GDS 21-03-2013

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www.gazzetta.it giovedì 21 marzo 2013 1,20 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 TEL. 0262821 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

ITALIA

anno 117 ­ Numero n Anno 68

JUVE CHIELLINI ALLE PRESE CON PROBLEMI ALLE CAVIGLIE

MILAN DEL RINNOVO SE NE PARLERA’ A FINE STAGIONE

Marotta: «Conte rimane al 100 %»

Galliani: «Allegri saldo in panchina»

L’ad bianconero: «Per Antonio in futuro ruolo da manager come ha Ferguson nello United»

Boateng: «A Busto insultato come un animale» Intervista a Santon: «Torno solo da rossonero»

3 Antonio Conte, 43 anni SPORTIMAGE

OLIVERO A PAGINA 12

BIANCHI, PASOTTO, GALDI PAG. 8­9­10

3 Massimiliano Allegri, 45 anni

LA SUPER SFIDA STASERA A GINEVRA ORE 20.30

IL PIANO TANTI NAZIONALI

L’Inter prepara il tour de force Avrà 7 partite in 29 giorni

BALO NEYMAR

Il recupero con la Samp si giocherà il 3 di aprile

CHI E’ PIU’ FORTE

3 Un abbraccio fra Zanetti e Guarin TAIDELLI A PAGINA 14

IL CASO SUL PREMIO FIFA

Da Pandev una conferma alle accuse di Mourinho

Possono decidere Brasile­Italia: Balotelli è in un momento d’oro, l’asso del Santos vuole l’Europa. Non li battiamo da quasi 31 anni BOCCI, GARLANDO, GRAZIANO, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 6

LICARI A PAGINA 15

VOLO AGITATO

SERIE B CASTORI RISCHIA

Fulmine colpisce ilCommento 1 IlCommento 2 CHE RICORDO AMICHEVOLE? l’aereo azzurro IL K.O. DELL’82 NON LO E’ MAI Quanta paura! CECCHINI A PAGINA 5

di PAULO ROBERTO FALCAO

Bel Novara: 2­0 Scatto da playoff Disastro Varese

di BEPPE BERGOMI

BINDA A PAGINA 20

F.1 LE NOVITÀ DELLA F138 PER LA MALESIA

TENNIS A NEW YORK VINCONO I GIOCATORI

Alonso fa 200 GP La Ferrari svolta

Us Open da pazzi Premi a 50 milioni

ALLIEVI, PERNA, PIOLA ALLE PAGINE 22­23

MARTUCCI A PAGINA 31 3 Roger Federer, 31 anni, numero 2 al mondo REUTERS

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3 Fernando Alonso, 31 anni, secondo in Australia EPA

IN EDICOLA E IN E­BOOK

IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI

I MITI DELLA F.1 DA OGGI ALONSO A € 4,99 più il prezzo del quotidiano

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Lindsey Vonn è già stufa di Tiger Woods. Ieri gli ha messo la sciolina sulle scale.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

PRIMO PIANO SUPERSFIDA A GINEVRA

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

il punto di LUIGI GARLANDO

Non battiamo il Brasile dall’82, non gli facciamo un gol dal ’97. Roba del secolo scorso. Ragazzi, è ora di rinfrescare la storia. Mettiamoci anche questo orgoglio statistico in una partita che è ridicolo definire amichevole, anche se la sede svizzera evoca una paciosa neutralità. Quando una nazionale che ha vinto 5 titoli mondiali (loro) ne affronta una che ne ha vinti 4 (noi) è sempre una sfida a chi abbassa gli occhi per ultimo. Dopo la deludente amichevole con l’Olanda, Prandelli era furibondo per un dato: gli azzurri avevano corso 4,5 km in meno rispetto alla media della sua gestione. Avevano dato poco in confronto agli scatenati ragazzini di Van Gaal. Stavolta non accadrà. La maglia del Brasile garantisce

Provino Mondiale con orgoglio Non li battiamo da quasi 31 anni motivazioni feroci. A scanso di equivoci, il c.t. ieri ha spedito messaggi chiari. Lui che dà quasi sempre la formazione, stavolta no: «Per non dare vantaggi a Scolari». Chiaro? Partita vera. Ha ragione, perché questo Brasile-Italia può darci moltissimo. Per ammissione di Lippi, la sua Italia cominciò a vincere il Mondiale battendo Olanda e Germania in amichevoli che gonfiarono autostima e consapevolezze. Il 2-1 di Bari (agosto 2011) sulla Spagna mondiale aiutò gli azzurri di Prandelli a chiudere in carrozza, con accresciuta personalità, le qualificazioni a Euro ’12. I due incroci col Brasile (stasera a Ginevra e il 22 giugno a Salvador in Confederations Cup) ci diranno a che distanza stiamo da una nazionale attual-

mente mimetizzata al 18˚ posto del Ranking Fifa, in realtà favorita d’obbligo per il Mondiale; ma soprattutto possono pompare la nostra personalità, farci belli agli occhi della concorrenza e determinare la nostra postura nell’avvicinamento a Brasile ’14. Quattro anni fa il severo 3-0 che ci rifilò in Confederations il Brasile di Kakà e Robinho spiegò che tanti eroi di Berlino erano ormai arrivati e che l’impermeabilità al nuovo (9 "mondiali" su 11 contro la Seleçao) ci aveva retrocesso a distanze siderali dai migliori. Perfino Felipe Melo ci sembrò un fenomeno. Un anno più tardi il disastro sudafricano avrebbe certificato l’implosione azzurra per esubero di riconoscenza. Ora

può accadere il contrario. Fare un figurone col Brasile, a partire da stasera, ci riempirebbe di ottimi presentimenti per il Mondiale che verrà. Ieri lo spiegava anche Pirlo: «Abbiamo ampi margini di miglioramento». A differenza di quattro anni fa, abbiamo tante cose nuove: gioco, spirito, facce. Contro il Brasile facciamo esordire i 20 anni di De Sciglio, scateniamo la forza giovane di Balotelli, a partita in corso allargheremo il campo con la corsa fresca di Cerci ed El Shaarawy. Se funzioneranno un po’ di queste cose ci predisporremo al futuro meglio di quanto ci abbiano indotto le ultime uscite azzurre. Perché sarà una partita vera an-

che per il Brasile. Felipe Scolari, lo Sceriffo del quinto titolo mondiale, sconfitto dall’Inghilterra al secondo debutto, sa bene quante polemiche costerebbe un bis. Neymar, nel continente di lavoro di Messi, vuole alzare la cresta. Nessun brasiliano, a un anno dal mondiale in casa, può permettersi figuracce. Per conoscenza diretta di campionato (Hernanes) o di coppe (Hulk, Oscar, Dani Alves) sappiamo quanto talento puro ci sia nella Seleçao, ma fa bene Prandelli ad allenare la mentalità propositiva della squadra e a meditare l’aggressione con la sorpresa Giaccherini, abile a imbucarsi al centro della difesa, dove lo svagato David Luiz (orfano dell’affidabilità di Thiago Silva) può concedere tanto. Giochiamocela con l’arroganza di Balotelli che guarderà il Brasile senza tremare, col solito piglio da Farinata, «com’avesse l’inferno a gran dispitto». Scusate la citazione, ma stasera lo marca Dante.

BRASILE

Testa

Missione Neymar Sbarcare in Europa è un’idea fissa

Il campione è un idolo del Brasile, ma il futuro potrebbe essere nel Vecchio Continente DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI GINEVRA

IL C.T. DELLA SELEÇAO

Scolari: «Se Mario fosse brasiliano...» DAL NOSTRO INVIATO

GINEVRA

I LOOK DI NEYMAR Dall’alto: con gel stile «Padrino», cresta rossa, cresta ammosciata, cresta dritta

È caduto talmente in basso che non se n’era accorto, o forse fa finta di non saperlo, anche per cavalleria nei confronti dei c.t. precedenti. «Davvero siamo al 18˚ posto del ranking Fifa?». Felipao Scolari sgrana gli occhi, ma c’è poco da sorprendersi: negli ultimi tempi il Brasile non ne ha imbroccata una e la ricostruzione dopo il trauma del 2010 procede lenta. «L'Italia si è ringiovanita e ha aperto un nuovo ciclo molto prima di noi. È più avanti, ma questo è un buon test per capire a che punto siamo». Serve ai nuovi, anche se parecchi sono assenti per infortunio, e serve ai vecchi, che vengono presentati a turno, fino a capire chi sarà il senatore più adatto in chiave Mondiale 2014: dopo Ronaldinho, bocciato contro l’Inghilterra, è la volta di Kakà, che contro l'Italia partirà dalla panchina. Confermato Julio Cesar, in panchina anche Thiago Silva, che per una volta viene rimosso per scarsa forma. «Ora non può giocare 90’».

Hernanes ok Per Kakà più spazio contro la Russia, mentre oggi il c.t. verdeoro ha deciso di dare una possibilità al laziale Hernanes. Scolari — che ha perso anche Dedè, vittima di un’infezione virale — ha provato molte soluzioni, compresa la difesa a tre, ma alla fine pare avere optato per un 4-3-3 che molti brasiliani considerano un 4-2-4. Arrivano i complimenti a Balotelli di Scolari («Se fosse brasiliano lo proverei e probabilmente lo farei giocare») e quelli che Julio Cesar invia a Totti: «Mi ha sempre rotto le scatole quando giocavamo contro: è un fenomeno e se continua così Prandelli fa bene a pensare di portarlo al Mondiale. Balotelli è un rigorista nato, ma tanto contro di me non segna». Autografi a palate e una sorpresa: l’ex c.t. campione del mondo Parreira, ora nello staff tecnico, che aggiusta i cinesini con pazienza certosina. Non erano allineati bene, e a volte il calcio è questione di centimetri. La risalita del Brasile deve partire dai particolari, evidentemente. al.bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Con le copertine di «Time» fanno pari (uno a uno). Con le creste, se la giocavano: quella di Neymar era più moquettata e soprattutto bicolore, una caratteristica che Mario Balotelli ha abbandonato da mesi e il brasiliano gli è andato dietro da poco. Fra risse e scatti di rabbia vince Mario, anche se Neymar una volta ha fatto licenziare un allenatore allergico ai suoi vezzi da baby-star. Alla voce critiche, poi, sono messi bene tutti e due: non passa giorno senza che Mario venga nominato da qualcuno, amici nemici o semplici conoscenti, e per Neymar può parlare l’esortazione di Pelè: «Pensi di più al pallone e di meno ai capelli». Oggi sono qui, uno contro l’altro. Neymar contro Balotelli potrebbe essere la sfida dei prossimi Palloni d’oro, sempre che nel frattempo non lo lascino in usucapione a Messi fino ai 99 anni. Duello spagnolo Balotelli è sta-

to scartato dal Barcellona, Neymar potrebbe firmare con i blaugrana la prossima estate, ma è una voce che ritorna ogni volta che la nazionale brasiliana mette piede in Europa per qualche amichevole. La cosa certa è che a 15 anni si è fatto un giro in forma di stage con il Real Madrid. «Era tutto veramente bello, ma mi mancava la mia famiglia. In quel momento giocare in Europa non era quello che volevo». Ades-

so, chissà. Imperversa il dibattito: possibile paragonare Neymar a Messi adesso, o meglio aspettare un’esperienza in Europa? Ed è indispensabile che la faccia, questa esperienza, oppure no? Pelè dice che dovrebbe andare (e magari tagliarsi i capelli), Ronaldo, il grande dell’era contemporanea, lo esorta: «Se un brasiliano non si misura con i campionati europei, gli mancherà sempre qualcosa». Julio Cesar, uno dei senatori della costruenda nazionale di Scolari, fa l’agnostico: «E' quello che dicono tanti fra stampa e televisione in Brasile. Se e quando verrà in Europa giudicheremo il suo valore rispetto a quello di Messi. Io per il momento posso testimoniare che Neymar ha un talento strabiliante, e che cresce di partita in partita».

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Se non si misura con i campionati europei, gli mancherà sempre qualcosa

RONALDO SU NEYMAR Ex attaccante di Inter e Milan

Un prodigio della pubblicità Neymar è un ragazzo normale, dice Julio, che d’altra parte accredita anche Balotelli di un buonista «è un ragazzo d’oro». Si era crestato dal 2010, da quando con il compagno di squadra del Santos Andrè decise di abbandonare il look da capellone e farsi mohicano. E’ uno che oltre a guadagnare fiumi di soldi con gli spot produce sogni che diventano realtà: una volta, due anni fa, dopo un Brasile-Argentina lanciò dei palloni autografati in tribuna. Uno capitò fra le mani di Marcelo, muratore con sfratto esecutivo. Marcelo vendette il pallone e con il ricavato si comprò un monolocale. Il medico Neymar è un norma-

le bambino prodigio, che avrebbe voluto fare il medico o in alternativa diventare come Robinho, e adesso è pure più bravo. Un normale personaggio dell’era di twitter che monopolizza gli spot tv nella fascia nobile e si porta addosso la pressione di un Paese che ha disperatamente bisogno di un nuovo fuoriclasse globale, ma intanto continua a convocare i vecchi, perché non si sa mai. Figlio di ex calciatore, con famiglia che ha cambiato status grazie ai guadagni del ragazzo (adesso il papà è il suo agente e anche questa è una storia abbastanza comune), Neymar ha già un figlio, una fidanzata attrice e ogni tanto prende pure il jet privato. Vi ricorda qualcuno, per caso? © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL CT UNA NOVITA’ ALLA VIGILIA DI QUESTA AMICHEVOLE MOLTO SENTITA

Prandelli non dà la formazione «Per non concedere vantaggi» «Vogliamo mettere in difficoltà il Brasile con un gioco particolare» DAL NOSTRO INVIATO

SEBASTIANO VERNAZZA GINEVRA (Svizzera)

Niente vantaggi, c’è il Brasile. Cesare Prandelli non comunica la formazione: «Non agevolo i nostri avversari». Amichevole per modo di dire, il Brasile è il Brasile: «Siamo stati criticati per il modo di affrontare le amichevoli, ma in questi anni per preparare le competizioni vere abbiamo incontrato le prime set-

so: «Vogliamo mettere in difficoltà il Brasile con situazioni particolari. Cercheremo di imporre il nostro gioco a una grande squadra. Loro sono favoriti». Stephan El Shaarawy partirà dalla panchina e forse per addolcirgli la pillola dell’esclusione Prandelli si lancia in un impegnativo accostamento: «El Shaarawy è il giocatore italiano che più mi ricorda Neymar. Due giocatori tecnici, di grande corsa». In attacco Osvaldo titolare a fianco di Balotelli. «Abbiamo chiesto informazioni (alla Roma, ndr) e ci è stato risposto che Osvaldo in allenamento e in partita ha avuto comportamenti ineccepibili. L’ho trova-

te-otto della classifica Fifa...». Faraone alla Neymar Anche se Prandelli cripta la formazione, molto si è capito. Si partirà col 4-3-1-2 e con Giaccherini trequartista al posto di Montolivo. Il c.t. spiega perché: «Questione di differenze a palla riconquistata: certi giocatori (Montolivo, ndr) si posizionano per il fraseggio, altri (Giaccherini, ndr) attaccano la profondità». L’obiettivo è ambizio-

to bene». Un accenno a Totti: «Alle mie parole ha risposto con sincerità. Va avanti giorno per giorno, tra un anno potrebbe aver smesso». I giornalisti brasiliani hanno chiesto un confronto tra Balotelli e Adriano, che Prandelli ha allenato al Parma: «Adriano è uno dei giocatori più forti che abbia avuto, però Mario ha più orgoglio, voglia di dimostrare di essere uno dei più forti al mondo». C’era una volta l’Italia del catenaccio. Difesa e contropiede, la nostra etichetta nel mondo. Prandelli lotta per abbattere quel che resta dello stereotipo: «Noi percorriamo la strada del rinnovamento. In passato la differenza la faceva il valore dei giocatori. Oggi contano organizzazione, intensità e capacità di interpretazione della partita. E dobbiamo essere coraggiosi, proporre nuovi giocatori anche se l’avversario è il Brasile. Sì, mi riferisco a De Sciglio».

Ricordi Il gol annullato a Turo-

ne in Juve-Roma del 1981 è tornato alla ribalta. Proprio Prandelli teneva in gioco il romanista: «Non so se fosse regolare o meno. Lì per lì noi giocatori non capimmo nulla, nessuno fece considerazioni. Fu bella la frase di Viola (allora presidente della Roma, ndr) sui centimetri, è rimasta nella storia del calcio». Ricordi sugli Italia-Brasile di Prandelli. Quello del 1970: «Ero ragazzino. Il fascino della partita di notte (per via del fuso, ndr)». Quello del 1982: «Ero in viaggio di nozze e aspettavo Cabrini, che non arrivava mai perché la Nazionale continuava a vincere». Quello del 1994: «Il dolore dei rigori, ma la certezza che col lavoro di Sacchi puoi arrivare ovunque». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ITALIA

a testa Missione Balotelli Gol alla Seleçao come Del Piero...

Di Ale nel ’97 le ultime reti azzurre ai verdeoro SuperMario deve cancellare i flop del 2009 DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI GINEVRA (Svi)

Sono rimaste solo tre persone nel verde umido del campo principale di Coverciano, mentre il cielo nero minaccia pioggia. Cesare Prandelli è un passo fuori dall’area di rigore, Mario Balotelli si prepara alla rincorsa dal dischetto, Salvatore Sirigu tra i pali ha l’aria della vittima sacrificale. I primi due rigori sono calciati e realizzati senza pietà, quasi con un

pizzico di noia. Poi, per la terza esecuzione, il centravanti della Nazionale fa una finta e quindi decide di puntare su un cucchiaio maligno. La palla s’impenna lentamente, Sirigu cade a terra, si rialza, riesce anche a toccare la sfera ma solo quando è troppo tardi, finendo per cadere dentro la porta insieme al pallone. Fine. Mario prende la strada degli spogliatoi ridendo, e con la mano si accarezza la cresta. Lui paura di Neymar? Non scherziamo. Il duello fra capelli puntati al cielo è già comin-

COSÌ IN CAMPO GINEVRA, ORE 20.30

ciato. E l’azzurro ha l’aria di chi non teme nessuno. Lui & Del Piero Meglio così, perché l’Italia stavolta ha bisogno di gol. I numeri, infatti, raccontano come non riusciamo a segnare una rete al Brasile da quasi 16 anni, cioè da quella pirotecnica amichevole giocata a Lione l’8 giugno 1997 e finita 3-3, in cui alle marcature di Aldair, Ronaldo e Romario risposero Lombardo e soprattutto Del Piero, autore di una doppietta. Roba del secolo scorso, verreb-

be da dire. Non a caso, tra gli azzurri di quella Nazionale allenata da Cesare Maldini, solo l’ex stella della Juventus è ancora in attività. Ecco, dopo Del Piero, nei confronti del Brasile l’attacco dell’Italia ha fatto solo flop, visto che le due sfide successive sono state perse per 2-0 e 3-0 (entrambe nel 2009). Difficile immaginare due interpretazioni del ruolo di calciatore - dentro e fuori dal campo più differenti tra Del Piero e Balotelli, e la storiaccia delle intercettazioni che fa capolino sta lì a di-

mostrarlo. Eppure stasera ci sarebbe bisogno di un Mario in versione conversatore non con i vip bensì con gli uccellini, come da celebre pubblicità. Perciò composto e chirurgico in campo, poi magari - dopo il gol - pronto a dare libero sfogo all’esultanza e alla fantasia. Niente linguaccia alla Ale, ma magari pettorali esposti al vento gelido di Ginevra in stile incredibile Hulk, come nella notte dell’ultimo giugno in cui abbiamo fatto piangere la Germania. Tutto bello, tutto corroborante in vista della Confederations Cup e, soprattutto, del Mondiale che incombono. Impressioni? Vedendolo questi giorni in allenamento, Neymar e la sua cresta da 21enne baciato dal talento fanno meno paura. La risposta ce l’abbiamo in casa. È un ragazzo poco più grande (22 anni) che ha l’aria cupa e poca voglia di avvicinarsi alla gente comune. Gli autografi Anche ieri a fine alle-

namento c’erano dei bambini a caccia di foto e autografi degli azzurri nei posti deputati al loro passaggio. Un rito facile e riuscito. Con una eccezione: Mario che ha dribblato tutti, tagliando il campo e andando direttamente in sala da pranzo parlando fitto al cellulare. Come sempre. Un bimbo napoletano, vedendolo allontanarsi, ha guardato triste il padre, che per consolarlo gli ha risposto così: «Stai tranquillo, anche senza la sua firma stasera mangiamo lo stesso». Proprio vero, ma la pancia della fantasia è rimasta più vuota. Perciò meglio correre ai ripari. D’altronde, nella notte delle creste, Balotelli sa come farsi perdonare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I LOOK DI BALOTELLI Dall’alto: cresta bionda, cresta nera con ghirigori, accenno di cresta rossa, mosaico per lo scudetto


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

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PRIMO PIANO STASERA BRASILE-ITALIA

Terrore ad alta quota CHE COSA E’ SUCCESSO A POCHI MINUTI DALL’ATTERRAGGIO

NELLA RIFINITURA

Fra i titolari a sorpresa Giaccherini

GDS

Prandelli & Marchisio Se il co-

renità («Sì, era un fulmine — conferma — ma la situazione è stata sempre sotto controllo»), una hostess racconta con un sorriso: «In ventiquattro anni di servizio è la seconda volta che mi succede». Messi i piedi a terra, il commissario tecnico Prandelli prova a scherzare: «Era un petardo». Più tardi, però, durante la conferenza riservata ai giornalisti svizzeri e brasiliani rivela: «Mi era già capitato in passato un’esperienza del genere, ma di certo non è stata piacevole. Sfido chiunque a dire: "Io non ho avuto paura"». Non lo fa di certo Claudio Marchisio, che appena arrivato in hotel twitta convinto: «Abbiamo preso un bello spavento in aereo». Alcuni compagni di squadra, in privato, sono assai più coloriti, mentre tutti ricevono telefonate preoccupate dalle famiglie. I titoli di coda li lasciamo all’anonimo che conclude: «Il ritorno di venerdì sarebbe meglio farlo in treno».

mandante Andolfato sparge se-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un fulmine sull’aereo Azzurri, quanta paura! Botto sul lato sinistro della carlinga nel volo per la Svizzera Marchisio: «Che spavento». Ma Prandelli: «Solo un petardo» DAL NOSTRO INVIATO

MASSIMO CECCHINI GINEVRA (Svi)

Il volo AZ 8080 diretto da Firenze a Ginevra ha da poco superato le Alpi, lasciandosi sulla sinistra il Monte Bianco quasi sommerso dalle nuvole. La partenza è avvenuta alle 17.28, in lieve ritardo rispetto al previsto, ma i cinquanta minuti di volo non sembrano preoccupare nessuno. Avvicinan-

dosi alla Svizzera, però, il cielo si fa nero. Roberto Andolfato — comandante del charter che sta portando azzurri, dirigenti federali e giornalisti in Svizzera per l’amichevole in programma oggi a Ginevra contro il Brasile — annuncia al microfono che spira un vento contrario che soffia «a circa 150 chilometri orari». Si balla un po’, come sempre in queste condizioni, ma dopo qualche minuto viene annunciata la discesa verso Gi-

nevra, da compiere comunque attraversando un groviglio di nubi gonfie d’acqua. A quel punto si sente: uno schianto, un botto, un colpo metallico sul lato sinistro della carlinga, piuttosto vicino alla coda, mentre una luce improvvisa invade gli oblò. È un fulmine. Un brivido forte percorre subito tutti i passeggeri, immediatamente rassicurati però dal personale di bordo. Infatti non avviene nessuna scena di panico, ma

gli azzurri si affollano sul lato sinistro per guardare fuori, anche se non c’è nulla da vedere. Il brusio è forte. Si sparge addirittura la voce che l’aereo abbia un flap danneggiato, ma l’assetto di volo non viene mai perso. Infatti, pochi minuti dopo, alle 18.34 (perciò con lieve ritardo), il charter dell’Alitalia atterra a destinazione.

GINEVRA Prandelli non dà la formazione ufficiale, ma di fatto la svela aprendo le porte di una rifinitura tutta a base di tattica. E allora, dentro i titolari, con la sorpresa Giaccherini al posto di Montolivo. Ecco l’undici anti Brasile: Buffon in porta; Barzagli e Bonucci al centro della difesa; Maggio a destra e De Sciglio a sinistra; Pirlo in regia; De Rossi e Marchisio interni; Giaccherini alle spalle di Balotelli e Osvaldo. Nella ripresa cambieranno parecchi uomini e probabilmente anche sistema di gioco. Provato infatti un 4-3-3 con El Shaarawy e Cerci ai lati di Balotelli. A riposo, ieri, Abate, alle prese con un affaticamento muscolare a una coscia. Come previsto, Chiellini è invece rientrato a Torino. «Le contusioni a entrambe caviglie sono in via di miglioramento - ha spiegato il professor Castellacci -, ma non abbastanza per renderlo disponibile al cento per cento anche per la trasferta di Malta. Preferiamo quindi che il ragazzo rientri a casa per curarsi con lo staff della Juve». Scelta logica in vista soprattutto della gara di andata dei quarti di Champions, in programma il 2 aprile nella tana del Bayern. m.gra.

4 «Loro migliori

I precedenti ai Mondiali

PARLA ROSSI

I NUMERI

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Messico 1970 La goleada verdeoro Finale Mondiale, dopo 18’ Pelè colpisce l’Italia di Valcareggi. Il pari di Boninsegna illude, vinceranno i verdeoro 4-1 IPA

Spagna 1982 Triplo Pablito per gli azzurri Paolo Rossi trafigge Valdir Peres dopo 5’: colpirà altre due volte, e l’Italia, che poi sarà campione, batte il Brasile 3-2 nel girone

Usa 1994 L’incompiuta del Divin Codino La finale del Mondiale 1994 si decide ai rigori. E Baggio, fin lì decisivo, manda sopra la traversa della porta di Taffarel OMEGA

Meazza in mutande, Pelè giustiziere E quel 3-2 di Paolo Rossi li fece piangere DAL NOSTRO INVIATO

SEBASTIANO VERNAZZA GINEVRA

Il nostro amico Brasile. Ai Mondiali abbiamo affrontato i brasiliani per cinque volte e il bilancio è a favore loro: tre vittorie, una delle quali ai rigori, e due successi azzurri. Mai partite banali, tutte hanno lasciato qualcosa. Meazza in mutande Il primo Italia-Brasile alla Coppa Rimet del 1938. La semifinale di Marsiglia, il 16 giugno, passa alla storia perché Giuseppe Meazza tira un rigore con una mano su un fianco. Accade al 15' della ripresa. L'Italia è in vantaggio per 1-0, gol di Colausig, e l'arbitro decreta un penalty. Sul dischetto va il grande Meazza, che prima di tirare armeggia a lungo coi calzoncini. Si è rotto l'elastico e per non restare in mutande deve reggere i pantaloncini su con una mano. L'inconveniente non pregiudica l'esecuzione: 2-0. Verso la fine Romeu Pelliciari accorcia per il Brasile. Italia poi campione del mondo.

Il volo di Pelè Città del Messico, 21 giugno 1970.

Pablito li fa piangere Barcellona, stadio Sarrià, 5

Finale dell'ultima Rimet: chi vince se la porta a casa in via definitiva, perché l'inventore Jules Rimet aveva stabilito che la sua coppa sarebbe appartenuta per sempre alla nazionale capace di accaparrarsela per tre volte. L'Italia, sfibrata dall'epico 4-3 contro la Germania Ovest in semifinale, resiste un tempo. Quattro a uno per loro e la foto simbolo è il volo di Pelé a sovrastare Burgnich per il gol di testa dell'1-0. L'Italia si spacca sui miseri 6 minuti concessi a Gianni Rivera nel finale. Al rientro, all'aeroporto di Genova, sugli azzurri piovono pomodori.

luglio 1982. Rossi! Rossi! Rossi! Una tripletta di Pablito demolisce la grande Seleçao di Telé Santana. Anni dopo Paolo Rossi scriverà un libro dal titolo emblematico: «Ho fatto piangere il Brasile». Ed è vero, quella del 1982 è sconfitta dolorosissima nella storia del calcio brasiliano, seconda soltanto al "Maracanaço", la batosta con l'Uruguay nell’ultima gara del Mondiale 1950.

Zoff, occhiali! Buenos Aires, 24 giugno 1978, finale per il terzo posto. Dino Zoff, un uomo un mito, finisce sotto processo. Azzurri in vantaggio con Causio, poi il portiere becca due gol da lontano, Nelinho e Dirceu i marcatori. Pochi giorni prima, contro l'Olanda, Zoff aveva subito un'altra rete con tiro da lunga gittata. Scatta il processo. «Non ci vede bene», è l'accusa più gentile che gli viene rivolta. Quattro anni più tardi la rivincita, Zoff campione del mondo a quarant'anni.

Il rigore divino Pasadena, 17 luglio 1994, la finale del mondiale americano. Partita noiosa, 0-0 dopo i supplementari. Si va ai rigori e qui accade l'imponderabile, Roberto Baggio sbaglia il penalty che consegna la Coppa al Brasile. A Rio e dintorni molti diranno che c'è stato un aiutino dal cielo, che è stato Ayrton Senna, leggendario pilota brasiliano di F1 scomparso pochi mesi prima in pista, ad accompagnare sopra la traversa il tiro del Divin Codino. Baggio racconterà che lo sbaglio fatale dal dischetto gli era stato vaticinato dal suo maestro buddhista. Un indovino gli disse «Il rigore più soprannaturale mai calciato». © RIPRODUZIONE RISERVATA

I Mondiali vinti dal Brasile, la nazionale più titolata: li ha conquistati nel 1958, 1962, 1970, 1994 e 2002

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I Mondiali dell’Italia, che nel palmares segue il Brasile. I nostri titoli sono arrivati nel 1934, 1938, 1982 e 2006

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Le finali mondiali fra Brasile e Italia, entrambe vinte dai sudamericani: per 4-1 nel 1970 in Messico e ai rigori (0-0 al 120’) nell’edizione del 1994 negli Usa

dopo quel k.o. E per me fu la svolta» Di quell’indimenticabile 3-2, Paolo Rossi fu protagonista assoluto. «Affrontare il Brasile - ricorda oggi - è sempre stato difficile. E lo diventerà ancora di più perché i nostri avversari alle innate doti tecniche hanno imparato a sommare le qualità tattiche che gli mancavano. Si può dire che molto impararono proprio da quel 3-2 del Sarrià, quando bastava loro un pari per qualificarsi. Invece dovevano dimostrare di essere i migliori. E finirono per buscarle». Punti di forza E oggi? «Il Brasile

può disporre di un parco giocatori immenso, è un Paese in grande espansione e non ha più bisogno di cedere le stelle all' estero. Tanto più ora che si avvicina un Mondiale in casa da vincere a tutti i costi». Per Rossi questa partita è la storia del calcio: «E’ il confronto tra due concezioni: loro spensierati, giocolieri, noi sparagnini, forti in difesa e contropiedisti. Ciò non toglie che loro sono diventati attenti agli schemi difensivi, oggi sarebbe difficile segnare quelle tre reti, perlomeno in quel modo». L’ultimo ricordo: «Per me fu la partita della vita e anche una metafora della vita stessa: quando sembra che tutto vada storto, qualcuno dall'alto ti tocca e la fortuna gira». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

PRIMO PIANO STASERA BRASILE-ITALIA

L’ora di De Sciglio Il deb sulle orme degli immortali

story I terzini sinistri che hanno fatto la storia azzurra esordendo da baby

L’esterno gioca la prima in Nazionale a 20 anni È l’ultimo della scuola dei grandi terzini azzurri

Andrea Pirlo, a sinistra, con il c.t. azzurro Cesare Prandelli ANSA

DAL NOSTRO INVIATO

MIRKO GRAZIANO GINEVRA (Svi)

Faccia pulita, ragazzo serio, talento purissimo, professione terzino, esordio in Nazionale a 20 anni e qualche mese: questo, in breve, l’identikit di Mattia De Sciglio, che oggi dovrebbe appunto giocare i primi minuti ufficiali con la maglia dei sogni di qualsiasi bambino. Da Giacinto Facchetti ad Antonio Cabrini, da Antonio Cabrini a Paolo Maldini, e da Maldini junior a... De Sciglio. «Che ha tutte le carte in regola per ripercorrere la strada di Paolo e dare continuità a una tradizione tutta italiana nel ruolo», ha detto nei giorni scorsi Adriano Galliani, mica uno qualsiasi. Il baby prodigio milanese arrossisce, ma in effetti non sono poche le similitudini fra il percorso di Mattia e le strade iniziali di quei grandi colleghi del passato. Giacinto, il Bell’Antonio e Paolino affascinavano mamme e belle ragazze, erano professionisti serissimi e in quanto a talento... Beh, sappiamo tutti come dipinsero le loro carriere. Non solo, ecco un’altra coincidenza: Facchetti (nato il 18 luglio 1942) esordì in azzurro il 27 marzo 1963 a Istanbul, contro la Turchia; Cabrini (8 ottobre 1957) fu catapultato nell’Italia dei grandi all’esordio del Mondiale argentino del 1978 (2 giugno), contro la Francia; quindi Maldini, il più giovane fra i tre a sbarcare nella Nazionale maggiore con i suoi 19 anni e nove mesi, gara giocata a Spalato, 1-1 contro la Jugoslavia. Insomma, addirittura meno di 20 anni per Paolo, più o meno 20 anni e otto mesi sia per Facchetti sia per Cabrini, e appunto 20 anni e 5 mesi circa per Mattia, che però si è proba-

GIACINTO FACCHETTI Debutto a 20 anni Giacinto Facchetti (nato il 18 luglio ’42) esordì in azzurro il 27 marzo ’63 in Turchia (vittoria 1-0)

Pirlo senza limiti «Non smetto finché sogno» DAL NOSTRO INVIATO

GINEVRA

Mattia De Sciglio, 20 anni, milanista pronto al debutto in azzurro ANSA

bilmente «scelto» l’avversario più prestigioso per festeggiare l’evento: il Brasile cinque volte campione del mondo e simbolo di stile, tecnica, allegria e spettacolo puro. E che maestro La tradizione dei

grandi terzini di spinta ha caratterizzato la storia più esaltante del nostro calcio. A parte i tre «mostri sacri», non va dimenticato il sorprendente Fabio Grosso del 2006, così come ha lasciato un segno importante pure un certo Mauro Tassotti, vicecampione del mondo a Usa 94, pedina inamovibile del Milan pigliatutto di Sacchi e Capello. E proprio il Tasso, vice di Allegri, è oggi maestro e angelo custode di De Sciglio. La miglior garanzia per la nuova stellina del pianeta azzurro.

naturale, ma non ha il minimo problema (vedi in particolare la gara d’andata con il Barcellona) a giocare sulla fascia mancina. Mattia nasce difensore centrale e all’occorrenza — lo assicura lo stesso Allegri — là in mezzo può garantire un rendimento molto alto. Mattia è infine al Milan da quando ha dieci anni, e qui le coincidenze lo accostano in modo impressionante a Paolo Maldini. Ah, Mattia è nato a Milano... Come Paolo! Tutte cose che l’a.d. milanista Galliani deve aver già analizzato con attenzione, orgoglio e un pizzico di scaramanzia. Siamo forse davvero alle prime righe di una nuova splendida favola tutta azzurra... E rossonera! © RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche Abete vota per Totti «La qualità merita l’azzurro» NICOLA CECERE MILANO

Giancarlo Abete, presidente Figc IPP

essere in forma nel periodo giusto, le porte sarebbero state aperte». Conte È d’accordo con Conte sul fatto che nel calcio italiano ci sia un clima esasperato? «Assolutamente sì e non è accettabile. Purtroppo ancora in molti casi il clima è avvelenato da polemiche e tensioni, spesso

ANTONIO CABRINI Debutto a 20 anni Antonio Cabrini (8 ottobre 1957) debutta al Mondiale argentino del ’78 (2 giugno), con la Francia (2-1)

Come Paolo... Mattia è destro

IL PRESIDENTE FEDERALE SOLIDALE CON ANTONIO CONTE: «CLIMA AVVELENATO»

Arriva per ultimo, con una mezzoretta di ritardo, il presidente Abete. Del resto a rappresentare la Figc in sala Montanelli per il premio Antonio Ghirelli c’erano il vice Demetrio Albertini con il d.g. Antonello Valentini. Il numero uno del nostro calcio è chiamato sul palco per la premiazione del manager Soriano. Un pensiero all’ottantenne Vicini, poi ecco i temi di attualità. «Totti in azzurro? È un esempio di qualità e classe, merita rispetto e considerazione. Prandelli ha sempre detto che punterà sui giovani, ma che se grandi campioni come Totti, appunto, dovessero dare continuità al loro lavoro e dimostrare di

L’ENTUSIASMO DEL REGISTA AZZURRO

nemmeno legate alla partita, che nascono una settimana prima e continuano anche dopo. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per avere comportamenti più responsabili, a partire dal presidente federale, fino a chi va in campo, ai giornalisti e ai tifosi. Dobbiamo migliorare nei comportamenti prima che negli aspetti tecnici. E’ un problema culturale: bisogna far convivere nel calcio passione, conflitto sportivo e rispetto».

PAOLO MALDINI Debutto a 19 anni Paolo Maldini (26 giugno 1968) debutta a Spalato, contro la Jugoslavia (1-1) il 31-3-88 Mattia De Sciglio sulle orme dei grandi: il terzino del Milan può ripercorrere le orme di tre leggendari terzini sinistri azzurri, tutti debuttanti da giovanissimi

Gazzetta.it

Gazza

Tvf SEGUI ITALIA-BRASILE: DIRETTA E COMMENTI DEL DOPO PARTITA

Nove Mondiali, una lunga rivalità e tanti campioni. Segui sul sito la sfida tra Italia e Brasile, con la diretta in tempo reale dalle 20.30. E nel dopo partita non perdere le interviste da Ginevra ai protagonisti.

Italia Il finale è per gli azzurri.

LA VIGILIA DI SCOLARI BALOTELLI, BRASILE, PRONOSTICI MONDIALI

«Ci attendono due partite serie, speriamo di far bene. Contro il Brasile sarà importante in termini di comunicazione e di verifica tecnica, con Malta sono in palio i 3 punti. Cerchiamo di vincere e vedremo i risultati di alcuni scontri diretti».

