GDS 21-02-2013

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www.gazzetta.it giovedì 21 febbraio 2013 1,20 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 TEL. 0262821 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL. 06688281 POSTE TALIANE SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

ITALIA

anno 117 ­ Numero n Anno 44

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* Rendimento lo do 4% meno la quota fissa trattenuta pari all’1%. Al lordo della tassazione sulle plusvalenze. Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo. UNIQA Previdenza SpA - Milano - Aut. D.M. 17656 del 23/04/1988 (G U. 117 del 20/05/1988)

MILAN DA SOGNO Trionfo a San Siro: 2­0 al Barça con Boa e Muntari Grande concretezza contro il possesso palla Allegri dà lezione e riporta i marziani sulla terra Quarti di Champions più vicini BOCCI, DELLA VALLE, FROSIO, LICARI, PASOTTO, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 11 ­ DE CALO’ A PAG. 23

EUROLEAGUE STASERA DENTRO O FUORI

L’Inter a Cluj per guarire Assalto Napoli A Plzen senza Hamsik per ribaltare lo 0­3 Lazio con il Borussia 3 Stramaccioni, 37 anni DAPRESS DA PAGINA 15 A PAGINA 17

PANCHINE DIVORZIO IN VISTA DAL PSG

Il Real su Ancelotti Ma piace anche a ManCity e Arsenal Il tecnico italiano è l’alternativa a Klopp. Leo ha bloccato Mou GRANDESSO, LAUDISA A PAGINA 13

CASA BIANCONERA DOPO 80 PARTITE

Conte con il record E’ l’allenatore Juve con meno sconfitte GRAZIANO, OLIVERO A PAGINA 18

IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI

Smascherata la banda che ha portato via il Rolex ad Hamsik: erano tre affiliati di Equitalia.

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LA TRAGEDIA LA POLIZIA AL GIUDICE

«Pistorius resti in cella Può scappare in Italia» SIMONCELLI A PAGINA 33

F.1 MONTMELÒ: F138 PIU’ LENTA DI MARTEDI’ di PAOLO CONDO’

Un Milan fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni centra un’impresa che entra di diritto fra le prime dieci della sua storia. La qualificazione ai quarti va ancora conquista­ ta, e fra tre settimane al Camp Nou servirà un’altra prestazione straordinaria, è bene sottolinearlo nel momento in cui lo champa­ gne preme contro i tappi per sgorgare festoso.

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI

numeri& STATISTICHE

D

Allegri, il Mila Kevin Prince Boateng, 25 anni, festeggia con la lingua di fuori l’1-0, con Ambrosini e Montolivo pronti ad abbracciarlo ANDREOLI

Capolavoro tattico e cuore Boateng e Muntari in gol Il Barcellona è annientato

la Sfida STEPHAN EL SHAARAWY 20 ANNI ATTACCANTE

LIONEL MESSI 25 ANNI ATTACCANTE

TIRI

0

1

PALLE RECUPERATE

5

DRIBBLING Messi cancellato dalla partita, i rossoneri iniziano con umiltà e nella ripresa si scatenano. Fra tre settimane, battaglia al Camp Nou 0/3

1 3/9

PASSAGGI POSITIVI

Sulley Muntari, 28 anni ANSA

PAOLO CONDÒ MILANO

Un Milan fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni centra un’impresa che entra di diritto fra le prime dieci della sua storia. La qualificazione ai quarti va ancora conquistata, e fra tre settimane al Camp Nou servirà un’altra prestazione straordinaria, è bene sottolinearlo nel momento in cui lo champagne preme contro i tappi. Però questo 2-0 al Barcellona più sterile e grigio dell’era moderna — e sia chiaro che è un merito del Milan averlo reso così — è un risultato che farà molto rumore in Europa: la squadra più forte non è più così forte, e soprattutto una grande che soltanto pochi mesi fa sembrava perduta è definitivamente riemersa dalla sua mediocrità per impadronirsi non sol-

tanto del futuro, ma anche del presente. La cosa più bella, poi, è che questo sabba di calcio umile e sofferto nel primo tempo ma trionfante nella ripresa abbia coinciso col ritorno della gente a San Siro, a dimostrazione che l’entusiasmo è un processo virtuoso che si autoalimenta, e che la depressione delle gradinate vuote contribuisce a rendere tristi le serate di campionato. E’ come se al cospetto di uno stadio finalmente esaurito il Milan avesse deciso di togliere le ultime impalcature, e mostrare il suo vero volto di squadra non ancora perfetta, ma nobile nella capacità di sopravvivere prima e colpire poi.

si a quelli in cui colpire, dalla posizione dei suoi uomini ai cambi che hanno aggiunto valore. Altro che marcatura individuale di Messi: Allegri l’ha letteralmente tolto dal campo — e così non ci era mai riuscito nessuno — piazzando un uomo su ogni linea di passaggio e togliendogli in pratica l’acqua nella quale nuotare. Un dato solo: da Guardiola in poi, il Barcellona in Champions aveva perso con due gol di scarto soltanto qui a San Siro, il 3-1 dall’Inter.

IL TABELLONE

Sofferenza Messi Si ve-

Impresa Allegri E prima di rac-

contare le gesta dei Boateng e dei Pazzini, degli Ambrosini e dei Muntari, sarà bene sottolineare che la prima firma sotto a quest’impresa è di Massimiliano Allegri, capace di indovinare tutto, dai tempi in cui coprir-

GDS

de subito che il Milan ha la testa giusta per la serata avventurosa che lo aspetta, perché alterna lunghe fasi di formazione a testuggine — due linee di difesa molto ravvicinate col solo Pazzini dieci metri più avanti a ipotizzare un rilancio — a improvvise sortite sulle fasce che costano al Barcellona precipitosi rientri. La fase di pu-

11

44

IN FUORIGIOCO

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0


GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

3

an è stellare MILAN

BARCELLONA

2

0

(4-3-3)

(4-3-3)

32 Abbiati; 20 Abate, 17 Zapata, 5 Mexes, 21 Constant; 18 Montolivo, 23 Ambrosini, 4 Muntari; 10 Boateng, 11 Pazzini (dal 29’ s.t.19 Niang), 92 El Shaarawy (dal 42’ s.t. 12 Traore). ALLENATORE Allegri. PANCHINA 1 Amelia, 2 De Sciglio, 76 Yepes, 36 Cristiante, 22 Bojan. CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Mexes e Traore per gioco scorretto

1 Valdes; 2 Dani Alves, 3 Piqué, 5 Puyol (dal 42’ s.t. 14 Mascherano), 18 Jordi Alba; 6 Xavi, 16 Busquets, 4 Fabregas (dal 19’ s.t. 9 Sanchez); 17 Pedro, 10 Messi, 8 Iniesta. ALLENATORE Roura. PANCHINA 13 Pinto, 19 Montoya, 25 Song, 11 Thiago, 37 Tello. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Busquets per gioco scorretto, Piqué per proteste.

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Boateng all’11’, Muntari al 36’ s.t. ARBITRO Thomson (Scozia). GUARDALINEE Rose-Ross. GIUDICI DI PORTA McLean-Clancy. NOTE Spettatori 75.932, incasso 4.659.762 euro. Angoli: 3-4. In fuorigioco: 3-2. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 5’. POSSESSO PALLA MILAN 27,4%

% PASSAGGI UTILI BARCELLONA 72,6%

TIRI IN PORTA

III MILAN 3

BARCELLONA 90,2%

I II BARCELLONA 1

BARICENTRO MOLTO BASSO 46,9 metri

MILAN 2

IIII BARCELLONA 4

SECONDO TEMPO GOL! 11’ La punizione di Montolivo rimpalla su Pedro e poi sulle mani di Zapata, che senza volerlo la aggiusta per il sinistro di Boateng 31’ Bel diagonale da fuori di Iniesta fuori di poco GOL! 36’ Niang fa saltare in aria la difesa catalana con un tocco per El Shaarawy, che dal centro innesca il tiro al volo nell’angolino di Muntari

BARICENTRO ALTO 56,5 metri

cercherà una posizione utile, senza trovarla: occhio però, non illudiamoci che al ritorno vada nello stesso modo.

la situazione

Organizzazione Milan Incapaci

PUÒ BASTARE IL K.O. CON UN GOL DI SCARTO

di entrare nella difesa del Milan, i catalani fanno registrare qualche scricchiolio dietro, e per due volte si impreca perché El Shaarawy, giustamente lanciato nella zona critica del Barça, quella alle spalle di Dani Alves, sbaglia due controlli consentendo il recupero di Puyol. Sia chiaro: il Milan è chiuso lì dietro e la partita è nelle mani blaugrana. Però non c’è affanno nell’organizzazione rossonera, e se si esclude qualche imbarazzo iniziale di Ambrosini sui

IL MILAN SI QUALIFICA SE...

Dopo il 2-0 di San Siro, il Milan si qualifica se vince, pareggia o perde al Camp Nou con un gol di scarto. In caso di 2-0 supplementari ed eventuali rigori. I rossoneri possono passare anche in caso di sconfitta a Barcellona con 2 reti di scarto, ma con almeno un gol segnato (3-1, 4-2, 5-3, eccetera).

h

36’ secondo tempo Showtime rossonero Il possesso palla-ospite? No, la cosa più bella della gara è il raddoppio del Milan: gran controllo di Niang e appoggio a El Shaarawy, che serve Muntari a sinistra per il 2-0 PLP

la Moviola DI FABIO LICARI

TIRI FUORI

MOMENTI CHIAVE PRIMO TEMPO 11’ Doppio corner catalano, una ciccata di Ambrosini crea il panico ma non ci sono danni 15’ Una sponda di Pazzini lancia El Shaarawy nello spazio vuoto, ma un tocco troppo lungo favorisce il recupero di Puyol 16’ Corner milanista, la girata di Boateng è fuori 36’ Cross lungo e radente di Boateng, El Shaarawy si allunga ma non ci arriva

ra opposizione, senz’altro maggioritaria, viene interpretata con una concentrazione da sballo: i catalani palleggiano sulla trequarti in attesa che si apra un varco, ma per tutto il primo tempo quel varco non si apre mai, rendendo sterile il possesso dei vari Xavi (continuo), Iniesta (intermittente) e Fabregas (svagato). Laddove tutti corrono, anche per proteggersi dal gran freddo, Messi passeggia pigramente lungo l’out sinistro, studiando una situazione che come sempre non lo soddisfa, perché la capacità delle difese italiane di sottrarre lo spazio pompando fuori l’aria come un’idrovora è qualcosa cui non è abituato. Per tutta la partita

MILAN 74,5%

11’ secondo tempo La zampata del Boa Montolivo teso su punizione, un doppio rimpallo favorisce Kevin Prince Boateng che è freddo a battere Valdes con il sinistro: il Milan va in vantaggio REUTERS

Il «mani» di Zapata sull’1-0? Una regola da riscrivere Si parlerà a lungo del primo gol del Milan: da annullare o no? Gol o no? Rivediamo l’azione. Gran punizione da fuori di Montolivo: rimpallo su Pedro, la palla sbatte sulla mano di Zapata (che ha le braccia in alto) e arriva a Boateng che segna. Il problema è che la regola è vaga: dà troppo spazio all’interpretazione arbitrale e non consente certezze. Di sicuro Zapata non colpisce volontariamente: il gesto di difesa è istintivo (mani in alto) e, per di più, c’è la deviazione di Pedro. Questo almeno è ciò che giudica l’arbitro Thomson. Però le braccia non possono stare in alto, e quindi sarebbe uno di quei casi in

corner, l’ordine e la calma regnano sovrani. Questa è una prima picconata al cobra catalano, che si nutre abitualmente della paura dell’avversario mandandolo prima o poi in confusione. Al Milan non succede e quando, all’inizio della ripresa, Ambro avanza il baricentro della squadra, è subito chiaro che non si tratta di un espediente per tenere lontani i pericoli, ma per crearne di propri. Boateng: e uno Montolivo si im-

possessa del centro-ring con la personalità richiesta, Abate comincia a spingere, Boateng riprende a elettrizzare il match con la sua fisicità esagerata, e di Messi continuano a non per-

cui la posizione scorretta determina il fallo. Pensate a quanti rigori sono concessi senza volontarietà, ma con le braccia del difensore larghe. Insomma, decide l’arbitro. Punto. Ammonizioni Giuste quelle di Mexes (duro su Messi), Busquets (su Pazzini) e Traorè (su Mascherano).

venire notizie. Sembra troppo bello per essere vero, e invece il miele deve appena spalmarsi: inizia a succedere all’11’, quando una punizione di Montolivo carambola su Pedro e poi sulle mani alzate di Zapata — dura decidere se sia più istintivo il gesto o siano più fuori posizione le mani — che aggiustano la boccia per il diagonale vincente del Boa. Muntari: e due Il vero Barcellona impiega in genere pochi minuti per risalire la corrente. Questo, spento sul nascere dal tremendismo atletico milanista, annaspa un calcio che produce solo alcune combinazioni Xavi-Iniesta, prive però dello

«Giallo» anche a Piqué per proteste sull’1-0. La manata di Boateng ad Alba può essere da ammonizione. Errori Due evidenti ma non decisivi. 1) Al 16’ pt El Shaarawy sciupa sotto rete e si fa recuperare da Puyol: ma era partito in fuorigioco. 2) All’11’ st Pazzini è fermato in area spagnola per un presunto controllo di mano: invece stoppa di petto. Rischio Al 12’ pt lancio di Alves per Pedro in fuorigioco alle spalle di Mexes: il francese, però, devia volontariamente con la mano in area. Rischia grosso. Telefonino no Una curiosità: è evidente che il Barça si tiene in contatto con Vilanova (negli Usa) al telefono. Con insistenza e senza nascondersi. D’accordo che ormai lo fanno tutti quando i tecnici sono squalificati, ma sarebbe vietato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sbocco di Messi. Il Milan, che è stato coraggioso per tutta la serata, diventa allora temerario, e quando il formidabile Pazzini (quanto ha lavorato!) passa il testimone all’effervescente Niang il 2-0 viene servito in modo rapido, sfrontato e magnifico. Il francese salta Puyol, assiste El Shaarawy che è una sentenza non nel tiro, ma nello scarico al liberissimo Muntari: diagonale assassino e risultato in ghiaccio. L’encefalogramma del Barça non dà segni di vita, il lungo recupero non muove foglia. Ripetiamo: al Camp Nou sarà durissima. Ripetiamo-bis: se questo è un sogno, non svegliateci. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

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GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI le Pagelle 7,5 h il migliore Boateng

MILAN

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MONTOLIVO E AMBROSINI DOMINANO A METÀ CAMPO Stretti, strettissimi, in un abbraccio d’amore col Barça. Voi fate girare palla, noi si sta rinserrati e si aspettano le grandi occasioni, che arrivano. Si prega di mostrare il dvd della partita agli «studenti» di Coverciano: così si imprigiona la squadra più forte del mondo.

7

DI SEBASTIANO VERNAZZA

Migliore in campo a prescindere dal gol, che pure è bellissimo e importantissimo. Il «Boa» si attorciglia al Barcellona, lo stringe al fianco sinistro. Sfiora la rete di testa. Imbocca El Shaarawy e il Faraone non ci arriva per un pelo. Si fa un mazzo così in copertura. Fino all’apoteosi dell’1-0 della speranza. Boa-sdeng!

TIRI 2 DRIBBLING OK 0/1 SPONDE 1

s.v.

7

Fa «Barçawatching», osserva il Barcellona giocare. Quelli si passano la palla e non cercano mai la porta. Sì, un tirello di Xavi. L’Abbiati di ieri sera impersona la più grande accusa che si possa rivolgere al Barcellona: il vostro palleggio non partorisce un degno tiro in porta? Bella uscita nel recupero.

Ha davanti Iniesta, l’Einstein del calcio, e dosa le incursioni: è comprensibile, ma è un peccato perché, dietro il pelatino incantatore, Jordi Alba non è una frontiera invalicabile, anzi. Quando Abate lo punta, come a fine primo tempo, gli va via e mette in mezzo. Abate più vigilante che spingente. Bene così.

PARATE 1 RINVII 9 USCITE 2

CONTRASTI OK 4/5 LANCI 2 PASSAGGI OK 21/23

Abbiati

5

JORDI ALBA INGUARDABILE MESSI STECCA ALLA SCALA C’era una volta la squadra più forte al mondo. Forse c’è ancora, da qualche parte. A San Siro si è visto un Barça avvitato su se stesso. Fiato alle trombe di chi sostiene che il tiqui-taqua è più noioso di un film sottotitolato in polacco.

Migliore di bandiera, perché qualcuno bisogna pur indicare. E allora salviamo il gran capitan Puyol che alla faccia dell’età (ha quasi 35 anni) continua a battersi come un leone. È lui a disinnescare un’incursione di El Shaarawy. È lui a rischiare la testa in un duello aereo con Pazzini. E pazienza se Niang lo brucia nell’azione del 2-0.

CONTRASTI OK 3/3 LANCI 1 PASSAGGI OK 45/47

5

Valdes

Dani Alves

Tre tiri in porta e due gol. Non un bel bilancio, anche se sui gol il portiere del Barça ha responsabilità relative. Due tiri di alta chirurgia, indirizzati là dove non tutti i portieri possono arrivare. È evidente che Valdes non fa parte della ristretta cerchia degli eletti che magari uno di quei tiri lo sventavano.

Sulla destra con una certa alterigia, convinto che molto gli sia dovuto. Uno di quelli che forse hanno sottovalutato il Milan. Gli avranno dipinto Constant come un povero cristo e lui avrà pensato di farne un sol boccone. Non va così. Più il tempo passa e meno Dani Alves trova varchi. Silenziato.

PARATE 1 RINVII 9 USCITE 1

CONTRASTI OK 4/6 LANCI 3 PASSAGGI OK 56/62

7

7

Constant

Montolivo

Ambrosini

Muntari

7,5

5,5

4,5

Jordi Alba

Xavi

Busquets

Fabregas

Pedro

Gli indiani girano attorno ai carri, però è un carosello fine a se stesso. Zapata resta ancorato alla linea, in attesa di un affondo che non arriva mai. C’era apprensione, si temeva che il colombiano cadesse dentro la buca della deconcentrazione: un attimo fatale e amen. Non è stato così. Zapata sul pezzo.

Voglio una vita da difensore spericolato, voglio una vita da Mexes. Nota di merito per la chiusura su Pedro nel primo tempo. Acrobatico volo sul medesimo Pedro agli sgoccioli della partita. Come un equilibrista sospeso su filo, Mexes oscilla, ma a schiantarsi sono gli altri, i palleggiatori.

A un certo punto Messi decide di spostarsi sulla destra - la Pulce ha facoltà di giocare dove diavolo gli pare e l’impressione è che si sistemi lì perché ritiene che Constant rappresenti il lato debole del Milan. Scelta presuntuosa e pretestuosa. Constant butta un occhio su Leo e cancella Pedro. Avete detto niente.

Sulla scacchiera occupa i quadrati di centro-destra, ma non disdegna i movimenti del cavallo o dell’alfiere: se c’è bisogno, dà una mano altrove. Pregevoli chiusure su Messi e compagnia cantante in territori opposti ai suoi. Monto-quercia di centrocampo. La squadra si appoggia su di lui e su Ambrosini.

Al timone, come d’abitudine. Non rispondevano al vero le voci sul suo presunto decentramento. La «vecchiaia» ha i suoi vantaggi, garantisce attitudine alle grandi partite. Ambro molte ne ha viste e niente lo intimorisce. Qualcosa concede, altrettanto rattoppa. Il peso dell’esperienza. Capitano di lungo corso.

Presenza scenica e fisico bestiale compensano una certa svagatezza iniziale. Ehi, Muntari, ci sei? Guarda che Pedro ti soffia la palla (episodio realmente capitato nel primo tempo). Col passare dei minuti, Muntari diventa padrone del ruolo e di se stesso. Fino al 2-0, il manifesto del tiro perfetto.

Forse il fatto che abbia chiamato Milan il primogenito — figlio suo e di Shakira — gli crea una specie di inconscia sudditanza. Si può dare battaglia a una squadra col nome del proprio pargolo? Piqué scarsamente combattivo e un po’ impreciso in certi passaggi. Si fa notare soltanto per le proteste sul 2-0.

Più tramonto che Alba. La controfigura del terzino che nella finale dell’Euro banchettò su una nostra corsia. Commette lo stesso errore di Dani Alves, sopravvaluta se stesso e sottovaluta chi ha di fronte. Pensa che prima o poi un calo di tensione coglierà Abate o chi per lui, ma si sbaglia di grosso.

Se il Barcellona stravince la corsa per il titolo più onorifico del calcio, quello del possesso palla, gran parte del merito va attribuita a Xavi, che dipana la sua solita matassa di passaggi (diversi errori, però). Il problema è che i ragionamenti di Xavi stavolta si smorzano in un vicolo cieco.

Disorientato più di altri dalla sterilità di Messi e soci in attacco. Busquets fa il suo solito lavoro di ramazza, ma il Barcellona si impiglia nella ragnatela dei passaggi fini a se stessi. Busquets recupera palloni e li porge a quei due (Xavi e Iniesta): di più non riesce a combinare. Busquets un po’ imboscato.

Gioca a nascondino, recita da attore non protagonista. Nulla più che una rotellina del titic-titoc. Tu passi la palla a me e io do la palla a lui. Non un’intuizione, non un’idea, niente che riconduca al vero Fabregas. All’ombra di Xavi e Iniesta, senza personalità. Appiattito sul tran-tran. Logicamente sostituito.

Pedro di pietra, piuttosto imbolsito e suo malgrado coinvolto nel pasticcio del 2-0, visto che la palla gli carambola addosso. Il Barcellona sugli esterni non sfonda, l’aggiramento ai fianchi non riesce. Pedro finisce nella rete di Constant ed El Shaarawy, che più di una volta lo rincorre con magnifica umiltà.

CONTRASTI OK 0/1 LANCI 1 PASSAGGI OK 23/26

CONTRASTI OK 3/3 LANCI 2 PASSAGGI OK 23/25

CONTRASTI OK 1/2 LANCI 0 PASSAGGI OK 16/19

TIRI 0 PASSAGGI OK 22/26 RECUPERI 8

TIRI 0 PASSAGGI OK 23/26 RECUPERI 0

TIRI 2 PASSAGGI OK 23/29 RECUPERI 6

CONTRASTI OK 2/3 LANCI 5 PASSAGGI OK 64/69

CONTRASTI OK 2/4 LANCI 1 PASSAGGI OK 66/72

TIRI 2 PASSAGGI OK 102/111 RECUPERI 6

TIRI 0 PASSAGGI OK 105/112 RECUPERI 6

TIRI 0 PASSAGGI OK 39/43 RECUPERI 1

TIRI 0 DRIBBLING OK 1/2 SPONDE 12

7

s.v.

Pazzini

El Shaarawy

Niang

Traoré

Pressatore alto su Piqué e Busquets. Grande spondeggiatore e sportellatore. Si immola sull’altare del bene comune. Va all’autoscontro con Puyol e rischia il trauma cranico. Per niente «Pazzo», pilone portante della funivia rossonera. Divide con El Shaarawy il premio Gran Lavoratore di giornata.

Le occasioni gli capitano, eppure le sbaglia. Cose che succedono quando si coprono 80 metri di campo. Il Faraone è italo-egiziano per origini, ma olandese per software e hardware. Non avrebbe sfigurato nell’Olanda degli anni 70. L’assist per Muntari è disarmante per semplicità e intelligenza.

Il 2-0 è per buona parte farina del suo sacco. Il suo strappo affetta Puyol e scombussola la linea davanti a Valdes. Balotelli non c’era, ma Niang, nell’ultimo scorcio di gara, ne è stato un degno replicante. Il ragazzo ha grandi mezzi e in Champions League forse risaltano di più.

Pochi minuti, verso la fine, per dare respiro ad El Shaarawy, che proprio non ne aveva più. Una bella attestazione di stima da parte di Allegri: se ti impiegano come secondo cambio in un contesto così delicato, significa che qualcosa vali.

TIRI 1 DRIBBLING OK 1/1 SPONDE 0

TIRI 0 DRIBBLING OK 0/3 SPONDE 0

TIRI 0 DRIBBLING OK 0/1 SPONDE 0

TIRI 0 PASSAGGI OK 1/1 RECUPERI 0

4

IL NUMERO

5,5

8 l’allenatore Allegri

4

Le reti in Champions per Boateng, tutte segnate a San Siro. Quella di ieri sera è stata la seconda realizzata contro il Barcellona dopo quella, bellissima, del 23 novembre 2011 nella fase a gruppi

Piqué

5,5

5,5

Mexes

7,5

7,5

Abate

6 h il migliore Puyol

Zapata

7,5

7,5

BARCELLONA

La marcatura a uomo no, la gabbia sì. Allegri rinchiude Messi in un recinto: c’è sempre un rossonero sulle linee di passaggio per Leo. È la punta dell’iceberg di un capolavoro tattico. La mortificazione del dio del possesso palla.

5

6

5

s.v.

Messi

Iniesta

Sanchez

Mascherano

Cinque tendenza quattro e mezzo. Quando ce vo’, vo’, dicono a Roma. Il più forte giocatore al mondo, l’uomo che contende a Maradona e Pelé la palma di migliore di tutti i tempi, ha steccato alla Scala. Gli abbiamo visto sbagliare persino uno stop, il che è tutto dire per uno come lui. Messi male.

Vale un po’ il discorso fatto per Xavi. Loro due, i custodi dei sacri testi del Guardiola che fu, hanno predicato come al solito. La consueta omelia del giropalla barcellonese, il mantra del «finché ce l’abbiamo noi, non ce l’avete voi». Però bisogna quagliare, il troppo pensare diventa onanismo.

Roura lo butta dentro nella speranza che con un’accelerazione squassi le fortificazioni di Allegri. Una pia e vana illusione. Alexis rimane intruppato, finisce dentro un imbuto come tanti suoi compagni. Il feeling con Messi sembra ai minimi, alla lunga è sfibrante reggere la coda a chiunque.

Una fettina di partita, ma proprio ina-ina, al posto di Puyol, quando i buoi erano già scappati via dalla stalla. Impossibile esprimere una valutazione che abbia un senso compiuto.

TIRI 1 DRIBBLING OK 3/9 SPONDE 4

TIRI 1 DRIBBLING OK 3/4 SPONDE 6

TIRI 0 DRIBBLING OK 0/1 SPONDE 2

CONTRASTI OK 0/0 LANCI 1 PASSAGGI OK 4/4

4,5

4

IL NUMERO

5

5 l’allenatore Roura

4

Le sconfitte stagionali in partite ufficiali per il Barça. Prima di ieri, aveva perso in Liga dalla Real Sociedad per 3-2, in Champions dal Celtic per 2-1 e in Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid per 2-1

Le telefonate intercontinentali con New York e l’ampio uso dell’«app» per chattare non sono servite a nulla. È impossibile etero-dirigere una squadra. Mancanza di polso e di idee chiare in panchina. Vilanova, guarisci in fretta.

GLI ARBITRI THOMSON 6 Giudica involontario il «mani» di Zapata e dà il gol. Per il resto gestisce bene. Un paio di errori degli assistenti su fuorigioco e fallo inesistente di Pazzini. Rose 6,5-Ross 6; McLean 5,5-Clancy 6,5

?

la domanda di L.B. e A.G.

VINCENZO MONTELLA

ROBERTO DONADONI

DAVIDE BALLARDINI

EDY REJA

GIUSEPPE SANNINO

38 ANNI ALLENATORE FIORENTINA

49 ANNI ALLENATORE PARMA

49 ANNI ALLENATORE GENOA

67 ANNI ALLENATORE

55 ANNI ALLENATORE

Teniamoci volutamente bassi: dico Milan al 51%. Nel primo round ho visto una squadra corta, che ha bloccato ogni linea di passaggio. Una squadra compatta per tutti i novanta minuti, che ha avuto la forza di chiudere bene tutti gli spazi e che ripartiva con convinzione: le azioni più pericolose, anche nel primo tempo, sono state del Milan. Una partita che Allegri ha preparato benissimo.

Sono più del 50%, un numero intorno al 60% non sarebbe sbagliato. Per me è stata la partita della squadra: un Milan sempre attento, che non ha fatto barricate. Certo, giocare contro il Barça incentiva, ma per un Milan che vuole costruire un lungo futuro è stata una grande serata. Giocare così contro i più forti è tanta roba.

Al momento è un 55% Milan e 45% Barcellona, perché al ritorno il Barça non sarà questo e al Camp Nou può succedere di tutto. Comunque non è stato un Milan difensivo, il Barcellona ha avuto poche idee e non ha trasformato il possesso in azioni pericolose: a che serve tenere palla per poi perderla? Meglio il Milan, si è difeso con ordine e ha meritato di vincere.

Dico 51% Milan, per non voler esagerare. Quella vista a San Siro è stata una squadra straordinaria, che non ha concesso un solo tiro in porta al Barcellona. Grande merito ai giocatori e bravissimo soprattutto Allegri, che con la sua impostazione tattica ha chiuso ogni spazio e fatto sì che il Milan ribaltasse pericolosamente l’azione.

Parlerei di grande Milan: le possibilità per me sono intorno al 60%. Il Barcellona ha tirato due mezze volte in porta, Abbiati è stato decisivo soltanto alla fine sull’uscita. Avevo detto prima dell’inizio che il Milan avrebbe potuto fare l’impresa (vero, ndr), ma Allegri è stato grande. E non ho visto Messi o altri avversari marcati a uomo, ma una ragnatela per fermare tutto il Barça.

«Bravo Allegri Ora pronostico a suo favore» Dopo il 2-0 con cui ha chiuso la gara d’andata, e la prestazione con cui ha messo sotto il Barcellona, quante possibilità ha secondo voi il Milan di qualificarsi per i quarti di Champions?


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GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI

Una notte... al Maximo MARCO PASOTTO MILANO

Non male, per essere uno che non «capisse un casso». Fortunatamente per lui, Massimiliano Allegri ha una visione calcistica più equilibrata rispetto al suo presidente. «Sono disperato, abbiamo sei titolari fuori», era stato il grido di dolore del Cavaliere nel tardo pomeriggio di ieri dagli studi di «Porta a porta». Max invece è uno che non si dispera mai. Non l’aveva fatto nemmeno dopo la sconfitta con la Fiorentina, quando tutti - probabilmente anche lui - si attendevano che Berlusconi avrebbe posto la parola fine alla sua avventura in rossonero. Allegri è uno che non si dispera, così come non ama esaltarsi. L’equilibrio è una delle sue doti migliori e la partita di ieri ne è stata (l’ennesima) dimostrazione. Una partita in cui è stato evidente il lavoro dell’allenatore che prepara maniacalmente ogni singola situazione. Ha funzionato la gabbia su Messi. Hanno funzionato le ripartenze. Ha funzionato il filtro in mediana. Hanno funzionato la scelta di Pazzini dal primo minuto e il cambio di Niang. Max non si è mai scomposto. Nemmeno nella seconda metà del primo tempo, quando il Barça ha schiacciato il Milan negli ultimi trenta metri. Coro Allegri ha conquistato la

vittoria più prestigiosa della carriera e ora è buffo pensare a quante volte è stata usata la pa-

«È per chi mi ha tenuto Ora un gol al Camp Nou» Allegri ringrazia il club: «Mi ha confermato quando le cose andavano male. Il Barça in casa segna, serve un’altra rete» Sì, quel tabellone è... tutto vero 1

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Risultato e torta... da urlo!

Olimpo Ora Allegri fa parte del ristrettissimo olimpo di tecnici che lungo una stagione possono raccontare ai parenti di aver sconfitto i marziani. Prima di lui, quest’anno, soltanto Mourinho (Real), Lennon (Celtic) e

1 Il tabellone di San Siro al fischio finale: il Milan ha battuto 2 0 il super Barcellona di Messi 2 La reazione di Max Allegri alla prima rete dei rossoneri: il gol è urlato a squarciagola 3 La mega torta preparata per il pranzo di rito tra Adriano Galliani e Sandro Rosell al ristorante Giannino PEGASO NEWS / ANSA / OLYMPIA

L’ANALISI DELLA GARA «NEL SECONDO TEMPO NON SONO MAI ENTRATI IN AREA»

Felicità Galliani: «Partita perfetta Bravo Allegri» L’a.d. ci ha sempre creduto: «Il Barça ci rispetta. Il tecnico? Pensare che volevo esonerarlo, non ce l’ho fatta...»

un’annata iniziata malissimo, con un Milan impoverito su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Galliani però prima della gara aveva detto: «Non partiamo battuti». Parole sante. «Abbiamo fatto molto bene e l’allenatore è stato bravo dice -, gli abbiamo lasciato il possesso ma nel secondo tempo non sono mai entrati in area. Quando fai partite perfette tutti devono essere perfetti. Il Barcellona ci rispetta, ero quello che mi sforzavo di dire in questi giorni. Non so che cosa succederà al ritorno, però ce la giochiamo. Per tre settimane godiamoci questo 2-0».

Diga Ambrosini: «Non abbiamo concesso nulla» Il capitano sogna la coppa come regalo di fine carriera. Montolivo ci va cauto: «Errore madornale pensare che sia finita» ALESSANDRA BOCCI MARCO PASOTTO MILANO

«Il gol di Muntari non mi sembrava meno dentro di quello contro la Juventus» La soddisfazione di Adriano Galliani, 68 anni, in tribuna a San Siro ANSA

Adriano Galliani ha il volto trasfigurato dalla felicità, immagini ed emozioni ancora s’accavallano tra cuore e testa. Si è fermato negli spogliatoi più a lungo del solito, per condividere con i protagonisti un momento speciale. Sognava una serata così, una notte da padroni in Europa contro i più forti del mondo, cose a cui il Milan è sempre stato abituato, ma che ormai

non accadevano da qualche anno. Il Milan più bistrattato degli ultimi anni, quello senza i campioni e senza i senatori ha dato una lezione di calcio ai maestri del possesso palla. Messi più che un supereroe sembrava l’uomo invisibile, i marziani per una sera sono stati Muntari, Boateng e gli altri, capaci di annientare una banda di giocatori stratosferici. Io ci credevo Forse la soddisfa-

zione è ancora più grande perché l’impresa è arrivata in

reti. Oggi è successo qualcosa d’incredibile, Abbiati sarà senza voto perché non ha fatto una parata. Al gol di Muntari ho guardato il guardalinee per vedere se l’annullavano. Non mi sembrava meno dentro di quello dell’anno scorso con la Juve». Battuta finale su Allegri: «Se è merito suo? Volevo esonerarlo, ma non ce l’ho fatta...». Galliani è un fiume in piena. E’ stata la serata perfetta. E i tifosi che non c’erano adesso si staranno mangiando le mani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Manca un gol Poi, come a volte

gli capita, diventa incontentabile e riesce a trovare un difetto alla partita: «Avremmo dovuto cercare con più lucidità il terzo gol. Sono situazioni in cui devi uccidere l’avversario, perché poi al ritorno diventa tutto più difficile. Al Camp Nou dovremo fare gol, perché loro in casa hanno una grande media realizzativa. Ma di certo nessuno si aspettava che saremmo andati là con due gol di vantaggio. Dobbiamo continuare a essere sereni, io credevo molto in quello che avremmo potuto dimostrare. Il derby? Fisicamente stiamo bene, siamo pronti». Anche di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA PARTITA VINTA A CENTROCAMPO I PROTAGONISTI ROSSONERI

Muntari! Stavolta è gol La dedica è per Berlusconi, che esattamente 27 anni fa diventava presidente del Milan: «Ci ha portato in vetta al mondo. Se penso a dove eravamo quest’anno dopo 8 partite, avevamo 7 punti ed eravamo salvi per la differenza

FABIANA DELLA VALLE MILANO

rola alieni per descrivere gli avversari. Com’è definibile, allora, un allenatore che ha sconfitto gente di altre galassie? Forse semplicemente con nome e cognome, come ha urlato la Curva Sud dopo il secondo gol. L’ultima volta era stato un anno e mezzo fa, nell’autunno seguente allo scudetto. Poi su Massimiliano era caduto il silenzio. Nemmeno fischi. Ma indifferenza: peggio ancora. Alla fine della formazione lo speaker urlava il nome, e nessuno scandiva il cognome. C’è voluta l’impresa dell’anno per ricordare a tutti che il Milan ha un allenatore. Uno capace di studiare e sconfiggere la squadra più forte del mondo. Ed è stato un peccato che il Cavaliere non sia riuscito ad arrivare a San Siro per godersi lo spettacolo dal vivo.

Montanier (Real Sociedad). Com’è lui a fine partita? Equilibrato, ovviamente. Magari un po’ in trance agonistica, come chi non è ancora riuscito a stringere per bene fra le mani la portata dell’impresa. E mentre Muntari assicura che «il migliore in campo è stato lui, il mister», Max divide ovviamente tutti gli onori: «Abbiamo avuto il merito di non disunirci, è una vittoria meritata. Sfortunatamente non serve a passare il turno, perché dovremo essere bravi anche a Barcellona: l’approccio dovrà essere lo stesso, la mentalità pure, ma dovremo essere ancora più lucidi. Questa è una vittoria di tutti, dai giocatori al presidente. Quando andavamo male la società innanzitutto ha avuto la forza di tenermi, e poi ha dato fiducia a questi ragazzi, inserendo anche un innesto importante come Balotelli».

Il capitano Massimo Ambrosini ANSA

Abbiati: «Abbiamo vinto contro una grande del calcio. Complimenti davvero a tutti»

L’estate scorsa, quando gli venne chiesto di confessare un sogno per il finale della carriera (non ancora deciso, per la verità), Massimo Ambrosini rispose dubbioso: «È troppo se dico la Champions, eh?». Chissà se quel pensiero gli è tornato in mente ieri in fondo a una partita perfetta, giocata contro i maestri del genere. Di solito sono i centrocampisti del Barcellona che concertano e schiantano gli avversari. Stavolta, in mezzo a tante assenze e molta sfiducia, Ambrosini il capitano ha portato i suoi verso terre che usava frequentare in gioventù. Il Milan non è naturalmente certo di nulla, tantomeno della qualificazione ai quarti, ma quello che ha fatto contro il Barcellona regala una notevole dose di autostima. «Abbiamo fatto una partita molto attenta, quella che dovevamo fare, senza concedere praticamente nulla. È un’impresa, ma è solo il primo tempo della sfida con il Barcellona: ora dobbiamo andare in Spagna, certo con più possibili-

tà di passare il turno. Però attenzione a pensare di aver fatto qualcosa di definitivo, sarebbe un errore madornale». Un capitano ha il dovere di tenere i suoi sempre sotto pressione. Il luogotenente Ambrosini il capitano, Montolivo l’erede designato, e per ora il luogotenente, Muntari l’uomo dei gol che regalano sogni e rabbia, questa volta soltanto sogni. Montolivo si è spostato a destra per lasciare il cuore del campo ad Ambrosini, ma il suo rendimento non è cambiato. «Abbiamo chiuso tutti gli spazi e siamo ripartiti per renderci pericolosi. Il primo tempo è andato molto bene, ora ci aspetta la battaglia di Barcellona. È un risultato inaspettato perché affrontavamo la squadra più forte al mondo. Al ritorno dovremo ripetere una partita così. Una bella serata, da dedicare a tutto l’ambiente e al presidente. Ora affronteremo il derby con più entusiasmo, anche se è un lungo periodo che stiamo giocando un bel calcio. Siamo diventati una squadra vera dalla partita contro la Juve in poi, un match che ci ha dato fiducia e ci ha fatto credere che potevamo rientrare tra le prime in campionato. Comunque non abbiamo ancora fatto niente». Abbiati senza voto «Una grande prestazione, complimenti a tutta la squadra. Abbiamo vinto contro una grande del calcio mondiale, anche se sapevamo che il possesso palla sarebbe stato sempre loro. Sono stati bravi Pazzini, El Shaarawy e Boateng a ripartire e coprire in fase difensiva. Barcellona presuntuoso? Assolutamente no, i catalani ci rispettano e lo hanno dimostrato nel corso di questi ultimi anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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I NUMERI

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mesi dall’ultimo successo del Milan contro il Barcellona. Era il 20 ottobre 2004, 1-0 a San Siro con gol di Shevchenko. Da allora 4 vittorie Barça e 3 pari

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vittorie del Milan in 16 confronti col Barcellona. Ridotto il margine: il Barça ha vinto 6 volte, i pareggi sono 5. Nei gol segnati avanti il Barça 22-21

401

i gol del Milan in Champions (e Boateng ha fatto 400). Sono 150 quelle realizzate nella vecchia Coppa dei Campioni, la prima in assoluto è stata segnata da Frignani col Saarbrucken nel novembre 1955

BARÇA: ULTIMO K.O. CON 2 GOL DI SCARTO A MILANO NEL 2010

Boateng si rialza E Muntari cancella l’incubo gol-non-gol

L’ultima sconfitta del Barcellona in Europa con due gol di scarto è sempre stata a San Siro, sponda nerazzurra. Nel 2010, anno del triplete interista, i catalani persero infatti 3-1 a Milano l’andata della semifinale contro l’Inter di Mourinho, che poi vinse la Champions League. A Barcellona, infatti, finì soltanto 1-0 per i catalani, risultato non sufficiente per completare la remuntada. Altro dato curioso: anche l’anno scorso la squadra che ha eliminato il Barcellona (il Chelsea in semifinale) ha poi vinto la Champions.

