercheremo di essere più concreti possibile — ha aggiunto — perché la crescita sia rafforzata». Guardando indietro, il successore di Sarkozy ha messo in evidenza che il patto fiscale, l’ac-
Chimica segreta I due leader hanno anche scherzato sulla «chimica segreta» che li unisce cordo sulla supervisione bancaria (Merkel ha detto che la Germania sosterrà un candidato francese) e il forte impegno per mantenere la Grecia nella zona euro sono il frutto del buon rapporto stabilito con la cancelliera. «Apparteniamo a due famiglie politiche diverse, ma se si guarda ai risultati — ha osservato — siamo sulla stessa lunghezza d’onda». Le ruggini della campagna elettorale sembrano quindi dimenticate. Non è un caso che il presidente del Parlamento europeo, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, abbia definito l’accordo di undici Paesi sulla Tobin Tax, raggiunto ieri a Bruxelles, «il primo passo concreto» di una nuova cooperazione tra i leader di Francia e
Sorrisi Il presidente francese François Hollande, 58 anni, guarda verso un punto indicato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, sua coetanea, in un momento della sessione congiunta dell’Assemblea nazionale e del Bundestag a Berlino in occasione dei 50 anni del Trattato dell’Eliseo (Barbara Sax/Afp)
Germania. Più critico, invece, il capogruppo della Spd Frank-Walter Steinmeier. Nel dibattito al Reichstag l’ex ministro degli Esteri nel governo di grande coalizione ha ricordato che quando nel 2003 furono celebrati i quarant’anni del Trattato dell’Eliseo, e la Germania non era in buona salute, «la Francia non ci ha dato lezioni, ma ci ha aiutato». Meglio Chirac, quindi, di Angela Merkel. Non ci sono stati momenti polemici, però, in queste celebrazioni di quella che è stata definita da molti «una relazione faticosa». Il più divertente è stato il regista Wim Wenders, uno degli intellettuali che la cancelliera e il presidente hanno incontrato ieri mattina nell’ambasciata francese. «Sono un figlio
di questa amicizia, la mia prima macchina è stata una Citroën due cavalli. Ora c’è un po’ di indifferenza, ma non mi sorprende dopo cinquant’anni di matrimonio». Da parte loro, i due grandi protagonisti hanno scoperto dopo nove mesi di conoscenza che «la corrente scorre, e non c’è bisogno di elettricità», come ha detto Hollande. «C’è chimica tra noi, è il nostro segreto custodito meglio», gli ha fatto eco la donna più potente del mondo. Sarà una combinazione, ma hanno iniziato a darsi del tu lunedì sera a cena da Lutter&Wegner, un ristorante molto tedesco di Berlino che sembra un po’ una brasserie francese.
Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA
La ricerca Il «Global Go To» 2012 dell’Università di Pennsylvania passa in rassegna i 6.603 «pensatoi» attivi sui cinque continenti
La classifica dei think tank: dove nascono le idee In testa l’americana Brookings Institution Fra i top citati anche sei istituti italiani Dove nascono le idee che indirizzano l’azione dei governi, come orientarsi nella babele di analisi e previsioni che disegnano il mondo di domani? L’Università della Pennsylvania ha appena pubblicato il rapporto annuale «Global Go to», la classifica mondiale dei think tank che si propone come bussola per affrontare il duplice scenario nel quale la conoscenza è diventata un bene sempre più accessibile grazie alla rivoluzione digitale che abbatte barriere fisiche e allarga gli orizzonti della democrazia, ma si fa anche più urgente la necessità di fonti affidabili che aiutino a isolare i fenomeni davvero rilevanti e le tendenze destinate a durare. In quest’ottica acquistano un peso crescente quelle organizzazioni, indipendenti o affiliate a partiti e movimenti, che conducono ricerche e analisi sulle politiche pubbliche per stimolare una riflessione ai vertici e influenzare i processi decisionali: i think tank. Il «Global Go To» 2012, realizzato con la collaborazione di studiosi e analisti di tutto il mondo, passa in rassegna i 6.603 organismi attivi sui cin-
que continenti e individua diverse categorie. «Think tank dell’anno», la Brookings Institution, faro dell’America liberal che negli anni non ha esitato a posizionarsi a destra su dossier specifici come la politica estera di Bush Jr. Tra i «Top 100» per influenza e autorevolezza in Occidente (Stati Uniti esclusi) compaiono per l’Italia il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici,
l’Istituto Bruno Leoni (di indirizzo liberale, con sedi a Torino e Milano), l’Istituto per gli Studi di politica internazionale-Ispi; si aggiungono, nei «Top 150» che comprendono gli Usa, Istituto Affari internazionali e Fondazione Eni Enrico Mattei; tra i migliori «con affiliazione politica», la Fondazione Italianieuropei. Pubblicato per la prima volta nel 2006, il rapporto è ormai
un punto di riferimento nel settore. Gli Stati emergenti sono ancora sottorappresentati: oltre il 60% dei think tank di tutto il mondo ha sede in Europa e Nord America, 1.823 nei soli Stati Uniti. I meglio finanziati si trovano nei Paesi del G7 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada). Ci vorrà del tempo prima che le tecnologie sempre più avanzate e a basso costo riescano a bilanciare il ritardo storico del Sud del mondo. Parallela alla perdita del monopolio governativo del flusso delle informazioni, la crescita
Nella Top 100 Tra i «Top 100» in Occidente (Stati Uniti esclusi) il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, l’Istituto Bruno Leoni e l’Ispi
I principali Paesi
Stati Uniti Il Paese è leader per numero e prestigio dei suoi think tank. Il rapporto elegge «Think tank del 2012» la Brookings Institution. Da ricordare anche il Council on Foreign Relations, la Rand Corporation, l’Heritage Foundation, il Cato Institute e l’Aei
Gran Bretagna Tra i «Top 150», in seconda posizione figura la Chatham House britannica. Hanno sede a Londra anche Amnesty International (n.7), Liss (10), European Council on Foreign Relations (21), Centre for Economic Policy Research (27)
Svezia Dopo il terzo classificato americano tra i «Top 150» (Carnegie Endowment for International Peace), al quarto posto della classifica dei «Top 150» c’è lo svedese Stockholm International Peace Research Institute
Belgio Tra i think tank del Belgio compaiono nella classifica «Top 150» l’istituto Bruegel (n. 8), l’International Crisis Group (14), il Centre for European Policy Studies (23), il Centre for European Studies (31), lo European Centre for International Political Economy (72)
Italia Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, Istituto Bruno Leoni, Ispi, Iai, Fondazione Eni Enrico Mattei, Italianieuropei. Il Centro Euro-Mediterraneo e l’Istituto Bruno Leoni sono sia tra i «Top 100» che tra i «Top 150» (Usa inclusi)
Date, nomi e curiosità (ci sono stati presidenti scapoli? E qual è stata la presidenza più corta?) degni della nota rubrica «Pignolerie», che l’autore ha tenuto per 13 anni sul Foglio, ma soprattutto una lunga cronaca della campagna presidenziale americana nei due tomi di «White House 2012, Obama again», l’ultimo saggio di Mauro della Porta Raffo. Un modo per ripassare la storia e la corsa elettorale ora che il 44esimo presidente ha giurato e comincia il suo secondo mandato. Si parte con un breve excursus attraverso oltre due secoli di elezioni, poi l’autore ci spiega, anche attraverso un’utile sezione di domande e risposte, le regole del voto, dalle primarie ai caucus fino al martedì elettorale e al metodo di attribuzione dei delegati. Nella seconda parte si arriva alla campagna 2012 — che della Porta Raffo ha seguito per la Fondazione Italia Usa — con un diario compilato primaria per primaria fino alle convention, ai dibattiti e al voto, una cronaca
dei think tank e del loro ruolo negli ultimi vent’anni è stata inarrestabile e la rete degli istituti oggi copre 182 Paesi. Per la prima volta, fra i trend del 2012, il rapporto registra una battuta d’arresto nella nascita di nuove organizzazioni, dovuta soprattutto al calo dei finanziamenti, alla minore disponibilità degli sponsor per progetti a lungo termine, all’aumentata competitività di società di consulenza private e alla crescente specializzazione che depotenzia l’approccio interdisciplinare, cifra di molti think tank. Da non sottovalutare le potenzialità della svolta generazionale in atto: alcuni degli istituti più prestigiosi hanno visto un cambio di leadership negli ultimi 12 mesi e altri, Brookings compresa, stanno per affrontarlo. In un settore delicato come la creazione di opinioni, un mutamento in cabina di regia può essere determinante. Tra i consigli per i nuovi leader, quello dell’economista Joseph Stiglitz: «Indagare globalmente e agire localmente». Profondità di visione e concretezza, senza dimenticare la teoria dei «Quattro Più». Cosa ci riserva il futuro? Più problemi, più soggetti coinvolti, più competizione, più conflitto.
Maria Serena Natale msnatale@rcs.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
accompagnata da brevi riflessioni sui soldi, gli spot, il ruolo delle mogli, lo spazio pubblico della religione. Il tono del viaggio è spiccatamente anti obamiano (c’è anche un appello pro Romney dell’autore, convinto che Obama porti l’America a una deriva statalista e socialista), ma della Porta Raffo non risparmia una riflessione sulla «assoluta necessità» per i repubblicani «di riposizionarsi, prendendo atto della mutatissima realtà in primo luogo sociale e culturale della nazione». Ed ecco che vengono fuori i nomi di Jeb Bush e Marco Rubio, tra i pochi in grado di costruire una nuova base e una nuova coalizione elettorale conservatrice. A chiudere il secondo volume molti interventi, da Aldo Cazzullo a Mario Cervi a Vittorio Emanuele Parsi, e un breve saggio sul ruolo dei social media nella campagna elettorale curato da alcuni studiosi dell’università di Milano e dell’università dell’Insubria intitolato «Tra Obama e Romney il vero protagonista è stato Twitter». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Corriere della Sera MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Cronache I politici sotto accusa
Nicolò Scialfa Vicepresidente della giunta regionale, 56 anni, ex Idv passato a Diritti e Libertà, è indagato per peculato
Marilyn Fusco Consigliere nella giunta regionale ligure, 39 anni, nell’Idv dal 2008, ora è in Diritti e Libertà. Indagata per peculato (foto Ansa / Zennaro)
Stefano Quaini Consigliere regionale ligure, ex Italia dei Valori ora in Sel, 41 anni, è indagato per peculato
Maruska Piredda Capogruppo dell’Italia dei Valori in Regione Liguria, 36 anni, ex assistente di volo Alitalia. È indagata per peculato
Fondi ai partiti Coinvolte le due pasionarie Marilyn Fusco (passata a Diritti e Libertà) e la capogruppo in Regione Maruska Piredda
Lingerie e cibo per gatti con soldi pubblici Indagati i consiglieri dell’Idv in Liguria. I pm: pagati anche weekend al mare «È un incubo» dice Nicolò Scialfa, assessore allo Sport e vicepresidente della giunta regionale ligure di Claudio Burlando (Pd), sospettato di aver comprato cravatte con i soldi pubblici destinati ai gruppi consigliari in Regione. Scialfa, ex Idv passato dal 21 novembre al partito di Donadi, Diritti e Libertà, è indagato per peculato con tutto il gruppo che fu Idv: Marilyn Fusco (oggi Diritti e Libertà), Maruska Piredda (rimasta Idv), Stefano Quaini trasferito a Sel. Indagati anche il tesoriere dell’Idv Giorgio De Lucchi per appropriazione indebita (avrebbe sottratto contanti dalle casse del partito) e la sua compagna, funzionaria dell’Agenzia delle Entrate di La Spezia, per favoreggiamento: custodiva a casa documenti che dovevano trovarsi in Regione. La Procura di Genova punta sulle spese di un gruppo consiliare regionale e la loro congruità. Le cravatte? Scialfa non conferma l’acquisto e spiega: «Un tempo certe spese erano legittime e opportune, poi
sono diventate legittime e inopportune, ora col clima che si è creato sono illegittime e inopportune. Se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede, sono innocente e sereno». E chiude dopo un colloquio con Burlando (forse stufo di avere assessori e vicepresidenti indagati): «Nulla da rimproverarmi, non lascio». Nel mirino degli inquirenti ci sono anche l’acquisto di biancheria intima femminile forse addebitabile a Maruska Piredda, ex hostess Alitalia in prima linea durante la stagione calda degli scioperi, o a Marylin Fusco che smentisce («mai comprato lingerie»), e poi vini pregiati, giocattoli e cibo per gatti (la notizia ha scatenato la caccia al possessore di un micio), un divano e un frigo, viaggi «sospetti», weekend in Sicilia e Polonia, una Viacard in uso al gruppo forse troppo attiva e gli inevitabili ristoranti. I ristoranti sono voce prevista dal regolamento del consiglio: spese elettorali e di funzionamento del gruppo. E quel divano potrebbe essere «regolare», negli uffi-
Le verifiche Oltre ai conti 2012 esami sul 2010 e 2011: in tutto spese per 130 mila euro
Antonio Di Pietro «Fiducia nei magistrati, siamo pronti a costituirci parte civile»
ci in Regione. Per ora al vaglio ci sono cifre modeste, fa sapere la Procura, ma si è all’inizio e oltre alla rendicontazione 2012 vanno esaminati il 2010 e il 2011, in tutto da controllare ci sono spese per 130 mila euro. Ieri mattina quattro finanzieri si sono presentati negli uffici separati di Idv (ricevuti da Piredda) e Diritti e Libertà (lì è arrivata Fusco) per sequestrare ricevute e autocertificazioni del 2012. Sono state perquisite anche le case degli indagati.
C’erano, ha spiegato il procuratore di Genova Michele Di Lecce, motivi di urgenza per procedere al sequestro prima che il rendiconto del gruppo fosse depositato in Regione entro il 31 gennaio. Dalle indagini infatti è emerso che i consiglieri stavano cercando «di sistemare e stralciare le spese non attinenti all’attività politica, di rifondere con bonifico bancario le somme già spese, nonché di trovare giustificazioni per alcune spese sostenute
La vicenda Gli indagati La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta sulle spese di alcuni consiglieri regionali liguri dell’Idv. Nicolò Scialfa, assessore allo Sport e vicepresidente della giunta regionale, ex Idv passato a Diritti e Libertà, è indagato per peculato assieme a Marilyn Fusco (passata anche lei a Diritti e Libertà), Maruska Piredda (rimasta Idv), Stefano Quaini (oggi a Sel). Indagato anche il tesoriere dell’Idv Giorgio De Lucchi per appropriazione indebita Le accuse Per i pm gli indagati avrebbero usato soldi pubblici per coprire spese di carattere personale. Tra queste l’acquisto di cravatte, lingerie, cene al ristorante e weekend in Sicilia e Polonia
evidentemente non rientranti nelle finalità della legge». Insomma i consiglieri, «preoccupati per le inchieste in corso in altre Regioni», secondo i pm stavano tentando di mettere una pezza restituendo i soldi, cancellando spese personali ingiustificabili o cambiando le destinazioni di spesa. I soldi disponibili nel 2012 nel bilancio Idv (230 mila euro), a onor del vero, erano finiti a ottobre. In cassa non c’era più nulla. Così i consiglieri si auto-tassarono per pagare lo stipendio ai quattro dipendenti. Antonio Di Pietro nel dirsi fiducioso nella magistratura ha annunciato che se l’Idv risulterà parte lesa «ci costituiremo parte civile». L’indagine è una costola di quella aperta da tempo per illeciti fiscali su una squadra di calcio dilettanti di una delegazione di Genova, il Pontedecimo, che nel 2006-2007 ebbe una certa fortuna e fu presieduta da Giovanni Palladini, già deputato Idv da due mesi passato a Diritti e Libertà. Palladini è stato indagato per false fatturazioni legate a un giro di sponsorizzazioni che, per la Finanza, non è limpido. Fra gli sponsor c’era anche Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega che investì i soldi del partito in Tanzania.
Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Forse è in Portogallo
Finmeccanica
Tutti avvistano Corona Gli inquirenti: è una psicosi
Appalti Enav, un milione sequestrato alla Selex
MILANO — Pur se è ancora molto largo, comincia a stringersi il cerchio intorno a Fabrizio Corona che ora viene ricercato in Portogallo mentre continuano ad arrivare agli inquirenti segnalazioni di avvistamenti da tutta Italia e sul web si moltiplicano le sue presenze in mezzo mondo, da Santo Domingo al Brasile, tanto che gli inquirenti parlano di «psicosi». Corona avrebbe raggiunto una località vicina a Lisbona, dove godrebbe dell’aiuto di amici, dopo aver lasciato Milano venerdì mattina alcune ore prima che la Cassazione confermasse la condanna a 5 anni di carcere per aver estorto 25 mila euro all’ex calciatore juventino David Trezeguet in cambio di foto compromettenti. Inseguito da un mandato di cattura internazionale della Procura generale di Torino, deve scontare circa 7 anni e mezzo perché, dopo la Cassazione, gli è stato revocato l’affidamento in prova ai servizi sociali ottenuto per precedenti condanne. Con un piano che doveva essere stato studiato da tempo, Corona ha eluso la sorveglianza della Polizia che lo seguiva in previsione della sentenza e a fuggire su un’auto guidata da un amico fidato, un personaggio a lui molto vicino Fabrizio Corona che è stato ascoltato dagli investigatori, come alcuni familiari e amici. Gli inquirenti hanno seguito l’itinerario di un viaggio che ha attraversato il confine con la Francia in Piemonte passando per un valico secondario per raggiungere il Portogallo. Corona non ha il passaporto. Dopo averne denunciato lo smarrimento non ne ha ottenuto uno nuovo quando gli fu imposto il divieto di espatrio. Con sé avrebbe portato molto denaro in contanti, indispensabile per vivere all’estero un lungo periodo di latitanza e per lasciare, eventualmente, anche il Paese iberico.
Giuseppe Guastella
ROMA — Paolo Pozzessere, l’ex direttore commerciale di Finmeccanica accusato di corruzione internazionale, torna oggi in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare: era stato arrestato il 22 ottobre a Napoli. Nel frattempo il pm Paolo Ielo — che ha ereditato l’indagine per competenza dal capoluogo campano — ha concluso gli accertamenti. Al manager viene contestato un episodio di corruzione: secondo l’accusa, aveva promesso una tangente da 18 milioni di dollari al presidente di Panama, Ricardo Martinelli, per far ottenere commesse in quel Paese a tre società del gruppo: Telespazio Argentina, Agusta Westland e Selex. Si tratta di forniture per 180 milioni di euro in armamenti ed elicotteri nell’ambito di accordi governativi tra i due Scarcerato Paesi. A Napoli resta invece l’inchiesta sull’ex ministro Claudio Scaduti i termini Scajola, indagato — sempre per di custodia corruzione internazionale — nel cautelare, filone sull’attività di Finmeccanica Pozzessere libero in Brasile. Mentre la Procura di Busto Arsizio rimane competente sulle verifiche che coinvolgono il presidente e ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, indagato per corruzione internazionale e finanziamento illecito ai partiti. Orsi e Finmeccanica hanno sempre negato di aver agito in maniera illegittima. Intanto la Guardia di Finanza e il Ros dei carabinieri hanno confiscato un milione di euro alla Selex per l’inchiesta di Ielo sull’affidamento di appalti da parte dell’Enav. La confisca consegue alla condanna per corruzione compiuta nell’interesse e a vantaggio della Selex dai suoi massimi dirigenti. L’azienda aveva già provveduto a risarcire integralmente i danni subiti dalla «parte offesa» Enav per un ammontare di 1 milione di euro e ad adottare un nuovo modello di organizzazione e controllo.
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Cronache 19
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Lombardia Turbativa d’asta nell’affidamento di servizi di autonoleggio per 8 milioni
Il «Guardian»
«Gare truccate», due arresti nella Compagnia delle Opere Nel direttivo dell’organizzazione a Saronno. Il gip: «Mutuo sostegno» MILANO — È «grazie a una rete di rapporti personali e patrimoniali» cementati «dalla comune adesione/condivisione ideologica al gruppo di Comunione e liberazione» che, secondo i carabinieri del Nucleo Operativo e il gip Giuseppe Gennari, la società di intermediazione Kaleidos srl di Saronno «almeno da 5/6 anni manipola e trucca gare d’appalto in giro per la Regione Lombardia del valore almeno di 8 milioni, facendosi pagare tangenti non dovute» in «un sistema di aggiudicazione a rotazione», nel quale «un "cartello" di ditte traggono evidente vantaggio dall’abbattimento della concorrenza» e «nessuno ha interesse a denunciare». In questa cornice ieri 7 persone (6 di Kaleidos più la responsabile servizi generali di direzione dell’Aler-case popolari, Monica Goi) sono finite in carcere e 9 ai domiciliari per corruzione e turbativa d’asta per i servizi di autonoleggio all’Aler (5 gare nel 2008-2010 da 500.000 euro), agli Istituti clinici di perfezionamento (gara da 1,1 milione nel 2008, agli arresti i dirigenti Giancarlo Bortolotti e Cristina Clementi), alla Metropolitana milanese (gara da 3,2 milioni nel 2008, arrestato il funzionario Gaetano Peccetti), alle Ferrovie Nord Milano (gara da 3 milioni nel 2006). Sulla scorta di 150.000 mail
Il caso
Gli arresti Sette persone sono finite in carcere e nove agli arresti domiciliari per turbativa d’asta e corruzione nelle gare per i servizi di autonoleggio all’Aler (5 gare nel 2008-2010 per 500.000 euro), agli Istituti clinici di perfezionamento (una gara da 1,1 milione nel 2008), alla Metropolitana milanese (una gara da 3,2 milioni nel 2008), alle Ferrovie Nord Milano (una gara da 3 milioni nel 2006), al Comune di Como (una gara da 150.000 euro nel 2008) L’indagine Secondo i carabinieri e il gip la società di intermediazioni Kaleidos srl di Saronno «almeno da 5/6 anni manipola e trucca gare d’appalto in giro per la Lombardia del valore quantomeno di 8 milioni»
ra. Il gip addita una mail dell’ottobre 2010 in cui due dei dirigenti di Kaleidos ieri arrestati accennano a un pranzo estivo che un terzo arrestato avrebbe avuto con il presidente della Cdo, Bernhard Scholz, «al quale chiedere tra l’altro consulenza per una New.Co.». Il giudice, inoltre, si spinge a riportare nell’ordinanza uno stralcio dell’informativa dei carabinieri che, 10 giorni dopo l’acquisizione di documenti in Kaleidos nel marzo 2012, trascrivevano i commenti intercettati tra l’indagato amministratore delegato Ceriani e l’utenza di «uno studio legale», con «un uomo» di cui in nota i militari già indicavano il nome corrispondente a un avvocato (oggi lo è di Ceriani). «Vogliono far cadere Formigoni e faranno di tutto...», sbottava Ceriani. «Sì... ma adesso — era il consiglio del legale — noi intanto non possiamo puntella-
Enti pubblici Nel mirino i bandi di Aler, Metropolitana milanese e Ferrovie Nord Milano Sotto accusa Massimo Vanzulli, presidente della Kaleidos srl
sequestrate nel 2011 dai pm Robledo-Filippini-D’Alessio, lo schema è che «Kaleidos concorda con la futura vincitrice la lista delle aziende da chiamare a partecipare alla procedura», in modo che poi «fornitura e prezzo base d’asta siano oggetto di previa collusione». È una corruzione diversa dal solito: «L’anomalia è che le somme prezzo della corruzione non vengono incassate dal pubblico ufficiale, ma da terzo soggetto privato». La tangente è cioè «rappresentata dalle provvigioni» (in tutto 360.000 euro) «che Kaleidos in-
cassa dal cliente» privato; ma «il soggetto pubblico ha piena consapevolezza della tangente come conseguenza del suo agire», in base a «una tacita intesa volta a favorire il concorrente "gradito" alla Kaleidos». Cosa regge il triangolo? Mentre la richiesta dei pm non accenna al versante Cl, il gip valorizza informative dei carabinieri sul «circuito relazionale» degli arrestati di ieri nella «Compagnia delle Opere, sostanzialmente la propaggine economica di Cl». Gli arrestati presidente e amministratore di Kalei-
(Newpress)
dos, Massimo Vanzulli e Oreste Ceriani, sono nel direttivo della Cdo di Saronno, come l’amministratore di Ferrovie Nord (il non indagato Marco Piuri), e «vicini a Cl sono indicati» Bortolotti e Clementi. «L’idea, che andrà approfondita in maniera attenta — scrive il gip — è che proprio questa appartenenza sorregga atteggiamenti di mutuo sostegno» che inducono il funzionario pubblico a «favorire il compagno di cordata» sulla base di «un sentire comune che non ha "prezzo"». Per ora l’idea pare prematu-
re l’impero romano in decadimento, non mi fraintendere... non è che possiamo salvare il mondo! Pensa alla tua azienda!». Spunto un po’ acerbo per fondarvi il commento (stilato dai carabinieri all’epoca e riportato dal gip) sulla «consapevolezza dell’appartenenza ad un sistema che vede il suo vertice politico-istituzionale nel Presidente della Regione» e «rappresenta da anni lo strumento delle ingerenze nell’Aler».
Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giustizia La Suprema corte: è ragionevole punire anche la vittima della concussione, che non ha subito costrizione
«Anticorruzione, i processi non sono a rischio» La Cassazione esamina i primi ricorsi dopo la riforma del ministro Severino ROMA — La legge anticorruzione del 2012, nella parte in cui riforma il reato di concussione, per ora non cancella i processi mandandoli in fumo a causa di tempi di prescrizione più rapidi. Lo ha argomentato, tra l’altro, la Corte di Cassazione che ha iniziato ad esaminare i primi ricorsi alla luce della nuova norma-
Lo spacchettamento La norma «spacchetta» l’articolo del codice che prevedeva la punibilità del solo concussore tiva varata con la riforma Severino. Si tratta della legge che, in sostanza, «spacchetta» il vecchio reato unico di concussione. Quell’articolo del codice penale che, fino a pochi mesi fa, prevedeva la punibilità solo del concussore (il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio) e non del concusso (in genere un imprenditore). Ora, inoltre, sono previste la concussione vera e propria (quella in cui viene esercitata una violenza o quanto meno una forma di coercizione) e quella per induzione. Nei giorni in cui fu varata la legge fortemente voluta dal Guardasigilli Paola Severino, furono molte le polemiche sull’impatto che la doppia concussione avrebbe avuto sui processi in corso: molti di essi, fu scritto, sarebbero fi-
niti in prescrizione perché «derubricati» da una fattispecie all’altra. Si parlò poi del processo sul caso Ruby: quello in cui Silvio Berlusconi è imputato a Milano (anche di concussione vecchio tipo) che, ora, cambierà almeno un capo di imputazione. Così — al di là di un vero e completo monitoraggio sul-
l’impatto della riforma sui processi in corso che ancora non c’é — la Cassazione afferma che non ci sarebbero buchi neri nella riforma. Ad avviso della Suprema Corte, infatti, «è ragionevole che la riforma abbia introdotto al punibilità della vittima della induzione indebita» perché «mira a un risultato illegitti-
mo a lui favorevole». In altre parole chi viene «indotto» (senza la costrizione e la violenza) a pagare o a fornire altre utilità per ottenere un atto dovuto spesso è complice del concussore. Per questo l’Ocse e altri organismi internazionali hanno più volte raccomandato all’Italia di allinearsi con gli altri Paesi occidentali dove in genere esiste un’unica fattispecie: la corruzione. La sesta sezione penale della Cassazione si è dunque cimentata con la nuova norma-
Il caso di cui parlò Bolle
Muore clochard al San Carlo di Napoli
Un clochard è morto sotto il colonnato della Galleria Umberto, di fronte al Teatro San Carlo, in pieno centro a Napoli. L’uomo, di 50-60 anni, era avvolto dalle coperte. Forse è morto per il freddo. «Siamo addolorati. È una morte che genera sofferenza in tutta la città», hanno detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e l’assessore al Welfare, Sergio D’Angelo. Un anno fa l’étoile Roberto Bolle denunciò il problema con un tweet, scatenando polemiche: «I senzatetto che dormono sotto i portici del San Carlo, gioiello di Napoli, sono emblema del degrado della città» (nella foto Ansa, i clienti di un bar bevono il caffè a due passi dal cadavere)
tiva e lo ha fatto con la sentenza 3251 che riguarda il ricorso di un amministratore locale laziale condannato per tentata concussione. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici di Piazza Cavour entrano nel merito dello spacchettamento del reato di concussione: «Gli attuali articoli 317 e 319 sono in rapporto di perfetta continuità con il precedente testo dell’articolo 317 del codice penale». La Corte, inoltre, osserva: «La lettura congiunta delle due norme oggi modificate o introdotte dalla novella copre la medesima area in precedenza propria della concussione regolata dal precedente articolo 317». Dunque la Cassazione, almeno per quel che riguarda questa decisione della VI sezione, «promuove» l’impianto della riforma Severino. Però la sentenza citata viene annullata con rinvio in corte d’Appello a Roma anche perché deve essere riqualificato il reato alla luce della nuova normativa. In altre parole, i giudici di legittimità hanno evidenziato la bontà e l’efficacia della legge anticorruzione però sui tempi di svolgimento dei dibattimenti non hanno potuto dare risposte. Il problema nodale della nuova concussione — già sollevato da molti magistrati, quando la legge era nella fase finale del suo iter parlamentare — riguarda infatti l’impatto effettivo che avrà lo «spacchettamento» sui processi in corso. Che, inevitabilmente, avranno tempi più lunghi quantomeno per riqualificare il reato alla luce della nuova legge.
D.Mart. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I tempi Per la prescrizione tempi più rapidi
«Ecco l’impero immobiliare del Vaticano» CITTÀ DEL VATICANO — «Come il Vaticano ha costruito un impero segreto di proprietà immobiliari usando i milioni di Mussolini». Così il quotidiano The Guardian titolava ieri un’inchiesta sugli immobili della Santa Sede a Londra — tipo il locale che ospita Bulgari a Bond Street —, patrimonio sconosciuto e fondato sul «gruzzolo di Mussolini» che il Duce, si legge, avrebbe consegnato «in cambio del riconoscimento papale al regime fascista nel ’29». Da Oltretevere replica padre Lombardi: «Sono esterrefatto, sembra che vengano da un asteroide, si parla dei Patti Lateranensi e di cose note da ottant’anni...». L’articolo parla di «segretezza delle origini fasciste» del patrimonio. Ma quei soldi, in realtà, non sono segreti né del Duce né il prezzo del «riconoscimento» del fascismo: se ne parla nella «Convenzione finanziaria» dei Patti Lateranensi, dove «l’Italia si obbliga a versare» un miliardo e 750 milioni di lire. Si chiude la «Questione romana» e la Santa Sede, nel ’29, riceve la somma come «indennizzo» dopo l’annessione di Roma all’Italia. Così Pio XI chiamò il banchiere Bernardino Nogara e gli affidò l’«Amministrazione speciale» dei fondi. Titoli, azioni, oro, immobili. Il Guardian calcola che il patrimonio immobiliare (da una società «offshore» del 1931) arrivi oggi a 650 milioni di euro e faccia capo a una società inglese controllata da una svizzera a New York. La Santa Sede replica che la Sezione straordinaria dell’Apsa, che gestisce il patrimonio, «si trova pure sull’elenco telefonico».
G. G. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SACAIM S.p.A in Amministrazione Straordinaria Il sottoscritto commissario straordinario, nominato con provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico del 29 febbraio 2012, informa che in data 27 dicembre 2012 è stata depositata, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, istanza ai sensi dell’art 78 del d.lgs. 270/99 volta a conseguire l’autorizzazione al deposito presso il Tribunale competente di una proposta di concordato presentata da un terzo assuntore ed inerente la procedura di amministrazione straordinaria di Sacaim S.p.A., aperta con provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico in data 29 settembre 2011, e autorizzata all’adozione di un Programma di Cessione ai sensi dell’art. 27, lett. a, d.lgs. 270/99. La proposta di concordato è compatibile con il fine conservativo della procedura, in quanto condizionata al trasferimento entro e non oltre il 31 marzo 2013 del ramo d’azienda di cui al suddetto programma di cessione ad altro soggetto facente parte del medesimo gruppo di appartenenza del proponente assuntore del concordato e dotato dei requisiti idonei a conseguire il favorevole espletamento della procedura di cui agli artt. 51 e 116 del d.lgs. 163/2006. La parte offerente l’acquisto del ramo d’azienda presenta inoltre i requisiti di cui al 3° comma dell’art. 63 d.lgs. 270/99, e si è impegnata ad assumere 120 dipendenti (di cui 23 dirigenti ed impiegati di sede e 97 impiegati ed operai di cantiere), all’esito del positivo espletamento della procedura sindacale prevista dall’art. 47 della Legge 428/90, ferme le tutele e le prescrizioni di cui all’art. 63, terzo e quarto comma, d.lgs. 270/1999; ulteriori 25 dipendenti saranno assunti entro un anno dalla stipula del contratto di cessione, attingendo dall’elenco dei dipendenti non trasferiti. Una volta perfezionato il trasferimento del ramo d’azienda la proposta di concordato, limitata ai sensi dell’art. 124 l.f. alle risultanze dello stato passivo dichiarato esecutivo in data 19 maggio 2012, nonché alle domande di insinuazione tardiva o di opposizione depositate sino alla data del deposito della proposta di concordato al Tribunale di Venezia, prevede altresì da parte dell’assuntore e in estrema sintesi: - Il pagamento integrale delle spese di procedura, attualmente stimate in Euro 4.500.000=, entro due mesi dalla data della definitiva omologa del concordato; - Il pagamento integrale dei debiti preduducibili sorti in data successiva all’ammissione di Sacaim alla procedura di amministrazione straordinaria pari, al 31 luglio 2012, a Euro 8.865.696= entro dodici mesi dalla data della definitiva omologa del concordato; - Il pagamento integrale dei debiti privilegiati e prededucibili sorti in data antecedente all’ammissione di Sacaim alla procedura di amministrazione straordinaria sino ad un massimo di Euro 23.850.018=, di cui già accertati Euro 9.604.704=, entro dodici mesi dalla data della definitiva omologa del concordato al netto degli interessi; - Il pagamento di una percentuale di soddisfacimento del ceto chirografario pari al 14% del passivo già accertato o in via di accertamento per complessivi Euro 131.740.095,00=, entro ventiquattro mesi dalla data della definitiva omologa del concordato. Alla luce di quanto sopra il sottoscritto commissario straordinario invita qualunque interessato avente i requisiti di cui all’art. 63 d.lgs. 270/99 a presentare proposte di concordato migliorative rispetto a quella già depositata presso il Ministero dello Sviluppo Economico, fermo in ogni caso il pieno rispetto del fine conservativo della procedura. Si invita altresì qualunque interessato a presentare eventuali proposte di acquisto del solo ramo d’azienda di cui al Programma di Cessione e nei termini esattamente descritti nei documenti posti in data room, anche al fine di consentire una compiuta valutazione della convenienza per i creditori delle proposte di concordato. Qualunque interessato può chiedere di avere accesso presso la data room organizzata in Marghera, Mestre-Venezia via A. Righi, 6, previa sottoscrizione ed accettazione di apposito regolamento. La data room sarà aperta dal 28 gennaio 2013 al 27 febbraio 2013; eventuali proposte dovranno pervenire allo studio del notaio Francesco Candiani sito in 30172 Mestre (Ve), via Guglielmo Pepe n.10, entro le ore 12 del giorno 28 febbraio 2013. Per informazioni contattare: Deloitte Financial Advisory Services s.r.l., via Tortona 25, 20144 Milano attenzione dott: Matteo Uggetti Tel: +39 02 83325003 - E-mail: muggetti@deloitte.it
20 Cronache
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Taranto L’ex amministratore delegato ricercato da novembre: è a Londra in libertà vigilata, sarà estradato entro due mesi
Ilva, Riva jr si consegna a Scotland Yard Il giudice nega il dissequestro delle merci e invia gli atti alla Corte costituzionale DAL NOSTRO INVIATO
TARANTO — Cancello D. Nel vento che odora di fabbrica, bandiere rosse dei sindacati di base e baschi verdi della Finanza. Nel sole freddo delle quattro di pomeriggio, la faccia storta dell’operaio normalista Tore che, aspettando il peggio, pensa malevolo a Fabio Riva: «Quidd’ fetend’», sibila, e non è necessario tradurre. No, il figlio del padrone, vicepresidente del gruppo, quello che teneva i cordoni della borsa della corporation «Riva Fire», sa bene che, quando verrà estradato, non lo aspetteranno coi fiori, quaggiù, nella città dell’Ilva e dei due mari: magari anche per colpa di quell’infelice intercettazione in cui, parlando dei veleni dell’acciaieria, definiva «due casi di tumore in più all’anno» ben poca cosa, insomma una «minch...ata». L’hanno preso l’altra sera a Londra. Anzi, dicono i suoi legali, si è consegnato sua sponte a Scotland Yard che però, in realtà, gli aveva recapitato allo studio londinese da cui è rappresentato il mandato di cattura europeo per associazione a delinquere, disastro ambientale, avvelenamento da diossina, emissione di sostanze nocive. Riva sapeva di rischiare la galera se l’avessero fermato, magari per caso. Così, presentandosi
davanti alla corte di Westminster, ha ottenuto la libertà vigilata in cambio del ritiro del passaporto e di un fondo cauzionale di diecimila sterline. La procedura che dovrebbe riportarlo in Italia può durare dai quaranta ai sessanta giorni e intanto molte cose possono succedere. Una è già successa, a Taranto: e non aiuta né lui né la sua famiglia. La giudice Patrizia Todisco, com’era prevedibile, non ha dissequestrato il miliardo di merci prodotte dalla fabbrica nel periodo in cui tutto era sotto sequestro: quel tesoretto che è diventato centro di una contesa ben più vasta e quasi ideologica, tra Ilva, governo e magistra-
tura. La Todisco, nelle 39 pagine di ordinanza con le quali blocca il giudizio e spedisce tutto alla Corte costituzionale, ha frasi durissime contro il governo, parla di vulnus nel principio di separazione dei poteri dello Stato, assume violati ben diciassette articoli della Costituzione dalla contestatissima legge 231 (la «salva-Ilva» con cui il governo consentì all’acciaie-
La visita Tensione per la visita del ministro Clini all’acciaieria Su Facebook: «Facciamo la guerra»
Indonesia
Condannata a morte per droga Il tribunale dell’isola indonesiana di Bali ha condannato a morte una donna britannica di 56 anni, accusata di far parte di una rete di trafficanti di cocaina. Lindsay Sandiford era in possesso di 4,79 chilogrammi di cocaina
Accordo al San Raffaele Evitati 244 licenziamenti risparmi riguarda i 3.100 dipendenti del comparto. È una riduzione dei costi alla quale vanno ad aggiungersi i sacrifici previsti per i dirigenti e i medici. Dopo sei mesi di incontri/scontri tra proprietà e organizzazioni sindacali, per arrivare al risultato è stata necessaria una non stop a Roma di quasi 24 ore, finita ieri mattina all’alba. L’ipotesi di accordo sarà sottoposta al referendum entro il 29 gennaio. La busta paga sarà ridotta a partire dal 2013 tra i 91 (7,2%) e i Per cento Il taglio medio mensile 196 euro agli stipendi concordato fra il San (10,3%) menRaffaele e i sindacati per evitare sili, a seconda il licenziamento di 244 dipendenti della retribuzione di partenza: il taglio dello stipenEuro È la riduzione dio, che rimassima che i lavoratori guarda le inavranno mensilmente a dennità extra partire già da quest’anno rispetto al trattamento base, vranno, comunque, convalida- è stabilito secondo criteri prore i lavoratori chiamati a espri- gressivi e proporzionali. Ci sarà anche un piano biennale di mersi in un referendum. Il giro di vite mira al risana- smaltimento delle ferie che pormento dell’ospedale finito sul- terà a risparmi per un altro 1% l’orlo di un crac da 1,5 miliardi e il passaggio dal contratto di sotto la guida del prete mana- sanità pubblica a quella privager don Luigi Verzé. Il piano di ta. Così la manovra permette di
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arrivare a un contenimento dei costi del 10% necessario, secondo la proprietà, a mettere in salvo i conti del San Raffaele. Nonostante la rinegoziazione di tutti gli appalti per la fornitura di beni e servizi, tra il maggio e il settembre 2012 l’ospedale è stato dichiarato ancora in perdita di 20 milioni di euro. Per i vertici ospedalieri le trattative sono state condotte dall’amministratore delegato Nicola Bedin: alla soddisfazione per l’accordo, ora si aggiunge l’auspicio che l’intesa venga ratificata a larga maggioranza. «Sono state ricreate le condizioni per rilanciare il primato del San Raffaele in Italia e a livello internazionale — si sottolinea in un comunicato stampa — segnando una netta cesura con il passato e rimettendo il destino dell’istituzione nelle mani dei suoi protagonisti: i lavoratori tutti e la nuova dirigenza». I sindacati, però, sono divisi. La sigla Usb è contraria: «Perdiamo diritti — è la denuncia — conquistati in quarant’anni». Ma, salvo sorprese, la ratifica dell’accordo è prevista per il 31 gennaio. Sempre a Roma.
Simona Ravizza sravizza@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nelle Fiandre
Adozioni, la metà a coppie gay
Goffredo Buccini @GoffredoB Vicepresidente Fabio Riva si trova a Londra (Imagoeconomica)
Milano Soddisfazione dell’azienda: create le condizioni per il rilancio
MILANO — Niente licenziamenti collettivi al San Raffaele di Milano. In cambio i lavoratori guadagneranno in media il 9% in meno. Nell’ultimo giorno utile per evitare il taglio di 244 posti tra amministrativi, personale socio-sanitario e ausiliari, i vertici dell’ospedale (dallo scorso maggio guidato dall’imprenditore Giuseppe Rotelli) e i sindacati hanno trovato un accordo al tavolo del ministero del Lavoro. Ora lo do-
ria di riprendere la produzione in barba alle perizie che scodellavano dati da brividi sulla mortalità). Ma soprattutto scrive di «uso abnorme della funzione normativa», di «revoca legislativa nominale dei provvedimenti giudiziari». Insomma, spiega, il governo nella decretazione d’urgenza poi tradotta in legge dal Parlamento ha «usurpato» le funzioni dei magistrati, «atteggiandosi a giudice di istanza superiore». Parole durissime, che non mancheranno di rinfocolare una polemica dalla quale ormai ogni giorno è intossicata la già tossica crisi dell’Ilva. Nel palazzaccio tarantino i magistrati si sentono sempre
La metà dei bambini adottati nelle Fiandre (Belgio) sono stati accolti in famiglie omosessuali. Sei anni dopo la legalizzazione in Belgio dell’adozione da parte di coppie gay in Belgio, il rapporto annuale del Centro fiammingo per le adozioni (Vca) sforna il dato: a queste famiglie 14 bambini su 30. «Una conferma che chi organizza le adozioni non pone ostacoli», ha detto un portavoce Vca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
più assediati, perché per ragioni diverse governo, sindacati e azienda convergono su un solo obiettivo: forzare la mano ai loro provvedimenti, chi per salvare la pace sociale, chi gli stipendi, chi la cassa. Le ramanzine del ministro Clini sui difficili rapporti tra i magistrati e le leggi dello Stato hanno fatto perdere le staffe persino a un galantuomo misurato come Franco Sebastio: «Vengono a dire a uno con 45 anni di magistratura che non rispetta la legge?», si è sfogato l’altra mattina il procuratore. Che solo ieri ha recuperato l’aplomb: «Il lodo Sebastio? L’unico mio lodo sta nel codice di procedura penale e nella Costituzione». È in bilico su questo precipizio che oggi arriva Corrado Clini, prima all’Ilva e poi in prefettura (a fine giornata dovrebbe vedere pure Sebastio e il pg di Lecce, Vignola). Il presidente dell’Ilva, Ferrante, ha presentato una nuova istanza di dissequestro, assicurando che i soldi della vendita della merce andrebbero a pagare gli stipendi e a risanare l’azienda. Senza una garanzia o uno straccio di fideiussione, la strada è in salita. Sicché l’azienda pensa a un altro migliaio di cassintegrati, forse già da domani. «Facciamo la guerra!», scrivono gli operai sulle pagine Facebook più estreme. «Qui dentro c’è più gente della Digos che lavoratori», sbotta Margherita dei Cobas. Tutto può succedere, basta una scintilla. Ai cancelli D, l’Ilva ha già distribuito ai vigilanti lucchetti nuovi di zecca.