«Se Balotelli fosse brasiliano? Mi piacerebbe seguirlo, farlo giocare nella Seleçao. Ma siccome non lo è...». Così il c.t. verdeoro lancia la sfida all’Italia, che considera tra le favorite nel 2014. L’intervista nel sito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Questa Nazionale mi piace, e ha ancora grandi margini di miglioramento». Andrea Pirlo promuove il gruppo di giovani «che il mister sta via via inserendo. Sono ragazzi di qualità e personalità, hanno solo bisogno di fare esperienza ad alti livelli. E in questo senso diventa importante pure l’amichevole con il Brasile. Oltretutto veniamo da due sconfitte con la Seleçao...» Già, zero gol fatti e cinque subiti nel 2009, fra amichevole (0-2 a Londra) e Confederations Cup (0-3 in Sudafrica). «A Londra, in realtà, giocammo di martedì — spiega Andrea — e quasi tutti noi venivano da gare di campionato affrontate appena 48 ore prima. Stavolta, l’abbiamo preparata bene, come una sfida ufficiale. In generale, noi italiani non diamo mai il meglio nelle gare senza posta in palio, ma la tendenza va invertita, bisogna sfruttare ogni minima occasione per crescere e completare un percorso iniziato dopo il brutto Mondiale del 2010. Veniamo da un grande Europeo, lì sono state gettate basi solide, ora serve l’ultimo salto di qualità». «Finché sogno...» Classe ’79, una lunga carriera alle spalle,

campione di tutto fra club e Nazionale, eppure Pirlo non indica giugno 2014 come capitolo finale della sua vita calcistica di vertice, «perché sogno ancora, e finché sogno vado avanti. Con entusiasmo». Buon per noi e per una Nazionale che al momento non può obiettivamente fare a meno del suo talento più puro. «In ogni modo — continua il genio bresciano —, per il futuro non siamo messi per nulla male nel mio ruolo. Penso a Verratti e Cigarini». E se fra un anno tornasse Totti? «Porte sempre aperte per lui. Però, vediamo prima di arrivarci al Mondiale». Inevitabile la virata sulle cose bianconere: «E’ tornato un clima poco piacevole intorno alla Juve? E’ vero. Quando ricominci a vincere dai fastidio. Era così anche prima di Calciopoli. Certo, non è bello arrivare allo stadio ed essere insultati o raggiunti da pietre e bastoni, però fa purtroppo parte del gioco, siamo ormai abituati». Quindi, con amara ironia, «mi viene quasi da sperare di continuare così...». Intanto, Buffon ha indicato Conte come miglior tecnico incontrato in carriera, «e io — conclude Andrea — credo che in effetti stia dimostrando di essere fra i più bravi in assoluto. E’ però solo il primo anno che il mister fa la Champions, vediamo quindi cosa succede in Europa». m.gra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MITICO STADIO DI RIO DIFFICOLTÀ NEI LAVORI

Ritardi al Maracanà: pronto solo alla vigilia della Confederations RIO DE JANEIRO Il «giallo» dello stadio Maracanà non finisce mai. Dicembre, febbraio, aprile... la data cambia ancora. Sarà rinviata la consegna dello stadio dove si giocheranno le finali della Confederations Cup 2013, del Mondiale 2014 e dell’Olimpiade 2016. La nuova scadenza è fissata per il 24 maggio, cioè 22 giorni prima dell’inizio della Confederations. La prima partita del torneo nel mitico stadio di Rio sarà Messico Italia, il 16 giugno. Il Maracanà venne chiuso nel settembre 2010 per la ristrutturazione, finora costata più di 360 milioni di euro (previsione iniziale: 232 milioni). Ritardi anche nei lavori per gli stadi di San Paolo, palcoscenico dell’apertura del Mondiale, e di Cuiabá, regione centro ovest del Brasile. A San Paolo ci sono problemi di garanzie per un

I lavori al Maracana INPHOFOTO prestito di oltre 150 milioni di euro dalla Banca Nazionale dello Sviluppo necessario per finire la costruzione dello stadio del Corinthians. Andrés Sanchez, ex presidente del club paulista, dice al giornale «O Estado de S.Paulo» che i lavori possono fermarsi e il club può costruire uno stadio più piccolo, senza ospitare partite del Mondiale, se non arriveranno finanziamenti. Mauricio Cannone © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

SERIE A

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Fiducia al Max 47

IL RITORNO DI GATTUSO DOMANI ORE 15

Test col Sion a San Siro E l’ingresso sarà gratis

I NUMERI

punti ottenuti dal Milan nelle ultime 21 partite di campionato, dopo un avvio stentato (7 nelle prime 8 giornate). Nel 2013, in particolare, i rossoneri viaggiano a tutta velocità: in 11 partite, 8 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta, per un totale di 27 punti conquistati

«Allegri saldo? No, saldato con la fiamma ossidrica»

Galliani si tiene stretto l’allenatore (ma rimanda il rinnovo) Il tecnico del Milan: «Non ho mai messo in dubbio il mio futuro» nuovo sull’argomento anche Allegri: «Non ho mai messo in dubbio il mio futuro, e poi la panchina di San Siro è sempre solida, non traballa mai — ha detto l’allenatore a Rtl 102.5 —. Però quando sei il tecnico del Milan sei sempre in discussione, soprattutto perché il Milan viene da 25 anni in cui ha quasi sempre vinto».

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stagione oltre a quella in corso: Massimiliano Allegri è legato al Milan ancora per un’altra stagione. Il suo attuale contratto scade infatti nel 2014

Consiglio Con una navigazione a vista, il matrimonio sembrerebbe quindi destinato a continuare. Galliani d’altra parte vuole che sia Allegri a guidare il progetto di rinascita basato sulla linea verde, e si gode tutti «i giocatori nati nel nostro settore giovanile convocati in azzurro». Poi dà uno sguardo al calen-

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L’a.d. sul contratto «Scade nel 2014 Non c’è motivo di parlarne un anno e mezzo prima»

trofei vinti dal Milan con Allegri allenatore: lo scudetto nel 2010-11, al primo anno del tecnico toscano sulla panchina rossonera, e la Supercoppa italiana nel 2011, conquistata contro l’Inter

Massimiliano Allegri, 45 anni, e Adriano Galliani, 68, allenatore e amministratore delegato del Milan EPA MARCO PASOTTO MILANO

Salda? No, di più: saldata. Per descrivere la panchina sopra la quale siede il suo allenatore, Adriano Galliani ricorre a un esempio piuttosto forte: «L’abbiamo saldata con la fiamma ossidrica». Probabilmente non servirà per azzerare tutte le voci che si rincorrono sul futuro di Allegri, ma la speranza è quella di placarle almeno per un po’. «La panchina di Max è ben salda — prosegue Galliani, intervenuto ieri in Gazzetta al "Premio nazionale letteratura del calcio Antonio Ghirelli" —. Lo era dopo 7 punti in 8 giornate, figuriamoci adesso che ne ha fatti 47 in 21». Nessun cenno E questa è la par-

te bella, confortante e coinvolgente. Poi c’è quella sul rinnovo contrattuale, che al tecnico ros-

sonero piacerà di meno. Anche perché il concetto non cambia: «Rinnovo? Non ne parliamo mai prima di fine stagione e in ogni caso l’allenatore ha un contratto fino a giugno 2014, non vedo la necessità di discuterne un anno e mezzo prima». Fine del discorso. Allegri dovrà mettersi il cuore in pace: fino al prossimo anno difficilmente si parlerà di eventuali prolungamenti. Una situazione molto delicata, anche perché Max è stato recentemente investito di un ruolo di alta responsabilità nell’ambito del neonato progetto giovani. L’allenatore evidentemente gradirebbe un cenno da parte del club, ed è in questo senso che vanno lette le sue dichiarazioni di domenica dopo Milan-Palermo: «Il mio futuro? L’obiettivo è arrivare a fine campionato sperando che i ragazzi mi portino al secondo o al terzo posto, e dopo vediamo. Credo che per stare insieme ci voglia-

laVignetta di STEFANO FROSINI

no entrambe le parti». Il riferimento va a Berlusconi. Solidità Galliani, quindi, ha voluto tranquillizzarlo. La garanzia in vista della prossima stagione è massima, ma il contratto per il momento resta quello in essere, che scadrà a giugno del 2014. Ieri, peraltro, dopo le parole dell’a.d. è intervenuto di

dario del Milan («ci aspetta un aprile tostissimo»), conferma il proprio nazionalismo («in Champions tiferò Juve, è ovvio»), smonta il potenziale caso-El Shaarawy («ha solo bisogno di tirare un po’ il fiato, non si può stare al top per 10 mesi, guardate Cavani») e si gode Balotelli: «Non mi sorprende perché da lui mi aspettavo tantissimo e l’ho sempre considerato un grande giocatore». E a proposito di Mario, Allegri fornisce un consiglio utile: «Alla fine è un buon ragazzo, sovraesposto un po’ per qualche sua stravaganza, un po’ per qualche eccesso negli anni precedenti, soprattutto a livello mediatico. Deve gestire meglio il suo personaggio, con furbizia totale. Non è difficile gestirlo, è un grande professionista, un ragazzo molto educato e rispettoso: il suo arrivo è stato un bene per il Milan».

La showgirl intercettata dalla Procura di Napoli: mandava messaggini «hot» MAURIZIO GALDI

Nell’inchiesta barese sulle escort e Tarantini, dopo il nome del presidente del Milan Silvio Berlusconi, si affaccia — anche se marginalmente — anche quello di Mario Balotelli. Ieri a Bari era in programma il primo appuntamento davanti al Giudice per le udienze preliminari Ambrogio Marrone per le richieste di rinvio chieste dai pm Ciro Angelillis e Eu-

genia Pontassuglia nei confronti dei fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini, di Sabina Began, la cosiddetta «Ape regina», le showgirl Letizia Filippi e Francesca Lana, l'avvocato Salvatore Castellaneta, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia. La novità Ieri i pm hanno depo-

Sara Tommasi, 31 anni LAPRESSE

sitato nuovi documenti che servirebbero a dimostrare il «sistema Tarantini» e soprattutto il ruolo che avrebbero avuto le donne ingaggiate dallo stesso per le feste di Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009. Tra questi documenti

m.pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NIANG IN VIDEOCHAT

«Studio per diventare meglio di SuperMario» MILANO Il rumore di quel palo al Camp Nou risuonerà a lungo nelle orecchie rossonere. Un flash scolpito nella mente, una cavalcata verso la porta blaugrana che ha ammutolito 90 mila persone e poi ha distrutto i sogni di gloria rossoneri. La carriera di Niang sarà ricordata anche per questo episodio ma lui, anche se ha solo 18 anni, assicura di aver già cancellato tutto: «Ho preso il palo, ma sono ancora giovane e spero di giocare ancora tante partite ad alti livelli. Quando sono entrato col Palermo ho giocato senza pensare all’errore di Barcellona». Parola di M’Baye, che ieri ha chiacchierato coi tifosi in videochat sulla pagina rossonera di Google+. Argomenti? I più vari. Su Balotelli: «E’ mio fratello, lo guardo sempre in allenamento perché lui sa fare tutto e non sbaglia mai. Nei prossimi anni spero di tirare i rigori e le punizioni meglio di lui». I sogni: «Vincere campionato, Champions League e segnare tanti gol. Oggi gioco nel Milan e spero di restare qua il più a lungo possibile. Dove mi vedrei senza il Milan? Soltanto al Psg, perché sono nato a Parigi». Ed è sempre in clima derby: «Una squadra italiana che non mi piace? L’Inter è la squadra contro cui non voglio mai perdere». m.pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’INCHIESTA SULLE ESCORT SORPRESA TRA I NUOVI DOCUMENTI DEPOSITATI DAI PM DI BARI

Gli sms bollenti di Sara Tommasi a Balotelli e ai fratelli Berlusconi

MILANO La notizia l’ha data direttamente Galliani, ieri mattina, con un sorriso largo così: «Venerdì (domani, ndr) alle 15 abbiamo in programma l’amichevole col Sion, e siccome abbiamo capito che tanti tifosi vorrebbero vederla per salutare Gattuso, abbiamo deciso di farla disputare a San Siro a porte aperte». Niente centro sportivo Vismara (il quartier generale del settore giovanile rossonero), come in origine: «Tra esigenze dei mass media, maltempo e tifosi abbiamo optato per il Meazza». Dunque ingresso gratis per tutti, con il primo anello a disposizione. E diretta tv su Mediaset Premium (differita su Milan Channel). L’amichevole, oltre a essere un test di ottimo livello per i rossoneri, racchiude mille emozioni per Gattuso, che affronta per la prima volta il Milan da avversario. Negli occhi dei tifosi è ancora scolpita la data del 13 maggio 2012, Milan Novara, ultima di campionato, quando Gattuso si congedò dal mondo rossonero a San Siro assieme agli altri senatori. Poi, l’avventura in Svizzera, al Sion, attualmente quarto in campionato, di cui è capitano ma soprattutto giocatore allenatore.

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anche alcune intercettazioni e sms trasmessi dalla Procura di Napoli e che riguarderebbero un’altra inchiesta, questa napoletana, su pregiudicati dediti allo sfruttamento della prostituzione. Tra queste intercettazioni ci sarebbero anche quelle che queste persone avrebbero fatto alla showgirl Sara Tommasi e in seguito degli sms che la stessa Tommasi avrebbe scambiato con i fratelli Berlusconi, ma anche con il calciatore Mario Balotelli. Gli sms L’udienza preliminare è a porte chiuse e solo l’11 aprile il gup farà sapere se potranno essere acquisiti i nuovi documenti, quindi il contenuto degli sms è secretato, ma sarebbero solo «bilaterali»: la Tommasi con ognuno degli altri e non tra di loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SQUADRE

PROSSIMO TURNO

Classifica PT

PARTITE G V N P

RETI F S

JUVENTUS 65 29 20 5 4 57 NAPOLI 56 29 16 8 5 50 MILAN 54 29 16 6 7 52 FIORENTINA 51 29 15 6 8 53 INTER 47 28 14 5 9 44 ROMA 47 29 14 5 10 60 LAZIO 47 29 14 5 10 37 CATANIA 45 29 13 6 10 39 UDINESE 41 29 10 11 8 38 SAMPDORIA (-1) 35 28 10 6 12 35 BOLOGNA 35 29 10 5 14 39 TORINO (-1) 35 29 8 12 9 34 PARMA 35 29 9 8 12 36 CAGLIARI 35 29 9 8 12 35 CHIEVO 35 29 10 5 14 31 ATALANTA (-2) 33 29 10 5 14 30 GENOA 26 29 6 8 15 29 SIENA (-6) 25 29 8 7 14 29 PALERMO 21 29 3 12 14 23 PESCARA 21 29 6 3 20 21 ■ CHAMPIONS ■ PRELIMINARI CHAMPIONS

18 26 32 35 37 49 35 36 38 33 38 36 39 48 44 42 45 40 43 58

■ EUROPA LEAGUE ■ RETROCESSIONE

La classif ca tiene conto di quest’ord ne preferenziale: 1) punti; 2) a parità di partite giocate, differenza reti; 3) gol segnati

30ª GIORNATA sabato 30 marzo, ore 15 ATALANTA-SAMPDORIA CAGLIARI-FIORENTINA GENOA-SIENA INTER-JUVENTUS LAZIO-CATANIA PALERMO-ROMA PARMA-PESCARA UDINESE-BOLOGNA CHIEVO-MILAN ore 18.30 TORINO-NAPOLI ore 21

(2-1) (1-4) (0-1) (3-1) (0-4) (1-4) (0-2) (1-1) (1-5) (1-1)

MARCATORI 20 RETI Cavani (5) (Napoli) 16 RETI El Shaarawy (Milan) 15 RETI Di Natale (4) (Udinese) 13 RETI Pazzini (3) (Milan); Lamela (Roma) 12 RETI Denis (4) (Atalanta); Jovetic (1) (Fiorentina) 11 RETI Gilardino (Bologna); Sau (1) (Cagliari); Osvaldo (2) e Totti (2) (Roma) 10 RETI Klose (Lazio) 9 RETI Milito (3) e Palacio (Inter); Hamsik (Napoli); Amauri (1) (Parma); Icardi (Sampdoria) 8 RETI Bergessio (Catania); Borriello (2) (Genoa); Cassano (Inter); Hernanes (1) (Lazio); Bianchi (3) (Torino)


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

«A Busto io insultato come fossi un animale» Boateng testimone al processo per i «buu» nell’amichevole con la Pro Patria: «Quegli ululati erano a sfondo razzista» MARCO PASOTTO MILANO

Lo hanno di nuovo confermato tutti i diretti interessati: «Quegli ululati erano a sfondo razzista». Ieri Boateng, Niang, Bonera, Ambrosini e Allegri (ora diventati testimoni), nel processo per direttissima ai sei tifosi della Pro Patria accusati di ingiurie aggravate dai motivi razziali, hanno ribadito le dichiarazioni rese in aula a Busto Arsizio un mese fa. Alle domande del pm Mirko Monti, del giudice Toni Adet Novik e dei legali dei sei tifosi e delle parti civili (Lega Pro e Comune di Busto Arsizio), hanno risposto anche arbitro, guardalinee, tre giocatori della Pro Patria e gli agenti di polizia che hanno condotto le indagini.

Boateng si toglie la maglia dopo gli insulti razzisti in Pro Patria-Milan ANSA

Via la maglia I testimoni hanno confermato che lo scorso 3 gennaio, durante Pro Patria-Milan, i cori erano stati indirizzati contro i giocatori rossoneri di colore. Come si ricorderà, all’ennesimo ululato Boateng aveva scagliato il pallone verso il settore dello stadio da cui provenivano i «buu», si era tolto la maglia e aveva abbandonato il campo, seguito dal resto della squadra. Era il 26’ del

primo tempo, il Milan si era poi rifiutato di rientrare in campo e aveva fatto ritorno a Milanello. Ieri gli agenti hanno ripercorso le fasi delle indagini che hanno portato alla denuncia dei sei tifosi, identificati grazie alle telecamere di videosorveglianza, alle riprese della Digos allo stadio e alle dichiarazioni del primo tifoso fermato. Tra gli accusati c’è anche l’ex assessore allo Sport

del Comune di Corbetta (Mi), Riccardo Grittini, che si è dimesso in seguito all’episodio. Amarezza «Ogni volta che toc-

cavo palla sentivo cori indirizzati nei miei confronti, dei "buu" che ricordano i versi degli animali — è il racconto di Boateng —. Penso che mi abbiano insultato perché la mia pelle non è bianca. Succedeva anche in Germania e per me si

tratta evidentemente di atti di razzismo». Boateng, interrogato per circa venti minuti, ha spiegato di non aver sentito cori contro El Shaarawy e ha chiarito: «Ho calciato la palla contro i tifosi a causa dei cori razzisti, perché gli insulti alla mia fidanzata li ho già sentiti altre volte». Niang ha raccontato di «essere stato offeso per il colore della pelle» e anche Allegri e Bonera (quel giorno capitano) hanno confermato gli ululati. «I nostri giocatori di colore erano molto turbati e amareggiati — ha detto l’allenatore — e Boateng anche nei giorni successivi non era sereno. La decisione di sospendere la partita è stata giusta». Bonera ha raccontato che Boateng «veniva insultato ogni volta che toccava la palla. Penso di essere abbastanza intelligente per capire la differenza tra un coro razzista e un normale sfottò». «La decisione di interrompere la partita è stato un gesto spontaneo e istintivo, condiviso da tutti — ha detto Ambrosini —. Non so se è opportuno parlare di intenti razzisti, ma di sicuro i giocatori di colore venivano presi in giro». Prossima udienza il 23 aprile, quando dovrebbero essere ascoltati El Shaarawy, Muntari e i testimoni della difesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE TAPPE

3 gennaio Al 26’ del p.t. di Pro Patria-Milan, all’ennesimo ululato razzista di un gruppetto di sostenitori della Pro, Boateng esce dal campo, seguito da tutto il Milan. Gara sospesa, i 6 autori degli ululati vengono identificati e prendono il Daspo 1 febbraio Boateng si presenta dai pm di Busto con Bonera, El Shaarawy e Niang, per dare la sua versione. Tre giorni prima era toccato ad Ambrosini 6 febbraio Comincia il processo per direttissima: per i 6 imputati l’accusa è di ingiuria aggravata: salta quella di istigazione all’odio razziale.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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OGGI A GINEVRA

Prince parlerà alle Nazioni Unite Poi con Blatter DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI GINEVRA

Sette minuti per raccontarsi, e per raccontare quello che gli è passato per la testa quando ha deciso di ribellarsi agli insulti razzisti e di uscire dal campo con i compagni. Quando ha deciso di dire no. Oggi Kevin Prince Boateng parlerà all’assemblea delle Nazioni Unite nella sede europea di Ginevra: è la giornata della lotta alle discriminazioni e il giocatore del Milan è stato invitato perché il suo gesto ha fatto scalpore in tutto il mondo. Dopo quel pomeriggio a Busto Arsizio, anche chi non segue il calcio sa chi è Boateng, e conosce i nomi dei compagni di squadra bianchi che con lui hanno deciso di non continuare a giocare la partita. Perché la sensibilità non è una questione di pelle. Ore speciali Prince parlerà intorno all’ora di pran-

zo, e alle 15 è fissata la conferenza stampa. Parteciperanno vari dirigenti dell’Onu, compresa la sudafricana Navy Pillay, Alto Commissario per i diritti umani. Fra gli ospiti dell’Onu ci saranno anche i rappresentanti dell’Uefa e della Fifa, e il minitour di Boateng proseguirà in serata allo stadio di Ginevra: è l’invitato d’onore della Federcalcio a Italia-Brasile. Domani, poi, tappa a Zurigo, nella casa della Fifa: Blatter, impegnato con l’esecutivo Fifa, non può partecipare all’evento di Ginevra, ma ha chiesto di incontrare Boateng privatamente, per discutere delle soluzioni migliori da applicare quando si sentono cori razzisti durante una partita. Blatter si era detto contrario al sistema dell’abbandono del campo, ma domani i due avranno modo di spiegarsi. E magari Prince proverà a convincere Blatter che il gesto del Milan non era poi così irrazionale o utopistico. Che può essere un sistema per bloccare una malattia perniciosa del calcio. D’altra parte, Ruud Gullit lo aveva consigliato più di vent’anni fa, e certe volte il tempo trasforma in realtà praticabile anche la più fantasiosa delle utopie. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

L’INTERVISTA L’ex Inter è k.o. niente Under 21 Pure Zaza a casa CAMPOSAMPIERO (fa.bi.) Santon è k.o.: niente Under 21. Stessa sorte per Simone Zaza, punta dell’Ascoli nel mirino dei grandi club. Con la Reggina si è procurato una lesione del grande gluteo sinistro. Ieri prima seduta con i giocatori di B. Oggi doppia seduta. Domani sfida con la Russia a Cittadella (21), lunedì l’Ucraina (a Bassano, 18.30).

L’esterno del Newcastle: «Aspetto una figlia In Inghilterra sto bene ma tifo rossonero...» DAL NOSTRO INVIATO

FABIO BIANCHI twitter @fabiowhites CAMPOSAMPIERO (Padova)

Inghilterra, my love. Newcastle, la stagione calda della mia rivoluzione. Un giorno Davide Santon potrebbe raccontarla così. È là che da enorme talento incompiuto si è trasformato in garanzia e ha riconquistato l’azzurro. È là che da ragazzo dolce e un po’ insicuro è diventato un uomo felice. Il posto in squadra, il primo gol tra i pro. L’amore. E domani, forse, il gran ritorno in Italia. Magari incrociando il destino con il suo amico Balotelli al Milan.

una bimba che nascerà a maggio. Non abbiamo ancora deciso il nome. Sono felice». Auguri. Ci racconta il suo debutto al gol con il Wigan?

«Sensazione bellissima. Il mister mi ha schierato più avanti. Cissè mi ha dato un’ottima palla in profondità. Io ho stoppato il pallone, mi sono allargato e di destro ho centrato l’angolino basso. Un’emozione incredibile: non sapevo nemmeno cosa fare dopo, come esultare. Ora spero di segnarne tanti altri».

innerazzurro

Santon, finalmente abbiamo messo il turbo, eh?

«Sì. Sta andando tutto in fretta e per il meglio. A Newcastle sto benissimo. Città, club e ambiente mi piacciono tantissimo. Col Newcastle ho giocato tutte le gare di Premier e quasi tutte quelle di Europa League. Ho segnato la mia prima rete. Ma soprattutto a Newcastle mi sono fidanzato con Cloe e da lei aspetto

Con Balo nel 2010 Santon e Balotelli con la Coppa Italia 2010 vinta nell’Inter

rifare le valigie. L’Inter? Le devo molto, sono stato bene, ma non è colpa mia se sono nato tifoso milanista».

Peccato per l’infortunio.

«Per fortuna è una cosa leggera, ne avrò per una decina di giorni. Mi spiace un sacco per l’Under, ci tenevo molto. Spero di recuperare la forma e avere un’altra chance azzurra al più presto».

Guarda caso, come Balotelli. Siete ancora molto amici?

«Beh, quando le strade si dividono un po’ di feeling lo perdi, ma siamo rimasti amici, certo. In Inghilterra ci sentivamo ogni tanto, poi ci siamo incrociati in Nazionale e abbiamo subito ritrovato l’intesa. Sono contento per lui, ora lo vedo più sereno. Più maturo. Per lui essere tornato è stata un’ottima scelta».

Meglio l’Europeo con l’Under o la Confederations con Prandelli?

«Preferirei andare dove merito di andare». Diplomatico. Meglio la Premier o il campionato italiano?

«La Premier forse è più spettacolare. Ci sono tanti squadroni, ma l’esito di una sfida non è mai scontato, nemmeno tra prima e ultima. È anche più dura a livello fisico, ma ci sono più spazi e per noi esterni è una goduria. Poi, si sa, l’ambiente è ottimo: stadi sempre pieni con i tifosi che ti applaudono sempre, che tu vinca o perda male». Consigli per gli acquisti?

«Il mio compagno Cabaye. Fortissimo. Mi ha impressionato. Mi stupirei se restasse lì. E poi

Dunque?

La festa di Davide Santon, 22, dopo il gol al Wigan nell’ultima di Premier con il Newcastle: l’ex Inter è, come Balotelli, grande tifoso milanista REUTERS

Van Persie, ma è blindato...». E lei, tornerebbe in Italia?

«Ho sentito dell’interessamento del Milan. Mi fa un enorme piacere. Come ho detto, al Newcastle sto da re. Ho un contratto fino al 2016. Ora ho la compagna, anzi una famiglia inglese. Però non è detto che debba stare là per questo. Per altre squadre non so, ma per il Milan ci penserei seriamente a

«Il fatto di potere tornare a giocare insieme con Mario per me sarebbe un incentivo in più. Altrimenti ci sfideremo da avversari». Di recente Balotelli ha detto che è «colpa mia se non ho ancora vinto il Pallone d’oro». È colpa sua se...

«Non sono ancora titolare nella Nazionale maggiore». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Santon sceglie «Farei le valigie solo per il Milan»

DOMANI LA RUSSIA


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SERIE A

Conte al 100% Marotta: «Sarà il nostro Ferguson Resta alla Juve» Chiellini torna dalla Nazionale: guai alle caviglie Si punta a riaverlo per la sfida contro il Bayern VIOLENZA A BOLOGNA

Coppia malmenata da ultrà bianconeri

Beppe Marotta, 55, a.d. della Juve (a destra) a colloquio con Andrea Agnelli G.B. OLIVERO MILANO

Nelle chiacchiere da bar del mese di marzo solo l’elezione di Papa Francesco e la faticosa nascita del nuovo governo sono argomenti più dibattuti della permanenza di Antonio Conte sulla panchina della Juve. Ed era ovvio che nelle due settimane senza impegni ufficiali per i club il futuro dell’allenatore più bravo fosse ulteriormente sotto i riflettori. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che anche nella prossima stagione Conte sarà alla guida dei bianconeri: martedì l’ha confermato lui stesso augurandosi ancora molti cam-

pionati con la stessa squadra, ieri l’ha ribadito Beppe Marotta. «Conte resterà al 100% sulla panchina della Juve — ha detto l’a.d. intervenendo nella sede della Gazzetta alla consegna del Premio letterario intitolato ad Antonio Ghirelli —. E per il futuro ci piacerebbe che diventasse il nostro Ferguson: in Italia non c’è una figura di questo genere, speriamo che anche in questo caso la Juve apra una nuova via. Con il nostro tecnico non abbiamo mai parlato del futuro, ma Conte ha una forte juventinità e può ritagliarsi spazi più ampi». L’Italia Conte è la migliore garanzia per un club che grazie

Altra "impresa" degli ultrà della Juventus dopo l'attacco a un bar, prima di Parma Juve, davanti a donne e bambini. Stavolta hanno malmenato una coppia di tifosi del Bologna, rei di indossare una sciarpa rossoblù. Un uomo e una donna sui 35 anni, denunciano un'aggressione subita sabato sera da parte di undici ultrà della Juventus, prima della partita di campionato al Dall'Ara. L'uomo, M.B., è stato circondato in via Porrettana, colpito con calci, pugni e ginocchiate anche quando era in terra. La donna, L.S., intervenuta in sua difesa, anche con una bottigliata in testa riportando un trauma cranico. Uno degli aggressori sarebbe già stato identificato. Nei suoi confronti l'avvocato Massimiliano Baccilieri, che assiste la coppia, presenterà domani una denuncia querela, che sarà invece contro ignoti per gli altri tifosi. Il legale si riserva di denunciare la società Juventus per responsabilità oggettiva e di accertare, mediante l'attività della magistratura, se i 4 pullman di ultrà siano stati pagati dalla Juve. La Digos ha avviato subito le indagini del caso.

soprattutto all’ottimo lavoro del suo tecnico si sta avvicinando al secondo scudetto consecutivo. Marotta, però, sta molto attento a evitare premature celebrazioni: «In campionato ci sono ancora 27 punti a disposizione, quindi nulla è deciso». La prossima tappa è sabato 30 a San Siro: «Inter-Juve vale tre punti come la partita con il Pescara o le altre. Non bisogna mai correre il rischio di sottovalutare nessuno. Sabato prossimo la testa della Juve sarà a San Siro, non a Monaco. E mi auguro che, nonostante la grande rivalità tra le due squadre, il pubblico si mostri sereno». L’Europa Monaco vuol dire Champions. Il 2 aprile contro il Bayern la Juve tornerà a giocare i quarti della più importante coppa europea dopo sette anni: «Siamo orgogliosi di essere ad alti livelli. Restando in corsa su due fronti, è difficile la gestione psicofisica dei giocatori ma Conte e il suo staff stanno lavorando molto bene. In Champions ormai il livello è altissimo, ma rispetto al campionato serve anche un po’ di fortuna». Marotta è convinto che la Juve possa giocarsi le sue carte contro i tedeschi: «Le due sfide con il Bayern saranno uno spettacolo e ci daranno modo di verificare l’effettiva competitività della nostra rosa. Solo pochi giocatori della Juve hanno un’esperienza specifica della Champions. Con l’allenamento si migliora e sono convinto che le risposte saranno positive». E comunque dalla doppia sfida con il Bayern arriveranno preziose indicazioni per il mercato: «Per adesso non ci pensiamo — chiude Marotta —, siamo concentrati sui nostri traguardi convinti di avere una rosa che merita un enorme rispetto. Compresi gli attaccanti: si parla sempre di top player, ma si dimentica spesso il loro ottimo lavoro».

4

erano vicini di casa

I NUMERI

2

I titoli vinti da Conte alla guida della Juventus, dove è arrivato all’inizio dello scorso campionato: oltre allo scudetto ha vinto anche la Supercoppa italiana contro il Napoli, squadra con cui aveva perso a giugno la finale di Coppa Italia

159

I punti conquistati dalla Juve sotto la gestione Conte: 89 la scorsa stagione (senza subire sconfitte) e 65 nelle 29 giornate di questo campionato

4

I gol subiti dalla Juventus in questa Champions: è la difesa meno battuta della competizione.

Chiello k.o. L’ottimo lavoro, intanto, dovrà farlo come d’abitudine lo staff medico bianconero. Dalla Nazionale, infatti, è tornato alla base Giorgio Chiellini a causa dei problemi a entrambe le caviglie. L’obiettivo dei medici della Juve è rendere disponibile il difensore per l’andata dei quarti con il Bayern.

Antonio si sposa Forse il 10 giugno il sì alla sua Betta

Antonio Conte e la compagna Elisabetta Muscarello

Pare che in tempi non sospetti le avesse detto: «Betta, ti prometto che appena vinco lo scudetto da allenatore della Juve ti sposo». Probabilmente lui, Antonio Conte, aveva qualche legittimo dubbio (magari scaramantico) sulla possibilità di arrivare lassù rapidamente, mentre lei, Elisabetta Muscarello, vedendolo completamente assorto nel suo lavoro, era più ottimista e da quel giorno cominciò a cercare l’abito sicura del successo professionale del compagno. Pare anche che più di recente Antonio abbia furbescamente rilanciato: «Betta, ti prometto che appena vinco la Champions da allenatore della Juve ti sposo». E che lei stavolta abbia replicato secca: «Antonio, su una panchina ci finisci anche a dormire». Scherzi a parte, è arrivato il momento: il 10 giugno (o giù di lì) Elisabetta diventerà la signora Conte, oppure la Giovane Signora (classe 1975) che dividerà il marito con la Vecchia Signora (classe 1897). Quanti invitati? Elisabetta, nata a Torino da mamma salentina, era vicina di casa di Antonio: la loro storia è nata così. Poi è arrivata la piccola Vittoria e a giugno ci sarà il matrimonio, già annunciato qualche giorno fa in tv dallo stesso Conte. La data è ancora ufficiosa, nel senso che la coppia non ha fatto in tempo ad avvisare le persone care, a distribuire gli inviti e a organizzare tutto: mancano ancora le pubblicazioni che certificheranno il giorno delle nozze. Il matrimonio, comunque, sarà celebrato a Torino e nella casa di corso Vinzaglio è già partita la selezione degli invitati. In realtà la riflessione è più profonda: solo i familiari e gli amici più cari, quindi una cerimonia intima, o un numero più ampio di persone? La decisione verrà presa presto, magari all’inizio di aprile, nei giorni della doppia sfida con il Bayern. Quella settimana la futura signora Conte potrà decidere in totale autonomia qualunque aspetto del matrimonio: Antonio, concentrato sulla Champions, nemmeno risponderà. Betta lo sa: è fatto così. gb.o.

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Taccuino

LA VOLATA CHAMPIONS IL TECNICO PENSA ALLA SVOLTA TATTICA, ATTUATA GIÀ NEI SECONDI TEMPI CONTRO CHIEVO E ATALANTA

Mazzarri è pronto a cambiare il Napoli Behrami davanti alla difesa nel 4-3-1-2 GIANLUCA MONTI NAPOLI

Tredici giocatori del Napoli sono in giro per il mondo con le nazionali, un record assoluto per il club azzurro. Tra questi anche Edinson Cavani, che dopo aver abbracciato il neonato secondogenito Lucas si è aggregato all’Uruguay di Tabarez. Così, da ieri Walter Mazzarri può lavorare esclusivamente sulla fase difensiva, dato che a Castelvolturno mancano gli attaccati e ci sono solo Mesto e Donadel come centrocampisti. Behrami alla De Rossi Il tecnico

toscano sta studiando i correttivi tattici da apportare alla squadra in vista della volata

per il secondo posto. Qualche novità l’ha già introdotta con il Chievo e confermata contro l’Atalanta. Per un conservatore come lui non è roba da poco. Valon Behrami si è trasformato da mediano in «schermo» davanti alla difesa. Una sorta di centrale aggiunto in un modulo, visto per adesso solo in corso d’opera, leggermente diverso dal solito. Un 4-3-1-2 un po’ atipico nel quale Mazzarri rinuncia a un difensore (Gamberini) per inserire un laterale (Armero). La mossa ha sortito gli effetti sperati domenica scorsa visto che proprio dalla fascia sinistra è nato il gol del 3-2. Behrami, invece, garantisce solidità di fronte alla retroguardia, in una posizione che ricorda quella di De Rossi con Luis Enri-

PRIMAVERA C. ITALIA

Il San Paolo apre il 16 aprile per la finale di ritorno L’ultimo atto della Coppa Italia Primavera ha finalmente una data: Napoli Juventus si giocherà allo stadio San Paolo martedì 16 aprile, alle ore 20.45, e sarà trasmessa in diretta su SportItalia 1. La finale di ritorno, inizialmente prevista per il 23 marzo, era stata rinviata in seguito agli impegni di alcuni juventini nelle nazionali Under 21. Si ripartirà dall’1 1 dello Juventus Stadium, dove l’azzurro Tutino aveva risposto al gol di Gerbaudo.

Valon Behrami, 27, svizzero AFP

que. In tal modo, Mazzarri ricompone con Behrami davanti a Campagnaro e Cannavaro l’amata difesa a tre, ma nel contempo guadagna un uomo a centrocampo. Forze fresche È lì che il Napoli ha sofferto molto nell’ultimo periodo, complice il calo di forma di alcuni elementi. Su tutti Gokhan Inler, che è rimasto a guardare contro l’Atalanta. È lì che servono forze fresche. Dzemaili e Armero, in tal senso, rappresentano le due pedine che possono dare nuova linfa al Napoli. L’ex Parma è stato promosso titolare e ha dimostrato che da mezzala destra può rendere al meglio. Armero, dal canto suo, è in questo momento l’azzurro più in forma, anche perché prima a Udine e ora a Napoli è stato impiegato con il contagocce. Ha energia e duttilità tattica, le due doti che servono alla squadra per cambiare passo in questo finale di stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCOMMESSE

Sentito Esposito Poco più di un'ora e mezza per «chiarire alcuni aspetti della de posizione», Marco Esposito, ex Ba ri, ieri alla Procura federale si è pre sentato senza avvocato. Il mese scorso aveva confermato integral mente quanto già detto ai magistra ti baresi che indagano sul filone scommesse riguardante Bari Tre viso e Salernitana Bari.

PRIMAVERA

Oggi Cagliari-Empoli Si gioca oggi Cagliari Empo li, alle 14.30 ad Assemini (Ca), anti cipo della 23a giornata del campio nato Primavera.

CHAMPIONS FEMMINILE

La Torres k.o. (f.sal.) La Torres è stata sconfitta 3 1 in trasferta dall’Arse nal nell’andata dei quarti di finale di Champions femminile. Mercoledì 27 marzo il ritorno.


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SERIE A DOPO IL RINVIO LA PARTITA ERA SALTATA DOMENICA SERA PER L’ALLERTA METEO SU GENOVA

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Habemus datam: con la Samp il 3 aprile A Marassi si gioca alle 18.30, mentre la sfida contro l’Atalanta slitta alle 20.45 del 7 MILANO

Alla fine tutte le tessere del mosaico sono andate a posto ed è stata trovata la data per il recupero di Sampdoria-Inter, la gara della 29ª gior-

nata in programma domenica scorsa e rinviata a causa dell’allerta meteo che gravava su Genova. Senza oscurare il pre Juve A Ma-

rassi si giocherà mercoledì 3 aprile alle ore 18.30. La Samp per venire incontro ai propri tifosi avrebbe preferito la notturna, pur sapendo che la cosa era impossibile visto che l’Uefa impone di non giocare gare di campionato in contemporanea con quelle delle coppe europee. E quella sera, alle 20.45, sono in programma

due quarti di finale di Champions League, con la sfida in salsa nerazzurra tra il Real di Mourinho e il Galatasaray di Sneijder, oltre a Malaga-Borussia Dortmund. Soddisfatte anche le tv, che se si fosse giocato il 2 avrebbero avuto meno visibilità per il pre partita di Bayern Monaco-Juventus. Con l’Atalanta domenica sera Il vero nodo da sciogliere era però legato allo spostamento di Inter-Atalanta, originariamente fissata in notturna sabato 6 perché domenica mattina è in

programma la Milano City Marathon. Il match verrà giocato il 7, alle 20.45, mentre il nuovo anticipo di sabato è Bologna-Torino. E ieri si è dovuto attendere proprio perché i due club dessero la disponibilità a spostare il match del Dall’Ara, inizialmente programmato per domenica alle 15. Sempre per la 30ª, confermati l’anticipo Juve-Pescara (il 6 aprile alle 18), l’altro posticipo del 7 sera, Napoli-Genoa, e Roma-Lazio, lunedì 8 aprile alle 20.45.