Kevin aveva già spaventato i blaugrana. Sulley doveva scrollarsi di dosso l’episodio-no con la Juve e l’infortunio Ora promette: «Non permetteremo al Barça di ribaltarla»

Sulley Muntari aspettava. Non da una vita magari, ma da svariati mesi. Aspettava qualcosa che lo sciogliesse dal gol-non gol che gli è rimasto appiccicato addosso per tanto tempo. Per slegarsi, e slegare con sé quello che secondo Allegri era stato identificato a sproposito come vittima sacrificale, ha scelto la porta opposta, e un’occasione se possibile ancora più importante di una partita scudetto. Il gol di Muntari, il secondo gol, consegna al Milan non la speranza della Champions, ma un sogno. Lo hanno visto tutti, lo ha visto il Barça. Andare al Camp Nou non è un incubo adesso. È un

viaggio verso la luna. Battere la cosiddetta squadra più forte di tutti i tempi è molto più di un semplice passaggio di turno. Passaggio non ancora conquistato, ma ora c'è un sacco di gente che canta, San Siro è come liberato da un incubo. Il Milan non è più una squadra di underdogs, anche se ha vinto anche grazie a una rabbia covata bene. Il Milan ha battuto il Barcellona, non accadeva dall'ottobre 2004, e non l'ha battuto ingabbiando Messi o

Il mediano ringrazia Allegri: «Abbiamo seguito i suoi consigli ed è andata bene»

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clic

i personaggi I DUE CANNONIERI

ALESSANDRA BOCCI MILANO

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facendo le barricate. Lo ha battuto giocando, senza farsi annodare l'anima dal possesso palla del Barcellona. Lo ha allontanato dal passaggio del turno grazie a due ragazzi che finora non c’erano stati quasi mai, e che stasera hanno timbrato la carta d’imbarco più bella da molto tempo a questa parte.

Sulley Muntari, 28 anni, ghanese come Boateng, è arrivato al Milan nel gennaio del 2012 AP

pesante, e quello che lo riconsegna intero ad Allegri, dopo un lungo periodo nel limbo. Boateng in questa stagione ha avuto molti acciacchi, e aveva segnato soltanto al Catania. S’è perso, dicevano in tanti. Si è ritrovato nel momento più importante, e ovviamente ha dedicato il gol alla sua Melissa. Primo gol Anche Muntari s’era

Ritorno Boateng aveva un con-

to aperto con il Barcellona. Aveva segnato un provvisorio pareggio nella seconda partita del girone, il 23 novembre del 2011. Era stato uno dei suoi gol più belli, celebrati, uno di quelli che lo avevano consacrato uomo dai tiri impossibili. In carriera, 4 gol in Champions, due al Barcellona. Ma questo è certo il più importante, il più

perso, giocando a calcetto con gli amici l’estate scorsa. La rottura al legamento crociato gli ha procurato tanti mesi di stop, ma Allegri lo ha sempre aspettato, e ha sempre creduto che Muntari avrebbe potuto risolvere parecchi problemi. Forse però non immaginava che potesse risolvergli il problema più difficile, quello di combattere in qualche modo il

Barça campionissimo. Muntari non aveva mai segnato nelle coppe europee, e forse questo gol può ripagarlo di tante cose. Questo gol scaccia i fantasmi. «Vincere contro il Barça non è facile, stiamo facendo delle belle cose e questa vittoria è molto importante per noi». Non si prende mai i meriti, Muntari, e anche questa volta prima che di se stesso parla del suo allenatore. «Ci ha detto quello che dovevamo fare, abbiamo seguito tutti i suoi consigli ed è andata bene. Ora il Barça farà di tutto per vincere al Camp Nou, ma noi non possiamo permetterglielo». Muntari è stufo di gol fantasma e successi che svaniscono. Vuole cose vere. Ieri sera ne ha trovata una. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI FOCUS TECNICO

Barça, tanto posse il Film

Notte da dimenticare Il Pallone d’oro viene oscurato Una notte da dimenticare per Leo Messi. Il Pallone d’oro a San Siro non ha quasi mai visto il pallone: strano per uno come lui

Un assist faraonico El Shaarawy sempre utile Nel primo tempo il Faraone ha sfiorato il gol, nella ripresa ha servito un delizioso assist per il raddoppio di Muntari AP

Inutili 805 passaggi se non tiri mai in porta I blaugrana hanno il 73 per cento del controllo del gioco, ma sono lenti e prevedibili. Al Milan bastano 294 tocchi per 2 gol ANDREA SCHIANCHI

A che serve tenere tanto il pallone se poi non si riesce quasi mai a tirare in porta? Che cosa conta avere il dominio territoriale, quando agli avversari bastano due volate per mandarti al tappeto? Doman-

de che il Barcellona, i giocatori e i tecnici, dopo la sconfitta di San Siro di certo si porranno. Perché raramente si è visto un possesso-palla tanto sterile, inutile, a tratti stucchevole. Non è questo lo spettacolo cui i blaugrana ci hanno abituato negli ultimi anni. Non che sia sufficiente una partita persa

diamo i numeri... PALLONI TOCCATI

XAVI

151 PALLONI INTERCETTATI

AMBROSINI

9 CONTRASTI VINTI

ABATE

4 DRIBBLING SBAGLIATI

MESSI

6 PASSAGGI TOTALI

BARCELLONA

805

Come sempre è Xavi il giocatore che tocca più palloni: 151. Però il regista del Barcellona sbaglia parecchio, perde 16 volte la sfera e fallisce ben 9 passaggi. Non è da lui. Non a caso lo chiamano Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo. Lui è bravissimo a rubare il pallone agli avversari, a intercettare le traiettorie dei passaggi altrui e a far ripartire l’azione. Da quella parte scendevano a turno Iniesta, Fabregas e Jordi Alba. Ma Abate il piede non l’ha mai tolto e alla fine ha vinto ben 4 contrasti. Segno che la grinta non gli manca. Non è la notte giusta per il Pallone d’oro. Messi sbaglia parecchio e non riesce a trascinare il Barcellona. Addirittura 6 dribbling non riusciti per la Pulce, da non credere... Impressionante il numero di passaggi del Barcellona: 805. Tanti tocchi, però, non portano quasi mai un giocatore blaugrana al tiro. Possesso palla sterile e abbastanza stucchevole.

per decretare la fine di un’èra, ma qualche segnale di sfaldamento, nel perfetto meccanismo catalano, si era già evidenziato. Magari non nella Liga, però in Champions League sì: il Barcellona aveva perso a Glasgow, contro il Celtic, nel girone, e gli scozzesi non sono mica dei marziani. A San Siro i

blaugrana tengono il pallone per il 73 per cento del tempo di gioco contro il 27 del Milan. Di più: sono addirittura 805 i passaggi effettuati dagli spagnoli (con il 90 per cento di precisione) contro i 294 dei rossoneri (74 per cento di precisione). Nonostante ciò il Milan dimostra di essere più squadra, di

Coordinazione e precisione Un sinistro micidiale Il tiro di sinistro di Kevin «Prince» Boateng è micidiale. Valdes non può arrivarci e San Siro si accende di gioia AP


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esso per nulla Chi ha la testa più dura? Il Pazzo e Puyol non si tirano indietro Uno scontro aereo tra Giampaolo Pazzini e Carles Puyol. E’ la testimonianza di una sfida che, soprattutto dopo il gol del vantaggio realizzato da Boateng, si è giocata anche sull’agonismo. Sia Puyol sia Pazzini sono stati medicati a bordo campo

sapersi muovere meglio sul campo, di avere maggiore capacità di sacrificio. Forza della natura Il milanista che tocca più volte il pallone (69) è Kevin «Prince» Boateng, e non è un caso. Il Boa serve, nelle idee di Allegri, per tamponare e ripartire in velocità. Con la sua forza può spaccare la difesa del Barcellona, soprattutto sul lato sinistro dove opera Jordi Alba. Boateng è una forza della natura che, questa volta, si mette al servizio del collettivo. Rientra, recupera, rischia, pressa e attacca. E’ vero che perde 15 palloni, ma ne «ruba» 5, si offre per fornire cross ai compagni (ben 4), è altruista quando regala 2 sponde. Certo, resta negli occhi il gran bel tiro di sinistro con il quale apre la partita come una scatoletta, ma non va sottovalutato il gran correre che Boateng fa sia sulla fascia sia al

centro. Il Milan è impostato per pressare immediatamente i portatori di palla del Barcellona: i tre attaccanti El Shaarawy, Pazzini e Boateng sono i primi a lottare per riconquistare la sfera e i centrocampisti sono bravi ad accorciare le distanze tra i reparti. I rossoneri, preparati benissimo da Allegri, si muovono a fisarmonica, non concedono spazi nella propria metà campo e si scatenano in contropiede. E’ quello che si deve fare quando si affronta una squadra di palleggiatori come il Barcellona. Orchestra senza direttore Che i catalani non siano in un perfetto momento di forma fisica viene dimostrato dai 16 palloni persi da Xavi. Lui, l’autentico direttore d’orchestra, di solito ha una percentuale d’errore decisamente inferiore. E sempre Xavi è il giocatore dei blaugrana a sbagliare più passaggi: 9

su 111. Quando non si è lucidi e atleticamente in palla (Xavi è reduce da un infortunio) si hanno questi momenti di buio. Altra cosa che viene in mente pensando alla sfida di San Siro è il ritmo molto basso tenuto dai catalani. Loro sono devastanti quando accelerano, soprattutto Messi, quando puntano l’avversario e lo superano grazie alla superiorità numerica. Contro il Milan mai si sono trovati in vantaggio rispetto agli avversari, quasi mai sono riusciti a portare il due-contro-uno sulle fasce laterali ben presidiate dai ragazzi di Allegri. Iniesta, Fabregas, Messi, Pedro, Sanchez e gli altri hanno avuto pochissime occasioni. Le ragioni sono due: 1) il Milan ha difeso con intelligenza; 2) il serbatoio dei blaugrana è un po’ vuoto. Per tornare grandi bisogna rifare il pieno al più presto.

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la galleria LE ULTIME EMOZIONI DELL’ANDATA DA OPORTO A ISTANBUL, 9 RETI

L’allegria va in... Porto Moutinho trascina tutti L’esultanza di Joao Moutinho, autore del gol decisivo (in posizione di fuorigioco) per il Porto contro il Malaga. Il centrocampista è stato il vero trascinatore dei portoghesi

Il Bayern è un rullo compressore Prenotata la qualificazione Il Bayern Monaco prenota la qualificazione ai quarti di finale sbancando l’Emirates Stadium: Arsenal k.o. Kroos, Muller e Podolski fanno felici i bavaresi

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Impresa da incorniciare Uno-due! E Messi torna a casa... Esultano Montolivo e Muntari. Il Milan, in capo a una partita di grande sacrificio, sconfigge il Barcellona a San Siro e mette una seria ipoteca sulla qualificazione

Colpo a Istanbul Il ritorno resta aperto Lo Schalke non molla in casa del Galatasaray. Va sotto, soffre parecchio, ma dimostra di avere carattere e raggiunge il pareggio con Jones, qui festeggiato ANSA


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CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI TUTTO ESAURITO MALDINI, INZAGHI, CAPELLO: QUANTE FACCE CONOSCIUTE IN UNA SERATA SPECIALE

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Balo e Robinho, festona in tribuna Djokovic: «Serata meravigliosa» A San Siro parata di vip: dal numero 1 del tennis al pilota iridato Lorenzo E i due rossoneri si scatenano ai gol FABIANA DELLA VALLE MILANO

«La storia siamo noi», cantava Francesco De Gregori. «La storia siamo noi», ricordano i tifosi del Milan ai duemila del Barcellona arrivati a San Siro. È stato Adriano Galliani a ispirare la coreografia della curva per la partita dell’anno. «Loro sono i più forti, ma noi abbiamo più coppe»,

aveva ricordato nei giorni scorsi. Così gli ultrà all’ingresso delle squadre in campo hanno srotolato un’immagine di Herbert Kilpin, uno dei fondatori del Milan, con la data di nascita del club (16 dicembre 1899). Il tifoso Balo San Siro si è messo

l’abito delle grandi occasioni: sold out, tutto esaurito. In campionato lo stadio è semivuoto, ma il Barcellona è sempre un’attrattiva. In tribuna ci sono alle-

natori (Capello, Conte, Zaccheroni, Prandelli, Wenger, Pekerman), tifosi vip (il tennista Djokovic, rossonero - «che grande partita», dirà -, e il pilota Lorenzo, di fede blaugrana), fidanzate eccellenti (Melissa Satta in Boateng), ex giocatori (Maldini e Inzaghi). Per Pippo è la prima a San Siro da quando ha smesso di giocare: «Spero di portare bene e di non sbagliarmi e infilarmi negli spogliatoi...». Anche Mario Balotelli è arrivato con la sua Fanny. Meglio le creste delle pulci La se-

rata dei rossoneri inizia con la protesta dei lavoratori dell’Ippodromo: un gruppetto ha

aspettato il pullman per esporre lo striscione «L’ippica dà lavoro a 60 Milan persone, non facciamola morire» E poi ha consegnato alla squadra una maglia con la scritta «Salviamo le corse dei cavalli». Il primo boato della curva arriva alle 20, quando entra Abbiati. Alle 20.07 partono le prime note di Sweet child o’ mine dei Gun’s N’Roses, che preannuncia il riscaldamento: Ambrosini e Abate sono i primi a entrare, applausi. Poco dopo è il momento del Barcellona, accompagnato dai fischi dello stadio. Sulle tribune sventola uno striscione: «Sulle nostre creste non c’è spazio per le vostre pulci», poi

I tifosi milanisti: «Sulle nostre creste non c’è spazio per le vostre pulci...»

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Marziani a terra

I NUMERI

Messi finisce in gabbia Roura: «Ma passa il Barça» Contro le italiane Leo si perde: non ha fatto nemmeno un tiro in porta Piqué: «Una lezione di catenaccio». Il tecnico: «Il 2-0 è eccessivo» ALEX FROSIO MILANO

TUTTA LA DELUSIONE DEGLI SCONFITTI 1

La filosofia ha molto a che fare con la storia del Barcellona (il famoso slogan «Mes que un club», più di un club) e con gli ultimi, meravigliosi anni, nei quali ha conquistato tutto dando spettacolo. Fino a ieri sera era soprattutto questione di estetica, ma dopo il crollo al Meazza, così simile a quello del 2010 contro l’Inter del Triplete, si passa al relativismo. Soprattutto se si parla di Lionel Messi. Il più forte giocatore del mondo, il quattro volte vincitore del Pallone d’oro, il più forte giocatore di tutti i tempi secondo alcuni (compreso Galliani), il ragazzo che in un anno, il 2012, ha segnato 91 gol. Ecco, i gol. In Champions, il fuoriclasse argentino ha realizzato in carriera 56 reti. Tante, tantissime. Ma solo tre di queste le ha rifilate a squadre italiane. Anzi, solo al Milan, nella stagione scorsa, e tutte e tre su calcio di rigore. Senza centravanti Ieri sera il tanto atteso Leo non si è visto. O meglio, si è visto pochissimo e soprattutto molto, troppo lontano dalla porta, costretto a tenersi a distanza per la chiusura ermetica delle due linee del Milan. Ricordando la lezione di Pep Guardiola (già, chissà come sarebbe andata con lui in panchina, o magari soltanto con Tito Vilanova, costretto a New York per curarsi), il centravanti è lo spazio. Ma se lo spazio non c’è, e il Milan non ne ha lasciato, il Barcellona gioca senza centravanti. Messi, per questo, è finito a cercare spazi sugli esterni, in alcuni casi addirittura nella propria metà campo. Comunque sempre al di qua della doppia diga rossonera. E a quel punto Leo è diventato innocuo. Niente marca-

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i minuti di imbattibilità in Champions della porta spagnola. L’ultima rete era stata incassata a Glasgow dal Celtic il 7 novembre: gol di Watt all’83' per il 2-1 finale

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mesi dall’ultima sconfitta del Barcellona con due reti di scarto. Era il 19 gennaio 2011, il Betis vinse in casa 3-1. In Champions non succedeva dal 20 aprile 2010: a San Siro, Inter-Barça 3-1

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minuti senza segnare per il Barcellona in Champions, dallo 0-3 di Messi al 39’ di Spartak-Barça. Poi 0-0 col Benfica nella sesta gara del girone e questo 2-0 col Milan

1 Leo Messi sbuffa: non è stata una grande serata; 2 Carles Puyol con la testa fasciata dopo lo scontro con Pazzini; 3 La rabbia di Jordi Roura, tecnico dei catalani INSIDE/AFP/ANSA

tura a uomo, ma una più furba gabbia, che invece di limitare lui ha provveduto a tagliargli i rifornimenti. E quando a Leo arrivava il pallone, passare era impossibile: una volta c’era Muntari, poi Ambrosini, poi Constant e poi sempre un altro ancora. L’anno scorso, dopo lo 0-0 dell’andata dei quarti, Messi si lamentò del campo disastrato per la sua prestazione sottotono. Stavolta l’erba rinforzata del Meazza ha dissolto l’alibi. «Non c’entra il terreno di gioco, siamo noi che non abbiamo giocato bene — è stata l’analisi di Gerard Piqué —. Sapevamo che questo è un campo complicato, per la storia del Milan. Ci hanno dato una lezione di catenaccio. Se vogliamo passare il turno, dobbiamo miglio-

rare. Noi abbiamo disputato una buona prima parte di gara, ma non abbiamo creato occasioni». A quelle, solitamente, ci pensa il numero 10, che nella canzone mononota in cui spesso si trasforma il gioco del Barça è il «virtuosista» che esce dagli schemi. Non contro un’italiana. Sia chiaro, un paio di numeri strepitosi li ha offerti (un dribbling secco su Constant, un tunnel ad Ambrosini) ma neanche un tiro in porta: clamoroso almeno quanto il risultato finale. Troppo facile E qui torna in ballo il relativismo, stavolta applicato alla Liga spagnola. In Patria, Messi in questa stagione ha segnato 37 gol in 24 partite, colpendo sempre nelle ultime

14 consecutivamente (record in Spagna). Insomma, in campionato il Barca parte praticamente sempre dall’1-0. La domanda — che a questo punto diventa legittima — è se la Liga non sia troppo «facile». E se questa relativa facilità non abbia impigrito Messi e tutto il Barcellona. Che quando va in difficoltà perde tranquillità e... filosofia: un collaboratore di Roura se l’è presa a fine partita con Tassotti, protestando per un fallo di mano di Zapata sul primo gol. Eppure Jordi Roura, il vice di Vilanova, ci crede: «Il 2-0 è un castigo eccessivo. A Barcellona passiamo noi». Certo, al Camp Nou servirà la «remuntada». E no, l’ultima volta non è finita troppo bene... © RIPRODUZIONE RISERVATA

spuntano i baffi di Kilpin e tante bandierine rosse e nere. Esplosione di gioia «La storia siamo noi», ripetono i tifosi come un mantra, però Messi fa paura ogni volta che prende il pallone. «Ma noi abbiamo El Shaarawy», è lo slogan della curva,

IL NUMERO UNO CATALANO

Rosell: «Milan bravo su Balo E mi piace El Shaarawy» MILANO

Il Barcellona è sempre il benvenuto. Lo ha detto Adriano Galliani nel primo pomeriggio di ieri («Firmerei per giocare ogni anno contro di loro»), lo ha ribadito il presidente blaugrana Sandro Rosell, lusingato dal banchetto Uefa consumato nel covo rossonero del ristorante Giannino: «Con il Milan siamo amici fuori dal campo, abbiamo ottimi rapporti. E siccome siamo persone riconoscenti abbiamo convinto Piqué a chiamare suo figlio Milan». Il numero uno del Barcellona scherza, ma deve mettere da parte la spiritosaggine se si parla di mercato, e in particolare di El Shaarawy: «Mi piace molto ma questo non vuol dire che il Barcellona lo voglia trattare. Soprattutto perché trattare con Galliani e Gandini è molto complicato». La svendita di Ibrahimovic a prezzo di saldo, tre estati fa - colpo architettato dalle tecniche volpesche di Galliani -, ha lasciato il segno. Balo no Rosell si è potuto godere il pranzo e poi in serata la partita con una preoccupazione in meno, Mario Balotelli, il miglior attaccante rossonero del momento, non eleggibile per la Champions avendo giocato la prima parte del torneo con il Manchester City. Assenza che Rosell ha «apprezzato»: «Per il Milan ingaggiarlo è stato straordinario, complimenti a loro perché è stata una decisione ottima». a.fr.

IL BARÇA IN NEXT GEN

E la Cantera esce dalla Champions: 0-2 col Chelsea I blaugrana vanno fuori dalla baby Champions: ieri a Barcellona hanno perso 0 2 contro il Chelsea, con gol di Feruz e Boga. E i Blues ora giocheranno contro la vincente tra Inter e Arsenal, ottavo in programma a Milano il 6 marzo. L’altra italiana in lizza, la Juve, giocherà il 7 con il Rosenborg.


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che non la smette mai di cantare. E impazzisce di gioia al gol di Boateng. Balotelli festeggia in tribuna con la sua bella e Robinho mentre il Boa fa la «M» con le mani sotto la sud. Poi arriva il raddoppio di Muntari e San Siro diventa una bolgia. Adesso Messi e

BUSTO ARSIZIO

Parte il processo sui «buu» razzisti contro Boateng (f.b.) Si apre oggi a Busto Arsizio il processo per i cori contro Boateng e gli altri giocatori di colore del Milan durante l’amichevole con la Pro Patria del 3 gennaio scorso. La gara era stata interrotta per la reazione del ghanese, che aveva scaraventato il pallone contro i contestatori. I sei imputati devono rispondere di ingiurie aggravate dalla finalità razzista, mentre l’accusa di istigazione all’odio razziale è caduta.

Gazzetta.it Gazza

Tvf

Riccardo Montolivo LAPRESSE

MILAN-BARCELLONA FOTO E INTERVISTE DEI PROTAGONISTI Le foto più belle e le interviste realizzate ai protagonisti della gara di San Siro. Nello speciale Champions League troverete anche la cronaca sull’altra sfida degli ottavi che vedeva in campo Sneijder e Drogba. Stasera l’Europa League.

T&T: TRAP E TOTTI QUANTO ENTUSIASMO ATTORNO A LORO Tifosi bavaresi impazziti per Giovanni Trapattoni, ora c.t. dell’Irlanda, invitato a inaugurare un centro commerciale a Monaco. A Trigoria, invece, festa a sorpresa per ringraziare Francesco Totti del gol alla Juventus.

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compagnia sono tornati sulla terra, non sono più extraterrestri. «Il miracolo non è impossibile», aveva profetizzato Inzaghi. «La storia siamo noi», cantano i tifosi. Stavolta il Milan l’ha ricordato al Barcellona anche sul campo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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1-2 Mario Balotelli, con la fidanzata Fanny, e Robinho esultano dopo i gol. Il brasiliano sostenuto da Mario si alza in piedi sulla balaustra; 3 Fabio Capello, c.t. della Russia, e Devis Mangia, c.t. dell’Under 21; 4 L’ex capitano del Milan Paolo Maldini; 5 Melissa Satta, compagna di Boateng; 6 Jorge Lorenzo, iridato di Moto Gp; 7 La curva del Milan: «La storia siamo noi, onoriamola» con il primo capitano e allenatore dei rossoneri, Herbert Kilpin; 8 Antonio Conte; 9 Alberto Zaccheroni, c.t. del Giappone; 10 Bandiera del grande Nereo Rocco; 11 L’augurio dei rossoneri per Vilanova PHOTOVIEWS/BOZZANI/ REUTERS/LAPRESSE/ANSA/IPP/PEGASO

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CHAMPIONS LEAGUE ANDATA OTTAVI

h Schalke di ferro

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MIGLIORI

S Yilmaz 6,5 (Galatasaray) Non ha un ingaggio milionario ma in Champions continua a segnare sempre lui. Splendido il controllo al volo nell’occasione del gol

Al Galatasaray serve il colpaccio GALATASARAY SCHALKE 04

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GALATASARAY (4-4-2)

Jones 6,5 (Schalke) È in ogni angolo del campo. Prezioso in fase di contenimento, implacabile nel battere Muslera chiudendo un contropiede da manuale.

S Sneijder 5 (Galatasaray) È ancora un corpo estraneo, paga una condizione fisica precaria. Non entra mai nel cuore della partita e Terim lo sostituisce nell’intervallo

La squadra di Terim in vantaggio, ma Sneijder non incide: i tedeschi strappano un pari d’oro

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Burak Yilmaz (G) al 12’, Jones (S) al 45’ p.t.

S

PEGGIORI

Muslera 6; Sabri Sanoglu 6 (dal 37’ s.t. Bulut s.v.), Semih 5,5, Nounkeu 6, Riera 5; Altintop 6 (dal 20’ s.t. Ebouè 6), Felipe Melo 6, Inan 5,5, Sneijder 5 (dal 1’ s.t. Amrabat 6); Burak Yilmaz 6,5, Drogba 6. PANCHINA Iscan, Balta, Kurtulus, Colak. ALLENATORE Terim 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Muslera per comp. non regolamentare; Amrabat, Nounkeu e Inan per gioco scorretto.

SCHALKE 04 (4-5-1) Hildebrand 6; Hoger 6, Howedes 6, Matip 5,5, Kolasinac 6; Farfan 6, Draxler 6 (dal 37’ s.t. Barnetta s.v.), Jones 6,5, Neustadter 6,5, Bastos 6,5; Huntelaar 5 (dal 30’ s.t. Pukki 6). PANCHINA Fahrmann, Obasi, Metzelder, Fuchs, Meyer. ALLENATORE Keller 6,5. ESPULSI nessuno. AMMONITI Jones per comp. non regolamentare; Kolasinac e Hoger per gioco scorretto. ARBITRO Collum (Scozia) 6. NOTE Spettatori 60.000 circa. Tiri in porta 5-4. Tiri fuori 3-3. Angoli 3-6. In fuorigioco 1-3. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 3'.

DAL NOSTRO INVIATO

è ancora tutta da giocare.

LUCA CALAMAI ISTANBUL

Inizio infuocato La partita bru-

Sono campioni ma sono anche arrugginiti da mesi passati ai margini del calcio vero. Aveva ragione l’Imperatore Terim a parlare di Drogba e Sneijder come due giocatori ancora a mezzo servizio. Hanno tanta buona volontà, ma poca benzina nelle gambe. Senza la luce delle sue stelle il Galatasaray torna a essere una squadra normale con qualche problema anche nella costruzione della manovra perché Felipe Melo, altra nostra vecchia conoscenza, non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori. Con questo scenario l’1-1 casalingo contro lo Schalke 04 è addirittura un risultato accettabile per i turchi. È vero che i tedeschi chiudono la prima sfida con un piccolo vantaggio (il gol in trasferta), ma nel ritorno Terim avrà sicuramente qualcosa in più dai due grandi investimenti del mercato invernale. Quindi, la qualificazione

cia le emozioni più forti nel primo tempo. Il Galatasaray va in vantaggio al 12’ con Burak Yilmaz che controlla al volo con una magia un lancio di Altintop entra in area e fulmina Hildebrand. Il bomber turco conferma di essere micidiale in Champions: sette presenze, sette reti. Tanta roba. E la presenza di Drogba gli regala sicuramente un po’ di libertà in più. Sei minuti dopo la squadra di Terim potrebbe raddoppiare ma la conclusione a botta sicura di Altintop, dopo una maldestra respinta del portiere dello Schalke si stampa sulla traversa. Di colpo la partita cambia padrone. I tedeschi, che presentano Huntelaar al centro dell’attacco con cinque centrocampisti bravi a buttarsi dentro, prendono il pallino del gioco. Il centravanti olandese, un altro che ha assaggiato il calcio italiano, sbaglia un gol a porta vuota e un paio di buone opportunità in contropiede. Non sbaglia, invece, al 45’

S A destra Jermaine Jones, 31, abbracciato da Hoger dopo il gol dell’1-1 AFP

l’americano Jones che chiude un contropiede da manuale con un destro in corsa che impallina l’ex laziale Muslera. Paura Nel secondo tempo prevale nelle due formazioni la paura di perdere. L’Imperatore toglie subito Sneijder per dare più sostanza al centrocampo e scuote la testa sconsolato quando Burak Yilmaz brucia con diagonale maldestro l’unica palla buona costruita nella ripresa. Drogba resta in campo per tutti i novanta minuti, ma senza mai riuscire a indirizzare una conclusione vera verso la porta difesa da Hildebrand. La verità è che il campione del-

la Costa d’Avorio e Sneijder oltre a trovare la giusta condizione fisica devono anche entrare nei meccanismi di gioco del Galatasaray. Per il momento sembrano due corpi estranei. Lo Schalke 04 avrebbe anche il pallone giusto per vincere, ma Farfan si vede respingere la sua conclusione a botta sicura da Nounkeu. Giusto così. L’1-1 fotografa in maniera corretta l’andamento della partita. E tanto per cercare altri agganci con il nostro calcio c’è da sottolineare nella squadra tedesca l’ottima prova del brasiliano Bastos. Uno che è stato almeno tre volte a un passo dalla Juve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino SIRIA

Esplosione in campo uccide calciatore Tragedia a Damasco. Due colpi di mortaio hanno raggiunto lo stadio di Tishrin, causando la mor te di un calciatore, Yusef Sulei man, e il ferimento di alcuni suoi compagni. Secondo l’agenzia siria na «Sana», Suleiman, attaccante dell’Al Wathba, si stava riscaldan do assieme agli altri quando è scat tato l’attacco dei ribelli che combat tono il regime di Assad. La squadra avrebbe dovuto giocare qualche ora dopo contro l’al Mawaair e do po la prima esplosione il 19enne Su leiman, è stato raggiunto al collo da una scheggia, che lo ha ucciso.

INGHILTERRA

Manchester United, si dimette l’a.d.

24 25 febbraio

Huntelaar 5 (Schalke) Titolare a sorpresa dimostra di essere lontano dalla forma migliore. Si mangia un gol a porta vuota e pasticcia negli ultimi metri.

Dopo 16 anni nel Manche ster United, David Gill il prossimo 30 giugno si dimetterà dall’incarico di amministratore delegato del club inglese. Lo ha annunciato lo stesso dirigente che verrà sostitui to dal vicepresidente esecutivo, Ed Woodward. Il 55enne Gill, dall’ot tobre del 2012 anche vice presiden te della Football Association, po trebbe candidarsi alle prossime elezioni per il Comitato Esecutivo Uefa in programma il prossimo maggio.

GERMANIA

Il Greuter Fürth caccia l’allenatore Salta la quinta panchina in Bundesliga: è quella del Greuther Fürth, ultimo in classifica a 4 punti dal possibile spareggio salvezza, che ha esonerato Mike Buskens. Il tecnico era stato l’artefice nella passata stagione della storica pro mozione nel massimo campionato tedesco.

L’ATTACCO ALLA STAR

Pelé: «Neymar pensa solo ai suoi capelli»

Neymar, 21 anni ANSA «Neymar? Non è ancora pronto per i Mondiali del 2014». Parola di Pelé. Che, in un’intervista a «Estado de Sao Paulo» ha sparato a zero contro l’attaccante del Santos e della nazionale del Brasile. «Tutti pensano che toccherà a lui risolvere i problemi della Seleçao, ma non è preparato per ricevere questo peso — ha dichiarato Pelé — Quando indossa la maglia della nazionale, diventa un giocatore normale. La verità è che lui si preoccupa più di apparire sui giornali, che di giocare per la squadra. Ha una responsabilità enorme. E la sua preoccupazione principale è cambiare stile, trovare un nuovo taglio di capelli». Neymar intanto rischia una pesante squalifica. Per un pestone di reazione rifilato a un avversario del Gremio è stato deferito per «atto sleale e aggressione» e rischia 15 giornate. La decisione sarà il 25 febbraio ma il Santos potrebbe chiedere un rinvio e avere così Neymar a disposizione per la sfida col Corinthians del 3 marzo. m.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MONDO

Il Real è su Ancelotti Ma occhio alla Premier Il Psg ha bloccato Mou e Florentino Perez contatta Carletto come alternativa a Klopp. Lui, intanto, flirta con City e Arsenal lui la Roma s’è mossa per tempo. Ma non è l’unica pretendente. Anche in Premier League si prevedono cambi significativi. Nonostante il contratto sino al 2016 il Manchester City sta facendo delle valutazioni su Roberto Mancini.

CARLO LAUDISA ALESSANDRO GRANDESSO

Parigi è sempre più il crocevia del calcio che verrà. Carlo Ancelotti si prepara a far posto a José Mourinho sulla panchina del Paris Saint Germain. Ma lui non resta con le mani in mano e si prepara a un nuovo trasloco eccellente. Le Parisien ieri ha citato una fonte vicina al tecnico di Reggiolo per anticipare la notizia di «un accordo verbale con il Real Madrid». Fosse vera questa indiscrezione, i giochi sarebbero fatti con uno scambio diretto di panchine. E non dimentichiamo che proprio la scorsa settimana lo Special One ha dato forza alle voci che da settimane lo associano al club dell’ambizioso sceicco Al Thani in tandem con Cristiano Ronaldo. Tutto con la regia di Jorge Mendes, agente di entrambi. L’ammissione Il suo «perché no

al Psg?» è la conferma che la rincorsa della squadra allestita da Leonardo e Ancelotti non basta a cambiare le scelte della proprietà qatariota. Assicurarsi il duo portoghese significa far fare un ulteriore salto di qualità a una rosa già stellare. Tuttavia l’ottimo lavoro di An-

Carlo Ancelotti, 53 anni, con Zlatan Ibrahimovic, star del suo Psg ACTION

celotti non lascia indifferenti i maggiori club europei. La scelta Di sicuro nella lista di

Florentino Perez il suo nome è in evidenza, ma è in alternativa a quello di Klopp, anima del fenomeno Borussia Dortmund. A Madrid si gioca una partita mediatica non da poco. Mou e CR7 hanno fatto le loro

scelte alle spalle del club. Logico, allora, che il presidente madridista provi a farli uscire allo scoperto. Ci sta, quindi, che si muova per la rifondazione, ma non ha fretta. Anche perché in questa partita conterà molto il finale di stagione. Proprio la guida del Psg in odore di quarti di Champions può diventare l’oggetto di mille desideri. Per

Il contatto E come sempre accade in questi casi sono partite le consultazioni. Così un primo sondaggio su Ancelotti è stato già fatto proprio per capire cosa intende fare. E al riguardo va detto che il suo contratto con il Psg è sotto opzione: vale a dire che può essere rinnovato in automatico se la squadra vince il titolo e fa strada in Europa. Ma quest’eventualità appare remota alla luce delle mosse su Mou. Chiaro, insomma, che l’ex allenatore del Chelsea risponderebbe più che volentieri alla chiamata del City. Ma non solo. Un altro fronte caldo è quello dell’Arsenal. Arsene Wenger appare a fine corsa e anche qui c’è aria di novità. Magari puntando su un nome collaudato come quello di Ancelotti, appunto. E lui ricambia l’interesse. Eccome. Certo, se Perez dovesse preferirlo a Klopp lui accetterebbe di corsa. Ma è presto per questo verdetto. E la Premier non lo stuzzica certo meno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I NUMERI

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Le squadre allenate da Carlo Ancelotti in carriera: Reggiana, Parma, Juventus, Milan, Chelsea e Psg

63,8

La percentuale di vittorie di Ancelotti tra coppe e campionato da quando è allenatore del Psg, con cui ha debuttato nel gennaio 2012

DOPO IL K.O. CON IL BAYERN

Wenger a rischio Per i Gunners l’ora della verità DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

STEFANO BOLDRINI LONDRA

Da Di Canio a Mourinho, passando per Arsene Wenger (nella foto), campo centrale. Il punto di partenza di questa storia è l’addio di Paolo Di Canio allo Swindon: con le sue dimissioni, è saltata la panchina numero 37 nei 92 club «prof» inglesi. È il 40% del totale, record nelle ultime 5 stagioni. Questi dati dovrebbero allarmare Wenger, ma il vecchio Arsenio resterà al suo posto fino a giugno. Il futuro del francese, dal 1996 ai Gunners, si deciderà allora. In Inghilterra già si divertono a scommettere sull’eventuale successore. I nomi più quotati sono quelli di Mourinho e Mancini. La situazione è complessa. L’Arsenal si è giocato Coppa d’Inghilterra e Champions nel giro di 72 ore: sabato ha perso col Blackburn e due sere fa è stato preso a schiaffi dal Bayern. In 3 giorni, si è bruciata la speranza di vincere un trofeo dopo 8 stagioni di digiuno. Wenger è nella bufera. I tifosi reclamano l’esonero. Lui, nervoso, litiga con i media, ma dopo il k.o. col Bayern ha abbassato le penne: «È più facile arrivare quarti che ribaltare il risultato a Monaco». Il club tace. Solo i giocatori hanno il coraggio di esporsi. «Prendetevela con noi», dice Wilshere. «Wenger è il meglio possibile», aggiunge Vermaelen. Il francese spera che un successo con l’Aston Villa, sabato, possa calmare le acque. Lui non si dimetterà mai: con uno stipendio da 9 milioni, è al quarto posto tra gli allenatori più pagati al mondo. Il momento della verità arriverà a giugno, con una certezza: i boss dell’Arsenal ci penseranno mille volte prima di mettere alla porta un tecnico capace di acquistare un giocatore a dieci e rivenderlo a cento. L’Arsenal non vince, ma i suoi conti sono in ordine. Con Mourinho o con Mancini, bisogna invece aprire il portafoglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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EUROPA LEAGUE RITORNO SEDICESIMI COSÌ IN CAMPO A CLUJ, ORE 19

IL TABELLONE

DOPO 77 EUROSFIDE

Soltanto ora la 1a di Chivu contro i suoi connazionali Mai contro romene «Sono emozionato e un po’ confuso» DAL NOSTRO INVIATO

LUCA TAIDELLI CLUJ

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Strama: «Se pensassi soltanto alle pressioni non allenerei nemmeno» Il tecnico dell’Inter cerca così di uscire dal periodo-no «Passiamo il turno col Cluj, poi ci tuffiamo sul derby» DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE CLUJ (Romania)

Strama l’aveva detto già lunedì: «Abbiamo sacrificato così tanto all'Europa League che ora sarebbe un delitto uscire». Ieri a Cluj non l’ha ripetuto proprio così, pari pari, ma il succo non cambia: in quella frase sospirata con ancora addosso i lividi per il pestaggio di Firenze - quinta sconfitta della stagione dopo una partita europea del giovedì: Roma, Siena, Atalanta e Parma prima della Viola - c’era molto del senso della partita di stasera. L'Inter deve onorare l'Europa League per motivi di prestigio del club, un po' per soldi e molto perché, tanto piu dopo un 2-0 all'andata, uscire significherebbe rendere ancora più bollente la situazione e il derby e appesantire la panchina

di Stramaccioni: «Ma io la pressione addosso ce l’ho dal mio giorno uno di Inter: se ragionassi su queste cose, avrei finito prima di cominciare. E comunque credo che faremo bene qui, bene nel derby e andremo avanti». Con il bilancino Sta di fatto che

proprio in proiezione Milan stasera il tecnico dovrà per forza andare avanti anche a usare il bilancino, per dare una botta di qua (qualificazione) e una di là (preservare energie per domenica). Per quanto possibile, perché la lista, fra infortuni e nuovi ingressi limitati a tre, è corta e molto vincolante: ci sono quasi tutti i migliori, il che significa che «le chance di rotazione sono molto ridotte» e in linea teorica il turnover andrebbe fatto in campionato. Dunque? In teoria, appunto, «si pensa a una gara alla volta: l’obiettivo è

essere competitivi domani e il più possibile brillanti nel derby». In un futuro meno prossimo si vedrà: «L’esperienza di quest’anno deve fare riflettere: se dovesse ripetersi, magari faremo valutazioni diverse». Se dovesse ripetersi, significherebbe aver fallito l’obiettivo terzo posto, per il quale è diventata non decisiva ma molto importante proprio la sfida con il Milan. E allora dalle scelte di stasera si potrebbe capire già qualcosa di più su quelle che Strama pensa di fare per il derby. E allora, anche se all’andata «abbiamo messo in difficoltà il Cluj soprattutto con Guarin, Cassano e Palacio» e anche se «segnare un gol renderebbe tutto più facile» (almeno quanto evitare di prenderne nel primo tempo), quel famoso bilancino il tecnico lo userà soprattutto per dosare Palacio e Cassano, «nonostante siano loro due a rappresentare il nostro livello di pericolosità». Come dire: c’è aria di staffetta. Sperando che non tiri troppo anche aria di battaglia.

Ric and roll, per forza. Perché sennò non cambia nulla e saremo ancora tutti qui a raccontarci che Ricardo Alvarez è lento e non rock. Ricky, che è molto Maravilla in allenamento e poco in partita, avrà un’altra bella chance che è poi anche un’opportunità di allontanare certe voci di mercato. Strama ha messo Ricardo nell’Euro Lista di gennaio: e tutti - il tecnico per primo - si aspettano fiammate decisive. «Ora ci faccia vedere il suo valore» sintetizza Stramaccioni. Perché circolano già nomi di

gente che inventa davvero: per esempio Alessandro Diamanti, Bologna, Italia, uno che all’Inter non è mai dispiaciuto e che - inseguito anche dallo Zenit - a fine anno potrebbe lasciare il mondo rossoblù.

O

i gol di Alvarez quest’anno con l’Inter in 12 partite di campionato (2 volte sostituito e 10 subentrato) e una in Europa League (l’andata col Cluj)

SI QUALIFICA SE...

passare il turno - cosa né facile né scontata - e poi pensare al derby». In pratica, si pensa al fatto che «dopo aver fatto giocare all’andata i migliori per mia scelta, abbiamo pagato la stanchezza a Firenze». In alto, Strama e Cassano. Sopra, Palacio. Oggi staffetta?

A

PRIMO OBIETTIVO

Non titolare da 2 mesi Ricky Al-

varez - che se dovesse partire dal 1’ potrebbe cominciare o da centrocampista largo a destra - non vive una partita dall’inizio dal 22 dicembre 2012, Inter-Genoa 1-1 con allegato infortunio che gli spezza la ripartenza al 31’ p.t. Sfortuna, poi un continuo vociferare di mercato e diciamo che se il River Plate avesse offerto soldi

Le vittorie dell’Inter in Europa League su 11 partite. Poi 3 pareggi e 2 sconfitte

La situazione

Staffetta davanti Più specifica-

mente, nell’immediato: «Dovrò trovare un giusto mix per

In Romania può bastare perdere anche per 1-0 Forte del 2-0 dell’andata, l’Inter si qualifica se vince, pareggia o perde per un gol di scarto. In caso di 2-0 supplementari ed eventuali rigori. Passerebbe anche in caso di sconfitta con 2 reti di scarto, ma con almeno un gol segnato (3-1, 4-2. 5-3, ecc.).