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Corriere della Sera MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013
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MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Cronache 23
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Il caso
A Roma le voragini nell’asfalto entrano in campagna elettorale, tutti a 30 all’ora a Catanzaro. E sul web i siti fanno il bollettino quotidiano
Roma In un anno nella Capitale si sono aperte 72 maxi buche Continuano ad aumentare i casi di automobili e camion «inghiottiti» dalle voragini (Benvegnù-Guaitoli)
Napoli Un cartello sarcastico diretto al sindaco di Napoli Luigi de Magistris in via Manzoni, all’incrocio con via Ortensio, sopra una buca enorme: ogni giorno in città se ne aprono dodici
Il rettore gioca a fare il finto sentimentale. «C’è una buca in salita Arenella alla quale sono particolarmente affezionato. Spesso mi sono avvicinato per fare un tuffo...». Lucio d’Alessandro, sociologo, guida l’università napoletana Suor Orsola Benincasa: «A volte sono meravigliato perché mi fanno trovare qualche buca coperta, ma altre subito se ne aprono». Il gioco però non gli piace. E con altri due «magnifici», Claudio Quintano della Parthenope e Massimo Marrelli della Federico II, ha lanciato un appello dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno: fate qualcosa, è questa una delle priorità di Napoli. Mentre i rettori di Milano invocano la svolta per fare del capoluogo lombardo una «porta del mondo per un’Italia competitiva», quelli del Meridione sono costretti a urgenze più «terra terra». Ma non meno importanti. Non è solo una questione di rischi. «Le buche hanno un valore fortemente simbolico, soprattutto nelle zone che sono le porte delle città, dove camminano visitatori e turisti stranieri» sostengono gli accademici. L’emergenza è sotto gli occhi di tutti: ogni giorno frana il terreno sotto i piedi, le strade si sollevano e crepano come dolci stracotti. Non solo a Napoli. E non solo al Sud. Il bollettino annota casi ovunque. Ci sono siti online, come www.voragini.it, che tengo-
L’Italia delle strade bucate A Napoli protestano i rettori Dopo i tagli dei Comuni sulla manutenzione no il conto quotidiano: strada del Tormeno a Vicenza (ceduta la fognatura, baratro di tre metri); vico Ferrari a Ercolano (falla di 2 metri per 4, tre case sgomberate, decine di sfollati); via delle Carceri a Messina (scoppiato un tombino, crollo e automobilisti in coda per ore); zona Gaibanella a Ferrara («È passata un’auto, e dietro si è aperta una voragine» testimonia il macel-
laio); piazza Madonnella a Bari (solchi lunghi tre metri, il barista assicura: «Molti ci cascano dentro, gli offro bicchieri d’acqua per riprendersi»). A Roma le buche sono diventate tema di scontro politico. Con il centrosinistra che provoca Alemanno e lo invita a realizzare un campo da golf e la maggioranza che ricorda semmai i «buchi» di bilancio lasciati dalla sini-
stra. I dati, ufficiosi, sono impietosi: in un anno voragini aumentate del 61%. È una delle tante facce della crisi, delle amministrazioni che hanno sperperato, dello Stato che si sgretola. L’assessore romano ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, ha avuto almeno il merito della chiarezza: «La manutenzione delle strade è fondamen-
370 61 Buche sulle strade scoperte ogni mese a Napoli per un totale di 4.417 richieste di intervento nel 2011
Per cento È l’incremento delle voragini che si sono aperte sulle strade romane in un anno, tanto da diventare tema di confronto politico
Milano Una voragine in corso Lodi. Attraverso «Ambrogio», il sistema per raccogliere le segnalazioni dalle varie zone, in un anno più di mille telefonate hanno denunciato la presenza di buche (Mascolo/Photoviews)
tale, ma è impossibile toccare stipendi, asili e trasporti». Dunque? «Ci saranno più buche...». È per questo che al primo scroscio d’acqua le vie diventano un colapasta. Al Sud va peggio che al Nord, non solo perché i politici hanno gestito peggio i bilanci. Soprattutto nel Lazio, in Campania, in Puglia e in Sicilia per decenni si è scavato nelle rocce, portando via sabbia e ghiaia per costruire palazzi. E poi cave per le cisterne, cunicoli per le condutture, perfino luoghi di culto sotterranei. Camminiamo tutti i giorni sopra lastre di vetro, membrane fragili pronte a tradirci quando meno le aspetti. Se va bene piccoli squarci, se va male voragini che inghiottono auto e camion. Per assicurare controlli e manutenzione i sindaci devono fare, metaforicamente, acrobazie. Quelle vere le fanno i motociclisti e gli affezionati della bici, ogni uscita è un’avventura. «Per fortuna non mi sono mai fatto male — è scaramantico Marrelli, rettore «su due ruote» della Federico II —. Ma se non fossi particolarmente attento rischierei la vita». Gli uffici legali dei Comuni sono sommersi da ricorsi di chi si è infortunato guidando o semplicemente andando a passeggio con il cane. «Il Campidoglio paga venti milioni di risarcimenti per danni fisici causati dalle buche e dal dissesto stradale» attacca il pd romano Athos De Luca. Costerebbe meno tenere a posto la città. A Catanzaro ci hanno rinunciato in partenza. «Abbiamo strade groviera e i soldi in cassa non sono sufficienti per riparare tutte le buche», ha ammesso l’ingegnere Cardamone, dirigente del settore Infrastrutture del Comune. Ecco allora la trovata: «Si viaggia a 30 all’ora». Con tanto di cartelli all’ingresso della città: «Rallentare. Presenza buche sulla carreggiata».
Riccardo Bruno rbruno@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ippica Dopo San Siro, Agnano e Livorno, a fine mese sarà la volta di Tor di Valle. L’Assogaloppo: complotto delle sale da gioco
Addio «Febbre da cavallo», quatto ippodromi chiusi ROMA — Solo pochi mesi fa pensavano che l’ippica avesse raggiunto il suo anno zero. Non era così. Era peggio: lo sport in cui un tempo nemmeno tanto lontano l’Italia era seconda solo all’Inghilterra (e molte volte l’ha anche superata) doveva scendere ancora più in basso. Un’agonia breve e dolorosa che oggi trascina con sé allevatori, allenatori, fantini, driver e migliaia di addetti ai lavori insieme alla memoria storica di un mondo che ha portato purosangue italiani come Varenne e Ribot a vincere ovunque. L’ultimo ippodromo in ordine di tempo che chiuderà i battenti sarà a fine mese Tor di Valle (quello di «Febbre da cavallo», Soldatino e delle mandrakate), preceduto da San Siro, Agnano e Livorno. Attualmente all’ippica spetta solo l’1,2% del giro d’affari da 80 miliardi di euro l’anno che ruota attorno ai giochi e alle scommesse. Pochi anni fa poteva contare sul 70%. Un quadro desolante. Preoccupante per chi ci lavora (oltre 50 mila persone) e per i cavalli da corsa (15 mila). L’altro ieri, sotto alla sede dei Monopoli, l’Assogaloppo ha dato vita a una
Le giocate Negli ultimi quattro anni il montepremi è calato da 275 milioni di euro a meno di 100
nuova manifestazione del settore, chiedendo la riforma delle scommesse. E i responsabili dell’Aams hanno sottoscritto un documento nel quale c’è l’impegno affinché il nuovo regolamento venga sottoscritto dai ministri delle Finanze e delle Politiche agricole. Un primo successo, e di questi tempi non è poco. «Speriamo che ci sia una ripresa — spiega Fabio Car-
nevali, presidente dell’Assogaloppo —, il fatto è che ci vogliono distruggere. La crisi non c’entra niente: le scommesse sono in attivo e all’estero l’ippica continua a essere seguita con successo. In Francia le puntate sono aumentate del 5% e il trend è in crescita da cinque anni». Non un problema legato all’ambiente, ma a chi ha voluto stravolgerlo. «Non abbiamo
Roma Sopra, una scena da «Febbre da cavallo», il film del 1976 girato a Tor di Valle, dove, a sinistra, Daguet Rapide taglia il traguardo
nemmeno un punto di riferimento istituzionale dopo la soppressione dell’Unire, poi Assi (l’Agenzia per lo sviluppo del settore ippico). E pensare che con l’ex ministro Zaia avevamo preparato un piano di rilancio rimasto in un cassetto. Speriamo che lo aprano, ma forse è troppo tardi». L’ultima mossa per arrestare la caduta libera. Solo a Roma sono decine le scuderie costrette a chiudere. «Soprattutto quelle medie — spiega un allenatore di Capannelle —. Sono rimaste le cinque-sei che possono permetterselo e quelle più piccole, con uno o due cavalli, magari con gli amici per dividersi le spese. Il montepremi è calato al punto che non ci si rientra nemmeno». Parte delle corse di Agnano sono state dirottate a Roma, quelle di Livorno si corrono a Pisa. «Ci ha tradito chi gestiva i punti vendita delle scommesse — riprende Carnevali —. Hanno permesso a costo zero di po-
Dal presidente della Bolivia Evo Morales all’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto) fino ai Comuni virtuosi e alle nazioni super ecologiche come il Costa Rica, lo Stato più verde del Pianeta. Sono alcuni dei «vincitori» del riconoscimento in difesa dell’ambiente «Un bosco per Kyoto», premiati ieri in Campidoglio nel corso di un evento organizzato dall’Accademia Kronos.
ter puntare prima su altri sport e poi su altri giochi, anche d’azzardo. La nostra pubblicità è scomparsa, siamo noi a doverla pagare, e la tassazione sulle giocate è altissima (il 40% sulla corsa Tris). Così il pay-out è molto basso». Secondo l’Assogaloppo negli ultimi 4-5 anni il montepremi è calato da 275 milioni di euro a meno di 100, e agli ippodromi — per la gestione delle corse — sono toccati meno di 60 milioni rispetto ai 110 del passato. «Un attacco su più fronti, uno sfacelo voluto e non casuale. Hanno perfino cercato di trasformare gli ippodromi in casinò, senza riuscirci», protesta Carnevali. Gli scommettitori prediligono il mercato nero, i siti Internet stranieri. E anche fantini, driver e allenatori preferiscono espatriare. Un’emorragia continua. «La ricetta sarebbe quella di poter puntare a quota fissa, il vecchio picchetto, e abbassare il prelievo fiscale. Ma serve la volontà di farlo», propone il presidente dell’Assogaloppo. Come quella di salvare i cavalli dalla macellazione. «Noi non lo faremo mai — avverte Carnevali —. Ma quando siamo costretti a regalarli, come facciamo a sapere che fine faranno?».
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Rinaldo Frignani
Roma
I premi per l’ambiente
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24 Cronache
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Tecnologie e società Lo scatto di un attento passeggero, Noah Zerkin, sta facendo il giro della Rete
Il signor Google pendolare del futuro In metropolitana con i super occhiali Il miliardario Brin legge messaggi sulle lenti mentre viaggia con gli altri Lo sguardo che ci porta nel futuro è stato intercettato (o, più facilmente, si è fatto intercettare) nella metropolitana di New York. Abbigliamento sportivo, cappellino di lana e, particolare più smaccato, sportina tipo spesa, il fondatore di Google Sergey Brin — uomo da 17 miliardi di dollari di ricchezza netta — domenica sera era in una locomotiva come un qualunque pendolare. La foto che sta facendo il giro del mondo via Rete è di Noah Zerkin, un residente di Brooklyn. Se non fosse stato per un prototipo di occhiali ipertecnologici da 1.500 dollari ci sarebbe stato da chiedersi perché fosse lì. In fuga dai fan? In difficoltà con l’azienda? Qualche scappatella da nascondere? Ma i tabloid, questa volta, non c’entrano. Non è la prima volta che Brin viene fotografato inforcando gli occhiali a realtà aumentata, i Project Glasses di Google. Gli occhiali sono stati anche presentati in una conferenza stampa ma non arriveranno sul mercato prima del 2014. Si trattava probabilmente di un giro per testare il prototipo in mezzo alla gente. Il miliardario Brin, in definitiva, ha fatto le prove per quella che potrebbe essere una giornata tipo anche per noi, ma tra qualche anno. Facile romanzare: gli occhiali a realtà aumentata dovrebbero rimpolpare la realtà intorno a noi con tutta una serie di informazioni — temperatura, previsioni, problemi del traffico, rallentamenti sulla linea della metropolitana, appuntamenti, telefonate o, me-
L’immagine Sergey Brin, 39 anni, nella foto scattata sulla metropolitana di New York che sta facendo il giro della Rete. Brin, che è nato a Mosca ma si è trasferito a 6 anni negli Usa, ha fondato Google nel 1998 insieme a Larry Page, suo compagno di studi a Stanford (Thenextweb.com / Noah Zerkin)
glio, videotelefonate, navigatore satellitare, posizione degli amici su Facebook (pardon, su Google+) — che oggi sono già disponibili ma che albergano ancora su computer, tablet e, bene che vada, smartphone. Ça va sans dire che il pregevole oggetto funziona con i comandi vocali del sistema operativo di Google, Android. È la smart city, la città intelligente, spremuta come un’arancia in un’occhiale, futuro anticipato da Hollywood in film come Mi-
nority Report, anche se non dobbiamo pensare che si potrà arrivare a quei livelli di complessità cinematografica (per fortuna, forse). Insomma, se stavano funzionando, e dalla faccia rilassata di Brin non c’è motivo di dubitarne, l’evangelist stava vivendo un’esperienza mistico-tecnologica: la fusione tra percezione della informazioni visive assorbite tramite la retina e quelle che vengono trasmesse comunemente con i simboli del linguaggio che gal-
leggiano in lobi differenti. Potrebbe sembrare solo un gadget tecnologico ma è possibile che ci sia materiale per i neuroscienziati che già si stanno sbizzarrendo nell’analizzare cosa cambia nei bambini digitali che assorbono informazioni a puzzle dal mondo di Internet. Il vero privilegio di Brin, oltre a quello di poter diventare notizia per il solo aver preso la metropolitana lui che la metropolitana se la potrebbe comprare, è stato dunque provare ciò
In arrivo
Il progetto La montatura Project Glass, progettata dai laboratori di Google X, ha l’obiettivo di sviluppare un paio di occhiali dotati di «realtà aumentata» ovvero l’arricchimento della percezione sensoriale umana con informazioni multimediali. In particolare, queste lenti funzionano grazie a una piccola lente-display collocata sopra l’occhio attaccata agli occhiali e a una videocamera Le funzionalità In un video diffuso in Rete si vede un ragazzo che si sveglia e, subito, nelle sue lenti compaiono «icone» con cui legge le email e invia sms La vendita Fra la fine di questo mese e l’inizio di febbraio, prima a San Francisco e poi a New York, avverranno i primi incontri riservati agli sviluppatori. Invece la commercializzazione è prevista nel 2014 e il costo in pre-ordine dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.500 dollari I concorrenti Secondo alcuni media anche Microsoft avrebbe brevettato un modello di occhiali di «realtà aumentata». Stessa cosa fatta dall’azienda veneta Luxottica. Secondo la società di consulenza Mind Commerce, questo settore potrebbe valere 3 miliardi di dollari entro il 2015
che noi consumatori mortali potremo vivere solo con uno spread temporale. Il computer che si indossa e che interagisce con noi in un unico step (ora con uno smartphone, bene che vada, ci sono almeno due step) è la naturale evoluzione del nostro mondo sempre più ibrido. D’altra parte è vero che tra tablet, telefoni, e dotazione tecnologica varia che nella categoria dei fashion tech victim — di cui faccio parte — può anche occupare una ventiquattrore un oggetto di sintesi mancava. Anche se, da quanto emerso fino ad ora, gli occhiali a realtà aumentata saranno più un oggetto da abbinare alla potenza di calcolo dello smartphone che un succedaneo perfetto. Anche Luxottica ha già fatto capire di volere partecipare a un proget-
L’attesa Gli occhiali sono stati già presentati alla stampa ma non arriveranno sul mercato prima del 2014 La prova Brin ha testato quella che potrebbe essere una giornata tipo anche per noi tra qualche anno to per la realtà aumentata. Segno che il gruppo italiano deve aver «intravisto» già un futuro commerciale in cui molti se non tutti gli occhiali saranno a realtà aumentata. L’essere umano post tecnologico sarà forse miope, forse anche pingue e poco dinamico. Ma le informazioni non gli mancheranno. Sarà questa l’evoluzione della specie?
Massimo Sideri @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA
Scienza Il fisico, affetto da atrofia muscolare, comunica attraverso un computer. Grazie al riconoscimento facciale ora potrà comporre frasi più velocemente
Dieci parole al minuto, la tecnologia che dà voce a Stephen Hawking L’unico rammarico per Stephen Hawking è che l’ultima invenzione della scienza, capace di trasformare il suo pensiero, prima in scrittura e poi in voce, lo farà parlare con accento americano. L’astrofisico e matematico inglese, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, fa sempre più fatica a comunicare: l’atrofia muscolare progressiva, una malattia dei muscoli che l’ha colpito all’età di 21 anni (oggi ne ha 71) e che avrebbe dovuto ucciderlo, secondo i medici, nel giro di due (la malattia paralizza i muscoli del corpo, non solo quelli che permettono di muoversi o di scrivere, ma anche quelli che consentono di parlare) non l’ha ancora piegato del tutto.
Però Hawking ha sempre più difficoltà a contrarre la muscolatura delle guance, che ora usa per scrivere, grazie al computer, e per parlare (funziona così: la contrazione dei muscoli della guancia, trasmessi, attraverso sensori a infrarossi collocati nei suoi occhiali, al computer servono per scegliere le lettere e comporre parole su uno schermo che poi vengono tradotte in suoni: il problema è che risultano «metalli-
I sensori La contrazione dei muscoli viene trasmessa al dispositivo attraverso sensori a raggi infrarossi
ci» come quelli di un robot). Così una delle menti più veloci che la scienza abbia mai avuto, non può che scrivere una parola al minuto. Ora Intel, un’azienda americana leader nella tecnologie dei chip e dei sistemi di interfaccia, ha creato un nuovo dispositivo che potrà permettere allo scienziato di arrivare a comporre cinque parole ogni sessanta secondi e, forse, addirittura dieci. Il sistema sfrutta la tecnologia del riconoscimento facciale: «registra», cioè, non solo i movimenti dei muscoli della guancia, ma anche quelli della bocca e delle sopracciglia, che lo scienziato potrà utilizzare per «scegliere» sullo schermo le lettere e comporre parole e frasi.
Lo stesso Hawking aveva chiesto, nel 2011, al cofondatore di Intel, Gordon Moore, l’uomo che sta dietro alla legge di Moore (secondo la quale la potenza di elaborazione dei computer raddoppia ogni due anni) di aiutarlo. E la compagnia lo ha fatto. Non solo ha costruito il nuovo dispositivo, ma ha anche offerto a Hawking una nuova modalità di comunicazione che sfrutta l’alfabeto Morse: più semplice, forse, per scrivere nuovi bestseller, come lo è stato Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo. La nuova soluzione tecnologica, studiata da Intel, permetterà a Hawking di scrivere con più facilità e di parlare con una voce che non assomiglierà più a
quella di un Dalek (personaggi robotici e geneticamente modificati che compaiono nella serie televisiva britannica «Doctor Who»), ma avrà intonazioni diverse. Anche, se, appunto, con accento americano. «La voce è importante — ha scritto Hawking nel suo blog. — Chi ha difficoltà ad articolare le parole (si tratta di disatria, cioè di una difficoltà ad effettuare i movimenti muscolari necessari per l’articolazione delle parole, tipica di malattie come quella che ha colpito lo scienziato inglese) viene preso per un handicappato mentale».
Adriana Bazzi abazzi@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronache 25
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Le sfilate di Parigi Fiori di piume e leopardi nelle stampe di Giambattista Valli
I gioielli Con lo scettro Una regina con scettro sulla cintura e cappello da derviscio per Armani Privé: una collezione di giacche da tailleur una diversa dall’altra ma anche di abiti da sera nei colori insoliti del cioccolato, del rubino, del terra e del verde savana
Le regine etniche di Armani Maschere e sete da dervisci Finale a sorpresa da Chanel: due spose mano nella mano che gli abiti più importanti, di taffetà, vaporosi, insoliti per Armani, da vere regine al ballo, sono moderni ma soprattutto grintosi. Da mozzafiato il rosso di gazare lavorato e drappeggiato e ritorto. Accessori come ricordi di viaggi lontani: orecchini, anelli o collier con piccole maschere africane, borsette ricamate. «L’alta moda deve essere coraggiosa — si bea lo stilista davanti al consenso — e per questo occorre che sia anche rischiosa. E per fare la differenza devi vederla con l’occhio di cittadino del mondo. Né milanese né parigino. Ecco il perché della mia regina. Lo scettro è un gesto. Il copricapo da derviscio è la magia. L’occhio dipinto un tocco». Alle clienti la parola, ora. Salendo il sentiero nel bosco di Chanel ci si chiede se gli stilisti francesi stiano per caso gareggiando a chi lo realizza più grande! Se l'altro giorno Dior ha portato in passerella una decina di siepi di bosso e altrettanti alberelli in bocciolo, chez la doppia C Karl Lagerfeld ha optato per tremila cespugli e una ventina di pini marittimi. Nessuno gridi all’orrore, la maison sempre parca di news, nel caso fa sapere che si tratta di un «pezzo» di bosco di Normandia che doveva essere disboscato e che al termine dello show sarà reimpiantato altrove. Vogliamo crederci. Comunque un bosco incantevole e incantato dove si apre una radura popolata da strane creature, un po’ fate, un po’ streghe, con i capelli come
DAL NOSTRO INVIATO
PARIGI — Ha uno scettro come ornamento e cammina regale per il mondo. Potresti intravederla in un riad in Marocco o in una Penthouse a Manhattan. La «mia» regina. Così la chiama entusiasta Giorgio Armani. Lo stilista italiano si presenta a Parigi con la sua collezione Privé ed è forse la più bella, per chi lo segue da parecchio tempo. «Echi di etnie» è il titolo di questa nuova avventura Privé e la chiave sta tutta in queste due parole. Cenni di mondi così lontani come certe stampe africane, certi colori orientali, certe sfumature mediorientali impreziosiscono la sartorialità italiana. Su quindici giacchette da tailleur non ce n’è una uguale all’altra e nessuna ha vagamente il taglio maschile, e questa è già una cosa eccezionale. Ovunque un pantalone (una ventina in tutto) accostato al corpo, leggermente scampanato alla caviglia, che dà piglio deciso al bustier tutto ricamato di perline o a quello «maori» in gazare, o sotto all’abito di taffettà asimmetrico indossato con un piccolo e sensualissimo gilet. È una profusione di jacquard di sete di Como fatte in esclusiva per Armani dai colori e le sfumature molto belle e nuove, specie per l’alta moda che di solito annoia di neri e pastello le collezioni estive. Invece ecco persino il cioccolato per la sera, i tocchi di rubino, del terra, del verde savana. In queste tinte an-
una vistosa riga nera dietro e per lo più in un meraviglioso pizzo nero o bianco. E nel finale la Grande Sorpresa: gli sposi, cioè lei e lei mano nella mano. Anche il premier Monti se ne farà una ragione... Fiori e fiori e fiori. Sarà anche primavera, ma certo dopo questo giro di sfilate d’alta moda sarà difficile dimenticarsi il tema. Così anche chez Giambattista Valli, lo stilista italiano che ormai è un parigino, e non solo nei «voilà». Più Valli che mai con le sue linee balloon, nei cappottini e negli abiti. La vita sempre molto stretta. Le spalle scoperte. Ma questa volta soprattutto un uso diverso di tessuti e stampe. I primi volutamente come le porcellane di Meissen, l’ispirazione che lo stilista ha seguito — racconta — sino ad arrivare a un racconto immaginario di fauna e flora che si incontrano con discrezione: così le stampe (o i devoré) di leopardo, pitone, coccodrillo, tigre sono come ombre sugli abiti o i fiori di piume come nuvole impalpabili. La regalità di certe mantelle si stempera sui pantaloni di taffetà e così come le civetteria degli strascichi di chiffon. Su tutto le meravigliosi creazioni dell’artista orafo Luigi Solanga: cinte e collier di rami di foglie in bronzo e ceramiche.
nidi e gli occhi pesti. Poi vesti di pizzo e lamè e tulle e chiffon e fiori, senza esclusione di linee (ad A, ballon, tubino, scivolate) con focus sull’attaccatura delle maniche, sulle spalle e sugli scolli, che sono spesso doppi, i primi calati o all’americana e i secondi accollati. È molto «castigata» come collezione, decisamente ammiccante a mercati come quelli asiatici e arabi. Un po’ noioso a dirla tutta se non fosse per quel tocco grintoso dello stivale spuntato che è pantalone e a volte tuta intera percorso da
Oro bianco e diamanti per Vuitton I fiori del Monogram, ma stavolta in oro e diamanti. Louis Vuitton ha presentato la collezione di alta gioielleria «Voyage dans le Temps». Realizzata da Lorenz Bäumer, direttore artistico della gioielleria, richiama l’epoca vittoriana: il tema Dentelle d’hiver propone anelli, grandi orecchini chandelier (foto sopra) e spille, lavorati dagli artigiani dell’atelier di Place Vendôme. Il tema Monogram Infini gioca con le formule matematiche e lo spazio mentre Galaxie Monogram rappresenta una reinterpretazione architettonica del fiore: i diamanti incastonati su oro bianco, ricreano un pavé di fiori del Monogram. Anche per Chanel un tuffo nell’oro, con una collezione ispirata a un immaginario e preziosissimo giardino delle camelie: gioie a forma di fiore (in alto) incrostate di smeraldi e diamanti con taglio Marquise.
Paola Pollo Taffetà Giambattista Valli (Ansa)
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La nuova boutique parigina Pizzo e lamè Le fate di Karl Lagerfeld per Chanel: capelli come nidi e una collezione di vesti di pizzo e lamè, tulle e chiffon e fiori (Afp)
Arredi minimal e vetrine «aperte» nel palazzo dello stilista
Lei e lei Le spose sulla passerella di Chanel (Afp) Avenue Montaigne La boutique Armani
PARIGI — Dice Armani che a Parigi si respira sempre aria di lusso e moda e che quindi «dobbiamo assolutamente arrivare qui al meglio». Nel caso per lo stilista è la nuova e innovativa boutique donna al 2 di Avenue Montaigne, la numero sette in città, per la cronaca. Oltre 450 metri quadrati su un solo piano e di cui Giorgio Armani ha voluto occuparsi personalmente con un suo team di architetti. Era la storica boutique di monsieur Ungaro. Nel rispetto del palazzo e di quel che ha rappresentato Armani ha conservato per esempio il susseguirsi di stanze e angoli e non c’è stato bisogno di arredi e suppellettili: «Volevo che protagonisti tornassero a essere i prodotti e
gli abiti: basta con tutti questi specchi e ori e chissà cos’altro che distraggono dal frutto del lavoro». E così anche dalle vetrine, all’esterno è possibile vedere ciò che c’è all’interno e tutto è esposto in modo molto diretto. Al piano di sopra gli accessori del Privé e al secondo piano l’esclusivo atelier. Si sente al meglio? «Eccome». Ma la crisi? «Ma cosa deve succedere ancora? No, l’Europa non andrà a gambe all’aria ne sono sicuro». Ma Milano come Parigi? «Direi di sì. Ma solo Milano. A Roma non c’è eleganza. E non esiste né a Firenze né a Torino. Parlo di moda, sempre. Non c’è storia a Milano, specie nel quadrilatero». (Pa. Po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ambiente Trenta esponenti della cultura firmano un appello al governatore del Veneto per bloccare la costruzione di fabbriche su terreni agricoli
«Moratoria» di capannoni e villette per salvare la Valpolicella Villette, capannoni, discariche e borgate fantasma avanzano nella Valpolicella. Come nella descrizione del Veneto del poeta Andrea Zanzotto: «Nel nostro paesaggio sembrano prevalere la fabbrichetta velenosa, la puzzolente discarica, l’orribile intasamento del traffico per strade sempre più insufficienti e pericolose» (Il Veneto che amiamo, Edizioni dell’asino). Ecologisti e intellettuali, vignaioli e geografi ora fanno fronte comune e chiedono al presidente della Regione, il legista Luca Zaia, una moratoria totale del cemento e un super ente che controlli i 6 Comuni della valle. L’obiettivo: «fermare l’uso dei suoli agricoli non solo a fini edilizi e restaurare palaz-
zi e industrie in disuso». L’iniziativa sarà presentata stamattina nel municipio di Verona. Una trentina di uomini e donne della cultura italiana ha firmato l’appello al governatore. Ci sono l’archeologo della Normale di Pisa Salvatore Settis, autore di Paesaggio costituzione cemento assieme a Federico Castellucci, il direttore della Organizzazione internazionale del vino. E poi Paolo Alghisi, presidente dell’Accademia dei Georgofili del Nordest con Christian Marchesini, presidente del Consorzio dei vini della Valpolicella. Con un folto gruppo di docenti, non solo veneti. Come Franco Prodi dell’università di Ferrara e Ilvo Diamanti dell’università di Urbino, assie-
me a un drappello di geografi e storici degli atenei di Venezia, Padova e Verona. E ancora, Domenico Luciani, il presidente della Fondazione Benetton. Il Wwf guida il composito elenco di associazioni che sostiene
l’iniziativa: Italia Nostra, Fai, Legambiente e Lipu, ma anche il gruppo degli Orchidofili e il sodalizio Salvalpolicella con a capo Pieralvise Serego Alighieri, l’erede di Dante. Il sommo poeta venne esilia-
Valle del vino Le colline della Valpolicella e, sopra, il cementificio
to da Firenze a Verona, il figlio mise radici nella Valpolicella acquistando nel 1353 un casolare a Sant’Ambrogio: per decine di generazioni gli Alighieri hanno preferito, come ha ricordato Ettore Mo in un suo reportage, «dedicarsi alle vigne piuttosto che ai sonetti e alle terzine». Fino a pochi decenni fa la Valpolicella era abitata da 35 mila persone. Ora il numero è raddoppiato. «Mezzo secolo fa — raccontano i veronesi del Wwf — le colline erano coperte in gran parte dai vigneti, di ville con i loro parchi, di
piccoli centri storici con chiese romaniche, in mezzo a boschi e prati di orchidee». Ora su quelle stesse colline ci sono «villette seminate a spaglio, grossi centri commerciali e zone artigianali, interi quartieri che funzionano come dormitorio per Verona, fabbrichette, una cementeria con un camino di 103 metri, una inquinante discarica. E adesso si pensa a costruire un impianto per produrre energia da biomasse in arri-
In crescita Fino a pochi decenni fa la zona era abitata da 35 mila persone ora il numero è raddoppiato
vo dalla lontana pianura». Ma tutto non è ancora perduro, sostengono i firmatari dell’appello. «La bellezza residua di questa valle merita ancora un impegno per la conservazione. Urge correre ai ripari». In linea con il pensiero di Zanzotto che nel 2008, al critico Goffredo Fofi e al sociologo Gianfranco Bettin, spiegò che nel Veneto «continuano ad esistere nonostante tutto i meravigliosi colori delle piante, anche infestanti se si vuole, anche in anticipo magari sulla stagione, ma felici, come i gialli topinambur, che se ne infischiano di ogni ordine coatto dei giardini».
Luciano Ferraro (divini.corriere.it) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Economia Indici delle Borse
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Btp 11-15/04/16 3,750% 105,01 Btp 06-15/09/17 2,100% 103,49 Btp 09-01/03/20 4,250% 104,31
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Il caso Sull’«operazione Alexandria» possibile perdita di 220 milioni. Il board: non sapevamo nulla
La lente MENO SCIOPERI, RADDOPPIANO LE PROTESTE ANTI RIFIUTI
Tempesta derivati sul Montepaschi L’ex presidente Mussari lascia l’Abi
I
Dimissioni irrevocabili: non posso coinvolgere il sistema bancario
n dieci anni le proclamazioni di scioperi sono diminuite del 13,4%, segnala il garante Roberto Alesse. Il dato si può spiegare con l’applicazione della legge 146 del 1990, la prima che ha normato il diritto sancito dall’articolo 40 della Costituzione. Da allora si è assistito a un’opera di «civilizzazione» del conflitto collettivo di lavoro, per citare lo studioso di relazioni industriali, Aris Accornero. Con la 146 il legislatore pose un rimedio normativo ad una recrudescenza della conflittualità esplosa alla fine degli anni 80, soprattutto in alcuni settori strategici, come quello dei trasporti. Ma le cose sono cambiate. Analizzando i singoli settori si assiste, in dieci anni, a una netta diminuzione delle proclamazioni di scioperi nel trasporto ferroviario e in quello aereo e meno marcata nel trasporto pubblico locale. Ma soprattutto c’è un raddoppio degli scioperi relativi alla raccolta dei rifiuti. In questo ambito lo strumento dello sciopero sta tornando in mano a comitati spontanei ed occasionali. Le forme di protesta, osserva la Commissione sugli scioperi, sono sempre locali, meno «civili» e sempre più «rudimentali». Con grave nocumento dei diritti degli utenti.
A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — La bomba derivati piomba sul Montepaschi: fa crollare il titolo di oltre il 6%, getta un cono d’ombra sui conti dell’istituto per perdite che potrebbero arrivare fino a 740 milioni nel bilancio 2012 e apre scenari inediti sulla gestione dell’ex presidente oggi alla guida dell’Abi, Giuseppe Mussari. Il quale in seguito alle rivelazioni de Il Fatto Quotidiano sull’operazione in derivati denominata «Alexandria», in serata ha dato le dimissioni «con effetto immediato e in modo irrevocabile» dalla presidenza dell’Associazione delle banche italiane. L’ex numero uno di Rocca Salimbeni ha inviato una lettera al vicepresidente vicario dell’Abi, Camillo Venesio, per spiegare i motivi della scelta. «Assumo questa decisione — scrive — convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento, ma, nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto, all’Associazione». Il passo indietro sarebbe arrivato dopo un giro di consultazioni in Abi, che però non avrebbe dato un esito univoco. Alla fine, nell’interesse dell’Abi, è arrivato il passo indietro. Mussari era stato nominato per il secondo mandato alla guida dell’Associazione dei banchieri appena sette mesi fa. La nomina avvenne all’unanimità, come di rito, ma dopo un confronto serrato in cui non erano mancate raccomandazioni alla cautela. Appena un mese prima, infatti, il nome di Mussari era spuntato in un’inchiesta della Procura di Siena sull’acquisizione di Antonveneta. L’istituto venne comprato con un blitz per 10,6 miliardi
I vertici
Franco Ceccuzzi, 46 anni, candidato sindaco di Siena per il centrosinistra. «Le ipotesi di gravi irregolarità alla Banca Mps sono una conferma di quanto fosse necessario un ricambio ai vertici»
Ente Aggiudicatore: Stogit S.p.A., sede legale in San Donato Milanese, Piazza Santa Barbara, 7- 20097 San Donato Milanese. Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Snam S.p.A. Oggetto dell’appalto: Fornitura e installazione di un sistema fonometrico per la centrale di Cortemaggiore trattamento. CIG 4706096944 Tipo di appalto: Forniture Luogo di consegna/di esecuzione delle prestazioni: NUTS ITD51 Tipo di procedura: negoziata Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione: 08.02.2013 ore 12:00. Condizioni di Partecipazione: le condizioni di partecipazione sono riportate sul testo integrale del Bando pubblicato sulla G.U.U.E n. 2013/S 007-007988 del 10/01/2013. Il suddetto testo è disponibile sul sito www.snamretegas.it.
La firma Sopra, la lettera delle dimissioni del presidente Abi, Giuseppe Mussari
milioni. Nei giorni scorsi è venuta fuori un’altra operazione simile, denominata «Santorini» con controparte Deutsche Bank, e ieri è spuntata anche «Nota Italia». Il passo indietro di Mussari lascia il vertice dell’Abi scoperto in un momento delicato. La carica sarà retta per ora dal vicepresidente Venesio, il quale potrebbe anche tenerla per un tempo più lungo. La procedura di nomina del presidente dell’Abi segue un rito lungo e articolato, ma è la prima volta che l’avvicendamento avviene in seguito a dimissioni. In base al nuovo statuto l’indicazione del presidente toccherebbe ai «piccoli», banche popolari e credito cooperativo. Saranno comitato di presidenza e comitato esecutivo a decidere come procedere.
Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Retroscena L’istituto ha in portafoglio circa 22 miliardi di titoli di Stato
I veleni e i segreti di Siena Ora il salvataggio del Tesoro Gabriello Mancini, 66 anni, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena dal maggio 2006. È anche vicepresidente dell’Acri, l’associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio
Sede Legale: S. Donato Milanese (MI) P.zza S. Barbara 7 Capitale sociale Euro 152.205.500 i.v. Cod. Fisc. e numero di iscrizione al Reg. Imp. di Milano n. 13271380159 R.E.A. Milano n. 1633445 Partita IVA 13271380159 Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Snam S.p.A. Società con unico socio
Estratto di Bando di Gara Settori Speciali
dal Santander, che appena qualche mese prima l’aveva pagato 6,6 miliardi. Alla fine l’avvocato calabrese è riuscito però a mettere d’accordo il comitato dei saggi e a ottenere la conferma all’unanimità. Nel frattempo al suo posto in Rocca Salimbeni era arrivato Alessandro Profumo. Il quale, ironia della sorte, da numero uno di Unicredit aveva sostenuto l’ascesa di Mussari a Palazzo Altieri, e ora dalla stanza dei bottoni della banca senese sta smontando pezzo per pezzo la passata gestione. E proprio nel corso di questa revisione sarebbe spuntato da una cassaforte il dossier Alexandria: un equity swap realizzato con Nomura per ristrutturare un vecchio derivato della Dresdner in forte perdita, che avrebbe provocato un buco di 220 milioni di euro e un’esposizione nei confronti della banca giapponese di circa 740
Alessandro Profumo, 55 anni, ex amministratore delegato di Unicredit, ad aprile dello scorso anno è stato nominato amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena come successore di Mussari
A Siena la finanza strutturata non ha colpito ignari pensionati o incauti risparmiatori. Qui ad essere stata travolta è stata direttamente Mps, la banca più antica del mondo, fondata nel 1472 e prossima a ricevere 3,9 miliardi di aiuto di Stato sotto forma di Monti bond. E costretta a tirare la cinghia tanto da tagliare 225 mila euro di contributi alle contrade del Palio. Dopodomani all’assemblea convocata per l’aumento di capitale da 4,5 miliardi al servizio dell’aiuto di Stato andrà in scena lo psicodramma di un’intera comunità e non solo. La linea l’ha dettata ieri l’ex sindaco, Franco Ceccuzzi, ricandidato per i Ds: «Le gravi irregolarità contabili sono una conferma, molto più dolorosa di quanto ci si potesse aspettare, di quanto fosse necessario ed urgente operare un ricambio ai vertici del gruppo». Tra chi ha annunciato interventi in assemblea ci sono Beppe Grillo e Oscar Giannino. Che con ogni probabilità commenteranno anche le condizioni dell’aiuto di Stato, fra le quali un interesse iniziale al 9% che sale fino al 15%, il divieto di fare riferimento nelle pubblicità all’aiuto di Stato o di «intraprendere politiche commerciali aggressive». I Monti bond serviranno a Mps per coprire 2 miliardi di minor patrimonio determinato dal valore di mercato dei 22 miliardi di Btp che la banca ha in pancia. Btp che peraltro, a causa dei derivati sottoscritti su quegli stessi titoli, rendono appena 60 milioni l’anno. Nelle intenzioni dell’allora presidente Giuseppe Mussari dovevano invece rimpolpare la redditività di una banca azzoppata da un passo rivelatosi più lungo della gamba: l’acquisto di Antonveneta per 9 miliardi dalla spagnola Santander (che l’aveva pagata 6,3 miliardi pochi mesi prima) a fine 2007, alla vigilia della crisi, e costato agli azionisti due aumenti di capitale, il primo da 5 miliardi nel 2008 e l’altro da 2,2 miliardi nel 2011. Quei contratti derivati sono da mesi sotto la lente del nuovo board presieduto da Alessan-
Operazione Alexandria
❜❜ I misteri dell’operazione Alexandria e la telefonata registrata con gli uffici di Londra della Nomura
❜❜ L’acquisto della Banca Antonveneta dal Banco di Santander per 9 miliardi di euro
❜❜ I revisori di Kpmg: mai messi al corrente del contratto riservato Il Consiglio: decisione non approvata dal board
dro Profumo e guidato da Fabrizio Viola. Dall’analisi degli advisor Pwc e Eidos sta emergendo che Mps avrebbe messo in piedi le operazioni in derivati anche per coprire centinaia di milioni di potenziali perdite, senza darne completa informazione. L’esame avrebbe individuato almeno 17 miliardi di Btp acquistati con finanziamenti su cui sono stati costruiti derivati, la cui chiusura potrebbe provocare perdite a livello patrimoniale fino a 500 milioni, come ha fatto sapere la stessa banca spiegando di aver richiesto mezzo miliardo in più di «Monti bond» (fino a 3,9 miliardi) per «assicurare la copertura, dal punto di vista prudenziale, degli impatti patrimoniali di eventuali rettifiche di bilancio, nonché degli eventuali costi di chiusura delle operazioni in oggetto». Ieri è venuta fuori l’operazione «Alexandria» del luglio 2009 con la giapponese Nomura e un altro dossier denominato «Nota Italia». Nei giorni scorsi era stata scoperta la ristrutturazione del veicolo «Santorini», con Deutsche Bank (con sottostante 1,5 miliardi di Btp) per coprire 367 milioni di potenziali perdite nel 2008. Non sarebbero le uniche operazioni, né tutto sarebbe chiaro. La vicenda Alexandria risale all’inizio del 2009: Mps aveva necessità di chiudere uno swap costruito da Dresdner su mutui ipotecari rischiosi che era in forte perdita. Secondo fonti finanziarie, la banca giapponese ha realizzato per Mps un asset swap su Btp per 3 miliardi di nozionale (dalla durata media di 27 anni) per sostituire il vecchio derivato. Ad oggi la perdita Alexandria ammonterebbe a 220 milioni, mentre l’esposizione complessiva verso Nomura potrebbe arrivare a 740 milioni. È stato Il Fatto quotidiano a rivelare i dettagli della ristrutturazione: il contratto con Nomura sarebbe stato trovato solo lo scorso 10 ottobre scorso nella cassaforte dell’ex direttore generale Antonio Vigni e non era a conoscenza della Banca d’Italia. La banca giapponese ha anche
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Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
I bilanci L’attesa per la reazione dei mercati. Lo Stato ha contratti per 160 miliardi
Ecco i conti delle banche Il rischio Italia? Solo l’1,6% La mappa dei future e le rassicurazioni della Banca d’Italia
Dimissioni Giuseppe Mussari, 50 anni, lascia il vertice dell’Associazione bancaria
miliardi di euro, la capitalizzazione di Borsa del Monte dei Paschi di Siena sulla base della quotazione a Piazza Affari ieri sera alla chiusura delle contrattazioni
informato Viola della trascrizione di una telefonata tra Mussari e il capo europeo di Nomura, Sadiq Sayed, in cui quest’ultimo chiede al presidente di Mps se avesse compreso l’operazione, se il Consiglio fosse stato informato e se avesse inviato i contratti ai revisori. Viola ha girato le carte alla Procura di Siena, che da mesi indaga
Fabrizio Massaro fmassaro@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fondazione Bano Fondazione Antonveneta Regione del Veneto Provincia di Padova Comune di Padova
135 miliardi di euro, la raccolta diretta del Monte dei Paschi di Siena alla chiusura del terzo trimestre 2012
da la quota di contratti in essere sia per quel che attiene al rapporto dei derivati con i mezzi propri, che è importante per valutare la solidità e i rischi di stabilità della banca stessa. In cifre assolute, sempre secondo i dati più recenti relativi a giugno 2012, i derivati finanziari registravano un valore lordo di mercato
positivo di 259,7 miliardi superiore a quello negativo di 256 miliardi sempre di dollari. Quanto alle diverse tipologie i derivati su tassi di interesse rappresentano l’88,1% del totale, quelli su azioni e su cambi rispettivamente il 2,7% e il 9,2%. S. Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La città Piazza del Campo a Siena, la banca è stata fondata nel 1472
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su Mps, con indagati Mussari, Vigni e l’ex collegio sindacale. «Non ricordo se un’informativa sia mai stata portata in Consiglio», ha detto ieri l’ex presidente dei sindaci, Tommaso Di Tanno, «se è stato fatto era talmente paludata da essere incomprensibile». Anche Mps ha detto che «non risulta» che l’operazione «sia stata sottoposta all’approvazione del Consiglio», in rettifica a una nota di Nomura secondo cui l’operazione «è stata rivista e approvata prima dell’esecuzione ai più alti livelli» di Mps, inclusi board e Mussari, e che lo scambio «era stato esaminato dai revisori di Kpmg». Anche la società di revisione ha precisato di «non essere mai stata messa a conoscenza di alcun accordo di natura riservata risalente al 2009 tra Mps e Nomura».
ROMA — Il terremoto nella banca senese, ha riportato in primo piano la paura per i derivati nel sistema del credito. Anche se la Banca d’Italia continua a rassicurare che la quota degli istituti italiani rappresenta solo l’1,6% del valore complessivo in dollari dei 13 Paesi industrializzati monitorati dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali. I derivati non sono di per se prodotti pericolosi perché servono a coprire i rischi dei tassi e dei cambi — anche lo Stato ha contratti per 160 miliardi — ma a vedere i danni che possono provocare quando non sono dosati con attenzione è difficile essere così sicuri. Il Monte dei Paschi, che è la sesta banca del Paese, è un caso significativo, anche se potrebbe restare unico di tali dimensioni. Ma ha determinato le dimissioni del numero uno dell’Abi, del rappresentante dei banchieri italiani e bisogna vedere innanzitutto come la prenderanno i mercati e la Borsa e come reagiranno gli altri istituti. I derivati insomma possono anche essere pericolosi, come hanno potuto toccare con mano i tanti enti locali, anche piccoli, che qualche anno fa si sono lanciati tutti in operazioni complicate e strutturate, magari per finanziare la costruzione di uno stadio comunale, restandone scottati e indebitati. Un caso, il più pesante, vale per tutti: i derivati da 1,68 miliardi risalenti al 2005 del Comune di Milano, messi sotto inchiesta, sfociata nel dicembre scorso con un giudizio di condanna per 4 banche straniere Deutsche Bank, Depfa, Ubs e JPMorgan colpevoli di aver in qualche modo truffato, con contratti ingiustificati o occulti, Palazzo Marino. La pena per gli istituti condannati è stata il pagamento di 90 milioni di euro equivalente ai profitti illeciti dei derivati più un milione a testa a titolo di responsabilità, nonché la detenzione da 6 a 8 mesi per 9 dirigenti. Una vicenda importante, che però ha coinvolto istituti stranieri. I dati relativi alle aziende italiane, in particolare le maggiori, diffusi dalla Banca d’Italia, come si è detto sono «modesti», sia per quel che riguar-
L’analisi
La doppia scalata dell’avvocato ROMA — «È stato per me un grande onore rappresentare le banche in Italia nell’ottica di perseguire l’interesse generale del Paese», dice Giuseppe Mussari chiudendo la lettera di dimissioni dalla presidenza dell’Abi. Un’uscita di scena decisa per non creare imbarazzo e «nocumento» all’associazione ma nella convinzione «di aver sempre operato nel rispetto dell’ordinamento». La decisione di lasciare Palazzo Altieri è arrivata in serata, dopo una giornata cadenzata dalle notizie provenienti dal Montepaschi di cui Mussari è stato presidente per sei anni dall’aprile del 2006 all’aprile 2012. «Non dico nulla», aveva risposto fino a quel momento Mussari con garbo e fermezza a chi gli chiedeva un commento. Era convinto che qualunque cosa avesse detto sulla vicenda dei derivati e dell’accordo segreto tra Mps, ai tempi in cui era presidente, e la banca d’affari Nomura avrebbe dato adito a ricostruzioni per lui inopportune. E quindi preferiva tacere. Da abile avvocato qual è, voleva evidentemente esaminare ogni dettaglio della situazione. In serata poi la decisione di dimettersi. Il susseguirsi di notizie da Siena lo aveva colto mentre era nel suo ufficio a Palazzo Altieri dove ieri si è svolto l’atteso (per l’Abi) incontro con gli ispettori del Fondo monetario internazionale. C’era da difendere le banche italiane sulla scena internazionale, ma forse Mussari ieri aveva comprensibilmente altro
per la testa. La vicenda senese rischia di coinvolgerlo in un’azione di responsabilità da parte dello stesso Montepaschi, ferma restando la minaccia ancora più grande, finora rimasta sotto traccia, degli esiti dell’inchiesta giudiziaria avviata un anno fa sull’operazione Mps-Antonveneta. Un acquisto fatto sotto la sua regia, salutato come un atto di grande maestria ma poi considerato la causa del declino dell’antica e storica banca cittadina. Mussari, cinquant’anni, calabrese di Catanzaro con mamma senese è arrivato nella città del Palio per studiare giurisprudenza. Avvocato penalista, vicino al Pci prima e al Pds e Pd poi, ha gradualmente preso le distanze dalla politica una volta fatta la scelta di diventare banchiere nel 2001 con la nomina al vertice della Fondazione Mps, allora azionista di assoluta maggioranza della banca di cui è diventato presidente dopo cinque anni. Nel 2010 è stato chiamato a guidare l’Abi dove è stato riconfermato all’indomani delle dimissioni da Mps, sostituito da Alessandro Profumo, suo sponsor nella corsa alla presidenza dell’Associazione. Dove si è adoperato per promuovere accordi coi consumatori e per assumere iniziative assieme a Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali. La crisi, e gli scandali, del Monte però lo hanno inseguito.
Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA
De Nittis Padova Palazzo Zabarella 19 gennaio 26 maggio 2013
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Fiat Landini: i 19 in fabbrica con la fascia al braccio. «Quelle cose lì le facevano contro gli ebrei»
Pomigliano, no al ricorso Fiom Il giudice: difetto di legittimità. Appello del sindacato MILANO — Difetto di legittimità, ricorso respinto. La Fiom presenterà appello. Ma il primo round giudiziario sui «19 di Pomigliano» l’ha perso. Aveva chiesto al Tribunale di Roma di bloccare la procedura di mobilità avviata dalla Fiat dopo che, in seguito a un altro ricorso Fiom, il Lingotto era stato condannato all’«assunzione percentuale» nella fabbrica campana di lavoratori iscritti ai metalmeccanici Cgil. Assunzione immediata per i 19 che avevano presentato ricorso individuale. Differita, ma comunque in un arco di tempo di 180 giorni che fissa il limite entro giugno, per i 126 della causa collettiva siglata dagli uomini di Maurizio Landini. La reazione di
120 giorni Ora Torino ha 120 giorni per decidere come e soprattutto «chi» lasciare a casa Torino, il 31 ottobre scorso, era stata istantanea: l’azienda «non può esimersi dall’eseguire l’ordinanza» ma, «non essendoci spazi per l’inserimento di ulteriori lavoratori, è costretta a predisporre gli strumenti per provvedere alla riduzione di altrettanti» operai. In parole più crude: se tot entrano, tot dovranno uscire. Per i 19 del reintegro immediato la procedura che prelude a paralleli licenziamenti era scatta-
Sergio Marchionne
Protesta Manifestazione di protesta della Fiom a Pomigliano d’Arco
ta subito: l’ultimo incontro tra i vertici di Fabbrica Italia Pomigliano e i sindacati firmatari degli accordi di gruppo si è concluso la settimana scorsa con un «verbale di non accordo» e, ora, la Fiat ha 120 giorni per decidere come e soprattutto «chi» lascia-
re a casa. Per gli altri 126, il problema è solo rimandato a quando scatterà l’obbligo di assunzione ottenuto dalla Fiom per i propri iscritti. È chiaro tuttavia che anche questo secondo step condiziona la vicenda e la rende ancora più complicata. In particola-
Maurizio Landini
re per i sindacati. La federazione di Landini è imprigionata nel tunnel dei tribunali come surrogato dei tavoli negoziali. Ma nemmeno Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Ugl possono stare tranquille: sono i loro tesserati, adesso, a rischiare di fare le spese della
Ricavi in crescita, frena l’utile
Con Estathè e Nutella Ferrero a 2,5 miliardi Ricavi in crescita dell’1,9%, a 2,55 miliardi, utile netto in calo da 110,7 a 95,9 milioni per Ferrero spa, la consociata italiana del gruppo di Alba nell’esercizio chiuso al 31 agosto e approvato ieri dall’assemblea. Performance particolarmente
positiva per Estathè, Nutella e Kinder Bueno. Nel 2011-2012, investimenti per 105,2 milioni (4,1% del fatturato, 627 milioni negli ultimi cinque esercizi). Ferrero «conferma il proprio impegno a proseguire le strategie di crescita e d'investimento in Italia». Confermati il presidente Francesco Paolo Fulci, il vice Filippo Ferrua Magliani e il Ceo Gino Lugli. Nel board entrano il direttore finanziario Jorge De Moragas e il direttore affari fiscali e societari, Bruno Ferroni.
guerra Fiom-Fiat. Lo conferma la sentenza di ieri. Il giudice stabilisce il «difetto di legittimità» del ricorso sostanzialmente perché, in sé, l’avvio della procedura di mobilità non comporta danno o «pregiudizio» per alcuno. Dunque, il Lingotto la procedura la può portare avanti. La Fiom un punto però lo segna: non potranno essere «i suoi», a perdere il posto. La guerra con Sergio Marchionne ridiventa così anche guerra tra blocchi sindacali. I «riformisti» che sono stati al fianco del numero uno Fiat nella dura battaglia per il nuovo modello contrattuale ora, legittimamente, a Torino dicono: non possiamo essere noi a pagare il conto del «radicalismo». Sanno tuttavia che, sebbene si stia lavorando a soluzioni alternative, con lo «spettro» degli altri 126 reintegri solo raffinatissime trovate legali potrebbero convincere Marchionne a fermare i licenziamenti. E non giovano al clima le accuse di Landini. Né quella che parla di 2 mila esuberi in Campania (smentiti dagli altri come «fantasie»). Meno ancora «sparate» come quella di ieri da Bologna: a Pomigliano gli operai Fiom sarebbero «trattati come gli ebrei» dai nazisti perché, come tutti i dipendenti in formazione, portano sulla tuta una fascetta con scritto appunto «operai in formazione». Torino non ha commentato. Ma certo neppure ignorato.
Il salvataggio
La svolta dei computer Microsoft (software) aiuterà Dell (hardware) MILANO — Con un investimento tra 1 e 3 miliardi di dollari, Microsoft sarebbe in trattativa per comprare Dell insieme al fondo di private equity Silver Lake. La notizia degli inediti negoziati per riportare in mani private il secondo produttore americano di pc (dietro Hewlett Packard), dopo 25 anni di quotazione sul listino del Nasdaq, è stata rilanciata dal canale tv Cnbc e dal Wall Street Journal, che hanno citato fonti vicine all’operazione, pur escludendo un impegno già preso da parte di Microsoft. Ma le società direttamente coinvolte non hanno voluto commentare l’ipotesi. Le voci di un accordo tra il fondatore Michael Dell, che conserva il 16% del capitale, e il fondo di private equity, sono cominciate a circolare la settimana scorsa, facendo guadagnare il 20% al titolo in Borsa. E ieri, dopo il coinvolgimento di Microsoft, Dell è salita quasi del 3%, per poi ridimensionare il rialzo. Il delisting darebbe l’opportunità alla società, messa dalla concorrenza di smartphone e tablet, di reinventarsi senza la pressione dei risultati la quota trimestrali imposta da che il gruppo Wall Street. Ma non è Microsoft potrebbe chiaro, però, perché il più rilevare nel gigante grande produttore di dei computer Dell software del pianeta dovrebbe investire nel terzo produttore mondiale di hardware, che è anche uno dei suoi maggiori clienti. Si può forse ricordare il precedente di Google con Motorola, acquisita l’anno scorso dal motore di ricerca (insieme a tutti i suoi brevetti). Probabilmente con una partecipazione diretta in Dell, Microsoft rischierebbe di diventare rivale di quelli che oggi, usando il sistema operativo Windows, sono partner. D’altra parte un piede dentro Dell, che potrebbe valere tra il 4 e il 13% del capitale, a seconda dell’investimento, potrebbe dare una marcia in più a Microsoft nel business dei tablet, dopo il lancio nel 2012 di Surface, che arriverà anche in Italia il 14 febbraio.
13%
Giuliana Ferraino @16febbraio
Raffaella Polato
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AGENZIA REGIONALE CAMPANA DIFESA SUOLO (ARCADIS) ESTRATTO BANDO DI GARA Oggetto: Procedura di affidamento dei servizi “di pulizia, guardiania, piccola manutenzione e facchinaggio” da effettuarsi presso la sede dell’ARCADIS in Sarno (SA) alla via Ingegno snc Centro Integrato di Attrezzature per la Protezione Civile ai sensi degli art. 3, c. 37 e 83 del D.Lgs. 163/2006 e ss.mm.ii. e dell’art. 120 del DPR 207/2010. E’ indetta gara mediante procedura aperta per l’appalto di servizi relativo all’oggetto. CIG. 4867944278. Luogo di esecuzione: Regione Campania. Importo complessivo dell’appalto: Euro 172.428 + IVA. Categoria servizi n. 14 dell’allegato II A del D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii.. Termine di esecuzione dei servizi: mesi dodici. Gli atti di gara sono visionabili e/o scaricabili gratuitamente dal sito dell’ARCADIS: www.arcadis.campania.it scaricabile gratuitamente dal profilo del punto di contatto www.arcadis.campania.it. Il termine di presentazione delle offerte è il 20/02/2013, alle ore 16.00. Le offerte devono essere inviate a: ARCADIS (Agenzia Regionale Campana Difesa Suolo) - via Marchese Campodisola, 21 - 80133 Napoli. Apertura offerte: prima seduta pubblica presso via Marchese Campodisola, n. 21, in Napoli, alle ore 10.00 del giorno 25/02/2013. Il bando integrale di gara è consultabile sul BURC, sul SITAR (www.sitar-campania.it) e sul profilo del punto di contatto, www.arcadis.campania.it. Il Commissario ARCADIS - Flavio Cioffi
Unione Europea
Giunta Regionale A.G.C. 03 - Settore Pianificazione e Collegamento con le AA.GG.CC. CIG 4432508D4D - CUP B68B12000040001 STAZIONE APPALTANTE: Giunta Regionale della Campania - A.G.C. Programmazione, Piani e Programmi - Settore Pianificazione e Collegamento con le AA.GG.CC - via S.Lucia,81, 80132 - Napoli. OGGETTO DELL’APPALTO: Procedura aperta, per la selezione del soggetto finanziatore del mutuo, con oneri a carico dello Stato, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone della Campania interessate dagli eventi sismici di cui al D.P.C.M. n. 3967 del 26/05/2010 e s.m.i. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: prezzo più basso; CIG 4432508D4D; Numero di offerte ricevute: n. 1; aggiudicatario: Cassa Depositi e Prestiti Spa, con sede legale in Roma alla via Goito, 4 - C.F. 80199230584 - P. IVA 07756511007; spread di aggiudicazione: 2,38 p.p.a. DATA DI AGGIUDICAZIONE: 26 novembre 2012; Decreto di aggiudicazione n. 826 del 26 novembre 2012. L’avviso di aggiudicazione è stato inviato alla GUUE in data 11/01/2013. IL RUP - Dr. Giancarlo Palladino
I soci di ORION S. C. sono convocati in assemblea ordinaria che avrà luogo in prima convocazione giovedì 07 febbraio 2013 alle ore 15,30 presso la Sala Civica Arduini (ex sala consiliare) del Municipio di Cavriago Piazza Don Giuseppe Dossetti n. 1 - 42025 CAVRIAGO (RE), ed in eventuale seconda convocazione il giorno VENERDI’ 08 FEBBRAIO 2013 stessi ora e luogo per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1) Enunciazione degli obiettivi e delle modalità relativi alla continuità aziendale. 2) Stato dell’arte del piano industriale per la continuità aziendale, anche alla luce della proroga concessa dal Tribunale Fallimentare nell’ambito della procedura concordataria avviata da ORION SC. 3) Strumenti approntati e/o da approntare per la risoluzione della crisi aziendale. 4) Presentazione del nuovo progetto new-co: logiche e obiettivi. 5) Definizione degli obiettivi per i soci di Orion Sc all’interno del progetto new-co, con particolare riferimento a: organizzazione, sede di lavoro, livelli occupazionali, livelli retributivi, salvaguardia delle professionalità, conservazione del patrimonio umano, professionale e di conoscenze dei lavoratori di Orion sc. 6) Linee guida per i soci lavoratori nella fase di perfezionamento degli atti. 7) Esame del piano concordatario deliberazioni inerenti e conseguenti. 8) Varie ed eventuali.
AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE ROMA - E Sede legale: Borgo Santo Spirito, 3 - 00193-Roma ESTRATTO AVVISO DI GARA PROCEDURA RISTRETTA ACCELERATA - CIG 4844532A44 1. DENOMINAZIONE E INDIRIZZO UFFICIALE DELL’AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE ROMA “E” - U.O.C. ACQUISIZIONE BENI SERVIZI - BORGO S. SPIRITO, 3 - 00193 ROMA - TELEFONO 06/68352228/2363 - FAX 06/68352420; 2. INDIRIZZO AL QUALE INVIARE LE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE ROMA “E” - UFFICIO PROTOCOLLO GENERALE - BORGO S. SPIRITO, 3 - 00193 ROMA; 3. Descrizione/oggetto dell’appalto e tipo di procedura: gara a procedura ristretta accelerata, da esperirsi secondo le procedure Comunitarie di cui al Dlgs.vo n. 163/2006, per l’affidamento per il periodo di un anno, eventualmente rinnovabile per lo stesso periodo del servizio di copertura assicurativa relativa ai rischi RCTO; 4. Base d’asta € 2.500.000,00 Imposte, oneri fiscali ed IVA inclusa; 5. Luogo di esecuzione dei servizi: Roma - Ambito territoriale dell’Azienda U.s.L. Roma E; 6. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso rispetto alla base d’asta prevista in € 2.500.000,00, imposte, oneri fiscali ed IVA inclusa, ai sensi dell’art. 82 del Decreto legislativo 163/2006 s.m.i.; 7. SCADENZA FISSATA PER LA RICEZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE 04-02-2013 - ORE 12:00; 8. DATA DI SPEDIZIONE ALLA G.U.C.E.: 10-01-2013. IL BANDO DI GARA INTEGRALE, CONTENENTE I REQUISITI PER L’AMMISSIONE, LE MODALITA’ ED I TERMINI PER LA PARTECIPAZIONE ALLA PRESENTE GARA SARA’ PUBBLICATO SULLA G.U.R.I. SERIE SPECIALE RELATIVA AI CONTRATTI PUBBLICI N. 008 DEL 18-01-2013. IL DIRETTORE GENERALE DELLA ASL RM/E DOTT.SSA MARIA SABIA
COMUNE DI VERONA ESTRATTO DEL BANDO DI GARA N. 3/13 Per il giorno 22 marzo 2013 alle ore 9:30 è indetto un pubblico incanto per l’alienazione di un’area di proprietà comunale di complessivi m2 72.523, facente parte del lascito “Achille Forti” sita in Verona, loc. Fondo Frugose di S. Michele Extra, per un prezzo a base d’asta di € 40,00 al m2. L’offerta dovrà pervenire al Servizio Protocollo Informatico Archivio del Comune di Verona - Piazza Bra n. 1 - entro le ore 13:00 del 20 marzo 2013. Il bando integrale e i documenti necessari per presentare offerta possono essere reperiti sul sito Internet www.comune.verona.it. Verona, 18 gennaio 2013 IL DIRIGENTE DEL COORDINAMENTO PATRIMONIO Dott. Antonello Lieto MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Gestione Governativa dei Servizi Pubblici di Navigazione sui Laghi Maggiore di Garda e di Como Si rende noto che la Gestione Governativa Navigazione Laghi in data 06/11/2012 ha aggiudicato la gara GR 07/12 a procedura ristretta per la ristrutturazione del Piroscafo “Concordia”. Operatore Economico Aggiudicatario: Vemar Industria S.r.l., Via Tagliamento n. 3, 19125 - La Spezia. Importo di aggiudicazione: € 859.199,61 + IVA. La versione integrale del presente estratto è consultabile sulla GUUE 2012/S 245-402679 del 20/12/2012, sulla GURI, 5° S.S., del 09/01/2013 n. 4 e sui siti internet www.navigazionelaghi.it e www.serviziocontrattipubblici.it. Milano, 14/01/2013 IL DIRETTORE GENERALE Dott. Ing. Marcello Coppola
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA FEDERICO II
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA FEDERICO II AVVISO ESITI DI GARA A PROCEDURA APERTA - CIG 3520352E5B Questa Azienda, con deliberazione n. 229 del 08.06.2012, ha provveduto ad affidare per anni quattro, il servizio di ristorazione destinato ai degenti, ai dipendenti e/o aventi diritto alla società EP S.p.A. con sede legale in Roma alla via Giuseppe Palumbo n. 26, per l’importo presunto e non garantito per l’intera durata quadriennale di € 15.423.444,00 al netto dell’IVA, comprensivo dei costi per la sicurezza derivanti dai rischi di natura interferenziale pari ad € 4.000,00 oltre IVA. Società partecipanti: n. 2 - Società ammesse: n. 2. RUP Maria Triassi. Napoli, 15.01.2013 Il Direttore Generale F.to Giovanni Persico
AVVISO ESITI DI GARA A PROCEDURA APERTA Questa Azienda, con deliberazione n. 404 del 24.10.2012 ha provveduto ad aggiudicare la fornitura biennale, articolata in lotti, di CVC e PORT-A-CATH per le esigenze delle Strutture assistenziali dell’A.O.U. come di seguito indicato: Lotti 1, 2, 3, 10 e 12: SEDA S.p.A. - Trezzano SN (MI), Via Tolstoi n. 7, per l’importo complessivo di € 51.345,00 + I.V.A.; Lotto 4: TELEFLEX MEDICAL S.r.l. - Varedo (MB), Via Torino n. 5 per l’importo complessivo di € 14.175,00 + I.V.A.; Lotti 5, 8 e 9: BARD S.p.A. - Roma, Via Cina n. 444, per l’importo complessivo di € 30.366,00 + I.V.A.; Lotto 6: NEW SYSTEM S.r.l. - Casagiove (CE) Via Nazionale Appia Palazzo OFFI, per l’importo complessivo di € 38.610,00 + I.V.A.; Lotto 7: COOK ITALIA S.r.l. - Nova Milanese (MB), Via G. Galilei n. 32, per l’importo complessivo di € 9.315,00 + I.V.A.; Lotto 11: IMED S.r.l. - Napoli, Via G. Gigante n. 92, per l’importo complessivo di € 8.910,00 + I.V.A.; Lotto 13: PLAN 1 HEALTH S.r.l. - AMARO (UD), Via Solari n. 5, per l’importo complessivo di € 306,00 + I.V.A.; Lotti 14 e 15: MULTIMEDICAL S.r.l. - VIADANA (MN), Via G. Rossa n. 71 Zona Ind. Gerbolina, per l’importo complessivo di € 13.932,00 + I.V.A.; Il presente testo è disponibile anche sul sito dell’A.O.U. all’indirizzo www.policlinico.unina.it ed è stato inviato all’Ufficio delle pubblicazione dell’Unione europea in data 15.01.2013 al n. 2013-007013. F.to IL DIRETTORE GENERALE Giovanni PERSICO
AREA AFFARI ISTITUZIONALI DIREZIONE CONTRATTI E APPALTI AVVISO DI ESITO GARA PER ESTRATTO Ai sensi dell’art. 65 del D.Lgs. 163/2006 SI RENDE NOTO a) che alla procedura aperta svoltasi nelle date 9 agosto, 7 novembre 2012 e 10 gennaio 2013 per l’appalto del servizio di rimozione, custodia e blocco dei veicoli nel Comune di Bergamo, dell’importo presunto a base di gara di Euro 150.000,00 hanno partecipato due società; b) che il servizio è stato aggiudicato alla società “AUTOSOCCORSO ZAMBELLI DINO SRL” con sede in Bergamo con il ribasso offerto del 51% e modalità di cui all’art. 82 comma 2 lettera a) del D.Lgs. n. 163/2006 e dell’art. 118 del D.P.R. 207/2010; c) che copia integrale del presente avviso è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Economica Europea, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e all’Albo Pretorio di questa Amministrazione. Bergamo, lì 14. 01. 2013 IL PRESIDENTE DI GARA Dott. Giovanni Cappeluzzo
Regione Siciliana ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA SARDEGNA “G. Pegreffi” Via Duca degli Abruzzi n. 8 Tel 079/289200 - fax: 079/272189 07100 SASSARI AVVISO DI RETTIFICA In riferimento alla gara d’appalto per la fornitura, installazione e collaudo di apparecchiature scientifiche da laboratorio, si comunica che sono state apportate delle rettifiche agli atti di gara e conseguentemente sono stati differiti i termini per la presentazione delle offerte e di espletamento della gara. L’avviso integrale e le relative modifiche apportate sono visionabili nel sito internet www.izs-sardegna.it (link “gare” forniture). Data di trasmissione dell’avviso di rettifica per la pubblicazione alla GUUE: 16/01/2013. Il Responsabile del procedimento Dr. Bruno Nieddu
SOCIETA’ DI GESTIONE AEROPORTO CAGLIARI ELMAS So.G.Aer. S.p.A. ESTRATTO AVVISO DI GARA ESPERITA La So.G.Aer. S.p.A., via dei Trasvolatori s.n., 09030 Elmas (CA), comunica l’affidamento, a mezzo di procedura aperta, della fornitura di energia elettrica per il periodo 01/01/13-31/12/13. Imprese partecipanti: 3. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso determinato mediante offerta a prezzi unitari. Data di aggiudicazione del contratto: 21/11/2012. Aggiudicatario: Edison Energia S.p.A., Foro Buonaparte n. 35, 20121 Milano. Importo di aggiudicazione: Euro 871.402,14 iva esclusa. L’avviso integrale è stato inviato alla GUCE in data 7/01/2013 ed è disponibile sul sito www.sogaer.it. Responsabile del Procedimento è l’Ing. Mario Orrù. Il Presidente Vincenzo Mareddu
Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana Dipartimento Beni Culturali e I.S. Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali Palermo PO FESR Sicilia 2007-2013 - Asse 3 - Linea d’intervento 3.1.1.1. Codice CUP G79E11002410006 Codice CIG 4469921 Si rende noto che il giorno 27.03.2013, alle ore 9.00 avrà luogo il pubblico incanto per la realizzazione di opuscoli, pieghevoli, audioguide, segnaletica e cartellonistica stradale e per la fornitura di totem multimediali destinati all’attuazione del progetto Le mappe del tesoro. Venti itinerari alla scoperta del patrimonio culturale di Palermo e della sua provincia. Importo complessivo € 494.100,00 soggetti a ribasso e € 900,00 per o.s. non soggetti a ribasso. Durata contrattuale 12 mesi. Le imprese interessate potranno presentare le offerte secondo le modalità previste nel Bando di gara, consultabile lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,30 presso la Soprintendenza BB.CC.AA., in via P.Calvi, 13, Palermo o sui siti internet www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult o www.euroinfosicilia.it. IL RUP - Claudia Oliva IL SOPRINTENDENTE - Gaetano Gullo
TRIBUNALI DI ASCOLI PICENO e TERAMO FALLIMENTI Visagro O.P. Società Agricola S.p.A. - Marollo O.P. S.c.p.a. - Foodinvest Group S.r.l. PUBBLICAZIONE PER ESTRATTO DEL DECRETO E CONTESTUALE BANDO PUBBLICO DI PARTECIPAZIONE A GARA SENZA INCANTO PER L’AFFITTO DELL’AZIENDA CON IMPEGNO IRREVOCABILE ALL’ACQUISTO I Giudici Delegati alle procedure Concorsuali del Tribunale di Ascoli Piceno, dott. Raffaele Agostini, e del Tribunale di Teramo, dott. Flavio Conciatori, nonché i curatori delle procedure fallimentari: • Fallimento Visagro O.P. Società Agricola S.p.A. n. 18/2012 Tribunale Ascoli Piceno dott. C. Cantalamessa e dott. P. Nigrotti; • Fallimento Marollo O.P. S.c.p.a. n. 8/2012 Tribunale Ascoli Piceno, dott. M. Cesari e A. Di Blasio; • Fallimento Foodinvest Group S.r.l. n. 63/2008 Tribunale Teramo, avv. L. Nisii e dott. T. Aloisi; rendono noto il seguente bando per la partecipazione alla gara per l’affitto e successivo acquisto dei beni costituenti il compendio industriale di Rotella (AP), strada Provinciale 238 km. 29 + 500, stabilimento ed impianti destinati alla produzione e conservazione di alimenti vegetali surgelati meglio descritti nelle relazioni di stima rese disponibili al pubblico presso la società “P.B.G. s.r.l”., le Cancellerie dei Tribunali di Ascoli Piceno e Teramo, ed i rispettivi curatori, nonché sui siti internet www.fallimentiascoli.com, www.fallimentieaste.it e www.usatoindustriale.com; Tutto ciò premesso, si riportano di seguito le condizioni di partecipazione. BENI OGGETTO DEL BANDO Affitto d’azienda con validità fino al 31/12/2013 non prorogabile - con impegno irrevocabile all’acquisto - composto dai beni descritti nella relazione estimativa depositata dal coadiutore “P.B.G. s.r.l” e nelle altre relazioni agli atti disponibili al pubblico nei modi di seguito illustrati. Il canone di affitto che dovrà essere offerto per partecipare alla eventuale gara è stabilito in € 10.000,00 (diecimila) mensili. Il prezzo minimo da offrirsi per l’acquisto dei beni è fissato in € 1.200.000,00 (unmilioneduecentomila) oltre oneri fiscali. Le offerte dovranno essere corredate a pena di inammissibilità di un piano industriale che sarà assoggettato al vaglio preliminare di attendibilità. La cauzione da versarsi ammonta a € 360.000,00 (trecentosessantamila). CONDIZIONI • la consegna dei beni oggetto del presente bando, liberamente ispezionabili da ogni interessato, avverrà nello stato di fatto e di diritto in cui gli stessi si trovano senza alcuna garanzia per vizi o altra mancanza; • ogni offerta, segreta ed irrevocabile, da inviare in plico chiuso mediante raccomandata postale a/r, o altro sistema di trasmissione ovvero depositata presso le Cancellerie dei Tribunali di Ascoli Piceno o Teramo; dovrà: - recare la scritta “affitto/vendita senza incanto dell’azienda Foodinvest Group - Marollo - Visagro”, stabilimento di Rotella (AP)”; - pervenire in busta chiusa presso una delle cancellerie sopra indicate entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 25/02/2013; In data 28/02/2012, alle ore 16.00, dinnanzi al Giudice Delegato del Tribunale di Ascoli Piceno, avrà luogo l’apertura delle buste con conseguenti eventuali gare al rialzo secondo quanto meglio specificato in precedenza, in caso di pluralità di offerte. Più dettagliate informazioni potranno essere reperite presso il coadiutore della procedura “P.B.G. s.r.l.”, nonché presso le Cancellerie Fallimentari di Ascoli Piceno e Teramo ed i rispettivi Curatori. Ciascun interessato, previo appuntamento con i Curatori del fallimento Visagro, potrà procedere alla visita dell’azienda. Ascoli Piceno / Teramo, 18.12.2012 I Curatori fallimentari dott. C. Cantalamessa dott. M. Cesari avv. L. Nisii dott. P. Nigrotti dott. A. Di Blasio dott. T. Aloisi I GIUDICI DELEGATI Dott. Raffaele Agostini Dott. Flavio Conciatori
Economia 29
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Il decreto La soglia agevolata si applica su redditi aggiuntivi fino a 2.500 euro
Salari, ecco il bonus del 10% Tetto di 40 mila euro per il premio di produttività ROMA — Sale a 40 mila euro lordi l’anno, dagli attuali 30 mila, il tetto massimo di reddito per avere accesso alla detassazione del salario di produttività. Mentre resta ferma al 10% l’aliquota agevolata, comprensiva delle addizionali regionali e comunali. Così come non cambia la soglia massima dei premi e degli incentivi sui quali l’aliquota agevolata può essere applicata: non più di 2.500 euro lordi l’anno, come l’anno scorso, anche se in passato l’asticella era stata alzata fino a 6 mila euro. È di tre articoli il decreto della presidenza del consiglio, di concerto con il ministero dell’Economia, che Mario Monti ha firmato ieri e illustrato ai colleghi di governo. Il decreto sulla produttività recepisce l’intesa siglata due mesi fa dalle parti sociali, a eccezione della Cgil, che lo hanno sollecitato fino a ieri, visto che l’emanazione era prevista entro il 15 gennaio. La normativa allarga la platea dei lavoratori che potranno usufruire della detassazione sui salari di produttività definiti dai contratti chiusi a livello aziendale o territoriale. Alzare il tetto massimo di reddito da 30 mila a 40 mila euro l’anno significa avere più lavoratori che potranno avere diritto al taglio delle tasse. Mentre è stata scartata l’altra opzione che pure era stata studiata: alzare un po’ meno il tetto di reddito annuo, non
a 40 mila ma a 35 mila euro, facendo salire però anche la soglia detassabile del premio, fino a 3.500 euro. L’articolo 2 del decreto stabilisce che cosa si deve intendere con salari di produttività e, quindi, fissa le condizioni per far scattare l’aliquota agevolata. I premi devono essere
legati a contratti che prevedono l’attivazione di «almeno una misura in almeno tre delle aree di intervento di seguito indicate». E cioè, la ridefinizione dei sistemi orari e della loro distribuzione con modelli flessibili, l’introduzione di una distribuzione flessibile delle ferie mediante una pro-
10 2,15 per cento, è l’aliquota agevolata che si applica per i salari di produttività. Sale a 40 mila euro lordi l’anno, dagli attuali 30 mila, il tetto massimo per avere accesso alla detassazione
miliardi di euro, gli stanziamenti relativi al salario di produttività previsti dalla Legge di stabilità. Per il momento le regole valgono però solo per il 2013
grammazione aziendale anche non continuativa delle giornate di ferie eccedenti le due settimane, l’impiego di nuove tecnologie e poi «l’attivazione di interventi in materia di fungibilità delle mansioni e di integrazione delle competenze». Per questi interventi la legge di Stabilità ha stanziato 2,15 miliardi di euro in tre anni. Ma per il momento queste regole valgono solo per il 2013. Per i due anni successivi le modalità sarà possibile correggere il tiro dopo il monitoraggio sulle attività di quest’anno e un nuovo confronto con le parti sociali.
Lorenzo Salvia lsalvia@corriere © RIPRODUZIONE RISERVATA
Panorama Mediobanca scioglie, come chiesto dall’Antitrust, i legami con Fonsai e Unipol. L’istituto milanese, dopo essere stato alla regia dell'operazione che ha traghettato il gruppo ex Ligresti sotto le ali di Bologna, ha ceduto la quota della compagnia guidata da Carlo Cimbri, che le era rimasta in carico come inoptato nell’aumento di capitale. Dal 5% iniziale la presenza si era già ridotta ma in giornata sono state piazzate le ultime azioni. Mediobanca ha chiuso anche con Fonsai. L’integrazione di Gemina e Atlantia «è tuttora in fase di analisi e studio preliminare, in particolare per la definizione del progetto industriale che ne costituisce il principale presupposto». Lo si legge in una nota di Atlantia.
L’accordo tra Banca Popolare di Milano e Francesco Corallo per la chiusura della vicenda Atlantis-Bplus è stato firmato ieri. L’imprenditore del gioco d’azzardo era finito al centro di un’inchiesta che aveva portato all’arresto dell’ex presidente di Bpm, Massimo Ponzellini. Con l’accordo transattivo viene ritirata la querela dell’istituto guidato da Piero Montani (foto) per i finanziamenti concessi dalla passata gestione alla società dell’imprenditore. Nella riunione al Mise del tavolo Lucchini ieri il commissario straordinario Piero Nardi ha rassicurato «sull’unitarietà degli impianti e l’occupazione».
Il libro «Federalismo all’italiana» di Luca Antonini
Il «padre» dell’Imu e quella supertassa finita nel cassetto ROMA — Una patrimoniale dell’1% sui patrimoni mobiliari e immobiliari superiori ai due milioni di euro: una Super-Imu da cinque miliardi di euro, magari da usare per dimezzare l’Imu ordinaria sulle imprese. Più che una proposta è un’ipotesi di lavoro. Studiata nei minimi dettagli sul finire del 2012 dalla Commissione tecnica sul Federalismo Fiscale, che ha utilizzato i dati del ministero delle Finanze, rimasta fin qui in un cassetto, la proposta della Super-Imu riemerge adesso dalle pagine di un libro. Il diario del «Federalismo all’Italiana», che è poi il titolo del saggio pubblicato per Marsilio, scritto da Luca Antonini (foto), presidente di quella commissione dal 2009. Nominato da Silvio Berlusconi, poi confermato da Mario Monti, Antonini è stato l’ispiratore di tutti i provvedimenti legati all’attuazione del federalismo fiscale. Compresa l’istituzione dell’Imu, un tributo pensato all’inizio in una forma più leggera, e che oggi lo stesso Antonini suggerisce di modificare profondamente. Per fare in modo che la tassa colpisca in modo più incisivo «la ricchezza improduttiva», concentrata nelle classi di reddito più alte. Per attenuare le diseguaglianze attuali, che vedono un quarto del patrimonio residenziale degli italiani, pari a 6.335 miliardi di euro, concentrato nelle mani del 5% dei proprietari. Già fu un errore non limitare i benefici della cedolare secca sugli affitti, ammette Antonini nel suo libro riconoscendo ragione a chi come il presidente dei Commercialisti, Claudio Siciliotti, accusava il governo di aver
annullato la progressività dell’imposta e dunque di aver solo abbassato le tasse ai ricchi. «Fu sbagliato non limitare la cedolare secca solo a uno o al massimo due appartamenti affittati» dice Antonini, lanciando la sua proposta. Sostituire le varie mini-patrimoniali che già esistono (quelle su aerei e barche di lusso, peraltro difficilmente applicabili) con una «nuova imposizione patrimoniale complessiva». Aggiuntiva rispetto ad un’Imu alleggerita. La base imponibile sarebbe il patrimonio mobiliare e
Il confronto Un quarto del patrimonio immobiliare è concentrato nel 5% degli italiani immobiliare, con esenzioni per determinati cespiti, come quelli finanziari già soggetti all’imposta di bollo. Con una franchigia di due milioni di euro «si limiterebbe l’imposizione ai grandi patrimoni, già agevolati dalla riduzione di 20 punti delle tasse sugli affitti». Dall’imposta sarebbero esenti gli immobili strumentali delle imprese, notevolmente appesantite dall’Imu, che costa loro nove miliardi l’anno. La Super-Imu verrebbe pagata da 21 mila persone fisiche e circa 50 mila imprese, e con un’aliquota dell’1% genererebbe un gettito di 4 miliardi l’anno, con cui magari dimezzare l’Imu ordinaria per tutte le altre imprese, «aiutando anche la crescita dell’economia».
Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 info@acomea.it AcomeA America (A1) AcomeA America (A2)
21/01 EUR 21/01 EUR
13,619 13,880
Nome
3,580
AcomeA Asia Pacifico (A2)
21/01 EUR
3,623
3,639
AcomeA Breve Termine (A1)
21/01 EUR
13,678
13,690 13,783
Data Valuta
18/01 EUR
107,610
107,310
PS - Podium Flex A
21/01 EUR
85,040
85,040
KIS - Multi-Str. UCITS F
18/01 EUR
108,530
108,230
PS - Podium Flex C
21/01 USD
84,340
84,330
AZ F. European Trend
18/01 EUR
2,883
2,885
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
22/01 USD
11,239
11,234
KIS - Multi-Str. UCITS P
18/01 EUR
109,630
109,320
PS - Quintessenza A
15/01 EUR
98,350
98,120
AZ F. Formula 1 Absolute
18/01 EUR
4,733
4,728
Euro Corp. Bond R-Dis.M
22/01 EUR
11,018
11,030
KIS - Selection F
18/01 EUR
115,580
115,440
PS - Quintessenza B
13/11 EUR
98,180
98,060
5,494
Euro Corp. Bond R
22/01 EUR
11,529
11,542
KIS - Selection P
18/01 EUR
117,230
117,090
PS - Strategic Colibrì
21/01 EUR
68,460
68,120
Euro Corp. Bond E
22/01 EUR
15,324
15,341
KIS - Sm. Cap D
21/01 EUR
92,630
92,520
PS - Target A
15/01 EUR
114,150
113,920
Euro Corp. Bond A-Dis.M
22/01 EUR
12,281
12,295
KIS - Sm. Cap F
21/01 EUR
93,320
93,210
PS - Target B
15/01 EUR
113,690
113,450
Euro Short Term Bond E
22/01 EUR
10,503
10,505
KIS - Sm. Cap P
21/01 EUR
94,480
94,360
PS - Titan Aggressive
15/01 EUR
100,530
101,130
Euro Short Term Bond R
22/01 EUR
10,414
10,416
KIS - Sm. Cap X
21/01 EUR
96,290
96,160
PS - Total Return B
21/01 EUR
92,390
92,350
Glob. Equity Income R
22/01 USD
41,190
41,200
KIS - Target 2014 X
21/01 EUR
105,800
105,790
PS - Valeur Income
21/01 EUR
108,110
108,060
Glob. Equity Income E
22/01 EUR
11,900
11,940
PS - Value
15/01 EUR
98,870
98,800
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E
22/01 EUR
11,932
11,944
PS - Value B
15/01 EUR
100,650
100,580
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis. T 22/01 EUR
11,223
11,235
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond R-Dis. M 22/01 EUR
10,800
10,811
22/01 USD
9,640
9,620
28/12 EUR
5,494
AZ F. Formula Target 2014
18/01 EUR
4,645
4,643
AZ F. Formula Target 2015 ACC
18/01 EUR
5,854
5,853
AZ F. Formula 1 Conserv.
18/01 EUR 18/01 EUR
5,623 4,848
5,622 4,846
AZ F. Global Curr&Rates ACC
18/01 EUR
4,821
4,821
AZ F. Global Curr&Rates DIS
18/01 EUR
4,746
4,746
Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com Bluesky Global Strategy A
21/01 USD
1442,669
1442,153
Bond Euro A
21/01 EUR
1222,266
1222,732
Bond Euro B
21/01 EUR
1187,020
1187,507
Bond Risk A
21/01 EUR
1344,919
1342,389
Bond Risk B
21/01 EUR
1295,738
1293,347
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
21/01 EUR
1590,797
1590,534
AZ F. Income ACC
18/01 EUR
6,067
6,061
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
21/01 EUR
1538,949
1538,744
AZ F. Income DIS
18/01 EUR
5,781
5,776
CompAM Fund - SB Bond B
18/01 EUR
1071,103
1070,961
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
21/01 EUR
15,990
15,996
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 18/01 EUR
4,925
4,923
CompAM Fund - SB Flexible B
AcomeA Europa (A1)
21/01 EUR
9,792
9,747
18/01 EUR
5,316
5,306
5,037
5,035
AZ F. Institutional Target AZ F. Italian Trend
18/01 EUR
2,883
European Equity A
21/01 EUR
1245,512
1242,880
2,877
European Equity B
21/01 EUR
1187,391
1184,933
Multiman. Bal. A
18/01 EUR
113,158
112,981
Multiman. Bal. M
08/10 EUR
114,727
114,678
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
16/01 EUR
73,821
74,337
9,075
9,069
AZ F. Macro Dynamic
18/01 EUR
5,734
5,727
9,321
9,315
AZ F. Opportunities
18/01 EUR
4,385
4,359
AcomeA Italia (A1)
21/01 EUR
15,240
15,135
AZ F. Pacific Trend
18/01 EUR
3,914
3,866
AcomeA Italia (A2)
21/01 EUR
15,506
15,398
AZ F. Patriot ACC
18/01 EUR
5,713
5,689
AcomeA Liquidità (A1)
21/01 EUR
8,708
8,711
AZ F. Patriot DIS
18/01 EUR
5,565
5,542
AcomeA Liquidità (A2)
21/01 EUR
8,708
8,712
AZ F. Qbond
18/01 EUR
5,068
5,057
AcomeA Obbligaz. Corporate (A1)
21/01 EUR
7,503
7,507
AZ F. Qinternational
18/01 EUR
4,938
4,925
3,423
3,414
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 21/01 EUR
3,493
3,483
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 21/01 EUR
4,767
4,767
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 21/01 EUR
4,815
4,814
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 21/01 EUR
5,809
5,813
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 21/01 EUR
5,891
AcomeA Performance (A1)
21/01 EUR
20,325
20,339
21/01 EUR
20,485
20,499
Invictus Global Bond Fd
15/01 EUR
102,859
103,044
Invictus Macro Fd
16/01 EUR
99,106
98,892
Sol Invictus Absolute Return
17/01 EUR
107,401
105,875
AZIMUT SGR - tel.02.88981 www.azimut.it - info@azimut.it Azimut Dinamico
18/01 EUR
24,628
24,599
Azimut Formula 1 Absolute
18/01 EUR
6,398
6,392
Azimut Formula 1 Conserv
18/01 EUR
6,754
6,751
Azimut Formula Target 2013
18/01 EUR
6,897
6,892
Azimut Formula Target 2014
18/01 EUR
6,637
Azimut Garanzia
18/01 EUR
12,813
12,813
18/01 EUR
10,044
10,042
Azimut Prev. Com. Equilibrato
18/01 EUR
11,314
11,308
Azimut Prev. Com. Garantito
18/01 EUR
10,445
10,439
Azimut Prev. Com. Protetto
18/01 EUR
11,546
11,545
Azimut Reddito Euro
18/01 EUR
16,918
16,904
Multiman.Target Alpha A
16/01 EUR
100,841
100,764
4,945
4,511
4,510
DB Platinum
AZ F. Renminbi Opport
18/01 EUR
5,223
5,228
Agriculture Euro R1C A
17/01 EUR
71,780
72,030
AZ F. Reserve Short Term
18/01 EUR
6,244
6,244
Comm Euro R1C A
18/01 EUR
117,460
116,530
AZ F. Solidity ACC
18/01 EUR
5,679
5,676
Comm Harvest R3C E
18/01 EUR
85,200
84,990
AZ F. Solidity DIS
18/01 EUR
5,526
5,523
Currency Returns Plus R1C
18/01 EUR
941,440
942,610
AZ F. Strategic Trend
18/01 EUR
5,320
5,306
AZ F. Trend
18/01 EUR
5,165
5,140
AZ F. US Income
18/01 EUR
5,854
5,826
18/01 EUR
Dyn Aktien Pl R1C A
98,680
21/01 EUR
Croci Euro R1C B
18/01 JPY
98,010 6638,830
6495,920
5700,090
5715,890
7,792
Sovereign Plus R1C A
18/01 EUR
107,770
107,440
Systematic Alpha Index R1C A
16/01 EUR
9822,070
9779,970
FTSE RAFI Hong Kong China
21/01 EUR
6,592
6,578
Carige Corporate Euro
21/01 EUR
7,321
7,328
Fondi Index Linked
Carige Total Return 1
21/01 EUR
5,306
5,306
Clean Energy Investimenti
18/01
98,330 EUR
Baa2 MOD
Carige Total Return 2
21/01 EUR
4,462
4,462
Commodity Linked
18/01
97,940 EUR
Baa2 MOD
Carige Bilanciato 50
* EUR
n.r.
12,239
Eurotrend Auto Basket
16/01
* EUR
w.r. MOD
11,854
11,868
Eurotrend Auto Basket Op.