4 Emergenza Inter

LE SETTE TAPPE

Inter-Juve serie A 30 aprile Samp-Inter serie A 3 aprile InterAtalanta serie A 7 aprile CagliariInter serie A 14 aprile Inter-Roma Tim Cup 17 aprile Inter-Parma serie A 21 aprile PalermoInter serie A 28 aprile

Nazionali stanchi e tour de force Strama ritroverà uomini chiave solo alla vigilia della Juve. E la squadra avrà 7 gare in 29 giorni LUCA TAIDELLI MILANO

«Essere eliminati ai supplementari era l’incubo peggiore». Con la consueta genuinità Andrea Stramaccioni parlò così dopo la beffarda vittoria contro il Tottenham del 14 marzo. La delusione di aver sfiorato una rimonta impossibile era però mitigata dall’aver ritrovato la sua squadra e dalla consapevolezza che senza Europa League una rosa che si è rivelata inadeguata per il doppio impegno — quattro sconfitte, un pareggio e una vittoria, il bilancio post gare di Coppa — potesse tornare a correre verso il traguardo obbligato del terzo posto. Doppia fregatura L’adrenalina,

confidava il tecnico, avrebbe permesso di superare il rischio fatica contro la Samp e poi ci sarebbe stato tempo per recuperare energie e preparare al meglio le altre nove «finali» di campionato. L’allerta meteo che ha portato al rinvio della gara di Marassi però alla fine

Andrea Stramaccioni, 37 anni, con Rodrigo Palacio, 31 LAPRESSE

IL DIFENSORE NERAZZURRO DALL’ANNO PROSSIMO

Campagnaro: «Trattativa avanzata» E’ uno dei futuri acquisti dell’anno prossimo. E’ Hugo Campagnaro, difensore del Napoli che si libererà a parametro zero per trasferirsi all’Inter. «Le trattative con l’Inter dice a Espn sono in uno stato

avanzato, ma non c’è niente di confermato. Ora penso solo a dare tutto per il Napoli. Dell’Inter so tutto, ci giocano tanti miei connazionali, ho già parlato con Palacio, ma non penso a ciò che potrebbe accadere a giugno».

lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

il calendario Bologna-Torino si gioca il 6 aprile Ecco il nuovo programma della 12a giornata di ritorno in Serie A dopo le modifiche al calendario. 12a di ritorno. Il programma 6 aprile: ore 18 Juve-Pescara; ore 20.45 Bologna-Torino. 7 aprile: ore 12.30 Fiorentina-Milan; ore 15 Catania-Cagliari, Udinese-Chievo, Sampdoria-Palermo, Siena-Parma; ore 20.45 Napoli-Genoa e Inter-Atalanta. 8 aprile: ore 20.45 Roma-Lazio.

potrebbe rivelarsi una doppia fregatura. Perché toglierà almeno in parte la carica maturata dopo la prova d’orgoglio contro gli Spurs e soprattutto costringerà l’Inter all’ennesimo tour de force. Visto che di mezzo c’è anche il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Roma del 17 aprile, dal 30 marzo i nerazzurri dovranno giocare sette partite in ventinove giorni. Non il massimo, per un gruppo al lavoro da inizio luglio, arrivato a quota 45 gare ufficiali e martoriato dagli infortuni. In nazionale i più spremuti Stra-

ma quindi sta cercando di sfruttare al meglio questa sosta per le nazionali. Un po’ di fondo atletico, ma anche tanto lavoro tecnico-tattico. Con il particolare non da poco dell’assenza di ben otto nazionali. Tra cui alcuni degli interisti più spremuti, che torneranno ad allenarsi solo alla vigilia della sfida contro la Juve. A parte i testimonial della Duracell Cambiasso (3389 minuti in campo) e Zanetti (3665’), tra i giocatori più utilizzati da Strama in questa stagione ci sono Guarin e Palacio, che rientreranno dagli impegni rispettivamente con Colombia e Argentina non esattamente riposati. Dopo un avvio di stagione in cui spesso è partito dalla panchina, il centrocampista colombiano ha giocato buona parte dei 2909 minuti da novembre in poi. Stesso discorso per l’attaccante, - 2768’ in campo - che dopo l’infortunio di settembre (giusto in nazionale) non ha più staccato la spina. Complice anche il crack di Milito. E se Handanovic (3485’) non può stancarsi più di tanto, anche a Ranocchia (3096’) non avrebbe fatto male un po’ di riposo invece di fare panchina con l’Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I PIU’ SPREMUTI

Stramaccioni riavrà soltanto a ridosso del match contro la Juve alcuni tra i giocatori più utilizzati in questa stagione. Dopo Cambiasso e Zanetti, infatti cinque degli otto nazionali interisti sono tra i più spremuti

Cassano sorride e va a salutare il piccolo Lionel Ecco Antonio Cassano versione papà mentre arriva alla clinica milanese «Madonnina» (nella foto SportMediaset), con tanto di fiori, per salutare il secondogenito Lionel, nato lunedì, e la moglie Carolina. Il nome, si sa, è stato dato in onore di Messi, «il migliore di tutti i tempi» ha detto Antonio. Il primo figlio, Christopher, è nato il 14 aprile del 2011

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Zanetti 3665 minuti in campo Handanovic 3485’ Cambiasso 3389’ Ranocchia 3096’ Guarin 2909’ Palacio 2768’ Gargano 2528’

Messi si tatua il nome e le mani del figlio Thiago Un nuovo tatuaggio per Lionel Messi. Dopo il volto di mamma Celia sulla spalla sinistra, l’attaccante del Barça ha approfittato della giornata di riposo concesso dal c.t. dell’Argentina per farsi un nuovo «marchio» tutto in famiglia: sul polpaccio sinistro s’è fatto tatuare il nome e le mani del figlio Thiago, nato a novembre


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IL CASO

aveva detto

d «Il mio voto a Mourinho è finito a Del Bosque»

Pandev dà ragione al suo ex allenatore e accusa la Fifa «Di sicuro in quel premio sono successe cose strane» FABIO LICARI

PREMIO NON REGOLARE «Accuso la Fifa di irregolarità nella votazione per il miglior allenatore al mondo. La Fifa era al corrente, non le ha evitate. Diversi amici mi hanno chiamato per dirmi che mi avevano votato ma il loro voto era andato a un altro. Quindi ho deciso di non partecipare alla serata» JOSÈ MOURINHO ALLENATORE REAL MADRID

Mourinho che attacca, la Fifa che nega. E ora Pandev che avrebbe votato Del Bosque, anzi il portoghese... La storia del Pallone d’oro 2012 comincia a farsi strana. Se in gioco non ci fosse la credibilità del più importante premio che esista, sarebbe anche divertente. Però è il momento di una dichiarazione ufficiale, di una prova definitiva, o almeno di un confronto tra tutte le versioni divergenti. Mou-Fifa Tutto comincia marte-

dì quando José Mourinho, arrivato secondo tra i tecnici mondiali dietro il c.t. spagnolo Vicente Del Bosque (34% dei voti contro 20%), va all’attacco della Fifa: «Il premio è irregolare. So che molti hanno scelto me, però le preferenze sono andate a un altro. Ecco perché non ho partecipato alla cerimonia di Zurigo». La Fifa reagisce infastidita, a stretto giro di mail, all’accusa del tecnico del Real Madrid: «Tutto a posto». Ieri l’ultimo — per il momento — capitolo che scatena nuovi dubbi. Perché parla Goran Pandev, capitano della Macedonia e quindi incaricato di dare i suoi voti al premio Fifa-France Football. E dà ragione a Mou.

ACCUSE A FIFA E UEFA

Raiola rischia stop: «Vincerà la giustizia Serve trasparenza» Mino Raiola, l’agente di Ibra, Balotelli e Pogba, rischia uno stop internazionale e ieri ha fatto un appello prima della decisione. «La scorsa settimana s’è riunita la Disciplinare Fifa che sta esaminando le mie opinioni e dichiarazioni su Fifa e Uefa e sui loro presidenti. Ho osato criticare il loro operato e le organizzazioni che presiedono. Mi sembra una situazione surreale, fuori dal tempo e contro la mia libertà d’espressione. Comunque sono curioso di conoscere l’esito del procedimento e sono sereno e fiducioso perché credo che alla fine la giustizia prevarrà. Resto convinto delle mie idee e che si possa e debba cambiare qualcosa nel governo del calcio, come dimostra il mio procedimento, magari cominciando introducendo la trasparenza e la liberalizzazione che oggi manca». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pandev: voto cambiato Nello

«score» dei voti Fifa, consultabile sul sito della federazione, risulta che Pandev avrebbe scelto, in ordine, Del Bosque, Roberto Mancini (City) e Jurgen Klopp (Borussia). Ma l’attaccante del Napoli nega: «Ho votato Mourinho, sempre per lui, e sono certo che qui sono successe cose molto strane. L’ho chiamato e gli ho detto che, come capitano della Macedonia, avevo votato per lui. Mourinho

Goran Pandev con José Mourinho ai tempi dell’Inter INTER.IT

era triste: tutti sappiamo che succedono cose strane alla Fifa, ma non possiamo cambiarle né io né lui». E due. Adesso? Il ritardo Il primo appunto è per

Pandev: avrebbe potuto, anzi dovuto, reclamare già a gennaio l’esattezza del suo voto a favore dell’ex tecnico dell’Inter. Perché aspettare più di due mesi e la denuncia di Mourinho? Ma, soprattutto, ora tocca alla Fifa: è necessaria una risposta ufficiale e non un semplice comunicato da Zurigo. Le distanze in classifica sono enormi: Del Bosque ha il 14% dei voti in più di Mou, e Messi il 18% su Ronaldo. I voti da spostare, per un’eventuale trucco, sarebbero stati centinaia. Non si può continuare con il dubbio: ne va del futuro del premio. Anche perché, riguardo all’edizione 2012, quella di Mou non è l'unica voce del sospetto. Il precedente Al Jaazera, per esempio, rilancia le accuse del ceco dell'Arsenal Tomas Rosicky («Ho votato Balotelli, ma alla Fifa risulta Messi») e di Thiago Silva («Ho scelto Balotelli ma viene fuori Messi, che tristezza»). E ritorna alla mente la protesta del portoghese Paulo Duarte, c.t. del Gabon, che si lamentò di non aver potuto scegliere perché «quando mi hanno dato i documenti da compilare, la votazione si era già chiusa non mi hanno permesso di votare». Il Pallone d’oro ha cambiato struttura nel 2010, quando la Fifa lo ha unito al World Player introducendo anche il premio per il miglior tecnico. Quell’anno vinse proprio Mou il quale, però, si presentò solo all’ultimo perché, convinto di aver perso, era rimasto a Madrid. Fu necessaria una telefonata in extremis la mattina stessa e un volo privato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AFFARI DI FAMIGLIA

E Aguero «ruba» Karina a Maradona

Dall’alto, Sergio Aguero e la cantante Karina Tejeda Da genero e suocero a rivali in amore. È la strana storia di Sergio Aguero e Diego Armando Maradona con in mezzo la cantante Karina Tejeda. Stando al «Sun», Gianina, ex compagna del Kun e figlia di Maradona, aveva chiesto alla Tejeda di tenere un concerto privato per il padre e tirarlo su di morale dopo la morte di Dona Tota. Ma tra Diego e Karina non sarebbe scoccata la classica scintilla, anzi, la cantante si sarebbe presa una cotta per Aguero che a quel punto avrebbe deciso di mollare Gianina. I due sono stati immortalati insieme la scorsa settimana mentre percorrevano le strade di Buenos Aires.


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LAZIO Nessuno sa dove sia l’argentino. E intanto Hernanes punge Totti

Zarate: «Sono esaurito» Ma il caso è un giallo DAVIDE STOPPINI ROMA

Bologna NICOLA ZANARINI BOLOGNA

Pioli in salsa greca Duo Christo-Kone Manca Diamanti: è la prima volta dal 1’ in coppia per i due ellenici Doppiamente orfano di capitan Diamanti, in trasferta con gli azzurri nonché squalificato, il Bologna si affida alla sua coppia greca. Alla ripresa del campionato Kone e Christodoulopoulos giocheranno a Udine per la prima volta insieme nel 4-2-3-1. Impegnati in amichevole domani in Bosnia i due trequartisti saranno i primi dei 10 nazionali a rientrare alla base lunedì. Il giocatore dal cognome più lungo del campionato può occupare tutte le posizioni dietro Gilardino ma dovrebbe essere schierato a destra con Kone in mezzo e Gabbiadini a sinistra. Rosa ristretta Il centrocampista offensivo in comproprietà con il Brescia ha già segnato 5 reti e dà ampie garanzie anche in copertura; da Christodoulopoulos si aspettano invece conferme dopo il fulmineo gol all’esordio contro la Fiorentina seguito da uno scampolo di gara senza acuti con il Cagliari, da una non esaltante prova da titolare con l’Inter e da 20 minuti con la Juve. Intanto ieri Pioli, con una rosa dimezzata, è stato costretto a mettersi una pettorina e giocare la partitella di allenamento con i giocatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno sfogo cutaneo, frutto di un esaurimento nervoso per essere stato messo fuori rosa dalla Lazio. Mauro Zarate ha mandato la giustificazione a Formello: assente dal centro sportivo da lunedì, ha fatto sapere alla società tramite certificato medico di non essere in condizione di allenarsi. Ma la storia si tinge di giallo: nel pomeriggio via etere si diffonde la notizia che il calciatore in realtà sia lontano da Roma, avvistato addirittura in vacanza alle Maldive. Una voce non confermata dalla società, che

Lamela superstar: una macchina da gol

Cagliari MARIO FRONGIA CAGLIARI

Caso Sau: il Foggia torna all’attacco «Firma falsa»: la società pugliese ricorre alla magistratura ordinaria Carte bollate e avvocati anziché cross attorno a Marco Sau. Il secondo round tra Foggia e Cagliari si è aperto ieri con un comunicato della società pugliese: «Una questione nota e divenuta ormai annosa che l'Unione Sportiva Foggia è stata costretta a proporre innanzi alla magistratura ordinaria essendo rimasta disattesa la comunicazione a suo tempo inoltrata alla Lega Pro e afferente la notizia della falsità della firma del calciatore apposta sul contratto depositato in Lega». Da qui, la palla al Tribunale di Foggia. E ai legali dei due club. Il bis, dopo il ricorso foggiano dello scorso anno. Il caso Il club rossonero ha chiesto il sequestro

del cartellino per alcuni passaggi del contratto e per la falsità della firma del giocatore. Ma i giudici hanno rigettato il ricorso il 18 settembre. Ora, il replay. L'azione giudiziaria è tesa all'invalidamento del trasferimento di Marco Sau del 31 agosto 2011. «È il loro secondo assalto. Siamo più che tranquilli» trapela dalla società sarda. La difesa è curata dall'avvocato Mattia Grassani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

contratto farebbe il gioco del calciatore, non del club che perderebbe un capitale. Di sicuro alla società non risulta che il calciatore abbia chiesto il reintegro alla Lega. L’ultimo contatto tra le parti risale a dicembre, quando l’avvocato del calciatore chiese il reintegro: la Lazio rispose che Zarate si era fatto fuori da solo. Una risposta chiara, come quella che Hernanes da a Totti: «Se era così sicuro che la Roma avrebbe ripreso la Lazio, perché non l’ha detto prima?».

Fiorentina GIOVANNI SARDELLI FIRENZE

Pepito Rossi subito al lavoro Per l’argentino già 13 reti senza calci da fermo E Toni rinnova Meglio hanno fatto solo El Shaarawy e Cavani Roma ANDREA PUGLIESE ROMA

Con Luis Enrique prima e Zeman poi, eravamo abituati a vederlo giocare esterno d’attacco, quasi sempre a destra per sfruttare il «gioco a rientro», ma a volte anche a sinistra. Con Andreazzoli, invece, ha fatto spesso il trequartista, imparando però anche a fare l’esterno di centrocampo nel 3-5-2 o nel 3-4-2-1. In questa duttilità tattica, che nasce anche dalle capacità organiche del suo fisico e dalla sua disponibilità, Erik Lamela quest’anno ha già messo a segno 13 gol «puri», e cioè senza battere punizioni o calci di rigore. Escludendo i gol su calci da fermo, meglio quest’anno hanno meglio solo in due: El Shaarawy (16 gol, tutti «puri» proprio come Erik) e Cavani, che da 20 scende a 15. Gli altri, invece, gli scivolano dietro, a cominciare da Di Natale (che passa da 15 a 11) e Pazzini (da 13 a dieci). Considerando che lo scorso anno Lamela, di questi tempi, aveva segnato solo un gol (quella al Palermo, all’esordio) è facile capire quanto e come Erik sia cresciuto in soli 12 mesi. Duttilità infinita Lamela in

Stefano Pioli, 47 anni, allenatore del Bologna LAPRESSE

certo non può sapere dove sia il calciatore. Ma neppure smentita dal suo agente: «Io non so dove sia Mauro. Ha chiesto un permesso, domani dovrebbe tornare». E infatti il certificato medico inviato ha come scadenza la data di ieri: Zarate è atteso oggi. La società è però con le mani legate: se anche scoprisse il presunto viaggio del calciatore, potrebbe sì multarlo, ma certo non le converrebbe aprire un procedimento al Collegio arbitrale. Il motivo è chiaro: un’eventuale rescissione del

questo momento è uno degli intoccabili nel mosaico giallorosso, anche per questa sua duttilità tattica che permette ad Andreazzoli di poterlo schierare in campo in più posizioni. E con compiti anche molto diversi. Non è un caso che anche domenica scorsa, subito dopo la vittoria colta contro il Parma, Andreazzoli per «giustificare» il suo utilizzo sull’intera fascia destra ha sottolineato come «Erik ha capacità organiche straordinarie e già

Catania FRANCESCO CARUSO CATANIA

Almiron giramondo si ferma in Sicilia L’argentino è sempre più un leader «La mia famiglia qui si trova bene» Lo chiamano il calciatore silenzioso. Non perché non gli piaccia parlare con i compagni, anzi, nello spogliatoio lo dipingono allegro e sempre pronto alla battuta, amante dello scherzo. No, Sergio Almiron snobba solo i giornalisti. Pensate che quando fa gol non passa neanche dalla sala stampa. La sua unica intervista di quest’anno l’ha rilasciata il 16 luglio e in quell’occasione spiegò che uno dei motivi che lo avevano convinto a rimanere per il secondo anno a Catania era «perché qui mi trovo molto bene, è stata una decisione presa con la mia famiglia che è felice di vivere in Sicilia. E questo serve

nel corso del ritiro estivo ha battuto il record di sempre sulle ripetute da mille metri per le preparazioni di Zeman, che apparteneva da anni a Di Francesco». Se a tutto questo si aggiunge poi la grande confidenza con il gol, il quadro è perfetto. Erik, tra l’altro, sta facendo anche meglio di un certo Javier Pastore, a cui è stato spesso paragonato, che nei suoi primi due anni in Italia (al Palermo) segnò in tutto 14 reti (in 69 partite, ad una media di 0,20 gol a partita). Lamela, ad oggi (e con ancora 9 partite da giocare da qui alla fine del campionato) è già arrivato a 17 reti in 53 partite (ad una media-gol di 0,32 a partita), con un rendimento destinato a salire ancora, visti gli ampi margini di miglioramento di cui dispone. Ansia Miralem Detto dello stop di Marquinhos

(elongazione al bicipite femorale, dieci giorni di stop e trasferta di Palermo a rischio, tornerà dopo le feste pasquali), la Roma è in ansia per Pjanic e spera che domani non giochi la sfida con la Grecia. Lui, dal ritiro della Bosnia fa sapere «che la gamba sta migliorando, in un primo momento il problema sembrava molto più grave. Ma dubito che potrò giocare, se non per venti minuti. Per come stanno le cose ora ci sono poche possibilità di vedermi in campo». La Roma, in realtà spera neanche quelli. Chiusura con Douglas, il difensore brasiliano del Twente, sui cui Sabatini è tornato di recente alla carica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BOMBER A CONFRONTO

GDS

a dare continuità alle occupazioni di mia figlia che può così andare avanti con la scuola e con la danza». Sergio e la moglie Alejandra Elsa di figlie ne hanno 4: Sol Maria, Flor Celeste, Knior e Rosaria, alle quali da poco si è aggiunto anche un maschietto, Leander Sioux.

Giuseppe Rossi al lavoro in palestra VIOLACHANNEL

L’ultimo acquisto in palestra in attesa della visita di controllo Ieri la palestra, oggi il prato del centro sportivo. Presto lo stadio. Le strutture viola si arricchiscono d’oro: calcistico. Pepito Rossi al lavoro con la muta viola è un bel vedere. Ed il primo allenamento, seppur limitato dalle quattro mura della palestra, è filato via liscio. Nella seduta odierna, Rossi dovrebbe fare anche l’esordio sul terreno di gioco. Rimanendo nell’alveo del differenziato. Ma tornando ad assaporare vecchie sensazioni. Per date ed obiettivi legati al recupero, serve aspettare la visita di controllo del prossimo 4 aprile in Colorado. Spazi ridotti Compagni di squadra, di reparto, persino di armadietto. Luca Toni dà il personale benvenuto a Rossi puntando sul marchio di fabbrica: l’ironia. «Come ho visto Pepito? Bene e molto da vicino – dice –, è seduto accanto a me nello spogliatoio: ed ora ho meno spazio». Alle risate seguono investiture ufficiali «Giuseppe è un ragazzo eccezionale, sa di dover recuperare bene e con calma. Penso sia il più forte calciatore d’Italia, se torna ai suoi livelli è un acquisto pazzesco».

Nuova residenza La famiglia Almiron sta talmen-

te bene a Catania che ha deciso di trasferire la residenza da Bari a San Gregorio, piccolo comune alle porte della città. Almiron e signora, come molti giocatori rossazzurri, amano frequentare la città, il Pepe Nero, locale alla moda sul lungomare della città, è il ristorante preferito. Il trentaduenne argentino che da 12 anni ormai gioca in Italia, quest’anno ha realizzato 3 reti, mettendo a segno la prima doppietta in serie A il 18 novembre nella vittoria casalinga contro il Chievo (2 a 1). L’altra rete è di poche settimane fa, ed è servita al Catania a battere il Bologna: 3 gol, 6 punti. Ora Almiron è ad una sola segnatura dal bottino della passata stagione, mentre è ancora a metà strada dal record italiano ad Empoli in 2 campionati di fila (e 6 gol in Toscana aveva fatto pure l’anno precedente in B). Maran quest’anno lo ha arretrato in mediana, di fianco a Lodi e quindi segnare per lui adesso è un po’ più difficile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Champions e rinnovo Obiettivi personali («Vor-

rei la doppia cifra in termini di gol». Ed è già a quota sette) e globali, si intrecciano «Arrivare terzi sarebbe straordinario – prosegue Toni, ospite di un negozio sportivo fiorentino in veste di testimonial della Lotto – sapendo che conquistare un posto in Europa League sarebbe altrettanto importante. Abbiamo squadre più attrezzate di noi che in classifica sono dietro». Una carezza per la proprietà «La Fiorentina è fortunata ad avere alle spalle una famiglia come i Della Valle», prima di chiudere sul rinnovo del contratto: «Sono sempre ad allenarmi, quando il direttore vuol venire mi trova». Formalità che prossimamente sarà messa nero su bianco. Autografando la nuova scadenza nel 2014. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IL COMPLEANNO

identiKit & CARRIERA

v Fischi da applausi Auguri Agnolin, 70 anni di rigore Arbitrava da duro: «Ma la sudditanza c’è. Favorevole alla tecnologia, se costruttiva» GERMANO BOVOLENTA

Luigi Agnolin compie oggi 70 anni. È stato uno dei più grandi arbitri del calcio internazionale. Serio, spesso duro e intransigente. Ma anche straordinario, impeccabile professionista e uomo di classe. In Spagna di lui dicevano: un hombre vertical. Il papà Guido è stato un importante arbitro di A negli anni Cinquanta. Agnolin, che cosa deve a suo padre?

«Tutto. Mi ha insegnato la coerenza e la semplicità». Perché molti grandi della sua professione sono nati in provincia?

«Per quanto mi riguarda, Bassano è una città ventosa. Non c’è nebbia, quindi "trasparenza"». La prima partita in A?

«Quarant’anni fa. Giusti giusti. Campionato 1972-1973, Fiorentina-Cagliari. Clima primaverile, tempi di 45 minuti...». Che cosa provava entrando in campo?

«Gioia mista al timore di sbagliare, involontariamente, a scapito degli uni o degli altri». Si divertiva?

«Oh, sì. Prima, durante e dopo. Prima perché nella città della partita si scoprivano aspetti culturali, ambientali e anche enogastronomici. Durante mi piaceva valutare i comportamenti, gli stati d’animo e le tensioni. Cercavo di capirli per prevenire falli o malumo-

ri: la direzione della gara diventava più facile. Dopo perché riflettevo sugli errori. Una serena e consapevole autocritica aiuta a migliorare». La partita più importante o la più bella?

«Nel 1987, quando il presidente degli arbitri Campanati, accettò il mio progetto per celebrare il 75esimo anniversario dell’associazione. Alla manifestazione, dal titolo "Ieri, oggi, domani INSIEME", 4 mila arbitri si sono passati una fiaccola di mano in mano toccando le più importanti sedi storiche d’Italia. È stata la testimonianza della grande potenzialità di questa associazione, mai completamente considerata per quanto poteva offrire da un punto di vista educativo».

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che ho preso arbitrando li avessi ottenuti a scuola, avrei reso più felice mia madre».

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«Intimamente spesso. A "tu per tu" pure. Palesemente mai».

IL NUMERO

I derby in Serie A diretti da Agnolin: 7 di Torino e 5 a testa tra Milano e Roma

Ha mai applaudito la prodezza di un giocatore?

Si dice che nel calcio italiano i club più ricchi godano di maggiori privilegi. È vero?

«Certo, in tutti i campi. Non è escluso quello arbitrale, dove si cerca di eliminarla. Più uno è bravo, più scema. Ciascuno provi a pensare che tipo di atteggiamento ha nei confronti di chi lo amministra». Favorevole alla moviola (e alle tecnologie) in campo?

«Sì, quando rappresenta un momento didattico».

«E non solo in Italia. I bravi dirigenti lavorano assieme agli arbitri per equilibrare il giudizio. Molto, quindi, dipende dalle qualità morali di chi li amministra e designa». Esiste la sudditanza psicologica?

Si è scontrato con uomini e poteri: Bettega, Blatter, Matarrese. Lo rifarebbe?

«Certo». Con Matarrese la polemica più dura?

«Sì, nel 1992. Era il presidente federale mi obbligò a dare le dimissioni dall’Aia. Decisione sofferta, ma inevitabile. Non porto rancore, ma mi piacerebbe confrontarmi con Matarrese. Da solo, per conoscere il vero motivo della decisione che lui prese nei confronti, non solo miei, ma di tutti i componenti della mia commissione arbitrale, esautorata al completo senza giustificazioni». È stato commissario straordinario dell’Aia in un momento difficile (calciopoli 2006). Ha rimpianti?

«Il commissariamento è durato poco tempo. Si è fatto una pulizia sommaria e non di fondo».

Un derby è diverso da un’altra grande sfida?

«I derby non sono come le altre grandi sfide. Chi dice il contrario ignora quanto incidono sull’atteggiamento mentale dei calciatori e quanto l’arbitro ne debba far tesoro».

Prima l’arbitro, poi il dirigente. Il calcio cosa è stato o è ancora per lei?

«La parte ricreativa della mia esistenza».

Il momento più emozionante?

«Una partita fra dilettanti a Torviscosa, nei primissimi anni. Un diluvio universale, campo quasi impraticabile. Lì ho avuto la convinzione di avere le qualità per arbitrare». Quello più difficile?

«Quando sospesi per un incidente una partita a Bergamo. Ero mortificato nei confronti dei giocatori e del pubblico». La decisione più sofferta?

«Il giorno in cui decisi di smettere. Potevo fare un’altra stagione, ma l’idea di non avere sufficienti stimoli mi preoccupava. Per il rispetto che dovevo a me stesso, ai calciatori, alle società e all’ambiente arbitrale». I suoi pregi, i suoi difetti?

«Disponibilità e cocciutaggine: sono intercambiabili. In campo, il pregio è la determinazione. Il difetto? Troppo determinato». Dava peso ai voti dei giornali?

«Se tutti i voti brillanti

Quanto è cambiato?

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Con Diego Lu

e il aradona durant lin con Diego M

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«Molto, nel modo di vederlo e di praticarlo. In positivo e in negativo». Non sogna mai di dirigere una partita?

«Mi sono risvegliato a luglio 1990». Che cosa pensa degli arbitri moviolisti?

«Bene di quelli che danno giudizi tecnici e regolamentari, quelli che criticano in termini costruttivi. Provo invece pena per chi dispensa saccenteria a piene mani. Non si ricordano delle difficoltà che incontravano in campo e quanto erano modesti...». Nel calcio si dice: Pelè è il più grande calciatore di tutti i tempi. C’è stato un Pelè arbitro?

«Inizia per A? È solo una battuta e mi scuso...». Ultima: il più bravo arbitro di oggi?

«Papa Francesco, un grande al debutto». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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MONDO

L’uomo dello sceicco ieri l’evento Ha ricevuto il Premio Ghirelli in Gazzetta Soriano è stato premiato in Rcs a Milano con il «Premio Ghirelli», sezione Economia& Management, assegnato dalla Figc. Presenti Abete (a sinistra) e il direttore Gazzetta, Andrea Monti. Premiati anche Jonathan Wilson e Gian Nicola Bisciotti.

Ferran Soriano, 45 anni, al centro, a.d. del Manchester City, applaude durante un match all’Etihad Stadium AP

«Ecco il mio City Nuovi talenti con meno spese» Ferran Soriano «Jovetic e Lamela? Solo voci...» E Galliani lo punge: «Ho pagato troppo Balotelli» CARLO LAUDISA twitter@carlolaudisa MILANO

«Come sta Mario?» Ferran Soriano accoglie Adriano Galliani con un largo sorriso e una domanda spontanea. L’abbraccio è immediato. L’amministratore delegato del Manchester City e quello del Milan si rivedono per la prima volta dopo il grande affare di gennaio. La risposta del rossonero è di spirito: «Balotelli sta bene. Ma me l’hai fatto pagare troppo. E sta segnando poco...». Il retroscena è l’abbrivio di una giornata particolare nella sala Montanelli, in casa Rcs. Tanti premiati al «Ghirelli», ma l’ospite d’onore è proprio lui, il nuovo manager di uno dei club più ricchi al mondo, quello dello sceicco Mansour. Orgoglio catalano, una carrie-

ra nata proprio nel Barcellona, come vice del presidente Joan Laporta, «fratello» di Txiki Begiristain (ora d.s. al City con lui) e mentore di Pep Guardiola. E il titolo del suo libro è una metafora di vita: «Il pallone non entra mai per caso». Cioé la sua ricetta per il calcio del futuro. «Un anno puoi vincere per caso, ma alla lunga servono programmazione e investimenti per arrivare alla finale di Champions League». Questa è la favola del Barcellona.

«Nel 2003 facemmo una ricerca. Per ogni giocatore approdato in prima squadra dalla cantera c’era stata una spesa media di 2 milioni. Un’inezia se si pensa ai costi attuali». Ma è l’unica strada?

«La principale. Il principio d’appartenenza è fondamentale per

dare un’impronta tecnica al club. Perciò incide anche il modulo di gioco. Già a 5 anni bisogna apprendere lo stile della società: poi i frutti arriveranno».

me un treno ad alta velocità». Quindi non c’è gara?

«Tutt’altro. In Germania hanno fatto una lavoro importante e sono cresciuti tanto sul mercato interno, ma anche Italia e Spagna hanno tante potenzialità. Inter, Juve, Milan e Roma, ad esempio, hanno un brand di notevole spessore, ma va sfruttato meglio». Come?

«Innanzitutto costruendo stadi nuovi: strutture accoglienti e con servizi che invoglino a spendere. Con l’eccezione della Juve è impensabile che i club milanesi incassino solo 30 milioni dai biglietti contro i 100 e passa delle rivali di Champions. Non c’è spazio per uno nuovo stadio a Milano? Tipo un Allianz Arena o un Emirates?». E basta?

Le manca la Catalogna?

«Il sole certo, è la mia terra. Ma è cambiato totalmente il mio modo di lavorare da quando sono al Manchester City. In Spagna il 60% del mio tempo era dedicato alla comunicazione, cioé alla politica. Ogni giorno dovevi conquistarti la fiducia dei soci-elettori. In Inghilterra, invece, devi dar conto solo alla proprietà e hai molto più tempo per operare». Come vede il calcio europeo dalla sponda Premier?

«I fatturati parlano chiaro. Le società inglesi incassano il doppio delle altre Leghe più importanti e conta molto la tradizione, i rapporti con l’Asia. E’ co-

«Vanno venduti forse meglio i diritti televisivi esteri. I margini di miglioramento sono enormi». La Premier ha anche un manager indipendente.

«Sino ad un certo punto, per la verità. I condizionamenti ci sono anche lì».

la scheda FERRAN SORIANO COMPTE 45 ANNI A.D. MANCHESTER CITY

Ferran Soriano Compte è nato a Barcellona (Spagna) il 16 giugno 1967. Ha studiato tra Lovanio (Belgio), New York (Usa) e Barcellona. Esperto di economia, ha fondato la Cluster Consulting prima di entrare nel mondo del calcio. Tra il 2009 e il 2012 è stato presidente della SpanAir, compagnia aerea con sede in Catalogna.

2003 Diventa vice presidente del Barcellona, con delega sulla gestione finanziaria. In cinque anni, al fianco del presidente Joan Laporta, porta il fatturato blaugrana da 123 a 308 milioni di euro. È «l’architetto» delle principali operazioni di mercato del club. Ecco alcuni dei suoi colpi principali:

2003-04 Ingaggia Ronaldinho.

2004-05 Ingaggia Eto’o, Deco, Giuly

Intanto le concorrenti discutono i vostri sponsor. Non c’è un’aria serena.

«I rapporti stanno migliorando. Il calcio inglese apprezza il concetto che gli investitori sono benvenuti perché le ricadute positive non sono solo per chi spende, ma per tutto il sistema».

2006-07 Porta Thuram e Zambrotta in blaugrana.

Come la mettiamo con il Fair play finanziario? La vendita di Balotelli dipende da questo?

«No. Mario è andato via per una sua scelta. La nostra squadra resta competitiva. Anzi, il nostro problema è quello di trovare giocatori più forti di quelli già in rosa. Non è facile». Ora c’è il tappo alle spese...

«Negli ultimi tre esercizi ci sono state perdite di 200 milioni, poi, di 100 e ora si profila un rosso di 50. Ma abbiamo anche appena investito 150 milioni per le strutture del settore giovanile. E’ un progetto fantastico, all’insegna della sostenibilità finanziaria». Qual è il futuro di Roberto Mancini? Ci sono voci poco tranquillizzanti su di lui.

«Mancini è un campione, non aggiungo altro. E comunque non è facile rivincere in qualsiasi campionato, soprattutto in Premier». Al City sono stati accostati i nomi di Lamela e Jovetic. Conferma?

«I rumors li associano al City, ma non commento mai le voci di mercato». Ha parlato con Guardiola? Come giudica la sua scelta?

«Certo, con Pep mi sento spesso. Ha fatto la cosa giusta. Il Bayern è un club importante e in grande ascesa».

2007-08 Prende Henry e Abidal.

L’attrae l’Italia?

2012 Diventa amministratore

«Mai dire mai. Si mangia bene, si vive bene. Ma ora sono concentrato solo sul City»

delegato del Manchester City.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO LO SCONTRO TRA I POTERI DEL CALCIO

MONDIALE: PARLA BLATTER

«Gli arbitri di porta li ha votati Blatter»

«Qatar 2022 d’inverno? In caso si rivoterebbe»

Platini replica al presidente Fifa: «È lui nel Board, non io. I campioni anti-tecnologia» FABIO LICARI

Gli arbitri di porta? «È Blatter che vota al Board, non io». Li usa soltanto l'Italia perché Collina è italiano? «Ma quando mai: sono in una decina di campionati». Euro 2020? «Non sono certo che fosse proprio quello il progetto di Gheddafi». La tecnologia? «Non dev’essere per forza in concorrenza con gli arbitri». E così alla fine Michel Platini rispose. Incassate in silenzio un po’ di bordate da Sepp Blatter, rivale sulla strada della Fifa, il presidente

Uefa ha deciso di replicare parlando con il quotidiano francese L'Équipe e il magazine tedesco Kicker. Aspettando la prossima puntata, ecco il Platini pensiero. Arbitri di porta «Preferisco essere coerente piuttosto che seguire il vento per guadagnare popolarità. Anni fa ero solo a proporre il divieto di retropassaggio al portiere e il "rosso" per fallo da chiara occasione da gol: si sono rivelate buone riforme. Sugli arbitri addizionali non sono solo, dato che è stato proprio Blatter ad autorizzare il sistema: io non sono membro del Board che decide, lui sì con 4 voti su 8. Tutte le commissioni tecniche Uefa e Fifa, composte da ex campioni, si sono opposte alla tecnologia. Infine è falso affermare che gli arbitri sono impiegati solo da Uefa e Italia: esistono in Ucraina, Belgio, Israele,

S Michel Platini, 57 anni, francese, è diventato presidente Uefa nel 2007

Ungheria, Slovacchia, Polonia, Turchi, Romania, Bosnia, Russia, Malta e Francia». Tecnologia in campo «È un peccato trasformare questioni cruciali per il gioco in uno scontro personale. Non è Blatter contro Platini o Fifa contro Uefa. La domanda è: "Cosa può aiutare gli arbitri?". I due sistemi non devono essere per forza in concorrenza, possono essere utilizzati una volta l'uno, una volta l'altro, ma la tecnologia si occupa solo dei gol fantasma. Per la tecnologia mi pongo qualche problema: potrebbe essere l'inizio di un processo dannoso per il calcio». Tecnologia e spese «Inoltre è ca-

rissima. La Scozia, che è favorevole, ha preferito risparmiare sulla tecnologia e investire nel calcio giovanile. Se volessi introdurla in Champions ed Euro-

league, costerebbe 54 milioni di euro in 5 anni. Il pericolo è che la Fifa, garante dell’universalità del gioco, introduca un calcio a due velocità. Nel '98 la filosofia mia e di Sepp era "calcio per tutti, tutti per il calcio"». Euro 2020 «All'Uefa ho lanciato la campagna "Respect". Rispetto le opinioni di tutti inclusa quella di Blatter con il quale ho ottimi rapporti. Non possiamo andare d’accordo su tutto. Su Euro 2020, posso dire che 52 federazioni su 53 (non la Turchia, ndr) hanno sostenuto con entusiasmo questa nuova idea: dividere responsabilità e solidarietà. Non potrebbe esserci nome più adatto nè credo che questo fosse il modo in cui Gheddafi agiva. Piuttosto, un modello di buona governance. E attaccare Euro 2020 significa attaccare 52 federazioni europee». RIPRODUZIONE RISERVATA

(f.li.) Non è una questione imminente, ma prima o poi bisognerà parlarne. Riguarda Qatar 2022, il Mondiale più discusso della storia. Platini vuole giocarlo d'inverno perché d’estate le temperature a Doha e dintorni sono tremende. Ma Blatter? Il presidente Fifa, parlando al quotidiano spagnolo «As», è di avviso opposto: «Qui non ci sono trucchi. Il Mondiale è stato dato al Qatar perché si giocasse a giugno e luglio. Perché ci sia un cambio e si giochi in inverno è necessario che sia il Paese organizzatore a chiederlo. Ancora non è successo. Inoltre sanno che, se chiedono un cambio, andando a intaccare le condizioni di base del Mondiale, rischiano che altri Paesi che si erano candidati per il 2022 possano fare ricorso e a quel punto si dovrebbe ripetere la votazione». Esecutivo Di date non si parlerà oggi a Zurigo all'Esecutivo Fifa impegnato in altre questioni più urgenti. Compreso l’eventuale aumento degli utili del Mondiale per i club. L'Uefa darà 150 milioni di Euro a Francia 2016, invece la Fifa offre "solo" 70 milioni di dollari a Brasile 2014: difficile che questa cifra aumenti, ma per Russia 2018 i club contano di raddoppiare il contributo Fifa. Un «no» potrebbe far arrabbiare l'Eca (l'associazione club europei). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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InContropiede di DAN PETERSON

ono, a dire poco, preoccupato per il fatto che, S quest’anno, tutte le serie di playoffs saranno su 7 partite. Sia chiaro, io penso che il 4 su 7 sia troppo pure per l’Nba dove vorrei vedere ottavi e quarti al meglio delle 5 partite e solo semifinali e finale su 7. In Italia? Sempre su 5. Fra l’altro, vorrei anche tornare alla formula che alterna gare in casa e fuori e non questo 2-2-1. Giocare le prime due fuori è un handicap pesante, terribile su 5 partite. Perché la serie A ha cambiato? Per avere un incasso sicuro in più per le squadre che finiscono dal quinto all’ottavo posto nella regular season? Capisco gli incassi; non capisco ciò che si dà in cambio. Cioè, di fare uno

ilVerdeoro

di PAULO ROBERTO FALCAO

C erto, Brasile-Italia per un brasiliano non sarà mai come Brasile-Argentina, soprattutto a livello di rivalità. Quella è un’altra cosa, è un altro mondo, c’è una storia di sangue che balla da una vita tra noi brasiliani e gli argentini. Un po’ forse come tra Italia e Francia, dove c’è sempre stata una rivalità che va oltre per motivi di moda o per la «guerra» del vino. Ma una cosa ve la posso assicurare, per un qualsiasi brasiliano la sfida con l’Italia è una di quelle stellari, che evocano momenti belli e brutti del nostro calcio, una sfida sempre da vivere con tutto il cuore e l’anima. Da noi ogni sfida con l’Italia è sempre sentitissima, una partita che conta sempre qualcosa, anche se è una semplice amichevole. Una rivalità che si basa soprattutto sul rispetto reciproco, non fosse altro perché Brasile e Italia sono i due paesi che hanno vinto più titoli mondiali in assoluto. Del resto, l’Italia non batte il Brasile da più di trenta anni e questo per noi è un grande motivo di orgoglio. Anche se l’ultima sconfitta, quel 3-2 del 1982 in Spagna, me la ricordo bene, purtroppo. Recentemente ci ho scritto anche un libro su