S Alessandro Diamanti 29 anni, dal 2011 al Bologna. Ha giocato pure a Brescia, West Ham e Livorno

contanti anziché richiedere un prestito e basta, bé, probabilmente oggi non parleremmo più di un Alvarez interista. Ma oggi Ricardo è nerazzurro e non c’è altro da aggiungere. Se non che è arrivato il momento di non sbagliare più. A domanda precisa, Stramaccioni chiede (con garbo) ad Alvarez di darsi una mossa. «Non sto a sottolineare la stima che ho nelle sue qualità, quelle qualità che lui fa vedere in allenamento ma ancora non in campo. Ad inizio anno ha avuto un infortunio, poi quando è rientrato il Tridente lo ha un po’... oscurato. Ora ha la possibilità di dimostrare tutto il proprio valore e di ripagare la sti-

S Ricardo Alvarez 24 anni

Emozione e traduzione Da quando nel 1999 ha lasciato l’Università Craiova per passare all’Ajax, infatti, Cristian ha giocato 77 eurosfide a livello di club, però mai contro team romeni. Eppure in questa fiera dell’Est che è l’Europa League nerazzurra avrebbe potuto incrociare il Vaslui in agosto nel preliminare — ma si era appunto fratturato un dito del piede («E non voglio nemmeno più sentir parlare di quell’infortunio che doveva tenermi fuori 20 giorni e invece sono passati addirittura più di quattro mesi») — e lo stesso Cluj all’andata, sette giorni fa. Allora lo fermò un fastidio muscolare, lo stesso che lo tiene in (minimo) dubbio anche per questo ritorno in Transilvania, con l’Inter che si gioca l’ottavo di Coppa a tre giorni dal derby. «Sono pronto, vediamo dopo la rifinitura se sarò al 100% — esordisce lui in conferenza, quando prima di avvertire buone sensazioni in allenamento fa ombra anche a Strama e si auto-traduce visti alcuni svarioni dell’interprete —. Il 2-0 dell’andata non ci lascia tranquilli, il Cluj in questi anni è cresciuto anche in Europa, ma noi vogliamo passare il turno. È la mia prima volta in Romania da avversario. Sono emozionato e un po’ confuso. Inutile negarlo, per me sarà una gara speciale».

ale che tenga conto anche del derby. Le idee: 4-4-1-1 o albero di Natale. Jonathan, Ranocchia, Chivu e Zanetti dietro; centrocampo con Alvarez - pronto ad accentrarsi per fare il secondo trequartista -, Benassi oppure Kovacic, Gargano e Pereira; poi, Guarin dietro a Palacio. Però occhio: ieri Strama ha provato Nagatomo a sinistra, Zanetti-Gargano in mezzo, Palacio-Cassano davanti. Oggi sceglie. Basta scegliere bene.

Macché turnover Come si era capito dall’arrivo in aeroporto, con telecamere e flash quasi solo per lui. «L’Inter ha tanti tifosi qui anche grazie a Cristian», conferma Strama, che forse spera che l’effetto Chivu spenga i bollori del Constantin Radulescu Stadion. E lui ha voluto a tal punto questa notte che non si preoccupa di poter diventare quello che fa rifiatare Juan o Ranocchia in chiave derby. «Magari non gioco col Cluj ma domenica... — prova a scherzare —. L’Inter ha così tanti infortunati da non potersi permettere di far riposare nessuno. Ma sono sicuro che saremo pronti a dare il meglio sia in Coppa sia contro il Milan». A 32 anni suonati, lui è pronto ad indossare l’immancabile caschetto per sfidare anche le emozioni di un ragazzino al debutto.

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Alvarez, altra chance. E piace Diamanti MATTEO DALLA VITE CLUJ (Romania)

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NUOVO ESAME L’ARGENTINO DEVE CONVINCERE MENTRE GIA’ SI PENSA AI RINFORZI: SEGUITO IL BOLOGNESE

DAL NOSTRO INVIATO

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I NUMERI

«Sono emozionato e un po’ confuso». Se a parlare non è un 18enne prima dell’esame di maturità ma un calciatore che ha vinto tutto e di tutti i colori ne ha viste, vuole dire che il calcio per fortuna può ancora andarti dritto al cuore. Cristian Chivu, l’uomo che potrebbe fare da testimonial alle officine ortopediche tra spalle lussate, caviglie distorte, piedi rotti e testa aperta come un melone, stasera giocherà la prima partita contro una squadra della sua terra.

ma che lo circonda. Sì, ora è arrivato il suo momento». Dubbi Strama pensa all’11 ide-


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EUROPA LEAGUE RITORNO SEDICESIMI ria senza pensare che potrebbe bastarci un pareggio».

Petkovic sicuro «Ora rivedrete la vera Lazio»

Imbattibilità In ballo c’è una

qualificazione agli ottavi di una coppe europea che la Lazio non centra da dieci anni (stagione 2002-03, quando arrivò sino alla semifinale di Coppa Uefa). Ma in ballo c’è anche l’imbattibilità stagionale europea. Nelle nove partite di Europa League fin qui disputate, infatti, la squadra di Petkovic non ha mai perso, cogliendo 5 vittorie e 4 pareggi. La striscia d’imbattibilità può quindi arrivare oggi a 10 gare: i biancocelesti eguaglierebbero la loro seconda miglior serie di sempre in Europa (stagione 1998-99), con la migliore (18 partite senza sconfitte, tra il 1999-2000 e il 2000-01) che resterebbe però lontana. Più in generale per la Lazio quest’anno l’Europa League è stata un’isola felice, a differenza di un campionato che, pur nell’ambito di un cammino più che soddisfacente, ha riservato pure qualche brutta battuta d’arresto (l’ultima lunedì a Siena).

«Ci siamo parlati, il k.o. di Siena è superato. Il Borussia è pericoloso, non faremo calcoli» DAL NOSTRO INVIATO

ALL’OLIMPICO ORE 19

STEFANO CIERI FORMELLO (Roma)

Alla ricerca della vera Lazio. Petkovic la invoca, ma è comunque convinto di ritrovarla, stasera all’Olimpico. Dopo la debacle di Siena, dopo gli alti e bassi dell’ultimo mese (alti nelle coppe, bassi in campionato) il tecnico di Sarajevo è sicuro che l’aria d’Europa restituirà alla sua squadra brillantezza e solidità. L’auspicio di Petko è anche una necessità. Perché quella di stasera col Borussia è una partita senza appello. E, nonostante il confortante 3-3 dell’andata in Germania, serve la Lazio migliore per non correre rischi e continuare l’avventura europea.

GDS

Il confronto «Quello di Siena è stato solo un episodio — la premessa dell’allenatore —. Che tuttavia non abbiamo sottovalutato. Lo abbiamo analizzato e pesato attentamente. C’è stato un confronto tra uomini veri all’interno dello spogliatoio, dal quale siamo usciti ancora

Senza Mauri e Klose Petkovic è

Vladimir Petkovic, 49 anni, è alla prima stagione alla Lazio LAPRESSE

più forti. Ecco perché sono sicuro che col Borussia vedremo la vera Lazio». Che non può essere quella di Siena e neppure quella dell’ultimo mese di campionato. «Sappiamo bene cos’è successo. Così come sappiamo quello che avevamo fatto in precedenza. Ma adesso conta solo quanto sapremo fare da qui in avanti. Quella col Borussia è una sfida delicatissima. Le squadre tedesche non si arrendono fino a quando l’arbitro non fischia la fine. Per noi sarà dura nonostante il 3-3 dell’andata. Non dovremo fare calcoli, dovremo cercare la vitto-

Si qualifica se LA SITUAZIONE

Vittoria o pari con 2 gol Supplementari col 3-3 Il pareggio conquistato in Germania una settimana fa ha messo in buonissima posizione i biancocelesti: la Lazio di Petkovic, infatti, sarà promossa con una vittoria oppure con un pari fino a due gol. In caso di 3-3 bis si va ai supplementari ed eventualmente ai rigori. Tedeschi avanti, invece, se vincono o dal 4-4 in poi.

sicuro che anche stavolta la competizione europea farà rifiorire la sua Lazio. Ma ancora una volta il tecnico dovrà fare a meno di due dei suoi uomini migliori. Klose è sempre fermo ai box (oggi sarà a Monaco di Baviera per un consulto, dovrebbe rientrare a fine marzo). E pure Mauri non sarà della partita, come già la settimana scorsa a Monchengladbach. Il capitano è ancora dolorante alla caviglia destra e Petkovic preferisce non rischiarlo. Mancherà pure lo squalificato Dias, così per Petkovic le scelte sono obbligate. Si torna al 4-5-1, con Floccari punta unica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI AVVERSARI ESODO DA MÖNCHENGLADBACH

Invasione tedesca Partita e poi il Papa Oltre 7 mila tifosi del Borussia all’Olimpico. De Jong: «Come giocare in casa» DAVIDE STOPPINI ROMA

Sacro e profano. Papa Benedetto XVI e il Borussia: metti le due cose insieme e ne viene fuori un’invasione tedesca a Roma. L’Olimpico sembrerà un po’ il Borussia Park, stasera: 7.200 tedeschi (su 23 mila tagliandi venduti in tutto) saranno sugli spalti per spingere agli ottavi la squadra di Lucien Favre. E molti di loro resteranno nella capitale anche dopo il match, per gustarsi dal vivo l’ultimo Angelus del dimissionario (e connazionale) Joseph Ratzinger, in programma domenica. «Sarà come giocare in casa — dice il centravanti olandese Luuk De Jong —, in carriera non mi è mai capitata una cosa simile». Più concreti Ai tifosi del Borussia sarà riservata la curva Sud dell’Olimpico. Sapore di derby. E un derby sarà anche quello dello svizzero Lucien Favre contro uno svizzero acquisito come Vladimir Petkovic: «Dobbiamo vincere, non abbiamo altra scelta — spiega il tecnico del Moenchengladbach —. Sarà dura, ma sono convinto che ce la possiamo fare». Forse anche per-

ché al Borussia non sarà sfuggita la disfatta laziale a Siena: «Ma in quel match Petkovic ha cambiato diversi uomini. Ha subito molto, è vero, ma domani (oggi, ndr) in casa sarà un’altra storia». Il riferimento di Favre è il 3-3 del Borussia Park: «All’andata abbiamo avuto sette nitide occasioni da rete. Ecco, per passare il turno dovremo eliminare gli errori sotto porta e cercare di concretizzare il più possibile, giocando in maniera intelligente». E De Jong conferma: «Testa e velocità, così passeremo il turno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRIMA DEL TOTTENHAM

Assalto al pub Daspo per 8 tifosi ROMA Daspo per otto persone che hanno partecipato al raid nel pub romano di Campo de Fiori contro i tifosi del Tottenham lo scorso novembre. Lo ha deciso il questore di Roma Fulvio della Rocca. Si tratta di otto sostenitori laziali identificati a seguito delle indagini condotte dalla Digos romana. Due di loro si trovano già in carcere per gli stessi fatti. Le motivazioni del provvedimento, per tutti, sono da imputare al fatto che l’aggressione contro gli inglesi è stata eseguita con premeditazione, servendosi di armi, tirapugni, mazze ferrate, bastoni e bottiglie.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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EUROPA LEAGUE RITORNO SEDICESIMI ri che, intervenendo a Radiogol, su KissKissNapoli, gli ha contestato la mancata partecipazione alla riunione del settore tecnico, fissata nello stesso giorno della consegna della Panchina d’oro vinta, poi da Antonio Conte. Mazzarri ha chiarito i motivi della sua assenza: «Non sono andato, perché lunedì ero a letto con la febbre, e ho anche il certificato medico, mentre altri non si sono presentati senza avere una giustificazione. Negli anni passati non sono mai mancato e Ulivieri lo sa», ha osservato abbastanza infastidito. Il presidente degli allenatori gli ha anche ricordato che se dovesse saltare il prossimo corso di aggiornamento, nella prossima stagione non potrà allenare.

Impresa disperata Il Napoli ci prova ma senza Hamsik A Plzen va ribaltato il 3-0, Marek ha la febbre Ulivieri a Mazzarri: «O ti aggiorni o non alleni» DAL NOSTRO INVIATO

A PLZEN ORE 21.05

Impresa disperata Ci credono in

MIMMO MALFITANO PLZEN (Repubblica Ceca)

Il trauma è stato forte. La violenza subita domenica sera, dopo Napoli-Sampdoria, l’ha segnato e non poco. Ieri mattina, Marek Hamsik non è partito per Plzen, ha preferito restare a casa, per ritrovare un po’ di serenità e per ritrovare se stesso dopo lo shock subito. La notizia della mancata partenza del centrocampista slovacco è stata comunicata, un’ora prima della partenza, dal responsabile dell’ufficio stampa, Guido Baldari. «Marek resta a casa, perché febbricitante». Probabilmente, il giocatore lo sarà davvero; ma è innegabile che le ultime vicende l’abbiano colpito, sul piano fisico e morale. Ipotesi avvalorata dalle rivelazioni fatte dallo stesso giocatore agli inquirenti qualche ora dopo il furto e la violenza subita. Aggressione In pratica, Hamsik GDS

è rimasto sconvolto dalla ferocia dei malviventi che dopo

Walter Mazzarri, 51 anni, è a Napoli dall’estate del 2009 LAPRESSE

averlo minacciato con la pistola e avergli intimato di consegnare loro il prezioso Rolex, dal valore di 25 mila euro, lo hanno anche colpito al volto con un pugno ed uno schiaffo. Una violenza ingiustificata, perché il centrocampista del Napoli non ha opposto la benché minima opposizione dinanzi alla richiesta dei malviventi. Ed è stato questo un altro elemento che ha consigliato agli inquirenti di seguire anche l’ipotesi dell’intimidazione. Mazzarri risponde a Ulivieri L’allenatore è stato rimproverato dal presidente dell’associazione italiana allenatori, Renzo Ulivie-

Si qualifica se LA SITUAZIONE

La Dinamo Bucarest rimontò un k.o. per 3-0 Anche vincendo 3-0 la qualificazione non sarebbe certa, si dovrebbero giocare i supplementari. Napoli promosso con un successo con 3 gol di scarto ma segnandone almeno 4. C’è un precedente in Europa di una rimonta simile: playoff Europa League, agosto ’09, Dinamo Bucarest-Slovan Liberec finì 0-3 all’andata, poi i romeni vinsero 3-0 in trasferta e si qualificarono ai calci di rigore.

pochi. Per accedere agli ottavi di Europa League, il Napoli dovrebbe battere il Viktoria Plzen con almeno 4 gol di scarto. «Si onorano tutti gli impegni, è anche una scelta di coerenza. Non c’era bisogno di lasciare a casa qualche giocatore. Sappiamo di aver fatto un danno all’andata, ma ora bisogna provare con tutte le forze di ribaltare il risultato. A volte nel calcio si riesce e altre no, ma il nostro spirito dovrà essere questo», ha detto l’allenatore napoletano. che ha escluso ripercussioni sulla squadra per la vicenda Hamsik: «No, non c'è stato nessuno strascico. Sono episodi di criminalità che possono succedere a chiunque e dovunque. L’importante è che non ci siano state conseguenze fisiche per Marek. E poi il ragazzo purtroppo è abituato a situazioni come questa: senza l’influenza sarebbe stato con noi e ci avrebbe fatto comodo. Ci mancheranno la sua classe e la sua capacità di far girare al meglio tutta la squadra». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SERIE A CONTINUA L’AVVENTURA DI ALE IN OCEANIA

Del Piero-Sydney, un altro anno Stamattina l’annuncio ufficiale Ratificato il rinnovo dell’accordo tra l’ex capitano della Juventus e il club australiano. Tramonta così il Flamengo G.B. OLIVERO

Ancora Sydney, ancora l’Australia. Per tanti motivi: una città meravigliosa, l’entusiasmo della famiglia, un progetto coinvolgente e il desiderio di provare a vincere anche lì. Alessandro Del Piero ha rinnovato il contratto con il Sydney, l’annuncio ufficiale è previsto per l’alba italiana di oggi nello scenario

meraviglioso dell’Opera House. L’incontro decisivo tra Stefano Del Piero, fratello e manager del giocatore, e i dirigenti del club australiano (il presidente Scott Barlow e l’amministratore delegato Tony Pignata) è iniziato alle 21 (ora locale) di ieri e dopo circa tre ore è arrivata la conclusione positiva. Garanzie Il Sydney ha esercitato l’opzione che sarebbe scadu-

ta il 28 febbraio e ha allungato il contratto di un altro anno. In discussione non erano le cifre, che furono fissate nel settembre scorso al momento della ratifica dell’accordo che aveva portato Del Piero in Australia. Ale, piuttosto, voleva delle precise garanzie sulla volontà del club di costruire una squadra competitiva, a differenza di quanto accaduto in questa stagione. Qualche confortante segnale era già arrivato nelle ultime settimane, quando il Sydney si era mostrato molto attivo sul mercato non solo rinnovando per due anni il contratto del tecnico Frank Farina, ma anche acquistando una

serie di giocatori che sono stati utili nelle cinque vittorie casalinghe consecutive grazie alle quali il Sydney ha scalato la classifica. Adesso è quinto a tredici punti dal Central Coast Mariners, capolista a sei giornate dalla fine della regular season: le prime sei si qualificano per i playoff. Niente Flamengo Il rinnovo tra

Del Piero e il Sydney ha spento il sogno del Flamengo, che di recente aveva nuovamente provato a convincere Ale dopo i vani tentativi di agosto e di gennaio. Lo storico club brasiliano, dopo qualche abboccamento telefonico, aveva prepa-

rato un’offerta scritta da presentare a Del Piero, ma in realtà non è mai stato vicino al clamoroso acquisto. La volontà di Ale, infatti, è sempre stata quella di restare in Australia. All’ex capitano della Juve ha fatto molto piacere l’interesse del Flamengo, il fascino del Maracanà è molto forte, ma non abbastanza per strappare Del Piero a una realtà che ama profondamente. L’avventura in Australia è stata finora splendida fuori dal campo e appena sufficiente dentro: Ale ha fatto 11 gol e 5 assist in 17 partite, ma per molti mesi la squadra non è stata competitiva. Adesso le cose vanno meglio e Del Piero spera che la prossima stagione sia profondamente diversa. Non se ne sarebbe mai andato dal Sydney senza provare a vincere: ecco perché chi lo conosce bene non aveva creduto all’ipotesi Flamengo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Del Piero, 38 anni AFP

Conte 80 voglia di Juve GALLERIA BIANCONERA ECCO GLI ALTRI ALLENATORI MENO BATTUTI NELLE PRIME OTTANTA PARTITE

D’ARCO

rò un altro dato che esalta il lavoro di Antonio Conte, oltre al minor numero di sconfitte: a livello di gol segnati, questa Juve è infatti la migliore nell’era moderna; 151 reti, contro le 144 di Capello, le 142 di Lippi e Ranieri. Il cannoniere principe dell’era Conte è Mirko Vucinic, a quota venti: dieci reti la scorsa stagione, altrettante quest’anno. Alle spalle del montenegrino, inseguono in coppia Alessandro Matri e Arturo Vidal con 17 reti, quindi Claudio Marchisio, l’altro centrocampista goleador a segno 16 volte dall’estate del 2011 a oggi.

Il tecnico svetta: ha la serie iniziale con meno k.o. Le sconfitte sono soltanto sei. E con i 151 gol fatti precede anche Trapattoni, Capello e Lippi MIRKO GRAZIANO MILANO

Dopo ottanta partite ufficiali, i numeri offrono sicuramente indicazioni credibili e concrete riguardo a un qualsiasi progetto. E dopo 80 panchine bianconere, Antonio Conte può obiettivamente gonfiare il petto. La sua Juve è degna delle grandi Signore del passato. Ha cominciato a costruire sulle macerie di due settimi posti, ha centrato immediatamente lo scudetto, è in piena corsa per il bis tricolore e di fatto è già entrato nel G8 europeo, forte del 3-0 conquistato a Glasgow, nella tana del Celtic. In cifre, la Juventus griffata Conte ha finora messo insieme, coppe comprese, 50 vittorie, 24 pareggi e 6 sconfitte. Nelle strisce iniziali dei tecnici juventini, Antonio non vanta

più vittorie, ma meno sconfitte. Sì, meno di Fabio Capello (10 sconfitte nelle prime 80 gare della sua gestione, fra l’agosto 2004 e gennaio 2006) e meno di Giovanni Trapattoni (nove stop fra il 1976 e il 1978). Squadre, quelle, ai limiti dell’extraterrestre. Don Fabio disponeva già di Buffon in porta, poi Zambrotta, Ferrara, Cannavaro e Thuram dietro, Emerson in mezzo al campo (dall’estate 2005 pure Vieira), Nedved sulla fascia, quindi Del Piero, Ibrahimovic e Trezeguet davanti. Il grande Trap aveva solo italiani, ma praticamente tutti azzurri: i vari Zoff, Gentile, Scirea, Cabrini, Benetti, Causio, Tardelli, Bettega e Boninsegna. Gente che nel 1977 conquistò l’allora durissima Coppa Uefa, primo trofeo internazionale della storia bianconera. E Conte ha finora perso meno anche della spetta-

Carcano e Parola... Dicevamo

colare squadra di Marcello Lippi, il gruppo al quale spesso viene accostata la Juve attuale. Il tecnico campione del mondo 2006 perse 17 volte fra il 1994 e il 1996, ma gettò basi solide che garantirono in rapida successione ogni tipo di trofeo, nazionale e internazionale. E non c’era ancora Zinedine Zidane in quelle prime ottanta gare firmate Lippi. Capello comanda in vittorie Con-

te insegue invece a livello di vittorie, dove guida Fabio Capello (56) davanti a Carlo Carcano (55 successi fra il 1930 e il ’32), Carlo Parola (53, fra il 1959 e il 1961), Trapattoni (52), Lippi (51) e appunto Conte (50). Staccatissimi i vari Ancelotti, Ranieri, Zoff, Marchesi, Heriberto Herrera, Vycpalek e Rosetta. Ma in quanto a gol fatti... C’è pe-

Antonio Conte, 43 anni LAPRESSE

Conte primo nell’era moderna, ma complessivamente terzo. A precedere la sua Juventus ci sono Carlo Parola (200) e Carlo Carcano (189 gol). Quest’ultimo fu l’architetto della grande Juve del quinquennio d’oro, cinque scudetti consecutivi fra il 1930 e il 1935. Carcano firmò i primi quattro, poi nell’autunno del ’34 fu licenziato per pesanti insinuazioni sulla sua vita privata, all’epoca per nulla tollerate in un’Italia fascista. La squadra di Parola diede invece spettacolo (vincendo pure due scudetti nel 1959-60 e nel 1960-61) a suon di gol, grazie a tre fuoriclasse in particolare: Boniperti, Charles e Sivori. All’Avvocato si illuminavano gli occhi quando ricordava quella Juventus e Omar Sivori in particolare. Già, El Cabezón, forse il giocatore più amato (insieme a Platini) da Gianni Agnelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DA VINOVO

Chiellini okay «Ho sofferto Sono pronto» TORINO (a.m.) L’ultima tappa prima dello scontro scudetto contro il Napoli è il Siena, e Conte non si fida. Il tecnico bianconero ha visto da vicino le perle di Emeghara contro la Lazio, e può solo sorridere all’idea di uno Juventus Stadium esaurito. Aiuterà a non distrarsi. Intanto, Chiellini è recuperato: insegue uno spezzone di gara domenica e la maglia da titolare al San Paolo. «E' stata dura assistere alle partite dei miei compagni senza poter dare una mano — ha detto il difensore livornese, ospite con Marchisio e Alessio ieri in un istituto scolastico di Chivasso —. Ormai ho ripreso ad allenarmi in gruppo e sono recuperato. Il polpaccio non dà più il minimo fastidio. Spero di rientrare in campo il prima possibile, deciderà Conte insieme allo staff sanitario quando sarà il momento opportuno». Sono sei i diffidati (Chiellini, Barzagli, Vidal, De Ceglie, Pirlo, Matri) e in prospettiva Napoli qualche ragionamento potrebbe essere fatto. In difesa, se Barzagli dovesse partire dalla panchina, dentro Marrone o Peluso. Qualche dubbio anche in attacco, con Giovinco che potrebbe tornare titolare accanto a Vucinic.


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SERIE A

Adnan Adel Aref Qaddumi entra in società: «Il club crescerà». Il presidente Pallotta: «Siamo soddisfatti» MASSIMO CECCHINI ROMA

Il destino ha un gran senso della tempistica. E allora, proprio nel momento in cui la Roma celebra la sua resurrezione sul campo, la dirigenza Usa trova un partner a cui affidare le chiavi del presente e, chissà, forse anche del futuro. Ma andiamo con ordine. Entro un mese salirà alla ribalta un nuovo protagonista, ovvero lo sceicco giordano (ma originario del Qatar) Adnan Adel Aref Qaddumi.

Adnan Adel Aref Qaddumi non è molto noto, ma quello che è certo è la buona conoscenza che ha del nostro Paese. Pallotta lo ha incontrato personalmente proprio a Roma e sabato scorso lo sceicco era in tribuna ad assistere al match contro la Juventus. Insomma, l’accordo di massima sembra essere già stato raggiunto sulla base appunto di una cinquantina di milioni da versare

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50

I milioni che lo sceicco giordano è pronto a versare nell’aumento di capitale per entrare nel pacchetto di controllante della Roma. In questo modo UniCredit vedrebbe scendere la sua quota di minoranza, cosa che era da tempo tra gli obiettivi della banca

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II presidente della Roma James Pallotta, italoamericano di Boston, con Daniele De Rossi LIVERANI

nella ricapitalizzazione. Non a caso filtra così la soddisfazione dei nuovi partner: «Faremo crescere la Roma», ha detto lo sceicco, mentre Pallotta fa sapere come «l’operazione sia intelligente». Al di là del folklore, allo sceicco è stato chiarito come occorra denaro fresco per ripianare i conti, per potenziare la squadra e per affrontare la costruzione dello stadio, cosa che non osterebbe neppure la partecipazione all’opera di nuovi partner cinesi, contattati dalla stessa UniCredit. Ma non basta. Voci che giungono dall’interno dell’entourage giordano parlano di un Pallotta che — stupito dagli ostacoli che incontra il nuovo stadio — sarebbe pronto persino a farsi da parte qualora le difficoltà su questo fronte s’infittissero. Solo uno scenario, ovvio. Ma avere uno sceicco come partner consentirebbe anche inaspettate vie di fuga. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TABELLONE

I NUMERI

Gli anni che, secondo il progetto teorico, mancano alla realizzazione del nuovo stadio. Il piano vorrebbe tutto pronto per la stagione 2016-17, ma si scalerà almeno di un anno

Petrolio & Stadio Il magnate del

UniCredit si diluisce Il profilo di

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TORNEO DI VIAREGGIO

Roma, con lo stadio arriva lo sceicco: 50 milioni in dote

petrolio, legato alla lontana anche alla famiglia reale, era già stato contattato da tempo, ma la lievitazione del suo interesse è cresciuto dopo che è partita l’operazione stadio. UniCredit era stata messa a conoscenza dell’operazione, anche se le sue quote non saranno subito intaccate. L’arabo, infatti, entrerebbe nella As Roma Svp Llc, ovvero la «scatola» che contiene le azioni dei soci Usa e che controlla il 60% della Neep Roma (al 40% in mano alla banca), a sua volta controllante il 78% delle azioni sul mercato. Entro un mese ci sarà la chiusura dell’operazione, che garantirà lo sviluppo del marchio nel Medio Oriente. Tutto questo, però, avverrà dopo che una ricapitalizzazione più grande di quella in programma (30 milioni, ma salirà a 80 circa) non diluirà a quel punto la quota azionaria del partner bancario, che comunque non uscirà subito di scena.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

aTrigoria

Totti in festa coi dipendenti Totti superstar. Dopo il gol alla Juventus, i dipendenti di Trigoria ieri hanno celebrato il capitano con applausi e cartoncini con su scritto «6 unico». E lui si è commosso così: «È una delle cose più belle di questi 20 anni» ANSA

D’ARCO

Marani: «Volevo diventare Zidane» Ora para i rigori Il portiere dello Spezia che ha bloccato l’Inter fino a 4 anni fa era centrocampista DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO D’ANGELO VIAREGGIO (Lucca)

Ha conquistato la ribalta quasi a sorpresa, trascinando i compagni ai quarti con due rigori parati su tre contro l’Inter. Riccardo Marani è stato l’uomo copertina degli ottavi del torneo di Viareggio, proprio lui che, fino a una settimana dal via, avrebbe dovuto far parte della Rappresentativa di D come terzo portiere. Poi l’intuizione felice dello Spezia, che lo ha preso in prestito dalla Maceratese. Il mondo s’è capovolto in pochi giorni e ora Marani, 18 anni, non vuole smettere di sognare: «Abbiamo eliminato l’Inter con una grande prova di squadra, è il nostro valore aggiunto. E ora la finale non è così lontana». Ex centrocampista Studente al quarto anno del liceo Scientifico, Marani punta l’università e a mettersi in mostra: «Ho esordito in D alla prima giornata, entrando a mezzora dalla fine contro l’Ancona e da lì non sono più uscito se non per infortunio». Sui rigori parati all’Inter, nessun segreto: «Sono stato anche fortunato. A Macerata ne ho

parato soltanto uno su quattro. Ho provato a stare in piedi fino alla fine, ma poi mi sono affidato all’istinto e a una serie numerica che mi aveva portato fortuna già in un altro torneo». Strana storia quella di Marani, che fino a 14 anni faceva il centrocampista: «Ho cambiato ruolo per necessità. Mi divertivo molto a mettermi in porta prima degli allenamenti e a respingere i tiri dei compagni, poi un giorno i nostri due portieri erano infortunati e mi hanno chiesto di andare in porta. Da lì è iniziata un’altra carriera». Non a caso il suo mito è un giocatore di movimento: «Zidane mi ha fatto innamorare di questo sport, è il mio idolo. Tra i portiere adoro Casillas, mentre in Italia mi piace Handanovic». Ma alla PlayStation «gioco super offensivo: 3-4-3 sfrontato per umiliare i portieri», giusto per rivendicare il passato da mezzala. Da un Marani insuperabile, a una difesa imbattuta: quella del Siena, zero gol subiti in 4 gare, per l’orgoglio del tecnico Michele Mignani: «Non pensavamo di arrivare così lontano. La mia è una squadra giovane, senza fuoriquota, che ha perso i ’96 Rizzo e Mulan impegnati con l’Under 17. Quando giochiamo è difficile affrontarci perché siamo ben organizzati e concediamo poco». Poi in avanti Rosseti e Canotto (5 gol in due) non perdonano: «Speriamo continuino così, ma noi il nostro Viareggio lo abbiamo già vinto eliminando la fortissima Atalanta nel girone e arrivando tra le migliori otto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CALCIOSCOMMESSE

Esposito: «Ho preso soldi per perdere» Il pentito, ex Bari, sentito per 2 ore: tutto confermato E oggi in Procura è il turno di Gillet MAURIZIO GALDI

interrogatorio davanti ai magistrati Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro che, sotto la direzione del capo della Procura Antonio Laudati, hanno condotto le indagini sul calcioscommesse e sulle combine delle partite giocate dal Bari. Oggi tocca a Gillet, ex portiere del Bari ora al Torino. Le accuse Marco Esposito era

È durata due ore, nella nuova sede della Procura federale, l’audizione dell’ex calciatore del Bari Marco Esposito, accompagnato dall’avvocato Angelo Dibenedetto. Due ore nelle quali Esposito ha di fatto confermato quanto già raccontato a Bari nell’ora e mezza di

stato sentito una prima volta a Bari il 9 agosto, ma si era avvalso della facoltà di non rispondere, in seguito era tornato nel capoluogo pugliese dopo aver cambiato avvocato il 3 ottobre. «Io ho bisogno di parlare», spiega ai magistrati per indicare la sua volontà a collaborare. E le

sue accuse sono precise per entrambe le partite per le quali da ieri la Procura federale sta indagando: Bari-Treviso (dell’11 maggio 2008) e Salernitana-Bari (del 23 maggio 2009). In particolare relativamente a Bari-Treviso dice: «Io ho preso soldi per perdere la partita. C’erano delle persone che non volevano fare quella combine, come Cristian Stellini». E dice anche chi aveva portato a lui i soldi. «Ricordo che si chiuse la porta dello spogliatoio, penso il giorno prima della partita, di venerdì mattina. Giocai la partita, poi passò da casa mia Ivan Raijcic che mi diede 20 mila euro. Io abitavo sul lungomare a Bari». Inguaia anche la dirigen-

za del Treviso perché spiega ai magistrati baresi: «Sono quasi sicuro che i soldi provenissero dalla società del Treviso». Sull’altra partita è anche più preciso quando racconta che lui e Stellini in un primo tempo avevano proposto alla squadra di «regalare» la vittoria alla Salernitana. «Lo dicemmo ai ragazzi e loro ci dissero che senza soldi avrebbero giocato per vincere. La mattina del sabato si sbloccò tutto. Per De Vezze e Guberti i soldi (150 mila euro) erano pochi». Ma sempre esclude che l’allenatore (Conte per entrambe le partite) fosse informato delle combine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE INDAGINI DI CREMONA

Arriva in Italia un altro zingaro Sulic ha deciso di costituirsi Un altro «zingaro» ha deciso di costituirsi in Italia. Dopo Almir Gegic, in carcere dal 26 novembre, anche Admir Sulic, sloveno, sbarca in Italia. Sulic arriva oggi a Malpensa da Singapore, centrale mondiale delle scommesse clandestine, e sarà a disposizione degli investigatori di Cremona. Intanto a Kuala Lumpur, in Malesia, in un convegno di Interpol e Confederazione Asiatica. Ralf Mutschke, responsabile Fifa per la sicurezza, ha spiegato che serve a poco squalificare a vita arbitri e calciatori corrotti se poi i vertici delle bande restano a piede libero. «I governi devono cambiare le leggi, in molti Paesi non ci sono norme per la lotta alle combine e alla corruzione. Bisogna agire». Sulle scommesse nel calcio ha parlato anche il neo presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Sono un disastro, stanno rovinando questo gioco meraviglioso».


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE A Menzione speciale per Rossi.

Ballardini a vita «Ci metto la faccia Il Genoa casa mia» L’uomo è straordinariamente normale, e forse (anche) per questo Davide Ballardini e i genoani si erano piaciuti così tanto già due anni fa, quando il tecnico mise piede per la prima volta a Genova. Calma, «la frutta non matura in un giorno», disse lui frenando gli entusiasmi di chi fantasticava su quel matrimonio calcistico così perfetto, decimo posto finale e due derby vinti. Ora che è tornato al capezzale di un Genoa malato, stessa storia: otto punti in quattro gare. «Stavolta, come allora, le premesse erano molto positive. Mi riferisco alla serietà e alla qualità dei ragazzi, poi confermate sul campo». Preziosi ha detto che lei non ha avuto dubbi a dire sì.

«Esatto. Anzi, gliene sono stato davvero grato». Perché tanto entusiasmo?

«Questo è il mio ambiente, do-

ve capisci che la tua persona e le tue idee si possono esprimere nel modo migliore. Mi sento molto vicino ai genovesi». Il presidente, tre giorni fa: «Solo uno stupido potrebbe pensare di privarsi di un allenatore come Ballardini».

«Roba da pelle d’oca, non so cosa rispondere. Questo è un club grande, eppure semplice. Alleni la storia. Si è creato un legame naturale». Il mercato di gennaio ha avuto il suo peso, ma lei ha rivitalizzato molti giocatori.

«I ragazzi danno soddisfazioni quotidiane. E poi alleni a Genova, a un passo dal mare: meraviglioso. Prima del sottoscritto vengono però Pilati, Barbero e Spinelli, che lavoravano qui e già conoscevamo, e poi Melandri e Regno». Lei ci ha messo la faccia.

«Sempre. Fa parte della mia cultura. La reputazione nella vita è importante. Nessuno di noi è capace di recitare, e questo è un grande difetto e un li-

«

La trasformazione più incredibile è quella di Borriello: un bomber al servizio del Genoa.

«A Torino, con la Juve, la nostra prima gara, avevamo fatto scelte diverse in partenza, ma lui è entrato risultando straordinario. Marco potrebbe fare mister universo, eppure è più bello dentro che fuori. Immobile? Sta facendo in pieno il suo dovere, ogni giorno». Il mercato di gennaio ha portato esperienza al Genoa.

«Siamo un buon mix, ma di si-

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Le squadre allenate da Davide Ballardini. Prima del Genoa, Sambenedettese, Cagliari, Pescara, Palermo, Lazio e Cagliari.

«Ha qualità straordinarie, pari alla sua voglia di migliorarsi. Quando crescerà nella gestione della palla e del movimento in campo, diventerà praticamente senza difetti». Sabato incontrerete il Palermo di Malesani. Lui conosce bene molti suoi ragazzi e viceversa. A chi giova di più?

«Non credo che la cosa influi-

«

Borriello è straordinario. Marco potrebbe essere mister universo, eppure è più bello dentro che fuori. Immobile? Sta facendo in pieno il suo dovere

mite, ma viviamo bene così».

I NUMERI

Lei ha detto: «Kucka è da Real, avanti così sarà da Barcellona». È quasi l’ora.

Ha fatto 8 punti in 4 gare, la salvezza è più vicina «In questo ambiente le mie idee si trovano bene» FILIPPO GRIMALDI GENOVA

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«Dovremmo clonarlo. Al Genoa servirebbe ogni decennio un suo erede identico all’originale. All’infinito».

Davide Ballardini, 49 anni, è tornato al Genoa a gennaio subentrando a Gigi Delneri LAPRESSE

curo i nuovi hanno avuto facilità d’inserimento, perché c’erano le condizioni ideali». Lei ha fatto il master sulla difesa a tre: un sacchiano, ma sembra più erede di Bagnoli.

«Io giocherei al massimo con due-tre difensori, uno dei quali molto bravo con la palla e gli altri con personalità in fase di costruzione del gioco. All’epoca lavoravo al Milan, Zaccheroni allenava la prima squadra, si usava il 3-4-3 o il 3-4-1-2 e Franco Ferrari mi chiese di fare la tesi su questo. Ma non sono un integralista».

Massimo Cusatti non ha detto no alla richiesta fatta dai pm Nicola Piacente e Silvio Franz che indagano sul mancato versamento dell’Iva riferita ad alcune operazioni di mercato del 2011. La scorsa settimana il giudice si era opposto al sequestro dei beni del Genoa, su quelli personali dei due dirigenti invece ha lasciato il via libera. Nel mirino, insomma, ci sono più Preziosi e Zarbano che il Genoa. Incredibilmente tutto par-

Il trofeo conquistato da Ballardini: la Supercoppa italiana 2009 con la Lazio che piegò 2-1 l’Inter a Pechino.

«Che gioia. Con mia moglie siamo molto legati a lui e ai suoi fratelli, Leo e Amedeo». Lei conosce bene Genova.

«Vero, ma due anni fa l’avevo scoperta solo dopo avere centrato la salvezza». La frutta non è ancora matura... © RIPRODUZIONE RISERVATA

Iva non versata A Preziosi pignorati beni per 4,5 milioni

Rateizzazione Stavolta il gip

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Suo figlio Elia adesso gioca nell’Entella a Chiavari.

Classifica SQUADRE

«Siamo fermamente convinti di essere nell’assoluta liceità comportamentale e che il sequestro per equivalente sia conseguenza della segnalazione ricevuta per il reato, al momento solo ipotizzato, di omesso versamento Iva... non riteniamo di aver commesso alcuna irregolarità e chiariremo la nostra posizione quanto prima». Enrico Preziosi e Alessandro Zarbano, presidente e amministratore delegato del Genoa, attraverso un comunicato ufficiale si dicono sereni e fiduciosi nella giustizia, anche dopo che la Guardia di Finanza ha sequestrato loro beni per un valore di circa 4,5 milioni di euro (4,3 milioni a Preziosi, 200 mila euro a Zarbano), tra conti correnti, quote in una fiduciaria e proprietà immobiliari.

I punti conquistati in 4 partite da Ballardini, tornato sulla panchina del Genoa il 26 gennaio scorso (1-1 a Torino contro la Juve). Poi ha ottenuto due vittorie (contro Lazio e Udinese) e un altro pari (a Parma).

rà, oggi conosciamo tutto di tutti. Di sicuro non sarà una gara fondamentale per la salvezza. Mancano tredici partite, troppi i punti in palio».