16/01
98,160 EUR
Baa2 MOD
21/01 EUR
6,589
6,609
Social Responsability
16/01 102,620 EUR
A S&P
21/01 EUR
6,671
6,676
Fondi Unit Linked
6,587
6,587
Carige Monetario Euro
21/01 EUR
12,238
Carige Obblig Euro
21/01 EUR
Carige Obblig Euro Lungo Termine Carige Obblig Globale
Fondo Pensione Aperto Carige Dinamico Classe A
28/12 EUR
11,552
11,465
Dinamico
28/12 EUR
11,057
10,981
Equilibrato Classe A
28/12 EUR
14,144
Equilibrato
28/12 EUR
13,739
13,638
28/12 EUR
11,785
11,765
Obiettivo TFR
28/12 EUR
11,578
28/12 EUR
11,756
28/12 EUR
14,475
Flex Equity 100
16/01
9,813 EUR
Global Equity
16/01
4,829 EUR
Maximum
16/01
4,414 EUR
Progress
16/01
5,511 EUR
Quality
16/01
6,234 EUR
FIT
Abs. UK Dynamic Fd P1
22/01 GBP
1,294
1,295
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
22/01 EUR
1,429
1,431
31/12 EUR
9569,941
SYSTEMATIC
9472,403
30/11 EUR 485609,062 478683,515
30/06 EUR 661442,021 503408,695
30/11 EUR 755157,243 748710,456
31/12 EUR 503363,630 508009,730
Kairos Multi-Str. B
30/11 EUR 501547,813 497699,161
Kairos Income
21/01 EUR
6,803
6,803
2,127
Kairos Small Cap
21/01 EUR
10,157
10,140
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
22/01 EUR
2,536
2,536
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
Europ. Equ. (ex UK) Fd B
22/01 EUR
2,555
2,555
5,174
5,161
Pan Europe Fd A
22/01 USD
3,697
3,685
AZ F. Best Bond
18/01 EUR
5,537
5,523
Pan Europe Fd B
22/01 EUR
2,764
2,762
Kairos Multi-Str. I
KIS - Ambiente D
Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 43,350
Convertibile Arancio
21/01 EUR
56,080
Euro Arancio Bilancio Arancio
21/01 EUR 01/03 EUR
56,060 48,380
43,360 56,090 56,090 48,320
Borsa Protetta Agosto
16/01 EUR
59,960
59,860
Borsa Protetta Febbraio
16/01 EUR
57,420
57,510
AZ F. Best Cedola ACC
18/01 EUR
5,731
5,725
Pan Europe Fd B
22/01 USD
3,668
3,656
AZ F. Best Cedola DIS
18/01 EUR
5,438
5,432
Pan Europe Fd X
22/01 EUR
2,879
2,876
AZ F. Best Equity
18/01 EUR
5,210
5,185
Pan Europe Fd X
22/01 EUR
2,759
2,757
AZ F. Bond Target 2015 ACC
18/01 EUR
5,774
5,774
Pan Europe Fd X
22/01 GBP
2,313
2,303
Pan Europe Fd X
22/01 USD
3,683
3,671
Strategic Debt Fd A
22/01 GBP
1,059
1,059
Profilo Equilibrato Arancio
21/01 EUR
57,170
57,120
Strategic Debt Fd A H
22/01 EUR
1,253
1,253
Profilo Moderato Arancio
21/01 EUR
55,320
55,240
Strategic Debt Fd A H
22/01 USD
1,771
1,771
Top Italia Arancio
21/01 EUR
41,940
41,750
Borsa Protetta Maggio
Strategic Debt Fd X
22/01 GBP
1,074
1,074
Strategic Debt Fd X H
22/01 EUR
1,312
1,312
Borsa Protetta Novembre
16/01 EUR 16/01 EUR
60,410 58,630
60,400 58,540
Inflazione Più Arancio
21/01 EUR
55,740
55,850
Mattone Arancio
21/01 EUR
39,490
39,510
Profilo Dinamico Arancio
21/01 EUR
57,990
57,970
5,155
5,398
5,396
Strategic Debt Fd X H
22/01 USD
1,801
1,801
UK Abs. Target Fd P1
22/01 GBP
1,134
1,134
UK Abs Target Fd P2
22/01 EUR
1,085
1,085
UK Abs Target Fd P2
22/01 GBP
1,155
1,155
UK Equity Fd A
22/01 GBP
2,736
2,737
22/01 USD
4,294
4,300
UK Equity Fd B
22/01 EUR
3,245
3,258
5,165
UK Equity Fd B
22/01 GBP
2,752
2,753
22/01 USD
4,361
4,367
18/01 EUR
4,647
4,627
AZ F. Conservative
18/01 EUR
6,140
6,128
AZ F. Core Brands
18/01 EUR
5,180
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it
Invesco Funds Asia Balanced R
UK Equity Fd A
AZ F. Commodity Trading
30/11 EUR 520686,255 512810,295
2,134
18/01 EUR
18/01 EUR
Kairos Medium Term A
22/01 GBP
AZ F. Asset Power
AZ F. CGM Opport Gov Bd
31/12 EUR 558846,518 542961,797
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
2,345
5,919
Kairos Italia A
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
2,355
5,929
31/03 EUR 507160,696 504414,333
1,482
22/01 GBP
18/01 EUR
30/11 EUR 578699,109 576928,797
Kairos Fix. Inc. I
1,315
Pan Europe Fd A
AZ F. CGM Opport Global
Kairos Fix. Inc. A
Kairos Multi-Str. A
21/01 EUR
FLEX DUR CAP RET EUR A
21/01 EUR
1145,795
1144,812
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
21/01 EUR
108,119
108,411
FLEX STRATEGY RET EUR
21/01 EUR
96,966
97,060
Strategic Bond Inst. C
18/01 EUR
108,690
108,600
HIGH GROWTH CAP RET EUR
21/01 EUR
82,925
82,359
Strategic Bond Inst. C hdg
18/01 USD
108,820
108,750
ITALY CAP RET A EUR
21/01 EUR
20,466
20,348
Strategic Bond Retail C
18/01 EUR
107,990
107,910
SHORT DURATION CAP RET EUR
21/01 EUR
922,671
923,103
Strategic Bond Retail C hdg
18/01 USD
108,280
108,190
Strategic Trend Inst. C
18/01 EUR
109,860
109,630
Strategic Trend Retail C
18/01 EUR
108,400
108,170
Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR
www.pegasocapitalsicav.com
www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A
21/01 EUR
173,680
173,690
NM Augustum High Qual Bd A
21/01 EUR
142,070
142,100
NM Euro Bonds Short Term A
21/01 EUR
133,900
134,010
53062,052
52529,869
NM Euro Equities A
21/01 EUR
40,940
40,820
Fondo Donatello-Tulipano
30/06 EUR
50481,217
48802,535
NM Global Equities A
21/01 EUR
59,600
59,610
Fondo Donatello-Margherita
30/06 EUR
26785,078
26498,769
NM Inflation Linked Bond Europe A 21/01 EUR
106,210
106,360
Fondo Donatello-David
30/06 EUR
58287,857
57786,950
NM Large Europe Corp A
21/01 EUR
128,610
128,840
Fondo Donatello-Puglia Uno
30/06 EUR
53679,697
54048,661
NM Previra World Cons A
21/01 EUR
127,740
127,770
Caravaggio di Sorgente SGR
30/06 EUR
2628,444
2675,531
NM Q7 Active Eq. Int. A
21/01 EUR
63,610
63,430
NM Q7 Globalflex A
18/01 EUR
106,300
106,470
NM Total Return Flexible A
18/01 EUR
117,670
117,590
30/11 EUR 506116,805 501598,660
21/01 EUR
www.sorgentegroup.com
Si tratta di Fondi Immobiliari chiusi
Symphonia Asia Flessibile
21/01 EUR
6,784
6,782
Symphonia Az. Euro
21/01 EUR
5,392
5,356
Symphonia Az. USA
21/01 EUR
7,106
7,102 4,110
- EUR
-
-
21/01 EUR
121,350
121,170
Symphonia Flessibile
21/01 EUR
4,106
AUGUSTUM G.A.M.E.S. Ar.Mo.A A 21/01 EUR
10,461
10,471
Symphonia Fortissimo
21/01 EUR
2,595
2,583
AUGUSTUM G.A.M.E.S. Ar.Mo.A I 21/01 EUR
10,536
10,546
Symphonia Multimanager Em. Fless.21/01 EUR
13,650
13,641
Symphonia Ob. Alto Potenziale
21/01 EUR
5,200
5,198
Symphonia Ob. Breve Term.
21/01 EUR
6,941
6,943
Symphonia Ob. Corporate
21/01 EUR
6,216
6,223
Symphonia Ob. Dinamico
21/01 EUR
6,353
6,354
Symphonia Ob. Euro
21/01 EUR
7,674
7,683
Symphonia Ob. Rendita
21/01 EUR
8,115
8,122
Symphonia Patrimonio Attivo
21/01 EUR
23,111
23,081
Symphonia Patrimonio Reddito
21/01 EUR
7,823
7,817
Symphonia Selezione Italia
21/01 EUR
6,605
6,572
Synergia Az. Small Cap Italia
21/01 EUR
5,189
5,162
Synergia Azionario Europa
21/01 EUR
5,895
5,856
Synergia Azionario Globale
21/01 EUR
6,250
6,215
Synergia Azionario Italia
21/01 EUR
5,543
5,517
Synergia Azionario USA
21/01 EUR
7,299
7,296
Synergia Bilanciato 15
21/01 EUR
5,640
5,639
Synergia Bilanciato 30
21/01 EUR
5,798
5,791
Synergia Bilanciato 50
21/01 EUR
5,951
5,935
Synergia Bond Flessibile
21/01 EUR
5,210
5,216
Synergia Ob. Rendita
21/01 EUR
5,455
5,461
Synergia Obbl. Corporate
21/01 EUR
6,088
6,096
Synergia Obbl. Euro B.T.
21/01 EUR
5,332
5,333
Synergia Obbl. Euro M.T.
21/01 EUR
5,763
5,770
Synergia Tesoreria
21/01 EUR
5,189
5,189
Synergia Total Return
21/01 EUR
5,491
5,488
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com
99,300
100,950
21/01 EUR
6,134
6,133
Nextam Obblig. Misto
21/01 EUR
6,722
6,730
BInver International A
21/01 EUR
5,177
5,178
BInver International I
Kairos Medium Term B
Dividendo Arancio
898,300
7,501
1,481
5,434
5,813
7,550
1,314
5,439
5,818
21/01 EUR
9,647
898,421
8,292
22/01 GBP
18/01 EUR
18/01 EUR
NASDAQ OMX Global Water
8,278
9,680
21/01 EUR
6,431
22/01 EUR
AZ F. Asset Plus
AZ F. CGM Opport European
21/01 EUR
MENA NASDAQ OMX
6,430
Abs. UK Dynamic Fd P2
2,777
5,157
21/01 EUR
KAIROS PARTNERS SGR
PRINCIPAL FINANCE 1
2,779
5,758
3,028
Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com
* Index Linked con sottostanti titoli islandesi
ABS- I
22/01 EUR
5,167
9,645
3,029
Global Listed Private Eq.
21/01 EUR
DYNAMIC GROWTH RET EUR
Nextam Bilanciato
14,421
Pan Europe Fd A
5,759
9,653
21/01 EUR
30/11 EUR 718988,164 706696,091
2,712
14/01 EUR
21/01 EUR
Global Clean Energy
Kairos Equity A
2,729
18/01 EUR
Global Agriculture NASDAQ OMX
14,697
18/01 EUR
AZ F. Cat Bond
8,180
30/11 EUR 502345,534 494952,507
AZ F. American Trend
AZ F. CGM Opport Corp Bd
8,166
8,472
Kairos Div. + P
2,556
5,155
8,467
4,281
11,560
2,235
18/01 EUR
4,294
16,155
31/10 EUR 502902,980 500935,352
2,556
AZ F. Cash Overnight
16,179
Kairos Div. + I
2,235
5,213
21/01 EUR
FTSE RAFI US 1000
14,034
Obiettivo TFR Classe A
21/01 EUR
FTSE RAFI Switzerland
16/01
21/01 EUR
21/01 EUR 21/01 EUR
FTSE RAFI Italy 30
Eurotrend Atlantide
Carige Liquidita Euro
22/01 GBP
5,213
50,710
5,841
21/01 EUR
22/01 EUR
18/01 EUR
50,620
5,848
Carige Bilanciato 30
Europ. Equ. (ex UK) Fd X
AZ F. Cash 12 Mesi
21/01 EUR
EQQQ
7,303
Europ. Equ. (ex UK) Fd X H
5,423
7,446
7,103
3,352
5,499
7,433
7,334
4,356
5,426
21/01 EUR
21/01 EUR
6,190
3,367
5,502
Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.invescopowershares.net
FTSE RAFI Europe
21/01 EUR
4,384
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 18/01 EUR
12,270
6,190
Carige Bilanciato 10
18/01 EUR
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 18/01 EUR
12,240
9,421
18/01 EUR
5,225
22/01 EUR
7,077
AZ F. Alpha Man. Equity
5,226
US Value Equity E
9,447
AZ F. Alpha Man. Them.
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 18/01 EUR
20,950
21/01 EUR
6,598
5,381
10,804
20,940
21/01 EUR
31/12 EUR 518180,269 516290,278
5,383
10,807
22/01 USD
FTSE RAFI Emerging Mkts
EQUITY- I
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 18/01 EUR
22/01 USD
US Value Equity R
5,967
14,283
5,544
US High Yield Bond R
103,298
14,314
5,544
10,151
5,956
18/01 EUR
18/01 EUR
10,377
10,129
103,301
Azimut Trend Italia
AZ F. Bond Target 2015 DIS
10,370
22/01 EUR
21/01 EUR
31/12 EUR 632623,684 619986,359
5,358
22/01 USD
21/01 EUR
BOND-B
5,360
Renminbi Fixed Income R US High Yield Bond E
Dynamic US Market
ASIAN OPP CAP RET EUR
9,780
FTSE RAFI Asia Pacific Ex-Jap
11,647
18/01 EUR
9,750
9,990
EuroMTS Cash 3 Months
11,639
AZ F. Alpha Man. Credit
22/01 EUR
10,000
101,670
18/01 EUR
4,869
22/01 EUR
101,670
Azimut Trend Europa
5,017
Pan European Struct. Eq. E
17/01 EUR
30/11 EUR 619986,359 613418,296
4,875
11,490
Dyn. Cash R1C A
BOND-A
5,020
12,580
11,500
Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A
10,733
18/01 EUR
12,580
22/01 EUR
102,320
10,798
18/01 EUR
22/01 EUR
Pan European Struct. Eq. R
126,600
18/01 EUR
AZ F. Active Selection
Pan European Eq. E
102,210
Azimut Trend America
AZ F. Active Strategy
10,960
126,830
4,972
5,958
5,831
AZ FUND MANAGEMENT SA
10,960
FTSE RAFI Dev. Europe Mid-Sm
Prudente
23,534
22/01 EUR
17/01 EUR
7,791
21/01 EUR
8,345
23,651
Pan European Eq. R
18/01 USD
4,996
21/01 EUR
Carige Azionario Italia
8,350
18/01 EUR
2074,000
Croci US R1C B
16/01 EUR
Carige Azionario Internazionale
18/01 EUR
Azimut Trend
2064,000
9,710
Azimut Solidity
9,908
22/01 JPY
9,713
Prudente Classe A
9,917
Japanese Eq. Advantage R
21/01 EUR
6,286
18/01 EUR
11,180
FTSE RAFI Dev. 1000 Fund
8,238
Azimut Trend Tassi
25,760
11,200
97,500
Paulson Global R1C E
21/01 EUR
6,319
6,671
25,730
22/01 EUR
99,140
5,942
Carige Azionario Europa
8,261
18/01 EUR
22/01 EUR
Japanese Eq. Advantage E
DB Platinum IV
Croci Japan R1C B
18/01 EUR
Azimut Trend Pacifico
Greater China Eq. E
Renminbi Fixed Income E
4,946
18/01 EUR
5,845
76,944
18/01 EUR
Azimut Reddito Usa
18/01 EUR
76,420
18/01 EUR
Azimut Scudo
Azimut Strategic Trend
16/01 EUR
AZ F. QProtection
6,633
Azimut Prev. Com. Crescita
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
AZ F. Qtrend
5,894
AcomeA Performance (A2)
1112,220 1048,767
21/01 EUR
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 21/01 EUR
1116,430 1050,411
21/01 EUR
6,869
18/01 EUR 18/01 EUR
AcomeA Globale (A1)
6,874
CompAM Fund - SB Equity B
Greater China Eq. R
AcomeA Globale (A2)
21/01 EUR
Quota/pre.
KIS - Multi-Str. UCITS D
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 18/01 EUR
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
Quota/od.
9,980
15,901
7,558
Data Valuta
12,030
15,894
6,775
Nome
9,985
21/01 EUR
7,554
Quota/pre.
12,006
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
6,779
Quota/od.
22/01 EUR
4,190
21/01 EUR
Data Valuta
22/01 USD
4,245
21/01 EUR
Nome
Em. Loc. Cur. Debt E
4,201
AcomeA Obbligaz. Coroprate (A2)
Quota/pre.
Em. Loc. Cur. Debt R-Dis.M
4,257
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
Quota/od.
4,827
21/01 EUR
9,918
Data Valuta
6,254
21/01 EUR
9,966
Nome
4,832
AcomeA ETF Attivo (A1)
21/01 EUR
Quota/pre.
6,291
AcomeA ETF Attivo (A2)
AcomeA Europa (A2)
Quota/od.
18/01 EUR
13,898
3,564
Nome
18/01 EUR
13,637
21/01 EUR
13,772
Quota/pre.
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
AZ F. Formula 1 Alpha Plus
AcomeA Asia Pacifico (A1)
21/01 EUR
Quota/od.
AZ F. European Dynamic
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AcomeA Breve Termine (A2)
Data Valuta
21/01 EUR
5,314
5,316
Citic Securities China I
21/01 EUR
5,002
5,000
Fidela A
21/01 EUR
5,106
5,099
Fidela I
21/01 EUR
5,457
5,449
Income A
21/01 EUR
5,425
5,429
Income I
21/01 EUR
5,439
5,443
International Equity A
21/01 EUR
6,068
6,075
International Equity I
21/01 EUR
6,072
6,079
Italian Selection A
21/01 EUR
5,273
5,270
Italian Selection I
21/01 EUR
5,311
5,308
Liquidity A
21/01 EUR
5,336
5,336
Liquidity I
21/01 EUR
5,381
5,380
Multimanager American Eq.A
21/01 EUR
3,986
3,987
Multimanager American Eq.I
21/01 EUR
4,113
4,113
Multimanager Asia Pacific Eq.A
21/01 EUR
4,611
4,607
Multimanager Asia Pacific Eq.I
21/01 EUR
4,738
4,734
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
21/01 EUR
4,572
4,572
Multimanager Emerg.Mkts Eq.I
21/01 EUR
4,667
4,667
Multimanager European Eq.A
21/01 EUR
3,852
3,846
Multimanager European Eq.I
21/01 EUR
3,958
3,952
Sator Equity Value A
21/01 EUR
7,377
7,405
Sator Equity Value I
21/01 EUR
7,633
7,662
Asian Equity B
21/01 EUR
87,750
88,030
Strategic A
21/01 EUR
4,768
4,769
Asian Equity B
21/01 USD
122,850
123,240
Strategic I
21/01 EUR
4,907
4,909
Emerg Mkts Equity
21/01 USD
422,990
422,890
Usa Value Fund A
21/01 EUR
5,184
5,189
Emerg Mkts Equity Hdg
21/01 EUR
414,190
414,100
Usa Value Fund I
21/01 EUR
5,490
5,495
European Equity
21/01 EUR
233,170
233,960
Ver Capital Credit Fund I
21/01 EUR
5,505
5,504
Greater China Equity
21/01 EUR
103,600
102,970
Greater China Equity
21/01 USD
146,850
145,940
Growth Opportunities
18/01 USD
57,520
57,610
Growth Opportunities Hdg
18/01 EUR
63,420
63,500
Japanese Equity
21/01 JPY
99,450
100,030
Japanese Equity Hdg
21/01 EUR
131,300
132,060
Swiss Equity
21/01 CHF
107,750
108,210
Swiss Equity Hdg
21/01 EUR
81,720
82,060
US Equity
18/01 USD
132,100
132,110
US Equity Hdg
18/01 EUR
146,060
146,040
KIS - Ambiente F
21/01 EUR
98,990
100,630
KIS - Ambiente P
21/01 EUR
100,990
102,650
KIS - Ambiente X
21/01 EUR
101,860
103,540
KIS - America A-USD
18/01 USD
221,030
220,470
KIS - America D
08/01 EUR
153,030
153,300
KIS - America F
18/01 EUR
152,700
152,340
KIS - America P
18/01 EUR
155,760
155,390
KIS - America X
11/01 EUR
156,240
156,390
KIS - Asia P
18/01 EUR
124,480
123,270
KIS - Asia D
08/01 EUR
122,040
123,010
KIS - Asia F
18/01 EUR
122,050
120,860
KIS - Bond A-USD
21/01 USD
162,950
163,080
KIS - Bond D
21/01 EUR
117,560
117,660
KIS - Bond F
21/01 EUR
118,330
118,430
KIS - Bond P
21/01 EUR
120,540
120,640
KIS - Bond Plus A Dist
21/01 EUR
121,250
121,240
PS - Absolute Return
21/01 EUR
106,910
106,880
KIS - Bond Plus D
21/01 EUR
120,250
120,240
PS - Absolute Return B
21/01 EUR
112,460
112,430
KIS - Bond Plus F
21/01 EUR
120,460
120,450
PS - Algo Flex A
15/01 EUR
103,940
103,740
KIS - Bond Plus P
21/01 EUR
121,170
121,160
PS - Algo Flex B
15/01 EUR
98,360
98,170
KIS - Dynamic A-USD
21/01 USD
171,420
170,960
PS - Aliseo A
15/01 EUR
96,760
93,750
KIS - Dynamic D
21/01 EUR
119,590
119,280
PS - Best Global Managers A
15/01 EUR
100,120
99,840
102,650
102,350
Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com
22/01 USD
11,040
11,020
KIS - Dynamic F
21/01 EUR
120,640
120,330
PS - Best Global Managers B
15/01 EUR
www.vitruviussicav.com
Asia Balanced E
22/01 EUR
14,320
14,330
KIS - Dynamic P
21/01 EUR
121,410
121,090
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
21/01 EUR
99,360
99,000
Asia Consumer Demand R
22/01 USD
10,020
9,990
KIS - Dynamic X
21/01 EUR
123,060
122,730
PS - Bond Opportunities
21/01 EUR
153,340
153,250
Asia Consumer Demand E
22/01 EUR
9,520
9,520
KIS - Europa D
21/01 EUR
109,360
108,420
PS - Bond Opportunities B
21/01 EUR
113,930
113,860
8a+ Eiger
21/01 EUR
5,108
5,076
Asia Infrastructure R
22/01 USD
8,810
8,810
KIS - Europa F
21/01 EUR
109,360
108,420
PS - EOS
15/01 EUR
109,830
109,630
8a+ Gran Paradiso
21/01 EUR
5,151
5,145
21/01 EUR
109,940
108,990
PS - Inter. Equity Quant A
21/01 EUR
99,890
99,910
8a+ Latemar
21/01 EUR
5,470
5,454
8a+ Matterhorn
11/01 EUR 587598,733 568152,912
AZ F. Corporate Premium
18/01 EUR
5,533
5,526
UK Equity Fd B
AZ F. Dividend Premium ACC
18/01 EUR
5,226
5,219
UK Equity Fd X
22/01 EUR
3,330
3,343
Asia Infrastructure E
22/01 EUR
10,360
10,390
KIS - Europa P
AZ F. Dividend Premium DIS
18/01 EUR
4,914
4,908
UK Equity Fd X
22/01 EUR
3,301
3,313
Balanced-Risk Allocation A
22/01 EUR
14,450
14,460
KIS - Europa X
21/01 EUR
109,700
108,750
PS - Inter. Equity Quant B
21/01 EUR
101,180
101,190
AZ F. Emer. Mkt Asia
18/01 EUR
6,167
6,105
UK Equity Fd X
22/01 GBP
2,775
2,776
Balanced-Risk Allocation R
22/01 EUR
11,850
11,860
KIS - Income D
21/01 EUR
104,590
104,590
PS - Liquidity
21/01 EUR
122,620
122,610
AZ F. Emer. Mkt Europe
18/01 EUR
3,883
3,858
UK Equity Fd X
22/01 USD
4,435
4,441
Balanced-Risk Allocation E
22/01 EUR
14,210
14,220
KIS - Income P
21/01 EUR
107,780
107,780
PS - Opportunistic Growth
21/01 EUR
96,960
96,760
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Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
133294AB
Economia/Mercati Finanziari 31
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Piazza Affari SALGONO PRYSMIAN E ENEL GP IL BALZO DI PREMAFIN di GIACOMO FERRARI
B
orse piatte in tutta Europa, con gli indici vicini alla parità, ma non a Piazza Affari, dove il Ftse-Mib ha chiuso ieri a 17.716 punti, lo 0,48% in più rispetto alla vigilia, il livello più alto dall’agosto 2011. Un rialzo trainato soprattutto da Finmeccanica (+4,67%) alla vigilia di un cda considerato decisivo per la cessione di Ansaldo Energia e nonostante il tonfo di Monte Paschi (-5,68%), travolta dalle vendite dopo l’allarme su un’operazione strutturata aperta con Nomura nel 2009 che potrebbe generare perdite fino a 220 milioni. In mattinata il collocamento con successo dei titoli pubblici spagnoli e l’indice tedesco Zew sulla fiducia degli investitori arrivato ai massimi da due anni e mezzo, avevano rasserenato il clima nelle sale operative. Non abbastanza, tuttavia, per imprimere ai listini una spinta significativa. A Milano hanno registrato buoni rialzi anche Enel Green Power (+3,98%) grazie alla raccomandazione buy (comprare) da parte degli analisti di Société Générale e Prysmian (+3,35%). Fuori dal paniere dei titoli primari, nuovo balzo di Premafin (+18,63%), mentre hanno perso terreno Mediaset (-1,45%) e Ubi Banca (-1,34%). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Borsa Italiana Nome Titolo
Tel.
A A.S. Roma .....................(ASR) A2A .......................................(A2A) Acea......................................(ACE) Acegas-Aps...........................(AEG) Acotel Group * ......................(ACO) Acque Potabili .......................(ACP) Acsm-Agam ..........................(ACS) AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) Aedes * ...................................(AE) Aedes 14w *.....................(WAE14) Aeffe *...................................(AEF) Aicon * ...................................(AIC) Aiòn Renewables....................(AIN) Alerion ..................................(ARN) Amplifon...............................(AMP) Ansaldo Sts *.........................(STS) Antichi Pell ..............................(AP) Arena ....................................(ARE) Ascopiave *...........................(ASC) Astaldi * ................................(AST) Atlantia ..................................(ATL) Autogrill ................................(AGL) Autostrada To-Mi .....................(AT) Autostrade Mer. ................(AUTME) Azimut..................................(AZM) B B&C Speakers ...............(BEC) Banca Generali .....................(BGN) Banca Ifis *...............................(IF) Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) Banco Popolare .......................(BP) Banco Popolare w10.........(WBP10) Basicnet................................(BAN) Bastogi......................................(B) BB Biotech *............................(BB) Bca Carige ............................(CRG) Bca Carige r........................(CRGR) Bca Finnat * ..........................(BFE) Bca Intermobiliare .................(BIM) Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) Bca Pop.Milano......................(PMI) Bca Pop.Milano 13w .......(WPMI13) Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) Bca Profilo ............................(PRO) Bco Desio-Brianza ................(BDB) Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) Bco Santander ....................(SANT) Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) Bee Team ..............................(BET) Beghelli ...................................(BE) Beni Stabili ...........................(BNS) Best Union Co......................(BEST) Bialetti Industrie *...................(BIA) Biancamano *.......................(BCM) Biesse * ................................(BSS) Bioera.....................................(BIE) Boero Bart.............................(BOE) Bolzoni *................................(BLZ) Bon.Ferraresi...........................(BF) Borgosesia..............................(BO) Borgosesia rnc......................(BOR) Brembo * ..............................(BRE) Brioschi..................................(BRI) Brunello Cucinelli *..................(BC) Buzzi Unicem ........................(BZU) Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) C Cad It * ..........................(CAD) Cairo Comm. *........................(CAI) Caleffi....................................(CLF) Caltagirone ..........................(CALT) Caltagirone Ed.......................(CED) Camfin .................................(CMF) Camfin 09-11 w ............(WCMF11) Campari ................................(CPR) Cape Live ................................(CL) Carraro ...............................(CARR) Cattolica As.........................(CASS) CDC ......................................(CDC) Cell Therap...........................(CTIC) Cembre * .............................(CMB) Cementir *............................(CEM) Cent. Latte Torino * ................(CLT) Ceram. Ricchetti.....................(RIC) CHL.......................................(CHL) CIA .........................................(CIA) Ciccolella ................................(CC) Cir..........................................(CIR) Class Editori ..........................(CLE) Cobra * .................................(COB) Cofide ...................................(COF) Cogeme Set ..........................(COG) Conafi Prestito' .....................(CNP) Cred. Artigiano ......................(CRA)
Sussurri & Grida
Ansaldo, la quota tricolore del Fsi. E Finmeccanica non decide (s.agn.) Per le offerte sulla quota Ansaldo Energia messa in vendita da Finmeccanica (il 54,5%) c’è ancora tempo. C’è chi dice fino all’8 febbraio, chi fino al 15. Di certo oggi il Consiglio di amministrazione della holding sarà messo al corrente dell’evoluzione della situazione. Che cosa sta accadendo? Lo slittamento della data sarebbe dovuto alla necessità di concedere più tempo ai coreani di Samsung (seguiti da Rothschild) per completare la «due diligence» sulla società e poter poi farsi avanti con maggiore cognizione di causa. È possibile anche che la corsa si riduca a un derby coreano, visto che l’altro soggetto interessato è la Doosan del ceo Yongmaan Park. Quanto agli altri pretendenti la situazione pare essere un po’ più nebbiosa. Il convitato di pietra resta la tedesca Siemens (Credit Suisse l’advisor). I tedeschi sarebbero ben lontani dal gettare la spugna, al contrario. Il consorzio su cui si nutrono invece le maggiori perplessità (ma anche qualche aspettativa) è la «cordata italiana» che ha il Fondo Strategico di Maurizio Tamagnini come pivot. Gli «italiani» (Fondazione Carige e Carige, gli emiliani di Gas Plus, Acciaierie Venete e i bresciani coordinati da Camozzi) hanno avanzato una loro offerta prima di Natale, ricevendo un sostanziale diniego. Negli ultimi giorni hanno discusso della possibilità di chiedere formalmente al board Finmeccanica un rinvio della data ultima per le offerte, senza arrivare però a una conclusione condivisa. Avrebbero parlato anche della possibilità di un’alleanza proprio con Samsung. Quest’ultima otter-
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Schroders lancia il test psicologico per investire (giu.fer.) A volte emozioni e automatismi mentali possono spingerci a fare cattive scelte di investimento. Chiedendo aiuto alla finanza comportamentale, Schroders ha perciò lanciato Investimente, un test dell’investitore consapevole che punta ad aiutare i promotori finanziarie e i private banker a conoscere meglio gli investitori e gli inve-
Nome Titolo
0,506 0,462 4,768 5,845 27,260 0,780 0,693 10,480 0,067 0,006 0,670 — 0,695 3,710 3,898 7,270 0,189 0,006 1,280 5,675 13,460 8,805 8,140 16,670 12,340 3,254 14,020 6,095 6,025 5,275 1,533 — 1,645 0,914 77,800 0,864 1,305 0,293 2,122 0,626 0,510 0,054 2,960 0,264 2,360 2,176 6,475 7,580 0,230 0,422 0,503 0,945 0,248 0,730 2,858 0,257 21,000 2,104 39,390 0,809 1,200 10,290 0,094 14,700 11,350 5,440 4,490 2,808 1,380 1,306 0,876 0,887 — 5,815 0,060 2,262 13,980 0,563 1,129 7,000 1,920 1,897 0,210 0,069 0,250 0,430 0,917 0,238 0,412 0,457 — 0,659 —
Cred. Bergamasco...................(CB) Cred. Emiliano .........................(CE) Cred. Valtellinese .................(CVAL) Cred. Valtellinese 10w ....(WCVA10) Cred. Valtellinese 14w ....(WCVA14) Crespi ...................................(CRE) Csp .......................................(CSP) D D'Amico *........................(DIS) d'Amico 16 warr * ...........(WDIS16) Dada * ....................................(DA) Damiani *.............................(DMN) Danieli ..................................(DAN) Danieli rnc ..........................(DANR) Datalogic * ............................(DAL) De'Longhi .............................(DLG) Dea Capital *.........................(DEA) Delclima................................(DLC) Diasorin *...............................(DIA) Digital Bros *..........................(DIB) Dmail Group * ......................(DMA) DMT *.....................................(EIT) E Edison r........................(EDNR) EEMS..................................(EEMS) El.En. * ..................................(ELN) Elica * ...................................(ELC) Emak * ...................................(EM) Enel.....................................(ENEL) Enel Green Pw....................(EGPW) Enervit ..................................(ENV) Engineering * ........................(ENG) Eni .........................................(ENI) Erg........................................(ERG) Ergy Capital...........................(ECA) Ergy Capital 16w ............(WECA16)
-1,75 -0,19 +1,45 +5,98 +15,02 -1,33 +9,13 +2,64 +11,33 — +18,81 — +32,38 -0,54 +0,93 +0,62 +5,01 -5,17 -0,16 +9,03 -4,81 -1,40 +4,43 -1,71 +10,18 +6,41 +6,86 +8,07 +8,36 +14,67 +17,29 — +17,50 +6,84 +5,85 +9,58 +3,98 +7,71 +8,27 +13,11 +9,69 -55,59 +72,09 +4,51 +15,12 +11,02 +3,52 +3,84 +28,28 +15,38 +7,94 +8,37 +27,31 +7,75 +14,78 -8,04 +1,99 +1,94 +6,46 +6,94 +23,71 +3,99 +10,54 +8,89 +5,68 +3,62 -3,65 +13,04 -3,16 +7,05 -0,40 +59,44 — -2,10 +19,92 +3,57 +9,73 +47,77 +14,79 +9,72 +14,97 +28,18 +14,50 +15,27 +5,22 +41,58 +12,38 +10,44 +17,77 +13,32 — +6,46 —
0,499 0,437 4,554 5,295 23,100 0,760 0,615 9,980 0,057 0,006 0,555 — 0,522 3,648 3,560 7,025 0,177 0,006 1,274 5,060 13,280 8,570 7,795 16,430 10,850 2,998 12,910 5,530 5,230 4,380 1,258 — 1,358 0,836 72,900 0,771 1,200 0,269 1,951 0,553 0,452 0,052 1,687 0,245 1,956 1,912 5,985 7,030 0,171 0,339 0,446 0,870 0,188 0,665 2,484 0,257 20,590 2,024 36,300 0,722 0,970 9,755 0,085 13,360 10,300 5,100 4,126 2,470 1,372 1,169 0,867 0,545 — 5,755 0,049 2,146 11,680 0,373 0,980 6,335 1,637 1,451 0,178 0,059 0,238 0,292 0,795 0,212 0,335 0,403 — 0,619 —
0,524 0,474 4,830 5,905 27,260 0,795 0,710 10,480 0,072 0,007 0,705 — 0,804 3,976 3,950 7,300 0,189 0,006 1,309 5,680 14,140 9,005 8,140 17,000 12,350 3,350 14,020 6,150 6,040 5,275 1,540 — 1,691 0,927 78,450 0,888 1,398 0,300 2,170 0,657 0,517 0,123 3,000 0,272 2,360 2,176 6,740 7,660 0,231 0,431 0,518 0,995 0,258 0,742 2,858 0,280 21,000 2,150 39,440 0,810 1,250 10,290 0,094 15,000 11,350 5,440 4,660 2,810 1,425 1,318 0,907 0,887 — 5,965 0,065 2,292 14,100 0,615 1,155 7,090 1,920 1,990 0,210 0,070 0,259 0,450 0,929 0,260 0,428 0,457 — 0,678 —
68,0 1438,9 1010,4 320,8 111,4 27,7 52,6 93,7 66,7 — 72,2 — 12,4 162,3 869,6 1164,6 8,5 9,7 297,1 554,3 8897,7 2227,7 714,9 72,0 1757,3 36,2 1577,4 328,2 1992,2 1617,3 2685,3 — 99,5 16,2 — 1873,0 3,3 106,9 331,0 158,6 1635,2 — 89,7 177,7 273,8 28,2 — 50,0 15,4 84,5 958,5 9,0 18,7 25,1 78,0 9,4 91,1 54,6 221,6 37,0 1,1 681,3 73,8 1005,7 1870,3 220,6 40,2 219,8 17,3 155,8 110,3 694,8 — 3355,3 3,0 106,3 746,6 7,0 — 120,0 304,6 19,8 16,9 13,0 23,1 76,6 725,1 25,5 40,3 323,9 — 30,6 —
Tel.
Esprinet * ..............................(PRT) Eukedos ................................(EUK) Eurotech * .............................(ETH) Exor ......................................(EXO) Exor prv.................................(EXP) Exor risp................................(EXR) Exprivia *...............................(XPR) F Falck Renewables * .........(FKR) Ferragamo...........................(SFER) Fiat............................................(F) Fiat Industr................................(FI) Fidia * ...................................(FDA) Fiera Milano * .........................(FM) Finmeccanica........................(FNC) FNM .....................................(FNM) Fondiaria-Sai .........................(FSA) Fondiaria-Sai risp ................(FSAR) Fondiaria-Sai risp B.............(FSRB) Fullsix....................................(FUL) G Gabetti Pro.S. .................(GAB) Gabetti Pro.S. 13w .........(WGAB13) Gas Plus................................(GSP) Gefran * ..................................(GE) Gemina ................................(GEM) Gemina rnc ........................(GEMR) Generali ....................................(G) Geox .....................................(GEO) Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) H Hera...............................(HER) I I Grandi Viaggi.................(IGV) IGD *......................................(IGD) Il Sole 24 Ore ........................(S24)
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Chiu. Chiu. 02-01-2013 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Nome Titolo
14,180 4,250 1,334 — 0,171 0,036 1,137 0,408 0,060 3,430 1,030 23,380 13,850 7,020 11,400 1,411 0,758 28,570 1,300 5,000 22,000 0,998 0,364 16,310 1,140 0,560 3,142 1,568 2,010 27,040 19,380 7,610 0,253 0,032
Ima * .....................................(IMA) Immsi ....................................(IMS) Impregilo................................(IPG) Impregilo rnc........................(IPGR) Indesit....................................(IND) Indesit rnc ...........................(INDR) Industria e Inn. ........................(IIN) Intek Group ............................(IKG) Intek Group risp T.............(IKGRST) Intek Group rnc ....................(IKGR) Interpump * ..............................(IP) Intesa Sanpaolo......................(ISP) Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) Invest e Sviluppo ....................(IES) Irce *......................................(IRC) Iren ........................................(IRE) Isagro * ..................................(ISG) IT WAY * ................................(ITW) Italcementi................................(IT) Italcementi rnc .......................(ITR) Italmobiliare...........................(ITM) Italmobiliare rnc...................(ITMR) IVS Group ...............................(IVS) IVS Group 16 warr ...............(WIVS) J Juventus FC..................(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) Kinexia..................................(KNX) L La Doria * ........................(LD) Landi Renzo *..........................(LR) Lazio .....................................(SSL) Lottomatica ...........................(LTO) Luxottica ...............................(LUX) Lventure Group ....................(LVEN) M Maire Tecnimont...............(MT)
3,394 0,650 1,282 21,230 18,480 18,280 0,770 1,118 19,420 4,722 9,455 2,780 4,152 5,150 0,211 1,318 84,700 0,835 1,995 0,061 0,006 4,980 2,766 1,273 1,290 14,150 2,376 1,012 1,352 0,398 0,910 0,660
+0,57 -0,63 -1,07 -0,70 +0,68 +11,73 — — +0,24 +13,58 -1,62 +42,75 +0,89 +16,80 -0,49 +24,16 -4,00 -2,91 -0,29 +11,95 +6,19 +11,41 -0,34 +4,47 +1,02 +6,13 +1,59 +5,56 — +1,60 -2,69 +2,84 +1,00 +12,64 +1,49 -6,20 +0,08 +2,93 -5,66+145,10 — +4,41 +0,91 +14,06 -0,68 +0,28 -0,24 +3,82 +0,26 +14,29 -0,44 +3,13 +0,90 -3,50 +3,98 +8,21 -3,27 -1,86 +0,52 +4,64 +0,36 +2,05 — +1,33 -6,64 +52,96 -0,32 +30,17
+1,37 +6,12 -0,62 +1,38 +0,33 +0,77 -0,06 +3,52 +0,31 -0,04 +1,89 -4,14 +1,27 +4,67 +0,86 +1,15 +0,83 +0,60 -0,25 -1,45 -5,00 — -0,22 +0,16 +2,95 +0,64 +0,68 +2,12 +0,22 -0,30 +0,55 -2,80
-1,28 +16,07 +12,46 +8,76 +8,77 +6,59 +19,49 +9,50 +12,97 +21,39 +10,07 +16,32 +4,11 +14,44 +3,93 +34,01 +3,61 +20,40 +2,62 +7,19 -12,31 -0,20 +4,22 +15,73 +26,35 -1,74 +6,74 +16,46 +6,37 +2,13 +9,64 +24,29
13,930 4,132 1,166 — 0,149 0,026 0,960 0,319 0,058 2,980 0,922 21,750 12,740 6,605 10,820 1,340 0,670 27,540 1,249 2,040 20,680 0,872 0,336 15,530 0,995 0,541 3,114 1,405 2,000 25,230 18,340 7,415 0,132 0,024
3,296 0,560 1,103 19,000 16,580 16,700 0,622 0,974 16,640 3,790 8,255 2,320 3,920 4,352 0,200 0,949 79,400 0,671 1,911 0,056 0,005 4,902 2,600 1,074 0,995 13,740 2,174 0,869 1,224 0,383 0,820 0,527
14,690 865,6 4,596 1410,7 1,355 585,2 — — 0,177 — 0,041 6,0 1,137 37,4 0,411 146,8 0,071 — 3,440 55,8 1,030 83,6 23,650 954,3 13,910 555,7 7,020 405,5 11,560 1704,2 1,479 435,4 0,758 112,8 30,580 1590,9 1,331 18,3 5,300 7,6 22,290 618,6 0,998 109,4 0,370 15,9 16,350 78,7 1,140 72,3 0,583 91,5 3,258 29442,9 1,568 7749,5 2,080 35,8 27,040 337,0 19,480 70155,4 7,610 1144,1 0,350 24,3 0,058 —
3,684 176,6 0,650 11,6 1,290 45,2 21,230 3377,7 18,480 1415,7 18,280 166,6 0,790 39,3 1,140 321,6 19,600 3262,2 4,724 5902,0 9,455 11424,5 2,920 14,2 4,152 174,3 5,150 2925,3 0,214 91,4 1,318 1214,7 84,700 107,6 0,835 267,6 2,028 21,9 0,062 17,6 0,007 — 5,050 223,2 2,830 40,1 1,273 1862,6 1,328 4,8 14,560 21968,7 2,422 615,6 1,012 410,8 1,355 1503,2 0,412 18,2 0,930 298,1 0,700 29,3
Tel.
B.O.T. 14.02.13 14.03.13 12.04.13 14.05.13 14.06.13 12.07.13
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0,01 0,05 0,23
Bruegel, secondo think tank nel mondo (Usa esclusi) (giu.fer.) A 10 anni esatti dalla dichiarazione sottoscritta dall’allora presidente francese Jacques Chirac e dall’ex cancelliere tedesco Gerard Schröder, che portò alla nascita di Bruegel, il pensatoio belga viene classificato primo think tank dell’Europa occidentale e secondo nel mondo (Usa esclusi), dopo Chatham House. Il Think tank dell’anno 2012 e primo nel mondo? L’americana Brookings Institution. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Management e C. .................(MEC) Marcolin ...............................(MCL) MARR * ..............................(MARR) Mediacontech ......................(MCH) Mediaset ................................(MS) Mediobanca............................(MB) Mediolanum .........................(MED) Meridiana Fly........................(MEF) Meridiana fly 13 warr.....(WMEF13) Meridie ...................................(ME) Mid Industry Cap ...................(MIC) Milano Ass...............................(MI) Milano Ass. rnc......................(MIR) Mittel.....................................(MIT) MolMed ...............................(MLM) Mondadori..............................(MN) Mondo Tv * ...........................(MTV) Monrif..................................(MON) Monte Paschi Si. ................(BMPS) Montefibre ..............................(MF) Montefibre rnc....................(MFNC) Moviemax............................(MMG) Mutuionline *........................(MOL) N Nice *............................(NICE) Noemalife .............................(NOE) Noemalife 15 warr .........(WNOE15) Novare ....................................(NR) O Olidata ............................(OLI) P Panariagroup * ...............(PAN) Parmalat ................................(PLT) Parmalat 15w ................(WPLT15) Piaggio ...................................(PIA)
Nome Titolo
15,020 0,565 3,834 12,680 6,280 6,200 1,547 0,369 0,430 0,394 5,905 1,502 1,245 0,043 1,453 0,538 2,330 1,370 4,876 2,478 16,310 11,130 7,095 0,330 0,218 1,350 1,196 1,700 1,499 0,513 18,370 33,520 0,088 0,466
Pierrel ...................................(PRL) 0,731 Pierrel 12w.....................(WPRL12) — Pininfarina ............................(PINF) 3,188 Piquadro .................................(PQ) 1,710 Pirelli & C. ...............................(PC) 9,600 Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 6,230 Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 5,560 Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,276 Poltrona Frau.........................(PFG) 1,040 Pop Emilia 01/07.............(BPER15) — Pramac .................................(PRA) — Prelios...................................(PRS) 0,089 Premafin Finanziaria ................(PF) 0,249 Premuda .................................(PR) 0,270 Prima Industrie * ....................(PRI) 9,700 Prima Industrie 13w *......(WPRI13) 1,490 Prysmian ...............................(PRY) 16,350 R R. De Medici * ..................(RM) 0,142 R. Ginori 1735.........................(RG) — R. Ginori 1735 11w ..........(WRG13) — Ratti ......................................(RAT) 2,240 RCF .......................................(RCF) 0,649 RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,278 RCS Mediagroup risp ..........(RCSR) 0,565 RDB ......................................(RDB) — Recordati *............................(REC) 7,465 Reply * ..................................(REY) 23,490 Retelit.....................................(LIT) 0,508 Retelit 11w *....................(WLIT13) 0,045 Risanamento...........................(RN) 0,168 Rosss....................................(ROS) 1,230 S Sabaf S.p.a. * .................(SAB) 8,950 Sadi .......................................(SSI) 0,320 Saes *.....................................(SG) 7,010 Saes rnc *.............................(SGR) 5,895 Safilo Group...........................(SFL) 7,970 Saipem.................................(SPM) 31,750 Saipem risp........................(SPMR) 33,000 Saras ....................................(SRS) 1,040 Sat ........................................(SAT) 8,515 Save....................................(SAVE) 8,800 Screen Service......................(SSB) 0,169 Seat PG...................................(PG) 0,006 Seat PG r ..............................(PGR) 1,270 Servizi Italia * .........................(SRI) 3,570 Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) 0,266 SIAS .......................................(SIS) 7,480 Sintesi .....................................(SII) 0,124 Snai ......................................(SNA) 0,778 Snam Gas .............................(SRG) 3,666 Sogefi *...................................(SO) 2,218 Sol ........................................(SOL) 4,340 Sopaf.....................................(SPF) — Sorin.....................................(SRN) 1,850 Stefanel * ............................(STEF) 0,400 Stefanel risp * ...................(STEFR) — STMicroelectr. ......................(STM) 6,235 T Tamburi ...........................(TIP) 1,495 Tamburi 13w ...................(WTIP13) 0,035 TAS .......................................(TAS) 0,539 Telecom IT ..............................(TIT) 0,745 Telecom IT Media .................(TME) 0,158 Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,235 Telecom IT rnc......................(TITR) 0,636 Tenaris ..................................(TEN) 15,610 Terna ....................................(TRN) 3,116 TerniEnergia *........................(TER) 2,250 Tesmec * ...............................(TES) 0,474 Tiscali.....................................(TIS) 0,045 Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,001 Tod's.....................................(TOD) 102,300 Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 4,772 TXT e-solution *.....................(TXT) 6,920 U UBI Banca .......................(UBI) 3,964 Uni Land ...............................(UNL) — Unicredit ...............................(UCG) 4,504 Unicredit risp ......................(UCGR) 9,190 Unipol ....................................(UNI) 2,088 Unipol 13w......................(WUNI13) 0,006 Unipol prv ............................(UNIP) 1,750 Unipol prv 13w...............(WUNP13) 0,004 V Valsoia............................(VLS) 3,870 Vianini Industria......................(VIN) 1,050 Vianini Lavori.........................(VLA) 3,388 Vittoria Ass. *.........................(VAS) 5,630 Y Yoox *...........................(YOOX) 13,030 Z Zignago Vetro *.................(ZV) 4,720 Zucchi...................................(ZUC) 0,104 Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,008 Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,216
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+2,88 +23,55 +6,20 -2,16 -2,18 +9,73 -2,03 +11,48 +3,61 +7,98 +0,25 +9,24 +11,86 +5,72 +3,42 +12,08 +7,47 +15,42 +9,82 +12,13 +24,50 +37,41 -9,04 -15,36 +1,45 +58,82 +15,78 -0,47 +0,07 +11,76 +4,43 +4,29 +60,50 +11,31
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Tel.