Falcao e Marco Tardelli nel Mondiale di Spagna ’82

quella partita, uscito nello scorso mese di dicembre in Brasile. Una partita stranissima, come è strano ancora oggi che da noi si parli così bene di quella nazionale, quasi come se avesse vinto il Mondiale lo stesso. Ricordi? Tanti, tantissimi, quella partita la giocammo bene entrambi. Ma in questo momento me ne viene in mente soprattutto uno, il mio gol, quello del temporaneo 2-2, quello del pareggio, che ci sarebbe valso la qualificazione alle semifinali. Ed invece ci ha pensato poi Paolo Rossi a farci fuori. Già, proprio Paolo Rossi, anche per questo gli ho chiesto di scrivere la prefazione del libro. Il marchio su quel Mondiale è il suo, anche se in Brasile sono ancora tutti innamoratissimi di quella squadra lì. Già, Italia-Brasile, una partita che ha sempre qualcosa da raccontare. Gli azzurri in queste partite vanno sempre forte e sarà così anche a Ginevra, dove la squadra di Prandelli andrà in campo per vincere, ne sono sicuro. Tra l’altro, mi sembra che gli azzurri stiano andando molto bene, è un gruppo di lavoro che sta insieme da 2-3 anni e che ha un certo affiatamento. Mi aspetto molto da giocatori come Balotelli, anche se mi sembra scontato parlarne. E poi da Daniele De Rossi. So che sta vivendo una stagione difficile, che ha cominciato non giocando nella Roma, che di certo non è il suo momento migliore. Ma resta sempre un giocatore di livello mondiale, di quelli che in mezzo al campo possono fare la differenza. Nel Brasile, invece, gli occhi saranno tutti puntati su Neymar, anche se poi da noi questa volta non si guarderà tanto al risultato, quanto all’aspetto tattico. È la seconda partita di Scolari alla guida della Seleção, la gente vuole capire come giocherà questo Brasile. È facile che faccia la difesa a tre, proprio come successe nel 2002. Per noi, alla fine, sarà un test. Anche se contro l’Italia non può mai essere così e basta. C’è una rivalità che affonda nel rispetto reciproco. E quei Mondiali lì a testimoniare che, forse, è la sfida più bella di tutte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CON LORO NON È’ MAI UN’AMICHEVOLE GIOCARLA È COME TORNARE BAMBINI di BEPPE BERGOMI

iene chiamata amichevole, ma non lo è. V Perché giocare contro il Brasile è come tornare piccoli e azionare la fantasia, e anche se il Brasile da qualche tempo non è la squadra più forte del mondo, beh, è pur sempre il Brasile, la squadra contro la quale tutti vorrebbero giocare, quella che pur di incontrarla ti fai passare un malessere, un crampo o un disturbino, la Nazionale che l’immaginario (ma certamente anche la classe di cui è composta) fa comunque fortissima, da battere. Da sempre vado pensando — e succedeva anche ai tempi della Nazionale quando se ne parlava con Vialli e Mancini per esempio — che l’Italia deve organizzare amichevoli così, che non sono vere e proprie amichevoli. Perché il livello di attenzione resta alto, perché le motivazioni si quadruplicano, perché l’asticella di tutte le energie positive che hai non si può abbassare. Per me l’Italia dovrebbe sempre far così, giusto per allontanare quell’impronta molto italica — e per certi versi vera — che ci dà più sgonfi quando l’avversario è meno blasonato, quando non c’è la posta in palio. Il Brasile stuzzica la fantasia: quando ero picco, e so che a tanti altri è successo, se a un Mondiale non c’è l’Italia tifi per il Brasile. Viene automatico, viene da sé.

sport totalmente diverso nei playoff da quello giocato nella regular season. Sono americano e quindi favorevole ai playoff ma per dare un premio alla squadra più meritevole nel momento più importante della stagione. Ma, una società non di quelle costruite per l’Eurolega o favorite per il titolo che arriva ai playoff non avrà mai 10-12 giocatori di qualità per affrontare tre serie 4-su-7. Quindi, sa in partenza di non avere nessuna possibilità di vincere lo scudetto. Vuol dire che squadre come Varese e Sassari (in foto l’ultimo scontro diretto), e pure Roma, che hanno messo insieme bellissime squadre per la regular season saranno svantaggiate rispetto a Siena, Milano che sono più profonde. Peraltro, le big

Nella mia carriera ho incontrato due volte il Brasile: al Mondiale dell’82 ovviamente, ed era il 5 luglio quando poi vincemmo fino ad arrivare al trionfo finale. E poi a Bologna, nell’89: è da tanto che non vinciamo contro di loro, proprio da quel pomeriggio caldissimo a Barcellona, quello del mio ingresso in campo al minuto 34. Si fece male Collovati, Enzo Bearzot mi disse: «Ragazzo, scaldati, entra e occupati di Serginho». Se mi andò bene con Serginho? Beh, certo era meno forte di tutti quei campioni che c’erano in campo quel giorno, ma mi ricordo che mi ripetevo sempre — con stupore — quanto fosse gigantesco, enorme: «Ha un braccio grosso come la mia gamba» mi dicevo sempre. Ma poi andò bene. C’è una cosa che mi piace ascoltare dagli azzurri di adesso. Ho sentito Pirlo dire così: «Loro sono certamente forti, ma anche noi lo siamo». Ed è questo l’approccio giusto di un giocatore italiano: perché anche noi abbiamo le qualità da mostrare per far male, e perché è certo che anche una squadra come il Brasile teme l’Italia e soprattutto un giocatore come Andrea Pirlo. Cosa direi se fossi un allenatore in questo momento? Non direi loro che è la partita della vita, ma è certo che se la vinci hai un’impennata dell’autostima straordinaria. E l’austostima che s’impenna non fa mai male... © RIPRODUZIONE RISERVATA

come Siena che hanno fatto strada in Eurolega, arrivano ai playoff già con 60 partite alle spalle. Un peso psico-fisico tremendo. Troppo. Il mio vero ultimo anno con l’Olimpia Milano, 1986-87, avevamo giocato 50 partite prima dei playoff: 30 in Serie A-1, 5 in Coppa Italia, 15 in Coppa dei Campioni. Era un record per i tempi. Poi, 2-su-3 nei quarti; 2-su-3 nei semi-finali; 3-su-5 nel finale. Ci avrebbe fatto fare tre serie di 4-su-7? Non credo che avremmo avuto le forze per completare l'opera. Quindi, la migliore squadre d’Europa sarebbe stata penalizzata dal 4-su-7. Quindi, non «penalizziamo» i piccoli per roster corti; e non «penalizziamo» le grandi per una sovracarica di lavoro oltre quello dell'Nba. © RIPRODUZIONE RISERVATA

laRovesciata

di ROBERTO PELUCCHI

f «Non abbiate paura della tenerezza», disse Antonio Conte davanti ai giornalisti in adorazione.

laVignetta di VALERIO MARINI

di ROBERTO BECCANTINI http://www.backisback.it/

L’Europa ci dice che cosa fare con gli ultrà Le porte chiuse alla Lazio, l’inchiesta sull’Inter: da noi la risposta è molle

TwitTwit

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

TANIA CAGNOTTO Campionessa di tuffi

Arrivati a Dubai..con 3 ore di ritardo!!e adesso bella devastata voglio andare a nuotare coi delfini che l'aspetto dall'anno scorso;-)) @TCagnotto

LAURE MANAUDOU Campionessa di nuoto

Ama la vita che stai vivendo. Vivi la vita che ami.

l’Azzurro

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I PLAYOFF AL MEGLIO DELLE 4 SU 7 PENALIZZANO CHI HA GIOCATO DI PIÙ

laPuntura

PER NOI È SEMPRE UNA SFIDA STELLARE E QUEL 3-2 DEL 1982 LO RICORDO BENE

LA GAZZETTA DELLO SPORT

@Manaudou33m

KOBE BRYANT Stella del basket Nba

Non sono sicuro di seguire tutti i miei compagni di squadra. E’ che poi li incontro ogni dannato giorno... #twitteretiquette @kobebryant

RAFAEL NADAL Fuoriclasse di tennis

Qualche giorno di riposo a casa e poi tornerò ad allenarmi prima di ripartire per il giro del mondo... @RafaelNadal

LUCA DOTTO Campione di nuoto

Non mi esprimo mai in politica ma questa foto è troppo bella ahahahahahaha!!! @dottolck19

accio mia la provocazioF ne che Antonio Conte ha lanciato, sabato sera, dal ventre dello stadio Renato Dall’Ara di Bologna. Perché non riprendere l’arrivo delle squadre? E magari, già che ci siamo, la partenza dall’albergo. Perché non zoomare sulle curve, a caccia dei barbari che le abitano? Non ci sarebbe, temo, che l’imbarazzo della scelta: e del disgusto. Sia chiaro: il discorso non vale solo per la Juventus, il cui bus è diventato il bersaglio preferito dei balilla col passamontagna, a Napoli come a Bologna. Vale per tutti, ovunque e comunque. Le telecamere che frugano negli spogliatoi per «creare l’atmosfera» come quel vecchio brandy di Carosello mi sembrano uno spreco. Borotalco, non rotocalco. Sono immagini «false», dal momento che gli allenatori lasciano filtrare il nulla che serve a placare le fregole del contratto, e dei guardoni. E’ un’usanza che abbiamo mutuato dalla Nba, sterilizzandone il paesaggio e il messaggio. L’odio e il disprezzo hanno trasformato gli stadi e i loro dintorni in teatri di guerra. Cori razzisti, striscioni ingiuriosi, edicole compiacenti. Se non, addirittura, agguati, imboscate ai «nemici», siano essi la squadra di un giorno o i poliziotti di sempre. L’idea di fissare in diretta lo sbarco dei «nemici» potrebbe aiutare le forze dell’ordine a limitare il disordine della forza. Poi, naturalmente, servono rapporti meno tolleranti e più incisivi, in maniera tale che il giudice sportivo Gianpaolo Tosel possa adeguare le sentenze alla gravità dei fatti e non alla superficialità dei brogliac-

ci. Tv significa far vedere ma anche far sentire. E a proposito di quest’ultimo verbo, vorrei sentire, da parte di presidenti, dirigenti e addetti ai lavori, appelli meno vaghi, condanne più dure, censure drastiche, nette. Da Andrea Agnelli a Massimo Moratti, passando per Adriano Galliani: è un tema che ho già affrontato, la pulizia non può che cominciare in casa - fuori i teppisti dal «nostro» tempio - se vogliamo debellare, sul serio, il cancro che ci sta consumando. La proposta di Conte - telepedinare i pullman dei club per stanare i padri di famiglia che, con il bebé in braccio, tirano pietre nasconde un segnale così forte che molti lo liquideranno alla stregua di un’uscita strampalata, poliziesca. In ragione, soprattutto, del motivo scatenante: la multa per eccesso di euforia contestatagli dal «vigile» Pioli. Mi consenta, Stefano: le priorità sono altre. L’assalto alla Bastiglia della responsabilità oggettiva, emerso anche dai miti verdetti di Scommessopoli, ha contribuito ad armare il braccio, l’ugola e la fantasia dei vandali. Le porte chiuse della Lazio e l’inchiesta sull’Inter spiegano la differenza tra il sistema europeo e il regime italiano. Galera e daspo per i delinquenti: come no. Ma se non si toccano gli stadi e la classifica - sì, anche la classifica - neppure un’eventuale scorta televisiva alle carovane potrà fornire materiale per tenere vivo, non tanto il problema, che purtroppo scoppia di salute, quanto il dibattito sulle possibili soluzioni. Prigionieri del tifo, e non solo, mendichiamo ogni genere di cavillo pur di sentirci meno razzisti degli altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

SERIE B

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

IL POSTICIPO DELLA 32a GIORNATA

Novara, scatto playoff Varese in caduta libera Gol di Lazzari e Rubino: ora Aglietti è a soli 3 punti dal 6˚ posto I lombardi non sanno più vincere, Castori è vicino all’esonero VARESE NOVARA

0 2

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Lazzari al 36’ p.t.; Rubino all’11’ s.t.

VARESE (4-4-2) Bressan 6; Pucino 5,5, Troest 5, Rea 5,5, Struna 5; Ferreira Pinto 5,5 (dal 23’ s.t. Scapuzzi 5,5), Damonte 6, Filipe 5, Juan Antonio 4,5 (dal 1’ s.t. Tripoli 5,5); Neto Pereira 5,5 (dal 23’ s.t. Martinetti 5,5), Ebagua 5. PANCHINA Bastianoni, Marino, Kone, Franco. ALLENATORE Castori 5.

NOVARA (4-3-3) Kosicky 6; Perticone 6,5, Ludi 6,5, Lisuzzo 7, Crescenzi 5,5; Marianini 7, Buzzegoli 6,5 (dal 12’ s.t. Fernandes 6,5), Pesce 6,5; Gonzalez 7,5, Rubino 7 (dal 42’ s.t. Baclet s.v.), Lazzari 6 (dal 36’ s.t. Lepiller s.v.). PANCHINA Montipò, Barusso, Ghiringhelli, Faragò. ALLENATORE Aglietti 7. ARBITRO Mariani di Aprilia 6,5. GUARDALINEE Schenone 7 - Chicchi 7. ESPULSI nessuno. AMMONITI Pucino (V), Ludi (N), Damonte (V), Troest (V), Pesce (N) per gioco scorretto. NOTE paganti 1.193, incasso di 9.366 euro; abbonati 2.640, quota di 16.537,32 euro. Tiri in porta 4-6. Tiri fuori 1-4. In fuorigioco 2-4. Angoli 3-1. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’.

h 7,5 il migliore GONZALEZ (Novara) Ha problemi muscolari, fatica a stare in piedi, ma fa vedere le cose migliori

DAL NOSTRO INVIATO

NICOLA BINDA VARESE

Sette squadre scavalcate in due giornate, settimo posto raggiunto, playoff ancora a 3 punti in attesa che il Tnas il 10 aprile riduca la penalizzazione. La scalata del Novara procede decisa verso quegli spareggi che però, a questo punto, sono aggrappati all’Empoli, che deve cercare di non finire a -10 dal terzo posto. Il Varese questo Varese - non può di certo aiutare i toscani. Per questo la società biancorossa oggi potrebbe voltare pagina firmando l’esonero di Castori, ma sembra esclusa la promozione di Ganz dalla Berretti. La bilancia Tra Varese e Novara

ci sono 40 chilometri, una discreta rivalità e 35 precedenti che pendono a favore dei lombardi (11 vittorie a 6, con questa). Se sugli spalti, a livello di tifo, il confronto è stato equilibrato, in campo stavolta la bilancia è stata tutta dalla parte del Novara, che con un gol per tempo ha portato a casa una vittoria che nel finale sarebbe potuta essere più rotonda (non come a La Spezia, ma insomma...) viste le occasioni sciupate, un po’ per stanchezza e un po’ per supponenza.

Raffaele Rubino, 35 anni, festeggiato dai compagni dopo il 2-0 BOZZANI I protagonisti A far felice Agliet-

ti sono stati Gonzalez e Rubino, già artefici della promozione in A di due anni fa. L’argentino non ha segnato (anzi, si è divorato un gol al 24’ dopo fuga solitaria: bravo Bressan) e ha giocato praticamente con una gamba sola, visti i guai agli adduttori, ma è stato prezioso e ha regalato giocate di classe, come il lancio che al 36’

In cinque giorni i piemontesi hanno scavalcato sette squadre e adesso sperano nel Tnas

ha messo in condizione Lazzari di filare verso l’area avversaria: il suo tiro dal limite, deviato da Troest, s’è rivelato una palombella beffarda per Bressan. Invece Rubino, capitano con soli 265’ in campo e alla prima da titolare (Seferovic in nazionale, Mehmeti infortunato), ha raddoppiato nella ripresa scaraventando al volo in gol dal dischetto una punizione di Buzzegoli, per la prima rete stagionale, la numero 78 in maglia azzurra. Domanda: dov’era la difesa del Varese? La crisi Il vero problema della squadra di Castori però è un altro: s’è smarrita, ha fatto un punto in 4 gare. E dopo 11 partite consecutive casalinghe di fila non è riuscita a segnare. E’ vero che Ebagua al 31’ s’è divorato un’occasione solare, ma di altre azioni chiare in zona gol non se ne sono viste, e soprattutto è mancato quel gioco d’attacco aggirante e martellante che ha fatto le sue fortune. Mancavano Corti e Zecchin, oltre a Oduamadi, Fiamozzi e Lazaar, ma in campo non c’erano sicuramente giocatori di basso profilo: deludente in particolare Juan Antonio, voluto a gennaio da Castori (era alla Samp) ma del tutto impalpabile. Se il centrocampo ha subìto il Novara, l’attacco è stato di una pochezza disarmante. Ebagua ha cambiato idea e sta trattando il rinnovo triennale, pur con una clausola di rescissione bassa che gli consentirà comunque di andare al Verona (come si dice da settimane), ma quello che cercava il gol dell’ex al Novara non è l’idolo che ha spesso esaltato Masnago. E a proposito di idoli, a Novara il vento è proprio cambiato: Tesser è stato dimenticato, adesso i cori sono tutti per Alfredo Aglietti.

CLASSIFICA SQUADRE

PT

SASSUOLO VERONA LIVORNO EMPOLI VARESE (-1) BRESCIA NOVARA (-5) PADOVA JUVE STABIA CROTONE (-2) TERNANA MODENA (-2) CITTADELLA LANCIANO CESENA ASCOLI (-1) BARI (-7) SPEZIA REGGINA (-2) VICENZA PRO VERCELLI GROSSETO (-6)

71 60 60 53 47 45 42 42 41 39 39 38 38 38 38 37 36 36 35 31 25 23

PARTITE G V N P 32 22 5 5 32 17 9 6 32 17 9 6 32 14 11 7 32 13 9 10 32 10 15 7 32 13 8 11 32 10 12 10 32 10 11 11 31 11 8 12 32 9 12 11 32 10 10 12 32 9 11 12 32 8 14 10 32 9 11 12 31 10 8 13 32 11 10 11 32 8 12 12 32 8 13 11 32 7 10 15 32 6 7 19 32 6 11 15

RETI F S 65 29 46 25 58 40 55 46 42 41 42 35 51 33 34 36 44 45 30 40 28 30 42 43 36 44 37 46 35 49 40 46 40 34 38 47 34 40 32 42 27 52 34 47

U PROMOSSE U PLAYOFF U PLAYOUT U RETROCESSI

PROSSIMO TURNO Sabato 23 marzo, ore 18 GROSSETO CESENA (2 3) ore 20.45 PADOVA MODENA (0 0) Domenica 24 marzo, ore 12.30 SPEZIA PRO VER CELLI (0 1) ore 15 BRESCIA CITTADELLA (1 1) LIVOR NO LANCIANO (1 1) NOVARA ASCOLI (0 2) REGGI NA JUVE STABIA (0 1) SASSUOLO TERNANA ( 3 1 ) VERONA CROTONE (3 3) VICENZA VARESE (1 1) ore 20.45 EMPOLI BARI (3 2)

VERONA

Ansia Mandorlini: rischia di perdere anche Martinho VERONA (m.f.) Dopo la vittoria di Lanciano e l’aggancio al secondo posto, il Verona ha ripreso ad allenarsi in vista della sfida di domenica con il Crotone. Da verificare le condizioni di Martinho, che ha accusato il riacutizzarsi del problema al polpaccio che l’ha fermato da novembre a gennaio: il brasiliano ha lavorato in palestra. Dovrebbe trattarsi di una contrattura, oggi sono previsti più approfonditi esami e il quadro sarà più chiaro, ma resta il dubbio per domenica. Hallfredsson e Bacinovic, impegnati con Islanda e Slovenia, rientreranno a Verona sabato. Bianchetti invece non ci sarà, in quanto convocato dall’Under 21.

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PRIMA DIVISIONE LA CAPOLISTA

A Il super Trapani ci riprova

TREDICI IN RETE

con la cooperativa del gol

Ha segnato più di tutti e con il maggior numero di S giocatori: stavolta Ecco tutti i giocatori del basterà per la B?

Trapani andati in gol.

10 RETI Abate attaccante (nella foto) Mancosu attaccante 8 RETI Madonia centrocampista 6 RETI Basso centrocampista 3 RETI Docente attaccante 2 RETI Gambino attaccante Pacilli centrocampista 1 RETE Pirrone centrocampista Tedesco centrocampista Spinelli centrocampista D’Aiello difensore Filippi difensore Pagliarulo difensore

FRANCO CAMMARASANA TRAPANI

Ci riprova il Trapani. Si è ripreso la vetta della classifica e adesso spera di restarci. C’è una certa fiducia in casa granata anche se l’entusiasmo, pure tra i tifosi, resta moderato: brucia ancora la delusione dello scorso anno. Di quella amara esperienza, però, tecnico, società e parte dei giocatori, allora esordienti in Prima divisione, hanno cercato di fare tesoro. Quest’anno, inoltre, la panchina è fornita di ricambi adeguati, cosa che è mancata nella parte finale della scorsa stagione. Mentalità vincente Identica, in-

vece, è rimasta l’identità della squadra che punta sempre a vincere, dentro e fuori casa. Anche quest’anno pertanto il Trapani assomiglia a una macchina da gol. Nelle 25 partite sin qui disputate (14 vinte, 7 pareggiate e 4 perse) ne ha messi a segno ben 47, quasi equamente distribuiti fra casa (23) e trasferta (24) e tra primo tempo (23) e secondo tempo (24). E’ anche quella che è

Matteo Mancosu, 28 anni FOTOPRESS

andata a segno con il maggior numero di giocatori: ben 13 (3 reti con i difensori, 19 con i centrocampisti e 25 con gli attaccanti). E’ inoltre l’unica squadra tra i professionisti, dalla Serie A alla Seconda divisione, ad aver segnato in tutte le trasferte: «Non scendiamo mai in campo per il pari – dice l’allenatore Roberto Boscaglia –. Pensiamo sempre ad attaccare. Quando non abbiamo palla, dobbiamo difenderci, ma quando l’abbiamo noi dobbiamo pensare soltanto a fare gol». Squadra atipica Per dare alla

squadra una identità offensi-

va, però, Boscaglia non si affida a veri e propri cannonieri da area da rigore. Il suo 4-4-2, infatti, è atipico perché non prevede l’utilizzo di prime punte. Abate (10 gol) lo si vede spesso rincorrere palloni dalle parti dei compagni di difesa, Gambino opera tra reparto arretrato e centrocampo avversari e altrettanto fa Docente. Basso, Pacilli e Mancosu (10 gol pure lui) sono degli esterni. Anche Madonia, che di mestiere faceva la punta, è stato inventato esterno di centrocampo. Finora ha segnato solo 8 gol (7 su rigore): «Per uno come me, abituato a fare l’attaccante, il gol fa sempre piacere — dice —. Però mi sta bene anche ciò che faccio adesso: dare più aiuto al centrocampo. In questo modo rischiamo di meno perché fare gol è importante ma non prenderne lo è ancora di più». E che il Trapani abbia «messo giudizio», pensando anche a difendersi oltre che ad attaccare, lo dimostra il fatto che lo scorso anno chiuse la stagione regolare (34 partite) con 42 gol al passivo, quest’anno nelle 25 partite già disputate ne ha incassati solo 24. Nelle ultime 6 partite ha subito solo 2 gol, entrambi su calci piazzati, a Lecce (rigore) e con la Tritium su punizione. Attualmente è in serie positiva da 11 giornate (ben 6 vittorie fuori casa, mentre in casa 2 successi e 3 pari) e spera di non fermarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GUAI AMMINISTRATIVI

RECUPERI SERIE D

Portogruaro deferito: rischia un altro punto di penalizzazione

San Paolo ok Bloccato il Pontisola

PORTOGRUARO (a.fr.) Il Portogruaro rischia una nuova penalizzazione, forse di un punto: è stato deferito, infatti, per non aver documentato nei termini previsti il pagamento degli emolumenti ai tesserati per settembre e ottobre 2012. I tesserati rinunciarono alle due mensilità vista l’impossibilità della società di pagare gli stipendi in seguito al sequestro, da parte della Guardia di Finanza, dei beni all’ex presidente Francesco Mio. Il club si difende e confida nel proscioglimento.

Si sono giocati ieri soltanto due recuperi (a Sestri Levante il campo era ancora impraticabile: rinviato l’esordio del neoallenatore dei liguri Fossati, subentrato all’esonerato Juary) e il ritorno delle semifinali di Coppa. GIRONE A Sestri LevanteTortona rinviata. GIRONE B Castellana-Pontisola 0-0. Classifica: Pergolettese p. 68; Voghera 60; Olginatese e Pontisola 59; Lecco (-3) 51; Caronnese 50; Castellana 48; Atletico Montichiari 44; Seriate 43; Mapellobonate e Caravaggio 42; Alzano Cene 39; Fersina Perginese 38; Darfo (-3) e Seregno 37; Pro Sesto 36; San Giorgio 24; Trento (-1) 23; Mezzocorona 22; Sant'Angelo 13. GIRONE C Union Quinto-San Paolo 0-1. Classifica: Sambonifacese p. 61; Porto Tolle e Virtus Vecomp 59; Pordenone 57; Clodiense 56; Real Vicenza 55; Sandonà Jesolo 48; Sacilese 46; Trissino Valdagno 45; Legnago 44; Tamai 43; Belluno 40; San Paolo 39; Este 38; Montebelluna 37; Cerea 32; Giorgione 30; Sanvitese 22; Kras Repen 20; Union Quinto 16.

UNDER 20 L’Italia Lega Pro non è riuscita a bissare

il netto 4 1 dell’andata nella Regional Competition. Ad Ajdovscina, in Slovenia, gli azzurri hanno perso 2 0 nonostante una buona prova. I gol sono stati siglati al 29’ p.t. da Benedicic e al 6’ s.t. da Pucko. L’Under 20 di Bertotto ha sfiorato più volte il gol con Vita, Montini e Giorno. LA SITUAZIONE IN PRIMA DIVISIONE GIRONE A La classifica dopo 27 giornate: Trapani*

p. 49; Lecce 48; Alto Adige* 45; Entella 40; Carpi* e San Marino* 38; Cremonese ( 1) 36; Lumezzane e Feralpi Salò* 35; Pavia 34; AlbinoLeffe* ( 6) 33; Portogruaro* ( 1) 29; Cuneo 28; Como* ( 1) 25; Reggiana* 22; Tritium* 16; Treviso ( 1) 13. (* ha già riposato). Così domenica (ore 14.30): AlbinoLeffe Tritium (1 0); Cuneo Lumezzane (2 1); Entella Portogruaro (1 1); Feralpi Salò Alto Adige (0 3); Lecce Pavia (sabato, 20.30; 1 1); Reggiana San Marino (0 4); Trapani Como (2 2); Treviso Carpi (0 1); riposa Cremonese. GIRONE B La classifica dopo 24 giornate: Avellino p. 48; Latina* ( 1) 44; Nocerina e Perugia ( 1) 43; Frosinone ( 1) 38; Benevento 37; Pisa 34; Catanzaro e Gubbio 32; Prato 31; Viareggio e Paganese* 30; Andria ( 2) 25; Sorrento e Barletta 16; Carrarese 13. (*una partita in meno). Così domenica (ore 14.30): Andria Viareggio (0 1); Avellino Nocerina (lunedì, ore 20.45; 0 1); Barletta Sorrento (2 1); Catanzaro Perugia (4 2); Gubbio Carrarese (2 2); Latina Prato (0 4); Paganese Benevento (0 2); Pisa Frosinone (2 1).

COPPA ITALIA Porto TolleCastelfranco 3-1 (and. 3-1); Arezzo-Torre Neapolis 1-1 (and. 2-4). La finale tra Porto Tolle e Torre Neapolis si gioca il 25 aprile in campo neutro. GIUDICE SPORTIVO Diffidati i campi del Licata e del Castel Rigone. Allenatori: 2 giornate di squalifica a Fasce (Novese), Gagliardi (Cosenza) e Renica (Trissino Valdagno). Calciatori: 4 giornate a Camussi (Novese), 3 a Barberi (Comprensorio Normanno), Lorusso (Fortis Trani) e Cunsolo (Palazzolo).


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE B TRE SOCIETA’ CAMBIANO ALLENATORE

Ribaltoni in panchina Modena a picco Arriva Novellino Marcolin esonerato. Il nuovo tecnico: «Ci divertiremo» PAOLO REGGIANINI MODENA

Quelli che erano quarti in classifica al giro di boa con 32 punti, adesso sono ultimi nella graduatoria del ritorno con 6 miseri punticini in 11 gare e rischiano seriamente di essere risucchiati nella lotta salvezza. Non c’è altra spiegazione per capire il motivo che ha chiuso anzitempo l’avventura di Dario Marcolin sulla panchina del Modena e aperto quella di Walter Novellino. Empoli bestia nera Come con Bergodi 16 mesi fa, fatale è stata una sconfitta casalinga con l’Empoli. Già martedì sera il destino di Marcolin e del suo vice Pancaro era segnato. La società si è confrontata nella notte e ieri mattina ha annunciato l’accordo fino a giugno con Novellino e una opzione sulla prossima stagione. Si è messo subito al lavoro il nuovo condottiero gialloblù (avrà al suo fianco il vice De Gradi), dietro l’angolo due trasferte consecutive insidiose — sabato a Padova e giovedì a Castellammare di Stabia

Walter Novellino, 59 anni, torna ad allenare dopo uno stop di 15 mesi FIOCCHI

— che rischiano di aggravare la situazione. «Mi mancava il campo e ho accettato questa proposta con entusiasmo - ha detto Novellino - mi sono accordato in fretta, non è stata una questione di soldi. E poi il giallo è il mio colore preferito». Proprietari sotto accusa Clima

pesante a Modena. Più che con Marcolin la gente ha nel proprio mirino Caliendo e Casari, di fatto i padroni del vapore, accusati di poca chiarezza sui programmi societari. Volevano i playoff, adesso c’è solo da salvare la baracca. «Più che sulle gambe dei giocatori - ha aggiunto Novellino - devo lavorare sulla testa. Con il recupero degli infortunati sono convinto che torneremo competitivi». Novellino torna in pista dopo l’esonero del dicembre 2011 a Livorno dove aveva Surraco (appena reintegrato) e Simone Barone che oggi allena gli allievi del Modena «Non farò stravolgimenti tattici - chiude -. Al completo questa è una rosa che permette all’allenatore di divertirsi». Lo sperano anche i delusi tifosi del Modena. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PADOVA

ASCOLI

FINORA 16 CAMBI

Salta Colomba, torna Pea Il d.s. Salvatori si dimette

Via Silva, c’è Pergolizzi «Ora pregate per me»

CESENA da Campedelli a Bisoli dopo la 3a GROSSETO da Moriero a Somma dopo la 7a; MagriniConsonni dalla 16a; Menichini dalla 20a; Moriero dalla 26a PRO VERCELLI da Braghin a Camolese dopo la 9a; Braghin dalla 23a NOVARA da Tesser a Perrone-Gattuso dopo la 12a; Aglietti dalla 16a PADOVA da Pea a Colomba dopo la 19; Pea dalla 33a SPEZIA da Serena ad Atzori dopo la 22a; Cagni dalla 28a REGGINA da Dionigi a Pillon dopo la 31a MODENA da Marcolin a Novellino dopo la 32a ASCOLI da Silva a Pergolizzi dopo la 32a

PADOVA Qualche giorno fa l’ultimatum del presidente del Padova, Marcello Cestaro, alla squadra era stato chiaro: bisognava tornare da Bari con i tre punti, senza attenuanti. Tre, invece, sono stati i gol incassati. Non c’è Il tecnico Fulvio Pea, voluta la classica notte 46 anni LAPRESSE di riflessione: ieri mattina Franco Colomba (14 punti in 13 partite) è stato esonerato e l’allenamento è stato diretto da Cesare Maestroni della Primavera. Cestaro ha richiamato quel Fulvio Pea a cui prima di Natale aveva dato il benservito. L’effetto domino non si è fatto attendere: il d.s. Fabrizio Salvatori ha rassegnato le dimissioni, che dovrebbero essere accettate. Impossibile la convivenza con Pea, considerando che era stato proprio Salvatori a scegliere Colomba. Per ora il posto di d.s. dovrebbe restare vacante, per il futuro si fanno i nomi di Sensibile e Delli Carri. Non si dimetterà, invece, il consigliere Luca Baraldi: «Con Pea ho mantenuto un buon rapporto, sia dal punto di vista umano sia tecnico. Ho rispettato a suo tempo la scelta del presidente. Lavoreremo insieme e cercheremo di fare bene». E Pea? Novantatré giorni dopo ha rimesso le scarpe da calcio e la tuta in valigia, assieme agli appunti con gli schemi, ed è partito per Padova per un primo colloquio con il presidente Cestaro. Un modo per dirsi in faccia cosa non è andato per il verso giusto alcuni mesi fa e cosa fare per portare fuori la squadra dalla crisi. Parlerà solo oggi. Senza rancori o vendette da consumare, ma con un solo obiettivo: vincere.

ASCOLI La sconfitta con la Reggina è costata la panchina a Massimo Silva sostituito da Rosario Pergolizzi. Un esonero annunciato da mesi visto che già in ottobre Silva è stato sul punto di essere cacciato dal presidente Benigni, L’allenatore Rosario convinto che con Zaza, Pergolizzi, 44 anni IPP Loviso e Feczesin il tecnico avesse in mano una squadra da playoff. Ma ogni volta che l’esonero era vicino, la squadra reagiva, arrivando addirittura vicina ai playoff. Poi è cambiato tutto e una serie di risultati negativi hanno riportato l’Ascoli a ridosso della zona pericolosa. Benigni ha deciso allora di cambiare. Via Silva, contestato dai tifosi, squadra a Pergolizzi, palermitano d’origine, ma ascolano d’adozione, avendo giocato in maglia bianconera e sposato un’ascolana, col padre tifoso bianconero. «Come ha detto il Papa: pregate per me ha esordito, sdrammatizzando . Mi ha detto mio suocero: pensaci bene Rosario, che così io non posso più uscire di casa… Per cui non voglio nemmeno ipotizzare una retrocessione che questa squadra ha tutti i mezzi per evitare». Si cambia soprattutto mentalità. «Serve cattiveria, aggressività, voglia di vincere sempre. Su come giocherà il mio Ascoli non posso ancora sbilanciarmi. A me piace il 4 3 1 2, ma sono pronto a cambiare in corsa se la partita lo richiede». Pergolizzi è stato vice di Pillon all’Olbia e ad Ascoli. E, ironia della sorte, proprio Pillon, battendo l’Ascoli, gli ha «regalato» una importante occasione in B. Intanto Zaza è rientrato dall’Under 21: si sospetta uno stiramento a un gluteo.

Andrea Moretto

Peppe Ercoli

in esclusiva con


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GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

FORMULA 1 GP MALESIA -3

Horner sicuro: «La Red Bull tornerà al top con il caldo»

DAL NOSTRO INVIATO

Pietre miliari

Il capo del team: «La macchina è veloce ma abbiamo mancato la finestra giusta per fare lavorare al meglio le gomme» IL DEBUTTO Giovanissimo alla Minardi Alonso debutta in F.1 a 19 anni, nel GP Australia del 4 marzo 2001. Chiude 12˚ con la Minardi ANSA

Christian Horner, 39 anni, inglese, capo della Red Bull dal 2005 AFP PINO ALLIEVI SEPANG

Un terzo e un sesto posto non sono esattamente i risultati che la Red Bull sognava per l’avvio del Mondiale. E neanche quelli che il grande pubblico si aspettava. Soprattutto dopo che in prova Sebastian Vettel e Mark Webber avevano provocato uno shock alla concorrenza, con tempi stratosferici. Invece la Red Bull è stata davvero in gara soltanto per sei giri. Quanto è stato in testa Vettel prima di rientrare per il pit stop, con le gomme che non reggevano più. Poi è stata solo sofferenza, con il campione del mondo che pensava soltanto a difendersi e Webber, molto indietro, che tentava la rimonta do-

« «

Webber ha consumato meno le Pirelli, per cui i guai di Vettel erano d’assetto

abbiamo mostrato di avere una macchina veloce. La Lotus ha sofferto un po’ più in qualifica e poi in gara è volata. Noi non avremmo potuto fare due sole soste, questo è evidente».

IL PRIMO MONDIALE L’urlo del guerriero Nel 2005 Alonso vince il titolo a Interlagos (suo 68o GP iridato). Gli basta un 3o posto con la Renault EPA

Vettel terzo, Webber sesto staccatissimo…

«Mark è stato sfortunato e ha vissuto una giornata particolarmente frustrante perché sin da prima del via non funzionava la centralina (martedì in un comunicato la McLaren ha chiesto scusa alla Red Bull e al pilota per l’inconveniente; n.d.r.). Abbiamo perso tutta la telemetria e le relative informazioni, per cui non è stato possibile fare le normali procedure di partenza. Però in gara Webber è andato più forte di Vettel e ha consumato meno le gomme anche perché le due macchine avevano assetti diversi. Quindi credo che il fatto che Vettel dopo 4-5 giri soltanto, quando era in testa, abbia dovuto rallentare, sia stato solo un fatto di regolazioni».

IL SECONDO MONDIALE Interlagos riporta fortuna 2006: la sfida con Schumi si risolve all’ultima gara, in Brasile (88O GP iridato) dove Fernando finisce 2o AFP

CHRISTIAN HORNER CAPO DELLA RED BULL

po un avvio disastroso, non per colpa sua. Ma domenica c’è la Malesia, con temperature molto più alte: e le Red Bull tornano a far paura. Chris Horner, il titolare della squadra, non lo dice apertamente, ma spiega con dovizia di particolari l’avvio sghembo di Melbourne, prendendo le cose positive di una giornata storta. Signor Horner, dopo le qualifiche era opinione comune che sarebbe filato liscio per le Red Bull. Che cosa è successo?

«La temperatura molto più bassa del previsto ha rovinato i piani. Faceva freddo persino al muretto dei box! Malgrado ciò io sono globalmente contento del risultato. Abbiamo dominato la lotta per la pole e

«È stata una bella Ferrari. La cosa curiosa è che Massa è andato forte all’inizio con le gomme super soft e Alonso è stato molto veloce verso la fine con le Pirelli medie. La Mercedes, per fare un altro esempio, andava benissimo con le gomme più morbide e chiaramente avrebbe potuto fare due pit stop. Noi abbiamo mancato la "finestra" giusta in cui far lavorare le coperture: la temperatura dell’asfalto è stata cruciale per tutti, salvo che per la Lotus».

IL 100˚ GRAN PREMIO Turchia: terzo su McLaren Fernando raggiunge quota 100 nella sfortunata stagione a Woking: è 3˚ a Istanbul REUTERS

E ora la Malesia…

«Quello che, nell’ordine, serve in F.1 è: 1) avere una macchina veloce; 2) far funzionare bene le gomme. Noi per ora abbiamo ottenuto soltanto il primo obbiettivo, ma la pista di Sepang, molto più calda, può riportare le cose a posto, con una quindicina di gradi in più e un tracciato che è più aggressivo sugli pneumatici. Melbourne ci ha insegnato tante cose, le metteremo a frutto subito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono passati già 200 gran premi da quel giorno, ma sembra ieri. Fernando Alonso aveva 19 anni e il viso ingenuo di un bambino, molto diverso da quello maturo e carismatico di oggi. La macchina era la Minardi, che lo aveva voluto dopo un test sotto l’acqua in cui lasciò a bocca aperta Cesare Fiorio e Gabriele Rumi. E si capì fin da quella prima gara in Australia nel 2001 che il destino del campioncino di Oviedo, terzo più giovane di sempre ad approdare in F.1, sarebbe stato speciale. Due anni più tardi, con in mezzo una parentesi da collaudatore, lo spagnolo passava alla Renault per conquistare il mondo un pezzo alla volta. E proprio in Malesia, dove taglierà domenica il traguardo dei 200 GP, centrò nel 2003 la prima pole position e il primo podio (3o). A cui sarebbero seguite la prima vittoria, lo stesso anno in Ungheria, e poi due Mondiali nel 2005-2006. Battendo sempre ogni primato di precocità.

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Torta «Quando ho cominciato

«Duecento gare sono un numero che a inizio carriera non avrei mai immaginato»

Taccuino DAKAR 2014

Arriva la Bolivia Presentata a Parigi la 35ª Dakar, 6ª in Sudamerica: nel 2014 si correrà pure in Bolivia, 28o Pae se a ospitare il raid. La gara scatte rà il 4 gennaio da Rosario (Argenti na) per finire il 18 a Valladolid (Cile).

RITIRO DAL DTM

Ralf Schumi smette Ralf Schumacher ha deciso di ritirarsi dal Dtm (correva con la Mercedes): forse entrerà a far par te del board Mercedes F.1. Al suo posto Pascal Wehrlein (18 anni)

SECONDO ITALIANO

Giovesi in GP2 IL 150o GRAN PREMIO Naufragio a Silverstone Nel 2010, al primo anno in Ferrari, raggiunge il 150O GP. Ma a Silverstone chiude solo 14˚ a 1’ IPP

DUECENTO VOLTE ALONSO

Tra i grandi Nella storia lo precedono due ex ferraristi, Jean Alesi e il quattro volte iridato Alain Prost, con due gare in più. Ma Alonso, che in effetti ha preso il via di 198 GP, saltando Spa 2001 perché non riuscì a ripartire dopo la bandiera rossa con la trasmissione k.o. e Indianapolis 2005 per la rinuncia dei team gommati Michelin, ha già un posto tra i grandissimi. È apparso come una supernova. Il suo avvento ha posto fine al regno di Michael Schumacher, dopo cinque anni di egemonia, e le successive battaglie contro Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, i migliori rivali della sua epoca, hanno caratterizzato la F.1 recente. L’arrivo tre anni fa alla Ferrari è stato l’apice di una carriera a cui manca solo un Mondiale in rosso per risultare perfetta. Quel Mondiale già sfuggito come sabbia fra le dita nel 2010 e 2012.

Per combattere umidità e alte temperature, lo spagnolo infilerà ghiaccio nella tuta

Si aspettava una Ferrari così arrembante?