IL PRESIDENTE ROSSOBLÙ «SIAMO TRANQUILLI»

ALESSIO DA RONCH GENOVA

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Rossi dovremmo clonarlo: qui al Genoa servirebbe ogni decennio un erede identico all’originale. Kucka ha qualità incredibili, pari alla voglia di migliorarsi

te proprio dalla segnalazione, fatta dallo stesso Genoa, all’Agenzia delle Entrate di non aver versato i circa 8 milioni di euro dovuti. Da lì è partita l’azione della procura, nel frattempo però la società rossoblù aveva chiesto, e ottenuto, di rateizzare il dovuto in 20 rate e ha già versato i 400 mila euro della prima quota, il tutto nelle date previste dalla legge, che aveva come limite il 27 dicembre. Per questo Preziosi e Zarbano si sentono sereni e contano di poterlo dimostrare nell’udienza fissata per martedì 25 febbraio, chiudendo così definitivamente il caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PARTITA SOSPESA

Genoa-Siena, via al processo ai primi 4 ultrà GENOVA (f.g.) Prima udienza ieri al processo contro quattro tifosi rossoblù accusati di essere fra i responsabili dell’invasione dei distinti, che il 22 aprile scorso portò allo stop di Genoa Siena al Ferraris. Molti i supporti video a sostegno dell’accusa. Il vice questore vicario Ciarambino ha riferito che fu il presidente Preziosi a invitare la squadra a togliersi le maglie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PT

G

PARTITE V N P

RETI F S

JUVENTUS 55 25 17 4 4 50 17 NAPOLI 51 25 15 6 4 46 21 MILAN 44 25 13 5 7 44 31 LAZIO 44 25 13 5 7 35 29 INTER 43 25 13 4 8 40 33 FIORENTINA 42 25 12 6 7 45 30 CATANIA 39 25 11 6 8 32 30 ROMA 37 25 11 4 10 51 45 UDINESE 36 25 9 9 7 35 34 PARMA 32 25 8 8 9 31 33 TORINO (-1) 31 25 7 11 7 29 28 SAMPDORIA (-1) 29 25 8 6 11 31 30 CHIEVO 29 25 8 5 12 26 40 CAGLIARI 28 25 7 7 11 28 41 ATALANTA (-2) 27 25 8 5 12 22 35 BOLOGNA 26 25 7 5 13 33 35 GENOA 25 25 6 7 12 26 37 SIENA (-6) 21 25 7 6 12 27 34 PESCARA 21 25 6 3 16 20 51 PALERMO 19 25 3 10 12 22 39 ■ CHAMPIONS ■ PRELIMINARI CHAMPIONS

■ EUROPA LEAGUE ■ RETROCESSIONE

La classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti; 2) a parità di partite g ocate, differenza reti; 3) gol segnati

PROSSIMO TURNO 26ª GIORNATA sabato 23 febbraio, ore 20.45 PALERMO-GENOA domenica 24 febbraio, ore 15 SAMPDORIA-CHIEVO ore 12.30 ATALANTA-ROMA BOLOGNA-FIORENTINA CAGLIARI-TORINO JUVENTUS-SIENA PARMA-CATANIA INTER-MILAN ore 20.45 lunedì 25 febbraio UDINESE-NAPOLI ore 19 LAZIO-PESCARA ore 20.45

(1-1) (1-2) (0-2) (0-1) (1-0) (2-1) (0-2) (1-0) (1-2) (3-0)

MARCATORI 18 RETI Cavani (3) (Napoli) 15 RETI El Shaarawy (Milan) 14 RETI Di Natale (4) (Udinese) 11 RETI Jovetic (1) (Fiorentina); Lamela e Osvaldo (2) (Roma) 10 RETI Gilardino (Bologna); Sau (Cagliari); Klose (Lazio); Pazzini (3) (Milan) 9 RETI Denis (3) (Atalanta); Milito (3) (Inter); Hamsik (Napoli); Totti (1) (Roma) 8 RETI Cassano (Inter); Hernanes (1) (Lazio); Icardi (Sampdoria) 7 RETI Bergessio (Catania); Paloschi (2) (Chievo); Toni (Fiorentina); Borriello (1) (Genoa); Palacio (Inter); Quagliarella (Juventus); Belfodil (Parma); Bianchi (2) (Torino)


GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Sampdoria Incassati solo 3 gol nelle 6 partite con lui in panchina

Con Rossi la difesa è la meno battuta della A FILIPPO GRIMALDI GENOVA

Pescara ORLANDO D’ANGELO PESCARA

Kroldrup, il rocker per la salvezza Lasciata la chitarra, l’ex Fiorentina torna al calcio: «Possiamo farcela» Da ieri, ha riappeso al chiodo la chitarra, la sua grande passione, e rispolverato le scarpette da gioco, suo strumento di lavoro. Per Kroldrup, il difensore rock, torna su un campo di calcio dopo un lunghissimo stop (si era infortunato al tendine d’Achille a maggio del 2011). A 33 anni, il centrale danese dovrà convincere Cristiano Bergodi a dargli una chance per rientrare nel grande calcio dopo quasi due anni di assenza. In realtà, l’ex di Udinese e Fiorentina ha già firmato un contratto fino a giugno con gli abruzzesi, che prevede anche un premio nel caso in cui superasse le sette presenze in queste ultime tredici giornate. Prima di depositare l’accordo del centrale svincolato, la società attende il responso dello staff tecnico che lo valuterà sul campo almeno per una settimana. Salvezza possibile Il gigante biondo è arrivato con il sorriso sulle labbra ieri al centro Vestina per il suo primo allenamento con la squadra abruzzese. Ma ha le idee molto chiare. «Il campionato non è ancora finito, bisogna lottare fino all’ultimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per Kroldrup, 33 anni, ieri a Pescara INFOPHOTO

Udinese FRANCESCO VELLUZZI MILANO

Si chiama Napoli il secondo amore In città un club con 1500 tifosi «Speriamo i rapporti migliorino» Quella contro il Napoli è la sfida più sentita a Udine. Per mille motivi: i tanti affari conclusi tra i due club, la napoletanità di Totò Di Natale, qualche tensione tra le tifoserie, soprattutto tre anni fa quando ci fu un incidente fuori dalla curva nord quella dell’Udinese. Lunedì si incrociano alcuni ex: De Sanctis, Dossena, Inler e Armero nel Napoli, Domizzi nell’Udinese. Club Ma C’è un’altra curiosità: a Udine dopo

quella di Guidolin, viene la squadra di Mazzarri. In Friuli ci sono centinaia di pizzerie napoletane. E questo movimento ha fatto nascere il Club Napoli Udine. Il presidente è Ciro Coluccino, 43 anni, 24 passati in Friuli. Ciro ha un motto: «Puoi togliere un napoletano da Napoli, ma non Napoli da un napoletano». Il club ha una sede in città. «Ci troviamo una volta a settimana. Siamo 8 soci e 140 tesserati», spiega il vice presidente Davide Di Pasquale. Lunedì in curva sud si prevedono 1500 tifosi napoletani. «L’orario un po’ ci penalizza, ma ci faremo sentire. Con la speranza che i rapporti migliorino». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segreto è sempre lo stesso: una grande squadra la fa la difesa, non l’attacco. La Sampdoria di Delneri conquistò un preliminare di Champions proprio grazie ai difensori, i migliori in Italia per l’intero 2009, non tanto per i gol di Pazzini e Cassano. Delio Rossi lo ha capito subito e si è messo d’impegno per perfezionare il lavoro già fatto da un ex difensore roccioso come Ferrara. Risultato: tre gol subiti in sei giornate. Se isoliamo la parte di campionato disputata con

Rossi in panchina, la Samp ha la miglior difesa, insieme a quella del Catania, con un gol subito meno del Napoli, due meno del Milan, 3 rispetto alla Juventus, 8 meno della Lazio e 11 meno dell’Inter. Il tutto grazie al lavoro e alla competenza, anzi alle idee. Non ci sono nuovi acquisti nella difesa blucerchiata. C’è alla base l’idea saggia di disporsi a tre, quella intelligente di mettere al centro un uomo con piedi buoni e visione di gioco, come Palombo, e infine la capacità di sollecitare l’aiuto

Zamparini alla città: «Aiutate il Palermo»

di tutti, a partire dagli attaccanti, che sanno sempre chi pressare e chi lasciar giocare tra gli avversari. I protagonisti, però, erano già tutti in blucerchiato lo scorso anno in B: Gastaldello, Rossini, Costa e Palombo, oltre al portiere Romero, sono le solite facce con un sorriso tutto nuovo. Grazie a loro le geometrie dei centrocampisti e i gol di Icardi e Sansone sono diventati davvero efficaci per rilanciare la Sampdoria di Delio Rossi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torino FRANCESCO BRAMARDO TORINO

Ventura cambia Il presidente: «Col Genoa ci giochiamo tutto Nuovi il modulo Il futuro? Tratto con gli arabi e Miccoli resta» e la formazione Palermo FABRIZIO VITALE PALERMO

L’ultima chiamata per restare aggrappati alla Serie A la fa il presidente Zamparini. Sabato sera col Genoa sarà sfida da dentro o fuori, c’è un treno che passa dal Barbera per provare la corsa verso la speranza che il patron non intende perdere. Sei i punti che dividono il club rosanero, ultimo, dalla squadra ligure, che occupa il quart’ultimo posto. Un’ulteriore sconfitta equivarrebbe a una condanna anticipata. Il numero uno di viale del Fante, consapevole della difficoltà del momento, dopo essere sbarcato in città per incontrare la squadra ha lanciato un appello per una grande adunata. «Il Palermo non è di Zamparini, è dei tifosi e della città, è un momento cruciale per la mia storia nel Palermo e abbiamo bisogno dell’energia positiva di chi ci crede — dice Zamparini —. Sono qui per chiedere aiuto perché la squadra è dei palermitani. I tifosi devono dare amore, affetto e convinzione. In vista di questa sfida cruciale, devono andare allo stadio convinti di vincere, perché troveremo un Genoa agguerrito. Dobbiamo fare la partita della vita, ho detto ai ragazzi di scendere in campo sapendo che siamo sotto già di due gol per mettere tutta la grinta necessaria, come se dovessimo recuperare il risultato». A vita Segnali di pace tra lui e la piazza che è insorta e per firmare l’armistizio Zamparini mette sul piatto certezze: il rinnovo di Fabrizio Miccoli (ieri primo incontro con l’agente) e la promessa di un rilancio immediato. All’orizzonte ci sono ancora gli investitori arabi e i presupposti sembrano più concreti rispetto a un anno fa. «Miccoli si legherà al Palermo per altri due

Cagliari MARIO FRONGIA ASSEMINI (CA)

Is Arenas senza tifo Ok della prefettura Caso Cellino: tra oggi e domani si deciderà sulla scarcerazione Cagliari-Torino si gioca senza pubblico, domenica alle 15 all’Is Arenas Stadium: tutto confermato. Si è chiusa in serata l’ennesima puntata di una telenovela senza fine. Dopo l’intesa raggiunta due sere fa dal club rossoblù con la municipalità di Quartu Sant’Elena, è arrivato il parere positivo della Comitato per la sicurezza e del prefetto, Alessio Giuffrida. A ruota, il via libera della Lega. Per la società di Cellino, una mezza vittoria. Infatti, il patron, dal carcere di Buoncammino, aveva lasciato filtrare una linea non trattabile: «O si gioca a Is Arenas o niente». Per il Cagliari dover giocare senza i tifosi un altro scontro salvezza come quello col Toro è una mazzata. Ma sarebbe stato drammatico, per i costi e per la complessa organizzazio-

anni, sappiamo che abbiamo bisogno di lui per salvarci e sapendo che sarà il nostro capitano anche in futuro sicuramente ci darà ancora di più. Pensavo che discuterne a fine stagione per lui sarebbe stato uno stimolo a fare meglio. Ora mi auguro di averlo al 100 per cento per la salvezza. Io ci credo e mi sto muovendo per dare solidità al Palermo. Perché non ho più 90 milioni da investire come negli ultimi anni, però so come ottimizzare la gestione per favorire l’ingresso di nuovi capitali. Sto lavorando con gli arabi, siamo in una fase molto avanzata». Piccolo Psg I prossimi giorni saranno decisivi in

questo senso, di mezzo ci sono anche investimenti che riguardano la città e la Sicilia. «Lavoro con il sindaco Orlando, perché questi investitori vogliono spendere in Sicilia e a Palermo — aggiunge Zamparini —. Tra 15 giorni saremo in Bahrein, ci sarà anche il sindaco. Voglio fare del Palermo un piccolo Paris Saint Germain, ma anche senza arabi io continuerò. Non accadrà come a Venezia, lì era una follia fare calcio, a Palermo c’è tradizione e passione». Giorgio Perinetti, da ieri nel Cda, e Patricio Teubal diventano figure sempre più centrali del nuovo progetto. «Questi due anni sono stati di grande difficoltà nel cercare di individuare un nuovo percorso — continua Zamparini —. Aver lasciato andare via Rossi è stato un errore mio, ma anche di Rossi. È andato via per errori di comunicazione perché volevo un tecnico che fosse il Palermo e non solo Rossi. Poi ci sono state scelte frettolose anche nel mandare via Pioli e Mangia. Anche la squadra che avevamo costruito in estate doveva avere una base diversa, gli infortuni di Hernandez e Mantovani hanno cambiato le cose, Ujkani non ha retto alle pressioni. In più ci si è messa anche la sfortuna. Lo Monaco? Ritengo che sia uno dei più bravi a livello tecnico, ma il calcio è immagine e lui lavora per se stesso, lavorava come Rossi, non per il Palermo». © RIPRODUZIONE RISERVATA. ne, allestire un altro trasloco in uno stadio d’oltre Tirreno. Anche ieri una giornata intensa e ricca di colpi di scena. Il parlamentare Mauro Pili ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. «Tenere chiuso lo stadio — scrive l’ex governatore della Sardegna — è un’offesa ai tifosi. L’Osservatorio nazionale ha dichiarato che lo stadio è a norma. Tenerlo chiuso è un atto di discriminazione intollerabile». Il Cagliari e i tifosi Il club rossoblù ha inviato ai tifosi due messaggi. Il primo, ufficioso, sconsiglia la presenza nei dintorni dello stadio prima, durante e dopo la sfida col Toro. L’altro, pubblicato sul sito, riguarda le prossime partite in casa: «La società spera di ottenere l’agibilità definitiva, per la quale stiamo lavorando a ritmo serrato, in collaborazione con gli enti e le autorità interessate. Faremo di tutto per evitare nuovi disagi a voi tifosi, i più colpiti da questa situazione». Intanto, tra oggi e domani il gip Casula e il pm Lussu dovrebbero esprimersi sulla richiesta di scarcerazione dei difensori di Massimo Cellino, del sindaco e dell’assessore di Quartu, Mauro Contini e Stefano Lilliu. A breve, si attende anche la relazione sullo stadio di Is Arenas, chiesta dalla Procura di Cagliari a un esperto di questioni urbanistiche e ambientali. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giampiero Ventura, 65 anni, 2a stagione al Toro LAPRESSE

Novità a centrocampo, si punta sul 4-3-3. Cerci e Bianchi ci sono Con il Cagliari si cambia. Giocatori, e molto probabilmente anche modulo. Queste le intenzioni di Giampiero Ventura, dopo le soluzioni studiate a tavolino e provate nel corso delle prime partitelle alla Sisport, in settimana. Della partita dovrebbe esserci Alessio Cerci, che si sta riprendendo dalla contusione al piede, ci sarà dal primo minuto Rolando Bianchi carico e schiumante rabbia il giusto. In attacco la conta per il momento finisce qui con Meggiorini e Jonathas ieri pomeriggio bloccati il primo da un attacco febbrile, da un affaticamento alla coscia sinistra il brasiliano. Cambi in vista a centrocampo. Colpa dei numeri, di un avversario che sta attraversando la condizione migliore, con Sau cannoniere con 10 gol (tre più di Bianchi), una maggior supremazia territoriale dei sardi rispetto ai granata, maggior pericolosità e più tiri nello specchio della porta del Torino. Centrocampo più folto con il 4-3-3 e giocatori più portati al gioco di contenimento secondo i test in settimana. Cambi dovuti Spiega il tecnico Ventura «Quest’anno ho impiegato poche volte questo modulo perché ho a disposizione un giocatore come Santana con caratteristiche tali da poter ricoprire più ruoli tattici». Santana a Is Arenas sarà ancora ai box, in via di recupero da infortunio, e toccherà allora a Vives far coppia con Brighi in un centrocampo che sarà a tre se l’allenatore non deciderà di concedere un turno di riposo ad Alessandro Gazzi (24 presenze e 2 gol) lo stakanovista della squadra, chiamato lunedì a deporre sul calcio scommesse. All’andata il Cagliari fresco di cambio in panchina centrò i primi tre punti contro un Torino irriconoscibile reduce dai festeggiamenti per il 5-1 esterno all’Atalanta. Il Cagliari è l’unica squadra in classifica alle spalle dei granata ad aver battuto il Torino, grande con le «piccole» la squadra di Ventura (26 punti in 13 partite, bottino pieno contro Atalanta e Pescara), piccola, nessuna vittoria ad oggi, contro le grandi che la precedono in classifica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013


GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

di RUGGIERO PALOMBO

eri mattina l’amministratore delegato Lello PaIItalico, gnozzi ha salito le scale del Palazzo H del Foro ha svoltato a sinistra ed è entrato nel suo ufficio di Coni Servizi spa, nel quale è rimasto tutto il giorno. Alle ore 16, dopo avere sbrigato un po’ di comprensibili incombenze personali, il neopresidente del Coni Giovanni Malagò ha salito quelle stesse scale, ha svoltato a destra ed è entrato nelle sue (nuove) stanze. Separati in casa, ma uniti fino al 30 giugno 2014 sempre che una nuova legge non li divida anzitempo, i due ex contendenti devono fare i conti con le scorie più o meno sanguinose di una sfida appena consumatasi ma soprattutto

l’Analisi

sgow, l’impresa del Milan col Barça segna una linea di tendenza. Niente di definitivo, ma il trionfo di San Siro rievoca l’impresa dei rossoneri di Capello, nella finale di Atene, una ventina di anni fa. Anche allora il Milan sembrava destinato a essere travolto da uno squadrone da sogno. Invece rovesciò il pronostico e conquistando la Coppa scrisse la parola fine sul ciclo del Dream Team di Johan Cruijff. Ieri abbiamo visto qualcosa di simile, in versione bonsai, ma nello stesso solco. Il capolavoro di Max Allegri è stato di trascinare il Barcellona sul suo terreno, apparentemente sbilenco, come il fondo di San Siro. Nei primi cinque minuti i blaugrana si sono esibiti in tre leziosi colpi di tacco, cosa rara anche nel loro gioco fitto di passaggi brevi. Pareva fossero venuti a Milano per un’amichevole, per esibire il loro repertorio passeggiando molto e sudando poco. Giustamente Allegri si è guardato bene di non disturbare il manovratore. Non ha alzato i ritmi, li ha lasciati fare. Mai visto, quest’anno, un Barcellona così giù di tono, così evanescente nei suoi gioielli — da Xavi a Iniesta fino a Messi — e così inconcludente

Prince Boateng e Sulley Muntari festeggiano REUTERS

in attacco. Nessun brivido per Abbiati, l’unico tiro davvero pericoloso è partito dal destro di Iniesta a un quarto d’ora dalla fine. In questo nulla c’è tutto il merito dei rossoneri, capaci di alzare il ritmo nella ripresa, di lanciarsi aggressivamente in pressing con due o tre giocatori alla volta e di bucare la porta del Barça con due colpi chirurgici. Boateng si è svegliato quando serviva per il primo gol, nel flipper dopo il mani involontario di Zapata; mentre sul secondo il baby Niang (inserito al momento giusto) e El Shaarawy hanno apparecchiato un piccolo capolavoro per la randellata vincente di Muntari. Tutti sanno che il Milan ha un glorioso passato in Europa e — probabilmente — un brillante futuro. C’è il sospetto che anche il presente possa essere già importante. La conferma deve arrivare al Camp Nou, nel ritorno. Servirà una grande impresa, ma ripartendo dal 2-0 la qualificazione ai quarti diventa possibile. Questa Champions è intrigante. C’è un’altra squadra che esce ingigantita dal primo round degli ottavi ed è il Bayern. La prima mezz’ora giocata l’altra sera all’Emirates è stata impressionante. Il pieno inserimento dello spagnolo Javi Martinez garantisce un nuovo punto di equilibrio. Il vecchio Heynckes lo utilizza in una posizione simile a quella di Busquets nel Barça. Sembra una scelta propedeutica all’arrivo di Guardiola. Il limite, visto a Londra, è la continuità. Magari il Pep sarà capace di garantire anche questo. Salvo rare eccezioni, la Champions non si vince per caso. L’albero genealogico delle edizioni più recenti conta molto. I bavaresi hanno giocato due finali in tre anni. Il Chelsea, prima di imporsi, si era perso una coppa ai rigori. Nelle ultime cinque edizioni, lo United ha vinto una Champions ed è stato due volte finalista. Solo Mourinho è stato capace di vincere due volte (Porto e Inter) con squadre che poi si sono eclissate. Per questo il Real crede ancora nella Decima. E’ come una scalata. Il Psg, la Juve e il Borussia hanno meno chance ma possono fare molta strada. Ora tra gli outsider c’è anche il Milan. Comunque vada è già un successo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL FONDO AZZURRO È ALL’ANNO ZERO NON ABBIAMO SAPUTO PROGRAMMARE ericolo zero? Il rischio di un altro tonfo azP zurro in Val di Fiemme come nel 2003? Lo capiremo già dalle prime giornate dei Mondiali, al via oggi. Se persino il presidente federale Flavio Roda, non si aspetta medaglie, bisogna affidarsi allo stellone. Anche se con i giovani non si sa mai: un’Italia verde, senza pressioni o aspettative, con un’atmosfera comunque festosa, potrebbe regalarsi qualche sorpresa. Per la prima volta dal 2002, davvero, gli sciatori della fatica partono senza punte accreditate dal pronostico: a meno che si voglia lasciare questo peso sulle spalle del quarantenne Giorgio di Centa. Alessandro Pittin (combinata nordica) è l’unico medagliato olimpico in gara (l’altro, il fondista Piller Cottrer, è a casa infortunato): ma è reduce da una stagione al buio, con una sola vera gara. L’unica medagliata dell’ultimo Mondiale, la saltatrice Elena Runggaldier, dopo Oslo 2011, non ha raccolto che piazzamenti e spera di sfruttare, come Pittin (nella foto), il fattore gara-secca. Dentro o fuori. Il settore rosa del fondo, perse le leader Follis e Longa, è stato rifondato e in

due stagioni ha raccolto come miglior risultato un settimo posto con Marina Piller. Il settore maschile con 4 podi in Coppa del Mondo si fa forza e lancia la generazione-Pellegrino: ma a 22 anni l’approccio o la reazione (magari l’esaltazione) in un evento in casa è imprevedibile. Perché si è arrivati all’anno zero dopo aver raccolto in serie nelle ultime 3 Olimpiadi (12 medaglie) e negli ultimi 4 Mondiali (11 medaglie)? Perché il buco generazionale è diventato una voragine? Perché l’Italia, durante le gestioni federali, non ha saputo programmare ma ha saputo solo sfruttare la continuità di certi fenomeni ormai al tramonto (Zorzi, Piller, di Centa). I Giochi di Torino 2006 con gli ori e i bronzi anche femminili sono stato il momento più alto della storia azzurra del fondo, ma proprio in quei giorni nessuno ha pensato di lavorare seriamente nelle retrovie. Non ci sono stati investimenti nel salto, se non il fenomeno delle ragazze gardenesi tenute insieme, non s’è intuito che la combinata nordica poteva avere una base ed un leader come Pittin, venuto quasi dal nulla. L’Italia verde non è al verde in prospettiva Giochi di Sochi 2014, ma certo non ha un azzurro splendente. Come sempre, ci affidiamo allo Stellone. © RIPRODUZIONE RISERVATA

prendersi nè da scandalizzarsi se Petrucci e Pagnozzi abbiano per ora deciso di restare dove stanno (anche se nel caso specifico dell’ex presidente del Coni un sussulto di amor proprio non guasterebbe). Istituzionalmente votato al bene del nostro sport, a questo giornale non dispiacerebbe che in un futuro più o meno prossimo tra Malagò e Pagnozzi, il numero uno e l’ex candidato ad esserlo, certo capace e competente, potesse scattare la scintilla del dialogo, ma l’ipotesi allo stato attuale è molto più che remota. Spetterà al nuovo Governo, che nascerà (si spera) alla luce del risultato delle imminenti elezioni, dipanare la matassa. Per lo sport italiano, una priorità assoluta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

laRovesciata

di ROBERTO PELUCCHI

f Pistorius non va scarcerato perché c'è «un elevato rischio di fuga», ha detto la polizia sudafricana, l'equivalente dei carabinieri delle nostre barzellette.

laVignetta

di ROBERTO BECCANTINI http://www.beckisback.it/

Allarme calendari? Ma se si sa tutto dal 21 dicembre... Fa sorridere l’idea che nel calcio a rischio mafia si parli solo di anticipi e posticipi

di LORENZO CASTELLANI

TwitTwit

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

Antonio Conte durante il match della Juventus con il Celtic ANSA

a sorridere l’idea che, nelF l’Italia del calcio a rischio mafia, camorra, eccetera, l’ar-

FLAVIA PENNETTA Campionessa di tennis

Sono più che contenta della vittoria. Non si è visto buon tennis ma tanta voglia di giocare. Per il buon tennis dovrò aspettare @flavia pennetta

MAURO BERGAMASCO Giocatore di rugby

@Federugby Decisione esagerata ed illogica! FORZA SERGIO (squalifica di Parisse)

iMondiali

di STEFANO ARCOBELLI

con una realtà paradossale: Malagò ha vinto ma se vuole anche solo spostare una segretaria deve farne richiesta a Pagnozzi, e sul fronte delle spese dispone di un’autonomia limitatissima, perché il grosso passa da Coni Servizi. Questo tralasciando la posizione ancora più bizzarra di Gianni Petrucci, che oltre ad essere presidente di Coni Servizi, è nel frattempo diventato presidente della Federbasket. In un Paese dove l’istituto delle dimissioni è sconosciuto a una larghissima maggioranza della popolazione anche in presenza di situazioni ben più «incresciose» di questa, non c’è da sor-

laPuntura

IL CAPOLAVORO DI ALLEGRI COL BARÇA SEGNA UNA SVOLTA NELLA CHAMPIONS fondo alla crisi del nostro calcio, c’è un’enerIdrengiaitaliane. nuova, qualcosa che spinge in alto le squaDopo il trionfo della Juve a Gla-

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CONVIVENZA TRA CONI E CONI SERVIZI UNA PRIORITÀ DEL NUOVO GOVERNO

ilCommento

di ALESSANDRO DE CALÒ

LA GAZZETTA DELLO SPORT

@MauroBergamasco

MARGHERITA GRANBASSI Campionessa di scherma

Un dos tres cuatro...Oggi mi sento molto #manny tuttofare! Benvenuti nella mia...#officina : ) @marghegranbassi

SEBASTIAN VETTEL Campione del Mondo di F.1

Red Bull ha fame di ottenere tanti successi @F1 Vettel

LUCA DOTTO Azzurro di nuoto

Quando la giornata è finita e ti vuoi rilassare con un po' di musica niente di meglio che "I'm yours" di Jason Mraz :) @dottolck

gomento del mese sia stato il calendario. Tutti, a turno, invocano «più rispetto». Ad Antonio Conte ha replicato Walter Mazzarri. I precedenti non mancano. Il 27 luglio 2011, proprio il giorno del varo, Aurelio De Laurentiis perse il lume della ragione, onorò i colleghi di un ecumenico «teste di c.» e, senza casco, salì sul primo motorino di passaggio. Non aveva gradito il trattamento riservato al suo Napoli. José Mourinho ricorda ancora quando Adriano Galliani spostò di peso, dalla settimana pre-derby a quella successiva (20-27 gennaio 2010), un seccante Milan-Udinese di Coppa Italia. Per carità: non che all’estero siano più razionali. Ogni tanto, ci casca pure sir Alex Ferguson. E al Bayer Leverkusen hanno riservato una «doppietta» da sant’uffizio: giovedì Europa League, sabato Bundesliga. Ci provassero con Claudio Lotito. Nel caso specifico, l’infornata di anticipi e posticipi venne diffusa dalla Lega il 21 dicembre scorso, all’indomani dei sorteggi di Champions League (ottavi di finale) ed Europa League (sedicesimi di finale). L’allarme di Conte è scattato l’8 febbraio, alla vigilia di Juventus-Fiorentina. La cadenza «Fiorentina sabato, Celtic martedì, Roma sabato» non gli era andata giù. E’ un suo diritto. Sarebbe però stato dovere suo, e della società che lo paga, svegliarsi per tempo, visto che lo spezzatino era stato cucinato e servito prima di Natale. Da Napoli hanno opposto la tripletta di Edinson Cavani, «Viktoria Plzen giovedì, Sampdoria dome-

nica, Viktoria Plzen giovedì». A Sky si sono chiesti se fosse giusto anticipare Napoli-Juventus a venerdì per consentire ai bianconeri di preparare in santa pace il ritorno con il Celtic di mercoledì, che oggi è diventato una formalità, ma fino al 12 febbraio riassumeva lo snodo della stagione. Giusto o no, Milan-Parma si è giocata di venerdì per non disturbare l’operazione Barcellona, in programma mercoledì. E allora? Sono argomenti che ricorrono e si rincorrono da anni, sempre ed esclusivamente in funzione delle singole botteghe. Più si gioca, più risulta complicato pianificare gli incroci. In Italia, poi, le entrate televisive rappresentano quasi tutta la torta, non la fetta più robusta; ne consegue che la spalmatura delle Grandi diventi un obiettivo da perseguire a troppi costi, inclusi quei tamponamenti che i tifosi traducono con il vocabolario del vittimismo: sabotaggi, complotti, scarso peso politico. In pratica, si gioca ormai da venerdì a lunedì. Come negli altri campionati e, in alcune circostanze, addirittura di più. Le zuffe accese da pretesti così puerili costituiscono l’ennesimo segnale di un ambiente che preferisce nascondersi nel futile pur di evitare il serio, il grave. Questo, a naso, dovrebbe essere il tempo per dedicarsi a problemi meno vaghi, tra goleade sospette perfino al torneo di Viareggio, presidenti e stadi nel mirino della giustizia, procure a caccia di «over» fraudolenti. Ripeto: la lenzuolata di anticipi e posticipi (fino a tutta la decima giornata di ritorno, 16-17 marzo) è stata divulgata il 21 dicembre. La prossima volta, nessun dorma. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013


GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

SERIE B

Il bomber del Modena: «A lezione da Inzaghi, voglio una chance in A. Magari proprio qui» GIULIO DI FEO

I gol di Ardemagni a Modena non sono grandine a primavera. Hanno il marchio Milan e una data precisa per l’uscita dall’anonimato: 11 agosto 2005, ingresso in campo al posto di Sheva in amichevole col Lugano, dopo un quarto d’ora assist vincente a Rui Costa. «Ero solo un ragazzo aggregato alla prima squadra ma feci un’esperienza incredibile, dalla tournée in America fino all’esordio in Coppa Italia. Avevo appena lasciato il mio paese per andare a vivere a Milanello. Dormivo lì, mangiavo lì, un sogno».

c’è stato il cambio in società, sono arrivati gli altri e il mister è stato bravo a compattarci. Nessuno si aspettava che ci piazzassimo subito in alto, ma quando crei aspettative poi è normale che da te vogliano sempre di più. Però siamo forti, e se siamo stati lassù per tutta l’andata vuol dire che possiamo farlo anche al ritorno». Chi teme in particolare?

«Il Verona mi piace, ma la sorpresa vera è l’Empoli. Il bello della B è questo, esplode sempre la squadra che non ti aspetti». A proposito di B, non è che inizia a starle stretta?

«Ci tengo ad avere una chance in A. L’ho sfiorata spesso, a 25 anni è arrivato il momento. Sono maturato molto, fisicamente e tecnicamente. Come faccio a sapere se sono o meno da Serie A se non ci provo?». A gennaio si parlava di un ritorno a Bergamo.

«Sì, e non solo, di richieste ne ho avute. Ma mi sarebbe dispiaciuto lasciare Modena, qui in me credono. E vediamo se quella famosa chance viene fuori da qui, altrimenti poi vediamo...» Anche perché questo per lei sembra il posto giusto...

«L’anno passato arrivai in inverno, ora ho avuto tempo per ambientarmi. Quando segni, certo, è tutto più facile. Però mi sento coccolato, sentirmi chiamare bomber è bello. E anche il modo in cui gioco dà i suoi frutti, due esterni e io in mezzo a fare la guerra».

E lì trovò anche il maestro...

«I veterani con noi giovani erano fantastici. Ma a me ha dato tantissimo Inzaghi. Si fermava per darmi consigli, mi insegnava a muovermi sul filo del fuorigioco come lui». L’attaccante Matteo Ardemagni, 25 anni: finora ha segnato 15 gol LAPRESSE

«Lo ammetto, ho sbagliato. È che dopo ogni gol sento di dover festeggiare come non mai. In questo penso di aver preso da Inzaghi, vivo per segnare. Un gol per me è meglio di mille donne».

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L’INTERVISTA

Cuore Ardemagni «Un gol per me vale mille donne»

Lui però la maglia la teneva addosso. Lei segna tanto, se la leva e si fa ammonire pure...

LA GAZZETTA DELLO SPORT

«

Quando ero al Milan, Pippo mi insegnava come muovermi sul filo del fuorigioco MATTEO ARDEMAGNI ATTACCANTE DEL MODENA

Il Modena è uscito da un genna-

Mica segna solo in campo: a Modena pare che le donne abbiano occhi solo per lei...

Non è che forse siete arrivati in alto troppo presto e poi non avete retto?

«Sono single, e da quel punto di vista non mi lamento. Però usciamo anche tanto tra compagni, si va al cinema o a vedere la Champions. In passato mi era capitato che fuori dallo spogliatoio ognuno prendesse la sua strada, qui siamo amici ed è bello. Però tra donne e calcio di tempo per il resto ce n’è poco...».

«Siamo partiti in ritiro in 10, poi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

io nero con il botto, vincendo a Livorno.

«La sosta ci ha danneggiato. Ma questa è la riprova che ci siamo, e sappiamo reagire».

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COSÌ DOPO 26 TURNI

S CLASSIFICA Sassuolo p. 58 Livorno 51 Verona 47 Varese (-1) 43 Empoli 39 Modena (-2) 36 Juve Stabia 35 Padova 35 Brescia 34 Ascoli (-1) 33 Spezia 32 Cittadella 32 Novara (-4) 31 Cesena 31 Ternana 30 Crotone (-2) 30 Lanciano 30 Reggina (-2) 29 Bari (-7) 26 Vicenza 25 Pro Vercelli 17 Grosseto (-6) 16

S PROSSIMO TURNO Domani ore 19 Juve StabiaGrosseto (2-2) ore 21 Spezia-Novara (0-1) Sabato ore 15 Cesena-Ascoli (0-1), CittadellaLivorno (2-2), Crotone-Ternana (0-1), Empoli-Padova (0-2), LancianoReggina (1-0), Pro VercelliBari (1-2), Verona-Varese (3-0), VicenzaSassuolo (1-2) ore 18 Modena-Brescia (1-2)

LIVORNO

Spinelli: «Superpremio per tornare in Serie A» LIVORNO Nonostante le due sconfitte consecutive, il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, crede sempre più nella promozione: «Ho deciso di stanziare un grosso premio promozione. La Serie A infatti rappresenta la nostra unica salvezza. Un altra stagione in B non mi sento di sostenerla». E’ uno Spinelli motivatissimo quello che ieri ha seguito la partitella che il suo Livorno ha sostenuto contro la formazione Allievi. Uno Spinelli che al termine ha parlato alla squadra all’interno dello spogliatoio cercando di caricare il gruppo in vista della gara di sabato a Cittadella. «A inizio stagione ha spiegato Spinelli il nostro obiettivo era la salvezza, ma adesso tutto è cambiato e vogliamo tornare in Serie A e farò di tutto insieme ai dirigenti e al tecnico per far sì che questo obiettivo non ci scappi dalle mani». Gradinata Morosini Intanto, la giunta comunale ha

deciso di intitolare la gradinata dello stadio Picchi a Piermario Morosini, il centrocampista morto in campo il 14 aprile 2012. Si è deciso di farlo «tenuto conto del grande affetto che ha circondato la memoria di questo giovane, ritenuto simbolo di valore, lealtà e generosità tra i giovani tifosi e la città di Livorno». Il club, infine, è stato deferito per i cori dei tifosi «incitanti alla violenza e alla discriminazione» in occasione di Livorno Verona. Francesco Foresi

OBIETTIVO PUBBLICO

Lega di B, ecco il piano per riempire gli stadi MILANO La scorsa stagione in B, gli stadi sono stati riempiti per il 31,1 per cento, con una media di 6.128 spettatori. Un dato allarmante, ma la Lega presieduta da Andrea Abodi non sta a guardare. In collaborazione con lo Studio Ghiretti, parte «Obiettivo pubblico», un progetto ambizioso che mira a riportare la gente allo stadio, soprattutto bambini, famiglie e donne. L’iniziativa è stata presentata dal d.g. Paolo Bedin e dal presidente dello Studio Ghiretti, Roberto Ghiretti. La Lega promuoverà un programma formativo gratuito per i manager delle varie società e il suo sito diventerà lo spazio virtuale dentro il quale trovare gli strumenti necessari allo sviluppo del progetto. Entro maggio sarà operativo un Info center, che fornirà informazioni sulle modalità di acquisto dei biglietti. Sarà istituito anche un «sistema di premialità» legato alla realizzazione dei progetti: i club virtuosi, quindi, potrebbero avere un doppio incremento delle entrate.

PRIMA DIVISIONE PANCHINE CALDE

La Carrarese si affida a Iaconi Gubbio e Paganese avanti così Confermata la fiducia a Sottil e a Grassadonia, che si era dimesso BRAGLIA-CAMPITIELLO-GRILLI

La Carrarese, per centrare l’obiettivo salvezza, si affida a un allenatore specialista in promozioni dalla C1 alla B come Ivo Iaconi, 57 anni il prossimo marzo. Il direttore dell’area tecnica Sandro Turotti, d’intesa con il proprietario - il portierone della Juve e della Nazionale Gigi Buffon - ha scelto una sua vecchia conoscenza, visto che già aveva avuto Iaconi all’ambiziosa Cremonese nel 2008-09, ma in quel caso, anche per problemi di salute del tecnico, il rapporto si era dovuto interrompere. I momenti migliori per Iaconi sono stati con la Fermana a fine anni Novanta, poi a Pescara (dove è considerato il terzo miglior allenatore di sempre dopo i mitici Zeman e Galeone) e Frosinone, con tre salti in B. Altre piazze importanti, Ascoli, Pisa, Taranto, Catania. Nelle ultime esperienze, gli esoneri alla Reggina e, nel dicembre 2010, la sua ultima panchina, alla Triestina in

B. Da calciatore fu la bandiera del Giulianova per 10 anni, adesso è chiamato all’impresa di risollevare la Carrarese, ultima con 13 punti dopo 21 giornate e reduce da sei sconfitte (tre consecutive) nelle ultime sette gare; fatale, al precedente tecnico Nello Di Costanzo che alla sesta giornata aveva sostituito Carlo Sabatini - lo stop con il Pisa, maturato negli ultimi sette minuti. Iaconi debutterà a Prato, il 3 marzo, alla ripresa del campionato dopo la sosta di domenica. In giornata si era ipotizzata anche una soluzione interna, con la squadra affidata al secondo Stefano Turi, cognato di Gigi Buffon, ma è prevalsa la linea di una guida esperta, un «sergente di ferro».

Il tecnico Ivo Iaconi, 56 anni OMEGA

Gubbio e Paganese Il consiglio del Gubbio, riunitosi d’urgenza martedì sera, ha votato contro l’esonero di Sottil. Il d.s. Giammarioli e la squadra si sono schierati con l’allenatore, che è stato riconfermato all’unanimità, almeno fino alla partita contro il Barletta. A Pagani il tecnico Grassadonia si è preso la responsabilità degli scadenti risultati dell’ultimo periodo (una vittoria soltanto in dieci partite) e ha rassegnato le dimissioni, ma il presidente Trapani le ha respinte, confermandogli la fiducia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Sottil, 39 anni SCOLPINI

L’AMICHEVOLE

SECONDA DIVISIONE IL RECUPERO

Under 20, Vita-gol Oman al tappeto

Ancora Petrascu: è Forlì da playoff

A Coverciano l’Under 20 di Lega Pro ha battuto l’Oman 1 0 con rete di Vita (Monza) al 4’ della ripresa, davanti a 700 spettatori, al presidente Macalli e ai c.t. Di Biagio (Under 20) ed Evani (Under 19). Gli azzurri hanno disputato una buona gara e sfiorato il secondo gol con Montini (Feralpi Salò), D’Apollonia (Venezia) e Nardi (Cremonese). Soddisfatto il c.t. Bertotto: «Buona prova. Stiamo lavorando sui giovani, selezionandone di più per dare un’opportunità ai tanti giocatori di qualità che militano nei club di Lega Pro».

Si è giocato ieri un recupero del girone A di Seconda divisione. Vittoria del Forlì, Petrascu ha segnato l’ottava rete in sei partite giocate nel 2013.

PRIMA DIVISIONE Questa la situazione in Prima divisione: domenica gioca solo il girone A, mentre il B riposa: GIRONE A La classifica dopo 23 giornate: Lecce p. 43; Trapani* 39; Alto Adige* 37; San Marino 35; Entella 34; Lumezzane 33; Carpi 31; Pavia 30; Cremonese ( 1) e Feralpi Salò* 28; AlbinoLeffe ( 6) 26; Como* ( 1), Cuneo e Portogruaro* ( 1) 24; Reggiana 22; Treviso ( 1) 11; Tritium 10*. (* ha già riposato). Così domenica (ore 14.30): Carpi Pavia (0 0; lunedì, 20.45); Como F. Salò (3 1); Cuneo Alto Adige (1 2); Entella Lecce (2 4); San Marino AlbinoLeffe (1 1); Trapani Lumezzane (1 1); Treviso Cremonese (0 2); Tritium Portogruaro (1 1). GIRONE B La classifica dopo 21 giornate: Latina* ( 1) p. 43; Avellino 41; Nocerina e Perugia ( 1) 36; Pisa 33; Benevento 32; Frosinone ( 1) 31; Catanzaro 28; Prato 27; Paganese* e Viareggio 26; Gubbio 25; Andria ( 2) 22; Sorrento 16; Barletta 14; Carrarese 13. (* una partita in meno). Domenica c’è la sosta, si riparte così il 3 marzo (ore 14.30): Andria Benevento (1 0); Barletta Gubbio (0 0); Frosinone Latina (0 0); Nocerina Catanzaro (3 2); Perugia Avellino (1 1); Pisa Paganese (0 0); Prato Carrarese (0 1); Viareggio Sorrento (sabato 2, 1 1).