Scadenza Giorni Pr.Netto 14.08.13 13.09.13 14.10.13 14.11.13 13.12.13 14.01.14
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Rend. 0,30 0,49 0,52 0,59 0,66 0,80
Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi
Monete auree
Oro
T. 360
T. 365
Periodo
T.360
T.365
22 gen
22 gen
0,080 0,112 0,166 0,209 0,260 0,311
0,081 0,114 0,168 0,212 0,264 0,315
6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi
0,353 0,396 0,435 0,473 0,512 0,552 0,586
0,358 0,402 0,441 0,480 0,519 0,560 0,594
Sterlina (v.c) 290,51 330,96 Sterlina (n.c) 295,91 338,28 Sterlina (post.74) 295,91 338,28 Krugerrand 1.182,50 1.301,49 Marengo Italiano 229,82 260,82 Marengo Svizzero 227,01 258,67 Marengo Francese 226,05 256,02
Denaro Lettera
+0,14 — +1,01 -0,06 +0,63 — -5,44 -2,06 +0,68 — — -2,10 +18,63 — -0,41 +6,81 +3,35 -1,80 — — +2,28 -0,08 +0,08 +0,36 — +0,40 +0,47 -0,29 -4,84 — +3,36 -0,78 -3,79 -0,43 -1,09 +0,13 +0,47 — +1,46 -3,51 +0,40 +0,24 — — +1,13 -1,48 +1,22 -1,43 +1,17 -0,70 +3,36 +0,93 — +1,43 -0,92 — -0,16 +0,07 +3,82 +1,79 +0,13 -0,32 -4,04 -0,63 +0,45 — +0,54 +1,09 -1,52 — -0,29 -0,38 -0,07 -1,34 — +0,49 -0,43 +3,67 +1,85 +2,46 — +0,21 -2,78 -0,24 +0,18 -0,53 +0,25 +14,49 +20,97 +9,87
+9,19 — +4,73 +6,08 +8,17 +8,25 +40,97 +1,58 +6,89 — — +9,51 +87,22 +8,96 +4,25 +6,43 +6,31 -2,07 — — +13,59 +0,86 +0,16 -1,31 — +7,26 +11,59 +2,75 +45,81 -1,35 +23,18 -1,05 +14,25 +1,15 +4,52 +17,03 +3,69 -5,71 +2,67 +1,13 +8,31 +5,75 +23,40 +5,83 +8,18 -0,04 +11,64 +21,45 +42,23 +2,29 +13,16 +7,32 — +7,81 -1,96 — +11,54 +0,20 -25,68 +13,47 +6,20 +3,33 -2,81 +3,76 -3,52 +1,56 +6,43 +3,09 +12,38 — +3,44 +13,78 +9,58 +7,31 — +16,99 +4,08 +33,76 -6,78 +28,68 -14,63 +1,10 +5,32 +6,94 +12,69 +7,86 +3,87 +21,00 +22,95 +13,68
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Tassi Mattino Sera
Oro Milano (Euro/gr.)
41,26
41,24
Oro Londra (usd/oncia) 1.692,50 1.690,50 Argento Milano (Euro/kg.)
— 808,89
Platino Milano (Euro/gr.)
—
42,72
Palladio Milano (Euro/gr.)
—
18,16
Italia Euro17 Canada Danimarca Finlandia
Sconto
Interv
0,75
0,75 0,75 1 0 1,5
0,75 1 0 0,75
Borse Estere
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz A New York valori espressi in dollari, a Londra Chiu. Chiu. 02-01-2013 Anno Anno (in milioni in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
* Titolo appartenente al segmento Star.
Valuta al 24-01-13
Rend.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Chiu. Chiu. 02-01-2013 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano
Scadenza Giorni Pr.Netto
stitori a conoscere meglio se stessi. L’iniziativa, la prima del genere in Italia, è realizzata dalla società di asset management in partnership scientifica con Matteo Motterlini, direttore del Cresa, il Centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata dell’Università Vita del San Raffaele. Il test non si sostituisce ai questionari previsti dalla MiFid, né propone offerte di investimento, ma ha l’obiettivo di individuare gli aspetti psicologici che condizionano le decisioni di investimento. Alla fine del test, che dura 15 minuti, viene generato un report psico-finanziario personalizzato in due versioni (una per il cliente e una per il consulente) con suggerimenti pratici per evitare gli errori principali e acquisire più consapevolezza. Il test si può fare online, ma esiste anche una app per l’iPad. @16febbraio
Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Chiu. Chiu. 02-01-2013 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) -1,65 +0,52 +0,97 -1,02 +6,94 -0,38 -1,00 +3,46 -1,33 -4,62 -1,18 — -6,96 -1,33 -0,10 -0,41 -0,32 -1,79 -0,16 +0,44 — — +1,50 +0,12 +0,24 -1,33 +0,94 +0,33 +0,84 +0,19 +0,39 — -1,67 — -0,83 +0,17 -2,17 -0,24 +3,82 -2,19 -0,68 -8,47 -1,33 -0,38 +0,43 +2,64 +0,47 -0,20 -0,61 -1,08 -1,28 +0,53 -3,88 -1,68 +0,35 -3,27 — +0,19 -0,13 +1,06 — +1,38 +3,17 -1,87 +0,44 +0,18 +1,81 -0,07 — +0,85 -2,56 +8,11 — +1,04 -0,67 +1,98 +1,90 -6,17 +0,98 -1,27 +1,05 -4,67 — +0,59 — +5,06 +0,16 -3,17 -1,88 +1,56 — -0,08 —
rebbe un «ancoraggio» italiano, i primi guadagnerebbero un partner industriale. Ma anche qui nulla pare essere concretamente avviato. Alla fine il Fondo Strategico potrebbe comunque ottenere soddisfazione: Finmeccanica vorrebbe mantenere una parte della sua quota Ansaldo come garanzia di «italianità». Ma nella proprietà di quel 10-15% potrebbe subentrare proprio il Fondo Strategico. Sullo sfondo restano infine due questioni. Malgrado il taglio del rating di S&P, Finmeccanica non nutre particolari preoccupazioni sui suoi rifinanziamenti: ha incassato un bond da 600 milioni alla fine di novembre e la prossima scadenza (800 milioni) è a fine 2013. In più attende i 260 milioni della quota Avio. La seconda: tutta l’operazione è seguita con molta attenzione da Corrado Passera e dal suo sottosegretario Claudio De Vincenti. Che hanno posto come «paletti» imprescindibili un piano industriale di sviluppo e l’occupazione. @stefanoagnoli
Francia Germania Giappone G.B. USA Svezia
Sconto
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0,75 0,75 0,3 --0,25 1
0,75 0,75 0,076 0,5 0,25 1
New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00
indici MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 353,45 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 113,27 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 2549,71 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 269,89 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 2716,70 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 287,66 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2636,86 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2385,21 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 23658,99 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 38204,88 Londra(FTSE100) . . . . . . . . . . . . 6179,17 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . . 8632,10 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 429,26 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3219,86 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 4802,91 Toronto(300Comp) . . . . . . . . . . 12803,72 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2436,89 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 7291,85
var.% +0,11 -0,10 +0,09 -0,30 -0,36 -0,04 -0,06 -0,10 +0,29 -0,24 -0,03 -0,39 -0,64 -0,05 +0,01 +0,07 -0,40 -0,60
selezione FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69,63 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103,05 Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73,02 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63,30 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74,16 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . . 1,65 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 35,94 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 17,13 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . . 8,87 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 14,85 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . . 86,17 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22,90 Porsche Vz . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63,97 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83,68 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 180,95
var.% -0,50 -1,25 +0,23 -0,33 -0,16 -2,53 -1,92 -1,04 -1,24 -1,17 +0,49 -1,04 -0,67 +0,23 +0,89
PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Air France . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8,42 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,42 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32,05 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13,59 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46,30 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,13 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20,79 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72,95 Ciments Francais. . . . . . . . . . . . . . 46,61 Crédit Agricole . . . . . . . . . . . . . . . . 7,51 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50,53 France Télécom. . . . . . . . . . . . . . . . 8,71 Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4,78 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108,50 Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71,10 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6,19 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43,25 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 31,60 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 71,57 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 33,50 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 65,41 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39,49
var.% +0,04 +0,11 +0,55 -0,55 -0,33 -0,68 +0,24 +0,07 -2,29 -0,53 +0,38 -4,47 -0,29 -0,96 -2,60 -0,83 -0,64 +0,17 -1,28 -1,34 -0,21 +0,18
NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 269,83 American Express . . . . . . . . . . . . . 59,31 Apple Comp Inc . . . . . . . . . . . . . . 501,23 At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,66 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 11,33 Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74,13 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38,44 Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . . 97,26 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 20,73 Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 41,67 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 37,25 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . 108,35 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 33,95 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47,81 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,76 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14,14 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 21,99 General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 28,73 Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 145,34 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 17,15 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,34 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 194,93 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,24 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21,16 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . . 72,72 JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46,35 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . . 95,18 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 44,81 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,09 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 43,06 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27,16 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 102,44 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 22,70 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 53,37 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 83,41 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,60 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 69,87 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 38,98 Us Steel Corp. . . . . . . . . . . . . . . . . 25,13 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,59 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103,78 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7,49 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19,81
var.% -0,84 -0,79 +0,25 +0,66 +1,71 -1,21 -0,36 -0,37 -1,38 +0,02 -1,19 -0,04 +0,44 +1,75 -0,04 +0,21 -0,23 -1,88 +0,62 +0,23 +0,78 +0,24 -2,61 -0,45 -0,70 -0,24 +1,29 +1,03 +0,90 +0,19 -0,33 -0,03 +1,43 +0,15 +1,01 +0,23 -0,10 +0,72 +1,45 +0,48 +1,44 -1,96 -1,07
LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249,60 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1899,50 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 3071,50 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 798,00 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 296,05 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 455,45 British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 249,70 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1366,00 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1406,50 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 369,70 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1181,00 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . . 922,50 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . . 927,00 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 128,20 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 362,90 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 1892,00 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2451,00 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 162,40
var.% +0,76 -0,45 -0,77 +0,40 -0,07 +0,11 +0,87 -1,75 -1,13 +0,16 +0,71 -1,09 -0,05 +0,45 +0,09
ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62,95 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60,10 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15,89
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IN PAGINA
✒
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Le streghe di Pico della Mirandola di ARMANDO TORNO Nipote del celebre Giovanni, convinto che la filosofia antica non si possa conciliare con il pensiero cattolico, autore di opere dedicate all’esame della vanità delle dottrine o all’astrologia e alla
provvidenza, Giovanfrancesco Pico della Mirandola (1469-1533) lasciò il dialogo latino Strix. Ora ritorna, tradotto e curato da Ida Li Vigni: La strega, ovvero degli inganni dei demoni (Mimesis, pp. 330, e 18). È un libro che rappresenta un significativo esempio di come un dotto — sottolinea la Li Vigni — «sposi con piena coscienza la causa della realtà dei supposti poteri magici delle streghe, mettendo al servizio di questa "verità" tutto il suo vasto
Cultura
bagaglio culturale e la sua abilità di letterato». Nella nuova edizione, che si apre con un saggio introduttivo di 140 pagine, si esaminano al dettaglio le numerose questioni che vanno dal testo latino ai due volgarizzamenti, si riflette sui processi del tempo alle streghe o sulle fonti; soprattutto si analizza cosa si intendesse per «prove» della realtà demoniaca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
il Classico Esiste ciò che non è scientificamente misurabile? La risposta affermativa di Henri Bergson (foto) quando affrontò il tema Ipnosi e fantasmi (ora pubblicato per la prima volta in italiano dalle Edizioni di Storia e Letteratura, pp. 74, e 9,50) provocò violente reazioni tra gli scienziati di allora. Ma avrebbe avuto in seguito importanti sviluppi nella sua filosofia. (pi.d.)
La bibliografia
di DARIO FERTILIO
P
rima di Se questo è un uomo e della Tregua. E naturalmente molto prima de I sommersi e i salvati. Esisteva allora un altro Primo Levi, poco più che ventenne, «bene intenzionato ma sprovveduto» — come scriverà di se stesso — e com’è ovvio ignaro della sua sorte. Quel Levi ci viene ora restituito dalle pagine di un libro che è insieme narrazione, testimonianza e soprattutto indagine psicologica. Il lungo viaggio di Primo Levi di cui è autore Frediano Sessi (lo pubblica la Marsilio) ci restituisce da un’angolazione diversa lo scrittore giovane, in procinto di diventare figura centrale, simbolica, della narrativa italiana sull’Olocausto. Molto diverso dalla figura dolente, avvolta dall’aria tragica che conosciamo, questo Primo Levi di fine settembre 1943, spinto dal timore dei bombardamenti e delle leggi razziali, ma forse anche da un senso di noia e dal desiderio di avventura, sale con la sorella e la madre in un piccolo borgo della montagna valdostana, Amay, a quasi 1.500 metri. Sessi ripercorre passo passo questa storia sempre trascurata dai libri ufficiali e dalle biografie: lo ritrae solo, dopo che madre e sorella l’hanno lasciato, e attratto da una piccola banda partigiana che aveva eletto la sua base d’azione proprio ad Amay. Quindici uomini alla ricerca di armi che non sanno usare, impreparati e forse un po’ velleitari, in cerca di collegamenti con la formazione di Giustizia e Libertà: poca cosa, agli occhi della polizia fascista. E tra questi Levi ha un ruolo ancor più marginale, dal momento che non partecipa nemmeno alle riunioni del comando. Eppure il caso, la fortuna (espressione che Primo Levi prediligeva) o il destino trasformano questa piccola avventura in una grande tragedia: un intricato gioco di tradimenti e spionaggi travolge la piccola banda cui si è unito Levi. Segue un arresto in blocco, ma poiché lui, Primo, viene riconosciuto come ebreo, gli si riserva prima il campo di concentramento di Fossoli e poi il trasferimento ad Auschwitz. Non si ferma qui il «lungo viaggio» richiamato dal titolo: allude anche al percorso interiore che culminerà nell’esperienza estrema dello sterminio, nello
Fiori sui binari che portano al lager di Auschwitz (Ansa). Al centro: un’immagine giovanile di Primo Levi (1919-1987), che venne deportato dai nazisti
Il saggio Frediano Sessi racconta l’origine delle paure nello scrittore
Da casa ad Auschwitz Il giovane Primo Levi alla prova del dolore Il peso della vergogna e del tradimento Il «viaggio» Non è politico ma tutto spirituale e psicologico Il trauma Con l’esecuzione sommaria di due compagni perderà l’innocenza
stupore della sopravvivenza, nel ritorno a casa e poi nel tentativo di raccontare, di mettere sulla carta l’indicibile. Ma è un «viaggio» non politico, tutto spirituale e psicologico. Quel che ci viene rivelato è la natura dei fantasmi che tormenteranno lo scrittore fino alla morte, nel 1987, così tremendamente simile a un suicidio; la loro germinazione nel suo animo; gli effetti devastanti che essi alla lunga produrranno sulla sua psiche. La «vergogna», anzitutto. Si manifesta la prima volta ancora lassù, sulle montagne di Amay, quando i capi della banda partigiana in cui ha trovato rifugio decidono l’esecuzione sommaria di due compagni giudicati indisciplinati e pericolosi. Da quel momento, almeno, il neo partigiano Levi smarrisce la sua innocenza: si chiederà per sempre se il male e la violenza attraversino le frontiera tra le ideologie e gli uomini; e soprat-
tutto se lui stesso, con il suo silenzio, non si debba considerare moralmente responsabile di quel delitto. Tema che torna anche più tardi, quando Levi esce in missione notturna alla ricerca di armi, continuando a chiedersi se sia giusto sentirsi felice del successo, dal momento che quelle stesse armi serviranno ad uccidere sì i nemici, ma pur sempre uomini. Oltre alla vergogna, il dolore: sperimentato fisicamente per la prima volta al momento dell’arresto, quando i fascisti lo prendono a schiaffi, e poi inestirpabile, sotto forma di rimorso per aver abbandonato la famiglia, di angoscia nell’isolamento del carcere e soprattutto al momento della morte dei compagni nel lager.
Ancora: la paura, così umana, ma anche «forza passiva, con cui uno scoglio sopporta l’urto dell’acqua di un torrente», e che lo spingerà a confessarsi «non un uomo forte». E infine, intrecciato al tema della vergogna, c’è quello dell’amore: Sessi illumina con discrezione il rapporto fra Primo e la bella Vanda, conosciuta ad Amay. Con la ragazza sarà internato a Fossoli prima di proseguire per Auschwitz. Ma lei, in un disperato tentativo di evitare la deportazione, l’ultima notte cederà alla lusinghe di un suo carceriere: un «deragliamento» destinato a ripercuotersi anche su di lui. Questo è il «viaggio». Naturale concluderlo nei campi infangati di Auschwitz: l’ultimo capitolo intitolato Chiedi alla terra sembra evocare il Chiedi alla polvere di John Fante, luogo «da cui non cresce nulla» © RIPRODUZIONE RISERVATA
Celebrazioni Al Quirinale l’incontro più solenne
La lotta al razzismo comincia nelle coscienze Musica, teatro, dibattiti in ricordo dell’orrore
I
l momento più solenne delle celebrazioni per il Giorno della Memoria della Shoah, che cade il 27 gennaio in ricordo della liberazione di Auschwitz, sarà martedì 29 gennaio al Quirinale, con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche Renzo Gattegna, i ragazzi delle scuole e (in veste di conduttore) il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio de Bortoli. Quest’ultimo presenterà il Memoriale della Shoah Binario 21 di Milano (dal binario della Stazione Centrale da cui partivano i convogli degli ebrei deportati),
Il treno della deportazione (Brandi)
che viene inaugurato domenica 27, con la presentazione del libro Testimonianza. Memoria della Shoah a Yad Vashem, cui partecipa il ministro Andrea Riccardi. Le manifestazioni però cominciano già oggi e domani. Stasera a Roma va in scena al Teatro Nazionale (ore 19) l’opera per bambini Brundibár di Hans Krása, rappresentata per la prima volta nel 1943 nel lager di Terežín. Domani, sempre nella capitale, si tengono l’incontro «I testimoni della memoria» e la tavola rotonda «Il coraggio di resistere», dedicata agli ebrei che si opposero alla persecuzione nazista: in entrambe
le occasioni interviene il rabbino Israel Meir Lau, presidente dello Yad Vashem, memoriale israeliano della Shoah. A Milano invece l’appuntamento più rilevante è il 27 gennaio alla Sala Verdi del Conservatorio (ore 20): una serata di musiche, riflessioni e testimonianze dal titolo «Milano ricorda la Shoah». Va ricordato poi lo spettacolo Mr. Dago - I belong Nowhere! di Marco Bonini e Joe Bologna, dedicato alle persecuzioni antiebraiche, che viene presentato nei giorni 28 e 29 gennaio a Roma presso l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi. Quanto alle mostre, la più importante si apre
oggi (fino all’11 febbraio) alla Reggia di Caserta, organizzata dal ministero dell’Interno d’intesa con il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec): il titolo è «1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia». Ma la soluzione finale non riguardava solo gli ebrei. Per questo al Museo Maxxi di Roma, il 27 gennaio, è in programma un’iniziativa con diversi eventi per ricordare il Porrajmos, cioè lo sterminio di oltre 500 mila persone di etnia rom compiuto dai nazisti.
Antonio Carioti © RIPRODUZIONE RISERVATA
] Esce oggi in libreria il saggio di Frediano Sessi «Il lungo viaggio di Primo Levi» (Marsilio, pp. 180, e 16), che sarà presentato dall’autore a Mantova il 29 gennaio, presso il Centro Einaudi, con Fernanda Goffetti ] In occasione del Giorno della Memoria escono vari altri libri. Bruno Mayda pubblica il saggio «La Shoah dei bambini» (Einaudi, pp. 352, e 29) dedicato ai minori italiani perseguitati a partire dal 1938, mentre da Feltrinelli esce «La lista di Eichmann», un’inchiesta di Fabio Amodeo e Mario J. Cereghino sul piano dei nazisti per «vendere» un gran numero di ebrei agli Alleati (pp. 203, e 16) ] La casa editrice Giuntina manda in libreria la «Storia della Shoah» dello studioso francese Georges Bensoussan (traduzione di Vanna Lucattini Vogelmann, pp. 165, e 12), le «Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (1944)» dello scrittore israeliano Uri Orlev (a cura di Sara Ferrari, pp. 124, e 12) e il saggio «La neve nell’armadio» di Enrico Mottinelli (pp. 168, e 12), che riflette sulla vergogna come unica emozione adeguata di fronte ad Auschwitz ] Il segno lasciato dalla Shoah nella cultura italiana è l’oggetto del saggio di Robert S. C. Gordon «Scolpitelo nei cuori» (Bollati Boringhieri, pp. 370, e 27). Più in generale della memoria della guerra e delle rimozioni che la caratterizzano si occupa Filippo Focardi nel volume «Il cattivo tedesco e il bravo italiano» (Laterza, pp. 308, e 24) ] Da segnalare inoltre un libro sul regime hitleriano e il suo rapporto con il popolo tedesco, «Il male dentro» di Thomas Kühne (Edizioni dell’Altana, pp. 288, e 18), e l’edizione integrale del «Diario 1941-1943» della intellettuale ebrea Etty Hillesum, morta ad Auschwitz (traduzione di Chiara Passanti e Tina Montone, Adelphi, pp. 922, e 35)
Cultura 33
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Istantanee
Polemiche Un pamphlet sulla sindrome dei progressisti: subalternità, idiosincrasie e paura di vincere
Ipocrisie durante un viaggio in treno
Quella strana «sinistra di destra»
LA PAROLA GIUSTA NELLA BOCCA SBAGLIATA di CLAUDIO MAGRIS
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redo sia stato Karl Kraus a inventare l’espressione «la cosa peggiore è la parola giusta nella bocca sbagliata». Ad esempio — ma si tratta di esempi troppo facili — la parola «patria» in bocca a un nazionalista, oppure «Dio» in bocca a un intollerante bigotto o «mamma» in bocca a un oratore di un family day. La battuta di Kraus mi è venuta in mente qualche giorno fa in treno, vedendo e inevitabilmente ascoltando le discussioni di una coppia seduta davanti a me nello scompartimento. Doveva trattarsi di due persone non alla loro prima esperienza coniugale, di diritto o di fatto, con altre famiglie alle proprie spalle e figli, almeno alcuni, non in comune. L’uomo appariva ansioso, preoccupato per qualcuno evidentemente vicino a lui più che alla sua ben curata compagna. Forse una figlia, nominata poco prima; in ogni caso una persona giovane di sesso femminile, come
❜❜ L’angoscia di un uomo e i consigli corretti, ma poco sentiti, della donna che lo accompagna si poteva evincere dalla natura dei suoi disagi di cui, secondo quanto capivo, evidentemente soffriva, che angosciavano l’uomo e soprattutto lo spiazzavano, lo rendevano insicuro sul comportamento da assumere nei confronti di tante manifestazioni di quei disagi — ascoltarli, prenderli sulle proprie spalle, oppure affrontarli con fermezza anche severa per non aggravarli dando loro troppa corda. Era sconcertato; sembrava incapace di distinguere le grida d’aiuto di una profonda sofferenza dall’assillante pretesa egocentrica che talora accompagna quest’ultima. C’è la brutale indifferenza o il fastidio dei sani verso i malati e c’è la congiura dei malati contro i sani. L’uomo, agitato, annaspava nella ricerca di capire quale comportamento fosse più giusto e più utile a chi gli stava così a cuore e le cui difficoltà lo sbalestravano. Chiedeva anch’egli aiuto e consiglio e la sua vicina — tale quantomeno per quel che riguardava l’assegnazione del posto sul treno — lo consigliava con sbrigativa risolu-
Il paradosso di Sansonetti sui postcomunisti fa sparire il Psi di PIERLUIGI BATTISTA
tezza. Da quel che capivo, nel mio indiscreto ma inevitabile origliare, i suoi verdetti erano giusti e intelligenti. Gli impartiva consigli e ordini di comportamento severo, spicciativo e perfino seccato, che a suo avviso avrebbe contribuito a sdrammatizzare la situazione, a far capire all’interessata che le sue ansie erano ubbìe, aiutandola così a non prenderle lei stessa troppo sul serio e dunque a soffrirne meno. Erano parole sostanzialmente giuste, appropriate alla realtà, indicazioni utili. Ma la bocca che pronunciava quelle parole — una bella bocca, ma tesa e indurita — dava loro un tono che ne annullava o capovolgeva l’effetto ed il senso, come una sala dalla cattiva acustica guasta una musica che vi si suona. Non c’era, su quella bocca, alcuna dolorosa ancorché ferma partecipazione allo smarrimento del suo compagno e alle pene, reali seppur forse esagitate, della persona che gli era così cara. La piega di quelle labbra non diceva una severità assunta controvoglia perché ritenuta necessaria e utile; su quelle labbra c’era una sfumatura di inconsapevole malignità, l’insoddisfazione spesso legata alla malignità, l’infantile cattiveria dispettosa del bambino nei confronti del pianto del compagno cui ha inflitto un piccolo oltraggio, innocente e malvagio. Forse l’uomo, in quel momento debole e irresoluto, era in altre circostanze forte e deciso, una presenza dominante e a Dalila non spiaceva troppo tagliare al suo Sansone i capelli, vederlo incatenato dalla propria debolezza. La sua bocca non era più nemmeno bella, come può esserlo anche una bocca crudele, rapace o perversa, ma non una bocca su cui aleggia malignità. Così le parole giuste e intelligenti della donna, che di per sé avrebbero potuto aiutare l’uomo ad affrontare meglio per tutti l’ansia che lo invadeva, diventavano inutili e dannose, perché per essere veramente giuste e soccorrevoli avrebbero dovuto condividere quell’angoscia, senza assecondarla ma prendendola su di sé e facendola propria. Ma per far questo avrebbero dovuto uscire, tali e quali, da un’altra bocca. Meglio il contrario, meglio parole sbagliate in una bocca giusta, pensavo, vedendoli alzarsi, insieme e stranieri, per scendere dal treno un paio di stazioni prima della mia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domani un convegno a Roma
Niccolò Machiavelli e i 500 anni del «Principe» Domani e venerdì si svolgerà alla Casa delle Letterature (piazza dell’Orologio 3, Roma) il convegno «Il pensiero della crisi. Niccolò Machiavelli e Il Principe», a cura di Maria Ida Gaeta e diretto da Gabriele Pedullà. Il convegno avviene a 500 anni dalla stesura di «Il Principe», un’opera il cui clamore non si è ancora spento. Negli ultimi vent’anni, nonostante il moltiplicarsi delle edizioni, si è assistito a un rarefarsi di studi sul tema. Il convegno è diviso in tre sezioni: «Guerra / Economia», presieduta da Franco Benigno, «Machiavelli in Europa nell’età moderna» da Giulio Ferroni e «Giurisprudenza / Politica» da Jean-Louis Fournel. Intervengono molti docenti italiani e stranieri. Per informazioni si può consultare il sito: www.casadelleletterature.it. (a.dg.)
Il libro
S
i conoscevano molte sinistre. Quella riformista e quella rivoluzionaria, quella massimalista e quella moderata, quella comunista e quella socialista, anarchica, radicale, extraparlamentare, cristiana, ecologista. Ma ce n’è un’altra, sinora poco conosciuta, indicata nel titolo di un nuovo libro scritto da Piero Sansonetti: La sinistra è di destra (Rizzoli, pp. 232, e 11). Non la destra della sinistra. No, proprio la sinistra di destra. Che si dice di sinistra, ma fa politiche di destra. Anche quando potrebbe vincere, dice Sansonetti. Ma non lo fa, per timidezza e subalternità culturale. Il libro di Sansonetti si muove tra due territori, anzi tre. Quello della memoria personale di giornalista di sinistra che per anni ha lavorato e ricoperto ruoli di responsabilità nel giornale organo del Pci e poi del Pds, «l’Unità». Quello storico-politico in senso stretto, con particolare attenzione alle vicende che hanno caratterizzato la sinistra post comunista nella Seconda Repubblica. E quello teorico, nel senso del giudizio che viene dato sulla storia complessiva della sinistra italiana. Sul piano teorico, la sinistra descritta da Sansonetti, quella attuale, è un oggetto misterioso: avrebbe la possibilità di sfondare e non lo fa. Ha predicato per decenni la fine del capitalismo, una società diversa da quella retta dai meccanismi del mercato. E ora che il capitalismo e il mercato boccheggiano in una crisi radicale, ora che mostra la corda anche il «liberismo», una creatura che in Sansonetti e in tanti altri detrattori si trasforma in una specie di mostro culturale e nel responsabile di ogni nefandezza finanziaria, comprese quelle degli Stati, la sinistra non si mostra desiderosa di assestare la spallata finale. Anzi, diventa sempre più subalterna alle logiche «liberiste». Ecco una ragione per cui, secondo Sansonetti, la sinistra italiana d’oggi è irrimediabilmente di destra. L’altro motivo per cui la sinistra sarebbe abbastanza e troppo di destra risiede nella sua storia degli ultimi vent’anni, e precisamente nella seconda metà degli anni Novanta, quando accede al governo dell’Italia nel pieno del-
] Il libro «La sinistra è di destra» (Rizzoli) del giornalista Piero Sansonetti (foto imagoeconomica) esce oggi in libreria.
] Piero Sansonetti (1951) ha lavorato a «l’Unità» e dal 2004 al 2009 è stato direttore di «Liberazione», il quotidiano di Rifondazione comunista. «Avanti Popolo - il PCI nella storia d’Italia» (EIDON)
la Seconda Repubblica. Secondo Sansonetti la sinistra al governo fa tre cose terribili per una sinistra al governo. La prima: fa la guerra del Kosovo, venendo meno alla sua anima pacifista e ignorando l’articolo 11 della nostra Costituzione. La seconda: fa una politica sul mercato del lavoro subalterna alle logiche del mercato e con alcune leggi sulla «flessibilità» spalanca la porta del precariato, del lavoro incerto, della disponibilità «padronale» sui giovani alla ricer-
Contraddizioni Dall’accettazione delle leggi sulla flessibilità, che hanno spalancato le porte al precariato, alla guerra del Kosovo
ca di un’occupazione. La terza: avvia una politica sull’immigrazione di tipo difensivo, instaurando una distinzione tra «clandestino» e «regolare» a suo avviso foriera di sviluppi negativi, fino alla promulgazione della legge detta Bossi-Fini. Solo che, obietta Piero Sansonetti, sia Bossi che Fini sono organicamente, geneticamente, culturalmente di destra, mentre la sinistra non dovrebbe essere di destra. Ma essendosi comportata come la destra, dunque non sarebbe così arbitrario ed esagerato tornare al titolo del libro: La sinistra è di destra. Poi c’è il piano più personale e più autobiografico. Si presenta sul palcoscenico di Sansonetti tutta la galleria dei politici del Pci e dei partiti che con la fine del Pci hanno raccolto la sua eredità. Sono i dirigenti di partito che appartengono a generazioni diverse, dai «vecchi»
Gerardo Chiaromonte ed Emanuele Macaluso, fino alla generazione dei D’Alema e dei Veltroni che dirigono «l’Unità» in anni diversi e portano la loro impronta sul loro giornale, che è anche il giornale organo del partito. Il racconto di Sansonetti non è affatto neutro e spassionato. Anzi. Prevalgono antipatie, idiosincrasie, affinità e tensioni caratteriali. Quello di Walter Veltroni è il ritratto più severo. Quello di Massimo D’Alema, sia pur bonariamente critico, è quello più indulgente. Ma al di là dei dati personali, emerge dalla narrazione di Sansonetti una continuità culturale tra il Pci da lui conosciuto e le formazioni politiche che sono nate sulle ceneri del Pci, che fa pronunciare all’autore una sentenza molto categoricamente liquidatoria: la sinistra italiana è ancora succube di tic culturali di tipo stalinista, che si traducono in censure, modelli autoritari, tentazioni giustizialiste e in una complessiva incapacità di fare seriamente e profondamente i conti con la storia del comunismo. Una critica molto radicale, che però mette in luce il limite maggiore delle riflessioni di Sansonetti: quello di essere formulate in un ambito culturale, politico ed esistenziale di tipo esclusivamente comunista o postcomunista. Sansonetti potrebbe obiettare che quella è esattamente la sinistra che lui ha conosciuto. È vero. Ma non tutta la sinistra è riducibile alla sinistra che Sansonetti ha conosciuto. Ci sono pagine dedicate a Craxi e al trattamento feroce che l’opinione influenzata dal Pci riservò al leader del riformismo socialista. Ma è solo uno spicchio di attenzione verso una sinistra cresciuta in una dimensione storica decisamente polemica nei confronti del comunismo e che non avrebbe esitato nemmeno a definirsi francamente anticomunista. È un tassello importante nel mosaico della sinistra, tra l’altro bollato dalla sinistra di marca Pci come una sinistra «di destra». Ritorna questa definizione nel libro di Sansonetti, stavolta a parti rovesciate. Un destino. E un paradosso, per una sinistra che non riesce ad essere di sinistra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Musica Un’enciclopedia in 111 domande della Edt in collaborazione con il Mozarteum di Salisburgo
Mozart perché? Un breviario per scoprire il genio delle note di GIUSEPPINA MANIN
Saverio dalla Rosa, «Wolfgang Amadeus Mozart», ritratto durante il suo concerto a Verona il 6-7 gennaio del 1770, a 14 anni. In quello stesso anno fu anche a Milano. Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio 1756 e morì a Vienna il 5 dicembre 1791
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erché Mozart è tanto famoso? La domanda 111, l’ultima di un volumetto che tante ne pone e a tante cerca di dar risposta, scocca all’ultima pagina di Piacere, Mozart!, breviario di curiosità sul genio dei geni della musica, messo a punto dall’Edt in collaborazione con il Mozarteum di Salisburgo (pp. 208, e 14,50). Perché, dunque, Amadeus è così noto? Perché, al di là dell’ovvia fama musicale, quel ragazzino imparruccato, quel giovane uomo dallo sguardo ora beffardo ora melanconico a seconda dei ritratti, resta ancora oggi l’oscuro oggetto di tanti interrogativi e misteri? Sintetica e un po’ laconica la risposta del libro: «Perché è riuscito ad avere successo in stili e generi differenti e insieme a creare uno stile proprio, per la sua immensa produttività, per esser stato bambino prodigio ed esser morto giovane, a soli 35 anni». Tutto vero, ma non abbastanza. La risposta 111 non soddisfa. O meglio va integrata con le 110 precedenti. Che, raggruppate per capitoli, cercano di indagare sulla sua vita pubblica e privata, sul suo aspetto fisico e sul suo carattere, sui suoi rapporti complessi con la famiglia, conflittuali con l’autorità, disastrosi con il denaro, birichini con le donne. Una sfilza di interrogativi seri e semiseri, un puzzle di informazioni au-
torevoli e scherzose per ricostruire un «proprio» Mozart ideale: inquieto, ribelle, fragile, vitalissimo, giocoso. Divino. Tra le domande più curiose, la numero 9: cosa faceva Amadeus da bambino? Giocava con la musica, naturalmente. Jonas Schachtner, amico
Bambino Wolfy amava tirar di scherma, era dotato per il disegno e le lingue straniere, abile nel gioco delle carte ed esperto ballerino
dei Mozart, racconta che per quel bimbetto «qualsiasi attività diventava interessante solo se accompagnata da sottofondo musicale». Ma Wolfy amava anche tirar di scherma, era dotato per il disegno e le lingue straniere. Era abile nel gioco delle carte ed esperto ballerino. Come tale si esibì per la prima volta in pubblico a 5 anni in onore dell’arcivescovo di Salisburgo von Schrattenbach, generoso datore di lavoro di suo padre Leopold. Meno lieti, per Amadeus, i rapporti con il successore, von Colloredo. La domanda 41: perché volle andarsene da Salisburgo? Mette in luce l’avversio-
ne profonda del compositore per quel signore dispotico che lo assunse come Konzertmeister ma «lo trattava come un servitore, facendolo pranzare in cucina». A sancire la rottura il traumatico Arschtritt, il calcio nel sedere con cui il conte-arcivescovo lo cacciò dal palazzo. Furioso Amadeus scrive al padre: «Un fatto del genere significa che Salisburgo non fa più per me, a meno che non mi si offra una buona occasione per restituire al signor conte un calcio in culo, dovesse anche avvenire sulla pubblica via». Quanto alla tanto chiacchierata «rivalità» con Antonio Salieri, cardine del celebre film di Milos Forman, la risposta alla domanda 52 è categorica: «pura leggenda». Tra le prove addotte: Salieri ebbe a sua volta grandissimo successo e Mozart scelse proprio lui come insegnante per suo figlio Franz. Sorprendente, infine, il capitolo «Mozart e le donne»: le prime esperienze sessuali con la cuginetta Maria Anna, i legami amorosi con le sorelle Weber, prima innamorato di Aloisia, poi di Constanze, che sposò. Anche perché la futura suocera gli aveva fatto firmare un patto con cui si impegnava, non avesse tenuto fede entro tre anni, a pagare a Constanze una rendita di 900 fiorini annui. La portò all’altare, la amò, ma non le fu fedele. Innumerevoli pare le sue relazioni: allieve, cantanti, baronesse… «Le sue avventure con le cameriere», le definiva ironica Constanze. Che d’altra parte non vi dava troppo peso. «Era così amabile — scrive — che non era possibile restare arrabbiati con lui. Gli si doveva di nuovo voler bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Idee&opinioni
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SENSO COMUNE
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È iniziata ieri con la conferenza stampa di Rete Imprese Italia, convocata per lanciare la mobilitazione nazionale del 28 gennaio, una fase della campagna elettorale che vedrà prendere la parola le organizzazioni di rappresentanza dell’impresa e del lavoro. Da oggi in rapida successione ascolteremo il punto di vista della Cisl di Raffaele Bonanni, della Confindustria targata Squinzi, seguiremo la due giorni della Cgil che culminerà nella presentazione di un Piano per il lavoro e, ancora, vedremo quale grado di intensità raggiungerà la manifestazione di Rete Imprese Italia. Ciascuna organizzazione si proporrà con modalità diverse, alcune metteranno l’accento sull’analisi dei guasti della recessione, altre enfatizzeranno le proprie ricette. Tranne la Cgil, dichiaratamente schierata con Bersani-Vendola, le altre associazioni saranno attente a modulare i giudizi. Lo stesso Bonanni, che pure si è speso per la nascita della lista di centro, dovrà tener conto che almeno un paio di suoi dirigenti/tecnici di riferimento alla fine si sono candidati con il Pd. I leader più avvertiti sanno poi che il collateralismo è morto e sepolto e i loro associati si sono abituati a fare tranquilla-
mente zapping. Sindacalmente magari scelgono la Cisl o la Cna e poi affidano il proprio consenso elettorale al centro-destra o al Movimento 5 Stelle. Non esistono più fedeltà a senso unico, neanche per gli iscritti alla Fiom che, come la letteratura sociologica ha dimostrato in passato, hanno votato largamente per la Lega Nord. Ma al di là della canalizzazione del consenso le forze sociali dovranno preoccuparsi della credibilità delle istanze che avanzeranno. Sarebbe un errore se sprecassero il loro protagonismo chiedendo la luna già sapendo di non poterla avere. Risulterà convincente, invece, chi saprà ragionare anche in campagna elettorale in termini di scambio virtuoso, saprà chiedere le cose giuste ma anche indicare cosa è disposto a investire di suo. Quale che sia il risultato elettorale non ci sono governi salvifici alle porte, il risanamento e la crescita dipenderanno da uno sforzo comune che raccordi politica e società. Più di quanto siano riusciti a fare i tecnici nell’anno che è passato.
Dario Di Vico @dariodivico © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA VITTORIA AMARA DI BIBI NETANYAHU UNA STRADA IN SALITA PER ISRAELE
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Benjamin Netanyahu voleva vincere le elezioni. Ha vinto ma è come se avesse perso. Esce infatti bruscamente ridimensionato, dopo aver chiamato anticipatamente i suoi connazionali alle urne. Stando alle prime proiezioni, vi è quasi una parità fra destra e sinistra. I veri protagonisti di questo terremoto politico non sono stati Netanyahu e il suo partner ultranazionalista, il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, ma tre nuovi leader, che rappresentano l’ultradestra religiosa dei coloni e dell’hi-tech, il mondo ultralaico ben radicato soprattutto a Tel Aviv e il redivivo partito laburista. Si potrebbe dire che il vero confronto si è giocato al piano inferiore della politica israeliana tra Naftali Bennet, 40 anni, ex braccio destro di Netanyahu, il cinquantenne Yair Lapid, che è un giornalista esattamente come la leader laburista Shelly Yachimovich. Non è l’avvio di un progetto di «rottamazione», ma certo è un forte segnale quello che affiora dalle urne, almeno a giudicare dai primi exit poll, in realtà — in Israele — non molto affidabili. Nella classifica della sorprese, la più sorprendente è rappresentata da Lapid, che riesce a schierarsi al secondo posto. Bennet, vera novità dell’estrema destra, ha sottratto a Bibi numerosi consensi. Lo smagrito Likud non
ha avuto alcun beneficio dall’alleanza con Lieberman. L’unione non ha fatto la forza ma partorito una debolezza. È ancora presto per immaginare quale coalizione potrà fare Netanyahu e come si muoverà il presidente Peres, che dovrà decidere a chi affidare l’incarico di formare il governo. Per ora si può dire che questa è stata l’elezione più sorprendente degli ultimi 15 anni. Si pensava che gli israeliani, che cominciano ad essere afflitti da problemi sociali ed economici, rispondessero al voto con l’apatia e l’astensione. Al contrario, l’affluenza è stata la più alta dal 1999. Si pensava che si dovesse dibattere del conflitto con i palestinesi e del processo di pace. Non ne ha parlato nessuno. A parte Bennet, il quale sostiene che ormai i tempi sono maturi per annettere il 60% della Cisgiordania. In altri tempi sarebbe stata una bestemmia per la sinistra, ma anche la leader laburista Yachimovich si è tenuta lontana dal tema. La stabilità di Israele invece di rafforzarsi ne esce indebolita. Il presidente Obama è stato molto duro con Netanyahu, e ora, considerate le rischiose incognite regionali, la strada anche per Israele si presenta in salita.
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di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA SEGUE DALLA PRIMA
Ma come? — obietta Manconi — come si può parlare di obbedienza al mainstream delle idee dominanti in un Paese dove a tutt’oggi non c’è neppure uno straccio di legge sulle unioni civili, dove nel codice non figura ancora il reato di omofobia? Invece si può. Si può benissimo proprio ricordando le parole di Orwell di cui sopra: e cioè che «Il conformismo degli intellettuali non si misura su ciò che pensa la gente comune, bensì si misura su ciò che pensano gli altri intellettuali». Ora si dà il caso che oggi, nell’intero Occidente, l’opinione ultramaggioritaria di costoro sia tutta, in linea di principio, dalla parte delle rivendicazioni dei movimenti omosessuali. Per una ragione ovvia, e cioè che gli intellettuali occidentali, da quando esistono, amano atteggiarsi a difensori elettivi di ogni minoranza la quale si presenti come debole, oppressa, o addirittura perseguitata: al modo, per l’appunto, in cui di certo è stata storicamente, specie nei Paesi protestanti, la minoranza omosessuale. Per questo è abbastanza ovvio che nell’ambiente intellettuale chi pure dentro di sé è magari convintissimo che la natura esiste, che il genere corrisponde a una base sessuale biologica, che non si possa parlare di alcun diritto alla genitorialità ma che semmai il solo diritto è quello del bambino ad avere un padre e una madre, chi è pure dentro di sé, dicevo, è magari arciconvinto di tutte queste cose, esita tuttavia a dirlo chiaramente. Per la semplice ragione che non ama sottoporsi al giudizio negativo che una tale affermazione gli attirerebbe immediatamente da parte dei suoi simili. Perlopiù, infatti, gli intellettuali non temono affatto il giudizio della gente comune (che anzi assai spesso si compiacciono di contrastare); temono molto, invece, quello del loro ambiente, degli altri intellettuali. Come Orwell per l’appunto aveva capito benissimo. Anche per una ragione più generale. Essi sanno bene che in una società democratica di massa — in specie per ciò che riguarda l’ambito dei valori personali e del costume — l’opinione degli addetti alle mansioni intellettuali è destinata inevitabilmente, prima o poi, a divenire l’opinione dominante. Da questo punto di vista è davvero difficile — a proposito del matrimonio gay e delle questioni relative — accettare quanto obietta sempre Manconi, e cioè che seppure il giudizio degli intellettuali è in tale materia un giudizio massicciamente favorevole, non si può però parlare di un loro conformismo dal momento che in Italia «la mentalità condivisa e i sentimenti collettivi sono in prevalenza altri». Forse — e almeno parzialmente — ancora oggi è così. Forse: ma può qualcuno dubitare davvero che in un
brevissimo giro di tempo anche la maggioranza della nostra opinione pubblica non si adeguerà all’opinione attualmente già dominante quasi dappertutto in Europa come nell’America settentrionale? Davvero non significa nulla, ad esempio, che proprio su questo giornale — per carità con le migliori intenzioni del mondo — sia comparsa appena la settimana scorsa un’intera pagina intitolata «Genere neutro», dove si illustrava la positività moderna, culturalmente molto à la page, di un’educazione dei bambini all’insegna del rifiuto delle obsolete categorie «maschietti» e «femminucce»? Da che parte sta, allora, il conformismo? Mi chiedo, in quale direzione va il mainstream? In quella di Obama o del cardinale Bagnasco? Nella sua essenza non è un mainstream politico: è qualcosa di molto più profondo percepibile adeguatamente adoperando non già categorie ideologiche e neppure giuridiche,
magazine alla pubblicità, dalla tv al cinema, e che si tratti della pubblicità di un profumo o di un orologio o di un film di successo — dappertutto domina la più intrigante ambiguità dei corpi, spesso dalle fattezze allusivamente ermafrodite, seminudi, accostati l’uno all’altro senza distinzione di sessi. E per giunta tutto sempre terribilmente «moderno», oggettivamente accattivante, sullo sfondo degli ambienti e dei paesaggi più seducenti, tutto sempre culturalmente in piena sintonia coi tempi: tanto per dire, mai una famiglia, mai una fede al dito (come ostensibilmente, invece, nel Bersani dei ritratti elettorali odierni). Dove sta allora — mi piacerebbe continuare a chiedere a Manconi — qual è il pensiero dominante? E in quale campo si manifesta? Su Famiglia cristiana o su Vogue? Non basta. Chi dice pubblicità dice economia. E non a caso l’omosessualità e le sue rivendicazioni ad ampio raggio sono da tempo anche un florido business. Era noto, ma ora ce lo racconta bene Il Fatto del 16 gennaio. «Essere gay friendly — si legge — non è più un costo ma un beneficio. Offre innumerevoli possibilità di guadagno e attrae un elevato numero di consumatori. I gay americani, ad esempio, spendono oltre 835 miliardi di dollari l’anno. E anche in Italia i numeri non possono essere sottovalutati». Ancora: «I maggiori istituti finanziari del mondo fanno quasi a gara nel lanciare iniziative pro gay: JP Morgan ha per esempio sponsorizzato l’organizzazione dei gay pride a Londra e New York; la banca londinese Lloyds stima che all’interno del gruppo lavorino circa 2.500 omosessuali e transgender e ne favorisce l’inserimento tra i colleghi, con i clienti e all’interno della comunità». Dal canto suo «l’amministratore di Goldman Sachs, sposato con tre figli, fa uno spot tv a sostegno dei matrimoni gay perché, dice, "la tolleranza è un buon affare"». La tolleranza e gli affari certo. Meglio però se entrambi «politicamente corretti»: non si ha notizia, infatti, che ad alcun presidente della Apple o più modestamente della Fiat sia mai venuto in mente di presenziare al Family Day. Chissà perché. Ps: vorrei fosse chiaro, questo non è un articolo sull’omosessualità, sugli omosessuali o sui loro diritti. È un articolo sulle vestali dell’illuminismo che non si sono accorte di essersi trasformate col tempo in devote sentinelle delle maggioranze silenziose.
bensì il parametro rivelatore delle immagini, il linguaggio della pubblicità con il suo ovvio rimando a quell’ambito supremo che è l’economia. Il confronto appare immediatamente impari. Basta gettare uno sguardo sulle riviste e in genere sulle pubblicazioni dell’editoria cattolica. In modo particolarissimo sulle copertine dei libri a grande tiratura, della pastorale «per tutti». Al primo colpo d’occhio famiglie effigiate appaiono irreali, perlopiù sdolcinatamente felici, sorridenti e circondate di debita prole, impegnate nell’esplicita quanto disperata edificazione del lettore: lei magari ancora con gonna plissettata (nel 2013!) e lui con lo zainetto. E così è quasi sempre per la raffigurazione di donne e uomini: immagini inerti e senza alcuna profondità, senza storia. Da cui emana perlopiù un’eterosessualità piatta e tristissima, una convenzionalità di ruoli oggi più che mai destinata a risultare irrimediabilmente patetica. Che differenza con ciò che invece si vede altrove! Qui — dai
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Antonio Ferrari aferrari@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE DIMISSIONI DI MUSSARI DALL’ABI IL MONTEPASCHI E L’IMBARAZZO DEL PD Inutile negarlo: per il Pd la vicenda dei derivati che sarebbero stati sottoscritti «segretamente» nel 2009 dal Monte dei Paschi di Siena, con le conseguenti dimissioni di Giuseppe Mussari dalla presidenza dell’Abi, adesso proprio non ci volevano. Non in piena campagna elettorale. Non quando c’è in ballo pure il voto al Comune di Siena, roccaforte diessina prima e democratica poi, dal mese di giugno 2012 senza giunta dopo che il Pd locale si è dilaniato proprio a causa della banca. Ma l’imbarazzo in questo caso era inevitabile. Sappiamo che le privatizzazioni non hanno fatto uscire del tutto la politica dalle banche. Attraverso le Fondazioni, che ne controllano quote cospicue, i partiti continuano in qualche caso ancora a condizionarne le scelte. C’è perfino chi teorizza il diritto della politica a farlo. Un paio d’anni fa il leader leghista Umberto Bossi emanò il seguente editto: «Le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello». E certo a Piero Fassino resterà per sempre appiccicata quella sciagurata domanda («Abbiamo una banca?») sfuggitagli al telefono con Giovanni Consorte durante la scalata dell’Unipol alla Bnl… Nel Montepaschi, però, la presenza della politica non è relegata a una partecipazione di
Matrimoni gay e questioni di genere Se il conformismo cambia direzione
CHIARA DATTOLA
L’ECONOMIA PER RIPARTIRE HA BISOGNO DI PARTI SOCIALI DISPOSTE ALLO SCAMBIO
minoranza, per quanto di peso, come accade a Unicredit o Intesa San Paolo. E neppure a una battuta tanto infelice quanto innocua. La banca senese è controllata da una Fondazione, a sua volta controllata dal Comune, a sua volta feudo Pd: prima appunto che gli ex margheritini e gli ex diessini litigassero ferocemente a proposito del destino del Monte e di certe poltrone. I sindaci che negli ultimi vent’anni hanno preceduto il dimissionario Franco Ceccuzzi, erano anche dipendenti del Monte. A dimostrazione di un rapporto simbiotico fra città, banca e partito. Oltre a rappresentare una seria ipoteca sullo sviluppo, viste le tante discutibili operazioni del passato dettate dalla politica, una presenza così forte dei partiti ha riflessi sulla gestione. Quando qualche mese fa è arrivato, l’attuale presidente Alessandro Profumo ha trovato nelle controllate una trentina di caselle occupate con nomine politiche. Il Monte è una società quotata in borsa: ma finora non c’è stato verso di convincere la politica a fare un passo indietro. E adesso i nodi vengono al pettine, nel momento peggiore. Servirà almeno di lezione?
Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
MATURITA’ CIVILE
Elezioni, un’occasione per crescere di GIORGIO VITTADINI
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aro Direttore, soprattutto in un momento di crisi, di incertezza, di difficoltà della classe politica ad apparire credibile, la competizione elettorale può rappresentare l’occasione per maturare maggiore consapevolezza e responsabilità verso ciò che accade nel nostro Paese. Chi — come accade in una comunità cristiana — si educa a vivere in modo profondo la sua umanità, i suoi desideri, ad essere fiducioso, libero, solidale, non può non desiderare che sia sempre affermato il valore di ogni singola persona e che tutte le energie positive che si annidano nella società, sostenute da ideali diversi, vengano liberate. Che cosa può favorire questo? Innanzitutto la fondamentale difesa dei principi non negoziabili. Ma non basta. Occorre anche battersi per un reale pluralismo, non solo elettorale o partitico, ma culturale e sociale, garanzia di democrazia sostanziale. Inoltre, affinché l’educazione della persona nel senso descritto sia al centro nella società, è decisivo un sistema dell’istruzione che valorizzi il merito e nello stesso tempo dia una effettiva pari opportunità ai meno abbienti, puntando su libertà di insegnamento, creatività di insegnanti e studenti, autonomia delle scuole
pubbliche e parità delle scuole libere. Analogamente, perché maturi e dia frutto la capacità dei nostri giovani, è necessaria una sana competizione nel sistema universitario, per cui possa emergere chi fa buona didattica e buona ricerca, chi propone dottorati e master di qualità, chi è più utile al territorio nel quale è inserito. Nel mondo dell’imprenditoria la strada maestra perché la crescita torni a prendere quota è incentivare chi occupa, investe, esporta, e sbloccare il mercato del lavoro affinché un percorso lavorativo possa essere più flessibile, ma non più precario. Certo, un’azione sociale davvero libera non può che essere anche solidale. A questo scopo non possono offrire valide risposte né un welfare statalista, né un mercato meramente liberista. Occorre riscoprire il valore delle imprese non profit nate dalle realtà sociali (non per niente laddove il welfare è più sussidiario, sanità e assistenza costano meno e sono più efficaci). Quanto finora esposto non può che essere considerato nel contesto della nostra ineluttabile appartenenza all’Unione europea. Per questo è irresponsabile censurare gli effetti sulla vita della gente dell’aumento dello spread o dell’impatto del debito pubblico. Anzi, biso-
gna avere il coraggio di intervenire sull’origine di questo debito, che è l’inefficienza della macchina statale, della burocrazia centrale e locale, dei finanziamenti a pioggia a un certo mondo associativo collaterale alla politica. E, last but not least, occorre anche ricordare che la tutela della persona ha bisogno di una riforma della giustizia che rispetti i principi costituzionali: la garanzia di un’effettiva indipendenza dei tre poteri dello Stato, la presunzione d’innocenza di un imputato e la carcerazione (non preventiva!) a scopo redentivo. Non è un gioco di parole ripetere che un programma in difesa della persona può essere attuato solo da candidati credibili. Nessuna moralistica condanna preventiva, tuttavia sia chi si autodefinisce giovane e nuovo ma ripropone solo contenuti vecchi, sia chi ha già governato ma senza buoni risultati, deve avere il buon gusto di lasciare spazio ad altri. Non servono demiurghi vecchi e nuovi. Occorrono solo forme di governo che valorizzino ciò che nasce dal basso, favorendo un nuovo sviluppo, imperniato sulla libertà delle persone e delle formazioni sociali, in un’ottica sussidiaria e solidale. Presidente Fondazione per la Sussidiarietà © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Lettere al Corriere
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
BRÜNING, L’ULTIMO CANCELLIERE PRIMA DELLA VITTORIA DI HITLER
Risponde Sergio Romano In un articolo dedicato a Mario Monti, il Financial Times paragona il capo del governo italiano a Heinrich Brüning, cancelliere tedesco tra il 1930 e il 1932. Tutti sappiamo che cosa successe in Germania dopo Brüning. Chi era esattamente lo statista tedesco? Ha un fondamento il paragone? Laura Rota rotal1956@libero.it Cara Signora, enso che Wolfgang Münchau, autore dell’articolo, abbia commesso un errore, ma credo di capire perché il confronto gli sia sembrato possibile e istruttivo. Brüning è una delle personalità più interessanti della Repubblica di Weimar. Quando fece la sua apparizione sulla scena politica tedesca, negli
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A ROMA E IN POLONIA
all’inflazione, aumento delle tasse, diminuzione della spesa pubblica. Piaceva agli industriali, ai militari e persino al capo dello Stato, il maresciallo Hindenburg, che lo chiamò a palazzo il 27 marzo per affidargli la formazione del governo. Brüning era pronto e accettò, ma chiese e ottenne che il maresciallo, per sostenere il governo, facesse uso, se necessario, dei poteri presidenziali previsti dalla Costituzione. Nacque cosi in meno di 48 ore (un record nella storia della Repubblica di Weimar) un «governo del presidente» che non intendeva abbassarsi a patti e compromessi con le
anni Venti, si era già fatto notare per i suoi studi, per il suo comportamento in guerra, per il suo impegno a favore dei veterani dopo la fine del conflitto. Era cattolico, aveva una formazione economica ed era stato eletto al Reichstag nelle file del Zentrum, una «democrazia cristiana» che era diventata una sorta di perno centrista in un quadro politico dominato dalla rivalità fra socialdemocratici e comunisti e da sanguinosi scontri di strada tra formazioni di destra e di sinistra. Quando la crisi americana del 1929 mise in ginocchio l’economia tedesca (tre milioni di disoccupati agli inizi del 1930), Brüning dette l’impressione di avere le doti di carattere necessarie in circostanze difficili e idee molto chiare sulle soluzioni da adottare: lotta Sono, insieme ai trasteverini, i più antichi condomini della città.
Comunità ebraiche Caro Romano, dopo aver letto la sua risposta a Emanuel Segre Amar mi chiedo se io — di religione ebraica, che ho sposato come la maggior parte dei miei amici e/o parenti persone della mia stessa religione, che molto spesso adopero per comunicare con i miei correligionari una lingua straniera (il giudaicoromanesco), lingua non conosciuta dalle persone non ebree che frequento — alla luce di quanto esposto, posso considerarmi cittadino italiano o sono un corpo estraneo nel Paese. Giovanni Terracina fett1946@yahoo.it
Nessuna comunità ebraica europea ha avuto tutte le particolari caratteristiche di quella polacca: una religione, una lingua, una letteratura, un proprio insediamento urbano e rurale. Quanto agli ebrei romani, presenti nella città sin dagli anni dell’Impero romano, è impossibile parlarne come di un corpo estraneo.
SENZA CALO DELLE SPESE non è disponibile. In tv dicono che ci son solo interruzioni temporanee, che c’è un risparmio di carta, meno lavoro per le segreterie scolastiche ecc. Le segreterie offrivano il modulo di iscrizione in cartaceo con un fronte retro semplicissimo, ora per far vedere ai genitori il modulo si stampano 6-7 pagine a testa.
Aumento delle tasse Penso che la riduzione dello spread sarebbe stata più rapida se l’aumento delle tasse fosse stato preceduto o affiancato da una robusta riduzione delle spese sia statali che locali. E senz’altro la depressione economica sarebbe stata minore. Roberto Longoni, Monza
Giuseppe Bonin beppebonin@libero.it
ISCRIZIONI ONLINE
Davvero un risparmio?
PRELIEVI BANCOMAT USA
È da 48 ore che cerco di entrare nel modulo per le iscrizioni online e 48 ore che
Negli Stati Uniti, in questi tempi di crisi, i distributori
A partire da un dollaro
forze politiche. La legge di bilancio, ispirata dai principi già annunciati da Brüning, incontrò parecchi ostacoli, ma fu imposta con un decreto. E quando la maggioranza del Parlamento rifiutò di approvarla, il cancelliere decise lo scioglimento del Reichstag, ritardò per quanto possibile la data delle elezioni e governò nel frattempo in una sorta di apnea democratica. Le elezioni, nel settembre 1930, non dettero i risultati desiderati. Il voto indebolì i socialisti, rafforzò i comunisti e ridusse ulteriormente l’influenza dei partiti moderati. Brüning continuò a governare, ma in una situazione economica che andava continuamente deteriorandosi: 4.380.000 disoccupati nel dicembre del 1930, 5.615.000 alla fine del 1931. Il cancelliere ricorse ai decreti,
ma nella primavera del 1932 perdette il sostegno di Hindenburg e fu costretto a dimettersi. Le nuove elezioni, il 31 gennaio 1933, aprirono le porte del Reichstag a 230 deputati del partito nazional-socialista. Come vede, cara signora, le analogie sono suggestive, ma le differenze non sono meno importanti. Monti si muove in un contesto europeo completamente diverso da quello degli anni Trenta e ha un programma elettorale che ricorda in molti punti quello del Partito democratico di Bersani. Esistono partiti e movimenti antisistema, ma il nostro Hitler, se esiste, assomiglia a quello di Charlie Chaplin nel «Grande dittatore» piuttosto che all’originale in carne e ossa.
elettronici di alcuni Istituti bancari erogano banconote a partire da un dollaro per agevolare i meno abbienti. Invece in Europa, dove non esistono le banconote da un euro, quasi tutti i bancomat distribuiscono tagli minimi, non da cinque ma da 20 euro!
combatterla: il redditometro può essere uno strumento per stanare i furbi. Le persone oneste non hanno nulla da temere e possono sopportare i controlli, se possono ristabilire una maggiore equità fiscale e il recupero di risorse così necessarie per la ripresa.
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Giovannino Gliozzi Reggio Calabria
Roberto Rinaldi Bussero (Mi)
REDDITOMETRO
CANONE RAI / 1
Nessuna paura
Gli evasori scoperti
Nel nostro Paese è in corso un grande dibattito, con molte polemiche, sul redditometro. Da decenni l’evasione è mostruosamente elevata e rappresenta un terribile problema. Ora, finalmente, si vede una maggiore determinazione nel
Sono uno dei tanti abbonati Rai che non vede l’ora di vedere pubblicate le cifre della lotta agli evasori. Quando avrò mai questa fortuna? Umberto Brusco Bardolino (Vr)
CANONE RAI /2
Le spese postali La tua opinione su corriere.it/opinioni/ Iscrizione online nelle scuole. Secondo voi è un’innovazione utile per agevolare le famiglie?
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
RR
Sì
62,1
No 37,9
La domanda di oggi Il cardinale Bagnasco, in un’intervista, dice che «evadere è peccato». Siete d’accordo?
Possibile che per pagare delle tasse (vedasi canone Rai) si debba subire anche il balzello delle spese postali? Quando si incomincerà a rispettare chi paga regolarmente? Dealma Masciadri ma.dea@libero.it
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E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it
Tuttifrutti di Gian Antonio Stella
Quel filo diretto tra Arcore e il Cielo
«L
o Spirito Santo, nella notte, ha illuminato il presidente Berlusconi. Nel segno di Cosentino vinceremo in Campania». C’è da sgranare gli occhi a rileggere oggi quanto era scritto ieri mattina sul profilo Twitter «Pdl Pompei 2013» a proposito della candidatura del deputato di Casal di Principe Nicola Cosentino. Come sia finita è noto. Per dirla in latinorum, «non habemus Cosentinum»: escluso dalle liste del Popolo della libertà perché sarebbe stato forse utile coi suoi voti a Caserta, Napoli e dintorni ma anche una possibile zavorra agli occhi di altri elettori, a partire da quelli padani. Che il partito della città della Madonna del Rosario, «Augusta Regina delle vittorie», abbia scomodato per il politico casalese perfino la Terza Persona della santissima Trinità, elettoralmente affaccendata da un paio di millenni soltanto nei conclavi per la scelta dei successori di San Pietro, è un divertente ritorno al passato. Silvio Berlusconi, infatti, prese a tirare in ballo un filo diretto col Padreterno prima ancora di scendere in politica. Ad esempio in una lontana udienza papale con parenti, giocatori, manager, giornalisti, attori, quando l’allora Sua Emittenza si rivolse a Giovanni Paolo II, come ricordò Massimo Gramellini su «Micromega» con parole indimenticabili: «Cara Santità, mi lasci dire che lei assomiglia al mio Milan. Infatti lei, come noi, è spesso in trasferta, a portare nel mondo un’idea vincente, che è l’idea di Dio». «Che cosa le ha risposto il Papa a questa battuta?», gli chiese Guglielmo Zucconi. E lui, con una risatina da birbante: «Mah, niente di preciso. Mi ha dato la sua benedizione. Ma con l’aria di pensare che non ne avessi un bisogno particolare...». Da allora è stato un diluvio. La promessa di un miracolo. La nomina degli «apostoli»: «andate e convertite le genti». Il richiamo alle tradizioni familiari: Il Cavaliere «Sono religioso, cattolico praticante. alleato con i Ho cinque zie suore e la domenica un cugino sacerdote viene ad Arcore santi (e non lo mio a celebrare messa nella mia cappella nasconde) privata. La comunione? Si, mi comunico spesso. Anche perché se non lo faccio, mia madre mi chiama in disparte e mi rimprovera: "Cos’hai fatto a Dio, che oggi non ti sei comunicato?"». L’annuncio che «il programma verrà presentato in dodici disegni di legge come le dodici tavole». La rivendicazione di una investitura celeste: «Uno che arriva come sono arrivato io alla guida dell’Italia è come se in qualche modo fosse stato unto dal Signore». I paragoni con i santi: «Accusare di corruzione me è come arrestare Madre Teresa di Calcutta perché una bambina del suo istituto ha rubato una mela». E poi le citazioni: «Ho detto: vade retro Satana a tutti i pastrocchi della Prima Repubblica». I rimandi al catechismo dell’infanzia: «Ho fatto un fioretto: mai nominare Bossi». I sospiri da Golgota: «Berrò l’amaro calice di tornare a Palazzo Chigi». Le rivelazioni mistiche: «L’altro giorno nella cappella di Arcore ho visto mia madre in colloquio diretto col mio angelo custode...». E via così, per anni e anni... Nulla però ha superato la confidenza che fece a un gruppo di forzisti vicentini cresciuti ai piedi della Madonna di Monte Berico: «All’Ospedale San Raffale una madre mi pregò di convincere il figlio bloccato provvisoriamente su una sedie a rotelle a riprendere a camminare. Mi presentai dal ragazzo e gli dissi: "Giacomo, fatti forza. Alzati e cammina...". Lui, dopo alcuni giorni, si alzò». Amen.
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Interventi & Repliche Monti e la salita in politica Caro direttore, mi riferisco all’intervista a Mario Monti (Corriere 20 gennaio). È sorprendente che ci abbia messo un anno a capire quale è la situazione dell’Italia. Ma dove ha vissuto fino ad oggi? «Quando incontravo Angela Merkel sapeva...» È sorprendente la sua sorpresa. Evidentemente non sa che la Bundesbank monitora il debito pubblico di tutti i Paesi europei (e non) e la Merkel, quando lo deve incontrare, ha un rapporto sull’Italia più aggiornato del suo. Ho passato 16 anni in Parlamento. Il potere è la droga più seducente. Stando là ho notato che i professori sono i più esposti, soprattutto se vengono da una attività diversa dalla
politica, alle lusinghe del potere. Il nostro sapeva perfettamente di essere un’invenzione di Napolitano e di avere un mandato a termine su cui sia Napolitano sia lui erano impegnati con i partiti. Infatti non passava giorno che non venisse ribadito questo impegno a termine. Mentre lui ha abbandonato «il suo stile» e ha ceduto «al peso del senso del potere». È umano! Ma non si meravigli se il Presidente non ha apprezzato. «Credo di averlo sorpreso...», dice. Io credo che sia stato molto più che sorpreso: imbufalito per il tradimento, rispetto alle assicurazioni che avevano dato insieme, ai partiti e imbufalito per i danni che si accingeva a fare ai partiti che lo avevano sostenuto.
Salva l’unica riforma, l’anticipazione di quella fatta da B. sulle pensioni, le altre sono state un disastro, nonostante le correzioni in Parlamento: sul lavoro è riuscito in un solo anno ad aumentare del 90% (dal 20 al 37%) la disoccupazione giovanile, mentre ha demolito la cantieristica e il turismo nautico per la gioia dei nostri cugini francesi. «Nessuno, dopo Mussolini, ha avuto tanti poteri come lei», lei gli ha detto. E lui: «Ogni provvedimento... si avviava in perfetta solitudine. Zero deputati, zero senatori...». Nulla rende più evidente di questa frase la insipienza politica di quest’uomo. Non si è neppure reso conto che Napolitano l’aveva messo sul trono! Il
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suo approccio è, politicamente parlando, modesto in quanto manca di prospettiva e l’«agenda» è un documento confuso che prescinde dai rapporti con le altre forze politiche, come se lui potesse continuare a governare come ha fatto nell’anno trascorso. Ma soprattutto manca di realismo. Come pensa di incidere sulla politica del futuro governo, visto che è esclusa la sua vittoria elettorale. Forse indebolendo il Pd per poterlo ricattare. La scelta delle 3 liste alla Camera, come lei ha ben evidenziato, è semplicemente ridicola. Non aspetteremo molto per vederli votare divisi. Ma poi non ha voluto accettare di fare il federatore dei moderati perché voleva farlo per i riformisti: infatti, come lei
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ha evidenziato l’ha fatto con Casini e Fini. L’ultimo danno l’ha fatto in Lombardia dove forse, dopo 15 anni, un cambio di mano sarebbe stato salutare. Questa nostra Italia è ancora vittima del comunismo. Ritengo ci sia un solo modo per superarlo, visto che il Pci/Pds/Ds/Pd non ha ancora fatto i conti con il suo passato. Ed è quello di far governare i comunisti senza paraventi alla Prodi. È quello di farli misurare da soli con i problemi del Paese e con la gente. Bersani sembra orientato a governare da sinistra e a trovare una mediazione accettabile e accettata che farà uscire dal comunismo la sinistra italiana, vera palla al piede alla modernizzazione dell’Italia. Mario Usellini, Milano
e 0,30 + e 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. e 0,80 + e 0,40; m/m/g/d Corsera + CorMez. e 0,80 + e 0,40; ven. Corsera + Sette + CorMez. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. e 0,80 + e 0,40; ven. Corsera + Sette + CorVen. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,40; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo e 0,53 + e 0,67; ven. Corsera + Sette + CorBo e 0,53 + e 0,30 + e 0,67; sab. Corsera + Io Donna + CorBo e 0,53 + e 0,30 + e 0,67. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi e 0,53 + e 0,67; ven. Corsera + Sette + CorFi e 0,53 + e 0,30 + e 0,67; sab. Corsera + Io Donna + CorFi e 0,53 + e 0,30 + e 0,67.
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MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Spettacoli
«Skyfall»
Bond censurato I giovani cinesi protestano sul web
Sugli schermi Il film sul Presidente che abolì gli schiavi: per la prima volta il regista americano non privilegia l’uso delle immagini Day-Lewis superbo
I tagli a Skyfall, il film di James Bond arrivato in Cina, hanno fatto infuriare gli utenti dei microblog cinesi, che denunciano l’ennesima censura. «È snervante! Ogni
Lincoln
di PAOLO MEREGHETTI
P
robabilmente Spielberg non conosce i film di Straub e sicuramente Straub non ama i film di Spielberg, eppure questo Lincoln fa immaginare un possibile «ponte» tra questi due registi lontanissimi (e per molti versi antitetici). Perché per la prima volta nella carriera del regista hollywoodiano il visivo cede il passo al parlato e il film riconosce alla forza del dialogo una priorità che sarebbe difficile trovare negli altri suoi film. E perché non si tratta di una «parola» fine a se stessa, magari compiaciuta della propria eloquenza o della propria musicalità: è una «parola» che ci aiuta a misurare direttamente il potere, che diventa a sua volta potere, serve per conquistarlo esercitarlo e mantenerlo. E infine perché a ben vedere il film di Spielberg non è «su» Lincoln ma su «come» Lincoln sapeva esercitare il potere. Per questo sceglie un momento preciso della sua storia, la lotta nel gennaio del 1865 per far Il film approvare il tredel dicesimo Mereghetti emendamento alla Costituzione, quello che abolisce la schiavitù, e che nel progetto del Presidente diventa più importante addirittura della pace con gli Stati della Confederazione, dopo quattro anni di crudelissima guerra civile. Non è una scelta da poco: sposta completamente l’asse del film e il punto di osservazione del regista ma anche quello dello spettatore che si trova così «costretto» a fare i conti non solo o non tanto con una storia ma piuttosto con un’idea di cinema e soprattutto di politica. Che cosa ci vuol dire Spielberg con questo Lincoln? Per esempio che l’orizzonte della vera politica non dev’essere quello degli equilibri quotidiani a cui sembrano costringerti i rapporti di forze esistenti, ma piuttosto quello di una vera rivoluzione (come appunto sarà l’approvazione del tredicesimo emendamento, capace di spianare la strada, centocinquant’anni dopo, all’elezione
volta la stessa cosa», ha scritto l’utente Niccilee su Sina Weibo. Tra le scene censurate quella nella quale il sicario Patrice uccide una guardia di sicurezza cinese a Shangai.
La «rivoluzione» di Spielberg con la forza della parola Un ritratto del potere basato sui dialoghi del primo Presidente di colore). Così come ci dice che per cambiare radicalmente il corso politico di una nazione — la «rivoluzione» cui accennavo prima — si può ricorrere a strumenti non sempre immacolati
Le stelle
Come Lincoln fece abolire la schiavitù per legge. Anche sporcandosi le mani ★da evitare ★★interessante ★★★da non perdere ★★★★capolavoro
(certi deputati sono stati materialmente comprati dagli emissari di Lincoln: il fine giustifica i mezzi? Lincoln come Machiavelli?) ma ci dice anche che, contrariamente a quello che ci racconta Tarantino, non è con le armi di un Django senza catene che si sconfiggono i razzisti ma con le leggi e le parole. Il «come» ci dice queste cose, poi, è naturalmente coerente con la decisione di privilegiare la parola su tutto. La crudeltà della guerra (una delle più feroci di sempre) si vede per meno di cinque minuti sui centocinquanta di film. Per il resto siamo quasi sempre in interni — la Casa Bianca, le abitazioni dei senatori — a seguire lunghi scambi dialogati, dove la forza della parola di Lincoln si mostra in tutta la sua potenza e intelligenza. Il sedicesimo presidente degli Stati Uniti (Daniel Day-Lewis, sontuosamente doppiato da Pierfrancesco Favino) deve convincere il Segretario di Stato William Seward (David Strathairn), deve portare dalla sua il leader dei repubblicani conservatori Preston Blair (Hal Holbrook), deve smussare l’enfasi abolizionista di Thaddeus Stevens (Tommy Lee Jones), deve tenere a bada la depressione
della moglie Mary (Sally Field) e frenare l’empito patriottico del figlio Robert (Joseph Gordon-Levitt) che vorrebbe arruolarsi... Per loro e per tutti gli altri interlocutori, Lincoln mette in campo la sua capacità di
Coppia Daniel Day-Lewis (55 anni) e Sally Field (66). A sinistra Lincoln (1809-1865) e la moglie Mary Todd
parlare, affidando alla parola il compito di spiegare, rintuzzare, galvanizzare, lenire, aiutare... Non è certo la prima volta che il cinema americano sceglie la parola come motore dell’azione (basta pensare ai capolavori di Mankiewicz) ma mai come in questo film essa è privata delle sue qualità più «spettacolari» — la retorica, la dialettica, la lusinga — per mettersi totalmente e completamente al servizio del potere. La parola come grimaldello ma anche come spia: per conquistare il potere e insieme per raccontarcelo. È per questo che il film di Spielberg non va collegato con Alba di gloria di John Ford (che sceglieva di fondare la mitologia del personaggio) quanto con certi film di Frank Capra (da Mister Smith va a Washington a Lo stato dell’unione) che cercavano di smascherare i meccanismi della politica. Qui però con un’ambizione più alta e ambigua insieme: di ricostruzione storica e anche di supporto, di condivisione, di propaganda. Spielberg non è Rawls: è più darwinista e pragmatico. A questa costruzione (che potrà stupire qualcuno, troppo abituato allo Spielberg hollywoodian-spettacolare) offre tutta la sua grandezza Daniel Day-Lewis, disposto a «sacrificare» il suo statuto di star per piegarsi a una regia che spesso lo inquadra in controluce, in campo lungo, riducendolo a una silhouette, a una «pura» forma. Perde lo spessore del personaggio per assumere l’astrattezza della funzione, per piegare la propria «vanità» di artista al servizio del senso profondo del film. Avviandosi così trionfalmente a essere l’unico attore premiato tre volte con l’Oscar per la miglior interpretazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
38 Spettacoli
Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Opera Ieri al Massimo di Palermo il debutto di «Das Rheingold»
Nuovo album
Un ascensore per gli dèi nel teatro totale di Wagner
I Baustelle e quella critica ai talent show
«T
emporaneamente siamo una orchestral-band più che una rockband». Ride Francesco Bianconi esemplificando lo spirito sonoro di «Fantasma», il nuovo album dei Baustelle (foto) che esce il 29. «È un disco pensato con l’orchestra sinfonica in primo piano. Poi come colori esterni abbiamo aggiunto gli strumenti più tipici del pop rock», spiega. «Per la prima volta è un
Le scelte di Vick. «Ring» in una sola stagione MILANO — Stavolta al Walhalla gli dèi saliranno in ascensore. Una pedana mobile li isserà in alto, tra le grate del palcoscenico, la montagna sacra del teatro, il luogo del potere e del dominio. Così ha deciso Graham Vick, regista geniale e provocatore, ideatore del «Ring» palermitano che ieri sera ha aperto la stagione del Massimo con Das Rheingold, prologo della monumentale saga wagneriana, 15 ore di musica e teatro totale, che lo Stabile siciliano programmerà per intero entro l’anno. Sul podio il maestro finlandese Pietari Inkinen, nel cast Franz Hawlata (Wotan), Sergei Leiferkus (Alberich), Robert Brubaker (Mime). Una nuova produzione, scene e costumi di Richard Hudson, che Vick ha modellato «su misura» per il Massimo, trasformandolo in un Olimpo nordico fuori dal tempo, ma molto, molto vicino a noi. Via i fondali quindi, via le quinte e il sipario: l’azione occupa l’intero spazio nudo della scena, pronta a sconfinare in platea. Un teatro «totale», che tutto avvolge e coinvolge, proprio come voleva Wagner. «Il teatro lirico è il luogo del mito e del meraviglioso, la ribalta lussuosa della gente pri-
Regista
Graham Vick, inglese, 59 anni: ha studiato da direttore d’orchestra
vilegiata, che lì tende ad arroccarsi in un mondo ideale, immobile, volto al passato, lontano dalla realtà — spiega Vick —. Quale sfondo migliore per questa "favola" spietata sul denaro e sul potere?». Perché alla fine, sostiene il regista inglese, i protagonisti della Tetralogia siamo proprio noi. Noi i destinatari della maledizione di Alberich, rivolta a tutti coloro che rinunciano all’amore in nome dell’avidità e dell’oro. Un messag-
Tour italiano
The Jacksons annullano i due show Saltano le due date italiane dei fratelli Jacksons di Roma (11 febbraio) e di Milano (12). The Jacksons, si legge in una nota, «torneranno in studio per lavorare al loro nuovo disco. Questo impegno li costringe a cancellare le prime date del tour europeo tra cui le due italiane». I biglietti potranno essere rimborsati presso le prevendite d’acquisto entro e non oltre il 28 febbraio.
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gio contro il capitale di un Wagner rivoluzionario che aveva partecipato ai moti del 1848. Oggi più che mai attuale, visto che il capitalismo e la sua filosofia cinica vacillano ovunque. Come le mura del teatro Massimo, sorrette da impalcature dietro le sue bellissime colonne di marmo. Il crepuscolo degli dèi è in atto fin dal prologo, ma nessun Siegfrid verrà a salvarci. La natura umana è amorale ed egoista. Quello a cui stiamo assistendo è un «endgame», un finale di partita. A farne le spese saremo tutti. «I pochissimi e ricchissimi cresi del pianeta. Come Wotan, il re degli dèi, orbo di un occhio. Vedono solo parte della realtà e non vogliono sapere nulla di quel che accade fuori dal loro Olimpo. Ma anche i nani, quelli che scavano l’oro in miniera, che creano il capitale per gli altri. I dannati in giacca e cravatta che passano giorno e notte al computer e si fanno di coca per essere svegli quando si apre la Borsa di Tokyo. Infine i giganti, noi, condannati a costruire qualcosa, il Walhalla appunto, che però godranno altri. E alla fine non saremo neanche pagati per il nostro lavoro». Succede nel Rheingold, nella vita e, di questi tempi, spesso anche nei teatri. L’allesti-
mento di Vick tiene conto della crisi: quando il budget è contenuto, bisogna investire tutto sull’immaginazione e le idee. Così 40 sedie diventeranno magicamente il Reno che
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scorre, 40 girasoli il giardino dove dormono Frika e Wotan, e 40 ombrelli evocheranno l’arcobaleno che accompagnerà gli dèi nel Walhalla. Ma il Drago, il serpentone in cui si trasforma Alberich, ci sarà? «Certo che sì — assicura Vick —. Anch’esso rientrerà nel gioco della fantasia. Un Dragone specialissimo, come non si è visto mai… ».
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Sul palco L’«ascensore» dell’opera di Vick. A sinistra un’altra scena
concept album volontario. In passato ci accorgevamo dell’esistenza di un filo conduttore solo alla fine. Questa volta mi sono dato un tema per i testi: il tempo. E anche il fantasma del titolo lega passato e presente e, in un momento di crisi di valori come questo, rappresenta il futuro». In «Monumentale» c’è una frecciata ai talent, ma proprio Bianconi ha scritto uno dei brani di Sanremo per Chiara («X Factor»): «In quegli show ci sono anche talenti, ma non amo l’enfasi sulla gara e il fatto che quella sembri l’unica strada per fare musica».
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Spettacoli 39
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Fiction Su Mediaset trent’anni di camorra e politica nelle 8 puntate ispirate (anche) dalle vicende Schiavone ROMA — 23 novembre 1980. Le scosse di terremoto scuotono Napoli e anche il carcere di Poggioreale, dove Raffaele Cutolo approfitta della situazione per impartire ai suoi uomini ordini precisi per un regolamento di conti. È guerra aperta tra vecchi e nuovi capi della camorra. Ma soprattutto, sulle macerie del sisma in Irpinia, è guerra spietata per mettere le mani sugli appalti della ricostruzione, con relativa collusione di politici complici. Doveva intitolarsi «Il clan dei Casalesi», perché a loro si ispira la serie in 8 puntate prodotta da
Armati Giuseppe Zeno (secondo da destra) è il boss che allude a Schiavone detto «Sandokan». Nel cast della serie «Il clan dei camorristi» (su Canale 5) anche Massimo Popolizio che interpreta un prete anticamorra (ispirato a don Diana, ucciso nel ’94)
Satira
Se Panariello scopre la politica
«N
on faccio satira politica per scelta, preferisco far ridere su come siamo fatti noi». Giorgio Panariello ha cambiato idea rispetto a qualche tempo fa. In tournée con il suo «In mezzo @ voi» dedica la prima mezzora delle due ore di show all’attualità. Niente personaggi storici (solo nel bis finale), sul palco è in camicia e cravatta. Se la prende con la Meloni, che nei cartelloni pubblicitari grazie a Photoshop sembra Uma
Serial sui clan casalesi, una saga tv Accorsi è il pm: consigli dal giudice, mi ha chiesto di non fare il giustiziere Taodue per Mediaset, in onda su Canale 5 dal 25 gennaio. «Ma ho ricevuto varie telefonate — è prudentemente generico il produttore Pietro Valsecchi — dove mi si faceva notare che non tutti gli abitanti di Casal di Principe sono camorristi. Così abbiamo cambiato il titolo in "Il clan dei camorristi"». E se tutti i riferimenti a fatti e persone non sono puramente casuali, i nomi usati nella fiction, tranne quello di Cutolo (che compare solo nella prima scena), sono inventati. Ma in proposito, la cantante napoletana Maria Nazionale, prossima al Festival di Sanremo, riapre la polemica su Scampia: «Non vogliamo Gomorra 2!». Protagonista della storia, con la regia di Alessandro Angelini e
Finzione Stefano Accorsi, 41 anni
Alexis Sweet, è Stefano Accorsi nel ruolo del magistrato Andrea Esposito (ispirato al giudice Raffaele Cantone) che, nato in provincia di Caserta ma cresciuto al Nord, torna nella sua terra martoriata per intraprendere una battaglia contro la criminalità e la vischiosità di certa politica, pagando un prezzo molto alto: la camorra, per piegare il giudice ostinato, gli ucciderà il fratello. «Non è stato esattamente un consulente, Cantone — spiega l’attore che ritorna alla fiction dai tempi del Giovane Casanova — ma con lui ho parlato a lungo, gli ho fatto tante domande e mi ha dato consigli preziosi. Mi ha subito racco-
mandato di non fare del mio personaggio un arcangelo Gabriele con la spada infuocata, per non scivolare nella retorica del giustiziere vendicatore. Poi, a lui che vive da anni sotto scorta, ho chiesto se si è mai perso d’animo. Mi ha risposto di no». Tra i vari personaggi ispirati alla realtà, il boss Francesco Russo (interpretato da Giuseppe Zeno) allude a Francesco Schiavone, don Palma (Massimo Popolizio) si rifà a don Diana, ucciso a Casal di Principe nel ’94. Nel cast, tra gli altri, Massimiliano Gallo e Serena Rossi. Niente retorica, ribadisce lo sceneggiatore Claudio Fava: «Raccontiamo fatti accaduti veramente e cosa è stata la camor-
Realtà Raffaele Cantone, ex pm, si è occupato delle indagini sui Casalesi. Ha
ottenuto la condanna di Schiavone. Oggi lavora in Cassazione
ra in quegli anni (la serie arriva fino al 1998, ndr), in che modo è diventata un pezzo del potere politico ed economico. E in parte raccontiamo cos’è tuttora, dato che la criminalità organizzata si muove ormai in ambiti finanziari ancora più alti». Quanto poi all’attualità, Valsecchi assicura «nessun imbarazzo per il caso Cosentino: questa fiction vuole aiutare la gente a capire il Paese in cui viviamo». E nessun imbarazzo a realizzare la serie per Mediaset, nonostante la scarsa simpatia di Silvio Berlusconi per il genere: «Qui ci permettono di raccontare queste storie — è categorico il produttore —. Dovrebbe raccontarle anche la Rai».
Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Thurman; con le multi-cariche di Montezemolo («Se lo prepensioniamo, abbiamo risolto il problema dei posti di lavoro»); con gli sprechi della politica (i 12 mila euro dati da Letizia Moratti a Wilma De Angelis per una consulenza alla polizia stradale, tutto vero). Colpisce a destra, a sinistra, al centro. Deriva qualunquista? Forse, ma in un panorama politico immutato da vent’anni difficile dargli torto. Lui del resto si presenta come leader di un nuovo movimento («Movimento di palle»). Beh, ogni tanto la sua è comicità crassa, avrà tempo per affinarsi.
Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Sport
il sondaggio Si è riaperto uno spiraglio per Kakà al Milan. Ma la società rossonera deve insistere sul brasiliano (A) o dedicarsi totalmente alla trattativa per ingaggiare Balotelli (B)? Vota con uno squillo. Chiamata gratuita
A
Le pagelle Juventus
da uno dei nostri inviati a Torino
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B
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Serie B: Varese batte il Brescia Nel recupero della 21ª giornata di serie B, il Varese ha battuto in rimonta il Brescia: 3-2. In classifica, Varese quarto con 36 punti, dietro a Sassuolo, Livorno e Verona; il Brescia resta settimo a 31 punti. COPPA D’AFRICA — Girone D: Costa d’Avorio-Togo 2-1; TunisiaAlgeria 1-0. Oggi Sudafrica-Angola e Marocco-Capo Verde (gruppo A).
Coppa Italia Semifinale d’andata, i campioni d’Italia non chiudono la partita. Buffon rinnova fino al 2015
Giaccherini fa di tutto
Juventus
5 STORARI Un tiro e un gol da due passi. Su cui, come mezza difesa, può fare di più. 6 BONUCCI Dirottato sul centrodestra, entra nella lista sbagliata: quella degli infortunati. 6,5 MARRONE Rischia il pasticcio anticipando Storari, ma è l'unico errore. Da centrocampista riconvertito in difesa, trova un lancio-assist perfetto per Matri. 6,5 BARZAGLI A sinistra o a destra, chiude quasi tutto. 5,5 ISLA Propositivo ma troppo impreciso nei cross. Non convince ancora. 6,5 VIDAL Parte sparato, poi rifiata. Ma si fa sempre sentire sul collo dei laziali. Clamorosi il palo (26’ s.t.) e il colpo di testa (35’ s.t.) con cui sfiora il 2-0. 7 POGBA Butta via la cresta giallonera e anche il suo gioco sembra più essenziale e preciso. Tenta ancora il colpo da fuori: stavolta gli va male, ma la prestazione in sé è quasi meglio di quella contro l’Udinese. 7 GIACCHERINI Fa la seconda punta, l’interno, il terzino (gran salvataggio su Hernanes) e l’ala: suo il cross per il gol di Peluso. 6,5 PELUSO Si rivede (come esterno sinistro) dopo il debutto choc con la Samp. Prende coraggio nella ripresa. Fino al gol, con stacco di testa (falloso) su Lulic. 6,5 MARCHISIO È al rientro dopo un infortunio e interpreta con intelligenza tattica un ruolo inusuale, dietro all’unica punta. 6,5 MATRI Non trova il gol, anche per merito di Marchetti che gli devia uno splendido tiro al volo. Dà segnali di crescita. 5,5 CACERES Sul gol è rivedibile, come gli altri subentrati, Vucinic e De Ceglie.
Lazio
6,5 CONTE La Juve «di riserva» è duttile, intensa e come sempre sprecona. Ma lui più che mai ha la squadra in pugno.
Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Marcatori: Peluso 18’, Mauri 41’ s.t. JUVENTUS (3-5-1-1): Storari 5; Bonucci 6 (Caceres 5,5 43’ p.t.), Marrone 6,5, Barzagli 6,5; Isla 5,5, Vidal 6,5, Pogba 7, Giaccherini 7, Peluso 6,5 (De Ceglie s.v. 26’ s.t.); Marchisio 6,5 (Vucinic s.v. 32’ s.t.); Matri 6,5. All.: Conte 6,5 LAZIO (3-4-2-1): Marchetti 8; Biava 5,5 (Radu s.v. 38’ s.t.), Cana 6,5, Ciani 6; Cavanda 6, Gonzalez 6, Ledesma 6 (Candreva s.v. 25’ s.t.), Lulic 6,5; Mauri 7, Hernanes 5,5 (Brocchi s.v. 38’ s.t.); Floccari 5,5. All.: Petkovic 6 Arbitro: Damato 6 Ammoniti: Hernanes, Ciani Recuperi: 3’ più 3’
Guizzo Il capitano della Lazio, Mauri, segna l’1-1 anticipando De Ceglie su azione da corner (Andreoli)
Juve, strada in salita DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Le pagelle Lazio
da uno dei nostri inviati a Torino
Marchetti re dell’area 8 MARCHETTI In uno stadio che evidentemente lo esalta, è padrone assoluto della sua area e fa almeno due parate da ricordare: su Matri (tiro al volo deviato sopra la traversa) e su Vidal (colpo di testa in controtempo). Se la Lazio è in piena corsa per la finale è soprattutto merito suo. 5,5 BIAVA Traballante in più occasioni sia su Matri sia su Vucinic, si barcamena. 6,5 CANA Si esibisce in acrobazia, con stile ed efficacia. 6 CIANI Ermetico nel primo tempo, soffre la profondità di Matri nella ripresa. 6 CAVANDA Utile soprattutto come difensore aggiunto. 6 GONZALEZ Un po’ timido nel cercare spazi offensivi, resta puntello a cui la squadra si aggrappa spesso. 6 LEDESMA Anche lui non impressiona, ma non perde mai la lucidità. 6,5 LULIC Tra i migliori nel primo tempo, rincula un po’ nella ripresa. Sovrastato da Peluso, chiede inutilmente il fallo. 7 MAURI Sveglio a deviare sottoporta il corner di Candreva che balla in mezzo all’area, impreziosisce una prestazione di sacrificio. 5,5 HERNANES Un po’ troppo compassato nel far ripartire l’azione. Insospettabile fabbro su Vidal, si merita il giallo per una brutta entrata a centrocampo. 5,5 FLOCCARI Fa molto movimento per gli inserimenti o presunti tali di Mauri ed Hernanes. Gli resta l’energia solo per un paio di conclusioni fiacche. 6 PETKOVIC Dopo lo 0-0 in campionato, gli va ancora meglio contro una Juve in emergenza. Ma ancora una volta lui deve ringraziare soprattutto il suo portiere.
p. tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TORINO — Il risultato punisce, la prova no. Il gruppo di titolari e riservisti che rappresenta la Juventus in questo frangente è ardito e pieno di pensieri felici ma paga la solita fatica nel concretizzare le occasioni che crea (Marchetti è il migliore dei suoi). La Lazio viene premiata da un pareggio con gol che la mette in una posizione vantaggiosa per il ritorno della semifinale di Coppa Italia, grazie a un atteggiamento che può risultare favorevole in una disfida di 180 minuti, ma che può pregiudicare un lungo cammino. Insomma non si può aspettare una palla spizzicata su angolo a cinque minuti dalla fine. La Juventus dell’emergenza mostra per tutta la partita la forza dell’idea e anche se appare inizialmente po’ raccogliticcia e bisognosa di sistemare gli ingranaggi del palleggio e dei rapporti reciproci, è veramente sorprendente la grande vitalità che la pervade. Forse, alla fine, paga l’uscita del rientrante Marchisio, vero punto di riferimento fino a quando resta in campo. È lui il primo ad attentare all’integrità di Marchetti. Conte lo posiziona alle spalle di Matri (unico attaccante sano al 100 per cento). Capitan futuro (bianconero) assomiglia più che a una seconda punta a un centrocampista aggiunto, davanti alla linea centrale. Forse è per questo che il tecnico bianconero lo rimette al suo posto e manda Giaccherini a supportare Matri. Invece Pogba (senza cresta dorata né di altro colore, irriconoscibile, ma perché?) parte spesso a ridosso dei difensori. Si rivede Peluso, questa volta utilizzato come esterno sinistro. La Lazio,
Bianconeri fermati sul pareggio Non basta il vantaggio con Peluso Lazio in gol nel finale con Mauri avrebbe detto il professor Scoglio, è un «casino organizzato» dai ruoli a volte sfuggenti ma dai meccanismi e dalle intenzioni chiarissime: stare coperta e ripartire. Logico che si proceda a fiammate. La Juventus comincia meglio, aggressiva, però nella seconda parte dei primi 45’ la Lazio esce bene dal suo solido catenaccio. Forse avverte di avere un’occasione speciale, contro una squadra in emergenza che, allo scadere del primo tempo perde anche Bonucci, rilevato da Caceres. Però
Il dopopartita
24 Ore di Le Mans
Conte: «Ottima gara meritavamo di più»
Del Piero fonda team con l’attore Dempsey
Leader Vladimir Petkovic tecnico della Lazio (Afp)
TORINO — «Spiace per il risultato — commenta Antonio Conte — ma il sorriso rimane: in emergenza la squadra ha fatto un’ottima partita e meritava di più. Il gol di Peluso irregolare? No, un episodio d’area come tanti. E poi c’è stato anche un episodio su Vucinic in area loro... Al ritorno speriamo di avere più fortuna noi e meno la Lazio». Per il suo collega Petkovic «l’1-1 è giusto, a volte ci hanno schiacciato ma noi ci abbiamo sempre creduto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Socio L’attore Patrick Dempsey (Ansa)
Alessandro Del Piero e l’attore americano Patrick Dempsey (famoso per la serie tv Grey’s Anatomy) hanno dato vita a un team automobilistico (il «Dempsey/Del Piero Racing») che correrà nel campionato «American Le Mans» e quindi parteciperà anche alla famosa 24 Ore di Le Mans. «Sono elettrizzato dall’opportunità di fare squadra con Patrick. Vogliamo vincere il campionato mondiale», ha annunciato Del Piero.