Una bella Ferrari. Massa andava forte con le supersoft, Alonso con le medie

LUIGI PERNA SEPANG (Malesia)

Kevin Giovesi, 19 anni di Rho (Milano) debutta questo fine setti mana a Sepang (Malesia) in GP2: correrà col team Lazarus. Affianca Kevin Ceccon (Trident).

in Australia, dodici anni fa, non sapevo se avrei fatto tre gare e poi mi avrebbero sostituito — ha riflettuto Alonso in inverno, riavvolgendo il film dei ricordi —. Duecento corse sono un numero che non avrei mai immaginato, soprattutto quando ero alla Minardi o te-

ster Renault. Un bel traguardo. Sono felice del mio lavoro e mi pagano anche per farlo, più di così?». La Ferrari a Sepang lo festeggerà con una torta e una celebrazione informale in «famiglia». Poi di corsa al lavoro per la seconda sfida della stagione. «È la mia pista pre-

CON LA GAZZETTA

IL CAPO DELLA GES

Da oggi il libro sul ferrarista a soli 4,99 euro

Domenicali: «Non abbassare la guardia»

Arriva oggi in edicola e in formato eBook a 4,99 euro, il secondo volume della collana «I miti della Formula 1 ai raggi x», dedicato a Fernando Alonso. Tutti i segreti della vita sportiva e privata del ferrarista raccontati da Pino Allevi, oltre ad una raccolta di foto inedite, al giudizio di Alex Zanardi e ai disegni di Giorgio Piola. Il primo, su Senna, è disponibile fino al 28 marzo.

Non abbassare la guardia: è questo che vuole il responsabile della Ferrari Stefano Domenicali nel weekend malese. «Ci eravamo prefissati di salire sul podio in Australia e ce l’abbiamo fatta — ha detto —, ma Sepang è una pista molto diversa. Non dobbiamo abbassare la guardia. Sappiamo ciò che conta in Malesia: dovremo trovare il miglior compromesso in termini di carico aerodinamico per affrontare sia il tratto più complesso che i due lunghi e veloci rettilinei». Massa intanto gongola: «Abbiamo iniziato dieci volte meglio rispetto al 2012».


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Giro di pista in bicicletta Fernando Alonso, 31 anni, in bici a Sepang. Qui vanta anche 2 pole REUTERS

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latecnica

Il confronto con la versione della presentazione mostra che lo sviluppo della F138 è basato su 8 mosse: 1. Nuovo alettone anteriore con profilo principale soffiato; 2. Pinnette stile Red Bull all’interno degli schermi laterali; 3. Inedite paratie laterali con taglio orizzontale; 4. A Melbourne è stato chiuso il buco nella parte inferiore del muso; 5. Nuove prese dei freni; 6. Carrozzeria più bassa e spiovente; 7. Cambiato lo scarico con maggiore effetto Coanda per indirizzare il flusso al piede della ruota; 8. Modificato il diffusore sia nella zona davanti alle ruote che nella vista da dietro

«Sepang mi porta sempre bene: bello fare festa qui» «È la pista della mia 1a pole e del 1o podio E ora taglio un traguardo storico»

ferita. Quella della prima pole, del primo podio e dove ho vinto molte volte. Il miglior posto per disputare la duecentesima gara in F.1», dice Alonso. Posto magico Lo spagnolo, che

domenica a Melbourne si è preso il secondo posto e la prima,

sonora rivincita contro la Red Bull di Vettel, sente di essere nel posto giusto per sognare. Un posto magico. L’anno scorso partiva ottavo, ma la gara fu interrotta per la pioggia dopo 9 giri e alla ripresa Alonso andò in fuga sotto il diluvio cogliendo un trionfo memorabi-

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Le vittorie in Malesia Fernando ha vinto a Sepang nel 2005 (Renault), 2007 (McLaren) e 2012 (Ferrari).

le. Sono previsti temporali anche per domenica. Ma intanto Sepang è una fornace. Con il sole che all’ora di punta picchia a 39 gradi e l’umidità intorno all’80 per cento. Condizioni climatiche che sottopongono il fisico dei piloti a uno stress termico esagerato. Nell’abitacolo di una F.1, complice il calore che si alza dall’asfalto e quello prodotto dal motore e dalle batterie, si possono toccare i 70 gradi. Proprio nel 2003, quando ottenne il primo podio, Alonso dopo la gara ebbe un mancamento e quasi svenne per lo sbalzo di pressione uscendo dall’abitacolo. Ghiaccio Per lo spagnolo è

pronto un freezer. Nel senso che durante le prove e prima della gara si cercherà di raffreddare il corpo per contrastare lo shock. Il rimedio più efficace resta il ghiaccio. Da infilare sotto la tuta. Risultato che si ottiene con asciugamani arrotolati e riempiti di cubetti. Si è provato anche a inzuppare una tuta d’acqua e lasciarla per la notte in ghiacciaia, il giorno dopo era rigida come un manichino, ma l’effetto refrigerante durava poco a causa del materiale ignifugo. Però si tratta di un espediente momentaneo. È fondamentale che il fisico si abitui al calore, non a caso Alonso in questi giorni ha fatto ogni genere di attività sportiva, dal tennis alla bici, sotto il sole canicolare. Per contrastare la disidratazione si beve a volontà. In gara, infatti, si perdono fino a 4 litri di sudore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GARA ALLE 9 Domenica a Sepang (5.543 m) è in programma il GP Malesia, 2a prova (su 19) del Mondiale

S Domani Libere 1: ore 3-4.30. Libere 2: ore 7-8.30. Tutto in diretta su Sky Sport F1 HD

S Sabato Libere 3: ore 6-7. Qualifiche alle 9. Tutto in diretta su Sky Sport F1 HD; qualifiche in differita alle 14 su Rai2

S Domenica Gara alle 9. Diretta su Sky Sport F1 HD; differita alle 14 su Rai1

S Classifica 1. Raikkonen 25 2. Alonso 18 3. Vettel 15 4. Massa 12 5. Hamilton 10

Alettoni, scarichi cestelli dei freni: la F138 cambia GIORGIO PIOLA SEPANG

La F138 ha superato alla grande l’esame del primo GP. Non solo per il risultato in pista, ma soprattutto perché tutte le modifiche introdotte alla presentazione sono rimaste. Anzi, a Melbourne è arrivato qualche altro piccolo affinamento come le prese dei freni anteriori abbinate anche a novità agli stessi cestelli. Per la prima volta questi erano aperti al centro, lasciando in bella vista i dischi dei freni, contribuendo a portare prima in temperatura le gomme Pirelli. La base promossa nei test di Barcellona è rimasta a partire dalla nuova ala anteriore che presenta come quella posteriore una soluzione inedita: si tratta di un taglio orizzontale nel piano all’esterno della paratia laterale che, sommato alle inedite feritoie a tutta altezza nelle paratie dell’ala posteriore, porta a due le «finezze» aerodinamiche introdotte. Altro I nuovi scarichi, con le fiancate più basse abbinate all’aerodinamica inferiore del retrotreno (anch’essa introdotta nelle ultime prove), hanno convinto e migliorato la sezione nella zona fronteggiante l’ala posteriore. Fra le altre cose, mentre gli avversari hanno fatto molti esperimenti con diverse soluzioni di ali, in casa Ferrari la situazione è sembrata più stabile anche se ovviamente sono state usate al venerdì le vernici per controllare in pista il comportamento dell’aerodinamica delle monoposto. L’unica sorpresa l’ha riservata l’assenza del buco nella parte inferiore del muso e del telaio, ma pensiamo che questa sia stata una mossa già pianificata da tempo sulla pista «cittadina» di Melbourne. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MONDOMOTORI AUTO

Toyota Rav4 cambia pelle e trova spazio Look sportivo, linee e misure da Suv, tre i motori. In vendita da 24.900 euro Rivoluzione Toyota Rav4: è rimasto ben poco del modello venduto in tre generazioni in 4,5 milioni di esemplari. Se il muso affusolato e le numerose nervature puntano sul look sportivo, l’addio al concetto di fuoristrada per abbracciare quello di Suv passa dal posteriore con l’addio alla ruota di scorta esterna e il portellone incernierato in alto. Spazio Con 20 cm in più di car-

rozzeria, la Rav4 arriva a 4.570 mm, mentre la maggiore larghezza (1.845 mm, +3 cm) e l’altezza ridotta (1.660, -3), le regalano un aspetto filante. Dove la Rav4 non dimentica la vocazione fuoristradistica è nell’altezza da terra: 19 cm. L’aumento di lunghezza garantisce più vivibilità ai passeggeri e fa crescere il bagagliaio: 547 litri (+74), più altri 100 sotto il piano di carico. Fra le chicche il sistema di abbaglianti automatici: una telecamera rileva le sorgenti lumi-

nose con attivazione e disattivazione automatica. Motori La gamma prevede un

2.000 cmc benzina da 151 Cv abbinato a trazione integrale e cambio a variazione continua Multidrive S. Tra i turbodiesel, debutta il 2.0 D-4D da 124 Cv con trazione anteriore e cambio manuale con percorrenze medie di oltre 20 km/litro, oltre al 2.2 da 150 Cv con trasmissione automatica o manuale e trazione integrale. Prezzi Quattro gli allestimen-

ti: Base (solo per la versione a trazione anteriore), Active, Style e Lounge, gli ultimi due solo per le 4x4. Il listino parte dai 24.900 e della 2.0 turbodiesel, mentre per le 4x4 si parte da 31.400 e. Ma fino a fine aprile Toyota propone un’interessante offerta: il 2.2 D-4D Active cambio manuale costerà 28.600 e invece di 31.400. co.ca.

n

Il «lato B» della Paceman Cooper, morbido ma con spoilerino. A destra l’anteriore e gli interni, come al solito molto sfiziosi e intriganti

IL NOSTRO GIUDIZIO

SÌ Abitabilità Lo spazio è abbondante: nulla a che vedere col modello precedente Bagagliaio Offre una soglia di carico piuttosto bassa Comfort La rumorosità del turbodiesel è contenuta

NO Dettagli Il display ha un aspetto poco moderno Divano Non è scorrevole Porta oggetti Quelli nelle porte sono piccoli

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Mini a CORRADO CANALI

È la versione a tre porte della Countryman, disponibile sia a due che a quattro ruote motrici e propone una linea slanciata, con una coda affusolata e il tetto spiovente. Rispetto alla Countryman, la Mini Paceman è ancora più intrigante ma impone limiti quanto a visibilità, visto che il lunotto ha una superficie ridotta, e in fatto di praticità perché il soffitto è più basso e i sedili posteriori non sono scorrevoli.

TOYOTA RAV4

Interni Salendo a bordo della

LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri in linea turbodiesel Cilindrata 2.231 cmc Potenza 150 Cv a 3.600 giri/min Coppia 340 Nm a 2.000 giri/min Lung./larg./alt. 4.570/1.845/1.660 mm Bagagliaio Da 647 a 1846 litri Consumo medio 5,6 litri/100 km Prezzo 28.600 euro sino a fine aprile

Q New look La linea da Suv della Rav4 passa dal posteriore, con l’addio alla ruota di scorta esterna

Mini Paceman, l’abitacolo è di fatto quello della Countryman: ben rifinito e ricco di soluzioni originali, come il grande tachimetro al centro della plancia e il pratico binario centrale in alluminio con le vaschette scorrevoli. Omologata soltanto per quattro persone, non ha

Paceman Cooper D Grintosa tre porte da 187 km/h

Omologata per 4 persone ha un bagagliaio intelligente e guidarla è un vero piacere

nell’abitabilità il suo punto di forza: le poltroncine posteriori separate, tuttavia, sono accoglienti e comode. Il tetto spiovente, forse, penalizza l’accessibilità e lo spazio in altezza, tanto che chi supera i 180 cm sfiora il soffitto. Il bagagliaio, invece, è piuttosto ampio per le dimensioni dell’auto e, se si abbassa anche il piano di fondo, dietro gli schienali, si possono sfruttare i 21 centimetri dello spazio supplementari che si vengono a formare.

Potenza Sebbene la Mini Paceman Cooper D con il 1600 centimetri cubici da 112 Cv sia compatta, il peso si fa sentire: la versione a due ruote motrici ferma, infatti, l’ago della bilancia a 1.300 kg, 210 più di una normale Mini Cooper D. Tutto questo non penalizza, però, nè lo scatto e neppure la ripresa, confermando la vocazione sportiva della vettura accredi-

QUI MERCEDES L’ULTIMA CONFIGURAZIONE DELLA 4X4

GAZZETTA.IT

Classe A, sbarcano le trazioni integrali

Video, foto e dirette ecco «Passione Motori»

AMG 45 a giugno e CLA 4Matic per settembre: coppia ripartita in base all’aderenza

con una versione sportiva AMG dotata del 2 litri della A 45 AMG. Evoluzione Le due compatte so-

LUCA SORDELLI

La prima a debuttare sarà la Classe A 45 AMG a giugno, poi sarà il turno della CLA 4Matic a settembre. La Mercedes ha pronta una nuova variante, la quinta, del 4Matic, che è poi la sua interpretazione della trazione integrale e che permette di ripartire la coppia motrice in modo variabile tra asse anteriore e posteriore. In condizioni di strada sicure la trazione è anteriore, non appena l’aderenza diminuisce, la coppia motrice viene ripartita, secondo le necessità. Questo

La Mercedes CLA 220 CDI col motore turbodiesel da 211 cavalli

anche in rapporto alla modalità selezionata del cambio automatico a doppia frizione. Nel programma Eco viene trasmessa all’asse posteriore una coppia motrice minima, mentre in modalità Sport o Manual, i tempi di attivazione risultano più brevi e viene inviata più coppia motrice al posteriore

per assecondare uno stile di guida più dinamico e sportivo. Motori In particolare la Classe

A 45 AMG sarà spinta da un 4 cilindri 2 litri turbo benzina con potenza di 360 Cv e coppia massima di 400 Nm, mentre la CLA 4Matic sarà disponibile con un turbo sino a 211 Cv e

no l’ultimo passo di un’evoluzione che parte dal 1903, con i primi esperimenti 4x4, mentre la prima applicazione alla grande serie inizierà nel 1979, con la mitica Classe G. Oggi il 4Matic è montato su 51 modelli: l’intera gamma delle fuoristrada Classe M, la GLK, la GL, la Classe G, E, C, CL,CLS e CLS Shooting Brake e Classe R. Una trazione integrale molto particolare è infine quella supersportiva al 100% elettrica montata sulla SLS AMG Electric Drive, ammiratissima nella sua colorazione verde acido al Salone di Ginevra, che ha quattro motori elettrici con ripartizione della coppia motrice variabile e selettiva per ogni singola ruota. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo riferimento per coltivare la propria passione per i motori sul sito del nostro giornale, Gazzetta.it, che si affianca al canale dedicato agli sport motoristici. Non a caso il nuovo canale si chiama «Passione Motori» e utilizza una grafica che da grande importanza alle immagini. Ogni giorno online potete trovare le anticipazioni e le prove che riguardano auto e moto. Dalle supercar da sogno, alle berline, passando per Suv, citycar e familiari. Stesso discorso per quanto riguarda le due ruote: dalle supersportive allo scooter cittadino senza dimenticare naked, custom, edizioni speciali. Il tutto raccontato e spiegato utilizzando gli strumenti offerti dalla multimedialità: articoli, fotogallery, video, ma anche dirette Twitter in caso di eventi particolari come avvenuto nel

recente Salone dell’Auto di Ginevra. «Passione Motori» vi tiene informati su questi temi 7 giorni su 7. Ma non solo. Notizie e aggiornamenti anche su temi caldi come l’andamento del mercato, i carburanti e tutti gli argomenti che riguardano da vicino quotidianamente chi usa un mezzo a prescindere dal numero di ruote. Spazio poi ad altri temi affascinanti come il mondo delle auto classiche con tutti gli aggiornamenti su raduni e corse rievocative. Su «Passione Motori» trovate anche sondaggi sui temi caldi del momento e i blog degli esperti del settore. Molti anche gli spazi di servizio come l’infomobilità in tempo reale, in collaborazione con l’Aci, sul traffico di Milano, Roma e Campania; i listini delle auto e delle moto nuove; i listini delle macchine usate. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MOTO

n La California

n

IL NOSTRO GIUDIZIO

IL NOSTRO GIUDIZIO

col comando SÌ per la pioggia

Strumenti Spicca il grande tachimetro al centro della plancia

Sterzo Diretto, preciso e leggero Tenuta di strada In curva questa Mini si dimostra «attaccata» alla strada

NO Abitabilità Non è uno dei punti di forza

chi? Punti deboli sono abitabilità e i 210 chili in più della versione normale Prezzi da 26.200 e tata di una velocità massima di 187 chilometri orari. Al volante Il segreto della Pace-

man sta tutto nella meccanica sofisticata, con un retrotreno a geometria multilink e bracci longitudinali in lega di alluminio, nelle sospensioni rigide e nello sterzo leggero e preciso. Il risultato è che la vettura è davvero divertente da guidare. Il cambio è rapido negli innesti delle marce, mentre il pedale della frizione non è troppo affaticante. Il motore turbodiesel commino rail, inoltre, può essere una buona scelta anche per chi utilizza l’auto in cit-

tà e non vuole consumare troppo: la vettura, infatti promette percorrenze molto alte con un litro di gasolio: in media ben 22,7 chilometri.

Prezzi La Mini Paceman Coo-

per D è originale e sfiziosa, come del resto le altre Mini e come tale ha un prezzo al di sopra del normale: 26.200 euro, infatti, non sono certo pochi per un’auto dalle dimensioni di un’utilitaria, specie considerando che è facile farsi prende-

MINI PACEMAN COOPER D LA SCHEDA TECNICA Motore 4 cilindri TD 1.598 cmc da 112 Cv Trasmissione Manuale a 6 marce Lung./larg./alt. 4.109/1.786/1.518 mm Trazione Anteriore Velocità massima 187 km/h Accelerazione 0-100 km/h 10"8 Consumo medio 4,4 litri/100 km Prezzo Da 26.200 euro

Comfort Le sospensioni sono rigide Visibilità Il lunotto di dimensioni ridotte penalizza le manovre

re la mano dal ricchissimo listino degli optional, ma la Paceman è un’auto sfiziosa, in grado di tentare soprattutto la clientela più esigente. Volendo, si potrebbero risparmiare 1.700 euro, optando per una Cooper a benzina col 1600 cmc da 122 Cv, ma basta anche poco per farsi tentare dalla più potente Cooper SD che è equipaggiata con un muscoloso 2000 cmc turbodiesel da 143 Cv. In questo caso, per la versione ALL4, cioè a trazione integrale permanente, si può arrivare ad un cifra ben più considerevole: 31.500 euro. Per chi punta davvero al massimo c'è la Paceman nella variante John Cooper Works, la più performante, visto che dispone di una motorizzazione 1600 cmc turbo da 218 Cv: arriva in estate ad un prezzo di 37.150 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SÌ Ciclistica È un peso massimo ma si fa condurre senza fatica su ogni strada

Tanta elettronica e nuovo bicilindrico 1.380 per la Custom Guzzi rinnovata MARCO SELVETTI

Il 2013 porta al debutto una versione totalmente rinnovata della Moto Guzzi California, che rinuncia a tutti gli accessori da viaggio a favore di una linea minimale e moderna. Il design dimostra quanto la nuova California Custom abbia chiuso con il passato. Ma cardine del nuovo progetto è l’inedito motore bicilindrico da 1.380 cmc che eroga una potenza di 96 Cv a 6.500 giri al minuto. La vera differenza progettuale rispetto al passato risiede nel pacchetto elettronico offerto di serie e che nessuna moto custom disponibile sul mercato può vantare. Il comando dell’acceleratore prevede il Ride By Wire Multimappa con tre opzioni («Turismo», «Veloce» e «Pioggia») e un sistema di controllo di trazione battezzato MGCT settabile su tre livelli di intervento. L’Abs è di serie. Il motore respira attraverso un unico

corpo farfallato da 52 mm montato sotto la sella: ciò ha consentito di ripulire la zona posteriore dei cilindri, aumentando lo spazio per le gambe del pilota. Anche la ciclistica è inedita: per la prima volta in casa Guzzi, la California 1400 adotta un sistema definito elastocinematico per fissare il motore al telaio. Alla guida La California 1400

Custom incute del sano timore quando la si osserva staticamente, del resto 318 kg non sono pochi anche se sono ben «spalmati» sui due assi. Nonostante peso e cilindrata consistente, la California si lascia condurre con facilità: cavalli e coppia sono ben distribuiti e si gestiscono facilmente con il comando dell’acceleratore. Le sospensioni sono tarate per l’uso turistico ma accettano favorevolmente l’idea di una guida sportiveggiante. Chiude il quadro un impianto frenante degno di nota. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Frenata Il doppio disco anteriore garantisce spazi ridotti e un’ottima modulabilità Motore La sua elasticità permette di viaggiare in sesta marcia con un filo di gas

NO Protezione L’assenza — voluta — di protezione dall’aria riduce il comfort di guida Passeggero La sella del passeggero è essenziale, ma esiste come optional la versione Touring Dettagli Non all’altezza le frecce anteriori e i blocchetti elettrici al manubrio

CALIFORNIA CUSTOM 1.4 LA SCHEDA TECNICA Motore Bicilindrico a V di 90˚ 4 tempi 4 valvole per cilindro Cilindrata 1.380 cmc Misure Alesaggio x corsa 104x81,2 mm Potenza massima 96 Cv a 6.500 giri/min Altezza sella 740 mm Peso 318 chili Prezzo 17.300 euro

Q Facile da guidare La California si lascia condurre con facilità: cavalli e coppia sono ben distribuiti

LA PROVA IN PISTA CON GOODYEAR-DUNLOP

da Citroën

Arrivano le gomme che riducono l’usura Test a Vallelunga per i tre prodotti pensati per vetture piccole, medie e ad alta prestazione RENATO D’ULISSE

Ecco la C1 per i 10 anni di Vanity Fair È pensata per il pubblico femminile Si chiama C1 Vanity Fair 10 e Citroën l’ha realizzata per i 10 anni della nota rivista. È una serie limitata dedicata al pubblico femminile che offre di serie climatizzatore, radio Mp3 con presa Usb e Bluetooth, luci diurne Led anteriori e verniciatura

bicolore. Al tetto nero possono essere abbinati i colori rosso, bianco, grigio, mentre l’abitacolo può essere arricchito dal pacchetto che comprende sedili bicolore e pomello cambio in pelle. co.ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Le gomme? — rispondeva Mario Andretti a chi gli chiedeva che tipo di coperture avesse usato sulla sua F.1 — Tonde e nere, tutte uguali». Tonde e nere d’accordo, ma le nuove gomme Standard ed Alte Prestazioni che Goodyear-Dunlop sta lanciando in Italia sembrano in effetti, se così si può dire, decisamente più uguali di quelle della concorrenza migliore. Si tratta di Goodyear EfficientGrip Compact, Goodyear EfficientGrip Performance e Dunlop Sport BluResponse,

Un momento della prova delle nuove gomme Goodyear-Dunlop

laddove la stessa denominazione parla chiaro sulle caratteristiche strutturali e sulla destinazione di prodotti altamente tecnologici realizzati da una parte per vetture di medie e piccole dimensioni e dall’altra per i segmenti High Performance e Ultra High Performance. All’insegna del grido «Guidia-

mo l’innovazione», teatro della presentazione delle nuove Goodyear-Dunlop è stato l’Autodromo di Vallelunga, dove giornalisti e operatori del settore hanno sottoposto a prove stressanti le varie coperture montate su Fiat Panda e su Bmw Serie 1 e 3. Velocità in pista, gara ad inseguimento velo-

ce su tracciato sinuoso, slalom fra birilli, prove di frenata su asciutto e su bagnato. Il tutto ha fornito la netta impressione della sostanziale, eccellente efficienza del prodotto sia come prestazioni che come sicurezza. Non a caso Goodyear-Dunlop occupa le posizioni di testa nelle graduatorie dell’etichetta europea nei tre parametri previsti: resistenza al rotolamento, aderenza sul bagnato e rumorosità esterna. Ma il Gruppo GD va oltre con, ad esempio, la Goodyear WearControl, tecnologia antidegrado che riesce a ottenere un’usura equilibrata del pneumatico fornendo un’aderenza sul bagnato e una resistenza al rotolamento ottimizzate lungo l’intero arco della sua vita. Le nuove Goodyear-Dunlop sono già sul mercato italiano e costano un 3% in più rispetto alla produzione precedente. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CICLISMO IN BELGIO Sciandri Gatto che zampata 8 Per c’è la crono Malagò: «Fci su 13 Muri del Fiandre importante» CASA ITALIA

WIGGINS ATTACCA

Il trevigiano della Vini Fantini conquista a Waregem la classica antipasto del Nord: «Ora so come si corre» CLAUDIO GHISALBERTI

Attraverso le Fiandre... spunta Gatto. E che Gatto! Il vicentino della Vini Fantini centra a Waregem la Dwars door Vlaanderen. Dopo quello di Paolini nell’Het Nieuwsblad, un bel segnale dei nostri in vista delle grandi classiche del Nord: domani Gp Harelbeke, domenica Gand-Wevelgem, il 31 marzo Giro delle Fiandre. Gatto, che corsa è stata?

«Pronti via e mi sembrava di essere ancora alla Sanremo: pioggia e tanto freddo. Però stavo bene, sempre davanti e vedevo che mano a mano sui Muri (ben 13, oltre a 4 tratti di pavè, ndr) la compagnia diminuiva. Nel finale ci siamo trovati in una decina, però Voeckler ai meno 5 è partito come una fucilata. Al chilometro Stannard è andato a testa bassa, senza girarsi più. Ai 250 sono partito... beh ho vinto». E adesso è quasi doveroso volare un po’ alto

Gatto ha 28 anni

«Davanti ho due grandi appuntamenti: La Panne e, soprattutto, il Fiandre. Vista la condizione, a La Panne voglio subito provare a raccogliere

BETTINI

qualcosa. Ma stando attendo, non posso rischiare al 100 per cento. Il Fiandre è il mio sogno fin da bambino». Il Fiandre si decide sui Muri in pavè. Come si è preparato?

«Facendo degli strappi, corti e ripidi, ma su asfalto. Dove vivo io (a Montecarlo, ndr), non ci sono strappi in pavè». Adesso capitano, l’anno scorso gregario di Pozzato. Le è servita come esperienza?

«Sì, tanto. Mi ha dato molto, del resto se negli ultimi dieci anni lui è stato spesso davanti

qualcosa più degli altri deve avere». Che cosa le ha insegnato?

«A gestire la squadra, a parlare con i compagni. Anche tecnicamente mi è stato utilissimo. Mi ha insegnato persino come gonfiare le gomme. Lo scorso anno alla vigilia del Fiandre siamo andati con ruote e tubolari differenti a provare il Vecchio Qwaremont. Ogni volta cambiavamo anche la pressione di gonfiaggio finché abbiamo trovato la soluzione migliore». Torniamo al Giro delle Fiandre e a Pozzato.

la guida

«Ci alleniamo assieme, siamo amici: va forte, forte. Qualcosa di buono lo combina».

HA SALTATO VOECKLER NEGLI ULTIMI 250 METRI

E se si trovasse in fuga con lui? Magari un favore glielo chiede

Oscar Gatto ha 28 anni. Pro’ dal 2008, 9 successi: il più importante a Tropea al Giro 2011. Arrivo: 1. Oscar Gatto (Vini Fantini) km 199 in 4.43’40", media 42,3; 2. Bozic (Slo); 3. Hayman (Aus); 4. Selvaggi; 5. Voeckler (Fra); 6. Maes (Bel); 7. Keukeleire (Bel); 8. M. Iglinsky (Kaz); 9. Stannard (GB) a 4"; 10. Vandenbergh (Bel) a 24".

«Da dilettante ho avuto un maestro: Egidio Fior. Mi ha sempre detto: "Guai assolutamente a vendere una corsa. Piuttosto si compra". Ma il Fiandre non ha prezzo». E per il futuro?

«Sono in scadenza di contratto. Con Scinto e Citracca firmerei a vita. Il problema è che non si ha mai la certezza del calendario». © RIPRODUZIONE RISERVATA

S Sfida in salita nella 3ª tappa del Giro di Catalogna, con arrivo a Vallter. Wiggins scatta al triangolo rosso dell’ultimo chilometro, il colombiano Nairo Quintana lo salta e centra il suo 10˚ successo; 2˚ Valverde, nuovo leader. Oggi Llanars-Port Ainé, km 217, ancora arrivo in salita. Diretta Eurosport alle 15.30

S Arrivo 1. Nairo Quintana (Col, Movistar) km 180 in 5.01’, media 35,9; 2. Valverde (Spa) a 6"; 3. Rodriguez (Spa); 4. Wiggins (Gb); 7. Scarponi a 9"

S Classifica 1. Valverde (Spa, Movistar); 2: Wiggins (Gb) a 4"; 3. Rodriguez (Spa); 4. Scarponi a 7"

«È una federazione importante che sta lavorando a un rinnovamento generazionale. Noi ci puntiamo molto. Poi ci sono i risultati paralimpici che si commentano da soli. Insomma faremo di tutto per stare vicini alla Federciclismo». Parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni, al Consiglio federale del ciclismo davanti a un soddisfattissimo Renato Di Rocco, che ieri ha anche annunciato che Max Sciandri affiancherà Paolo Bettini (c.t. e direttore generale) occupandosi soprattutto della cronometro su strada e dell’endurance su pista (corsa a punti, scratch, etc). «Stiamo facendo un ottimo lavoro in parallelo con il Coni sui giovani, finalizzato alle squadre nazionali. Per il momento il nostro obiettivo a breve è Firenze, mentre per programmare il futuro sul lungo periodo aspettiamo giugno per la riunione dell’Uci che annuncerà le nuove discipline olimpiche». Sport del futuro Malagò ha an-

che sottolineato come «il ciclismo è diventato lo sport di moda. Tutti vogliono andare in bicicletta, sarà per ecologia, sarà per la bellezza di questo sport e la passione di tutti gli italiani, ma ci puntiamo davvero molti». E Di Rocco emozionato ricorda anche il progetto Bari, dove bambini down sono al centro dell’alfabetizzazione motoria anche nelle scuole. ma. gal.

il ritorno di una promessa

OPERACION PUERTO IL PROCESSO

la paura dopo Sanremo

Coppi&Bartali: gioia Felline Classe ’90, come Moser

Fuentes pronto alla collaborazione «Non chiedo sconti Ma posso fare i nomi»

Belletti: «I miei piedi sono blu, non li sento»

DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASTONESI GATTEO A MARE (FC)

«I corridori — spiega — si dividono in tre gruppi. Il primo: quelli che vincono tutto subito e poi più niente. Il secondo: quelli che non vincono né prima né dopo. Il terzo: quelli che, piano piano, vincono. Credo di appartenere a questo terzo gruppo». Troppo bello Fabio Felline non ha la faccia del corridore. Gino Bartali avrebbe sentenziato: «Troppo bello per fare ciclismo». Ha 22 anni (23 fra 8 giorni), l’accento delicatamente torinese, i riccioli neri, gli occhi guizzanti almeno come i suoi muscoli quando supera lo striscione dell’ultimo chilometro. Perché Felline è un vincente. Da quando, a sei anni, s’iscrisse a una garetta di mountain bike e arrivò primo fra quelli della sua età. E ieri — prima semitappa alla Settimana internazionale Coppi e Bartali (la seconda, una cronosquadre, è andata alla Katusha, con Maxim Belkov leader: ha 5" su Basso e Moser, 11" su Cunego) — ha vinto come mai gli era capitato prima: «Abbiamo gestito la corsa perché si arrivasse in volata. Prima raggiungendo Alessandro Mazzi. Poi allungando il gruppo. Io ero l’ultimo uomo per lanciare Mattia Gavazzi. Ai 400 metri ho allungato. Ai

y

Crono alla Katusha

Semitappa in linea (km 99): Fabio Felline (sotto, nella foto BETTINI) anticipa di 1" Gavazzi e Bazzana. Cronosquadre di 11,2 km: vittoria Katusha con 5" sulla Cannondale. Classifica: guida il russo Maxim Belkov (Katusha). Oggi: GatteoSogliano, km 162

200, alla curva, mi sono voltato. E ho visto che ero solo. Gavazzi aveva fatto il buco. Ho insistito. E ce l’ho fatta». E dopo la felice intuizione, Gavazzi ha battuto Alessandro Bazzana nella volata del gruppo: «Se non avesse vinto Felline, avrei vinto io». Stessa classe Ma Felline ha vin-

to: «Una vittoria bellissima perché inattesa fino alla fine. Entro in forma lentamente. Pedalo bene da un paio di settimane. Alla Sanremo, se non fossi caduto e se non fossi rimasto bloccato dalle ammiraglie, forse sarei arrivato davanti. Sogno una tappa al Giro d’Italia, ma sarei già contento di aiutare Franco Pellizotti per la classifica generale». E’ della stessa classe, 1990, di Moreno Moser e Peter Sagan, forse ha anche la stessa classe: «Professionista da quattro anni, da due nell’Androni, che non può partecipare a tutte le grandi classiche. Felice di stare qui, ma la possibilità di misurarmi in una Freccia Vallone o in una Liegi mi manca». Non gli mancherà il tempo. «Fin da piccolo, quando facevo una cosa, la volevo fare bene. Il merito è tutto di mia madre. Se non andavo bene a scuola, lei mi dava il permesso di andare ad allenarmi, ma mi toglieva quello di correre». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MADRID — Il processo all’Operacion Puerto volge al termine, per Eufemiano Fuentes (a sinistra) le cose si mettono male e allora ecco che Asterix ha un guizzo e offre di condividere non la pozione magica da druido ma la lista dei suoi clienti: «Se la Wada me lo chiedesse, sarei disposto a rivelarla». La frase è un tentativo di salvezza in extremis affidato ai cronisti sul marciapiede che costeggia l’aula del tribunale. «Se alla Wada ritengono che io possa esser loro di qualche utilità e me lo dovessero chiedere, io prenderei in considerazione la cosa e sarei disposto a collaborare. Ciò che non so è se il mio apporto potrà essere utile o meno. Non chiedo sconti di pena, ma una collaborazione». L’offerta di Eufemiano arriva al termine delle arringhe degli avvocati di Uci, di Jesus Manzano e del Coni. Tutte dure, tutte conformi nell’appoggiare la richiesta del pm la settimana scorsa: 2 anni e mezzo di condanna e inibizione alla pratica per Fuentes e gli altri imputati. Domani parleranno gli avvocati della Wada, della Federciclo e inizieranno i legali della difesa: il 2 aprile, al momento ultimo giorno del processo, toccherà all’avvocato di Fuentes. Che ieri è parso visibilmente preoccupato. Il legale dell’Uci ha chiesto «una punizione esemplare, anche perché in questo processo la Spagna si gioca la reputazione». E che la giudice metta a disposizione le sacche di sangue conservate a Barcellona per poter accusare di spergiuro i 5 spagnoli (Beloki, Etxeberria, Nozal, Vicioso e Unai Osa) le cui testimonianze sono tutte filate via tra il reticente e l’apertamente falso. L’avvocato del Coni ha ribadito la necessità di avere a disposizione le sacche di sangue e il computer di Fuentes, e ha chiesto nuovamente l’apertura di un altro processo con le accuse di associazione a delinquere, truffa ed evasione fiscale. Filippo Maria Ricci

SANT’ANGELO (FC)

Tre giorni dopo, la Milano-Sanremo gli è ancora dentro. Nelle ossa. E se le mani hanno ripreso la sensibilità, i piedi continuano a essere sordi. Come se non gli appartenessero più. Come se fossero di un altro. Manuel Belletti se la ricorderà per sempre: «Sapevo di soffrire il freddo, e mi ero equipaggiato come se dovessi fare non del ciclismo, ma dell’alpinismo. Maglietta-pelle, maglia e due mantelline, due paia di guanti in neoprene, il primo aderente, il secondo misura "large", puntali in wintex e copriscarpe in goretex, fascia in testa e casco chiuso. Tutto bene finché la pioggia non è diventata neve, la temperatura è precipitata e ho cominciato a congelarmi. Gli ultimi 15 km prima di Ovada li ho fatti in semincoscienza: non riuscivo a parlare perché avevo la bocca paralizzata, non riuscivo a vedere perché gli occhiali erano ghiacciati, andavo avanti alla cieca, solo per forza di volontà e perché negli ultimi 5 km l’ammiraglia mi si è affiancata. Al punto di ritrovo delle squadre, sono stato fatto scendere dalla bici, caricato sul pullman, spogliato, messo sotto la doccia, da acqua fredda ad acqua tiepida. Le dita dei piedi erano blu. E mi sono spaventato: capivo quello che succedeva, ma non riuscivo a comandare il corpo, come se i collegamenti fra testa e braccia, fra testa e gambe fossero interrotti».

Manuel Belletti, 27 anni, soccorso nella tormenta della Sanremo BETTINI

Il velocista dell’Ag2R ha chiuso lì la sua Sanremo: «Non avrei mai voluto abbandonare. Partecipare è un privilegio, e poi è una corsa che ha un fascino irresistibile. Mi era già successo di correre in condizioni difficili, ma queste erano estreme». Tornato a casa, «lunedì ho fatto un’ora di rulli, ma il mio era un corpo estraneo, martedì due ore in bici, ma pedalando con le ginocchia, oggi (ieri, ndr) due ore e mezzo, ma quando stavo sui pedali, era come se non avessi appoggio, come se pedalassi a vuoto. Il medico mi ha detto che ci vorrà del tempo. Ma non si sa quanto. Io spero poco. Avrei dovuto correre tre gare, fra oggi (ieri, ndr) e domenica, in Belgio. Ma così, come si fa?». past.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

BASKET Le Pagelle

Stranieri: 24 arrivati in corsa 8LAKOVIC Pochi fanno la differenza Quello di Jacob Pullen contro Reggio Emilia è stato il miglior esordio di quest’anno di uno straniero ingaggiato durante la stagione. Ne sono arrivati 24, quanti di loro hanno lasciato davvero il segno? Forse solo Lakovic. Ecco alcuni casi compresi quelli di Pinkney e Stipcevic che hanno giocato benissimo senza che le loro squadre abbiano risolto i probemi

Jaka Lakovic ha portato una squadra agli ultimi posti della classifica a battere prima Cantù e poi Sassari. Ora, la Sidigas, ha vinto 4 gare di fila anche se nell’ultima il play sloveno non ha giocato. Ma era necessaria una svolta e un giocatore di alto livello in Eurolega come Jaka da noi ha fatto la differenza. PUNTI DI MEDIA: 13.3 VITTORIE: 3 su 5

7.5

6

6

6.5

5.5

STIPCEVIC

GREEN

ROCHESTIE

BELL

BREMER

Rok Stipcevic, lasciata Milano per Pesaro, è stato anche il capo cannoniere parziale del campionato. Ma la Vuelle, pur molto migliorata non è ancora salva.

Marques Green è davanti alla missione impossibile: guidare una squadra inguidabile. Ha dato la carica, non ha evitato i soliti flop di Milano: era lecito aspettarsi di più

Cifre di rilievo ma che non hanno permesso a Biella di allontanarsi dall’ultimo posto: ha ottenuto il massimo (20) proprio nell’ultima gara, il rischio è che sia tardi

Due partite di assaggio, in una squadra come Reggio Emilia che andava come un treno, poi 25 punti di media nelle ultime due gare. Ma la Trenk ha perso...

Solo nelle ultime due partite, quando ha prodotto 7/11 da tre, il ritorno di JR a Milano ha trovato una vera giustificazione: prima aveva deluso.

PUNTI DI MEDIA: 18.2 VITTORIE: 4 su 10

PUNTI DI MEDIA: 7.5 VITTORIE: 7 su 10

PUNTI DI MEDIA: 13.6 VITTORIE: 3 su 9

PUNTI DI MEDIA: 15 VITTORIE: 3 su 4

PUNTI DI MEDIA: 6.3 VITTORIE: 8 su 12

5.5

6.5

N.G.