FORLÌ-RIMINI 2-0 MARCATORI Melandri al 15’, Petrascu al 21’ p.t. FORLÌ (3-4-3) Ginestra 6; Arrigoni 7, Orlando 7,5, Ingegneri 7; Scarponi 6 (dal 33’ s.t. Vesi s.v.), Sozzi 6, Evangelisti 6,5, Sabato 6, 5; Buonaventura 6,5 (dal 2’ s.t. Mordini 6), Melandri 7 (dal 19’ s.t. Oggiano 6), Petrascu 7. (Casadei, Martini, Bergamaschi, Sampaolesi). All. Bardi 7. RIMINI (3-5-2) Scotti 6; A. Brighi 5, Rosini 5, Vittori 5 (dal 39’ p.t. Ferrari 5); Gasperoni 5 (dal 27’ s.t. Marras 6), Valeriani 5,5, M. Brighi 5,5, Onescu 5,5, Baldazzi 5,5; Taddei 5,5, Zanigni 5 (dall’11’ s.t. Morga 5,5). (Semprini, Mandorlini, Maita, Maio). All. D’Angelo 5,5. ARBITRO Lacagnina di Caltanissetta 5,5. NOTE spettatori 1.500 circa, incasso non comunicato. Espulsi il tecnico D’Angelo al 15’ p.t., M. Brighi al 41’ s.t.; ammoniti Vittori, Sozzi, M. Brighi e Orlando. Angoli 3-12. (g.c.) CLASSIFICA Pro Patria p. 50; Savona e Castiglione 44; Renate 41; Alessandria 39; Forlì (-1) 38; Bassano 37; Venezia 35; Monza (-6) e Mantova 31; Santarcangelo e Valle d’Aosta (-1) 24; Bellaria 23; Giacomense 21; Rimini 20; Fano (-1) 17; Casale (-5) 15; Milazzo 9. CASALE, NIENTE ALLENAMENTI Ieri i giocatori del Casale non si sono allenati per denunciare il mancato rispetto delle scadenze per i pagamenti degli stipendi dell’ultimo bimestre e tutta una serie di difficoltà logistiche e organizzative. I calciatori si sono rivolti anche all’Aic per tutelarsi nelle sedi opportune. SERIE D, 3-0 AL MEZZOLARA Il giudice sportivo ha accolto il reclamo del Mezzolara dopo la gara del 20 gennaio scorso contro il Castenaso (1-1 sul campo) e ha inflitto lo 0-3 a tavolino (i padroni di casa avevano chiuso la gara con un fuoriquota in meno). Ora il Mezzolara è sesto. Altri provvedimenti del giudice: una gara a porte chiuse per Acireale, Licata, Nardò e Sambenedettese, diffidato il campo del Trento. Tre gare di stop agli allenatori Anastasi (Ragusa) e De Paola (Trento), 4 a Tacconi (giocatore del Sant’Angelo).


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

FORMULA 1 TEST A BARCELLONA la tecnica

F138: quel buco resta ancora un mistero E la Williams prova tre musi diversi Caccia fotografica Detto que-

GIORGIO PIOLA MONTMELÒ

È continuato il cinema dei paraventi che seguivano la monoposto in pista in casa Red Bull anche se poi alle 8 del mattino sono state fatte ripetute prove di cambio gomme proprio sotto le finestre della sala stampa per la rivincita dei fotografi. Il fatto è che le monoposto edizione 2013 salvo alcune eccezioni non presentano delle novità radicali visibili da lontano ma tante soluzioni inedite e comunque molto interessanti nei dettagli quindi rilevabili solo con una attenta osservazione. Sebastian Vettel, 25 anni, alla Red Bull dal 2009. Ha vinto 3 Mondiali REUTERS

PINO ALLIEVI MONTMELÒ (Spagna)

E siamo già ai tempi record. Ma non per la Ferrari. È toccato infatti al sorprendente Sergio Perez con la McLaren e (ovviamente) a Sebastian Vettel con la Red Bull scendere sotto il limite della pole di Pastor Maldonado nel GP Spagna 2012, non solo grazie a gomme Pirelli che offrono migliori prestazioni, ma anche in virtù dei progressi delle auto. Perez ha fatto un tempo eccezionale, 1’21"848, Vettel è stato 3 decimi più lento. Entrambi avevano gomme tenere, a differenza di chi segue in classifica (Kimi Raikkonen, Lewis Hamilton e Fernando Alonso), che montava le medie. Problemi Ma rispetto a marte-

dì, la Ferrari ha fatto un passo indietro di 3 decimi, in una giornata particolarmente sofferta in quanto a fine mattinata si è rotto un terminale di sca-

cate e ieri ha mostrato nuove prese dei freni di scuola Williams.

sto è continuata la caccia a fotografare il buco della Ferrari anche se in definitiva poco importa catturarlo in una foto quanto invece sarebbe importante scoprirne la vera funzione. L’analogo segreto della Red Bull lo scorso anno durò ben poco e si scoprì quasi subito che serviva a raffreddare le centraline elettroniche e la cosa potrebbe ripetersi con la F138.

Valzer di prove Quanto a que-

DRS e scarichi Sono iniziate a

Sebastian Vettel (a destra) aiuta gli addetti Red Bull a coprire la sua RB9 dopo il problema nell’ultima fase dei test di ieri COLOMBO

comparire le prime modifiche con la Sauber in testa a tutti con la prova del doppio DRS passivo con tanto di orecchie ai lati delle presa d’aria del motore per continuare a nuovi alettoni sia anteriore che po-

steriore. Segue la Mercedes che ha riportato ovviamente in versione adattata alla nuova vettura la vecchia posizione degli scarichi (senza effetto Coanda) con il semplice obiet-

tivo di accumulare dati comparativi. La McLaren nella giornata di martedì, la prima dei test in Catalogna, aveva provato delle pinnette orizzontali sopra la parte iniziale delle fian-

st’ultima è un concentrato di tante soluzioni interessanti: ieri sono stati provati bene 3 diversi musi: quello nuovo, quello vecchio dotato del vanity panel e quello vecchio con lo scalino. Niente di nuovo o almeno all’apparenza sulla Ferrari che ha girato costantemente con il buco nel muso. Per quanto riguarda la Red Bull le novità, come per le rosse, arriveranno all’ultimo test: ieri pomeriggio Vettel è rimasto fermo in pista per un problema di fissaggio della ruota posteriore destra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cavallino passo indietro Alonso, scarico k.o. Perez e Vettel da record Fernando con la Ferrari gira tre decimi più lento di martedì McLaren veloce ma mangia-gomme, RB9 fantastica in curva rico, con danni a qualcosa di imprecisato al posteriore tanto che la riparazione ha richiesto più del previsto. Dopo di che Alonso ha ripreso con un ritmo di collaudo mai eccessivo e mai sopra le righe, in quanto aveva evidentemente qualcosa di particolare da collaudare. Cosa? Impossibile saperlo in una Ferrari ultrablindata che non farà parlare Alonso neppure oggi alla fine dei suoi test (domani c’è Massa). Silenzio assurdo Addirittura, i

due piloti resteranno muti per tutti i 4 giorni delle prove di

inizio marzo sempre a Montmelò: apriranno bocca solo il lunedì successivo, a bocce ferme, stimolati dall’iniziativa di uno sponsor. Non ci sembra un modo molto popolare di dialogare con chi ama la F.1, in un momento peraltro di crisi e di moderato interesse per quanto avviene sulle piste. Scarico Ieri è stato invece il ca-

po dei motori, l’ingegner Marmorini, a spiegare il guasto: «Lo scarico aveva già fatto molti chilometri, era a fine vita. E la miniaturizzazione operata nel posteriore, se parliamo di

raffreddamento, non incide affatto: è tutto sotto controllo». Marmorini ha poi spiegato che il motore turbo del 2014 sarebbe teoricamente pronto per scendere in pista verso agosto, ma senza accordo tra team girerà solo il prossimo febbraio. Che forma Tempi a parte, la vet-

tura che anche ieri ha impressionato per un comportamento (leggi: stabilità) fuori dalla media è stata la Red Bull. Vettel ha una vettura fantastica con la quale fa ciò che vuole. Per ora il vantaggio è evidentissimo. Ma attenti alla Lotus,

che con Raikkonen (a lungo fermo per il cambio k.o.) è parsa poco inferiore. Bene la McLaren, benché incostante per il calo repentino delle gomme. Dice Perez: «Dobbiamo conoscerle meglio, ma se domani si corresse in Australia faremmo tutti 10 pit stop!». Commenta invece Vettel: «La RB9 è ottima, si guida che è una meraviglia, il bilanciamento è a posto. Sono davvero contento, in gara sarà però un’altra cosa. Le principali rivali? Le solite...». Tuttavia neppure per Seb è filato tutto liscio. Doveva simulare mezzo GP, ma

Taccuino

IL PERSONAGGIO ANCORA INCERTO IL PROGRAMMA DEL POLACCO PER QUESTA STAGIONE

Kubica, niente ritorno in pista nel Dtm tedesco L’ultimo posto sulla Mercedes per Juncadella Completato il team di Stoccarda Ora per Robert resta in piedi l’ipotesi dei rally Non sarà il Dtm tedesco l’approdo di Robert Kubica per il 2013. La Mercedes ha infatti affidato al giovane spagnolo Daniel Juncadella, fresco vincitore della F.3 europea, l’ultima Classe C disponibile per la nuova stagione del campionato tedesco. Le vetture di Stoccarda saranno sei anziché otto, con

Roberto Merhi, Christian Vietoris, Robert Wickens, Ralf Schumacher e Gary Paffett come altri piloti. Tramonta quindi la possibilità di vedere Kubica di nuovo in pista, seppure al volante di una vettura a ruote coperte. Il polacco, ex portacolori della Lotus F.1, era stato invitato il mese scorso a Valencia per un test finalizzato a riprendere confidenza con la guida in circuito, dopo l’incidente al Rally di Andora del febbraio 2011 che gli causò ferite e problemi di mobilità al braccio destro da cui non si è ancora del tutto ripreso. Ma, nonostante un buon numero di giri (114) e le ottime

Robert Kubica, 28 anni, con la Mercedes C Coupé Dtm IPP

prestazioni sul fondo bagnato, non c’è stato un seguito agonistico. Forse anche per le trattative che Kubica aveva già intavolato in precedenza sia con Citroen sia con Ford M-Sport per es-

Sebastian: «La mia macchina si guida che è una meraviglia, sono molto contento»

sere al via di quasi tutto l’Europeo rally con un modello Rrc: ipotesi confermata dai due team anche al Montecarlo. Il pilota di Cracovia a fine 2012 è tornato a correre e a vincere qualche gara italiana con una Subaru Impreza, sfiorando un clamoroso trionfo all’Alto Var su una Citroen C4 Wrc. Dunque potrebbero essere ancora i rally il suo futuro a breve e medio termine, a patto di un’offerta tecnico-economica adeguata e magari la possibilità di passare al Mondiale. Dovunque vada, di certo Kubica catalizzerebbe le attenzioni sulla nuova serie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPONSOR MOTOGP

Lorenzo contro il fumo Jorge Lorenzo diventa «fumatore» della sigaret ta elettronica Categoria, «per aiutare la gente a smet tere: io non ho mai fumato una sigaretta e tutti sanno che fumare non è una buona cosa». A fine marzo la «Sport» verrà lanciata in Italia, Spagna e Portogallo: è una sigaretta delle dimensioni di un Toscano, dedicata a Jorge. Un euro (dei 69 di prezzo) verrà devoluto alla ricerca contro il cancro.

TEST MOTO2-MOTO3

Italiani in difficoltà a Jerez Secondo giorno di test Moto2 e Moto3 a Jerez, in Spagna, finalmente asciutto. In Moto2 miglior tem po per Pol Espargaro (Kalex), con Corsi (Speed Up) 11o miglior italiano. In Moto3, Maverick Viñales (Ktm) è sta to il più veloce, con Fenati (Ftr Honda) 12o.

FEDERMOTO INTERNAZIONALE

Uncini capo della sicurezza Franco Uncini, 57 anni, iridato 500 nel 1982, è stato nominato responsabile per la sicurezza delle pi ste della Fim. Prende il posto di Claude Danis.


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SUPERBIKE VERSO PHILLIP ISLAND

Sykes uomo da battere Ma Melandri e Checa...

Posteriore «giallo» La F138 con il posteriore schermato e visibile REUTERS-COLOMBO

Ecco come stanno i big a pochi giorni dal GP d’Australia Ducati e Bmw scalpitano, Guintoli e Laverty garanzia Aprilia PHILLIP ISLAND (Australia)

Da sinistra l’Aprilia RSV4 1000 Factory campione del mondo 2012, la Ducati 1199 Panigale F13 e la Kawasaki Ninja ZX-10R ALEX PHOTO

Chi salirà sul trono Superbike lasciato vacante da Max Biaggi? La classifica 2012 parlerebbe a favore di Tom Sykes e di Marco Melandri. Il britannico ha perso il titolo per mezzo punto pagando due stop della Kawasaki, il ravennate ha invece mandato in fumo il primato con

le Pagelle

TwitTwit

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

di PAOLO GOZZI

SYKES GB – KAWASAKI ZX10R KRT

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Nei test europei Tom Sykes è stato imprendibile, in Australia invece si è incrinato il radio

sinistro dopo solo cinque giri. Però ha recuperato in fretta tornando velocissimo (ha fatto registrare il quarto tempo) e tenendo botta per 99 passaggi. È aggressivo, ma ora è diventato anche esperto: praticamente non ha più punti deboli. ALEXPHOTO

ben cinque ritiri nelle sei gare finali. Ma prima aveva vinto sei volte con la Bmw che, prima del suo arrivo, era a secco. Il precampionato però ha mischiato le carte, con Carlos Checa tornato a ruggire al termine delle quattro sessioni di Phillip Island, tracciato australiano che domenica ospita il primo dei 15 round. La novità Ducati Panigale sembrava destinata a una stagione di rodaggio, invece martedì nell’ultimo giorno di test lo spagnolo ha disintegrato il primato di Biaggi spaventando tutti. Sta rialzando la testa anche la Honda con il ritorno dell’Hrc, il reparto corse interno assente dal 2002. In attesa del via iridato di domenica, abbiamo dato i voti al campionato d’inverno dei magnifici sette che hanno le maggiori possibilità di giocarsi il titolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la guida

Secondo giorno di prove, dopo due mesi senza segni sul corpo... ecco che tornano! Benvenuti!!

FERNANDO ALONSO @alo oficial

al primo pit stop, nell’avvitargli la ruota posteriore destra, si è spannato il filetto sul portamozzo: immancabile lo stop. Più affidabile la Mercedes con cui Lewis Hamilton ha fatto 121 giri senza guai, pur risultando più lento di Nico Rosberg il giorno prima. Correzioni La Ferrari di Alonso, osservata da vicino, ha un buon ingresso in curva ma poi, a metà, il pilota è costretto a correggere col volante, quando nello stesso frangente Vettel è già con l’acceleratore a fondo. Vedremo cosa farà Fer-

nando oggi prima di congedarsi, per capire il limite della vettura almeno in questa fase. Domani, invece, toccherà a Massa chiudere i test. I tempi: 1. Perez (Mes-McLaren) 1’21"848 (97 giri); 2. Vettel (Ger-Red Bull) 1’22"197 (84); 3. Raikkonen (Fin-Lotus) 1’22"697 (43); 4. Hamilton (GB-Mercedes) 1’22"726 (121); 5. Alonso (Spa-Ferrari) 1’23"247 (76); 6. Bottas (Fin-Williams) 1’23"561 (98); 7. Ricciardo (Aus-Toro Rosso) 1’23"718 (70); 8. Di Resta (GB-Force India) 1’23"971 (62); 9. Hülkenberg (Ger-Sauber) 1’24"205 (88); 10. Pic (Fra-Caterham) 1’25"115 (67); 11. Chilton (GB-Marussia) 1’28"900 (102). © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domenica su Italia1 GP alle 2 e alle 5.30 Replica alle 14 e 15

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Italia–Bmw S1000RR HP4 La squadra tedesca, adesso a gestione italiana, ha ulteriormente migliorato il rendimento della Superbike più potente (235 cavalli!) e sofisticata. Sul giro (2˚ tempo a 0”178 da Checa) Melandri è okay, ma la distanza è un’incognita: la spalla destra fa male e dopo l’Australia dovrà essere operata per la 2ª volta.

Spagna-Ducati 1199 Panigale Il veterano del Mondiale (40 anni, 135 GP) è riuscito a far volare prima del previsto l'erede della 1198R con cui aveva sbancato il 2011 con 22 trionfi in tre stagioni. Nelle ultime 5 gare in Australia ha perso solo da Biaggi. Che non c'è più.

GB–Honda CBR-RR Velocissimo, spericolato, grintoso. Domenica corre la 100ª gara (10 vittorie), ma cade troppo pure nei test (due volte). La Honda è migliorata con la nuova elettronica, ma con l’arrivo di Haslam ha un brutto cliente anche in casa.

GB–Honda CBR-RR Il figlio d’arte ha sfiorato il titolo nel 2010 con la Suzuki piegandosi a Sua Maestà Biaggi. Viene da due anni neri sulla Bmw, la Honda gli ha ridato il sorriso. Nei test è andato forte (settimo) pagando solo 6 millesimi al compagno Rea.

Irlanda–Aprilia RSV4 Contro Biaggi ha perso 5-1, ma ora che il leader non c'è più tocca a lui. Nei test australiani non si è lasciato ingolosire dal giro secco (8˚ tempo a 0”393 da Checa) lavorando sulla distanza, proprio come faceva Max. E' alla terza stagione Superbike e ha vinto solo tre gare su 53: per puntare al titolo serve il salto di qualità.

Francia–Aprilia RSV4 Il francese vuole diventare il vero erede di Max. Rispetto a Laverty ha più esperienza (ha corso anche in 250 e MotoGP) e le stesse tre vittorie ma raccolte anno scorso con Ducati private. Imbattibile sul bagnato, sbaglia di rado ed ha preso subito confidenza con la RSV4.

Melandri

Checa

Rea

Haslam

Laverty

Guintoli

Con l’apertura del Mondiale domenica in Australia sulla pista di Phillip Island (4.448 m), la Superbike debutta su Mediaset che avrà i diritti almeno fino al 2015 compreso. In alternanza tra le reti di Italia 1 e Italia 2, offrirà in diretta tutte le prove (anche le libere) dal sabato mattina, in tutti i GP della stagione. Commentatori Guido Meda (parte delle gare), Giulio Rangheri e Max Biaggi. Anche Eurosport trasmetterà in diretta prove e gare. PROGRAMMA E TV Questo il programma di Phillip Island (+10 ore di fuso orario). Venerdì: ore 23.45 libere 2 Supersport (Italia 2). Sabato: ore 0.45 qualifica 2 Superbike (Italia 2); 2.30 libere Superbike (Italia 2); 5 Superpole Superbike (Italia 1 e 2); 6.05 qualifiche 2 Supersport (Italia 2); 23.20 warm up Superbike (Italia 2); 23.45 warm up Supersport. Domenica: ore 2 gara-1 Superbike (Italia 1 e 2); 3.30 gara Supersport (Italia 2); 5.30 gara-2 Superbike (Italia 1 e 2); 14 replica gara 1 (Italia 1); 15 replica gara 2 (Italia 1).


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MONDOMOTORI AUTO

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IL BENZINA HA COPPIA

SI Cittadina Il bicilindrico a benzina è ideale per l’uso in città. Gira bene in basso, è silenzioso e consuma poco Eco mode Cala la potenza, ma migliorano ancora di più i consumi Abitabilità Il massimo. Compatta fuori e spaziosissima dentro, quasi un miracolo

NO Cambio automatico Se ne sente la mancanza, specie in città Ibrida Sarebbe il massimo, ma forse il prezzo salirebbe troppo Più hi tech La dotazione c’è, ma qualche dispositivo elettronico la renderebbe più connessa

CORRADO CANALI

Sono passati cinque mesi dal lancio sul mercato della Fiat 500L e per la sorella maggiore del «cinquino» comincia la fase due, quella del consolidamento dell’offerta con due nuove motorizzazioni, il 900 cmc bicilindrico turbo a benzina e il 1600 cmc turbodiesel, entrambi da 105 Cv di potenza massima. Anzi i nuovi motori sono di fatto tre, visto che è in arrivo a breve anche la versione 900 cmc turbo a metano da 80 Cv, la più ecologica della gamma. È anche il momento dei primi bilanci. In cinque mesi ci sono stati circa 38.300 ordini in Europa, più della metà al di fuori dell’Italia. E a gennaio la 500L è risultata la vettura più venduta in assoluto in Italia.

500L

Pubblico Ma a chi piace la nuova 500L? A un pubblico trasversale: ci sono ex clienti di vetture compatte, ma anche di molti Mpv di taglia media. Si tratta di famiglie, di giovani e più in generale di quanti della 500L apprezzano la funzionalità e lo spazio a bordo. I due nuovi mo-

Già 38.300 ordini in Europa nei primi cinque mesi A gennaio record di vendite in Italia tori, intelligenti per la tecnologia che adottano ma diversi per il carattere, garantiscono alla 500L qualcosa in più. In particolare, i 105 Cv del 1600 cmc MultiJet II collocano la vettura proprio nel cuore del settore delle compatte con un propulsore efficiente e allo stesso tempo divertente, coniugando autonomia e prestazioni brillanti grazie alla tecnologia MultiJet di seconda generazione. Mentre i 105 Cv del 900 cmc TwinAir si dimostrano ideali per chi è attento ai consumi e alle emissioni, soprattutto nell’utilizzo urbano. Un motore che sarà apprezzato in quei Paesi dove ci sono norme e tassazioni severe sul possesso e l’utilizzo di auto con emissioni elevate. Non a caso i dati di CO2 sono così bassi da rientrare già oggi negli standard europei che entreranno in vigore dal 2020. Abbinati entrambi a un cambio manuale a 6 marce e con il sistema Star&Stop di serie, i due motori garantiscono vantaggi reali per il cliente. Il 900 a benzina, ultima evoluzione del TwinAir, è una soluzione più adatta per un impiego cittadino, mentre il 1600 Multijet di seconda generazione serve per fare strada.

Con brio o super familiare Due motori e un’anima sola La compatta Fiat allarga la sua gamma E c’è in arrivo anche la versione a metano

Numeri Qualche numero: il tur-

bo benzina è accreditato di una potenza per litro di 120 Cv con una velocità massima di 180 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 12"3, per un consumo medio di 4,8 litri per 100 km ed emissioni di 112 g/km. A bordo della 500L si fa apprezzare per la buona coppia in basso, utile in città. Sempre al 900 cmc è abbinata la modalità di guida Eco: in queste condizioni la coppia massima è limitata a 120 Nm e

la potenza a 98 Cv, consentendo di risparmiare ulteriormente in consumi ed emissioni. Il 1600 cmc turbodiesel, più «macina chilometri». ha invece una velocità massima di 181 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 11"3 secondi, con consumo di 4,5 litri per 100 km e 117 g/km di emissioni di CO2. Alla guida ha dimostrato di avere la potenza ideale per una vettura familiare. I due nuovi motori, già ordinabili, saranno disponibili da metà

marzo a 19.850 euro per il 900 cmc a benzina nell’allestimento Lounge e tre livelli per il 1600 cmc turbodiesel (Pop Star, Easy, Lounge) con prezzi fra 20.450 e 22.050 euro. A breve è prevista la commercializzazione della 500L a metano col motore 900 cmc Turbo TwinAir da 80 Cv che sarà offerta in quattro diverse varianti (Pop, Pop Star, Easy e Lounge) con prezzi fra 18.500 e 22.050 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STELLA MERCEDES PROPOSTA IN 3 ALLESTIMENTI E 5 MOTORIZZAZIONI

Pazzesca Classe E: schiva i pedoni ed evita i frontali Look mutevole, ha due musi, IL NOSTRO e spicca per il GIUDIZIO sensore Bas Plus A 45.280 euro

vo che può persino evitare un «frontale» con i veicoli che sopraggiungono dalla direzione opposta.

n SÌ

Comfort Di livello, sia come piacere di guida sia come ergonomia e abitabilità

PAOLO LORENZI

A metà del suo ciclo di vita la Classe E si concede un aggiornamento estetico e tecnologico. La Mercedes per antonomasia (384.086 unità vendute in Italia dal 1978) in attesa del prossimo rifacimento, punta sulla modernità dei fari a led (di serie) e sui sistemi di sicu-

Come al solito la Classe E si distingue per l’eleganza dell’anteriore

rezza innovativi. E per accontentare gusti diversi ora offre anche due frontali. I sistemi di assistenza alla guida sono stati ampliati nel numero e nelle funzioni, sfruttando sensori e software moderni. Provato e

apprezzato (sfruttando un manichino) Bas Plus, che riconosce i pedoni e attiva la frenata di emergenza se il guidatore non risponde prontamente agli avvertimenti. Altrettanto pregevole l’antisbandamento atti-

Motori In Italia la Classe E è proposta con 3 allestimenti (Executive, Sport con assetto ribassato e Premium), 3 motorizzazioni a benzina da 2 a 4.6 litri (potenze da 184 a 408 Cv), e due a gasolio da 2 e 3 litri (da 136 a 252 Cv). Si aggiunge una versione 4 cilindri diesel ibrida da 231 Cv, che con 2.500 euro in più offre un’alternativa alla 250 CDI da 204 Cv (a settembre arriverà anche la versione a metano). Ma la più gettonata sarà la 220 CDI da 170 Cv. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL NOSTRO GIUDIZIO

Trionfa anche la cura dei dettagli

CLASSE E 220 CDI SEDAN LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri in linea Cilindrata 2.143 cmc Potenza massima 170 Cv a 3.000 giri/min Coppia 400 Nm Consumo misto 4,5 l/100 km Prezzo 45.280 euro

NO Display L’incasso è un po’ «pesante» e datato


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LA DIESEL È UTILE

S Consuma poco A destra il 1.600 cmc turbodiesel a 4 cilindri da 105 Cv. Consuma mediamente 4,5 litri ogni 100 km

SÌ Stradista Si fa apprezzare soprattutto nei tragitti fuori porta Coppia Prerogativa di tutti i diesel, ma il nuovo Multijet 2 ne ha da vendere

500L TURBODIESEL 1600 LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri in linea turbodiesel Cilindrata 1.598 cmc Potenza 105 Cv a 3.700 giri/min Coppia 320 Nm a 1.750 giri/min Trasmissione Manuale a 6 marce Lunghezza 4.147 mm Larghezza 1.784 mm Altezza 1.665 mm Prezzo Da 20.450 euro Data di lancio Metà marzo

500L TURBO BENZINA 900 LA SCHEDA TECNICA Motore 2 cilindri in linea turbo benzina Cilindrata 875 cmc Potenza 105 Cv a 5.500 giri/min Coppia 145 Nm a 2.000 giri/min Lung./larg./alt. 4.147/1.784/1.665 mm Bagagliaio Da 343 a 1.310 litri Velocità massima 180 km/h Consumo medio 4,8 litri/100 km Prezzo 19.850 euro Data di lancio Metà marzo

S Carattere brillante A destra il motore 900 cmc turbo benzina a 2 cilindri da 105 Cv. Consuma mediamente 4,8 litri ogni 100 km

Golf pensa integrale La sicurezza è di serie

Versatilità All’occorrenza sa essere un autentico «mulo» per il trasporto di carichi eccezionali

NO Sette posti A quando? La XL coi due posti in più, prossima all’arrivo, farà la differenza Più potenza Manca un super diesel per darle grinta quando è a pieno carico Sportiva L’annunciata versione «sport utility» potrebbe interpretarne al meglio la vocazione

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Sulla media debutta il sistema 4motion. Prezzo da 24.852 e

IL NOSTRO GIUDIZIO

LUCA SORDELLI

Nata da poco, la settima generazione di Golf arriva anche nella sua declinazione a quattro ruote motrici. Gli italiani amano sempre più la trazione integrale e la regina del mercato europeo risponde. Il sistema 4motion è sofisticato ed evolve: l’obiettivo non è tanto di cimentarsi in esotici fuoristrada quanto quello della massima sicurezza.

SÌ Tecnologia Se ne fa un uso intelligente. Il controllo di trazione è sofisticato

Automatico In condizioni stan-

dard la trazione è affidata all’asse anteriore per garantire consumi contenuti, il posteriore interviene solo se realmente necessario al variare delle condizioni di guida e aderenza, minimizzando la perdita di trazione: in caso di slittamento di una ruota, a esempio, la forza motrice viene distribuita a quella opposta dello stesso asse, sia all’anteriore che sul posteriore. La centralina elettronica regola dinamicamente la ripartizione della coppia sui due assi e sulle singole ruote in funzione di pendenza, angolo di sterzo e accelerazione. Motori La Golf 4Motion è dispo-

nibile solo con motori diesel, il 1.6 TDI da 105 Cv e il 2.0 TDI da 150, con consumi inferiori al modello precedente: il 1.6 TDI percorre, nelle dichiarazioni della Casa, 22,2 km con un litro. Ottimi numeri anche per il 2.0 TDI che registra una riduzione del 15% nonostante 10 Cv in più, percorrendo 21 km con un litro di carburante. Pec-

Grazie alle 4 ruote motrici la Golf si guida in sicurezza anche in montagna

cato manchi l’opzione del cambio automatico che, proprio nella trazione integrale, trova una compagna perfetta. Sicurezza La Golf 4Motion parte da una dotazione di serie completa fin dall’allestimento base: sistema Stop&Start e recupero dell’energia in frenata, 7 airbag, climatizzatore, computer di bordo e display touch

GOLF 4MOTION 2.0 TDI LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri Cilindrata 1.968 cmc Potenza 150 Cv a 3.500/4.000 giri/min Coppia 320 Nm Lung./larg. 4.255/1.790 mm Peso 1.449 kg Velocità massima 211 km/h Accelerazione 0-100 km/h 8,6" Consumo combinato 4,7 litri/100 km Prezzo Da 24.852 euro

screen. E, tenuto conto che una delle principali motivazioni all’acquisto di una trazione integrale è la ricerca di maggiore sicurezza, non mancano altri dispositivi come il Lane Assist che non solo ti avvisa quando stai per superare la linea di corsia, ma dà anche una dolce correzione sullo sterzo, o il sistema che abbassa automaticamente gli abbaglianti se si incrociano altre auto. C’è pure il radar che consente di «agganciare» la vettura davanti e mantenerla a distanza costante e che avverte e decelera in caso di rischio di impatto. Invenzioni già esistenti sui modelli del gruppo Volkswagen, ma averli a disposizione (e in parte di serie) su una media è una carta non da poco da giocarsi. Le prime consegne avverranno a marzo, ma è già ordinabile a prezzi compresi tra 24.852 e 28.552 euro.

Sicurezza Attenzione a questo aspetto in ogni sua componente Guida La piacevolezza e l’immediata confidenza che offre

NO Gamma dei propulsori Disponibile solo con motori diesel Tipi di cambio Non c’è la possibilità di avere la trasmissione automatica

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GREAT WALL MPV COMPATTO IN VENDITA DA APRILE PURE CON IL GPL A PREZZI «ANTICRISI»

Voleex: è cinese, sembra europeo e va all’attacco in Italia MONTE ISOLA (Bs) Presentare una nuova auto su una piccola isola del Lago d’Iseo dove la circolazione è riservata a pochi residenti è abbastanza originale. Ma lo è ancora di più se la vettura in questione è cinese, la prima di grande diffusione ad arrivare in Italia, dove circolano già ottomila fuoristrada Great

Valentino testimonial della Adam «Divertente poterla personalizzare» (co.ca.) Valentino Rossi torna al volante di un’auto per promuovere la Adam, «piccola» chic della Opel. «Trovo divertente la possibilità di poterla

personalizzare (oltre 61.000 varianti di carrozzeria e quasi 82.000 per gli interni, n.d.r.)», ha detto Valentino che lancerà il claim della Adam: «Perchè sei uno che Vale».

VOLEEX C20R LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri, 16 valvole Cilindrata 1.497 cmc Potenza massima 97 Cv Coppia massima 132 Nm Trazione Anteriore Lung./larg./alt. 3.890/1.727/1.604 mm Consumi 6,2-9,1 litri/100 km Prezzo Da 11.390 euro

Wall. Si chiama Voleex C20R: è una monovolume compatta di 4 metri, trazione anteriore, alta da terra ben 17 cm. Essendo cinese l’auto si potrebbe guardare come un oggetto di scarsa qualità. Invece la Voleex stupisce per la linea europea e una buona accuratezza sia dentro che fuori. Spiega Guido Ognisanti, contitolare con Federico Daffi della Eurasia che la importa: «Quando ad aprile sarà sul mercato, verrà subito sottoposta al test EuronCap per avere il massimo dei voti nella sicurezza. I cinesi ne fanno una questione di orgoglio». La Voleex ha 4/5 posti comodi e buona abitabilità. Il motore 1500 non ha grande coppia in basso ma va bene, è silenzioso, ha 97 Cv che aiutano nei sorpassi e nel misto. Il cambio

Voleex C20R, 5 posti, lungo 3,89 metri, è alto da terra ben 17 cm a 5 rapporti è dolce. E ha anche il Gpl. Sarà messa in vendita nelle due versioni a 11.390 e 13.060 euro tutto compreso. Ma già la «base» ha di serie 4 dischi, cristalli elettrici, barre longitudinali sul tetto, sedili posteriori sdoppiati e scorrevoli, 6 air bag, servosterzo

elettrico, sensori di parcheggio, radio e cd, specchietti regolabili elettricamente e la garanzia di 3 anni con limite di 100 mila km. Tanto a poco, senza rinunce: chi l’avrebbe detto? Pino Allievi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

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CICLISMO L’ANNUNCIO

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INGLESI A SECCO Così la prima giornata.

Alla «Grande Partenza» del Giro d’Italia 2013 mancano 72 giorni (4 maggio, da Napoli), ma oggi sarà già svelato il via della corsa rosa 2014, in calendario dal 10 maggio al 1˚ giugno (date ufficiose, che saranno ratificate a settembre dal comitato direttivo dell’Uci). Quella dell’anno prossimo sarà la 97ª edizione del Giro d’Italia (la prima nel 1909), che nelle ultime stagioni ha collezionato una serie di «Grandi Partenze» davvero affascinanti: da Venezia 2009 (per il Giro del Centenario) ad Amsterdam (Olanda) 2010, da Torino 2011 (in onore del 150˚ anniversario dell’Unità d’Italia) a Herning (Danimarca) l’anno scorso, la più a Nord di sempre. Nel 2012 si è imposto il canadese Ryder Hesjedal, davanti allo spagnolo Rodriguez e al belga De Gendt. Napoli aprirà la 96ª edizione con una tappa in linea nel cuore del capoluogo per concludersi sul Lungomare Caracciolo. Sarà un grande spettacolo.

Ryder Hesjedal, 32 BETTINI

Chilometro 1. PERVIS (Fra) 1’00"221; 2. Van Velthooven (Ola) 1’00"869; 3. Eilers (Ger) 1’01"450; 9. F. Ceci 1’02"703.

S DONNE Inseguimento individuale 1. HAMMER (Usa) 3’32"050 (batt. 3’30"206); 2. Cure (Aus) 3’40"685 (3’33"366); 3. Edmondson (Aus) 3’36"830 (3’34"273); 15. Confalonieri 3’49”217 Velocità olimpica 1. GERMANIA (Vogel, Welte) 33"053; 2. Cina (Gong Jinjie, Guo Shuang) 33"083; 3. GB (James, Williamson) 33"893 (batt. 33"762).

S OGGI Inseguimento U (Coledan); inseg. squadre D (Frapporti, Bartelloni, Confalonieri); 500 metri D; scratch U (Viganò); velocità a squadre

Il quartetto azzurro: Liam Bertazzo, Marco Coledan, Ignazio Moser e Michele Scartezzini AP

Toh, in pista spunta Bettini «Parte da qui la nuova Italia» Mondiali in Bielorussia Prima uscita del c.t. come direttore tecnico generale: «Sì alla multidisciplinarietà, serve una rivoluzione culturale» Investire sui giovani è il primo passo, anche se i risultati non arrivano subito. In pista da che base partiamo?

DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO MARABINI MINSK (Bielorussia)

«Non avevo mai assistito ai Mondiali su pista. Ma qui dovevo esserci. È da qui che deve partire il segnale del nuovo ciclismo. Il ciclismo moderno, della multidisciplina, a cui anche l’Italia deve adeguarsi». L’investitura ufficiale non gli è ancora arrivata, ma Paolo Bettini, arrivato al cospetto della giovanissima squadra dei pistard che a Minsk ha imboccato la lunga strada che porta ai Giochi di Rio, parla già da nuovo direttore tecnico generale.

«Se guardo all’inseguimento a squadre, dico che il gruppo di lavoro è veramente giovane e i progressi si sono visti subito. Qui abbiamo schierato tre ragazzi del ’92 e uno dell’88. E mi immagino quanto potrebbe valere un quartetto con dentro, per esempio, uno come Oss, che pure dalla pista arriva. Mi piacerebbe anche vedere un gruppo di lavoro più numeroso: stimolerebbe la concorrenza e si tradurrebbe in tempi migliori. Ma penso anche ad altri corridori per altre specialità. Un Guardini, mi dico, a tornare in pista avrebbe solo da guadagnare».

Bettini, che cosa vuol dire multidisciplina?

«Che le diverse specialità del ciclismo possono, anzi devono, coesistere. Ognuna dà all’altra qualcosa. E si può andare forte in una senza pregiudicare il rendimento nell’altra. Purché tutto sia gestito con intelligenza e programmazione. Pensiamo da dove arrivano Sagan, Evans, Cavendish, Wiggins. Impariamo da loro e dalle altre nazioni. Anche perché a noi poi non mancano né la tradizione né il materiale umano». Mica facile da far capire in Italia...

«Perché c’è una mentalità antica, provinciale, con la strada al centro di tutto. Magari non tanto nei corridori, semmai in chi li dirige. Tecnici che spesso preferiscono la gara del campanile anziché costruire per i loro ragazzi un percorso polivalente, che può culminare col traguardo massimo, cioè l’Olimpiade. E che comunque non ne preclude né la crescita né il raggiungimento di risultati né l’eventuale passaggio al professionismo».

Paolo Bettini (a sin.), 38 anni, con Marco Villa, c.t. pista, e l’azzurro Michele Scartezzini MARABINI I ragazzi sono recettivi da questo punto di vista?

GLI AZZURRI

Il nostro quartetto con 3 ventenni chiude in 4’07"793 (mar) Peccato, anziché il 9˚ posto poteva scapparci anche un piazzamento ai piedi del podio. Bastava che Marco Coledan, 24 anni, arrivato lunedì dal Giro dell’Oman, si fosse riunito al gruppo qualche giorno prima e non avesse il motore ancora un po’ imballato dalle recenti fatiche su strada. Ma il 4’07"793, pur 3" sopra il 4’04"453 registrato nell’ultima gara di Coppa del Mondo, è un buon punto di partenza per il nostro giovanissimo quartetto che, con i ventenni Moser, Bertazzo e Scartezzini e gli altri promettenti baby alle spalle fa ben sperare per il futuro. Discreto Francesco Ceci nel Km: 9˚ in 1’02"703.

«Eccome, lo vedo anche nei nostri raduni. Ma sapete che cosa m’ha detto poco tempo fa uno junior? "Tutto molto interessante, ma chi glielo va a dire al mio direttore sportivo adesso...". Questo la dice lunga sulla chiusura che esiste ancora in Italia. Serve una rivoluzione culturale. E ci vorrà tempo». A Londra lei fu criticato perché fece correre a Viviani la gara olimpica su strada pochi giorni prima dell’Omnium su pista

«È vero. Ma né io né Elia abbiamo mai pensato che la medaglia nell’Omnium fosse sfumata per colpa del precedente impegno su strada. Viviani, che è l’esempio del corridore moderno, era preparato ed era da podio in entrambe le gare. E’ andata male, come può succedere. Ma pensate che cosa avrebbe significato una medaglia di Elia per tutto il movimento».

d lafrase DI VILLA

Giro 2014 Si svela la «Grande Partenza»

UOMINI Inseguimento a squadre 1. AUSTRALIA (O’Shea, Edmondson, Hepburn, Morgan) 3’56"751; 2. Gran Bretagna (Burke, Clancy, Harrison, Tennant) 4’00"967 (batt. 3’59"784); 3. Danimarca (Hansen, Folsach, Moller, Quaade) 3’59"821; 9. Italia (Coledan, Moser, Bertazzo, Scartezzini) 4’07"793.

«Il quartetto valeva almeno 4'05". Sono felice perché avevamo una delle squadre più giovani: era impensabile sino a un paio d’anni fa» MARCO VILLA c.t. pista

La Federazione come può intervenire?

«Ad alcuni club abbiamo già spiegato la direzione presa, che non può che far bene anche a loro. Stiamo studiando il modo per riconoscere un tornaconto, non solo economico. Per esempio: precedenza, in chiave maglia azzurra, per chi segue il nostro progetto». E l’ipotesi di una squadra Continental o Professional federale?