Madama, ormai irriconoscibile, ha una bella reazione e reagisce all’ennesimo colpo di sfortuna con un secondo tempo da squadra di Conte, da gruppo unito. Nella ripresa il portiere della Lazio è protagonista: compie la prima grande parata salvando su Matri su un lancio magistrale di Marrone. C’è molta Juve, c’è senso d’appartenenza e cazziatoni alla truppa, mentre la Lazio si rifugia in un atteggiamento speculativo. E quindi paga con il primo gol di Federico Peluso in bianconero: colpo di testa (con un aiutino sulle spalle Lulic) a infilare un cross dello scatenato Giaccherini. Ma è tutta la Juve B a darci dentro, ad attaccare, a provarci fallendo troppe volte il 2-0. La solita storia. Prima con Matri, e, poi clamorosamente con Vidal tre volte: prima colpisce il palo a tu per tu con Marchetti, poi non riesce a deviare un cross di Barzagli e, infine, si vede deviare una zuccata da Marchetti. La Lazio, aspetta l’errore, il contropiede, lo spazio giusto, il coniglio bianco. Questo arriva su angolo: Vucinic spizzica, Mauri sfugge a De Ceglie, Storari non è impeccabile. Il risultato a denti stretti, non rovinerà la festa bianconera di oggi a Vinovo: Andrea Agnelli e Gigi Buffon firmeranno il contratto che prolunga la permanenza del capitano, che in quel momento avrà già compiuto 37 anni (34, il 29 gennaio), fino a giugno 2015. SuperGigi si è ridotto l’ingaggio di 2,5 milioni, scendendo a 4 a stagione, accettando la sfida dei premi. Buffon, ottimista per dna, crede nelle vittorie. Tra sette giorni Madama avrà bisogno di gente così.
Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sport 41
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Pulvirenti deferito per Agnelli
Lega Pro e i terremotati
Kitz, grave incidente a Jerman
Il procuratore federale della Figc ha deferito dinanzi alla Disciplinare il presidente del Catania Antonio Pulvirenti, e la società medesima a titolo di responsabilità diretta, per «giudizi e rilievi lesivi della reputazione di Andrea Agnelli», definito «zitella isterica». «Mi difenderò, io ho solo risposto a una provocazione: non ho iniziato io», la replica di Pulvirenti.
La Lega Pro organizza oggi alle 10.30 a Novi di Modena il convegno «Per non dimenticare», lo sport come motore e veicolo di ripartenza dopo il terremoto. Il Premio giornalistico Roberto Stracca, in ricordo del collega del Corriere della Sera, andrà a Lucia Maffei, allieva della scuola di giornalismo Walter Tobagi. Premio speciale Lega Pro a Carlo Marsili, anche lui della Tobagi.
La Streif di Kitzbuehel torna a colpire: lo sloveno Jerman è caduto nella prima prova della discesa, si è rialzato ma è poi svenuto. Ha riportato una commozione cerebrale ed è stato portato all’ospedale di Innsbruck. Gli sciatori hanno contestato gli organizzatori e le precarie condizioni di visibilità. FONDO — A Liberec, l’azzurro Pellegrino è oro iridato U23 nella sprint.
L’altra semifinale Oggi l’andata, il ritorno a metà aprile: in attesa di risposte dal campionato la Coppa Italia vale oro
Mercato
Roma, Inter e la scorciatoia per l’Europa Roma, ore 20.45 Roma
Inter
4-3-3 24 Stekelenburg 23 Piris 29 Burdisso 3 Marquinhos 42 Balzaretti 4 Bradley 77 Tachtsidis 48 Florenzi 8 Lamela 22 Destro 10 Totti
3-4-1-2 1 Handanovic 6 Silvestre 23 Ranocchia 40 Juan Jesus 42 Jonathan 4 Zanetti 19 Cambiasso 31 A. Pereira 14 Guarin 8 Palacio 88 Livaja
Il Milan prova ancora Kakà e ritorna su Drogba
Arbitro: DE MARCO di Chiavari Tv: ore 20.45 Raiuno Tempo reale: www.corriere.it
L’ex nerazzurro
Giovani Mattia Destro e Joel Obi in azione nel match di domenica (Eidon)
Veterano Esteban Cambiasso ritornerà titolare questa sera (Fotopress)
Zeman pronto a cambiare «Diversi rispetto a 3 giorni fa»
Stramaccioni non molla nulla «Ogni trofeo è importante»
ROMA — Quando si parla di calcio, Roma è abituata alle ultime spiagge. Arrivarci il 23 gennaio è comunque in anticipo sui tempi. Anche quelli cupi. La Roma «all’americana» e Zdenek Zeman sfidano stasera l’Inter nella semifinale di andata di Coppa Italia. Per la perfetta organizzazione della Lega calcio il ritorno si giocherà il 17 aprile, quando da due mesi e mezzo si saprà già il nome dell’altra finalista. Ma così va il pallone italia-
Svolta I giallorossi a uno snodo delicato della stagione. Baldini: «Mi aspettavo di andare molto meglio dello scorso anno» no e nessuno si deve stupire più di nulla. Il settimo posto in classifica, a 10 punti di distacco dal terzo (cioè dalla zona Champions), lascia poche speranze ai giallorossi di approdare all’Europa che conta e il pareggio di domenica sera, proprio contro l’Inter, ha dato una mazzata alle illusioni. Fallire anche la qualificazione all’Europa League sarebbe un fallimento e la strada della Coppa Italia sembra più percorribile del campionato. Perciò stasera non si può sbagliare, anche se mancheranno l’infortunato De Rossi (fuori 15 giorni, lesione di primo grado al muscolo semitendi-
noso della coscia destra) e gli squalificati Dodò, Taddei, Pjanic e Osvaldo. Si rivedrà Stekelenburg, retrocesso a portiere di coppa, e in attacco ritroverà posto Destro, l’eroe contro la Fiorentina. Non ci sarà l’ultimo acquisto, il greco Torosidis, preso per evitare a Piris e Balzaretti di dover giocare anche al 50%. Zeman ha inquadrato così la gara: «Tatticamente dobbiamo fare qualcosa di diverso da domenica, essendo più aggressivi nella metà campo dell’avversario. Abbiamo avuto molte palle gol, l’Inter solo due. Potevamo chiudere la partita anche non giocando la migliore gara». Più interessanti le parole del d.g. Franco Baldini, su RaiSport1: «Sono convinto che abbiamo ancora la possibilità di raggiungere una posizione diversa da quella che occupiamo. Mi rifiuto di pensare che si continui così. Mi aspettavo di avere diversi punti in più rispetto all’anno scorso ma sono convinto che abbiamo un’ottima squadra e un ottimo allenatore. Per fare ottimi risultati, però, non bastano: ci vuole anche un ambiente favorevole e un’adesione totale al percorso da fare. Se mancano, la prima responsabilità è mia». Non garantisce il suo futuro, ma quello di Totti sì: «Il contratto di Francesco scade a giugno 2014, ne parleremo a tempo debito. Il rinnovo se lo sta meritando tutti i giorni sul campo».
Materazzi attacca Ibra e Zidane PARIGI — In una intervista a France Football, Marco Materazzi (foto) ha attaccato Zlatan Ibrahimovic e Zinedine Zidane. Sullo svedese, all’Inter dal 2006 al 2009: «Quando è arrivato, i rapporti erano buoni, ma poi tutto è cambiato. Non tutti i calciatori sono come lui. Quando un compagno è in difficoltà, lo dobbiamo aiutare, non massacrarlo. Lui insultava tutti. Questo è il suo grande difetto. Che sia un fenomeno è fuori discussione, ma si è grandi quando ci si mette a disposizione del gruppo». Su Zidane: «Non mi sembra che si sia mai scusato. Per farci fare la pace si sono mosse persone come Kofi Annan e Nelson Mandela. Se non ci sono riusciti loro, non è colpa mia. Quando gli ho stretto la mano in un garage di un albergo di Milano, lui pensava che fossi un tifoso».
Luca Valdiserri
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ROMA — La semifinale di andata di Coppa Italia a fine gennaio; il ritorno a metà aprile. Sono cose che succedono solo in Italia, dove la serie A a 20 squadre sopravvive a tutto. Un film che l’Inter è già stata costretta a interpretare tre anni fa, contro la Fiorentina. E anche nel 2010, si era trovata nella condizione di affrontare la stessa squadra a distanza di tre giorni, prima in campionato, poi in coppa. Allora era la Fiorentina (e al ritorno), stavolta è la Roma. La conclusione era stata felice per i ne-
Emergenza L’allenatore: «In campo la formazione migliore possibile». Ma Milito e Cassano saranno ancora fuori razzurri (vittoria in Coppa Italia, primo atto del triplete), ma diverso è il potenziale della squadra nerazzurra, che nel tempo è cambiata quasi completamente, anche se quella Inter aveva perso in campionato con la Roma all’Olimpico e questa ha portato a casa un punto. Ha detto Andrea Stramaccioni (in tv), che ha potuto lavorare con la squadra in ritiro a Roma per tre giorni: «Fin dall’inizio della stagione abbiamo chiarito che per noi ogni competizione era ed è importante. Adesso siamo arrivati fin qui, vogliamo onorare questa semifinale; qui a Roma andrà in campo un’ Inter che vuole vincere e lotterà per farlo. Cercherò di mettere in campo la mi-
gliore formazione possibile, non è una gara nella quale c’è da effettuare turnover. Mi aspetto una partita aperta, come quella di campionato, perché con la Roma, da un punto di vista tattico, è sempre una gara spregiudicata. Domenica abbiamo dimostrato di volercela giocare e lo faremo ancora, anche se ci manca qualche attaccante». Rispetto alla partita di campionato, Stramaccioni è riuscito a recuperare soltanto Alvarez (che può essere ceduto ad horas), mentre restano fuori Cassano e Milito, ancora infortunati, che sarebbero stati utili per cambiare faccia all’attacco. Proprio la necessità di dover allestire la miglior formazione possibile, di cambiare qualcuno, senza rivoluzionare la squadra e di pensare anche alla partita di domenica sera con il Torino costringeranno Stramaccioni a sciogliere le ultime riserve soltanto stasera, poco prima di giocare. A far coraggio all’Inter c’è la statistica: i nerazzurri hanno perduto soltanto una delle ultime 15 gare di coppa: 25 gennaio 2012, 0-2 a Napoli. Prima e dopo: 12 vittorie e due pareggi. Stasera all’Olimpico nasce la prima Inter del dopo-Sneijder. Ieri l’olandese, all’ora dell’investitura ufficiale con il Galatasaray, ha spiegato che «quando vinci tutto, è difficile per non dire impossibile rifarlo. È stata la migliore stagione, ma poi è venuto un momento molto duro perché nell’Inter sono cambiate tante cose, tanti giocatori e soprattutto tanti allenatori». Ed è cambiato anche lui.
Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Aveva lasciato il campo denunciando un insulto della Pro Patria
«Il razzismo non è provato» Il Casale perde 3-0 a tavolino MILANO — Si era dunque inventato tutto Fabiano Ribeiro, anni 18, nato a Torino ma di pelle scura, e giocatore del Casale? Era corso verso la panchina in lacrime gridando all’insulto razzista per coprire la sua espulsione? Nessuno osa sostenerlo ma, quel che è certo, è che la sua denuncia da sola non è bastata. Per la giustizia sportiva il razzismo non è provato e quindi il colpevole è chi ha smesso di giocare. An-
che se si è sentito insultato. Le regole sono note e valgono senza distinzioni per grandi e piccini. L’inchiesta partita sabato 19 gennaio — dopo che in una partita del campionato Berretti il Casale Calcio non era rientrato in campo per protesta contro gli insulti razzisti subiti dal suo giocatore — si è conclusa ieri. Così: il giudice della Lega Pro ha inflitto la sconfitta per 3-0, un punto di penalizzazio-
ne e 500 euro di multa al Casale per abbandono del campo. Un turno di squalifica per Ribeiro. Il giudice non ha trovato conferma alla denuncia. La procura federale cercherà altri riscontri, ma la decisione non sarà rivista. Per esempio, volendo, potrebbe sentire i genitori che sabato avevano dichiarato di aver sentito l’insulto, lanciato da un giocatore della Pro Patria. La stessa Pro Patria al centro del caso Boateng: in quel-
l’occasione, però, la squadra di Busto Arsizio era stata punita per i buuu dei propri tifosi con un turno a porte chiuse. Decisivo in questo caso è ciò che ha scritto l’arbitro nel suo referto: ovvero nulla. L’arbitro non ha sentito frasi offensive, ha visto il giocatore della Pro Patria Lu-
Protesta La formazione Berretti del Calcio Casale schierata a metà campo
ca Paganini strattonare Ribeiro e quest’ultimo colpirlo con una manata. Cartellino rosso e caso chiuso. I dirigenti del Casale, però, ascoltato il ragazzo, avevano deciso di non rientrare in campo e di scrivere all’arbitro per motivare la loro scelta. Scelta che non è piaciuta affatto al d.g. dello stesso Casale Antonio Sorano: «Hanno sbagliato a prendere una decisione simile senza avvisare i vertici della società. L’esito era scontato, se l’arbitro non ha sentito nessuna offesa razziale non poteva di certo scrivere nel referto cose che non ha udito». Il Casale, quindi, non farà ricorso.
a. rav. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Il Milan non molla Kakà. Il brasiliano, disposto a ridursi lo stipendio del 40 per cento (da 10 a 6 milioni di euro), spinge per tornare in Italia. Il problema è convincere Florentino Perez e soprattutto i soci del Real Madrid. L’operazione non si può fare in prestito e per questo motivo i rossoneri stanno preparando un’offerta che possa indurre gli spagnoli a cedere. Galliani, dopo aver fatto due conti e aver parlato con Berlusconi, è pronto ad arrivare sino a 7/8 milioni. Florentino ne chiede 15. Il braccio di ferro psicologico è cominciato. Il Milan, però, non si ferma. E ieri, a sorpresa, è tornato su Drogba: pronti dieci milioni per un anno e mezzo di contratto. Confezionato il sorpasso alla Juve. Roma e Fiorentina hanno colpito nel segno. I giallorossi hanno preso il difensore greco Vasilis Torosidis, classe ’85, che a giugno si sarebbe svincolato dall’Olympiacos. Il terzino ha firmato un triennale da 700 mila euro netti. La Fiorentina, invece, ha vinto le resistenze del Legia Varsavia e oggi conta di annunciare l’acquisto di Rafal Wolski, classe ’92, centrocampista dai piedi buoni. Per chiudere l’affare il club della famiglia Della Valle ha investito 2,8 milioni di euro. A Firenze, il polacco potrebbe trovare il difensore Marvin Compper, tedesco con passaporto francese, ai ferri corti con l’Hoffenheim. Pradè e Macia lo hanno bloccato per giugno (contratto triennale), ma è possibile che oggi il suo club lo liberi con 6 mesi d’anticipo per 500 mila euro. La Juve ha preso Llorente per la prossima stagione e il giovane ecuadoregno José Francisco Cevallos, classe ’95, per la Primavera. Conte però vuole un attaccante subito: pressing sul Genoa per uno tra Immobile e Borriello e sul Bologna per Gabbiadini. L’Inter ha affondato per Schelotto, offrendo 3 milioni più metà Livaja: l’Atalanta ha detto di no. I nerazzurri provano per il brasiliano Paulinho, ma Stramaccioni vorrebbe anche un regista tra Biglia (Anderlecht) e Valdes (Parma).
Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
Sport 43
Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Verso il record Il 70 piedi italiano in 21 giorni, 23 ore e 14 minuti più veloce del catamarano Gitana nel 2008
Ci vuole pioggia, vento e sangue (freddo) nelle vene. Nove giorni, 45 minuti e una manciata di secondi dalla Statua della Libertà all’Equatore (nell’800 i clipper ci mettevano oltre due settimane). E poi 21 giorni, 23 ore e 14 minuti per doppiare, ieri alle 15.37 Gmt, Capo Horn, il Tourmalet dei velisti, con oltre 8 ore di vantaggio sul vecchio primato di Gitana, il maxi catamarano che lo deteneva dal 2008 (quando era stato costretto dal meteo a rimanere cinque giorni alla cappa, al riparo della costa argentina). «Uè, te l’avevo detto che Maserati è una barca sportivella e veloce!». La voce del capitano arriva dai Quaranta Ruggenti fradicia di salsedine e stanchezza, un record tra New York (partenza il 31 gennaio 2012, sotto la neve) e San Francisco (arrivo entro 57 giorni, 3 ore, 21’ e 45’’, il tempo ottenuto da Yves Parlier su Aquitaine Innovations nel 1998) è avventura per marinai veri, Giovanni Soldini si è tagliato la barba («Scaramanzia? Macché... L’altro ieri ho usato il rasoio di Corrado, un tagliaerba che mi ha lasciato i buchi: per aggiustare quel gruviera ho dovuto tagliare via tutto, e ogni tanto cambiare faccia fa bene allo spirito. Ma tranqui: ora della California torno irsuto come sempre...») però resta il lupo di mare che conosciamo, irrequieto a terra, felice come una Pasqua nel pozzetto del 70 piedi (21,5 m) che John Elkann ha comprato e lui sta facendo volare sulle onde, giù a rotta di collo per l’Atlantico al comando di una ciurma internazionale di otto uomini, fino a questo snodo fondamentale chiamato Capo Horn, un totem di roccia, vento, vertigine e leggende. «Ci siamo passati di fianco, vicinissimi — racconta lo skipper e mentre parla è già buio, noi al calduccio della redazione e Giò
Il momento decisivo Grande festa a bordo di Maserati al doppiaggio di Capo Horn: Giovanni Soldini e il suo equipaggio sventolano il tricolore (maserati.soldini.it)
«Calvados e 40 nodi di vento Vi racconto il mio Capo Horn» Soldini e Maserati nel luogo-mito: «Emozione unica»
Lo skipper Giovanni Soldini, 46 anni, durante il record
a prendere acqua in faccia al largo della Terra del Fuoco, miracoli delle telecomunicazioni —. Capo Horn è la porta d’ingresso sul Pacifico del Sud, doppiarlo controcorrente e controvento significa che, appena abbiamo messo la prua a Ovest ci siamo beccati una sventolata di 40 nodi sul naso, un bel casino ti assicuro, il tempo di issare la tormentina (vela da burrasca, da cui il nome ndr) e la terra emersa del capo era già scomparsa, puff, sparita dentro una nuvola di nebbia». L’ultima volta — questo è il terzo Horn della carriera del pesce barbuto —, nel ’99, era stata tutta un’altra storia. «Ero con Isabelle (Autissier, salvata dopo un ribaltamento
nel Pacifico del Sud durante il giro del mondo in solitario, ndr). Navigavamo da Ovest a Est, nella direzione tradizionale, di poppa, belli contenti e rilassati. Sì, forse allora Capo Horn me l’ero goduto di più, ma anche questa volta è stato bellissimo, un luogo magico e pieno di suggestio-
❜❜ Via la barba, ma non per scaramanzia. Il Pacifico è insidioso: per il primato da N.Y. a San Francisco dovremo ancora sudare
Live su Internet
I protagonisti Giovanni Soldini, Maserati (21,4 m) e 8 uomini d’equipaggio (Broggi, Rossignoli, Sighel, Audigane, Herrmann, Teng, Breymaier, Hernandez) Il record 57 giorni, 3 ore, 21 minuti, 45 secondi del francese Yves Parlier su Aquitaine Innovations nel 1998 (alla media di 9,63 nodi) Online Sul sito Internet maserati.soldini.it in diretta, 24 ore su 24, aggiornata ogni ora, la navigazione di Maserati da New York a San Francisco: video e foto spediti da bordo, news e commenti di tutto l'equipaggio
ni per chi ha la passione della vela come me, un passaggio sempre simbolico e delicatissimo all’interno di un’impresa come questa di Maserati». Chi va alla Mecca si inginocchia. Chi doppia Capo Horn cosa fa? «Mah, noi ci siamo attaccati a una boccia di Calvados, giù tutta a garganella — se la ride il comandante —. Al vino rosso abbiamo tirato il collo per cena, con lo zampone e le lenticchie. Quanto al sigaro che Michele aveva comprato a New York con lo scopo di accenderlo a Capo Horn, se ne sono perdute le tracce. Anzi, aspetta che mi informo: Micheleeeeeeee...». Tra un’otturazione del dente del prodiere Corrado Rossignoli riparata con mezzi di fortuna dal vice-skipper Guido Broggi, sostentata dai manicaretti liofilizzati cotti nella pentola a pressione dal furiere Michele Sighel e orientata nella rotta dal navigatore Boris Herrmann, la vita a bordo scorre vivace. E documentata da esilaranti video in cui Soldini, da quel comunicatore naturale che è, spiega il movimento delle depressioni oceaniche aiutandosi con un barattolo di vernice e una stecca di cioccolato. Però sbaglia chi pensa che il record sia già al sicuro in cambusa: «Ora il problema è uscire da questa tempesta di vento senza farci male, non avvicinarci troppo alla costa perché le Ande fanno da muro alle nuvole, agganciare l’Aliseo del Pacifico, passare bene l’Equatore e muoverci bene nell’alta pressione davanti alla California, perché l’arrivo a San Francisco sarà tutto di bolina, sai che divertimento...». Metà Oceano è spianato. Restano 6 mila miglia in salita, a cominciare da subito. «Azz... Ho visto sul radar un iceberg a babordo. Ti saluto, baci, ciao».
Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA
La corsa al Coni Il candidato alla presidenza, in lotta con Pagnozzi, illustra le sue idee: «Non si può andare avanti solo con i finanziamenti dello Stato»
Malagò dà battaglia: «Sfavorito, ma sono uno che rimonta» ROMA — Il suo programma propone una rottura, una curva a gomito su Gianni Petrucci e un passato a suo dire pronto a restaurarsi in Lello Pagnozzi, per far imboccare una nuova strada imprenditoriale alla massima istituzione sportiva d’Italia: più marketing, più autonomia, più investitori privati, meno conflitti di interessi e meno sovvenzioni pubbliche per irrobustire la spina dorsale del Coni e ricostruirlo «Palazzo di cristallo», così come lo vede (e lo vende) Giovanni Malagò, candidato alla presidenza Coni. «Per essere indipendente non può vivere solo sui soldi pubblici», dice. Questo e un altro punto caldo, quello relativo al legame tra Coni e Coni Servizi (Petrucci presidente e Pagnozzi a.d. saranno in carica fino al 2014) che è così per legge, ma che a Malagò non va giù: «Non possono stare insieme, uno gestisce risorse e l’altro si occupa di sport. C’è sovrapposizione di cariche». Uomo e imprenditore di sport, 54 anni, abituato a fabbricare campioni col suo circolo Canottieri Aniene, il club privé «totalmente autofinanziato» nel
La carriera Chi è Giovanni Malagò è nato a Roma il 13 marzo 1959: laureato in Economia e commercio, imprenditore, presidente del Circolo canottieri Aniene. Coni Dopo le dimissioni di Gianni Petrucci (in scadenza di mandato), l’elezione del presidente del Coni è fissata per il 19 febbraio: 76 gli aventi diritto al voto, 39 il quorum richiesto per essere eletti Candidati Tre i candidati: Lello Pagnozzi, attuale segretario del Coni, Giovanni Malagò e Simone Gambino, presidente del cricket
quale Pennetta e Pellegrini hanno costruito carriera e medaglie, e ora in corsa per la massima poltrona dello sport. Si vota il 19 febbraio, in lizza ci sono lui, la discontinuità, Lello Pagnozzi, già segretario generale sotto Petrucci, e l’outsider Simone Gambino, 55enne presidente del cricket che, si dice, possa anche decidere di togliersi dagli impicci facendo un passo indietro.
Ieri Malagò ha prima incontrato 15 presidenti delle federazioni nelle sale legno e velluti dell’Aniene, per esporre i punti del proprio programma (tra i quali manca la lotta al doping: «Vi stupite? È talmente ovvio che darò battaglia al doping, è come chiedere al poliziotto di arrestare chi ruba...») e provare a fare lobby in una corsa che non lo vede certamente favorito: «Mi sono senti-
Sfida Giovanni Malagò, presidente dell’Aniene, si candida alla presidenza del Coni sfidando Raffaele Pagnozzi (Ansa)
to in grande svantaggio — ha ammesso —, ma recupero di sicuro». Servono 39 voti e gli elettori sono 76, ma già 30-35 sono schierati con la continuità di Pagnozzi. Tra questi c’è anche il presidente Figc Giancarlo Abete e, forse, anche per questo Malagò tende a voler separare, almeno nella politica sportiva, lo sport dal calcio: «Il problema delle scommesse in Italia non esiste — ha detto —. È solo del calcio. Con me non avrebbe posto in Giunta. La sua sottocultura ci ha creato enormi danni d’immagine». È una separazione morale, s’intende. Nella pratica c’è una legge apposita che norma l’osmosi di denaro tra le rispettive istituzioni. Ma una cosa dal calcio potrebbe averla presa: se fosse eletto, per il ruolo di segretario generale circola il nome di Michele Uva, manager esperto di impiantistica, ora in Figc come responsabile del centro studi, sviluppo e iniziative speciali. Assist per andare in pressing sulla legge degli stadi? «Il Coni doveva fare qualcosa, è una situazione vergognosa — le parole di Malagò —. Chi l’ha detto che il Comitato olimpico ha le mani le-
gate?». Lo disse Petrucci, appunto. Sfavorito, ma la voglia di combattere non manca. Malagò voleva nel suo team Josefa Idem, ieri presente insieme a numerosi altri vip (da Gianni Letta a Matarrese, dai Vanzina ai vertici di Ford e Coca Cola) all’oratorio San Tommaso, la sede per la presentazione delle sessanta pagine di programma. Ma la campionessa,
L’indiscrezione In caso di vittoria per il ruolo di segretario generale circola il nome di Michele Uva, ora in Figc che ha appena smesso con la canoa, ora è candidata col Pd al Senato con ambizioni da Ministro dello sport. In ogni caso la squadra non è ancora stata ufficialmente svelata, lo sarà i primi di febbraio con una presentazione ufficiale in un’altra location strategica: una scuola. «A 54 anni mi sento un pischello, io ci credo».
Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Tennis
Errani & Vinci impresa con le Williams Impresa di Sara Errani e Roberta Vinci all’Open d’Australia: le due azzurre hanno battuto le sorelle Venus e Serena Williams (3-6, 7-6, 7-5, in 2 ore 36’) e hanno raggiunto le semifinali, dove affronteranno le russe Makarova e Vesnina, teste di serie numero 4. Nel singolo, alle semifinali la Sharapova e Li Na tra le donne, Djokovic e Ferrer tra i maschi. Intanto il tennis ha deciso di inasprire la battaglia al doping: aumenteranno i controlli a sorpresa e i test ematici; allo studio anche l’introduzione del passaporto biologico.
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
La sua vita intensa e generosa è uno straordinario esempio per tutti noi che lo abbiamo amato e con grande dolore annunciamo la scomparsa di
Riccardo Garrone Lo ricordano la moglie Anny, i figli Edoardo con Anna, Alessandro con Carola, Filippo con Elayne, Vittorio con Simona, Laura con Simone, Costanza con Marco, i nipoti Maria, Filippo, Riccardo, Olimpia, Beatrice, Matteo, Virginia, Agnese, Nicolò, Ottavia, Luca, Amado, Pietro, Giulia, Raphael, Vittorio e la sorella Carla con Gian Piero.I funerali saranno celebrati oggi, mercoledì 23 gennaio presso la chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea in piazza Giacomo Matteotti, alle ore 12.- La famiglia ringrazia per l'affettuosa assistenza il caro amico Professore Massimo Gazzaniga e i Dottori Stefano Cappato e Luca Faina.Non fiori, ma donazioni all'Associazione Gigi Ghirotti, corso Europa 48, Genova. - Genova, 22 gennaio 2013. Giuli e Robi, Manu e Giovanni, Monica e Riki, Giovanni e Francesca ricordano commossi e con immenso affetto l'indimenticabile
zio Duccio - Genova, 22 gennaio 2013. Alberta, Carola, Filippo, Budi con Giovanni, Ganga, Pietro, Giovanni, Michele e Vittoria abbracciano forte la zia Anny, i nonni e tutti i cugini nel ricordo del grande
zio Duccio - Genova, 22 gennaio 2013. L'Amministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e tutte le persone del Gruppo ERG si stringono con profonda commozione e affetto al dolore delle famiglie Garrone e Mondini per la scomparsa del Presidente Onorario
Cavaliere del Lavoro
Dott. Riccardo Garrone indimenticabile padre della nostra avventura industriale, stimatissimo imprenditore e uomo dalle straordinarie doti di umanità e coraggio. - Genova, 22 gennaio 2013. Marco Tronchetti Provera partecipa con amicizia al dolore della famiglia per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Carlo ed Emanuela Campanini Bonomi sono vicini ad Anny, Alessandro, Edoardo, Vittorio, Filippo, Laura e Costanza per aver perso l'amico
Riccardo Garrone che ha sempre dimostrato molto affetto alla nostra famiglia. - Milano, 22 gennaio 2013. Diana Bracco partecipa al lutto della famiglia e abbraccia con grande affetto Edoardo per la perdita del padre
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Carlo De Benedetti ricorda con affetto e rimpianto l'amico
Duccio grande imprenditore e gran signore ed esprime le più sentite condoglianze alla sua famiglia. - Milano, 22 gennaio 2013. Stefano Pernigotti si stringe alla famiglia nel ricordo di
Duccio Garrone amico di sempre. - Milano, 22 gennaio 2013. Con tanto affetto, vicino al dolore di tutta la famiglia per la scomparsa del caro papà
Riccardo Francesco Mariani. - Milano, 22 gennaio 2013. Guido Zerbino è affettuosamente vicino al dolore di Anny e Carla e delle loro famiglie per la scomparsa di
Duccio nel ricordo della grande amicizia che ha legato per una vita i nostri genitori. - New York, 22 gennaio 2013. Partecipa al lutto: Andrea Parri. Piero, Enrico, Giacomo ed Elisabetta Piqué si uniscono al dolore della famiglia Garrone per la scomparsa di
Duccio - Firenze, 22 gennaio 2013. Giorgio e Laura Fossa partecipano con grande affetto al dolore di Edoardo e di tutta la sua famiglia per la perdita del papà
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Giorgio Mazzanti ricorda
Riccardo Garrone e partecipa al lutto per la sua scomparsa. - Fiumicino, 22 gennaio 2013. Giampietro, Arturo ed Andrea Nattino partecipano commossi al dolore della famiglia per la perdita del caro amico
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone - Roma, 22 gennaio 2013. Adolfo, Alessandro, Pietro Vannucci partecipano al grande dolore della famiglia Garrone per la perdita del caro
Riccardo Grande gentiluomo e grande imprenditore. - Milano, 23 gennaio 2013. Giuseppe Pasini partecipa con profondo cordoglio al dolore del Dottore Edoardo Garrone per la perdita del padre
Cavaliere
Riccardo Garrone - Desenzano del Garda, 23 gennaio 2013. Theo e Gaia Delia-Russell sono affettuosamente vicini a Laura, Simone e alle bambine per la perdita del loro adorato papà e nonno
Riccardo Garrone
Il Presidente d'Onore del Gruppo api Aldo Brachetti Peretti incredulo e commosso per la improvvisa scomparsa di
Duccio Garrone Cavaliere del Lavoro
è vicino a tutto il Gruppo Erg nel ricordo dei tempi passati. - Roma, 22 gennaio 2013.
Dott. Riccardo Garrone
Alessandro e Francesca sono vicini a Dado nel ricordo del caro papà
autorevole espressione dell'imprenditoria italiana, impegnato altresì con dedizione e passione nelle attività sociali e nel mondo dello sport. - Roma, 22 gennaio 2013.
Riccardo - Milano, 22 gennaio 2013. Partecipa al lutto: Dino Fenzi. Gianfelice e Martina Rocca partecipano con profondo cordoglio al dolore di Edoardo Garrone e di tutta la sua famiglia per la scomparsa del padre
Dott. Riccardo Garrone - Milano, 23 gennaio 2013. Antonio Guastoni partecipa al dolore dei famigliari e ricorda commosso il carissimo amico
Riccardo Garrone Riposa in pace. - Milano, 22 gennaio 2013. Giuliano Conca Bonizzoni partecipa con affetto al dolore di Edoardo e ricorda l'insostituibile personalità imprenditoriale ed umana del padre
Dott. Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Profondamente commossi Pio e Cenzi, con Luigi, Biba e Paolo, ricordano il carissimo amico
Duccio compagno di tante avventure indimenticabili e sono affettuosamente vicini ad Anni, Sandy e i suoi fratelli. - Milano, 22 gennaio 2013. Giovanni Ravano commosso partecipa al grande dolore della moglie Anny e dei figli Edoardo, Alessandro, Filippo, Vittorio, Laura e Costanza per la scomparsa dell'indimenticabile padre
Dott. Riccardo Garrone ricordandolo per le doti umane e amatissimo Presidente della U.C. Sampdoria. - Genova, 22 gennaio 2013. Pietro Sfameni ricorda con ammirata devozione il
Dott. Riccardo Garrone e si unisce al dolore della famiglia. - Milano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio di Amministrazione, il Segretario Generale, il Comitato Scientifico e lo staff della Fondazione Edoardo Garrone con profonda commozione sono vicini alle famiglie Garrone e Mondini per la perdita del caro e indimenticabile Presidente
Cavaliere del Lavoro
Dott. Riccardo Garrone - Genova, 22 gennaio 2013. Il presidente Massimo Moratti, il Consiglio d'Amministrazione, lo staff tecnico e la squadra, tutta F.C. Internazionale si stringono alla famiglia nel dolore per la scomparsa di
Riccardo Garrone un amico indimenticabile, di grande saggezza, animato da passione civile e sportiva, che ha dato tanto alla sua Sampdoria e alla città di Genova. - Milano, 22 gennaio 2013. Gian Marco e Letizia Moratti si uniscono al dolore di Anna Maria, Edoardo ed Alessandro per la scomparsa del caro amico
Duccio Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Massimo e Milly Moratti abbracciano con affetto Edoardo, Alessandro e la famiglia, addolorati per la scomparsa del loro papà
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio di Amministrazione e il personale tutto della Saras SpA, ricordando la grande competenza e professionalità, partecipano sentitamente al lutto dei familiari per la scomparsa di
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Presidente Paolo Clerici, il Vice-Presidente Corrado Papone, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e tutti i collaboratori della Coeclerici S.p.A. partecipano al dolore della signora Anny, del Presidente Edoardo e dell'Amministratore Delegato Alessandro della ERG e di tutta la famiglia per la scomparsa del marito e padre Presidente Onorario della ERG
Cavaliere del Lavoro
Dott. Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Paolo e Giuliana Clerici con Giacomo, Urbano e Francesco sono vicini con affetto ad Anny, Edoardo ed Alessandro e partecipano al dolore di tutta la famiglia per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Riccardo Garrone
Dott. Riccardo Garrone - Voghera, 22 gennaio 2013. Alberto Montanari partecipa commosso al dolore della famiglia per la scomparsa del
Dott. Riccardo Garrone ricordando la visione e le realizzazioni del grande imprenditore, e il rigore e la cordialità dell'uomo. - Milano, 22 gennaio 2013. Pico e Vitaliano Maccario partecipano con vivo dolore al grandissimo lutto dell'amico Edoardo e della cugina Monica per la scomparsa del
Presidente
Ing. Riccardo Garrone - Mombaruzzo, 22 gennaio 2013. Il Dottor Andrea Campanini Bonomi partecipa al lutto per la scompara del
Dott. Riccardo Garrone e si unisce al dolore della famiglia per il triste evento. - Milano, 23 gennaio 2013. Benito e Wilma Benedini profondamente commossi e rattristati per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone sono vicini alla famiglia in questo triste momento. - Milano, 22 gennaio 2013. Luca Riboldi e Massimiliano Cagliero, partecipano al lutto della famiglia Garrone per la perdita di
Riccardo Garrone stimato imprenditore e uomo di straordinario valore. - Milano, 22 gennaio 2013. Elena ed Igio partecipano al lutto di Alessandro per la scomparsa del padre
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Luigi Velani partecipa al dolore della famiglia Garrone per la perdita dell'amico e superiore
Duccio
Riccardo Garrone Cavaliere del Lavoro
ed è vicino alla consorte e a tutti i figli, in modo particolare ad Alessandro. - Roma, 22 gennaio 2013.
Il Presidente Danilo Broggi unitamente ai Consiglieri di Amministrazione di Poste Assicura S.p.A., esprime con affetto e profonda commozione le più sentite condoglianze per la scomparsa di
Riccardo Garrone di cui ne ricorda le profonde doti umane e professionali. - Roma, 22 gennaio 2013. Il Presidente dell'Assonime Luigi Abete, gli Organi Direttivi e il Direttore Generale Stefano Micossi partecipano commossi al dolore del figlio Edoardo, membro di Giunta, e della famiglia tutta per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Riccardo Garrone insigne esponente dell'imprenditoria italiana. - Roma, 22 gennaio 2013. Il Presidente di Mus-e Roma Stefano Micossi il Vice Presidente Marina Boldrini il Consiglio Direttivo e il Coordinatore Didattico Silvana Perron Cabus piangono la scomparsa di
Riccardo Garrone per molti anni generoso e dedito Presidente di Mus-e Italia. - Roma, 22 gennaio 2013. Andrea Caraceni, Massimo Gionso e la CFO Sim S.p.A. sono vicini al dottor Alessandro Garrone e famiglia per la scomparsa del padre signor
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio d'Amministrazione ed il Collegio Sindacale della Pininfarina S.p.A., insieme con il Presidente Paolo Pininfarina, l'Amministratore Delegato Silvio Pietro Angori, i Dirigenti e le maestranze tutte del gruppo Pininfarina si uniscono con profonda commozione al cordoglio del Dottor Edoardo Garrone e della famiglia per la scomparsa del padre
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone - Cambiano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio di Amministrazione della Willis Italia SpA con Claudio Ades, Guido De Spirt, Walter Albini, Carlo Pasteur, Edoardo Pasteur, Marco Gallotti partecipa commosso al lutto della famiglia per la perdita del
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio di Sorveglianza unitamente al Consiglio di Gestione di UBI Banca partecipa con profonda commozione al dolore della famiglia per la scomparsa del
Dott. Riccardo Garrone già Presidente del Banco di San Giorgio. - Bergamo, 23 gennaio 2013. Victor Massiah partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del
Dott. Riccardo Garrone già Presidente del Banco di San Giorgio. - Brescia, 23 gennaio 2013. La Presidenza e la Direzione Generale del Banco di Brescia S.p.A. partecipano al grave lutto che ha colpito la famiglia per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
dott. Riccardo Garrone - Brescia, 23 gennaio 2013.
porgendo le più sentite condoglianze. - Milano, 22 gennaio 2013. Il Presidente dell'Unione Petrolifera, i colleghi del Consiglio Direttivo, della Giunta e il Direttore Generale partecipano al lutto per la scomparsa del
Dott. Riccardo Garrone già Vice Presidente del Consiglio Direttivo dell'Unione Petrolifera. - Roma, 22 gennaio 2013. Mus-e Firenze, Prato e Arezzo si uniscono al dolore della famiglia Garrone per la scomparsa di
Duccio Garrone che ha promosso e sostenuto con grande energia e generosità l'idea di Jehudi Menhuin col progetto Mus-e. - Firenze, 22 gennaio 2013. Gianfranco de Bosio e IIOP piangono la scomparsa dell'infaticabile Presidente di Muse Italia
Riccardo Garrone
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013.
Il Presidente Maurizio Beretta, anche a nome del Vice Presidente, del Consiglio di Lega, del Direttore Generale, delle Società di Serie A e di tutta la Lega Serie A, partecipa con intensa commozione al dolore della famiglia e della Società Sampdoria per la scomparsa di
Il Presidente, il Consiglio Direttivo, il Revisore dei Conti dell'Associazione per la Formazione d'Eccellenza, unitamente alla Scuola di Alta Formazione al Management, al Collège des Ingénieurs, partecipano al dolore per la scomparsa del socio fondatore
Il Presidente e l'Amministratore Delegato di Eni, con il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale, esprimono il loro profondo cordoglio alla famiglia per la scomparsa del Presidente
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Giuseppe Recchi si unisce al dolore e si stringe con l'affetto di sempre ad Alessandro, Edoardo e alle loro famiglie per la scomparsa di
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Giuseppe Gatti e Aldo Chiarini a nome del Consiglio di Amministrazione e del Comitato di Direzione di GDF Suez Energia Italia esprimono le loro sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa del Presidente
Riccardo Garrone - Roma, 23 gennaio 2013. Beppe e Silvana Gatti partecipano commossi al ricordo del caro amico
Duccio Garrone e del suo generoso impegno nel lavoro e in Mus-e Onlus. - Roma, 23 gennaio 2013. Il Presidente Benito Benedini, unitamente ai componenti del Consiglio Direttivo e a tutti i colleghi della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa del caro collega
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone esponente di spicco dell'industria petrolifera e autorevole protagonista di iniziative di sostegno alla formazione dei giovani e alla cultura. - Roma, 22 gennaio 2013. Il Presidente della società, Pier Luigi Foschi, il Consiglio di Amministrazione, l'Amministratore Delegato, il Direttore Generale, il Collegio Sindacale, i Dirigenti e i dipendenti di Costa Crociere S.p.A. si uniscono al dolore di familiari e amici per la perdita del grande e illuminato imprenditore Cavaliere
Riccardo Garrone - Genova, 22 gennaio 2013. Jacopo Morelli e i Giovani Imprenditori di Confindustria si uniscono commossi al profondo dolore di Edoardo e della famiglia Garrone per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone che ha rappresentato nel nostro paese e nel mondo un modello imprenditoriale di grande valore. - Roma, 22 gennaio 2013.
Paolo - Venezia, 23 gennaio 2013. Lele Sgaramella con Giuliana, Francesco e Gianmarco ricordano con affetto
Paolo
Ingegner
Riccardo Garrone che con lungimiranza ha sempre sostenuto i giovani e il sapere. - Torino, 22 gennaio 2013. Edoardo Subert, Alessandro Bertolini e i colleghi di Rothschild desiderano esprimere le loro più sentite condoglianze ad Alessandro, Edoardo, Vittorio e le loro famiglie per la scomparsa del padre
Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Adriano Giannola, Giuseppe Signoriello, tutti i soci, i collaboratori, gli artisti, le maestre ed i bambini di Mus-e Napoli onlus profondamente commossi sono vicini alla famiglia ed a Mus-e Italia per la scomparsa del Presidente
Riccardo Garrone ricordandone le doti di profonda umanità e passione. - Napoli, 22 gennaio 2013. Il Presidente, l'Amministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale di i-Faber S.p.A. sono vicini al Vice Presidente Dottor Alessandro Garrone per la scomparsa del padre
Dott. Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Presidente del Gruppo Tamoil Fuad Krekshi, unitamente al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale, all'Amministratore Delegato di Tamoil Italia S.p.A. Luca Luterotti, al Direttore Generale di Tamoil Raffinazione S.p.A. Mohamed Abulaiha, ai dirigenti e ai dipendenti tutti, esprime le più sentite condoglianze alla famiglia Garrone per la perdita dell'insigne e stimato industriale, Presidente Onorario di Erg
Dott. Riccardo Garrone - Milano, 22 gennaio 2013. Il Consiglio di Amministrazione, il Comitato di direzione e tutto il personale del gruppo TotalErg, esprimono il più sincero cordoglio per la scomparsa del dottor
Riccardo Garrone indimenticabile esempio di guida autorevole e carismatica e partecipano con affetto e grande commozione al dolore dei familiari. - Roma, 22 gennaio 2013. L'amministratore delegato Claudio Sforza, il Consiglio d'Amministrazione, e la società Gamenet S.p.A. si uniscono al profondo dolore e commozione della famiglia Garrone, del Gruppo Erg, della Sampdoria e dei suoi tifosi per la scomparsa del Presidente e
Cavaliere del Lavoro
Riccardo Garrone e ne ricordano le grandi qualità imprenditoriali e la grande passione sportiva. - Milano, 22 gennaio 2013. Trilantic Capital Partners è vicino alle famiglie Garrone e Mondini in questo momento di dolore per la perdita del Presidente
Riccardo Garrone un grande imprenditore, un signore e un vero sportivo. - Roma, 22 gennaio 2013.
Ha raggiunto il suo Peppino
Augusta Vecchi ved. Re che ha lasciato questa vita confortata dai sacramenti cristiani e dall'affetto dei figli Paolo e Marco con Arianna, Matheus e Joao; dei fratelli Giulia e Rinaldo con Wanda e i nipoti; delle cognate Rosanna e Mariarita, dei parenti e degli amici.- I funerali verranno celebrati nella parrocchia di Santa Maria Segreta, mercoledì 23 gennaio alle ore 9; la salma verrà poi trasferita a Inverno (PV) per la benedizione nella chiesa prima di essere tumulata al cimitero. - Milano, 21 gennaio 2013. Partecipano al lutto: Giuseppe e Paola Giuffrè con Monica e Andrea.
il grande amico di sempre e stringono in un abbraccio Elisa, Alessandro e Gabriele. - Milano, 22 gennaio 2013.