5.5

DEAN

CHASE

ADEN

KINSEY

Fino a quando non è arrivato Lakovic, il suo apporto al successo di Avellino è stato limitato (1 vittoria in 6 gare). Poi s’è messo a girare, anche a rimbalzo: migliora

Ha steso con 6/7 da tre Milano...Otto partite a Cremona, 50% di vittorie, non è male. Un buon Peric (6 su 16) non bastava per la scossa

L’americano-somalo, capocannoniere ogni tempo di una gara ufficiale della Fiba, 59 punti col Ruanda, ha giocato solo 7’ in 2 partite: l’Italia è tosta

Il suo arrivo ha coinciso con 4 sconfitte in 5 partite, non che prima Pesaro andasse meglio... Ha disputato super partite (33 a Sassari) ma discontinuo

E’ il caso più eclatante, forse addirittura più di Stipcevic: Kevin Pinkney, nelle parziale delle sette partite disputate a Biella, è il miglior realizzatore (20.7 punti) e il miglior rimbalzista (9.7) della serie A. Unico neo, il tiro da 3 (1/15) che non è il suo mestiere. Eppure Biella è riuscita a vincere solo 2 volte

PUNTI DI MEDIA: 10.7 VITTORIE: 4 su 11

PUNTI DI MEDIA: 10.9 VITTORIE: 4 su 8

PUNTI DI MEDIA: 2.3 VITTORIE: 3 su 3

PUNTI DI MEDIA: 12.3 VITTORIE: 4 su 12

PUNTI DI MEDIA: 20.7 VITTORIE: 2 su 7

Pullen: Bologna ha killer instinct «Senza non giochi»

Taccuino EUROLEGA

C’è Barcelona-Vitoria Domani tocca a Siena Oggi e domani, dodicesimo turno di Eurolega con due partite su SportItalia2: Zalgiris Efes (18.45) e Barcellona Vitoria (20.45). Domani Siena deve vince re a Istanbul contro il Besiktas, ulti mo a zero punti, per non compro mettere i playoff. Ress, Hackett e Eze si sono allenati con il gruppo ma sotto osservazione. Girone E - Ieri: Bamberg Alba Ber lino 72 75 (Ford 16; Thompson 15). Oggi: Zalgiris Efes Istanbul, Real Madrid Panathinaikos, Unicaja Ma laga Cska Mosa. Classifica: Real, Efes 9 vinte 2 perse; Cska 8 3, Pa nathinaikos 7 4; Malaga 6 5; Zalgi ris 4 7; Alba 2 10; Bamberg 0 12. Girone F - Oggi: Barcellona Caja Laboral Vitoria. Domani: Khi mki Fenerbahce, Besiktas Monte paschi Siena, Olympiacos Macca bi. Classifica: Barcellona 10 1; Sie na, Olympiacos 7 4; Khimki, Macca bi, Vitoria 6 5; Fenerbahce 2 9; Be siktas 0 11. Ai playoff le prime 4 di ogni girone.

«L’ho imparato a Chicago. La barba è il segno che durante la stagione penso solo al basket» NICOLA ZANARINI BOLOGNA

Era difficile per Jacob Pullen immaginare un inizio migliore della sua seconda avventura italiana. Il play-guardia che due stagioni fa salvò Biella si è subito rivelato decisivo domenica scorsa per Bologna contro Reggio Emilia. Laureato in criminologia, si è subito dimostrato esperto di killer instinct infilando nel finale i canestri della sicurezza. «Anche con altri studi — dice — conoscerei conoscerei bene il killer-instinct perché se non lo hai a Chicago, dove sono cresciuto, è impossibile diventare un buon giocatore». All’esordio in bianconero ha segnato 22 punti in 21’.

«E’ stata solo una buona partita, niente di più. Ho fatto un paio di canestri importanti alla fine ma molto del merito va ai compagni che mi hanno liberato al tiro». All’Hapoel Gerusalemme non è finita bene.

«Non so spiegarmi cos’è successo, facevo quello che mi chiedeva il coach ed eravamo secondi quando una dirigenza inade-

7.5 PINKNEY

guata ha preso questa decisione. Ora però sono felice di essere qui». La Virtus ha bisogno di punti e leadership.

«In una partita possono servire punti, in un’altra leadership. Sono qui per fare ciò che serve per vincere e per far credere i compagni nei propri mezzi». Smith e Hasbrouck stanno facendo molta fatica, come giudica i suoi connazionali?

«Mi piace giocare con Steven, entrambi sono bravi ragazzi e mi stanno aiutando ad inserirmi. E’ tutta una questione la fiducia, con 5-6 sconfitte di fila la smarrisci ma appena vinci tutti tornano a credere in loro stessi». Con Bechi ha in comune un recente passato a Biella. Come si è trovato con lui?

«E’ un buon coach e so che mi ha seguito negli ultimi anni. Ci conosciamo già bene a vicenda e insieme possiamo aiutare questa società a uscire da una brutta situazione». La barba è da sempre il suo segno distintivo tanto che al college i tifosi di Kansas State intonavano il coro “Fear the be-

ard”, temi la barba. La tiene per una questione di look o per cos’altro?

«Me la lascio crescere durante la stagione perché è un segno che mi concentro molto sul mio lavoro ma d’estate la taglio quando torno da mia madre». Perché la scorsa estate ha scelto la cittadinanza georgiana?

« Perché mi dà più opportunità di giocare in buone squadre in Europa. E poi la Georgia è un bel posto ed una seconda casa per me. Inoltre là c’è uno che è passato da Bologna prima di me, Sanikidze. Viktor è una delle persone più simpatiche che conosco, sa divertirsi e far divertire chi è attorno a lui». Nonostante un ottimo rendimento a Kansas State non è stato scelto nel draft Nba. Sogna di tornare negli States o la sua carriera ormai è in Europa?

EUROLEGA DONNE

Vince la Dumerc Schio torna a casa Bourges batte Schio 60 56 e finisce con tre sconfitte l’avventu ra delle campionesse d’Italia nelle Final 8 di Eurolega. Nonostante fos se già eliminata, la Famila ha com battuto compromettendo la vitto ria con uno fallo offensivo della Mc Cray a 30" dalla fine sul 2. Con le veterane Macchi e Masciadri fer me a 2 punti (in due), bene Laven der (19) e McCray (18). Per le fran cesi dell’Eurplayer gazzetta Du merc (5 assist), la migliore è stata la Coleman 19. Domani le semifina li: Ekaterinburg Bourges e Fener bahce Kosice. BAUERMANN Dirk Bauermann, ex c.t. della Germania e oggi della Polonia, è il nuovo coach del Lietu vos Rytas Vilnius.

Jacob Pullen, 23 anni, ha giocato a Biella due stagioni fa producendo 16 punti di media in 32 gare CIAM

«Il mio futuro è giocare a basket perché è la cosa che amo, non importa dove. L’Nba è bella ma non ci andrei mai per restare in panchina». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SERIE A PROBLEMI DI SCHIENA

NBA HA BATTUTO I THUNDER FUORI CASA

Hairston, stop di tre settimane Milano ora è in emergenza

Denver vince la 13a consecutiva Splende Miller, non Gallinari

Malik Hairston si ferma per tre settimane nel momento cruciale della stagione di Milano, con le trasferte a Sassari e Varese dietro l’angolo. Già rimasto in tribuna due gare fa, negativo sabato contro Cremona, Hairston è stato fermato per il riacutizzarsi della sintomatologia lombare che l’ha afflitto nell’ultimo mese impedendogli di allenarsi con regolarità. Hairston divide con Langford, assente sabato

Denver ha vinto la 13a partita consecutiva ma, soprattutto, ha battuto in trasferta Oklahoma City per la terza volta quest’anno. L’eroe dell’impresa, perché tale è un successo a casa dei Thunder a meno di 24 ore dalla vittoria al supplementare a Chicago, è Andre Miller, che realizza nell’ultimo quarto 12 dei suoi 20 punti, più 9 assist e 7 rimbalzi in 23’, nel giorno del 37o compleanno. Spento Gallinari, che nelle ultime partite non fa

perché negli Usa per la nascita del figlio, il posto di miglior realizzatore dell’EA7 poco oltre i 13 punti di media. La speranza del club è di recuperarlo in tempo per la trasferta di Varese del 14 aprile. Hairston aveva saltato 8 partite la scorsa stagione e quasi metà stagione due anni fa al suo arrivo in Italia, a Siena. Milano ha perso anche Chiotti, operato e con una prognosi di 40 giorni, che potrà recuperare pienamente solo alla vigilia dei playoff.

Malik Hairston, 26 anni CAST

canestro (16/63 in sei gare): chiude con 13 punti, 4/17 , 8 rimbalzi. I Nuggets (47-22) sono la squadra più calda a Ovest dove guidano San Antonio (51-16) e Oklahoma City (50-18). RISULTATI: Oklahoma CityDenver 104-114 (Griffin 26; Lawson 25), Indiana-Orlando 95-73 (George 19; Harkless, Afflalo 10), Milwaukee-Portland 102-95 (Jennings 24; Matthews 28), Sacramento-LA Clippers 116-101 (Thornton 25; Griffin 26).


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

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IPPICA LA PRIMA MILANESE

y Nuove scuderie

PART OF ME VOLANTE

Notevole prestazione nella prima di San Siro. Nel Lodi Vecchio (m 1800) Part Of Me (G. Arena) ha guidato e poi scavato un baratro, lasciando a 8 lunghezze Diskjoker.

e nuovi cavalli San Siro galoppa oltre la paura

Malgrado la pioggia, anche il pubblico non è mancato all’apertura del 2013. E nel momento S più buio del settore gli operatori non mollano

A sinistra, Cody Zeller, miglior realizzatore di Indiana. In alto, Russ Smith di Louisville. Sopra: Ohio State festeggia il titolo della Big Ten e dietro la coppa c’è Amedeo Della Valle AP/REU

Follie di marzo Per Obama è l’anno di Indiana Parte oggi il torneo universitario più incerto da anni. Il presidente: «In finale va Louisville» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

MASSIMO LOPES PEGNA Twitter @Pegnarol NEW YORK

Se non bastasse la pressione di essere una delle quattro top teste di serie, ora a Indiana si è aggiunto lo stress di non dover deludere il Presidente. Già, perché Barack Obama non ha voluto rinunciare alla ormai consolidata tradizione di riempire (per la quinta volta consecutiva) il «bracket» del torneo come un americano qualunque, nonostante la fretta di imbarcarsi per il viaggio in Medio Oriente. La stagione passata sbagliò il nome della vincitrice, ma azzeccò quello di due delle quattro semifinaliste. «Louisville e Indiana sono le più forti, ma questo è l’anno di Indiana», ha sentenziato con la consueta sicurezza l’inquilino della Casa Bianca ai microfoni di Espn. Indiana La «benedetta» non vin-

ce da tempi remoti (1987, i tempi del mitico Bobby Knight), ma da quando c’è in panchina Tom Crean (cognato dei fratelli Harbaugh, allenatori finalisti del Super Bowl) l’ateneo è risalito nel ranking, grazie anche a giocatori come il

centro Cody Zeller e la guardia Victor Oladipo, mamma nigeriana e papà della Sierra Leone. Questo, però, è soprattutto l’anno del grande equilibrio. Lo predice un monumento nazionale come Mike Krzyzewski, tecnico di Duke: «Non ricordo un anno così, in cui almeno 30-40 squadre hanno la possibilità di arrivare lontano». Lo conferma il rivale di Syracuse, Jim Boeheim, suo vice con la Nazionale alle ultime

Krzyzewski: «Non ricordo un anno così dove 30-40 squadre possono andare lontano» due Olimpiadi: «Se nel 2012 avessimo rigiocato il torneo dieci volte, Kentucky ne avrebbe vinti una buona fetta. Oggi, avremmo dieci differenti campioni». Sicuramente non Kentucky, addirittura esclusa dal tabellone e martedì uscita al primo turno del Nit, il torneo per le deluse. Esperti La maggior parte degli

esperti, comunque, la pensano come il Presidente: finale Loui-

sville-Indiana. A spuntarla, però, sarebbe la prima, che è anche la testa di serie numero uno. Conoscendo le origine siciliane del suo allenatore, Rick Pitino, grande guru del basket universitario (una vittoria, nel lontano 1996, sei Final Four, unico a riuscirci con tre scuole diverse), c’è da scommettere che sarà andato a rispolverare in cantina qualche amuleto scaramantico. Perché chi, durante la combattuta stagione, è andato in cima al ranking Ncaa ha poi perso la gara successiva. Gonzaga Così, potrebbe essere l’anno della piccola Gonzaga, con l’esplosione del centro canadese, Kelly Olynyk e con in squadra il figlio di John Stockton, David. Oppure quello di una Cenerentola come Miami, che con Jim Larranaga ad allenare da due anni, ha vinto il torneo Acc. E’ settantacinque anni che al mese di marzo appioppano l’aggettivo di «madness»: folle o follia. Perché in queste due settimane e mezzo gli americani riscoprono una passione pazza per i loro amati college e una esagerata rivalità per quelli avversari. E’ forse la lacuna più evidente della Nba, incapace di trasformare i suoi spettatori in ultrà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IERI 16-15-10-5-8 Ad Aversa (m 2060): 1 Nobel di Casei (V. Luongo) 1.16.1; 2 Nalabar; 3 New York Times; 4 Irvillac; 5 Okavango Bi; Tot.: 2,69; 1,79, 1,79, 2,77 (11,90). Quinté: e 3.485,37. Quarté: e 233,53. Tris: e 50,77.

S OGGI QUINTÉ A BOLOGNA All’Arcoveggio (inizio convegno alle 14.55) scegliamo One Love (16), Napoleon Caf (15), Osprey Team (13), New Nof (10), Liss Op (14) e Naxos (7).

S SI CORRE ANCHE Trotto: Pontecagnano (14.35) e Palermo (15.15). Galoppo: Pisa (15.05).

S PLANTEUR VENDUTO Lo sceicco Joann Al Thani ha acquistato Planteur (allenato da Marco Botti) in vista della Dubai Cup di sabato 30.

ENRICO LANDONI MILANO

Freddo e pioggia sono i peggiori nemici del pubblico, ma la grande famiglia di San Siro non poteva certo mancare al «primo giorno di scuola». Che l’ippodromo d’altra parte sia un luogo speciale si capisce sin dall’ingresso: esclusivo, eppure in grado di accogliere tutti. Giocatori incalliti a sinistra, nel parterre, tra monitor e picchetti. Più avanti, in tribuna, famiglie e frequentatori abituali e saltuari. Nella palazzina del peso, infine, proprietari, allenatori e fantini, alcuni dei quali manifestano la preoccupazione e il disagio di molti ex professionisti, assistiti dalla relativa Cassa previdenziale, messa in ginocchio dalla riduzione dei trasferimenti ministeriali. Il golf prima A dominare però

sono i colori delle giubbe, ancora più vivaci del solito, per l’occasione. Gli stivali poi sono tirati a lucido, prima di salire in sella. Le gabbie sfiorano il campo prova di golf, già attivo (dal 2008) quando il tracciato ad ostacoli venne dismesso nel 2009 per trasferie a Merano il programma dei saltatori. Siamo solo agli inizi, ma è già tempo di verifica. Lo è soprattutto per i proprietari, che provano a vedere la luce in fondo al tunnel. Daniele Fortuzzi in particolare è convinto che il peggio sia passato e che il settore in ginocchio per la lunga crisi non possa che ripartire. «Chi poi ha dei buoni cavalli, se li tiene stretti e pensa al futuro», precisa. Non è dunque casuale che Marco Bozzi, in missione da Roma per ITS Aste, dica: «Qui nessuno vuole vendere, proverò ad andare a Varese». Nuove scuderie Per tante scude-

rie che chiudono, ce ne sono fortunatamente di nuove che aprono. Nuovi appassionati, quasi incredibilmente, arrivano a portare linfa vitale ad un settore, che «ha bisogno di volti nuovi e di ritrovato entusiasmo». A dirlo è un assoluto neofita, Giose Gianciotta, la cui storia è uno splendido spot per

l’ippica. «Due anni fa sono stato piacevolmente rapito da Antonio Marcialis, che non conoscevo. Mi trovavo del tutto casualmente infatti a passare lungo via Del Centauro, luogo di romantici incontri e felici scorribande giovanili, quando Marcialis mi ha invitato ad entrare nelle sue scuderie, che mi hanno conquistato. Ne è nata così una straordinaria passione per i cavalli e le corse, sino al fatidico momento delle aste. Il sogno di diventare proprietario si è avverato, in società con Simone Panella. I miei due cavalli sono oggi la luce dei miei occhi».

Lo slancio di Part of Me (G. Arena), il cavallo che ha illuminato il primo pomeriggio di San Siro 2013, dominando il Premio Lodi Vecchio DE NARDIN

Protagonisti Brillano anche

quelli di Bruno Grizzetti, i cui puledri sembrano volare sulla pista impantanata. «Merito del duro lavoro invernale - dice -. E del complessivo riassetto della scuderia», aggiunge Sergio Urru, di nuovo alla sua corte, per rafforzare ulteriormente una squadra a dir poco agguerrita. Insomma, il team Botti è avvisato, quest'anno la competizione si preannuncia ancora più dura. E quando il gioco si fa duro, si sa, i duri iniziano a giocare. «Cavalli in pista», chiama intanto lo speaker. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN ITALIA DALLE 17 SU ESPN AMERICA

L’IPPODROMO DI AGNANO E’ CHIUSO DA 5 MESI PER FALLIMENTO

La Cbs spende un miliardo per la diretta di tutte le gare

Napoli: il Lotteria slitta a ottobre In aprile bando per nuova gestione

Ieri notte il tabellone del torneo Ncaa (64 squadre, eliminazione diretta, Final Four ad Atlanta il 6 e 8 aprile) è stato completato al termine dei 4 spareggi di ammissione al «bracket» principale, e oggi avrà ufficialmente inizio la March Madness con in campo la numero una del ranking nazionale, Gonzaga che affronta Southern University. e la n.2 e grande favorita con Indiana, Louisville, che sfida North Carolina A&T. La n.3 Kansas e Indiana scendono in

campo domani. La Cbs spende un miliardo di dollari per il diritto di trasmettere le dirette di tutte le partite. Spesso in orario d’ufficio. Costringendo molte aziende a irrigidire la vigilanza sui propri impiegati. Qualcuno ha calcolato che sprecheranno 175 milioni di dollari per pagare stipendi a dipendenti troppo distratti (almeno 2.5 milioni) per almeno un’ora in questi primi due turni di campionato. Oggi, dalle 17, su Espn America è possibile vedere il torneo anche in Italia.

Kelly Olynyk è canadese AFP

NAPOLI Ieri a Napoli i quasi 150 dipendenti dell’ippodromo di Agnano senza stipendio e con società di gestione (Agnano Spa) liquidata, sono stati ricevuti dal Comune, che ha confermato la volontà di istituire in aprile un nuovo bando che assegnerà la gestione dell’ippodromo chiuso praticamente da ottobre. L’impossibilità di riprendere a breve termine l’attività ha costretto il posticipo del Gran Premio Lotteria dai primi di maggio a ottobre. Questo anche

per non trasferire l’evento dalla sua sede naturale. Esiste una cordata di imprenditori ippici, capeggiata dalla famiglia D’Angelo (allevatori e proprietari dell’ippodromo del Garigliano) che si è candidata alla gestione dell’impianto. E una carica onoraria potrebbe esserci anche per Enzo Giordano, il proprietario di Varenne, il campionissimo (nella foto col driver Minnucci) vincitore di tre Lotteria consecutivi dal 2000.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

PALLAVOLO LE FINALI DI ANDATA DELLA CHALLENGE CUP BUONE NOTIZIE PER LA CENTRALE AZZURRA DEL BAKU ter di Villa e, a ripetizione, un coro a lei dedicato cantato da tutto il PalaWhirlpool nei due giorni di Coppa vinta da Piacenza (con dedica di capitan Manu Leggeri). Dall’Azerbaijan, un messaggio fortissimo: «Anza, le nostre preghiere sono per te!». Tutta questa energia positiva ha accompagnato Sara in questi giorni difficili. Poi, chiaramente, la parte complicata la sta facendo lei. Come sempre. Non esistono ruoli facili o difficili nella pallavolo. Ma quello del centrale è l’emblema del sacrificio. Di chi attacca poco, salta tanto, ma non può permettersi di abbassare la guardia. La partita di Sara continua.

Anzanello, giorno felice: è uscita dal coma Dopo l’operazione al fegato della scorsa settimana ELENA SANDRE

Non che le giornate mondiali dell’Onu abbiano un senso che vada oltre il simbolico. Ma quella di ieri, 20 marzo, è stata davvero la giornata Mondiale della Felicità per Sara Anzanello, la sua famiglia, i suoi amici e tutte le persone

che in questi giorni hanno pensato a lei. La centrale (ex Villa Cortese e Novara, ora all’Azerrail Baku) è ricoverata dalla scorsa settimana a Milano dove è stata sottoposta a un trapianto di fegato. Ieri è stato diramato un bollettino: «Le condizioni della paziente sono in netto miglioramento. Infatti è cosciente e collaborante. Tuttavia, data la gravità della condizione pre-operatoria e le difficoltà del trapianto, si ritiene di mantenere ancora la prognosi riservata per le prossime 48 ore». Una bella notizia, di quelle che

si attendono con ansia aspettando di fianco al telefono muto. Sara in queste ore ha scambiato qualche battuta di volley con i sanitari e i famigliari. Il mondo della pallavolo si è letteralmente mobilitato per Anza. Durante il riscaldamento della semifinale di Coppa Italia, le ragazze di Villa, Busto, Piacenza e Bergamo hanno indossato una maglietta con la scritta: Forza Anza. «Né bandiere né colori, forza Sara nei nostri cuori» lo striscione dei tifosi della Yama. Ma ancora: «Sara mura anche questa!» da parte dei suoi suppor-

Sara Anzanello, nata a San Donà di Piave, compie 33 anni il 30 luglio

Piacenza L’Europa sorride soltanto a metà

Taccuino A-1 DONNE

Stasera il recupero Villa Cortese-Busto

Nella doppia sfida con la Russia la squadra di Monti vince in trasferta. Sconfitte le donne MATTEO MARCHETTI PIACENZA

alza il sipario si capisce che sarà un incontro equilibrato. 11 su 11 Per la squadra di Monti

Fine primo tempo: Piacenza-Russia 1-1. Ma il risultato è parziale e può ancora essere ribaltato, perché c’è la ripresa da giocare ed eventualmente anche i supplementari, che in Europa si chiamano golden set. Domenica si torna in campo e si assegnano le due Challenge Cup, in rosa e al maschile, ma ora il quadro è più delineato. Il Copra Elior avrà un doppio vantaggio: partirà con la vittoria ottenuta ieri 3-0 contro l’Ufa e giocherà il ritorno in casa. La Rebecchi Nordmeccanica invece dovrà rincorrere il Krasnodar dopo lo stop 3-2 e avrà l’obbligo di farlo a migliaia di chilometri di distanza. In 9 ore In nove ore, dal pome-

riggio di Ufa alla sera emiliana, sul palco europeo vanno in scena due atti di uno spettacolo completamente diverso. Quello al maschile vede il Copra dominare, mentre nel femminile dal momento in cui si

cambiano gli avversari, aumenta il livello di difficoltà, ma il risultato resta lo stesso: 11 gare europee, altrettante vittorie senza mai perdere un set. Con la formazione di Angiolino Frigoni per due parziali è un dominio biancorosso; il 6-0 iniziale lascia intendere che il servizio sarà la base su cui Piacenza costruirà la propria gara. Lo fa senza sbavature e senza trovare ostacoli almeno fino al 24-18 del secondo, quando Vissotto (lo scorso anno era a Cuneo) trova la prima reazione che si ferma a due passi dalla rimonta. La terza frazione è l’unica realmente combattuta perché l’Ural Ufa parte forte, sfrutta anche qualche imprecisione degli ospiti mostrando i muscoli fino al 17-13. Piacenza capisce che sarebbe un peccato allungare la gara dopo due set dominati e trova nel gruppo la forza per agguantare gli avversari. Emblematica l’azione del 21-22: difesa di Marra, alzata

con un bagher in tuffo di Zlatanov e Fei non spreca. Poi è il turno di Papi, prima mura Vissotto per il vantaggio biancorosso, quindi dopo una lunga volata in cui il Copra ha anche a disposizione 6 match point (contro l’unico set point russo) firma gli ultimi due decisivi palloni. Coppa Italia Con l’1-0 per Piacenza in tasca tocca alla Rebecchi Nordmeccanica scendere in campo. La formazione di Caprara mostra al pubblico la Coppa Italia vinta domenica poi inizia alla grande, lasciando sul posto il Krasnodar. Contrariamente alla gara di Ufa, al PalaBanca il percorso si complica, con una Hooker che trascina le compagne. Decisivo il terzo: l’arrivo spalla a spalla premia le ospiti, così Piacenza è costretta a dominare il quarto per alimentare le proprie speranze di tiebreak deciso dalle russe prima che cada a terra l’ultimo pallone. Adesso si va negli spogliatoi, domenica si cambia campo e si riparte per assegnare il trofeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Destinee Hooker, 25 anni, ex Pesaro, contro il muro della Leggeri TARANTINI

URAL UFA PIACENZA

0 3

PIACENZA KRASNODAR

2 3

(12-25, 22-25, 30-32)

(25-17, 20-25, 24-26, 25-13, 10-15)

URAL UFA: Abramov 10, Kazakov 1, Falasca 1, Spiridonov 5, Ashchev 5, Vissotto 12; Verbov (L), Zhloba, Panteleymonenko 4, Botin, Alekseev 1. All. Frigoni

REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA: Ferretti 3, L.Bosetti 21, Leggeri 9, Turlea 22, Meijners 15, Guiggi 8; Sansonna, Secolo 1, Nicolini, Radenkovic. Ne: Zilio. All. Caprara

COPRA ELIOR PIACENZA: Holt 7, Fei 19, Zlatanov 16, Simon 6, De Cecco 3, Papi 9; Marra (L), Tencati 2, Vettori, Corvetta. Ne: Ogurcak e Maruotti. All. Monti ARBITRI: Bozkurt (Tur) e Isajlovic (Let) NOTE Durata set: 21’, 27’, 38’; totale 86’. Ural Ufa: battute sbagliate 12, vincenti 2, muri 3, seconda linea 4, errori 20. Copra Elior Piacenza: battute sbagliate 12, vincenti 8, muri 9, seconda linea 14, errori 22.

DINAMO KRASNODAR: Maryukhnich 12, Hooker 25, Havelkova 12, Osichkina 12, Uraleva 1, Shcherban 4; Kryuchkova (L), Surtseva 1, Malofeeva 1, Gansorne 3. N.e. Zarubina e Merkulova. All. Selinger ARBITRI: Dudek (Pol) e Rajikovic (Cro) NOTE - Spettatori 1000, incasso 1750. Durata set: 23’, 26’, 31’, 21’, 18’; tot. 119’. Rebecchi Nordmeccanica: battute sbagliate 7, vincenti 5, muri 19, seconda linea 8, errori 25. Dinamo: battute sbagliate 10, vincenti 3, muri 13, seconda linea 9, errori 25.

(m.l.) Oggi (20.30) a Castellanza si gioca il recupero della 19ª con Villa Cortese che punta a pareggiare i successi nei derby con Busto. Do po quello vinto in semifinale di Cop pa Italia a Varese. Ora il computo totale vede le bustocche in vantag gio 10 9. Tra le ospiti al palleggio ci sarà Valeria Caracuta (Lloyd è tor nata negli Usa). Classifica: Busto 37; Bergamo 31; Piacenza 30; Villa Cortese 26; Chieri, Conegliano 25; Pesaro, Urbino 18; Giaveno 13; Bolo gna 8. TRA AMICI (m.s. mg. ni.ba.) La Sir Safety Perugia è stata sconfitta 3 1 in amichevole a Città di Castello dalla Gherardi Svi, neopromossi in A 1. Migliori realizzatori Petric (23) e Van Walle (24). L’Itas Diatec ha battuto i tedeschi del Friedrichsha fen in 3 1. Best scorer Simeonov (15), poi Djuric (14) e Birarelli (13). Sabato amichevole Trento Mode na. Proprio Casa Modena è stata battuta 3 2 nell’amichevole con la Lube Macerata. EMIGRANTI (a.a.) Il Bielsko Biala di Cella (3, 7%) chiude la serie 3 0 dei quarti sul Budowlani Lodz di Lo di (2˚) con 1 3. Il Vakifbank di Guidet ti supera nel recupero l’Eczacibasi di Micelli 3 1 e archivia il primo po sto in stagione regolare, imbattuta, per il Galatasaray di Barbolini, Gioli e Lo Bianco il 3 2 sul Fenerbahce ipoteca il 3˚ posto. Il Narbonne di Medei è stato sconfitto 3 0 ad Ajac cio. Lo Zarechie Odintsovo di Del Core e Angeloni viene sconftitta dal l’Omichka Oblast 3 1 nella 19ª in Russia. Ora è quarta. Vincono tutti gli allenatori nella 18ª in Azerbai gian. La capolista Rabita di Abbon danza 3 0 sull’Igtisadchi, l’Azerrail di Chiappini, Carrocci e Sorokaite 0 3 al Telecom, il Lokomotiv di Cuc carini 3 1 all’Azeryol.


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TENNIS UNA CLAMOROSA SVOLTA

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SPORT A Miami: Giorgi k.o. MILIONARI

New York, premi pazzi Addirittura 50 milioni!

Già nel 2013 più 8 milioni fino a 33,6. Cifra record nel 2017 VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci

Clamorosa e storica svolta nello sport. Gli organizzatori degli Us Open, cioè la Usta, la Federtennis americana, hanno accolto le richieste dei giocatori di una maggior partecipazione agli utili ed hanno aumentato di ben 8.2 milioni di dollari (4.1 gli uomini e 4.1 le donne) il montepremi della quarta tappa dello Slam, del 26 agosto-8 settembre, portandolo da 25.5 a 33.6 milioni di dollari. Una cifra che, crescendo negli anni, arriverà nel 2017 a 50 milioni

di dollari. Cifre mostruose, che però oggi equivarrebbero a un decimo dei ricavi totali della manifestazione sportiva più importante negli Usa, valutati circa 250 milioni di dollari annui. Federer «E’ l’aumento di monte-

premi più sensibile dello sport, non solo del tennis», puntualizza, orgoglioso, dal torneo di Miami, in Florida, Giorgio Di Palermo, rappresentante dei giocatori europei nel board Atp (l’associazione dei tennisti professionisti gestore del circuito pro, meno Slam e coppa Davis) «Quest’accordo è il frutto di una lunga e corretta discussione fra le parti, nella quale i gio-

catori hanno ottenuto un maggior riconoscimento del loro valore». Un dibattito iniziato agli Australian Open di Melbourne, a gennaio 2012, che ha visto schierati i primi del mondo, a partire da Roger Federer quale presidente del Council. Basket Dopo Australian Open e Us Open, anche Roland Garros e Wimbledon dovranno adeguarsi. Un po’ perché l’Atp, di anno in anno, dà il buon esempio, aumentando anche del 10% i montepremi dei tornei Masters 1000 con ricavi in crescita. E molto perché nei grandi sport di squadra la percentuale di ripartizione degli utili atleti-organizzatori è intorno al 50%. Mentre nel tennis la forbice rimane molto più aperta, tanto che più volte negli ultimi 2-3 anni, è stato sbandierata l’ipote-

BASEBALL PORTORICO S’ARRENDE 3-0 IN FINALE

Dominio e delirio Dominicana d’oro nel World Classic Squadra stellare, torneo da imbattuta Cano è super, Rodney lanci e banane

L’Arthur Ashe di Flushing Meadows, 23.200 posti, il più grande stadio del tennis. Murray re degli Us Open 2012

si di un clamoroso, sconvolgente, sciopero, anche alla luce del precedente del basket Nba. Dove, alla fine della serrata di quasi 6 mesi, i giocatori hanno ceduto il 6/8% dei loro proventi, ma sono comunque rimasti intorno al famoso 50%. Programma A New York, non au-

menteranno i prezzi dei biglietti. E, dal 2015, la finale uomini tornerà di domenica (nei prossimi due sarà di lunedì), con una programmazione più tradizionale: semifinali donne giovedì, semifinali uomini venerdì, finali sabato e domenica. Come distribuire ora gli 8.2 milioni di dollari extra? «Sarà una scelta socialista», chiosa Di Palermo a nome dei giocatori, suggerendo un maggior incremento di premi nei primi turni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli Us Open sono sempre stati il più ricco tra i 4 Slam, anche perché, come ultimo in ordine di tempo, ha sempre ritoccato l’ultimo limite. A livello di sport individuale, il montepremi più alto è nel poker; alle World Series anche sopra i 60-70 milioni di dollari forniti dai giocatori, che ne pagano 10.000 di iscrizione. Nell’ippica, il convegno della Dubai Cup di galoppo supera i 37 milioni di dollari, mentre la Breeders Cup americana si ferma (si fa per dire) a 12,5 milioni di dollari e il Royal Ascot a 8. Nel golf, detto che la classifica finale della FedEx Cup arriva a 35 milioni, il torneo più ricco con 9.5 milioni di dollari è il Players, mentre il più prestigioso, l’Augusta Masters, distribuisce 8 milioni di dollari di premi.

STEFANO ARCOBELLI

L’equivalente di Dominicana è dominio. Mai come in questo terzo spettacolare World Classic, promosso a Mondiale da questa edizione pure dall’Ibaf. L’isola caraibica dal 1948 non viveva questo delirio iridato: in un certo senso è il risultato di un serbatoio ricchissimo da offrire alle Major League Usa (oltre un centinaio di giocatori, secondo Paese fornitore). Ha vinto 8 partite su 8 e domato 3 volte su 3 il Portorico, che è stato ridimensionato 3-0 nella finale di martedì sera sotto la

pioggia di San Francisco (2-0 già al 1˚, doppio da 2 punti di Encarnacion, impeccabile il partente Deduno, avversari fermi a 3 valide). Il suo closer, Fernando Rodney ha ottenuto 7 salvezze su 7. In 2ª base stazionava Robinson Cano, che ha goduto per le World Series con i NY Yankees, ma vuoi mettere l’orgoglio e la fierezza di aver trionfato per la bandiera da mvp, simbolo di una squadra completa, compatta, cinica, con lanciatori da 94-98 miglia. L’interno da 469 di media battuta con 15/32, 2 fuoricampo di cui 1 all’Italia, 6 pbc, 6 segnati e 2 doppi, dirà: «Nella vita ti ricordi

e Lorenzi crolla dopo la pioggia

La pioggia disturba il torneo di Miami (4.330.625 $, cemento) costringendo alla sospensione il match di Lorenzi contro Davydenko. Alla ripresa (sul 2-0) il russo liquida l’italiano. Tra le donne Camila Giorgi, al rientro dopo un infortunio a una spalla, cede in 3 set alla mancina britannica Robson, con la quale non c’erano precedenti. Uomini, 1˚ turno: Rosol (Cec) b. Muller (Lux) 7-5 6-4; Devvarman (Ind) b. Donskoy (Rus) 4-6 7-6 (5) 6-2; Sijsling (Ola) b. Mayer (Arg) 3-2, rit; Zemlja (Slo) b. Bautista (Spa) 3-6, rit; Llodra (Fra) b. Paire (Fra) 7-6 (7) 6-2; Malisse (Bel) b. Ram (Usa) 6-4 6-7 (6) 6-4; Hanescu (Rom) b. Kuznetsov (Rus) 4-6 6-3 4-1, rit; Kamke (Ger) b. Kavcic (Slo) 7-6 (5) 6-3; Hewitt (Aus) b. Sousa (Por) 6-1 7-6 (3); Davydenko (Rus) b. LORENZI 6-0, 2-6, 6-0. Donne, 1˚ turno: Peng (Cina) b. Arvidsson (Sve) 6-3 6-2; Date (Gia) b. Scheepers (S.Af) 6-2 6-0; Oprandi (Svi) b. Rus (Ola) 6-4 3-6 6-3; Pliskova (Cec) b. Hradecká (Cec) 6-2 6-1; Muguruza (sa) b. Siniakova (Cec) 6-2 3-6 6-4; Hantuchova (Slk) b. Pironkova (Bul) 6-2 6-4; Halep (Rom) b. Lisicki (Ger) 6-2 3-6 7-5; Kuznetsova (Rus) b. Dominguez (Spa) 6-3 6-3; Hampton (Usa) b. Niculescu (R) 6-4 6-3; Robson (Gb) b Giorgi 6-2 4-6 6-3.

PALERMO 20-21 APRILE

Azzurre-ceche Caccia ai biglietti Sono in vendita gli abbonamenti per la semifinale di Fed Cup tra Italia e Repubblica Ceca che si terrà il 20 e 21 aprile sulla terra rossa del Ct Palermo. I tagliandi, a partire da 25 euro, sui circuiti web: Ticketone, Vivaticket, Tickettando e Mcastore.eu

HOCKEY GHIACCIO DA OGGI FINALE AL MEGLIO DELLE 7

sempre le prime volte: la prima valida, i primi playoff. Questo titolo l’avrò sempre nel cuore». Tris Anche il dominio nasconde

la sofferenza: e a far tremare i dominicani a Miami erano stati proprio gli azzurri di Mazzieri nel girone di Miami che promuoveva alle semifinali: la nazionale di Tony Pena perdeva 0-4, però ha vinto 5-4 e molto lo deve al medesimo Cano. L’uomo delle salvezze, Rodney, esultava con la banana di una piantagione (pare) magica: «Il segreto dei tanti giocatori che crescono in Dominicana è nelle banane che mangiamo. Noi mangiamo molte banane e produciamo molti giocatori. Questo trofeo è il più grande dono da fare al Paese. Se tra 4 anni Dio ci darà la possibilità, lo faremo ancora». Anche il manager Tony Pena a proposito dell’imbattibilità, è ricorsa al cielo: «La nostra forza è stata Dio».

Valpellice-Asiago Una sfida inedita per lo scudetto Il via da Torre Pellice, il centro valdese più importante d’Italia. Portieri decisivi?

LA FINALE R.Dominicana-Portorico 3-0. Lanciatori: vincente Deduno (5rl, 5 so, 3 bb, 2 bv), perdente Alvarado, salvezza Rodney (7). Punti, PR 000.000.000: 0 (3-0); R.Dom 200.010.00x: 3 (8-1). Note: triplo e doppio Reyes, doppio Encarnacion (2pbc), Aybar, Cruz. Spet. 35.703. I CAMPIONI Lanciatori: L.Barcelo, S.Casilla (SF); A. Castro (LA), J.Cedeno (NYY), S.Deduno (Min), O.Dotel (Det), K.Herrera (Kan), F.Rodney (Tam), W.Rodriguez (Pit), A.Severino (Kans), A.Simon (Cin), P.Strop (Bal), J.Veras (Hou), E.Volquez (SD). Ricevitori: F.Pena (NYM), C.Santana (Cle). Interni: E.Aybar (Ana), R.Cano (NYY), E.Encarnacion (Tor), L.Garcia (Tex), H.Ramirez (LA), J.Reyes (Tor), M.Tejada (Kan). Esterni: N.Cruz (Tex), A.De Aza (CWS), R.Nanita (Tor), E.Perez (Was), M.Sierra (Tor). CLASSIFICA: 1. R.Dominicana, 2. Portorico, 3. Olanda e Giappone; 5. Usa e Cuba, 7. ITALIA e Taiwan; eliminati (9-16): Venezuela, Canada, Messico, Spagna, S.Corea, Brasile, Australia, Cina. Albo d’oro: 2006-09 Giappone; 2013 R.Dominicana (1˚ valido per il Mondiale). Prossima edizione: 2017.

gica e pronostico, il primo ha eliminato l’Alleghe (4-1) e il Cortina (4-1), il secondo ha fatto fuori il Bolzano campione uscente (4-2) e il Val Pusteria (4-0). Indicare una favorita è pressoché impossibile: di certo c’è che entrambe le formazioni sono in gran forma e con il morale alle stelle. Non bastasse, in stagione ci sono stati quattro scontri diretti e il bilancio è in parità, con una vittoria a testa in trasferta. Entusiasmo Stasera (ore 20.30,

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’mvp Robinson Cano, 2ª base dei NY Yankees, fa festa con i compagni

la guida

Nate DiCasmirro, 34 anni, attaccante della prima linea del Valpellice GILL&MON ANDREA BUONGIOVANNI

Non sarà esattamente una sfida tra squadre espressione di due metropoli. Il Valpellice ha sede a Torre Pellice, comune in provincia di Torino praticamente al confine con la Francia, che conta 4700 abitanti. Grazie a un’emigrazione transalpina cominciata nel XII secolo, è il principale centro della Chiesa Valdese in Italia. Asiago, là sull’altopiano che si affaccia su Vicenza, ne ha 6500. Ma la sfida, sviluppandosi lungo 470 km della direttrice nordovest-nordest d’Italia (sen-

za arrivare in Alto Adige...) e coinvolgendo intere comunità, sarà comunque suggestiva e piena di fascino. Inedita, per cominciare: i piemontesi, in gennaio vincitori della Coppa Italia, giocano per il titolo tricolore (il 79˚ della storia) per la prima volta, l’Asiago addirittura per la nona, la terza nelle ultime quattro stagioni, avendo in bacheca già tre scudetti (quelli del 2001, 2010 e 2011). Equilibrio Il confronto è anche inatteso. Il Valpellice (master round compreso) è stato quinto in stagione regolare, l’Asiago sesto. Nei playoff, contro lo-

diretta RaiSport 1), in una serie al meglio delle sette partite, si comincia dalla Valmora Arena, poi continua alternanza con l’Odegar. Ovunque scontati esauriti ed entusiasmo alle stelle. A far la differenza, come spesso in questi casi, potranno essere i portieri, entrambi statunitensi di passaporto canadese. Il 25enne Tyler Plante per il Valpellice, il 30enne Jordan Parise (fratello di Zach, stella Nhl) per l’Asiago. Molto ruoterà intorno alla produttività delle due prime linee d’attacco: Sirianni-DiCasmirro-Dupont e Intranuovo-Ihnacak-Aquino per i piemontesi, Bentivoglio-Ulmer-DiDomenico e Zanette-Borrelli-M. Tessari per i veneti. Tre gli azzurri reduci dalla mancata qualificazione all’Olimpiade di Sochi 2014, tutti del Valpellice: Johnson (uno dei quattro ex dell’Asiago) e gli stessi Sirianni e DiCasmirro. Sulle panchine Mike Flanagan e John Parco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La serie — Gara-1: oggi (ore 20.30) a Torre Pellice (To), diretta RaiSport 1 (arbitri Bosio, Lottaroli; Pardatscher, Lega). Gara-2: sabato ad Asiago (Vi). Gara-3: martedì a Torre Pellice. Gara-4: giovedì 28 ad Asiago. Gara-5*: sabato 30 a Torre Pellice. Gara-6*: martedì 2 aprile ad Asiago. Gara-7*: giovedì 4 aprile a Torre Pellice (eventuale).