«Di questi tempi è difficile, serve un budget che non abbiamo. Semmai penso di più alla collaborazione con un team già esistente, a patto però che gli impegni della Nazionale siano prioritari. Sarebbe un bene per tutti. I team di sicuro avrebbero una maggiore visibilità, quindi più ritorno pubblicitario, e un motivo di vanto nel sapere che un loro atleta è in gara in un Mondiale o ancor più in Olimpiade. E figuriamoci se poi vince una medaglia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOPING TERMINE SCADUTO: E’ DISPOSTO A PARLARE SOLO DAVANTI A UN TRIBUNALE SPECIFICO SUL CICLISMO

I CASI

Armstrong dice no all’offerta Usada

Scarponi-Lampre fumata grigia E la Katusha sospende Vicioso

Radiato a vita, non collaborerà con l’agenzia Usa per ottenere uno sconto di pena No all’offerta di collaborazione: è la risposta di Lance Armstrong all’Usada, l’Agenzia americana antidoping. La scadenza dell’«ultimatum» era proprio ieri. Smascherato dall’Usada con un dossier di oltre 1.000 pagine, Armstrong è stato radiato per doping, oltre a subire la cancellazione di tutti i risultati sportivi dal 1˚ agosto 1998, compresi i 7 Tour de France di

di un tribunale internazionale che dovrebbe occuparsi del ciclismo professionistico, uno sport quasi esclusivamente europeo. Speriamo che ci sia dunque uno sforzo a livello internazionale, faremo il possibile affinché si arrivi a questo risultato». Molto dura la replica di Travis Tygart, il numero uno dell’Usada: «Abbiamo appreso dai media che il signor Armstrong ha scelto di non dire tutta la verità e di non cogliere l’opportunità di lavorare insieme per andare oltre i suoi errori e fare finalmente qualcosa di buono per il ciclismo. Evidentemente, teme conseguenze a livello civile e penale».

fila vinti dal 1999 al 2005. Un doping sempre negato dal 41enne texano, fino alla clamorosa confessione televisiva nell’intervista a Oprah Winfrey. Una eventuale collaborazione — sotto giuramento — avrebbe potuto consentire a Armstrong di ridurre la squalifica a vita, ma, dopo più di due mesi di trattative, il legale Tim Herman ha fatto sapere che il suo assistito non parteciperà a un processo che «mira a demonizzare soltanto alcune persone». Tygart duro «Lance è disposto a

collaborare ed è stato molto chiaro — ha specificato Herman —, sarà il primo a rispondere ad ogni tipo di domanda

Lance Armstrong, 41 anni LAPRESSE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Michele Scarponi e Lampre Merida, niente fumata bianca. Ecco il laconico comunicato del team: «Si è svolto un incontro tra i dirigenti del team Lampre Merida e il procuratore del corridore Michele Scarponi, alla presenza dei rispettivi avvocati. Le parti hanno concordato un prossimo aggiornamento in relazione alle ipotesi di sviluppo del rapporto di lavoro». Il 33enne marchigiano resta quindi sospeso dalla squadra. E intanto la Katusha ieri ha annunciato analogo provvedimento nei confronti dello spagnolo Angel Vicioso, coinvolto nell’Operacion Puerto (ex Liberty Seguros, domani è

attesa la sua testimonianza al processo a Madrid). «Ci aveva detto che era tutto risolto, ma non era la verità. Danneggia la nostra immagine», ha detto Vyacheslav Ekimov, il team manager della squadra russa riammessa dal Tas nel World Tour. Vicioso ha detto: «Al processo chiarirò tutto». VALVERDE OK - Chiusura in grande stile per Alejandro Valverde alla Ruta del Sol: per il 32enne murciano della Movistar successo anche nell’ultima tappa (3˚ Rebellin) e in classifica. Dopo le tappe, Valverde ha utilizzato microsaune (110 190 gradi, per 1 3 minuti) per favorire il recupero muscolare.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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BASKET AMERICA E ITALIA NBA I TRE ITALIANI VINCONO bilmente il nuovo ruolo è più confortevole per lui». Con Derrick Rose che si scalda con la squadra, senza ovviamente giocare ancora, Chicago batte New Orleans: per Belinelli, 9 punti e 4 assist contro la sua ex squadra.

Gallinari super contro i Celtics A Toronto si rivede Bargnani Il g.m. dei Raptors sull’azzurro: «Era la nostra opzione n.1 in attacco ora è la n.3: forse si sente più a suo agio così» Tre vittorie per gli italiani della Nba. Super prestazione per Danilo Gallinari contro Boston Celtics: 26 punti come ty Lawson compreso il trepunti che, sull’84 pari, ha sbloccato la gara.

LUCA CHIABOTTI

Il primo intervento da presidente della Fip, Gianni Petrucci l’ha fatto per stigmatizzare le società di serie A, e nella fattispecie, Caserta che aveva appena dichiarato di non avere i soldi per finire la stagione. Un allarme come le decine lanciati dai club negli ultimi anni, che magari aiuterà la Juve a trovare qualche risorsa in più, ma dà l’ennesimo colpo alla credibilità e all’immagine della pallacanestro italiana. Da quel intervento sono accadute cose positive, Caserta ha ricapitalizzato e finirà la stagione, e negative: Biella ha annunciato che senza sponsor a fine anno chiuderà, i giocatori di Montegranaro hanno scioperato non avendo percepito gli stipendi. Ma non sono soltanto tre le società che potrebbero sparire senza nuovi soci. Cifre La differenza tra vivere o sparire la fanno cifre una volta considerate quasi irrisorie, 4-500 mila euro. Cremona, che non ha avuto bisogno di ricapitalizzare e paga puntualmente i giocatori come del resto Biella, si troverà a fine stagione davanti ad una riflessione simile: senza un socio che affianchi Vanoli, la permanenza in A sarà impossibile. Lo stesso a Pesaro: come è già

«Gallo e Lawson stanno giocando bene assieme ed è la base della nostra squadra — ha dichiarato coach Karl all’ottava vittoria casalinga consecutiva —. Con due giocatori così che si assumono grandi re-

Il 30% dei club non sa se sopravviverà Tre società in palese difficoltà economica, due che non possono prevedere il futuro: fare qualcosa?

Il buco del passato Savelli nel domani?

a.p.

aggiustare il suo gioco alla nuova realtà, con Gay e l’esplosione di DeRozan ma resta il nostro miglior tiratore da tre». Più chiaro il g.m. Colangelo che ha cercato di scambiarlo fino alla deadline: «Era il n.1 del nostro attacco, adesso è il n.3. Ma Andrea non si è mai sentito a proprio agio nel ruolo di leader e non viene pagato come tale anche se la gente si aspettava che lo fosse. Proba-

Allarme Serie A

MONTEGRANARO

La decisione dei giocatori di disertare il torneo a San Martino di Lupari, ha riacceso la scorsa settimana i riflettori sulle grandi difficoltà economiche della Sutor. La voragine a cui dover far fronte è piuttosto alta (si aggirerebbe attorno ai tre milioni di euro) ed è figlia di alcune scelte poco fortunate degli anni passati. In estate il mancato accordo con la famiglia Fabi (ad oggi presente all’interno del Consorzio «Insieme per la Sutor») per il rinnovo della sponsorizzazione ha dato il via ad una caccia ai fondi: il Consorzio ed il «Sutor Special Club» sono riuscite a far fronte a parte delle spese ma non sono più sufficienti. Ancona non ha portato quegli introiti sperati, da tempo sono avviati i contatti con l’imprenditore sangiorgese Savelli: per questa stagione la società chiede almeno 200mila euro, ma si cerca di trovare una sintesi anche per le stagioni a venire col ritorno a Porto San Giorgio, condizione richiesta dal costruttore di ascensori. Non è escluso che a fine stagione sia lo stesso consorzio a prendere le redini.

sponsabilità, giocare diventa più facile per tutti». Toronto vince la quinta gara consecutiva, ed è 6-2 da quando ha preso Rudy Gay. Andrea Bargnani ha realizzato 9 punti in 26’ con 4 rimbalzi, ma una tripla importante lo ha riportato sotto i riflettori: «Non ci eravamo dimenticati di lui — dice coach Dwane Casey — ma è stato fuori e le cose in squadra sono cambiate molto. Adesso deve

Ronald Steele, 26 anni, viene dalla Turchia CIAM

quest’anno, Valter Scavolini resta solo dividendo con un altro sponsor le spese. E siamo a 5 società che non possono pianificare oggi il prossimo campionato su 16: il 30%. Dire che ogni anno succede così poi le cose si aggiustano, nella stagione in cui è stata fatta sparire colpevolmente Treviso e Teramo è stata travolta da debiti conosciuti da anni, è molto pericoloso. Petrucci ha sostenu-

CASERTA

RISULTATI Washington-Toronto 88-96 (Beal 28; Gay, DeRozan 24), Orlando-Charlotte 92-105 (Vucevic, Afflalo 18; Walker, Henderson 24), Brooklyn-Milwaukee 113-111 t.s. (J.Johnson 24; Jennings 34), Detroit-Memphis 91-105 (Knight, Jerebko 13; Conley 19), New Orleans-Chicago 87-96 (E.Gordon 20; Deng 20), Denver-Boston 97-90 (Gallinari, Lawson 26; Green 20), Utah-Golden State 115-101 (A.Jefferson 24; Curry 29), Sacramento-San Antonio 102-108 (I.Thomas 22; Parker 30), Portland-Phoenix 98-102 (Hickson 25; Scola 18).

to che solo chi ha le risorse certe e certificate deve poter partecipare alla serie A e sottoscriviamo in pieno. Valentino Renzi, presidente della Lega, sostiene che in un mondo di aziende che chiudono e pubblicità a picco, il basket non può essere un’isola felice. E’ vero. Quello che manca è una qualsiasi progettualità. Controlli Finora il compito di

iscrivere o meno una squadra alla serie A è stato demandato ai controlli fiscali della ComTec, interventi a posteriori, sui quali si è anche chiacchierato molto, basati su bilanci spesso discutibili. La crisi impone di ribaltare questa logica: le società devono dimostrare prima della stagione di poterla finire, le istituzioni devono aiutare chi ha le risorse ad emergere dalla palude con regole certe ma, anche, sostenendo chi non ce la fa affinchè non venga dilapidato quello che ha costruito in anni di lavoro. La realtà del basket, e lo sta vivendo sulla sua pelle anche la società pluricampione d’Italia legata alla vicenda del Monte dei Paschi, è che pochi club, forse solo uno o due, potrebbero sopravvivere perdendo un azionista di maggioranza. Tutti rischiano di trovarsi improvvisamente nelle condizioni denunciate da Caserta o Biella. Non si può solo stare a guardare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BIELLA

Ricapitalizzata Ma tante incognite Pochi giorni ancora per definire il futuro della Juvecaserta, sono quelli che mancano alla fine del mese, termine concesso dalla società ai potenziali soci per avere una risposta definitiva. La società che dovrebbe affiancare i tre attuali soci Caputo, Gervasio e Iavazzi, è la Seri di Piedimonte Matese. Dopo un primo incontro nei mesi scorsi ci sono stati vari rinvii, adesso la società bianconera cerca di stringere i tempi per sapere cosa fare e come doversi comportare fino a fine stagione. Il ripianamento delle perdite è stato effettuato: «Compiremo l’ulteriore sforzo della ricapitalizzazione evitando la messa in liquidazione della società» aveva annunciato il presidente Gervasio e i soci ha tenuto fede all’impegno. «Abbiamo inviato il bilancio alla Comtec e pagati gli F24» aggiunge il vice presidente Lello Iavazzi. La trattativa con i nuovi potenziali soci va avanti, il progetto è un consorzio ma trapela ben poco, anche per non ritrovarsi oggetto di una reprimenda da parte di Petrucci, ma non è lui a doversi confrontare con la crisi. l.b.

Stefano Gentile, 23 anni, è di Caserta CIAM

A fine stagione sponsor o la fine Biella sta giocando in contemporanea due partite decisive: una per la salvezza in campionato e l’altra per garantire quella della società che dopo quasi 20 anni di attività, con una semifinale playoff in bacheca e due giocatori spediti in Nba come Sefolosha e Jerebko, ha annunciato di voler chiudere a giugno in mancanza di novità sostanziali sul fronte sponsor. L’assemblea dei soci ha deliberato pochi giorni fa un versamento straordinario che consenta alla società di continuare ad essere in regola con i parametri e a far fronte ai propri impegni, come da tradizione. Da qualche anno Biella fatica ad arginare l’emorragia di piccoli, ma preziosi sponsor, che hanno limato un budget divenuto ormai insufficiente per competere al massimo livello. La famiglia Angelico è pronta a garantire ancora sostegno e il presidente Massimo valuterebbe anche un co-sponsor sulla scia del positivo esempio di Pesaro, non scartando anche opzioni per cedere lo spazio più prezioso sulla maglia. gap

4

I NUMERI

6

Società di A scomparse senza retrocedere dal 2008 a oggi. Rispetto alla scorsa stagione non si sono iscritte Teramo e Treviso.

5

I nuovi giocatori presi da Biella a campionato iniziato, dei quali 4 stranieri. Biella è all’ultimo posto in classifica.

0

Giocatori cambiati durante la stagione dalle due squadre in testa alla classifica, Varese e Sassari

1

Retrocessione in Legadue dalla serie A previste quest’anno nel nuovo campionato dilettantistico che, ancora, non sa a quale organismo sarà affidato

Danilo Gallinari, 24, top scorer di Denver

Taccuino EUROLEGA

Siena a Tel Aviv e su SportItalia 2 La Montepaschi Siena difen de stasera il primato del girone F di Eurolega sul campo del Maccabi Tel Aviv (ore 20, SportItalia 2) che ha le spalle al muro dopo il pessimo girone di andata: «Avranno la ne cessità assoluta di vincere — dice Luca Banchi —. Cercheremo di con trollare il ritmo impedendo che il Maccabi possa trovare facili con clusioni che ne esaltino le potenzia lità». La Mps è al completo anche se le condizioni di Ress e Carraret to non sono ottimali. GIRONE E Oggi: Bamberg Uni caja Malaga, Zalgiris Kaunas Pana thinaikos Atene. Domani: Efes Istanbul Cska Mosca, Real Ma drid Alba Berlino. Classifica: Real Madrid, Efes 6 vinte 1 persa; Cska 5 2; Panathinaikos 4 3; Zalgiris, Unicaja 3 4; Alba 1 6; Bamberg 0 7. GIRONE F Oggi: Fenerbahce Istan bul Barcellona, Maccabi Tel Aviv Montepaschi Siena. Domani: Khimki Besiktas Istanbul, Olympia cos Pireo Caja Laboral Vitoria. Classifica: Barcellona, Siena 6 1; Khimki, Vitoria Olympiacos 4 3; Maccabi, Fenerbahce 2 5; Besik tas 0 7.

SERIE A

Roma: arriva Aden ROMA (a.pit.) Previsto oggi, in mattinata, l’arrivo a Roma di Fai sal Aden, il play guardia con dop pio passaporto (Usa e somalo) ulti mo acquisto della Virtus. Sempre oggi, il capitano, Gigi Datome, dopo l’infortunio nella semifinale di Cop pa contro Varese, tornerà ad alle narsi con il gruppo.

ILLECITO SPORTIVO

Minopoli inibito 5 anni NAPOLI (l.ba.) – Cinque anni di inibizione per frode ed illecito sportivo. E’ questa la pena commi nata ad Antonio Minopoli, ex presi dente del Nuovo Napoli Basket, per il bonifico da 3 euro versato lo scorso ottobre nelle casse della Fip e certificato con una ricevuta fasulla da 33mila. Riconosciuto in vece estraneo alla vicenda e dun que assolto con formula piena l’ex genaral manager Peppe Liguori.

RIFORMA

Incontro Legadue-Fip

Taylor Rochestie, 27 anni, a Biella da 5 gare CIAM

La Legadue e la Lega Nazio nale hanno manifestato ieri alla Fip la volontà di costituire una nuova, unica Lega per gestire il campiona to dilettantistico che nascerà a fi ne stagione dopo la riforma voluta dalla Federazione (della quale non c’era bisogno, in questi termini...) alle spalle della Serie A. Ora Lega due e Lega Nazionale presenteran no alle rispettive assemblee le li nee guida dello statuto della nuova Lega e proseguiranno congiunta mente il confronto con la Fip.


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LA TRAGEDIA IN SUDAFRICA

Pericolo fuga in Italia «Pistorius non può essere rilasciato» L’accusa rilancia, ma la difesa mette a segno alcuni colpi importanti e spera nella libertà su cauzione

In primo piano il poliziotto Hilton Botha, accorso per primo sulla scena, arriva al tribunale di Pretoria. Sotto Pistorius AFP LORENZO SIMONCELLI PRETORIA (Sud Africa)

«Oscar Pistorius non deve essere rilasciato perchè c’è un grosso pericolo di fuga, ad esempio in Italia, dove possiede una casa». Così, Hilton Botha, detective della stazione di polizia di Boschkop, accorso per primo sul luogo del delitto nella notte di San Valentino. Ipotesi drasticamente confutata dalla difesa che ha sostenuto come avere amici in un Paese non abbia relazione con un’ipotesi di fuga. Il giudice, Desmon Nair, è sembrato perplesso sulle dichiarazioni del detective, considerando la notorietà di Pistorius e la sua disabilità. Elemento che farebbe pensare a una possibilità in più per Pistorius di ottenere l’insperata libertà su cauzione. Ieri, nel secondo giorno di udienza di convalida del fermo nei sui confronti, nell’aula C del tribunale di Pretoria si è consumata la prima vera battaglia legale tra accusa e difesa dall’apertura del caso. Gerrie Nel, il pubblico ministero e Barrie Roux, uno del team di legali dell’atleta, hanno mostrato la loro esperienza sfidandosi a colpi di diritto. A testimoniare è stato chiamato Hilton Botha, detective della stazione di polizia di Boschkop. Di fronte al giudice ha descritto la scena del crimine, rispondendo alle domande incalzanti del pubblico ministero. «Pistorius sapeva che la vittima era in bagno», ha detto Botha, «infatti i risultati balistici dimostrano che ha sparato 4 colpi attraverso la porta in direzione della fidanzata». Vicini Poi è stata la volta della difesa, che ha chiesto conferma al detective se la ricostruzione di Pistorius potesse essere considerata attendibile, e nello stupore generale, Botha ha affermato: «dobbiamo aspettare ulteriori risultati balistici, ma la sua testimonian-

La contraddizione nelle testimonianze dei vicini sulle presunte urla La difesa attacca inquinata la scena del delitto: i detective senza copricalzari za è in linea con i fatti». Inoltre, incalzato da un Roux in giornata, ha dovuto ammettere come la scientifica abbia fatto degli errori nei primi rilievi sul luogo del delitto. In primis non avendo utilizzato i calzari copriscarpe, ricevendo così l’accusa di aver inquinato la scena del crimine e inoltre di non essere stati in grado di trovare il quarto bossolo. Poi si è passati alle testimonianze dei vicini, che fino ad oggi sono

IL RETROSCENA

Una richiesta per altre 6 armi Pistorius aveva presentato richiesta per ottenere la licenza per altre 6 armi il 22 gennaio, 3 settimane prima dell'uccisione della fidanzata Reeva Steenkamp. A confermare la notizia sono stati due funzionari, che hanno parlato a condizione di mantenere l'anonimato. Pistorius, che possedeva già la licenza per la 9 mm usata nell'omicidio della fidanzata, aveva chiesto anche l'autorizzazione per una Smith & Wesson 500, una calibro 38, un fucile Vector e 3 fucili da caccia. Nella richiesta si citava come motivazione la collezione privata di Pistorius.

state un punto fermo nelle indagini. Infatti, gli inquirenti hanno sempre affermato, come numerose persone abbiano sentito provenire urla dalla casa del campione, in quella che sembrava una rissa a tutti gli effetti. Con l’aiuto di una planimetria della villa proiettata in aula, prima Botha ha affermato che i vicini si trovavano a circa 600 metri di distanza, un po’ troppi per sentire così chiaramente delle urla, per poi cambiare idea affermando, che in realtà erano a 300 metri. Una serie di imprecisioni che hanno fatto virare il corso dell’udienza a favore di Pistorius.

l’accusa

la difesa

TRAIETTORIA DEI PROIETTILI «ERA IN PIEDI»

GLI AMICI GIURANO «SI AMAVANO »

Gerrie Nel, il pubblico ministero, sostiene che Oscar Pistorius abbia ucciso la fidanzata in modo volontario. Si basa prevalentemente sulla testimonianza di un vicino che avrebbe sentito urla e rumori come di una lite provenire dalla casa di Pistorius tra le due e le tre di notte, poco prima della tragedia. Hilton Botha, responsabile delle indagini, riferendosi allo stesso testimone, dice che dopo aver sentito i colpi è andato al balcone e da lì ha visto accendersi una luce nell’abitazione del campione paralimpico, e subito dopo di aver udito altri spari. Inoltre la traiettoria degli spari conferma che Pistorius li ha esplosi da in piedi, e non, come aveva sostenuto, senza protesi, colto di sorpresa dall’irruzione di un ladro. Del quale sarebbe andato a caccia credendo che Reeva fosse a letto. Ma il fatto che la fondina sia stata trovata sul letto stesso rende la versione poco credibile.

La difesa ha condotto un brillante contrattacco ribattendo le accuse punto per punto. A cominciare dalla testimonianza del vicino di casa che dal balcone avrebbe sentito una donna urlare tra le due e le tre del mattino . Barry Roux, l’avvocato di Pistorius, sostiene che la testimonianza non sia accettabile, per la distanza a cui l’uomo vive dalla casa di Pistorius, perché lo stesso si riferisce a grida di donna senza tuttavia aver riconosciuto la voce della fidanzata uccisa, e perché avrebbe parlato di un numero di colpi superiore a quattro, quelli effettivamente esplosi dal campione paralimpico. La difesa cita a sua volta testimonianze di amici della coppia di fidanzati, tutti concordi nel dire che i rapporti tra i due sarebbero stati ottimi. Roux contesta anche agli inquirenti scarsa attenzione in sede di rilevamenti, facendo supporre che la scena del crimine potrebbe essere stata inquinata. Inoltre l’autopsia non ha rilevato segni di violenza.

L’ALTRO SUDAFRICA

Intanto Federer sta aiutando i bimbi più poveri

Federer in una scuola nella provincia di Limpopo VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci

Per fortuna, c’è Federer. Mentre le stelle più fulgide dello sport cadono clamorosamente e fragorosamente, da Armstrong e Pistorius, proprio in Sud Africa, Roger il Magnifico sta portando sorriso, amore e sostegno economico ai circa 50mila bambini fra i più poveri del pianeta che segue attraverso la Fondazione benefica. A suo nome, ma nel nome di mamma Lynett nata in Sud Africa. Un’iniziativa che, dal 2003, distribuisce almeno 3 milioni di dollari l’anno. Successo Metodico e organizzato. Anche sotto

la voce «amore», Roger non fa deroghe al programma stagionale. Ancor di più oggi che, a 31 anni, forte di 17 Slam, dosa davvero col bilancino agonismo, allenamento e vacanza. E così, battuto già nei quarti di RotterUn viaggio dam da Benneteau, così è molto sulla via del torneo importante. di Dubai della settiEssere qui è mana prossima, il un dovere re dei re transita in ROGER FEDERER Sud Africa e visita E LA SUA FONDAZIONE le scuole materne della provincia di Limpopo, seguito passo passo — ancor più del solito — dalle telecamere. «E’ la zona più povera del Sud Africa, perciò abbiamo sentito il bisogno di dare una mano, questi bimbi hanno bisogno del massimo aiuto per aver poi successo nella vita», chiosa il Fenomeno, molto compreso nel ruolo anche in altri cinque stati africani, Etiopia, Zambia, Malawi, Botswana e Zimbabwe attraverso 9 progetti.

Steroidi o no? Durante il procedimento si è poi parlato della tanto discussa presenza di steroidi all’interno dell’abitazione. Interpellato su questo, Botha, ha confermato la presenza di due bottiglie di testosterone e di siringhe sul pavimento della camera da letto. Ma da un’analisi della difesa, l’etichetta del medicinale sembrerebbe un comune rimedio naturale, altamente diffuso tra gli sportivi. Al termine dell’udienza, che riprenderà oggi alle 11, e dove la difesa tornerà a tentare di far derubricare da omicidio premeditato a omicidio semplice il capo d’imputazione che pende su Pistorius, gli avvocati si sono riuniti in conciliabolo lasciando trasparire soddisfazione. Un vero colpo di scena in un procedimento che sembrava ormai aspettare solo la parola fine del giudice. Paradossalmente, invece, le dichiarazioni del detective e la sapienza giuridica di Roux permettono a Pistorius di sperare ancora in una sentenza che lo vedeva ormai spacciato. E sarà un caso, ma ieri è stata la prima volta che il campione sudafricano è riuscito a trattenere le lacrime, almeno in aula.

Roger non è il primatista di 302 settimane al numero 1 del mondo del tennis, ma l’umanissimo Roger che si cala nella realtà, partecipa alla giornata scolastica dei bambini, parla con tutti, risponde alle domande, si interessa, diventa uno degli sfortunati che aiuta, anche se poi dà sempre qualche rudimento di tennis e anche di calcio. «Per me è molto importante avere l’opportunità di fare un viaggio come questo… Sono molto eccitato nel constatare l’aiuto che la Fondazione ha dato negli anni. Posso vederlo coi miei occhi», commenta. «Spero di incontrare Nelson Mandela. Sarebbe un sogno che diventa realtà». Quelli nel tennis li ha finiti.

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Umanità Quando fa beneficenza in diretta,


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PALLAVOLO L’ANTICIPO DELLA 10a DI RITORNO

Super Simon lancia Piacenza verso Trento

Taccuino COPPA ITALIA

Donne a Varese Assegnata a Varese la 35ª Coppa Italia femminile. Sabato 16 marzo semifinali: Unendo Yamamay Bu sto Arsizio MC Carnaghi Villa Cor tese, Foppapedretti Bergamo Re becchi Nordmeccanica Piacenza.

SATO NIPPONICO (a.a.) Lo statu nitense Gary Sato, 58 anni, è il nuo vo allenatore del Giappone maschi le. Sato ha allenato la nazionale stelle e strisce nel 1984 88 vincen do nel 1985 la World Cup, poi rien trato nello staff nel 1992 e ancora nel 2009 12. È la prima volta che la Nazionale del Sol Levante non ha alla guida un giapponese.

Latina si arrende allo show del cubano. E domenica gli emiliani sfidano la capolista MATTEO MARCHETTI PIACENZA

Abbattuti da Simon. Per sintetizzare Piacenza-Latina non bisogna sforzarsi di inventare metafore: è sufficiente dare un’occhiata a quanto riesce a fare il cubano al servizio. Un incubo (6 ace) per i ricevitori avversari che escono dal campo con gli avambracci arrossati, uno spettacolo per i tifosi biancorossi. Quando fa roteare la palla sul dito preparandosi per il servizio sul PalaBanca scende il silenzio: sembra di essere in un teatro dove si conosce la conclusione della commedia, ma non la trama. La palla finirà sicuramente a terra, resta da capire se lo farà deformandosi per la velocità o al termine di una traiettoria beffarda. Tre punti Così la partita antici-

pata alle 18.30 di un mercoledì lavorativo per evitare la concomitanza di Milan-Barcellona termina accontentando i tifosi. Che possono festeggiare i

tre punti del Copra per poi sedersi davanti alla tv a seguire la sfida del Meazza. A poco più di un’ora dal primo ace (di Holt, anche lui una furia) la squadra di Monti può già concentrarsi sul big match di domenica con Trento. Prima contro terza, con i biancorossi che provano a ribaltare una tradizione ultimamente molto negativa. L’ultimo successo contro Stoytchev risale alla finale scudetto 2009, da allora 7 sconfitte consecutive. Di certo un Simon in queste condizioni riduce il gap tra le formazioni e a dargli una mano nell’assalto alla capolista ci saranno un Fei miglior marcatore con Latina, capace di attaccare con il 72%, e Holt all’83 con 4 ace e due muri. Cubani Negli ultimi anni mai

come in questo momento Piacenza sembra in grado di impensierire Trento e si capisce anche da come si stuzzicano i protagonisti: «Simon ha promesso che mi farà due muri» sono le dichiarazioni di Juantorena. Il centrale alza la voce in

campo, ma finita la gara fa professione di umiltà: «Se l'ho fatto era per scherzo. Mi interessa battere Trento, i risultati personali contano poco. Se teniamo alto il livello del servizio diventa più facile anche per il muro». Finisce con i tifosi biancorossi che cantano «San Siro è qui». Domenica Piacenza-Trento è di pomeriggio, il derby Inter-Milan la sera. Ancora una volta ci sarà tempo per godersele entrambe.

PIACENZA – LATINA

EMIGRANTI (a.a.) Si ferma in se

| 3-0

(25-19, 25-16, 25-21) COPRA ELIOR PIACENZA: Holt 11, Fei 15, Zlatanov 8, Simon 13, De Cecco 1, Papi 6; Marra (L), Vettori, Corvetta, Tencati 1. Ne: Ogurcak, Maruotti, Latelli. All. Monti ANDREOLI LATINA: Patriarca 4, Jarosz 11, Fragkos 3, Verhees 2, Guemart 2, Rauwerdink 2; Rossini (L), Cisolla 8, Prandi (L), Troy 6, Gitto. Ne: Sottile e Noda. All. Prandi ARBITRI: Sobrero e Boris NOTE Spettatori 2900, incasso 12800. Durata set: 26’, 24’, 25’; tot. 75’. Copra Elior: battute sbagliate 11, vincenti 10, muri 9, 2ª linea 7, errori 18. Andreoli: b.s. 11, v. 2, m. 3, 2ª l. 4, e. 20. Trofeo Gazzetta: 6 Simon, 5 Holt, 4 Fei, 3 Marra, 2 De Cecco, 1 Troy

Davide Marra in una posa plastica sotto gli occhi di Monti TARANTINI

LA CLASSIFICA

Gli emiliani vedono il 2˚posto (a.a.) Così nel weekend: Andreoli Latina-Bcc-Nep Castellana (sabato); Casa Modena-Lube Banca Marche Macerata; Copra Elior Piacenza-Itas Diatec

Trentino; Marmi Lanza Verona-Callipo Vibo; Altotevere San Giustino-Bre Banca Lannutti Cuneo (sabato); CMC Ravenna-Sir Safety Perugia. Classifica: Trento 46; Macerata 44; Piacenza 43; Cuneo 38; Modena, Perugia 30; Latina 28; Vibo 26; Castellana 23; San Giustino 19; Ravenna 10; Verona 8.

mifinale il Narbonne di Giampaolo Medei nella Coppa di Francia elimi nato dal Toulouse 3 0, l’altra finali sta è il Tours 3 0 sul Motpellier. Il 30 marzo ci sarà in finale il Cannes di Arcangeli e Centoni che ha elimi nato 3 0 il Le Cannet di Riccardo Marchesi, Giancarlo D’Amico e Lu cia Lunghi in semifinale, affronterà la Stella Calais. Il Personal Bolivar di Angel Dennis ha perso entrambe le sfide casalinghe con la capolista Buenos Aires Unidos di Waldo Kan tor, la prima 0 3, la seconda 1 3 e perso il secondo posto a vantaggio del San Juan.

BONITTA C’E’ Marco Bonitta è stato confermato alla guida della Nazionale juniores per altri tre an ni. Dopo aver vinto l’Europeo junio tre la scorsa estate.

ESONERO (f.c.) La Sanitars Maz zano, 9ª in classifica in A 2 donne, ha esonerato il coach Carlo Zano ni. La squadra è stata affidata tem poraneamente al secondo allenato re Paolo Scatoli.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SCI NORDICO RASSEGNA IRIDATA IN VAL DI FIEMME

Saltiamo sul Mondo Puntiamo quasi tutto sul volo di Pittin

4 Northug

Elena Runggaldier, 22 anni, bolzanina, iridata juniores

GLI ALTRI PROTAGONISTI

I NUMERI

5

Podi del fondo Sono 5 i podi stagionali in Coppa del Mondo per il fondo azzurro: 2 di Roland Clara, 2 di Federico Pellegrino e 1 di David Hofer

Una medaglia dal trampolino? E nel fondo c’è Pellegrino DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO ARCOBELLI CAVALESE (Tn)

Anche una. Meglio se due: come ad Oslo 2011. L’importante sarà scongiurare lo zero medaglie di Fiemme 2003, che produssero solo polemiche e raffreddori pur essendo reduce da un’Olimpiade ricca come quella del 2002 a Salt Lake City. L’Italia dello sci nordico sfila nel Palacongressi in un incrocio di sorrisi e parole caute, al punto che persino un membro Cio come Ottavio Cinquanta

Morassi: «Con le nuove regole sulle tute ora anche gli austriaci sono battibili» sprona gli azzurri «a crederci di più», e Alberto Tomba carica con un «ci vorrebbe subito un bronzetto, ma serve l’oro mancato dallo sci alpino a Schladming». Già, ma con chi? Con la staffetta mai iridata? Con Pittin reduce da una stagione di infortuni? Con le saltatrici? Con Clara, Pellegrino e Hofer? Subito sprint Una risposta alla

volta. La prima, oggi, nella sprint classica: Pellegrino ha il riferimento del 3˚ posto di sabato in Coppa a Davos «ma questa pista è un’altra cosa, preferisco rimanere tranquillo, coperto, non gasarmi per poi magari godermi la sorpresa, e ho l’esperienza del 12˚ posto di Oslo 2011». Noeckler è invece al debutto e pensa a Federico: «Il suo risultato ci dice anche noi possiamo farcela». Fabio Pasini e Fulvio Scola sono al terzo Mondiale, e s’affidano ala durezza della pista. La più piccola

pare già la più spigliata: Francesca Baudin ha 19 anni, è valdostana come Pellegrino ed è stata azzurra under 17 del calcio. «Facevo l’attaccante ma ho scelto il fondo perché c’è meno pressione, non ho gareggiato in Coppa del Mondo e chiederò consigli a Ilaria, la mia compagna di stanza». Anche Gaia Vuerich gioca a calcio e oggi sulle piste avrà le compagne ad incitarla: è trentina, e conosce a menadito la pista: «C’è gente che non andrà a lavorare pur di vedermi: non mancherà niente, speriamo che arrivino tanti tifosi e non solo stranieri...». Trentina è pure Ilaria Debertolis, che pensa anche alla 10 km e a non perdere il posto nella staffetta dopo l’irruzione tra le prime 10 in Coppa di Marina Piller: «Siamo tutte qui per fare esperienza, ci facciamo coraggio e ci aiutiamo tutte». Perciò oggi lei spera di mettersi in luce, come il fidanzato Didi (Noeckler), esattamente come Greta Laurent, l’altra valdostana. Pittbull Alessandro Pittin scalpita: «Non vedo l’ora di dimostrare che ci sono ancora, nonostante tutto quanto mi è successo. Sì parto svantaggiato ma spero nella gara di un giorno, e sto cercando di vivere con leggerezza l’attesa del risultato a tutti i costi. Ci penso da tempo, ci penso dai Mondiali di Oslo a prendermi la rivincita». E’ nel fondo che Pittbull lamenta un ritardo di condizione: «Ma se salto bene e parto per la 10 km con i migliori, mi divertirò». La sprint a coppie di chiusura dovrebbe disputarla con Lukas Runggaldier, il numero 2 della specialità: «Ma sarà dal grande trampolino il salto, un’incognita in più». Salto e polemiche A proposito di salto, Andrea Morassi parla dei vantaggi finora sfruttati dagli

2

Podi del salto Sono 2 i podi stagionali del salto: uno nella prova mista a Lillehamer ed uno nell’individuale con Evelyn Insam, miglior azzurra in Coppa

Alessandro Pittin, 23 anni, bronzo olimpico in combinata nordica

0

austriaci: «Le loro tute avevano 6 centimetri di spessore, ora il regolamento è cambiato e si vede: domina solo Schlierenzauer e non si può più sgarrare, c’è molto più equilibrio. E’ un problema di soldi e tecnologia, ma noi diamo sempre il massimo e non ci sentiamo frustrati perché non saliamo sul podio». Colloredo che si è «preparato minuziosamente come mai» chiama l’aiuto di Elena Runggaldier ed Evelyn Insam per la prova mista: «Collaborare con le donne ci dà uno spirito nuovo, si crea un gruppo davvero speciale: è una gara con molte variabili, il podio di Lillehammer ci ha fatto capire molte cose». L’Italia vuole rompere un tabù mondiale: dal trampolino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’OPINIONE DI STEFANO ARCOBELLI

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&

Medaglie a Fiemme 2003 Zero le medaglie a Fiemme 2003 e gli ori nella staffetta azzurra del fondo nella storia dei Mondiali: ultimo podio a Ramsau 1999

Iniziano loro

Oggi il via con gli sprinter della tecnica classica Protagonisti azzurri attesi in Val di Fiemme. Oggi tocca agli sprinter della tecnica classica (Federico Pellegrino, Fabio Pasini, Fulvio Scola e Dietmar Noeckler e, sotto, Francesca Baudin, Ilaria Debertolis, Greta Laurent e Gaia Vuerich), domani i combinatisti e le saltatrici

e Bjoergen: la Norvegia da battere (s.a.) Quattro fenomeni per due duelli: Cologna-Northug, Kowalczyk-Bjoergen. Va in scena la grande rivincita di Holmenkollen 2011, dove la coppia norvegese sbancò. Curiosamente, Northug e la Bjoergen hanno sempre fallito su queste piste l’assalto al Tour de ski, che si celebra ogni anno. E lo svizzero e la polacca hanno, invece, dominato. Così il Mondiale degli assi si trasforma in una super rivincita. Northug due anni fa chiuse con 3 ori e 2 argenti, Cologna scese dal Tempio a mani vuote: «Punto a sei gare - dice - ma farò il punto dopo le prime 3 (sprint, combinata e prova a coppie, ndr) per capire le mie reali condizioni. Se mi sento stanco, salterò la 15 km tl». Quella che lo svizzero, invece, non può perdere: «Non posso fare tutto, in un Mondiale voglio concentrarmi solo dove posso esprimermi al meglio». Donne Anche la Bjoergen, la più amata dai norvegesi, vorrebbe gestirsi al meglio per evitare di finire...sfinita come due anni fa, quando nella 30 km venne bruciata dalla connazionale Johaug, tant’è che a Davos ha rinunciato alla 10 km ed è reduce da uno stop forzato per problemi cardiaci. Ma è l’ultimo Mondiale per lei, e lasciare la scena alla avversaria di casa, ma soprattutto alla polacca, non le va. Tra gli uomini, fa paura con Legkov, re del Tour, e gli sprinter, i kazaki Chebotko e Poltoranin non sono da meno. Nella combinata nordica, i tedeschi guidati da Frenzel sfidano la Norvegia, mentre il francese Chappuis ha sacrificato la Coppa per i Mondiali. Coppa che invece ha dato la spinta alla nipponica del salto Takanashi per ipotecare il dominio a Predazzo. Dove si sarà un solo astro: il recordman austriaco Gregor Schlierenzaur.

SENZA ORI DAL 2009 COSI’ LE ULTIME MANIFESTAZIONI DATA MANIF. LUOGO MEDAGLIE ITA 2002 Giochi Salt Lake City 2-2-2 2003 Mondiali Fiemme 0-0-0 2005 Mondiali Oberstdorf 1-2-1 2005 Giochi Torino 2-0-2 2007 Mondiali Sapporo 1-0-2 2009 Mondiali Liberec 1-1-2 2010 Giochi Vancouver 0-1-1 2011 Mondiali Oslo 0-2-0

CERIMONIA DI APERTURA LA SFILATA DELLE 57 NAZIONI, POI LUCI, SUONI E FASCINO NELLA PIAZZA DI TRENTO

DIRETTA RAI SPORT 1

Tomba lancia la serata di inaugurazione

Dalle 10.45 c’è Pellegrino A seguire tocca alle donne

CLAUDIO GREGORI TRENTO

Gli sciatori volavano nel cielo di Trento, in Piazza del Duomo. Lì cinque secoli fa passeggiavano gli alti prelati del Concilio rimuginando sui caposaldi della Controriforma. La cerimonia inaugurale dei Mondiali è stata bellissima. Uno spettacolo di suoni e luci, che ha avuto come quinte la stupenda cattedrale, il Palazzo Pretorio, la Torre Civica, le eleganti case af-

frescate che chiudono la piazza. Lì sono sfilate 57 delegazioni. Elena Runggaldier, argento nel salto ai Mondiali di Oslo nel 2011, ha portato la bandiera italiana. C'era anche l'Iran, con 8 sciatori, 4 uomini e 4 donne senza chador. I Mondiali hanno coinvolto con passione i trentini. La Val di Fiemme organizza questa grande manifestazione per la terza volta in 22 anni. Il Ministro Piero Gnudi ha ricordato che «Questo è un esempio che deve essere imitato». È stato uno show coinvolgente, con

l'alzabandiera e l'Inno di Mameli. Il presidente della FIS Gianfranco Kasper ha dichiarato aperti i Mondiali. In Val di Fiemme abbiamo visto Alberto Tomba flirtare sugli sci con Franco Nones. A Trento, invece, lo spettacolo ha trasmesso tre grandi elementi della cultura trentina: legno, roccia, sport. Lo show ha fatto rivivere Stradivari, che sceglieva in Val di Fiemme il legno per i suoi violini, le fiabe dolomitiche con elfi e aguane. Il Trentino è così. Alberto Tomba, 46 anni, alla cerimonia SOLERO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le ultime due sprint mondiali sono state disputate a tecnica libera (oro e argento per Arianna Follis), così l’unico precedente in classico risale ai Giochi 2010 di Vancouver dove il russo Nikita Kriukov battè il connazionale Panzhinskiy e il norvegese Northug, mentre tra le donne trionfò la norvegese Bjoergen sulla polacca Kowalczyk. Kriukov resta il favorito sullo svedese Theodor Petterson e naturalmente Northug. L’altro svedese Joensson e il kazako Chebotko è da temere. Ci sono ben 136 iscritti tra gli uomini e 103 donne. Programma. Oggi - Fondo Ore 10.45 12.45: sprint tc uomini (Pellegrino, Noeckler, Scola, F.Pasini, ris. Rastelli) e donne (Vuerich, Laurent, Debertolis, Baudin). InTv: dirette Rai Sport 1 ed Eurosport.