I consuoceri Marina e Alberto Torre ed i figli Sara, Angelo, Davide con Elisa profondamente addolorati piangono la scomparsa della cara
Giulio Tega e Vita con le figlie Eleonora e Francesca ed il nonno Dino ricordano con profonda commozione l'amico
- Piozzano, 21 gennaio 2013.
Augusta
Paolo
Augusta da sempre con noi.- Giorgio e Jean Banfi, con Giovanni Nicolette Luisa Natalia e Camillo. - Milano, 22 gennaio 2013.
Partecipano al lutto: Alessandra Passera. Carola Miramonti.
Massimo con Annette e Otto, Leone con Alessandra, Tito e Bianca, Viola con Franco, Vittoria, Emma, Tommaso e Martino annunciano la scomparsa di
Caro
Paolo con te se ne va un amico con un grande cuore.Ci mancherai molto.- Clarice e Mariolina. - Milano, 22 gennaio 2013. Siamo vicini a Elisa, Alessandro, Gabriele, Edoardo, Isabella e Giulia per la perdita dell'amato
Paolo Lo ricordiamo tutti con grande affetto.- Christie's Italia. - Milano, 22 gennaio 2013. Un saluto all'amico
Paolo Seno Vico Tonelli e la sua famiglia lo ricordano con grande affetto. - Milano, 22 gennaio 2013. È mancata all'affetto dei suoi cari l'amatissima
Violette Shamash Con dolore e commozione ne danno annuncio i figli Simon con Ruth, Vilma con Heskel, i fratelli Samy, Louise e Bertha e gli adorati nipoti Daniela, Gabriella, Dany, Ruth con Silvio, Mike e Mark.I funerali si terranno mercoledì 23 gennaio alle ore 10.45 al cimitero Maggiore Israelitico di Milano in via Jona. - Milano, 21 gennaio 2013.
Violette Con tanto affetto.- Heskel, Liliana e famiglia. - Milano, 22 gennaio 2013. Davide Bucco abbraccia Simone nel ricordo di
Violette Shamash - Milano, 22 gennaio 2013. Cara, dolce amica
Violette sarai sempre nel mio cuore e nei miei pensieri!Sono vicina con affetto e profonda commozione a Vilma e Heskel e a tutta la loro famiglia in questo triste momento di dolore e distacco.- Sandra. - Lodi, 22 gennaio 2013. Armando Del Mare, Zina e figli, Roby e Irene, Sanino e Grace, Cheryl e Alberto, Dina e Davide, Iossi e Susanna, Dorine e Antonio, Sonia, Ethel e Avram, Saad e Patrizia partecipano al dolore della famiglia Shamash per la perdita della cara mamma
Violette Shamash - Milano, 22 gennaio 2013. La moglie Giuseppina, il figlio Marco con Silvia e le piccole Anna e Cecilia annunciano con infinita tristezza la scomparsa di
Valter Luigi Codognola
Carlo Casciu lo ricordano con affetto Zaira, Donatella, Guido. - Milano, 22 gennaio 2013.
Il personale del Reparto CAR dell'Istituto Ortopedico Gaetano Pini è vicino al Direttore Dottor Roberto Viganò per la perdita del papà
Giuseppe Viganò - Milano, 22 gennaio 2013. Il Direttore, Antonio Memeo, i medici e tutto il personale dell'Ortopedia Pediatrica del Gaetano Pini sono vicini all'amico Roberto Viganò per la scomparsa del padre
Giuseppe - Milano, 22 gennaio 2013.
Daniele adesso è vicino a Gesù.- Margherita e Silvia abbracciano forte forte Anna, Chiara, Giulia e Marco.- Vi vogliamo bene. - Milano, 21 gennaio 2013.
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TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Daniele Robecchi
Corriere della Sera PER PAROLA:
uomo buono e generoso e si stringono forte ad Elisa e ai figli Alessandro e Gabriele. - Milano, 22 gennaio 2013.
Profondamente addolorati per la scomparsa del carissimo amico
- Milano, 22 gennaio 2013.
Riccardo Garrone
Chiara e Francesco Carraro e Gianni Michelagnoli ricordano con tanto tanto affetto il caro amico
Riccardo Garrone
Cavaliere
Luca Garavoglia, Presidente del gruppo Campari, partecipa con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa di
indimenticabile Presidente della Sampdoria, imprenditore straordinario e dalle grandi qualità umane e morali, dirigente sportivo e di Lega appassionato e competente, grandissimo esempio di impegno civile e sociale. - Milano, 22 gennaio 2013.
Paolo Seno Un abbraccio forte Emy, Luca, Alessandro e Lada Cantoni. - Milano, 22 gennaio 2013.
La camera ardente è allestita presso la casa funeraria San Siro di via Amantea dalle ore 8 alle ore 19.- Per il giorno e l'ora dei funerali si prega chiamare l'impresa San Siro al numero 02.32867. - Milano, 22 gennaio 2013.
Umberto Quadrino è vicino ad Edoardo, Alessandro e a tutta la famiglia Garrone per la scomparsa del Presidente
Riccardo Garrone
Cari Elisa, Alessandro e Gabriele vi siamo affettuosamente vicini per la grave scomparsa del grande amico
A nome della società Getoil Srl, il Presidente Cristian Emanuele Gambini e l'amministratore delegato Elio Gambini, partecipano al grave lutto che ha colpito la famiglia Garrone per la perdita del
Grazie, caro amico. - Verona, 22 gennaio 2013.
- Roma, 22 gennaio 2013. Aldo Brachetti Peretti con la sua famiglia partecipa profondamente addolorato alla scomparsa di
Cavaliere del Lavoro
- Milano, 22 gennaio 2013.
- Milano, 22 gennaio 2013. La famiglia Zonca partecipa commossa al grande dolore dei famigliari per la scomparsa dell'indimenticabile
Il Presidente Luigi Abete, l'Amministratore Delegato Fabio Gallia, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale della Banca Nazionale del Lavoro, esprimono sinceri e commossi sentimenti di partecipazione al dolore della famiglia per la scomparsa del
Alessandro Vitali di 96 anni. - Milano, 22 gennaio 2013. Leone e Viola ricordano l'adorato
nonno Sandro - Milano, 22 gennaio 2013. Giovanna, Claudio e Nadia stringono in un abbraccio Massimo, Leone, Viola Vitali e tutti i bambini nel ricordo del grande
nonno Sandro - Roma, 22 gennaio 2013. Il 22 gennaio è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari
Mariella Arnaldi Ne danno il triste annuncio i figli Emanuela con Alberico, Daniela con Massimo, Niccolò con Paola, i nipoti e i pronipoti.- I funerali avranno luogo nella parrocchia di San Camillo via Piemonte 41, Roma, giovedì 24 gennaio alle ore 10.30.- Un ringraziamento a George per la sua affettuosa dedizione. - Roma, 22 gennaio 2013. Cara
nonna Mariella sarai sempre nei nostri cuori.- Benedetta e Ilaria, Cristian con Gaia e Zaira, Stefano con Marta e Adriano, Francesco con Valentina, Ferdinando. - Roma, 22 gennaio 2013. Umberto, Lisa, Alessandro e Roberta Bussolati Dell'Orto annunciano la scomparsa della cara
nonna Renata La cerimonia funebre si terrà giovedì 24 gennaio presso la chiesa francescana di Santa Maria degli Angeli in piazza Velasquez 1 Milano.- Per l'orario della funzione si prega rivolgersi al n. 02.341972. - Milano, 22 gennaio 2013. Gli amici e colleghi di Spencer Stuart sono vicini con affetto a Umberto Bussolati Dell'Orto per l'improvvisa perdita della mamma
Renata Dell'Orto
Partecipano al lutto: Fabrizio e Rachele Carbonari. Roberto e Lucia Carbonari. Mimmo (Rodolfo) Lutteri e Patrizia con i figli Gianluca e Michela annunciano con profondo dolore la morte della sorella, cognata e zia
Maria Pia (Mariuccia) Lutteri in Bonali e si uniscono con un caloroso abbraccio al cognato, Lorenzo, alla figlia Elena con Wim ed ai nipoti Angelica e Ilian.- I funerali avranno luogo il 24 gennaio alle ore 15 presso la chiesa di via San Martino in Palazzolo Milanese (MI). - Milano, 22 gennaio 2013. I colleghi delle Ferrovie dello Stato Silvio Rizzotti, Stefano Bernardi, Giovanni Costa, Giancarlo Laguzzi, Fiorenzo Martini, Giancarlo Paganelli, Raimondo Putrino, Pietro Zampillo ricordano con stima ed affetto l'amico
Cavaliere
Antonio Colombo partecipando al dolore della famiglia e di quanti altri ne hanno apprezzato la nobiltà d'animo e l'eccellenza professionale. - Milano, 22 gennaio 2013.
Romeo Filippini ha lasciato i suoi cari.- Lo annunciano con immensa tristezza la moglie Angela, i figli Giuliana e Paolo.- I funerali si celebreranno a Milano mercoledì 23 gennaio alle ore 14.45 nella chiesa parrocchiale San Gregorio Barbarigo via Bordighera 46. - Milano, 21 gennaio 2013. Augusto e Giulia sono vicini con grande affetto a Vittoria, Stefano e Francesca per la scomparsa di
Antonio Laddaga di cui ricordano la discrezione, l'ironia e la grande passione juventina. - Roma, 22 gennaio 2013.
"Buono e giusto è il Signore, camminerò alla Sua presenza."
Sergio Cancian Gelindo e i nipoti tutti sono vicini alla cara zia Rosanna e ai suoi figli. - Milano, 22 gennaio 2013. Carlo e Paolo Crippa partecipano commossi alla scomparsa del
Dott. Cesare Johnson
e si stringono a Lisa, Roberta e Alessandro. - Milano, 22 gennaio 2013.
illustre protagonista della medaglistica italiana. - Milano, 22 gennaio 2013.
Renato Palmieri partecipa con amicizia al lutto di Maurizio e dei suoi figli per la perdita dolorosa della moglie e mamma
La Redazione di Max partecipa con affetto al dolore di Piero e famiglia per la perdita della mamma
Cristina - Milano, 23 gennaio 2013. Sandro e Adele Cesati, Riccardo e Maria Teresa Cesati, Emi ed Emilio Ferrara partecipano al dolore di Maurizio e figli per la scomparsa di
Maria Cristina Curti in Giobbio - Milano, 22 gennaio 2013. il
È mancato serenamente all'affetto dei suoi cari
prof. Giancarlo Bertolini Ne danno il triste annuncio la moglie Ester, i figli, le nuore, i nipoti. - Luvinate, 22 gennaio 2013.
Luisa Martinoli Vitti - Milano, 22 gennaio 2013. 26 gennaio 2011 - 26 gennaio 2013 A due anni dalla scomparsa del
Prof. Gaetano Torri venerdì 25 gennaio ore 19 sarà celebrata una Santa Messa presso la chiesa S. Maria Segreta, piazza Tommaseo.- Anna Francesca Michele e Niccolò lo ricordano a quanti lo conobbero e lo amarono. - Milano, 23 gennaio 2013. 23 gennaio 2012 - 23 gennaio 2013
Maurizio Raybaudi Massilia Sei sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.Anna. - Roma, 23 gennaio 2013.
A MODULO:
Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00
Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it
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Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
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Il Tempo
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Bari
IL SOLE
OGGI
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LE PREVISIONI
7:12 16:55
Palermo Bologna Firenze
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Roma
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7:18 17:17
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DOMANI
LA LUNA
VENERDÌ
Nuova
Primo quarto
Piena
Ultimo quarto
12 gen.
19 gen.
26 gen.
3 feb.
DOMENICA
SABATO
Trento Trieste Aosta
Venezia
Milano Torino Bologna Genova Firenze
Ancona
Perugia
E' in arrivo una nuova ondata di nuvole e precipitazioni a partire da Ovest e in estensione verso Est, le quali domani interesseranno gran parte del nostro Paese portando tempo spesso perturbato. Venerdì schiarite al Nord che si espanderanno alle regioni centrali tirreniche e alla Sardegna entro sabato. Tra venerdì e domenica rasserenamenti pure al Sud e in Sicilia ma comunque persisteranno delle precipitazioni, anche se in diradamento.
L’Aquila ROMA
Campobasso
IN EUROPA
Bari
Potenza
Napoli
Catanzaro Cagliari
LE TEMPERATURE DI OGGI 3 4
Aosta
6 3 9 10
Milano
Torino Trento Venezia Trieste
6 7
Genova
11 7 10 6
Firenze
Bologna Perugia Ancona L’Aquila
10 Roma 6 Campobasso
15 R. Calabria 15 Catania
12 13 6 12
15 11 12 12
Napoli Bari Potenza Cata
Palermo
Palermo Alghero Cagliari
a cura di
Nuvolo
Coperto
Pioggia
Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brescia Cagliari S = Sereno
max
3 -2 7 0 2 4 8
11 6 15 6 3 8 14
N S
Rovesci Temporali
Neve
N N N N N
P = Pioggia
Moderato
Forte
Molto forte
Calmo
2 8 10 -4 6 6 8
7 16 15 7 9 11 14
R N S S N N S
L’Aquila Lecce Messina Milano Napoli Olbia Palermo
T = Temporale
min
max
2 10 11 4 9 8 13
4 14 16 8 12 13 14
C = Coperto
V N N N N N N
5
2 4 3 5 7 8
9
Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9
5 Puzzles by Pappocom
LA SOLUZIONE DI IERI
9 8 3
4
7 4 8 9
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-4
3 9 5
9 8 3 2 5 4 1 7 6
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1 7 5 8 6 9 3 4 2
4 1 8 9 3 6 5 2 7
5 3 9 4 2 7 8 6 1
7 6 2 5 1 8 4 3 9
8 5 4 7 9 2 6 1 3
6 9 7 1 4 3 2 8 5
-6
Berlino
Dublino
-7 Varsavia -7
Amsterdam
1
Kiev
-3 Praga
Fronte Caldo
-6 Londra
-2
2 Parigi
Milano
Vienna -3 Belgrado
Ankara
9
6
Bucarest
6 Roma
Tirana
Barcellona Madrid
11
10
7
Lisbona
Atene
16
Tunisi
13
Fronte Freddo
12
Algeri
16
Fronte Occluso
Agitato
NORD AMERICA
min
max
1 3 3 5 4 11 1
6 6 13 9 5 16 11
R = Rovesci
N N N N R N N
min
max
7 0 2 6 5 4 4
11 9 4 9 7 7 7
Roma Torino Trento Trieste Udine Venezia Verona
Pechino
-10
P
33
P
23 Sydney
B = Nebbia
3 2 1 6 8 5 7 9 4
10eLotto I numeri vincenti 3 4 6 9 11 14 19 21 28 30 37 44 45 50 57 67 72 79 83 88
88 14 50 72 11 19 28 37 21 57 53
4 45 6 3 89 52 1 77 2 52 19
35 76 84 83 39 3 65 87 50 83 71
5 12 77 63 10 28 42 40 15 28 31
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Miliardario sul metrò
Motori
51 52 60 83 88 13 Numero SuperStar
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Il co-fondatore di Google Sergey Brin nei vagoni di New York. Con gli occhiali hi-tech.
Combinazione vincente
78 Numero Jolly
Buenos Aires
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31
-6
Superenalotto
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Estrazioni di martedì 22 gennaio 2013
30 30 79 45 44 9 67 44 83 79 44
San Francisco 16 Los Angeles
B
31 26 35
Chicago
Giacarta
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Lotto BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE
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Il Cairo
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Delhi Shanghai
Casablanca
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AFRICA Caracas
Bogotà
Seul
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Giochi e pronostici
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9 1 1
Parma Perugia Pescara Pisa Potenza R. Calabria Rimini
V = Neve
Sudoku Difficile 6
Mosso
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N = Nuvoloso
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Bassa Pressione
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Copenaghen
Edimburgo
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Stoccolma
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MARE
Debole
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ASIA AUSTRALIA
min Campobasso Catania Crotone Cuneo Firenze Genova Imperia
Oslo
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LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA min
-13 Helsinki
Olbi VENTO
Sole
H Alta Pressione
Persiste un regime meteorologico ciclonico talmente esteso e ben strutturato da tenere lontani gli anticicloni su gran parte del territorio europeo, ma nei prossimi giorni si indebolirà e l'alta pressione delle Azzorre tornerà ad estendersi da Ovest. In particolare sull'Italia la configurazione di bassa pressione comincerà ad attenuarsi da venerdì ad iniziare dalle regioni settentrionali.
il sedicenne condannato a morte 1 Iran, che piange sulla spalla del boia liste sparite dopo l'esclusione di Cosentino 2 LeVerdini e Palma inseguono il fuggiasco Le vite politiche di Razzi e Scilipoti, 3 acrobati del vitalizio «Corona all'estero, in Europa» 4 IlUnapm:segnalazione: è a Santo Domingo Cosentino: «Io aggredito dai media 5 Alfano? Un perdente di successo»
L'ibrida che va ad aria Auto rivoluzionaria Peugeot. Ma con l’aria compressa si fanno solo pochi km in città. Moda
Parata di star per Dior In passerella a Parigi. E Laetitia Casta incanta con la veletta. Guarda le foto.
Calciomercato
Le novità La conferma di Buffon (foto) alla Juve fino al 2015 e le altre notizie su chi va e chi resta nei team di A
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Mercoledì 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera
DA DOMANI IN ANTEPRIMA “SUN” IL NUOVO ALBUM DI MARIO BIONDI
Tv in chiaro Teleraccomando
UN’ESCLUSIVA DI
Rai1 di Maria Volpe
PER DISTRARSI / 1
PER DISTRARSI / 2
Daria intervista Geppi fa ridere
Alessia Marcuzzi ristruttura case
La vera novità dello storico programma di Daria Bignardi è la presenza di Geppi Cucciari (foto). E l’altra (bella) novità è che Geppi è fresca di matrimonio con il giornalista Luca Bonaccorsi (e non Bottura come ho erroneamente scritto ieri). A parte le scuse dovute a Geppi e Luca (lo sposo), siamo certi che di ritorno dal viaggio di nozze, la comica metterà ancora più verve nel suo monologo iniziale, stasera al debutto. «L’agenda di Geppi» sarà uno scoppiettante susseguirsi di battute tra attualità e politica. Dopo di lei, le 4 interviste di Daria: il via con Matteo Renzi.
Al via stasera la versione italiana del programma dedicato alla ristrutturazione delle case. A condurlo c’è Alessia Marcuzzi (foto), che dice: «Abbiamo cercato di rimanere fedeli alla versione americana. Non ci sarà studio e non sarò una presentatrice: scordatevi lustrini e paillettes! Sarò la team leader del gruppo, con jeans, elmetto e martello pneumatico!». Obiettivo della trasmissione regalare un sogno ristrutturando, in soli 7 giorni, la casa di famiglie meritevoli, che vivono un disagio. Previste anche guest star.
Le invasioni barbariche La7, ore 21.10
Extreme Makeover Home Edition - Canale 5, ore 21.10
Rai2
Rai3
Rete4
Canale5
RADIO MONTE CARLO
Italia1
La7
MTv
rai.it
rai.it
rai.it
mediaset.it/rete4
mediaset.it/canale5
mediaset.it/italia1
la7.it
mtv.it
6.00 EURONEWS. Attualità 6.10 UNOMATTINA CAFFÈ. Attualità 6.30 TG 1. PREVISIONI SULLA VIABILITÀ - CCISS VIAGGIARE INFORMATI. 6.45 UNOMATTINA. Attualità 10.00 UNOMATTINA OCCHIO ALLA SPESA. Attualità 10.25 UNOMATTINA ROSA. Attualità 11.00 TG 1. 11.05 UNOMATTINA STORIE VERE. Attualità 12.00 LA PROVA DEL CUOCO. Varietà 13.30 TELEGIORNALE. 14.00 TG 1 ECONOMIA. Attualità 14.10 VERDETTO FINALE. Attualità 15.15 LA VITA IN DIRETTA. Attualità 18.50 L’EREDITÀ. Quiz SERA 20.00 TELEGIORNALE. 20.30 TIM CUP: Semifinale di andata: Roma - Inter. Calcio. Nel programma: Tg1 60 secondi 23.10 PORTA A PORTA. Attualità. Con Bruno Vespa
6.40 CARTOON FLAKES. Ragazzi 8.10 IL NOSTRO AMICO CHARLY. Telefilm 8.55 LA SIGNORA DEL WEST. Telefilm 9.40 SABRINA, VITA DA STREGA. Telefilm 10.00 TG2 INSIEME. Att. 11.00 I FATTI VOSTRI. Att. 13.00 TG 2 GIORNO. 13.30 TG 2 COSTUME E SOCIETÀ. Attualità 13.50 MEDICINA 33. Rubrica 14.00 SELTZ. Attualità 14.45 SENZA TRACCIA. Telefilm 15.30 COLD CASE - DELITTI IRRISOLTI. Telefilm 16.15 NUMB3RS. Telefilm 17.00 LAS VEGAS. Telefilm 17.45 TG 2 FLASH L.I.S. 17.50 RAI TG SPORT. 18.30 TG 2. 18.45 SQUADRA SPECIALE COBRA 11. Telefilm 19.35 IL COMMISSARIO REX. Telefilm
10.00 RAI 150 ANNI. LA STORIA SIAMO NOI. Attualità 11.00 CODICE A BARRE. Attualità 11.25 TG 3 MINUTI. 11.30 BUONGIORNO ELISIR. Attualità 12.00 TG 3. 12.25 TG 3 FUORI TG. Att. 12.45 LE STORIE DIARIO ITALIANO. Attualità 13.10 LENA, AMORE DELLA MIA VITA. Telefilm 14.00 TG REGIONE. 14.20 TG 3. 14.50 TGR LEONARDO. Att. 15.00 TG 3 L.I.S. 15.05 TGR PIAZZA AFFARI. Attualità 15.10 LA CASA NELLA PRATERIA. Telefilm 16.00 COSE DELL’ALTRO GEO. Varietà 17.40 GEO & GEO. Documenti 19.00 TG 3. 19.30 TG REGIONE.
6.50 T.J. HOOKER. Telefilm 7.45 MIAMI VICE. Telefilm 8.40 HUNTER. Telefilm 9.50 CARABINIERI. Telefilm 10.50 RICETTE DI FAMIGLIA. Att. 11.25 ANTEPRIMA TG 4. 11.30 TG 4 - TELEGIORNALE. 12.00 DETECTIVE IN CORSIA. Telefilm 12.55 LA SIGNORA IN GIALLO. Telefilm 14.00 TG 4 - TELEGIORNALE. 14.45 LO SPORTELLO DI FORUM. Attualità 15.30 RESCUE SPECIAL OPERATIONS. Telefilm 16.35 MY LIFE. Soap 16.50 FILM L’OCA SELVAGGIA COLPISCE ANCORA. 18.50 ANTEPRIMA TG 4. 18.55 TG 4 - TELEGIORNALE. 19.35 TEMPESTA D’AMORE. Soap Opera
6.00 TG 5 PRIMA PAGINA. Attualità 8.00 TG 5 MATTINA. 8.40 LA TELEFONATA DI BELPIETRO. Attualità 8.50 MATTINO CINQUE. Attualità 10.05 MATTINO CINQUE. Attualità 11.00 FORUM. Attualità 13.00 TG 5. 13.40 BEAUTIFUL. Soap Opera 14.10 CENTOVETRINE. Soap Opera 14.45 UOMINI E DONNE. Talk show. Con Maria De Filippi 16.15 AMICI. Varietà. Con Maria De Filippi 16.55 POMERIGGIO CINQUE. Varietà. Con Barbara D’Urso 18.50 AVANTI UN ALTRO. Quiz. Con Paolo Bonolis. Nel programma: Tg 5 Anticipazione
6.00 CHANTE! Telefilm 6.40 CARTONI ANIMATI 8.45 EVERWOOD. Telefilm 10.35 E.R. - MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm 12.25 STUDIO APERTO. 13.00 SPORT MEDIASET ANTICIPAZIONI. 13.05 SPORT MEDIASET. 13.40 FUTURAMA. Cartoni 14.10 I SIMPSON. Cartoni 14.35 DRAGON BALL. Cartoni 15.00 LE AVVENTURE DI LUPIN III. Cartoni 15.50 WHITE COLLAR FASCINO CRIMINALE. Telefilm 16.40 CHUCK. Telefilm 17.35 LA VITA SECONDO JIM. Serie 18.20 LIFE BITES - PILLOLE DI VITA. Serie 18.30 STUDIO APERTO. 19.20 C.S.I. - SCENA DEL CRIMINE. Telefilm
6.00 TG LA7. 6.55 MOVIE FLASH. Attualità 7.00 OMNIBUS. Attualità 9.55 COFFEE BREAK. Attualità 11.00 L’ARIA CHE TIRA. Attualità 12.20 TI CI PORTO IO... IN CUCINA CON VISSANI. Attualità 12.30 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 13.30 TG LA7. 14.05 FILM CAPITAN NEWMAN. 15.50 IN PLAIN SIGHT. Telefilm 16.45 MOVIE FLASH. Attualità 16.50 COMMISSARIO CORDIER. Telefilm. Con Pierre Mondy, Bruno Madinier, Antonella Lualdi 18.50 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità
16.00 RADIO EMILIA 5.9. Varietà 16.50 LA VITA SEGRETA DI UNA TEENAGER AMERICANA. Telefilm 17.40 16 ANNI E INCINTA. Varietà 18.30 RADIO EMILIA 5.9. Varietà 19.30 BUFFY L’AMMAZZAVAMPIRI. Telefilm 20.20 MODERN FAMILY. Telefilm 21.10 IL TESTIMONE. Reportage 22.00 IO VOTO. Attualità 23.00 TRUE BLOOD. Telefilm 1.10 SOUTH PARK. Cartoni
20.30 TG 2 20.30. 21.05 FILM TUTTA COLPA DELL’AMORE. (Commedia, Usa, 2002). Regia di Andy Tennant. Con Reese Witherspoon, Josh Lucas, Patrick Dempsey. 23.05 TG 2.
20.00 BLOB. Attualità 20.15 COMICHE ALL’ITALIANA. 20.35 UN POSTO AL SOLE. Soap 21.05 CHI L’HA VISTO? Attualità. Con Federica Sciarelli 23.15 VOLO IN DIRETTA. Attualità
20.30 WALKER TEXAS RANGER. Telefilm 21.10 FILM IL COLLEZIONISTA DI OSSA. (Thriller, Usa, 1999). Regia di Phillip Noyce. Con Denzel Washington, Angelina Jolie, Michael Rooker
20.00 TG 5. 20.40 STRISCIA LA NOTIZIA. Tg Satirico. Con Ezio Greggio, Enzo Iacchetti 21.10 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION. Documentario 23.10 ITALIA DOMANDA. Att.
21.10 MISTERO. Attualità. Con Lucialla Agosti, Jane Alexander, Daniele Bossari 0.30 THE VAMPIRE DIARIES. Telefilm. Con Nina Dobrev, Paul Wesley, Ian Somerhalder
20.00 TG LA7. 20.30 OTTO E MEZZO. Attualità. Con Lilli Gruber 21.10 LE INVASIONI BARBARICHE. Talk show. Con Daria Bignardi 23.55 OMNIBUS NOTTE. Attualità
23.15 RAI 150 ANNI. LA STORIA SIAMO NOI SPECIALE. Attualità. Con Giovanni Minoli
24.00 TG 3 LINEA NOTTE. 1.05 CRASH - CONTATTO IMPATTO CONVIVENZA. Attualità. Con Valeria Coiante
23.40 I BELLISSIMI DI RETE 4. Attualità 23.45 FILM ZODIAC. (Thriller, Usa, 2007). Di David Fincher. Con Jake Gyllenhaal
0.45 TG 5 NOTTE. METEO.IT. 1.15 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELL’INSOLVENZA. Tg Satirico
2.10 SPORT MEDIASET. 2.35 THE SHIELD. Telefilm. Con Michael Chiklis, Catherine Dent, Walton Goggins
1.00 TG LA7 SPORT. 1.05 PROSSIMA FERMATA. Attualità 1.20 MOVIE FLASH. Att. 1.25 OTTO E MEZZO. Attualità
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0.45 TG1 NOTTE. 1.20 SOTTOVOCE. Attualità 1.50 MAGAZZINI EINSTEIN - LO SPETTACOLO DELLA CULTURA. Attualità
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Film e programmi Denzel paralizzato aiuta Angelina
Federica Sciarelli e il caso Ragusa
Rai4 Paralizzato a letto dopo un incidente, l’agente della scientifica Rhyme (Denzel Washington, foto) guida una poliziotta (Angelina Jolie) alla ricerca di un serial killer. Il collezionista di ossa Rete4, ore 21.10
Federica Sciarelli (foto) parla del caso di Roberta Ragusa: la sera della sua scomparsa, il marito fece una telefonata di pochissimi secondi alla sua amante. Perché? Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05
Witherspoon vuole il divorzio
Economia e fisco con Brunetta
La stilista Melanie (Reese Witherspoon) s’innamora dello scapolo d’oro Andrew e decide di sposarlo. Prima però deve convincere il marito (Josh Lucas) a divorziare. Tutta colpa dell’amore Rai2, ore 21.05
Economia e Fisco. Se ne parla con Renato Brunetta, Guglielmo Epifani, Gennaro Migliore, Massimo Garavaglia, Linda Lanzillotta e Oscar Giannino. Italia domanda Canale 5, ore 23.10
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19.10 TORTE IN CORSO CON RENATO. Att. 19.40 GORDON RAMSAY: CUCINE DA INCUBO. Attualità 20.40 PAZZI PER LA SPESA: LA SFIDA. Attualità 21.10 TABATHA MANI DI FORBICE. Attualità 22.10 LA GUERRA DELLE SPOSE. Attualità
13.50 FILM IL RE DEI FALSARI. 16.00 TG GIORNO. Attualità 16.55 NIGHTLY NEWS. Att. 17.10 PROMETEO. Attualità 19.30 PUNTO E A CAPO. Att. 20.40 IL TG DELLA CONVENIENZA. Att. 21.10 FILM MEGLIO TARDI CHE MAI. 22.50 LAW&ORDER. Tf
18.15 AIRPORT SECURITY. Documentario 18.40 INGEGNERIA DEL DISASTRO. Doc. 19.30 TOP GEAR. Doc. 20.25 COME È FATTO. Doc. 21.15 FACTORY MADE. Doc. 22.05 MEGACOSTRUZIONI. Documentario 22.55 INDAGINI AD ALTA QUOTA. Documentario
18.10 CUOCHI E FIAMME. Attualità 19.10 S.O.S. TATA. Varietà 20.10 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 21.10 FAST FORWARD. Telefilm 23.10 FILM OSSESSIONE D’AMORE. 1.10 MOVIE FLASH. Attualità
Rai YoYo
Iris
Cielo
La5
Tv 2000
rai.it
iris.mediaset.it
19.30 EVVIVA SANDRINO. Cartoni 20.00 CARTONI DELLO ZECCHINO D ORO. Cartoni 20.10 PEPPA PIG. Cartoni 20.35 BARBAPAPÀ. Cartoni 21.15 PEPPA PIG. Cartoni 21.45 BUONA NOTTE CON LE FAVOLE DI YOYO II. Attualità
17.38 FILM MELODRAMMORE - E VISSERO FELICI E CONTENTI. 19.25 A-TEAM. Telefilm 20.12 HAZZARD. Telefilm 21.05 FILM THIRTEEN DAYS. 23.34 FILM MONDO PERDUTO. 1.18 FILM ANDERSEN. UNA VITA SENZA AMORE.
cielotv.it 19.15 MASTERCHEF USA. Varietà 20.15 ALE CONTRO TUTTI. Varietà 21.10 TERAPIA D’URTO. Telefilm 23.15 SATISFACTION VITE DA SQUILLO. Telefilm 0.15 SEX EDUCATION SHOW. Varietà
mediaset.it 18.25 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION. Documentario 19.20 AMICI. Reality 20.25 GOSSIP GIRL. Telefilm 21.10 THE FORGOTTEN. Telefilm 23.13 UOMINI E DONNE. Talk show
tv2000.it
18.30 TG 2000. 19.00 ROMANZO FAMILIARE. 20.00 ROSARIO DA LOURDES - IN DIFFERITA. 20.30 NEL CUORE DEI GIORNI-INDACO. 20.55 TGTG. 21.20 FILM GUNGA DIN. 22.50 GOCCE DI MIELE.
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Corriere della Sera Mercoledì 23 Gennaio 2013
Pay Tv Film e programmi Squadra di supereroi per salvare il mondo
Il malvagio Loki vuole sottomettere l’umanità. Dovrà fare i conti con Capitan America, Iron Man, Thor, Hulk e gli altri supereroi pronti a tutto per difendere il mondo. The Avengers Sky Cinema 1, ore 21.10
Il dolore di Jake Gyllenhaal
Sky Cinema
Sport
17.45 ARTHUR E LA GUERRA DEI DUE MONDI Arthur deve vedersela con il perfido Maltazard, cresciuto fino a due metri e dieci di altezza. Terzo capitolo della saga. Sky Cinema 1 HD 18.00 BEASTLY Rivisitazione moderna, ambientata a Manhattan, della favola “La Bella e la Bestia”. Sky Cinema Family 18.50 I COWBOYS Da un romanzo di William Dale Jennings, J. Wayne veste i panni di un anziano allevatore. Sky Cinema Classics 19.10 QUALCUNO DA AMARE L’amore struggente tra M. Tomei e C. Slater. I due hanno vinto l’MTV Award per il miglior bacio. Sky Cinema Passion HD 19.15 BITCH SLAP - LE SUPERDOTATE Tre cattive ma bellissime ragazze arrivano in un rifugio sperduto nel deserto per impossessarsi di un bottino di diamanti. Sky C.Max HD 19.25 SOTTO IL VESTITO NIENTE L’ULTIMA SFILATA Quando la top model Alexandra viene uccisa il caso viene affidato al commissario Malerba, che ha dei dubbi sulle modalità dell’incidente... Sky Cinema Hits HD 19.30 BENVENUTI A CEDAR RAPIDS Tim Lippe è un uomo dalla vita monotona ma ora, a 34 anni, si trova a viaggiare per la prima volta per un convegno... Sky Cinema 1 HD
19.35 LA GABBIANELLA E IL GATTO Dall’omonimo racconto di Luis Sepulveda, la storia di una gabbiana che, prima di morire, affida il proprio uovo a un gatto. Sky Cinema Family 21.00 SPLENDORE NELL’ERBA Oscar 1961 a W. Inge per il soggetto e la sceneggiatura originali, nella pellicola drammatica, interpretata da N. Wood e W. Beatty. Sky Cinema Classics HONEY Honey (J. Alba), ballerina di hip-hop, tra il successo e insegnare il ballo ai ragazzi del suo quartiere, sceglie quest’ultima possibilità. Sky Cinema Family COSA FARE A DENVER QUANDO SEI MORTO Un ex gangster ora gestisce un’agenzia nella quale i malati terminali registrano dei video da lasciare ai propri cari. Sky Cinema Max HD ONE LAST DANCE Dopo la morte del direttore artistico di una compagnia di ballo, tre danzatori superano antichi dissaporti e uniscono le forze. Sky Cinema Passion HD 21.10 THE AVENGERS I supereroi più famosi si riuniscono in una squadra compatta per combattere un nemico inatteso che minaccia la pace nel mondo. Sky Cinema 1 HD
Serie Tv
Intrattenimento
Ragazzi
Documentari
14.00 VIOLETTA Disney Channel 15.40 LIFE BITES Disney Channel 17.10 PROFESSOR YOUNG Disney Channel 18.00 JESSIE Disney Channel 18.50 A.N.T. FARM Disney Channel 19.40 LA VITA SECONDO JIM Fox HD 20.10 VIOLETTA Disney Channel 21.20 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids 21.25 LA MIA BABYSITTER È UN VAMPIRO Disney Channel 21.45 ICARLY Nickelodeon 21.50 A TUTTO RITMO Disney Channel LAW & ORDER: UNITÀ SPECIALE Fox Crime HD TEEN WOLF Fox HD BONES Fox Life 22.00 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids 22.10 BIG TIME RUSH Nickelodeon
15.05 HELL’S KITCHEN Sky Uno 16.40 GLI SGOMMATI Sky Uno 17.10 STRAVINSKIJ - LA SAGRA DELLA PRIMAVERA Classica 17.25 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION Sky Uno 17.45 CASE DA INCUBO LEI 18.00 BRAHMS - CONCERTO PER VIOLINO OP.77 Classica 18.15 TRA MOGLIE E MARITO Sky Uno 19.10 CAMBIO CUOCO LEI 19.55 MASTERCHEF MAGAZINE 2 Sky Uno 20.15 IL BOSS DEL FAI DA TE Sky Uno 20.40 IL BOSS DELLA CASA Sky Uno 21.00 JUAN DIEGO FLOREZ E IL BELCANTO Classica GLI SGOMMATI Sky Uno 22.00 SERATISSIMA - I ROBINSON K2 22.25 SERATISSIMA - I ROBINSON K2
14.20 ADVENTURE TIME Cartoon Network 15.20 TREE FU TOM K2 17.00 MY LITTLE PONY: L’AMICIZIA È MAGICA 2 Boomerang YU-GI-OH! ZEXAL K2 17.55 MIA AND ME Rai Gulp 18.40 POKÉMON N&B: DESTINI RIVALI K2 19.45 BEN 10 ULTIMATE ALIEN Cartoon Network 20.20 REKKIT RABBIT K2 21.00 LEONE IL CANE FIFONE Cartoon Network 21.20 KUNG FU PANDA: MITICHE AVVENTURE Nickelodeon 21.25 LEONE IL CANE FIFONE Cartoon Network 21.35 DUE FANTAGENITORI K2
17.15 LA STANZA DEGLI ORRORI LEI 18.15 ENIGMI ALIENI History Channel 19.10 A CACCIA DI TESORI History Channel 20.00 TOP GEAR Discovery Channel HD 21.00 AMERICAN GUNS Discovery Channel HD LA TRILOGIA DEL TERRORE History Channel CASE DA UN MILIONE DI DOLLARI LEI SEAWORTHY Yacht & Sail 21.10 MARCHIO DI FABBRICA Discovery Science 21.35 MARCHIO DI FABBRICA Discovery Science 21.50 I GUARDIANI DELLA STRADA National Geographic 21.55 TI PRESENTO I ROMANI History Channel
15.50 SUPERHERO - IL PIÙ DOTATO FRA I SUPEREROI. Film Premium Cinema 15.55 FILLER STUDIO UNIVERSAL. Show Studio Universal 16.01 PSYCH. Telefilm JOI 16.07 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm MYA 16.20 HAROLD E MAUDE. Film Studio Universal
16.45 SMALLVILLE-GLI INIZI. Telefilm STEEL 16.51 PSYCH. Telefilm JOI 16.58 LOVE NOTES. Film Tv MYA 17.23 LANTERNA VERDE. Film Premium Cinema 17.35 HIGH SCHOOL TEAM/FRIDAY NIGHT LIGHTS. Telefilm STEEL 17.55 PROJECT GREENLIGHT 1. Documentario Studio Universal
18.30 RONIN. Film Studio Universal 18.35 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm MYA 18.35 SQUADRA ANTIMAFIA 2 PALERMO OGGI. Miniserie STEEL 19.21 IN TIME. Film Premium Cinema 19.26 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA 20.19 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA
22.40
22.50
23.05
23.10
PALLE AL BALZO - DODGEBALL Il proprietario di una palestra, Peter LaFleur (V. Vaughn), per evitare che venga venduta, sfida il rivale (B. Stiller) a una partita di dodgeball. Sky Cinema Hits HD IO & MARLEY 2 - IL TERRIBILE Il cucciolo di labrador Marley viene affidato alle cure di Bodi, nipote dei Grogan, che lo iscrive a una competizione cinefila. Sky Cinema Family TUTTI AL MARE Intorno a un chiosco sulla spiaggia di Castelporziano, si beve, si mangia, si chiacchera. Un via vai di gente e di storie. Sky Cinema Hits HD ANTWONE FISHER Fisher è un marine che in seguito a strani comportamenti viene mandato da uno psichiatra che lo aiuterà a scoprire il suo passato. Sky Cinema Passion HD SECRET WINDOW Thriller tratto da un romanzo di Stephen King, “Finestra segreta, giardino segreto”, vede nel cast J. Depp e J. Turturro. Sky Cinema Max HD OLTRE IL GIARDINO Capolavoro interpretativo di Peter Sellers. Premio Oscar a Melvyn Douglas. Sky Cinema Classics
9.30 TENNIS: QUARTI DI FINALE Australian Open. Diretta Eurosport 10.30 CALCIO: FIORENTINA - NAPOLI Serie A Sky Sport 1 HD 11.00 GOLF: PGA EUROPEAN TOUR The Commercial Bank Qatar Masters. Diretta Sky Sport 2 HD 12.00 TENNIS: QUARTI DI FINALE Australian Open Eurosport 14.30 CALCIO: TORINO - JUVENTUS Campionato Primavera TIM CUP. Diretta Sport Italia 15.45 CALCIO: SUD AFRICA - ANGOLA Coppa d’Africa. Diretta Eurosport 18.30 CALCIO: MAROCCO - CAPO VERDE Coppa d’Africa. Diretta Eurosport CALCIO: TOTTENHAM MANCHESTER UTD Manchester UTD TV Sport Italia SURF: TOUR EUROPE KITE SURF Yacht & Sail 20.30 CALCIO: SEMIFINALE ANDATA ROMA - INTER TIM Cup RaiSport 1 20.40 CALCIO: ARSENAL - WEST HAM UNITED Premier League. Diretta Sky Sport 1 HD 21.00 MOTOCICLISMO: 2007. GP DI CATALUNYA Moto GP Story ESPN 21.05 EQUITAZIONE: SALTO Rolex Fei World Cup. Differita Eurosport 22.00 AERIALS NIGHT Coppa del Mondo Freestyle RaiSport 1 YACHT & SAIL Yacht & Sail
Joe Nast (Jake Gyllenhaal, foto) è fidanzato con Diana, ma tre giorni prima delle nozze lei viene uccisa. Joe si trasferisce allora dai genitori della donna (Susan Sarandon e Dustin Hoffmann). Moonlight Mile Cinema Emotion, ore 21.15
Willis cerca la cura a un potente virus
2035, Philadelphia. Gli uomini, decimati da un virus, vivono nel sottosuolo. Il detenuto James Cole (Bruce Willis, foto) viene spedito indietro nel tempo per trovare un antidoto. L’esercito delle 12 scimmie Cinema Energy, ore 21.15
Proposta indecente per Jessica Alba
Mediaset Premium
Honey Daniels (Jessica Alba) è una ballerina che vive insegnando ai ragazzi di strada. Poi un produttore le propone di lavorare in tv. Ma in cambio le chiede sesso. Honey Sky Cinema Family, ore 21
14.15 THE PACIFIC. Miniserie STEEL 14.20 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 14.22 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA 15.05 HIGH SCHOOL TEAM/FRIDAY NIGHT LIGHTS. Telefilm STEEL 15.12 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 15.15 ONE TREE HILL. Telefilm MYA
A fil di rete di Aldo Grasso
Il grande vecchio della serata Gaber
C
on le canzoni non si scherza, ti entrano dentro nei modi più imprevedibili, non c’è niente da fare, la ragione non c’entra. Nella lunga commemorazione funebre che Fabio Fazio ha celebrato in onore di Giorgio Gaber non ho sentito canzoni come «Non arrossire» o «Le strade di notte», che per me — non so perché e forse non lo voglio sapere — sono il massimo. (Rai3, lunedì, ore 21,07). Il problema principale, quando una persona brava e famosa non c’è più, è che diventa una sorta di guscio vuoto che i meVincitori e vinti dia riempiono a loro piacimento. Nella serata-evento dedicata al Signor G nel decennale della Paolo sua scomparsa, il Gaber propoDel Debbio Del Debbio sto è stato quello del teatro-canbatte zone, del sodalizio con Sandro Formigli. Luporini. Il quale era presente Informazione di parte in studio, silente, una sorta di Mediaset nel talk grande vecchio di fronte a cui «Quinta Colonna», Fazio leggeva a voce alcune pagicondotto da Paolo Del ne del libro G. Vi racconto GaDebbio su Rete4: gli ber, come fa uno scolaro davanspettatori che seguono ti al professore. Pagina scritta il programma sono più interprete, così per tutta la 1.856.000, per uno serata: non un granché come share del 7,2% trovata drammaturgica. Naturalmente ci sono stati momenti di intensa partecipaCorrado zione (Samuele Bersani, RossaFormigli na Casale, Patti Smith), in un Formigli contesto di grande festa familiasuperato da re (la famiglia Gaberscik-LuporiDel Debbio. ni era al completo, sempre inSpostato il lunedì quadrata alle spalle del condutsera, «Piazzapulita» tore) cui hanno dato lustro Enridi Corrado Formigli su co Ruggeri, Claudio Bisio, Paolo La7 perde qualcosa: Rossi, Luciana Littizzetto, Neri davanti al televisore Marcorè e altri. L’imbarazzante ci sono 1.333.000 partecipazione di Walter Veltrospettatori, pari al ni e Fausto Bertinotti è stata so5,8% di share lo una di quelle occasioni in cui la Rete si scatena in ironie sanguinarie. L’impressione è stata quella di una trasmissione per gaberiani spinti, quando l’idolo viene imbalsamato. Forse sbaglierò, ma il sodalizio con Luporini ha come sacrificato la parte più passionale, imprevedibile, incontenibile di Gaber, caricandolo di un peso e di un tono predicatorio che, a distanza di anni, mostra i suoi limiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
20.25 SMALLVILLE-GLI INIZI. Telefilm STEEL 21.15 TWILIGHT. Film Premium Cinema 21.15 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 21.15 ARMY WIVES - CONFLITTI DEL CUORE. Telefilm MYA 21.15 COVERT AFFAIRS. Telefilm STEEL 21.15 THE WOMEN. Film Studio Universal
22.04 ARMY WIVES - CONFLITTI DEL CUORE. Telefilm MYA 22.05 EL INTERNADO. Telefilm STEEL 22.06 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 23.15 COTTON CLUB. Film Studio Universal 23.20 MIAMI MEDICAL. Telefilm STEEL 23.22 THE TWILIGHT SAGA: NEW MOON. Film Premium Cinema
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MercoledĂŹ 23 Gennaio 2013 Corriere della Sera