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GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Appunti PATTINAGGIO CREATIVO

Partenza e arrivo con animazione

L’animazione alla partenza e all’arrivo della maratona 2013 saranno affidati a Pattinaggio Creativo, una compagnia di professionisti, ex atleti della nazionale e performer internazionali, che ha l’obiettivo di portare la cultura e l’eleganza del pattinaggio artistico su ghiaccio fuori dai suoi abituali contesti sportivi ed agonistici. Il 7 aprile eseguiranno per gli spettatori salti, trottole e bellissime figure.

SOLO PER SIGNORE

Pink Power, ultimo allenamento

Si celebra il 23 marzo l’ultimo appuntamento del programma «Pink Power: tutto il rosa della corsa». Ritrovo alle ore 9 presso l’Arena Civica (ingresso nord) di Milano per gli ultimi utili consigli di Lucilla Andreucci in vista della SuisseGas Milano City Marathon 2013. Dopo CAF e Doppia Difesa, sabato sarà la volta di Oxfam Italia supportare l’iniziativa. Per info www.milanocitymarathon.it

SCADENZA

Iscrizioni sino al 26 marzo

Ultima settimana per partecipare alla 13a SuisseGas Milano City Marathon. Per partecipare è possibile iscriversi online sul sito web ufficiale dell’evento, oppure rivolgersi ad una Onlus aderente al Charity Program, sostenendo una buona causa. Il 26 Marzo è l’ultimo giorno utile per registrarsi. Maratona o staffetta (59 o 180e), è possibile scegliere la distanza preferita su www.milanocitymarathon.it

LE BAND

Musica live per tutta la gara In occasione della gara, il 7 aprile, lungo il percorso verranno allestite quattro postazioni musicali per dare il ritmo, la carica e la spinta giusta agli atleti. Dalle ore 10 si esibiranno cantanti e band emergenti del panorama musicale milanese: Mariella Mio, gli Steel Moon, la band Ormabantu e gli Stormbreaker sosterranno fino alla fine della gara partecipanti e spettatori. In piazza Castello Sforzesco, invece, si svolgerà il concerto dei 7 Grani, una rock band comasca nata nel 2003 che con «universo fragile» ha scalato le classifiche di web radio negli USA. La band è composta dai tre fratelli Settegrani: Mauro alla chitarra, Fabrizio: voce, tastiere e chitarra e Flavio al basso.

SUISSEGAS MILANO CITY MARATHON

L’EVENTO LA CORSA DEL 7 APRILE

S Il professor Umberto Veronesi, 87 anni e l'attrice Claudia Gerini, 41 FOTOGRAMMA AP

L’INIZIATIVA

cura del prestigioso monumento milanese ininterrottamente da oltre sei secoli, gli staffettisti devolveranno alla Fabbrica parte della quota d’iscrizione diventandone personal fundgiver, entrando a far parte dell’albo donatori, con tanto di attestato.

Urge un restauro Adotta una Guglia del Duomo di Milano

L’incontro Il Duomo e lo sport si

La Veneranda Fabbrica aderisce alla staffetta per raccogliere fondi «Adotta una Guglia: scolpisci il tuo nome nella storia». L’invito è della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, che ha aderito al Charity Program della SuisseGas Milano City Marathon, con l’obiettivo di raccogliere fondi utili per il recupero e il restauro della Madonnina e i suoi capitelli. Una corsa contro il tempo rivolta a tutti i cittadini milanesi che amano la Cattedrale, la Guglia maggiore e le altre 134. Perché, Expo2015 si avvicina, e per completare gli interventi strutturali più urgenti, ovvero la messa in sicurezza delle Guglie, sono ancora necessarie ingenti

risorse. Da qui l’appello. Solidarietà «Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l’importante è quello che provi mentre stai correndo». Angelo Caloia, Presidente della Veneranda Fabbrica, ama ricordare le parole del grande Jesse Owens. E aggiunge: «Il traguardo che si pone la Fabbrica partecipando a quest’iniziativa è infondere ai podisti l’entusiasmo e il coraggio necessari a dare inizio alla propria gara di solidarietà». Correndo per la Veneranda Fabbrica del Duomo, che ha costruito e continua a prendersi

Veronesi «Corri, fa bene Sullo smog allarme inutile» La sua Fondazione in staffetta per la ricerca. «In Friuli più tumori che in Lombardia. Lo sport è prevenzione» PIERANGELO MOLINARO

Il 7 aprile fra le Charity in programma nell’ambito della Milano City Marathon potremmo fare molto per la ricerca. Fra le onlus c’è la Fondazione Umberto Veronesi che nel 2013 festeggia dieci anni di attività. Quest’anno le aree di ricerca finanziate sono nell’ambito dell’oncologia, le neuroscienze e la cardiologia. «Promuoviamo 140 borse di studio all’anno — spiega il professor Veronesi — per creare una grande base di ricerca su un percorso di scienza etica». Laureatosi in Medicina nel 1952, dg dal 1975 dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori, ha fondato nel 1982 la Scuola Europea di Oncologia. Nella sua gioventù c’è tanto sport: «Canottaggio per la precisione su un 2 con». Il 7 aprile sarà al traguardo del Castello Sforzesco per accogliere i suoi ricercatori che parteciperanno alla staffetta. Ci accenni a uno dei tanti progetti di ricerca.

«Da sempre combattiamo il tabagismo. Abbiamo già lanciato campagne come "No smoking, be happy", ma da tempo lavoriamo sulla diagnosi precoce del tumore polmonare. Il progetto si chiama "Cosmos" e monitoriamo annualmente 10.000 fumatori volontari». Professore, la sua Fondazione punta molto sulla prevenzione.

«La prevenzione è un insieme di regole e di accorgimenti che ci allontana dalla malattia. Allunga la vita e ne permette una migliore qualità».

Quanto conta lo sport nella prevenzione?

«Può diventare basilare. L’attività motoria fa bene alla salute ed è educativa. Di base a livello fisico migliora l’attività cardiaca e polmonare, ma soprattutto ci insegna a vivere meglio, a sfidare noi stessi, a sacrificarci per un obiettivo, e il sacrifico è necessario per affrontare i problemi della vita». Un praticante vive meglio di un sedentario?

«Di norma chi pratica sport non fuma e mangia in modo intelligente. Questa è già una buona base per la prevenzione. E poi aiuta la mente». In che modo?

«C’è soddisfazione dopo la fatica, e non si tratta solo delle endorfine che il nostro organismo produce sotto sforzo, c’è orgoglio, maggiore stima». Professore, ma correre a Milano è pericoloso? C’è molto inquinamento.

«No, non preoccupiamoci inutilmente. Il livello di inquinamento in Italia fortunatamente non è elevato. A volte diffondono allarmi inutili. Basta dire che secondo le statistiche la maggiore incidenza di tumori polmonari rispetto alla popolazione, non è in Lombardia, ma in Friuli, una regione che di sicuro ha un’aria più pulita». © RIPRODUZIONE RISERVATA

sono già incontrati. Non tutti sanno che salendo sulle Terrazze del Duomo (per 201 gradini), prestando attenzione a peducci, capitelli e decorazioni, è possibile imbattersi nelle sculture di una palla da basket, di un paio di racchette, scarponi e piccozza, E si può incontrare anche il grande Primo Carnera, scolpito nel marmo di Candoglia e raffigurato in quattro differenti pose per ricordare la sua conquista del titolo mondiale dei massimi quando, battendo Sharkey in 6 round, divenne il primo italiano iridato della boxe. Un omaggio allo sport che adesso può ripagare: si corre in staffetta la City Marathon anche per salvare il Duomo

In alto il Duomo di Milano, la Guglia Maggiore e le altre 134. Accanto una delle 4 sculture dedicate a Primo Carnera

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I VOSTRI TWEET

S Gold Coast Marathon @GCMarath on Entusiasti di partecipare alla Twitter Marathon 2.0 con la medaglia! #MCM2013

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Bambini Cardiopatici @BamCardi opatici I medici stanno preparando la staffetta: ricordatevi di partire piano e aumentare dopo 4 km!

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EMERGENCY @emergenc y_ong Corri @milanomarath on con #XRUN per il centro pediatrico di Bangui!

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alessandro carelli @alescarel Oggi nevica su Time Square. @milano marathon arrivo!

Claudia Gerini «Io ci sono Per i diritti dei bambini» L’attrice quasi cintura nera di taekwondo sposa il progetto Acra che il 7 aprile andrà «di corsa contro la fame in Mozambico» LUCILLA ANDREUCCI

«Johnny Depp me lo caricherei sulle spalle anche per tutta la maratona». Claudia Gerini, romana, attrice, lanciata nella sua eclettica carriera da Verdone nel 1995 in Viaggi di nozze, ha il brio fanciullesco di Peter Pan e la malizia sensuale di Jessica Rabbit. In più, è cintura quasi nera nel taekwondo. Una miscela esplosiva che la rende, combinazione piuttosto rara, sexy e simpatica insieme. Questa specie di «bomba» di vita, che in questi giorni è nelle sale cinematografiche in «Amiche da morire» con Sabrina Impacciatore e Cristiana Capotondi, sarà sulle strade di Milano il 7 aprile, testimonial di Acra-Ccs, che ha lanciato la campagna «di corsa contro la fame» per sostenere il diritto al cibo dei bambini in Mozambico. «Un invito che ho accolto con grande gioia. Non so ancora se correrò una frazione, ma mi piacciono le sfide sportive, e quindi perché no?». Lo sport è una pellicola che gira in continuazione nella sua vita di attrice e di donna, compagna di Federico Zampaglione, cantante dei Tiromancino, e mamma di Rosa e Linda.

«Dai 3 ai 12 anni ho praticato nuoto agonistico, giocato a tennis, a softball. E poi danza, equitazione, pre-pugilistica, sci nautico». Bel training, complimenti. E la corsa?

«Quando ero ragazzina andavo con mio padre nella pineta di Ostia e an-

cora ricordo la bellezza di quei momenti. Oggi correre è una parte del mio allenamento, giusto per scaldarmi». Il 24 maggio combatterà per guadagnarsi la cintura nera nel taekwondo, sotto l’occhio attento del suo maestro Vito Toraldo, ex campione della specialità.

«Mi alleno tre volte a settimana, è una disciplina che mi ha dato elasticità, forza esplosiva e grande controllo». Spesso in giro per il suo lavoro, Claudia Gerini mantiene la forma del suo corpo anche con la dieta a zona, ma senza essere troppo drastica.

«Non amo i dolci, e mangio poca carne. Scelgo piuttosto uova, soia, pesce. Lo sport mi stimola a prendermi cura di me, è un ottimo incentivo per regalarsi una seconda giovinezza. Un po’ come quella che sta vivendo Francesco Totti, il mio capitano». Romanista passionale, è mai riuscita a far correre Carlo Verdone?

«Impresa impossibile. Carlo e lo sport sono due cose separate». Claudia, lei riesce a essere tante cose insieme: sensuale, attraente, sportiva e spontanea. Qual è l’allenamento da seguire?

«La verità è forse che non mi prendo tanto sul serio, e che mi sento sempre bambina nei confronti della vita». E proprio per i bambini che hanno diritto alla vita, al cibo, lei è pronta a combattere. Anche con le scarpe da corsa. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

TUTTENOTIZIE & RISULTATI Arco COLPITO DALLA SLA

Muore Marrone Ex c.t. azzurro

Coni CONSIGLIO NAZIONALE: SCINTILLE PER LA SERVIZI SPA

Rugby Italia-Argentina Malagò invita il Papa MAURIZIO GALDI

Sebastiano Marrone aveva 62 anni

(gu.l.g.) Il tiro con l’arco piange Sebastiano Marrone, ex tecnico azzurro. Se n’è andato martedì dopo aver sostenuto una durissima battaglia contro la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che lo ha colpito nel 2002. Nato a Secli (Le) nel 1940, Marrone si è trasferito ad Ascoli Piceno nel '70, per poi trasferirsi nell’84, con la moglie Maria e i figli Dimitri, Cinzia e Dafne, a Castel di Lama (Ap) dove, ieri mattina, si è celebrato il funerale. Ex marinaio, grande sportivo, atleta e maestro di arti marziali, dal ’78 si è dedicato all’arco. Fondatore degli Arcieri Piceni, è stato tecnico della Nazionale dall’89 al ’92 passando per gli Europei di Barcellona ’90 (argento per l’Italia) fino ai Giochi di Barcellona '92. Ha affrontato la malattia con forza e dignità, combattendo per acquistare la tecnologia per comunicare e un mezzo per uscire. Non ha mai abbandonato lo sport e ha visto in tv la vittoria degli arcieri azzurri a Londra 2012: «Quando Frangilli ha tirato il 10 che è valso l’oro gli si sono inumiditi gli occhi…», ha detto la figlia Dafne. Lo sport italiano perde un altro grande uomo.

Pallanuoto COPPE AMARE

«Abbiamo un piccolo sogno nel cassetto: vorremmo avere Papa Francesco, che è uomo di sport, come nostro ospite all’Olimpico per il test match di rugby con l’Argentina» dell’autunno prossimo. Il presidente del Coni Giovanni Malagò lancia questa idea al Consiglio nazionale del Coni, il primo della sua gestione, a trenta giorni dall’elezione. Il colore Va a «braccio», Malagò per la sua relazione e tocca tutti gli argomenti. Cominciando dalle deleghe annunciate, che spiega correggendo il tiro: «Indicano solo la persona referente in Giunta per le singole tematiche». E ci sono ancora deleghe da ufficializzare come quella al presidente della Pesca sportiva, Ugo Claudio Matteoli, al quale verranno affidati compiti di coordinamento di alcune federazioni (quelle non olimpiche). Si è parlato anche di Coni e Coni servizi. Ed è stato il momento più acceso di dibattito. Barelli (uno dei 19 intervenuti, un record ma molti si sono limitati ai complimenti e agli auguri) sostiene che Malagò debba lavorare «per unificare Coni e Coni servizi, ma comunque deve esserne al momento il presidente». Replica: «Sono convinto che

anche ai nostri interlocutori istituzionali (il ministero dell’Economia, ndr) questa soluzione non piaccia». Ma il siparietto vero è quello del presidente del nuoto con Chimenti e Pescante. Il primo ricorda: «La Coni servizi è stata voluta da un ministro del tuo schieramento», (Tremonti, ndr). Pescante con un sorriso: «Fai il portavoce di Carraro?». Secche e polemiche le repliche in entrambi i casi: «Non sono il portavoce di nessuno».

La sostanza Molto gettonata la rivisitazione dei parametri di ripartizione delle risorse. Malagò ammette: «Tutti mi chiedete più soldi e le possibilità sono due. Far arrivare soldi dagli sponsor su progetti importanti o ridurre le spese dell’apparato». Ma Buonfiglio (Canoa) interviene: «Parliamo di soldi, ma su quale base? Sappiamo quale sarà il contributo dello Stato per il 2014?». Malagò risponde: «Hai perfettamente ragione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A MILANO

Etica nello sport Oggi il convegno

Giovanni Malagò, presidente Coni

Oggi alle 10.30 la Gazzetta dello Sport ospita in sala Montanel li a Milano il convegno «Etica nello sport: un bene per tutti», appunta mento annuale di Esicert, l’istituto che dal 2010 certifica l’etica tra club e enti sportivi. Alle quattro so cietà che hanno già ottenuto la pa tente — Bentegodi Verona, Petrar ca Padova scherma, Hockey Thie ne e Reyer Venezia — quest’anno si aggiungono altre quattro realtà che hanno intrapreso il cammino: Olimpia Milano basket, Invicta Ska te Modena, Lega Nazionale Profes sionisti serie B di calcio e assesso rato allo Sport del Comune di Ce sena. Esicert sta anche preparan do uno standard specifico per le pubbliche amministrazioni.

Sci di fondo SPRINT STOCCOLMA

(f.pe.) Nel ritorno degli ottavi di Champions League, al Brescia non riesce la rimonta. Sconfitta 9-5 dal Partizan a Belgrado, la squadra di Bovo cede ai serbi anche al ritorno ma esce a testa alta. Ora l’attenzione dei bresciani si sposta esclusivamente sul campionato, che guidano con 4 punti di vantaggio sulla Pro Recco.

(a.p.) Il super Radnicki, con tanti ex del campionato italiano, non lascia scampo alla Florentia nell’andata della finale di Euro Cup. Il 3-2 iniziale è illusorio. Dopo c'è un parziale di 5-0 (3-7) per la squadra serba con doppiette di Gak e Filip Filipovic e un gol di Popovic. Così è presto chiara la differenza di risorse e di qualità. Sarà proibitivo il ritorno del 6 aprile a Kragujevac. FLORENTIA-RADNICKI 4-8 (3-2, 0-4, 1-1, 0-1) Florentia: Minetti, Borella, Pagani 1, Molina, Espanol 1, M.Lapenna, Gobbi; F.Di Fulvio 2, Brancatello, Bini, A.Di Fulvio. N.e. Mugelli, Coppoli. All. Sottani. Radnicki Kragujevac: Radic, Buric 1, Basic, Cupic, Zlakovic, F.Filipovic 3 (1 rig.), V.Udovicic; Ciric, Gak 2, Popovic 2, D.Filipovic, Markovic. N.e. Stevens. All. D.Udovicic. Arbitri: Buch (Fra) e Bender (Ger) Note: sup. num. Florentia 10 (2), Radnicki 5 (0).

Sono sette gli azzurri che domenica parteciperanno al 40˚ Mondiale di cross a Bydgoszcz (Pol), dove sono iscritti 456 atleti (248 uomini e 208 donne) di 47 Paesi: Touria Samiri, a titolo individuale tra le seniores e la squadra junior maschile al completo con Nekagenet e Yemaneberham Crippa, Italo Quazzola, Lorenzo e Samuele Dini e Yohannes Chiappinelli. BOLT BELGA Ufficializzata un’altra tappa della stagione di Usain Bolt: il 6 settembre, sarà a Bruxelles (gara da definire). ANCORA DOPING (si.g.) Tre casi di doping ai campionati russi indoor di febbraio a Mosca: positivi il vincitore dei 400, Valentin Krugalyov, e i secondi classificati del lungo, Pavel Karavayev, e del peso donne, Yevgeniya Solovyova. I tre sono sospesi in attesa delle controanalisi. KIRCHLER INDOOR (si.g.) Nel meeting indoor di lanci a Vaxjo (Sve), 2˚ posto dell’azzurro Hannes Kirchler nel disco con 59.13.

Baseball COLPO BOLOGNA (m.c.) Sarà il dominicano Victor Moreno (solo un omonimo del venezuelano schierato dal Bologna dal 2009 al 2011) il sostituto di Jesus Matos, che non ha passato la visita di idoneità sportiva. Il nuovo lanciatore ha giocato in triplo A messicano e con le Minors di Anaheim e St Louis.

Boxe AZZURRINI (i.m.) Cinque azzurrini fino a domenica al torneo di Vilnius (Lit): 56 Canonico, 60 Maietta, 64 Perrulli, 69 Scannapieco, 75 Cavallaro.

Curling MONDIALE DONNE Ieri, al Mondiale femminile di Riga (Let), altre due sconfitte per l’Italia: contro la Danimarca (9-7) e la Scozia (8-4). Con un bilancio di due vittorie e sette sconfitte (11˚ posto su 12) e qualificazione diretta a Sochi 2014 sostanzialmente compromessa, oggi chiusura contro Svezia e Germania.

Ghiaccio Sochi pista lunga Mondiali distanze Da oggi a domenica a Sochi, sull’anello che il prossimo anno ospiterà l’Olimpiade, Mondiali singole distanze in pista lunga, ultimo atto della stagione internazionale. Oggi (senza italiani) i 1500 maschili e i 3000 femminili, con campioni uscenti il canadese Denny Morrison e la ceca Martina Sablikova.

Golf Scherma MORTO IL FIORETTISTA

Nuoto IL DT AUSTRALIANO SE NE VA

Brescia fuori Northug allunga Addio Simoncelli Bufere Londra dalla Champions Noeckler è 10˚ Argento nel ’76 Lascia Nugent

BRESCIA-PARTIZAN 6-7 (1-2, 1-1, 3-2, 1-2) Brescia: Del Lungo, Valentino, C.Presciutti 2, Legrenzi, Loncar 1, R.Calcaterra, Mammarella 1, Nora 1, Binchi, Elez 1, Giorgi, G.Fiorentini, Moratti. All. Bovo. Partizan Belgrado: Soro, Matovic, Mandic 3, Vico 1, Subotic, Rackov 1, Cuk 2, Dedovic, Cuckovic, Tanaskovic, Basara, Jokic, Vukicevic. All. Vujasinovic. Arbitri: Vasileiou (Gre) e Alexandrescu (Rom). Note: sup. num. Brescia 12 (5 gol), Partizan 6 (2). Usc. 3 f.: Matovic e Cuk.

Atletica Mondiali cross per sette azzurri

Petter Northug, 27 anni, norvegese

A Stoccolma, le finali di Coppa del Mondo di fondo riportano leader, dopo la crisi di Holmenkollne, il norvegese Petter Northug, dopo la vittoria nella sprint classica. Decimo Didi Noeckler, out in semifinale, a punti Di Centa, 29˚. Tra le donne la polacca Justyna Kowalczyk brucia di 2"2 la rientrante norvegese Bjoergen. Sprint tc. Uomini: 1. 1. P. Northug (Nor); 2. Brandsdal (Nor); 3. Kriukov (Rus); 4. T. Peterson (Sve); 5. T.Northug (Nor); 6. Ustiugov (Rus); 10. NOECKLER; 21. Cologna (Svi); 27. Legkov (Rus); 29. DI CENTA; 40. D.HOFER; 42. PELLEGRINO; 53. CLARA. CdM (28/31): 1. P.Northug (NOR) 1271; 2. Legkov (Rus) 1237; 3. Cologna (Svi) 1228; 13. DI CENTA 404; 18. CLARA 336; 36. HOFER 205; 42. PELLEGRINO 164. Coppa sprint (finale): 1. Joensson (Sve) 498; 2. P.Northug (Nor) 329; 3. Kriukov (Rus) 316; 9. Cologna (Svi) 210; 14. PELLEGRINO 149. Donne: 1. Kowalczyk (Pol); 2. Bjoergen (Nor); 3. Niskanen (Fin, primo podio); 4. Kylloenen (Fin); 5. Visnar (Slo); 6. Malvalehto (Fin); 41. DE MARTIN; 50. AGREITER. CdM (28/31): 1. Kowalczyk (Pol) 1940; 2. Johaug (Nor) 1273; 45. DE MARTIN 137; 46. AGREITER 129. Coppa sprint (finale): 1. Randall (Usa) 542; 2. Kowalczyk (Pol) 430; 3. Oestberg (Nor) 294; 50. VUERICH 28. Domani, Falun: 3.3 km tl U, 2.5 km tl D.

Lutto nella scherma italiana. E’ morto Stefano Simoncelli, 67 anni, argento a Montreal 1976 e bronzo ai Mondiali di Budapest 1975 sempre nel fioretto a squadre. Nato a Grottaferrata, lasciata l’attività agonistica diventò direttore tecnico e anima della società Frascati scherma, avviata dal padre Cesare nel 1954. Per otto anni consigliere federale, è stato anche vicepresidente della Federscherma e poi dirigente Coni (responsabile relazioni esterne). Malato da alcuni anni, non ha mai abbandonato il ruolo di dt della Frascati scherma. «A nome mio personale, del Consiglio federale, della segreteria e di tutto il mondo della scherma italiana, esprimo il più sincero e sentito cordoglio alla moglie, ai figli Luca e Marta (tutti e due fiorettisti), a tutta la famiglia e al Frascati Scherma» è il messaggio di cordoglio del presidente federale Giorgio Scarso. La camera ardente è allestita al Campus Bio-medico Trigoria. Domani alle 15.30 i funerali, al Duomo di San Pietro a Frascati.

Stefano Simoncelli aveva 67 anni

Clamoroso in Australia: a poche settimane dalle selezioni per i Mondiali di Barcellona di luglio, si dimette il direttore tecnico Leigh Nugent dopo lo stillicidio e le polemiche post Olimpiade di Londra che hanno squassato l’ambiente non solo per i modesti risultati rispetto alle aspettative (nessun oro individuale come non succedeva da Barcellona 1992 quando gli aussie ottennero 1-5-3, a Londra invece un solo titolo con la staffetta veloce donne, 6 argenti e 3 bronzi) ma per le inchieste e i continui rimbalzi di responsabilità per quanto succedeva nel Villaggio olimpico e nel ritiro pre Giochi di Manchester, con fenomeni di bullismo e uso di Stilnox (un sonnifero) e alcol. Al centro delle inchieste ministeriali e federali, c’era la 4x100 sl di Magnussen, Sullivan, D’Orsogna e Roberts. Contro Nugent s’è schierata la dorsista Emily Seebhom che l’accusa di aver avuto poco piglio e leadership nel gestire la nazionale. Nugent aveva già un accordo fino ai Giochi di Rio 2016. Il presidente Barclay Nettlefold a breve nominerà un responsabile ad interim: in arrivo Michael Scott, reduce dalla Gran Bretagna ma già con esperienza all’istituto Australiano dello Sport, ed un manager come capo esecutivo proveniente dal rugby, Mark Anderson, al posto di Kevin Neill. Una scossa da parte di Nugent, in carica dal 2009 e arrivato al posto di Alan Thompson costretto a lasciare per «comportamenti inappropriati»: il d.t. ha mollato, secondo il presidente, perché ormai «logorato» da quest’andazzo.

AZZURRI IN MALAYSIA Matteo Manassero, Edoardo Molinari e Lorenzo Gagli partecipano da oggi al Malaysian Open a Kuala Lumpur, torneo dell’European Tour con 2.130.000 euro di montepremi. Iscritti, tra gli altri, anche Luke Donald (Ing), Charl Schwartzel (Saf) e Alvaro Quiros (Spa). Diretta su Sky 2 dalle 7 alle 11.

na Curtoni che battuto di 19/100 la Marsaglia e di 41/100 la Hofer. Ieri a Pozza Nicole Gius ha annunciato il suo addio alle gare.

Parallelo annullato Brutto, clavicola k.o. È stato annullato il gigante parallelo di ieri a Sierra Nevada (Spa), ultima gara della Coppa di alpino. Roland Fischnaller, per la seconda stagione di fila, chiude secondo (3990 punti) alle spalle dell’austriaco Prommegger (4660; 8˚ March 2160). «La notte aveva nevicato e alla partenza c’era -1 — spiega il d.t. azzurro Pisoni —, ma la pista è stata gestita male». Nel cross ieri hanno gareggiato solo le donne e Raffaella Brutto si è fratturata la clavicola destra (un mese e mezzo per recuperare), mentre Michela Moioli è sesta. Oggi (ore 12, dir. RaiSport 2) gli uomini partiranno dal tabellone.

Tuffi TANIA A DUBAI (al.f.) Oggi torna in gara Tania Cagnotto a Dubai nella seconda tappa di World Series. Sul trampolino anche Francesca Dallapè e Noemi Batki che a Pechino si è fermata alle semifinali della piattaforma 10 m non andando oltre i 258 punti.

Vela FESTIVAL A LIVORNO (r.ra.) Inaugurata a Livorno la prima edizione del Tag Heuer Vela Festival che si svolgerà lungo le banchine del Molo Mediceo e lo Yacht Club di Livorno. Alle ore 18,30 la premiazione del Velista dell’anno TAG Heuer 2013 che sarà assegnato a Max Sirena skipper di Luna Rossa. La manifestazione si concluderà domenica 24.

Il presidente onorario Silvio Berlusconi, i vice presidenti Adriano Galliani e Paolo Berlusconi, il consiglio d'amministrazione, i dirigenti, i tecnici, i giocatori e il personale tutto dell'A.C. Milan partecipano profondamente commossi al dolore della famiglia per la scomparsa del

dott. Antonio Manganelli Capo della Polizia di Stato e da sempre vicino al mondo del calcio con grande competenza professionale e spessore umano. - Milano, 20 marzo 2013. Il Presidente della Lega Pro, Mario Macalli, i Vice Presidenti, Archimede Pitrolo e Antonio Rizzo, il Segretario, Sergio Capograssi, il Direttore Generale Francesco Ghirelli partecipano al grave lutto che ha colpito la famiglia e la polizia per la scomparsa di Sua Eccellenza il Prefetto

Dott. Antonio Manganelli e ne ricordano la figura di altissima moralità e il suo impegno per i giovani e la loro sicurezza. - Roma, 21 marzo 2013. Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete, interpretando i sentimenti del Consiglio federale e dell'intera Organizzazione calcistica italiana, partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del

Prefetto

Antonio Manganelli Ci ha lasciato un amico del calcio che nel suo alto ruolo istituzionale ha profuso impegno e passione per garantire sicurezza e rispetto delle regole, sempre con l'obiettivo di favorire un clima di corretta partecipazione a ogni evento sportivo.- Il mondo del calcio lo ricorderà con gratitudine e con tanto affetto. - Roma, 21 marzo 2013. La Lega Nazionale Professionisti Serie B, nella persona del Presidente, anche a nome del Consiglio, del Direttore Generale e di tutte le società, accoglie con grande dolore la notizia della scomparsa del Capo della Polizia

Dott. Antonio Manganelli Alla famiglia le più sentite e sincere condoglianze. - Milano, 20 ma zo 2013.

CHICCO CON TIGER Francesco Molinari partecipa oggi all’Arnold Palmer Invitational di Orlando (Usa), torneo del Pga con 6,2 milioni di dollari di montepremi. Al via anche Tiger Woods, che difende il titolo.

Il Presidente Maurizio Beretta, anche a nome del Vice Presidente, del Consiglio di Lega, del Direttore Generale, delle Società di Serie A e dell'intera famiglia della Lega Serie A, partecipa con intensa commozione al dolore della famiglia per la scomparsa del

SERGAS Quarta alla Donnelley Founders Cup, Giulia Sergas gareggia da oggi nel Kia Classic di Carlsbad (California). Intanto l’Open d’Italia femminile si svolgerà dal 5 al 7 luglio a Sarnonico (Tn).

apprezzato Capo della Polizia, da sempre vicino al mondo del calcio e ai suoi protagonisti con grande umanità, professionalità e spirito di collaborazione. - Milano, 20 marzo 2013.

Lotta EUROPEI (g.l.g.) Due azzurre impegnate ieri agli Europei di Tbilisi (Geo): Francesca Mori nei 51 kg e Carola Rainero nei 59 kg hanno perso al primo turno contro Tjapko (Let) e Sahin (Tur). Oro alla Zasina (Pol) e alla Huchok (Bie). Nei 55 kg libera maschile oro al georgiano Edisherashvili. Oggi in gara Andrea Sorbello nei 74 kg stile libero e Dalma Caneva nei 67 femminili.

Nuoto AZZURRI IN SPAGNA (al.f.-pe.m.) Da oggi a Pontevedra campionati spagnoli open con i velocisti azzurri impegnati in un test in vasca lunga a tre settimane dai Primaverili. Ci saranno Dotto (50, 100 sl, 50 fa) e Michele Santucci (50,100, 200 sl), non Marco Orsi per i postumi influenzali (domenica Bologna simulazione di gara). A Pontevedra gareggeranno Turrini, De Memme Ferraioli, Masini Luccetti. In cerca del minimo per i mondiali i padroni di casa Munoz, Wildeboer, Belmonte e Costa Schmid.

Rugby O’DRISCOLL GRAZIATO Brian O’Driscoll paga con tre settimane di stop lo stamping al petto di Simone Favaro al 30’ p.t. di Italia-Irlanda di sabato. Tornerà dal 9 aprile. Secondo la commissione di disciplina avrebbe meritato il rosso. CUTHBERT ROTTO Alex Cuthbert, ala del Galles autore di 4 mete nel Torneo comprese le due contro l’Inghilterra, dovrà star fermo 4-6 settimane per uno stiramento a una coscia subito nel primo tempo. Salta Treviso-Cardiff di sabato.

Sport invernali Simoncelli e Curtoni tricolori gigante (s.f.) Davide Simoncelli si è confermato ieri a Pozza di Fassa (Tn) Tricolore di gigante; podio tutto over 30 con Gufler a 35/100 e Ploner a 54/100; 5˚ Innerhofer, assenti Blardone e Moelgg. Titolo femminile ad Ele-

Dott. Antonio Manganelli

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, interpretando i sentimenti dell'intero sport italiano, esprime profondo cordoglio per la scomparsa di

Antonio Manganelli Mirabile esempio di rettitudine e professionalità, irrinunciabile punto di riferimento istituzionale e sincero amico del movimento agonistico che ha sempre sostenuto con ammirevole passione anche attraverso l'impegno e la vicinanza al Gruppo Sportivo Fiamme Oro Polizia di Stato. - Roma, 20 marzo 2013. Leandro Cantamessa abbraccia il caro amico Bruno per la perdita della sua mamma

Fernanda Brunelli Ghirardi - Milano, 20 marzo 2013. Il Presidente Maurizio Beretta, anche a nome del Consiglio di Lega, del Direttore Generale, delle Società di Serie A e dell'intera famiglia della Lega Serie A, partecipa con intensa commozione al dolore dell'avvocato Bruno Ghirardi e della famiglia per la scomparsa della cara mamma

sig.ra Fernanda Brunelli Ghirardi - Milano, 20 marzo 2013. Consiglio di Amministrazione della Cagliari Calcio, Dirigenti, dipendenti, tecnici e atleti partecipano commossi al dolore dell'Avvocato Bruno Ghirardi e familiari tutti per la perdita della cara mamma

Fernanda Brunelli in Ghirardi - Cagliari, 20 marzo 2013. Marco Bogarelli, Andrea Locatelli, Giuseppe Ciocchetti e tutto lo staff di Infront Italy partecipano commossi al dolore dell'Avvocato Bruno Ghirardi per la scomparsa della cara mamma

Fernanda Brunelli - Milano, 21 marzo 2013.

Stefano Simoncelli Con immenso amore e gratitudine per l'esempio di fede, dignità e coraggio dimostrato in tutta la sua vita lo annunciano la moglie, i figli, il fratello.- I funerali avranno luogo il giorno 22 marzo alle ore 15.30 nella Cattedrale di San Pietro a Frascati. - Roma, 21 marzo 2013. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, unitamente al Segretario Generale, Roberto Fabbricini, ai membri della Giunta e del Consiglio Nazionale partecipa al dolore della famiglia esprimendo le più sentite condoglianze a nome dell'intero sport italiano per la prematura scomparsa di

Stefano Simoncelli Medaglia d'argento ai Giochi Olimpici di Montreal 1976 e poi stimato dirigente del CONI. - Roma, 20 marzo 2013. Cesare Gussoni, prendendo parte al lutto dei familiari, ricorda agli arbitri ed agli sportivi italiani l'importante figura di un arbitro del passato scomparso a 91 anni

Raoul Righi arbitro di serie A dal 1950 al 1966, arbitro internazionale 1960/1966, Premio Mauro 1964. - Milano, 20 marzo 2013.


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TERZO TEMPO

LETTERE

GazzaFocus

Bianco e Nero

Polemiche sul film Rai

Il commento

Era più corretto lasciare in pace montagna ed eroi

Storie private dei protagonisti totalmente inventate, ambientazioni improbabili se non ridicole (ogni tanto ai presunti campi alti sul K2, quota presunta 7000 e oltre, occhieggiava una provocatoria erbetta...), ricostruzione storica approssimativa, regia banale e recitazione quasi sempre scadente. In pratica soltanto la figura di Ardito Desio, il capospedizione, è risultata in qualche modo verosimile, grazie a qualche sforzo di Giuseppe Cederna, nonostante le assurdità del copione. Inguar-

dabile il Bonatti provocatorio e scapestrato, ma non da meno il losco Compagnoni. Questo è il bilancio delle due puntate (nettamente peggio la prima della seconda) di una fiction nata con ben altre ambizioni. E che è naufragata quando la regia è stata tolta a chi aveva in mano una sceneggiatura alpinisticamente e storicamente più corretta. Si è preferito rimaneggiarla violentemente per renderla adatta all’idea di pubblico bue, che vuole sempre le stesse cose, idea che evidente-

mente alberga in certe sfere della Rai. Sono così state tagliate le vicende vere della spedizione per inserire scene di amore puerili, o strappalacrime. Sciocche e vergognose. Ma sicuramente a più basso costo di produzione. Quando si è tornati sulla montagna, le incongruenze erano troppe e vistose, almeno per chi la conosce e la ama. Se girare scene di alpinismo è troppo caro, sarebbe stato più corretto lasciare in pace il K2 e i suoi eroi. s.f.

Un immagine della fiction: la prima puntata ha avuto 4.860.000 spettatori (share 16,69%), la seconda 4.516.000

Achille Compagnoni sulla vetta del K2, che raggiunse con Lino Lacedelli il 31 luglio 1954, dopo la notte del bivacco all’addiaccio Bonatti-Mahdi

K2, la fiction che divide «Resa piccola un’impresa» «La montagna degli italiani» suscita le proteste del mondo alpinistico Podestà e Messner: «Offesa la nostra storia. E Bonatti non era così» Finalmente la montagna, l’alpinismo in prima serata! Lo avevano pensato tutti gli appassionati vedendo i lanci pubblicitari della fiction K2. La montagna degli italiani, trasmessa da Rai1. Invece, una delusione enorme. Il giudizio più tagliente lo ha dato Erich Abram, uno di coloro che sul K2 c’erano, 59 anni fa. «In quelle immagini non ho riconosciuto in alcun modo la spedizione del 1954, per cui non ho niente da commentare». Ovviamente, non è vero. Aveva appena finito di dirne peste e corna al telefono con l’altro sopravvissuto di quella epopea che la Rai ha ridotto a operetta, Ugo Angelino. Bonatti ferito Chi ha deciso di

dire invece alto e forte il suo deluso e indignato parere è la compagna di Walter Bonatti, Rossana Podestà. Ha diramato via Ansa un comunicato scritto insieme a Reinhold Messner, la cui autorità in tema di 8000 è indiscutibile, e al professore universitario Luigi Zanzi, uno dei tre saggi che nel 2004 scrissero finalmente la vera storia della spedizione guidata da Ardito Desio, poi fatta propria dal CAI. Un testo

« Rossana Podestà

Ricostruzione viziata da gravi falsità storiche. L’opera non ha nulla di alpinistico E i caratteri delle persone sono alterati sceneggiatura, cioè il rilievo dato al ruolo decisivo di Bonatti, a rischio della sua stessa vita, per la salita alla vetta, nonostante i noti disguidi che troncarono l’intesa della "squadra". Infine, chiunque sia salito su una pur piccola montagna, ha avvertito immediatamente con ironico disgusto che questa "fiction" non ha nulla di alpinistico». Occasione persa Come

non concordare giudicando una fiction in due puntate, delle quali non più della metà è stata dedicata alla spedizione che fece impazzire di gioia un’Italia che cercava di dimenticare la guerra. Il resto del tempo è stato buttato inventan-

Gli Stati generali contro la violenza Sono anni che si parla di violenza e di razzismo negli stadi. Parlandone e basta non si va da nessuna parte anzi si diventa un problema europeo come dimostrano i casi Inter e Lazio. Il rischio è di ritrovarsi fuori dalle Coppe come gli inglesi negli anni 80. Ciò che denuncia Conte non è novità, ma una questione di educazione civica e di cultura. E il tecnico della Juventus, oltre a porre il tema, dovrebbe riflettere su certe sceneggiate a cui hanno dato vita i tesserati della Juventus contro Catania, Torino e Genoa. Nessuno può tirarsi indietro su una questione così delicata. E invece la maggior parte dei protagonisti del sistema calcio fa finta di nulla. Il razzismo ha invaso da tempo gli spalti e, per ora, ha pochi argini. I presidenti, quando le loro squadre sono sotto la lente dell'Uefa, tendono a difendersi ignorando una realtà pesantissima. La polemica aperta da Antonio Conte sulle violenze contro la Juve merita un'analisi approfondita. L'antijuventinismo se si manifesta con il lancio delle pietre, gli insulti, le aggressioni, le minacce diventa un alibi per chi vuole esercitare la violenza allo stato puro. La Juve va battuta in campo non aggredita. E questo vale per qualsiasi squadra, dovunque giochi. Nessuno può sventolare la bandiera dell'innocenza o della assoluta civiltà perché non ci sono, purtroppo, campi di calcio dove questo profluvio di insensatezze sia assente. Nessuno, sia chiaro. Su questo tema sarebbe opportuno organizzare gli Stati generali del calcio. per affrontarlo in modo definitivo.