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CONI LE ELEZIONI

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LA SQUADRA CON CARRARO, DI CENTA E CINQUANTA

COSÌ LA VEZZALI

RCS

Da Chimenti a May Uomini e donne del governo Malagò Il nuovo corso cambia la logistica del palazzo Scarso tra i personaggi chiave del ribaltone MAURIZIO GALDI

Ieri primo giorno a Palazzo Acca del nuovo presidente del Coni Giovanni Malagò. È arrivato nel pomeriggio con il segretario generale Roberto Fabbricini e con Carlo Mornati che è (come in conferenza stampa dopo l’elezione ha precisato lo stesso presidente) «il vicesegretario generale facente funzione in quanto lo Statuto non lo prevede ancora». Hanno iniziato a studiare l’organizzazione del lavoro e soprattutto della logistica. Attualmente nel corridoio della presidenza erano disposte le stanze di presidente e se-

gretario, due segreterie e la sala delle Fiaccole, ora dovrà essere ricavata la stanza per il vicesegretario. La nuova Giunta Nella Giunta

del Coni ci sono state solo due conferme: Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, e Massimo Achini in rappresentanza degli Enti di promozione sportiva, due elementi che facevano parte della «squadra» che appoggiava Lello Pagnozzi. Tutti gli altri componenti sono delle new entry. Vanno comunque esclusi i tre membri Cio Franco Carraro, Ottavio Cinquanta e Mario Pescante, quest’ultimo grande sostenitore con Franco

Chimenti dell’operazione che ha portato alla presidenza Malagò. I tre membri Cio fanno parte di diritto della Giunta (negli ultimi tempi Pescante per l’incarico da deputato non era mai intervenuto) come il presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli che era candidato con Pagnozzi al ruolo di segretario generale. Manuela Di Centa era presente martedì come membro onorario del Cio ma non fa parte della Giunta. I vicepresidenti Franco Chimenti della Federgolf (vicario) e Giorgio Scarso della Federscherma affiancheranno Malagò nella gestione dell’Ente. Il

primo è stato il grande sostenitore e tessitore del lavoro per la campagna di Malagò, il secondo ha lavorato di più nelle retrovie. Tre donne fanno parte della Giunta. La prima ad avere la certezza di questa presenza è stata Valentina Turisini, tecnico, certa dell’elezione perché rimasta unica candidata. La Turisini è la commissario tecnico del tiro a segno sia maschile che femminile e ha portato all’oro e all’argento olimpico a Londra Niccolò Campriani. Le altre due sono Fiona May che inizialmente era nella squadra di Pagnozzi, e Alessandra Sensini da sempre schierata apertamente con Giovanni Malagò. Gli altri In Giunta entrano come dirigenti non presidenti Fabio Pigozzi che, oltre a essere presidente mondiale dei medici sportivi, è anche il rettore dell’Università del Foro Italico e Sergio Anesi che viene dal pattinaggio di velocità su ghiaccio. Come presidenti Paolo Barelli del nuoto e Luciano Buonfiglio della canoa. Per le organizzazioni territoriali Fabio Sturani e Guglielmo Talento. Quest’ultimo è l’uomo che più «ha stimolato (ha detto Malagò) la mia voglia di candidarmi alla presidenza del Coni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL COMMENTO di Ruggiero Palombo

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&

Ieri Valentina Vezzali ha mandato un in bocca al lupo al nuovo presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Avevo manifestato l’augurio che a vincere la corsa al vertice dello sport italiano fosse il migliore — ha dichiarato la sei volte olimpionica, candidata nelle liste di Mario Monti alla Camera —. Voglio perciò esprimere un sincero «in bocca al lupo» al neopresidente del Coni, Giovanni Malagò. Da sportiva mi auguro che la sua presidenza sia capace di portare benefici non solo allo sport di vertice ma anche quello di base, iniziando dalle scuole, di cui tanto si avverte la necessità. Da schermitrice ho apprezzato il ruolo attribuito alla scherma in seno alla Giunta, con la vicepresidenza affidata a Giorgio Scarso. Da donna non posso che rallegrarmi per la presenza di Alessandra Sensini, Fiona May e Valentina Turisini»

L’ENTE È GUIDATO DA PAGNOZZI

Iniziano le prove di convivenza con Coni servizi L’ESECUTIVO DI CONI SERVIZI

RCS

Pur non essendo eletto alla presidenza del Coni, Lello Pagnozzi resta amministratore delegato della Coni servizi S.p.a. che è il «braccio operativo» del Coni e questo potrebbe creare problemi di gestione al presidente del Coni Giovanni Malagò. Attualmente alla presidenza della Coni servizi c’è Gianni Petrucci e Lello Pagnozzi ne è amministratore delegato e direttore generale. Del consiglio di amministrazione fanno parte Romolo Rizzoli (per la legge istitutiva della società di indicazione del Coni), oltre a Riccardo Andriani e Claudio Gallo di nomina del ministero dell’Economia. Il Cda resterà in carica fino al giugno 2014. In consiglio siede anche il vicedirettore generale Stefano Bovis. Cosa fa La Coni servizi gestisce tutto il personale

del Coni, mentre recentemente quasi tutto quello alle dipendenze delle Federazioni è passato a contratti con le singole strutture. Dalla Coni servizi sono anche gestiti tutti gli impianti sportivi sparsi per l’Italia e un tempo di proprietà del Coni. Grandi eventi La Coni servizi si occupa di marke-

ting e gestione di eventi. In particolare ha fatto delle «associazioni in partecipazione» al cinquanta per cento con la Federtennis per gli Internazionali d’Italia, con la Federazione rugby per il Sei Nazioni e con la Federatletica per l’organizzazione del Golden Gala. La gestione dello stadio Olimpico di Roma consente di avere l’affitto dalle due società della Capitale (Lazio e Roma) per gli impegni di campionato e di Coppe. L’Olimpico è lo stadio che ha ospitato anche una finale di Champions e annualmente celebra quella della Coppa Italia. Anche i concerti che vengono realizzati all’interno dello stadio sono «spazi affittati», mentre quelli che vengono organizzati al «centrale» del tennis sono organizzati in «associazione in partecipazione» con una società di eventi. ma.gal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RUGBY OGGI IL XV PER ITALIA-GALLES DI SABATO A ROMA

Parisse castigato: 6 Nazioni finito «Insulti all’arbitro» in Francia. Un mese di stop, salta anche Inghilterra e Irlanda ROBERTO PARRETTA ROMA

«Insulto all’arbitro». In due parole la commissione disciplinare della Lega rugby francese ha chiuso il Sei Nazioni di Sergio Parisse. Quella corsa trafelata — sabato in Stade Français-Bordeaux — alle spalle di monsieur Laurent Cardona, a sua volta sospeso per un turno per gli errori nella stessa partita, quel tentativo di richiamare l’attenzione sulle irregolarità in ruck dagli avanti del Bordeaux (lo Stade sosterrebbe che il capitano stava chiedendo un cartellino per i ripetuti falli), è costato carissimo al capitano azzurro: 40 giorni di squalifica, di cui 10 «abbonati» con la condizionale. Fare i conti è sem-

plicissimo: Parisse potrà tornare a giocare dal 18 marzo, due giorni dopo Italia-Irlanda, ultima giornata del Torneo. La piccola vittoria ottenuta dal giocatore, supportato dal suo club e dalla Federazione italiana, con l’anticipo dell’udienza davanti alla disciplinare, inizialmente prevista solo per il 7 marzo, si è tramutata, purtroppo, in una disfatta. E il viaggio di Parisse a Parigi, partenza in mattinata da Roma e rientro in serata all’Acqua Acetosa di umore ovviamente nero, ha visto la speranza trasformarsi in amarezza. Assieme allo Stade, però, Sergio ha immediatamente fatto ricorso, convinto com’è di non aver insultato Cardona: una piccola speranza per rivederlo in campo prima della fine del Sei Nazioni.

Sergio Parisse, 29 anni: 93 presenze in azzurro, la prima nel 2002 IPP

La scelta La squalifica, almeno quello, non coglierà di sorpresa il c.t. Jacques Brunel, che da lunedì ha lavorato su una squadra senza Parisse. Due i problemi da risolvere, legati a ruolo e leadership. L’Italia non ha un altro terza centro con le caratteristiche di Parisse. Nel Sei Nazioni 2010, quando il capitano era infortunato, fu Alessandro Zanni a spostarsi da flanker. A Treviso con l’8 giocano anche Rob Barbieri e Manoa Vosawai: il primo, alle prese con i postumi di un infortunio a un polpaccio, mercoledì si è allenato regolarmente con la squadra e almeno a Treviso è la prima scelta nel ruolo; il secondo non sembra avere ancora conquistato la fiducia del c.t. Tutti e due, assieme a Paul Derbyshire, potrebbero invece ricoprire il ruolo di flanker che Zanni lascerebbe scoperto. Il punto però è che nessuno dei tre può garantire alla touche un saltatore in più. Probabile capitano Leonardo Ghiraldini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMENICA

Irlanda, il 21enne Jackson apertura contro la Scozia Mentre per la partita di sabato all’Olimpico con l’Italia, il Galles ha confermato il XV già dato la scorsa settimana, nell’Irlanda il 21enne mediano d’apertura dell’Ulster Paddy Jackson esordirà da titolare domenica in Scozia (ore 15) per il terzo turno del Sei Nazioni. Jackson sostituisce l’infortunato Jonathan Sexton, mentre Ronan O’Gara partirà dalla panchina. Esordio anche per il centro Luke Marshall anche lui 21enne e anche lui dell’Ulster , in campo per Gordon D’Arcy. Altri tre cambi: Keith Earls per Simon Zebo come ala, Donncha O’Callaghan per Mike McCarthy in seconda e Cian Healy per Tom Court a pilone.


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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Sci OGGI IN CANADA GIGANTE DONNE

Mondiali junior Subito Goggia (s.f.) Al via da oggi in Canada i Mondiali juniores di sci alpino, suddivisi tra Mount Sant Anne (specialità tecniche) e Le Massif (velocità) con l’Italia impegnata a migliorare il magro bottino dell’ultima edizione, con l’argento nel team event di Roccaraso 2012. Nella prima gara, il gigante femminile, subito in pista Sofia Goggia. Ieri annullata per maltempo la prima prova cronometrata della discesa maschile di domani insieme allo slalom donne; sabato superG uomini e team event, lunedì gigante uomini, martedì slalom uomini e discesa donne, chiusura mercoledì con il superG donne. LUTTO MAGONI Lutto per Lara Magoni: dopo una lunga malattia è morto il marito Roberto Cornelli, 48 anni, ex consigliere federale.

Boxe DOMANI NEL VITERBESE

La Galassi per il riscatto

Simona Galassi, 40 anni IPP

(m.moro.) Qualcosa non ha funzionato la sera del 28 ottobre scorso quando la giovanissima ungherese Renata Szebeledi mise k.o. alla terza ripresa Simona Galassi conquistando il titolo vacante Wbc dei pesi mosca. Un knock down nel primo round e una serie continua di colpi nel secondo avevano convinto l’arbitro Cavalleri a fermare nel terzo un match divenuto ormai impari. E’ proprio da quella sconfitta che Simona Galassi riparte più grintosa che mai, pronta a riprendersi ciò che le è più caro: la cintura di campionessa del Mondo. Ora deve fare i passi giusti e domani a Montalto Di Castro (Vt) incontrerà la slovacca Gabriella Vicze (6 round) nel sottoclou della difesa di Gianluca Branco per il titolo Ue dei welter contro Lukasz Maciec.

Baseball DA OGGI IN ARIZONA

World Classic Azzurri al lavoro (m.c.) Al centro sportivo di Glendale, in Arizona, inizia oggi la preparazione della nazionale italiana in vista del World Baseball Classic che, dal 7 al 9 marzo, opporrà gli azzurri a Messico, Canada e Stati Uniti. Fino al 2 marzo il c.t. Mazzieri effettuerà uno spring training con un gruppo di 28 giocatori, la maggior parte dei quali ha conquistato il titolo europeo 2012 in Olanda, compresi i lanciatori Maestri e Venditte, che si aggregheranno lunedì prossimo. In scaletta quattro amichevoli, due con i migliori prospetti di Seattle (26-27 febbraio) e due con quelli dei Los Angeles Dodgers (1-2 marzo). Dal 3 marzo lo staff lavorerà con il gruppo che disputerà il WBC completato dai dieci giocatori di Major league (tra loro anche Liddi), ora impegnati con le rispettive organizzazioni.

Tennis SINGOLARE: TORNA ANCHE PENNETTA

Errani e Vinci ok E Rafa rilancia «Fra un mese...» Sara Errani e Roberta Vinci vanno nei quarti di Dubai e si ritrovano in rotta di collisione dell’eventuale semifinale nella parte alta del tabellone. Sul cemento degli Emirati (2 milioni di dollari), dove saltano in extremis per problemi fisici le prime due del mondo, Serena Williams (schiena) e Vika Azarenka (un piede), le Cichi vincono tutt’e due in due set. La romagnola (numero 7 del mondo) elimina col doppio 6-4 la romena Cirstea (n. 30): nel primo set si fa riprendere da 4-0 a 4-4, e anche nel secondo parziale sprinta al momento giusto. La tarantina (n. 17) doma la ben più quotata tedesca Angelique Kerber, numero 6 della classifica, per 7-5 6-1, facendosi riprendere sul 5-3 iniziale, ma poi domina. Nei quarti (diretta SuperTennis dalle 11), Saretta se la vede con la potente veterana Petrova (n. 12), partendo dall’1-1 nei precedenti in singolare, Robertina sfida un’altra avversaria potente, l’australiana Samantha Stosur (n. 9), per riscattare l’unico precedente, perso a Toronto 2011. Azzurri Intanto da Bogotà (Col, 235.000 $, terra), Fla-

via Pennetta torna alle gare dopo l’operazione al polso e supera in rimonta la russa Alexandra Panova 4-6 6-3 6-3. E, a Buenos Aires (Arg, 493.670 $, terra), battendo Guillermo Garcia-Lopez (n. 83) per 7-5 6-3, Fabio Fognini (44) rimane l’unico italiano al secondo turno dove trova l’argentino Marco Trungelliti, lucky loser. Morale Intanto, dopo la finale di Vina del Mar e il successo di San Paolo, Rafa Nadal ritrova un po’ di fiducia a mitigare

lo stop di 7 mesi per i guai al ginocchio sinistro. «Il sogno è avere il ginocchio a posto, allenarmi come voglio e quindi competere al livello più altoper diverse settimane. Pur di star bene darei tutti i titoli che ho vint: se il ginocchio è a posto posso lottare per vincere tornei per molti anni ancora. Fino a due settimane fa per me era impensabile battere Nalbandian, tre settimane fa era impossibile pensare alla finale in Cile e al titolo a San Paolo. Ma ce l’ho fatta. Oggi battere Murray, Federer o Djokovic è impensabile, anche se non impossibile. Però nessuno sa cosa può succedere tra tre settimane o fra un mese. Li ho già battuti in passato, se tutto va bene perché non dovrei ripetermi?». Dubai, 2˚ turno: Petrova (Rus) b. Suarez (Spa) 6-1 6-0, ERRANI b. Cirstea (Rom) 6-4 6-4; VINCI b. Kerber (Ger) 7-5 6-1; Stosur (Aus) b. Hsieh (Tai) 6-4 6-0; Kvitova (Cec) b. Ivanovic (Ser) 7-5 7-6 (1); A. Radwanska (Pol) b. Putintseva (Kaz) 7-5 6-3;Wozniacki (Dan) b. Zheng (Cin) 6-0 6-1; Bartoli b. S. Williams (Usa) per rinuncia.

Atletica Scudetti indoor Ad Aeronautica (uomini) ed Esercito (donne) gli scudetti senior indoor dopo gli Assoluti del weekend ad Ancona. Uomini. Sr: 1. Aeronautica 114; 2. F. Gialle 112.5; 3. F. Oro 88; 4. Enterprise 56; 5. Carabinieri 52.5; 6. Riccardi 51. Promesse: 1. Cariri 51.5; 2. La Fratellanza 1874 50.5; Enterprise 50. Donne. Sr: 1. Esercito 88; 2. Bracco 87.5; 3. Forestale 72; 4. Cus Pisa 63; 5. F. Azzurre 61.5; 6. Cariri 51. Promesse: 1. Bracco 85; 2. Atl. Brescia 1950 72; 3. Acsi Italia 49. PER TUMI (pe.m.) Un pericoloso avversario in meno per Michael Tumi agli Euroindoor di Göteborg (Sve, 1-3 marzo). David Rodriguez, stagionale sui 60 di 6"55 (terzo crono continentale 2013) non sarà tra i 27 spagnoli in gara: ai campionati nazionali di Sabadell ha subito una lesione all’adduttore della gamba destra. INDOOR TOSCANE (si.g.) Martedì a Firenze. Uomini. Asta: Ma. Boni 5.30; Rubbiani 5.10. Donne. 55: Cravcenco (Mol) 7"13 (7"11 b.). Altra riunione. Uomini. 55 hs: Calvi 7"56. Donne. 55: Siragusa 7"05. 55 hs: P. Pennella 8"16. Lungo: Cuneo (a) 6.00. MEETING STOCCOLMA (si.g.) Stasera meeting indoor a Stoccolma con la giamaicana Fraser (60), l’etiope G. Dibaba (3000), Green e Hellebaut (Bel) nell’alto, Bleasdale (Gb) e Silva (Cuba) nell’asta. Tra gli uomini Kaki (Sud), Kszczot (Pol) e Aman (Eti) negli 800, Rimmer (Gb) nei 1000 e Iguider (Mar) nei 3000. INDOOR USA (si.g) Debutto stagionale dell’ostacolista Bershawn Jackson, 46"95 nei 400 piani a Blacksburg. A Birmingham. Uomini. 200: Jobodwana (Saf) 20"75 (20"73 b.). A Geneva. Uomini. 400: Feeney 46"12. 500: Spratling 1'00"37. 60 hs: 5. DELLI CARPINI 8"00. A Manhattan. Uomini. Alto: Kynard 2.33. A Baton Rouge. Uomini. Lungo: Hicks 8.04. A Kent. Uomini. Peso: Roberts 20.28.

Baseball BUON PER LIDDI I Boston Red Sox hanno acquisito a sorpresa Matt Carp, esterno/1ª base dai Seattle Mariners. Non si tratta di una star, ma a meno che in contropartita (che è da definire) non arrivi un giocatore con gli stessi ruoli, è una buona notizia per Alex Liddi che ha così più possibilità di entrare nel roster dei Mariners.

Roberta Vinci ha eliminato la Kerber a Dubai: va nei quarti REUTERS

MERCATO (m.c.-s.cam) Ronchi dei Legionari ha scelto il secondo lanciatore straniero, Jesus Yepez, 28enne venezuelano, reduce da due stagioni in A federale con Redipuglia (1.30 mpgl nel 2012), dopo un inizio di carriera nelle Minors dei Chicago Cubs. Godo si rinforza invece con il talentuoso Alessandro Grimaudo, ventenne prima base-esterno che ha disputato due tornei di Ibl con il Nettuno.

Bocce A RAFFA (c.f.) Nel big match del 9˚ turno (ultimo di andata) la capolista Pinetina cede in casa all’Aquila, ora a un solo punto. Risultati: Ancona-Montegranato 1-0, Ciar Colbordolo-Montegridolfo 1-0, Fontespina-Fashion Cattel 1-2, La Pinetina-L'Aquila 0-2, Mp Filtri Rinascita-Cacciatori 4-0. Classifica: La Pinetina 22; L’Aquila 21; Montegranaro 15; Fashion e Mp 14; Cacciatori 10; Ancona, Ciar Colbordolo e Montegridolfo 9; Fontespina 5.

Nuoto VIA LIBERA DAI MEDICI

Ranfagni cuore ok Può gareggiare

Sebastiano Ranfagni, 27 LAPRESSE

Pericolo scongiurato: Sebastiano Ranfagni può tornare a gareggiare. La sospetta cardiopatia al ventricolo destro, monitorata dal 5 dicembre, quando il 27enne dorsista toscano fu fermato, è stata ridimensionata e la commissione scientifica (Furlanello, Pelliccia, Di Luca, Menchinelli, Tranquilli, Bonifazi) riunita nell’istituto di medicina dello sport del Coni, ha emesso il verdetto di idoneità per l’allievo di Sergio Pasquali, finalista ai Mondiali 2011 e presente anche a Londra 2012. Acquisita la relazione del prof. Domenico Corrado dell’Università di Padova. Pellegrini e Magnini Sì a Milano Hanno bisogno di gareggiare, in vista delle selezioni mondiali di aprile, e dunque Federica Pellegrini e Filippo Magnini hanno detto sì al meeting di Milano (8-10 marzo) nel quale ci saranno parecchi big azzurri e una folta rappresentanza straniera. SQUALIFICATO A VITA (al.f.) Michael Pliuskaitis è stato squalificato a vita per non aver rispettato il codice di condotta in ambito di comportamenti sessuali: è il secondo caso di radiazione negli Stati Uniti nel 2013. A proposito di allenatori, Bob Bowman e Dave Salo saranno gli allenatori delle squadre maschile e femminile americane ai Mondiali di Barcellona.

PETANQUE UOMINI (c.f.) Conclusa la regular season della A maschile di petanque. Risultati 7˚ turno: Lanternino-Caragliese 14-6, Taggese-Valle Maira Dronero 11-9, Dlf Ventimiglia-Bovesana 4-16, Abg Genova-Auxilium Saluzzo 14-6. Classifica: Taggese e Valle Maira 12; Lanternino 9; Abg e Auxilium 7; Caragliese 5; Bovesana 4; Dlf 0. I verdetti: Taggese in finale scudetto, playoff Valle Maira-Lanternino, playout Caragliese-Bovesana, retrocede Dlf.

Ippica CHIUSO IL TROTTO E GALOPPO A RISCHIO

Prima di Milan-Barcellona la rabbia dell’altro San Siro «L’ippica a Milano non può morire». A gridarlo sono i lavoratori della Società Trenno, che gestisce gli ippodromi milanesi. I lavoratori ieri, nel pre-partita di Milan-Barcellona, hanno manifestato di fronte allo stadio. Tutti presenti i volti più noti di San Siro, a denunciare il rischio dismissione, che, dopo il trotter, oggi sembra incombere anche sul «vincolatissimo» galoppatoio. Tra loro c’era anche la mitica Doris, speaker storica dal 1987 all’autunno scorso, quando la Trenno ha deciso di ricollocarla. Due generazioni di appassionati sono cresciute nel culto dei suoi annunci: «Cavalli al tondino» e «Fantini in sella». A molti

ieri sono venuti infatti i brividi nel sentirglieli ripetere al megafono. Alla commozione segue però l’indignazione per l’assordante silenzio, con cui la proprietà sta varando un piano di lacrime e sangue: cassa integrazione ancora più estesa e trasferimenti obbligatori a Porcari, quartier generale di SNAI, per almeno trenta impiegati. A lenire la loro sofferenza giunge quindi la solidarietà del Milan, il cui pullman viene bloccato all’ingresso dello stadio. La maglia «Save Italian Racing» (foto) viene messa nelle mani del Team Manager Vittorio Mentana, che la mostra a cameramen e fotografi, per la gioia degli ippici. Almeno questa sera sono riusciti a fare gol. Enrico Landoni

PETANQUE DONNE (c.f.) Ultimo turno nella A femminile di petanque. Risultati: Lanternino-Aux. Saluzzo 8-10, San Bartolomeo-Valle Maira Dronero 6-12, Pontedassio-Bovesana 16-2, Anpi Molassana-Caragliese 11-7. Classifica: Anpi 13; Pontedassio 10; Caragliese e Valle Maira 8; San Bartolomeo e Saluzzo 6; Bovesana 5; Lanternino 0. Verdetti: Anpi alla finale scudetto, playoff Pontedassio-Valle Maira, playout Saluzzo-Bovesana, retrocede Lanternino.

Ghiaccio Kostner a L’Aia Test premondiale Carolina Kostner oggi (tra le 17.40 e le 18.20) e domani, è in gara alla Challenge Cup di figura a L’Aia (Ola), gara già vinta lo scorso anno prima del trionfo iridato di Nizza: le servirà quale tappa di avvicinamento ai Mondiali di London (Can) di metà marzo. Con lei la francese Meite, l’austriaca Frank e Francesca Rio. Tra gli uomini il francese Joubert, Paul Parkinson e Maurizio Zandron, nelle coppie i francesi James-Cipres.

Golf SERGAS IN THAILANDIA Al Siam Country Club (Thai) inizia l’Honda LPGA Thailand (1,5 milioni di dollari di montepremi), torneo con al via Giulia Sergas, grazie al 39˚ posto ottenuto nell'ordine di merito 2012.

Hockey ghiaccio GARA-2 QUARTI (m.l.) Il Milano di coach Insam (scudettato lo scorsa stagione alla guida del Bolzano) gioca gara-2 dei quarti playoff 8al meglio di 7) all’Agorà contro il Val Pusteria prima del trasferimento per gara-4 al Tazzoli di Torino. Programma. Ore 20.30: Cortina-Renon (serie 0-1); Valpellice-Alleghe (0-1); Milano-Val Pusteria

(1-0); Asiago-Bolzano (1-0, diretta RaiSport 1). Playout: Pontebba-Val di Fassa (0-1).

Hockey in line POSTICIPO (m.l.) Serie A-1. Così il posticipo della 14ª giornata: Milano24-Monleale 8-4. Classifica: Milano*, Monleale 30; Vicenza 29; Padova* 28; Cittadella 15; Molinese*, Asiago* 10; Roma* 9; Empoli 3. (*: una gara in meno)

Ippica Grosseto: 8-9-1-15-3 6ª corsa - m 1750: 1 Swan (S. Basile); 2 Ksenia; 3 Amante Latino; 4 Little Tango; 5 Sendy Welsh; Tot.: 4,96; 2,31, 2,22, 4,78 (22,74). Quinté: n.v. Quarté: e 2.989,20. Tris: e 144,17. OGGI QUINTÉ A TORINO A Vinovo (inizio convegno alle 51) scegliamo Paco Rabanne (13), Playboy Wind (11), Preziosuss (5), Perge del Rio (7), Puissant Joyeuse (4) e Power Roc (2). SI CORRE ANCHE Trotto: Bologna (14.30). Galoppo: Pisa (14.30). MORTO ARMBRO GOAL Poche ore dopo la notizia della morte di Workaholic, è arrivato la notizia della scomparsa di un altro stallone top: Armbro Goal. Aveva 28 anni e nel 1988 vinse Hambletonian, Canadian Trotting Classic World Trotting Derby. Da stallone i suoi migliori prodotti sono state due vincitrice di Hambletonian Oaks (Winky’s Goal e Oolong) e Legendary Lover K.

Nuoto ZUEVA CON ADN (al.f.) La russa Anastasia Zueva, argento dei 200 dorso a Londra, si unisce al team Adn di Andrea Di Nino. Si allenerà a Caserta per un mese. TV E SINCRO (al.f.-pe.m.) Laure Manaudou, dopo l’annuncio del ritiro, sta avendo grande successo in tv. All’edizione spagnola del reality dedicato ai tuffi parteciperà anche l’allenatrice di nuoto sincronizzato Anna Tarres, protagonista di una polemica con atlete e federazione iberiche due mesi fa. Proprio per quanto riguarda il sincro, dopo la cacciata della Tarres, la nazionale spagnola si potrà avvalere della collaborazione di Virginia Dedieu, 33enne francese bronzo olimpico a Sydney e tre volte iridata. PROBLEMI AUSTRALIANI (al.f.) Il d.t. australiano Leigh Nugent risponde all’inchiesta di Bluestone che ha evidenziato i cattivi comportamenti della nazionale ai Giochi. D’Arcy sostiene che i giudizi relativi al bullismo siano stati esagerati, Monk sottolinea la scarsa coesione della squadra.

Pallamano SQUALIFICATI (an.gal.) Squalifica di 2 mesi (fino al 20/4) per Roland Giuliani (Bressanone, serie A), per aver afferrato per un braccio l’arbitro della sfida BressanonePressano (finita 21-32) strattonandolo e rivolgendogli espressioni ingiuriose. Ben 6 i giocatori, resisi protagonisti di una rissa in Tavarnelle-Parma di A2 (finita 26-27), squalificati per 2 giornate.

Pallanuoto DONNE A Messina si dimette il tecnico Francesco Misiti: arriva Giovanni Puliafito che dunque allenerà la moglie Johanne Begin.

Sport invernali FREESTYLE Così nello skicross di Coppa del Mondo a Sochi (Rus). Uomini: 1. Norberg (Sve); 2. Delbosco (Can); 3. Schauer (Ger); 34. Thanei; 45. Castellaz; 48. Tomasi; 59. Miribung. Donne: 1. Serwa (Can); 2. Thompson (Can); 3. Smith (Svi). TRICOLORI SKELETON Marco Zoccolan e Giulia Carpin hanno vinto i Tricolori skeleton a Igls, senza Maurizio Oioli. Uomini: 1. Zoccolan 1’49"74; 2. Mulassano 1’50"08; 3. Gaspari 1’50"68. Donne: 1. Carpin 1’54"21; 2. Bergonzoni 1’54"71.

Tiro a segno Campriani British Ma Petra lo batte Da domani a domenica Niccolò Campriani sarà in linea a Bisley ai campionati britannici di aria compressa, specialità in cui è stato argento all’Olimpiade di Londra. Non è ancora definita la modalità: ma dovrebbe gareggiare fuori classifica. Il tutto in preparazione all’Europeo in programma l’1 e 2 marzo a Odense, in Danimarca. Intanto però la sua fidanzata batte il record di Nicco alla West Virginia. Nell’università Usa Campriani aveva lasciato un 593 che era anche primato di tutta la Ncaa, recentemente battuto però da Sarah Sherer (con 595); nei giorni scorso l’azzurra Petra Zublasing, compagna di Campriani, ha fatto 594.

Vela COPPA GIOVANI (r.ra) Iniziano domani a San Francisco le regate di selezione per la Red Bull Young America’s Cup in programma a settembre. A rappresentare l’Italia scenderà in acqua Team Italy powered by Stig che dovrà confrontarsi con Arg Youth Team (Arge) Gbr Youth Challenge, 36 Below Racing Youth Americas Cup Quest (N.Zel), ROFF Cascais Sailing Team (Por), TILT Sailing (Sviz). Ognuno dei 6 team disputerà 9 prove. Team-Italy debutterà in occasione della prova d’apertura in programma alle 11 locali (le 20 in Italia) insieme a ARG Youth Challenge e GBR Youth Challenger. Le selezioni termineranno domenica 24 febbraio. Le regate di selezione disputatesi la scorsa settimana sono state vinte dai neozelandesi di Full Metal Jacket Racing.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

MILANO CITY MARATHON

L’EVENTO

4 Appunti

Vincenzo Modica, Stefano Baldini e Danilo Goffi in trionfo con il tricolore a Budapest ’98

L’ALTRO AZZURRO PINK POWER

Tutto il rosa della corsa

BAI

S

«Io, Baldini e Modica Un’altra volta insieme» Goffi e l’indimenticabile podio europeo di Budapest ’98 «Il 7 aprile a Milano si bissa, per una staffetta di beneficenza» FAUSTO NARDUCCI

Quel risultato è rimasto nella storia dell’atletica italiana. Forse non accadrà mai più di vedere tre italiani sul podio di una maratona internazionale. Stiamo parlando degli Europei di Budapest ’98, di quel sabato 22 agosto che si tinse di azzurro grazie a Stefano Baldini (2h12’01"), Danilo Goffi (2h12’11") e Vincenzo Modica (2h12’53")che, nell’ordine, ci regalarono le tre medaglie che valsero anche la conquista della coppa Europa. Ed è merito di Goffi se è nata l’iniziativa che nella staffetta della maratona di Milano del 7 aprile ci farà rivivere quel momento esattamente 15 anni dopo.

Allora, Danilo, com’è nata l’idea di correre a Milano una staffetta con i due compagni del podio di allora più Giovanni Ruggiero, settimo classificato a Budapest?

«Il merito è di "Medici con l’Africa Cuamm Varese", la onlus con la quale avevo già corso la staffetta di Milano l’anno scorso e con cui il 3 marzo farò una mezza maratona sul Kilimanjaro, in Tanzania. Mi hanno proposto il progetto "Run for Africa, Run with Africa" e lo scorso dicembre a me è venuta l’idea del revival». Quindi ha contattato i compagni di allora...

«Sì, quando ho incontrato Baldini al Campaccio a inizio anno, si è mostrato subito entusiasta. Stessa reazione da Modica e poi da Ruggiero che ho contattato

successivamente. Sarà una passerella con grandi valori simbolici. Poi il 4 aprile sarò alla proiezione del film "Town of Runners" su Bekojii, la città della Dibaba, con la presenza di una giovane promessa locale». Ricordi di quel 22 agosto?

«La felicità del trionfo di squadra fu più forte della delusione di essere arrivato secondo, staccato da Baldini solo all’ultimo chilometro. Lui poi vinse l’Olimpiade, ma quelli erano i miei anni migliori, l’argento fu preceduto e seguito da un 4˚ e 5˚ posto ai Mondiali. E nel ’98 arrivando 3˚ a Rotterdam stabilii quello che è rimasto il mio personale: 2h08’33"». Questo sarà il suo ultimo anno di attività. Ha ottenuto quello

che si aspettava?

«No, penso che avrei dovuto fare di più, è mancata la ciliegina. Ho corso l’ultima maratona a Venezia 2011 e ora sono appuntato scelto presso la stazione dei Carabinieri di Busto Garolfo. Da master voglio togliermi le ultime soddisfazioni con la maglia della Pro Patria in maggio a Copenaghen e poi a New York dove chiuderò la mia carriera». Il suo rapporto con Milano.

«E’ la mia città visto che vivo a Parabiago. Ho corso la maratona nel 2003 arrivando quinto in 2h11’23", sono contento di tornare per questo amarcord ora che la maratona italiana segna il passo. Temo che un gruppo come quello di 15 anni fa non ci sarà mai più. Il segreto? Un mix irripetibile di talento e sacrificio». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INIZIATIVA IL LAVORO DEI MEDICI ITALIANI E IL CUORE DEGLI SPORTIVI

Anche in Africa si corre con le protesi Grazie a Cuamm, la onlus che schiera 150 staffette e «dona» protesi ai ragazzi

la salute materno-infantile (in particolare presso l’Ospedale di Wolisso in Etiopia), e per dare altre protesi da camminare e da correre. Così la squadra Cuamm ha costo il Giro del Lago di Varese, la Great Ethiopian Run e ora volta alla Kilimanjaro Marathon la prossima settimana, prima di concludere con la festa a Milano. Obiettivo? 150 staffette e 30.000 euro. Come? Online con retedeldono.it

MANLIO GASPAROTTO

Lo sport, la corsa, come strumento di lotta per il rispetto del diritto umano fondamentale alla salute. Medici con l’Africa Cuamm non è più giovanissima (detto con il massimo rispetto, perché ora ha tanta esperienza), è nata nel 1950, e opera in 7 nazioni africane a sud del Sahara (Angola, Etiopia, Mozambico, Sud Sudan, Tanzania, Uganda e Sierra Leone) dove porta avanti decine di progetti di cooperazione ma non solo. Che cosa fanno i medici italiani? Si battono sul posto perché l’accesso ai servizi sanitari sia disponibile a tutti. Non

Goffi, Bonacini, Giuseppe e i ragazzi bi-amputati di CUAMM, un anno fa

esattamente semplice a quelle latitudini. La maratona di Milano è diventata uno strumento perfetto per sostenere l’attività della Ong varesina. E lo scorso anno i Medici con l’Africa Cuamm hanno schierato 119 staffette (che moltiplicate per 4 portano a 476 persone) e 87 maratoneti alla Milano City Marathon vincendo così il Premio Charity Program 2012 e raccogliendo oltre 20.000 euro. Ecco

perché la corsa, quella di Milano ma non solo, è funzionale ai progetti che un anno fa prevedevano il sostegno alla campagna «Prima le mamme e i Bambini» e la donazione di protesi da camminare e da correre a 4 ragazzi africani: Jacinta, Nasri, Tolosa e Habtamu. Quest’anno Il progetto si chiama

«Run for Africa, Run with Africa» per continuare a sostenere

L’azienda Goffi e Baldini saranno le punte di diamante delle 150 staffette, ma in squadra ancora una volta ci saranno i team composti da Roadrunnerfoot, l’azienda italiana che produce protesi e che affianca i Mac donando strumenti da corsa agli africani. Le loro protesi in carbonio sono decollate proprio ieri per il Medio Oriente, perché l’ultima sfida è avere una staffetta per continente composta da atleti amputati. Perché il denaro è importante, ma i messaggi valgono e durano di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Ruggiero SETTIMO Giovanni Ruggiero, nato a Sorrento il 19 gennaio ’74, fu settimo agli Europei ’98 miglior risultato in carriera insieme all’argento ai Giochi del Mediterraneo dell’anno prima. Vanta un personale di 2h09’53" (non omologato) alla maratona di Napoli 2001 e continua a correre con la Forestale. E’ sposato con la maratoneta Deborah Toniolo. In agenda IL FILM Giovedì 4 aprile, a tre giorni dalla maratona, nell’Auditorium Testori in Piazza Lombardia a Milano, dalle 18.30 alle 21, proiezione del film «Town of runners» (85’) e dibattito con Baldini, Goffi e CUAMM

Il 16 febbraio le prime Pink Power si sono date appuntamento al Parco Sempione di Milano per un’allenamento al femminile in vista della maratona. Una splendida giornata ha inaugurato un ciclo di allenamenti guidati da Lucilla Andreucci, prima vincitrice della Maratona di Milano che si ripeteranno il 9 e 23 marzo. Info e adesioni su www.milanocitymarathon.it – Sezione PINK POWER.

MuST

Il nuovo partner culturale La City Marathon ha un nuovo alleato: MuST. Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (con sede nella centrale via San Vittore 21) sarà infatti partner culturale della corsa con iniziative legate al mondo dello sport. Inoltre, tutti i partecipanti alla Maratona godranno di 1 biglietto omaggio e quattro biglietti ridotti per visitare il famoso museo, uno dei più importanti d’Europa, entro il mese di maggio 2013. Un’occasione unica per conoscere o ritornare in uno dei luoghi più vivi della città, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi 60 anni.

MAGLIA UFFICIALE

«Together we win» È nera e di Mizuno

Firmata per il quarto anno consecutivo da Mizuno, la t shirt tecnica ufficiale è stata presentata ieri in occasione della Social Media Week. È nera ed è realizzata in Dry Science, l’esclusivo tessuto ad alte prestazioni che ottimizza la traspirazione. Particolare di quest’anno è la scritta sul retro della t shirt: «I wasn’t born to follow» per i maratoneti e «Together we win» per gli staffettisti.

CONCORSO

I più belli... fuori e dentro

In collaborazione con Pubblicità Italia, al via la 2a edizione del concorso di bellezza «dentro e fuori». Bellezza intesa come tutto ciò che è possibile comunicare con il corpo, con la mente e con lo spirito d’iniziativa. Per essere eletti «il più bello» o «la più bella» della Milano City (qui in alto i vincitori 2012) basta inviare una foto entro e non oltre il 15 marzo a missemister@mi lanocitymarathon.it


GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013

TERZO TEMPO

La lotta alle sostanze illecite sul green è ancora agli inizi

Doping, l’appello di Woods «Servono più test nel golf» Dopo l’ammissione dell’ex n.1 Singh su un prodotto vietato, Tiger racconta: «Mai ricevuto controlli al di fuori dai tornei». E non è il solo FEDERICA COCCHI

L’appello di Tiger L’ultimo a chiedere maggiore severità nella battaglia alle sostanze proibite è proprio Woods, il numero due al mondo, vincitore di 14 major: «Personalmente non sono mai stato controllato al di fuori di un torneo — ha dichiarato Tiger —. L’unica volta è successo al World Challenge del 2008, quando ero presente ma non giocavo per via di una operazione al ginocchio. So che qualcuno è stato testato in passato a sorpresa al di fuori delle gare, ma a me non è mai successo». E non solo a lui. Anche Rory McIlroy, attuale numero 1 al mondo è stato coinvolto nel sondaggio del New York Times che, tra il Northern Trust Open e l’Accenture Match Play in Arizona ha intervistato 54 giocatori, circa il 25 per cento dei professionisti del circuito americano. A McIlroy è stato chiesto quante volte fosse stato controllato al di fuori di un torneo e lui ha risposto candidamente: «mai». E alla domanda quando fosse stato controllato l’ultima volta ha risposto... «Mai». Stessa cosa per altri giocatori che sono stati in vetta al ranking

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LETTERE

GazzaFocus

Tutto cominciò un mesetto fa quando, in una intervista a Sports Illustrated, l’ex numero 1 al mondo Vijai Singh, rivelò di aver fatto uso di uno spray a base di estratto di corna di cervo. Un «prodotto naturale» per stimolare la crescita muscolare. Naturale sì, peccato che contenga ormone della crescita, proibitissimo dall’Agenzia Mondiale antidoping. Una rivelazione che ha scatenato un vespaio nel mondo del golf professionistico, e ha anche acceso nuovamente i riflettori sul doping nei green. Tutti favorevoli a più controlli soprattutto adesso che il golf è diventato disciplina olimpica.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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I controlli ricevuti dalla pluriolimpionica del nuoto Missy Franklin tra marzo 2012 e l’Olimpiade di Londra.

Tiger Woods, 37 anni, numero 2 del ranking mondiale. Ha conquistato 14 major in carriera, è a 4 dal record di Jack Nicklaus REUTERS

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ro partecipare ai Giochi dovranno quindi adeguarsi a un brusco cambiamento di abitudini. La Wada richiede un’ora al giorno di reperibilità durante la quale si possono fare prelievi di sangue e urine. Non ci sono vacanze o impegni che tengano, quando arriva il medico dell’antidoping devi essere presente. Molte delle sostanze proibite infatti possono essere trovate unicamente attraverso l’esame del sangue. Concludendo: per un numero uno come McIlroy mai testato dall’Us Pga, c’è una Missy Franklyn che prima di conquistare quattro ori ai Giochi di Londra è stata controllata 14 volte dalla Usada, l’agenzia antidoping americana, e altre quattro dalla federnuoto internazionale. Non proprio la stessa cosa.

Per Rio Gli atleti che potrebbe-

clic EUROPEAN TOUR CONTROLLI AL GIOVEDI’ SOLO SULLE URINE Anche sullo European Tour si svolgono i controlli antidoping. «Si fanno i test al giovedì e sulla base di un sorteggio — spiega Niccolò Nesti direttore di torneo del circuito europeo —. Entro la fine della stagione tutti i giocatori del Tour vengono controllati. Sia sul circuito maggiore che sul Challenge Tour. A fine anno non si sorteggia più ma si vanno a controllare solo quelli che mancano all’appello».

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WGC IN ARIZONA PRIMA GIORNATA INSOLITA PER I MIGLIORI AL MONDO

La neve nel deserto ferma il match play Manassero in svantaggio con Mahan

Il campo imbiancato al Dove Mountain di Marana AP

(f.co.) Quando i green diventano white allora c’è poco da fare: o giochi a snow golf o ti fermi. Divertiti come bambini i 64 migliori al mondo che erano impegnati nella prima giornata dell’Accenture Match Play si sono ritrovati tra i cactus imbiancati. «I caddy hanno ingaggiato una battaglia di palle di neve. Mai vista una cosa del genere», scherza l’inglese Ian Poulter, vincitore del torneo Wgc nel 2010. E poi c’è Rory McIlroy che sotto i fiocchi si fotografa e twitta: «Ma questo tempo è davvero ridicolo!». Certo, la neve nel deserto è piuttosto ridicola, con i cactus imbiancati e soprattutto non

A CURA DI ANTONIO DI ROSA Fax: 0262827917 Email: gol@rcs.it

Le scelte di Conte e l’organico Juve Sono convinto che Conte sia un ottimo motivatore e preparatore ma sappia leggere poco le partite. A cosa serve avere 25 giocatori se poi giocano sempre gli stessi? Se nazionali come Giovinco, Isla, Giaccherini, Marrone non sono in grado di giocare una partita quando il calendario ne propone tre in sette giorni c'è qualcosa che non quadra. E' inutile prendersela col calendario, con gli arbitri e con i giornali se non sei in grado di gestire una rosa così numerosa. Conte dovrebbe essere più umile. Non è certo infallibile. Non vorrei che a fine anno ci resti un secondo in campionato e una eliminazione dai quarti in Champions. Sandro Trabattoni

I controlli del Pga Tour sul numero 1 al mondo Rory McIlroy al di fuori dalle gare. Come Donald e Westwood

mondiale come Lee Westwood e Luke Donald. Mai controllati fuori torneo nemmeno Els e Mickelson. Insomma, di strada da fare per adeguarsi ai protocolli per Rio 2016 ancora ce n’è. Il portavoce dell’Us Pga Tour è chiaro: «I controlli ci sono e vengono fatti anche al di fuori delle gare. Sia durante le competizioni che tra un torneo e l’altro». La «sorpresa» è relativa se si considera che i golfisti non sono tenuti a comunicare i propri spostamenti: «Attualmente i controlli avvengono durante i tre giorni antecedenti il torneo: lunedì, martedì e mercoledì. E per noi questo vale come "al di fuori della competizione"» ha spiegato Ty Votaw, portavoce del Pga Tour americano.

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IL CINGUETTIO DEL GIORNO

Ho vinto il match. Alla fine tutto si è deciso con una partita di «sasso, carta, forbice», mi dispiace @F_Molinari, sarà per la prossima volta...

GONZALO F.DEZ CASTAÑO avversario di Molinari al 1˚ turno @gfcgolf

sembra che la nevicata voglia fermarsi molto presto. La stessa cosa comunque era successa tre anni fa quando i fiocchi avevano ritardato il gioco a Dove Mountain. I nostri Hunter Mahan, campio-

ne uscente, al momento dell’interruzione guidava 4 up sul nostro Matteo Manassero dopo nove buche. Francesco Molinari invece non era ancora sceso in campo contro lo spagnolo Fernandez Castaño, ma i due si sono dati battaglia alla morra cinese in clubhouse. Tiger Woods e Rory McIlroy non avevano ancora iniziato i rispettivi match contro Howell III e Shane Lowry. Oggi tutto è affidato al meteo, gli organizzatori si ritrovano a rincorrere con diversi match ancora da cominciare e tutti gli altri da finire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla faccia dell'ottimismo! Credo che tutti i tifosi juventini facciano gli scongiuri a leggere le sue previsioni. Premesso che tutti commettiamo errori nel nostro lavoro, le considerazioni che lei fa sulle scelte di Conte partono da una analisi errata della qualità dei giocatori in rosa. Innanzitutto Marrone è stato utilizzato due volte al posto di Bonucci squalificato. Giovinco è un titolare quasi inamovibile. Giaccherini è una prima scelta della panchina e Isla si sta riprendendo molto lentamente da un grave infortunio. Detto questo, la favola del turn over mi fa sorridere e di solito viene utilizzata nei commenti il giorno dopo. Mai alla vigilia del match. Vorrei capire come è possibile in partite importanti rinunciare ai titolari per far giocare gente che non ha il ritmo nelle gambe e neanche gli stimoli. Chi di noi avrebbe capito se Conte avesse lasciato fuori contro la Roma Vucinic e Matri autori di gol in serie nelle ultime uscite? Chi di noi avrebbe compreso l'esclusione per riposo di Pirlo, Vidal o Marchisio. Non raccontiamoci storie sulla equivalenza di chi sta in panca rispetto a chi viene prescelto più spesso. Quanto ai calendari vorrei far notare che persino Ferguson, allenatore del Manchester United, si è lamentato con la sua federazione per aver fatto giocare la sua squadra di domenica a tre giorni dalla trasferta di Madrid con il Real. Tutto il mondo è paese.

Gli impegni di coppa e il lamento dei tecnici Ogni giornata che segue i turni infrasettimanali di coppa, è scontato sentire i vari allenatori che si lamentano. E' curioso notare che ciò avviene solo in Italia. Addirittura il Borussia Monchengladbach dopo aver affrontato la Lazio giovedì scorso, è sceso in campo due giorni dopo perdendo ad Amburgo 1-0. Senza scomodare la Premier League inglese che gioca anche durante le festività trovo vergognose queste polemiche che mi stanno allontanando sempre di più da questo mondo. Barbara Kurdziel

Cara Barbara, le polemiche ahimè le fanno tutti, non solo in Italia. Ma il problema non è questo. Se la squadra impegnata in Coppa deve affrontare una compagine di media o bassa classifica, magari in casa, ha più chance di farla franca. Dipende spesso dalla caratura dell' avversario. Ma neanche questa ipotesi è sempre valida visto che il Napoli ha pareggiato in casa con la Sampdoria, il Paris Saint Germain ha perso fuori casa col Sochaux (bassa classifica) e la Lazio sempre fuori casa ci ha lasciato le penne col Siena, ultima della classe.

Molti auguri a Milito (da uno juventino) Sono appassionato di sport e pratico il ciclismo. Tifo per la vecchia Signora ma vorrei esprimere la mia solidarietà a Milito vittima di un grave infortunio. Fabio Quirino

Questa è una lettera-modello. Lasciamo da parte le militanze da tifosi e voliamo alto. Milito non è solo il centravanti dell'Inter, Diego è un grande campione. Un ragazzo serio, perbene, mai al centro di polemiche, molto professionale e, nel caso specifico, molto sfortunato. L'Infortunio contro il Cluj non ci voleva visto che l'attaccante era al rientro. Mi associo agli auguri per un pronto ritorno in campo.


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ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_l’ultimo bluff

DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it

Adesso a chi andranno e saranno decisivi i voti di Giannino? Il leader di "Fermare il declino" ha taroccato i suoi curricula. Scoperto si è dimesso: i sondaggi accreditano il partito appena nato di voti decisivi In Lombardia — specialmente in Lombardia — s’è forse liberato un pacchetto di voti e questo rende ancora più complicato il calcolo pre-elettorale su come potrebbe finire nella più grande regione italiana, quella che consacra 49 senatori e ne dà 27 a chi arriva primo.

1Di che stiamo parlando? Del caso Giannino. Sa di che si tratta? Il giornalista Oscar Giannino, star di Radio24 per la sua trasmissione liberista delle 9 del mattino, indimenticabile, una volta che lo si sia visto, per le giacche di velluto color aragosta, i gilet di raso, i pantaloni asparago e le scarpe bicolori, cranio pelato e barbetta satanica, gran parlatore e, una volta, persino conduttore di un programma tv (Batti e ribatti, Rai 1). Questo nostro collega, di destra e in gioventù repubblicano militante, aveva lo scorso luglio pubblicato un manifesto programmatico in 10 punti, intitolato «Fermare il declino» e stilato insieme con economisti assai illustri, Luigi Zingales, Michele Boldrin, Alessandro De Nicola, Sandro Brusco, Andrea Moro, Carlo Stagnaro. Intorno al manifesto, per l’attività incessante dello stesso Giannino, s’era poi formato un movimento politico dal nome un pochino complicato, «Fare per fermare il declino». Con questo movimento

Giannino s’era iscritto alla gara elettorale, candidandosi a premier. Ai primi di gennaio, «Fare» era dato al 2% su scala nazionale. Per un affarino nato in tutta fretta, sull’onda di una situazione politica generale che precipitava, una percentuale notevole. Nell’ultimo giorno dei sondaggi, 10 febbraio 2013, lo si accreditava di quasi il 5% soprattutto in Lombardia, ma con percentuali interessanti anche in Veneto, Piemonte, Emilia, Liguria, Marche e Friuli. Berlusconi s’era innervosito: che vuole costui, toglie voti a noi e ci farà perdere a Milano. Giannino aveva risposto all’invito a levarsi di mezzo con una risata.

2 E che è successo poi? Nei curricula di Giannino che circolano in rete e purtroppo anche in certe sue dichiarazioni televisive che si possono rivedere, il nostro collega dichiarava di avere due lauree, in Economia e in Legge, e un master conseguito nella prestigiosissima Chicago Booth School of Business. Pochi giorni fa, il professor Zingales, che a Chicago insegna, ha reso noto che di questo master a Chicago non c’è traccia. Giannino dunque ha millantato un titolo che non possiede, e di conseguenza, ha detto Zingales, io di «Fare» e Giannino non ne voglio più sapere. Deve sapere che Zingales

A

ALLARME DI S&P

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Oscar Giannino ieri sera ospite delle Invasioni Barbariche, il programma de La7 ANSA

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HA DETTO

S Oscar Giannino Dimissioni irrevocabili da presidente. Le mie sono state balle inoffensive ma gravi (...) L’eventuale seggio che prenderò alle elezioni è del partito, non mio

è un economista assai illustre, scrive su L’ Espresso e su Il Sole 24 Ore, chiunque si occupi delle nostre cose non può prescindere dalle sue analisi. Voglio dire: il colpo di smascherare Giannino e lasciare il movimento era mortale.

3 Giannino s’è dimesso? Ci sono stati un paio di giorni molto tempestosi, in cui lui stesso ha dovuto ammettere di non essere neanche laureato in Economia e Legge. Queste millanterie sono assurde e fanno rabbia anche per questo: Oscar sarebbe stato ancora più ammirato se avesse raccontato di essere tanto competente solo grazie ai suoi studi in casa la sera, cioè grazie al suo essere autodidatta. E poi: uno dei fondamenti del pensiero liberale è che il titolo di studio non deve avere valore, concetto su cui si spese tanto, a suo tempo, lo stesso Luigi Einaudi. Come mai, invece, un uomo di tanto valore come Oscar s’è lasciato sedurre, anche lui, dal luccichio fasullo del pezzo di carta? E, a questo punto, si potrà credere agli altri dettagli della sua biografia così colorata, che gira col bastone per via di un tumore alla spina dorsale, che nel tempo libero assiste i malati terminali, che è nato a Mirafiori in mezzo agli operai? Oscar è andato l’altra sera da Mentana, poi ieri mattina ha affrontato la direzione di «Fare»,

un organismo molto giovane, formato da diciotto membri selezionati poche settimane fa da lui stesso. Al termine di una riunione di quattro ore, la direzione ha accettato le dimissioni del suo leader, nominando presidente del partito Silvia Enrico, avvocato di Albenga ma con studio a Milano, 37 anni.

4 Niente candidatura a premier? No, Giannino non può ritirarsi dalla corsa elettorale. Ma, se eletto, è possibile che si dimetta. Lui stesso, ieri mattina, ha presentato dimissioni irrevocabili. Come ha spiegato in un paio di tweet «I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a Fare». E: «È una regola secca: chi sbaglia paga. Deve valere in politica e soldi pubblici. Io comincio dal privato. Ora giù a pestare dx, sx e centro».

5 A chi andranno i suoi voti? Non credo a Bersani e Berlusconi, che quindi restano negli stessi guai di prima. Un po’ se li terranno, perché è assurdo che il Movimento scenda a un tratto a zero. Un po’ andranno alla coalizione più vicina, quella di Monti (nonostante la presenza di Fini e Casini non graditi a «Fare»). E il resto, naturalmente, a Grillo, l’incubo in queste ore di tutto lo schieramento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’agenzia di rating: «L’Italia è a rischio» L’Italia torna sotto i riflettori dei mercati e degli investitori: secondo Standard & Poor’s «esiste il rischio che dopo le elezioni possa esserci una perdita di slancio sulle importanti riforme strutturali per migliorare le prospettive di crescita italiane». L’avvertimento, rivolto ai mercati da un report dell’agenzia di rating, arriva mentre anche Confindustria preannuncia una revisione al ribasso delle sue stime sulla crescita 2013: anche se «gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire»

Vota Antonio -4 IL NOSTRO DIARIO ELETTORALE

Polemiche su lettera Imu E Bersani: «No ai ticket»

Renzi e Bersani ieri a Palermo AP

Se per il Cav la casa degli italiani è «intassabile», per Pier Luigi Bersani la sanità pubblica è «intoccabile»: il leader Pd ieri ha detto che, tagliando le consulenze, «si possono abolire i ticket per le visite specialistiche». Ultimi fuochi di campagna elettorale, ma la propaganda arriva al punto di confondere gli elettori: le lettere del leader Pdl sul rimborso Imu hanno creato file e richieste di chiarimenti alle poste e alle agenzie delle entrate (le segreterie sindacali genovesi sono state costrette al seguente comunicato: «È un messaggio elettorale, non perdete tempo»). In più è stato presentato da Rivoluzione Civile un esposto alla procura di Roma. Il più duro a riguardo è stato, però, Mario Monti che dopo aver accusato Berlusconi di «comprare il voto degli italiani», ieri ha rincarato la dose: «Non pensavo che il Cavaliere si potesse spingere fino a questo punto». Il Prof ha pure parlato di Bersani: «È capace ma va sperimentato: la Merkel teme l’affermazione della sinistra». Affermazione piuttosto ardita visto che la cancelliera tedesca ha subito negato di aver fatto commenti sulle nostre elezioni. E lo stesso leader del Pd, a Palermo assieme a Matteo Renzi, ha ribadito: «Noi sappiamo dove sederci in Europa, altri no». Tra le altre voci di giornata, s’è sentita quella di Berlusconi che ha puntato il dito contro Grillo: «Chi vota per lui è senza testa». E, visto che spesso si sono sentiti tirati in ballo in questi mesi, i lavoratori di Equitalia si sono rivolti ai candidati: «Basta sciacallaggio contro di noi», hanno detto.


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ALTRI MONDI

IL GIP SULL’IMPRENDITORE

Proto resta in cella «Pericolo di fuga» Alessandro Proto (nella foto Ansa) resta in carcere. Lo ha deciso il gip del tribunale di Milano Stefania Donadeo. L’imprenditore è

IL LUOGO DELL’ATTACCO

stato arrestato martedì scorso per le accuse di manipolazione del mercato e ostacolo all’autorità di vigilanza, in relazione alle comunicazioni sui titoli Tod’s e Rcs. Respinta anche la richiesta dei domiciliari. Per il giudice sussiste il pericolo di fuga, in quanto Proto è residente in Svizzera.

PRONTO IL DOCUMENTO

Conclave anticipato Lo deciderà Ratzinger

Una spiaggia in uno dei resort di Malindi, località costiera in Kenya ANSA

Paura a Malindi Nuovo assalto agli italiani: feriti due turisti L’ennesimo agguato in Kenya: i sei banditi hanno sparato Allarme nella nostra comunità FILIPPO CONTICELLO

È successo un’altra volta e adesso in tanti riflettono: quell’angolo di paradiso africano sembra essere insicuro davvero per la corte di italiani che lo popolano. Colpa del nuovo episodio di violenza in Kenya contro un gruppo di nostri connazionali: in 10 sono stati aggrediti martedì notte con pistole e machete a Mayungu, non molto lontano dalla ricercatissima Malindi. Obbiettivo della banda un gruppo di 5 ville private abitate da turisti italiani: tutti i sei malviventi sono riusciti a dileguarsi di gran fretta dopo aver portato via denaro, macchine fotografiche, computer e gioielli. Dei due feriti un uomo è stato accoltellato alla mano e l’altro raggiunto da un

l’astronauta Parmitano goloso andrà nello spazio ma con le lasagne Almeno 20 esperimenti, passeggiate «spaziali» e buon cibo italiano da gustare: avrà da fare l’astronauta Luca Parmitano, che a fine maggio partirà con una Soyuz per la Stazione Spaziale Internazionale, dove lavorerà per 6 mesi. È stato il 36enne astronauta di Paternò (Ct) a parlare della missione «Volare», la prima di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana dopo due anni di addestramento. Ha pure assaggiato le lasagne che mangerà sulla Stazione Spaziale (nella foto Ansa)

A inizio febbraio il caso di una donna sfiorata da un proiettile durante una rapina proiettile: solo quest’ultimo è stato ricoverato in ospedale, ma non rischia la vita. Uno dei testimoni, Alessandro Aiani, ha raccontato convulsamente il terrore davanti al commando: «Assurdo: hanno aspettato che scendessimo dalla macchina e ci hanno aggrediti. Solo grazie all’intervento di una persona della security locale siamo riusciti a soccorrere un vicino abruzzese ferito alla pancia». Siamo nella stessa area in cui sorge il resort da favola di Flavio Briatore, quello dove Sil-

GDS

vio Berlusconi ha ricaricato per bene le pile prima di gettarsi mani e piedi nell’arena della campagna elettorale. E da quelle parti, i nostri connazionali, vip e non, sono di casa: se ne contano oltre 2.500 in pianta stabile e 70 mila l’anno vanno in vacanza a godersi mare e safari. Calo prenotazioni Gli agenti

pensano che potrebbe essere opera della stessa banda che la notte tra il 3 e 4 febbraio fece un’irruzione animalesca in un resort di Watamu Bay: in quella occasione Paola Boglio, una turista bresciana, era stata sfiorata alla testa da un proiettile esploso durante una colluttazione senza riportare lesioni a organi vitali. Così, sommando la paura dell’ultimo caso, è dovuta intervenire l’associazione degli imprenditori italiani che operano nel nord del Kenya: Guido Bertoni, direttore del Resort «Garoda» di Watamu, ha chiesto ufficialmente alle autorità locali di assicurare anche nella turbolenta Mayungu gli stessi standard di sicurezza presenti a Malindi e Watamu. La polizia teme, infatti, una escalation della violenza in una zona di recente costruzione e in cui non esiste ancora un vero presidio di polizia. Del resto, che la sicurezza nella regione intera inizi a scricchiolare si intravede dai freddi numeri: da gennaio ad agosto 2012 gli arrivi in Kenya di turisti da tutto il mondo sono diminuiti del 2,6% rispetto allo scorso anno. E il calo più vistoso a Mombasa, sulla costa, dove si tocca un allarmante -22,4%.

Per anticipare il Conclave il Papa potrebbe decidere di pubblicare un atto («motu proprio») nei prossimi giorni prima dell’inizio della sede vacante. L’annuncio arriva dal portavoce della sala stampa vaticana padre Lombardi. «A me risultava, ad esempio,— ha spiegato Lombardi — lo studio di qualche punto di dettaglio per la piena armonizzazione con un altro documento che riguarda il conclave, cioè l’Ordo Rituum Conclavis. In ogni caso, la questione dipende dalla valutazione del Papa e se vi sarà questo documento verrà reso noto nel modo opportuno». La norma attuale, infatti, stabilisce che la Cappella Sistina apra le sue porte agli elettori non prima di 15-20 giorni dopo l’avvio della sede vacante in seguito al decesso del pontefice. La situazione del tutto nuova, creata dalle dimissioni di Benedetto XVI (nella foto), però, potrebbe indurre a cambiare le procedure. Intanto, in America non si placano le polemiche sul cardinale Roger Mahoney, accusato di aver coperto negli anni Ottanta lo scandalo dei preti pedofili, e invitato da più parti a non partecipare al Conclave per una questione di decoro. Il religioso ha usato il suo blog per una riflessione sulle sue esperienze personali osservando che «una umiliazione dolorosa e pubblica è spiritualmente una opportunità di grazia».

CONDANNATO PER 6 OMICIDI

In libertà Andraous Il killer delle carceri Negli anni Settanta era "il boia", poi è diventato "il poeta". Adesso è tornato in libertà: Vincenzo Andraous, 58 anni,

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condannato all’ergastolo per sei omicidi, tra i quali quello di Francis Turatello nel carcere di Nuoro, ha ottenuto dal tribunale di Milano la libertà condizionale. Per i giudici è un uomo diverso: da molti anni si è impegnato in progetti di volontariato e contro le dipendenze giovanili.

A notizie

L’ORSO TRENTINO

Tascabili I maschi incitano e filmano

S M13, ucciso in Svizzera: pericoloso È stato abbattuto in Val Poschiavo, in Svizzera, l’orso trentino M13, considerato un sorvegliato speciale a causa delle scorribande effettuate nei mesi scorsi nella zona di confine tra l’Alto Adige, il Tirolo austriaco e il cantone Grigioni. Gli animalisti criticano l’uccisione dell’animale, le autorità svizzere difendono il provvedimento. «Era diventato troppo pericoloso», affermano

Bullismo a Grosseto: botte a coetanea nera Un branco di ragazze e al centro una loro coetanea con felpa grigia, capelli lunghi e pelle scura. La prendono a schiaffi e calci, le tirano i capelli e la maglia. Intorno, altri ragazzi maschi riprendono la scena con il telefonino e incitano. Si sente dire: «Zoccola». E poi: «La negra ce le busca». È l’episodio di bullismo avvenuto sulle Mura di Grosseto in una data imprecisata: due video simili sono stati postati domenica su YouTube e rimossi martedì. La polizia ha acquisito il tutto e sono partite le indagini. E sulla vicenda è intervenuto il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi definendola «di estrema gravità».

Lo sciopero generale in Grecia

Atene, 40 mila in piazza contro l’austerity Scontri con la polizia

Gli scontri tra polizia e manifestanti ad Atene AFP Disoccupati, pensionati, impiegati pubblici ma anche universitari sono scesi in piazza ieri ad Atene, per lo sciopero generale di 24 ore indetto dai maggiori sindacati contro la politica di austerità economica del governo (i nuovi aumenti delle tasse e i tagli alle spese). Non sono mancati scontri tra forze dell’ordine e i manifestanti che hanno lanciato bombe molotov e candelotti lacrimogeni. Secondo la polizia, alle due marce separate organizzate nella capitale hanno partecipato complessivamente circa 40 mila persone.

Fermati tre uomini vicino Mumbai

India, 3 sorelle stuprate e gettate in un pozzo

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A PISA DECOLLO SHOCK

Stop prima del volo Un aereo Ryanair perde carburante Paura ieri durante un volo Ryanair a Pisa: l’aereo ha perso carburante durante lo spostamento dal piazzale di rullaggio alla pista ed è stato fermato dagli addetti alla sicurezza prima del decollo. A bordo del velivolo, diretto a Bruxelles Charleroi, c’erano 100 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. L’incidente è avvenuto alle 12.30 e il volo è ripartito alle 14.35 dopo i controlli dei vigili del fuoco. Il 12 dicembre a Pisa c’era già stato un problema analogo su un aereo in fase di decollo e anche in quel caso furono gli addetti dell’aeroporto ad accorgersi del problema.

È di nuovo orrore in India dove tre sorelline di 6, 9 e 11 anni, sono state rapite, stuprate e uccise in un villaggio dello stato di Maharashtra. I corpi sono stati ritrovati nel pozzo di un villaggio del distretto di Bhandara, a 200 chilometri da Mumbai. Le bimbe erano sparite il 14 febbraio. Per ora tre uomini, sospettati del crimine, sono stati trattenuti dalla polizia, ma potrebbe essere coinvolta una quarta persona, come hanno spiegato gli investigatori: «La madre delle bambine sospetta anche di un suo conoscente». Una protesta è intanto scoppiata, ieri, nel villaggio contro l’ennesimo episodio di violenza.

Condannato a morte negli Usa

«Ha un ritardo mentale» Fermata l’esecuzione L’appuntamento col boia nella camera della morte di un penitenziario in Georgia (Usa) era stato fissato ieri alle 7. Al condannato era già stata data una dose di sedativo per prepararlo all’iniezione letale, ma mezz’ora prima dell’ora x, la Corte d’appello federale ha sospeso l’esecuzione della condanna: Warren Hill, 52 anni, secondo i medici che lo hanno visitato è afflitto da un ritardo mentale e, per ora, questo lo ha salvato. È la seconda volta che Hill sfugge al boia. L’uomo è stato giudicato colpevole di aver ucciso un suo compagno di cella nella prigione dove già stava scontando l’ergastolo per l’omicidio della sua ragazza.


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COLPITA DA UN INFARTO

La moglie di Ingrassia muore mentre scia Un dramma per Giampiero Ingrassia, figlio del comico Ciccio. La moglie Barbara Cosentino (nella foto Ansa,

insieme al marito), 48 anni, è morta a Roccaraso (Aq) dove era in vacanza con la figlia di 10 anni. La donna ha avuto un infarto mentre scendeva lungo la pista. Quando ha appreso la notizia, Ingrassia si trovava a Napoli per mettere in scena il musical «Frankenstein junior».

SPOTIFY BOOM

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Il legale motivato

L’artista creativo

Andrea Marconetti, informatico, Pronto a cambiare vita per il cibo

Tiziana Stefanelli, avvocato. Sicura della sua competenza

Maurizio Rosazza Prin, pittore e copywriter. Ama stupire

Estro o tecnica? Ora MasterChef sceglie il migliore Stasera la finale del talent, ormai fenomeno di costume. I tre giudici: «Meritatevi la fama» DANIELE VAIRA MILANO

«Il buono, l’estroso e la cattiva, o meglio Andrea, Maurizio e Tiziana». Può aiutare questo titolo per etichettare una sfida ai fornelli che attraversa tutti i generi: ha il fascino del western, i ritmi di un thriller e il pathos di una commedia. Stiamo parlando di MasterChef, che arriva stasera al gran finale. Tre concorrenti, tre caratteri, tre ingredienti che difficilmente potrebbero stare in uno stesso piatto. Il primo è un informatico sognatore, il secondo un artista determinato, la terza un avvocato con le idee chiare. Ma stasera solo uno sarà l’erede di Spyros, vincitore della prima edizione. Il trionfatore sarà il più abile a cucinare gli ingredienti dalla Mistery box. Agli altri due non resterà che sfidarsi in una prova a più

Post produzione decisiva: risultato del lavoro di montaggio su 1.840 ore di girato livelli: uno avrà la finale. L’attesa dei fan cresce, così come i numeri di un format che ormai tiene incollati oltre un milione e mezzo di spettatori a settimana su SkyUno. Ogni puntata è il frutto del lavoro di una macchina organizzativa oliata, visto che del materiale girato (1840 ore) solo 20 sono diventate la trasmissione. Una macchina oliata e ligia alla consegna del silenzio. Da agosto 2012 nulla è filtrato sul vincitore o sui vinti. E di sicuro non mancavano i testimoni visto che solo nella produzione hanno lavorato in 107. Chissà come i protagonisti sono riusciti a mantenere il se-

Ford rifarà Ian Solo in Guerre Stellari 7 Harrison Ford tornerà ad interpretare Han Solo, il mitico capitano presente nella trilogia di Guerre Stellari. Lo conferma il

greto, chissà che patti di riservatezza hanno firmato.

In 7 giorni 11 milioni di brani ascoltati Undici milioni di brani ascoltati in una settimana su Spotify. È questo un primo bilancio di uno principali servizi mondiali di musica on demand in streaming, sbarcato in Italia in coincidenza con il Festival di Sanremo. La canzone più richiesta dal catalogo musicale è «Scream & Shout» di will.i.am, mentre The Lumineers sono gli artisti più cercati. Max Gazzè (nella foto), infine, è il cantante italiano più ascoltato

«Con più impegno e meno Don Matteo» Torna su Raiuno Che dio ti aiuti. «La serie piace perché racconta che nella vita c’è sempre un’altra possibilità» gente. La detective con il velo, che nel 2012 radunò 7,8 milioni di spettatori, però, non ripeterà se stessa. «Dare un taglio poliziesco alla fiction appiattiva i temi sociali che affrontiamo e la varia umanità che circonda il mio convento e il convitto per studenti che gestisco. E così, assomiglierò un po’ meno a Don Matteo». Preti, suore, carabinieri: le "divise" fanno sempre share.

«Tutti cercano un genitore interiore o un grillo parlante. In realtà, certe battute di suor Angela mi sembravano inverosimili: poi ho conosciuto una giovane religiosa, ex avvocato, che ha dato sfumature al personaggio. Non risolveremo la crisi delle vocazioni ma Che Dio ci aiuti piace perché racconta che nella vita c’è una seconda possibilità».

«

Verso il futuro Le sfumature del-

la popolarità non sono, però così facili da prevedere. «Non riesco più a uscire di casa», confessa divertito lo chef pluristellato Bruno Barbieri, mentre il ristoratore Joe Bastianich ha ormai un «clone-Crozza», e ci scherza su: «Sapete che sono uno serio e mi arrabbio. Non tornerò più in Italia». Più diplomatico il fuoriclasse dei fornelli Carlo Cracco, che non sembra stupito dal clamore: «Fa parte delle conseguenze del successo». Ma MasterChef non si ferma e anche se l’epilogo deve ancora essere scritto, da martedì partiranno le selezioni per la nuova edizione. Mentre il format spopola, e dopo la Cina raggiunge l’India. La versione bollywoodiana sarà visibile dal 17 marzo su Babel (canale 141 di Sky). © RIPRODUZIONE RISERVATA

FABRIZIO SCLAVI MILANO

Ieri è stato il primo giorno della moda femminile inverno 2013 a Milano. Gucci ha presentato una donna forte, importante e sicura, come Barbarella, quella dei fumetti: stivali lunghissimi e aderenti come una seconda pelle, spalle larghe, giacche che sembrano armature abbinate a svolazzanti abiti, scollature vertiginose, colori decisi e scuri, diventano neri anche i manici di bamboo delle borse. Da Fay atmosfera elegante da caffè letterario

A sinistra Cara Delevingne, testimonial di Katie Grand loves Hogan. Sopra, un modello Gucci AFP

per un susseguirsi di abiti che reinterpretano con ironia lo charme dei college inglesi. Le gonnelline a pieghe delle collegiali diventano vertiginose minigonne. Una moda per giovani che sanno trasformare la tradizione in abbigliamento trendy. Donne dall’aria severa proposte da Alberta Ferretti, donne gotiche uscite in una notte di luna piena da un castello incantato: tuniche lunghe, leggerissime e ricamate; cappotti ed abiti con taglio quasi militare; velluti di seta e scarpe basse. Al party di Katie Grand loves Hogan energia ed allegria sprizzano da tutte le creazioni della direttrice inglese in collaborazione con la maison. Scarpe ed accessori stampati zebra e i tacchi delle scarpe tutti a forma di cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se rifarò Lucia dei "Cesaroni"? Non lo so ancora, i ruoli-etichetta non mi piacciono ELENA SOFIA RICCI ATTRICE

FRANCESCO RIZZO

Parla di sé mentre aiuta la figlia Maria a sconfiggere la matematica. Il segreto delle donne: saper interpretare più ruoli. Un po’ come chi recita. Ma ciò che conta, spiega Elena Sofia Ricci, è non farsi imprigionare: «Ho fatto il primo film nel 1980 — dice l’attrice toscana — e da allora dribblo le difficoltà cambiando sempre: fede, personaggi, ambienti». E infatti, stasera torna su Rai 1 per la seconda stagione di Che Dio ci aiuti, le avventure di suor Angela, ex-rapinatrice con la vocazione per Dio e la

S La regina della fiction Elena Sofia Ricci, 49 anni: l’attrice fiorentina è famosa per il ruolo di Lucia nella fiction «I Cesaroni»

LE SFILATE A MILANO PER L’INVERNO 2013 SI RIVEDONO GLI STIVALI LUNGHI E LE GONNE COLLEGIALI

La donna di Gucci è grintosa E da Hogan è tutta zebrata

«Daily Mail» che parla del possibile ritorno di Ford (70 anni) per il settimo film della saga «Star Wars». La Disney, che ha comprato i diritti da George Lucas, sarebbe infatti in contatto con l’attore e secondo il quotidiano inglese la firma sarebbe molto vicina.

A La Ricci fa la suora

Tre cuochi per un premio

Il sognatore buono

HARRISON VERSO LA FIRMA

Lei a chi darebbe una seconda possibilità?

«A chi snobba le fiction rimpiangendo il grande cinema. L’era dell’oro è finita, ora interpreto la nutrice in Romeo e Giulietta per Mediaset, in inglese, e faremo tutto in 7 settimane: meno soldi, meno tempo, meno sfumature, ma poi nascono perle come Volare, con Fiorello. Chi fa l’attore deve lavorare la terra e oggi la terra è il pubblico della tv». Rifarà Lucia ne «I Cesaroni»?

«Non lo so. Ho passato la carriera a fuggire dai ruoli-etichetta. Io stessa, non so chi sono». © RIPRODUZIONE RISERVATA

È PALESTINESE

Notte degli Oscar Fermato all’arrivo il regista Burnat

Rihanna, un regalo ai fan Sexy per il compleanno Ieri Rihanna ha compiuto 25 anni, ma il regalo, più che riceverlo, ha preferito farlo ai suoi fan. La cantante delle isole Barbados ha, infatti, condiviso su Instagram una foto in cui appare in versione decisamente sexy

Il regista palestinese Emad Burnat, che ha codiretto il documentario «5 Broken Cameras», sulla vita di alcuni contadini palestinesi, e candidato all’Oscar, è stato fermato dalla polizia all’aeroporto di Los Angeles mentre stava passando i controlli di immigrazione per entrare negli Usa. A riferire la notizia è stato via Twitter il regista americano Michael Moore. L’uomo e i familiari che lo accompagnavano per partecipare alla cerimonia degli Oscar, domenica, sono stati rilasciati dopo un’ora e potranno rimanere in città per una settimana.


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ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

23/10 - 22/11

21/4 - 20/5

21/5 - 21/6

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

LE PAGELLE

Ariete 6-

Scorpione 8

Toro 7+

Gemelli 6,5

Cancro 8-

Leone 6

DI ANTONIO CAPITANI

Latita la concentrazione. È contumace la diplomazia. E la giornata appare un po’ una ciofeca. Anche suinamente parlando.

IL MIGLIORE Giornata di risposte positive, viaggi utili, incontri proficui (ma niente irascibilità!). E la fornicazione è il miglior anti invecchiamento. Uau.

Fiuto, grinta e charme vi fanno vincere nel lavoro, settore ravvivato pure da incontri e colloqui proficui. Sudombelico spigliaterrimo.

Potete spendere, trattare, investire proficuamente. Con il lavoro che rimedia e compensa. L’amore invece no. E non è manco tanto suino.

La Luna rende il vostro intuito efficacissimo: ascoltatelo. Tutto si mette al meglio, comunque, tutto è in ascesa, sudombelico compreso.

La compagnia altrui? Due palle. Come quelle dei carcerati, al piede. Accettate solo aiuti utili e state su: la fortuna (anche fornicatoria) c’è.

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Sagittario 6-

Capricorno 6

Acquario 6

Pesci 7,5

Non fate gli sfigati né i criticoni. E non agitatevi: le difficoltà si possono risolvere. Sudombelico e cuore son comunque desolatini.

I rapporti con gli altri stressano. Don’t azzann anybody! E curate certi dettagli, più importanti di quanto sembri. Fornicazione turbata.

C’è qualche giramento di zebedei, forse, per questioni sia di vita domestica sia di lavoro, ostiche ma risolvibili. Rotture economiche e suine.

Intuito, esperienza e faccia di glutei vi portano al successo nel lavoro. Sblocchi anelati arrivano, cuore e sudombelico si sollevano mucho.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

Vergine 7+

Bilancia 5,5

L’approccio alla giornata è positivo. Anche perché amici e staff v’aiutano. Siete fascinosi, muy suini e fortunati quasi a tutto tondo.

Il clima astrale porta obblighi, ansia, impicci e lievi folate di sfiga. Parlate poco, non perdete tempo, non incupitevi (manco fornicando).

AURELIO ANDREAZZOLI

L’allenatore della Roma è nato a Massa, il 5 novembre 1953. Guida la panchina giallorossa dal due febbraio di quest’anno

Lo Sport in tv: in chiaro, sul satellite e sul digitale terrestre 19.00 LIONE - TOTTENHAM

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19.00 LAZIO - BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH Europa League Sky Sport 3, Sky Calcio 3, MP Calcio 3, Italia 1

10.30 MONDIALI

BASKET 20.05 MACCABI TEL AVIV MONTEPASCHI SIENA

1.00

15 11

AOSTA

-2

6

1

14

BOLOGNA

-1

5

4

13

-2

8

min max

CIELO

VENTI

CAGLIARI

Sole

Deboli

CAMPOBASSO

Nuvolo

Moderati

CATANIA

0

13

FIRENZE

2

8

Rovesci

Forti

GENOVA

10

12

Coperto

Molto forti

L'AQUILA

-3

7

MILANO

1

8

NAPOLI

2

13

PALERMO

5

14

PERUGIA

-3

12

POTENZA

-3

7

REGGIO CALABRIA

6

14

ROMA

0

12

TORINO

-2

6

Agitati

Nebbia

Il sole oggi MILANO

ROMA

-4

TRENTO

Tramonta

Sorge

Tramonta

TRIESTE

7:18

17:56

6:59

17:48

3

10

VENEZIA

3

8

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Franco Arturi farturi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Ruggiero Palombo rpalombo@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it

PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTI Roland Berger Giuseppe Rotelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Andrea Bonomi C., Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni, Paolo Merloni, Carlo Pesenti, Giuseppe Vita DIRETTORE GENERALE Riccardo Stilli

Testata di proprietà de "La Gazzetta dello Sport s.r.l." - A. Bonacossa © 2013

DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri

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9.30

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Da Pacific Palisades, Stati Uniti

SKY SPORT 3 9.00

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12.00 CALCIO: MILAN BARCELLONA Champions League

14.00 CALCIO: GALATASARAY SCHALKE 04

BASKET: DUKE NORTH CAROLINA

Champions League

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Molte nubi al Nord con piogge e soprattutto con nevicate fino in pianura. Fenomeni più deboli o assenti su Sudest Piemonte e sulla Liguria. Nubi e qualche pioggia anche sulla Toscana e al Sud, meglio sul resto del Centro e sulla Sardegna.

Trento 0

2 1

Torino 2

3

4

Trieste

Milano

1

Venezia

3

1

1

IL BLOG

GALLINARI SCRIVE «CON LE TRADE NON SI SA MAI...»

I BABY DEL PSG E C’È ANCHE... UN ANTOINE CONTE

Danilo Gallinari, nel suo Gallo Corner ci descrive l’atmosfera degli spoglia toi in questi ultimi giorni di «mercato». «La deadli ne per le trade è vicina e io so cosa si prova. Poco più di 2 anni fa ero a New York e ogni giorno ero in una squadra diversa... Quest’anno non dovrebbe succedere niente, ma...»

Negli ultimi mesi Carlo Ancelotti ha lavorato con attenzione anche sulle giovanili, integrando agli allenamenti e a volte anche in prima squadra qualche giovane di talento. Rabiot è il primo della lista, ma c’è anche un Antoine Conte... Leggete gli altri nomi nel blog «Sotto la Tour Eiffel»

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Maltempo al Centro, specie aree tirreniche, sulla Campania e sulla Sardegna con rovesci diffusi e nevicate a bassa quota sul Nord Appennino. Nubi e qualche debole nevicata al Nord fino in pianura, più asciutto sul resto del Sud.

Maltempo al Centro e localmente su Emilia Romagna con piogge, temporali diffusi e nevicate fino a bassa quota sul Nord Appennino, a 600/1000 m su quello centrale. Maltempo anche in Campania e Sardegna, meglio sul resto del Paese.

2

3

Bologna Genova 6

1

4

Ancona

7

Perugia

Firenze 6

1

8

4 10

7

L’Aquila 3 8

ROMA 1

Campobasso

12

Bari

3 9

Napoli 3

3

Potenza

13

1

Cagliari

11

7

Catanzaro

10 14

8

Palermo

11

Reggio Calabria 11 16

9 16

11

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Sorge

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La tiratura di mercoledì 20 febbraio è stata di 325.980 copie

Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto

10 feb.

18 feb.

25 feb.

4 mar.

COLLATERALI *con Le Grandi Battaglie N. 1 e 11,19 - con Passione Rally N. 2 e 5,19 - con libro Ronaldo il Fenomeno e 14,19 - con The Coldplay Collection N. 5 e 11,19 - con Carosello N. 7 e 6,19 - Wrestling Heroes N. 8 e 12,19 con i mitici Bud Spencer & Terence Hill N. 9 e 11,19 con Michel Vaillant N. 12 e 4,19 - con Leggende del Motociclismo N. 14 e 12,19 - con Cavalieri dello Zodiaco N. 17 e 11,19 - con I Love Travel N. 22 e 5,19 - con La Cucina Italiana N. 25 e 11,19 - con Orologi Forze Armate N. 27 e 16,19 - con l’Uomo Tigre N. 26 e 11,19 - con Calciatori Panini La Raccolta Completa N. 42 e 6,19 con Aerei da Combattimento N. 45 e 14,19 - con Le Stelle della NBA N. 36 e 6,19 - con Ferrari Racing N. 46 e 14,19 - con Max e 3,50 - con SportWeek e 2,70 PROMOZIONI ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure ad A.S.E. Agenzia Servizi Editoriali - Tel. 02.99049970 - c/c p. n. 36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.

PREZZI ALL’ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 10,20; Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro e 2,00; Croazia Hrk 15; Danimarca Kr. 20; Egitto e 2,00; Finlandia e 2,70; Francia e 2,00; Germania e 2,00; Grecia e 2,00; Irlanda e 2,00; Lux e 2,00; Malta e 1,85; Marocco g 2,20; Monaco P. e 2,00; Norvegia Kr. 22; Olanda e 2,00; Polonia Pln. 9,10; Portogallo/Isole e 2,00; Romania e 2,00; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,00; Spagna/Isole e 2,00; Svezia Sek 28; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Tunisia TD 3,50; Turchia e 2,00; Ungheria Huf. 600; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2013


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