Quello strano stupore

In vetta

che quindi è critico sia riguardo agli aspetti legati alla rappresentazione delle personalità, sia alla parte alpinistica, sia anche alla ricostruzione storica. Eccolo qui di seguito. «La prima considerazione di fronte a questa fiction, è che purtroppo è stata resa "piccola" anche la più grande impresa dell’alpinismo "italiano". Offesa ne resta la memoria dei protagonisti, i cui caratteri sono totalmente alterati. Una "fiction" può liberamente proporsi di integrare con invenzioni l’evocazione di una persona: ma è inaccettabile che giunga a renderne grottesca, risibile e contraria al vero l’immagine, come nel caso di Bonatti, che risulta opposta a quella autentica». «Neppure c’è l’invocata rispondenza di questa "fiction" alle ricostruzioni storiche che finalmente, dopo cinquant’anni!, sono state fatte a cura del CAI, di tale "epopea", fin lì viziata da gravi falsità storiche. Vicende ormai nitidamente ben note vengono "pasticciate", confuse, rese irreali. Al punto da guastare finanche l’unico esito positivo della

A CURA DI ANTONIO DI ROSA Fax: 0262827917. Email: gol@rcs.it

Stefano Vannucchi

La fiction

SANDRO FILIPPINI

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do storie tanto false quanto puerili. La versione di Cassin Guido Cassin, 62 anni, figlio di Riccardo e presidente della Fondazione Cassin non è rimasto deluso. «Noi familiari siamo felici che il ruolo di mio padre nella spedizione preliminare e il suo "non ruolo", non certo per sua scelta, nella spedizione effettiva sia stato ampiamente chiarito e sottolineato. Certo ci sono licenze sceniche che non appartengono alla sua storia: non ha fatto la ritirata di Russia ma eventualmente la guerra partigiana, non ha mai portato la barba se non durante le spedizioni, non ha mai bevuto grappa e neppure fumato nella sua vita e non ha adottato bambini pachistani avendo già tre figli e una nipote a cui pensare». Tentato omicidio? A parte le am-

bientazioni improbabilissime, perfino Compagnoni e Lacedelli, i due primi salitori del K2, sono usciti male da questo film con una ricostruzione dei dialoghi fra loro a campo IX che prefigurano quanto meno un tentato omicidio colposo nei confronti di Bonatti e dell’hunza Mahdi, che incredibilmente sopravvissero al disperato bivacco all’addiaccio a 8000 metri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Certi dirigenti di società di calcio sono davvero strani. Smantellano la squadra che ha fatto un buon campionato e poi si stupiscono se non si ripete! Paolo Ottoboni

Ha ragione. Il calcio è anche il regno dei furbacchioni, cioè di quelli che scaricano sull'arbitro, sulla malasorte, sull'allenatore, sul centravanti in astinenza le proprie responsabilità. Ma il verdetto del campo è inesorabile per chiunque. Se vendi i pezzi migliori e poi speri di farcela, sei un illuso. Può andare bene una volta su mille.

Deluso dal Palermo Dopo la sconfitta in Milan-Palermo possiamo dire: è stato bello. Questo campionato è stato fatto da partite fotocopia giocate tutte per lo 0-0. Adesso il giocattolo si è rotto. Tante concause e po' di sfortuna. Non hanno saputo utilizzare un potenziale di un bravo giocatore come Miccoli, anzi contro il Milan è rimasto fuori squadra. Poi c'era pure un Super Mario che appena lo tocchi in area cade come una foglia secca... Gaspare Barraco

Capisco la sua amarezza ma, per favore, non se la prenda con Balotelli veramente incolpevole. Le responsabilità sono altre. La panchina rosanero è come un Grand Hotel dove i tecnici arrivano, si siedono e ripartono. Un via vai che sconcerta chiunque, soprattutto i giocatori. La squadra sconta errori commessi durante la campagna acquisti e nelle scelte degli allenatori. Fosse rimasto Sannino sin dall'inizio forse poteva andar meglio.

Mamma mia, il Brasile... Finalmente la nostra amata Nazionale affronterà il Brasile. Per due volte nell'arco di pochi mesi. Ma ho paura che prenderemo due memorabili batoste. Erminia Carbone

Penso che l'Italia non abbia paura del Brasile e di nessun'altra squadra. Siamo in una fase di costruzione di un team competitivo e abbiamo molti giovani e molti veterani di grandissimo livello. E poi le amichevoli contano pochissimo. Così se dovessimo perdere non mi abbatterei né mi galvanizzerei più di tanto se dovessimo vincere. In palio non ci sono trofei importanti ma bisogna giocar bene per migliorare e fare una bella figura. Vedrà che il Brasile soffrirà parecchio contro di noi.


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ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_tentativi di governo

Nicos Anastasiades AFP

DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it

Napolitano oggi vede Grillo: c’è speranza che lo convinca? Il Quirinale avvia le consultazioni. Bersani rivendica il diritto di formare l’esecutivo, ma tutto è in mano al M5S che rilancia: «Tocca a noi» Giorgio Napolitano ha cominciato le consultazioni per la formazione del governo, un rito che concluderà stasera dopo l’incontro-clou con Bersani. Ieri sono stati ricevuti i nuovi presidenti di Camera e Senato – Laura Boldrini e Pietro Grasso: si sono spostati a piedi – i gruppi minori e, in chiusura, Mario Monti. Oggi tocca ai grandi, cioè Grillo con i due capigruppo (ore 9.30), poi Berlusconi e i suoi (compresa la Lega, ore 10.30), infine nel pomeriggio il segretario del Partito democratico con i suoi due capigruppo Speranza e Zanda.

1Da quello che ho capito non c’è in sostanza niente di nuovo.

I pezzi sono tutti sulla scacchiera e crediamo di conoscere tutte le mosse possibili. Ma forse abbiamo torto. Bersani ci ha preso d’infilata con i nomi dei presidenti di Camera e Senato, gettando lo scompiglio nelle file dei cinquestelle. Non è detto che non abbia pensato a qualche mossa del cavallo anche per questo giro. Senza mosse del cavallo, d’altra parte, sembra difficile uscirne.

2 Riassumiamo i termini della questione per come appaiono in questo momento.

Il Partito democratico ha diritto a tentare per primo di creare un governo perché ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato. Sulla carta sono

SFILATA AL COLLE IERI LA BOLDRINI E GRASSO, STAMATTINA È IL TURNO ANCHE DI PDL E LEGA 1

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1 I corazzieri davanti allo studio di Giorgio Napolitano 2 Il presidente della Camera, Laura Boldrini 3 Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo la consultazione 4 Pier Luigi Bersani con Napolitano 5 Gianroberto Casaleggio con Beppe Grillo: dal capo dello stato andrà solo il secondo ANSA/AP

possibili sostanzialmente due sole combinazioni per dominare anche il Senato: o accordarsi col Pdl, cioè con Berlusconi, o accordarsi con il Movimento 5 Stelle, cioè con Grillo. Berlusconi ci starebbe, ma un’intesa di questo genere ripugna, almeno ufficialmente, ai democratici. Ripugna certamente alla loro base, ripugna forse un po’ meno a una parte del vertice. Ma in ogni caso, questa strada, a cui Berlusconi sarebbe favorevole, non è percorribile. Bersani, mentre il partito lo sta a guardare per metterlo eventualmente arrosto, vorrebbe trovare i voti che gli mancano nel Movimento 5 Stelle. Confida di essere abbastanza nuovo nel programma, sa che il 70 per cento dei grillini vengono da sinistra, ha visto, con la vicenda Grasso, che lì in mezzo si può far breccia. E tuttavia proprio la vicenda Grasso potrebbe aver tolto al Pd qualunque possibilità: la reazione al tradimento è stata molto dura, ha ricompattato i fedelissimi del genovese e fugato almeno all’apparenza

ogni possibilità di nuovi drammi e nuove deviazioni. Tutti i senatori stellati dicono come un sol uomo che non daranno la fiducia a nessun governo che non sia un governo «cinquestelle». Il quale, naturalmente, non ha i numeri per far da solo.

3 Grillo salirà le scale del Quiri-

Ministri». Punto e basta. Quindi, volendo, le stesse consultazioni sono in qualche modo fuori legge. Napolitano, volendo, avrebbe potuto, una volta conosciuto il risultato delle elezioni, pronunciare un nome, ricevere una lista di ministri e aspettare poi che le Camere gli dessero o non gli dessero la fiducia. Tra l’altro, in questa circostanza, sarebbe forse stata la mossa più astuta.

nale in persona?

Sì, però non dovrebbe esserci Casaleggio, influenzato. In genere, comunque, il capo dello Stato consulta i gruppi, cioè gente eletta, ma se riceve cittadini qualunque - come tecnicamente sono i due capi del M5S - non si può parlare di sfregio a una qualche regola. Le consultazioni, semplicemente, sono un’invenzione del tempo dei tempi, una pratica extracostituzionale. Come abbiamo già detto una volta, l’articolo 92, al secondo comma, recita semplicemente: «Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i

4 Che hanno detto ieri le delegazioni al Quirinale?

Tutto come previsto. Boldrini-Grasso chiedono un governo con urgenza (hanno ragione, ma la dichiarazione ha lo stesso un sapore bersaniano). Per il gruppo Misto la capogruppo De Petris (che è di Sel) ha chiesto che l’incarico vada a Bersani, «però con innovazioni nel metodo, nelle persone e nella qualità» (qualunque cosa significhi). Vendola è d’accordo: il cambiamento pare un bene in sé. Pisicchio (Centro democratico): «Un gover-

no di scopo», idem quelli della Val d’Aosta, eccetera eccetera. Tutti gli altri hanno più o meno cantato sulla stessa musica. Quelli di Lista civica, capeggiati da Mario Mauro, hanno invece sollecitato «un governo solido con i principali partiti», che è la linea Monti fin dalla salita in campo. Monti non s’è fatto vedere per evitare conflitti con la sua carica di premier. Ma sappiamo che è furibondo: ha tentato manovre imbarazzanti per prendersi la presidenza del Senato o il Quirinale, e i giornali lo hanno scritto. La cosa, purtroppo, lo indigna.

5 È possibile che Bersani, per ottenere l’incarico e tentare poi di spuntare la fiducia, si faccia più grillino di quello che è?

È possibile, e un poco lo abbiamo già visto. Ancora ieri il segretario ha ribadito che presenterà a Napolitano i suoi otto punti. Ma è possibile, la politica è in definitiva proprio questo, l’arte del possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SI TRATTA CON MOSCA

Ansia Cipro Un piano B per evitare il tracollo Proseguono a Cipro le consultazioni per definire un «piano B» che sarà presentato oggi dal governo ai partiti per evitare la bancarotta, dopo che il Parlamento ha bocciato martedì il controverso piano di salvataggio Ue che prevedeva un pesante prelievo forzoso sui depositi bancari per raccogliere 5,8 miliardi di euro da aggiungere ai 10 promessi dall’Eurogruppo. Nel frattempo, mentre le banche riapriranno martedì, nella capitale Nicosia la troika (Ue, Bce e Fmi) è stata impegnata per tutta la giornata in colloqui con il presidente Nicos Anastasiades. Dal canto suo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato che trovare una soluzione per Cipro è «un dovere» per l’Eurozona. In ogni caso, le autorità cipriote stanno studiando la possibilità di imporre restrizioni sul movimento dei capitali per contenere il deflusso dei depositi dalle banche e, proprio per discutere di una legge che preveda restrizioni bancarie, in serata Anastasiades ha riunito d’emergenza il governo mentre il ministro delle Finanze, Michalis Sarris, si trova a Mosca per colloqui con il collega russo Anton Siluanov da cui sta cercando di ottenere un prestito di 5 miliardi di euro e l’estensione per cinque anni e ad interessi più convenienti di un prestito di 2,5 miliardi ricevuto due anni fa in scadenza nel 2016. La richiesta dei creditori internazionali di tassare i depositi, che andrebbe a colpire duramente i capitali russi esportati a Cipro, ha infatti fatto inferocire Mosca. Finora i negoziati non hanno avuto successo, ma proseguiranno anche oggi con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso.


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

GIRONE E LATORRE DAI PM

I due marò indagati: «Violata consegna» I marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre (da sinistra nella foto Ap) sono indagati dalla procura militare: l’ipotesi è che

Addio Manganelli, «sbirro» di strada Si scusò per il G8

l’uso delle armi non sia stato corretto quando, nel 2012, in India, i militari spararono a due pescatori ritenuti pirati. Girone è stato interrogato ieri. Ma il fascicolo potrebbe passare ai magistrati ordinari che indagano per omicidio colposo. E l’India attacca: «Violate tutte le norme diplomatiche».

SOSPETTI SU PYONGYANG

Hacker in Sud Corea Media e banche k.o. Corea del Sud nel mirino di un maxi attacco hacker: ieri a Seul sono stati messi sotto scacco dei network televisivi (le emittenti

La prima visita

Morto per un tumore il 62enne capo della polizia Dalla lotta alla mafia all’ok alla tessera del tifoso Obama sbarca in Israele: «Saremo alleati eterni»

FILIPPO CONTICELLO

Era uno «sbirro» di strada, disincantato ma freddo mai: tanti cronisti, tirati giù all’alba, lo ricordano ridere di gusto di fronte alle loro facce assonnate. Era il 18 maggio 1993 e Antonio Manganelli comunicava al mondo di aver appena catturato il boss catanese, Nitto Santapaola. Uno dei successi di un agente partito da Avellino e promosso per meriti: è morto ieri a 62 anni, da capo della polizia, all’ospedale San Giovanni di Roma dove aveva subìto un’operazione per un edema. Il tumore, alla fine, non ha avuto pietà e, prima dell’ultimo ricovero, la situazione era precipitata. Nominato al vertice del corpo nel 2007 dal governo Prodi, ha amato sempre una parola rotonda: investigatore. Da investigatore, ad esempio, era accanto a Tommaso Buscetta, mentre nell’aula bunker di Palermo il superpentito faceva nomi e cognomi durante il maxi-processo. Scuse Dopo la laurea in Giuri-

sprudenza a Napoli, negli Anni Ottanta l’inizio della collaborazione con Gianni De Gennaro. Inseparabili per oltre un decennio, hanno indagato su mafia e droga, spesso al fianco di Falcone e Borsellino. Insieme hanno messo le manette a capimafia come Santapaola e Piddu Madonia. E nel 1991, quando De Gennaro ha tenuto a battesimo la Dia, Manganelli è andato a guidare il Servizio Centrale di Protezione. Sette anni dopo la nomina a questore di Palermo e nel 1999 il trasferimento a Napoli. Poi il ritorno al Viminale alla guida dello Sco, la nomina a vicecapo della polizia e l’ultima promozione al posto di De

La tendenza

«L’alleanza con Israele è eterna come l’impegno per la sua sicurezza»: così il presidente americano Barack Obama ha inaugurato, ieri, la sua prima visita in Israele da quando è alla Casa Bianca. Atterrato a Tel Aviv, ha salutato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente, Simon Peres (con lui nella foto Ansa). Nel suo viaggio Obama visiterà anche i Territori palestinesi e la Giordania. A Gaza proteste palestinesi per il «sostegno unilaterale degli Usa ad Israele».

A Parigi

Antonio Manganelli, 62 anni, era capo della polizia dal 2007 REUTERS

TOTO CANDIDATI

Il nuovo governo dovrà scegliere il suo successore La partita per la succes sione di Antonio Manganelli è già aperta, anche se bisognerà attendere il prossimo governo per avere una nomina. Lo stesso Manganelli prima di morire avrebbe avanzato la candidatura del suo vice Marangoni. Ma in corsa sono anche il capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Procaccini; quello dell’ufficio legislativo Frattasi; quello degli Affari Interni Pansa e il capo della Protezione civile Gabrielli.

Gennaro il 25 giugno 2007, con il via libera anche di Rifondazione Comunista. E non è un caso, perché su un tema caro alla sinistra si sono separate le strade di De Gennaro e del suo successore. Ai tempi della Diaz Manganelli era in vacanza poi, quando nel 2012 sono piovute le condanne finali per il massacro, s’è rivolto ai cittadini così: «È il momento delle scuse». Al cordoglio di Napolitano, Monti e del ministro Cancellieri, s’è aggiunto quello di sindacati e politici, tra cui Roberto Maroni: «Era un maestro», ha twittato il governatore lombardo. Con lui Manganelli ha promosso la tessera del tifoso nel 2009-10, ma il 19 gennaio sembrava quasi sperare in uno stop: «Torni la normalità negli stadi», diceva.

d lafrase DELGIORNO

ALTRI MONDI

Affaire Adidas, perquisita l’abitazione della Lagarde La casa parigina (nella foto Afp) della direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde è stata perquisita nell’ambito dell'inchiesta su un suo presunto abuso di potere ai tempi in cui era ministro dell’Economia francese. L'inchiesta riguarda il modo con cui è stato risolto il lungo contenzioso tra l’uomo d'affari Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais. Un caso iniziato negli Anni 90 e nato dalla consulenza che la banca diede a Tapie nella vendita dell’Adidas.

DIALOGO TRA TUTTE LE FEDI «Continuare nel cammino verso l’unità della Chiesa, proseguire il dialogo che ha portato frutti con l’Ebraismo, senza tralasciare quello con le altre religioni, in primis con l’Islam, con i Musulmani che adorano Dio unico, vivente e misericordioso. La Chiesa cattolica è consapevole dell’importanza che ha il rispetto di diverse tradizioni religiose» FRANCESCO PONTEFICE

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Kbs, Mbc e Ytn) e 4 istituti di credito (Shinhan, Nonghyup, Woori e Jeju). Non ci sono prove di regie di Pyongyang, ma si sos petta dei 3.000 «cyber warrior» nordcoreani. Lento il ritorno alla normalità e la Korea Communica tions Commission (Kcc) non ha escluso altre minacce.

notizie Tascabili Sei donne su 10 assessori

Lazio, Zingaretti vara la giunta più rosa d’Italia La giunta regionale più rosa di Italia. Il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha nominato ieri il nuovo esecutivo: 10 assessori, 4 uomini e 6 donne, tra cui la scrittrice Lidia Ravera alla Cultura e Sport. I nuovi assessori sono tutti esterni al consiglio regionale. «Avevamo cambiato tutto — ha detto Zingaretti — questa giunta si fonda su due principi: il merito e la competenza».

Bufera al liceo classico

Lista gay sul sito, Nuoro protesta con gli studenti L’elenco sulla pagina Facebook della scuola con nome e cognome degli studenti gay, come fosse una lista di proscrizione, ha fatto scattare l’indignazione fra i ragazzi del liceo classico Asproni di Nuoro. Ieri una catena umana contro l’omofobia e il bullismo ha circondato l’istituto, mentre le scuole di tutta Italia hanno manifestato la loro solidarietà.

I 150 anni della «Tube»

La Regina in forma Torna in pubblico e prende il metrò La regina Elisabetta sta meglio e ieri, sorridente, ha fatto la sua prima apparizione in pubblico dopo il ricovero per gastroenterite. Accompagnata dal principe Filippo e dalla nuora Kate, si è recata alla stazione di Baker Street nel centro di Londra per partecipare al 150˚ anniversario della «Tube», la famosa metropolitana della capitale inglese e anche la più antica del mondo.

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Anno 2012: in fuga dal telefono di casa Hanno staccato la linea 450 mila italiani Elisabetta II ieri ai tornelli LAPRESSE

DANIELE VAIRA

Martedì l’Osservatorio del Politecnico di Milano ci aveva regalato la fotografia del rapporto tra gli italiani e la tecnologia, segnalando l’aumento esponenziale di tablet, smartphone e web Tv in un anno. Ieri l’Agcom ci ha spiegato come sta cambiando, invece, il nostro uso del cellulare e quali siano le nuove tendenze: ci sono più sim per affari e meno linee private, ma traffico telefonico, dati ed sms risultano in aumento. Questo, almeno, è il quadro della telefonia a dicembre 2012, così come emerge dall’Osservatorio trimestrale del-

l’Autorità per le Telecomunicazioni. Rispetto allo scorso anno le sim sono aumentate nel complesso di 400 mila unità: risultano però in calo le sim residenziali (-307 mila) e in aumento quelle d’affari (+700 mila ). In linea con la grande diffusione degli smartphone, scende il numero delle sim prepagate (-1,55 milioni), mentre aumentano quelle con abbonamento (+2 milioni). La passione per le telefonate rimane comunque intatta, sebbene i grandi operatori del settore abbiano visto i risultati di bilancio in calo. Il traffico telefonico è cresciuto del 3,8% a oltre 137 miliardi di minuti, mentre gli sms hanno superato i 96 miliardi,

italiani, con un calo di circa 450 mila linee, in lieve accelerazione rispetto a quanto avveniva nel 2011 (-360 mila). Le connessioni Anche il merca-

Nel 2012 le sim dei cellulari sono cresciute di 400 mila unità ANSA

in crescita del 7,5%. Prosegue il buon momento degli operatori mobili virtuali (+850 mila nel 2012), con 4,5 milioni di clienti. Nel complesso, procede il progressivo abbandono della rete fissa da parte degli

to, pian piano, sta cambiando: la quota di mercato di Telecom Italia negli accessi diretti alla rete fissa è scesa dell’1,8% rispetto al dicembre 2011, collocandosi al 64,6%, e in calo è anche la quota di mercato negli accessi a banda larga (-1,5% al 51,4%). È invece in leggero aumento la velocità media delle connessioni a Internet nel Paese: gli accessi con velocità superiore a 2 Mega sono passati dall’86,5 all’88,5%. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Processo sul delitto Claps

Restivo è in aula La madre di Elisa: «Voglio parlargli» È iniziato ieri a Salerno il processo d’appello a Danilo Restivo, condannato per l’omicidio di Elisa Claps a 30 anni, in primo grado. Un’udienza tesa, con la madre della vittima che in aula ha mostrato all’imputato una foto della figlia: «Voglio che mi guardi e mi parli, sono disposta ad incontrarlo, ma deve marcire in carcere». Restivo è rimasto impassibile. Il suo avvocato è stato contestato.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

ALTRI MONDI VIDEOGAME L’ULTIMO CAPITOLO DELLO SPARATUTTO È UNA SORTA DI PREQUEL: RITMO E AZIONE IMMUTATI

«Gears of War» fa quattro e non delude GIULIO DI FEO

Gears of War non è solo un gioco. Quando si parla di quale console scegliere, salta sempre fuori: lo pubblica Microsoft, si gioca solo su Xbox 360 e ne è diventata una bandiera, una delle poche che ancora sventolano (anche Playstation ha le sue, ma il grosso dei giochi sono per tutti i sistemi). E «Judgement», il quarto capitolo della serie, esce domani, 22 marzo, con i soliti interrogativi che le bandiere dei videogames si portano dietro: cosa si

perdono stavolta quelli dell’altra parrocchia? Anche perché il gioco ha avuto uno sviluppo un po’ complesso, e alla fine del terzo capitolo lo sviluppo narrativo pareva concluso. In questo caso l’espediente usato è cinematografico: «Judgement» è un prequel, e racconta le prime fasi della guerra degli uomini contro le locuste (che non sono gli insetti, ma una specie di umanoidi che abitano il sottosuolo). Corri e spara Non c’è nemmeno più il protagonista storico della serie, Marcus Fenix, e quanto a

carisma la mancanza si sente, però il cuore del gioco è quando imbracci le armi e lì il solito vecchio Gears non delude. In un’ambientazione urbana, «chiusa», il gioco segue due direttive: non snaturare lo spirito della serie, rendere l’azione più frenetica. E questo Gears resta un gioco di trincea: ti copri, miri, spari, corri, ti ricopri. Ma c’è un’innovazione che mette pepe all’azione: i nemici non sono sempre gli stessi, cambiano volta per volta. Magari muori in un punto a opera di cecchini, rigiochi preparandoti ad affrontarli e ti ritrovi contro un ploto-

ne di locuste con i fucili a pompa. Un’idea anomala che non influisce sulla difficoltà (crescente) e rende il tutto rigiocabilissimo, con un approccio leggermente meno tattico all’azione. Aumenta anche l’arsenale, e cambia parecchio il gioco online. Non c’è più la modalità «Orda», un must per i puristi: al suo posto «OverRun», diversa ma non meno appassionante, dove ogni giocatore ha una specializzazione nel sopravvivere ai nemici che accorrono. Cambia il vento, ma la bandiera sventola ancora. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ecco i Croods

Un’immagine di «Gears of War», videogioco Microsoft destinato solo alla Xbox 360: domani esce il quarto capitolo della serie, un prequel di scenario urbano, dal titolo «Judgement». Il costo si aggira sui 65 euro

Selvaggi I protagonisti del film «I Croods», che esce oggi in Italia in oltre 700 copie

A

ANCHE IN LIBRERIA

S

Risate e tanto colore La preistoria sfida Oz Da oggi al cinema la nuova fatica della Dreamworks Emma Stone: «Che spasso scoprire il mondo evoluto» ELISABETTA ESPOSITO

Potrebbe sembrare il classico film d’animazione per la famiglia sulla storia di una famiglia. Ma i Croods è molto altro: è ironia, è spettacolarità assoluta (non soltanto per il 3D), è un’avventura diversa che ha anche una straordinaria capacità di sorprendere. La DreamWorks lancia la sua sfida al trionfale Grande e Poten-

te Oz e dopo il mezzo passo falso de Le Cinque Leggende torna oggi in 700 sale italiane (solo domani nel resto del mondo) con un film rischioso (il primo con il loro marchio su una famiglia di umani), ma realizzato in grande stile, firmato da un talento come Chris Sanders, con un eccezionale cast artistico (al doppiaggio americano anche Nicholas Cage e Emma Stone) e tecnico. Un dato su tutti: i film di animazione

non hanno direttore della fotografia, ma Sanders ha chiesto al migliore di tutti, Roger Deakins (onnipresente con i fratelli Cohen e firma anche dello Skyfall dei record), di collaborare per rendere al meglio la luce e dei colori, rendendo i Croods un’autentica meraviglia per lo sguardo. Risate e affetti La storia è sem-

plice: una famiglia preistorica dopo un terremoto è costretta

a lasciare la sua grotta e scopre un mondo nuovo, più evoluto, con cui è costretta a fare i conti. Si ride parecchio, soprattutto quando ci si scontra con i cambiamenti: il fuoco, le scarpe, il primo animale domestico, gli occhiali e persino una strana forma di cellulare. «La prima volta che Hip prova le scarpe — racconta la doppiatrice Emma Stone — pensa che i suoi piedi siano scomparsi... L’effetto è spassosissimo». Hip è la figlia ribelle, che fa preoccupare tanto papà Grug, un tipo che vive con questo motto: «La paura fa bene, il cambiamento fa male». Il doppiaggio italiano della ragazza è di Rosalia Misseri, vista a teatro nei panni di Esmeralda del Gobbo di Cocciante e nella Tosca di Dalla: «Sono siciliana è quel papà ricorda tanto il mio, protettivo e gelosissimo. Questo è un film divertente ma pieno di tenerezza». E di sorprese.

Da sfogliare e giocare I Croods arrivano in sala ma anche in libreria, con quattro volumi della Fabbri. «La storia illustrata» (32 pp., 11.50 euro) è un viaggio fra le immagini del film, «La storia» (152 pp., 8.50 euro) è il racconto delle avventure della famiglia preistorica, mentre «Il libro gioco» (28 pp. 6,90) e «Combina libro» (12 pp, 12.90 euro) sono libri-gioco con adesivi, immagini da colorare e schede per creare un proprio campionario di animali preistorici

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SERIE CULT NUOVA LOCATION PER RISPARMIARE E LA CITTÀ "TRADITA" SI RIBELLA

Terence Hill, 73 anni, interpreta Don Matteo su Rai 1 dal 2000 ANSA FRANCESCO RIZZO

In tempo di crisi, persino Don Matteo è a corto di miracoli. Già sfiora i 7 milioni di spettatori su Rai 1 con episodi in replica (è accaduto solo due mesi fa), non può arrivare a stravolgere la geografia. Gubbio, sede

storica delle serie tv con Terence Hill sacerdote-detective-ciclista, dista da Roma quasi tre ore: cast e tecnici devono dormire in zona, i costi lievitano. Offerta E così, dopo 8 stagioni, i produttori della Lux Vide hanno deciso: addio Gubbio. La nona stagione, le cui riprese scat-

Pure Don Matteo soffre la crisi Gubbio è costosa, si gira a Spoleto tano in aprile, si girerà a Spoleto, un po’ più vicino alla Capitale: Terence Hill e uno staff della produzione martedì hanno effettuato un sopralluogo. Bisognerà mettere mano alla sceneggiatura, ma il problema è placare i furibondi amministratori di Gubbio. Dove, si racconta, la gente recapitava lettere a

Don Matteo attraverso il parroco di San Giovanni. E dove, ancora tre anni fa, fra tutti i pacchetti turistici cittadini, il più acquistato era il tour dei set. E così, sindaco, vescovo e rappresentanti delle attività commerciali pestano i piedi, scrivendo alla Lux Vide: «Abbiamo saputo comporre in tre settimane

un’offerta tecnico-economica a dir poco stupefacente. Considerando i tempi orribili in cui viviamo, quanto costruito unendo sacrifici ed impegni pubblici e privati meriterebbe il massimo rispetto». Gubbio, come altri comuni, garantisce a chi gira un film tra le sue vie convenzioni e aiuti pratici, ma senza Don Matteo perde una vetrina non solo italiana: le puntate si vendono in molti Paesi europei. «Confermiamo che è stato fatto uno sforzo in extremis per permettere alla fiction di rimanere sul territorio — risponde la Lux Vide — ma la preparazione di una serie richiede tempi lunghi e, a pochi giorni dall’avvio del set, la decisione era già presa». Bisogna risparmiare. Per dirla con Bud Spencer, Anche gli angeli mangiano fagioli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SVILUPPATA A CAMBRIDGE

Zoe, emoticon quasi umana Sa piangere Si chiama Zoe ed è una sorta di assistente virtuale come quelli dei film di fantascienza: è in grado di simulare, partendo da un testo, una serie di emozioni, come felicità, rabbia e paura, e lo fa parlando come un essere umano in carne ed ossa. Questo nuovo «avatar», che si potrà presto vedere sui cellulari al posto delle icone che riproducono le espressioni facciali, le cosiddette «emoticon», è stato realizzato dal dipartimento di ingegneria dell’università di Cambridge. Per creare il sistema, il team ha lavorato per giorni sulla registrazione del volto e la voce dell’attrice americana Zoe Lister Jones, mentre recitava più di 7 mila righe di testo con stati d’animo diversi. Questi dati sono stati poi usati per creare sei emozioni di base per Zoe: felicità, tristezza, paura, rabbia, tenerezza e neutralità, con due variabili, velocità e profondità della voce. Le combinazioni di questi livelli hanno permesso una vasta gamma di emozioni, che non è stato possibile ottenere in altri avatar di questo tipo. «Questa tecnologia potrebbe essere l’inizio di una nuova generazione di interfacce che ci faranno interagire con un computer come se stessimo parlando con un altro essere umano», ha spiegato Roberto Cipolla, studioso a capo del progetto. Fino ad ora i risultati di Zoe sono stati incoraggianti: venti volontari, nel 77% dei casi, hanno riconosciuto le emozioni «trasmesse» dall’avatar.

COME IN «STAR TREK»

E per realizzare il «tricorder» pronti 75 milioni Non più fantascienza. Mike Lazaridis, cofondatore di BlackBerry, vuole realizzare il tricorder, lo strumento che i medici di «Star Trek» puntavano su un paziente per ottenere in pochi istanti la diagnosi. Secondo «Bloomberg News», Lazaridis avrebbe investito 100 milioni di dollari canadesi, quasi 75 milioni di euro, nella nuova tecnologia "quantum" per mettere a punto il dispositivo e altre soluzioni avanzate. «Il tricorder permetterebbe di eseguire esami del sangue e risonanze magnetiche con un unico strumento», ha detto Lazaridis.


GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

23/10 - 22/11

21/4 - 20/5

21/5 - 21/6

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

LE PAGELLE

Ariete 5,5

Scorpione 8

Toro 7+

Gemelli 7-

Cancro 7,5

Leone 6,5

DI ANTONIO CAPITANI

Il lavoro arranca o risente di tensioni, la famiglia affatica, lo zebedeo fuma. E il suino inside you è ansioso e confuso. Relaxatevi.

IL MIGLIORE Siete i premier della giornata. Che vi vede stravincere nel lavoro e nel privato. Anche perché la fortuna vi assiste in modo totale e suino. Uau.

La serenità cresce, vi rende più indulgenti e facilita il disbrigo di ogni impegno. Reviviscenze fornicatorie divertono e sollevano.

Tutto procede secondo i vostri piani. Anche se la pigrizia, a tratti, potrebbe bloccarvi: reagite. Degustazioni suine, però, allietano.

La Luna agevola ogni start up. E fa del vostro fiuto la vostra arma migliore. Guadagnate pure punti su punti. Sia suini, sia nel lavoro.

La solitudo aiuta. A capire, ideare, lavorare bene. C’è però un ribollio sudombelicale da soddisfare. In due. O alone. Come preferite.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Vergine 7

Bilancia 5,5

Sagittario 6+

Capricorno 5,5

Acquario 6

Pesci 7,5

Il lavoro è un susseguirsi di successi, grazie anche alla complicità dello staff. Amore e economia fruttificano, il sudombelico stenta.

Giornata scialba. Ma il periodo è ricco di chance super. Ergo: non perdete tempo né colpi nel lavoro. Fornicazione un cicinìn smorta.

Tutto si trasforma, nulla si distrugge: tenetelo presente, visto che potreste temere abbandoni e spese. Lavoro ni, sudombelico vorticoso.

L’umore caracolla, la gente rompe. Ma, le vostre sono più paranoie che rogne concrete. E c’è pure una certa desolazione suina. State su.

Precisione e metodo vi fanno vincere. Ma siete noiosi. Al punto da far venire a chiunque gli zebedei come forme di grana. Aleggeritevi/li.

Giornata di fulgore, in amore e nel lavoro. Il vostro eloquio incanta, il sudombelico riceve dalla Luna più di un mandato esplorativo suino.

ALVARO GONZALEZ

Il centrocampista della Lazio è nato a Montevideo (Uruguay) il 29 ottobre 1984. In questo campionato 26 presenze e un gol

Lo Sport in tv: in chiaro, sul satellite e sul digitale terrestre 19.30 MEMPHIS MIDDLE TENNESSEE / ST. MARY'S

IN DIRETTA 20.30 ITALIA - BRASILE

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GazzaMeteo

Ieri

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TRIESTE

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VENEZIA

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PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTI Roland Berger Giuseppe Rotelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Andrea Bonomi C., Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni, Paolo Merloni, Carlo Pesenti, Giuseppe Vita DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri

CALCIO: NAPOLI ATALANTA Serie A

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Oggi Le correnti si orientano da Nord con più fresco sui settori orientali e più nubi con piogge al Sud e sulle regioni adriatiche. Addensamenti con deboli fiocchi sulle Alpi di Nordest, tempo asciutto e ampiamente soleggiato altrove. Trieste

Trento 4 15

Aosta

Milano

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Torino 2 14

Venezia

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IL VIDEO

LA GALLERY

Alana Blanchard, la surfista più sexy delle isole Hawaii

Lo show dei delfini incanta le stelle del tennis a Miami

Ancora una volta Alana Blanchard si concede all’obiettivo: da una parte la sua abilità sulle onde, dall’altra le sue curve mozzafiato. La campionessa americana, nata alle Hawaii, era stata già immortalata in bikini a febbraio per le pagine del settimanale Sports Illustrated

C’era anche Andreas Seppi tra i campioni invitati al Seaquarium di Key Biscayne per una giornata a contatto con i delfini, simbolo di Miami. Con l’altoatesino c’erano Feliciano Lopez, Milan Srejber, Jo Wilfried Tsonga, Benoit Paire e Niclas Lindstedt. Guarda le foto sul sito rosa

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Domani

Dopodomani

Si rinforza nuovamente l'alta pressione da Ovest con sole prevalente sul territorio fatta eccezione per il Levante Ligure, il Nord della Toscana e il Nord Appennino dove sono presenti più nubi e anche qualche pioggia debole.

Aumentano le nubi al Nord con locali piogge al pomeriggio al Nordovest poi piogge su tutto il Nord, entro sera, e anche forti sulle are centro-occidentali. Qualche pioggia anche su Nord Toscana, tempo asciutto e più soleggiato altrove.

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Bologna Genova 6

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Ancona

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DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it

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La tiratura di mercoledì 20 marzo è stata di 303.714 copie

Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto

12 mar.

19 mar. 27 mar.

3 apr.

COLLATERALI *con I Miti della F1 ai Raggi X N. 2 e 6,19 - con libro All Blacks La Leggenda e 14,19 - con Sub: la Magia del Mondo Sommerso N. 3 e 12,19 - con Le Grandi Battaglie N. 5 e 11,19 - con Passione Rally N. 4 e 5,19 - con libro Ronaldo il Fenomeno e 14,19 - con Carosello N. 11 e 6,19 - con Wrestling Heroes N. 12 e 12,19 - con i mitici Bud Spencer & Terence Hill N. 13 e 11,19 - con Michel Vaillant N. 16 e 4,19 - con Leggende del Motociclismo N. 18 e 12,19 - con Cavalieri dello Zodiaco N. 21 e 11,19 - con I Love Travel N. 26 e 5,19 - con La Cucina Italiana N. 30 e 11,19 - con Orologi Forze Armate N. 31 e 16,19 - con l Uomo Tigre N. 29 e 11,19 - con Calciatori Panini La Raccolta Completa N. 46 e 6,19 - con Aerei da Combattimento N. 49 e 14,19 - con Le Stelle della NBA N. 40 e 6,19 - con Max e 3,50 - con SportWeek e 2,70 PROMOZIONI ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure ad A.S.E. Agenzia Servizi Editoriali - Tel. 02.99049970 - c/c p. n. 36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.

PREZZI ALL’ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 10,20; Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro e 2,00; Croazia Hrk 15; Danimarca Kr. 20; Egitto e 2,00; Finlandia e 2,70; Francia e 2,00; Germania e 2,00; Grecia e 2,00; Irlanda e 2,00; Lux e 2,00; Malta e 1,85; Marocco g 2,20; Monaco P. e 2,00; Norvegia Kr. 22; Olanda e 2,00; Polonia Pln. 9,10; Portogallo/Isole e 2,00; Romania e 2,00; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,00; Spagna/Isole e 2,00; Svezia Sek 28; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Tunisia TD 3,50; Turchia e 2,00; Ungheria Huf. 600; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 21 MARZO 2013

Iniziativa valida fino al 31.03.2013 Es. Delta Gold 1.4 T Jet 16v 120 CV GPL Prezzo di listino 25.400€, Prezzo Prom SavaDna e Prestito Protetto facoltativo per € 1.058,34 spese pratica € 300, Bolli € 14,62), Importo Totale Dovuto € Con il contributo del Gruppo Fiat e dei Concessionari. Documentazione precontrattuale in Concessionaria. Messaggi Prezzi rilevati da www.prezzibenzina.it il 19 Febbraio 2013. Consumi ciclo combinato: metano da 3,1 a 4,9 (kg/100

uto PFU esclusi). Es. finanz.: Anticipo Zero, 36 rate mensili di € 608,35 Importo Totale del Credito € 21.772,96 (inclusi o Rid € 3,5 a rata, spese invio estratto conto € 2,81 per anno. TAN fisso 0%, TAEG 1,97%. Salvo approvazione . omozionale. I dati “viaggi spendendo la metà” sono calcolati su ciclo combinato e si riferiscono alla gamma Metano. /100 km); bz da 4.6 a 7.4 (l/100km). Emissioni C02 (g/km): metano da 86 a 134; GPL da 106 a 134; bz da 107 a 173


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